Il Geometra Ligure
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il geometra anno 54º - n. 2 • marzo - aprile 2005 Tariffa Regime Libero: “Poste Italiane S.p.A.” - Spedizione in abbona- mento postale - 70% - DBC Genova - Tassa pagata Autorizzazione del ligure Tribunale di Genova n. 318 del 29/11/54 Direttore Responsabile Arnoldo Juvara Segretario di Redazione Marco Russello Foto di copertina del Goem. Adolfo Morasso Redattori Roberta Arena Pier Emilio Copello Alessio Danovaro Paolo De Lorenzi Ettore Fieramosca Filippo Finocchiaro Mario Gramigni Mauro Mattei Andrea Merello Maura Mignone Adolfo Morasso Liliana Olcese Alessandro Ombrina Roberto Ombrina Adriano Rodari Lorenzo Traverso Servizio fotografico e Coordinatore dell’immagine Adolfo Morasso Direzione Amministrazione 16129 Genova Redazione e Distribuzione Viale Brigata Bisagno, 8/1-2 Tel./Fax 010.5700735 La Liguria che se ne và. [email protected] www.collegio.geometri.ge.it sommario 54 Neviere 57 Lo stadio Luigi Ferraris di Marassi 67 Legislazione dello Stato 77 Giurisprudenza 80 Informativa - Censimento dell’amianto a bordo nave e relativa La presente pubblicazione è distri- bonifica (D.M. 20 agosto 1999) buita gratuitamente agli iscritti al- l’albo professionale della Provincia di Genova ed ai Collegi dei Geometri d’Italia. 86 Assemblea La riproduzione degli articoli, schiz- zi e fotografie è permessa solo ci- tando la fonte. 89 Consiglio Nazionale Geometri Le opinioni espresse dagli Autori, Redattori, Corrispondenti non impe- gnano né la Direzione, né la Reda- 91 Regione Liguria: nuovi contributi per il restauro degli edifici rurali zione, né il Collegio di cui il periodico è l’organo. Stampato nel mese di maggio 92 Cultura Ligure - Comune di Genova: Le inaugurazioni del 2005 2005 dalle Grafiche Fassicomo - Via Imperiale, 41 - 16143 Genova 95 Recensioni Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana 98 Atti del Collegio Neviere geom. Paolo De Lorenzi uando sulla Liguria ne- mento, piccoli edifici destinati zone montane, posizionate a Q vicava copiosamente e a ghiacciaie erano presenti in volte a pochi chilometri in non esistevano le moderne co- alcune cantine di ville e pa- linea d’aria dal mare, indice modità, era consuetudine lazzi nobiliari e nella Roma del mutato clima, che permet- provvedere alla raccolta della pontificia la regolamentazio- teva allora, non solo di rac- neve, ed al suo stoccaggio in ne della raccolta e del com- cogliere grandi quantità di depositi ubicati nelle zone mercio della neve per le ne- materia prima ma anche e montane per la produzione del cessità terapeutiche fu molto soprattutto di conservarla per ghiaccio. Prima dell’avvento precoce. lunghi periodi dell’anno fino della fabbricazione industria- La pratica della raccolta a farla arrivare sotto forma di le avvenuta in Italia a partire della neve era allora diffusa ghiaccio nei periodi più caldi dal 1830, la raccolta della un po in tutta la penisola ed a Genova, dove veniva imma- neve entro le cosiddette ne- anche pertanto in Liguria e gazzinata e successivamente viere, era ancora infatti l’uni- nella Provincia di Genova, venduta. co sistema per produrre il zona di cui tratta questo arti- Le neviere erano realizza- ghiaccio, che veniva impiega- colo. te a forma di tronco di cono to per raffreddare le bevande Numerosi ed ancora oggi rovesciato, con diametro in- delle famiglie più agiate e per riconoscibili, sono infatti i terno fino a 10/12 metri ed la cura di febbri e contusioni. resti delle neviere che si pos- altezza fino a 5/6 metri. L’iso- In realtà già dal rinasci- sono incontrare sulle nostre lamento era garantito da uno spesso strato di foglie secche e da una copertura conica, ultimata con un manto di pa- glia, ove era posizionata una apertura utilizzata per il cari- camento e lo svuotamento dell’ impianto. Lo sviluppo del commer- cio del ghiaccio divenne tal- mente importante, che il lun- gimirante Stato Genovese, non si lasciò sfuggire l’opportuni- tà di istituire una gabella sulla Neviera in neve. A partire infatti dal 1625, località nasce l’imposta sulla neve e, Grilla del Comune di dal 1640, viene concesso l’ap- Mele palto per l’ approvvigionamen- Neviere 55 to del ghiaccio ad un unico chi del peso di circa 80 chi- non forniva sempre un buon imprenditore per la durata di logrammi, che avvolti in sac- utile all’impresario, che spes- cinque anni, durante i quali chi di tela, venivano traspor- so non riusciva ad approvvi- doveva essere garantito un tati a dorso di mulo durante gionare in modo adeguato la costante rifornimento per i le ore più fredde della notte città, vuoi per la poca neve fabbisogni cittadini. nel deposito di Vico della caduta durante alcuni inver- La produzione del ghiac- Neve, presso la zona di Sozi- ni, vuoi per estati troppo cal- cio aveva inizio con la