COMUNE DI LUSCIANO Provincia di

Piano Urbanistico Comunale DEFINITIVO

Elaborazione in conformità L.R.16/04 - R.R. n. 5 del 04.08.2011

REDAZIONE PUC - VAS SINDACO UFFICIO DI PIANO Dott. Nicola Esposito

RESPONSABILE UFFICIO DI PIANO arch. Eduardo Cotugno

SUPPORTO TECNICO SCIENTIFICO prof. arch. Paride G. Caputi

SUPPORTO AL RUP - PIANI DI SETTORE arch. Luigi Migliaccio

SUPPORTO AL RUP - COORDINAMENTO JUNIOR arch. Angela Manca

SUPPORTO AL RUP - SEZIONE JUNIOR arch. Cristina Bocchetti arch. Domenico Dello Iacono

USO AGRICOLO DEL SUOLO dott. agr. Alessandro Simeone

ANALISI GEOLOGICA dott. geol. Gennaro D'Agostino

RELAZIONE CONOSCITIVA

Indice

Introduzione ...... 1

LE CARATTERISTICHE FISICHE ...... 3 1. LA DESCRIZIONE ...... 3 2. LE ORIGINI DELLA CITTÀ ...... 5 2.1 Lo sviluppo urbanistico della città ...... 6 2.2 Il centro storico ...... 8 2.3 Gli alloggi abitati inidonei del centro storico ...... 12 2.4 La città moderna ...... 14 3. L’ARMATURA URBANA ...... 20 3.1. Le attrezzature pubbliche e i servizi pubblici ...... 20 3.2 La viabilità ...... 24 3.3 Le infrastrutture a rete ...... 25 3.4 I vincoli ...... 27

LE CARATTERISTICHE SOCIO-ECONOMICHE ...... 30 1. LA STRUTTURA DEMOGRAFICA ...... 30 1.1 Evoluzione demografica del sistema Aversano ...... 30 1.2 Andamento demografico di Lusciano ...... 31 1.3 Evoluzione ed andamento dei nuclei familiari ...... 35 2. IL SETTORE AGRICOLO ...... 38 3. IL SETTORE INDUSTRIALE, DEI SERVIZI E DEL TURISMO ...... 40 4. IL MERCATO DEL LAVORO ...... 48

GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ...... 56 1. LA PIANIFICAZIONE COMUNALE VIGENTE ...... 56 2. IL TERRITORIO DI LUSCIANO NEL PTR E NEL PTCP ...... 60 2.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE DELLA ...... 60 2.2 Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta ...... 75

INTRODUZIONE

Il PUC è costituito, in coerenza con i tematismi indicati dal Regolamento n. 5/2011 e nel Manuale operativo, dagli elaborati di seguito elencati, costituenti: il Quadro conoscitivo; il Progetto di piano; gli Studi specialistici; gli Allegati.

L’Ufficio di Piano ha provveduto alla costruzione di un Quadro Conoscitivo dettagliato, articolato in rapporto ai tematismi indicati dalle disposizioni regionali e soprattutto orientato a definire i caratteri strutturali del territorio di Lusciano, a far emergere le peculiarità della sua organizzazione fisica e funzionale e delle dinamiche di trasformazione degli ultimi decenni.

Il Quadro Conoscitivo,discendente dalle analisi effettuate nel Preliminare di piano, esplicita i caratteri costitutivi del territorio (urbanizzato e rurale) e degli indirizzi e normative della strumentazione sovraordinata -in particolare il PTCP – al fine di comporre quadro interpretativo delle possibilità di valorizzazione e sviluppo delle risorse che attualmente connotano il sistema territoriale, quadro che rappresenta la base per delineare i temi, gli obiettivi e le strategie di sviluppo.

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Il Quadro Conoscitivo è costituito dai seguenti elaborati:

- RELAZIONE CONOSCITIVA

- SERIE IT - INQUADRAMENTO TERRITORIALE: TAV. IT. 01 - Struttura Storica. L’agro aversano ad inizio novecento TAV. IT. 02 - Stato dei luoghi. La conurbazione aversana oggi TAV. IT. 03 - Indirizzi. La Provincia di Caserta nel Ptr e nel Ptcp di Caserta

- SERIE IC - INQUADRAMENTO COMUNALE: TAV. IC.01 - Regimi del Ptcp di Caserta sul territorio comunale TAV. IC.02 - P.R.G. vigente e varianti approvate TAV. IC.03 -Attuazione P.R.G. vigente TAV. IC.04 - Fasi di sviluppo del territorio urbanizzato TAV. IC.05 - Attrezzature pubbliche esistenti TAV. IC.06 - Indagine edificato esistente TAV. IC.07 - Sistema fognario esistente TAV. IC.08 - Sistema idrico esistente TAV. IC.09 - Pubblica illuminazione esistente TAV. IC.10 - Rete viaria esistente TAV. IC.11 - Carta unica del territorio (vincoli, tutele e vulnerabilità)

- SERIE CS - CENTRO STORICO TAV. CS.01 - Tessuto e beni storici TAV. CS.02 - Destinazioni d'uso dei piani terra TAV. CS.03 - Localizzazione alloggi inidonei

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CAP.1 LE CARATTERISTICHE FISICHE

1. LA DESCRIZIONE

Il Comune di Lusciano ha una superficie di 4,5 chilometri quadrati, con una popolazione, all’anno 2016, di 15.426 abitanti e una densità di 3.384,82abitanti per chilometro quadrato. Confina a nord-est con ; a nord-ovest con Trentola-Ducenta; a ovest con e a sud con (NA).

Situato nella Terra di Lavoro, alla sinistra del fiume Volturno e a sud dei Regi Lagni, è partecipe dell'agro aversano che comprende 19 comuni del settore meridionale della Provincia di Caserta. Dista 29 chilometri da Caserta e 24 da Napoli ed è in buona posizione rispetto alle grandi reti di traffico: dista un solo chilometro dallo stazione ferroviaria di Aversa sulle linee Roma-Napoli, Aversa-Caserta e Cancello-Aversa e 2 chilometri dalla strada statale n. 7 bis di Terra di Lavoro. Difatti è agevolmente servito dallo svincolo della bretella dell'asse mediano che corre parallelamente al confine

Figura 1. Inquadramento territoriale. occidentale del territorio L’agro aversanonel contesto di area vasta comunale. Dal punto di vista geologico, il territorio è inserito nella vasta area della Piana Campana, una depressione tettonica di tipo distensiva colmata da circa 5 Km di sedimenti marini, e si presenta pianeggiante con la presenza di leggeri gradienti morfologici immergenti verso nord e con un’altitudine variabile dai 42 ai 72 m s.l.m.

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La falda idrica presenta un deflusso generale verso ovest – nord ovest, ossia verso il mar Tirreno. La profondità del pelo libero di falda varia tra una profondità minima di circa 34 metri dal p.c. a nord, a una profondità massima di circa 60 metri nella parte sud del territorio comunale. L’acquifero è dotato di una discreta protezione naturale dall’inquinamento attese le profondità abbastanza elevate della falda e la permeabilità dei terreni piroclastici che, in funzione della presenza di livelli sabbioso limosi, risulta a tratti medio bassa.

Sotto l’aspetto sismico, il territorio di Lusciano è classificato in seconda categoria sismica ai sensi della D.G.R. 7/11/2002, n. 5447 “Aggiornamento della classificazione sismica dei Comuni della Regione Campania”.1 Sotto ilprofilo agronomico generale, il territorio ricade nella Regione Agraria n. 8 della Provincia di Caserta “Piana Campana Settentrionale” e si presenta di medio impasto tendente all’argilloso, con una buona dotazione di sostanza organica. Il territorio rurale si presenta con una forma quadrangolare ed è contraddistinto dalla presenza di terreni coltivati a frutteti, ad ortaggi e seminativi vari, e a vite maritata. La superficie agricola totale (SAT) risulta pari a 506,27 ettari,; mentre la superficie agricola utilizzata (SAU) risulta pari a 491,26 ettari, con un aumento del 16% rispetto ai 409,60 ha del 2000 (cfr.6° Censimento Generale dell’Agricoltura del 2010). La caratteristica fondamentale di questo areale agricolo è la notevole frammentarietà delle aziende agricole che sono in numero di 184 principalmente di piccole dimensioni (circa 60 aziende hanno una SAU inferiore ad un ettaro).2

Dal punto di vista della produzione industriale Lusciano è fortemente connesso alle dinamiche produttive di area vasta, e più specificamente di quell’area che il PTR definisce come Sistema Territoriale di Sviluppo a dominante urbano - industriale E4 - Sistema aversano, incluso dall’ISTAT nel Sistema Locale di Lavoro - SLL 390 - Aversa, che con Caserta, , e forma i 5 Sistemi Locali del Lavoro della provincia di Caserta. Inoltre il comune di Lusciano rientra nel Distretto Industriale n. 5 di Grumo Nevano–Aversa,3che ha una superficie territoriale pari a 158,24 Kmq, comprendente 23 comuni.4 Nell’ambito del distretto

1Per un approfondimento si rimanda alla relazione geologica redatta dal dott. geol. Gennaro D’Agostino 2Per un approfondimento si rimanda alla relazione agronomica dell’uso del suolo redatta dal dott. agr. Simeone Alessandro. 3Delibera della Giunta Regionale n.59 del 02/06/1997: Individuazione dei Distretti Industriali. Approvazione degli indirizzi, criteri e priorità per la promozione e la realizzazione dei “Programmi dei distretti industriali”.

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esistono due vocazioni industriali che corrispondono ad altrettanti sub-distretti: il primo è quello collocato nell’Aversano e si contraddistingue per la produzione di calzature(conciario), mentre il secondo fa capo all’area del Grumese e produce beni relativi al comparto tessile-abbigliamento; il polo di Aversa è quello che raccoglie la maggioranza delle unità produttive con circa 1000 imprese.

2. LE ORIGINI DELLA CITTÀ

Il toponimo della città di Lusciano deriverebbe dal nome Lusius o Luxius, forse l’assegnatario di una particella della centuriazione romana dell’AgerCampanus. Il villaggio romano nasce infatti tra le due grandi vie di collegamento dell’antichità: la via Consolare Campana e la via Atellana: in particolare, il villaggio era situato proprio sulla via Consolare Campana, che da Capua conduceva a Cuma. Il tracciato, oggi noto quasi per la sua interezza grazie a numerosi ritrovamenti, partiva da Pozzuoli, dove aveva un ramo per Cuma, e attraversava il piano di Quarto, sino a raggiungere Qualiano, e per Giugliano e Parete, sempre in linea retta, giungeva a Lusciano, del quale rasentava il margine occidentale, per poi prolungarsi verso il Clanio fino a terminare presso il Colosseo Capuano (attuale anfiteatro di S. Maria Capua Vetere). Come i centri rurali limitrofi, anche Lusciano si sviluppa inizialmente intorno alla Chiesa di Santa Maria Assunta e al palazzotto palazzo Ducale, trovando riferimento economico e culturale nel territorio di Aversa.5 Aggregata alla vicina Aversa nel 1929, riacquistò l’autonomia amministrativa nel 1946.6

4 Dei 23 comuni 15 sono appartenenti alla provincia di Caserta (Aversa, , , Lusciano, , Parete, , , Sant'Arpino, , , , , , Gricignano) ed 8 comuni allla Provincia di Napoli (Arzano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Frattamaggiore, Grumo Nevano, Melito di Napoli, Sant'Antimo). 5 Menzionata nelle fonti documentarie a partire dall’XI secolo d.C., fece parte nel Medioevo dei territori soggetti al dominio dei longobardi di Benevento; in seguito si succedettero alla sua guida gli esponenti di diverse illustri famiglie, come i Filomarino, i Marramaldo, i Caracciolo, i Lucarelli di Aversa, cui pervenne nella seconda metà del Seicento, e i Mollo. Le vicende risorgimentali videro l’attiva partecipazione della comunità, che costituì una “vendita” della Carboneria 6 Nuovo comune di Lusciano costituito con la frazione omonima a seguito del distacco dal comune di Aversa ricostituiti i comuni di Carinaro e a seguito del distacco dei territori dal comune di Aversa, tutti in provincia di Caserta (Regio Decreto Legislativo N. 547 del 17/05/1946)

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2.1 Lo sviluppo urbanistico della città

Lo sviluppo urbanistico di Lusciano è riconducibile a tre fasi. Nella prima fase, fino alla fine del '800, la città si sviluppa tra la Chiesa di Santa Maria Assunta e il Palazzo Ducale fino alla confluenza di tre strade che lo collegavano ai tre preminenti poli di sviluppo di Aversa, il Borgo San Paolo, il Duomo, il quartiere di Savignano.

La prima strada, sul tracciato dell'antica strada Campana (nel primo tratto coincidente con la Strada di Mezzo - oggi via Costanzo - e nel secondo tratto via Maddalena di Aversa - oggi - via Miraglia), dal cuore di Lusciano, fiancheggiando le vecchie mura di cinta di Aversa,

arrivava al borgo di San Paolo. Figura 2. Strade primo sviluppo della città

La seconda strada (coincidente con

via Starza di Lusciano - oggi via Acerbo) partiva dal Palazzo Ducale e, con tracciato rettilineo, arrivava nel cuore amministrativo e religioso di Aversa rappresentato dal nucleo sviluppatosi radiocentricamente intorno al Duomo. La terza, (coincidente con via Perla), caratterizzata da un andamento più sinuoso, collegava il centro di Lusciano all'antico quartiere

Figura 3. Sviluppo di Lusciano. prima fase Savignano della città di Aversa.

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Nella seconda fase, coincidente con la seconda metà del '900, lo sviluppo urbano ha seguito due direttrici: l'una ad oriente e l'altra ad occidente del vecchio insediamento, con una consistente appendice a sud lungo via Costanzo.

Tali direttrici, condizionate nello sviluppo a nord dalla presenza delle

strade ferrate, oggi disattivate, della Figura 4. Lo sviluppo di Lusciano. seconda fase Napoli-Piedimonte e delle tramvie

provinciali, fanno assumere all'abitato un impianto a ventaglio aperto verso il restante territorio comunale.

Nella terza fase, relativa agli ultimi decenni, la crescita urbana si è caratterizzata per tre aspetti: - il primo è quello di un allargamento indiscriminato a macchia d'olio del preesistente, invadendo il territorio

Figura 5. Lo sviluppo di Lusciano. terza fase agricolo a ridosso del centro abitato;

- il secondo è il completamento a nord della barriera costituita dalle suddette linee ferrate, dopo la loro dismissione, con la conseguenza di una conurbazione indifferenziata con Aversa e Trentola-Ducenta; - il terzo, dell'ultimo periodo, riguarda, da un lato, un'ulteriore espansione verso sud e il travalicamento della strada provinciale Aversa-Ischitella (attuale viale della Libertà), e dall'altro, l'espansione a ridosso del comune di Parete, lungo il confine ovest.

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La struttura viaria si è caratterizzata conformemente alle tre fasi di sviluppo: la più antica, con sedi strette e reticolo irregolare; quella del periodo intermedio, con sedi strette e impianto ortogonale regolare; e la terza, dell'ultimo sviluppo, con sedi stradali incomplete e dall'impianto irregolare.

2.2 Il centro storico

Il centro storico7,ubicato nella parte settentrionale del territorio, ha un'estensione di circa 20,5 ettari. Dal punto di vista morfologico è costituito da n. 14 insulae urbane intese come la più piccola parte della città definita daltracciato viario. Dal punto di vista tipologico è caratterizzato dalla ricorrente iterazione del tipo edilizio a corte. Originariamente la casa a corte era costituita generalmente da un nucleo principale disposto su due piani e si articolava intorno ad uno spazio libero scoperto che rappresentava il principale elemento distributivo ed illuminante. Dalla corte si accedeva ai locali terranei destinati alla lavorazione, al deposito dei prodotti e degli attrezzi agricoli, al forno, alle stalle, ai fienili, al pozzo e alle cantine. Una scala esterna di solito collegava la corte ad un loggiato posto al piano superiore dell'abitazione, dal quale si accedeva alla zona notte, mentre al piano terra trovavano posto la cucina e i principali servizi. Il collegamento con l'esterno era dato da un grande portale con androne. Nel sottosuolo era costante la presenza della grotta, opera realizzata all'interno della corte, prioritariamente per reperire in loco il materiale da costruzione necessario alla realizzazione dell'edificio, successivamente utilizzata come cantina per il deposito e la conservazione dei vini di produzione locale. Costante era anche la presenza di cisterne per l'approvvigionamento idrico dei locali destinati all'abitazione e dei giardini, ai quali sono collegate da complessi sistemi di pozzi.

Come già detto nella città storica l’unità morfologica minima è l’insula urbana una sorta di proto- isolato circondato dalle strade. Di seguito di ciascuna insula vengono descritti i caratteri salienti .

7Ai sensi del PTR e del PTCP, la perimetrazione della città storica è stata ricavata con riferimento alle mappe IGM di primo impianto (1836-40) e dalla loro comparazione con le successive cartografie IGM (1920 - 1957).

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Figura 6. centro storico - insulae urbane

Insula n. 1 Ha un’estensione di 12.526 mq (1,25 ha) ed è delimitata da via Costanzo, via Genovesi e via Bovio. La tipologia edilizia prevalente è quella a corte, con la presenza, generalmente,di edifici che hanno mantenuto il carattere storico, anche laddove sono evidenti delle superfetazioni. Nell’insula si rileva una forte contrapposizione, però, fra aree ben ristrutturate ed aree completamente degradate ed abbandonate, localizzate principalmente nella parte interna. La maggior parte degli edifici situati lungo via Costanzo hanno una connotazione commerciale.

Insula n. 2 Ha un’estensione di 22.026 mq (2,2 ha) ed è delimitata da via Costanzo, via Genovesi, via Bovio e via G. Leopardi. In quest’insulasi rileva una cospicua presenza di stretti vicoletti, che si originanodall’incrocio dell’arteria stradale principale, ossia via Costanzo, e si diramano internamente. Da queste piccole stradine si accede alle abitazioni. Quest’ultime, in apparenza classiche case unifamiliari con portale arcato, in realtà si mostrano come un insieme di più corti che si uniscono ed intrecciano fra loro, creando dei piccoli quartieri. Ai lati di queste ampie corti si dislocano gli alloggi, suddivisi in due piani fuori terra, non sempre appartenenti ad una solo proprietario.

Insula n.3 Ha un’estensione di 20.537 mq (2,05 ha) ed è delimitata da via Costanzo, viaMarfuggi, via C. Marchesi e via A. Negri. In tale insula predomina la presenza dell’unico polo religioso del Comune, che rappresenta anche il fulcro della collettività. Eccetto alcuni edifici che affacciano sul lato sinistro di via

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Marfuggi, gli edifici storici sono stati quasi interamente sostituiti da nuovi impianti edilizi, per lo più case unifamiliari e/o edifici a torre.

Insula n.4 Ha un’estensione di 24.552 mq (2,46 ha) ed è delimitata da via Salzano, viaMarfuggi, via Cantalupi e via Costanzo. Su quest’ultima strada si sviluppano attività commerciali, mentre per la parte interna, anche laddove sono state effettuate delle ristrutturazioni, l’impianto originario non è stato stravolto erisulta ancora ben leggibile. Anche in questo caso vi è l’alternanza di edifici abbandonati o fatiscenti con quelli ristrutturati o di nuova costruzione.

Insula n.5 Ha un’estensione di 15.806 mq (1,58 ha)ed è delimitata da via Cantalupi ,via Salzano, via Marconi e via C. Marchesi. Lungo via Salzano e via Cantalupi, gli edifici, nonostantele ristrutturazioni e le superfetazioni, conservano il loro impianto originario. Sugli altri due assi viari, gli edifici hanno un impianto moderno dovutoin alcuni casi ad una totale ricostruzione, in altri il periodo di costruzione dei manufatti è successivo al 1950. Tali edifici, ricadono comunque nel centro storico, in quanto i lotti sui quali sono stati costruiti, compaiono nelle mappe catastali della prima metà del ‘900.

Insula n.6 Ha un’estensione di 17.640 mq (1,76 ha)ed è delimitata da via Salzano, via Fiume, via degli Orefici e via Costanzo. Quest’insula, presente fin dal primo impianto ottocentesco del Comune, ci consente una lettura chiara delle peculiarità del centro storico.

Gli edifici presentano una forma lineare, che prende conformazione sul prospetto principale dagli stretti assetti viari ove si colloca l’edificio, mentre per la parte interna segue il perimetro delle ampie corti. Alcune corti, con il tempo, sono state divise, a volte semplicemente con un muretto di divisione, altre volte con dei fabbricati adibiti a rimesse o depositi. Tale insula è caratterizzata da una cospicua presenza di grotte, delle quali alcune chiuse da grate in ferro, altre ancora accessibili grazie ad una scala posta lateralmente alla corte oppure attraverso dei vani posti lungo le strade. La presenza di tali vani è nata nel periodo bellico, al fine di permettere alle persone del quartiere di rifugiarsi dai bombardamenti il più facilmente possibile. Nella maggior parte degli edifici sono ben leggibili cambiamenti apportati alla struttura originaria. Tra i cambiamenti più frequenti vi è la trasformazione delle rimesse, stalle e vani un tempo usati per il lavoro artigianale in abitazioni, pur non avendo i requisiti richiesti dalla normativa vigente.

Insula n.7 Ha un’estensione di 10.937 mq (1,09 ha) ed è delimitata da via Fiume,via degli Orefici, via Napoli e via Roma. Collocata a nord dell’insula n.6, riprende di quest’ultima le principali caratteristiche già descritte. In quest’insula, insistono due ampli complessi residenziali, uno posto all’angolo fra via Orefice e via Fiume, l’altro all’incrocio terminale di via Orefice. Entrambi i complessi sono costituiti da più edifici (edificati in diversi periodi) formati da un piano terra con dei grandi porticati e delle scale che consentono l’accesso al primo piano; lateralmente al corpo principale si dislocano altri edifici, che possono essere sia stalle che abitazioni, che piccoli forni. Queste strutture versano in un grave stato di abbandono e degrado, ma ciò nonostante alcune risultano abitate.

