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Dal volume di Luigi Pernier, di prossima pubblicazione, Il Il Palazzo Minoico di Festos" Istituto Po/igrafico dello Stato ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

ROMA, PALAZZO COLONNA - MAESTRO DEL BAMBINO VISPO: IL MARTIRIO DI S. LORENZO - PARTE DI PREDELLA DEL TRITTICO CORSINI (Fot . Vasari)

QUADRI FIORENTINI INEDITI

A CRITICA, che ormai ha 'con sufficiente intorno al centro severamente costrittore di L chiarezza determinato la discendenza arti­ una personalità fisica ben definita, si è portati stica di Lorenzo Monaco, non è riuscita ancora a eccedere nelle attribuzioni, tanto più che a identificare la personalità di un pittore che si l'individualità artistica della maggior parte di ricollega direttamente all'arte del Frate camal­ quei pittori ritardatari i quali fin dopo la morte dolese e, vicino a Mariotto di Nardo, a Parri di continuano gl' ideali di uno stanco Spinelli, a Lorenzo di Niccolò, ad Andrea di goticismo, nascendo non tanto da osservazioni Giusto, a Bicci di Lorenzo, a Giovanni dal naturalistiche quanto da una specie di calli­ Ponte, a Jacopo di Rossello Franchi, a Ventura grafia ornamentale, non ha sempre tratti inten­ di Moro, ha dovuto accontentarsi di raccogliere samente caratteristici e perciò sicuramente in un gruppo approssimativamente omogeneo determinabili. alcuni dipinti anonimi designandone il presunto S'impone pertanto una revisione della ple­ autore con un nome convenzionale, desunto da un torica lista delle opere attribuite al "Maestro aspetto particolare di qualcuna delle sue opere. del Bambino vispo ti , al quale, per esempio, È nata così la personalità fittizia del " Mae­ non appartengono nè la tavola della Galleria stro del Bambino vispo ti' che il Sirèn tentò dell' Accademia di Firenze (n. 418) rappresen­ di identificare prima con Pietro di Domenico da tante la Madonna col Bambino, S. Antonio Montepulciano I) - e bene fu contraddetto dal abate, S. Pietro, S. Lorenzo, S. Giovanni Bat­ Salmi - 2) poi con Parri Spinelli, 3) ricreden­ tista, nè 1'altra tavola della stessa Galleria dosi più tardi lui stesso. 4) in cui è figurata la Madonna col Bambino Ma, come quasi sempre accade, in simili fra S. Francesco, S. Antonio abate, S. Caterina artificiali raggruppamenti che non convergono d'Alessandria e un'altra Santa, nè la Madonna

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ROMA, PINACOTECA VATICANA - SCUOLA DI LORENZO MONACO: IL MARTIRIO DI S. LORENZO (Fot. Anderson)

col Bambino Benedicente di proprietà del mar­ incita vivacemente l'azione dei manigoldi; il chese Bartolini Salimbeni-Vivai in Firenze, 5) nè popolo si affaccia fra i merli commentando. l'altra Vergine col Bambino, esistente nel Romito­ Viene subito alla memoria la tavoletta con lo rio della Madonna della Calle in Montemignaio,6) stesso soggetto esistente nella Pinacoteca Vati­ nè i due sportelli di trittico della Collegiata di cana (n. 75), opera della bottega di Lorenzo Mo­ Empoli con i Ss. Giovanni Battista, Antonio naco. La figura di S. Lorenzo è solo invertita, abate, Ivo e Martino vescovo, 7) nè la Madonna ma identica nella posa e nel gesto; il carnefice e il piccolo Gesù della raccolta Perriolat in Pa­ che nella predellina vatican a col lungo bastone rigi, 8) nè il S. Lorenzo e il S. Stefano della biforcato aiuta il santo a voltarsi sul fianco trova collezione Maitland- Griggs in New York, nè perfetto riscontro in quello che nel dipinto Co­ l'Assunzione della chiesa di Stia, la quale, per le lonna appare di fronte, al centro della scena. figure eccessivamente lunghe e i panneggi che Giovandosi degli elementi comuni alla scuola, esagerano la maniera di Lorenzo Monaco, fa il " Maestro del Bambino vispo" li sottopone più tosto pensare a Parri Spinelli. a quella fine elaborazione che lo conduce a Attribuisco invece al "Maestro del Bambino ingentilire l'arte di Lorenzo Monaco, senza pur

vispo 11 il Martirio di S. Lorenzo che qui per la tuttavia raggiungerne gli intimi valori di espres­ prima volta si pubblica e che si conserva nel­ sione, ma rimanendo più esteriore e ornamentale. l'appartamento privato del principe Marcantonio Tutte le note distinte del suo stile .si ritrovano Colonna in Roma. nella tavoletta Colonna: teste piccole, volti La scena è rappresentata dal pittore secondo ovali, allungati, bocche brevi, occhi profondi l'iconografia divenuta ormai tradizionale, fra e penetranti, nasi per lo più lunghi, mani vasti portici nei quali egli volle evidentemente meschine e disarticolate, ottuse all'apice delle figurare quelle Thermae Olympiades che non dita, figure sintetizzate nel ritmo delle lunghe si trovano ricordate in nessuna descrizione della pieghe maestre, dei contorni a spira, delle curve regione quinta, ma che il falso Vittore, Rufo e a conca. Caratteristici sono sopra tutto i profili i martirologi cristiani designano come il luogo e l'ampiezza delle vesti dei sacerdoti a sinistra, del martirio di S. Lorenzo. in cui la linea, disciplinatrice dell'elemento cro­ Mentre uno dei carnefici si affretta da sinistra matico, realizza sì un concetto decorativo, ma con una gerla piena di carbone, altri due con non esclusivamente sul piano, come appare in lunghe pertiche si sforzano per voltare il martire, altri pittori goticizzanti, bensì rispettando il che in atteggiamento melodrammatico si solleva corpo umano nella sua consistenza statica e a metà sulla graticola. Un gruppo di sacerdoti, dai cercando di conciliare il proprio carattere calli­ paludamenti ampiamente drappeggiati, assiste grafico e astratto con la tendenza a consolidarsi impassibile; dall'alto di un poggiolo l'imperatore in organismo costruttivo. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

