COMUNE di ()

STUDIO DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA AREA Z.P.S. “Massiccio del Monte Pollino e Monte Alpi” Codice IT9210275 Redatta ai sensi della D.G.R. di n. 2454/2003

RICHIESTA DI RILASCIO DELL’AUTORIZZAZIONE PER ESEGUIRE OPERE DI RIPRISTINO DELL’OFFICIOSITA’ IDRAULICA DI UN TRATTO DEL TORRENTE SARMENTO IN COMUNE DI SAN GIORGIO LUCANO.

COMMITTENTE: Sig. Dottore Francesco, nato a San Costantino Alb. Il 04.09.1946 e residente a Francavilla Sul in via F.sco V. Medico, 12

1 1) PREMESSA La presente Relazione di Incidenza Ambientale è relativa al Progetto (Fig 1) per il rilascio delle autorizzazione per l'esecuzione di lavori di ripristino dell'officiosità idraulica (Committente Ditta Dottore Francesco) nel Torrente Sarmento affluente in sponda destra del Fiume Sinni in agro di San Giorgio Lucano (MT) indispensabili per il miglioramento delle caratteristiche geometriche del piano di scorrimento del flusso idraulico. Essa è redatta in conformità alle previsioni normative derivanti dalla Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (Direttiva "Habitat"), il cui articolo 6, paragrafi 3 e 4, stabilisce quanto segue: 3. Qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, forma oggetto di una opportuna valutazione dell'incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Alla luce delle conclusioni della valutazione dell'incidenza sul sito e fatto salvo il paragrafo 4, le autorità nazionali competenti danno il loro accordo su tale piano o progetto soltanto dopo aver avuto la certezza che esso non pregiudicherà l'integrità del sito in causa e, se del caso, previo parere dell'opinione pubblica. 4. Qualora, nonostante conclusioni negative della valutazione dell'incidenza sul sito e in mancanza di soluzioni alternative, un piano o progetto debba essere realizzato per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica, lo Stato membro adotta ogni misura compensativa necessaria per garantire che la coerenza globale di Natura 2000 sia tutelata. Lo Stato membro informa la Commissione delle misure compensative adottate. Qualora il sito in causa sia un sito in cui si trovano un tipo di habitat naturale e/o una specie prioritari, possono essere addotte soltanto considerazioni connesse con la salute dell'uomo e la sicurezza pubblica o relative a conseguenze positive di primaria importanza per l'ambiente ovvero, previo parere della Commissione, altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico.

Considerando il DPR 357 dell'8-9-1997 tali disposizioni normative sono state recepite a livello Regionale definendo gli indirizzi applicativi in materia di valutazione d'incidenza con Delibera di Giunta Regionale prot. 2454 del 22-12-2003. In particolare per il Progetto in

2 essere lo Studio della Valutazione di Incidenza (S.V.I.) è articolato secondo i contenuti richiamati nell'allegato Ila della suddetta delibera.

L'articolo 9 "Attuazione della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche" dispone: 9. La valutazione di incidenza dei piani secondo quanto previsto dagli articoli 4, 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE è effettuata dall'autorità competente in via principale all'adozione del provvedimento di approvazione del piano, sentito il servizio provinciale competente in materia di conservazione della natura. La valutazione di incidenza dei piani è ricompressa nella valutazione strategica, in osservanza della disciplina stabilita dal regolamento previsto dall'articolo 11, comma 6.

Fig. 1 L'area oggetto dei lavori di Officiosità (Torrente Sarmento) non ricade in quelle del Piano per la difesa al rischio idrogeologico (Autorità di Bacino Basilicata)

3 La valutazione di incidenza costituisce pertanto uno strumento fondamentale per garantire, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l'uso sostenibile del territorio. Tale procedura è stata introdotta con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale. La valutazione si applica sia agli interventi che ricadono all'interno delle aree Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a quelli che pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito. In particolare il progetto in essere ricade all'interno dell'area protetta del Parco Nazionale del Pollino

PTC del Pollino

4 La suddetta valutazione d'incidenza, così come la strategia gestionale, individua le relazioni che tengono conto delle esigenze degli habitat e delle specie presenti nel sito considerato, in riferimento anche alla loro collocazione nella rete ecologica e nel paesaggio circostante. Vale la pena richiamare di seguito brevemente il significato dei vari concetti impiegati nell'ambito della valutazione di incidenza. Il concetto di conservazione indica il complesso di misure necessarie per mantenere o ripristinare gli habitat naturali e le popolazioni di specie di fauna e flora selvatiche in uno stato soddisfacente, cioè quando:

