Al cordiale e laborioso Popolo della Città di Rosolini, Gemma nell’antica Terra di Eloro. Biagio Iacono

Collana “Girovagando…in Val di

diretta e curata da Biagio Iacono

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Biagio Iacono

ROSOLINI

La Chiesa Madre

Gruppo Editoriale Immagine

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Biagio Iacono

Premessa dell’Autore

A Rosolini (SR), il restauro esterno della Chiesa Madre, riaperta al culto il 21 dicembre 2006, ha restituito alla sua primitiva bellezza un antico “gioiello di famiglia”, la cui fruizione artistico-architettonica era da molto tempo venuta meno. Questo mio volumetto appare dopo quello su “NOTO, la Cattedrale dalle Origini ad Oggi” del giugno 2007, pubblicato a ricordo della riapertura dell’antica Chiesa Madre di tutta la Diocesi. Come quell’evento, anche il restauro della altrettanto antica Chiesa Madre rosolinese necessitava d’un piccolo souvenir, frutto non di lunghi studi o ricerche ma d’un omaggio, modestissimo, ai tanti Allievi ed Amici di Rosolini, che mi hanno accolto con stima e gioiosa simpatia negli ultimi due anni (2005/2007) di docente di Lettere all’ITIS del loro prestigioso Liceo Archimede. Il Lettore in queste pagine troverà non minuziose descrizioni od inutili elencazioni, ma personali e criticabilissime impressioni

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Rosolini - La Chiesa Madre estetiche, nate dalla diretta “lettura delle pietre” o dell’apparato iconografico sul piano architettonico e pittorico. Colorite da mie suggestioni, forse davvero fantastiche, qui le tante foto od illustrazioni “parlano da sole”, evidenziando una comples- siva bellezza della Chiesa Madre tale da co- stituire quello che a me sembra un “unicum” da scrigno prezioso nel cuore del centro storico della gra- ziosissima Città di Rosolini! Lo scopo di questo volu- metto tende ad una più ampia divulgazione dei Beni Cultu- rali della nostra Zona-Sud di Siracusa, ed in specie sulla necessità che un sì grande gioiello - dopo l’esterno - venga ora ben presto restaurato soprattutto nel suo interno. Ringrazio gli Sponsor e Coloro che in vari modi - per solo e vero Amor Patrio – mi hanno aiutato a realizzare e pubblicare questa altra dolce ed amorevole fatica.

Noto, 27 Maggio 2010 - prof. Biagio Iacono

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Biagio Iacono

Rosolini - La Chiesa Madre al crepuscolo vista da Piazza Garibaldi.

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Rosolini - La Chiesa Madre

Cenni storico-architettonici

La Chiesa Madre di Rosolini - denominata Chiesa di San Giuseppe con D.P.R. n° 917/1986 al posto dell’originario titolo di Chiesa delle Anime Purganti - è situata nel cuore del centro stori- co sulla graziosa Piazza Garibaldi, in un contesto urbanistico ed architettonico che va dal tardo-barocco al neoclassicheggiante. Essa costituisce, da oltre due secoli, il salotto della vita sociale e politica di questa ridente cittadina in provincia di Siracusa.

Rosolini - La Chiesa Madre vista dal lato nord-ovest di Piazza Garibaldi.

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Biagio Iacono

Anche in questa piazza, “…frutto della logica borghese del gesuita Don Angelo Italia..” come scrive l’arch. V. Solarino1, è evidente l’influsso estetico della ricostruzione post-sismica del 1693 in Val di Noto, perpetuatosi fino al tardo Settecento nei centri vicini a Noto, Città Ingegnosa della Sicilia sud-orientale. Ma chi vuol conoscere tutta la complessa storia della Chiesa Madre deve pazientemente districarsi nella voluminosa opera dal titolo Venerabilis Mater Ecclesia del prof. Antonino Odierna, pubblicata dalla Grafiche Santocono Editore nel dicembre 2009. Questo libro è davvero uno straordinario Memoriale archivisti- co, essendo ricchissimo di Documenti e Testimonianze alla cui fonte storica - prima di chiudere questo volumetto - ho controllato ogni indicazione, facendo salve solo le mie criticabilissime ipotesi architettoniche o suggestioni personali. La fondazione dell’attuale Rosolini nell’antico Feudo dei Platamone avvenne con la “Licentia aedificandi et populationem facendi”” concessa il 1° agosto 1712 a don Francesco Moncada di Aragona, principe di Larderia e Rosolini, mentre la data 1713, posta sull’antico fonte battesimale, e le note dell’archivio parrocchiale costituiscono le prime fonti storiche sulla costruzione dell’attuale Chiesa Madre. Queste risalgono al 5 dicembre 1728, quando dal canonico don Francesco Franzò fu posta la prima pietra su un progetto commissionato dal suddetto Principe ad un allievo dell’architetto siracusano sac. Pompeo Pincherali: fatto,

1. vedi “Notizie storiche e propedeutiche agli interventi di restauro della CHIESA MADRE S. GIUSEPPE” di VINCENZO . Opuscolo in fotocopia, Rosolini, Dicembre 2006. 8

