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Redazione: Via dei Pellegrini 1, Milano Novembre - Dicembre 2017 mail: [email protected] ANNO 2 - N.20 essere, credere, vivere in un mondo migliore Tel: 02 3823 9874 La rivoluzione del possibile la vita Questo giornale è progettato e ioscritto sono io è troppo belladai B.Livers, ragazzi con gravi patologie la malattia per avere paura croniche, studenti e volontari è la malattia IL VALORE DI SEMPLICI GESTI Le donazioni nate dopo gli incontri in carcere ad Opera e al Politecnico Dieci euro in dono da un detenuto I miei capelli per malati oncologici

Il valore di semplici gesti. Un detenuto del L’EDITORIALE carcere di Opera che il Bullone ha conosciu- IL MINISTRO to durante un incontro ha voluto regalare 10 euro del suo mensile a B.LIVE. Anche un giovane ricercatore del +Lab del Politecnico, amico dei B.Livers, si è tagliato i capelli per Prendersi cura donarli a una ragazza oncologica. Così fa- Bravi ragazzi, cendo verrà «costruita» una parrucca. Questi sono gli altri regali di Natale favoriti dai ra- del mondo gazzi del Bullone. Questo è l’invito, fate doni create ponti che abbiano un senso. V. Fausti a pag. 4, Ogni giorno P. Leon, S. Kamsu e C. Farina a pag. 18-19 con coraggio di Nicola Saldutti, di Andrea Orlando, volontario B.LIVE Ministro della Giustizia

omincio dalla cosa o avuto occasio- più difficile, perché da quelle iniziano le ne di sfogliare alcuni numeri del vostro cose vere. Da Eleonora, volata in cielo. Ho giornale e mi hanno sorpreso per la loro Cpensato tante volte a quale senso potesse Hqualità, sia dal punto di vista grafico sia per avere «Il Bullone della sera». la cura con cui sono raccontate le storie e Ci sono tanti giornali, tante cose da raccon- sono realizzate le interviste. tare, tante persone da ascoltare. Eppure il Nel vostro lavoro riuscite a conciliare la Bullone è un’altra cosa. Più vera, più forte. passione e la professionalità. Inoltre, fornite Dentro ci sono i volti e le fatiche, la gioia e uno sguardo su Milano in cui, come nella il dolore. Ci sono i chilometri macinati con migliore tradizione di questa città, crocevia l’Ape in giro per l’Italia. Ci sono le persone dell’illuminismo e della civiltà del diritto, che si sottopongono alle domande come convivono l’apertura internazionale e la non farebbero con nessun altro giornalista. sensibilità sociale. Stare nella società, cono- La sofferenza e la ricerca di una seconda scerne le ferite e le sfide, saperle affrontare possibilità. La voglia persino di disegnarla, e raccontare è il più importante gesto di in- la malattia. Ecco perché penso a Eleonora. novazione. Per questo spero che Il Bullone Perché mi ricordo del giorno nel quale per possa avere sempre più diffusione. la prima volta abbiamo parlato di come si poteva fare un giornale, della visita timida e impacciata al Corriere della Sera (in cui Il Bullone ha voluto creare ponti in modo mi onoro di lavorare). E quell’intuizione coraggioso, anche affrontando temi non geniale: perché non possiamo farlo anche scontati, e di grande significato sociale. Tra noi un giornale? Domanda sfrontata e gli interventi dei volontari e dei ragazzi meravigliosa insieme. Perché no! Perché le B.LIVE nel corso di questi mesi, mi ha cose sembrano impossibili solo a chi non ha colpito particolarmente l’incontro con i de- gli occhi sgombri per vedere le cose vere. tenuti del carcere di Opera. Uno di voi ha Ecco il primo numero, stampato sulle stesse scritto: «Mai avrei immaginato di imparare rotative del Corriere. La prima gioia dell’o- così tanto dai detenuti». È così per tanti dore dell’inchiostro. IL DIBATTITO che si accostano al carcere, che decidono Le riunioni di redazione, le battaglie per Quando il figlio si ammala di mettersi in gioco attraverso l’incon- tagliare i pezzi, per cambiare i titoli. Eppu- tro, attraverso l’uscita dall’indifferenza re non è solo questo. Dentro c’è molto di che troppo spesso caratterizza il nostro più. C’è la scrittura che diventa l’occasione Mamme e papà B.LIVE approccio verso le persone