CONSORZIO « » PER LA BONIFICA DEL BACINO DELL’ PRIGNANO (SA) ______

CONCORSO DI IDEE

Riqualificazione paesaggistica – ambientale – turistica – sportiva e ricreativa del fiume Alento

DOCUMENTO PRELIMINARE ED INDIRIZZI PROGETTUALI

PREFAZIONE: RAGIONI DI UN CONCORSO

Il Concorso di idee, bandìto dal Consorzio “Velia” per la bonifica del Bacino dell’Alento di intesa con gli Enti operanti nell’Area Vasta del Bacino Alento, è uno strumento ritenuto efficace per l’acquisizione di una valida proposta progettuale, e si pone l’obiettivo di recuperare e valorizzare la naturalità del corso d’acqua dell’Alento, degli invasi dell’Alento, del Carmine e della Fabbrica, delle aree golenali e vallive limitrofe, localizzando e incentivando, al contempo, su dette aree, nuove e diversificate funzioni sportivo- ricreative, culturali e di ricerca, anche in funzione di un rilancio della fruizione e valorizzazione delle aree interne del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e delle riconosciute valenze di interesse scientifico, andando a costituire in sintesi un articolato “Sistema integrato di trasversalità delle competenze territoriali”. Ai concorrenti si chiede di sviluppare idee progettuali tese a costituire “Parchi fluviali” nel complesso della diga di Piano della Rocca e lungo il fondo valle dell’Alento, individuando fra gli stessi relazioni, identità e caratteristiche qualificanti l’ambito territoriale di riferimento del bacino dell’Alento e l’area vasta del PNCVD e, conseguentemente, concentrare l’attenzione su ambiti locali dove la specifica rilevanza dei luoghi consente proposte e approfondimenti progettuali di maggior dettaglio e/o di ubicazione di funzioni innovative. Dalla fattibilità e sostenibilità tecnica, ambientale ed economica e condivisione di interventi integrati che potranno emergere dal Concorso di idee può basarsi la nuova identità del Corso d’acqua dell’Alento e le idee potranno caratterizzare la programmazione futura di investimenti pubblici e privati di interesse strategico per la valorizzazione e lo sviluppo del territorio del Cilento.

1. IL PARCO DELLE 9 E AL QUADRATO

Il piano socioeconomico del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano fu approvato all’unanimità dai Comuni del Parco e la previsione di allargamento ai comuni contigui fu deliberata anche dalla Giunta regionale, nel lontano 2000. Più di recente il Parco ha elaborato un aggiornamento che tende a rilanciare il tema dello sviluppo, ponendo particolare enfasi su possibili attrattori di attività per il turismo sostenibile. Tuttavia proprio i temi del turismo e della sostenibilità in particolare, specie nelle aree protette, hanno bisogno di una profonda rivisitazione scientifica ed applicativa. L’area vasta del PNCVD e delle aree contigue si presenta come area in grado di coniugare molteplici paradigmi di sviluppo: identità e sviluppo, identità e diversità, semplicità e complessità. In particolare le sue vocazioni si prestano ad accogliere progetti di sviluppo ad ecologia profonda, concetto quest’ultimo che ben si sposa con la possibilità di coniugare i paradigmi richiamati. L’area del PNCVD infatti, con l’aiuto della natura, ci aiuta a vedere parti separate, dalla storia e dalla geografia, come un insieme integrato. Il piano-progetto di sviluppo approvato dall’ente PNCVD e dalla Regione , pur partendo da questo assunto, ha avuto con i diversi PIT dedicati al territorio, una fase di attuazione a grappoli con esperienze significative accanto ad altre meno pro-attive. A fronte di ciò, l’attuale fase di programmazione prevede una maggiore concentrazione delle risorse ed un profilo di area vasta più accentuato. L’abbandono dell’idea di un programma per progetti ha aperto la strada all’approccio per reti di progetti con massa critica strategica. Lo stesso piano socioeconomico del PNCVD, d’altra parte aveva già annunciato questa necessità. Il tema della rete ecologica e la strategia di città (Città del Parco) hanno esortato un cambiamento di scala nell’approvazione dei progetti, sollecitando lo sviluppo di interventi in grado di dare funzionalità multipla alle reti ecologiche ed a quelle culturali (effetto città) e alla loro integrazione a larga scala, al fine di determinare la massa critica necessaria per attrarre investimenti esterni accanto al volano endogeno che si andava pian piano formando.

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Il Consorzio Velia e le sue molteplici attività complementari a quelle di monitoraggio e riqualificazione ambientale, segnalano la consapevolezza di tale necessità e l’intenzione di una parte significativa del territorio del PNCVD, di cambiare scala di progettazione. In tal senso la proposta di un Concorso di idee per progetti che qualifichino infrastrutture e attività in una logica di città, va rapportato al potenziale già indicato dal piano socioeconomico del PNCVD. Progetti in grado di coniugare al quadrato le “9 E” dello sviluppo potenziale del territorio: Economia dello sviluppo a sostenibilità profonda (delle moltissime specie vegetali ed animali) Estetica dello sviluppo Ecologia e sviluppo Etica e sviluppo Ecoservizi di rete ecologica e benessere Energia sostenibile Emozioni e contemporaneità del quarto paesaggio (quello di Città del Parco) Efficacia ed Efficienza degli interventi Economia della conoscenza sempre. Ognuna di queste “E” si presta ad essere moltiplicata per altre “E” rilevanti producendo un esercizio di ecologia della mente, in grado di rivelare i gradienti sui quali muovere in maniera flessibile la progettualità potenziale. Dalla pluralità di interventi previsti dal bando, è possibile prevedere che possano scaturirne altri e diversi, tutti all’interno di un progetto concepito come processo continuo. In questo quadro può essere interpretato il progetto proposto dal Consorzio Velia insieme al PNCVD. Un progetto che, riqualificando l’insieme delle potenzialità esistenti lungo due dimensioni strategiche, offre un contributo moltiplicativo alle propensioni del territorio. La prima direzione progettuale riguarda l’ipotesi di rafforzare l’integrazione tra natura e potenziali attività per il tempo libero, a ridosso delle aree attraversate dal fiume e fino al mare. Tale ipotesi potrebbe offrire al territorio una massa critica con un evidente effetto città; una pausa dall’urbano per i visitatori esterni, ma anche occasione di convivialità allargata per gli abitanti del territorio del PNCVD che scoprono l’appartenenza ad un area vasta di grande qualità e percepita come nuova contemporaneità dalle grandi organizzazioni internazionali (Unesco, Onu, Comunità Europea, FAO etc.). Si tratta di un attrattore turistico, ma è anche una infrastruttura per il benessere ed il tempo libero della Città del Parco, cioè un luogo e una dimensione di aggregazione necessaria per le popolazioni locali che appartengono culturalmente a contesti isolati o di difficile fruizione . In tal senso le pratiche di diffusione della cultura dello sport all’aria aperta, inoltre, potrebbe consentire di coniugare altre attività complementari in luoghi contigui. Ma vi è la seconda direzione progettuale che assume un valore strategico e di chiave multipla verso le stanze della conoscenza e della consapevolezza dei temi ambientali. Questa direzione di risalita del fiume e del sistema dei laghi artificiali dovrà svelare il trade - off tra reti ecologiche complesse e semplici, in relazione alle attività attuali connesse all’uso del suolo. Una vera e propria università dei saperi dovrà nascere dalle esperienze progettuali relative alla nuova direzione di penetrazione della nuova strada verso e le aree interne, reinterpretabile anche in termini di connettività di corridoi ecologici (ecodotti, stepping stones, etc.). Un nuovo trade - off scientifico dovrà essere posizionato per svelare nuovamente il collegamento tra attività forestali, naturalità ed agricoltura, sia tradizionale che intensiva, fino a produrre modelli di valutazione ambientale innovativi ed esportabili.

