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RIVISTA ANMS DEF 30/10/14 16.59 Pagina 117 PAG 117-152_GE_Poggi_RIVISTA ANMS DEF 30/10/14 16.59 Pagina 117 MUSEOLOGIA SCIENTIFICA MEMORIE • N. 12/2014 • 117-152 ISSN 1972-6848 Le collezioni di Cetacei dei musei italiani. Prima parte (Cetacei attuali) Luigi Cagnolaro, Nicola Maio e Vincenzo Vomero (eds) I Cetacei del Museo Civico di Storia Naturale “Giacomo Doria” di Genova Roberto Poggi Museo Civico di Storia Naturale “Giacomo Doria”, via Brigata Liguria, 9. I-16121 Genova. E-mail: [email protected] RIASSUNTO Dopo un’introduzione storica sull’impianto e lo sviluppo della collezione, si presenta il catalogo generale dei Cetacei conservati nel Museo Civico di Storia Naturale “Giacomo Doria” di Genova. Nella collezione sono pre- senti campioni riferibili a 15 generi, 16 specie ed 1 sottospecie; il totale degli esemplari ammonta a 231 (di cui 20 feti) e quello dei reperti a 302 (e 7 modelli). Parole chiave: Cetacei, storia delle collezioni, Museo Civico di Storia Naturale di Genova. ABSTRACT The Cetacea of the Civic Museum of Natural History “Giacomo Doria” of Genoa. After a short historical introduction about the origin and development of the collection, all the materials present in Genoa Museum are listed, for a total of 302 records referable to 231 specimens, representing 15 genera, 16 species and 1 subspecies. The highest numerical increase was obtained in the three decennia between 1981 and 2010, with the recovery of 149 specimens (65% of the total collection). Key words: Cetaceans, history of collections, Civic Museum of Natural History of Genoa. INTRODUZIONE STORICA mite acquisti, doni o pochi cambi mirati, una rappre- sentanza dei vari generi mondiali, nella ovvia e con- La collezione cetologica del Museo di Genova è note- sueta ottica caratterizzante un giovane museo in for- volmente ricca in numero di specie e di esemplari e si mazione. Per il conseguimento di questo scopo essi è ampliata con continuità nei 147 anni di vita del furono aiutati anche da diversi comandanti genovesi Museo, favorita nel suo accrescimento per un verso di navi mercantili, che raccolsero reperti durante le dalla posizione geografica della città, affacciata sul loro peregrinazioni nei mari del mondo. mare e al centro di traffici commerciali mediterranei Così nel 1874 pervenne un campione di spermaceti di ed oceanici, e per l’altro dal fatto che il museo geno- Capodoglio, mentre nel 1878 si ricevette uno schele- vese non restrinse mai il suo raggio d’azione allo stu- tro di Platanista del Gange e si approfittò dello spiag- dio della fauna ligure, ma anzi si caratterizzò da subi- giamento di una Balenottera comune a Monterosso to come centro motore di ricerche ed esplorazioni in per recuperarne il feto; nel 1882 si ottenne un cranio diverse regioni mondiali. di Susa, nel 1886 arrivò uno scheletro di Orcella e nel Il reperto più antico del nucleo originario risale al 1893 giunsero reperti di Pseudorca, Globicefalo e 1869, dunque appena due anni dopo la fondazione del Narvalo, cui poco dopo si aggiunsero quelli di Museo (1867), ed è costituito da un esemplare di Mesoplodonte e Tursiope. Pontoporia raccolto ed inviato a Genova da Giovanni Si tralasciarono però le acquisizioni di animali di gran- Ramorino, natural ista genovese emigrato in Argentina di dimensioni, perché la prima sede del Museo, come docente presso l’Università di Buenos Aires. Villetta Di Negro (fig. 1), era sicuramente prestigiosa Negli anni immediatamente successivi il Direttore e carica di storia, ma aveva locali troppo angusti per Giacomo Doria ed il Vice Direttore Raffaello Gestro poter preparare, conservare e tanto meno esporre un incrementarono la raccolta locale con qualche esem- cetaceo di 10 o 15 metri. plare di Delfino comune, all’epoca normalmente cat- A tal proposito la Direzione del Museo scriveva nel turato dai pescatori anche a fini alimentari, per la pro- 1896: “Il laboratorio del preparatore si riduce ad una duzione dei filetti essiccati, noti in Liguria col termine cameretta delle stesse dimensioni delle altre, quindi di “musciamme”, ma cercarono pure di ottenere, tra- appena sufficiente per preparazioni di animali di pic- I CETACEI DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE “GIACOMO DORIA” DI GENOVA 117 PAG 117-152_GE_Poggi_RIVISTA ANMS DEF 30/10/14 16.59 Pagina 118 E l’anno successivo le difficoltà logistiche venivano nuovamente sottolineate: “Fra il Settembre e l’Ottobre del 1896 arenarono sulle spiaggie Liguri ben quattro Balenottere. Pel Museo Civico l’acquisto di una di quelle Balenottere avrebbe giovato a formare, colle molte specie di cetacei già possedute, una serie invi- diabile; nè ciò sarebbe riescito difficile, tanto più che due di esse furono abbandonate! Ma come trovare il posto per prepararla e, più ancora, dove collocare una simile preparazione, inferiore solo di pochi metri alla lunghezza totale dell’unica sala del Museo?” (Doria & Gestro, 1897). RisolTo infine il problema dello spazio con la cosTruzio- ne della nuova ampia sede del Museo, quella aTTuale di Via BrigaTa Liguria (fig. 2), a parTire dal 1914, due anni dopo l’inaugurazione del palazzo, si