COMUNE DI VALDAONE

Comune di VALDAONE Provincia di

IMPIANTO IDROELETTRICO VAL DANERBA

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

RIASSUNTO NON TECNICO

Gruppo di lavoro: Progettista: dott. ing. Franco Frosio Naturalista ittiologo: dott. Lorenzo Betti Geologo: dott. Germano Lorenzi Forestale: dott. Andrea Bagattini Coordinatore: dott. arch. Paola Giacopelli

pag. 1/42 FEBBRAIO 2015 REV 1 COMM: 601 FILE: rel06ria15 1 PREMESSA 5

2 FINALITÀ E LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO 6

3 QUADRO PROGETTUALE 7 3.1 CARATTERISTICHE DELLA DERIVAZIONE 7 3.1.1 Dati nominali 7 3.2 CARATTERISTICHE TECNICHE E FISICHE DELLE OPERE PROGETTATE 8 3.2.1 Progetto originario 8 3.2.2 Progetto variato 9 3.3 ARTICOLAZIONE DELLE ATTIVITÀ NECESSARIE ALLA REALIZZAZIONE DELL'OPERA IN FASE DI CANTIERE E DI QUELLE CHE NE CARATTERIZZANO L'ESERCIZIO 11 3.4 OPERE DI COMPENSAZIONE AMBIENTALE 13 3.4.1 Riduzione della monticazione estiva del bestiame sul pascolo della Val Danerba 13 3.4.2 Realizzazione di una fascia vegetata tampone presso la casina di Malga Danerba 13 3.4.3 Tutela della torbiera a valle della casina di Malga Danerba 13 3.4.4 Tutela delle sorgenti a monte della casina di Malga Danerba 13 3.4.5 Piano di monitoraggio ambientale 14 3.4.6 Rifacimento della pavimentazione del sentiero esistente 14 3.4.7 Valorizzazione delle fontanelle esistenti lungo il tracciato della condotta forzata 14 3.4.8 Realizzazione di aree di sosta attrezzate lungo il sentiero 14

4 QUADRO PROGRAMMATICO 15 4.1 PIANIFICAZIONE NAZIONALE E COMUNITARIA DEL SETTORE ENERGETICO 15 4.2 PIANO ENERGETICO-AMBIENTALE PROVINCIALE (PEAP) 2013-2020 15 4.3 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (PTA) 15 4.4 PIANO GENERALE DI UTILIZZAZIONE DELLE ACQUE PUBBLICHE (PGUAP) 15 4.4.1 Ambiti fluviali 16 4.4.2 DMV 16 4.4.3 Carta della pericolosità idrogeologica 16 4.4.4 Mappa del rischio idrogeologico 16 4.4.5 Mappa uso del suolo 16 4.5 PIANO DI GESTIONE DELLA FAUNA ITTICA 16 4.6 PIANO URBANISTICO PROVINCIALE DEL 17 4.6.1 Inquadramento strutturale 17 4.6.2 Carta del paesaggio 17 4.6.3 Carta delle tutele paesistiche 17 4.6.4 Carta delle reti ecologiche ed ambientali 17 4.6.5 Carta del sistema insediativo e delle reti infrastrutturali 17 4.6.6 Carta di sintesi geologica 17 4.6.7 Carta delle risorse idriche 17

STUDIO FROSIO pag. 2/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 4.7 P.R.G. DEL COMUNE DI VALDAONE 17 4.8 AREE PROTETTE 17

5 QUADRO AMBIENTALE 18 5.1 ATMOSFERA 18 5.2 AMBIENTE IDRICO 18 5.2.1 Bacino idrografico 18 5.2.2 Valutazione del regime idrologico del corso d’acqua 18 5.2.3 DMV 21 5.3 SUOLO E SOTTOSUOLO 22 5.3.1 Inquadramento geolitologico 22 5.3.2 Inquadramento morfologico 23 5.3.3 Inquadramento idrogeologico 23 5.4 VEGETAZIONE, FLORA, FAUNA 23 5.4.1 Inquadramento vegetazionale 23 5.4.2 Attività pascoliva della Val Danerba 24 Ittio 24 5.4.3 fauna 24 5.4.4 Fauna terrestre 25 5.5 ECOSISTEMI 25 5.5.1 Analisi chimico fisiche e microbiologiche di base 25 5.5.2 Descrittori biologici 26 5.5.3 Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) 26 5.6 SALUTE PUBBLICA 26 5.7 RUMORE E VIBRAZIONI 27 5.8 CAMPI ELETTROMAGNETICI 27 5.9 PAESAGGIO 27 5.9.1 Unità di paesaggio 27 5.9.2 Emergenze paesaggistiche e ambientali 28 5.9.3 Analisi della percezione visiva 28 5.9.4 Elementi storici 28

6 INDIVIDUAZIONE E STIMA DEGLI IMPATTI 29 6.1 ATMOSFERA 29 6.2 AMBIENTE IDRICO 29 6.3 SUOLO E SOTTOSUOLO 31 6.4 VEGETAZIONE, FLORA, FAUNA 31 6.4.1 Vegetazione e flora 31 6.4.2 Fauna ittica 31 6.4.3 Fauna terrestre 32 6.4.4 Attività pascoliva della Val Danerba 33

STUDIO FROSIO pag. 3/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 6.5 ECOSISTEMI 33 6.6 SALUTE PUBBLICA 33 6.7 RUMORE E VIBRAZIONI 34 6.8 CAMPI ELETTROMAGNETICI 34 6.9 PAESAGGIO 35 6.10 LINEE DI IMPATTO POSITIVO 35 6.10.1 Difesa del suolo 35 6.10.2 Impatti su scala globale 35

7 CONCLUSIONI 37

8 MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI 40 8.1 ATMOSFERA 40 8.2 AMBIENTE IDRICO 40 8.3 SUOLO E SOTTOSUOLO 40 8.4 VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA 41 8.5 ECOSISTEMI 41 8.6 PAESAGGIO 42

STUDIO FROSIO pag. 4/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 1 PREMESSA Il presente studio ha per oggetto la valutazione degli impatti ambientali derivanti dalla realizzazione del nuovo impianto idroelettrico di Val Danerba da realizzarsi nell’omonima valle, in comune di Valdaone. La domanda di concessione oggetto del presente studio è stata consegnata in Provincia autonoma di Trento in data 23 novembre 2010.

Il progetto è stato oggetto di una preventiva valutazione sugli usi alternativi da parte dei competenti Servizi Provinciali da cui è emersa la sussistenza di differenti preminenti usi legati sostanzialmente ad una forma generale di tutela paesaggistica. In data 2 gennaio 2012 il comune di Valdaone, ai sensi dell’ art. 8, comma 17 delle norme di attuazione del Piano di Tutela delle acque ha presentato il progetto di gestione sostenibile dell’impianto idroelettrico sul rio Val Danerba volto a comprovare il perse- guimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile della comunità locale, in correlazione anche con eventuali misure di compensazione e/o miglioramento ambientale e paesag- gistico. Con Deliberazione n. 901 d.d. 11 maggio 2012, in considerazione degli obiettivi di svi- luppo sostenibile delle comunità locali interessate contenuti nel progetto gestionale, la Giunta Provinciale ha evidenziato la sussistenza delle condizioni per una valutazione positiva del progetto di derivazione dal Rio Val Danerba, autorizzando l’avvio del pro- cedimento di valutazione ambientale e definendo le criticità su cui concentrare le anali- si. In particolare è stato richiesto, in sede di valutazione dell’impatto ambientale, di e- saminare gli aspetti relativi ad un corretto inserimento paesaggistico dell’opera con e- ventuale ridefinizione degli interventi di compensazione e/o di miglioramento ambien- tale contenuti nel progetto di gestione sostenibile. Il presente studio contiene tutte le informazioni necessarie per la richiesta di una compa- tibilità ambientale, come prescritte dalle leggi nazionali e provinciali.

Si precisa che dal 1 gennaio 2015 il comune di si è unito ai Comuni di e adottando il nome di Comune di Valdaone, pertanto la terminologia usata nel pre- sente documento è quella attuale, ovvero Comune di Valdaone.

STUDIO FROSIO pag. 5/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 2 FINALITÀ E LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO Il presente progetto prevede, in sintesi: 1. la realizzazione una nuova opera di captazione delle acque sul Rio Danerba; 2. la posa di una condotta forzata che collega l’opera di presa con la nuova centrale idroelettrica; 3. la realizzazione di un edificio di centrale che turbini le acque derivate dal Rio Da- nerba per poi restituirle immediatamente a monte dell’immissione del rio Danerba nel bacino di Malga Boazzo. L’iniziativa, di utilità ed interesse pubblico, prevede una razionale utilizzazione delle risorse mediante la costruzione di un impianto con potenza inferiore a 3.000 kW classi- ficato come “Piccola derivazione” ai sensi del T.U. di leggi sulle acque e impianti elet- trici approvato con R.D. 11/12/1933 n.1775. Le opere di progetto sono interamente situate nel Comune di Valdaone (TN) e utilizza- no la risorsa costituita dai deflussi del Rio Valle Danerba, captati alla quota di 1.542,70 m s.l.m. circa. Le portate saranno convogliate alla nuova centralina (posta circa a quota 1.235 m s.l.m.) attraverso una condotta forzata e, una volta elaborate, sono restituite al Rio Danerba, che sfocia nel lago artificiale di Malga Boazzo, poco a valle della nuova centralina, il quale lago alimenta a sua volta la centrale idroelettrica di Ponte .

Opera di presa

Centrale

Figura 1 – Ortofoto dell’area in esame con localizzazione delle nuove opere.

STUDIO FROSIO pag. 6/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 3 QUADRO PROGETTUALE Di seguito si descrivono le caratteristiche del progetto da sottoporre a valutazione di impatto ambientale (PROGETTO VARIATO), in comparazione con il progetto origina- rio depositato in allegato all’istanza di concessione.

3.1 CARATTERISTICHE DELLA DERIVAZIONE 3.1.1 Dati nominali

PROGETTO PROGETTO ORIGINARIO VARIATO Portata massima di concessione [l/s] 400 400 Portata media nominale [l/s] 125 144 Salto nominale [m] 327,40 308,50 Potenza nominale: portata media x salto/102 [kW] 401,23 435,53 Producibilità media annua [kWh] 2.755.000 3.084.000

Deflusso Minimo Vitale PROGETTO ORIGINARIO

Periodo Dic-Mar Apr-Lug Ago-Set Ott-Nov

QDMV passaggio pesci [l/s] 23,5 23,5 23,5 23,5

QDMV dalla sghiaiatrice [l/s] 0 9,4 4,7 9,4

QDMV [l/s] 23,5 32,9 28,2 32,9

Deflusso Minimo Vitale PROGETTO VARIATO

Periodo Dic-Mar Apr-Lug Ago-Set Ott-Nov

QDMV superficiale [l/s] 48 48 48 48

QDMV dalla sghiatrice 1 [l/s] 0 0 9,6 0

QDMV dalla sghiaiatrice 2 [l/s] 0 19,2 0 19,2

QDMV [l/s] 48 67,2 57,6 67,2

STUDIO FROSIO pag. 7/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 3.2 CARATTERISTICHE TECNICHE E FISICHE DELLE OPERE PROGETTATE 3.2.1 Progetto originario 1) Opera di presa. L’impianto preleva le acque direttamente dal Rio Danerba a quota 1.560,43 m.s.l.m.. L’opera è costituita da una traversa di subalveo del tipo “a trap- pola” dotata di griglia Coanda, realizzata sulla gaveta della nuova briglia e da un si- stema dissabbiatore/vasca di carico completamente interrati.

