Una voce tra i monti Il giornalino dell’Alta Val Corsaglia www.ekye.it MARZO 2018 • N. 1 Un cespo di primule fa capolino di già rigonfio di sole e di auguri per la festa del mio papà! Le violette dal tenue profumo alla siepe fan compagnia; io ne raccolgo un mazzetto per la festa di mamma mia. Si sveglia l’ardito ruscello in nota di gelida armonia; rocce, rive, prati lambisce corre, saltella e va via. La squilla di Pasqua, argentina in valle risveglia ogni cosa; fra belle casette e vecchi tuguri; Primavera tu sei generosa di luci, colori, profumi di voli, canti e gorgheggi e di AUGURI!!! Lucia Vinai

a tutti i lettori Auguri di Buona Pasqua! Le Parrocchie dell’Alta Val Corsaglia

Fontane Corsaglia Prà di da una pietra ribaltata PASQUA scaturisce la vera Gioia! Cristo è risorto. È veramente risorto Oggi la Chiesa ripete, carità, grida: Gesù lando per dare un segno di fede, di fiducia, è Risorto, ma come mai? Pietro Giovanni, le gli ho detto: Non ci sono spiegazioni per donne sono andate al Sepolcro ed era vuoto. quello che succede a te. Guarda Gesù in Lui non c’era. Sono andati con il cuore Croce, Dio ha permesso questo con il suo Fi- chiuso dalla tristezza, la tristezza di una glio…..e non c’è altra spiegazione! sconfitta: il Maestro il loro Maestro, quello E il ragazzo mi ha risposto “Si, ma ha do- che amavano tanto è stato giustiziato, è mandato al Padre e Egli ha detto il suo sì. A morto. E dalla morte non si torna. Questa è me non è stato chiesto se volevo chiesto”. la sconfitta, questa la strada della sconfitta, Questo mi ha commosso fino alle profon- la strada verso il sepolcro. Ma l’Angelo dice dità del cuore. Infatti a nessuno viene chiesto loro: Non è qui, è risorto. E’ il primo annun- tutto ciò. Sei disposto a sostare davanti a cio: E’ Risorto. E poi la confusione, il cuore questa croce? Sei contento di quello che ac- chiuso, le opposizioni. Ma i discepoli riman- cade in tutto il mondo? gono chiusi tutta la giornata nel Cenacolo, La Croce va avanti, nonostante tutto e la perché avevano paura che accadesse loro lo Fede in essa è più che mai avvinta. La stesso che accadde a Gesù. E la Chiesa non Chiesa, Popolo di Dio, continua a dirti o a cessa di dire alle nostre paure, sconfitte ai dirti: “Fermati, Gesù è Risorto”. E questa nostri cuori chiusi e timorosi: Fermatevi, il non è fantasia, la Risurrezione di Gesù non “Signore è Risorto”. Ma il Signore è Risorto, è una festa con tanti fiori, si questo è bello come mai succedono tante cose negative, ma non è questo, è di più; è il mistero della tante disgrazie, malattia, guerre, distruzioni, pietra scartata, ribaltata, che finisce per es- vendette, odio, ecc... Ma dov’è il Signore? sere il fondamento della nostra esistenza A dei malati gravi: un ragazzo grave….par- Cristo è Risorto, questo significa. In questa

1 nostra cultura che tutto riduce a cose mate- petere dal profondo del nostro cuore: “Gesù riali, si riduce a nulla quella pietra – Gesù – è risorto”! scartata è la fonte della vita! Pensiamo, preoccupiamoci dei nostri ed E noi poveri sassolini di terra, in questa re- altrui problemi….ma non lasciamoci pren- altà condita di dolore, tragedie con la fede dere dallo sconforto e davanti alla tomba nel Cristo Risorto abbiano un senso, in vuota, soli, senza fiori, umili diciamo: Non mezzo a tanta calamità. Il senso di guardare so come tutto ciò sia avvenuto, ma sono si- oltre, il senso di dire: “Non ci sono bar- curo che Gesù è Risorto ed io ho scommesso riere…..ma c’è un orizzonte, c’è la vita, c’è su questo, entrare nella Vita! la gioia, l’Amore... c’è anche la Croce con Fratelli e sorelle, questo è quello che ho tutta questa sua ambivalenza di Grazia! voluto dirvi. Tornate alle vostre famiglie con Guarda avanti, non chiuderti. Tu sassolino questa speranza, portando con voi e ripe- hai un senso nella vita, perché sei un sasso- tendo con tutto l’Amore di discepoli: lino presso quel sasso, quella pietra che la “Cristo è Risorto!!! malvagità del peccato ha scartato. Santa, Gioiosa e Profumata di Grazia Cosa ci dice la Chiesa, oggi davanti a tanta Pasqua a tutti. tragedia? Semplicemente questo: rimanere Buona Pasqua a tutti!! attaccati al suo cuore Materno/Paterno e ri- vostro don Leopoldo

Carissimi parrocchiani amiche e amici, cadere, ammalarsi fa parte della vita. Così rittura sappiamo bene che una notte tragica lo è stato per me, cosa impossibile, don Leo- è piantata dentro di noi, si chiama morte. poldo scoppiettante e pieno di salute da Anche essa, nostro supremo limite, fa parte oltre 50 giorni non è più tra di noi! Cosa gli della vita. Non esiste il “diritto a non mo- è successo, se lo sono chiesti parrocchiani rire”. ed amici. Come tutti gli esseri mortali ha bi- Ecco perché, se è vero che cadere fa parte sogno dell’altrui aiuto. della vita, rialzarsi è il significato fonda- Purtroppo il pensiero ci porta a credere mentale del vivere quotidiano. Ogni giorno che la vita non dovrebbe avere limiti: o me- lavoriamo per rialzarci dalle piccole e glio, che la vita è vita solo quando gira grandi cadute: rialzarci dal letto dopo una bene, scorre liscia, funziona. Mentre quando malattia, riprenderci da un torto subito, reg- le cose girano storte, allora quella non è più gere ad una delusione, rialzarsi da un insuc- vita, ma un’inutile e brutta parentesi, in at- cesso, riprendersi da uno sbaglio... ripartire tesa di tornare alla vita vera. Tale pensiero dopo una delusione... Pensiamo anche solo ci porta a credere che noi abbiamo, tra i alla fatica quotidiana di alzarsi al mattino tanti diritti, anche il “diritto di non avere li- e riprendere le varie attività. miti” cioè ammalarci, sentire in noi le po- Come trovare la forza di rialzarci? I saggi, vertà del nostro essere, ci porta a pretendere anziani ci offrono tre suggerimenti: ricor- che la vita debba rispettare tale diritto. darsi i bei giorni, ricordarsi i bei giorni, ri- Carissimi nella realtà sappiamo tutti che cordarsi i legami… ricordare il Vangelo... la le cose non funzionano così: la vita ha i suoi Parola del Signore. limiti, i suoi guai, i suoi contrattempi. Addi- Ricordarsi i giorni belli, per rialzarci dob-

