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Andrea Chénier Dramma di ambiente storico in quattro quadri di LUIGI ILLICA

Personaggi:

Andrea Chénier (tenore) Carlo Gérard (baritono) La Contessa di Coigny (mezzo) Maddalena di Coigny () La mulatta Bersi (mezzo) Roucher (basso) Il sanculotto Mathieu detto «Populus» (basso) Madelon (mezzo) Un «Incredibile» (tenore) Il Romanziero, pensionato del Re (Pietro Fléville) (baritono) LʼAbate, poeta (tenore) Schmidt, carceriere a San Lazzaro (basso) Il Maestro di Casa (basso) Dumas, presidente del tribunale di Salute Pubblica (basso) Fouquier Tinville, accusatore pubblico (baritono)

Dame - Signori - Abati, Lacchè, Staffieri, conduttori di slitte, Ungheri volanti, Musici, Servi, Paggi, Valletti, Pastorelle, Straccioni Borghesi, Sanculotti, Carmagnole, Guardie nazionali, Soldati della Repubblica, Gendarmi, Mercatine, Pescivendole, Calzettaje, Venditrici ambulanti, Meravigliose, Incredibili, Rappresentanti della Nazione, Giudici, Giurati, Prigionieri, Condannati, Ragazzi strilloni Un maestro di musica, Alberto Roger, Filandro Fiorinelli, Orazio Coclite, Un bambino, Un cancelliere, Il vecchio Gérard, Robespierre, Couthon, Barras, Un Fratello servente (garzone di caffè), ecc.

Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala 28 marzo 1896

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Giordano: Andrea Chénier - parte prima PARTE PRIMA In provincia; nel castello della Signoria dei Conti di Coigny. Il giardino d’inverno. La gran serra; imita- zione pretenziosa di quella di Casa Orléans o di quella Kunsky. La serra offre ora - sul finire di una giornata dell’inverno del 1789 - un curioso aspetto; sembra un giar- dino colle sue statue di Bacco, di Flora, coll’altare di Minerva, ed è sala, talmente ovunque vi sono sparsi mobili, - e, perfino fra i vasi di piante esotiche, un clavicembalo Silbermann - ed è campagna, anche, verso l’estremo lato sinistro dove, per una mite e microscopica collinetta, aprentesi ai piedi in grotta da ninfe, si sale a una casetta rustica da latteria e pastorelle addossata ad un infantile mulino. «Tal de’ tempi il costume!» All’alzarsi della tela, sotto i rigidi comandi di un arrogante e gallonato Maestro di Casa, corrono Lacchè, Servi, Valletti carichi di mobili e vasi completando l’assetto della serra. Carlo Gérard, in livrea, entra, sostenendo con altri servi un azzurro e pesante sofà. È a lui che principal- mente si rivolge il maestro di casa con piglio altezzoso, borioso ed ironico impartendo ordini. Dal giorno che Gérard fu sorpreso a leggere Jean Jacques Rousseau e gli Enciclopedisti, non ironia o servizio più umile o più basso gli è risparmiato.

IL MAESTRO DI CASA A’ tuoi protervi Questo azzurro sofà arroganti signori là collochiam. hai prodigato fedeltà, sudori, la forza dei tuoi nervi, (Gérard e i lacchè eseguiscono) l’anima tua, la mente… e - quasi non bastasse la tua vita (poi il Maestro di Casa accenna verso le sale interne a renderne infinita e vi entra seguito da tutti i lacchè, eccettuato Gérard eternamente che, inginocchiato avanti all’azzurro sofà ne liscia le l’orrenda sofferenza - frange arricciatesi e ridona lucido alla seta rasata, hai dato l’esistenza sprimacciandone i cuscini) . dei figli tuoi. GÉRARD (con immenso sdegno si picchia colla larga mano il (al sofà) petto sussurrando fra le lagrime) Compiacente a’ colloqui Hai figliato dei servi! del cicisbeo che a dame maturate (poi si asciuga sdegnosamente le lagrime, torna a porgeva qui la mano! guardare fieramente intorno a sè la gran serra) Qui il Tacco rosso al Neo sospirando dicea: T’odio, casa dorata! «Oritia… o Clori… o Nice… incipriate, L’immagin sei d’un mondo vecchiette e imbellettate, inciprïato e vano!… io vi bramo, Vaghi dami in seta ed in merletti, ed, anzi sol per questo, forse, io v’amo!» affrettate, accellerate Tal dei tempi il costume! le gavotte gioconde e i minuetti! Fissa è la vostra sorte! (Dal giardino si avanza trascinandosi penosamente Razza leggiadra e rea, un vecchio giardiniere curvo sotto il peso di un figlio di servi e servo, mobile. - È il padre di Gérard. - Questi gitta lo qui - giudice in livrea - spolveraccio che tiene in mano e corre a porgere ti grido: - È l’ora della Morte! - aiuto al padre che tutto tremulo si allontana pei con- torti sentieri del giardino.) (La Contessa, Maddalena e Bersi (questa strana- mente vestita) appajono al di là dell’arco d’ingresso (guardando commosso allontanarsi il padre.) alla serra. - La Contessa si sofferma a dare alcuni Son sessant’anni, o vecchio, che tu servi!… ordini al Maestro di Casa. Maddalena si avanza len- tamente con la Bersi.) 1 Giordano: Andrea Chénier - parte primo

MADDALENA CONTESSA Il giorno (volgendogli le spalle) intorno già s’inserra A momenti lentamente! arriveranno gli ospiti. In queste misteriose ombre forme fantastiche assumono le cose!… MADDALENA Or l’anime s’acquetano Uno è il signor Fléville umanamente!… CONTESSA GÉRARD (con grande compiacenza) (fra sè guardando ammirato Maddalena) Uno scrittore emerito… Quanta dolcezza nell’anima tetra per te penetra! MADDALENA Anche l’idea muor, tu non muori giammai, E l’altro chi è? tu, l’Eterna Canzone! CONTESSA CONTESSA (con sussiego) (entra nella serra e coll’occhialetto e con fare altez- E l’Abatino!… zoso guarda attentamente se e come è stata dispo- sta.) MADDALENA (a Gérard ed altri lacchè) Uno viene dall’Italia? Via, v’affrettate, CONTESSA e alla lumiera luce date! (accenna che sì) S’, Fléville, l’Abate da Parigi. (I lacchè, Gérard compreso, montano su alcuni sgabelli e cominciano ad accendere i bracciali, i (poi, sorpresa, osservando che ancora sua figlia è in doppieri e a dar luce a tutta la serra, - a poco a vestaglia) poco tutto sfolgora di luce allegra.) Maddalena, (a Gérard) ancor così? Ancor non sei vestita? E - dite - tutto è pronto? (Maddalena accenna a sua madre che andrà ad abbigliarsi. - La Contessa la accarezza e va ad esa- GÉRARD minare se nulla manca anche nelle sale superiori) Tutto! BERSI CONTESSA (corre a Maddalena e si accoccola grottescamente ai I cori? suoi piedi con gesti strani e bizzarri) Sospiri? GÉRARD Stanno di già vestendosi. MADDALENA Sì; - io penso alla tortura CONTESSA del farsi belle! E i suonatori?

GÉRARD Accordan gli strumenti. 2 Giordano: Andrea Chénier - parte prima

BERSI ed una rosa in testa! (crollando la testa vivacemente) (e corre via seguita da Bersi) Sei tu che fai belle le vesti tue! Io le fo’ brutte - tutte!… (Già si anima tutto il castello. - I valletti corrono animatamente in su ed in giù apparecchiando le (Si guarda curiosamente gualcendo le pieghe dalla torcie nell’attesa delle slitte.) veste) (Un’ondata di volanti colle loro mazze adorne, quale MADDALENA di nastri, quale di lanterne, irrompe per l’arco di ingresso precedendo e seguendo le dorate slitte. (s’avvicina alla Bersi e la calma dicendole sorri- Ogni slitta ha a un lato un nobilissimo ed elegan- dendo) tissimo signore che poi premurosamente ajuta a Soffoco… moro discenderne, porgendole il braccio, la dama che vi è tutta chiusa dentro tutta avvolta in pelliccia, e della quale egli è in busto stretto il cavaliere. a squame ombra di moro Il cavaliere e la dama, poscia, passando attraverso o in un corsetto, a due ali di fronti curve, si avvicinano alla contessa come si usa, che va loro incontro sorridente. in seta di nakara!… Prima di stringersi la mano le due dame s’inchi- nano tre volte, con doppio inchino ogni volta, come BERSI vuole l’etichetta - poi la Contessa porge la mano a baciare al cavaliere, al quale essa graziosa sussurra (la interrompe imitando il gesto caricato, il fare, il le lodi della dama che egli serve. sospirare di un patito) Il cavaliere bacia la mano, sorride e raggiunge la Il tuo corsetto sua dama.) è cosa rara! (Tolte le pellicce e i manicotti giganteschi e conse- gnati ai premurosi donzelli, ecco le belle dame appa- MADDALENA rire nelle loro curiose e sapienti toelette. L’orribile gonnella Il “grand panier” se ne è ito anche lui! I fianchi pos- “coscia-di-ninfa-bianca” sono disegnarsi un po’ più naturalmente. La “dama” mi inceppa e stanca forse vi ha perduto, ma la “donna” vi ha acquistato mi sfianca tutta in sincerità. e, aggiungivi un cappello La levita ha ridonato al corpo della donna le pure “Cassa-di-sconto” o quello linee femminili, - la testa si conserva tuttora la parte alla “Basilio” od alla “Montgolfier”, più discutibile. e tu sei sorda e cieca La moda inglese la irrigidisce nei gesti; Maria Anto- e, nata bella, nietta colle sue “lattivendole” la rende più infantile. eccoti fatta brutta. E gli uomini? L’abatino si conserva snello e donnajolo, l’uomo di (Ma lontane grida annunciano l’avvicinarsi delle finanza ancora donnajolo e adiposo.) visite. Ma ecco la Contessa che rientra) CONTESSA MADDALENA (alle dame) (affrontandola coraggiosa) Oh!Come elegante… Per stasera pazienza! Mamma, non odi? (ad un cavaliere) e voi, gentil galante! CONTESSA Sono di già gli ospiti! (al barone) Vera galanteria! MADDALENA Così mi metto: - Bianca vesta (al marchese) 3 Giordano: Andrea Chénier - parte primo

A ben più d’una brama CONTESSA la vostra dama Che novelle dalla corte? accender saprà l’esca! MADDALENA (ad una vecchia dama) Dite? Appariscente e fresca sempre! Contessa, sempre, sempre la stessa! CONTESSA Presto! (Entrano tre personaggi: uno avanzato di età, il romanziere Fléville; un giovane imberbe, Chénier, MADDALENA uno senza età, il musicista Fiorinelli.) Noi curiose tutte siam! FLÉVILLE Commosso… lusingato… Presto! Dite! dite! e… a questo, più che omaggio… (L’Abatino graziosamente lusingato da quella dimo- (cerca la parola adatta) strazione bacia molte mani e fa inchini che sem- brano genuflessioni.) … amabil persiflaggio!… (La Contessa intanto lo serve personalmente di una marmellata.) (imbrogliato a continuare in quel silenzio, presenta i due personaggi che son venuti con lui) L’ABATINO Ch’io vi presenti Flandro Fiorinelli, Debole è il Re… è cavaliere, italiano e musico! e… MARITI Ha ceduto? (cerca invano i titoli del presentato e dice umil- mente) L’ABATINO Andrea Chénier… Fu male consigliato!… un che fa versi e… che promette molto. CONTESSA (Entra l’Abate) Necker? CONTESSA L’ABATINO L’Abate! Non ne parliamo! MADDALENA (Degusta la marmellata sospirando in atto di (rientrando) suprema afflizione) L’Abate! TUTTI Quel Necker!… CONTESSA

(a Maddalena) DAME Finalmente! Noi moriamo dalla curiosità! MADDALENA Da Parigi voi venite? L’ABATINO (questa volta attacca risolutamente la marmellata L’ABATINO penetrandovi con tutto il cucchiajo) . Sì! Abbiamo un Terzo stato!

