DOMENICO PROCACCI Presenta L’ULTIMO TERRESTRE
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DOMENICO PROCACCI presenta L’ULTIMO TERRESTRE Un film di GIAN ALFONSO PACINOTTI Una produzione Fandango In collaborazione con Rai Cinema Realizzato con la partecipazione della Regione Toscana USCITA NAZIONALE 9 SETTEMBRE www.ultimoterrestre.it I materiali stampa del film sono disponibili sul sito www.fandango.it Crediti non contrattuali CAST TECNICO REGIA GIAN ALFONSO PACINOTTI SOGGETTO E SCENEGGIATURA GIAN ALFONSO PACINOTTI Liberamente ispirato al romanzo a fumetti Nessuno mi farà del male di Giacomo Monti (edizioni Associazione Culturale Canicola) DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA VLADAN RADOVIC SCENOGRAFIA ALESSANDRO VANNUCCI COSTUMI VALENTINA TAVIANI SUONO ALESSANDRO BIANCHI ORGANIZZATORE GENERALE LUCIANO LUCCHI AIUTO REGISTA ALESSANDRO CASALE MONTAGGIO CLELIO BENEVENTO MUSICHE VALERIO VIGLIAR SUPERVISORE ALLA PRODUZIONE VALERIA LICURGO PRODUTTORE DELEGATO LAURA PAOLUCCI PRODOTTO DA DOMENICO PROCACCI UNA PRODUZIONE FANDANGO IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA DISTRIBUITO DA FANDANGO DURATA: 96’ La colonna sonora sarà disponibile su cd Radiofandango/Edel Crediti non contrattuali CAST ARTISTICO LUCA BERTACCI GABRIELE SPINELLI ANNA LUINI ANNA BELLATO ROBERTA LUCA MARINELLI GIUSEPPE GERI TECO CELIO L'AMERICANO STEFANO SCHERINI PADRE DI LUCA ROBERTO HERLITZKA WALTER RASINI PAOLO MAZZARELLI ALIENA SARA ROSA LOSILLA GABRIELE DEL GENOVESE VINCENZO ILLIANO CARMEN ERMANNA MONTANARI Crediti non contrattuali SINOSSI La storia si svolge durante l'ultima settimana prima dell'arrivo di una civiltà extraterrestre sulla Terra. Un arrivo annunciato dai governi, una notizia da seconda serata che non ha entusiasmato nessuno. Gli extraterrestri arrivano in un paese stanco e disilluso, in una crisi economica conclamata e gravissima. La gente risponde alla venuta degli extraterrestri con una reazione razzista “adesso ci ruberanno il lavoro, come hanno fatto i cinesi prima di loro!” o con interpretazioni mistico religiose tra le più strampalate. Ma noi non raccontiamo la storia di un popolo, seguiamo invece la vita di Luca Bertacci, un uomo con enormi problemi di relazione, un uomo che, abbandonato dalla madre quando era piccolo, è cresciuto nell'odio per le donne. Nella diffidenza e soprattutto nell'incapacità di provare sentimenti. Questa chiusura emotiva ne ha fatto un emarginato senza passioni e senza sogni. Luca spende la sua vita tra il lavoro, barista in una sala bingo, i rari pranzi con il padre che ogni volta rinnova il suo dolore per l'abbandono della madre “quella femmina maledetta...”, e un’attrazione segreta e inconfessabile per la sua vicina di casa. Un sentimento che Luca non può e non vuole permettersi e che cerca di reprimere in ogni modo. L'arrivo degli extraterrestri cambierà tutto e assumerà sempre di più le caratteristiche di una vera e propria "rivelazione" per il nostro protagonista. Questi alieni, che nella forma e l'atteggiamento sono tanto simili ai "grigi" di Incontri ravvicinati, ma che si distinguono soprattutto per la loro capacità di sapere " cosa è Bene e cosa è Male", agiscono ai margini della vicenda modificando la vita di Luca, innescando eventi che lo porteranno a scoprire una verità inaspettata e sconvolgente, fino a dargli una nuova possibilità di vita e una speranza di felicità. Difficile al termine della storia non pensare che questi extraterrestri con il loro arrivo tanto simile ad un "giudizio universale" siano venuti sulla Terra solo per lui. Come un regalo. Crediti non contrattuali NOTE DI REGIA Ho sempre pensato che per raccontare la realtà in modo fedele la si dovesse tradire profondamente. Sono pure convinto che sia quasi inutile tentare di descrivere la contemporaneità raccontando la contemporaneità, visto che i tempi di mutazione sono talmente rapidi che qualunque "oggi" diviene "ieri" nel tempo necessario a scriverne la parola. Per ovviare a questa trappola la nostra storia è ambientata nel futuro. Solo qualche anno in avanti. Diciamo tre. Non di più. Un’Italia dopo l'Italia, insomma, che ci permetta di giocare a immaginare la deriva estrema che la nostra condizione sociale potrebbe raggiungere, questo è l'intento. Parliamo in modo semplice: la disillusione delle persone viene portata al suo estremo e l'incapacità di sognare, immaginare un futuro diviene sistema. E’ per questi motivi che nella storia l'annuncio ufficiale dell'arrivo di una società extraterrestre (sì, avete letto bene, i marziani, lo sbarco degli alieni, insomma, come in Independence Day) non genera, nelle persone comuni nessun sentimento nuovo. Si è abituati alle notizie. A tutte quante. Ed ognuno reagisce a questa come finora ha reagito alle altre. I razzisti si inquietano, i furbi immaginano come sfruttare l'occasione. L'indifferenza, statisticamente, domina. Arrivano gli alieni. Si sa. I governi hanno preso accordi, il ministro (del nuovo apposito ministero per i rapporti alieni, con i suoi sessantacinque sottosegretari) assicura che gli alieni sono pacifici. Il loro aspetto non è spaventoso, il loro arrivo sulla terra