Montagne360. Aprile 2018, € 3,90. Rivista mensile del Club alpino italiano n. 67/2018. Poste Italiane Spa, sped. in abb. Post. - 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano. Prima immissione il 27 marzo 2018 delle attrezzature da montagna Storia edevoluzione RESISTENTI MATERIALI aprile 2018 € 3,90 OFFERTA PER I SOCI CAI EDITORIALE orizzonti e orientamenti COLTIVA CON NOI LA TUA PASSIONE Il futuro dell’Alpinismo giovanile: ruoli, protagonisti e trasversalità PER IL VERDE di Vincenzo Torti * LA RIVISTA PRATICA, COMPLETA E AFFIDABILE, DA 35 ANNI

Socie e Soci Carissimi, formare istruttori, accompagnatori od operatori, Cosa dovete sapere 09|sugli impianti di La manutenzione prima di ogni altra cosa vorrei condividere con e di attestarne, con il rilascio del titolo, l’effettiva recupero dell’acqua piovana 28|e il restauro Ristrutturazione edilizia di un pavimento in legno 46|e manutenzione Vi aspettiamo straordinaria: tutte le novità 61|a La Fiera voi il ricordo di una persona, a tutti molto cara e preparazione e idoneità a operare nel settore cui di Vita in Campagna da tutti stimata e apprezzata, che è mancata po- si riferisce l’abilitazione. PRIMAVERA chi giorni fa a causa di una grave malattia. Sappiamo infatti che, al rilascio del titolo, conse- Mi riferisco a Renata Viviani, Consigliere Centra- gue un proporzionale affidamento in tutti coloro le in carica, Presidente Regionale Lombardo per che vengono a rapportarsi con i Titolati del Cai, 7-8 2017 LUGLIO-AGOSTO A N N O 3 5 due mandati e Socia di straordinario entusiasmo in qualsiasi contesto e, soprattutto, nei Corsi e www.vitaincampagna.it e capacità. nelle Scuole. Seguici anche su: Il Consiglio Centrale, su questo stesso numero, ha Da qui, l’imprescindibile necessità che gli organi tracciato di lei un fedele ritratto, ma desideravo, a chiamati a indirizzare e a formare si adoperino mia volta, esprimere qui l’affetto e la gratitudine per garantire una preparazione corrispondente al IN ALLEGATO: I lavori estate verso un’amica che ci ha mostrato con l’esempio titolo e un costante aggiornamento. e la dedizione, sino a che le è stato umanamente Necessità che, per ragioni evidenti, risulta an- possibile, quanta ricchezza possa esprimere il vo- cor più marcata nel caso degli accompagnatori lontariato sincero di una donna che la montagna di Alpinismo giovanile, ai quali è affidato il de- aveva nelle origini e nel cuore. licato compito di educare ragazzi e ragazze, av- Un grande abbraccio, quindi, alla nostra Renata, vicinandoli alla montagna attraverso il gioco, la che rimane ben viva tra noi. scoperta, l’avventura, la conoscenza, la solidarietà Con la primavera Colgo, invece, l’occasione del recente atto di in- e l’emozione. rinasce la voglia dirizzo del CC in tema di Alpinismo giovanile (n. Il nostro Alpinismo giovanile, la cui risalente sto- di lavori dentro 2/2018), puntualmente illustrato in “Ripartire ria è stata ben ricostruita da Giampaolo Covelli, e fuori casa: dal progetto educativo” dal Consigliere Fabrizio accompagnatore emerito di AG, nel suo “Il cam- idee, proposte, Russo, per fare alcune riflessioni che riguarda- mino dell’alpinismo giovanile dalle origini ad suggerimenti no, anche più in generale, il mondo dei Titolati, oggi”, ha assunto l’attuale struttura istituzionale fondamentale punto di riferimento delle nostre nel 1984, con la costituzione della relativa Com- TRIMESTRALE attività ed espressione di consolidate competenze missione Centrale, cui ha fatto seguito la crea- 4 NUMERI MENSILE culturali e tecniche. zione di un’apposita Scuola, sul presupposto es- Luglio-Agosto 2017 - N. 7-8 - Anno 35 - ISSN 1120-3005 - MENSILE VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - UNA COPIA € 4,80 La nostra legge istitutiva prevede che il Cai, a senziale di realizzare quel Progetto educativo che 11 NUMERIPoste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Verona - Contiene I.P. e I.R. DISPONIBILI SOLO IN ABBONAMENTO E 11 SUPPLEMENTI favore sia dei propri Soci sia di altri, provve- costituisce l’unica ragione per cui è stato creato da “all’organizzazione e alla gestione di corsi di uno specifico organo tecnico, distinto da quelli addestramento per le attività alpinistiche, sci- che già operavano nelle singole specialità. alpinistiche, escursionistiche, speleologiche, na- Per Progetto educativo si intende il documento

VC-MONTAGNE360 turalistiche”, curando la “formazione di istrut- approvato dal Consiglio Centrale il 23.04.1988, tori necessari allo svolgimento delle (predette) la cui rilevanza e attualità è stata, ove mai fosse attività”. necessario, confermata dal recente atto di indiriz- SCOPRI L’OFFERTA RISERVATA AI SOCI CAI Si può, quindi, ben comprendere quanto gran- zo del CC. de sia la responsabilità di cui siamo investiti, nel Possiamo, quindi, affermare che la connotazio- WWW.VITAINCAMPAGNA.IT/MONTAGNE360 momento in cui ci viene affidato il compito di ne identitaria dell’Alpinismo giovanile sta nello

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Pagina_VC_MONTAGNE360_ok.indd 1 28/02/2018 10:01:44 PEAK&TIP “scopo di aiutare il giovane nella propria crescita e secondo gli indirizzi dell’OTCO” (art. 19 c. 1), umana, proponendogli l’ambiente montano per che fissa altresì “i criteri di ammissione e le mo- vivere con gioia esperienze di formazione”, come dalità di svolgimento e frequenza” (art. 19 c. 4), si legge nel testo originario. sottolineando che “Le Scuole centrali nazionali La ragione per cui ho ritenuto opportuno dedi- … dipendono dal corrispondente OTCO, che ne care questo editoriale proprio all’Alpinismo gio- stabilisce le competenze, i criteri di ingresso e di Adam Ondra, vanile, che considero da sempre una delle voca- permanenza dei componenti” (art. 20). zioni più significative del nostro Sodalizio e che, Si tratta di un sistema chiaro e consolidato, in proprio per questo, rende particolarmente im- cui i ruoli del CC, cui competono l’indirizzo e pegnativa e lodevole l’attività dei suoi accompa- l’approvazione preventiva dei programmi e de- l’arrampicata e il turismo gnatori-educatori emerge proprio dall’articolo gli OTCO, che forniscono sia direttive destinate di Fabrizio Russo, referente per l’AG. all’uniformità nazionale, sia gli indirizzi per la di Luca Calzolari* Vi si legge, infatti, che “da tempo venivano pa- gestione delle Scuole, queste ultime con “il com- lesate diverse situazioni di difficoltà nel settore pito di sviluppare lo studio, l’elaborazione e la dell’Alpinismo Giovanile, testimoniate anche codificazione delle metodologie di insegnamento Hotel Astoria di Riva del Garda era gremito e fre- 1970 da Mike Kosterlitz si è trasformato in uno dei “luoghi” dalle alterne vicende della vita dell’organo tec- e delle tecniche di esecuzione di ciascuna attività” mente nell’attesa della prima visione assoluta di Si- più mitici e simbolici dell’arrampicata di casa nostra. Insom- nico centrale e della sua articolazione didattica (art. 20), sono puntualmente individuati. L’ lence, il docufilm di Bernardo Giménez che racconta ma: se, dopo averne percorso le vie, Ondra arriva a consigliarti rappresentata dalla scuola centrale”. Le manifestazioni di insofferenza e contrarietà di il primo 9c della storia. Una via liberata nell’autunno del 2017 in prima persona la meta per scalare, come per magìa le pareti Tali difficoltà, peraltro, si sono in parte acuite, cui ho detto, oltre a porsi in insanabile contrasto da Adam Ondra nella Flatanger Cave, in Norvegia. Immagini indicate dal climber di Brno rinascono a nuova vita, diventa- poiché alcuni accompagnatori di Alpinismo gio- con tale quadro normativo, confermano, ove mai straordinarie e impattanti, evocative e a tratti quasi ansioge- no celebri e sono viste e considerate come mete turistiche e vanile, non so se per una lettura affrettata del ve ne fosse stato bisogno, come l’atto di indirizzo ne. Fotogrammi che raccontano il reale e che, se interpreta- sportive. Facendo da traino anche alle altre attività. Ed ecco documento, per un malinteso senso dei ruoli o, del CC fosse indifferibile per riportare il mondo te come una metafora della vita, svelano cadute e difficoltà. che, a quel punto, il cerchio si chiude. Quello di ambasciatore, ancora, per una non consentita autoreferenzia- dell’Alpinismo giovanile a una gestione coeren- Adam, come sempre, sorride. «È importante essere in sintonia mi confida Adam, è «un ruolo che mi rende orgoglioso. Vengo lità sui livelli di formazione, hanno manifestato, te con gli effettivi livelli di formazione, fissati con la parete – mi spiega in quella occasione – occorre stabi- ad Arco da quand’ero bambino e sempre qua ho arrampicato non sempre in modi consoni alla loro qualifica nell’ottica prevalente del Progetto educativo e lire un rapporto di reciprocità emotiva per intuire qual è la il mio primo grado». Qui la biografia di Ondra concorre alla di “educatori”, insofferenza e contrarietà rispetto non già finalizzati a consentire eventuali percorsi posizione migliore da assumere. E se non hai la mente aperta, costruzione della mitologia del luogo. «Ci sono vie adeguate, all’atto di indirizzo. facilitati rispetto ad attività in esso non previste. beh, non imparerai mai nulla». Ha ragione il climber ceco. I sicure, accessibili e compatibili con i diversi livelli di preparazio- Qualcuno lo ha definito “calato dall’alto”, altri In ogni caso, raccogliendo le segnalazioni perve- suoi occhi sono scolpiti come la roccia che è solito scalare coi ne». Qui, attraverso la sue parole, diventa meta e luogo (spazio hanno lamentato l’apposizione di limiti alle loro nute a favore di una crescita dei livelli di attivi- movimenti di una danza impossibile, ma come sostiene anche turistico) per la rigenerazione dell’arrampicata. Poi i futuri grandi potenziali attività e a quelle che considerano le tà, sempre in ottica pedagogica, la Commissione lui non ci sono solo i muscoli. Quello che conta, su una parete arrampicatori, come lo stesso Adam ha fatto, troveranno le pro- esigenze del momento. Centrale di AG è già stata sollecitata ad adeguare come nella vita, è la mente. Occorre pensare prima di agire e, prie vie. Ma non serve solo la storia verticale per la coerenza tra Per questo, dopo aver apprezzato l’impegno del i piani formativi, con specializzazioni in EEA, soprattutto, è necessario essere consapevoli dei contesti e delle ambasciatore e prodotto turistico. Ci sono l’ambiente e la soste- CC nell’adottare un atto di indirizzo chiaro e EAI e arrampicata sportiva, in ciò coadiuvati dal- conseguenze delle nostre azioni. Di questa impresa e del film nibilità. Su Peak&Tip di marzo ho toccato il tema dei numeri aperto a tutti gli sviluppi che il mondo dell’Al- le altre Commissioni, in un contesto di finalmen- abbiamo letto e sentito (e ne sentiremo) parlare molto, qui vo- del turismo. Al climber ceco chiedo se prima di diventare amba- pinismo giovanile può esprimere, ho ritenuto te attuata trasversalità. glio proporvi un altro tema. Ondra è da tempo l’ambasciatore sciatore del Garda Trentino ha valutato questi aspetti e qual è la di dover recuperare un minimo di chiarezza sui Il nuovo e avviato Coordinamento, affidato alla ufficiale del Garda Trentino, per questo Silence è stato pre- sua opinione: «Se le cose sono fatte bene, la questione non deve ruoli istituzionali, anche per riportare la centrali- regia esperta di Giancarlo Nardi, sta già racco- sentato lì. Che alpinisti e arrampicatori siano testimonial di preoccupare. È vero, non piace a tutti che le falesie siano piene di tà dell’Alpinismo giovanile su coloro che ne sono gliendo, al riguardo, una partecipazione convinta aziende che producono attrezzature e abbigliamento tecnico gente. Ma in arrampicata ci sono molte possibilità e c’è spazio per gli unici protagonisti, sottolineando, nel contem- e aperta di tutti gli organi tecnici e delle strutture o di prodotti che rappresentano un territorio montano, è cosa tutti. Non è giusto negare l’opportunità offerta da chi crea nuo- po, come sia divenuta imperativa la trasversalità operative. a cui siamo abituati. Che sostengano un prodotto turistico – ve e variegate proposte». Molti, noi compresi, hanno a cuore la operativa tra organi tecnici. In chiusura, voglio ricordare che il protagonista l’Outdoor Park Garda Trentino – non è però cosa comune. E dimensione ambientale, il rispetto per la natura e per i contesti. Quanto ai ruoli, basti osservare che il nostro Sta- assoluto dell’Alpinismo giovanile è e resta “il gio- questo fatto mi ha interessato. Di conseguenza, mi piacerebbe Anche Adam sembra essere d’accordo. «L’impatto è importante. tuto attribuisce al CC la possibilità di costituire, vane”, mentre “l’accompagnatore è lo strumento riproporvi un breve ragionamento (tutto da approfondire) sul Molto importante. E proprio per questo, in questo progetto, tutti confermare, unificare o sopprimere gli organi tramite il quale si realizza il Progetto educativo nesso tra arrampicata e sviluppo turistico. L’arrampicata è una lavorano affinché sia ridotto al minimo...». Adam afferma il vero, tecnici centrali, dei quali “approva preventiva- dell’Alpinismo giovanile” e che non sono consen- delle attività trainanti di quel territorio e con Adam nelle vesti nel progetto dell’Outdoor Park vi è una decisa attenzione alla so- mente i programmi annuali di attività” (art. 16 tite inversioni di prospettiva. di ambasciatore di quel progetto turistico è come se trovasse stenibilità. Per costruire il futuro senza distruggere il presente è c. 1 lett. i), mentre il Regolamento Generale pre- Auspico quindi che, prendendo le mosse da un un mezzo per autoalimentarsi, concretizzandosi in una meta necessario dar corpo e anima a visioni di sviluppo coerente, com- vede che siano gli OTCO (Organi Tecnici Centrali atto di indirizzo chiaro, da un lato, e aperto a tut- precisa. Di più: rispetto a quello che stiamo esaminando, è presa la scelta dei testimonial. La stessa accortezza va richiesta Operativi) a coordinare l’attività degli omologhi te le evoluzioni cui corrispondano preparazioni evidente che il valore aggiunto di storia e mitologia garantito anche ai grandi dell’alpinismo e dell’arrampicata. «Se ti diverti organi territoriali, “fornendo loro direttive nel- mai disgiunte dalle capacità pedagogiche, dall’al- dalla testimonianza diretta del climber più forte del mondo scalando – mi confida ancora Adam – e hai la mente aperta, non le materie che il CC deliberi essere necessarie ad tro, il nostro Alpinismo giovanile possa avviarsi può dar vita a un piccolo miracolo. Quello di trasformare un solo ti divertirai ma sarai anche predisposto a imparare». Cosa? assicurare su tutto il territorio nazionale scelte a una ritrovata serenità operativa tra volontari posto noto agli appassionati, come peraltro tanti altri, in un Qualsiasi cosa, ma soprattutto, a mio modo di vedere, la consa- operative omogenee” (art. 32 c. 3). consapevoli dei ruoli, gratificati dall’apprezza- “luogo”; un luogo perfettamente riconoscibile, con una propria pevolezza della responsabilità che deriva dall’essere tra i numeri Il Regolamento degli OTCO, poi, è ancora più mento dell’intero Sodalizio e animati dal solo dignità e un proprio statuto. Un po’ come è capitato con la Fes- uno al mondo. Compresa quella di non derogare mai nelle pro- puntuale nel precisare che la formazione e l’ag- desiderio di avvicinare nel dovuto modo i giovani sura Kosterlitz, a Ceresole Reale, in Piemonte, dove un grande prie scelte al ruolo di ambasciatore del rispetto per la monta- giornamento dei titolati avvengono attraverso all’avventura e al rispetto dell’ambiente. blocco di gneiss, un semplice frammento di roccia precipitato gna, per la storia e per il mito positivo dell’arrampicata. ▲ l’organizzazione e la gestione di Scuole “nei modi * Presidente Generale a valle dalle pareti soprastanti, dopo essere stato scalato nel * Direttore Montagne360

2 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 3 APRILE 2018 01. Editorial; 03. Peak&tip; 06. News; RESISTANT MATERIALS 12. Introduction; 14. Forged products; 54 20. Safe and reliable; 24. A passion for safety; 28. Security at a height; aprile 2018 € 3,90 L’ALPINISTA SOLITARIO MATERIALI 32. News about the construction RESISTENTI Storia ed evoluzione La montagna e delle attrezzature da montagna of climbing technology; 34. Waiting le attrezzature for the Magi; 40. The hidden soul of OGNI GIORNO LE NOTIZIE CAI Poco raccontato, se non in qualche che permettono villages at altitude; 42. A “classic” of biografia, l’alpinista che si confronta di affrontarla in WWW.LOSCARPONE.CAI.IT high-altitude; 48. On the rigdeway; del Club alpino italiano n. 66/2018. Poste Italiane Spa, sped. in abb. Post. - 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano. Prima immissione il 27 febbraio 2018 febbraio il 27 immissione Prima 662/96 Filiale di Milano. - legge 20/b 2 comma - 45% art. Post. in abb. sped. Spa, Italiane Poste 66/2018. n. del Club alpino italiano FACEBOOK  in solitaria con la vetta si misura con 54. The solitary alpinist; 60. :

3,90. Rivista mensile Rivista € 3,90. sicurezza (foto a broken dream; PORTFOLIO 62. Montagne360. Aprile 2018, Aprile 2018, Montagne360. pixabay.com) TWITTER  FLICKR  la montagna ma anche con se stesso. Spring awakening; COLUMS 70. News E spesso lo tiene per sé International; 72. New Ascents; 74. Books.

SOMMARIO IN EVIDENZA ANTEPRIMA PORTFOLIO

01 EDITORIALE 62 PRIMAVERA, IL RISVEGLIO Una stagione che riporta alla luce tutti i colori della 01. Editorial; 03. Peak&tip; 06. 03 PEAK&TIP News; MATÉRIAUX RÉSISTANTS 12. natura e un fotografo – Fabio Beconcini – che, con 06 NEWS Introduction; 14. Produits de forge; zaino e macchina fotografica, ha realizzato un’im- 20. Sûr et fiable; 24. La passion de la ponente documentazione sul territorio sécurité; 28. Garanties en altitude; 32. Nouvelles sur la production MATERIALI RESISTENTI d’équipements d’escalade; 34. En 12 Introduzione attendant les Mages; 40. L’ âme cachée des villages en altitude; 42. Luca Calzolari Un « classique » d’altitude; 48. Sur 14 Prodotti di forgia e di fucina le chemin d’altitude; 54. L’alpiniste Roberto Mantovani solitaire; 60. K2 : une rêve brisé; PORTFOLIO 62. L’éveil du printemps; 20 Sicuri e affidabili RUBRIQUES 70. International; 72. Lorenza Giuliani Nouvelles ascensions; 74. Livres. 24 Una passione per la sicurezza Giovanni Scalambra 28 Una garanzia per la tranquillità in quota 01. Editorial; 03. Peak&tip; 06. News; WIDERSTANDSFÄHIGE Vittorio Bedogni e Davide Rogora MATERIALIEN 12. Einleitung; 14. 32 Novità sulla costruzione dei set Schmiedeprodukte; 20. Sicher und da ferrata zuverlässig; 24. Eine Leidenschaft für die Sicherheit; 28. Garantien in a cura dello Staff CSMT großen Höhen; 32. Neuigkeiten bei der Produktion von Klettersteigset; 34. Warten auf die Heiligen Drei 34 Aspettando i Re Magi Könige; 40. Die verborgene Seele Carlo Crovella von Dörfern in großen Höhen; 42. Ein „Klassiker“ von großen Höhen; 48. 40 L’anima nascosta dei paesi alti 12 MATERIALI RESISTENTI Oggi sono oggetto di ricerche, studi, Auf dem Höhenweg; 54. Der einsame Lorenza Giuliani test, ma le attrezzature tecniche per Alpinist; 60. K2: Der Traum ist vorbei; 42 Una “classica” d’alta quota PORTFOLIO 62. Frühlings Erwachen; la montagna vengono da lontano: KOLUMNEN 70. Internationales; 72. Andrea Caser e Paolo Acler scopriamo il loro passato artigianale Neue Besteigungen; 74. Bücher. 48 Sull’alta via per arrivare a un presente fatto di Simone Bobbio sicurezza e di conformità 54 L’alpinista solitario Franco Perlotto 60 K2, un sogno infranto

PORTFOLIO 62 Primavera, il risveglio 34 CAI LINE otto pagine in diretta dall’associazione Fabio Beconcini approfondimenti sul mondo dell’associazione • aprile 2018 ASPETTANDO I RE MAGI IL CATALOGO UNICO in questo numero DEI BENI CULTURALI DEL CAI

RUBRICHE Nel regno dello sci ripido, dove tre [ p. 1 ] [ p. 4] [ p. 7] [ p. 8]

l patrimonio librario della Biblioteca Nazionale del Cai notizie catalografiche e liste controllate dei nomi di autori, aumenta ogni anno tramite acquisti, scambi e doni, sia enti e opere, nomi geografici e argomenti. Comprende mo- Itra le novità editoriali che nel settore dell’antiquariato. nografie, periodici e altri documenti come fotografie, ex li- Nel 2017 sono entrati in biblioteca, oltre ai numerosi perio- bris, etichette, giochi, musica a stampa, film e registrazioni 70 Cronaca extraeuropea dici, 1211 libri. 400 di questi fanno parte della donazione sonore. Consente inoltre la ricerca nel posseduto cumula- vette portano i nomi dei Re Magi: di Giuseppe Garimoldi, scelti nella sua vasta e prestigiosa tivo e nelle singole biblioteche, gestisce i prestiti e fornisce Il Catalogo Unico Gabriele Bianchi è I bimbi della scuola Un ricordo di Renata collezione, in particolare nel settore viaggi e storia della documentazione tecnica per i volontari», spiega Alessandra fotografia. Tutti gli interessati possono cercare i libri della Ravelli della Biblioteca Nazionale del Cai. «La rapida diffu- Biblioteca Nazionale on line, all’interno del Catalogo Unico sione del Catalogo è stata possibile grazie alla rete BiblioCai dei Beni Culturali del Club alpino italiano (mnmt.comperio. (il Coordinamento nazionale delle biblioteche sezionali ndr) it/biblioteche-cai/Biblioteca-Nazionale), verificare se sono che, tra le altre cose, organizza seminari e corsi sull’utilizzo attualmente in prestito ed eventualmente richiederli, previa di Clavis. Si tratta dello strumento gestionale del Catalogo, registrazione. Nel Catalogo Unico (mnmt.comperio.it) è sta- utilizzabile dalle Sezioni a titolo gratuito. Il prossimo corso è 72 Nuove ascensioni ta creata inoltre un’apposita area per le biblioteche seziona- in programma il 7 aprile a Genova, a cura della Sezione Li- siamo nelle Dolomiti Orientali di Valle li, le quali possono realizzare pagine web personalizzate con gure». Il presidente delegato Gianluigi Montresor sottolinea, dei Beni Culturali il primo presidente del materna scoprono Viviani, scomparsa informazioni, eventi e vetrine tematiche, oltre naturalmente infine, che «attualmente la Biblioteca Nazionale sta conti- a mettere online il proprio patrimonio librario. Attualmente nuando la collaborazione con il Centro Nazionale Coralità hanno aderito circa 70 biblioteche in tutta Italia. Completa per la catalogazione e la digitalizzazione del Fondo Coralità. il catalogo l’area con i materiali del Centro Documentazione Inoltre è impegnata nel collaudo della teca digitale Cai, su e della Cineteca Storica e Videoteca del Museo Nazionale cui presto saranno pubblicate e fruibili liberamente 110.000 della Montagna. «Il catalogo collettivo annovera oltre 78.000 pagine di periodici». • 74 Libri Stretta, un vero scrigno di gemme aprile 2018 • 01 del Cai Centro Nazionale Coralità la montagna lo scorso febbraio sciistiche

4 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 5 NEWS 360 NEWS 360

SPELEOLOGIA Alleanza Italiana Echi sotterranei a cura di Massimo (Max) Goldoni per lo Sviluppo PIANI ETERNI, UN ALTRO CAPITOLO archeologi tedeschi. Le grotte, pur con uno DI UNA GRANDE STORIA sviluppo molto modesto, ci permettono di Questo complesso carsico nel Parco del- attribuire all’Uomo di Neanderthal imprevi- Sostenibile: le Dolomiti Bellunesi (che a inizio anno si ste doti di immaginazione e creatività. estendeva per 37 km, con una profondità di 1052 metri) sta impegnando gli speleologi PROSEGUE LA BONIFICA ALL’ABISSO c’è anche il Cai da molti anni. Nel gennaio del 2018 sono ri- GOUFFRE BERGER prese le esplorazioni ed è stato realizzato un L’appuntamento è in Vercors, Francia, dal 29 nuovo campo avanzato, che potrà agevolare luglio al 20 agosto. Già da alcuni anni, spele- er noi è molto importante essere all’interno di un percor- I 10 PUNTI DELL’APPELLO DI ASVIS le ricerche nelle zone più remote, raggiungi- ologi di tutta Europa si ritrovano per pulire in so che intende dare attuazione ai 17 obiettivi dell’Agenda ALLE FORZE POLITICHE bili solo con molte ore di progressione. profondità l’abisso Gouffre Berger. L’espe- «P 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU. L’Alleanza 1. Inserire nella Costituzione il principio dello svi- Info:gruppospeleologicopadovano. rienza rimanda all’Operazione Corno D’Aqui- promuove valori sui quali il Club alpino si è posizionato da tempo per luppo sostenibile, come già fatto da diversi paesi blogspot.it/2016/01/eterni-piani-eterni. lio che, dal 1988 (trent’anni fa) al 1992 vide mettere la montagna al centro di uno sviluppo sostenibile e rispettoso europei. html centinaia di speleologi impegnati nella do- dell’ambiente e delle tradizioni locali». Con queste parole il Vicepresi- 2. Dare attuazione a una efficace Strategia nazio- Buco Cattivo, Genga, AN (foto G. Zaniboni) cumentazione e nella bonifica della Spluga dente generale Erminio Quartiani commenta l’ingresso del Cai nell’Al- nale per lo sviluppo sostenibile orientata al pieno RECENTI ESPLORAZIONI della Preta, sui Monti Lessini. Furono rimossi leanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che, con i suoi oltre raggiungimento dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, NEI GESSI BOLOGNESI i rifiuti di oltre 60 anni di esplorazioni com- 180 aderenti, è la più grande rete di organizzazioni della società civile da realizzare con un forte coordinamento della Si tratta dell’interessante sistema carsico UNA NUOVA IDEA DELL’UOMO plesse, difficili e spesso molto impattanti. mai creata nel nostro Paese. Ingresso motivato anche dall’impegno Presidenza del Consiglio. della Dolina dell’Inferno (Farneto), e più pre- DI NEANDERTHAL dell’Alleanza a dare attuazione a una Strategia nazionale per lo svilup- 3. Promuovere la costituzione, all’interno del futuro cisamente del complesso Modenesi-Parti- Grazie alla datazione Uranio-Torio, le pitture GENGA (AN) OSPITA L’VIII CONGRESSO po sostenibile, il primo passo per declinare a livello italiano i principi Parlamento, di un intergruppo per lo sviluppo giano. Un affiatato gruppo di speleologi ha in grotta nel sistema della Pasiega in Canta- DELLE GROTTE TURISTICHE e gli obiettivi dell’Agenda 2030 sopracitata. A questo proposito AsviS sostenibile. effettuato nuove operazioni di rilievo topo- bria (SP) risultano realizzate 64.000 anni fa. INTERNAZIONALI ha rivolto un appello a partiti e movimenti politici con la richiesta di 4. Rispettare gli Accordi di Parigi per la lotta ai grafico e ha proseguito l’esplorazione. Sono Un gruppo di conchiglie usate per mescolare L’ISCA (International Show Caves Associa- includere nei rispettivi programmi un decalogo, i cui dieci punti sono cambiamenti climatici e ratificare al più presto le state rilevate oltre 150 metri di nuove dira- i colori è risultato vecchio di 120.000 anni! tion) tiene il suo congresso 2018 a Genga, riportati nel box a fianco. Ora diversi esponenti delle Commissioni Cai convenzioni e i protocolli internazionali già firmati mazioni, caratterizzate da notevoli condotte La datazione, molto più potente e precisa vicino alle Grotte di Frasassi, dal 12 al 18 otto- saranno chiamati a far parte dei vari gruppi di lavoro di ASviS e il So- dall’Italia sulle altre tematiche che riguardano lo fossili. La conoscenza dell’area continua a di quella al Radio-Carbonio, rende possibile bre. Prima e dopo il Congresso, sono previsti dalizio parteciperà attivamente al Festival dello Sviluppo Sostenibile sviluppo sostenibile. crescere aprendo nuove e a volte impreviste attribuire i reperti all’Uomo di Neanderthal, tour riservati ai partecipanti. Le grotte turisti- 2018, in programma dal 22 maggio al 7 giugno in varie parti d’Italia. 5. Trasformare il Comitato Interministeriale per la possibilità. Info: www.gsb-usb.it/articolo/ poiché l’Homo sapiens è giunto nell’area in che, anche in Italia, rappresentano un’impor- L’evento ha l’obiettivo di coinvolgere fasce sempre più ampie della po- Programmazione Economica (CIPE) in Comita- esplorate-nuove-gallerie-fossili-nei-rami-in- epoca successiva. Il sistema di grotte della tante risorsa per divulgare la conoscenza e polazione sui temi della sostenibilità e di stimolare decisori privati e to Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile, feriori-del-complesso-modenesi-partigiano Pasiega fu scoperto nel 1911 da un gruppo di favorire lo studio del mondo sotterraneo. pubblici perché assumano iniziative concrete e rilevanti per migliorare così da orientare a questo scopo gli investimenti le condizioni economiche, sociali e ambientali del nostro Paese. L’edi- pubblici. zione 2018 è molto significativa per l’Alleanza, poiché rappresenterà 6. Definire una Strategia nazionale per realizzare una delle prime occasioni per i rappresentanti del nuovo Governo e del un’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile che si Osservatorio ambiente a cura di CCTAM nuovo Parlamento di impegnarsi pubblicamente sui temi dell’Agenda affianchi a quella già esistente per le aree interne, GESTIRE LE DINAMICHE 2030. La prima edizione del Festival dello scorso anno ha visto l’orga- rilanciando il Comitato Interministeriale per le nizzazione di 221 eventi, che hanno coinvolto tanto grandi città quanto Politiche Urbane. La montagna che amiamo non è uno scenario immutabile, ma è in piccoli paesi mediante conferenze, workshop, seminari, flashmob, ras- 7. Istituire, nell’ambito della Presidenza del Consiglio, continuo mutamento e dinamismo, così come la società che su di segne cinematografiche e spettacoli, affrontando tematiche che vanno un organismo permanente per la concertazione essa si è costituita e sviluppata. Negli ultimi millenni la storia natura- dalla protezione del suolo alla tutela dei diritti, dal lavoro dignitoso con la società civile delle politiche a favore della le e quella umana, attraverso il susseguirsi di crisi e progressi, hanno al risparmio energetico. Nell’arco dei 17 giorni sono intervenuti oltre parità di genere. portato alla formazione del variegato paesaggio montano, con tutta 2300 relatori, tra cui anche alte cariche dello Stato, come il presidente 8. Coinvolgere la Conferenza Unificata per coordinare la sua immensa ricchezza di biodiversità, non solo naturale ma anche della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Pao- le azioni a favore dello sviluppo sostenibile di com- culturale. Aggiungiamo poi il cambiamento climatico, che già modi- lo Gentiloni. Per il Vicepresidente Quartiani, che sarà il delegato Cai petenza dello Stato, delle Regioni e dei Comuni. fica l’aspetto dei luoghi, con l’aumento medio delle temperature e i re buone leggi, magari anche finanziate, ma di non possedere più le all’interno di ASviS, il Sodalizio, con questa adesione, ha confermato 9. Raggiungere entro il 2025 una quota dell’Aiuto problemi dovuti alla siccità. Un contesto complesso che esige una ge- competenze tecniche per applicarle e renderle efficaci. È opportuno, la propria visione di futuro e di sviluppo incentrata sulla sostenibilità, Pubblico allo Sviluppo pari allo 0,7% del Reddito stione accurata e rispettosa sia dei valori ecologici sia di quelli sociali, allora, ripensare a chi deve materialmente gestire il territorio, recupe- quale valore condiviso e imprescindibile per affrontare le sfide globali Nazionale Lordo, coerentemente con gli impegni tra loro strettamente legati. Leggi recenti, come quella a tutela dei do- rare la storia spesso positiva di quanto fatto finora ed eventualmente del nostro paese. assunti dall’Italia di fronte alle Nazioni Unite mini collettivi o il Piano Forestale Nazionale, riconoscono la comples- concepire la nuova struttura in cui le professionalità possano essere Per maggiori informazioni sull’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Soste- 10. Operare affinché l’Unione Europea metta l’impe- sità dell’ambiente montano, ma si scontrano con le modifiche nelle valorizzate. Un giusto investimento per determinare, con le nuove ge- nibile e sul Festival 2018: www.asvis.it ▲ gno per attuare l’Agenda 2030 al centro della sua strutture che fino a ora hanno gestito lo stesso territorio (Province, nerazioni, lavoro qualificato e ottenere o mantenere tutti i benefici di Lorenzo Arduini nuova strategia di medio termine. Comunità montane, Corpo Forestale dello Stato). Si rischia di ave- una corretta e armonica gestione.

