VULTURE-SANTA CROCE-BOSCO GRANDE E LAGHI DI MONTICCHIO

’ a rea del Vu l t u re e nuti, con D.P.G.R. n. ma di faglie con direzione dei laghi di Montic- 1183 del 1984, riserva N W-SE e NE-SW, la ri- di Maria Carbone Lchio per le sue pecu- naturale regionale per una salita e l’espansione di Liliana Santoro liarità è da lungo tempo estensione di circa 187 magmi attraverso il sub- oggetto di norme di tutela Ha. strato. nazionali e regionali. Infine, nell’ambito della Qu e s t’ultimo è costitui- È, infatti, oggetto di tu- L.R n. 28 del 1994, all’ art. to da rocce sedimentarie e tela ai sensi del R.D. n. 10, è individuata l’ a re a cristalline pre m i o c e n i c h e , 30.12.23 n. 3267 che sta- naturale protetta Vul t u r e - da sedimenti arenacei e bilisce il vincolo idro g e o- S. Croce - Bosco Grande e marnosi del miocene che, l o g i c o. Con De c reto Mi- l’a r ea Lago Grande e Lago si mostrano deformati da nisteriale 18 aprile 1985 Piccolo di Mon t i c c h i o . pieghe e faglie, ed infine fu emanata la dichiarazio- Il Vu l t u re appare un da terreni più re c e n t i ne di notevole intere s s e gigante solitario, isolato (plio-pleistocenici) argillo- pubblico, di cui al decreto come è al centro di una si, sabbiosi e conglomera- ministeriale 4 maggio zona subpianeggiante bor- tici che, hanno subito 1966, riguardante la zo n a data da rilievi a luoghi movimenti verticali. di Monticchio nei comuni aspri, ove pre valgono ter- Le diverse fasi di risalita di Atella, e Rionero reni litoidi, a volte arro- dei magmi sono caratteriz- in ; inoltre, ai sensi tondati, ove vi è una pre- zate dalla pre valenza del- della legge 29 giugno valenza di depositi argillo- l’attività esplosiva con 1939 n. 1497 è sottoposta si. interpolazione di attività a vincolo paesaggistico La sua natura vulcanica effusiva. con Legge 8 agosto 1985 è, infatti, ben evidente Infatti, la parte più n. 431. nella struttura tronco co- cospicua è rappre s e n t a t a Più nello specifico, con nica che non trova simili- da piroclastici che, alla d e c reto ministeriale del- tudini nel panorama cir- base dell’edificio sono l’11 Se t t e m b re 1971, fu costante e che giunge a c h i a re, con una colorazio- istituita la riserva naturale 1322 metri s.l.m. ne giallastra od avana, ed orientata di “Gro t t i c e l l e” L’antica caldera è occu- una granulometria molto nella zona pedemontana pata da due laghi, tra loro fine con inclusi pomicei, dell’antico cratere, per una comunicanti, che sono lavici ed a luoghi sedimen- estensione di 214 Ha ospitati in depre s s i o n i tari. c i rca; è oasi di pro t ez i o n e imbutiformi e pseudocir- Verso l’alto esse sono faunistica ai sensi della colari poste a 658 e 656 s c u re e costituiscono ban- L.R. n. 39 del 1979. Con metri s.l.m. cate a granulometria va r i a L.R. n. 9 del 1984 è stato I fenomeni di solleva- da cineritica a brecciata tra delimitato il bacino mine- mento della catena appen- loro sovrapposte. rario del Vu l t u re e sono ninica determinarono du- I prodotti dell’ a t t i v i t à state definite le norme per rante il quaternario (circ a e f f u s i va sono dati da lave la sua pro t ezione. Il Lago 800 milioni di anni fa) ed di diversa composizione e Piccolo e l’annesso patri- in corrispondenza dell’ i n- chimismo che, dai termini monio forestale sono dive- crocio di un doppio siste- più antichi a quelli più

— 105 — recenti, presentano una te il successivo periodo pro g re s s i v a riduzione della Neolitico anche per la silice sino ai prodotti del- estrema fertilità dei terreni l’attività calderica ed alle vulcanici; in part i c o l a re manifestazioni filoniane. n e l l’ a rea di Melfi è stato Tra di esse uniche per la possibile seguire il passag- p a rt i c o l a re composizione gio dalle grotte a villaggi sono le lave trachitiche ad di capanne disposte circo- Hauyna che si rinvengono larmente e con fossati di- sotto forma di blocchi in fensivi, porte e palizzate p re valenza nel settore d e