2. DESCRIZIONE COMPLESSO DELLA DIGA IN LOCALITÀ PIANO DELLA ROCCA

2.1 Il Consorzio Velia, nel corso della costruzione della diga di Piano della Rocca, andando oltre le normali funzioni di costruire un bacino artificiale, mise a punto un piano di interventi integrati di ampio respiro incentrato sulle seguenti linee: • l’inserimento ambientale dell’opera attraverso la realizzazione di un progetto di rinaturalizzazione della fascia circumlacuale dell’invaso nonché dell’area a valle del serbatoio con la costruzione di varie strutture e attrezzature e di quelle contermini al fiume per circa 8 km, per farne un luogo di attrazione per attività legate al tempo libero di qualità elevata e riparando così i danni al paesaggio indotti dai lavori del cantiere; • la costruzione della strada diga Alento – Stio, in destra del bacino, sia per qualificare Piano della Rocca come un’altra porta d’ingresso al territorio delle aree interne del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, sia per rompere l’isolamento dell’Alto Cilento (, ,

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Stio ecc.) riducendo del 75% le distanze dalla viabilità maggiore dei Comuni interni e sia per collegare il bacino dell’Alento con la valle del Calore. Tali obiettivi, suggeriti dalla collocazione territoriale del bacino dell’Alento e dalle caratteristiche del luogo, sono stati sostanzialmente raggiunti, con l’attuazione di una pluralità di progetti. Sulle opere realizzate che hanno maggiore attinenza con il tema della valorizzazione paesaggistica, ambientale, turistica, sportiva e ricreativa sul quale si intende sviluppare un forte impegno, ci si sofferma con le note che seguono.

2.2 L’intero complesso è dominato dall’invaso dell’Alento che accumula, nel periodo autunno –vernino e primaverile, oltre 30 milioni di metri cubi d’acqua, consentendone un’utilizzazione intersettoriale: irrigua, civile non potabile, ambientale, industriale ed idroelettrica, con notevoli ricadute positive sul territorio in termini economici e sociali. La diga dà vita ad un lago artificiale che si estende su una superficie di 150 ha, in un paesaggio naturalistico particolarmente gradevole. Guardando il lago dal centro dello sbarramento verso monte, si nota sulla sinistra la casa di guardia e la torre di presa a tre livelli, che alimenta le condotte per i vari usi a cui l’acqua è destinata. Voltando le spalle al lago, si individua sulla destra lo scarico di superficie attraverso cui si riversano le acque in eccesso rispetto alla massima capacità di invaso. Sempre sulla destra, nella zona sottostante la strada di paramento, si evidenzia un edificio dove sono sistemate le attrezzature per regolare lo scarico di fondo del lago. In sinistra, in fondo al percorso sul paramento, il visitatore può trovare l’accesso al cunicolo di ispezione longitudinale e traversale dello sbarramento, dove sono collocate le attrezzature per il monitoraggio dello stato della diga. L’invaso e le fasce circostanti sono totalmente recintati e protetti. Nella fascia di rispetto tra il lago e la recinzione è stata realizzata una pista attrezzata con punti di sosta, lunga allo stato circa 5 Km. È in programma il completamento del percorso con l’intento di realizzare una vera e propria pista circumlacuale lunga 13 Km per destinarla a passeggiate e ad escursioni organizzate a piedi, in mountain – bike e a cavallo. La pista, una volta realizzata, accentuerà l’attrattività dei luoghi e favorirà l’insediamento di attrezzature per il tempo libero e per gli sport. E’ pure prevista la possibilità di ristrutturare una pluralità di fabbricati esistenti lungo la fascia circumlacuale, a scopo residenziale – turistico, oltre a realizzare un campeggio in coda al lago in un’area prospiciente le rive dello stesso.

2.3 Immediatamente a valle della diga, si osserva un’ampia area, in sinistra e in destra del fiume, già sistemata a “Parco attrezzato”. Sulla sinistra il Parco ha caratteristiche del tutto naturalistiche, sviluppate in gran parte su una fascia ondulata di macchia mediterranea, attrezzata con sentieri che permettono di percorrerla in tutta la sua estensione, con numerosi luoghi di sosta, in corrispondenza di aree arricchite con specie vegetali particolari, con manufatti tipici ed attrattive specifiche. Questi sentieri sono da considerare poi come percorsi particolarmente adatti al cavallo ed alla mountain – bike, per cui è possibile prevedere lo sviluppo di manifestazioni dimostrative ed agonistiche specifiche in tali settori. Sempre in sinistra del fiume, proprio ai piedi del parametro a valle della diga, su una zona pianeggiante priva di vegetazione arborea, mantenuta a prato, è stato realizzato un campo di tiro con l’arco, per arricchire la gamma di attività sportive praticabili nell’area. In destra dell’Alento, invece, nell’ampio spazio disponibile, è stato realizzato il fabbricato in gran parte occupato da un impianto di potabilizzazione, in cui è alloggiata anche la sede del Consorzio, nonché, previa trasformazione del capannone di servizio al cantiere di costruzione della diga, un edificio di notevole valore architettonico, al cui piano superiore è ospitato il “Centro di monitoraggio e controllo del territorio”, denominato Centro Iside, una struttura di terziario avanzato; al piano terra, invece, è stato realizzato un portico, una hall, un’area ristoro con annessa cucina, una sala - congressi con servizi e una zona uffici. Nella stessa area è stato pure realizzato un parco costituito da un laghetto artificiale esteso 5.000 mq arricchito da una fontana, nonché uno spiazzo con la cappella, un parco giochi per bambini, aree a verde, aree di sosta attrezzate, un parcheggio ed un bar.

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2.4 Proseguendo a valle dell’area parco, sempre in sponda destra, lungo la strada arginale già funzionante, costruita in fregio al corso vallivo dell’Alento, si perviene alla zona delle sistemazioni idrauliche realizzate sull’alveo del fiume, gli ambienti umidi con laghetti e gli impianti di specie vegetali autoctone, percorsi pedonali e punti di osservazione per bird – watching, organizzati per la fruizione di un’utenza sensibile ed interessata ai valori ambientali. In particolare il ridisegno dell’alveo del fiume Alento, con una sistemazione naturalistica lunga 8 chilometri, ha consentito il recupero, su entrambe le sponde, di circa 60 ha di area golenale, un tempo allagata dalle piene, dove sono stati realizzati sette stagni fuori alveo e uno in alveo dove vivono e nidificano vari tipi di uccelli. Verso il termine di tale fascia, è stata realizzata una centrale idroelettrica.

2.5 Oggi la diga dell’Alento e le opere collegate (la fascia di rispetto lungo l’invaso, l’edificio del Centro Iside, la centrale idroelettrica, il parco, l’oasi, il tiro con l’arco, ecc.), sono divenute una singolare attrazione, unica nel Cilento, che si caratterizza come una grande palestra all’aperto per lo svolgimento di attività legate al settore del tempo libero, come la canoa, il tiro con l’arco, la pesca sportiva e commerciale, l’equitazione, la ristorazione, il turismo scolastico, culturale e congressuale, ecc. Attualmente l’intero complesso costituisce un elemento di richiamo e di curiosità per molti e nel contempo è oggetto di interesse tecnico scientifico per appassionati e studiosi, tanto da essere meta di studenti di scuole elementari, medi e superiori, nonché di studenti e docenti universitari, oltreché di numerosi visitatori comuni. . 2.6 Nel 2006, su iniziativa della Idrocilento Soc.cons.p.a., con la partecipazione della Banca del Cilento, della Soc.del Patto Territoriale del Cilento e di altri soggetti forti è stata costituita una cooperativa di produzione e lavoro, denominata “Cilento Servizi”, con un capitale sociale di circa 300.000 Euro per curare i lavori di manutenzione del verde e la valorizzazione turistica ed ambientale del complesso Alento. Va altresì aggiunto che varie associazioni sportive hanno presentato manifestazioni d’interesse per avviare rapporti di collaborazione con la società di gestione del complesso Alento. Il complesso, infine, è entrato significativamente nell’offerta turistica locale perché le aziende alberghiere ed agrituristiche dell’area offrano ai loro ospiti la possibilità di praticare presso l’Oasi Alento un’attività sportiva o una visita.

