Zurich Open Repository and Archive University of Zurich Main Library Strickhofstrasse 39 CH-8057 Zurich www.zora.uzh.ch

Year: 2016

La cultura come amore per la vita

De Marchi, P

Posted at the Zurich Open Repository and Archive, University of Zurich ZORA URL: https://doi.org/10.5167/uzh-134783 Newspaper Article

Originally published at: De Marchi, P. La cultura come amore per la vita. In: Giornale del popolo, 5 December 2016, p.3. GIORNALEdelPOPOLO LUNEDÌ 5 DICEMBRE 2016 + FOCUS 3 Addio a Giovanni Orelli, insegnante, scrittore e intellettuale morto sabato sera a a 88 anni La cultura come amore per la vita

Il piange una fi gura centrale nell’ambito della storia della letteratura della Svizzera italiana. Non solo, indimenticabile per molti fu il suo ruolo d’insegnante. Sorprendente la sua capacità Giovanni Orelli (1928-2016) di coniugare impegno civile e sperimentazione letteraria, nella forma La scheda di un “allegro espressionismo”, come Giovanni Orelli nasce a Bedretto il 30 ottobre del 1928. Scrittore e intel- amava defi nirla. lettuale, studia a Zurigo e a Milano, dove ottiene la laurea in fi lologia Lascia un patrimonio medioevale e umanistica. Trascorre di libri vasto e vario. gran parte della sua vita a Lugano, dove - fi no all’età del pensionamento Lo scrittore nella sua biblioteca, un mondo di libri che aveva saputo trasformare in un universo di citazioni e rimandi. - è stato insegnante prima al ginnasio di PIETRO DE MARCHI * e poi al Liceo Lugano 1. La sua car- riera letteraria inizia nel 1965 con il A partire dal 1965, anno di pub- particolare, Giovanni Orelli ha dato Orelli è ricorso volentieri alla metri- suprema, l’oblio, la dimenticanza; romanzo L’anno della valanga (Pre- blicazione del suo primo e celebrato piena cittadinanza, nella letteratu- ca libera, prediligendo però, soprat- perché forse solo la letteratura e l’ar- mio Veillon). Nel 1972, con il roman- libro, L’anno della valanga, quella di ra della Svizzera italiana, al genere tutto negli ultimi anni, le forme chiu- te possono garantire un barlume di zo La festa del ringraziamento, Orelli Giovanni Orelli è stata una presen- della satira e della parodia: si pensi se e canoniche, come il sonetto e la sopravvivenza a chi passa sulla terra viene insignito del Premio Schiller. za costante nel concerto di voci che a Il giuoco del Monopoly, del 1980, quartina, rivisitate tuttavia in modo non lasciando che un’esile traccia. Nel 1997 ottiene il premio Gottfried costituisce la letteratura di lingua oppure al racconto Di una sirena in originale: i suoi versi, impazienti Quella di Giovanni Orelli, nato Keller per l’insieme della sua opera. italiana in Svizzera. Lungo è l’elen- Parlamento, compreso nella raccol- di limiti troppo rigidi, travalicano come egli raccontava in una casa Considerato un ottimo prosatore, co dei titoli dei suoi libri: da La festa ta omonima del 1999. Ma in tutte le spesso la misura dell’endecasillabo, quasi senza libri, è sempre stata an- percorre anche la via della poesia, sia del Ringraziamento a Il giuoco del sue opere di narrativa successive a tanto che si è parlato per lui di un che una letteratura intrisa di amore in lingua che in dialetto (dialetto di Monopoly, da Sant’Antoni dai padü L’anno della valanga Giovanni Orelli impulso vitale che si fa esuberanza per la letteratura. Ma non si trattava Bedretto). Politicamente impegnato, a Concertino per rane, da Il sogno di ha coltivato un “allegro espressioni- verbale. Ma fi n dagli anni Cinquanta per lui, che pure era capace di diver- esponente dapprima del PSA e colla- Walacek a Né timo né maggiorana…, smo” (la defi nizione è sua), mesco- Giovanni Orelli si era accostato con tirsi con le parole e le forme, e persino boratore del suo settimanale Politi- per arrivare ai più recenti Frantumi, lando temi e registri diversi, l’alto risultati ragguardevoli anche alla con le forme grammaticali, di un in- ca nuova; aderente al PSS, è eletto e I mirtilli del Moléson, Un labirinto… e il basso, il tragico e il grottesco, il poesia in dialetto, scrivendo