6 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 7 NEWS 360 NEWS 360

Una “maratona” a passo lento Al via la 66a Un marchio di qualità tra le colline umbre edizione del per i prodotti della montagna La notizia dal mondo Trento Film a cura di Mario Vianelli Una maratona a mezza quota, non competitiva, da affrontare a passo di Festival Un nuovo logo da utilizzare per le materie prime pro- trekking seguendo i ritmi che la natura impone a ciascun partecipante, venienti da zone montane e per gli alimenti trasfor- immersi in un paesaggio primaverile. Questo è la Fulginiumarathon, che il Spazierà dalle vette delle mati, quando trasformazione, stagionatura e matu- UNA CINTURA INCANDESCENTE Cai Foligno organizza domenica 6 maggio sugli Altopiani Plestini, in Um- Dolomiti alle nevi dell’E- razione avvengono nelle terre alte. Queste le caratteristiche del nuovo marchio bria: un luogo caratterizzato da millenni di storia, da quella dei castellieri verest la 66a edizione del identificativo del regime di qualità “Prodotto di Montagna”, presentato dal Mi- di età arcaica e del centro protourbano del Monte Orve, fino ad arrivare Trento Film Festival, l’even- nistero delle politiche agricole alimentari e forestali il 26 febbraio a Sondrio. Di al Medioevo delle abbazie, dei borghi, delle torri e dei castelli sparpagliati to internazionale dedicato colore verde con una montagna stilizzata, il marchio intende valorizzare il lavoro lungo il percorso. I tre itinerari sono da 10, 28 e 42 km, con dislivelli va- a cinema e montagna in dei produttori delle zone montane, che rappresentano il 17% del totale delle im- riabili da 100 a 800 m, tutti con partenza da Colfiorito. Il primo percorso programma a Trento dal 26 prese agricole italiane e un terzo degli allevamenti. «L’economia agricola della aggira la Palude passando per Forcatura. Il secondo circonda la Palude, aprile al 6 maggio prossimi. montagna è un pilastro fondamentale per la tenuta dei nostri territori, anche attraversa il Piano di Ricciano, passa per Forcatura, percorre il Piano di Come ogni anno sarà proposto un ricchissimo cartellone contro il dissesto idrogeologico. Con il regime di qualità e questo nuovo marchio, Annifo e il Piano di Collecroce, sale a Monte Orve e si conclude a Colfiori- di film e appuntamenti, inaugurato dall’anteprima di Tout i consumatori potranno riconoscere più facilmente dalle etichette le produzioni to. Il terzo percorre parte dell’itinerario precedente ma, invece di salire a là-haut, di Serge Hazanavicius, pellicola francese ispirata e supportare queste attività e il loro valore non solo economico, ma sociale e Monte Orve, prosegue per Col Falcone, attraversa Plestia, Valle Luce, su- alla discesa dell’Everest in snowboard, lungo il Corridoio ambientale», ha commentato il Ministro Martina. pera Cesi, prosegue per Madonna del Piano, Popola, Fraia e arriva sempre Hornbein. La chiusura sarà affidata invece al debutto

a Colfiorito. Info e iscrizioni (entro il 28 aprile):www.fulginiumarathon.it italiano di Resina, pellicola firmata da Renzo Carbonera e Newhall-USGS C.G. Foto ambientata in un Trentino arcaico e affascinante. Paese La presidenza di Eusalp dalla Baviera al Tirolo ospite e protagonista della sezione “Destinazione” sarà L’esplosione che il 19 febbraio ha asportato il Giappone, a cui verrà dedicato un omaggio tra cinema, parte della cima del vulcano Sinabung, a Su- mostre, laboratori ed eventi, per esplorare il volto meno matra, scagliando ceneri e gas fino a quindici noto di uno dei paesi più iconici al mondo. Anche nel 2018 chilometri di altezza, giunge dopo mesi di sono previsti diversi appuntamenti Cai, Socio fondatore intensa attività eruttiva nelle diverse regioni del festival, quest’anno incentrati sull’editoria: innanzitutto della “cintura di fuoco”, che cinge i margini Giuseppe Festa presenterà agli alunni delle scuole e al pub- dell’oceano Pacifico con un arco vulcanico di ERRATA CORRIGE blico il suo libro per ragazzi Cento passi per volare (coedito 40.000 chilometri. Soltanto nelle ultime setti- In relazione a quanto pubblicato sul fascicolo di marzo 2018 di Monta- dal Sodalizio e da Salani Editore). Le varie collane editoriali mane violente eruzioni si sono verificate nelle gne360 a pagina 11, negli ultimi due paragrafi dell’articolo siglato rm e del Club alpino saranno poi al centro di un appuntamento Filippine (vulcano Mayon; nella foto, una colata intitolato “Ci ha lasciato la prima accademica del Cai” la frase “uscirà a con il Presidente generale Vincenzo Torti e la Vicepresidente piroclastica nel 1984), in Indonesia (Agung), in maggio, in concomitanza con l’inaugurazione di una mostra, a Trieste, de- Lorella Franceschini. Infine, Marco Albino Ferrari terrà uno Papua (nell’isola di Kadovar), e poi in Giappo- dicata a Buscaini. Si tratta di un’autobiografia, scritta da Bianca in questi spettacolo incentrato sul nuovo libro di Nan Shepherd La ne, Kamchatka, nelle isole Hawai e Vanuatu e mesi (.....)” deve intendersi come segue: “uscirà in concomitanza dell’As- montagna vivente (coedito da Cai e Ponte alle Grazie), che in Guatemala (Volcan de Fuego), soltanto per semblea dei Delegati del Cai a fine maggio a Trieste. Si tratta di una rac- uscirà proprio in concomitanza del festival, il 26 aprile. citare le più notevoli, che hanno costretto all’e- colta di testi autobiografici scritti da Bianca negli ultimi decenni dagli anni Interverrà, tra gli altri, Robert Macfarlane, autore dell’intro- vacuazione decine di migliaia di persone. Settanta del Novecento (....)”. duzione. Il programma dettagliato del Trento Film Festival L’attività vulcanica ha un ruolo importante nel sarà online dal 10 aprile su www.trentofestival.it Condividere risorse, idee e progettualità, per impostare politiche di sviluppo determinare la composizione e le dinamiche duraturo e sostenibile da cui l’intera Europa possa trarre beneficio. Questo l’in- dell’atmosfera e la comunità scientifica ne stu- tento ribadito da Eusalp, la macroregione alpina in cui vivono circa 70 milioni di dia gli effetti nell’attenuazione degli andamenti Web & Blog persone, il 7 febbraio a Innsbruck, in occasione della cerimonia per il passaggio del riscaldamento globale. In passato enormi di consegne della presidenza dalla Baviera al Tirolo. Fra i temi più “caldi”, che sa- eruzioni hanno modificato il clima dell’intero WWW.PELLEGRINANDO.IT Uno strumento informativo per chi si avvicina per la prima ranno ulteriormente sviluppati nel corso della presidenza austriaca, la gestione pianeta; nel 1815 l’eruzione del vulcano Tam- volta al mondo dei cammini e cerca le informazioni neces- dei trasporti, anche alla luce dell’avanzamento dei lavori sull’asse del Brenne- bora provocò il famigerato “anno senza estate” sarie per affrontare questa impegnativa e straordinaria ro e del previsto spostamento del traffico pesante dalla gomma alla rotaia. Poi a cui fece seguito il calo delle temperature e esperienza. Così l’amministratore, Luciano Callegari, classe ambiente, istruzione e formazione. Gli intervenuti a Innsbruck, fra cui il cancel- l’espansione glaciale della “piccola glaciazio- 1950 di Sarzana (SP), presenta un sito che si incentra prin- liere austriaco Sebastian Kurz e il presidente della Repubblica Alexander Van ne” ottocentesca. L’effetto “rinfrescante” è in cipalmente sul Cammino di Santiago, con le motivazioni che der Bellen, hanno dato un deciso riconoscimento al ruolo delle regioni in seno parte dovuto alle ceneri e alle polveri scagliate spingono ad affrontarlo, i lati positivi e negativi della percor- all’Europa unita. In particolare Van der Bellen, di origini tirolesi, ha citato anche nell’atmosfera, che riducono la radiazione renza da soli o in compagnia, fino ad arrivare alle indicazioni l’Alto Adige e il Trentino per il ruolo che potranno svolgere a fianco del Land Ti- solare al suolo, ma il ruolo principale è svolto pratiche su dove dormire e mangiare, costi, orari e consigli su rolo nel rilanciare la macroregione alpina: «Noi abbiamo una forte esperienza di dall’acido solforico – un gas derivato dall’ani- cosa mettere nello zaino. Nel sito sono pubblicate inoltre le collaborazione transfrontaliera. La mentalità tirolese può contribuire al succes- dride solforosa, espulsa in quantità durante le presentazioni di altri 15 cammini, di cui 12 in Italia e 3 in Euro- so di Eusalp: quando si cresce nel Tirolo si impara a riconoscere la molteplicità eruzioni – che forma un aerosol persistente e pa, oltre a una sezione di notizie sul mondo del pellegrinaggio nell’unità, e anche il contrario, perché ogni valle ha la sua lingua, il suo stile di con notevoli capacità riflettenti. e una con i contributi degli utenti. vita e i suoi costumi».

8 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 9 INFORMAZIONE PUBBLICITARIA La maestosa bellezza Amare la montagna è facile, quando ci si trova al cospetto di vette maestose e di una natura così avvolgente: fare alpinismo in Alto Adige è un’immersione nella bellezza e nell’armonia, è godere di altezze importanti, di panorami incantevoli, di una grande varietà di sentieri e di rocce da affrontare. A completare l’esperienza, l’accoglienza di un comprensorio che vanta specialità locali gustose, che costituiscono l’offerta gastronomica in quota, nei rifugi, dove i prodotti del territorio e le ricette della tradizione costituiscono la ricompensa di una giornata intensa.

Sopra la transumanza in Val Senales (© Katerina Fiser) In alto, passeggiata in quota nel comprensorio di Vipiteno-Racines (© Manuel Kottersteger). Sopra, il rifugio Gino Biasi al Bicchiere, in Val Ridanna, a 3195 metri ( © Max Lautenschläger)

AVVENTURE IN VAL SENALES MAGIE DI QUOTA A VIPITENO-RACINES

Un’escursione guidata da non perdere, effettuabile in estate splendida vista sulle Alpi Venoste. L’area che comprende Vipiteno e Racines offre una deliziosa al Tribulaun, all’ombra dell’omonima parete, a quota 2369 come d’inverno, è quella che attraversa l’affascinante mondo Periodo: metà giugno – metà ottobre (trekking) e dicembre – simbiosi tra città alpina e incontaminato paesaggio naturale m, accanto al laghetto di Sanes, che funge da ottimo punto dei ghiacci perenni e raggiunge il Giogo di Tisa (3210 m), luogo maggio (escursione scialpinistica). di montagna. In estate, gli escursionisti possono godere d’appoggio per le escursioni nelle Alpi dello Stubai e, in di ritrovamento di Ötzi, la mummia dell’uomo di Similaun delle vette panoramiche e delle numerose malghe facili particolare, per la cima del Tribulaun (3097 m). E poi il Rifugio ritrovata nel 1991 in un ghiacciaio di questa valle. L’escursione Altra opportunità è quella di assistere alla transumanza, ovvero da raggiungere. Gli avventurosi arrampicatori potranno Passo di Vizze (2276 m), una struttura nelle Alpi della valle di un’intera giornata segue un variegato percorso lungo il al trasferimento del bestiame dai pascoli di pianura all’alpeggio: raggiungere i più alti rifugi dell’Alto Adige e i sentieri più Zillertal situato al confine con l’Austria. Da questo rifugio si crinale alpino principale, cadenzato da vari punti di interesse si tratta di una tradizione che risale a oltre seicento anni fa, ma impegnativi. Le famiglie con bambini potranno scoprire può partire per diverse escursioni su cime a quota di 3000 m. paesaggistico e archeologico. Il tour offre inoltre la possibilità che è ancora vissuta con partecipazione dalla gente. Questa microcosmi fatti apposta per loro, mentre i vacanzieri invernali Oltre a questi, ecco un elenco di altri rifugi che possono di provare un tratto in cordata e alcuni passaggi su roccia antica usanza è stata riconosciuta come patrimonio culturale troveranno 3 aree sciistiche per famiglie, 100 km di piste da costituire un’eccellente sosta in quota: assicurati da funi metalliche. L’escursione, organizzata ogni immateriale dall’Unesco e, nel caso della Van Senales, si tratta fondo, innumerevoli sentieri invernali e la più lunga pista da • Rifugio Cima Libera martedì da archeoParc, Associazione Turistica Val Senales e dell’unica transumanza transfrontaliera e transglaciale. slittino d’Italia, innevata e illuminata. • Rifugio Cremona dall’Associazione Guide Alpine di Passiria-Senales, necessita Periodo: dal 9 giugno al 9 settembre. In questa area , inoltre, si trovano i rifugi più alti della provincia. • Rifugio Vedretta Pendente di prenotazione. Per i più esperti, c’è anche la possibilità di Il rifugio più alto dell’Alto Adige, in particolare, è il rifugio • Rifugio Europa arrivare fin su, al ghiacciaio del Similaun, accompagnati da una Info: www.senales.it Gino Biasi al Bicchiere: si trova in Val Ridanna a 3195 metri di altitudine. Da visitare anche il Rifugio Cesare Calciati Info: www.vipiteno-racines.it MATERIALI RESISTENTI

Ode all’ascesa Dare forma a un bisogno: la storia delle attrezzature tecniche parte da un’intuizione artigianale e arriva alla produzione industriale. Passando da una poesia di Giovanni Pascoli

a me, da solo, solo con l’anima, di rappresentare un pericolo aggiunto a quelli con la piccozza d’acciar ceruleo, su della montagna. Ma proprio perché anche a que- «Dlento, su anelo, su sempre; spez- gli attrezzi affidiamo la nostra vita, è bene essere zandoti, o gelo». Alla montagna, agli alpinisti e consapevoli. Del loro uso, della loro storia, delle alle loro attrezzature ha attinto Giovanni Pascoli potenzialità e perfino dei rischi. Spesso ci si è do- (La piccozza, in Odi e Inni, 1906) per dar forma mandati com’è possibile che attrezzi così piccoli e all’allegoria della vita. Faticosa, come la salita. così leggeri siano capaci di sopportare pressioni e Un’ascesa esistenziale e intima di un uomo che tensioni così grandi. È anche a queste domande può fare affidamento solo sulle proprie forze aiu- che cerchiamo di dare una risposta. tato anche da attrezzature, come la piccozza, che La leggerezza dell’attrezzatura non corrisponde a fanno parte dell’andare in montagna. Da sempre. un analogo atteggiamento nei test e nei control- Una sorta di protesi del proprio corpo, compagne li. Tutt’altro. Prima di arrivare sul mercato, quei di escursioni e arrampicate. Elementi indispen- prodotti vengono provati e riprovati in qualsia- sabili ed essenziali che hanno origini antiche. si condizione, anche la più estrema. Parliamo Una storia che ha inizio molto prima che il sape- di ramponi, piccozze, funi, chiodi, moschettoni. re degli artigiani cedesse il passo alla tecnologia e Ah, a proposito dei moschettoni, sapete perché si alla produzione industriale. chiamano così? Conoscete l’origine del nome? Se Una storia che ci ha regalato visioni e suggestioni la risposta è no, non imbronciatevi. È più impor- di episodi solo apparentemente irreali. Ma l’uni- tante saperli usare che conoscerne l’etimologia. co elemento di fantasia è nella creatività di chi ha Ma se volete togliervi questa (e altre) curiosità, cercato di dare forma a un bisogno. Come quella non vi resta che leggere lo speciale che segue. dell’uomo che ha forgiato i ramponi attingendo Quello sui “materiali resistenti” è qualcosa in più e piegando al volere della passione, con la forza di un numero tematico. È piuttosto una conces- dell’intelligenza, dei muscoli e del fuoco, un bran- sione, una pausa che tutti noi dovremmo pren- dello di rotaia ferroviaria. Erano i tempi in cui il derci per fermarci a riflettere una volta in più sul peso di un’attrezzatura ti garantiva una migliore senso, sul significato e sulla funzione di ciò che qualità e non rappresentava un problema. Perché quotidianamente usiamo. Un percorso di consa- la priorità era aumentare la sicurezza. Quel peso pevolezza che il Club alpino italiano ha avviato era più facile da sopportare se grazie a quelle at- più di trent’anni fa e che continua ancora oggi. trezzature era possibile compiere l’impossibile. O Perché se è vero che anche troppa attrezzatura almeno così sembrava. Dal più essenziale utilita- può costarci la pelle, è altrettanto vero che l’as- rismo, le attrezzature hanno assorbito col tempo senza di quella stessa attrezzatura potrebbe – ol- i vizi della moda. E così, sbagliando, c’è ancora tre che mettere a rischio la vita – negarci soddi- oggi qualcuno che pensa di essere un grande al- sfazioni e imprese inimmaginabili. pinista solo se ha indosso o con sé i materiali più E per finire ancora una strofa da La piccozza: «E innovativi offerti dal mercato. Ma l’attrezzatura, salgo ancora, da me, facendomi da me la scala, per quanto tecnologicamente avanzata e realizza- tacito, assiduo; nel gelo che spezzo, scavandomi ta con materiali futuribili, se non utilizzata cor- il fine ed il mezzo». Buona lettura. rettamente e con coscienza, rischia addirittura Luca Calzolari

12 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 13 MATERIALI RESISTENTI • STORIA

Oggi argomento di studi, prove e ricerche, ramponi, Prodotti di forgia piccozze, chiodi e moschettoni hanno un passato artigianale di cui pochi ormai si ricordano e di fucina di Roberto Mantovani - foto Museo Nazionale della Montagna di Torino

14 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 15 MATERIALI RESISTENTI • STORIA

Nelle pagine precedenti, Gran Paradiso. Tecniche di scalata, progressione su ghiaccio e sondaggio di un crepaccio, 1910 circa (foto Pier Italico Taviani)

A sinistra, tra i seracchi del Gran Paradiso, 8 agosto 1907 (foto Cristina Salvetti)

A destra, Caucaso, 1958 (foto Vilém Heckel)

on è necessario essere dei vegliardi, di- alta quota, sul ghiaccio e sulla neve, «calzati di suole sfatti dal peso degli anni, per ricordare piatte ricavate da pelli di bue non conciate simili a N l’attrezzatura con cui si scalava un tem- cimbali (piatti) e muniti di ferro». Di più: Coolid- po. È sufficiente essere degli ex ragazzi degli anni ge racconta anche che Douglas William Freshfield, ’50, che già si scopre di essere dei buoni testimoni futuro presidente dell’Alpine Club, al termine delle del passato e si rivedono con gli occhi della men- sue peregrinazioni caucasiche negli anni Ottanta te i vecchi zaini, oltre a corde, piccozze, rampo- dell’Ottocento, era tornato a Londra con uno di ni, chiodi e moschettoni vecchia maniera (nut, quei ramponi, «ritrovato in una tomba antichissi- hexcentric e friend, no: quelli stavano ancora e ma nei pressi di Vladikavkas (oggi la capitale della solo in mente Dei…). Repubblica autonoma dell’Ossezia settentrionale Le corde di nylon? A quanto si dice, sono arrivate - Alania, n.d.a.)». Un attrezzo «che presenta una tardi, nel secondo dopoguerra, e si sono diffuse len- grande somiglianza con quelli usati dagli chamo- tamente. Neanche Bonatti, per dire – che era Bo- niardi nel XVIII secolo». natti – sul Pilastro sud ovest Dru le aveva tutte in sintetico (una delle due, pesantissima, era in seta). ESERCIZI DI MEMORIA Ed era già il 1955. La memoria dei ramponi è dunque una memoria E i ramponi? Quelli, poi, che storia… Per indicar- di lunga durata, che attraversa secoli di storia. In- ne l’origine, nella sua introduzione al De Alpibus vece la nascita del rampone moderno, per quanto Commentarius, di Josias Simler, uscita a Grenoble avvolta nella mitologia dell’alpinismo dei pionie- nell’ottobre del 1904 (Josias Simler et les origines ri, è una vicenda relativamente vicina a noi, e ha de l’alpinisme jusqu’en 1600), W.A.B. Coolidge cita come riferimento . Risale al 1908, addirittura Strabone, lo storico e geografo greco ed è attestata da fotografie e disegni. Le prime nato e vissuto alcuni decenni prima di Cristo. Che non aveva mai visto calzature dotate di punte di metallo, ma ne aveva ricevuto notizia da Teofano di Mettere le mani tra la vecchia Mitilene, uno storico romano di origine greca, suo attrezzatura alpinistica è sempre contemporaneo. Quest’ultimo aveva fatto con Pom- peo la guerra contro Mitridate, e raccontava che, un’emozione. Tra la ferraglia si nel Caucaso, i montanari locali si muovevano in nascondono storie belle e affascinanti

16 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 17 MATERIALI RESISTENTI • STORIA

appartengono all’archivio della famiglia Grivel; i non fosse che fa aumentare ancora di più il peso del In basso a sinistra, gli disegni sono quelli dell’ingegner , rampone. Che fare, dunque? Nel 1933 in Valle d’A- attrezzi necessari a di Londra (padre tedesco e madre inglese), classe osta si corre il primo Trofeo Mezzalama, dal Colle una scalata, 1930 circa (foto ) 1859, tra i fondatori del Climber’s Club e innovatore del Teodulo alla capanna Gnifetti, con traguardo e Cav. Claudio Perotti degli attrezzi da ghiaccio (i ramponi, appunto, e la d’arrivo a Gressoney. Lassù, ad alta quota, bisogna di Crissolo, 1890 circa piccozza corta, 85 centimetri e utilizzabile con una muoversi il più leggeri possibile. Così gli atleti della (foto Guido Rey) sola mano, al posto dei vecchi modelli, alti 120-130 Scuola Militare Alpina di Aosta, prima della gara, centimetri, che per il lavoro d’intaglio dei gradini si si recano in pellegrinaggio all’officina di Dolonne, A destra, Repubblica Ceca. Ceský Ráj, anni manovravano con due mani). con la speranza di ricavare qualche escamotage per Sessanta (foto Vilém In Valle d’Aosta è tuttora vivo il ricordo del modo in ridurre il peso dei ramponi. A quel punto Aimé, un Heckel) cui nacque quel primo rampone moderno. Talmen- altro dei Grivel, scende a valle, fa una capatina alle te moderno e indovinato che, trascurando la varia- acciaierie della Cogne e torna casa con una lamiera bile del peso e l’aggiunta delle due punte anteriori, d’acciaio leggera, robusta e capace di grandi presta- nella sostanza non si discosta granché dagli attrezzi zioni anche a spessori ridotti. Morale: di lì a poco di oggi. ecco saltar fuori i primi ramponi leggeri, gli antesi- Stando ai racconti vocali, Eckenstein arrivò con il gnani degli attrezzi che si usano oggi. suo bel progetto a Dolonne, ai piedi del Mont Che- tif, dove Henry Grivel esercitava la professione di PICCOZZE, MOSCHETTONI E TUTTO IL RESTO fabbro. Punto sul vivo dalla richiesta dell’inglese, Ma attenzione: nella nostra chiacchierata mancano tutto sarebbe una storia lunghissima. Un’ultima Henry raccattò un pezzo di rotaia ferroviaria, lo rese all’appello altri attrezzi. Prima fra tutti, la piccozza, chicca, però, non guasta. Riguarda i moschettoni. I incandescente sulla forgia alimentata a carbone e, la cui forma, dai primi modelli ad ascia agli attuali, manuali di storia raccontano che furono introdotti con un’infinita mitragliata di colpi di maglio, lo tra- progettati per la piolet-traction, ha subìto infinite nell’attrezzatura alpinistica nel periodo anteceden- sformò in un laminato. E poi, ancora, giù altri colpi variazioni. Le picche dei pionieri erano ricavate te la prima guerra mondiale. Tutto vero. Dülfer, di martello sull’incudine, fino alla nascita definitiva dalla fucinatura di una bandella di acciaio da rota- Fiechtl e Otto Herzog, che li avevano subito adotta- di un rampone nuovo, elegante, solidissimo. E pe- ia. In seguito, per irrobustirne il becco, si pensò di ti, se li erano procurati dall’armamentario dei pom- sante. Roba da un chilo e mezzo. Ma a quel tempo il dividere quest’ultimo in senso verticale, inserire tra pieri. L’origine dei moschettoni, però, è più vecchia peso non era un problema, a fronte della sicurezza le due parti uno spezzone di durissimo acciaio da di almeno un secolo. Basta soffermarsi sul nome garantita dal nuovo attrezzo. scure, e poi assemblare il tutto mediante “bollitura”. dell’attrezzo, per indovinare. Infatti, i primi aggeggi La storia però non finisce lì. Già solo vent’anni più Un trucco che funzionava bene ma che, visto con a sgancio e aggancio rapido erano anelli metallici tardi si capisce che il rampone a dieci punte (quello gli occhi di oggi, sembra roba da neolitico. Anche impiegati per collegare e scollegare velocemente la del 1908) non è più sufficiente. I migliori ghiaccia- perché, con il tempo, si sono affacciati sulla scena bandoliera dei fucili (moschetti). tori hanno bisogno di un attrezzo più performante. acciai nuovi, e dalle prove delle fucine artigiane si è E infine, resta da dire dei chiodi da roccia. Che all’o- E allora ecco che Laurent Grivel, uno dei tre figli di passati alla ricerca e alla produzione dell’industria, rigine erano semplici fittoni, o cavicchi. E solo in Henry, aggiunge all’attrezzo altre due punte frontali con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. seguito diventarono veri chiodi. Fecero la loro com- e crea il “dodici punte”. Una gran bella invenzione, E il resto della chincaglieria alpinistica? Raccontare parsa in Dolomiti, come prodotti artigianali di fuci- na, nel 1899. Li impiegarono per primi Ampferer e Berger durante la scalata del Campanile Basso, nel gruppo di Brenta. Poi, stagione dopo stagione, una modifica dopo l’altra, sia nella forma sia nella mate- ria prima, sono arrivati fino a noi. E anche se oggi in falesia hanno ceduto da tempo lo scettro agli spit, in montagna continuano a fare il loro dovere. Sempre che li si sappia usare come si deve, ché chiodare la roccia è un’arte con un numero sempre più esiguo di maestri. Insomma, gratta gratta, mettere le mani tra la vec- chia attrezzatura alpinistica è sempre un’emozione. Tra la vecchia ferraglia si nascondono storie belle e affascinanti. Vicende che l’avvio della produzione seriale di attrezzi continuamente rinnovati sono SPORTIVA, DINAMICA, INNOVATIVA – state relegate un po’ troppo in fretta nel dimentica- MOVING FORWARD. toio. Roba da Jurassick Park, direte voi, che osser- vate le cose con il dovuto disincanto. Forse sì, ma MADDOX GTX® LO | All Terrain Sport www.lowa.it perché destinare tutto alla rottamazione, senza il minimo ripensamento? ▲

