Agro nocerino. Centro antiviolenza, denuncia alla Dda

Agro nocerino. Ex candidati e volti noti nell’ultimo progetto del Piano di zona, fioccano le denunce. Un esposto diretto in Procura ed uno dalla Dda di Salerno sul nuovo centro anti- violenza inaugurato qualche giorno fa ad e gestito dal Piano di zona. Arriva da parte di una decina di ex dipendenti del piano di zona, l’ennesima denuncia nei confronti dell’ambito s1. Questa volta nel mirino c’è lo sportello anti- violenza inaugurato appena giovedì scorso. Si tratterebbe - secondo quanto si legge nell’esposto – dell’ennesima farsa al Piano di Zona s1. In particolare sotto accusa ci sarebbero i metodi con cui sono state scelte le persone per mettere in moto questo servizio finanziato con fondi regionali. Oltre ad una premessa sulla questione “mille proroghe” ai dipendenti assunti senza concorso (ma attraverso agenzia interinale), nella denuncia si parla della scelta, tramite short list, di una serie di professionisti. Infatti, con determina dirigenziale 175 del 2 marzo 2015 fu approvata una manifestazione di interesse per la costituzione di una short list di esperti per il conferimento di incarichi individuali per la gestione di attività finanziate da Fondi Regionali, Nazionali e Comunitari . Questa short list è stata aggiornata e pubblicata con determina 2357 del 10 novembre, proprio quando si era oramai in procinto di annullare il concorso del piano di zona. Subito dopo, con determina 2514 del 18 novembre 2015 vengono pescate da questa lista una sociologa e quattro psicologhe per il Centro Antiviolenza “Protezione Donna” di Angri con sportelli itineranti a e a . Si tratta di Anna Malinconico di Pompei, coordinatrice da 20mila euro in 11 mesi, Valeria Cioffi di per 15mila euro, Carmela Cuomo di (ma operativa nel Lazio) per 15mila euro, Agnese Rocca per di Scafati per 15mila euro e Luisa Cajazzo di Angri per 10mila euro. Sedicimila euro circa invece per l’agenzia che si occupa della comunicazione, Alelio Graphic di Scafati. La premessa per dar vita a questa selezione, è stata la discriminante della “comprovata esperienza“. La prima professionista è Anna Malinconico (ex candidata Udc alle politiche scorse): direttrice dell’associazione Apeiron, affidataria di numerosi servizi per l’ambito nel corso degli anni, aveva già fatto domanda per la selezione pubblica ma aveva raggiunto solo venti punti ( il massimo era 40) nell’analisi dei titoli e dell’esperienza. Ex dirigente del settore Servizi al cittadino del comune di Gragnano, vice coordinatrice dell’ambito 14 nonché sociologa, già docente per corsi regionali: la professionista è stata selezionata dalla short list e coordinerà il progetto. Valeria Cioffi invece, psicologa scafatese si occuperà del supporto allo sportello: la professionista era nell’elenco iunior ed anch’ella al concorso non raggiungeva il massimo come punteggio ai titoli ma era 13esima. Tra loro poi c’è chi nell’elenco della short list figura con la “Classe di competenza non indicata” . In particolare Luisa Cajazzo: la professionista scelta dalla coordinatrice Maddalena Di Somma era anche candidata alle ultime elezioni ad Angri in sostegno a Giuseppe D’Ambrosio sindaco. La professionista era scesa in campo con la lista La nuova Angri ma non ce l’aveva fatta a conquistare uno scranno in consiglio. Nel corso del ballottaggio ad Angri poi, D’Ambrosio aveva fatto un accordo (ora siede in Giunta) con il sindaco Cosimo Ferraioli che è uno dei membri del tavolo di coordinamento istituzionale dell’ambito s1. Infine una delle esperte selezionate, non risulta iscritta all’ordine degli psicologi della , ma in quello del Lazio: si tratta di Carmela Cuomo che tra l’altro sarebbe l’unica a non aver prima tentato di partecipare al concorso come psicologa. Lo sportello è finanziato dalla Regione Campania che ne ha anche definito le caratteristiche nel Catalogo Regionale e aveva stabilito la sede, ora modificata appena dopo all’ok al finanziamento. Tra i primi dubbi paventati nella denuncia c’è quello relativo alla presenza di sole psicologhe nel centro e non altre professionalità, come prevede la norma. Poi c’è la questione costi: per 11 mesi saranno spesi 94mila euro circa solo per il personale. Ma, a dire il vero la spesa potrebbe anche andare oltre visto che sono stati previsti anche contratti esterni, da parte di chi ha avuto il servizio in affidamento.