detenute. E così per stare insieme. Non so se dico una cosa imparano non solo qualcosa sui detenuti, corretta, ma penso persino l’occasione per ma qualcosa su loro stessi. stare meno soli. Per decidere di uscire. Di trascorrere il pro- Giovanni Arvedi prio tempo in modo diverso. Dentro una La nostra società si inaridisce se vive nuova curiosità verso il mondo che ci sta nell’oblio della situazione delle carceri. intorno. Forse anche un piccolo pezzo della Patrizia Grieco: «Credete in voi» Occorre un concetto della pena che sappia cura possibile. Prendersi cura del mondo, Una giornata a Cremona con l’industriale mettere al centro la logica riparativa e la ascoltarlo. Raccontarlo agli altri in modo Milano cresce Giovanni Arvedi. «Ragazzi credete in voi riconnessione attraverso la formazione da condividerlo: che sia Dante o la bellezza stessi» è stato il messaggio del re dell’acciaio. e il lavoro. È anche per questo che, nel I B.Livers hanno visitato il museo del violino. della matematica. integrando 2030 corso del mio mandato da Ministro della Una piccola (grande) rivoluzione del A. Rosa e E. Porcelluzzi a pag. 3 Giustizia, ho voluto fortemente realizzare possibile. Il presidente dell’Enel interviene nel gli Stati Generali dell’Esecuzione Penale, Che è avvenuta piano piano. Riunione dibattito sul futuro di Milano. che ci hanno dato un’ampia occasione di dopo riunione. Pagina dopo pagina. Lite a pag. 2 Visita alla Ferrari confronto sui temi del reinserimento e della dopo lite. E adesso è pronta, pronta ad riconnessione sociale. Un percorso che ha aprire agli altri. Il Bullone, con questa for- coinvolto profondamente il Ministero e che ma perfetta di un esagono è fatto per essere Che emozione ha accompagnato le riforme e i provvedi- aperto agli altri. Per aiutarli a capire quali L’INTERVENTO Il Bullone ha chiesto a due mamme e a due Dentro la fabbrica dei bolidi rossi a Maranel- menti di questi anni. sono le cose che vale la pena fare, quelle papà che hanno vissuto la terribile esperien- lo. Una visita piena di emozioni nel ricordo per cui bisogna impegnarsi. Cambiare le za della malattia di un figlio. Leggete le loro di Enzo Ferrari al quale è stato dedicato il cose che non ci piacciono. Trovare il sorriso Il nostro regalo: testimonianze piene di forza e coraggio. museo. Anche nei vostri scritti ho ritrovato un’e- dove sembra impossibile. articoli a pag. 6-7 D. Corbetta a pag. 26 sigenza di incontro e di riconnessione. Perché il confine tra quello che è possibile Scegliendo di incontrare l’esperienza del e quello che è impossibile, nel Bullone e Natale sicuro B.LIVE STORY carcere, i ragazzi B.LIVE hanno vissuto i loro «Stati Generali». dentro il ricordo di Eleonora, scompare. La storia di Eleonora Prinelli di Maria Josè Falcicchia, Non credo sia solo un incontro di fragilità Tutto si può fare. Con la forza delle parole che dopo 10 anni dalla tremen- Dirigente dell’Ufficio Prevenzione e di vulnerabilità, quello tra le persone e della propria vita. Questo è il valore di un Una festa da diagnosi ha festeggiato con i che vivono la malattia e tra le persone che giornale-vita-sofferenza-gioia-sorriso Questura Milano suoi amici B.Livers il singolare vivono la privazione della libertà. È soprat- ascolto-cura-amicizia-colore. anniversasio. Nel frattempo a 10 anni tutto un incontro di consapevolezza che, È arrivato il momento di aprirsi ancora di Il grande lavoro della Polizia per garanti- riaffiorano i mille perché della aiutandoci a guardare con occhi nuovi, più. E osare, come quel giorno in cui si è re un Natale sicuro agli italiani. malattia deciso di fondarlo. a pag. 22 dal sarcoma E. Prinelli a pag. 5 arricchisce tutta la società. 