18 / Montagne360 / aprile 2018 MATERIALI RESISTENTI • AZIENDE

LA PRODUZIONE CAMP, Cassin, Climbing Technology CAMP: LE FASI PER ARRIVARE ALLA SICUREZZA Sicuri e affidabili (Aludesign), Kong, Grivel, Beal, Petzl I TEST sono alcuni dei nomi che, come ben Ci sono essenzialmente tre tipi di test: sanno i frequentatori della montagna, • Test sul terreno: i prodotti vengono usati nelle condizioni più varie, dalle falesie sul L’evoluzione dei materiali tecnici, la ricerca per farli diventare sempre sul mercato delle attrezzature tecniche mare alle grandi pareti himalayane. Gli atleti che collaborano con noi – alpinisti, più efficienti, passa attraverso i test, gli investimenti, il talento di tante offrono buone garanzie di qualità. climber, scialpinisti, guide alpine – provano per mesi gli attrezzi per portare i loro Una fra le aziende tecniche più antiche feedback ai tecnici del nostro ufficio Ricerca & Sviluppo aziende, che da anni lavorano per ridurre al minimo i rischi che si possono è Grivel, che è stata fondata nel 1818 • Test di laboratorio: si tratta di prove, obbligatorie per legge, che consentono di ap- a Courmayeur e che ha realizzato il porre sui prodotti il marchio CE. Prima di uscire sul mercato, ogni nuovo prodotto incontrare in montagna primo paio di veri ramponi da alpini- viene testato in laboratori specializzati e approvati dall’Unione Europea. Soltanto i smo, su progetto dell’ingegnere Oskar prodotti conformi alle norme EN possono essere posti in vendita. Eckenstein, nel 1909. E fu proprio Lau- • Test di fatica: sono test di laboratorio particolarmente importanti, che simu- rent Grivel, nel 1929, a inventare i ram- lano le sollecitazioni a cui un prodotto viene sottoposto nel corso di una sua poni a 12 punte. Per restare nell’ambito “vita standard”. Ad esempio, nel caso dei moschettoni, si utilizza una macchina dei primati, va anche ricordato che le che testa l’apertura e la chiusura della leva, totalizzando un altissimo numero tre più alte montagne del mondo, Eve- di cicli (aperture/chiusure) per simulare un utilizzo del prodotto molto supe- rest, K2, Kangchenjunga, sono state sa- riore alla media reale. lite per la prima volta con attrezzature Grivel. A dimostrazione che la qualità e I LABORATORI la sicurezza hanno un mercato sempre Il ciclo industriale è strutturato in questo modo: florido, oggi il 92% della produzione • Raccolta di feedback da atleti, guide alpine, clienti e distributori in tutto il mondo dell’azienda (che al momento conta 25 sulle performance dei prodotti. dipendenti) viene esportato in 51 paesi • Identificazione delle migliorie possibili a un prodotto esistente oppure delle carat- al mondo. teristiche di un nuovo prodotto. Anche le origini di Kong partono da • Elaborazione teorica e disegno tecnico. lontano: esattamente nel 1830, in un’of- • Creazione di uno o più prototipi per valutare il prodotto a 360°. ficina meccanica situata ai piedi delle • Test sul terreno dei prototipi. Alpi lombarde, dove Giuseppe Bonai- • Affinazione delle caratteristiche e dei dettagli del prodotto in diversi step di dise- ti diede inizio alla storia dell’azienda, gno – prototipazione – test. scrivendo pagine importanti del Made • Test presso i laboratori approvati dall’UE per ottenere il certificato CE in . L’attenzione per la massima • Definizione delle quantità da lanciare in produzione e comunicazione con le strut- protezione delle vite umane, insieme ture produttive/fornitori per impostare il programma di produzione ai sogni di questi uomini che scalano creste, pareti e spigoli di roccia, ha por- GLI STUDI tato Bonaiti – anche in questo caso – a Gli studi più interessanti/particolari svolti di recente sono stati test di fatica su mo- esportare in tutto il mondo la sua filo- schettoni e ramponi. Abbiamo inoltre collaborato con centri di ricerca e università, sofia e i suoi prodotti. In particolare, i come nel caso del progetto Sospesi (in collaborazione con l’Università degli Studi di suoi moschettoni, da anni divenuti un Milano-Bicocca) sugli effetti negativi della sospensione prolungata in imbracatura e punto di riferimento per chiunque pra- sulle migliorie da apportare alle imbracature per ridurre questi effetti. tichi discipline che hanno a che fare con la dimensione del verticale. Nel 1977 l’azienda Bonaiti ha cambiato nome in Kong, ma l’impronta dichia- rata rimane sempre la stessa: “Essere riguardare le foto d’epoca, tempi e anche le foto raccolte e cataloga- possibile disagi e pericoli. Pionieri, vi- produttori di sicurezza dove il rischio è chiunque abbia una minima te dal Museo Nazionale della Montagna sionari, pragmatici, amanti delle scala- protagonista”. Aconfidenza con la montagna si di Torino. te che con il tempo hanno dato vita ad L’intero ciclo di produzione, dalla pro- sarà chiesto, almeno una volta: ma come Ma partendo da quel sogno, arrivare in aziende e che rappresentano un punto gettazione al confezionamento, avviene facevamo? Ma come era possibile? cima, ci sono stati appassionati di mon- di riferimento per chiunque si muova all’interno dei 10.000 mq dello stabili- Affrontare le vette, la fatica, le intem- tagna, imprenditori illuminati e tecnici tra ferrate, roccia e ghiaccio. A esse si è mento – 80 dipendenti – di Monte Ma- perie con quelle giacche a vento e con che hanno dedicato tempo, risorse ed affiancato il Cai, che dagli anni Sessanta renzo (LC) Italia, dove ogni DPI viene quegli scarponi ci pare incredibile, una energie per far sì che le attrezzature ha dato il via alle prove sui materiali de- testato pezzo per pezzo. sfida nella sfida, un azzardo epico. E lo evolvessero, per rendere il rischio sem- dicati all’alpinismo con il Centro Studi, La storia di CAMP, altra azienda leader era, come ci raccontano le cronache dei pre più esiguo, per eliminare per quanto diventato poi CSMT. nel settore dell’attrezzatura outdoor, è

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Dolomiticert: protetti e certificati

Dolomiticert nasce una decina di anni fa dall’e- sperienza consolidata di Certottica – Istituto italiano di certificazione dei Prodotti Ottici e punto di riferimento per il Distretto – come risposta alle esigenze del settore sportivo. Dolomiticert, infatti, è un Ente Notificato a Bruxelles (NB 2008), autorizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali al rilascio di attestati di conformità per la certificazione CE cominciata nel 1889, in una piccola of- 22 e Photon. Nel 1993, con una scelta materiali vengono testati diverse volte dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) ficina di Premana, tra le montagne lec- strategica lungimirante, è una delle pri- prima di lasciare lo stabilimento. Par- di II e III categoria, per le categorie di prodotto chesi, con Nicola Codega e i suoi lavori me aziende del settore outdoor a ottenere lando di connettori, che sono il cavallo da capo a piedi, a esclusione dei protettori per in ferro battuto. La bottega passò poi al la certificazione ISO 9001, che significa di battaglia dell’azienda, vengono se- l’occhio. In più è Ente Notificato e laboratorio figlio Antonio che, agli inizi del Novecen- capacità di mantenere elevati standard guiti questi step: il controllo della ma- di prova accreditato “Accredia”, con numero di to, sviluppò l’attività. Antonio cominciò a qualitativi a garanzia dell’utilizzatore fi- teria prima in entrata (test delle barre accreditamento rispettivamente 146Be e 1539 realizzare splendide inferriate per le chie- nale. La crescita prosegue con l’acquisi- di alluminio, acciaio al carbonio, acciaio e uno dei pochi laboratori al mondo accreditato se veneziane e quindi, nel 1920, le prime zione dell’azienda di , nel inossidabile, ottone); le caratteristiche dall’Uiaa (Unione Internazionale delle Asso- piccozze. La decisione di puntare tutto 1997, e con una distribuzione sempre più meccaniche devono essere conformi alle ciazioni di Alpinismo), e abilitato, per tutte le sull’alpinismo arrivò dopo la Seconda capillare e massiccia in tutto il mondo. La specifiche tecniche. Poi si passa al con- protezioni relative all’alpinismo, a rilasciarne il guerra mondiale, con i figli di Antonio e gestione di CAMP resta tuttavia famiglia- trollo dei componenti semi-lavorati (cor- marchio in conformità con gli standard dell’as- la conoscenza di Riccardo Cassin. Il gran- re, con un ruolo sempre più importante pi e leve); test pezzo per pezzo robotiz- sociazione. Oltre all’attività di certificazione, de alpinista si rivolse a CAMP (che oggi dei pronipoti del fondatore. La quarta ge- zato dopo la fase di assemblaggio corpo/ Dolomiticert opera in altre tre aree: europro- significa “Concezione Articoli Montagna nerazione della famiglia Codega, affian- leva; i connettori vengono trazionati uno gettazione, normazione e, in stretta sinergia Premana” ma, in origine, era l’acronimo cata da un team di giovani collaboratori, a uno a circa il 60% del carico marcato, con lo staff di Certottica, formazione. I tecnici di “Codega Antonio Metilde Premana”) prende definitivamente le redini dell’a- restando ovviamente nel campo della Dolomiticert puntano all’innovazione di prodot- per la produzione delle famose piccozze zienda nel 2004 e nell’ultimo decennio deformazione elastica; questo permet- to e di processo: per questo conducono studi col suo nome. Per i quattro fratelli della sono stati loro a portare i prodotti CAMP te di verificare l’assenza di macro-difetti su materiali, componenti e prodotti innovativi, terza generazione dei Codega, l’incontro in 80 paesi del mondo aprendo filiali ne- strutturali. A questo punto si passa ai test con l’ausilio delle sofisticate apparecchiature determinò una svolta aziendale decisiva. gli Stati Uniti e in Russia. pezzo per pezzo effettuato da operatori, implementate nel laboratorio. Dalle torri di ca- L’esordio internazionale arrivò nel 1968 che controllano la presenza di eventuali duta al campo prove esterno dedicato alle linee alla fiera di Colonia e, negli anni Settanta, L’INNOVAZIONE E LA QUALITÀ difetti estetici e la fluidità delle parti mo- vita, passando per banchi di prova, strumenta- fu un crescendo senza posa, con l’instau- L’innovazione CAMP è garantita dal mo- bili (collaudo di leva e ghiera). Infine, per zioni meccaniche ed elettroniche, sensori “fuori rarsi di stretti legami tra CAMP e perso- dernissimo Centro R&D, inaugurato nel ogni lotto di produzione vengono effet- macchina” gestiti da sistemi di acquisizione naggi di primo piano nel settore dell’at- 2006 letteralmente sopra la storica strut- tuati test distruttivi su un certo numero all’avanguardia, camere per l’invecchiamento e trezzatura alpinistica. La parola d’ordine, tura produttiva di Premana. Dal Centro di esemplari, per verificare che i carichi il condizionamento dei dispositivi: questi sono valida ancora oggi, fu subito innovazio- R&D, vero cuore di CAMP, sono usciti effettivi siano superiori ai carichi mar- parte dei macchinari a disposizione dello staff ne, col lancio sul mercato di attrezzi come prodotti al top di gamma come la piccoz- cati. Ogni connettore certificato riporta dell’Istituto. la leggendaria piccozza Hummingbird, za X-Dream, i Tricam Evo, i moschettoni nella marcatura laser un numero seria- L’Ufficio Europrogettazione, dal canto suo, la prima al mondo con testa modulare. Photon e Dyon, l’imbracatura Flash, lo le univoco che permette di tracciarne la presenta proposte progettuali tarate ad hoc e le Negli anni Ottanta l’azienda prosegue zaino Skin e l’intera linea Essential. Nu- storia, dalla materia prima usata, a chi ha contestualizza negli ambiti idonei: dai bandi re- il suo sviluppo e apre la filiale francese. merosi poi gli attrezzi che hanno ottenu- svolto le varie lavorazioni, dagli esiti dei gionali, alla cooperazione transfrontaliera spin- La collaborazione con alpinisti di punta to prestigiosi riconoscimenti. La piccozza test distruttivi di quel lotto di produzione gendosi alle sinergie internazionali. Ricordiamo quali Renato Casarotto, , Corsa Nanotech è addirittura esposta al agli esiti delle ispezioni periodiche. i progetti recenti, sviluppati in ambito Interreg, Patrick Berahult e Patrick Edlinger porta Deutsches Museum di Monaco di Bavie- I test distruttivi avvengono in due macro come Saferalps, dedicato alle vie ferrate, che allo sviluppo di prodotti all’insegna del- ra per il suo straordinario design. Sempre aree: quella per i test dinamici (una torre ha portato alla realizzazione della “Ferrata della la massima leggerezza. Fondamentale per restare nell’ambito delle esposizioni di 8 metri da cui vengono eseguiti i test memoria” in ricordo delle vittime del Vajont, o in questo senso è la ricerca sui materia- lusinghiere, una piccozza Grivel è nella dinamici di caduta e di misurazione del l’AlpSporTec, finalizzato allo studio delle corde li, con la pionieristica adozione di leghe collezione del MOMA di New York. carico di rottura a seguito di un impat- da alpinismo e del loro consumo. In sostanza, d’alluminio di derivazione aeronautica Ma per garantire la sicurezza di un ele- to) e quella per i test statici (sulla rottu- Dolomiticert, che ha sede a Longarone (Bellu- che, nel 1987, permettono di lanciare sul mento, di un attrezzo, la strada è lunga ra del pezzo e di misurazione del carico no) lavora a 360° in favore della montagna in mercato il famoso moschettone da 33 e complessa. Per averne un’idea, ecco di snervamento e del carico di rottura a cui è circoscritto. grammi, anticipatore degli attuali Nano i processi messi in atto da Kong, dove i seguito di un trazionamento lento). ▲

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A sinistra, prove di acchiudere Giuliano Bressan in una defi- trattenuta in crepaccio nizione è opera complessa e al tempo stes- (Monte Bianco) per so ambiziosa. E in ogni modo non esausti- Una passione confronto nodi bloccanti R va. Perché incorniciare dentro poche parole il suo A destra, la Torre per i amore per la montagna, la sua vita “in salita” – oltre test e gli stage (Centro 1200 scalate su tutto l’arco alpino, a cui si somma- per la sicurezza Sportivo F. Raciti, no svariate spedizioni alpinistiche in America del Padova) Sud, Stati Uniti e Africa – che lo ha visto sempre protagonista nelle vesti di alpinista, accademico, Conversazione con Giuliano Bressan sulla storia, scrittore, e ancora fotografo, istruttore nazionale di Alpinismo e membro del Soccorso Alpino, è un po’ l’evoluzione, le ricerche del CSMT (che lui ha guidato come riassumere le mille pagine di un romanzo in una paginetta di quaderno. Si può fare, certo, ma dal 1999 al 2016), il Centro Studi Materiali e Tecniche fuori resta un intero mondo. Un mondo che, nel del Cai, che da cinquant’anni si occupa dello studio delle caso di Bressan è fatto di tante persone e tanti luo- ghi, infiniti incontri e infinita passione. E, soprat- problematiche legate alla sicurezza in montagna e in parete tutto, di montagne a 360°.

di Giovanni Scalambra LA STORIA DEL CSMT Quando si parla di sicurezza legata all’attività al- pinistica e all’arrampicata, e più nello specifico del Centro Studi Materiali e Tecniche del Cai, Bressan, uno dei membri fondatori della struttura, di cui è stato presidente dal 1999 fino al 2016, è la persona giusta. Voce affabile e gentile, memoria prodigiosa che inanella date, nomi e aneddoti con precisione centrale denominato Commissione materiali e tec- enciclopedica, Bressan ci tuffa in un viaggio nel niche, con Bisaccia presidente, la cui attività viene tempo pieno di aneddoti, spunti e riflessioni. svolta sin da subito in stretta collaborazione con l’a- «Quando è partito tutto? Siamo nel 1967, ormai naloga Commissione UIAA (Unione Internaziona- cinquant’anni fa. Durante il 7° Congresso degli le Associazioni Alpinistiche). Come base operativa Istruttori Nazionali di Alpinismo a Verona nasce viene scelta la palestra di roccia di Campo dei Fio- l’idea di dar vita a una struttura che si occupi dello ri, a Varese, e già nei primi mesi di prove, lavoro e studio, teorico e pratico, delle problematiche lega- confronto, principalmente sulle assicurazioni e sui te alla sicurezza nella progressione in montagna e nodi, i risultati sono importanti». in parete. Il primo gruppo di lavoro è formato da Il mezzo barcaiolo è ancora oggi uno dei nodi più Giuseppe Dionisi, Bepi Grazian e Antonio De Toni, noti nell’alpinismo. Permette di frenare e poi bloc- nomi che hanno fatto la storia delle scuole di alpi- care l’eventuale caduta del capo cordata o assicurare nismo in Italia. Dopo un anno fertile di proposte, dall’alto l’alpinista che lo segue. Il mezzo barcaiolo valutazioni e studio, si costituisce ufficialmente una nasce proprio grazie alle prove svolte nella palestra Commissione al cui coordinamento viene chiamato di roccia di Campo dei Fiori di quel periodo. Mario Bisaccia. Alpinista, istruttore, sperimentato- «Negli anni Sessanta e nei primi Settanta – rac- re, divulgatore, fondatore della Scuola d’Alpinismo conta Bressan – gli argomenti principali di studio del Cai, e tanto, tanto altro, Mario ha rappresentato erano la progressione su roccia e ghiaccio e l’assi- e sempre rappresenterà una delle figure più signifi- curazione dinamica. Da un’intuizione di Franco cative del Cai, e anche in questa nuova e ambiziosa Garda, a cui hanno portato il loro basilare contri- avventura porta la sua straordinaria esperienza e buito Pietro Gilardoni e Mario Bisaccia, è nato il il suo inesauribile entusiasmo. Nel 1970 il Consi- mezzo barcaiolo, da subito adottato come ‘sistema glio Centrale del Cai istituisce un organo tecnico italiano’ di assicurazione e ancora oggi riconosciuto a livello internazionale fra i più validi freni per as- sicurazione dinamica. Passare da un’assicurazione «L’amore per la montagna è la prima sul corpo umano, l’unica che esisteva sino a quel cosa. Senza quella passione, che ci momento, a una sul punto fisso, è stata una piccola rivoluzione, che ha fatto evolvere enormemente an- ha unito e continua a unirci, nessun che la tecnica di arrampicata. Successivamente gli risultato sarebbe stato raggiunto» studi si sono spostati verso lo sviluppo delle norme

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Da sinistra, dimostrazione di specialistici, ma è un grande appassionato di mate- Senza quella passione, grande, potente, che ci ha uni- assicurazione dinamica riali, di arrampicata, e ha voglia di mettersi in gioco. to e continua a unirci, nessuno dei nostri risultati sa- (1979) e il Laboratorio L’amore per la montagna deve essere la prima cosa. rebbe stato raggiunto». ▲ del Centro Studi

Storia, evoluzione e studi

1967 Nel corso del VII Congresso I.N. s’ipo- (1996-’97) e gli effetti del con- 2004 Indagine su un campione esteso di tizza l’istituzione di un Centro Studi per tenuto di acqua e del ghiaccio incidenti e sui relativi sistemi di as- l’attuazione di prove pratiche sulle tecni- (1996-’98) nel ridurre la resisten- sicurazione adottati. I risultati sono che e sui nuovi materiali; a tale scopo si za di una corda. Lo studio delle stati presentati ad Arco nell’ottobre costituisce un gruppo di lavoro costituito problematiche legate al degrado 2004 nell’ambito del congresso da De Toni, Dionisi e Grazian. delle corde e i progressi compiuti “Metodi di assicurazione in monta- nelle ricerche sono stati illustrati gna e falesia: tecniche e problemi”. 1968 È costituito il Centro Studi al cui nell’ambito di un congresso a I convegni si sono svolti in collabo- relative alla resistenza degli attrezzi, prima corde e casa nel nuovo Laboratorio del Centro Studi, uffi- coordinamento sono chiamati Bisaccia, partecipazione internazionale razione con la Scuola Centrale di moschettoni, poi piccozze, con prove di arresto di cialmente inaugurato il 6 dicembre di quell’anno Chierego, Dionisi, Gilardoni, Masciadri e “Nylon and ropes for Mountaine- Alpinismo e con la Commissione caduta su pendii in neve, e ancora viti da ghiaccio, dal Presidente Generale Annibale Salsa». Ramella, con l’incarico di iniziare le prove ering and Caving” Torino - marzo Tecnica Nazionale dell’AGAI. chiodi da roccia, dissipatori, sino alle dimostrazioni Ma per lavorare sulle problematiche della sicurezza sui materiali alpinistici nella palestra di 2002, patrocinato dall’UIAA e fondamentali di assicurazione dinamica e alla na- occorre tenere presente un numero elevatissimo di roccia di Campo dei Fiori (Varese). organizzato dalla CCMT con la 2007 Inaugurazione (domenica 1o aprile), scita delle mezze-corde». variabili, non sempre replicabili in laboratorio. collaborazione dell’Istituto di nell’ambito del Corso per Istruttori «Il Centro Studi Materiali e Tecniche, che dal 2009 1969 Prende felicemente avvio il Centro Studi Chimica dell’Università di Torino di Alpinismo del Cai VFG, della nuova I PRIMI LABORATORI, I PRIMI TEST è subentrato alla Commissione, esegue prove in con prove effettuate sul comportamento e della Sezione di Torino del CAI. sede della Torre situata nell’area del Un apporto fondamentale all’attività, spesso pione- laboratorio e in ambiente. Se le prime sono abba- dei nodi in uso per l’autoassicurazione. Centro Sportivo F. Raciti. Inizio stu- ristica, del Centro è stato dato dall’ingegner Carlo stanza standardizzate, perché vengono utilizzate 1970. Il Consiglio Centrale del Cai isti- 1996- Studio svolto in sintonia con la dio sperimentale, attualmente in cor- Zanantoni, personaggio chiave per l’ideazione di attrezzature appositamente predisposte, per le se- tuisce ufficialmente in Organo Tecnico 1997 Scuola Centrale di Alpinismo so, del comportamento delle corde molte delle macchine che hanno permesso di testa- conde c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Scelta Centrale la “Commissione Materiali e riguardante il confronto relativo su spigoli di roccia, ricerca di grande re materiali e tecniche. che ovviamente dipende dal materiale che si deve Tecniche” di cui fanno parte gli stessi all’uso dei due tipi di imbracatu- interesse perché analizza il mecca- «Nel 1975, in seguito alla scomparsa di Bisaccia testare. Per valutare il comportamento della perso- componenti del Centro studi, con Pre- ra, correntemente denominati nismo per cui, nella quasi totalità dei durante un’esercitazione UIAA in Caucaso, la pre- na con imbracatura bassa e combinata, ad esempio, sidente Bisaccia, delegato dell’UIAA in “bassa” e “combinata”. casi, avvengono poi le rotture delle sidenza viene assunta da Carlo Valentino, allora Co- sono stati fatti test alla Torre di Padova, al Passo seno alla Commissione di Sicurezza. corde sul terreno d’impiego. mandante della Scuola Alpina Guardia di Finanza, Rolle e sul Monte Bianco, per la tenuta delle viti su 1976. Norme sulle piccozze – prove di 1999- Studio sul confronto fra l’assicu- a cui succede nel 1980 Carlo Zanantoni. È grazie a ghiaccio siamo andati sia a Sottoguda che in Val Va- arresto di caduta con piccozza su pendii 2002 razione col freno collegato alla 2008 Inizio studio, tuttora in corso sul lui, alle sue competenze, alla sua curiosità, alle sue raita. Altre prove sono state fatte a Bismantova, in in neve – nel corso di una riunione UIAA sosta e col freno posto sull’im- confronto tra soste “mobili” e soste conoscenze nel mondo accademico, che la strut- Valle del Sarca e in Val di Mello». organizzata in Marmolada nel 1976 da bracatura, per valutare pregi e “fisse” per l’alpinismo e l’arrampica- tura fa un importante passo in avanti. O meglio, Carlo Valentino con la collaborazione difetti dei due sistemi e il loro ta, in collaborazione con la Scuola visto che parliamo di montagna, un passo verso LAVORO DI SQUADRA della Scuola Alpina Guardia di Finanza. campo di applicazione, consi- Centrale di Alpinismo e Arrampicata l’alto. Dai suoi disegni, dalle sue ricerche, nascono Il valore del lavoro di gruppo è riconosciuto a ogni derando il problema anche dal Libera. Inaugurazione (6 dicembre) macchine all’avanguardia come quella per testare latitudine: alla luce dei risultati raggiunti in questi 1979 Dimostrazioni fondamentali di assicura- punto di vista dei carichi indotti del Laboratorio del Centro Studi i chiodi da roccia o quella per l’usura delle corde. decenni, il team di collaboratori del Centro stu- zione dinamica, organizzate nel 1979 alla nella catena di sicurezza con da parte del Presidente Generale Fondamentale per la realizzazione dei progetti di- di non smentisce la cosiddetta saggezza popolare, palestra di Rocca Pendice (Teolo - Pd), differenti metodi e freni. Annibale Salsa. venta la collaborazione della Facoltà di Scienze e riassumendo bene il concetto ‘Il tutto è più della nel corso della riunione UIAA a Venezia. tecniche delle costruzioni dell’Università di Padova, somma delle parti’. 2002 Convegno “La sosta in parete 2009 La Commissione lascia il posto al e non è un caso se proprio a Padova, presso il Pala- «All’interno del centro ci sono ingegneri, guide al- 1990 Entra in funzione la “Torre di S. Lazza- - Metodi di assicurazione dina- Centro Studi Materiai e Tecniche sport di San Lazzaro, viene realizzato nel 1990, in pine, tecnici di soccorso, istruttori della Guardia di ro” (PD), poderoso laboratorio per le mica” (Padova - giugno 2002), diventando struttura operativa del collaborazione con la Commissione VFG, la Torre, Finanza, speleologi. La nostra è un’attività a 360°, varie prove di assicurazione dinamica inserito nell’ambito del meeting Cai. una sorta di geniale laboratorio per i vari test di as- fatta di ricerca, sperimentazione e formazione, non e utilissimo strumento di divulgazione internazionale organizzato sicurazione dinamica capace di rendere possibile lo veicolata esclusivamente all’arrampicata ma rivolta didattica. dall’UIAA Safety Commission. 2014 Inizio studio per una norma UIAA svolgimento, in tempi brevi, di un gran numero di a tutto il mondo dell’escursionismo. La porta del sulle pale da valanga. La norma prove sui materiali e di consentire la ripetibilità de- Centro è sempre aperta: i collaboratori ideali sono 1994 Inizio studi, tuttora in corso, sulle corde 2003 Incontro - convegno fra la CCMT (UIAA-156) è entrata in vigore nel gli esperimenti grazie a condizioni controllate. Nel persone che uniscono la capacità arrampicatoria o per alpinismo. La ricerca riguarda l’usu- e la Commissione Sicurezza luglio 2017. 2007 la Torre viene spostata al Centro Sportivo F. alpinistica a conoscenze tecniche, quindi ingegne- ra, il ruolo della camicia, l’esposizione UIAA “Metodi di assicurazione Raciti, e un anno dopo anche le varie attrezzature ri meccanici, ingegneri informatici, fisici, chimi- a irraggiamento ultravioletto, sia per dinamica” (Padova - ottobre 2018 Inizio studio per una norma UIAA ospitate nelle sale dell’Università di Padova trovano ci, ma ben venga anche chi non ha specifici studi esposizione al sole che in laboratorio 2003). sulle sonde da valanga.