Rosolini - La Chiesa Madre

Lato nord di Piazza Garibaldi, vista da sud al crepuscolo. questo, ritenuto verosimile per tradizione ma non ancora del tutto documentato. Destinata, per volontà dello stesso Moncada, al centro di quella vasta area in cui oggi sorgono Piazza Garibaldi, Palazzo Comunale, Palazzo Sipione-Cartia e Piazza Masaniello, la Chiesa Madre vide protrarsi i lavori di costruzione per ben 126 anni - come scrive il prof. Odierna - fino al 1854, quando risulta finita solo nelle strutture materiali. Per tutto l’Ottocento ed il primo ventennio del Novecento si provvide agli altari da rifinire in marmo, alle decorazioni, alle pittu- re ed ai molteplici affreschi, per giungere al 1° novembre 1922 quando avvenne la consacrazione del tempio da parte di Mons. Giuseppe Vizzini, vescovo di Noto. Contrariamente a quanto rite- nuto, anche da validi storici di Rosolini come la prof. Giuseppina Milceri ed il dott. Giovanni Savarino, è vero che l’antico progetto

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Piazza Garibaldi e Corso Savoia visti dal sagrato della Chiesa. “…durante la costruzione, durata oltre un secolo, fu snaturato e modificato dai vari ingegneri preposti alla direzione dei lavori…”, ma, grazie agli studi dell’Odierna, oggi non possiamo più dire che la chiesa nel 1770 “fosse ancora in costruzione” e che fosse stata “completata” nel 1840. Ciò non toglie, tuttavia, alcuna validità all’opera meritoria della Milceri e del Savarino i cui studi risalgono al 1995, e dei quali riporto in nota una pagina2, avvertendo però che la Chiesa divenne formalmente Matrice non nel 1833 ma, con decreto del Vescovo Giovanni Blandini, solo il 22 maggio 1880, come dimostra l’Odierna nella sua Venerabilis Mater Ecclesia a pag. 242, precisando che la chiesa fu consacrata, come detto, il 1° novembre 1922 dal Vescovo Mons. G. Vizzini e dallo stesso elevata “alla dignità arcipresbiteriale” il 7 dicembre 1925.

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Rosolini - La Chiesa Madre

2. vedi: G. SAVARINO - G. MILCERI ODDO, “ROSOLINI, Un secolo di storia. 1712-1812”, Edizioni Archeoclub Rosolini, Santocono, Rosolini,1995., ove a pag. 101 si scrive che… “La Chiesa Madre venne edificata su un’area donata dal feudatario Don Francesco Moncada e della cui costruzione sarebbe stato promotore il cappellano del feudo, il gesuita padre Ignazio Licciardello che nei primi decenni del Settecento fu cappellano a Rosolini. A lui si deve anche la diffusione del nome Luigi a Rosolini in onore del santo giovinetto dell’ordine dei Gesuiti, canonizzato allora da poco e che nel 1754 venne proclamato patrono di Rosolini. A padre Ignazio, morto verso il 1720, succedette come cappellano il canonico Franzò da Spaccaforno e fu lui, il 5 dicembre 1728, a porre la prima pietra dell’opera, due marmorette comprate a Messina il 31 marzo 1728. Il progetto della chiesa pare sia stato eseguito su incarico del feudatario da un allievo dell’arch. siracusano sac. Pompeo Pincherale ma, durante la costruzione durata oltre un

Uno scorcio di Piazza Garibaldi vista dall’interno della Chiesa.

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Lato sud di Piazza Garibaldi. secolo, fu snaturato e modificato dai vari ingegneri preposti alla direzione dei lavori. Le maestranze furono prevalentemente rosolinesi che con quelle spaccafornare e modicane hanno realizzato sicuramente la più bella opera di Rosolini. I costi furono sostenuti con somme erogate dal Principe ma anche con lasciti di privati, mentre alcune famiglie, per devozione, si assunsero il gra- voso onere del trasporto della pietra dalla contrada Scalarangio a Rosolini. A dorso di mulo le pietre caricate su speciali basti di le- gno, «cancieddi», furono trasportate in quello spazio che oggi è la piazza Garibaldi. La chiesa portata a compimento nelle strutture fondamentali verso il 1770, venne completata quasi integralmente verso il 1840, ad eccezione della cappella del Sacramento e delle statue degli apostoli Pietro e Paolo. Divenne matrice nel 1833 in seguito al trasferimento della parrocchia dalla Chiesa del Crocifis- so, che era stata istituita nel 1811.“

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La Chiesa Madre vista da Corso Savoia. 14

Rosolini - La Chiesa Madre

La facciata

La facciata della Chiesa Madre di Rosolini sporge a ponente sulla grandiosa Piazza Garibaldi da una rampa di pochi gradini. Ha una larghezza di circa 25 metri non ben proporzionata rispetto all’altezza approssimativa di 27 metri dal piano degli ingressi. Divisa verticalmente in tre sezioni con due ordini orizzontali, essa presenta quattro grandi colonne, alte circa 9 metri con basi simmetricamente disposte rispetto agli ingressi laterali. Al centro, il primitivo portale principale è incorniciato da due più antiche e minori colonne dai sobri capitelli corinzi, sulla cui trabeazione è posta l’iscrizione sull’antico bianco marmo “MATER ECCLESIA” sovrastata da un timpano a triangolo in- tero decorato con mensoline. Tutta la facciata è neoclassicamente segnata da una marcata trabeazione con grandiosa cornice, interrotta nei tre lati esterni da robuste appendici su isolati ma identici capitelli: segno chiaro, questa interruzione, d’un altro progetto più ambizioso mai realizzato nel secondo ordine dell’edificio. Davanti alla Chiesa Madre di Rosolini emerge, in chi scrive queste note, l’inquietante sensazione d’una “lettura” fra almeno due tentativi di “conciliazione” stilistica fra una primitiva progetta- zione tardo-barocca mai completata, di cui resta l’odierno portale d’ingresso principale, ed una successiva ma diversa, se non nuo- va, “ri-composizione” in chiave coscientemente neoclassica.

