LE PIANTE MONUMENTALI DELLA VALLE D’

La realizzazione di questo libro è stata resa possibile grazie all’interessamento e all’incoraggiamento dell’Assessore all’Agricoltura e Risorse Naturali, Carlo PERRIN e del Coordinatore del Dipartimento Risorse Naturali, dott. Edi PASQUETTAZ. Un ringraziamento particolare va al Corpo Forestale Valdostano che, con notizie, foto e altro, ha arricchito la banca dati a disposizione. Va ricordato inoltre il lavoro svolto dall’ex Comitato per l’accertamento dei requisiti delle piante, ora sostituito dalla Conferenza dei Servizi. Si esprimerono i più sentiti ringraziamential Service de Promotion de la langue française, per la traduzione dei testi in francese, in modo particolare alla signora Claudine OTTIN-PECCHIO.

Testi Corrado Letey

Fotografie: Corrado Letey (Archivio Ufficio Piante Monumentali): pagg. 22, 24, 25, 26, 27, 28, 30, 33, 36, 37, 40, 41, 42, 43, 44, 46, 48, 50, 55, 56, 57, 58, 61, 62, 67 (in basso), 69, 71, 76, 77, 78, 79, 80, 81, 82, 86, 92, 94, 95, 96, 97, 100, 104, 105, 111, 112, 114, 115. Gianluca Boetti © - To - (Archivio Ufficio Piante Monumentali): pagg. 20, 21, 23, 29, 31, 32, 34, 35, 45, 47, 49, 51, 52, 53, 54, 60, 63, 64, 65, 66, 67 (in alto), 68, 72, 73, 84, 87, 88, 89, 90, 91, 93, 98, 99, 101, 102, 103, 109, 110 e copertina Corrado Montrosset (Archivio Ufficio Piante Monumentali): pag. 85 Corrado Machet (Archivio Ufficio Piante Monumentali): pagg. 59,70

Realizzazione grafica: Tipografia Valdostana, Aosta (Art director: Andrea Capacci)

Coordinamento editoriale Luigi Calderola

Finito di stampare nel mese di luglio 2001 presso la Tipografia Valdostana, Aosta 1ª edizione

© 2001 Regione Autonoma Valle d’Aosta Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali

I diritti di traduzione, riproduzione, adattamento (fotografie e disegni compresi), totale o parziale, e con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i paesi REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali Dipartimento Risorse Naturali

a cura di CORRADO LETEY

LE PIANTE MONUMENTALI DELLA VALLE D’AOSTA Alla scoperta dei nostri patriarchi vegetali: proviamo ad interrogarli e si riveleranno un libro aperto sulla storia della Valle d’Aosta

TIPOGRAFIA VALDOSTANA . AOSTA Presentazione

a Valle d’Aosta, regione di montagna, è L’Amministrazione regionale della Valle dotata ampiamente di boschi e foreste, d’Aosta, da sempre sensibile nel conservare le L che costituiscono un elemento caratteri- testimonianze del suo passato, ha voluto con stico del suo paesaggio ma anche un’importan- una legge proteggere e valorizzare i suoi albe- te risorsa economica. Il bosco protegge la mon- ri monumentali. E grazie a questa legge una tagna e contribuisce a ridurre i rischi di smot- grande quantità di alberi storici hanno avuto tamenti e valanghe. una loro classificazione: dal famoso e quasi mil- L’uomo, accanto a questa vegetazione spon- lenario tiglio di Sant’Orso, alla “Brenva Foula” tanea e naturale, ha introdotto e coltivato nel di Prarayer, a monte di , quasi al limite tempo alberi da frutto e piante ornamentali che della zona boscata, vicino alle morene e ai sono ormai parte integrante del nostro territo- ghiacciai. rio, della nostra cultura. Con la collaborazione delle amministrazio- Ma alberi e piante diventano col tempo ni comunali e dei proprietari privati è stato svol- quasi dei documenti storici: si pensi ad esem- to un ottimo lavoro di ricerca e classificazione pio alle travi portanti dei nostri vecchi tetti, ai e ora, grazie anche allo zelo e alla passione del tronchi dei nostri rascards, ai mobili delle no- Maresciallo Corrado Letey e della sua squadra stre case, alle statue religiose di chiese e cap- specializzata nella cura di questi alberi, possia- pelle. mo conoscere e apprezzare tutti questo impor- Accanto a questi testimoni silenziosi della tante patrimonio della nostra comunità. nostra storia abbiamo fortunatamente anche la presenza di testimoni viventi: sono gli alberi se- colari, maestosi e vigili che costellano il nostro territorio come significativi punti di riferimen- to. Sono documenti vivi, che rappresentano il tempo che passa, ma anche la solidità e la sta- CARLO PERRIN bilità nonostante gli irreversibili processi evo- Assessore all’Agricoltura lutivi della nostra comunità. e Risorse Naturali

4 Presentazione

a pubblicazione del testo “ Gli alberi mo- e Borna di Laou di Verrès ed il Parco Abbé numentali della Valle d’Aosta”, a cura del Henry di . Sta inoltre per essere L Dipartimento Risorse Naturali, vuole te- completata la realizzazione di un nuovo arbore- stimoniare lo sforzo dell’Amministrazione re- tum in località Entrebin nel di Aosta. gionale nella tutela e cura di questi esemplari ec- Gli interventi di dendrochirurgia e di rivi- cezionali, i “patriarchi” delle nostre montagne. talizzazione, eseguiti dai tecnici specializzati del Sin dall’anno 1990 la Regione si è impe- settore forestale, hanno favorito un rapido mi- gnata nell’opera di tutela degli alberi monu- glioramento delle condizioni fitosanitarie e l’a- mentali, ossia di tutti gli esemplari arborei che pertura al pubblico di questi luoghi affascinan- presentano caratteristiche singolari oppure un ti e adatti alla meditazione. interesse botanico, storico, culturale o paesag- Nonostante l’ottimo lavoro di classificazio- gistico. ne svolto, continuano a pervenire segnalazioni Finora sono stati classificati 381 alberi, di di “curiosità” botaniche e nuovi esemplari van- cui 105 isolati o inseriti in parchi o giardini e no ad arricchire la prestigiosa lista degli alberi 276 componenti di popolamenti forestali seco- monumentali. lari mantenuti integri nel tempo per la loro fun- Il nostro impegno per il futuro dovrà esse- zione di protezione degli abitati del fondovalle. re ancora rivolto alla cura e protezione di que- La legge regionale 21 agosto 1990, n.50, as- sti maestosi esemplari, testimoni fedeli e di- sicura altresì la protezione dei castagni da frut- screti del tempo, al fine di trasmettere uno to; il censimento effettuato dal Corpo Forestale straordinario patrimonio naturale alle genera- Valdostano nel 1992 ci fornisce un quadro pre- zioni future. ciso delle peculiarità, localizzazione e situazio- ne fitosanitaria degli esemplari. Nell’ultimo decennio sono stati inoltre valo- rizzati alcuni siti di notevole importanza bota- Dott. EDI PASQUETTAZ nica: il Parco del castello Passerin d’Entrèves a Coordinatore del Dipartimento Châtillon, gli arboretum Abbé Vescoz di Risorse Naturali

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Sommario

Introduzione ...... 9

Testo della L.R. 50/90 «Tutela delle piante monumentali» ...... 12

Come leggere le schede di questo libro ...... 14

Elenco delle piante monumentali suddivise per specie ...... 15

Carta delle piante monumentali dell’alta Valle ...... 18 LE PIANTE MONUMENTALI DELL’ALTA VALLE • LE FORMAZIONI BOSCHIVE DI PROTEZIONE ...... 20 • Le Brenve de Arollaz ...... 21 • Le Brenve de Artalle ...... 22 • La Flotta de Bien ...... 23 • IL PARCO ABBÉ J.M. HENRY ...... 24 • L’Abete Gigante ...... 25 • Il Douglas ...... 26 • La Robinia di Piazza Henry ...... 27 • Lo Sapeun de Corbetta ...... 28 • La Larse di Grignes Rosses ...... 29 • La Larse de Pré de l’Or ...... 30 • Il Sambuco di Le Pont ...... 31 • Lo Tsahagnèr de Derby ...... 32 • Lo Plôno de Preyet ...... 33 • Il Frassino di Buthier ...... 34 • La Brenva Drôla de Metz ...... 35 • La Gasîe de Lalex ...... 36 • Il Maggiociondolo di Château Verdun ...... 37

Carta delle piante monumentali della media Valle ...... 38 LE PIANTE MONUMENTALI DELLA MEDIA VALLE • Il Faggio di Voisinal ...... 40 • La Brenva Foula di Gordzé ...... 41 • Il Mandorlo di viale Gran San Bernardo ...... 42 • La Sofora di Palazzo Regionale ...... 43

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Sommario

• La Ginkgo di Palazzo Regionale ...... 44 • La Robinia del Ponte di Pietra ...... 45 • Il Tiglio di Sant’Orso ...... 46 • Il Platano dell’Arco d’Augusto ...... 48 • Il Platano di via Sant’Anselmo ...... 49 • IL PARCO DEL CASTELLO DI QUART ...... 50 • Il Faggio ...... 51 • L’Acero Campestre ...... 52 • Il Gelso di Mazod ...... 53 • Il Gelso del Castello ...... 54 • L’Arolla del Savoney ...... 55 • Lo Tzéno di Partisan ...... 56 • La Vite di Farys ...... 57 • Le Môn-ô de Gimiod ...... 58 • IL PARCO BARON GAMBA ...... 59 • La Sequoia ...... 60 • Il Cipresso Calvo ...... 61 • Lo Spino di Giuda ...... 62 • IL PARCO DEL CASTELLO PASSERIN D’ENTRÈVES ...... 63 • Lo Pléno de Valleil ...... 69 • L’Abete Greco del Grand-Hôtel Billia ...... 70 • Il Platano del Casinò ...... 71 • Il Faggio Rosso di viale Piemonte ...... 72 • Il Bosso della Chiesa ...... 73

Carta delle piante monumentali della bassa Valle ...... 74 LE PIANTE MONUMENTALI DELLA BASSA VALLE • Il Glicine della Casa Parrocchiale ...... 76 • IL PARCO DI VILLA BINEL ...... 77 • La Sequoia ...... 78 • Il Pino Eccelsa ...... 79 • L’Agrifoglio ...... 80 • La Fusaggine Cornuta ed il Pero ...... 81 • Gli Olivi di Torille ...... 82

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Sommario

• La Magnolia di Frutaz ...... 83 • Gli Olivi di Saint-Gilles ...... 84 • L’Alloro di Creston ...... 85 • Le Brenghe de Biuley ...... 86 • I Cedri del Municipio ...... 87 • Il Faggio Rosso di Villa Bréan ...... 88 • Il Pero di Brusson ...... 89 • Il Pino Marittimo della Chiesa ...... 90 • I Platani delle Caves ...... 91 • La Pianta Grossa ...... 92 • Il Pino Domestico di Villa Michetti ...... 93 • I GIARDINI PUBBLICI DI PONT-SAINT-MARTIN ...... 94 • Il Tasso ...... 95 • I Pini Eccelsa ...... 96 • Il Faggio ed il Ligustro del Centro Anziani ...... 97 • L’Olmo Ciliato di Prà ...... 98 • Il Frassino di Pessé ...... 99 • L’Ippocastano della Chiesa ...... 100 • La Tsuga dell’Ex Albergo Mont-Néry ...... 101 • Il Faggio Pendulo della Comunità Montana ...... 102 • La Tuia Gigante ed il Libocedro di Villa Rosy ...... 103 • Il Frassino di Pont-Sec ...... 104 • La Foresta di Protezione di Pont-Sec ...... 105

Carta delle piante monumentali della Valle d’Aosta (quadro d’unione) ...... 106

I Castagni da Frutto ...... 108 • Gli Arboretum ...... 111 Caratteristiche botaniche e curiosità riferite alle specie descritte ...... 116

Glossario ...... 140

Fonti e Bibliografia ...... 144

8 INTRODUZIONE

onumento: parola che deriva dal lati- suoli arborei aventi una particolare importanza no monumentum = memoria, ricordo. storica o paesaggistica o composti da esempla- M Il dizionario della lingua italiana ci ri di dimensioni e caratteristiche non comuni. Si spiega che con questo termine si intende un’o- prevede inoltre di creare una particolare fascia pera di scultura e architettura, eretta per cele- di tutela per gli esemplari arborei che, pur non brare un avvenimento o un personaggio, oppu- avendo ancora le caratteristiche necessarie per re una qualsiasi opera che abbia un valore sto- essere dichiarati monumentali, sono comunque rico od artistico. meritevoli di essere mantenuti nelle migliori con- Questo ci porta alla mente manufatti storici, dizioni vegetative possibili, in ”attesa” di essere imponenti costruzioni, o altre cose che ci danno inseriti nell’elenco più prestigioso. il senso della grandezza, del tempo passato, del- Onde procedere ad una sistematica e pro- le particolarità che racchiudono o dei personaggi gressiva classificazione delle piante monumen- che rievocano. tali, in seguito alla promulgazione della legge re- Ma allora perché accoppiare questo impe- gionale, venne richiesto alle 16 Stazioni forestali gnativo sostantivo ad un albero? Per certi versi operanti sul territorio e ai 74 comuni valdosta- è stata la Regione Autonoma Valle d’Aosta ad uf- ni, di segnalare la presenza di soggetti arborei ficializzare questa terminologia, anche se l’ab- che rispondessero ai requisiti fissati dalla nor- binamento di “monumentale” a dei soggetti ar- mativa regionale. borei, aventi delle peculiarità rimarchevoli, fa- Le molteplici segnalazioni pervenute venne- ceva già parte del linguaggio comune. ro raccolte e raggruppate per essere oggetto di I monumenti vegetali hanno infatti valenze mirati sopralluoghi di valutazione. Queste per- maggiori di qualsiasi altra opera ideata e pla- vengono tuttora, soprattutto da privati cittadini, smata dall’uomo, perché è la natura la vera pro- particolarmente sensibili a questa nuova forma tagonista di questi miracoli. di tutela. L’Amministrazione regionale, particolar- I criteri di valutazione, fissati a seguito di mente sensibile alla salvaguardia delle peculia- profonde riflessioni da parte dell’organo di va- rità botaniche del territorio valdostano, nel 1990 lutazione delle caratteristiche delle piante, ora approvava una legge a tutela degli alberi monu- chiamato Conferenza dei Servizi, non sono le- mentali; la legge regionale 21 agosto 1990, n. gati ad uno specifico punteggio da assegnare ad 50, costituiva il primo disposto legislativo speci- ogni esemplare preso in considerazione, ma ten- fico sul territorio nazionale mirato alla prote- gono conto delle seguenti caratteristiche: zione e valorizzazione di un patrimonio quasi Dimensioni: queste vanno valutate in base al- misconosciuto ma ricco di storia, di valenze bo- le caratteristiche di ogni specie e del luogo in cui taniche e legato alla vita stessa della regione. vegetano. La circonferenza della pianta va sem- È attualmente in corso lo studio per una par- pre misurata a 1,30 m di altezza, lato monte; ziale revisione della Legge, che prevede di in- Vetustà: l’età di ogni esemplare deve essere cludere nell’elenco dei monumenti anche i par- comparata alle caratteristiche della propria chi, gli arboretum, i viali alberati o altri sopras- specie;

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INTRODUZIONE

Portamento: (vedi punto 1); di Sant’Orso”, la “Pianta grossa”, il “Castagno di Forma: sono importanti le stranezze fenoti- Derby”, oltre a tanti esemplari “meno nobili” ma piche degli alberi; con requisiti che li differenziano dagli alberi co- Provenienza: la rarità o le difficoltà di am- muni delle rispettive specie. bientamento sono parametri incidenti di valu- Tutte le piante dichiarate monumentali, non- tazione; ché i castagni da frutto e gli arboreti, pur ap- Storia: grande importanza riveste l’abbina- partenendo sempre al legittimo proprietario, mento di una pianta con qualche vicenda storica; vengono prese in consegna dall’Ufficio piante Caratterizzazione del luogo: la funzione monumentali e vincolate alle decisioni adottate estetico-paesaggistica ha una notevole impor- dalla Conferenza dei Servizi in merito alla ordi- tanza. naria e/o straordinaria manutenzione e valoriz- La dichiarazione di monumentalità, avviene zazione. secondo l’ordine seguente: Ogni pianta monumentale è coperta da as- – l’Organo di valutazione, ossia la Confe- sicurazione contro gli eventuali danni che po- renza dei Servizi, composta dal Dirigente del- trebbe causare ed è segnalata per mezzo di una l’Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali targa, contenente i dati essenziali di riconosci- competente in materia di foreste, dal Responsa- mento, posta nei pressi dell’esemplare. bile dell’Ufficio piante monumentali e da un Rap- Per i castagni da frutto, nel 1992 il Corpo Fo- presentante della Sovrintendenza ai beni cultu- restale Valdostano ha effettuato un capillare cen- rali, visiona gli esemplari arborei segnalati, se- simento su tutto il territorio regionale indivi- leziona quelli potenzialmente monumentali, spe- duando circa mille esemplari con caratteristiche cificandone i requisiti di monumentalità e ver- di monumentalità (ulteriori dettagli sono riporta- balizza gli esiti del sopralluogo; ti nel capitolo dedicato ai “Castagni da frutto”). – il Dirigente competente in materia di fore- Per assicurare comunque una degna so- ste predispone il Provvedimento di dichiarazio- pravvivenza a questi patriarchi e per ridurre al ne di monumentalità; minimo i rischi derivanti da possibili rotture di – tali piante o formazioni boschive vengono rami o schianti, le piante vengono periodica- perciò inserite nell’apposito elenco delle piante mente monitorate, sia con indagini visive che monumentali e trascritte in un Registro infor- strumentali da parte di operatori professional- matizzato, con tutti i dati e le notizie concernen- mente competenti. Oltre a numerose altre ri- ti ogni singolo esemplare. Nel suddetto registro, cerche, si sta ultimando uno studio sulla stabi- conservato preso l’Ufficio piante monumentali lità delle piante monumentali, mediante il me- del Dipartimento Risorse Naturali, viene altresì todo V.T.A. (Visual Tree Assesment), cioè la va- indicato un valore simbolico per ogni esempla- lutazione visiva e strumentale dell’albero. Que- re, quale riferimento per un eventuale risarci- sta indagine, assolutamente non lesiva per le mento, in caso di danni, al proprietario della piante, ha proposto una formula innovativa di pianta. V.T.A., modificato appositamente per gli alberi Fino ad oggi sono stati dichiarati monu- monumentali, che tiene conto sia degli esiti ti- mentali 105 alberi singoli e 5 formazioni bo- pici del metodo che degli aspetti storici e pae- schive con funzione di protezione, al cui interno saggistici. Questa formula, opportunamente cer- vegetano 276 esemplari. tificata da un qualificato Organo, verrà altresì Fra questi troviamo piante che hanno un recepita da una specifica legge regionale, che grande valore storico e botanico, come il “Tiglio contribuirà ad aumentarne il valore giuridico.

10 INTRODUZIONE

Gli esiti di queste indagini e le risultanze dei L’ubicazione, le condizioni di proprietà e la vari sopralluoghi, sono raccolti in apposite sche- visitabilità dei siti, nonché i dati dendro-auxo- de che formano parte integrante del Piano Lavo- metrici e le caratteristiche di monumentalità ri annuale predisposto dall’Ufficio competente. preminenti, concludono la prima parte. I lavori comprendono sia interventi di rivi- La seconda parte della scheda-tipo riporta talizzazione che di valorizzazione delle piante. alcune informazioni sulle caratteristiche, curio- Una squadra di maestranze forestali, com- sità e aneddoti relative a questi alberi e sulla ma- posta da 4 persone, dotata delle più innovative niera più facile per raggiungerli. strumentazioni e attrezzature specifiche, è sta- Si è pensato di indicare, a parte, anche le ca- ta opportunamente formata e specializzata nel- ratteristiche botaniche di ogni specie rappre- l’effettuazione degli interventi di dendrochirur- sentata, integrate da curiosità, leggende e altre gia (una vera e propria operazione chirurgica informazioni sicuramente utili per il lettore. dell’albero) e delle varie tecniche di potatura. Per facilitare la comprensione della termi- Ad oltre 10 anni di distanza dall’approva- nologia tecnica (sebbene si sia cercato di usare zione della legge, si è sentita la necessità di pub- un linguaggio semplice), si è riportato in ap- blicare una piccola guida che permetta al visi- pendice un glossario con le spiegazioni dei ter- tatore di conoscere le principali caratteristiche mini di uso meno comune. degli esemplari censiti e la loro localizzazione. L’Assessorato Agricoltura e Risorse Natura- Non è stato possibile divulgare un elabora- li, al fine di valorizzare al meglio queste parti- to sufficientemente completo in tempi più brevi, colarità botaniche ha deciso di pubblicare que- in quanto il lungo lavoro di rilevazione (che non sto opuscolo (realizzato nelle versioni italiana e è ancora definitivamente concluso e, speriamo, francese) che, abbinato alla “Carta delle piante non si concluderà mai!) ha, a poco a poco indi- monumentali della Valle d’Aosta”, potrà costi- viduato e censito, tra le varie richieste, gli esem- tuire un’utile guida per gli appassionati. plari più meritevoli di essere inclusi nell’elenco. Queste meraviglie della natura sono affasci- L’opuscolo si struttura in maniera abba- nanti in tutte le stagioni, ma vederle “rinascere” stanza sintetica, cercando di condensare, ge- in primavera e tingersi di colori sgargianti in au- neralmente in una o due pagine, le numerose tunno (naturalmente questo avviene solo per le informazioni legate all’esistenza di queste pian- latifoglie!), saranno un gratificante ed esclusivo te. La Valle d’Aosta è stata divisa in tre grandi premio per chi ha scelto di conoscerle. blocchi di tipo geografico: alta, media e bassa Buona visita! Valle, con l’intento di facilitare il lettore nella lo- calizzazione dei vari soggetti arborei trattati. Gli alberi singoli, le formazioni boschive, i parchi o gli arboreti, vengono indicati col nomignolo che comunemente li fanno riconoscere alla gen- te del luogo. Colori e simbologie hanno un filo logico, e le dovute spiegazioni sono contenute in legenda. Accanto alla foto di ogni esemplare CORRADO LETEY troviamo poi il nome botanico e la famiglia di Maresciallo del Corpo appartenenza della specie, i nomi italiani, fran- Forestale Valdostano cesi e in “patois” (dialetto valdostano di origine Responsabile del settore franco-provenzale). piante monumentali

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LEGGE REGIONALE nere, escluso il “Populus” ri verbali o scritti a speciali- 21 AGOSTO 1990, N. 50. ovunque radicati, che per sti di varie discipline. rarità, dimensioni, età o al- «TUTELA DELLE tre particolari caratteristiche Articolo 4 PIANTE MONUMENTALI» possono ritenersi monu- (Dichiarazione mentali. di monumentalità) IL CONSIGLIO REGIONALE 1. La misurazione del dia- 1. Qualunque cittadino o en- ha approvato; metro dei tronchi deve esse- te, attraverso apposita istan- re effettuata ad un’altezza di za indirizzata all’Assessora- IL PRESIDENTE centimetri 130 dal suolo ri- to regionale dell’Agricoltura, DELLA GIUNTA REGIONALE levata, nel caso in cui il ter- Foreste ed Ambiente Natu- promulga la seguente legge: reno sia inclinato, dalla par- rale, può proporre che siano te verso monte. dichiarate monumentali piante ritenute in possesso Articolo 1 Articolo 3 dei requisiti di cui all’art. 2. (Finalità) (Comitato per l’accertamen- 2. Le istanze di cui al primo 1. Con la presente legge la to dei requisiti delle piante) comma sono trasmesse dal- Regione Valle d’Aosta sotto- 1. L’accertamento circa il l’Assessorato regionale del- pone a particolare tutela le possesso, da parte delle l’Agricoltura, Foreste ed piante monumentali, radi- piante, dei requisiti di cui al- Ambiente Naturale al Comi- cate nel proprio territorio, l’art. 2, è effettuato da ap- tato di cui all’art. 3, corre- come definite dal successivo posito Comitato, …omissis… date di una relazione tecni- art. 2. 4. Il Comitato esprime pare- ca preliminare riportante le re vincolante, per la Giunta principali informazioni cir- Articolo 2 regionale, sulla dichiarazio- ca l’ubicazione e le caratte- (Definizione di piante ne di monumentalità delle ristiche delle piante oggetto monumentali) piante e la loro iscrizione nel della proposta, predisposta 1. Per le finalità di cui all’art. registro di cui all’art. 8, in- dal Servizio Selvicoltura, Di- 1 si considerano piante mo- dicando il valore delle pian- fesa e Gestione del Patrimo- numentali: te da iscrivere; esprime inol- nio Forestale. a) le piante, componenti re- tre parere vincolante, per la 3. L’inserimento delle pian- litte delle formazioni boschi- stessa Giunta, sull’abbattibi- te nel registro delle piante ve poste a protezione dei vil- lità delle piante monumen- monumentali di cui all’art. 8 laggi, aventi un’età minima tali, indicando quelle di è stabilito dalla Giunta re- di anni 200 ed un tronco maggior interesse scientifi- gionale con propria delibe- con diametro superiore a co di cui, dopo l’abbatti- razione, previa acquisizione centimetri 80; mento, deve essere preleva- del parere vincolante del Co- b) i castagni da frutto aven- to un campione di legno. mitato di cui all’art. 3 e sen- ti un tronco con diametro …..omissis…. tite, in merito, le osservazio- superiore a centimetri 100 e 6. Per l’espletamento dei ni del comune entro il cui una chioma vitale all’80%; compiti ad esso affidati il Co- territorio le piante sono ra- c) gli alberi di qualsiasi ge- mitato può richiedere pare- dicate; con la stessa delibe-

12 razione la Giunta regionale tera a) del primo comma re 1.500.000; stabilisce, su indicazione del dell’art. 2. c) per lesioni, anche di mo- Comitato di cui all’art. 3, il 2. Sugli alberi monumentali deste entità, su qualsiasi valore di ciascuna pianta. di proprietà della Regione, parte vegetativa viva, il pa- 4. Le piante radicate all’in- dei comuni e delle Consorte- gamento di una somma in terno di parchi cittadini o di rie gli interventi saranno di- denaro da Lire 100.000 a Li- giardini di proprietà di enti sposti d’ufficio, previa co- re 300.000. o di privati possono essere municazione informativa dichiarate monumentali sol- agli Enti richiamati. Articolo 8 tanto previa acquisizione 1. Sugli alberi monumentali (Registro regionale delle dell’assenso scritto del pro- di proprietà privata e sui ca- piante monumentali) prietario. stagni da frutto gli interven- 1. È istituito, presso l’Asses- ti sono subordinati alla sot- sorato regionale dell’Agricol- Articolo 5 toscrizione di una richiesta tura, Foreste ed Ambiente (Abbattimento di piante da parte dei proprietari. Naturale, il registro regiona- monumentali) le delle piante monumentali, 1. L’abbattimento delle pian- Articolo 7 ove sono conservate le sche- te monumentali protette ai (Sanzioni amministrative) de relative ai dati dendrome- sensi della presente legge 1. Ferma restando l’applica- trici, dendroauxometrici, deve essere autorizzato dal- zione delle pene previste morfologici, fitopatologici e la Giunta regionale con pro- dalle leggi statali e regionali altre importanti notizie con- pria deliberazione, previa in materia di taglio e dan- cernenti le singole piante. acquisizione del parere vin- neggiamento di piante, nei 2. Il registro regionale delle colante di cui al quarto com- confronti di chiunque dan- piante monumentali è con- ma dell’articolo 3. neggi le piante dichiarate servato presso il Servizio monumentali in base alla Selvicoltura, Difesa e Gestio- Articolo 6 presente legge sono previ- ne del Patrimonio Forestale, (Cura e straordinaria ste, ai sensi della legge 24 che provvede all’aggiorna- manutenzione delle piante novembre 1981, n. 689, mento delle relative schede, monumentali) concernente “Modifiche al previo rilievo biennale dei 1. Il servizio Selvicoltura, Di- sistema penale”, le seguenti dati di cui al primo comma. fesa e Gestione del Patrimo- sanzioni amministrative: 3. Ciascuna pianta monu- nio Forestale dell’Assesso- a) per il taglio o il grave dan- mentale viene iscritta nel re- rato dell’Agricoltura, Fore- neggiamento, il pagamento gistro di cui al primo comma ste ed Ambiente Naturale di una somma in denaro da con il valore ad essa attri- provvede alla cura ed alla Lire 1.500.000 a Lire buito dalla Giunta regionale straordinaria manutenzione 4.500.000; ai sensi del terzo comma delle piante dichiarate mo- b) per la riduzione della dell’art. 4 che costituisce ter- numentali e dei castagni da chioma o i danni alla cortec- mine di riferimento in caso frutto, anche se non monu- cia o all’apparato radicale, il di danneggiamento. … mentali purché aventi alme- pagamento di una somma in omissis… no il diametro di cui alla let- denaro da Lire 500.000 a Li-

13 COME LEGGERE LE SCHEDE DI QUESTO LIBRO

Il numero si riferisce Il nome della pianta è quello Il colore indica se la pianta è singola (verde scuro), alla numerazione con il quale è comunemente se si trova all’interno di un parco o giardino (rosso adottata nelle cartine conosciuto l’albero mattone), o se si tratta di una formazione boschiva presenti nel libro di protezione (verde oliva). Le schede dei Parchi e nella cartina sono in colore violetto. Questi colori corrispondono generale allegata a quelli utilizzati nella cartina allegata

La data indica La tabella riporta l’anno di registrazione i nomi botanici dell’esemplare e i nomi più comuni nel Registro delle 35 2001 delle varie specie, La Larse de Pré de l’Or Piante Monumentali la loro localizzazione della Valle d’Aosta e le condizioni di Specie: Larix decidua Miller proprietà VISITABILE Famiglia: pinaceæ Nome italiano: larice, larice europeo, larice comune La nota indica Le caratteristiche Nome francese: mélèze, mélèze d’Europe, mélèze commun se la pianta riportano la Nome patois: brènva, brenga, larse, large, De lérch è visitabile circonferenza ed il Comune: La Salle, località Pré de l’or o meno diametro misurati Altitudine s.l.m.: m 2.100 a 1,30 m di altezza Proprietà: comunale (Part. Ec. 102) (se non diversamente specificato), oltre CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE: all’altezza della pianta G CIRCONFERENZA: cm 408 G DIAMETRO: cm 129 e alla sua età presunta G ALTEZZA: m 25,5 G ETÀ: ca. 500 anni REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: I simboli che si Portamento, vetustà, caratterizzazione del luogo trovano accanto

I requisiti LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ alla foto indicano riportano le principali se si tratta di una ll’escursionista che, dal Col de Bard, scen- po lontano dalle vie d’esbosco carrozzabili. Inol- ragioni per le quali A de verso i villaggi alti di La Salle, dopo tre, la sua forma caratteristica e gradevole, non pianta singola: la pianta è stata neanche dieci minuti di discesa, gli si presenta era però il prototipo della classica pianta dalla un larice con dimensioni di tutto rispetto. Ma è quale ricavare del legname da opera, commer- dichiarata particolare soprattutto il suo portamento poli- cialmente più appetito, per cui fu fortunata- monumentale cormico; l’esemplare ha ben 5 fusti ben distin- mente risparmiata. Un altro aspetto curioso è di una pianta radicata ti che gli fanno assumere una forma a candela- legato al nome della località in cui vegeta il no- bro molto caratteristica. Probabilmente la stra- stro larice: Pré de l’or (prato dell’oro); pare non all’interno di un parco nezza è dovuta al fatto che la neve o i venti han- derivi dal fatto che in quella zona vi fossero dei o giardino: no rotto gli apici dell’albero, che ha reagito pro- filoni auriferi, ma perché la gente locale indi- ducendone altri laterali a quello spezzato, i qua- cava così le località marginali o le radure bo- Il commento li hanno a loro volta, assunto forma di fusti schive che possedevano un’erba appetitosa e principale. Pare che l’albero non sia mai stato sostanziosa per il bestiame, fino al punto da pa- riporta informazioni tagliato, non tanto per rispetto verso il suo par- ragonarle all’oro. oppure di una relative all’ubicazione ticolare portamento, ma perché si trovava trop- formazione boschiva alla morfologia di protezione: e ai vari aneddoti relativi ai soggetti arborei trattati 30

14 ELENCO DELLE PIANTE MONUMENTALI SUDDIVISE PER SPECIE

CONIFERE

1993 1 Abies cephalonica Loud. Parco Grand-Hôtel Billia SAINT-VINCENT

1993 1 Abies grandis Lindl. Plan Gorret COURMAYEUR

1993 1 Calocedrus decurrens (Torr.) Frorin Prariond, Villa Rosy

1993 1 Cedrus atlantica (Endl.) Carrière “glauca” Parco Passerin d’Entrèves CHÂTILLON

1993 1 Cedrus libani A. Richard Municipio CHALLAND-ST-ANSELME

1993 1 Cedrus deodara (D. Don) G. Don Municipio CHALLAND-ST-Anselme

1996 1 Ginkgo biloba L. via Piave AOSTA

1993 54 Larix decidua Mill. Arollaz

1993 42 Larix decidua Mill. Artalle RHÊMES-NOTRE-DAME

1993 87 Larix decidua Mill. Bien

1993 1 Larix decidua Mill. Grignes rosses

1994 31 Larix decidua Mill. Biuley CHALLAND-ST-VICTOR

1995 1 Larix decidua Mill. Gordzé BIONAZ

1997 1 Larix decidua Mill. Alpe Metz SARRE

2001 1 Larix decidua Mill. Pré de l’or LA SALLE

2000 39 Larix decidua Mill. Pont-Sec GRESSONEY-SAINT-JEAN

1994 1 Picea abies (L.) Karsten Golette COURMAYEUR

2000 22 Picea abies (L.) Karsten Pont-Sec GRESSONEY-SAINT-JEAN

2000 1 Pinus cembra L. Sopra Alpe Savoney FÉNIS

1993 1 Pinus pinaster Aiton Presso Chiesa parrocchiale

1993 1 Pinus pinea L. Biblioteca comunale PONT-SAINT-MARTIN

1993 2 Pinus wallichiana (excelsa) Jackson Giardini pubblici PONT-SAINT-MARTIN

2000 1 Pinus wallichiana (excelsa) Jackson Viéring

1993 1 Pseudotsuga menziesii (Mirbel) Franco “viridis” Plan Gorret COURMAYEUR

1993 1 Sequoiadendron giganteum (Lindl.) Buchh. Parco Baron Gamba CHÂTILLON

1993 1 Sequoiadendron giganteum (Lindl.) Buchh. Viéring CHAMPDEPRAZ

1993 1 Taxodium distichum (L.) Richard Parco Baron Gamba CHÂTILLON

15 ELENCO DELLE PIANTE MONUMENTALI SUDDIVISE PER SPECIE

1993 1 Taxus baccata L. Giardini pubblici PONT-SAINT-MARTIN

1993 1 Thuja plicata Donn Prariond, Villa Rosy ISSIME

1993 1 Tsuga heterophylla (Raf.) Serg. Tontinel ISSIME

LATIFOGLIE

1993 1 Acer campestre L. Castello di Quart QUART

1993 1 Acer platanoides L. Parco Passerin d’Entrèves CHÂTILLON

1993 1 Acer pseudoplatanus L. Parco Passerin d’Entrevès CHÂTILLON

1997 1 Acer pseudoplatanus L. Dégioz VALSAVARENCHE

2000 1 Acer pseudoplatanus L. Valleil TORGNON

2000 1 Acer pseudoplatanus L. Pont-Sec GRESSONEY-SAINT-JEAN

1993 1 Aesculus hippocastanum L. via Roma DONNAS

1993 1 Aesculus hippocastanum L. Chiesa di Tour d'Héréraz

1997 1 Buxus sempervirens L. Chiesa di San Pantaleone EMARÈSE

1993 1 Castanea sativa Mill. Derby LA SALLE

2000 1 Euonymus cornutus Hemsl. “Kalonimus” Viéring CHAMPDEPRAZ

1993 1 Fagus sylvatica L. Castello di Quart QUART

1993 6 Fagus sylvatica L. Parco Passerin d'Entrèves CHÂTILLON

2000 1 Fagus sylvatica L. Voisinal

1993 1 Fagus sylvatica L. ”pendula” Sede Comunità Montana ISSIME

1993 1 Fagus sylvatica “rubra” Parco Passerin d’Entrèves CHÂTILLON

1993 1 Fagus sylvatica L. ”rubra” viale Piemonte SAINT-VINCENT

1993 1 Fagus sylvatica L. ”rubra” Rue Ruette BRUSSON

1993 1 Fagus sylvatica L. ”tricolor” Centro Anziani PONT-SAINT-MARTIN

1993 1 Fraxinus excelsior L. Pessé PERLOZ

1994 1 Fraxinus excelsior L. Buthier

1993 2 Fraxinus excelsior L. Parco Passerin d’Entrèves CHÂTILLON

2000 1 Fraxinus excelsior L. Pont-Sec GRESSONEY-SAINT-JEAN

2001 1 Gleditsia triacanthos Parco Baron Gamba CHÂTILLON

2000 1 Ilex aquifolium L. Viéring CHAMPDEPRAZ

2000 1 Laburnum alpinum (Miller) Bercthold e Presl Château Verdun SAINT-OYEN

16 ELENCO DELLE PIANTE MONUMENTALI SUDDIVISE PER SPECIE

2000 1 Laurus nobilis L. Creston

1993 1 Ligustrum lucidum Ait. Centro Anziani PONT-SAINT-MARTIN

2000 1 Magnolia grandiflora L. Capoluogo VERRÈS

1993 1 Morus nigra L. Mazod

1993 1 Morus nigra L. Castello di Fénis FÉNIS

2001 1 Morus nigra L. Gimiod

1997 6 Olea europæa L. Priorato di S. Gilles VERRÈS

2000 2 Olea europæa L. Torille VERRÈS

1993 1 Platanus acerifolia (Aiton) Willd Arco d’Augusto AOSTA

1993 1 Platanus acerifolia (Aiton) Willd via Sant’Anselmo AOSTA

1993 1 Platanus acerifolia (Aiton) Willd Incrocio vie Billia e Marconi SAINT-VINCENT