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A sinistra, rilievi lla fine di maggio della scorsa prima- tempi di scavo occupano quasi due terzi (i.e. più ergonometrici con vera a Woerden (NL) di neve non c’è del 60%) del tempo totale necessario alle opera- simulazioni e repliche traccia nemmeno nei ricordi ma è pro- zioni di un autosoccorso efficace. Occorre perciò Una garanzia per sul campo a Passo Rolle A (TN) prio in questa località della piatta Olanda che la poter disporre di un attrezzo specifico, robusto, Commissione di Sicurezza dell’UIAA, riunita per maneggevole, durevole e, non meno importante, l’annuale convegno di avanzamento lavori, di- mediamente ergonomico. la tranquillità in quota scute animatamente e infine vota e approva una Ecco delineato lo scenario che ha meritato l’at- inedita norma tecnica. Lo standard numero 156 tenzione della Commissione di Sicurezza UIAA, “Avalanche Rescue Shovels” che specifica le ca- l’organismo che agisce nell’interesse degli affilia- La norma UIAA sulle pale per autosoccorso in valanga è una realtà. ratteristiche minime necessarie per una pala da ti alle associazioni alpinistiche, proprio a tutela autosoccorso in valanga è finalmente emanato. della bontà delle prestazioni per quanto riguarda Ecco i contenuti commentati del Centro Studi Materiali e Tecniche Qualcuno potrebbe pensare subito a un ulteriore attrezzature e tecniche d’utilizzo. Il Club Alpino orpello burocratico, qualcosa che ha poco a che Italiano partecipa storicamente e attivamente ai del Cai, che ha anche realizzato i test su più di venticinque modelli fare con l’andare per monti. Invece no, perché lavori della Commissione e, attraverso il proprio provenienti da nove diversi Original Equipment Manufacturer (OEM) nessuno vorrebbe trovarsi seppellito sotto poco rappresentante, contribuisce al pilotaggio del più di un metro di neve, aggrappato alla speranza Gruppo di Lavoro specificamente assegnato allo di Vittorio Bedogni * e Davide Rogora ** che qualche suo compagno di escursione possa studio e alla creazione di una norma per le pale e cavarlo d’impiccio, e dubitare che l’attrezzo usato le sonde da autosoccorso in valanga. per l’incombenza sia o meno adatto: la pala farà il proprio dovere o diventerà inservibile prima di COSTI E BENEFICI aver concluso il salvataggio? Questo è stato un Dalla stagione corrente la norma UIAA 156 (che dubbio legittimo, almeno fino ad oggi, perché è stata proposta, scritta, modificata, riscritta) è se la scelta delle persone di fiducia cui accom- infine approvata. Pertanto, pur nei tempi tecnici pagnarsi è una facoltà individuale, la garanzia di necessari, essa consentirà ai costruttori di dotar- affidabilità degli attrezzi necessari è invece una si di uno standard di riferimento internazionale proprietà delegata ai costruttori. per la qualifica dei propri prodotti che, verosi- milmente, vedranno la comparsa sul mercato du- CONFORMITÀ E AFFIDABILITÀ rante la prossima stagione sciistica. Prima di de- Quale scalatore, oggigiorno, sarebbe a proprio scriverne brevemente i presupposti e i contenuti, agio acquistando in un negozio specializzato vale la pena ricordare che questa norma, al pari una qualunque corda dotata di cartellino con su di tutte quelle emanate dall’UIAA, non è imposta scritto “Corda da arrampicata” e null’altro? Pro- per la commercializzazione di prodotti nei paesi babilmente nessuno. Tutti ormai pretendiamo di della Comunità Europea, come accade invece con sapere se, e soprattutto come, essa risponda alle le norme CEN che prescrivono una certificazione specifiche applicabili che consentono di giudicar- di conformità alle esigenze di utilizzo (sancita nel ne la conformità. Ovvero, in soldoni, che il ma- marchio di conformità: C.E. - Conforme alle Esi- nufatto soddisfi l’esigenza (i.e. non troppo statica, genze). L’utilizzo delle specifiche UIAA è lasciato né troppo allungabile, insomma, flessibile il giu- alla discrezionalità del costruttore che desideras- sto). Basti ricordare che per raggiungere l’attuale se volontariamente qualificare al meglio e su base stato di maturità e garanzia di tutela, nell’ambito controllata il proprio manufatto anche, e soprat- scelto ad esempio delle corde, sono stati necessari tutto, in ambiti extra europei. lavoro e intelletto da parte di tecnici e specialisti Auspicabilmente i costruttori dovrebbero avere puntuti, per svariati lustri. Chiunque volesse dili- tutto l’interesse a progettare e produrre conformi gentemente dotarsi di uno strumento per accor- alla norma UIAA, portata come “fiore all’occhiel- ciare i tempi di scavo in valanga sotto una soglia lo”, ma c’è sempre l’altra faccia della medaglia: i utile in autosoccorso per salvare una vita, fino a costi di qualifica presso laboratori accreditati e i oggi si è invece trovato in una situazione di cieco diritti di utilizzo da corrispondere all’UIAA per affidamento alle “regole del libero mercato”. Suf- l’ottenimento del certificato di conformità (La- ficientemente tranquillizzante? Alcune esperien- bel). Ciò potrebbe limitare l’accoglimento della ze di scavi intensivi sul campo hanno suggerito, norma poiché non è affatto scontato che tutti i anni addietro, una risposta piuttosto chiara: no! costruttori ne riterranno necessaria l’adozione. La qualità e l’affidabilità dei manufatti reperibili Pertanto, se vorremo essere garantiti della bontà sul mercato si è dimostrata variegata, e non sem- dei nostri attrezzi, dovremo essere esigenti ver- pre adeguata all’esigenza. Ma quale sarebbe, que- so i nostri fornitori richiedendo pale che portino sta “esigenza”? Giova ricordare che mediamente i il marchio UIAA. Solo così, dal basso, si potrà

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incoraggiare i costruttori a realizzare attrezzi venticinque modelli provenienti da nove diversi A sinistra, qualificati su base oggettiva. Original Equipment Manufacturer (OEM) sono rottami di pale. stati sottoposti a completa caratterizzazione, A destra dall’alto, rilievi ergonometrici con I CONTENUTI DELLA NORMA accumulando un’esperienza proporzionale a un simulazioni e repliche Ma veniamo ai contenuti della norma. Le attivi- centinaio di test. sul campo a Passo Rolle tà sono cominciate nel 2014 con la creazione di Il passo successivo è stato la valutazione dei limiti (TN). un gruppo di lavoro composto dai rappresentanti da prescrivere per ognuno dei quattro requisiti. Due rotture tipiche di una pala per eccessiva di alcune federazioni (Club Alpino Americano, L’impostazione concettuale seguita è consistita deformazione Francese, Italiano e Svizzero) e da alcuni co- nel dedurre, dalle distribuzioni dei comporta- struttori (Salewa, Black Diamond, Kong, Camp, menti misurati, le soglie minime che in qualche ARVA-Nick Impex), da un laboratorio accredita- maniera escludessero quei modelli che all’atto to (TüV) e dal ricercatore indipendente svizzero pratico, in campo, hanno dato luogo a prestazio- Manuel Genswein. ni insufficienti. Uno dei problemi che subito si è posto, è stato la Oltre agli aspetti meccanici si è anche indagata la valutazione della vita operativa di una pala (mol- risposta ergonomica sul campo, a prezzo di cen- teplici ripetizioni di scavi, sia per esercitazione, tinaia di metri cubi di neve scavata da volontari sia per necessità). Il problema, di tipo meccanico, con modelli diversi messi a confronto in termini non è di facile soluzione perché la foga, inevitabi- di capacità specifica (litri/uomo al minuto), otte- le, presente nell’azione di scavo può portare an- nendo indicazioni utili a orientare parametri di che a sovraccarichi critici. Orbene, la norma deve tipo geometrico quali la superfice della pala e la essere un compromesso tra esigenze meccaniche lunghezza del manico. contrastanti quali il peso e la solidità dell’attrez- Come si potrà apprezzare il lavoro svolto è stato zo ma anche ergonomiche come la superfice del notevole e ha richiesto l’impegno per circa 3 anni cucchiaio e l’energia necessaria per utilizzare al dei tecnici del CSMT e del suo raggruppamento girolibero+zeppelin meglio l’attrezzo al fine di essere efficienti per tut- lombardo. ta la durata dell’azione. In conclusione, si può oggi costatare un elevato La prima attività svolta è stata l’individuazione di livello prestazionale della maggior parte dell’of- prove meccaniche adatte a riprodurre in labora- ferta corrente di mercato e un discreto potenziale torio i modi di rottura e/o deformazione eccessiva di miglioramento per futuri modelli ove tutti i riscontrati sul campo durante intense campagne dettagli potranno essere curati in vantaggio del di scavo. Si sono così individuate quattro caratte- peso, pur senza sacrificare la necessaria robustez- ristiche meccaniche da tenere sotto controllo: la za richiesta. ▲ capacità di resistere opportunamente a un carico * CSMT e delegato SafeCom UIAA prestabilito, la sufficiente rigidezza, la contenuta ** CSM deformazione residua dopo un ciclo di carico- Ringraziamenti scarico e la resistenza assiale minima. Il CSMT ringrazia Queste prestazioni sono misurate attraverso pro- tutti i volontari che ve di flessione diretta e inversa, applicando una hanno partecipato forza all’estremità del manico in direzione tra- alle sessioni di prova sversale a esso, quando metà del cucchiaio sia in laboratorio e/o alle vincolata tramite due semi-ganasce di poliestere fasi di preparazione e che, sposandone la geometria, realizzano un in- realizzazione di tutte le castro; un test di trazione longitudinale completa attrezzature specifiche, il panorama delle prove richieste. per il contributo professionale dato al I TEST conseguimento del Per ognuno dei test, eseguiti con le dotazioni risultato. Il CSMT, in del Laboratorio del CSMT di Padova opportu- unione al Gruppo di namente adattate e completate allo scopo, si è Lavoro UIAA, ringrazia provveduto alla registrazione simultanea di for- inoltre i costruttori ze e spostamenti allo scopo di ottenere le curve che hanno contribuito caratteristiche carico-deformazione per un am- rendendo disponibili a pio campione di modelli, ritenuto rappresenta- titolo gratuito una gran tivo dello stato dell’arte offerto sul mercato. At- parte delle pale oggetto traverso le fasi di messa a punto dei protocolli, di questa attività di screening e generazione della base dati, più di studio.

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e novità, rispetto alla precedente versione dei set da ferrata, sono molte e sostanzia- RIASSUNTO DEI REQUISITI STATICI DEGLI EAS li ed è chiaro che l’esperienza maturata in Novità sulla costruzione L Descrizione situazione/ Resistenza questi anni (ricorderete vari episodi di richiamo su elemento statica questo tipo di attrezzatura), ha portato a una revi- minima sione degli standard costruttivi, divenendo così “lo dei set da ferrata stato dell’arte” per la costruzione di questo tipo di Resistenza statica minima per [KN] dispositivi di protezione individuali. avviare il funzionamento A maggio 2017 è entrata in vigore la nuova norma Le novità più importanti riguardano: l’inserimento di nuovi limiti inferiori e superiori (40 e 120 kg) per Resistenza statica minima del 1,3 (l’EN 958: 2017), che stabilisce quali siano i requisiti che quanto riguarda la massa con cui effettuare i test; sistema dopo le prove dinamiche un notevole incremento della capacità di allunga- Resistenza statica minima dopo un set da ferrata (o come viene oggi definito: EAS-Energy mento del set per poter dissipare meglio l’energia di la prova a fatica del braccio 12 caduta; nuove prescrizioni per quanto riguarda la elasticizzato Absorbing System; ovvero sistema di assorbimento costruzione dei bracci (o rami) del set; l’aggiunta di Resistenza statica minima del di energia), debba avere per essere omologato un test “a fatica” sui bracci del set. 15 Per ragioni di spazio non ci dilunghiamo molto in braccio non elasticizzato a cura dello Staff CSMT questa sede, limitandoci a dare alcune informazio- Resistenza statica minima del ni salienti. Invitiamo il lettore interessato a leggere 12 l’articolo “EN 958: 2017 - una rivoluzione ‘a norma’ punto di attacco di riposo sui set da ferrata” pubblicato nella sezione “News” del sito del Centro Studi Materiali e Tecniche (www. caimaterili.org). statico (cioè di tutti quei valori di resistenza mec- Da un punto di vista di prestazioni, riassumiamo canica minima che tutte le componenti del set de- nelle due seguenti tabelle i valori caratteristici che vono garantire). I set da ferrata certificati con nor- i set di nuova concezione devono rispettare sia dal mative antecedenti EN 958:2011+ RfU 11.099 e/o punto di vista dinamico (e quindi delle forze d’ar- EN 958:2006 possono essere ancora utilizzati dai resto massime che si possono trasmettere all’uti- loro possessori a patto che gli utilizzatori ricadano lizzatore in una caduta), sia da un punto di vista nell’intervallo di peso indicato sul set e sul libretto di istruzioni. Ricordiamo che la vecchia norma e la norma EN 958:2011+ RfU 11.099 concede l’utilizzo RIASSUNTO DEI REQUISITI DI PROVA DINAMICA DEGLI EAS da parte di persone con peso compreso tra 50 kg e 100 o 120 Kg (peso incluso l’attrezzatura), men- Elemento Test 1 Test 2 Test 3 Test 4 tre la norma EN 958:2006 contemplava un peso dell’utilizzatore basato su 80 kg; siano controllati M 40 kg 120 kg 120 kg 120 kg periodicamente, secondo i controlli previsti dal li- bretto d’istruzioni, e quindi in buone condizioni EAS/ bagnato Asciutto Asciutto Asciutto Bagnato d’uso; non abbiano superato la durata di vita pre- o asciutto vista dal produttore e indicata nel libretto di istru- zioni. La durata di vita massima varia secondo i Ramo (i) 2 rami 2 rami In caso di Più vincolante modelli e i produttori tra 3, 5 o 10 anni, tenendo collegati collegati simmetria, (configurazione conto che utilizzi personali intensi o utilizzi di no- sottoporre a con la massima leggio e/o collettivi come corsi, fanno decrescere la test 1 ramo. lunghezza di loro durata di vita anche a un anno o sei mesi. Biso- In caso di frenata) gna perciò verificare con attenzione quanto ripor- asimmetria, tato nel libretto delle istruzioni. I set da ferrata con eseguire il test normativa antecedente EN 958:2011+ RfU 11.099 su ogni ramo e/o EN 958:2006 possono essere ancora venduti nei negozi, fino a che il certificato CE del produt- Fmax 3,5 kN 6 kN 6 kN 8 kN tore non andrà in scadenza e quindi non potranno più essere prodotti set con la normativa vecchia, Lmax < 2200 mm < 2200 mm < 2200 mm < 2200 mm ma comunque non oltre aprile 2023, data in cui il Regolamento DPI 2016/425 abrogherà la Direttiva M: massa di acciaio pari al peso dell’utilizzatore: massimo (con attrezzatura) e minimo (senza attrezzatura) Fmax: Forza d’arresto massima ammissibile, registrata durante il test dinamico 89/686/CEE e i set andranno certificati secondo Lmax: Lunghezza massima di frenata l’ultima edizione della norma. ▲

32 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 33 SCIALPINISMO A sinistra, quasi al Colle del Pissàt: la conca omonima è ormai alle spalle

In questa pagina, Punta Aspettando i Re Magi Quattro Sorelle, quasi in vetta. A destra nella foto, Ci troviamo nel regno dello sci ripido (ma non solo…), il Couloir Nord Ovest nel gruppo che separa la Valle Stretta dal Vallone della Rho, a due passi da Bardonecchia

testo di Carlo Crovella * - foto Archivio Paolo Montaldo

a sempre mi hanno affascinato i gruppi di villeggiatura. Giovane quindicenne, durante montuosi costituiti da una cresta che si le estati ho scorrazzato in lungo e in largo per i D genera dallo spartiacque principale e, monti soprastanti e sono spesso finito nei vallo- lunga circa una decina di chilometri, divide due ni de I Re Magi. Di recente ho invece effettuato valloni contrapposti. I gruppi montuosi con tali numerose puntate nel gruppo, specie in mesi sci- fattezze mi appaiono come delle navi da guerra, istici, scoprendo un nuovo e intrigante risvolto. cioè con una “prua” e una “poppa”, con i fianchi che si affacciano sui due valloni laterali e con i UNO SCRIGNO DI GEMME comignoli costituiti dalle vette posizionate sulla Il nome ufficiale del gruppo è Dolomiti Orientali cresta. In Val di Susa mi sono imbattuto in nu- di Valle Stretta (quelle Occidentali costituiscono merosi gruppi con queste caratteristiche. Hanno l’altro versante della Valle, componendo la cresta stuzzicato la mia vena esplorativa e, dopo decenni spartiacque principale) e, in effetti, le caratteri- di frequentazione, ho iniziato a descriverli in una stiche morfologiche ricordano le “vere” Dolomiti: serie di documenti, inseriti nella collana “Qua- roccia non saldissima (anzi!), versanti dirupati e derni di Montagna”. Si tratta di pdf distribuiti complessi, immense pietraie che compongono i gratuitamente, in risposta a singole richieste via fianchi basali e che invadono i valloni laterali fin mail (indirizzarle a: crovella.quadernidimonta- sulla cresta. Tre vette del gruppo portano i nomi [email protected], indicando nell’oggetto il titolo dei Re Magi (forse così chiamati da qualche pel- del pdf richiesto e nel testo il proprio nome e co- legrino di ritorno dalla Terra Santa), ma, per tra- gnome). Dopo la monografia intitolata La Vela dizione consolidata, l’intero gruppo viene ormai Bianca, uscita nel 2015 e dedicata al gruppo Ra- chiamato con questo appellativo. D’estate queste mière-Roc del Boucher (ramo di Bousson-Cesa- montagne emanano un fascino molto particola- na dell’alta Val di Susa), ho redatto, in coppia con re, per la solitudine dei luoghi e l’atmosfera un Paolo Montaldo (Cai Torino), la monografia I Re po’ spettrale, stile “Deserto dei Tartari” di Dino Magi, dedicata al gruppo che separa la Valle Stret- Buzzati. Quando invece la neve ricopre questi ta dal Vallone della Rho (Bardonecchia). Mentre monti, il gruppo si rivela un vero scrigno di gem- la mia attenzione per il gruppo Ramière-Boucher me sciistiche. I versanti dirupati, spesso incisi da si è progressivamente concretizzata negli ultimi numerosi canaloni, hanno attirato gli appassio- trent’anni di frequentazione, il mio interesse per nati dello sci ripido, a tal punto che oggi si può le montagne di Bardonecchia ha radici molto più definire questo gruppo come il Regno dello sci antiche: durante la mia adolescenza (metà anni ripido, data l’elevata concentrazione di tali disce- ’70), ho trascorso lunghi periodi nel noto centro se. Gli itinerari ripidi (dal grado 4.1 al 5.4 della

34 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 35 leggendaria, come La Legge della Elle (alla Punta Valle Stretta» e già inserita nello storico libro Dal Baldassarre) e Punto Zero (al Torrione Est di Pun- Monviso al Sempione, di Roberto Aruga e Cesare ta Melchiorre): si tratta di itinerari che tuttora si Poma (fine anni ’70). Non c’è da discutere sulla pongono ai limiti superiori della scala Volopress bellezza di questo itinerario, che giustamente co- (5.3-5.4). L’ultima tornata esplorativa, sempre in stituisce, specie per chi viene da lontano, il primo termini di sci ripido, si deve da un lato ai “cugini” approccio sciistico con I Re Magi. Vi sono però francesi (che, in alcuni casi, hanno scovato nuo- altri itinerari, dalle caratteristiche tecniche pur ve linee di discesa degne di competere con quelle sempre tradizionali, la cui bellezza è paragonabi- di Negri) e dall’altro a un drappello di piemon- le alla Baldassarre, ma spesso risultano meno fre- tesi guidati in particolare da Enzo Cardonatti ed quentati. Per suscitare la curiosità su I Re Magi Enrico Scagliotti. Infine non va assolutamente in versione sciistica, si allegano qui tre relazioni dimenticata l’intensa attività sciistica compiuta estrapolate dalla recente monografia, una per su queste montagne da molti bardonecchiesi, che ogni tipologia di discese rintracciabili nel grup- hanno praticamente ripetuto (spesso anche più po: una gita di stampo tradizionale (anche se già volte) quasi tutte le discese oggi conosciute. In su pendii impegnativi); una discesa di grado 4, pratica, salvo particolari “dimenticanze”, ne I Re introduttiva allo sci ripido; infine una discesa di Magi tutte le linee di discesa evidenti sono ormai grado 5, che va affrontata solo da ripidisti esperti state percorse. e molto preparati. In tutti i casi, data la natura selvaggia dei luoghi e la ripidezza dei pendii, ogni LA PIÙ BELLA GITA DELLA VALLE STRETTA sciatore, prima di avventurarsi in questo gruppo, Nell’ambito dello scialpinismo tradizionale, in dovrà saper valutare correttamente la stabilità questo gruppo spicca per blasone la Punta Bal- del manto nevoso.▲ scala Volopress) risultano 37 su 55 percorsi scii- Adolfo Vecchietti, soci sia del Cai Torino che dello Al Colle di Fontaine dassarre, a lungo definita «la più bella gita della * SUCai Torino – GISM – Ski Club Torino stici censiti nella monografia, la quale comprende Ski Club Torino. Si tratta di grandi appassionati Froide: sullo sfondo il anche 9 itinerari alpinistici (creste che portano che, insieme a Piero Ghiglione (altro storico eplo- lato “nascosto” (per noi italani) dei Serous: sulle vette), per un totale di 64 relazioni. Una tale ratore torinese, capace di spingersi con gli sci fino al colletto si intuisce il fotografia statistica (il 67% degli itinerari sciistici ai 7300 m del Baltoro Kangri, in Himalaya, nel pinnacolo della Giraffa viene classificato come sci ripido) rischia di “spa- 1934), ebbero l’idea originaria del Trofeo Mezza- INFORMAZIONI UTILI Fraternali 1:25.000, Scialpinismo in Val di Rifugio Terzo Alpini, Grange di Valle Stretta, ventare” gli scialpinisti tradizionali, allontanan- lama, gara scialpinistica inventata per ricordare il Bibliografia di riferimento Susa, con itinerari e info schematiche. 1786 m, www.terzoalpini.it. doli dalla conoscenza di queste montagne. Non famoso sciatore. La squadra di questi tre torinesi Scialpinismo IGC 1:25.000, n. 104, Bardonecchia-Monte Per la ricettività in zona Bardonecchia: deve essere così, perché anche qui si rintracciano partecipò alla prima edizione del Trofeo (1933), R. Aruga-P. Losana-A. Re, Alpi Cozie Setten- Thabor-Sauze d’Oulx. Azienda di Soggiorno, 0122.902612 itinerari classici, a volte poco impegnativi, altre sotto le insegne dello Ski Club Torino, classifican- trionali, CAI-TCI, Milano 1985. Fraternali 1:25.000, n.1, Alta Valle di Susa Info condizioni e organizzazione usci- volte più difficili, ma comunque entro i limiti tra- dosi ottava. Alla stessa edizione partecipò anche R. Aruga-C. Poma, Dal Monviso al Sempione, te: Chalet delle Guide (Bardonecchia), dizionali. Alcuni di questi sono itinerari molto un’altra squadra di torinesi (Giusto Gervasutti, Edizioni CDA, Torino 1974. Avvicinamento stradale 0122.96060. noti, altri meno conosciuti, ma di pari bellezza, Achille Calosso e Secondino Colombino), che, R. Aruga, Scialpinismo fra Piemonte e Fran- Autostrada per il Fréjus - uscita di Bardo- Gîte d’ètape “Les Tavernes”, Valfréjus spesso poco frequentati. La Valle Stretta è sem- seppur anch’essi soci dello Ski Club, gareggiarono cia, Edizioni CDA, Torino 1999. necchia. Superato un sottopasso (ferrovia), (Modane), 1629 m, www.gitedestavernes.fr. pre stata un punto di riferimento per i torinesi però con le insegne del Cai Torino e giunsero sesti. R. Barbiè-J.C. Campana, Dal Monviso al Colle si giunge alla rotonda principale (all’altezza appassionati di montagna (con o senza neve) fin Fu in quell’occasione che Gervasutti si conquistò del Moncenisio, Blu Edizioni, Torino 2004. della stazione). Da qui: Attrezzatura tecnica dai primi decenni del secolo scorso. Ciò deriva il soprannome de “Il Fortissimo” che lo accompa- M. Grilli, Dalle Alpi Liguri alla Val Susa, Grafi- per l’itinerario n. 1 e n. 3, si prosegue a Oltre alla normale dotazione scialpinistica, dall’esistenza di una ferrovia attiva fin dall’800 (il gnerà per tutta la vita. Questo nutrito gruppo di ca LG, Torino 1991. sinistra in direzione Melezet e si imbocca è bene disporre di piccozza, ramponi e traforo ferroviario del Fréjus risale al 1871) e dalla appassionati sciatori frequentò sistematicamen- Sci ripido la Valle Stretta fino al termine del Pian del coltelli rampant. Il casco è obbligatorio per presenza di un rifugio storico, il III Alpini (origi- te la Valle Stretta per tutto il decennio degli anni L.Volle-J.B. Abelè-J. Audenino, Toponeige Colle, raggiungendo il gabbiotto dell’ex- gli itinerari di sci ripido, consigliato per gli nariamente del Cai Torino, ora privato), cui, verso ’30 e anche durante la guerra (alcuni consoci dello Cerces-Thabor-Ambin, Volopress, Grenoble, dogana 1460 m (fin qui la strada è in genere altri. Il resto dell’attrezzatura alpinistica la fine degli anni Settanta, si è affiancato un altro Ski Club sono riusciti a ricostruire le gite in sci re- 2013. sgombra dalla neve). Da metà aprile (circa) non è normalmente necessario, ma per gli rifugio privato, I Re Magi. Entrambi questi rifugi alizzate da Gervasutti in questa valle). In questo F. Negri-E. Cardonatti, Ripido! 180 linee di si riesce a salire in auto fino ai rifugi (1786 itinerari di grado 5 la prudenza suggerisce sono aperti anche durante la stagione sciistica e scenario storico, si inserisce l’attività esplorativa di discesa dal Monviso al Gran Paradiso, L’A r- m). Per l’itinerario n. 2, si sale verso il Borgo di avere sempre con sé due piccozze e un offrono un’ottima ricettività agli sciatori che desi- Pietro Ravelli e Adolfo Vecchietti, che nel febbraio ciere, Dronero (Cn) 2005. Vecchio di Bardonecchia, fino alla piazza del set alpinistico di base. derano conoscere la Valle. Tornando all’inizio del del 1933 (come riportato da un altro grande appas- E. Cardonatti, Ripido! 175 linee di discesa da mercato, prossima alla Parrocchiale. Per Difficoltà: per lo scialpinismo (SA) si Novecento, la semplicità di approccio alla Valle sionato torinese di sci, Roberto Aruga) raggiunse- Genova alla Valle d’Aosta, Edizioni Ripido!, l’itinerario n. 3, si può anche attraversare il utilizza la Scala Blachère (MS, BS, OS, più Stretta ha facilitato l’esplorazione sia delle pare- ro il Colle della Gran Somma, gita ancor oggi mol- Bruino, 2012. Traforo del Fréjus e risalire fin oltre la stazio- A per i tratti alpinistici), mentre per lo sci ti rocciose (fra cui spicca la Parete dei Militi, con to remunerativa e, infatti, più sotto descritta. ne sciistica di Valfréjus, proseguendo poi in ripido (SR) si usa la Scala Volopress, che vie di Gervasutti e di altri accademici degli anni Un altro importante capitolo esplorativo, che però Cartografia sci o utilizzando parzialmente gli impianti di comprende cinque livelli con tre sottolivelli Trenta), sia degli itinerari sciistici. ha contrassegnato il gruppo de I Re Magi in ver- IGM 1:25.000, Foglio 54 III SE, Bardonecchia: risalita (vedi descrizione itinerario). (il livello 5 è aperto verso l’alto) e la valuta- sione “sci ripido”, risale agli anni ’80-’90 e fa riferi- precisa rappresentazione, ma con qualche zione aggiuntiva dell’esposizione (E), con I PIONIERI mento all’indimenticabile Federico Negri. A lui si errore di toponomastica. Punti di appoggio e di informazione quattro gradazioni. Si rimarca la notevole Fra i pionieri, che hanno esplorato questi luoghi debbono le più importanti discese, in alcuni casi IGN (francese) 1:25.000, n. 3535 OT, Rifugio I Re Magi, Grange di Valle Stretta, differenza di impegno e di rischio fra i per- con gli sci, si segnalano i nomi di Pietro Ravelli e davvero innovative e ancor oggi avvolte da un’aura Névache-Mont Thabor. 1786 m, www.iremagi.it. corsi di grado 4 e quelli di grado 5.