I nomi degli assunti tramite agenzia interinale al Piano di zona

Non è passato molto tempo da quando il piano di zona aveva emesso l’avviso lampo: “Accordi territoriali di genere”. Il 31 ottobre 2014 il piano di zona aveva infatti pubblicato per ben 6 giorni un avviso pubblico con cui selezionare diverse figure all’ambito s1. Bisognava creare una equipe di esperti per rimettere in moto il piano. In quella occasione erano arrivate 19 candidature ed erano stati selezionati volti vecchi e nuovi dell’ambito s1. Curioso vedere le riconferme. In primis Roberta Iovine, moglie dell’assessore di Scafati, Diego Chirico. In quel bando rispuntò Anna Malinconico, poi la candidata Antonella Esposito già presente pure nell’ultima short list di Scafati Solidale così come Arturo Lombardo, altro nocerino insider dell’ambito già dai tempi di Porfidio Monda, e Giuseppina Di Leva originaria di Pompei e membro dell’Apeiron. Anche Michelangelo Ambrunzo, scafatese già assunto con agenzia interinale nel 2013 a Scafati Solidale, era rientrato in questo “nuovo” progetto. Contratto a progetto anche per la psicologa nocerina Rita Arnone (prima nel concorso sospeso) e Marco Merchione, scafatese referente dell’associazione Apeiron. Sempre per l’associazione Apeiron spuntava anche Ettore Malinconico, fratello di Anna Malinconico. Rientravano nel progetto anche l’altra veterana del piano di zona, Annamaria Romano di Sant’Egidio del Monte Albino e Rossella Coppola: anche lei già assunta tra le polemiche attraverso agenzia interinale qualche mese fa nel 2013. Infine erano stati assunti nel progetto anche Aniello De Filippo e Mariagiovanna Squillante, ex candidati alle elezioni amministrative di Sarno 2013.

Agro. Pronta una delegazione per difendere i disabili picchiati

AGRO NOCERINO. Pronta una delegazione di familiari di disabili vittime di viuolenze in una struttura dedicata alla cura e accoglienza dell’Agro nocerino. Il gruppo, composto perlopiù da genitori, intende incontrere gli inquirenti per sollecitare l’adozione di provevdimenti per tranuillizzare gli animi accesi e garantire la corretta e sana assistenza dei loor familairi. Come anticpato ieri da Le Cronache, sono state presentate diverse denunce agli inquirenti nocerini da parte dei genitori di alcuni assistiti per le violenze fisiche da parte di alcuni operatori, non da tutti, per tenere a bada disabili loro affidati e in preda a crisi. Si sarebbe più colte ricorse a violenze fisiche per indurre alla calma persone che non sono in grado di difendersi in maniera adeguata e spesso nemmeno in grado di raccontare compiutamente quanto loro accaduto. In un caso, addirittura, un operatore avrebbe picchiato un giovane con evidenti e noti problemi mentali fino a calmarlo. Pratiche che, se riscontarte, farebbero rabbrividire e sarebbero vergognose per qualsiasi struttura socio assistenziale o sanitaria che sia Angri. La sfida della qualità del bacino del fiume Sarno, da limite a forza dell’Agro

ANGRI. Appuntamento domani presso l’auditorium del complesso di Santa Maria di Costantinopoli in via dei Goti ad Angri per un incontro seminario: La sfida della qualità nel Bacino del Fiume Sarno promosso da Legambiente Campania con il supporto del Circolo locale Legambiente Oikos Angri ed in collaborazione con l’istituto ProfAgri di Angri. sotto i riflettori il bacino del Fiume Sarno per vincere la sfida della qualità nel Bacino del Sarno Agricoltura, green economy e sostenibilità. Il bacino copre un territorio di 483 kmq pari al 5% della superficie della Regione Campania, 3 province, 38 comuni nei quali si concentrano la significativa pressione demografica, la mancanza di infrastrutture fognarie-depurative primarie, le contraddizioni del sistema produttivo agricolo e industriale che oscilla tra eccellenze e illegalità, la diffusione piccoli e grandi eco reati in tutto il bacino, l’inefficacia della pianificazione urbanistica e la complessità della gestione del rischio idrogeologico. Negli scorsi anni il Fiume Sarno è balzato spesso agli onori della cronaca internazionale a causa del gravissimo inquinamento; dopo anni di battaglie ambientaliste, nelle quali Legambiente è stata protagonista, si sono succeduti Commissari Straordinari, Commissioni Parlamentari di inchiesta e numerosi atti amministrativi straordinari ed ordinari che hanno portato alla realizzazione di alcune significative opere, ma tanto ancora resta da fare per raggiungere una qualità ambientale accettabile. Il corso d’acqua, aggredito, considerato e trattato per troppi anni solo come un’emergenza, presenta di contro un territorio di straordinario valore paesaggistico e ambientale, storico e culturale ed agroalimentare ed è da qui che vogliamo ripartire. Il bacino del Fiume Sarno oltre alle numerose criticità ambientali presenta numerose eccellenze agroalimentari conosciute in tutto il mondo e che rappresentano un patrimonio da tutelare. Si comincia dall’Alto Sarno con la Cipolla Ramata di Montoro; nell’agro Nocerino- Sarnese il pomodoro San Marzano e il cipollotto nocerino sono il fiore all’occhiello del territorio; sul versante del bacino a ridosso dei Monti Lattari spiccano il pomodoro Corbarino a , la Pasta di Gragnano e Provolone del Monaco nel comune di Agerola, il vino nei comuni di Lettere e Gragnano; infine sul versante vesuviano il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, i vini vesuviani Catalanesca e Lacryma Christi. Le eccellenze agroalimentari del Bacino del Sarno resistono grazie alla passione ed al lavoro quotidiano di imprenditori agricoli che nonostante tante difficoltà continuano ad essere sentinelle di un territorio martoriato. In questo seminario si vuole far conoscere ai futuri operatori agro-industriali che si stanno formando all’Istituto Profagri di Angri le storie di alcune aziende del territorio che si stanno impegnando per promuovere e tutelare il Bacino del Sarno, attraverso produzioni di qualità che rispettano l’ambiente.