2 biamo ripensare a quei giorni dove la vita corre ricordare la buona notizia del Vangelo ci ha sorriso al punto che ci sembrava di che ci garantisce di avere accanto un Padre toccare con mano il senso e il gusto della affidabile, che si cura di noi... e dei suoi pa- nostra esistenza. Occorre ricordare quei stori. Il Vangelo ci aiuta a vedere qualcosa momenti in cui abbiamo detto: “La vita è di buono anche nelle notti più scure, a ve- proprio bella”. L’abbiamo detto quando ab- dere sempre una speranza. biamo gustato il sapore di un’amicizia, il Con questo nel cuore ricominciamo il no- gusto intenso di una festa, il piacere di un stro cammino quaresimale insieme... la Luce aiuto, la densità di un atto buono, un regalo e la Gioia Pasquale ci attende. ricevuto, una promessa che si è avverata... Mi auguro che queste poche righe pos- un sogno che si è compiuto. sano aiutarci a rialzarci, donandoci un po’ Ricordarsi i legami; per rialzarci dob- di speranza e per mano sentirci fratelli e Co- biamo chiedere aiuto e sapere di avere fra- munità Viva. telli e sorelle che ci sono accanto e ci vogliono bene….ci si rialza insieme Con affetto Vi benedico, Ricordare il Vangelo. Nei giorni bui oc- Vostro Don Leopoldo

Giornata mondiale del malato: 11 febbraio 2018 La croce non è una tragedia senza speranza “Il servizio della Chiesa ai malati e a coloro Cei, nel suo intervento all’Assemblea gene- che se ne prendono cura deve continuare rale dell’Aris (Associazione religiosa istituti con sempre rinnovato vigore, in fedeltà al socio-sanitari), a Roma. mandato del Signore e seguendo l’esempio “Portare il nostro operato anche a casa molto eloquente del suo Fondatore e Mae- del paziente - ha proseguito - vuoi dire farsi stro”. Inizia così il messaggio del Papa per - Chiesa in uscita - come spesso ci invita la Giornata mondiale del malato, che si è Papa Francesco. Cura come occasione di celebrata l’11 febbraio sul tema: “Ecco tuo accoglienza, di vicinanza e quindi di testi- figlio... Ecco tua madre”. Parole, queste, monianza, interna ed esterna. Dobbiamo commenta Francesco, che dimostrano come mostrare al mondo che esiste un modo di- la croce “non rappresenta una tragedia verso di fare sanità, proponendo nuovi senza speranza, ma il luogo in cui Gesù modelli missionari a favore dell’uomo e della mostra la sua gloria, e lascia le sue estreme cura della sua salute”. volontà d’amore, che diventano regole co- Riprendendo il messaggio di Papa Fran- stitutive della comunità cristiana e della vita cesco per la XXVI Giornata mondiale del di ogni discepolo”. malato, don Angelelli ha ribadito la necessità “Le nostre opere devono sempre ispirarsi di continuare ad operare con “rinnovato vi- ai carismi e quindi tenere presente l’obiettivo gore” mettendo sempre “la persona al centro primario che è l’evangelizzazione. Al di fuori di un processo terapeutico e di un’organiz- di questo potremo essere efficienti, efficaci, zazione sanitaria che non vuole nutrirsi di professionalmente all’avanguardia, ma non efficientismo, ma, riprendendo Papa Fran- saremo ciò che siamo chiamati ad essere, cesco, curando anche quando non si è in ossia opere di Chiesa”. Lo ha detto don grado di guarire”‘ intende modulare “su Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio na- questo concetto basilare il proprio modo di zionale per la pastorale della salute della curare”.

3 Prà: addio all’inverno? ha accolto, come ogni tre anni succede, an- che i fedeli e la magnifica Cantoria delle parrocchie di Fontane e Corsaglia. Voglio anche qui rimarcare con grande piacere la corale partecipazione alla cerimonia religiosa delle famiglie Pignone e Massaia che partite appositamente da Rivalta di Torino con due auto, arrivavano puntualissime alla funzione e dopo essersi fermati, come quasi tutti hanno fatto dopo la cerimonia, a gustare varie bevande calde e panettoni, facevano ritorno al bel paese della cintura torinese. La singolarità della cosa, come mi è stato poi da loro riferito, è che tornati a Rivalta, hanno notato come i fedeli di quella parroc- chia non fossero ancora usciti dalla chiesa!

Vi ricordo inoltre che la Festa Patronale della SS. quest’anno è fissata a ca- lendario per la domenica 27 maggio. Finalmente un sette! No, non è il voto del compito in classe di matematica, ma sono i Non mi rimane che salutarvi ed augurarvi gradi raggiunti dalla temperatura massima con tutto il cuore una Buona e Santa Pa- di oggi sei marzo. Si sente nell’aria un lieve squa. profumo di primavera, anche se il paesaggio Giovanni Sevega tutt’intorno è ancora completamente coperto da più di un metro di candida neve. Non ci DUE INVERNI A CONFRONTO dobbiamo creare false illusioni, l’inverno 2017-2018 2016-2017 non finisce certamente qui. Per esempio, ieri sera a quest’ora nevicava fittamente e Numero nevicate al 6 marzo stamane altri cinque centimetri andavano 30 19 ad aggiungersi agli oltre tre metri e mezzo Neve fino al 6 marzo di neve caduta in questa stagione. 362 cm 189 cm Il freddo poi si è fatto sentire sia come du- Giorni sotto 0 gradi rata che come intensità, basta dire che da 13 7 inizio dicembre ad ora, più di due notti su tre sono finite sotto lo zero termico ed una a Notti sotto 0 gradi fine febbraio addirittura a meno tredici. 66 35 Temperatura minima Grandi avvenimenti, in questo periodo del- - 13,0 - 9,0 l’anno non ve ne sono stati. Ricordo e rin- (l’28 febbraio) (l’11 gennaio) grazio tutti quelli che la sera del ventiquattro Altezza massima della neve dicembre scorso alle ventuno e trenta, erano presenti alla Santa Messa della Natività. La 137 83 nostra grande e bella chiesa parrocchiale (il 2 marzo) (il 10 febbraio)

4 Kose nosc-trˇe

FRA LE CULLE Per chiunque voglia inviare • A Villanova Mondovì, papà Federico variazioni dell’indirizzo, e mamma Simona annunciano l’arrivo segnalazioni o suggerimenti della piccola Sophie Boetti. utili alla redazione per la • Mauro e Rosanna Borghese, degli Oberti, stesura del nostro giornalino, annunciano con gioia la nascita della ni- vi ricordiamo la nostra mail: potina Greta. Alle piccole i nostri più cari auguri, [email protected] ai genitori e ai nonni le nostre felicitazioni.