l l’Homo sapiens ( v i l l a g- n o rd-orientale del com- gio di Gaudiano). plesso vulcanico. Sin dall’inizio dell’ Et à Nel periodo di attività del Fe r ro in quest’ a rea si vulcanica si andaro n o a n d a rono definendo i individuando i bacini flu- caratteri della cultura vio-lacustri di Melfi, Ve- Enotria e nel contempo si nosa e Vitalba, pro s c i u g a- Monticchio: lago Piccolo, Atella (Pz) caratterizzò quale impor- (Foto Ottavio Chiaradia) tisi per erosione della tante crocevia di culture soglia o per colmate; nei cono delle acque che scor- Di qui l’origine di nu- d i verse come quella etru- quali si formarono deposi- rono in superficie a causa merose sorgenti idromine- sca e quella ellenica; ve n- ti misti costituiti da una della disposizione dei rali di tipo carbonatico, n e ro così a crearsi condi- alternanza di strati vulca- depositi vulcanici anch’essi f e r ruginoso, sulfureo e, in zioni di civiltà e di pro- nici e di materiali di origi- radiali rispetto al cono. misura secondaria, ma- gresso non comuni. ne secondaria. Le variazioni di permea- gnesiaco. Queste sue caratteristi- Le acque piovane di- bilità tra le rocce vulcani- I primi segni di frequen- che le consentirono di dif- scendono lungo il corpo che che, hanno una esten- tazione umana in Ba s i- f e renziarsi, in qualche vulcanico secondo percorsi sione finita, fa sì che la licata, risalenti al Pa l e o- modo, dalle altre aree della radiali dando luogo a quantità d’acqua pre s e n t e litico inferiore, quando regione passando attrave r- corsi d’acqua a carattere sia estremamente va r i a b i l e l’Homo ere c t u s e s p l i c a va le so la conquista dei Lucani, stagionale con forti va r i a- da luogo a luogo in fun- sue attività di caccia e rac- prima, e quella dei Roma- zioni di portata in stre t t a zione della alternanza, sia colta nei pressi di specchi ni poi, ed ancora successi- relazione a fenomeni me- lateralmente che ve rt i c a l- d’acqua, sono emersi in vamente, divenendo il t e reologici ma, sensibile è mente, di rocce che con maniera evidente nei pres- centro di una fiorente eco- il fenomeno dell’ i n f i l t r a- modalità diverse si lascia- si di Venosa (sito di Te r- nomia basata sull’ a g r i c o l- zione nei terreni vulcanici. no attrave r s a re dall’ a c q u a ; ranera, grotte di Loretello) tura, il commercio e l’arti- Così, le acque meteori- in questo loro lento movi- e di Atella. gianato, sino al periodo che che si infiltrano pre- mento le acque di infiltra- La modifica delle atti- delle guerre tra Goti e sentano un moto pre va- zione si arricchiscono gra- vità pre valenti con l’ a v v i o Bizantini. lente dall’alto verso il dualmente di minerali che d e l l’agricoltura, portò ad Al vo l g e re dell’ a n n o basso ma, seguono anche sottraggono alle ro c c e un incremento della popo- mille la realtà lucana si il moto radiale rispetto al attraversate. lazione di tali zone duran- p re s e n t a va difficile e tor-

Lago Grande di Monticchio, (Pz): ninfea Monticchio: i laghi (Foto Ottavio Chiaradia) (Foto Ottavio Chiaradia)

— 106 — mentata anche se l’area del sua inconsueta fauna. Vu l t u re si poneva come Le formazioni ve g e t a l i t e r reno di maturazione di più rappre s e n t a t i ve sono e venti che avre b b e ro por- costituite da castagneto, tato al periodo di splendo- q u e rceta, faggeta, abetina, re legato alla dominazione noccioli, noci, rimboschi- degli Svevi sino al 1269, menti e vegetazione lacu- anno in cui gli Angioini stre. s p o s t a rono il centro del I castagneti sono gove r- loro potere da Melfi, dove nati in vario modo e l’alto si erano bre vemente fer- fusto che, un tempo era mati dopo la vittoria sugli p re valente, è attualmente e redi di Federico II di in declino per la diffusio- Svevia, a Napoli. ne del cancro cort i c a l e Da questo momento in provocato dagli attacchi di poi le vicende dell’area del Endothia parasitica. Vulture poco si discostaro- La querceta è costituita no da