Il Giuoco Al Tempo Di Caravaggio Dipinti, Giochi, Testimonianze Dalla Fine Del ’500 Ai Primi Del ’700
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Comune Montale Il giuoco al tempo di Caravaggio Dipinti, giochi, testimonianze dalla fine del ’500 ai primi del ’700 a cura di Pierluigi Carofano Montale Villa Castello Smilea 7 dicembre 2013 - 6 gennaio 2014 Il giuoco al tempo di Caravaggio dipinti, giochi, testimonianze dalla fine del ’500 ai primi del ’700 Montale, Villa Castello Smilea 7 dicembre 2013 - 6 gennaio 2014 ente promotore prestatori Comune di Montale Civica Raccolta A. Bertarelli, Castello Sforzesco, Milano ente organizzatore Museo Civico Amedeo Lia, La Spezia Comitato festeggiamenti Montale Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama, Centro Culturale La Smilea Torino Associazione Un cuore un mondo Museo Davia Bargellini, Bologna Fondazione Meyer Pinacoteca Capitolina, Roma Pinacoteca Nazionale, Siena a cura di Antichità Leone, Cascina - Pisa Pierluigi Carofano Giorgio Baratti, Milano Silvio Berardi, Bologna comitato scientifico e autori dei saggi Galleria Luigi Caretto, Torino Giacomo Berra Alessandro Chiale, Racconigi Pierluigi Carofano Giuliano Crippa, Milano Alberto Cottino Marco Datrino, Torre Canavese Giuliano Crippa Galleria Lo Studiolo, Milano Marina Monteleone Zanasi Foundation, Castelvetro Franco Paliaga progetto di allestimento Claudio Innocenti collaboratori al catalogo Francesca Bottacin coordinamento generale Valentina Campeggiani Massimo Gazzarri Massimiliano Caretto responsabile strutture Marco Ciampolini Umberto Mannelli Nicola Antonio De Giorgio Elena Dovrandini disegnatori Nello Forti Grazzini Francesco Billi, Alessio Stefani, Andrea Tesi Emilio Negro allestimento Francesco Porzio Manutenzioni del Comune di Montale, Nicosetta Roio Comitato Festeggiamenti Montale foto responsabile sicurezza Mauro Coen, Roma Cataldo Lo Iacono Servizi Fotografici Guerra, Bologna revisione conservativa delle opere in mostra Torquato Perissi, Firenze Antonio Vignali Carlo Vannini, Reggio Emilia Servizi all’Arte Matteo Zarbo, Milano segreteria mostra Teresa Ginanni Le immagini del saggio di Nicola Antonio De Giorgio sono pubblicate su concessione del comunicazione Ministero per i Beni e le Attività Culturali, A Alessandro Genitori SR 66/2012. ringraziamenti Mauro Alberti, Patrizia Caretto, Silvia Battistini progetto grafico e impaginazione Cristina Vennero, Punto Pagina, Livorno Davide Bussolari, Valentina Ciancio, Alberto Cornice Giorgia Ferrari, Francesca Giorgi, Sergio Guarino stampa Eugenie Knight, Walter Malavasi, Andrea Marmori Bandecchi & Vivaldi, Pontedera Laura Martini, Massimo Medica, Giovanna Mori Enrica Pagella Giuseppe Resca, Mario Scalini ISBN 978-88-8341-573-9 Dennis Weller Le incisioni raffiguranti giocatori di carte o dibackgammon e i Bari del Caravaggio Giacomo Berra Il pittore e scrittore d’arte Joachim von San- perde la propria anima, come è il caso, ap- drart, nell’esporre l’attività del connazionale punto, del malcapitato giocatore raffigurato artista tedesco Hans Holbein il Giovane nel dall’Holbein. Maurizio Calvesi ha anche os- proprio testo intitolato Teutsche Academie der servato che il diavolo dell’incisione dell’Hol- Bau- Bild- und Mahlerey-Künste (pubblicato bein potrebbe avere un corrispettivo nel a Norimberga nel 1675), inserisce un breve compare dalla faccia diabolica e dai guanti ma interessante riferimento al lavoro del Ca- bucati presente nei Bari del Caravaggio3. ravaggio. Si tratta di una piccola citazione Il tema moraleggiante del gioco come am- che lo stesso scrittore non ha però incluso bito dell’inganno e come vizio che poteva nella parte del suo testo dedicata allo stes- portare alla totale rovina era stato frequen- so Merisi. In sostanza il Sandrart, nel loda- temente sviluppato nelle stampe che anche re l’attività dell’Holbein, riferisce che vari il Caravaggio potrebbe aver conosciuto importanti artisti italiani non hanno avuto direttamente o indirettamente. Giovan Pa- scrupoli nell’utilizzare alcune invenzioni di olo Lomazzo, nel suo Trattato dell’arte de la tale pittore tedesco. In particolare afferma pittvra del 1584, aveva sottolineato (seppur che Michelangelo da Caravaggio, nell’elabo- con disappunto) l’abitudine di alcuni pitto- rare il giovane seduto che maneggia i soldi ri di utilizzare delle stampe come fonte di posto all’estrema sinistra della tela con la Vo- invenzione per i propri lavori: “io dico di cazione di san Matteo (dipinta per la cappella quella gran quantità d’inuentioni, disegna- Contarelli di San Luigi dei Francesi a Roma), te sopra le carte poste in stampa, ritrouate aveva preso spunto proprio da un’incisione modernamente in Germania da Israel Me- dell’Holbein nella quale era raffigurato un tro, & in Italia da Andrea Mantegna; le qua- giocatore seduto a destra di un tavolo da li son propriamente vna confusione de gl’a- gioco1. Il lavoro di cui parla il Sandrart, come nimi nostri [cioè di noi pittori], i quali senza è già stato osservato, è facilmente identifica- dubio se fossero