Insula n.8 Ha un’estensione di 14.196 mq (1,42 ha)ed è delimitata da via degli Orefici, via Roma e piazza Torre. Nella parte che si affaccia su via Orefice le abitazioni conservano l’elemento distintivo della corte, anche laddove gli edifici sono stati completamente o in parte ricostruiti; nella parte invece che si sviluppa a nord di piazza Torre, tale tipologia scompare lasciando posto ad una maggiore densità di agglomerati residenziali, dove diventa difficile definirne la tipologia strutturale prevalente. L’insula è connotata dalla presenta di uno slargo destinato a parcheggio e dell’antico monumento della Torre, di cui restano poche

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tracce. Piazza Torre è un luogo di ritrovo per una buona parte della popolazione luscianese, anche perché è la zona dove maggiormente si addensa la presenza di bar e circoli.

Insula n.9 Ha un’estensione di 5.239 mq (0,52 ha)ed è delimitata da piazza Torre, via Costanzo e via S. Rosa. L’insula è occupata per due terzi dal Palazzo Ducale, secondo polo intorno cui è sviluppato il centro storico della città. Il palazzo, risalente al XV sec., vincolato come bene di interesse storico artistico, conserva la sua struttura originaria pur cambiando la destinazione d’uso originaria del piano terra, oggi adibito, per la parte prospiciente su strada, ad attività commerciali. Altro edificio imponente dell’insula è il centro polivalente comunale, che si sviluppa tra l’incrocio di via Costanzo e via S. Rosa.

Insula n.10 Ha un’estensione di 8.963 mq (0,9 ha) ed è delimitata da via Costanzo, via S. Rosa e via Macedonia. In quest’insula si assiste ad una riduzione delle dimensioni della corte, non più ampia come nelle altre aree del centro storico,ed occupata in tutto il suo perimetro da fabbricati: ciò riduce notevolmente l’illuminazione che solitamente essa offre all’edificio. Si riscontra inoltre, come per le altre insulae, un’alternanza fra edifici di stampo storico e quelli di nuova edificazione, soprattutto percorrendo via Macedonia.

Insula n.11 Ha un’estensione di 5.993 mq (0,6 ha)ed è delimitata da via Costanzo, via Acerbo e via S. Perla. Nell’insula sono presenti alcuni edifici di notevole interesse storico in stato di abbandono e degrado. All’interno di alcune corti vi è la presenza di ruderi costituiti per lo più da edicole votive o antichi forni. Anche in quest’insula la lettura dello skyline degli edifici si alterna fra quelli degradati e quelli il cui restauro ne ha alterato l’impianto originario.

Insula n.12 Ha un’estensione di 10.543 mq (1,05 ha)ed è delimitata da via Bovio, via Genovesi e via Perla. In quest’insula è presente il secondo polo religioso del comune, ossia il convento delle suore del Sacro Cuore di Gesù.Il complesso si sviluppa su due livelli fuori terra lungo il grande rettangolo della corte interna. Al piano terra della prima ala dell’edificio vi è una scuola materna gestita dalle suore, mentre nella zona retrostante ed al piano superiore vi sono gli alloggi delle religiose, che ospitano anche persone anziane bisognose di assistenza. La parte restante dell’insula è costituita da edifici ben ristrutturati che conservano l’impronta originaria: tra questi, alcuni presentano i caratteri architettonici dei palazzi nobiliari, di notevole bellezza, non solo per la struttura architettonica ma anche per i giardini pensili ad essi annessi.

Insula n.13 Ha un’estensione di 12.451 mq (1,25 ha)ed è delimitata da via Perla e via Boito. L’insula è quasi completamente occupata dalla presenza della Villa Martino, originaria del XVII secolo, sottoposta a tutela dalla Soprintendenza dei beni architettonici di Caserta. L’edificio versa in uno stato di completo abbandono, eccetto per un’ ala dell’edifico, dove al piano terra sono localizzate officine di maestranze artigianali. La bellezza architettonica di un tempo, purtroppo, è stata ricoperta dal più indecoroso stato di degrado.

Insula n.14 Ha un’estensione di 5.853 mq (0,59 ha)ed è delimitata da via Perla, via Bovio e via Genovesi. L’impianto prevalente è quello a corte, che si conserva nella maggior parte dei casi, nonostante gli interventi di ristrutturazione che sono stati realizzati negli anni. Si sottolinea la presenza di alcuni edifici di recente costruzione sull’ impianto storico.

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2.3 Gli alloggi abitati inidonei del centro storico

Negli anni, la condizione del centro storico è sensibilmente cambiata: l'indagine effettuata con sopralluoghi diretti sul campo ha rivelato infatti una condizione di particolare degrado con la presenza di alloggi abitati non idonei all’uso.

Come anzidetto, diffusa è ancora la presenza dell'originaria edilizia a corte, sebbene in alcune aree si sia rilevata la presenza di strutture edilizie di nuovo impianto che hanno sostituito completamente quelle storiche: in questi casi i piani terra risultano essere adibiti a garage, rimesse o locali commerciali. In molti degli edifici di impianto storico, i locali terranei che costituivano la volumetria iniziale, sono stati impropriamente trasformati in superfici residenziali, mentre ai piani superiori si è verificata l'aggiunta di ballatoi, piccoli volumi e la trasformazione di tetti e sottotetti, determinando di conseguenza l'inserimento di nuove scale e la realizzazione delle più disparate superfetazioni. In alcuni casi le abitazioni hanno mantenuto le dimensioniinterne e l’altezza originaria, mentre in altri sono stati realizzati soppalchi interni per sfruttare l'altezza originaria.

Molte abitazioni sono caratterizzate da un'insufficienza di illuminazione ed aereazione naturale, presentando aperture solo sulla corte interna. Diffusa è anche la presenza di alloggi con aperture solo su fronte strada. in molti casi si tratta di strade carrabili e/o di larghezza inferiore a 6 metri. Si assiste in generale ad una situazione di diffuso degrado sia strutturale che sociale.

Figura 7. Alloggi ubicati tra via degli Orefici/via Napoli - corte interna

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Figura 8. alloggi ubicati tra via Salzano e via Cantalupi

Figura 9. alloggi ubicati in via Costanzo - fronte strada/corte interna

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Da questa analisi è emerso che molti degli alloggi presenti nel centro storico sono inidonei all'abitazione: in particolare, si tratta di quelli ubicati su fronte strada carreggiabile e/o su strada di larghezza inferiore a 6 metri; gli alloggi ubicati all’interno di corti notevolmente degradati e con aereazione ed illuminazione naturale insufficiente ed infine gli alloggi con altezze inferiore ai 2,70 metri. Tali alloggi inidonei risultano essere in numero di 82 e sono localizzati soprattutto nelle insulae a ridosso di via Costanzo, via Salzano, via degli orefici e via Perla.

2.4 La città moderna

La città moderna è cresciuta seguendo tre direttrici: la prima a nord-est del vecchio insediamento fino al confine con i Comuni di Trentola- Ducenta e di Aversa; la seconda a nord-ovest fino alla S.S. 335 di immissione sulla Statale 7bis Terra di lavoro, e la terza a sud lungo via Costanzo. Ulteriori espansioni si sono verificate nel territorio agricolo al di fuori di qualsiasi

pianificazione. Figura 10. città moderna- unità urbane

La città della seconda metà del novecento formatasi a ridosso dell’impianto storico e sviluppatasi lungo le arterie esistenti, presenta caratteristiche tipo-morfologiche non univocamente definibili. Ai fini della lettura delle caratteristiche dei tessuti edificati moderni si è proceduto ad individuare impianti urbanistici riconoscibili della città ed univocamente definibili dal punto di vista temporale e morfologico che denominate UNITA’ URBANISTICHE di seguito si illustrano.

UU n.1 via de Chirico, via Modigliani, via Cimabue, viale Colucci Gli isolati sono disposti parallelamente, con il lato lungo rivolto verso i principali assi stradali, costituiti da via De Chirico e via Cimabue ed hanno una dimensione media di circa 3.000 mq.

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La tipologia edilizia è abbastanza costante, essendo costituita nella maggior parte dei casi, da ville mono- bifamiliari, con spazi aperti direttamente raggiungibili dalla strada, e da qualche palazzo pluripiano. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, ma non mancano attività commerciali ai piani terra. Tali insediamenti, che coincidono con le zone B1 del vigente PRG, sono caratterizzati da un'alta densità planimetrica ed una ridotta volumetria, essendo costituiti da edifici che raramente superano i due piani fuori terra, e sono da considerarsi saturi dal punto di vista residenziale. Presentano uno stato di conservazione mediamente buono.

UU n.2 via Taranto, via Fiume, viale Colucci,via Fiume E' caratterizzato da un impianto non unitario. In alcuni casi, soprattutto a nord tra via Taranto (area di sedime della linea Napoli-Piedimonte, oggi disattivata), e via Padova, gli isolati presentano un impianto regolare, a maglia ortognale: a nord-ovest hanno una dimensione di circa 5.000 mq, e sono orientati con il lato corto sui principali assi stradali, mentre a nord-est presentano un'estensione minore, di circa 2.500-3.000 mq, con il lato lungo sulla strada. A sud del quadrilatero, l'impianto si presenta meno regolare: gli isolati sono caratterizzati da dimensioni che variano dai 2.000 ai 10.000 mq e sono serviti da un reticolo stradale irregolare. La tipologia edilizia è costituita nella maggior parte dei casi, da ville mono-bifamiliari, con spazi aperti direttamente raggiungibili dalla strada, con qualche palazzo pluripiano. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, con la presenza, in alcuni casi, di attività commerciali ai piani terra. Anche in questo caso, gli insediamenti sono caratterizzati da un'alta densità planimetrica ed una ridotta volumetria, essendo costituiti da edifici che raramente superano i due fuori terra. Coincidono con le zone B1 del vigente PRG e sono da considerarsi saturi dal punto di vista residenziale.Presentano uno stato di conservazione mediamente sufficiente.

UU n.3 via Cangemi, via Fiume, via della Repubblica, via Napoli, via Macedonia, via Miraglia E' caratterizzato da un impianto regolare, a maglia ortogonale, orientato in direzione nord-ovest/sud-est. Le dimensioni degli isolati variano dai 3.000 ai 10.000 mq. La tipologia edilizia è costituita in prevalenza da ville mono-bifamiliari, e da qualche palazzo pluripiano. Costante è la presenza di spazi aperti, con uno o più accessi dalla strada. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, con la presenza, in alcuni casi, di attività commerciali ai piani terra. L'insediamento coincide con le zone A e B1 del prg vigente ed è da considerarsi saturo dal punto di vista residenziale. All'incrocio tra viale della Resistenza e via della Repubblica è localizzato il plesso costituito dalla scuola materna, elementare e media, risalente agli anni '50. A sud di via della Resistenza, tra via Fiume-via Roma e via Macedonia si sviluppano 4 isolati che ricadono nel centro storico, con dimensioni tra 2.000 e 6.000 mq ed altezze non superiori ai due piani fuori terra.

UU n.4 via Tevere, via Acerbo, via della Resistenza e via Miraglia E' caratterizzato da un impianto fortemente irregolare: gli isolati presentano dimensioni estremamente variabili e non è riconoscibile un orientamento univoco o una maglia viaria definita. In alcuni punti, soprattutto a ridosso di via Miraglia, gli isolati assumono una forma particolarmente intricata, a causa della mancanza di strade di collegamento.

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Come per le altre parti di città sorte a nord-est del centro storico, la destinazione d'uso prevalente è costituita da ville mono-bifamiliari, con qualche palazzo pluripiano. Costante è la presenza di spazi aperti, con uno o più accessi dalla strada. Gli edifici raramente superano i due fuori terra e presentano uno stato di conservazione mediamente sufficiente. Gli insediamenti coincidono con le zone B1 del vigente PRGe sono da considerarsi saturi dal punto di vista residenziale. Al centro del quadrilatero è presente un'area di circa 3000 mq, destinata dal vigente PRG a standard (asilo e scuola materna), allo stato attuale libera.

UU n.5 via Acerbo, via Pastore, e via Toti La particolare forma triangolare dell'isolato deriva dall'incrocio di via Acerbo con via Toti, la prima, strada storica di collegamento con la città di Aversa, la seconda, più recente, sede della linea Napoli-Piedimonte, oggi disattivata. L'isolato è caratterizzato, tra l'incrocio di cui sopra e via San Pellico, dalla presenza di edifici risalenti alla prima metà del '900 e, tra via San Pellico e via Pastore, strada a confine col comune di Aversa, da edifici risalenti agli anni '50 e '70, stretti e lunghi, orientati con il lato corto su via Acerbo e via Toti. Gli isolati presentano un'estensione che varia dai 1.500 mq ai 13.000 mq. La tipologia edilizia è costituita da ville mono-bifamiliari, con la presenza di spazi aperti, direttamente raggiungibili dalla strada, e da palazzi pluripiano, che raggiungono anche i 4 livelli fuori terra. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, ma non mancano edifici a destinazione d'uso commerciale e produttiva. Tali insediamenti coincidono con le zone B1 del vigente PRG e sono da considerarsi saturi dal punto di vista residenziale. Presentano uno stato di conservazione mediamente buono.

UU n.6 via Toti, via Pastore, via Perla e via Costanzo La particolare forma ellittica allungata deriva dall'andamento di via Toti e via Perla, quest'ultima strada storica di collegamento del centro storico di Lusciano con l'antico quartiere Savignano della città di Aversa. Gli isolati più prossimi al centro storico risalgono alla prima metà del '900, mentre verso est l'edificato è stato realizzato tra gli anni '50 e '70. L'impianto si presenta irregolare ad ovest sul lato adiacente il centro storico, dove, fatta eccezione per via Mazzini, si nota la mancanza di strade di attraversamento e/o di collegamento tra via Toti e via Perla. Ad est, invece, l'impianto si presenta più regolare con gli isolati serviti da stradine di collegamento orientati in direzione nord-sud con il lato corto sui due assi stradali principali. Anche in questo caso, la dimensione degli isolati si presenta diversa a seconda della maggiore o minore regolarità dell'impianto urbano. La tipologia edilizia è costituita nella maggior parte dei casi, da ville mono-bifamiliari, con la presenza di spazi aperti, direttamente raggiungibili dalla strada, con la presenza sporadica di qualche palazzo pluripiano. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, con la presenza, in alcuni casi, di attività commerciali ai piani terra. Tali insediamenti, che coincidono con le zone A e B1 del vigente PRG, costituiti da edifici che raramente superano i due fuori terra, sono da considerarsi saturi dal punto di vista residenziale. Presentano uno stato di conservazione mediamente sufficiente.

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UU n.7 via Perla, via Pastore, via Gambardella e via G.Leopardi L’area presenta un impianto regolare, su maglia viaria ortogonale. I lotti, della dimensione media di circa 5.000 mq quadrati, sono orientati con il lato lungo sugli assi stradali principali. La maggior parte degli edifici è stata realizzata nel ventennio compreso tra gli anni '50 e gli anni '70, mentre la restante parte si colloca temporalmente tra gli anni anni '70 e gli anni '90. La tipologia edilizia è costituita nella maggior parte dei casi, da ville mono-bifamiliari, con la presenza di spazi aperti, e da qualche palazzo pluripiano. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, con qualche attività commerciali o artigianale ai piani terra. Tali insediamenti, che coincidono con le zone B2 del vigente PRG, sono caratterizzati da un'alta densità planimetrica ed una ridotta volumetria, essendo costituiti da edifici che raramente superano i due livelli fuori terra, e sono da considerarsi saturi dal punto di vista residenziale. Presentano uno stato di conservazione mediamente sufficiente.

UU n.8 via G.leopardi, viale della Libertà, via Manzoni, via Carminiello Tra gli anni '50 e '70, la città è cresciuta con una consistente appendice a sud lungo via Costanzo e viale Manzoni. Lo sviluppo ha seguito un impianto regolare di tipo ippodameo, con lotti dalle dimensioni variabili dai 3.000 ai 6000 mq. La tipologia edilizia è costituita da ville mono-bifamiliari e da palazzi pluriplano, con la presenza di spazi aperti direttamente raggiungibili dalla strada. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, ma non mancano edifici con attività commerciali ai piani terra. Tali insediamenti coincidono con le zone B2 del vigente PRG, sono caratterizzati da un'alta densità planimetrica e volumetrica, essendo costituiti maggiormente da edifici che superano i due livelli fuori terra, e sono da considerarsi saturi dal punto di vista Presentano uno stato di conservazione sufficientemente buono.

UU n.9 via Cacciolo, via 11 Settembre, via Magellano, viale Colucci, via Marconi, viale della Libertà Tra gli anni '70 e i primi del 2000 la città è cresciuta, da un lato, completando gli insediamenti sorti all'interno delle previsioni del PRG vigente, dall'altro, con la nascita di nuovi insediamenti residenziali in territorio agricolo. La nascita di tale insediamento, al di fuori delle previsioni della strumentazione urbanistica, ne ha determinato un impianto irregolare, con la mancanza di un sistema viario razionale e adeguato. Eccetto gli isolati tra via Marconi e viale Colucci che coincidono con la zona B1 e quelli tra viale della Libertà e via Marconi con la zona B2, tutta l’area come sopra detto ricade nella zona agricola del PRG vigente. La tipologia edilizia è costituita in prevalenza dalla villa mono-bifamiliare, con spazi aperti sia a verde che pavimentati, con la presenza di qualche edificio pluripiano che comunque raramente supera i 3 livelli fuori terra. La destinazione d'uso è quella residenziale. Trattandosi di insediamenti relativamente recenti, presentano uno stato di conservazione mediamente buono. Lo stesso non si può dire per il sistema delle infrastrutture a rete: mancano la rete fognaria, quella idrica e quella della pubblica illuminazione.

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UU n. 10 via F.lli Cervi, via M. D’Antona, viale della Libertà Insediamenti sorti a sud di viale della Libertà ed in particolare nell'area, ad ovest del territorio comunale, compresa tra lo svincolo dell'Asse Mediano e via Piero Gobetti. Anche in questo caso, scontando l'assenza di un disegno urbano unitario, l'impianto si presenta irregolare e carente di infrastrutture viarie e a rete adeguate. La tipologia edilizia è variegate, essendo costituita da ville mono-bifamiliari, da palazzine che non superano i 3 livelli fuori terra, da case a schiera e case in linea. La destinazione d'uso ricorrente è quella residenziale, anche se non mancano edifici ad uso prevalentemente o in parte commerciale.

UU n.11 via Torre Pacifico, via Marchesi, via Marconi L’area di forma quadrangolare si sviluppa a sud-ovest del centro storico. L’ impianto presenta un andamento regolare, con lotti dalle dimensioni variabili dai 1.000 ai 5000 mq. Tali insediamenti coincidono con le zone B1 e B2, un solo lotto ricade nel centro storico del vigente PRG. Ad angolo fra via Boccaccio e via Marchesi è presente il complesso scolastico costituito dalla scuola materna ed elementare. La tipologia edilizia prevalente è composta da ville mono-bifamiliari, con spazi aperti sia a verde che pavimentati, e da palazzi pluriplano che non superano i 3 livelli fuori terra. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, con la presenza, in alcuni casi, di attività commerciali o artigianali ai piani terra. Gli edifici presentano uno stato di conservazione mediamente sufficiente.

UU n.12 via Manzoni, via Torre Pacifico, via Negri, via Carminiello Insediamenti sviluppatesi a sud del centro storico, lungo via Costanzo e via De Sanctis. Lo sviluppo ha seguito un impianto regolare, lungo le direttrici stradali conferendo agli isolati una forma allungata in direzione nord-sud. La tipologia edilizia è differenziata da ville mono-bifamiliari, da palazzi pluriplano che non superano i 3 livelli fuori terra, e dalla classica casa a corte. Elemento costante fra gli edifici sono gli spazi aperti sia a verde che pavimentati. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, con la presenza, in alcuni casi, di attività commerciali o artigianali ai piani terra. Tali insediamenti coincidono con le zone B2 del vigente PRG, eccetto un’area di circa 18.000 mq che ricade in zona agricola ed attualmente quasi del tutto urbanizzata. Gli edifici presentano uno stato di conservazione sufficientemente buono, pur essendoci taluni in condizioni pessime.

UU n.13 viale della Libertà, via Marconi e via Torre Pacifica L’area si sviluppa maggiormente a nord di viale della Libertà, con un impianto urbano regolare di forma quadrangolare, e con lotti dalle dimensioni variabili dai 2.000 ai 7000 mq. La tipologia edilizia è costituita da ville mono-bifamiliari, con la presenza di spazi aperti sia a verde che pavimentati, da palazzi pluripiano, che raggiungono e a volte superano i 3 livelli fuori terra, e da alcune case a schiera. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, ma una parte cospicua degli edifici al piano terra è adibita ad uso commerciale. Tale area ricade in tre zone diverse del PRG vigente: tra via Torre Pacifico e viale della Libertà ricade nella zona C, destinata ad aree PEEP, a sud di viale della Libertà e tra quest’ultimo e via Marconi in zona B2 ed infine a nord-est di via Marconi nella zona agricola, che ha subito un processo di urbanizzazione.

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L’area coincidente con la zona C dell’attuale PRG, è ancora in fase di realizzazione. Gli edifici presentano uno stato di conservazione sufficientemente buono.

UU n.14 via Torre Pacifica, via Carminiello, viale della Libertà Gli insediamenti di quest’area sono sorti nell’ultimo decennio a nord di viale della Libertà ed ad ovest di viale Manzoni, nella zona destinata a PEEP dal PRG vigente. L’ impianto ha una forma regolare con una dimensione dei lotti che varia dai 2.000 mq ai 6.000 mq. La tipologia edilizia è costituita da palazzi pluriplano, che superano i 3 livelli fuori terra, e da case a schiera. Gli edifici presentano spazi aperti sia a verde che pavimentati. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, con la presenza di attività commerciali ai piani terra. Gli edifici presentano uno stato di conservazione sufficientemente buono.

UU n.15 viale della Libertà, via G. Leopardi, via Pastore L’area di forma quadrangolare si sviluppa sul confine orientale del territorio comunale, a nord di viale della Libertà. Presenta un impianto urbano regolare a maglia ortogonale, con lotti dalle dimensioni variabili dai 2.000 ai 6.000 mq. La crescita maggiore di quest’area si è avuta nell’ultimo decennio, grazie all’attuazione della zona PEEP, localizzata dal PRG vigente fra via G. leopardi e viale della Libertà. Tra i lotti dei nuovi insediamenti, uno è occupata dalla caserma della polizia municipale, antistante la quale vi è un area verde attrezzata a giochi. Tra viale della Libertà,via G. Leopardi e via A. Moro si trovano altre due grandi aree verdi, una delle quali attrezzata a parco comunale. La tipologia edilizia è costituita da palazzi pluripiano, che superano i 4 livelli fuori terra, e da case unifamiliari, con spazi aperti sia a verde che pavimentati. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, ma una parte cospicua degli edifici al piano terra è adibita ad uso commerciale. Tali insediamenti ricadono nella zona B2 e C2 del PRG vigente. Gli edifici presentano uno stato di conservazione buono.

