Profili Aldo Aniasi: per sempre nelle nostre lotte

di Paolo Bolognesi ldo Aniasi, presidente nazionale della privilegi, chi si illudeva di poter proseguire FIAP (Federazione Italiana Associa- in uno sfruttamento dell’uomo sull’uomo, A zioni Partigiane), ci ha lasciati, al- nella rapina imperialistica. Contro chi pre- l’età di 84 anni, il 27 agosto scorso. dicava la razza eletta, contro chi teorizzava Comandante partigiano, nell’, con il l’oppressione, l’espansionismo come me- nome di battaglia “Iso Danali”, l’ana- todo di governo, contro chi sognava gli gramma di Aldo Aniasi, entrò a Milano imperi come mezzo di potere e contro chi con le truppe partigiane il giorno della Libe- combatteva per togliere la libertà al popo- razione. Era stato insignito della medaglia lo spagnolo, gli antifascisti seppero indica- d’argento al Valor Militare. E “Iso” hanno re la fratellanza, la solidarietà umana, la li- continuato a chiamarlo anche in tutti que- bertà, la giustizia, come valori universali, sti anni gli amici e i compagni del Psi e del come motivi di unità e di riscatto dalla Pci e ora gli eredi dei partiti della sinistra schiavitù politica e morale. È su queste (a metà anni ’90 aderì ai Democratici di basi che è sorta la Resistenza, è su queste sinistra e attualmente sedeva nel Consiglio basi che si è creata per la prima volta nella nazionale di quel partito). storia una reale unità di popolo alla quale Nato a Palmanova nel 1921– ma milanese hanno dato il loro contributo spontaneo da sempre – è stato per 28 anni in Consiglio militari, cittadini, uomini, donne, ragazzi, comunale a Milano, sindaco per 9 anni, de- religiosi, persone di ogni condizione e di putato per 5 legislature, due volte ministro ogni età, per raggiungere e difendere la li- (Sanità e Regioni), per altri 9 anni vicepre- bertà, il progresso e la giustizia sociale. Gli sidente della Camera. eroici scioperi del marzo ’43 quando gli A “Iso” – che è stato per oltre mezzo secolo un operai nelle fabbriche seppero sfidare la fe- difensore coerente della causa della libertà e roce repressione fascista e gli scioperi del della democrazia – davanti alla sua Mila- ’44 quando sfidarono le SS nonostante i no, a cittadini e autorità, hanno tributato L’omaggio alla salma di pericoli della deportazione nei lager nazisti Aniasi a Palazzo Marino. l’estremo saluto , sindaco dai quali a migliaia non più tornarono; la (Foto Aladino Lombardi) di Milano; (che nel 1976 so- resistenza dei militari dopo l’armistizio, le stituì Aniasi – chiamato ad azioni dei partigiani nelle montagne e nel- incarico parlamentare – nella le campagne, l’attività in città dei GAP e carica di sindaco); Ettore Ca- dei SAP, sono tutti momenti di lotta ri- rimelli, partigiano dell’Ossola, conducibili a una matrice comune. Gli ita- Enrico Boselli e Piero Fassino. liani non avevano dimenticato cosa era la Patria che di Aniasi ha sempre libertà, avevano ideali comuni e sponta- apprezzato la lucidità politica neamente si schierarono con l’azione dei e l’alto senso unitario della Re- Comitati di Liberazione Nazionale ricono- sistenza, lo vuole ricordare ri- scendone l’autorità morale e politica, la proponendo ai lettori un suo guida sicura alla lotta per la democrazia. discorso commemorativo in oc- Nel trentennale della Liberazione ricordia- casione dell’anniversario della mo le unità militari che risposero ai nazisti Liberazione del 1975. Ricopri- subito dopo l’8 settembre 1943, gli scon- va, allora, la carica di Sindaco tri, gli atti eroici, le fucilazioni di massa, i e non erano momenti facili né 9.000 morti della Divisione Acqui a Cefa- per la sua Milano né per la lonia e a Corfù, delle Divisioni Regina e Resistenza, né per l’Italia. Cuneo nell’Egeo, delle Divisioni Granatie- ri e Piave nella difesa di Roma. Ricordiamo «Il fascismo, il nazismo erano l’eroismo di tanti carabinieri come la me- la violenza al servizio degli daglia d’oro Salvo D’Acquisto unitamente oppressori e degli sfruttatori, alle vittime dei nazifascisti, insieme ai erano il mezzo cui ricorreva 50.000 partigiani caduti, ai 45.000 morti chi non voleva cedere propri del Corpo Italiano di Liberazione Nazio-