36 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 37 FSNC_ADV_CAI_98x270_Apr18_Def.pdf 1 27/02/18 16:30

Un viaggio stamento, ma per converso si può rischiare un discreto Itinerari portage nel tratto finale della Valle. Per raggiungere il canale, l’alternativa decisamente più comoda com- lungo... 25 anni! porta l’accesso dalla Francia, eventualmente utilizzan- 1. Il Borgo Vecchio do gli impianti di Valfréjus fino alla stazione superiore 1993 di Bardonecchia chiamata “Punta Bagna” (2731 m): da lì si scende, dap- sovrastato dal Vallone prima lungo la pista e poi fuori pista, in direzione degli L’anno in cui abbiamo cominciato ad accompagnare del Pissàt (alla cui escursionisti di ogni età alla scoperta della natura e dei territori. sinistra si trova la Punta Chalets di Fontaine Froide (2050 m circa). Si risale Quattro Sorelle) quindi il vallone omonimo in direzione del colle e prima Un viaggio di 25 anni lungo itinerari ogni volta originali. 2. Quattro Sorelle: il di raggiungerlo, si piega a sinistra verso il canale. Con Da allora ne abbiamo fatta di strada, insieme: Couloir Nord Ovest 1 2 questa combinazione, il dislivello in salita risulta di 1030 il nostro Tour Operator è nato per farvi vivere la magia (che sbuca alla selletta mt., mentre in discesa è di 2200 m. A parte le diverse illuminata da sole) delle escursioni più autentiche non solo in Italia, visto dal Torrione Est possibilità di avvicinamento, il Couloir in sé non va asso- ma in tutto il mondo, camminando in piccoli gruppi, della Punta Melchiorre. 1. COLLE DELLA GRAN SOMMA (2980 M), mette di conservare a lungo la neve farinosa. Si tratta in lutamente sottovalutato. L’ingresso dall’alto è piuttosto accompagnati dalle nostre guide professioniste, nel Sullo sfondo il Pic de VERSANTE OVEST realtà di un pendio canale sinuoso e molto ampio, dalla ripido (50 gradi o qualcosa in più, a seconda dell’inne- rispetto dei principi del turismo responsabile e sostenibile. Rochebrune Difficoltà: BS (3.1 E1) pendenza mai superiore ai 40 gradi. Una vera festa per vamento) e, successivamente, si sviluppa sui 45 gradi 3. Salendo nella conca Dislivello: 1520 m lo sci! costanti per circa 350 m di dislivello. del Pissàt: di fronte il Continuate a viaggiare con noi. Colle del Pissàt, a destra Tempo: 4.30 ore. Dalla piazza del mercato di Borgo Vecchio si attraver- Da Pian del Colle si segue l’it. n. 1 fino a valicare il Colle il Torrione Est della Bibliografia: n. 3, Aruga, it. n. 52. sa il ponte (1320 m) sul torrente della Rho e si segue di Fontaine Froide. Dal colle è necessario scendere po- Il cammino è appena cominciato. Punta Melchiorre Itinerario incastonato in un valloncello abbastanza ap- l’itinerario per il Poggio Tre Croci (strada Tre Croci) chi metri a mezza costa nella Combe Nord della Gran partato, proprio in fondo alla Valle Stretta. Alla prima fino al tornante a quota 1950 m, da cui si diparte una Bagna. Si traversa verso sinistra fino ad aggirare il po- parte un po’ monotona e “piatta”, segue la seconda che, stradina (poco visibile con innevamento) che conduce deroso bastione che scende dalla cresta della Gran Ba- senza sconfinare nello sci ripido, si drizza progressiva- nel Vallone del Pissàt. Tale vallone forma uno splendi- gna. Si raggiunge così l’imbocco (quota 2650 m. circa) mente, garantendo una bella e impegnativa discesa, do anfiteatro sottostante alla costiera Punta Quattro del canale, che si svela solo all’ultimo. Risalito il couloir, dai 2400 m in su: sono richieste condizioni di assoluto Sorelle-Punta Gasparre. Superando l’imbocco dei pri- conviene evitare la prima uscita sulla destra per pun- assestamento nivologico. Dal Colle, su percorso alpini- mi due canali delle Quattro Sorelle (il Nord Est e l’Est), tare alla seconda, che esce sulla gengiva sommitale. stico (creste: piccozza e ramponi), si possono raggiun- si procede ancora per un breve tratto verso il Colle del Sbucati al sole, si percorre il breve pendio di sfasciu- Curiosi di natura gere sia la Gran Somma che la Rocca Bernarda (un po’ Pissàt, fino a distinguere chiaramente alla propria sini- mi e quindi la crestina (corta ma esposta e di pessima Viaggiatori per cultura più lungo e complicato). Quest’ultima è la più alta vetta stra il pendio canale obliquo, che si origina dalla sella a roccia) mediante la quale si accede alla croce di vetta. della Valle Stretta (44 m più del Monte Thabor). Infine destra della punta. Si svolta decisamente verso Sud- Panorama stupendo. In discesa, se si deve tornare al si ricorda l’importanza storica di questo itinerario, che Sud Est (sinistra), risalendo l’ampio pendio-canale Pian del Colle, i pianori della Valle Stretta (se innevati) fu già percorso nel febbraio 1933 da P. Ravelli e A. Vec- (progressivamente sempre più ripido) fino alla cima, scorrono via più veloci del previsto, completando una chietti, veri pionieri dello scialpinismo che, con buone condizioni, si può raggiungere sci ai giornata di sci davvero “piena”. Risalita per intero la Valle Stretta, intorno ai 2350 m piedi. Discesa divertentissima, ma già entro i limiti del- circa, cioè poco sotto l’omonimo colle, si inizia a devia- lo sci ripido, con tutte le precauzioni del caso. re verso destra in direzione del Col de Fontaine Froide (dove si può giungere anche da Valfréjus), che però si lascia a sinistra. Ci si immette così nel vallone superio- 3. GRAN BAGNA (3089 M), COULOIR NORD re che, via via sempre più ripido (35 gradi sul finale), Difficoltà: 5.1 E2 conduce direttamente al colle. L’esposizione occiden- Dislivello: 1630 m (1460 da Valfréjus, base impianti) tale dei pendii superiori fa prediligere una discesa non Dislivello tratto ripido: 350 m PROPOSTE 2018 mattutina, meglio se con neve primaverile (firn) ben Tempo: 6 ore “cotta”: però queste condizioni si trovano normalmen- Prima discesa nota: Federico Negri (accompagnato ITALIA te quando il lungo spostamento inferiore comporta un da Carlo Leone e Giorgio Visintainer), il 2/7/1988. GRAN PARADISO ISOLE TREMITI discreto portage. Bibliogafia.: n. 7, Ripido!, it. n. 43 e n. 6, Toponeige, it. LA VIA DEGLI ABATI ADAMELLO n. B 12 ETNA E SICILIA ORIENTALE DOLOMITI FRIULANE 2. PUNTA QUATTRO SORELLE (2698 M), Come si conviene a una vera nave, la “poppa” de I Re COULOIR NORD OVEST Magi è costituita da un breve versante che si affaccia EUROPA Difficoltà: 4.2 E2 sulla Valle di Charmaix. Tale valle, che ospita la stazio- LA GOMERA KENT Dislivello: 1380 m ne sciistica di Valfréjus, si raggiunge in auto da Moda- PICOS DE EUROPA LEUKERBAD Dislivello tratto ripido: 250 m ne (uscita francese del Traforo del Fréjus). Tuttavia è AZZORRE POLONIA Tempo: 4.30 ore. possibile approcciare questo versante anche partendo Bibliografia: n. 6, Toponeige, it. n. G 7.4 dal Pian del Colle: si deve risalire l’intera Valle Stretta, MONDO È il più facile dei tre canali delle Quattro Sorelle sul ver- valicare il Colle di Fontaine Froide e poi attraversare la KENYA BRASILE sante Pissàt. Tuttavia è quello che offre normalmente Combe Nord. Naturalmente, se si aspetta che la stra- GIORDANIA COSTA RICA la sciata più divertente per via dei pendii più ampi e, da della Valle Stretta sia libera dalla neve fino ai rifugi, 3 ARMENIA MAURITIUS soprattutto, per l’esposizione più favorevole, che per- si risparmiano circa 300 m di dislivello e 5 km di spo- VIAGGI, TREKKING, ITINERARI A PIEDI, IN ITALIA E NEL MONDO 38 / Montagne360 / aprile 2018 WWW.VIAGGINATURAECULTURA.IT O SCRIVICI SU [email protected] LETTERATURA DI MONTAGNA L’anima nascosta

dei paesi alti approfondimenti sul mondo dell’associazione • aprile 2018 Antonio G. Bortoluzzi ha vinto con il suo ultimo romanzo Paesi alti il Premio Gambrinus - Giuseppe Mazzotti XXXV edizione nella sezione Montagna, cultura e civiltà. «La montagna è speranza nella comunità», IL CATALOGO UNICO ci ha detto l’autore DEI BENI CULTURALI DEL CAI di Lorenza Giuliani

«Un giovane che decida di vivere in un paese o in un piccolo borgo di montagna può avere molto di ciò che è fondamentale alla propria formazione Antonio G. Bortoluzzi è umana. Per l’aspetto professionale e universitario, nato nel 1965 in Alpago, tuttavia, diventa tutto più difficile. Quindi per vive- Belluno, dove tuttora re in montagna, e magari far famiglia, ci deve essere vive. Ha pubblicato una disposizione alla fatica e molto amore. L’amo- nel 2015 il romanzo re di cui parlo è un’appartenenza a un luogo, alla Paesi alti (Ed. Biblioteca gente che ci vive, alla sua cultura. Cinque anni fa dell’Immagine) con ho ristrutturato il tetto della vecchia casa dove sono cui ha vinto nel 2017 nato, in un borgo dove non vive più nessuno. Non il Premio Gambrinus potevo sopportare l’idea che le intemperie distrug- - Giuseppe Mazzotti gessero la casa di pietra e calce che era stata di mio XXXV edizione. Con nato e cresciuto in montagna, in provincia di nonno e di suo padre prima di lui». lo stesso romanzo è Belluno. E sulla montagna, sulle sue genti, Qual è stato – da bambino – e qual è ora il suo stato finalista al Premio Èsulle sue storie, ha scritto tre romanzi, il più rapporto con il territorio? della Montagna Cortina recente dei quali, Paesi alti ha vinto l’ultima edi- «Nella primissima infanzia non credevo esistesse d’Ampezzo 2016 e alla zione del Premio Gambrinus - Giuseppe Mazzotti, qualcosa oltre alla Valturcana; l’adolescenza e la XIII edizione del premio nella sezione Montagna, cultura e civiltà. Isolamen- prima giovinezza sono state più problematiche, e io letterario del Cai l patrimonio librario della Biblioteca Nazionale del Cai notizie catalografiche e liste controllate dei nomi di autori, to, introspezione, un modo di essere comunità che avevo il desiderio di andare via. Per fortuna le op- Leggimontagna 2015. aumenta ogni anno tramite acquisti, scambi e doni, sia tra enti e opere, nomi geografici e argomenti. Comprende mo- la modernità ha spazzato via, vite dure ma grandi portunità lavorative nel bellunese sono migliorate Nel 2013 ha pubblicato Ile novità editoriali che nel settore dell’antiquariato. Nel nografie, periodici e altri documenti come fotografie, ex li- sentimenti: anche questo è al centro della sua nar- dopo gli anni ’70 e sono rimasto. Ora non imma- il romanzo Vita e morte 2017 sono entrati in biblioteca, oltre ai numerosi periodici, bris, etichette, giochi, musica a stampa, film e registrazioni razione limpida e intensa. ginerei di vivere in nessun altro luogo al mondo». della montagna vincito- 1211 libri. Quattrocento di questi fanno parte della donazio- sonore. Consente inoltre la ricerca nel posseduto cumula- La montagna è sempre più protagonista del Paesi alti ha conquistato la giuria del Premio re del premio Dolomiti ne di Giuseppe Garimoldi, scelti nella sua vasta e prestigio- tivo e nelle singole biblioteche, gestisce i prestiti e fornisce mondo letterario. A che cosa si deve questo Gambrinus - Giuseppe Mazzotti: dovesse riassu- Awards 2016 miglior sa collezione, in particolare nel settore viaggi e storia della documentazione tecnica per i volontari», spiega Alessandra avvicinamento? merla in poche parole, qual è la cifra che caratte- libro sulla montagna del fotografia. Tutti gli interessati possono cercare i libri della Ravelli della Biblioteca Nazionale del Cai. «La rapida diffu- «Uno degli elementi importanti di ogni narrazione rizza il suo ultimo romanzo? Belluno Film Festival. Biblioteca Nazionale on line, all’interno del Catalogo Unico sione del Catalogo è stata possibile grazie alla rete BiblioCai è l’ambientazione, e la montagna, in questo senso, è «Volevo aprire una finestra sulla generazione dei Nel 2010 ha pubblicato dei Beni Culturali del Club alpino italiano (mnmt.comperio. (il Coordinamento nazionale delle biblioteche sezionali ndr) suggestiva come l’atollo marino, la grande città, lo miei genitori, persone nate negli anni Trenta e il romanzo per rac- it/biblioteche-cai/Biblioteca-Nazionale), verificare se sono che, tra le altre cose, organizza seminari e corsi sull’utilizzo spazio interstellare. Ma credo che oggi la narrativa Quaranta del Novecento, mostrare un mondo di- conti Cronache dalla attualmente in prestito ed eventualmente richiederli, previa di Clavis. Si tratta dello strumento gestionale del Catalogo, di montagna abbia a che fare con il sentimento del- verso da quello che ci circonda; ma anche parlare ai valle. Finalista e quindi registrazione. Nel Catalogo Unico (mnmt.comperio.it) è sta- utilizzabile dalle Sezioni a titolo gratuito. Il prossimo corso è la speranza, che si declina in tante forme: la libertà, ragazzi di oggi, far vedere la vita, la fatica, la paura segnalato dalla giuria ta creata inoltre un’apposita area per le biblioteche seziona- in programma il 7 aprile a Genova, a cura della Sezione Li- la natura, la ricerca di se stessi, l’avventura. Per me di allora e la riserva d’energia che c’è nella giovinez- del Premio Italo Calvino li, le quali possono realizzare pagine web personalizzate con gure». Il presidente delegato Gianluigi Montresor sottolinea, l’elemento decisivo è raccontare la comunità, quella za e in ogni generazione. Poi, sei mesi fa, ho avuto nelle edizioni XXI e XXIII informazioni, eventi e vetrine tematiche, oltre naturalmente infine, che «attualmente la Biblioteca Nazionale sta conti- dimensione dello stare insieme che può stemperare la fortuna di incontrare la straordinaria Giuria del è membro accademi- a mettere online il proprio patrimonio librario. Attualmente nuando la collaborazione con il Centro Nazionale Coralità l’individualismo sfrenato che sembra il tratto domi- Premio Gambrinus - Giuseppe Mazzotti, che si oc- co del GISM (Gruppo hanno aderito circa 70 biblioteche in tutta Italia. Completa per la catalogazione e la digitalizzazione del Fondo Coralità. nante della contemporaneità». cupa di montagna da 35 anni: davvero, questo Pre- Italiano Scrittori di il catalogo l’area con i materiali del Centro Documentazione Inoltre è impegnata nel collaudo della teca digitale Cai, su Lei è nato e cresciuto in montagna: cosa dà e cosa mio è un onore immenso, più di quanto avessi mai Montagna) e socio del e della Cineteca Storica e Videoteca del Museo Nazionale cui presto saranno pubblicate e fruibili liberamente 110.000 toglie quella vita alla formazione di un giovane? sperato da quando scrivo». ▲ Cai Alpago. della Montagna. «Il catalogo collettivo annovera oltre 78.000 pagine di periodici». •

40 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 • 01 NUOVO TAVOLO DI CONFRONTO PREMIO MARIO BELLO PERMANENTE TRA CAI, SEZIONI E RIFUGISTI dopo l’edizione 2018 si cambia

da apportare alle nostre linee». L’argomento principale all’ordi- ne del giorno è stato la discussione di alcune criticità emerse nel nuovo Tariffario. Si è parlato del prezzo calmierato dell’ac- qua, della categorizzazione dei rifugi, degli sconti ai Soci giovani, della reciprocità con gli iscritti ai club alpini stranieri, delle nuo- ve tipologie dei frequentatori della montagna. Su tutte le que- stioni Torti, il Vicepresidente Antonio Montani e il Presidente della Commissione rifugi Giacomo Benedetti hanno risposto, sottolineando il lavoro di analisi fatto per arrivare al nuovo Ta- riffario e i significati e i valori che devono sempre rispecchiare le strutture del Sodalizio. Come accennato sopra c’è apertura a rivedere e correggere alcuni punti. Come ha detto Montani, «è necessario trovare un equilibrio tra i legittimi interessi dei no dei premi speciali del Trento Film Festival è asse- fia e Cineteca Cai. «Così noi possiamo visionarli e assegnare gestori, le altrettanto legittime aspettative dei frequentatori, in gnato ogni anno, dal Centro Cinematografia e Cine- il nostro premio. I film devono essere volti alla conoscenza e particolare dei Soci, e i valori che il Cai da sempre sostiene». Uteca del Cai, al film che meglio rappresenta i valori e all’esplorazione delle montagne, alla tutela dell’ambiente e Accolta anche la richiesta di un maggior coinvolgimento delle gli ideali del Sodalizio. Un premio a cui ora si vuole dare nuova alla promozione delle culture locali, tutti ideali presenti nel- Sezioni (le prime che si relazionano con i gestori) nelle decisioni linfa, con un regolamento specifico e articolato che entrerà in le carte statutarie della nostra associazione». L’anno scorso prese a livello centrale, in modo da poterle poi motivare me- vigore nel 2019. Stiamo parlando del Premio Mario Bello, de- il film vincitore è stato The White Maze di Matthias Mayr, su glio ai rifugisti. Si è parlato infine del coinvolgimento dei gestori dicato al primo presidente dell’allora Commissione Centrale una spedizione esplorativa di scialpinisti austriaci sulle mon- n primo incontro davvero apprezzato da tutte le parti di rifugi non Cai in questi incontri: ipotesi apprezzata da tutti Cinematografica, costituito da una targa consegnata al regista tagne siberiane. «Un film dove si trovano ben rappresentati i coinvolte, quello avvenuto nella Sede centrale del Cai (se ne parlerà più approfonditamente i prossimi mesi), con- vincitore l’ultimo sabato del festival al Castello del Buoncon- valori citati sopra, soprattutto per quanto riguarda il rapporto Ua Milano il 6 marzo scorso. Stiamo parlando della prima siderato anche il fatto che alcuni di questi rifugi si sono resi siglio di Trento (nel mese di maggio, dunque), insieme agli altri con le popolazioni locali», continua Schena. L’edizione 2018 riunione del Tavolo permanente di confronto e concertazione disponibili ad applicare tariffario e regolamento del Sodali- Premi Speciali. «Ogni anno la specifica commissione del Fe- sarà assegnata sabato 5 maggio. «Sarà l’ultima, dunque, con Cai-Sezioni-Rifugisti, voluto dalla Commissione Centrale Rifugi zio, per poterne apporre lo stemma nelle strutture. «Que- stival seleziona un centinaio di film sui circa 600 pervenuti per la formula tradizionale. Tra le novità che abbiamo in cantiere e Opere Alpine per dare vita a dei momenti dove tutti gli attori sto Tavolo permanente, che abbiamo voluto sin dal primo l’ammissione al loro concorso. Di questi 100, ne sceglie circa c’è quella di privilegiare i giovani registi, anche per differen- del mondo dei rifugi possano confrontarsi, discutere le criticità momento del nostro insediamento, finalmente è diventato 30, che parlano specificatamente di alpinismo, e li manda ziare il premio dalla Genziana d’Oro del Cai al miglior film di e trovare insieme delle soluzioni. «Un incontro che fa seguito una realtà», commenta Benedetti. «Dobbiamo cercare di alla nostra giuria per l’assegnazione del Premio Mario Bello», alpinismo, uno dei riconoscimenti più importanti del festival alla richiesta di poter dialogare in modo tempestivo, la cui nostra superare le problematiche trasformandoci da controparti in spiega Angelo Schena, Presidente del Centro Cinematogra- trentino», conclude Schena. • disponibilità immediata è stata colta favorevolmente», ha detto parti di un unico progetto: la montagna. Solo così otterremo il Presidente generale Vincenzo Torti in apertura. «Manteniamo risultati gratificanti per tutti». In conclusione da evidenziare sempre un’ampia disponibilità a migliorare ciò che di volta in la richiesta di Montani alle Sezioni proprietarie di compilare volta si presenta, per assicurare quell’ospitalità che rispecchi la il questionario inviato (non tutte lo hanno fatto), elemento Il Cai fa il pieno di nuovi verifica in ambiente con prove tecni- simulazione di un corso che li vedeva nostra idea di montagna. Dopo aver fatto bene fino a ora, si può che permetterebbe di acquisire le informazioni necessarie Accompagnatori di che e culturali e la seconda in aula, con coinvolti come direttori, il secondo sempre fare meglio, se tutti sono d’accordo su delle correzioni per poter operare al meglio. • Escursionismo di 2° livello lezioni di formazione e approfondi- relativo alla stesura di un breve saggio mento. Nelle sessioni formative è stato su “Escursionismo e corsi sezionali. 53 nuovi Accompagnatori di Escur- affrontato il significato che il Cai dà Evoluzioni e idee per fidelizzare gli sionismo di Secondo Livello (ANE), all’escursionismo e sono state analizza- escursionisti al Cai”. Da quest’ultimo provenienti da quasi tutte le regioni, te le competenze richieste alla figura sono scaturiti interessanti spunti che che portano il numero complessivo dell’ANE e il suo ruolo all’interno del la Scuola Centrale sta catalogando Difesa del patrimonio di Ovindoli e Campo Felice attraverso Falcone motiva la sua presa di posizione di ANE a 107. Questo il bilancio del Sodalizio (promotore di nuove Scuole al fine di produrre un documento di naturale: i Piani di Pezza». Con queste parole il con il fatto che il progetto, da finanziare 30 Corso di formazione e verifica per di escursionismo, organizzatore di cor- riflessione utile a tutto il movimento l’allarme del Cai Abruzzo Presidente del Cai Abruzzo Gaetano con circa sei milioni di euro, non tiene l’attribuzione del titolo di 20 Livello di si, educatore e divulgatore dei valori di escursionistico, Sezioni comprese. Falcone pone al centro dell’attenzione conto della crisi del turismo invernale, Accompagnatore di Escursionismo, questa pratica), oltre a studiare i rego- Il corso è stato programmato in due «Non c’è pace per il Parco Regionale l’ultimo pericolo, in ordine di tempo, per dei cambiamenti climatici e, soprattutto, che si è concluso i primi giorni dello lamenti del percorso formativo degli distinte tornate: una dedicata agli ac- Sirente Velino, che vede proporre vaste aree naturali di primaria impor- dei vincoli esistenti nel Parco e di quelli scorso febbraio. La Scuola Centrale Accompagnatori, l’ordinamento delle compagnatori del Centro Nord e una progetti di riperimetrazione dei confini, tanza per fauna e flora. «I Piani di Pezza comunitari, dato che ci troviamo in aree di Escursionismo, recependo quanto Scuole e le attività da curare per la dedicata a quelli del Centro Sud. In di lottizzazione di intere aree naturali, di sono una delle aree naturalisticamente SIC e ZPS. «Il Cai Abruzzo sarà vigile richiesto dal riformato Regolamento programmazione e gestione di un qual- quella del Nord, che si è tenuta presso gestione del territorio affidati a consorzi più importanti dell’area protetta e un a difesa del patrimonio naturale, unica degli Organi Tecnici Centrali Opera- siasi progetto escursionistico. È stato la Sede centrale del Cai a Milano, è venatori e, per finire, di proposte di corridoio strategico per la fauna, in vera risorsa della regione e patrimonio tivi (OTCO), ha riformulato il corso chiesto inoltre ai candidati di prepara- intervenuto tra i relatori il Presidente collegamento tra le stazioni sciistiche particolare per l’orso bruno marsicano». di tutti i cittadini». • prevedendo due sessioni: la prima di re due elaborati: il primo relativo alla generale Vincenzo Torti. •

02 • aprile 2018 aprile 2018 • 03 ORGANI TECNICI CENTRALI E STRUTTURE OPERATIVE

to. La scintilla della nuova Struttura primo triennio e quelle già approva- IL POTERE DEL CANTO operativa scocca nel 2013: la presi- te dalla Sede centrale per il prossi- denza istituisce un comitato provvi- mo futuro sono visibili sul portale Gabriele Bianchi è il primo Presidente del Centro Nazionalità Coralità. «Le sorio, “Cori per il 150°”, coordinato istituzionale www.cai.it. Cliccando testimonianze del canto popolare – ci ha detto – rispecchiano vari fattori da Gianluigi Montresor, che realizza sul logo “Coralità“, appaiono otto in ottobre una serie di importanti link dai quali è possibile soddisfare ambientali, culturali e tradizionali che riconducono a radici universali» iniziative. In dicembre, con Gianluigi le conoscenze del merito. In sintesi tramiamo il tentativo di proporre la abbiamo realizzato l’anagrafica ag- costituzione di un Gruppo di lavoro giornata sulla consistenza e i contat- per la valorizzazione permanente ti dei gruppi corali, l’accesso ai siti di della coralità. Il Presidente Martini, 64 dei suddetti gruppi e 12 concerti con il “mentore” Quartiani e il CDC, in occasione di particolari momenti approvano. Il gruppo si ritrova in istituzionali (significativi quelli deno- tre riunioni e propone un progetto minati “Coralità e Solidarietà”, che e un regolamento della Struttura hanno visto il canto dei gruppi nelle operativa, che vengono deliberati quattro regioni colpite dal sisma e dal Comitato centrale di indirizzo e la produzione del Cd La montagna controllo il 29 novembre 2014». e la sua gente). Cito poi il progetto inventario, la catalogazione e con- Quali sono state le motivazioni che sultazione del patrimonio artistico/ ti hanno spinto a proporti come pri- culturale conservato presso la Bi- mo Presidente? blioteca Nazionale e dai gruppi co- «Non si è trattato di un’iniziativa rali sul territorio, le manifestazioni personale, ma della proposta scaturita dai quattordici Compo- per il 90° del brano La Montanara, la presenza dei cori a “Cime nenti dell’allora Gruppo di lavoro. Confesso di non aver fatto a Milano” e il lavoro di archivio, con la raccolta di documenti, particolare opposizione, poiché la disponibilità è scaturita da immagini, audio e video. Nel 2018, con la collaborazione della una passione non senile ma conseguente a entusiasmi, prece- Biblioteca Nazionale, del Centro di Cinematografia e Cineteca dentemente accantonati per gli altri impegni assunti nella no- e del Centro Operativo Editoriale, organizzeremo convegni con stra associazione, ma continuamente latenti e vitali come una seminari di studio, formazione tecnico/artistica e produzione di brace». documentari ed eventi promozionali a Torino, Milano, Padova e Nuoro. Editeremo poi un libretto con i testi dei brani incisi sui 5 Che ruolo hanno avuto i gruppi corali nella storia del Cai e nel- Cd sinora prodotti dal nostro Sodalizio e allestiremo due spet- la diffusione dei valori della montagna? tacoli in memoria di Massimo Mila, musicologo, critico musicale «In un Club come il nostro, che ha tra gli scopi fondanti la pro- e Accademico del Cai, nel 30° della scomparsa. Infine segnalo, mozione della conoscenza, la conservazione e diffusione di a conferma dell’interesse della nostra associazione per i giova- abriele Bianchi, 68 anni, iscritto al Cai Bovisio Mascia- alla sua nascita? quanto già acquisito è altrettanto importante della conoscenza ni, la partecipazione di gruppi corali giovanili del sistema di rete go, è il primo Presidente del Centro Nazionale Corali- «La struttura è giovane, ma la forma espressiva della coralità è del nuovo. I sentimenti del quotidiano, le aspirazioni, le testimo- “Yarmònia” (22 formazioni universitarie e delle scuole superio- tà del Cai. Una sorte segnata dalla famiglia, come ama insita nella storia del Club alpino sin dalle sue origini. Istituzio- nianze del canto popolare rispecchiano vari fattori ambientali, ri), a seminari di perfezionamento con maestri d’eccezione della G ripetere, dato che papà Claudio e mamma Rina lo iscrissero al nalmente apparve nel 1882, al XVCongresso nazionale a Biella, culturali e tradizionali, che riconducono a radici universali da coralità popolare. I ragazzi confronteranno le proprie esperien- Club alpino nel lontano 1950, a pochi mesi dalla nascita. Studi dove fu eseguito per la prima volta l’Inno degli Alpinisti-Excel- non dimenticare. E i canti dei nuovi autori, poggiando su quel- ze, percorsi formativi ed eventi, e si esibiranno in due concerti da geometra e in geologia, attività professionale nella progetta- sior. Nel 1925 il Consiglio Direttivo della Sede centrale costituì le radici, proiettano comunque valori di civiltà, che rimangono (la locandina è pubblicata in questa pagina n.d.r.). Desidererei zione e gestione di impianti termici, condizionamento e tratta- una Commissione per la raccolta e l’armonizzazione dei canti di attuali nonostante il trascorrere del tempo. Cito a proposito il concludere l’intervista confessando come, nei momenti di na- mento delle acque. Nel 1967 fu “inviato” dal padre al 1° corso montagna, la cui opera sfociò in una edizione della “Ricordi” sot- suggerimento di un grande poeta e scrittore: “il segreto della turale affaticamento, ritrovo stimoli per riprendere il cammino. roccia, e più tardi divenne Istruttore di alpinismo e scialpinismo to gli auspici del Cai. La diffusione di questa passione musicale comunicazione corale risiede tra la vibrazione della voce di chi È il ricorso a una parte di me, quella che conserva la presenza titolato Cai. Nel 1971 inizia l’attività di cantore nel coro del 64° assunse particolare dignità dal 1926 con la costituzione, a Tren- canta e il battito del cuore di chi ascolta”». di un coro particolare, mai dichiarato né censito. Quello degli corso allievi ufficiali alla Scuola militare alpina di Aosta. Presi- to, dei Cori SOSAT e SAT che, grazie alla loro creatività musicale “Arrampicantores”, composto da istruttori e allievi dei corsi, dente della sua Sezione dal 1976, entra in Consiglio Centrale e valore di interpreti, favorirono, nei decenni successivi, la cre- Quanti gruppi attualmente hanno aderito al CNC? Cosa è sta- intonati, stonati e anche afoni. Con canti generati da quella nel 1984, dove ricopre più avanti le funzioni di vicesegretario e scita di altri gruppi corali in tutto il territorio nazionale e la diffu- to fatto finora e quali sono gli obiettivi per il prossimo futuro? vitalità incontenibile che si prova scendendo con gli sci dalla segretario generale sino al 1990. Infine è stato Vicepresidente sione nel mondo della nostra cultura musicale (La Montanara «Gli attuali sono 74, costituiti da circa 2600 coristi, distribuiti Pointe de la Pierre, traversando i seracchi della Vallée Blanche, dal ’91 e Presidente generale dal 1998 al 2004. È padre del di- è tradotta in 148 lingue). E veniamo ai giorni nostri: nel 2002, in 17 regioni e in grado di proporre globalmente un migliaio di in cima al Badile o sulle Torri del Vajolet e nel Supramonte di ciottenne Socio Raffaele. Anno internazionale delle montagne, la Presidenza generale concerti all’anno. L’occasione è ghiotta, anche per sfatare un im- Orgosolo. Senza rimpianti perché gli echi risuonano ancora. Ma ritenta l’esperienza del 1925 e, con il contributo del Consiglie- maginario frequente nella collettività: il “genere” dei nostri cori. che felicità, che teatri naturali e che gioia, irripetibile e ancora Il Centro Nazionale Coralità è una Struttura operativa giovane re centrale Enrico Pelucchi di Sondrio, raggruppa 17 cori che 39 sono maschili, 34 misti e uno solo femminile, e in prospettiva stimolante». • all’interno del Cai. Quali sono stati i fattori che hanno portato editano il doppio Cd Armonie tra le montagne. Poi si arena tut- stanno apparendo novità interessanti. Le iniziative attuate nel lc/la

