N. 65 Anno XXVIII n. 1 - Febbraio 2012 - Sped. a. p. - art. 2 - comma 20/c, Legge 662/96 - Filiale di Asti - Organo ufficiale del Centro Librario Sodalitium - Loc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA SAVOIA (TO) Tel. +39.0161.839.335 - Fax +39.0161.839.334 - IN CASO DI MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO C.R.P. ASTI PER RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE LA RELATIVA TARIFFA I 25 anni degl’incontri interreligiosi di Assisi Tassa Riscossa - Taxe Perçue. ASTI CPO

“Il 27 ottobre 1986 Giovanni Paolo II invita ad Assisi i capi supremi di molte religioni. Tutti pregano per la pace, ognuno resta nella propria religione, e prega con le proprie formule. Lo spirito di Assisi, ha poi compiuto molti altri passi. La Massoneria è stata istituita esatta- mente per impostare questo spirito e lo ha codificato fin dal primo giorno della sua fondazione…” (padre Esposito) 2

“Sodalitium” Periodico - Ai sensi della Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali, i da- n° 65, Anno XXVIII n. 1/2012 ti forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti verranno trattati in forma cartacea ed automatizzata e saranno utilizzati esclusi- Editore Centro Librario Sodalitium vamente per invio del giornale oggetto di abbonamento o di al- tre nostre testate come copie saggio e non verranno comunicate Loc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA SAVOIA TO a soggetti terzi. Il conferimento dei dati è facoltativo ed è possi- Tel.: 0161.839335 Fax: 0161.839334 - CCP 36390334 bile esercitare i diritti di cui all’articolo 13 facendone richiesta INTERNET: www.sodalitium.it - email: [email protected] al responsabile trattamento dati: Centro Librario Sodalitium. Direttore Responsabile don Francesco Ricossa Autorizz. Tribunale di Ivrea n. 116 del 24-2-84 In copertina: immagini dellʼincontro ecumenico del Stampa: - Alma Tipografica Villanova M.vì. 27/10/2011per commemorare i 25 anni di Assisi Questo numero della rivista è stato chiuso in redazione il 31/01/2012 1986. La citazione è di Padre Esposito

1 Sommario Editoriale pag. 2 La Compagnia degli Anelli pag. 5 Sodalitium n. 64: precisazioni e approfondimenti, obiezioni e risposte… pag. 23 Errata corrige... pag. 40 L’Osservatore Romano pag. 41 La questione sociale alla luce del magistero di Leone XIII e negli scritti di don Albertario pag. 44 Dichiarazione dell’Istituto M. B. C. sugli avvenimenti di Assisi il 27 ottobre 2011 pag. 55 La Breccia di San Pietro pag. 57 RECENSIONI pag. 67 Mons. Lefebvre all’acqua di rose pag. 67 Una storia del Concilio in versione brasiliana pag. 68 Il Conclave del 1903, il veto contro Rampolla, l’elezione di San Pio X. pag. 69 Don Enrico Carandino pag. 72 Il requetè romagnolo pag. 74 Il Santo Vangelo pag. 76 Segnalazioni librarie pag. 77 Vita dell’Istituto pag. 80

guarda, e questo è ancora più triste, la si- tuazione della Chiesa Cattolica fondata da Editoriale Nostro Signore Gesù Cristo. Il 19 aprile 2005 il nostro Istituto, in seguito alla dichia- opo molto, troppo tempo, Sodali- razione di Ratzinger, appena eletto tium ritorna nelle vostre case. Ine- al Soglio pontificio, di applicare e difendere Dvitabilmente, questo numero 65 ri- il Concilio Vaticano II, dichiarò pubblica- sente del lungo ritardo, per cui alcuni argo- mente, per questo motivo, di non poter es- menti trattati non sono più di stretta attua- sere in comunione con lui, e di non poter ri- lità. Come ad esempio quando rispondiamo conoscere, nella sua persona, l’autorità di- ad alcune reazioni a proposito degli articoli vinamente assistita. Il n. 59 riconosceva del n. 64, oppure trattiamo dell’anno quindi che colui che era stato eletto col no- dell’infausto 150° dell’Unità d’Italia, quan- me di Benedetto XVI non era affatto muta- do ormai i “festeggiamenti” e le commemo- to – come egli stesso ripetutamente aveva razioni sono praticamente (e fortunatamen- affermato – ma era sempre rimasto il giova- te) giunti al termine. Ma, lo abbiamo ricor- ne teologo tedesco neo-modernista che, co- dato più volte, la nostra non è una rivista di me perito del cardinale Frings, contribuì, attualità ma di approfondimento. assieme ad Hans Küng, Karl Rahner, Henri Nel frattempo la situazione diviene de Lubac, Jean Danielou, Marie-Domini- sempre più grave, sia per quel che riguarda que Chenu,Yves Congar, John Courtney la società temporale, dove si realizza più Murrey, ed altri “nuovi teologi”, ad opera- velocemente il potere unico mondiale anti- re la rivoluzione modernista nel seno e nel- cristiano o acristiano, sia per quel che ri- le viscere stesse della Chiesa. 3 (anche di questo parliamo in questo nume- ro), né alle due opere pubblicate come ‘dot- Joseph Ratzinger tore privato’: Luce del mondo (Libreria cardinale... Editrice Vaticana, 2010) e Gesù di Nazaret (vol. II, Dall’ingresso in Gerusalemme alla Risurrezione, Libreria Editrice Vaticana, 2011), benché la prima abbia suscitato scal- pore (e scandalo) per le ambigue aperture Fummo voce quasi isolata. Fin dal - nel campo della morale (o dell’immoralità) l’inizio, e poi ancora di più dopo il Motu e della seconda sia stata scritta una ampia Proprio Summorum Pontificum e la levata critica – alla quale rinviamo il lettore – dalla delle scomuniche ai Vescovi consacrati da rivista francese di -Parres-les-Vaudes, Mons. Lefebvre, un vero e proprio entusia- Il est Ressuscité (a partire dal numero 104, e smo nei confronti di Joseph Ratzinger ani- tuttora in corso). Ci riferiamo piuttosto al - mò la maggior parte dei fedeli, del clero, l’insegnamento di Joseph Ratzinger a pro- della stampa cattolica “antimodernista” le- posito dell’ateismo e dell’agnosticismo. gata alla tradizione della Chiesa. In questo Quello della possibilità della Fede nel mon- nuovo clima, non ancora del tutto spento, si do moderno, dopo l’Illuminismo, è un tema fece strada un doppio e convergente feno- centrale nel pensiero del teologo Ratzinger meno. Da un lato, grazie al “Motu Pro- fin dai suoi primi saggi (si vedano ad esem- prio”, dei sacerdoti, liturgisti e teologi con- pio le prime pagine del suo Introduzione al ciliari (e persino editori massoni), vale a di- Cristianesimo, che data del 1968, ove Rat- re assolutamente fedeli al Vaticano II (fino zinger commenta le parole del Simbolo al punto di giustificare ed applaudire il nuovo incontro interreligioso di Assisi), hanno preso in mano il movimento di dife- Collaborazione tra il clero della FSSPX e modernista: sa della liturgia tradizionale, a scapito di in alto alla Madonna di San Luca a Bologna il 22/10/2011 (il primo sacerdote in ginocchio a sinistra in chi, da sempre, aveva difeso la tradizione li- fondo è della FSSPX). Sotto il 24/09/2011 a Oropa don turgica cattolica a viso aperto, contro la ri- Moncalero, priore di Montalenghe, canta il Vangelo forma liturgica montiniana. D’altro canto, durante una “messa in rito straordinario” celebrata da la Fraternità Sacerdotale San Pio X, uscita un sacerdote conciliare per così dire dal “ghetto”, ha instaurato una collaborazione quotidiana con questo clero (spesso ‘ordinato’ col nuovo rito) per cui è frequente osservare un ‘sacerdote’ bi- ritualista (che dice cioè la Messa seguendo entrambi i riti) officiare nei priorati della Fraternità, o un sacerdote della Fraternità servire all’altare o assistere in coro a delle ‘messe’ in ‘rito straordinario’ celebrate da ‘sacerdoti’ conciliari (come è accaduto, in Italia, a Oropa e a Bologna). Prima ancora di un ‘accordo’ ufficiale, che pare aver in- contrato degli ostacoli, è nella pratica e alla base che le frontiere tra conciliari e anti- conciliari stanno diventando sempre più la- bili se non invisibili. Eppure, Joseph Ratzinger non nasconde – tutto il contrario – il suo pensiero chiara- mente liberale e modernista. Non ci riferia- mo tanto alla scandalosa “beatificazione” di Karol Wojtyla (a proposito di quella del card. Newman si potrà leggere qualche cen- no nel prossimo numero), all’elogio del “Ri- sorgimento” e del cattolicesimo liberale 4 Apostolico “Io credo”); a questo proposito così importante che verrà ampiamente af- il suo pensiero è rimasto sostanzialmente frontato in un prossimo articolo da pubbli- immutato. Più recentemente, egli lo ha svi- care su Sodalitium e, prima ancora, da dif- luppato con l’iniziativa del “Cortile dei fondere a parte, appena ultimato. Vi sarà Gentili” affidata all’esegeta dichiaratamen- dimostrato che Joseph Ratzinger è essen- te modernista “cardinal” Ravasi, nelle sue zialmente un agnostico. Che il suo agnosti- parole durante la visita in Germania (e con cismo rende impossibile l’atto di fede, giac- lo scandaloso ma ormai “tradizionale” elo- ché dell’atto di Fede nega la certezza fonda- gio di Lutero) e soprattutto nel discorso da ta sull’autorità di Dio. Che per lui l’esisten- lui tenuto durante il nuovo incontro interre- za di Dio non è dimostrabile con la ragione ligioso di Assisi del 27 ottobre 2011, voluto (vedi questo numero a pag. 41). Che per lui da Benedetto XVI, come lo aveva annun- credere e non credere sono di fatto due fac- ciato già il 1 gennaio 2011, per commemora- ce del dubitare, dato che il dubbio è inscin- re il 25° anniversario dell’analoga iniziativa dibilmente legato alla condizione umana e del “beato” Giovanni Paolo II. Le novità quindi sia al credere che al non credere. del nuovo incontro d’Assisi rispetto a quello Che per lui le religioni, come pure, all’op- wojtyliano sono state essenzialmente due: posto, l’ateismo militante, devono essere nessuna preghiera pubblica – in comune o purificati e messi in difficoltà dall’agnostici- fatta separatamente – è stata prevista du- smo, se vogliono evitare la devianza della rante l’incontro (ma solo una preghiera pri- giustificazione della violenza e dell’intolle- vata nell’ora della siesta!), da un lato; e, ranza. Che l’agnostico non ha ricevuto da d’altro lato, l’invito all’incontro rivolto an- Dio la possibilità stessa di poter credere, ma che ad alcuni rappresentanti dell’ateismo e ha ricevuto da Dio quell’apertura a Lui (il dell’agnosticismo. Alcuni hanno visto in dubbio) che è già, in fondo, un credere, un queste novità un aspetto positivo (esclusio- essere “pellegrino della verità e della pace”. ne del sospetto di sincretismo, minimo co- La terza riunione di Assisi è stata, ancor più mun denominatore trovato legittimamente della prima, una riunione di Loggia dove nella ragione e nel diritto naturale); altri, uomini “religiosi” (credenti o non credenti) come Francesco Agnoli su Il Foglio (quoti- si riuniscono fraternamente rimanendo cia- diano il cui direttore si è definito ironica- scuno della propria confessione ma evitan- mente, ma non troppo, “ateo devoto”) han- do – proprio per restare fraternamente as- no lamentato solo che siano stati invitati de- sieme nel servizio dell’Uomo – di parlare di gli “atei sbagliati” (comunisti, psicanalisti, religione (che non sia quella a tutti loro co- in genere negatori del diritto naturale) e mune) o di pregare secondo i riti di questa o non quelli “devoti”, rispettosi della Chiesa e quella religione. Lo “spirito d’Assisi” (pro- del diritto naturale (come il sen. Pera o, ap- mosso dal neo-ministro Riccardi) dimostra punto, Giuliano Ferrara). Il problema inve- che veramente l’ecumenismo e il “dialogo ce è ben diverso, e lo ha esposto, con la religioso” sono, tramite l’Agnosticismo – la chiarezza che gli è abituale, lo stesso Joseph via all’Ateismo, come scrisse papa Pio XI e Ratzinger nel suo discorso durante la gior- come viene ricordato in questo numero nata di Assisi. Di questo discorso non colpi- nell’articolo dedicato alla novella dei Tre sce tanto la pubblica ammenda - “pieno di Anelli (e a quella dei Tre Impostori). Che vergogna” – per l’uso della violenza in no- infine l’elogio dell’agnosticismo fatto da me del Cristianesimo (che continua la neo- Ratzinger non stupisce se si rileggono le pa- tradizione dei “mea culpa” inaugurata da gine del l’enciclica Pascendi dominici gregis Giovanni Paolo II in occasione del “Giubi- di condanna dell’eresia modernista, ove San leo”) quanto l’incredibile, interessantissimo Pio X spiega come il modernista concili in e gravissimo elogio dell’agnosticismo. Don sé stesso l’essere agnostico e l’essere cre- Ricossa ha ampiamente commentato questo dente. Leggendo queste pagine del Santo discorso, in continuità con quanto già Rat- Papa Pio X, e le parole di Ratzinger, non si zinger scrisse in “Introduzione al Cristiane- può non convincersi che, volente o nolente, simo”, durante i convegni di Parigi e Milano consciamente o no, Joseph Ratzinger è, nel (novembre 2011) organizzati rispettivamen- senso stretto della parola, nel suo agnostici- te dal l’Istituto Mater Boni Consilii e dal smo credente, un vero e proprio moderni- Centro Studi Davide Albertario. Il tema è sta. Signore salvaci, e salva la Tua Chiesa! 5

Esoterismo La rappresentazione di Nathan il Saggio nel Duomo di Catania e in una Basilica di Milano sotto il pa- La Compagnia degli Anelli trocinio di due prelati apparente-

don Francesco Ricossa mente cattolici in comunione con Benedetto XVI è vista come o sotto gli occhi un ritaglio di giornale espressione fedele del dialogo in- Hdell’anno scorso: 20 ottobre 2010. Il terreligioso promosso dal Concilio giornale è Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana. La notizia, a Vaticano II e diffuso nel mondo in- p. 31, la pagina degli spettacoli, sembra insi- tero dal “Beato” Giovanni Paolo II gnificante, ma non lo è. Chi ha avuto modo di ascoltare numerose mie conferenze, ha sentito spesso parlare dell’ar go mento, per Lorenzo Maggiore a Milano. Grandi inter- cui a un sacerdote lettore di Sodalitium non preti del teatro italiano - guidati da Gianrico sfuggì l’articolo pubblicato quel giorno sul Tedeschi - presentano la lettura scenica di quotidiano cattolico e me lo segnalò. Teatro, Nathan il saggio, di G. E. Lessing: un classi- star in campo per il dialogo religioso. Uno co di grande attualità sul tema della tolleran- spettacolo in chiese, moschee e sinagoghe, ti- za e dell’integrazione interculturale. Un te- tola il nostro quotidiano, e spiega: Il regista sto che non a caso sarà presentato in chiese, Lamberto Puggelli porta “Nathan il Saggio” sinagoghe e moschee di tutta Italia, in serate di Lessing nei luoghi sacri. Al via il 22 otto- uniche con cast d’eccezione, per evidenziare bre al Duomo di Catania, poi a Roma e al il potenziale etico della parola parlata, la Duomo di Milano con i più grandi attori a sua capacità di ricreare una collettività nella rotazione. Nel suo articolo Angela Calvini condivisione profonda di pensieri e senti- (nomen omen) scrive che la lettura scenica menti. Insieme a Tedeschi leggeranno Paola di Nathan il saggio da parte di Gianrico Te- Della Pasqua, Susanna Marcomeni, Piero deschi sarà introdotta (lo è stata, ormai, Sammataro, Marianella Laszlo, Salvo Piro, nell’ottobre scorso, nel Duomo di Catania) Silvano Piccardi e Franco Sangermano. La dall’Arcivescovo di Catania, monsignor Sal- regia è di Lamberto Puggelli, la produzione vatore Gristina, e dal teologo Giuseppe di Ingresso Libero, associazione di promo- Ruggieri. “Ma non finisce qui – continua zione sociale per la riscoperta e la tutela del l’entusiasta giornalista di Avvenire – Nathan Teatro d’Arte. La serata sarà introdotta da verrà rappresentato a gennaio nel Duomo di don Gianfranco Bottoni, responsabile del Milano e a marzo a Roma in tre luoghi sim- Servizio Ecumenismo e Dialogo della Dio- bolo: la sinagoga, la nuova moschea e in una cesi di Milano. Rappresentare oggi Nathan chiesa. L’idea è proprio di portare questo te- il saggio, grande apologo sulla tolleranza, sto in giro per l’Italia nei luoghi di culto di sulla fiducia nell’uomo e contro la violenza, cattolici, ebrei e musulmani, proprio come è non soltanto bello e utile: è “necessario”. messaggio di fratellanza”. Oggi forse più di ieri, i conflitti che strazia- Il Corriere della Sera del 21 febbraio no i popoli della terra mostrano la loro as- 2011 (p. 15) ci informa che Nathan il saggio surdità riascoltando le parole dell’ebreo Na- di Lessing, “capolavoro di tolleranza” e than, che tutti - cattolici e musulmani, ebrei e “parabola di dialogo interreligioso” era in cristiani - dovrebbero ricordare in una pro- programma quella sera a Milano, diocesi fonda riflessione sulla tolleranza e sull’as- del cardinal Dionigi Tettamanzi, nella Basi- surdità di ogni pretesa universalità di una lica di San Lorenzo Maggiore, introdotto – religione. a nome della diocesi ambrosiana – da don Figura arcaica e misteriosa, Nathan, con Gianfranco Bottoni, responsabile di Ecu- la sua aspra e commovente umanità, vive menismo e dialogo della diocesi di Milano. sulla sua pelle lo strazio della lotta di reli- Diamo dunque la parola alla diocesi mila- gione, per superare ogni spirito di vendetta e nese: “Evento culturale di alto profilo lune- acquisire la forza morale per condannare il dì 21 febbraio, alle 19, nella basilica di San fanatismo, l’accecamento della ragione, 6 l’oscurantismo. In nome dell’azione giusta e no interpretati tutti da grandi attori della corretta, di quella fratellanza universale che scena italiana: anche questo segno evidente è punto di partenza e utopia finale della di un impegno produttivo e di una parteci- parabola intorno a cui ruota il dramma. In pazione appassionata di ogni componente, nome di un sofferto e rivoluzionario umane- che nello spettacolo vive e si dona a una co- simo, in grado di rifondare la dignità e la munità in ascolto. La serata milanese - a in- grandezza dell’uomo, di un uomo consape- gresso libero - è patrocinata dal Servizio vole: l’«uomo più saggio» di là da venire. In Ecumenismo e Dialogo della Diocesi di Mi- nome dell’amore, unico e insopprimibile lano, dalla Comunità Religiosa Islamica, anelito, permanente sofferenza e nebulosa dall’Unione Giovani Ebrei d’Italia, speranza, il sentimento per cui l’uomo si dall’Università degli Studi di Milano, dalla perde nello spirito e il Dio si incarna. Un Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università uomo rinnovato dalla presa di coscienza del di Catania, dal Touring Club Italiano e dal- suo valore e del suo dovere, un uomo in gra- la rivista Sipario”. do di operare secondo quei precetti che dan- Mi scuso col lettore per la lunga citazio- no forza e validità al progetto utopico enun- ne: il testo che avete appena letto, inclusa ciato da Nathan e sostenuto dalla saggezza l’affermazione sulla “assurdità di ogni pre- del Saladino: «Basta rinunciare a offendere tesa universalità di una religione”, si trova l’altro / basta che ognuno tolleri il vicino». tale quale nel “portale della diocesi Am- L’allestimento di questo Nathan si inseri- brosiana”. sce nella ricerca registica di Lamberto Pug- gelli al di fuori dei consueti spazi e circuiti Gli Ecumenisti si riconoscono nel pensiero teatrali, in una prospettiva di recupero della massonico di Lessing funzione civile e sacrale della scena quale luogo di contatto vero e autentico con il L’Arcivescovo di Catania, l’allora Cardi- pubblico per ricordare la verità della poesia. nale Arcivescovo di Milano, sono, dichiara- La poesia della grande arte che è, come in- tamente, degli ecumenisti. Essi intendono segna Nathan, un’umile verità annidata nel- infatti il loro episcopato come una doverosa la saggezza del mestiere di vivere. La poesia applicazione del Concilio Vaticano II. Ed il è in sé sacra: e la sacralità del luogo è fonda- Concilio Vaticano II ha consacrato l’ecume- mentale per l’attuazione e la ricezione reli- nismo tra le confessioni cristiane (Lumen giosa e laica di questo evento teatrale, che gentium, Unitatis redintegratio, Orientalium non può che avvenire in ecclesia, con un im- ecclesiarum), il dialogo interreligioso con le pegno civile e religioso di una comunità che religioni non cristiane (Nostra aetate) e i vuole crescere in un’armonia di diversità. “non credenti” (Gaudium et spes) e la liber- Intorno all’Altare, su una semplice pedana e tà religiosa, di coscienza e di culto (Dignita- in uno spazio nudo, attori diranno parole tis humanae personae). Un Vescovo conci- che risuoneranno come messaggio di tolle- liare, in comunione con Benedetto XVI, ranza e di pace. L’ebreo Nathan, il Sultano pensa che la sua missione pastorale consista Saladino, il giovane Templare, le deliziose nell’applicazione del l’ecumenismo, dichia- creature femminili, Recha, Daja, Sittah, il rato “irreversibile” dal “beato” Giovanni derviscio Al- Hafi, il frate Bonafides saran- Paolo II, e dal suo successore. Cartolina diffusa dal Sermig È in questo quadro che dobbiamo com- di Ernesto Olivero nello spirito di Lessing prendere il fatto di cui sopra: la rappresen- tazione di Nathan il Saggio nel Duomo di Catania e in una Basilica di Milano sotto il patrocinio di due prelati apparentemente cattolici in comunione con Benedetto XVI; l’opera di Lessing, infatti, è vista evidente- mente come espressione fedele del dialogo interreligioso promosso dal Concilio Vati- cano II e diffuso nel mondo intero dal “beato” Giovanni Paolo II. Ma chi era Gotthold Ephraim Lessing? Nato nel 1729 da un pastore luterano, mor- 7 to nel 1781 a Brunswick, Lessing è uno dei anelli identici, simboleggianti le tre grandi re- principali esponenti dell’Illuminismo tede- ligioni monoteistiche, copie dell’unico vero sco, che tenta di conciliare nel suo pensiero anello andato smarrito (vedi Boccaccio, De- filosofico Leibnitz e Spinoza. Ma Lessing è cameron, I, 3). Giustificando così un umane- soprattutto noto e fervente adepto della simo universalista Nathan si conquista anche massoneria, iniziato il 14 ottobre 1771 alla l’amicizia del sultano. Ma il templare, smar- Loggia “Zu den Drei Goldenen Rosen” rito nel suo innamoramento e ferito dal rifiu- (Alle tre rose d’oro) dell’Oriente di Am- to, apprende che Recha è in realtà solo figlia burgo (1). Lessing non è un filosofo acci- adottiva di Nathan, cristiana e per di più dentalmente anche massone, ma è un filo- ignara della verità su se stessa. Egli potrebbe sofo massonico, o un filosofo della masso- perciò ottenere con la costrizione ciò che de- neria, come dimostrano ad esempio i suoi sidera, anche a costo della rovina dell’ebreo, Dialoghi massonici (Gesprache fur Frei- ma ne è trattenuto dal Saladino. A un collo- maurer, del 1778-1780) e lo stesso Nathan quio tra Nathan e il buon frate Bonafides der Weise (Berlino, 1779). Lessing si richia- può ora scoprirsi l’antefatto e maturarsi lo ma esplicitamente a Lutero (“grand’uomo scioglimento della vicenda. Recha fu affida- incompreso” “che ci ha liberato dal giogo ta, bimba, dallo stesso frate a Nathan, dopo della tradizione”) e a Gioachino da Fiore che l’intera famiglia di quest’ultimo era stata (“Verrà certamente il tempo del nuovo Van- arsa dai crociati. Il frate consegna all’ebreo gelo, del Vangelo eterno che anche nei libri un libricino in suo possesso in cui sono an- della Nuova Alleanza è promesso agli uomi- notate in arabo due genealogie rivelatrici. ni” la “divisione della storia del mondo in Tutti convengono nel palazzo di Saladino. È tre età non era vana chimera”) ed il rimedio lo stesso Nathan che palesa a Recha di essere alla divisione dei cristiani è, per lui, “la solo suo padre adottivo, ma le fa sapere an- Chiesa invisibile” della Massoneria (2). che che ella ha un fratello. Questi è lo stesso I battezzati che – fiduciosi nei loro “pa- templare che, dopo l’immediata delusione, stori” – hanno varcato le porte del Duomo accetta con gioia la nuova sorella. Nathan di Catania e della Basilica di San Lorenzo a accoglie entrambi come figli e aggiunge l’ul- Milano per ascoltare il verbo di Lessing, in- tima rivelazione. Il vero padre dei due giova- vece che in chiesa – e nella Chiesa – sono ni, suo amico, non era tedesco, ma solo ma- entrati in Loggia (3). rito di una tedesca. La scrittura delle annota- zioni nel libricino rivelatore, appartenutogli, Trama di Nathan il Saggio, sorta di roman- testimonia infatti che altri non era se non il zo d’appendice illuministico-massonico fratello scomparso di Saladino; quest’ultimo aggiunge con gioia alla rinnovata famiglia sé Per il lettore ignaro della tragedia di e la sorella Sittah, in qualità di secondo pa- Lessing, riprendo dal “web” la trama del li- dre adottivo e madre adottiva”. bro: “Il munifico sultano di una Gerusalem- Pare di leggere, con un secolo d’antici- me favolosa e pervasa da una sottile aura po, un feuilleton ottocentesco! Ma al di là massonica, Saladino, tollerante fino a desi- dell’ingenuità della trama, non sfugge al derare l’imparentamento con un regnante lettore il pensiero di Lessing. I tre protago- cristiano, durante una tregua nella III Cro- nisti rappresentano le tre religioni monotei- ciata, grazia un templare, perché rassomi- ste (e, più in generale, le varie confessioni gliante al fratello di cui ha perso le tracce da religiose) che devono prendere coscienza lungo tempo. Nathan, saggio e ricco mercan- della loro “parentela” spirituale. Non a ca- te ebreo, di ritorno da un viaggio apprende so il cristiano è un Templare, ovverosia il che la figlia Recha è stata salvata da un in- rappresentante di un ordine cavalleresco cendio dal medesimo templare. Il fanatico che nasce nell’“intolleranza” delle Crociate cavaliere tedesco, dopo lunga diffidenza, ac- ma che, poi, divenne modello di sincreti- cetta il ringraziamento e l’amicizia smo religioso ed eterodossia. I maomettani dell’ebreo: quando però ne chiede la figlia in sono rappresentati dal Saladino, la cui figu- sposa, Nathan si oppone chiedendo tempo. ra – come vedremo – è sinonimo di saggez- Intanto messo alla prova da Saladino con za e cavalleria già dal medioevo, negli am- una domanda su qual sia la vera religione, il bienti ghibellini. Ma sopra di loro – unico saggio mercante espone la parabola dei tre cosciente fin dal principio della “verità” 8 massonica e vero deus ex machina di tutta Chiesa, anche nell’epoca del massimo la vicenda – è il giudeo Nathan, non a caso splendore del Regno sociale di Cristo, non chiamato “Saggio”, il quale ha il compito di abbia dovuto lottare contro forze nemiche illuminare il Saladino e il Templare per far- sempre presenti nella storia per contrastare li passare dal “fanatismo” (specialmente il Regno di Cristo. quello cristiano) alla “tolleranza”. Il cuore Un esempio (non certo l’unico) del - dell’opera di Lessing si trova nella leggenda l’azione del Nemico anche nei secoli più dei “Tre anelli” che il Giudeo racconta al fulgidi della storia cristiana lo possiamo Saladino (vedasi il testo in appendice) trovare proprio nella leggenda dei tre anelli che Lessing nel XVIII secolo riprese da La leggenda dei tre anelli e la sua origine due fonti medioevali: il Decamerone di medioevale Boccaccio e, prima ancora, il Novellino, al quale il Boccaccio si ispirò. A questo proposito mi si consenta un aneddoto personale. Irene Pivetti era ancora La leggenda dei tre anelli nella letteratura una semisconosciuta deputata leghista quan- medioevale: il Novellino do mi recai, anni fa, a un convegno da lei or- ganizzato, durante il quale prese la parola La leggenda o favola dei “tre anelli”, l’illustre medievista Franco Cardini, ben no- dunque, prima ancora del Boccaccio, fa la to ai nostri lettori (in quanto collaboratore – sua apparizione nella letteratura italiana al- nel passato – della rivista paramassonica Ars la fine del XIII secolo, come settantatreesi- Regia, o in quanto lodatore della ‘martire ma novella del Novellino (4) L’anonimo pagana’ Ipazia). Nella sua prolusione, lo sto- scrittore (forse) fiorentino, però, non è l’in- rico fiorentino, un tempo discepolo di Atti- ventore della novella e della sua morale, lio Mordini ed ora sodale di Adolfo Mor- ché anzi parte la trasforma e parte la ri- ganti, cultore di tutte le tradizioni, accennò prende da una precedente tradizione sulla alla leggenda medioevale dei tre anelli, ma- quale ritornerò. Per il momento, basti ri- nifestando chiaramente come egli si ricono- cordare al lettore l’ambiente ove nasce il scesse nello spirito di quell’antico racconto. Novellino, vividamente descritto dalla pen- A me, invece, che ascoltavo interessato, la na di Mons. Umberto Benigni nel vol. IV leggenda dei tre anelli sembrava esprimere della sua opera Storia sociale della Chiesa: piuttosto lo spirito della massoneria che “Di fatto l’influenza fridericiana a favore quello del medioevo cristiano, o anche lo dell’islam nella mentalità popolare ha un spirito dell’attuale dialogo interreligioso eco a cui forse finora nessuno ha posto men- aperto dalla dichiarazione conciliare Nostra te: il Novellino, il cui compilatore è un entu- ætate, poi consacrato dalla grande riunione siasta di Federico II, narra volentieri novelle di Assisi voluta fermamente da Giovanni arabe dove il mondo islamitico non fa catti- Paolo II. In effetti, uno stretto collegamento va figura. Né poteva mancarvi l’eco del ca- tra la leggenda dei tre anelli evocata da Car- valierato di Saladino di cui si trova notizia dini e la massoneria è ampiamente dimo- nell’Avventuroso Ciciliano di Bosone da strato proprio dall’opera di Lessing. In ogni Gubbio e altrove (…) e il novellatore, degno caso, ringrazio il noto studioso toscano (che fridericiano, racconta senza ripugnanza, an- conobbi a un seminario di Storia medioevale zi con compiacenza, la sacrilega commedia che il caro editore Volpe organizzava ap- (vera o inventata, qui non conta) del cava- poggiandosi ad Alleanza Cattolica negli anni lier cristiano Ugo da Tabaria che conferì ’70 a San Miniato al Tedesco, presso Pisa), con tutto il cerimoniale il cavalierato al ter- per aver attirato la mia attenzione sulla leg- ribile nemico dei cristiani, il soldano Saladi- genda e sulla sua attualità. no, l’ideale dello Svevo traditore ed apostata Ero convinto, allora, contro la mentalità che gl’invidiava di non avere sopra di sé il corrente, che Medioevo fosse sempre sino- Papa… e il decalogo” (5). La questione ap- nimo di civiltà cristiana e di Cristianità. pare così importante al nostro autore, che Ora, certamente, la Cristianità ebbe il suo vi ritorna, anche a costo di ripetersi, nel vo- apogeo nel cosiddetto Medioevo, ma que- lume successivo della Storia sociale. sto non significa che tutto ciò che è medioe- “…Il Novellino, raccolta trecentesca di vale sia per il fatto stesso cristiano, e che la novelle le più diverse. Lo spirito che vi domi- 9 na è quello di un rapsode, appassionato fri- Benigni. Dopo aver parlato del pericolo dericiano, che nell’anticristo Federico II vede dell’influenza ebraico-araba nella filosofia il proprio ideale: ed è tutto dire” (6). “Insistia- medioevale cattolica, Mons. Benigni passa mo sul gran prezzo di questo libricino (il No- ad esaminare – al seguito di Menendez Pe- vellino) per lo studio della crisi spirituale e layo – la “mitica bestemmia (non libro) ‘De morale del Medioevo. Esso dà scorci e guizzi tribus impostoribus’”. “Quanto al De tribus che valgono un quadro. Federico II mostrato impostoribus, interessantissima è la questio- dal fanatico fridericiano, mentre serio serio ne ancora non esaurita intorno a questa fa- ordina di uccidere un suo falcone da caccia mosa bestemmia secondo cui l’ebraismo, il perché invece di prendere una gru contro cui cristianesimo e l’islamismo furono istituiti era stato lanciato, aveva ghermito un aquilot- da tre impostori” Mosè, Cristo e Maometto. to ‘suo signore’ (simbolismo dell’Aquila fri- “La tardiva leggenda di un libro è ormai dericiana, aquila imperiale, areligiosa, padro- sfatata: non si trattò di uno scritto, almeno na del mondo). Ed è un degno ammiratore nel nostro medioevo (gli scritti pubblicati dell’ammiratore del Soldano, questo novellie- poi sono apocrifi) (10), sebbene di una dottri- re che racconta a gloria come egualmente il na orale, attribuita a vari, fra i quali il più si- cavaliere gentile e di grande boutade Ugo di curo è l’empio imperatore Federico II. Ma Tabaria soddisfece al desiderio de lo Saladi- da quale fonte venne l’idea di riunire quei no signore di molto valore et de molta corte- tre fondatori di religioni – Mosè, Cristo, sia, di essere sagrato cavaliere (‘quel sacré Maometto – sotto la medesima formola? Il chevalier’, direbbe un umorista francese); e la quesito si è formato tra i cristiani assertori novella descrive in gran pompa tutta la solen- più o meno autentici della bestemmia (11); ne cerimonia” (7) secondo noi la fonte bisogna cercarla nei re- Il Novellino nasce quindi negli ambienti cessi della filosofia giudeo-arabica del tem- ghibellini di Federico II, l’imperatore sco- po di cui ci tratteniamo. Fu da quella impu- municato e deposto, “un pagano con no- ra fonte che l’acqua avvelenata s’infiltrò nel stalgia mussulmana” che “non comprese terreno cristiano: la corte fridericiana fu una l’impero cristiano, cioè la realtà entro cui e delle pozze pestifere dove quell’acqua sta- per cui viveva” (8). gnò più visibilmente. Un sintomo suggestivo lo abbiamo nella La leggenda dei tre anelli, versione essote- formola exoterica (cioè non segreta, per il rica della bestemmia dei tre impostori pubblico, n.d.a.) di quella bestemmia: for- mola che ritroviamo nel Novellino già da Abbiamo seguito finora le vicende della noi citato (quella raccolta di novelle che leggenda dei tre anelli. Dall’ecumenismo esalta Federico II e parla compiacentemente modernista siamo risaliti all’illuminismo del mondo ebraico ed arabo), e nell’Avven- massonico di Lessing; da lì, abbiamo trova- turoso Ciciliano’ di Bosone di Gubbio, altro to le tracce della leggenda in Boccaccio, e eco di quell’ambiente. prima di lui, alla corte di Federico II di Sve- È la formola dei tre anelli. Il Soldano via, nel Novellino. Ma Papa Gregorio IX, il d’Egitto, avendo bisogno di denaro, vuol ca- grande amico di San Francesco, in una cele- varlo da un ricco ebreo imponendogli di ri- bre epistola del 1239, accusò proprio Fede- spondere alla compromettentissima doman- rico II di propugnare la bestemmia secondo da: dell’islamica, ebraica e cristiana quale è la quale Mosè, Maometto e Cristo furono la religione vera? E l’arguto ebreo risponde tre impostori (9). Menendez Pelayo mostra con la parabola dei tre anelli. ‘Fu un padre come questa eresia fosse imputata anche a che aveva tre figliuoli, ed aveva un suo anel- personaggi vicini all’Imperatore, come Pier lo con una pietra preziosa, la migliore del dalle Vigne o il negromante Michele Scoto. mondo. Ciascuno di costoro pregava il pa- Ma com’è possibile attribuire allo stesso dre ch’alla sua fine gli lasciasse questo anel- personaggio, o allo stesso ambiente, errori lo. Il padre, vedendo che catino il volea, così dissimili (apparentemente)? Come si mandò per un fine orafo e disse: maestro, può dire allo stesso tempo che le tre religio- fammi due anella così a punto come questo, ni “monoteiste” sono tutte vere (i tre anel- e metti in ciascuno una pietra che assomigli li), oppure, al contrario, che sono tutte false questa’. Avuti così tre anelli,‘a catuni (de’ fi- (i tre impostori)? Leggiamo ancora Mons. gli) dette il suo in segreto; e catuno si credea 10 avere il fine, e niuno ne sapeva il vero, altri di satira e di bestemmia nelle corti cristiane e che ‘l padre loro’. E così l’ebreo applicando tra il popolo cristiano, quando quelle e que- i tre anelli alle tre religioni (‘il Padre di so- ste erano in mani compromesse e compro- pra sa la migliore, e li figliuoli, cioè siamo mettenti. Ricordiamo qui la confessione anzi noi, ciascuno si crede avere la buona’), si fa la vanteria cinica d’uno scrittore ebreo, set- ammirare e rilasciare dal sultano. tario fanatico in veste di scienziato renania- Che tale novella sia la formola exoteri- no, James Darmesteter (13) nel libro che ab- ca della dottrina de tribus impostoribus ci biamo avuto già a citare: ‘Sotto queste attivi- sembra chiaro, giacché quella novella con- tà visibili (filosofia, fisica ecc. degli ebrei duce il lettore anche meno arguto a dedur- medioevali) un’azione sorda ed invisibile, re che Dio è l’autore di due religioni false incosciente per quelli che l’attuano e quelli e del truccamento della vera: insensatezza che la subiscono, e che giustifica, post fac- che apre l’adito a conchiudere, piuttosto, tum, gli odii (sic) della Chiesa : è la polemi- che tutti e tre gli anelli sono falsi e che im- ca religiosa che rode oscuramente il cristia- postori furono i tre orefici che li prepara- nesimo… Il giudeo s’intende a svelare i pun- rono, inventando di avere avuto la com- ti vulnerabili della Chiesa; ed ha a suo servi- missione da un padre che non esiste o non zio per scoprirli, oltre l’intelligenza (sic) dei è padre”. libri santi, la sagacia temibile dell’oppresso. Per Mons. Benigni “la dissimulazione Egli è il dottore dell’incredulo; tutti i ribelli della formola exoterica penetrata tra i cri- dello spirito vanno a lui, nell’ombra o a cie- stiani sotto il mantello di una novella giudai- lo scoperto. Esso è all’opera nell’immenso co-islamica” “ne indica la provenienza”: laboratorio di bestemmia del grande impe- giudaico-islamica, appunto, e crede di tro- ratore Federico (II) e dei principi di Svevia e vare una origine scritta della bestemmia dei di Aragona; è desso che forgia tutto quell’ar- Tre Impostori nella “poesia filosofica” del senale mortifero di ragionamento e d’ironia poeta arabo Ma’arry. “Ben inteso –prose- che esso lascerà in retaggio agli scettici della gue Mons. Benigni – noi non diciamo che Rinascenza, ai libertini del gran secolo; e Ma’arry sia stato l’inventore della formula qualche sarcasmo di Voltaire non è che l’ul- proveniente più probabilmente dalla cabala: tima eco sonora di una parola mormorata, ci basta trovare in lui la formula chiara della sei secoli prima, nell’ombra del ghetto, e an- proposizione, giacché ciò basta a mostrarci che prima, al tempo di Celso e di Origene, in quale ambiente essa nascesse.” “Tale era alla stessa culla della religione di Cristo’. – conclude Mons. Benigni – l’insegnamento (…) Accennando a Federico II lo scrittore e la propaganda di quella scuola semita di circonciso allude evidentemente con la ‘im- razionalisti, materialisti, panteisti o scettici mensa officina di bestemmie’ alla questione giudei ed arabi, che penetrava nel mondo de tribus impostoribus. Altra confessione cristiano medioevale, dalla scuola dei filoso- sulla origine e diffusione semitica di quella fi averroizzati alla conversazione dei novel- bestemmia: aggiungeremo a tale proposito lieri fridericiani. Vedremo poi, parlando che passato il momento della cultura araba, d’Israele, chi, passato il momento storico sarà Israele che conserverà tra noi, nel se- della cultura arabica, conservò nascosta- greto de’ suoi iniziati della cabala e dei loro mente tra noi il veleno de tribus impostori- complici, la tradizione de tribus impostori- bus per trasmetterlo alle sètte ed ai loro bus. Essa riverrà a galla all’avvicinarsi della adepti che prepararono il trionfo della Rivo- grande convulsione della fine del secolo luzione” (12), in particolare la massoneria. XVIII. Allora vedremo Gottoldo Efraim Mons. Benigni allude infatti nella sua Lessing (l’amico del filosofo ebreo Mosè conclusione proprio a Nathan il Saggio di Mendelshon mal visto dai suoi correligiona- Lessing: “Nello stesso tempo che la filosofia ri come dai cristiani, il che dice tutto della esoterica od iniziatica del razionalismo e sua filosofia) pubblicare ‘Nathan il sapiente’ panteismo arabo-ebraico avvelenava l’intel- – si noti il nome ebraico del personaggio ligenza dei nostri dottori averroizzanti e si- simbolico – asserzione della dottrina, appe- mili, penetrando nelle aule solenni delle uni- na velata per prudenza, ‘dei tre impostori’. versità, il pensiero talmudico di odio al cri- E tutta l’essenza dell’Enciclopedia e del vol- stianesimo si disposava al pensiero raziona- terianismo è là, come Ma’arry l’aveva messa lista anzidetto, e si faceva moneta spicciola in versi e come i giudei e i saraceni scettici la 11 ripetevano nelle aule dello Svevo maledet- popoli, malgrado le loro divergenze religio- to”, cioè Federico II (14). se, ad una intesa fraterna sulla professione di certe dottrine considerate come un fonda- Il dialogo interreligioso, via all’ateismo mento comune di vita spirituale. In conse- (Pio XI) guenza, sogliono tenere congressi, riunioni, conferenze frequentate da non pochi uditori, Come abbiamo visto, per Mons. Benigni invitando alle loro discussioni indistinta- anche “il lettore meno arguto” capisce, leg- mente tutti, gli infedeli di ogni genere come i gendo la favola dei tre anelli, che se Dio è fedeli di Cristo, e persino coloro i quali autore di due anelli falsi, ed inganna tutti e sventuratamente si sono separati da Cristo o tre i figli facendo loro credere di essere che, con pertinacia ed asprezza, ne negano l’unico a possedere l’anello vero, ne segue la divinità della natura e della missione. che Dio non è più la Verità stessa, ma l’au- Tali iniziative non possono, in alcuna tore dell’errore e della menzogna. Non solo maniera, essere approvate dai cattolici, poi- quindi due anelli su tre devono essere falsi, ché si appoggiano sulla dottrina erronea che e tutti e tre possono esserlo (giacché nessu- le religioni sono tutte più o meno buone o no può sapere quale sia quello vero) ma co- lodevoli, nel senso che tutte, benché in ma- me Lessing fa dire al giudice nel racconto niera diversa, manifestano e significano il “tutti e tre siete truffatori truffati. I vostri sentimento naturale e innato che ci porta anelli sono falsi tutti e tre. Probabilmente verso Dio e ci spinge a riconoscerne con ri- l’anello vero si perse, e vostro padre ne fece spetto la potenza. fare tre per celarne la perdita e per sostituir- In realtà, i partigiani di questa teoria non lo”. In effetti, nella parabola tutti e tre sono solo errano e si ingannano, ma di più, per- truffatori, poiché affermano ciascuno avere vertendo la nozione della vera religione la il vero anello, quando nessuno sa quale sia; ripudiano, e volgono per gradi al naturali- e tutti e tre sono truffati dal Padre, che fa smo e all’ateismo (Quam quidam opinio- loro credere di avere, ognuno di loro ad nem qui habent, non modo ii errant ac fal- esclusione dell’altro, il vero anello; da un luntur, sed etiam, cum veram religionem, padre truffatore ci si può aspettare dunque, eius notionem depravando, repudient, tum come ipotizza il giudice, che tutti e tre gli ad naturalismum et atheismum, ut aiunt, anelli siano falsi, e che quello vero si sia gradatim deflectunt). La conclusione è chia- perso (magari, invece del padre, il vero ra: solidarizzare con i partigiani e i propa- anello per Lessing lo avrà la Loggia o… Lu- gatori di simili dottrine vuol dire allontanar- cifero). Dio quindi sarebbe un truffatore, e si completamente dalla religione rivelata”. truffatori coloro che affermano di tenere la Rivelazione da Dio: ecco come dai Tre Origine giudaica della parabola dei tre anelli anelli, parabola in favore della tolleranza e della fratellanza tra tutte le religioni, che Abbiamo visto, con Mons. Benigni, co- tutte vengono da Dio, si passa alla bestem- me la bestemmia dei tre impostori abbia mia dei tre impostori, per la quale Dio e le origine giudaica. Lo stesso si può dire della Religioni sono menzogna e inganno, per cui leggenda dei tre anelli, che ne è la versione Dio è “un padre che non esiste o non è pa- essoterica. Questa origine appare evidente dre” (come conclude Mons. Benigni). già dal fatto che il protagonista della novel- È questo lo stesso insegnamento che ri- la è un saggio Giudeo (anonimo nel Novel- troviamo nell’enciclica Mortalium animos lino, Melchisedech nel Decamerone, Na- di Papa Pio XI (6 gennaio 1928) della quale than per Lessing): è lui che racconta la no- è bene rileggere questo passo dopo il nuo- vella, è lui che, minacciato dal Saladino, lo vo incontro di Assisi voluto da Joseph Rat- inganna o lo convince, è da lui, dal Giudeo, zinger nel 25° anniversario di quello voluto che origina la leggenda. E difatti, le ricer- da Karol Wojtyla. Parlando dei “pancristia- che degli studiosi portano alla stessa con- ni” o ecumenisti, Pio XI scrive: clusione che per la bestemmia dei tre impo- “Convinti che è molto raro incontrare stori: a cercare cioè l’origine della parabola uomini sprovvisti totalmente di senso reli- come della bestemmia tra gli ebrei spagnoli gioso, li si vede nutrire la speranza che sa- medioevali. Un breve saggio di Claudio Tu- rebbe possibile condurre senza difficoltà i gnoli (La parabola dei tre anelli, 2003) ci 12 ragguaglia sugli studi al proposito di Ga- però che la parabola si presenta chiaramen- ston Paris e di Mario Penna. Gaston Paris te come una astuzia del ricco e saggio Giu- (1839-1903), filologo, Accademico di Fran- deo alle spese di Saladino: egli insinua il cia, in una conferenza tenuta nel 1884 e poi dubbio tra cristiani e musulmani sulla veri- edita nel 1906 (15), sostiene che l’origine di tà della loro religione, e persino sul fonda- tutte le diverse versioni della parabola dei mento scritturale della loro religione (l’An- tre anelli debba cercarsi tra gli ebrei spa- tico Testamento). Il Giudeo, come scrisse il gnoli (che vivevano a contatto, appunto, di già citato Darmesteter, è il dottore dell’in- cristiani e musulmani) del Medioevo. Que- credulo o, come insegna San Paolo, “sono sta fonte originaria, sarebbe poi stata rac- contrari a tutti gli uomini, in quanto impedi- colta, più tardi, alla fine del secolo XV, nel- scono noi di parlare alle Genti onde siano lo Scévet Jehudà da Salomon ben Verga. salvate” (1 Tess., 2, 15-16). Per Mario Penna, che scrive nel 1952 (16), la Ma si può andar oltre. Non si dimenti- versione originaria della parabola è invece chi, ad esempio, che Gesù stesso – ai Giu- cristiana, ed agli ebrei spagnoli bisogna in- dei che si vantavano d’essere figli d’Abra- vece attribuire la deformazione di questa mo – disse loro che al contrario essi hanno parabola in favore della tolleranza (o dello “per padre il diavolo” (Jn 8, 44) e che han- scetticismo). La versione originaria della no abbandonato i comandamenti di Dio per parabola, quella cristiana, della metà del seguire le proprie tradizioni (cf Mt 15, 3-9). XIII sec., presenta un padre che ha una fi- I Farisei, come i Cabalisti, non sono certo glia legittima, mentre la sposa – divenuta gli eredi di Mosè, come pretendono di esse- infedele – ha altre figlie che fa passare co- re. Le correnti anomistiche (contro la leg- me figlie legittime. Il padre allora dona alla ge) sono frequenti nel giudaismo (si pensi a sola figlia legittima un anello miracoloso: Sabbatai Zevi e a Frank); le interpre- solo chi avrà l’anello miracoloso è sua fi- tazioni gnostiche del Genesi e della caduta glia. Le altre, allora, fabbricarono degli dell’umanità, per Erik Peterson, devono ri- anelli somiglianti, ma falsi. Il giudice sag- condursi ad ambiente giudaico, ed ancor gio, sperimentata la virtù degli anelli, di- oggi è diffuso nell’ebraismo il concetto di chiarò che una sola era la figlia legittima, e lottare con (contro) Dio o di giudicarLo. tutte le altre erano illegittime. Fu allora che Per cui non stupisce che una delle nazioni in ambiente ebraico, e probabilmente in in cui è più diffuso l’ateismo sia proprio Spagna, con scopo polemico, fu deformata Israele. la parabola con due accorgimenti: l’anello perse ogni virtù miracolosa, per cui non si I tre anelli oggi: la massoneria poteva più distinguere il vero dal falso; e d’altra parte, cambiamento significativo, Che ne è della parabola dei tre anelli og- l’autore dei falsi anelli non sono più dei fi- gi? Al seguito di Lessing e di Nathan il Sag- gli illegittimi (ché anzi tutti e tre i figli sono gio (che ebbe un successo postumo grazie a legittimi ed amati dal padre) ma il padre Schiller e Goethe) la Massoneria vede ancor stesso. L’autore di tutte le religioni, così, oggi nella parabola dei Tre Anelli un’ottima quella vera come quelle false, è Dio stesso, rappresentazione degli ideali massonici: “Il mentre nella versione cristiana Dio è l’au- poema drammatico del fratello Lessing, Na- tore della vera religione, e gli uomini gli au- than il Saggio, è fortemente massonico. (…) tori di quelle false. Il nome Tre Anelli applicato alle Logge e a L’ambiente di origine della versione che passò al Novellino e al Decamerone, la Spa- gna giudeo-musulmana, ci riconduce allo stesso ambiente della bestemmia dei tre im- postori: l’averroismo giudeo-musulmano medioevale, così in voga alla corte di Fede- Il rabbino livornese rico II. Elia Benamozegh Potrà obbiettare il lettore che è invero- (1823-1900) simile che in ambiente ebraico si dichiari falsa o dubbiosa la Legge di Mosè, al pari della legge cristiana e coranica. Si rifletta 13 Cristo, e che ammettano, per lo meno, che “gli ebrei, in virtù della loro elezione origi- nale ed irrevocabile, e del possesso e del- l’osservanza della Torà, possiedono una lo- ro via autonoma, piena e speciale verso la salvezza che non ha bisogno di Gesù”. For- se, forse in questo caso i cristiani potrebbe- Logo della loggia massonica René Guénon ro essere considerati monotesiti e quindi noachidi. Come i massoni, i quali non rico- non pochi giornali Massonici è un fraterno noscendo un Dio trinitario, devono, secon- tributo al genio di Lessing” (17). Jean-Pierre do le parole delle costituzioni di Anderson, Laurant ad esempio scrive: “una Loggia “osservare la legge morale come un vero d’ispirazione guénoniana che riunisse cristia- noachita” (ivi, p. 40). Il n. 60 di Sodalitium ni, ebrei e musulmani, i cosiddetti tre anelli, (pp. 57-58) informava poi sul fatto che Di doveva in ogni caso essere creata” e lo fu. Segni, figlio lui stesso di un massone, aveva “Una Loggia René Guénon esiste a Milano spiegato le leggi noachidi ai “Fratelli” del nell’ambito del Grande Oriente riproponen- Grand’Oriente d’Italia nel 2003 e a quelli do il simbolo dei tre anelli (le tre religioni)” della Gran Loggia d’Italia nel 2006. Nello (18). Dal 2010, la Loggia René Guénon, che stesso articolo, segnalavo che il prof. An- ha per simbolo i tre anelli, ha lasciato il drea Riccardi, fondatore della Comunità di Grande Oriente per raggiungere la Gran Sant’Egidio, ora ministro e promotore del Loggia italiana. primo storico convegno di Assisi di 25 anni fa, è anch’egli convinto adepto della dottri- I tre anelli oggi: il giudaismo na noachita, quale espressa dal rabbino li- vornese Elia Benamozegh (1823-1900) Abbiam visto che la parabola dei “tre (Israele e l’umanità, studio sul problema anelli” nasce in ambiente giudaico. Ma della religione universale, Livorno 1885, qual’è la forma con la quale il Giudaismo Genova, Marietti, 1990). Il rabbino (uno attuale offre agli altri due “anelli”, cristiani dei rabbini di più sottile vicinanza agli idea- e maomettani, un certa qual “salvezza”? La li massonici, scrive Liana Elda Funaro) (19), risposta è stata data ripetutamente dal che ravvisava nella massoneria l’avanguar- Rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, dia di questa religione, auspicava che cri- ed è quello delle cosiddette Leggi di Noè o stiani e islamici riconoscessero in Israele il Noachismo. Sodalitium ne ha già parlato Sacerdote dell’Umanità, entrando così a far nell’articolo del giugno 2002 (n. 54): “Par- parte della Religione universale noachita lare chiaro per capirsi meglio. I Noachidi e (cf La Stampa, 17 gennaio 2007; don Nito- il Rabbino Capo Di Segni”. Il Rabbino Di glia, in Sodalitium, n. 34, pp. 18-34). Ben- Segni, curatore della riedizione delle infami mozegh esprime perfettamente l’idealità Toledoth Jeshu (cf Sodalitium n. 47), par- della parabola dei “Tre anelli” ed il suo lando il 17 gennaio 2002 davanti a numero- scopo finale. si prelati nella sede del Seminario Romano Maggiore, spiegò ai cattolici (?) quale sal- I tre anelli oggi: l’islam vezza vi possa essere per i Gentili (non ebrei), ovvero come anche loro possano Abbiamo già visto come la parabola dei aver parte, in qualche modo, al mondo fu- Tre Anelli trova la sua origine nel- turo. Solo i Noachidi (figli di Noè) che ri- l’ambiente giudaico-musulmano dell’aver- spettano le sette leggi noachidi potranno roismo arabo, prima in Spagna e poi alla “salvarsi”, spiegava il rabbino. E una di corte di Federico II. In una recensione a queste leggi è quella del più stretto mono- una riedizione di Nathan il Saggio, Mons. teismo, rispettata dai musulmani ma non Ravasi scrive che il curatore del volume dai cristiani, a causa dell’adorazione della paragona le parole del giudice nella versio- Trinità e di Cristo. I cristiani sono idolatri ne di Lessing a quelle del Corano: “Se Dio (e gli idolatri devono essere messi a morte). avesse voluto, avrebbe costituito un’unica Ma c’è una “speranza”: quella per i cristia- comunità, ma ciò non fece per provarvi in ni, se non sanno rinunciare alla divinità di quello che vi ha dato. Gareggiate dunque 14 nelle buone opere perché tutti a Dio tornere- Karl Rahner. Dopo che lo Sceicco ha dato te e in quel momento Egli vi informerà di una lezione al Cardinale (Cardinale l’uno quelle cose per le quali ora siete in discor- quanto Sceicco l’altro), Pallavicini propone dia” (V, 46,48). “Egli vi ha amato egual- una versione più tradizionale dei Tre Anel- mente tutti e tre – dice il giudice massone – li, quella della “Tradizione primordiale uni- non volle infatti umiliare due di voi per fa- ca, quella che l’Islam chiama din al qayyma, vorirne uno solo. Sforzatevi di imitare il suo Tradizione assiale, e l’Induismo, Sanatana amore incorruttibile e senza pregiudizi! Dharma, Legge perenne”. “Questa Tradi- Ognuno faccia a gara per dimostrare alla lu- zione primordiale – continua Pallavicini – ce del giorno la virtù della pietra del suo pur essendo ben conosciuta, per lo meno a anello”. La somiglianza è in effetti impres- livello di nozione, dallo stesso Ravasi, dopo sionante. Il già citato Guénon, eminente essere stata in ambiente cattolico indebita- esoterista e massone, come è noto aderì mente etichettata di ‘gnosticismo’, viene co- all’Islam (nella versione esoterica del sufi- stantemente taciuta”. In realtà, la “Tradizio- smo). Suo discepolo è, tra gli altri, il mila- ne primordiale” di Pallavicini, via Guénon, nese Felice Pallavicini, in arte Sceicco Abd risale proprio al Tradizionalismo cattolico al-Wahid Pallavicini, classe 1924, apostata dell’età della Restaurazione, condannato dalla Fede nel 1951, guénoniano, evoliano per il suo fideismo dalla Chiesa, anche se pentito (ma fu Evola, afferma, che lo indi- non tutti i suoi esponenti sono stati condan- rizzò concretamente al Sufismo), animatore nati (de Maistre, de Bonald, Donoso Cor- del Centro Studi metafisici René Guénon e, tes, Lamennais, Ventura di Raulica, Gio- come musulmano, del Co.re.is (Comunità berti, Bonnetty e gli Annales de philosophie religiosa islamica), ambasciatore della Mo- chrétienne, Ubaghs e la scuola di Lovanio, schea di Roma presso il Segretariato vatica- Bautain ecc.), Tradizionalismo che fu uno no per il dialogo interreligioso e membro degli antenati, sempre nel fideismo, del Mo- del Consiglio dei saggi della Grande Mo- dernismo (Laberthonnière diresse gli Anna- schea di Parigi. L’apostata in questione par- les dal 1903 al 1915). Il Tradizionalista Pal- tecipò alla prima riunione di Assisi, voluta lavicini, invece, preferisce citare più antiche da Giovanni Paolo II. Parrà strano, ai non autorità: “l’Islam la riconosce ab origine, informati, che egli sia un buon amico così come riconosce ab origine la legittimità dell’on. Borghezio, noto apparentemente e la validità salvifica di tutti i messaggi suc- come nemico dei musulmani, o che il nostro cedutisi nel corso della storia dell’umanità musulmano sia in ottimi rapporti con la co- per mezzo degli Inviati divini, tema portante munità ebraica, o che una fotografia lo ri- del Sacro Corano e non frutto di qualche tragga vestito da Cavaliere di Malta: quante opinabile speculazione tardiva”. L’Islam, personalità in uno stesso soggetto! Ora, sul che riconosce (a suo modo) la missione di Sole 24 Ore (15 agosto 2010, p. 29, Riparlia- mo di Tradizione primordiale) il nostro Sceicco è intervenuto proprio sul tema della parabola dei Tre anelli, in riferimento ad al- tro articolo pubblicato sul Sole 24 Ore dal collaboratore abituale “Cardinal” Ravasi (1 agosto 2010). Contrariamente ai guénoniani della Loggia di Milano, e a Mons. Ravasi, lo Sceicco, anch’egli guénoniano, non sembra riconoscersi totalmente nella parabola: Sopra: l’on. Borghezio “Monsignor Ravasi sembra condividere il insieme a parere di chi vorrebbe vedere in questo rac- Felice Pallavicini conto l’antidoto agli estremi del fondamen- talismo e del relativismo o ‘concordismo’ che dir si voglia, non rendendosi conto che A fianco: lo stesso di fatto ciò conduce a una sorta di indiffe- sceicco Abd al-Wahid renza per la verità…”. Troppo moderna, per Pallavicini, vestito da Pallavicini, la pur medioevale novella, tanto Cavaliere di Malta più se Ravasi la attualizza con la teologia di 15 Mosè e di Gesù, oltre che di Maometto, è gioni non cristiane: l’Animismo, l’Induismo, ab origine per i “Tre anelli”. La critica dello il Buddismo (n. 2), l’Islam (n. 3) e soprattut- Sceicco alla parabola di Lessing può essere to il Giudaismo (n. 4) condannando ogni paragonata alla critica del massone Guénon discriminazione per motivi religiosi (n. 5). alla Massoneria moderna in nome di una Giovanni Paolo II ha cercato di collegare più tradizionale Massoneria; ma alla fine, se questa valutazione positiva delle religioni non è zuppa è pan bagnato. Che lo Sceicco non cristiane collegandola abusivamente al- sia “Tradizionalista” lo conferma il fatto la dottrina patristica dei “Semi del Verbo” che preferisca… il cardinal Scola al cardinal (cf Sodalitium, n. 48 pag. 39) e all’Incarna- Ravasi: “Il Cardinale Scola ricorre a un al- zione (GS n. 22; discorso ai cardinali dopo tro efficace neologismo quando afferma di la riunione di Assisi), rendendo “visibile” essere aperto alla ‘pluriformità nell’unità’, tali dottrine praticando egli stesso dei gesti frase che richiama il concetto espresso dal rituali di dette religioni. Per Giovanni Paolo nostro maestro, René Guénon, a proposito II “la fermezza della credenza dei membri della pluralità delle ‘forme religiose’. Che te- delle religioni non cristiane è a volte un effet- stimoniano i vari aspetti che insieme si ri- to dello Spirito di verità che opera al di fuori congiungono nella realtà dell’unicità di Dio. delle frontiere visibili del Corpo Mistico” Questo ‘neologismo’ del Cardinale ci per- (enc. Redemptor hominis) e “Lo Spirito mette di augurarci che la nostra prima mo- Santo è persino misteriosamente presente schea di musulmani italiani, nella stessa città nelle religioni e culture non cristiane. (…) di Milano, possa costituire il prodromo di Dello Spirito Santo si potrebbe dire: ognuno un’intesa al vertice fra le rivelazioni Abramo ne ha una parte e tutti l’hanno interamente, monoteistiche” (Il Sole 24 Ore, 31 luglio tanto la sua generosità è inesauribile” (26 2011, p. 24). Scola è più “guénoniano” di marzo 1982). Ma è soprattutto nei confronti Ravasi, quindi… dell’Islam e del Giudaismo (quello attuale, farisaico-anticristiano, che nulla ha a che fa- I tre anelli oggi: i sostenitori del Vaticano II re con quello dei Patriarchi e dei Profeti), ovvero con gli altri due anelli della parabola La Chiesa cattolica ha sempre condan- giudaico-arabo-massonica, che Giovanni nato le false religioni e la Massoneria; Paolo II ha edificato una nuova dottrina. com’è possibile allora che Nathan il Saggio Anche in questo caso, i gesti sono stati si- di Lessing sia ora rappresentato nelle Cat- gnificativi: la visita alla Sinagoga e alla Mo- tedrali? Il fatto nuovo che non può essere schea, la preghiera secondo il costume giu- ignorato, è il Vaticano II. daico al Muro del Pianto; tutti gesti ripetuti Fu allora che l’ecumenismo, condannato più volte da Benedetto XVI-Ratzinger. A dall’enciclica Mortalium animos di Pio XI, Parigi, il 31 maggio 1980, e molte altre vol- venne accolto invece come dottrina e mis- te, ha dichiarato che “i musulmani sono no- sione irreversibile della “Chiesa” (con Lu- stri fratelli nella fede al Dio unico”; quanto men Gentium, Unitatis redintegratio, Orien- ai Giudei, sono i nostri “fratelli maggiori”, talium ecclesiarum, Dignitatis humanae). Fu anzi, “i nostri padri nella fede” (Ratzinger) allora che venne consacrato il “dialogo in- con i quali Dio mantiene ancora l’Alleanza terreligioso” fondato su di una visione posi- “mai abrogata” (21). Per Ratzinger (a Geru- tiva delle religioni non-cristiane (Nostra ae- salemme, 31 maggio 2009) la vita del “cre- tate), dialogo da estendere anche agli atei dente”, sia esso cristiano, musulmano o giu- (Gaudium et spes, 19-21) nella convinzione deo, è simile, viene da Dio e a Lui conduce: che Cristo, incarnandosi, si è unito in un “Questa stessa dinamica si riscontra in sin- certo modo a ogni uomo (ibidem, n. 22) e goli credenti delle tre grandi tradizioni mo- che la religione del Dio fatto Uomo si è in- noteistiche: in sintonia con la voce di Dio, contrata e non scontrata con la Religione come Abramo, rispondiamo alla sua chia- dell’uomo che si fa Dio (Paolo VI, discorso mata e partiamo cercando il compimento di chiusura del Vaticano II). La dichiarazio- delle sue promesse, sforzandoci di obbedire ne conciliare Nostra aetate, voluta per quel alla sua volontà, tracciando un percorso nel- che riguarda il Giudaismo dal l’associazione la nostra particolare cultura. (…) Il primo ebraico-massonica B’nai B’rith (20) per la passo di Abramo nella fede, e i nostri passi prima volta presenta positivamente le reli- verso o dalla sinagoga, la chiesa, la moschea 16 o il tempio, percorrono il sentiero della no- stra singola storia umana, spianando la stra- da, potremmo dire, verso l’eterna Gerusa- lemme (cfr Ap 21, 23)”. Per la nuova dottri- Mons. Nicola Bux na conciliare, cristiani, musulmani e giudei 1) adorano lo stesso Dio appartenendo alle tre grandi religioni monoteistiche 2) appar- tengono alla discendenza spirituale di Abra- effettuato ricerche all’Ecumenical Institute, mo, come se fosse secondaria la Fede nella al Biblicum di Gerusalemme e all’Istituto SS. Trinità, nella divinità di Cristo, nell’In- Sant’Anselmo di Roma; Mons. Nicola Bux carnazione e nella Redenzione, e come po- è Docente di Teologia sacramentaria alla tesse darsi fede sovrannaturale quando non Facoltà Teologica di Bari e Issr, Consultore solo si ignorano, ma si negano apertamente Congregazione Cause dei Santi e della Dot- questi dogmi rivelati. trina della Fede, nonché dell’Ufficio per le La riunione di tutte le religioni voluta celebrazioni pontificie, perito al Sinodo dei da Giovanni Paolo II ad Assisi va persino Vescovi del 2005 e 2010, consulente della al di là della parabola dei Tre Anelli: “Il rivista “Communio” (quella della Nouvelle nostro interconfessionalismo ci ha valso la Théologie), autore di numerosissime pub- scomunica ricevuta nel 1738 da Clemente blicazioni di teologia dogmatica e liturgica XI. Ma la Chiesa era certamente nell’errore e, secondo Disputationes Theologicae, “tra i – scrisse il Gran Maestro Corona – se è vero più stimati collaboratori del Santo Padre che il 27 ottobre 1986 l’attuale Pontefice ha Benedetto XVI” (nel 1977 Joseph Ratzinger riunito ad Assisi uomini di tutte le confessio- scrisse la prefazione a un libro di don Bux). ni religiose per pregare assieme per la pace. Quando l’illustre Monsignore venne ordi- Cos’altro cercavano i nostri Fratelli quando nato (?) sacerdote col nuovo rito, nel 1975, si riunivano nei Templi, se non l’amore tra era a tutti noto il caso-Lefebvre e la que- gli uomini, la tolleranza, la solidarietà, la di- stione della riforma liturgica messa in dis- fesa della dignità della persona umana, con- cussione; notizie di don Bux al riguardo: siderandosi eguali al di là del loro credo po- non pervenute. Non pervenute anche le no- litico, del loro credo religioso, del loro colo- tizie di una celebrazione del rito detto di re della pelle?” (Hiram, primavera 1987). San Pio V, quando detta celebrazione – ora Scrive pure Padre Rosario Esposito, S.SP, dichiarata “mai vietata” – era vietata, ecco- già da noi citato: “Il 27 ottobre 1986 Gio- me. Ma dopo il Motu Proprio Summorum vanni Paolo II invita ad Assisi i capi supre- Pontificum del 2007, non si sente più parla- mi di molte religioni. Tutti pregano per la re che di don Bux, anzi: Mons. Bux. Spesso pace, ognuno resta nella propria religione, e presente quando c’è da celebrare col “rito prega con le proprie formule. Lo spirito di straordinario”, sempre in prima fila nei Assisi, che già si era espresso infinite volte, convegni sull’antica liturgia, esegeta della anche se in termini meno solenni e pubblici, “riforma della riforma liturgica” ratzinge- ha poi compiuto molti altri passi. La Mas- riana (N. BUX, La riforma di Benedetto soneria è stata istituita esattamente per XVI, con prefazione del “cardinal” Cañiza- impostare questo spirito e lo ha codificato res, ed. Piemme) Mons. Bux ci avverte, un fin dal primo giorno della sua fondazio- po’ in ritardo ma incoraggiato da Vittorio ne…” (22). Joseph Ratzinger, che già ha Messori, che andare a messa (?!) oggi può beatificato il responsabile della prima ri- comportare la perdita della fede (N. BUX, unione di Assisi, si è fatto promotore, per il Come andare a Messa e non perdere la fede, 25°anniversario, di una seconda riunione ed. Piemme), anche se un contributo al da lui presieduta di questa grande Loggia problema lo ha dato lui stesso, se è vero, moderna, che si dovrà tenere tra poco. come scrivono elogiosi su Effedieffe che ha collaborato col Vescovo benedettino Ma- I tre anelli oggi: nei nostri ambienti, il caso grassi alla riforma postconciliare della litur- curioso di Mons. Bux gia nella sua diocesi (Bari). Saremmo forse divenuti gelosi dell’operaio dell’ultima ora? Non sono i titoli che gli mancano: nato Disprezzeremmo un’illustre conversione? a Bari nel 1947 e ordinato (?) nel 1975, ha Il problema è un altro. Il problema è che 17 molti “tradizionalisti” pendono ormai dalle noniane e/o evoliane, molte volte tramite la labbra di un personaggio il quale, imitando lezione di Mordini. Sodalitium ne ha parla- d’altra parte Benedetto XVI, è maestro di to più volte, ad esempio in Massimo Intro- ecumenismo e di dialogo interreligioso. In- vigne e la massoneria (n. 35), Introvigne. fatti, Nicola Bux, già nel 2005 e ancora nel Dalle Messe nere alla Gran Loggia (n. 38), 2011, è collaboratore, con Michele Locon- La smentita di Massimo Introvigne (n. 39), sole (che scrive strafalcioni quali “il Dio tri- Julius Evola, uomo tradizionale o cabalista? nitario che si è incarnato” – si è incarnata (n. 42), Tra esoterismo e devozione (n. 43), solo la seconda Persona! – o Maometto che Alleanza…massonica? (n. 46), Un grande è “asceso in Cielo” da Gerusalemme) e iniziato: René Guénon (n. 47), Joseph de Philippe Farah del “Calendario comparato Maistre esoterico? (n. 49), Karol, , Ja- ebraico cristiano islamico” a cura dell’Enec kob (n. 49), Costruiremo ancora Cattedrali: (Europe-Near Est Centre). Anche Nicola l’esoterismo cristiano da Giovanni Cantoni Bux è, quindi, un discepolo della parabola a Massimo Introvigne (n. 50), Cristina Cam- dei Tre Anelli… in rito straordinario. La po o l’ambiguità della Tradizione (2005) “riforma della riforma” consiste dunque in ecc. ecc. questo: mettere a capo dei cattolici tradi- La serie di articoli ebbe inizio segnalan- zionali dei modernisti in rito straordinario. do una rivista massonica, Ars regia (23) alla quale collaboravano sia Massimo Introvi- I tre anelli oggi: nei nostri ambienti, in mar- gne sia Franco Cardini, uno strenuo difen- cia verso Assisi! (quella di Wojtyla, non sore di Israele (e non è il solo), l’altro del quella di San Francesco) mondo islamico (e non è il solo). Lo storico Cardini (del quale abbiamo ancora parlato Pellegrini della verità verso Assisi. Un a proposito di Ipazia: Sodalitium n. 64, Il approfondimento sui passi di Benedetto mito di Ipazia) è stato altresì a lungo presi- XVI… Sabato 1 ottobre i “tradizionalisti” dente, ed è ancora sostenitore, dell’as - versione “Motu proprio” si mettono in sociazione culturale Identità Europea marcia verso… l’incontro delle religioni di dell’editore riminese Adolfo Morganti (ed. Assisi, incredibile ma vero! Messa (?) di il Cerchio) (24). A Morganti vorremmo chie- Mons. Pozzo, partecipazione dei Francesca- ni dell’Immacolata e del solito Bux (vedere Invito del convegno del 1/10/2011 dei “tradizionalisti” versione “Motu proprio” che si mettono in marcia la locandina) ecc. Già alle GMG di Madrid verso… l’incontro delle religioni di Assisi, erano presenti ex-lefebvriani, e persino il vescovo Rifan acclamante Kiko Arguello (catecumenali), ed è stata celebrata una messa (?) nel cosiddetto “rito romano anti- co”. Ora, persino “lo spirito di Assisi”. Pao- lo VI perseguitava chi voleva rimanere cat- tolico, Ratzinger lo fa diventare ecumeni- sta. Avanti col “rito romano antico” (cele- brato magari da sacerdoti ordinati col rito antiromano moderno) verso la religione universale del rabbino Benamozegh!