UU n.16 via de Curtis, viale della Libertà e via B. Croce L’area è cresciuta a sud di viale della Libertà, asse viario principale e molto trafficato collegando vari comuni fra loro. Gli isolati, adiacenti viale della Libertà, hanno un impianto regolare a maglia ortogonale. I lotti orientati con il lato corto su fronte strada, hanno una dimensione di circa 3.000 mq. Andando verso sud dell’area l'impianto si presenta meno regolare, in quanto gli insediamenti sono sorti al di fuori della programmazione urbanistica occupando l’area agricola, questo ha comportato anche la mancanza di un adeguato sistema viario. La tipologia edilizia è costituita da ville mono-bifamiliari, con la presenza di spazi aperti sia a verde che pavimentati, e da palazzi pluripiano, che non superano i 3 livelli fuori terra. La destinazione d'uso prevalente è quella residenziale, con una cospicua presenza di attività commerciali ai piani terra, soprattutto lungo viale della Libertà, inoltre sono presenti anche alcuni capannoni industriali. Tali insediamenti coincidono con le zone B2 e con la zona agricola del vigente PRG, la quale come sopra detto sta subendo un forte processo di urbanizzazione. Gli edifici presentano uno stato di conservazione sufficientemente buono.

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3. L’ARMATURA URBANA

Per armatura urbana si intende l'insieme dei servizi e delle reti tecnologiche che costituiscono la parte pubblica della città, e cioè:  le attrezzature ed impianti di interesse locale e generale;  la viabilità;  le reti tecnologiche.

3.1.Le attrezzature pubbliche e i servizi pubblici

Le attrezzature pubbliche e i servizi pubblici di interesse generale

Sono definite al punto 5 dell’art. 4 del DM 1444/68 e debbono essere previste, ove necessarie, in misura non inferiore in rapporto alla popolazione del territorio servito:  1,5 mq/abitante per le attrezzature per l'istruzione superiore all'obbligo (istituti universitari esclusi);  1 mq/abitante per le attrezzature sanitarie ed ospedaliere;  15 mq/abitante per i parchi pubblici urbani e territoriali.

Attualmente, la dotazione di infrastrutture generali è costituita dal Cimitero, di m. 21.500 e dall’impianto sportivo localizzato ad est del territorio comunale a confine con il territorio di Aversa, di mq 16.340, con per un totale di 37.840 mq.

Si sottolinea che sul territorio comunale sono assenti le attrezzature per l'istruzione superiore all'obbligo, e, fatta eccezione per il presidio locale dell’Asl, le attrezzature sanitarie ed ospedaliere più vicine, cui fanno capo gli abitanti di Lusciano, si trovano nei comuni limitrofi di Trentola Ducenta ed Aversa.

Le attrezzature pubbliche e i servizi pubblici di interesse locale

Le attrezzature di interesse locale sono gli spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi. L’art. 3 del D.M. 1444/68 indica la dotazione minima delle aree per servizi sociali nella misura di 18 mq per abitante. La L.R. 14/1982 eleva lo standard a mq. 20 per abitante nei Comuni capoluogo di Provincia, in quelli con popolazione superiore a 50.000 abitanti ed in quelli con tasso medio di incremento demografico nell’ultimo decennio superiore al 5%. Lusciano rientra in quest'ultimo

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caso, essendo il tasso medio di incremento demografico nell'ultimo decennio pari circa al 17% (decennio di riferimento 2003-2013).8

La dotazione minima complessivadeve rispettare le seguenti quantità:  istruzione (asili nido, scuole materne, scuole elementari, medie d’obbligo) = 5,00 mq/ab;  attrezzature di interesse comune (religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative = 2,50 mq/ab , di cui 1 mq/ab da desinare ad attrezzature religiose;  spazi pubblici a parco, per il gioco e lo sport = 10,00 mq/ab;  parcheggi pubblici =2,50 mq/ab.

Istruzione dell’obbligo

Nel territorio comunale sono presenti una scuola media e una scuola elementare localizzate a nord, tra via Fiume e viale della Resistenza e un plesso scolastico (scuola materna ed elementare) a via Marchesi, a ridosso della parte meridionale del centro storico.

In dettaglio:

 Scuola materna (dell'infanzia),Via Della Resistenza  Scuola materna (dell'infanzia), Via Boccaccio  Scuola elementare (primaria), Via Della Resistenza  Scuola elementare (primaria) Via Boccaccio  Scuola elementare (primaria)  Scuola Secondaria I Grado Foscolo  Scuola media (secondaria di I grado) Via Della Resistenza  Sono inoltre presenti diverse scuole private9

La superficie di tali attrezzature è di 26.744,00 mq, e rappresenta il 35% del fabbisogno che, in ragione della popolazione attualmente residente di 15. 426 abitanti, è pari a 77.130 mq.

8 La valutazione del fabbisogno di aree destinate ad attrezzature pubbliche (standard urbanistici) è effettuata in base a quanto stabilito dall’art. 31 “standard urbanistici” della L.R. 16/2004 per cui “Gli atti di pianificazione sono adottati nel rispetto degli standard urbanistici fissati dalla normativa nazionale vigente” con la possibilità prevista dal regolamento regionale di aumentare tali valori minimi.

9 Il Salotto Delle Fiabe Scuola materna (dell'infanzia) – Paritaria Via Boito, 16 Il Sogno Dei Bimbi,Scuola materna (dell'infanzia) – Paritaria Via Marconi, 51 Puffilandia, Scuola materna (dell'infanzia) – Paritaria Via G. Siani Snc Walt Disney Scuola materna (dell'infanzia) – Paritaria Via Pastore, 2

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Attrezzature di interesse comune

Le attrezzature a servizio della collettività sono costituite dal Municipio, dalla Biblioteca comunale, dalla sala polifunzionale localizzata nel Palazzo Ducale, dalla Polizia Municipale, dal Centro informa - giovani, dalla Caserma dei Carabinieri, dalla sede dell'ASL e dalla Protezione Civile. E' da sottolineare la mancanza di un'area dedicata ad ospitare il mercato settimanale, che attualmente si svolge su via Leopardi, strada che, per l'occasione, viene interdetta al traffico. La superficie di tali attrezzature è di 8391,20 mq, e rappresenta il 36% del fabbisogno che in ragione della popolazione attualmente residente è pari a 23.139 mq.

Attrezzature religiose

La dotazione attuale è costituita dalla Chiesa di Santa Maria dell'Assunta, dal convento/casa di riposo "Sacro Cuore di Gesù" localizzate all'interno del centro storico e dalla Cappella di San Rocco, a sud, nei pressi di viale della Libertà. La superficie di tali attrezzature è di 9.540,25 e rappresenta il 62% del fabbisogno complessivo fabbisogno che in ragione della popolazione attualmente residenteè pari a 15.426 mq.

Verde e sport

Le superfici esistenti a verde attrezzato consistono sostanzialmente nelle aree del parco Cangemi, localizzato a nord a confine col territorio di Trentola-Ducenta e nelle aree situate, assieme ai due parchi G. Leopardi e R. Numeroso, all'interno dei PEEP realizzati e in corso di realizzazione. Lo standard sportivo è costituito dalla palestra comunale situato nel plesso scolastico a via della Resistenza. Il fabbisogno di aree da destinare a verde, sport e spazi pubblici attrezzati, è pari a 154.260 mq. Il totale delle aree rapportato alla popolazione presente sul territorio, registra un valore di mq 23.416,00 mq, e cioè il 15% del fabbisogno calcolato a norma di legge.

Parcheggi

Le zone destinate a parcheggio sono pari a 8337,84 mq che assolvono solo il 22% del fabbisogno. Questo determina gravi problemi di circolazione soprattutto a ridosso del nucleo più antico dell’insediamento dove la ridotta dimensione delle strade rende difficile la circolazione carrabile e la sosta, anche momentanea, dei veicoli.

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Il fabbisogno di aree a parcheggio di 2,50 mq/ab, è di 38.565 mq. L’analisi evidenzia una situazione di grave carenza di aree a standard e relativamente agli aspetti distributivi e di localizzazione, una maggiore presenza di attrezzature pubbliche nell’area urbana del centro storico e nelle aree a nord-est, mentre una totale assenza nelle zone residenziali a sud e ad ovest del territorio comunale. (cfr. Tav. IC.05 "attrezzature pubbliche esistenti").

Il fabbisogno pregresso di attrezzature

Il totale delle aree e delle attrezzature esistenti sul territorio comunale è di 76.459,264 mq, che rappresenta appena il 25% del fabbisogno con un deficit quindi del 75%. Tale deficit interessa tutta la tipologia di attrezzature esaminate.

Il fabbisogno pregresso di attrezzature e servizi è pari a 309.191 mq

FABBISOGNO FABBISOGNO TEORICO STANDARD ESISTENTE PREGRESSO STANDARD mq/ab mq mq attuazione mq deficit %

ISTRUZIONE 5 77.130 26.774 35% 50.356

ATTREZZATURE COLLETTIVE 2 77.130 8.391 36% 68.739

ATTREZZATURE RELIGIOSE 1 77.130 9.540 62% 67.590 75% VERDE E SPORT 10 77.130 23.416 15% 53.714

PARCHEGGI 3 77.130 8.338 22% 68.792

TOTALE 20 385.650 76.459 25% 309.191

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3.2 La viabilità

Il sistema della viabilità esistente è costituito da:

Strada di Alto Scorrimento: la SP335 (ex SS2 65 Dei Ponti Della Valle) che attraversa le province di Benevento, Caserta e Napoli. Questa strada intercetta, a sud del territorio di Lusciano, la SS 162(detta Asse Mediano) ea Nord la SP 16 (Nola- VillaLiterno). Ad ovest del territorio di Lusciano, la SP 335 presenta quattro svincoli, di cui due (entrata ed uscita) fanno confluire il traffico sulla strada principale, Viale della Libertà, e due (entrata ed uscita) consentono l’accesso al centro commerciale Jambo, che ricade nel territorio comunale di Trentola Ducenta.

Strade Principali: direzione Est-Ovest: Viale della Libertà - Via Cangemi e Via Tevere: Viale Della Libertà: strada particolarmente impegnata perché su di essa si riversa il traffico proveniente dalla SP 335 in direzione Parete-Lusciano-Aversa. Via Cangemi e Via Tevere: strade di confine collocate a nord del territorio e che separano Lusciano da Aversa e Trentola Ducenta. direzione Nord- Sud: Viale Marconi- Viale Manzoni - Viale Pastore: Viale Marconi in direzione nord, unendosi a Viale Colucci, collega il Comune di Lusciano con Trentola-Ducenta; mentre a sud, continuando lungo la strada poderale Via Masseria Bassa (l’antica Via Campana) si raggiunge Giugliano in Campania. Viale Manzoni parte dall’incrocio di Viale della Libertà e giunge fino al bivio di via G.Leopardi, dove diviene Via Costanzo. Quest’ultima attraversa la parte centrale dell’impianto storico della città,diramandosi poi con via Perla e Via Acerbo consente il collegamento con il comune limitrofo di Aversa. Viale Pastore, posta sul confine est del territorio,segna il confine fra il comune di Lusciano e quello di Aversa.

Strade Secondarie:strutturano la percorrenza interna del centro abitato. La maggior parte di questi assi viari presentano una sola corsia di carreggiata, in quanto la larghezza totale è inferiore ai 6mt. Questo, in alcune zone del centro urbano, provoca una maggiore congestione del traffico.

Strade di Accesso alle Residenze:consentono l’accesso laterale dalle strade principali e/o secondarie alle singole proprietà.

Strade Interpoderali e Poderali: rappresentano l’accesso e spesso la divisione fra i poderi dell’area agricola.

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Il sistema viario, soprattutto in ambito urbano, risulta sottodimensionato, rispetto ai luoghi ed alla mole di traffico che sopporta e pertanto uno degli obiettivi del PUC sarà il potenziamento dell’apparato stradale con la previsione di nuovi assi che consentano il transito dei veicoli in modo da non penetrare nell’ambito urbano e migliorare la vivibilità di alcune zone oggi particolarmente stressate dal traffico.

3.3 Le infrastrutture a rete

Il sistema fognante si presenta misto con funzionamento integralmente a gravità (pendenze medie dell’ordine di 1%) che recapita le acque meteoriche e quelle nere in due punti distinti: . la zona nord occidentale e gran parte del centro abitato scarica, a mezzo del collettore 200x160 presente lungo Via Marconi e Via Fiume, nell’emissario consortile (Alveo Spierto) a servizio di più comuni, con recapito nei Regi Lagni, di cui meglio si dirà in avanti; . la zona nord est scarica a mezzo del collettore 110x90 presente lungo Via Costanzo e Via Miraglia in parte nella rete fognaria di Aversa ovest e in parte si immette anch’essa nell’emissario consortile di cui al punto precedente. E’ da notare che anche le reti di Trentola Ducenta e di Aversa ovest interessate dalle portate di Lusciano, a loro volta scaricano nell’emissario consortile. Nella rete di Lusciano recapitano inoltre le acque nere del comune di Parete, a mezzo di un partitore posto al confine tra i due comuni. Con opere di recente completamento, anno 2015, sono state integrate diverse reti compreso un tratto a ridosso dell’agglomerato sito a sud ovest, a confine con Parete, lungo Viale delle Libertà, con scarico nel partitore a confine con Parete. L’intera rete è realizzata con tubazioni in cls con specchi a cunetta, circolari, ovoidali e scatolari. Caratteristica di molte tubazioni perlopiù di piccolo diametro, alcune di esse anche di recente realizzazione, è la modesta profondità di posa, a volte minore del metro, con inevitabili problemi di interferenza con l’acquedotto. E’ presente inoltre un tratto di fognatura in galleria che passando sotto alcuni fabbricati scarica nel collettore di Via Marconi le portate di Via Torre Pacifico e Via Negri. Il comune di Lusciano, con altri trenta comuni, appartiene al comprensorio n. 15, servito da una unica piattaforma depurativa sita in Foce Regi Lagni.10

10 Come noto il Progetto Speciale per il disinquinamento del Golfo di Napoli (PS3) suddivide il bacino dei Regi Lagni in cinque comprensori e precisamente:

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Nel suddetto depuratore, le portate miste del territorio di Lusciano sono convogliate a mezzo dell’emissario consortile, realizzato alla fine degli anni novanta con i fondi del QCS 1994/1999, il quale raccoglie in sequenza la portata nera di Parete e le portate miste di Lusciano, Aversa ovest, Trentola Ducenta e Frignano, fino a recapitarli nei Regi Lagni. Lo sviluppo complessivo dell’emissario è pari a 9960 m di cui 7731 a sezione chiusa con servizio misto, realizzato con scatolari di dimensioni fino a 5,00x2,70 m. Al termine del tratto a sezione chiusa, le acque nere e le acque di prima pioggia vengono derivate e immesse nell’esistente collettore ed avviate presso la piattaforma depurativa. L’ultimo tratto dell’emissario, fino allo sbocco nei Regi Lagni, convoglia solo acque pluviali (portata pari a circa 50 mc/sec per un periodo di ritorno di 50 anni) ed è costituito da un canale a cielo aperto di sezione trapezoidale rivestita in cls. L’area che serve l’emissario ha una superficie di 2000 ha, urbanizzata per circa il 30% della sua estensione con un bacino di utenza di 63.000 abitanti equivalenti. E’ limitata a sud dal bacino dell’alveo Camaldoli, ad est, dal bacino dell’alveo Annarosa, e ad ovest dall’emissario dei comuni di Trentola, S. Marcellino e Villa di Briano.

 comprensorio n. 11 Zona Nolana;  comprensorio n. 12 Acerra;  comprensorio n. 13 Napoli Nord;  comprensorio n. 14 Area Casertana;  comprensorio n. 15 Foce Regi Lagni.

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3.4 I vincoli

Il territorio comunale è interessato da vincoli discendenti da leggi statali e da pianificazione sovraordinata, rappresentati nella tavola IC.11 “Carta unica del territorio”, nellaquale sono riportatianche gli elementi da tutelare e le vulnerabilità presenti sul territorio, come previsto nel manuale di attuazione della R.R. 5/2011.

Il territorio comunale è interessato daiseguenti vincoli: 1. Vincolo storico-artistico ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004; 2. Fascia di rispetto cimiteriale, art. 28 Legge 166/2002; 3. Fascia di rispetto stradale per la S.P. 335, D.P.R. 495 del 16.12.1992; 4. Fascia di rispetto elettrodotto viale della Libertà, D.P.C.M. del 23.04.1992.

Vincoli storico-artistici

Nell’ambito del patrimonio storico-architettonico vincolato locale figurano la Chiesa di Santa Maria Assunta, il Palazzo Ducale e Villa Martino.

Parrocchia Maria Santissima Assunta in Cielo (chiesa Madre) Vincolo apposto con Decreto della Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici di Caserta n.17284/87, La Chiesa insieme al palazzo ducale costituisce una delle “dominanti” contrapposte da cui si è sviluppato l’antico centro, sorge nell’incrocio tra la «strada Croce», al secolo via Marfuggi, e la «strada di Mezzo», attuale via Costanzo, con il portale principale che affaccia su piazza Chiesa. Alla Chiesa si accede attraverso un’elegante gradinata in pietrarsa, fatta costruire nel 1886.11

11 La chiesa presenta una pianta longitudinale senza transetto, con tre navate terminanti con absidi semicircolari coperte a semicupola. La navata centrale è scandita da una serie di quattro archi a tutto sesto, sostenuti da piloni con un ordine gigante di paraste binate sormontate da capitelli ionici. La parte alta è delimitata da un doppio ordine di cornici, dalle quali si erge la volta a botte arricchita da lunette laterali poste in corrispondenza degli archi sottostanti e munite di alti finestroni che illuminano tutta la navata. L’altare maggiore in marmo, ma originariamente in legno di pioppo,si presenta rialzato e sovrastato da una cupola a sesto ribassato. Le navate laterali asimmetriche contraddistinte da archi a sesto acuto e volte a crociera presentano ai lati delle cappelle votive. Le cappelle laterali sono munite di altari marmorei, tre cappelle ai lati della navata sono coperte con volta a vela, quelle poste nelle absidi sono coperte con semicupole, solo una la cappella del Purgatorio, presenta una volta a botte. Attualmente la facciata si articola in due ordini divisi da un’alta trabeazione. Al livello inferiore quattro colonne binate sormontate da capitelli ionici e addossate alla parete delimitano tre portali classicheggianti, dei quali quello centrale risulta più imponente ed alto mentre i due laterali sono sormontati da lunette a tutto sesto. L’ordine superiore è raccordato al livello sottostante da due volute che delimitano una parte centrale quadrata, racchiusa da due paraste

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Palazzo ducale Vincolo del 21/09/1984Il Palazzo Ducale è sito nell’insula compresa tra le vie denominate «Largo Torre», attuale piazza Torre e senza soluzione di continuità anche piazza Vittoria, «strada II Torre» e «strada di Mezzo», attuale via Costanzo. L’impianto del palazzo, molto probabilmente risalente al XV secolo, sviluppatosi intorno alla torre della quale oggi restano solo poche tracce, rappresenta una delle due “dominanti” contrapposte che caratterizzano lo sviluppo di questo casale.12 Villa Martino Vincolo di cui al D.M. 11/12/1999 L’impianto originario risale alla metà del XVIII secolo, ma il palazzo è stato oggetto di una forte ristrutturazione intorno al 1840, periodo al quale dovrebbero risalire le attuali sopraelevazioni. 13

binate sormontate da capitelli corinzi, nella quale è collocata un’edicola finemente decorata ed arricchita dalla statua di “Mariae Assumptae in coelum” con putti alati poggianti su nuvole. La parte quadrata a sua volta è sormontata da un timpano triangolare munito di cornice aggettante. Sul lato destro della chiesa si leva il campanile costituito da cinque livelli dei quali l’ultimo, da cui si erge la cupola, è di forma ottagonale con ampie aperture su ogni lato. La Chiesa, danneggiata in seguito al sisma del 23 novembre 1980, è stata oggetto di lavori di restauro statico. 12 Fino al 1732, data della descrizione del catasto onciario, il Palazzo Ducale era diviso in tre edifici diversi: il Palazzo baronale, palazzo residenza della famiglia Mollo, un altro palazzo con granile in parte diruto chiamato il Palazzo di mezzo ed un altro palazzo chiamato il Palazzo Macedonia destinato alla stalla e alla conservazione del fieno. Caratteristica peculiare del palazzo era la torretta che si trovava quasi al centro del lungo caseggiato tra l’ultimo salone e il terrazzo, sul lato sud prospiciente la strada di Mezzo. Munita di una scala elicoidale interna abbattuta nel 1983 della quale oggi resta solo un tronco di cono, la torretta costituisce, con ogni probabilità, il primo nucleo del “castellum” di Lusciano. È ipotizzabile che alla metà del Settecento quando la famiglia Mollo diviene proprietaria di tutti gli edifici descritti possa risalire un esteso intervento di ristrutturazione dell’intero complesso che viene articolato in modo da collegare in maniera funzionale le strutture originarie e vengono inseriti elementi tipicamente settecenteschi. Il Palazzo Ducale su via Torre viene, quindi, dotato di un monumentale scalone che si apre sul lato ovest del cortile e si articola in un belvedere che, verso nord, si affaccia sul giardino che collegava la residenza all’area ancora oggi chiamata “di macedonia”. Lo scalone è costituito da una larga rampa coperta a botte, munita nel ballatoio terminale del primo livello di un armonioso belvedere coperto con volta a crociera e chiusa sul lato est da archi a tutto sesto. Molto probabilmente risalgono a questo periodo anche le ornamentazioni della facciata e le mensole dei balconi. Dai Mollo nel 1819 il Ducato di Lusciano passò in eredità alla famiglia Donnorso.

