L.go Porta Nuova, 10 ESCURSIONI 2020 24122 Bergamo Tel. Fax. 035.239405 U.O.E.I. Unione Operaia Escursionisti Italiani www.bergamo.uoei.it Sezione “Alberto Casari” Bergamo e-mail:[email protected] SentieroSentiero TracciolinoTracciolino dada NovateNovate MezzolaMezzola aa VerceiaVerceia

18 ottobre 2020 – SENTIERO TRACCIOLINO DA S. GIORGIO () A (LC) Da Novate Mezzola (m 316) a San Giorgio (m 748) in ore 2,00 circa; lungoo il Tracciolino fino alla diga di Moledana in ore 2,30 circa. Discesa a Verceia (m 200) - Difficoltà: E - Consigliata una pila Partenza: ore 7,00 Prenotazione: Entro l’11 ottobre 2020 (domenica) Coordinatori: Marco Gherardi (338 3605909 ), Marilisa Innocentei (340 5470595) Sentiero Tracciolino da S. Giorgio (Novate Mezzola) a Verceia (LC) Note caratteristiche Il Tracciolino è uno straordinario percorso che si snoda per circa 12 km, ad una quota costante di circa 920 metri, dalla Val Codera alla Val dei Ratti. Venne tracciato negli anni Trenta del secolo scorso dalla SONDEL per unire la presa idroelettrica di Saline, in Val Codera, alla diga di Moledana, in Valle dei Ratti. Nella sua seconda parte troviamo anche i binari di una ferrovia a scartamento ridotto, che serviva il villaggio costruito per ospitare gli operai. Il fascino del Tracciolino è legato agli scorci incredibilmente selvaggi che non manca di regalare, perché si snoda fra gallerie , valloni e strapiombi impressionanti , camminando però in tutta tranquillità . ITINERARIO Località di partenza: Novate Mezzola (210 m.) Discesa : a Verceia (200 m.) Dislivello: 710 metri Tempo di percorrenza: ore 6,30 – 7 Difficoltà: E Lasciamo la ss. 36 dello Spluga all’altezza di Novate Mezzola, prendendo a destra e salendo lungo il paese lungo via Ligoncio. Nella parte alta ad un bivio prendiamo a destra (indicazioni per San Giorgio e Cola). La strada porta al ponte sul torrente Codera e poi a sinistra ad una stradina sterrata che imbocchiamo transitando nei pressi di una cava di granito, il San Fedelino, caratteristico della Val Codera. (Il granito è stato uno degli elementi fondamentali dell’economia di questa valle: basti pensare che fra le due guerre mondiali le cave di Novate e della Val Codera davano lavoro ad oltre 700 addetti. Poi il declino, che portò negli anni novanta alla chiusura dell'ultima rimasta, quella "de la Muta" di San Giorgio). Evitiamo la cava grazie ad un sottopasso in lamiera e raggiungiamo la mulattiera con cui si inizia a risalire le strapiombanti pareti granitiche dello sperone che sorregge la piana di San Giorgio. Si tratta del Sentée di Doss, costruito negli anno Trenta del secolo scorso. La mulattiera non dà tregua, ma sale con andamento regolare, proponendo 40 tornanti complessivi. A quota 600 metri circa giungiamo ad una grande croce in granito, in un punto panoramicamente felice dal quale ottimo è il colpo d’occhio sul , l’alto Lario ed il monte Legnone. Dopo un tratto quasi pianeggiante, riprende la salita, che propone tratti scavati nella viva roccia. La sommità dello sperone si approssima, attraversiamo una macchia di castagni passando presso i manufatti di una cava di granito per uscire, infine, al limite dei prati di San Giorgio di Cola (m. 748). (ore 2 – 2,30) Continuiamo sul sentiero che, alle spalle della fontana, si dirige verso monte per intercettare a quota 920 metri circa la lunga striscia del Tracciolino. (ore 0,30). Proseguiamo in piano verso destra e ci approssimiamo al suo cuore selvaggio. Ecco comparire, infatti, le gallerie scavate nella viva roccia che ne costituiscono