- l'area di ripartizione naturale e le superflci di un habitat sono stabili o in espansione;

- la struttura e le funzioni specifiche necessarie al suo mantenimento a lungo termine esistono e possono continuare a esistere;

- i dati relativi all'andamento delle specie in causa indicano che tale specie può continuare a lungo termine ad essere un elemento vitale degli habitat naturali a cui appartiene;

- l'area di ripartizione naturale di una specie non è in declino ne rischia di declinare;

- esiste un habitat sufficiente affinchè le sue popolazioni si mantengano a lungo termine. A completamento di tali definizioni si riprende anche il concetto di incidenza significativa, intendendo con questo la probabilità che un piano o un progetto ha di produrre effetti sull'integrità di un sito Natura 2000: la determinazione della significatività dipende dalle particolarità e dalle condizioni ambientali del sito. Quindi la significatività dell'incidenza è strettamente connessa con l'integrità del sito e conseguentemente con lo stato di conservazione dello stesso. L'integrità di un sito definisce infatti una qualità o una condizione di interezza o completezza nel senso di "coerenza della struttura e della funzione ecologica di un sito in tutta la sua superficie o di habitat, complessi di habitat e/o popolazioni di specie per i quali il sito è stato o sarà classificato". Si ha incidenza negativa quando il piano o il progetto incide significativamente su un sito Natura 2000, arrecando effetti negativi sull'integrità del sito, nel rispetto degli obiettivi della rete Natura 2000, mentre l'incidenza positiva è legata alla possibilità di un piano o progetto di incidere significativamente su un sito Natura 2000, non arrecando effetti negativi sull'integrità del sito. Da tali analisi discendono quindi i concetti di valutazione d'incidenza positiva, con cui si intende l'esito di una procedura di valutazione di un piano o progetto che abbia accertato l'assenza di effetti negativi sull'integrità del sito (assenza di incidenza

5 negativa), e di valutazione d'incidenza negativa, quando invece sia accertata la presenza di effetti negativi sull'integrità del sito. Tale studio è stato elaborato in sintonia con II "Manuale delle linee guida per la redazione dei piani di gestione dei siti Natura 2000", redatto dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il quale indica che gli strumenti di pianificazione, a qualsiasi livello territoriale, devono recepire gli indirizzi della direttiva Habitat e garantire il coordinamento delle finalità di conservazione con gli obiettivi da perseguire nella pianificazione e le conseguenti azioni di trasformazione. Dal punto di vista della FAUNA nel Parco sono presenti le seguenti specie:

Di seguito si riportano le informazioni relativamente alla localizzazione geografica, alla caratterizzazione geologica, geomorfologia, idrogeologica del sito, che come già ricordato dianzi ricade all'interno del Parco Nazionale del Pollino, e la documentazione fotografica dello stesso Mentre la FLORA, nel complesso, è caratterizzata da una vegetazione del parco si presenta assai ricca e varia: circa 1200 sono le specie floristiche riconosciute. Alla diversa composizione mineralogica dei terreni si deve tale varietà. Un posto prevalente è occupato dalle foreste che si estendono per circa 40.000 ettari di superficie. Alle quote più basse si incontra la foresta di latifolgie, a cui subentra la foresta di conifere.

6 L'associazione vegetale più caratteristica del parco è rappresentata da boschi di larice, di abete rosso, di cembro, unici per bellezza ed estensione. Con questi, anche se meno numerosi, troviamo l'abete bianco e il pino mugo che, associato all'ontano verde, forma un manto erboso continuo di arbusti e cespugli. Al limite della vegetazione arborea, si incontra la boscaglia di rododendri. Alle pendici del Monte Pollino domina solitario e maestoso l'albero più vecchio d'Italia: il grande pino loricato che ha ben 950 anni! Tra i fiori, alcuni rari, altri endemici, ricordiamo la stella alpina, il giallo e compatto botton d'oro, la nigritella, il giglio martagone, la trientale stellata e l'eretnchio.

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DEL SITO IN OGGETTO

FOTO n. 1

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FOTO n. 2

FOTO n. 3

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FOTO n. 4

FOTO n. 5

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FOTO n. 6

Aspetti climatici Per comprendere meglio gli aspetti climatici dell'area (Fonte: Cantore, Iovino, Pontecorvo, 1987), analizzeremo di seguito, i principali parametri pluviometrici relativi alle stazioni di Chiaromonte (794 m s.l.m.), Francavilla in Sinni (421 m s.l.m.), (330 m s.l.m.) e (676 m s.l.m.); e i dati relativi alle stazioni termometriche disponibili delle stazioni di Teana (800 m s.l.m.) e (250 m s.l.m.). Queste ultime anche se al di fuori del nostro bacino possono essere considerate affini.