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Biagio Iacono

In mancanza d’un qualsiasi progetto e di altri documenti, nulla o ben poco sappiamo sugli architetti e sui capimastri che diressero i numerosi lavori di restauro o di ricostruzione. Infatti, il primitivo portale principale sembra essere stato “inglobato” nella definitiva facciata in uno stile architettonico che dall’originario nostro tardo-barocco “cede” al “siculo” trionfante neoclassicismo del primo Ottocento, proprio di questa e di tante altre chiese del Val di Noto. Comprensibili, quindi, le soluzioni o le “con-fusioni” che - a prima vista - sembrano apertamente maldestre, se non si ri- flettesse sul travagliato cammino di questa stessa facciata proprio durante la sua elevazione. Non si capirebbe - per esempio - perché le quattro grandi colonne al piano degli ingressi, in origine concepite e realizzate in forme libere dalla parete, furono poi “annegate” con malta e conci divenendo mezze-false-colonne rafforzate e tamponate nella struttura muraria delle forti lesene. Tale ricca “con-fusione” d’intrecci, anche all’incrocio interno fra gli alti capitelli, è la conferma del timore che i numerosi terremoti e le tante difficoltà costruttive - dovute certo alle gigantesche “spinte di massa“ non calibrate a suo tempo al centro e dall’alto - abbiano costretto a “ri-comporre” il più realisticamente possibile l’edificio ovviando alle precedenti incertezze progettuali statiche e stilistiche di tutto l’edificio. E, tuttavia, in così e tale felice “con-fusione” si è venuta a creare una bella e suggestiva “maraviglia” di movimentazione

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Rosolini - La Chiesa Madre

La facciata della Chiesa Madre di Rosolini. 17

Biagio Iacono fra cielo e terra, fra luci ed ombre, fra l’esterno e l’interno, pro- prio come avviene in tutte le chiese, basiliche o monumenti del nostro Barocco! Anche le due graziose porte laterali sono sormontate da timpani triangolari su cui si aprono, però, due “fredde” finestre quadrangolari con discrete vetrate variopinte di successiva fattura.

L’immagine della Madonna, istoriata nella vetrata della finestra di destra..

L’immagine di San Giuseppe nella vetrata della finestra di sinistra. Nel secondo ordine, al centro della facciata, una grande loggia racchiude, incorniciandolo, uno splendido finestrone con policro- ma vetrata raffigurante San Luigi Gonzaga, patrono principale di Rosolini, opera del netino prof. Angelo Di Maria. Una doppia serie

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Rosolini - La Chiesa Madre

Al centro del secondo ordine, la grande loggia racchiude una finestra con colonnine sormontate da un arco intero che incornicia una pregevole vetrata istoriata in piombo e raffigurante S. Luigi, con le due grandiose statue in pietra di San Pietro e San Paolo. di quattro più piccole colonne con capitelli corinzi, simili per tem- po e stile a quelle del primo ordine, sostengono il frontone supe- riore e l’attico, che è evidenziato da basette in pietra, simmetrica- mente in linea con le paraste, le colonne e tutta l’estetica della facciata. Al centro, in alto, su quella ardita e composita trabeazio- ne, poggia un’abbozzata torre campanaria culminante in una mo- derna e luminosa croce.

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Biagio Iacono

Luci ed ombre nei due piani, fra tardo-barocco e neoclassicismo.

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Rosolini - La Chiesa Madre

Particolari della facciata con vista al cielo… sino all’alto l’intrecciarsi dei grandi capitelli corinzi che sono di fattura diversa da quelli più piccoli ai lati dell’ingresso.

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Biagio Iacono

Statua di San Pietro. Tutte queste ardite soluzioni, anche nelle vedute angolari fra i due piani architettonici, sembrano conciliarsi esteticamente con le grandiose statue in pietra di San Pietro e di San Paolo, opere dello scultore-decoratore modicano Giorgio Assenza, autore di molteplici interventi anche all’interno della Chiesa. 22

Rosolini - La Chiesa Madre

Statua di San Paolo. Poste nel 1927 ai lati del prospetto, proprio sugli angoli del ro- busto cornicione, queste due statue, alte tre metri e dal peso di 10 tonnellate ciascuna, suggellano la fine dell’incompiuto verosi- mile progetto sul perimetro esterno del piano superiore.

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Biagio Iacono

Gli squarci delle ardite angolazioni fra i due ordini architettonici sembrano conciliarsi esteticamente con le due grandi statue di San Pietro e San Paolo.

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Rosolini - La Chiesa Madre

Nella facciata si noti l’intrecciarsi dei grandi capitelli con le “fredde” finestre quadrangolari sui timpani delle porte laterali.

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Rosolini - La Chiesa Madre

La Fontana del Tritone, opera dell’artista rosolinese prof. Biagio Poidimani, situata al centro di Piazza Masaniello.