4 Giordano: Andrea Chénier - parte prima

TUTTI cano nel fondo. - Fléville solo è lasciato in mezzo ai Oh! Ah! Ah! Oh! pastori del suo romanzo. - Chénier in disparte, som- mamente annojato, osserva. - Maddalena si sente L’ABATINO attratta verso di lui; sovente essa lo guarda osser- vandolo profondamente. - Dal fondo appare qualche Ed ho veduto offender … volta la faccia pallida di Gérard come una minac- cia. - Il sussurro dei violini, le pose delle pastorelle UTTI T fanno andare in solluchero i cavalieri e sdilinquire Chi? le dame. Tronche e gaje esclamazioni, quasi gemiti, escono L’ABATINO dai loro petti.) La statua di Enrico IV! FLÉVILLE TUTTI O soave bisbiglio! Orrore! ALCUNI OSPITI DONNE È il vento! Dove andremo a finire?… L’ABATINO L’ABATINO È zefiro!… Così giudico anch’io! FLÉVILLE CONTESSA È mormorio di fonte! Non temono più Dio! OSPITI… (L’Abatino consegna ad un donzello la sua tazza) È fruscio d’ali!

L’ABATINO L’ABATINO Assai, madame belle, Un ruscelletto odo mormorar sono dolente de le mie novelle… FLÉVILLE FLÉVILLE (scoppiando quasi in pianto per la commozione e (affettatissimo, in atto da inspirato) per la vanità.) Passiam la sera È questo il mio romanzo! allegramente! - Della primavera ai zefiri gentili PASTORI codeste nubi svaniranno! Il sole noi rivedremo e rose e gigli e viole, (imitando il sospirare dei pastori) e udrem ne l’aria satura de’ fiori O Pastorelle, addio, addio, addio! l’eco ridir l’egloghe de’ pastori - Ci avviamo verso lidi ignoti e strani! Ahi! Ahi! sarem lungi dimani! (Ed ecco a un tratto uscire alcune pastorelle che in Questi lochi abbandoniamo! Ahi! Ahi! vaghe pose si fanno intorno a Fléville che meravi- Non avrà, fino al ritorno, gliato le guarda. gioie il cuore! Dalla cantoria, nello stesso tempo, viene sospi- Ahi! Ahi! Sarem lungi diman! rando un sussurro di violini imitanti il vento. - Le O pastorelle addio (etc.) pastorelle, durante il piccolo preludio, compongono Ah! Ah! Sarem lungi diman! Ah! graziosissimi gruppi a gesti, a movenze, a pose Addio! Addio! Ah! Ah! Addio! svenevoli ed affettate. - Intanto le dame guardano Ah! Ah! sedute, mentre, dietro, in piedi, alla sedia di ogni dama, stanno i rispettivi cavalieri. - I mariti giuo- (Lungo sospiro. - I cavalieri sospirano, le dame 5 Giordano: Andrea Chénier - parte primo piagnucolano, i mariti giocano sottovoce per non (cerca un po’ l’insolenza che può colpire Chénier, dà disturbare.) una rapida occhiata alle amiche e dice:)

CONTESSA un’egloga da voi o una poesia per monaca o per sposa. Signor Chénier…

LE AMICHE CHÉNIER Madama la Contessa? (sottolineando l’ironia di Maddalena) Per monaca o per sposa! CONTESSA La vostra Musa tace? CHÉNIER Il vostro desio è comando gentil!. CHÉNIER Ma - ohimè - la fantasia È una ritrosa non si piega a comando o a prece umile… che di tacer desìa. è capricciosa assai la poesia… a guisa dell’amore!… CONTESSA (Alla parola “amore” Maddalena e le ragazze (ironica) escono fuori in una rumorosa risata. Fiorinelli inter- La vostra Musa è la Malinconia! rompe; tutti si avvicinano al gruppo di Chénier e Maddalena.) (e si allontana agitando piccata il ventaglio, dicendo a Fléville:) CONTESSA Perchè ridete voi? Davver poco cortese!

OSPITI FLÉVILLE È un po’ bizzarro! (uomini) Che c’è? Che c’è?… L’ABATINO Musa ognor pronta è donna a molti vieta!… LE AMICHE (sempre ridendo. Chénier interdetto ascolta) . CONTESSA Udite! Udite che il racconto è bello! È ver… Ecco il poeta!… Il poetino è caduto in un tranello!

(Prende il braccio dell’Abatino e con lui si avvicina MADDALENA a Fiorinelli, inducendolo gentilmente al clavicem- A tua preghiera, mamma, balo. Maddalena, che con alcune giovani amiche opponeva un rifiuto … ha sentito la risposta data da Chénier a sua madre e Allor bizzarro che le sue amiche hanno vivacemente commentato, pensier venne a me… se le raccoglie intorno e dice loro.)

MADDALENA LE AMICHE Io lo farò poetare. Scommettiamo?… La vendetta!

(e si avvicina a Chénier seguita dalle sue amiche, MADDALENA mentre Fiorinelli incomincia a suonare) Io dissi: Scommettiamo? … MADDALENA CONTESSA E TUTTI Al mio dire perdono, ed al mio ardire!… Son donna e son curiosa. Di che cosa? Bramo di udire…

6 Giordano: Andrea Chénier - parte prima

MADDALENA parea la Terra un immane tesoro, …Che parlato avria d’amore. e a lei servia di scrigno il firmamento. Su dalla Terra a la mia fronte CONTESSA veniva una carezza viva, un bacio. Gridai, vinto d’amore: T’amo, Ebben? tu che mi baci, divinamente bella, o patria mia! TUTTI E volli pien d’amore Ebben? pregar!… Varcai d’una chiesa la soglia; MADDALENA là un prete ne le nicchie Chiamò la Musa! - E la implorata musa de’ santi e de la Vergine per sua bocca ridisse la parola accumulava doni… e al sordo orecchio che a me… un tremulo vegliardo invano chiedeva pane e invan stendea la mano! (si rivolge ad un vecchio ridicolo) …voi… (L’Abatino e con lui altri abatini si levano scandaliz- zati) (a un abate) Varcai degli abituri l’uscio; …e voi… un uom vi calunniava bestemmiando il suolo che l’erario a pena sazia (a un marchese grasso) e contro a Dio scagliava e contro a li uomini le lacrime de’ figli. …e voi, pur anco,… (questa volta sono i cassieri generali che gesticolano (a un giovanotto strano per la sua bruttezza) animatamente, rossi dalla collera, contro Chénier. …e voi mi diceste stasera - - Gérard solo, vinto alla eloquenza di Chénier, lo senza Musa. ascolta dal fondo della serra, agitatissimo.) In cotanta miseria (tutti ridono) la patrizia prole che fa? (Chénier pallidissimo guarda quella fanciulla, e stendendo la mano verso di lei la costringe ad ascol- (e con un rapido colpo d’occhio abbraccia tutto tarlo) quel bizzarro quadro di gaudenti di tutte le età che sdegnosi o minacciosi o sprezzanti, lontani o vicini, CHÉNIER fingono di non udirlo o lo ascoltano altezzosi) Colpito qui m’avete… ov’io geloso Sol l’occhio vostro esprime umanamente celo il più puro palpitar dell’anima. qui un guardo di pietà, ond’io guardato ho a voi sì come a un angelo. (accenna il cuore) E dissi: ecco la bellezza della vita! Or vedrete, fanciulla, qual poema Ma, poi, è la parola “Amore” qui causa di scherno! a le vostre parole, un novello dolore (Sorpresi tutti all’armonia strana di quella voce dol- m’ha còlto in pieno petto… cissima, tutti, cavalieri, dame, abati, stanno curiosi ad udirlo.) (s’interrompe e guardando Maddalena le dice con estrema dolcezza) Un dì all’azzurro spazio guardai profondo, O giovinetta bella, d’un poeta e ai prati colmi di viole, non disprezzate il detto: pioveva loro il sole, Udite! Non conoscete amor, e folgorava d’oro amor, divino dono, non lo schermir, il mondo: del mondo anima e vita è l’Amor! 7 Giordano: Andrea Chénier - parte primo

(Allora da quella folla erompe un urlo di sdegno. GÉRARD Fléville si scusa colla Contessa. - L’Abatino è rosso (grida) e si agita a gran gesti, furibondo, intorno, a Chénier. - I giovani violentemente si aggirano come per pro- È Sua Grandezza la Miseria! vocarlo. - Maddalena allora risolutamente si frap- pone e con un gesto, imposto silenzio commossa dice (mentre quegli straccioni, lamentosamente sten- a Chénier:) dendo le mani, sussurrano:)

MADDALENA CONTESSA Perdonatemi! (livida dall’ira) Chi ha introdotto costoro? (Chénier commosso si allontana e scompare.)

CONTESSA GÉRARD Io, Gérard! (scusando Maddalena cogli invitati)

Creatura strana assai! Va perdonata!… CONTESSA È capricciosa e un po’ romantichetta. (ai suoi valletti, lacchè) (Ma il preludio di una Gavotta viene dall’alto della Questa ciurmaglia via! cantoria e la Contessa dice:) Ma… udite!… È il gaio suon della gavotta. (a Gérard) Su cavalieri! - Ognun scelga la dama!… E tu pel primo!