Agro nocerino. Rinviato a giudizio Pasquale Prudenzano Avrebbe aggredito una dipendente

AGRO NOCERINO SARNESE. Aggredì verbalmente la dipendente nei corridoi dell’ufficio di via Libroia a Nocera Inferiore, l’ex coordinatore del piano di zona, Pasquale Prudenzano è stato rinviato a giudizio e dovrà affrontare il processo. Cominciano ad affacciarsi nelle aule di giustizia i vertici del piano di zona s1 : Pasquale Prudenzano ex coordinatore del Piano di Zona S1 -costituito dai sindaci dei dodici comuni e rimosso da una sentenza dei giudici del Tribunale di Nocera Inferiore – è stato rinviato a giudizio davanti al giudice di Pace, dottoressa Tudino, su denuncia di una ex dipendente . Il pm dopo un’accurata indagine ha ritenuto fondati i motivi della denuncia esposti dalla stessa ed ha citato anche alcuni testimoni per l’udienza che si terrà a febbraio 2016. Tutto è partito dalla minaccia continua di licenziamento che l’imputato Prudenzano avrebbe rivolto ad alcuni collaboratori , contrattualizzati tramite regolare concorso, arrogandosi tale diritto perché sarebbe stato scelto dalla politica anche per “eliminare alcuni collaboratori” e fare spazio ad altre nuove leve, stando alle accuse rivolte dalla professionista. A febbraio , in una aula di tribunale questa versione, sarà raccontata dalla ex dipendente ,parte lesa e già costituitosi parte civile e dai testi citati . Un racconto choc della donna sul presunto clima di illegalità istaurato dal 2012 dovuto – secondo alcuni – alle assunzioni di personale tramite agenzia interinale ed attraverso continue proroghe , senza nessun criterio reso pubblico. Sebbene il ricorso all’Agenzia interinale era stato giustificato per l’urgenza e per poche figure professionali, ad oggi nessuno sa quanti e quali collaboratori il Piano di Zona utilizza né tantomeno quanto costano, pur essendo previsto per le pubbliche amministrazioni la pubblicazione sui propri siti dei consulenti e dei collaboratori. Questa denuncia non è l’unica pendente perché altre sarebbero state depositate e si spera che finalmente sia fatta luce su molte vicende su cui la giustizia è stata chiamata ad intervenire.

Agro nocerino. Occupato il Consorzio di Bonifica

NOCERA/PAGANI. Consorzio di bonifica al collasso: dipendenti in protesta, da 5 mesi senza stipendio venerdìanno bloccato il traffico e creato momenti di agitazione a Nocera ed anche nella stessa sede della struttura. Da ieri pomeriggio, o meglio dalla fumata nera all’incontro in Regione, è stata decisa l’occupazione della struttura di via Atzori a Nocera ad oltranza. I dipendenti, circa 167, sono in presidio permanente nella sede del Consorzio e attendono risposte o la protesta potrebbe degenerare in un lungo sciopero. IL FATTO – Non se la passano bene i dipendenti dell’Ente consortile che oramai, da quando è andato via l’ex commissario straordinario Antonio Setaro dicono di sentirsi un po’ abbandonati a se stessi. I dipendenti pubblici infatti erano già da mesi ben consci dei problemi della struttura: i debiti che la Regione ha nei confronti dell’Ente nocerino, i debiti che vantano i comuni, i problemi gestionali e il recupero crediti tuttora in corso. Nessuno sembra più interessarsi a quello che sta accadendo. Il Consorzio con la gestione regionale di Vincenzo De Luca ha cambiato commissario e la new entry è il sarnese Mario Rosario D’Angelo. Il professionista, suo malgrado, non ha avuto ancora il tempo di rendersi conto della situazione ma intanto il tempo passa ed i soldi non arrivano. I dipendenti oramai sono sul lastrico: devono riscuotere ancora metà mensilità del mese di marzo e poi gli stipendi di luglio, agosto, settembre, ottobre e novembre. Insomma, il “pane quotidiano”. Davanti alle forti proteste di ieri e quelle minacciate per i prossimi giorni, ieri pomeriggio c’è stato l’incontro tra commissario e vertici regionali per decidere il da farsi e soprattutto per capire se davvero il nuovo governo regionale vuole salvare oppure no. In bilico c’è il futuro di 170 famiglie, non solo quello di 170 dipendenti.