Un’occhiata all’esterno

A dimostrazione del suddetto travagliato percorso costruttivo della Chiesa Madre, basta una semplice lettura del monumento dall’esterno, così come lo ha restituito alla Città il restauro effet- tuato dall’arch. prof. Vincenzo Solarino. Il turista od il passante più attento, nota subito come la retrostante Piazza Masaniello sia stata ricavata ad est dallo sbancamento della Chiesa, dove la scopertura delle fondamenta viene qui evidenziata dalle foto: facile, quindi, intuire come le aperture su questa piazza, in origine, non esistessero e come gli

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Biagio Iacono

Particolare della fontana che domina Piazza Masaniello. 28

Rosolini - La Chiesa Madre odierni locali, che oggi vi si affacciano, fossero stati occupati dalla cripta e/o da altri servizi. Senza dire dei molteplici capitelli, tutti sovrastati da un identico sbalzo per il progetto mai realizzato al secondo ordine nei tre restanti lati. Questi isolati capitelli risultano sproporzionati rispetto all’ipotizzata costruzione: cosa ben evidente, invece, nella stessa Chiesa ad ovest su Piazza Garibaldi, dove il magnifico cornicione segna i due ordini compiuti della facciata, marcando però ai fianchi una discontinuità o “rottura” architettonica, che nuoce purtroppo alla bellezza dell’insieme! Girando verso il lato sud della Chiesa - quello prospiciente Via Roma di fronte al Palazzo Comunale - si resta colpiti, non da un’auspicata fusione di stili architettonici a testimonianza del tormentoso percorso costruttivo della stessa, ma da una “disinvolta” od incosciente con-fusione architettonica. Infatti, l’irruzione d’un grande balcone in calcestruzzo tipo anni Sessanta/Novecento, con altre minori aperture, distrugge l’armonico tentativo di restauro che dal Settecento a tutto l’Ottocento era stato, comunque, tentato aprendo le odierne più antiche finestre che, tutto sommato, sono in armonia per stile e decori con la sacralità dell’edificio e con le necessità della canonica. Basterebbe chiudere gli occhi e “cancellare” mentalmente quel balcone e quelle aperture! Queste, infatti, “distraggono” dalla francescana visione che aveva l’originaria struttura tendente all’azzurro del cielo e ci negano di goderne l’originario slancio

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Lato posteriore della Chiesa Madre, ad oriente, sulla Piazza Masaniello. Si notino i molteplici capitelli sovrastati da un identico sbalzo dell’interrotto cornicione. 30

Rosolini - La Chiesa Madre

Un pezzo del primitivo muro lasciato a vista ed intatto dal recente restauro. architettonico, qualora la vista del grande finestrone con la policroma vetrata, in cui è dipinta la colomba che simboleggia lo Spirito Santo, non fosse stata così deturpata! Anche sul fianco laterale a nord, la Chiesa Madre ripete gli stessi moduli architettonici della parete a sud di Via Roma senza, per fortuna, le violente manomissioni di cui abbiamo lamentato: anzi, il recente restauro dell’arch. Vincenzo Solarino ha giusta- mente lasciato a vista, ed intatto, un pezzo della sua primitiva co- struzione. A questo punto della nostra rapida occhiata ai tre lati esterni del sacro edificio, giriamo lo sguardo verso la grande Piazza Garibaldi, su cui insiste la bella facciata della Chiesa Madre ed

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Su Via Roma, un’infelice “con-fusione” o sovrapposizione di stili! 32

Rosolini - La Chiesa Madre

Il lato sud-est della Chiesa Madre con la confusa sovrapposizione di stili! entriamo nel sacro tempio dal portale principale illustrandone fugacemente l’interno, come farebbe un turista, senza pretese d’uno studio accurato od approfondito.

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Sul lato nord, la Chiesa Madre ripete gli stessi moduli architettonici del fianco a sud di Via Roma, senza manomissioni e lasciando intatto un pezzo dell’antica sua primitiva costruzione.

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Rosolini - La Chiesa Madre

L’interno della Chiesa Madre

L’interno della Chiesa Madre visto dall’ingresso.

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L’interno della Chiesa Madre visto dal Presbiterio. 38

Rosolini - La Chiesa Madre

Appena varcata la soglia, sul pronao i due medaglioni di San Pietro e San Paolo.

1 - La navata centrale

L’interno della Chiesa Madre, visto dal Presbiterio, si impone per le decorazioni sulla volta della navata centrale, lo splendido pavimento in marmi policromi e, appena varcata la soglia, sul pronao, il portale in legno istoriato, i cui stipiti con architrave reggono un artistico organo ed una grande balaustra lignea

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Particolari dell’organo (1890) di Michele Polizzi senior: si noti l’interno della vetrata raffigurante San Luigi. (foto di Franco Gugliotta - Rosolini) 40

Rosolini - La Chiesa Madre sporgente sulle nicchie del Cristo Redentore, entrando a sinistra, e del Sacro Cuore a destra. Opera prima di Michele Polizzi se- nior, l’organo è fra i più interessanti di Sicilia e fu commissionato dal Parroco Vincenzo Sgadari con contratto del 2 settembre 189- 0, come dimostra l’Odierna a pag. 313 della citata Venerabilis Mater Ecclesia. Progettata e realizzata in tre navate con la centrale più alta e più ampia, la Chiesa Madre risulta una pregevole e graziosa costruzione, a testimonianza dell’indiscussa fede del laborioso Popolo Rosolinese. Innalzata con una tradizionale quanto povera “muratura a sacco” e con grandi archi portanti, su cui insistono la magnifica volta a botte della navata centrale e le cupolette delle due navate laterali, la Chiesa Madre evidenzia un classico impianto architet- tonico a croce latina, tipico delle Matrici o delle Basiliche del no- stro tardo Settecento in Val di Noto. Il transetto, che ha quasi le stesse dimensioni della navata centrale, al centro ospita la piccola ma ben decorata cupola, nei cui pennacchi sono affrescati i quattro Evangelisti. Come detto, per la tipica finalità turistico-divulgativa di questo volumetto, preferisco dir poco e far “parlare le immagini”, alle cui essenziali didascalie rimando il lettore più attento.

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Da ambedue i lati, le bellissime finestre illuminano la navata centrale, tutta segnata da un neoclassico cornicione, percorribile grazie ad un’artistica inferriata.