(Mentre i servi fanno posto e i cavalieri e le dame si (ma ecco accorrere il vecchio giardiniere, il padre preparano, lontanissime appena distinte si sentono di Gérard, che si butta in ginocchio avanti alla Con- venire avvicinandosi confuse cantilene.) tessa: Gérard corre sdegnoso a rialzare suo padre dicendo fieramente alla Contessa) LE VOCI (si avvicinano. - Sono lugubremente dolorose, gemiti GÉRARD che risuonano cupi e minacciosi) Sì, me ne vo - Contessa! Questa livrea - mi pesa; La notte il giorno è vile per me il pane portiamo intorno che qui mi sfama! il dolore; - La voce di chi soffre a sè mi chiama! siam genti grame che di fame (Intanto il vecchio giardiniere, padre di Gérard si or si muore. butta in ginocchio davanti alla Contessa) (rialzando il padre) (La Contessa fa interrompere la danza, tutti prestano Vien, padre mio, con me! orecchio al canto interno) Perchè ti curvi ai piè Affamate, languenti di chi non ode voce di pietà? cadiam morenti sovra suoli infecondi! (poi, strappandosi la livrea di dosso, grida:) Dalle mie carni giù questa viltà! (All’arco d’ingresso della serra appare Gérard alla testa di una folla di gente livida, stracciata, lan- (Il Maestro di Casa, i servi, i lacchè, gli staffieri, guente, d’uomini emaciati, di donne stremate con respingono la folla. - La Contessa si lascia cadere dei bimbi scheletriti a braccia, che imitando l’an- sul sofà ansante dalla bile che la soffoca mentre la nuncio di un maggiordomo:) folla si allontana. Gérard costringe suo padre ad allontanarsi con lui.)

8 Giordano: Andrea Chénier - parte prima

CONTESSA MAESTRO DI CASA Ah, quel Gérard!… L’ha rovinato il leggere!… Sì. Credetemi… Fu l’Enciclopedia!… Ed io… che… tutti i giorni… facevo l’elemosina CONTESSA e… a non fare… arrossire… di sè la povertà … (agli invitati) perfin m’ho fatto… un abito costume di pietà!… Scusate! L’interrotta, (si lascia cadere come svenuta sull’azzurro sofà. - mie dame, ripigliamo, gentil, nobil gavotta Un gran da fare in tutti!… - chi vuol somministrarle goccie del General Lamothe, chi d’Inghilterra, chi (Si dispongono nuovamente per la danza) invece vuol slacciare il busto. Questo la fa rinve- nire.) (al Maestro di Casa che torna) Son tutti andati?

9 Giordano: Andrea Chénier - parte seconda PARTE SECONDA La scena a destra: nel primo piano un altare dedicato a Marat, sopportante il suo busto, avanti al quale stanno appese collane di fiori appassiti, nastri, e una lampada spenta. Il dado, il piedistallo e i gradini sono qua e là coperti di cartelli appiccicativi sopra. Uno dice: Unità e individualità della Repubblica! un altro: Libertà, Eguaglianza, Fraternità! un terzo, più terribile: Così, o Morte! altri sono solamente votivi e si accontentano di un: Gloria a Marat! qualche altro non è che un avviso teatrale e annuncia pomposa- mente il: Gran Yerodramma pantomimo-lirico di XYZ . A sinistra: nel primo piano la terrazza del Feuillants e il caffè Hottot; tavolini e sedie fuori all’aperto tra alberi e vasi enormi di fiori. Nel fondo: l’ex «Cours-la-Reine» che diagonalmente attraversa la scena, allargandosi a destra, restrin- gendosi a sinistra, difeso dalla Senna, che gli scorre parallela: da parapetto, platani, lanterne. Di scorcio, obliquamente, il ponte Péronnet che attraversa la Senna e conduce al palazzo dei Cinquecento. È una giornata del giugno del 1794 nel pomeriggio. La scena è animatissima. Alla terrazza del Caffè vi è discreta affluenza di avventori. Vi si distingue la mulatta Bersi per la sua acconciatura bizzarra in contrasto colla tinta olivastra della sua pelle e per quel- l’esagerato modo di vestire che fa già qualificare la donnina elegante di allora per una Meravigliosa , prodotto voluttuoso che, da poco tempo, coll’ Incredibile , non ostante il Terrore, osa mostrarsi in pub- blico e gittare il suo lusso e la sua risata gaja come una sfida audace. Infatti là vi è ascoltatissimo un Incredibile, «sbaloddivamente» elegante, coll’abito a grandi risvolti, col- letto nero, parrucca bionda, il randello Costituzione e il mento immerso nella immensa cravatta, che non lascia mai di osservare attentamente tutto quanto fa la Bersi e ne scruta ogni sguardo, gesto e parola. Presso all’altare stanno il sanculotto Mathieu, detto Populus , e la Carmagnola Orazio Coclite , costui forse chiamato così per una gran benda nera che di sotto al berretto frigio gli copre l’occhio destro. Andrea Chénier siede tutto solo ad un tavolino in disparte.

MATHIEU L’INCREDIBILE (indica ad Orazio Coclite il busto di Marat che egli (a sua volta fissa audacemente Bersi:) ha tolto dall’altare e ripulisce, a sferzate energiche Vuoi dire, cittadina, «Osservatori di fazzoletto, dalla polvere) dello spirito pubblico…» Per l’ex inferno! ecco ancor della polvere BERSI sulla testa di Marat!… Come tu vuoi.

MATHIEU L’INCREDIBILE (compera un giornale e siede comodamente col suo Non so, indivisibile Orazio Coclite sui gradini del Reposoir Marat per leggerlo. Lo apre, lo distende, ma a un (subito) tratto getta un grido di sdegno, strappa il gior- nè lo posso sapere. nale, fa un gesto di minaccia, cerca con una torva occhiata il birichino del giornale, ma gli strilloni (fissa ancora gli occhi ostinati in quelli della Mera- sono spariti già, chi da una parte, chi dall’altra) vigliosa) M’ha appioppato un giornale Hai tu a temere? di cinque mesi fa!

BERSI BERSI (arrossendo, ma vedendo che l’attenzione di tutte e (all’Incredibile, accortasi di essere spiata guardan- di tutti pesa su lei, si rimette) dolo fisso negli occhi.) Temer?… Perchè? Perchè temer dovrò? È ver che Robespierre allevi spie?… Non sono, come te, una vera figlia autentica della Rivoluzione? 10 Giordano: Andrea Chénier - parte seconda

Amo viver così!… Vivere in fretta (rapidamente e sottovoce) di questa febbre gaja d’un godere La tua salvezza io tengo!… rapido, acuto e quasi incoscïente!… Qui il gioco ed il piacere… là la morte!… (gli mostra un foglio) Qui il suon delle monete e il biribisso! Laggiù il cannone e il rullo de’ tamburi! CHÉNIER Qui inebria il vino… laggiù inebria il sangue Un passaporto? Qui riso e amore; ROUCHER (indica verso il palazzo dei Cinquecento) Qui tutto intorno è periglio per te! là si pensa e s’odia! La tua preziosa vita salva - parti! Qui la Meravigliosa che brinda collo Sciampagna; CHÉNIER Il mio nome mentir!… Fuggire!… (afferra un bicchiere colmo di sciampagna e addi- tando verso l’ex Cours-la-Reine di dove sbocca il ROUCHER “piccolo paniere” carico di condannati condotti alla ghigliottina) Ten prego, Chénier! le mercatine là e le pescivendole CHÉNIER e la carretta di Sanson che passa! No! Credi al destino?… Io credo!… (e vuotato il bicchiere ridendo, corre via dietro alla Credo a una possanza arcana carretta dei condannati che passa rapidamente che benigna o maligna attraverso al fondo.) i nostri passi or guida L’INCREDIBILE or svia pei diversi sentieri de l’esistenza umana! - (fra sè, guardando dietro a la Bersi, mentre si allon- Una possanza tana.) che dice a un uomo: No, non m’inganno! Era proprio con lei - Tu sarai poeta! A un altro: la bella bionda!… Ho scovato la traccia!… - A te una spada, sii soldato! Or bene, il mio destino (estrae di tasca un piccolo taccuino e vi scrive su forse qui vuolmi. rapidamente) Se quel che bramo mi si avvera, resto. La cittadina Bersi, fare sospetto di corruzione non spontanea; ROUCHER guardò Chénier di sottecchi. Osservarla! Se non si avvera?… Andrea Chénier per qualche ora in attesa con febbril ansia evidente. Osservarlo! CHÉNIER (stringendogli la mano) (e si allontana verso il fondo) Allora partirò! (Roucher entra dal Cours-la-Reine.)

CHÉNIER (poi, con grande dolcezza) (vedendolo) E questo mio destino si chiama amore. Io non ho amato ancor!… Roucher! Pure sovente - nella vita ho sentita ROUCHER sul mio cammin vicina (con gioja) la donna che il destin fa mia; bella, ideale, divina come la poesia; Chénier!… Tutto il giorno ti cerco! passar con lei sul mio cammin l’amor! 11 Giordano: Andrea Chénier - parte seconda Sì, più volte ha parlato Chénier, non m’inganno, lo giuro, la sua voce al mio cuore; esce da un salottino udita io l’ho sovente troppo noto all’amore: con la sua voce ardente Chénier, te l’assicuro, dirmi: “Credi all’amore; il tuo destino Chénier, tu sei amato!” ti ha dato il cuor… d’una Meravigliosa! Riprendi il passaporto e… via la lettera. (e preso sottobraccio Roucher lo allontana dal caffè Hottot, narrandogli confidenzialmente) CHÉNIER Da tempo mi pervengono strane lettere Non credo! or soavi ed or gravi - or rampogne, or consigli! Scrive una donna misteriosa ognora! ROUCHER In quelle sue parole vibra un’anima! La femminil marea parigina Chi sia, indagato ho in vano. in onde irrequiete or qui rovescia! Io le conosco tutte. Passeranno, ROUCHER ed io ti mostrerò la bella misteriosa! Ancor?… CHÉNIER CHÉNIER Una Meravigliosa Finora! la divina creatura Ma or guarda! dal mio pensier sognata?! Qui s’infrange la mia vita. (gli mostra una lettera) Ah! mio bel sogno addio, addio bel sogno!

ROUCHER ROUCHER (legge) Una caricatura! Qui un ritrovo? Una moda! La tua divina CHÉNIER soave poesia in fisciù a la Bastiglia!… (con un grido di trasporto) e con rimesse chiome! Ah! la vedrò! e il nero alle ciglia!

