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Note sulla vetrata raffigurante Santa Caterina d’Alessandria, su cartone di Vincenzo Foppa e sul Presepe della Letizia Lodi

Letizia Lodi

Note sulla vetrata raffigurante Santa Caterina d’Alessandria, su cartone di Vincenzo Foppa e sul Presepe della Certosa di Pavia*

occasione del recente restauro di alcune vetrate cer- tosine effettuato da Laura Morandotti, illustrato in L’ questa stessa sede1, è stata, come sempre del resto, momento fondamentale per la conoscenza ravvicinata delle vetrate stesse e dei loro procedimenti esecutivi. IMM. FMR In particolare la nostra attenzione si è concentrata sulla splendida vetrata raffigurante Santa Caterina d’Alessandria, situata nella quinta cappella a sinistra della chiesa, dedicata alla santa; l’esistenza di un altare in quella posizione intito- lato a santa Caterina, come ricorda Stefania Buganza2, è do- cumentata da una epigrafe del 1576 dipinta nel transetto de- stro, “il più antico documento in nostro possesso per ipo- tizzare le originarie dedicazioni delle cappelle certosine”, a quanto sosteneva Barbara Fabjan, nel lucido saggio sulle an- cone quattrocentesche degli altari della Certosa, nel catalo- go della mostra del 19863. Una stretta vicinanza della vetrata ai procedimenti esecuti- vi di Vincenzo Foppa era stata individuata sin dal 2002 da chi scrive proprio in occasione del restauro4. Infatti la medesima concezione progettuale della vetrata, l’inserimento della santa Caterina sotto un arco a sesto ri- bassato con due oculi che si aprono in alto richiamano l’im- postazione della braidense Madonna del tappeto, datata cir- ca al 14855, così come il “modello” della definizione archi- tettonica della cappella Portinari, con archi a tutto sesto e oculi laterali. Inoltre la resa del volto imbronciato e assorto della santa, con i dettagli finemente “ripassati” a pennello con una linea es- senziale (fig. 1) è tipica del ductus di Foppa e si ritrova in mol- te sue Madonne con bambino, ad iniziare dalla cosiddetta Madonna del Libro, del , databile a metà dell’ottavo decennio, avvicinata alla vetrata di santa Caterina 1 anche da Stefania Buganza e Mauro Natale6, nonché nei vol- ti assorti e melanconici, dalla “rassegnata gravità” delle Santa cie in corrispondenza dell’addome (fig. 2), e il tipo di de- Caterina d’Alessandria e sant’Agnese della Walters Art Gallery finizione progettuale del disegno sottostante, che si ri- di Baltimora, datate circa al 1461 nel catalogo della mostra scontra in quasi tutta la produzione di Madonne con il bresciana7. Bambino realizzate da Vincenzo Foppa. Tale disegno, co- Ancora puntuali raffronti si possono istituire tra i “solchi” me è noto, è stato indagato in anni recenti con l’ausilio del- realizzati nella vetrata, pronti a ricevere il colore per segnare l’indagine riflettografica a scanner8 in opere tra le quali la le pieghe del manto e della veste della santa Caterina, spe- citata Madonna del libro della milanese Pinacoteca del

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to recentemente con l’indagine riflettografica, e reso noto da ne alle vetrate certosine, messa in opera dopo i restauri del- chi scrive10. la fine Ottocento sino alla fine degli anni quaranta del XX I confronti incrociati così puntuali tra il disegno sottostan- secolo. te rilevato nelle opere su tavola e i “solchi” realizzati sulla A proposito della nostra vetrata, nel “Progetto di sistema- vetrata, tolgono ogni dubbio circa un trasferimento diretto zione delle vetrate nella Chiesa monumentale della Certosa del cartone da parte di Foppa, e se si considera il fondamentale di Pavia”, redatto dal Corpo Reale del Genio Civile tra 1885 rinvenimento da parte di Maria Paola Zanoboni del docu- e 1890, si legge “nella cappella di Santa Caterina finestra al- mento del 1482 relativo alla realizzazione di