Figura 2 Estratto planimetria opera di presa progetto originario

2) Vasca sghiaiatrice e di carico. Era prevista una struttura in cemento armato a pianta rettangolare completamente interrata, ad eccezione del lato verso il torrente. La vasca era dotata di uno sfioratore limitatore di livello e di portata e da una para- toia dissabbiatrice, che scaricava le portate al torrente per mezzo di una tubazione di cemento di circa 30 m, insediata nella sponda sinistra del torrente e protetta da una scogliera di massi in corrispondenza dello sbocco nel torrente. 3) Condotta forzata. Dalla vasca sghiaiatrice ha origine la condotta di derivazione, in pressione, costituita da una tubazione d’acciaio del diametro nominale di 500 mm posizionata in sinistra idrografica. Il progetto originario prevedeva una tubazione in parte interrata e in parte esterna in forte pendenza, appoggiata su selle metalliche e fissata nei vertici mediante blocchi di ancoraggio; la parte esterna verniciata con co- lore verde scuro. 4) Centrale e restituzione. La centrale idroelettrica, per entrambi i progetti, si prevede venga realizzata in sponda sinistra del Rio Danerba, appena a monte della confluenza con il Lago di Malga Boazzo, in un’area al sicuro dalle piene; l’accesso

STUDIO FROSIO pag. 8/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 avverrà direttamente dalla strada comunale esistente a mezzo di una breve strada sterrata da realizzarsi. L’edificio della centrale per entrambi i progetti è composto da due volumi adiacenti, parzialmente interrati. 5) Modalità di rilascio del DMV. Il progetto originario prevedeva la realizzazione di un passaggio pesci attraverso il quale rilasciare il DMV. 3.2.2 Progetto variato 1) Opera di presa. Rispetto al progetto originario l’opera di presa è stata spostata a valle, in un’area poco visibile rispetto al progetto iniziale, che la vedeva collocata nell’area pianeggiante a poca distanza dal Casino Val Danerba. Tale soluzione con- sente di ridurre l’impatto visivo delle nuove opere, utilizzando le opportunità offer- te dalla morfologia del territorio che vede scorrere il Rio Danerba in un’area incas- sata rispetto al sentiero. L’opera di presa attualmente prevista sul Rio Danerba alla quota 1.542,70 m.s.l.m.. Come per il progetto originario la nuova struttura sarà co- stituita da una traversa di subalveo del tipo “a trappola”; la captazione avverrà ad opera di una griglia di speciale profilatura (Coanda).

Figura 3 Estratto planimetria opera di presa progetto variato

2) Vasca sghiaiatrice e di carico. Come nel progetto precedente la vasca sarà costituita da una struttura in cemento armato a pianta rettangolare completamente interrata. La struttura ha il doppio scopo di garantire il deposito e l’allontanamento di sabbia e ghiaia e di costituire di fatto la vasca di carico della condotta, essendo la deriva- zione tutta in pressione. La vasca sarà dotata di due camere interne, ciascuna dotata di uno scarico di che scaricherà le portate al torrente in sponda sinistra. Lo sbocco nel corso d’acqua sarà protetto da una scogliera di massi.

STUDIO FROSIO pag. 9/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 Le portate derivate, dopo essere state convogliate nella prima vasca, defluiranno nel- la vasca dissabbiatrice mediante una soglia sfiorante. 3) Condotta forzata. Dalla vasca sghiaiatrice come detto avrà origine la condotta di derivazione, in pressione, costituita da una tubazione d’acciaio DN 500 mm con sviluppo di circa 800 m, posizionata in sinistra idrografica; il tracciato rispetto al progetto originario è stato studiato nel dettaglio al fine di individuare la soluzione che minimizzasse l’impatto paesaggistico dell’opera. In particolare il nuovo traccia- to prevede il completo interramento della tubazione, ad esclusione di un unico tratto (circa 13 m) nel quale la tubazione sarà ancorata in roccia. Si segnala che tale tratto risulta completamente incassato e non è visibile se non da una vista aerea. Si ri- manda agli elaborati progettuali allegati per la definizione del tracciato. 4) Centrale e restituzione. Le modifiche rispetto al progetto originario sono di tipo formale e mirate a migliorare l’impatto visivo del nuovo edificio nel contesto attuale, considerato che la localizzazione dell’edificio risulta strettamente vincolata alla morfologia del territorio. Come detto l’edificio della centrale sarà composto da due volumi adiacenti, parzialmente interrati. Le pareti esterne dell’edificio saranno rivestite con pietra locale e dotate di serramenti in legno. È prevista una pensilina metallica a protezione del portone d’ingresso e volta a ridurre l’impatto visivo del volume della sala macchine, creando una partizione orizzontale in facciata. Il secondo volume sarà costituito da una struttura di calcestruzzo armato che ospiterà il locale di consegna MT al Distributore Locale e il locale misure; il manufatto sarà anch’esso rivestito esternamente in pietra locale e dotato di serramenti in materiale plastico del tipo previsto per cabine di consegna e copertura piana in calcestruzzo armato, impermeabilizzato con guina in duplice strato, e ricoperto di terreno vegetale. La copertura dei due volumi sarà costituita da tetto piano di calcestruzzo armato, impermeabilizzato con guina in duplice strato e ricoperto di terreno vegetale.

STUDIO FROSIO pag. 10/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15

Figura 4 – Render della nuova centrale vista dal ponte

5) Modalità di rilascio del DMV. Tenuto conto che lungo tutto il corso del torrente sono presenti salti naturali che impediscono la migrazione dell’ittiofauna, il proget- to non prevede la realizzazione di una scala pesci, che risulterebbe inefficace, men- tre è previsto che il rilascio DMV avvenga in parte attraverso una canaletta superfi- ciale posta in sponda sinistra e in parte attraverso due aperture calibrate della para- toia sghiaiatrice dell’opera di presa.

3.3 ARTICOLAZIONE DELLE ATTIVITÀ NECESSARIE ALLA REALIZZAZIONE DELL'OPERA IN FASE DI CANTIERE E DI QUELLE CHE NE CARATTERIZZANO L'ESERCIZIO L’interferenza maggiormente percepita delle opere in progetto è quella che si riferisce alla fase di cantierizzazione rispetto alla fase di esercizio, in quanto al termine dei lavori la maggior parte dei manufatti realizzati sarà interrata, l’occupazione del suolo sarà ca- ratterizzata dalle attività temporanee dovute al cantiere in senso stretto e alle aree di stoccaggio dei materiali. Di seguito si riporta il crono programma dei lavori che prevede che, dall’ottenimento di tutte le autorizzazioni, il progetto e la costruzione si protrarranno per circa 15 mesi. Per quanto riguarda la fase di esercizio, come detto l’impianto è concepito per una ge- stione del tipo “non presidiato”: questo non significa che l’impianto è “abbandonato”, ma semplicemente che, in condizioni normali (non certo, per esempio, durante una si- tuazione di piena del fiume o in fase di avviamento) non è necessaria la presenza co- stante di personale in centrale, ma sono sufficienti visite e sopralluoghi periodici. Ciò è consentito dal fatto che l’impianto è equipaggiato con un sistema d’acquisizione di se-

STUDIO FROSIO pag. 11/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 gnali e allarmi che può essere teletrasmesso facilmente con diverse modalità e con di- versi supporti. Nondimeno è importante notare che, in caso d’anomalie gravi, gli auto- matismi di controllo dell’impianto agiscono autonomamente in modo da “mettere in sicurezza” lo stesso e che l’intervento del personale di norma è necessario solo per ri- mettere in funzione la produzione d’energia.

STUDIO FROSIO pag. 12/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15

3.4 OPERE DI COMPENSAZIONE AMBIENTALE 3.4.1 Riduzione della monticazione estiva del bestiame sul pascolo della Val Danerba Il Comune di Valdaone, con comunicazione del 30-12-2014 inviata ad APPA si è impe- gnato a ridefinire la monticazione in val Danerba proponendo una riduzione del numero di capi e impegnandosi a rispettare le indicazioni che contenute nel presente SIA ineren- ti il rispetto delle aree umide presenti nonché ad eventuali vincoli imposti dalle ammini- strazioni competenti. Pertanto, vista la volontà del comune di mantenere l’alpeggio in Val Danerba per una serie di motivazioni legate principalmente a tradizioni socio economiche locali e ad aspetti paesaggistici, come forma compensativa è stata individuata una riduzione drasti- ca del numero dei capi portandolo ad un numero massimo di 150 capi ovini. 3.4.2 Realizzazione di una fascia vegetata tampone presso la casina di Malga Daner- ba In prossimità dell’opera di presa, fino alla casina di malga Danerba, come forma di compensazione ulteriore nei confronti del pascolo, è prevista la realizzazione di una fascia vegetata tampone in sponda sinistra del rio Danerba per sfruttare il potenziale di fitodepurazione di tale fascia e aumentare l’indice di naturalità del corso d’acqua. Per- tanto è prevista la realizzazione di una fascia ripariale per una lunghezza di circa 200 m ed una larghezza media di 8 m dando continuità alle fasce ripariali presenti a valle. Per la realizzazione di tale fascia tampone è prevista la messa a dimora di sole specie arbu- stive e arboree autoctone già rilevate nella valle. 3.4.3 Tutela della torbiera a valle della casina di Malga Danerba In corrispondenza della prima casina di Danerba, poco più a valle è presente una torbie-

ra di circa 600 m2 di estensione, che per motivi di carattere naturalistico, ecologico e ambientale è utile tutelare. Trovandosi la torbiera a ridosso del sentiero è soggetta a varie forme di disturbo, quali calpestio da parte degli escursionisti e intrusione degli animali durante le attività di pascolo. Per garantire l’integrità ambientale di tale ecosi- stema igrofilo e tutelare la qualità delle sue acque è prevista la recinzione dell’area me- diante una staccionata con uno sviluppo complessivo di circa 130 m. 3.4.4 Tutela delle sorgenti a monte della casina di Malga Danerba A nord della casina di malga Danerba vi sono due sorgenti d'acqua in corrispondenza delle quali è prevista una protezione mediante la realizzazione di una fascia ripariale. Si è preferito optare per la realizzazione di una fascia ripariale, anziché la posa di una re- cinzione, in quanto l’area è soggetta a fenomeni valanghivi che comprometterebbero la recinzione.

