Culture Teatrali
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CULTURE TEATRALI STUDI, INTERVENTI E SCRITTURE SULLO SPETTACOLO 20, annuario 2010 Direzione: Marco De Marinis Comitato di Direzione: Georges Banu (Université de la Sorbonne Paris III); Josette Féral (Université de Québec, Montréal); Raimondo Guarino (Università di Roma III); Osvaldo Pellettieri (Universidad de Buenos Aires); Arnaldo Picchi (1943-2006) (Università di Bologna-DMS); Nicola Savarese (Università di Roma III). Comitato di Redazione: Fabio Acca, Lucia Amara, Sara Baranzoni, Francesca Bortoletti, Adele Cacciagrano, Monica Cristini, Piersandra Di Matteo, Erica Faccioli, Francesca Gasparini, Tihana Maravić, Silvia Mei, Enrico Pitozzi, Annalisa Sacchi. Redazione: c/o Dipartimento di Musica e Spettacolo Via Barberia 4, 40123 Bologna Progetto grafico: Enrico De Stavola Editing: (rob.a) grafica - Bologna Promozione e abbonamenti: Sara Baranzoni Sito internet della rivista: www.cultureteatrali.org [email protected] Editore: I Quaderni del Battello Ebbro www.iquadernidelbattelloebbro.it Direttore responsabile: Marco De Marinis Abbonamento annuario, euro 26,00 (Italia), euro 40,00 (Estero) Spese di spedizione euro 3,00 Per informazioni e prenotazioni, [email protected] Per i versamenti: conto corrente postale n. 27608405, intestato a: I Quaderni del Battello Ebbro Casella Postale 59 – 40046 Porretta Terme (Bologna) Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 7374 del 6 novembre 2003 Finito di stampare nel giugno 2011 S O M M A R I O TEATRI DI VOCE a cura di Lucia Amara e Piersandra Di Matteo 7 Premessa TEORICHE 11 Marco De Marinis Geroglifici del soffio: poesia-attore-voce fra Artaud e Decroux nel Novecento teatrale 39 Lucia Amara Sostanza sonora e vocazione performativa nelle glossolalie di Artaud 71 Piersandra Di Matteo Voce e clinica. Afasia, delirio linguistico e dimensione fantasmatica della phoné 97 Ernani Maletta Azione vocale: discorso musicale e polifonia scenica 110 Tihana Maravič L’andirivieni del santo folle: un paradigma dell’atto performativo tra ru- more e silenzio 123 Silvia Mei La voce Mina e la sua imago. Un esercizio di iconografia vocalica 132 Charlotte Ossicini Dal predrammatico al prediscorsivo. Il coro e la “musica del senso” 144 Marco Galignano L’Orecchio e il Linguaggio. L’audiopsicofonologia di Alfred Tomatis POETICHE 151 Moni Ovadia In cammino per il canto 154 Enzo Moscato Del geroglifico cantante 157 Mariangela Gualtieri Lettera su ciò che non scriverò 161 Laura Mariani - Ermanna Montanari Voci di carne 175 Marco Isidori Voce ’e notte 179 Maria Luisa Abate Marcido: tecniche 183 Kinkaleri I AM THAT AM I DOSSIER WORKCENTER OF JERZY GROTOWSKI AND THOMAS RICHARDS a cura di Marco De Marinis 187 Presentazione, a cura del Workcenter 196 Antonio Attisani Note del giorno d’oggi. A proposito di The Living Room e I Am America 205 Piergiorgio Giacchè Lo spettatore ospite 210 Lisa Wolford “Making Mantra of American Language”: il ciclo Ginsberg dell’Open Program DOSSIER SOCÌETAS RAFFAELLO SANZIO a cura di Piersandra Di Matteo 221 Estratti da Epopea della polvere: Romeo Castellucci, “Attore”: il nome non è esatto Chiara Guidi, Voci dell’Orestea Romeo Castellucci, Cacofonia per una messa in scena: Giulio Cesare Chiara Guidi, Le parole della Genesi 234 Claudia Castellucci e Chiara Guidi in conversazione con Joe Kelleher Etica della voce 240 Chiara Guidi Sulla tecnica molecolare della voce. Appunti di esperienze in luogo di una teoria 246 Enrico Pitozzi The Cryonic Chants. Note sulla costituzione di un “corpo sonoro” ANTOLOGIA IL PENSIERO VOCALE a cura di Lucia Amara 257 Estratti da: Andrej Belyi, Glossolalia. Poema sul suono; Marius Schneider, La musica primitiva; Roland Barthes, Variazioni sulla scrittura seguite da Il piacere del testo; Julia Kristeva, La rivoluzione del linguaggio poetico; Henri Meschonnic, Critique du rythme; Giorgio Agamben, Il linguaggio e la morte; Ivan Fónagy, La vive voix. Essais de psycholinguistique; Paul Zumthor, La pre- senza della voce. Introduzione alla poesia orale; Corrado Bologna, Flatus vocis. Metafisica e antropologia della voce; Adriana Cavarero, A più voci. Filosofia dell’espressione vocale; Daniel Heller-Roazen, Ecolalie. Saggio sull’oblio delle lingue; Mario Bettini, Voci. Antropologia sonora del mondo antico; Francesca Gasparini, Poesia come corpo-voce; Laura Santone, Egger, Dujardin, Joyce. Microscopia della voce nel monologo interiore TEATRI DI VOCE a cura di Lucia Amara e Piersandra Di Matteo A partire da questo numero “Culture Teatrali” diventa annuario, aumentan- do il numero delle pagine e aggiornando anche la veste grafica. Si tratta a tutti gli effetti di una nuova serie, anche se abbiamo deciso per ragioni pratiche di non azzerare la numerazione. Questo volume è stato pubblicato con il contributo