Pluviometria In base ai dati disponibili, le precipitazioni medie annue sono state nel sessantennio 1926- 1985 di mm 800-1.017, con frequenza di 79-97 giorni di pioggia (Tab. 1 e Grafico 1). Il mese più piovoso è dicembre, mentre luglio risulta il mese più secco. La distribuzione delle piogge per stagione presenta in tutti e quattro gli osservatori ricadenti nel bacino, un minimo estivo poco accentuato (<50mm), il che rileva gli influssi mediterranei sul clima locale (Tab. 2). Il primo massimo è sempre invernale, mentre il secondo massimo cade nell'autunno.

10 Anche questa distribuzione indica una chiara influenza mediterranea, con regime pluviometrico subequinoziale.

Tab. 1 Precipitazioni medie annue e mensili con relativi giorni piovosi nel periodo 1926-1985

Grafico 1 Precipitazione media- mm e gg. piovosi - (media delle quattro stazioni)

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Tab. 2 Precipitazioni Stagionali e Giornaliere nel periodo 1926-1985

Temperatura Dai dati rilevati nelle stazioni termometriche disponibili, risulta che la temperatura media annua del sessantennio 1926-1985 è stata di 13,0 °C a Teana è di 15,8 °C a Valsinni (Tab. 3 e grafico 2). In generale per i dati termici non si osservano sostanziali differenze tra le stazioni; in entrambi i casi il mese più freddo risulta essere Gennaio ed il mese più caldo Agosto.

Tab. 3 Temperatura media annua e mensile nel periodo 1926-1985

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Grafico 2 Temperatura media

Tab. 4 Valori delle temperature minime e massime assolute nel periodo 1926-1985

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Grafico 3 Temperature minime e massime assolute (1926-1985) - media delle due stazioni

Venti I venti al pari della piovosità e della temperatura, sono costituenti climatici molto importanti, e quindi in grado di caratterizzare un determinato territorio. L'area in esame, localizzata a quota media sul livello del mare di 240 m, subisce l'influenza di venti freddi con periodicità invernale, con direzione Nord-Ovest/Sud-Est e Nord/Sud, i quali, in quanto carichi di umidità, danno luogo a piogge di convezione. Inoltre, benché le masse d'aria sature di umidità provenienti dal Nord non determinano direttamente precipitazioni, esse elevano tuttavia il grado idrometrico dell'atmosfera; si originano, quindi, precipitazioni occulte, difficilmente quantificabili, ma che creano situazioni favorevoli per la vegetazione. Bisogna, infine, ricordare i locali fenomeni eolici, costituiti dalle periodiche brezze di monte e di valle, le prime fredde e discendenti, le seconde calde ed ascendenti

DESCRIZIONE AREA DI INTERVENTO: INQUADRAMENTO GEOGRAFICO La zona oggetto di studio è ubicata alla località Pantano nel Comune di San Giorgio Lucano. In particolare l'area (Dis 1) di cui si chiedono i lavori di officiosità e ripristino idraulico si estende all'interno dell'alveo dell'omonimo Torrente. L'altitudine massima del

14 popolamento è di circa 370,00 metri s.l.m. Per quanto riguarda l'aspetto orografico (vedere documentazione fotografica allegata), la zona oggetto di studio presenta una morfologia tipica di alvei fluviali.

L'area di riferimento è caratterizzata da un elevato valore paesaggistico, confermato dal fatto che l'area ricade all'interno del Parco del Pollino

Dis. l stralcio planimetrico riportante l'ubicazione dell'area oggetto di studio

15 INQUADRAMENTO MORFOLOGICO GENERALE DELL'AREA L'area oggetto di studio (Fig. 1 e Dis. 1) è ubicata all'interno dell'alveo del Torrente Sarmento. In particolare i lavori di ufficiosità saranno indirizzati alle situazioni di criticità connesse ai fenomeni di erosione soprattutto in sponda sinistra determinate dallo scalzamento alla base dell'argine in gabbioni dal deflusso idraulico per una lunghezza di circa 200,00 ml. Tale tratto fluviale, che necessita dei lavori di ufficiosità idraulica in progetto, è compreso tra i due argini che contengono le aste torrentizie del Torrente Sarmento. Quanto sopra è stato rilevato durante i sopralluoghi effettuati ed è stato riportato nelle planimetrie da intendersi come parte integrante del progetto. L'area, interessata dall' intervento in oggetto, si estende su una superficie tipica di morfologie fluviali, che nel corso del tempo geologico hanno risentito dei periodi di piena del torrente suddetto che hanno condizionato l'attuale stato di equilibrio idraulico ed idrogeologico.