2 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 3 IL DIBATTITO Che città sarà Milano nel 2030. Le opinioni di architetti, medici, uomini di cultura e manager LA TRASFERTA I B.Livers hanno incontrato a Cremona il più grande imprenditore italiano dell’acciaio Con questo articolo L’industriale Giovanni Arvedi: Patrizia Grieco, presidente impegno, sacrificio e conoscenza. Le idee poi «Forza ragazzi, non abbiate vengono, una dopo l’altra, e sono ciò che di dell’Enel, più profondo lasciamo. Non è facile andare controcorrente, a volte bisogna prendere de- cisioni che hanno conseguenze pesanti; ma riprende tutti noi abbiamo il senso del nuovo, della paura di credere in voi stessi» curiosità, il senso del meglio. Siate innovato- il dibattito ri e basate il vostro rapporto personale sulla stima reciproca, sulla fiducia, sull’identità di su Milano di Arianna Rosa di voi. Dovete avere il desiderio, la volontà, la pensiero e di obiettivo. Così troverete chi vi volontaria B.LIVE curiosità di capire che si può cambiare. Tutte sosterrà, anche se andrete controcorrente. le università, in Germania, negli Stati Uniti, Nei periodi più difficili, da solo contro il si- stema, ho trovato il sostegno dei miei dipen- n uomo di straor- in Canada mi dicevano che era impossibile denti e dei miei collaboratori. Nel 1976 dalla dinario spessore, realizzare ciò che sostenevo, ma non mi dice- Silicon Valley, la fucina delle start up e del- un imprenditore vano perché. Più non me lo spiegavano, più le nuove idee, ho portato il microprocessore illuminato che dal- andavo avanti a cercare di capire quali era- applicandolo ai miei impianti consentendo la sua Cremona ha no i rischi del processo che avevo ideato. La l’accelerazione di tutti i processi. Non esisteva rivoluzionato il pro- produzione dell’acciaio non si può improvvi- prima. Su questo ho applicato la tecnologia cesso produttivo e sare. È frutto di una conoscenza profonda, si innovativa su cui avevo tanto investito, rivolu- industriale dell’ac- tratta di processi complicati che ero convinto zionando il sistema produttivo dell’acciaio. È ciaio nel mondo. Sono profondi i valori che potessero evolvere, ma nessuno mi ascoltava. stato un cambiamento epocale e oggi questa ha trasmesso nell’incontro avvenuto al Mu- Non parliamo degli accademici poi, ostici e tecnologia è usata in tutto il mondo tanto che seo del Violino, custode dei più grandi ca- disturbati dal mio pensiero. Sbadigliavano U quando gli parlavo. Gli volevo dimostrare che la più grande fabbrica di acciaio in Cina ha polavori realizzati da Stradivari, da Amati, chiesto l’esclusiva dei nostri impianti nei suoi da Guarneri del Gesù e tempio della musica avevo ragione. Dopo il successo dell’applica- stabilimenti. “Le grandi creazioni sono figlie come massima espressione di bellezza, da zione della mia tecnologia tutti coloro che dell’immaginazione”, diceva Einstein. Imma- lui creato per la sua città. non credevano in me hanno firmato un libro Il dibattito su Milano ginate qualche cosa, ragazzi, ma qualche cosa I B.Livers hanno dato inizio a un confronto in cui approvavano la mia innovazione. Non è stato aperto da dovete mai demordere. Quando siete convin- che non esiste, che sia nuovo. Valutate se la GianGiacomo Schiavi, stimolante e profondo con una riflessione sul L’industriale Giovanni Arvedi mentre scherza con il nostro Antonio nell’incontro ti delle vostre idee sostenetele, andate avanti vostra immaginazione ha il conforto della re- giornalista del Corriere valore del pensare in grande. «È una spinta con i B.Livers al Museo del Violino a Cremona (Foto: Mino Boiocchi) altà in cui deve essere inserita e quando capite che ha sollecitato chi ha ad apportare qualcosa di nuovo», sostiene il con umiltà e con rispetto di tutte le altre idee. la sua fattibilità, abbiate la forza e il coraggio responsabilità politiche a Cav. Giovanni Arvedi, «che è possibile se il Confrontatevi, discutete. Solo così i vostri ra- vedere lontano. di credere in voi stessi. Le persone di valore proprio pensiero è portato avanti con umil- gionamenti intimi prendono forza. Già lo fate vi seguiranno. Io mi considero al servizio di tà e curiosità. Dopo la morte di mio padre, con Il Bullone. Il giornale per me è un modo un pensiero e di un’azione. Questa è la vita. commerciante nel settore dei metalli, ho co- di apprendere, di comunicare, di formare e di Nel vostro progetto B.LIVE avete già il