Dicembre 2004 Intrattenimento 2 EDITORIALE Bazar 12 2004
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mensile di intelligente n.9 dicembre 2004 intrattenimento 2 EDITORIALE bazar 12 2004 www.bazarweb.info www.bazarweb.info MAra Codalli Eugenia ROmanelli Vera RIsi Direttore arTistico Direttore responsabile viceDirettore bazar 12 2004 laboratori studenti la sapienza 3 www.bazarweb.info Manifestazioni illegali di PENSIERO Vuoi esprimere liberamente il tuo pensiero? Preparati a evadere, a scavalcare barriere e a muoverti in modo clandestino. Perché per riappropriarti dei tuoi spazi spesso devi scegliere l’illegalità La nostra società richiede una qualifica specifica, una specializzazione sempre più approfondita, ritmi di vita serrati e schemi per poter “vivereal meglio”. Saper fare qualcosa per potersi realizzare nella vita, ma anche solo per ottenere un posto dove rifugiarsi. C’è un isolamento che ci allontana nondagli tanto altri, quanto dall’ambiente che ci ospita nel quale passiamo, ma nel quale non viviamo come dovremmo. Siamo senza un posto dove poter essere indipendenti, veri e soprattutto liberi. Siamo così incastrati nelle nostre idee e nelle righe delle istituzioni che per poterci esprimere liberamente dobbiamo evadere, carescaval con insistenza quello che noi stessi abbiamo creato. C’è chi sceglie luoghi e vie legali istituzionali, senza però trovare posto per sé. Nascono cosi tanti movimenti di espressione libera (da vincoli). Arte per chi la fa e per chi ne fruisce. Nessuna approvazione di esterni, nessun vincolo legale o fisico. La voglia di esprimere se stessi in questi casi irrompe nelle piazze, nei buchi neri dell’etere, su Internet, nel cinema e nel teatro, ovunque. Per trasmettere emozioni agli altri non servono leggi o musei di chissà quale eleganza, basta avere la passione da trasmettere, anchei ia costi. tutt (Di Valentina Ruocco, Cristiano Suriano) Quell’insostenibile leggerezza dell’etere Sono circa 140 le televisioni semiclandestine sorte in Italia sulla scia della bologneseOrfeo “ TV”, nata nel 2002. L’ultima frontiera della libertà di espressione si chiama “street tv”, microemittenti che sfruttano i così detti “coni d’ombra” ( frequenze non ancora acquisite da nessuna televisione) per mandare in onda quello gli che altri non dicono. E’ una situazione analoga a quella degli anni ’70, quando le radio libere cominciarono a trasmettere con successo contenuti innovativi e originali nonostante le leggi statali lo vietassero. A inaugurare il fenomeno delle “tv di quartiere” a corto raggio è stata appunto “Orfeo tv”, nata il 21giugno 2002un’intuizione da diGiancarlo Vitali e che trasmette in un area di 200 metri nell’omonima via Bologna. La durata delle trasmissioni di una emittente-tipo è di poche ore al giorno, rigorosamente senza palinsesto e concentrata su documenti video locali e internazionali: denuncia sociale, riprese di eventi cittadini, cortometraggi, filmatiiti reper in Internet e interviste. Piccole, efficaci ma per qualcunoscomode , le street tv fannocontroinformazione e può capitare che qualcuna venga chiusa. E’ il caso ditelefabbrica “ ”, la televisione dei lavoratori FIAT di Termini Imerese, e diDisco “ volante” gestita da una cooperativa di disabili di Senigallia, subito oscurate. L’aspetto della legalità è determinante per l’esistenza e l’attività delle tv di quartiere. La legge Mammì prima e la Gasparri poi stabilisconosenza che autorizzazione non è possibile “installare, né esercitare impianti di telecomunicazioni”. Per il proprietario di una tv di strada non in regola è prevista una sanzione amministrativa dai 250 ai 10 mila euro fino all’arresto da 6 a 18 mesi. Le tv di quartiere che attualmente trasmettono sul territorio italiano sono illegali ma i titolari dichiarano di appellarsi all’ art. 21 della Costituzione che garantisce la libertà di pensiero con ogni mezzo di diffusione. Duro e polemico il tono di Antonio Ciano, l’uomo che da solo ha sfidato il sistema politico e mediatico inaugurando tra i primi una delle street tv del Lazio, TMO:“Basta con la pubblicità e la moda, un freno ai reality show, la televisione deve mostrare la realtà”, ha detto. (Di Renzo Di Falco, Alesia Del Monte, Simona De Piccoli) 4 studenti la sapienza laboratori bazar 12 2004 www.bazarweb.info www.bazarweb.info Se ami un libro lascialo libero Intervista all’antropologo Massimo Canevacci, docente di antropologia culturale Si chiama bookcrossing il fenomeno nato in America e lanciato in Italia a Settembre 2003 presso la fiera letteraria di Mantova grazie all’attività all’università di Roma “ La Sapienza” di Fahrenheit, il programma radiofonico diRadio Tre. E’ il nuovo cult del momento, nata con lo slogan:“se ami un libro lascialo libero”, ovvero Cos’è per te l’arte o espressione libera? E l’arte libera è sempre libera? abbandonalo sulle panchine