1993 2 Platanus acerifolia (Aiton) Willd. P.le Caves Coopératives DONNAS

1997 1 Prunus dulcis (Miller) D.A. Webb viale Gran San Bernardo AOSTA

1994 1 Pyrus communis L. Rue Pasquier BRUSSON

2000 1 Pyrus communis L. Viéring CHAMPDEPRAZ

1993 1 Quercus petræa (Mattuschka) Liebl. Parco Passerin d’Entrèves CHÂTILLON

1997 1 Quercus pubescens Willd. Croix d’Oillan SAINT-DENIS

1993 1 Quercus robur L. Parco Passerin d’Entrèves CHÂTILLON

1993 1 Robinia pseudoacacia L. Piazza Vuillermin AOSTA

1996 1 Robinia pseudoacacia L. Piazza Abbé Henry COURMAYEUR

2000 1 Robinia pseudoacacia L. Lalex SARRE

1993 1 Sambucus nigra L. Le Pont LA SALLE

1993 1 Sophora japonica L. ”pendula” via Piave AOSTA

1993 1 Tilia platyphyllos Scop. Borgo di Sant’Orso AOSTA

1993 15 Tilia platyphyllos Scop. Parco Passerin d’Entrèves CHÂTILLON

1993 1 Ulmus laevis Pallas Prà PERLOZ

2001 1 Vitis vinifera L. “Petit rouge” Farys SAINT-DENIS

2000 1 Wisteria sinensis (Sims) Sweet Berriaz

SPECIE (COMPRESE VARIETÀ): n. 52 Esemplari singoli o situati all'interno di parchi e/o giardini: n. 105; Esemplari situati all'interno delle formazioni boschive: n. 276

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Le piante monumentali dell’ALTA VALLE (Scala 1:200.000) LEGENDA

1993 1 Larix decidua Mill. (54) – larice “LE BRENVE D’AROLLAZ” (Arollaz - VALGRISENCHE) 1993 2 Larix decidua Mill. (42) – larice “LE BRENVE DE ARTALLE” (Artalle - RHÊMES-NOTRE-DAME) 1993 3 Larix decidua Mill. (87) – larice “LA FLOTTA DE BIEN” (Bien - VALSAVARENCHE) 1993 13 Abies grandis Lindl. – abete gigante “L’ABETE GIGANTE DEL PARC ABBÉ HENRY” (Plan Gorret - COURMAYEUR) 1993 13 Pseudotsuga menziesii (Mirbel) Franco “viridis” – douglasia “IL DOUGLAS DEL PARC ABBÉ HENRY” (Plan Gorret - COURMAYEUR) 1996 22 Robinia pseudoacacia L. – robinia “LA ROBINIA DI PIAZZA HENRY” (Piazza Abbé Henry - COURMAYEUR) 1994 19 Picea abies (L.) Karsten – abete rosso “LO SAPEUN DE CORBETTA” (Golette - COURMAYEUR) 1993 1 Larix decidua Mill. – larice “LA LARSE DI GRIGNES ROSSES” (Grignes rosses - MORGEX) 2001 35 Larix decidua Mill. – larice “LA LARSE DE PRÉDEL’OR” (Pré de l’Or - LA SALLE) 1993 9 Sambucus nigra L. – sambuco nero “IL SAMBUCO DI LE PONT” (Le Pont - LA SALLE) 1993 2 Castanea sativa Mill. – castagno “LO TSAHAGNÈR DE DERBY” (Derby - LA SALLE) 1997 25 Acer pseudoplatanus L. – acero di monte “LO PLÔNO DE PREYET” (Dégioz - VALSAVARENCHE) 1994 15 Fraxinus excelsior L. – frassino “IL FRASSINO DI BUTHIER” (Buthier - COGNE) 1997 23 Larix decidua Mill. – larice “LA BRENVA DRÔLA DE METZ” (Alpe Metz - SARRE) 2000 20 Robinia pseudoacacia L. – robinia “LA GASÎE DE LALEX” (Lalex - SARRE) 2000 33 Laburnum alpinum (Miller) Bercthold e Presl maggiociondolo alpino “IL MAGGIOCIONDOLO DI CHÂTEAU VERDUN” (Château Verdun - SAINT-OYEN) LE FORMAZIONI BOSCHIVE DI PROTEZIONE

a prima do- foreste in una re- cumentazio- gione con l’orogra- L ne che trat- fia così difficile, ta di regolamenta- come è la Valle zione delle utilizza- d’Aosta. Bisogna zioni boschive nel- inoltre considera- la nostra regione, re quanto alto sia risale al 1255 e si stato il sacrificio riferisce al comune per gli abitanti, di Issogne. Questa nel dover rinun- forma di protezio- ciare a rifornirsi ne era legata so- di legname vicino prattutto al ruolo, a casa e, magari, esercitato da alberi e cespugli, di regima- recarsi ben più lontano per poterne taglia- zione delle acque nei periodi di piena, lun- re in zone non pericolose. I boschi aventi go le rive della Dora Baltea. Ma dobbiamo funzioni di protezione, venivano quindi andare al 1333 per trovare uno specifico banditi al taglio e le sanzioni per i tra- divieto di abbattimento, operato dai signo- sgressori erano molto alte. Ancora adesso ri di Quart, degli alberi radicati nei boschi troviamo diversi boschi che portano anco- posti al di sopra delle abitazioni che forni- ra il nome di quelli in cui era stato istitui- vano protezione contro le valanghe, sotto- to un banno al taglio: “Bois bannis “ o “Bois mettendo l’applicazione del banno alla vo- de ban”. La legge regionale 50/1990, tiene lontà della comunità. Nel 1480, la comunità conto di questa importante funzione eser- di , fu molto più precisa nello spe- citata dalla foresta, contro le valanghe, i cificare la localizzazione dei villaggi a ri- massi, le frane e l’acqua, individuando schio di caduta valanghe, con il conse- quelle formazioni boschive poste a prote- guente divieto di tagliare le piante nei bo- zione dei villaggi, le cui piante abbiano al- schi sovrastanti questi abitati. meno 200 anni di età e 80 cm di diametro. Questi pochi esempi ci fanno compren- Tra le molteplici foreste di protezione, il dere quanto sia stata importante, già 8 se- censimento ha finora classificato 5 tra le coli fa, la funzione protettiva che esercita- più rappresentative della regione, che ve- vano, ed ancor di più esercitano ora, le diamo di seguito elencate.

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1 Le Brenve d’Arollaz 1993

Specie: Larix decidua Miller VISITABILI Famiglia: pinaceæ Nome italiano: larice, larice europeo, larice comune Nome francese: mélèze, mélèze d’Europe, mélèze commun Nome patois: brènva, brenga, larse, large, De lérch

Comune: Valgrisenche, località Arollaz Altitudine s.l.m.: da 1900 m a 2250 m Proprietà: comunale (Part. Ec. 23)

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI (N. 54) G CIRCONFERENZA: cm 544 (max.) G DIAMETRO: cm 175 (max.) G ALTEZZA: m 29,5 (max.) G ETÀ: > 500 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, vetustà, storici

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

alendo lungo la strada interpoderale che bri chiamati anche arolla (da qui il nome del vil- S conduce al Rifugio de l’Epée, sulla destra laggio limitrofo al bosco); l’ipotesi è avvalorata orografica dell’alta Valgrisenche, dopo circa un dal fatto che sono presenti ancora alcuni vecchi chilometro, sulla nostra destra si staglia una esemplari di questa specie in zona e che la rin- maestosa formazione boschiva di larici. Questo novazione naturale in atto, sia composta preva- bosco è composto da centinaia di esemplari plu- lentemente da giovani piantine di pino cembro. risecolari (tra i quali ne sono stati censiti 56 con C’è da rimarcare che, intorno all’anno 1965, fu- caratteristiche di monumentalità – ora rimasti in rono fatti in questa località dei lotti boschivi che 54), posti a protezione del piccolo villaggio di prevedevano il taglio di numerosi larici plurise- Arollaz e dei villaggi sottostanti. Un comodo e pa- colari. Il consiglio comunale di Valgrisenche, pur noramico sentiero, che conduce sempre al Rifu- essendo proprietario della foresta e pur sapen- gio, percorre gran parte dell’area protetta ed è do che la vendita del legname avrebbe compor- quindi possibile ammirare in tutta la sua mae- tato un grosso introito per le casse del comune, stosità questo complesso boschivo. Probabil- si oppose a tale progetto evidenziando la priorità mente questa foresta anticamente non era com- protettiva di questo bosco. posta da soli larici ma, soprattutto, da pini cem-

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2 Le Brenve de Artalle 1993

Specie: Larix decidua Miller VISITABILI Famiglia: pinaceæ Nome italiano: larice, larice europeo, larice comune Nome francese: mélèze, mélèze d’Europe, mélèze commun Nome patois: brènva, brenga, larse, large, De lérch

Comune: Rhêmes-Notre-Dame, località Artalle Altitudine s.l.m.: da 1640 m a 1700 m Proprietà: Consorteria di Artalle-Brenan (n. 35) e privata (Sig. Anselmet Vittorio) (n. 7) (Part. Ec. 3)

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI (N. 42) G CIRCONFERENZA: cm 422 (max.) G DIAMETRO: cm 134 (max.) G ALTEZZA: m 32 (max.) G ETÀ: ca. 500 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, vetustà, storici

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

ituata sulla destra orografica della Valle di taglio dal 1.600, come possono dimostrare i 42 S Rhêmes, a poche decine di metri dalla stra- vetusti esemplari ancora rimasti di guardia. Le da regionale 24, questa imponente formazione dimensioni di queste piante, seppure notevoli, boschiva “difende” il piccolo abitato di Artalle non sono eccezionali, ma il contesto in cui ve- dalla caduta della valanga, denominata di Pes- getano ed il loro portamento le rendono anco- soud, da oltre quattro secoli. Notizie storiche e ra più impressionanti, se non irreali. Queste rilievi dendrometrici hanno infatti dimostrato particolarità hanno contribuito a stuzzicare che questo bosco, composto quasi esclusiva- l’immaginazione di scrittori e poeti che, in al- mente da larici e situato all’interno del Parco cune loro opere, hanno decantato questo straor- Nazionale del Gran Paradiso, è stato bandito al dinario luogo.

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3 La Flotta de Bien 1993

Specie: Larix decidua Miller VISITABILI Famiglia: pinaceæ Nome italiano: larice, larice europeo, larice comune Nome francese: mélèze, mélèze d’Europe, mélèze commun Nome patois: brènva, brenga, larse, large, De lérch

Comune: Valsavarenche, località Bien Altitudine s.l.m.: da 1630 m a 1750 m Proprietà: Consorteria “Flotta de Bien” (Part. Ec. 59)

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI (N. 87) G CIRCONFERENZA: cm 440 (max.) G DIAMETRO: cm 140 (max.) G ALTEZZA: m 31 (max.) G ETÀ: ca. 400 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, vetustà, storici

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uno spettacolo di colori e sensazioni, re- ridotte a 87, per il sopravvenuto schianto di due È carsi in autunno a visitare questa grande vetusti esemplari. Il termine dialettale “flotta”, formazione boschiva, posta a protezione dell’a- poco conosciuto ai giorni nostri, nella Valsava- bitato di Bien, sulla destra orografica della Val- renche è ancora comunemente usato per indi- savarenche, a poche decine di metri dalla stra- care un’estesa e fitta porzione di foresta. Gli da regionale 23. Le 89 piante aventi i requisiti esemplari arborei, siti nei confini del Parco Na- di monumentalità (ce ne sarebbero altre di zionale del Gran Paradiso, hanno notevoli di- eguali dimensioni poste più in alto, che però so- mensioni ed hanno un’età media di circa quat- no isolate e non formano gruppo), si sono ora trocento anni.

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13 IL PARCO ABBÉ JEAN-MARIE HENRY

Comune: Courmayeur, località Plan Gorret • Altitudine s.l.m.: 1.330 m • Proprietà: comunale

VISITABILE (gratuito) CENNI STORICI E LOCALIZZAZIONE DEL SITO l parco è sito in lo- alcuni arbusti pianta- calità Plan Gorret, ti a protezione latera- I sulla sinistra oro- le del giardino, che grafica di Cour- vengono citati nel suo mayeur, a monte del opuscolo dal titolo centro abitato. Vi si «Les jardins botani- accede dalla cittadina ques», nella parte a seguendo, per circa 1 lui dedicata: il ligu- Km, la strada comu- stro, il prugnolo, le nale che conduce in rose canina e pimpi- località Ermitage. Il nellifolia, il bianco- parco nasce sulle vestigia dell’antico Giar- spino, la lantana, la lonicera, ecc.. La recin- dino Botanico realizzato dall’Abbé Jean-Ma- zione ha però interessato una zona più va- rie Henry, che fu inaugurato, col nome di sta, sempre di proprietà comunale e con una “Jardin Henry”, il 22 luglio 1901, esibendo superficie superiore ai 13.000 mq, dando vi- oltre 400 varietà floreali, in seguito arric- ta ad un complesso boschivo che ha le ca- chito fino a 600 specie. Sfortunatamente l’A- ratteristiche di un parco (da qui il nuovo no- bate poté seguirlo solo per alcuni anni per- me datogli). Questo bel polmone verde, qua- ché, nel 1903, fu trasferito nella parrocchia si pianeggiante, racchiude una diversificata di Valpelline, distante oltre 60 Km da Cour- ed interessante vegetazione sia arborea che mayeur. Si sforzò ancora per due anni di pe- arbustiva, composta da oltre quaranta spe- regrinare per curare il “suo” giardino, ma al- cie forestali, per la maggior parte di prove- la fine dovette abbandonarlo. Questa inevi- nienza naturale, ad eccezione di quelle eso- tabile decisione rappresentò il preludio al tiche o non autoctone messe a dimora nel pe- completo abbandono del giardino, che co- riodo a cavallo tra le due Guerre Mondiali. minciò a coprirsi di erbacce per poi divenire Gli ultimi recenti lavori di «maquillage», so- sede di un vivaio di varie specie forestali ed no consistiti nell’effettuazione di mirate cu- infine per essere abbandonato del tutto. Nel re colturali alle specie botaniche presenti e 1987 l’area fu ripulita e recintata e le pian- nell’aggiornamento dell’etichettatura. La te vegetanti furono identificate con delle tar- sentierazione è stata completamente riatta- ghette poste ai piedi dei fusti delle stesse. Si ta, così come sono stati ripristinati e valo- procedette inoltre ad effettuare l’impianto di rizzati i resti del vecchio muro che contene- una decina di specie non presenti. Del «Jar- va il giardino e, nello stesso tempo, è stata din Henry», che aveva un’estensione di cir- sostituita ed ampliata la recinzione perime- ca 1.200 mq, poco o nulla è rimasto; si in- trale del parco. All’entrata dello stesso è po- travedono parte dei muri a secco perimetra- sizionata una pensilina contenente la carto- li, oltre ad un cippo senza iscrizioni eretto in grafia dell’area e le prescrizioni da seguire onore del religioso. Sono ancora evidenti per una sua corretta fruizione.

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P ARCO ABBÉ J.-M. HENRY

13 L’Abete Gigante 1993

Specie: Abies grandis Lindl. Famiglia: pinaceæ Nome italiano: abete gigante, abete di Vancouver Nome francese: sapin de Vancouver

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE: G CIRCONFERENZA: cm 215 G DIAMETRO: cm 68 G ALTEZZA: m 38 G ETÀ: ca. 60 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Rarità, grandezza e tipicizzazione del sito

NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto raro abete nordamericano, pur l’antico Giardino Botanico realizzato dall’Abbé Q avendo dimensioni già interessanti, ha Jean-Marie Henry, in seguito trasformato a vi- tutte le potenzialità per crescere ancora di mol- vaio forestale. È stato scelto il rappresentante to. È facilmente visibile, in quanto svetta una di maggiori dimensioni di questo gruppo di con- ventina di metri ad est del douglas citato in al- simili, formato da una decina di individui che tra scheda, presso il perimetro est del parco. vegetano molto appressati, dando l’impressio- Anche questo esemplare è stato piantato, ma ne, da lontano, di formare una sola chioma. una decina di anni dopo il douglas, sui resti del-

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P ARCO ABBÉ J.-M. HENRY

13 Il Douglas 1993

Specie: Pseudotsuga menziesii (Mirbel) Franco “viridis” Famiglia: pinaceæ Nome italiano: douglas, douglasia, abete di Douglas Nome francese: douglas, sapin de Douglas

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE: G CIRCONFERENZA: cm 276 G DIAMETRO: cm 88 G ALTEZZA: m 34 G ETÀ: ca. 70 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Rarità, grandezza e tipicizzazione del sito

NOTIZIE & CURIOSITÀ

molto probabilmente il più grosso douglas questa specie, ora ridotti a pochi esemplari per È conosciuto nella nostra regione ed essen- il taglio di alcuni concorrenti e lo schianto, lo do ancora giovane, potrà sicuramente raggiun- scorso inverno per una bufera di vento, di un gere dimensioni ragguardevoli, come lo dimo- altro douglas che fortunatamente non ha cau- strano i suoi decisi incrementi diametrici (oltre sato danni. La sua chioma, prima un pò asim- 5 cm di circonferenza all’anno). Vegeta nel lato metrica per effetto della concorrenza, si sta a sud del parco, proprio al centro dell’ex “Jardin poco a poco equilibrando, rendendolo decisa- Henry”, accanto ad un gruppetto di individui di mente maestoso.

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22 La Robinia di Piazza Henry 1996

Specie: Robinia pseudoacacia L. VISITABILE Famiglia: leguminoseæ Nome italiano: robinia, acacia, falsa acacia, gaggia Nome francese: robinier, faux-acacia, acacia commun Nome patois: gasîe, gasia

Comune: Courmayeur, località Piazza Abbé Henry Altitudine s.l.m.: m 1.224 Proprietà: comunale

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 227 G DIAMETRO: cm 72 G ALTEZZA: m 17 G ETÀ: ca. 115 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Storici, portamento, caratterizzazione del luogo

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto notevole esemplare di robinia è lo- necessario posizionare un tirante di sostegno a Q calizzato sul lato sud della piazza Abbé circa metà tronco, ancorato alle fondazioni del- Henry a Courmayeur centro, vicino alla Chiesa la Chiesa, proprio per garantirne la stabilità. Di parrocchiale. Si trova racchiuso tra il muro di questa pianta si hanno già tracce alla fine del sostegno della piazza ed una scalinata, per cui secolo scorso, in quanto appare su stampe raf- ha faticato ad affermarsi e lo dimostra il suo figuranti la suddetta piazza. Col passare del portamento fuori asse, che comunque lo rende tempo, è diventata un pò il simbolo della citta- caratteristico e suggestivo. Viste le problemati- dina turistica sita ai piedi del Monte Bianco. che connesse al suo sito d’impianto, si è reso

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19 Lo Sapeun de Corbetta 1994

Specie: Picea abies (L.) Karst. o Picea excelsa (Lam) Link VISITABILE Famiglia: pinaceæ Nome italiano: abete rosso, peccio, abete di Moscovia, pezzo Nome francese: épicéa, pesse, épicéa commun, sapin rouge, sapin de Norvège, sapin du roi, sapin élevé Nome patois: pesse, sapeun, pèhe, pessa, petsa, De tannò

Comune: Courmayeur, località Golette Altitudine s.l.m.: 1.340 m Proprietà: privata (Sig. COSSON Lorenzino)

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI: G CIRCONFERENZA: cm 336 G DIAMETRO: cm 107 G ALTEZZA: m 28 G ETÀ: > 250 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento, storici, dimensioni, paesaggistiche

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

ercorrendo una strada poderale per circa persone, veniva adoperato come provvisorio fie- P 1 Km, a monte della frazione Dolonne in nile nel corso delle passate fienagioni (si rac- comune di Courmayeur, oppure scendendo con conta che poteva contenere oltre 20 “balloni” di gli sci dalla nuova pista di rientro che parte dal- fieno). “Lo sapeun de Corbetta” è il nomignolo la località Chécrouit, ci troviamo di fronte ad un dato a questo abete rosso per ricordare il suo maestoso esemplare di abete rosso colonnare. antico proprietario. Curiosamente questa spe- L’albero, cresciuto isolato per lungo tempo, ha cie nella Valdigne viene chiamata “sapeun”, no- mantenuto verdi i suoi rami fino a terra for- me che starebbe piuttosto ad indicare un abete mando una volta di ca. 12 m di diametro che, bianco, a differenza del resto della regione, ove oltre a servire come sicuro riparo ad animali e viene comunemente chiamato “pesse”.

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1 La Larse di Grignes Rosses 1993

Specie: Larix decidua Miller VISITABILE Famiglia: pinaceæ Nome italiano: larice, larice europeo, larice comune Nome francese: mélèze, mélèze d’Europe, mélèze commun Nome patois: brènva, brenga, larse, large, De lérch

Comune: Morgex, località Grignes Rosses Altitudine s.l.m.: m 1.910 Proprietà: comunale (Part. Ec. 89)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE: G CIRCONFERENZA: cm 505 G DIAMETRO: cm 161 G ALTEZZA: m 30 G ETÀ: > 1000 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Unicità di forma e grandezza del tronco

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

aestoso esemplare che troneggia in un giunge il nostro esemplare in circa mezz’ora. Il M bosco misto di conifere abbastanza rado. tempo totale di percorrenza a piedi si aggira Vi si accede lasciando l’autovettura in località sulle 2 ore. Delle piante monumentali della no- Villair di Morgex, proseguendo quindi a piedi stra regione, delle quali si sia potuto risalire al- lungo la strada interpoderale che conduce al- l’età, questo larice è sicuramente uno dei più l’Alpe Licony. Raggiunta la località Plancham- longevi, in quanto supera i mille anni. Nel 1994 ps, sulla sinistra si imbocca un facile sentiero è stato tagliato un abete rosso che si appoggia- dove è posizionata una freccia che indica la via va sullo stesso ed è stata sistemata l’area circo- per raggiungere il larice. Per mezzo di questo, stante l’albero ed il sentiero. costeggiando un ripido costone boscato, si rag-

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35 La Larse de Pré de l’Or 2001

Specie: Larix decidua Miller VISITABILE Famiglia: pinaceæ Nome italiano: larice, larice europeo, larice comune Nome francese: mélèze, mélèze d’Europe, mélèze commun Nome patois: brènva, brenga, larse, large, De lérch

Comune: La Salle, località Pré de l’or Altitudine s.l.m.: m 2.100 Proprietà: comunale (Part. Ec. 102)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE: G CIRCONFERENZA: cm 408 G DIAMETRO: cm 129 G ALTEZZA: m 25,5 G ETÀ: ca. 500 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento, vetustà, caratterizzazione del luogo

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

ll’escursionista che, dal Col de Bard, scen- po lontano dalle vie d’esbosco carrozzabili. Inol- A de verso i villaggi alti di La Salle, dopo tre, la sua forma caratteristica e gradevole, non neanche dieci minuti di discesa, gli si presenta era però il prototipo della classica pianta dalla un larice con dimensioni di tutto rispetto. Ma è quale ricavare del legname da opera, commer- particolare soprattutto il suo portamento poli- cialmente più appetito, per cui fu fortunata- cormico; l’esemplare ha ben 5 fusti ben distin- mente risparmiata. Un altro aspetto curioso è ti che gli fanno assumere una forma a candela- legato al nome della località in cui vegeta il no- bro molto caratteristica. Probabilmente la stra- stro larice: Pré de l’or (prato dell’oro); pare non nezza è dovuta al fatto che la neve o i venti han- derivi dal fatto che in quella zona vi fossero dei no rotto gli apici dell’albero, che ha reagito pro- filoni auriferi, ma perché la gente locale indi- ducendone altri laterali a quello spezzato, i qua- cava così le località marginali o le radure bo- li hanno a loro volta, assunto forma di fusti schive che possedevano un’erba appetitosa e principale. Pare che l’albero non sia mai stato sostanziosa per il bestiame, fino al punto da pa- tagliato, non tanto per rispetto verso il suo par- ragonarle all’oro. ticolare portamento, ma perché si trovava trop-

30 9 Il Sambuco di Le Pont 1993

NON VISITABILE (facilmente visibile dal cancello) Specie: Sambucus nigra L. Famiglia: caprifoliaceæ Nome italiano: sambuco nero, sambuco comune Nome francese: sureau noir, sureau à fruits noirs Nome patois: chaou, savis, sambus nér, sambu nér, tsambis nér, Holdéernò

Comune: La Salle, località Le Pont Altitudine s.l.m.: m 910 Proprietà: Istituto Pia Società Figlie di San Paolo

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 163 (rilevata a 1,00 m di altezza) G DIAMETRO: cm 52 (rilevato a 1,00 m di altezza) G ALTEZZA: m 8 G ETÀ: ca. 250 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni e tipicizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

aestoso esemplare, per la specie, a por- ad una casaforte medioevale, di notevole pre- M tamento arboreo ed ancora coltivato per gio architettonico, purtroppo ora cadente. Lo si l’utilizzo dei frutti dalle Suore Paoline, proprie- può ammirare, da dietro un cancello, in frazio- tarie dell’albero. In primavera i profumati fiori ne Le Pont del comune di La Salle che si rag- sono impiegati per la preparazione di un aro- giunge svoltando dalla strada statale 26, all’al- matico sidro, mentre le bacche autunnali ven- tezza della Stazione ferroviaria, in prossimità gono trasformate in deliziose confetture. Vege- del bivio che conduce al capoluogo dell’omoni- ta all’interno di un piccolo giardino adiacente mo comune.

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2 Lo Tsahagnèr de Derby 1993

Specie: Castanea sativa Mill. VISITABILE Famiglia: fagaceæ Nome italiano: castagno, castagno comune Nome francese: châtaignier, châtaignier commun Nome patois: tsatagnì, tsahagné, tsahagnèr tchahtagné, èbbro

Comune: La Salle, località Derby Altitudine s.l.m.: 830 m Proprietà: comunale

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE: G CIRCONFERENZA: cm 764 G DIAMETRO: cm 243 G ALTEZZA: m 27 G ETÀ: ca. 500 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento, dimensioni, vetustà

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

l’unico castagno da frutto, oltretutto di di- Questo fatto ha riscontro solo nella memoria È mensioni eccezionali, ancora presente a storica, essendosi perso ogni documento atte- monte della frazione Derby di La Salle. Lo si stante la cosa. Nel 1994 è stato sottoposto a dra- raggiunge a piedi, percorrendo per circa 100 m stici interventi di potatura e rivitalizzazione, in una strada poderale. Non è stato tagliato, pro- quanto il “cancro corticale” e la rottura di gros- babilmente per la sua maestosità, anche se van- se branche in seguito a nevicate abbondanti, lo daliche tracce di colpi d’ascia, si riscontrano an- avevano ridotto in precarie condizioni vegeta- cora alla base dello stesso. Su questa pianta vi- tive. L’anno seguente l’area circostante la pian- ge ancora il “diritto di legnatico”, da parte del- ta è stata ripulita e recintata e sono state posi- la popolazione, delle parti secche o stroncate, zionate due panche in legno ai suoi lati. Questo mentre un tempo la pianta, pur vegetando su esemplare è inoltre segnalato su pubblicazioni proprietà comunale risultava di proprietà pri- nazionali concernenti gli alberi di particolare vata perché impiantata ed innestata da privati. interesse.

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25 Lo Plôno de Preyet 1997

Specie: Acer pseudoplatanus L. VISITABILE Famiglia: aceraceæ Nome italiano: acero di monte, platano falso, acero-fico, loppone Nome francese: érable sycomore, érable faux platane Nome patois: plano, plôno, pléno, piéno, pierno, Der ahòre

Comune: Valsavarenche, località Dégioz Altitudine s.l.m.: m 1.540 Proprietà: privata (Condominio “Preyet”)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 243 G DIAMETRO: cm 77 G ALTEZZA: m 16,5 G ETÀ: > 200 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento, vetustà, storici

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto bell’acero di monte, si staglia impo- chioma è piena e voluminosa. È una pianta mol- Q nente a monte della strada regionale 23 to conosciuta e amata dagli abitanti di Dégioz, che attraversa la località Dégioz, capoluogo del- viene comunemente chiamato “Lo plôno de la Valsavarenche. È situato a valle del nucleo Preyet”, in quanto è stato impiantato nell’ulti- storico di case della frazione (da alcune stam- mo decennio del XVIII sec. per commemorare pe del 1880 tratte dal libro “Album d’un alpini- il decesso di un bambino appartenente a que- ste”, si nota l’albero isolato sotto l’abitato). Ha sta famiglia. un fusto possente, è ancora molto vitale e la sua

33 15 Il Frassino di Buthier 1994

VISITABILE Specie: Fraxinus excelsior L. (chiedere permesso ai proprietari) Famiglia: oleaceæ Nome italiano: frassino, frassino comune, frassino europeo Nome francese: frêne, frêne commun, frêne élevé Nome patois: fréno, lou fréno, fròino, fràtchen, Der esch

Comune: Cogne, località Buthier Altitudine s.l.m.: m 1.570 Proprietà: privata (Sig. GRAPPEIN Apollinaire)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 448 (rilevata a 1,00 m di altezza) G DIAMETRO: cm 143 (rilevato a 1,00 m di altezza) G ALTEZZA: m 23 G ETÀ: ca. 250 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, portamento, storici e paesaggistici

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

randioso esemplare, di ottimo portamen- Grappein”, medico condotto di Cogne nella pri- G to e buono stato vegetazionale, nonostan- ma metà del 1800 e antenato degli attuali pro- te l’età avanzata. Svetta imponente in un cura- prietari. Vi si accede attraversando, dal capo- to giardino, tra le case del piccolo villaggio di luogo, il famoso «Prato di Sant’Orso» ed il pon- Buthier, di interesse storico e architettonico ed ticello sul torrente Grand-Eyvia. A poca distan- è probabilmente loro coetaneo. Questo villaggio za dal frassino, vegeta inoltre un bell’esempla- ha dato i natali e la dimora al famoso “Dottor re di pino cembro.

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23 La Brenva Drôla de Metz 1997

Specie: Larix decidua Miller VISITABILE Famiglia: pinaceæ Nome italiano: larice, larice europeo, larice comune Nome francese: mélèze, mélèze d’Europe, mélèze commun Nome patois: brènva, brenga, larse, large, De lérch

Comune: Sarre, località Alpe Metz Altitudine s.l.m.: m 1.760 Proprietà: privata (Sigg.ri BAL Maurizio e Cesare)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 182 G DIAMETRO: cm 58 G ALTEZZA: m 10 G ETÀ: > 300 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento e tipicizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

l visitatore che percorre la strada interpo- chioma rotondeggiante sorretta da numerosi ra- A derale, tra i bei pascoli delle due Alpi di mi ascendenti che la fanno confondere con una Metz (dette di Bionaz e di Frassy), appare un al- latifoglia. Probabilmente questo curioso porta- bero isolato una cinquantina di metri sotto la mento è derivato dal fatto che l’esemplare, nel- stessa. Non è nè grande, nè millenario, ma è la sua fase giovanile di crescita, sia stato perio- strano! Da qui il nomignolo in patois, “La bren- dicamente brucato sugli apici, dalle mandrie va drôla de Metz”, dato a questo stranissimo la- che regolarmente pascolano queste praterie du- rice, che proprio non vuole assomigliare ai suoi rante l’estate. La si può ammirare percorrendo consimili. Difatti ha un portamento molto di- la strada interpoderale che, da Lin Blanc in co- verso dai parametri morfologici della specie, mune di Aosta, raggiunge la Tzà di Metz, sotto avendo una forma abbastanza tozza, con una le pendici della punta Chaligne.

35 20 La Gasîe de Lalex 2000

Specie: Robinia pseudoacacia L. Famiglia: leguminoseæ Nome italiano: robinia, acacia, falsa acacia, gaggia VISITABILE Nome francese: robinier, faux-acacia, acacia commun (chiedere permesso ai proprietari) Nome patois: gasîe, gasia

Comune: Sarre, località Lalex, 1 Altitudine s.l.m.: m 640 Proprietà: privata (Sig. BAL Maurizio)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 292 G DIAMETRO: cm 93 G ALTEZZA: m 18 G ETÀ: ca. 300 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, portamento, storici, caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

ra le robinie dichiarate monumentali in giungere uno dei più bei manieri valdostani, il T Valle d’Aosta, questa è forse la più impo- castello di Sarre, che dista solo alcune centinaia nente. Il suo maestoso tronco e l’elegante por- di metri dalla robinia. Le condizioni vegetative tamento fanno di questo vetusto esemplare un dell’esemplare appaiono ancora buone, sebbe- tutt’uno con lo splendido complesso cascina-ca- ne regolarmente si debba intervenire per eli- sa padronale, ora parzialmente adibiti ad agri- minare qualche ramo che secca. È facilmente turismo. Le recinzioni murarie della proprietà visibile, sulla destra salendo da Aosta, dalla lo racchiudono, ma non lo nascondono alla vi- strada statale 26, prima del bivio per la Valle di sta, sul lato sud. Le sue larghe branche aperte, Cogne. sembra vogliano indicare la strada per rag-

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33 Il Maggiociondolo di Château Verdun 2000

Specie: Laburnum alpinum (Miller) Bercthold e Presl Famiglia: papilionaceæ Nome italiano: maggiociondolo alpino, citiso alpino, avorniello di monte Nome francese: cytise alpin, cytise des Alpes, aubour, cytise Nome patois: arbor, albòr, ambòr, Hänngelò VISITABILE

Comune: Saint-Oyen, via Flassin, 1 Altitudine s.l.m.: m 1.335 Proprietà: Canonici Regolari della Casa Ospitaliera del Gran-San-Bernardo

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 275 G DIAMETRO: cm 88 G ALTEZZA: m 6,5 G ETÀ: ca. 150 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, portamento, caratterizzazione del sito, storici

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

l maggiociondolo di Château Verdun è un al- ta Château Verdun, è stata successivamente adi- I tro “pezzo forte” dei nostri alberi monumen- bita a Casa Ospitaliera, funzione che ricopre tut- tali. Quando, nel marzo dell’anno 2000, è stato tora. La pianta, sino a circa 10 anni or sono si scoperto l’esemplare, a prima vista non si pen- trovava all’interno di un orto ma, in seguito al- sava fosse un maggiociondolo, perché le sue di- la creazione di un posteggio, l’albero si è trova- mensioni sono veramente imponenti e perché to isolato. Alcuni necessari interventi di den- questa specie non è affatto comune in questa drochirurgia hanno riportato la pianta in con- vallata con clima freddo e ventoso, come lo stes- dizioni smaglianti, e questa li ha ripagati con so nome in patois ce lo ricorda: Coumba Freida. un’abbondante fioritura che si manifesta verso L’esemplare, dal portamento tozzo ma possen- metà giugno. Lo si può ammirare, lasciando, pri- te, è stato piantato molto probabilmente duran- ma dell’abitato di Saint-Oyen, la strada statale te la fase di restauro della vicina e bellissima 27 del Gran San-Bernardo, per imboccare via “Ferme de Saint-Oyen”, avvenuto nel 1859 ad Flassin e raggiungere dopo alcune centinaia di opera dei Canonici del Gran San Bernardo. Que- metri, sulla sinistra, il maestoso edificio col suo sta sede di azienda agricola-foresteria chiama- maggiociondolo.

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Le piante monumentali della MEDIA VALLE (Scala 1:200.000) LEGENDA

2000 21 Fagus sylvatica L. – faggio “IL FAGGIO DI VOISINAL” (Voisinal - OYACE) 1995 20 Larix decidua Mill. – larice “LA BRENVA FOULA DI GORDZÉ” (Gordzé - BIONAZ) 1997 17 Prunus dulcis (Miller) D.A. Webb – mandorlo “IL MANDORLO DI VIALE GRAN SAN BERNARDO” (viale Gran San Bernardo - AOSTA) 1993 7 Sophora japonica L. ”pendula” – sofora “LA SOFORA DI PALAZZO REGIONALE” (via Piave - AOSTA) 1996 21 Ginkgo biloba L. – gingo “LA GINKGO DI PALAZZO REGIONALE” (via Piave - AOSTA) 1993 4 Robinia pseudoacacia L. – robinia “LA ROBINIA DEL PONTE DI PIETRA” (Piazza Vuillermin - AOSTA) 1993 3 Tilia platyphyllos Scop. – tiglio nostrano “IL TIGLIO DI SANT’ORSO” (Borgo di Sant’Orso - AOSTA) 1993 5 Platanus acerifolia (Aiton) Willd – platano “IL PLATANO DELL’ARCO D’AUGUSTO” (Arco d’Augusto - AOSTA) 1993 6 Platanus acerifolia (Aiton) Willd – platano “IL PLATANO DI VIA SANT’ANSELMO” (via Sant’Anselmo - AOSTA) 1993 12 Fagus sylvatica L. – faggio ”IL FAGGIO DEL CASTELLO DI QUART” (Castello di Quart - QUART) 1993 12 Acer campestre L. – acero campestre “L’ACERO CAMPESTRE DEL CASTELLO DI QUART” (Castello di Quart - QUART) 1993 8 Morus nigra L. – gelso nero “IL GELSO DI MAZOD” (Mazod - NUS) 1993 9 Morus nigra L. – gelso nero “IL GELSO DEL CASTELLO” (Castello di Fénis - FÉNIS) 2000 29 Pinus cembra L. – pino cembro “L’AROLLA DEL SAVONEY” (Sopra Alpe Savoney - FÉNIS) 1997 24 Quercus pubescens Willd. – roverella “LO TZËNO DI PARTISAN” (Croix d’Oillan - SAINT-DENIS) 2001 36 Vitis Vinifera L. “Petit-rouge” – vite, var. Petit-rouge “LA VITE DI FARYS” (Farys - SAINT-DÉNIS) 2001 34 Morus nigra L. – gelso nero “LO MÔN-Ô DE GIMIOD” (Gimiod - PONTEY) 1993 10 Sequoiadendron giganteum (Lindl.) Buchh. – sequoia gigante “LA SEQUOIA DEL BARON GAMBA” (Parco Baron Gamba - CHÂTILLON) 1993 10 Taxodium distichum (L.) Richard – cipresso calvo “IL CIPRESSO CALVO DEL BARON GAMBA” (Parco Baron Gamba - CHÂTILLON) 2001 10 Gleditsia triacanthos – spino di Giuda “LO SPINO DI GIUDA DEL BARON GAMBA” (Parco Baron Gamba - CHÂTILLON) 1993 11 “IL PARCO DEL CASTELLO PASSERIN D’ENTRÈVES” (Rue Gervasone - CHÂTILLON) 2000 30 Acer pseudoplatanus L. – acero di monte “LO PLÉNODEVALLEIL” (Valleil - TORGNON) 1993 2 Abies cephalonica Loud. – abete greco “L’ABETE GRECO DEL GRAND-HÔTEL BILLIA” (Parco Grand-Hôtel Billia - SAINT-VINCENT) 1993 10 Platanus acerifolia (Aiton) Willd – platano “IL PLATANO DEL CASINÒ“ (Incrocio vie Billia e Marconi - SAINT-VINCENT) 1993 1 Fagus sylvatica L. ”rubra” – faggio “IL FAGGIO ROSSO DI VIALE PIEMONTE” (viale Piemonte - SAINT-VINCENT) 1997 18 Buxus sempervirens L. – bosso “IL BOSSO DELLA CHIESA” (Chiesa di San Pantaleone - EMARÈSE) 21 Il Faggio di Voisinal 2000

Specie: Fagus sylvatica L. Famiglia: fagaceæ Nome italiano: faggio, faggio comune VISITABILE Nome francese: hêtre, fau, fayard, foyard (chiedere permesso ai proprietari) Nome patois: fayar, faé, fayé, lou fayì, fayì, fô, D’buechò

Comune: Oyace, località Voisinal Altitudine s.l.m.: m 1.240 Proprietà: privata (Sig.ra FAVRE Nelly)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 304 G DIAMETRO: cm 97 G ALTEZZA: m 23 G ETÀ: >100 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

on ha dimensioni eccezionali, non è una mente raggiungere delle proporzioni ancora più N pianta esotica, sebbene il luogo in cui ve- “monumentali”. Percorrendo la strada regionale geta non faccia parte del suo areale regionale, 28, che si inerpica lungo i tornanti di questo ri- ma questo bel faggio rappresenta per la picco- dente comune della Valpelline, si svolta sulla si- la frazione del comune di Oyace e per i suoi pro- nistra seguendo l’indicazione della frazione Voi- prietari, un riferimento ed un simbolo di affe- sinal, e si raggiunge un piccolo piazzale, dal zione. Anche se ha oltrepassato il secolo, pos- quale è possibile ammirare la pianta, radicata siede una straordinaria vitalità e potrà sicura- una ventina di metri più a valle.