04 • aprile 2018 aprile 2018 • 05 NEWS DALLE SEZIONI

Sentieristica, Tavolo di confronto a Ad Amatrice 200 persone Ampia presenza Cai nel nuovo Sicurezza, il CNSAS del Friuli Venezia ad ascoltare Cognetti e Magrin consiglio dell’International Alliance Giulia in tour per la regione A Lecco è stato istituito un Tavolo di confronto e di lavoro per la for Film rilevazione dei sentieri, compresi quelli che conducono alle ferrate e Un “tour” della regione con incontri per fornire utili alle falesie, e per la realizzazione e la posa della segnaletica. Siedono Alla vicepresidenza eletto Roberto De Martin, in rap- informazioni su comportamenti e luoghi a rischio, sulla a questo tavolo le associazioni e gli enti che si occupano di sentieri- presentanza del Trento Film Festival, mentre il ruolo gestione delle emergenze e sul soccorso in ambiente stica nella provincia, compreso il Cai Lecco. «Si tratta di un progetto di nuovo coordinatore è ricoperto da Marco Ribetti, montano. È quello in cui è impegnato da mesi il Servizio ambizioso, probabilmente unico per la complessità e la molteplicità vicedirettore del Museo Nazionale della Montagna di Regionale Friuli Venezia Giulia del Corpo Nazionale dei soggetti coinvolti, naturalmente a titolo volontario. Ma incredi- Torino. È dunque ampia la rappresentanza del Club Soccorso Alpino e Speleologico, in collaborazione con le bilmente coinvolgente, oltreché caratterizzato da tante possibilità di alpino italiano nel Consiglio direttivo dell’Interna- Sezioni Cai locali. La tappa triestina si è svolta nell’am- sviluppo», commentano dalla Sezione. «Dopo anni in cui gli interven- tional Alliance for Mountain Film, completamente bito dei corsi (scialpinismo base e alta montagna) della ti parevano essere realizzati senza una regìa e spesso senza nem- rinnovato dopo l’assemblea del primo marzo scorso a Scuola di scialpinismo “Città di Trieste”, che fa capo meno una ragione evidente, sembra ora venuto il momento in cui Domžale, in Slovenia, organizzata nei giorni del Festival alle due Sezioni del capoluogo giuliano (XXX Ottobre e sia l’Amministrazione Pubblica che la sensibilità popolare abbiano Gorniškega Filma di Lubiana. L’IAMF, fondata per Società Alpina delle Giulie). In una sala piena non solo di riscoperto il valore del nostro territorio, la necessità di tutelarlo e Duecento persone provenienti da tutto il valorizzare, promuovere e conservare la cinematogra- corsisti e Soci, ma anche di tanti appassionati e frequen- renderlo fruibile in sicurezza, sia per i residenti sia per i turisti». • Centro Italia hanno partecipato, sabato 10 fia di montagna, oggi riunisce 24 associati (23 festival tatori delle terre alte, è stata evidenziata l’esistenza di febbraio, nella Sala Comunale del Gusto più il Museomontagna), di 18 paesi di 5 continenti. Per una percentuale di rischio non eliminabile in montagna di Amatrice, al dialogo tra il Premio Strega il prossimo triennio sono stati poi eletti presidente e descritta l’attività dei volontari CNSAS. Ampio spazio 2017 Paolo Cognetti e l’artista di Monza Javier Barayazarra, direttore del Festival di Bilbao inoltre per l’applicazione per smartphone GeoResQ In Carnia piccole Guide ecologiche crescono Nicola Magrin, affermato illustratore di (Spagna) e consiglieri Basanta Thapa e Silvo Karo, (scaricabile gratuitamente per i Soci Cai), definita «un copertine e di libri, tra cui proprio quella di rispettivamente presidente del Festival di Kathmandu tassello in più nell’ambito dell’articolato puzzle che In Alta Carnia è ripartito il progetto “Guida Ecologica”, proposta Le otto montagne di Cognetti. E proprio il (Nepal) e presidente del Festival di Lubiana (Slovenia). rappresenta la sicurezza quando si va in montagna», didattico-educativa che coinvolge i piccoli della scuola primaria di libro, tradotto in 39 lingue, molto letto nelle Sono stati anche nominati i rappresentati di area: per con esempi di intervento in cui il suo utilizzo è stato Paularo (UD) da ben 15 anni. Il Cai Ravascletto, insieme ad altre scuole e amato dai giovani, è stato al centro l’Europa Michael Pause (Germania), per l’Asia e Oce- importante per l’esito positivo e prospettando possibili associazioni della Val d’Incarojo, anche nel 2018 propone a una dell’incontro organizzato dal Cai Amatrice, ania Billy Choi (Corea), per il Nord America Joanna futuri sviluppi dell’applicazione stessa. Particolarmente cinquantina di alunni lezioni in classe e in ambiente, con interventi di nell’ambito della rassegna “Montagne in Croston (Canada) e per il Sud America María Ema de apprezzato l’intervento del Rettore dell’Università di esperti e testimonianze di chi custodisce e tramanda antichi e nuovi movimento”. Usando le parole di Ines Mille- Antueno (Argentina). Riconfermata infine la sede stori- Trieste Maurizio Fermeglia, accademico del Cai, Istrut- saperi della zona. Il via è stato dato da 13 bambini di terza elemen- simi della Sezione amatriciana, «una storia ca presso il Museo Nazionale della Montagna a Torino, tore di alpinismo e scialpinismo e per anni volontario tare, che il 10 febbraio hanno visitato la stazione di rilevamento dei asciutta in cui ci identifichiamo e ritroviamo, dove l’International Alliance for Mountain Film venne del Soccorso, che, con ricordi e aneddoti, ha tracciato la dati nivo-meteorologici in località Lius, nel comune di Ligosullo, e c’è un po’ di noi e degli altri, delle nostre fondata nel febbraio del 2000. • storia del CNSAS locale. • hanno provato a usare Artva, sonda e pala. La giornata si è conclusa divisioni interne e dei nostri misteri». Ines con una camminata sulla neve, alla scoperta dei diversi tipi di alberi racconta come ad Amatrice Cognetti abbia e delle tracce lasciate dagli animali. Il 17 febbraio i ragazzi di quarta criticato le località-stazioni sciistiche alpine, hanno effettuato una ciaspolata a Casera Cuesta Robbia e la setti- costruite con condomini di cemento, e abbia mana dopo la quinta è stata sul Monte Tama, sempre con le ciaspole ribadito che la montagna, ospitando ricchez- I bimbi della materna come l’ascolto e il riconoscimento di tiva è stata organizzata nell’ambito del ai piedi. Con l’arrivo della primavera spazio agli scarponcini da ze naturali necessarie alla sopravvivenza del scoprono la montagna suoni come il rumore dell’acqua, del progetto “Laboratorio Alpino e delle trekking, con tre uscite in programma a maggio per osservare flora pianeta come aria e acqua, è una risorsa non con la SAT vento, del temporale, dei passi sul ter- Dolomiti bene Unesco”. • e fauna montana (anche ittica) e altre due uscite a giugno e settem- monetizzabile. Magrin ha confessato che ar- reno e sulla neve, il canto degli uccelli bre, con pernottamento in rifugio. • rivando ad Amatrice ha ricevuto uno schiaf- Alla scoperta della montagna fin da e il verso degli altri animali che abitano fo, con il vento freddo, il borgo distrutto dal piccolissimi. Si può riassumere così il le terre alte. Spazio poi alla realizza- sisma e i brandelli della chiesa di S. Agostino ciclo di quattro appuntamenti che dal zione di una catena di montagne di che parlavano non di spopolamento, ma di 20 febbraio al 2 marzo ha coinvolto carta (laboratorio basato sulla lettura distruzione. E incontrando gli amatriciani e i tutte le classi (81 bambini dai 3 ai 5 di un silent book dell’autrice francese soci del Cai locale, alcuni dei quali volontari anni) della Scuola materna Canossia- Juliette Binet) e a quella, con disegni, del Soccorso Alpino, ha sentito la voglia ne “V. de Panizza” di Trento. I bimbi timbri e collage, delle proprie “monta- urgente, bruciante di rinascita, di battaglia sono stati accompagnati alla Bibliote- gne invisibili”, una raccolta di massicci in difesa del luogo. Cognetti ha annunciato ca della Montagna della SAT, dove è e vette interpretate da ognuno secon- che, dopo il viaggio nel Dolpo, in Himalaya, stata predisposta per loro una piccola do la propria capacità immaginativa effettuato con Magrin, il suo prossimo libro sceneggiatura per simulare un am- (laboratorio ispirato al libro Montañas si incentra sulla ricerca dei luoghi spopolati biente alpino. Una corda è stata infatti dell’autrice portoghese Madalena ai piedi delle montagne più alte del pianeta, agganciata alla ringhiera del ballatoio, Matoso). I disegni dei bambini sono per trovare i punti di congiunzione con il in modo che i pargoli, dotati di un diventati poi una mostra temporanea, fenomeno di spopolamento delle Terre alte moschettone, hanno potuto seguirla composta da più di 70 illustrazioni nostrane. Uscita prevista: questo mese di fino all’interno della biblioteca. Qui coloratissime, esposte su una parete aprile. • sono state diverse le attività proposte, dello Spazio Alpino della SAT. L’inizia-

06 • aprile 2018 aprile 2018 • 07 esecutivo 200x270 cmYK

IL CONSIGLIO INFORMA Prossima uscita IN RICORDO DI RENATA È scomparsa in febbraio Renata Viviani, una vita passata all’interno del Cai, dove ha portato valori, entusiasmo, concretezza e grande talento

l 22 febbraio di quest’anno Renata Viviani, componente del forza e i valori del volontariato nell’ambito della associazione; Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo ha iniziato a sali- si riportano le conclusioni di quel documento che esprimono Ire le montagne del paradiso, dopo avere combattuto con la al meglio lo spirito di Renata e il suo senso di appartenenza al tenacia, la determinazione e la serenità che la caratterizzava, la sodalizio: malattia che aveva in sé. • I valori non sono separati dai fatti della vita di soci e dall’es- Sempre con il sorriso, sempre con ottimismo, sempre con po- senza della nostra associazione, ne costituiscono l’insostitu- sitività. ibile base d’appoggio: senza la loro forza attrattiva ed etica il Nella sua vita di socia Cai era stata reggente della sottosezio- nostro agire rischia di ridursi a semplice azione strumentale. ne Valdidentro, componente del Comitato direttivo regionale • I valori fondanti il Club alpino italiano sono valori attuali, con- del Cai Lombardia, collaborando attivamente alla stesura dello divisi e con immutato diritto di cittadinanza, dotati di forza statuto, e poi Presidente regionale per due mandati, durante i etico-culturale fondamentale per il futuro. È nostro dovere quali dette notevole impulso all’attività del Gruppo regionale, esprimerli nel nostro agire e trasmetterli alle giovani gene- attorniata da amici e collaboratori che sapeva sempre coinvol- razioni, che possono, quindi, conoscere attraverso il Cai un gere nella collegialità del lavoro e degli obiettivi da raggiungere. modo di guardare alla montagna gratificante, ricco di relazio- rile Il dialogo e il confronto delle idee erano i suoi metodi, non per ni e aperto al loro contributo. scendere a compromessi, ma per cercare sempre di costruire • Nel volontariato non c’è una vita più preziosa di un’altra, ogni insieme un progetto condiviso e alla portata di tutti; nel 2009, ora messa a disposizione ha un valore importantissimo e ogni quando negli organi tecnici del Cai si manifestavano forti con- socio attivo mette il suo mattone per la realizzazione colletti- trarietà su un’ipotesi di riordino e di riorganizzazione dell’ap- va del progetto associativo. parato formativo, Renata nell’ambito lombardo si prodigò af- • Il Cai non è un erogatore di servizi e i soci non sono fruitori finché i principali organi tecnici territoriali, scuole di alpinismo, di servizi regolati da un contratto di mercato: è necessario ri- escursionismo, alpinismo giovanile, dialogassero fra di loro, flettere su questo principio, ma prima di tutto è necessario si incontrassero, si coordinassero nelle loro attività per colla- recuperarlo se non riscoprirlo. borare insieme e per superare quelle barriere che spesso si • Il volontariato del futuro per il Cai è un volontariato libero, pongono per paura e ignoranza, per personalismi ed egoismi consapevole e rinvigorito, capace di assumere la responsabi- che nulla hanno a che vedere con lo spirito del servizio; riuscì lità dei propri valori fondanti, che riafferma, differenziandosi nel suo intento con la forza delle parole e degli argomenti e il dall’approccio alla montagna e ai rapporti umani caratteriz- 26 a P n libreria dal i coordinamento degli Organi tecnici lombardi fu un concreto zato da logiche economiche e di mercato proprie del mondo esempio da esportare poi a livello centrale. profit al quale il Club alpino italiano e i suoi soci non appar- Fu sempre determinata nella difesa dei valori Cai e nella tutela tengono, né intendono appartenere. dell’ambiente montano; con la sua tenacia evitò che in Lombar- Venne eletta componente del Comitato Centrale nel 2016 dia venisse promulgata una legge a favore dell’uso indiscrimina- quando già la malattia si era impossessata del suo corpo, ma to delle motoslitte; contrastò le ipotesi di consentire ai motoci- non del suo spirito; nelle sedute fu sempre molto attiva e par- clisti di scorazzare sui sentieri, raccogliendo in breve tempo più tecipativa; fece parte della Commissione Assetto Istituzionale, di 40.000 firme contro una proposta di legge regionale tenden- da ultimo essendone anche il relatore; fu referente del Centro te a liberalizzare tale pratica. Cinematografia e Cineteca, contribuendo al suo ringiovani- Quando si ventilò l’ipotesi di avviare un dialogo costruttivo tra mento e cambiamento; con il suo entusiasmo e con la sua pas- Cai e Federazione motociclistica italiana, non perse tempo e sione, insieme ai componenti della struttura operativa diede indirizzò alla Presidenza generale una fervente nota a tutela dei vita al video Oltre l’orizzonte, rappresentante i valori del Cai, principi del bidecalogo e dei valori della frequentazione della del significato della contemplazione della montagna, della soli- montagna; scriveva: «Il fatto che una pratica contraria ai prin- darietà, del piacere della fatica. cipi condivisi dal Sodalizio sia ampiamente diffusa non implica Una socia, un’amica, una donna di grande talento e intelligenza che essa debba beneficiare di una considerazione più favore- ci ha salutato per sempre, resta il suo esempio di tenacia, di po- vole, ma deve spronarci alla ricerca di strumenti più efficaci per sitività, di coerenza, di credo nei propri ideali, di come si possa i nuovi libri del CAI contrastarla»; un forte richiamo alla coerenza e all’impegno per lavorare per una vita e una società migliore; è un grande regalo tenere sempre attuali i valori fondanti del Cai. e per questo: grazie Renata per quello che ci hai donato. collana Partecipò al congresso di Firenze, elaborando e sottoscriven- Coordinatore del CC do insieme ad altri soci un documento in cui si riaffermavano la Luca Frezzini in collaborazione con la casa editrice Ponte alle grazie acquista online su www.store.cai.it o tramite la tua sezione di riferimento 08 • aprile 2018 SCIALPINISMO

Una “classica” d’alta quota

La traversata delle Dolomiti di Brenta, da Cima Tosa alla Catena settentrionale: una splendida avventura che, se affrontata con un’adeguata preparazione fisica e tecnica, può dare grandi soddisfazioni testo e foto di Andrea Caser * e Paolo Acler * Nelle pagine precedenti, sulla Vedretta di spalla. Ma una volta individuato al suo termine il lungo: la lasciamo a chi volesse completare tutto il Vallesinella Superiore passaggio più conveniente e diretto, la successiva percorso. verso Cima Sella e salita della selvaggia Val Pestacavre (toponimo che Da notare anche che l’itinerario descritto (possibile passaggio di quota 2740 non necessita di commenti), con attraversamento anche nel senso opposto nord-sud, con le opportu- della Forcella delle Livezze e l’entusiasmante disce- ne valutazioni a riguardo della diversa esposizione A sinistra, tramonto al Rifugio Tuckett verso la sa sull’opposto versante nel rinserrato vallone che solare di salite e discese e relative variazioni del Bocca omonima confluisce nella Val del Vento verso la Val Meledrio manto nevoso) è una traversata “classica” del grup- – a nord del Passo Campo Carlo Magno – sono tra i po: per chi se la sente si potrebbero prevedere per A destra, traversata sul momenti più spettacolari della traversata. le vette principali varianti più impegnative, come percorso attrezzato lo scivolo nord di Cima Brenta, eventualmente dell’Ideale verso Cima UN’ESPERIENZA STRAORDINARIA Tosa abbinato alla vecchia via da sud e i canaloni Neri Dovevamo mettere in conto anche il notevole inevi- e Graffer, che raggiungono con percorsi diretti la tabile peso dello zaino tipico dei “raids” di più gior- Cima Tosa, rispettivamente da nord e da sud: ma ni, con viveri, fornelletti, gas per sciogliere la neve per questi tragitti il livello cambia. e attrezzatura alpinistica completa, anche se da se- In conclusione riteniamo che l’impegno comples- lezionare attentamente, compresa di rinvii e corda sivo richiesto da questo percorso, che attraversa (noi avevamo due cordini da 30 m/7 mm “equa- lungo il suo maggiore sviluppo il gruppo di Bren- mente” suddivisi). A ogni buon conto, il Rifugio ta, sia abbastanza rilevante per sciatori-alpinisti Stoppani al Passo Grostè (o il sottostante Rif. Graf- “medi” come noi, certamente più dei percorsi fer), dopo i non troppo spartani bivacchi del Brenta precedentemente effettuati cui abbiamo fatto meridionale e centrale, prometteva, attenuanti alle cenno all’inizio. Ma coloro che lo affronteranno, fatiche dei primi tre giorni, doccia calda, ristorante soprattutto se condividono l’idea che lo scialpi- e birra a volontà. nismo trovi nell’abbinamento paritario delle due Ce n’era abbastanza per spiegare dubbi e titubanze, attività che lo definiscono la più completa e sod- idea di effettuare la traversata sci alpini- anche con l’uso della corda in assicurazione o per fino a quando nell’aprile 2017 ci siamo convinti che disfacente realizzazione, vivranno un’esperienza stica del gruppo di Brenta stimolava la brevi calate in doppia. Le salite alle due cime prin- si poteva provare. straordinaria tra montagne di incomparabile se- L’ nostra fantasia da un bel po’, dopo altre cipali, Cima Tosa (m 3173), punto culminante del Aggiungiamo, per completezza, che avevamo vera bellezza. esperienze sulle montagne del Trentino, in cui ave- gruppo, e Cima Brenta (m 3150), ancora lambite da esplorato e percorso con gli sci anche l’ultima parte Dislivello complessivo in salita: 5600 m. Diffi- vamo attraversato con gli sci, in anni successivi, le vedrette e canali ghiacciati sia pure in evidente re- meno impegnativa della catena settentrionale, che coltà BSA/OSA, con brevi tratti di arrampicata elevate Tredici Cime nell’Ortles-Cevedale, la catena gressione, presentano passaggi di arrampicata/alpi- si conclude con il Monte Peller, ormai dolcemente di II-III grado per C. Tosa e I-II per C. Brenta. I porfirica del Lagorai nelle due direzioni, il gruppo nistici da fare senza sci e con adeguata attrezzatura. digradante verso la Val di Non, tralasciata per la tempi di percorrenza sono ovviamente variabili, dell’Adamello con le sue vaste distese glaciali sia da E, naturalmente, meteo e stabilità del manto nevo- scarsità del manto nevoso della primavera 2017, che noi abbiamo impiegato molte ore ogni giorno. ▲ sud che da nord: gite di alcuni giorni, lunghe e di so devono essere ottimi per tempi di progressione e ci avrebbe costretto a un ritorno a piedi ancora più * CAI-SAT soddisfazione, che avevamo descritto sui Bolletti- sicurezza, condizioni che si realizzano solitamente ni della SAT e su Montagne360. Monti di confine nella stagione primaverile avanzata, specialmente cent’anni or sono, sui quali si combatté duramente per i versanti esposti a nord. nel corso della Grande Guerra. Inoltre, mentre i percorsi nella parte meridiona- Ma il nostro entusiasmo stavolta era un po’ frena- le e centrale del gruppo alle cime più elevate sono to dalla consapevolezza, derivante dalle non po- descritti in varie guide e seguono note vie normali, che escursioni effettuate con sci e pelli di foca in la catena settentrionale – che prosegue a nord del- quest’angolo delle Dolomiti per noi quasi di casa, la larga inflessione del Passo Grostè fino al Monte che difficoltà e impegno complessivi della nuova Peller – è sciisticamente meno frequentata, con “avventura” sarebbero stati superiori ai precedenti. passaggi obbligati che è preferibile conoscere pre- Nei gruppi montuosi che avevamo precedentemen- ventivamente. Una parte non secondaria nella pre- te attraversato si procede infatti quasi sempre sci ai parazione alla gita è stata proprio la perlustrazione piedi e solamente l’ultima parte di salita ad alcune autunnale e sciistica di questa aspra zona, frequen- cime presenta un impegno alpinistico, generalmen- tata più da camosci, marmotte (e sempre più dall’or- te moderato. I terreni che si devono invece affron- so!) che da sciatori, in cui, pur mancando le ardite tare in Brenta, per le caratteristiche morfologiche e architetture rocciose della parte più conosciuta del orografiche di un gruppo “tipicamente” dolomitico, Brenta, la ripidità di valloni e pendii rimane un sono contraddistinti da forti contrasti con una com- elemento costante e trovare i passaggi più conve- ponente alpinistica da non sottovalutare. Le stret- nienti non sempre facile. La Val Gelada di Tuenno te forcelle (“bocche”) che collegano ampi e lunghi che scende verso il Lago di Tovel dal Passo di Val valloni d’accesso piacevolmente sciistici, si raggiun- Gelada è, a questo riguardo, esemplare: splendi- gono quasi sempre risalendo ripidi canali incassa- damente sciistica nella parte intermedia, presenta ti tra guglie e pareti, con la frequente necessità di due brevi tratti attrezzati nella parte alta e al suo procedere sci in spalla e ramponi ai piedi e talvolta sbocco inferiore, che costringono a scendere sci in

44 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 45 riore (passaggio a 2740 m) su neve ancora ben portan- Livezze, solo da ultimo sci in spalla per stretto cana- te nonostante l’ora, la discesa invece è faticosa su neve le tra le rocce e in breve sull’omonima cima, a 2780 pesante. Ci fermiamo al Rifugio Stoppani, mega risto- metri, terza e ultima della traversata: modesto cocuz- rante con alcune camere, in stridente ma non sgradito zolo nevoso, ma splendido belvedere su quest’angolo contrasto con i bivacchi precedenti e ci godiamo il con- selvaggio della catena settentrionale, Tovel, Flavona, fortevole intermezzo. D+ 1600 m D- 1400 m. Campa. La lunga sciata del Vallone delle Livezze, fat- ta anche il sabato precedente, si rivela impegnativa QUARTO GIORNO, CATENA nella parte alta ma con la neve farinosa recente sem- SETTENTRIONALE (CIMA DELLE LIVEZZE) plicemente stupenda. (N.B. - Dal punto in cui si con- Ultima tappa verso le “terre incognite” della catena fluisce nell’ampia Val del Vento, quota 2000 circa, è settentrionale: partiamo alle 7, arrivano già torme di possibile risalire la parte superiore di quest’ultima e, ragazzini per una gara. Scendiamo su neve ghiacciata senza raggiungere la Bocca del Vento ma superando per l’itinerario classico verso la Val delle Giare, sotto a sinistra, preferibilmente senza neve e sci in spalla, le imponenti pareti e canali della Pietra Grande e risa- un breve ma ripidissimo pendio erboso con roccette liamo il bel vallone alla Bocchetta dei 3 Sassi, per sen- - 60 m, in apparenza problematico - raggiungere i co- tiero Costanzi in traversata ascendente a tratti un po’ modi valloncelli che permettono di scivolare al Passo esposta (attenzione a seguire il percorso segnato) a di Pra Castron e al Bivacco Costanzi, da cui è possibi- una forcella di quota 2730 che avevamo precedente- le proseguire al Pian della Nana e Rifugio Peller. Le di- mente esplorato. Giù per la Val Gelada di Tuenno, nel- rupate creste di Cima di Tuenno del Sentiero Costanzi la parte alta, non fidandoci del ripido canale centrale dalla Bocca del Vento ci sembrano sconsigliabili con 1 carico di neve, utilizziamo il breve percorso attrezzato neve. Avevamo esplorato anche l’accesso diretto da sulla sinistra (può essere ghiacciato: imbrago e cordi- sud alla Bocca del Vento, ma a parte le maggiori diffi- PRIMO GIORNO, ACCESSO DA SUD della Tosa. Rimessi gli sci scendiamo in diagonale su no): ancora una bella sciata su neve farinosa umida. Il coltà, si verrebbe a perdere una delle “perle” della tra- Partire da sud a primavera inoltrata significa (e non terreno ripido alla base delle rocce della via normale, Itinerari salto finale della valle assistito da attrezzature è privo versata, la descritta discesa del Vallone delle Livezze). solo nel 2017) portare lungamente gli sci: la scelta può dove li lasciamo, saliamo la bella paretina calda al sole di neve. Giunti alla base di quest’ultimo è necessario Uscendo dalla Val del Vento, ci si porta a sinistra su ricadere sull’interminabile magnifica Val d’Ambiez da (gli scarponi non danno troppo fastidio e tre nuove 1. Risalendo alla Vedretta prestare attenzione: traversare sotto le pareti in leg- terreno boscoso fin dove si riesce a tenere gli sci (noi S. Lorenzo in Banale, sulla Val d’Algone da Stenico-Rif. soste moderne rendono finalmente molto più sicuro di Brenta Superiore gera discesa verso la sinistra orografica del vallone fino a 1800 m), verso il conoide del Tov. Su terreno di- Ghedina oppure, come abbiamo fatto noi, sulla Val il passaggio, grazie a Franz Nicolini immaginiamo); la verso Cima Brenta principale che si dovrà abbandonare, fino a individua- sagevole, tra gli arbusti attorno ai 1700 m, si raggiun- 2. Discesa con gli sci al d’Agola da S. Antonio di Mavignola sci in spalla fino a neve recente non abbondante si sta trasformando e re uno stretto canale (circa 80 metri di dislivello, noi ge il sentiero verso l’abbandonata Malga Scale, anco- Rifugio Agostini dalla 2200 m, poco sotto il Rifugio XII Apostoli. Subito dopo, arriviamo rapidamente sui grandi pianori sommitali Bocca d’Ambiez; in alto a l’abbiamo trovato senza neve) che porta ripidamen- ra dominata da imponenti pareti. Da qui ultima lunga però, l’ambiente si fa spettacolare per la recente nevi- della cima più elevata del gruppo, sferzati da un forte sinistra, nella foto, Cima te ma senza difficoltà a una piccola forcella m 2280 camminata fino a traversare la Val Centonia (sentiero cata in quota, si traversano in pieno inverno la Bocca vento. Solo un’occhiata ai due canali diretti che giun- Tosa che dà facile accesso in traversata allo sbocco della e strada forestale prevalentemente pianeggiante, a dei Camosci (breve discesa a forte pendenza su neve gono in cima da sud e nord. Dopo brevi e sicure doppie remota Val Dimara nella Val Pestacavre (per questo tratti ancora un po’ in salita) giungendo finalmente farinosa) e la successiva Bocca d’Ambiez, dalla quale il sulla parete iniziale, gran sciata su firn verso i Rifugi Pe- tratto, che evita di perdere parecchia quota verso sulla strada provinciale a nord del Passo Campo Car- canale di discesa è molto ripido: se le condizioni della drotti - Tosa, risalita alla Bocca di Brenta e ancora con Malga Denno, è preferibile la conoscenza preventiva). lo Magno, dove un’auto ci riporterà al non vicinissimo neve non sono ottime, è consigliabile seguire per alcu- gli sci su neve farinosa poi trasformata fino al Brentei. Si risale la Val Pestacavre fino alla Bocchetta delle punto di partenza. D+ 1300 m D- 2100 m. ni metri il sentiero attrezzato sulla dx orografica e, se Il locale invernale è veramente disagevole e in cattivo affiorano, calarsi dai sicuri ancoraggi con una doppia stato, necessiterebbe di una ristrutturazione. Scartia- sulla Vedretta d’Ambiez. La sciata fino al Rifugio Ago- mo l’ipotesi che avevamo accarezzato di salire Cima stini nell’ambiente altamente suggestivo dell’alta val Brenta da sud (vecchia via normale: roccette di II gra- d’Ambiez è su neve pesante: ottimo il locale invernale, do e ripidi canali, non facile) e raggiungiamo il Rifugio ci godiamo il lento caldo pomeriggio. Tuckett, dove l’accoglienza invernale è ottima. \D+ 1600 m D- 460 m. D+ 1100 m D- 1250 m.