Codesto liris!ll0 lineare gotico contrasta per­ ricordata in alcuno degli scrittori che ven­ ciò solo in parte ai tentativi di ricerca naturali­ nero dopo,,' 9) stica. Direttamente influenzato dall'arte senese, Nel Museo di Bonn si conserva lo sportello non si può dire che il pittore si appaghi sol­ destro di un trittico con le figure della Madda­ tanto di esteriorità elegante. Eppure chi con­ lena e di S. Lorenzo in piedi e di un cardinale fronti il chiuso ambiente del Martirio di S. Lo­ inginocchiato, che dal Sirèn fu con buoni argo­ renzo con i fondi degli affreschi di Lorenzo menti identificato come un frammento dell'an­ Monaco nella cappella Bartolini in S. Trinita cona fatta eseguire da Gerardo e Amerigo Cor­ non deve durar fatica per vedere quanto nel sini per la cappella di S. Lorenzo in S. Maria

" Maestro del Bambino vispo" sia sensibile il del Fiore. IO) La parte centrale di quell'ancona difetto di prospettiva aerea; e quando egli tenta qualche scorcio, come nel manigoldo che sospinge col bastone il martire presentandosi di fronte e in alcuni di coloro che assistono alla scena af­ facciandosi ai merli, schiac­ cia volti e teste contro i corpi grandeggianti. N elle note alla biografia vasariana di Lorenzo Mo­ naco il Milanesi osserva che il 3 marzo del I422 fra i Consoli dell' Arte della lana e gli eredi del cardinale Pie­ tro Corsini fu stipulato un contratto per la costruzione della "Cappella di S. Lo­ renzo che si doveva fare in S. Maria del Fiore secondo il lascito del cardinale Pie­ tro Corsini nel suo testa­ mento dell'ottobre I423,,, e che gli eredi Gerardo e Amerigo Corsini "si obbli­ gano al termine di diciotto mesi di far dipingere la ta­ vola che doveva andare nel­ l'altare della suddetta cap­ pella del Frate degli Angeli (don Lorenzo) o da altro pittore sufficiente o miglio­ re. Se questa tavola fosse poi data a fare a don Lo­ renzo o ad altri non c'è riu­ scito drchiarire. : Certo è che BONN, PROVINZIAL MUSEUM ne tace il Vasari, nè si trova MAESTRO DEL BAMBINO VISPO : PANNELLO~DEL TRITTICO CORSINI

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fu dal Berenson riconosciuta nella grande mentre le ultime, delle quali cita l'Assunzione Madonna che dalla raccolta dell' ammiraglio della Vergine della chiesa parrocchiale di Stia C. Whiteside Rae di Washington passò alla e il trittico della Galleria Doria in Roma, Galleria Johnson in Philadelphia. Il) cadrebbero spesso nel manierismo. Penso che della pre­ In verità il tentativo della dello stesso polit­ di tracciare una evolu­ tico possa aver fatto zione cronologica del­ parte la tavoletta appar­ l'attività di quel pittore tenente al principe deve apparire impresa Colonna. La concor­ assai difficile e di risul­ danza dello stile è per­ tati poco sicuri, quan­ fetta, specialmente nel­ do si ricordi che ci è l'ampio e riCchissimo nota una sola opera panneggio di squisito datata sicuramente at­ gusto senese e nella co­ tribuibile a lui, lo spor­ lorazione intensa, pro­ tello del trittico del fonda, armoniosa, nella museo di Bonn ese­ quale prevalgono i rossi guito nel 1423, e che, se laccati, i rosa cangianti, pure gli si volesse rico­ i verdi oliva e i gialli che noscere il restauratis­ diffondono una luce do­ simo trittico con la Ver­ rata. Perfino il tipo di gine e il Bambino in S. Lorenzo - fronte trono fra S. Francesco bassa e squadrata, naso d'Assisi, Tobiolo con diritto, mento piccolo, l'Arcangelo, S. Ludo­ zigomi distanziati e vico da Tolosa, S. Mi­ sporgenti, sguardo acu­ chele e S. Caterina, to, capelli avvolti in­ della chiesa di Borgo torno alla fronte in un alla Collina in Casenti­ bioccolo lungo, vastissi­ no, del quale prudente­ ma tonsura - è uguale mente direi soltanto che nella tavoletta romana e è molto vicino alla sua nel pannello di Bonn. manIera, non se ne Quanto al posto che potrebbero trarre de­ nella successione delle duzioni di evoluzione opere del maestro deve stilisti ca rispetto alla essere assegnato al po­ tavola di Bonn, perchè littico in parola, si può esso fu eseguito nello tentare di stabilirlo ap­ stesso anno. 13) prossimativamente. PHILADELPHIA, COLLEZIONE JOHNSON Pur tuttavia, conside­ MAESTRO DEL BAMBINO VISPO: PARTE CENTRALE Il Sirèn nota che le DEL TRITTICO CORSINI (Fot. Berenson) rando che un gruppo di opere del " Maestro del opere comprendenti la