priui di questi esempli più bile con una xilografia della serie delle Ima- sottilmente inuestigarebbero, & non rispar- gines Mortis inserita anche nel testo (in latino miando fatiche produrebbero da se sempre e in italiano) intitolato Simolachri, historie et alcuna bella inuentione secondo la natura & figvre de la mortee stampato a Lione nel 1549 genio loro.”4. (fig. 2)2. L’immagine dell’Holbein raffigura Nei Bari del Caravaggio (fig. 1, p. 16) i due tre giocatori di carte che siedono davanti ad personaggi che giocano a carte attorno a un un tavolo. Uno di essi però, quello al centro, tavolo costituiscono il fulcro del dipinto5. Il che come gli altri ha cercato di arricchirsi con giocatore posto a sinistra è raffigurato come il gioco delle carte, è assalito violentemente, un giovane sempliciotto che si fa ingenua- e senza poter opporre resistenza, dalla morte mente ingannare dal suo rivale. Quest’ulti- e dal demonio. Una scritta in italiano posta mo sta estraendo da dietro la schiena una sotto l’incisione ricorda che all’uomo nulla carta falsa per vincere, su suggerimento del serve acquisire il mondo intero se poi però suo compare. E questo, il cui volto è raffi- 19 In questo dipinto le carte sono ovviamente protagoniste. Ma il Caravaggio sembra al- ludere anche al tema del gioco in generale, ai suoi pericoli e alle possibilità di imbro- glio tipiche del gioco d’azzardo raffiguran- do sul tavolo a sinistra anche il tavoliere del backgammon (o tric-trac o sbaraglino o toc- catillo ecc.), sul quale sono posti tre dadi e un cilindro di avorio utilizzato per gettarli7. Non a caso, proprio questi due ‘passatem- pi’ sono raffigurati anche in un’incisione di Heinrich Aldegrever del 1549 dove è effigia- ta l’immagine viziosa della “Socordia”, ov- vero dell’ottusità, della stoltezza, della stu- pidità (fig. 3)8. Questa figura, infatti, proprio per connotare gli aspetti negativi del gioco, tiene simbolicamente un mazzo di carte nel- la mano sinistra e un backgammon in quel- la destra. Anche il Filarete aveva inserito il gioco del tavoliere con i dadi nell’immagine simbolica rappresentante il vizio: “Il Vizio in questa forma l’ho pensato: io fo una ruota 2. Hans Holbein il Giovane, I giocatori, in Simolachri, historie et figvre de la morte […], Lione 1549, p. C10r. la quale ha sette cardini, cioè sette bracciu- oli che reggono il circulo d’essa ruota. E poi gurato con un fortissimo accento fisiogno- su questa ruota ci pongo a sedere una figu- mico-caricaturale, sta sbirciando le carte del ra inuda in forma di satiro, e da una mano giovane inesperto, in modo da indicare il uno piattello di cose da mangiare e da bere e numero tre con le dita di una mano avvolta dall’altra uno tavoliere con tre dadi suvi; e come da un guanto bucato. Vale la pena di legge- del diamante esce una fonte di liquore dol- re anche la descrizione di questa scena fatta ce, così di questo esce sette rivi di fango e da Giovan Pietro Bellori: di bruttura, dove che fanno una fonte d’essa bruttura dove giace uno porco.”9. [un dipinto] disposto in trè mezze figure ad vn In alcuni testi dell’epoca si parla spesso del giuoco di carte. Finseui vn giouinetto semplice gioco di carte detto “primiera” come uno con le carte in mano, & è vna testa ben ritratta dei più importanti10. Nancy E. Edwards ha dal viuo in habito oscuro, e di rincontro à lui si scritto che con ogni probabilità il gioco raf- volge in profilo vn giouine fraudolente, appog- figurato nei Bari del Caravaggio è proprio giato con vna mano sù la tauola del giuoco, è quello della primiera: “The game played con l’altra dietro, si caua vna carta falsa dalla here is likely primiero, a forerunner of po- cinta, mentre il terzo vicino al giouinetto guar- 11 da li punti delle carte, e con tre dita della mano ker.” . Ma in realtà tale gioco non è quello li palesa al compagno, il quale nel piegrasi sù’l rappresentato nel quadro del Merisi. Infatti tauolino, espone la spalla al lume in giubbone la primiera, secondo le fonti, era giocata da giallo listato di fascie nere, nè finto è il colore quattro a otto persone12, mentre i giocatori nell’imitatione6. dipinti dal Merisi sono solo due. Quindi si 20 doveva trattare di un altro dei tanti giochi di carte allora in uso, alcuni dei quali sono a noi quasi sconosciuti13. La critica ha già da tempo evidenziato come il tema fonda- mentale dei Bari sia quello dell’inganno e del disinganno. In particolare Luigi Saler- no ha scritto, a proposito del quadro, che il giovane è “insidiato nella sua buona fede” perché “chi si dedica al gioco e crede nel- la fortuna viene derubato, e va incontro al disinganno.”14. Mia Cinotti ha precisato che il tema del dipinto “è l’inganno, o meglio l’antitesi fiducia-inganno”15, mentre Helen Langdon ha anche proposto di considerare i Bari del Merisi come un “ammonimento contro i pericoli che insidiano l’ingenuità giovanile”16. Mina Gregori ha pure sottoli- neato come il gioco del backgammon posto sul tavolo a sinistra potrebbe essere inteso come simbolo degli improvvisi rovesci del- la fortuna nella vita17.