3. IL COMPLESSO ALENTO NEL CONTESTO TERRITORIALE DEL CILENTO

Prima di indicare gli interventi che concorreranno ad aumentare la forza attrattiva e di richiamo del complesso Alento, giova evidenziare perché esso rappresenta un’interessante potenzialità da valorizzare nell’interesse della fascia costiera Paestum – e dell’area interna costituita dall’alto Cilento (Prignano – – Cicerale – Monteforte Cilento –––ecc,). L’ubicazione del complesso, infatti, è strategica ai fini di un’ipotesi di sviluppo turistico per entrambe le aree e per i seguenti motivi: • perché baricentrica rispetto alla principale arteria di trasporto per la costa cilentana nel tratto Paestum – Sapri, nonchè a soli 300 metri dalla superstrada – Sapri, che costituisce la principale arteria di collegamento per la stessa costa cilentana, nonché a 5 Km da Agropoli e a 15 Km da Paestum; • perché la nuova direttrice Alento – Stio, una volta completata (allo stato manca il finanziamento per realizzare gli ultimi 3 Km) consentirà ai visitatori in genere e in particolare ai turisti della fascia costiera di raggiungere, in pochi minuti, i “santuari naturalistici” e le aree di più alto pregio del cuore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, tra cui: a) l’area delle Gole del Calore; b) il sistema dei santuari e siti rupestri della dorsale del monte Chianello; c) la vetta e le falde boscate del Cervati. Mete doverosamente oggetto di specifiche azioni di valorizzazione del Piano del Parco e già ricomprese nei siti Natura 2000 (Sic Monte Soprano e Monte Vesole, Alta valle del fiume Calore ecc.); • perché più in generale il complesso Alento, posto come si è affermato alla confluenza di due arterie di collegamento fondamentali per raggiungere tanto la costa che l’interno, è un ideale punto di partenza per la visita al Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, “paesaggio culturale” che l’UNESCO ha riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità; ______

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• perché l’area circostante il complesso è essa stessa ricca di risorse naturalistiche, ambientali, archeologiche, storiche ed enogastronomiche (tra l’altro intercetta alcune connessioni portanti della rete ecologica individuata dalla Regione Campania, nonché alcuni siti Natura 2000); • perché – caso eccezionale per un ampio raggio – l’area del complesso Alento è un esempio virtuoso per le suggestive opere di riqualificazione naturalistica che vi sono state apportate, ben visibili dalla superstrada “cilentana”, e per la qualità generale degli interventi che vi sono stati realizzati. Nel predetto contesto, la strada Alento – Stio è un’infrastruttura essenziale per incrementare le presenze del turismo naturalistico nell’area settentrionale del Cilento e ridurre l’isolamento delle aree interne del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

4. MOTIVAZIONI DEL CONCORSO E DEL PROGETTO DI COMPLETAMENTO

Il progetto di completamento punta a qualificare, diversificare e sviluppare nell’area l’offerta di servizi sia per il turismo e il tempo libero, che per attività di ricerca e sviluppo, al fine di destagionalizzare e riequilibrare le presenze tra la zona interna e quella costiera. In concreto l’obiettivo è, per un verso, quello di realizzare una vera e propria “porta” del Cilento, luogo di soglia, informazione e orientamento per la visita dell’intero territorio con una particolare attenzione per l’interno, meno valorizzato; dall’altro verso, quello di dotare il territorio di un’ulteriore attrattiva turistica, in aggiunta a quelle già presenti, per migliorare la competitività e l’immagine del territorio sia presso gli appassionati di sport e di attività all’area aperta che, pur di vivere le proprie vacanze in maniera attiva e salutare, preferiranno il Cilento come area per le loro vacanze rispetto ad altre aree, sia presso gli amanti della natura e del paesaggio. Non va dimenticato che il turismo sportivo, ambientale e naturalistico costituiscono oggi segmenti importanti per aumentare in un territorio le presenze turistiche, specie nei periodi di bassa stagione. Oggi la stagione turistica nel Cilento è limitata al breve periodo estivo e concentrata prevalentemente nei comuni costieri, dove con il prevedere della costruzione delle “seconde case” è stata causata una grave compromissione della risorsa paesaggistica naturale, determinando, fra l’altro, forti squilibri temporali nella rete infrastrutturale primaria. Una delle principali conseguenze di questa “rurbanizzazione” e della conseguente perdita d’identità del patrimonio ambientale e paesaggistico del luogo è stata, senza dubbio, la difficoltà di sviluppo di un’offerta qualificata di attrezzature culturali, ricreative e sportive che oggi sono il vero motore per un turismo sostenibile in grado di competere con l’offerta di altre regioni italiane ed europee, dove il mercato della conoscenza, che si va consolidando nei settore della comunicazione e della ricerca culturale e scientifica, è in forte espansione. Il progetto proposto, pertanto, può costituire l’occasione per avviare una politica di coinvolgimento anche dei comuni interni del Cilento nello sviluppo del turismo di qualità e per consentire al territorio un salto di qualità e di cambiamento nel predetto settore. Infine, sia gli interventi realizzati che quelli da realizzare sono pienamente coerenti con gli indirizzi strategici: • del Documento Strategico Regionale 2007 – 2013, riferiti allo sviluppo del turismo sostenibile nelle zone interne con alte potenzialità, ma con un modesto sviluppo, e a quello nei siti UNESCO (“Una Regione Patrimonio dell’Umanità”); • del Programma Attuativo FAS 2007-2013 (riportato nel B.U.R:C: N°45 del 13 Luglio 2009), che prevede il Sistema dei Poli culturali, naturali e paesaggistici della Campania inserendovi,a titolo esemplificativo,il Progetto Cilento fra “cultura, natura e sport”; • del Piano Territoriale Regionale, riferito ai Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) interessati (in merito alle strategie per la costruzione della rete ecologica e difesa della biodiversità, la valorizzazione e sviluppo dei territori marginali, la valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, la valorizzazione delle identità locali attraverso le caratterizzazioni del paesaggio, la valorizzazione dei sistemi di beni archeologici e delle testimonianze della storia locale, le Attività per lo sviluppo turistico); • del Piano del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, in riferimento alle Linee Strategiche per lo Sviluppo e Qualificazione della fruizione sociale del patrimonio culturale e naturalistico, nonché per lo Sviluppo di economie di fruizione atte a sostenere la manutenzione del territorio e del capitale sociale e per la Qualificazione dell’immagine e della leggibilità dei valori del Parco.

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5. COMPLETAMENTO DELL’INFRASTRUTTURAZIONE NATURALISTICA E FRUITIVA DEL COMPLESSO ALENTO A MONTE E A VALLE DELL’INVASO E DEGLI ALTRI INTERVENTI PER REALIZZARE IL PARCO DEGLI SPORT

La descrizione degli interventi realizzati fa emergere che il complesso Alento non è allo stadio di idea o di progetto, ma, al contrario, un centro che già dispone di una notevole infrastrutturazione di base e di servizi di grande rilevanza e che per farne un vero attrattore turistico – ambientale e sportivo di eccellenza ha bisogno di interventi di qualificazione e completamento per arricchire e potenziare l’offerta per gli sport e per aumentare la fruibilità dell’Oasi e del Parco dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Come già evidenziato, il sito, per la sua ubicazione strategica, può contare su un elevato potenziale di fruitori, sia residenti che turisti, ma è necessario che venga strutturato ed organizzato come centro sia per lo svolgimento di visite al territorio del Cilento, con particolare riferimento alle aree interne del Cervati, dell’Alto Calore e al sistema paesistico dell’Alto Cilento, sia per l’educazione ambientale degli alunni delle scuole elementari e medie inferiori e sia per lo svolgimento di attività sportive e ricreative all’interno del Parco e dell’Oasi. Fra l’altro il completamento degli interventi è pure imposto dalla necessità di aumentare le entrate per coprire le spese di manutenzione e di esercizio del complesso. E’ ovvio che tale obiettivo è raggiungibile se il Centro potenzia le proprie capacità, in termini strutturali e organizzativi, per attrarre presenze turistiche, sempre più larghe e qualificate, interessate ad una molteplicità di impiego del tempo libero e agli sport. La presente relazione si propone di fornire ai partecipanti del Concorso di Idee alcune linee programmatiche generali ai fini della redazione dello studio di fattibilità di completamento degli interventi realizzati ovvero di delineare un quadro di riferimento per aiutare i professionisti a concepire il complesso Alento come una grande attrezzatura pubblica dove si erogano servizi a favore dell’Alto Cilento e del Calore, nonché come sito dove sia possibile svolgere attività culturali significative, come spettacoli, mostre, nonché come polo per l’educazione ambientale ad area di attrazione e di svago, nonché di svolgimento di attività legate al tempo libero. In concreto si vuole dotare il territorio di uno spazio diversificato, tematicamente caratterizzato e di notevole interesse culturale, ricreativo e sportivo. Gli interventi debbono conciliarsi con le esigenze di tutela, salvaguardia e valorizzazione dell’intera area. A riguardo si ricorda che l’area del complesso Alento, pur essendo compresa nell’ambito delle aree contigue del PNCVD, intercetta la fascia fluviale dell’Alento, riconosciuta come “corridoio regionale da potenziare” dal Piano Territoriale Regionale della Campania (PTR entrato in vigore nel 2008), come sito di interesse comunitario (SIC Alento, codice IT8050012) e come area caratterizzata da emergenze naturalistiche, delimitata e normata dal Piano del PNCUP (PP, art.12 delle norme tecniche d’attuazione). In tale ottica, si indicano di seguito alcuni interventi specifici. Gli interventi richiesti dovranno riguardare la mitigazione degli impatti per le infrastrutture lineari esistenti e di progetto, come ad esempio la strada dalla diga Alento verso Stio. Per questo caso, come per le altre infrastrutture presenti, non ultime quelle della stessa diga, si chiede una reinterpretazione anche in termini di compensazione e/o di connettività dei corridoi ecologici (ecodotti, stepping stones, ecc.).

