Angelo Maggi Dal 7 Al 17 Marzo 2019 Al Teatro Belli: Dal 7 al 17 marzo al teatro Belli, la IV edizione de Il DoppiAttore. Da Ironman al commissario Winchester a Gibbs di NCIS - intervista di Alessia de Antoniis

10/03/2019

Torna al teatro Belli fino al 17 marzo la quarta edizione de Il DoppiAttore, lo spettacolo di Angelo Maggi interamente dedicato al doppiaggio. Quest'anno anche un contest per giovani doppiatori. Voce italiana di una serie infinita di attori famosissimi, tra i quali , , Hugh Grant, Robert Downey Jr., Denzel Washington, James Spader, Mark Harmon (Gibbs di NCIS), del Commissario Winchester dei Simpson, Angelo Maggi ha da poco finito di doppiare le voci di (Guglielmo da Baskerville) nella serie “Il nome della rosa” e di Steve Coogan (Stanlio) nel film “Stan & Ollie”. Angelo torna in questi giorni a teatro con il suo spettacolo sul mondo del cinema, delle fiction e dei cartoni animati dal punto di vista del backstage vocale, offrendo al pubblico una divertente serie di interpretazioni in live di scene famose di film e fiction. Componente essenziale dello spettacolo è la partecipazione del pubblico in platea. Uno spettacolo unico nel suo genere, che mostra come il doppiatore sia prima di tutto un attore con il compito di dare espressione, nella nostra lingua, alle emozioni che altri hanno creato nella loro. Vedremo come nasce una voce, cosa c'è dietro, come si doppia cantando. Ogni serata sarà un'occasione per conoscere da vicino chi si nasconde dietro alle voci che associamo ai nostri attori preferiti, assistendo a un doppiaggio dal vivo eseguito da un autentico DoppiAttore. Abbiano incontrato Angelo Maggi in teatro. Angelo, il cinema italiano è sempre stato doppiato. Anche un film come Paisà, che sembra girato in presa diretta, in realtà è doppiato... Sì, tutto il cinema neorealista è stato doppiato. Tutti i capolavori di De Sica e Rossellini erano interpretati da gente presa dalla strada, che poi sarebbe stata doppiata. Fellini faceva addirittura dire i numeri agli attori, tanto poi sarebbero stati doppiati da grandi attori di teatro. Il doppiaggio in Italia, dalla metà degli anni Trenta, è stata una consuetudine. Ancora oggi sono pochi i registi italiani che non amano il doppiaggio. È vero che ci sono stati film americani salvati dal doppiaggio? Ad esempio Dracula di Bram Stoker, nella versione originale ha avuto alcuni problemi perché Winona Rider recita la parte di un'inglese con un accento marcatamente americano; Antony Hopkins, diplomato alla Royal Accademy a Londra, dialoga con Kenau Reeves che ha un accento canadese... È vero, ma aggiungo che molte serie televisive, soap opera o telenovelas, che hanno incrementato tanti canali televisivi italiani, sono stati rifatti col doppiaggio: non solo migliorati, ma salvati da grandi attori artisti doppiatori. Spesso ti chiedono se è più difficile doppiare Tom Hanks oppure un attore poco conosciuto: in realtà, quando arrivi a doppiare queste grandi star, come Tom Hanks o Robert Downey Jr, sei innanzitutto fortunato, poi lo hai anche meritato, dopo tanti anni di carriera. Sono loro, poi, che ti portano facilmente a trovare le emozioni da dare al pubblico italiano, perché sono talmente bravi che basta essere in sintonia con loro nella recitazione, per riuscire a rendere le emozioni che loro hanno dato nella versione originale. Mentre attori non bravi, come possono essere quelli delle serie televisive o di alcuni film, sono talmente non bravi che è difficile per un doppiatore renderli credibili e deve venir fuori tutto il talento dell'attore doppiatore. Perché non c'è niente a cui aggrapparsi. Alcuni doppiatori, come