SECONDO GIORNO, CIMA TOSA TERZO GIORNO, CIMA BRENTA Partenza prima dell’alba dal Rifugio Agostini. Per la sa- Le tracce di due solitari del giorno prima ci facilitano lita alla Cima Tosa si presentano diverse possibilità: la la salita alla vetta (anche grazie agli zaini che abbiamo Via Migotti (canale - roccette ripide di primo grado dal- alleggerito al rifugio) lungo il classico percorso della la Bocca d’Ambiez), il nevoso e diretto canale Graffer Vedretta di Brenta superiore, passando per la cima (AD, da noi scartato per due salti verticali di ghiaccio occidentale, con bel percorso alpinistico finale. Grande nella parte bassa e neve profonda probabile in alto): la soddisfazione per le cime raggiunte ma anche per il percorso più agevole è il bel canale nevoso (rampo- la discesa che pregustiamo. Sull’unica difficoltà alpini- ni nell’ultima parte), a destra del sentiero attrezzato stica in cresta facciamo una doppia di 15 m, lascian- dell’Ideale, che raggiungiamo all’angusto intaglio di do cordino e moschettone. La sciata è eccezionale su Bocca della Tosa, da cui traversiamo su cengia con neve farinosa fino in fondo, tolti brevemente gli sci sulla poca neve ma con qualche passaggio esposto delica- fascia rocciosa. Ci rilassiamo al sole, poi, nuovamente 2 to/ghiacciato in conserva protetta fino all’ampia Sella carichi, risaliamo verso la Vedretta di Vallesinella supe-

46 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 47 SCIALPINISMO

Sull’alta via Percorsa per la prima volta 115 anni fa, la collega a Zermatt e il Monte Bianco al Cervino, attraverso ghiacciai, vette e panorami splendidi

testo e foto di Simone Bobbio stata percorsa per la prima volta 115 anni LA STORIA DELL’HAUTE ROUTE Nelle pagine precedenti, fa e da allora la Haute route, che va da Una giornata lunga offre anche l’opportunità di sulla destra il ghiacciaio Chamonix a Zermatt, è senz’altro la tra- prendere confidenza con i compagni e soprattut- di Cheilon al tramonto. È All’alba, con le pile versata scialpinistica più antica e conosciuta to con la guida alpina, nel nostro caso François frontali, si affronta delle Alpi, che collega il massiccio del Monte Perraudin, uno dei massimi esperti dell’Haute disegnando un’ampia “s” Bianco con il Cervino lungo ghiacciai e monta- route. Oltre ad aver accompagnato generazio- che aggira i seracchi gne tra le più belle al mondo. ni di clienti lungo il percorso, lo ha raccontato Si parte in una piovosa giornata di inizio aprile dal punto di vista storico e ambientale in una In questa pagina, il rifugio Cabane des Dix dalla stazione delle funivie di Argentière. Rag- lunga serie di guide escursionistiche e scialpi- durante una giornata di giunti i 3297 metri dei Grands Montets, la piog- nistiche impreziosite dai suoi straordinari scatti particolare affollamento gerellina primaverile si trasforma in bufera di fotografici. neve e vento, ma la Guida alpina tranquillizza «La Haute route è in realtà un fascio di percorsi Nella pagina a fianco, in tutti: le previsioni annunciano beau fixe. Difat- individuati già nell’800 per collegare le due ce- alto, dopo la risalita con gli impianti di Verbier, ti, non appena si imbocca la salita dal lebri stazioni turistiche di Chamonix e Zermatt si mettono le pelli per d’Argentiere verso il Col Passon (3028 m), un ti- – esordisce François mentre affronta a passo re- arrivare al Col de la mido sole sbuca dalla coltre di nubi e immedia- golare i primi pendii della salita –. Già all’epoca Chaux (2940 m). tamente ci si ferma per togliere l’abbigliamento erano importanti mete per viaggiatori e artisti In basso a sinistra, la invernale a opera del dottor Payot, medico di LA SECONDA TAPPA, più pesante. La prima tappa è certamente quella provenienti dal continente europeo e dalla Gran vista dalla cima della Chamonix, che abitualmente utilizzava gli sci per ALLA CABANE DE PRAFLEURI Pigna d’Arolla (3796 m) più impegnativa, perché si affrontano tre canali Bretagna, attratti dalla meraviglia dei panorami verso il Cervino e la Dent raggiungere i pazienti nelle borgate più isolate. Se la prima giornata è la più lunga e impegnativa, di neve ripida dove è necessario mettere gli sci alpini. Risale però al 1903 la prima traversata d’Herens. Partì il 16 gennaio con una squadra di 5 persone lo sforzo viene ripagato dal fatto che si dorme in nello zaino e calzare i ramponi. Dopo il Col Pas- In basso a destra, Dal tra Guide e portatori trasportando una macchi- fondovalle nella zona di Verbier, dove le strutture son e una breve discesa sul Glacier du Tour, si Col Momin (3015 m) na fotografica da 16 kg. A causa delle condizio- turistiche accoglienti non mancano. Peraltro anche sale il ripido Col du Tour (3288 m), punto più Negli anni recenti la clientela è si gode di una vista ni meteorologiche, effettuarono soltanto alcune i rifugi sono molto accoglienti e comodi. Dopo la se- mozzafiato sul Gran alto della giornata. La lunghissima discesa si tappe del percorso, la prima traversata integrale conda tappa, meno faticosa della precedente poiché molto aumentata, in particolare Combin (4314 m) concluderà ai 1466 metri di le Lac, gli scialpinisti inglesi, americani su neve è del 1911. Ancora oggi, in base alla pre- gran parte del dislivello in salita si effettua con gli inframmezzata dalla tecnica risalita al Col des parazione tecnica, all’innevamento e al tempo, è impianti di risalita, si giunge alla Cabane de Pra- Ecandies, tra roccette e neve instabile. e canadesi possibile modificare notevolmente le tappe». fleuri (2662 m), al fondo di una conca riparata dove

50 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 51 non è difficile immaginare un pascolo fiorito che giornate giuste, possono arrivare fino a 200 per- In basso, le tracce che in estate spunta dalla neve. Babette, che gestisce la sone. Sull’ampia terrazza al sole c’è chi si rifocilla conducono in vetta capanna, oltre a cucinare egregiamente, si ritaglia con una saporita Raclette, chi suona la chitarra e alla Rosablanche (3336 m). Sullo sfondo un po’ di tempo per fermarsi a fare due chiacchiere chi prende semplicemente il sole. Tra i gruppi più l’inconfondibile sagoma con gli avventori. numerosi, una comitiva di americani. «Siamo in della Dent d’Herens «La nostra è una struttura più piccola delle altre dieci – mi dice Peter –, tutti provenienti dagli Sta- (4171 m) (foto David – racconta sorridendo Babette – perché abbiamo ti Uniti. Io sono una Guida alpina, mi trasferisco Carliers, Valais-Wallis soltanto 59 posti letto. Coloro che effettuano il ogni primavera nelle Alpi e accompagno grup- Promotion) percorso classico dell’Haute route qui si fermano pi di scialpinisti miei connazionali lungo questo soltanto per uno snack. Per noi è l’occasione di la- percorso. Il prestigio della Haute route e dei suoi vorare in un’atmosfera più rilassata, ai clienti of- panorami esercita un fascino irresistibile anche friamo un’accoglienza più confortevole. Negli anni oltreoceano». recenti la clientela è molto aumentata, in partico- All’alba, prima dell’ascesa verso i 3796 metri della lare gli scialpinisti inglesi, americani e canadesi. Pigna d’Arolla, François comunica che le previsio- Poi ci sono sempre moltissimi francesi, scandinavi ni meteo non consentono di proseguire verso Zer- e ultimamente giapponesi. Gli italiani? Soprattut- matt. Dopo una salita interamente su ghiacciaio to Guide alpine con clienti stranieri». e il passaggio esposto della Serpentine, la soddi- sfazione della vetta da cui si gode un panorama a IL TERZO GIORNO, 360° sull’intero arco alpino. E per finire, una di- ATTRAVERSO IL LAC DES DIX scesa mozzafiato di quasi 2000 metri di dislivello Il terzo giorno prevede un lungo trasferimen- fino ad Arolla, antica stazione turistica più isolata to attraverso il piatto Lac des Dix dove è meglio e tranquilla della vicina Zermatt. La perturbazio- essere buoni fondisti per procedere più rapida- ne ci ha privato di una sciata ai piedi della parete mente. L’omonimo rifugio a quota 2928 metri è nord del Cervino, ma ci ha concesso di conoscere una grande struttura d’alta montagna dove, nelle una località ricca di cultura e tradizioni. ▲

52 / Montagne360 / aprile 2018 STORIE DI MONTAGNA

Poco raccontato, se non in qualche biografia, l’alpinista che si confronta in solitaria con la vetta si misura con la montagna ma anche con se stesso. L’alpinista solitario E spesso lo tiene per sé

di Franco Perlotto*

54 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 55 alire in solitaria una parete è sicuramente ma questa è fondamentale, è che se un performer mettendo tuttavia a repentaglio l’aspetto estetico di il desiderio recondito della maggioran- documentato si trova in un momento di calo di questo tipo di salite ossia il fatto di essere davvero S za degli scalatori. L’alpinismo è di per sé tensione o in giornata negativa e vuole tornarsene completamente da soli. un’attività solitaria e la scelta di avventurarsi su a valle per riprovare in una giornata migliore, lo può L’arrampicarsi in solitaria può essere considera- una vetta senza un compagno di cordata è un’a- eventualmente fare. L’elicottero o il drone che gli ta, come sostiene il britannico Doug Scott nel suo spirazione legittima di chi è appassionato. Quasi gira intorno mette immediatamente in allarme gli storico volume Le Grandi Pareti, la continuazione tutti gli scalatori di un certo livello hanno fatto operatori e gli alpinisti che possono intervenire in di quell’avventura primordiale che ci vedeva adole- una salita solitaria nella loro vita alpinistica e la aiuto. Ben diversa è la situazione di chi se ne va so- scenti arrampicarci sugli alberi o su una casa in co- storia dei solitari corre parallela alla storia dell’al- litario su una parete e, senza né corda né assistenza struzione. Con il passare degli anni in alcuni questo pinismo, qualche volta incidendo nella stessa, ma eterna, se ne sale slegato sulla punta delle dita. La impulso non si spegne, ma acquista altra forma in molto spesso senza nemmeno scalfirla. Poco si è sua vita è appesa ad una profonda conoscenza delle un gioco che comunque implica una serie di regole letto in effetti della storia dell’alpinismo solitario, proprie capacità e a null’altro. Questo è il vero sca- e di tecniche. Chi pratica il free solo, senza quindi se non alcuni racconti autobiografici. Eppure le latore solitario. Spesso l’invidia dei performers su l’uso di alcuna attrezzatura di sicurezza come chiodi guide alpinistiche molto spesso citano anche la questi exploits è enorme e tante volte fanno partire e corde, raggiunge forse il massimo concetto, l’apo- prima salita solitaria come record. Gli alpinisti il dubbio sulla reale realizzazione dell’impresa sper- teosi dell’arrampicata solitaria. Ma ci sono anche solitari sono spesso restii a raccontare la loro im- duta proprio perché poco documentata. Per questo alpinisti che hanno salito senza corde pareti difficili presa, spesso frutto di un momento di grazia e di tante volte, straordinari scalatori solitari non hanno in due, ovvero in compagnia di un altro scalatore ispirazione profonda. Ci sono scalatori che hanno né detto né scritto nulla pur realizzando grandi im- slegato. Si tratta di scalata solitaria o di altro questo fatto una sola solitaria in tutta una vita di scalate, prese. Un meccanismo questo che per lo storico o modo di affrontare la montagna? Fanno alpinismo altri invece, pochi a dire il vero, hanno fatto di il cronista che cerca di sintetizzare i record assoluti solitario anche coloro che salgono le cime himala- questa specialità il loro modo ideale di andare in di questa attività, lo rende incapace di scrivere una yane di ottomila metri da soli a breve distanza dai montagna con centinaia di ascensioni da soli. reale pagina di storia, ma questo forse è un bene. colleghi di altre spedizioni? È più un solitario chi sale una parete assicurato ad ogni chiodo, con corde SOLO LE PROPRIE MANI, I PROPRI PIEDI UN’AVVENTURA PRIMORDIALE ad attrezzi per giorni e giorni consecutivi, in costan- Nell’arrampicata solitaria lo scalatore è da solo Negli anni passati soprattutto, poco si è saputo di te contatto via etere con un campo base, oppure chi con se stesso. Si deve fidare soltanto delle sue straordinari scalatori solitari, precursori del free sale una parete di grado estremo completamente mani e dei suoi piedi appoggiati sovente ad aspe- solo, come Mario Zandonella, Enzo Cozzolino, slegato e in poche veloci ore di salita? È un mon- rità impercettibili della roccia. Un gioco con il ri- Gianni Comino e a ritroso perfino come l’antesigna- do complesso, difficile da raccontare, dove spesso schio che lo porta ad avere sensazioni incompara- no Paul Preuss che, agli inizi del Novecento, aveva la gelosia dei solitari non aiuta a capire. Pochissime bili, ma che comporta un duro esame psicologico realizzato solitarie rigorosamente slegato e senza sono le imprese memorabili, tra queste sicuramen- con la possibilità, non poi così remota, di perdere documentazioni di sorta. Molto più note sono inve- te quelle impeccabili di sulla Nord un appiglio e di cadere. ce le salite di solitari che dagli anni Ottanta sono sta- del Cervino e di sulla Nord delle Emblematica è l’affermazione di Bruno De Donà, ti seguiti da un campo base o filmati dall’elicottero, . forte e dimenticato scalatore dolomitico, sulla ragione delle sue solitarie: «Non mi interessano tanto le solitarie, quanto non perdere giornate e il piacere dell’arrampicata anche quando non ho compagni». Semplicemente, se non ci sono segreto da tenere per sé. Non si tratta di filosofia Nelle pagine precedenti, compagni lui scala da solo. Ma forse è la giustifi- spicciola, ma di emozioni da conservare con gelo- Yosemite. Franco cazione di chi vuole tenere per sé le motivazioni sia, senza esibirle al pubblico in quanto molti le ri- Perlotto durante la prima solitaria di più profonde, più vere, quelle che non si possono tengono al limite della moralità per quanto è alto il Lurking Fear sul Capitan condividere. In realtà sensibilità e propulsioni rischio di perdere la vita. Nei nostri giorni invece, (foto Sean Petersen) sono quanto di più segreto si possa conservare. dettati forse dall’egemonia dei social network e del- Perché dunque forzare uno scrigno tanto prezio- la documentazione forzata, si vedono sempre più In questa pagina, Sinai. so? La giustificazione apportata dai solitari è un filmati e foto di quello che già un tempo nel mondo Franco Perlotto (foto archivio Perlotto) po’ simile a quella ripetuta come un mantra nel anglosassone veniva chiamato free solo, ma che ora secolo passato per cui si scalavano le montagne ha assunto le caratteristiche di una disciplina. A destra, Yosemite. semplicemente perché erano là. Autoscatto durante Ecco perché non si può scrivere una storia dell’al- C’È SOLITUDINE E SOLITUDINE la prima solitaria di pinismo solitario: per molti la salita solitaria è un Ma si tratta di vere scalate solitarie quelle che si ve- Lurking Fear sul Capitan (foto archivio Perlotto) dono scorrendo il dito sullo schermo del telefonino? Se c’è qualcuno che filma o qualcuno che fotografa Ecco perché non si può scrivere in realtà lo scalatore non è da solo, ma sta soltanto una storia dell’alpinismo solitario: facendo una performance senza l’uso della corda. Il rischio di cadere è sicuramente lo stesso di chi se ne per molti la salita solitaria è un parte solitario e ramingo senza dire nulla a nessuno segreto da tenere per sé e va a scalare una parete sperduta. L’unica diversità,

56 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 57 A sinistra, Yosemite. Franco Perlotto durante l’apertura in solitaria di Timbouctou Left, una variante di 400 metri ad Aquarian Wall (foto archivio Perlotto)

A destra, Hoggar. Franco Perlotto su una via nuova in solitaria (foto Alberto Rossi)

Sotto, Alex Honnold in solitaria sull’Half Dome nella Yosemite Valley. Copertina di National Geographic

IL GIOCO CON IL RISCHIO anche i fattori di conoscenza della parete. Chi per- Dagli anni Ottanta in poi si sono viste immagini corre precedentemente la parete da salire in soli- bellissime di scalatori in free solo, ovvero senza cor- taria, legato con un compagno di cordata con tan- da né chiodi su pareti difficilissime. Ricordiamo to di sicurezza di chiodi ed attrezzi, per prenderne sicuramente la fotografia di Wolfgang Gullich che previa conoscenza, è sicuramente meno bravo di esce dalla via Separate Reality, uno strapiombo a chi sale senza conoscere l’itinerario. Per questo tetto sopra all’abisso della Valle di Yosemite in Ca- forse non è mai stata narrata la storia dell’arram- lifornia, oppure più recentemente Alex Honnold picata solitaria che rimane comunque un’attività appiccicato su una strettissima sporgenza nella per pochi, ma di indiscusso valore alpinistico. Il stessa valle. Sicuramente non possiamo ricordare gioco con il rischio è enorme e la moralità di al- le parche e poco spettacolari immagini di auto- cune scelte è spesso messa in discussione. Oggi, scatti documentativi sulle solitarie di Hans Chri- in un crescendo di solitari meteora che salgono stian Doseth e altri scalatori sulle immense pareti in tempi ridottissimi le grandi pareti del mondo, a picco sui fiordi norvegesi della valle di Romsdal. qualche domanda ce la si pone. Quanti scalatori Alla fine degli anni Settanta si discuteva se è giu- solitari sono caduti idealizzando un’esasperazione sto prendere in considerazione soprattutto il valo- al limite del suicidio? Quanti invece hanno scel- re del primo solitario di una parete, mentre inve- to la morte approfittando di un mondo pronto ad ce trascurare il secondo o terzo che in ogni caso elevare a eroe chi cade in montagna? Mai si potrà supporta lo stesso rischio. Tra i distinguo c’erano sapere, né forse mai si potrà giudicare. ▲

Franco Perlotto è guida alpina, viaggiatore sviluppo e ha coordinato progetti umani- e scrittore. Ha all’attivo alcune migliaia di tari in Afghanistan, Territori Palestinesi, Sri ascensioni, dove spiccano 42 vie nuove tra le Lanka, Bosnia, Sud Sudan, Ruanda, Congo quali 10 in solitaria, 63 solitarie tra le quali 24 e Ciad. In Amazzonia ha vissuto per tre anni prime solitarie, 15 prime invernali. Tra le sue con gli indios Yanomami e per quattro anni salite più importanti ci sono: la prima asso- ha coordinato un programma del Ministero luta del Salto Angel in Venezuela, due prime degli Esteri contro gli incendi forestali. Gli solitarie sul Capitan in California, la prima è stata conferita una laurea ad honorem solitaria del Trollryggen in Norvegia, le prime in educazione e divulgazione ambientale. solitarie della via degli Svizzeri al Grand Collabora con testate italiane e internazio- Capucin e della via Gervasutti al Pic Adolphe nali e ha pubblicato 14 libri tra i quali due Rey sul Monte Bianco e varie prime solitarie romanzi. Attualmente è il custode del Rifugio sulle Dolomiti. È esperto in cooperazione allo Boccalatte sulle Grandes Jorasses.

58 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 59 SPEDIZIONI K2, il sogno infranto Incidenti, polemiche, cambi di programma: la spedizione polacca protagonista del tentativo invernale al K2 ha scatenato la fantasia di appassionati e commentatori nostrani. Su tutto, le concezioni inconciliabili dell’himalaysmo di Urubko e Wielichi

entativo invernale al K2 2017-2018. Per dinamiche di una spedizione pesante, con tutti i settimane, le vicende della spedizione na- legami e gli obblighi conseguenti (dalla pianifica- T zionale polacca hanno lasciato la comu- zione dei movimenti di tutte le cordate del team, nità alpinistica internazionale con il fiato sospeso. alla sicurezza generale del gruppo, all’autosoccor- Incidenti, polemiche, cambio di direttrici di salita so), e quello in stile leggero, che fa invece perno (in un primo tempo lungo la via di Tomo Cesen sull’autonomia degli scalatori, sulla loro capacità e dei baschi, sullo sperone sud sud est; poi sullo di prendere velocemente delle decisioni (e, se del Sperone degli Abruzzi). In certi giorni, scorrendo caso, di modificarle il più il più in fretta possibi- le notizie sul Web, era difficile raccapezzarsi. A le), sulla necessità di un’elevata acclimatazione e partire da metà gennaio, poi, i social media no- sull’abitudine a muoversi in velocità. Tutto il resto strani hanno cominciato a intestardirsi compulsi- è secondario. Ne consegue che la convinzione che vamente sugli attriti tra Denis Urubko, guest star Denis Urubko sia uno scriteriato è una stupidag- della spedizione, e Krzysztof Wielichi, il leader del gine colossale. Avercene, invece, di alpinisti del gruppo alpinistico. E ogni notizia successiva è sta- suo calibro… Per non dire della sua generosità ta letta dai commentatori da tastiera in quest’otti- (è sufficiente pensare al salvataggio di Elisabeth ca, a ricalco di storie vecchie di qualche decennio, Reevol sul Nanga Parbat, a fine gennaio). Per con- tutte imperniate sul conflitto tra un capo spedizio- tro, vanno buttati alle ortiche anche i commenti ne dal cipiglio militare e un giovane ribelle, auten- di chi vorrebbe liquidare Wielicki come un ottuso tico eroe delle vette, imbrigliato e tenuto a freno. capo spedizione che evita con cura le grane. Idio- Come se in fondo tutti i problemi della spedizione zie sesquipedali, perché Krzysztof è un himalaysta si riducessero a uno scontro di personalità. Cosa che non solo ha salito tutti i quattordici 8000, ina- che a noi pare una semplificazione inaccettabile. nellando una sfilza di ascensioni una più brillante Addirittura una tesi da bar sport. dell’altra. Impossibile dimenticare, ad esempio, la sua non stop (andata e ritorno) sul Broad Peak, in DUE CONCEZIONI DELL’HIMALAYSMO sole 22 ore da campo base a campo base, nel luglio Secondo la nostra opinione, le incomprensioni e del 1984). E poi le sue prime invernali dell’Everest le polemiche – che certamente ci sono state – an- (1980), del Kangchenjunga (gennaio 1986, sen- drebbero invece considerate in una prospettiva za ossigeno e senza portatori) e del Lhotse (sulla diversa. Spostate in una dimensione in cui sia le cui vetta, il 31 dicembre 1988, salì da solo e sen- differenze caratteriali di Denis e di Krysztof, sia il za le bombole dell’ossigeno, partendo dal campo differente ruolo rivestito in questa occasione dai 3, a 7400 m). Da ultimo, per quanto riguarda due personaggi, appaiono di scarso rilievo. Un li- l’«eccessiva prudenza», va ricordato che la spedi- vello interpretativo dove invece si impone con la zione invernale al K2 si è portata sulle spalle, sino massima evidenza la collisione tra due concezioni all’ultimo, un peso psicologico non indifferente. inconciliabili dell’himalaysmo: quello legato alle E cioè la morte di Maciej Berbeka e Tomasz Ko- walski, a cui il gruppo polacco era particolarmen- te legato, avvenuta nel corso della prima inver- Per settimane, le vicende della nale del Broad Peak, nel marzo 2013. Come dire spedizione nazionale polacca hanno che quest’anno, sul K2, i polacchi erano in uno stato d’animo ben diverso da chi può permettersi lasciato la comunità alpinistica di scalare senza dover rendere conto del proprio

Foto Maria Ly, Wikimedia Commons Wikimedia Maria Ly, Foto internazionale con il fiato sospeso operato. ▲

60 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 61 PORTFOLIO Primavera, il risveglio testo e foto di Fabio Beconcini

on esiste la brutta stagione: mi vengono alla mente le N immagini del freddo e della neve dell’inverno, delle fioriture esti- ve, per finire con le nebbie colorate dell’autunno. Con la primavera, inve- ce, arrivano all’improvviso tutti i colori della tavolozza, in mille straordinarie sfumature e forme diverse. Tutto è in movimento. Gli animali partecipano alla festa iniziando i loro riti amorosi e affrontandosi con cipiglio, per afferma- re il loro diritto alla riproduzione. Nel vallone del Lauson ho vissuto la grande emozione di assistere alle lotte dei gio- vani stambecchi, che si sfidavano con determinazione per salire nella scala gerarchica del branco e guadagnarsi i favori delle femmine. Frequentando le Alpi Apuane è sta- to possibile vedere e fotografare, nei torrenti e negli stagni, lo spettacolo di centinaia di rospi che si accoppiano, di- sturbati spesso dai rivali in amore. La natura è ricca di sorprese per gli escursionisti attenti: nei boschi umidi e ombrosi le rocce si ricoprono di mu- schi di un bel colore verde smeraldo intensissimo. Le pietre si colorano di piccole macchie, sono i licheni crostosi, associazione di un fungo e un’alga che insieme vivono in simbiosi, dando vita a forme strane, che in primavera au- mentano l’intensità dei loro colori. Sui pratoni d’altura, appena la neve si scioglie, dalla terra emergono con grande velocità piante e fiori, che devo- no sfruttare i pochi mesi a disposizio- ne per completare il loro ciclo vitale e spargere, con l’aiuto del vento e degli animali, i loro semi. È impressionante la grande varietà di specie che colora le nostre montagne. I fiori stanno bene dove sono, lasciamoli nel loro ambien- te, spesso sono piante e fiori endemici, rari. Prendete una macchina fotografi- ca, anche modesta, fotografate le vostre emozioni, portate a casa queste imma- 1 gini, vi resteranno per sempre. ▲

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1. Orchidea del genere Ophris. Monti Pisani 6. Accoppiamento di rospi. Laghetti del 10. Tulipano botanico. Monte di Sillano, monte Matanna Appennino 2. Primula apennina. Monte Orsaro Appennino 7. Giovani stambecchi al Col della Rossa. 11. Fioritura di Crochi. Rifugio Alto Matanna Parco Nazionale del Gran Paradiso 3. Genziana. Monte Rondinaio, Appennino 8. Asfodeli, Versante Sud. Monte Croce 4. Lichene crostoso dalla strana forma Apuane geografica. Piani del Nivolet 9. Rosa canina nana. Monte Vecchio 5. Primordio di felce Pterium aquilinum. Appennino Monti Pisani

FABIO BECONCINI

La fotografia e la mia professione di infermiere-capo sala sono state da sempre impor- tanti nella mia vita. È stato semplice unire la fotografia alla montagna: lo zaino e la mac- china fotografica mi hanno da sempre accompagnato nelle mie passeggiate, permet- tendomi di realizzare un’imponente documentazione su molti luoghi della Toscana. Ho iniziato a fare escursioni molti anni fa, ma stimolante è stato l’incontro nel 1996 con il Cai - Sezione di Pontedera, che mi ha dato molto in termini di amicizie e conoscenze. Dal 1974 sono socio della Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche, cosa che mi ha permesso di migliorare e di ottenere moltissimi riconoscimenti in Italia e all’estero.

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68 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 69 CRONACA EXTRAEUROPEA a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica - [email protected] l’idrovolante mi ha lasciata», racconta. 540 chilometri a piedi per portarsi non nella con- ca valliva (dove poi hanno fatto base le altre cordate), ma 800 metri di dislivello più in Vai dove ti porta la via alto, proprio sotto la sezione verticale della parete, a sinistra. Il 5 luglio la Vidal partirà in Nuove linee sulle isolate big wall di Himalaya e . Per un alpinismo scalata. E dopo diciassette giorni da sola su portaledge (5-21 luglio 2017), affrontando di qualità e ricerca portato avanti in solitaria o in squadra. Come Sílvia difficoltà di A4/A4+-6a, uscirà in cresta con Vidal, niente GPS, 540 chilometri a piedi, trasportandosi tutto in spalla una nuova linea: Un pas més, 11 lunghezze che si sviluppano nella parte centrale. «I tiri nella terra degli orsi. Come Stephan Siegrist, Thomas Huber e Julian sono corti, ma l’arrampicata è precaria, più in placca su hook che in fessura. La roccia Zanker, con 1000 metri oltre la verticalità al Cerro Kishtwar complessivamente buona anche se il gra- nito, talvolta sabbioso, non ha permesso di utilizzare i copperhead piccoli. Qualche «Così abbiamo dovuto imbastire un nuovo blocco instabile. Le corde spesso si impi- piano. Ripensare alle scorte di cibo, alla sa- (M.Prezelj, U.Novak – Slo, H.Kennedy – Usa, gliavano per la presenza di lame espanse e lita, agire come un sol uomo – ha precisa- M.Pellisier – Fr; ED+ 5.11, WI6, M6, A2, 1200 rovesce e per liberarle mi toccava ridiscen- to Siegrist –. A questo si aggiungeva la mia m), prima via alla Est. dere anche due volte a tiro», ha precisato brutta tendinite alla mano sinistra, insorta Sílvia. Discesa per medesima via. nel primo tentativo. Ma abbiamo deciso di ALASKA Sempre in luglio, mentre la Vidal era im- riprovare. Risalite le fisse fino al punto più Xanadu – Parete Ovest (Arrigetch Peaks) pegnata nel trasporto del materiale, Zeb alto raggiunto il primo tentativo, siamo par- È la punta di diamante di tutte le Arri- Engberg, David Bain, Gabe Boning e Billy titi l’8 ottobre in serata. Difficoltà di A3+ per getch Peaks, quelle isolate guglie graniti- Braasch, hanno aperto in artificiale la via la ripida headwall, con fessure intasate dal che appartenenti al gruppo delle Endicott Golden Petals per poi liberarla (non conse- ghiaccio, scalando a meno venti sotto zero, , parte centrale della Brooks ran- cutivamente) nei giorni successivi. 14 tiri spesso in pieno spindrift. Ma la cima è arri- ge, Alaska settentrionale. V 5.13+ (5.12 A0). Il primo tiro presenta il vata! E dopo sette duri giorni e gelo fin nelle Xanadu non è necessariamente la più passaggio chiave, un boulder di V10, salito ossa, ce la siamo goduta nel sole e senza un elevata qui, ma è una presenza costante, free l’ultimo giorno da Engberg, «Zeb ha A sinistra, la linea Har Har Mahadev, alito di vento». estetica, dalle pareti superverticali. Mol- sfoderato una vera maestria su quei sot- Nordovest Cerro Kishtwar, India del Nord «Tra il primo e il secondo tentativo – ha det- (foto Stephan Siegrist). ti la chiamano l’Half Dome dell’Artico. La tilissimi bordi di granito, e un uso dei piedi to Zanker, il più giovane della spedizione In questa pagina, dall’alto, in apertura di prima salita di Xanadu fu realizzata da Jon grandioso - ha spiegato Braasch -. Il resto – abbiamo trascorso nove giorni su porta- Har Har Mahadev (foto Stephan Siegrist). Krakauer e Bill Bullard, lungo la sezione in- delle lunghezze è principalmente di 5.10 e ledge. È incredibile come si riesca a ridurre Sílvia Vidal in apertura in solitaria di Un pas feriore della Ovest fino alla cresta sud (5.7) 5.11 con diversi runout e un tiro in libera di més alla Ovest di Xanadu, Alaska (foto Sílvia tutto al minimo in questi due metri quadrati nel 1974. Per molti anni, solo una manciata 5.12 obbligatorio. Ogni lunghezza è un clas- Vidal) di mondo orizzontale. Stai attento ai tuoi di altre cordate hanno tentato nuove linee sico di per sé». compagni, usi lo stesso cucchiaio e tutto qui e, stando all’American Alpine Journal, Gli americani Vitaliy Musiyenko, Brian Prin- è condiviso fraternamente senza pensare. soddisfatto. Un muro in alta quota con diffi- la montagna non ha registrato nuove salite ce e Adam Ferro arrivati il 3 agosto, realizze- L’ho trovato incredibile. E poi è una gran coltà così elevate e omogenee difficilmente alla cima dopo quella del 1974, nonostante ranno invece la via Arctic Knight V 5.11+, 7 cosa potersi sfilare gli scarponi una volta nel si incontra una seconda volta!», ha concluso un paio di cordate ci siano andate vicine. Tra tiri, a sinistra delle altre due linee, dopo aver sacco a pelo!». Siegrist. giugno e agosto scorso, tre cordate hanno aperto e liberato in giornata Direct Southe- La linea si chiama Har har mahader, VII A3+ Il Cerro Kishtwar è situato nell’Himalaya scelto di scalare qui. Tutte indipendenti. ast Face (IV 5.10+, 550m) su Albatross, altra 6b M6 80°. Cima il 14 ottobre. Prima parte: Occidentale (Jammu & Kashmir). Oltre a Sílvia Vidal sale grandi pareti, difficili e tec- straordinaria guglia delle Arrigetch. «Dopo 400 metri di ghiaccio e misto. Seconda par- Har har mahader, la montagna conta altre niche, in luoghi per lo più poco battuti. Dalla Albatross il tempo sembrava buono. Così, INDIA le metri di roccia incredibilmente compatta te: 600 metri su roccia e misto lungo la gu- tre linee. Prima salita alla cima il 20.09. 1993 Never Seen Tower al Mount Asgard, da Ship- superati due passi, ci siamo diretti sul no- Cerro Kishtwar (6150 m) e lunghi tratti strapiombanti. Una prospet- glia granitica. Discesa lungo la linea di salita. dapprima lungo parte sinistra della Nordo- ton’s Spire al Huascaran Norte... la lista di stro obiettivo originario, la Ovest di Xana- Nessuno era ancora riuscito ad affrontare tiva totalmente nuova – ha spiegato Huber Quattro campi in parete, il primo a 5450 m. vest. A 5600 metri, si optò per il versante muraglie è lunga. Non di rado con l’apertura du – ha raccontato Musiyenko –. Lì siamo l’estetico pilastro centrale che solca la Nor- –. Studiandola con il cannocchiale, aveva- «L’armonia tra noi è stata fondamentale. Nordest. (M.Fowler, S.Sustad – UK - ED+; di vie in solitaria. Sulla Ovest di Xanadu ha stati disarcionati da una forte bufera a metà dovest del Cerro Kishtwar. Ed è questo pila- mo riconosciuto un sistema di fessure che Thomas è stato semplicemente pazzesco. Sco VI, A3; 1300 m). L’accesso alla monta- scelto di farlo così. «Niente aiuti esterni, né via. Siamo ridiscesi e abbiamo atteso sotto stro che ha spinto lo svizzero Stephan Sie- certamente avremmo potuto affrontare con Su cinque settimane di spedizione, ci sia- gna è restato quindi interdetto per diversi radio per comunicare o ricevere il meteo. la pioggia due giorni. Poi ci siamo riportati grist all’attacco, in cordata al connazionale friend e hook. Il lato positivo della parete era mo fermati solo due giorni. E lui sempre anni per motivi militari. Nel 2011, apertura in Niente GPS o cartine complete della zona», sulla linea. Abbiamo concluso le ultime lun- Julian Zanker e a Thomas Huber (D). appunto la sua tremenda verticalità: quindi positivo! Julian poi, scalatore a tutto tondo, stile alpino di Yoniverse (S.Siegrist, D.Burdet chiarisce lei. «Trentasei giorni per traspor- ghezze e gli ultimi 150 metri di cresta in pie- Eccoli dunque il 1° ottobre 2017 a sferrare il niente incubo di scariche di neve, slavine o sempre disponibile e paziente. Non è af- (CH), D.Lama (A); 1200 m, WI 5, 6a 25- tare i centocinquanta chili di materiale e no white-out». ▲ primo tentativo. L’obiettivo è di aprire una seracchi pendenti. Una scalata bella, difficile fatto scontato con noi vecchietti! Abbiamo 29.09) lungo Nordovest, a destra dell’im- cibo fino al mio campo base. Caricandomi Si ringraziano: Stephan Siegrist (Mammut, linea diretta alla cima in 5 giorni. In 3 giorni e sicura. Solo che inizialmente ne abbiamo portato a casa una nuova linea diretta alla ponente sperone centrale della parete. sulle spalle sacconi da 25-26 chili ciascuno. Pamp, Medi CEP), Sílvia Vidal (per serate: però la cordata aprirà solo 7 lunghezze. «Mil- sottovalutato le difficoltà». cima di 1000 metri stupenda. Sono più che Nel 2015 apertura di A light before wisdom Venti volte avanti e indietro dal punto in cui www.vidalsilvia.com )