Nelle Pagine precedenti si è riporta una documentazione fotografica (Foto 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6) di quanto descritto. Nell'allegato a firma del Tecnico Progettista sono riportati anche i punti di vista delle foto.

L'assetto statico del sito in esame, anche in considerazione della totale assenza di acclività, può ritenersi soddisfacente, né d'altronde si notano, nelle immediate vicinanze, segni riconducibili a fenomeni gravitativi in atto o potenziali. Il tratto fluviale, interessato dal presente studio, è, comunque, protetto da argini di natura antropica (altezze variabili tra 3,00 e 3,20 m) che con i lavori di officiosità richiesti possono migliorare la loro funzione di protezione da eventuali portate di piena e scalzamento al piede.

DESCRIZIONE DELLA MORFOLOGIA FLUVIALE L'area oggetto di studio è caratterizzata dalla diffusa presenza di materiali di natura alluvionale che nella carta geolitologica sono stati diversificati in relazione ai fenomeni che ne hanno distinto e localizzato la loro attuale posizione all'interno dell'alveo. In definitiva i lavori di officiosità saranno indirizzati al miglioramento delle caratteristiche geometriche del piano di scorrimento del flusso idraulico. Difatti nella carta geomorfologica emerge quanto segue: in sponda destra, e parzialmente al centro dell'alveo, sono state individuate aree caratterizzate da materiale derivante da fenomeni di sovralluvionamento determinatisi nelle fasi di piena.

16 Questi ultimi, in alcuni tratti, hanno determinato variazioni planimetriche delle aste idriche in alveo che, negli anni passati, hanno più volte mutato la loro direzione di deflusso; in sponda sinistra del Torrente Sarmento le forme erosive laterali, che allo stato attuale minano la stabilità dell'argine in gabbioni, sono causate da un'asta fluviale che lambisce l'argine stesso e da barre fluviali longitudinali alla corrente stessa che spostano le direttrici di flusso idrico verso l'argine suddetto. In particolare in sponda sinistra del Torrente Sarmento (come evidenziato dalla documentazione fotografica) l'azione delle acque ha compromesso la base strutturale dell'argine dilavando il materiale a protezione del piede dello stesso. La morfologia fluviale creatasi è, pertanto, una sommatoria di più fattori che ha come risultato finale l'evidente carenza di una regolare ed efficace canalizzazione preferenziale del piano di scorrimento del flusso idraulico. Ciò contribuisce allo scalzamento al piede della sponda naturale in sinistra orografica del Torrente Sarmento che, in tale tratto, necessita dei lavori di ripristino idraulico richiesti e di urgenti interventi tesi alla sistemazione, allo spostamento ed alla risagomatura delle aste fluviali. I lavori tesi alla mitigazione delle situazioni di criticità permetteranno l'accumulo di materiale alla base dell'argine del Torrente per prevenire ulteriori fenomeni di scalzamento al piede.

CARATTERISTICHE DEL BACINO: PRECIPITAZIONI E PORTATE MEDIE

Il bacino imbrifero del Fiume Sinni (di cui il Torrente Sarmento è uno degli affluenti in sponda destra) si estende per una superficie complessiva di 1427 Kmq, di cui 1366 ricadenti in Basilicata e 61 Kmq in Calabria. La linea di displuvio del bacino imbrifero risulta così delimitata: i confini a Nord, verso l'Agri, sono costituiti dalle propaggini dell'Appennino Lucano e a Sud da sistemi montuosi (Pollino, Monte Sirino e Monte convergenti tra loro. Il confine sud- occidentale costituisce lo spartiacque coi bacini del Tirreno, Noce e Lao; quello sud-orientale forma lo spartiacque col Crati e coi piccoli bacini Jonici tra il Sinni e il Crati. La parte interna del Bacino presenta un diffuso carattere montuoso, con quote mediamente al di sotto dei l000 m slm. Le zone pianeggianti cominciano in prossimità di Francavilla in Sinni sviluppandosi in maniera progressiva fino al litorale Jonico. Il 16% dell'area del Bacino è a quota inferiore ai 300 m slm, circa il 54% è a quota superiore ai 600 m