I tre anelli oggi: nei nostri ambienti, tradi- zionalisti per quale tradizione?

Se il clero più o meno tradizionale entra nei ranghi della Compagnia degli Anelli grazie a Joseph Ratzinger, molti laici vi hanno sempre militato. Si tratta di coloro che negli anni ’60 e ’70 e seguenti, approda- rono al “tradizionalismo cattolico” (di ogni sfumatura) da precedenti esperienze gué- 18 P.S: una breve ricerca sul sito del Gris di Ri- mini riporta le seguenti parole del professo- re: “In seguito però - spiega Morganti - qualcosa cambiò. L’affermarsi dell’ideolo- gia comunista in Oriente spinse la Chiesa a riappacificarsi con i nemici di un tempo. Fu soprattutto Pio XII ad aprire un dialogo con la Massoneria e, di fatto, i contatti tra le due entità diventarono prassi” (…) “Le due isti- tuzioni possono collaborare ad esempio per le iniziative benefiche, ma sono reciproca- mente irriducibili”. Dubito che Morganti smentisca il Gris di Rimini, ovvero se stes- so. Dobbiamo quindi concludere che per lui: 1) Chiesa e Massoneria si sono riappaci- ficate 2) Chiesa e Massoneria possono colla- borare 3) che fu soprattutto Pio XII ad apri- re il dialogo tra cattolici e massoni (ci dica come, dove, quando). Ah, la conferenza del Il “Calendario comparato ebraico cristiano islamico” a professore è del maggio 2009, si è svolta ad cura dell’Enec (Europe-Near Est Centre) alla cui Acquaviva Picena, presso il Centro ricerche redazione collabora anche Nicola Bux personalistiche Raïssa e Jacques Maritain, e la conferenza s’intitolava Massoneria e dere un’informazione. La rivista fondata dal Chiesa cattolica. Rotary Club di Rimini, Ariminum (maggio- giugno 2010, pp. 51-52) ha pubblicato un ar- ticolo di tal Arnaldo Pedrazzi, “Pedagogia Contro i “tre anelli”, Cristo via verità e vi- delle libertà”, apologetico nei confronti del ta. Il Cattolicesimo integrale Grand’Oriente d’Italia. Da parte del Rotary Club questo non stupisce (anche se in gene- Molto ancora si potrebbe dire, giacché re è aduso a maggiore discrezione, e anche innumerevoli sono i reggimenti della “com- se il vicino Rotary Club di Novafeltria-Alto pagnia degli Anelli”. Concludo però con un Montefeltro annovera a sorpresa tra i suoi messaggio di speranza. Si può, ancor oggi, soci il vescovo più ratzingeriano e “tradizio- opporsi all’invito seducente di entrare nel nalista” d’Italia, S.E. Mons. Luigi Negri, Tempio Universale Ecumenico delle Reli- “vescovo” di San Marino). Stupisce invece gioni. Occorre però essere disposti a essere la citazione in grande rilievo che detto arti- rigettati dal Mondo, e credere non solo a colo ci dà di una conferenza di Adolfo Mor- parole ma nei fatti che Cristo è Via, Verità ganti, designato come responsabile del Gris e Vita, ad esclusione di chiunque altro, che (Gruppo di Ricerca e Informazione Socio- sola vera è la sua Chiesa, Cattolica, Aposto- Religiosa) diocesano di Rimini: “L’affer- lica e Romana, fuori della quale non vi è marsi dell’ideologia comunista in Oriente salvezza, che occorre per questo rigettare spinse la Chiesa a riappacificarsi con i nemi- ogni forma di Modernismo e Neo-Moderni- ci di un tempo. Fu soprattutto Pio XII ad smo, togliendogli ogni autorità e legittimità. aprire un dialogo con la Massoneria”. Ora, È il programma che fu di San Pio X, e di co- che sotto Pio XII dei religiosi (traditori) ab- loro i quali, con lui, integralmente cattolici, biano trescato con la massoneria, è certo; lottarono contro l’eresia modernista. Oggi che Pio XII, come Capo di Stato, abbia do- tocca a noi. Non basta condannare i moder- vuto parlare con dei politici massoni, è inne- nisti ormai morti e giudicati da Dio, che non gabile; ma che Pio XII abbia aperto un dia- possono più nuocere (se non tramite i loro logo con la massoneria e si sia riappacificato scritti): sono i modernisti di oggi, ben vivi e con essa, è incredibile. Ecco quindi la do- potenti, prestigiosi e influenti, che occorre manda per il prof. Morganti: ha veramente saper denunciare, dai quali occorre separar- pronunciato questa frase, e quando, oppure ci. E pochi hanno il coraggio di farlo. le è stata falsamente attribuita dal Pedrazzi? 19 APPENDICE et in grandissime sue magnificenze, spese tutto il suo tesoro, e, per alcuno accidente sopravvenuto- Per completezza, pubblichiamo le tre versioni gli, bisognandogli una buona quantità di danari, né della parabola dei Tre anelli. veggendo donde così prestamente, come gli biso- gnavano, aver li potesse, gli venne a memoria un La leggenda dei tre anelli nel testo del ricco giudeo, il cui nome era Melchisedech, il qua- Novellino le prestava ad usura in Alessandria, e pensossi costui avere da poterlo servire quando volesse; Il Novellino (LXXIII) ma si era avaro che di sua volontà non l’avrebbe Il soldano e il giudeo mai fatto, e forza non gli voleva fare: per che, strin- [73] Come il Soldano, avendo bisogno di mo- gendolo il bisogno, rivoltosi tutto a dover trovar neta, vuolle cogliere cagione a un Giudeo modo come il giudeo il servisse, s’avvisò di fargli Il Soldano, avendo bisogno di moneta, fo con- una forza da alcuna ragion colorata (violenza con sigliato che cogliesse cagione a un ricco giudeo apparenza di ragione n.d.r.). ch’era in sua terra, e poi togliesse il mobile suo, E fattolsi chiamare, e familiarmente ricevutolo, ch’era grande oltre numero. Il Soldano mandò per seco il fece sedere, et appresso gli disse: - Valen- questo giudeo, e domandolli qual fosse la migliore te uomo, io ho da più persona inteso che tu se’ fede, pensando: s’elli dirà la giudea, io dirò ch’elli savissimo, e nelle cose di Dio senti molto avanti; e pecca contro la mia. E se dirà la saracina, e io di- per ciò io saprei volentieri da te, quale delle tre rò: dunque, perché tieni la giudea? El giudeo, Leggi tu reputi la verace, o la giudaica, o la saraci- udendo la domanda del signore, rispuose: - Mes- na, o la cristiana. sere, elli fu un padre ch’avea tre figliuoli, e avea un Il giudeo, il quale veramente era savio uomo, suo anello con una pietra preziosa la migliore del s’avvisò troppo bene che il Saladino guardava di mondo. Ciascuno di costoro pregava il padre pigliarlo nelle parole, per dovergli muovere alcuna ch’alla sua fine li lasciasse l’anello. El padre, ve- quistione, e pensò non potere alcuna di queste tre dendo che catuno il voleva, mandò per un fino più l’una che l’altra lodare, che il Saladino non orafo, e disse: - Maestro, fammi due anella così avesse la sua intenzione. Per che, come colui il apunto come questo, e metti in ciascuno una pie- qual parea aver bisogno di risposta per la quale tra che somigli questa. - Lo maestro fece l’anella preso non potesse essere, aguzzato lo ‘ngegno, così a punto, che niuno conoscea il fine, altro che gli venne prestamente avanti quello che dir doves- il padre. Mandò per li figliuoli ad uno ad uno, e a se, e disse: catuno diede il suo in secreto. E catuno si credeva - Signor mio, la quistione la qual voi mi fate è avere il fine, e niuno ne sapea il vero altri che ‘l pa- bella, et a volerne dire ciò che io ne sento, mi vi dre loro. E così ti dico ch’è delle fedi, che sono convien dire una novelletta, qual voi udirete. Se io tre. Il padre di sopra sa la migliore; e li figliuoli, ciò non erro, io mi ricordo aver molte volte udito dire siamo noi, ciascuno si crede avere la buona. - Al- che un grande uomo e ricco fu già, il quale, intra lora il Soldano, udendo costui cosie riscuotersi , l’altre gioie più care che nel suo tesoro avesse, era non seppe che si dire di coglierli cagioni, sì lo la- uno anello bellissimo e prezioso; al quale per lo suo sciò andare. valore e per la sua bellezza volendo fare onore, et in perpetuo lasciarlo ne’ suoi discendenti, ordinò che La leggenda dei tre anelli nel Decamerone colui dei suoi figliuoli appo il quale, sì come lasciato- di Boccaccio gli da lui fosse questo anello trovato, che colui s’in- tendesse essere il suo erede, e dovesse da tutti gli Prima giornata, novella terza altri essere, come maggiore, onorato e reverito. Tocca raccontare a Filomena. Colui al quale da costui fu lasciato tenne somi- Voi dovete, amorose compagne, sapere che, sì gliante ordine ne’ suoi discendenti, e così fece co- come la sciocchezza spesse volte trae altrui di feli- me fatto avea il suo predecessore: et in breve an- ce stato e mette in grandissima miseria, così il sen- dò questo anello di mano in mano a molti succes- no di grandissimi pericoli trae il savio e ponlo in sori; et ultimamente pervenne alle mani ad uno, il grande et in sicuro riposo. E che vero sia che la quale avea tre figliuoli belli e virtuosi, e molto al pa- sciocchezza, di buono stato, in miseria alcun con- dre loro obbedienti; per la qual cosa tutti e tre pari- duca, per molti esempi si vede, li quali non sia al mente gli amava. Et i giovani, li quali la consuetudi- presente nostra cura di raccontare, avendo riguardo ne dell’anello sapevano, si come vaghi ciascuno che tutto ‘l dì mille esempi n’appajano manifesti. Ma d’essere il più onorato tra i suoi, ciascuno per sé, che il senno di consolazione sia cagione, come come meglio sapeva, pregava il padre, il quale era promisi, per una novelletta mostrerò brievemente. già vecchio, che, quando a morte venisse, a lui Il Saladino, il valore del qual fu tanto che non quello anello lasciasse. solamente di piccolo uomo il fe’ di Babilonia Sol- Il valente uomo, che parimente tutti gli amava, dano, ma ancora molte vittorie sopra li Re saracini né sapeva esso medesimo eleggere a qual più to- e cristiani li fece avere, avendo in diverse guerre, sto lasciar lo volesse, pensò, avendolo a ciascuno 20 promesso, di volergli tutti e tre soddisfare; e segre- gli diventasse, senza tenere conto della nascita tamente ad uno buono maestro ne fece fare due ma soltanto per forza dell’anello, il capo e il signore altri, li quali si furono somiglianti al primiero, che del casato.- Tu mi segui, sultano? esso medesimo che fatti gli aveva fare, appena Saladino: Ti seguo. Vai avanti. conosceva qual si fosse il vero. Nathan: E l’anello così, di figlio in figlio, giunse E venendo a morte, segretamente diede a cia- alla fine a un padre di tre figli. Tutti e tre gli ubbidi- scuno de’ figliuoli, li quali, dopo la morte del padre, vano ugualmente ed egli, non poteva farne a me- volendo ciascuno la eredità e l’onore occupare, e no, li amava tutti nello stesso modo. Solo di tanto l’uno negandolo all’altro, la testimonianza di dover in tanto l’uno o l’altro gli sembrava il più degno ciò ragionevolmente fare, ciascuno produsse fuori dell‘anello - quando era con lui solo, e nessun al- il suo anello. E trovatisi gli anelli sì simili l’uno all’al- tro divideva l’affetto del suo cuore. Così, con affet- tro, che qual fosse il vero non si sapeva conosce- tuosa debolezza, egli promise l’anello a tutti e tre. re, si rimase la quistione, qual fosse il vero erede Andò avanti così finché poté. Ma, vicino alla mor- del padre, in pendente, et ancor pende. te, quel buon padre si trova in imbarazzo. Offen- E così vi dico, signor mio, delle tre Leggi alli tre dere così due figli, fiduciosi della sua parola, lo rat- popoli date da Dio Padre, delle quali la quistion trista. Egli, allora, chiama in segreto un gioielliere. e proponeste: ciascuno la sua eredità, la sua vera gli ordina due anelli in tutto uguali al suo; e con lui Legge, et i suoi comandamenti si crede avere a si raccomanda che non risparmi né soldi né fatica fare; ma chi se l’abbia, come degli anelli, ancora perché siano perfettamente uguali. L’artista ci ri- ne pende la quistione. – esce. Quando glieli porta, nemmeno il padre e’ in Il Saladino conobbe, costui ottimamente esse- grado di distinguere l’anello vero. Felice, chiama i re saputo uscire dal laccio il quale davanti a’ piedi figli uno per uno, impartisce a tutti e tre la sua be- teso gli aveva: e per ciò dispose d’aprirgli il suo bi- nedizione, a tutti e tre dona l’anello, e muore. Tu sogno, e vedere se servire il volesse; e così fece, mi ascolti sultano? aprendogli ciò che in animo avesse avuto di fare, Saladino: Ascolto, ascolto. Ma finisci presto la se così discretamente, come fatto avea, non gli tua favola. Ci sei? avesse risposto. Nathan: Ho già finito. Quel che segue si capi- Il giudeo liberamente d’ogni quantità che il Sa- sce da sé. Morto il padre, ogni figlio si fa avanti ladino richiese il servì; et il Saladino poi interamen- con il suo anello, ogni figlio vuole essere il signore te il soddisfece; et oltre a ciò gli donò grandissimi del casato. Si litiga, si indaga, si accusa. Invano. doni, e sempre per suo amico l’ebbe, et in grande Impossibile provare quale sia l’anello vero.- Quasi et onorevole stato appresso di sé il mantenne. come per noi (dopo una pausa, durante la quale egli attende la risposta del sultano) provare quale sia la vera fede. - La leggenda dei tre anelli in “Nathan il saggio” Saladino: Come? Questa è la tua risposta alla di Lessing domanda? Nathan: Valga soltanto a scusarmi, se non oso Nell’opera di Lessing,la novella dei tre anelli si cercare di distinguere gli anelli che il padre fece trova inserita in uno scritto più vasto, Nathan il appunto al fine che fosse impossibile distinguerli. saggio, per l’appunto. Ecco come Nathan rac- Saladino: Gli anelli! Non burlarti di me! Le reli- conta al Saladino l’antica leggenda: gioni che ti ho nominato si possono distinguere Saladino: Ciò per cui chiedo il tuo insegnamen- persino nelle vesti, nei cibi, nelle bevande! to e’ ben altro, ben altro. - Tu che sei così saggio Nathan: E tuttavia non nei fondamenti. Non si dimmi, una volta per tutte- qual e’ la fede, qual e’ fondano tutte sulla storia scritta o tramandata? E la per te la legge più convincente di ogni altra? storia solo per fede e per fedeltà deve essere ac- Nathan: Sultano, io sono ebreo cettata, non e’ vero? E di quale fede o fedeltà du- Saladino: E io sono mussulmano. E fra noi c’è biteremo meno che di ogni altra? Quella dei nostri il cristiano. - Ma di queste tre religioni una sola può avi, sangue del nostro sangue, quella di coloro essere vera. - che dall’infanzia ci diedero prova del loro amore, e Nathan: Mi consenti, sultano, di narrarti una che mai ci ingannarono, se l’inganno per noi non piccola storia?... Molti anni or sono un uomo, in era salutare? Posso io credere ai miei padri meno oriente, possedeva un anello inestimabile, un caro che ai tuoi? O viceversa? Posso forse pretendere dono. La pietra, un opale dai cento bei riflessi co- che tu, per non contraddire i miei padri, accusi i lorati, ha un potere segreto: rende grato a Dio e tuoi di menzogna? O viceversa? E la stessa cosa agli uomini chiunque lo porti con fiducia. Può stu- vale per i cristiani, non e’ vero? pire se non se lo toglieva mai dal dito e se dispose Saladino: (Per il Dio vivente! Ha ragione. Io de- in modo che restasse per sempre in casa sua? vo ammutolire) Egli lasciò l’anello al suo figlio più amato; e lasciò Nathan: Ma torniamo ai nostri anelli. Come di- scritto che a sua volta quel figlio lo lasciasse al suo cevo, i figli, si accusarono in giudizio. E ciascuno figlio più amato; e che ogni volta il più amato dei fi- giurò al giudice di aver ricevuto l’anello dalla mano 21 Nathan: Saladino, se tu senti di essere quel saggio che il giudice promise... Saladino: (precipitandosi verso di lui e afferan- dogli la mano, che non lascerà più fino alla fine) Io polvere? Io nulla? O Dio! Nathan: Che fai, sultano? Gotthold Saladino: Nathan, caro Nathan! I mille e mille Ephraim anni del tuo giudice non sono ancora passati. Il Lessing suo seggio non e’ il mio. Va! Ma sii mio amico.

Note dell’articolo 1) Michel Gaudart de Soulages, Hubert Lamant, Dictionnaire des Francs-Maçons européens, Dualpha, Paris, 2005, p. 587; Michele Moramarco, Nuova enci- del padre (ed era vero), e molto tempo prima la clopedia massonica, Bastogi, Foggia, 1997, vol. II, p. 138; H. de Lubac, La posterité spirituelle de Joachim promessa dei privilegi concessi dall’anello (ed era de Flore, Lethielleux, Paris, 1979, vol. I, p. 275 vero anche questo). Il padre, ognuno se ne diceva 2) Cf DE LUBAC, op. cit., 267, 269, 275; de Lubac certo, non poteva averlo ingannato; prima di so- consacra un intero capitolo della sua “discendenza spi- spettare questo, diceva, di un padre tanto buono, rituale di Gioachino da Fiore” a Lessing, e lo stesso non poteva che accusare dell’inganno i suoi fratel- Moramarco, massone, definisce la filosofia di Lessing li, di cui pure era sempre stato pronto a pensare illuministica-gioachimita (op. cit., p. 139). tutto il bene; e si diceva sicuro di scoprire i traditori 3) Sempre de Lubac fa notare che il primo tradut- e pronto a vendicarsi. tore francese di Nathan il Saggio, il massone Bonnevil- Saladino: E il giudice? Sono curioso di ascol- le, in una sua opera intitolata La Bouche de Fer, defi- niva così la parola Chiesa: “parola greca, sinonimo di tare cosa farai dire al giudice. Parla Loggia…” (op. cit., p. 275, nota 1). È quello che vo- Nathan: Il giudice disse: Portate subito qui vo- gliono fare i modernisti: traformare le chiese e – se stro padre, o vi scaccerò dal mio cospetto. Pen- possibile – la Chiesa, in Loggia. sate che stia qui a risolvere enigmi? O volete re- 4) Inizialmente chiamato Libro di Novelle e di bel stare finché l’anello vero parlerà? Ma... aspettate! parlare gentile, poi Cento novelle antiche. Voi dite che l’anello vero ha il magico potere di 5) Mons. UMBERTO BENIGNI, Storia sociale della rendere amati, grati a Dio e agli uomini. Sia questo Chiesa, vol. IV, tomo I, Vallardi, Milano, 1922, p. 87. a decidere.Gli anelli falsi non potranno. Su, ditemi, 6) ibidem, vol. V, p. 416 chi di voi e’ il più amato dagli altri due? Avanti! Voi 7) ibidem, vol. V, pp. 427-428 8) ibidem, vol. IV, tomo I, pp. 74-75. tacete? L’effetto degli anelli e solo riflessivo, non 9) “Il primo nome veramente sospetto è quello di transitivo? Ciascuno di voi ama solo se stesso? Federico II, Gregorio IX lo accusa in una famosa epi- Allora tutti e tre siete truffatori truffati. I vostri anelli stola di aver detto che ‘il mondo era ingannato da tre sono falsi tutti e tre. Probabilmente l’anello vero si impostori (tribus baratoribus)…”: MARCELINO ME- perse, e vostro padre ne fece fare tre per celarne NENDEZ PELAYO, Historia de los heterodoxos españo- la perdita e per sostituirlo. les, libro III, cap. IV, V. La impidad averroista- Fray Saladino: Magnifico! Magnifico! Tomàs Scoto – El libro ‘De tribus impostoribus’, Nathan: Se non volete, prosegui il giudice, il mio Espasa-Calpe Argentina, Buenos Aires, 1951, p. 224. consiglio ma non una sentenza, andatevene! Ma il 10) Sulla questione cf Georges Minois, Il libro maledetto. La storia straordinaria del Trattato dei tre mio consiglio e’ questo: accettate le cose come profeti impostori, Rizzoli, 2010 (ed. originale francese: stanno. Ognuno ebbe l’anello da suo padre: ognu- Le Traité des trois imposteurs, Albin Michel, Paris, no sia sicuro che esso e’ autentico. Vostro padre, 2009). L’autore, tutt’altro che raccomandabile, se- forse, non era più disposto a tollerare ancora in ca- guendo Massignon ritrova la tesi dei tre impostori in sa sua la tirannia di un solo anello. E certo vi amò alcune sette arabo-musulmane del X secolo; ma già ugualmente tutti e tre. Non volle, infatti, umiliare due due erano gli impostori per Celso, abbondantemente di voi per favorirne uno. Orsù! Sforzatevi di imitare il debitore, per le sue argomentazioni, dal Talmud (e suo amore incorruttibile e senza pregiudizi. Ognuno non viceversa; cf pp. 26-36). faccia a gara per dimostrare alla luce del giorno la 11) Menendez Pelayo cita fra questi Fra’ Tomma- so Scoto (quasi omonimo di Michele Scoto, e come lui virtù della pietra nel suo anello. E aiuti la sua virtù negromante), frate apostata sia dei francescani che dei con la dolcezza, con indomita pazienza e carità, e domenicani, il quale “conversava notte e giorno coi con profonda devozione a Dio. Quando le virtù degli giudei” ed insegnava che “tres deceptores fuerint in anelli appariranno nei nipoti, io li invito a tornare in tri- mundo, scilicet Moises qui decepit Judaeos, et Christus bunale, fra mille e mille anni. Sul mio seggio siederà qui decepit christianos, et Maomethus qui decipit Sara- un uomo più saggio di me; e parlerà. Andate! Così cenos” (pp. 20-226 e CXXXVIII- CXL) disse quel giudice modesto. 12) U. BENIGNI, op. cit., vol. IV, tomo I, pp. 91-94. Saladino: Dio! Dio! 13) James Darmesteter (1849-1894), orientalista 22 alsaziano, insegnante al Collège de France. vanni Paolo II in Israele, nel corso della quale egli si è 14) U. BENIGNI, op. cit., vol. IV, tomo I, pp. 101-103. rivolto ai Rabbini Capi d’Israele in questi termini: 15) GASTON PARIS, La poésie du moyen-age, 3° «Noi (ebrei e cristiani) dobbiamo cooperare per edifi- edizione, Paris 1906, II, pp. 131-163. care un futuro nel quale non vi sia più antigiudaismo 16) MARIO PENNA, La parabola dei tre anelli e la fra i cristiani e anticristianesimo fra gli ebrei. Abbiamo tolleranza nel Medioevo, Gheroni editore, Torino, 1952. molto in comune. Insieme possiamo fare molto per la 17) ALBERT G. MACKEY, Enciclopedia of Freema- pace, per la giustizia e per un mondo più fraterno e sonry, ed. rivista e ampliata da Robert I. Clegg, The umano »” (Pontificia Commissione Biblica, Il popolo Masonic History Company, Chicago, 1953, vol. I, pp. ebraico e le sue sacre scritture nella Bibbia cristiana, 585-586, voce Lessing. Il classico dizionario massonico n. 86, Libreria Editrice Vaticana, 2001. Nella prefazio- riporta la trama di Nathan il Saggio, nonché il testo in- ne, il card. Ratzinger scrive: “i cristiani possono impa- tegrale del racconto dei Tre Anelli nella versione di rare molto dall’esegesi giudaica praticata per 2000 an- Lessing. ni”. Confutazione di questi errori, don Nitoglia in So- 18) J-P. LAURANT, René Guénon. Esoterismo e dalitium, n. 57, pp. 30-49). tradizione. Ed. italiana a cura di PierLuigi Zoccatelli, 22) R. ESPOSITO SSP, Chiesa e Massoneria. Un ed. Mediterranee, 2008, pp. 124 e nota 60. PierLugi DNA comune, Nardini, Firenze, 1999, pp. 12-13, cit. Zoccatelli è già noto ai nostri lettori nella sua doppia anche, e più ampiamente, in Sodalitium n. 60, p. 9. veste di studioso appassionato di Crowley, Guénon, 23) Ars Regia ha cessato le pubblicazioni. Pubbli- Charbonneau, e nello stesso tempo di braccio destro cata a Firenze nel 1993. Ars Regia, contava tra i suoi di Massimo Introvigne in Alleanza Cattolica e nel Ce- collaboratori, tra gli altri, almeno i seguenti “fratelli”: snur. A suivre… Direttore ed editore: Mauro Mugnai, già Presi- 19) FULVIO CONTI (a cura di), La massoneria a Li- dente della Gran Loggia d’Italia del Rito simbolico vorno. Dal Settecento alla Repubblica, Il Mulino, Bolo- italiano, secondo sorvegliante Loggia Nuova Italia- gna, 2006, pp. 390-398, in specie p. 397. Elio Toaff ha Honor del GOI (Fulvio Conti), nel 1952 capo della scritto al proposito La Torah universale dei Bené Loggia Honor. Alla Direzione scientifica abbiamo due Noach su Rassegna mensile di Israel, LIX, 1-2, 1993, massoni, Branca e Rossi: pp. 137-140. “Come mi informa F. Conti, esiste attual- Mariano Bianca, dell’Università di Siena, ma an- mente anche un ramo della Massoneria che si rifà ai che direttore di Massoneria oggi, Hiram, Arkete, e del- principi del noachismo” (p. 398, nota 118). Il prote- le edizioni Atanor. stante Steno Stari, che Vittorio Feltri si tira sempre Paolo Aldo Rossi, dell’Università di Genova. Diri- dietro, ha intervistato su Libero (30 dicembre 2006) il ge Airesis, le ragioni dell’eresia; membro dell’Ass. cultu- Patriarca del Rito Noachita Umberto Verza. Il Rito, rale Le Tarot, partecipa al Convegno naz. di studi alche- dice Verza, “nacque per fortificare e svolgere le fonda- mici a Pavone (ott 2008) del GOI; al convegno di Triora menta etiche della massoneria che secondo le Costitu- della Gran Loggia d’Italia Piazza del Gesù, Palazzo Vi- zioni di Anderson deve patrocinare le Sette Leggi di telleschi “E farai in modo che nessuna strega viva” (li- Noach (Noè) tramandate dal Talmud”. Titolo dell’arti- bro ed. Mimesis) cui partecipa anche Franco Cardini; di- colo (p. 19): “Cristianesimo, ebraismo e islam riuniti rettore della sezione “storia del pensiero” della rivista sotto il dio dei massoni noachiti”. Hiram; scrive la prefazione a “E Dio creò l’uomo e la 20) E. RATIER, Misteri e segreti del B’nai B’rith, Massoneria” di Clara Miccinelli, Genova 1985. Centro Librario Sodalitium. Nel comitato scientifico vi sono molti massoni: 21) “Giovanni Paolo II più volte ha preso l’inizia- Michele del Re: dell’Università di Camerino, av- tiva di sviluppare questa dichiarazione nel suo magi- vocato, membro del CNR, scrive di Crowley e satani- stero. Nel corso della sua visita alla sinagoga di Ma- smo, nuovi culti e sette. Fu affiliato alla Loggia P2 del gonza (1980), diceva: « L’incontro tra il popolo di Dio GOI. Suo uno studio sul tempio satanico in un’opera dell’Antica Alleanza, che non è stata mai abrogata da di Bianca (ed Atanor). Collaboratore esterno di Hi- Dio (cf Rm 11, 29), e quello della Nuova Alleanza, è al ram. Paolo Chiozzi, dell’ Università di Firenze, ma an- tempo stesso un dialogo interno alla nostra Chiesa, in che del comitato scientifico della rivista massonica Hi- qualche modo tra la prima e la seconda parte della sua ram Enrica Tedeschi dell’Università di Roma, ma an- Bibbia ». Più tardi, rivolgendosi alle comunità ebrai- che collaboratrice esterna di Hiram, rivista del GOI. che d’Italia durante la sua visita alla sinagoga di Roma Altri membri del comitato, come Servadio, Salvini (1986), dichiarava: « La Chiesa di Cristo scopre il suo erano già stati segnalati da noi come massoni. Resta- “legame” con l’ebraismo “scrutando il suo proprio mi- no, tra gli altri… Cardini e Introvigne. stero” (cf Nostra Aetate, 4). La religione ebraica non ci 24) Il catalogo della casa editrice è chiaro esempio è “estrinseca”, ma, in un certo qual modo, è “intrinse- dell’interesse dell’editore per tutte le tradizioni reli- ca” alla nostra religione. Abbiamo quindi verso di essa giose e lo spiritualismo guénoniano. Per restare in te- dei rapporti che non abbiamo con nessun’altra religio- ma, segnalo solo un libro di Cardini, Fratelli in Abra- ne. Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si mo, edito da Il Cerchio, consacrato ai nostri “fratelli” potrebbe dire i nostri fratelli maggiori ». Infine, duran- islamici e giudei. te un colloquio sulle radici dell’antigiudaismo in am- biente cristiano (1997), ha dichiarato: « Questo popolo è radunato e condotto da Dio, Creatore del cielo e della terra. La sua esistenza non è quindi un puro fatto di na- tura né di cultura... È un fatto soprannaturale. Questo popolo persevera verso e contro tutto perché è il popo- lo dell’Alleanza e perché, nonostante le infedeltà degli uomini, il Signore è fedele alla sua Alleanza ». Questo magistero è stato come suggellato dalla visita di Gio- 23 ria di Padre Ferrari – ho il dovere di riferir- Controversie lo ai lettori; prima dell’articolo di Sodali- tium, però, le lodi verso la figura di Vannu- telli non erano accompagnate da questa ne- Sodalitium n. 64: cessaria puntualizzazione. Lo studio di So- dalitium sulla figura di don Vannutelli è sta- precisazioni e approfondi - to citato da vari autori, tra i quali spicca per menti, obiezioni e risposte… importanza Roberto De Mattei nel suo Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta don Francesco Ricossa (Lindau, Torino, 2010, p. 80).

