Santuario S.

2/2021 Crissolo

E’ tornatoPadre Biscioi Venerdì 30 luglio è arrivato di nuovo al Santuario Padre Biscoi, sacerdote copto egiziano che ha sostituito Padre Toma, divenuto vescovo di Giza. Torna dopo il periodo della pandemia e lo ringraziamo per la sua disponibilità in questo servizio. Ricordiamo che: La S.Messa sarà celebrata ogni giorno alle ore 11,00 e il sabato alle ore 16,00 come prefestiva Orari al Santuario Festivi ore 11,00 e 16,00 Feriali ore 11,00 fino all’ 8/settembre. Apertura quotidiana con la

presenza di un sacerdote Sabato ore 16,00 Messa prefestiva Padre Biscioi R.Shaoul (rettore del Seminario del Cairo- Egitto) Eventuali pellegrinaggi devono essere concordati con il rettore Preghiera tel.368 31.55.803 O Dio onnipotente ed eterno, che al tuo santo martire Chiaffredo hai dato la forza di sostenere fino all’ultimo la pacifica battaglia della fede, concedi anche a noi di affrontare per tuo amore, ogni avversità e di camminare con entusiasmo

incontro a te, che sei la vera vita. Per Cristo nostro Signore 1

Amen Pag.

Pagine di storia legate al Santuario

Legione tebea: storie, leggende e fede

Fra il 286 e il 302 d.C. un contingente romano è in marcia verso la Gallia celtica composto da uomini reclutati nella regione di Tebe, sul Nilo , presso . Più che una “legione” un distaccamento cioè di legione composta tra 300 e 600 uomini utilizzati per le emergenze. Comandati dall’Imperatore Diocleziano di aggregarsi alle truppe di Massiniano per debellare la rivolta dei Bagaudi celtici. Questa legione tebea valica l’attuale colle di San Bernardo e fa base ad Oltralpe, a Octodurus, oggi Martigny. I militari tebei con il loro comandante Maurizio si rifiutarono di obbedire agli ordini dell’imperatore e dopo due decimazioni , vengono sterminati nella zona di (oggi Maurice). I soldati si rifiutarono di obbedire ai comandi perché erano cristiani e non volevano combattere contro altri cristiani, quali erano i Bagaudi che si erano convertiti. I celti erano nella sfera latina da secoli ma questa tribù dei Bagaudi era ancora ribelle. Erano insubordinati, e quindi passati per le armi perché non riconoscevano l’Imperatore come dio. Da qui parte la scintilla che percorre il Piemonte da 19 secoli e a cui è affidata l’evangelizzazione delle Alpi e delle piane del Nord Ovest. Come la vita di ognuno fra storia, leggenda e agiografia. I più conosciuti e venerati: Maurizio, Esuperio, Candido, Vittore, Teonesto vennero martirizzati per non aver abiurato la loro fede, altri fuggiti in Piemonte ai quali i romani diedero la caccia sino a martirizzarli tutti. Ormai il seme dell’evangelizzazione era stato seminato e non si sarebbe più fermato. Sono 90 i martiri tebei secondo gli scritti di Teodoro vescovo di Lione 381; Eucherio vescovo di Lione 434; bibliotheca sanctorum del 1969, raccolti da Massimo Centini nel suo libro“Martiri tebei” . E tra questi c’è il nostro San Chiaffredo insieme con Avventore, Besso, Candido, Costanzo, Dalmazzo, Defendente, Essuperio, Fiorenzo, Giusto, Magno, Maurizio, Ponzio, Savino, Solutore, Tegolo Vitale, Vittore.

Immagine di San Chiaffredo nella parte centrale del soffitto della cappella delle reliquie

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Padre Picco a Crissolo

Lunedi 2 agosto si è tenuto l’annuale ricordo di Padre Giuseppe Picco. Il postulatore Padre Lorenzo Marcello Gilardi, con il rettore del Santuario don Oreste Franco e Padre Biscioi e con loro alcuni fedelissimi devoti a Padre Picco si sono ritrovati per andare insieme fino alla fontana dove Padre Picco si abbeverava negli gioni caldi di agosto. Nell’andata o nel ritorno dalle visite ai poveri ed ammalati delle zone attorno a Crissolo, un cammino bello di preghiera, di silenzio, di meditazione. Guidati da P.Gilardi con la recita del Rosario. Al ritorno è stata celebrata nella chiesetta di S.Rocco una S.Messa a ricordo del Venerabile Padre Picco, ringraziando per il dono di una bella figura di sacerdotale che ha lasciato in molti crissolini un grande e bel ricordo di fede.

Per chi desiderasse ricevere ulteriori notizie o conoscere meglio la figura di Padre Picco, vi invitiamo a scrivere o telefonare a: Padre Marcello Lorenzo Gilardi

Telefono: 329 9870609 E-mail: [email protected], [email protected]

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Una Buona estate con le Parole di Papa Francesco

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

L’atteggiamento di Gesù, che osserviamo nel Vangelo della Liturgia odierna (Mc 6,30-34), ci aiuta a cogliere due aspetti importanti della vita. Il primo è il riposo. Agli Apostoli, che tornano dalle fatiche della missione e con entusiasmo si mettono a raccontare tutto quello che hanno fatto, Gesù rivolge con tenerezza un invito: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’» (v. 31). Invita al riposo.

Così facendo, Gesù ci dà un insegnamento prezioso. Anche se gioisce nel vedere i suoi discepoli felici per i prodigi della predicazione, non si dilunga in complimenti e domande, ma si preoccupa della loro stanchezza fisica e interiore. E perché fa questo? Perché li vuole mettere in guardia da un pericolo, che è sempre in agguato anche per noi: il pericolo di lasciarsi prendere dalla frenesia del fare, cadere nella trappola dell’attivismo, dove la cosa più importante sono i risultati che otteniamo e il sentirci protagonisti assoluti. Quante volte accade anche nella Chiesa: siamo indaffarati, corriamo, pensiamo che tutto dipenda da noi e, alla fine, rischiamo di trascurare Gesù e torniamo sempre noi al centro. Per questo Egli invita i suoi a riposare un po’ in disparte, con Lui. Non è solo riposo fisico, è anche riposo del cuore. Perché non basta “staccare la spina”, occorre riposare davvero. E come si fa questo? Per farlo, bisogna ritornare al cuore delle cose: fermarsi, stare in silenzio, pregare, per non passare dalle corse del lavoro alle corse delle ferie. Gesù non si sottraeva ai bisogni della folla, ma ogni giorno, prima di ogni cosa, si ritirava in preghiera, in silenzio, nell’intimità con il Padre. Il suo tenero invito – riposatevi un po’ – dovrebbe accompagnarci: guardiamoci, fratelli e sorelle, dall’efficientismo, fermiamo la corsa frenetica che detta le nostre agende. Impariamo a sostare, a spegnere il telefonino, a contemplare la natura, a rigenerarci nel dialogo con Dio. http://www.santuariosanchiaffredocrissolo.it/;

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