te o Luca Ward, sono anche bravissimi attori. Attore e doppiatore sono due ruoli interscambiabili? Il titolo dello spettacolo con cui torno nuovamente al teatro Belli, il DoppiAttore, risponde alla tua domanda. Ho scelto questo titolo proprio per spiegare al grande pubblico, che non conosce questa arte italiana che chiamerei artigianato e che il presidente Mattarella ha definito una eccellenza italiana, che il doppiatore è un vero e proprio attore e artista. Quindi le due figure non solo sono interscambiabili, ma sono la stessa cosa. E gli ospiti che ho con me sul palco, diversi ogni sera, mi aiutano a dimostrare al grande pubblico, che non conosce il doppiaggio, che sono dei veri e propri artisti. È questo che voglio raccontare: il doppiatore come una branchia della professione dell'attore o del cantante, dell'artista, che si esprime con una tecnica particolare che si acquista dopo anni di professione. Nel 1979 sei stato scelto da Vittorio Gassman per la nascente Bottega teatrale di Firenze. C'è anche questo nella tua valigia di doppiatore? Sì e l'impronta del mio maestro è molto forte: Gassman mi ha insegnato tanto, non solo a stare sul palco, ma ad avere rigore in quello che faccio, e spero di aver trasmesso a tutti i miei allievi una parte di quegli insegnamenti. Era un artista che non lasciava nulla al caso. Il grande Vittorio Gassman che improvvisava sul palco, era in realtà molto studiato. C'era anche una buona dose di improvvisazione, ma era pignolo, preciso, era severo. Ed è una cosa che ho ereditato. I ragazzi che la scelgono la strada del doppiatore, magari come alternativa all'università che oggi non dà più certezze, cosa devono affrontare? Oggi è sempre più difficile approcciare a questo lavoro. Le più importanti scuole per attori, oggi, non prevedono la materia del doppiaggio. E questo è assurdo. Molti giovani attori usciti dalle accademie arrivano nelle sale di doppiaggio, perché fa parte del loro lavoro o perché può essere una buona fonte di guadagno, però il doppiaggio non si può improvvisare. E questa è un'assurdità. L'ultima scuola di doppiaggio riconosciuta dalla regione Lazio, che diede delle sovvenzioni, fu trent'anni fa quella tenuta da un grande del doppiaggio italiano, Renato Izzo. Una scuola dalla quale sono usciti, non a caso, attori che oggi sono numeri uno del doppiaggio italiano. Ma hanno avuto una formazione durata due anni, tenuta da attori preparati. Oggi questo non c'è. Ci sono sempre più ostacoli. Un ragazzo che chiede di poter assistere ad una seduta di doppiaggio è un'anomalia: cosa vuol dire assistere ad un turno di doppiaggio? Ci sono master, piccole realtà magari di un mese, ma non si prevede una vera e propria formazione. Ci sono tante scuole, non strutturate e a pagamento. I giovani che iniziano, dovrebbero invece avere facilitazioni. Dovrebbe essere una materia di studio nelle scuole canoniche per attori. Quest'anno ci sarà una novità: abbiamo fatto una selezione di giovani doppiatori arrivati da ogni parte d'Italia, che si affronteranno all'interno di un contest appositamente organizzato, alla fine del quale i due vincitori riceveranno una borsa di lavoro di duemila euro in turni di doppiaggio di opere cine-televisive, sostenuta dalla CS Cinedubbing di Roma. E' il nostro contributo alla formazione di nuovi professionisti del doppiaggio. Alessia de Antoniis Ospiti d'onore: Maurizio Mattioli (gio 7) Rossella Izzo (ven 8) Stefano Onofri (sab 9) Perla Liberatori (dom 10) Roberto Ciufoli (mer 11) Davide Lepore (gio 14) Renato Cortesi (ven 15) Giancarlo Magalli (sab 16, ore 17,30) Christian Iansante (sab 16, ore 21,00) Luca Biagini (dom 17)