STUDIO FROSIO pag. 13/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 3.4.5 Piano di monitoraggio ambientale E’ previsto un piano di monitoraggio ambientale finalizzato a verificare gli eventuali impatti indotti dall’impianto idroelettrico sull’ambiente fluviale, successivamente alla realizzazione ed all’esercizio dell’impianto medesimo. Il piano prevede il monitoraggio dell’attività post operam delle durata di 5 anni, che prevede l’esecuzione rilievi, nelle tre stazioni di monitoraggio, con una frequenza an- nuale. 3.4.6 Rifacimento della pavimentazione del sentiero esistente In concomitanza con i lavori per la realizzazione dell’impianto idroelettrico è previsto il completo rifacimento del sentiero esistente, la cui pavimentazione risulta ormai mal- messa. Si precisa che la condotta forzata interessa solo in parte il sentiero; nondimeno quale misura compensativa si provvederà alla sistemazione dell’intero tracciato fino alla casina di malga Danerba. Oggetto di rifacimento saranno anche i ponticelli esistenti di attraversamento delle vallette laterali. 3.4.7 Valorizzazione delle fontanelle esistenti lungo il tracciato della condotta forzata In corrispondenza del tracciato del sentiero sono presenti alcune venute d’acqua e fon- tanelle che saranno oggetto d’intervento così da valorizzare il percorso turistico. 3.4.8 Realizzazione di aree di sosta attrezzate lungo il sentiero Nell’ottica di una valorizzazione del percorso sentieristico attuale, è previsto l’allestimento di alcune piazzole e aree sosta mediante panche e tavoli di legno.

STUDIO FROSIO pag. 14/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 4 QUADRO PROGRAMMATICO Nei paragrafi seguenti è riportato un estratto del confronto tra il progetto e i principali strumenti di pianificazione.

4.1 PIANIFICAZIONE NAZIONALE E COMUNITARIA DEL SETTORE ENERGETICO Con l’approvazione della Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili il Parlamento Europeo ha posto l'obiettivo globale del 20% (17% per l’Italia) del consumo interno lordo di energia nel 2020 da fonti rinnovabili che ad oggi, con la maturità tecnologica raggiunta dalle diverse fonti, è raggiungibile anche mediante l’utilizzazione del potenziale idroelettrico residuo dell’Unione.

4.2 PIANO ENERGETICO-AMBIENTALE PROVINCIALE (PEAP) 2013-2020 Il progetto in esame risulta coerente con gli obiettivi stabiliti dal piano in quanto con la produzione di circa 3.000.000 kWh annui contribuisce al mantenimento dell’attuale produzione idroelettrica provinciale, contribuendo al recupero della quota di produzione di energia persa in seguito ai maggiori rilasci di DMV.

4.3 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (PTA) Il Rio Danerba non risulta tra i corsi d’acqua soggetti a monitoraggio in quanto possie- de un bacino imbrifero di superficie inferiore a 10 km2 e dunque non rientra tra i corsi d’acqua tipizzati.

4.4 PIANO GENERALE DI UTILIZZAZIONE DELLE ACQUE PUBBLICHE (PGUAP) L’impianto in progetto risulta conforme ai criteri di ammissibilità per le nuove domande di concessione ad uso idroelettrico, così come indicato nell’art.7, comma 1, lettera F:

CRITERI DI VALORE SOGLIA VALORE AMMISSIBILITÀ PROGETTUALE Potenza nominale media < 3.000 kW 453,53 kW Portata di rispetto > DMV modulato La portata residua a valle è >DMV Bacino sotteso > 10 km2 In data 2/1/2012 il comune di Valdaone ha depositato il progetto di gestione so- stenibile dell’impianto idroelettrico ai sensi dell’art. 8 comma 17 delle NDA del PTA Serbatoi di regolazione e di- Nessuno Impianto ad acqua fluente versione di bacino Prelievi su Sarca, Chiese, Nessuno, ad esclusione di im- La derivazione avviene sul Avisio, Travignolo, Vanoi, pianti ad alta compatibilità am- Rio Danerba Cismon, e Fersina bientale e alto rendimento ener-

STUDIO FROSIO pag. 15/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 getico Influenza su aree protette Nessuna, ad esclusione di effetti L’area d’intervento è e- marginali sterna ad aree naturali pro- tette 4.4.1 Ambiti fluviali Il Piano generale di Utilizzazione delle Acque pubbliche individua le aree di pertinenza dei principali corsi d’acqua e definisce i criteri di tutela al fine di salvaguardarne o ripri- stinarne la funzionalità. Nel caso in esame le opere in progetto non interferiscono con alcun ambito fluviale. 4.4.2 DMV Nella tabella seguente sono confrontati i valori della portata di rispetto e della portata residua.

DMV gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Unitario nivale pluviale (l/s/km2) 5 5 5 7 7 7 7 6 6 7 7 5 Totale di bacino (l/s) 48,0 48,0 48,0 67,2 67,2 67,2 67,2 57,6 57,6 67,2 67,2 48,0 Alta compatibilità am- bientale (l/s) torrente Danerba Derivazioni da rispettare (l/s) non presenti Portata residua a valle (l/s) 54,1 53,7 54,4 87,9 298,7 258,9 154,8 72,1 101,6 81,4 90,7 54,7 Portata di rispetto pro- posta (l/s) 48,0 48,0 48,0 67,2 67,2 67,2 67,2 57,6 57,6 67,2 67,2 48,0

4.4.3 Carta della pericolosità idrogeologica Il progettato impianto si colloca all’interno di una area a bassa pericolosità geologica. 4.4.4 Mappa del rischio idrogeologico L’opera di presa e la centrale risultano esterne ad aree a rischio idrogeologico. La con- dotta lambisce Aree a rischio moderato (R1). Si precisa che la realizzazione delle opere di progetto non modificherà l’uso del suolo dunque in considerazione della natura degli interventi e della loro ubicazione le conseguenti modifiche del rischio idrogeologico possono essere considerate irrilevanti. 4.4.5 Mappa uso del suolo L’intero territorio in esame è classificato are a bosco, pascolo e prateria alpina.

4.5 PIANO DI GESTIONE DELLA FAUNA ITTICA Il torrente Rio Valle Danerba, viene classificato con numero E201A10 e inserito nel piano di Gestione con codice “GE3”.

STUDIO FROSIO pag. 16/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 Tra le considerazioni riguardanti gli obiettivi ittiogenici il piano ritiene che questo tratto di torrente sia adatto soprattutto per la trota fario. Gli eventuali ripopolamenti dovrebbe- ro riguardare esclusivamente questa specie, in modo da favorire obiettivi di qualità (conservazione e miglioramento delle caratteristiche dell’ecosistema fluviale).

4.6 PIANO URBANISTICO PROVINCIALE DEL TRENTINO 4.6.1 Inquadramento strutturale L’intero impianto ricade all’interno di Aree Boscate. 4.6.2 Carta del paesaggio La zona della presa è all’interno di aree di interese alpino; la zona della centrale è situata all’interno di aree di interesse fluviale. 4.6.3 Carta delle tutele paesistiche L’area in esame è interamente classificata come area di tutela ambientale. 4.6.4 Carta delle reti ecologiche ed ambientali La presa e la derivazione non ricadono in aree di tutela. La centrale è all’interno di aree di rispetto dei laghi (lago di Malga Boazzo). 4.6.5 Carta del sistema insediativo e delle reti infrastrutturali L’impianto non interessa aree di tutela. 4.6.6 Carta di sintesi geologica La carta di sintesi geologica inserisce le opere in progetto nelle “aree ad elevata perico- losità geologica, idrogeologica e valanghiva” e nelle “aree a controllo geologico con penalità medie e gravi”, entrambe sono classificate anche come “aree a controllo sismi- co a bassa sismicità (zona sismica 3)”. A tal proposito si sottolinea come l’interramento e/o mascheramento di tutte le opere progettate sia un elemento che mitighi i rischi, limitan- do l’esposizione ed il contatto diretto delle opere con eventuali fenomeni di dissesto gravi- tativo o esondativo. Nel corso della progettazione definitiva ed esecutiva saranno previsti, in tal senso, tutta una serie di accorgimenti tecnico-operativi finalizzati alla messa in sicu- rezza degli operatori di cantiere

4.6.7 Carta delle risorse idriche Nella carta delle risorse idriche sono cartografate, lungo il medio corso del rio Danerba, numerose sorgenti non disciplinate dall’art. 21del P.U.P., ma che saranno tutelate e sal- vaguardate se intercettate nel corso dei lavori.

4.7 P.R.G. DEL COMUNE DI VALDAONE L’intervento interessa aree a bosco e in aree a pascolo.

4.8 AREE PROTETTE L’intervento non interessa alcuna area protetta.

STUDIO FROSIO pag. 17/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 5 QUADRO AMBIENTALE

5.1 ATMOSFERA L’intervento non ha nessun effetto diretto sull’atmosfera se non quello di ridurre le e- missioni climalteranti grazie alla produzione di energia da fonte rinnovabile.

5.2 AMBIENTE IDRICO 5.2.1 Bacino idrografico L’impianto utilizza la risorsa idrica proveniente dal Rio Danerba, affluente di sinistra del fiume Chiese, in Val Daone, immediatamente a monte della sua immissione nel lago di Malga Boazzo.

Il bacino imbrifero complessivo sotteso dall’opera di derivazione in progetto è pari a Stot = 9,60 km2, di cui 4,80 km2 sottesi dell’opera di presa posta più a monte, a servizio dei grandi impianti della Hydro Dolomiti Enel S.r.l. (ex ENEL). 5.2.2 Valutazione del regime idrologico del corso d’acqua Per determinare l’andamento delle portate naturali del Rio Danerba nel corso dell’anno è stata utilizzata una sintetica trasformazione afflussi-deflussi, partendo dai dati plu- viometrici disponibili presso due stazioni pluviometriche esterne, ma relativamente prossime, al bacino di nostro interesse: quella di Malga Bissina e quella di Malga Boaz- zo, aventi le seguenti caratteristiche.

Denominazione Malga Bissina Malga Boazzo Altitudine [m s.l.m.] 1.800 1.210 Bacino idrografico Fiume Chiese Fiume Chiese Distanza dal bacino d’interesse [km] 4 2 Tabella 1 - Caratteristiche delle stazioni pluviometriche disponibili Nel caso specifico sono stati utilizzati i dati della stazione di Malga Boazzo, perché più prossima al bacino imbrifero della sezione analizzata. Poiché il bacino ha un’altitudine media maggiore (circa 2.000 m s.l.m.) della stazione pluviometrica, ciò dovrebbe com- portare tendenzialmente una leggera sottostima delle portate naturali; una stima cautela- tiva è però coerente con le finalità del presente progetto.

In seguito si sono resi disponibili alcuni dati idrometrici, derivanti dalle misure dirette di portata effettuate dal CEDIS (Consorzio Elettrico di ) per conto del comune di Valdaone tramite uno stramazzo rettangolare collocato in corrispondenza della sezione di presa.

STUDIO FROSIO pag. 18/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15

Figura 5 Manufatto per la misura delle portate sul rio Danerba

Le registrazioni sono iniziate nel giugno 2007 e con alcune interruzioni i dati sono di- sponibili fino al giugno 2010 e sono state anch’esse aggregate su base mensile, per ana- logia a quanto fatto con i deflussi ricavati dai dati pluviometrici; le portate naturali me- die mensili sono riportate sempre nella Tabella 2. Le portate misurate costituiscono una serie piuttosto breve e i vari mesi dell’anno non sono rappresentati lo stesso numero di volte, ma può essere utile confrontare i risultati ottenuti da questi dati con quelli ricavati sulla base delle registrazioni pluviometriche.

Per poter valutare le caratteristiche della derivazione e in particolare la portata media derivabile non è sufficiente conoscere la portata naturale media annua, ma è necessario avere informazioni anche sulla sua variabilità nel corso dell’anno.