40 20 La Brenva Foula di Gordzé 1995

Specie: Larix decidua Miller VISITABILE Famiglia: pinaceæ Nome italiano: larice, larice europeo, larice comune Nome francese: mélèze, mélèze d’Europe, mélèze commun Nome patois: brènva, brenga, larse, large, De lérch

Comune: Bionaz, località Gordzé Altitudine s.l.m.: m 2.080 Proprietà: privata (Sig.re BLANC Pierina e Lea)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 513 G DIAMETRO: cm 163 G ALTEZZA: m 23,5 G ETÀ: > 500 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, vetustà, portamento e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

agnifico esemplare di larice, che vegeta altri esemplari ormai ingialliti. Da questa par- M in uno dei più suggestivi valloni della Val- ticolarità, dovuta molto probabilmente al fatto pelline, conosciuto anche per il grandioso sbar- che può approvvigionarsi d’acqua in profondità, ramento che forma la Diga di Place Moulin, uno trae probabilmente origine il simpatico nomi- degli invasi di maggior portata in Europa. È at- gnolo donatogli: “La brenva foula”. Molte leg- torniato da altri vetusti esemplari della stessa gende accompagnano l’esistenza di questo cu- specie e da una catena montuosa imponente e rioso albero, alcune foriere di sinistri presagi affascinante. Svetta maestoso nei pressi del bel ed altre più tranquillizzanti. È rilevante far no- sentiero che, da Prarayer, conduce al Rifugio tare che, all’inizio del XX° secolo, una lingua del Aosta, nella località denominata Gordzé. L’au- ghiacciaio delle Grandes Murailles, ora ritira- tunno lo vede, ancora verde, distinguersi dagli tosi di alcuni chilometri, lambisse la pianta.

41 17 Il Mandorlo di viale Gran San Bernardo 1997

Specie: Prunus dulcis (Mill.) D.A. Webb. VISITABILE Famiglia: rosaceæ Nome italiano: mandorlo Nome francese: amandier, amandier commun Nome patois: mandolì, mandoulì, mandolé, mandouléi, mandoulic, mandouléc

Comune: Aosta, viale Gran San Bernardo Altitudine s.l.m.: m 610 Proprietà: privata (Sig.ra TURCOTTI Piera)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 218 (rilevata a 1,00 m di altezza) G DIAMETRO: cm 70 (rilevato a 1,00 m di altezza) G ALTEZZA: m 10,5 G ETÀ: > 300 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento,dimensioni, vetustà

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

i troviamo di fronte ad un maestoso e sin- dei passanti fino ad alcuni anni or sono, quan- C golare esemplare di mandorlo. Questa spe- do fu abbattuto un alto muro di cinta in pietra, cie, ora abbastanza rara, fino a pochi decenni che lo nascondeva parzialmente, per costruire fà era molto comune nella collina di Aosta, lun- un’abitazione. Ora, dopo le imponenti cure di go i soleggiati vitigni. La sua caratteristica prin- rivitalizzazione a cui è stato sottoposto, fa bel- cipale (e sovente di questa specie), oltre alle di- la mostra di sé sul lato sud della strada statale mensioni decisamente imponenti, è la torsione 27 del Gran San Bernardo, ca. 400 m dopo l’in- a spirale che assume il fusto principale, che lo crocio tra le due strade statali, all’altezza del- rende un esemplare veramente unico. Questo l’Ospedale regionale di Aosta. splendido albero è stato «nascosto» alla vista

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7 La Sofora di Palazzo Regionale 1993

Specie: Sophora japonica L. “pendula” Famiglia: leguminoseæ Nome italiano: sofora, robinia del Giappone Nome francese: sophora

Comune: Aosta, via Piave (lato est Palazzo Regionale) VISITABILE Altitudine s.l.m.: m 583 Proprietà: Amministrazione Regionale

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 151 G DIAMETRO: cm 48 G ALTEZZA: m 7,5 G ETÀ: ca. 135 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Forma, dimensioni e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto secolare esemplare, probabilmente gli anni ’40, quando si decise di costruire il pa- Q il primo della specie introdotto nella no- lazzo dell’Amministrazione Regionale in quella stra regione , ha un portamento molto singola- zona; difatti vennero attuati degli accorgimenti re avendo dei lunghi rami contorti che si incur- progettuali affinché la stessa potesse vegetare vano verso il basso e che donano, in estate, un indisturbata. La nostra pianta monumentale è senso di dolcezza e pienezza della chioma, ed radicata sul lato est del Palazzo Regionale, vici- in inverno, una visione abbastanza spettrale vi- no a “La ginkgo di Palazzo Regionale” descrit- ste le sue forme arcuate e irregolari. La pianta ta in altra scheda, e precisamente in via Piave, doveva già essere rappresentativa alla fine de- nel centro della città.

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21 La Ginkgo di Palazzo Regionale 1996

Specie: Ginkgo biloba L. VISITABILE Famiglia: ginkgoaceæ Nome italiano: ginkgo, gingo Nome francese: arbre aux 40 écus

Comune: Aosta, via Piave (lato est Palazzo Regionale) Altitudine s.l.m.: m 583 Proprietà: Amministrazione Regionale

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 178 G DIAMETRO: cm 57 G ALTEZZA: m 18 G ETÀ: ca. 55 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Rarità e tipicizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

l nostro esemplare, molto raro in Valle d’Ao- bili, che raggiungono gli ovuli attraverso una I sta, ha delle buone dimensioni, che potran- pellicola di acqua. Ha un caratteristico foglia- no senz’altro divenire ben presto rimarchevo- me ricadente, composto da foglie a forma di li, vista la sua giovane età ed i forti incrementi ventaglio che in autunno, prima di cadere, di- diametrici. Questa specie, può essere definita ventano color ambra. La sua posizione a ridos- un “fossile vivente”, in quanto è un relitto del- so delle vetrate sul lato est del Palazzo Regio- le foreste primordiali asiatiche ed ha caratteri- nale, la rendono caratteristica e curiosa. Vege- stiche uniche anche per il tipo di fecondazione, ta presso “La sofora di Palazzo Regionale”, de- la quale avviene mediante cellule maschili mo- scritta in altra scheda.

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4 La Robinia del Ponte di Pietra 1993

Specie: Robinia pseudoacacia L. VISITABILE Famiglia: leguminoseæ Nome italiano: robinia, acacia, acacia spinosa, gaggia Nome francese: robinier, faux acacia, acacia commun Nome patois: gasîe, gasia

Comune: Aosta, Piazza Vuillermin Altitudine s.l.m.: m 580 Proprietà: comunale

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 196 G DIAMETRO: cm 62 G ALTEZZA: m 6 G ETÀ: ca. 250 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

a robinia del Ponte di Pietra”, perché ve- ratteristica principale è data dall’accentuata in- “L geta vicino al famoso ponte romano del- clinazione del fusto (oltre 45°) e dalle variegate la città o “La robinia di Peri”, per ricordare il forme che il legno cariato del fusto ha assunto. suo antico proprietario; così viene comune- Come già accennato sopra, il caratteristico al- mente chiamato il nostro ultracentenario esem- bero vegeta isolato sul lato sud-est della picco- plare. Mancano dati storici riguardanti il suo la Piazza Vuillermin, adiacente a Corso Ivrea, impianto, ma si può ipotizzare che sia uno dei nella zona est della città, sulla sponda sinistra primi esemplari della specie piantati o rinno- orografica del torrente Buthier. vatisi naturalmente nella regione . La sua ca-

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3 Il Tiglio di Sant’Orso 1993

Specie: Tilia platyphyllos Scop. VISITABILE Famiglia: tiliaceæ Nome italiano: tiglio nostrano, tiglio semplice Nome francese: tilleul à grandes feuilles, tilleul à larges feuilles, tilleuil de Hollande Nome patois: teuille, teuil, tieul, téil, De léndéboum

Comune: Aosta, Borgo di Sant’Orso Altitudine s.l.m.: m 583 Proprietà: comunale

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 460 G DIAMETRO: cm 147 G ALTEZZA: m 17 G ETÀ: ca. 450 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Valenza storica, dimensioni e caratterizzazione del sito.

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

l “Tiglio di Sant’Orso” è praticamente il sim- vinoso temporale gli amputò un ramo intero ri- I bolo della città di Aosta e degli alberi monu- velando la carie interna al secolare fusto. A ta- mentali della regione . La storia di questo le proposito, un giornale locale “Le Flambeau” straordinario esemplare si perde nella notte dei scrisse: “Già lo scorso anno un ramo del tiglio tempi, in quanto fu piantato tra il 1530 e il è stato schiantato ma, la settimana scorsa, un 1550, per sostituire un altro patriarca “L’albe- temporale senza precedenti gli strappò un se- ro di Sant’Orso”, un olmo vecchio di quasi 500 condo ramo. In quel giorno, ci fu una intermi- anni, schiantatosi per “…contrarietatem et tur- nabile processione verso la piccola piazza di bolentiam ventorum…” nel 1529 (J.A. DUC – Sant’Orso. Quasi tutti gli abitanti di Aosta si so- Histoire de l’Eglise d’Aoste). L’esistenza di que- no recati a visitare il venerabile malato e ren- sta pianta è costellata da tante infelici vicissitu- dere una testimonianza di dispiacere e di dolo- dini, soprattutto nell’ultimo secolo. Nell’estate re…”. Nell’autunno del 1972, per ulteriori sca- del 1938, fu abbassato di ca. 70 cm il livello del- vi archeologici, si dovette intervenire su altre la piazza ed al tiglio furono tagliate le grosse ra- radici, alla profondità di 2 m, sui lati nord e ove- dici che, a detta di un testimone oculare, si pro- st. Nel settembre del 1996, un altro grosso ra- traevano per una decina di metri sia verso nord mo si è rotto, nella parte alta della chioma, ri- che verso est e sud. Nel 1950 cadde una gros- velando, anche in questo caso, l’estesa carie in- sa branca e nel luglio del 1951 la furia di un ro- terna.

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3 Il Tiglio di Sant’Orso 1993

Dal 1980 in poi, la pianta è stata costante- Vegeta nell’omonima piazza, antistante il mente sottoposta a periodici interventi di rivita- complesso gotico (campanile, collegiata e chio- lizzazione ed è stato necessario puntellarla per stro di Sant’Orso) di elevato valore architetto- assicurarne la stabilità. L’aiuola circostante il ti- nico e storico e presso i resti della chiesa pa- glio, è stata recintata per evitare l’eccessivo cal- leocristiana di San Lorenzo, di forma crucifor- pestìo del suo apparato radicale, oltre ad impe- me e risalente al V° sec. d.C.. Vi si accede a pie- dire ai visitatori di arrampicarsi sullo stesso. di, da Piazza Arco d’Augusto, imboccando via L’esemplare, dal 1924 è considerato Monu- Sant’Anselmo e svoltando dopo ca. 200 m, a de- mento Nazionale ed è citato nelle più famose stra nella via Sant’Orso, dove ci appare, in tut- pubblicazioni sulle piante monumentali. ta la sua maestosità, l’esemplare.

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5 Il Platano dell’Arco d’Augusto 1993

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE Specie: Platanus acerifolia (Aiton) Willd. G CIRCONFERENZA: cm 440 G Famiglia: platanaceæ DIAMETRO: cm 140 G ALTEZZA: m 24 Nome italiano: platano, platano comune G ETÀ: > 200 anni Nome francese: platane commun Nome patois: plano, platane VISITABILE Comune: Aosta, presso Arco d’Augusto Altitudine s.l.m.: m 578 Proprietà: comunale

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

semplare di notevoli dimensioni e con por- racchiudente il più famoso monumento cittadi- E tamento maestoso ed equilibrato, messo a no: l’Arco d’Augusto. Periodicamente la sua dimora alcuni secoli or sono. È straordinaria la chioma viene potata e contenuta, sia per ridur- resistenza e robustezza di questa specie, in re il pericolo di rottura dei rami e sia per valo- quanto pur avendo facile predisposizione ai rizzare “l’arco di trionfo”. Il platano gli fa da at- marciumi (il nostro esemplare ha una cavità nel tenta sentinella, coperto come è dalle grandi re- fusto basale superiore al metro di diametro, ora sponsabilità derivate dal fatto di essere l’unico completamente risanata), non dà alcun segno valido esemplare vegetale a difesa dello stesso. di cedimento. Anzi, numerosi calli di cicatriz- Si trova nella zona est di Aosta ed è raggiungi- zazione dimostrano la rinnovata forza e vitalità bile da una variegata rete di strade. della pianta. Vegeta nel lato nord dell’aiuola

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6 Il Platano di via Sant’Anselmo 1993

Specie: Platanus acerifolia (Aiton) Willd. VISITABILE Famiglia: platanaceæ Nome italiano: platano, platano comune Nome francese: platane commun Nome patois: plano, platane

Comune: Aosta, imbocco di via Sant’Anselmo Altitudine s.l.m.: m 578 Proprietà: comunale

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 322 G DIAMETRO: cm 103 G ALTEZZA: m 22 G ETÀ: > 200 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto bel platano è probabilmente coeta- bocco di via Sant’Anselmo. Lo si raggiunge fa- Q neo col consimile e limitrofo esemplare si- cilmente mediante la fitta rete stradale esisten- tuato presso l’Arco d’Augusto. Le sue dimen- te nella parte est della città che si concentra ver- sioni sono però leggermente inferiori, anche se so il sopraccitato Arco. Anche lui, come l’altro i suoi margini di crescita paiono ancora buoni. platano, deve essere periodicamente potato per L’albero vegeta all’interno di un’aiuola rialzata, ridurne l’imponente chioma e limitare i rischi circa 50 m a ovest dell’Arco d’Augusto, all’im- di rottura dei rami.

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12 IL PARCO DEL CASTELLO DI QUART

Comune: Quart, località Castello • Altitudine s.l.m.: m 760 • Proprietà: Amministrazione regionale

VISITABILE (gratuito)

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ l poderoso castello di Quart è costitui- lino ad acqua e di una grande fonderia, si- to da fabbricati di epoche diverse, che tuata un po’ più a monte. Oltre al faggio e I formano il borgo rurale e la fortezza, all’acero campestre dichiarati monumen- quest’ultima edificata nel 1185 dalla fa- tali, anche un ippocastano di bel porta- miglia Sancti Oursi. Annette anche un pic- mento ed un frassino, vegetano in questo colo ma grazioso parco, nel quale sono sta- giardino posto a sud-ovest del castello, fuo- te piantate oltre un secolo fa, alcune pian- ri dalle cinta murarie, presso un’antica va- te degne di nota. Il maniero appartenne, fi- sca d’irrigazione perfettamente conserva- no al 1378, alla famiglia dei Quart, poi ai ta. Vi si accede dalla strada comunale che, Savoia ed è ora di proprietà dell’Ammini- dal Villair di Quart, raggiunge le frazioni strazione Regionale, la quale sta proce- alte dello stesso comune. Appena supera- dendo al difficile recupero dello stesso, es- to l’abitato di Vallerod, in corrispondenza sendo stato oggetto nel tempo, di incurie e di un tornante, la presenza di un posteggio trafugamenti di tutto il mobilio e altri ar- ci indica dove lasciare l’autoveicolo e pro- redi. L’attuale struttura risale al XV°-XVI° seguire per circa 100 m a piedi, attraver- sec.. Intorno al castello, oltre al torrentel- sando un vecchio e caratteristico ponte in lo, incassato in un inquietante orrido, si pietra che scavalca la Comba di Mary e che possono ammirare i resti di un vecchio mu- ci introduce nell’affascinante sito.

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P ARCO DEL CASTELLO DI QUART

12 Il Faggio 1993

Specie: Fagus sylvatica L. Famiglia: fagaceæ Nome italiano: faggio, faggio comune Nome francese: hêtre, fau, fayard, foyard Nome patois: fayar, faé, fayé, lou fayì, fayì, fô, D’buechò

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 333 G DIAMETRO: cm 106 G ALTEZZA: m 26 G ETÀ: ca. 120 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Unicità e caratterizzazione del sito

NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto bel faggio, sicuramente di prove- de forniscono una salutare ombra quando, in Q nienza artificiale, non è molto vecchio ma estate, le temperature della zona sono torride. ha ancora margini di crescita notevoli, seppu- Fino alla costruzione della recinzione perime- re superi già il metro di diametro e viva in una trale del parco, avvenuta una decina di anni fa, zona non troppo favorevole a questa specie, a era consuetudine vedere il bestiame della ca- causa delle gelate tardive ricorrenti nella me- scina del castello ripararsi sotto la sua grande dia e alta Valle d’Aosta. Le sue poderose fron- chioma.

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P ARCO DEL CASTELLO DI QUART

12 L’Acero Campestre 1993

Specie: Acer campestre L. Famiglia: aceraceæ Nome italiano: acero campestre, acero oppio, loppo, chioppo, testucchio. Nome francese: érable champêtre Nome patois: plôno, pléno, piéno, lou piéno

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 194 G DIAMETRO: cm 62 G ALTEZZA: m 15 G ETÀ: ca. 120 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Rarità, portamento e caratterizzazione del sito

NOTIZIE & CURIOSITÀ

n autunno, gli sfolgoranti gialli arancioni di eventualità, si ipotizza che questa strana e spet- I questo imponente acero contrastano magni- tacolare deformazione sia dovuta ad un uso non ficamente coi rosso dorati del limitrofo faggio. propriamente spartano a cui è stata sottoposta I due esemplari sono separati da una antica va- la pianta in tempi passati, e cioè nell’essere cer- sca d’irrigazione, che ha contribuito a dare lo- chiata da un collare in ferro a cui venivano le- ro tanta vitalità e possenza. Il nostro acero ha gati i cavalli, costringendo così il fusto a reagi- un portamento maestoso ed è sicuramente il re in questa maniera. Non si è certi che la fa- rappresentante più grande di questa specie pre- scia metallica sia poi stata tolta e che la stessa sente in Valle d’Aosta. Il suo tronco, a circa un sia stata successivamente inglobata dall’accre- metro di altezza, si “rigonfia”, dando la perce- scimento legnoso. zione di essere innestato. Escludendo questa

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8 Il Gelso di Mazod 1993

Specie: Morus nigra L. VISITABILE Famiglia: moraceæ Nome italiano: gelso nero, gelso comune, moro nero Nome francese: mûrier noir Nome patois: morì, môé, meuya, môn-ô, môral, moâ, mourôn

Comune: Nus, località Mazod Altitudine s.l.m.: m 547 Proprietà: comunale

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 270 G DIAMETRO: cm 86 G ALTEZZA: m 10 G ETÀ: ca. 400 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Vetustà e tipicizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

are che questo imponente esemplare di gel- cappella dedicata alla Madonna nera e la so- P so nero, sia stato piantato nella stessa epo- praddetta costruzione. Durante l’estate, mi- ca di costruzione della limitrofa casa, allora adi- gliaia di more mature cadono sull’asfalto, co- bita a Monastero. Su una pietra, presso l’entrata lorandolo di un viola intenso simile all’inchio- della costruzione, è difatti inciso l’anno 1603. stro. Il gelso è raggiungibile percorrendo la L’albero in questione, molto elegante ed strada comunale che, da via Martinet, prose- ancora estremamente vigoroso, vegeta e gue in località Forges e attraversa lo stretto “riempie” la piccola piazza della frazione Ma- abitato di Mazod per giungere proprio su que- zod, in comune di Nus, presso una graziosa sto piccolo spiazzo.

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9 Il Gelso del Castello 1993

Specie: Morus nigra L VISITABILE Famiglia: moraceæ Nome italiano: gelso nero, gelso comune, moro nero Nome francese: mûrier noir Nome patois: morì, môé, meuya, môn-ô, môral, moâ, mourôn

Comune: Fénis, località Castello di Fénis Altitudine s.l.m.: m 547 Proprietà: Amministrazione Regionale

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 196 G DIAMETRO: cm 62 G ALTEZZA: m 4 G ETÀ: ca. 250 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Vetustà e tipicizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

i questo secolare gelso, non si hanno dati ti trovati e asportati chiodi, collari con borchie, D precisi sull’età, tranne la certezza che alla punzoni, ecc., che venivano probabilmente usa- fine del XIX° sec., prima della costruzione del- ti per attaccare i cavalli. I resti di questo mo- la strada di accesso al castello, esistesse un via- numento vegetale si trovano, come già ricorda- le alberato con doppia fila di gelsi, che collega- to sopra, presso un altro grande monumento, il va l’entrata principale del maniero con la stra- castello di Fénis, che tutti conoscono perché il dina del lato ovest. Purtroppo non è rimasto che più importante della regione . Il gelso può es- questo esemplare, le cui condizioni vegetative sere raggiunto percorrendo la stradina sul lato sono sempre più precarie, anche se viene co- est del maniero, che conduce alla maestosa en- stantemente tenuto sotto controllo e curato. Le trata principale. Fénis si trova sulla destra oro- parti vitali rimaste sono minime, ma non han- grafica della Valle centrale e vi si accede dal- no impedito il ricaccio di alcuni promettenti pol- l’autostrada (casello di Nus) o dalla strada sta- loni, immediatamente protetti e sostenuti. Al- tale 26, dopo circa 1 Km. l’interno del fusto, cavo e ben visibile, sono sta-

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29 L’Arolla del Savoney 2000

Specie: Pinus cembra L. VISITABILE Famiglia: pinaceæ Nome italiano: pino cembro, arolla, cirmolo, cembro, cirmo Nome francese: pin cembro, arole, pin cebrot, alvier, auvier Nome patois: arolla, aroula, arôla, D’òarbò

Comune: Fénis, località sopra Alpe Savoney Altitudine s.l.m.: m 2.170 Proprietà: Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 270 G DIAMETRO: cm 86 G ALTEZZA: m 12,5 G ETÀ: > 400 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Vetustà, portamento, caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

lcune ore di camminata, nella splendida riamente la pianta era bicormica, ma antiche A Val Clavalité e nel vallone di Savoney (o tracce d’ascia evidenziano il taglio di uno dei Medzove), sono ulteriormente ripagate dalla vi- due fusti a circa un metro dal colletto. Malgra- sta di questo straordinario patriarca. Il solita- do abbia subìto questa violenza e le proibitive rio cembro vegeta sopra una roccia esposta che condizioni atmosferiche del luogo, continua te- si colloca appena sotto il sentiero, a metà stra- nacemente ad aggrapparsi alla solida roccia ed da tra l’alpe Savoney ed il lago di Medzove (o alla vita ed è un punto di riferimento per tutti Margueron). Praticamente tutto il suo appara- quanti transitano in questo vallone rimasto an- to radicale è superficiale, sviluppandosi per 5,3 cora integro. m da un lato e per 4,5 metri dall’altro. Origina-

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24 Lo Tzéno di Partisan 1997

Specie: Quercus pubescens Willd. VISITABILE Famiglia: fagaceæ Nome italiano: roverella, quercia lanuginosa Nome francese: chêne pubescent, chêne truffier, chêne blanc Nome patois: tséno blan, tséno môntan, rouvò, rô, Eiche, Di tscheechnu

Comune: Saint-Denis, località Croix d’Oillan Altitudine s.l.m.: m 1.190 Proprietà: privata (Sig. LETTRY Mario)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 270 G DIAMETRO: cm 86 G ALTEZZA: m 14 G ETÀ: > 300 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, portamento, vetustà, storici, caratterizzazione del luogo

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

er essere una roverella, il nostro esempla- principali sono possenti e sorreggono un’ampia P re è veramente imponente. Difatti svetta chioma che, sicuramente, è servita da rifugio a maestoso, in località Croix d’Oillan del comune molti passanti e pastori. Da notizie apprese, vie- di Saint-Denis, presso l’antica mulattiera che ne riferito che l’albero plurisecolare era il pun- unisce il fondovalle al Col Saint-Pantaléon e sui to di ritrovo per i partigiani della zona e, tal- bordi dei pianeggianti e verdi prati rimessi re- volta, veniva usato come bersaglio nel tiro a se- centemente a piena coltura dai lavori di bonifi- gno. Le pesanti nevicate del dicembre 2000, ca agraria e accorpamento fondiario. La pian- hanno provocato estese ferite alla sua chioma, ta può anche essere raggiunta dalla Strada Re- per cui è stato necessario effettuare un pronto gionale 12, per mezzo di una stradina podera- intervento di risanamento dei rami spezzati, al le, a valle dell’abitato di Del (un cartello indica- fine di ridargli la sua originaria bellezza in bre- tore ne segnala il percorso). Il fusto ed i rami ve tempo.

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36 La Vite di Farys 2001

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Specie: Vitis vinifera L. “Petit-rouge” Rarità, vetustà, storici, dimensioni Famiglia: vitaceæ Nome italiano: vite, varietà petit-rouge o piccolo rosso (1877, Bollettino viticolo) Nome francese: vigne, variété petit-rouge VISITABILE Nome patois: vis, variètou picciou oriou o oriou picciou o picciou rodzo Comune: Saint-Denis, località Farys Altitudine s.l.m.: m 628 Proprietà: privata (Sig. DENABIAN Sergio)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 81 (rilevata alla base del fusto) G DIAMETRO: cm 26 (rilevato alla base del fusto) G ALTEZZA: m 5 ca. G ETÀ: > 300 anni

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uando il tecnico viticolo dell’Institut Agrico- logia dell’Università di Milano, a cui sono stati Qle Régional, Dott. Moriondo, mi ha segna- sottoposti i suoi germogli, hanno confermato l’ap- lato e portato a vedere questa vite, ho capito che partenenza dell’esemplare a questo vitigno au- anche una pianta rampicante poteva avere un toctono tipico della nostra regione, abbondante- valore monumentale. A parte le sue dimensioni, mente diffuso nei vigneti del centro Valle, tra non riscontrabili altrove nella nostra regione e Saint-Vincent e . La vite sarà al più presto difficilmente al di fuori di questa, la sua esisten- liberata dalla fastidiosa concorrenza esercitata za plurisecolare ed il fatto che è sopravvissuto al- da alcune piante cresciute disordinatamente at- la falcidìa provocata dal terribile afide fillossera, torno alla stessa ed il pergolato verrà rinforzato tra la seconda metà del 1800 e la prima del 1900, per offrirgli un meritato “bastone” per la vec- fanno di questo maestoso esemplare di vitigno chiaia. Vegeta addossata ad una vecchia abita- autoctono di “Petit rouge” un monumento vege- zione rurale, poche decine di metri sopra la piaz- tale intriso di storia e tradizioni. L’età ed il par- za di questa caratteristica frazione collinare espo- ziale abbandono lo hanno un pò debilitato ma, sta a mezzogiorno e attorniata da vigneti e albe- sorretto dal pergolato eretto anticamente a sua ri da frutto. Si raggiunge imboccando la ripida forma di coltura, riesce ancora prodigiosamente stradina comunale, presso la stazione ferrovia- ogni anno a produrre qualche grappolo d’uva. Le ria di , indi si prosegue per alcuni chi- analisi del D.N.A., svolte dal Dipartimento di Bio- lometri seguendo le indicazioni stradali.

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34 Le Môn-ô de Gimiod 2001

Specie: Morus nigra L. VISITABILE Famiglia: moraceæ Nome italiano: gelso nero, gelso comune, moro nero Nome francese: mûrier noir Nome patois: morì, môé, meuya, môn-ô, môral, moâ, mourôn

Comune: Pontey, località Gimiod Altitudine s.l.m.: m 917 Proprietà: privata (Sig.ra LAVOYER Maria Emilia)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 250 G DIAMETRO: cm 80 G ALTEZZA: m 6 G ETÀ: ca.300 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Vetustà, portamento, storici, paesaggistici

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

ccome se lo sente, il peso degli anni, que- prevenire un dannoso costipamento del terre- E sto maestoso gelso incurvatosi da alcuni no. I visitatori possono raggiungere il vegliar- decenni, perché le sue radici non riuscivano più do, lasciando la strada regionale 10 presso il a sorreggerlo. Grazie alle amorevoli cure pre- ponte sul torrente Molinaz, poco oltre la chiesa stategli dalla proprietaria e da suo fratello, è parrocchiale, proseguendo lungo il torrente e riuscito a resistere sorretto da puntelli in legno svoltando a sinistra lungo la stada interpode- che sono le sue provvidenziali grucce. È stato rale che, dopo circa 1 chilometro, lascia il po- dichiarato monumentale da poco tempo ed ora sto al sentiero che si inerpica fino alla località si sta facendo il possibile per aiutarlo a resiste- denominata Gimiod (il tempo occorrente per la re al tempo e agli acciacchi: diversi puntelli con salita a piedi è di circa 1 ora). Il gelso è situato collari in ferro sono stati piazzati per sorregge- pochi metri a est della vecchia casa rurale che re il suo gigantesco fusto e le sue larghe bran- sta per essere completamente ristrutturata con che, mentre una recinzione in legno lo attornia l’ausilio di una teleferica. per evitare che qualcuno salga sull’albero e per

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10 IL PARCO BARON GAMBA

Comune: Châtillon, località Cret de Breil • Altitudine s.l.m.: m 509 • Proprietà: regionale

VISITABILE (gratuito – custodito – aperto dalle ore 9 alle ore 19)

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ l Parco del castello Baron Gamba è uno maniero. Agli inizi del secolo scorso, nel degli spazi verdi, alternati a gruppi di parco sono state piantate e si possono tut- I piante, più grande della nostra regio- tora ammirare, molte specie esotiche ed ne. È situato in una zona molto panorami- autoctone. Troviamo faggi, tigli, ippoca- ca all’imbocco della , nella stani, cedri, tassi, pini neri e strobi, aceri, località denominata Cret, poco distante oltre alle tre dichiarate monumentali, del- dalla scuola alberghiera regionale e dal le quali si danno di seguito informazioni campo di calcio locale. L’area è ben cura- più complete. Sembra che gli alberi siano ta ed è aperta al pubblico, molto numero- giunti in loco per via ferrata intorno al so soprattutto in estate quando la famosa 1884 (la ferrovia giunse ad Aosta nel squadra di calcio della Juventus effettua 1886). Il parco si raggiunge, lasciando la il ritiro pre-campionato. Il castello, edifi- strada statale 26 appena oltre il bivio per cio di maniera realizzato nel 1911 dalla la Valtournenche (se si proviene dalla bas- famiglia Gamba, su progetto dell’ing. Sa- sa Valle) per accedere nell’abitato di Breil roldi, è una possente costruzione, ora in dove, dopo alcune centinaia di metri, si corso di ristrutturazione assieme alle bel- svolta a sinistra, e ci si trova di fronte al- le scuderie localizzate sul lato nord del l’entrata principale dello stesso.

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P ARCO BARON GAMBA

10 La Sequoia 1993

Specie: Sequoiadendron giganteum (Lindl.) Buchh. Famiglia: taxodiaceæ Nome italiano: sequoia gigante, wellingtonia, albero mammut Nome francese: séquoia géant

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 680 G DIAMETRO: cm 217 G ALTEZZA: m 36 G ETÀ: ca. 120 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Grandezza e caratterizzazione del sito

NOTIZIE & CURIOSITÀ

l maestoso esemplare, vegeta tra il castello e cresce con impressionante vigore, dando l’im- I le scuderie, nel lato sud-est della grande area pressione di voler ben presto raggiungere la “ri- verde. Si staglia imponente in una posizione vale” del Parco di Villa Binel a Champdepraz, molto esposta e panoramica, anche se battuta che ha qualche centimetro di diametro in più dai venti della Valle centrale e di quella del Cer- ma anche qualche problema vegetazionale. Al- vino. Arrivando da Aosta la si può notare già a cuni anni orsono è stata costruita intorno all’e- diversi chilometri di distanza. La pianta, anco- semplare una recinzione, per preservarlo dal ra giovane, è in ottime condizioni vegetative e calpestìo dei numerosi visitatori.

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P ARCO BARON GAMBA

10 Il Cipresso Calvo 1993

Specie: Taxodium distichum (L.) Richard Famiglia: taxodiaceæ Nome italiano: cipresso calvo, cipresso di palude Nome francese: cyprès chauve

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 230 G DIAMETRO: cm 73 G ALTEZZA: m 24,5 G ETÀ: ca. 120 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Unicità e grandezza

NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto raro esemplare di conifera decidua, continuo e indispensabile apporto idrico che la Q vegeta nell’estremità ovest del parco. Si limitrofa sorgente sotterranea le fornisce. Di- staglia imponente ed è facilmente visibile an- fatti questa strana conifera decidua nordame- che dagli automobilisti, nell’estremità dell’area ricana, possiede delle strane radici aeree a for- che costeggia l’entrata della prima galleria sul- ma di cupola, chiamate pneumatofori, che per- la strada statale 26, provenendo da Aosta. In mettono alla pianta di vivere tranquillamente Valle d’Aosta non si conoscono esemplari di in luoghi anche allagati e respirare per mezzo questa specie così grandi; la nostra pianta ha di queste. ancora grosse possibilità di crescita, grazie al

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P ARCO BARON GAMBA

10 Lo Spino di Giuda 2001

Specie: Gleditsia triacanthos L. Famiglia: leguminoseæ Nome italiano: spino di Giuda, acacia spinosa, triacanto Nome francese: févier

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 250 G DIAMETRO: cm 80 G ALTEZZA: m 18 G ETÀ: ca. 120 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, portamento, caratterizzazione del luogo

NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesta acacia spinosa, di notevoli dimen- alla base del fusto è stata recentemente risana- Q sioni, è difficilmente reperibile nella no- ta, dandole la possibilità di riprendere le sue stra regione. Il nostro esemplare è un raro cul- normali condizioni vegetative. Si situa nella par- tivar sprovvisto di spine, appositamente sele- te ovest dell’area verde, presso un gruppo di ce- zionato per essere piantato in luoghi frequen- dri dell’Atlante e altre piante. tati dalle persone. Una carie abbastanza estesa

62 11 IL PARCO DEL CASTELLO PASSERIN D’ENTRÈVES

Comune : Châtillon, via Gervasone • Altitudine s.l.m.: m 543 • Proprietà: privata (cont. Claudia Passerin D’Entrèves)

VISITABILE (gratuito - custodito - il castello ed il giardino storico non sono aperti al pubblico)

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto straordinario parco è sito nel fettuata la completa ricostruzione del ma- capoluogo di Châtillon, a monte del- niero e la messa a dimora di nuovi alberi Q la Chiesa parrocchiale, ed è parte in- nel parco, in quanto i precedenti furono tegrante dell’omonimo castello e dell’annes- completamente abbattuti e destinati a fo- so giardino storico rinascimentale di stile catico dagli invasori. francese. Paola di Challant, così veniva chia- La storia del castello di Châtillon ha ini- mata la nobildonna, dopo aver restaurato zio presumibilmente all’epoca romana, con il castello, mise mano alla sistemazione l’insediamento di un “castrum”, ossia ac- del parco costruendo, tra l’altro, una nuo- campamento, da cui è derivato poi il nome va strada di accesso fiancheggiata da due del paese di Châtillon. filari di tigli e di faggi (da qui il nome co- Il parco, come il giardino ed il castel- nosciuto di “viale dei tigli e dei faggi”). lo, assunsero l’attuale conformazione a Dimostrò inoltre di avere non soltanto partire dal 1706. Infatti, grazie alla vo- delle brillanti iniziative per ciò che ri- lontà di Paolina Solaro di Govone, sposa guardava il fabbricato ed il parco ma, di Giorgio Francesco di Challant, venne ef- avendo la passione dei fiori, fece disegna-

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11 IL PARCO DEL CASTELLO PASSERIN D’ENTRÈVES

re e realizzare un delizioso giardino alla sitatore possa ancora rendere loro omag- francese, diviso in due settori, a ponente gio. Anche un tiglio del viale è stato stron- del castello “ornandolo di graziose aiuole cato da un uragano nella primavera del di bosso, nel cui mezzo vengono coltivati i 1998. fiori…”. Oltre alla legge regionale 21 agosto Grazie ad una intesa tra l’Ammini- 1990, n. 50 “Tutela delle piante monu- strazione Regionale e la proprietaria del mentali”, che crea i presupposti per un’a- castello, è stato possibile dichiarare mo- zione più incisiva nella salvaguardia, cu- numentali ben 32 piante radicate all’in- ra e valorizzazione del capitale arboreo, terno del parco. bisogna sottolineare che il parco, il giar- Ora le stesse si sono ridotte a 29, in dino ed il castello, sono inoltre vincolati quanto si è reso necessario l’abbattimen- dalla legge 29 giugno 1939, n. 1497 “Pro- to di due maestosi faggi, contraddistinti tezione delle bellezze naturali” e dalla leg- coi numeri 21 e 25, deperiti in maniera ir- ge 1 giugno 1939, n. 1089 “Tutela delle co- reversibile. Degli stessi si è voluta rimar- se di interesse artistico o storico”. care la presenza, mantenendo in piedi Il parco è stato oggetto di molti inter- parte degli imponenti fusti, affinché il vi- venti e sistemazioni dirette dal Corpo Fo- restale Valdostano. Nell’inverno 1992/1993 quasi tutte le piante monumentali, oltre ad altre limi- trofe che necessitavano di cure, furono sot- toposte a decisi interventi di potatura e di dendrochirurgia, nell’intento di rivitaliz- zarle. Ora, a distanza di quasi 10 anni si può affermare che l’obiettivo è stato raggiun- to, anche se le cure dovranno continuare ad essere puntuali e periodiche. Le piante del parco non hanno tutte la stessa età, anche se la maggior parte di quelle più grandi, risulta appunto essere stata impiantata all’inizio del XVIII° seco- lo da Paolina di Challant. Molte piante furono messe a dimora per rimpiazzare le preesistenti morte, op- pure, per una consuetudine della famiglia Passerin d’Entrèves, alla nascita di ogni appartenente alla stessa. Resta purtroppo solo il gigantesco tronco del faggio seccato nel 1999, che aveva circa 4 secoli ed era rimasto l’uni- L’acero riccio (n. 1)

64 11 IL PARCO DEL CASTELLO PASSERIN D’ENTRÈVES

Il cedro dell’Atlante (n. 6) co superstite delle barbarie prodotte dagli invasori francesi; questo esemplare ci vie- ne segnalato dal conte Carlo Passerin d’Entrèves, nel suo libro “Il Castello del- l’anello”: … “Il più grosso dei faggi cre- sciuto in un viale secondario, misura ad un metro di altezza dalla base, ben sei me- tri di circonferenza”. Le 32 (ora 29) piante classificate mo- numentali raggruppano quasi tutte le spe- cie presenti nel parco e sono così sud- divise: 15 Tilia platyphyllos Scop. (tiglio nostrano) 6 Fagus sylvatica L. (faggio) 1 Fagus sylvatica L. “rubra” (faggio rosso) 2 Fraxinus excelsior L. (frassino) 1 Quercus petræa (Mattuschka) Liebl. (ro- vere) 1 Quercus robur L. (farnia) 1 Acer pseudoplatanus L. (acero di monte) 1 Acer platanoides L. (acero riccio)

L’acero di monte (n. 28)

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11 IL PARCO DEL CASTELLO PASSERIN D’ENTRÈVES

La farnia (n. 5)

Va inoltre segnalato un gruppo di pini neri centenari, che fanno bella mostra di loro, nel settore nord del parco, oltre a no- ci nostrani e neri, ippocastani, ciliegi, be- tulle, robinie, olmi, ecc.. Sotto questi patriarchi si stanno timi- damente affermando i futuri sostituti, che vengono accuratamente selezionati e libe- rati da altre piante concorrenti. Oltre ad una strabiliante rinnovazione naturale di tigli, faggi ed aceri, si deve rimarcare la presenza di un abete bianco, di bagolari, oltre ad alcuni bossi i cui semi sono “fug- giti” dalle vetuste piante madri del giar- dino storico. Questa stratificazione rende ricco l’as-

1 Cedrus atlantica (Endl.) Carrière “glau- ca” (cedro dell’Atlante) Ci troviano di fronte ad esemplari che hanno dimensioni e caratteristiche ecolo- giche rimarchevoli, in alcuni casi addirit- tura eccezionali. Tra questi un tiglio (il n. 9) che rag- giunge i 5 metri di circonferenza e oltre 35 metri di altezza, alcuni faggi che rag- giungono il metro e mezzo di diametro, il cedro dell’Atlante (il n. 6) con una circon- ferenza di circa 4,5 metri ed un’altezza di 30 metri; un frassino alto quasi 40 m, querce, aceri, con misure imponenti, in rapporto alle caratteristiche di ciascuna specie.