dell’Università di Bologna e della Compagnia Assicuratrice Unipol S.p.a. PREMESSA Allora che ne è della voce e del tempo? Se la mostrazione è l’unità della percezione e del segno, se la significazione è assegnata al dito e all’occhio, se questa assegna- zione è prescritta per ogni segno, sia esso indicativo che espressivo, discorsivo o non discorsivo, che ne è della voce e del tempo? Se l’invisibile è il provvisorio, che ne è della voce e del tempo? Jacques Derrida Ho tra le mani un foglio, scritto o disegnato. A distanza, ne decifro perfettamente i margini e il significato totale. Lo accosto a venti centimetri dagli occhi e ne decifro il senso dei dettagli. Avvicino questo foglio al mio naso e qualunque leggibilità è sbiancata. Il massimo del blow-up ottico-acustico coincide con il minimo dell’in- grandimento (visibilità-udibilità zero). Ecco l’amplificazione come risonanza. La fenomenologia del soggetto è finalmente solarizzata. È accecato l’ascolto. Carmelo Bene La voce è un mistero. Perché è contemporaneamente qui e altrove. Indagare le sue manifestazioni (sceniche) e le diramazioni problematiche delle diverse discipline che se ne occupano significa dar conto di una stratifica- zione di indagini che si rimandano l’una all’altra. Il focus, però, non può non essere la concretezza della carne: quella degli organi fonatori, della laringe, delle corde vocali, dei polmoni, del diaframma e della bocca. Dunque il corpo, perché ogni gesto, compreso quello fonatorio, è sostenuto da una postura, da stati muscolari e viscerali. Date queste premesse, gli spazi sondati, nell’intento di proporre un discorso teatrale sul vocale, sono le teorie, le voci degli artisti, le esperienze sceniche novecentesce e postnovecentesche, e le visioni teatrologiche che su di esse si sono esercitate. La condizione essenziale per indagare la voce è il riconoscimento del ruolo contraddittorio che essa instaura con il sistema della lingua, situandosi fuo- ri tanto dall’universo logico della parola quanto da quello grammaticalizzato della musica. Questa è la traiettoria condivisa da alcune delle più innovative prospettive teoriche della seconda metà del XX secolo. Tra i riferimenti teorici si sono, infatti, privilegiati quelli che hanno dato sostanza all’oralità e alla vocalità, livelli della conoscenza e dell’espressione che, nel caso dell’indagine teatrale, richiedono l’attitudine a scavalcare le op- posizioni troppo nette, come quella, apodittica, che contrappone rigidamente orale e scritto. Se il tentativo è quello di cogliere le escursioni e le (dis)arti- colazioni del corpo parlante, non ricondotto esclusivamente alla nozione di locutore ma piuttosto all’idea di una parola che letteralmente prende corpo, divenendo materia, è dunque il rapporto imprescindibile tra vocalità e testua- lità a dover essere riconsiderato, così come la natura di cor-rispondenza o di risonanza propria della voce, che implica l’ascolto e l’ascoltarsi dire. Per questo volume si è scelto un titolo significativo. Teatri di voce rimanda a due obiettivi fondamentali. Il primo è quello di indicare alcuni luoghi – le 7 scene, i teatri, la bocca, il testo – in cui la pratica e la ricerca della voce sono maturate e mutate nel tempo. Il secondo obiettivo conferma e approfondisce il primo, nella misura in cui il teatro, e in particolare la più alta sperimentazione teatrale, si delinea come il crocevia privilegiato in cui confluiscono le direzioni possibili di una ricerca ancora aperta che, tuttavia necessita di un gesto, sep- pur provvisorio, di riflessione teorica. Il modo in cui questo volume prende forma ricalca queste istanze di scelta, volendo restituire quelle stratificazioni e ponendole su un piano di proble- matizzazione a partire, quindi, dalla diffrazione dei punti di vista che la voce con-voca. Prende vita, in questa direzione, un modus operandi che privilegia la prospettiva teatrologica, cioè una precisa circoscrizione disciplinare dell’og- getto, ma al contempo non emargina ciò che lo stesso oggetto teatrale ha come specificità: quello di essere un universo, simbolico e non, in cui la voce può venire restituita sia alla sua fugacità che alla sua corporeità. Infatti, il teatro, nelle sue manifestazioni più avanzate e sperimentali – come quelle indagate in questo volume – riesce, a differenza di ciò che accade in genere negli studi di linguistica, filosofia e fonetica sull’argomento, a dare pregnanza alqui della voce, alla sua presenza immanente, mantenendo e custodendo, tuttavia, viva e dinamica la sua istanza di materia trascendente. La parabola di Artaud, in questo senso, diventa emblematica. La voce, la sua voce d’attore, richiede un’atletica, una tecnica. Ma essa è anche soffio creatore e genesico, unico modo per attaccare definitivamente la dittatura del Logos occidentale e del Padre, insieme