ROUCHER CHÉNIER (sempre gli occhi fissi sulla lettera) (lacera la lettera) La misteriosa alfin solleva il velo!… Accetto il passaporto!… Vediam. ROUCHER (prende la lettera, l’esamina e sorride ironicamente (offrendogli il passaporto) alla firma “Speranza”) È provvido consiglio! Calligrafia invero femminil! Carta elegante!… (Intanto presso il ponte Péronnet si accalca gran folla nell’attesa della uscita dei Rappresentanti dal (fiuta la lettera) palazzo dei Cinquecento. Folla varia, diversa e Ma, ohimè! profumo “alla Rivoluzione”! strana! Tutto il torrente dell’Opinione pubblica è là ad aspettare l’idolo dell’opinione pubblica, la bus- (restituendo la lettera) sola del patriotismo: Massimiliano Robespierre. Questo gentil biglietto, Eccoli i rappresentanti della Nazione! a profumo di rosa, L’entusiasmo della folla è alla maggior parte di provocatore, questi uomini indifferente; sanno che non è per loro 12 Giordano: Andrea Chénier - parte seconda che un uomo solo ha ora quello che da tanti secoli fu GÉRARD privilegio di re. (all’Incredibile, con entusiasmo) E Robespierre lo sa quanto loro, ed è per questo che egli sa essere solo in quella folla. Azzurro occhio di cielo Eccolo! Procede egli tranquillo e borghesemente sotto una fronte candida; bonario con quell’enigmatico sorriso che scarna bionda la chioma con riflessi d’oro… ancor maggiormente il suo profilo secco e procede, l’Incorruttibile, leggermente curva la testa sulla ROUCHER spalla destra, la destra mano nascosta nel suo abito (a Chénier) bleu abbottonato, la sinistra stringe la sua canna E quanto spazio ad arte dal pomo d’oro. Passa, ed è un agitare di fazzo- fra il nume e i sacerdoti! letti, cappelli, coccarde, berretti frigi; e un grido Ecco Tallien! immenso erompe da tutti i petti - Viva Robespierre! - Le Mercatine e le Pescivendole spingono un bam- bino. Corre questi e va ad offrire un mazzo di fiori, LA FOLLA e Robespierre lo solleva e lo bacia. Le donne gli Barère!… Collot d’Herbois!… inviano sorrisi e carezze.) Quello è Couthon!… Saint-Just!

ROUCHER CHÉNIER Vedi? Dal ponte Péronnet L’enigma! s’agglomera la folla. GÉRARD CHÉNIER … una dolcezza in viso La eterna cortigiana! ed un sorriso di donna non umano;… (con amarezza) Vi si schiera LA FOLLA per incurvar la fronte David!… Tallien!… Fréron!… al nuovo iddio! Barras!… Fouché!…

LA FOLLA ROUCHER Ecco laggiù Gérard! Ultimo, vedi? Viva Gérard! GÉRARD (Gérard saluta, ma ad un cenno dell’Incredibile esce … nel suo vestir modesto; premuroso dalle file dei Rappresentanti e gli si avvi- pudico velo sovra il tesoro … cina lasciandosi trarre da lui in disparte.)

MATHIEU, LA FOLLA LA FOLLA (vedendo comparire Massimiliano Robespierre) … Le Bas!… Thuriot!… Carnot!… Viva Robespierre! Evviva! CHÉNIER Robespierre il piccolo! L’INCREDIBILE

(a Gérard) GÉRARD La donna che mi hai chiesto di cercare … d’un seno virgineo, è bianca o bionda?… ed una bianca cuffia sulla testa. - Dammi codesta creatura vaga! CHÉNER ti dissi - Cerca! Indaga! (accennando a Robespierre) Dinanzi mi è passata qual baleno un dì, ma poscia Egli cammina solo. io l’ho perduta! 13 Giordano: Andrea Chénier - parte seconda

Or più non vivo; peno! BERSI Mi salva tu da questa angoscia (sorridendogli indifferente) e… tutto avrai!… Per poco? L’INCREDIBILE CHÉNIER (pigliando alcune note) Una meravigliosa! Stasera la vedrai! L’INCREDIBILE (L’Incredibile segue sempre con vivo interesse, Non ti chiedo che una Trenitz. attaccandosi cautamente ai loro passi; Chénier e Roucher. - Intanto, non ancora si sono allontanati ROUCHER pel Cours-la-Reine i Rappresentanti la Nazione, che, ecco, attraverso i giardini delle Tuileries, apparire Ho indovinato? una vivacissima schiera di bellissime donne. Sono le Meravigliose!… La Bersi viene ultima, tiene un ven- BERSI taglio tragico detto «Sangue di Foulon» ventaglio Perchè no? che è un’opinione.) CHÉNIER ROUCHER Che mi vuol dir? (a Chénier) Eccole!… Strani tempi! L’INCREDIBILE Là vanno i pensatori. Scendiam? Qui quei visi giocondi:. di qui facile cosa BERSI scoprir la misteriosa! Scendiam!

CHÉNIER (E Bersi segue l’Incredibile nei sotterranei del Partiamo! Caffè)

ROUCHER ROUCHER Guarda! È sera!… Ora propizia!

BERSI (fa il gesto di fuggire) (a Roucher) E all’alba di domani… Via!… In cammino! Non mi saluti? CHÉNIER (rapidamente gli sussurra) (con disperazione) Trattieni qui Chénier. O mio bel sogno, addio!… Sono spiata! (Ecco infatti ritornare la Bersi.)

ROUCHER BERSI Sta ben. Andrea Chénier!

(Ed ecco ricomparire l’Incredibile che si avvicina (L’Incredibile appare dietro un vaso di fiori e alla Bersi) osserva e ascolta.) L’INCREDIBILE Fra poco, a te, una donna minacciata Procace Bersi, da gran periglio qui verrà. qui sono ancor per te! Meco giù scendi? (indica l’altare di Marat) 14 Giordano: Andrea Chénier - parte seconda

Là attendi! L’INCREDIBILE (esce guardingo dal Caffè e va a porsi allo sbocco (L’Incredibile scompare rapidamente dentro il della via laterale al Caffè, nascondendosi dietro Caffè.) l’angolo.) CHÉNIER Ed il mio piano è fatto!… Ora attendiamo! (trattenendola) (Sul ponte Péronnet appare una forma di donna, che Dimmi il suo nome!… si avanza cautamente.)

BERSI MADDALENA Il suo nome… Speranza!… Ecco l’altare…

CHÉNIER (si guarda intorno; è impaurita di quel silenzio) Io là verrò! Ancor nessuno!… Ho paura! (Bersi fugge via.) (L’Incredibile guarda, ritraendosi giù per l’ex ROUCHER Cours-la-Reine. - Infatti di là appare l’ombra di un La ignota tua scrittrice!… uomo avvolto in un ferrajolo a pellegrina.) No… è un tranello! È un agguato. MADDALENA (commossa) CHÉNIER Ah, è lui! M’armerò!… Andrea Chénier!

(e insofferente d’altri consigli si allontana brusca- CHÉNIER mente da lui per l’ex Cours-la-Reine) Son io. ROUCHER Ah, veglierò su lui! (Maddalena tenta parlare, la commozione sua è grande e non può profferire parola.) (È già sera, e col giorno l’apparenza di gajezza è CHÉNIER scomparsa. L’aria stessa appare livida; il ponte Péronnet assume un aspetto sinistro. Il passo caden- (sorpreso di quel silenzio) zato delle pattuglie in diverse direzioni completa il Deggio seguirti?… terrore. Sì: è proprio la Parigi del Terrore. Alcuni accenditori pubblici corrono per diverse parti, uno (Maddalena risponde con un gesto: No!) accende i lampioni del ponte, un altro quelli dell’im- Sei mandata?… boccatura del Cours-la-Reine, - poi via, correndo, Di’, chi mi brama! scompajono tutti nelle nebbie dense che già si inal- zano su per la Senna. - Passa un’altra pattuglia e attraversa il ponte Péronnet, poscia tutto è profondo MADDALENA silenzio. - Mathieu riappare. Viene a dar lume alla Io! lanternina dell’altare a Marat, canticchiando la Carmagnola.) (e si appoggia tremante all’altare pubblico.)

MATHIEU CHÉNIER (canterellando la Carmagnola) (sorpreso ed ingannato dall’abbigliamento da offi- ciosa di lei) La-la-la-la-la-la. etc. Tu? Ebben chi sei?

(L’Incredibile cautamente si porta più vicino ai due, 15 Giordano: Andrea Chénier - parte seconda nascondendosi dietro un albero.) CHÉNIER

MADDALENA (va all’angolo dove prima era l’Incredibile, ma non vede alcuno.) Ancor ricordi?… Nessun!… Pur questo loco è periglioso (e Maddalena, per richiamarglisi alla mente, gli ricorda le parole che Chénier le ha rivolto la sera MADDALENA del loro incontro al castello di Coigny.) Fu Bersi che l’ha scelto. Se un periglio ne minaccia… CHÉNIER Sono un’officiosa che le viene (a quella dolcissima voce, a quel soavissimo ricordo, a recar la sua mantiglia! sorpreso, si entusiasma) Sì: mi ricordo!… CHÉNIER La mia scrittrice? Voi la ognor celata MADDALENA amica mia, ognor fuggente? “Non conoscete amor!” MADDALENA CHÉNIER Eravate possente, Nuova questa voce non mi parla. io invece minacciata; - pur nella mia tristezza pensai sovente d’impetrar da voi MADDALENA pace e salvezza, “…Amor, divino dono ma… non l’osai! non lo schernir”. E ognora il mio destino sul mio cammino CHÉNIER vi sospingea! Ch’io ti vegga!… E io vi vedeva e ognor pensavo a voi come a un fratello! - MADDALENA E allora vi scriveva (scostando la mantiglia ed avanzandosi sotto la luce quanto il cuore o il cervello della lampada che arde davanti all’altare di Marat) dettavami alla mente. Il cuore mi diceva che difesa Guardatemi! avreste quella che v’ha un giorno offesa.

CHÉNIER (Passa un momento di silenzio. - Chénier alla dol- Ah, Maddalena di Coigny! … cissima voce della fanciulla, dimentico d’ogni cosa, ascolta rapito, affascinato.) L’INCREDIBILE Al mondo Bersi sola mi vuol bene - Ah è lei! La bionda!… Or tosto da Gérard! è lei che m’ha nascosta. Ma da un mese v’ha chi mi spia (e cautamente si allontana) e m’insegue. Ove fuggir?… HÉNIER C Fu allora Voi? Voi!… che pure voi non più potente seppi, e son venuta. - MADDALENA Udite! Son sola! (atterrita) Son sola e minacciata! Son sola al mondo! Guardate là!… Un’ombra! Ed ho paura Proteggermi volete? Spero in voi!

16 Giordano: Andrea Chénier - parte seconda

CHÉNIER MADDALENA (con tutta la esaltazione della sua anima) (riconosce, rischiarato come rimane, il viso di Ora soave, sublime ora d’amore!… Gérard, dalle lanterne del ponte Péronnet) Possente l’anima sfida il terrore!… Gérard!