5.1 L’Oasi naturalistica Nell’ambito della predetta finalità, l’Oasi, sita nell’area a valle del Parco, venne concepita come un sistema di “luoghi”, architettonicamente molto caratterizzati, collegati da una pista ciclo – pedonale longitudinale, e da una rete di percorsi laterali a servizio anche di aree di sosta o da pic – nic. Il progetto, dunque, consisteva nella creazione di una serie di spazi, alcuni dei quali caratterizzati come giardini tematici, altri come luoghi di trasformazione naturale, o adibiti a bosco al fine di offrire ai visitatori un territorio diversificato. Ciò posto, nel riaffermare gli obiettivi iniziali dell’Oasi come “sistema”, si ritiene che si debbano realizzare opere di completamento tese a migliorare le funzioni delle opere già realizzate e a dare sistemazione opportuna agli ambiti che non sono stati presi in considerazione fino ad oggi, tenendo, però, sempre presente l’esigenza non solo di incrementare l’aspetto gradevole e godibile dell’Oasi, ma anche di contenere al massimo le spese di manutenzione del verde.

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Vanno, in particolare, previste opere architettoniche e di arredo, come pergolati, servizi igienici, panche, elementi di sostegno di essenze vegetali idonee a rendere confortevole il percorso dell’asse pedonale – ciclabile e le aree di sosta. Vanno, altresì, previste molte zone d’ombra da realizzare con significativi manufatti di architettura e materiali leggeri ma resistenti, nonché siepi e cespugli a gruppi. E’ opportuna la creazione di zone boscate atte a nascondere i vicini viadotti e aree libere destinate alla ricreazione, al gioco, e al riposo con manto erboso di facile manutenzione alternate alle zone alberate in modo da conferire all’insieme un aspetto di naturalità. In tali aree sarebbe opportuno realizzare qualche gioco d’acqua, per indurre sensazioni di frescura e migliorare le condizioni climatiche nelle immediate vicinanze. Va inoltre caratterizzato l’intorno dei laghetti, con interventi leggeri sulla vegetazione, inserendo piccoli manufatti in legno di aspetto rustico per agevolare la sosta e l’osservazione dell’ambiente e della fauna. L’attuale asse viario principale va migliorato sia nella struttura, sia nelle condizioni di drenaggio e stabilità del fondo stradale. Le aree destinate all’attrezzatura e molti percorsi pedonali vanno protetti da essenze a rapido accrescimento in grado di creare condizioni d’ombra nelle ore più calde della giornata, senza eccedere nella modifica della natura e del paesaggio che caratterizza i luoghi, e va sempre tenuta presente l’esigenza di contenere la spesa della manutenzione e gestione del Parco e dell’Oasi. E’ comunque opportuno mantenere il carattere di diversità tra le aree in sinistra e quelle in destra idrografica, riservando queste ultime alle visite, e inserire lungo l’attuale rete di recinzione esterna che delimita l’Oasi, siepi di specie idonee a scoraggiare l’ingresso nell’area di cacciatori e di terzi. Vanno inoltre attentamente considerate, per le aree residuali, le seguenti ipotesi progettuali: a. un’area attrezzata per la sosta di camper; b. un luogo dedicato al turismo equestre, attrezzato come punto di ritrovo e di partenza per escursioni guidate su vecchi tratturi sia verso l’entroterra del Parco Nazionale del Cilento che verso il mare; c. un vivaio di piante autoctone di particolare pregio; d. uno spazio plurifunzionale, dotato di attrezzature e servizi capace di ospitare incontri di massa, come raduni di scouts, meeting di associazioni, concerti di vasta risonanza. La progettazione di tali interventi deve essere collegata a quelli già indicati, nonché a quelli che si accenneranno di seguito.

5.2 L’area a monte e a valle della diga Va ricordato che il complesso Alento, con la varietà dei luoghi che lo compongono e lo caratterizzano a monte come a valle della diga, possiede i requisiti per diventare sempre più: 1. una meta per visitatori, escursionisti ed amanti del paesaggio e della natura, nonché per il turismo scolastico; 2. un centro di orientamento della visita del Parco Nazionale del Cilento; 3. un centro per diffondere l’educazione e la cultura ambientale; 4. un polo multi - funzionale per lo svolgimento di più attività sportive, quali la canoa, il canottaggio, il windsurf, il tiro con l’arco, il ciclocross, il tennis, l’equitazione, il trekking, ecc. Per poter conseguire le predette finalità, è necessario integrare l’infrastrutturazione già realizzata prevedendo i seguenti ulteriori interventi: • l’ingresso alla diga con rotatoria; • gli spogliatoi a servizio delle attività sportive; • l’area di accoglienza all’ingresso della diga (reception, medicheria, parcheggio, servizi igienici, totem che riporta le informazioni utili su tutte le attività ecc); • la realizzazione di un museo virtuale dedicato al “paesaggio culturale” del Cilento con allestimenti multimediali interattivi e “immersivi” che rendano evidenti con immediatezza l’ampia serie di risorse del Parco e i contenuti riferibili al riconoscimento dell’Unesco; • il miglioramento dell’area posteriore e prospiciente alla casa di guardia della diga, così come la scarpata sottostante, da attrezzare con un belvedere e con adeguate opere di arredo, anche a carattere emblematico; • la caratterizzazione dell’accesso al Centro Iside; • la creazione di alberature e zone d’ombra nell’area a sinistra del Centro Iside fra questo e la cappella; ______

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• la copertura delle sponde del canale scolmatore con essenze vegetali idonee, anche rampicanti, per limitare l’impatto visivo del calcestruzzo; • la creazione di alberature lungo le strade a valle della diga e al bordo degli altri spazi già attrezzati (laghetto, giochi bimbi, parcheggi, ecc.), per creare condizioni d’ombra. Tali interventi devono essere preceduti da lavori di preparazione del terreno e di sistemazione dell’impianto di distribuzione irrigua, ed essere realizzati con impiego di assortimenti vegetali a rapida crescita e nello stesso tempo composti di specie non incompatibili con l’habitat local; • la creazione di un anello ciclabile di almeno 2 Km dove gli appassionati e gli amatori potranno tranquillamente pedalare; • il miglioramento dell’area di rispetto intorno al lago con la messa a dimora di specie autoctone, anche di tipo fruttifero (ciliegio, noce, ecc), e con la realizzazione di una pista di servizio lunga 13 Km.

5.3 L’area ex sede del cantiere dell’impresa costruttrice della diga, sita a monte della strada Particolare considerazione va dedicata alla utilizzazione dell’area in cui era ubicata la sede del cantiere dell’impresa costruttrice della diga, che comprende un capannone bi - livello, il quale potrebbe essere trasformato in un centro attrezzato ad ostello per la gioventù o ad altre destinazioni utilizzabili per funzioni connesse con quelle, accennate, realizzabili nel Parco e nell’Oasi.

5.4 Estensione dell’Oasi naturalistica da Lustra alla foce dell’Alento Per aumentare la forza attrattiva e di richiamo del lago, del parco e dell’oasi, giova estendere l’Oasi, da Lustra al mare, realizzando i seguenti interventi: 1. un corridoio naturalistico ciclo – pedonale lungo tutto il corso dell’Alento, dalla foce alla diga, per organizzare biciclettate paesaggistiche e culturali, per andare a cavallo, per fare passeggiate ecc; 2. realizzazione di punti di accesso intermedi, specie in corrispondenza dei centri abitati; 3. campi di allenamento di gara per la canoa; 4. campi di pesca; 5. giardini, pubblici e/o parchi di pubblica fruizione in corrispondenza dei centri abitati; 6. la navigabilità del fiume nel tratto esistente tra la foce e la confluenza con il Fiume Palistro; 7. rimozione o riqualificazione di detrattori ambientali esistenti; 8. recupero e rinaturalizzazione di opere di sistemazione fluviale danneggiate. Il progetto, in sostanza, mira a realizzare un parco fluviale naturalistico attrezzato per lo svolgimento di attività sportive, ricreative e didattiche.

