Il Sentiero Delle Corvées Partigiane: "La Zona Libera"

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Il Sentiero Delle Corvées Partigiane: C o s y m L l it e Assessorato Sviluppo della Montagna e Foreste at d o R lle esistenza Co Duecento ebrei riuscirono a salvarsi grazie all’aiuto di chi viveva nelle valli di Lanzo. Non un ebreo fu catturato, nonostante i frequentissimi rastrellamenti e l’occupazione degli ultimi mesi di guerra, nonostante l’appartenenza di padri, fi gli e fi glie alle formazioni partigiane. Non uno perché il profondo sentimento comune si ribellava al crimine orrendo di chi negava il loro diritto d’esistere. Il sentiero delle corvées partigiane: "la zona libera" Dalla tarda primavera del 1944, uscì più ad esercitare un’autono- zioni fasciste debbono essere so- Divisione Garibaldi attaccarono il viveri, che colpiva non solo la po- con l’intensifi carsi dell’attività par- ma autorità territoriale. Il Comita- stituite da nuove amministrazioni presidio nazifascista di Lanzo, for- polazione locale, ma anche le mi- tigiana ed il trasferimento di uni- to liberazione nazionale alta Italia democratiche, vere rappresentanti te di 1.500 soldati, mentre la IV Di- gliaia di sfollati ed i circa seimila tà tedesche sulla Linea gotica, la (Clnai) emise dunque una direttiva, degli interessi della popolazione”. visione Garibaldi proteggeva le vie partigiani, ed era tanto più grave in Repubblica sociale italiana non ri- secondo la quale “Le amministra- Il 26 giugno, 700 uomini della II d’accesso dalla pianura. La batta- un’area povera di risorse. glia durò tutto il giorno e, se non Dal 5 settembre iniziò l’operazione valse la resa dei difensori, servì a Strassburg, fi nalizzata a riprendere sgombrare le valli dai presidi ne- il controllo nazifascista delle valli: mici, consegnandole ad una Resi- Coassolo, Monastero e Chiaves fu- stenza così consapevole della pro- rono occupate, Ceres bombarda- pria forza da proclamare il territorio ta, mentre le Brigate Garibaldi 11ª montano “zona libera”. e 80ª si batterono per proteggere Nelle valli, la “zona libera” diede la ritirata. La 20ª Brigata risalì la al territorio, dopo oltre un venten- val Grande e passò in Francia, or- nio di dittatura, la prima pratica di mai libera dall’occupazione tede- governo condotta per e con la po- sca, dove fù disarmata dalle For- polazione. Fu nominato a Ceres il ces françaises de l’interieur. L’11ª Commissariato civile, che preparò Brigata rimontò la val d’Ala e rag- i Cln locali. Questi ultimi designa- giunta la Francia, si vide proporre rono Giunte municipali antifasciste lo stesso trattamento riservato alla a Traves, Pessinetto, Mezzenile, 20ª Brigata, ma lo rifi utò, tornan- Ceres, Ala di Stura, Balme, Cantoi- do in Italia. La 19ª Brigata percor- ra, Chialamberto e Groscavallo. se a ritroso la val di Viù e si divise, Il blocco ferroviario e stradale dei svallando in parte in val di Susa e rifornimenti, attuato dai nazifa- in parte, attraverso diversi colli, in scisti a Lanzo, costrinse subito a Francia. confrontarsi con l’insuffi cienza di Partigiani della 19ª brigata Garibaldi con soldati cecoslovacchi in valle di Viù. Centro di documentazione di storia contemporanea e della Resistenza nelle valli di Lanzo “Nicola Grosa”. Vallo Torinese – Passo della Croce Il passo della Croce (mt. 1256) è visibile tra le due cime del mon- te Turu (mt. 1355), a destra, e del monte Druina (mt. 1516), a sinistra. Il sentiero inizia dalla cappella di san Rocco (mt. 570), per continua- re sulla strada sterrata fi no ad una palina in legno indicante il sentie- ro per il passo della Croce. Segui- re il sentiero, ben tracciato, che si innalza tra bassi ginepri e pini sil- vestri (evidenti sono ancora i segni del pauroso incendio del febbraio 1999). A metà percorso, il sentiero passa attraverso due piccole frane causate dall’alluvione del novem- bre 1994. Riprendere il sentiero, che attraversa boschetti misti di betulle, nocciole e querce, fi no al Passo della Croce. Lungo il per- corso si trovano numerose fonta- ne, tutte ben segnalate: fontana ‘d Minigin (mt. 650), fontana ‘d Munt Bas (mt. 800), fontana Fredda (mt. 1000) e fontana A.I.B. (mt. 1050). Località di partenza: Vallo Torinese Cappella di san Rocco Tempo di salita: 2 ore Diffi coltà: T (escursionismo facile) Bivacco al passo della Croce Club Alpino Italiano sezione di Lanzo C o s y m L l it e Assessorato Sviluppo della Montagna e Foreste at d o R lle esistenza Co Duecento ebrei riuscirono a salvarsi grazie all’aiuto di chi viveva nelle valli di Lanzo. Non un ebreo fu catturato, nonostante i frequentissimi rastrellamenti e l’occupazione degli ultimi mesi di guerra, nonostante l’appartenenza di padri, fi gli e fi glie alle formazioni partigiane. Non uno perché il profondo sentimento comune si ribellava al crimine orrendo di chi negava il loro diritto d’esistere. Il sentiero delle corvées partigiane: "la zona libera" Dalla tarda primavera del 1944, uscì più ad esercitare un’autono- zioni fasciste debbono essere