Roberto Di Paola

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Roberto Di Paola ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte TAV. I ROMA NICOLA SALVI: FONTANA DI TREVI, PARTTCOLARE (vedi infrn N. M ALLORV, p. 13 0, n . 4068) ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte ROBERTO DI PAOLA L'ORATORIO DI SAN SEBASTIANO IN FORLÌ E PACE DI MASO, ARCHITETTO DELLA "BRIGADA" DI MELOZZO APPUNTI SULL'ARCHITETTURA DELLA FINE DEL '400 IN ROMAGNA FORLÌ E LA ROMAGNA NELLA SECONDA METÀ DEL '400 prio sfarzo. E se gli influssi albertiani, si muovono da un lato da Rimini a Mantova, quelli brunelleschiani, La mano dell'ignoto autore della ' Natività' della che arrivano fino a Venezia con il Codussi, sono però lunetta dell'abbazia di Santa Maria in Fornò presso fortemente presenti nella stessa Ferrara del Rossetti Forlimpopoli, ci ha tramandato della città di Forlì e in tutta la Romagna, unitamente ad influssi urbi­ sul finire del '400, un'immagine turrita e fitta di nati, mantovani, senesi e padovani, dovuti appunto campanili, a testimoniare un'opulenza inquieta di a personaggi come Melazzo che si fanno portatori traffici e commerci. Luogo di passaggio obbligato delle esperienze dei grandi, soprattutto Mantegna e e di sosta per i viandanti della via Emilia che, re­ Piero, i cui itinerari pittorici toccano però la Ro­ candosi dalle Marche e dalla Toscana in Veneto e magna quasi soltanto di riflesso e occasionalmente. in Lombardia e viceversa, volevano evitare le aspre zone dell'Appennino e quelle paludose e malsane del ravennate, la città di Forlì accolse, anche se solo di passaggio, personaggi quali Giulio II, nonché " artisti come Leon Battista Alberti, nei suoi viaggi - . - tra Rimini, Ferrara e Mantova e poi Francesco di Giorgio, Luciano Laurana, Leonardo, Luca Pacioli e tanti altri. In particolare con la vicina Toscana si instaurò sul finire del secolo - ed è facilmente comprensi­ bile - un rapporto di dipendenza diretto per quanto .,..... riguarda la scultura, l'architettura e le arti minori. L'eredità brunelleschiana che si diffonde per tutto il '400 e che troviamo ancora viva in Firenze negli ultimi anni (ne è testimonianza la cupola di Santo Spi­ rito) costituisce per la Romagna il tema dominante delle nuove architetture, religiose e civili, che si vanno I - FORLi, SANTUARIO DI FORNÒ - PLANIMETRIA GENERALE compiendo, favorite da fattori politici, economici e religiosi. Esauritasi la dinastia degli Ordelaffi, caratteriz­ zata da lotte sanguinarie e fratricide, Forlì e la Ro­ magna assursero, soprattutto per merito di Girolamo Riario nipote di Sisto IV, ad un nuovo livello eco­ nomico e politico, non più confinato nell'angusto orizzonte delineato dagli Appennini e dall'Adriatico. Frequenti si fanno i contatti con Roma anche per il rafforzato potere temporale della Chiesa, e con le altre capitali delle arti quali Firenze, Urbino, Ve­ nezia, Mantova, Padova, Bologna, Siena. Città cir­ convicine quali le malatestiane Rimini e Cesena, che primeggiano verso la metà del secolo, cedono progres­ sivamente lo scettro, nella seconda metà, a città come Forlì e Ferrara, grazie anche a personalità di spicco come Girolamo Riario e Melazzo, Ercole d'Este e Biagio Rossetti. L'architettura di queste città, di pari passo con le arti e il potere economico e politico, conosce periodi di notevole splendore, in taluni casi, come quello di Ferrara, di vero e pro- 2 - FORLi, SANTUARIO DI FORNÒ - PROSPETTO I ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte ~ - - o-=- ---s to! .... 3 - IMOLA, SANTUARIO DEL PfRATELLO 4 - IMOLA, SANTUARIO DEL PIRATELLO FRONTE SULLA VIA EMILIA (foto dell'Autore) SCHEMA PLANIMETRICO (disegno dell'Autore) Minori gli influssi lombardi e limitati al campo della Le scarse notizie m nostro possesso riescono ap­ scultura e delle arti plastiche e decorative. pena a delineare i grandi tratti del personaggio, Oltre a quelle indicate troviamo nell'arte romagnola senza peraltro darci connotati più nitidi che servi­ di questo periodo, un'altra direttrice fortissima che rebbero a delinearne l'identità e la personalità, emer­ non può essere ignorata, la persistem;a dei modelli genti forse più dall'opera conservataci dal tempo ravennati che costituiscono una memoria irremovi­ che non dalle notizie storiche parziali e lacunose. bile dalla coscienza artistica di questa terra, sia nel Sappiamo da uno dei cronisti più accreditati, settore delle arti plastiche e figurative che negli im­ Andrea Bernardi detto il Novacula, che " Pace Bom­ pianti architettonici e nelle fabbriche che si fanno bace era Home bene proporcionate et bianco et vieppiù numerose grazie al rinnovato slancio della colorito et potea avere per sova natività circa anni fine del secolo. In particolare a Forlì dovette pro­ sessanta, et era vivuti molto honestamente ,.1> Da dursi un clima assai propizio alle arti, anche per il questa notizia datata venerdì 22 maggio I 5oo, lo fattivo contributo di