alcuni cartoni ta metri 2,72; largh. metri 1,40, di luce rettangolare, con per le vetrate del duomo milanese da parte del bresciano, non- quadro nella parte superiore, e vetrata con telaio a sportelli ché il fatto che le stesse maestranze di vetrai attive in Duomo da rinnovarsi inferiormente, per l’altezza di metri 1,05. Telaio lavoravano anche alla Certosa (tra il 1479 e la metà degli an- fisso in larice rosso. Telaio mobile. Vetrata in occhielli di ni ottanta)11, verrebbe da proporre una datazione intorno al- Murano. Fregi con vetri colorati nel contorno simile all’esi- la metà degli anni ottanta per la vetrata raffigurante Santa stente. Caterina, subito dopo la Madonna del tappeto braidense, da- Per assicurarsi i vetri dipinti formanti il quadro superiore: tata appunto al 1485 circa e che l’artista pare tenere ben pre- ferro in opera Kg. 7: lire 10,50. sente nella concezione della vetrata certosina. Nella parte inferiore della cornice rimozione dell’attuale ve- Un altro confronto si può istituire con la Madonna della Pala trata e apposizione della nuova: lire 13.25”14. Bottigella, datata al 1465, ma con aggiunte al 1485, per la si- Aggiungiamo qualche altra sintetica considerazione in mar- mile definizione della cintura “alta” sul ventre della santa12. gine all’altra vetrata raffigurante il Presepe, collocata nella set- Come si è accennato più sopra, in seguito all’osservazione rav- tima cappella della navata sinistra della chiesa, anch’essa og- vicinata durante l’intervento di restauro, pensiamo nel caso getto del recente intervento di restauro ad opera di Laura di questa vetrata, non solo ad una progettazione su cartone Morandotti (fig. 7), e che fa parte della medesima produzione di Foppa, ma o ad un intervento diretto dell’artista o per lo di vetrate (databili dal 1479 alla metà degli anni ottanta). meno ad un suo stretto controllo finale, in seguito all’ese- Si può notare immediatamente, quanto questa abbia subito cuzione da parte del maestro vetraio, nella stesura delle om- un più insistito intervento ottocentesco, sempre ad opera del breggiature e nel ripassare a pennello i dettagli del volto e Bertini, sulle figure, sui contorni delle mani (fig. 8) e sulla delle pieghe di veste e manto della santa (fig. 5). figura di Giuseppe. I restauri fin de siècle, effettuati da Pompeo Bertini, su gran In merito a questa vetrata ha scritto Stefania Buganza rico-

2 parte delle vetrate della Certosa di Pavia, nel caso della Santa noscendone sì l’influenza foppesca, ma attribuendone il car- Caterina tra il 1885 e il 1890, a quanto si evince dalle testi- tone a Zanetto Bugatto, in considerazione dell’evidente pre- monianze documentarie13 di recente rinvenute presso senza di motivi “nordici”, dell’attenzione meticolosa alla re- Castello Sforzesco, la Madonna con il bambino del Polittico venuto di nuovo in prima persona, replicando il suo modo l’Archivio Antico della Certosa, hanno coinvolto soprattut- sa dei dettagli del reale, nonché sulla base di argomentati delle Grazie a Brera (databile tra il 1485 e il 1500 circa; figg. di procedere nella realizzazione dei dipinti su tavola9. to l’intelaiatura architettonica e la lesena con capitello a de- confronti con opere attribuite alla difficile e ancora non ri- 3 e 4), la Madonna con bambino del Polittico Fornari di Anche la definizione nervosa e con un tratto spezzato e seg- stra per chi guarda, in cui si vedono chiaramente i vetri so- costruita personalità di Zanetto15. , datato al 1489. mentato, quasi a zig zag, della veste e del manto della Santa stituiti, di differente colore (fig. 6), ma non la figura della san- Per quel che concerne i procedimenti tecnici della vetrata, Questa definizione del disegno progettuale delle pieghe del- Caterina, è un’altra conferma - quasi una sigla - del modo di ta e l’arco soprastante. tenendo ben presenti i pesanti interventi