Bambino vispo" sind qualitativ ungleich", 12) Dormizione e 1'Assunzione della Vergine, della riscontrandosi nelle più antiche, fra le quali Galleria ]ohnson, la Madonna col Bambino fra annovera le Madonne appartenenti al dotto Voss due sante martiri, S. Giovanni Battista e S. Pietro, in Berlino e al marchese Bartolini Salimbeni­ del Museo centrale di Utrecht 14) e la Madonna Vivai in Firenze, un più vivo senso di eleganza che dà la cintola a S. Tommaso, del Fogg Mu­ e una più intensa ricerca di bellezza lineare, seum, mostrano assai vive le influenze di pittori

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ROMA, PALAZZO COLONNA BICCI DI LORENZO: LA MADONNA, IL BAMBINO E SANTI (Fot. Vasari) ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

fiorentini della fine del secolo XIV, specialmente del 1423 dovette apparire agli attardati seguac1 di , e che, pure senza poter esclu­ della tradizione trecentesca come la V1SlOne dere che anche tali influenze siano giunte annunziatrice di un mondo nuovo. al "Maestro del Bambino vispo" attraverso Non si deve dimenticare che Gentile figura Lorenzo Monaco, è consentito con una certa immatricolato fra i pittori in Firenze nel 1422, verosimiglianza pensare che quelle opere siano ma è assai probabile che già alla fine del 1419, state eseguite in un primo periodo della sua quando abbandonò Brescia per seguire il Papa attività, il polittico della cappella di S. Lorenzo, Martino V, vi avesse preso dimora. In fatti la nel quale il dominio dell'arte del monaco Madonna Goldmann, 1'Incoronazione Heugel, camaldolese è più evidente, tutti gli elementi la Madonnina di Pisa e la Madonna di New­ dello stile si mostrano ormai pienamente definiti, Hawen sono per ragione di stile tutte assegnabili la ricerca della bellezza è viva, il cromatismo al periodo fiorentino. splendido e sapiente, può essere assegnato a una D'altra parte proprio nel 1423, con la Madonna fase più evoluta della carriera del Maestro. della Collegiata di Empoli, comincia la trasfor­ mazione dello stile di Bicci di Lorenzo, che Non si esce dal campo di quest'arte di tran­ dieci anni più tardi, eseguendo per la Chiesa sizione, che si mantiene tenacemente fedele di S. Niccolò in via del Cocomero un polittico, alle tradizioni del passato, ravvivandole con nella tavola centrale, oggi nella Galleria di qualche timida concessione alle conquiste nuove Parma, ricopiò con poche varianti il corrispon­ -- arte modesta, la quale pure non è priva di dente pannello del polit6co Quaratesi. 16) fascino, e, appunto per questa sua funzione di L'anconetta di casa Colonna, nella quale i legame fra il vecchio e il nuovo, ha importanza ricordi dell'arte di Gentile affiorano ancora nello spiegare atteggiamenti e tendenze che timidamente, non sarà di molto posteriore alla diverranno fra poco generali - attribuendo a Madonna della Collegiata di Empoli. Fra le uno dei suoi più fecondi rappresentanti, Bicci opere attribuite a Lorenzo essa trova le più di Lorenzo, una piccola ancona di proprietà stringenti somiglianze con la tavola della rac­ Colonna. colta Van Marie, che conosco soltanto attra­ Rappresenta, sotto un archetto polilobato, verso la illustrazione pubblicatane dal proprie­ la Madonna in trono col Bambino fra S. Gio­ tario e che appare di qualità notevolmente infe­ vanni Battista e una santa martire, su fondo riore e prodotto di bottega. d'oro, e nella cuspide, dentro un trilobo, il Redentore benedicente a mezza figura. Nello stesso appartamento privato del prin­ A Firenze, dove proprio nelle opere di codesti cipe Colonna è un altro quadretto inedito raf­ artisti minori il "trecentismo" resistette più a figurante la Madonna seduta in trono col Bam­ lungo che altrove, Bicci di Lorenzo rappresenta bino. La fiancheggiano a destra S. Giacomo Mag­ uno dei più caratteristici punti di sbocco delle giore, il Battista, S. Francesco, S. Lucia e correnti dell' internazionalismo goticizzante. S. Elisabetta d' Ungheria; a sinistra un santo La rivelazione fu costituita per lui, come per vescovo, S. Lorenzo, S. Antonio abate, S. Pietro altri, dalle opere di Gentile da Fabriano, con martire e S. Caterina d'Alessandria. Ai piedi le quali è da ritenere che egli venisse a contatto del trono sono inginocchiati due angeli musi­ direttamente, e non, come pensa il Van Marie, canti; in alto, dall'uno e dall'altro lato della attraverso Arcangelo di Cola. 15) Perchè è vero Vergine, campeggiano due teste di angeli, i cui che Bicci di Lorenzo dipinse nella stessa cap­ corpi si perdono nella luce. pella di Ilarione de' Bardi in S. Lucia de' Ma­ La piccola ancona è concepita con un senso gnoli per la quale Arcangelo di Cola eseguì di ricchezza sontuosa; i broccati delle vesti nel 1421 la pala d'altare, ma, assai più di questa e del tappeto su cui posa i piedi la Vergine, le tavola, la grande ancona dell' Adorazione dei aureole scintillanti, le ageminature delle stole, Magi che Gentile aveva terminata nel maggio degli orli, dei risvolti dei manti, della rilegatura