senso minciato da zero. Ho girato il mondo per ve- informare, fondamentale. Credo molto nella di ogni cosa espresso attraverso tre pilastri: dere cosa c’era nel settore dell’acciaio, cosa ❞ carta stampata. Avere qualcosa in mano ci fa Essere, Credere, Vivere. Parole bellissime, in facevano gli altri», continua il Cavaliere, «e porre più attenzione su quello che leggiamo. Ci vuole umiltà culturale e cui credo anch’io. Aggiungerei solo l’umiltà, ho cominciato a pensare cosa si poteva fare Speriamo che si ritorni sempre più alla parola importante nei rapporti umani e nella vita». di diverso. Non bisogna aver paura di crede- curiosità per poter portare dopo questo passaggio accelerato dei mezzi di re in se stessi», dice ai ragazzi. «Il cambia- comunicazione in cui si dà più valore all’im- mento deve avvenire prima di tutto dentro avanti il proprio pensiero magine. Scrivete, comunicate, lavorate con L’illustrazione è di Alberto Ruggieri è di Alberto L’illustrazione La violinista Aurelia Il super architetto Stefano Macovei con i ragazzi Boeri si è soffermato del Bullone dopo la sua sul futuro della città. fantastica esibizione Area Expo, Bovisa nell’Auditorium del e sette scali: una Museo del Violino dove Patrizia Grieco, presidente Enel: grande opportunità per ha interpretato con lo reinventare Milano. Stradivari Vesuvio del 1727 alcuni brani di musica classica «Design, moda e industria (Foto: Mino Boiocchi) Così Milano anticipa i tempi»

Anche Alberto Mantovani, uno dei più importanti e riconosciuti di Patrizia Grieco Romana, Porta Genova, San Cristoforo, ricercatori al mondo che Lambrate e Rogoredo); dalla Città della lavora all'Humanitas, ha Salute e della Ricerca a Sesto San Giovan- scritto sul Bullone un ni (che diventerà uno dei centri più all’a- articolo su Milano. vanguardia d’Europa per la cura di tumori e malattie degenerative), allo Human Te- chnopole (il centro dedicato alla medicina predittiva che sorgerà all’interno dell’area Expo). La rapidità del cambiamento è del resto testimoniata dal mutare continuo del- lo skyline, che porta la firma dei più grandi arlare di città significa parlare del futuro. nomi dell’architettura nazionale e interna- Nei prossimi venti o trent’anni, secondo zionale. Pquanto indicato da più autorevoli osser- Vorrei che la città non perdesse questa vatori, la maggior parte della popolazione sua bellissima attitudine al rinnovamento e all’essere «moderna» che è, a un tempo, Alla scoperta dei segreti del violino mondiale sarà concentrata in grandi centri Giuseppe Guzzetti, urbani: megalopoli da decine di milioni di segno di vitalità e di appetito per il futuro presidente della abitanti, il cui aspetto sarà forse assai diver- e traccia del suo carattere più profondo. Fondazione Cariplo, si è soffermato sulla sfida Una giornata al Museo con Stradivari e Guarneri e nella bottega dei liutai so da quello che conosciamo oggi. A pen- Qui infatti sono nate tante tendenze anti- cipatrici: nell’industria, come nel design, che ha di fronte Milano: sarci, questo scenario può fare anche un po’ non lasciare indietro i più per assistere all’esibizione della violinista Au- paura. Ma non vi sarà nulla da temere, se Perché Milano è tradizionalmente laboriosa Patrizia Grieco, nella moda, nell’editoria o nel teatro, solo bisognosi. di Elisa Porcelluzzi saremo bravi ad affrontare il cambiamento. e noi milanesi ne andiamo fieri. Siamo, per milanese, laureata in per citare le prime che mi vengono in men- volontaria B.LIVE relia Macovei. Durante il concerto veniamo Per questo è importante che una città sap- esempio, molto puntuali e, personalmente, Giurisprudenza, è il te. E Milano è ancora oggi «the place to pervasi da infinite emozioni e alcuni di noi pia elaborare nel modo migliore questa for- cerco di mantenere questa abitudine mal- presidente dell’Enel. be», una meta ambita per i turisti di tutto il gni strumento musicale è unico non trattengono lacrime. Nel pomeriggio te spinta evolutiva, senza perdere la propria grado l’assidua frequentazione lavorativa Lunga esperienza