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Rosolini - La Chiesa Madre

Particolari delle decorazioni del transetto: si noti il vetusto degrado delle decorazioni e delle pitture in tutto l’interno della Chiesa.

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Particolare di uno dei capitelli che si snodano in concavi ed angolari nella navata centrale.

Il piccolo Carlo Nicastro, in visita col nonno Nino Arangio alla Chiesa Madre, inquadrato fra le immagini più belle della navata centrale.

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Rosolini - La Chiesa Madre

Il pulpito posto sul secondo pilastro a destra nella navata centrale.

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Nella navata centrale, al centro degli archi che si aprono sulle cappelle delle navate laterali, sugli altari del transetto ed alla ba- se della cupola, iscrizioni bibliche campeggiano sui neoclassi- cheggianti cartocci delle chiavi di volta.

“SANTIFICAVI LOCUM ISTUM: HO SANTIFICATO QUESTO LUOGO - HIC DOMUS DEI EST, ET AULA DEI: QUI C’E’ LA CASA DI DIO ED IL LUOGO DELL’ACCOGLIENZA DIVINA

Iscrizioni bibliche campeggiano sui cartocci delle chiavi di volta sugli archi aperti verso le cappelle delle due navate laterali. 46

Rosolini - La Chiesa Madre

SI VIS AD VITAM INGREDI SERVA MANDATA: SE VUOI ACCEDERE ALLA VITA ETERNA, OSSERVA I COMANDAMENTI - DOMUS MEA DOMUS ORA- TIONIS VOCABITUR: LA MIA SARA’ CHIAMATA CASA DI PREGHIERA

ANNUNTIATE INTER GENTES GLORIAM EJUS: ANNUNCIATE FRA I POPOLI LA SUA GLORIA - VENITE AD ME OMNES ET EGO VOS REFICIAM: VENITE TUTTI A ME ED IO VI CONFORTERO’

SAPIENTIA AEDIFICAVIT SIBI DOMUM: LA SAPIENZIA DIVINA COSTRUI’ LA SUA CASA - QUAM TERRIBILIS EST LOCUS ISTE: QUANTO E’ TERRIBILE QUESTO LUOGO!

SI QUIS TEMPLUM DEI VIOLAVERIT DISPERDET ILLUM DEUS: SE QUAL- CUNO VIOLERA’ IL SUO TEMPIO, DIO LO DISPERDERA’ - DOMUM DEI DECET SANCTITUDO: LA SANTITA’ SI ADDICE ALLA CASA DI DIO

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2 - La cupola

La cupola vista dall’interno.

La piccola cupola, che si erge nel cuore della Chiesa Madre all’incontro fra la navata centrale ed il transetto, introduce al presbiterio ed all’abside con magnifiche pitture e decorazioni attribuite a vari artisti. Questa cupola, di cui non conosciamo l’ar- chitetto, che dovrebbe essere lo stesso della nuova Chiesa, fu decorata nel 1947 e, come scrive l’arch. V. Solarino, sembra “...l’opera di qualche modesto artista che con mano semplice, ma di felice decoro, …monocromaticamente, la decorò con una serie di petali a degradare…” (op.cit. pag. 8).

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Rosolini - La Chiesa Madre

La piccola cupola, ergendosi nel cuore della Chiesa Madre all’incontro fra la navata maggiore ed il transetto, introduce al presbiterio ed all’abside, mentre sull’altare maggiore troneggia la statua di San Luigi Gonzaga, patrono della Città di Rosolini.

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Il particolare al centro della cupola vista dall’interno. Nei pennacchi che sorreggono la cupola, i quattro Evangelisti sono raffigurati con affreschi, da tempo in grave stato di deterio- ramento, che sembrano opere di non eccelsa fattura ma realizzate da un anonimo artista del primo Novecento, secondo schemi largamente utilizzati fin dall’età barocca. I ritratti degli Evangelisti sono riconoscibili dai simboli che li ac- compagnano: San Giovanni per l’aquila, l’uccello che vola più in alto nel cielo perché la sua visione di Dio è la più diretta. San Matteo è rappresentato con un Angelo perché il suo Vangelo ini- zia con l'Incarnazione. San Luca con un toro, animale sacrificale, perché il suo Vangelo inizia con il sacrificio del sacerdote Zacca- ria. San Marco, infine, da un leone perché il suo Vangelo esordi- sce con la figura del Battista che "grida nel deserto" con voce po- tente e solitaria come quella del leone. 50

Rosolini - La Chiesa Madre

San Giovanni è raffigurato con l’aquila, l’uccello che vola più in alto nel cielo e che ha la più diretta visione di Dio. 51

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L’evangelista San Matteo è rappresentato con un Angelo perché il suo Vangelo inizia con il mistero dell'Incarnazione. 52

Rosolini - La Chiesa Madre

L’evangelista San Luca è accompagnato da un toro perché il suo Vangelo inizia con il sacrificio fatto dal sacerdote Zaccaria. 53

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L’evangelista San Marco è simboleggiato da un leone la cui figura simboleggia il Battista che "grida nel deserto" con voce potente e solitaria. 54

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3 - Il presbiterio e l’abside

Nel presbiterio, sull’altare tardo-barocco in marmi policromi, per il tempo della sua festa, troneggia la statua di S. Luigi Gonzaga, Patrono principale della città. L’abside col relativo catino s’erge evidenziato da un grande cornicione dall’artistica inferriata. In avanti si notano, per bellezza fra il nuovo e l’antico, l’altare postconciliare, i due cori in noce, e quattro grandi affreschi fra presbiterio ed abside inferiore: in questa parte della Chiesa Ma- dre viene evidenziata in termini figurativi la Sacra Scrittura grazie ai temi delle pitture che la richiamano. Pare che il pittore Giuseppe Vizzini da Vizzini (CT) sia stato

All’ingresso del presbiterio, l’altare post-conciliare di Salvatore Ignaccolo con leggio ed ambone del prof. Angelo Di Maria.