e Sodalitium esce di rado, almeno quando VATICANO II: CONTINUITÀ O ROTTURA? Sesce fa parlare di sé o, meglio ancora, sol- E RMENEUTICA DEL CONCILIO ED leva delle questioni che non lasciano indiffe- ERMENEUTICA DI RATZINGER renti e permettono di approfondire gli studi cattolici. Rispondiamo, in questo articolo, ad Anche l’articolo su Mons. Gherardini, alcune obiezioni che ci permettono così di Vaticano II ed ermeneutica della continuità approfondire gli argomenti già trattati. (pp. 2-31) ha occasionato una lettera all’au- tore dello stesso Mons. Gherardini, datata MONS. VANNUTELLI NON ERA ORATORIANO 1 agosto 2010, lettera cortesissima come (MA ERA MODERNISTA) quelle di Padre Cerrato, d’altronde. Mons. Gherardini trova la critica che Sodalitium Iniziamo il nostro giro esplorativo ha rivolto a Vaticano II, un discorso da fare, dall’articolo intitolato Un “profeta” moder- “non molto fondata” ma nello stesso tempo nista. Il testamento di don Primo Vannu- concede: “quanto al mio libro, lei avrebbe telli (pp. 14-22). In questo articolo citavo ragione se, invece d’un richiamo o denuncia Padre Edoardo Aldo Cerrato C.O., il quale d’un fatto con invito a parlarne, si fosse trat- mi ha scritto due lettere molto cordiali, il 3 tato della dimostrazione d’una tesi”. Su que- e 4 agosto 2010, a proposito di don Primo sto piano e da questa prospettiva non pos- Vannutelli. Nella prima Padre Cerrato pre- siamo che valutare positivamente le fatiche cisa “che monsignor Primo Vannutelli (molti altri saggi dell’insigne teologo sono (“don” prima di ricevere la nomina a Prela- stati pubblicati dopo il libro da noi recensi- to domestico) non è mai stato un religioso to) di Mons. Gherardini, che ha avuto il dell’Oratorio: come altri sacerdoti secolari merito di rilanciare il dibattito di capitale (anche gli Oratoriani lo sono, ma apparte- importanza sulla “continuità” o, al contra- nenti a una di quelle che un tempo erano det- rio, la “rottura” tra la dottrina della Chiesa te “Società di vita comune senza voti” e nel e quella del Vaticano II e del post-Concilio. vigente C.J.C. “Società di vita apostolica”) è Studi come quelli di De Mattei e Mons. vissuto nella Casa dell’Oratorio di Roma in Gherardini (sui quali abbiamo gravi riser- qualità di ospite e vi è morto, ma mai è ap- ve) hanno perlomeno costretto i difensori partenuto alla Congregazione: fu sempre del Vaticano II ad alcune risposte non prive “don” e mai “padre” Primo Vannutelli, an- di interesse, prima fra tutte quella di Mar- che se in diverse pubblicazioni lo si può tro- tin Rhonheimer, svizzero, sacerdote vare – scorrettamente – indicato con tale tito- dell’Opus Dei, docente di Etica e filosofia lo”. Poiché anche il sito della Chiesa Nuova alla Pontificia Università della Santa Croce parlava di “Padre Vannutelli” (come religio- so filippino, quindi) Padre Cerrato ha prov- Mons. Brunero Gherardini (il primo a sinistra) veduto a far correggere l’informazione erra- ta (e, a quanto pare, a far cancellare dal sito ogni memoria di Vannutelli). Il medesimo religioso ha pure precisato che né lui, né il defunto Padre Ferrari, nell’elogiare la figu- ra di Vannutelli intesero condividerne il pensiero modernista, e questo – a tutela dell’onore di Padre Cerrato e della memo- 24 a Roma, collaboratore della rivista Nova et rardini, De Mattei, Rhonheimer, pubblicato vetera, un tempo palestra del card. Journet da Magister il 26 maggio 2011). I “concor- e ora del card. Georges Cottier, già Teolo- disti”, spiega Rhonheimer, ovvero coloro go della Casa Pontificia, e di Padre Charles che pensano (o dicono) che non c’è contra- Morerod o.p., Rettore della Pontificia Uni- sto ma continuità tra l’insegnamento del versità di San Tommaso. Tutta la questione Vaticano II sulla libertà religiosa e la prece- prende le sue mosse dal celebre discorso di dente condanna della stessa fatta da Pio IX Benedetto XVI alla Curia Romana del 22 e da altri Papi, errano doppiamente: sia dicembre 2005, quello – per intenderci – perché oggettivamente il contrasto è evi- “dell’ermeneutica della rottura e della dis- dente, sia perché lo stesso Benedetto XVI continuità” (sconfessata da Ratzinger) e al lo sostiene! In questo modo, volendo difen- contrario “dell’ermeneutica della continui- dere Vaticano II e Benedetto XVI, i “con- tà” tra Chiesa pre- e post-conciliare, che cordisti” non accettano fino in fondo né Ratzinger avrebbe invece approvato. Già l’uno né l’altro. Gli interventi di don Rhon- su Sodalitium, n. 59 pp. 41-43, avevo fatto heimer dovrebbero essere citati per esteso notare come per la prima volta, esplicita- e – non potendolo fare – rinvio al predetto mente, Benedetto XVI aveva ammesso la sito di Sandro Magister; mi limito ad alcune “discontinuità” tra l’insegnamento dei Papi citazioni: “checché se ne dica, non si può ne- e quello del Vaticano II sulla libertà religio- gare che è precisamente questa dottrina del sa. Questa ammissione è di una tale gravità, Vaticano II che è stata condannata da Pio e comporta così grandi conseguenze, che al- IX nell’enciclica “Quanta cura”; “la dottrina cuni (tra i quali Massimo Introvigne, ben del Vaticano II rappresenta qui una chiara noto ai nostri lettori), proclamatisi difenso- svolta rispetto al passato”; “l’enciclica ri d’ufficio di J. Ratzinger, hanno tentato Quanta cura di Pio IX non prendeva di mi- una disperata “ermeneutica dell’ermeneuti- ra gli atei liberali, ma l’influente gruppo dei ca” del suo discorso per negare quanto egli cattolici liberali (…). È per questa ragione invece chiaramente afferma. E non è solo che Pio VI aveva condannato la ‘Dichiara- la cosiddetta “Scuola di Bologna” che, ap- zione dei Diritti dell’uomo e del cittadino’ pellandosi proprio al discorso che l’avrebbe della Rivoluzione francese, nel Breve Quod sconfessata, si “annette il papa” (cf Sandro aliquantulum del 1791. Essa rappresenta Magister, “Confermato: il Concilio fu ‘svol- l’apostasia pubblica di un’intera nazione. ta epocale’. La scuola di Bologna annette il (…) Nel suo discorso del 2005, Benedetto papa” in www.chiesa.espressonline.it, 11 di- XVI prende le difese della prima fase, quella cembre 2007) ma è “un saggio del filosofo ‘liberale’ della Rivoluzione francese, che egli Martin Rhonheimar a sostegno del papa” distingue anche così dalla seconda, la fase (Magister, 28 aprile 2011) che spiega come giacobina (…). Facendo così riabilita ugual- non sia possibile affermare una continuità mente la ‘Dichiarazione dei diritti dell’uomo tra la dichiarazione conciliare Dignitatis hu- e del cittadino’ del 1789, sorta dallo spirito manae personae sulla libertà religiosa ed il del parlamentarismo rappresentativo e dal magistero dei “Papi del XIX secolo”. Rhon- pensiero costituzionale americano”; “il Vati- heimar ha illustrato questa posizione, che è quella di Joseph Ratzinger nel discorso del Anche Joseph Ratzinger ha ammesso la “discontinuità” 22 dicembre 2005, in un articolo pubblicato tra l’insegnamento dei Papi e quello del Vaticano II su Nova et vetera (ottobre-dicembre 2010: L’“herméneutique de la reforme” et la liber- té de religion) e l’ha ribadita rispondendo alle critiche dei difensori d’ufficio di Joseph Ratzinger, i quali non a caso provengono dalle fila del Tradizionalismo da loro in se- guito rinnegato, quali Massimo Introvigne (Vaticano II. Non semplice continuità, ma “riforma nella continuità”, pubblicato da Magister l’11 maggio 2011) ed il benedetti- no Basile Valuet del monastero del Bar- roux (Perché non sono d’accordo con Ghe- 25 cano II ha avuto il merito di superare la tipi- conosce – ciò che sostiene Dignitatis huma- ca equiparazione effettuata dalla dottrina nae al n. 1 – che ‘la verità non si impone che preconciliare tra la libertà religiosa, l’indif- per la forza della verità stessa (…)’. Non si ferentismo e l’agnosticismo. Si tratta, per tratta di due Chiese distinte nel senso dog- quanto riguarda il magistero della Chiesa, di matico o costitutivo, ma di due Chiese che una tappa storica che non può essere com- comprendono in maniera diversa le loro re- presa che alla luce dell’ ‘ermeneutica della lazioni con il mondo e con l’ordine tempo- riforma’ preconizzata da Benedetto XVI. rale. Il Vaticano II non si pronuncia né per Vale la pena di prendere seriamente in con- uno stato strettamente laico – nel senso della siderazione questa esigenza e non stempe- ‘laicité’ francese tradizionale – né per la rarla in falsi schemi di continuità…”; “oggi messa al bando della religione nella sfera la Chiesa ha modificato la sua concezione privata, ma per una Chiesa che non preten- della funzione dello stato e dei suoi doveri de più di voler imporre la regalità di Cristo verso la vera religione…”; “quando Bene- per mezzo del potere temporale e che per detto XVI afferma che il Concilio Vaticano questo fatto stesso riconosce allo stato mo- II ‘con il decreto sulla libertà religiosa ha ri- derno secolare – non militante – la sua laici- conosciuto e fatto suo un principio essenzia- tà politica”. E qui ci fermiamo, limitandoci le dello stato moderno’, manifesta chiara- a quanto l’autore ha sostenuto nell’articolo mente una concezione della natura e dei do- pubblicato su Nova et vetera. Per lui, il ma- veri dello stato molto diversa e opposta alla gistero papale sulla questione, precedente il concezione dello stato di Pio IX, come pure Vaticano II, è una “zavorra della storia”. alla visione tradizionale della sottomissione Dove va a finire, allora, “l’ermeneutica del- del potere temporale al potere spirituale”; “è la continuità” propugnata da Benedetto dunque corretto dire che la rivendicazione XVI? E che ne è della continuità della da parte del Vaticano II della libertà religio- Chiesa e dell’infallibilità del magistero? Al sa come esigenza propria del diritto natura- seguito di J. Ratzinger, Martin Rhonheimer le, vale a dire il diritto civile alla libertà di tranquillizza (sic) tutti: la rottura c’è solo culto, non è altro che ciò che era stato con- tra il magistero conciliare e la “zavorra del- dannato nell’enciclica Quanta cura e nel suo la storia” (il magistero dei Papi sulla regali- allegato, il Syllabus degli errori”; “per sfug- tà di Cristo), ma non tra il Vaticano II e la gire al supposto pericolo d’una contraddi- più antica Tradizione della Chiesa ché anzi zione dottrinale, si potrebbe tuttavia rifu- il Vaticano II sarebbe tornato alla più anti- giarsi dietro l’argomento che le condanne di ca Tradizione proprio eliminando la zavor- Pio IX non sono state delle condanne dottri- ra. Ratzinger e Rhonheimer, in fondo, in- nali, ma unicamente disciplinari. Nel qual tendono la fedeltà del Vaticano II alla Tra- caso non ci sarebbe dunque una discontinui- dizione come un ressourcement, un ritorno tà dottrinale. (…) Considero questa obiezio- alle fonti, secondo l’espressione del “cardi- ne come errata. (…) Pio IX comprendeva la nale” Congar: “la rivoluzione di Papa Gio- sua condanna della libertà religiosa come vanni – scrisse Padre Balducci – è rivoluzio- una necessità di ordine dogmatico e non so- ne ‘par ressourcement’, che lascia morire le lamente come una misura disciplinare (co- tradizioni recenti non in nome dei diritti del me sarà più tardi il caso del Non expe- futuro, ma in nome delle più autentiche tra- dit….). (…) La rivendicazione della libertà dizioni del passato” (1). Per questo, non ci religiosa (…) era percepita all’epoca come sarebbe una Chiesa preconciliare e una una eresia, o almeno come una maniera di postconciliare, ma una sola Chiesa che sem- arrivarci”; “la concezione dei compiti e dei pre si rinnova e si riforma nella storia, eli- doveri dello stato verso la vera religione, che minando mano a mano le scorie e le zavor- faceva autorità per Pio IX, è stata tacitamen- re del passato per essere sempre più fedele te archiviata dall’atto di magistero solenne al modello primitivo. L‘infallibilità non sa- di un concilio ecumenico”; “il Concilio Vati- rebbe compromessa, giacché, secondo cano II ci pone effettivamente davanti a una Rhonheimer, malgrado quel che pensava scelta: la scelta tra, da una parte, una Chiesa Pio IX, il suo insegnamento in materia non che cerca di affermare e imporre la sua veri- era garantito dall’infallibilità. È da notare tà e i suoi doveri pastorali per mezzo del po- che – seppure in maniera speculare – lo tere civile e, d’altra parte, una Chiesa che ri- stesso ragionamento è fatto da quegli “anti- 26 conciliari” (Mons. Gherardini, De Mattei, se in un “angolo dei cattivi” – in questo caso dei rosmi- Mons. Lefebvre, Romano Amerio) (2) che, niani – senza però portare argomenti: Lei definisce anche qui (una prima volta, che io sappia, lo aveva fatto recen- con varie sfumature, criticano il Vaticano II sendo la mia monografia Romano Amerio. Della Verità e ma riconoscono la legittimià di chi lo ha dell’amore in un numero del 2006, mi pare, di Sodali- promulgato. Essi ammettono la contraddi- tium), dicevo dunque che Lei definisce Amerio un filosofo zione tra Quanta cura e Dignitatis huma- «di tendenza rosminiana», per “l’argomento d’autorità” preso da Livi, che inserisce il Luganese in una rosa di fi- nae, ad esempio, tra Pio IX e Vaticano II, e losofi tra cui effettivamente vi è anche Rosmini, ma vi è poi dichiarano il Vaticano II “non infallibi- alla pari di Amerio, non sopra, ossia come suo consimile, le” in quanto “pastorale e non dogmatico”: non maestro, allo stesso modo di Pascal, Vico e Reid; pensano poter salvare in questo modo la ma con ciò non si può dire che Amerio sia pascaliano, continuità e l’indefettibilità della Chiesa, vichiano, reidiano. Infatti in quell’occasione Livi enumera soltanto i filosofi che si occuparono, come lui, del “sen- pur riconoscendo la legittimità dei “Papi sus communis”, e Amerio, Rosmini, Pascal ecc. sono tra conciliari” (anzi, considerando questo rico- questi. Tutto qui. Il rosminianesimo non c’entra niente. noscimento come necessario per salvaguar- «Il rosminianesimo di Amerio – Lei dice – è dichiara- dare detta indefettibilità!). to». E da chi? E aggiunge: «Rosmini fu condannato». Bi- sogna vedere se Amerio segue Rosmini nelle dottrine Per gli uni sbaglia Pio IX, per gli altri condannate. Tutti seguiamo Tertulliano e Orìgene, con- sbaglia il Vaticano II; per entrambi, in dannati, fin dove la Chiesa ci dice di seguirli. Se Lei mi qualche momento della Storia, la Chiesa e i mostra un Amerio teosofo, mi arrendo. I testi di Amerio Papi si sono sbagliati. Gli uni e gli altri con- dimostrano solo il suo più catafratto tomismo, cui era cordano in una concezione minimalista del molto attaccato, di cui mi parlava nelle mille conversazio- ni registrate e da cui in Iota unum e in Stat Veritas non si magistero e dell’infallibilità, nonché dell’in- scosta mai, salvo che per la teodicea, dove il filosofo defettibilità della Chiesa. A questo errore, stesso specifica i punti su cui preferisce appoggiarsi a che accomuna modernisti e tradizionalisti, Rosmini, che pur lì, in pieno tomismo, spinge le sue ri- si oppone la tesi teologica di Padre M.L. flessioni in cieli e in concetti a parere suo «più sopranna- turali». Ma solo per la teodicea. Guérard des Lauriers o.p., difesa dal nostro Vengo ora ai punti sulla posizione di Amerio (v. p. 23 Istituto e dalla nostra rivista, come unica e n. 3 dell’articolo). Primo punto. «Il filosofo – Lei scrive – spiegazione cattolica della “crisi” che scuo- […] ammette e dimostra che il Vaticano II e l’insegnamen- te la Chiesa con il Vaticano II. to post-conciliare non sono in continuità bensì in rottura con l’insegnamento della Chiesa cattolica; attribuendo però queste variazioni alla Chiesa Cattolica, invece, offen- Note de senza rendersene [conto] la Chiesa stessa dimostran- 1) Ernesto Balducci, Papa Giovanni, Vallecchi, Fi- dola falsa, il tutto per salvaguardare la legittimità di Paolo renze, quarta edizione del 1965, p. 291, nota 5. Ovvia- VI e dei suoi successori ». Vorrei farLe rilevare, in primo mente, non condivido la teoria del ressourcement, tipi- luogo, che su questo punto il filosofo non «ammette» nul- ca di tutti i falsi riformatori, e asservita allo storicismo. la, quasi fosse costretto a recepire una nozione non vo- Le “tradizioni recenti” lasciate morire sono spesso, in lendo, ma elabora e denuncia in prima persona: Lei e io realtà, parte integrante – in maniera esplicita o impli- non eravamo ancora nati quando nel ’30 Amerio racco- cita – della Divina Rivelazione, o conclusioni teologi- glieva i primi evidenti e formali tentativi di «variazione delle che della stessa, mentre le “più autentiche tradizioni essenze» da parte della nouvelle théologie. Se con quel del passato” sono invece deformazioni della Tradizio- verbo, «ammette», si vuol porre la figura di Amerio in una ne, archeologismo, o pure e semplici innovazioni ete- specie di sudditanza intellettuale o storica verso qualcuno rodosse. che (mons. Lefebvre lo farà ben dopo la chiusura dell’as- 2) Anche a proposito del filosofo ticinese abbiamo sise) asserisce una qualche verità cui lui non era magari in ricevuto alcune lettere del suo più autorevole discepo- un primo tempo portato, ma che poi deve riconoscere lo, il prof. Radaelli e, secondo il suo auspicio, pubbli- malgré tout, la cosa è anche meno vera: non solo Amerio chiamo quella del 28 giugno 2010: è stato tra le prime voci a mostrare che nella Chiesa c’era chi ne stava manovrando torbidamente una svolta, ma fu « Rev.mo e caro Don Ricossa, il primo e unico a dare a tutto ciò il valore metafisico che vorrei portare il mio modesto contributo su come ve- merita, in ciò non mai seguito da nessuno, se non ora, do io il pensiero di Amerio, sollecitato dalla lettura del con i suoi minimi mezzi, da chi Le scrive. Suo articolo (n. 64 di Sodalitium) sul libro di mons. Ghe- Secondo: Amerio non attribuisce affatto le variazioni rardini, Concilio ecumenico Vaticano II. Un discorso da di cui si parla da cinquant’anni, come Lei sostiene, «alla fare, in cui Lei, come mi aveva anticipato, si sofferma an- Chiesa Cattolica» in quanto tale – errore marchiano oltre che sull’autore di Iota unum e conclude che questi, tra le che grave –, ma precisamente a quegli uomini di Chiesa due possibili ermeneutiche, indichi nei suoi libri quella che la rappresentano sotto il profilo storico, “pastorale”, e della «rottura». Le mie conclusioni sono diverse: a mio non ancora – per loro scelta, si badi – sotto il dogmatico, parere Amerio mette in campo una terza categoria, né di che tocca la Chiesa delle essenze, la Chiesa irreformabi- «rottura» né di «continuità», e forse una discussione su le, infallibile e sovrastorica. Nei primi paragrafi di Iota ciò potrebbe essere utile a tutti; specie, oso pensare, alla Amerio illustra il concetto svolgendolo nell’àmbito in cui Chiesa. Previamente però non posso non stupirmi un può svolgersi, ossia della «Chiesa storica», come quando poco dell’insistenza con cui Lei vuole spingere il Lugane- si dice «Chiesa primitiva» quella dei primi secoli, «medie- 27 vale» la successiva eccetera. In Dio essenza ed esisten- dogma contenuti nei suoi documenti mantengono il loro za sono la stessa cosa: “Actus essendi”, Egli è la stessa carattere dogmatico). essenza (S. Th. I, 3, 4; 39, 6); ma nelle sue creature, I Papi definirono “pastorale” il concilio per non co- nelle sue opere e nei suoi doni ente ed essenza sono di- stringersi più a comandare atti interni, in linea con la nuo- stinti, pena confondersi con l’essenza di Dio (è l’errore di va impostazione antropologica imperante detta da Ame- Cartesio). La Chiesa storica, o “pastorale”, l’ente “Chie- rio «Dislocazione della divina Monotriade» (v., sul punto, sa”, è tomisticamente distinta dall’essenza sovrastorica, tutte e tre le postfazioni), per la quale il rispetto dell’uomo immutabile e indefettibile della Chiesa, cui deve di conti- prevale sulla dottrina, e così liberare i fedeli da un’obbe- nuo adeguarsi, ma cui non è detto che sempre perfetta- dienza vincolante (v. postf. a Zibaldone, pp. 534-5, nota mente e subitamente si adegui (v. p. 700), anche se i 63). Se non ci soffermiamo sulle conseguenze profonde suoi sforzi sono tutti tesi (per grazia) a ciò, v. p. 27 sgg. (ma anche pratiche) della «dislocazione della divina Mo- Lindau (16 sgg. Ricciardi). notriade» sulla Chiesa e sulla società non afferreremo mai In altre parole, se si ritiene che qualsiasi dottrina il la reale portata degli avvenimenti che viviamo da cin- magistero insegni sia infallibile, sovrastorica, irreformabile, quant’anni. Tutto il magistero (vero o «neoterico» che sia) “essenza della Chiesa”, si fa un altro errore grave oltre degli ultimi cinquant’anni è caratterizzato da questa quali- che marchiano, anzi, più precisamente, massimalista, il fica: “pastorale”, e qui, su questa linea del Piave della massimalismo essendo ‘portare ogni cosa o fatto che Tradizione cattolica si attesta a mio avviso la difesa estre- all’interno di un dato insieme è di grado minimo o medio, ma, inaspettata e spiazzante, ma invincibile e purissima, al grado massimo, che dovrebbe essere tenuto soltanto per il riscatto e la salvezza, ancora una volta, della Chiesa dalla cosa o dal fatto più saliente di quell’insieme’: i gradi (e da essa, forse, dell’intera società occidentale). di magistero sono molteplici, proprio perché alcuni impe- Qui vengo al secondo punto: se Amerio intenda av- gnano l’essenza della Chiesa, altri solo la sua esistenza; venuta o non avvenuta la «variazione della Chiesa Cattoli- questi ultimi, se giunge necessario chiarirne la veridicità ca», la «rottura» con la sua essenza. Su questo punto mi perché se ne viene a evincere la pericolosità, il magistero sono soffermato in particolare nella postf. a Iota, scritta che ha accesso alla promulgazione dei primi, cioè in ulti- proprio per far emergere l’oro, il vero oro del libro: mons. ma analisi il Papa, li anatemizza; è il caso del filogiudai- Oliveri, vescovo di Albenga, mi mostrò che le righe di Iota smo di Pietro ad Antiochia, dell’apocatastasi di Orìgene o unum cui mi affidavo per sostenere la mia tesi erano state del conciliarismo (v. il Laterano V). sottolineate anche da lui, e con le stesse motivazioni. La Tanto non si curava Amerio di «salvaguardare la le- prego di leggere anche Lei il mio saggio, che non posso gittimità [del magistero] di Paolo VI e dei suoi successori» allegarLe qui per agevolarLe la lettura, ma di cui Le se- che, unico, scrisse persino un libro (Stat Veritas. Seguito gnalo i cardini principali. Alle pp. 27-8 Lindau (16 Ricciar- a “Iota unum”, che mi dettò personalmente) per rintuzza- di) Amerio scrive in due righe qualcosa che avrebbe meri- re le parole addirittura di un Papa (quelle della Lettera tato almeno un paragrafo, se non un libro: egli delinea «la apostolica Tertio Millennio adveniente), forte del fatto che legge stessa della conservazione storica della Chiesa: […] esse potevano essere criticate e non affatto ciecamente La Chiesa non va perduta nel caso non pareggiasse la obbedite per essere il loro limite assolutamente “pastora- verità, ma nel caso perdesse la verità [corsivi dell’Autore]». le”. Amerio salvaguardò sempre «la legittimità» della cat- Alla p. 696 sgg. della postfazione (§ 3 b. Una considera- tedra papale, ma non del suo insegnamento, se “pasto- zione tutta ameriana.) Lei potrà studiare lo svolgimento rale”, come nel caso di TMA. Il discrimine è “pastorale”. della tesi per la quale tali pagine potrebbero rappresenta- Questo discrimine è decisivo. Non è un’invenzione «le- re la santa e inaspettata via d’uscita dalla crisi della Chie- febvriana», come parrebbe leggendo il Suo articolo (p. sa. Non mi dilungo a illustrarLe cosa ho individuato in Iota 28), ma del magistero di sempre: esso è stato utilizzato unum che convalidi quanto tale legge possa applicarsi sia anche nei tre più importanti discorsi tenuti dai Papi al a certi momenti storici pregressi della Chiesa che agli at- concilio (di apertura generale, di apertura della seconda tuali: La prego di farlo Lei, è tutto nella postfazione; anche sessione, di chiusura) esplicitamente per porre dei limiti Lei converrà almeno sul fatto che la Chiesa (cioè la Chie- di autorità al concilio stesso. L’assise fu dichiarata per tre sa storica) passò più di una volta sopra il punto di rottura volte “pastorale”, e una qualifica formale è immodificabile, delle essenze, ma non vi cadde (p. es. nella crisi del specie se posta a priori (e tale è posta nei due discorsi Grande scisma d’Occidente, v. p. 702 sgg., per non dire introduttivi all’assise). Avanti a ogni discorso, parola, ge- del filogiudaismo di Pietro ad Antiochia, che Paolo defini- sto, atto, fino a prova contraria vale l’intenzione previa, sce (Gal 1, 6) «diverso vangelo»). Sono il primo a ricono- non la posterior. Tutte le qualifiche che a posteriori vor- scere che lo stesso Amerio non si avvide del passaggio ranno nobilitare il concilio non possono scalfire il caratte- che tale proposizione offriva alla Chiesa per uscire dalla re formale, intenzionale, datogli dai discorsi d’apertura crisi: sia in chiusura del libro che nelle interviste afferma generale e di sessione: “pastorale”, a meno che non sia- candidamente di non avere elementi per vedere una con- no definitorie, dogmatiche, ossia infallibili. Ma tali pronun- clusione alla cosa, né le sue cause prossime, cioè stori- ciati, essendo absolute veritieri, come ogni altra definizio- che. Ciò non toglie forza alla legge ma dimostra che sog- ne dogmatica non potranno scostarsi e non si scosteran- gettivamente la sua forza non era presente al suo autore. no dal rigore dell’asserto filosofico sul valore dell’intenzio- Nella postfazione tematizzo l’asserto, chiedendomi: 1), ne previa (mai la fide è in contrasto con la ratio). cosa significhi pareggiare e cosa perdere la verità; 2), Sulla qualifica mere “pastorale” del sinodo conclude quali i casi in cui la Chiesa possa non pareggiare e quali anche Gherardini (se pur con le contraddizioni che Lei ri- in cui possa perdere la verità. Fallibilità o infallibilità del ma- leva e che non ripeto), v. p. 58, «Il Vaticano II, un Concilio gistero della Chiesa, questo è il punto. E qui Le chiedo pastorale. Fu questa la qualifica che lo caratterizzò ancor ancora una volta di armarsi di santa pazienza e di scorrere prima della sua nascita. Tale lo dissero Giovanni XXIII e le pagine indicate, in specie p. 699 sgg. (ma anche p. Paolo VI e tale continuaron a dirlo i loro successori, fin 536 sgg. e 540 della postf. a Zibaldone). La fallibilità del all’attuale Pontefice Benedetto XVI». (Fermo restando, è magistero “pastorale”, riscontrata anche in altri periodi sto- ovvio, che qualsiasi dogma o conseguenza logica di rici, p. es. subito ad Antiochia (v. postf. a Zibaldone, pp. 28

559-60), o nei duecento anni post Orìgene, o nei quaran- mons. Gherardini al Papa, di dare finalmente una lettura ta del Grande scisma d’Occidente, ecc., ha portato la “autentica” dei testi di concilio e postconcilio, non porterà Chiesa a un «transito a una quiddità eterogenea» (p. 628 alcun frutto se non verrà accompagnata dalla decisione Lindau, 595 Ricciardi) e Amerio conclude: «Tutto il nostro del Papa, in quella circostanza, di imporla, questa lettura, libro è una raccolta di prove di un tale transito». Egli pone e con tutta l’autorità del caso: con l’autorità definitoria «le prove del transito» davanti al Papa (cui il libro sarà su- che impegna al massimo grado: 1), chi la esercita, 2), i bito presentato) affinché lui e solo lui certifichi o non certi- due giuramenti di Cristo sopra visti (sempre disponibili e fichi la cosa, dandole il suggello definitivo col quale si può pronti a essere “chiamati” a nostra garanzia!), 3), l’obbe- dire: «Il transito è avvenuto», o invece: «No: ne è stato so- dienza assoluta dei fedeli (e dei vescovi!) al Papa. Nella lo un (turpissimo) tentativo». legge italiana la “lettura autentica” fornirebbe già per sese Sul fatto Amerio è chiaro: non c’è «rottura», non c’è questi risultati, stante l’intenzione del parlante. Nel caso si «transito», ma un (anche grave e turpissimo) «tentativo di giungesse pure nella Chiesa a questo passo di autentifi- rottura», di «transito», perché, pur essendo incorsa la cazione, non si può pensare che ciò non venga fatto se Chiesa in tutte le condizioni per spareggiare la verità, non non al massimo grado del carisma da dare e dell’obbe- si è ancora attuata la condizione necessaria e sufficiente dienza da far tenere. Dunque in Amerio non c’è alcuna per «perdere la verità», condizione che può essere posta: contraddizione, e lo dimostra la terza posizione ermeneu- 1), solo dal Trono più alto, e, 2), solo se questi voglia ap- tica nei confronti del Vaticano II che si trova nel mio sito e plicare anche ai suoi erronei insegnamenti il carisma pe- che Lei riporta in nota 3, da leggere però secondo il sen- trino, carisma che così si può sintetizzare: ‘abrogare, so delle parole: allorché un Papa provasse a dogmatizza- espungere il dogma con positive, pubbliche e chiare for- re (il condizionale è d’obbligo) anche un solo iota delle mulazioni teoretiche scientemente pensate e formulate spurie, scandalose, ma ancora solo “pastorali” dottrine di come tali dal Trono più alto’. Ma tutto ciò sbatte contro i concilio e postconcilio, neanche allora ci sarà la «rottura», due giuramenti eterni di Nostro Signore (il «Non prævale- perché appena prima scenderà, in un modo che ancora bunt» di Mt 16, 18 e l’«Ego vobiscum sum omnibus die- non sappiamo ma come già scese a Costanza (v. p. bus» di Mt 28, 20), sicché il «transito», la «rottura», non 704), ‘il fuoco della verità’: non ci sarà mai un Papa a fare avverranno mai. «Tentativi» sì, e molti. «Rottura» mai, quel gesto; dobbiamo aspettare invece un Papa che, ri- nemmeno una. Teniamoci stretti, don Ricossa, alla linea ordinando l’ordine delle essenze, faccia finalmente il con- del Piave, alla decisione magisteriale (causata dalla varia- trario. Fino ad allora avremo “soltanto” ma non altro che zione antropologica che si diceva) di non voler dare col e «un tentativo di rottura», anche se portato all’estremo limi- dopo il concilio alcun valore assoluto e infallibilistico al te delle più sataniche possibilità, anche se spinto fino proprio insegnamento e di utilizzare sempre e solo la all’orlo del cedimento dell’essenza. Esso resta sempre e chiave “pastorale”, cioè relativa, fallibile, cui accedere alla solo un tentativo. La rottura, reverendo don Ricossa, non verità: essa ha certamente danneggiato la Chiesa, ridotta avverrà mai: i giuramenti di Cristo sopra visti ne sono la in cinquant’anni all’ombra di se stessa (oltre che nella divina, decisiva e sufficiente garanzia. Questa è la tesi dottrina, nel numero e nella carità: verso se stessa, verso “ameriana”, anche se forse non posso dire “di Amerio”: l’autorità, verso i fedeli; poi nella morale: si veda la deva- lui, come abbiamo visto, non si era reso conto di tutta la stante, schifosa inondazione della pedofilia, diretta con- portata delle sue righe. Se vuole, può anche dire che seguenza anch’essa della crisi di legge e autorità), ma ha ‘questa è la tesi che io penso che si possa ragionevol- limitato il danno – si fa per dire– allo spareggio della veri- mente desumere dagli scritti di Amerio’. Non penso di tà, ancora una volta salvando la Chiesa dalla perdita della fargli torto, ossia di fargli dire cose che non avrebbe volu- verità e dalla perdita, così facendo, di se stessa, e que- to dire. Leggendo la mia postfazione a Iota Lei stesso – sto è ciò che conta. Ciò La scandalizza? Anche me, ma che ritengo persona dalla coscienza a priori limpida – non più, anzi, direi senz’altro: meno di quanto mi scanda- può magari segnalarmi un qualche punto, dovesse es- lizzino gli anni e decenni di ferro di fuoco e di fiamme che serci, dove Le pare che io tiri le parole fuori del loro signi- strattonarono e violarono la Chiesa e con essa tutto l’Oc- ficato e della logica aletica che le sottende. Non ho scrit- cidente tra il 1378 e il 1417, quasi quarant’anni in cui to queste righe perché vengano pubblicate (oltretutto, persino i santi vomitarono epiteti terrificanti ad altri santi, son certo troppo lunghe, e non ho il tempo di abbreviar- cardinali e vescovi urlarono ingiurie da scorticar la pelle le), caro don Ricossa, ma solo per discutere la cosa con ad altri cardinali e vescovi, interi ordini religiosi tanto si Lei. Ne faccia però l’uso che crede. Forse potrebbe es- massacrarono da far davvero temere che la tunica incon- sere utile anche pubblicarle. Soltanto, quando ha modo, sutile della Chiesa si fosse lacerata per sempre. Però, se ritiene, mi risponda. Spero che la cosa non La disturbi posto che l’esistenza della Chiesa non coincide con la e non Le sia di troppa fatica. sua essenza, ma vi tende in ogni momento storico per La saluto con tutta la mia più sincera e rinnovata sti- divina grazia, anche allora le pur rapaci dottrine “concilia- ma e amicizia, Suo riste” (le peggiori eresie cioè che potessero attaccare la Enrico Maria Radaelli” Chiesa), nate da un magistero “storico” e “pastorale” for- mato col contributo di ordini religiosi, vescovi, cardinali e Una breve risposta al ch.mo professore Radaelli. persino di due dei tre Papi in circolazione, ebbero la forza Nei limiti di una nota inusualmente lunga. di radunare un’assemblea conciliare illegale come quella Quanto alla questione rosminiana. Ho scritto: “Il di Costanza, ma furono prima fermate e poi sbaragliate rosminianesimo di Amerio è dichiarato”; Lei ribatte: e dall’“umiltà di ferro” del vero Papa (v. pp. 702-7). Avreb- da chi? Ma da Lei stesso, professore, nel suo Romano be dovuto esserci, caro don Ricossa. Come dico nella Amerio. Della verità e dell’amore (Marco editore, 2005), postf. a Zibaldone (p. 537): «La storia della Chiesa sareb- ove il dubbio che lei si pone è “in quali limiti e per quali be tutta uno scandalo, se, più ancora, non fosse tutta motivazioni egli partecipasse alla filosofia e alla teolo- una lavatura dallo scandalo». gia di Antonio Rosmini” (p. 236) e non se vi partecipas- È per troncare la crisi di legge e di autorità che al § 8 se, che anzi “del fecondissimo Abbate” “Amerio condi- di questa postf. faccio osservare che la richiesta di videva alcune sue dottrine”, tra le quali “teodicea e ori- 29 gine delle idee” pur non essendo “filosofo di scuola” (p. lo VI promulgò il Vaticano II), mai la Chiesa approvò 237) (né rosminiana, quindi, ma neppure tomista). “Ad l’apocatastasi, mentre invece le attuali dottrine non cat- Amerio quindi non faceva difficoltà cogliere il buono toliche sarebbero insegnate (se si riconosce la legittimi- delle varie scuole teologiche (francescana, domenicana, tà di Paolo VI e successori come papi) dalla Chiesa gesuitica, rosminiana o altro) che spiegano il dogma nei stessa (absit). Gli esempi che Lei adduce sono fuori te- limiti in cui esso può venir spiegato…” per cui “da qual- ma. In questo, la spiegazione della presente situazione che tomista” e anche da me “potrebbe sembrar quasi della Chiesa è in tutto simile a quella di Mons. Lefebvre disdicevole che in alcuni punti disputati Amerio prefe- o di Mons. Gherardini. A questo tentativo di spiegazio- risse a Tommaso il Rosmini” (p. 238). Nella prefazione ne, Sodalitium preferisce – ed è dir poco – quella di al suo libro, Mons. Livi scrive anzi, senza che Lei lo Mons. Guérard des Lauriers o.p. (dove Guérard non è contesti, che “è filosofo cristiano Antonio Rosmini, nome, ma cognome) come unica che renda conto e dei malgrado le accuse di eresia mossegli da alcuni neo-to- dati di fatto, e della dottrina della Chiesa. Questo, sen- misti dell’Ottocento…” e, aggiungo io, nonostante la za voler disconoscere l’importante contributo che gli condanna del Magistero; “Amerio era già morto quan- studi di Romano Amerio hanno dato nella difesa della do la Santa Sede (sic), con un pronunciamento ufficiale, fede dagli errori moderni, studi da lei illustrati e conti- decise di eliminare definitivamente ogni dubbio residuo nuati con ammirevole competenza. sull’ortodossia di Rosmini, della quale Amerio fu sem- pre convinto” (p. XIX), malgrado, dunque, la condanna di Leone XIII. Né Lei si preoccupa di correggere il giu- A PROPOSITO DELLA TESI DI CASSICIACUM. dizio – questo sì diffamatorio – di Padre Mucci s.j. sulla UNA LETTERA DI DON BELMONT Civiltà Cattolica che Lei pubblica a p. 262, per cui Ame- rio apparterrebbe “a quell’area cattolico-liberale alla Il nostro confratello Hervé Belmont – al quale militarono lo stesso Manzoni e, recentemente, quale ci unisce la condivisione della Tesi di A.C. Jemolo” (p. 262). Ne segue che non si può parlare, a proposito di Amerio, di “catafratto tomismo” senza Padre Guérard, ma dal quale ci separa la aggiungere che l’armatura tomistica in questione pre- dottrina di Padre Guérard sulla liceità delle senta così tante falle che impediscono di parlare di to- consacrazioni episcopali durante la Sede mismo. formalmente vacante – mi ha scritto una Quanto invece al Vaticano II e alle sue conseguen- lettera (datata 3 settembre 2010) che, non ze, siamo d’accordo, a quanto pare, su due punti: 1) vi sono errori nel “magistero” conciliare e post-conciliare essendo di carattere personale ma dottrina- (in questo senso attribuivo ad Amerio, e a sua lode, una le, merita per il suo interesse di essere pub- “ermeneutica della rottura”) e, 2) ciononostante la blicata per esteso: Chiesa è indefettibile (“non praevalebunt” “io sarò con voi”); in questo senso Lei nega, e ne convengo senza “Reverendo, ombra di dubbio, che in Amerio vi sia una “ermeneuti- ca della rottura”, malgrado la per me infelice espressio- la prego di scusarmi se mi permetto di ne sulle “variazioni della Chiesa cattolica”. disturbarla per esprimere un mio rammarico. Dissento invece dalla sua opinione secondo la Questo rammarico concerne il primo quale il Vaticano II si sia dichiarato “puramente pa- paragrafo del suo articolo su Mons. Gherardi- storale” e non vincolante; si è attribuita la qualifica di ni ecc. in Sodalitium n. 63 dell’edizione fran- “magistero supremo ordinario” (6 marzo 1964), e in ogni caso il “sarò con voi ogni giorno” vale eminente- cese, paragrafo che si trova a pag. 36 e che mente per il Papa (legittimo): Cristo governa, insegna contiene queste righe infelici: “(La tesi di Cas- e santifica la Sua Chiesa ogni giorno CON Pietro. Se siciacum) prende le sue mosse da un dato di Montini e Wojtyla ieri, e Ratzinger oggi sono formal- fatto: l’insegnamento del Concilio Vaticano II, mente Pietro, allora Cristo è con loro ogni giorno nel governare, santificare e insegnare la Sua Chiesa. Dato ad esempio la dichiarazione Dignitatis huma- e non concesso che “i Papi definirono ‘pastorale’ il nae personae, è in opposizione di contraddi- concilio per non costringersi più a comandare atti in- zione col Magistero infallibile e irreformabile terni (…) e così liberare i fedeli da una obbedienza della Chiesa Cattolica Romana…”. vincolante” bisognerebbe dedurne che per il fatto stes- Benché lei non dica che la tesi di Cassi- so non hanno mai accettato realmente il Papato, giac- ché esso implica l’insegnare con autorità. ciacum è fondata sulla contraddizione tra DH Né vale l’analogia tra gli errori conciliari, che si ri- e Quanta Cura, non va lontano dall’affermar- scontrano in atti di “magistero” (una volta ammessa la lo. È un peccato, perché è falso, sia storica- legittimità di Paolo VI e successori) e pseudo-errori del mente che teologicamente. passato che non hanno mai fatto parte del magistero della Chiesa. “Il filo-giudaismo di Pietro ad Antiochia” La tesi è stata elaborata prima che fosse (espressione a mio parere ingiuriosa all’Apostolo) non messa in luce la contraddizione parola per era dottrina (che anzi insegnò il contrario) ma meno parola tra DH e QC. In lingua francese (que- opportuna prassi che subito corresse (anche San Paolo sta contraddizione) fu messa in evidenza nel adottò a volte una prassi conciliante, per cui capire qua- 1977 (Michel Martin, Courrier de ) men- le prassi fosse opportuna e quale no non era evidente); mai il Conciliarismo fu insegnato dalla Suprema autori- tre Padre Guérard des Lauriers elaborava la tà della Chiesa (quella parte del Concilio di Costanza tesi da più anni (da parte mia, intesi enunciare non venne promulgata da papa Martino V, mentre Pao- la distinzione materialiter/formaliter applicata al 30 Papa nella primavera del 1975, e non facevo cisione. In effetti, come fa notare don Bel- parte dei confidenti del Reverendo Padre). mont, la tesi di Cassiciacum prende le sue La prima redazione completa della tesi, mosse, sia storicamente (in quanto primo che per quel che mi riguarda lessi nella Pa - argomento utilizzato da Padre Guérard) sia squa del 1978, non fa alcuna menzione della teologicamente (in quanto argomento fon- libertà religiosa. Il suo punto di partenza, il suo damentale che include l’altro) dall’argo- fondamento (che comanda ogni tipo di cer- mento induttivo che don Belmont riassume tezza, e la distinzione nella quale essa si risol- così: : “Paolo VI non aveva l’intenzione del ve) è un’induzione: quell’induzione viva, vitale, bene-fine della Chiesa, intenzione che è l’ef- teologale, che i cattolici avevano compiuto fetto/condizione necessaria della comunica- durante 15 anni, diffidando, allontanandosi, ri- zione dell’autorità da parte di Gesù Cristo”. fiutando, il Vaticano II, il suo spirito e la sua L’argomento deduttivo (che si fonda prin- dottrina, nonché le riforme susseguenti. cipalmente anche se non esclusivamente Certo, la libertà religiosa, e qualche altro sull’opposizione di contraddizione tra la punto cruciale, sono da sé stessi decisivi e dottrina sulla libertà religiosa insegnata dal facili da esporre: ma dal punto di vista della Vaticano II ed il magistero della Chiesa sul tesi non sono che degli elementi tra gli altri medesimo oggetto) viene storicamente do- che convergono verso questa affermazione: po l’argomento induttivo, e può essere teo- Paolo VI non aveva l’intenzione del bene-fine logicamente considerato come parte inte- della Chiesa, intenzione che è l’effetto/condi- grante dell’argomento induttivo fondamen- zione necessaria della comunicazione dell’au- tale. Sottoscrivo anche pienamente l’affer- torità da parte di Gesù Cristo. mazione di don Belmont secondo la quale Io stesso, qua e là, ho ceduto a una foca- l’argomento induttivo è “caratteristica ini- lizzazione sulla libertà religiosa, ma ciò non mitabile della Tesi” in altre parole è l’argo- deve occultare l’induzione che è il fondamen- mento più strettamente “guérardiano”. to e la caratteristica inimitabile della tesi (e Prova ne sia il fatto che l’argomento (de- senza la quale la contraddizione isolata lasce- duttivo) fondato sulla libertà religiosa o rebbe perplessi). I tristi voltafaccia di Padre de sulla riforma liturgica, benché esposto per Blignières e di don Lucien mostrano fino a la prima volta da Padre Guérard des Lau- che punto rende fragili questa focalizzazione. riers sui Cahiers de Cassiciacum è stato fa- Sono cose che lei già conosce, Reveren- cilmente accettato e più o meno fedelmente do, e non le scrivo per insegnargliele: solo per ripetuto anche da molti “sedevacantisti” lamentare questa menzione di un “punto di par- che non abbracciano la Tesi di Padre Gué- tenza” che non lo è. Può darsi d’altronde che rard, mentre al contrario l’argomento in- l’espressione infelice sia dovuta al suo tradutto- duttivo viene esposto e difeso solamente da re, poiché non ho consultato il testo italiano. chi è convinto conoscitore e sostenitore di Profitto di quest’occasione per raccoman- detta “tesi”. Detto questo, e dato a Cesare darmi alle sue preghiere, e per assicurarla ciò che è di Cesare (ovvero all’abbé Bel- delle mie. Per Virginem Matrem concedat no- mont la ragione che gli spetta) occorre a bis Dominus salutem et pacem. mio parere aggiungere alcune precisazioni. Sac. Hervé Belmont” Innanzitutto, il mio articolo aveva come scopo di parlare ex professo del libro di Dalla mia risposta del 15 settembre Mons. Gherardini, e non della tesi detta di traggo alcune riflessioni che saranno utili, Cassiciacum, alla quale alludevo solo obiter spero, al lettore interessato a una sempre dictum e en passant, e proprio in relazione migliore comprensione della tesi teologica al tema abbordato da Mons. Gherardini, di Padre Guérard des Lauriers. ovvero quella della continuità o contraddi- Non ho difficoltà ad ammettere che la zione tra la dottrina cattolica e quella del frase:“(La tesi di Cassiciacum) prende le Vaticano II. Sodalitium può essere quindi sue mosse da un dato di fatto: l’insegnamen- ampiamente scusato di una eventuale im- to del Concilio Vaticano II, ad esempio la precisione a proposito della Tesi di Padre dichiarazione Dignitatis humanae personae, Guérard. è in opposizione di contraddizione col Ma- Ma non basta. Anche io, infatti, ho avuto gistero infallibile e irreformabile della Chie- modo di leggere la prima versione a stampa sa Cattolica Romana”, contiene una impre- della “tesi” antecedente la sua pubblicazio- 31 contraddizione suddetta (cf pag. 62 e se- guenti di Brimborions, raccolta di articoli di don Belmont). In seguito, l’abbé Lucien, nel suo La situation actuelle de l’autorité dans Il numero 1 l’Eglise (non tradotto in italiano) afferma dei Cahiers de che la prova deduttiva per riduzione all’as- Cassiciacum surdo concerne “il fatto” (e quindi la prima parte della tesi: Paolo VI non è formalmen- te papa) e la prova per induzione concerne ormai solamente “il come” (non è più for- malmente papa ma lo è ancora material- mente, poiché non ha l’intenzione abituale e oggettiva del bene/fine della Chiesa, e non per motivo di eresia o altri argomenti). ne sul n. 1 dei Cahiers de Cassiciacum, ac- Certo, questo modo di presentare la Te- corgendomi che in questa prima versione si ne era una “focalizzazione” e ancor di non si fa menzione della questione della li- più, in favore di un argomento e a discapito bertà religiosa; ho constatato anche come di un altro, eppure il R.P. Guérard des nella divulgazione successiva della Tesi si Lauriers non intervenne per esprimere il parla meno, se non poco, di alcuni punti es- suo rammarico. Espresse però il suo pen- senziali del pensiero di Padre Guérard al siero nel presentare la tesi ai lettori di So- proposito, come quello dell’“intenzione abi- dalitium (n. 13), nel maggio 1983. In questo tuale oggettiva di procurare il bene/fine della articolo-intervista, la prova della tesi: “va- Chiesa” o quello dell’autorità come “être canza formale della Sede apostolica a parti- avec Jésus-Christ”. Non bisogna però essere re – al più tardi – dal 7 dicembre 1965”, si troppo unilaterali nell’esame di questa que- fonda innanzitutto sull’assenza d’intenzio- stione. Infatti, l’argomento “libertà religio- ne (argomento induttivo), assenza d’inten- sa” (cerco di essere sintetico) si trova di già zione dimostrato con un argomento dedut- in tutte le prime pagine del n. 1 dei Cahiers tivo (Vaticano II, libertà religiosa). I due de Cassiciacum, nell’avertissement datato 11 argomenti sono un’articolazione della me- febbraio 1979; e che di già in svariati luoghi desima prova. di questo stesso n. 1 l’enunciato della tesi si Per concludere. Sono d’accordo con don precisa: Paolo VI non è più papa formaliter Belmont: bisogna insistere sull’argomento almeno a partire dal 7 dicembre 1965, data “intenzione abituale”, non tanto a causa di “promulgazione” della dichiarazione sulla dei “tristi voltafaccia” di Padre de Bligniè- libertà religiosa Dignitatis humanae perso- res e di don Lucien (che non sono riusciti a nae. Fin qui, non si può certo parlare di “fo- dimostrare che la conclusione “Dignitatis calizzazione” sull’argomento deduttivo, ma humanae - ed il Vaticano II - si oppongono semmai di semplice approfondimento e all’insegnamento della Chiesa” è falsa) completamento della tesi. quanto perché quest’argomento è l’argo- Se “focalizzazione” ci fu, la troviamo mento principale e originario di Padre non nell’esposizione della Tesi da parte di Guérard des Lauriers, mentre l’altro argo- padre Guérard des Lauriers, ma semmai mento ne è solo una applicazione. In altre nelle opere di divulgazione della tesi da par- parole, sono d’accordo con quanto mi ha te dei primi discepoli del teologo domenica- scritto don Belmont: non bisogna occultare no. Così nell’opuscolo di… don Belmont, l’induzione, che è il fondamento e la carat- L’exercice quotidien de la foi (un testo bre- teristica inimitabile della tesi. ve ma non semplicemente ripetitivo, che dà Detto questo, l’argomento che si fonda prospettive nuove alla tesi e risponde a una su Dignitatis humanae non mi lascia per- importante obiezione) la prova della tesi si plesso, e rafforza l’argomento induttivo. trova nell’argomento deduttivo (opposizio- Per cui anche questo argomento, e gli altri ne tra Dignitatis hunanae e Quanta Cura) e simili, non devono essere trascurati o occul- la prova induttiva diventa oramai un sem- tati come se fossero dubbi, o sorpassati. Le plice confirmatur che, tra l’altro, è possibile dichiarazioni di Martin Rhonheimer (che solo dopo aver esaminato e dimostrato la riprende Joseph Ratzinger) sulla contraddi- 32 quali, pubblicando le proprie opere presso queste case editrici, si prestavano, volens nolens, ad una strategia culturale ed edito- riale poco chiara. Padre Guérard des Anche queste notarelle non sono passa- Lauriers te inosservate. Se il dott. Giovanni Zenone, di Fede e Cultura, non ha dato segni di vita, don Curzio Nitoglia ha invece dedicato un lungo articolo alla questione trattando in particolar modo del libro pubblicato da Ze- zione tra Quanta cura e Dignitatis humanae none stesso, Il chassidismo. Filosofia ebrai- confermano paradossalmente (in quanto ca (prefazione di Massimo Introvigne). Ci vengono da avversari dichiarati delle nostre ritorneremo. Si è fatto direttamente vivo, conclusioni) la forza dimostrativa dell’argo- invece, il direttore editoriale delle edizioni mento, se unito a una retta dottrina sull’in- Lindau (nonché de L’età dell’acquario) con fallibilità della Chiesa. alcune lettere cortesi (tranne l’ultima) al I due argomenti – induttivo e deduttivo sottoscritto, in quanto direttore della rivista – lungi dall’opporsi sono una sola cosa, e si Sodalitium (4, 12 e 25 ottobre). A costo di illuminano reciprocamente; e ciononostan- annoiare il lettore, data l’autorizzazione del te, l’uno e l’altro, anche se presi separata- dott. Quarantelli, e per non deformare il mente, possono condurre a una vera e pro- suo pensiero, penso poter pubblicare il no- pria dimostrazione della tesi secondo la stro breve scambio di corrispondenza. quale la Sede Apostolica è attualmente for- malmente ma non materialmente vacante. • Da Ezio Quarantelli a don Ricossa, 4 ottobre 2010 Gentile don Ricossa, ANCORA SULLE EDIZIONI Lindau (TORINO) un lettore ci ha segnalato una nota dell’Edito- E Fede e cultura (VERONA) riale del numero di maggio 2010 di “Sodalitium” che chiama in causa la casa editrice e me in parti- L’articolo su Mons. Gherardini e il suo colare. Al più presto Le risponderò, come è giusto, in modo formale, ma, intanto, La invito a venirci a libro Concilio Vaticano II. Un discorso da trovare. Penso che una chiacchierata franca e di- fare (Casa Mariana Editrice, Frigento, retta possa fugare tante ombre. Ha occasione di 2009), ha suscitato – come abbiamo visto – venire a Torino nelle prossime settimane? molte reazioni: sul fondo della questione, Un saluto cordiale. da parte di Mons. Gherardini stesso, ma Ezio Quarantelli anche su altre tematiche secondarie o an- nesse da me trattate in quell’articolo; così don Belmont sulla Tesi di Cassiciacum, così • Da Don Ricossa a Ezio Quarantelli, il professor Radaelli sul pensiero di Roma- 5 ottobre 2010 Gentile dott. Quarantelli, no Amerio… La ringrazio per la Sua cortese lettera che ho Altra questione discussa, quella solleva- potuto leggere al ritorno da un viaggio. La ringrazio ta dal medesimo articolo sul ruolo, sempre altresì per il cortesissimo invito ad una chiacchiera- più importante, che stanno svolgendo nel ta franca e diretta, ma con la medesima franchez- campo cattolico due case editrici: Lindau, za le dirò che per il momento preferirei leggere la di Torino, e Fede e cultura di Verona (en- Sua risposta prima di un eventuale incontro. trambe le case editrici hanno pubblicato Naturalmente, se avessi pubblicato qualche numerose opere di Mons. Gheradini, e di cosa di inesatto sarò lieto di pubblicare rettifica. A molti altri autori cattolici conservatori o mia volta la saluto cordialmente “tradizionalisti”). Sodalitium aveva messo don Francesco Ricossa in guardia nei confronti di queste due case • Da Ezio Quarantelli a don Ricossa, editrici, argomentando a proposito nelle 12 ottobre 2010 note 1 (su Lindau) e 6 (su Fede e Cultura), Gentile don Francesco, pp. 29-31 del bollettino. Intendevo mettere questa volta tocca a me scusarmi per il ritardo, in guardia i nostri lettori, certamente, ma ma sono rientrato soltanto ieri dalla fiera di Franco- anche e soprattutto gli autori cattolici i forte. Come le ho anticipato, ho letto con ritardo 33 l’Editoriale di “Sodalitium” dello scorso maggio, che sionalità e sensibilità al suo compito e mi sembra chiama in causa la casa editrice e me in particola- rispettosissima delle scelte di coscienza di tutti. Si- re. Devo confessarle che mi ha un po’ addolorato curamente lei dirigerebbe questa casa editrice in sentirmi annoverato fra i suoi nemici, senza aver una maniera diversa dalla mia. Sicuramente, insie- avuto la possibilità di chiarire qual è il senso del no- me a tante idee che abbiamo in comune - ne so- stro e del mio lavoro. Provo a illustrarglielo ora, nella no certo -, ve ne possono essere altre che ci al- speranza di modificare almeno un po’ il suo giudi- lontanano. Ma questo fa di lei e di me due nemici? zio. Lindau è una casa editrice laica da qualche an- Magari due nemici “oggettivi”, come si sarebbe no impegnata in un lavoro di ricerca e di valorizza- detto negli anni Settanta? Io non credo. Anzi, per zione del grande patrimonio spirituale e culturale parte mia ritengo che lei potrebbe insegnarmi mol- cristiano. A esso convintamente dedica molte ener- te cose o comunque sollecitarmi a cogliere in ma- gie e molte risorse. Come può vedere scorrendo il niera diversa molti aspetti della complessa realtà in nostro catalogo, abbiamo dato e diamo spazio a cui viviamo. Per questo le assicuro una costante, pensatori, studiosi, uomini di fede anche molto lon- rispettosa e cordiale attenzione. Non è necessario tani fra loro. Il lavoro su Amerio si accompagna, per che dia conto di queste righe su “Sodalitium”. Lo esempio, alla riproposizione di alcuni libri di Thomas faccia se lo ritiene utile, o se ne astenga in caso Merton. Il fondatore dell’Opus Dei, e l’Opera stes- contrario. L’unica cosa per me davvero importante sa, sono protagonisti di libri pubblicati nella stessa è avere avviato un dialogo. Molti cordiali saluti. collana che ospita autori vicini per sensibilità a Co- Ezio Quarantelli munione e Liberazione. Il punto è che io intendo la casa editrice come un’agorà, cioè come un luogo • Da don Ricossa a Ezio Quarantelli, 23 in cui si ritrovano per dialogare “realtà” diverse, ma ottobre 2010 comunque accomunate da integrità intellettuale e Egregio dott. Quarantelli, morale, rigore, coerenza ecc. Del resto Lindau ha La ringrazio della Sua cortese lettera del 12 otto- pubblicato anche autori atei o agnostici, o apparte- bre, e mi scuso per il ritardo di questa mia risposta. nenti a religioni diverse da quella cristiana. Lindau Ci tengo a precisare il senso della nota dedica- ha rilevato il marchio e il catalogo delle Edizioni ta alla Sua casa editrice, nel quadro di un esame L’Età dell’Acquario nel 2000 nell’ambito di un’ope- critico di un’opera di Mons. Gherardini. razione di ampliamento della propria presenza Poiché noi di Sodalitium non siamo “laici” ma commerciale in libreria. Come forse saprà si tratta cattolici, ci battiamo per la regalità di Cristo, anche di una vecchia impresa editoriale, nata nel 1970 nella società, così come insegna, ad esempio, con una forte connotazione new age. A noi non in- l’enciclica di Pio XI, Quas primas; e Nostro Signore teressava il contenuto del lavoro fin lì svolto, ma ebbe a dire: “Chi non è con me, è contro di me”. piuttosto la possibilità di sfruttare, anche in un sen- In particolar modo, consideriamo nemica della so diverso, un marchio conosciuto. Chiesa la Massoneria, e naturalmente in maniera In questi anni abbiamo infatti cercato di svilup- più generica, anche quelle associazioni affini alla pare soprattutto le collane relative a salute e be- Massoneria (in quanto ne condividono l’esoteri- nessere e psicologia. Abbiamo anche dato spazio smo) o da essa in qualche modo controllate. Tra a religioni, filosofie, “saggezze” tradizionali, mitigan- queste ultime, non si può non annoverare la So- do prima e sostanzialmente azzerando poi il profilo crem (Società per la cremazione). Lei dice che i più marcatamente acquariano. Quest’operazione è suoi iscritti sono in maggior parte cattolici; certa- per altro ancora in corso e richiede una certa gra- mente non lo sono i suoi dirigenti, i quali - se non dualità. È vero che io ho diretto la rivista “Confini”, tutti, almeno in grande maggioranza - sono iniziati edita dalla Fondazione A. Fabretti per incarico della alla Massoneria. Lei parla della Sua direzione della Socrem di Torino. Si tratta di un incarico professio- rivista Confini al passato (“ho diretto”), ma a me ri- nale che ho ricevuto tanti anni fa (la casa editrice sulta che Lei ancora diriga la detta rivista. L’appar- non c’entra nulla) e che mi ha aiutato a guadagna- tenenza o la vicinanza alla Massoneria dei dirigenti re il pane quotidiano. Per altro, la Fondazione A. della Socrem e della rivista Confini dovrebbe esse- Fabretti è stata costituita da Regione, Provincia, re nota anche a Lei, giacché il segretario generale Comune, Università e Socrem di Torino, ha un co- della fondazione Ariodante Fabretti, - Fondazione mitato scientifico di tutto rispetto ed è una delle che, come Lei stesso mi ricorda, edita Confini - è pochissime realtà che operano nell’ambito della ri- quel Professor Novarino, del Grand’Oriente d’Italia, flessione sulla morte. Quanto alla Socrem di Torino che è anche un Autore della sua casa editrice è un’associazione che raccoglie oltre 40.000 iscrit- L’età dell’Acquario. ti. Fra essi vi saranno certamente molti massoni, Questi fatti mi fanno pensare che anche Lei ma sono sicuramente più numerosi i cattolici. Cer- potrebbe essere in qualche modo affiliato alla to, la cremazione – 100 anni fa – era una bandiera Massoneria, e Le sarei molto grato se, con sinceri- della Massoneria. Oggi, però, è una possibilità fra tà e franchezza, volesse darmi lumi al riguardo. le altre, come le altre. Del resto, per quello che ne Detto questo, e vengo al punto, non mi sarei so, la Socrem attende con grande rigore, profes- interessato alla Sua casa editrice (come pure a Fe- 34 de e Cultura di Verona) se non avessi notato che filiazione, offre a un primo esame tutte le essa è diventata ormai, con Fede e Cultura, ap- garanzie di autenticità, che naturalmente il punto, e Sugarco, la casa editrice di riferimento di direttore editoriale di Lindau può sempre molti, moltissimi autori cattolici “tradizionalisti” o vici- smentire, se lo ritiene opportuno. Ma come ni al mondo “tradizionalista”. È solo per questo mo- smentire il fatto accertato che i dirigenti tivo che ho pensato utile dare qualche informazione ai miei quattro lettori sulla Sua casa editrice. Infatti, della Società per la Cremazione (Socrem) non voglio certo decidere io quali autori debba Lei siano tutti – o quasi – membri della Masso- pubblicare, me ne guardo bene, ma non posso neria? Basta compiere una piccola indagine non essere incuriosito dal fatto che detti autori ac- sui nomi dei suddetti dirigenti, ad esempio cettino di essere pubblicati da Lindau, e che d’altra della Socrem di Torino. Il presidente risulta parte Lindau sia così interessata, come casa editri- essere un tal Piero Ruspino, il quale è uffi- ce, a pubblicare detti autori. Tutto qui. cialmente il Gran Tesoriere del Infine, se non distinguo sufficientemente la Sua Grand’Oriente d’Italia. Vicepresidente è persona dalla casa editrice è perché - mi corregga l’avvocato Bruno Segre, israelita, libero se mi sono sbagliato - mi sembra che il responsa- pensatore, già capogruppo del PSI e diri- bile principale - come direttore editoriale - di Lin- dau sia Lei, e che pertanto le scelte editoriali siano gente della Lega Italiana per il Divorzio, da ricondurre alla Sua persona. Mi scuso per il to- presidente onorario (ne fu presidente per no della mia lettera che potrà sembrarLe “inquisito- vent’anni fino al 2009) dell’Associazione in- rio”, e La ringrazio anticipatamente per ogni ulterio- ternazionale del Libero Pensiero Giordano re informazione o chiarimento che troverà opportu- Bruno e, naturalmente, affiliato alla Masso- no fornirmi. Cordiali saluti neria (cf libro autobiografico Non mi sono don Francesco Ricossa mai arreso). Past-president è Luciano Sca- gliarini, anche lui nell’elenco dei massoni • Da Ezio Quarantelli a don Francesco Ri- italiani. Tesoriere è Gian Battista Pollini, cossa, 25 ottobre 2010 Maestro Venerabile della Loggia Pedemon- Gentile don Ricossa, tana 696 (cf Erasmo notizie, rivista del GOI, la ringrazio delle delucidazioni. Capisco bene 1 marzo 2009). Segretario era Gian Secondo qual è la sua posizione, ma non la condivido. Non Merletti, il cui necrologio sulla Stampa, mi importa nulla di sapere se Marco Novarino è af- filiato o no alla Massoneria o se lo è il direttore di quotidiano di Torino, dice: “Confini” (io ne sono stato, o ne sarò, soltanto il di- “A.: G.: D.: G.: A.: D.: U.: È passato rettore responsabile; al momento la rivista ha so- all’Oriente Eterno il fr.: Gian Secondo speso le pubblicazioni), o se lo è lei. Mi interessa- Merletti. (…)” “Il Presidente, l’ufficio di no le persone, la loro onestà e serietà. Se queste Presidenza, il Consiglio Direttivo, il Colle- sono accertate, mi confronto volentieri con loro (o, gio Sindacale e il personale della Società di per dir meglio, con le loro idee), nelle forme e nei Cremazione di Torino … partecipano al modi di volta in volta possibili e auspicabili. Come dolore della famiglia per la scomparsa di sto facendo in questo momento con lei. Tutto qui. Gian Secondo Merletti, da molti anni ap- Un saluto molto cordiale e sinceri auguri di prezzato e stimato segretario del Consiglio buon lavoro. Ezio Quarantelli Direttivo. (Da La Stampa del 31 agosto 2010). Passando ai Consiglieri della Socrem di La nostra “discussione”, come compren- Torino, Giorgio Borra è membro della derà facilmente il lettore, è finita qui. Posso Loggia Augusta Taurinorum di Torino, aggiungere che non ho alcuna difficoltà nel Riccardo Corsi (che nell’elenco dei masso- dire e ribadire che non sono affiliato alla ni italiani risulta essere un ufficiale) è Ga- massoneria, e che la considero mia mortale rante di Amicizia del GOI (Erasmo notizie, nemica. Lo stesso non ha voluto o potuto 11/2003, p. 6) e, se non si tratta di omoni- fare l’editore di Lindau, forse perché il suo mia, autore del Compendio dei Rituali a nome (Ezio Quarantelli, nato a Torino il 25 uso del Maestro delle Cerimonie (Ananke, luglio 1955, residente a Torino, editore) Torino, 2007), Renato Valbonesi era Vice- compare in un elenco (non esaustivo) dei presidente per il Piemonte del GOI (Era- massoni italiani (consultabile su smo notizie 11-12.2004); Eros Durante http://www.scribd.com/doc/6531365/Elenco- compare nel succitato elenco (nato il 24 lu- Massoni-Italiani ) elenco che, pur non aven- glio 1960, di Pino Torinese, agente di com- do l’autorità dei piedilista della loggia d’af- mercio); non ho trovato notizie solo a pro- 35 numerosi saggi di autori cattolici critici nei A partire da sinistra: confronti del Concilio Vaticano II (basti Ezio Quarantelli responsabile delle edi- pensare a Mons. Brunero Gherardini, alla zioni Lindau, Cristina storia del Vaticano II di Roberto De Mat- Siccardi, e il prof. De tei, alla pubblicazione delle opere di Roma- Mattei (conferenza a no Amerio…). Perché? Bisogna notare che Torino del 1° dicembre le edizioni Lindau non solo pubblicano det- 2011) ti libri, ma che si occupano anche di presen- posito di Silvia Detto. Presidente del Colle- tarli: la presentazione a Firenze del libro di gio Sindacale è il prof. Vladimiro Valas Mons. Gherardini, Quaecumque dixero vo- (della Ricerca sul cancro) e Sindaci sono bis, a cura dei Francescani dell’Immacolata, Giovanni Boidi e Giarcarlo Garau, con la presenza dell’autore e della biografa quest’ultimo ex maestro venerabile della di Mons. Lefebvre (e di Paolo VI) Cristina Loggia Propaganda di Torino (Erasmo no- Siccardi, si fregia del logo della casa editri- tizie, 19-20-21/2009). La rivista della So- ce torinese; così pure (stesso luogo, la chie- crem, Confini, risultava avere (adesso esce sa fiorentina d’Ognissanti), la presentazio- in versione internet) per direttore lo Sca- ne del libro di De Mattei sul Vaticano II gliarini suddetto, per direttore responsabile edito da Lindau, presentato anche a Osimo, e membro del comitato di redazione il No- Milano, Palermo ecc. A Osimo sono state stro Ezio Quarantelli (direttore editoriale la Fondazione Lepanto e le Edizioni Lin- delle edizioni Lindau), e come segretario di dau, assieme, che hanno organizzato la pre- Redazione il prof. Marco Novarino, sentazione del libro del prof. De Mattei sul dell’Università di Torino, già collaboratore Vaticano II con interventi di Palmaro, di Hiram e Massoneria oggi, segretario ge- Gnocchi e D’Amico: tutti nomi dell’area le- nerale della Fondazione Ariodante Fabbret- febvriana-ratzingeriana. A Milano, stessi ti (che diffonde la cremazione), definito organizzatori, hanno parlato i professori “fratello” dal sito della Loggia Ipotenusa Palmaro, De Leonardis e De Mattei con la (Torino), e che chiunque può ammirare in moderazione di… Ezio Quarantelli. Quale video nella Radio GOI (Grand’Oriente interesse muove un uomo come Ezio Qua- d’Italia) durante la Gran Loggia del 2005 a rantelli (che alla domanda, se la Croce fos- Rimini. Ora, due opere del Novarino sono se compatibile con i “tre puntini”, avrebbe state edite dalle edizioni Età dell’Acquario risposto che c’è posto per chiunque percor- – marchio delle edizioni Lindau – nel 2003 ra con serietà e impegno un cammino di ri- (L’Italia delle minoranze. Massoneria, pro- cerca con l’obiettivo sincero di migliorare testantesimo e repubblicanesimo nell’Italia se stesso e di avvicinarsi alla Verità. Non contemporanea) e nel 2009 (Uomini e Log- c’è posto, qualunque sia la bandiera sotto ge nella Torino capitale): davvero Ezio cui milita, per chi non persegue questi Quarantelli non sa (o gli è indifferente sa- obiettivi. Tutto qui) a diventare editore di pere) se Marco Novarino è massone? punta dei “cattolici tradizionalisti” lefeb- Le varie Società per la Cremazione (So- vriani e/o ratzingeriani? Una possibile ri- crem) presenti in Italia sono quindi tutte sposta mi è stata suggerita – tra l’altro – controllate di fatto dalla massoneria (che le dalla lettura di una bella recensione del li- ha fondate) e, anche se negli ultimi tempi bro di De Mattei sul quotidiano Libero (26 occultano in genere il loro carattere anticri- giugno 2011, p. 31: Il Sessantotto della Chie- stiano e anticattolico (per poter reclutare sa prona davanti alla modernità) del filoso- nuovi soci tra i praticanti ingannati da Pao- fo liberale, già presidente del Senato, Mar- lo VI e successori) aderiscono però tutte al- cello Pera, entusiasta difensore del libro del la Federazione Italiana per la Cremazione Prof. De Mattei e deciso critico della svolta che, al contrario, non nasconde affatto il del Vaticano II. Marcello Pera è di ben al- proprio carattere violentemente ostile alla tra caratura di Ezio Quarantelli (ha persino religione e alla Chiesa. scritto un libro con Joseph Ratzinger) ma Detto questo, ribadisco che non avrei entrambi hanno in comune una estrazione alcun motivo di interessarmi alle edizioni laica e, nel contempo, un aperto schiera- Lindau e al suo direttore editoriale, se esse mento in difesa di Israele baluardo dell’Oc- non avessero intrapreso la pubblicazioni di cidente. Dopo una visita al B’nai B’rith, il 36