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ROMA, PALAZZO COLONNA - NICCOLÒ DI TOMMASO: LA VERGINE, IL BAMBINO E SANTI (Fot. Vasari) ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

del volume di S. Giacomo maggiore e dello che ingentilì il rilievo senza rinunciarvi del scettro di S. Elisabetta si compongono sul fondo tutto, si scorge subito che il pittore della tavo­ aureo in una visione fastosa su cui i colori, letta Colonna fa parte della corrente che risale una profondità da stoffa persiana e di un calore a Nardo. Il confronto della Vergine con alcune intenso, si dispongono e s'intonano in modo da Sante del Paradiso della cappella Strozzi in dare una sensazione di oro diffuso. S. Maria Novella è sotto questo riguardo molto Sulla breve superficie le sedici figure, estra­ eloquente: la stessa espressione dolce, lo stesso nee fra loro e alla scena di cui fanno parte, si sguardo assorto e lontano, la stessa languida affollano addossate una all'altra. La simmetria grazia nel rec1inare delle teste, la stessa delica­ è rigorosa, ma l'armonia manca. C'è una evi­ tezza piena di fascino. dente incapacità a concepire la composizione in Ma in Nardo di Cione appare ancora ben profondità. altrimenti viva la tradizione giottesca. Essa Dalle teste brevi e squadrate affiorano gli finisce sempre col prevalere sul sentimento occhi lunghissimi, in cui lo sguardo apatico romantico, che lo fa indugiare in sottili ricerche sembra annegare nella vasta iride nera che espressive, e sulla vivacità fantastica, che lo lascia intravedere appena un triangolino di spingerebbe a totali effetti decorativi. sclerotica. Le rughe che dall'angolo dell'occhio Vicino all'influenza di Nardo appariscono nel si allargano verso le tempie sono tracciate in pittore della piccola ancona Colonna nostalgici linee parallele e danno ai volti, anche giovanili, ricordi senesi e, sensibili specialmente nella un'aria di gravità. I vecchi hanno zigomi potenti, gamma coloristica ricca di sottili sfumature, volti scarni cupamente ombreggiati, due pieghe contatti con l'arte di gran lunga più plastica di profonde che dalla base del naso scendono fin Giovanni da Milano, che tanta importanza sotto gli angoli della bocca, incurvandola. Le ebbe nello svolgimento della pittura fiorentina barbe infoltiscono sotto il labbro inferiore e della seconda metà del secolo XIV. lasciano per lo più scoperta una breve, contigua Ravvicinati tutti codesti elementi, si può zona del mento (S. Giacomo maggiore, S. Gio­ ormai proporre per la tavoletta Colonna un vanni Battista, S. Francesco, S. Pietro martire). nome, quello di Niccolò di Tommaso, la cui Le chiome sono ravviate sulle tempie e dietro personalità artistica, determinata dall'Offner le orecchie. Una striscia di luce intensa profila con rigorosa precisione, si viene giorno per i nasi, lungo la pinna. Le vesti pesanti ricadono giorno lentamente ricomponendo.17) compatte o formano rigide pieghe oblique, senza I rapporti di Niccolò di Tommaso con Nardo disegnare la struttura dei corpi. di Cione non soltanto si desumono dal con­ Nel quadro così complesso della pittura fio­ fronto delle opere (il frammento del Paradiso rentina della seconda metà del Trecento, oscil­ di Niccolò nel convento del T a Pistoia è model­ lante fra gli opposti poli della rigorosa conce­ lato su quello di Nardo nella cappella Strozzi), zione plastica e dell' indirizzo ornamentale, ma sono documentati dal fatto che il 31 maggio questo amabile artefice sembra preoccuparsi 1365 Niccolò di Tommaso assistè alle ultime poco dell'evidenza strutturale per ricercare di volontà dettate "corpore languens" dal Mae­ preferenza valori pittorici mediante effetti di stro; quelli con Giovanni da Milano, già veduti chiaroscuro. Impersonare nettamente, in due dall'Offner e meglio dimostrati dalla signora distinte figure, i contrastanti concetti dell'ideale Sandberg Vavalà, sono impliciti nella con­ plastico e di quello che in largo senso si potrebbe statazione da lei fatta che alcune caratteristiche definire prevalentemente decorativo è impossi­ opere di Niccolò furono già attribuite a Gio­ bile. Comunque, se si volessero raggruppare vanni da Milano, e che la Madonna del primo i seguaci del primo intorno ad Andrea Orcagna, esistente nella cappella delle Oblate in Firenze che pure, senza riuscirvi sempre, si studiò di deriva direttamente da un esemplare uscito tradurre la sua plasticità in superficie ornata, e dalla bottega del secondo, conservato nel refet­ quelli del secondo intorno a Nardo di Cione, torio di S. Croce.