Nel caso specifico, avendo a disposizione misure dirette giornaliere di portata per il corso d’acqua nella sezione di interesse queste sono state utilizzate per descrivere l’andamento delle portate durante l’anno. Le portate disponibili per l’utilizzazione sono pari alla differenza tra le portate naturali e il DMV, determinato al punto 5.2.3; di seguito si riportano i valori, aggregati su base mensile come le corrispondenti portate naturali, delle portate disponibili (espresse in l/s) ricavate a partire dai dati pluviometrici e da quelli di portata.

Mese Qnat,pluv Qnat,idr Qdisp,pluv Qdisp,idr Gennaio 142 87 102 39 Febbraio 123 58 84 15

STUDIO FROSIO pag. 19/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 Marzo 146 82 104 37 Aprile 224 296 161 231 Maggio 253 665 186 598 Giugno 247 559 180 492 Luglio 207 332 143 265 Agosto 210 216 154 159 Settembre 215 243 164 185 Ottobre 252 182 194 115 Novembre 264 215 205 147 Dicembre 129 152 89 105 Anno 201 258 147 200 Tabella 2 - Portate medie mensili naturali e disponibili alla sezione di progetto La portata d’impianto è invece limitata dalla massima portata elaborabile dal gruppo idroelettrico, parametro che deve essere scelto in fase progettuale; peraltro la portata utilizzabile non è solo limitata superiormente, dal massimo valore derivabile, bensì an- che inferiormente, dalla portata minima erogabile dal gruppo idroelettrico. Detta portata minima è posta pari al 10% della massima d’impianto. La tabella seguente riporta i valori medi mensili della portata effettivamente utilizzabile secondo i dati pluviometrici e quelli di portata; il successivo grafico mostra invece le curve di durata delle portate precedentemente calcolate in base ai dati idrometrici.

Mese Qimp,pluv Qimp,idr Gennaio 98 33 Febbraio 79 5 Marzo 101 28 Aprile 147 208 Maggio 177 367 Giugno 173 300 Luglio 140 177 Agosto 152 144 Settembre 152 141 Ottobre 163 100 Novembre 170 124 Dicembre 87 97 Anno 137 144 Tabella 3 - Portate medie mensili d’impianto I dati pluviometrici registrati alla stazione di Malga Boazzo coprono un lungo e quindi significativo periodo di tempo, dal 1960 a tutto 2003, mentre i dati idrometrici utilizzati sono relativi a più anni, dal giugno 2007 a tutto il giugno 2010, quindi sono statistica- mente meno significativi. Ciononostante si preferisce fare riferimento a questi ultimi, perché si tratta di misure dirette della portata transitante per la sezione di presa e anche perché la trasformazione delle altezze di precipitazione in deflussi risente pesantemente

STUDIO FROSIO pag. 20/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 dell’incertezza derivante dalla scelta arbitraria del coefficiente d’afflusso, a cui la porta- ta calcolata è direttamente proporzionale; inoltre le portate medie mensili ricavate dai dati idrometrici, a differenza di quelle basate sulle altezze di pioggia, tengono conto su base giornaliera del rilascio del DMV e della limitazione alla portata massima derivabi- le, pertanto forniscono valori più precisi della portata d’impianto. In definitiva i valori medi annui adottati per la portata naturale, disponibile e d’impianto

(avendo scelto una portata massima derivabile Qmax = 400 l/s) sono i seguenti:

 Qm,nat = 258 l/s;

 Qm,disp = 200 l/s;

 Qm,imp = 144 l/s.

5.2.3 DMV La valutazione del DMV è stata eseguita come indicato dal Piano di Tutela delle Acque della Provincia di Trento (art. 11 delle Norme di Attuazione): la portata da rilasciare a valle dell’opera di presa è calcolata, moltiplicando la portata specifica (diversa per cia- scun periodo dell’anno) per l’area sottesa; nel caso in esame il DMV deve corrispondere 2 a Stot = 9,60 km , come indicato nella seguente tabella.

2 Superficie Periodo - qDMV [l/s/km ] Rilascio Descrizione Bacino Dic-Mar Apr-Lug Ago-Set Ott-Nov DMV [km2] 5 7 6 7

Presa impianto 9,60 QDMV [l/s] 48 67,2 57,6 67,2 Tabella 4 - Distribuzione del rilascio di DMV previsto durante l’anno Nella tabella seguente sono confrontati i valori della portata di rispetto e della portata residua ottenute attraverso l’elaborazione delle portate misurate presso la soglia di mi- sura sul rio Danerba. In particolare si evidenzia che:  la portata di DMV pari a 48 l/s risulta in linea con le portate misurate nei periodi corrispondenti alle magre;  durante l’anno la portata media mensile residua risulta sempre superiore al DMV, ad eccezione di febbraio e aprile, per i motivi suesposti;  poco a valle dell’opera di presa sono presenti due sorgenti, in sponda sinistra che contribuiscono ad incrementare ulteriormente la portata residua.

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DMV gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Unitario nivale pluviale (l/s/km2) 5 5 5 7 7 7 7 6 6 7 7 5 Totale di bacino (l/s) 48,0 48,0 48,0 67,2 67,2 67,2 67,2 57,6 57,6 67,2 67,2 48,0 Alta compatibilità am- bientale (l/s) torrente Danerba Derivazioni da rispettare (l/s) non presenti Portata residua a valle (l/s) 54,1 53,7 54,4 87,9 298,7 258,9 154,8 72,1 101,6 81,4 90,7 54,7 Portata di rispetto pro- posta (l/s) 48,0 48,0 48,0 67,2 67,2 67,2 67,2 57,6 57,6 67,2 67,2 48,0

5.3 SUOLO E SOTTOSUOLO Al fine di definire la situazione geologica, geomorfologica ed idrogeologica superficiale sono stati eseguiti numerosi sopralluoghi della zona interessata dall’impianto. 5.3.1 Inquadramento geolitologico L’area s’inserisce nel contesto montuoso più ampio del Gruppo dell’Adamello-Presanella. La struttura geologica dell’area è caratterizzata dalla presenza del grande batolite terziario dell’Adamello, composito e poligenico, costituito da rocce tonalitiche, granodioritiche e quarzodioritiche, e da numerose piccole masse gabbriche periferiche. Per batolite s’intende, in questa sede, un grande corpo intrusivo di natura composita, formato da svariati plutoni di natura ed età in parte anche molto diverse. La caratteristica forma triangolare che presenta è una diretta eredità della sua lunga storia tettonica, condizionata dalla presenza delle direttrici che la delimitano a NNE (Linea delle Giudicarie Sud) ed a E-O (Linea del Tonale). Tra le varie sottounità, nella Valle Danerba è ben evidente la presenza della LEUCOTONALITE-GRANODIORITE DEL LAGO BOAZZO, risalente al Eocene Medio (41-39,5 Ma). L’unità affiora dalla testata della Val di Breguzzo alla val di Daone, attorno al Lago di Boazzo e, attraverso la Valle del Leno, si estende verso SO sino al Monte Bruf- fione. È una roccia massiccia, a grana medio-fine, più leucocratica della tonatile. Per diminuzione del contenuto in feldspato potassico fa passaggio a varietà leucotonalitiche. Caratteristica è la presenza di biotite in belle lamelle idioforme, dal diametro di 2-5 mm. Al microcopio i costituenti fondamentali ed accessori sono gli stessi di quelli presenti nella tonaliti normali, ma con rapporti quantitativi diversi. La diminuzione del feldspato potassico marca il passaggio graduale verso termini leucotonalitici. Dal punto di vista geolitologico, i lavori interesseranno, oltre ad una ridotta copertura detritica di versante o falda, unicamente il litotipo leucotonalitico, intensamente frattu- rato ed alterato soprattutto se subaffiorante.

STUDIO FROSIO pag. 22/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 5.3.2 Inquadramento morfologico La morfologia generale dell’area mostra chiaramente i caratteri tipici di un paesaggio di alta montagna, intensamente modellato dai ghiacciai, con profonde valli glaciali a truo- golo, lateralmente affiancate da ripidi fianchi rocciosi e da lunghe terrazze glaciali. La parte superiore delle valli presenta ampi circhi glaciali, addossati a creste aguzze o cime piramidali. Nella parte media si susseguono spesso, in alternanza, conche di sovraesca- vazione e gradini di valle, che fanno da raccordo alla parte inferiore, caratterizzata da morfologie più spiccatamente fluviali. La valle Danerba si presenta come una tipica valle sospesa, con la classica forma a “U” delle valli scavate dalle lingue glaciali duran- te l’ultima glaciazione. La rete idrografica si dirama a raggiera a partire dalla zona sommitale e tale andamento è da collegarsi al sollevamento del batolite terziario che qui ha raggiunto il suo punto più elevato ed eroso. 5.3.3 Inquadramento idrogeologico L'idrologia superficiale dell'area oggetto dei lavori é localmente rappresentata unica- mente dal Rio Danerba, affluente in sinistra del Fiume Chiese, che si presenta come corso d’acqua a carattere permanente che, attraverso l’azione dei numerosi piccoli rami sorgentizi, tutte le acque della valle omonima convogliandole fino alla valle prin- cipale del fiume Chiese, dove sbocca presso il Lago di Malga Boazzo. L'idrogeologia sotterranea è incentrata su una buona permeabilità dei depositi di copertura. A questa fa riscontro una ridottissima permeabilità della roccia, ad eccezione di quelle por- zioni in cui una notevole e pervasiva fratturazione ha prodotto una permeabilità secondaria variabile da punto a punto. Tale situazione permette alle acque meteoriche di infiltrarsi ab- bastanza rapidamente nell'accumulo superficiale, per poi scorrere verso valle al suo interno o al contatto con il tetto del substrato.

5.4 VEGETAZIONE, FLORA, FAUNA 5.4.1 Inquadramento vegetazionale L’area coinvolta dall’intervento, rientra nelle superfici forestali gestite mediante il “Pia- no di Gestione Forestale Aziendale dei beni silvo-pastorali” del comune di Valdaone. Tale piano è identificato con il codice 352 e le aree interessate dalle opere di progetto, si sviluppano all’interno delle particelle forestali numero 46 e 47. La matrice del paesaggio è costituita da boschi di conifere. Partendo dal basso la suc- cessione vegetazionale è la seguente: pecceta a cui seguono i lariceti, ancora più a mon- te gli arbusteti e le praterie alpine nella zona sommitale.