La rovere (n. 30)

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Il faggio rosso (n. 32)

setto vegetativo del parco e, in autunno, quando le varie specie latifoglie sfoggiano i colori più sgargianti, assume un insieme di grande effetto estetico. Nel sottobosco un interminabile tap- peto d’edera mette in risalto la colonnità dei tronchi. Altre specie esotiche di minor gran- dezza, ma di notevole importanza storica e botanica, si incontrano lungo i viali e le aiuole, come la fusaggine, l’ibisco, la la- gestroenia, la forsizia, i lillà, il ligustro, la mediterranea yucca ed il profumatissimo biancospino, oltre alla delicata veronica, alla vinca e alle numerose viole e altri fio- ri di sottobosco e di campo.

Un patrimonio vegetale di così alto in- teresse, per lo più situato nel centro di Châtillon non poteva essere celato al pub- blico, considerato il suo alto valore didat- tico e il notevole impegno tecnico-econo- mico speso dall’Amministrazione Regio- nale per il recupero delle piante e la cura del contesto. La visita del parco è consentita al pubblico nei seguenti periodi e con questo orario: – dal 15 marzo al 15 giugno dalle ore 8.00 alle ore 18.00; – dal 16 giungo al 15 agosto dalle ore 8.00 alle ore 20.00;

Il frassino (n. 4)

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Il faggio (n. 22)

– dal 16 agosto al 15 novembre dalle ore 8.00 alle ore 18.00. Giorno di chiusura: lunedì. Il parco, inaugurato in data 8 settem- bre 1996, è percorribile anche su sentieri che costeggiano il maestoso viale “dei ti- gli e dei faggi”. Sul percorso sono installate delle pan- chine in legno che invitano il visitatore al- la contemplazione dei luoghi ed al rilas- samento. Una riproduzione planimetrica e de- scrittiva, si trova all’entrata, situata in via Gervasone che si raggiunge dalla strada de- nominata viale della Chiesa, la quale con- duce a questo imponente luogo di culto, non-

ché all’Istituto scolastico, che dà il nome al- la via in cui è situata la suddetta entrata. Il parco copre una superficie di circa 3 ha., di cui circa 2 visitabili. Diversi cartelli di divieto di accesso segnalano l’inizio degli spazi riservati al- la proprietà. Il parco sopravvive grazie ad equili- bri delicati, che non devono essere alte- rati, ecco perché la sua fruizione si deve limitare a rispettose, tranquille e serene passeggiate nelle zone aperte alla visita, all’insegna della cultura, della storia, del ritempramento spirituale e dei suoni of- ferti dalla natura, qui più che mai addo- mesticata con grazia dall’uomo.

Il tiglio (n. 9)

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30 Lo Pléno de Valleil 2000

Specie: Acer pseudoplatanus L. VISITABILE Famiglia: aceraceæ Nome italiano: acero di monte, platano falso, acero-fico, loppone Nome francese: érable sycomore, sycomore, érable faux platane Nome patois: plano, plôno, pléno, pierno, Der ahòre

Comune: Torgnon, località Valleil Altitudine s.l.m.: m 1389 Proprietà: privata (Sig. FRUTAZ Mario)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 261 G DIAMETRO: cm 83 G ALTEZZA: m 17 G ETÀ: ca. 250 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento, vetustà, tipicizzazione del luogo, storici

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto bell’acero, facilmente individuabile, piantato in quegli anni, perché era costume del- Q vegeta sul lato sud-ovest della piccola fra- l’epoca mettere a dimora un acero presso la co- zione di Valleil. L’esemplare ricopre un ruolo struenda abitazione, in quanto foriero di buoni importante, in quanto è il severo custode di una auspici. Gli anni li porta comunque decisamen- delle più antiche e aristocratiche costruzioni di te bene, forse perché consapevole del ruolo che Torgnon, “Maison Frutaz”, eretta nel 1765 ed ricopre. Offre riparo con il suo rinfrescante fo- ancora ben tenuta dai discendenti di questa fa- gliame, al caldo sole estivo che inonda questa miglia. E pare proprio che anche lui sia stato ridente località della valle del Cervino.

69 2 L’Abete Greco del Grand-Hôtel Billia 1993

Specie: Abies cephalonica Lond VISITABILE Famiglia: pinaceæ Nome italiano: abete greco, abete di Cefalonia Nome francese: sapin de Grèce, sapin de Céphalonie

Comune: Saint-Vincent, Parco del Grand-Hôtel Billia Altitudine s.l.m.: m 566 Proprietà: S.A.A.V. s.p.a.

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 351 G DIAMETRO: cm 112 G ALTEZZA: m 24 G ETÀ: ca. 100 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Grandezza, portamento e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto imponente esemplare vegeta nel la- tronco maestoso sorregge questa spessa chio- Q to est del magnifico parco che attornia il ma e, sotto la sua volta, si è formato col tempo Grand-Hôtel Billia a Saint-Vincent. Essendo sta- un impenetrabile riparo alle intemperie. Lo si to impiantato isolato, ha potuto sfruttare ap- può ammirare entrando dal passaggio pedona- pieno tutte le sue caratteristiche ed ora fa bella le che immette nella zona est del parco e che mostra di sé, esibendo una magnifica chioma fiancheggia il Casinò de la Vallée. All’interno di piramidale che scende fino a terra. Addirittura, questo parco altre specie meritano attenzione, raggiunto il suolo, le sommità dei rami si in- tra le quali, un bel gruppo di cedri ed un abete curvano nuovamente verso l’alto, dando l’im- di Spagna. pressione di essere delle giovani piantine. Un

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10 Il Platano del Casinò 1993

Specie: Platanus acerifolia (Aiton) Willd. VISITABILE Famiglia: platanaceæ Nome italiano: platano, platano comune Nome francese: platane commun Nome patois: plane, platane

Comune: Saint-Vincent, incrocio tra via Billia e via Marconi Altitudine s.l.m.: m 563 Proprietà: Casinò de la Vallée

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 479 G DIAMETRO: cm 153 G ALTEZZA: m 31 G ETÀ: ca. 100 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento, grandezza e tipicizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

mponente platano, ancora giovane ma con eventuali rotture delle branche. L’esemplare è I una crescita notevole (alcuni centimetri di localizzato alla confluenza delle vie Marconi e diametro l’anno). I rilievi strumentali sulla con- Billia, a valle del Casinò de la Vallée e sta len- sistenza legnosa rivelano che i suoi tessuti so- tamente facendo “saltare” il muretto di prote- no integri, tuttavia periodicamente viene ridot- zione che lo contiene. ta la sua grande chioma al fine di prevenire

71 1 Il Faggio Rosso di viale Piemonte 1993

NON VISITABILE Specie: Fagus sylvatica L. “rubra” o “atropurpurea” (ma visibile dalla strada) Famiglia: fagaceæ Nome italiano: faggio rosso, faggio porporino Nome francese: hêtre pourpre, hêtre rouge

Comune: Saint-Vincent, viale Piemonte, 38 (Villa Jolanda) Altitudine s.l.m.: m 564 Proprietà: privata (Ing. Pier Paolo VACCARINO)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 352 G DIAMETRO: cm 112 G ALTEZZA: m 22,5 G ETÀ: ca. 100 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Grandezza e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

forse il più grande faggio rosso della nostra porpora. Proprio per contenere la crescita del- È regione, questo maestoso esemplare radi- le vigorose fronde e per garantire la sicurezza cato nel giardino di una villa privata, nel centro dei passanti, viene effettuata periodicamente della cittadina termale di Saint-Vincent. Un al- una potatura di ridimensionamento ed equili- to muro di cinta delimita la proprietà e na- bratura delle stesse. Pare sia stato messo a di- sconde alla vista dei passanti il possente fusto mora agli inizi del secolo scorso, in concomi- dell’albero ma non la sua grande chioma che, tanza con la costruzione della villa. in piena estate si tinge di uno sgargiante color

72 18 Il Bosso della Chiesa 1997

Specie: Buxus sempervirens L. VISITABILE Famiglia: buxaceæ Nome italiano: bosso, bosso comune, bossolo, martello Nome francese: buis commun Nome patois: bouis, Bòcks (Gressoney Saint-Jean), Z’buéis (Issime), ou beus ()

Comune: Emarèse, località Chiesa di S. Pantaleone Altitudine s.l.m.: 1055 m Proprietà: Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 115 G DIAMETRO: cm 37 G ALTEZZA: m 8 G ETÀ: > 100 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Rarità, storici, dimensioni

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

un bosso imponente quello che si presenta dezza può derivare dal fatto che è stato im- È agli occhi del visitatore che accede nel giar- piantato sopra una sorgente convogliata nel sot- dino soprastante la chiesa di San Pantaleone a tostante caratteristico fontanile. Pur presentan- Emarèse. Il secolare esemplare vegeta nel lato do qualche problema fitosanitario, è pensabile sud di questo grazioso spiazzo, che si riempie possa ancora vegetare per lungo tempo, essen- ogni estate di ragazzi ospiti delle colonie orga- do continuamente monitorata la sua vitalità e, nizzate dalle suore. La sua inconsueta gran- all’occorrenza, effettuate le cure del caso.

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Le piante monumentali della BASSA VALLE (Scala 1:200.000) LEGENDA

2000 28 Wisteria sinensis (Sims) Sweet – glicine – “IL GLICINE DELLA CASA PARROCCHIALE” (Berriaz - MONTJOVET) 1993 7 Sequoiadendron giganteum (Lindl.) Buchh. – sequoia gigante “LA SEQUOIA DI VILLA BINEL” (Viéring - CHAMPDEPRAZ) 2000 7 Pinus wallichiana (excelsa) Jackson – pino eccelsa “IL PINO ECCELSA DI VILLA BINEL” (Viéring - CHAMPDEPRAZ) 2000 7 Ilex aquifolium L. – agrifoglio – “L’AGRIFOGLIO DI VILLA BINEL” (Viéring - CHAMPDEPRAZ) 2000 7 Euonymus cornutus Hemsl. “Kalonimus” – fusaggine cornuta – “LA FUSAGGINE DI VILLA BINEL” (Viéring - CHAMPDEPRAZ) 2000 7 Pyrus communis L. – pero comune – “IL PERO DI VILLA BINEL” (Viéring - CHAMPDEPRAZ) 2000 27 2 Olea europæa L. – olivo – “GLI OLIVI DI TORILLE” (Torille - VERRÈS) 2000 26 Magnolia grandiflora L. – magnolia – “LA MAGNOLIA DI FRUTAZ” (Capoluogo - VERRÈS) 1997 19 6 Olea europæa L. – olivo – “GLI OLIVI DI SAINT-GILLES” (Priorato di Saint-Gilles - VERRÈS) 2000 31 Laurus nobilis L. – lauro – “L’ALLORO DI CRESTON” (Creston - ISSOGNE) 1994 4 Larix decidua Mill. (31) – larice – “LE BRENGHE DE BIULEY” (Biuley - CHALLAND-SAINT-VICTOR) 1993 11 Cedrus deodara (D. Don) G. Don – cedro deodara – “IL CEDRO DEL MUNICIPIO” (Municipio - CHALLAND-SAINT-Anselme) 1993 11 Cedrus libani A. Richard – cedro del Libano – “IL CEDRO DEL MUNICIPIO” (Municipio - CHALLAND-SAINT-ANSELME) 1993 8 Fagus sylvatica L. ”rubra” – faggio – “IL FAGGIO ROSSO DI VILLA BRÉAN” (Rue Ruette - BRUSSON) 1994 16 Pyrus communis L. – pero comune – “IL PERO DI BRUSSON” (Rue Pasquier - BRUSSON) 1993 13 Pinus pinaster Aiton – pino marittimo – “IL PINO MARITTIMO DELLA CHIESA” (Presso Chiesa parrocchiale - DONNAS) 1993 12 2 Platanus acerifolia (Aiton) Willd – platano – “I PLATANI DELLE CAVES” (via Roma - DONNAS) 1993 4 Aesculus hippocastanum L. – ippocastano – “LA PIANTA GROSSA” (via Roma - DONNAS) 1993 5 Pinus pinea L. – pino domestico – “IL PINO DOMESTICO DI VILLA MICHETTI” (Biblioteca comunale - PONT-SAINT-MARTIN) 1993 14 Taxus baccata L. – tasso comune – “IL TASSO DEI GIARDINI PUBBLICI” (Giardini pubblici - PONT-SAINT-MARTIN) 1993 14 2 Pinus wallichiana (excelsa) Jackson – pino eccelsa – “I PINI ECCELSA DEI GIARDINI PUBBLICI” (Giardini pubblici - PONT-SAINT-MARTIN) 1993 6 Fagus sylvatica L. ”tricolor” – faggio tricolor – “IL FAGGIO DEL CENTRO ANZIANI” (Centro Anziani - PONT-SAINT-MARTIN) 1993 6 Ligustrum lucidum Ait. – ligustro lucido – “IL LIGUSTRO DEL CENTRO ANZIANI” (Centro Anziani - PONT-SAINT-MARTIN) 1993 15 Ulmus lævis Pallas – olmo ciliato – “L’OLMO CILIATO DI PRÀ” (Prà - PERLOZ) 1993 16 Fraxinus excelsior L. – frassino – “IL FRASSINO DI PESSÉ” (Pessé - PERLOZ) 1993 14 Aesculus hippocastanum L. – ippocastano – “L’IPPOCASTANO DELLA CHIESA” (Chiesa di Tour d'Héréraz - PERLOZ) 1993 17 Tsuga heterophylla (Raf.) Serg. – tsuga occidentale – “LA TSUGA DELL’EX ALBERGO MONT-NÉRY” (Tontinel - ISSIME) 1993 18 Fagus sylvatica L. ”pendula” – faggio pendulo – “IL FAGGIO PENDULO DELLA COMUNITÀ MONTANA” (Capoluogo - ISSIME) 1993 3 Thuja plicata Donn – tuia gigante – “LA TUIA GIGANTE DI VILLA ROSY” (Prariond, Villa Rosy - ISSIME) 1993 3 Calocedrus decurrens (Torr.) Frorin – libocedro – “IL LIBOCEDRO DI VILLA ROSY” (Prariond, Villa Rosy - ISSIME) 2000 32 Fraxinus excelsior L. – frassino – “IL FRASSINO DI PONT-SEC” (Pont-Sec - GRESSONEY-SAINT-JEAN) 2000 5 “LA FORESTA DI PROTEZIONE DI PONT-SEC” (62) (Pont-Sec - GRESSONEY-SAINT-JEAN) Larix decidua Mill. (39) – larice Picea abies (L.) Karsten (22) – abete rosso Acer pseudoplatanus L. (1) – acero di monte 28 Il Glicine della Casa Parrocchiale 2000

Specie: Wisteria sinensis Sims (Sweet) Famiglia: leguminoseæ Nome italiano: glicine Nome francese: glycine VISITABILE Nome patois: glicine, gllicïn-a

Comune: Montjovet, località Berriaz, 62 Altitudine s.l.m.: m 390 Proprietà: Parrocchia di Montjovet

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 136 G DIAMETRO: cm 43 G ALTEZZA: m 5,5 G ETÀ: ca. 200 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento, dimensioni, storici e paesaggistici

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

e si ha la fortuna di visitarla nella stagione abitanti del luogo ricordano di averla “sempre S della fioritura, viene ancora di più esaltata vista così” ed il suo suggestivo portamento ne la bellezza di questa vetusta liana, che si erge fa un punto di riferimento per il paese. È facil- lungo la colonna centrale della casa parroc- mente raggiungibile imboccando, dalla strada chiale. Raggiunto il culmine in altezza, assume statale 26, la strada che conduce alla chiesa, do- una forma a T e si estende per 5 m verso ovest po una cinquantina di metri. L’esemplare è ra- e per 10 m verso est, avvinghiando e defor- dicato sul lato nord-est della stessa, presso la mando l’inferriata del balcone, datata 1847. Gli piccola piazza e la curata area verde.

76 7 IL PARCO DI VILLA BINEL

Comune: Champdepraz, località Viéring • Altitudine s.l.m.: m 375 • Proprietà: privata (Sig.ra BINEL Cristina)

VISITABILE (gratuito - richiedere permesso ai proprietari)

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

n microclima particolarissimo, di- magnolie, degli abeti, ecc.. Di particolare stinto da un’abbondante pluvio- fascino anche un vecchio roseto, che fa bel- U sità, inverni miti ed estati fresche, la mostra di sé ornando i muri dell’aristo- oltre ad una quasi assenza di vento, fan- cratica costruzione, ora completamente ri- no di questo ridente paesino, dove si ri- strutturata, che questa famiglia fece eri- trovano tracce di insediamenti Walser, un gere intorno al 1870. luogo ideale per la crescita e l’adattabilità Il parco e le sue piante possono esse- di certe specie esotiche. re ammirati prendendo la strada comuna- Questa peculiarità doveva averla in- le che unisce i comuni di Montjovet e tuita la Sig.ra Binel Camilla, ideatrice del Champdepraz e che attraversa la frazione grazioso parco, la quale mise a dimora di Viéring. La sequoia ed il pino eccelsa, agli inizi di questo secolo, oltre ai 5 esem- essendo molto alti, sono ben visibili appe- plari dichiarati monumentali, anche delle na si entra in paese (si possono notare fa- palme da datteri (che si rinnovano abbon- cilmente anche dall’autostrada) e ci dan- dantemente assieme agli agrifogli), delle no l’indicazione per raggiungere il parco.

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P ARCO DI VILLA BINEL

7 La Sequoia 1993

Specie: Sequoiadendron giganteum (Lindl.) Buchh. Famiglia: taxodiaceæ Nome italiano: sequoia gigante, wellingtonia, albero mammut Nome francese: séquoia géant

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 705 G DIAMETRO: cm 225 G ALTEZZA: m 38 G ETÀ: ca. 100 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Grandezza e caratterizzazione del sito

NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto maestoso esemplare è, con ogni misure paiono ridicole rispetto a quelle abnor- Q probabilità, il più grande in assoluto del- mi delle millenarie sequoie nella loro terra d’o- la regione . Difatti, seppure ancora giovane, ha rigine, ma dobbiamo tenere conto della giova- delle dimensioni eccezionali, come si può no- ne età dell’esemplare, oltre al fatto che da noi tare dalla tabella sopra riportata. Le stesse fan- non si hanno riscontri temporali di alberi di no sì che l’esemplare abbia un volume di oltre questa specie, perché importati solo da un se- 60 mc ed un peso di ca. 58 tonnellate. Queste colo e mezzo.

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PARCO DI VILLA BINEL

7 Il Pino Eccelsa 2000

Specie: Pinus wallichiana (excelsa) Jackson. Famiglia: pinaceæ Nome italiano: pino eccelsa, pino dell’Himalaya, pino del Buthan Nome francese: pin pleureur de l’Himalaya, pin du Bouthan

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 351 G DIAMETRO: cm 112 G ALTEZZA: m 38 G ETÀ: ca. 100 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni

NOTIZIE & CURIOSITÀ

ivaleggia in altezza con la vicina sequoia, parco e ripara con la sua gradevole ombra il ta- R ma non ha timori reverenziali verso que- volo che i proprietari hanno posto sotto le sue sta che ha il diametro doppio del suo, in quan- larghe branche, coperte dai lunghi e flessuosi to anche lui è un possente rappresentante del- aghi verde-argento. la sua specie. Troneggia al centro del grazioso

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P ARCO DI VILLA BINEL

7 L’Agrifoglio 2000

Specie: Ilex aquifolium L. Famiglia: aquifoliaceæ Nome italiano: agrifoglio, alloro spinoso, aquifolio, pungitopo maggiore Nome francese: houx, houx commun, épine de Christ, bois-franc, houx à feuilles épineuses Nome patois: loré sarvadjo, louèr servadzo, Z’leidulaub

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 138 G DIAMETRO: cm 44 G ALTEZZA: m 15 G ETÀ: ca. 100 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni

NOTIZIE & CURIOSITÀ

ifficilmente succede di immaginare un dere alcuni polloni radicali che ne impedivano D agrifoglio di queste dimensioni. Il nostro l’armonica crescita. Un’altra caratteristica cu- esemplare è veramente imponente ed ha anco- riosa di questo esemplare è data dal fatto che le ra tanta voglia di crescere, anche se è stato sue foglie sono quasi tutte sprovviste di spine deformato dalla resistenza di un piccolo depo- ed a margine liscio, a differenza di quelle pun- sito attrezzi in muratura, ai cui piedi è stato genti e ondulate che più conosciamo; questo fat- piantato. È stato quindi necessario rompere un to è generalmente riscontrabile in individui vec- pò di cemento armato del tetto, per liberarne il chi, come lo è il nostro agrifoglio. fusto già inglobato nella struttura, oltre a reci-

80 P ARCO DI VILLA BINEL

7 La Fusaggine Cornuta ed il Pero 2000

REQUIS. DI MONUM.: Portamento molto particolare, rarità, Specie: Euonymus cornutus Hemsl. dimensioni (fusaggine); Portamento molto particolare (pero) “Kalonimus” Famiglia: celastraceæ Nome italiano: fusaggine cornuta, euonimo cornuto, berretta da prete Nome francese: fusain cornu Nome patois: tsapé di prére, bounnet di prére

Specie: Pyrus communis L. Famiglia: rosaceæ Nome italiano: pero, pero comune Nome francese: poirier, poirier commun Nome patois: peureutsì sarvôdzo, piî servadzo, piî sarvadzo, péréi sèrvadzo, Dan birbaum

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI G CIRCONF.: Fusaggine: cm 93 – Pero: cm 144 G DIAM.: Fusaggine: cm 30 – Pero: cm 46 G ALT.: Fusaggine: m 5 – Pero: m 12 G ETÀ: ca. 100 anni

NOTIZIE & CURIOSITÀ

ueste due piante sono state citate assie- serirli assieme nell’elenco. Le loro condizioni Q me per il fatto che sono una cosa unica, ora appaiono buone, ma hanno dovuto subire difatti il bellissimo cultivar di fusaggine orien- diversi interventi dendrochirurgici di risana- tale si è avvinghiato al pero (di dimensioni si- mento delle vaste carie che invadevano i loro curamente non monumentali), il quale a sua fusti. Anche alcuni puntelli sono stati apposti volta, essendo fuori asse, si fa sorreggere dal per garantire una maggiore stabilità agli esem- suo vicino. Per cui è diventato conseguente in- plari.

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27 Gli Olivi di Torille 2000

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI Specie: Olea europæa L. G CIRCONFERENZA: Esemplare A: cm 148 Famiglia: oleaceæ Esemplare B: cm 90 G DIAMETRO: Esemplare A: cm 47 Nome italiano: olivo (f. coltivata), olivastro (f. spontanea) Esemplare B: cm 29 Nome francese: olivier G ALTEZZA: Esemplare A: m 9,5 Esemplare B: m 8,5 Nome patois: olivië, olivo, oulivo G ETÀ: Esemplare A: ca. 150 anni Comune: Verrès, località sopra Torille Esemplare B: ca. 100 anni Altitudine s.l.m.: m 430 Proprietà: privata (Sig. STRAVALACI Gaetano)

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, rarità, caratterizzazione del sito

VISITABILI

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesti caratteristici olivi vegetano a mon- nente, considerato che non vive nel suo abi- Q te della frazione Torille di Verrès, nei so- tuale areale, e produce olive da “olio”, mentre leggiati terrazzamenti coltivati a vite. Si rag- l’altro olivo (B), che produce olive da “tavola” giungono, dopo alcune centinaia di metri, par- è di dimensioni più contenute, essendo anche tendo dal villaggio e seguendo un piccolo sen- più giovane, e si trova a circa venti metri dal tiero che si inerpica nei vigneti. Il primo esem- primo, in fondo al terrazzamento, addossato plare che si incontra (A) è veramente impo- alla parete rocciosa.

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26 La Magnolia di Frutaz 2000

Specie: Magnolia grandiflora L. VISITABILE Famiglia: magnoliaceæ Nome italiano: magnolia Nome francese: magnolia à grandes fleurs

Comune: Verrès, Capoluogo (via Caduti Libertà) Altitudine s.l.m.: m 381 Proprietà: privata (Fam. FRUTAZ)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 208 G DIAMETRO: cm 67 G ALTEZZA: m 12,5 G ETÀ: ca. 100 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Grandezza, rarità, portamento, tipicizzazione del luogo

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

iempie con un’ampia chioma la piccola molto probabile che crescerà ancora di molto. R piazza antistante la Caserma della Guardia È talmente conosciuta e apprezzata in questa di Finanza, in via Caduti Libertà a Verrès. È il cittadina della bassa Valle d’Aosta, che è stato più grande esemplare di magnolia conosciuto deciso di darne il nome al limitrofo condominio. nella nostra regione. In estate delizia gli abitanti Pare sia stata messa a dimora un centinaio di del luogo ed i visitatori con una valanga di fio- anni fa da un antenato della famiglia proprie- ri profumatissimi. Gode di ottima salute ed è taria.

83 19 Gli Olivi di Saint-Gilles 1997

Specie: Olea europæa L. VISITABILI Famiglia: oleaceæ Nome italiano: olivo (f. coltivata), olivastro (f. spontanea) Nome francese: olivier, Nome patois: olivië, olivo, oulivo

Comune: Verrès, Priorato di Saint-Gilles Altitudine s.l.m.: 420 m Proprietà: Parrocchia di Sant’Egidio

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI (N. 6) G CIRCONFERENZA: cm 110 (max.) G DIAMETRO: cm 36 (max.) G ALTEZZA: m 6 (max.) G ETÀ: ca. 200 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Rarità, storici, tipicizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto interessante gruppo di olivi vegeta rimanenti sono ora formati da diversi polloni, Q riparato, sul versante sud, dai bastioni di essendo stati tagliati una ventina di anni fa, per- uno dei più celebri e vecchi conventi della Val- ché seccati in seguito alle forti gelate. Il valore le d’Aosta: il Priorato di Saint-Gilles, fondato nel monumentale determinato per questi esempla- 925 da Adalberto di Ivrea. Si possono ammira- ri è legato alla loro presenza nella nostra re- re salendo dal borgo di Verrès verso la chiesa gione da così tanto tempo e dalla rilevanza sto- parrocchiale di Sant’Egidio. Da lì si raggiunge rica legata al fatto che, nel 1850, gli olivi di un’area verde, passando sotto la stupenda Tor- Saint-Gilles fornivano olio sufficiente per tutto re dell’Orologio, dove si trovano alcuni scalini l’anno alla Confraternita. Ancora adesso pro- che conducono agli olivi. Tre esemplari possie- ducono molte olive, che vengono macerate in dono ancora un portamento arboreo, mentre i salamoia.

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31 L’Alloro di Creston 2000

Specie: Larus nobilis L. VISITABILE Famiglia: lauraceæ Nome italiano: alloro, lauro, Nome francese: laurier, laurier noble, laurier d’Apollon, laurier-sauce Nome patois: lôvrì, loé, loré, lourì, louèr, Lòrbenòboum

Comune: Issogne, località Creston Altitudine s.l.m.: m 430 Proprietà: privata (Sig. QUEY Ezio)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 64 (max.) G DIAMETRO: cm 20 (max.) G ALTEZZA: m 10 G ETÀ: ca. 100 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, portamento, caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

er non essere una pianta tipica dei nostri piccolo sentiero che si snoda sulla sinistra oro- P climi, questo alloro ha raggiunto delle di- grafica della Valle centrale, fino ai prati di que- mensioni davvero ragguardevoli e non riscon- sta bella malga. La pianta è addossata alle ca- trabili in altre località valdostane. Difatti è com- se rurali ancora adibite stagionalmente al pa- posto da diversi polloni che crescono ravvicinati scolo delle mucche e delle capre, queste ultime e formano un’unica chioma della larghezza di ghiotte delle sue aromatiche foglie e anche del- 7-8 metri ed un’altezza di 10 metri. È un bel la corteccia. Per proteggere l’alloro ed evitarne colpo d’occhio per il visitatore che lo raggiun- ulteriori danneggiamenti, è stata costruita una ge, partendo dalla caratteristica chiesetta di piccola recinzione in legno. Fleuran e percorrendo per circa 20 minuti, un

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4 Le Brenghe de Biuley 1994

Specie: Larix decidua Miller VISITABILI Famiglia: pinaceæ Nome italiano: larice, larice europeo, larice comune Nome francese: mélèze, mélèze d’Europe, mélèze commun Nome patois: brènva, brenga, larse, large, De lérch

Comune: Challand-Saint-Victor, località Biuley Altitudine s.l.m.: da 1.440 m a 1.510 m Proprietà: Consorteria di Chavany (Part. Ec. 13)

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI (N. 31) G CIRCONFERENZA: cm 410 (max.) G DIAMETRO: cm 131 (max.) G ALTEZZA: m 27 (max.) G ETÀ: ca. 400 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, vetustà, storici

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto isolato e suggestivo gruppo di pian- protezione dei suoi villaggi più a rischio. Que- Q te, posto sul crinale destro orografico del sto piccolo complesso boscato, è attraversato da vallone di Dondeuil, esprime significativamen- un sentiero che, partendo dalla frazione Fonta- te la funzione protettiva esercitata da queste fo- ney, lo raggiunge dopo pochi minuti. Alla sud- reste. Difatti la marginalità di questa foresta, di- detta frazione si accede, lasciando la strada re- mostra come i tagli intorno a questo nucleo fu- gionale 45 della Val d‘Ayas, in corrispondenza rono intensi e legati soprattutto al manteni- dell’abitato di Targnod, per raggiungere Isollaz. mento delle superfici da adibire all’agricoltura. Dopo circa un chilometro si incontra una stra- Ma il rischio di valanghe e di caduta massi, ave- da interpoderale che si inerpica per una decina va fatto capire l’importanza di mantenere una di chilometri prima di raggiungere Fontaney. La protezione a monte del piccolo villaggio di Véa- strada sterrata prosegue ancora verso gli al- se. Il comune di Challand-Saint-Victor fu uno peggi del vallone di Dondeuil. dei primi a vietare il taglio delle piante poste a

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11 I Cedri del Municipio 1993

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Specie: Cedrus deodara (D. Don) G. Don Portamento, dimensioni e caratterizzazione del sito Famiglia: pinaceæ (per entrambi gli esemplari) Nome italiano: cedro deodara, cedro dell’Himalaya VISITABILI Nome francese: cèdre de l’Himalaya

Specie: Cedrus libani A. Rich. Famiglia: pinaceæ Nome italiano: cedro del Libano Nome francese: cèdre du Liban

Comune: Challand-Saint-Anselme, loc. Municipio Altitudine s.l.m.: 1030 m Proprietà: comunale

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI G CIRCONF.: Cedro D.: cm 360 – Cedro L.: cm 330 G DIAMETRO: Cedro D.: cm 115 – Cedro L.: cm 105 G ALTEZZA: Cedro D.: m 31 – Cedro L.: m 27 G ETÀ: ca. 100 anni

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

due maestosi esemplari vegetano fianco a ti messi a dimora nel 1905, dal maestro delle I fianco davanti al municipio di Challand- scuole elementari del capoluogo, in occasione Saint-Anselme e paiono i due impettiti gendar- di una festa degli alberi. Per proteggerli dal con- mi della casa comunale. Con le loro possenti tinuo passaggio di automezzi, intorno ai loro fu- chiome congiunte formano una piacevole volta sti sono state posizionate delle recinzioni di pro- al passaggio di mezzi e persone. Pare siano sta- tezione in ferro.

87 8 Il Faggio Rosso di Villa Bréan 1993

Specie: Fagus sylvatica L. “rubra” o “atropurpurea” VISITABILE Famiglia: fagaceæ Nome italiano: faggio rosso, faggio porporino Nome francese: hêtre pourpre, hêtre rouge

Comune: Brusson, Rue Ruette (La Pila) Altitudine s.l.m.: m 1308 Proprietà: privata (Sig. BREAN Luciano)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 223 G DIAMETRO: cm 71 G ALTEZZA: m 22 G ETÀ: ca. 90 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Grandezza e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesta bella varietà di faggio, difficilmente prietario della pianta, racconta che l’albero fu Q raggiunge delle dimensioni considerevoli piantato da suo padre intorno al 1910, nel “ver- in montagna. Non è il caso del nostro esempla- ger” (prato adiacente all’abitazione) situato a re che, seppure ancora relativamente giovane, monte della vecchia casa di famiglia. Alcuni an- ha già raggiunto delle dimensioni ragguarde- ni dopo, nel luogo sopra descritto, proprio ac- voli. Inoltre i suoi incrementi diametrici sono canto al faggio sono state piantate alcune coni- decisi e costanti, per cui sicuramente ha anco- fere ed è sorta l’attuale Villa Bréan. ra dei grandi margini di crescita. L’attuale pro-

88 16 Il Pero di Brusson 1994

Specie: Pyrus communis L. VISITABILE Famiglia: rosaceæ Nome italiano: pero, pero comune Nome francese: poirier, poirier commun Nome patois: peureutsì sarvôdzo, piî servadzo, piî sarvadzo, péréi sèrvadzo, Dan birbaum

Comune: Brusson, località Rue Pasquier, 2 Altitudine s.l.m.: m 1.320 Proprietà: privata (Famiglia VUILLERMIN)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 376 (rilevata a 1,00 m di altezza) G DIAMETRO: cm 120 (rilevato a 1,00 m di altezza) G ALTEZZA: m 12,5 G ETÀ: > 200 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, vetustà, storici e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto maestoso esemplare di pero comu- gia curativa, consistente nella ripulitura e di- Q ne è probabilmente il più grande della re- sinfezione delle enormi carie estese a tutto il fu- gione.Vegeta all’interno di un cortile di pro- sto principale e su parte dei grossi rami, con ri- prietà privata, situato nel centro storico di Brus- copertura degli stessi mediante fogli di piombo son ed è attorniato da caratteristiche abitazio- e reti metalliche. Si pensi che, nell’esecuzione ni e rascards. È facilmente visibile in quanto dell’opera, lavoravano contemporaneamente svetta imponente da dietro un robusto muro di ben due persone all’interno del fusto. È stata cinta, che fatica a contenerlo, e costeggia la ca- inoltre eseguita una potatura di ridimensiona- ratteristica Rue Pasquier. Il nostro pero pare sia mento ed equilibratura della chioma, abbinata stato piantato una trentina d’anni prima della all’applicazione di due tiranti di sostegno ai ra- costruzione della casa, avvenuta nel 1829 e si- mi principali, nonché al posizionamento di un tuata una decina di metri a nord dell’albero. Vi- «collare» di contenimento del fusto, onde evi- ste le precarie condizioni in cui si presentava tare che lo stesso potesse squarciarsi. Ora la l’esemplare, nel 1994 è stato necessario sotto- pianta si è completamente ristabilita e vegeta di porlo ad un grosso intervento di dendrochirur- nuovo con vigore.