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Rosolini - La Chiesa Madre l’autore - dal 1899 al 1903 - del tripartito catino absidale conte- nente l’Agnello ed il Libro della Vita coi sette sigilli da cui partono le tre scene raffiguranti Mosè che riceve le tavole della Legge, la SS.Trinità e San Pietro in predicazione. Le pitture, a tempera, non sono di ottima qualità ma sviluppano in maniera chiara i tre momenti più significativi della storia del Cristianesimo fra Antico e Nuovo Testamento. Alle pareti dell’abside si sviluppa, invece, il tema della vita di Gesù: gli affreschi, a sviluppo verticale, raffigurano la Natività di Gesù, la Presentazione di Gesù al tempio, Gesù fra i Dottori del Tempio e la Adorazione dei Magi. Alcuni di essi sono in grave stato di deterioramento e s’impongono per maestosità ed osten- tata ma moderata bellezza. Anche se permangono dubbi per lo stile tardo ottocentesco delle scene, sembrano attribuibili alla scuola modicana di Giorgio Assenza e Figli. L’altare maggiore in marmi policromi, decorato con stucchi baroccheggianti negli anni intorno al 1930 dal suddetto, evidenzia al centro la nicchia con la settecentesca statua, in legno e gesso, raffigurante San Luigi Gonzaga e restaurata nello stesso periodo. All’ingresso del presbiterio, davanti al nuovo altare post- conciliare, opera di Salvatore Ignaccolo, notiamo tre belle scultu- re del netino, di nascita e formazione ma sincero e profondo ro- solinese d’adozione, prof. Angelo Di Maria. Queste opere del no- stro tempo arricchiscono, rinnovandolo, il presbiterio con la vasca battesimale, il leggio e l’ambone che riporta le parole del Cristo: “Io sono Via, Verità, Vita”.

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Biagio Iacono

La nicchia, posta in alto dietro l’altare maggiore e decorata da Giorgio Assenza, custodisce la statua di S. Luigi, Patrono di Rosolini.

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Rosolini - La Chiesa Madre

Nel presbiterio, l’ambone - opera del prof. Angelo Di Maria - con le parole del Cristo: ”Io sono Via, Verità, Vita”.

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Biagio Iacono

Nelle due pareti del presbiterio, che ospita i due cori in noce, ci sono quattro pregevoli affreschi, in stile tardo-neoclassicheggiante, attribuiti alla scuola modicana degli Assenza, di cui qui vediamo la Natività.

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Rosolini - La Chiesa Madre

La Presentazione di Gesù al Tempio a sinistra dell’altare maggiore.

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Biagio Iacono

Gesù fra i Dottori nel Tempio, a destra dell’altare maggiore: si avverte il gravissimo degrado che, a causa dell’umidità, rischia di distruggere quest’opera!

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L’Adorazione dei Magi a Gesù, a destra del presbiterio, sopra il coro.

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Nel catino absidale le tre scene raffiguranti Mosè che riceve le tavole della Legge, la SS.Trinità e San Pietro in predicazione.

Particolare centrale del catino absidale con l’Agnello Sacrificale. Volgiamo, ora, i nostri occhi in alto alle tre opere del catino ab- sidale, attribuite - come abbiam detto - al pittore Giuseppe Vizzini ed ispirate al Vecchio ed al Nuovo Testamento. 64

Rosolini - La Chiesa Madre

La consegna dei Comandamenti a Mosè.

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La SS. Trinità.

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La Predicazione di San Pietro.

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4 - Il transetto

Nel transetto il bellissimo altare dell’Immacolata Concezione con la scritta “Sine Macula”, “L’Annunciazione” e la “Assunzione in cielo di Maria” opere di Gregorio Scalia.

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Biagio Iacono

Il transetto della Chiesa Madre, con la Cappella del SS. Sacramento che chiude la navata sinistra, contiene nei suoi due bracci un altare dedicato alla Immacolata Concezione, a sinistra, ed un altro simile dedicato a San Giuseppe, a destra. L’altare della Immacolata Concezione evidenzia nella splendida nicchia la statua lignea della Madonna con angioletti alla base, opera del 1840 d’un certo Bagnasco. Al centro due medaglioni in marmo bianco raffiguranti l’Annunciazione” e l’Assunta in Cielo”. Le varie iscrizioni in oro, le colonnette alla base, le due grandi colonne dorate che sorreggono il frontone con la scritta “Sine Macula“, tutto l’insieme dona il fascino del classicheggiante stile tardo-barocco, al quale s’ispira quasi tutta l’estetica della Chiesa Madre. E, tuttavia, ai lati della parete di questo altare, tra fine/ Ottocento e primo/Novecento, sono stati inseriti due affreschi di Gregorio Scalia - l’Annunciazione e l’Assunzione in Cielo di Maria. Dello stesso Artista, altri due affreschi - la Fuga in Egitto e il Transito di San Giuseppe - fiancheggiano l’opposto altare di S. Giuseppe sempre nel transetto.

Particolari dell’altare dell’Immacolata Concezione, con i due bianchi medaglioni in bassorilievo dell’Assunta in Cielo e dell’Annunciazione.