Il progetto è strutturato analizzato le sezioni forestali (particelle), seguendo l’andamento da monte verso valle. - SEZIONE FORESTALE N. 46 “Osteria de Danerba”. Su tale particella è prevista la realizzazione dell’opera di presa e relative opere accessorie (vasche di decantazione, dissabbiatore, ecc.), e scendendo verso valle si sviluppano circa 2/3 della condotta

STUDIO FROSIO pag. 23/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 forzata. La formazione di riferimento della particella è il lariceto a rododendro e on- tano verde della zona ecologica meso-endalpica e fascia altitudinale altimontana. Si tratta quindi nel complesso di una stazione fresca e a tratti poco soleggiata. Sempre nella zona di progetto lo strato arbustivo è ben rappresentato da cespugli di Sorbus aucuparia, Vaccinium myrtillus, Rhododendron ferrugineum e Sorbus cha- maemespilus. In alcune radure più aperte è presente Alnus viridis. Lo strato erbaceo negli spazi più aperti è ben rappresentato, è costituito da Calamarostis villosa, Oxalis acetosella, Dryopteris dilatata, Phegopteris polypodioides e Adenostyles alliariae. - SEZIONE FORESTALE N. 47 “Canai de Danerba - Colonia”. Sulla particella 47, in prossimità alla strada di fondovalle, è prevista la realizzazione della centrale con il relativo tratto terminale di condotta forzata, nonché il canale di scarico nei pressi del- la tratto terminale del rio Danerba. La formazione di riferimento della particella è la pecceta montana secondaria della zona ecologica meso-esalpica e fascia altitudinale montana. Si tratta quindi nel complesso di una stazione tendenzialmente fresca e u- mida. 5.4.2 Attività pascoliva della Val Danerba La Val Danerba è caratterizzata dalla presenza di superfici pascolive nelle aree meno acclivi e alla base dei ripidi versanti. Il pascolo inizia ad espandersi ad una cinquantina di metri a monte dell’opera di presa in progetto. A supporto dell’attività di alpeggio, vi sono ben due strutture rurali a servizio dei pastori nella bassa Val Danerba ed ulteriori due strutture utilizzate come bivacchi nell’zona alta della valle (Malga Agusella). Non sono presenti invece strutture per il ricovero del bestiame. Con l’anno 2014 è scaduto il contratto di affitto dei pascoli di Danerba, ed è intenzione dell’amministrazione di Val- daone, mantenere attiva la monticazione dei pascoli e procedere con il recupero degli edifici rurali danneggiati dalle forti nevicate. 5.4.3 Ittiofauna Il tratto derivato di progetto coincide con un segmento del corso d'acqua di valenza mol- to scarsa o nulla per l'insediamento della fauna ittica e per il suo ciclo biologico (incluse le migrazioni in controcorrente), motivo per il quale non sono state condotte analisi spe- cifiche sulla fauna ittica del Rio Danerba, mentre sono stati raccolti i dati pubblici di- sponibili rilevati nell'ultimo decennio, dai quali si conferma la composizione quasi mo- nospecifica del popolamento ittico recente, che risulta composto quasi esclusivamente dalla Trota fario (Salmo [trutta] trutta Linnaeus). La presenza di Trota fario è segnalata particolarmente nel medio corso del Rio Danerba, dove le condizioni morfologiche dell'alveo risultano compatibili con l'insediamento stabile della specie. Tale presenza ittica, d'altra parte, è da ritenere in ogni caso avventizia e probabilmente non autosuffi- ciente a causa una scarsa riproduzione in loco e della totale impossibilità di risalita in controcorrente da valle. A sostenere la presenza della Trota fario nel medio corso del

STUDIO FROSIO pag. 24/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 Rio Danerba sono, invece, le immissioni di ripopolamento effettuate annualmente dall’Associazione pescatori territorialmente competente. Riguardo alla gestione della pesca sul Rio Danerba, il corso d’acqua è incluso nell'eco- sistema omogeneo "affluenti Chiese - tratto Malga Bissina - Malga Boazzo" (cod. E201A10). 5.4.4 Fauna terrestre Non sono state rilevate nell’area di progetto specie sensibili, quali quelle d’Interesse Comunitario secondo Natura 2000, che utilizzano il territorio come area riproduttiva preferenziale.

5.5 ECOSISTEMI Da un’analisi preliminare del contesto ambientale del bacino imbrifero afferente al Rio Danerba nel tratto medio e inferiore emerge che le condizioni naturali e originarie del corso d’acqua sono in larga parte incontaminate, sia pure in presenza di alcuni localiz- zati ma rilevanti fattori di alterazione di origine antropica agenti sia sull’ampio contesto del bacino imbrifero di media quota (pascolo e strutture per l'alpeggio), sia più diretta- mente sul corso d’acqua principale tramite una singola opera di derivazione idrica. In sintesi, pur nel contesto generalmente incontaminato della Val Danerba, si ricono- scono quali principali fattori di alterazione locale e/o diffusa, attuale e/o potenziale, in ordine di importanza: - la captazione delle portate naturali del Rio Danerba al servizio della grande deriva- zione idroelettrica HDE afferente all'impianto di Malga Boazzo, con conseguente ri- duzione delle portate fluenti nell'alveo a valle; - l'attività zootecnica d'alpeggio che comporta la monticazione di un numero fino a 1.000 ovini (estate 2014) più una decina di equini sul pascolo della Val Danerba nel periodo giugno-settembre di ogni anno, tramite concessione da parte del Comune di Valdaone; - l'utilizzo della Casina di Malga Danerba come rifugio per i pastori nel periodo di alpeggio; - la, sia pure modesta, attività escursionistica quasi esclusivamente estiva lungo il sentiero delle Porte di Danerba (sentiero S.A.T. n. 249B). 5.5.1 Analisi chimico fisiche e microbiologiche di base Dalle analisi emerge la moderata alterazione della qualità chimica dell'acqua per la pre- senza - sia pure modesta - di azoto ammoniacale e nitrico, in relazione pressoché certa e combinata con l'attività di alpeggio estivo di ovini ed equini sui pascoli di Danerba e con l'artificiale riduzione della portata naturale del corso d'acqua a causa della deriva- zione al servizio dell'impianto idroelettrico di Malga Boazzo. La presenza di un numero rilevante di capi ovini ed equini su un pascolo non molto esteso qual è quello di Daner- ba, per di più localizzato in gran parte nei pressi del corso d'acqua è da considerare co- me l'origine principale di questo modesto, ma sensibile degrado della qualità dell'acqua,

STUDIO FROSIO pag. 25/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 testimoniato anche dalla presenza diffusa sui prati della media Val Danerba di escre- menti prodotti dal bestiame al pascolo. Si rileva, peraltro, che non è evidente nessun degrado significativo della qualità microbiologica indagata tramite l'analisi della pre- senza di Escherichia coli, in probabile relazione con l'attuale distribuzione del bestiame sui lembi del prato-pascolo posti alle quote più elevate e relativamente distanti dal corso d'acqua. La condizione di moderato inquinamento emerge anche dall'elaborazione dei dati se- condo la metodica dell'indice LIM, mentre l'indice LIMeco risulta elevato. 5.5.2 Descrittori biologici I dati rilevati in occasione dei campionamenti di data 05.08.2014 definiscono una quali- tà biologica ricadente per entrambe le stazioni indagate nella I classe, corrispondente a un giudizio sintetico di qualità di "ambiente non alterato in modo sensibile". Complessivamente, pur non essendo particolarmente ricco, il popolamento macrozoo- bentonico appare ben diversificato in entrambe le stazioni e non sembra risentire, se non marginalmente, dei fattori di pressione (si veda, ad esempio, la moderata alterazione della qualità chimica dell'acqua per la presenza - sia pure modesta - di azoto ammonia- cale e nitrico in concentrazioni innaturalmente elevate per il contesto in esame), quali in particolare la riduzione permanente della portata naturale del corso d'acqua a causa della derivazione attiva presso l'opera di presa HDE (a ca. 1.790 m s.l.m.) e la sfruttamento estivo massiccio del pascolo di Danerba tramite la monticazione di circa 1.000 ovini tra giugno e settembre (anno 2014). 5.5.3 Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) L'analisi è stata condotta da Bioprogramm Scarl secondo il protocollo indicato in I.F.F. 2007. Indice di funzionalità fluviale. Manuale APAT 2007 (edito dall’Agenzia per dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici in collaborazione con l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente di Trento). Il metodo è stato applicato sul tratto del Rio Danerba compreso tra la foce nel Lago di Malga Boazzo e la sezione posta circa 100 m a monte del sito originariamente individu- ato per la localizzazione dell'opera di presa, presso la Casina di Malga Danerba. Il rio Danerba nei quattro tratti omogenei indagati, compresi tra il punto di immissione del rio nel lago di Malga Boazzo e 100 m a monte del punto di presa dell’impianto idro- elettrico in progetto, mostra condizioni di funzionalità prevalentemente buone nella riva destra. La riva sinistra, invece, presenta condizioni di funzionalità che variano tra il buono e il buono-mediocre.

5.6 SALUTE PUBBLICA Nell’area in esame non sono presenti derivazioni ad uso potabile. Eventuali scarichi, rotture, sversamenti di liquidi pericolosi in grado di alterare i parametri di qualità previ- sti per le risorse idriche potabili dovuti ad eventi accidentali che potrebbero verificarsi

STUDIO FROSIO pag. 26/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 in fase di cantierizzazione o di esercizio dell’impianto non porterebbero quindi ulteriori rischi a carico delle comunità e degli individui.

5.7 RUMORE E VIBRAZIONI Per quanto riguarda l’edificio di centrale., i ricettori sensibili più vicini sono costituiti dalla Casa Vacanze Val Daone, situata a circa 40 dalla futura centrale. getto è dovuta principalmente al costante scorrere dell’acqua nel torrente ed allo spora- dico transito veicolare lungo la strada che collega la valle che diminuiscono progressi- vamente nel corso della notte, considerata l’assenza di attività antropiche in grado di generare tali forme di inquinamento.

5.8 CAMPI ELETTROMAGNETICI Si precisa che l’edificio di centrale e il locale Enel risultano interrati nel pendio, così da ridurre gli eventuali impatti a carico del paesaggio. La tipologia di cavo usata generalmente per la realizzazione della linea di MT per tale tipologia d’impianto risulta essere in cavo tripolare ad elica, tipologica che richiede fa- sce di rispetto di ampiezza ridotta. Allo stesso modo la cabina ENEL sarà realizzata secondo gli standard richiesti da ENEL, distributore locale. Si rimanda dunque alle Linea Guida per l’applicazione del § 5.1.3 dell’Allegato al DM 29.05.08 - Distanza di prima approssimazione (DPA) da linee e cabine elettriche – re- datto da ENEL per le tipologie standard di linee e cabine elettriche AT ed MT di pro- prietà Enel Distribuzione S.p.A., in allegato.

5.9 PAESAGGIO 5.9.1 Unità di paesaggio La zona della presa e della condotta sono classificate come area di interesse alpino men- tre la zona della centrale è classificata d’interesse fluviale per la prossimità al lago di Boazzo. Gli ambiti elementari di paesaggio si alternano tra aree d’interesse forestale e pascoli. Le principali caratteristiche della Val Danerba, nella zona interessata dall’impianto, sono definite dal rio Danerba, oggetto del presente studio, dai boschi circostanti e nella zona di monte, presso la presa, dall’alternarsi di prati-pascoli e boschi. A monte dell’area in esame sono presenti singoli edifici rurali legati all’uso stagionale dei pasco- li. La valle è percorsa dal sentiero che nel presente progetto è oggetto di manutenzione mirata al mantenimento della morfologia originaria. L’unità di paesaggio dominante risulta dunque il corso d’acqua dal lago di Boazzo fino alla Casina di Malga Danerba, mentre nella parte alta il corso d’acqua convive con il paesaggio tipico dell’alta montagna, racchiuso nello sfondo delle cime (cima di Valbo- na, cime di Laghisol). Non sono presenti fronti o paesaggi di particolare pregio.