ALL’OMBRA DELLA CROCE

ALBARELLO Assunta DRAGONE Maddalena ved. VINAI ved. CAMPERI di anni 86 di anni 95 deceduta a Mondovì deceduta a Villanova M.vì

FERRERI Vincenzo BASSO Stefano di anni 60 di anni84 deceduto a Mondovì deceduto a Montaldo M.vì

5 GRISERI Vittorino BONICCO Aldo di anni 91 di anni 72 deceduto a Mondovì deceduto a

CAMPERI Lucia VINAI Luciano ved. VINAI (Giovanni) di anni 89 di anni 61 deceduta a Montaldo M.vì deceduto a

VINAI GRISERI LANZA Giovanna Giuseppina ved. LANZA di anni 73 di anni 78 deceduta a deceduta a Frabosa Soprana

6 BOTTERO Lucia LANZA Pierina in ASTEGIANO ved. GRISERI di anni 70 di anni 84 deceduta a Mondovì deceduta a Frabosa Soprana

ROÀ Teresa CARAMELLO Laura ved. VAIRA ved. GALLEANO di anni 84 di anni 95 deceduta a Trinità deceduta a Mondovì

CAMPERI Angela MILANESE Aldo ved. AMBROSIO di anni 72 di anni 94 deceduto a Mondovì deceduta in Francia

È scomparso in questi giorni, a , e le sofferenze che la vita può riservare ad Mario VINAI di anni 84 originario dei Viné. ogni persona. Il Signore, adesso, gli con- Mario ha sopportato le debolezze, le fragilità ceda il meritato riposo.

7 A Giovanni dla Frera Pubblichiamo il saluto a Giovanni Vinai solo per me, perché potessi arrivare con la tratto dall’omelia di Don Beppe Bongiovanni mia 500. durante il rito religioso del commiato... Una famiglia generosa. Giovanni è stato anche consigliere comunale del di C’è qui tutta Fontane che dice il suo Frabosa Soprana con dedizione e compe- saluto, che prega e partecipa, unita alla fa- tenza, nell’amministrazione del Sindaco miglia, per il caro Giovanni che era amico Guido Caramello, suo caro amico di sempre. di tutti. Con questa manciata di ricordi e con affetto Manca don Leopoldo che è malato, ma siamo tutti vicini alla moglie Lidia, ai figli spiritualmente presente. Ci sono io a sosti- Francesca, Gianluigi e Diego e a tutti i suoi tuirlo: mi porta qui e mi riporta indietro nel cari. tempo l’affetto per Giovanni ëd la Frera e la Insieme a voi carissimi ci lasciamo guidare stima per tutti voi carissimi di Fontane. dalla parola di Dio e a Lui affidiamo l’anima Ricordo quei primi anni 80 e Giovanni di Giovanni che nonostante le sue debolezze era un giovane pieno di vita. Il quadro dei e fragilità umane, ha vissuto la sua vita ter- miei ricordi li vede tutti insieme i fratelli rena e ora è ricordato, amato, curato da Vinai: Meo che non è più con noi ma ci ha Dio. lasciato un esempio di vita donata e forte, Noi affidiamo alla bontà del Signore il no- Matteo che guida l’azienda di famiglia e stro Giovanni, nella certezza che nessuno Bruno che era ancora bambino e veniva a è dimenticato dal cuore di Dio. servire la Messa. Egli ha in serbo per noi un’abitazione sta- Eravamo giovani tutti, allora. bile, ci ha preparato un posto in paradiso, Una bella famiglia, impegnata nel com- accanto a Lui. Se viviamo una vita buona, mercio del legname e nello sgombero neve. con ideali e propositi di impegno, nella Sua Ricordo l’attenzione che i Vinai ëd la Frera luce ritroveremo i nostri cari, perché essi avevano per tenere libere le strade di tutte non ci abbandonano, ma ci precedono e ci le borgate perché la gente potesse venire attendono lassù, con gli angeli e i santi. in Chiesa o anche perché il medico potesse Buon cammino celeste caro Giovanni, salire, in caso di necessità. C’è stata una accompagnato dal nostro affetto e dalla no- volta in cui hanno tolto la neve praticamente stra amicizia. Aldo, per tutti noi semplicemente “Milanese” Era arrivato in Val Corsaglia con lo suocero pagna di sempre, da’ nuova vita alla borgata Alfredo Caramello, ed era subito diventato da lui adottata. Generoso, schietto e di una un’amante della nostra terra. Affascinato semplicità senza confini, si è sempre rap- dalla montagna, dalle limpide acque del portato con le persone da lui incontrate, Corsaglia, trascorre qui con noi le sue va- qualsiasi fosse l’estrazione sociale, con canze e tutto il suo tempo libero. Nella sua semplicità ed amicizia. “riserva di pesca” ai piedi della Stalla Rossa A lui dobbiamo la crescita della nostra portò i suoi amici più importanti della sua Associazione, con l’aiuto morale e materiale. vita lavorativa e, i suoi amici carissimi di L’amicizia fraterna con la maestra Nella, si sempre che con lui hanno trascorso momenti concretizzò con l’idea di pubblicare le nostre di festa e di divertimento. Mette su casa ai ricerche sugli usi e tradizioni della montagna. Peirani e, con Daniela sua affezionata com- Salvando così un patrimonio del quale oggi

8 ne siamo fieri. videre. Ora di Aldo anzi di “Milanese” e della sua Da tutti noi della Val Corsaglia un caloroso carissima Daniela ci rimane il ricordo di abbraccio, per la vostra disinteressata ge- una indimenticabile parentesi di vita, che nerosità e la vostra bella amicizia. abbiamo avuto il piacere e l’onore di condi- A Pina Nasce alle Fontane quando è in corso la E’ presente e coraggiosa nell’affrontare le II guerra mondiale e come per tutti in quei dure prove della vita. Durante un periodo di tempi, la vita non è per niente facile e se- lavoro a Frabosa incontra Paolino con il rena. La giovinezza la passa ai Peirani con quale trova l’affetto e le mura solide di una la mamma e i suoi numerosi fratelli e sorelle vita decorosa e sicura. Quando rimane per i quali diventa presto una fonte di affetto sola, affronta con dignità un’altra dura e di aiuto in mezzo a tante difficoltà. prova. Arriva precocemente il tempo del lavoro Gioviale, altruista e perché no anche un fuori dalle mura domestiche, al quale si de- po’ alternativa, verrà ricordata da tutti per la dica con passione ed energia, tanto da fare sua generosa e disinteressata amicizia. arrivare un aiuto concreto ai suoi cari. A nonna Giuanina "La cosa più preziosa che puoi ricevere da Tutti quanti ti hanno riconosciuta come chi ami è il suo tempo, non sono le parole, un’istituzione di Lanza Serra. Tu che hai non sono i fiori, i regali. È il tempo. Perché sempre pregato per tutti. quello non torna indietro, e quello che ha Pregato per chi non stava bene. Pregato dato a te è solo tuo. Non importa se è stata per i momenti difficili. Pregato per l’arrivo di un’ora o una vita" (D. Grossman). nuove vite. Pregato per i nostri esami all’uni- E tu cara nonna di tempo ce ne hai dedi- versità. Pregato per tua mamma ed i parenti cato davvero molto; del tempo ricco di af- lontani, mettendo sempre tutti gli altri al fetto, tempo ricco di attenzioni, tempo ricco primo posto, raccomandandoli a Gesù. di insegnamenti. Insegnamenti che ci hai Cara nonna, in tutta onestà, i nostri ricordi dato anche con la semplicità delle tue frasi, vanno ancora più indietro, ai tuoi faticosi la- che porteremo sempre con noi. vori nella stalla, in campagna, svolti senza “Pieve gnun fësc-tidi, ke Nousc-gnoù e la le comodità di adesso, come quando “ët Madona i san sc-koun fō”. pourtōv le gnoke ëd fen o ëd feuie ënt le ribe “Třavaié gnent tōnt, ërpouseve ën pok, ke fin a kà” tōnt l’ōi isc-tes” Anche se arrivavi a casa stanca, svolgevi Cara nonna ti ricorderemo sulla sedia da- i lavori domestici e dopo non tralasciavi le vanti alla stufa (in inverno), sulla panchina preghiere. Quando ci mettevi a letto con te, davanti casa (in estate) intenta a lavorare a non potevano addormentarci senza prima maglia, senza occhiali, perché come dicevi aver detto le preghiere. tu “e třavaiou ëd přatika” avevi sempre una Continueremo a raccontare gli aneddoti parola, un sorriso ed un invito a stare di che tanto ti faceva piacere condividere con buon umore a tutti quelli che passavano. chi ti veniva a trovare. Eri solita narrare di Cara nonna in tantissimi in questi giorni quando, a Trinità, Gian a tre anni era stato sono passati a salutarti, a renderti omaggio, chiuso in un bagagliaio di una macchina da molti hanno telefonato e scritto. un suo compagno di giochi che voleva por-