5.5 Infrastrutturazione fruitiva dell’Alta Valle dell’Alento Per completare e integrare l’offerta fruitiva in direzione del Cilento interno, utilizzando la direttrice verso Stio come asse portante dei percorsi di visita verso il massiccio del Cervati e l’Alto Calore (ma anche Alburni e Vallo di Diano/), si intende sviluppare – in collaborazione con l’Ente Parco NCVD e i comuni dell’area – una rete di fruizione che, partendo a monte del bacino artificiale, si sviluppi per l’Alta valle dell’Alento e, attraverso i versanti, si colleghi ai centri sulle colline e ai principali siti di rilevanza paesistica e ambientale presenti nei dintorni immediati. Si prevedono quindi i seguenti interventi: • riqualificazione naturalistica e infrastrutturazione “leggera” per la fruizione della fascia fluviale dell’Alto Alento; • creazione di un asse sentieristico, praticabile dai disabili anche per soli tratti, parallelo al fiume, con particolare cura delle sistemazioni del punto di connessione al bacino artificiale e, sull’estremità opposta, alla zona delle sorgenti dell’Alento; • creazione di un asse sentieristico praticabile, con punti di accesso dalla direttrice stradale tra la diga e Stio, per tratti reso fruibile anche da parte di disabili, con particolare cura delle sistemazioni del punto di connessione al bacino artificiale e, sull’estremità opposta, al sito delle sorgenti dell’Alento; • realizzazione di una serie di sentieri di risalita verso i centri collinari e le emergenze naturalistiche e paesistiche citate (Gole del Calore, dorsale del Chianello, versante boscato del Cervati), nonché di penetrazione nelle valli laterali (come il Vallone Corbella) e sui rilievi circostanti (come i ruderi del castello situato in vetta al Monte Battaglia nel comune di Cicerale), con innesti sia sull’asse sentieristico di valle sia sulla carrabile per Stio; • rimozione o riqualificazione di detrattori ambientali esistenti, quali impianti e aree di cantiere abbandonate, opere di difesa idraulica in calcestruzzo o in gabbioni dissestati. ______

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6. LINEE GUIDA DEGLI INTERVENTI DEL CONCORSO

Lo scopo che si intende perseguire è la valorizzazione delle risorse naturali, paesaggistiche e naturali del bacino, trasformandole in vantaggio competitivo per aumentare l’attrattività, anche turistica, del territorio, migliorare la qualità della vita dei residenti e promuovere nuove forme di sviluppo economico sostenibile. Le proposte progettuali dovranno tener conto dell’interazione con le infrastrutture esistenti, quali la linea ferroviaria, la strada statale e i collegamenti con i borghi collinari, e in generale con i siti che rivestono un rilievo paesistico-ambientale o storico-culturale. Pertanto, nella predisposizione della proposta progettuale dovrà tenersi conto delle seguenti indicazioni: • dovrà farsi ricorso, in via preferenziale ad interventi di ingegneria naturalistica nella ricomposizione ambientale del sito; • dovranno essere predisposti, laddove ritenuti necessari, interventi di sistemazione idraulica, al fine di mitigare rischi idraulici e/o esposizione a danni dei corsi d’acqua, considerando sempre la possibilità di rendere fruibili le aree d’intervento per diverse attività ricreative- turistiche e didattiche, dando priorità ad iniziative tendenti ad incentivare l’interesse naturalistico del sito e la bonifica di siti degradati. A tale scopo, potranno essere previsti anche interventi di rimodellazione e ricalibrazione, al fine di creare laghetti e zone umide, oltre a quelle già esistenti nel complesso Alento, in modo da potere attrezzare le aree con appositi capanni mimetici di osservazione predisposti per il “birdwatching”; • potrà farsi ricorso al recupero della fascia fluviale demaniale catastale; • potranno essere progettati e potenziati servizi e attrezzature per la pratica all’aperto di attività sportive, tempo libero e turistiche. Le nuove opere dovranno, per quanto possibile, essere realizzate in maniera da ridurre al minimo il loro impatto visivo, preferendo soluzioni che sfruttino i dislivelli esistenti, per la loro collocazione ed interpretazione in chiave naturalistica; • dovrà essere posta attenzione al contenimento dei consumi energetici, preferendo, ove possibile, soluzioni che sfruttino risorse naturali. Possibilmente il fabbisogno energetico conseguente allo sviluppo delle iniziative che si propongono deve essere soddisfatto con la previsione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile nel pieno rispetto dell’ambiente; • dovrà darsi preferenza, nella realizzazione delle attrezzature sportive, a quelle attività che risultino particolarmente confacenti con gli obiettivi di rinaturalizzazione del sito; • potranno essere indicate le soluzioni ingegneristiche mirate alla messa in sicurezza delle aree a rischio idraulico ed in particolare quelle in corrispondenza di intersezioni con la linea ferroviaria e con le stradi statali, provinciali e comunali. Le soluzioni potranno essere di tipo passivo o attivo e prevedere se necessario l’adeguamento dei ponti e delle opere esistenti con considerazioni sulle tecniche di esecuzione. L’individuazione di soluzioni per il nuovo assetto dell’area dovrà fornire l’indirizzo per future azioni, anche puntuali, di iniziativa pubblica e privata, volte al recupero e al riuso delle aste fluviali e del suo intorno. In termini di fruibilità occorre considerare: • in rafforzamento ad interventi con finanziamenti pubblici, il superamento dello squilibrio tra costa e zone interne può essere superato incentivandone l’accoglienza. Passaggio fondamentale per raggiungere tale obiettivo, può essere ottenuto con l’uso pluri - produttivo dei fondi agrari e la trasformazione degli stessi da semplice azienda a soggetto promotore di iniziative turistico oltre che di trasformazione e commercializzazione dei prodotti tipici locali. • L’allungamento della stagione turistica con nuove iniziative che estendono occasioni di attrazione. In particolare la fruibilità delle oasi e dei parchi fluviali, può essere incrementata con l’inserimento di strutture di supporto che incentivano attività ricreative e sportive come piste ciclabili, o percorsi naturalistici terapeutici come l’ippoterapia e percorsi attrezzati per attività di trekking. In tal senso oltre agli interventi strutturali di realizzazione delle opere occorre una politica finanziaria con il coinvolgimento di tutti gli Enti per incentivare forme di associazionismo e cooperazione con la valorizzazione di risorse umane per la formazione di guide turistiche, esperti in gastronomia locale, trasformazione dei prodotti agro-alimentari tipici cilentani, lavorazioni artigianali e assistenza turistica. In particolare gli interventi ______

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necessitano, per superare lo scarso interesse verso questa forma di valorizzazione della classe contadina anziana, del coinvolgimento di giovani che partendo dalle tradizioni assumano nuova e rinnovata capacità promozionale ed imprenditoriale. Le proposte progettuali dovranno essere quindi capaci di rafforzare il ruolo dell’area, recuperandone le qualità paesistiche ed ambientali e conferendole un forte carattere attrattivo, mediante soluzioni che privilegino il miglior rapporto tra benefici e costi globali di costruzione, manutenzione e gestione. Le idee progetto, inoltre, dovranno fornire un quadro di coerenza, esteso all’intera area, cui riferire ogni singola azione, suggerendone usi e destinazioni che, nel rispetto dell’obiettivo della riqualificazione ambientale, prevedano la presenza di attività tali da consentire la copertura delle spese di gestione e manutenzione. Pertanto ai concorrenti vengono richieste soluzioni finalizzate al recupero delle aree degradate, alla valorizzazione ed alla riqualificazione degli spazi per la definizione di un più razionale uso dell’intera area, anche attraverso l’individuazione di nuovi assetti urbanistici e funzionali, di opere ed attività ad impatto controllato nonché di metodologie attuative e gestionali coerenti e sostenibili. Le proposte progettuali dovranno essere coerenti con le linee guida per i finanziamenti cui si intende candidare il progetto ovvero sia al Finanziamento previsto dalla Regione Campania che, a pag. 69 della Proposta del Programma Attuativo FAS 2007 – 2013 (pubblicata nel BURC N°45 del 13 Luglio 2009, in allegato), prevede il Sistema dei Poli culturali, naturali e paesaggistici della Campania, inserendovi a titolo esemplificativo il Progetto Cilento fra “cultura, natura e sport”, sia alla selezione dei 50 GRANDI PROGETTI previsti dalla Programmazione Regionale 2007 – 2013 di cui alla delibera della Giunta Regionale della Campania n. 453 del 16 marzo 2007. I risultati del concorso d’idee potranno essere utilizzati per bandire ulteriori concorsi di progettazione relativi a singoli interventi, ovvero essere sviluppate in house dall’ente banditore.