17 slm, mentre il 16,8% risulta compreso tra le isoipse 900 m e 1200 m. La quota media dello stesso risulta di 687 m s.l.m. In questo bacino che si presenta con una forma pressoché triangolare i maggiori affluenti del Fiume Sinni, che contribuiscono notevolmente alla sua portata idrica, sono il Cogliandrino e il Frida, nell'Alto Sinni; il Rubbio, il Serrapotamo e il Sarmento nel Medio Sinni. In particolare l'area che necessita dei lavori di officiosità idraulica si estende all'interno dell'alveo del Torrente Sarmento a monte (6,00-6,50 Km) della confluenza con il Fiume Sinni La morfologia fluviale di quest'ultimo e dei suoi affluenti è stata notevolmente influenzata da piene "storiche" che hanno dato luogo a modifiche della configurazione di fondo, creando gradini, barre e dune che hanno spostato, a più riprese, l'andamento della corrente fluviale che è attualmente distribuita in più aste. Per quanto attiene la carta delle aree soggette a rischio idraulico (Autorità di Bacino di Basilicata) la zona non ricade all'interno di aree studiate come a rischio inondazioni. I seguenti dati emergono dal rapporto di sintesi sulla valutazione delle piene in Italia contenuti nella sintesi della Regione BASILICATA.

LINEAMENTI GEOLOGICI Al fine di un inquadramento più dettagliato della zona direttamente interessata dal presente studio, come meglio descritto nella Tavola “RELAZIONE GEOLOGICA ED IDROLOGICA”, il rilevamento geologico di superficie è stato esteso ad un'area più vasta, in modo da evidenziarne meglio le caratteristiche e individuare le problematiche connesse alle tipologie dei lavori da eseguire. Vengono qui di seguito descritti i terreni affioranti sull'area in esame sulla scorta delle risultanze emerse dalle indagini eseguite, nonché degli elementi riportati dalla letteratura geologica esistente. L'intero territorio in esame è interessato ovunque da depositi rientranti nel cosiddetto complesso del Bacino di Sant' Arcangelo. Tale complesso è rappresentato da una successione sedimentaria continua depositatasi nel periodo Plio-Pleistocenico in un bacino di sedimentazione di origine tettonico, posizionato lungo il margine esterno della Catena Appenninica Lucana e che a causa di strutture tettoniche (trust) ed alti morfologici veniva isolato dal più ampio bacino esterno rappresentato dall'avanfossa bradanica.

18 La parte più antica della suddetta successione è rappresentata dalla cosiddetta formazione delle Argille grigio-azzurre costituita da depositi prevalentemente argilloso- siltosi poggianti in pseudotrasgressione su un substrato Mio-Pliocenico in facies flyscioide. Per le particolari strutture sedimentarie osservabili e per il riconoscimento di caratteristiche associazioni faunistiche, tali depositi sono stati ricondotti ad ambienti deltizi di mare profondo. I suddetti depositi interessano tra l'altro gran parte del territorio comunale di S. Giorgio Lucano compresa l'area oggetto del presente lavoro. Procedendo verso l'alto nella successione si passa gradualmente a depositi via via più siltosi fino a giungere a quelli prettamente sabbiosi della Formazione delle Sabbie di . Tuttavia in prossimità del passaggio tra le Argille grigio azzurre e le Sabbie di Aliano si individua l'intercalazione di un corpo prettamente sabbioso, proprio nella parte alta delle Argille grigio-azzurre, distinto come una sub-unità formazionale, riconosciuta e descritta nel territorio comunale di San Giorgio Lucano e che per tale ragione è stata definita come Membro di San Giorgio Lucano. Questi depositi sono rappresentati da un sedimento prettamente siltoso-sabbioso con prevalenza di intercalazioni argillosi nella parte inferiore e con intervalli sporadici di materiale più grossolano nella parte superiore della sub-unità. Con questa tendenza alla superficializzazione del bacino di sedimentazione, si passa ai depositi sabbiosi della Formazione delle Sabbie di Aliano affioranti in tutto il territorio a sud- est di San Giorgio Lucano ovvero a nord ovest di Noepoli. Si tratta di sedimenti di piana deltizia dove risultano nette le facies riconducibili a tale ambiente di deposizione e dove si riesce a leggere una sempre continua tendenza alla superficializzazione del bacino di sedimentazione; infatti la sporadica presenza di lenti di materiale siltoso-argilloso nella parte inferiore della formazione, diventa pressoché assente verso l'alto dove diventa sempre più frequente il riconoscimento di intercalazioni a spessore variabile e tuttavia crescente, di materiale conglomeratico. Si passa con questa logica deposizionale dalla sottostante Formazione delle Sabbie di Aliano alla soprastante Formazione dei Conglomerati di Castronuovo i quali chiudono il ciclo regressivo di sedimentazione nel Bacino di Sant'Arcangelo. Per quanto riguarda i caratteri strutturali delle aree in esame c'è da dire che in esse non sono particolarmente visibili tracce di tettonica compressiva che caratterizza invece i vicini complessi sedimentari dell’appenino più interno e, mediante sistemi di trust, delimita verso