9 tarselo a casa. vita, di vita composta, di vita semplice, di Cara nonna siamo sicuri che non sei an- vita umile, non fatta di apparenze e sfarzi data lontano, sei solo un pò più in là, nella ma ricca di valori importanti. Proprio con la stanza accanto, lì con tutti quelli a cui eri af- semplicità che ti contraddistingue ti sei fezionata, con tua mamma, tuo papà, le tue spenta circondata dai tuoi figli e dalle per- sorelle, i tuoi fratelli e Mari. sone che ti volevano bene, lasciando un Ora potrai di nuovo prendere il caffè con enorme vuoto, che cercheremo di colmare papà, come facevate pochi giorni fa ed as- con la fede. Perché, come tu ci hai inse- sieme chiacchierare e confrontarvi, tanto gnato la fede riesce a portare calore e con- sappiamo che continuerà a non contraddirti. forto. Cara nonna da lassù potrai continuare a E se è vero che c’è un Dio e non ci abban- porgere la mano a Ettore e sorridendo, dona, che sia fatta adesso la sua volontà. guardarlo nel giusto percorso della vita. Ciao cara nonna, “Sc-tà ëd boun imouř”. Cara nonna sei stata un esempio unico di Francesca, Gianluigi, Diego Nonna Lucia “Nonna Lucia è un piatto di gnocchi fumanti, quando qualcuno ti chiama «lapura»; è tagliatelle stese ovunque e macchie di sugo un’instancabile insegnante di kyè,un’esperta sulla maglia; è una stufa accesa anche a nutrizionista che ti rincorre col pentolino in ferragosto, un rosario consumato nel pregare mano pur di farti mangiare qualcosa. per tutti e mani che sferruzzano berretti di Nonna Lucia è un posto nel cuore in cui ci lana e maglie che pungono. sentiamo sempre al sicuro.” A nonna Lucia non importa quali eroiche Questo è il ricordo che abbiamo di te e imprese tu abbia compiuto nella giornata,quel oggi che non sei più qui con noi, ti vogliamo che chiederà al tuo rientro sarà sempre: immaginare così com’eri, sorridente accanto «Atu mangià cheicos,chichino?». a Nonu Materin,tra le vostre rose, a vegliare Nonna Lucia è una pediatra che misura la su di noi sempre. tua altezza in palmi,una Pettinatrice che Grazie di tutto ama farti la banana, un’eroina che ti difende Fai buon viaggio Ricordando Angela Si è spento il tuo sorriso così genuino, e bontà non comuni. Ci mancherai tantissimo! cosi sincero espressione di una bontà d’animo Ti voglio immaginare, Angela, lassù nel giar- che oggi è sempre più difficile trovare. Eri dino del Paradiso seduta vicino ai tuoi Cari una persona unica, gentile, affabile, dispo- che ti hanno preceduta, sorridente e felice nibile , allegra nonostante i tanti sacrifici e chissà se un giorno avremo modo di rive- fatti nel corso degli anni. Hai trascorso la derci per riprendere il filo dei ricordi a Te tua vita in Francia, ma non hai mai dimenti- tanto cari! cato le tue origini montanare, le tue radici A Maria Rosa, a Germana, a Pier Franco, erano qui in mezzo a noi, ai Revelli, a i tuoi adorati figli che ti hanno amorevolmente Bossea . Amavi ricordare spesso Fontane, assistita, alle loro famiglie le nostre più la sua gente e fin che le forze te lo hanno sincere condoglianze con la speranza di ri- permesso un breve soggiorno a Villanova vederli ancora qualche volta in mezzo a tra i tuoi parenti più stretti lo mettevi sempre noi. in calendario. Ti ringrazio tantissimo per il Ciao Angela e arrivederci!! bene che ci hai sempre voluto con generosità P.

10 A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE “E KYÉ” PASC-KA PASQUA

Kōnd la luna ëd mōřtz i ōi bele piōina Quando la luna di marzo è bella piena tuc i san ke Pasc-ka i ōi a le pouōrte tutti sanno che Pasqua è alle porte e l’apřim ke a fatiga, apřes is mōina, e la primavera, che a fatica appresso si mena, ou ërbouřisc le kose ke i sc-miōvou mouōrte. rianima le cose che sembravano morte.

I sc-buřisciou le fiou ëd mōřtz e le viouřëtte, Sbocciano le primule e le violette ënt le sc-ciouendře dl’outoun e a ou sc-loung dle vie nelle staccionate dell’autunno e nelle vie t’ pos già kujì da fō ina mnesc-třa ‘d ëibëtte puoi raccogliere già da fare una minestra o pougnte i dè për ina fřici$ d’artie. o pungerti le dita per una frittata di ortiche.

Ënt i vei kiapé ou i ha nasciù e pan křoucèt; Nei vecchi muri è nata la parietaria; lajèrde, fřumie, lumatze is soun dësc-vié lucertole, formiche, lumache si sono svegliate e i ařagn ‘ntra medz a doui třounkèt e i ragni in mezzo a due tronchetti is dan da fō a tesc le tařagnè. si danno da fare a tessere le ragnatele.

I lamount ina pařia ëd neubie biōnke Lassù un insieme di nuvole bianche sc-butzigné da i ōřie de Vënërdì Sōnt spinte dal vento del Venerdì Santo is nou van kařiè ëd pieuva, opuřa sc-tōnke se ne vanno cariche di pioggia, oppure stanche is feimou a kouat$ ou souřei d’ëntōnt ëntōnt. si fermano a coprire il sole di tanto in tanto.