13 L’architettura e la tipologia sono dettate dalla chiara valenza agro-rurale della zona e costituiscono un edificio a corte interna con due livelli fuori terra, in cui si ritrova il tipico e ricorrente trinomio tipologico androne/corte/scala. La morfologia è scandita da un quadrilatero irregolare con due ingressi principali, asimmetricamente contrapposti, costituiti entrambi da supportico leggermente ribassato, che danno accesso all’amplissima corte centrale. Il prospetto interno è scandito da un doppio ordine di arcate, anch’esse leggermente ribassate, formanti un doppio loggiato con controsoffittatura piana. Proprio l’utilizzo del doppio loggiato è la caratteristica peculiare di questo edificio che costituisce una variante alla consueta successione di arcate adottate per il porticato con giustapposte aperture rettangolari al piano superiore. Sul terrazzo, in parte conservata, si trova un’altana che probabilmente era usata per ragioni di avvistamento e difensive o come belvedere. Le strutture orizzontali interpiano erano costituite da solai in legno, in minima parte ancora conservati, oggi sostituti da solai con orditura principale in putrelle d’acciaio. La scala come gran parte delle strutture del palazzo risulta in condizioni statiche deteriorate, ma sulle rampe in parte è ancora conservato il rivestimento delle pedate in pietra. I corpi di fabbrica disposti ortogonalmente rispetto ai due accessi principali, sono distribuiti su due livelli ed hanno coperture lignee costituite da capriate formanti doppie falde.

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Fascia di rispetto cimiteriale, art. 28 Legge 166/2002 La fascia di rispetto cimiteriale prevista dall’art. 338 t.u. leggi sanitarie 27 luglio 1934 n. 1265, misurata a partire dal muro di cinta del cimitero, costituisce un vincolo assoluto di inedificabilità. Te vincolo è volto a garantire la futura espansione del cimitero, il decoro di un luogo di culto nonché ad assicurare una cintura sanitaria attorno ai luoghi per loro natura insalubri. La fascia di rispetto cimiteriale esistente è di m. 50.

Fascia di rispetto stradale per la S.P. 335 La fascia di rispetto stradale per la S.P. 335, prescritta all’art.26 del D.lgs. n.495/1992, è di 40 m per le strade extraurbane principali. Tale limite deve essere rispettato nelle nuove costruzioni, nelle ricostruzioni conseguenti a demolizioni integrali o negli ampliamenti fronteggianti le strade.

Fascia di rispetto dell’Elettrodotto Le aree interessate dalla fascia di rispetto dell’elettrodotto14sono localizzate lungo viale della Libertà. Tale fascia di rispetto è di 10 m per lato ed al suo interno non è consentita alcuna destinazione di edifici ad uso residenziale, scolastico, sanitario oppure adibito a qualsiasi altro uso che comporti una permanenza non inferiore a quattro ore giornaliere (esempio uffici, negozi...) Per la determinazione delle fasce di rispetto si fa riferimento all’obiettivo di qualità di cui all’art. 4 del D.P.C.M.8 luglio 2003, e alla portata in corrente in servizio normale dell’elettrodotto, come definita dalla norme CEI 11-60 dichiarata dal gestore al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio per gli elettrodotti con tensione superiore a 150 kW e alla Regioni, per gli elettrodotti con tensione non superiore a 150 kW. I gestori provvedono a comunicare per il calcolo e l’ampiezza delle fasce di rispetto ai fini delle verifiche da parte delle autorità competenti.

I Vincoli derivanti da strumenti di pianificazione sovraordinata Dal PTCP di Caserta derivano vincoli di natura ambientale per le aree interessate dalla coltivazione di vite maritate al Pioppo e per il territorio negato con potenzialità ambientale. successivamente agli anni ’70 è stato abbandonato fino a subire nel corso del tempo un lento ed inarrestabile degrado.

14 Per fascia di rispetto dell’elettrodotto si intende lo spazio circostante un elettrodotto che comprende tutti i punti, al di sopra e al di sotto del livello del suolo, caratterizzati da una induzione magnetica di intensità maggiore o uguale all’obiettivo di qualità come definito dal D.P.C.M. 8 luglio 2003

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CAP.2 LE CARATTERISTICHE SOCIO-ECONOMICHE

1. LA STRUTTURA DEMOGRAFICA

1.1 Evoluzione demografica del sistema Aversano

Il territorio della Provincia di Caserta ha registrato una forte crescita demografica nell’ultimo ventennio, la popolazione è aumentata di circa 72.000 unità nell’arco temporale 2001-2016, con una variazione dell’ 8% circa, valore superiore alle altre provincie della regione.

Gli ambiti insediativi che maggiormente hanno contribuito a questo fenomeno sono quelli di Caserta, di Aversa e del Litorale Domitio, ovvero le aree che hanno conosciuto lo sviluppo urbanistico più rilevante.

Questi tre ambiti insediativi, soprattutto quello di Aversa e Caserta,hanno registrato dinamiche di crescita molto sostenute, in buona parte trainate dal movimento migratorio in entrata e dalla regolarizzazione dei cittadini stranieri.

Il sistema Aversano, nel 2016 ha costituito oltre il 30% della popolazione totale della provincia di Caserta, pari a 924.166 persone.

Nel sistema di Aversa oltre al centro principale (circa 53.000 residenti), altri 11 comuni, tra cui Lusciano, presentano una popolazione superiore ai 10.000 abitanti: si tratta di territori intensamente popolati, senza soluzioni di continuità tra aree urbanizzate, con livelli di densità abitativa elevati. L’ambito insediativo aversano ha avuto, dunque, un incremento dell’8% nel periodo 2001-2007 e di quasi il 10% nel periodo 2007-2016.

Essendo stata la crescita di quest’ambito molto incisiva, il PTCP nello scenario di previsione demografica 2007-2022 all’ambito di Aversa assegna, rispetto agli altri ambiti, una maggiore percentuale di incremento pari al 10,4%. Ritornando all’analisi condotta sull’ambito insediativo di Aversa, si sottolinea che fra i 19 comuni che lo compongono, Lusciano è fra quelli che hanno registrato un maggiore aumento demografico, oltre il 18% tra il 2007-2016, rappresentando il 5,38% della popolazione totale dell’ambito di Aversa.

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Popolazione e famiglie residenti ai censimenti ISTAT dal 2001 al 1.1.2017

E.4 2001 2007 2016 Var. % abitanti Var. % abitanti N. Sistema Aversano abitanti abitanti abitanti 2001-2007 2007-2016 1 AVERSA 53.369 52.201 53.040 -2,19% 1,61% 2 CARINARO 6.356 6.780 7.104 6,67% 4,78% 3 19.859 20.708 21.487 4,28% 3,76% 4 9.567 10.274 9.999 7,39% -2,68% 5 6.629 6.589 7.044 -0,60% 6,91% 6 CESA 7.460 7.918 8.897 6,14% 12,36% 7 FRIGNANO 8.599 8.519 9.093 -0,93% 6,74% 8 GRICIGNANO 8.903 9.799 12.116 10,06% 23,65% 9 LUSCIANO 13.078 13.927 15.426 6,49% 10,76% 10 ORTA DI ATELLA 13.070 20.154 27.306 54,20% 35,49% 11 PARETE 10.325 10.761 11.578 4,22% 7,59% 12 SAN CIPRIANO 12.530 12.857 13.661 2,61% 6,25% 13 SAN MARCELLINO 11.644 12.542 14.203 7,71% 13,24% 14 SANT'ARPINO 13.394 14.013 14.438 4,62% 3,03% 15 SUCCIVO 6.850 7.431 8.415 8,48% 13,24% 16 TEVEROLA 9.831 12.893 14.460 31,15% 12,15% 17 TRENTOLA DUCENTA 14.126 16.731 19.628 18,44% 17,32% 18 VILLA DI BRIANO 5.703 6.010 7.029 5,38% 16,96% 19 10.364 10.916 12.038 5,33% 10,28% TOTALE (percentuale) - - - 8,01% 9,94% TOTALE (valore assoluto ) 241.657 261.023 286.962 19.366 25.939

1.2 Andamento demografico di Lusciano

All’interno del quadro, il comune di Lusciano nell'arco degli ultimi venti anni (1994 - 2016) ha fatto registrare una costante crescita della popolazione residente passando da 13.421 a 15.426 abitanti. In particolare il tasso di crescita nel periodo2001- 2016 è stato di circa il 17% per cui, nonostante un leggero decremento tra il 2012 ed il 2013 (-0,7%), si assiste ad una forte crescita della popolazione.

La serie storica della popolazione residente nel Comune di Lusciano utilizzata per l’analisi del suo andamento è basata sui dati forniti dall’anagrafe comunale e dall’ISTAT per gli anni che vanno dal 1994 al 2013. Di seguito vengono riportati i dati del periodo in esame, inerenti la variazione della popolazione basata sul saldo naturale e migratorio.

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Popolazione inizio Saldo Popolazione fine ANNO Saldo naturale periodo migratorio periodo 1994 13304 171 -54 13421 1995 13421 125 -15 13531 1996 13531 167 -152 13546 1997 13546 122 -159 13515 1998 13515 107 -233 13389 1999 13389 134 -238 13285 2000 13285 133 -193 13225 2001 13225 86 -233 13078 2002 13037 130 -45 13122 2003 13122 100 +4 13226 2004 13226 109 +159 13494 2005 13494 77 +65 13636 2006 13636 77 +46 13759 2007 13759 87 +81 13927 2008 13927 97 +64 14088 2009 14088 104 +83 14275 2010 14275 110 +168 14553 2011 14553 64 +51 14566 2012 14566 54 +676 15296 2013 15296 73 +38 15411 2014 15179 61 +90 15330 2015 15330 54 -22 15362 2016 15362 75 -11 15426

La forte crescita demografica si nota ancor più confrontando i dati comunali sia a livello dell’ambito insediativo di appartenenza sia con la provincia:

Popolazione Popolazione Var. percentuale Territorio residente al 2001 residente al 2016 2001-2016 Provincia di Caserta 852.149 924.166 8,45%

Ambito insediativo Aversa 241.657 286.962 18,74%

Lusciano 13.078 15.426 17,95%

Analizzando tali dati notiamo come nel periodo 2001-2016 il comune di Lusciano ha registrato un incremento della popolazione del 17,95%, pari a 2348 nuovi abitanti. Tale dato è nettamente superiore a quello registrato nello stesso periodo dalla Provincia di Caserta (8,45%) ma

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sostanzialmente in linea con quello registrato dall’ambito di Aversa (18,74%). L’aumento così incisivo della popolazione, nel caso del comune di Lusciano è stato dettato soprattutto dal flusso migratorio, infatti l’affluenza maggiore si è registrata a seguito della realizzazione di nuovi complessi residenziali (PEEP).

ANDAMENTO POPOLAZIONE RESIDENTE

16000 15500 15000 14500 14000 13500 13000 12500 12000

11500

2007 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Questa crescita demografica è il risultato di una dinamica positiva che interessa sia la componente naturale che quella migratoria. Infatti, analizzando tali componenti si rileva che il saldo naturale negli ultimi dieci anni mostra un andamento crescente con segnali di riduzione negli ultimi anni e il saldo migratorio mostra anch’esso una crescita costante, con un notevole picco nel 2012 dovuto, come già detto, all’offerta residenziale.

ANDAMENTO SALDO NATURALE

120

100

80

60

40

20

0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

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ANDAMENTO SALDO MIGRATORIO

700

600

500

400

300

200

100

0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 -100

-200

Nel flusso migratorio si deve tener conto della presenza di stranieri sul territorio, che essendo più giovani della media, con tassi di mortalità più bassi e con una maggiore tendenza alla riproduzione, incidono sulla struttura per età della popolazione e sulla dinamica demografica. La popolazione straniera nel comune di Lusciano ha un incidenza del 4,24% sulla popolazione totale, questo dato, come si legge dalla tabella, è in linea sia a quello dell’ambito insediativo che a quello provinciale. Popolazione straniera residente al 2016 popolazione Percentualesulla maschi femmine totale totale popolazione totale Provincia di Caserta 20.503 21.012 41.515 924.166 4,49% Ambito di Aversa 6.748 6.380 13.128 286.962 4,57% Comune di Lusciano 294 361 655 15.426 4,24%

Altro fattore che influenza le dinamiche demografiche è il processo di invecchiamento della popolazione. Nella provincia di Caserta, gli ambiti insediativi di Aversa, Caserta e del Litorale Domitiohanno un indice di vecchiaia piuttosto contenuto mentre nelle le aree collinari interne la popolazione anziana ha un peso assai più consistente. Di seguito viene riportata una tabella relativa alla popolazione divisa per fasce di età, dove si mette a confronto il dato comunale, quello dell’ambito insediativo e quello provinciale al 2011:

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ANNO 2011 0-14 15-39 40-64 oltre 65 totale PROVINCIA DI 151.281 311.264 303.430 139.213 905.188 CASERTA 16,71% 34,38% 33,52% 15,38% 100% AMBITO INSEDIATIVO 51.262 99.761 87.801 32.771 271.595 AVERSA 18,87% 36,73% 32,33% 12,06% 100% 2.618 5.413 4.788 1.747 14.566 COMUNE DI LUSCIANO 17,97% 37,16% 32,87% 11,99% 100%

Analizzando questi dati, in primo luogo, si verifica come il comune di Lusciano sia allineato ai dati complessivi del suo ambito di appartenenza. Inoltre, notiamo che la popolazione dell’ambito di Aversa compresa nella fascia di età fra 15-39 anni ha una percentuale alta rispetto al dato provinciale, e nello specifico che lo stesso comune di Lusciano registra un dato superiore sia all’ambito (36%) che alla provincia(34%), ossia il 37% della popolazione totale. Questo indica la presenza di una popolazione giovane all’interno del comune, dato confermato anche da un indice di vecchiaia moltoinferiore rispetto al dato provinciale.

1.3 Evoluzione ed andamento dei nuclei familiari

L’evoluzione dei nuclei familiari è da tempo caratterizzata, in maniera più o meno accentuata nelle diverse parti dell’Italia, da una tendenza a: - la riduzione dei nuclei familiari numerosi e della dimensione media dei nuclei familiari; - l’aumento dei nuclei minimi (singoli, singoli provenienti da famiglie disgregate, figli adulti che costituiscono nucleo proprio); - l’aumento dei nuclei familiari con anziani e di anziani. Questo comporta, a parità di residenti, una crescita del numero di nuclei familiari e, quindi, del fabbisogno di abitazioni, solo in parte compensata da: -l’aumento delle convivenze (coppia giovane con coppia anziana - anziani con minori); - il prolungarsi della permanenza in casa di figli maggiori anche completamente autonomi. La famiglia sta quindi attraversando, da diversi decenni, un profondo processo di cambiamento dei suoi tratti fondamentali che, oltre a modificarne struttura e confini, rivisita i ruoli che i suoi membri rivestono nelle diverse fasi della vita ed i rapporti che questi intrattengono tra loro attraverso le reti di socializzazione. Questi mutamenti si intrecciano all’interno di un generale processo di semplificazione delle strutture familiari che vede ridursi il peso delle famiglie in cui sono presenti più generazioni; quelle, ad esempio, in cui è presente almeno un figlio e un genitore oppure un nonno con un

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nipote. Nel “Rapporto Annuale” dell’Istat del 2004 nel capitolo 4, “Le trasformazioni familiari”, viene riportato che nel solo periodo che va dal 1993-1994 al 2003, le famiglie a due generazioni sono diminuite di ben cinque punti percentuali, passando dal 55,5% al 50,4%, mentre quelle in cui le generazioni sono tre o più si riducono ulteriormente, passando dal 3,3% al 2,8%. In particolare, nell’ultimo decennio, le coppie con figli passano dal 48,0% al 41,9%, mentre le famiglie monogenitore rimangono sostanzialmente stabili, passando dall’8,1% all’8,4%, continuando a riguardare, in grande maggioranza, madri sole. Le dinamiche di crescita della provincia di Caserta, illustrate in precedenza, hanno generato impatti rilevanti sull’evoluzione e sulla struttura delle famiglie residenti nel territorio provinciale. Il numero di nuclei familiari è infatti cresciuto di oltre il 13% sia nel corso degli anni ‘90,sia nel periodo successivo, per una crescita complessiva di circa 70.000 nuove famiglie in meno di 20 anni. Si tratta di dinamiche che non trovano riscontro nel resto del territorio campano, visto che la media regionale supera appena quota 10%. L’aumento forte del numero di famiglie è il risultato della positiva dinamica demografica ma anche di un progressivo processo di frammentazione dei nuclei familiari. Concentrando l’analisi nell’ambito insediativo di Aversa si osserva che l’incremento dei nuclei familiari negli anni successivi all’ultimo censimento si attesta intorno al +17%, un valore nettamente più pronunciato rispetto a quello medio provinciale.

A Lusciano, in particolare, accanto alla notevole crescita demografica (con un forte picconel 2012 dovuto all’ afflusso migratorio), anche la dimensione media familiare di 2,83 è superiore al dato medio del Mezzogiorno (2,67) e nazionale (2,44 unità). Il confronto dei dati forniti dall’ISTAT in merito alla composizione dei nuclei familiari, analizzati nel decennio 2001-2011 ha evidenziato come anche nel comune di Lusciano, progressivamente si sia modificata la composizione della famiglia.

FAMIGLIE PER NUMERO DI COMPONENTI 2001 COMPONENTI 1 2 3 4 5 6 o più TOTALEFAMIGLIE FAMIGLIE 718 682 790 1091 649 158 4.088 FAMIGLIE PER NUMERO DI COMPONENTI 2011 COMPONENTI 1 2 3 4 5 6 o più TOTALEFAMIGLIE FAMIGLIE 1.182 961 1.026 1.324 477 106 5.215

In particolare si è riscontrato che le famiglie con un solo componente sono aumentate in modo considerevole, mentre le famiglie con 5 - 6 o più componenti diminuiscono del 29%.

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Si riscontra, quindi, che oltre il 23% delle famiglie di Lusciano sono monocomponente, il 18%. sono composte da due persone e circa l’11% sono composte da 5 e 6 o più componenti. Si è poi analizzato l’andamento del numero di residenti per famiglia dal 2001 al 2016, i dati forniti dall’ISTATvengono riportati nella tabella seguente:

Anno Popolazione residente Famiglie Variazione % Residenti per famiglia

2001 13.078 4.088 - 3,20 2002 13.122 4.164 +1,86 3,15 2003 13.226 4.305 +3,38 3,07 2004 13.494 4.408 +2,39 3,06 2005 13.636 4.475 +1,52 3,05 2006 13.759 4.555 +1,79 3,02 2007 13.927 4.640 +1,87 3,00 2008 14.088 4.731 +1,96 2,97 2009 14.275 4.841 +2,33 2,95 2010 14.553 5.058 +4,48 2,87 2011 14.566 5.215 +3,10 2,79 2012 15.296 5.378 +3,12 2,84 2013 15.179 5.440 +1,15 2,80 2014 15.330 5.486 +1,26 2,79 2015 15.362 5.494 +0,14 2,79 2016 15.426 5.539 +0,81 2,78

Riportando i dati in un diagramma a dispersione si ottiene il grafico seguente:

RESIDENTI PER FAMIGLIA

3,3

3,2

3,1

3

2,9

2,8

2,7 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016

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Dalla lettura del grafico si evidenzia una riduzione pressoché costante del numero di residenti per famiglia che passano da 3,20 nel 2001 a 2,78 nel 2016 con una riduzione complessiva del 15,10% pari ad una riduzione media per anno dello 1,006%.

Tenuto conto che il numero medio di residenti per famiglia a livello nazionale ha raggiunto nel 2016 il valore di appena 2,30 si può ritenere che l’andamento tendenziale osservato per il Comune di Lusciano tende, con un certo ritardo temporale, verso tale valore. Infatticonsiderando il decremento medio annuo del1,006%costante nei prossimi anni, la dimensione media delle famiglie in termini di residenti sarebbe pari a 2,699entro l’anno2024.

2. IL SETTORE AGRICOLO

Il territorio del comune di Lusciano ricade nella Regione Agraria n. 8 della provincia di Caserta “Piana Campana Settentrionale”, al confine tra le province di Napoli e Caserta. La Superficie Agricola Totale (SAT) al 6° Censimento Generale dell’Agricoltura del 2010 elaborato dall’ISTAT risultava pari a 506,27 Ha, suddivisa tra 184 aziende agricole, mentre la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) risultava pari a 491,26 Ha, con un aumento del 16% rispetto al 2000 (409,60 Ha). A fronte dell’aumento della Superficie Agricola Utile, è stata però registrata la riduzione del numero di aziende (da 200 a 184), confermando quindi un ampliamento (+30%) delle dimensioni aziendali (mediamente da 2.05 ha nel 2000 a 2.67 ha nel 2010). La conduzione delle aziende agricole è prettamente diretta (91%), lasciando a sole 17 aziende la conduzione con salariati: è questa una caratteristica dell’agricoltura campana, dove le piccole superfici sono condotte da proprietari e dai propri famigliari. Così come la differenza di genere tra i conduttori: principalmente sono presenti capi-azienda maschi (126) rispetto alle femmine (58), in linea con la media dei comuni della provincia di Caserta in cui la componente maschile raggiunge il 63,7% delle presenze rispetto alle donne (36,3%). L’età dei capo-azienda è principalmente compresa tra i 45 ed i 75 anni (83%), e poche sono le realtà in cui i giovani conducono terreni agricoli. La caratteristica fondamentale di questo areale agricolo è la notevole frammentarietà delle aziende agricole, principalmente di piccole dimensioni (57 aziende su 127 hanno una SAU inferiore ad un ettaro). Rispetto al V Censimento (anno 2000), è però rilevante la riduzione del numero di aziende inferiori ad un ettaro (-45%) e contestualmente l’incremento delle classi di

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SAU di 2-3 ha (+35%) e 5-10 (+12%), confermando l’andamento di accorpamento delle aziende di piccole dimensioni in aziende medio-grandi.

L’ordinamento colturale è praticamente orticolo-frutticolo, in quanto su una SAU di 491 ha, sono destinati alla coltivazione di colture arboree circa 284 ha, alla coltivazione di seminativi circa 204 ha, a prati permanenti 2,5 ha e ad orti famigliari circa 0,5 ha. Le colture arboree sono rappresentate dalla vite (10 ha), la cui forma di allevamento è soprattutto quella caratteristica della zona (“maritata con il pioppo”) e da allevamenti di pesco, susino ed albicocco. Tra i seminativi si sottolinea la presenza di ortaggi sottoserra (24 ha) tra cui pomodoro, fragole, etc. e colture in pieno campo.