FEDE E CULTURA Le edizioni Fede e Cultura – a differenza delle edizioni Lindau – si presentano aper- tamente come cattoliche. L’ambiente è co- munque simile: molti autori dell’area lefeb- vriano-ratzingeriana e spiccata difesa di Israele e dell’Ebraismo. A quanto detto da Sodalitium n. 64 a proposito di Fede e cultu- ra e del suo patron Giovanni Zenone, don Nitoglia aggiunge alcune considerazioni sul libro dello stesso Zenone sul chassidismo: “Il Direttore è GIOVANNI ZENONE, che ha scritto nel 2005 (quando ‘Fede & Cultura’ era ancora in gestazione) per la ‘Cavinato Editore’ di Brescia ‘Il chassidi- Schermata delle “Edizioni L’età dell’accquario”, smo. Filosofia ebraica’. In esso Zenone scri- marchio di Lindau dal 2000. ve: «L’albero della cultura occidentale torna Molti i titoli presenti sulla massoneria a trarre linfa da una delle sue radici più pro- senatore Pera – che del Vaticano II, in fonde e vitali: l’Ebraismo. […]. In questa quanto liberale ed estimatore d’Israele do- miniera spicca per ricchezza e profondità di vrebbe essere difensore – prese a criticare pensiero Martin Buber» (p. 19). La religio- l’arrendevolezza della Chiesa conciliare… sità o filosofia proposta da Zenone è lo nei confronti dell’Islam (ne ho parlato nella chassidismo, ossia la cabala di massa e non mia conferenza tenuta a Torino nel 2004 su più riservata a pochi iniziati (p. 23 e 30). La politica della Chiesa, l’Islam e l’Occiden- Fondatore dello chassidismo fu il rabbi po- te). In questo ultimo quindicennio, infatti, lacco ISRAEL BAAL SHEM TOV [1698- numerosi esponenti del pensiero laico (e 1760] (pp. 45-54). Nella ‘prefazione’ al libro anche israeliti) mostrano una spiccata e di Zenone, MASSIMO INTROVIGNE ci sorprendente simpatia per la Chiesa cattoli- spiega che «alle origini remote del chassidi- ca, per le sue tradizioni, e per il Cristianesi- smo» cui si abbevera Zenone c’è Sabbatai mo in generale in chiave anti-islamica (si Zevi [† 1676] (p. 5), Jakob Frank [† 1791] pensi al Foglio di Giuliano Ferrara, che in- (p. 6), poi Shem Tov [† 1760] e quindi Reb fatti pubblica anche autori vicini al tradizio- Dov Baer [† 1772] (p. 9), per arrivare a nalismo, e i cui collaboratori pubblicano Martin Buber [† 1965] (p. 10), a spesso presso le edizioni Lindau). Tornano Joshua Heschel [† 1972] (p. 11), e alle varie di moda persino le Crociate! (cf i libri di sette chassidiche odierne dei Lubavitcher di Rodney Stark editi da Lindau). Molti di Brooklin, degli Stamar di Anversa e dei Bel- questi autori collaborano anche al nuovo zer in Israele (p. 13). È interessante notare corso dell’Osservatore Romano. Tale con- come la cabala chassidica di massa sia il nubio tra difesa dell’Occidente (incluso fondamento della psicanalisi freudiana. JI- Israele) e difesa del ruolo sociale della RI LANGER (nato a Praga nel 1894 e mor- Chiesa e/o del Cristianesimo in quanto fun- to a Tel Aviv il 1943), che è più chassidico zionale alla difesa dell’Occidente (e Israe- dello stesso Buber, scrisse nel 1923 Die Ero- le), a volte definito Cristianismo, è oggi – tik der Kabbala, ove sostenne e spiegò anco- dopo l’11 settembre, i libri di Oriana Fallaci ra più approfonditamente di Zenone-Intro- ecc. – molto diffuso, ed è tornato alla ribal- vigne che la «divinità indefinita» o En Sof si ta con il recente episodio della strage di Os- manifesta tramite le 10 Sefirot, di cui alcune lo, causando il paradossale equivoco di eti- sono maschili e altre femminili. La Sefirah chettare come “fondamentalista cristiano” Yesod o ‘Eros’, che costituisce il fondamen- un uomo (forse malato mentale) dichiara- to di tutta la natura, provoca l’unione tamente massone e sionista (a scanso equi- dell’En Sof con la sua amante o Shekhinah voci, preciso che non c’è alcuna collusione Malkhut. L’erotismo cabalistico chassidico possibile tra l’attentatore di Oslo e le per- pervade i mondi superiori (come per gli Dèi sone di cui sto parlando). greci) e, riletto poi da Freud, anche il nostro 37 mondo terrestre. La cabala ci è stata tra- che collaborano con Lindau (non è facile smessa prima da Eros e solo poi da Mosè. trovare un editore per chi, come noi, è privo La sessualità secondo i cabalisti e gli psica- di mezzi) penso che le considerazioni di que- nalisti non è rivolta solo al diverso o ‘etero’ sta nota possano essere utili per diffidare, in (maschio/femmina), come volevano Tzevi e futuro, di chi si serve di noi e per cercare di Frank, ma anche all’eguale o ‘omo’ come capire quale possa essere eventualmente la voleva SHEM TOV. Quindi Tov aggiunge strategia del nemico nel promuovere para- l’omosessualismo all’errore cabalistico clas- dossalmente autori e libri cattolici”. Non c’è sico. Il chassidismo trasuda di cabala erotica dubbio quindi che don Nitoglia non alludeva e, nel caso di Tov, deviata o omosessuale. a noi quando accusava degli ignoti di attri- Questi pensatori, di cui Zenone tratta lungo buire illecitamente all’Autore il sentire le 140 pagine del suo libro, sono in evidente dell’editore, di essere persone poco corrette contrasto con la Fede cattolica, la morale e che cercano di tirare in ballo, per denigrare la retta filosofia realistica” (articolo del 5 ingiustamente, autori ortodossi “tanto pro- marzo 2011, intitolato Mattioli e Amerio sul fondi quanto ingenui”. Nostro scopo infatti sito dell’autore). era avvertire eventuali ingenui dal non cade- Pur senza citare Sodalitium, don Nito- re nelle reti di Editori poco raccomandabili glia approva la messa in guardia a proposi- (da un punto di vista cattolico) malgrado le to dei responsabili delle case editrici Fede e apparenze. Il nostro intento non ha avuto cultura e Lindau (“è sempre utile sapere e esito, in quanto gli autori ingenui hanno tenere a mente, senza fare indebite illazioni, continuato a pubblicare con le due case edi- che il Direttore della ‘Lindau’ EZIO QUA- trici (forse lecitamente), altri a presentare i RANTELLI è anche Direttore responsabile propri libri con le edizioni Lindau (meno di ‘Confini. Temi e voci dal mondo della opportunamente), un altro a lodare aperta- cremazione’ della ‘Socrem’ o ‘Società per la mente le due case editrici sul quotidiano il cremazione’ e della collana ‘L’età dell’Ac- Foglio (ancor meno lodevolmente); solo don quario’ filo ‘New-Age’ della medesima ‘Lin- Nitoglia, il Centro Studi Federici e l’agenzia dau’”). Don Nitoglia però si preoccupa di Agere Contra hanno dato eco – seppur con difendere il buon nome di alcuni autori (vi- varie sfumature – alla nostra messa in guar- vi o defunti) pubblicati da queste case edi- dia. Per concludere la delicata questione, trici: “ciò non toglie nulla alla ortodossia di vorrei precisare una cosa. La frase “è del tut- padre Tyn e di Romano Amerio (o di mons. to lecito pubblicare con una Casa Editrice di Gherardini, che è realmente distinto da prestigio anche se non se ne condividono le Quarantelli e ‘Lindau’). Tuttavia è sempre idee” andrebbe precisata così: a un autore meglio sapere con chi si ha a che fare. Molti cattolico “può essere del tutto lecito, in certe Autori sono tanto profondi quanto ingenui e circostanze, e per motivi proporzionatamente spesso i loro nomi sono poi tirati in ballo da gravi, pubblicare con una Casa editrice di persone poco corrette, che vedono «tutto il prestigio anche se non se ne condividono le mondo in collusione» e cercano di denigrar- idee”. In teologia morale, infatti, la coopera- li ingiustamente”. Ingiustamente, perché, zione al male altrui (nel caso: la cooperazio- scrive don Nitoglia, “è del tutto lecito pub- ne di un autore cattolico con un editore blicare con una Casa Editrice di prestigio acattolico o anticattolico, o a parole cattoli- anche se non se ne condividono le idee”, an- co ma in realtà di dubbia ortodossia) è giu- che se “non è affatto decoroso avere gli stes- stificata solo a determinate condizioni: che si sentimenti del Proprietario di essa, quan- non si approvi il male fatto dagli altri, che si do esso risulti essere in odore di eresia e di intenda fare solo del bene e si tolleri l’effet- esoterismo” (come Mattioli); per cui occor- to cattivo senza causarlo, che si eviti lo scan- re ricordare “il principio della distinzione dalo, che ci sia una causa proporzionata- tra Editore e Autore, che sono due enti real- mente grave per porre una azione che avrà mente diversi, onde non si può lecitamente un effetto buono (diffondere un’opera buo- attribuire all’Autore il sentire dell’Editore”. na, cattolica, tramite un editore più o meno Sodalitium condivide quanto scritto da prestigioso) e uno cattivo (collaborare con don Nitoglia, tanto è vero che proprio nel n. gli acattolici, poter occasionare scandalo, 64, p. 30, nota 1, scrivevo: “Premesso che farsi strumento delle loro intenzioni meno credo al 100% alla buona fede dei cattolici rette). Ogni singolo caso deve essere studia- 38 to nelle sue concrete circostanze. Solo entro tazione, in nota, di un passo dell’enciclica questi limiti, si può e si deve sottoscrivere di Pio XII Divino afflante Spiritu, non è ri- l’asserita liceità di tali cooperazioni, tanto sultata gradita. più comprensibili ai nostri giorni, a causa Per non criticare apertamente Pio XII, della latitanza di autentiche case editrici che si pensa di poter farsi scudo della critica di siano nel contempo “prestigiose” e integral- Mons. Antonino Romeo – che fu maestro mente cattoliche. Nel caso presente, la que- di Mons. Spadafora – a quei progressisti e stione è particolarmente importante, per neo-modernisti che mal interpretavano (an- evitare che “l’area” cattolica tradizionalista zi, deformavano) l’enciclica di Papa Pacelli non possa essere infiltrata, influenzata, di- sullo studio della Sacra Scrittura: L’encicli- retta o anche solo confusa con ambienti ad ca “Divino afflante Spiritu” e le “Opiniones essa estranei e persino ostili. novae”, in “Divinitas” n° 4, 1960, pp. 385- 456. Ma c’è un problema. La critica di Mons. Romeo non si dirige verso l’enciclica L’ENCICLICA DIVINO AFFLANTE SPIRITU di Pio XII, della quale difende invece la IN QUESTIONE perfetta conformità con la Tradizione ed il magistero dei suoi predecessori, ma verso Nessuno mi ha scritto, ma molto è stato l’astuzia dei modernisti che la deformavano scritto, a proposito di un altro articolo del n. per scusare i propri errori. Ora, l’attitudine 64 di Sodalitium che avevo intitolato Ap- di Mons. Romeo e quella di Mons. Spada- punti per lo studio della Sacra Scrittura (e, in fora al proposito fu la stessa; e Sodalitium genere, delle altre scienze ecclesiastiche). Non n. 64 ha abbondantemente citato il pensie- avevo e non ho intenzioni polemiche nel ro al proposito di Mons. Spadafora (III Do- trattare questo argomento. Il mio intento cumento. I criteri dogmatici dell’ermeneuti- era ed è ancora, piuttosto, di realizzare un ca biblica. Magistero e consenso unanime programma che è sempre stato quello della dei Padri, pp. 34-35) quale si trova nel suo Chiesa, e che fu tra l’altro di Mons. Umber- eccellente Dizionario biblico. Vorremmo to Benigni: unire, cioè, negli studi ecclesia- allora avere una risposta chiara e semplice stici, scientificità di metodo e ortodossia di dal quindicinale che si avvalse per tanti an- dottrina. Conciliazione di per sé ovvia, giac- ni dell’illustre collaborazione di Mons. Spa- ché la vera scienza sarà sempre conforme al- dafora e che ancora, giustamente, ne ricor- la retta fede, e la retta fede guida e supporta da ogni anno la memoria: condividete gli studi scientifici e teologici, secondo quanto scritto dall’illustre esegeta nel suo l’esempio di San Tommaso d’Aquino. Pur- dizionario (pp 211-212) che Sodalitium n. troppo, è invece spettacolo quotidiano quel- 64 riporta alle pp. 34-35 oppure no? Il dub- lo di studiosi che avrebbero notevoli pregi bio è legittimo, poiché al di là delle lodi di intellettuali, e che però rifiutano i lumi della facciata, molte opinioni difese esplicita- retta fede, e, al contrario, quello di tanti mente da Mons. Spadafora sono ora taccia- scrittori che vogliono difendere la retta fede, te della nota di eresia o di errore da detto ma non hanno, purtroppo, o non vogliono quindicinale. Non voglio dogmatizzare ogni avere, quasi stimandolo un pericolo, una se- opinione di Mons. Spadafora, ma c’è un ria preparazione teologica e scientifica. Pro- abisso tra il dirsi in disaccordo con lui e prio per evitare ogni polemica, avevo propo- l’affermare che le sue opinioni sono contra- sto delle citazioni del Magistero della Chie- rie all’insegnamento della Chiesa o all’in- sa, che ogni cattolico deve riconoscere (Leo- fallibile consenso dei Padri. ne XIII, San Pio X, Pio XII), e altre di auto- Ma, almeno a parole, l’autorità di Pio ri che hanno – ciascuno nel proprio campo – XII è rispettata. Così non fa il prof. Rober- alleato la più stretta fedeltà alla retta fede e to De Mattei nel suo Il Concilio Vaticano l’approfondimento degli studi ecclesiastici: II. Una storia mai scritta. (Lindau, Torino, in teologia, Padre Guèrard des Lauriers o.p., prima edizione del 2010) il quale non solo, nell’esegesi della Sacra Scrittura, Mons. al seguito di Mons. Romeo e di Mons. Spa- Francesco Spadafora. dafora, critica doverosamente le false inter- Queste citazioni non hanno trovato gra- pretazioni del magistero di Pio XII; e non si zia presso alcuni contraddittori, nostri con- limita neppure a dissentire da scelte prati- fratelli nel sacerdozio. In particolare, la ci- che o disciplinari del Pontefice (il che lo 39 storico cattolico potrebbe fare col dovuto PAGANI E “NEO-PAGANI” rispetto) ma porta il suo dissenso sull’inse- (ANCORA SU IPAZIA) gnamento dottrinale stesso del Papa, il che è inammissibile: “Il Padre Bea – scrive De Ugo Maria Tassinari, in FascinAzione Mattei – ‘stratega’ di questo riduzionismo (Don Ricossa, Ipazia, e un libro che non biblico, riuscì a esercitare una forte influen- c’è, 3 settembre 2010) ha così corretto una za sull’enciclica Divino afflante Spiritu di mia imprecisione – riguardante uno scritto Pio XII (1943). Il documento ribadì energi- di Alessandra Colla sulla filosofa neoplato- camente il principio per cui solo al Magiste- nica – da me commessa nell’articolo Il mito ro della Chiesa spetta l’interpretazione au- di Ipazia (a p. 38 del n. 64 di Sodalitium): tentica della Sacra Scrittura, contro gli ese- “Il fatto, però, è che non esiste nessun libro geti postmodernisti che, negli anni Quaran- scritto da Alessandra Colla. Si tratta invece ta, volevano limitare l’inerranza divina alle di uno smilzo saggio, una ventina di pagine, verità di fede e di morale, ma individuò lo pubblicato in un almanacco delle Edizioni scopo principale dell’esegesi nella determi- di Ar, un volume speciale della rivista Ri- nazione del senso letterale del testo. Ciò si- sguardo, per il ventennale della casa editrice, gnificava l’abbandono dell’esegesi patri- che cadeva nel 1984. Comunque l’anno stica, teologica e spirituale, in nome di scorso, in occasione appunto della produ- una esegesi storico-letteraria puramente zione cinematografica, Alessandra l’ha ri- scientifica e razionale. L’enciclica taglia- pubblicato integralmente sul suo blog, con va dunque il terreno non solo all’ermeneu- una breve nota di contestualizzazione”. tica simbolica della ‘nouvelle théologie’, Non di libro si tratta, quindi, ma di disancorata dal Magistero e dalla teologia “smilzo saggio”. Da parte sua, Alessandra scolastica, ma anche a quella esegesi tra- Colla, ha brevemente risposto, sempre su dizionale che non rinunciava all’interpre- FascinAzione (De Ipazia, ovvero contro i tazione simbolica dei Padri della Chiesa. buoni per imperizia), così: Non a torto i progressisti videro un succes- « Accidenti, Ugo, altro che pubblicità- so nel documento di Pio XII, che per essere progresso! Seriamente, grazie per lo spazio rettamente inteso, va letto alla luce delle en- che mi dedichi. Per la verità, lo scritto di cicliche Spiritus Paraclitus di Benedetto XV don Ricossa mi era già stato segnalato da e Humani generis dello stesso Papa Pacelli” Giovanna Canzano (che ringrazio ancora (op. cit., pp. 52-53). De Mattei, paradossal- per avermi permesso di parlare di Ipazia a mente, da torto a Mons. Romeo, che riven- mio piacimento), ma mi era mancato il tem- dicava la conformità dell’enciclica con l’in- po per replicare. E poi, a dirla tutta, di repli- segnamento della Chiesa in materia, e da care non avevo nemmeno tanta voglia. Di- ragione ai progressisti- modernisti (“non a ciamo che definire l’assassinio di Ipazia co- torto i progressisti videro un successo nel me un fatto oscuro e marginale è la riprova documento di Pio XII”) che vedevano di quanto sostenuto da Franco Cardini e, nell’enciclica una svolta rispetto al prece- più modestamente, da me: ovvero che la dente magistero ecclesiatico. rappresentazione, filmica o verbale, di Vorremmo che i contradditori di Sodali- quanto accadde ad Alessandria in quel mar- tium n. 64 dicessero chiaramente (Si si no zo del 415 spiace grandemente a tutti coloro no) se sono d’accordo con queste righe del che si ostinano a leggere nel cristianesimo Prof. De Mattei secondo le quali l’enciclica soltanto un’apoteosi di pace e di bontà - che di Pio XII ha abbandonato l’esegesi patri- a me ricorda tanto, come diceva Guido stica in nome di una esegesi storico-lettera- Gozzano, “...il buono che derideva il Nietz- ria puramente scientifica e razionale e, se sche / ...in verità derido l’inetto che si dice / non sono d’accordo, come mai non lo han- buono, perché non ha l’ugne abbastanza no finora denunciato come l’hanno fatto ri- forti...”. Lo spiega benissimo Luigi Lom- petutamente col sottoscritto. Infine, il testo bardi Vallauri nel suo magistrale saggio citato dimostra comunque come in ambito “Nera luce” (3), quando parla della violenza “tradizionalista” esista un serio pericolo di insita nel messaggio di Gesù. Don Ricossa è errore nel rifiutare il magistero della Chie- liberissimo di dire, scrivere e pensare ciò che sa (al quale appartiene l’enciclica di Pio vuole - siamo o non siamo in democrazia? XII) in materia di esegesi. Però la verità storica sta da un’altra parte. 40 Del resto, se persino il cardinale Tettamanzi, deboli o malriusciti?). E allora… i cristiani con grande sprezzo del ridicolo, ha avuto il sono “inetti” – come scrive Gozzano in coraggio di dire che “Uccidere in nome di odore di massoneria? O sono cretini, come Dio è il più assurdo crimine contro l’umani- scrive Odifreddi? O sono, o per lo meno si tà” (nel 2006 Giovanni Paolo aveva dato al- sforzano di essere, semplicemente discepoli le stampe un libro dal titolo “Non uccidere di Cristo? A Lui, Crocifisso e Risorto, affi- in nome di Dio”) dimenticandosi un par di do le anime di chi ancora lo ignora o lo dis- millenni di storia della Chiesa di Roma, per- prezza perché, in fondo, non lo conosce ve- ché stupirci? Grazie per l’ospitalità e buona ramente. continuazione ». “La verità storica sta da un’altra parte”. Note Ci dica Alessandra Colla ove, nel mio artico- 3) Come esempio del “magistrale saggio” di Lom- lo, avrei falsificato la verità storica. I fatti so- bardi Vallauri, eccone un estratto tratto dalla recen- sione entusiastica dedicatagli dal sito dell’UAAR no fatti, e mi pare che né il sottoscritto, né (Unione atei agnostici razionalisti): Mons. Benigni abbiamo falsificato, deforma- “Lo scritto Aforismi, che chiude la prima parte, to, o omesso i fatti. Altra cosa è l’interpreta- dissecca meticolosamente alcuni dogmi quali la vergini- zione dei fatti. La morte (che non voglio giu- tà di Maria e la risurrezione, sottolineandone il livello di astrusità a cui è arrivata l’ermeneutica cattolica: che stificare) di Ipazia, una filosofa del cui pen- raggiunge vertici emblematici nel rapporto Trinità-Sa- siero si sa poco o nulla, è un “fatto margina- cra Famiglia, con Maria che arriva ad essere «figlia di le” della storia; come nulla di certo si può di- suo figlio, figlia del suo cooperatore genetico, madre di re sulla “responsabilità” di San Cirillo (come uno dei suoi tre padri, nonna di suo marito, nonna di ammette la stessa Colla) nella morte di Ipa- un altro Dio, quindi bisnonna di suo figlio». Alla do- manda «quanti suoceri, per esempio, come sposa di zia, e d’altro canto, sulla responsabilità di Cristo, avrebbe la Chiesa?» l’autore, «per mancanza di Ipazia nella politica del Prefetto Oreste in potenza di calcolo, e di voglia», non si sente di dare favore delle sommosse anticristiane dei Giu- una risposta”. dei alessandrini (per cui si tratta di un “fatto Non mi stupisco che i recensori dell’UAAR, noti per la loro sagacità, possano ridere soddisfatti delle oscuro” basato solo su storici per nulla ob- sciocchezze di Lombardi Vallauri; mi stupisco che biettivi, come Socrate). Alessandra Colla possa ritenere magistrale un saggio In realtà, la povera Ipazia è, come ab- che contiene simili facezie. biamo scritto, un “mito”, non perché non sia esistita o non sia stata uccisa – ingiusta- mente - da dei cristiani, ma perché la sua vicenda è diventata un pretesto – da To- Errata corrige… land a Voltaire, dalle edizioni di Ar al - l’Unione Atei Agnostici Razionalisti, dalle “Personne n’a le droit de déposer un Roi officine massoniche ai Liberi pensatori – de France” “Nessuno ha il diritto di deporre per attaccare il Cristianesimo in quanto ta- un Re di Francia”. (JEAN VAQUIÉ, Le origi- le, ed il suo Fondatore. Le poche righe di nes et les finalités surnaturelles de la monar- Colla lo confermano. Non trova grazia ai chie française, 1989, in Action familiare et suoi occhi il cattolicesimo liberale di Wojty- scolaire, suppl. n. 208, avril 2010). la e Tettamanzi (ed in questo ha ragione). Non trova neppure grazia ai suoi occhi, pe- “…I Re dunque e i principi nelle cose rò, quello tradizionale, che sapeva far uso temporali non possono essere sottomessi, non della violenza, ma della forza (bisogna secondo l’ordine stabilito da Dio, a nessuna saper capire la differenza), in difesa della potestà ecclesiastica, e non possono essere Verità, e non se ne nascondeva. In realtà, deposti direttamente o indirettamente in poco interessano i morti fatti o subiti forza dell’autorità delle chiavi della Chiesa, dall’una o dall’altra parte, ma il messaggio o i loro sudditi non possono essere esentati stesso di Gesù, Logos di Dio, al quale si dalla fede o dall’obbedienza o sciolti dal preferisce il nichilismo di Nietzsche, l’ateo giuramento prestato di fedeltà: e questa nemico della ragione. “I deboli e i malriu- sentenza, necessaria per il pubblico bene, sciti devono perire”, scriveva il povero utile non meno alla Chiesa che all’Impero, Nietzsche riecheggiato anche dal povero deve essere ritenuta come conforme alla Gozzano (vittima l’uno della follia e l’altro parola di Dio, alla tradizione dei Padri e della tubercolosi, dovremmo considerarli agli esempi dei Santi” 41 Primo dei quattro articoli della Dichia- agosto 1690) e Pio VI (bolla Auctorem fi- razione del Clero Gallicano (19 marzo dei, 28 agosto 1794) e ritrattati dal Re di 1682, DS 2281) riprovati da Innocenzo XI Francia Luigi XIV con lettera del 14 set- (breve Paternae caritati, 11 aprile 1682), tembre 1693. Alessandro VIII (cost. Inter multiplices 4 L'OSSERVATORE ROMANO

L’esistenza di Dio? Una scelta non dimo- Confiteor strabile (per J. Ratzinger) L’Osservatore Romano (30 giugno-1 lu- Parole di Joseph Ratzinger il 6 aprile glio 2011, p. 8) ammette – senza però pen- 2006 ai giovani della diocesi di Roma, in tirsi – che la teologia che si è imposta (col preaparazione alla XXI giornata mondiale Vaticano II) è la Nouvelle Théologie, con- della gioventù (Zenit, 7 aprile 2006): dannata come neomodernismo da S.S. Pio “Alla fine, per arrivare alla questione de- XII con l’Enciclica Humani generis. finitiva, direi: Dio o c’è o non c’è. Ci sono Lo fa pubblicando un articolo di Manlio solo due opzioni. O si riconosce la priorità Simonetti (L’eredità di Jean Daniélou), al della ragione, della Ragione creatrice che sta quale Joseph Ratzinger ha conferito il pre- all’inizio di tutto ed è il principio di tutto – mio Benedetto XVI. Di questo articolo la priorità della ragione è anche priorità del- pubblichiamo il passaggio “incriminato”. la libertà – o si sostiene la priorità dell’irra- “…Ricordiamo innanzitutto l’articolo zionale, per cui tutto quanto funziona sulla programmatico pubblicato da Daniélou in nostra terra e nella nostra vita sarebbe solo Etudes nel 1946, nel quale, reagendo contro occasionale, marginale, un prodotto irrazio- il tomismo alla Garrigou-Lagrange, che si nale - la ragione sarebbe un prodotto della proponeva allora come la teologia cristiana irrazionalità. Non si può ultimamente tout court e s’insegnava in tutti i seminari, “provare” l’uno o l’altro progetto, ma la auspicava un pluralismo teologico nel reci- grande opzione del Cristianesimo è l’opzio- proco rispetto e invitava i teologi a ritornare ne per la razionalità e per la priorità della alle fonti, Scrittura, Liturgia, Padri, premes- ragione. Questa mi sembra un’ottima opzio- sa di un orientamento di studi audacemente ne, che ci dimostra come dietro a tutto ci sia innovativo che, nonostante violente reazioni una grande Intelligenza, alla quale possia- e i tardivi strali contro il movimento definito mo affidarci”. nouvelle théologie (1950), ha finito per im- L’esistenza di Dio è quindi per Joseph porsi”. Ratzinger solo una opzione persuasiva ma non dimostrata. Il che è contro il giuramen- Mea Culpa to antimodernista (DS 3538) che anche Ratzinger ha prestato il giorno della sua or- «Nell’anno del centesimo anniversario dinazione: “confesso che Dio, principio e fi- della morte dello scrittore vicentino Anto- ne di tutte le cose, può essere conosciuto nio Fogazzaro, il cardinale Gianfranco Ra- con certezza e può anche essere dimostrato vasi, presidente del Pontificio Consiglio per con il lume naturale della ragione ‘per mez- la Cultura fa un mea culpa sulle accuse di zo delle cose che sono state fatte’ (Rom 1, modernismo che valsero all’autore di Pic- 20) cioè per mezzo delle opere visibili della colo mondo antico l’iscrizione nell’indice creazione, come causa per mezzo degli ef- dei libri proibiti. In uno scritto, inserito nel- fetti”, e contro il Concilio Vaticano I (DS la nuova collezione Morcelliana, intitolato 3026, Costituzione dogmatica Dei Filius): La vita di Antonio Fogazzaro e anticipato “Se qualcuno dice che il Dio unico e vero, nei giorni scorsi dal quotidiano Avvenire, nostro creatore e Signore, non può essere Ravasi sottolinea come il caso Fogazzaro conosciuto con certezza, grazie al lume na- possa essere accostato a quello di Galileo turale dell’umana ragione, attraverso le co- (…). In particolare il testo si sofferma sul se create: sia anatema”. fatto che l’accusa, rivolta a Fogazzaro, di 42 aver aderito al modernismo, non debba L’aspirazione al rinnovamento della Chiesa, sminuire il valore intellettuale dello scritto- all’incontro tra cultura e fede, all’elaborazione re di cui il cardinale ricorda l’incontro con di un pensiero e di una prassi pastorale più in un’altra ‘personalità straordinaria’, quella sintonia coi tempi pur nella fedeltà alle sue di Tommaso Gallarati Scotti. ‘Ebbene’, matrici, aveva alimentato l’intera sua esistenza scrive l’ex-prefetto della Biblioteca Ambro- e quella del suo grande amico Tommaso Gal- siana, ‘se a quest’ultimo proposito l’emble- larati Scotti, che a Fogazzaro dedicherà ap- ma rimane il caso Galileo, dobbiamo però punto una biografia anch’essa colpita dalla riconoscere che una prevaricazione più mo- mannaia della condanna all’Indice nello stesso desta ma non per questo meno sanguinante anno (1920) della sua pubblicazione. spiritualmente, potrebbe essere individuata A margine di tutto questo, la mia vuol es- anche nel caso Fogazzaro’». (Libero, 18 set- sere solo una limitata testimonianza persona- tembre 2011. p. 30) le, legata all’incarico – da me espletato negli anni 1989-2007 – di Prefetto della Biblioteca Fogazzaro un caso da riaprire Ambrosiana. In quella sede, infatti, è custodi- to un fondo di particolare rilievo, quell’Archivio Ecco la premessa di Ravasi alla ristam- Gallarati Scotti al cui interno una sezione è ri- pa della Vita di Fogazzaro, anticipata dal servata esplicitamente alle “Carte Fogazzaro”, quotidiano “cattolico” Avvenire, il 16 set- comprendenti manoscritti autografi, corri- tembre 2011 (i grassetti sono da attribuire a spondenza, sempre autografa, dello scrittore, Sodalitium): compresa quella indirizzata all’amico (soprat- Il 12 marzo del 2000, anno giubilare, il tutto negli anni 1898-1910), altra corrispon- beato Giovanni Paolo II celebrava in San Pie- denza generale, memorie, scritti a stampa, tro un solenne rito penitenziale dal contenuto documenti, carte e opuscoli di genere vario. Il per certi versi inedito. In esso si implorava a legame umano e spirituale tra il duca e lo Dio il perdono per i peccati commessi dalla scrittore ebbe come fondale proprio gli spazi Chiesa durante la sua storia bimillenaria: per- solenni dell’Ambrosiana, allora retta da Achille dono per le persecuzioni o l’emarginazione Ratti, il futuro Pio XI, nominato Prefetto l’8 degli Ebrei, per le deviazioni dal Vangelo, per marzo 1907 e rimasto in carica fino al 26 set- l’intolleranza e la violenza contro i dissidenti, tembre 1914. per le colpe nei confronti dell’unità della Chie- Vorremmo riservare un cenno alle vicende sa, per le ferite inflitte alla pace, alla giustizia che fecero incrociare tra loro figure così im- sociale, alla dignità della persona, ai diritti dei portanti della cultura di quel periodo, dando popoli, al rispetto delle culture e delle altre fe- origine a una sorta di cenacolo ideale. Il pun- di, e per tutte le prevaricazioni perpetrate a li- to di partenza fu l’iniziativa editoriale della rivi- vello pratico e ideale. sta Il Rinnovamento la cui direzione fu affidata Ebbene, se a quest’ultimo proposito l’em- collegialmente ad Antonio Ajace Alfieri, Ales- blema rimane il “caso Galileo”, dobbiamo pe- sandro Casati, Tommaso Gallarati Scotti e, rò riconoscere che una prevaricazione più successivamente, a Uberto Pestalozza, men- modesta, ma non per questo meno sangui- tre attorno si delineava un orizzonte di simpa- nante spiritualmente, potrebbe essere indivi- tizzanti molto vasto e qualificato (Paul Saba- duata anche nel “caso Fogazzaro”, figura di tier, George Tyrrell, Alfred Loisy, Romolo Mur- intensa fede e passione ecclesiale che, come ri, Ernesto Buonaiuti, Giovanni Semeria, Frie- è noto, si trovò immerso in quel flusso religio- drich von Hugel). A costoro si accostò ap- so e culturale, ora ardente ora turbolento, che punto Antonio Fogazzaro, erede della tradi- va sotto il nome di “modernismo”. Non di- zione cattolico-liberale e interprete dei fer- mentichiamo che lo scrittore vicentino dagli menti che si stavano allora sviluppando nella interessi molto variegati (non esiterà neanche società e nella cultura. a confrontarsi con le teorie evoluzionistiche) La rivista, pur dichiarandosi laica e acon- morì il 7 marzo 1911 nell’ospedale della sua fessionale, poneva il cattolicesimo come ba- città, senza apprendere che persino quel suo se della propria ricerca, affermando che nel ultimo romanzo, Leila, pubblicato l’anno pre- mutato clima culturale l’unica apologetica cedente e destinato nelle sue intenzioni a di- possibile era ormai la ricerca stessa. Il cristia- ventare una sorta di ritrattazione, veniva im- nesimo è vita e non può essere rinchiuso in placabilmente posto all’Indice dal Sant’Uffizio. sistemi intellettuali “definitivi”; ogni concezione 43 per lui un percorso di distacco dalla rivista (che cessò dopo due anni) e un itinerario ver- so altre esperienze culturali e politiche, senza però interrompere la rete delle amicizie e degli impegni sociali. Fu in quella fase che Gallarati Scotti intraprese il progetto e la realizzazione Antonio Fogazzaro della Vita di Fogazzaro. A questo punto, compiendo un salto cro- nologico enorme, giungiamo agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso, quando si delineò Il desiderio di costituire «un Archivio religiosa che pretendesse di legare la fede a contenente documenti e lettere relative al determinate dottrine filosofiche e sociali sa- movimento religioso chiamato “Moderni- rebbe falsa in radice. smo”», come Gallarati Scotti annunciava a L’interrogativo fondamentale verteva, dun- Uberto Pestalozza il 18 marzo 1963. E qui la que, sulla capacità del cristianesimo di «assi- mia testimonianza è appunto quella di essere milare» il «rinnovamento universale» del pen- stato custode ufficiale di quel fondo per l’arco siero scientifico, per non pregiudicare la fede di tempo della mia prefettura all’Ambrosiana. di migliaia di coscienze. Al motivo del primato Oltre a tutti «i documenti del lungo travaglio della coscienza si ricollegavano altri temi fon- della mia vita», oltre alle carte del «Santo ve- damentali: la distinzione tra Rivelazione ed scovo Bonomelli», il duca introduceva anche le elaborazione teologica come premessa di “carte Fogazzaro” che sopra abbiamo descrit- una libera ricerca scientifica; la posizione del to, mentre successivamente si sarebbe aggre- laicato nella Chiesa; il rapporto tra Stato e gato anche il fondo documentario di Alessan- Chiesa con il richiamo ai valori interiori come dro Casati. Il 22 febbraio 2001 io ebbi, poi, condizione di un autentico rinnovamento poli- l’onore di unire all’Archivio Gallarati Scotti l’epi- tico e il rifiuto di ogni “confusione” che potes- stolario di Uberto Pestalozza composto di ben se degradare la religione a strumento della 3492 documenti di grande interesse (la sua bi- politica; l’esigenza di libertà e di giustizia so- blioteca era già stata donata dagli eredi all’in- ciale da fondere nella visione di una demo- domani della morte del professore). crazia autenticamente ispirata ai valori genuini E particolarmente significativo – anche per del cristianesimo. registrare il mutamento dell’atmosfera ecclesia- Sono note le reazioni che seguirono ai pri- le – quanto il cardinale Amleto Cicognani a no- mi passi del Rinnovamento: al di là del pronun- me della Santa Sede scriveva a Tommaso ciamento più generale dell’enciclica Pascendi Gallarati Scotti il 2 luglio 1965, sotto il pontifi- (16 settembre 1907), il Prefetto della Congre- cato di Paolo VI: «L’Augusto Pontefice, a Cui gazione dell’Indice, cardinale Andrea Steinhu- non sfugge il valore di codesti documenti, così ber, bollò in un articolo sull’Osservatore Roma- importanti per la storia religiosa del primo No- no la rivista come «notabilmente opposta allo vecento – per i rapporti da Lei intrattenuti, con spirito e all’insegnamento cattolico», appellan- tanto interesse e pensosa sensibilità per i pro- dosi all’arcivescovo di Milano, cardinale Andrea blemi spirituali, nei confronti di eminenti figure Carlo Ferrari, perché si cancellasse un’impresa rappresentative della cultura, dell’arte, della di- «tanto nefasta e indegna». plomazia italiana e straniera – ha accolto con Non è nostro compito ora ricostruire la re- vivo compiacimento il filiale annuncio». plica del gruppo, le mediazioni fallite del Pre- Questa mia testimonianza marginale su fi- fetto dell’Ambrosiana Ratti, la scomunica che gure così alte della cultura del Novecento e fu comminata la vigilia di Natale del 1907, vis- sul loro travaglio intellettuale e spirituale vuole suta da Gallarati Scotti con amarezza ma – essere solo uno stimolo a ripercorrere quelle come scriveva proprio a Fogazzaro in una let- vicende e soprattutto l’incontro tra due perso- tera del 2 gennaio 1908 – «con la certezza nalità straordinarie come furono Tommaso che Cristo potrà comunicarmisi per il deside- Gallarati Scotti e Antonio Fogazzaro. Un itine- rio immenso che ho di lui e per la tranquillità rario che può gettare luce anche sul nostro di coscienza con cui affronto questo momen- presente ecclesiale e sociale, ben più mode- to tragico della mia vita religiosa». Da quel sto ma segnato da analogie con quel glorioso momento, sia pure con ponderazione, iniziò passato, nella consapevolezza di quanto acu- 44 tamente scriveva Giorgio Pasquali nella sua sta Antonio Fogazzaro furono condannate e raccolta Filologia e storia (1920): «Chi non ri- messe all’Indice dei libri proibiti con decreto corda non vive». dell’8 maggio 1911 e del 5 aprile 1906. Gianfranco Ravasi Per Ravasi la “colpa” di tali condanne deve attribuirsi quindi alla Chiesa e a San La vita di Antonio Fogazzaro, opera del Pio X. Ciò facendo Ravasi si dichiara mo- modernista scomunicato Gallarati Scotti dernista. Ravasi è stato “consacrato” Vesco- pubblicata nel 1920 e ristampata con prefa- vo e creato “cardinale” da Joseph Ratzinger. zione del cardinal Ravasi è stata condannata Che il lettore onesto ne tiri le conseguenze. e messa all’Indice dei libri proibiti con De- creto del Sant’Offizio del 9 dicembre 1920. Le opere Leila (Milano, 1910) e Il Santo (Milano, 1905/1906) del modernista e occulti-