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Rosolini - La Chiesa Madre

I quattro affreschi di Gregorio Scalia: il Transito di San Giuseppe, la Fuga in Egitto, l’Annunciazione e l’Assunzione in Cielo di Maria.

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Biagio Iacono

L’altare di “San Giuseppe con Gesù Bambino”, posto nel transetto a destra, risulta dello stesso Artista che ha realizzato l’altare dell’Immacolata: si noti l’identica ispirazione e la scritta “Ite ad Joseph” con la “Fuga in Egitto” ed il “Transito di San Giuseppe” di G. Scalia.

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“...Quello di Mariannina sembra il destino amaro di un’eterna metafora delle stesse contraddizioni che angosciano nel quotidiano ognuno di noi, specie di chi vive ed opera nella sua Città, Noto, dove la tragicocomica parte è sempre la stessa di quel suo triste palcoscenico urbanistico- architettonico in cui ella pure, come noi, recitò/recitiamo la sua/nostra sceneggiata esistenziale senza scampo o speranze ultraterrene! Nel secondo Ottocento maschilista e tardoromantico, la Coffa anticipò sentimenti o motivi di indiscussa grandezza femminile, che neppure alle soglie di questo Terzo Millennio sembrano essersi affermate anche se a parole del tutto condivise. …” Biagio Iacono

CONCETTO LA TERRA LA CAPINERA CHE NON SORRISE (M. Coffa 1841-1878) a cura di Biagio Iacono, Sicula Editrice-Netum, 2003.

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Biagio Iacono

5 - La navata sinistra

La navata sinistra si chiude sul transetto con la Cappella del Santissimo, che in origine era dedicata al simulacro del Cristo alla colonna di P. Avolio, qui fotografato casualmente dopo i riti della Settimana Santa, mentre tornava ad essere riposto e “nascosto” dietro l’altare, dove una volta troneggiava al posto del- l’attuale tempietto a sipario, come emerge dall’iscrizione in alto. Decorata nel 1899, a proprie spese, da Salvatore Sipione, questa cappella ospita due grandi oli su tela nelle rispettive pareti, opere del sacerdote Orazio Spadaro (Modica,1889-1959).

Il Cristo alla colonna. 74

Rosolini - La Chiesa Madre

Nella Cappella del Santissimo, ai lati dell’altare, campeggiano due grandi oli su tela (1937) del sac. Orazio Spadaro, raffiguranti l’Ultima Cena (a destra) e Gesù nell’orto del Getsemani (a sinistra). 75

Biagio Iacono

Un suggestivo scorcio della Cappella del Santissimo. Trattasi di due capolavori del primo Novecento, datati 1937 a sinistra Gesù nell’orto del Getsemani e a destra L’ultima Cena: questi, per la sapiente impostazione stilistica e grandezza pittori- ca, costituiscono alcune delle più preziose perle del nostro tem- pio. Proseguendo, troviamo l’altare che prende nome dal più anti- co dipinto ad olio su tela, quello della Madonna del Suffragio o delle Anime Purganti. Qui il Cristo dell’artistica pala è attribuito, per tradizione, ad Olivio Sozzi (Catania 1690 - 1765) e poi, dopo la sua tragica morte mentre lavorava nella Basilica di Santa Maria Maggiore, completata dal genero Vito D’Anna ( 1718-1769), anch’egli altro grande pittore del Settecento siciliano. 76

Rosolini - La Chiesa Madre

Gesù nell’orto del Getsemani.

L’Ultima Cena. 77

Biagio Iacono

La navata sinistra vista dal transetto.

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Rosolini - La Chiesa Madre

Cappella della Madonna del Suffagio o delle Anime Purganti in cui il Cristo è opera di Olivio Sozzi mentre il resto fu completato dal genero Vito D’Anna.

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Monumento dell’artista rosolinese prof. Biagio Poidimani, dedicato a Mons. Corrado Mingo. In esso si legge che “Rosolini lo ricorda per la sua bontà, pietà e zelo pastorale nei dodici anni di ministero alla Chiesa Madre.

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Rosolini - La Chiesa Madre

Prima della cappella della Madonna del Suffragio o delle Anime Purganti, a fianco dell’altare dell’Immacolata si trova la stele mar- morea con busto bronzeo del concittadino Mons. Corrado Mingo, al quale questo monumento fu dedicato nel 1990, nel decimo an- niversario della morte. Dall’evidente influsso “classicheggiante”, questa è una bella opera del rosolinese prof. Biagio Poidimani, in cui risaltano i mo- duli propri dell’arte in bronzo dello scultore “netino” prof. Giusep- pe Pirrone. In essa si legge che “Rosolini lo ricorda per la sua bontà, pietà e zelo pastorale nei dodici anni di ministero alla Chiesa Madre”, prima di lasciare la città perché eletto Vescovo di Trapani. L’Odierna conferma dicendo che “... predicazione, cate- chesi, istruzione religiosa” furono l’asse portante della pastorale dell’arciprete mons. Corrado Mingo durante il suo parrocato nella Chiesa Madre di Rosolini. La navata sinistra prosegue con la Cappella di Santa Rita da Cascia al centro, col relativo altare marmoreo del 1915-17, identi- co a quello delle quattro Cappelle delle Anime Sante, Madonna del Rosario, S. Lucia e S. Antonio. Questi altari - scrive sempre l’Odierna - furono tutti realizzati da Vincenzo Poidimani, padre dell’artista di cui sopra prof. Biagio, negli anni Trenta del Nove- cento, mentre ignoto è l’autore della statua lignea di S. Rita, do- nata da Salvatore Arancio verso la metà dello stesso secolo. Infine, la navata sinistra si conclude, uscendo verso Piazza Ga- ribaldi, con la Cappella di Santa Lucia, la cui statua lignea del 18- 65 è opera di un certo Burgio da Ragusa.