7. OBIETTIVI DEL CONCORSO

Obiettivo del concorso è l’acquisizione di elaborati che esprimano con elevata professionalità, qualità e multidisciplinarità un confronto fra diverse ed articolate idee progettuali riferite a:

A. Area vasta, con valenza territoriale comprendente logiche linee e temi basi e centrali di tutti gli interventi a costituire un programma di interventi con evidenza e cura e di tutti gli aspetti multidisciplinari ritenuti focali). I temi generali di tutta l’Area vasta dovranno poi essere più approfonditamente specificati e sviluppati per i seguenti Ambiti: o Ambito 1: Alta e media valle dell’Alento sia a monte che a valle dell’invaso; o Ambito 2: Bassa valle dell’Alento e foce nonché le intersezioni con gli affluenti Badolato e Palistro;

B. Aree locali, sulle quali è richiesto una maggiore attenzione ed una maggiore definizione di idee progettuali puntuali, pur se dovrà essere sempre riconoscibile la relazione logica, la valenza delle funzioni specifiche e le correlazioni con la visione unitaria ed i punti di forza complessivi ritenuti validi sull’area vasta. I contesti delle Aree locali per i quali è richiesto detto approfondimento sono: o Contesto 1: Complesso Alento di Piano della Rocca; o Contesto 2: Foce dell’Alento e relazione con il territorio ed il Parco archeologico di Velia.

In altri termini e più specificatamente: − Le due direzioni segnalate, verso la diversificazione delle attività per il tempo libero, il benessere ed il turismo sostenibile (pausa dall’urbano) e lo sviluppo di laboratori di ricerca (economia della conoscenza), indicano due percorsi di progetto tra loro complementari che convergono verso una programmazione unitaria e reticolare (effetto città), in cui le componenti trasversali del paesaggio (terzo, quarto, …) e dell’ecologia profonda, potranno offrire spunti di riflessione, anche al dibattito in corso, attraverso soluzioni di interesse inedito rispetto al tema ricorrente dell’innovazione. E’ necessario pertanto che i due percorsi, e i relativi obiettivi fondamentali, emergano nell’ambito del Concorso di Idee. In particolare tra gli obiettivi fondamentali e di medio termine, quello di istituire all’interno del complesso Alento dei veri e propri laboratori di ricerca e sviluppo a valenza internazionale, a partire dalle reti ecologiche, la biodiversità ed i temi centrali del PNCVD, per produrre conoscenza e applicazione di prototipi, di ______

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infrastrutturazione e gestione, e modelli di valutazione ambientale (impatto e compensazione) innovativi ed esportabili. In base alle direzioni delineate in premessa, l’intero impianto di definizione delle soluzioni progettuali richieste, dovrebbe prevedere opzioni relative a infrastrutture e servizi sia per la fruizione turistico - ricreativa che per la fruizione sociale, culturale e scientifica. I concorrenti in tal senso potrebbero fornire anche idee e soluzioni per la comunicazione e l’informazione a residenti e visitatori (turisti, studenti, ricercatori, ecc.) sui temi ambientali più significativi, rispetto alle riserve tutelate del PNCVD e/o ad ambiti ad elevata sensibilità ambientale (tipico degli alvei fluviali e dell’acqua) e/o a territori già laboratori di ricerca (Parco Genetico ad esempio), ecc.. − Le scelte e le scale progettuali sull’Area vasta e degli Ambiti 1e 2 dovranno sviluppare il concetto di “Sistema” e le relazioni tra le componenti territoriali nella visione che i “Percorsi intorno al corso d’acqua” e la presenza dei cinque invasi sono l’occasione per definire nuovi itinerari naturalistici che evidenzino, con coerenza, strategie di sviluppo turistico, espandendone gli interessi attuali, oltre che al mare nelle zone rivierasche, a vocazione prettamente balneare, anche alle zone fluviali più interne al territorio. I concetti e le linee di intervento potranno essere strutturate anche con l’ausilio di schemi, diagrammi e liste che sintetizzino le strategie di tutto il sistema di fruizione nell’ottica di perseguire effetti di destagionalizzazione del turismo; − Le scelte e le scale progettuali riferite alle Aree locali dei Contesti 1 e 2 devono rendere compiutamente proposte progettuali nell’intento di configurare situazioni tipologiche ripetibili in altre zone dell’area vasta e/o soluzioni particolari, ritenute le più adeguate per siti specifici. Le proposte di dettaglio, partendo sempre e comunque dalla finalità di riqualificare e/o ridefinire un sistema paesaggistico ambientale possono integrare e contemplare soluzioni e inserimento di elementi paesaggistici-architettonici per implementare nuove fruizioni di tipo ecologico, ricreativo, sportivo, turistico, culturale e didattico. In relazioni alle fruizioni possibili le proposte progettuali generali e particolari dovranno contemplare, anche in armonia e alternativa tra loro: − il recupero naturalistico di ambiti fluviali maggiormente antropizzati dove insistono attività dismesse e/o di degrado ambientali per prelievo di inerti e presenza di discariche non autorizzate; − la valorizzazione di ambiti o ecosistemi ad alta naturalità dei corsi d’acqua, essi prettamente acquatici, come alveo attivo e piani di golena e sia di transizione riferiti alla morfologia fluviale e alla vegetazione ripariale presente; − la realizzazione di ambiti finalizzati alla fruizione e pratica di sport acquatici (canoa-pesca) e di attività di tempo libero quali sponde e argini attrezzati, luoghi di sosta e di osservazione, percorsi ciclo-pedonali, per mountain bike e/o a cavallo, aree sportive, camping, strutture ricettive e servizi per i fruitori. Gli elaborati del Concorso di idee dovranno comprendere proposte relative alla rete di mobilità e accessibilità, in funzione di un’attiva fruizione dei luoghi, ipotizzando l’introduzione di nuovi elementi progettuali che stimolino e soddisfino le esigenze di turismo sostenibile. La proposta potrà individuare concreti interventi finalizzati a valorizzare i caratteri identificativi dei paesaggi interessati dal progetto, inserendoli ove possibile nel quadro dei valori posti in risalto dal riconoscimento Unesco. Le soluzioni generali e puntuali potranno, ad esempio: − individuare ed ampliare luoghi dedicati alla cultura, didattica ed allo studio/monitoraggio del paesaggio fluviale, della fauna e della flora acquatica; − valorizzare attività agro-forestali, e potrà stabilire un percorso di salvaguardia degli stessi; − valorizzare ed esaltare la rilevanza del “paesaggio culturale” cilentano anche in riferimento alle strutture storico-archeologiche, nello spirito di creare interessi diversificati quindi motivazioni di visite diversificate e destagionalizzate, anche in relazione a specifiche iniziative o a eventi riferibili alle tradizioni locali; − adattare e migliorare le fasce fluviali esistenti, le aree umide e le sponde dei corpi idrici (invasi) con interventi di nuova progettazione, di alta qualità, finalizzati a nuovi usi e funzioni e/o tese alla creazione di nuove aree umide e di riduzione dell’esposizione a rischi idraulico e idrogeologico; − favorire la ricettività ed i servizi ed il comfort dei fruitori. La proposta progettuale potrà avere anche caratteri innovativi, descrivendone e mostrandone la fattibilità tecnica e la convenienza economica.