I oujei da kōnd oui ven dì, fin a la sōiřa Gli uccelli da quando si fa giorno i sc-vouřatzou ëntorn a i ōibou ëntzikoutì svolazzano intorno ai castagni sonnacchiosi, e ën kantend a touta gardamōiřa e cantando a tutta gola i tzeikou la rama giusc-třa për fōse ou nì. cercano il ramo giusto per fare il nido.

In poulin, přōpi ou dřé dla kouv$ Un pulcino, proprio l’ultimo della covata, l’ha decidù d’ësc-pount$ l’euv a ou sabadì ha deciso di rompere l’uovo al sabato për pougai přountōse a pioucin$ per potersi preparare a pigolare i aouguři a l’ëdman a poina sc-kouì. gli auguri, l’indomani, appena schiuso.

E la doumōnia ëd Pasc-ka, la matin bounouřa E la domenica di Pasqua, la mattina di buon’ora i bot dla bouvdëtta i entřou ën sc-kà i rintocchi della “Bouvdëtta”(1) ti entrano in casa e ën sëntend soun$ a kle ciōke ët kapij alouřa e sentendo suonare quelle campane capisci allora ke dik$ për ti Nousc-gnù l’ōi ëřsjuscità. che anche per te il Signore è resuscitato.

Lucia Vinai (1) campane a festa

11 Colla dei Termini (Ormea), 20 dicembre 1877 Quando la leggenda, in fondo in fondo, è anche verità Da sempre in vallata, e non solo, si era sentito parlare di questa triste vicenda, che veniva narrata durante le lunghe veglie invernali nelle stalle. Avevamo anche fatto delle ricerche ma sempre risultate infruttuose, in quanto neanche l’archivio parrocchiale ne conservava notizia. Eppure questo fatto ci ha sempre incuriositi perchè, spesso e volentieri durante le nevicate o le bufere di vento invernali, timidamente riafforava nei pensieri della gente di montagna l’eco di quella tragedia. Per queste giovinette che lasciavano la vallata per andare in Liguria "a raccogliere le olive" il destino ha riservato loro un triste epilogo. Grazie alla nostra amica Livia Barbero Ruffino e al signor Paolo Ambrogio, con cui Livia ha collaborato, siamo contenti di fornire notizie esatte sulla disgrazia avvenuta nel dicem- bre 1877. Un doveroso e sincero grazie a questi due amici della Val Corsaglia che con lungimiranza e passione ci hanno aiutato in queste ricerche; il nostro non vuole essere solo un darne no- tizia ma intendiamo onorare a distanza la memoria di quelle persone così tragicamente scomparse.

Il racconto di Livia Barbero Ruffino Fuori era ancora buio quando Marietta dumenti e qualche provvista. entrò in cucina zoccolando. Accese il lume Marietta aveva posato sulla stufa una fetta a petrolio, mise rametti e pezzi di legna di polenta ad abbrustolire ed un paiolo colmo nella stufa a ghisa, dove un po’ di brace di latte. Dall’indaffararsi silenzioso della della sera prima ancora rosseggiava, per madre, Teresa capì il suo scontento. riattizzare il fuoco. Era più presto del solito, “Sc-té trankouila, mam$. E knousciou ben perché la sua famiglia si alzava con la prima la via. L’uvern ou pasré ‘mpresa”(State tran- luce dell’alba, ma quel giorno sua figlia quilla, mamma. Conosco la strada. L’inverno Teresa partiva per la Liguria, con altre sei passerà in fretta) ragazze del paese. A piedi sarebbero salite “Ou i ha tōnt da fō dik$ itzì, la lōna i ōi da alla Colla dei Termini, a circa 2000 metri, fiř$. S’oui fouis almenou in om k’ouv koum- poi divallando avrebbero raggiunto Ormea, pagna...” da dove, col soccorso di qualche carrettiere, (C’è tanto da fare anche qui, la lana è da sarebbero arrivate a Dolcedo, per raccogliere filare. Ci fosse almeno un uomo che vi ac- le olive. compagna…) Entrò in cucina Teresa, pronta per il “Mam$, e pourtré a kà dl’euři e sciōnta viaggio, scarponi ai piedi, una lunga gonna liře ëd přoufit. Ou lou savé ben ke ous fè e una giacchetta di lana infeltrita. Appoggiò komoud.e peu Tounin e iecc ki van a fō e in un angolo il tascapane gonfio di pochi in- bosc-k ën ruveřa i soun già sc-kapà”( Mam-

12 ma, porterò a casa dell’olio e sessanta lire tando sul fatto che, grazie al caso, l’iniziale di guadagno. Sapete bene che ci tornano dei nomi era la stessa. comode. E poi Tonino e gli altri che vanno “L’ō i in ërkōrd. Ous ëvgrouma gnent për a fare legna in Liguria sono già partiti). in petz”. (È un ricordo. Non ci vedremo per Arrivarono in cucina Armando, il fratello molto tempo). di Teresa, e Pietrino, il padre che senza dir Un sorriso fu il saluto di Teresa. Giuseppe nulla uscì per andare nella stalla. Armando la seguì con lo sguardo finché poté vederla, si affacciò alla porta. Albeggiava e il cielo mentre si arrotolava una cartina di tabacco. era grigio scuro, l’aria troppo fredda per Sui gradini della chiesa le ragazze vocia- quel giorno di novembre. vano e ridevano allegre, il parroco sulla “Ou piouvré sla Kola. Voujetře matëtte porta scuoteva la testa, brontolava consigli. vouřes přopi sc-kap$?” (Pioverà sulla Colla. Erano tutte della congregazione delle Figlie Voi ragazze volete proprio partire?) di Maria. Teresa e altre due erano già state Teresa si stava legando il fazzoletto in negli anni precedenti a raccogliere olive a testa: “Scì ou l’ouma dic”.(Si è stabilito) . Molini di Prelà, le altre erano nuove al- “Alouřa douneve da f$. Pieve i sak për l’esperienza ed erano le più eccitate, sebbene fōve i kaputz e dëjmëntieve gnent le kasc- le veterane, nelle serate di veglia in comune tagne sëkke. nelle stalle, le avessero messe in guardia Ou s’ ëvgouma sc-t’apřim”.(Allora sbri- dalle illusioni. gatevi. Prendetevi i sacchi per farvi i cappucci Che cosa credevano? Che si andasse a di- e non dimenticate la castagne secche. Ci vertire? Si viveva laggiù a olio e pane e vediamo in primavera). zemin, una minestra di patate e fagioli. Pietrino dalla porta della stalla salutò con L’olio lo dava il padrone, una bottiglia la un cenno della mano Teresa che si avviò settimana, il pane bisognava pagarlo. Qualche svelta lungo la mulattiera verso Fontane, il volta si avevano anche i broccoli. paesetto arroccato in cima alla Val Corsa- Le olive erano piccole nere e tante da rac- glia. cogliere nelle annate buone. In ginocchio Alla prima borgata, povere case tutte in tutto il giorno, si mangiava pane e olio senza pietra, tetti e muri, le si fece incontro Giu- smettere il lavoro e se pioveva si stava tutte seppe, quasi fosse lì per caso, ma in realtà in uno stanzone a rammendare tele e a far da tempo tra loro c’era un timido amore e pizzi all’uncinetto per la padrona. Faceva una segreta promessa. E poi la sorella di freddo. Giuseppe era nel gruppo delle raccoglitrici Le novelline non si scoraggiavano: belle d’olive. storie! Come se a casa loro, su quelle mon- “Amalia i ōi già sla piatza ëdnōnt a la tagne, avessero caldo e vitto in abbondanza ghejia koun i etře. Kyé e veui salut$.” (Ama- e niente fatica. E poi ci sarà pur stata qualche lia è già sulla piazza davanti alla chiesa con festa, per esempio Natale. le altre. Io voglio salutare). A Natale il padrone regalava un piatto di Le porse un involtino bianco che Teresa ravioli, una tazza di vino caldo e si facevano osservò tra divertita e stupita: “Kous l’ ōilou quattro salti nel solito stanzone. Di balli e di lolì?” (cos’è?) era un fazzoletto con tanto di mare stavano chiacchierando le ragazze, cifra ricamata; Giuseppe l’aveva preso di quando Teresa le raggiunse. Partirono con nascosto dal corredo della madre Tillia, con- la benedizione del parroco.