di restauro otto- la veste e del manto della santa fa pensare ad un cartone del realizzare il disegno progettuale di Vincenzo Foppa, come ñ stato interessante poter verificare sulla scorta delle testi- centeschi, se si osserva la concezione del volto della Vergine, maestro bresciano trasferito sulla vetrata e quindi ripassa- si vede dai confronti con le vesti delle Madonne già citate e monianze documentarie, come si è ricordato nel saggio de- intenta nella preghiera (fig. 9), si nota, sotto la grisaille ca- to a pennello: considerata l’alta qualità esecutiva della san- con quella della Vergine nella splendida Presentazione al dicato al ruolo di Luca Beltrami in questo stesso volume, quan- duta, una finissima definizione delle lumeggiature chiare so- ta Caterina, si può ritenere probabile che l’artista sia inter- tempio di Brera, il cui disegno sottostante è stato individua- to sia stata continuativa negli anni l’attività di manutenzio- pra le palpebre, sulla fronte, e un esilissimo disegno del na-

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so, delle sopracciglia, degli occhi, tipico del modo di defi- nire i chiaroscuri, sin dal momento del cosiddetto “disegno chiaroscurato” progettuale, di Foppa, riscontrato in molta della sua produzione “femminile”. Inoltre anche il particolare affettuoso degli alberelli in alto sulla destra (fig. 10), realizzato con un fitto tratteggio in- crociato, ci sembra tipico della concezione foppesca, così co- me i dettagli dei ciuffi d’erba a sinistra in basso, vicino alla capanna, realizzati anch’essi con molta attenzione al dato rea- le. Si possono confrontare con gli alberelli, sempre in alto, e i ciuffi d’erba della pur sofferta Adorazione del Bambino con san Benedetto e angeli del Detroit Institute of Arts, da- tata al 1478; ciuffi d’erba e fiori presenti pure in basso a si- nistra nella splendida Adorazione dei pastori della di Londra. Anche i volti degli angeli nella vetrata cer- tosina, pur molto rimaneggiati, lasciano percepire affinità pro- gettuali con angeli dipinti da Foppa. Pur ritenendo interessante la proposta attributiva di Stefania Buganza, si potrebbe ipotizzare anche in questo caso una pro- gettazione del cartone per il Presepe da parte di Vincenzo Foppa, probabilmente tra il 1479 e la metà degli anni ottanta, 3 5

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in un momento in cui mostra evidenti influenze nordiche, e da Marco Albertario e da Stefania Buganza17, secondo la Soltanto il volto della Madonna e la realizzazione delle pie- Vincenzo Foppa del cartone per la grande vetrata absidale, attribuire la sua traduzione ad un anonimo maestro vetraio quale “sembrerebbe dialogare bene con la Pala Bottigella del- ghe tormentate della veste, testimoniano una lontana in- sempre in Certosa, raffigurante l’Assunzione della Vergine (fig. lombardo. la Pinacoteca Malaspina di Pavia e con la Madonna del tap- fluenza foppesca, ma la concezione della vetrata sembra ap- 12), proposta ancora da Stefania Buganza e da Mauro Natale19. Per quel che concerne invece il raggio di influenza esercita- peto di Brera”. partenere a un altro artista lombardo, più vicino semmai al- Infatti se si prende in considerazione il disegno concorde- to da Foppa sulle vetrate pavesi, sin dal lontano 1955, Tuttavia osservando con attenzione la vetrata, che mostra pe- l’ambito di Gottardo Scotti, e ad un’esecuzione più tarda, già mente attribuito ad raffigurante Panazza16 aveva ricordato il rosone della chiesa di Santa santi interventi di restauro, ridipinture e inserti dorati, an- negli anni novanta del secolo, anche per i motivi a candela- l’Incoronazione della Vergine, conservato nel Maria del Carmine, raffigurante la Madonna in trono con il che sulla veste della Vergine in trono inserita anch’essa sot- bra delle lesene del trono, ben differenti dalla sensibilità Kupferstichkabinett dello Staatliche Museen di Berlino e Bambino, commissionato da Filippo degli Eustachi tra il to un arco a sesto ribassato, il rosone del Carmine non sem- progettuale di Vincenzo Foppa18. pubblicato nel catalogo della mostra dedicata all’artista nel 1482 e il 1489 (fig. 11)e l’aveva attribuito a Foppa, seguito bra affatto riconducibile a un cartone progettuale di Foppa. Ancora qualche perplessità resta circa l’attribuzione a 199820, si può osservare la stretta somiglianza compositiva con