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Di tutti gli interventi della soluzione progettuale proposta dovranno essere esaustivamente sviluppati e strutturati: • i temi principali; • le finalità e le logiche di interazione; • gli aspetti interdisciplinari; • la sostenibilità ambientale e paesaggistica; • la sostenibilità tecnica-amministrativa in relazione ad approvazioni permessi ed autorizzazioni; • la sostenibilità economica (analisi costi e benefici) La lettura di dette analisi può essere facilitata attraverso digrammi di flusso interfunzionali nelle parti descrittive e oculate scelte di scale rappresentative dei dettagli degli elaborati grafici. Indicativamente si suggerisce per:

• Area vasta una rappresentazione planimetrica complessiva in scala 1:25.000 e di Ambiti 1 e 2 in scala 1:12.500 e tutti gli altri elementi ritenuti efficaci, a scelta del concorrente, per esprimere la qualità e la multidisciplinarità delle soluzioni progettuali proposte, arricchite da schemi, viste, immagini, schizzi, render, etc…

• Aree locali con rappresentazioni planimetriche 1:5.000 per i Contesti 1 e 2 e tutti gli altri elementi ritenuti efficaci, a scelta del concorrente, per evidenziare i pregi delle soluzioni progettuali con stralci planimetrici, piante, plano volumetrici, dettagli, schizzi viste e render etc…

8. ELABORATI DEL CONCORSO

Gli elaborati descrittivi e grafici di concorso per come richiesti ed articolati dal Bando disciplinare di gara dovranno essere corredati di tutti gli elementi utili a costituire base di uno Studio di fattibilità (si tengano in considerazione, a titolo esemplificativo e metodologico, le Linee Guida sulla Finanza di Progetto dopo l’entrata in vigore del C.D. “Terzo Correttivo “ – D.Lgs. 11 Settembre 2008 N°152, per quanto concerne le Linee Guida per la Compilazione dello Studio di Fattibilità) degli interventi per ammissibilità ed inclusione in Programmi integrati regionali da esaminarsi presso il Nucleo di valutazione degli investimenti. A tal fine, oltre alla compilazione della Scheda Tecnica dell’Intervento su modello del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici, fornita tra la documentazione di concorso, le relazioni e l’analisi economica dovranno sviluppare i seguenti punti:

8.1. Quadro conoscitivo Gli elementi conoscitivi di base riguardano: l’inquadramento complessivo dell’opera, il modello di gestione e manutenzione dell’opera e la presa in conto delle alternative progettuali di maggiore rilevanza. E’ richiesta pertanto una descrizione del contesto (territoriale, socio-economico, istituzionale, normativo, programmatico, ecc.) nel quale si inserisce il progetto, delle sue finalità dirette e indirette e delle possibili connessioni con altri interventi e opere.

8.2. Individuazione delle alternative progettuali Le soluzioni prospettate dovranno essere confrontate con le possibili alternative giustificandone la valenza sotto i profili: tecnico-funzionale, localizzativo, gestionale ecc. Di ciascuna soluzione alternativa dovranno essere indicati analiticamente i motivi tecnici, ambientali, gestionali, economici, che hanno condotto alla sua esclusione (punti di forza e di debolezza). L’inesistenza di alternative all’intervento proposto dovrà in ogni caso essere puntualmente motivata.

8.3. Modalità di gestione dell’opera Tutte le opere proposte, sebbene con diverso grado di complessità, necessitano di un’attività di gestione nella fase di regime: dalla sola attività di manutenzione dell’opera a quelle di gestione di sistemi complessi.

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Occorre inserire considerazioni sul modello di gestione previsto. Il modello di gestione previsto deve essere, ovviamente, “fattibile” a normativa vigente. Se si sono vagliate ipotesi alternative occorre descriverle. Il modello di gestione previsto dovrà trovare corrispondenza nella Fattibilità Finanziaria.

8.4. Fattibilità tecnica Le ipotesi progettuali devono essere identificate attraverso: le funzioni da insediare, la descrizione delle principali caratteristiche tecnico-funzionali e dimensionali, con riferimento alle opere necessarie per la realizzazione dell’intervento, nonché di individuarne la localizzazione. Vanno poi dettagliatamente descritti, in termini quantitativi e qualitativi, gli output (beni e/o servizi) previsti dall’opera. Le soluzioni sono pertanto accompagnate da planimetrie e schemi planivolumetrici di massima volti ad individuare le principali strategie progettuali, anche con riferimento al disegno degli spazi aperti, alla sostenibilità ambientale, al rapporto con il paesaggio.

8.5. Stima parametrica dettagliata del costo di costruzione e realizzazione A livello di concorso, la stima del costo di costruzione, in presenza di elaborati indicativi della soluzione ma non approfonditi per la redazione di computi metrici, è evidentemente da intendersi come stima di massima, equivalente, per certi aspetti, alla valutazione del costo sommario previsto nel progetto preliminare. Il costo di costruzione e di realizzazione dell’opera sarà valutato attraverso una stima distinta per funzioni o destinazioni, esplicitando per ciascuna funzione un parametro tecnico, la quantità ed il relativo costo.

8.6. Compatibilità urbanistica, ambientale e paesaggistica 8.6.1. Compatibilità urbanistica Gli elaborati di concorso dovranno individuare chiaramente il livello di compatibilità degli interventi con le previsioni degli strumenti di pianificazione urbanistica eventualmente integrato da brevi commenti/chiarimenti 8.6.2. Compatibilità ambientale Con riferimento al quadro conoscitivo e alle idee progettuali occorre individuare sinteticamente per macro-livelli le principali situazioni di criticità e rischio ambientale, con particolare riferimento ai seguenti fattori: − la macro-localizzazione dell’opera (a livello areale o lineare); − la tipologia progettuale delle opere e le tecnologie adottate; − l’organizzazione, il sistema relazionale e di gestione dell’intervento, nei casi in cui questi aspetti abbiano rilevanza ambientale. I contenuti della valutazione di compatibilità ambientale per l’opera riguardano tre aspetti: a. Verifica della compatibilità dell’opera con il quadro normativo e con gli strumenti di pianificazione in materia ambientale.; b. Descrizione dello stato dell’ambiente relativo all’ambito territoriale interessato dall’opera, contenente una diagnosi schematica dei fattori di pressione antropica e dei livelli di qualità delle risorse ambientali ante operam, coinvolti dal progetto; c. Descrizione dettagliata delle principali modificazioni previste sull’ambiente con individuazione dei principali ricettori ambientali e indicazione delle principali misure previste per eliminare o mitigare gli effetti negativi sull’ambiente, delle eventuali misure compensative e delle azioni di prevenzione da adottare. Accorgimenti da adottare nella progettazione, nella realizzazione e nella gestione dell’intervento. 8.6.3. Compatibilità paesaggistica I contenuti della valutazione paesaggistica per l’opera riguardano tre aspetti: a. Verifica della compatibilità dell’opera con il quadro normativo e con gli strumenti di pianificazione in materia paesaggistica; b. Analisi dei principali elementi del paesaggio e dei beni culturali presenti nel territorio direttamente interessato, individuando le possibili interazioni con la realizzazione dell’opera, l’inserimento paesaggistico dell’intervento, gli aspetti positivi di valorizzazione del contesto, gli eventuali effetti negativi e le conseguenti misure compensative previste;

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c. Documentazione fotografica del sito ed eventuali simulazioni pre – progettuali.

8.7. Sostenibilità finanziaria Gli elaborati di concorso dovranno contenere analisi e stima della domanda e dell’offerta. Il bilancio domanda-offerta assume difatti un’importanza decisiva per la giustificazione finanziaria ed economico- sociale (utilità) dell’investimento. 8.7.1. Bacino di utenza dell’opera. Occorre descrivere in termini quali-quantitativi lo stato attuale e le prospettive di evoluzione della domanda di beni e/o servizi che costituiscono i bisogni da soddisfare direttamente con l’intervento proposto. Per fare ciò è necessario: identificare con precisione i beni e i servizi di riferimento, il loro bacino di utenza e la corrispondente domanda potenziale soddisfatta e da soddisfare, presente e futura. È bene sottolineare che è solo partendo da una motivata ipotesi di sviluppo della domanda che può principalmente giustificarsi o meno la realizzazione dell’opera. Nei casi in cui l’andamento futuro della domanda possa essere influenzato dalla realizzazione dell’intervento proposto, occorre evidenziare la domanda “aggiuntiva” attivata dalla realizzazione stessa dell’opera. 8.7.2. Stima dei potenziali utenti Effettuata l’analisi della domanda e dell’offerta del servizio nel bacino di utenza considerato, è possibile redigere un bilancio domanda-offerta, e quindi indicare la stima dei potenziali utenti dell’opera in programma. 8.7.3. Piano finanziario dell’opera – analisi costi ricavi Con riferimento all’idea di concorso è necessario condurre una accurata analisi finanziaria relativa sia alla fase di realizzazione dell’opera (investimento e suo finanziamento), che a quella di esercizio (costi e, eventuali, ricavi). Scopo delle analisi è quello di prospettare un valido piano finanziario e di verificare e valutare quella che sarà la situazione finanziaria per la gestione e manutenzione dell’opera (tipo analisi costi-ricavi). Sulla base di quanto previsto nella analisi domanda-offerta, nel modello gestionale dell’opera e nella fattibilità tecnica occorre: − quantificare i costi di investimento che debbono essere sostenuti per realizzare l’opera (vedi punto 8.5) per gli anni di cantiere e per gli eventuali interventi di rinnovo o manutenzione straordinaria nel periodo di esercizio; − quantificare i costi di esercizio complessivi in funzione della ipotesi gestionale, compresa la manutenzione ordinaria; − quantificare i rientri tariffari (e/o eventuali contributi) sulla base degli utenti potenziali. Inoltre deve essere considerato anche il valore residuo dell’opera dopo 20 anni o al termine dell’arco temporale considerato; − quantificare gli oneri finanziari connessi all’esposizione per la realizzazione dell’opera. Partendo dai valori finanziari di sintesi (saldo fra costi e rientri), dovrà essere calcolato: − il valore attuale netto (VAN) dei flussi rientri meno costi, scontati al tasso convenzionale del 5%; − il saggio di rendimento interno (SRI) o tasso interno di rendimento (TIR), cioè il tasso di attualizzazione che, applicato al flusso rientri meno costi, azzera il valore attuale netto (VAN). 8.7.4. Analisi di sensibilità per il piano finanziario dell’opera L’analisi di sensibilità va svolta solo in corrispondenza della analisi di sostenibilità finanziaria, utilizzando variazioni standard dei principali parametri. Lo scopo è quello di individuare le variabili chiave dell’analisi e di identificare le aree di maggiore incertezza, consentendo un eventuale monitoraggio finalizzato. Si tratta quindi innanzitutto di definire ipotesi significative di variazione delle stime per la determinazione dei costi, dei rientri e dei benefici (+/- 3%, 5%,+/- 10%) e di quantificarne i risultati finanziari ed economici, esponendo gli effetti di queste variazioni.