STUDIO FROSIO pag. 27/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 5.9.2 Emergenze paesaggistiche e ambientali Non di segnala la presenza di emergenze paesaggistiche nell’area in esame. 5.9.3 Analisi della percezione visiva Percorrendo il tracciato del sentiero che conduce alle porte di Danerba procedendo da valle verso monte, si può constatare che il rio Danerba, interessato dalla derivazione in esame, è visibile a tratti, esclusivamente laddove il sentiero si avvicina al corso d’acqua. Arrivando poi alla Casina di Val Danerba la valle si apre, offrendo un’ampiezza di visu- ale maggiore. Le scelte progettuali e le varianti al progetto apportate hanno avuto come obiettivo quel- lo di confinare la derivazione nella zona meno visibile, escludendo appunto l’area della Casina di Daneba, dove l’opera di presa sarebbe stata esposta alla vista. La peculiarità della Val Danerba è quella di essere una valle piuttosto impervia, ne sono testimonianza le tracce delle valanghe invernali che puntualmente segnano il territorio della valle. Questo fa sì che sia in qualche modo preservata dal turismo “di massa”, ri- volto invece alla Val Daone, facilmente accessibile dai mezzi. 5.9.4 Elementi storici Presso le porte di Danerba sono presenti i resti dei reticolati della prima guerra mondia- le, una trincea realizzata con muri a secco, postazioni per artiglieria, testimonianza delle massicce opere di difesa del valico durante la Grande Guerra. Seguendo il percorso che dalla “Bocchetta dei cacciatori” porta verso il “Passo di Bre- guzzo e poi le “Porte di Danerba” si ripercorre la linea del fronte che giungeva fino al Carè Alto servita da un complesso sistema di teleferiche che dalla valle risaliva fino alle Porte di Danerba.

STUDIO FROSIO pag. 28/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 6 INDIVIDUAZIONE E STIMA DEGLI IMPATTI Di seguito si riassumono in modo sintetico i principali impatti individuati nell’ambito del SIA. Si precisa che è previsto un piano di monitoraggio ambientale finalizzato al controllo degli impatti reali prodotti dall’impianto con monitoraggio delle condizioni dell'ambiente fluviale tra le fasi precedenti alla realizzazione delle opere, la fase della loro esecuzione e la fase di esercizio a regime della derivazione.

6.1 ATMOSFERA La produzione di energia idroelettrica non ha effetti diretti sull’atmosfera; ha invece effetti indiretti su grande scala e tali effetti sono sicuramente positivi. L’energia producibile dal nuovo impianto idroelettrico, se confrontata con energia pro- dotta da fonte termoelettrica1, fa sì che si evitino le seguenti emissioni in atmosfera, in t/anno. Emissioni specifiche prodotte Emissioni attese per 3.000 MWh/anno Fonte Termoelettrico Idroelettrico Termoelettrico Imp. Val Danerba Kg/MWh Kg/MWh t/anno t/anno

SO2 0,417 0 1,25 0

NOx 0,421 0 1,26 0 Polveri 0,014 0 0,04 0 Gas serra 784 0 2352 0 Tabella 5 – Emissioni inquinanti e climalteranti evitate a seguito della realizzazione

6.2 AMBIENTE IDRICO In fase di realizzazione delle opere i più rilevanti fattori potenziali di alterazione a cari- co dell’ambiente idrico consistono in:  intorbidimento acuto e persistente (transitorio) delle acque defluenti a valle del can- tiere nelle fasi di scavo in alveo e nelle sue immediate vicinanze, con effetti di tra- sporto e deposizione diffusa di solidi fini e alterazione dei fondali attraverso l’occlusione degli interstizi dell’ambiente bentonico;  fughe di materiali inquinanti (transitorio) dalle macchine operatrici attive sui can- tieri;  fughe di materiali inquinanti (transitorio) e in particolare di calcestruzzo dai punti di realizzazione dei manufatti in cls o di posa della condotta idrica;  interruzione (permanente) della continuità fluviale longitudinale in corrispondenza delle opere trasversali all’alveo e in particolare dell’opera di presa;

1 Emissione media specifica della produzione media termoelettrica nazionale - Rapporto am- bientale ENEL 2012

STUDIO FROSIO pag. 29/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15  alterazione (permanente) dei tratti di sponda interessati da opere di consolidamento per la tutela idraulica dei manufatti. In fase di esercizio dell’impianto di progetto i più rilevanti fattori potenziali di altera- zione consistono in:  riduzione significativa perdurante delle portate medie e minime naturalmente de- fluenti lungo l’alveo nel tratto sotteso alla derivazione;  concentrazione degli inquinanti eventualmente affluenti all’ambiente acquatico nel tratto sotteso alla derivazione;  incremento dell’escursione annua della portata nel tratto sotteso alla derivazione;  incremento dell’escursione annua delle temperature nel tratto derivato a causa della  minore capacità termica del volume d’acqua ridotto e del conseguente riscaldamen- to estivo;  riduzione della superficie media di corrivazione nel tratto sotteso alla derivazione e, di conseguenza, dell’interfaccia biologicamente attiva nei processi biologici e di au- todepurazione del corso d’acqua;  conseguente scadimento della qualità ambientale complessiva del corso d’acqua;  segmentazione idrologica del corso d’acqua e degrado paesaggistico dell’ambiente fluviale nel tratto sotteso alla derivazione idroelettrica, soprattutto a causa della ri- duzione della portata, del volume ambiente e della turbolenza e impetuosità delle acque. Gli impatti transitori legati alla fase di cantiere sono mitigabili attraverso le usuali prati- che di cantiere adottate per i cantieri in alveo. Tale impatto, sia pure transitorio, implica la distruzione della superficie di fondo biologicamente attiva, che sarà restaurata al ter- mine dell’esecuzione delle opere attraverso il ripristino parziale dei caratteri dell’alveo naturale. Si prevede che tale impatto sarà riassorbito nel giro di 2-3 mesi dall’ultimazione dell’opera. Riguardo l’alterazione della morfologia fluviale si ritiene che l'elemento di discontinuità costituito dall'opera di presa assuma un'importanza relativa molto bassa, collocandosi nei pressi dei salti naturali sottostanti, tanto più che l’installazione di una griglia Coanda riduce significativamente i volumi necessari per gli organi di sghiaiamento e dissabbia- mento, riducendo di molto le problematiche connesse con l'intercettazione di inerti e con la potenziale cattura di organismi dell'idrofauna (in particolare invertebrati e pesci di piccola e piccolissima taglia) nel flusso derivato. Per quanto riguarda l’impatto derivante dall’esercizio della derivazione l’impatto prin- cipale è quello conseguente alla quantità di acqua presente in alveo. Tale impatto risulta peraltro contenuto in quanto sarà garantita una modesta variazione stagionale delle por- tate rilasciate a valle della presa attraverso la modulazione del DMV. In fase di morbida e di piena è prevedibile un'ulteriore modulazione delle portate grazie alla limitazione

STUDIO FROSIO pag. 30/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 della portata massima derivata a 400 l/s e il conseguente sfioro dalla traversa di presa delle portate eccedenti i 400 l/s. Nel tratto derivato di progetto, nonché per la conseguente generale assenza attuale di una fascia riparia di vegetazione arbustiva e/o arborea, non si prevede alcuna variazione significativa della presenza di vegetazione legnosa nell'alveo di morbida o di piena

6.3 SUOLO E SOTTOSUOLO Dallo studio specialistico risulta che non esiste incompatibilità tra terreno e i lavori pre- visti dal progetto. Inoltre, non sono emerse altre considerazioni di natura geotecnica tali da sconsigliare la realizzazione delle opere. L'impatto dell'intervento sul territorio sarà quindi molto contenuto dato che non saranno turbati gli equilibri geologico ed idrogeologico generali; esso risulterà ancora minore se si seguiranno attentamente le indicazioni riportate nello studio specialistico.

6.4 VEGETAZIONE, FLORA, FAUNA 6.4.1 Vegetazione e flora Dall’analisi effettuata risulta che la riduzione prevista della superficie forestale (provvi- soria e definitiva) non influirà negativamente sul livello di efficienza idrogeologica ge- nerale e sulla componente paesaggistico - ambientale. Per quanto concerne la realizzazione delle opere compensative, si può affermare che oltre a giovare alla qualità delle acque del rio Danerba, contribuiranno sicuramente a migliorare la qualità ambientale dell’area e a garantire un buon mantenimento del pa- scolo, rendendo l’attività di alpeggio sicuramente più sostenibile dal punto di vista am- bientale che in passato. Gli impatti sulla componente forestale si riferiscono alla sottrazione di superficie fore- stale in modo temporaneo o permanente, così come indicato nello studio specialistico allegato. Si prevede che il legname risultante dagli interventi di trasformazione gravanti sulla particella n. 46 possa in gran parte essere riutilizzato in loco per la realizzazione di opere di consolidamento e piccoli interventi di ingegneria naturalistica. Per quanto con- cerne invece il legname prodotto dagli interventi sulla particella 47 sarà possibile recu- perarlo grazie all’accessibilità dei lotti stessi. In corrispondenza dell’opera di presa e della centrale, per accelerare la mitigazione degli interventi e favorire la consolidazione del terreno, oltre alla semina di miscugli erbosi, si prevede la messa a dimora di essenze arbustive autoctone mentre in corrispondenza della condotta forzata, oltre all’inerbimento, si prevedeono interventi di consolidamento dei tratti più ripidi con in- terventi di ingegneria naturalistica e la messa a dimora di talee di salice. Data la naturalità dei luoghi si prevede un rinnovamento naturale del soprasuolo foresta- le in corrispondenza delle aree interessate dai lavori. 6.4.2 Fauna ittica Nel caso del progetto in esame i potenziali impatti di torbide artificiali sono limitati e legati principalmente all’esecuzione dell’opera di presa e dello scarico della centrale,

STUDIO FROSIO pag. 31/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 nonché degli attraversamenti degli alvei delle acque laterali affluenti da sinistra nella fase di posa in opera della condotta. L’adozione delle precauzioni di conduzione dei lavori indicate nel SIA (deviazione dell’alveo in fase di scavo, intercettazione delle acque freatiche e loro decantazione etc.), purché attuate in modo adeguato, costituisce una garanzia sufficiente per evitare fenomeni catastrofici e/o persistenti di torbida artificiale. La scarsa funzionalità ecologi- ca e la bassissima ricettività faunistica naturale del tratto d'alveo sotteso alla derivazio- ne, peraltro, esclude del tutto danni sensibili alla fauna in fase di cantiere. È limitato, in quanto interessa un ambito molto localizzato, anche l’impatto transitorio sulla fauna ittica durante la fase di costruzione dell’opera di presa, dato che pochi metri a valle del sito di progetto dell'opera di resa l'alveo risulta del tutto inospitale per i pesci. Tale impatto si manifesterà, dunque, solo sul breve tratto, dell'ordine di 30-40 m di svi- luppo longitudinale, interessato dalla realizzazione dell'opera e che - contrariamente al tratto immediatamente a valle - ha una discreta ricettività ittiofaunistica. Nella fase di avvio di cantiere, va valutata l'opportunità di procedere al recupero della fauna ittica eventualmente presente per evitarne la perdita. Per quanto riguarda l’interruzione trasversale del corso d’acqua, viste le caratteristiche dell’opera di presa, si esclude che essa possa costituire un ostacolo rilevante alla risalita della fauna salmonicola, essendo essa progettata poco più a monte di un tratto caratte- rizzato naturalmente dalla presenza di elementi di interruzione della continuità longitu- dinale (salti di quota, cascate, cateratte naturali). 6.4.3 Fauna terrestre Per quanto riguarda la sottrazione di habitat dovuta agli interventi è da ritenersi non significativa se rapportata all’ampiezza del territorio circostante e tale da non alterare le locali dinamiche ecologiche e di popolazione. Tuttavia potrà costringere alcune specie ad allontanarsi per ricercare un’area meno disturbata in particolar modo durante la fase di cantiere. Riguardo l’impatto del rumore per la realizzazione del progetto nel suo complesso, te- nuto conto che si tratta di un impatto transitorio, si ritiene non significativo. Dal punto di vista degli impatti sulle specie poco mobili, nell’area in cui sono previsti movimenti terra, si trovano alcune specie con scarsa capacità di spostamento che svol- gono buona parte del loro ciclo vitale nel sottosuolo: - piccoli roditori di cui non sono presenti stime sulla numerosità; - moltissime specie di artropodi. Per queste specie è inevitabile la perdita di alcuni individui durante le fasi lavorative. Tale perdita anche vista su scala strettamente locale, non appare significativa data la numerosa popolazione presente e l’elevata capacità riproduttiva delle specie.