(con grande slancio a Maddalena) GÉRARD Tu mi fai puro il cuore A guisa di notturna d’ogni viltà!… io vi ritrovo! Bramo la vita, e non temo la morte. (fa per strappare l’una dall’altro) ah, rimani infinita! CHÉNIER (stende le mani in atto di preghiera verso Madda- (minaccioso) lena) Segui per la strada tua! MADDALENA GÉRARD (sorridendogli) (avventandosi contro Chénier per strappargli Mad- Vicina nei perigli? - Vicina nel terrore?… dalena) È merce proibita! CHÉNIER Al braccio mio non più timore! (Chénier leva rapidamente lo stocco dentro al Fino alla morte insieme? bastone e ne sferza il viso a Gérard che dà un urlo di rabbia e di dolore. - Ed ecco accorrere Roucher. (le porge il braccio) Chénier lo vede e gli addita Maddalena.) MADDALENA CHÉNIER Fino alla morte insieme! (a Roucher) CHÉNIER Salvala! Fino alla morte insieme! (Roucher fa per allontanarsi con Maddalena.)

MADDALENA GÉRARD Ah! Ora soave, sublime ora d’amore! (vedendoli allontanarsi, urla con voce che nulla ha Possente l’anima sfida il terrore! più di umano all’Incredibile)

CHÉNIER, MADDALENA Inseguila! Mi fai puro il cuore. (mentre, sguainata la spada, si getta contro Chénier) Non temo la morte, non temo! Ora soave! ROUCHER Fino alla morte insiem! (spiana contro all’Incredibile un pajo di pistole da tasca) (E Maddalena prende il braccio di Chénier. - Ma appena Chénier e Maddalena hanno fatto pochi Bada! passi, ecco dietro il Caffè Hottot correre verso di loro Gérard, faticosamente seguito dall’Incredibile.) L’INCREDIBILE

GÉRARD (arretra e appigliandosi a più prudente consiglio) (gittasi risoluto attraverso alla strada per impedirla Alla sezione! ai due) (e fugge) Maddalena, di Coigny! 17 Giordano: Andrea Chénier - parte seconda

GÉRARD MATHIEU (buttandosi contro Chénier) (riconoscendo nel ferito Gérard) Io ti rubo a Sanson! Gérard ferito?!

CHÉNIER LA FOLLA (deridendolo nel vederlo battersi con altrettanto Ferito? coraggio e slancio, quanta imperizia nelle armi) L’INCREDIBILE Ah, tu non sei che un frate!… Sei Chabot? Il feritore… GÉRARD LA FOLLA (ferito) Il feritore? Ah! GÉRARD (cade sui gradini dell’altare di Marat) (sollevandosi, fa uno sforzo e guardando l’Incredi- Sei Chénier… bile trova ancora l’energia di impedirgli di parlare, Fuggi!… Il tuo nome Fouquier-Tinville balbettando:) ha scritto!… Va… Ignoto!… (il sangue gli sale alla gola ed è con un rantolo che a fatica soggiunge) (e sviene) Proteggi Maddalena! MATHIEU (levandosi ritto sui gradini dell’altare e agitando la (Si sente accorrere gente e la voce dell’Incredibile picca) che grida: “Al ponte Péronnet!” - Chénier fugge. - Da tutte le parti irrompe gente. - L’Incredibile con L’han fatto assassinare i Girondini! guardie nazionali.) LA FOLLA Morte! Morte! Morte ai Girondini! Morte! Morte! Morte!

18 Giordano: Andrea Chénier - parte terza PARTE TERZA La Sezione Prima del Tribunale Rivoluzionario Comitato di Salute pubblica) . - Vasto stanzone a piano terreno ridotto per una metà quella di sinistra) a tribunale, l’altra quella di destra) , divisa durante i dibattiti del giudizio da una opportuna sbarra divisoria, riservata al pubblico. Dalle finestrate e dall’arco, dietro, l’immenso sfondo di una larga strada veduta di scorcio e che si perde entro a fitte case. All’alzarsi della tela - benchè quello sia pure giorno di dibattimento, pure tuttavia il lugubre locale pre- senta uno strano e ben diverso aspetto. Sulla tavola della presidenza sta collocata una colossale urna di legno dipinto, imitazione di ara greca, con d’intorno alcuni rappresentanti del popolo dalle grandi sciarpe tricolori ai fianchi. - Presso all’urna due carmagnole in berretto frigio e armati di picche che vi fanno la guardia, uno, naturalmente, è Orazio Coclite, cittadino benemerito. - Dietro la tavola quattro soldati della Guardia Nazionale, un sergente e un uffiziale. - Ritto, isolato da tutti, presso all’urna, sta il sancu- lotto Mathieu. L’altra metà dello stanzone è stipato da gente diversa, la sbarra divisoria però non è calata; l’accesso all’urna è liberissimo. - si raccolgono pubbliche offerte. Dietro la tavola un gran drappo tricolore steso su due picche portante scritto: «Cittadini! la patria è in pericolo!» La patria, impegnata nella sua formi- dabile guerra contro l’Europa coalizzata, chiede oro e soldati.

MATHIEU Ei vi trarrà di tasca gli ex luigi (apostrofa, illustrando il suo discorso con osserva- con paroline ch’io non so… zioni sue personali, con voce monotona il pubblico, tiene il suo abbruciagola nella mano e vi aspira, fra (volta le spalle al suo uditorio dicendo) parola e parola, ingorde boccate.) M’infischio io de’ bei motti!… Ed anche me ne vanto! (continua il discorso) … Dumouriez traditore e giacobino (Infatti appare dalla via Gérard appoggiato al suo è passato ai nemici - (il furfantaccio!); - ufficioso. La folla si allarga innanzi a lui. L’aspetto Coburgo, Brunswick. Pitt suo pallido e sofferente gli desta la simpatia di tutti. - crepi di peste! - e il vecchio lupanare Al suo apparire un affettuoso grido lo accoglie.) dell’Europa tutta, contro ci stanno!… Oro e soldati! CITTADINI Onde quest’urna ed io che parlo a voi Cittadino Gérard, salute!… rappresentiam l’imagin della patria! Evviva!

(Un gran silenzio accoglie il discorso di Mathieu, MATHIEU però nessuno va ad offrire) La tua ferita? Nessun si move? Che la ghigliottina ripassi ad ognun la testa e la coscienza! GÉRARD (commosso) (Alcuni, pochi, vanno e gittano nella grande urna oggetti e denari. Mathieu riprende) Grazie, cittadini! È la patria in periglio!… (stringe la mano a molti che glie la porgono) Or, come già Barère, io levo il grido di Louverture: Libertà e patate! La forte fibra mia m’ha conservato alla mia patria ancora! (vedendo dal fondo della via sopraggiungere Gérard s’interrompe con gioja) Ma, to’: laggiù è Gérard!

19 Giordano: Andrea Chénier - parte terza

MATHIEU CITTADINE (indicandogli l’urna) Son due bottoni d’oro!… Quanto posseggo!… Ecco il tuo posto! Una crocetta!… Prendi!… a te! (poscia sempre colla sua voce monotona accen- nando al drappo si rivolge al pubblico ripetendo) (Tutti, innanzi alla vecchia, lasciano il passo. È una … Dumouriez traditore e giacobino cieca guidata da un fanciullo di quindici anni. Essa è passato ai nemici - (muoiano tuti) si volge intorno a sè, come per guardare, due occhi È la patria in pe… bianchi, senza sguardo, poi, lentamente, appoggiata alle spalle del fanciullo, si avvicina alla tavola (ma, accortosi che la pipa gli si è spenta, conclude mutata in altare della patria.) indicando Gérard) LA VECCHIA Cedo la parola. Son la vecchia Madelon; mio figlio è morto; avea nome Roger; morì alla presa GÉRARD della Bastiglia; il primo figlio suo (con vero accento di dolore) ebbe a Valmy galloni e sepoltura. Lacrime e sangue dà la Francia! Udite! Ancora pochi giorni, e io pur morrò. Laudun ha inalberato vessillo bianco! (spinge dolcemente innanzi a sè il fanciullo, presen- È in fiamme la Vandea! tandolo) E la Bretagna ne minaccia! È il figlio di Roger! L’ultimo figlio, Ed Austriaci, e Prussiani, e Inglesi, l’ultima goccia del mio vecchio sangue… e tutti nel petto della Francia Prendetelo! gli artigli armati affondano! Non dite che è un fanciullo! Occorre e l’oro e il sangue! L’inutil oro ai vostri vezzi, (e, preso il fanciullo pel braccio, glielo denuda, donne francesi, date! mostrando agli uomini del Comitato di difesa che è Donate i vostri figli alla gran madre, un braccio nerboruto e forte) o voi, madri francesi! È forte!… Può combattere e morire!…

CITTADINE (Allora un uffiziale si avvicina al fanciullo che, tutto (commosse, accorrono dapprima poche, poscia alla orgoglioso, si impettisce imitando la posa di un rinfusa e più numerose, e finalmente con grande vecchio soldato, lo esamina e con un gesto rapido entusiasmo, e, giunte fra i bisbigli e i sussurri accenna di accettarlo) all’urna, vi gittano dentro tutto quanto hanno in dosso di danaro o portano d’ornamento.) GÉRARD Prendi!… è un ricordo! (alla vecchia) A te!… A te!… Un anello! Noi l’accettiamo! Dinne il nome suo. E un braccialetto! Prendi!… A te!… LA VECCHIA Otto dì di lavoro! … Roger Alberto. Una fibbia d’argento! … A te! (uno scrive il nome sul registro.)

(Ma, ad un tratto, una voce debole frammezzo alla GÉRARD folla grida. È una vecchia.) A sera partirà

LA VECCHIA (allora la vecchia abbraccia forte il fanciullo che la Largo!… Largo!… bacia)

20 Giordano: Andrea Chénier - parte terza

LA VECCHIA (Mathieu Populus ripone la scopa e siede su di (al fanciullo) una panca, fuori, presso alla porta della Sezione, a fumare.) Gioia, addio! L’INCREDIBILE (abbraccia forte il fanciullo che la bacia) (si avvicina a Gérard) Portatemelo via! L’uccello è nella rete!