quelle dell’ i n t e r a essenzialmente dal Cerro e regione, lontana dai centri da Roverella con il Leccio di potere e richiusa in sé ed il Farnetto alle quote stessa. Intorno al 1860, più basse. d i venne epicentro della Fustaie colonnari, allo r i volta brigantesca che stato pressoché puro, cos- t rovò, nei suoi boschi, un tituiscono la faggeta che si rifugio impenetrabile tan- rinviene anche in concor- to che, questo sarà l’ u l t i- renza con altre specie fore- mo baluardo a cadere nella stali. lotta ai briganti. Si rinvengono, associate Il complesso del Vulture ai popolamenti arbore i costituisce un settore terri- citati, diverse specie arbu- toriale caratteristico rap- s t i ve ed erbacee, tra cui p resentato da ampie ed l’Agrifoglio, relitto del- i n t e ressanti zone com- l’antico Laurentum oceani- p rendenti la riserva natu- co, il Biancospino, la Gi- rale “o r i e n t a t a” di Gro t- (Foto Ottavio Chiaradia) nestra, la Vitalba, l’ Ed e r a , ticelle ed il Lago Pi c c o l o p e r s e ro quasi 2000 Ha di Monticchio è costituita da il Rovo, la Felce aquilina, il di Monticchio come in bosco mentre, il suo terri- 2300 Ha di demanio fore- L i g u s t ro, la fragola di precedenza evidenziato. torio, con la divisione dei stale. bosco, il Giglio ro s s o , Nella memoria storica, demani, venne ripart i t o A parere di molti studio- l’ o rtica nonchè il Na rc i s o , non proprio recente, il tra i comuni di Atella e si il bosco è “tra i più belli il Ciclamino, l’ Orc h i d e a bosco era formato da cerri, Rionero in Vulture. d’ It a l i a” con le sue circ a come la Ginnadenia delle q u e rce, faggi, castagni ed Attualmente la foresta di 1000 piante diverse e la za n z a r e e l’E lleborina ros s a . abetine che pro s p e r a va n o La profondità massima sui fertili suoli vulcanici. dei due laghi è di circa 45 Tuttavia, nel tempo, ha metri. Si nota una diversa subito un continuo proc e s - m o rfologia delle sponde: so di deforestazione con e s t remamente ripide, nel episodi parossistici dopo Lago Piccolo, ed a dolce l’unità d’ Italia quando, pendenza nel Lago Gr a n- questa foresta, così come de. Questa diversità si a l t re in zone diverse, fu rispecchia perf e t t a m e n t e decimata allo scopo di for- nella differenza della vege- nire legna e carbone per la tazione che li costeggia. realizzazione di reti ferro- Infatti, il Lago Grande è viarie, necessarie a collega- b o rdato da una fascia di re tutta la penisola. vegetazione igrofila costi- Così, nel giro di circ a tuita da Rove relle, Ac e r i , una quarantina di anni, si Abbazia di San Michele Arcangelo di Monticchio Saliconi, Pioppi ed On t a- (Foto Ottavio Chiaradia)

— 107 — ni; il più caratteristico è , Ufficio Stampa Consi- l’ Ontano napoletano, en- glio Regionale di , demico dell’ Ap p e n n i n o Anno nono 2-3, 1996. meridionale e tipico delle d i venne la prima riserva lata, inoltre, la pre s e n z a AA. VV., zone acquifere a rapido naturale al mondo sort a stabile di un nucleo di accrescimento. Vi si rinvie- per prot e g g e r e una farfa l l a . lontra e la presenza va r i a- ne inoltre, il “Cipre s s o La Brah m a e a ha la caratte- bile di uno o più nuclei di C a l vo”, pianta originaria ristica di comparire solo lupo composti da tre ad , Servizio Geo- de l l ’America e tipica di un per pochi giorni dalla fine otto esemplari che, perio- logico d’Italia 1971. suolo paludoso. di marzo ai primi di aprile. dicamente, perc o r ro n o A. N. STRAHLER, D ’ i n t e resse botanico In t e ressante è l’ a v i f a u n a l’area. , Piccin 1993. sono anche gli Pn e u m a- sia di bosco che acquatica. Le acque dei laghi sono HIEKE MERLIN O., tofori, radici che fuorie- Per la prima sono presenti a n c h’esse molto popolate scono dall’acqua e servo- la ghiandaia, il picchio d a l l’anguilla, dalla tinca, , Mem. Ist. Geol. e no, oltre all’ancoraggio, ad ve rde, l’usignolo, il pic- dalla carpa, dal triotto e Min. Univ. Padova, V. 26, areare le piante; a