Agro. Due Torri 2, condannati a 20 anni di carcere

Mario Tedesco

AGRO NOCERINO/VESUVIANO. Estorsioni nel settore del calcestruzzo, condannati a 20 anni complessivi quattro imputati. Termine la prima tranche delal seconda edizione dell’inchiesta “Due Torri 2” che lo scorso maggio portò all’arresto di cinque persone. Ieri mattina, il giudice dell’udienza preliminare Pietro Indinnimeo ha condannato a sette anni e quattro mesi di reclusione (contro gli otto anni chiesti dal pm Vincenzo Senatore) il 46enne Francesco Marra di Poggiomarino/Scafati, sei anni e sei mesi (un mese in più di quello chiesto dall’accusa) il 48enne Alfonso Masullo di Cava de’ Tirreni, due anni e 10 mesi di reclusione (contro i sei anni chiesti dalla Dda) al 70enne Biagio Palumbo di Poggiomarino e due anni e otto mesi (la richiesta era di otto anni) al quarantottenne imprenditore, originario di , Mario Tedesco. Il giorno precdente era stato disposto il rinvio a giudizio per Antonio Gaetano Galluccio di Tufino, per il 59enne Salvatore Attanasio di Capaccio, per il 53enne Leonardo Pinto di Nocera Inferiore, per la 35enne Maria Pisa domiciliata a Scafati, per Walter Passon originario di Udine; per il 38enne Patrizio Ferrara di Cava de’ Tirreni e per il pentito cavese Gerardo Adinolfi. Secondo il teorema accusatorio gli indagati erano legati al boss Mario Fabbrocino ed il loro modus operandi era tipico dell’associazioni a delinquere di stampo camorristico. Non solo minacce ma anche incendi e sequestri di persona per convincere le vittime a pagare quanto pattuito.

A magg

Biagio Palumbo Francesco Marra

Alfonso Masullo io scorso, grazie alle indagini delal direzione investigativa antimafia e dei carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore scattarono le manette per cinque persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione, mediante violenza, di incendi, estorsioni rapina con sequestro di persona, furti ricettazione e concorrenza illecita nel settore del «mercato del calcestruzzo». L’operazione nasce dall’inchiesta Due Torri ed è per tale motivo che è stata ribattezzata Due Torri 2. Nello specifico le indagini effettuate per quanto concerne l’affaire dell’assegnazione degli appalti hanno permesso di far luce sugli episodi criminosi commessi in danno di alcuni imprenditori. Come sottolineato dal sostituto procuratore, Vincenzo Senatore, non c’è nessun attinenza per il resto con l’inchiesta Due Torri e nessun coinvolgimento di politici (come si è verificato in relazione per la questione degli appalti). A capo del gruppo – sempre secondo l’ipotesi investigativa – vi era l’imprenditore Mario Tedesco, classe 1967 di Nocera Superiore, che opera in tutta Italia, con ramificazioni anche all’estero, in particolare in Marocco, dal 2002. Le indagini sono state avviate dal Ros nel 2008 dopo l’incendio di numerosi mezzi d’opera, d’ingente valore, della Società Nocerina Beton di Nocera Inferiore, aggravata da episodi minatori ai suoi titolari. Tedesco è stato condannato per un solo episodio estorsivo e Palumbo solo per un furto, venendo, a vario titolo, assolti o il reato caduto in prscrizione per le altre imputazioni contestate. Per gli altri due, sostanzialmente confermata l’ipotesi accusataria.

Agro nocerino. Stop al concorso per il Piano di zona

Piano di Zona: ufficialmente sospeso il concorso. Con la determina dirigenziale 993 a firma della coordinatrice Maddalena Di Somma si è sospeso ufficialmente il concorso per la costituzione di una graduatoria triennale per il reclutamento delle 21 figure professionali di cui aveva necessità il Piano di zona S1. Un concorso pubblico che da tempo era al palo e non veniva espletato ma che da quando era iniziato era finito immediatamente nella bufera. Sul concorso erano calate le ombre dell’illegalitá, alcune denunce erano finite all’attenzione della magistratura nocerina. Gli inquirenti erano entrati in possesso delle domande che alcuni favoriti avrebbero ricevuto prima degli esami. Domande e risposte manoscritte e dattiloscritte che riguardavano i quesiti del concorso che si stava svolgendo in via Libroia erano al vaglio degli inquirenti, ai primi documenti oggetti di denuncia si erano aggiunte pochi giorni fa anche altri quesiti a testimonianza che tutte le selezioni erano falsate o quantomeno non tutti avevano avuto le stesse possibilità al tavolo degli esami. Oltre le denunce sugli esami, era arrivata un’altra tegola sul concorso, questa volta sulle commissioni esaminatrici, uno dei componenti delle commissioni, la dirigente dei servizi sociali di Sarno,dott.ssa Dato, risultava socia di una delle aziende che beneficia dei fondi del piano di zona . Da tempo c’era stato un continuo avvicendamento nelle commissioni esaminatrici del concorso, dovute a continue dimissioni e negli ultimi giorni si erano avute ben tre defezioni, una delle quali era la citata dirigente sarnese Dato. Da qui i motivi dello stop al concorso, ovvero quelli ufficiali. Infatti nella determina dirigenziale 993 della coordinatrice Di Somma che decreta lo stop ufficiale al bando si fa riferimento alla mancata reperibilità delle figure dirigenziali da inserire nelle commissioni per sostituire i dimissionari e continuare la selezione . Gli uffici del piano di zona avevano inviato una nota a tutti i 12 comuni facenti parte dell’ambito in cui si chiedeva la disponibilità di funzionari da inserire nelle commissioni. Alla suddetta nota dava riscontro positivo solo il comune di con la disponibilità a rivestire il ruolo di esaminatrice, della dottoressa Gilda Ginocchi, ex moglie dell’attuale sindaco di castel San Giorgio, divenuta dirigente del comune attraverso un concorso sul quale il ministero ha chiesto chiarezza. Dunque tutto sospeso e rimandato a data da destinarsi. Nel frattempo, per non interrompere i servizi sociali che offre il piano di zona ai cittadini , non resterebbe altro da fare che rinnovare agli attuali dipendenti il contratto (i dipendenti contrattualizzati non erano stati immuni alle denunce: tra loro figurano mogli, parenti di politici locali e addirittura ex candidati), in attesa di ulteriori sviluppi.