19 Sud-Est, in corrispondenza del territorio di e Valsimi, 1a successione del bacino di Sant’Arcangelo. Le aree caratterizzate da questa successione sembrano infatti aver subito un prevalente processo di sollevamento attribuibile al generale fenomeno isostatico cui 1' intera regione è stata coinvolta nel periodo Pleistocenico (per alcuni studiosi tale sollevamento sarebbe tuttora in atto) ed a cui sono seguiti fenomeni di tettonica distensiva (neotettonica) dovuta sia ad un processo di rilassamento tensionale sia ad una differente velocità nel processo di sollevamento generale. Nello specifico il territorio di S. Giorgio Lucano oggetto d'indagine risulta essere stato caratterizzato all'alternanza di fenomeni erosivi e di fenomeni di accumulo ad opera del torrente Sarmento, con l'instaurarsi dell'attuale quadro geomorfologico dato da corpi alluvionali terrazzati e da vaste piani alluvionali. Dal punto di vista mineralogico gli elementi sia ciottolosi che sabbiosi sono abbastanza assortiti; si riconoscono calcari, arenarie, quarziti, calcareniti, in forma di ciottoli arrotondati, immersi in un'abbondante matrice sabbiosa di identica composizione. Lo spessore, valutabile intorno a qualche metro (l,50-2,00 m), raggiunge il massimo proprio in corrispondenza della confluenza degli affluenti con il Sinni a causa della riduzione di velocità della corrente fluviale in tale punto determinando l'abbandono dei materiali trasportati ed il conseguente ispessimento del deposito.

CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE

L'area oggetto dei Lavori di Officiosità è caratterizzata, come meglio descritto nella Tavola “RELAZIONE GEOLOGICA ED IDROLOGICA”, dalla presenza di una falda idrica subalvea, che si rinviene a quota pressoché costante nella sezione trasversale al corso d'acqua a causa delle elevata permeabilità dei depositi alluvionali. L'oscillazione di questa falda è strettamente legata alle variazioni di portata del corso d'acqua. Nelle aree di affioramento dei depositi alluvionali recenti è possibile il rinvenimento di una falda idrica più superficiale, sostenuta da terreni a granulometria fine e finissima, limitata nello spazio, a profondità variabile, che nei periodi più piovosi può risalire fino alla quota del piano campagna. Le acque di questa falda, muovendosi dalle zone marginali verso l'attuale alveo, vengono drenati dai depositi alluvionali e vanno gradatamente approfondendosi fino a raggiungere la falda di subalvea.

20 METODOLOGIA

La valutazione d'incidenza ambientale è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000 (SIC Siti d'Interesse Comunitario, ZPS Zone Protezione Speciale), singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. Tale procedura è stata introdotta dall'art. 6, comma 3, della direttiva "Habitat", con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale.

Schema Riassuntivo della Procedura della Valutazione di Incidenza

21 La valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all'interno delle aree Natura 2000 sia a quelli che, pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito. In ambito nazionale, la valutazione d'incidenza viene disciplinata dall'art. 6 del DPR 12 marzo 2003 n.120, G.U. n. 124 del 30 maggio 2003), che ha sostituito l'art. 5 del DPR 8 settembre 1997, n. 357 che trasferiva nella normativa italiana i paragrafi 3 e 4 della direttiva "Habitat".

La rete Natura 2000 nelle Regione Basilicata si compone di 48 siti (D.G.R. 987 del 4- 6- 2003 e 590 del 14-3-2005) per una superficie complessiva di 53.573 ettari, pari al 5,32 % del territorio regionale, comprendente 17 Zone a Protezione Speciale e 31 Siti di Interesse Comunitari al cui interno ricadono per lo più le ZPS.