testi fe- teresse soltanto ludico o di una com- mantiene la funzione di deputato al Se il catalogo è questo, e non è locale e l’universale: si pensi soprat- licissimi come Sant’Antoni dai padü piaciuta esibizione di cultura. Per lui Gran Consiglio per una legislatura, completo, si comprenderà che non tutto a Il sogno di Walacek (1991), e traducendo poi nel dialetto dell’Al- la letteratura era, diciamo natural- mentre nel quadriennio precedente, è facile impresa tracciare in poche forse il suo libro più memorabile, ta Leventina poeti moderni come mente, un universo di citazioni e di pur essendo eletto, rinuncia causa righe l’identikit di un’opera lettera- costruito come una sinfonia, con un Emily Dickinson e Dylan * omas e rimandi. E quell’immenso patrimo- dell’incompatibilità quale docente ria tanto vasta e varia. Ma si potrà tema principale (quello del signifi ca- classici come Orazio e Catullo. nio di cultura letteraria di cui si era cantonale. Il 17 maggio 2012 a Soletta cominciare dicendo che Giovanni to di una lettera, la O, in un dipinto Tutta l’opera di Giovanni Orelli è appropriato nelle sue infi nite letture la Fondazione Schiller gli conferisce Orelli ha sempre saputo coniugare di Paul Klee) che viene ripreso e va- una grande dimostrazione di amore Giovanni Orelli l’ha restituito genero- il massimo premio letterario svizze- l’impegno civile e la sperimenta- riato senza soluzione di continuità, per la vita, nelle sue molteplici mani- samente agli altri, parlando e scriven- ro, il Gran Premio Schiller per l’insie- zione letteraria, il bagaglio secolare grazie al sovrano dominio, da parte festazioni: amore che si nutriva an- do e insegnando. Rimane ora affi dato me della sua produzione letteraria. della tradizione e la modernità delle dell’autore, della diffi cile arte della che di un sentimento di ripulsa della alle sue pagine. Tocca noi continuare forme. transizione. violenza e di rivolta contro le ingiu- a leggerle, per farle rivivere. Per quanto riguarda la prosa, in Nel campo della poesia, Giovanni stizie sociali e contro l’ingiustizia * Università di Zurigo Quell’ultimo “viaggio” da tempo Le carte all’Archivio svizzero? annunciato nel suo dialetto «È stato un gesto politico» di MASSIMO DANZI * rienza poetica a lui ben presente Olten” che nel 1971 si era costituito di YARI BERNASCONI* racconta, come sono cambiati oggi i rap- «Ma u viècc l’é mò menc’ c’é nè i di Alina Borioli, Orelli continuò a in alternativa all’uffi cialità elvetica, porti con l’Italia? nu déi !/ e passù l’üss di sciminteri parlare spesso, per esempio nei rac- riunendo scrittori dissenzienti da *(...) Il luogo comune vorrebbe lo scritto- Non saprei dire. Certo, molti italiani che in / i vütan lur a das’fè la valis». Gio- contini di Farciámm da Punt a Punt tutta la Svizzera sotto l’infl uenza di re svizzero di lingua italiana sospeso tra Svizzera elogiano il nostro paese ci dimentica- vani Orelli era da tempo preparato ( 2000) ironicamente de- . Ma era sulle pagine dei due realtà diverse, ognuna con le sue pe- no o ignorano molto in fretta, una volta rien- all’ultimo “viaggio”, di cui scrisse fi niti «facezie dell’Alto Ticino», dove quotidiani che Orelli aveva un suo culiarità: quella del paese in cui vive, la trati in Italia. Spesso anche queste sono forme nell’irto dialetto bedrettese («ma il il motivo del “viaggio” alluso dal ti- pubblico e, per mezzo secolo, aveva Svizzera, e quella del paese depositario di opportunismo. Ciononostante, la probità di viaggio è ancor meno che andare in tolo («da Punt a Punt») si svuotava recensito soprattutto giovani scrit- della lingua e della cultura d’appartenen- alcune persone riesce ancora a creare ponti tra solaio! / e passato l’uscio del cimi- coincidendo con il nome di una lo- tori, tra i quali anche molti ticinesi za, l’Italia. Ma questa considerazione ha Italia e Svizzera, oggi come ieri. tero / aiutano loro a disfare la vali- calità tra Airolo e Fontana, e il Far- (che poi gli resero omaggio con una oggi ancora senso, sempre che l’abbia mai gia») e forse