Superficie agricola utilizzata (SAU) Coltivazioni Prati permanenti Seminatavi Orti familiari totale legnose agrarie e pascoli 204 ha 284 ha 0,5 ha 2,5 ha 491 ha

È praticamente assente la zootecnia con solo due aziende censite nel 2010. La maggior area di coltivazione interessa tutta la superficie posta a sud del paese ed una piccola porzione a nord. L’urbanizzazione delle campagne ha comportato da un lato lo sviluppo e il miglioramento della viabilità, dall’altro la riduzione di superficie all’attività agricola. Il contesto socio-economico in cui è inserito il comune di Lusciano è quello tipico dei comuni dell’interland Casertano, dove prevaleva l’attività agricola con tutti i suoi problemi strutturali che l’hanno caratterizzata rispetto al rapporto Nord - Sud. In quest’area, dall’inizio secolo agli anni sessanta, si è assistito ad un esodo - verso i paesi europei, americhe e nord Italia - per la ricerca di lavoro finalizzato al sostentamento delle famiglie che, in molti casi, ha portato al trasferimento del nucleo familiare nel luogo di emigrazione.

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Negli anni sessanta e settanta l’agricoltura ha visto aumentare il consumo dei beni, soprattutto di prima necessità, con un vantaggio economico per il reddito agricolo. Durante questo periodo si è verificato anche una diminuzione del numero degli addetti nel settore, in conseguenza dell’aumento della richiesta di manodopera da altri settori.

3. IL SETTORE INDUSTRIALE, DEI SERVIZI E DEL TURISMO

Il 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi 2011 ha registrato 47.941 imprese15 attive con sede legale in provincia di Caserta, con un incremento del 19,6% rispetto al 2001. La provincia di Caserta registra l’incremento più consistente nella regione in termini di numerosità delle imprese ed occupazione. Gli addetti sono aumentati di circa 16.000 unità, con un forte incremento nel Commercio e altri Servizi (+15.539 e +8.313) e una forte diminuzione nell’Industria (-7.644). Il 44,7% delle imprese attive appartengono al settore del Commercio con 21.438 unità e il contributo lavorativo di 52.268 addetti. La dimensione media delle imprese rimane stabile nel settore degli Altri Servizi, mentre nel Commercio si osserva un incremento degli addetti per impresa passando da 2,0 a 2,4.

TAB. 1 - ADDETTI PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA E DIMENSIONE MEDIA DELLE IMPRESE

15 La definizione Istat censuaria non include le aziende agricole, già oggetto del 6° Censimento dell’agricoltura svolto nel 2010. Comprende invece le attività di supporto all’agricoltura e successive alla raccolta, la silvicoltura e la pesca. Sono considerate imprese anche i lavoratori autonomi e i professionisti.

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Il sistema produttivo provinciale resta caratterizzato, come quello italiano, dalla prevalenza della microimpresa: nel 2011 le imprese con meno di 10 addetti sono 46.303, rappresentando il 96,6% delle imprese e occupando il 61,9 % degli addetti.

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TAB. 2 - IMPRESE E ADDETTI PER CLASSE DI ADDETTI E SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA IN PROVINCIA DI CASERTA

Fonte: elaborazione Servizio economico-statistico della CCIAA di Caserta su dati ISTAT, Censimento generale dell’industria e dei servizi 2001, 2011

Da un’analisi effettuata dalla Camera di Commercio di Caserta sulla Nati-Mortalità delle imprese casertane nel 2013risulta che il saldo tra aperture e chiusure di imprese nel 2013 è stato pari a

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+450, determinando uno stock al 31Dicembre di 89.774 imprese. Il tasso di crescita è pari allo 0,50 % ed è in diminuzione rispetto al 2012(1,52%). Le imprese artigiane nel 2013 sono 11.542, con un tasso di crescita negativo del -1,74%.

TAB. 3 - NATI-MORTALITÀ DELLE IMPRESE IN PROVINCIA DI CASERTA (ANNO 2013)

Nel Comune di Lusciano le imprese nel 2013 sono 1.206; si registra un tasso di crescita delle imprese pari a 1,67%.

TAB. 4 - NATI-MORTALITÀ DELLE IMPRESE A LUSCIANO (ANNO 2013)

Il sistema produttivo di Lusciano è fortemente connesso alle dinamiche produttive di area vasta, e più specificamente di quell’area che il PTR definisce come Sistema Territoriale di Sviluppo a dominante urbano - industriale, denominato E4 – Sistema aversano, coincidente con il Sistema locale del lavoro di Aversa definito dal PTCP di Caserta. Il Comune di Lusciano è incluso dall’ISTAT nel Sistema Locale di Lavoro – SLL 390 – Aversa. Ovvero è parte integrante di un sistema composto da 19 comuni, di dimensioni significative sia in termini di abitanti (271.802 al 2011), sia di superficie (198,74 kmq): Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano di Aversa, Lusciano, Orta di Atella, Parete, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, Sant’Arpino, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa di Briano, Villa Literno. Le Tabb. 5-6 riportano i dati forniti dall’ISTAT inerenti le unità locali delle imprese e gli addetti alle unità locali delle imprese per settore di attività economica, secondo la classificazione “Ateco 2007”, nel SLL 390 – Aversa.

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TAB. 5 - UNITÀ LOCALI DELLE IMPRESE PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA “ATECO 2007”

NEL SLL 390 – AVERSA (ANNO 2010)

ità amministrative e di servizi disupporto servizi di e amministrative ità

altre attività altre

COMUNI estrattive, ed maniftturiere Attività Costruzioni dettaglio, al e all'ingrosso Commercio di attività magazzinaggio, e trasporto ristorazione e alloggio comunicazione e informazione di Servizi assicurative e finanziarie Attività immobiliari Attività tecniche, e scientifiche professionali, Attività attiv sociale assistenza e sanità Istruzione, servizi di attività Altre Totale Aversa 248 390 1.544 52 96 142 806 325 187 3.790 Carinaro 104 78 120 5 7 13 35 13 14 389 Casal di Principe 71 386 408 7 6 3 129 58 38 1.106 Casaluce 27 102 137 1 6 7 33 23 11 347 Cesa 25 95 106 - 5 10 30 29 7 307 Frignano 15 102 154 3 4 3 54 30 21 386 Gricignano di Aversa 52 149 184 1 6 12 70 23 8 505 Lusciano 69 110 285 4 16 9 81 45 27 646 Orta di Atella 110 150 292 8 16 14 84 53 27 754 Parete 32 118 221 5 9 7 86 33 23 534 San Cipriano d'Aversa 35 291 239 3 5 4 77 55 17 726 San Marcellino 48 158 353 4 7 10 89 25 29 723 Sant'Arpino 104 104 279 3 9 9 81 38 29 656 Succivo 21 72 138 3 10 5 46 21 25 341 Teverola 92 134 320 6 6 6 101 12 31 708 Trentola-Ducenta 88 147 378 3 14 10 103 58 35 836 Villa di Briano 20 112 116 2 5 2 43 16 6 322 Villa Literno 75 77 260 4 6 2 56 19 16 515 Casapesenna 14 171 93 2 5 1 30 17 14 347 Totale 1.250 2.946 5.627 116 238 269 2.034 893 565 13.938

Analizzando i dati della Tab. 5 si può notare che la maggior parte delle attività che si sviluppano nel SLL 390 – Aversa sono attività legate ai settori del Commercio e delle Costruzioni. In particolare, la maggior parte delle attività legate al Commercio si sviluppano ad Aversa. Dalla Tab. 6 si nota che gli addetti alle unità locali delle imprese nel SLL 390 – Aversa sono occupati per la maggior parte nei settori Commercio, Costruzioni e Attività manifatturiere.

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TAB. 6 - ADDETTI ALLE UNITÀ LOCALI DELLE IMPRESE PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA

“ATECO 2007” NEL SLL 390 – AVERSA (ANNO 2010)

torazione

attività di servizi di attività

COMUNI estrattive, ed maniftturiere Attività attività altre Costruzioni dettaglio, al e all'ingrosso Commercio attività magazzinaggio, e trasporto ris e alloggio di comunicazione e informazione di Servizi assicurative e finanziarie Attività immobiliari Attività tecniche, e scientifiche professionali, Attività disupporto servizi di e amministrative attività sociale assistenza e sanità Istruzione, Altre Totale Aversa 1.048 1.153 3.486 131 323 181 1.328 1.081 347 9.078 Carinaro 1.679 329 597 5 9 22 148 27 49 2.864 Casal di Principe 196 1.010 730 14 16 3 158 114 56 2.297 Casaluce 80 265 268 1 7 8 34 75 21 759 Cesa 127 321 196 - 11 13 50 52 7 778 Frignano 34 276 291 6 10 5 79 122 40 862 Gricignano di Aversa 409 1.136 1.079 1 19 13 242 49 16 2.964 Lusciano 346 292 548 6 20 11 94 133 43 1.494 Orta di Atella 486 648 699 32 24 22 118 146 46 2.221 Parete 87 300 524 6 16 10 126 90 39 1.199 San Cipriano d'Aversa 81 804 443 3 7 4 91 148 27 1.608 San Marcellino 132 466 648 5 10 14 120 57 49 1.500 Sant'Arpino 329 244 510 7 15 14 100 95 73 1.388 Succivo 39 280 248 3 19 6 72 36 39 741 Teverola 1.337 506 1.619 8 18 7 248 19 133 3.896 Trentola-Ducenta 327 405 965 4 27 13 179 167 69 2.156 Villa di Briano 51 381 254 2 9 5 79 25 7 812 Villa Literno 318 270 592 6 12 2 95 49 48 1.393 Casapesenna 60 545 254 3 8 2 38 52 19 981 Totale 7.168 9.633 13.952 242 577 355 3.397 2.537 1.129 38.990

Il tessuto produttivo del territorio comunale di Lusciano non è sufficiente a soddisfare la richiesta di lavoro e la domanda di prodotti e servizi della popolazione residente. La mancata realizzazione di aree a specifica destinazione produttiva costituisce un effettivo ostacolo alla creazione di un sistema stabile, difficilmente colmabile anche attraverso l’eliminazione delle carenze infrastrutturali. Le seguenti tabelle riportano i dati forniti dall’ISTAT inerenti le unità locali delle imprese e gli addetti alle unità locali delle imprese nel comune di Lusciano. Analizzando i dati

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confrontati nella Tab. 7 si può notare come nei dieci anni dell’ultimo periodo intercensimentale 2001-2011 si sia registrato per il comune di Lusciano un dato in crescita delle unità locali delle imprese, con un incremento del 43,3%. Inoltre, analizzando i dati confrontati nella Tab. 8 si può riscontrare negli ultimi dieci anni un dato in crescita degli addetti alle unità locali, con un incremento del 26%. TAB. 7 - UNITÀ LOCALI DELLE IMPRESE PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA Unità attive “ATECO 2007” 2001 2011 Agricoltura, silvicoltura e pesca 3 3 Attività manifatturiere 71 65 Fornitura di acqua reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento - 1 Costruzioni 78 121 Commercio all’ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 177 221 Trasporto e magazzinaggio 11 15 Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 30 58 Servizi di informazione e comunicazione 1 5 Attività finanziarie e assicurative 4 19 Attività immobiliari - 9 Attività professionali, scientifiche e tecniche 31 66 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 5 9 Istruzione 5 4 Sanità e assistenza sociale 29 37 Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 3 6 Altre attività di servizi 16 26 Totale 464 665

TAB. 8 - ADDETTI ALLE UNITÀ LOCALI DELLE IMPRESE PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA Addetti “ATECO 2007” 2001 2011 Agricoltura, silvicoltura e pesca 7 13 Attività manifatturiere 324 321 Fornitura di acqua reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento - 1 Costruzioni 270 269 Commercio all’ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 250 377 Trasporto e magazzinaggio 25 61 Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 74 125 Servizi di informazione e comunicazione 1 4 Attività finanziarie e assicurative 7 33 Attività immobiliari - 8 Attività professionali, scientifiche e tecniche 38 85 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 8 11 Istruzione 11 10 Sanità e assistenza sociale 133 107

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Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 3 13 Altre attività di servizi 18 35 Totale 1.169 1.473

Il Comune di Lusciano rientra nel Distretto Industriale n. 5 di Grumo Nevano–Aversa, individuato dalla delibera della Giunta Regionale n. 59 del 02/06/1997: “Individuazione dei Distretti Industriali. Approvazione degli indirizzi, criteri e priorità per la promozione e la realizzazione dei “Programmi dei distretti industriali”. Il Distretto Industriale di Grumo Nevano–Aversa insiste su una superficie territoriale pari a 158,24 Kmq, comprendente 23 comuni, di cui 15 appartenenti alla provincia di Caserta, nei quali prevalgono i settori tessile, abbigliamento e conciario, (Aversa, Cesa, Frignano, Lusciano, Orta di Atella, Parete, San Marcellino, San Tammaro, Sant'Arpino, Succivo, Teverola, Trentola Ducenta, Villa di Briano, Carinaro, Gricignano) e 8 comuni della provincia di Napoli nei quali c'è una maggiore differenziazione di attività e un forte tasso di concentrazione di imprese (Arzano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Frattamaggiore, Grumo Nevano, Melito di Napoli, Sant'Antimo). Nell’ambito del distretto esistono due vocazioni industriali che corrispondono ad altrettanti sub-distretti: il primo è quello collocato nell’Aversano e si contraddistingue per la produzione di calzature, mentre il secondo fa capo all’area del Grumese e produce beni relativi al comparto tessile-abbigliamento; il polo di Aversa è quello che raccoglie la maggioranza delle unità produttive con circa 1000 imprese.

TAB. 9 - ADDETTI, IMPRESE, EXPORT DEL DISTRETTO INDUSTRIALE GRUMO NEVANO-AVERSA

Var.% Imprese Var.% Imprese N. Imprese (2011) 7.255 -2,66 -5,63 (2011/2010) (2011/2009) N. Imprese fino a 3.294 Var.% Imprese fino a 49 addetti -5,97 49 addetti (2010) (99,46%) (2010/2009) Var.% Addetti - N. Addetti (2010) 15.795 (2010/2009) 10,08 Export 2011 Var.% Export 623 +9,75 (Ml Euro) (2011/2010)

In merito alla performance ambientale dei settori produttivi, nel comune di Lusciano non si registra la presenza di industrie di prodotti con marchio Ecolabel, non vi sono registrazioni EMAS e certificazioni UNI-ES-ISO 140001. Non sono presenti attività legate al turismo.

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4. IL MERCATO DEL LAVORO

A tutt’oggi, l’impatto che la crisi economica globale sta avendo sull’occupazione non ha ancora i contorni ben definiti. Anche se in presenza di segnali positivi, la situazione economica recessiva è ancora in atto e non sono prevedibili né l’evoluzione né i tempi del suo superamento, non è pertanto possibile dare spazio a consuntivi e previsioni a breve termine. Gli orientamenti manifestati da alcuni economisti hanno sostenuto che le realtà produttive del mezzogiorno avrebbero patito in maniera meno violenta gli effetti del ciclone proveniente dalle economie d’oltreoceano. Ciò è dovuto ad un sistema economico più debole, già in crisi e poco incline a cogliere anche qualsiasi opportunità di ripresa come già avvenuto in un recente passato (prima metà del decennio in corso). L’economia meridionale, come del resto quella dell’intero Paese, per la sua crescita dipende dalla domanda internazionale di beni e servizi, non avendo la capacità, come le aree economiche più forti, di generare un’adeguata domanda interna di consumo. E considerato che la crisi è globale viene influenzato negativamente tutto il commercio internazionale con una domanda di beni e servizi debole e con quella di materie prime meno elastica, tale da peggiorare nel prossimo futuro la bilancia dei pagamenti. Questa situazione determina nelle aree già deboli, come quelle meridionali, un peggioramento della recessione economica, intervenendo più segnatamente sulla già precaria e cronicizzata situazione occupazionale.

Dall’analisi del movimento demografico, la provincia di Caserta per effetto della contrazione delle nascite sta tuttora scontando il rallentamento del tasso di crescita della popolazione. Il fenomeno, che ha interessato tutto il territorio nazionale già dagli anni ‘80, è ancora in atto e solo negli ultimi anni sta manifestando qualche segnale di una timida inversione di tendenza, con il conseguente contenimento dello sbilanciamento della struttura demografica a favore della popolazione anziana. Pur tuttavia, anche in presenza di tale fenomeno, la nostra realtà provinciale ha presentato e presenta un grado di vivacità demografica tra i più alti a livello nazionale. Infatti, nella distribuzione della popolazione per classe di età, quella relativa alla fascia 0-14 anni raggiunge il 17,5%, di gran lunga superiore alla media nazionale; cosi come i residenti cha hanno superato il 65° anno di età rappresentano il 13,8%, mentre in alcune Regioni tale indicatore supera addirittura i 20 punti percentuali. La popolazione in età lavorativa rappresenta, quindi, il 69 % dei residenti, determinando un aumento della forza lavoro (15-65 anni) che in presenza di un sistema produttivo più strutturato, avrebbe dovuto provocare anche una crescita

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della F.L. attiva, cosa che in effetti non si è verificata, in virtù anche di un sensibile incremento di quelle persone che non avendo interesse a lavorare nemmeno cercano lavoro. L’invecchiamento della popolazione, dovuto alla contrazione delle nascite ed al progressivo e costante aumento della vita media, negli ultimi anni sta manifestando lievi segnali di frenata, dovuti anche alla presenza sempre più consistente della componente straniera, decisamente più giovane, che per l’85% è rappresentata da persone in età lavorativa compresa tra i 15 e 65 anni. Il mercato del lavoro che caratterizza il territorio del comune di Lusciano è fortemente connesso alle dinamiche produttive di area vasta, e più specificamente di quell’area che il PTR definisce come Sistema Territoriale di Sviluppo a dominante urbano-industriale, denominato E4 – Sistema aversano, incluso dall’ISTAT nel Sistema Locale di Lavoro - SLL 390 - Aversa, che con Caserta, Capua, Sessa Aurunca e Teano forma i 5 Sistemi Locali del Lavoro della provincia di Caserta. Dai dati pubblicati dall’ISTAT per le Forze di lavoro - anno 2008 - gli occupati in provincia di Caserta ammontano a 238.000 unità, ritornando praticamente ai livelli occupazionali 2001/2002. La perdita di posti di lavoro nel solo 2008 ha coinvolto 13.000 unità lavorative, mentre nell’ultimo periodo l’andamento economico, in totale, ha prodotto 22.000 perdenti posto, cifra che corrisponde alla contrazione della forza lavoro complessiva passata da 288.000 unità del 2006 a 266.000 del 2008. I disoccupati, in definitiva, sono 28.000 con un aumento nel solo 2008 di ben 4.000 unità. Complessivamente dal 2004 si è registrata una drastica riduzione dei lavoratori in cerca di occupazione (36.000), dimezzando i valori relativi agli anni precedenti. A livello nazionale la popolazione in condizione lavorativa negli ultimi quindici anni è stata in costante crescita, quantunque in presenza di una scarsa vivacità demografica, mentre nell’area casertana la Forza lavoro è andata progressivamente contraendosi, pur facendo registrare una popolazione in costante crescita. In particolar modo dal 2001 al 2008 il calo della F.L. è del 15%, pari in valore assoluto a 47.000 lavoratori. La componente femminile è tornata ai livelli occupazionali del 2001, subendo nel solo 2008 un ridimensionamento di 11.000 posti di lavoro. La forza lavoro rosa, nell’ultimo anno, si è attestata su 86.000 lavoratrici con 11.000 unità in meno rispetto al 2007, mentre le disoccupate sono passate dalle 38.000 del 2001 alle 14.000 del 2008. La crisi occupazionale, aggravatasi a partire dalla seconda metà del 2008, ha alimentato l’esodo della forza lavoro meridionale verso il centro-nord. Nel solo 2008 oltre 122.000 residenti, secondo i dati contenuti nel Rapporto Svimez 2009, hanno abbandonato le regioni meridionali, in particolare Puglia, Sicilia e Campania, risultata la più colpita dal fenomeno con 25.000 spostamenti alla ricerca di un lavoro. Secondo la stessa fonte, nel 2008 sono stati 173.000 i

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residenti dell’area meridionale impiegati nel centro-nord o all’estero. L’attrazione esercitata dai sistemi produttivi più strutturati, con economie più forti come quelle del centro-nord, che tra l’altro non sono mai venute meno, ha attraversato periodi alternati da maggiore o minore intensità. A partire dal 2008, anno in cui si è manifestata la crisi economica internazionale, il fenomeno ha ripreso ad interessare le province meridionali con maggior forza, alimentato anche da un sistema formativo, che continua a sfornare, in particolar modo nelle facoltà umanistiche, laureati che vanno a gonfiare sacche di disoccupazione cronica. Per la verità anche le facoltà scientifiche, quantunque scarsamente frequentate, non gratificano i non molti laureati con uno sbocco lavorativo più agevole. Spesso siamo in presenza di corsi di laurea del gruppo scientifico che preparano professionalità indispensabili a supportare il sistema imprenditoriale in programmi d’innovazione, con scarso risvolto occupazionale in considerazione di una economia locale imbottigliata in un sistema produttivo che stenta ad adeguarsi alle nuove tecnologie e ad avvalersi di personale qualificato per sviluppare innovazioni di processo o di prodotto. Analizzando la disoccupazione in relazione ai 5 Sistemi Locali del Lavoro, la presenza più massiccia in termini di FF.LL. si conferma nell’area del capoluogo con 125.000 lavoratori, seguito da quella aversana con quasi 68.000 unità. Nel SLL di Caserta, nelle stime pubblicate dall’ISTAT per il 2009, il tasso di attività si spinge fino al 36,7%, mentre quello dell’occupazione è pari al 33%. Pertanto la disoccupazione si è attestata al 10,2%. Per il sistema locale aversano si riscontra, in generale, un andamento sensibilmente discordante da quelli registrati negli altri SS.LL.LL. della provincia.

GRAF. 1 - OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE DELLA PROVINCIA DI CASERTA (ANNO 2008)

TASSI DI OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE NEI SS.LL.LL. - ANNO 2008

40 30 20 10 0 390 391 392 393 394

Tassi di occupazione Tassi di disoccupazione

50

Infatti, a fronte di una scarsa partecipazione al mondo del lavoro da parte della popolazione con età superiore ai 14 anni, testimoniata da un tasso di attività del 32,5%, (indicatore inferiore di oltre 4 punti percentuali alla media provinciale), si riscontra un tasso di occupazione sensibilmente più contenuto (29,3%) e quello di disoccupazione che si attesta comunque al 9,9%. La situazione lavorativa che emerge dall’analisi dei dati relativi ai SS.LL.LL. rispecchia dunque la situazione occupazionale generale dell’intera provincia di Caserta, con la considerazione che in alcune aree particolari fenomeni sono sensibilmente più marcati. La popolazione straniera rappresenta il 2,5% del totale provinciale e solo l’1,5% di essa ha un’età superiore ai 65 anni, mentre l’86% va ad ingrossare le file delle forze lavoro.