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l’Assunta della vetrata pavese, sia nell’impostazione della fi- germente di tre quarti, dei volti e delle ali. Anche gli angeli gettuale di Bergognone per una calotta absidale affrescata e ricordati anche da Natale e Buganza, la probabile sostituzione gura, molto esile e allungata e con le mani giunte sul petto, ai lati dell’Assunta, più in alto, ricordano nella posizione e collegato a lungo alla volta absidale di San Simpliciano, co- del volto della Vergine, in seguito ad una rottura dei vetri e sia nella delineazione del manto che la avvolge; e ancor più nel leggero movimento dei piedi quelli del disegno berline- sì come ha rilevato Piera Giovanna Tordella nel medesimo il fatto che questa vetrata non sia stata oggetto di recenti in- strette affinità si possono riscontrare tra gli angioletti ai pie- se, ma nella vetrata sono più vicini al corpo della Vergine, catalogo, la quale fa notare anche come lo Schulze terventi conservativi, e che pertanto non è stato possibile ave- di della Madonna nella vetrata certosina e gli angeli, nella me- mentre nel disegno suonano le trombe e sono più lontani dal- Altcappenberg avesse accostato il foglio berlinese, come so- re una visione ravvicinata dell’opera, consentita invece ne- desima collocazione, del disegno berlinese, che reggono ri- la figura centrale. Anche nella vetrata è raffigurato Dio Padre luzione preliminare poi variata, al catino absidale sinistro del- gli altri casi dall’intervento di restauro in corso presso il la- spettivamente un liuto (l’angelo a destra) e un’arpa (quello in atto di incoronare la Vergine, e la definizione del capo e la Certosa di Pavia, proponendone una datazione prece- boratorio di Laura Morandotti. a sinistra), come nella vetrata. Pure il tratto che connota le il movimento delle mani è simile a quella del disegno berli- dente o coeva al 149021. Concordiamo con i due studiosi nel ravvisare un’influenza chiome degli angeli nel disegno berlinese sembra essere ri- nese. ñ utile ricordare che il disegno, data la sua forma par- Certamente vanno tenuti presenti nella vetrata con di Foppa, all’altezza dei cartoni appunto per le vetrate con preso nella vetrata, così come l’impostazione dei corpi, leg- ticolare, fu considerato, a partire dal Loeser, uno schizzo pro- l’Assunzione i pesanti interventi di restauro di fine Ottocento, episodi dal Nuovo Testamento del Duomo milanese, eseguiti

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* Si tiene a precisare che questo sinte- ne opere di Vincenzo Foppa, in “Vincenzo Cennini, Il Libro dell’Arte, a cura di F. Carmine di Pavia, come si è potuto ve- tico contributo sarà ampliato in altra se- Foppa: tecniche d’esecuzione, indagini e Frezzato, Vicenza 2003, pp. 192-195. I rificare dalla fotografia e dall’osserva- de, estendendo l’indagine ad altre ve- restauri”, atti del seminario internazio- brani riportati bene evidenziano il mo- zione in situ, certo non ha nulla a che trate pavesi. Ringrazio in particolar mo- nale di studi a cura di M. Capella, I. do di definire il disegno delle figure, il spartire con le vetrate certosine, se non do per il sostegno, i confronti e le Gianfranceschi, E. Lucchesi Ragni, lavorare in punta, l’uso dello stile di appunto un’influenza foppesca riscon- segnalazioni Laura Gnaccolini, Dario 26-27 ottobre 