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13 Il Pino Marittimo della Chiesa 1993

Specie: Pinus pinaster Aiton VISITABILE Famiglia: pinaceæ Nome italiano: pino marittimo Nome francese: pin maritime

Comune: Donnas, presso Chiesa parrocchiale Altitudine s.l.m.: m 315 Proprietà: Curia parrocchiale di Donnas

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 274 G DIAMETRO: cm 87 G ALTEZZA: m 16 G ETÀ: ca. 120 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento, rarità e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto possente esemplare di pino maritti- L’esemplare è il più grande di questa specie co- Q mo, vegeta ai bordi della strada di acces- nosciuto nella nostra regione e vegeta tuttora in so alla chiesa parrocchiale di Donnas. Ha un ottime condizioni. Pare che sia stato l’Ente par- portamento arcuato verso est e la parte alta del rocchiale a mettere a dimora quest’albero, in fusto presenta ancora i segni del taglio di alcu- quanto era consuetudine nella bassa Valle ave- ne grosse branche che, probabilmente, intral- re una o più piante resinose nelle adiacenze dei ciavano il transito dei veicoli lungo la strada. luoghi di culto.

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12 I Platani delle Caves 1993

Specie: Platanus acerifolia (Aiton) Willd. VISITABILI Famiglia: platanaceæ Nome italiano: platano, platano comune Nome francese: platane commun Nome patois: plano, platane

Comune: Donnas, via Roma, presso la sede delle Caves Coopératives Altitudine s.l.m.: 320 m Proprietà: comunale

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI G CIRCONFERENZA: es. di dx: cm 475 – es. di sx: cm 370 G DIAMETRO: es. di dx: cm 151 – es. di sx.: cm 118 G ALTEZZA: es. di dx: m 37,5 – es. di sx: m 35,5 G ETÀ: ca. 300 anni per entrambi gli esemplari

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, età e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

ono due magnifici esemplari che, visti da pare che queste piante creassero dei problemi S lontano, paiono essere la stessa pianta, tan- in autunno quando le foglie, cadendo, ostruiva- to la vicinanza ed il tempo li hanno resi inter- no in continuazione le grondaie del tetto delle dipendenti. Difatti, pur essendo distanti 3-4 m Caves, provocando dei comprensibili inconve- uno dall’altro, crescendo, hanno conformato le nienti e facendo più volte discutere se era il ca- loro chiome apparentemente in una sola. Vege- so di abbatterle. Fortunatamente, considerata tano presso la sede delle Caves Coopératives di la loro bellezza, in fondo eliminarli dispiaceva, Donnas, che raccoglie e trasforma i pregiati vi- pertanto l’operazione è sempre stata rimanda- tigni di nebbiolo locali, producendo l’aristocra- ta ed ora fortunatamente non è più possibile tico Donnas D.O.C.. Sono facilmente visibili, in poiché, dal 1955, sono vincolati dalla Sovrin- quanto costeggiano la strada statale 26 e stan- tendenza ai Beni Culturali, come “interesse pa- no ai due lati della strada comunale che con- noramico” e, dal 1992, dichiarati monumenta- duce al Poliambulatorio e alla villa dei De La li dalla L.R. 50/1990. Appaiono in diverse pub- Pierre, precedenti proprietari dei platani, for- blicazioni nazionali concernenti le piante mo- mando una caratteristica volta che permette il numentali. passaggio degli autoveicoli. Da notizie raccolte,

91 4 La Pianta Grossa 1993

Specie: Aesculus hippocastanum L. VISITABILE Famiglia: ippocastanaceæ Nome italiano: ippocastano - castagno d’India Nome francese: marronnier - marronnier d’Inde Nome patois: tsahagnèr d’Eunde, tseutagnì d’éndo, De wélde cheschteniòboum

Comune: Donnas, via Roma, 213 Altitudine s.l.m.: m 320 Proprietà: privata (Famiglia JACHE-BONVIN)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 588 G DIAMETRO: cm 187 G ALTEZZA: m 22,5 G ETÀ: ca. 400 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Storici, dimensioni e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

i troviamo di fronte, molto probabilmente, do lui era ancora ragazzo e l’albero avesse già C al più grande ippocastano d’Italia. Questo ca.150 anni. Nel 1969 un altro enorme ramo è possente e bellissimo esemplare plurisecolare, crollato sulla strada statale 26 e, col legname ri- vegeta presso un vecchio pozzo d’acqua, che sta cavato, tutta la famiglia potè scaldarsi durante per essere inglobato dalla massa legnosa. La il lungo inverno. Da quando è stato dichiarato sua crescita è stata così strabiliante, grazie an- monumentale, è periodicamente sottoposto ad che al continuo apporto idrico fornito alle radi- interventi di rivitalizzazione e potatura, sebbe- ci. Pare che l’albero sia stato piantato, agli ini- ne le sue condizioni appaiano ancora buone. Gli zi del 1600, appositamente per poter fornire le abitanti del luogo, viste le eccezionali dimen- castagne d’India, ottimo medicamento contro la sioni della pianta, la chiamato famigliarmente tosse degli equini, in quanto la grande abita- “La pianta grossa”. L’albero è vincolato dalla zione che sorge dietro all’esemplare, era una Sovraintendenza ai Beni Culturali, essendo stazione di posta per il pernottamento dei pas- pianta di interesse panoramico; è inoltre un seggeri ed il cambio dei cavalli. La proprietaria punto di riferimento sulle mappe militari della pianta, Sig.ra BOIS Felicina, vedova JA- (I.G.M.). Questo ippocastano è citato su tutte le CHE-BONVIN, racconta di aver appreso che un pubblicazioni nazionali riguardanti le piante suo antenato, nato nel 1749, avesse già dovuto monumentali. tagliare un ramo pericolante sulla strada, quan-

92 5 Il Pino Domestico di Villa Michetti 1993

Specie: Pinus pinea L. VISITABILE Famiglia: pinaceæ Nome italiano: pino domestico, pino da pinoli, pino a ombrello Nome francese: pin pignon, pin pignier, pin parasol

Comune: Pont-Saint-Martin, località Villa Michetti (Biblioteca comunale) Altitudine s.l.m.: m 340 Proprietà: comunale

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 290 G DIAMETRO: cm 92 G ALTEZZA: m 19 G ETÀ: ca. 135 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Rarità e dimensioni

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto maestoso ed elegante esemplare, è ai Giardini pubblici, ove vegetano un tasso e Q sicuramente il più grosso della regione due pini eccelsa monumentali. Pur non essen- appartenente a questa specie. La sua inconfon- do specie indigena, ma tipica dei litorali delle dibile chioma ad ombrello svetta imponente sul coste adriatiche e tirreniche, si è ambientata tal- lato sud-est del giardino dell’ottocentesca Villa mente bene in questo contesto, seppur mite, che Michetti, recentemente ristrutturata e adibita a ogni hanno produce una gran quantità di pigne, Biblioteca comunale, in via Boschetto, prima racchiudenti i prelibati pinoli. È probabilmen- dell’Ufficio Postale. L’albero è situato di fronte te coevo con la limitrofa abitazione.

93 I GIARDINI PUBBLICI DI PONT-SAINT-MARTIN

Comune: Pont-Saint-Martin, località Giardini pubblici • Altitudine s.l.m.: 340 m • Proprietà: comunale

VISITABILI (gratuito)

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto bel polmone verde, che co- di e ad una variegata vegetazione arborea steggia via Boschetto, nella parte ed arbustiva. Fra le molteplici piante Q ovest della cittadina della bassa degne di nota sono stati dichiarati monu- Valle, è abbastanza esteso ed alterna gra- mentali i tre esemplari qui elencati. ziosi vialetti a zone di sosta, ad aree ver-

94 GIARDINI PUBBLICI DI PONT-SAINT-MARTIN

14 Il Tasso 1993

Specie: Taxus baccata L. Famiglia: taxaceæ Nome italiano: tasso, albero della morte Nome francese: if, if à baies Nome patois: bouque ner

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 257 G DIAMETRO: cm 82 G ALTEZZA: m 15,5 G ETÀ: ca. 120 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Grandezza complessiva della pianta

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

l nostro maestoso esemplare si staglia, in tut- co. Si misero a dimora piante di specie diverse, I ta la sua imponente mole, al centro dei Giar- oltre a questo tasso che aveva già alcuni de- dini pubblici. Da notizie certe risulta che, nel cenni di vita, come dimostrato dagli attuali ri- punto dove è radicata la pianta, c’era la fabbri- lievi dell’età. I suoi margini di crescita sono an- ca metallurgica “Ferriera” di proprietà della fa- cora notevoli, soprattutto ora che sono state ab- miglia Michetti. Questa è stata smantellata nel battute le piante concorrenti attorno alla sua vo- 1918 ed il terreno venduto al Comune di Pont- luminosa chioma. Saint-Martin, che lo destinò a Giardino pubbli-

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GIARDINI PUBBLICI DI PONT-SAINT-MARTIN

14 I Pini Eccelsa 1993

Specie: Pinus wallichiana (excelsa) Jackson Famiglia: pinaceæ Nome italiano: pino eccelsa, pino dell’Himalaya, pino del Buthan Nome francese: pin pleureur de l’Himalaya, pin du Bouthan

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI G CIRCONFERENZA: es. di dx: cm 332 – es. di sx: cm 293 G DIAMETRO: es. di dx: cm 106 – es. di sx.: cm 93 G ALTEZZA: es. di dx: m 35 – es. di sx: m 37 G ETÀ: ca. 120 anni per entrambi gli esemplari

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni e caratterizzazione del luogo

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

facile notare questi due “giganti” mentre si tamente solo alle automobili in sosta durante i È costeggiano i Giardini pubblici di Pont- giorni di forte vento). Pare siano state piantate Saint-Martin. Difatti, i nostri esemplari svetta- verso la seconda metà del 1800, vicino ad altri no nel lato nord dell’area attrezzata, ad alcune due esemplari della stessa specie che, purtrop- decine di metri dal poderoso tasso. Questi pini po, non ci sono più in quanto uno si è schian- eccelsa sono le piante monumentali che più de- tato per il vento verso la fine degli anni ’70 e vono essere “controllate” e messe in sicurezza, l’altro è stato abbattuto perché il tronco, cre- in quanto essendo molto alte ed avendo dei ra- sciuto troppo, aveva rotto un muro di cinta e in- mi pesanti che si rompono facilmente, hanno vaso la sede stradale. già provocato qualche piccolo danno (fortuna-

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6 Il Faggio ed il Ligustro del Centro Anziani 1993

REQUISITI DI MONUM.: Specie: Fagus sylvatica L. “tricolor” Rarità e caratterizzazione Ligustro lucido del sito (per entrambi) Famiglia: fagaceæ Nome italiano: faggio tricolor Faggio tricolor Nome francese: hêtres aux trois couleurs

Specie: Ligustrum lucidum Ait. Famiglia: oleaceæ Nome italiano: ligustro lucido Nome francese: troène di Chine VISITABILI Comune: Pont-Saint-Martin, località Centro Anziani Altitudine s.l.m.: m 345 Proprietà: comunale

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI G CIRCONF.: Faggio: cm 330 – Ligustro: cm 164 G DIAM.: Faggio: cm 105 – Ligustro: cm 52 G ALT.: Faggio: m 21 – Ligustro: m 13 G ETÀ: Faggio: ca. 150 anni – Ligustro: ca. 120 anni

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesti alberi sono stati piantati nella se- sa e bianco. Alcuni decisivi interventi di den- Q conda metà dell’800 dalla famiglia nobile drochirurgia e potatura lo hanno ristabilito dei Beck-Peccoz, allora proprietaria di quest’a- completamente. Il ligustro lucido vegeta nel la- rea. Il sito è ora di proprietà comunale e adibi- to ovest del giardino e, seppure secolare, pos- to a giardino del limitrofo Centro Anziani, nel siede ancora una forte vitalità ed i suoi margi- nucleo storico della cittadina. Sono due rarità ni di ulteriore crescita appaiono evidenti. Ha un botaniche per la nostra regione, soprattutto il bel portamento e la sua ampia chioma sempre- faggio tricolor (varietà ottenuta in vivaio, chia- verde si trasforma piacevolmente ad ogni sta- mata anche “Roseomarginata”). Vegeta presso gione: ora guarnita di innumerevoli grappoli di l’ingresso principale della struttura e pare sia il fiori biancastri che lasciano il posto a tantissi- più grande esemplare della specie, presente in me bacche nerastre (non commestibili), infine Valle d’Aosta. Ha un fusto possente ed una chio- adornata solamente dalle splendenti foglie ver- ma espansa e bellissime foglie con tre magnifi- di. Accanto al ligustro si trova un bell’esempla- ci colori: rosso ramato bordato e variegato ro- re di cipresso italico.

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15 L’Olmo Ciliato di Prà 1993

Specie: Ulmus lævis Pallas VISITABILE Famiglia: ulmaceæ Nome italiano: olmo ciliato, olmo peduncolato Nome francese: orme lisse, orme pédonculé Nome patois: oulmo, ourmo, ôrmo, olmo, dzouèrmo (riferito solo al genere e non a questa specie)

Comune: Perloz, località Prà Altitudine s.l.m.: m 1.350 Proprietà: privata (Sig.ra YEUILLAZ Bruna)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 495 G DIAMETRO: cm 158 G ALTEZZA: m 15 G ETÀ: > 200 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Vetustà, grandezza e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

erita proprio una visita questo maestoso ni “alte”. Terminata la salita si raggiunge la fra- M esemplare di olmo ciliato, forse l’unico di zione denominata Pessé, dove si può ammira- questa specie presente nella nostra regione. Il re un vecchio frassino monumentale (descritto possente fusto tarchiato sorregge un’ampia in altra scheda). Dopo pochi minuti di cammi- chioma, decisamente rinvigorita dagli interventi no sulla strada poderale pianeggiante, si rag- risanatori. Tutta la sua grandezza si manifesta giunge Prà ed il suo olmo, ormai simbolo del nel nascondere alla vista le belle abitazioni ru- piccolo villaggio. La pianta fu probabilmente rali recentemente ristrutturate ed i caratteristi- piantata circa due secoli fa da un antenato del- ci “rascard” che sorgono in questa incantevole la famiglia Yeuillaz, proprietaria dell’albero, il frazione di Perloz. La pianta può essere rag- quale la portò dalla Svizzera dove si recava sta- giunta per mezzo di una strada interpoderale gionalmente per motivi di lavoro. A pochi pas- che parte dall’abitato di Fayes-Dessus (o Fey- si da Prà, si raggiunge la località Chicalin dove Dessus) oppure percorrendo l’antica mulattie- la natura ci offre uno splendido bosco di mae- ra che collegava il capoluogo con le sue frazio- stosi faggi.

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16 Il Frassino di Pessé 1993

Specie: Fraxinus excelsior L. VISITABILE Famiglia: oleaceæ Nome italiano: frassino, frassino comune, frassino europeo Nome francese: frêne, frêne commun, frêne élevé Nome patois: fréno, lou fréno, fròino, fratchèn, Der esch

Comune: Perloz, località Pessé Altitudine s.l.m.: m 1310 Proprietà: privata (Sig.ra CRETAZ Simona)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 368 G DIAMETRO: cm 117 G ALTEZZA: m 16,5 G ETÀ: > 200 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Vetustà e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

l frassino di Pessé è un possente vegliardo ra annuale dei rametti ancora fogliati, i quali I che incute rispetto a chi transita sul sentiero vengono impiegati come nutrimento invernale di collegamento tra Perloz e le sue frazioni alte per le capre. L’esemplare è radicato sopra un (vedi “L’olmo ciliato di Prà”). La pianta è anco- muretto a secco, all’entrata del tipico villaggio, ra in buone condizioni vegetative, sebbene un’e- costituito da antiche case pressoché tutte ri- stesa carie dovuta alla rottura di un grosso ra- strutturate. Sotto la sua chioma, ai lati del sen- mo in tempi passati, si evidenzi sul lato ovest tiero, una grossa croce in pietra ricorda la de- del fusto. Questo frassino è ancora utilizzato per vozione delle genti di montagna. la “foglia”, che consiste in una drastica potatu-

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14 L’Ippocastano della Chiesa 1993

Specie: Aesculus hippocastanum L. VISITABILE Famiglia: ippocastanaceæ Nome italiano: ippocastano, castagno d’India Nome francese: marronnier, marronnier d’Inde Nome patois: tsahagnèr d’Eunde, tseutagnì d’éndo, De wélde cheschteniòboum

Comune: Perloz, località Tour d’Héréraz Altitudine s.l.m.: m 555 Proprietà: Curia vescovile di Aosta

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 287 G DIAMETRO: cm 92 G ALTEZZA: m 19 G ETÀ: ca. 80 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesta pianta, di non eccezionali dimen- che l’albero sia stato messo a dimora nel 1925, Q sioni, ma ancora giovane e con grosse po- alto già 2 m, dall’allora parroco del luogo e ap- tenzialità, ombreggia la piazzetta antistante la passionato di piante, don Glésaz Théophile. Per chiesa parrocchiale di Tour d’Héréraz, dedica- raggiungere l’ippocastano si lascia la strada re- ta a San Giuseppe, che ha come campanile l’an- gionale 44 della Valle del Lys, in corrisponden- tica torre di Hérère. Per la caratterizzazione di za dell’abitato di Tour d’Héréraz e si imbocca questo luogo e per la vicinanza al monumento, una stretta strada che scende fino alla Chiesa. la pianta è stata dichiarata monumentale. Pare

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17 La Tsuga dell’Ex Albergo Mont Nery 1993

Specie: Tsuga heterophylla (Raf.) Serg. VISITABILE Famiglia: pinaceæ Nome italiano: tsuga, tsuga eterofilla Nome francese: tsuga hétérophille, tsuga du Nouveau Monde

Comune: Issime, località Tontinel Altitudine s.l.m.: m 966 Proprietà: Amministrazione regionale

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 266 G DIAMETRO: cm 85 G ALTEZZA: m 23,5 G ETÀ: ca. 120 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Rarità e caratterizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesta bella conifera nordamericana è mol- do stati tagliati, in tempi successivi due abeti Q to rara in Valle d’Aosta e questo esempla- rossi, ormai deperienti, che impedivano alla re è sicuramente il più grande conosciuto da Tsuga di sviluppare appieno la sua elegante noi. La pianta si staglia maestosa davanti all’ex chioma. L’albero è stato piantato in filare, as- Albergo Mont-Nery, in frazione Tontinel di Issi- sieme ad alcuni abeti rossi, probabilmente du- me, appena a monte della strada regionale. Ora rante la costruzione dell’albergo, che risale al fa bella mostra di sé e cresce rigogliosa, essen- 1873.

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18 Il Faggio Pendulo della Comunità Montana 1993

Specie: Fagus sylvatica L. “pendula” VISITABILE Famiglia: fagaceæ Nome italiano: faggio pendulo Nome francese: hêtre pleureur

Comune: Issime, località Capoluogo Altitudine s.l.m.: m 954 Proprietà: Comunità Montana Walser

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 215 G DIAMETRO: cm 69 G ALTEZZA: m 17 G ETÀ: ca. 100 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Portamento e tipicizzazione del sito

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

uesto bell’esemplare ornamentale di fag- messo a dimora intorno all’anno 1905, in se- Q gio, ubicato nel centro del capoluogo, è guito alla costruzione del fabbricato adiacente, una varietà ottenuta da selezioni e innesti di vi- che diventò la sede dell’Amministrazione Co- vaio. Ha una forma tortuosa, con bizzarri rami munale di Issime. Agli inizi degli anni ’90 il fab- ricadenti e portamento maestoso e scultoreo. La bricato fu ristrutturato per ospitare la Comunità sua forma diventa spettrale e un pò inquietan- Montana Walser. È probabilmente il più gran- te, quando, in inverno, si sveste del suo man- de faggio pendulo della regione ed ha ancora tello fogliato. Probabilmente l’albero è stato notevoli margini di crescita.

102 3 La Tuia Gigante ed il Libocedro di Villa Rosy 1993

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Specie: Thuja plicata Donn Grandezza complessiva della pianta (per entrambi) Famiglia: cupressaceæ Nome italiano: tuia gigante NON VISITABILI (facilmente visibili dall’esterno) Nome francese: thuya géant, thuya de Lobb Specie: Calocedrum decurrens (Torr.) Frorin Famiglia: cupressaceæ Nome italiano: libocedro, cipresso della California Nome francese: libocèdre Comune: Issime, località Prariond (Villa Rosy) Altitudine s.l.m.: m 972 Proprietà: privata (Sig. ENRICO Mario)

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI G CIRCONFERENZA: Tuia: cm 308 – Libocedro: cm 328 G DIAMETRO: Tuia: cm 99 – Libocedro: cm 104 G ALTEZZA: Tuia: m 25 – Libocedro: m 22,5 G ETÀ: ca. 110 anni

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

aestosi ed eleganti esemplari esotici, mol- a dimora alcuni decenni prima della costruzio- M to ben acclimatati nella nostra regione. ne dell’edificio, che risale al 1920. Questo è di- Sono facilmente visibili in quanto svettano, uno mostrato dal conteggio degli anni effettuato me- vicino all’altro, nel grazioso giardino che li ospi- diante trivellamento di entrambi gli alberi, che ta, presso la strada regionale 43 della Valle del risulta essere superiore al secolo. Sono sicura- Lys, e più precisamente, nella località Prariond mente i più grandi esemplari, delle rispettive in comune di Issime. Il proprietario attuale del- specie, presenti in Valle d’Aosta ed hanno an- la villa, ritiene che le piante siano state messe cora ampi margini di crescita.

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32 Il Frassino di Pont-Sec 2000

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Specie: Fraxinus excelsior L. Dimensioni, vetustà, portamento e caratterizzazione del luogo Famiglia: oleaceæ Nome italiano: frassino, frassino comune, frassino europeo Nome francese: frêne, frêne commun, frêne élevé Nome patois: fréno, lou fréno, fròino, fratchèn, Der esch VISITABILE Comune: Gressoney-Saint-Jean, località Pont-Sec (Onder-Possäg) Altitudine s.l.m.: m 1.280 Proprietà: privata (famiglia SCALER)

CARATTERISTICHE DELL’ESEMPLARE G CIRCONFERENZA: cm 532 G DIAMETRO: cm 169 G ALTEZZA: m 22 G ETÀ: > 300 anni

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

aestoso: è l’aggettivo che più si addice a conosciuto in Valle d’Aosta e probabilmente uno M questo splendido frassino, radicato in dei più imponenti in assoluto. Durante le calde mezzo ai prati nei pressi di una tipica casa co- estati, molti animali domestici trovano refrige- lonica Walser, in località Pont-Sec di Gressoney- rio sotto le sue fronde. Lo si può ammirare im- Saint-Jean. L’albero è piuttosto tozzo, sorretto boccando, dalla strada regionale della Valle del da un enorme fusto e da una chioma grandio- Lys, la stradina che oltrepassa un ponticello in sa che supera i 20 metri di diametro. È sicura- legno e giunge alle case sopra descritte. mente il più grosso esemplare di questa specie

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5 La Foresta di Protezione di Pont-Sec 2000

Specie: Larix decidua Miller (n. 39) Specie: Acer pseudoplatanus L. (n. 1) Famiglia: pinaceæ Famiglia: aceraceæ Nome italiano: larice, larice europeo, larice comune Nome italiano: acero di monte, platano falso… Nome francese: mélèze, mélèze d’Europe… Nome francese: érable sycomore, sycomore… Nome patois: brènva, brenga, larse, large, De lérch Nome patois: plano, plôno, pléno, piéno, Der ahòre Specie: Picea abies (L.) Karsten (n. 22) Comune: Gressoney-St-Jean, Pont-Sec (Onder Possäg) Famiglia: pinaceæ Altitudine s.l.m.: da 1.300 m a 1.400 m Nome italiano: abete rosso, peccio… Proprietà: privata (Famiglia SCALER) Nome francese: épicéa, pesse… Nome patois: pesse, sapeun, pèhe, pessa, petsa, De tannò

CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI (N. 62) G CIRCONF.: cm 450 (max.) G DIAM.: cm 143 (max.) G ALT.: m 41 (max.) G ETÀ: ca. 400 anni

REQUISITI DI MONUMENTALITÀ: Dimensioni, vetustà, storici e paesaggistici VISITABILE

LOCALIZZAZIONE, NOTIZIE & CURIOSITÀ

l’unica formazione boschiva inserita in case di Pont-Sec e della strada regionale 44 del- È elenco, che raggruppa più di una specie fo- la Valle del Lys, dalla quale si svolta a destra per restale. Ed è anche l’unica che ha gli abeti ros- Possag, dove si lascia la macchina e si raggiun- si più grandi di tutta la regione. Difatti, la pian- ge dopo pochi minuti, il nostro bosco. La fore- ta in assoluto più grossa della formazione è un sta assume una forma triangolare con l’apice magnifico abete rosso di quasi 150 cm di dia- rivolto a monte, figura geometrica creata natu- metro, ma neppure gli altri consimili disdegna- ralmente dagli agenti naturali ma modellata con no il confronto con i pur possenti larici presen- attenzione dall’uomo, per esaltarne le funzioni ti. Anche il maestoso acero di monte (23 m di protettive. Presso le case difese dalla nostra for- altezza per 90 cm di diametro) non teme con- mazione, vegeta il possente frassino monu- fronti. Si presenta così questo straordinario mentale, descritto in altra scheda, ed altre pian- complesso boschivo, posto a protezione delle te dalle dimensioni fuori dal comune.

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Le piante monumentali della VALLE D’AOSTA (Scala 1:340.000)

I CASTAGNI DA FRUTTO

ntiche memorie, ma neanche troppo, nente ad un altro proprietario, i frutti caduti su di povera sussistenza delle genti di questa parte venivano equamente divisi tra i A campagna, con i soli frutti della terra. due possessori, nel caso le castagne fossero sta- Un’epoca storica lunghissima chiamata anche te bacchiate (i ricci vengono fatti cadere per la “civiltà del castagno” è, fortunatamente per mezzo di una pertica in legno); mentre se que- certi versi, tramontata. Accanto ad altre coltu- ste cascavano naturalmente, andavano al pro- re essenziali, la castagna ha sfamato per mil- prietario del prato in cui si trovavano. Se il ca- lenni intere comunità rurali del fondovalle e del- stagno apparteneva a due o più proprietari, i la media montagna. In Valle d’Aosta questo pre- frutti erano divisi tra i vari possessori che, al- libato frutto veniva chiamato “pan di pouvro”, ternativamente potevano raccoglierli, oppure le ossia pane dei poveri, per rimarcare che era l’u- castagne venivano spartite dopo la raccolta; ad- nica fonte di nutrizione in periodi di fame, guer- dirittura, in certi casi, i singoli rami potevano ra o carestia. Il grosso vantaggio della castani- avere dei proprietari diversi e venivano percossi coltura è la possibilità di essere associata ad al- uno alla volta col “bacchio” (pertica in legno). tre colture o al pascolo, non necessitando ge- Nei “contrats de mariage” (contratti di nozze), neralmente di cure frequenti. La castagna è si potevano trovare elencate doti rappresenta- inoltre di relativamente facile conservazione e te da “châtaignes vertes”, frutti appena colti, o le differenti varietà coltivate potevano soddi- “châtaignes blanches”, ossia quelle essiccate. sfare sia i bisogni umani che degli animali do- Inoltre il legno di castagno, debitamente spac- mestici (suini, caprini, ovini, equini). Poteva es- cato e lasciato almeno un anno all’aperto per li- sere consumata fresca o secca, integra o maci- berarlo dal tannino, difficilmente combustibile, nata, da sola o con altri prodotti. Abitualmente rappresentava un ottimo riscaldamento duran- la farina di castagne veniva mescolata a quella te i lunghi inverni. Altri impieghi delle parti mi- di segale per la produzione del pane nero, men- gliori del prezioso legno sono legati alla fabbri- tre in periodi ancora più duri veniva impastata cazione di botti, di mobili, della travatura dei assieme al mosto secco o ai gusci di noci maci- tetti, ecc.. Da diversi decenni la coltivazione del nati. Questo frutto era talmente importante, che castagno da frutto ha subito un progressivo de- compariva addirittura negli atti e documenti: clino, dovuto allo sviluppo di una terribile ma- compravendite, testamenti, donazioni, baratti, lattia provocata da un fungo, chiamata Cripho- ecc.. Le condizioni di proprietà dei castagni era- nectria parasitica o “cancro corticale del ca- no, e lo sono tuttora, parecchie e disparate. Ad stagno”, che può addirittura portare alla morte esempio la proprietà della pianta non sempre dell’esemplare. La malattia, abbinata all’ab- coincideva con quella del prato in cui vegetava, bandono della campagna, ha fatto sì che que- ma il proprietario dell’albero poteva essere di- sto patrimonio stesse quasi per scomparire, se stinto da quello del terreno (allora si tratta del- non altro come coltura. le cosiddette “plantes de fer”). Se il castagno era Sembrava doveroso elencare alcune delle radicato in un prato, ma la sua chioma interes- molteplici funzioni espletate da questo elemen- sava anche parte di quello limitrofo, apparte- to caratterizzante di determinati paesaggi ru-

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Località Miserègne, Fénis Località Albard, Donnas

rali e con legami storico-culturali molto marca- restale Valdostano, ha interessato tutta l’area ti col mondo contadino, per far comprendere castanicola regionale, evidenziandone caratte- quanto sia stato importante inserire determi- ristiche, dislocazione, varietà delle castagne e nati esemplari appartenenti a questa specie col- situazione fitosanitaria. L’indagine, che ha in- tivata, nel contesto di una legge che tutela gli al- teressato 40 comuni in cui sono presenti i ca- beri monumentali. stagni da frutto, sui 74 della regione, ha indivi- In particolare sono definite piante monu- duato circa un migliaio di esemplari aventi le mentali “i castagni da frutto aventi un tronco caratteristiche richieste, di cui 160 monumen- con diametro superiore a cm 100 e una chioma tali. A seconda delle tre classi di valutazione, i vitale all’80%” (art. 2, punto 1, b)), mentre so- castagni censiti sono stati marchiati alla base no oggetto di cura e straordinaria manutenzio- con vernice indelebile di colori diversi: giallo ne “i castagni da frutto, anche se non dichiara- (monumentale), rosso (tutela), bianco (storico- ti monumentali, purché aventi almeno un tron- paesaggistico). La scritta indica il comune di ap- co con diametro superiore a cm 80” (art. 6, pun- partenenza abbreviato (ad esempio Fénis = Fe) to 1). Vengono inoltre considerati degni di cura ed il numero è progressivo per ciascuna classe gli esemplari e/o i gruppi di castagni da frutto di appartenenza. Questi castagni, ad eccezione di particolare rilevanza storico-culturale, per le del “Castagno di Derby”, però non sono stati uf- connessioni col mondo rurale e per essere l’u- ficialmente dichiarati monumentali, per evita- nità fisionomica nel paesaggio di alcune zone. re di porre un vincolo troppo restrittivo ai ri- Nel 1992, in attuazione alla L.R. 50/1990, spettivi proprietari. I suddetti esemplari devo- un capillare censimento effettuato dal Corpo Fo- no considerarsi comunque tutelati e, previa ri-

109 Località Creux, Donnas chiesta del proprietario, sottoposti alle specifi- con lo stile dell’arrampicata sportiva, all’esecu- che operazioni di rivitalizzazione. Gli interven- zione corretta delle varie fasi di potatura. ti consistono nella potatura della chioma, me- A tutt’oggi, dopo circa 8 anni di interventi, diante asportazione delle parti secche o malate sono stati risanati quasi quattrocento dei mille e all’equilibratura della stessa (vanno tolti solo castagni censiti ed è stato predisposto un piano i cancri di tipo “evolutivo”, mentre quelli “invo- di intervento finalizzato a recuperarli tutti entro lutivi” vanno lasciati perché contribuiscono al il 2010. Questa iniziativa è stata accolta favore- risanamento dei precedenti). Eventuali carie volmente dai proprietari dei castagni (le spese vengono risanate, drenate, disinfettate e rico- sono a carico dell’Amministrazione regionale, perte con mastici cicatrizzanti o con coperture mentre il proprietario deve assicurare un man- in piombo o rete metallica. Queste delicate ope- tenimento dell’esemplare per un determinato nu- razioni sono effettuate da una apposita squa- mero di anni) ed ha incoraggiato le Comunità dra, alle dipendenze dall’Assessorato Agricol- Montane a predisporre dei piani di recupero dei tura e Risorse Naturali dell’Amministrazione re- rimanenti castagni da frutto, mediante finanzia- gionale, altamente specializzata in dendrochi- menti della Comunità Europea. Sembra dunque rurgia e nelle diverse tipologie di potatura, per che questo grande patrimonio non sia destinato mezzo di cestelli elevatori. Dove l’accesso ai a scomparire, ma possa diventare una fonte di mezzi è impossibile, si interviene con la tecni- reddito alternativo per le popolazioni residenti. ca del Tree-climbing (risalita dell’albero), me- Ne è prova la recente costituzione di una Coo- diante affido dell’intervento a ditte private spe- perativa per la valorizzazione e la commercia- cializzate nel settore. Questo innovativo siste- lizzazione della castagna, nella quale gli associati ma di potatura abbina la risalita della pianta, possono conferire tutta la loro produzione.

110 GLI ARBORETUM

etteralmente la parola latina arboretum significa “collezione di piante vive, fat- L ta a scopo di studio”. Si tratta di un im- pianto di varie specie vegetali, soprattutto ar- boree, di provenienza sia esotica che indigena, su terreno nudo o come integrazione di una zo- na boscata. La legge regionale 50/1990, non prende di- rettamente in considerazione i contesti boschi- vi, aventi particolarità botaniche, storiche e paesaggistiche di alto valore. Lo spirito del di- sposto legislativo è però rivolto a tutelare e proteggere tutte le particolarità vegetali aven- ti caratteristiche rimarchevoli. Per cui, in atte- sa di una parziale revisione normativa che comprenda anche queste tipologie forestali, si reputa opportuno citare in questa pubblicazio- ne gli arboreti regionali che l’apposito Ufficio delle piante monumentali ha seguito, ripristi- nato e valorizzato a partire dal 1994. Questi sono tre, il primo, sicuramente il più famoso e con più alto valore botanico e storico è quello denominato “Abbé Vescoz”, ripristina- to ed inaugurato nel 1995; l’altro arboreto, re- centemente rivitalizzato e reso fruibile con l’i- naugurazione avvenuta nel 1999, è quello de- Nota: Sulla carta allegata, i tre arboreti sono evidenziati nominato “Borna di Laou”, composto da pian- con un numero in campo azzurro, lo stesso che ritroviamo te relativamente giovani ma di temperamento nelle pagine seguenti tipicamente mediterraneo. L’ultimo, ancora in fase di ricostituzione ed integrazione, ma co- munque visitabile, è il “Parque d’Euntrebeun”, rimboschimento di varie specie forestali effet- tuato a partire dagli anni 1930. Vediamo di conoscerli meglio con una loro sintetica presentazione.