13 Raggiunte le case di Pian Manera, comin- A quest’ora le ragazze hanno già passato la ciarono a salire per il vallone di Rio Borello Colla. Fa buio presto e nemmeno con una e a chiacchierare di meno. L’aria era sempre lanterna puoi fare qualcosa, ti perderesti più grigia e aveva reso invisibile a sinistra anche tu…) la Serra dei Lupi. Sui visi accaldati cadeva Quell’“anche” non piacque a Giuseppe: una pioggerellina fredda e pungente. Teresa “Alouřa ou v’sc-miilou ke dik$ kiëlle...” guidava la fila. (Allora pensate che anche loro…). “Ou dvouma dëjgagiōse. E paou ke ila- Nessuno rispose. mount ou nōiv.” (Dobbiamo sbrigarci. Ho Marietta si sedette vicino al fuoco con un paura che lassù nevichi). rosario in mano. Giuseppe propose ad Ar- Quando furono nella stretta e selvaggia mando di andare nelle famiglie delle ragazze gola del Rio La Masc-třa, si fermarono un a combinare per il mattino dopo: presto, momento. Amelia, Rosanna e Rina proposero molto presto, gli uomini sarebbero saliti di tornare indietro, ma alla fine ammisero sulla Colla, così, per tranquillizzare tutti. che non poteva essercene più di tanta , di Nella notte la tormenta cessò, la luce ri- neve, e arrivate alla Colla, il più era fatto. schiarò il cielo freddo e assurdamente sereno. Erano passate dalla partenza due ore e si ac- Gli uomini salirono con le racchette da neve corsero di essere vicine al passo, quando ai piedi. Alle Zotte degli Stanti il sole faceva trovarono un abbeveratoio. scintillare il manto pianeggiante di neve in- L’Alpe ormai era tutta bianca, irriconoscibili tatta, senza orme: la Colla era lassù, una pu- i luoghi, perché nevicava furiosamente e rissima linea bianca contro il cielo azzurro. non si vedeva più nulla. Nelle gelide e Salirono ancora e dapprima non videro violente raffiche il vento aveva a tratti una nulla, se non morbide ondulazioni modellate minacciosa voce umana, tanto che le ragazze dalla tormenta, ma una di quelle montagnole si piegavano impaurite e si avvicinavano aveva una forma strana e qualche chiazza una all’altra accanto all’abbeveratoio, per nera. ripararsi almeno il viso. Anche a Fontane Senza fiato, increduli,con le mani guantate cadeva la neve, ma fitta e lenta in un gioco di muffole, freneticamente scavarono, qual- elegante di fiocchi. cuno gridava i nomi: “Orsola! Adelina! Nel pomeriggio Giuseppe salì alla casa di Anna!” Le ragazze erano là, abbracciate Teresa, parlò con Piertino e con Giuseppe: strette accanto all’abbeveratoio , rigide, abiti, “ E sé gnent trankouil. Ilamount ou sřé cappucci, visi incrostati di ghiaccio. Dopo pedz. Teresa, Amalia i ōi tōnt miënghërlina! un momento convulso di speranza, gli uomini Kyé sc-koji e vogou su!” ( Non sono tran- capirono che erano morte. Ammutoliti guar- quillo, lassù sarà peggio. Teresa, Amalia è davano le labbra livide, le ciglia bianche, la tanto mingherlina! Io quasi vado su). corona del Rosario nelle mani di Amalia, Piertino scuoteva la testa: un fazzoletto bianco in quelle di Teresa. “Se ou nōiva pařei, a e matin le gialine i Giuseppe e Armando rimasero, gli altri pitou le sc-tōiře. A sc-t’ouřa le matëtte i han scesero a dare l’allarme e a prender le slitte già pasà la kola. Oui ven neuc přesc-t e per recuperare i corpi. La campana della mōnk koun ina lanterna ët pos fō gnent, t’ chiesa suonò prima a martello, poi passò ai ët perdřes dik$ ti...”. (Se continua a nevicare lenti rintocchi funebri. così, domattina le galline beccano le stelle. La vita del paese si fermò. Da tempi

14 antichi quei montanari erano abituati a un’esi- lenzio doloroso di tanta gente, si sentiva lo stenza dura, ai pericoli della montagna bella, sfrigolio delle torce accese in fila ai lati avara, selvaggia, ma una disgrazia simile delle bare. Il parroco con la testa bianca era non si ricordava. più curvo che mai sull’altare. Le bare furono portate a spalla dagli Sulla Colla dei Termini fu posta una croce uomini, ma all’entrata in chiesa si sostituirono di legno , con sette nomi incisi, fitti fitti, e loro le amiche delle ragazze morte. Nel si- una data.