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ROMA, PINACOTECA VATICANA - NICCOLÒ DI TOMMASO: IL PRESEPE (Fot. Alinari)

Confrontata con altre opere certe di Niccolò Noli me tangere della predella della pala delle di Tommaso, l'anconetta del principe Colonna Oblate; il S. Giacomo maggiore pare tratto rivela-opredilezioni morfologiche, consuetudini, - da1lo stesso stampo da cui è uscito quello procedimenti tecnici, manierismi identici. della collezione Maitland- Griggs; le decora­ La composizione è concepita secondo uno zioni delle aureole dei santi e degli angeli si schema verticale, come nell' Incoronazione della ritrovano uguali nel quadro delle Oblate e in Vergine, della Galleria dell'Accademia in Fi­ molti altri. renze, e nell'ancona della cappella delle Oblate; Benchè più tardi dimenticato e confuso ora la S. Caterina è similissima a quella che si vede con Giovanni da Milano, ora con Jacopo di in un trittico appartenente a collezione privata Cione, ora con l'autore degli affreschi del Chio­ tedesca, pubblicato dal Gronau, alla Vergine del strino dei morti in S. Maria Novella, 18) Nic­ Presepe della Pinacoteca Vaticana e alla Santa colò di Tommaso dovette essere ai suoi tempi che è nello sportello sinistro del trittico della artista di qualche fama. Lo dimostra il fatto che collezione Johnson; gli angeli suonatori sono i Franco Sacchetti nel suo racconto del banchetto fratelli di quelli che circondano con i loro voli degli artisti a S. Miniato lo ricorda insieme con il Presepe ricordato e degli altri che festeggiano l'Orcagna e con Taddeo Gaddi, e che nel I366, l'Incoronazione della Madonna dell'Accademia allorchè gli operai di S. Maria del Fiore ebbero fiorentina; il Battista richiama il Cristo del bisogno di consigliarsi sulle vicende della loro

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ROMA, PALAZZO COLONNA - BERNARDO DADDI: I FUNERALI E L'ASSUNZIONE AL CIELO DI S. BE NEDETTO (Fot. Vasari)

chiesa con artisti della città scelti fra i " melio­ apposta al trittico della chiesa di S. Antonio in .es et sufficentiores quos Consules artis Spetia­ Napoli; troppo poco per consentire classifica­ riorum habent in eorum matriculis '" tra i pre­ zioni cronologiche delle rimanenti opere. scelti, con Taddeo Gaddi, Andrea Orcagna, Ma poichè la Madonna Stoclet tradisce assai Andrea di Bonaiuto e Giovanni Bonsi, fu anche più profondamente della pala napoletana l'in­ Niccolò di Tommaso. fluenza di Nardo e di Jacopo di Cione, converrà Come è noto, della sua carriera artistica, ravvicinare più a quella che a questa l'anconetta cominciata verosimilmente intorno al 1330 - Colonna, in cui sono evidentissimi, freschi e il suo nome figura nelle più antiche registra­ predominanti i rapporti con gli Orcagna. zioni della Compagnia di S. Luca costituita nel 1339 e nel 1371 ancora lavorava - si conoscono Del gruppo dei quadri inediti appartenenti due sole date sicure: quella del 1362, segnata al principe Colonna fa anche parte una rappre­ sotto la Madonna della collezione Stoc1et sentazione delle Esequie e assunzione al cielo attribuitagli dal Berenson, e quella del 1371, di S. Benedetto. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

FIRENZE, S. MINIATO AL MONTE - : I FUNERALI E L'ASSUNZIONE AL CIELO DI S. BENEDETTO (Fot. Alinari)

La leggenda gregoriana narra che S. Bene­ benedicto: secundo che hauia promesso e pro­ detto, colpito da febbre" crescendo la infermità nunciato. E da li suoi discipoli fu sepolto ne per infino al sexto di; fecessi portar lo septimo la chiesa di sancto giouanni baptista secundo di ne la chiesa dai suoi discipoli..... E stando che di sopra ti dissi". 19) fra le braccia di suoi discipoli leuo gli occhi Il pittore si è attenuto al racconto di S. Gre­ al cielo e orando rendete lanima a Dio. E lo di gorio nei suoi elementi essenziali. La morte del medesimo aparue a dui frati luno di quali era santo e la miracolosa apparizione sono riunite dilonghi e laltro era nel monasterio: E la ui­ in una rappresentazione unica. C'è la piccola sione fu così facta: che pareua loro che una chiesa romanica, illuminata da bifore gotiche strada be1issima coperta di preciosi palii e trilobate, ma la scena non si svolge nel suo risplendenti di lumi innumerabili da la cella di interno, bensì all'aperto; c'è la strada bellis­ sancto benedicto si dirizasse verso loriente sima coperta di preziosi palli e sette lampade insino al cielo: sopra la quale era uno homo de vi tengono il luogo dei lumi innumerevoli, ma habito de ueste uenerabile. E dimandando di essa conduce al cielo muovendo non dalla cella cui fusse quella bella uia: e rispondendo che di S. Benedetto, sì bene dalla chiesuola stessa. non sapeuano disse loro: questa è la uia per la I due frati che ebbero la prodigiosa visione sono quale l'homo de dio benedicto e salito in cielo: ben distinti da tutti gli altri, uno sulla soglia per la quale uisione lisancti discipoli cognobero del monastero, l'altro non" dilonghi " ma nello et ebero segno de la morte del loro padre sancto stesso gruppo dei salmodianti che recitano le