l’elemento più caratteristico. Le più lunghe sono : la seconda di 50 metri , l’ottava di 80 metri , la decima di 250 metri . Siamo nel cuore della montagna più aspra: il Tracciolino, zigzagando, ne segue l’alternarsi di speroni e rientranze , tra suggestivi scorci , balconi di roccia esposti sul vuoto , valloni che sembrano sospesi sul nulla. Dall’ottava galleria, lunga 80 metri, usciamo al cospetto di un’alta parete verticale su di un selvaggio vallone detritico. Sembra un ardito picco sui possenti fianchi della cima di Provinaccio . Passiamo quindi a sinistra di una cabina di sezionamento e nella successiva galleria incontriamo i binari che ci accompagneranno per il resto della traversata. Ci attende ora la più ampia e lunga galleria, di 250 metri. All’uscita si apre uno scenario diverso con un ampio panorama che spazia sull’alto Lario, incorniciato, sul lato sinistro, dall’inconfondibile Monte Legnone. Alla nostra destra un ramo della ferrovia a scartamento ridotto si stacca dal Tracciolino e porta ai ruderi del piccolo villaggio costruito per ospitare gli operai che costruirono il manufatto. Proseguiamo diritti verso la Valle dei Ratti, in uno scenario decisamente più luminoso egentile, approssimandoci al termine del Tracciolino. Incontriamo la casa dei guardiani della diga , e dopo l’incrocio con la mulattiera per Frasnedo, arriviamo alla piccola ma suggestiva diga di Moledana. (ore 2,30) Ritorniamo brevemente sui nostri passi ed iniziamo la discesa a Verceia sul sentiero che taglia i numerosi tornanti della strada carrozzabile (inizialmente sterrata e poi asfaltata) . Attraverso boschi di castagni giungiamo a Verceia e alla ss. 36 . (ore 1,30 – 2) SAN GIORGIO È bellissimo l’abitato di San Giorgio di Cola (voce dialettale che significa "colle", "vetta", m. 748), paese di cavatori di granito, gentile e sorprendente isola bucolica in un mare di forre e precipizi. Nel 1866, qualche anno dopo l’unità d’Italia, il prefetto Scelsi curò la redazione di un’ampia statistica della provincia di , dalla quale risultava che nelle 26 case di San Giorgio (di cui 9 vuote) abitavano 17 famiglie e 69 persone. Una piccola comunità alacre, legata all’attività estrattive del granito San Fedelino Oggi più nessuno abita in maniera permanente a San Giorgio. La magia di questo pugno di baite e della chiesetta già dedicata ai santi Giorgio ed Eufemia (oggi dedicata ai Sacri Cuori di Gesù e Maria), manufatti tutti rigorosamente in granito, è difficilmente esprimibile. La chiesetta conserva tratti romanici nell'abside semicircolare con lesene esterne, anche se fu interamente rifatta nel 1778 e decorata nel 1852 e nel 1901 (il campanile venne aggiunto nel 1880). Alle spalle della sua piazza ombreggiata da grandi platani, segnaliamo la fontana e l'adiacente cappelletta fatta costruire dal parroco di Cola, don Ghiggioli, nel 1855, per scongiurare la minaccia del colera, che in quegli anni mieteva non poche vittime in Val . La vasca, scavata in un grande blocco di granito, è datata 1849. Un altro luogo suggestivo è il masso-avello che incontriamo sulla destra , salendo per breve tratto lungo il sentiero che, alle spalle della cappelletta, si dirige verso il Tracciolino. Nel masso lungo 2 metri e largo circa 50 centimetri , è scavato l'incavo destinato ad accogliere la salma, poi coperta da una lastra di granito andata perduta. Un canalino assicurava lo scolo dell'acqua piovana. Misteriose le sue origini , secondo alcuni risale all'epoca celtica o romana, secondo altri, invece, risalirebbe all'età medievale.