111 Abbé Pierre Louis Vescoz 1 li vivai interni all’arboreto, con lo scopo di ren- Questo magnifico arboreto è il più antico della dere meno traumatica l’adattabilità delle stesse regione nel suo genere ed è stato realizzato agli alle diverse condizioni climatiche e pedologiche. inizi di questo secolo, più precisamente dal Aiutato da un operaio del luogo, l’Abbé Vescoz 1905 al 1908, dal Can. Vescoz, illustre religio- costruì una vasca d’irrigazione in muratura, in so, letterato, scienziato e geografo natìo di Ver- cima al rimboschimento, convogliando le acque rayes, in un costone arido e povero, denomina- da notevole distanza fino alla stessa, onde forni- to Pointys ed acquisito dallo stesso con enormi re un’adeguata risorsa idrica alle piante nelle tor- sacrifici economici. ride giornate estive. Per il completamento del- Si tratta del primo esperimento di rimbo- l’opera, costruì anche centinaia di metri di mu- schimento effettuato in Valle d’Aosta con specie ri a secco e una fitta rete di sentieri per facilita- esotiche, oltretutto su una superficie così rile- re la percorribilità della zona. vante (oltre 12 ha.). L’esperimento di impianto ha dato esiti a dir Difatti, furono messe a dimora oltre 10.000 poco stupefacenti, se consideriamo la povertà del piante non indigene, tra le quali le 3 varietà di terreno, la giacitura e la forte esposizione a mez- cedro (Atlantica, Deodara, Libani), 2 varietà di zogiorno del luogo. I cedri ed i douglas hanno douglas (Viridis e Glauca), 2 varietà di cipresso raggiunto ragguardevoli dimensioni e si rinno- italico (Horizontalis e Pyramidalis), il cipresso di vano in abbondanza, garantendo ormai una per- Monterey, la tuia, la sequoia gigante, una varietà petuazione nel tempo di queste specie; persino il ibrida di pino nero oltre a specie autoctone, al- faggio, specie sciafila, riesce a riprodursi. cune delle quali completamente fuori stazione, I cipressi svettano fusiformi dando l’im- tra le quali il faggio, la farnia, il pino mugo, ecc.. pressione di trovarci in un paesaggio toscano e, Altro fatto inusuale per quell’epoca, è dato dalla assieme alle più basse tuie, danno vita a vialet- produzione in loco di gran parte delle piantine ti incantevoli. esotiche, con la predisposizione di alcuni picco- Le due sequoie superstiti hanno un porta-

112 mento “bonsai” ma, non per questo, sono me- (Rutor, Emilius, Avic, ecc.). Mentre, alle proprie no attraenti o interessanti dal punto di vista eco- spalle torreggia il versante esposto all’»adret» logico ed estetico. dove, man mano che lo sguardo sale, si posso- Anche le altre specie, indigene e non, si so- no contemplare le verdi pinete, la scura pecce- no affermate e danno vita ad un complesso bo- ta e i delicati lariceti di quota. Questi infine la- schivo di elevato interesse naturalistico, bota- sciano spazio ai contrafforti dell’aguzza Punta nico e scientifico, vista l’unicità e la particola- Longhède, che domina maestosa, assieme alla rità del sito. sua bianca croce in ferro alta 12 m, la larga val- Anche dal punto di vista floristico, il Pointys le centrale. offre delle particolarità e degli endemismi mol- to interessanti, basti citare la presenza massic- cia dell’aromatico Thymus vulgaris, la rarissi- Borna di Laou 2 ma Daphne alpina, la Stipa pennata, la Cepha- Un panorama e dei profumi decisamente medi- lantera rubra e altre varietà di orchidaceæ. terranei accompagnano il visitatore all’interno Il Corpo Forestale Valdostano, da diversi de- di questo particolare arboreto impiantato nella cenni, segue con attenzione questo arboreto e prima metà degli anni ‘50 dal Corpo Forestale, negli anni ’70, oltre a ripristinare e costruire ex- allora ancora dello Stato. novo diversi sentieri e panoramiche piazzole Difatti, a partire dal 1951, furono messe a per agevolare la visita, ha effettuato mirate cu- dimora o seminate diverse specie esotiche tra le re colturali al popolamento. quali i pini marittimo, domestico, nero e strobo, Nel 1995, in concomitanza con le manife- il cedro dell’Atlante, l’abete del Caucaso, il lec- stazioni organizzate per ricordare il 70° anni- cio, il carpino, la tuia, ecc.. versario della morte del Canonico Vescoz, l’Am- La zona scelta per il rimboschimento, di pro- ministrazione Regionale, sensibile alle specifi- prietà dell’Istituto Diocesano per il Sostenta- cità del luogo e sentendosi in qualche modo re- mento del Clero, si estende su una superficie di sponsabile del mantenimento di siffatta eredità, circa 6 Ha. e la natura del terreno, pietrosa, ari- ha deciso di valorizzarlo e renderlo fruibile ai da e inframezzata da arditi terrazzamenti che visitatori mediante l’effettuazione di mirati in- racchiudono lembi di terra precedentemente col- terventi selvicolturali atti a rivitalizzare la bio- tivati, non garantiva un sicuro attecchimento. massa presente e ad esaltarne le caratteristiche Ciò nonostante il risultato dell’esperimento è ecologiche ed estetiche. quello che appare ora ai nostri occhi: un sugge- È stata altresì ricostruita, con tipologia co- stivo alternarsi di gruppi di piante ottimamente af- struttiva originaria, la vasca d’irrigazione che fermate che, addirittura, iniziano già a rinnovar- deriva le acque dalla località Dorinaz e permet- si naturalmente, in particolare cedro, pini e tuia. te di disporre di un buon approvvigionamento Alcune specie menzionate nei registri di rim- idrico nei periodi più siccitosi e per eventuali in- boschimento dell’epoca non sono state più ri- terventi antincendio. Sono inoltre stati riattati trovate, come il carpino ed il pino strobo, ma i tutti i sentieri, che hanno uno sviluppo totale di superstiti, assieme all’abbondante vegetazione diversi chilometri, e sistemate le piazzole di so- autoctona impiantata o spontanea, garantisco- sta. Una adeguata cartografia, disposta su pen- no lo stesso un notevole effetto paesaggistico al siline, descrive la rete sentieristica, la vegeta- bosco costituitosi. zione presente e le zone più panoramiche, tra le Ma quel che più interessa è l’aspetto botani- quali il “Belvedere”, già scoperto dal Vescoz, ora co di questo arboreto, in quanto risulta essere uno dotato di una robusta recinzione in legno. Da qui dei rari esempi, nella nostra regione, dove specie la vista può spaziare sui vasti, verdi e curati ter- come il pino domestico e quello marittimo, si sia- razzamenti glaciali di Verrayes, sulla grande val- no affermati così bene a dispetto delle non ideali le centrale della Dora Baltea e sulle numerose condizioni climatiche per queste specie. vallate dell’»envers» con le loro possenti cime Bisogna però ricordare che Verrès beneficia

113 I lavori di approntamento dell’area sono consistiti in delicate operazioni di cure coltura- li alla vegetazione presente, al fine di dare mag- gior vigore ed esaltare le caratteristiche delle ol- tre 40 specie presenti, tra arboree e arbustive. In questo diversificato ambiente troviamo, ol- tre alle specie autoctone tipiche di questo am- biente xerofilo, quali roverella, corniolo, bianco- spino, olmo, bagolaro, robinia, ecc., specie più esigenti, quali ciliegio, frassino, castagno, pero selvatico, tiglio, farnia, acero ecc., fino a scoprire delle vere e proprie rarità botaniche spontanee se rapportate a questo tipo di stazione: nespolo, pungitopo, alloro, fusaggine, pesco selvatico. Anche la flora erbacea e arbustiva è diversi- ficata e, seppur non si riscontrino degli endemi- smi, troviamo le tipiche specie degli ambienti mol- to secchi e caldi: saponarie, silene, semprevivi, sassifraghe, rosa canina, vitalba, erba vescicaria, gigli selvatici ecc. e altre più esigenti, quali la vio- la, la fragola, l’edera ed il sigillo di Salomone. In un secondo tempo è stata ripristinata o costruita ex-novo la rete sentieristica e sono sta- di un clima più dolce rispetto ad altre località del- ti approntati due accessi all’arboreto, ove sono la regione, soprattutto della media e alta Valle, state posizionate delle pensiline contenenti la per cui questo microclima favorevole è stato de- cartografia della zona. terminante per l’affermarsi delle specie esotiche. Sono state altresì predisposte diverse piaz- L’arboreto si situa in uno dei più panoramici zole panoramiche attrezzate. angoli di Verrès, difatti è posizionato lungo il fian- La variegata vegetazione potrà essere rico- co sinistro orografico all’imbocco della Val d’Ayas. nosciuta mediante appositi cartelli che indicano Inoltre, ai piedi del rimboschimento, esiste i nomi botanici e quelli volgari. uno dei più celebri e vecchi conventi della Valle Sebbene non vi siano zone pericolose nel- d’Aosta: il Priorato di Saint-Gilles. Le antiche car- l’arboreto, i passaggi più scoscesi sono protetti te rivelano che fu fondato nel 925 da Adalberto da idonea recinzione (un terzo accesso, dotato di Ivrea ed ancora oggi possiamo ammirare i di sentiero preesistente, risulta essere pericolo- suoi edifici, tra i quali la torre dell’Orologio ed il so perché insiste proprio sul tornante della stra- chiostro, nonché alcuni olivi monumentali, de- da regionale della Val d’Ayas, per cui non viene scritti in altra scheda, riparati a sud dai possen- evidenziato come percorso aperto ai visitatori). ti muri dell’edificio. Il vasto giardino del Priora- Gli abitanti di Verrès chiamano questo luo- to è tuttora oggetto di completo rifacimento e ri- go, in patois «Borna di laou» o, in piemontese vitalizzazione delle specie ivi radicate, a cura del «Tampa del luf», in quanto pare che nella zona, Dipartimento Risorse Naturali, dell’Assessorato fino alla fine del 1800, ci fosse una tana abitata regionale all’Agricoltura e Risorse Naturali. dal lupo. Per cui, vista la curiosità dell’informa- L’arboreto ha caratteristiche tali che si è ri- zione, si è deciso di dare questo inquietante no- tenuto opportuno valorizzare e rendere fruibile me all’arboreto, sebbene di lupi non vi sia più anche questo polmone verde, che interessa un’a- traccia da circa un secolo, mentre tassi, volpi, rea di circa 2 ettari, facilmente accessibile dagli cinghiali, caprioli e mustelidi hanno trovato un abitanti di Verrès e dai turisti. luogo ideale per ripararsi e riprodursi.

114 Lo Parque d’Euntrebeun 3 Il Parco di Entrebin è situato a monte dell’omo- nima frazione appartenente al territorio del co- mune di Aosta, ad un’altitudine di 971 m s.l.m. e distante 5 Km dal capoluogo. La superficie dello stesso raggiunge quasi i 3 ha. (28.624 mq) ed è di proprietà dell’Ammi- nistrazione comunale di Aosta in quanto i ter- reni compresi nel suo perimetro sono stati espropriati per ragioni di pubblico interesse, nel 1929, al fine di captare le sorgenti dell’acque- dotto comunale. Dagli inizi degli anni ‘30 e fino agli anni ‘70, tutta la superficie è stata oggetto di periodici rimboschimenti, effettuati in occasione della an- nuale «Festa degli alberi». Per cui ora l’intero sito è boscato e composto da varie piante esoti- che e autoctone, tra le quali, abeti rossi, larici, pini silvestri, pini neri, douglas, cedri, tuie, ro- binie, ciliegi, frassini comuni e frassini da man- na (orniello), olmi campestri e siberiani, aceri di monte, roverelle, farnie, noci, betulle, pioppi, ca- stagni, sambuchi neri, peri e meli selvatici, bian- cospini, ecc.. sendo uno dei pochi «polmoni verdi» idonei ad Nel perimetro interessato, si trovano inoltre una mirata fruizione pubblica, situato in zona una piccola cappella, ristrutturata da poco a cu- collinare alle porte della città di Aosta e facil- ra del gruppo alpini della frazione, e altre due mente accessibile. abitazioni limitrofe, ora abbandonate e in avan- Si sta procedendo alla messa a dimora di al- zato stato di degrado (per le abitazioni è stata tre specie (soprattutto esotiche), al fine di incre- avanzata proposta all’ente proprietario per una mentare ulteriormente quelle presenti e costi- futura destinazione d’uso e conseguente recu- tuire un vero e proprio «arboretum». pero funzionale, legato all’utilizzo di tipo cultu- Ulteriori interventi riguarderanno la siste- rale e didattico a cui verrà destinato l’arboreto). mazione e la costruzione ex novo della rete sen- Nel 1999, quando si è deciso di intervenire tieristica, compreso il ripristino dei terrazza- con un progetto di recupero del complesso bo- menti, indici di antiche attività agricole, nonché scato, ci si è trovati di fronte a delle precarie la realizzazione di apposite piazzole di sosta ove condizioni vegetative, in quanto non erano mai saranno posizionate delle panche in legno. È sta- state effettuate le periodiche e necessarie ope- ta recentemente completata la recinzione del- razioni colturali per valorizzare la vegetazione l’intero perimetro del parco, mentre verranno presente. Sia la stabilità ecologica che meccani- realizzate apposite targhe recanti informazioni ca dell’arboreto, sono state urgentemente rista- sulle specie rappresentate e sulle loro particola- bilite, con mirati interventi selvicolturali atti a rità. Alcune pensiline con cartografia del luogo eliminare i processi concorrenziali fra le varie indicheranno al visitatore i percorsi da seguire specie, per evitare un sicuro ed irreparabile de- e la vegetazione del luogo. grado del popolamento. Si deve rimarcare che le potenzialità e le particolarità di questo parco sono notevoli, sia dal punto di vista botanico che paesaggistico, es-

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CARATTERISTICHE BOTANICHE E CURIOSITÀ RIFERITE ALLE SPECIE DESCRITTE

CONIFERE

ABIES CEPHALONICA Loud (abete greco - sapin de Grèce) Albero molto decorativo, a portamento marcata- mente piramidale e chioma ampia, ramificata. Ve- ABIES GRANDIS Lindl. geta su tutti i monti della Grecia, anche nelle isole di (abete gigante - sapin de Vancouver) Cefalonia (donde il nome) e di Eubea, ma viene sem- Proveniente dal Nordamerica, più precisamente dal- pre più frequentemente impiantato come specie or- l’isola di Vancouver, venne introdotto in Europa nel namentale. Può raggiungere anche i 35 m di altez- 1832 per scopi ornamentali e, in seguito, coltivato za e 3 metri di circonferenza. Assomiglia molto al- come specie a rapido accrescimento vista la sua l’abete bianco e spesso ha pure lui la sommità ap- grande velocità nell’acquisire dimensioni ragguar- piattita, detta «a nido di cicogna». Differisce però da devoli in poco tempo. questi per gli aghi rigidi e incurvati, a punta pun- Nella sua zona d’origine raggiunge anche 80 m gente, che sono disposti più o meno sparsi intorno di altezza, mentre da noi non ha mai superato i 50 al rametto glabro (senza peli), gemme molto resino- m. In Italia e, soprattutto in Valle d’Aosta, non tro- se e pigne più affusolate e resinose, erette e lunghe va condizioni climatiche particolarmente favorevo- fino a 15 cm. La parte superiore dell’ago è verde lu- li per la mancanza di abbondanti e ben distribuite cente, mentre in quella inferiore troviamo due linee precipitazioni. stomatifere bianche separate dalla nervatura verde. Ha aghi lucenti, morbidi e disposti su due file La corteccia è di colore grigio bruno, liscia su pian- a pettine, mentre i suoi coni sono piccoli (5-10 cm), te giovani, comincia a fessurarsi in placche allunga- con brattee non visibili. Predilige terreni fertili e fre- te sui vecchi tronchi. È una specie adatta a terreni schi mentre soffre, in gioventù, la siccità e la disi- calcarei e a climi con molta siccità ma è molto sen- dratazione. La corteccia è grigio-scura, molto resi- sibile alle gelate primaverili. Il legno dell’abete gre- nosa e fessurata. Il legno, a pasta bianca e tenera, co è simile a quello di altri abeti, essendo tenero, non assomiglia a quello dell’abete bianco ed è massic- molto resistente, nè durevole; inoltre, per la sua ra- ciamente usato nei lavori di falegnameria. mificazione irregolare, ha molti nodi, che nel legna- CURIOSITÀ: nella sua zona d’origine è il più alto de- me da lavoro sono poco graditi. gli abeti. Ha una straordinaria somiglianza olfat- CURIOSITÀ: fu introdotto come pianta ornamentale dal- tiva col douglas, in quanto secerne della resina le regioni montagnose della Grecia meridionale. Gli aromatica da piccole pustole poste sulla corteccia incendi e gli animali hanno però distrutto quasi com- e la fragranza che emana è simile a quella dell’a- pletamente questa specie nella sua zona d’origine. rancia.

116 CARATTERISTICHE BOTANICHE E CURIOSITÀ

CALOCEDRUM DECURRENS Italia nel 1842 ed in Valle d’Aosta ancora qualche (Torr.) Frorin decennio prima nel Parco Passerin d’Entrèves di (libocedro- libocèdre) Châtillon. Questo cedro ha una forma caratteristi- Bella conifera, alta fino a 45 m, ca, largamente conica, con curiosi rami ascenden- originaria del Nordamerica ma ti e distanziati, che formano dei ripiani di fogliame. introdotta in Europa per scopi Ha bisogno di molto spazio in quanto raggiunge al- ornamentali fin dal 1853. In tezze e dimensioni ragguardevoli. La sua chioma ha Italia è frequente nella zona dei colorazioni che variano dal blu verde a tinte più laghi del Nord, ed alcuni esem- glauche nelle varietà ornamentali coltivate. Gli aghi plari sono stati piantati anche somigliano molto, tranne il colore, a quelli del ce- in Valle d’Aosta. Ha un foglia- dro del Libano. I coni sono quasi uguali agli altri ce- me squamoso, verticillato a dri, tranne l’apice, che è concavo. Vive bene su suo- gruppi di 4 e densamente ap- li anche aridi e superficiali, fino ai 2.500 m s.l.m. pressato al tronco per formare nella sua zona d’origine. Viene sovente impiegato una corona densa e piuttosto come specie forestale nei rimboschimenti. La cor- stretta. Sono particolari i fiori teccia è grigio scura, con strette fessurazioni. Come femminili, verdi, che si sviluppano in coni marrone per gli altri cedri possiede un legno pregiato, adat- intenso chiamati galbuli. Vive bene su quasi tutti i to a svariate lavorazioni, soprattutto nella falegna- tipi di suolo, con esposizioni diverse e tollera bene meria esterna. le gelate tardive. Ha una corteccia color cannella CURIOSITÀ: il nome del genere deriva dalla parola che presenta delle fessurazioni ed un legno di colo- greca “Kedros”, usata in antichità per un albero non re bruno-giallastro, con grana fine, molto durevo- ben definito, forse un ginepro. A differenza di altre le, che viene impiegato nell’edilizia, per fabbricare conifere, il cedro dell’Atlante fiorisce in autunno e staccionate o ringhiere e, addirittura, matite. gli amenti maschili, a forma di proiettile, cadono CURIOSITÀ: bruciando la resina di questa pianta si massicciamente al suolo nella stessa epoca. sprigiona un odore soave, e il suo legno odora di ce- dro per cui questa pianta venne chiamata Liboce- drus, appunto per indicare: libanus = incenso e ce- drus = cedro, sebbene non sia un cedro ma appar- tenga alla famiglia dei cipressi.

CEDRUS DEODARA (D. Don) (cedro deodara - cèdre de l’Himalaya) Originaria dei pendii nevosi dell’Himalaya, questa conifera dall’attraente sagoma, fu introdotta in Eu- ropa nel 1822 e in Valle d’Aosta alcuni decenni do- po, proprio per il suo valore ornamentale e per il CEDRUS ATLANTICA Endl. (Carrière) “GLAUCA” suo legname pregiato ed a rapido accrescimento. Si (cedro dell’Atlante - cèdre de l’Atlas) caratterizza per i germogli apicali penduli, dagli Costituisce vaste foreste sui monti dell’Algeria e del aghi lunghi 2-5 cm e dai grandi coni femminili con Marocco, assumendo forme contorte diverse da apice arrotondato. Differisce inoltre dagli altri ce- quelle che vediamo nei parchi. Venne introdotto in dri per il fogliame più chiaro, per la cima della pian-

117 CARATTERISTICHE BOTANICHE E CURIOSITÀ

ta più arcuata e per la corteccia più nerastra. Ol- irrazionali effettuati. Gli Ebrei fecero di questa pian- tretutto teme più degli altri le gelate, sebbene pro- ta l’emblema della grandezza e della potenza, per- venga da zone molto fredde e raggiunga altitudini ché considerata indistruttibile. A questo proposito fino ai 3.000 m s.l.m.. su terreni fertili e profondi venne ideato il detto “digna cedro” per indicare una con elevata umidità atmosferica. cosa degna di essere immortalata. CURIOSITÀ: nella sua terra d’origine ha importanza religiosa ed è noto come “Albero degli dei” oppure come “Abete sacro indiano”; è considerato simbo- lo di fertilità e di durevolezza. In Himalaya viene tradizionalmente usato solo per la costruzione di templi e palazzi, mentre nell’antico Egitto veniva impiegato per la costruzione dei sarcofagi delle mummie.

GINKGO BILOBA L. (gingo - arbre aux 40 écus)

Albero deciduo che, seppure abbia le foglie, non fi- gura nella categoria delle latifoglie ma è più appa- rentata alle conifere. Si tratta di una specie molto particolare, trattandosi dell’unico superstite di una famiglia che era molto rappresentata nel periodo CEDRUS LIBANI A. Rich. giurassico (terziario): è dunque il fossile vivente più (cedro del Libano - cèdre du Liban) antico conosciuto. È stato introdotto in Europa so- Parente stretto del cedro dell’Atlante, venne intro- lo nel nel XVIII° sec., per motivi ornamentali. Que- dotto in Europa nel 1683, in Italia nel 1787 e in Val- sta pianta raggiunge i 35 m di altezza, con un fusto le d’Aosta intorno alla metà del 1800, per le sue ca- che può misurare fino a 6 metri di circonferenza. ratteristiche ornamentali oltre che per il suo legno Ha chioma generalmente piramidale, con rami che durevole e adatto a diversi impieghi nelle costru- man mano si infittiscono con l’età. Ha caratteristi- zioni. Ha portamento massiccio e la sua cima è che foglie a forma di ventaglio, lunghe 8-12 cm, pri- spesso appiattita.Caratterizzato da giovani rametti ma verdi e poi dorate in autunno, disposte in mo- glabri, dagli aghi verde scuro disposti a ciuffi sui do alterno sui rami giovani. È una pianta dioica, con germogli dell’anno precedente e solitari su quelli fiori maschili e femminili che crescono su alberi se- dell’anno, corti (1,5-3,5 cm). I coni sono cilindrici, parati. Il cosiddetto frutto è di fatto una drupa car- eretti, maturano in due anni dopodiché si disarti- nosa e maleodorante a maturità, che avvolge un se- colano in squame a forma di ventaglio e cadono la- me a forma di mandorla. Tollera molto bene i gas sciando i rachidi sul ramo. Vive bene sui terreni cal- tossici, resiste alla siccità ed al vento, è immune da carei, anche oltre i 2.000 m s.l.m.. A maturità la funghi e attacchi parassitari e sopporta temperatu- corteccia si fessura strettamente e diventa grigio re anche molto basse. La corteccia è liscia da gio- scura. vane, poi diventa grigia e si screpola profonda- mente. Il legno è giallo, leggero, privo di forza e non CURIOSITÀ: anche il legno di questo cedro serviva, in ha valore commerciale. epoca biblica, per la costruzione di templi e palaz- zi, fino al punto che si arrivò alla desertificazione CURIOSITÀ: il nome del genere sembra che derivi da di intere foreste di questa specie a causa dei tagli una inesatta trascrizione dell’antico e, ora non più

118 CARATTERISTICHE BOTANICHE E CURIOSITÀ

usato, nome giapponese “gin-kyo”= albicocco d’ar- CURIOSITÀ: il larice è una pianta molto resinosa ed il gento. Mentre la specie allude alle foglie che pre- suo nome germanico ( in danese Laerk, in svedese sentano una lamina incisa o bilobata all’apice. Lark, in tedesco Larche), come anche quello dialet- Fossili di Gingo sono stati ritrovati in Cina, nei tale della Valdigne (Large), stanno ad indicare que- giacimenti di carbone formatisi 250 milioni di anni sta particolare caratteristica. Inoltre, con la resina fa. Tracce fossili di questa specie sembra siano sta- si produce la famosa “trementina di Venezia”. È an- te ritrovate anche nella Valdarno (FI). È considera- che l’unica conifera decidua in Europa: in primave- ta pianta sacra in Cina e, a Pechino, pare vegeti un ra si ricopre di un verde brillante e in autunno di- esemplare che supera i 2.000 anni di vita. Recen- venta di un bel giallo dorato, prima di lasciar cade- temente da questa pianta è stato ricavato un prin- re gli aghi nell’approssimarsi del lungo inverno. cipio per curare l’arteriosclerosi. I semi sono rego- larmente commerciati in Cina e Giappone e vengo- no arrostiti nei giorni di festa, per favorire la dige- stione ed anche per diminuire gli effetti delle ab- bondanti bevute.

PICEA ABIES (L.) Karst. o PICEA EXCELSA (Lam) Link (abete rosso - épicéa) Grande albero di forma conica e regolare, è nativo del continente europeo e cresce spontaneo nei bo- schi delle Alpi e in aree ristrette dell’Appennino set- LARIX DECIDUA Mill. tentrionale. In Valle d’Aosta è molto comune es- (larice-mélèze) sendo, assieme al larice, la specie più rappresen- Elegante conifera che vive sui monti dell’Europa tata. Il suo portamento è caratterizzato dai rami più centrale e sulle Alpi. In Valle d’Aosta è una delle alti ascendenti e quelli inferiori orizzontali o pen- specie più diffuse oltre i 1000 m. È una pianta che denti; in quota assume una forma più affusolata per può vivere diversi secoli e raggiungere dimensioni difendersi dalla neve. Gli aghi sono solitari, a se- notevoli, patisce però le gelate tardive e l’eccessiva zione romboidale, verdi scuri e disposti a spirale umidità del terreno. Abbisogna di molta luce e vive sui rami. I coni maschili si trovano all’apice dei ra- bene puro o in consociazione con altre conifere, mi e quelli femminili sono penduli, lunghi da 10 a quali l’abete rosso o il pino cembro. 18 cm, che cadono a terra interi. Ama i terreni aci- Ha forma conica, con rami incurvati verso il di e sciolti ma può crescere su tutti i suoli, temen- basso, gli aghi sono raggruppati in ciuffi di 30-40 e do però l’eccessiva siccità. Possiede una caratteri- i fiori femminili sono di uno scintillante rosso vivo. stica corteccia bruno grigia, liscia, trasformandosi, La corteccia, sulle piante adulte, è spessa, grigio negli alberi più vecchi, in violacea scura e screpo- bruna, profondamente fessurata e si sfalda a squa- lata a piccole piastre rotondeggianti, chiamate an- me. Il legno è di ottima qualità, ha durame colore che “soldini”. ruggine e viene usato per costruzioni edili, mobili, L’apparato radicale è superficiale ed è sogget- serramenti, pavimenti, ecc.. Ha però la tendenza, to a sfregamenti e lesioni che, in molti casi, provo- una volta segato, a storgersi se non viene ben fis- cano il cosiddetto “marciume radicale”. È una spe- sato o inchiodato. cie forestale di primaria importanza perché il suo

119 CARATTERISTICHE BOTANICHE E CURIOSITÀ

legname, di colore bianco giallognolo, non ha du- grossi semi commestibili che assomigliano, nella rame apparente, è tenero e lucido e viene larga- forma e nel gusto, ai pinoli del pino domestico. Vi- mente impiegato per lavori di falegnameria, car- ve bene in terreni molto freschi, è igrofila e non te- penteria, infissi ed imballaggi. me le basse temperature, per cui lo troviamo fino CURIOSITÀ: l’abete rosso è l’albero di Natale per ec- al limite della vegetazione arborea, solo o in con- cellenza, tanto familiare nelle nostre case; viene di- sociazione col larice. La corteccia è resinosa, bru- fatti sovente coltivato anche per questo utilizzo. In no scura e squamosa con l’età. Il legno è leggero, passato, dalla resina dell’abete rosso, si ricavava- con alburno quasi bianco e durame giallo bruno, no pece e trementina e dai rametti una specie di bir- molto apprezzato per lavori di intarsio, tornio e ra. Ancora adesso in alcuni Paesi, la corteccia, ric- mobili, in quanto è facilmente lavorabile, è esteti- ca di tannino, viene usata per la concia delle pelli. co e profumato. Il suo legno viene impiegato anche per la costru- CURIOSITÀ: nelle vallate alpine, gli artigiani del legno zione di strumenti musicali, in particolare per la lo ricercano per lavori di intaglio e, nella Val d’Ayas, cassa di risonanza e l’anima del violino, in quanto si fabbricano tuttora i famosi “sabot”, zoccoli in le- serve a trasmettere vibrazioni dalle corde al duro gno di arolla. La corteccia ha proprietà concianti ol- legno di acero dei lati e del dorso. Il legno migliore tre ad essere utilizzata, assieme ai germogli autun- per la risonanza è ricavato dalle parti più esterne nali, per produrre “il balsamo dei Carpazi”, con la di alberi molto vecchi (200-300 anni), che sono cre- profumata resina. Con le pigne, macerate nella sciuti lentamente e quindi hanno anelli di accresci- grappa, si produce invece un delicato liquore. La mento fitti e regolari. rinnovazione naturale del pino cembro è affidata soprattutto ad un uccello, la nocciolaia, che essen- do ghiotta di pinoli, si riempie il gozzo di semi per poi sotterrarli pensando al lungo inverno. Si di- mentica però sovente dei luoghi di deposito, per- mettendo così ai semi di germogliare la primavera successiva.

PINUS CEMBRA L. (pino cembro - pin cembro) Elegante conifera, alta fino a 20 m, spontanea e lo- calizzata in zone ristrette e alle quote più elevate dell’arco alpino, ma molto più diffuso in Russia e nell’Asia settentrionale. Se cresce isolato, assume forme caratteristiche, mentre in foresta ha rami PINUS PINASTER Aiton corti ed orizzontali e chioma larga e rotondeg- (pino marittimo, pin maritime) giante. Gli aghi sono riuniti in fascetti di cinque, Pianta di notevole importanza, cresce spontanea verdi brillanti sopra e biancastri sotto, fitti e rigidi sulle coste europee del Mediterraneo occidentale e (5-12 cm). I fiori maschili sono gialli e raggruppa- dell’Atlantico, preferendo comunque terreni colli- ti alla base dei germogli, mentre quelli femminili, nari e di bassa montagna. rossi, si pongono alle estremità. Ha pigne caratte- In Italia lo troviamo in natura sulle coste tir- ristiche, ovali, di colore blu scuro in estate, matu- reniche, mentre lungo il bacino adriatico viene in- rando diventano rosso brune e contengono dei trodotto artificialmente in gran quantità. In Valle

120 CARATTERISTICHE BOTANICHE E CURIOSITÀ

d’Aosta non cresce spontaneamente, ma hanno da- tronco svettante e spoglio. È tipico delle regioni me- to buoni risultati i tentativi di impianto (vedi Ar- diterranee e si trova frequentemente lungo i litora- boretum Borna di Laou a Verrès). Può raggiunge- li e raramente nell’entroterra; in Valle d’Aosta è sta- re anche i 40 m di altezza e spesso assume forme to piantato sporadicamente come specie ornamen- a bandiera, adattandosi al vento prevalente. È una tale, ma soffre il clima continentale. Ha aghi lunghi elegante conifera, con la chioma scura e aghi mol- e in fascetti di due, verde scuro e sparsi. Le pigne to lunghi (fino a 20 cm), come pure le pigne che sono grandi, pesanti, maturano in 3 anni e conten- possono superare i 20 cm di lunghezza ed hanno gono semi tozzi racchiudenti i prelibati pinoli, che la caratteristica di rimanere raggruppate, rima- vengono mangiati freschi o arrostiti, oppure usati nendo per più anni sulla pianta prima di aprirsi. È per preparare dolciumi e salse. La corteccia, di co- un albero abbastanza adattabile ma preferisce i lore marrone chiaro, si fessura in placche romboi- terreni sciolti e silicei e resiste bene alla salsedine, dali. Possiede un legno rossiccio, venato di scuro, patisce però gli inverni molto lunghi e freddi. Ha leggero e poco resistente, per cui non è molto ri- una tipica corteccia spessa, con profonde scanala- cercato anche se viene comunemente impiegato in ture rosso violacee. Il suo legno è resinoso e tene- carpenteria, in costruzioni marittime e in falegna- ro, a grana grossolana, viene usato per la produ- meria. zione della carta, della trementina e per lavori di CURIOSITÀ: È stato piantato dai Romani sparso un falegnameria. pò ovunque nelle regioni mediterranee (famosa è la CURIOSITÀ: il pino marittimo, essendo la conifera più pineta di Ravenna, già descritta da Dante come «la resinosa d’Europa, viene spesso utilizzato per la divina foresta spessa e viva»). I suoi frutti, i preli- produzione di questa sostanza. Questa pratica con- bati pinoli, sono usati in cucina per la preparazio- siste nell’incidere nel tronco dei solchi diagonali, ne di torte, piatti tipici regionali o salse, come il pre- poco profondi, da cui sgorga appunto la resina. Pe- libato “pesto alla genovese”. riodicamente si praticano nuove incisioni ma, do- po 4-5 anni, si lascia riposare per un certo periodo l’albero. La pianta così trattata diminuisce comun- que progressivamente la vigorìa ed il legno perde tutte le qualità tecnologiche. Il freddo, negli anni 1879-1880, ha praticamente fatto morire tutti i pi- ni marittimi presenti nelle regioni parigine e della Sologne, dove erano molto diffusi.

PINUS WALLICHIANA (EXCELSA) Jackson (pino eccelsa – pin pleureur de l’Himalaya) Proviene dall’Himalaya (il suo areale si estende dal- l’Afghanistan al Buthan) ma, dal 1823, questa bel- la ed elegante conifera viene piantata in Europa co- me specie ornamentale e, in minor misura, come specie da rimboschimento per il legname. È una pianta a portamento maestoso che può raggiunge- PINUS PINEA L. re i 50 m di altezza nella sua zona di origine. Ha (pino domestico - pin pignon) una chioma espansa e conica con rami ad anda- Bell’albero, alto fino a 25 m, dalla forma curiosa, mento orizzontale, molto aperti, pesanti e penden- con cima compatta e aperta a parasole sopra un ti. Gli aghi sono disposti a gruppi di 5, molto lunghi

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(12-20 cm), morbidi, sottili, penduli e di colore ver- regione , pur essendo una specie esigente in fatto de azzurro. Anche le pigne sono molto lunghe (15- di umidità atmosferica, predilige i terreni freschi e 30 cm), fortemente resinose e a forma di banana. profondi, argillosi o silicei. È comunque più adatta Vive bene sui rilievi, fino a 4000 m s.l.m. nella sua a noi la varietà viridis, a crescita più rapida e me- zona d’origine, prevalentemente su suoli freschi e no sensibile alle malattie crittogamiche, per contro profondi. È molto resistente alle gelate ma è altret- la varietà glauca è meno esigente in fatto di terre- tanto esigente in fatto di luce e di spazio. Ha una ni. La corteccia, dapprima liscia e grigia, si fessura corteccia sottile, resinosa, che si fessura con l’età. solcandosi profondamente, diventando di colore Il suo legno, duro e resistente, è impiegato in edili- bruno rossastro. zia e per la costruzione di casse. CURIOSITÀ: chiamato anche Abete odoroso, ha la CURIOSITÀ: dalle radici di questa pianta, un tempo caratteristica nel profumo di limone che emana- si estraeva un olio, usato nelle risaie come repel- no i suoi aghi se schiacciati, ma il solo passeggiare lente contro le zanzare. Si può confondere con il Pi- in un bosco di douglas permette già di apprezza- nus strobus, ma quest’ultimo ha gli aghi meno lun- re la fragranza di questo aroma. Nella nostra re- ghi ed è meno glauco. Il Pinus excelsa o P. Walli- gione questa specie è stata oggetto di diverse ope- chiana deve il suo nome al botanico anglo-danese re di rimboschimento, con incoraggianti risultati, Wallich, che ha fatto delle ricerche in India all’ini- (degno di nota è quello effettuato dal Can. Vescoz zio del XIX° sec.. in comune di Verrayes all’inizio del secolo) oppu- re impiantato per scopi ornamentali in parchi o giardini.

PSEUDOTSUGA MENZIESII (Mirbel) Franco “VIRIDIS” (douglas - sapin de douglas) È l’albero più alto, dopo la sequoia, ed ha il suo ori- ginario habitat lungo la costa occidentale dell’A- SEQUOIADENDRON GIGANTEUM (Lindl.) Buchh. merica settentrionale. È stato importato in Europa (sequoia gigante - séquoia géant) nel 1827, mentre in Valle d’Aosta giunse agli inizi Maestosa conifera, originaria della Sierra Nevada del 1900. Anche per questa specie l’introduzione (California), viene introdotta in Europa nella metà ebbe dapprima scopi ornamentali, poi commercia- del 1800, per scopi ornamentali. È diffusa in molti li, fino a diventare adesso una fonte di legname red- parchi italiani e qualche esemplare è stato pianta- ditizia, essendo eccellente per lavori edilizi, serra- to anche in Valle, con ottimi risultati. La si ricono- menti, perline, ecc.. È una pianta di bell’aspetto, ma sce facilmente per la sua forma stretta e conica, i con la chioma un po’ disordinata a maturità. Pos- rami che tendono verso il basso, il massiccio tron- siede degli strobili caratteristici, aventi delle lunghe co fulvo con corteccia spessa e fibrosa e gli aghi le- brattee sporgenti, ciascuna con tre lobi. Ha aghi so- siniformi a sezione triangolare. Altra caratteristica litari, flessibili, lunghi (2-3,5 cm) e lasciano una ci- è il simpatico “pennacchio”, cioè un ramo che fuo- catrice ellittica. Si è inserita straordinariamente be- riesce dalla chioma, appena sotto la cima, fornen- ne in Europa e, coi dovuti limiti, anche nella nostra do questa curiosa particolarità. Vegeta indifferen-

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temente bene su molti tipi di suolo, a condizione che nili sono piccoli e verdi mentre quelli maschili si al- abbiano una certa umidità. Il legno è tenero, fragi- lungano a formare degli amenti gialli in primavera. le e leggero, di colore purpureo o rosso bruno, po- I coni, inizialmente verdi, sono globosi ed assumo- co utilizzabile da noi, ma nella sua zona di origine no un colore purpureo in autunno, prima che le è più compatto e duraturo, anche se ha la tenden- squame si aprano per liberare i semi. La corteccia za a rompersi ed a fendersi diventando, il più del- ha colorazioni che variano dal grigio al rosso bru- le volte, inutilizzabile. no e fini screpolature longitudinali, che si sfibrano. CURIOSITÀ: la sequoia è sicuramente l’albero più Ama l’umidità e predilige le rive di corsi d’acqua, grande del mondo, ed uno dei più longevi, infatti stagni e laghi. Il legno ha buona compattezza e re- nella loro zona d’origine ci sono esemplari che pos- sistenza e viene utilizzato soprattutto per la costru- sono pesare anche 1600 tonnellate, avere un dia- zione di arnesi che debbano rimanere a contatto metro di 30 m (famoso è l’esemplare nel cui tronco con l’acqua. è stato costruito un tunnel, attraverso il quale può CURIOSITÀ: il nome del genere è composto dal latino passare un autobus) e raggiungere i 4.000 anni. “taxus” = tasso e dal greco “eîdomai”= somiglio e Molte leggende accompagnano questa specie, il cui vuole mettere in evidenza la somiglianza delle fo- nome deriva da Sequoyah, un indiano di sangue mi- glie del cipresso calvo con quelle del tasso. L’agget- sto che, all’inizio del secolo scorso, ideò un alfabe- tivo specifico “distichum”, deriva dal greco “dis”= to per la sua tribù. Una di queste racconta di un bo- doppio e “stiche”= fila, e allude alla disposizione su scaiolo che voleva, con una mano sola, abbattere due file parallele delle foglie sui rami laterali. uno di questi giganti e, dopo una settimana di in- I patiti di film di guerra americani riconosce- cessante lavoro, fece un giro attorno all’albero per rebbero facilmente il cipresso calvo nelle paludi di vedere quanto gli rimanesse da tagliare; solo allo- acqua dolce e salmastra degli Stati Uniti sudorien- ra si accorse che, dalla parte opposta, un altro bo- tali. È difatti inconfondibile la sagoma spettrale che scaiolo stava tentando di abbattere la pianta, an- assumono i grossi tronchi schiantati ricoperti di li- ch’egli da circa una settimana. cheni e le grandi radici aeree che fuoriescono dal- l’acqua anche più di un metro. Il cipresso calvo pos- siede un’altra particolarità, insolita nelle conifere, che è quella di perdere annualmente gli aghi e da qui proviene il suo nome comune (in Europa solo il larice ha questa proprietà).