tali radi- chio rosso minore, l’ u p u- dalla quasi estinta alborel- 1964, pp.1-70. ci dall’aspetto ro s s i c c i o , pa, il cuculo, l’averla mag- la vulturina. A. FUGANTI, F. DE FRANCE- p e rtanto, è stato dato il giore, il succhiacapre ed il Successivamente vi sono SCO, V. SIGILLITO, G. F. nome di “radici re s p i r a t o- lucherino. stati immessi il persico BAZZOLI, G. MORTEANI, G. rie”. L’avifauna acquatica è reale, il carassio, la trota e BULGARELLI, A. FESTA, G. Il Lago Grande è separa- r a p p resentata dalla folaga, la gambusia. GUERRASIO, to da un istmo dal Lago dal germano reale, dal- Si ritrovano, inoltre , Piccolo, riserva naturale l’ a l z a vola, dalla gallinella alcune specie di anfibi regionale, che pre s e n t a d’acqua, dalla cannaiola, r a p p resentati dalla rana, u n’ i n t e ressante inve r s i o n e dal codibugnolo, dallo dal rospo , dal- , La Rivista di scien- delle fasce di vegetazione. s vasso, dal cava l i e re d’It a - l’ululone e dal tritone ita- za dell’Alimentazione, gen- Infatti è singolare come lia, dal tuffetto, dal pen- lico. naio-marzo 1995. sulle pendici del lago, 650 dolino e dal corriere pic- R i c e rche condotte dal P. FUCCELLA, metri di quota, prosperino colo. WWF -Sezione WWF del , Quaderni di naturalmente Faggi che, Importante è la presenza Vu l t u re “Federico Ha rt- Basilicata Regione, Consiglio coabitano con Lecci ed dei rapaci quali sparv i e ro , i n g”- hanno permesso di Regionale di Basilicata, 1996. Ontani; si sono adattati ad gheppio, nibbio e poiana, verificare inoltre la presen- G. SETTEMBRINO, altitudini inferiori a quelle anche notturni, quali il za di indicatori biologici , usuali e scendono sino alle barbagianni, il gufo l’ a l- quali il granchio di fiume ed. Appia 2, Venosa, 1996. r i ve del lago, mentre le locco e la civetta. So n o ed altre specie di mollu- F. L. PIETRAFESA, aree più alte sono occupa- state segnalate anche com- schi, plecotteri, tricotteri, , te da una cerreta di origi- parse del falco pellegrino e e f e m e rotteri, che testimo- Laurenziana, Napoli. ne naturale. dell’astore. niano habitat non com- P. RAVEN, R. EVENT, H. La parti c o l a r e formazione Tra il ’92 ed il ’93 è stata p romessi nei corsi idrici CURTIS, , fo r estale, con una spiccata riscontrata l’ e s t i vazione di della zona. Zanichelli, 1983. im p r onta orientale, ha per- un nucleo di cicogne nere, Occorre tuttavia eviden- D. BENTIVOGLI, M. P. BOS- messo l’ o s s e rvazione di sicuramente l’unico caso z i a re che proprio le pecu- C H I, , un ’entomofauna parti c o l a re . accertato in Italia nonché, liarità geologico - morf o- Cappelli Editore, 1995. Nel 1963 fu rinve n u t a , la stazione di duratura fer- logiche, idro g e o l o g i c h e , G. SETTEMBRINO, casualmente, dall’ e n t o m o- mata migratoria di un faunistiche e floristiche , Basilicata Re- logo Federico Ha rt i n g , gruppo consistente di spa- che fanno dell’ a rea del gione Notizie, n. 2, 1990, studioso di Lepidotteri, tole. (Pasquale Libutti, Vulture un’entità a se e nel pp. 29-37. una farfalla del genere Specie ra re e pro t e t t e contempo così particolare, Delegazione WWF Basili- Bra h m a e a che general- d e l l’avifauna di Ba s i l i c a t a, la rendono d’ a l t ro canto cata-Sezione WWF del Vul- mente vive in Gi a p p o n e , Basilicata Regione Notizie, e s t remamente fragile ed ture “Federico Harting”, C o rea, Cina, India, ecc. n. 5-6, 1996). esposta a facili modifiche che, si riteneva estinta in Il Vu l t u re ospita nume- dell’equilibrio ambientale. Eu ropa da almeno 300 rosa mammalofauna, tra anni. cui soprattutto mustelidi Dopo attente indagini come la martora, il tasso, AA. VV., ”, dattilo- venne individuata una la puzzola e la faina oltre Editoriale Pu- scritto in nostro possesso. popolazione numerosa in che il riccio, il cinghiale e bliaci S.r.l., 1995. località Grotticelle che la volpe, la lepre. È segna- AA. VV.

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