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preghiere dei morti. E sulla via che mena al pathos, evidente almeno per 11 perÌodo intorno Paradiso non si vede "l'homo de habito de al 1380- 1384, quando dipingeva per volontà di ueste uenerabile", ma un angelo psicopompo Vanni Spinetti la cappella del Carmine, Spinello che guida verso l'eterna beatitudine il santo, di non sente l'unità decorativa dello spazio e af­ cui all'estrema sinistra l'ultimo lembo del saio folla di personaggi le scene, in cui cerca di sparisce svolazzando. rendere gli aspetti temporanei e locali della vita. Benedetto, vestito di tonaca e cappuccio, Nella tavoletta Colonna invece è più schietta disteso sul letto di morte, ha ancora gli occhi la semplicità degli aggruppamenti, più larga, aperti. Sui volti degli astanti il dolore è unifor­ più severa, più dignitosa, più vicina a memente espresso dall'aggrottare delle ciglia. la composizione. Per codesta sua maggiore I ricordi della Lamentazione sulla salma di aderenza ai termini eterni e irriducibili dell'ar­ S. Francesco, affrescata nella cappella Bardi chetipo augusto, il dipinto romano si palesa in S. Croce sono evidenti specialmente nel certamente anteriore all'affresco di S. Miniato, giovane monaco che si china verso il volto del che ne rielabora gli elementi, moltiplicandoli defunto fissandolo con grande tenerezza e in­ nella ripetizione di atteggiamenti e di episodi trecciando spasmodicamente le dita, e negli altri che nulla aggiungono alla monumentalità della che si inginocchiano intorno al catafalco. Lo scena, anzi ne diminuiscono il grave raccogli­ stendardo crucigero, che nell'affresco di Giotto mento e la nobiltà del sentimento, regolata da è tenuto da un monaco e da due chierici ai piedi una lenta e silenziosa cadenza. del Santo, nel quadretto Colonna è portato da Si sente che la composizione spaziale interessa un solo chierico, collocato dietro la sua testa. il pittore del quadretto Colonna assai più della Rapporti ancora più intimi legano alla piccola caratterizzazione delle figure e della drammatiz­ tavola l'affresco dello stesso soggetto dipinto da zazione dell'avvenimento. Egli cerca la profon­ Spinello Aretino nella sagrestia di S. Miniato dità disponendo le sue figure in uno spazio al monte, che a torto il Gombosi ravvicinò alle unitario, accostandole in gruppi raccolti con pitture di Assisi, 20) mentre i suoi maggiori con­ eleganza di linee, bilanciandole ai due lati del tatti sono con l'affresco della cappella Bardi. compartimento, definendole con precisione sul L'interpretazione della scena è identica, conglo­ fondo d'oro. Questa soluzione data al problema bando essa in un solo i due momenti della morte della composizione tridimensionale mediante del Santo e dell'apparizione che il racconto gre­ la creazione di un chiuso spazio compositivo, goriano tiene distinti e sostituendo l'angelo deriva direttamente da Ambrogio Lorenzetti. all'uomo dall'aspetto venerabile. Perfino la via E a ci riconducono anche la serena bel­ del Paradiso è concepita allo stesso modo, con lezza dell'angelo, le pieghe del suo manto accen­ quell'avvicendarsi di stoffe vivaci, riccamente nanti sobriamente a fioriti convenzionalismi decorate. 21) gotici, la purezza dello stile, la squisita colora­ Ma tutte codeste somiglianze si limitano zione armonizzata dalla luce, il modo di mo­ all' iconografia. In Spinello il disegno è più dellare i volti con lo sfumato più che con le tagliente e la modellazione più dura; inoltre lumeggiature e la vivacità di quello smagliante mancano qui le particolarità morfologiche più tappeto che si stende sugli accordi gravi e caratteristiche della sua maniera: le mani corte profondi dei bianchi, dei bruni, dei neri delle dal pollice eccessivamente lungo e ottuso alla tonache fratesche. estremità, il colore bronzeo delle carni, le Proprio al punto di confluenza di codeste orecchie grandi e cavernose, le bocche incur­ correnti fiorentine e senesi troviamo nella prima vate agli angoli, le ombre che si addensano in metà del Trecento uno dei pittori più attraenti, un incavo sotto il labbro inferiore, gli occhi dotato di rare e squisite qualità: Bernardo Daddi. oblunghi dentro le orbite profonde. Tra gli artisti della generazione immediatamente Non di rado manierato, nonostante la sua successiva a quella di Giotto, egli, benchè più ncerca di fermezza plastica e l'intensità del vecchio di Taddeo Gaddi, rappresenta una ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