70 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 71 NUOVE ASCENSIONI a cura di Carlo Caccia finita: quattro giorni dopo, il 12 gennaio, è di nuovo da quelle parti e con sua mo- glie Giovanna Cavalli passa tra l’appena menzionato Canalone della fiamma e il Ghiaccio e misto: l’inverno Canalone di sinistra, aprendo la Via del scurbatt (350 m, AI2+, IV+ su roccia). sulla Ovest del Grignone LE ULTIME ARRIVATE Fin qui abbiamo fatto un po’ di storia, an- che se sommaria, per contestualizzare la A oriente un candido pendio per la gioia degli scialpinisti. Dall’altra cronaca: un bel poker di vie nuove arri- vate durante l’ultima stagione invernale. parte, invece, una ripida bastionata dove si passa con ramponi e Le danze hanno preso il via il 3 dicembre piccozze, cogliendo l’attimo come hanno fatto Benigno Balatti & C. 2017 con Sangue freddo (400 m, TD+, M6), di Lorenzo Festorazzi e Valentino che negli ultimi mesi hanno firmato ben quattro vie nuove Cividini, passati all’estrema destra del versante. Due giorni dopo, il 5 dicembre, è tornato in scena Benigno Balatti che, A sinistra, Benigno Balatti in azione su Bucolandia. Nella pagina accanto, sopra, la insieme a Cristian Candiotto, ha sfruttato parete ovest del Grignone con tutte le vie. una possibilità poco a sinistra di Sangue Da destra a sinistra si trovano: 1. Sangue freddo aprendo Valentina (400 m, D+, freddo, 2. Sangue caliente, 3. Valentina, 4. M4). Ma tra queste ultime c’era ancora La storia infinita, 5. Magic Line, 6. Canalone spazio e il solito Benigno non si è lasciato Ovest, 7. Zucchi, 8. Canalone di sinistra diretto, 9. Via del scurbatt, 10. Canalone scappare l’occasione: è tornato lassù con della fiamma, 11. Shining Candles, 12. Giovanna Cavalli e il 29 gennaio 2018, Bucolandia. Sotto, Balatti durante la prima dopo aver passato la notte nel bivacco in- salita di Sangue caliente (foto Giovanna vernale del rifugio Bietti-Buzzi, ha trac- Cavalli e Benigno Balatti) ciato Sangue caliente (400 m, D+, M5). Tutto finito? Nossignori: il 2 febbraio, in una giornata di grande freddo, Benigno riconoscere – e a fotografare, naturalmen- e Giovanna si sono lanciati nell’estremo te – tutti i dettagli del paesaggio. settore sinistro della parete e hanno aper- to Bucolandia (630 m, 90°, M5, V e A0 I DUE VOLTI DELLA MONTAGNA LE VIE DI IERI di Benigno Balatti & C. a destra del Ca- su roccia), chiamata così per le grandi Dal Colle di Balisio (723 m) al Pialeral La più classica è il Canalone Ovest (300 nalone Ovest. Si tratta di Magic Line (350 cavità, simili a grotte, che si aprono ne- (1390 m) e da lì in cima: la via “normale”, m, 45-60°), che ci rimanda all’avventu- m, AI4), aperta con Massimo Poletti il 13 gli speroni rocciosi accanto alla linea di chiamiamola così, del Grignone è un lun- ra del 1874 di Giuseppe Gavazzi, Julien dicembre 2003, e della difficile La storia salita. go itinerario senza difficoltà particolari, Grange e Primo Ballati, che probabil- infinita (400 m, WI4+, misto, V+ e A2 che richiede soltanto buone gambe. Per- mente lo percorsero in discesa, senza su roccia), salita con Andrea Fasoli e Lo- INFORMAZIONI UTILI ché da questa parte, verso la Valsassina, neve, dopo essere saliti in vetta per il sen- renzo Castelli appena cinque giorni dopo Per gli itinerari di ghiaccio e misto sulla la nostra montagna si presenta come un tiero dei Chignoli. «Ci legammo con una la precedente. Balatti vive ad Abbadia parete ovest del Grignone, la pubblica- ampio, placido pendio: in basso boschi e eccellente corda di Manilla, quella adot- Lariana, paese affacciato sul lago ai piedi zione di riferimento resta Ghiaccio del- e non ci siete mai stati, andate sul quello di Scalino-Painale». E poi le Oro- sopra prati, che durante la stagione fredda tata dall’Alpine Club – racconta Gavazzi delle Grigne, e non si è mai stancato di le Orobie di Valentino Cividini e Marco Grignone. Vi toccherà scarpinare bie e la vicina Grignetta, che completano diventano un paradiso bianco – occhio alle nel suo articolo Ascensione al Moncodi- esplorare le cime dietro casa, firmando Romelli (Versante Sud, 2013). Dal canto S un po’, da qualunque parte deci- «questa stupenda cerchia in cui si possono valanghe, però! – per la gioia degli scialpi- ne o Grigna di Mandello, pubblicato su numerose “prime” sulle pareti calcaree suo, Benigno Balatti spiega che si tratta diate di salire, ma una volta in cima, col contare più di 400 cime» e a cui bisogna nisti. Il versante opposto, rivolto a ovest, è L’alpinista nel 1875 –; Grange si mise del Sasso Cavallo, del Sasso di Sengg e di «vie dove le difficoltà possono varia- cielo sgombro di nubi, avrete attorno un aggiungere «la vista della pianura, della invece tutta un’altra cosa: una bastionata alla testa, io dopo, il porteur ultimo». Il del Sasso dei Carbonari. Ma come di- re parecchio in base alle condizioni di panorama «dei più vasti e variati». Parola Brianza con i suoi laghetti, del Varesotto, decisamente più ripida, coi suoi canali e Canalone di sinistra (300 m, 50-65°), menticare, appena più lontano, le sue innevamento. In generale richiedono di Silvio Saglio, che nello storico volume del bacino inferiore del lago Maggiore e speroni rocciosi, che culmina nella cresta di cui non si conoscono i primi salitori, oltre venti vie nuove sul Monte Disgra- una buona esperienza alpinistica, spe- Le Grigne, uscito nel 1937 nella collana del lago di Como». Il bello è che la vetta sud e nella lunga cresta di Piancaformia. è simile a quello Ovest mentre più impe- zia? Messi gli occhi su una montagna, cialmente quando presentano sezioni “Guida dei monti d’Italia” del Cai-Tci, ci del Grignone – che sulle carte è la Gri- Lo osserviamo dall’altra parte del lago, dai gnativa è la via Zucchi (300 m, 45-55°, Benigno la studia nei dettagli pronto a rocciose. Perché qui il calcare è di cattiva ricorda che dal punto culminante della gna Settentrionale – non raggiunge chis- rilievi del Triangolo Lariano, e poi più da AI2, IV e V su roccia), scalata da Corrado tornarci più volte, quasi volesse esaurirne qualità e richiede abilità per proteggersi famosa montagna lecchese si vedono «le sà quale quota, fermandosi ad appena vicino, dal rifugio Bietti-Buzzi: è inverno, Zucchi e compagni nel 1959. Ma eccoci le possibilità alpinistiche. Rieccolo quin- in modo adeguato: non ci sono belle fes- Prealpi, i monti Novaresi e del Canton Ti- 2410 metri sul livello del mare. È invece la neve non manca e i patiti di ramponi e al poco noto ma interessante Canalone di sulla Ovest del Grignone dove l’8 gen- sure, le protezioni veloci non bastano e cino, le Alpi del Piemonte, quelle Bernesi la sua posizione a essere speciale, per la piccozze sono pronti a partire, sempre in della fiamma (300 m, AI3, IV su roccia naio 2015, con Nicola Carbonelli, traccia bisogna saperci fare coi chiodi. E il tutto e del Cantone di Uri, le vette dell’Adula gioia di coloro che starebbero ore e ore cerca di avventure lungo itinerari vecchi e oppure 90° a seconda delle condizioni, Shining Candles (350 m, 75°), a sinistra con i ramponi ai piedi, dall’inizio alla fine e dello Spluga, il gruppo del Bernina e lassù, in concentrato silenzio, impegnati a nuovi. primi salitori ignoti) e alle due creazioni del Canalone della fiamma. Ma non è di ogni salita». ▲

72 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 73 LIBRI a cura di Linda Cottino, con la collaborazione di Anna Girardi comune. Non sono un’alpinista è il titolo del libro scoprire e conoscere, è Nan Sheperd, l’autrice del che uscirà a maggio per il Cai, ed è la frase che ha terzo volume della collana “Passi”, figlia della colla- continuato a ripetere tutta la vita, schernendosi borazione tra il Cai e l’editore Ponte alle Grazie, in ogni volta che qualcuno cercava di issarla sul uscita il 26 aprile. Nata ad Aberdeen, Shepherd Sentimenti verticali trono dei vertici dell’alpinismo (femminile) insegnò per quarantun anni inglese presso il Col- mondiale. Una ritrosia di cui aveva parlato in lege of Education della sua città natale; nel con- Due donne speciali, alpiniste fuori dagli schemi, nate in una recente intervista resa a Mountainblog: tempo viaggiò moltissimo, in Norvegia, Francia, «Alpinista sì, ma nel senso che vado a farmi Italia, Grecia, Sudafrica, vivendo però sempre nel abbracciare dai monti, vado ad abbracciare gli piccolo villaggio di West Cults. Le sue montagne epoche diverse ma accomunate da una relazione intensa BIANCA alberi, vado per i prati… È un alpinismo strano: del cuore furono i Cairngorm, che non smise mai DI BEACO con la montagna quando mi domandano “che attività hai fatto?”, di esplorare in ogni stagione, di giorno e di not- NON SONO io in genere non lo so; o meglio lo so per ricordi, te, sola o in compagnia. Questo amore smisurato UN’ALPINISTA sensazioni, emozioni, più che per le salite, tant’è diede vita a un racconto, una sorta di «poesia ce- CAI, 214 PP. vero che queste non le ho mai segnate: non ho mai lebrativa in prosa, una ricerca geografico-poeti- avuto uno spirito dell’attività, ancor meno della ca», che, come scrive Macfarlane nell’intensa in- ricerca di primati». Tutto ciò emerge in maniera troduzione al volume, è difficile da racchiudere lampante nel libro Non sono un’alpinista curato da in una definizione: la montagna vivente. Il libro Gianni Magistris, amico e custode degli scritti e del fu scritto durante gli ultimi anni della Seconda lascito spirituale di Bianca Di Beaco. Come spiega guerra mondiale, ma pubblicato dalla Aberdeen Magistris, «quello che Bianca ha scritto ancora University Press solo nel 1977. Tradotto all’este- oggi riesce a trasmettere sentimenti che non hanno ro, ma mai in Italia, è un vero gioiellino. La scrit- tempo, valori andati in parte perduti a scapito tura è raffinata, personale e universale allo stesso di interessi e intrighi personali e dell’arrivismo tempo, ricca di suggestioni, così come di nozio- NAN SHEPHERD galoppante che si manifesta purtroppo anche ni di storia naturale, di elementi autobiografici LA MONTAGNA nell’ambiente della montagna, un tempo luogo di e di meditazioni filosofiche. Un libro di finezze, VIVENTE amore e passione, oggi di sfruttamento». che invoglia il lettore a scoprire quegli angoli di CAI - PONTE Di tutt’altra epoca (1893-1981) e da tutt’altro mon- Scozia anche solo per l’affinità che si instaura tra ALLE GRAZIE, do (le alture scozzesi) ma con la stessa sensibilità lettore e scrittrice. ▲ 180 PP. e lo stesso approccio all’universo naturale, volto a Anna Girardi

TOP 3 I TITOLI PIÙ VENDUTI NELLE LIBRERIE SPECIALIZZATE IN MONTAGNA E ALPINISMO

LIBRERIA LA MONTAGNA, TORINO LIBRERIA GULLIVER, VERONA 2. A. Edwards, Cime inviolate e valli 1. M. Oviglia, La linea invisibile, Fabula 1. B. Tremper, Valanghe, Mulatero sconosciute, Nuovi Sentieri edizioni 2. R. Moor, Percorsi, Corbaccio 3. S. Burra, L. Galante, Scialpinismo a 2. G. Daidola, Sciatori di montagna, 3. L. Brugger, Camminate invernali. Alto Cortina d’Ampezzo, Idea Montagna Mulatero Adige-Dolomiti, Tappeiner 3. M. Guadagnini, Groenlandia sulle orme LIBRERIA TRANSALPINA, TRIESTE di Nansen, Fusta LIBRERIA PANGEA, PADOVA 1. M. Corona, Confessioni ultime, 1. M. Melchiorre, La via di Schenèr, Chiarelettere inizio febbraio, tra gli addetti ai lavori credeva: perseguì una propria idea di alpinismo, LIBRERIA BUONA STAMPA, AOSTA Marsilio 2. G. Valdevit, Storia dell’Alpinismo del mondo alpinistico, si è diffusa la no- che si fondava sulla semplicità condivisa con 1. S. McCartney, Il legame, Alpine Studio 2. G. Pavan, Aspettami sulla cima, Triestino, Mursia Atizia della morte improvvisa, a Trieste, di i compagni fidati di una vita, sull’avventura e 2. U. Steck, K. Steinbach, Il passo Vividolomiti 3. S. Kosovel, M. Obit (a cura di), Quel Bianca Di Beaco. Immediatamente sulla carta e sulla conoscenza di altre culture; portò avanti la successivo, Corbaccio 3. P. Martini, Bambole di pietra, Neri Pozza Carso Felice, Transalpina in rete sono apparsi gli inevitabili “coccodrilli”, battaglia ecologica a tutela della Val Rosandra, 3. P. Caruso, L’arte di sciare oltre le piste, che la ricordavano così: «Alpinista triestina, tra mentre sulla spiacevole vicenda legata al rifiuto del Versante Sud LIBRERIA CAMPEDÈL, BELLUNO le più forti su dolomia negli anni ’50, ma attiva Club alpino accademico nazionale di ammettere 1. AA. VV., Dolomiti, Lonely Planet-Edt fino agli anni ’80; probabilmente la prima donna lei e Silvia Metzeltin nell’esclusivo sodalizio, LIBRERIA MONTI IN CITTÀ, MILANO 2. G. Sani, L. Sovilla, Schiara, Vividolomiti 1. G. Valè, Scialpinismo tra a superare il VI grado da capocordata in Dolomi- non volle battersi in special modo e si tenne 1. F. Faggiani, La manutenzione dei sensi, 3. S. Burra, L. Pra Floriani, Scialpinismo in Lombardia e Grigioni, Versante Sud ti, anche protagonista di spedizioni alpinistiche stretta la partecipazione al Gruppo Orientale del Fazi Val di Zoldo, Idea Montagna in Grecia, Turchia, Iran, Pakistan». Tutto vero, Caai, quello che subito l’aveva accolta insieme 2. N. Alessi, S. Granata, Voci di montagna, 2. A. Gallo, Polvere Rosa, Idee Verticali ma Bianca Di Beaco era assai più di questo. a Metzeltin. Al tempo stesso Di Beaco era una Le Château LIBRERIA SOVILLA, CORTINA D’AMPEZZO Di carattere forte e risoluto, fu una donna che donna estremamente riflessiva, tormentata, con 3. G. Daidola, Sciatori di montagna, 1. M. Ferruccio Belli, Cortina d’Ampezzo TOP GUIDE 3. E. Poletti, Guida ai sentieri lottò per inseguire i valori e gli ideali in cui una sensibilità e uno sguardo sul mondo fuori dal Mulatero 1917-1945, De Bastiani d’acqua, Editoriale Programma

74 / Montagne360 / aprile 2018 aprile 2018 / Montagne360 / 75 DA CERCARE IN LIBRERIA ANDREA VISMARA MAURO DALTIN GIANFRANCO BRACCI A. GARIONI, S.MONDINELLI IL COLLEZIONISTA In collaborazione con la libreria I GIORNI DI POSTUMIA IL PUNTO ALTO DELLA FELICITÀ FUORI DALLE PISTE BATTUTE UN NOTAIO IN VETTA ALL’EVEREST a cura di Leonardo Bizzaro e Riccardo La Montagna di Torino (librerialamontagna.it) EDIZIONI DEI CAMMINI EDICICLO EDITORE DAL TIBET AL SAHARA VELOCE CLUB MILANO ASD Decarli, Biblioteca della Montagna-Sat 220 PP., 16,00 € 160 PP., 14,00 € FUSTA EDITORE 199 PP. (prezzo non comunicato) ARRAMPICATA 239 PP., 16,00 € PETE O’DONOVAN, DANI ANDRADA, CATALUNYA TARRAGONA CLIMBS Chi andasse a “sgattare” nelle librerie Arrampicata sportiva a La Riba, La Mussara, di famiglia o nelle scatole di volumi in Villanova de Prades, Siurana, Montsant, cantina ne troverebbe di sicuro almeno Margalef e Llaberia. una copia. Sia stato il nonno un allevatore Pod Climbing, 471 pp., txt spagn-ingl, 33,00 € o un costruttore di barche, un mandoli- nista, un console o un medico, non può ESCURSIONISMO non essersi servito di un Manuale Hoepli. GRUPPO ESCURSIONISTI E BUONGUSTAI Il titolo riecheggia la fiction tv, ma Se li inventò quel gran genio dell’editoria BOLOGNESI (A CURA DI), Le famose grotte di Postumia «E poi arrivò la cima, quasi senza Il fiorentino Bracci, allievo di Fosco la storia è assolutamente vera. Un che fu Ulrico Hoepli, traducendo l’inglese LA VIA DEGLI DEI A PIEDI E IN BICI non c’entrano. C’entra piuttosto accorgermene, in una sorta di Maraini e pioniere in Italia dei viaggi notaio bresciano, sportivo e con “handbook” in “manuale”, che non Da Bologna a Firenze sull’antica strada un console romano, Postumio continuità che mi sorprese. Non fuori dalle piste battute, rivendica esperienza di montagna, corona il esisteva in italiano. Il primo fu nel 1875 romana e per sentieri di montagna. Albinio, che nel 148 a. C. decise di ci fu uno scalino da fare, un salto per sé una vocazione al nomadismo suo sogno di salire sulla cima più il Manuale del tintore di Roberto Lepetit, Tamari Montagna, 132 pp., 16,00 € far costruire una strada di colle- che sancisse la cresta. Fu solo un farcito di curiosità per la geografia alta della terra. Lo accompagna nel 1910 uscì il Catalogo dei 1000 Manuali gamento tra i due porti principali passo che scartava verso destra umana del pianeta. In questo volume e conduce nientemeno che Silvio Hoepli, ma in totale vennero pubblicati ol- SCIALPINISMO dell’epoca nel nord Italia: Aquileia alla fine del sentiero. Un passo raccoglie i diari di alcune sue avven- “Gnaro” Mondinelli, guida alpina e tre duemila titoli. Alcuni, come il Manuale STIG J. HELSET, HAVARD MYKLEBUST, e Genova. E come si usava allora, come tutti gli altri, né più lungo, ture in giro per il mondo, dagli anni himalaysta di lungo corso, che gli dell’ingegnere, perfino nell’era di internet SKI TOURING IN THE SUNNMORE ALPS la battezzò col suo nome. La stra- né più faticoso». Ne Il punto alto ’80 a oggi, da prima del sistema-tu- 8000 li ha saliti tutti senza ossigeno. stanno sulle scrivanie dei professionisti, 102 itinerari scialpinistici in Norvegia a sud da, lunga oltre 900 km, attraver- della felicità sono tantissime rismo e dei cellulari all’alba del terzo Ne scaturisce un “libro aperto” sulla superata l’ottantacinquesima edizione e di Alesund. sava l’antica Gallia Cisalpina (la le frasi, come questa, in cui ci millennio. Interessante lo sguardo vita del protagonista, ben oltre il ormai in tre volumi. Ma il più ricercato dai Fri Flyt, 361 pp., txt ingl, 49,00 € nostra Pianura Padana) e, dopo s’imbatte in semplicità, e che di cui ci fa partecipi su Siberia e Ma- racconto a due voci di un’avventura collezionisti è senz’altro l’introvabile Ma- esser stata battuta da schiere si apprezzano perché incredi- dagascar, deserto africano e sud est inseguita con passione, tenacia, un nuale del falconiere moderno di Chiorino. MANUALI di soldati, mercanti e pellegrini, bilmente reali. Sin dalle prime asiatico, Nepal, Tibet, Australia… pizzico d’incoscienza e buone stelle. Ogni tanto dei più curiosi, o richiesti, ven- FLAVIO SALTARELLI, cadde nell’oblio, man mano rico- pagine, infatti, è palese l’amore gono ripubblicate le edizioni anastatiche. UNA MONTAGNA DI RESPONSABILITÀ perta da nuovi paesaggi, rurali e dell’autore per la montagna, la ALESSIO FRANCONI G. STENGHEL, H. GRILL Accade adesso con Alpinismo di Giulio Le leggi che regolano l’outdoor e urbani. A farla uscire dal limbo ci sua conoscenza dei luoghi de- SI COMBATTEVA QUI TRASMETTERE PASSIONE Brocherel (Alexis Julien, nato a Courma- l’organizzazione di eventi. ha pensato Andrea Vitiello, che scritti e la passione nello scrivere. HOEPLI IDEAMONTAGNA yeur nel 1871 e morto ad Aosta nel 1954), Mulatero, 75 pp., 15,00 € ne ha ricomposto il tragitto e Il risultato è un libro fresco e ben 147 PP., 29,90 € 95 PP., 12,00 € discendente di una grande famiglie di dal 2015 l’ha resa realtà con un scritto, di piacevole lettura. guide, che il Cai ha ripreso dalla copia NARRATIVA gruppo di volontari che la cura Un libro che non è un romanzo di conservata dalla Biblioteca Nazionale sul PAOLO CIAMPI, IL SOGNO DELLE MAPPE e ne mantiene la segnaletica. formazione, né un romanzo d’av- Monte dei Cappuccini, con la presenta- Piccole annotazioni sui viaggi di carta. Com’è ovvio, il percorso attuale ventura, né un romanzo storico, zione del presidente Vincenzo Torti. Ediciclo, 96 pp., 9,50 € non è identico all’originale, ma ne né autobiografico, né alpinistico, “Alpinista – scrive Angelo Recalcati di ricalca i punti e, transitando su eppure racchiude in qualche Brocherel in una scheda storica che MASSIMO FAGNONI, strade secondarie, attraversa sei modo tutti questi elementi; ed è accompagna la nuova edizione – e IL GHIACCIO E LA MEMORIA regioni e consente a chi arriva da suddiviso in quattro quadri che viaggiatore, scrittore, fotografo, etno- Giallo tra i ghiacciai del Monte Bianco. est e dai Balcani di proseguire per spartiscono altrettante salite grafo, naturalista, storico e attivissimo Minerva, 377 pp., 12,00 € Santiago. Il primo a percorrerla fondamentali nella vita di Pietro, Nella gran moltitudine di libri pubbli- Un libro diverso, a cominciare dal animatore culturale è stato una presenza integralmente, nella primavera il protagonista. Una al Monte cati sulla Grande Guerra spicca un formato, da grande quaderno. Giu- di primo piano nel mondo valdostano per NICOLÒ GIRALDI, NEL VUOTO del 2017, è stato Andrea Vismara, Dolada, in Alpago, nella provincia nuovo volume di fotografie, straor- liano Stenghel e Heinz Grill, trentino oltre mezzo secolo”. Il manuale, uscito nel Carnia, Friuli, Carso, Istria: a piedi lungo una autore di questo libro che, oltre di Belluno, all’età di nove anni; dinarie, scattate negli ultimi quattro d’origine il primo e d’adozione il 1898, venne compilato dall’autore dopo migrazione storica. alla piacevolezza di scrittura, una al Passo Vršic, nella slovena anni lungo il fronte austroungarico e secondo, raccontano la loro pas- aver assistito, è scritto nella prefazione, Ediciclo, 151 pp., 14,00 € ha soprattutto un pregio: quello Val Trenta, a trent’anni; una sul corredate da approfondite didasca- sione per l’arrampicata attraverso “al rapido svolgersi dell’alpinismo, che fra di svelarci un territorio tanto Monte Canin, tra Friuli e Slovenia. lie. Ma non solo. L’autore, che sin da riflessioni e metafore, fotografie e gli sports, eccelle per la sua innegabile MATTEO GUADAGNINI, prossimo quanto sconosciuto. E infine, forse il capitolo più bello, bambino ha frequentato le monta- disegni, descrizioni di linee di salita, utilità”. Tra le fonti dichiarate come ispi- GROENLANDIA SULLE ORME DI NANSEN Vuoi perché ci si passa correndo una al Montasio, la cima la più gne e le zone della Grande Guerra, prima “viste” e poi tracciate. Una ratrici: I pericoli dell’alpinismo di Fiorio e Una traversata in sci in 28 giorni. in autostrada o su trafficatissi- carica d’attesa, la più agognata. propone, insieme al viaggio per passione totalizzante, in costante Ratti, di Clinton Thomas Fusta, 141 pp., 16,00 € me statali; vuoi perché le nostre Quella speciale, di cui non si immagini, un’introduzione storica evoluzione, che racchiude il senso Dent e l’omonimo manuale di Wilson del mete di turisti sono punti isolati parla nei libri, quella che ognuno completa di mappe e fotografie di una vita. Due autoritratti di due 1893. L’originale si trova tra i 110 e i 150 SIMON MCCARTNEY, IL LEGAME sulle mappe. E quel che c’è in preferisce tenere per sé: la cima dell’epoca e una sezione che riporta originali interpreti della roccia. Il euro in discrete condizioni, l’anastatica è La vita al limite dell’esistenza. mezzo, se non viviamo proprio lì, sognata, che rimane tale. Per gli eventi fondamentali del conflitto. testo è in italiano e tedesco, con la in vendita da fine aprile a 15 euro (12 per Alpine Studio, 316 pp., 19,80 € resta un mistero. tutta la vita. Un lavoro ben congegnato. presentazione di Ivo Rabanser. i soci Cai).

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I rinforzi laterali hanno un Andrea Caser, Antonella Cicogna, Linda Cottino, Carlo Crovella, Riccardo Decarli, Anna Girardi, trattamento riflettente-luminescente che Massimo Goldoni, Mario Manica, Roberto Mantovani, ne aumenta la visibilità notturna. Cuscinet- Giorgio Maresi, Franco Perlotto, Davide Rogora, to antitendinite, sottopiede anatomico, for- Giovanni Scalambra, Mario Vianelli Progetto grafico/impaginazione: Francesca Massai ma avvolgente ne determinano il comfort. Service editoriale: Cervelli In Azione srl - Bologna La suola Vibram in gomma Total Grip garan- Tel. 051 8490100 - Fax 051 8490103 tisce stabilità e presa su ogni terreno. Sono Cai - Sede Sociale: 10131 Torino, Monte dei Cappuccini. Sede Legale: Via E. Petrella, 19 - 20124 disponibili anche con sistema di chiusura Milano Cas. post. 10001- 20110 Milano - Tel. 02 Perfette per gli sport outdoor e in partico- a gancio scorsoio, che velocizza la calzata 2057231 (ric.aut) - Fax 02 205723.201 - www.cai. lare per il trail running, le ultraleggere sne- della scarpa e assicura tenuta del piede per it. Telegr. centralCai Milano c/c post. 15200207 intestato a Cai Club alpino italiano, Servizio Tesoreria akers Grisport Cross hanno fodera 3dAir tutta la corsa. www.grisport.it Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. Abbonamenti a Montagne360. La rivista del Club alpino italiano: 12 fascicoli del mensile: abb. Soci familiari: € 10; abb. Soci giovani: € 5; abb. sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10; abb. non Soci: € 24,00 + Aku Tengu Low GTX, la 2,10 (spedizione postale); supplemento spese per versatile su terreni misti recapito all’estero: Europa e paesi mediterraneo € 12,00 / resto del Mondo € 13,00. 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