8 l patria indipendente l 30 settembre 2005 nale appartenenti alle Divisioni Le- beratore e di speranza per noi, ma le vecchie strutture accentrate e bu- gnano, Friuli, Mantova, Cremona, anche per tutti gli altri popoli impe- rocratiche dello Stato, di quello Sta- Folgore e Picena, alle decine e deci- gnati nella lotta al nazifascismo. Ab- to che ha consentito l’esperienza fa- ne di migliaia di morti nei campi di biamo imparato che la pace e la li- scista. La pari dignità sociale per concentramento a Buchenwald, a bertà sono beni indivisibili: ogni op- tutti i cittadini, il diritto allo studio, Dachau, ad Auschwitz, a Mauthau- pressione, ogni forma di schiavitù la tutela della salute sono ancora og- sen e negli altri numerosi lager ove sono un insulto a tutto il genere gi dei programmi incompiuti per i si esercitò la criminale inumana be- umano. Ogni volta che un popolo quali è necessaria una più profonda stialità nazista. Ricordiamo i fucilati ritrova la libertà, tutti siamo più li- azione riformatrice che deve essere a Fossoli ed alle Ardeatine, gli im- beri; l’umanità intera ha motivo di capace di rompere gli schemi e le piccati, i massacrati in centinaia di gioire. Ricordo le speranze di quel barriere che ancora ostacolano il piazze d’Italia, la strage di Marza- periodo: certo non si sono tutte rea- progresso del Paese, ed il raggiungi- botto e di tanti altri paesi italiani, i lizzate. Ricordo la commozione dei mento di una maggiore giustizia so- torturati, i 70.000 deportati. Que- milanesi che si strinsero festanti do- ciale. In questi 30 anni molto è sta- sto è il tragico bilancio della lotta po il 25 aprile intorno ad Antonio to fatto, ma troppo rimane da fare. condotta da tutto il popolo per riaf- Greppi, Sindaco della Liberazione e La nostra generazione, la generazio- fermare il proprio diritto alla libertà, a Luigi Meda, Presidente del Comi- ne dell’antifascismo e della Resisten- all’autogoverno, alla democrazia, tato di Liberazione milanese. Ricor- za, ha assolto ad una funzione stori- per riconquistare il rispetto del do la speranza che con il fascismo li- ca fondamentale, ha saputo testimo- mondo intero, per avviarsi su una quidato per sempre fosse scomparsa niare il valore insopprimibile della strada di progresso e di giustizia. ogni forma di ingiustizia, di violen- democrazia e della libertà, e in no- Trent’anni fa ci siamo uniti agli altri za, di sopraffazione. Speranze che si me di questi principi ha battuto il popoli liberi per una comunità uma- sono spesso scontrate con una dura fascismo di allora ed ha impedito na pacifica e solidale. La Resistenza realtà, con la constatazione che il che si realizzassero altri tentativi au- italiana si è saldata a quella europea nostro sistema sociale progredisce toritari, che prendessero corpo altri per combattere il fascismo e il nazi- troppo poco e troppo lentamente. disegni eversivi. Siamo però consa- smo che sono un fenomeno interna- Lo spirito libertario di allora fatica pevoli che la strenua difesa dei valo- zionale, un pericolo permanente ancora ad affermarsi nella società ci- ri della Resistenza, la profonda