TAB. 1 - LE FORZE DI LAVORO NEI SS.LL.LL. DELLA PROVINCIA DI CASERTA (ANNI 2006-2008)

forze di lavoro

forze di forze

SLL

totale

lavoro

tasso di di tasso di tasso

COD. SLL COD.

e

non non

popolazione popolazione

occupazione

totale

disoccupazione

cerca di di cerca

tasso di di attività tasso

meno di 15 anni di 15 meno

occupati

popolazione con popolazione

con più di 15 anni 15 di più con

persone in persone occupazion

390 AVERSA 51,4 65,3 7,3 72,6 129,7 202,4 253,8 35,9 32,3 10,0 391 CASERTA 72,9 126,9 13,9 140,8 197,6 338,3 411,2 41,6 37,5 9,9 PIEDIMONTE 392 8,6 18,0 1,9 19,9 28,7 48,6 57,2 40,9 37,0 9,4 M 393 SESSA A. 16,5 29,5 3,3 32,8 50,3 83,1 99,6 39,4 35,5 10,0 394 TEANO 6,9 13,5 1,5 15,0 21,8 36,8 43,7 40,8 36,7 9,9 TOTALE ANNO 2006 156,3 253,3 27,8 281,1 428,2 709,2 865,5 39,7 35,8 9,8

390 AVERSA 51,5 65,3 7,5 72,8 132,8 205,6 257,1 35,4 31,8 10,2 391 CASERTA 72,1 124,0 10,0 133,9 207,1 341,1 413,2 39,3 36,3 7,4 PIEDIMONTE 392 8,5 17,8 1,7 19,5 29,1 48,6 57,1 40,1 36,6 8,7 M 393 SESSA A. 16,4 28,8 2,8 31,6 52,0 83,6 100,0 37,8 34,5 8,8 394 TEANO 6,7 12,7 1,5 14,1 22,8 36,9 43,6 38,3 34,3 10,5 TOTALE ANNO 2007 155,2 248,6 23,4 272,0 443,8 715,8 871,1 38,2 34,7 9,1

390 AVERSA 51,6 61,2 6,7 67,9 141,1 209,0 260,6 32,5 29,3 9,9 391 CASERTA 71,3 113,2 12,9 126,1 217,4 343,4 414,7 36,7 33,0 10,2 PIEDIMONTE 392 8,4 17,2 2,4 19,6 29,2 48,8 57,2 40,2 35,3 12,2 M 393 SESSA A. 16,4 27,4 3,1 30,6 53,7 84,3 100,7 36,3 32,6 10,3 394 TEANO 6,5 12,3 2,0 14,3 22,9 37,2 43,8 38,4 33,1 13,7 TOTALE ANNO 2008 154,2 231,4 27,1 258,5 464,3 722,8 877,0 36,8 32,6 11,3

Dai dati pubblicati dall’ISTAT per le Forze di lavoro nel Sistema Locale di Lavoro - SLL 390 - Aversa negli anni 2004-2011, senza scendere nel dettaglio dei valori assoluti, il trend stimato è negativo:

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calano gli occupati e, nonostante si registri contemporaneamente un decremento delle forze di lavoro, il numero di persone in cerca di occupazione resta invariato.

TAB. 2 - FORZE DI LAVORO OCCUPATE E IN CERCA DI PRIMA OCCUPAZIONE NEL SLL 390 – AVERSA (ANNI 2004-2011)

Anno Occupati In cerca di occupazione Forze di lavoro (migliaia) (migliaia) (migliaia) 2004 66,8 10,4 77,2 2005 66,4 11,7 78,1 2006 65,3 7,3 72,6 2007 65,3 7,5 72,8 2008 61,2 6,7 67,9 2009 58,6 5,8 64,6 2010 60,2 6,4 66,5 2011 62,2 10,1 72,2

GRAF. 2 - FORZE DI LAVORO OCCUPATE E IN CERCA DI PRIMA OCCUPAZIONE NEL SLL 390 – AVERSA (ANNI 2004-2011)

90 80 70 60 50 40 30 20 10 0

A tali valori assoluti corrisponde un trend del tasso di attività in calo di 7 punti nel periodo considerato, dato che evidenzia che l'offerta di lavoro nel breve periodo è sempre meno commisurata dalla domanda della popolazione attiva e della popolazione in età lavorativa, e che rispecchia il decrescente tasso di occupazione, in calo di oltre 6 punti nello stesso periodo.

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TAB. 3 - FORZE DI LAVORO OCCUPATE E IN CERCA DI PRIMA OCCUPAZIONE NEL SLL 390 – AVERSA (ANNI 2004-2011)

Tasso di Tasso di Tasso di Anno attività occupazione disoccupazione 2004 39,7% 34,4% 13,4% 2005 39,3% 33,4% 15,0% 2006 35,9% 32,3% 10,0% 2007 35,4% 31,8% 10,2% 2008 32,5% 29,3% 9,9% 2009 30,2% 27,5% 9,0% 2010 30,7% 27,8% 9,6% 2011 32,7% 28,2% 13,9%

GRAF. 3 - FORZE DI LAVORO OCCUPATE E IN CERCA DI PRIMA OCCUPAZIONE NEL SLL 390 – AVERSA (ANNI 2004-11)

45 40 35 30 25 20 15 10 5 0

All’interno del Sistema Locale di Lavoro – SLL 390 – Aversa, il comune di Lusciano si caratterizza come una matrice quasi esclusivamente residenziale, all’interno della quale le possibilità di occupazione sono legate prevalentemente al terziario e alla piccola impresa manifatturiera, e la gran parte della popolazione in età di lavoro trova occupazione negli altri comuni del sistema.

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TAB.4 - OCCUPATI NELLE UNITÀ LOCALI DELLE IMPRESE PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA“ATECO 2007” Addetti SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA 2001 2011 Agricoltura, silvicoltura e pesca 7 13 Attività manifatturiere 324 321 Fornitura di acqua reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento - 1 Costruzioni 270 269 Commercio all’ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 250 377 Trasporto e magazzinaggio 25 61 Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 74 125 Servizi di informazione e comunicazione 1 4 Attività finanziarie e assicurative 7 33 Attività immobiliari - 8 Attività professionali, scientifiche e tecniche 38 85 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 8 11 Istruzione 11 10 Sanità e assistenza sociale 133 107 Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 3 13 Altre attività di servizi 18 35 Totale 1.169 1.473

Nello specifico dai dati ISTAT emerge che sul territorio comunale di Lusciano il settore di attività economica con il maggior numero di occupati risulta essere quello delle attività commerciali con 377 addetti, seguito dal settore manifatturiero con 321 addetti, delle costruzioni con 269, e in successione le attività di servizi. Da uno studio del Sole24Ore emerge che, rispetto ai valori provinciali, il reddito medio per contribuente si presenta molto basso (62° posto su 104 comuni). Il livello locale del reddito nel periodo 1999/2007, benché presenti una variazione in calo se riportato al singolo contribuente, risulta in crescita nel periodo rispetto agli abitanti e alle famiglie. Il fenomeno è imputabile all’aumento della popolazione occupata e al contemporaneo abbassamento dei salari.

TAB. 5 - LIVELLO LOCALE DEL REDDITO (ANNO 2007)

Reddito 2007 Var.% Reddito 2007 Var.% Reddito 2007 Var.%

per contribuente 99-07 per abitante 99-07 per famiglia 99-07 Lusciano 9.204 -1,1 4.191 22,3 12.428 11,2 Valore medio Var.% Comune Comune Euro Euro per contribuente 99-07 “più” ricco “più”povero Provincia di 11.437 -10,8 Caserta 18.763 Gallo 5.200 Caserta

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I dati locali annuali sul reddito imponibile persone fisiche ai fini delle addizionali all'Irpef dei residenti a Lusciano mostrano, dal 2005 al 2011, un trend in crescita sia per quanto riguarda il reddito medio dei dichiaranti, di conseguenza, il reddito medio della popolazione residente.

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CAP.3 GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE

1. LA PIANIFICAZIONE COMUNALE VIGENTE

La disciplina urbanistica del territorio comunale di Lusciano è dettata dal P.R.G. vigente, approvato con D.A.P.C. n. 197 del 08/03/1990.

Il P.R.G. vigente si struttura su talune tematiche ritenute rilevanti all’epoca della sua formazione:

- salvaguardia dei valori ambientali; - riordino edilizio e riequilibrio strutturale dell’esistente; - indirizzi organici di sviluppo residenziale e produttivo.

Il PRG suddivide il territorio in zone territoriali omogenee ai sensi dell’art. I del D.M. 2/5/68 n.1444, in particolare il territorio è stato suddiviso in:

Zona A_ Residenziale esistente di interesse ambientale Zona B1_ Residenziale esistente Zona B2_ Residenziale esistente parzialmente edificata Zona B3_ Residenziale a caratteristiche rurali Zona C1_Residenziale d’espansione- 1° quinquennio Zona C2_Residenziale d’espansione- 2° quinquennio Zona D_ Insediamenti produttivi Zona E_ Agricola Zona F_ Aree Standards

Nelle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G. si dispone che le fasi di attuazione del piano siano frazionate in due fasi , della durata quinquennale. La prima fase prevede il riequilibrio delle zone A e B1, il completamento delle zone B2 e b3, l’ampliamento nella zona C1 (167). La seconda fase prevede l’ampliamento nelle zone C2, essa è subordinata al completamento della prima fase. I piani particolareggiati, il piano per gli insediamenti produttivi, il piano di recupero e il piano per l’edilizia economica e popolare sono gli strumenti di attuazione.

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Le Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G, nelle zone residenziali a carattere urbano (zona A, B1, B2, C1, C2) consentono insediamenti con immobili a destinazione d’uso esclusivamente residenziale o compatibile o dipendente dalla residenza. E’ esclusa in tali zone la destinazione d’uso ad abitazione dei locali siti al piano terra. Nella zona A viene consentita la manutenzione ordinaria e straordinaria, il restauro e risanamento conservativo, la ristrutturazione edilizia a parità di superficie coperta utile e la costruzione di edifici pubblici, sono invece vietate le nuove costruzioni, gli ampliamenti/le sopraelevazioni e la demolizioni/ricostruzione. In tale zona non è stato adottato nessuno strumento esecutivo.

Le zone omogeneeB1, B2 includono l’edificato esistente e quello di completamento, per esse il Piano prevede un indice di fabbricabilità fondiario pari a 1,5 mc/mq, un rapporto di copertura pari a 0,4mq/mq, l’altezza massima dell’edificio è di12,5 metri con numero massimo di piani pari a tre; è consentita inoltre la sopraelevazione totale e parziale dell’edificio con medesimo indice di fabbricabilità, comprensivo dei volumi esistenti, la demolizione e ricostruzione,la manutenzione ordinaria e straordinaria, il restauro e risanamento conservativo, la ristrutturazione edilizia a parità di superficie coperta utile e la costruzione di edifici pubblici.

Nelle zoneB3,definite residenziale a carattere rurale, sono consentiti gli stessi interventi e le stesse destinazioni d’uso delle zone B1 e B2, aggiungendo però in esse la possibilità di costruire fabbricati strettamente connessi all’agricoltura. In esse l’indice di fabbricabilità fondiario è pari a 1,2 mc/mq, il rapporto di copertura a 0,4 mq/mq e l’altezza massima degli edifici è di 12,5 metri.

Per le zone B1, B2 e B3, della superficie totale di circa 120 ha, non è mai stato redatto alcun Piano particolareggiato. Queste aree allo stato attuale si presentano quasi del tutto edificate, eccetto per pochi lotti ubicati (zona B2) a sud di viale della Libertà.

Il PRG localizza le zone omogeneeC1, C2 a sud del territorio comunale. Esse sono destinate all’edilizia economica e popolare, e sono subordinate al PEEP con un indice di fabbricabilità territoriale pari a 1,50mc/mq. La zona C1, collocata tra viale della Libertà e via Carminiello, ha una superficie di 83.000 mq, allo stato attuale risulta quasi totalmente urbanizzata, eccetto per un area pari a 16.000 mq. La zona C2, è composta da due aree: una situata ad ovest della C1, con una superficie di circa 25.00 mq ed in corso di attuazione; l’altra localizzata fra viale della Libertà e via G. Leopardi, ha una superficie di 52.000 mq ed è stata del tutto completata.

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Il Piano dispone di due aree destinate a stabilimenti produttivi, zone D, che sono subordinate a PIP. Un’area è collocata ad ovest dell’area cimiteriale, l’altra a sud ovest, nei pressi dello svincolo dell’asse mediano. Entrambe le due aree PIP non sono state attuate.

La restante parte del territorio è composta da zona agricola, zona E, molto estesa soprattutto nella parte meridionale ed occidentale. Ad oggi, l’area tra viale Marconi e viale della Libertà, destinata dal PRG a zona agricola, si presenta urbanizzata.

Infine il PRG individua le zone destinate ad attrezzature di interesse generale, zone F. In gran parte queste zone non sono state attuate, questo ha comportato nel tempo un accumularsi del deficit degli standard, oggi pari circa all’75%. Recentemente alcune di queste aree subordinate a standard, a seguito della decadenza dei vincoli (zone bianche) sono state riclassificate ad ERS (Edilizia Residenziale Sociale). Le varianti di riclassificazione prodotte sono le seguenti:

 Delibera di Commissario ad Acta n. 7 del 30.10.2013 Con questa delibera sono state riclassificate ad ERS due aree; una ubicata a sud-ovest della zona B2, fra via Marfuggi - via De Santis con una superficie di circa 19.600 mq. L’altra con una dimensione di 4.676 mq è posizionata nella parte orientale del territorio, fra via Aldo Moro- via G. Rossa- via L. Pastore- viale della Libertà.(riporta nella tavola con il n.1)  Decreto del Commissario Straordinario n. 48 del 29.06.2009. Con questa delibera è stata riclassificata ad ERS il lotto a sud-ovest della zona B2, fra via Marfuggi- via De Santis con una superficie di circa 4.540 mq. (riporta nella tavola con il n.1)  Delibera di ………………… Con questa delibera è stata riclassificata un’area, di circa 5.150 mq, ubicata a sud di viale della Libertà fra via P. Gobetti e via Salvo D’Acquisto. (riporta nella tavola con il n.1)  Delibera di adozione del Commissario ad Acta n. 2 del 09.05.2014.  Con questa delibera sono state riclassificate tre aree; una ubicata fra via P. Gobetti e via Salvo D’Acquisto, adiacente all’area sopra descritta, con un’estensione di 1181 mq. La seconda situata tra via Marconi_ via Carminiello ha un’estensione di 2137 mq. La terza area, composta da due lotti, è collocata tra via G. Leopardi_ via d’Azeglio ed ha una superficie totale di 21.404 mq. (riporta nella tavola con ) In ordine alla suddetta delibera l’Amministrazione Comunale ha espresso delle osservazioni.

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Figura 11. P.R.G. vigente e varianti approvate

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2. IL TERRITORIO DI LUSCIANO NEL PTR E NEL PTCP

2.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE DELLA CAMPANIA

La Regione Campania, con la Legge n. 13 del 13 ottobre 2008 (pubblicata sul BURC n. 45 bis del 10 novembre 2008),ha approvato il Piano Territoriale Regionale in coerenza con le “Linee guida per la pianificazione territoriale regionale” ( BURC del 24/12/2002) e alla legge regionale di riforma urbanistica (L.R. 16/2004).

Secondo i disposti di cui alla L.R. n. 16/2004 e ss.mm.ii., il Piano Territoriale Regionale16garantisce la coerenza degli strumenti di pianificazione territoriale provinciale, nel rispetto degli obiettivi generali di promozione dello sviluppo sostenibile e di tutela dell'integrità fisica e dell'identità culturale del territorio ed in coordinamento con gli indirizzi di salvaguardia già definiti dalle amministrazioni statali competenti e con le direttive contenute nei piani di settore previsti dalla normativa statale vigente.

Il PTR, integrato dalle Linee Guida per il paesaggio, ha carattere processuale e strategico, fornisce una interpretazione della struttura territoriale regionale e si propone come “piano di inquadramento, d’indirizzo e di promozione di azioni integrate” al fine di determinare coerenza e sinergia tra la pianificazione territoriale ed urbanistica.

16Esso individua: a) gli obiettivi di assetto e le linee principali di organizzazione del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione; b) i sistemi infrastrutturali e le attrezzature di rilevanza sovra regionale e regionale, nonché gli impianti e gli interventi pubblici dichiarati di rilevanza regionale; c) gli indirizzi e i criteri per la elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale provinciale e per la cooperazione istituzionale. Il PTR definisce: . il quadro generale di riferimento territoriale per la tutela dell'integrità fisica e dell'identità culturale del territorio, come definite dall'articolo 2 e connesse con la rete ecologica regionale, fornendo criteri e indirizzi anche di tutela paesaggistico-ambientale per la pianificazione provinciale; . gli indirizzi per lo sviluppo sostenibile e i criteri generali da rispettare nella valutazione dei carichi insediativi ammissibili sul territorio, nel rispetto della vocazione agro-silvo-pastorale dello stesso; . gli elementi costitutivi dell'armatura territoriale a scala regionale, con riferimento alle grandi linee di comunicazione viaria, ferroviaria e marittima, nonché ai nodi di interscambio modale per persone e merci, alle strutture aeroportuali e portuali, agli impianti e alle reti principali per l'energia e le telecomunicazioni; . i criteri per l'individuazione, in sede di pianificazione provinciale, degli ambiti territoriali entro i quali i comuni di minori dimensioni possono espletare l'attività di pianificazione urbanistica in forma associata; . gli indirizzi per la distribuzione territoriale degli insediamenti produttivi e commerciali; . gli indirizzi e i criteri strategici per la pianificazione di aree interessate da intensa trasformazione o da elevato livello di rischio; . la localizzazione dei siti inquinati di interesse regionale ed i criteri per la bonifica degli stessi; . gli indirizzi e le strategie per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse culturali.

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Il PTR nell’interpretare la struttura territoriale regionale individua cinque Quadri territoriali di riferimento (Qtr), volti a definire le linee generali dell’assetto territoriale e utili ad attivare una pianificazione d’area vasta concertata con le Province e le Soprintendenze e ad indicare gli indirizzi di pianificazione paesistica. I Quadri territoriali di riferimento forniscono le modalità per la cooperazione istituzionale e riguardano: 1) le reti, 2) gli ambienti insediativi, 3) i sistemi territoriali di sviluppo, 4) i campi territoriali complessi, 5) gli indirizzi per le intese intercomunali e buone pratiche di pianificazione. I Qtr seguono una logica dimensionale progressiva, che va dall’area vasta regionale alla dimensione comunale, come di seguito specificato.

Il primo Qtr- Il quadro delle reti Il quadro delle reti (rete ecologica, rete del rischio ambientale e rete delle interconnessioni), indica lereti che attraversano il territorio regionale e dalla cui articolazione e sovrapposizione spaziale si individuano,per i quadri territoriali di riferimento, i punti critici sui quali è opportuno concentrarel’attenzione e mirare gli interventi 17. Per quanto riguarda la rete ecologica regionale (RER), la Provincia di Caserta è attraversata dal corridoio appenninico principale e dal corridoio regionale trasversaledi connessione delle Province di Caserta, Benevento e Foggia. Inoltre è interessata da aree di massimaframmentazione ecosistemica soprattutto a causa del fenomeno di urbanizzazione molto intenso delle grandi infrastrutture e del patrimonio di seconde case, spesso abusive, causa di scarichi inquinanti, prelievi idrici e barriere ecologiche che hanno reso la fascia costiera “un territorio ad altacriticità ambientale”.

Il Comune di Lusciano si trova proprio all’interno delle “aree di maggiore frammentazione ecosistemica”(fig. 1) caratterizzate cioè da una progressiva riduzione della superficie degli

17Con riferimento al quadro delle reti, il Ptr propone di coniugare lo sviluppo economico con l’esigenza della tutela dell’ambiente e a tale scopo, propone un modello di sviluppo sostenibile articolato mediante: . la tutela, la valorizzazione e la riqualificazione del territorio, incentrata sul minor consumo di suolo e sulla difesa del territorio agricolo; . la difesa e il recupero della diversità territoriale; . la prevenzione delle situazioni di rischio ambientale; . l’integrazione degli insediamenti industriali e residenziali volta a una complessiva riqualificazione socio- economica e ambientale; . il miglioramento del sistema della viabilità.

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ambienti naturali che si presentano come frammenti spazialmente segregati e progressivamente isolati inseriti in una matrice territoriale di origine antropica”.18

fig.1 - La Rete Ecologica

Per quanto riguarda ilrischio ambientale ilPTR indica quello derivante da fattori antropici antropiche quale il rischio di incidenti rilevanti nell’industria, il rischio da scorretta gestione dei rifiuti, il rischioda attività estrattive e quello derivante da sorgenti naturali quale il rischio vulcanico,ilrischio sismico, il rischio idrogeologico. La Provincia di Caserta è interessata in maniera particolare dal rischio di attività estrattive per la prevalente presenza di cave deputate all’estrazione di calcare e argilla per cemento e calcestruzzo sui materiali lapidei.

18 In questo quadro, le reti ecologiche prevedono interventi volti a ridurre gli effetti negativi sull’ambiente prodotti dalle azioni umane nelle loro diverse accezioni: perforazione, suddivisione, frammentazione, riduzione e progressiva eliminazione degli habitat, compresi quelli umani. Tra gli obiettivi strategici che il PTR individua, quelli di maggior rilevanza riguardano il riconoscimento dell’importanza della risorsa naturale come valore sociale, l’individuazione di forme di recupero e di tutela finalizzate a evitare i fenomeni di frammentazione antropica, il superamento della separazione tra paesaggio visivo e paesaggio ecologico, l’incentivazione dell’agricoltura come cura e conservazione del territorio e dei paesaggi, la promozione di un uso razionale delle risorse, il ripristino della legalità sul territorio.