Era il dicembre 1998 quando, ad un concorso letterario indetto dal LIONS CLUB DI NAVA, veniva premiato il racconto “COLLA DEI TERMINI” della prof. Livia Barbero Ruffino. La signora Livia infatti, da tempo raccoglieva memorie orali della nostra valle e, in questa occasione, ha trasformato con maestria uno scorcio della nostra memoria dandole dignità letteraria. È passato molto tempo da quel giorno, ma le ricerche di Livia e nostre, non si sono mai fermate. Volevamo riuscire a scoprire se, quanto narrato nel racconto, avesse un fondo di verità. Ed ecco che un ricercatore, il signor Paolo Ambrogio con cui Livia aveva parlato del fatto, nel suo lavoro di ricerca, è riuscito a scovare i documenti dell’epoca in cui la tragedia è accaduta ed anche i nomi delle componenti della spedizione. Parlando con il signor Paolo, abbiamo scoperto che ha origini fontanine; la nonna infatti, è una Castagnino nata a Fontane ma trasferitasi molto presto a Villanova. Il signor Paolo è laureato in scienze politiche a indirizzo storico, è sposato con due figli ed è residente all’Alma di Frabosa Sottana. Si interessa di storia locale effettuando ricerche storiche e d’archivio anche della diocesi da cui ha recuperato i certificati. Ha al suo attivo diverse ricerche storiche riferite soprattutto alle valli monregalesi delle cui vicende è profondo conoscitore e ottimo divulgatore. A lui il nostro grazie più sentito in quanto ci ha permesso di rendere il dovuto omaggio a quelle donne così “mal trattate” dal giornalista dell’epoca che le definisce “incaute”. Il lavoro di quelle donne era nel quadro di un’economia di sussistenza. In altre parole erano migranti stagionali, “olivere”, che comunemente attraversavano i passi montani per raggiungere la Liguria. Non c’era solo un fondo di verità nel racconto bensì una dura verità. Sono stati ritrovati i nomi delle donne la loro età ed anche la data ora è certa: era il 20 dicembre 1877.

I certificati di morte redatti dal parroco di Ormea don Sardi Basilio recano i seguenti dati: • atto di morte n°58 - Castagnino Lucia nata Vinaj di anni 60 figlia di fu Gio Vinaj e di fu Teresa maritata con Castagnino Stefano sepolta nel cimitero di Ormea il giorno 23; • atto di morte n°59 - Somà Maddalena di anni 26 figlia di Pietro e di fu Maria Caramello sepolta nel cimitero di Ormea il giorno 23; • atto di morte n° 60 - Peirano Maddalena di anni 21 figlia del fu Gio Antonioe di fu Teresa Campero sepolta nel cimitero di Ormea il giorno 23;

15 • atto di morte n° 61 - Peirano Margarita di anni 17 figlia del fu Gio Antonio e di fu Teresa Campero sepolta nel cimitero di Ormea il giorno 23; • atto di morte n °62 - Campero Maddalena di anni 18 figlia di Giovanni e di Lucia Peirano sepolta nel cimitero di Ormea il giorno 23; • atto di morte n° 63 -Campero Margarita di anni 13 figlia di Giovanni e di Lucia Peirano sepolta nel cimitero di Ormea il giorno20. Per tutte la data della morte è il 20 dicembre 1877 alla Colla dei Termini e tutte sono state sepolte nel cimitero di Ormea.

Di seguito la riproduzione degli atti di morte custoditi presso la Curia di Mondovì

16 Il nostro amico poeta e artista monregalese, Ezio Briatore, nella sua antologia di versi, alcuni anni fa, aveva dedicato la poesia che riportiamo di seguito, a quel fatto. Quando era ragazzino, il papà originario di Montaldo Mondovì, gli aveva parlato a lungo di questa storia; ne fu emotivanmente coinvolto e decise così di mettere in versi le proprie im- pressioni. Set vos Sette voci Pais a mesa còsta Paese a mezzo colle ch’o senta apen-a ’l mar che sente appena il mare e ’l fià salà e l'aria salsa ënt la calura ch’a monta in foschie di calura che sale ën mes a j’uliv ëd marmo tra immobili rami e ai brivid dle ginestre e brividi di ginestre son ’ndaje vi andarono quasi masnà quasi bambine le mare ’d sì le madri di qua dai so castagné a l’uvaj dai loro boschi d'ombre quand quando “la spagnola sa amar così “la spagnola sa amar così bocca a bocca la notte e il dì...” bocca a bocca la notte e il dì...” al pais la dote al paese la dòta a stà ’nt un pugn sta nel palmo di una mano la spagnòla ch’a disa mama la spagnola che dice mamma a j'ha fërmà le man ha fermato le mani sarà j euj chiuso gli occhi e smòrtì ij fornej. e spento il fuoco nelle case.

17 Anche i giornali del tempo narrarono la triste vicenda. Ecco gli articoli ritrovati.

Ci proponiamo di collocare, con l'aiuto degli Alpini, sulla Colla dei Termini una lapide in ricordo e come omaggio a quelle donne e a tutte le persone che hanno affrontato le insi- die e i pericoli della montagna con la speranza di poter avere un'esistenza migliore oltre a fare memoria degli abitanti di Ormea, di allora, che si adoperarono per il recupero delle salme e la cura dei sopravvissuti. Ass. Culturale “E Kyè”

18 Città di Mondovì Associazione Culturale Assessorato alla Cultura “E Kyé” di Fontane Sistema Bibliotecario Monregalese 20º CONCORSO DI POESIA E PROSA “IL GIARDINO DELLE PAROLE” che si propone di premiare i migliori testi che nello svolgimento adottino l’espressività di “parole” facenti parte del patrimonio linguistico della nostra gente ed ora cadute in disuso. Con l’edizione 20187 si ripropone la Sezione relativa alla ricerca etimologica sulla topo- nomastica locale per arricchire ulteriormente il patrimonio culturale delle Terre del Kyé. Il Concorso si articola in tre sezioni: SEZIONE C A - Poesia Ricerca etimologica: B - Prosa C - Ricerca Etimologica Mia§èdz Larice tipico Le opere presentate per le sezioni A) e B) po- della flora di montagna tranno essere in lingua italiana o in qualsiasi Mèikant$ Immaginare, fissare un punto altra lingua o dialetto purchè corredate della tra- lontano e viaggiare con la fantasia duzione in italiano. TEMA per le sezioni A e B Ciouvtzé Scarponi “Il mestiere del calzolaio” Gli interessati possono richiedere informa- (alla ricerca delle antiche parole) zioni in merito al concorso telefonando al se- guente recapito: Ogni Autore dovrà inserire nel testo/i scelto/i per le Sezioni di Poesia e/o di Prosa almeno uno dei 0174 699377 (Piera) ore serali cinque vocaboli di seguito evidenziati e relativi oppure: 340 7063698. al tema sopra indicato: La partecipazione al Concorso è gratuita e aperta a tutti; ogni Autore può partecipare Tabia Tavolino basso da lavoro del calzolaio a più sezioni. Pèdz Pece di colore nero, sostanza Gli elaborati dovranno pervenire, entro e non appicicosa utile per preparare la t§$ oltre il 25 agosto 2018, (farà fede il timbro postale) a uno dei seguenti recapiti: T§$ Fili di canapa tenuti insieme dalla pece Associazione Culturale “E Kyé” A§esc-na Lesina, ferro appuntito, sottile, Concorso di poesia e prosa 2018 un po’ ricurvo - incastrato in un panciuto ma- “Il giardino delle parole” nico di legno - con il quale il calzolaio bu- Piazza Bersezio, 3 cava il cuoio per cucirlo alla tomaia 12082 FONTANE (Cn) oppure Kournua Cilindro di legno simile a una Camaglio Piera gamba di tavolo terminante con un piede di Via Frabosa 54/L ferro sul quale viene sistemata la scarpa da 12089 VILLANOVA M.vì (CN) inchiodare

19 “IL GIARDINO DELLE PAROLE”

Modalità di partecipazione: - Le opere per tutte le sezioni dovranno pervenire in duplice copia: la prima contrassegnata da uno pseudonimo, la seconda corredata di nome cognome indirizzo e se possibile reca- pito telefonico dell’autore, dovrà essere allegata alla precedente, ma in busta chiusa sulla quale si indicherà la sezione del concorso e lo pseudonimo scelto.