co- ogni volta che l’egoismo, la cupidi- vile, nei luoghi di lavoro, nelle città. scienza comune a tutto il popolo del gia, i privilegi vogliono impedire il Il patto unitario ha legato gli uomi- significato, dell’importanza della progresso di un popolo. La Resi- ni della Resistenza e ha reso possibi- battaglia compiuta, non sono suffi- stenza italiana, fatto unitario al qua- le la Repubblica e la Costituzione cienti se ad esse non si accompagna le hanno partecipato uomini di di- che è il documento nel quale è rac- una modifica profonda delle strut- verso convincimento, ha dunque sa- chiuso il programma popolare e ri- ture economiche e sociali del Paese puto superare ogni particolarismo formatore frutto di quegli anni di che ancora oggi chiede giustizia, per divenire un momento di pro- lotta. chiede democrazia sostanziale. Gli fonda solidarietà umana. Solidarietà Ma ancora oggi quel programma attentati, le bombe, le stragi, le pro- con tutti gli uomini che combatto- non è pienamente attuato. La nostra vocazioni squadristiche di questi an- no per la propria libertà contro le Repubblica democratica fondata sul ni, di questi giorni, non sono solo discriminazioni, le oppressioni, il lavoro non riesce a dare vita allo l’opera di qualche nostalgico o di razzismo, l’imperialismo, contro slancio sociale che fu della Resisten- qualche folle che crede sia possibile tutto ciò che impedisce la libera za e che si scontra ogni giorno con il ritorno ad un passato definitiva- convivenza umana. L’Europa negli anni tragici del nazifascismo fu la cavia sulla quale si tentò di speri- mentare un disegno di oppressione, di dominio dell’uomo sull’uomo. Ma l’Europa, e con gli europei gli italiani, seppe dimostrare col sacrifi- co dei propri figli che nulla è più forte dell’aspirazione degli uomini alla giustizia e alla libertà. Il nostro Paese seppe unirsi contro il nazifa- scismo e seppe trovare l’unità con tutti i popoli che combattevano il disegno mostruoso. Trovammo ac- canto a noi combattenti per gli stes- si ideali gli alleati sovietici, gli ame- ricani, gli inglesi, i francesi, gli ju- goslavi, i resistenti di tutta Europa. Così il 25 aprile fu un momento li- La presidenza dell’8° Congresso nazionale della FIAP.

patria indipendente l 30 settembre 2005 l 9 mente liquidato e sconfitto. Sono il segno che forte è la reazione per il timore che lo Stato si rinnovi, che vi sia un’evoluzione in senso progres- sista dei rapporti economici e socia- li. Contro i tentativi di eversione oc- corre ritrovare la tensione morale degli anni della Resistenza. Dobbiamo operare per realizzare il programma sociale, nato in quegli anni, rinnovare il patto di identità fra il popolo e lo Stato. Dobbiamo renderci conto che invece in un cli- ma di scoraggiamento, di sfiducia, di incapacità ad operare un deciso progresso sociale, potrebbero trova- re spazio le manovre reazionarie e provocatrici, le speranze fasciste: è da questi pericoli che la Repubblica deve difendersi. Combattendo le in- giustizie, i privilegi, riconoscendo Bologna, 1994. L’intervento di Aniasi per il 50° della costituzione dell’ANPI. pari dignità e pari diritti a tutti i cit- tadini, si crea la collettività di uomi- del lavoro, la saldezza e la presenza piuta finché non avremo un Paese ni liberi, si combatte il fascismo di delle forze armate a presidio delle più giusto, finché non avremo vinto ieri e di oggi. istituzioni democratiche. La tragica le sacche di povertà e di arretratezza Il fascismo è violenza e ingiustizia: esperienza del 1922 non potrebbe che ancora esistono, finché non non lo si affronta con la violenza e oggi ripetersi perché vi è ben