di un parco, in metropolitana, al bar, in L’arte in senso stretto non esprime solo libertà ma processi di liberazione, in quanto il prodotto spiaggia, al cinema o a riposo in una sala d’attesa. E’ un movimento artistico comunica al fruitore ciò che va oltre la legittimazione dello status quo, favorendo vivo, solo in Italia gli aderenti al bookcrossing (bookcorsari) sono processi di auto liberazione. Nell’arte c’è sempre un istanza critica e sovversiva nei confronti 21mila. I membri della vasta comunità amanti dei libri, si incontrano dell’etica, della morale, dei codici, dei comportamenti. virtualmente tramite internet sul sito ufficialewww.bookcrossing.com ( ) per donare o ricevere un libro giudicato particolarmente interessante Quale è il limite tra la libera espressione e quella controllata dalle istituzioni? e significativo, che a sua volta sarà poi donato e/o ricevuto tutte le E’ difficile stabilirlo, ma il limite può essere valicato quando non tanto l’arte riconosciuta, ma volte che troverà qualcuno pronto ad accoglierlo. Un solo obbiettivo: quella che esprime la molteplicità dei linguaggi e che colloca lo spettatore in un’area liminoide, trasformare il nostro mondo in unenorme biblioteca libera. Il viene espressa nei circuiti istituzionali e nei luoghi tradizionali. Se la sua potenza innovativa è bookcrossing è sentito dai bookcorsari come una vera e propria abbastanza prorompente non subirà la normalizzazione delle istituzioni. Perché le istituzioni “missione di pace” per favorire, diffondere e liberare dalle barriere neutralizzano l’opera d’arte e gli artisti perdono in esse la loro potenza liberatoria. burocratiche, e non solo, le culture del mondo nel mondo. Perché fuori dagli schemi e dai luoghi istituzionali? Qualsiasi forma istituzionale spinge l’artista anche implicitamente a scegliere differentemente il proprio contenuto espressivo. Ci sono artisti che si incuneano negli interstizi non ufficiali della Illegale o no…comunque graffito comunicazione della metropoli e lì creano materia espressiva non riconducibile alle norme del potere consolidato e ossificato. Qualora venga meno una corrispondenza tra autonomia Un’arte collettiva, un esposizione murale di pubblica accessibilità. espressiva dell’artista e dimensione di liberazione del prodotto espressivo, l’artista diviene Graffiti è scrivere sul muro, è ogni dipinto figurativo realizzato con una sorta di stipendiato. Senza questo binomio egli diviene colui che lavora a progetto per semplici materiali (bombolette spray, rulli, gessetti) e in luoghi un’istituzione. tradizionalmente non destinati a questa attività.writing Il nasce come espressione di ribellione sociale sul finire degli anni ’60 nei ghetti neri degli U.S.A. Raggiunge l’Europa solo successivamente. Quella dei Hai mai incontrato un artista “fuori”? writers è una cultura variegata e complessa nella quale confluiscono Ho conosciuto artisti che usano il proprio corpo come testo non vedendolo più come elementi legati a storia, tradizioni e singole personalità. In passato ci uno strumento attraverso il quale realizzare l’arte, ma come tessuto di menti, ascrivibile e sono state discussioni sulla reale comprensione dei graffiti nell’ambito modificabile come opere d’arte. Negli anni ’80 incontrai un artista CatalanoMarcelia Antunes dell’arte, ma come ogni altra forma artistica, il graffito richiede Roca, il quale instaurava un rapporto tra computer e spettatore tale da renderlo uno spett-attore, medesime capacità di produzione ed espressione: passione, creatività, che modificando il corpo dell’artista attraverso il computer modificava il testo dell’opera d’arte. talento e impegno. A differenza di altre forme d’arte però il graffito si muove a cavallo tra legalità e illegalità: nasce come azione illegale, una Un’altra artista francese sorta di invasione di spazi e beni pubblici, con lo scopo di raggiungere Orland, modifica il corpo, morfizzando il proprio viso tramite personaggi presi dalla storia dell’arte di altri paesi come donne IncaS. o Teresa, per testimoniare l’esigenza più persone possibili e di creare una nuova forma d’arte basata sulla di un’identità fluida, molteplice, tecnoidentitaria. Poi c’è l’arte più performativa, come le libera espressione. Per evitare un abuso di libertà le istituzioni hanno performance teatrali o musicali inscenate non negli spazi tradizionali ma nelle aree dismesse. cercato di incanalare il fenomeno in una forma più controllabile, Anche l’arte del riciclaggio di merci in disuso per essere ricontestualizzate artisticamente mettendo a disposizione dei writers dei “muri legali”, appositamente esprime un legame tra il corpo dei corpi e il corpo delle merci. destinati a murales e dunque senza conseguenze giuridiche. Resta il fatto che per i graffitari i muri bianchi sono brutti. E allora perché non cambiare volto alle