Agro. Piano di zona. Rinviato il concorso per sociologi e psicologici.Le inchieste al Pdz

In edicola oggi su Le Cronache

AGRO. “In attesa di determinazione da parte del coordinamento istituzionale, si informa che la seduta odierna del concorso per sociologi è rinviata a data da destinarsi”: arrivederci e…grazie. Poche parole quelle usate dai commissari per “liquidare” i ventisette candidati provenienti da tutta Italia, che ieri mattina si sono recati al piano di zona di via Libroia a Nocera Inferiore per i colloqui di selezione del concorso per sociologi. Ma, invece di espletare il colloquio atteso da più di un anno, hanno anche avuto il benservito dei commissari. Solo un avviso affisso alla porta e poche altre spiegazioni. Oltre al danno, anche la beffa per i tanti che hanno partecipato al concorso nell’aprile 2014 e probabilmente stanno iniziando a prendere appunti per tentare la fortuna almeno a lotto visto che questa selezione sembra davvero stregata. Infatti i rinvii e le ombre sono diventati troppi per non destare sospetti. La scorsa settimana era saltata tra le protesta un’altra sessione di colloqui per l’assenza di un commissario. Ieri poi la conferma di quello che oramai si era detto in maniera più che chiara: l’esame orale rischia di essere sospeso davvero a lungo. Sul profilo professionale “sociologo” messo a bando, infatti, le amministrazioni avevano scelto come componenti della commissione Maria Teresa Dato e Alfonso Toscano, oltre a Maddalena Di somma, coordinatrice del piano. La prima, già dirigente del Comune di Sarno è risultata essere socia contemporaneamente di un’azienda del terzo settore – Albergo San Giuseppe a Lavorate – che ha riscosso fondi dal Piano di zona, grazie ad un affidamento diretto, proprio per la città da lei amministrata. Un presunto caso di incompatibilità che ha fatto subito “fermare tutto”. Mentre il sindaco di Sarno aspetta il parere dell’Anac per decidere se la Dato che occupa la poltrona di “concessionaria” e concedente di fondi pubblici, sia incompatibile, al piano di zona ci si comporta come se Raffaele Cantone avesse già risposto. In un giro di scatole cinesi e di parentele, il sindaco di Sarno Giuseppe Canfora con il decreto (datato febbraio 2015) con cui nominava Maria Teresa Dato responsabile del settore servizi sociali di Palazzo San Francesco, aveva preso – in maniera inaspettata – due piccioni con una fava. Infatti la responsabile – che ha firmato una dichiarazione di compatibilità un mese prima – era già dal 2012 almeno che aveva acquisito il 25% delle quote della società Arcaios di Sarno presieduta dall’amministratrice unica Carmela Esposito, sorella dell’altro socio Arcaios, Giuseppe Esposito, ex consigliere comunale Udc dell’amministrazione Mancusi e dipendente del Comune di Sarno, ora dislocato (su disposizione dell’attuale governo cittadino) in provincia. Un tris di presunte incompatibilità infatti già nel corso dell’amministrazione Mancusi Dato ricopriva il ruolo di dirigente del settore Affari generali ma, solo a maggio scorso – ovvero circa due mesi e mezzo dopo il passaggio ai servizi sociali – la società Arcaios, aveva ricevuto un affidamento diretto (firmato dal piano di zona), quindi senza concorso, per la gestione del centro polifunzionale per anziani del comune di Sarno per sei mesi a 19mila e 500 euro. Il problema ed il dubbio nascono in quanto Dato aveva ricevuto da Canfora, la delega ai rapporti proprio con lo stesso piano di zona che poche settimane dopo l’ha vista protagonista anche da un punto di vista imprenditoriale.

Un’inchiesta al giorno e tante visite di finanza e carabinieri nella sede dell’Ente