STUDIO FROSIO pag. 32/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 In conclusione, considerando tutti i possibili impatti sulla fauna selvatica, si ritiene che l’impatto dovuto alla realizzazione dell’intero progetto, visti anche gli elementi di miti- gazione, non risulterà significativo. 6.4.4 Attività pascoliva della Val Danerba Considerato che dai sopraluoghi effettuati e dai dati forniti dai pastori, negli scorsi anni si è registrato un carico del pascolo eccessivo da parte dei greggi ovini (oltre 1000 capi) rispetto alle potenzialità foraggere della zona, in funzione della realizzazione dell’impianto idroelettrico, si rende necessario ridimensionare l’attività di alpeggio sulla base delle reali capacità portanti del pascolo, sia per consentire al pascolo di mantenersi in buono stato per il futuro, sia per migliorare, ove possibile, i parametri qualitativi del corso d’acqua.

6.5 ECOSISTEMI Il presente progetto riguarda un impianto idroelettrico ad acqua fluente che pertanto, oltre alle valutazioni in merito alla portata derivata e di rispetto già formulate in merito all’ecologia fluviale, assicura una stabilità ecosistemica tarata sulle nuove condizioni di deflusso. Considerato che nel tratto sotteso non sono presenti fonti di alterazione speci- fiche sulla qualità delle acque, si ritiene che l’esercizio della derivazione non comporti impatti negativi sull’ecosistema. Come detto è previsto un piano di monitoraggio volto a controllare gli impatti reali pro- dotti dall’impianto con monitoraggio delle condizioni dell'ambiente fluviale tra le fasi precedenti alla realizzazione delle opere, la fase della loro esecuzione e la fase di eserci- zio a regime della derivazione. Per quanto riguarda l’interferenza dovuta alla presenza dell’impianto con l’attività pa- scoliva, i rilievi fatti e le analisi svolte hanno messo in luce l’eccessivo numero di capi ovini monticati in Val Danerba; la contestuale modalità di pascolo libero, ha portato negli anni ad un degrado contino delle superfici pascolive. Sicuramente l’eccessivo nu- mero di capi rispetto alla capacità portante dell’ambiente ha influenzato negativamente sui valori qualitativi delle acque del rio Danerba. Pertanto la riduzione dei capi presso i pascoli di Danerba è una condizione essenziale per prevenire l’apporto smisurato di nutrienti nel corso d’acqua tramite le deiezioni animali. Cosa interessante è che la misu- ra compensativa di riduzione del carico animale non si limita ad una forma preventiva di tutela della qualità delle acque, ma risponde anche alle necessità di gestire il pascolo in modo sostenibile.

6.6 SALUTE PUBBLICA Nel tratto di corso d’acqua sotteso dalla derivazione non sono presenti derivazioni ad uso idropotabile pertanto si ritiene inapplicabile la valutazione dei rischi derivante da eventi accidentali in grado di alterare i parametri di qualità previsti per le risorse idropo- tabili.

STUDIO FROSIO pag. 33/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 Analizzando il tema da un punto di vista più generale, in un impianto idroelettrico la possibilità di incidenti che possano avere rilevanza ambientale o essere fonte di rischio per la pubblica incolumità è assai ridotta e connessa essenzialmente con:  sversamento di lubrificanti  rottura delle condotte forzate Lo sversamento di lubrificanti (grassi o oli) può essere dovuta a rottura delle tubazioni che alimentano i vari organi in movimento. Il rischio di sversamento verso l’esterno è però minimo perché tutti i serbatoi (si parla di qualche decina di litri) sono dotati di va- sche di raccolta dimensionate per contenere quasi tutto il lubrificante del circuito. Qua- lora, tuttavia, per qualsiasi ragione, si dovesse verificare uno sversamento verso l’esterno il pericolo di inquinamento è annullato dall’utilizzo di lubrificanti biodegrada- bili che poche ore dopo l’evento non sono già più rilevabili strumentalmente. La rottura delle condotte forzate è un evento estremamente raro negli impianti idroelet- trici di recente costruzione. In tempi più lontani, quando le condotte forzate erano rea- lizzate con lamiere chiodate, l’evento, seppur raro, si verificava prevalentemente per cedimento di uno o più chiodi causando la fuoriuscita di acqua in pressione dalla con- dotta forzata ed il conseguente rischio di innesco di frane sul versante percorso dalla condotta. Attualmente il rischio di cedimento strutturale del mantello della condotta forzata è ri- dotto dalle tecnologie di saldatura delle condotte forzate d’acciaio e dai controlli non distruttivi eseguiti sul 100% delle saldature in stabilimento ed in opera (radiografie o ultrasuoni) che garantiscono dalla presenza di difettosità da cui possa innescarsi il ce- dimento. Qualora questo si verificasse comunque, sull’impianto in argomento sarà installato un misuratore di rilevazione della sovravelocità in condotta che interverrà immediatamente sulla valvola di testa chiudendola ed interrompendo in pochi secondi la fuoriuscita dell’acqua dal punto di rottura. Quando infatti avviene una rottura della condotta forzata la velocità dell’acqua nella tubazione subisce un repentino aumento; il sistema differen- ziale installato misura la differenza della velocità dell’acqua tra la centrale e la vasca di carico e non appena rileva una differenza superiore ad un valore prefissato fa chiudere la valvola di testa condotta interrompendo il flusso.

6.7 RUMORE E VIBRAZIONI Si prevede che la realizzazione dell’impianto non altererà significativamente la situa- zione attuale di rumorosità ambientale diurna e notturna né tanto meno produrrà distur- bo rilevante verso l’ambiente esterno e gli ambienti confinanti.

6.8 CAMPI ELETTROMAGNETICI In fase di cantiere non si prevedono incrementi di radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, mentre in fase di esercizio dell’impianto si sottolinea che l’allacciamento alla linea esi-

STUDIO FROSIO pag. 34/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 stente venga realizzato tramite linee di media tensione interrate in grado di annullare la possibile formazione di campi elettromagnetici.

6.9 PAESAGGIO Dal punto di vista della percezione visiva, pur presentando l’impianto idroelettrico una struttura lineare definita dal tracciato della condotta forzata che collega l’opera di presa con la centrale, di fatto viene percepito come elementi puntuali sul territorio, essendo l’intero tracciato della condotta forzata interrato (parzialmente sotto il sentiero esistente) a meno di circa 15 m dove corre esterno. Di fatto anche le opere puntuali, opera di presa ed edificio di centrale risultano poco visibili: la prima solo se l’osservatore risulta in prossimità del corso d’acqua e la secon- da allorquando ci si avvicina al ponte che attraversa il rio Danerba. Come indicato nel quadro progettuale, nell’ambito del presente SIA è stato rivisto il tracciato del progetto, soprattutto nell’ottica di ridurre l’impatto paesaggistico. In parti- colare l’opera di presa è stata spostata più a valle, dove il corso d’acqua scorre incassa- to, in modo da escluderla alla vista il più possibile. Allo stesso modo il tracciato della condotta forzata è stato rivisto in modo tale da ridurre la parte esterna a soli 15 m circa, circoscrivendo tale zona ad un passaggio che risulta completamente nascosto a chi per- corre il sentiero, essendo visibile solo da chi sorvola la valle.

6.10 LINEE DI IMPATTO POSITIVO La principale risorsa locale della Val Danerba interessata dal progetto è rappresentata dall’acqua. Si vuole sottolineare come l’impiego dell’acqua per la produzione di energia elettrica costituisce una significativa valorizzazione di un’importante risorsa locale nel panorama economico, tant’è che rientra tra gli obiettivi proposti dalla stessa amministrazione comunale. 6.10.1 Difesa del suolo La realizzazione di un impianto idroelettrico rappresenta anche un’occasione di riappropriazione del territorio e di rinnovata attenzione a esso: la presenza di un’iniziativa economica che interessa direttamente l’ambiente montano può infatti costituire, se ben gestita, un motore di manutenzione e di salvaguardia dei versanti, dei boschi e della rete senti eristica. La gestione e la manutenzione dell’impianto garantirà infatti una presenza e un controllo continuativo del territorio. La manutenzione costituirà un contributo alla difesa del suolo, mentre il controllo del territorio permetterà una efficace prevenzione di dissesti futuri o del peggioramento di quelli già esistenti. 6.10.2 Impatti su scala globale In termini socio economici la produzione di energia da fonte rinnovabile evita la produ- zione di energia da fonte convenzionale.

STUDIO FROSIO pag. 35/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 Ciò comporta una serie di benefici non facilmente quantificabili che meritano comun- que di essere menzionati:  effetti sulla sicurezza nazionale, dove con questo concetto si intendono tutte quelle eventualità che possono procurare danni al normale svolgersi delle attività economi- co-politiche della nazione:  scarsità fisica di materie prime e fonti d’energia che danneggi il sistema industriale e la qualità della vita degli abitanti (ad esempio black out elettrici);  dipendenza politica ed economica da fornitori esteri, che riduca il grado di auto- nomia della collettività e la obblighi ad adottare atteggiamenti di sudditanza;  effetti macroeconomici:  alleggerimento della bilancia dei pagamenti;  occupazione e sviluppo tecnologico e produttivo;  riduzione del rischio di impoverimento progressivo della comunità in relazione all’onerosità relativa delle fonti convenzionali e all’incertezza sulla possibile di- namica dei loro prezzi.  effetti politici: intesi quali implicazioni della produzione d’energia che rafforzano il peso di alcune componenti della società (lobby, partiti, associazioni) o ne indeboli- scono altre. Si tratta di effetti difficilmente quantificabili, tendenzialmente a somma zero (cioè per una parte che si rafforza ce n’è un’altra che s’indebolisce politicamen- te), ma abbastanza ben precisabili nei loro contorni qualitativi. Ad esempio è stato spesso usato lo strumento del monopolio o, viceversa, delle normative antitrust per agevolare una fonte rispetto ad un’altra. Gli effetti politici sono qualitativamente di- versi da quelli macroeconomici perché non si concretizzano immediatamente in oneri economici, ma operano più spesso come vincoli che indirizzano verso un certo tipo di sviluppo. Questi vincoli possono o no tradursi in maggiori costi, in dipendenza di molti fattori analizzabili fonte per fonte e caso per caso.