mondo che vengono in grande numero: nel al mondo. Ogni strumento ha veniamo ospitati nella bottega del Maestro manageriale, prima in primo semestre del 2017, si sono registrati un’anima e un suono diversi. Grisales e qui assistiamo a una vera e propria identità e, soprattutto, la propria umanità. con Roma, città la cui bellezza compensa Italtel, poi alla guida Come sarà Milano tra qualche decennio? abbondantemente la non sempre chirurgi- oltre 3 milioni di arrivi con un incremento Ciascuno ci trasmette un’emo- lezione di liuteria, un viaggio nel suo mondo, dell’Olivetti. Quote complessivo di oltre il 13% annuo. zione differente. Ampliando l’immaginazio- raccontandoci come nasce un violino. Ci vie- Da milanese – che ama molto la propria ca precisione degli orari che regola i suoi rosa? Nelle aziende O Se Milano saprà tenere lo sguardo al futu- ne, gli strumenti possono essere paragonati ne spiegata l’importanza dei legni scelti per città - sono ottimista. Milano è, per esem- appuntamenti. Milano è un pezzo impor- conta il merito pio, accogliente e la sua forza sta proprio tante dell’economia italiana: vale il 10% ro, sarà in grado di competere con i grandi alle persone. la costruzione. Infatti un violino di liuteria, nel saper crescere, integrando. La Stazione del PIL nazionale, con un reddito pro ca- centri internazionali e di restare luogo di Questo è il messaggio che rimane impresso a differenza di uno strumento di produzione Centrale ha visto arrivare sui suoi binari pite doppio rispetto alla media del Paese; opportunità e di crescita, strategico per tut- dopo la visita al Museo del Violino, dove ci industriale, parte proprio dal pezzo grezzo di generazioni e generazioni di «forestieri»: qui hanno messo radici un terzo di tutte le ta l’Italia. «Milan back in vogue» titolava hanno accolti il direttore generale Virginia legno d’acero. È da qui che vengono tagliate solo poche settimane fa il Financial Times, Gianluca Vago, rettore le fette destinate a diventare il fondo e la tavo- ieri, italiani, oggi, provenienti da Paesi an- aziende multinazionali presenti in Italia. dell’Università degli Studi Villa e il responsabile della comunicazione che lontanissimi. L’immigrazione non è Ed è anche grazie alle risorse che attira, che sottolineando la crescente competitività di Milano, ha ripreso il Alessandro Bardelli. Così ci imbattiamo, nel la. Quest’ultima e il tipo di legno sono i com- quindi una novità e, malgrado le innega- Milano si rigenera così velocemente. della città nei confronti delle grandi piazze dibattito sul futuro della nostro percorso, con i grandi maestri della ponenti fondamentali dai quali poi dipenderà bili tensioni e i problemi che sta creando, Dopo la bella pagina dell’Expo 2015, e an- finanziarie, soprattutto dopo l’indebolimen- città, sostenendo la musica e i loro strumenti. Dopo un breve la riuscita ottimale dello strumento. to di Londra per effetto della Brexit. Certo, necessità di passare per racconto sulla storia del violino veniamo ac- Un secondo tipo di essenza utilizzata per la sono certa che i suoi abitanti vecchi e nuovi, che in virtù della spinta impressa da questo la scienza e la ricerca. anche questa volta sapranno gestirla, con il evento, tanti cantieri d’innovazione si sono a questo proposito, qualche rammarico c’è. colti da un’atmosfera delicata e soave in un costruzione è l’ebano, con il quale vengono risultato finale di un arricchimento del tes- aperti in città: dal progetto Sharing Cities, Come italiana, prima che come milanese, locale con pareti di velluto rosso (richiama- create le parti che devono avere maggiore re- suto produttivo. al rilancio degli ex scali ferroviari (Porta mi ha fatto una gran rabbia quella moneti- no l’interno di una custodia), dove possiamo sistenza. Per la testa del violino si usa sempre na che, atterrando sul lato sbagliato nel sor- osservare alcuni dei violini più famosi della l’acero. La testa (o ricciolo) non ha influenza teggio finale, ci ha scippato l’assegnazione storia costruiti da importanti liutai come sul suono, però