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Le linee strategiche per il controllo del rischio ambientale prevedono la possibile chiusura degli impianti maggiormente a rischio, e/o la loro delocalizzazione in siti a bassa densità abitativa e valore paesaggistico e il recupero paesaggistico ambientale delle cave abbandonate19 Per quanto riguarda il rischio idrogeologico, una particolare attenzione deve essere rivolta alla componente della pericolosità idraulica, che riguarda soprattutto i territori limitrofi all’asta fluviale del Volturno (in modo particolare il tratto da Capua alla foce) e quelli attorno ai Regi Lagni. Nella Carta del rischio sismico e vulcanico, (fig. 2), il territorio di Lusciano viene classificato in zona sismica 2, media sismicità.

fig.2 - La Rete rischio ambientale rischio sismico e vulcanico

19 In particolare: . la rinaturalizzazione e/o restauro paesaggistico-ambientale dei siti utilizzati dall’attività estrattiva; . la riqualificazione/valorizzazione paesaggistico-ambientale; . la riqualificazione/valorizzazione dell’assetto territoriale e urbanistico; . la valorizzazione/potenziamento delle funzioni urbane e della rete dei servizi; . lo sviluppo socioeconomico dell’area di riferimento.

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Con riferimento alla Rete delle interconnessioni (fig. 3), Il Ptrprevede la realizzazione di un sistema integrato che, partendo dai bisognidi mobilità dei passeggeri e delle merci, definisce i servizi di trasporto idoneo a soddisfare la domanda con un adeguato livello prestazionale.

Per quanto riguarda la rete delle interconnessioni, il PTR distingue tra gli interventi infrastrutturali nel settore ferroviario e quelli relativi al settore stradale, raggruppandoli in due sottoinsiemi:

. gli interventi invarianti, la cui realizzazione è da ritenersi certaindipendentemente dai futuri sviluppi degli indirizzi di pianificazione e programmazione;

. gli interventiopzionali, destinati al soddisfacimento degli obiettivi espressi dal territorio, che necessitano di un ulteriore approfondimento di analisi, e per i quali deve essere ancora avviata la fase di progettazione.

fig. 3 - La Rete Infrastrutturale

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I principali interventi invarianti sulla rete ferroviaria previsti in Provincia di Caserta sono(fig. 4):

Figura 4. Interventi sul settore ferroviario invarianti Per quanto riguarda il sistema della viabilità su gomma, la Provincia di Caserta è interessata, in particolare, dal potenziamento delle direttrici trasversali Caserta-Benevento, - Benevento, e dei collegamenti interregionali con il basso Lazio (prolungamento Ss 7 Quater). I principali interventi invarianti sulla rete stradale previsti in Provincia di Caserta sono di seguito elencati (fig. 5):

Figura 5. Interventi sul settore stradale invarianti

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Il secondo Qtr - gli ambienti insediativi Gli ambienti insediativi,20individuati in numero di nove in rapporto alle caratteristiche morfologico - ambientali e alla trama insediativa del territorio regionale sono “proposti come dimensione del confronto con Province ed altri Enti locali per inquadrare in modo sufficientemente articolato gli assetti territoriali della Regione”,affidando alla pianificazione provinciale la definizione degli assetti insediativi e riservando a sé i compiti di proposta e di scelta strategica per il futuro con tratti di lunga durata (interventi strutturanti) e l’individuazione di temi che pongono questioni di coordinamento interprovinciale da affrontare e risolvere secondo procedure di co-pianificazione. Dei nove ambienti che il Ptr individua ben 3 interessano la Provincia di Caserta: n. 1 – Piana Campana; n. 8 – Media Valle del Volturno-Matese-Monte Maggiore; n. 9 – Valle del Garigliano.

Il Comune di Lusciano è inserito all’interno dell’Ambiente Insediativo 1 (fig. 5): Piana campana, micro-regione in trasformazione che si estende dal Massico al Nolano, al Vesuvio, caratterizzato dalla compresenza della componente rurale e di quella industriale in cui, l’esistenza di territori ad uso agricolo di alto valore economico, paesaggistico ed ecologico, di 26 SIC, di 6 riserve naturali, di 2 parchi regionali e di 1 nazionale, consente ancora, nonostante la massiccia urbanizzazione21, la creazione di un sistema di aree naturali fortemente interrelato, armatura della rete ecologica regionale (RER). Gli indirizzi strategici per la piana campana, che ancora oggi conserva notevoli risorse naturali, hanno come obiettivo la costituzione di un progetto che connetta i residui ambienti a naturalità diffusa, tutelando i territori ad uso agricolo di alto valore economico, paesaggistico ed ecologico e gli ampi tratti liberi da edificazione sulla costa, favorendo modelli di sviluppo legati alle

20 Gli ambienti insediativi rappresentano modelli di ambienti, insediamenti e società. Si tratta di nuclei omogenei rispetto alle regole di trasformazione nel tempo delle strutture insediative ed ai caratteri sociali ed economici. Sono gli ambiti delle scelte strategiche di lunga durata (e dei conseguenti interventi “strutturanti”) efanno riferimento a “microregioni” in trasformazione individuate sulla base delle analisi delle morfologie territoriali e dei quadri ambientali, delle trame insediative, dei caratteri economico-sociali e delle relative dinamiche in atto, con lo scopo di mettere in evidenza l’emergere di città, distretti, insiemi territoriali con diverse esigenze e potenzialità. 21 La forte pressione del sistema insediativo sull’ambiente è dovuta ad una molteplicità di cause, tra cui: . l'intensa infrastrutturazione del territorio; . la conseguente drastica riduzione della risorsa terra, con crisi occupazionale del settore agricolo e crescente degrado ambientale; . la vulnerabilità delle risorse idriche fluviali, sotterranee e costiere per inquinamento e cementificazione e l’inquinamento dei residui terreni ad uso agricolo; . il trasferimento di popolazione da Napoli e l’immigrazione di popolazione extracomunitaria che qui trova un ampio bacino d’occupazione come mano d’opera agricola stagionale.

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tradizioni e alle specificità esistenti e che, conseguentemente, sono compatibili con la risorsa ambiente.

fig. 6- Gli Ambienti Insediativi

In tal senso, gli indirizzi relativi all’Ambito Insediativo 1 mirano alla costruzione di un modello che trasformi, almeno in parte, l’informe conurbazione della piana in un sistema policentrico fondato su pluralità di città, di ruoli complementari, di diversificate funzioni prevalenti, ricercando le tracce di identità residue e approfittando della presenza di numerose aree in dismissione che possono costituire una grande opportunità di riqualificazione.

Il terzo Qtr- Sistemi territoriali di Sviluppo I S.T.S. (fig. 7) sono contesti socio-economici territorialmente e storicamente definiti, individuati sulla base dell’aggregazione geografica di processi di auto-riconoscimento delle identità localie di auto-organizzazione nello sviluppo, che costituiscono orientamento per la definizione delle strategie del PTR e per la programmazione degli investimenti.IlPTR fornisce sedici indirizzi strategici, che costituiscono la base per la pianificazione territoriale dal livello regionale a quello comunale, riferiti a cinque aree tematiche:A. Interconnessione; B. Difesa e recupero della

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“diversità” territoriale: costruzione della rete ecologica; C. Governo del rischio ambientale; D. Assetto policentrico ed equilibrato; E. Attività produttive per lo sviluppo economico regionale.22 I STS , in numero di quarantacinque, sono classificati in funzione di una delle sei dominanti territoriali: naturalistica, rurale-culturale, rurale-industriale, urbana, urbano-industriale, paesistico-culturale. Il Comune di Luscianosi trova all’interno del Sistema Territoriale di Sviluppo E4, “Sistema aversano”comprendente 19 comuni, con carattere “urbano - industriale”, che si estende da Villa Literno ad ovest, sino ad Orta di Atella ad est, e da Parete a sud, sino a Casal di Principe a nord. Il quadro infrastrutturale attuale e programmato definito dal PTR per il sistema Aversano riguarda:

Accessibilità La rete stradale principale e` costituita dall’Asse di Supporto (SS 7 bis dir), a carreggiate separate, che, dopo l’abitato di Villa Literno, incrocia la variante alla SS 7 quater, anch’essa acarreggiate separate. Tra Gricignano e Casaluce, sull’Asse di Supporto, si immette l’Asse diandata al Lavoro (SS 265), ancora a carreggiate separate, che prosegue verso il comune diGiugliano. Tra le strade di minore importanza vi sono la SS 7 bis che attraversa l’abitato di Aversae la SP21 per Villa Literno. L’autostrada più prossima e` l’A1 Napoli-Roma raggiungibile attraverso il raccordoautostradale A1-A3, a sua volta raggiungibile attraverso l’asse di Supporto. Le linee ferroviarie a servizio del territorio sono: • la Napoli – Pozzuoli - Villa Literno - Roma con la stazione di Villa Literno; • la Napoli – Aversa - Villa Literno - Roma con le stazioni di S. Antimo - S. Arpino, Aversa,S. Marcellino, Albanova e Villa Literno (in comune con la linea proveniente da Pozzuoli); • la Aversa - Caserta con la stazione di Gricignano - Teverola.

22 Con riferimento ai Sistemi Territoriali di Sviluppo: A. Interconnessione:A.1. Accessibilità attuale; A.2. Programmi B. Difesa e recupero della “diversità” territoriale: costruzione della rete ecologica: B.1. Difesa della biodiversità; B.2. Valorizzazione e sviluppo dei territori marginali ; B.3. Riqualificazione della costa; B.4. Valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio; B.5. Recupero delle aree dismesse e in via di dismissione C. Governo del rischio ambientale: C.1. Rischio vulcanico; C.2. Rischio sismico; C.3. Rischio idrogeologico; C.4. Rischio incidenti rilevanti nell’industria; C.5. Rischio rifiuti; C.6. Rischio da attività estrattive D. Assetto policentrico ed equilibrato; D.1. Rafforzamento del policentrismo; D.2. Riqualificazione e “messa a norma” delle città; D.3. Attrezzature e servizi regionali E. Attività produttive per lo sviluppo economico regionale.: E.1. Attività produttive per lo sviluppo – industriale; E.2. Attività produttive per lo sviluppo - agricolo ; E.2a. sviluppo delle Filiere ; E.2b. diversificazione territoriale; E.3. Attività produttive per lo sviluppo – turistico.

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L’aeroporto più prossimo e` quello di , raggiungibile percorrendo la SS 264.

fig. 7- I Sistemi Territoriali di Sviluppo nella provincia di Caserta

Programmazione

Per il sistema stradale i principali invarianti progettuali sono: • collegamento tra la A1 (svincolo Capua) e l’Asse di Supporto (Villa Literno); • completamento SS 87 di collegamento tra Napoli e Caserta; Per il sistema ferroviario gli invarianti progettuali sono: • interventi su rete Alifana: − completamento tratta Piscinola - Aversa Centro; − nuova tratta Aversa Centro - S.Maria C.V.; • interscambio con linee FS: tra FS/Alifana: Aversa . Le opzioni progettuali sono: • collegamento ferroviario Villa Literno-Nuovo Aeroporto di Grazzanise.

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Ai fini diorientare l'attività dei tavoli di co-pianificazione, gli indirizzi strategici e i diversi STS sono messi in relazione attraverso una matrice delle strategie, che evidenzia la presenza e il peso, in ciascun STS, degli indirizzi strategici assunti nelle PTR Nell’ Analisi socio-demografica del PTR , con riferimento all’ambito regionale, il Sistema E4 è “ caratterizzato da indebolimento grave. Dal 1990 al 2000 è diminuita notevolmente la Sau media (-4,43%). Tale andamento è derivato da una forte riduzione delle aziende (-1476 pari a -26,46%) a cui è corrisposta una più significativa diminuzione della Sau (-3481,39 ha pari a -29,71%). L’andamento negativo è diffusamente distribuito in tutti i comuni dell’area. L’unico comune che ha registrato un aumento della Sau è stato Casaluce (+308 circa %). Dal punto di vista strettamente demografico, relativo all’andamento della popolazione residente in rapporto alle abitazioni occupate), l’intero sistema registra un incremento della prima, dal ‘91 al 2001 pari al 6,2%, al quale corrisponde un incremento totale delle abitazioni pari a 9,4%; tale dato, se confrontato con il decennio precedente, costituisce un’inversione di tendenza, considerato che l’incremento delle abitazioni occupate all’’81 al ‘91 era pari al 22,6%. Nel settore industriale, significativa è la dinamica di crescita registrata nel comune di Casal di Principe, che registra un incremento delle U.l. (Unità locali) pari al 603,64% e del 595,76 di Addetti. Questi dati sono da considerarsi sicuramente eccezionali, sia rispetto al Sistema di riferimento, che rispetto alle medie regionali. Sts E4 con la suddivisione in Comuni e l’indicazione della dinamica demografica 1991- 2001. C’è anche da rilevare che in un territorio come quello dell’Agro Aversano, caratterizzato da un substrato di attività “sommerse”, per anni privo di una qualsivoglia regolamentazione urbanistica, i dati ISTAT non rispecchiano il quadro “reale” dell’economia, ben più vivace di quanto conosciuto ufficialmente. Il carattere degli interventi programmati previsti nel PTR per il Sistema aversano E4, viene espresso tramite una matrice degli Indirizzi strategici, comprensiva di tutti i sistemi territoriali individuati nella Regione.

1 punto per una scarsa rilevanza dell’indirizzo

quando l’applicazione dell’indirizzo consiste in interventi mirati di miglioramento 2 punti ambientale e paesaggistico

3 punti quando l’indirizzo riveste un rilevante valore strategico da rafforzare

4 punti quando l’indirizzo costituisce una scelta strategica prioritaria da consolidare

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La matrice mostra come nel sistema aversano la scelta strategica prioritaria è riconosciuta nelle attività produttive per lo sviluppo agricolo – sviluppo delle filiere, mentre l’indirizzo da rafforzare riguarda l’interconnessione, la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, il rischio sismico e la riqualificazione urbana con quello delle attività produttive ed agricole.

INDIRIZZI STRATEGICI

accessibilità attuale accessibilità programmi

– –

estrattive

sviluppo delle filiere delle sviluppo

diversificazione territoriale diversificazione

– –

ità produttive per lo sviluppo lo per produttive ità

Interconnessione Interconnessione Difesa biodiversità della marginali Valorizzazione territori Riqualificazione costa e culturale Valorizzazione patrimonio paesaggio Recupero dismessearee Rischio vulcanico Rischio sismico Rischio idrogeologico Rischio industriali incidenti Rischio rifiuti Rischio attività a Riqualificazione norma messa delle e città sviluppo lo per produttiveAttività industriale sviluppo lo per produttiveAttività agricolo sviluppo lo per produttiveAttività agricolo Attiv turistico A1 A2 B1 B2 B3 B4 B5 C1 C2 C3 C4 C5 C6 D2 E1 E2a E2b E3 2 3 2 1 3 3 3 2 2 3 1 4 2 2

Il quarto Qtr– I Campi Territoriali Complessi

I Campi Territoriali Complessi (CTC), sono ambiti del territorio regionale con priorità d’intervento, interessati da criticità per effetto di processi di infrastrutturazione funzionale ed ambientale particolarmente densi: su queste aree si determina la convergenza e l’intersezione di programmi relativi ad interventi infrastrutturali e di mitigazione del rischio ambientale così intensivi da rendere necessaria la gestione del loro impatto sul territorio regionale, anche in termini di raccordo tra i vari livelli di pianificazione territoriale.

I CTC possono essere definiti “punti caldi” del territorio regionale, aree oggetto di trasformazioni intense, in alcuni casi già in fase di realizzazione, che possono riguardare: . interventi e strategie di riequilibrio e di risanamento ambientale, di bonifica di aree ad alto rischio e valore paesistico; . opere ed interventi nel settore delle infrastrutture (in particolare nel campo dei trasporti e della mobilità);

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. politiche per la protezione del territorio ed il ripristino di condizioni sociali ed urbane di sicurezza, in relazione ai rischi naturali. La definizione di questi ambiti ha l'obiettivo di incentivare un governo integrato del territorio capace di coordinare attraverso la copianificazione le ricadute e gli effetti dei processi di infrastrutturazione funzionale ed ambientale in atto, e di sostenere processi di partenariato istituzionale, incentivando l’intesa tra i diversi soggetti, pubblici e privati, tra le diverse amministrazioni a cui compete la gestione del territorio ai diversi livelli. Il comune di Lusciano è inserito nel “Campo territoriale complesso” n. 3 Direttrice nord Napoli Caserta, cuore dell’area metropolitana di Napoli, caratterizzato da una molteplicità di interventi infrastrutturali che ne rappresentano una dorsale costituita da elementi lineari e da una forte attrattiva di livello territoriale. (fig. 9)

Fig. 9 - I Campi Territoriali Complessi Le azioni previste nel Campo n.3 comportano effetti rilevanti sull'area metropolitana di Napoli nel suocomplesso: in particolare possono essere sintetizzate come il miglioramento della

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interconnessionenella direttrice nord–sud tra l'area urbana casertana e l'area napoletana in una prospettiva policentricaa correzione delle polarizzazioni esistenti o emergenti; la costruzione di una grande polarità di scalaterritoriale, nodo ferroviario di rilevanza nazionale con elevatissima capacità attrattiva di funzioni e diflussi al livello regionale e locale, costituita dalla nuova stazione TAV; la realizzazione di una grandepolarità produttiva dovuta al grande nodo intermodale dell'Interporto di . Il primo punto darealizzarsi con una nuova linea ferroviaria che sarà utilizzata dal servizio della MetropolitanaRegionale", come servizio di trasporto integrato tra i vari vettori sulla linea, rappresenta unaprospettiva di grande importanza per l'intero sistema metropolitano di Napoli, come potenzialità di unnuovo e rapido collegamento per il trasporto collettivo tra Napoli e Caserta; ciò comporta la virtualeriduzione delle distanze territoriali in termini di tempi percorrenza, ridefinendo le gerarchie territorialie le potenzialità interconnettive tra il capoluogo e la sua area urbana. Da un lato questo consente di prefigurare nuovi scenari insediativi incentrati sull’ipotesi di potenziali localizzazioni sulla direttriceferroviaria e in diretto collegamento con i centri urbani, come prospettiva progettuale tesa a ridurre glieffetti diffusivi (collegati ad un alto consumo di suolo) dell’urbanizzazione a bassa densità checontinua ad espandersi negli spazi interstiziali dei centri urbani e del suolo agricolo, e finalizzata allariqualificazione del tessuto insediativo esistente in un’ottica policentrica. Tale potenzialità dovràessere tenuta in conto anche dalle strategie di rilocalizzazione di unità insediative nell'areametropolitana per ospitare la popolazione che vorrà abbandonare la zona rossa di maggior rischiovulcanico nella città vesuviana, come previsto nelle strategie già in atto nella Regione Campania. Infine la costruzione di nuove stazioni potrà essere l’occasione di costruzione di nuove centralità neltessuto urbano, di intermodalità e di insediamento di funzioni pubbliche urbane, per la riqualificazionedel sistema dello spazio pubblico e collettivo nelle aree marginali e periferiche dell’areametropolitana. La progettazione delle nuove polarità infrastrutturali (Stazione AV e Interporto diMarcianise) dovrà essere basata sulla mitigazione degli impatti visivi e percettivi, e sulla lorointegrazione nel paesaggio con filtri di verde, aree di verde attrezzato, architettura bio– compatibileprogettata con criteri di sostenibilità. Esiste – come per le altre aree del casertano – un intreccio con lapresenza di siti potenzialmente contaminati dalla discarica abusiva di rifiuti tossici: pertantol'insediamento di ogni nuova funzione dovrà essere preceduto dal controllo e dal

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monitoraggio delgrado di contaminazione dei suoli e, dove necessario, da adeguate azioni di bonifica.

Il quinto Qtr - indirizzi per le intese intercomunali e buone pratiche di pianificazione Il PTR attribuisce un’attenzione particolare agli spazi per la cooperazione interistituzionale, nellaconsapevolezza dell’inevitabile intersecazione degli ambiti di amministrazione del territorio e degli impatti che tale situazione produce.

Anche se il PTR non assume valenza di Piano paesaggistico, attraverso la rete ecologica fornisce indirizzi di coordinamento sia per i Piani provinciali che comunali, rinviando alla scala comunale, in particolare, l’individuazione degli elementi di criticità e vulnerabilità, nonché la specificazione progettuale delle azioni di recupero. Nello specifico, secondo le Linee guida per il paesaggio, i Piani urbanistici comunali devono: . assicurare il contenimento dei consumi di suolo prevedendo il soddisfacimento prioritario dei nuovi bisogni insediativi, produttivi, infrastrutturali mediante il riuso di aree già urbanizzate; . prevedere la localizzazione delle eventuali aree di nuova edificazione in continuità con i nuclei insediativi esistenti, e comunque in posizione marginale rispetto agli spazi rurali ed aperti, al fine di controllare la dispersione insediativa e la frammentazione dello spazio rurale; . identificare gli edifici e gli insediamenti di architettura rurale; . identificare le aree degradate (cave, discariche, aree ruderali, dismesse ecc.); . sono accompagnati da una procedura di Valutazione ambientale strategica nella quale siano adeguatamente considerati gli effetti sull’integrità strutturale e funzionale del territorio rurale e aperto, sul consumo di suolo e sui processi di frammentazione del territorio rurale, degli ecosistemi e degli habitat naturali e seminaturali, sia direttamente causati dalle azioni di piano che indirettamente indotti da queste, con particolare attenzione agli impatti di tipo cumulativo che le azioni di piano possono generare unitamente a quelle previste dagli altri piani che interessano il medesimo ambito, ed in relazione alle tendenze ed alle dinamiche territoriali di medio e lungo periodo che caratterizzano i territori interessati dal piano; . perimetrare e salvaguardare i beni storico-culturali come: le aree archeologiche, la rete stradale storica, le centuriazioni, i centri e gli agglomerati storici con relativo ambito paesaggistico di riferimento.

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2.2 Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta

La Legge Regionale n. 16/2004 e ss.mm.ii. individua quale strumento di pianificazione intermedio il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Ai sensi dell'art. 18 della L.R. 16/2004, il PTCP: . individua gli elementi costitutivi del territorio provinciale, con particolare riferimento alle caratteristiche naturali, culturali, paesaggistico - ambientali, geologiche, rurali, antropiche e storiche dello stesso; . fissa i carichi insediativi ammissibili nel territorio, al fine di assicurare lo sviluppo sostenibile della provincia in coerenza con le previsioni del PTR; . definisce le misure da adottare per la prevenzione dei rischi derivanti da calamità naturali; . detta disposizioni volte ad assicurare la tutela e la valorizzazione dei beni ambientali e culturali presenti sul territorio; . indica le caratteristiche generali delle infrastrutture e delle attrezzature di interesse intercomunale e sovracomunale; . incentiva la conservazione, il recupero e la riqualificazione degli insediamenti esistenti.

Il Ptcp contiene disposizioni di carattere strutturale e programmatico.