- Si procederà all’apertura delle buste solo dopo l’acquisizione del giudizio inappellabile della Giuria che, esaminate le opere, stilerà una classifica di merito per ogni sezione di concorso, la medesima sarà resa nota nel corso della serata conclusiva. Si raccomanda la scrupolosa osservanza delle clausole onde evitare spiacevoli disguidi.

- Gli elaborati pervenuti non saranno restituiti, resteranno a disposizione dell’Associazione per finalità culturali e le “parole” ritrovate saranno disposte in un accogliente “giardino” che diventerà espressione viva di un passato meritevole di essere riscattato.

- Ogni Autore può partecipare a tutte le sezioni con una sola opera per ciascuna e avrà cura di inserire nella busta chiusa anche la seguente dichiarazione firmata e datata: “Utilizzo dati personali ai sensi dell’art. 10 Legge 675/96: acconsento al loro tratta- mento esclusivamente per gli scopi culturali perseguiti dall’Associazione Culturale “E Kyé” di Fontane” (data e firma).

PREMIAZlONE: La cerimonia, con rinfresco finale offerto a tutti i presenti, avrà luogo nella sala polivalente di Bossea sabato 22 settembre 2018 alle ore 21. Tutti sono invitati, in particolare gli Autori che sono pregati di prender nota della data A tutti sarà consegnato l’attestato di partecipazione. PER INFORMAZIONI: Piera: tel. 0174.699377 - 340.7063698

Grotta di Bossea: tel. e fax 0174.349240 E-mail: [email protected]

20 Corso di cucina Si alzerà finalmente il sipario sulla 13ª edi- Docenti gli Chef Andrea Basso, Paolo Pava- zione del Corso di cucina che si svolgerà rino e... sarà una sopresa! nella sala polivalente di Bossea nel pros- Le iscrizioni sono già numerose dal mo- simo mese di maggio. mento che per forza di causa maggiore l’ap- Il calendario, a cadenza settimanale, pre- puntamento era stato rinviato nello scorso vede tre incontri in orario serale con inizio anno; tuttavia ci sono ancora alcuni posti alle ore 20 e le date scelte sono le seguenti: pertanto chi fosse interessato contatti Piera martedì 8 - 15 - 22 salvo imprevisti . (340 7063698) quanto prima. P. • OFFERTE • OFFERTE • OFFERTE • OFFERTE • OFFERTE • Per il Bollettino Mario (Mondovì) 20,00 - Ferreri Pierina (Laigueglia) 50,00 - Galleano Secondo Vinai Ezio (Filippi) 20,00 - Mamino Gian- (Mondovì) 20,00 - Bottero Eleonora (Torre franco 20,00 - Somà Fiorella 20,00 - M.) 10,00 - Rittano Giuseppe (Cuneo) Rosario 20,00 - Peirano Ernesta (Villanova 20,00 - fam. Colosini (Genova) 20,00 - M.) 20,00 - Nasi Luisa (Valcasotto) 30,00 P.P. (Mondovì) 20,00 - Camperi Giovanni - D.S.D.E. (Cigliè) 100,00 - G.A. (Mondovì) () 10,00 - Camperi Angela (Diano 50,00 - Peirano Basso Lidia 20,00 - Peirano Marina) 10,00 - Vinai Lucia (S. Anna A.) Luciano (Mondovì) 10,00 - Calizzano Luigi 15,00. (Villanova M.) 25,00 - Vinai Maddalena (Magliano) 10,00 - Leandro Raviolo Irma Per la Chiesa (Mondovì) 20,00 - Tealdi Francesco (Cuneo) 15,00 - Maurizio Giacci 10,00 - Vinai Chiesa Fontane Daniela 10,00 - fam. Peirano cagnazzi Calizzano Luigi 25,00 - in occ. del 50° () 15,00 - Simone e Daniel Gon- ann. matrimonio di Peirano Margherita e zales (Vicoforte) 15,00 -Alessia e Camilla Cagnassi Giuseppe 50,00 - in suff. di Rivetti () 20,00 - Gonnet Luisa (Fran- Griseri Raimondo (Mondovì) 105,00 - in cia) 30,00 - Vinai Giovanni 10,00 - Vinai suff. di Turco Lucia Rosa 100,00 - fam. Giacinto 10,00 - Vinai Mario 10,00 - Vinai Bottero Aragno 50,00 - Lissignoli Piero Gabriele e Valentina 10,00 - Fazio Giorgio 25,00 - Emiliana e Maria Bergonzo 25,00 - 10,00 - Fazio Valeria 10,00 -Revelli Maria Boetti Elsa ved. Fabiano (Villanova M.) Teresa 20,00 - Revelli Anna 20,00 - fam. 10,00 - P.P. (Mondovì) 30,00 - Ester Cara- Bottero Aragno 50,00 - fam. Battistel Fer- melli 20,00. raiolo 20,00 - Lissignoli Piero 25,00 - Emi- liana e Maria Bergonzo 25,00 - N.N. (Fra- Chiesa Corsaglia bosa) 20,00 - Griseri Anna Maria 10,00 - fam. Olmo (Trinità) 50,00 - Revelli Maria Erminia Gallesio 10,00 - Griseri Lorenzina 50,00 - Liprandi Paolo 25,00 - Roà Giovanna e Maddalena 20,00 - N.N. (Vicoforte) 20,00 ved. Camperi 30,00 - fam. Botanica (Cuneo) - Turco Marisa 12,00 - Camperi Giovanna 50,00. e Jose 38,00 - Vinai Maddalena (Deviglia) 20,00 -Somà Martina (Villanova M.) 20,00 Cappella di S. Rocco - Bottero Giovanni (Pian) 20,00 -Angela In suff. di Zia Lucia i nipoti Roà e Settembrini Ramondetti (Frabosa Sop) 10,00 -Lanza 140,00. Le funzioni religiose nelle nostre parrocchie per il periodo di Pasqua Domenica 25 marzo (Domenica delle Palme) Chiesa parrocchiale di Corsaglia Ore 16 Benedizione dei rami d’ulivo S. Messa con lettura della Passione del Signore.

Lunedì 2 aprile (Lunedì dell’Angelo) Chiesa parrocchiale di Fontane Ore 9,30 S. Messa pasquale

Ringraziamo di vero cuore: il Vescovo mons. Egidio Miragoli, il Vicario don Meo Bes- sone, don Jean Pierre Ravotti e tutti i sacerdoti che, in questo momento di difficoltà, riescono a portare in vallata il Servizio Religioso. Il Signore li ricompensi per la dispo- nibilità e l’affetto, dimostrato verso le nostre piccole comunità, durante questo faticoso cammino di don Leopoldo.