2001, Milano piombo, il consiglio cenniniano di sten- trabile nel volto della Vergine e nella re- Trento, Beatrice Bentivoglio-Ravasio, 2002, pp. 119-131; L. Lodi, Vincenzo dere i colori, come si fosse sulla tavola sa della veste. Lo studio di questa e al- Cristina Quattrini. Foppa, e Donato de’ Bardi: “ingessata”. tre vetrate pavesi è rinviato ad un’altra considerazioni sull’“underdrawing”, in 10 Vincenzo Foppa, Ludovico Brea… cit., sede. 1 L. Morandotti, Relazione sul restauro Oltre il Visibile: indagini riflettografiche, pp. 84-94; L. Lodi, Considerazioni sui 19 M. Natale, La maturità… cit., pp. 43- delle vetrate della Certosa di Pavia, in a cura di D. Bertani, Milano 2001, pp. procedimenti… cit., pp. 126-127. 44; S. Buganza, Qualche considerazio- questo stesso volume. 67-98. 11 M.P. Zanoboni, Un Foppa ritrovato. ne… cit., pp. 99-100; e in questo stes- 2 S. Buganza, Qualche considerazione sui 9 Si veda ancora L. Lodi, Considerazioni L’autore delle vetrate di Sant’Eligio e so volume. primordi di Bramante in Lombardia, in sui procedimenti… cit., pp. 125-127. A del Nuovo testamento nel Duomo di 20 P.G. Tordella, Bergognone e la cultu- “Nuovi Studi”, 2004-2005 (2005), n. questo proposito, sono interessanti da Milano, in “Rendiconti dell’Istituto ra del disegno lombardo tra Quattro e 11, pp. 63-103: pp. 80-81, 99 nota 99. ricordare le indicazioni del Cennini sul Lombardo Accademia di Scienze e Cinquecento, in Ambrogio da Fossano 3 B. Fabjan, Le ancone quattrocentesche “modo di lavorare in vetro”: “Un’altra Lettere, Classe di Lettere e Scienze mo- detto il Bergognone, catalogo della mo- sugli altari della Certosa di Pavia, in maniera è di lavorare in vetro, vaga, rali e storiche, vol. CXXXII, fasc. I, stra a cura di G.C. Sciolla, (Pavia, Perugino, Lippi e la bottega di San Marco gientile e perlegrina quanto dir si può, 1998, pp. 23-38. Circa l’importanza del Castello Visconteo 4 aprile - 30 giugno alla Certosa di Pavia, catalogo della mo- la quale è un membro di gran devozione rinvenimento del documento del 1482, 1998), Milano 1998, pp. 399-415: pp. stra, Firenze 1986, pp. 23-41: pp. 23- per adornamento d’orlique sante, e vuo- si veda S. Buganza, Qualche considera- 401-407, fig. 2. Si rinvia a questo sag- 32. le avere in sé fermo e pronto disegnio… zione… cit., pp. 80-81, 99; e in questo gio, per la bibliografia precedente re- 4 Questa vicinanza, segnalata a Mauro Abbi un’aghugiella leghata in un astic- stesso volume. lativa al disegno, e per la vicenda criti- Natale in occasione della mostra dedi- ciuola, sì chome fusse un pennelletto, 12 G. Romano, scheda n 33, in Vincenzo ca. cata all’artista bresciano, è stata ripre- e cche sie ben sottile di punta; e chol Foppa cit., pp. 152-153, cui si rinvia 21 C. Loeser, La Collection Beckerath sa in L. Lodi, La cappella Portinari e il nome di Dio incomincia leggermente a per la bibliografia precedente; cfr. an- au Cabinet des estampes de Berlin. II, in ciclo di Vincenzo Foppa, in Lombardia disegniare con questa aghughiella quel- che il fondamentale saggio di M. “Gazette des Beaux-Arts, n. 29, 1903, Rinascimentale. Arte e Architettura, a la figura che vuoi fare; e ffè che il pri- Ceriana, L’altare della beata Sibillina pp. 47-48; P.G. Tordella, Bergognone e cura di M.T. Fiorio e V. Terraroli, mo disegno si mostri pocho, perché Riscossi e la pala di Vincenzo Foppa, in la cultura del disegno… cit., pp. 406-409; Milano, 2003, pp. 31-43: pp. 42-43. mai non si può torre giù; e pertanto fa’ M. Zaggia, P. Mulas, M. Ceriana, H.T. Schulze Altcappenberg, Die ita- 5 M. Ceriana, C. Quattrini, Per Vincenzo leggermente tanto che fermi il tuo di- Giovanni Matteo Bottigella: cortigiano, lienischen Zeichnungen des 14. und 15. Foppa e Bernardino Luini in Santa Maria segnio. Poi va lavorando sì cchome pen- uomo di lettere, committente d’arte, Jahrhunderts im Berliner di Brera, con una