avverrà senza alcun intoppo. Nei talk show se ne parla parecchio. Questo sappiamo nella prima inquadratura del film. Sentiamo la notizia commentata dagli ascoltatori alla radio. Vediamo un cielo, delle stelle. Scie luminose nella troposfera. E poi giù, scendiamo su un campo di periferia, su una macchina piccola, triste utilitaria indiana, 180 euro chiavi in mano. Ma non siamo in India, siamo in un'Italia dove altro non ci si può permettere che macchine indiane da 180 euro. All'interno c'è Luca Bertacci, trentenne barista del Bingo, mai avuto un amore in vita sua. Luca sta cercando il numero di telefono di una prostituta, gelido surrogato di amori mancanti. Abbassa il volume dell'autoradio che ciarla dell'arrivo degli alieni, prende accordi con la donna. Va. Nella storia seguiamo il percorso di quest'uomo: Luca Bertacci, il suo desiderio di un amore che non sa neppure immaginare. Un sentimento che teme e lo squarcia, quando si presenta, come squarcia chi abbia vissuto un abbandono materno. Seguiamo Luca nei suoi rapporti con i colleghi, in una sala Bingo che è una continua finzione di felicità, di luce. Un mondo a sé. Caraibi sintetici, coloratissimi, in una pianura di campi grigi. Luca che guarda la sua vicina di casa. Normalissima ragazza, dea inavvicinabile e odiata ai suoi occhi. Promessa di amore. Parola di cinque lettere che Luca non sa decifrare. Anna si chiama. Vive proprio nell'appartamento di fronte. Ma come avvicinarla? E poi, per fare cosa? Le donne sono tutte uguali, pensa Luca. Sono come mamma, pensa Luca, senza pensarlo. Eppure… E gli alieni stanno per arrivare. E qualcuno dice che ci mangeranno vivi. Piccole avanguardie, scenderanno in silenzio sulla Terra, per capire e preparare l'incontro. A fianco della narrazione, mai protagonisti, ma determinanti, interverranno nella storia, con piccoli segni. Come profeti discreti. Ho sempre pensato all'arrivo degli alieni in questa storia come ad un "avvento" mistico. Una venuta di verità in una società che non solo non immagina un futuro, un cambiamento, una "illuminazione", ma che addirittura non la richiede e crede di poterne fare a meno. L'arrivo di una verità. Ecco. Una società ancora in grado di distinguere il bene dal male e di applicare una giustizia. Una cosa, a suo modo, molto pericolosa. Ma non vedremo astronavi abbassare i portelloni ed eserciti di esseri aracniformi calpestare l'italico suolo. Certo, nella storia gli alieni appaiono, intervengono nella vicenda e la indirizzano, ma il nostro sguardo su questa Italia del futuro si interrompe il giorno stesso dello sbarco alieno. A noi interessa la mutazione nel cuore di Luca Bertacci, come questo arrivo cambierà, soprattutto e suo malgrado in modo assolutamente inaspettato, la sua condizione esistenziale, come lo porterà a scoprire la verità sull'abbandono della madre. Una verità sconvolgente che lo libererà della sua visione sterile dell'esistenza. Non vorrei raccontare altro della trama e dei suoi colpi di scena. Perché colpi di scena ci sono, non era certo mia intenzione raccontare una storia in modo intimista e noioso. Ecco. Per finire. Quando cerco di definire questa vicenda, quando mi domando seriamente "di cosa sto parlando? Di cosa racconta questa storia?" Mi ritrovo sempre allo stesso punto. Non vorrei, ma finisco sempre lì. Vorrei dire che tratta d'altro (e, in effetti, di altro pure si racconta, nello svolgimento) ma il cuore della narrazione, il motivo profondo del racconto, mi appare sempre lo stesso, non trovo altre parole per descriverlo: L'Ultimo Terrestre è (non posso proprio farci niente) a tutti gli effetti, una storia d'amore. Gian Alfonso Pacinotti Crediti non contrattuali GIAN ALFONSO PACINOTTI Gian Alfonso Pacinotti (Gipi) nasce a Pisa nel 1963. Nel 1994 inizia a pubblicare vignette e racconti brevi sulla rivista satirica Cuore. Le prime storie a fumetti escono sul mensile Blue e poi su altre testate e giornali italiani. Per la casa editrice Coconino Press ha realizzato diversi libri: da Esterno Notte agli Appunti per una storia di guerra, premiato come Miglior fumetto dell'anno al Festival internazionale di Angoulême nel 2006. Tra le altre sue opere Questa è la stanza, la serie Baci dalla provincia, S., La mia vita disegnata male, l’antologia Diario di fiume e Verticali. A luglio 2011 esce in libreria Omnibus Gipi, una raccolta in edizione economica de La mia vita disegnata male, S., Esterno Notte. Gipi è anche illustratore per il quotidiano La Repubblica e collabora col settimanale Internazionale. L’ultimo Terreste è il suo primo film. Crediti non contrattuali GABRIELE SPINELLI Tutto è iniziato per strada, dove le persone si incrociano, si incontrano. Dodici anni fa incontro Gianni Pacinotti. Gianni se ne ricorda, io no. Mi dice che gli ricordo lui com’era alla mia età. Lo mando a quel paese. Due anni più tardi, con alcuni amici, affittiamo un fondo commerciale per suonare musica elettronica. Michele mi mostra alcuni cortometraggi di un fumettista pisano: Gipi. Mi sorprendo della qualità della fotografia, mi entusiasma l’ironia, asciutta, compatta. Intimamente esprimo il desiderio di lavorare con lui, di partecipare.