Dottrina sociale

La questione sociale alla luce Con il termine “Dottrina socia- del magistero di Leone XIII e le” si indica un complesso di negli scritti di don Albertario principi, diretti a dare una deter- Don Ugolino Giugni minata organizzazione alla so- cietà e in questo senso si parle- n questo articolo vorrei illustrare il pen- rà dunque della Dottrina sociale Isiero della Chiesa e in particolare quello di papa Leone XIII, autore della celebre della Chiesa. enciclica Rerum Novarum del 1891, sulla cosiddetta “Questione Sociale” ed in segui- to vederne l'applicazione pratica negli scrit- Spesso il sociale include anche l’aspetto ti di un suo contemporaneo, a me molto ca- economico poiché i bisogni materiali del - ro, il giornalista don Davide Albertario. l’uomo condizionano molto il suo vivere comune e in società. Che cos’è la questione sociale Quindi quando si parla di questione (o problema) sociale, esso riguarda la politica Cerchiamo di definire innanzi tutto i e l’economia in quanto le comprende. Se- termini che useremo. condo alcuni riguarda la politica e l’econo- Con il termine “sociale” si intende in- mia delle varie classi sociali. Ma l’opposizio- dicare tutto ciò che si riferisce alla socie- ne tra aspetto sociale politico ed economico tà. Nell’etimologia classica sociale equiva- tende a limitare la Q. S. Più recentemente a leva a politico (dal greco polis = città) e partire dal XIX secolo la questione delle veniva dal latino societas. Fino al XVIII classi, la loro uguaglianza, i loro rapporti, ha sec. tutto ciò che si riferiva alla società ve- avuto un peso non indifferente nella defini- niva definito politico, e col passare del zione della Q. S. ma non è possibile restrin- tempo il termine politico va a designare gerla unicamente a questo unico aspetto. tutto quello che riguarda il governo della Quando si parla di Dottrina sociale si comunità. Sociale invece indicherà tutto indica un sistema che contiene un comples- ciò che si riferisce alla vita comune dei so di principi, diretti a dare una determina- membri della comunità, ed il termine ta organizzazione alla società e in questo “economico” andrà ad indicare ciò che si senso si parlerà dunque della Dottrina so- riferisce ai bisogni materiali della gente ciale della Chiesa (oppure al contrario della che vive in comunità. dottrina socialista…). 45 ne sociale” alimentata dalla rivoluzione in- dustriale, dalla modernizzazione della so- Mons. cietà; il socialismo cercava di manovrare le Umberto Benigni, masse contro i “padroni” per attuare una cattolico rivoluzione. Grave era il timore e la preoc- integrale, autore cupazione anche nella società italiana e nel- di molte opere le sue istituzioni per un eventuale moto ri- di storia della Chiesa voluzionario popolare, (questo timore fu anche una delle cause della violenta repres- sione dei moti milanesi del 1898 che porte- ranno all’arresto di don Albertario). Secondo mons. Umberto Benigni «per Le prime manifestazioni di interesse da “vita sociale” s’intende l’insieme organico parte dei cattolici intorno ai problemi socia- dei fenomeni dell’umano consorzio, la vita li si ebbero nella seconda metà dell’ottocen- civile dell’umanità e dei singoli suoi membri to. In Germania nel 1864 l’arcivescovo di come tali. Pertanto, la vita sociale di un isti- Magonza, il barone von Ketteler, pubblicò tuto, di un ente morale, designa la sua parte- un opuscolo “La questione operaia e il Cri- cipazione attiva e passiva (cioè influente ed stianesimo” nel quale sosteneva “la necessi- influita) alla vita della società ed alla sua ci- tà di un intervento piuttosto esteso dello viltà; così la vita sociale della Chiesa cattoli- stato per la protezione dei lavoratori, affer- ca, storicamente intesa, ci dà la vita della mando che la tendenza associativa degli - Chiesa – non interna cioè specificatamente operai era un fenomeno naturale dei tempi i ecclesiastica – ma specialmente esterna; ossia moderni, che avrebbe dovuto svilupparsi in - non solo in quanto si svolge in mezzo alla so- senso corporativo, e propugnò la fondazio- cietà umana, ma soprattutto in quanto ri- ne di cooperative di produzione” (2). Il Ket- - guarda la società stessa e la sua civiltà. (…) teler ebbe qualche influenza su molti stu- - “Vita sociale” ha un senso più esteso diosi ed organizzatori cattolici austriaci e che non “vita pubblica”; infatti questa par- francesi. In Francia ne subirono l’influenza e ticolarmente riguarda i fatti collettivi ed uf- il conte de Mun [prima della deriva filo-re- ficiali dello stato, e le azioni dei cittadini di- pubblicana] e il marchese Réné de la Tour rettamente od indirettamente riferentisi a du Pin “i quali insistettero in modo partico- quello; mentre la vita sociale comprende lare sulla critica del liberalismo economico ogni rapporto civile tra uomini. e politico in nome della cosiddetta conce- La vita sociale così intesa comunemente zione organica della società e dello stato, e si distingue in vita politica, etico-giuridica propugnavano la costituzione di corporazio- ed economica. (…) ni con funzioni rappresentative anche nel La vita politica, parte precipua della vi- campo politico. In pratica la loro opera si ta pubblica, riguarda i principi ed i fatti re- esplicò soprattutto attraverso l’Oeuvre des lativi allo Stato ed al suo governo politico cercles catholiques d’ouvriers, sorta con fun- propriamente detto, come altresì le correnti zioni di patronato e sviluppatasi anche co- politiche ed i relativi partiti. La vita etico- me associazione di studio. Mediante la rivi- giuridica abbraccia tutto il complesso di usi, sta Association catholique, fondata 1876, costumi, leggi che regolano la vita pubblica questa corrente corporativista francese e privata dei cittadini, eccettuati i fenomeni esercitò una certa influenza sui cattolici ita- politici ed economici. (…) Infine la vita liani. In Belgio si sviluppò un movimento economica riguarda un lato speciale della corporativista cattolico, con la cosiddetta vita etico-giuridica, quello dei principi e dei scuola di Liegi, ispirata dal vescovo di quel- fatti economici, che riguardano cioè la ma- la città Victor Joseph Doutreloux” (3). In teriale sussistenza umana » (1). Francia parecchi industriali cattolici costi- tuirono in questo periodo delle associazioni, Periodo storico nel quale comincia a porsi come quella dei Patrons Chretiens du Nord, la “questione sociale” le quali svolsero una certa attività assisten- ziale a favore degli operai (4). In genere pe- Alla fine del secolo XIX si faceva senti- rò queste attività sociali rimanevano, in re prepotentemente la cosiddetta “questio- questo periodo tra 1870 al 1890, estranee al 46 movimento operaio e sindacale. Le organiz- zazioni cattoliche generalmente raccoglie- vano contadini artigiani, piccoli proprietari, piccoli imprenditori; ed erano soprattutto delle società di mutuo soccorso e cooperati- ve, o solo delle confraternite. L’idea stessa di molti cattolici di rifarsi alle corporazioni medioevali li spingeva a preferire le associa- zioni miste che comprendevano padroni e lavoratori (5). In Italia l’attività di studio fu piuttosto scarsa e di riflesso a quella dei cattolici stra- nieri. “Cio si dovette non solo alle condi- zioni sociali del l’Italia, ma anche al fatto che i cattolici italiani, non partecipando alle lotte elettorali e parlamentari [a causa del non expedit] non erano, come quelli di altri paesi, costretti ad assumere posizioni impe- Leone XIII (nella foto quando era ancora cardinale) pubblicò l’enciclica Rerum Novarum gnative di fronte ai vari problemi economi- sulla questione sociale ci e sociali, che via via venivano in discus- sione” (6). Per avere un’idea degli intendi- diante premi annuali nelle annate favore- menti e delle aspettative dei cattolici prima voli… costruzione di case operaie; diffusio- della Rerum novarum si può leggere lo stu- ne di enti di beneficenza; istituzione di ban- dio che nel 1888 il trevigiano Giuseppe To- che popolari” (7). niolo pubblicò anonimo nell’organo ufficia- L’opera dei Congressi si occupò attiva- le dell’Opera dei Congressi, dal titolo: “Ra- mente della questione sociale nei suoi diffe- gioni e intendimenti degli studi e dell’azione renti congressi, e particolarmente nel 1887 sociale dei cattolici d’Italia”. In esso affer- al VII congresso di Lucca (19-23 aprile), mava tra l’altro che “il problema sociale grazie alla sua seconda sezione che riguar- può essere risolto soltanto istituendo cor- dava l’economia sociale cristiana, sotto la porazioni di padroni e di lavoratori, orga- direzione di Medolago Albani (8) e con la nizzate gerarchicamente e riconosciute dal- collaborazione del Toniolo (9). Significativo lo stato”. Egli avanza anche una serie di è il fatto che vengono anticipati, in questa proposte concrete, che dovrebbero costitui- occasione, molti dei temi che saranno af- re gli obbiettivi dell’azione immediata dei frontati dall’enciclica del 1891; “Lorenzo cattolici nel campo sociale. Esse sono: ripo- Bottini affonta il tema mostrando la genesi so festivo; esclusione delle donne e degli dell’individualismo nei principi e nelle con- adolescenti dal lavoro in certe industrie; li- seguenze della Rivoluzione del 1789. L’am- mitazione massima assoluta dell’orario la- pia relazione, un vero proprio libro con no- vorativo, soprattutto per le donne e gli ado- te e suddivisione in diversi capitoli, analizza lescenti; difesa delle medie imprese, delle i problemi della cosiddetta questione ope- piccole industrie e delle industrie casalin- raria e percorre i principali passaggi della ghe, difesa della mezzadria; maggior prote- storia della corporazione cristiana, della zione data dallo stato all’agricoltura piutto- sua compatibilità con leggi e consuetudini sto che all’industria; affermazione teorica italiane. Essa riporta anche lo Statuto di della necessità di fissare un salario mini- una corporazione cristiana da poco fondata mo… proibizione della rescissione senza a Lilla in Francia” (10). preavviso dei contratti di lavoro; adozione Il congresso dell’Opera (l’ottavo) del del salario ‘a compito’ piuttosto che del sa- 1890, che si tenne a Lodi, ebbe come tema lario a ‘fisso tempo’, e corresponsione di L’intervento dello Stato nelle questioni eco- una parte del salario in modo indiretto nomico e sociali. Tra le due tesi che si con- (mediante alloggi gratuiti, versamenti per tendevano il campo, quella del liberismo as- assicurazioni, pensione, ecc.); istituzione di soluto e quella del socialismo di stato, i cat- quote addizionali dei salari, a titolo di par- tolici avrebbero dovuto volgersi verso l’unica tecipazione agli utili, da corrispondersi me- che si adattava perfettamente alla loro dot- 47 trina: “fra queste due opposte teorie, che lo dell’uso della ragione stanno sotto la cura Stato non debba far nulla e che lo Stato deb- dei genitori). I socialisti, sostituendo alla ba far tutto, c’è qualche cosa di mezzo: ed è provvidenza dei genitori quella dello Stato, che lo stato debba far bene”, (11) chiosava co- vanno contro la giustizia naturale e disciol- me relatore Stanislao Medolago Albani. gono la compagine delle famiglie. [11] È in questo quadro storico che vide la 5. Compito della Chiesa è rendere me- luce nel 1891 l’enciclica Rerum novarum di no aspro il conflitto tra le classi e con gli in- Leone XIII, sulla condizione degli operai. segnamenti suoi, non solo d’illuminare la mente, ma d’informare la vita e i costumi di Alcuni punti fermi della Rerum novarum ognuno. [13] 6. È un principio imprescindibile, che si 1. Il socialismo pretende che si debba deve sopportare la condizione propria abolire la proprietà, e far di tutti i particolari dell’umanità: togliere dal mondo le dispari- patrimoni un patrimonio comune, da ammi- tà sociali, è cosa impossibile. Poiché la più nistrarsi per mezzo del municipio e dello sta- grande varietà esiste per natura tra gli uo- to. Ma questo è un falso rimedio ed è ingiu- mini: non tutti posseggono lo stesso inge- sto. Il fine prossimo del lavoro dell’operaio è gno, la stessa solerzia, non la sanità, non le la proprietà privata a cui tende; e con il suo forze in pari grado: e da queste inevitabili lavoro acquista un vero e perfetto diritto, differenze nasce di necessità la differenza non solo di esigere, ma d’investire come delle condizioni sociali. [14] vuole, la dovuta mercede. [3] (12). 7. Quanto al lavoro, Dio lo impose 2. La proprietà privata è un diritto natu- all’uomo ad espiazione del peccato, non rale (Iddio ha dato la terra a uso e godi- senza fatica e molestia. Similmente il dolore mento di tutto il genere umano). La terra, non mancherà mai sulla terra; perché aspre, per altro, sebbene divisa tra i privati, resta dure, difficili a sopportarsi sono le ree con- nondimeno a servizio e beneficio di tutti, seguenze del peccato, le quali, si voglia o non essendovi uomo al mondo che non ri- no, accompagnano l’uomo fino alla tomba. ceva alimento da essa. [6-7] Patire e sopportare è dunque il retaggio 3. La famiglia, ossia la società domesti- dell’uomo; e qualunque cosa si faccia e si ca, è anteriore a ogni civile società; perciò tenti, non v’è forza né arte che possa toglie- con diritti e obbligazioni indipendenti dallo re del tutto le sofferenze del mondo. [14] Stato. Essa ha dunque, per la scelta e l’uso 8. Supporre una classe sociale nemica dei mezzi necessari alla sua conservazione e naturalmente dell’altra, quasi che la natura alla sua legittima indipendenza, diritti alme- abbia fatto i ricchi e i proletari per batta- no eguali a quelli della società civile, perché gliare tra loro un duello implacabile; è cosa la famiglia è logicamente e storicamente an- tanto contraria alla ragione che alla verità. teriore alla società civile. Se l’uomo, se la Come nel corpo umano le varie membra si famiglia, entrando a far parte della società accordano insieme così la natura volle che civile, trovassero nello Stato non aiuto, ma nel civile consorzio armonizzassero tra loro offesa, non tutela, ma diminuzione dei pro- quelle due classi, e ne risultasse l’equilibrio. pri diritti, la civile convivenza sarebbe piut- L’una ha bisogno assoluto dell’altra: (né il tosto da fuggire che da desiderare. [9-10] capitale può stare senza il lavoro, né il lavo- 4. È un errore grande e dannoso volere ro senza il capitale). La concordia fa la bel- che lo Stato possa intervenire a suo talento lezza e l’ordine delle cose, mentre un per- nel santuario della famiglia. Solo se una fa- petuo conflitto non può dare che confusio- miglia si trova in gravi strettezze è lecito l’in- ne e barbarie. [15] tervento dei pubblici poteri, perché ciascuna 9. La giustizia deve regolare i doveri mu- famiglia è parte del corpo sociale. Lo Stato tui tra le varie classi sociali. Agli occhi della renda a ciascuno il suo, senza usurpare i di- ragione e della fede il lavoro non degrada ritti dei cittadini, ma tutelandoli secondo la l’uomo, ma anzi lo nobilita col metterlo in retta giustizia. La patria potestà non può lo grado di vivere onestamente con l’opera Stato né annientarla né assorbirla, poiché propria. Quello che veramente è indegno nasce dalla sorgente stessa della vita umana. dell’uomo è di abusarne come di cosa a sco- (I figli sono qualche cosa del padre, una po di guadagno, né stimarlo più di quello espansione della sua personalità e prima che valgono i suoi nervi e le sue forze. [16] 48 10. È obbligo dei padroni lasciare all’ope- mo, non solo secondo lo stretto dovere raio comodità e tempo che bastino a compie- (giustizia) e lo stretto bisogno (sostenta- re i doveri religiosi, non imporgli lavori spro- mento), ma anche secondo la civiltà morale porzionati alle forze, o mal confacenti con (carità, filantropia) e materiale (agiatezza). l’età e con il sesso. Tra i principali doveri dei Adunque son due i cardini etico-giuridici padroni è dare a ciascuno la giusta mercede, dell’economia sociale - giustizia e carità; il non farlo è colpa così enorme che grida come son due i fatti materiali ai quali prov- vendetta al cospetto di Dio. [16-17] vedere – sostentamento ed agiatezza » (13). 11. Le varie classi sociali devono essere Si comprenderà meglio questa dottrina legate dall’amore fraterno (fraternità cri- spiegando i termini che la compongono. stiana), poiché tutti gli uomini hanno origi- • La giustizia è quella legge e virtù so- ne comune da Dio Padre comune e a Lui ciale che ci fa riconoscere, e perciò lasciare tendono e da Gesù Cristo tutti sono stati o dare ad ognuno il suo – unicuique suum. redenti. I beni di natura e di grazia sono pa- • La carità è quella legge e virtù sociale trimonio comune del genere umano: nessu- che oltre l’osservanza legale della stretta no quindi senza proprio merito verrà di - giustizia, ci fa amare i nostri simili come noi seredato dal retaggio dei beni celesti. [21] stessi e perciò trattarli come tali. È sua la 12. Con la sua premura la Chiesa procu- norma “fare agli altri quel che si vorrebbe ra che i proletari emergano dal loro infelice fatto a noi”. Al nome tradizionale cristiano stato e migliorino la condizione di vita. E di carità si è voluto ai nostri tempi sostitui- questo fa chiamando e insegnando a tutti re quello di filantropia. gli uomini la virtù. I costumi cristiani con- Per il cristianesimo la società umana è tribuiscono alla prosperità terrena, attirano da considerare una grande famiglia (la fa- la benedizione di Dio, frenano la cupidigia miglia è la base di ogni società); quindi tutti della roba e la sete dei piaceri. [23] gli uomini hanno origine dal padre comune 13. A risolvere la questione operaia de- che è Dio e a Lui tendono come fine supre- ve concorrere anche lo stato, in quanto è mo, da Gesù sono stati tutti redenti e chia- sua competenza provvedere al bene comu- mati alla figliolanza divina. Cristo è il pri- ne. Essendo il corpo sociale composto da mogenito tra molti fratelli. Questi i diritti e varie classi che sono tutte cittadini allo stes- i doveri di ogni uomo contenuti nel Vange- so titolo, lo stato ha il dovere in giustizia di lo. L’esistenza delle classi sociali è dovuta a prendersi cura del benessere degli operai e un processo storico inevitabile nella razza di ogni ordine di cittadini con imparzialità umana. “La soppressione delle classi è uto- secondo la giustizia distributiva. [27] pia, la loro sistemazione è civiltà” (14), il 14. Non è giusto che il cittadino e la fa- concetto sociale della grande famiglia uma- miglia siano assorbiti dallo stato. Il governo na è la base della giustificazione e della si- è istituito da natura non a beneficio dei go- stemazione della varie classi. In ogni fami- vernanti, bensì dei governati, perché il po- glia ognuno ha i suoi compiti ben precisi: tere politico viene da Dio ed è una certa chi pensa alla produzione, chi all’ammini- partecipazione della divina sovranità. [28] strazione, chi alle relazioni sociali, chi alla Delegazioni operaie convenute a Roma per il 60° della L’economia sociale cristiana Rerum Novarum (15 maggio 1951) « L’economia sociale è quella parte del- la sociologia che riguarda nella questione sociale i problemi economici, nonché il lato economico degli altri, cioè ogni fenomeno economico sociale. Il principale scopo pra- tico dell’economia sociale (o sociologia economica) è la giusta soluzione del pro- blema della sussistenza umana, sulla base della esatta constatazione dei criteri morali e dei fatti materiali riguardanti la produzio- ne e la ripartizione della ricchezza a fine di assicurare l’anzidetta sussistenza dell’uo- 49 sicurezza delle persone e cose. Ma tutto ciò duo. Va di pari passo l’obbligo di astenersi non toglie che il fratello maggiore o più dal lavoro nei giorni consacrati al Signore dotto o più saggio non cessi di essere ugua- per il riposo festivo e l’onore dovuto a Dio. le, come uomo e come figlio del Padre co- Come un corollario di “chi non lavora non mune, che il fratello abile debba aiutare co- mangi” viene che “chi lavora, mangi”, ne lui che è inabile o incapace, e che tutti si consegue quindi che il lavoro è il titolo etico aiutino e si amino nella carità, accettando sine qua non per la sussistenza e il valore la disparità che è inevitabile. Questa dispa- minimo di una giornata di lavoro deve cor- rità è moralmente neutra nel senso che non rispondere al minimo necessario di una dà merito al ricco o vergogna al povero ma giornata di sussistenza (17). Si comprende deve essere armonizzata per il bene comu- così come il lavoro, tanto dispregiato dal ne; “Così le distanze, tanto care all'orgo- materialismo pagano, diventi invece col cri- glio, si accorciano; né riesce difficile ottene- stianesimo una fonte di onore non meno re che le due classi, stringendosi la mano, che di lucro: giacché il lavoratore cristiano scendano ad amichevole accordo. Ma esse, sa di fare cosa per ogni uomo obbligatoria e obbedendo alla legge evangelica, non sa- convenientissima; egli sa che la sussistenza ranno paghe di una semplice amicizia, ma procacciatasi col sudore della sua fronte gli vorranno darsi l'amplesso dell'amore fra- assicura la vera dignità e la vera libertà. terno” (15). L’esempio di Cristo conferma questa verità • La proprietà è assolutamente lecita ed come dice papa Leone XIII (18). è giovevole alla società stessa. Riguarda il Quanto all’assistenza, “le leggi di ogni fatto di chi è la terra e la sussistenza per chi nazione civile obbligano il cittadino bene- essa deve servire. Il diritto individuale della stante alle spese di sussistenza per i membri proprietà è sempre subordinato a quello in- poveri della sua famiglia, e allo stesso mo- dividuale della sussistenza e a quello socia- do la legge cristiana deve obbligare ognuno le del bene comune. È volontà di Dio che che ha ad aiutare chiunque non ha, in tutti, potendolo, lavorino e che tutti abbia- quanto siamo tutti fratelli e membri della no i mezzi necessari alla sussistenza. grande famiglia umana. Quest’obbligo è ca- • Il capitale o proprietà considerata co- tegorico, il cristiano sa che se meritasse per me fonte di lucro è lecita ma a debite con- tutti gli altri titoli il paradiso, ma non aiu- dizioni. Un onesto frutto è lecito: se si può tasse, pur potendolo, il suo simile affamato, cedere la proprietà ad un giusto prezzo sitibondo, nudo infermo ecc. egli si merite- (compravendita) può cedersi l’uso di essa rebbe l’inferno, ciò viene insegnato aperta- (prestito) mediante un compenso (frutto o mente dal Redentore. In quale misura esi- aggio). L’usura (il frutto è sproporzionato e ste quest’obbligo? – la stessa ragione natu- quindi ingiusto) è condannata; la Chiesa rale ci indica di dover dare il superfluo a raccomanda per la virtù di carità, di dare chi manca del necessario” (19). anche più di quanto si è obbligati per giusti- «Quanto al pagare i tributi, cioè alla zia. Il prestito ad interesse è una materia passività economico-sociale tutti conoscono estremamente delicata; esso non solo non l’evangelico “date a Cesare quello che è di dà, nel vero senso ma vuole essere pagato Cesare” e le insistenti raccomandazioni per quello che pur deve riavere, “accrebbe dell’apostolo di pagare a chi si deve i tribu- il male un’usura divoratrice che sebbene ti. In tal modo la Chiesa ha elevato a dove- condannata tante volte dalla Chiesa, conti- re di coscienza un obbligo materiale della nua lo stesso, sotto altro colore, per fatto di società unendolo ai principi della politica ingordi speculatori” (16). sociale della famiglia umana. • Il lavoro, non è semplice dovere eco- Tali sono i lineamenti della dottrina cat- nomico che deriva dal fatto che l’uomo abi- tolica sulla economia sociale, magistral- le e nullatenente deve lavorare per assicu- mente fissati da Leone XIII nell’immortale rarsi la sussistenza, ma è un dovere di tipo enciclica Rerum novarum, che contiene le assoluto cioè che l’uomo in quanto tale de- grandi linee dottrinali di tutta la sociologia ve lavorare e che l’ozio (padre di ogni vizio) cattolica. “In quei lineamenti noi scorgiamo è colpevole. San Paolo dice “chi non lavora scolpiti gli augusti caratteri della giustizia e non mangi” (II Tess. III, 10). Questo è il della carità, dell’ordine e della libertà; e principio etico della sussistenza dell’indivi- perciò stesso, di quella civiltà vera che non 50 La questione sociale negli scritti di don Davide Albertario

Veniamo ora, dopo aver esposto il pen- siero di papa Leone, a quello di Albertario, che traduce nella pratica i principi esposti dal sommo pontefice. Don Davide Il direttore dell'Osservatore Cattolico, di Albertario profonde e sincere origini contadine, non poteva restare estraneo alla questione socia- le, egli sentiva quindi profondamente i gemi- ti dei suoi fratelli e i pericoli insiti nelle dot- trine socialiste che cercavano di fare proseli- ti nel popolo da una parte ed il liberalismo delle classi agiate e dirigenti: tra i due mali solo il cattolicesimo dava la giusta soluzione. teme smentite e disillusioni, perché fondata Così scriveva nel 1878: “il liberalismo ha vin- sulla Verità e Bontà divina. to, ma colla sua vittoria sciagurata diventò il Di tal guisa il Cristianesimo rialza e no- precursore del socialismo, il battistrada della bilita le più modeste funzioni, gli stati più rivoluzione”. “Il cattolicismo invece è la so- umili della società, per esso il lavoro è no- luzione pacifica, tranquilla, efficace della bile, la povertà è augusta, la materia un’oc- questione sociale; è la soluzione più dignito- casione per esercitare la virtù; perciò il Cri- sa e più sicura, la sola pratica; la soluzione stianesimo è l’anima della società umana, che ha dato nella storia della Chiesa le più secondo la bella espressione dell’Epistola a belle prove: prove che furono in parte rovi- Diogneto: “quello che nel corpo è l’anima, i nate, troncate dal protestantesimo, il quale cristiani lo sono nel mondo”» (20). col libero esame ha preparato il libero pen- Nella Rerum Novarum Leone XIII ci ri- siero e col libero pensiero ha scosso ogni au- corda giustamente che: “per opera del cri- torità e spinto gli uomini all’anarchia dell’in- stianesimo fu trasformata da capo a fondo la telligenza, all’anarchia politica e sociale” società; che questa trasformazione fu un ve- (O.C. 29-30/03/1879) (22). E di fronte all’im- ro progresso del genere umano, anzi una ri- potenza del liberalismo a fermare il sociali- surrezione dalla morte alla vita morale, e un smo nel 1884 inveiva: “O cattolicismo o so- perfezionamento non mai visto per l'innanzi cialismo; il Papa salverà la società dal socia- né sperabile maggiore per l'avvenire; e final- lismo, da cui non sanno salvarla i liberali”. mente che Gesù Cristo è il principio e il ter- Albertario non si nascondeva i pericoli che mine di questi benefizi, i quali, scaturiti da erano intrinseci alla questione sociale ed lui, a lui vanno riferiti. Avendo il mondo me- operaia: “il socialismo e la massoneria han- diante la luce evangelica appreso il gran mi- no prodotto un immenso guasto nel campo stero dell'incarnazione del Verbo e dell'uma- democratico, e tentano di guidare a sinistri na redenzione, la vita di Gesù Cristo Dio e fini il moto popolare; se ciò non fosse senza uomo si trasfuse nella civile società che ne fu restrizioni ci metteremmo in prima fila per permeata con la fede, i precetti, le leggi di lui. guidare le plebi ingannate sin qui dal libera- Perciò, se ai mali del mondo v'è un rimedio, lismo, a conquistare un posto preponderante questi non può essere altro che il ritorno alla nella società di fianco alla nobiltà che vil- vita e ai costumi cristiani. È un solenne prin- mente si prosterna innanzi ai liberali mode- cipio questo, che per riformare una società in rati, e alla borghesia che impingua gozzovi- decadenza, è necessario riportarla ai principi gliando e tiranneggiando e, peggio, disprez- che le hanno dato l'essere, la perfezione di zando. Al clero è aperta una sublime missio- ogni società è riposta nello sforzo di arrivare ne, convergere le forze delle masse al batte- al suo scopo: in modo che il principio gene- simo della società rissanguata e ringiovanita ratore dei moti e delle azioni sociali sia il me- nel trionfo dell’idea popolare cristiana” desimo che ha generato l'associazione. (O.C. 29-20/02/1890). Quindi deviare dallo scopo primitivo è cor- Dalla sua prigione nel 1898 scriveva: ruzione; tornare ad esso è salvezza” (21). “Anche la fame mi tormenta... O uomini li- 51 beri, se avete due pani, datene uno a chi berali “nemici”…), le vostre guerre al par- non ne ha; se ne avete uno datene mezzo. roco, le vostre orgie, i vostri scandali, se O ricchi provate la fame, e risolverete la non siete voi che avete portato la guerra questione sociale” (dal reclusorio di Final- nelle famiglie ingenue dei coloni, e se non è borgo 22-11-1898) Il 2557 sac. Davide Al- pel vostro governo liberale, pe’ vostro siste- bertario. ma parlamentare che ciascuno che abbia Per Albertario la questione sociale è audacia si fa avanti e adunghia” (28). inizialmente una questione agricola; è la Anche la questione dell’emigrazione condizione dei contadini a preoccuparlo: delle popolazioni contadine verso la città o “Qui alla bassa, qui dove l’aria è malsana, i verso i paesi d’oltreoceano preoccupa Al- contadini hanno tuguri non dissimili ai più bertario tanto che questo problema viene diffamati luoghi di pena”. “I padroni pen- anche trattato nei congressi dell’Opera: sano ad aumentare le fittanze: i fittabili cer- “L’emigrazione è prodotta dall'insostenibi- cano di rifarsene sui paesani; e il titolo dei le stato in cui si trovano i lavoratori della carichi e spese crescenti del faustissimo go- Campagna i quali sono convinti che per verno del popolo sovrano, ricade sempre quanto possano star male emigrando non sull’ultima classe” (23). troveranno una peggiore condizione di Nel Osservatore Cattolico (O.C.) c’era quella che debbono soffrire sotto il bel cie- una rubrica fissa intitolata “Notizie della lo d'Italia” (29). bassa Lombardia”, in cui Albertario rende- • Per Albertario e gli intransigenti come va conto delle condizioni di vita dei coloni lui la campagna rappresenta ancora un ba- della bassa padana. I contadini, lamentava, luardo per la fede che la propaganda libe- erano spesso visti come “macchine semo- rale cerca però di scalzare in ogni modo: venti” dai conduttori dei poderi. “Fortunatamente i contadini mantengo- - “È evidente che il contadino può con- no le antiche usanze di buoni cristiani ed siderarsi come “cosa” del padrone. Novera usando rispetto al clero, che esercita tutta- doveri, ma non dei diritti” (24). via l’influenza a quiete dei paesi e di sicu- - “La rivoluzione con il suo soffio empio rezza dei governi” (30). e anticristiano ha avvizzito ogni bene” “Noi abbiamo nelle campagne una po- - “Il paesano deve servire il fittavolo, polazione generalmente buona, sobria, la- piova o soleggi, ammalato o sano, sempre e voratrice, religiosa; difetti ce n’hanno an- sempre. Il paesano non ha garanzie contro che in campagna, ma se la carena della na- le esorbitanze del fittavolo: nessuno lo pro- ve sociale pesca profondamente nell’onda e tegge (…) esso è lo schiavo di una potenza impedisce che la si butti o su un fianco a per tanti casi ignorante e tiranna, e non de- pescar acqua e sparire, lo si deve principal- ve mai alzare il capo se non per vedere se mente alla popolazione contadina” (31). chi passa è il fittavolo onde levargli il cap- La campagna è ancora contrapposta al- pello e riverirlo come suo signore” (25). la città che corrompe, abbruttisce il popolo: - “I fittabili sono i precursori dei sociali- “Quella preziosa riserva d’ordine, di tran- sti”, “Tra il socialista moderno e il fittabile quillità laboriosa, di culto moralizzante e irreligioso, il peggior nemico è quest’ulti- sereno nelle tradizione familiari, che delle mo” (26). popolazioni campagnole fa l’efficace con- - “Il contadino sente o legge che i pa- trappeso conservatore alla impetuosa irre- droni delle terre scialacquano in feste, che quietezza dei mutevoli volghi cittadini, mi- se la passano ai teatri ai balli, ai veglioni; naccia di spedirsi nel progressivo disorga- d’altra parte veggono coll’occhio loro che namento delle perturbata vita rurale” (32). facciano molti fittavoli i quali ingrassano, • Negli anni 80’ si fa strada l’idea che la bevono e li tormentano. Padroni e fittavoli massa contadina possa essere traviata e co- fanno tutto il possibile per tentare la fede minciare a deviare. Questo viene manife- religiosa nei contadini” (27). stato anche nei congressi dell’opera: “Si - “Fittavoli e padroni mettetevi una ma- stia bene attenti anche alla campagna (…), no sul cuore e dite se non siete voi che colle in campagna penetrano i giornali liberali e vostre novità, la vostra irreligione, i vostri atei (…), sono molti i pericoli (…), non ci Secoli, le vostre Perseveranze i vostri im- inganniamo e non adagiamoci nell’illusione mondi Corrieri (Fa allusione ai giornali li- che l’apparenza va generando (…). La pro- 52 paganda nelle campagne è condotta con ar- • Albertario è contro il protezionismo ec- te diabolica; è un terribile morbo si diffon- cessivo: “il dazio protettore sarebbe tutto a de, guai se non si corre con criterio, con danno dei poveri consumatori ed esigerebbe forza e costanza al rimedio!” (33). altre modificazioni del sistema generale eco- “Noi lo eleviamo il grido di allarme; alle nomico in vigore” (40) ma si oppone anche al società [socialiste] si oppongano società e liberismo: “Noi non siamo sostenitori delle comitati [cattolici], a sermoni i sermoni, a teorie del libero scambio, né mai abbiamo in- bandiere le bandiere; si prevenga ove le neggiato concorrenza senza confini” (41). sétte non hanno preso piede, si ripari ove contano conquiste. Facciamo oggi, perché, Sostegno alla questione sociale anche nelle o lettori, potremo ancora fare qualche cosa opere domani” (34). “Il problema in Italia è il pane quotidia- Don Davide non si limitava agli articoli no. Una volta il credente domandava il pa- sul suo giornale e alle battaglie ideali ma ne nostro quotidiano al Padre che sta nei sosteneva la sua opera con iniziative con- cieli, che glielo mandava bene spesso alla crete, ispirate dalla carità cristiana, a soste- porta del convento e del monastero; ora il gno dei contadini per evitare che essi fosse- pane quotidiano si domanda alla rivoluzio- ro attirati dal socialismo. ne, al socialismo e al latrocinio” (35). “I mali del contadino – scriveva sull’Os- • Negli anni ‘80 si svolge l’inchiesta servatore nel 1884 – non consistono tanto agraria Jacini: Albertario a volte la critica a nel lavoro, quanto nel non volerlo educato volte l’approva. Le cause ultime della deca- nelle dottrine di codesta grande maestra denza dell’agricoltura italiana è da ricercar- della vita che è la Religione. Anzi si usa si nell’enormità delle tasse e l’“aver inca- perfidiosamente per mutare il contadino in merato i beni ecclesiastici e spogliati gli or- una forza bruta a servizio dell’indipenden- dini religiosi” privando i contadini di una za religiosa e dell’incredulità; anzi, si inse- fonte di beneficenza e la terra di un assidua gna direttamente al contadino a rompere cura favorendo così “il monopolio i grandi l’unico filo, la fede, che lo tiene unito alla concentramenti terrieri”. vita e gliela rende sopportabile, a respinge- - “Se l’onorevole Jacini volesse dire re l’unico amico, il prete, che lo considera tranquillamente la verità, dovrebbe assor- figlio e fratello e gli fa gustare le armonie gere alla più semplice ragione da cui dipen- degli affetti soprannaturali. Questo è il de il problema agricolo. Un po’ di cristiane- guaio del contadino, quando i suoi padroni simo salverebbe tutto” (36). lo rendono alieno dalla Chiesa; allora di- • L'eccessivo fiscalismo e scomparsa venta un cavallo, un bue, una mucca, un della piccola proprietà è una delle cause porco, un asino” (42). della crisi agricola: “e quella delle vendite a L’ O.C. diventò un centro promotore pubblica asta di beni dei piccoli proprietari dell’azione cattolica lombarda e milanese, che non hanno potuto soddisfare ai balzelli molte organizzazioni cattoliche economi- esattoriali. La gravezza delle imposte è tale che e sociali vi facevano capo: società di che questi piccoli proprietari non hanno mutuo soccorso, comitati parrocchiali, letteralmente quanto basta a pagarle e le unioni cooperative rurali per gli acquisti loro proprietà abbandonate alla pubblica collettivi e per la difesa materiale e morale asta finiscono in mano ai ricchi” (37). del popolo e la lotta contro le associazioni “In solo 6 anni dal 1873 al 1878 ben socialiste. Si trattava spesso di una rete di 17.073 proprietari si videro venduti i loro istituzioni economiche cattoliche che veni- poderi pel non eseguito pagamento delle vano in aiuto delle masse. Albertario stesso tasse” (38) - “Noi abbiamo bisogno di pane intervenne più volte alle conferenze orga- ed essi ci regalano imposte” (39). Proprio nizzate dalle società di mutuo soccorso e dopo la “Rerum novarum” gli intransigenti dai comitati parrocchiali. intraprenderanno un programma di ricom- Vi è certamente un aspetto assistenziale posizione della società rurale basato sulla ed antisocialista inerente a queste società per diffusione e difesa del piccolo possesso, evitare le rivendicazioni dei lavoratori ma ac- della mezzadria (inserita dal Toniolo nel cogliendo le loro giuste e legittime richieste e programma di Milano). cercando di evitare il contrasto sociale. 53 La classe padronale è spesso chiamata in processo che ne seguì la rappresentanza le- causa affinché dia il suo contributo all’opera gale dei contadini fu assunta per interessa- di conciliazione sociale in conformità alle mento del comitato diocesano da avvocati esortazioni papali all’unione fraterna tra le cattolici tra cui il Meda e Mauri. Il successo classi (come esortava la Rerum Novarum). della causa fu strepitoso con la sospensione Ai parroci poi che vivono a contatto del provvedimento contro i coloni da parte con la realtà contadina, ne sentono i biso- dei “feudatari di Briosco” che furono indot- gni e le necessità, appartiene principalmen- ti alla resa “dinanzi alla ragionevole e ordi- te l’opera di appoggio e sostegno alle asso- nata resistenza dei contadini” (43). ciazioni cattoliche locali. Frequenti furono le sottoscrizioni porta- L’amore e l’interesse per la questione so- te avanti da don Albertario per aiutare le ciale nei fatti del ‘98 classi contadine come quella memorabile per i fatti di Briosco, in Brianza, nel marzo Quando nel maggio 98 scoppiano i di - del 1898, pochi mesi prima di essere arresta- sordini un po’ in tutta Italia per l’aumento to. Il sindaco di Briosco, il nobile Porro-Lo- del prezzo sul macinato e del pane Alberta- di, grosso proprietario terriero di idee anti- rio si schiera in prima linea e scrive: “Si di- clericali e liberali aveva intimato lo sfratto a ce che non c’è ragione di tumultare; pren- 50 suoi coloni, rei soltanto di appartenere al dete a fucilate codesta canaglia che ha la comitato parrocchiale che egli aveva già brutta persuasione di avere fame: salvate cercato di ostacolare in tutti i modi impe- l’ordine ad ogni costo. È ottimo esempio dendo in paese le processioni con i vessilli. l’aver regalato del piombo a chi ha osato L’assurdità di questo provvedimento provo- domandare pane” (44). cò molta agitazione a Briosco e in tutta Il resto del Carlino di Bologna e la Sera l’Italia nel timore che altri proprietari della di Milano accusarono i cattolici di essere i stessa risma potessero usare gli stessi mezzi responsabili dei disordini in tutta l’Italia. contro le organizzazioni cattoliche. Don Al- Don Albertario poi in un celebre articolo bertario, dalle colonne del suo giornale lan- rispondeva: “Ah, canaglie!... voi date piom- ciò una sottoscrizione in danaro per aiutare bo ai miseri che avete affamati e poi vi lan- i contadini, che si ritrovavano sul lastrico da ciate contro i clericali” (O.C. 6-7 maggio un giorno all’altro; egli scriveva: “Amici, 1898). E aggiungeva: “La ragione dei tu- fratelli, non abbandoniamo i bravi lavorato- multi è nella miseria… non riteniamo che si ri di Briosco”. L’Italia cattolica rispose con possa chiamare rivoluzione la protesta del- grande slancio, ma le polemiche infuriarono lo stomaco… ai cattolici spetta prepararsi contro Albertario accusato di volere la per l’avvenire onde salvare il paese che dal scomparsa delle classi superiori, di essere liberalismo è spinto alla rovina”. I nemici di eccitatore di odio contro i ricchi, propugna- Albertario si servirono anche di altre sue tore del socialismo, nemico della carità… parole per indicarlo come un incitatore del- (anche questa accusa contraddittoria!). Al la rivolta (così fece infatti La Perseveranza dell’8 maggio). “La storia ha ormai stabilito Contadini che recitano l’Angelus nei campi due fatti incontrovertibili: primo, che i mo- (quadro di Jean François Millet) derati e i conservatori, tra i quali s’agitava- no i soliti mestatori della massoneria, s’era- no illusi di soffocare il socialismo e il movi- mento sociale cattolico che li disturbava nei loro interessi materiali, spingendo il gover- no a estendere la repressione dei tumulti mediante una violenta reazione contro gli esponenti e le organizzazioni socialiste e cattoliche; secondo, che il Governo, l’auto- rità militare e la polizia si lasciarono pren- dere la mano dai sobillatori. Di qui il dram- ma culminato nelle giornate di Milano” (45). Albertario in quella occasione viene colpito come vittima prescelta e sacrificale 54 (“ma sia condannato anche il ribelle sacer- di volta con cui la Chiesa ha affrontato le que- dote!” venne affermato durante il processo) stioni sociali nel corso dei secoli con la consa- ma anche e soprattutto in maniera simboli- pevolezza della comune origine del genere ca in quanto egli rappresenta e incarna il umano da Dio, e redento da Cristo Nostro Si- movimento sociale cattolico di prima linea gnore nel quale gli uomini sono tutti fratelli. che aveva fatto quadrato intorno a lui. Solo mettendo in pratica il comandamento di- Nella prigionia, molto dura e che mine- vino di Gesù che dice “ama il Signore Dio tuo rà la salute del sacerdote, l’affetto del po- con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, e polo, del clero e delle istituzioni cattoliche, con tutta la tua mente” e soprattutto della sua che lui aveva sempre difeso e amato, non seconda parte “amerai il tuo prossimo come te gli mancò ricambiando così il povero reclu- stesso” (cf Matt. XXII, 37-39) l’uomo può vi- so di tutto quello che egli aveva dato e fatto vere in pace secondo il vangelo con il suo fra- per essi dalle colonne del suo giornale tello e costruire veramente il regno di Dio in “usando la penna come una spada”. terra che è la civiltà cristiana. Albertario nel suo sforzo sociale ligio al suo motto “con il Papa e per il Papa”, fu fede- Note le fino al sacrificio (che pagò di persona con 1) Mons. UMBERTO BENIGNI, Storia Sociale della l'arresto e la prigionia in seguito ai fatti del Chiesa, ed. Francesco Vallardi Milano 1906, vol I La 1898) agli insegnamenti della Chiesa espressi preparazione, dagli inizi a Costantino, Introduzione nella Rerum Novarum da Leone XIII. generale pagg. XI-XII. Nel 1901 Albertario dopo la liberazio- 2) GIORGIO CANDELORO, Il movimento cattolico in Italia, Editori riuniti Roma 1982, pag. 235. ne, partecipò ad una conferenza: “La que- 3) G. CANDELORO, op. cit. pag. 234. stione sociale e la democrazia cristiana”, 4) Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento che si tenne a Milano a cura del Fascio De- anche in Italia sorsero diversi villaggi industriali co- mocratico Cristiano (un sindacato di ispira- struiti dal Padrone dell’industria che così si occupava di provvedere a tutti i bisogni materiali e spirituali zione cristiana). In esso ricorderà come (non mancava mai la Chiesa al centro del villaggio!) “Democrazia Cristiana” sia da intendersi dei suoi dipendenti: la casa, l’orto e dai servizi postali, come una generica azione sociale cristiana all’albergo. Questi esempi di architettura industriale e fedele applicazione dei precetti del van- sociale si possono vedere ancora a Torino al villaggio gelo, secondo l’insegnamento papale Leumann, al Villaggio Crespi d'Adda e a Schio vicino a Vicenza. espresso nella “Graves de commnuni re”. 5) La differenza di queste corporazioni da quelle di stampo fascista attuate durante il ventennio stava anche Conclusione nel fatto che quelle cattoliche nascevano spontanea- mente, secondo le indicazioni della Rerum novarum di Leone XIII, come unione di gruppi di lavoratori e pa- Mons Umberto Benigni, nel già citato droni che si associavano in vista di un bene comune, 46 libro ( ), sottolinea come la dottrina mentre quelle fasciste erano istituite dallo stato e diven- espressa da Leone XIII nella Rerum nova- tavano un vero organo di controllo statale. rum, e messa in pratica alla fine dell’otto- 6) G. CANDELORO, op. cit. pag. 236. cento anche da don Albertario, sia in conti- 7) G. CANDELORO, op. cit. pagg. 237-38. 8) Per un profilo di questi personaggi del mondo nuità con quanto la Chiesa ha sempre inse- cattolico intransigente dell’ottocento cfr. Album di fa- gnato ed operato fin dai tempi anteriori a miglia del movimento cattolico in Italia, in Sodalitium Costantino: “mirabile invero è la sintesi n. 61 pag. 21 e seg. con la dottrina economico sociale oggi pro- 9) Dalla collaborazione di queste persone nascerà il 29 dicembre 1889 a Padova un organismo permanente fessata dalla Chiesa e testè solennemente che si chiamerà Unione per gli studi sociali, con lo sco- dichiarata dall’enciclica Rerum novarum di po di approfondire lo studio della questione sociale. Leone XIII. Il lettore non ha che paragona- 10) MARCO INVERNIZZI, I cattolici contro l’unità re, punto per punto, quei tratti coi tratti d’Italia, Piemme Casale Monferrato 2002, pag. 53 paralleli della sintesi dottrinale pre-costan- 11) Atti e documenti dell’VIII Congresso Cattolico italiano tenutosi in Lodi dal 21 al 23 ottobre 1890. Bolo- tiniana; e vi troverà quella meravigliosa gna 1890, citato in MARCO INVERNIZZI, op. cit. pag. 57. unità di dottrina cattolica che attraverso 19 12) Il numerino tra parentesi quadre [] si riferisce secoli si è conservata intatta, e che intatta alla divisione classica dell’enciclica Rerum Novarum continuerà attraverso i secoli venturi”. come la si può trovare sul sito www.vatican.va e che è stata seguita anche nell’edizione da me consultata: La Cristo ieri oggi e nei secoli dunque… la questione sociale. Lettere encicliche Rerum Novarum e storia della Chiesa ci mostra che la virtù della Quadragesimo anno, Centro Librario Sodalitium, Ver- giustizia, ma animata dalla carità, è la chiave rua Savoia 2010. 55

13) UMBERTO BENIGNI, L’economia sociale cristia- 31) Il libro del medico di Gallarate, O.C., 11 agosto na. Avanti Costantino. La dottrina, Gio’ Fassicomo e 1875. Scotti, Genova 1897, pagg. 3-4. 32) Il patronato rurale, O.C., 31/10 -1/11 1896. 14) Per tutta questa parte dell’articolo è stato con- 33) La propaganda settaria in campagna, O.C., 26- sultato e citato liberamente U. BENIGNI, L’economia 27 luglio 1882. sociale cristiana… op. cit. pagg. 14-27. 34) La propaganda settaria in provincia, O.C., 19- 15) Leone XIII, Rerum novarum nn. 20-21. In edi- 20 luglio 1882. zione La questione Sociale C.L.S. 2010, a pag 11. 35) Il socialismo nel Belgio, O.C., 10-11 marzo 16) Rerum novarum n° 21. 1877. 17) “Se costui, costretto dalla necessità o per timo- 36) Le imposte e l’incameramento dei beni ecclesia- re di peggio, accetta patti più duri i quali, perché im- stici, O.C., 8-9 luglio 1884. posti dal proprietario o dall'imprenditore, volenti o 37) Una grande piaga, O.C., 7-8 ottobre 1878. nolenti debbono essere accettati, è chiaro che subisce 38) La questione agraria, O.C., 16-17 dicembre 1884. una violenza, contro la quale la giustizia protesta”. Re- 39) Il caro dei viveri, O.C., 27 ottobre 1873. rum novarum n. 34 in op. cit pag. 19. 40) La crisi agricola, O.C., 28-29 marzo 1884. 18) “Gesù Cristo confermò questa verità con l'e- 41) La questione agricola, O.C., 20-21 settembre 1882. sempio suo mentre, a salute degli uomini, essendo ric- 42) G. PECORA, op. cit. pagg. 248-249. co, si fece povero ed essendo Figlio di Dio, e Dio egli 43) La solidarietà cattolica per le vittime di Briosco, stesso, volle comparire ed essere creduto figlio di un O.C. 18-19 aprile 1898. falegname, anzi non ricusò di passare lavorando la 44) Pane e sangue, O.C. 5-6 maggio 1898. maggior parte della sua vita: Non è costui il fabbro, il 45) G. PECORA, op. cit. pagg. 320-321 figlio di Maria?” Rerum novarum n. 20 in op. cit pag. 46) UMBERTO BENIGNI, L’economia sociale cristia- 10. Per tutta questa parte cfr U. BENIGNI, L’economia na. Avanti Costantino. La dottrina, pag. 233 sociale cristiana… op. cit. pagg. 15-22. 19) U. BENIGNI, L’economia sociale cristiana… op. cit. pagg. 22-23. LA QUESTIONE SOCIALE 20) U. BENIGNI, L’economia sociale cristiana… op. 2 Lettere Encicliche (70 pagg.) € 5,00 cit. pagg. 27. 21) Rerum novarum [n. 22], in op. cit. pag. 12. • «Rerum Nova- 22) GIUSEPPE PECORA, In prigione in nome di Ge- sù Cristo. pag. 243. rum» Sulla condi- 23) Il macinato e i contadini della bassa in O.C., 26 zione degli operai gennaio 1869. Molte di queste citazioni si possono tro- del Sommo Pontefice vare anche in M. ELENA ZUFFI, Don Albertario e il Leone XIII problema contadino ne l’Osservatore Cattolico di Mila- no (1869-1898), NED 1988. • «Quadragesimo 24) La questione agricola in Lombardia O.C., 14-15 anno» Per l’instau- giugno 1877. razione dell’ordine 25) Il Contadino 7-8 novembre 1877. sociale cristiano, 26) La propaganda socialista nelle campagne, O.C., nel quarantesimo 3-4 agosto 1882. 27) l Contadini 27-28 giugno 1882. anniversario 28) Sulle cose della campagna, O.C., 21-22 agosto 1885. dell’Enciclica “Re- 29) La questione Agricola, O.C., 20-21 settembre 1882. rum novarum” 30) Il macinato e i contadini della bassa, O.C., 26 del Sommo Pontefice Pio XI genanio 1869.

Dichiarazione dell’Istituto Mater Boni Consilii sugli avvenimenti che si sono tenuti ad Assisi il 27 ottobre 2011

l 1° gennaio scorso, Benedetto XVI ha annunciato di voler solennizzare il 25° anniver- sario dello storico incontro tenutosi ad Assisi il 27 ottobre 1986, per volontà di Giovan- Ini Paolo II. In occasione di tale ricorrenza, Benedetto XVI ha inteso convocare, per l’ormai prossimo 27 ottobre, una “Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la giu- stizia e la pace nel mondo”, che avrà come tema “Pellegrini della verità, pellegrini della pace” invitando nuovamente ad unirsi a questo cammino “i fratelli cristiani delle diverse confessioni” (gli eretici e gli scismatici), gli “esponenti delle tradizioni religiose del mon- do” (gli infedeli) e, “idealmente, tutti gli uomini di buona volontà” (gli atei). Nel programma ufficiale, si afferma che tutti i partecipanti – sedicenti pellegrini della 56 verità – sono alla ricerca della verità che tutti possiedono in modo diverso, e che nessu- no possiede pienamente in quanto “inesauribile”; gli atei stessi sarebbero “inevitabil- mente protesi” verso Dio Sommo Bene e Somma Verità. Per questo, anche essi, in un ideale e simbolico Cortile dei gentili, sono parte del Tempio della religione universale che si vuole edificare. Nel programma ufficiale della giornata è esclusa la celebrazione della Messa e ogni pubblica preghiera: esito paradossale per una riunione religiosa (che non conosce però un solo Signore, una sola Fede e un solo battesimo). Andrea Riccardi, responsabile della comunità di Sant’Egidio che ogni anno organiz- za gli incontri interreligiosi secondo lo “Spirito d’Assisi”, ha spiegato che questi incontri si ispirano alla “religione universale” preconizzata dal rabbino livornese Elia Benamo- zegh. Padre Rosario Esposito s.s.p., in dialogo con le Logge Massoniche, spiegò a suo tempo che la riunione d’Assisi riproduce appunto i lavori delle Logge massoniche, ove in spirito di fratellanza uomini di tutte le religioni, conservando ognuno la propria creden- za (o non credenza), lavorano assieme per il bene (sic) temporale dell’umanità. Non rassicura l’affermazione secondo la quale si vuole evitare il laicismo, inteso solo come esclusione di ogni influsso religioso nella società; perché del laicismo è adottato il principio della separazione tra lo Stato e la Chiesa (l’unica vera: Cattolica, Apostolica e Romana). Non rassicura l’affermazione secondo la quale si vuole evitare il sincretismo (e il fatto che non siano previste cerimonie idolatriche nelle chiese cattoliche come avvenne nella prima riunione di Assisi che pur si vuole commemorare) giacché si favorisce di fatto l’in- differentismo, facendo credere che tutte le religioni (e irreligioni) sono buone, vengono da Dio e a Lui conducono. Stando così le cose, oggi come nel 1986, il nostro piccolo Istituto posto sotto il patro- cinio della Madonna del Buon Consiglio, e tutti i suoi membri, soddisfacendo al dovere di ogni battezzato di testimoniare pubblicamente la fede cattolica nella SS. Trinità, unico vero Dio, di confessare apertamente N.S. Gesù Cristo (Lc. 18, 8) senza vergognarsi di Lui, e di evitare ogni profana novità (1 Tim. 6, 20) e ogni uomo eretico (Tito, 3, 10): • condanna apertamente la riunione del 27 ottobre 2011 come ingiuriosa a Dio, scan- dalosa per le anime, inducendo oggettivamente all’indifferentismo religioso e persino all’ateismo, secondo l’insegnamento di S.S. Papa Pio XI nella sua lettera enciclica Mortalium animos. • Dichiara di non poter essere in comunione con tutti coloro che hanno promosso o partecipato a dette riunioni, da quella del 1986 a quella di quest’anno, giacché non può venire dall’assistenza di Gesù Cristo, che è ogni giorno con la Chiesa e con il Suo Vicario, e dello Spirito di Verità che procede dal Padre e dal Figlio, la pratica rinuncia alla missione che Cristo affidò alla Chiesa: “andate, insegnate tutte le genti, battezzan- dole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. “Chi crederà e sarà battez- zato sarà salvo. Chi non crederà sarà condannato” (Mt. 28, 19; Mc. 16, 16). L’iniziati- va del 27 ottobre non può venire dalla Chiesa e da un autentico successore di Pietro, ma viene piuttosto dal modernismo condannato da San Pio X nell’enciclica Pascendi. • invita tutti i cattolici alla preghiera, alla penitenza, e alla riparazione, per l’ingiuria fatta a Dio e la contro-testimonianza della riunione di Assisi; a rigettare le sette eretiche e scismatiche, le false religioni che ignorano o negano Gesù Cristo, e l’empietà dell’atei- smo; a pregare per la conversione alla vera Fede – che è la Fede Cattolica – di quanti ne sono lontani. Che Dio ci venga in aiuto, mediante l’intercessione di Maria Santissima Mediatrice di ogni grazia.