nota sulla cappella neggiasi, perché il detto lavoro non si Firenze 1997, pp. 267-294. Kupferstichkabinett: kritischer Katalog, Bottigella in San Tomaso a Pavia, in può fare se non di punta, e vuoi vede- 13 Corpo Reale del Genio Civile, Berlin 1995, pp. 105-106. “Bollettino d’Arte”, LXXXVIII, 2003 re se tti conviene aver leggier mano e “Progetto di sistemazione delle vetra- 22 M. Natale, La maturità… cit., pp. 43- (2004), n. 124, pp. 27-46, cui si rinvia cche non sia affaticata, chè la più forte te nella Chiesa monumentale della 44; S. Buganza in questo stesso volume anche per la bibliografia precedente. Si ombra che possi fare si è andare chol- Certosa di Pavia”, 15 luglio 1885-23 23 L. Beltrami, La Certosa di Pavia, veda anche S. Facchinetti, scheda n. la punta della detta aghugiella per fino luglio 1890, in AAC, cart. ????. Milano 1895, p. 162: “La vetrata a co- 14 11 54, in Vincenzo Foppa, catalogo della al vetro e più oltre no… Avendo il tuo Ibidem. lori della finestra absidale, molto de- mostra (Brescia, Santa Giulia - Museo disegno fornito, e vuoi grattar via cer- 15 S. Buganza, Qualche considerazio- perita e rappresentante l’Assunzione, della Città, 3 marzo - 2 giugno 2002), ti champi che comunemente si voglion ne… cit., p 99; e in questo stesso volu- può ritenersi eseguita su disegno del a cura di G. Agosti, M. Natale, G. metter d’azzurro oltremarino ad olio, to- me. Bergognone”; G. Natali, Pavia e la sua 22 poi da Cristoforo e Jacopino de Mottis , ma nel caso renti dai modi di realizzazione del disegno sottostante di Romano, Milano 2003, pp. 200-201. gli uno stile di piombo e va fregando il 16 G. Panazza, Vetrate pavesi, in “Critica Certosa: guida artistica, Pavia 1911, p. dell’Assunzione certosina tale influenza potrebbe essere ap- Vincenzo Foppa, più vicini quindi al modo sintetico ed es- 6 M. Natale, La maturità di Foppa, in detto oro, che tti leva pulitamente via; d’arte”, 1955, n 9, pp. 252-254. 72: “la vetrata dipinta nella finestra ab- 17 punto dovuta alla trasposizione-rielaborazione di un’idea senziale di delineare i contorni delle figure e i particolari di Vincenzo Foppa cit., pp. 43-44; M. e va’ nettamente di rietro ai chontorni M. Albertario, Pittura a Pavia 1359- sidale (l’Assunzione) fu eseguita forse su Natale, scheda n 44, in Vincenzo Foppa della figura”. E più oltre ancora si leg- 1525, in Storia di Pavia, 5 voll., Milano disegno del Bergognone”; O. Lissoni, progettuale di Ambrogio Bergognone da parte di un anoni- Ambrogio Bergognone. cit., pp. 180-181; S. Buganza, Qualche ge “…va’colorendo la figura di parte in 1984-2000, vol. III, tomo III, L’arte dal La Certosa di Pavia, Milano 1930, p. 8: mo maestro vetraio attivo a distanza di pochi anni sia in L’attribuzione a Bergognone del cartone per la vetrata con considerazione… cit., pp. 99-100. parte, sì cchome faresti in sullo ingies- XII al XVI secolo, Milano 1996, p 889; “La vetrata a colori della finestra del- Duomo che in Certosa, in considerazione appunto la stret- l’Assunzione, era stata già sostenuta in passato nelle guide re- 7 M. Calderara, scheda 18, in Vincenzo sato, proprio pur d’acquarella di colo- S. Buganza, Qualche considerazione… l’abside rappresentante l’Assunzione Foppa cit., p. 124. ri. E poi, quando è secco, vernicha si cit., pp. 99-100. può attribuirsi a disegno del ta vicinanza compositiva e iconografica con il disegno ber- lative alla Certosa, in particolare da Beltrami, da Natali, da 8 L. Lodi, Considerazioni sui procedi- cchome vernichi l’altre chose in tavo- 18 La vetrata raffigurante la Madonna con Bergognone”; F. Mazzini, linese. Anche i dettagli degli angeli nella vetrata sono diffe- Lissoni, e da parte di alcuni altri critici menti tecnici e l’underdrawing in alcu- la”. L’edizione consultata è Cennino il bambino in trono di Santa Maria del

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