tendenza più moderna, e, appunto per aver nisti di quisquilie morfologiche l'orecchio dal saputo conciliare i valori fiorentini più rigoro­ largo padiglione che si stringe repentinamente samente plastici con quelli senesi più squisita­ assottigliandosi verso il lobo, in modo da assu­ mente pittorici, il gusto narrativo con quello mere un profilo di punto interrogativo, le bocche decorativo, per essersi insomma fatto tramite diritte e serrate, toccate di nero agli angoli del goticismo senese, traducendolo in buon delle labbra, segnalerò gli angeli inginocchiati vernacolo fiorentino, egli potè dare l'indirizzo intorno alla Madonna nel polittico a sette ante estetico alla pittura toscana della seconda metà eseguito per l'altar maggiore di S. Pancrazio del secolo. E a codesto posto eminente che il in Firenze, ora agli (n. 8345), che tanti Daddi occupò nell'arte del Trecento che ebbe punti di contatto hanno con quello della tavoletta da lui grande impulso, si deve se Taddeo Gaddi Colonna, e, per utili confronti dei tipi, alcuni nel piccolo trittico del Kaiser Friedrich Museum, dei Santi che fanno corona alla Vergine nel eseguito nel 1334, imitò il trittico del Bigallo trittico del Bigallo, le tavolette della Pinacoteca che Bernardo aveva dipinto un anno prima e se Vaticana con Storie di S. Stefano e i frammenti Spinello Aretino non soltanto trasse dalla com­ di predella divisa tra le collezioni Maytland posizione qui illustrata il motivo per l'affresco Griggs di New York e Wauters di Bruxelles. di S. Miniato, ma ricopiò con poche varianti Nel 1332 Ambrogio Lorenzetti quasi certa­ la Madonna del tabernacolo di Orsanmichele mente fu per la seconda volta a Firenze. Con nella tavola del museo di Copenaghen. 22) codesta dimora coincide la trasformazione dello A Bernardo Daddi convengono benissimo i stile di Bernardo Daddi, che in una sua tavola Funerali di S. Benedetto, del principe Colonna. già presso il pittore Frattini di Roma ricopiò la Nelle opere sicuramente sue, dopo un primo Madonna dipinta da Ambrogio per la chiesa ' periodo caratterizzato da un più vivo interesse di Rapolano e quella della raccolta Platt a Engle­ costruttivo e da un cromatismo caldo, ma non wood: 23) lo schiarimento della sua tavolozza armonioso, è facile trovare le stesse affascinanti con intento decorativo, la raffinatura del suo armonie coloristiche, lo stesso squisito adatta­ modellato, la ricerca degli effetti spaziali nelle mento fra lo spazio ambiente e le figure, lo stesso composizioni che divengono più chiare e più modo di lumeggiare costruttivamente, di colo­ larghe. Poco dopo, presso a poco nel tempo del rire liscio, chiaro, trasparente, con qualche tono trittico di Berlino, porrei l'esecuzione della cangiante. E, dopo avere indicato per i collezio- tavoletta Colonna. ARDUINO COLASANTI

I) O. SIREN, Florentiner Trecentozeichnungen in Jahrb. 5) Queste opere sono attribuite al "Maestro del

d. Kiinigl. Preuss. Kunstsamml. , 1906, pag. 208 e seguenti. Bambino vispo Il dal SIREN (Di alcuni pittori fiorentini 2) M. SALMI, Spigolature d'arte toscana ne L'Arte, che subirono l'influenza di Lorenzo Monaco ne L'Arte, 1913, pag. 222. 1904, pag. 349). Non conosco la Madonna col Bambino 3) O. SIREN, A late gothic poet oj line"in The Burlington jra i Ss. Antonio e Jacopo e due angeli suona tori, di pro­ Magazine, XXIV (1913- 1914) pag. 323 e seguenti e prietà Pedulli, data anch'essa al maestro dal Siren. XXV (1914) pag. 15 e seguenti. Sul" Maestro del Bambino vispo Il vedi anche O. SIREN, 4) O. SIREN, Pictures by Parry Spinelli in The Lorenzo Monaco, Strasburg, 1905, pag. 171 e seguenti. Burlington Magazine, XLIX (1926) pag. II7. La per­ 6) Ricordata come opera giottesca da G. BENI, sonalità artistica di Pietro di Domenico da Montepul­ Guida del Casentino, Firenze, 1908. Il SALMI (art. cit.)

ciano, poi identificato con Pietro da Recanati (U. GNOLI, vi scorge analogia, col" Maestro del Bambino vispo II' Pietro da Montepulciano e Giacomo da Recanati in 7) Furono messi in rapporto col" Maestro del Bam­ Bollettino d'Arte, 1922, pag. 574 e seguenti) è, nonostante bino vispo" dal Salmi. l'origine montepulcianese che non sposta menomamente 8) R. VAN MARLE, The development oj the Italian la sua posizione storica, quella di un marchigiano. Quanto Schools oj painting, IX, pag. 198, The Hague, 1927. a Parri Spinelli, le figure troppo lunghe, specialmente 9) VASARI, Le Vite, Firenze, 1906, II, pag. 25. quando sono inginocchiate, sottili, piatte, goticamente IO) O. SIREN, Di alcuni maestri che subirono l'influsso arcuate, e il colorito meno armonioso, intonato su gamme di Lorenzo Monaco, loc. cit. più stridule, lo differenziano in modo ·chiaro dal" Mae­ II) B. BERENSON, Un nuovo Lorenzo Monaco in stro del Bambino vispo". Rivista d'Arte, 1909, pag. 3 e seguenti.