Verrua Savoia, 22 ottobre 2011 57

La Breccia di San Pietro Il 20 settembre 1870: i Bersaglie- don Francesco Ricossa ri di Cadorna aprono la breccia enti Settembre 1870: i Bersaglieri di di Porta Pia e penetrano nella VCadorna aprono la breccia di Porta Pia Città Santa del Cattolicesimo. e penetrano sacrilegamente nella Città San- Oggi i nemici della Chiesa sono ta del Cattolicesimo. Roma è occupata. Ma davanti al Colle Vaticano, dove San Pietro riusciti a penetrare anche all’in- versò il suo sangue, anche i bersaglieri, alla terno del santuario. Pare però cui testa c’erano simbolicamente un soldato che il Vaticano sia stato preso e ebreo e un colportore protestante di bibbie, si fermano. Pio IX è prigioniero in Vatica- occupato per tradimento... no, è vero, ma nessuno osa o può profanare i Palazzi Vaticani, come invece venne fatto, con l’aiuto di un fabbro, col Palazzo papale vece di rallegrarsi del fatto che decenni di del Quirinale. studi hanno iniziato a scalfire il monumen- Quello che non osarono allora, si è rea- to risorgimentale, i Nostri si cimentano lizzato ai nostri giorni. I nemici della Chiesa nell’ “Elogio dell’Unità d’Italia” (Messori) e del Papato, sul quale come roccia poggia la fino al grottesco “Quando la Madonna in- Chiesa di Cristo, sono riusciti a penetrare dossò il Tricolore” (Socci). A cosa si deve anche all’interno del santuario. Pare però un così repentino e radicale cambiamento? che il Vaticano sia stato preso e occupato Il fatto è che detti signori attaccano l’asino per tradimento, che alcuni alti, anzi altissimi dove vuole il padrone, e anche i ciechi si so- prelati, e persino qualche zuavo infedele, ab- no accorti della precisa e decisa volontà biano aperto la Porta di Bronzo (si fanno i delle gerarchie moderniste di elogiare, sen- nomi degli zuavi Messori, Socci e Tornielli). za mezzi termini, l’avventura risorgimenta- le e finanche il 20 settembre. Le “autorità” moderniste celebrano il Ri- Gli atti compiuti al proposito da Joseph sorgimento e il 20 Settembre (e gli ex-Zua- Ratzinger, o sotto la sua responsabilità, so- vi si accodano, Tricolore in mano) no gravi, ripetuti, convergenti. Partecipava- no al Comitato per i festeggiamenti per il Il presidente della repubblica italiana, 140° di Roma capitale, assieme allo storico Giorgio Napolitano, è stato per tutto l’anno della massoneria Aldo Alessandro Mola, lo del centocinquantenario il Gran Maestro scrittore Vittorio Messori, Andrea Riccar- della religione laica risorgimentale; uomo di, della Comunità di Sant’Egidio, nonché il dell’apparato del Partito Comunista, si è card. Ravasi del Pontificio Consiglio per la reso corresponsabile, come capo dello sta- Cultura; tra gli eventi organizzati dal comi- to, della morte di Eluana Englaro, rifiutan- tato, la commemorazione di Garibaldi da dosi di firmare il decreto del governo che Mentana al Gianicolo, la commemorazione l’avrebbe salvata; ciononostante egli è stato della Repubblica Romana mazziniana, la invitato al Meeting di Rimini dal “movi- proiezione del film massonico sulla presa di mento ecclesiale” Comunione e Liberazio- Roma e – notevole successo dei componen- ne, e vivamente applaudito dai tanti giova- ti cattolici (ironia) - tre concerti il 20 set- ni presenti, proprio in occasione delle cele- tembre nelle chiese di Roma colla collabo- brazioni per “l’Unità d’Italia”. Comunione razione del Vicariato! e Liberazione si era distinta, negli ultimi Il 15 settembre 2010, per il 140° anni- decenni, per aver dato spazio – almeno in versario della Breccia di Porta Pia, nella parte – alla voce cattolica sui fatti risorgi- consueta udienza del mercoledì, Joseph mentali e così pure avevano fatto alcuni au- Ratzinger ha ricevuto una delegazione di tori cattolici (conciliari) come Messori, Soc- bersaglieri, mentre uno di essi gli imponeva ci, e Tornielli. il tipico copricapo dell’arma che entrò in “Oggi è diventato conformista prender- Roma, spodestando Pio IX, il 20 settembre sela con il Risorgimento”, argomentano in- 1870. La valenza simbolica del gesto è a vece adesso, sofisticamente, detti autori. In- tutti evidente, anche ai moderati dell’asso- 58 ci chiediamo: a chi si riferisce Bertone? Co- loro che hanno sacrificato la vita per il bene della Patria e dell’umanità furono i pontifi- ci? O i bersaglieri scomunicati ipso facto coi loro mandanti? E qualunque evento della storia, anche il più criminoso, deve at- tribuirsi alla Provvidenza divina solo per il fatto che è avvenuto? Dopo il 140° della presa di Roma, il 150° dell’Unità d’Italia… Ricordiamo che Il “card.” Bertone con Napolitano presenzia alle ceri- monie per il 140° della breccia di Porta Pia essa si compì anche con la sacrilega invasio- ne (senza dichiarazione di guerra) degli ciazione Inter multiplices Una vox, che pub- Stati della Chiesa, e con l’annessione delle blicando l’articolo “Viva il 20 settembre: il Romagne, delle Marche e dell’Umbria. Ri- grido di gioia del Vaticano”, commenta cordiamo che si compì estendendo agli Sta- amaramente: “Questo triste 15 settembre ti annessi la legislazione anticattolica del 2010, Benedetto XVI ha sancito che due se- Regno di Sardegna. Ebbene, il card. Ba- coli di lotta alla Chiesa, emblematicamente gnasco – presidente della Conferenza epi- rappresentati dai bersaglieri di Porta Pia, scopale italiana – ha celebrato una solenne non contano più. Tutto è passato, dice con i “celebrazione eucaristica” il 17 marzo 2011 fatti il Papa (sic), e per darne formale noti- per – sono parole sue - “elevare a Dio l’in- zia ai cattolici di tutto il mondo indossa il no di ringraziamento per l’Italia”. copricapo tipico di questi epigoni della rivo- Ma senza dubbio, l’atto più grave è luzione anticattolica.” quello dello stesso Joseph Ratzinger nella Il 20 settembre 2010 il segretario di sta- sua lettera al presidente della repubblica to, Tarcisio Bertone, ha partecipato ai fe- Giorgio Napolitano, “in occasione dei 150 steggiamenti per la “Breccia di Porta Pia” anni dell’unità politica d’Italia”. assieme al presidente Napolitano e al sin- daco di Roma, Alemanno, laudatore della La lettera a Napolitano mazziniana repubblica romana, nel luogo dello storico e infausto evento. «Siamo rac- La lettera di Joseph Ratzinger a Gior- colti – ha detto il card. Bertone - in un luo- gio Napolitano “in occasione dei 150 anni go altamente simbolico per compiere un atto dell’unità politica d’Italia” è “una felice oc- di omaggio verso coloro che qui caddero e casione per riflettere sulla storia di questo per raccogliere il messaggio che ci ha lascia- amato Paese”. Il punto di partenza è ap- to la “Breccia di Porta Pia”. Dal loro sacri- punto che gli avvenimenti del 17 marzo ficio e dal crogiuolo di tribolazioni, di ten- 1861 sono stati “felici” e meritevoli dei suoi sione spirituale e morale, che quell’evento “più fervidi voti augurali”: non una parola suscitò, è sorta però una prospettiva nuova, sull’Allocuzione Iamdudum cernimus di grazie alla quale ormai da vari decenni Ro- Pio IX del 18 marzo 1861, con la quale al ma è l’indiscussa capitale dello Stato italiano contrario il Papa protestò per l’atto allora (…)». Omaggio verso chi? Non certo i Pon- compiuto e negò ogni possibilità di riconci- tifici, che caddero per difendere la Chiesa; liazione senza il dovuto pentimento da par- in quel giorno si commemorava l’opera dei te dei colpevoli. Nessuna conciliazione – bersaglieri di Cadorna, ed a loro il presi- disse Pio IX – era possibile tra il Romano dente Napolitano ha offerto una corona Pontefice da un lato, e il Progresso, il Libe- d’alloro! Sempre Bertone concludeva con ralismo e la moderna Civiltà dall’altro, ché una preghiera, ove si attribuisce alla Prov- “la battaglia che si fa contro il Pontificato videnza il sacrilegio: “Noi contempliamo Romano non tende solamente a privare que- l’opera della Tua Provvidenza che si è dis- sta Santa Sede e il Romano Pontefice di piegata mirabilmente anche in questa Città e ogni suo civile Principato, ma cerca anche in questa terra d’Italia. Dona l’eterna pace a di indebolire e, se fosse possibile, di togliere quanti qui caddero e a tutti coloro che, nei totalmente di mezzo ogni salutare efficacia secoli, hanno sacrificato la vita per il bene della Religione cattolica: e perciò anche della Patria e dell’umanità”. E nuovamente l’opera stessa di Dio (…). …Essi vorrebbe- 59 ro che dichiarassimo formalmente di cedere be a dire: “Quel che affligge il vostro paese in libera proprietà agli usurpatori le Provin- e l’impedisce di meritare le benedizioni di ce del Nostro Stato Pontificio. Con tale au- Dio questa mescolanza di princìpi. Dirò la dacissima e inaudita richiesta vorrebbero parola e non la metterò sotto silenzio: ciò di che questa Apostolica Sede, la quale fu sem- cui io temo non è la Comune di Parigi, veri pre e sarà il baluardo della verità e della giu- demoni dell’inferno che girano sulla terra. stizia, sancisca che la cosa ingiustamente e No, quel che io temo è questa sventurata po- violentemente rubata può tranquillamente e litica, questo Liberalismo Cattolico, che è il onestamente possedersi dall’iniquo aggres- vero flagello. L’ho detto più di quaranta sore e così si stabilisca il falso principio che volte, e lo ripeto qui ora a voi tutti, per la fortunata ingiustizia del fatto non reca al- l’amore che nutro per voi” (Pio IX, discorso cun danno alla santità del diritto”. ai pellegrini francesi guidati dal Vescovo di All’opposto di Pio IX, posto il fatto che Nevers, 16 giugno 1871, cf E. Barbier, Hi- gli avvenimenti del 1861 furono sostanzial- stoire du catholicisme libéral et du catholici- mente positivi (giudizio che, come vedre- sme social en France, Bordeaux, 1924, t. 1, mo, inaugurò Giovanni XXIII), è necessa- p. 14 ). Quanto agli autori citati, eccezion rio allora mostrare che essi non furono fatta per la sacrilega attribuzione a don Bo- estranei o persino contrari al Cattolicesimo. sco di una dottrina che aborriva, tutti sanno Per Ratzinger furono pertanto “naturale che in quanto cattolici liberali non poteva- sbocco” della tradizione cattolica italiana. no essere considerati veramente ortodossi Ma uno sbocco evolutivo, com’è nella con- nella fede; tra essi d’Azeglio era massone, cezione del teologo tedesco! Infatti, duran- Rosmini fu condannato e alcune sue opera te il processo risorgimentale, il contributo furono messe all’indice, peggio per il Gio- dei cattolici non venne dalla Chiesa, che berti, del quale tutte le opere furono messe questo processo condannò e del quale fu all’Indice (30 maggio 1849, 14 gennaio vittima, ma di cattolici che allora la Chiesa 1852). Ma il nome che più impressiona in condannò in quanto passati al campo del questa lista è quello, meno noto, di Raffael- nemico: “non si può sottacere – scrive Rat- lo Lambruschini (1788-1873). zinger – l’apporto di pensiero, e talora di azione, dei cattolici alla formazione dello Raffaello Lambruschini: un modello del Stato unitario”. E questo apporto-tradi- modernismo e del Vaticano II mento, è invece presentato come positivo. Ratzinger parla di un apporto quanto al Nipote del cardinale Luigi Lambruschi- pensiero politico, e cita Gioberti, Cesare ni (che fece onore alla porpora), ordinato Balbo, Massimo d’Azeglio e Raffaele Lam- sacerdote, si ritirò presto a vita privata nel- bruschini; il pensiero politico, filosofico e la tenuta di famiglia a San Cerbone, in Val- giuridico, e cita Antonio Rosmini, quello darno. Non la Chiesa, ma lo Stato laico della letteratura, e cita Manzoni e Pellico, e l’onorò nel 1860, quando divenne senatore infine i Santi e cita… San Giovanni Bosco, del Regno. Ecco cosa ne dice l’Enciclope- “che modellò l’appartenenza all’istituto da dia cattolica: “Lambruschini è tra le figure lui fondato su un paradigma coerente con una sana concezione liberale: ‘cittadini di Il 15/09/2010 Joseph Ratzinger ha ricevuto una delega- zione di bersaglieri, e uno di essi gli ha imposto il tipico fronte allo Stato e religiosi di fronte alla copricapo dell’arma che entrò in Roma, spodestando Chiesa’”. Per chi conosce i patimenti che Pio IX, il 20 settembre 1870 soffrì don Bosco dal governo liberale e dai cattolici liberali e la sua fedeltà a Pio IX, ci si chiede come si possa fare di lui un disce- polo di Cavour. Ma tant’è: per Ratzinger i pensatori come Balbo, d’Azeglio e Lam- bruschini meritano elogi non malgrado ma a causa dei loro “orientamenti cattolico-li- berali”. Col che si vede che i seguaci del Vaticano II non nascondono ma proclama- no ad alta voce che il proprio pensiero è quello cattolico-liberale. Eppure Pio IX eb- 60 più rappresentative del liberalismo toscano: convinto assertore di una nuova riforma cri- stiana, tutta tesa al rinnovamento interiore delle coscienze, sentì l’esigenza (…) di sepa- rare il temporale dallo spirituale (nel 1848 si oppose a che il cattolicesimo fosse dichiara- to religione di Stato nella nuova costituzione toscana); fu contrario al potere temporale (…) affermò che il protestantesimo ha una parte di verità nel sostenere il principio della libertà ripudiata al cattolicesimo (…). Il Lambruschini è stato giustamente definito un neo-illuminista, perché per lui la Rivela- zione deve passare attraverso il filtro della Vignetta di Krancic per i 140° di Porta Pia ragione. Le leggi della natura sono immuta- bili: Dio ha fatto apparire solo dei fenomeni vello Ochino” (frate apostata del XVI seco- che l’ignoranza umana stima contrari alle lo fattosi sociniano) da Salvagnoli “un Lu- leggi di natura (…) anche i miracoli del terino” (p. 166). Non meravigliamoci allora Vangelo sono per Lambruschini da affidarsi che Ratzinger, che ha lodato in Germania il alla ‘critica’ e alla ‘fede individuale’”. Le de- Luterone, abbia poco prima citato con sim- finizioni di fede sono solo negative: non ci patia il nostro Luterino. dicono la verità, ma solo cosa è errore; due soli dogmi sussistono: l’essenza di Dio e la La svolta di Giovanni XXIII e Paolo VI… remunerazione della vita esteriore. “Per Lambruschini, l’efficacia sacramentale non Come è possibile che da Pio IX si sia è intima al rito. (…) In tal senso il Lam- giunti a simili parole da parte di Benedetto bruschini è veramente precorritore del mo- XVI? La svolta (vera inversione “a U”) non dernismo italiano”. Ecco chi era il “cattoli- iniziò con il Concordato del 1929 (Pio XI co” che Ratzinger presenta positivamente nella sua prima enciclica Ubi primum aveva nella sua lettera a Napolitano. Giorgio Spi- ancora protestato per difendere i diritti della ni, nel suo Risorgimento e protestanti (Il Chiesa al potere Temporale), semplice ac- Saggiatore, Mondadori, 1989) presenta cordo di fatto, ma con Giovanni XXIII. Lambruschini come un uomo che in cuor Fu egli, per primo, a considerare degno suo, come il suo discepolo Ricasoli, abbrac- di festeggiamenti un anniversario risorgi- ciò il protestantesimo, pur non facendo il mentale; fu Giovanni XXIII che scrisse, nel passo esteriore di lasciare la Chiesa come centenario dell’Unità: “La ricorrenza che in invece fece l’amico toscano Conte Guic- questi mesi è motivo di sincera esultanza per ciardini (1806-1888). Lambruschini eredita l’Italia, il centenario della sua Unità, ci trova le sue idee dal socinianesimo ginevrino e se partecipi di uno stesso sentimento di ricono- resta nella Chiesa è perché spera nella sua scenza alla Provvidenza del Signore…” riforma: “il cattolicesimo deve essere rifor- (Discorso in occasione della vista ufficiale mato anziché distrutto: ma merita di essere dell’on. prof. Fanfani, presidente del consi- conservato non tanto per quello che esso è glio dei ministri, 11 aprile 1961, AAS 53, attualmente (nel XIX sec. ndr) ma per i ger- 1961, 227-228). mi di evoluzione e progresso che esso con- La strada, ancor timidamente, era stata tiene. E questa evoluzione deve essere tale, aperta: attribuire alla Provvidenza, ovvero alla lunga, da consentire la riunificazione di a Dio, il male compiuto dai suoi nemici tutti i cristiani non già entro lo schema di contro la Chiesa. Su questa strada con mag- una rigida ortodossia trionfante, ma in una giore baldanza camminò il cardinale Gio- libera e flessibile fraternità…” (p. 164). Al vanni Battista Montini il 10 ottobre 1962, suo tempo invece, sono parole del Lambru- prendendo la parola in Campidoglio davan- schini, “bisogna prepararsi ad avere quasi ti al Presidente della Repubblica e quelli tutti i vescovi e soprattutto il Papa apertissi- delle Camere. “La Provvidenza – disse – mi ed inesorabili nemici” (p. 162). Fu detto quasi giocando drammaticamente negli av- da Tommaseo (cattolico liberale) “un no- venimenti, tolse al papato le cure del potere 61 temporale, perché meglio potesse adempiere nell’esercizio della loro giurisdizione spiri- la sua missione spirituale nel mondo”. tuale, Ci è impossibile, Venerabili Fratelli, Dopo la sua elezione, in occasione del non sentirCi il cuore commosso da profon- centenario del XX settembre, Paolo VI non do dolore per così grande cospirazione mancò di manifestare la sua adesione ai fe- contro la Chiesa di Dio e questa Santa Se- steggiamenti per la fine del Potere Tempo- de, in questo luttuoso momento, nel quale lo rale della Chiesa: in questo senso scrisse al stesso Governo, seguendo i consigli delle presidente della repubblica Saragat il 18 sette di perdizione, compì contro ogni legge settembre 1970 (“La passione stessa, con la e con le armi, quella sacrilega invasione quale l’Italia subentrava alla gestione ponti- che già da gran tempo meditava, dell’Alma ficia nel possesso di Roma e dei suoi territo- Nostra città e delle altre città di cui ancora ci ri, fa garanzia a tale riguardo d’una nobile, rimaneva il dominio dopo la precedente insonne ed operosa coscienza. Di ciò Noi usurpazione. (…) Sorse quel funesto giorno siamo sinceramente lieti, e formiamo per ciò che fu il 20 Settembre scorso; giorno nel auspici felicissimi e cordialissimi, quali Noi, quale vedemmo questa Città, sede principale osiamo dire, non meno d’alcun altro possia- degli Apostoli, centro della Religione Catto- mo esprimere”), inviò il 20 settembre il lica e rifugio di molte genti, assediata da Cardinale Vicario di Roma a celebrare la molte migliaia di armati; e mentre si faceva Santa Messa per la ricorrenza e si rivolse breccia nelle sue mura e si spargeva il terro- egli stesso ai fedeli all’Angelus, ed infine si re con continuo getto di proiettili, fummo rivolse festoso alle associazioni dei Bersa- addolorati di vederla espugnata per coman- glieri ed Artiglieri il 21 settembre. do di colui che poco prima tanto nobilmente La neo-dottrina era chiara, per cui non aveva dichiarato di essere animato da affetto stupì a Bologna la dichiarazione di Giovanni filiale per Noi e da fedele sentimento religio- Paolo II sulla “provvidenzialità” della perdi- so. Che cosa può essere più funesto di quel ta della Città da parte della Santa Sede. giorno per Noi e per tutte le anime buone? Di quel giorno nel quale, entrate le milizie Condannata dalla Chiesa in Roma che era piena di una moltitudine di stranieri sediziosi, vedemmo immediata- Ma come si conciliano le parole dei se- mente sconvolto e rovesciato l’ordine pub- guaci del Vaticano II con il magistero della blico, vedemmo insultata empiamente nella Chiesa anche a questo proposito? Nostra umile persona la dignità e santità del Sono innumerevoli i documenti magi- Sommo Pontificato, vedemmo le fedelissime steriali di Pio IX, brevi, allocuzioni, nume- coorti dei Nostri soldati insultate in tutti i rose encicliche, condannanti le leggi eversi- modi, vedemmo dominare dappertutto sfre- ve risorgimentali e le usurpazioni successi- nata insolente libertà, là dove poco prima ve dello Stato ecclesiastico, fino al culmine splendeva l’affetto dei figli desiderosi di con- della presa di Roma. La proposizione fortare la tristezza del Padre comune? Da LXXVI del Sillabo condanna ad esempio la quel giorno poi si susseguirono sotto i No- seguente proposizione: “l’abolizione del ci- stri occhi tali cose, che non si possono ricor- vile impero posseduto dalla Sede Apostolica dare senza la giusta indignazione di tutti i gioverebbe moltissimo alla libertà e alla pro- buoni: perfidi libri zeppi di menzogne e di sperità della Chiesa” e il documento sog- empie malvagità cominciarono a essere pro- giunge che si tratta di una dottrina che “tut- posti come acquisto conveniente e a poco a ti i cattolici sono obbligati a rispettare fer- poco ad essere divulgati; moltissimi giornali missimamente”. furono sparsi di giorno in giorno, miranti a Dopo la “Breccia di Porta Pia” Pio IX corrompere le menti e i buoni costumi, a non ringraziò la Provvidenza, ma scrisse: disprezzare e calunniare la Religione e in- “Considerando tutto ciò che il Governo fiammare l’opinione pubblica contro di Noi Subalpino fa già da parecchi anni, con con- e questa Apostolica Sede; si pubblicarono il- tinue macchinazioni, per abbattere il Princi- lustrazioni vergognose e indegne e altre ope- pato Civile concesso per singolare Provvi- re del genere con le quali le cose e le persone denza di Dio a questa apostolica Sede, affin- sacre erano derise e esposte al pubblico ché i Successori del Beato Pietro avessero scherno; furono decretate onoranze e monu- piena libertà e la sicurezza necessarie menti a coloro che avevano pagato per legit- 62 tima condanna il fio dei più gravi delitti, i Pio X. Il grande Papa attribuiva sì alla ministri della Chiesa contro i quali è più ar- Provvidenza divina il fatto che “il Pontifica- dente l’odio erano insultati e alcuni anche to Romano abbia potuto mantenere più che feriti a tradimento; alcune case religiose fu- mai salda l’unione ammirevole dell’Episco- rono sottoposte a ingiuste perquisizioni; fu pato e dei Fedeli, conciliarsi l’amore e la de- violato il Nostro Palazzo Quirinale e da vozione dei popoli, crescere nella stima e questo, dove aveva sede, uno fra i Cardinali nell’ossequio della sua autorità, far sentire al di Santa Romana Chiesa fu costretto a forza mondo la sua morale potenza e tenere alto il ad andarsene immediatamente e agli altri ec- prestigio della Sede Apostolica”, ma tutto clesiastici Nostri familiari fu proibito di fre- ciò nonostante la perdita del potere tempo- quentare il Quirinale e furono molestati in rale, e non grazie ad essa; grazie piuttosto tutti i modi; si fecero leggi e decreti che of- al costante rifiuto del Papa, scrisse Leone fendono manifestamente e calpestano la li- XIII, di rinunciare ai suoi diritti: “sarebbe bertà, l’immunità, le proprietà e i diritti della deplorevole altresì che col concorso stesso Chiesa di Dio; e questi gravissimi mali dob- del Pontefice fosse quasi consacrato il prin- biamo dire con grande dolore che aumente- cipio della coesistenza in Roma di due su- ranno ancora se Dio benigno non lo impe- premi poteri”. Ahimé, fu riconosciuto poi dirà, mentre Noi, impossibilitati dalla No- purtroppo il fatto, ma non però il principio stra condizione a portare alcun rimedio, e la sua “provvidenzialità”. Pio IX e Leone ogni giorno più dolorosamente dobbiamo XIII attribuiscono alla Provvidenza il Pote- renderCi conto della prigionia nella quale re Temporale del Papa, e alle Sette la sua Ci troviamo e della mancanza di quella pie- perdita; Giovanni XXIII, Paolo VI, Gio- na libertà che con la menzogna si fa credere vanni Paolo II e Benedetto XVI ne attri- al mondo che Ci è stata lasciata per esercita- buiscono invece la perdita alla Provviden- re il Nostro Apostolico Ministero e che il go- za, la quale evidentemente è da loro vista verno invasore va raccontando di aver volu- in combutta con le Sette massoniche. to convalidare con le cosiddette necessarie guarentigie. […] Ma poiché i Nostri ammo- Socci, Messori, 30 Giorni (e A.A.Mola) nimenti, domande e proteste, sono riusciti festeggiano il 20 settembre vani, Noi con l’autorità di Dio Onnipotente, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, Ciechi al seguito di altri ciechi, i Bersa- dichiariamo a voi, Venerabili Fratelli, e per glieri travestiti da Zuavi non fanno altro che mezzo vostro a tutta la Chiesa, che tutti co- seguire le “autorità conciliari” (per obbe- loro che si distinguono per qualche dignità, dienza? per interesse? lasciamo a Dio il giu- anche degna di particolare menzione, che dizio). Così Antonio Socci, tornato sulle abbiano perpetrato l’invasione, l’usurpazio- tracce di Ettore Socci (1846-1905), dopo ne o l’occupazione di qualunque provincia aver ricordato i suoi passati meriti antirisor- del Nostro dominio e di quest’alma Città, e gimentali (grazie alle edizioni Sugarco) scri- così pure i loro mandanti, fautori, collabo- ve: “Oggi che – al contrario – è diventata ratori, consiglieri, seguaci o chiunque altro una moda (la critica al risorgimento, n.d.a) procuri con qualunque pretesto, in qualsiasi vorrei dire il mio ‘Viva l’Italia’ e penso che si modo, o operi per se stesso l’esecuzione del- debba festeggiare il 17 marzo. Per noi catto- le suddette scelleratezze, incorrono nella lici c’è comunque qualche cosa di provviden- scomunica maggiore e nelle altre censure e ziale nel Risorgimento italiano (anche nella pene ecclesiastiche inflitte dai Sacri Canoni, fine del potere temporale dei papi, come eb- dalle Costituzioni Apostoliche e dai decreti be a dire Paolo VI), perché Dio sa scrivere dei Concili generali, soprattutto di quello di diritto anche nelle righe storte degli uomini. Trento, nella forma e nel tenore espressi nel- (…) Persino il tricolore (…) è intriso di tra- la sotto ricordata Nostra Lettera Apostolica dizione cattolica”, scrive il nostro, giacché i del 26 Marzo 1860” (Enciclica Respicientes suoi ideatori, Zamboni e De Rolandis, si ea, 1 novembre 1870). ispirarono allo scudo crociato di Bologna e Leone XIII (che più di 60 volte protestò alle tre virtù teologali… Socci, sveglia! Non contro l’usurpazione) ebbe a scrivere un sai che i due erano – l’uno e l’altro – dei Testamento politico che fu letto durante il massoni, e che la Loggia più importante di conclave che elesse il suo successore, san Bologna è appunto la Loggia Zamboni-De 63 razione della Chiesa dal peso del potere temporale…” (se i ladri le svaligeranno la ca- sa sarò lieto di riconoscere il carattere provvi- denziale della liberazione di Messori dal peso dei suoi beni temporali). Recidivo, il 10 gen- naio 2011, su La Bussola quotidiana (giorna- Emissione di francobolli delle le on-line di cattolici liberali che hanno perso Poste Vaticane la bussola e veleggiano in navi senza nocchie- per il 140° di re a reggere il Timone…) Messori ha scritto Porta Pia un “Elogio dell’Unità d’Italia”. Dopo aver vantato, come Socci, il suo passato di cattoli- co antirisorgimentale, si vanta anche, dopo il suo intervento al Meeting di Rimini di CL del 1990 di non essere più tornato sull’argo- Rolandis? E il tricolore della rivoluzione mento. Anzi no, ora ci torna, ma per lodare francese non ti dice niente? A chi la vuoi quello che allora criticò. “Credo che abbia dare a bere? E poi via al grottesco: i colori avuto ragione il Papa (sic) mandando addirit- della nazionale di calcio, un’apparizione tura il suo segretario di stato alle celebrazioni della Madonna in tricolore, le fanfaronate dei 140 anni della breccia di Porta Pia. Perché del fratello Carducci, la parola Italia in in una prospettiva storica, quello che successe ebraico, per finire col botto finale: “De Ga- durante il cosiddetto Risorgimento sino alla speri che salvò la libertà e così compì davve- presa di Roma, ci mostra che ciò che sembra- ro il Risorgimento” Tutto questo sul quoti- va un dramma, la perdita del potere tempora- diano Libero del 13 febbraio 2011. le, si è rivelato benefico. Nessuno dei cattolici Se Socci festeggia il 17 marzo, il mensile che pensano vorrebbe ritornare al Papa re e 30 Giorni (diretto da Giulio Andreotti, e di allo Stato Pontificio. Io sto con Luigi Stur- area Comunione e Liberazione) vuole che il zo…”. Anche Messori, come Socci, democri- 20 settembre torni ad essere festa nazionale. stiano! E da buon democristiano, i cattolici Dopo aver vilipeso la vera Chiesa (è “la che non la pensano come lui sarebbero addi- Chiesa che riconosce la libertà, l’autonomia rittura esseri “non pensanti” e quindi sub- e la laicità dello Stato”; non è la Chiesa, so- umani. Ci vantiamo di appartenere alla cate- no i modernisti nella Chiesa a farlo), Bene- goria, assieme a Pio IX, che Papa lo era dav- detto Cottone conclude: “e allora è cosa giu- vero, ed ai suoi successori. E allora, perché sta che, per sano amor di patria, senza trion- stupirsi se sul quotidiano romano Il Tempo falismi da una parte e con sincera letizia (21 novembre 2011), dopo una prima pagina dall’altra, il 20 settembre venga proclamata col titolo “Ecco il complotto immaginario”, festa nazionale del risorgimento unitario” pubblica una “strepitosa doppia pagina inter- (30 Giorni, n. 10, ottobre 2007). na con interviste parallele: al cattolicissimo Ma non c’è limite al peggio. Ed il peggio Vittorio Messori (…) e al massonissimo Gu- è rappresentato da Vittorio Messori. In sinto- stavo Raffi, Gran Maestro del Grand’Oriente nia con lo storico della Massoneria Aldo d’Italia. Tesi di parte guelfa: ma quale cospira- Alessandro Mola, nel suo intervento al con- zione massonica pro Monti (…). Tesi di Log- vegno “1870-2010: Roma diventa Capitale” gia: ma lasciate stare le congiure (…) A gesui- (Campidoglio, 18 settembre 2010) Messori ta, gesuita e mezzo” (Il Foglio, 22 novembre disse: “Sono lontano, evidentemente, da riven- 2011, p. 2). I complottisti attribuiscono tutti i dicazioni da zuavo pontificio (certo Messori: mali a chi starebbe dietro le quinte? risponde gli zuavi sono morti per difendere il Papa e la Messori: “Ovviamente vengono identificati i fede dai loro nemici, tu invece parli tranquilla- grandi colpevoli ma anche i piccoli, una sotto- mente a fianco dei suddetti, n.d.a.) anzi sono specie di colpevoli, come i massoni, i banchie- del tutto solidale con Paolo VI che il 20 set- ri o l’Opus Dei”. Ma Messori, che ha già dife- tembre 1970 mandò il suo vicario a celebrare so l’Opus Dei, difende ora anche la Massone- una Messa a Porta Pia, e sono grato a Bene- ria: “(…) la massoneria inglese o americana detto XVI che fa ancor più e manda il suo se- ha un grande impegno civile, dà una mano gretario di Stato. In questo modo fu ed è rico- anche alla Chiesa. Da noi, piuttosto, è stata nosciuto il carattere provvidenziale della libe- identificata come una mano nera visto che è 64 sempre stata anticlericale. E così rientra a Come Cavour, e persino peggio di lui. buon diritto nel paniere dei diavoli alternati- Giacché Cavour, pur sostenendo che il prin- vi”. Ma per Messori questi “diavoli alternati- cipio di libertà (libertà religiosa, di culto, di vi” sono dei poveri diavoli ingiustamente ac- coscienza: libera chiesa in libero Stato) era cusati. E se dietro il governo Monti ci fossero vantaggioso per la Chiesa, riconosceva però davvero la Massoneria, i banchieri e il Vati- che era contrario alla dottrina della stessa, e cano (sic)? Messori risponde: “magari”! Per- che il Papa non aveva il diritto di abbracciar- sino Il Foglio, che è tutto dire, ha commenta- la: “quando domandate al pontefice di fare to: “Cattolici che fanno squadra (e compas- alla società civile le concessioni richieste dal- so)”. Grazie Messori, per aver fatto meglio la natura dei tempi e dal progresso della ci- capire chi sei. viltà, ma che si trovano in opposizione ai precetti positivi della religione, di cui egli è Liberali come Cavour, anzi: peggio di Sovrano Pontefice, voi gli chiedete cosa che Cavour egli non può, non deve fare. Se assentisse a siffatta domanda egli tradirebbe i suoi dove- Il “Risorgimento” dunque, e il 20 set- ri come Pontefice, cesserebbe di essere ri- tembre 1870, come opera della Provvidenza spettato come il capo del cattolicismo. Il a beneficio della Chiesa: è questa la dottrina Pontefice può tollerare certe istituzioni co- dell’attuale “magistero” e dei suoi apologe- me una necessità; ma non può promulgarle, ti. Ma era già questo il pensiero di Camillo non può assumerne la responsabilità, non Benso Conte di Cavour, del quale sono stati può dar loro l’autorità del suo nome. (…) recentemente ristampati i “Discorsi su Stato Quindi non esito a dire: lungi dal fare al e Chiesa” (ed. Rubbettino, Soveria Mannel- Pontefice un rimprovero di aver costante- li, 2011) tenuti in parlamento. mente rifiutato le riforme e le concessioni In questi discorsi parlamentari, Cavour, che da lui si chiedevano, questa sua, che non nel proporre le leggi Siccardi, la soppressio- è ostinazione, ma fermezza, è, a mio avviso, ne degli ordini religiosi, il matrimonio civile, a giudicare da cattolico, un titolo di beneme- la soppressione infine del potere temporale renza” (p. 146); “riforme che voi qual Ponte- della Chiesa e l’annessione di Roma all’Ita- fice non potete fare (…) riforme che non si lia, proclama sempre che tali misure, se unite accordano colle massime di cui voi dovete es- alla completa separazione tra Stato e Chiesa, sere custode (…) io non vi rimprovero quan- sarebbero state di estremo giovamento alla do negate di proclamare voi la libertà religio- Chiesa e alla Religione (op. cit. pp. 89-91, sa, la libertà d’insegnamento, io vi compren- 97). Il modello è quello della Rivoluzione In- do” (p. 163). Impossibile, quindi, per Ca- glese (p. 168), quello degli Stati Uniti, della vour, “la conciliazione dei grandi princìpi prima Rivoluzione francese del 1789 (p. del progresso civile, dei grandi princìpi del 172), esattamente come per Benedetto XVI 1789, col potere temporale” (p. 146-147): il nel celebre discorso alla Curia del 2005. “Io Papa non poteva promulgare quei princìpi; spero che fra breve avremo convinta la parte occorreva quindi toglierlo d’imbarazzo, nel eletta della società cattolica della lealtà delle levargli il potere temporale. Cosa direbbe nostre intenzioni; l’avremo convinta che la ora il Conte, nel vedere Benedetto XVI soluzione che noi proponiamo (l’annessione principale difensore di questi princìpi? Che di Roma e il principio ‘libera Chiesa in libero si è realizzato il suo voto al di là d’ogni spe- Stato’, n.d.a.) è la sola che possa assicurare ranza: che “la parte moderata ed illuminata l’influenza legittima della Chiesa nell’Italia, della Società Cattolica riconosca la grande nel mondo; e che quindi fra non molto da tut- verità di questo principio; accetti il grande te le parti della società cattolica s’innalzeran- principio della libertà” (p. 170). no voci che grideranno al Santo Padre: Santo Padre, accettate i patti che l’Italia libera vi of- I cattolici “che non pensano” non salgono fre, accettate i patti che devono assicurare la sul carro dei vincitori libertà della Chiesa, crescere il lustro della Se- de ove la Provvidenza vi ha collocato…” (p. Ma non tutti i cattolici sono diventati li- 177). Cosi si chiude il discorso più famoso di berali. Messori può disprezzare i cattolici Cavour, del 25 marzo 1861, poco prima della che non pensano, ma non può farci rinne- sua morte. gare il magistero della Chiesa. I vincitori di 65 oggi non lo saranno per sempre, ne siamo quio della sua autorità, far sentire al mondo sicuri. Per ora, restiamo a fianco degli Zua- la sua morale potenza, e tenere alto il pre- vi, e non dei Bersaglieri, e a fianco della stigio della Sede Apostolica. Però questa Chiesa, e non della Massoneria. meravigliosa vitalità del Pontificato stesso, ancorché spogliato del Principato civile, e in tante guise osteggiato, pare a Noi che TESTAMENTO POLITICO DI LEONE XIII precipuamente si debba ripetere dalla resi- stenza costantemente opposta ad ogni men Tra i molteplici benefici onde Ci fu degna composizione con chi non pure l’eb- amorosamente larga la Provvidenza divina, be privato di quel presidio, ma venne ezian- riconosciamo non ultimo l’averci prolunga- dio moltiplicando contro di esso gravissimi to a tal segno, in verità straordinario, gli an- affronti. Noi siamo convinti che nelle pre- ni di vita ed anche di Pontificato. Senonché senti condizioni sociali e politiche del mon- questo stesso segnalato favore vieppiù in- do, in ispecie dell’Italia, pur troppo spadro- stantemente Ci ammonisce di raccogliere i neggiata tutta dall’empie sette, siffatta resi- pensieri sulla Nostra ormai imminente di- stenza è forse l’unico mezzo rimasto al ro- partita. E questo pensiero salutare, che Ci mano Pontefice per la tutela della sua indi- si affaccia tuttodì alla mente, Ci muove og- pendenza, de’ suoi diritti, della sua stessa gi con più vivo impulso a dettare queste pa- dignità. Invero essa è arma di difesa non gine e lasciarle al Sacro Collegio : sia per meno legittima che degna del Vicario di porgere un pegno di specialissimo affetto e Gesù Cristo. Così egli seguendo la propria di grato animo ad esso che col consiglio e via nell’esplicamento operoso delle forze coll’opera Ci ha solertemente coadiuvato dell’Apostolico Ministero, e attendendo nel governo della Chiesa; e sia per aprirgli i con ogni fiducia il soccorso di Colui che è il Nostri intimi sensi, frutto della esperienza vindice supremo della sua causa, non si pie- che la tarda età e l’altezza medesima del ga agli usurpatori, non condiscende a pro- ministero ne hanno dato di acquistare. poste che facilmente appare a che riusci- Parlando al Sacro Collegio è cosa affat- rebbero; ma con solo lasciarli alla balia de’ to soverchia descrivere le singolarissime loro consigli, ne scompiglia e confonde difficoltà contro cui lotta da mezzo secolo gl’intendimenti, che ad altro non mirano se la Sede Apostolica, dappoiché appunto per non a porre l’ultimo suggello all’asservi- l’opera malefica delle sette in pressoché mento del Pontificato. Da tale contegno del tutte le nazioni, ogni istituzione pubblica e Pontefice, risentono essi sconcerto grande, privata fu scossa dalle fondamenta, fu per- come dimostrano le frequenti doglianze vertita, fu strappata da Dio e dalla Chiesa. che ne muovono, e le varie arti che adopra- Si aggiunga la condizione tristissima creata no a vincere la temuta resistenza, o almeno al Sommo Pontefice, spogliato che fu della a lasciare deserto il Pontefice; e ciò attraen- sovranità civile, e quindi della sua indipen- do al nuovo ordine di cose gli uomini fiac- denza e libertà, ridotto sotto ostile domina- chi, pronti per umane ragioni ad acquie- zione, e costretto a tenersi chiuso in questa scenze, benché colpevoli. residenza del Vaticano, se non voglia E crediamo potere affermare, che a fa- esporre ad offese pur troppo non improba- vorire tali propositi non manchi l’appoggio bili e la sua dignità e la persona sua. E Noi di alcuni governi, i quali per vari calcoli di appunto che la proviamo da oltre 23 anni umana prudenza diviserebbero indurre il possiamo dire che tal privazione in verità Pontefice, e forse anche costringerlo, ad ac- non è leggera. Ora vuolsi rendere specialis- cettare componimenti e temperamenti, in sima lode alla Provvidenza di Dio, che ve- apparenza escogitati a migliorare le sorti glia amorosa sulla Chiesa e assiste valida- presenti, ma in fatto a trarlo in tale stato di mente il suo Vicario, se non ostante sì gran tregua e acquietamento, da renderlo per nequizia di tempi e sì sleale abbandono del- sempre rassegnato a una dipendenza vera e le potestà terrene, il romano Pontificato reale. Quinci è manifesto il discapito che ne abbia potuto mantenere più che mai salda seguirebbe dei suoi più sacri doveri, che so- l’unione ammirabile dell’Episcopato e dei lennemente lo stringono innanzi a Dio e al- Fedeli, conciliarsi la devozione e l’amore la Chiesa, anche colla religione del giura- dei popoli, crescere nella stima e nell’osse- mento. Certo non vi ha cosa della quale Id- 66 cato. Ne sarebbe quindi seguito il definitivo abbandono dei secolari diritti della Santa Sede, e in certo modo il getto della guaren- tigia, che può dirsi unica, della sua indipen- denza a nulla valendo tutte le possibili riser- ve e proteste da interporre, attesochè con- traddette dal fatto. Sarebbe deplorevole al- tresì che col concorso stesso del Pontefice fosse quasi consecrato il principio della co- esistenza in Roma di due supremi poteri. Al senno e all’avvedutezza del Sacro Collegio non isfugge come quel principio contrasta alla natura stessa delle cose e all’esperienza di tanti secoli e che però sarebbe tosto o tardi sorgente infausta di attriti e di violen- ze ancora, già s’intende per parte del potere laico, che invaderebbe i confini del potere ecclesiastico. Quello, infatti, testimone la storia, siccome forte di mezzi, audace di azione e più soggetto al predominio delle passioni, è purtroppo proclive ad usurpazio- Papa Leone XIII ni e violenze. L’ambiente stesso che verreb- (nella foto con Camillo Pecci e mons. Merry del Val) be a formarsi intorno al Pontefice non po- trebbe sottrarsi, chi ben consideri, alla pre- dio si mostri più geloso che la indipendenza ponderante influenza del potere dominante; dell’autorità suprema di Colui che ne fa in la quale s’insinuerebbe quasi necessarimen- terra le veci : giacché con l’indipendenza e te nella scelta altresì dei precipui consiglieri libertà del Capo, è strettamente congiunto il e dei più delicati strumenti al governo della bene di tutta la cristianità. Più, il Principato Chiesa. Di tale influenza risentirebbe poi civile del Pontefice, oltreché è eredità di di- senza dubbio la celebrazione dei Conclavi e ritti secolari, inalienabili, muniti di gravissi- la conseguente elezione del Pontefice e più me sanzioni, inchiude in se una certa neces- forse che non sia avvenuto in altri tempi sità per il libero esercizio dell’apostolico mi- d’infausta memoria. nistero nel presente ordine di Provvidenza. Una situazione sì nuova e anormale del La quale necessità fu affermata con unani- Pontificato Noi l’abbiamo inoltre molto me suffragio della chiesa docente, e si appa- maturamente considerata nei suoi rapporti lesa tanto maggiore ai dì nostri, in quanto essenziali coll’orbe cattolico. Imperocchè che, disciolti i legami politici che in altri rispetto alle altre nazioni e ai loro Governi tempi tenevano la cristianità nell’ordine in- essa apparirebbe poco meno che infeudato ternazionale congiunta come un sol corpo, e ad una Dinastia, ad uno Stato; quasi ospite soggetta all’alta influenza del Capo della di un potere estraneo, il quale accogliendo- Chiesa, non ne è oggi rimasto che un disgre- lo nel suo seno, lo tenga, per così dire, in gato di genti tra sé rivali, e sì passionato di sua mano, e possa quindi ispirarne o alme- nazionale indipendenza, da sacrificarla a no sindacarne gli atti, e sfruttarne le varie qualunque altro sentimento più elevato. benemerenze. E a tutto ciò potrebbe venire Spesse volte Noi abbiamo considerato a qualche aspetto di verosomiglianza da certi quali e quante funeste conseguenze si pote- riguardi, che il Pontefice sarebbe come te- va venire, ove Noi avessimo una volta desi- nuto di usare verso una sovranità, se non stito dalla resistenza, e Ci fossimo acconcia- pure unica, convivente e ospitale. Onde è ti a una situazione che pur sarebbe nei voti manifesto che alle Nazioni cattoliche la pa- di tanti, sotto specie di maggior bene. Muta- rola del Pontefice potrebbe giungere meno mento siffatto sarebbe stato dai più giudica- grata, perché alquanto sospetta, e l’azione to ignobile dedizione, di cui nulla peggio a meno efficace. Nelle Corti poi e nei Gabi- infermare (sic) in faccia ai popoli e ai gover- netti di governo serpeggierebbero ad ogni ni il prestigio e l’autorità stessa del Pontifi- poco diffidenze e gelosie, che non così facil- 67 mente potrebbero dileguarsi. Così il Ponti- E in tale fiducia Noi salutiamo con par- ficato con appressarsi e stringersi di prefe- ticolarissimo affetto i venerandi membri renza a una data nazione, siffattamente si del Sacro Collegio, e impartiamo loro scosterebbe dalle altre, da alterare forse l’Apostolica benedizione. anche il suo distintivo carattere di universa- Leo PP.XIII lità; a rischio pure di vedere illanguidirsi (firma autografa) l’ossequente affetto e la devozione del Fe- deli al centro dell’unità cattolica. Oltre di che niuno ignora quanti perniciosi effetti Recensioni possano produrre le passioni politiche nell’ordine religioso. Ora avvenendo il non raro caso di rivalità e di conflitti tra i vari Stati e quello che avesse in sua sede e balìa Mons. Lefebvre all’acqua di rose il capo della Chiesa, i sudditi e i governi de- gli altri Stati facilmente s’indurrebbero a e edizioni Sugarco, un tempo, erano non accogliere col dovuto ossequio le dire- Lnote come casa editrice socialista di zioni pontificie, quasi d’autorità in qualche stretta osservanza craxiana. Da tempo pas- modo aderente alla parte avversa; e anche sate di mano, sembrano oggi specializzate per questo lato l’unità della Chiesa non an- nel pubblicare autori di quella “destra cat- drebbe scevra da qualche pericolo. Senza tolica” (etichetta di comodo) che va dalla dire che l’esercizio dell’apostolico ministe- destra conciliare vagamente ratzingeriana ro diverrebbe in tal caso sommamente ma- all’ala ultramoderata dei tradizionalisti. Al- lagevole. cuni autori? Vittorio Messori e consorte, Ci rimane un riflesso che ebbe sempre Antonio Socci, Massimo Introvigne, Gio- gran forza nell’animo Nostro. Vogliamo di- vanni Cantoni, Rino Cammilleri, Bruto re gli esempi nobilissimi di apostolica fer- Bruti, ad esempio, nell’area Bussola-Timo- mezza, tramandatici da tanti pontefici tra i ne-Alleanza cattolica; Roberto De Mattei, più illustri per sapienza e santità, i quali a Plinio Correa de Oliveira (il classico Rivo- difesa della loro indipendenza e del civile luzione e Controrivoluzione); Francesco Principato della Chiesa romana non dubita- Angoli e Gnocchi & Palmaro per l’area neo rono di usare con grande vigore le armi spi- o ex lefebvriana, più qualche vecchio esote- rituali e le materiali ancora; spesero infinite rista come Mario Polia. Alle edizioni Su- cure, sostennero intrepidi diuturne lotte, garco, la Fraternità San Pio X, distretto Ita- patirono esigli e prigionie, anziché cedere lia (il cui responsabile è in teoria don Pa- all’ingiustizia e alla violenza. Una sì gene- gliarani e in realtà, da sempre, don Emma- rosa virtù che torna a splendido decoro del- nuel du Chalard…) ha affidato il compito la Chiesa, troppo è giusto che, per grazia di editare una biografia di Mons. Lefebvre, del suo divin Fondatore, perseveri ognor ad opera di Cristina Siccardi, nel 2010. vivo e costante: e ben Ci conforta la co- Di primo acchito, il fatto mi ha stupito scienza di aver seguito del Nostro meglio assai. Prima di tutto, perché una biografia quegli esempi magnamini. La causa che ab- di Mons. Lefebvre, anche in italiano, esiste biamo propugnato e propugnamo altra non di già. Si tratta della biografia ufficiale, è infine che la causa di Dio: egli è il vindice Mons. Marcel Lefebvre. Una vita, pubblica- de’ suoi diritti e l’assoluto ordinatore degli ta in italiano nel 2005, ed opera niente me- eventi umani, al cui sovran volere dovran- no che di Mons. Bernard Tissier de Malle- no cedere e inchinarsi le volontà ribelli; ma rais, consacrato vescovo da Mons. Lefeb- nel modo e nel tempo che sono noti a lui vre, il quale ha dedicato lunghi anni di stu- solo. E nutriamo fiducia che egli, impietosi- dio a questo lavoro, edito da un editore ve- to ai lunghi travagli della Chiesa, acquistata ramente cattolico, come Tabula fati di col Sangue del Figliuol suo, se per gli ado- Chieti. Si tratta di un’opera seria, esaustiva, rabili suoi disegni nol concesse a Noi, vorrà anche se, naturalmente, è tutta ad onore di concederlo al Nostro successore, di vedere Mons. Lefebvre. Che bisogno c’era di sosti- cioè coronata di felice successo l’Apostoli- tuirla, di fatto, con l’opera della Siccardi? ca Fermezza nel sostenere le sacrosante ra- Ed è proprio il nome dell’autrice, Cristina gioni del Pontificato. Siccardi, che ha causato in me nuove perples- 68 sità. Come abbia potuto scrivere nel 2010 un ambienti cosiddetti tradizionalisti, è quello libro intitolato Mons. Marcel Lefebvre. Nel di essere il primo, e finora l’unico (Il Reno si nome della verità e solo due anni prima aver getta nel Tevere è più una cronaca contem- dato alle stampe un altro libro intitolato Pao- poranea), ad avere scritto una storia del Va- lo VI. Il Papa della luce, è cosa che sfugge al ticano II vista dalla parte della cosiddetta comprendonio. Chi vuole può tessere il pane- minoranza, ovverosia di coloro che, a ragio- girico di Paolo VI, e chi vuole quello di Mons. ne, al Vaticano II si opposero allora e si op- Lefebvre (noi, né l’uno né l’altro) ma come pongono ancora. Di questa “minoranza” possa la stessa persona tessere il panegirico di l’Autore traccia la storia anche prima del entrambi, proprio non lo capisco. Miracoli Concilio, a partire dal Sodalitium pianum del Timone, forse, oppure miracolo in vita di (giustamente stimato). La stessa “genealo- Benedetto XVI, giacché il libro prende inizio gia” traccia per la parte opposta, dal moder- da una sua citazione (Dove irrompe lo Spirito nismo, mai morto dopo Pio X, fino al Vati- Santo scombina sempre i progetti degli uomi- cano II et ultra. Le conclusioni di De Mattei ni). Peccato che per Mons. Lefebvre il card. al proposito, anticipate fin dalle prime pagi- Ratzinger non fosse cattolico! ne, lo portano a criticare non solo il post- Leggendo il libro, le perplessità aumen- concilio, o la scuola storica di Bologna alla tano. Il ritratto di Mons. Lefebvre è all’ac- quale vuol fare da contraltare (ma ce ne qua di rose: aneddoti insignificanti, questio- vuole per fare un’opera simile, in mole e ni dottrinali spesso latitanti, presentano al precisione, alla storia del Concilio Vaticano lettore un Lefebvre “dal volto umano” ac- II diretta da Alberigo) ma il Concilio Vati- cettabile a tutti o quasi a tutti. cano II stesso, ragione per cui De Mattei è Poi ho visto un video del distretto italia- stato anche aspramente criticato dall’ex so- no della Fraternità San Pio X, nel quale dale (in Alleanza cattolica) Massimo Introvi- don du Chalard vantava – tra i suoi successi gne, il quale, con lo zelo del convertito e del – la pubblicazione di questa biografia neofita non ammette che si tocchi la ratzin- (dell’altra, la sostituita, non una parola). E geriana ermeneutica della continuità nella allora ho capito che quelli che per me era- riforma (tra le pecche di De Mattei, secondo no i difetti di un’opera e di una iniziativa Introvigne, quella di aver citato più volte editoriale, ne costituivano i pregi per la don Ricossa). Agli oppositori del Concilio, Fraternità. È un Mons. Lefebvre all’acqua quindi, e alle loro ragioni, De Mattei dà me- di rose appunto perché serviva un mons. ritatamente voce, avendo avuto accesso, tra Lefebvre all’acqua di rose. Che vada d’ac- l’altro, agli archivi di Mons. Lefebvre e cordo con Paolo VI. O almeno, con Joseph dell’Istituto Plinio Correa de Oliveira. Ratzinger. Il lettore di Sodalitium, non La critica al Concilio, in De Mattei, è comprando il libro, risparmierà 23 euro. tuttavia critica di uno storico più che di un teologo, e quindi rivolta al Concilio-evento Don Francesco Ricossa più che ai testi del Concilio stesso, per cui l’autore, per un futuro esame più approfon- dito dei testi conciliari, si affida interamen- Una storia del Concilio in te, e “con venerazione a Sua Santità Bene- versione brasiliana detto XVI, nel quale” scrive “riconosco quel successore di Pietro a cui mi sento indissolu- ale la pena invece di spendere 38 euro bilmente vincolato, esprimendogli un pro- Vper comprare (e leggere) Il Concilio fondo ringraziamento per aver aperto le Vaticano II. Una storia mai scritta di Rober- porte a un serio dibattito sul Concilio Vati- to De Mattei (edizioni Lindau, 2010). In cano II” (p. 591). In realtà, Joseph Ratzin- questo stesso numero di Sodalitium muo- ger, che il Vaticano II (evento e testi) lo ha viamo alcune critiche al libro in questione e fatto da protagonista, non ha aperto alcun ancor più al suo editore, e tuttavia non si dibattito sul Vaticano II stesso, che per lui può fare a meno di tenere in biblioteca la non può essere messo in discussione, quan- storia del Concilio di De Mattei, a causa to piuttosto sul post-concilio e le “erme- del sottotitolo: “una storia mai scritta”. neutiche” conciliari di rottura, tutto qui. Merito infatti di De Mattei, che è uno I limiti dell’opera di De Mattei diventa- storico serio, e che milita da sempre negli no più gravi quando dà il suo contributo, 69 nella sua introduzione, al falso argomento dica, trattando del “caso Lefebvre”, quattro del “Concilio pastorale” e, per il fatto stesso, righe all’ “Estate calda” del 1976, e più di non vincolante. Ma solo con questo sotterfu- una pagina alla Principessa Pallavicini (con gio, mille volte confutato, si può criticare il tutto il rispetto per la Principessa). Dettagli, Concilio e nel contempo venerare (almeno certamente, ma dettagli, presi qua e là, che in apparenza), chi ha fatto il Concilio e chi rivelano una mentalità. lo difende, lo applica e lo impone ancor oggi Il lettore di Sodalitium, quindi, spende- (da Paolo VI a Benedetto XVI, quindi). rà i 38 euro, se li ha, per comprare il libro Per il resto, altro limite dell’opera è di De Mattei, ma si guarderà bene dal farne quello di dar sì voce agli oppositori del Con- il suo livre de chevet, e di seguirne principi e cilio e ai loro argomenti, ma – ovviamente – conclusioni. di farlo dal punto di vista molto particolare Don Francesco Ricossa dell’autore: chi conosce la biografia intellet- tuale di De Mattei, se ne rende conto facil- mente; non così chi l’ignora. De Mattei in- quadra infatti ogni evento nelle categorie interpretative di Plinio Correa de Oliveira e ROBERTO DE MATTEI della sua TFP, sia quelle note al pubblico, Il Concilio Vaticano II. sia quelle diffuse intra muros. L’idea che la Una storia mai scritta crisi della Chiesa sia dovuta all’inettitudine Lindau, Torino 2010, del clero e che la salvezza venga dal laicato, 630 pagg. € 38,00 porta l’autore ad aumentare le responsabili- tà o i limiti non solo del clero modernista, ma anche di quello cattolico (da Pio XII a Mons. Lefebvre) o di occultarne del tutto il ruolo (Padre Guérard des Lauriers, ad Il Conclave del 1903, il veto con- esempio); Introvigne, a questo proposito, si felicita con l’autore di non avere seguito tro Rampolla, l’elezione di San una visione clericale della storia. Spicca, Pio X. Nuovi contributi storiografici nella visione della spiritualità, dell’ecclesio- logia ecc., un punto di vista prettamente ge- odalitium (n. 60: Il Cardinal Rampolla suitico. La pur grave questione del comuni- Sera massone?) ha avuto già occasione di smo e della “svolta a sinistra” prende un ri- occuparsi di quel Conclave che, il martedì 4 lievo maggiore, e molto minore invece è lo agosto 1903, elesse al Sommo Pontificato il spazio lasciato alle questioni più prettamen- cardinale Giuseppe Sarto, il quale prese il te religiose. Sulla questione ebraica al Con- nome di Pio X. Il primo conclave del ‘900 ci cilio, De Mattei non può evitare di parlare interessa particolarmente sia perché inau- di Jules , ma si riesce ad occultare la gurò il Pontificato di San Pio X e la conse- sua appartenenza al B’nai B’rith, a nome guente lotta contro l’eresia modernista (lot- del quale si presentò a Giovanni XXIII, fino ta tuttora in corso nella Chiesa) ma anche a a concludere che se si deve criticare Nostra causa di quel veto d’esclusiva contro il car- aetate lo si deve fare non tanto per il capito- dinal Rampolla del Tindaro, già segretario lo sui Giudei, quanto piuttosto per quello di Stato di Leone XIII, che fece tanto dis- favorevole all’Islam, che ha permesso le cri- cutere e che ancor oggi suscita tante e vio- tiche dei progressisti contro “lo Stato di lente polemiche negli ambienti detti “tradi- Israele, colpevole ai loro occhi di rappresen- zionalisti”. tare la simbolica resistenza, in Medio Orien- Naturalmente, col passare degli anni, si te, di quella civiltà occidentale di cui auspica- moltiplicano gli studi storici su questo epi- vano l’estinzione” (p. 490) e della quale in- sodio della vita della Chiesa; nel mio artico- vece De Mattei è ambiguo paladino (ambi- lo di cui sopra, mi ero servito dell’ottimo guo perché nei fatti sembra confondere la lavoro del sacerdote francese Christian- civiltà cristiana con la civiltà occidentale- Philippe Chanut (L’élection de saint Pie X, israeliana, che almeno in teoria sa distin- Sicre éditions, 2003); non avevo ancora let- guere). Persino i vezzi nobiliari di Correa de to l’articolo riassuntivo (nel quale l’autore Oliveira gli prendono la mano, quando de- manifesta più apertamente le sue opinioni) 70 pubblicato dai Cahiers de Chiré n. 19, pp. sembra insomma accertato è che fu la lobby 119-127, éditions de Chiré, 2004). L’équipe polacca, tutt’altro che ininfluente allora de Chiré, che nella polemica suscitata dal presso il governo imperiale austriaco – il mio articolo sul Cardinal Rampolla ha pre- conte Agenor M. Goluchowski, ministro de- so posizione contro la nostra rivista, ha for- gli Esteri, era un polacco di Leopoli, la stes- se dimenticato il laconico giudizio dell’abbé sa città dove era nato Puzyna – a convincere Chanut: “Questa esclusiva non merita che ci l’Imperatore Francesco Giuseppe a esprime- si attardi. Innanzitutto, era così poco inatte- re il veto a Rampolla”. Per questo Puzyna – sa che era stata annunciata in un giornale di duramente criticato per il suo gesto in tutta Bologna prima del Conclave. In seguito, eb- la Chiesa (il cardinale Merry del Val, che fu be il risultato opposto alle aspettative, per- segretario del Conclave, lo definì un “dis- ché il cardinal Rampolla del Tindaro vi gua- graziato”), è ricordato ben altrimenti in Po- dagnò un voto che poi perse in fretta, men- lonia, come si può evincere dalle stesse me- tre il cardinal Gotti, in favore del quale fu morie di Giovanni Paolo II. lanciata, ne perse sei. Infine, senza il cardi- In questa recensione, invece, vorrei pre- nal Salotti, avrebbe bloccato l’elezione. Tut- sentare al lettore di Sodalitium uno studio tavia, comportò irrimediabilmente l’elezione che data del 2004, ma che non avevo presen- del cardinal Sarto” (op. cit. p. 126). Di affi- te al momento di scrivere il mio articolo sul liazione del cardinal Rampolla alla Masso- cardinal Rampolla; si tratta di Conclave e neria come motivo del veto austriaco, nep- potere politico. Il veto a Rampolla nel siste- pure una parola. ma delle potenze europee (1887-1904) (edi- Nel frattempo, le ricerche degli storici zioni Studium, Roma), di Luciano Trincia. continuano. Anche recentemente, un arti- L’autore, ricercatore a Friburgo in Brisgovia colo di Gianpaolo Romanato sull’Osserva- e quindi particolarmente attento alle vicen- tore Romano (25 febbraio 2010, p. 4: E Pio de del cattolicesimo tedesco (suo ad esem- X si sbarazzò del’“ancien régime”. Si tratta pio un libro edito dalla Morcelliana nel 2001 di un estratto di una lezione tenuta da Ro- e che è un prodromo a quello che recensia- manato all’università di Opole, in Polonia, mo: Il nucleo tedesco. Vaticano e Triplice Al- il 24 febbraio 2010. Lo stesso autore ha leanza nei dispacci del nunzio a Vienna Lui- pubblicato nel 1992 una biografia di San gi Galimberti 1887-1892) manifesta fin trop- Pio X dal titolo: Pio X, la vita di papa Sar- po nell’introduzione (così pure – e peggio to, Rusconi editore) ritorna sulla questione ancora – la presentazione di Giorgio Rumi) del veto austriaco, trovando nella “congiu- l’influenza che ha su di lui la scuola dosset- ra polacca”, o se si preferisce nella “legitti- tiana-prodiana del “cattolicesimo democra- ma difesa di interessi nazionali” polacchi tico”. Quando però l’autore entra nel sog- “minacciati dall’elezione al papato di un getto, parlano le fonti e i documenti, indi- cardinale notoriamente filorusso – cioè il spensabili strumenti di ogni storico degno di Rampolla”, l’origine e il motivo del veto questo nome, ed il libro si fa avvincente, poi- presentato in conclave il 2 agosto 1903 dal ché – come da sottotitolo - non si limita a cardinal Puzyna a nome dell’Imperatore narrare l’episodio del veto a Rampolla du- Francesco Giuseppe. È questa la tesi più rante il Conclave, ma ne descrive le origini e accreditata, come rammentava anche il mio la genesi in tutta la segreteria Rampolla, a articolo su Sodalitium (n. 60 pp. 17 e 33 ci- partire quindi dal 1887, quando il prelato si- tando Poulat, Snider, Meysztowicz). Roma- ciliano fu richiamato a Roma dalla nunziatu- nato cita anche lo storico francese da poco ra di Madrid da Leone XIII per divenire il defunto, Roger Aubert nella sua Nouvelle suo quarto, ultimo e più duraturo segretario Histoire de l’Eglise: “il cardinale di Craco- di stato (prima di lui i cardinali Franchi, nel via (Puzyna) rimproverava a Rampolla ‘di 1878, Nina, dal 1878 al 1880, Jacobini dal aver sacrificato a una politica filorussa gli 1880 al 1887), fino al 1904, quando la Costi- interessi polacchi’. Secondo Aubert, Puzyna tuzione Apostolica Commissum nobis con- avrebbe chiaramente affermato che l’inizia- dannò e abolì il preteso “diritto di veto o di tiva del veto non era partita dall’Austria, ma esclusiva” (cf il testo pubblicato da Sodali- era stata una sua idea, per cui, disse, ‘non tium, n. 60 p. 15-16). Tra i documenti ripor- sono stato strumentalizzato dall’Austria ma tati da Trincia, vi è anche per intero, in ap- sono stato io a strumentalizzarla’. Quel che pendice, il diario-verbale del Conclave re- 71 datto da Mons. Merry del Val, che a quel dette e lo seguì, ponendosi come limite conclave partecipò non come porporato, ma temporale il periodo che va dal 1887 al come Segretario. 1904. Nel 1887 iniziò, infatti, la segreteria di Dal libro di Trincia l’ipotesi della “con- stato del card. Rampolla; nel 1904 San Pio giura polacca” esce confermata e rafforzata X, con le costituzioni apostoliche Commis- (pp. 85-86, 98-102, 186-187, 214-218), a con- sum nobis e Vacante Sede Apostolica abro- dizione però di essere affiancata ad altre gò definitivamente il veto di esclusiva, che motivazioni, che mossero non solo l’Au- in realtà non fu mai concesso dalla Santa stria, ma anche l’Italia e la Germania (i Sede ma usurpato dai governi (cf p. 234). paesi della Triplice) a sbarrare la strada al La prima parte del libro studia quindi la Papato al cardinal Rampolla. politica di Leone XIII e del cardinal Ram- Ma innanzitutto, Rampolla aveva delle polla dal 1887 al 1903, che modifica in parte forti chances di essere eletto? I pareri sono quella precedente dal 1878 al 1887, ispirata discordi, e la storia non si fa coi “se” e coi dall’avversario di Rampolla, il cardinal Ga- “ma”, ma in genere si constata che – pur limberti. Come testimonierà il “Testamen- avendo a proprio supporto un nutrito grup- to politico” che Leone XIII volle fosse letto po di cardinali – Rampolla non ebbe mai nel conclave per eleggere il suo successore, dalla sua parte gli appoggi sufficienti per es- Papa Pecci era convinto che fosse necessa- sere eletto e, quel che più conta, ebbe sem- rio restaurare il potere temporale dei Papi pre di fronte a sé un gruppo altrettanto forte per sconfiggere appieno la Rivoluzione. di porporati che non voleva assolutamente Ora, la Triplice Alleanza del 1882, che uni- che Rampolla fosse eletto. Quindi, al massi- va Germania, Austria e Italia, isolava di- mo, Rampolla poteva influenzare l’elezione plomaticamente la Santa Sede e rendeva (mettendo in avanti un suo candidato) o impossibile detta Restaurazione, a meno di bloccare l’elezione in una fase di stallo, ma riavvicinarsi alla Francia (e con essa alla non mai risultare eletto. Di questo, pare fos- Russia) e attirare in seguito anche l’Austria sero coscienti fin da subito, sia Leone XIII in questa alleanza. Fu questo piano che giu- (che pur fino alla fine ebbe nel suo segreta- stificò il Rallièment alla repubblica francese rio di Stato la più assoluta fiducia, e che no- (non fu forse la repubblica francese, nel minò suo esecutore testamentario) sia Ram- 1848, a schiacciare la repubblica romana e polla stesso, che ebbe a dichiarare alla morte richiamare Pio IX a Roma?) (pp. 97-116). del Papa: “Mon temps est fini!”. “Un segre- Il Nunzio a Vienna Galimberti invece pen- tario di stato non diventa mai Papa” (cap. sava fosse ormai irrealizzabile la restaura- IV), dice un proverbio ecclesiastico, che co- zione dello Stato della Chiesa, e preferiva me tutte le regole ammise una eccezione appoggiarsi all’Austria e alla Germania (quella del cardinal Pacelli, segretario di sta- (negli ambienti nazionalisti francesi anche to di Pio XI che gli successe col nome di Pio lui venne considerato massone solo perché XII). Il motivo è facilmente comprensibile: ostile alla Francia, p. 70). Lo sostenevano le scelte politiche che un segretario di stato pertanto quei cardinali e vescovi conciliari- deve inevitabilmente prendere gli attirano le sti, e anche filoliberali, come i cardinali ostilità (e quindi i “veti” anche solo in senso Agliardi, i due Vannutelli, Svampa, Cape- lato, per motivo di opportunità) di alcune celatro o il vescovo Bonomelli. Gli uni e gli parti della cristianità. Secondo Trincia, per- altri erano però convinti che, purtroppo, tanto, il veto non sarebbe neppure stato ne- non vi fosse più una nazione veramente cessario; ma gli avversari di Rampolla in cattolica nel mondo (p. 50); occorreva, per conclave (in particolare il “triangolo Kopp, forza, scegliere il meno peggio. Agliardi e Puzyna”) volle egualmente che Particolarmente interessante il ruolo del fosse pronunciato il veto al fine di impedire Cardinale Agliardi, l’unico sospettato da un’elezione di Rampolla anche in un futuro Mons. Benigni di essere affiliato alla Masso- conclave: “semel exclusus, semper exclusus” neria. Ora, se Agliardi fu, sotto San Pio X, (pp. 214-218). un “frondista” e intrattenne dei rapporti coi Il saggio di Trincia non si occupa solo modernisti (come Rampolla), è altrettanto del conclave del 1903 (e del veto, pronun- vero che, negli anni della segreteria di stato ciato la domenica 2 agosto, pp. 203-206), Rampolla ed in Conclave, il cardinal Agliar- ma, come detto, anche di ciò che lo prece- di fu il nemico numero uno del Cardinal 72 Rampolla (pp. 81, 83, 127) e fu lui a spinge- Merry del Val; ovviamente, si parla del ve- re il cardinale Kopp in conclave a far pro- to (“questa giornata memorabile segnò il nunciare il veto al card. Puzyna (p. 197)! fatto doloroso del Veto dell’Austria contro Quanto al veto, era noto a tutti fin alme- la elezione a Sommo Pontefice dell’Em.mo no dal 1897 che non solo l’Austria, ma anche Rampolla per mezzo del disgraziato Card. l’Inghilterra, l’Italia e la Germania si oppo- Puzyna, il quale, disprezzando giuramenti e nevano a una eventuale elezione del cardi- censure, si mise a servigio dei nemici della nal Rampolla. Se il governo francese che ap- Chiesa” p. 274) ma non vi è la minima allu- poggiava Rampolla era quello della Terza sione ad un rapporto del card. Rampolla Repubblica, la “Repubblica del Grand’O- con la Massoneria. riente”, il governo italiano che voleva a tutti Ultima curiosità: come prescritto, alla i costi il veto contro Rampolla, non era me- morte del card. Rampolla nel 1913 ci fu lo no massonico, a cominciare dal capo del go- “spoglio” dei suoi documenti, in modo tale verno Zanardelli (pp. 134, 146-153, 201 da archiviare quelli che concernevano il go- sull’opposizione italiana). Non potendo verno della Chiesa; essi sono ancora con- esprimere veti in conclave, l’Italia passava servati nell’Archivio della Sacra Congrega- tramite la Germania – anche tramite lettere zione degli Affari Ecclesiastici straordinari, del Re Vittorio Emanuele III al Kaiser Gu- nella Città del Vaticano (pp. 202-203). glielmo II, e questa, essendo una potenza protestante, passava tramite l’alleato au- Don Francesco Ricossa striaco (pp. 160-163): ma il capo in conclave del fronte anti-rampolliano era proprio un prelato tedesco, il cardinale Kopp. Don Enrico Carandino Lo stallo tra i due blocchi (i tedeschi per il cardinal Gotti, francesi – salvo il card. di l 17 marzo 1888 ricorreva il 27° anniver- Rennes – e spagnoli per Rampolla) fu su- Isario dell’unità d’Italia e ai sudditi perato quando il card. Kopp diede ordine dell’epoca furono risparmiate le celebrazio- ai suoi di votare il candidato dei cardinali ni che abbiamo dovuto subire per i 150 an- delle sedi diocesane centro-settentrionali, il ni. In quel giorno, però, ad Asti vi furono Patriarca Sarto, e due cardinali rampolliani, degli adeguati festeggiamenti per le ordina- Salotti e Cavagnis, portarono i loro voti e zioni conferite da Mons. Giuseppe Ronco quelli dei loro amici sullo stesso Sarto, che ad alcuni novelli sacerdoti. Tra questi vi era fu allora eletto la mattina del 4 agosto. Fu don Enrico Carandino (1860-1929), a cui è così che, anche grazie alle manovre per nul- stato dedicato un libro curato dal pronipote la rivolte al bene della Chiesa delle potenze sacerdote ed edito dalle Edizioni “Terra e europee del tempo, la Chiesa ebbe un San- Identità”. Don Enrico fu una bella figura to Pontefice, Pio X: l’uomo propone, ma sacerdotale strettamente legata a Mons. Dio dispone. Giuseppe Marello, fondatore degli “Oblati Come detto, il libro termina pubblican- di san Giuseppe d’Asti” e successivamente do in appendice il diario inedito del concla- vescovo di Acqui (1846-19895). Padre Se- ve, tenuto dal futuro cardinale Raffaele verino Dalmaso, superiore emerito degli Oblati, ha messo a disposizione un’impor- LUCIANO TRINCIA tante documentazione inedita relativa a Conclave e potere don Enrico, incoraggiandone la pubblica- politico. Il veto a zione. Si tratta principalmente di un diario Rampolla nel sistema manoscritto redatto da don Carandino nel delle potenze europee 1928, un anno prima della morte. In queste (1887-1904) memorie don Enrico parla della sua giovi- Ediz. Studium, nezza sino all’ordinazione sacerdotale. Roma 2004, Don Enrico, nato il 14 maggio 1860 a pagg. 315 Patro, in quell’epoca frazione del comune € 23,00 di Penango, nel Monferrato casalese, de- scrive gli anni dell’infanzia a Portacomaro e la scintilla della sua chiamata all’altare: una bella predica sull’importanza della vocazio- 73 ne, tenuta dal viceparroco don Motta alla Padre Mori ripercorre le tappe più im- Messa domenicale. Enrico ha 11 anni e, col portanti della vita di don Enrico all’interno permesso dei genitori, decide di bussare al- della società Giuseppina, come l’incarico ri- le porte di un sacerdote astigiano la cui fa- cevuto per preparare le Costituzioni della ma era già uscita dai confini del Piemonte e congregazione e le nomine a superiore del- dell’Italia: san Giovanni Bosco. Nel diario le case di Frinco (1893), di Alba (1901) e l’autore descrive l’arrivo all’oratorio sale- poi, come abbiamo già visto, del seminario siano di Valdocco, a Torino; l’incontro col di Fossano (1903). Nel 1918 riceve la nomi- santo, che sarà anche per qualche tempo na dal Consiglio superiore di Procuratore suo confessore; lo splendore delle funzioni generale degli Oblati a Roma, con l’asse- liturgiche e l’atmosfera che regnava tra gli gnazione da parte del Vicariato della chiesa studenti. Il piccolo Enrico sarà anche testi- di san Lorenzo in Fonte in via Urbana, mone della morte di un alunno salesiano nell’antico quartiere malfamato della Su - annunciata da Don Bosco nei famosi fervo- burra. Don Enrico rimarrà a Roma sino al rini della “buona notte”. A Valdocco Enri- 1924, quando la malattia lo costrinse a ri- co incontra per la prima volta Mons. Emi- tornare in Piemonte. Il periodo romano è liano Manacorda (1833-1871), anch’egli na- di estremo interesse poichè, come scrive to a Penango, uno dei vescovi intransigenti padre Dalmaso sulla rivista Marellianum fedeli alla linea tracciata da Pio IX. Nel (nn. 54-55, aprile-settembre 2005, pag. 46- 1903 don Enrico, quando sarà nominato su- 47), don Enrico “aveva modo di seguire da periore del seminario degli Oblati a Fossa- vicino gli avvenimenti ecclesiali e politici, no, ritroverà il prelato, che era vescovo del- come appare dal diario della casa”. Incon- la diocesi piemontese. Nel suo diario don tra Papa Benedetto XV e in seguito Papa Enrico manifesta l’ammirazione per il pre- Pio XI; frequenta il Vicariato dove, annota lato e la condivisione della sua posizione padre Mori, “ancora dopo molti anni era ri- antiliberale, difendendone la memoria da cordato e nominato con venerazione”; ha chi lo criticava (“egli amava il Papa, pensa- contatti con politici e diplomatici. Nel 1919 va col Papa, lavorava per il Papa”). è testimone di un avvenimento che ci può Problemi di salute impediscono a Enri- aiutare a capire il clima di ostilità che in co di rimanere dai salesiani di Don Bosco. Italia stava crescendo contro la Chiesa: il Ritorna così a Portacomaro e nella preghie- superiore degli Oblati, don Cortona, è in ra cerca di capire la volontà di Dio. Gli av- visita a Roma. In via Urbana incontra un venimenti successivi lo portano prima al se- vescovo brasiliano che sollecita l’apertura minario diocesano di Asti e poi alla congre- di una casa dei giuseppini nella sua diocesi. gazione fondata da Mons. Marello nel 1878. Dapprima la risposta è negativa, ma poi, Il diario continua con un’interessante espo- annota don Enrico nel diario della casa, sizione sugli studi che vigevano nei semina- “considerando … che potrà quella missione ri di quel tempo e termina con la sua ordi- prestarci un bel rifugio in caso di persecu- nazione sacerdotale. zione religiosa qui in Italia, gli diamo qual- Le pagine del libro proseguono con un al- che speranza”. In Via Urbana si manifesta tro documento inedito, anch’esso custodito lo zelo sacerdotale di don Enrico, sia nel nell’archivio storico degli Oblati di San Giu- curare le funzioni liturgiche, particolarmen- seppe: una vita di don Enrico scritta da un te apprezzate dagli abitanti del rione Mon- suo confratello, il padre Luigi Mori. Dalle pa- ti, sia nell’organizzare catechismi e attività gine del Mori, come dalle righe introduttive ricreative per i ragazzi del quartiere. Pro- al volume redatte da padre Dalmaso, emerge blemi di salute renderanno necessario il ri- la profonda gratitudine e persino la venera- torno alla casa madre di Asti, dove rimarrà zione che gli Oblati nutrono per don Enrico, sino alla morte. Padre Mori scrive: “il 21 come espresso nel necrologio della congrega- agosto (del 1929), alle 17,30, munito di tutti i zione: “Uno dei più grandi costruttori della Sacramenti, spirava sereno e rassegnato, da nostra Congregazione. Fu sempre un grande buon sacerdote ed esemplare religioso”. studioso, specialmente versato nella lingua la- Il libretto si conclude con un capitolo tina e greca, che insegnò per molti anni. Fu so- sugli avi di don Enrico, frutto di ricerche prattutto un ricostruttore fedele della storia e genealogiche che possono essere un inco- del carisma della congregazione”. raggiamento per tutti coloro che desidera- 74 no approfondire la rità storica che potrà dispiacere non solo ai storia della propria progressisti ma anche, su alcuni punti, allo famiglia. Termino schieramento nazionalista. con un aneddoto ri- Uno dei meriti del libro è di scoprire, at- portato dal padre traverso le vicende della guerra civile spa- Mori: nel 1896, per gnola, il Carlismo, esempio di cattolicismo tentare di curare militante che non combatte per una delle una forte emicrania tante ideologie moderne, ma per la regalità che lo tormentò per sociale di Cristo (come scrive per l’appunto tutta la vita, don l’Autore: “una civiltà basata su valori reli- Enrico si sottopose giosi, non su un programma politico”). Le alle cure del cele- memorie spagnole di Roncuzzi, morto il 31 bre padre Kneipp, luglio 1999 all’età di 94 anni, amico di Nico- presso le terme di la Lisi e di Pietro Bargellini, sono state Wörishofen, in Baviera. Durante il soggior- pubblicate post-mortem a cura della nipote no ebbe un’accesa discussione con un prete Laura Spadoni. Tra i manoscritti di Ron- francese che criticava duramente Leone cuzzi rimasti tuttora inediti vi è anche una XIII. Don Carandino difese il Pontefice e biografia del cardinal Fabrizio Ruffo di Ca- redarguì l’interlocutore, rimproverandogli labria, animatore del Sanfedismo, che rap- di essere un gallicano: buon sangue non presentò un’altra importante pagina mente! dell’opposizione cattolica alla guerra orche- strata dalle logge massoniche contro la Cri- Don Ugo Carandino stianità. Roncuzzi parte alla volta della Spagna AA.VV. per arruolarsi volontario tra le forze nazio- Don Enrico Carandino. Un sacerdote, una nali. Mentre si sta dirigendo al centro di famiglia, un territorio. smistamento della Legion è incuriosito da Ed. Terra e un giovane carlista, che definisce gli ade- Identità, Modena 2011 renti al Carlismo “cristiani sino al midollo”, pagg. 82, € 8,00. e dalla lettura dell’Ordenanza del Requeté: Da richiedere alla Casa S. Pio X “la tradizione parla alla tua anima, purifica Tel. 0541.758961 i tuoi sentimenti e ti avvicina a Dio. Essa email: [email protected] insegna ad amare la Chiesa… Non si può essere carlista senza essere cattolico” (pag. 32-33). L’interesse per un programma così impegnativo è l’inizio dell’avventura spa- Il requetè romagnolo gnola e carlista di Ronduzzi, che preferirà i baschi rossi dei Requetè alle camice azzurre olevo difendere una civiltà basata della Legion. Entra così a far parte del Ter- “Vsu valori religiosi, non su un pro- cio de Requetès El Alcazar: a partire da gramma politico, partire da credente, senza quel momento, il lettore seguirà il Roncuz- nessuna tessera di partiti né in tasca né in zi nelle drammatiche vicende della Crusa- mente”: con la spiegazione del suo arruola- da, con la coinvolgente descrizione di per- mento tra i Requetè carlisti, il romagnolo sone, luoghi, avvenimenti attraverso, come Alfredo Roncuzzi inizia il libro di memorie nota il curatore del libro, il prof. Pier Gior- edito nel marzo del 2010 dalle “Edizioni gio Bartoli, una prosa ricercata e con voca- del Girasole” di Ravenna. Il manoscritto è boli dotti e desueti, e con frequenti richiami rimasto nel cassetto per molti anni perché, all’adolescenza trascorsa tra la Romagna e come scriveva l’Autore a padre Eguillor, la Toscana. curatore dell’edizione spagnola, “non trovo Ma il pregio del libro, come abbiamo già nessun editore disposto a pubblicarlo per- sottolineato, si trova principalmente ché va contro le idee correnti in Italia sulla nell’esposizione della dottrina e dello spiri- guerra di Spagna … siamo in un tempo di to del Carlismo, che l’Autore scopre dalla totalitarismo demagogico”. Per la verità, voce e dall’esempio dei compagni di com- come vedremo, il libro documenta una ve- battimento. Le idee che animano il movi- 75 mento carlista sono chiare e il Roncuzzi le partecipano alle funzioni della Settimana espone con crescente ammirazione: “l’impe- Santa del 1938, “con requetés in cotta e can- gno di opporsi in ogni tempo all’eresia sorta tori” (p. 95). “Cristiani sino al midollo” an- nel ‘500, all’ateismo diffuso nel secolo dei che nei confronti dei nemici, come testimo- lumi, all’agnosticismo democratico derivato nia questo racconto: “giaceva a terra un ne- dagli innovatori dell’89” (p. 146); “Dios ante mico moribondo che spasimava di dolore e todo per motivi religiosi (e per) motivi so- di sete. Due requetés si son posti in ginoc- ciali, immancabilmente per tutti, perchè chio per dissetarlo e raccomandargli un Stato, leggi, potere, ordine restan senza giu- buon pensiero ultimo, mentre una corona stificazione, se a promuoverle ci si contenta attorno di baschi rossi pregava sommesso” della sola volontà umana. Un uomo vale (p. 163). Roncuzzi annota anche i metodi l’altro; il volere di uno o di mille non fa nor- rudi ma efficaci usati con alcune reclute che ma e può mutare da un momento all’altro avevano bestemmiato (“comportati come come il vento muove le foglie. Per questo, al primitivi”, p. 215). Pochi giorni dopo, le di sopra di tutte le questioni e nel campo stesse reclute, abbandonate le blasfemie, delle scelte, ciò che importa primariamente tra un assalto e l’altro, pregano col Devo- es creer en Dios, alla legge naturale predi- cionario del Requeté… E quando la guerra sposta da un Creatore” (p. 159-160). toccò il culmine delle violenze, il mormorio E ancora: “Lo stato accentratore è che serpeggiava tra i baschi rossi diventa un’unità giuridica che non corrisponde alle un’amara preghiera: “Dio abbia misericor- esigenze della nazione a differenza dei fue- dia dei carnefici che si solo lasciati travol- ros, i quali, non considerano l’individuo gere dall’odio; Dio abbia misericordia di (astratto), ma la persona umana secondo il noi, se non siamo stati abbastanza cristiani” posto che occupa nella società come padre (p. 126). di famiglia, inserito in una professione, ap- I requetés amavano cantare gli inni della partenente a un dato municipio” (p. 149). tradizione carlista, a iniziare dall’Oriamendi: “Noi lottiamo per il ritorno di una monar- i numerosissimi soldati provenenti dalla Na- chia legittima, riconosciuta tale, cattolica, varra la cantavano in castigliano, mentre i spagnola nelle idee e nelle opere, che ri- baschi nella versione “euskara”. Potrebbe spetti i diritti dei nostri fuoros, le antiche li- stupire la presenza di carlisti dei Paesi bertà, prerogative, pacifiche tradizioni re- Baschi. Una conversazione riportata dal gionali, e non resti alla finestra nella lotta Roncuzzi aiuta a capire l’origine religiosa fra los limpios, gli onesti, e los sucios, i per- delle battaglie basche: “La questione basca, versi, de la naciòn. Questi ultimi sono i di- non come era posta oggi, ma moralmente, scendenti dei liberali e libertari” (p. 112), era venuta fuori senza artifizi politici quan- imbevuti delle idee giacobine e democrati- do gran parte della Spagna, a cominciare che esportate dalle baionette napoleoniche, dalla Capitale, accoglieva dalla Francia, mo- gli “afrancesados” e “revolucionarios” (p. di, costumi, nuove abitudini di una vita che 60). Contro la democrazia parlamentare è rinnegava la consueta rettitudine della po- auspicabile “un’assemblea composta dai polazione locale, allora, da Madrid, arriva- rappresentanti di ceti qualificati e categorie vano idee liberali, le mode parigine, la stam- produttive: esponenti del clero, delle forze pa degli scandali, le invettive contro il clero, armate, delle corporazioni, delle municipa- la politica subdola degli svergognati; e i nati- lità, dei sindacati ecc, non un popolo indif- vi, per differenziarsi, cominciavano a chiu- ferenziato, valevole solo numericamente; dersi nel loro guscio territoriale e tradiziona- Cortes a la española…” (p. 194) le. La mia nonna quando nominavano Ma- I dialoghi in cui Roncuzzi scopre il pen- drid si faceva il segno della croce…” (p. 66). siero carlista avvengono nelle trincee, nei Le memorie del Nostro permettono di trasferimenti o nelle rare licenze. In ogni conoscere aspetti poco conosciuti della circostanza i commilitoni carlisti dimostra- guerra civile spagnola, come l’atteggiamen- no di essere davvero “cristiani fino al mi- to dei “rossi” (da non confondere con le dollo”: frequentano assiduamente le Messe boinas rojas, i baschi rossi dei Carlisti!) nei al campo officiate dai cappellani; si riuni- confronti dei templi protestanti, che vengo- scono per le orazioni serali e pregano per i no risparmiati dal loro furore antireligioso compagni caduti in combattimento (p. 147); che è essenzialmente anticattolico. Il fatto 76 richiama l’atteggiamento delle forze risor- ALFREDO RONCUZZI, gimentali che in Italia occupavano le chiese L’altra frontiera. Un requeté romagnolo cattoliche per consegnarle alle sette prote- nella Spagna in guerra stante. A questo proposito apprendiamo Edizioni del Girasole, Ravenna 2010, dalle note di Roncuzzi che figure di spicco pag. 264, € 20,00, tel. 0544.212830; del cosiddetto “risorgimento” come “Nico- email: [email protected] la Fabrizi, Enrico Cialdini, Manfredo Fanti, Giacomo e Giovanni Durando, furono dal- la parte di Maria Cristina (la regina libera- Il Santo Vangelo le) e formarono la Legione straniera, detta dei cacciatori di Oporto, per combattere i istampa in un’edizione tascabile carlisti” (p. 82). Rdei Vangeli e degli Atti degli Apo- I soldati carlisti combattono e cadono stoli, con una breve introduzione e con con onore, e apportano un contributo de- note esplicative dei passaggi più diffici- terminante alla vittoria della Spagna. Ma li o controversi. Utile da portare sem- dalle pagine del libro (tra le quali: p. 111; p- pre con sé e per conoscere Nostro Si- 114; p. 173 e seguenti) emergono le grandi gnore Gesù Cristo e meditare sui miste- difficoltà che sorgevano tra i carlisti e le al- ri della Sua vita. Ogni Cristiano do- tre componenti del fronte nazionale, conse- vrebbe aver letto almeno una volta nel- guenza di profonde divergenze dottrinali. la vita i S. Vangeli. S. Girolamo ci ricor- Un’eco di queste incomprensioni lo trovia- da: “Non ti sembra di abitare già, qui mo in un’intervista all’ing. Renzo Lodoli sulla terra, nel regno dei cieli, quando (deceduto nel 2008), figura di spicco dei re- si vive fra questi testi sacri, quando li duci italiani della guerra spagnola, pubbli- si medita, quando non si conosce o non cata recentemente dalla rivista “Orienta- si cerca di conoscere nessun altra cosa? menti” (n. 2, anno XII, giugno 2011, pag. (…) Nella Sacra Scrittura, la semplicità 4). Lodoli, per spiegare l’impostazione reli- è stata voluta appositamente per ren- giosa dei carlisti non trovava di meglio che dere più facile la comprensione al pub- paragonarli ai… calvinisti! (“i “requetès blico, e per far sì che in un'unica mede- erano monarchici e quasi, si potrebbe dire, sima frase, tanto l’uomo di cultura “calvinisti” nei loro atteggiamenti religio- quanto l’ignorante potessero coglierne si”). È un giudizio che dimostra la difficoltà il senso secondo la propria capacità” di comprendere una battaglia fondata sulla (S. Girolamo, Le lettere, II, 53, 10) religione, dove “Cristo Re” non è un sem- plice slogan assolutamente marginale ri- spetto a un programma politico basato sul- Il Santo Vangelo di Nostro Signore Gesù lo “stato-re” ma, per parafrasare il testo de- Cristo e gli Atti degli Apostoli. Traduzio- gli esercizi spirituali del santo basco Ignazio ne annotata di Loyola, è il principio e fondamento Centro Librario Sodalitium, dell’azione politica. Verrua Savoia 2011 Roncuzzi si congeda col lettore abbrac- pagg. 460 ciando idealmente i tanti ex-commilitoni Formato requetès ricordando che “niente di quel che tascabile (è stato) sofferto e offerto rimarrà nell’ano- € 13,00. nimato davanti a Dio” (p. 227). Il piacere di leggere un libro così interessante e istrutti- vo si unisce alla tristezza nel pensare che l’uragano del Vaticano II non ha risparmia- to il Carlismo, con i discendenti dei valorosi requetè che oggi difendono la libertà reli- giosa e sventolano le gloriose bandiere car- liste alle giornate mondiali(ste) della gioventù. NOVITÀ