rac- glia e dal XIX secolo nel de che facevano calare visto- colta della neve, che impie- deposito di piazza Acquaver- samente il prodotto all’inter- gava decine di braccianti, che de. no delle neviere. Nonostante venivano assunti dall’impren- Dai depositi sopra menzio- questi imprevisti il commer- ditore tra i contadini della nati venivano quindi rifornite cio della neve con la sua zona. La neve veniva immessa alcune botteghe sia della città gabella durò fino al 1870: nella neviera, opportunamen- che dei sobborghi, che riven- erano trascorsi 230 anni dalla te battuta e costipata, e suc- devano il prezioso prodotto a sua istituzione. cessivamente ricoperta da uno prezzo calmierato. Interessante e probabil- spesso strato di foglie secche. Il commercio del ghiaccio mente unico esempio di ne- Con la copertura finale della neviera veniva garantito l’isolamento necessario affin- ché il materiale introdotto si trasformasse in ghiaccio e fosse conservato fino alla estate successiva. Sul fondo dell’impianto vi era un cana- le di scolo che permetteva all’acqua di defluire all’ester- no e di non compromettere quindi il restante materiale. Una volta solidificata la neve veniva tagliata in bloc- 56 Il geometra ligure al visitatore di raggiungere il fondo del manufatto. Tra le località dove era più regolare l’innevamento vi è quella dell’altopiano del mon- te Pennello, a quota 995 s.l.m., nella cui zona erano ubicati numerosi manufatti per la raccolta della neve; la zona, nonostante la vicinanza al mare, è infatti una zona con Neviera caratteristiche spiccatamente tronco conica sulle alture montuose, con un clima in- alle spalle di vernale molto rigido. Recco Le neviere del monte Pen- nello rifornivano un grande viera completamente in mu- esterno è disposto un cunicolo deposito in muratura di Villa ratura, è quella ubicata in lo- di accesso, mentre sulla co- Pallavicini a Pegli destinato calità Grilla nel Comune di pertura è posizionata una bu- al consumo familiare dei pro- Mele, che la Comunità Mon- catura per il caricamento del- prietari; il trasporto a valle tana Argentea ha recentemen- la neve. avveniva manualmente con te ristrutturato e reso visita- All’interno della struttura impiego di recipienti rivestiti bile; con pianta cilindrica, ha gli originari scalini in pietra internamente con lamiera di una altezza di circa mt. 7,50 sono stati sostituiti da una zinco. e copertura a volta; sul lato scala in legno che consente Foto e disegni di Paolo De Lorenzi Il vero viaggio di scoprire non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi Marcel Proust Lo stadio Luigi Ferraris di Marassi geom. Alessandro Ombrina La mia impazienza cresce, l’ora della partita si avvicina, oramai conto solo i minuti, quando finalmente mio padre, con una flemma anglosassone, assolutamente dissonante con la silenziosa ma trepidante impazienza dei suoi due figli, conclude le sue faccende e sentenzia - “saltate in macchina che andiamo” -, ebbene eccoci già stipati nella nostra cinquecento blu, direzione piazza Manin, dove, parcheggiata l’auto in prossimità dell’imbocco di via Montaldo, ridiscendiamo la ripida ed interminabile omonima sca- linata, dalla quale è già possibile intravedere la sagoma dello stadio e, dalla sommità a scendere, spicchi di folla, spiragli di prato ed echi di cori sempre più rombanti. Percorriamo l’esile ponticello che unisce i due argini ed eccoci in prossimità dello stadio, che velocemente, dato l’approssimarsi dell’imminente calcio d’inizio, perimetriamo, fino in C.so De Stefanis per correre alle biglietterie dei distinti; ho il cuore in gola, per la gioia e l’emozione e, sembra che anche mio padre si sia fatto condizionare dal momento. Eccoci finalmente varcare il cancello d’ingresso, la partita è già cominciata, lo capiamo dai cori e dal rombare ritmico delle voci, e allora su per la scale a perdifiato, con papà dietro a gridare di non correre, ma l’emozione ormai è incontrollabile e… eccolo… il cuore quasi mi scoppia, una distesa nitida di verde abbagliante con undici maglie rossoblù che si stagliano con una nitidezza indescrivi- bile, l’ombra della tribuna su metà del campo talmente perfetta che i contorni sembrano disegnati con un sottile tratto di china. Penso di aver trascorso i primi minuti immobile con la bocca aperta. Era il 15 maggio 1977 avevo quasi nove anni e per me il calcio, fino a quel momen- to, era solo uno sprazzo televisivo in bianco e nero di qualche trasmissione sportiva rubata tra un telegiornale e l’altro alla distrazione dei miei genitori; da quel giorno la mia è diventata una vera passione ed andare allo stadio un rito da consumarsi lenta- mente dalla mattina, e l’emozione, una volta individuata in lontatanza la sagoma, è sempre la stessa anche se per mano non c’è più il mio papà, ma mio figlio avvolto nella sua