personaggi, in molti casi a torto stesso giorno della morte di '' M o Pase recamadore ritenuti minori, che operando con artigiana sensibi­ da Forlì , ,2 > apprendiamo che questi dovea essere lità ed intuito artistico, riuscirono a porsi spesso al nato intorno all'anno 1440. Della sua giovinezza e passo con menti e pensieri più eletti. Tra i più si­ della sua educazione ben poco si conosce. Sappiamo gnificativi è forse il caso di Pace di Maso del Baro­ che probabilmente appartenne ad una famiglia di base (Bombace) ricamatore ed architetto, pressoché artigiani e che il padre prima di lui era ricamatore, ignoto alle cronache della grande architettura, ma mestiere in gran voga a quel tempo; in quest'arte, rinomato in quelle locali forlivesi, artisticamente im­ stando a quanto dice il Bernardi, sembra eccellesse parentato - e quasi certamente anche per discen­ e che fosse il primo ricamatore dei suoi tempi e ar­ denza di sangue - con il grande concittadino Me­ chitetto noto in tutta Italia; "Sempre fu amato lozzo degli Ambrogi. universalmente e masime da Papa, Ri et altre signur de Italia, per avere lui de l'arte del ricamo vera do­ trina e dell'architettura gran copia, che l'una e l'al­ PACE DI MASO ARCHITETTO DELLA "BRJGADA, DI tra el facea molto dignamente , tanto che essi (Papi MELOZZO e signori), desiderando lavori di tal sorta, " mai non l'arebene schivate per altra persona ,.3> Non molto è dato sapere su Pace di Maso del Molti storici sostengono che poco si mosse dalla Bambase (o Bombace), l'architetto al quale ven­ sua città natale, cosa che non concorda appieno con gono attribuiti l' Oratorio di San Sebastiano in Forlì il passo appena citato oltreché con la cultura archi­ e la Cappella detta della Canonica nel Duomo della tettonica che il Nostro dimostra di possedere e con medesima città. il fatto di essere intimo amico nonchè parente per 2 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte parte di madre di un altro grande forlivese del mamente indicative perché ci dicono che la proget­ tempo, suo coetaneo, M elozzo di Giuliano degli tazione è a quel tempo ultimata e probabilmente da Ambrogi che opera soprattutto fuori di Forlì. M e­ un pezzo (1494 ?) se esistono addirittura dubbi sulla lozzo è presente nei grandi centri della cultura realizzazione tanto da far pensare a vicende piut­ quattrocentesca, soprattutto Roma e Urbino, e co­ tosto lunghe e complesse. nobbe i grandi della sua epoca: probabilmente Man­ In un passo del cronista Sigismondo Marchesi, u l tegna, sicuramente Piero della Francesca, Luciano si parla del San Sebastiano (figg. 5 e 6) " nuovamente Laurana, Francesco di Giorgio, Paolo Uccello, Luca cominciato a fabbricarsi, nell'ultima settimana di Pacioli, Giusto di Gand, Bramante, Pedro Berru­ febbraio dell'anno 1500 e cioè qualche mese prima guete, Benozzo Gozzoli, l'Angelico. della morte di Pace. Ciò può indurre a prendere in D ella intimità di Pace con Melozzo restano pa­ considerazione due possibilità: una che nell'ulti­ recchie testimonianze in atti notarili che li vedono missimo periodo della propria vita, dopo la reda­ testimoni l'uno a favore dell'altro, segno evidente zione del testamento, egli fosse riuscito a far avviare di una grande fiducia ed amicizia.4> Numerosi atti i lavori e che quindi, interrotti per un qualsiasi comunque testimoniano la presenza in Forlì di Pace, motivo, venissero ripresi; oppure quel "nuova­ a più riprese dal 1482 in poi.s> Degli anni precedenti mente, potrebbe indicare la data di effettivo inizio non si sa nulla, come pure nulla ci resta della sua at­ tività di ricamatore. E probabile che Pace abbia col­ laborato con M elozzo ed il Palmezzano ad altre opere di carattere architettonico e che anche da solo abbia operato oltre che nella propria città anche nei din­ torni ed altrove. Si potrebbe ipotizzare al riguardo una sua partecipazione alla progettazione delle tra­ sformazioni quattrocentesche del San M ercuriale di Forlì e dell'Abbazia di Santa Maria delle Grazie di Fornò (figg. 1 e 2) presso Forlimpopoli 6> nonché del Santuario del Piratello presso Imola (figg. 3 e 4), della Rocca di Ravaldino in Forlì e per quanto è dato discernere da ciò che rimane, ad opere minori quali il convento di San Girolamo in Longiano. Non è da escludere, anzi sembra piuttosto pro­ babile, che Pace possa essere stato compagno di Melozzo in uno o più dei suoi viaggi, forse anche in compagnia del discepolo di questi il Palmezzano. La notizia riportata dal Marchesi nelle Vite,1> sem­ brerebbe dare ragione a chi, con il Bonoli,s> vuole Pace architetto di fama operante per incarico di 5- FORLI, ORATORIO DI SAN SEBASTIANO Sisto IV. Tali notizie, unitamente a quelle riportate fACCIATA E fiANCO SINISTRO dai cronisti, oltre al fatto che fu sepolto nella Chiesa di Sant'Agostino, privilegio riservato ai nobili, at­ testano che Pace godette in vita di una certa re­ putazione e fama.
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