Don Ugo Carandino 77

Novità Librarie C.L.S. • LUIGI ZILIANI, CRISTIADA. Messico mar- • L’ecumenismo: nella Chiesa, contro la tire. Storia della persecuzione Chiesa. Atti convegno di Modena 2008 Ed. Amicizia Cristiana, 2012, C.L.S. 2010 pag. 56, € 6,00. pag. 216 - € 15,00 • Lutero non vincerà. Atti convegno di Modena 2009 C.L.S. 2011 pag. 56, € 6,00. • PIO XI, ENCICLICHE SULLE PERSECUZIONI IN MESSICO (1926-1937) Segnalazioni librarie Ed. Amicizia Cristiana, 2012, pag. 80 € 7,00 - • PIERO NICOLA L’ottimismo ereticale. Giovanni XXIII - Per richieste dei libri: De Lubac - Teilhard de Chardin teologi- tel. 0871.63210 camente accomunati fax 0871.404798 Solfanelli editore Pescara 2010 [email protected] pag. 496 - € 35,00.

• ANDREA GIACOBAZZI L’asse Roma-Berlino-Tel Aviv. I rapporti internazionali delle organizzazioni ebraiche... Il Cerchio, Rimini 2011 pag. 280 - € 17,00.

Libri del Centro Librario Sodalitium

Richiedete il Catalogo in redazione o scaricatelo dal nostro sito: www.sodalitium.it - [email protected] “Centro Librario Sodalitium” - Loc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA SAVOIA (TO) Tel. 0161.839.335 - Fax 0161.839.334 78

Istituto Mater Boni Consilii

SABATO 19 E DOMENICA 20 MAGGIO 2012. IX EDIZIONE DEL PELLEGRINAGGIO OSIMO – LORETO

PROGRAMMA

Sabato 19 maggio 2012 - ore 14,00 appuntamento a Osimo, al par- cheggio del piazzale del San Carlo (in via Mon- tefanese, davanti alla chiesa San Carlo; dal centro storico: direzione Macerata); sistema- zione dei bagagli e inquadramento dei pellegri- ni. Si raccomanda la massima puntualità. - ore 15,00 partenza a piedi; a Osimo venera- zione del corpo di San Giuseppe da Copertino; sosta al santuario della B. V. Addolorata di Campocavallo; arrivo a Castelfidardo, distribu- zione dei bagagli, sistemazione nelle camere, cena e pernottamento.

Domenica 20 maggio 2012 - ore 7,45 S. Messa. - ore 9,00 colazione; sistemazione dei bagagli. - ore 9,45 partenza; sosta al sacrario delle Crocette a Castelfidardo; arrivo a Loreto e pranzo al sacco. - ore 14,30 processione alla basilica e preghiera nella Santa Casa di Loreto. - ore 15,30 partenza del pullman per riportare i pellegrini a Osimo. - ore 16,00 arrivo a Osimo e fine del pellegrinaggio.

Come raggiungere Osimo - Per chi viaggia sull’autostrada A 14: uscire al casello di Ancona Sud-Osimo. - Per chi viaggia in treno: scendere alla stazione ferroviaria di Osimo. In questo caso co- municare l’orario d’arrivo all’organizzazione, che provvederà a venire prendere i pellegrini al- la stazione. - Per il viaggio di ritorno si invita a prendere il treno alla stazione di Loreto.

Modalità del pellegrinaggio - I pellegrini percorrono a piedi l’intero itinerario del pellegrinaggio (22 km), lasciando il sa- bato pomeriggio le automobili al parcheggio del San Carlo a Osimo. La domenica pomerig- gio da Loreto un pullman ricondurrà i pellegrini alle automobili. - Prima dell’inizio del pellegrinaggio i bagagli personali saranno caricati su un furgone che li trasporterà direttamente a Castelfidardo, nel luogo del pernottamento. Durante il percorso i pellegrini in difficoltà potranno usufruire del servizio di alcuni pulmini. - Lungo il cammino i sacerdoti assicurano l’assistenza spirituale (recita del S. Rosario, canti, meditazioni, confessioni). Si raccomanda di non usare i telefonini durante la marcia.

I pasti - Cena di sabato sera: presso un servizio di ristorazione. - Colazione di domenica mattina: presso l’albergo dove dormono i pellegrini. - Pranzo di domenica: pranzo al sacco alle porte di Loreto. Ogni pellegrino deve arrivare al pellegrinaggio con il necessario (cibo, bevande, posate, ecc.), l’organizzazione fornisce del pane fresco e dell’acqua. - Si consigliano inoltre bevande e alimenti energetici per la marcia e per le pause. 79

Attrezzatura e abbigliamento - I pellegrini devono portare: - un bagaglio con gli effetti personali per pernottamento: si consiglia di mettere un’eti- chetta con proprio nome sui bagagli per facilitare lo smistamento; - un bagaglio con il cibo e bevande per il pranzo al sacco della domenica. - Si consiglia di portare una borraccia e uno zainetto per la marcia, contenete il necessario in caso di pioggia, gli effetti personali, gli energetici, ecc. - Si consigliano delle scarpe comode e un copricapo per proteggersi dal sole. - Si invitano gli uomini ad evitare l’uso delle bermuda; si suggerisce alle signore e alle signo- rine l’uso delle gonne sotto le ginocchia e un velo o copricapo per le preghiere nelle chiese e per l’assistenza alla Santa Messa.

Pernottamento - I pellegrini pernottano in una struttura alberghiera a Castelfidardo. - Sono disponibili camere da due o tre posti, divise per le donne e per gli uomini. I parteci- panti devono quindi adattarsi a dormine con altri pellegrini. Ovviamente i nuclei familiari uti- lizzano la stessa camera. I posti-letti sono limitati, quindi “chi primo arriva, bene alloggia”. - Per i giovani è possibile una sistemazione più economica in un ostello. - Per mantenere lo spirito del pellegrinaggio e non disturbare gli altri partecipanti, i pellegri- ni sono invitati a rientrare nelle camere entro la mezzanotte.

Quota di partecipazione - Per gli adulti: 65 euro (la quota comprende: contributo spese organizzative, camera d’al- bergo, cena del sabato sera, colazione di domenica mattina, sala per il pranzo al sacco di domenica). - Per i giovani che dormono all’ostello:45 euro (che comprende: contributo alle spese or- ganizzative, posto letto all’ostello, cena del sabato sera, colazione di domenica mattina sala per il pranzo al sacco di domenica). - Per i bambini sino ai 14 anni: 50 euro.

- Chi avesse delle difficoltà economiche (studenti, famiglie numerose, ecc.) non rinunci al pellegrinaggio: l’organizzazione potrà facilitare l’iscrizione. - Chi fosse impossibilitato a partecipare può inviare un’offerta per contribuire alle spese or- ganizzative e per favorire l’iscrizione delle persone più bisognose.

- Versare le quote d’iscrizione e i contributi al conto corrente postale n. 51 17 99 27, intesta- to a: Ass. Mater Boni Consilii Onlus - Casa San Pio X specificando: - Per il pellegrinaggio a Loreto (si prega di inviare per posta o per mail la copia del versa- mento).

Le iscrizioni si devono effettuare unicamente alla Casa San Pio X entro sabato 12 maggio 2012

Casa San Pio X Via Sarzana n. 86 - 47822 San Martino dei Mulini (RN) Tel. 0541.75.89.61 E-mail: [email protected] 80

Vita dell’Istituto

ari lettori, lo scorso numero di Sodali- Ctium (64) chiudeva la sua cronaca al 30 aprile 2010, e da quella data, dopo tanto tempo, riprendiamo il racconto della vita del nostro Istituto fino al 31 dicembre 2011. Membri dell’Istituto. Durante due ceri- monie, tenute a Verrua il 22 ottobre 2010 ed il 25 febbraio 2011, sono entrati nell’Isti- tuto tre nuovi membri; mentre Dio ha chia- mato a Sé, il 26 dicembre 2010, la Signora Margherita Peterson Hugo, che era entrata nell’Istituto il 22 febbraio 2009. Casa di Verrua. Grazie ad alcuni bene- fattori abbiamo potuto portare a termine importanti lavori alla casa di Verrua, rinno- vando totalmente l’intonacatura. La casa madre accoglie come sempre numerosi ospiti, sacerdoti e laici. Ricordiamo le visite di Mons. Stuyver, del nostro don Casas Sil- va dall’Argentina, di Padre Mercier, don Guépin, don Abrahamowicz, ed altri sacer- doti. Dal 25 al 28 ottobre 2011 ci ha reso vi- sita dalla Florida (USA) Mons. Donald 5 marzo 2011: Sanborn, che ha dedicato ai giorni passati vestizione di due con noi l’intero numero di novembre (con religiose del - belle fotografie) del suo Most Holy Trinity l’Istituto Seminary Newsletter. Sopra: foto di • Seminario San Pietro Martire. Segna- gruppo con i sacerdoti e liamo le ordinazioni avvenute presso il no- seminaristi stro seminario. Il seminarista Charbel Madi ha ricevuto la tonsura il 4 marzo 2011, a Verrua. Don Nathanael Steenbergen è sta- to ordinato suddiacono il 30 aprile 2011, a Dendermonde. Bernard Langlet ha ricevu- • Suore dell’Istituto. Nel mese di set- to la talare il 4 giugno 2011, a Verrua. tembre 2010, due ragazze sono entrate co- me postulanti, una dalla Francia e l’altra Cerimonia di Tonsura a Verrua Savoia dall’Olanda. Fanno parte dell’istituto dal 25

Vestizione di un seminarista a Verrua Savoia 81 febbraio 2011 e hanno poi ricevuto l’abito religioso dalle mani di Mgr Stuyver, il 5 marzo 2011, dopo essersi preparate con un ritiro spirituale. Con la cerimonia della ve- stizione hanno iniziato il loro noviziato. • Attività estive. La colonia estiva san Luigi Gonzaga nel 2010, festeggiava la sua ventesima edizione. Il felice anniversario è stato festeggiato durante una bellissima ve- glia finale con il teatro (recita del ‘Curé de Cucugnan’…) con tutti i bambini (25 parte- cipanti di cui 8 italiani) vestiti da crociatini grazie al lavoro e alla dedizione di una fede- lissima madre di 3 bambini che hanno fatto Il campo di Raveau nel 2011: visita del cantiere il campo in questi anni; ringraziamo dal pro- medioevale di Guédelon fondo del cuore la gentile signora che tanto - I campi “Beata Imelda” a Verrua, del ha lavorato per la nostra colonia. Inoltre i luglio 2010 e 2011 hanno riunito una bella bambini hanno regalato un statua della Ma- schiera di bambine e ragazzine tanto italiane donna ai sacerdoti che è poi stata intronizza- che francesi che hanno potuto rinvigorire il ta nel 2011 in mezzo alle tende del campo. loro fervore e riprendere forze spirituali gra- L’anno seguente il campeggio estivo del- zie allo spirito della Crociata Eucaristica. Ri- la Crociata Eucaristica si è svolto sempre a volgiamo un particolare ringraziamento ai Raveau dall’11 al 25 luglio 2011, i ragazzi coniugi Chasseur che, mettendo generosa- erano 28 (8 gli italiani e novità di quest’anno mente a disposizione il loro chalet, rendono 1 spagnolo). Oltre a don Giugni e don Le possibili belle gite in montagna. Alla chiusu- Gal, hanno passato qualche giorno con i ra- ra dei campi si è svolta la cerimonia degli in- gazzi don Carandino e don Cazalas. Molta gressi nella Crociata, durante la quale parec- pioggia, ma la Provvidenza ci ha permesso chie ragazzine si sono impegnate a servire di passare attraverso le gocce per i giochi. più fedelmente Gesù in questa bella associa- Registriamo la visita al cantiere medioevale zione. Numerose ragazze hanno prestato il di Guédelon (dove le nostre vesti talari sono loro aiuto come animatrici per l’organizza- state scambiate per un travestimento del zione del campo estivo: un sentito grazie an- medio evo…) e della città di Moulins con lo che a loro e all’anno prossimo! splendido museo sacro della Visitazione. - I campeggi estivi per ragazze tenuti - In Belgio si è svolto il Campo St Jo- delle suore di Cristo Re, con don Murro seph: iniziazione all’ebanisteria dal 16 al 20 cappellano, si sono svolti: in Val di Susa dal agosto 2011 a Dendermonde, organizzato 5 al 23 luglio 2010 e in Val di Viù dall’11 al da fra Christ, aiutato dal seminarista don 29 luglio 2011. Se ne può leggere la cronaca Nathanaël. dettagliata nel bollettino Simple Lettre del- le suore di Cristo Re. I vent’anni del campo di Raveau nel 2010: - Don Thomas Cazalas, coadiuvato da i bambini vestiti da crociatini don J. Le Gal e aiutato da validi amici, francesi come italiani, organizza ogni anno un campo in montagna di dieci giorni per ragazzi dai 14 ai 21 anni. L’edizione del 2010, durante il mese d’agosto, si è svolta ai piedi del Santuario di La Salette, ed ha ac- colto una ventina di giovani. L’edizione 2011 si è tenuta in Valle di Lanzo, alternan- do vita spirituale, conferenze, escursioni in alta montagna, sport, visite ai principali santuari di Torino. • Crociata Eucaristica. Le gite della Crociata Eucaristica, per i ragazzini, orga- nizzate dai seminaristi del seminario S. Pie- 82 tro Martire e per le bambine dalle suore dell’Istituto, procedono regolarmente con una frequenza circa bimestrale, sia nel 2010 che nel 2011. Tanto divertimento, preghie- ra, e visite di luoghi interessanti. La presen- za dei nostri bambini è stata segnalata ai S. Monti di Varallo, Crea e Oropa, al duomo di Milano, alla processione del Corpus Do- Visita di Mons. mini, sono stati anche visti a cavallo… e Sanborn a Verrua, nelle paludi sopra Ivrea! Le bambine, insie- 28 ottobre 2011 me alle suore, sono state viste andare su e giù per le colline verruesi in bicicletta e an- che con pattini sulle piste di ghiaccio. Che gioia per le bimbe, durante la processione del Corpus Domini, “spetalare” rose e or- gi di Albarea-Ferrara; nel maggio 2011 ab- tensie mostrando così il loro amore a Gesù biamo finalmente acquistato un locale a sacramentato. Durante l’anno le Crociatine Modena per la celebrazione della Santa hanno fabbricato rosari di corda e segnali- Messa. Fino a quando i lavori non saranno bri, che hanno poi venduto ai pellegrini a iniziati (e terminati) le celebrazioni prose- Loreto. I maschietti hanno tenuto un ban- guono però a Maranello, presso Villa Senni chetto di materiale sacro alle giornate per il Buratti. Cristo-Re a Modena. L’incasso è stato de- L’8 maggio 2010 don Ricossa ha cele- voluto per le attività della Crociata. brato una S. Messa al cimitero diCuneo in suffragio di 31 persone, soldati e civili som- Attività speciali nelle varie nazioni mariamente giustiziati dopo la fine della • Italia Milano: segnaliamo i lavori di guerra dai partigiani comunisti. L’anno se- restauro dell’oratorio S. Ambrogio durante guente, il 30 aprile, ha benedetto le tombe il mese di agosto 2011 sono stati risanati i dei caduti della RSI nel Cimitero monu- muri dall’umidità e sono state decorate ar- mentale di Torino. Nel giugno 2010 e 2011 tisticamente le pareti. Un sentito grazie a don Carandino ha celebrato a Paderno, in tutti i volontari che hanno dato una mano. Romagna, nella chiesa dell’Ass. Famiglie A Rovereto nell’ottobre del 2011 presso caduti e dispersi della Rsi per i defunti del l’oratorio segnaliamo l’intronizzazione del sodalizio. quadro di S. Simonino appositamente di- Domenica 19 settembre 2011, vigilia del pinto da un amico pittore: pensiamo che sia 140° anniversario della battaglia per la dife- l’unico luogo in Trentino dove ancora si ve- sa di Roma, l’Istituto ha voluto ricordare nera il patrono della città di Trento. Anche pubblicamente l’eroismo dell’esercito di in Emilia ci sono stati dei cambiamenti: Pio IX. Al mattino è stata celebrata la S. nell’aprile 2011 abbiamo dovuto fare im- Messa all’oratorio in suffragio dei caduti prorogabili restauri alla chiesetta di S. Lui- pontifici: la chiesetta era gremita da fedeli laziali, marchigiani, abruzzesi e pugliesi. Le bambine della Crociata cantano al Corpus Domini Terminata la funzione i partecipanti si sono trasferiti al cimitero del Verano. In proces- sione, con la recita della corona del Rosa- rio, è stata portata una corona d’alloro al monumento eretto da Pio IX e la tomba del gen. Hermann Kanzler, che fu il comandan- te in capo dell’esercito pontificio, e dei suoi familiari, posta sotto la Rupe Caracciolo: anch’essa si trova in uno stato di completo abbandono. In seguito all’iniziativa, grazie a un comunicato degli amici di Modugno, è stato pubblicato un articolo sull’edizione romana di Libero (“In rovina le tombe delle guardie papali”, 23/9/2010) e un trafiletto 83

Campo beata Imelda 2011

su la Repubblica (“Tombe degli zuavi ab- stato benedetto e inaugurato da don Ricos- bandonate”, 23/9/2010). sa in presenza di don J. Le Gal e numerosi Il 1 ottobre 2011 a Castelvetro (Mode- fedeli sabato 5 novembre 2011. Questa pe- na), nella cappella di Villa Cialdini, don Ri- rò è solo una prima tappa della nostra sot- cossa ha celebrato la S. Messa con la quale toscrizione per avere una cappella a Parigi. si è concluso il convegno organizzato da Infatti, il locale acquistato non è abbastan- “Terra e Identità” su: “Il generale Cialdini: za capiente per accogliere tutti i fedeli della eroe o carnefice?”. La Messa era in suffra- Messa domenicale, che continuerà ad esse- gio delle vittime di Pontelandolfo e Casal- re celebrata in rue Bleue, nel ‘9° arrondis- duni, di tutti i patrioti duo-siciliani, e dei sement’, e il nuovo oratorio nel ‘15° arron- soldati della Brigata Estense. dissement’ sarà utilizzato solo per le ceri- Il 27 novembre all’oratorio di Pescara e monie infrasettimanali Il nuovo oratorio, il 3 dicembre 2011 alla Casa San Pio X si comunque, ha già permesso a numerosi fe- sono svolti dei ritiri spirituali in preparazio- deli di assistere alla Messa nei giorni feriali, ne dell’Avvento. di confessarsi e di frequentare i corsi di ca- • Francia Parigi: Benedicamus Domi- techismo. E per la prima volta, dopo cinque no! Dopo cinque anni di ministero nella zo- anni, abbiamo potuto - con profonda com- na di Parigi, abbiamo potuto acquistare, mozione – dare la benedizione eucaristica. nella primavera del 2011, un locale nel ‘15° Ringraziamo i nostri benefattori e li assicu- arrondissement’, rue Théodore Deck, che è riamo della preghiera quotidiana di tutti i fedeli parigini. La sottoscrizione continua! Benedizione del nuovo oratorio di Parigi il 5/11/2011 Grazie al nuovo locale, abbiamo anche po- tuto cantare per la prima volta a Parigi, per Natale, la Messa di mezzanotte.