La metodologia procedurale proposta nella guida della Commissione è un percorso di analisi e valutazione progressiva che si compone di 4 fasi principali:

FASE 1: verifica (screening) - identifica la possibile incidenza significativa su un sito della rete Natura 2000 di un piano o un progetto (singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti), e porta all'effettuazione di una valutazione d'incidenza completa qualora l'incidenza risulti significativa;

FASE 2: valutazione "appropriata" - analisi dell'incidenza del piano o del progetto sull'integrità del sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, nel rispetto della struttura e della funzionalità del sito e dei suoi obiettivi di conservazione e individuazione delle eventuali misure di compensazione necessarie;

FASE 3: analisi di soluzioni alternative - individuazione e analisi di eventuali soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano evitando incidenze negative sull'integrità del sito;

FASE 4: definizione di misure di compensazione - individuazione di azioni, anche preventive, in grado di bilanciare le incidenze previste, nei casi in cui non esistano soluzioni alternative o le ipotesi proponibili presentino comunque aspetti con incidenza negativa, ma per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico sia necessario che il progetto o il piano venga comunque realizzato.

22 ANALISI

Fase 1 e Fase 2

Caratteristiche e finalità dell'intervento

Progetto per il rilascio delle autorizzazione per l'esecuzione delle opere di ripristino dell'officiosità idraulica (Committente Dottore Francesco) nel Torrente Sarmento in agro di San Giorgio Lucano (MT).

Tali lavori sono ritenuti indispensabili per il miglioramento delle caratteristiche geometriche del piano di scorrimento del flusso idraulico.

L'alveo, nel tratto interessato del corso d'acqua del Torrente Sarmento, allo stato attuale, è caratterizzato dalla presenza di due aste fluviali principali e tante secondarie, una localizzata a ridosso delle opere di difesa spondale in sinistra idraulica (SX) e l’altra in prossimità della scarpata fluviale esistente, come si evidenziano dai rilevamenti topografici effettuati e rappresentati sulla planimetria stato di fatto. L’asta principale in Sinistra idraulica (SX) presenta situazioni di maggiore criticità derivante dalla presenza del corso d’acqua proprio a ridosso delle arginature in gabbioni, per effetto dell’elevato quantitativo di inerti depositatosi centralmente che ha determinato lo spostamento della corrente idrica verso la sponda, determinando lo scalzamento della stessa e quindi compromettendone la stabilità; per l’asta DX, anche se presenta in alcuni punti cumuli di materiali inerti al centro del corso d’acqua, essi non sono tali da pregiudicare il normale andamento di deflusso, per cui non si ritiene necessario intervenire almeno in questa fase .

Al fine di permettere una regimentazione in alveo delle acque si è ritenuto opportuno intervenire sull’asta SX in modo tale da ripristinare il normale deflusso delle acque e la salvaguardia delle opere di difesa spondale mediante la creazione di un nuovo corso d’acqua dislocato a distanza di circa 30-40 metri da quello attuale, con una sezione idraulica di deflusso maggiore (vedi planimetria stato futuro); il materiale scavato per la formazione del nuovo piano di scorrimento, del nuovo corso d’acqua verrà utilizzato in parte per la colmatura del fossato a ridosso delle fondamenta degli argini in gabbioni e in parte viene

23 portato fuori alveo (materiale in esubero). Il materiale in esubero verrà trasferito nell’impianto di vagliatura e lavaggio sito in località San Nicola del Comune di Francavilla Sul Sinni, dove sarà lavato e selezionato in base alla granulometria per poi essere commercializzato per impieghi vari quali opere di vespai, opere cls ed altro.

Le sezioni allegate alla Richiesta computano un quantitativo di materiale alluvionale da movimentare, per prevenire situazioni di pericolo, pari a 4.569,98 m3. Di tale quantità 2.892,57 m3 serviranno per la formazione ed il ripristino del rilevato arginale, mentre 1.677,41 m3 costituiranno il materiale eccedente da asportare fuori alveo. Nella Relazione Tecnica e nelle Tavole allegate a firma del Tecnico Progettista sono riportati i computi dettagliati di tali volumi, il piano quotato dell'area soggetta agli interventi di officiosità e le sezioni contenenti gli scavi ed i riporti da eseguirsi. Resta inteso che nel corso dei lavori di officiosità sarà necessario colmare alcune zone e ricostruire, con risagomatura, tratti di scarpate morfologiche, barre fluviali longitudinali che dovranno contenere il deflusso idrico del Torrente Srmento. Tale accorgimento determinerà migliorie relativamente alla manutenzione ed alla difesa delle scarpate fluviali esistenti.

Infine è da sottolineare che la fase di cantierizzazione, che comprende l'esecuzione e la fine dei lavori di "pulizia", sarà caratterizzata da un notevole recupero di tale area dal punto di vista idraulico.