ora, anche lui adagiato ciámm («legna minuta per avviare il raccolta di scritti, Sempre, senza mi- avuto? Il rapporto della Svizzera italiana con il su una nuvola come i «falciatori fan- fuoco») pareva dialogare con le «fa- sura, Bellinzona, Sottoscala 2013), Certo che ha ancora senso. L’Italia mi ha resto della Svizzera, invece? Penso alla ti e casari» di cui scrive («I an tücc scine» di cui è ricco l’immaginario contribuendo con un’assiduità che attirato e mi attira per molte cose. In primo decisione simbolica di depositare le sue sü ‘na nüra / seadù tünar c’asei») letterario del cugino Giorgio, con forse non ebbe pari alla loro stessa luogo per la civiltà sorta e cresciuta in quel carte a Berna, all’Archivio svizzero di let- guarderà alle cose del mondo con cui mantenne negli anni un nutri- divulgazione. Scrivendo e recen- paese. Parlo per me ma non solo per me, con teratura. quel distacco che non si declina con to dialogo. Nella pagina scritta, il sendo, Giovanni Orelli assecondava le opere di grandi della letteratura; diciamo, È stato un gesto politico, per dire: esistiamo an- la passione civile e col forte senso di dialetto fu più presente in lui che in l’impulso che era stato dell’inse- emblematicamente, Dante e Montale. E c’è che noi. Ma vale pure il contrario: è importante appartenenza che furono suoi. Giorgio e, anni fa, Giovanni aveva gnante, continuandone in altra for- l’arte, facciamo da Giotto a Morandi. E altro: che i movimenti si facciano nelle due direzioni. Nel 1965, al centro del suo ro- spiegato i suoi primi versi dialettali ma la militanza. Oltre a moltissimi scultura, musica eccetera. Poi c’è il popolo ita- manzo più noto, L’anno della va- come un antidoto al latino, che in scritti, a lui dobbiamo un’aggiornata liano, con il buono (la maggioranza?) e il meno Che genere di relazione ha con gli scrittori langa (onorato col Premio Veillon, quei tempi H la metà degli anni ’50 storia letteraria della Svizzera italia- buono (la minoranza?). Il popolo italiano dei più giovani? E a suo tempo, come giovane come La festa del ringraziamento H lo vedeva occupato, in Cattolica, na, dal Cinquecento all’età contem- bergamaschi che, ai tempi della mia infanzia e scrittore, quali erano le sue relazioni con gli avrebbe valso nel 1972 il Premio coi volgarizzamenti di San Cipria- poranea, uscita per sollecitazione della giovinezza, venivano d’estate a far fi eno gli scrittori aff ermati? Schiller), era l’abbandono della val- no. dell’amico Pietro Gibellini nel 1986 con noi. Di anni più tardi ricordo gli italiani A parte qualche piccola eccezione, con gli le e del ruolo di “maestro” elemen- Giovanni Orelli era certamente e poi parzialmente rifusa in un ca- conosciuti all’Università, e anche dopo. Molti scrittori giovani non ho avuto e non ho im- tare in direzione della città: una più impegnato nell’arena civile e, a pitolo del III volume della Lettera- i nomi che potrei fare. Ma anch’io, se qualcuno portanti relazioni. Neanche con gli scrittori sorta di “rito di passaggio” affi dato parte l’esperienza al Gran Consiglio tura italiana Einaudi di Asor Rosa, mi chiede della mia biografi a, potrei risponde- «aff ermati». Se poi qualcuno mi spedisce qual- alle modalità del “romanzo di for- e al Consiglio comunale di Lugano, (1989). Ma molto altro aveva fatto e re, come Mandel’štam: la mia biografi a è de- cosa, leggo sempre e rispondo onestamente, mazione” dove la nuova realtà ur- soprattutto nei mezzi di comunica- scritto e altro ancora intensamente ducibile dai non pochi libri che ho letto. dicendo quello che penso. (...) bana emergeva senza spodestare le zione (più radio che televisione) e vissuto nell’ambito che, per lunghi antiche radici. Dell’Alta Leventina, sui quotidiani ticinesi. Da scrittore anni, fu più suo, la Scuola. E aggiungerei: «Dai non pochi libri che ha * Estratto dall’intervista apparsa nel 2015 sulla la stessa che aveva nutrito l’espe- aveva aderito presto al “Gruppo di * Università di Ginevra scritto». Rispetto agli anni ’50 e ’60 di cui rivista di Pro Helvetia “Passages”.