TAXODIUM DISTICHUM (L.) Richard (cipresso calvo - cyprès chauve) Elegante conifera decidua, con aghi leggeri e piu- mosi, proviene dalla regione del Mississipi e fu in- trodotta in Europa nel 1640 per la spettacolosa co- lorazione bronzea che la chioma assume in autun- TAXUS BACCATA L. no e per le sue particolari radici aeree a cupola. Ha (tasso - if) portamento piramidale e possiede rametti alterni Albero o arbusto cupo, che vive nell’Europa cen- che cadono in autunno con gli aghi. I fiori femmi- trale e orientale, in Valle d’Aosta è sporadico in na-

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tura, nelle vallate di e Gressoney. Ha una chioma largamente piramidale con rami ascen- denti, è molto longevo (anche oltre i 2.000 anni) e viene impiegato come pianta ornamentale sotto di- verse varietà o sagome perché sopporta molto be- ne le potature. Possiede aghi piatti e larghi, verde scuro sopra, più chiare sotto, ma la sua caratteri- stica principale è quella di avere coni inconfondibi- li, carnosi, rossi a maturità e contenenti un unico seme, chiamati “arillo”. Preferisce terreni calcarei e resiste bene all’inquinamento atmosferico. La cor- teccia si desquama in placche rossastre ed il legno, ad alburno bianco e durame rosso porporino, è du- THUJA PLICATA Donn rissimo, pesante, a grana fine, privo di resina e si (tuia gigante - thuya géant) lucida bene. Questo fa sì che sia ricercato per lavo- Bella conifera, alta, densa e stretta, che vive nelle co- ri di tornio ed ebanisteria. ste pacifiche del Nordamerica, ma introdotta in Eu- CURIOSITÀ: il nome del genere deriva dal greco ropa nella metà del 1800 e coltivata nei parchi e nei “taxis”= fila, e ricorda che le foglie sono disposte giardini come albero ornamentale, talvolta viene im- regolarmente in due file opposte. L’aggettivo spe- piegata come siepe data la sua duttilità e sopporta- cifico “baccata” deriva dal latino e significa “si- zione alla potatura. Il suo fogliame ricorda le felci, a mile ad una bacca”, ricordando il seme. Il nome forte odore resinoso se strofinato, di forma squa- classico di questa pianta, probabilmente deriva miforme e disposto a ventaglio sui rametti che sono dalla parola latina “texo” (io tesso). Infatti le fibre molto appiattiti, con ramificazioni regolarmente pen- della corteccia del tasso erano un tempo utilizza- niformi disposte a piani orizzontali. I frutti sono dei te, come quelle del tiglio, per la confezione di tes- coni caratteristici (galbuli), composti da 5-6 squame suti grossolani. Viene anche chiamato “l’albero patenti. Ama luoghi freddo umidi, meglio se vicino della morte”, perché ha foglie, corteccia e semi all’acqua corrente, è resistente alle gelate ma teme velenosi. Si citano casi di avvelenamento letale, l’aridità. La corteccia, di colore grigio rossastro vio- in animali che hanno ingerito rametti e foglie, so- laceo, si sfoglia in lunghe e strette strisce ed il tron- prattutto se freschi, in dosi superiori ai 500 gram- co è scanalato. Il suo legno è di ottima qualità, es- mi. Gli arilli invece non sono velenosi e vengono sendo duro e compatto, leggero, con fibra bianco tranquillamente mangiati dagli uccelli, che ne fa- giallastra e durame bruno chiaro, ha una durata voriscono la disseminazione. Quest’albero richia- quasi illimitata anche se non trattato. Resistendo ma immagini tetre, Ovidio racconta che la strada molto bene all’acqua, viene impiegato per la costru- conducente agli inferi è ombreggiata da tassi; zione di tetti, di capanni e di bungalow. inoltre i Romani si incoronavano con rametti di CURIOSITÀ: albero comune agli Indiani pellerossa tasso, nei giorni di lutto. Come detto, il legno di dell’America settentrionale, che ne adoperavano il tasso è resistente ed elastico e la storia ci racconta legno per la costruzione di canoe e totem. Questi che, nel 1415, gli arceri che determinarono la vit- scoprirono che la fibra del legno si fendeva facil- toria di Azincourt, avevano archi fabbricati con mente, per cui la lasciavano intera evitando di ta- questo legno. gliarla per permettere all’acqua di colare senza po- ter penetrare all’interno e provocare marciumi. Il suo fogliame, che resta verde anche d’inverno, nel- la sua zona d’origine è spesso utilizzato per le de- corazioni natalizie. La riproduzione per seme di questa pianta, risulta però problematica, in quanto una malattia crittogamica, “la ruggine della cortec- cia”, ne distrugge un grande numero. Siccome que-

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CARATTERISTICHE BOTANICHE E CURIOSITÀ sta malattia non attacca le giovani piante, si adotta LATIFOGLIE così la moltiplicazione per talea adoperando i getti presi dalla cima della pianta, cioè dalla parte più giovane della stessa.

ACER CAMPESTRE L. (acero campestre - érable champêtre) TSUGA HETEROPHYLLA (Raf.) Serg. Diffuso naturalmente in tutta Europa, dalla Svezia (tsuga eterofilla, tsuga hétérophille) fino all’estremo sud, è però sporadico nella nostra È un grande albero conico e aggraziato che raggiun- regione. Ha spesso portamento arbustivo, soprat- ge, nella sua zona di origine, il Nordamerica occi- tutto quando viene governato a ceduo per la pro- dentale, anche 50-60 m di altezza. In Europa, dove duzione di legna e carbone, altrimenti se viene iso- è stato introdotto come specie ornamentale nel XIX lato e lasciato crescere spontaneamente assume sec., le sue dimensioni sono inferiori. Possiede un fo- portamento arboreo raggiungendo, eccezional- gliame aromatico e lucente e gli aghi si assottigliano mente, i 20 m di altezza. in un apice ottuso, i germogli apicali sono penduli co- In questo caso la chioma è arrotondata, il tron- me pure i coni che sono lisci e ovoidali. I giovani co tortuoso e le estremità dei rami tendono prima esemplari sono esigenti in fatto di umidità e ombra, verso il basso e poi verso l’alto. Possiede foglie lo- generalmente questa specie si adatta comunque be- bate (3 o 5), piuttosto spesse, che diventano aran- ne su svariati suoli, purché non contengano calcare cioni dorate in autunno. Ha fiori verdognoli in in- e sopporta bene le basse temperature. Gli esempla- fiorescenze erette che compaiono assieme alle fo- ri adulti hanno corteccia bruna, che spesso si fram- glie. I frutti (samare) possiedono ali orizzontali, so- menta in scaglie. Il legno è compatto e senza dura- no piccoli, di colore verde giallo poi bruni a matu- me differenziato, viene generalmente impiegato per razione. Cresce naturalmente su suoli calcarei in la fabbricazione di casse, data la sua notevole tenu- boschi misti di latifoglie ma lo si trova frequente- ta dei chiodi, ma anche per ottenere pasta da carta. mente piantato sia come albero ornamentale, sia in CURIOSITÀ: le popolazioni indiane dell’America set- siepi perché sopporta molto bene l’intensa potatu- tentrionale, fanno una specie di pane con la parte ra, sia in filari. La corteccia, grigio chiara o marro- interna della corteccia di quest’albero. Queste po- ne, si screpola a scaglie separate da spesse lame di polazioni chiamano questa pianta Hemlock (più ra- sughero. Il legno è duro, di colore rossastro chiaro ramente Hemlock spruce), in quanto i suoi aghi ed è usato, oltre che per la produzione di legna o schiacciati emettono un odore simile a quello della carbone, per lavori di intaglio, tornio e in liuteria. cicuta. Polline di una determinata specie di Tsuga CURIOSITÀ: il nome del genere Acer, deriva dal lati- (Tsuga Chiarugii) è stato identificato in paludi del- no “acer” = aspro, duro, in allusione al legno ado- la Francia, della Polonia e anche in Italia senza però perato per fare lance. L’aggettivo specifico “campe- trovare attualmente alcuna specie vivente di questo stre”, indica come questa essenza cresca sponta- genere nelle foreste europee. neamente nelle zone di campagna e la si ritrovi as-

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sociata ai boschi di latifoglie fino ai 1.200 m s.l.m.. Le sue infiorescenze sono molto utili per le api, in L’acero campestre veniva usato tradizional- un periodo in cui poche altre piante sono già in fio- mente come tutore vivo della vite, quando erano an- re (es. il tiglio nostrano). cora diffusi i vigneti in filare delimitanti i campi col- tivati con colture erbacee. Veniva anche piantato presso le case rurali, in quanto la sua chioma for- nisce una fitta e fresca ombra nei caldi periodi esti- vi. Ancora oggi il legno di acero viene usato per il fondo, le fasce laterali ed i manici dei violini. Fu proprio il grande liutaio Antonio Stradivari († 1737) ad usare un ponte di acero per sostenere le corde.

ACER PSEUDOPLATANUS L. (acero di monte - érable sycomore) Grande albero a chioma espansa, massiccia, a for- ma di cupola e alto fino a 30 m. Originario del- l’Europa meridionale e centrale, è abbastanza co- mune anche nei nostri boschi e pascoli ed è am- piamente coltivato per ornamento. Ha un fitto fo- gliame cupo e foglie a 5 lobi, incise sino circa a ACER PLATANOIDES L. metà; le lamine fogliari sono verdi scure di sopra (acero riccio - érable plane) e quasi glauche nella pagina inferiore (la forma di Elegante latifoglia, diffusa in quasi tutta l’Europa ad questa foglia è nota, essendo il simbolo del Cana- eccezione dell’Inghilterra e dell’Olanda. In Italia è da). Ha fiori disposti in infiorescenze peduncolate, frequente nelle colline del nord e del centro, men- pendule, strette, lunghe 6-12 cm, di colore giallo tre nella nostra regione è sporadico in natura, ma verdastro, che compaiono in primavera assieme al- se piantato in condizioni ideali, si adatta facilmen- le foglie. I frutti hanno caratteristiche ali divergen- te riproducendosi in maniera addirittura invaden- ti ad angolo retto che si rigonfiano nella parte ove te. Può raggiungere i 30 m di altezza e buoni dia- contengono il seme. La corteccia, di colore bruno metri quando trova suoli ricchi, sufficientemente rosato, si desquama in placche irregolari, sottili. umidi e calcarei. È molto attraente in primavera Predilige terreni ricchi di humus e lo si può trova- quando, prima delle giovani foglie, appaiono sui ra- re fino a 1800 m di altitudine. Ha legno duro, di co- mi nudi, delle vistose infiorescenze erette di colore lore bianco giallastro e riflessi satinati; è facile da giallo pallido. Possiede foglie verde pallido, con lo- lavorare, non si deforma e queste caratteristiche lo bi angolosi e denti acuti che, in autunno, si trasfor- rendono ricercato per la fabbricazione di mobili, mano in caratteristiche macchie di colore giallo vi- pavimenti, utensili vari per la casa e come fondo di vo, facilmente visibili. Questo acero viene inoltre col- violini e fagotti. tivato in altre forme ornamentali, con foglie varie- CURIOSITÀ: l’acero di monte veniva spesso piantato gate o purpuree. Ha corteccia grigia e leggermente presso le case o i mayen, per fornire ombra e per fessurata. Il legno è di buona qualità, somigliante a mantenere al fresco i prodotti caseari. Intaccando quello dell’acero di monte, ma meno utilizzabile in il tronco, dalla pianta esce la linfa, ritenuta, un tem- quanto raggiunge dimensioni più modeste. po, idonea a combattere lo scorbuto e utilizzata, do- CURIOSITÀ: è una pianta tollerante il fumo e la pol- po la fermentazione, per la produzione di una be- vere, per cui è frequentemente piantato nelle città. vanda alcolica.

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re. Inoltre, le castagne triturate e macinate, forni- scono una polvere che può essere utilizzata per so- stituire il sapone, perché scioglie molto bene il gras- so e l’olio. La corteccia ha proprietà antipiretiche.

AESCULUS HIPPOCASTANUM L. (ippocastano - marronnier) Albero di grosse dimensioni, originario dell’Euro- pa orientale ma già introdotto nel 1576 nel resto del continente, come pianta ornamentale e d’ombra, ormai comune nelle alberature stradali, nei parchi e giardini, anche della nostra regione . Soffre l’in- BUXUS SEMPERVIRENS L. quinamento atmosferico delle città e muore preco- (bosso - buis commun) cemente dove questi è più intenso. Cresce indiffe- Cresce spontaneo in zone rocciose e aride delle Al- rentemente su diversi tipi di suolo, ma vuole molto pi, degli Appennini e in tutta l’Europa centro e sud spazio. Ha un bel portamento, una grande chioma occidentale. Nella nostra regione lo troviamo spon- espansa, un’altezza che può anche raggiungere i 35 taneo, ma non frequente, in tutta la bassa valle, fi- m e diametri notevoli. Differisce dalle altre piante no ad Aosta. Viene largamente usato per formare per le sue foglie palmate, le infiorescenze pirami- siepi o nell’arte «topiaria» che modella le piante in dali di fiori bianchi ed i suoi frutti spinosi con semi forme ornamentali. Ha portamento spesso arbusti- lucidi, chiamati “castagne d’India”. La corteccia, vo, anche se talvolta assume la forma di piccolo al- dapprima liscia, col tempo si scaglia sottilmente e berello alto fino a 5 m. La sua chioma rotondeg- si colora di grigio bruno. Il legno è molto leggero e giante è composta da foglie sempreverdi, opposte e tenero e viene usato solo per fabbricare giocattoli o intere, lucide e verde scuro sulla pagina superiore, cassette di frutta, essendo molto assorbente. più chiare su quella inferiore, smarginate all’apice CURIOSITÀ: il nome del genere “aesculus” sembra che e lunghe da 1,5 a 3 cm. I fiori non hanno petali, so- sia stato usato dagli antichi autori latini per una spe- no unisessuali, con un fiore femminile e parecchi cie di quercia dai grandi frutti commestibili. Linneo maschili in infiorescenze ascellari. Il frutto è una ca- lo ha attribuito all’ippocastano. Il nome della spe- psula di colore blu verde, a tre logge, che maturan- cie, deriva dal greco “ippos”= cavallo e “kastanon”= do diventa marrone e si schiude liberando dei pic- castagna, perché i frutti, che ricordano le castagne, coli semi neri e lucidi. Predilige terreni calcarei, ma venivano usati in Oriente come stimolante contro la si adatta bene anche su suoli diversi, sopportando bolsaggine degli equini. Oltre ad avere la proprietà l’ombra ed un certo inquinamento atmosferico. La di curare la tosse dei cavalli (sembra anche che il corteccia, dapprima marrone chiaro, diventa grigia nome botanico voglia far riferimento alle cicatrici o giallastra. Il legno è giallo, duro, a grana molto fogliari che hanno una caratteristica forma a ferro compatta e uniforme, pesante al punto che messo di cavallo), questa pianta è utilizzata anche nell’in- nell’acqua, ancora verde, affonda. Essendo molto dustria, poiché i semi contengono sostanze tanni- durevole e indeformabile è stato per molto tempo che, saponine e fecola, quest’ultima debitamente pu- usato per ricavarne i pezzi degli scacchi e fabbri- rificata da alcune sostanze venefiche presenti nel care strumenti matematici. In Valle d’Aosta i più bei frutto, può essere impiegata anche in pasticceria o, bossi sono stati tagliati per ricavare gli strumenti più semplicemente, come foraggio per suini e peco- dei giochi tradizionali: i «fiolet» e le «rebatte».

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CURIOSITÀ: le foglie e la corteccia emanano un odo- ad esclusione delle foglie, disseccandoli e portan- re penetrante e contengono l’alcaloide bussina che doli in breve tempo alla morte. Fortunatamente, ol- un tempo veniva usata come febbrifugo, in sostitu- tre agli interventi dell’uomo per fermare la malat- zione del chinino. Questo uso è ora stato abbando- tia, lo stesso fungo dimostrò nel tempo forme me- nato a causa della forte tossicità del bosso. Questa no virulente o addirittura capaci di escludere la for- pianta può vivere oltre settecento anni ed ha una ma più letale, permettendo un promettente rinvi- crescita lentissima. Nel Caucaso esistevano vastis- gorimento della specie. sime foreste di bosso, i cui esemplari raggiungeva- Il nome castagno, secondo alcuni autori, deri- no anche i 15 m di altezza; ma il massiccio taglio e verebbe da Kastanis, città del Ponto dove, a detta l’esportazione del pregiato legno ha provocato la di Plinio, era particolarmente abbondante. quasi totale scomparsa di questi boschi.

EUONYMUS CORNUTUS L. (Miller) “KALONIMUS” CASTANEA SATIVA Mill. (fusaggine cornuta-fusain cornu) (castagno - châtaignier) Cultivar a forma di alberello o piccolo arbusto sem- Il castagno, probabilmente originario dell’Europa preverde di aspetto simile all’Euonymus japonicus, orientale e dell’Asia minore, può essere ormai con- (del quale tratterà questa descrizione),con foglie lun- siderato pianta indigena in Valle d’Aosta. È infatti ghe sino a 8 cm e larghe sino a 4 cm, oltre ad ave- coltivato da tempo immemorabile come pianta re lunghe gemme apicali appuntite. Normalmente agraria e forestale. Albero massiccio, molto longe- la sua altezza si aggira intorno al metro, ma può ec- vo, può raggiungere i 35 m di altezza e alcuni me- cezionalmente raggiungere i 5 m. È presente in na- tri di diametro. Ha grandi foglie dentate e frutti spi- tura in Giappone, nel centro sud della Cina e nella nosi (ricci), racchiudenti le prelibate castagne, che Birmania. In Europa meridionale ed occidentale vie- si liberano quando questi si spacca. È caratteristi- ne ampiamente coltivato per il suo accrescimento co, in quanto ha gli amenti che fioriscono a stagio- denso e compatto. Ha rami a sezione quasi qua- ne avanzata, molto tempo dopo la comparsa delle drata e possiede fiori giallo-verdastri e piccoli frut- foglie. Cresce bene sui suoli acidi delle zone mon- ti angolosi rosa-rosso, di norma a 4 logge. La cor- tane e sub montane. La corteccia si fessura longi- teccia liscia e verdastra diventa poi grigia. Ha legno tudinalmente, dividendosi in lunghe nervature spi- duro e compatto, giallastro chiaro e sprovvisto di ralate. Il legno è robusto e durevole, contenente durame. molto tannino, si usa soprattutto per opere all’a- CURIOSITÀ: Nell’antichità il legno di questa pianta perto (paleria per vigna, traverse ferroviarie, ecc.), veniva usato per fabbricare i “fusi” (strumento sul o per mobili. quale veniva attorcigliata la lana per essere tra- CURIOSITÀ: il castagno ha rischiato di scomparire sformata in filo): da qui deriva il nome comune di nell’ultimo secolo, perché attaccato dal cancro cor- fusaggine. La pianta emana un odore sgradevole ticale (Cryphonectria parasitica), un fungo paras- quando viene ammaccata ed i frutti velenosi pro- sita che colpisce tutti gli organi epigei della pianta, vocano vomito, ma trovano anche applicazione

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come drastico purgante. Nell’antichità si usava “faghéin” = mangiare, facendo riferimento ai frut- triturarne i semi e le foglie e spruzzare il compo- ti, di cui i maiali ed i fagiani sono ghiotti. Il nome sto sulla pelle dei bambini e degli animali per della specie “sylvatica”, soprattutto diffusa in Eu- scacciare i pidocchi. La pianta ha un grande va- ropa, vuole ricordare l’origine spontanea di questa lore ornamentale soprattutto in autunno, quando essenza, dal latino “silva” = bosco. le foglie assumono dei colori rossastri (ad ecce- Le faggiole sono commestibili e molto appetite zione di alcune forme coltivate) ed i decorativi dai suini. Le stesse producono un olio di qualità in- frutti che, aprendosi, liberano i semi tinti di aran- feriore solo a quello d’oliva, ma non viene prodot- cione vivo. to in maniera industriale, per l’irregolarità della fruttificazione e per la difficoltà di raccolta.

FAGUS SYLVATICA L. (faggio - hêtre) FRAXINUS EXCELSIOR L. Grande albero forestale, fa parte integrante del (frassino - frêne) paesaggio appenninico dove forma faggete pure fi- Noto e diffuso albero caducifoglio in tutta Europa. no al limite della vegetazione forestale, e di quello In Italia e nella nostra regione, lo si può trovare fi- alpino dove, generalmente, vive in consociazione no ai 1800 m di altitudine. Ha portamento slan- con altre conifere; nella nostra regione è presente ciato, con chioma larga a cupola, può raggiunge- solo nella bassa Valle dove non rischia di subire gli re i 40 m di altezza. Le gemme sono nere, densa- effetti delle gelate tardive. Esistono innumerevoli mente pelose, opposte e protette da due ampie cultivar di faggio, impiegati per scopi ornamenta- brattee. Le foglie sono composte e dentate e han- li (vedi F. tricolor, F. pendula, F. rubra o atropur- no 9-13 foglioline picciolate, con lunghi apici. I fio- purea ecc.). Se isolato, ha un portamento maesto- ri sono violacei in piccole infiorescenze, compaio- so, mentre è meno ramoso e più slanciato quando no prima delle foglie ed hanno la caratteristica di cresce in gruppi più densi. Ha foglie alterne, luci- essere maschili o femminili o ermafroditi. I frutti de, con margini ondulati e nervature parallele, sono degli acheni alati, chiamati «samare», lunghi mentre i frutti (faggiole) hanno quattro valve e due fino a 5 cm, contenenti un solo seme. Cresce bene acheni. Cresce su suoli diversi, ma preferisce quel- su suoli profondi, umidi, ma non stagnanti, ama il li freschi, di media profondità, incoerenti, ricchi, clima secco e caldo e può anche formare boschi calcarei e talvolta anche acidi. Ha corteccia liscia, puri. La corteccia del tronco è liscia, grigia o oli- grigia e, a maturità, talvolta si può rompere in vastra da giovane, nel tempo si fessura presen- squame. Il legno è compatto, si piega e può essere tando notevoli screpolature longitudinali e tra- lavorato facilmente; trova largo impiego nella co- sversali. Ha legno chiaro, duro ed elastico, parti- struzione di mobili, di pavimenti in legno e tra- colarmente adatto per la fabbricazione di manici, verse ferroviarie. ma viene anche impiegato per la fabbricazione di CURIOSITÀ: “Fagus” era il nome di questa pianta sci, racchette da tennis e bastoni da hockey, mo- presso i Romani. Probabilmente deriva dal greco bili e botti.

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CURIOSITÀ: il nome frassino deriva dal greco “fras- vate, in parchi e giardini. È un albero caducifoglio so”= difendo, proprio perché è una pianta resisten- di media grandezza, alto fino a 25 m, caratterizza- te al vento, adatta per siepi. Nel Nord Europa, ma to dalla presenza di spine lunghe fino a 5 cm, ra- anche nelle nostre regioni montane, una volta si uti- mificate su tronco e rami. Esistono dei cultivar che lizzava il fogliame del frassino come foraggio d’in- non hanno spine, come per l’esemplare citato in verno per il bestiame, soprattutto nelle regioni dove questo opuscolo. Le foglie sono pennate, alterne, il fieno era raro, tra le quali anche la Valle d’Aosta. con foglioline che si assottigliano verso l’apice e di- Ancora adesso nelle vallate laterali della Bassa Val- ventano dorate in autunno. I fiori maschili e quelli le, questa pratica è ancora diffusa e serve per l’ali- femminili crescono in racemi diversi sullo stesso al- mentazione invernale delle capre. La particolarità bero. I legumi sono molto lunghi (fino a 45 cm) e della tardiva produzione delle foglie da parte del fras- contengono semi appiattiti. Cresce bene su gran sino, rispetto alle altre specie arboree, eccettuata la parte dei suoli, ma preferisce quelli sciolti e profon- quercia, ha fatto sì che in Danimarca una serie di ri- di. La corteccia si fessura poco profondamente con correnze meteorologiche particolari, avessero di fat- l’età. Il legno ha praticamente le stesse caratteristi- to creato questo proverbio: «Frassino prima della che di quello della robinia. quercia = estate radiosa, Quercia prima del frassino CURIOSITÀ: viene sovente piantato a filare perime- = estate piovosa». Prima dell’avvento del Cristiane- trale ed usato come recinto per gli animali che, a simo, i popoli scandinavi adoravano il frassino come causa delle sue formidabili spine, non cercano di ol- sacro, simbolo della forza virile. Nella leggenda nor- trepassare questa barriera. È una pianta poco lon- vegese, Odino, il sommo tra gli Dèi nordici, ricavò il geva ma di rapida crescita e non teme le gelate. Ha primo uomo da un pezzo di legno di frassino. un punto debole nei rami, che si spezzano facil- Un tempo si pensava che questa pianta avesse mente col vento, per cui è consigliabile piantarlo in delle proprietà medicamentose oltreché mistiche; zone riparate. Plinio consigliava il succo delle foglie contro il vele- no delle serpi e si credeva che il bruciare legna di frassino in una stanza, allontanasse gli spiriti del male.

ILEX AQUIFOLIUM L. (agrifoglio – houx) È un arbusto o, più raramente, un piccolo albero sempreverde che può raggiungere i 15-20 m di al- GLEDITSIA TRIACANTHOS L. tezza. Vive nei boschi e nelle boscaglie dell’Europa (spino di Giuda – févier) meridionale e occidentale, ma cresce allo stato Lo spino di Giuda è una pianta originaria dell’A- spontaneo anche in Scandinavia. In Valle d’Aosta è merica settentrionale, che fu introdotta in Europa abbastanza comune allo stato selvatico nella bassa nel XVII° secolo ed alcuni decenni dopo in Italia, sia Valle, mentre è più facile trovarlo in forme coltiva- per scopi ornamentali che per consolidare il terre- te in parchi e giardini un pò ovunque. Di norma si no (vedi Robinia pseudoacacia), dove si è natura- presenta con una chioma conica e ramificazioni re- lizzata. In Valle d’Aosta si trova solo in forme colti- golari, che diventano disordinate con l’età. Ha fo-

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glie alterne, lucenti e coriacee, con spine aguzze sul ascendenti e chioma spesso irregolare e stretta. Le margine ondulato, sebbene negli esemplari adulti foglie sono trifogliate, glabre, con foglioline elitti- possono avere margine pressoché liscio ed essere che, superiormente verdi lucide e di sotto verdi quasi sprovviste di spine. Sono alberi unisessuali chiare. I fiori, di colore giallo vivo e dolcemente con infiorescenze folte composte da piccoli fiori fra- profumati, sono disposti in lunghi grappoli pendu- granti. I frutti sono delle drupe di color rosso vivo, li di 15–40 cm e fioriscono a giugno, circa un me- carnose, a quattro semi (appetite dagli uccelli ma se più tardi del maggiociondolo comune, dal qua- velenose per l’uomo). Predilige le zone umide con le prende il nome la pianta. I frutti sono baccelli una siccità estiva poco marcata. La corteccia, ver- quasi glabri, lunghi 4-8 cm, che contengono dei se- de da giovane, diventa liscia e grigio argentea. Il le- mi bruni. Ha corteccia liscia, di colore bruno ver- gno è molto compatto, pesante, di colore pallido e dastro da giovane, infine grigiastra e screpolata viene utilizzato per lavori fini di artigianato. con l’età. Ha un legno molto duro, con alburno CURIOSITÀ: avendo un bellissimo aspetto in inverno, chiaro e durame molto scuro; è un ottimo combu- per via delle sue foglie lucide e delle sue drupe ros- stibile e viene spesso usato per lavori al tornio. se, questa pianta viene utilizzata come portafortu- CURIOSITÀ: tutte le parti di questa pianta sono alta- na nelle festività natalizie (in molti casi però le bac- mente velenose, in particolare i semi. I principi tos- che che si trovano in vendita, non sono altro che dei sici sono la cistina, un alcaloide che può provoca- ceci colorati e fissati col filo). Nei paesi americani re avvelenamenti anche mortali, e la laburnina. cattolici, l’agrifoglio viene utilizzato nella domeni- Esistono molti incroci ottenuti tra le due varietà di ca delle Palme. Si apprende che, già nell’XI° sec., le maggiociondolo; queste cultivar producono mol- fronde spinose di questa pianta venivano usate per tissimi fiori. La pianta veniva anche chiamata “fal- tenere lontani i roditori dalle scorte di carne sala- so ebano”, in quanto veniva usata per sostituire ta. A differenza delle bacche, velenose per l’uomo, questo legname esotico prima che si perfezionas- le foglie in infuso servono a combattere le coliche, se l’arte di macchiare il legno. mentre un cataplasma delle stesse cura gli ascessi.

LAURUS NOBILIS L. LABURNUM ALPINUM (Miller) Bercthold e Presl (alloro - laurier vrai) (maggiociondolo alpino, cytise des Alpes) Piccolo albero o arbusto sempreverde, tipico della Caratteristica pianta spontanea per lo più nei mon- zona mediterranea, costituisce il cosiddetto “Laure- ti dell’Europa centro-meridionale, fino ai 2000 m. tum” delle colline litoranee. Può raggiungere e tal- Nella nostra regione è abbastanza comune nella volta superare i 10 m di altezza e si presenta quasi bassa Valle, nei luoghi rocciosi soleggiati e nei bo- sempre con più fusti ramificati, assumendo nel com- schi di montagna, fino a Champdepraz. Viene spes- plesso una forma piramidale. Ha foglie semprever- so piantata nei giardini e nei viali per il suo alto di, alterne, coriacee e molto aromatiche, soprattut- valore ornamentale. E’ un piccolo albero, alto fino to quando vengono schiacciate. I fiori sono gialli ver- a 7 m, talvolta a portamento arbustivo, con rami dastri e sbocciano sulle ascelle fogliari in primave-

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ra. È una pianta dioica, per cui i fiori maschili e quel- mente appuntite, raggiungendo una lunghezza di li femminili si trovano su piante separate. I frutti so- 8-12 cm ed assumendo un colore rossiccio da gio- no delle grosse drupe ovali, dapprima verdi, poi ne- vani. I frutti sono nero azzurri e contengono prui- re a maturità. Pur temendo le gelate, vive bene an- na (finissimi granelli di cera che proteggono gli or- che in città, perché sopporta bene l’inquinamento e gani su cui si trovano, dalla eccessiva traspirazio- frequentemente viene coltivato a siepe o in vaso, ne e dal ristagno di umidità). Ha corteccia grigio adattandosi egregiamente alle più strane potature. verde e liscia. È abbastanza indifferente ai vari suo- La corteccia è grigia, liscia o leggermente fessurata. li, ma preferisce terreni sciolti, freschi e profondi. Il legno è duro, elastico, pesante e trova impiego nel- Il legno è abbastanza duro e compatto, ma non se la costruzione di piccoli mobili. ne conoscono impieghi particolari, data la ristret- CURIOSITÀ: nella Grecia antica questa pianta era con- tezza dell’offerta. siderata sacra ad Apollo. Poeti e guerrieri dell’an- tichità venivano incoronati con ghirlande di alloro, quale simbolo di successo. Anche nel medioevo si usava coronare di alloro i poeti e gli artisti, in mo- do particolare i neodottori ricevevano una corona ornata di bacche d’alloro (Bacca laurea, donde la parola “Baccalaureato”). In cucina e nella farmacia popolare, l’alloro viene ancora abbondantemente usato per la preparazione di aromi e medicamenti particolari. Un tempo si usava tenere sempre in ca- sa un mazzetto di alloro, perché si pensava fosse un purificatore dell’aria. MAGNOLIA GRANDIFLORA L. (magnolia - magnolia à grandes fleurs) Questa elegante pianta, proveniente dagli Stati Uni- ti del Sud, viene introdotta nel continente europeo nel 1837. È la specie di magnolia più nota e più col- tivata nei parchi e giardini per le sue caratteristi- che ornamentali. È una pianta sempreverde a por- tamento conico piramidale, che non supera i 10-15 m di altezza alle nostre latitudini, mentre nelle sue zone di origine può raggiungere i 25-30 m. Le fo- glie (8-20 cm) sono verde scuro e lucide nella pagi- na superiore e bruno ruggine in quella inferiore. I LIGUSTRUM LUCIDUM Ait. fiori sono molto appariscenti, fioriscono solitari in (ligustro lucido - troène de Chine) estate e autunno, sono grandi, molto profumati e di È un piccolo albero denso e sempreverde, origina- colore bianco crema. I frutti hanno forma conica, rio della Cina e del Giappone, viene piantato diffu- sono rossastri a maturazione e lasciano uscire i se- samente un pò ovunque date le sue aggraziate ca- mi di un bel colore rosso vivo e profumati. Cresce ratteristiche. Nell’Europa meridionale trova largo bene su terreni freschi, acidi e silicei ma è insoffe- impiego come albero da viali. Si presenta sotto for- rente verso quelli calcarei. È una pianta abbastan- ma di alberello, alto fino a 10 m, o di grande arbu- za rustica che però teme le forti gelate. La cortec- sto, con rami glabri cosparsi di lenticelle bianche. cia è scura e poco screpolata. Del suo legno non si Possiede dei fiori bianco crema, raggruppati in in- conoscono particolari impieghi. fiorescenze coniche abbastanza grandi. Le foglie CURIOSITÀ: è considerata la più antica angiosperma hanno un colore verde scuro, lucido e sono lunga- comparsa sulla terra, essendo stati ritrovati dei re-

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perti fossili che appartengono al Cretaceo della Groenlandia e dell’Islanda. Pare che gli Indiani non dormano mai sotto una magnolia fiorita, in quan- to il suo profumo è troppo intenso e può causare malori.

OLEA EUROPÆA L. (olivo - olivier) Tipica specie del bacino del Mediterraneo, coltiva- ta fin dall’antichità, in Italia lo troviamo lungo tut- ta la costiera e presso i grandi laghi, mentre in Val- MORUS NIGRA L. le d’Aosta è molto raro e i pochi esemplari esistenti (gelso nero - mûrier noir) sono stati introdotti artificialmente. Cresce sotto Originario dell’Asia centrale, ma da molti secoli col- forma di piccolo alberello con tronco irregolare, tivato nell’Europa meridionale per i suoi frutti, ha spesso contorto e cavo, alto fino a 15 m o, nella for- avuto largo impiego anche nella nostra regione, so- ma selvatica, come denso arbusto cespuglioso. Ha prattutto nella Valle centrale e in media montagna. foglie persistenti, opposte, lanceolate, di colore gri- Differisce dal gelso bianco perché non è molto adat- gio chiaro sotto e verde glauco superiormente, di to alla coltivazione del baco da seta, in quanto ha lunghezza variabile dai 2 agli 8 cm. I fiori sono pic- foglie meno tenere, in compenso ha frutti più gu- coli, bianchi, poco appariscenti e sbocciano da stosi, formati da bacche simili a quelle di rovo, aprile a giugno. Il frutto, la prelibata oliva il cui uso chiamate sorosio, a peduncolo breve, da rossastri alimentare è conosciuto ed apprezzato ovunque, è a nero lucidi, di sapore agrodolce. È un piccolo al- una drupa oleosa ovale, prima verde, poi nera a bero, che difficilmente raggiunge i 15 m di altezza, maturità. È una specie eliofila che ama luoghi mol- ha rami robusti e grossolani, foglie pelose infe- to soleggiati, riparati, anche aridi ma preferibil- riormente e ruvide sulla pagina superiore, denta- mente calcarei o di origine vulcanica. La corteccia, te o lobate. Preferisce luoghi a clima mite, ma re- liscia e grigio argentea negli alberi giovani, si scu- siste bene anche in zone più difficili e vegeta, nel- risce e si screpola, fessurandosi longitudinalmen- le Alpi, fino a 1000 m di altitudine. La sua cortec- te, negli esemplari adulti. Ha legno durissimo, per- cia, arancio bruna, talvolta si desquama. Il legno, fettamente levigabile, possiede caratteristiche va- duro e resistente, si impiega per piccoli lavori di riegature ed è impiegato in ebanisteria, tornio ed tornio e per costruire attrezzi che devono stare a intarsio. contatto con l’acqua. CURIOSITÀ: non si è sicuri se l’olivo fosse presente in CURIOSITÀ: secondo la leggenda, narrata dal poeta Italia, ma sia stato introdotto dalla Grecia nel pri- latino Ovidio, il frutto del gelso nero era bianco, ma mo millennio a.C.. L’Italia è oggi uno dei maggiori venne arrossato dal sangue dei tragici amanti Pi- produttori di olive del mondo. Presso i Greci, que- ramo e Tisbe. Anche il famoso poeta Orazio, parlò sta pianta era sacra alla Dea Minerva, mentre nel- dei frutti del gelso nero, consigliandone il consumo la religione cristiana il ramo di olivo è tutt’oggi con- per le loro proprietà nutritive e medicinali, ed an- siderato simbolo di pace e fratellanza e viene por- cora oggi gli stessi vengono consumati freschi o in tato in chiesa per essere benedetto nella domenica conserva. delle Palme.

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(fortunatamente la nostra regione ne è ancora im- mune). Plinio racconta di un platano in Licia (Asia Mi- nore) che avrebbe accolto, nella cavità del suo tron- co, il console Muciano e 17 convitati.