(balbetta con voce pietosa, non trovando essa più GÉRARD la forza di allargare le sue tremule braccia in quel- l’abbraccio che essa presente ultimo. - Due guardie (con un grido di gioja) nazionali conducono via il fanciullo) Lei?!…

LA VECCHIA L’INCREDIBILE (appena si sente sola, si scuote e cerca intorno con No; il maschio. un gesto) È al Lussemburgo! Chi mi dà il braccio?… GÉRARD (Da quella folla molti accorrono a lei commossi, e la Quando? vecchia Madelon, così come prima se ne è venuta, si allontana lentamente, calma e fiera.) L’INCREDIBILE (I Rappresentanti fanno ritirare l’urna patriotica e, Stamattina. firmati i verbali e stretta la mano a Gérard, si allon- tanano. Gérard siede al tavolo e stende il rapporto pel Comi- GÉRARD tato centrale. E come? La folla a poco a poco dirada. L’ufficiale dà il comando, le Guardie nazionali pren- L’INCREDIBILE dono il fucile e lo seguono in drappello. Il caso! Mathieu con una scopa si mette a spazzare il locale che in breve diverrà Tribunale, per trasformarsi a GÉRARD sera in club. Dove? L’Incredibile entra. Intanto, appena fuori, nel largo crocicchio avanti L’INCREDIBILE alla Sezione, quel pubblico patriota che poco prima si stipava commosso intorno all’urna della patria, A Passy, appena all’aperto si trasforma energicamente. presso a un amico. Danzano tutti. La Carmagnola è l’anima della strada.) GÉRARD E lei? VOCI DALLA STRADA Amici ancor cantiam. L’INCREDIBILE beviam, amici ancor, (dopo un breve silenzio) danziam ognor! Colmo il bicchier - Ancor nessuna traccia! allieta il cor! cantare e ber! (poi, subito, veduta l’ironia che già trasforma a suo Viva la libertà! - Viva la libertà! riguardo il volto di Gérard) Danziam la Carmagnola Ma tal richiamo è il maschio Evviva il suon del cannon! per la femmina che volontariamente Amici ancor cantiam, etc. (penso e credo!) essa a noi ne verrà.

21 Giordano: Andrea Chénier - parte terza

GÉRARD To’! passa uno strillone? No; non verrà!… E vocia un nome? Oh, come tutta impàllida! (Lontano un gridìo acuto e confuso da ogni parte.) Ma non vacilla o china!… Possanza dell’amor! L’INCREDIBILE In quel dolor Ascolta! cessa la donna ed eccola eroina! Tutto oserà! GÉRARD Laonde, tu la vedrai! Grida son… Pazienza! A te verrà!

(ascolta poi attentamente) (e assumendo il fare suo elegante delle “grandi occasioni” conclude:) Monelli aizzati. È questo è il mio pensiero incredibile, ma vero! L’INCREDIBILE No; i soliti strilloni! GÉRARD (Passa - e lo si vede dall’arco d’ingresso della (che si è alzato e passeggia febbrilmente.) Sezione - venendo dalla via di destra - uno strillone Più fortemente m’odierà! che urla a tutta gola:)

STRILLONE L’INCREDIBILE L’arresto importantissimo (crollando le spalle) d’Andrea Chénier! Che importa? Nella femmina vi sono il corpo e il cuore! (Mathieu sacrifica i suoi due liardi alla sua curio- Tu scegli il corpo! - È la parte migliore. sità.) (quasi imperiosamente gli accenna di scrivere) L’INCREDIBILE Queste grida arriveranno a lei! Stendi l’atto d’accusa! - Andrea Chénier sia tosto deferito al Tribunal! GÉRARD Fouquier-Tinville aspetta. Scrivi!… Ebbene? (Gérard siede per scrivere; così quest’uomo, che (con un debole atto di ribellione, scostando da sè moribondo o credendosi tale, ferito dallo stocco di con un gesto l’Incredibile) Chénier, perdonava al suo feritore la sua vita e il L’INCREDIBILE suo amore perduto, colle forze vitali sue sente rina- scere soprattutto l’odio. “Il corpo, questo tenace (con un eloquente sguardo d’ironia) adoratore della vita, si ribella sempre contro i gene- Ebbene?… rosi slanci dell’anima.”) Donnina innamorata che d’aspettar s’annoja, (L’Incredibile si allontana e va ad osservare sulla se passata è già l’ora piazza il movimento della gente e le mercatine che del desiato ritrovo al nido, ballano la Carmagnola.) e ch’io muoja GÉRARD se la bella presaga Esito dunque? - Andrea Chénier segnato all’ansia vinta, ha già Fouquier-Tinville! - Il fato suo non ti discende ratta per la via è fisso! - Oggi o diman… così, com’è, discinta! Esce correndo… E indaga, (deponendo la penna) E vola! E scruta! E spia!

22 Giordano: Andrea Chénier - parte terza No, è vile! È vile! mentre uccido, io piango!

L’INCREDIBILE (la sua voce si fa affannosa, violenta, a scatti e piena di entusiasmo) (vedendolo esitante ritorna presso a lui) Io della Redentrice figlio Come vola il tempo!… pel primo ho udito il grido suo Affollan già le vie!… pel mondo e ho al suo il mio grido unito… Or smarrita ho la fede nel sognato destino?… (si allontana di nuovo)

GÉRARD (si interrompe - le vecchie ricordanze tornano a lui - la sua voce si fa piena di tristezza, di rimpianto) (riprende la penna; riflette.) Com’era irradiato di gloria Nemico della Patria?! il mio cammino!… La coscienza nei cuori (ride) ridestar de le genti!… È vecchia fiaba!… Raccogliere le lacrime dei vinti e sofferenti!… (e scrive) Fare del mondo un Pantheon!… che beatamente ancor la beve il popolo. Gli uomini in dii mutare e in un sol bacio (riprende la penna e scrive ancora) e in un sol bacio e abbraccio tutte le genti amare!… (etc.) Nato a Costantinopoli?… Or rinnego il santo grido! Io d’odio ho colmo il cuore, (riflette, poi esclama e scrive:) e chi così mi ha reso, fiera ironia! Straniero! è l’amore! Studiò a Saint-Cyr?… Soldato!… (con disperazione) Sono un voluttuoso!… (riflette ancora, poi trionfante d’una idea subito Ecco il novo padrone: il Senso!… balenatagli scrive rapidamente:) Bugia tutto! Traditore! Sol vero la Passione! Di Dumouriez un complice! (e, vedendo ritornare presso a lui l’Incredibile, È poeta? firma.) Sovvertitor di cuori e di costumi!… L’INCREDIBILE (ma a quest’ultima accusa la penna gli sfugge dalle Sta bene! mani. Gli occhi fissi e pensosi gli si riempiono di Ove trovarti se … lacrime; egli si alza e passeggia lentamente.) GÉRARD GÉRARD Un dì m’era di gioja passar (interrompendo) fra gli odî e le vendette, Qui resto! puro, innocente e forte! Gigante mi credea!… (L’Incredibile si allontana affrettandosi urtando in Son sempre un servo!… - un piccolo ometto sudicio che entra tenendo sotto Ho mutato padrone!… braccio un gran fascio di carte: è il cancelliere del Sono il servo obbediente di violenta passione! Tribunale Rivoluzionario. Ah, peggio!… Uccido e tremo! Il piccolo ometto impassibile e silenzioso si avvicina a Gérard e sta in piedi innanzi a lui attendendone gli (sorride amaramente, angoscioso) ordini. Gérard gli consegna altre carte e con esse la nota 23 Giordano: Andrea Chénier - parte terza degli accusati che appariranno fra poco avanti MADDALENA a quel tribunale, nota nella quale Gérard ha già Perchè m’avete qui voluta? scritto come ultimo il nome di Andrea Chénier. Il piccolo ometto apre la piccola porta d’angolo e vi GÉRARD entra richiudendosela dietro.) Perchè ti volti qui?… (Ad un tratto, una donna scarmigliata appare cor- Perchè ti voglio! rendo dalla via opposta a quella per la quale si è Perchè ciò è scritto nella vita tua! allora appena allontanato l’Incredibile. È Madda- Perchè ciò volle il mio voler possente! lena.) Era fatale, e, vedi, s’è avverato!… Io l’ho voluto allora che tu piccina MADDALENA pel gran prato con me correvi lieta Carlo Gérard? in quell’aroma d’erbe infiorate e di selvaggie rose! MATHIEU Lo volli il dì che mi fu detto: Là! entrate! “Ecco la tua livrea!” - e, come fu sera, mentre studiavi un passo di minuetto, (Gérard al fruscìo della sua veste alza il capo) io, gallonato e muto, aprivo o richiudevo una portiera… MADDALENA La poesia in te così gentile, (con voce tremante) di me fa un pazzo grande e vile! Ebben? Che importa? Sia! Se ancor di me vi sovvenite non so! E, fosse un’ora sola, Son Maddalena di Coigny. io voglio quell’ebbrezza de’ tuoi occhi profondi! (interpretando un gesto di Gérard come una repulsa, Io pur, io pur, io pur voglio affondare soggiunge con voce implorante.) le mie mani nel mare Ah, non m’allontanate!… de’ tuoi capelli biondi!… Se voi non m’ascoltate io son perduta! (si arresta e audacemente levandosi ritto le chiede:) Or dimmi che farai contro il mio amore? GÉRARD Io t’aspettava! Io ti voleva qui!… MADDALENA Io son che come veltri ho a te Io corro nella via! lanciato orde di spie! Il nome mio vi grido!… Entro a tutte le vie Ed è la morte che mi salva! la mia pupilla è penetrata e ad ogni istante! (ma Gérard improvvisamente, allontanando da sè il Io, per averti qui, preso ho il tuo amante! tavolo e rovesciando la seggiole, va a frapporsi tra Maddalena e le due uscite.) MADDALENA (sorpresa alla violenza del suo dire, rimane un GÉRARD momento atterrita, poscia vergognata di quella sua No, tu non lo farai! - No! debolezza, esclama con un accento di disprezzo indi- Tuo malgrado, tu mia sarai! cibile:) MADDALENA A voi! - Qui sto! Vendicatevi! Ah! GÉRARD (atterrita gittando un grido di terrore fugge riparan- (con voce soffocata) dosi dietro la tavola dei giudici; ma, poscia, presa Non odio! da improvvisa idea, esce dal riparo di quel tavolo e movendo risoluta verso Gérard gli dice:)

24 Giordano: Andrea Chénier - parte terza Se della vita sua tu fai prezzo tumultuoso. - E poi con voce piena di immensa tri- il mio corpo… ebbene, prendimi! stezza balbetta:) E l’angelo si accosta, bacia, (gli si avvicina lenta, sublime di quel suo sacrificio) e vi bacia la morte!… GÉRARD (un desolato singhiozzo la costringe ad interrom- Come sa amare! pere, poscia affannosamente riprende:)

MADDALENA Corpo di moribonda è il corpo mio! La mamma morta Prendilo, dunque!… Io son già morta cosa!… m’hanno alla porta della stanza mia; - (Il cittadino Cancelliere, il sinistro ometto, appare moriva e mi salvava!… dalla porta del piccolo stanzino; muto sempre, poi - a notte alta - io con la Bersi errava, - impassibile, si avvicina a Gérard, gli pone innanzi quando, ad un tratto, un livido bagliore alcuni fogli scritti e, come è venuto, muto e impas- guizza e rischiara innanzi a’ passi miei sibile ritorna al suo stanzino richiudendone ancora la cupa via! - dietro a sè la porta.) Guardo!… Bruciava il loco di mia culla! GÉRARD Così fui sola!… E intorno il nulla! Fame e miseria!… (prende i fogli lasciati dal Cancelliere - vi butta gli Il bisogno e il periglio!… occhi sopra. È la lista degli accusati - un nome gli Caddi malata!… balza subito agli occhi - quello di Chénier.) E Bersi, buona e pura, Perduto! di sua bellezza ha fatto un mercato, un contratto (esclama dolorosamente - e poscia disperatamente per me! - Porto sventura camminando agitato grida:) a chi bene mi vuole! Ah, la mia vita per salvarlo! (Ad un tratto, nelle pupille larghe di Maddalena si MADDALENA effonde una luce di suprema gioja, una gran luce profonda come riflesso di splendore misterioso.) (con un immenso grido di gioja) Fu in quel dolore Voi lo potete!… che a me venne l’amore!… Stamane egli arrestato fu.