Le disposizioni strutturali contengono: . l'individuazione delle strategie della pianificazione urbanistica; . gli indirizzi e i criteri per il dimensionamento dei piani urbanistici comunali, nonché l'indicazione dei limiti di sostenibilità delle relative previsioni; . la definizione delle caratteristiche di valore e di potenzialità dei sistemi naturali e antropici del territorio; . la determinazione delle zone nelle quali è opportuno istituire aree naturali protette di interesse locale; . l'indicazione, anche in attuazione degli obiettivi della pianificazione regionale, delle prospettive di sviluppo del territorio; . la definizione della rete infrastrutturale e delle altre opere di interesse provinciale nonché dei criteri per la localizzazione e il dimensionamento delle stesse, in coerenza con le analoghe previsioni di carattere nazionale e regionale; . gli indirizzi finalizzati ad assicurare la compatibilità territoriale degli insediamenti industriali. . Le disposizioni programmatiche disciplinano le modalità e i tempi di attuazione delle disposizioni strutturali, definiscono gli interventi da realizzare in via prioritaria e le stime di massima delle risorse economiche da impiegare per la loro realizzazione e fissano i termini per l'adeguamento delle previsioni dei piani urbanistici comunali alla disciplina dettata dal PTCP.

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Con delibera di Consiglio Provinciale n. 26 del 26/04/2012,è stato approvato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Caserta ai sensi del comma 7 art. 20 della L.R. 16/04 con verifica di compatibilità approvata con D.G.R.C. n. 312 del 28.06.2012 e pubblicata sul BURC n. 41 del 02.07.2012.

Ai sensi dell’articolo 3, lettera d) della Legge Regionale 13/2008, esso è attuativo dellaconvenzione europea del paesaggio edè finalizzato alla valorizzazione paesaggistica del territoriodella provincia di Caserta e concorre alla definizione del piano di cui all’articolo 3, lett. c) dellasuddetta legge.

Il PTCP di Caserta persegue lefinalità di sviluppo culturale, sociale ed economico della comunità provinciale attraverso: . il contenimento del consumo del suolo, assicurando, contestualmente, la tutela e la valorizzazionedel territorio rurale e la riqualificazione delle aree urbane e rurali degradate; . la difesa del suolo con particolare riferimento alla sicurezza idraulica, alla stabilità dei versantie all’integrità della linea di costa e della fascia costiera; . la tutela del paesaggio naturale e degli elementi identitari del territorio provinciale; . il potenziamento e l’interconnessione funzionale del sistema dei servizi e, in particolare,della rete della mobilità su ferro; . il risparmio energetico e la promozione delle energie alternative; . il coordinamento delle politiche e degli strumenti urbanistici comunali e delle pianificazionidi settore.

Esso recepisce: . le eventuali nuove disposizioni legislative e gli atti di pianificazione sovraordinati; . le prescrizioni e gli indirizzi del PTR, ivi comprese le linee guida per il paesaggio; . le prescrizioni e gli indirizzi dei degli atti di pianificazione e programmazione delle autoritàdi bacino nazionale Liri, Garigliano e Volturno e dell’autorità di bacino Campania Nord- Occidentale; . le misure di salvaguardia dei parchi regionali del Matese, di e del Partenio; . le misure di salvaguardia delle riserve naturali del Lago di Falciano e di foce Volturno – Costa di Licola; . le misure di salvaguardia della riserva naturale statale di Castelvolturno; . ilPitDomitio nonché tutti gli accordi di programma a scala territoriale approvati primadell’entrata in vigore del Ptcp.

Il PTCP di Caserta prende avvio dalla necessità di un'azione di riequilibrio di un territorio caratterizzato da uno profondo squilibrio socio-economico e insediativo tra il territorio costiero

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e di pianura, più denso di popolazione, attività e infrastrutture, e le zone interne, in prevalenti condizioni di marginalità.

Tale squilibrio attiene sia la disponibilità di risorse (dell'armatura territoriale come di quella economico-produttiva) e di accesso ai beni sociali, sia l'inadeguatezza delle modalità di uso e trattamento delle sue componenti ambientali trala porzione meridionale e costiera caratterizzata dall'appartenenza all'assetto metropolitano, dove si concentrano le infrastrutture territoriali ed economiche ma anche le principali criticità ambientali e insediative, e la porzione settentrionale e interna dominata dalla diffusione degli insediamenti, con una notevole presenza di risorse e qualità ambientali ma un basso livello di specializzazione.

Il PTCP fornisce una lettura della Provincia per "territori":

. il territorio rurale e aperto, nel quale sono esercitate le attività agricole multifunzionali e di protezione della natura; . il territorio insediato, in cui sono localizzate tutte le funzioni urbane di residenza, produzione e riproduzione.

Sono inoltre indicate due tipologie di aree appartenenti sia all’uno che all’altro sistema:

. il territorio negato con potenzialità ambientale e con potenzialità insediativa, che comprende aree urbane e rurali prive di una funzione univocamente definita e contrassegnate da evidenti segni di degradazione; . i coltivi di vite maritata al pioppo, che rappresentano una particolare coltura di vite appartenente all' identità culturale dell’agro aversano.

Diversamente da una zonizzazione funzionale o morfologica, la lettura per territori mette in risalto le qualità intrinseche delle diverse parti della provincia. Ogni porzione dello spazio provinciale è stata, infatti, valutata rispetto alle sue prestazioni qualitative in essere o potenziali e l'azione di piano è principalmente rivolta al mantenimento delle risorse o al raggiungimento delle qualità ambientali previste. Questo approccio risulta particolarmente utile in un territorio di qualità e bellezza potenzialmente altissimi che soffre, però, di pressioni ambientali e antropiche devastanti.

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Il territorio rurale e aperto

La strategia per il territorio rurale e aperto che il Ptcp di Caserta mutua dal piano territoriale regionale fa riferimento ad alcuni obiettivi generali che costituiscono un decalogo di riferimento per la pianificazione provinciale, comunale e di settore:

. arrestare il consumo di suolo, favorendo il riuso di aree già urbanizzate,dismesse,sottoutilizzate, degradate; . frenare la dispersione insediativa e la frammentazione del territorio rurale, privilegiando la localizzazione di nuove opere e infrastrutture in continuità con le aree edificate esistenti,inposizione marginale rispetto agli spazi rurali e aperti; . condizionare l’edificabilità nel territorio rurale alle sole necessità abitative e produttive dipendenti dalle attività agricole, così come documentate da un piano di sviluppo aziendale; . tutelare le aree rurali a elevata pericolosità idrogeologica e vulcanica, come misura chiave di pre- venzione e mitigazione del rischio ambientale; . proteggere e rafforzare la biodiversità, con particolare riferimento alle aree fluviali, costiere, montane ed alle aree agricole di elevato valore naturalistico; . tutelare i valori storico-culturali ed estetico-percettivi del territorio rurale, anche disciplinando l’inserimento ambientale di nuove opere e infrastrutture; . promuovere l’agricoltura urbana, tutelare gli spazi agricoli nella frangia periurbana; . favorire il recupero ecologico, agronomico, paesaggistico delle aree degradate; . valutare preventivamente gli impatti delle politiche regionali e dei piani di settore (residenze, infrastrutture, rifiuti, energia, grande distribuzione, logistica, eccetera) sull’integrità fisica, ecologica ed estetico-percettiva del territorio rurale.

Questi obiettivi generali possono essere efficacemente perseguiti nel territorio provinciale definendo strategie differenziate per i diversi contesti fisiografici: . le aree montane; . le aree collinari . i complessi vulcanici; . le aree di pianura; . la fascia costiera; . gli ambiti di influenza dei sistemi urbani.

Lusciano rientra all'interno dei territori di pianura, tra le aree cioè più fertili del territorio provinciale e regionale, che costituiscono nel loro complesso una risorsa strategica in quanto sede di attività agricole ad elevata redditività e, nel contempo, della porzione preponderante dei sistemi urbani, produttivi ed infrastrutturali.

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In tale contesto, il contenimento delle dinamiche di consumo di suolo e di frammentazione, la salvaguardia strutturale, la riqualificazione e la gestione sostenibile del territorio rurale e aperto, rispondono non solo all’esigenza di tutelare suoli, ambienti produttivi e paesaggi agrari ai quali è legata l’identità millenaria della provincia e della regione, ma costituiscono la precondizione per ogni prospettiva di riequilibrio territoriale e ambientale dell’area metropolitana Caserta-Napoli- Salerno.

Queste aree hanno conosciuto, nel corso dell'ultimo quarantennio, una forte espansione non controllata delle aree urbanizzate, che sono passate da circa 5.000 ha a circa 19.000 ha, con un incremento del 288%. Tale crescita smisurata, accompagnata allo sviluppo infrastrutturale, ha determinato notevoli conseguenze sul territorio: dall'eccessivo consumo di suolo, che costituisce una risorsa non rinnovabile, di fondamentale importanza per gli equilibri ambientali e produttivi, alla progressiva frammentazione del territorio rurale provinciale, con un complessivo e progressivo scadimento dei valori ambientali, agronomico-produttivi, storico-culturali, estetico-percettivi, in special modo nelle aree periferiche e di frangia periurbana.

In ampie parti del territorio provinciale, l'espansione metropolitana impetuosa hateso a confinare gli episodi di naturalità in ambiti marginali e residui. Ciò vale sia per le frange delle conurbazioni aversana e casertana, che per la fascia costiera. La prima, fondamentale linea del Ptcp - che per definizione assume il carattere di invariante - è costituita dunque dall'insieme degli obiettivi relativi alla tutela e soprattutto al recupero e alla ri- qualificazione ambientale del territorio rurale e aperto, attraverso la mitigazione del rischio ambientale e antropico, la formazione della rete ecologica provinciale e la tutela dei valori paesaggistici e naturali, con obiettivi plurimi legati al miglioramento della qualità ambientale (autodepurazione, regolazione del microclima, mantenimento della permeabilità), alla conservazione della biodiversità, alla promozione dell’agricoltura e della forestazione urbana, alla fornitura di opportunità per la ricreazione, l’educazione ambientale e la vita all’aria aperta, al miglioramento dei paesaggi urbani, alla mitigazione del rischio idrogeologico e vulcanico, al riequilibrio ambientale ed ecologico della grande area metropolitana. Strettamente connesso al tema della rete ecologica è la conservazione delle aree agricole, sia di quelle interstiziali, a rischio di scomparsa per i fenomeni di sprawled espansione urbana, sia di quelle vaste, collocate nel cuore della Campania felix, e proprio per questa loro collocazione,

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essenziali quali cuscinetti di relazione tra gli ambiti a esclusiva vocazione naturalistica. Da un lato, dunque, la rigorosa tutela dei residui spazi aperti è essenziale per evitare la saldatura delle formazioni urbane esistenti, dall'altra si rende necessario salvaguardare un'attività economica fondamentale per la costruzione fisica e identitaria della Provincia di Caserta. L'insieme degli interventi e la messa in rete dei parchi regionali e di quelli urbani ha evidenti significati e implicazioni anche dal punto di vista della tutela e della ricostruzione del paesaggio.

Il territorio insediato

Il PTCPdi Caserta suddivide l'area provinciale in sei ambiti insediativi:Aversa; Caserta; ; ; Litorale Domitio: sub ambito Nord e sub ambito Sud; Teano.

Il Comune di LUSCIANO è inserito nell’ambito insediativo di Aversa nel quale rientrano anche i Comuni di Aversa, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Carinaro, Cesa, Frignano, Gricignano di Aversa, Orta di Atella, Parete, San Cipriano di Aversa, San Marcellino, Sant’Arpino, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa di Briano e Villa Literno.

Figura 2. Individuazione agro aversano. Relazione PTCP

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Secondo i dati demografici di fonte Istat al 2016, la popolazione residente nella Provincia di Caserta ammonta nel complesso a 924.166 unità, pari al 15% circa del totale regionale.

La densità provinciale supera quota 340 abitanti per kmq: un dato che, pur inferiore a quello massimo che si registra in Campania (430 ab/kmq, valore trainato dal dato record dell’area napoletana che supera i 2.600 ab/kmq) si posiziona intorno al quindicesimo posto tra le 108 provincie italiane.

Quasi il 76% della popolazione provinciale – circa 676.000 abitanti – è concentrata nei territori compresi negli ambiti insediativi di Caserta (47%) e Aversa (29%).

Guardando dunque ai singoli ambiti insediativi, si osserva come in quello di Caserta la densità media sale a 613 ab/kmq e in quello di Aversa addirittura a 1.313 ab/kmq: in questi due soli sistemi territoriali, ovvero in un terzo della superficie territoriale complessiva, vivono oggi oltre tre quarti degli abitanti della Provincia di Caserta.

Dal punto di vista demografico, dunque, emerge una Provincia costituita da due realtà territoriali fortemente differenziate: da un lato, un’area urbana diffusa e densamente popolata, costituita da numerosi comuni di medie dimensioni addensati intorno ai poli di Caserta e Aversa e sulla costa e sviluppatisi negli ultimi 2-3 decenni a ritmi estremamente sostenuti; dall’altro, nella zona centrale e settentrionale del territorio provinciale, si trova un’area completamente diversa, costituita da centri di dimensione media e medio-piccola, dispersi su un territorio dove la presenza antropica si è mantenuta su livelli moderati e comunque tali da non alterare significativamente la conformazione originale del territorio.

Tali ambiti insediativi sono caratterizzati da un'armatura insediativa ben definita: negli ambiti del Casertano e dell’Aversano sono presenti delle “nebulose” urbane, parte della più ampia conurbazione Caserta-Napoli-Salerno; lungo la costa domitiana si può individuare un nastro di urbanizzazione pressoché continuo e ininterrotto, dal confine meridionale della Provincia fino a quello settentrionale, con diversi inspessimenti e ; attorno al rilievo vulcanico di Roccamonfina, gli insediamenti seguono le linee di crinale per raccogliersi lungo le principali vie di fondovalle; nelle pianure tra i Monti Tifatini e Monte Maggiore, centri e nuclei urbani formano dei grappoli attorno alcune direttrici principali; gli insediamenti nell’alta valle del Volturno seguono, come anelli di una catena, le principali strade di mezza costa.

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Figura 3. Ambiti e sub ambiti insediativi della Provincia di Caserta. Relazione PTCP

Nel casertano e nell'aversano i centri urbani non sono più leggibili: intrecciati l'uno nell'altro, i singoli centri tendono a perdere un ruolo autonomo all'interno di un sistema insediativo univoco.

L’ambito insediativodiAversa, in particolare,è caratterizzato da un'unica conurbazione che non conosce al suo interno altri sub-sistemi insediativi: i centri e i nuclei urbani si affastellano lungo la vecchia linea ferroviaria Roma-Napoli, da Sant’Arpino ad Aversa, fino a Casal di Principe e Villa Literno, e più recentemente nei pressi dell’Asse di supporto.

La densità abitativa si avvicina a quelli della Provincia di Napoli, dove l'insieme dei Comuni, al netto del capoluogo, è caratterizzato da una densità abitativa di 1.950 abitanti per kmq (Istat 2001), a fronte di 1.260 ad Aversa o 600 a Caserta.

Nel casertano e nell'aversano le patologie del sistema insediativo non sono tanto connesse alla dissipazione del suolo insediato, quanto all’inesistenza di aree a verde

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da un lato e aree compromesse anche se non insediate. Infatti, se si sommasse al territorio insediato, il consumo di suolo raggiungerebbe anche da queste parti valori superiori a 300 mq/ab.

Popolazione residente Ambito insediativo Comuni Superficie territoriale Densità 1951 2005 Var [n.] [kmq % [n.] [n.](1) % [ab/kmq]abitativa 1 Piedimonte Matese 24 722] 27,4 67.53 62.66 -7,2 87 2 Mignano M. Lungo 5 174 6,6 617.79 911.69 -34,3 67 3 Teano 12 349, 13,2 645.91 844.38 -3,3 127 4 Litorale domalo 8 5513 19,4 069.23 599.32 43,5 194 5 Caserta 36 682 25,8 3269.1 5410.8 52,6 602 6 Aversa 19 198, 7,5 75131.7 16250.4 90,1 1.262 TOTALE 104 2.635 100 601.3722 879,3449 46,2 333 9 2 2

Dal punto di vista del sistema insediativo, obiettivo principale del Ptcp è di delineare una struttura in cui, accanto ai due sistemi metropolitani del Casertano e dell’Aversano, emergano altri sistemi insediativi forti di una propria identità, in grado di svolgere un ruolo organizzatore della rete insediativa minore e di attivare relazioni sociali ed economiche di qualità urbana.

In riferimento al più generale tema dell'assetto del territorio, il punto di riferimento assunto come invariante è il policentrismo regionale, inteso come unico modello capace di contrastare sia la congestione, sia la banalizzazione dell'area metropolitana da un lato, e che è in grado, dall'altro lato, di incoraggiare l'organizzazione a rete delle città medio-piccole del territorio interno. Tale obiettivo certamente di lungo periodo deve essere perseguito evitando, intanto, che si rafforzino i fattori di ulteriore consolidamento e indiscriminata crescita della conurbazione. Al riguardo, vanno coerentemente sostenute le proposte di istituzione di cinture verdi a corona delle aree urbane (vedi, per esempio, la recente proposta della Regione per i Regi Lagni e, più in generale, le azioni di tutela del paesaggio del nuovo piano territoriale regionale), e tutte le iniziative a tutela del patrimonio naturale e paesaggistico, assunte anche a scala comunale (come per esempio il Ring verde a Marcianise), a partire dai residui elementi territoriali che raccontano ancora oggi dello splendore del paesaggio borbonico. Sono molteplici i riferimenti a un futuro assetto policentrico rintracciabili già negli elaborati del piano territoriale regionale, a partire dagli obiettivi strategici per gli "ambienti insediativi". A

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titolo di esempio ci si limita a citarne uno riferito alla conurbazione Caserta-Napoli-Salerno: "costruzione di un modello che trasformi la conurbazione della piana in sistema policentrico fondato su una pluralità di città, di ruoli complementari, di diversificate funzioni prevalenti, ricercando le tracce di identità residue e utilizzando numerose aree in dismissione". Gli stessi interventi nei "campi territorialicomplessi" - di cui ben cinque riguardano direttamente il territorio della Provincia di Caserta - fanno parte delle politiche regionali di riassetto e "messa a norma" del sistema insediativo. Il tema del riassetto va di pari passo con quello della riqualificazione e del recupero del territori: la provincia di Caserta risultainfatti diffusamente caratterizzata da una cronica carenza di aree pubbliche a verde, per lo sport e per le attrezzature pubbliche.

Tale fabbisogno pregresso di aree a standard è piuttosto rilevante in tutti gli ambiti insediativi ed è stato stimato nel PTCP in circa 900 ha (pari a 10 mq/ab in media). La gran parte del fabbisogno è espresso dall'ambito insediativo di Aversa (250 ha) e Caserta (400 ha). Negli altri quattro ambiti, la domanda di riqualificazione assomma a circa 250 ha.

Oltre al fabbisogno pregresso di aree a standard, la pressione insediativa riguarda soprattutto la domanda di nuovi alloggi. Lo scenario di piano prevede un maggiore sostegno alle aree interne, un alleggerimento delle aree maggiormente congestionate eil rafforzamento del sistema urbano del capoluogo. Il PTCP propone una limitazione dell'espansione dell'aversano (dove dovranno prevalere politiche di riqualificazione) a favore del consolidamento del ruolo urbano di Caserta, mentre l'arresto della crescita delle aree interne dovrà essere ottenuto attraverso una specifica politica regionale dei servizi e dei trasporti. Lo scenario di piano tiene dunque conto sia delle tendenza di sviluppo in atto (una crescita consistente della popolazione, delle famiglie e, in ultima analisi, degli alloggi nella provincia di Caserta), sia delle esigenze di riequilibrio della struttura urbanistico-territoriale della Provincia.

L'accessibilità

Nella strategia generale di riequilibrio territoriale, un ruolo fondamentale è giocato dall'accessibilità territoriale, allo stato attuale caratterizzato daun inadeguato assetto dei colle- gamento ferroviari a servizio dell'area metropolitana Caserta-Napoli-Salerno. L’assetto del sistema della mobilità nel territorio provinciale discende dalle scelte definite nel

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Ptr e dalle proposte messe a punto nelle Linee guida per la mobilità della Provincia di Caserta e nel Nuovo piano di bacino di traffico, volte ad integrare e completare il quadro delle invarianti regionali. Il disegno complessivo della rete su ferro e di quella carrabile è stato pensato sia in relazione al soddisfacimento dei fabbisogni pregressi, sia in relazione ai fabbisogni insorgenti e futuri, riguardando sinteticamentei seguenti obiettivi: . il potenziamento della rete su ferro e della mobilità debole; . la modernizzazione della rete stradale; . la mitigazione delle grandi infrastrutture per la mobilità e la logistica.

In particolare, per i sistemi casertano e aversano, l'obiettivo è quello della dotazione di un efficiente sistema di trasporto collettivo urbano di maggiore capacità, maggiore efficienza e maggiore velocità commerciale rispetto al tradizionale servizio di autobus.

A tale scopo il PTCP individua i seguenti interventi, alcuni dei quali in fase di realizzazione: . lariqualificazionedellatrattaCapua-Maddalonidell’anticalineaRfiNapoli- RomaviaCassino,voltaallarealizzazione delsistemaferroviariometropolitano dellaprovinciadiCasertaeafavorire l’integrazionedelleinfrastrutture ferroviariedellaconurbazionecasertana(inavanzatostatodi progettazione); . ilcompletamentodell’exAlifana bassa,oraMetroCampaniaNordEst,neltrattoS.MariaC.V. - Aversa, peril collegamentoconl’attuale trattogiàinesercizio Aversa-Giugliano- Napoli(inavanzatostatodicompletamento); . larealizzazionedelby-passdell’abitatodiMaddalonisulcollegamentoRfiCaserta-Cancello nell’ambitodellanuovalineaACNapoli-Bari(infasediprogettazionepreliminare); . la ristrutturazione del sistema di trasporto pubblico locale su gomma e l’incremento dell’accessibilitàalSistema metropolitano regionaleattraversolaprogettazionedicinque nodid’interscambiomodale:Aversa, Caserta,S.MariaC.V.,Capua,Cancello.

Va sottolineatoche la città di Aversa non è dotata di un proprio sistema di trasporto pubblico locale su gomma, sebbene sia caratterizzata della più alta dotazione di servizi su ferro (Trenitalia e MCNE).

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