STUDIO FROSIO pag. 36/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 7 CONCLUSIONI Si sceglie di valutare schematicamente gli impatti ambientali significativi, siano essi positivi o negativi, che si possono riscontrare rispettivamente in fase di realizzazione dell’opera ed in fase di esercizio. Si precisa che ai fini della valutazione nella matrice non sono inserite le opere di com- pensazione in quanto falserebbero la percezione della valutazione degli impatti stretta- mente legati all’iniziativa, mentre sono da considerare un’aggiunta di una componente positiva del progetto. In fase di realizzazione dell’opera si possono verificare gli impatti presentati in Tabella 6

Impatto in fase di realizzazione Mitigazione degli effetti negativi dell’impianto  Occupazione temporanea di suolo Al termine dei lavori si provvederà al ri- con aree di cantiere in sponda sini- pristino dello stato dei luoghi; si provve- stra del Rio Danerba e nelle aree derà alla sistemazione ed alla piantuma- identificate per lo stoccaggio tem- zione di specie arboree zona individuata poraneo di materiale. per lo stoccaggio temporaneo di materiale e mezzi.  Formazione e propagazione di pol- Al fine di ridurre la formazione e la pro- veri. pagazione di polveri, durante la fase di cantiere sarà previsto il lavaggio degli pneumatici di tutti i mezzi in uscita dal cantiere prima dell’inserimento sulla via- bilità ordinaria e la bagnatura e la copertu- ra con teloni dei materiali trasportati con autocarri.  Per la realizzazione delle opere di Ultimati i lavori il materiale sarà nuova- presa e restituzione saranno neces- mente ricollocato in alveo. sarie modeste ture provvisionali in materiale sciolto all’interno dell’alveo del corso d’acqua sia nell’area delle opere di presa sia nella zona di restituzione, per devi- are provvisoriamente e parzialmen- te lo scorrimento delle acque e provvedere alla realizzazione delle rispettive opere di derivazione e

STUDIO FROSIO pag. 37/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 scarico. Tabella 6: Schematizzazione degli impatti legati alla realizzazione dell’impianto in fase di cantiere.

Per gli impatti legati alla fase di esercizio invece ci si riferisca alla Tabella 7 Impatti ambientali positivi Descrizione dell’impatto  Produzione di energia rinnovabile. IMPATTO MODESTO A LIVELLO REGIONALE/GLOBALE La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili evita la produzione di gas cli- malteranti.  Valorizzazione del territorio mon- IMPATTO MODESTO A LIVELLO tano. LOCALE Nell’ambito del progetto si prevede la sistemazione del percorso sentieristico esistente fino alla casina di Val Danerba, nonché la valorizzazione delle sorgenti esistenti lungo il percorso.

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Impatti ambientali negativi Descrizione dell’impatto  Utilizzo del suolo per la realizza- IMPATTO MODESTO A LIVELLO zione delle infrastrutture LOCALE dell’impianto. Le opere si realizzeranno in sinistra idrau- lica. Si considerano opere puntuali di modesto impatto in quanto perlopiù interrate.  Impatto sulle caratteristiche idrau- IMPATTO MODESTO A LIVELLO liche del fiume dovuto alla presen- LOCALE za della griglia coanda. L’opera di captazione prevede un rilascio superficiale a garanzia del continuum flu- viale. Dal punto di vista paesaggistico le nuove opere risultano mitigate grazie alla scelta localizzativa. Il DMV modulato consente una variabilità delle portate.  Diminuzione della portata in alveo IMPATTO MODESTO A LIVELLO nel tratto sotteso. LOCALE La diminuzione della portata defluente in alveo non comporta una diminuzione della qualità dell’acqua in quanto non sono pre- senti scarichi nel tratto sotteso. Si ritiene il DMV sufficiente al manteni- mento dell’attuale ecosistema fluviale  Impatto sul paesaggio. IMPATTO MODESTO A LIVELLO LOCALE L’interramento delle opere e le scelte pro- gettuali hanno comportato una riduzione dell’impatto paesaggistico rispetto al pro- getto originario, facendo percepire l’impianto come un’opera puntuale sul territorio.  Impatto sulla vegetazione IMPATTO L’impatto interessa prevalentemente la vegetazione riparia; si provvederà alla rea- lizzazione di scogliere rinverdite che con- sentiranno il ripristino della naturalità delle sponde. Sono previste inoltre misure di compensazione volte a ricostruire la fascia riparia presso la zona del’opera di presa. Tabella 7: Schematizzazione degli impatti legati alla fase di esercizio dell’impianto.

STUDIO FROSIO pag. 39/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 8 MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI Per ciascuna componente ambientale sono state proposte le misure di mitigazione di seguito specificate.

8.1 ATMOSFERA Le mitigazioni previste si riferiscono alla fase di cantierizzazione. In particolare al fine di ridurre la formazione e la propagazione di polveri, durante la fase di cantiere sarà previsto il lavaggio degli pneumatici di tutti i mezzi in uscita dal cantiere prima dell’inserimento sulla viabilità ordinaria e la bagnatura e la copertura con teloni dei ma- teriali trasportati con autocarri.

8.2 AMBIENTE IDRICO La scelta di una tipologia di griglia coanda è stata fatta consapevolmente con lo scopo di ridurre allo stretto indispensabile la realizzazione di nuovi manufatti. In particolare tale tipologia di griglia consente di ottimizzare le dimensioni delle vasche e dei dissab- biatori in quanto la griglia è concepita per lasciare defluire a valle il materiale solido trasportato dal corso d’acqua. Come richiesto dal settore VIA si è provveduto inoltre al rilascio del DMV in modo da ottenere un continuum superficiale: una quota fissa del rilascio del DMV avverrà me- diante una lama d’acqua che scorre superficialmente sopra la traversa. La restante parte sarà rilasciata mediante aperture calibrate a seconda del periodo di rilascio previsto, così come indicato nel quadro progettuale.

Per quanto riguarda l’opera di presa e il raccordo con lo scarico della centrale, ovvero le opere che hanno una maggiore interferenza con l’ambiente idrico, in sede progettuale sono state previste le usuali mitigazioni che riguardano sia la realizzazione di scogliere rinverdite nella parte fuori alveo, sia il rivestimento delle opere a vista con pietra locale.

Riguardo alla mitigazione del potenziale impatto temporaneo derivante dall’esecuzione dei lavori in alveo e al possibile intorbidimento temporaneo dell'acqua, è prevista la realizzazione di adeguati by-pass che unitamente alla modesta estensione spaziale e temporale dell'attività dei cantieri permette di ridurre i fenomeni di torbida artificiale.

Considerata l’esaustività dei contenuti si rimanda al capitolo 6 della relazione speciali- stica a firma del dott. Betti.

8.3 SUOLO E SOTTOSUOLO Anche per tale componente le misure di mitigazione si riferiscono principalmente alla fase di cantierizzazione. In particolare, per quanto riguarda il profilo di scavi sarà realizzato secondo angoli che siano compatibili con le caratteristiche geotecniche del terreno o, laddove necessario,

STUDIO FROSIO pag. 40/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15 con la realizzazione di opere provvisionali, così come indicato nello studio specialistico allegato. In corrispondenza delle zone ove sono presenti infiltrazioni o fenomeni di ruscellamen- to è prevista la posa in opera di drenaggi finalizzati a convogliare le acque al rio Daner- ba. Nel corso dei lavori saranno eseguiti sopralluoghi a cura di un geologo, finalizzati alla messa in sicurezza del cantiere stesso.

8.4 VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA In corrispondenza dell’opera di presa e della centrale, per accelerare la mitigazione de- gli interventi e favorire la consolidazione del terreno, oltre alla semina di miscugli erbo- si, si provvederà ad eseguire interventi di mitigazione mediante la messa a dimora di arbusti e piante locali, quali Ontano verde, Salicone e Sorbo degli uccellatori. Nella fascia interessata dalla posa della condotta forzata, oltre all’inerbimento, si prevedono interventi di consolidamento dei tratti più ripidi mediante tecniche di ingegneria natura- listica e la messa a dimora di talee di salice.

8.5 ECOSISTEMI La realizzazione di un impianto idroelettrico coinvolge principalmente il sistema fluvia- le, inteso come complesso dell'ecosistema strettamente acquatico e dell'ambiente peri- fluviale, pertanto il presente SIA e le relazioni specialistiche allegate hanno valutato i parametri che influiscono sulla capacità di insediamento della fauna acquatica, le even- tuali modifiche della funzione auto depurante e dell’efficienza dell’azione filtrante delle fasce ripari vegetate, e etc. prevedendo le opportune misure di mitigazione. In particolare per quanto riguarda le attività di cantiere sono state previste le misure di mitigazione tipiche dei cantieri che si svolgono in ambito fluviale, ovvero:  l’esecuzione degli scavi nell’ambito dell’alveo sarà evitato nel periodo di più acuta magra invernale (febbraio - marzo), quando la minore portata fluente favorisce fe- nomeni di concentrazione dei solidi sospesi incrementando i valori di torbidità;  è prevista la deviazione dell’alveo in corrispondenza dei cantieri, la raccolta e de- cantazione delle acque intercettate nello scavo; Dal punto di vista dell’esercizio dell’impianto come detto in altre occasioni, la soluzio- ne tecnica adottata per la tipologia di griglia è quella che meglio risponde alle esigenze ambientali degli ambienti montani. La scelta di installare una griglia coanda infatti pre- senta alcuni vantaggi connessi con la gestione dell’impianto e di conseguenza con l’ecosistema nel quale si inseriscono in quanto presenta i seguenti vantaggi. 1) Tutela della fauna ittica  gli interspazi tra le barre della griglia (1 mm) evitano l'ingresso della fauna ittica di ogni taglia. 2) Effetto autopulente  eliminazione dello sgrigliatore;

STUDIO FROSIO pag. 41/42 REV 1 FEBBRAIO ’15 COMM: 601 FILE: rel06ria15  nessun accumulo di materiale da smaltire;  il materiale in sospensione transita secondo le modalità dal trasporto naturale. In aggiunta sono state previste misure di compensazione che interessano in particolar modo l’ambiente perifluviale attraverso la ricostituzione della vegetazione riparia, non- ché misure volte a integrare al meglio il nuovo impianto, come la protezione delle zone umide presso la presa e la riduzione dei capi presenti sul pascolo della Val Danerba.

8.6 PAESAGGIO Come indicato nel quadro progettuale, la misura di mitigazione rilevante è stato lo spo- stamento a valle dell’opera di presa al fine di ridurre l’interferenza visiva dovuta alle nuove opere, nonché allo studio di dettaglio del tracciato della condotta forzata al fine di ridurre a una quindicina di metri il tratto esterno, nonché a circoscriverlo ad una zona completamente oscurata alla vista. Per quanto riguarda la realizzazione dei nuovi volumi, sono state previste le usuali ope- re di mitigazione applicate in ambito montano, ovvero il rivestimento dei manufatti a vista con pietra locale (opera di presa e centrale) e l’utilizzo di materiali locali per le finiture (parapetti, parte dei rivestimenti, portoni, etc). Al termine dei lavori si procederà inoltre a ripristini ambientali e rinverdimenti in corri- spondenza dell’opera di presa e della centrale, ovvero dove saranno realizzati i nuovi manufatti fuori terra. In corrispondenza del tracciato della condotta forzata si prevede uno spontaneo rinver- dimento del soprassuolo.

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