Tutto ciò è da ritenersi migliorativo e comunque in nessun modo condizionerà i rapporti connessi agli equilibri dell'ecosistema esistente.

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VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITA' DEI POSSIBILI EFFETTI La significatività dell'incidenza in sintesi può, pertanto, valutarsi mediante i seguenti indicatori chiave :

Perdita di habitat % : ...... zero Frammentazione (a termine o permanente,):...... nessuna Perturbazione (a termine o permanente): ...... nessuna Cambiamenti negli elementi principali del sito (es. qualità dell'acqua):...... nessuno

29 Fase 3 e fase 4 Stante il tipo di attività proposta per l'area va riconosciuto come questa si possa esplicare con modalità di limitato impatto pertanto le riduzioni degli effettivi negativi possono essere contenuti al massimo anche nelle transitorie fasi di cantiere. La progettazione esecutiva dei lavori dovrà poi adeguarsi nella scelta in essa contenute, nel posizionamento del prelievo e nella disposizione dell'area di cantiere ai risultati dello studio. Le cautele da impiegare dovranno essere accompagnate da analisi puntuali su tutte le fasi di lavoro, dalla cantierizzazione ai trasporti con individuazione delle mitigazioni possibili sia di tipo preventivo che successivo. Altra cura particolare deve avere il progetto di ripristino ad abbandono sito che dovrà necessariamente basare la sua impostazione sulla situazione precedente l'intervento e non dovrà inserire elementi che possano modificare nel breve medio periodo la tipologia del sito.

Conclusioni In definitiva, per quanto esaminato sotto il profilo paesaggistico, gli interventi in alveo consentiti nella zona Protetta studiata e che prevedono la rimozione di materiale per piccole quantità sia per la regolazione del deflusso e sia per la protezione di infrastrutture esistenti, risultano compatibili, con le normative dei Piani Paesistici vigenti, con le caratteristiche naturali e panoramiche generali delle zone Nelle attuali condizioni si può ragionevolmente affermare che l'inserimento di questo Progetto nella Zona Protetta del Parco Nazionale del Pollino (FIUME SINNI) non comporta incidenze negative tali da condizionare anche parzialmente il sito Natura 2000 nei sui aspetti morfologici, vegetazionali e faunistici.

Francavilla, lì Luglio 2014

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RIFERIMENTI NORMATIVI • Direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 02.04.1979 "Conservazione degli uccelli selvatici"

• Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21.05.1992 "Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche"

• Direttiva 85/337/CEE del Consiglio del 27.06.1985 "Valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati"

• D.P.C.M. 10.08.1988 n° 377 "Regolamento per pronunce di compatibilità ambientale"

• D.P.C.M. 27.12.1988 "Norme tecniche per la redazione di Studi di Impatto Ambientale"

• D.P.R. 12.04.1996 "Atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'ari 40 comma 1 della Legge 22.02.1994 n° 146 concernente disposizioni in materia di Vantazioni di Impatto Ambientale"

• Direttiva 97/11/CEE del Consiglio del 03.03.1997 "Modifica alla Direttiva 85/337/CEE"

• D.P.R. 08.09.1997 n° 357 "Regolamento di Attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche"

• D.P.R. 11.02.1998 "Integrazioni al D.P.C.M. 10.08.1988 n° 377"

• Decreto del Ministero dell'Ambiente 20.01.1999 "Modificazione degli allegati A e B del D.P.R. 08.09.1997 n° 357 in attuazione della Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, recante adeguamento al progresso tecnico e scientifico della Direttiva 92/43/CEE"

• D. P.R. 02.09.1999 n° 348 "Norme tecniche per gli Studi di Impatto Ambientale"

• Decreto del Ministero dell'Ambiente del 03.09.2002

• D.P.R. 12.03.2003 n° 120 "Modifiche ed integrazioni al D.P.R. 08.09.1997 n° 357"

BIBLIOGRAFIA • Commissione Europea, 2000 "La gestione dei siti della rete Natura2000 - Guida all'interpretazione dell'art.6 della Direttiva Habitat 92/43/CEE" Lussemburgo, Ufficio delle Pubblicazioni ufficiali delle Comunità Europee " Ufficio Stampa e Direzione regionale dell'Ambiente - Servizio VIA

• Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, 2002 "Valutazione di piani e progetti aventi un'incidenza significativa sui siti della rete Natura2000 - Guida metodologica alle disposizioni dell'art. 6, paragrafi 3 e 4 della Direttiva Habitat 92/43/CEE

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