PLATANUS ACERIFOLIA (Aiton) Willd. (platano - platane) Questo bel platano si ottiene ibridando le specie “occidentalis” ed “orientalis”, la prima prove- niente dall’America settentrionale e la seconda dal- l’Asia occidentale e dai Balcani. Non riesce a ri- prodursi naturalmente in Valle d’Aosta, ma lo si trova diffusamente coltivato a scopo ornamentale PRUNUS DULCIS (Mill.) D.A. Webb. in parchi e, soprattutto, in alberate stradali, per- (mandorlo - amandier) ché sopporta molto bene l’inquinamento atmosfe- Specie originaria forse dell’Oriente, si è ampiamente rico e le drastiche potature. Ha un portamento diffusa, in seguito alla coltura, in tutto il bacino del maestoso, raggiunge i 35 m di altezza, la chioma Mediterraneo. È un piccolo albero, alto fino a 8-10 è ampia e robusta, le foglie sono simili a quelle del- m, con tronco non molto sviluppato, fusto che si di- l’acero (da qui deriva il suo nome) ed i frutti sono vide ben presto in diversi rami e chioma espansa, caratteristici perché formati da nucule o capolini piuttosto rada e irregolare. Gli alberi selvatici, a dif- sferici, riuniti a 2-3 in infiorescenze pendule e lun- ferenza di quelli coltivati, hanno rami spinosi. Pos- gamente peduncolate. La corteccia è molto appa- siede gemme di medie dimensioni, ovato appunti- riscente, in quanto si stacca in grosse placche sot- te, con squame rossastre. Le foglie sono alterne, ca- tili che conferiscono al fusto un aspetto screziato. duche, lanceolate con margine dentato e lunghe 10- Vive bene su suoli freschi e profondi, ama la luce, 15 cm. I fiori sono solitari o appaiati, coi petali di radica in profondità e sopporta bene le gelate tar- colore bianco ed il calice rossastro e sbocciano pri- dive. Il legno, a pasta bianca semi dura, è poco ma della comparsa delle foglie. I frutti sono delle usato per lavoro. drupe in cui la parte carnosa secca ben presto, la- CURIOSITÀ: è straordinaria la resistenza e robu- sciando scoperto l’endocarpo (nocciolo) legnoso che stezza di questa specie, in quanto pur avendo faci- contiene il prelibato seme. Ha corteccia rugosa, bru- le predisposizione ai marciumi, non dà alcun se- no scura. Predilige terreni permeabili, ma è molto gno di cedimento anzi, numerosi calli di cicatriz- frugale e si accontenta di terreni magri, sassosi e zazione dimostrano la rinnovata forza e vitalità del- superficiali, esposti al sole ma riparati. Il legno è la pianta. poco utilizzato e non si conoscono usi diversi dal fo- Negli ultimi decenni i platani di questa specie catico. sono stati colpiti da un preoccupante e talvolta mor- CURIOSITÀ: nell’antichità il mandorlo veniva consi- tale attacco fungino, prodotto da Ceratocystis fim- derato come il sacro albero della vita ed il simbolo briata e chiamato “cancro colorato del platano” in della fertilità, probabilmente perché i suoi fiori so- quanto provoca il disseccamento progressivo della no i primi a comparire dopo l’inverno. Sono larga- chioma e la necrotizzazione della corteccia, che si mente coltivati per i loro frutti, le mandorle, che disintegra e lascia allo scoperto il legno imbrunito vengono consumate fresche o usate per la prepa-

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razione di dolci famosi quali il torrone. L’essenza della mandorla amara è fonte del velenosissimo aci- do prussico; una volta che questo viene rimosso, l’o- lio viene usato per insaporire i cibi.

QUERCUS PETRÆA (Mattuschka) Liebl. (rovere - rouvre) Albero maestoso e longevo, distribuito nell’Euro- pa centrale e nel Caucaso. In Italia è comune, men- tre nella nostra regione è sporadico nella media e PYRUS COMMUNIS L. bassa Valle. Ha un fusto generalmente eretto e (pero comune – poirier commun) slanciato, tranne negli esemplari isolati, dove si ramifica e la chioma assume proporzioni notevo- Graziosa pianta da frutto coltivata in molte varietà, li. Ha foglie alterne, senza lobi, con piccioli ben di- è spontanea in Asia occidentale ed in Europa, in stinti, cuneate e regolarmente lobate. I frutti sono Italia ed in Valle d’Aosta è molto comune. Allo sta- ghiande tozze e sessili. Preferisce suoli anche po- to selvatico il pero comune è un albero spinoso con veri, purché acidi e non compattati. Ha una cor- frutti astringenti ed aspri. Ha foglie alterne, con teccia finemente fessurata e scanalata. Il suo le- picciolo lungo quanto la lamina che è ovata e fine- gname è pregiato e si usa per travature, costru- mente seghettata, verdi e lucide. I frutti sono pi- zioni edili e navali, liste per pavimenti, mobili ecc., riformi o sferici, variabili come dimensioni a se- oltre ad essere (come tutte le querce) un ottimo conda della specie. Vive dalla pianura alla fascia combustibile. montana, ma difficilmente supera i 1000 m di al- titudine, su suoli di diversa natura, ricchi di nu- CURIOSITÀ: è una specie che si ritrova spesso negli trienti e di basi, per lo più calcarei. Raggiunge fino emblemi araldici (ad esempio il casato Della Rove- a 15 m di altezza e radica in profondità. La cor- re) ed è nota anche ai poeti, visto che il Pascoli si teccia, grigia o bruna, si sfalda in placche. Ha il le- ispirò alla rovere per comporre la poesia “La quer- gno di un bel colore roseo-marrone pallido, è di fa- cia caduta”. Dalla corteccia si estraeva anche il tan- cile pulitura e lucidatura e viene usato per la fab- nino, che serviva per conciare le pelli. bricazione di strumenti musicali, mobili, torniture, incisioni, ecc.. CURIOSITÀ: era già coltivato dai Greci e citato da Omero nell’Odissea. Plinio ne elencava già 40 spe- cie coltivate. Le pere possono essere mangiate crude, cotte o usate per fabbricare una bevanda rassomigliante al sidro, chiamato “poire” e pro- babilmente introdotto dai Normanni. Noi cono- sciamo forse meglio il famoso distillato, ottenuto da pere della varietà William, chiamato “Wuilla- mine”.

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QUERCUS PUBESCENS Willd. QUERCUS ROBUR L. (roverella - chêne pubescent) (farnia - chêne pédonculé) Questa quercia caratterizza i boschi collinari e della È la più diffusa quercia europea e forma foreste nel- bassa montagna, dalle Alpi alla Sicilia. È un piccolo le regioni centrali dell’Europa, in Italia è comune nel albero, alto dai 3 ai 20 m., a chioma espansa e de- settentrione ma sporadica in Valle d’Aosta. Ha chio- pressa, con i rami principali nodosi e robusti. L’ec- ma ampiamente espansa, se isolata, mentre è più cessivo sfruttamento dei boschi cedui, sommato alla contenuta in bosco. Possiede rami robusti. Le foglie povertà dei terreni su cui questa specie spesso vive, sono lobate, alterne e subsessili e compaiono assie- hanno causato il degrado di molte foreste di roverel- me ai fiori. Le ghiande sono appaiate ed hanno lun- la, che assumono sovente forme arbustive diradate. ghi peduncoli. Predilige terreni profondi e fertili, umi- Si caratterizza per le foglie ovato-allungate, con lobi di ma privi di ristagno idrico. La corteccia, dappri- poco profondi, densamente peloso-vellutate sulla pa- ma liscia e lucida, si fessura con l’età. La farnia è co- gina inferiore, ma che diventano quasi glabre con nosciuta per il suo legname bruno scuro pesante, con l’età; queste sono caduche ma rimangono a lungo sul belle striature, estremamente durevole e resistente, ramo durante l’inverno. I fiori maschili sono disposti molto richiesto per la fabbricazione di mobili. in amenti penduli; quelli femminili sono privi di gam- CURIOSITÀ: tutte le querce simboleggiano la possen- bo o leggermente peduncolati, isolati o in gruppo di 2 za e, in particolar modo il nome botanico della far- o 4, da cui si formano le ghiande, allungate e protet- nia “robur”, si traduce “forza”. È stato appurato che, te fino a metà lunghezza da una cupola a squame re- finché l’uomo non ha costruito arnesi da taglio in golari, non molto rilevate. Sia i rametti giovani che le ferro, le querce hanno validamente resistito ad ogni gemme, rossastre, sono pelosi e vellutati. La corteccia tentativo di abbattimento. è di colore bruno grigiastro e fessurata. Essendo una specie xerofila (amante di luce e calore), popola suoli secchi, aridi, superficiali e spesso calcarei; la fascia che, dal fondovalle, raggiunge i 1000-1200 m di quo- ta del nostro «adret», è appunto caratterizzata dalla presenza della roverella. Il legno è duro, compatto, ma di qualità tecnologica mediocre, per cui viene usato quasi esclusivamente per riscaldamento. CURIOSITÀ: la corteccia della roverella fornisce un apprezzato tannino e le ghiande erano usate tradi- zionalmente per l’alimentazione dei suini; ancora adesso in Maremma toscana e nel Meridione ven- gono coltivati querceti da ghianda atti a questo sco- ROBINIA PSEUDOACACIA L. po. Da studi paleontologici si apprende che pure gli (robinia - robinier) uomini primitivi si nutrivano di ghiande, ma anche Originaria dell’America centrale e settentrionale, è in periodi più recenti queste sono state mangiate in stata introdotta in Europa da quasi 4 secoli, ma in tempi di guerre e carestie. Italia e in Valle d’Aosta da soli due secoli, dove co-

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munque ha trovato largo impiego per consolidare ve lascia il posto alla varietà rossa (Sambucus race- pendici franose su qualunque terreno, grazie alla mosa). Ha foglie caduche, composte e opposte, forte- sua rusticità e all’apparato radicale molto ampio. Ha mente odorose se stropicciate, velenose. Le infiore- però il difetto di essere una pianta invadente che scenze compaiono abbondantemente da aprile a giu- spesso tende ad espandere la propria presenza a gno, sono appiattite superiormente e sono composte scapito delle altre specie. Si presenta come un albe- da innumerevoli fiori bianco giallastri riuniti in co- ro con tronco eretto, spesso biforcuto, con corteccia rimbi a cinque rami, che profumano intensamente. I rugosa, spinescente, foglie imparipennate alterne, frutti sono bacche sferiche, di colore nero violaceo, a fiori riuniti in racemi profumati e frutti in legumi li- succo rosso, contenenti tre semi ovali e bruni, molto sci e bruni che, in autunno, liberano dei semi neri. appetiti dagli uccelli, ma impiegati anche per la pre- Alcune varietà selezionate vengono impiegate in al- parazione di sciroppi o confetture. Cresce preferibil- berature stradali e per scopi ornamentali. La cor- mente su suoli umidi, fertili e ricchi di azoto. La cor- teccia si forma precocemente, poi si frattura in teccia, da giovane verde e ornata di lenticelle, si scre- profondi solchi assumendo una colorazione che va pola a maturità e diventa grigia. Il legno, biancastro, dal grigio chiaro al grigio bruno. Il legno è duro, ela- tenero e di poca durata, non trova utilizzazione nel- stico, resistente all’umidità ed ottimo combustibile, la pratica, se non per la fabbricazione di piccoli uten- viene anche impiegato per paleria da vigna. sili da cucina, mentre il suo midollo, molto marcato, CURIOSITÀ: il nome del genere ricorda Jean Robin, trova impiego nella tecnica microscopica. giardiniere di Enrico IV e Luigi XIII di Francia, che CURIOSITÀ: è un arbusto coltivato fin dall’antichità e la introdusse per la prima volta nel 1601 come es- che ha avuto un ruolo molto importante nelle super- senza ornamentale nei giardini di Parigi. L’aggettivo stizioni popolari. Difatti sembrava vi dimorassero i “pseudoacacia”, mette in relazione la somiglianza genii benigni, ed è per questo che veniva piantato in della pianta con le acacie dell’Africa subtropicale. diversi luoghi. I fiori sono usati per la preparazione I fiori bianchi, riuniti in grappoli profumati, sono di un infuso leggermente sudorifero, efficace rime- molto appetiti dalle api, che ne producono un miele dio contro i raffreddamenti. Le bacche si utilizzano monofloro, fluido, chiaro e molto apprezzato. Con gli per la preparazione di sciroppi e confetture. Invece stessi fiori, prima che siano sbocciati però, vengono le parti verdi della pianta : foglie,frutti verdi e giova- preparate frittate o frittelle a cui conferiscono il loro ne corteccia, contengono un glucoide che si trasfor- gradevole odore. Il legno di quest’albero è velenoso. ma in acido prussico, e sono quindi velenose.

SAMBUCUS NIGRA L. SOPHORA JAPONICA L. “PENDULA” (sambuco - sureau noir) (sofora - sophora) Piccolo albero od arbusto, molto ramoso, che può an- Bell’albero a chioma conica, originario dell’Asia che raggiungere i 10 m di altezza. È specie a larga orientale, ma frequentemente coltivato come pian- diffusione euroasiatica ed è molto comune in Italia e ta ornamentale nei parchi europei, anche perché è nella nostra regione, fino a 1.600 m di altitudine, do- sprovvisto di spine. In Valle d’Aosta comincia a tro-

137 CARATTERISTICHE BOTANICHE E CURIOSITÀ

vare qualche impiego per questo scopo. Può rag- nero ed elastico e trova impiego nei lavori di inta- giungere anche i 25 m di altezza, a volte viene con- glio e tornio perché non si fende. fuso con la Robinia ma ha fiori più piccoli ed una CURIOSITÀ: il nome del genere deriva dal greco “pti- corteccia meno screziata e più spiralata. È caratte- lon” = ala, per la presenza di un’ala sul peduncolo rizzato da foglie pennate, composte da 7 a 17 fo- che porta le infiorescenze e, in seguito, i relativi frut- glioline ovali lanceolate, di colore verde scuro lu- ti. L’aggettivo “platyphyllos” deriva dal greco “platys” cente, glauche o pelose sotto, appuntite e con fiori = largo, e “phyllos” = foglia, e ricorda che la foglia è in pannocchie erette e coniche, lunghe fino a 30 cm, più ampia rispetto a quella degli altri tigli. con fiori singoli lunghi fino a 2 cm, di colore varia- Fiorisce prima degli altri tigli, per cui attira bile dal bianco crema al rosa pallido. I frutti sono dei sciami di api che, con i suoi fiori, producono un fi- legumi piatti e vistosamente strozzati tra i vari se- nissimo e profumato miele monofloro. In zone bo- mi. È singolare la presenza di rametti che rimango- schive abbastanza aperte, gli esemplari più vecchi no verdi per alcuni anni prima di lignificarsi. La vengono spogliati delle loro foglie dal bestiame, si- pianta si adatta bene su suoli ben drenati e con una no all’altezza raggiungibile dall’animale. certa umidità, anche se sopporta egregiamente suo- li più poveri. Il legno è molto simile a quello della ro- binia, ma non se conoscono destinazioni particola- ri, dovute anche all’esiguità dell’offerta.

ULMUS LÆVIS Pallas (olmo ciliato - orme lisse) È una latifoglia originaria dell’Europa centrale e sud orientale, alta fino a 35 m, raro in Italia e i pochi TILIA PLATYPHYLLOS Scop. esemplari noti, nelle Alpi e negli Appennini, risalgo- (tiglio nostrano- tilleul à grandes feuilles) no probabilmente ad antiche coltivazioni. Si presen- Grande albero di bella forma a cupola, con diversi ta con una chioma ampia e sferica e può raggiunge- rami ascendenti ad angolo acuto, raggiunge anche re buoni diametri. Possiede fiori caratteristici con lun- i 40 m di altezza. È spontaneo nell’Europa centra- go peduncolo che li fa fluttuare nel vento. Le foglie so- le e meridionale, ma da noi difficilmente si incon- no glabre o con peli ricci e morbidi nella pagina infe- tra allo stato selvatico, perché ricercato avidamen- riore. Anche i frutti sono lungamente peduncolati e te dal bestiame, che bruca le giovani piantine. Im- dotati di ala ciliata (i suoi differenti nomi derivano da piantato in parchi e per formare viali, possiede ca- queste caratteristiche). Vive bene in suoli umidi, an- ratteristici frutti globosi, con 5 costolature ricoper- che inondati, profondi, ricchi di humus e argillosi. Ha te di peluria che, di solito, pendono da lunghe brat- una corteccia grigio bruna che si screpola sfaldando- tee dove sono posti dei corimbi di fiorellini profu- si in piccole placche. Il legno è meno pregiato delle al- mati. Le foglie sono alterne, seghettate e lunghe fi- tre specie congeneri, perché è meno compatto, ma no a 15 cm, di colore verde e anch’esse fittamente trova lo stesso alcuni impieghi in falegnameria. pelose. Predilige suoli freschi, ricchi, basici e vuole CURIOSITÀ: le altre due specie appartenenti a questa molta umidità atmosferica. La corteccia liscia e gri- famiglia, l’olmo montano (Ulmus glabra) e l’olmo cam- gia, si screpola con l’età. Il legno è biancastro, te- pestre (Ulmus carpinifolia), frequenti in Valle d’Aosta

138 CARATTERISTICHE BOTANICHE E CURIOSITÀ

fino alla fine degli anni ’70, furono debellati da un fun- bero della vita dell’Eden sarebbe stato la vite. L’Ita- go, chiamato comunemente “Grafiosi dell’olmo”, e so- lia, anticamente era chiamata Enotria per l’abbon- lo ora stanno faticosamente riapparendo. danza dei vigneti. Il progresso della viticoltura ebbe impulso grazie anche ai grandi poeti e scrittori geor- gici latini, tra i quali Plinio e Virgilio. In seguito, il Cristianesimo avrà un peso determinante per il ri- fiorire della viticoltura, avendo lo stesso identifica- ta col vino la pienezza della felicità messianica e que- sto nettare diverrà il simbolo della nuova èra.

VITIS VINIFERA L. “PETIT-ROUGE” (vite, varietà petit-rouge - vigne, variété petit-rouge) Questa specie si ritiene derivi dalla vite selvatica V. silvestris, originaria della Transcaucasica, mentre la varietà “Petit-rouge”, autoctona, pare provenga da una selezione di centinaia di viti riprodottesi natu- ralmente da seme, operata da contadini ritornati al- la coltura della vite dopo secoli di abbandono di que- sta coltura. Il Petit-rouge, come altri vitigni valdo- stani, ha dunque resistito alle devastazioni della fil- WISTERIA SINENSIS (Sims) Swett lossera, avvenute a partire dal 1896 e durate per al- (glicine - glycine) cuni decenni in Valle d’Aosta. Questo vitigno, appar- Arbusto rampicante, originario della Cina e impor- tenente al gruppo degli “Oriou”, raggruppa molte va- tato nel nostro continente solo verso la prima metà rietà, sia ad acini grandi che piccoli e, tra questi ul- del 1800. Essendo particolarmente rustico e bello, timi si situa il “Petit-rouge” o “Oriou picciou” o an- viene impiegato per adornare pergolati, case, muri e cora “Picciou rodzo”, che ritroviamo nei vigneti del viali. Raggiunge anche i 15 m di lunghezza, aggrap- centro Valle, da Saint-Vincent ad Avise. Viene colti- pandosi a qualunque appiglio e generalmente non è vato generalmente a spalliera, ma il nostro esemplare molto longevo, superando molto raramente i 70 an- è allevato a pergola. Le foglie sono abbastanza gran- ni. Le foglie sono imparipennate, acuminate e lun- di, pentagonali, trilobate, tipicamente piegate a gron- ghe 6-8 cm. Ha fiori molto vistosi, a grappoli rica- da, glabre, di colore verde scuro semilucido e con denti di 10-30 cm, molto profumati e di colore va- denti irregolari pronunciati. Ha grappolo di media riabile dal bianco violetto o violaceo. La fioritura ini- grandezza, conico, con peduncolo semilegnoso me- zia ad aprile e prosegue a giugno e settembre. Il frut- diolungo e acini di media grandezza e forma sferoi- to è un legume appariscente (anche se fruttifica di ra- dale, buccia sottile e tenera, di colore blu violaceo do), lungo 10-15 cm e velenoso. La corteccia è bru- polpa succosa. Il tralcio ha sezione circolare, con su- no chiara, abbastanza liscia. Del suo legno non si co- perficie striata di colore nocciola uniforme e lunghi noscono impieghi, anche per l’esiguità dell’offerta. internodi e corteccia fine che si sfalda con gli anni. CURIOSITÀ: questa specie si moltiplica per propaggi- CURIOSITÀ: il “Petit rouge” è iscritto, dal 1970, al “Ca- ne, interrando un ramo per un piccolo tratto men- talogo nazionale delle varietà di viti”, dove com- tre è ancora attaccato al ramo e recidendolo solo paiono anche i sinonimi “Oriou lombard” e “Pic- quando la parte interrata ha emesso le radici. È ciourouzzo”. Per il suo frutto, l’uva è coltivata fin dai possibile anche la propagazione per semina, ma le tempi preistorici e secondo la tradizione ebraica, l’al- piante che si ottengono non sono molto fiorifere.

139 GLOSSARIO

Achenio: frutto secco indeiscente sato contro una superficie, si rife- dono le foglie ogni anno, al so- (che non si apre per liberare i se- risce di solito a peli. pravvenire della stagione sfavore- mi), contenente un solo seme. Arbusto: pianta legnosa ramificata, vole, come il faggio e il pero. Acido: di rocce e terreni che hanno priva di un fusto principale. Calice: parte verde più esterna del reazione acida; non alcalino, non Areale: area geografica entro cui so- fiore formata dai sepali. basico. no distribuite le stazioni di una Callo: tessuto meristematico che si Ala: sottile espansione sporgente da specie. accresce velocemente ai margini di vari organi, quali un legume, un Arillo: involucro del seme di alcune una ferita o di un tessuto necrosato. calice o un fusto; oppure i petali la- conifere, talvolta ingrossato e car- Cambio: strato di cellule vive e in- terali del fiore delle leguminose. noso, cosicché può essere confuso differenziate, situato subito sotto la Alburno: la parte più esterna del le- con un frutto. corteccia che genera libro verso gno di alberi e arbusti, formata da Assurgente: detto di rami che assu- l’esterno e legno verso l’interno. elementi ancora vivi, che ha la fun- mono un andamento verticale. Cancro: lesione necrotica localizza- zione di trasporto dell’acqua dal Autoctona: specie che vive allo stato ta sul tessuto corticale che nor- suolo fino alle foglie. spontaneo in un determinato terri- malmente non viene richiusa dal Alterno: termine che indica foglie e torio (es.Valle d’Aosta), da tempi callo di cicatrizzazione gemme disposte alternate sui rami. molto remoti, per la quale manca- Capitozzatura: forma di ceduazione Alto fusto: forma di governo del bo- no notizie sulla sua eventuale in- che prevede il taglio dell’albero sco che consiste nel lasciare cresce- troduzione in tempi storici. non a livello del suolo ma a una re le piante in forma arborea e ta- Bacca: frutto carnoso, tipicamente certa altezza da terra. gliarle alla fine del ciclo produttivo; arrotondato, con rivestimento Carie: disintegrazione dei tessuti le- a differenza della ceduazione le membranoso e contenente nume- gnosi. piante vengono tagliate una sola rosi semi duri. Cartilagineo: di un tessuto duro e co- volta. Biocenosi: comunità di viventi ani- riaceo, spesso non verde. Amento: infiorescenza ad asse al- mali e vegetali, che interagiscono Ceduazione: forma di governo appli- lungato di fiori soltanto maschili o fra loro. cabile alle piante capaci di emette- soltanto femminili. Biotopo: area uniforme per condi- re polloni, che consiste nel taglio Ambiente: il complesso dei fattori zione ambientale con flora e fauna periodico eseguito, in genere, a li- necessari all’accrescimento e allo caratteristiche della zona. vello del suolo. Le piante allevate a sviluppo di un essere vivente. Brachiblasto: ramo accorciato, for- ceduo presentano numerosi fusti. Anello annuale: anello del legno che mato da internodi ridotti e quindi Ceduo: bosco assoggettato a cedua- si forma nel fusto e nei rami delle portante foglie (o fiori) addensati. zione. piante legnose, durante la crescita Brattea: organo simile a una foglia, Chioma = Corona: punto dell’albero in stagionale. di forma e colore assai vari, situa- cui i rami raggiungono la maggior Anemocora: dicesi di dispersione dei to, in genere, all’ascella dei fiori. espansione. semi operata dal vento. Nei coni delle conifere, il termine Ciliato: circondato da peli Annua: pianta che germina, fiorisce, brattea indica le appendici cartacee Climax: situazione tipica di un bo- fruttifica e muore nel corso di un situate al di sopra delle squame. sco che ha raggiunto l’omeostasi. anno. Bulbo: organo di riserva sotterraneo, Clone: insieme di individui, identici Apice: parte terminale di un organo formato da scaglie carnose separa- tra di loro derivati da un unico ge- in accrescimento te, che proteggono una gemma. nitore per moltiplicazione vegeta- Appressato (Addossato): piatto e pres- Caducifòglie: piante legnose che per- tiva (o agamica).

140 Composta: termine che si riferisce a Dioico: riferito a pianta che possie- Floema: tessuto generato dal cam- una foglia formata da varie foglio- de organi maschili (androceo,sta- bio verso l’esterno; ha la funzione line. mi) e organi femminili (gineceo, pi- di trasportare le sostanze Conifere: piante appartenenti alla stilli) su individui diversi. nutritive dalle foglie a tutta la pian- divisione delle Gimnosperme, così Disseccamento: avvizzimento rapido ta. chiamate per gli organi portanti i di vaste zone del fogliame, dei ger- Fogliolina: componente (a forma di semi (coni o strobili o pigne). mogli e delle branche. foglia) di una foglia composta. Cono o strobilo o pigna: organo di al- Drupa: tipo di frutto carnoso con un Forma: una variante lieve ma di- cuni alberi delle conifere, formato solo seme racchiuso in un endo- stinguibile all’interno di una spe- da scaglie dure e rigide che pro- carpo legnoso, come nel caso del- cie. teggono i semi. la ciliegia. Fungino: che ha le proprietà dei fun- Corimbo: tipo di infiorescenza inde- Durame: legno morto formato da di- ghi. finita nella quale i fiori, pur essen- versi anelli annuali, situato al cen- Fustaia: bosco governato ad alto fu- do inseriti con i loro peduncoli a tro del tronco o del ramo dell’albe- sto. varie altezze sul fusto, terminano ro, non avente più funzioni di tes- Galbuli: falso frutto tipico di alcune tutti allo stesso livello, come nel pe- suto conduttore, ma solo di sup- conifere, formato da squame le- ro, nel sambuco e nel ciliegio. porto strutturale. gnose o carnose, strettamente ade- Corteccia: strato protettivo esterno Ecologia: studia i rapporti tra le va- renti le une alle altre, che si apro- di fusti e rami, formato da cellule rie componenti di un ambiente no a maturità per lasciare uscire i vive all’interno e da cellule sube- (animali, piante, clima, ecc.). semi. rose morte all’esterno. Ecosistema: insieme di esseri viven- Galla: formazione, di aspetto e di- Cotiledone: foglia che si forma nel ti, dell’ambiente fisico e delle com- mensioni vari, prodotta dalla foglia seme e che può emergere durante plesse relazioni reciproche che in- come reazione a punture di inset- la germinazione oppure restare nel tercorrono in un determinato luo- ti. terreno. È chiamata anche foglia go. Geminati: dicesi di organi disposti in embrionale. Erbaceo: di pianta non legnosa, la coppie. Crittogama: classe del regno vegeta- cui parte subaerea muore e cade a Gemma avventizia: gemma che si for- le distinta da Linneo per indicare terra in inverno; di un organo che ma ex-novo sui rami, in seguito a le piante senza fiori visibili. abbia la consistenza e il colore di stimoli traumatici. Cultivar: varietà coltivata, ottenuta per una foglia d’erba. Gènere: gruppo di piante stretta- ibridazione o selezione dall’uomo. Ermafrodita: fiore fornito sia della mente affini. Solitamente è forma- Cuticola: superficie cerosa della fo- parte maschile sia di quella fem- to da diverse specie. glia che la protegge da danni ridu- minile. Genotipo: il complesso di caratteri cendone la perdita d’acqua. Faggiola: frutto del faggio, apparte- ereditari di un individuo, non an- Decidue: si riferisce alle piante che nente al gruppo degli acheni. Si- cora modificati dall’ambiente perdono le foglie annualmente al- mile alla castagna, ha però dimen- esterno. la fine del periodo vegetativo e ne sioni minori e forma triangolare. Germinazione: sviluppo della plantu- producono di nuove alla fine del Famiglia: grande gruppo di piante, la dal seme. periodo di riposo. È l’opposto di simili tra loro, formato da diversi Germoglio apicale: germoglio princi- sempreverde. generi. pale, che si sviluppa dalla termi- Degenerazione: morte progressiva Fastigiato: termine che indica un al- nale del fusto e dei rami. degli apici e delle branche che de- bero con rami quasi verticali. Glabro: senza peli (foglia glabra). corre dall’apice alla base. Fenotipo: i caratteri visibili comuni Glauco: colore grigio-bluastro, che Deiscente: di frutti che si aprono o agli individui d’una specie; con- può essere determinato dalla pre- scoppiano a maturità per far usci- trapposto al genotipo. senza di pellicole cerose. re i semi. Fitocenosi: complesso di piante che Habitat: è la più piccola parte di un Denti: piccole punte disposte ai vivono in un dato ambiente con ca- territorio in cui un organismo può margini delle foglie di talune pian- ratteristiche fisiche e chimiche ben trovare condizioni ambientali favo- te (foglie a margine dentato, se- determinate. revoli al suo accrescimento e al suo ghettato, ecc.). Fittone: radice principale della pian- sviluppo, nonché al mantenimento Diagnosi: identificazione dell’agente ta, che si sviluppa verticalmente della popolazione a cui esso appar- causale della malattia. verso il basso. tiene (sinonimo di biotopo).

141 Humus: complesso delle sostanze Lenticella: piccolo poro della cortec- Pasciona: annata di forte produzio- organiche derivanti dalla decom- cia che permette la respirazione ne di semi, che negli alberi fore- posizione delle spoglie animali e del tessuto del tronco e dei stali si verifica con una ciclicità po- vegetali, cadute a1 suolo, conte- rami. liennale, tipica specie per specie. nente una frazione azotata supe- Libro: vedi Floema. Patente: termine che indica una po- riore rispetto alle sostanze da cui Lobo: nella foglia, intaccatura arro- sizione ad angolo retto rispetto al- deriva. tondata del margine. la parte della pianta su cui il sog- Ibrido: organismo che deriva dalla Marciume: alterazione di tessuti ve- getto è inserito. fecondazione tra individui appar- getali e animali causata da vari Peduncolo: organo che svolge la fun- tenenti a varietà differenti e che agenti patogeni. zione di sostenere fiori, frutti, spo- presenta caratteristiche di en- Margotta: tipo di moltiplicazione; re o altre parti di una pianta. trambi i genitori. Spesso si indica consiste nel far radicare il ramo di Peli radicali: fini diramazioni all’api- con tale termine anche il risultato una pianta, incidendolo e avvol- ce delle giovani radici, attraverso della fecondazione fra specie diffe- gendolo con terriccio o altro mate- cui acqua e sali minerali vengono renti. riale mantenuto umido. assorbiti dal terreno. Imparipennato: riferito a una foglia Membranoso: secco, sottile e flessi- Pennata: termine che descrive una pennatocomposta che termini con bile, non verde. foglia completamente suddivisa in una fogliolina impari. Si dice anche Mucrone: punta dura, rigida, un pò diverse foglioline, sistemate ai lati imparipennatocomposta. pungente, di qualsiasi organo. della nervatura centrale. Infiorescenza: associazione costante Naturalizzata: pianta esotica, intro- Perenne: pianta che vive per più di di fiori intorno a un peduncolo dotta nel nostro Paese, che si com- due anni e fiorisce di solito ogni principale comune. porta come se fosse una pianta au- anno. Innesto: metodo di propagazione toctona. Persistente: dicesi di un organo che delle piante che consiste nell’inse- Necrosi: processo che porta alla permane sulla pianta per un tem- rire una parte vegetativa (gemma morte di singole cellule o di tessu- po più lungo della media; foglie o rametto) di una varietà selezio- ti di organismi viventi. persistenti: a durata pluriennale; nata su di un portainnesto, in ge- Nodo: divisione del fusto; punto calice persistente: che permane a nere della stessa specie botanica, spesso rigonfio da cui si stacca una lungo dopo la fecondazione, e così particolarmente adatto alle condi- foglia o un ramo. via. zioni di clima e terreno. Opposte: termine che indica gemme Perule: foglie squamifomi, spesso ri- Inselvatichito: pianta sfuggita alla o foglie, che sono situate l’una di vestite di peluria, sostanze cerose coltivazione, ma non del tutto na- fronte all’altra sul rametto. o resinose, che avvolgono e turalizzata. Ovario: parte del fiore che racchiu- proteggono le gemme durante l’in- Intera: termine che indica una foglia de gli ovuli. verno. senza lobi, denti o altre intaccatu- Ovato: con un contorno ovale e la Petali: parti del fiore che costi- re del margine. parte più ampia alla base. tuiscono la corolla; in genere, han- Internodo: porzione di ramo com- Ovulo: corpo di forma in genere no colori vivaci, per attirare gli in- presa tra due gemme successive. ovoidale, contenuto nella parte setti. Introdotto: pianta estranea in un fernminile del fiore e che porta al Picciolo: porzione della foglia nuovo ambiente, naturalizzata co- suo interno il gamete femminile; che unisce la lamina o lembo al fu- me se vi fosse originaria. dopo la fecondazione si trasforma sto. Lamina o lembo: la parte appiattita in seme. Pinolo: seme di alcuni pini (soprat- ed espansa di un fiore o di un pe- Palmato: riferito a un organo i cui tutto pino da pinoli) che, privato talo. elementi siano disposti come le di- dei tegumenti lignificati, è comme- Lanceolato: a forma di punta di ta di una mano o come i raggi di stibile. lancia; molto più lungo che largo un ventaglio (foglia palmatoloba- Polline: polvere, per lo più gialla- con base ampia e ristretto verso ta). stra, prodotta dalla parte maschi- l’apice. Parassita: organismo che ricava i1 le del fiore e formata dai granuli Legno: vedi Xilema. proprio nutrimento da un altro or- pollinici. I granuli pollinici conten- Legume: frutto secco formato da un ganismo vivente a cui si attacca; gono i gameti maschili, che fecon- capello che si apre a maturità se- una pianta parassita totale non ha dano i gameti femminili contenuti condo due linee. foglie verdi. nell’ovulo.

142 Pollone: germoglio che si origina da Seme: organo che si sviluppa dal- Tegumento: rivestimento di organi o una gemma alla base del fusto o l’ovulo dopo la fecondazione e da dell’intero corpo vegetale, costitui- sulle radici, o naturalmente (per cui si sviluppa una nuova pianta to da tessuti che svolgono funzio- es. nel nocciolo) o in seguito al ta- dopo la germinazione. ne di protezione e isolamento del- glio della pianta a livello del terre- Semplice: termine che descrive l’ambiente. no (ceduazione). una foglia che non è divisa in fo- Tomento: peluria corta e fitta che Prostrato: adagiato alla superficie glioline. forma una specie di feltro morbido. del terreno, più o meno aderente. Sempreverde: albero o arbusto Topiaria, arte: potatura di alberi e ar- Pruina: efflorescenza farinosa bian- che ha foglie persistenti tutto l’an- busti in forme geometriche, deco- castra che ricopre i frutti e le foglie no. rative, in uso soprattutto nei giar- di molte piante. È costituita da gra- Sepalo: parte del fiore, in genere dini romani e in quelli dei secoli nelli piccolissimi di cera e proteg- verde, che costituisce il calice. XV e XVI. ge gli organi su cui si trova dalla Sessile: privo di peduncolo. Trementina: oleoresina ricavata da eccessiva traspirazione e dal rista- Simbiosi: vita in comune di due spe- alcune conifere, che per distilla- gno di umidità. cie diverse la cui unione provoca zione in corrente di vapore forni- Pubescente: ricoperto di peluria. vantaggi a entrambe. sce essenza di trementina. Pulvino: base del picciolo; la parte Sottospecie: gruppo di piante con Tumore: massa rotondeggiante scar- rigonfia di un germoglio da cui si numerosi caratteri distintivi all’in- samente differenziata originantesi genera la foglia. terno di una specie; spesso è una dall’accrescimento indiscriminato Racemo: infiorescenza spesso coni- razza geografica. di talune cellule. ca, non ramificata, di fiori pedun- Specie: gruppo di individui molto si- Valva: uno dei segmenti in cui si di- colati, i più giovani dei quali si tro- mili tra loro; è in grado di incro- vide una capsula deiscente. vano all’apice. ciarsi, dando prole feconda. Varietà: insieme di individui della Ràchide del cono: asse centrale del Sporadico: isolato, non continuo nel stessa specie, con caratteristiche cono. tempo e nello spazio. simili (per es. colore delle foglie, Radici laterali: radici secondarie, por- Squame del cono: strutture legnose portamento), ma differenti da quel- tate lateralmente dalla radice prin- inserite sul rachide del cono, che le di altri individui della specie. cipale. portano i semi nella pagina supe- Venatura o Nervatura: fascio di ele- Razza (geografica): gruppo di piante riore. menti fibro-vascolari in una foglia, localizzato che differisce per ca- Stipola: espansione simile a foglia o in un petalo, di solito ben visibi- ratteri secondari da altri gruppi lo- situata sul rametto alla base del le e in rilievo. calizzati. picciolo; spesso vi sono due stipo- Verticillo: insieme di organi che par- Resina: le resine sono prodotte da le opposte. tono in cerchio da uno stesso livel- conifere ed hanno natura tipica- Stolone: fusto subaereo strisciante, lo di un asse. mente colloidale. Quando essuda- permanente o caduco, che mette Xerofila: pianta ben adattata a vive- no dalle piante hanno consistenza radici e dà origine a nuove piante re un clima arido. molle ma generalmente solidifica- dall’apice o dai nodi. Xilema: tessuto generato dal cambio no col tempo. Stomi: pori di respirazione delle fo- verso l’interno; ha la funzione di Riccio: involucro spinescente o acu- glie, quasi sempre concentrati sul- trasportare l’acqua e i sali minera- leato che avvolge all’esterno il frut- la pagina inferiore. li dal terreno alle foglie; ha anche to di alcune piante (castagne, fag- Strisciante: adagiato e strettamen- funzione meccanica di sostegno. giole). te aderente alla superficie del Rustica: pianta che tollera con- terreno (anche per mezzo di ra- dizioni avverse di clima e di ter- dici). reno. Talea: parte di una pianta (in gene- Samara: frutto secco del tipo achenio, re rametto, a volte anche foglia) ma provvisto di un’ala membrana- che viene stimolata a emettere ra- cea che facilita la dispersione. dici, per produrre un nuovo indi- Sessile: privo di peduncolo. viduo. Scorza: parte della corteccia degli al- Tannino: denominazione di un grup- beri all’esterno del fellogeno, co- po di sostanze presenti in molti ve- stituita da elementi morti. getali, dotate di proprietà concianti.

143 FONTI E BIBLIOGRAFIA

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