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12) O. SIREN, Florentiner Trecentozeichnungen, loc. cito rentina del Trecento, Bologna 1928, pago 66, n. 26), con 13) Reca la scritta: HOC OPUS· ISTIUS . CAPELE . FECI T . un fiacco scolaro di Maso dal COLETTI (Studi sulla pittura FIERI· EGREGIA· DNA· COMETISSA . HELISABETH· DE . BATT . del Trecento a Padova in Rivista d'Arte, 1931, pago 338), MCCCXXIII. G. BENI (op. cito 256) lo pubblicò come opera con Jacopo di Cione dal BERENSON (Quadri senza casa. della maniera di Parri di Spinello. Il Trecento fiorentino, in Dedalo, 1931 ID., Italian painting 14) R . van MARLE, Italjaanske Schilderkunst der 13" of the , Oxford, 1932, pago 274). 14c en 15e eeuw in het Centraal Museum te Utrecht, etc. 19) Dyalogho di mesere sancto Gregorio insieme con in Oudheitkundis jaarboch, 1924, pago 22 e seguenti. la vita sua, Mediolano, MCCCCLX fogli e3-e4. 15) R . van MARLE, The development, ecc.) IX, pago IO. 20) G . GOMBOSI, Spinello Aretino, Budapest, 1926, 16) G. POGGI, Gentile da Fabriano e Bicci di Lorenzo pago 70. in Rivista d'Arte, 1907, pago 85 e seguenti. 21) Diversamente Spinello rappresentò la Morte di 17) L. SALAZAR, La chiesa di S. Antonio abate in Napoli S. B enedetto in un compartimento, nel Fogg Museum, Nobilissima, 1905, n. 5; R. OFFNER, Niccolò di Tommaso della predella della tavola eseguita per la chiesa di in Art in America, 1924, pago 19 e seguenti; ID., Nic· S. Maria Nuova in Roma (F. MASON PERKINS, Una colò di Tommaso and the Rinuccini Master in Studies in tavola d'altare di Spinello Aretino in Rassegna d'Arte, Fiorentine painting, New York, 1927, pago 109 e seguenti; 1918, pago I e seguenti; U. PROCACCI, La creduta tavola E. SANDBERG VAVALÀ, A Madonna by Niccolò di Tom­ di Monteoliveto dipinta da Spinello Aretino in Il Vasari, maso in Art in America, 1927, pago 273 e seguenti; 1829, pago 35 e seguenti). W. LASAREW, Some fiorentine pictures of the Trecento in 22) Non bisogna dimenticare che il Vasari, facendo Russia in Art in America, 1928, pago 25 e seguenti; confusione cronologica, disse Bernardo Daddi scolaro M . SALMI, in Rivista d'arte, 1929, pago 33 e seguenti; di Spinello Aretino e che la predella delle collezioni G. GRONAU, Neues Zuschreibungen an Niccolò di Tom­ Maitland-Griggs e Wauters, ricondotta nella cerchia maso in Belvedere, 1930, pago 95 e seguenti; B. BEREN­ dell'arte di Bernardo dalla signora Comstock (H. SON, Quadri senza casa. Il Trecento fiorentino in Dedalo, COMSTOCK, The Bernardo Daddis in the United States, 1931, pago 1059; W. ARSLAN, Una Madonna di Niccolò parte II, in International Studio, marzo 1928, pago 74- 75) di Tommaso in Dedalo, 1932, pago 467 e seguenti. prima che 1'0FFNER la dichiarasse di mano del maestro, 18) L'autore degli affreschi del Chiostrino dei morti (Corpus of fiorentine painting, Sezione III, voI. III, fu identificato con Maso dal SUIDA (Studien zur pago 62,64, New-York, MCMXXX) era stata attribuita Trecentomalerei in Repertorium fur Kunstwissenschaft, a Spinello dal W AAGEN (Treasures of art in Great­ 1904, pago 483 e seguenti ; ID., Florentiner Maler um Britain, London, 1854, III, pago 1-2) e dal catalogo die Mitte des XIV jahrunderts, Strasburg, 1905.; ID., della vendita Fuller Maitland (Catalogue of important Zur Florentiner Trecentomalerei, 1908, pago 109; ID., pictures by old masters, the property of W . Fuller Mai­ Noch einmal Maso-Gottino in Monatshefte fur Kunstwis­ tland Esq. ecc., which will be sold by Messrs . Christie, senschaft, 1914, pago I e seguenti), con un ignoto orca­ Manson and Woods, July 1928, pago 14, n. 52). gnesco dal VENTURI (Storia dell' arte, V pago 766), con 23) O. SIREN, Giotto and some of his Followers, Nardo e Andrea di Cione dal TOESCA (La pittura fio- Cambridge, 1917, I, pago 177; II, tav. 158.

DISEGNI INEDITI DI DOMENICO BECCAFUMI

L BECCAFUMI disegnatore non ha avuto, nome da condanna in osanna, e segue in questo I per un certo tempo, buona stampa. In un il destino già compiuto per il Gotico e il Ba­ articolo biografico e autobiografico il Dami I) rocco. Rosso, Pontormo, Parmigiani no, Prima­ credeva di potere esprimersi a proposito del­ ticcio, uno alla volta vengono ritirati fuori e l'Impiantito del Duomo di Siena con le se­ variamente posti in onore; si parla con inte­ guenti parole, un po' curiose anche se scritte resse della Scuola di Fontainebleau si annun­ fra i colpi di cannone della Guerra: "Del quale ciano grosse opere sul Manierismo. Ultimo a (pavimento) non si sa che dire: chè se poi per ricevere gli omaggi della critica fatta più at­ giudicare più propriamente dell'opera sua an­ tenta è il Beccafumi. Ritenuto figura di secondo diamo all' Accademia a vedere i cartoni, ahimè, piano nella sfolgorante pittura aulica del '500, non c'è più da dirne bene. E in fondo neanche il grande Senese ha stentato a riacquistare male". Dal 1919 in qua le cose sono un po' cam­ nella stima degli studiosi quel posto che gli biate. Il Manierismo 2) sta riscattando il suo veniva riconosciuto dai contemporanei.

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