altra avremo rinnovato le strutture dello le aggressioni. Il fascismo è stato coscienza popolare, ben altra forza, Stato e abolita la legislazione autori- vinto 30 anni fa e non può risorgere ben altra volontà di opposizione. taria e fascista che ancora sopravvi- nella Repubblica democratica, ma Questo è un dato fermo e rassicu- ve, fino a che non vi saranno lavoro, deve essere contrastato con un im- rante anche se ciò, se l’impegno sin- scuole, ospedali per tutti gli italiani. pegno di tutto il popolo. Contro il ceramente antifascista delle forze Perché queste cose, con la pace e rinascere del fascismo sono garanzia democratiche non può farci dimen- l’indipendenza, sono il contenuto la maturità delle giovani generazio- ticare che quanto è stato fatto non della libertà e della democrazia, so- ni, l’impegno e l’unità del mondo basta, che la Resistenza sarà incom- no i programmi per i quali sono morti ed hanno combattuto gli uo- mini della Resistenza. E queste cose È morto Wiesenthal sappiamo bene che non si ottengo- il cacciatore di nazisti no facilmente: occorre battersi, oc- È morto Simon Wiesenthal, il grande cacciaore di crimi- corre conquistarle con l’impegno di nali di guerra nazisti. Lo conoscevano in tutto il mondo ogni giorno come hanno fatto i par- per la sua straordinaria attività di spulciatore di archivi tigiani sulle montagne, quelli che si e di carte, attraverso le quali riuscì a far arrestare e sono battuti in città, nelle fabbriche, processare più di mille criminali nazisti, accusati dello i militari che hanno partecipato alla sterminio degli ebrei nei campi di concentramento. lotta di liberazione: un impegno ci- Wiesenthal, hanno scritto in molti, era: “la coscienza del- vile che deve continuare con il con- l’Olocausto”. Subito dopo la fine della guerra, arruolan- tributo delle giovani generazioni, dosi in vari servizi di informazione alleati, il cacciatore di nazisti aveva subito fondato, a Vienna, un vero e proprio centro di ricerca al quale collaboravano gli ebrei di tutto il con il loro impegno politico, che è mondo. Scrisse un libro dal titolo “Giustizia non vendetta” nel quale affermava “che la continuazione delle nostre batta- sopravvivere è un privilegio che comporta obblighi”. E ancora “Da sempre mi chiedo glie di allora. La lotta contro il fasci- che cosa posso fare per coloro che non sono sopravvissuti. E la risposta che ho trovato smo nazionale e internazionale che per me stesso è questa: voglio essere il loro portavoce, voglio che la loro memoria non è ingiustizia, che è oppressione, de- sia obliata”. Per sessanta anni, Wiesenthal, ha tenuto fede a questo “obbligo morale”. ve essere la lotta senza sosta e senza Nato nel 1908 a Buczacz, in Polonia, il “cacciatore di nazisti” era un giovane studente tentennamenti perché è la lotta per di architettura, quando arrivò l’invasione nazista. Da Leopoli venne portato nel campo la pace e per l’umanità. di concentramento di Janowska e poi in altri dodici campi. Nel corso di quattro anni La Resistenza non è un pezzo da perderà tutti i parenti (ben 89) nei diversi centri di sterminio. Il suo più grande successo museo, non deve essere mummifica- fu la scoperta del nascondiglio di Adolf Heichmann e il rapimento del boia, trasferito in Israele, processato e impiccato. Riuscì a far arrestare anche Franz Stangl, comandante ta, appartiene alla nostra vita, è con- di campi di sterminio e l’uomo che aveva arrestato Anna Frank: Karl Silberbauer. tinuata in questi anni, deve essere Wiesenthal è stato sepolto in Israele. un elemento dell’impegno civile di ogni giorno».

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