(Maddalena rimane in silenzio meditabonda - un GÉRARD dolcissimo sorriso sulle labbra) Ma chi l’odiava per oggi Voce piena d’armonia ha preparato il suo giudizio… e dice: “Vivi ancora! Io son la vita! la sua morte!… Ne’ miei occhi è il tuo cielo! Tu non sei sola! (A un tratto dalla strada viene un mormorìo, un Le lacrime tue io le raccolgo!… bisbiglio di folla. Egli guarda. - Già nei pressi della Io sto sul tuo cammino e ti sorreggo! Sezione la gente in attesa del giudizio si accrocchia.) Sorridi e spera!… Io son l’amore! La folla già, curiosa ed avida Tutto intorno è sangue e fango?… di lacrime e di sangue! . Io son divino!… Io son l’oblio! Io sono il dio che sovra il mondo (A un tratto dalle stanze superiori e contigue si sente scende da l’empireo, il rumore dei fucili e delle sciabole dei gendarmi) fa della terra il ciel!… Ah! Io son l’amore, io son l’amor, l’amor” GÉRARD (con disperazione a Maddalena) (Ed essa pure, come già Gérard, rimane per un Udite? Udite?… È il calcio dei fucili! momento silenziosa, affannata da quel ricordo 25 Giordano: Andrea Chénier - parte terza

Sono i gendarmi!… ALTRE MERCANTINE (altre ad alcune compagne sedendo) (con accento di disperazione) Di qui si vede e si ode E là sta già Chénier! a perfezione.

ADDALENA M MATHIEU (con un ultimo grido dove c’è tutto quanto può sof- Oggidì grande infornata, pare. frire un’anima) Salvatelo! ALCUNE VECCHIE (si accomodano sulle panche e levando di tasca la GÉRARD calza, automaticamente lavorano; altre levano fuori da piccoli canestri e borse di tela pane, cacio e sal- La Rivoluzione i figli suoi divora!… siccie e mangiano e intanto mormorano soddisfatte)

MADDALENA UNA PESCIVENDOLA Salvatelo! Venite qua, cittadina Babet! (ma, preso da un’idea, corre al tavolo. Scrive rapi- damente un biglietto al vice presidente Dumas CITTADINI VARI perché voglia dirigere quel giorno i dibattimenti. Molti ex!… La Legray!… Mentre scrive, Maddalena gli si avvicina lentamente E un poeta!… Venite!… e, appena Gérard ha deposta la penna, essa gli Sì… afferra la mano e gliela bacia.)

GÉRARD MERCATINE (al bacio di Maddalena ritira la mano; ma poi, inco- (bisticciandosi con le vecchie) raggiato, con uno sguardo in cui vivido passa un Più in là! baleno di speranza esclama:) Il tuo perdono è la mia forza! LE VECCHIE Grazie! Voi più in là! Io l’ho perduto, difenderlo saprò! MATHIEU (Ma ecco Mathieu. Gérard ha appena il tempo di (vedendo il bisticcio) parlare a Mathieu, consegnargli il biglietto per Dumas e ritirarsi con Maddalena in fondo all’aula Ohè là, quelle lingue cittadine! della parte assegnata al pubblico, che questi già vi si rovescia tumultuante, rumoroso, eccitato. CITTADINE Mathieu si allontana rapidamente col biglietto, (chiacchierando fra loro) ruvidamente ributtando a spintoni la folla che gli è intorno.) Voi state bene?… Sì, e voi?… MERCATINE Così così!… (una, ad una vecchia) Venite dal mercato? Io no! Dalla barriera! Mamma Cadet!… Notizie avete?… Presso alla sbarra, qui! No!… E voi nulla sapete?… MATHIEU Hanno accresciuto il pane!… Ohè, Cittadina, un po’ di discrezione! Lo so, lo so!… È un tiro di quel cane d’inglese detto Pitt!…

26 Giordano: Andrea Chénier - parte terza

MATHIEU escono, discendendo dalle scale otto gendarmi, poi, (fa largo nella folla per farvi passare nove individui in mezzo a soldati e carmagnole, ad uno ad uno dalle faccie terribili e nel modo di vestire straccioni) seguono gli accusati. Ultimo è Chénier. Dopo, altri gendarmi: sono tutti armati di fucili e di pesanti Passo ai giurati! sciabole. Gli accusati sono fatti sedere. Chénier rimane, in quella folla, solo, col pensiero lontano, (I giurati prendono posto alla tavola loro.) come se tutto quell’apparato di tribunale, di giusti- zia, di soldati, di pubblico non lo riguardasse.) GÉRARD (indicando a Maddalena cinque uomini coperti di MADDALENA grandiosi cappelli esageratamente piumati, teatral- Egli non guarda!… mente ravvolti in mantelli e colle sciarpe tricolori ai Ah! pensa a me!… fianchi) Eccoli, i giudici. MATHIEU (alle Mercatine che sussurrano) ITTADINI C Silenzio! (si levano ritte sulle panche esaminando i giudici) Chi presiede è Dumas! … (Il presidente Dumas prende una nota e legge ad Vilate! … pittore…! alta voce chiamando verso gli accusati: ad ogni L’altro è lo stampatore, nome l’accusato si alza spontaneamente, o è fatto tribuno Nicolas!… alzare da un gendarme o da una carmagnola.) Ecco laggiù Fouquier!… DUMAS Gravier de Vergennes. TUTTI L’accusatore pubblico!… FOUQUIER-TINVILLE (All’entrare di Fouquier-Tinville la folla si restringe (leggendo una nota, rivolgendosi ai giurati e ai giu- e lascia un gran passo libero allo “sterminatore dici accusando) pubblico” che entra con un gran fascio di carte Un ex referendario! senza guardare alcuno, in mezzo ad un profondo silenzio, e va a sedere al suo posto senza saluti, e, (fa un rapido gesto e ripone la nota) appena seduto, si sprofonda nella esamina delle sue carte, gli atti di accusa, prendendo rapidamente CITTADINI alcune note.) (tumultuosamente)

MADDALENA È un traditore! È un traditore! È un traditore! (stringendosi impaurita presso Gérard) E gli accusati?… (succede un silenzio profondo)

UMAS GÉRARD D (indicando la porta dietro i giurati ancora chiusa) (fa cenno all’accusato di sedere e legge un altro nome.) Di là… presso ai giurati! Laval Montmorency… (La porta si schiude e Maddalena soffoca un grido.) (si alza dal gruppo degli accusati una monaca tutta MADDALENA bianca di capelli)

(vedendo schiudersi la porta, soffocando un grido) FOUQUIER-TINVILLE Ecco… Mi manca l’anima! (c.s.) Convento di Montmartre! (Dalla porta, a un tratto violentemente aperta, 27 Giordano: Andrea Chénier - parte terza

CITTADINI FOUQUIER-TINVILLE (urlano) (legge) Aristocratica! Scrisse contro la Rivoluzione! Fu soldato con Dumouriez e… (la monaca alza la mano per parlare) CITTADINI FOUQUIER-TINVILLE Taci! (con grido di orrore) È un traditor! IL PUBBLICO (le grida ironico) CHÉNIER A che parlar?… Sei vecchia!… (a Fouquier-Tinville) Taci e muori! Menti!

(la monaca lascia cadere uno sguardo di sprezzo FOUQUIER-TINVILLE, DUMAS - poi siede dignitosa. - Il pubblico la applaude deri- (a Chénier) dendola.) Taci! DUMAS (c.s.) GÉRARD Legray! (fortissimo) Parla! (Si leva una donna che prorompendo in lagrime con voce soffocata grida verso i giudici: “Ridatemi i MADDALENA miei figli!” Ma il pubblico con un urlo le impone il O mio amore! silenzio. La sventurata donna si lascia cadere sulla panca. Il pubblico guarda indifferente. Maddalena spaventata si serra presso a Gérard. - Fouquier- CITTADINI Tinville fa cenno a Dumas di continuare.) Parli! Parli! Si discolpi delle accuse! DUMAS Andrea Chénier! GÉRARD (dispeato a Maddalena) GÉRARD Io son che ciò feci! (a Maddalena) Coraggio! CHÉNIER Sì, fui soldato MADDALENA e glorioso affrontato ho la morte (guardando Chénier) che, vile, qui mi vien data. Fui letterato, O amore! ho fatto di mia penna arma feroce contro gli ipocriti! PUBBLICO Colla mia voce ho cantato la patria! Ecco, è il poeta! Fouquier-Tinville attentamente legge! (Un lungo mormorìo accoglie le parole di Chénier. Pericoloso è l’accusto! Dumas non ha coraggio di togliergli la parola: il pubblico guarda e ascolta sorpreso Chénier. Sta egli per un istante muto, come raccogliendosi, - poi, gli occhi nel vuoto come assorto in una visione - esclama esaltandosi.) 28 Giordano: Andrea Chénier - parte terza Passa la vita mia e lo confesso. come una bianca vela; essa inciela (un gran movimento nella e un minaccioso grido di le antenne, sorpresa) al sole che le indora, e affonda FOUQUIER-TINVILLE la spumante prora (levandosi ritto e picchiando febbrilmente sul foglio ne l’azzurro dell’onda… scritto da Gérard.) Va la mia nave spinta dalla sorte Mie faccio queste accuse e le rinnovo! a la scogliera bianca della morte?… Son giunto?… Sia! (Gérard fa un passo minaccioso contro Fouquier- Ma a poppa io salgo Tinville, un urlo di sdegno scoppia contro a lui nel- e una bandiera l’aula.) trionfal disciolgo ai venti, e su vi è scritto: Patria! GÉRARD (verso Fouquier-Tinville) La tua è una viltà! A lei non sale il tuo fango! Non sono un traditore. FOUQUIER-TINVILLE Uccidi? Ma lasciami l’onore. Tu offendi la patria e la giustizia! FOUQUIER-TINVILLE (subito) CITTADINI Esso è un sospetto, fu comprato! Udiamo i testimoni! GÉRARD (Mathieu e l’Incredibile, entrati già da un po’ nel- Qui la giustizia ha nome tirannia! l’aula, alzano subito la mano presentandosi come testimoni.) CITTADINI GÉRARD Taci! ... (con voce possente) GÉRARD Datemi il passo! Qui è un orgia d’odi e di vendette! Il sangue della patria qui cola! (respinge la folla e si fa innanzi ai giudici) Siam noi che feriamo Carlo Gérard. il petto della Francia! Chénier è un figlio della Rivoluzione! FOUQUIER-TINVILLE L’alloro a lui, non dategli la morte! Sta ben; parla! La Patria è gloria!