NOCERA INFERIORE. Un’inchiesta al giorno, toglie un commissario di torno: la battuta ci sta tutta in questa situazione confusionaria che si è creata al piano di zona. L’ente del piano di zona più volte in passato è salito alla ribalta della cronaca e da tempo si chiede di fare chiarezza. Ogni due giorni, in media, un commissario scelto dal sindaco di riferimento sceglie di fare dietrofront e di lasciare il posto nei gruppi preposti alla selezione di venti figure professionali in via Libroia a Nocera. Un gioco delle sedie dove però, spenta la musica, tutti restano in piedi come se quelle poltrone fossero incandescenti. Qualche giorno fa due dirigenti del comune di Nocera Inferiore erano stati gli ultimi in ordine di tempo a dare forfait. Ma per quale motivo? E soprattutto, chi prenderà il loro posto? Una bella domanda che ad oggi resta senza risposta dopo le dimissioni di almeno sei commissari dall’inizio del concorso ad oggi. Intanto il coordinamento istituzionale vota per smantellare il piano di zona dell’Agro nocerino sarnese in tre presidi territoriali corrispondenti ai relativi distretti sanitari. Dall’altro lato però, la coordinatrice Maddalena Di Somma, riconfermata lo scorso 30 ottobre per altri sei mesi alla guida dell’ambito, continua a lavorare per la discussa selezione. Proprio lei era finita nel mirino quando dalle stesse commissioni pare state “regalate” in anticipo ad alcuni candidati le domande per la selezione di determinati profili professionali. Ci sarebbe la sua stessa grafia in quei “pizzini” finiti nelle mani della Finanza e della Procura di Nocera Inferiore. Adesso, la presenza di Maria Teresa Dato sembra tenerle compagnia quando si parla di sospetti e compatibilità. matilde guerra

Agro. Piano di Zona ambito S1: si avvicina lo spacchettamento in tre presidi. Tutto ciò che accadrà, in 5 articoli

Piano di Zona ambito S1: si avvicina lo spacchettamento in tre presidi

Parla la Di Somma

SCAFATI/AGRO. Il piano di zona sarà smantellato in diversi presidi territoriali e a guidare l’ambito s1 verso la sua fine sarà la coordinatrice Maddalena Di Somma: questa la decisione del lungo coordinamento del piano di zona ieri pomeriggio in via Libroia a Nocera Inferiore. La decisione è stata presa all’unanimità dai sindaci o dai delegati di Corbara, Scafati, Angri, Sant’Egidio, San Marzano, , Sarno, Pagani, Nocera Inferiore e Superiore, Castel San Giorgio, Roccapiemonte e la Provincia di Salerno. Riconfermata per altri sei mesi la coordinatrice Maddalena Di Somma e poi, al via lo smantellamento dei servizi sociali dell’Agro in diverse parti. Nasceranno i bramati presidi territoriali. Invece dell’attuale ambito s1 ci saranno diversi presidi. In primis quello Scafati (attuale comune capofila), Angri, Corbara e Sant’Egidio. C’è poi il presidio Sarno, San Marzano, San Valentino Torio e Pagani. Infine il presidio di Nocera inferiore-superiore, Castel San Giorgio e Roccapiemonte. Una scelta decisamente coraggiosa che però per essere messa in pratica ha bisogno prima di tutto del placet della Regione Campania ma anche e soprattutto di un lungo iter burocratico che quindi implica tempi alquanto lunghi. Ecco perchè si è deciso di lasciare al suo posto Maddalena Di Somma nonostante tutto. Infatti la professionista guiderà il concorso a tempo determinato per circa venti figure professionali fino alla fine e poi contribuirà allo smantellamento burocratico amministrativo del Piano di zona. Una sorta di scelta obbligata per gli altri comuni che quindi hanno sposato quella che era stata la discussa nomina della Di Somma. In particolare Sarno, Pagani, Castel San Giorgio, Nocera Inferiore, Nocera Superiore e la stessa Provincia di Salerno volevano lo smantellamento mentre Scafati, Angri, San Valentino Torio e volevano preservare lo status quo fino a che fosse possibile. Alla fine si sono venuti incontro ed hanno optato per la scelta di nominare Di Somma fino alla traghettata finale dell’ambito s1. “Soddisfatta per la scelta dei sindaci sulla mia riconferma e anche della scelta di suddividere il piano di zona in tre diversi ambiti. E’ una normale prassi, una sorta di normale evoluzione che oramai era necessaria perché il nostro ambito è troppo ampio per essere gestito in questo modo- spiega Di Somma – Intanto ci vorranno mesi prima dello smantellamento ed intanto io resto al mio posto e non posso che dire che la convergenza di opinioni sul mio nome mi gratifica. Abbiamo fatto ripartire un piano fermo e che era oramai al palo, adesso proseguiamo sulla stessa strada”. La gestione quindi almeno per i prossimi sei mesi (prorogabili) resta nelle mani della dirigente scafatese Maddalena Di Somma scelta lo scorso anno da Pasquale Aliberti, sindaco del comune capofila. Nei mesi e settimane scorse erano state le richieste di commissariamento del piano di zona specie per le tante visite della Finanza della compagnia di Scafati e di Salerno alla sede di via Libroia che hanno attenzionato gli appalti e le nomine del personale nella gestione organica degli ultimi tre anni. Da Pasquale Prudenzano fino a Plinio Bartiromo passando per Gennaro Basile, adesso è tutto al vaglio della Procura mentre al piano di zona lo “spettacolo deve andare avanti”.