assisTeTTe per un Triennio all’arrivo in ToTale di 29 TesTe di Delfini comu- ni e 16 di Tursiopi per la campagna ufficiale di uccisio- ne dei delfini organizzaTa dal SindacaTo Peschereccio Ligure-Sardo, anche se per le condizioni non sempre Fig. 1. Genova, Villetta Di Negro, prima sede oTTimali dei campioni si conservarono poi solo 7 crani; del Museo dal 1867 al 1912. Archivio iconografico MSNG. la precisa documenTazione sTilaTa a suo Tempo da GesTro ha permesso, quasi oTTanT’anni dopo, di rendere noTi TuTTi i daTi delle caTTure (Poggi, 1986). Nel 1920 fece il suo primo ingresso in Museo un cola o media statura. Recentemente un cetaceo rarissi- esemplare di Grampo, seguito nel 1925 da uno Zifio, mo per la Liguria (Globicephalus melas) della lunghezza entrambi studiati nel 1927 da Decio Vinciguerra (fig. di quattro metri, si è dovuto spellare in un lurido 3), ittiologo e biologo marino, che nel 1921 era rien- magazzino tolto ad imprestito in pescheria e traspor- trato in servizio al Museo di Genova, dopo una lunga tarne poi la pelle e lo scheletro, diviso in varii pezzi, parentesi romana. al Museo, con molto disagio pel preparatore e anche Nel 1927 il patrimonio zoologico del Museo registrò con poco decoro per un istituto municipale. Per la un noTevole incremenTo per l’accordo sTilaTo Tra montatura di animali di queste dimensioni si è costret- Comune ed Università di Genova, e formalizzato poi ti ad occupare l’atrio o la sala del Museo e quindi que- nel 1929, in forza del quale il Museo Zoologico sto rimane di necessità chiuso al pubblico per un Universitario depositò nel Museo Civico circa la metà tempo abbastanza lungo” (Doria & Gestro, 1896). della propria collezione (oltre 3.500 esemplari), al fine Fig. 2. Genova, il nuovo edificio del Museo di Via Brigata Liguria, appena edificato (estate 1910), seconda sede dal 1912 (foto R. Gestro). Archivio iconografico MSNG. 118 ROBERTO POGGI PAG 117-152_GE_Poggi_RIVISTA ANMS DEF 30/10/14 16.59 Pagina 119 Nel dopoguerra si assistette ad un lento recupero delle normali attività scientifiche; quelle più strettamente legate al mondo del mare videro una notevole ripresa grazie all’opera di Enrico Tortonese (fig. 5) e di Gianna Arbocco (fig. 6) e si concretizzarono in parti- colare nella stampa di un elenco del materiale cetolo- gico mediterraneo presente in Museo (Tortonese, 1963a) e nel caTalogo generale della collezione (Arbocco, 1969). Nel 1970 la tremenda alluvione che, oltre a mezza Genova, devastò il piano seminterrato del Museo, colpì anche le raccolte osteologiche, il cui restauro comportò poi mesi e mesi di lavoro, ma anche una ovvia stasi in ogni azione di incremento. Le cose cambiarono col 1977, allorché chi scrive, entomologo di formazione e senza alcuna particolare precedenTe propensione ceTologica, si Trovò, per necessità di servizio, a coordinare il recupero di una Balenottera comune di quasi 13 metri trascinata da un traghetto nelle acque portuali di Genova. Nel 1980 poi un apparentemente “normale” e “comu- ne” delfino spiaggiato nella periferia occidentale della città si dimostrò, al momento della dissezione, una Stenella striata, constatazione che oggi non costitui- rebbe certo motivo di rilevante interesse, ma che all’e- poca fece un qualche scalpore, trattandosi della terza segnalazione in assoluto per i mari italiani (e a distan- za di decenni dalla seconda), tanto da diventare addi- rittura oggetto di una pubblicazione (Poggi, 1982). In Tale occasione l’approfondimenTo delle ricerche bibliografiche rilevò che la presenza di Stenella stria- ta in Mediterraneo doveva essere ben poco considera- ta, visto che addirittura le foto di presunti Delfini comuni pubblicate ad esempio da Richard (1936) o Tortonese (1965) si riferivano senza ombra di dubbio a Stenella. La ripresa di interesse per i Cetacei ebbe modo di for- Fig. 3. Decio Vinciguerra (1856-1934). malizzarsi nel 1985, allorché il Museo, rappresentato Archivio iconografico MSNG. da chi scrive, partecipò al 1° Convegno Nazionale sui Cetacei (Riccione, 18-20 ottobre) e aderì al Centro di consentirne una miglior conservazione e valorizza- Studi Cetacei (CSC) (fig. 7), collaborando in partico- zione, rendendo così possibile anche l’ostensione al lare dal 1986 al “Progetto Spiaggiamenti” e trasmet- pubblico di alcuni dei reperti più significativi, come, tendo con regolarità l’elenco dei cetacei spiaggiati nel caso dei Cetacei, a suo tempo particolarmente recuperati nel settore litoraneo di propria competen- curati ed illustrati da Corrado Parona (fig. 4) (Parona, za, ossia le provincie di Savona, Genova e La Spezia, 1896, 1897, 1909), lo scheletro della Balenottera come risulta dai resoconti annuali 1986-2005 pubbli- comune di Monterosso, del 1878, e la Balenottera cati dal CSC. minore, del 1916. Col materiale universitario venne In occasione degli spiaggiamenti, ove possibile, si rile- introitato anche un esemplare di Tursiope del 1862, varono sempre i dati biometrici degli esemplari e, se le che costituisce il più antico reperto di cetaceo sicura- condizioni dei cadaveri non erano eccessivamente mente datato tra quelli conservati in Museo.
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