Conferenze. Per “I sabati di san Gregorio VII” tenu- ti da don Carandino all’oratorio di Roma: il 14/10/2010 “I documenti di Pio XI sull’Azione Cattolica”; il 20/11/2010 “L’en- ciclica Casti Connubii di Pio XI”; 15/1/2011, “I radiomessaggi natalizi di Pio XII”; il 19/3/2011 “La devozione a san Giuseppe nel magistero dei Papi”; il 16/4/2011 “I riti della 84 Centri Studi Giuseppe Federici & Davide Albertario

sconfitta dell’eresia protestante in Italia”; “Il magistero dei Papi e la condanna del risor- gimento”; “La breccia del Vaticano II: il protestantesimo modernista nella Chiesa”.

Centro Studi Davide Albertario - Il Pran- zo albertariano sempre presso un agriturismo a Ozzero (MI) nella sua 4° e 5° edizione si è tenuto il 12 giugno 2010, e il 25 giugno 2011. • Il Centro Studi Davide Albertario, in corrispondenza della festa di Natale del Banchetti delle associazioni alla giornata di Cristo-Re a Modena 2011 2010 e del 2011, si è occupato della vendita dei presepi in legno di ulivo fatti dagli arti- Centro Studi Giuseppe Federici - Attivi- giani cristiani di terra Santa, grazie alla col- tà svolte a Rimini: il 20/5/2010 presentazio- laborazione con l’associazione Opere Della ne del libro di Pietro Ferrari, “La Rivolu- Fede Bethlehem [www.operedellafede zione contro il Medioevo”; il 6/11/2010 pre- .com]; l’incasso è devoluto a sostegno dei sentazione del libro di Marco Della Luna, palestinesi cattolici di Terra Santa. “Euroschiavi”; il 12/3/2011 conferenza di • Sabato 21 novembre 2010 si è svolto il don Ricossa dal titolo: “Garibaldi contro IX Convegno di Studi Albertariani, che ha San Carlo Borromeo. Dall’Italia tridentina avuto come tema un argomento certamente al risorgimento settario” (nel IV centenario caro a don Davide e quindi particolarmente della canonizzazione di san Carlo e nel 150° “albertariano”: «La dottrina sociale della anniversario dell’unità d’Italia); il Chiesa nel magistero di Leone XIII e di Pio 19/11/2011 convegno sul tema: “Guai ai XI: per una politica cattolica». I relatori so- vinti. La damnatio memoriae degli sconfitti no stati don Francesco Ricossa e don Ugo- del risorgimento”, relatori Gian Carlo Mon- lino Giugni; Roberto Ortelli giornalista è tanari (“I Fedelissimi del Duca”) e Sara stato il moderatore della giornata. Don Ri- Fabbrizioli (“I soldati del Papa Re”). cossa ha aperto i lavori con la prima rela- • Giornate di Cristo Re - Come per il zione: “La dottrina socio-economica della pellegrinaggio a Loreto, anche le giornate Chiesa nella Rerum novarum e nella Qua- per la regalità sociale di Cristo che si svol- dragesimo anno”. Nella seconda relazione gono a Modena, hanno registrato un incre- ha parlato don Ugolino Giugni sul tema: “Il mento di partecipanti, con persone prove- popolo vi ha chiesto pane e voi avete rispo- nienti da varie città per seguire le lezioni di sto piombo: don Albertario e la questione don Francesco Ricossa. Due anniversari sociale”. Nella terza relazione, ha nuova- hanno suggerito i temi dei seminari di studi: mente parlato don Ricossa sul tema: “È nel 2010 i 100 anni dalla lettera “Notre possibile una politica cattolica oggi?”. Il CD charge apostolique”, con la quale san Pio X condannò il democratismo cristiano, men- X Convegno Albertariano a Milano nel 2011 tre nel 2011 i 150 anni dalla rivoluzione ita- liana (“Risorgimento: massoneria e prote- stantesimo all'assalto dell'Italia cattolica”). Nel corso delle giornate le diverse associa- zioni presenti hanno esposto numerosi libri, riviste e altro materiale. Le lezioni del 2010 sono state: “La democrazia alla luce del Magistero”; “La condanna del democrati- smo cristiano”; “La laicità positiva di Bene- detto XVI: continuità con gli errori del mo- dernismo sociale, rottura col magistero della Chiesa”. Nel 2011: “La Controriforma: 85 Centri Studi Giuseppe Federici & Davide Albertario audio con la registrazione del convegno è disponibile e può essere richiesto alla reda- zione [Triplo CD cod. 029 € 12,00]. • Il 12 marzo 2011, a Milano si è svolta la conferenza dal titolo “Il risorgimento ita- liano: la rivoluzione attacca la Chiesa. “Viva Pio IX!” Gli zuavi pontifici, la difesa della Roma papale”. Le relazioni sono stata te- nute da Elena Bianchini Braglia, saggista (“Le radici della Vergogna”) e dal Prof. Lu- ca Fumagalli, insegnante (“L’epopea degli zuavi pontifici, eroi dimenticati”). Sopra: Convegno Albertariano 2010 a Milano. • Il 19 novembre 2011, si è tenuto nel Sotto: Giornate di Cristo-Re a Modena rinnovato quadro dell Hotel Andreola il convegno Albertariano, giunto alla sua de- cima edizione che aveva come tema: “SU- PER HANC PETRAM ÆDIFICABO EC- CLESIAM MEAM”. 1870: il Concilio Vati- cano, l’infallibilità pontificia e la questione romana. Tre gli interventi: il primo e il ter- zo tenuti da don Francesco Ricossa: La dot- trina dell’Infallibilità pontificia definita dal Concilio Vaticano. I nemici dell’ Infallibilità oggi: l’autentica dottrina della Chiesa tra lefebvriani e modernisti. Il secondo dal tito- lo: La questione romana: i cattolici dentro e fuori porta Pia è stato illustrato tramite una fresco per festeggiare il traguardo del deci- presentazione multimediale da don Ugoli- mo convegno ha allietato i presenti. Il CD no Giugni e dal prof. Luca Fumagalli. Oltre audio del convegno è disponibile [Quattro al tavolo della buona stampa, un buon rin- CD cod. 032 € 12,00].

Settimana Santa”; il 14/5/2011 “Il Magistero invito del salotto culturale “Semprevivo”, di Papa Benedetto XV (1914-1922)”, il conferenze di don Carandino: il 25/2/2011 15/10/2011 “L’enciclica Mortalium animos: su “Cattolici e risorgimento”; il 24/3/2011 su l’ecumenismo di Benedetto XVI condannato “Il magistero di Pio XII”. dalla Chiesa”; il 17/12/2011 “Considerazioni Il 21/3/2011 a Modugno (Bari), al “IX sull’Avvento e il Natale”. Premio Giglio del Sud Pino Tosca”, orga- All’oratorio di Pescara conferenze di don nizzato dal “Centro Tradizione e Comuni- Carandino: il 29/1/2011 e il 26/2/2011 “Per tà”, relazione di don Carandino, che è stato non dimenticare, per non cambiare: il Breve anche premiato dalla giuria. Nella sede del Esame Critico del Novus Ordo Missae”; CTC di Modugno conferenze di don Caran- 19/3/2011 “La devozione a san Giuseppe nel dino: dall’ottobre 2010 al giugno 2011 corso magistero dei Papi”; il 22/10/2011 “L’encicli- mensile di formazione dottrinale sui Sacra- ca Mortalium animos: l’ecumenismo di Bene- menti; il 19/19/2011“L’enciclica Mortalium detto XVI condannato dalla Chiesa”. animos: l’ecumenismo di Benedetto XVI Conferenze di don Carandino a Pescara condannato dalla Chiesa”; il 23/11/2011“Il su invito di “Amicizia Cristiana”: il Tempo liturgico dell’Avvento”. 23/10/2010 presentazione del libro “La veri- Il 31/3/2011 al Municipio di Portacoma- tà sugli uomini e sulle cose del Regno d’Ita- ro (AT) e il 1/6/2011 alla Biblioteca di lia”; il 20/10/2011 (con Luciano Garofoli) Moncalvo (AT), presentazione del libro presentazione del libro di Yann Moncom- Don Enrico Carandino da parte del nipote ble, Il segreto del mondialismo. A Chieti, su don Ugo. 86 del suoi cinque anni di sacerdozio (6 no- vembre 2010), sull’Immacolata Concezione (4 dicembre 2010), sulle trattative di Mons. Fellay con Benedetto XVI (1 ottobre 2011). Il 6 novembre si è tenuta a Parigi l’edizione 2011 del nostro convegno annua- le, in occasione della chiusura dei festeggia- menti per il 25° del nostro Istituto. Don Ri- cossa ha cantato la Messa domenicale in Rue Bleue e tenuto due conferenze: la pri- ma sulla figura di Mons. Benigni (e di Pa- dre Guérard des Lauriers), come punti di riferimento del nostro Istituto, e la seconda Esercizi spirituali a Verrua gennaio 2011 sull’incontro di Assisi, con particolare at- Don Ricossa è stato invitato a Gaeta, il tenzione al discorso tenuto in quell’occasio- 5 febbraio 2011, a partecipare al XIX Con- ne da J. Ratzinger sull’agnosticismo. vegno Tradizionalista della Fedelissima Città di Gaeta “150° della malaunità. 1861: • Esercizi spirituali. la menzogna dell’Unità d’Italia”, organiz- 2010: Dieci persone a Serre-Nerpol dal zato dalla rivista L’Alfiere e dalle Edizioni 28 giugno al 3 luglio, (don Ricossa e don Controcorrente. Il testo scritto preparato Murro). A Raveau, ai due turni estivi dal 2 dall’oratore, che non abbiamo potuto pub- luglio al 7 agosto e dal 9 al 14 agosto, hanno blicare per ragioni di spazio in questo nu- partecipato 14 persone per ciascun turno mero, troverà forse ospitalità nel prossimo. predicati da don Murro e don Giugni: gli L’Associazione Civitas Sociale, il 2 dicem- esercizi degli uomini sono terminati con le bre 2011, col patrocinio del Comune di cresime. Ancora a Serre Nerpol vi sono sta- Biella, ha organizzato una serata su Masso- te 10 persone al turno di agosto predicato da neria e sette segrete. Il lato occulto della sto- don Giugni e don Cazalas; agli Esercizi esti- ria. Don Ricossa era uno dei due oratori e vi a Verrua dati da don Ricossa e don Ca- l’intero incontro è stato filmato e diffuso in randino hanno partecipato 9 donne (dal 16 rete. al 21 agosto) e ben 22 persone al turno per In Francia. gli uomini (dal 23 al 28 agosto). Don Ricossa Novembre 2010: Annuale convegno di ha poi dato gli Esercizi a venti religiose Parigi, con conferenze tenute da don Ricos- dall’1 all’9 settembre a Serre-Nerpol mentre sa su « San Pio X, Benedetto XVI e la de- ci sono stati 9 partecipanti agli esercizi per mocrazia cristiana », in occasione del cente- sacerdoti tenuti a Verrua dal 20 al 25 set- simo anniversario della condanna del Sillon tembre; 5 donne a novembre a Serre-Ner- da parte di san Pio X. L’oratore ha ricorda- pol, predicato da don Cazalas; 10 persone a to soprattutto la dottrina di Benedetto XVI sulla laicità positiva, che riprende il pro- I pellegrini davanti alla basilica di Loreto nel 2011 gramma della massoneria anglosassone. 29 Gennaio – 5 febbraio 2011: Diego Olivar Roblès ha tenuto una conferenza (registrata) in due parti sui Cristeros: « La Chiesa e i Cristeros, al di là delle mistifica- zioni ». Siamo stupiti e felici di vedere che la testimonianza di un cattolico messicano che vive in Messico non ha nulla a che ve- dere con gli attacchi abituali che si sentono presso i tradizionalisti francesi riguardo ai Cristeros contro la Chiesa e contro Pio XI. 20 Marzo 2011: don Jocelyn Le Gal per il quinto anniversario del nostro ministero a Parigi. Altre piccole conferenze a Parigi te- nute da don Jocelyn Le Gal all’occasione 87 Raveau il ritiro ha avuto luogo il primo no- vembre 2010 e 2011, predicatori: don Murro e don Jocelyn Le Gal. Ritiro per i giovani a Serre-Nerpol dal 25 agosto al 27 agosto 2011. Belgio. 3 giorni in francese dal 13 al 15 luglio 2011 (Mons. Stuyver et don Michel); 3 giorni, in fiammingo, dal 18 al 20 luglio 2011(Mons. Stuyver)

Pellegrinaggi • Roma. Lo scorso numero avevamo di- menticato di segnalare il bel pellegrinaggio A Monchio sul luogo dell’uccisione di Rolando Rivi organizzato da don Le Gal a Roma in otto- bre del 2010 per i fedeli belgi e francesi. Una dicembre predicato da don Cazalas, sostitui- cinquantina i partecipanti. (Cronaca nell’ulti- to poi da don Murro, e don Jocelyn Le Gal. mo numero edizione francese di Sodalitium) 2011: 20 persone al turno misto inverna- • S. Sindone. I fedeli di Annecy, Lione e le di Verrua (3-8 gennaio; don Ricossa e Serre-Nerpol si sono ritrovati il 13 maggio don Giugni); 6 persone al turno di febbraio 2010 in occasione dell’Ostensione della S. dato a Serre-Nerpol da don Cazalas e don Sindone: dopo aver assistito alla Messa nella Jocelyn Le Gal. Maggio 2011, 10 persone cappella di Torino, giorno dell’Ascensione, (don Murro e don J. Le Gal). Dal 4 al 9 lu- insieme a don Murro e don Thomas Le Gal glio: 22 persone a Serre-Nerpol (don Ricos- hanno venerato insieme l’insigne Reliquia. Il sa e don Murro). A Raveau, 1-6 agosto per 22 – 23 maggio 2010, ancora, pellegrinaggio 14 donne, 8-13 agosto per 10 uomini dati da alla S. Sindone a Torino per una ottantina di don Murro e don Giugni. A Serre Nerpol vi fedeli francesi (Parigi e Ovest della Francia sono state 8 persone al turno di agosto pre- organizzato da don Jocelyn Le Gal) e una dicato da don Giugni e don Cazalas. Agli quarantina di italiani (organizzato da don esercizi d’Agosto dati a Verrua da don Ri- Giugni) con visita ai principali santuari di cossa e don Carandino hanno partecipato Torino (Don Bosco, San Giuseppe Cottolen- 12 persone al turno femminile (22-27 ago- go, San Giuseppe Cafasso e la Consolata). sto) e 14 a quello maschile (29 agosto- 2 • 29 maggio 2010: don Michel, con alcu- settembre). Il giorno dopo, 3 settembre, ni fedeli di Roma, si reca a Gennazzano per don Ricossa è partito per Serre-Nerpol per venerare l’Immagine della nostra Patrona. dare gli Esercizi alle Suore di Cristo Re e a • Il 2 ottobre 2010 appuntamento al S. una religiosa del nostro Istituto; detti Eser- Monte di Varallo Sesia. Dopo il pranzo cizi sono terminati il 10 settembre. Dal 19 conviviale, la giornata piovosa non ha spen- al 24 a Verrua, si sono svolti gli esercizi sa- to il fervore dei numerosi pellegrini che cerdotali ai quali ha partecipato anche un hanno detto il Rosario e fatto la scala santa confratello amico. Gli Esercizi per le nostre visitando le splendide cappelle (52 parteci- religiose si sono tenuti a Verrua dal 24 al 29 panti). maggio 2010 (don Murro e don Ricossa) e • Il 1 ottobre 2011 per il mese del Rosa- dal 27-02 al 4/03/2011. rio ci siamo trovati al S. Monte di Crea pa- Ritiri di perseveranza. Italia. Per aiutare trona del Monferrato, il programma abitua- la perseveranza, l’Istituto organizza dei le prevedeva la visita delle Cappelle con la brevi ritiri in occasione dell’Avvento e del- recita del Rosario, la preghiera in Chiesa e la Quaresima, ed accoglie numerosi ospiti il pranzo conviviale (46 partecipanti). nella casa madre in occasione dei riti della • 19 giugno 2010 : pellegrinaggio con don Settimana Santa. Sempre a Verrua, dal 25 Jocelyn Le Gal in Seine-et-Marne, con cele- al 27 febbraio 2011, si è svolto un ritiro per brazione della Messa, pranzo conviviale, vi- 22 membri del Rocker’s Klan. sita della Cattedrale di Meaux e poi del Car- Francia. Una giornata di ritiro per la per- melo (dove avvenne un miracolo eucaristico severanza si è svolta a Serre Nerpol il 3 aprile in presenza di Dom Guéranger). 2011, predicata da don Cazalas e don Murro, • 8 dicembre 2010 e 2011: come ogni an- riunendo una cinquantina di partecipanti. A no processione con fiaccolata a Montmar- 88

Pellegrinaggio in Terra Santa

I pellegrini in Terra Santa: sullo sfondo Gerusalemme. Messa al S. Sepolcro Sotto: nella grotta della Natività a Betlemme...... e al Cenacolo

tre dopo la Messa al Martyrium, in onore Bologna. Abbiamo rispettato gli appun- dell’Immacolata Concezione, quest’anno tamenti ormai tradizionali per gli amici sotto la neve abbondante. emiliani e romagnoli: il 2 ottobre 2010 ed il • 20 novembre 2010, pellegrinaggio dei fe- 22 ottobre 2011 al Santuario di San Luca, deli di Lione, guidati da don Thomas Le Gal, per il mese del Rosario; il 27 novembre al santuario di Notre Dame de Fourvière. 2010, nella chiesa di Sant’Isaia, per la sup- • Il 7 maggio 2011 una quarantina di plica alla Madonna della Medaglia Miraco- pellegrini si sono ritrovati a S. Valentino di losa; il 16 aprile 2011, via crucis per prepa- Castellarano (RE) sulla tomba di Rolando rare la settimana santa, fino al convento Rivi seminarista di 14 anni barbaramente francescano dell’Osservanza. ucciso dai partigiani nel 1944. Dopo la visi- • Loreto – Nelle edizioni del 2010 e del ta e la preghiera sulla sua tomba, il gruppo 2011 è cresciuto ulteriormente il numero si è spostato in mezzo alle montagne di dei partecipanti al pellegrinaggio a piedi da Monchio sul luogo dell’uccisione dove è Osimo a Loreto, ormai provenienti da qua- stata deposta una corona di fiori vicino alla si tutte le regioni della Penisola, e nell’ulti- lapide che ne ricorda il sacrificio. ma edizione, anche dalla Sicilia. Con gran- • Il 18 giugno 2011, da Roma all’Abba- de soddisfazione registriamo anche la cre- zia benedettina di Santa Maria di Farfa scita del fervore della preghiera e del nu- (FR). mero delle confessioni. Nel 2010, nel 150° • 1 agosto 2011: da Potenza alla Badia anniversario della battaglia di Castelfidar- della SS. Trinità di Cava dei Tirreni (SA). do tra l’esercito pontificio e l’esercito sar- 89

Rigenerati nelle acque battesimali • Battesimi 2010 • Battesimi 2011 5 aprile 2010, Anthony Pavlovic, al 15 gennaio 2011 battesimo d’adulto di Rouret (don Cazalas) (omesso nello scorso Adelaide Lucia Maria Valido, a Roma numero). (don Carandino). 6 giugno, e Dylan Antonio Ma- 26 gennaio, Luce Chiocanini, a Serre- strodomenico a Verrua Savoia (don Murro). Nerpol (don Cazalas). 29 giugno, Privat Joseph Pierre Vigand 5 giugno, Vittoria Pedica a Rovereto à Antony (don Jocelyn Le Gal). (don Giugni). 23 luglio, Kylian Dos Santos nel Loiret 5 giugno, battesimo d’adulto di Gwénaël (don Jocelyn Le Gal). Blancho à Parigi (don Jocelyn Le Gal). 24 luglio, Bastian Vielmini, a Verrua 12 giugno, Emma Viani a Settimo di Pe- (don Ricossa) scantina (VR) (don Giugni). 24 luglio, un piccolo Thomas, a Versail- 18 giugno, Ange Lequi-Lioret, a Serre- les (don Jocelyn Le Gal). Nerpol (don Cazalas). 26 giugno, Matthieu Salmon, a Dender- 25 giugno, Denise Osifo, a Verrua Sa- monde (Mons Stuyver) voia (don Murro). 1 agosto, Rachel Rahm, a Serre-Nerpol 7 agosto, Orsola Esposito, a Maranello (don Giugni). (don Ricossa). 8 agosto, Laurent Rothe, a Serre-Nerpol 21 agosto, Quentin Berger, di 12 anni, a (don Th. Le Gal). Serre-Nerpol (don Cazalas). 26 agosto, Alix Charat (don Th. Le Gal). 11 settembre, Benedetta Cerbasi, a Ma- 30 agosto, Madelaine-Marie Jorland ranello (don Ricossa). (don Th. Le Gal). 23 ottobre, Aryana Raffaele, a Maranel- 4 settembre, Adam Dumortier, a Den- lo (don Ricossa). dermonde (Mons Stuyver). 27 novembre, Waizenegger 19 settembre, Benoit Mézières, a Serre- (don Murro). Nerpol (don Cazalas) 3 dicembre, la piccola Aline, a Epernon 25 settembre, Francesca Palena, a Mara- (don Jocelyn Le Gal). nello (don Ricossa). 4 dicembre, Gabriella Fattor, a Bolzano 23 ottobre, Francesca Bertaggia, ad Al- (don Giugni). barea, Ferrara (don Ricossa). 4 dicembre, Tiziana Godard, a Serre- 8 dicembre, Ascanio Giuliana a Rovere- Nerpol (don Th. Le Gal). to (don Giugni). 7 dicembre, il piccolo Jean a Versailles 11 dicembre, Federico Benito Giuseppe (don Jocelyn Le Gal). Proli, a Rimini (don Carandino). 10 dicembre, Adolfo Bertaggia, a Ferra- 19 dicembre, Maria Romano ra (don Ricossa). Pulitelli, a Roma (don Carandino). do, sui luoghi dei combattimenti sono stati svolto il 14 maggio: il tema è stato l’aposto- finalmente ricordati anche i soldati di Pio lato della preghiera. IX, con una bella lapide preparata dalla • Saint-Joseph a Cotignac. Ogni anno Casa San Pio X e benedetta da don Ri - don Cazalas organizza per la domenica di cossa. Pentecoste, nel sud della Francia, un pelle- • N. D. de l’Osier. Il 7 ed 8 maggio 2010 grinaggio a San Giuseppe di Cotignac, con ha avuto luogo il consueto pellegrinaggio a Messa al campo alla Madonna delle Grazie, N.D. de l’Osier, alla presenza di Mons. che raduna una settantina di fedeli. Nell’edi- Stuyver e di quattro altri sacerdoti dell’Isti- zione del 2010 erano presenti anche i fratelli tuto. In ricorrenza dei cent’anni dell’enci- don Jocelyn e Thomas Le Gal; in quella del clica “Notre charge apostolique” di S. Pio 2011, don Michel Andriantsarafara. X che condannava il Sillon, si è parlato de- • Pellegrinaggio in Terra Santa. Dal 7 al gli errori di questo movimento e dei princi- 16 novembre 2011, un gruppo di cinquanta pi dell’azione sociale dei cattolici spiegati pellegrini (italiani, francesi, belgi e argenti- da S. Pio X. Nel 2011 il pellegrinaggio si è ni) si è recato in Terra Santa per visitare e 90

I dieci anni della Casa S. Pio X: Messa solenne e foto di gruppo pregare nei luoghi più santi della Cristiani- X anniversario della fondazione della Casa tà. Con loro sono partiti tre sacerdoti (don San Pio X e dell’Oratorio San Gregorio Jocelyn Le Gal, don Ugo Carandino e don Magno; per festeggiare il doppio anniversa- Hector Romero, che risiede a Rennes). rio, don Carandino ha scelto la data Dalla Galilea alla Giudea, da Nazareth a dell’inaugurazione dell’oratorio di Rimini, Gerusalemme (Santo Sepolcro, Cenacolo, che avvenne la seconda domenica d’ottobre Getsemani…), da Qumran a San Giovanni del 2001. Il giorno precedente si era svolta d’Acri, da Betlemme a Cesarea di Filippi… a Modena la VI Giornata della Regalità di possiamo ringraziare Iddio per il successo Cristo (altra iniziativa dovuta a don Caran- di questo viaggio, veramente unico! Tra i dino). Domenica 9 don Ugo ha cantato la momenti più commoventi citiamo la Santa Messa solenne assistito all’altare da don Ri- Messa celebrata all’altare del Golgota, a cossa e don Steenbergen, alla presenza di Gerusalemme, o quella celebrata al lago di numerosissimi fedeli ed amici, quelli della Tiberiade ricordando il primato di Pietro, o prima ora che aiutarono don Ugo dieci an- ancora l’incredibile impronta civilizzatrice ni fa, e quelli che sono il frutto sovrannatu- lasciata dai Crociati in soli due secoli. Che rale di dieci anni di lavoro. Tutti insieme ci ciascuno dei Pellegrini tenga nel cuore per siamo poi ritrovati in un ristorante della tutta la vita il ricordo di questi luoghi dov’è collina riminese. La coraggiosa decisione di vissuto il Verbo incarnato. Deo gratias! Re- don Carandino, dieci anni fa, motivata uni- sta una domanda: quando ripartiamo? camente dalla Fede, di lasciare la Fraterni- tà San Pio X a causa degli errori dottrinali • Anniversari Il 18 dicembre 2010 il no- e pastorali che la minano, fu una grande stro Istituto ha festeggiato i 25 anni della sua benedizione per il nostro Istituto; ricordia- fondazione. Il 26 giugno 2010 don Cazalas ha mo con commozione quei giorni, e coloro celebrato la Messa per l’anniversario della che ci aiutarono, alcuni dei quali sono già morte di P. Vinson a Serre Nerpol. Nel 2011 stati chiamati da Dio nella vita eterna. Ri- abbiamo ricordato don Gustave Delmasure cordiamo poi altri anniversari: nel 15° anniversario della sua morte. Il 12 Abbiamo solennizzato con una Santa gennaio 2011 don Giugni ha festeggiato il Messa di ringraziamento i venticinque anni suo ventesimo anniversario di ordinazione di matrimonio dei coniugi Moschetta (8 di- sacerdotale. Il 7 maggio 2011 ricorrevano i 30 cembre 2010, a Ferrara), Salza (il 13 feb- anni della consacrazione episcopale di Mons. braio 2011 a Ferrara), Peyronel (il 16 ago- Guérard des Lauriers, a Tolone, dalle mani sto a Raveau); il centesimo compleanno dell’arcivescovo Pierre-Martin Ngo-Dinh- della Signora Vittoria Patrignani, a Pesaro Thuc, ed il 22 agosto successivo i 25 anni di (6 marzo 2011). consacrazione episcopale di Mons. McKen- na, conferitagli a Raveau da Mons. Guérard • Cresime. Mons Stuyver ha ammini- des Lauriers. strato le S. Cresime a Verrua il 5 marzo Con una particolare solennità, l’Istituto 2010 ed il 29 giugno 2011. A Serre-Nerpol il ha festeggiato il 9 ottobre 2011, a Rimini, il 9 maggio 2010. A Raveau il 14 agosto 2010 91 e il 13 agosto 2011. A Parigi, il 4 ottobre Fattor e Agnieszka Gumieniuk (don Giugni). 2011: in questa occasione Monsignor Stuy- 25 luglio, a Pinerolo, Pietro Bichiri e ver ha anche tenuto una conferenza ai fe- Laura Callipari (don Ricossa). deli. Altre Cresime, in privato, nella sua 19 febbraio 2011, a Roma, Giorgio Le- cappella di Dendermonde scarini e Carmela Martilotti (don Carandi- no); lo stesso giorno don Ricossa ha regola- • Prime comunioni - Marcello Ghibau- rizzato un matrimonio a Modena. do, Dennis e David Mastrodomenico, Ilea- 6 maggio 2011, a Roma, Adriano Puli- na Vitale, il 6 giugno 2010 a Verrua Savoia. telli e Adelaide Valido (don Carandino). - Elisa Coloru e Antonio Splendore a 16 luglio 2011, a Ferrara, Alex Arduini Milano il 13 giugno 2010; lo stesso giorno, a e Marika Canella (don Ricossa). Torino, Sofia Ricossa. 20 agosto 2011, a Raveau, Louis-Marie - André Langlet a Raveau l’8 agosto 2010. Langlet e Charlène Carré (don Murro). - Un adulto, a Verrua, il 27 febbraio 2011. - Isabella Cerbasi a Maranello, il 10 apri- • Istituto e la stampa L’ultimo libro di le 2011. Jean Madiran, Dialogues du Pavillon Bleu, - Beatrix Di Antonio, l’11 aprile 2011, a (Via Romana, 2011), riprende (pp. 33-39) Serre-Nerpol. una critica rispettosa della nostra rivista So- - Adelaide Valido, il 6 maggio 2011, a dalitium, già pubblicata nel 2003. A volte la Roma. stampa, specialmente locale, si ‘accorge’ - Rachele Giuliana, Eva-Maria Paolini e della nostra esistenza in città con la cele- Luca Bradiani, il 29 maggio 2011, a Rove- brazione della S. Messa: così ad Annecy reto; lo stesso giorno, a Parigi, Lucie-Marie (giugno 2010) o a Modena (agosto 2011) o Brochard e Marie Vigand. a Torino (La Stampa, 17 gennaio 2011, p. - Jean-François Cazalas e Marie-Gabriel- 62 Preghiamo sempre di più, ma in 130 mo- le Fritz, il 6 giugno 2011, a Serre-Nerpol. di diversi). Nell’area “tradizionalista” ov- - Denise Osifo, Mattia Vitale, il 25 giu- viamente, si parla più spesso dell’Istituto, in gno 2011 a Verrua Savoia. bene o in male; segnaliamo in particolare - Marie Victoire Larfaillou e Christoff l’intervista a don Ricossa, su due pagine in- van Overbeke il 15 agosto 2011 a Raveau. tere, nel periodico parigino Rivarol (n° - Giuseppe De Biase, il 1° novembre 3019, 28 ottobre 2011) in occasione dei 25 2011 a Rimini. anni dell’Istituto Mater Boni Consilii. - Lucie Salmon et Matthias Willaert in • Sito internet. Il sito internet di Sodali- Belgio. tium è aggiornato regolarmente, ma alcuni lettori ci segnalano che spesso se ricercato • Matrimoni. 1 maggio 2010, a Pinerolo, con google ne viene sconsigliato l’accesso Giovanni Lorenzi ed Elena Zulian (don Ri- con un avviso che segnalerebbe il nostro si- cossa). to come contente virus. Non è assoluta- 20 giugno, a Lublino (Polonia), Davide mente così e consigliamo, in questi casi, di

19/09/2011: 140° anniversario per la difesa di Roma in ricordo dell’eroismo dell’esercito di Pio IX al cimitero del Verano (vedi pag. 82) 92 accedervi digitando direttamente l’indirizzo www.sodalitium.it sulla barra del browser senza passare dai motori di ricerca.

• Altri mezzi comunicazione (Interviste in radio). Interviste di Roberto Ortelli su RPL a don Carandino il 20/9/2010, 16/3/2011 e 3/11/2011 sul “risorgimento”. Sempre Roberto Ortelli ha intervistato su RPL per il programma “Che aria tira” don Giugni e Don Ricossa per i convegni del 2010 e del 2011 rispettivamente il 18- 20/11/2010 e il 17-18/11/2011. Altra intervi- Campo dei ragazzi in alta montagna organizzato da sta a don Ricossa su RPL sull’incontro di don Cazalas Assisi (tutte le interviste reperibili su inter- net). Blog di Carmelo Saviano, di Repub- pagina 76 di questo numero di Sodalitium) e blica: “Radio Padania e l’Antigiudaismo” degli Atti degli Apostoli. Sono disponibili che riprende il sito “Valigia Blu”: “Nuove anche gli atti dei convegni di Modena del onde di intolleranza su radio Padania” (no- 2008 (L’ecumenismo: nella Chiesa, contro la tizie palesamente false). Intervista di Fio- Chiesa) e del 2009 (Lutero non vincerà). renza Licitra a don Ricossa del 23 novem- Per la collana ‘Atti del magistero’, nuove bre 2010, pubblicata su internet da Fondo pubblicazioni delle encicliche “Notre charge Magazine il 17 marzo e poi su carta stampa- apostolique”, “Rerum Novarum” e “Qua- ta da Rinascita. Il famigerato (don) Gianni dragesimo Anno”. Fabrizio Cannone (e al- Gennari su Vatican Insider del 5 luglio 2011 tri) hanno recensito vari nostri titoli sulla ri- cita la suddetta intervista come un caso di vista dei Francescani dell’Immacolata. follia (cf Mt 5,22). In occasione della sua vi- sita a Parigi del novembre 2011, don Ricos- • Defunti. Silvana De Santis in Faccia, sa è stato intervistato da Frank Abed; video deceduta a Roma il 18 settembre 2009 (pre- a disposizione su internet. cisiamo dallo scorso numero). Enrico Tac- conelli di Ripa Teatina (CH) è morto • Centro librario Sodalitium: segnaliamo all’età di 82 anni il 16 agosto 2010. Con tut- la stampa dell’opuscolo in francese conte- ta la famiglia, finchè le condizioni di salute nente il Breve Esame Critico e un articolo l’hanno permesso, frequentava le Messe sulla nuova Messa sempre di Mons. Gué- all’oratorio di Chieti. Il 2 settembre 2010 è rard des Lauriers. In italiano nel 2011 è sta- deceduta a Roanne la signora Simone Ri- ta ripubblicato un’ edizione commentata del chie. Da tempo malata, con l’aiuto di sua fi- Vangelo (di cui trovate la recensione alla glia Marie-Laure, membro del nostro Isti- tuto, che l’ha assistita nella sua malattia, si In cammino verso st Joseph di Cotignac era riavvicinata a Dio ed aveva ricevuto più (vedi pag. 87) volte i Sacramenti da don Giugni e don Murro (l’ultima volta il 16 agosto). Don Giugni ne ha celebrato i funerali al cimite- ro di Roanne il 4 settembre 2010. Margue- rite Hugo, nata Peterson, deceduta a Den- dermonde (Belgio) il 26 dicembre 2010. Scrive Mons. Stuyver: “Era nata il 22 gen- naio 1930 a Boston (USA) da una famiglia protestante. Quando trovò la perla preziosa si fece ‘ delle borse che non si logorano, un tesoro che non viene mai meno nel Cielo’. Nel 2006 i coniugi Hugo si trasferirono a Dendermonde, vicino alla nostra cappella. Da allora: Messa e comunione quotidiana. Numerosi servizi alla Cappella della Ma- 93 donna del Buon cerdote, don Valerie, nella lotta al neo-mo- Consiglio e alla dernismo, rinunciando coraggiosamente ad sua piccola scuola. assistere alla nuova messa e a partecipare Malgrado l’età e il alle attività parrocchiali cui era molto lega- suo stato di salute, to. Dopo la morte di suo fratello, è rimasto accettò di insegna- fedele alla Messa ‘non una cum’, e veniva re l’inglese. Nel regolarmente a Dendermonde. Aveva chie- 2009 assieme a suo sto che fosse scritto sulla sua immaginetta marito, era entrata di ricordo le ultime parole del Credo, che a far parte del - sono come un testamento spirituale che la- l’Istituto Mater scia ai suoi cari ed a coloro che l’hanno co- Boni Consilii. nosciuto: “Credo nello Spirito Santo, la Madame Marie Antoinette Un’ora prima del- Riverieux de Varax santa Chiesa Cattolica, la comunione dei la morte ha rice- santi, la resurrezione della carne, la vita vuto il viatico e l’estrema unzione. I suoi eterna. Amen”. Durante la malattia, ha ri- funerali sono stati celebrati da Mons. Stuy- cevuto da suo figlio tutti i ss. Sacramenti. ver. Vivissime condoglianze a suo marito, Don Murro ne ha celebrato le esequie nella Georges Hugo”. Laura Morisi in Colliva, cappella di Dendermonde il 25 gennaio. Il 1 deceduta a Bentivoglio l’8 ottobre 2010 con febbraio 2011 ci è giunta la triste notizia tutti i sacramenti; Messa d’anniversario a della morte della vedova Salleron, in Nor- Sala Bolognese e a Maranello il 7 e 8 otto- mandia. Fedele, come suo marito Hubert, bre 2011. Marie Antoinette Riverieux de alla Chiesa, si rifiutava di assistere alla Varax, deceduta il 29 novembre 2010. Nel Messa ‘una cum’, ricevendo pertanto sal- 1995 aveva scritto all’Istituto chiedendo di tuariamente i santi sacramenti da Mons. venire a celebrare la Santa Messa a Lione: Stuyver. Maria Gatti, di 85 anni, deceduta il difatti P. Vinson non poteva più recarvisi 24 febbraio 2011 nell’ospedale di Gioia del per motivi di salute e di conseguenza la Colle (Bari). Due giorni prima del decesso, cappella del Quai St Vincent era stata chiu- ancora pienamente lucida, Maria ha ricevu- sa. Donna di profonda fede e di solidi prin- to gli ultimi sacramenti da don Carandino, cipi, così come lo era suo marito, deceduto che ha poi potuto benedire la salma prima nel 1997, con gran buon senso sapeva con- del funerale. Era terziaria francescana e fi- ciliare in maniera semplice le esigenze della glia spirituale di padre Pio, nonchè, dalla fede ed i doveri della vita quotidiana. Era fondazione, amica dell’Istituto. Jeanine legata al nostro Istituto con le idee e con Ternisien, deceduta il 26 febbraio 2011, l’affetto. Certamente la sua mancanza si munita dei ss. sacramenti. Don J. Le Gal ne sente nella comunità dei fedeli di Lione. I ha celebrato le esequie a Rouen il 7 marzo. funerali sono stati celebrati da don Murro a Jean Claude Crovella, figlio di emigrati di Lione il 3 dicembre. Corinne Boutellier, Chivasso (TO), è deceduto il 14 marzo 2011 deceduta a Parigi il 10 novembre 2010 con dopo aver ricevuto tutti i sacramenti da P. tutti i sacramenti. Don J. Le Gal ne ha cele- Joseph Marie Mercier. Durante il servizio brato le esequie a Parigi il 17 novembre. militare, negli anni ’60, un sacerdote dome- Renzo Caccialanza, deceduto a Trento nicano aveva avvisato tutti i soldati delle ri- il 29 gennaio 2011 con tutti i sacramenti; forme si stavano realizzando all’interno don Giugni ne ha celebrato i funerali a della Chiesa e che avrebbero portato a Trento il 1 febbraio. Antonietta Capac- grandi disordini. Le sue parole diedero chietti ved. Monteleone, è spirata all’età di frutto nell’animo di Jean-Claude che, tor- 87 anni il 30 gennaio 2011 all’ospedale di nato a casa, cercò la Messa in latino cele- San Benedetto del Tronto. Partecipava abi- brata dai sacerdoti rimasti fedeli alla Fede tualmente alle Messe celebrate a Grottam- della Chiesa. Ciò comportò sacrifici: la do- mare. Paul Stuyver, padre di Monsignor menica bisognava viaggiare per assistere fe- Stuyver, è deceduto all’età di 88 anni, il 21 delmente alla Messa, ricercare scuole buo- gennaio 2011. Sposo di Leona Van De Put- ne per i figli, l’estate “regalava” quindi te, padre di sette figli, cattolico praticante e giorni delle sue vacanze per aiutare col la- fervente, uomo di fede, membro di una voro (era stato impresario edile) le comuni- confraternita, aveva seguito il fratello sa- tà religiose tradizionali. Iddio ha ricompen- 94 sato al centuplo la sua generosità: tre delle sue figlie sono religiose. Ha ricevuto i sa- cramenti dal P. Joseph-Marie Mercier della comunità benedettina N.D. de Bethlém e don Giuseppe Murro ha celebrato i funerali il 17 marzo a Favernay, nella cappella della medesima comunità. Willy Goossens, dece- duto il 16 marzo 2011 munito di tutti i sa- cramenti. Mons. Stuyver ne ha celebrato i funerali il 22 marzo. Michel Jazarguer, de- ceduto il 16 marzo 2011, all’età di 69 anni, munito dei santi sacramenti. Don Cazalas ne ha celebrato le esequie a Challonges, Padre Pierre Verrier suo paese natale, il 22 marzo. Condoglianze (tra Mons Stuyver e Padre Joseph-Marie Mercier) alle famiglie Jazarguer e Fritz. Jeanne Madeleine Binet, nata Dumont, menti. Lucienne Laurent, è deceduta nel si è spenta il 23 marzo 2011, all’età di 90 an- mese di settembre 2011. Da Lione si era ni da poco compiuti. Viveva nella Comuni- trasferita ad Annecy, frequentando nel li- tà delle religiose di Crézan. Era venuta a mite del possibile le nostre SS. Messe trascorrere alcune settimane a Verrua di- Marie-Isabelle de Cacqueray-Valme- versi anni fa e si era talvolta recata a Ra- nier, deceduta a Bourg-la-Reine il 1 otto- veau per dare una mano nelle tante attività bre 2011, munita dei ss. sacramenti. Don J. estive. I funerali sono stati celebrati a Cré- Le Gal ne ha celebrato i funerali il 6 otto- zan il 28 marzo. Novella Riccò ved. Evrard, bre. Albina Ternavasio ved. Lorenzi è de- deceduta il 27 marzo 2011 nel suo 99° anno ceduta a Torino il 1 ottobre 2011, munita di età, a Vitry-sur-Orne, in Lorena. Origi- dei santi sacramenti. Il 3 ottobre don Ricos- naria di Montecchio (), era sa ne ha celebrato le esequie nell’Oratorio benefattrice della Casa San Pio X. Piero del S. Cuore a Torino, accompagnando la Sartirano è mancato a Torino il 10 aprile defunta al cimitero di Cavallermaggiore. 2011 munito di tutti i sacramenti. Fedele Adelia Foltran ved. Graglia è deceduta della prima ora fin dai tempi della Messa all’ospedale di Casale Monferrato il 5 otto- celebrata alla Chiesa della SS. Trinità a To- bre 2011, munita dei santi sacramenti am- rino da Mons. Vaudagnotti, assieme a sua ministrati da don Th. Le Gal. Abitava a moglie Maria ci aiutò sempre e specialmen- Verrua, dove era la nostra vicina di casa, te nel momento della fondazione dell’Isti- particolarmente affezionata alle nostre tuto, quando avevamo bisogno di tutto. Suore. Don Ricossa ne ha celebrato le esequie il Il 25 novembre 2011 a Lecco don Ugoli- 13 aprile nell’Oratorio del Sacro Cuore a no ha celebrato il funerale di Anna Sempli- Torino, accompagnandolo a Dogliani per la ci, madre di Angelo Radaelli; aveva ricevu- sepoltura. Irène Filsjean è deceduta il 15 to i sacramenti più volte durante la sua ma- aprile, presso la casa di sua figlia, Signora lattia. Afreana Fussi ved. Casadio, di 89 an- Carpene, all’età di 81 anni, munita dei s. sa- ni è deceduta a Forlì il 24 novembre. Nei cramenti; don Cazalas ha ufficiato i funerali mesi precedenti alla morte in più occasioni a Mont-de-Laval. N.H. Francesco Folchi aveva ricevuto i sacramenti della Chiesa da Vici, medico e docente universitario, è de- don Carandino. Elena Calabrese ved. Po- ceduto a Modena il 29 aprile 2011 munito mes è deceduta a Nichelino il 24 dicembre dei santi sacramenti. Don Ricossa ne ha ce- 2011 munita di tutti i santi sacramenti am- lebrato le esequie a Modena il 3 maggio, e ministrati da don Ricossa. Isabella Cremer don Carandino, legato ai coniugi Folchi Vi- ved. Folchi Vici è deceduta a Modena il 29 ci da una profonda amicizia che risale ai dicembre 2011, raggiungendo dopo otto primi anni ’90, lo ha accompagnato a Seni- mesi suo marito; la vigilia di Natale aveva gallia per la sepoltura. Ireneo Albanesi, è ricevuto il Santo Viatico. Il 31 dicembre a deceduto nel mese di maggio, all’età di 80 Modena don Ricossa ha celebrato le ese- anni, a Rimini. Negli ultimi anni riceveva quie, e don Carandino ha benedetto ancora regolarmente da don Carandino i sacra- la defunta al cimitero di Senigallia. France- 95 sco e Isabella Folchi Vici sono stati nostri di Padre Guérard, padre di due religiose; insigni benefattori. Pierre Cuignet († 11 settembre 2011) fon- Tra i sacerdoti amici dell’Istituto, conta- datore della scuola cattolica di Folleville. Il vamo Padre Pierre Verrier, fondatore della Centro Studi don Davide Albertario e il CS comunità benedettina di N.D. de Bethléem Federici ricordano lo storico Marco Pirina a Faverney, in Franca Contea. Dio lo ha († 31 maggio 2011), che fu presso di loro chiamato a Sé il 7 giugno 2011, assistito da valido conferenziere, e Sergio Albertario († Padre Joseph-Marie Mercier, che terminò giugno 2011), pronipote di don Davide, che gli studi e fu ordinato sacerdote a Verrua. seguì sempre con interesse le iniziative del Ai funerali, celebrati da Padre Joseph-Ma- Centro Studi che porta il nome della suo il- rie, hanno partecipato a nome di tutto lustre parente. l’Istituto e della Casa di Verrua, don Jo- Siamo vicini nella preghiera anche ai fe- celyn e don Thomas Le Gal. deli o amici che hanno perso in quest’anno Ricordiamo altresì alcuni amici che ci i loro cari, tra i quali: Giuseppe Franchini, hanno lasciato, e che erano noti tra i vecchi Mario Morelli, Giovanni Senter, Chiara difensori della Tradizione cattolica: Mauri- Dalmonech, Giuseppe Favrin, Mario Zani- ce Muel († 4 gennaio 2011) già presidente ni, Elvira Mignini Cianciarelli (26 agosto degli ex-Esercitanti parrocchiali dei CPCR; 2010), Maria Patricelli Mazzocca (26 set- Pierre Moreau († 11 luglio 2011) combat- tembre 2010), Bruno Rinaldi (9 aprile tente sul fronte dell’Est, direttore della rivi- 2011), e altri ancora. sta Didasco, dalle cui colonne difese la Tesi

Per donare il 5 per mille MATER BONI CONSILII ONLUS. Codice 91 00 60 50 016

AVVISO AI NOSTRI LETTORI Dal 1 aprile 2010 Le Poste hanno tolto le agevolazioni per gli editori, aumentando i prezzi di invio di oltre il 300%. Aiutateci a pagare le spese di invio e stampa del- la rivista. Che Dio e la Madonna del Buon Consiglio vi benedicano tutti.

Prossime attività 2012

• 5-8 aprile: Triduo Sacro a Verrua Savoia • 19-20 maggio: Pellegrinaggio Osimo-Loreto • 9 – 23 luglio a Raveau in Francia: Colonia estiva S. Luigi Gonzaga per bambini dagli 8 ai 13 anni. • 14 - 21 luglio a Verrua Savoia: Colonia estiva per bambine e ragazze.

• Esercizi Spirituali di S. Ignazio a Verrua Savoia: • Per le donne: da lunedì 20 agosto (ore 12) a sabato 25 agosto 2012. • Per gli uomini: da lunedì 27 agosto (ore 12) a sabato 1 settembre 2012.

Per ogni informazione, mettersi in contatto con l’Istituto a Verrua Savoia: Loc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA SAVOIA (TO) Tel.: 0161. 83.93.35 - Fax: 0161. 83.93.34 - email: [email protected] www.sodalitium.it SS. MESSE RESIDENZE DELL’ISTITUTO Maranello (MO): Villa Senni, strada per Foglia- ITALIA - Verrua Savoia (TO): CASA MADRE - no. Tutte le domeniche alle ore 11, salvo la 3ª Istituto Mater Boni Consilii, Chiesa SS. Pietro domenica del mese alle ore 9. Per informazioni: e Paolo, Loc. Carbignano, 36. Nei giorni feriali Tel. 0161.839335. S. Messa alle ore 7,30; tutte le domeniche S. Milano: Oratorio S. Ambrogio, via Vivarini 3. Messa alle ore 18. Benedizione eucaristica tutti Tutte le domeniche e festivi alle ore 11. Per in- i venerdì alle ore 21. Tel.: 0161.839335, Fax: formazioni: Tel. 0161.839335. 0161.839334; e-mail: [email protected] sito: Modugno (BA): per informazioni: Tel. www.sodalitium.it 0541.758961. San Martino dei Mulini (RN): CASA S. PIO X - Pescara: Oratorio del Preziosissimo Sangue, via Don Ugo Carandino, via Sarzana 86, CAP Ofanto 24. La 2ª alle 18,30; la 4ª del mese alle 47822. Nei giorni feriali S. Messa saltuariamen- ore 11. Per informazioni: Tel. 0541.758961. te alle ore 7. Tel.& Fax: 0541.758.961; e-mail: Potenza: la 3ª domenica del mese alle ore 19,30. [email protected] Per informazioni: Tel. 0541.758961. sito: www.casasanpiox.it Roma: Oratorio S. Gregorio VII, via Pietro della ARGENTINA - Rosario: CASA SAN JOSÈ – Don Valle 13/B. La 1ª, 3ª e 5ª domenica del mese, Sergio Casas Silva, Iguazú 649 bis, C. P. 2000 - ore 11. Per informazioni: Tel. 0161.839335. Rosario (Santa Fe). Tutte le domeniche S. Rimini: Oratorio San Gregorio Magno, via Molini 8. Messa alle ore 10. Ore 11 catechismo. E-mail: La 1ª e 2ª del mese alle ore 11, la 3ª e 4ª del mese [email protected] alle ore 18,30. Per informazioni: Tel. 0541.758961. BELGIO - Dendermonde: Mons. Geert Stuyver, Rovereto (TN): la 1ª, 3ª e 5ª domenica del mese Kapel O.L.V. van Goede Raad, Koning Albert- alle ore 18. Per informazioni: Tel. 0161.839335. straat 146, 9200 Sint-Gillis, Dendermonde. S. Torino: Oratorio del S. Cuore, via Thesauro 3/D. Messa tutte le domeniche alle ore 9,30. Tel. e Tutte le domeniche e festivi S. Messa cantata Fax: (+32) (0) 52/380778. alle ore 9; S. Messa letta alle ore 11,15; il 1° ve- FRANCIA - Raveau: Castello di Mouchy, 58400 nerdì del mese alle ore 18,15. Per informazioni: Raveau. Per informazioni: Tel.: (+33) Tel. 0161.839335. 03.86.70.11.14; e-mail: [email protected] Valmadrera (LC): Via Concordia, 21. La 2ª e la 4ª domenica del mese. Per informazioni: Tel. 0161.839335 ALTRE SS. MESSE IN ITALIA Varese: la 4ª domenica del mese ore 18. Per infor- Abano Terme (PD): la 2ª del mese alle ore 18. Per mazioni: Tel. 0161.839335. informazioni: Tel. 0161.839335. Confessioni 30 minuti prima dell’inizio delle S. Mes- Ferrara: Chiesa S. Luigi, via Pacchenia 47, Alba- se. Dei cambiamenti occasionali negli orari delle rea. Tutte le domeniche alle ore 17,30, salvo la Messe, specie nel perido estivo, possono intervenire; 3ª domenica del mese alle ore 11,30. Per infor- se frequentate saltuariamente i nostri oratori vi con- mazioni: Tel. 0161.839335. sigliamo di telefonare. Loro Ciuffenna (AR): Fattoria del Colombaio, ALTRE SS. MESSE IN FRANCIA str. dei 7 ponti. La 1ª domenica del mese alle Per informazioni: Tel. 0161.839335 oppure ore 17,30. Per informazioni: Tel. 0161.839335. consultate il sito www.sodalitium.eu

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