Piano di zona, tra realtà e possibile futuro. Il Piano di zona S1 è stato concepito come un piano regolatore comprensoriale per la gestione dei servizi essenziali alla persona, nacque come un nuovo strumento di programmazione sovra-comunale per la realizzazione di tutte le azioni finalizzate alla promozione della dimensione sociale del territorio. Attualmente vede la partecipazione, nel suo ambito, della Provincia di Salerno, dei 12 comuni dell’Agro nocerino sarnese (Angri, Castel San Giorgio, Corbara, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Roccapiemonte, San Marzano Sul Sarno, Sant’Egidio del Monte Albino, Sarno, San Valentino Torio, Scafati), dell’Asl Sa1 e di alcune realtà associative presenti sul territorio. L’intenzione della maggior parte dei sindaci del piano è, da qui a breve, anche secondo indicazioni regionali, quella di dividere il piano d’ambito S1, che è uno dei più grandi d’Italia, in distretti più piccoli legati all’azienda sanitaria locale di riferimento. All’attuale piano di zona compartecipano 3 distretti sanitari (il 60, il 61 e il 62), con lo smembramento si intendono creare tre distretti ognuno legato alla propria Asl di appartenenza. A breve dunque si dovrebbe avere un ambito di zona che comprende i comuni di Scafati, Angri, Corbara, Sant’Egidio del Monte Albino; un altro composto da Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Roccapiemonte e Castel San Giorgio; infine il terzo comprenderebbe i comuni di Pagani, Sarno, San Valentino Torio e San Marzano. Alcuni sindaci vorrebbero che i nuovi ambiti di zona avessero una propria personalità giuridica, una propria autonomia contabile e non solo, resterebbe però da analizzare e definire un aspetto non meno importante, anzi: come dividere i debiti, la cifra debitoria supererebbe abbondantemente il milione di euro, dell’attuale Piano di zona. Su questo si aprirà sicuramente un dibattito molto aperto. Gennaro Avagnano

Piano di Zona, le inchieste ormai non fanno più notizia. L’ultima denuncia in ordine di tempo -presentata alla procura nocerina- ha gettato ombre sulla gestione del Piano di zona S1 è datata circa venti giorni fa. Un Piano finito spesso nell’occhio del ciclone: solo mese di agosto la guardia di finanza si è recata per ben tre volte in via Libroia a Nocera Inferiore, sede del piano, per acquisire atti utili per le varie inchieste che lo riguardano. A finire sotto l’occhio degli inquirenti, questa volta è stata la selezione per individuare 21 figure professionali al fine di stilare una graduatoria triennale, una selezione tutt’ora in corso. La selezione in corso al Pdz, piano di cui è comune capofila la città di Scafati, secondo la denuncia presentata in procura, sarebbe “truccata” perché alcuni candidati sarebbero stati agevolati, avendo avuto la possibilità di prepararsi e conoscendo in anticipo le domande a cui li avrebbero sottoposti gli esaminatori. I fogli con sopra le domande, manoscritte e dattiloscritte sarebbero in mano agli inquirenti, toccherà ora ad una speciale perizia calligrafica chiarire a chi appartiene la scrittura impressa sui documenti consegnati e allegati all’esposto presentato in procura. Nel frattempo la selezione sta andando avanti tra il disappunto di molti partecipanti che avendo saputo della denuncia e avendo appurato che le domande, presentate in procura e divulgate dagli organi di stampa, la nostra testata per prima e in anticipo, corrispondono realmente alle domande a cui erano stati sottoposti, si starebbero organizzando per adire per le vie legali contro un concorso che li avrebbe visti svantaggiati sia nei confronti dei candidati che avrebbero avuto le domande prima, sia svantaggiati degli altri candidati che avrebbero avuto la possibilità di prepararsi avendo conoscenza dei quesiti essendo stati divulgati anche attraverso la stampa. Un concorso la cui selezione finale quasi sicuramente avrà un seguito in sede di contenziosi civili. (g.a.)

Agro. Da un lato Sarno, Pagani, Castel San Giorgio, Nocera Inferiore, Nocera Superiore e la stessa Provincia di Salerno. Dall’altro Scafati, Angri, San Valentino Torio e San Marzano sul Sarno. Due punti di vista differenti sui servizi sociali ma una gestione comune che ha creato non pochi problemi all’attuale coordinamento del piano di zona. Questi enti hanno in comune una cosa soltanto: la necessità di recepire fondi europei e regionali per dare risposte ai cittadini che necessitano di assistenza sociale di diverso genere. Insomma, una patata bollente che giorno dopo giorno si presenta come un problema insormontabile per i singoli amministratori. Ad essere diverso è anche il contributo di ciascuno: dalla maxi erogazione di Scafati che spende quasi un milione di euro, fino ai circa 700mila euro del Comune di Nocera Superiore, circa 150mila euro del Comune di Roccapiemonte, i quasi 700mila del comune di Nocera Inferiore, i 280mila del Comune di Sarno e i 95mila del Comune di San Valentino Torio. Una cifra stabilita in base al numero di abitanti e che il piano di zona gestisce sui progetti e le richieste delle singole amministrazioni che hanno “cassa comune” nell’ufficio ragioneria del comune di Scafati, coordinato dal dirigente Giacomo Cacchione.