GÉRARD CITTADINI ... Taci! Taci! Taci! Alla lanterna! L’atto di accusa è orribile menzogna. Sì, fuori della legge! Alla lanterna! Alla lanterna! FOUQUIER-TINVILLE Egli è un traditore! (sorpreso) Fu comprato! Fu comprato! Se tu l’hai scritto?! Taci! Taci! Imponigli silenzio, o Dumas! ... (e mostra il foglio) (In quell’orrendo baccano, a un tratto, ecco lontano GÉRARD rullare i tamburi e grida di entusiasmi guerreschi E ho denunciato il falso - vere grida di amor patrio - echeggiare! - Gérard le ha sentite - egli - gigante - con un gesto accenna 29 Giordano: Andrea Chénier - parte terza d’onde avvicinandosi viene la vera voce della patria CHÉNIER e grida - tutta la sua anima nella sua voce) Lei? GÉRARD (e guarda ansioso; e la vede) Odila, o popolo, Maddalena!… Ancor l’ho riveduta! (e mostra colla mano le reclute che a bandiera spie- Or muojo lieto! gata vanno… vanno alla frontiera. Avanti procedono baldanzosi i “petits” orgogliosi GÉRARD del loro berretto frigio, rullando sui loro tamburi, Io spero ancora. arditi, bellicosi) là è la patria; (E I giurati rientrano. Il capo presenta a Dumas, ove si muore colla spada in pugno! per mezzo del Cancelliere, il verdetto. Il silenzio è sommo.)

(volgendosi a Fouquier-Tinville) DUMAS Non qui dove le uccidi i suoi poeti! (dà una rapida occhiata e dice:)

(Gérard allontana un gendarme che lo divide da Morte! Chénier e lo abbraccia. Fouquier-Tinville fa subito segno al cancelliere di (e con un gesto abbraccia tutti gli accusati) far ritirare i giurati. FOUQUIER-TINVILLE I giurati, al cenno eloquente di Fouquier-Tinville, Morte come pecore si ritirano.)

CHÉNIER (Gérard, che è rimasto come impietrito a quella con- danna, si scuote. - Vede Maddalena che lo implora (a Gérard) cogli occhi, ed egli corre a lei per condurla a Ché- O generoso! O grande!… nier perché possano parlarsi, vedersi, sentirsi vicini Vedi?… Io piango! per un’ultima volta - ma, giunto vicino a Madda- lena, la folla gli si è già chiusa alle spalle, cosicchè, GÉRARD quando fa per ritornare, Chénier sta già per scom- Guarda laggiù! Quel bianco viso… parire su per la scala dei prigionieri.) È lei! MADDALENA (grida) Andrea!…

(la porta si chiude alle spalle di Chénier) Rivederlo!…

(balbetta la disgraziata fanciulla a Gérard)

30 Giordano: Andrea Chénier - parte quarta PARTE QUARTA Il cortile delle prigioni di S. Lazzaro (ex convento di San Vincenzo di Paola ridotto a carcere). Andrea Chénier è nel cortile dei prigionieri; - egli sta seduto sotto alla lanterna che dà luce, e scrive sopra una piccola assicella con una matita fatta di un pezzo di piombo; scrive ora con foga, ora arrestandosi e riflettendo come se alla ricerca di qualche parola o rima, gli occhi larghi, inspirati, luminosi. Roucher gli è vicino. È notte alta.

SCHMIDT e forse pria che l’ultima (entra nel cortile e si avvicina a Roucher) mia strofe sia finita, - m’annuncerà il carnefice Cittadino, men duol, ma è tardi assai… la fine della vita.

ROUCHER (con grande entusiasmo) (indicandogli Chénier gli fa cenno di tacere - si Sia! - Strofe, ultima Dea, fruga indosso e trova un po’ di denaro e lo dà a Sch- ancor dona al tuo poeta - midt) la sfolgorante idea, Pazienta ancora un attimo! la fiamma consueta; io, a te, mentre tu vivida (Schmidt mette via il denaro e si allontana di malu- a me sgorghi dal cuore, - more sbadigliando) darò per rima il gelido spiro d’un uom che muore. CHÉNIER (cessa di scrivere) (Roucher entusiasmato abbraccia Chénier. Schmidt ritorna; i due amici si stringono la mano e si sepa- Non più … rano commossi.) (Dietro le cancellate sonnecchiano i soldati. Lon- ROUCHER tano, in quel silenzio, per le vie deserte o percorse Leggi!… da pattuglie di municipali e di guardie nazionali si eleva sonora una voce che canta. È Mathieu che fa CHÉNIER da usignuolo della Rivoluzione e canta la sua predi- Pochi versi … letta “Marsigliese” che si perde lontanissima nella notte.) ROUCHER (Si picchia al portone della prigione. Schmidt Leggi! ritorna in fretta e va ad aprire. - È Gérard, e con lui è Maddalena. Gérard presenta le carte di permesso.)

CHÉNIER GÉRARD Come un bel dì di maggio (indicando Maddalena) che con bacio di vento - e carezza di raggio Viene a costei concesso si spegne in firmamento, un ultimo colloquio… col bacio io d’una rima, carezza di poesia - SCHMIDT salgo l’estrema cima (interrompendolo) de l’esistenza mia. Il condannato?… La sfera che cammina per ogni umana sorte - ecco già mi avvicina GÉRARD all’ora della morte, Andrea Chénier.

31 Giordano: Andrea Chénier - parte quarta

SCHMIDT MADDALENA Sta ben! (a Schmidt porgendogli pochi gioielli e una piccola borsa contenente alcuni luigi) MADDALENA A voi!… Giojelli son!… (a Gérard, risoluta) Questo è denaro. Il vostro giuramento vi sovvengo. SCHMIDT (Gérard fa un gesto di rifiuto, ma i suoi sguardi s’in- (aprendo la borsa e vedendovi rilucere l’oro.) contrano in quelli pieni di disperata preghiera di Evento strano in tempo di assegnati! Maddalena che rivolgendosi a Schmidt, dice:) Odi! Fra i condannati di domani (Guarda avidamente giojelli e denari; poi, rivolgen- è una giovane donna. dosi a Gérard:) Io non vorrei… SCHMIDT La Legray! (fa il gesto della ghigliottina) Capite?… Io non so nulla!… MADDALENA Orbene… viver deve! (A Maddalena)

SCHMIDT Al nome di Legray… salite in fretta!… Io non so nulla! Nulla! (li guarda stupefatto, poi riflette) Cancellare (prende dalle mani dl Maddalena la carta di per- or come da la lista il nome suo? messo da dare alla Legray, mette via il denaro e i gioielli e va a prendere il prigioniero) MADDALENA (Maddalena si avvicina ancora a Gérard, ma questa Che importa il nome volta è con uno slancio di riconoscenza che gli se in sua vece un’altra prende ancora la mano fra le sue e gliela stringe con per lei risponderà? effusione affettuosa.) MADDALENA SCHMIDT (vedendo che Gérard si porta le mani agli occhi, Sta ben!… Ma, e l’altra? colle sue gliele scosta per impedirgli di piangere dicendogli:) MADDALENA Benedico il destino! Eccola! Benedico la morte!

SCHMIDT GÉRARD (sorpreso a Gérard) O Maddalena, tu fai della morte Lei?… la più invidiata sorte!

(a Maddalena) (udendo avvicinarsi Schmidt con Chénier, si allon- tana da Maddalena e, corre via verso il secondo cor- Tu, cittadina? tile dicendo con voce tronca da singhiozzi) (Gérard, senza voce, accenna angosciosamente di sì Salvarli!… Ancor da Robespierre!… Ancora! col capo.) (Andrea Chénier esce dal bujo corridojo. Egli al fioco lume della lampada ravvisa nella sua visita- trice Maddalena. Il silenzio cupo di quella prigione, dove tace ogni cosa, perfino la voce della natura li 32 Giordano: Andrea Chénier - parte quarta avvolge misteriosamente.) Trionfo tu, de l’anima! Il tuo amor, sublime amante, CHÉNIER è mare, è ciel, luce di sole Vicino a te s’acqueta e d’astri ... l’irrequïeta anima mia; ... È il mondo! È il mondo! tu sei la mèta d’ogni desio, d’ogni sogno, d’ogni poesia!… MADDALENA Amante! Amante! (la guarda amorosamente) Entro al tuo sguardo CHÉNIER, MADDALENA l’iridescenza scerno La nostra morte è il trionfo dell’amor! de li spazî infiniti. Ti guardo; in questo fiotto verde CHÉNIER di tua larga pupilla erro coll’anima!… Ah benedico, benedico la sorte!

MADDALENA MADDALENA Per non lasciarti son qui; Nell’ora che si muore non è un addio! eterni diveniamo! Vengo a morire con te! CHÉNIER (esaltandosi) Morte! Finì il soffrire!… La morte nell’amarti!… MADDALENA Ah! Chi la parola estrema dalle labbra Infinito! raccoglie è Lui… l’Amor! MADDALENA, CHÉNIER CHÉNIER Amore! Amore! Tu sei la meta dell’esistenza mia! (Il rullo dei tamburi annuncia l’arrivo della CHÉNIER, MADDALENA carretta.) Il nostro è amore d’anime! CHÉNIER, MADDALENA È la morte! MADDALENA Salvo una madre. CHÉNIER Maddalena all’alba ha nome Ella vien col sole! per la morte Idia Legray.

MADDALENA (guardando nel cortile) Ella vien col mattino! Vedi? La luce incerta del crepuscolo giù pe’ squallidi androni già lumeggia. CHÉNIER Ah, viene come l’aurora! (colle braccia avviluppando stretto a sè Chénier gli si abbandona tutta sul petto) MADDALENA Abbracciami! Baciami! Amante! Col sole che la indora!

CHÉNIER CHÉNIER (baciandola con violenza) Ne viene a noi dal cielo, entro un vel di rose e viole! Orgoglio di bellezza!

(la bacia ancora) 33 Giordano: Andrea Chénier - parte quarta

MADDALENA, CHÉNIER MADDALENA Amor! Amor! Infinito! Son io! Amor! Amor! MADDALENA, CHÉNIER SCHMIDT (salendo sulla carretta) Andrea Chénier! Viva la morte insiem! CHÉNIER Son io! (Mentre s’allontana la carretta, Gérard riappare. Tiene in mano il biglietto scritto da Robespierre per non vederlo: SCHMIDT “Perfino Platone bandì i poeti dalla sua Repub- Idia Legray! blica.’’)

FINE DELL’

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