so- Divisione Garibaldi attaccarono il viveri, che colpiva non solo la po- con l’intensifi carsi dell’attività par- ma autorità territoriale. Il Comita- stituite da nuove amministrazioni presidio nazifascista di Lanzo, for- polazione locale, ma anche le mi- tigiana ed il trasferimento di uni- to liberazione nazionale alta Italia democratiche, vere rappresentanti te di 1.500 soldati, mentre la IV Di- gliaia di sfollati ed i circa seimila tà tedesche sulla Linea gotica, la (Clnai) emise dunque una direttiva, degli interessi della popolazione”. visione Garibaldi proteggeva le vie partigiani, ed era tanto più grave in Repubblica sociale italiana non ri- secondo la quale “Le amministra- Il 26 giugno, 700 uomini della II d’accesso dalla pianura. La batta- un’area povera di risorse. glia durò tutto il giorno e, se non Dal 5 settembre iniziò l’operazione valse la resa dei difensori, servì a Strassburg, fi nalizzata a riprendere sgombrare le valli dai presidi ne- il controllo nazifascista delle valli: mici, consegnandole ad una Resi- Coassolo, Monastero e Chiaves fu- stenza così consapevole della pro- rono occupate, Ceres bombarda- pria forza da proclamare il territorio ta, mentre le Brigate Garibaldi 11ª montano “zona libera”. e 80ª si batterono per proteggere Nelle valli, la “zona libera” diede la ritirata. La 20ª Brigata risalì la al territorio, dopo oltre un venten- val Grande e passò in Francia, or- nio di dittatura, la prima pratica di mai libera dall’occupazione tede- governo condotta per e con la po- sca, dove fù disarmata dalle For- polazione. Fu nominato a Ceres il ces françaises de l’interieur. L’11ª Commissariato civile, che preparò Brigata rimontò la val d’Ala e rag- i Cln locali. Questi ultimi designa- giunta la Francia, si vide proporre rono Giunte municipali antifasciste lo stesso trattamento riservato alla a Traves, Pessinetto, Mezzenile, 20ª Brigata, ma lo rifi utò, tornan- Ceres, Ala di Stura, Balme, Cantoi- do in Italia. La 19ª Brigata percor- ra, Chialamberto e Groscavallo. se a ritroso la val di Viù e si divise, Il blocco ferroviario e stradale dei svallando in parte in val di Susa e rifornimenti, attuato dai nazifa- in parte, attraverso diversi colli, in scisti a Lanzo, costrinse subito a Francia. confrontarsi con l’insuffi cienza di Partigiani della 19ª brigata Garibaldi con soldati cecoslovacchi in valle di Viù. Centro di documentazione di storia contemporanea e della Resistenza nelle valli di Lanzo “Nicola Grosa”. Frazione Mombas di Viù – Passo della Croce Dalla frazione Mombas (mt. 784), prendere il sentiero che passa presso la chiesetta di san Pancra- zio, uscire dall’abitato ed inoltrar- si sulla mulattiera, protetta da un muro a secco; proseguire fi no agli alpeggi, per poi spostarsi sul crina- le. Continuare sulla dorsale priva di vegetazione, fi no ad un pilone votivo. Da destra, parte il sentiero che sale, con dei tornanti, sino a una fontana nei pressi dei ruderi di un traliccio. La traccia si inoltra nel bosco di faggi e betulle per giunge- re al passo della Croce (mt 1256). Località di partenza: Viù frazione Mombas Tempo di salita: ore 1,45 Diffi coltà: T (escursionismo facile) Bivacco al passo della Croce Club Alpino Italiano sezione di Lanzo C o s y m L l it e Assessorato Sviluppo della Montagna e Foreste at d o R lle esistenza Co Duecento ebrei riuscirono a salvarsi grazie all’aiuto di chi viveva nelle valli di Lanzo. Non un ebreo fu catturato, nonostante i frequentissimi rastrellamenti e l’occupazione degli ultimi mesi di guerra, nonostante l’appartenenza di padri, fi gli e fi glie alle formazioni partigiane. Non uno perché il profondo sentimento comune si ribellava al crimine orrendo di chi negava il loro diritto d’esistere. Il sentiero delle corvées partigiane: la colonna delle formiche Durante la “breve estate della libertà” del 1944, pure non basta a svuotare i depositi di Cafasse, la situazione alimentare delle valli di Lanzo diven- Moncolombone e Varisella”. ne drammatica. La penuria di cibo derivò prima Poiché le corvées a piedi non erano suffi centi ad dall’insuffi cienza dei rifornimenti provenienti da approvigionare di viveri le valli, i partigiani orga- Torino, poi dal blocco stradale e ferroviario effet- nizzarono delle autocolonne: il 16 luglio, dieci ca- tuato dai nazifascisti a Lanzo. mion carichi di viveri, in testa un’auto requisita Le Amministrazioni comunali censirono le scorte alle SS con partigiani travestiti, partirono da Fia- di viveri ed i capi di bestiame, decidendo la per- no, attraversarono Givoletto, Valdellatorre, Casel- centuale del conferimento agli ammassi, e tripli- lette, Almese, salirono al col del Lys e scesero a carono il valore monetario da corrispondere agli Viù. Sempre Foieri racconta: “La grande avventu- allevatori, per disincentivare il mercato nero e ra è però sul ponte del col San Giovanni, crollato: ad offrire alla popolazione un maggior quantita- in pochi giorni il tenente ceko e i genieri russi, tivo di viveri.
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