SCAFATI/AGRO. Nomine, concorsi e tante chiacchiere. La gestione del piano di zona è finita agli onori della cronaca ultimamente per il rapporto molto particolare tra la parte politica e quella amministrativa. In primis mesi fa la nomina di alcuni dipendenti a tempo presi d’urgenza a seguito di una selezione lampo fatta dall’ente d’ambito su curricula professionali scelti da un’agenzia interinale. In quella selezione finirono mogli e parenti di politici del territorio (in particolare Scafati), nonché ex candidati di diversi paesi del comprensorio dell’ambito s1. Non ultimo il caso di Michele Strianese (nella foto). L’attuale sindaco di San Valentino Torio era dipendente a tempo dell’ente sovra comunale ma poi, eletto, si era dimesso e quindi ne era nata una nuova selezione. Era diventata una sorta di staffetta di “partito” al piano di zona in quanto dopo le dimissioni del sindaco Michele Strianese al suo posto era entrato il candidato della sua fronda politica, Generoso Frigenti. L’ex candidato al consiglio comunale della lista “Insieme per san Valentino” con Michele Strianese sindaco, l’ingegnere Generoso Frigenti è stato assunto per 12 mesi per 2mila euro al mese al piano di zona. Ventiquattromila euro in totale di soldi pubblici. In pratica, l’ex candidato entrava al posto dell’ex “incaricato” e attuale sindaco: dalla lista alla scrivania. Ma ancora altri affidamenti ed incarichi erano finiti nel mirino di stampa e procura. (c.v.)

Scarichi industriali e agricoli, ancora killer del fiume Sarno

AGRO/VESUVIANO. La tragica sorte del Fiume Sarno, un corso d’acqua che nasce limpido e diventa una fogna alla fine del suo corso. Se migliorano i dati del corso principale, peggiorano quelli degli affluenti. A testimoniarlo, il rapporto di Legambiente presentato ieri mattina. Quelli che gli antichi era il Dio Sarno, oggi è aggredito delle carenze del sistema fognario-depurativo che non copre tutti gli insediamenti abitativi, dell’agricoltura che usa fertilizzanti chimici e fitofarmaci, dell’industria che non tratta adeguatamente i propri scarichi idrici. È stato determinato il Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato Ecologico (LIMeco), uno degli indicatori di qualità degli ambienti fluviali previsti dalla normativa, calcolato sulla base dei parametri “ossigeno disciolto – percentuale di saturazione”, “azoto ammoniacale N-NH4”, “azoto nitrico N-NO3” e “fosforo totale” rilevati in 20 stazioni.

Otto i punti analizzati lungo il Sarno (2 buoni e 1 sufficiente alle sorgenti, quattro con giudizio di scarso e 1 cattivo). Otto i punti lunga la Solofrana (1 elevato, 1 scarso e 6 cattivo). Cattivo, invece, il giudizio per i due prelievi all’Alveo comune nocerino (il corso d’acqua, se così si può chiamare, che si crea dalla unione del torrente cavaiola e del Solofrana) e i due al Cavaiola. Nell’Alveo Comune e nella Solofrana si registrano valori di ammoniaca superiori a 6 milligrammi per litro, per i nitrati si superano i 7 milligrammi per litro in alcuni punti. In conclusione rispetto ai dati dello scorso anno si registra un lieve miglioramento per l’asta principale e un peggioramento degli affluenti.

Inoltre, sono stati analizzati 10 campioni di acque superficiali provenienti da canali secondari o altri punti critici, segnalati dai cittadini a Legambiente con l’iniziativa SOS Goletta del Sarno, di questi tre campioni prelevati nel territorio di Solofra sono risultati in condizioni positive, mentre gli altri sette, prelevati nei comuni del Basso Sarno, sono risultati in condizioni negative. Sono stati determinati i valori di Cod, ammoniaca, nitrati e fosforo che permettono una prima valutazione dell’inquinamento da nutrienti e della presenza di scarichi civili non depurati. Tra i dati più significativi segnaliamo il valore di COD superiore a 300 milligrammi per litro riscontrato sul torrente Mariconda e sul Canale Bottaro; nella vasca Pianillo a preoccupare valori di ammoniaca superiori a 30 milligrammi per litro e di fosforo vicini a 20 milligrammi per litro.

«È bene chiarire che il monitoraggio svolto da Legambiente –scrivono gli ambientalisti- non vuole assolutamente sostituirsi o compararsi con quello realizzato dall’Arpac, unico soggetto in Campania titolato a valutare la qualità ambientale dei fiumi, attività che deve essere svolta secondo le articolate modalità definite dalle vigenti disposizioni di legge. L’iniziativa rappresenta piuttosto una sorta di fotografia, un’istantanea indicativa della qualità delle acque, parziale per il numero ristretto degli indicatori considerati rispetto a quelli ufficialmente previsti e perché fondata su singoli campionamenti. Tuttavia, pur avendo tali limiti, il monitoraggio svolto è utile in senso comparativo, perché rappresenta in modo diretto e comprensibile le modificazioni in senso peggiorativo che affliggono il Sarno e i sui affluenti in modo esponenziale procedendo dalle sorgenti ai tratti intermedi e terminali».

Nel corso dell’incontro di ieri mattina è stato anche presentato uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Science of Total Environment e coordinato da Maurizio Carotenuto e da Giusy Lofrano del Dipartimento di Chimica e Biologia dell’Università di Salerno. Lo studio ha preso in esame l’evoluzione l’intero bacino del fiume con riferimento agli ultimi 60 anni e valutato lo stato della contaminazione, includendo i dati della campagna Legambiente 2014