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L’altare di Santa Rita da Cascia al centro della navata sinistra.

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Rosolini - La Chiesa Madre

Il primo altare della navata sinistra è dedicato a Santa Lucia.

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5 - La navata destra

La navata destra vista dall’ingresso.

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Biagio Iacono

Una delle tante cupolette delle navate laterali.

Anche la navata destra, come tutta la Chiesa dopo il recente restauro, è pavimentata con splendidi marmi policromi associati in alcune parti a quelli dell’ottocentesco pavimento a scacchi. Il primo altare, entrando a destra, è quello dell’omonimo quadro ad olio denominato Battesimo di Gesù, opera del famoso pittore Gregorio Scalia, datato 1892 e sovrastante l’antico grande fonte battesimale, posizionato sul piedistallo del 1713 proveniente dalla chiesetta di San Girolamo nel Castello Platamone.

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Rosolini - La Chiesa Madre

Il primo altare della navata destra è quello dell’omonimo dipinto ad olio denominato Battesimo di Gesù, opera di Gregorio Scalia, datato 1892. Si noti l’antico fonte battesimale, su piedistallo del 1713, proveniente dalla chiesetta di San Girolamo nel Castello Platamone.

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Biagio Iacono

Targa marmorea in omaggio a San Luigi Gonzaga, protettore della Gioventù e Patrono principale della città di Rosolini. La Cappella di S. Antonio di Padova - con l’altare fatto costruire per devozione di Giovanna Rizza e del Popolo nel 1912 - si trova al centro della navata. La nicchia, come quasi tutte le altre, fu realizzata da Giorgio Assenza mentre la statua del Santo fu fatta in cartone romano dall’Unione Statuaria di Lecce nel 1875. Nella cappella che ospita il terzo altare della navata destra co- struito fra il 1915 e il 1917, prima del transetto, troviamo il gruppo statuario ligneo della Madonna del Rosario e San Domenico, o- pera del 1875 di Giuliano da . Si notino i grandi Angeli in stucco, con le scritte “Rosa Mjstica” e “Porta Coeli”, ai lati della nicchia costruita in stucco e pietra da intaglio nel 1920 sempre da Giorgio Assenza.

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Rosolini - La Chiesa Madre

L’altare con statua di S. Antonio di Padova al centro della navata destra.

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Nel terzo altare, le statue della Madonna del Rosario e San Domenico: si notino, ai lati, i grandi Angeli in stucco con le scritte ”Rosa Mjstica” e “Porta Coeli”. 90

Rosolini - La Chiesa Madre

Sulla porta della sacrestia, la tela San Pietro in Vincoli, di Emanuele Lo Presti, con la scritta “Per devozione di Pietro Modica - 1862”. La navata destra termina nel transetto ed è priva di altra grande cappella - rispetto a quelle minori ricavate nelle strutture murarie laterali - perché lo spazio è occupato dall’odierna sacrestia, alla cui porta d’ingresso si trova una magnifica tela ad olio San Pietro in Vincoli, del pittore Emanuele Lo Presti, recante l’iscrizione “Per devozione di Pietro Modica – 1862”.

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Provvisoria conclusione

Perché non si dica, un giorno, che...non sapevamo!

Dalla rapida lettura anche delle sole didascalie alle immagini di questo volumetto, emerge la coscienza d’un imminente pericolo che investe l’interno di quasi tutta la Chiesa Madre di Rosolini nel suo apparato decorativo e pittorico.

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Ho avuto purtroppo, nell’ultimo trentennio, diverse volte l’occa- sione di essere stato facile… “profeta di sventure” su monumenti e chiese della mia Città di Noto - dalla rovina del Collegio dei Ge- suiti al crollo della Cattedrale - come editore-giornalista della Rivi- sta NETUM e de La Gazzetta di Noto. In particolare, qui debbo segnalare l’umidità crescente che sta danneggiando quasi tutta l’abside ove, per es., l’affresco di “Gesù coi Dottori nel Tempio” mostra una fenditura verticale che lo sta facendo staccare dalla parete, come le foto qui a fianco evi- denziano. Dalle informazioni avute, mi si dice che il tutto sia stato già da tempo segnalato al Sindaco ed alla Soprinten- denza: ciò, tuttavia, per espe- rienza, non mi rassicura ma, anzi, mi obbliga a questa do- verosa preoccupazione per un temibile incidente o danno. Mi auguro che, stavolta, il tutto si risolva in bene e pre- sto: scrivo questo perché, un giorno, non si dica che…non sapevamo! E così...non sia.

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Rosolini - La Chiesa Madre

Indice

Premessa dell’Autore pag. 4

Cenni storico-architettonici 7

La Facciata 15

Un’occhiata all’esterno 27

L’interno della Chiesa Madre 37

1 - La navata centrale 39

2 - La cupola 48

3 - Il presbiterio e l’abside 56

4 - Il transetto 69

5 - La navata sinistra 74

6 - La navata destra 85

Provvisoria conclusione 92

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Progetto grafico e foto copertina: Sara Pelizza Ove non espressamente indicato, foto di Sara Pelizza

Finito di stampare nel mese di Maggio del 2010 da ???????????? per Gruppo Editoriale Immagine Via Sacro Cuore 161/a - 97015 MODICA(RG) tel. 0932/1972200 - fax. 0932/1972201 - 3333408017 [email protected] www.gruppoeditorialeimmagine.com

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