8.8. Convenienza economico - sociale L’analisi economico-sociale all’interno dello studio di fattibilità di un’opera pubblica ha lo scopo di verificare il grado di utilità dell’opera per la collettività. L’analisi economica è strutturalmente simile a quella finanziaria, ma deve tenere conto anche degli eventuali costi e benefici economici non derivanti dai costi e rientri finanziari, cioè dei costi e dei benefici esterni o indiretti. In sostanza i concetti di

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benefici e costi dell’analisi economica hanno un significato più vasto di quelli di entrate e uscite dell’analisi finanziaria. Per costi esterni o indiretti si intendono infatti quei costi sopportati da soggetti diversi da quello cui compete la realizzazione o la gestione dell’opera. Si può trattare dei costi relativi ad opere collaterali all’intervento ma necessarie per la sua funzionalità, di quelli connessi alle attività economiche indotte (ai quali corrisponderanno i relativi benefici esterni), dei costi ”esterni al mercato” cioè relativi a beni e servizi non vendibili (per esempio i costi sociali relativi alla salute, all’impiego del tempo ecc.). I benefici economici esterni o indiretti sono quelli che derivano alla collettività nel suo insieme dalla realizzazione e gestione dell’opera e sono dunque anch’essi diversi rispetto a quelli dall’analisi finanziaria.

8.9. Cronoprogramma delle scadenze temporali Per quanto riguarda gli aspetti di fattibilità tecnica e procedurale occorre inserire un cronoprogramma che di fatto costituisce lo strumento più semplice ed efficace per sintetizzare la tempistica di realizzazione dell’opera. Occorre infatti individuare con dettaglio le fasi e i tempi che portano alla cantierizzazione dell’opera, dalla redazione degli elaborati del concorso alla progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, alla realizzazione e all’entrata in funzione.

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9. INQUADRAMENTO TERRITORIALE DELLE AREE DI INTERESSE

Per le rappresentazioni planimetriche si dovrà far riferimento in linea di massima agli inquadramenti della seguente Figura 1, riportati nella specifica Tavola in allegato.

Figura 1 – Inquadramenti Area vasta, Ambiti 1, 2, 3 e Contesti 1 e 2 ______

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10. VINCOLI E PIANIFICAZIONE DI RIFERIMENTO

E’ richiesto ai concorrenti che le soluzioni progettuali tengano conto delle prescrizioni e dei vincoli territoriali, in relazione all’effettiva fattibilità tecnica, e indicare quali procedure autorizzative occorre intraprendere riferendosi a Norme legislative e agli Strumenti di pianificazione territoriale e comunali vigenti. A titolo indicativo ma non esaustivo occorre considerare: • Aree Sic e Zps, • Piano Stralcio Autorità di Bacino; • Piani paesistici; • Strumentazione comunale se recente ed adeguata alla Pianificazione del Parco e del PTR; • Procedure di VIA, Screening ambientali; • Vincolo paesistico imposto con D.M. 10.10.1967 • Vincoli Paesaggistici ed Archeologici vari delle Soprintendenze competenti etc… ). Le elaborazioni progettuali dovranno tener conto degli indirizzi e delle norme del Piano Territoriale Regionale, del Piano del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (distinguendo la disciplina delle aree contigue da quella dell’area del Parco propriamente detto), del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (per i siti sottoposti a vincolo storico-paesaggistico) nonché, per le aree Natura 2000, tratteggiare i criteri seguiti per minimizzare l’incidenza degli interventi sulle specie presenti.

11. DOCUMENTI CONCORSO DI IDEE a) Bando ed indirizzi con grafici: 1. Bando di gara: Consorzio “Velia” Concorso d’idee: “RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA – AMBIENTALE – TURISTICA – SPORTIVA E RICREATIVA DEL FIUME ALENTO” [.pdf]; 2. Disciplinare di gara: Consorzio “Velia” Concorso d’idee: “RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA – AMBIENTALE – TURISTICA – SPORTIVA E RICREATIVA DEL FIUME ALENTO” [.pdf]; 3. Documento Preliminare ed Indirizzi Progettuali: Consorzio “Velia”: concorso d’idee “RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA – AMBIENTALE – TURISTICA – SPORTIVA E RICREATIVA DEL FIUME ALENTO” [.pdf]; 4. Tavola di Inquadramento territoriale Area Vasta, Ambiti 1, 2, Contesti 1 e 2. Scala 1:25000 [.dwg]; 5. Tavola Complesso Alento di Piano della Rocca [.dwg]; 6. Scheda Tecnica Intervento su modello Regione Campania – NVVIP [.pdf]; 7. Raster scala 1:25.000 [.jpg]; b) Documentazione tecnica pianificazione territoriale: 1. Documentazione tecnica PDCVD - Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, [.pdf]: - Norme di attuazione - Perimetrazione zone 1 e 2 - Perimetrazione aree SIC e ZPS - Tavole esplicative dell’organizzazione del territorio (sarà cura dei concorrenti acquisire ulteriori studi ed indicazione del PNCVD); 2. Cartografia Autorità di Bacino Sinistra Sele - Perimetrazione delle aree a rischio idraulico e pericolosità idraulica con individuazione delle fasce fluviali dell’Autorità di Bacino Sinistra Sele e a rischio e pericolosità frana [.pdf] – Quanto non presente sul cd è reperibile sul sito www.adbsinistrasele.it nella sezione download; 3. Documentazione PTR - Linee guida per il paesaggio [.pdf]: 4. Proposta: Programma Attuativo FAS 2007-2013 – Regione Campania - BURC N°45 del 13 Luglio 2009 [.pdf]. c) Elaborati grafici di supporto: 1. Aereofotogrammetrie (formato dwg) dei territori comunali di: , , , , Cicerale, Lustra, , , Perito, Prignano, , Salento, e [.dwg]; 2. Raster scala 1:25000 dell’area di intervento [.dwg, jpg]; 3. Rilievi topografici del fiume Alento (provenienza: Autorità di Bacino Regionale Sinistra Sele); ______

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CONSORZIO « VELIA » PER LA BONIFICA DEL BACINO DELL’ALENTO PRIGNANO CILENTO (SA) ______d) Principali elaborati dei seguenti progetti del Consorzio “Velia” inerenti l’area: 1. “Interventi di restauro, valorizzazione e fruizione didattico educativa, in particolare da parte di soggetti diversamente abili, degli habitat forestali esistenti nell’area demaniale gestita dal Consorzio” (2009); 2. “Studio progettuale preliminare per il recupero dei fabbricati rurali antichi presenti nella pertinenza dell’invaso di Piano della Rocca” (2002); 3. “Progettazione Area Sosta Camper” (2006); 4. “Ripristino viabilità e collegamenti di servizio del Bacino della Diga di Piano della Rocca” (2003); 5. “Interventi per la riduzione del rischio mareggiata e di recupero ambientale del litorale velino” (2001); 6. “Documentazione di analisi progettuale sulle interazioni con il territorio costiero e dell’intervento di ripascimento e studio sulla dinamica del litorale” (1999).

Prignano Cilento, 06/08/2009

IL R.U.P. IL PRESIDENTE Ing. Marcello Nicodemo Avv. Francesco Chirico

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