è affascinante pensare come dell’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco. Amati, Stradivari e Guarneri. All’interno il ricciolo sia la firma del maestro, poiché è Milano, grazie all’eccellenza del livello dei del museo anche una piccola bottega con l’unico spazio che ha per esprimere se stesso. suo atenei e centri di ricerca, aveva tutte le studenti al lavoro. Abbiamo così un assaggio Per ultima verrà inserita l’anima che collega ❞ Il liutaio Ricardo la tavola con il fondo e che sarà l’origine di Sono ottimista. Vivo a Milano e considero potenzialità per vincere. Le istituzioni e la di ciò che approfondiremo nel pomeriggio. Grisales mentre città avevano lavorato bene e coese per por- È poi la volta della sosta al salone Friends of spiega ai B.Livers ogni suono. la mia città accogliente, capace di saper tare a casa, è il caso di dirlo, questa vittoria. Stradivari dove violinisti e collezionisti di tut- nella sua bottega Dopo l’affascinante lezione visitiamo l’intera La prova – persa solo per un soffio - resta to il mondo hanno l’opportunità di lasciare come nasce un bottega e non possiamo far altro che sorridere crescere integrando. Credo che questa sia comunque un bell’esempio del lavoro di in custodia il proprio strumento che verrà violino con il suo di fronte a tutte le cose osservate e imparate squadra di cui Milano e l’Italia sono capaci. esposto e suonato in occasione dei concerti. collaboratore Peter su questo mestiere e su un mondo splendido: La nostra visita termina nell’auditorium (Foto: Mino Boiocchi) quello della musica. MILANO 2030 la forza di una comunità che guarda lontano 4 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 5 SOLIDARIETÀ La scelta d’amore di Valerio Fausti, un giovane ricercatore del Politecnico, amico dei B.Livers B.LIVESTORY Eleonora racconta la sua storia a dieci anni dalla tremenda diagnosi: hai un sarcoma Una parrucca coi miei capelli per una ragazza oncologica

di Valerio Fausti, ragazzo +Lab Valerio Fausti che ti pettinano non sono più due ma di- in un disegno di Eleonora Prinelli come le facevi prima. A maggior ragione se hai 14 Il cuore d’oro ventano dieci, i sorrisi, le lacrime di gioia, ragazza B.LIVE anni, senti il bisogno di essere accettata dai tuoi di Giuditta Gilli gli abbracci e tanta voglia di stare bene e di Ravalli coetanei e non vuoi passare per «quella che è stata di un designer a molti anni avevo in stare insieme. a mia storia: quando mi malata». testa il desiderio di Quindi scrivo anche per ringraziare tutte le chiedono di raccontarla mi Sì, quel «perché?» mi tormentò parecchio negli ricercatore donare i miei capelli persone che mi hanno aiutato a realizzare il fa sempre un certo effetto… anni successivi alla guarigione. Erano però tanti a chi ne avesse avuto mio desiderio: grazie per aver saputo dare perché? Tutti noi ne abbiamo perché diversi: perché proprio a me? Perché ades- del +Lab del più bisogno di me. importanza anche alle cose più piccole. una, perché mai dovrebbe es- so? Perché mai dovrebbe capitare a dei bambini? Non so bene perché Scrivo perché vorrei che più nessuno si do- sere raccontata o andare sulle E poi, quando iniziai a scoprire che non tutti i Politecnico. non l’abbia mai fatto, vesse sentire discriminato da un sguardo, pagine di un giornale? Chi compagni di stanza sopravvivevano al cancro, ar- credo semplicemen- una parola o un gesto, so che non posso im- mi conosce sa bene che, per rivò il perché peggiore: perché io sì, e loro no? La storia di un te che a volte i pensieri rimangono sospesi pedire che questo accada, ma posso scrivere quanto io sia estroversa e socievole, non amo sta- Quale diritto avevo io di guarire che un ragazzo in aria per molto tempo facendosi sentire di che lo vorrei tanto. re sotto i riflettori. Poi però ci penso su e mi rendo di 20 anni non avesse? taglio di capelli Dtanto in tanto, come il vento che accarezza i Scrivo infine, anche per salutare quella folta conto che, tutto sommato, una storia un po’ diver- A un certo punto però smisi di pormi questa do- chioma che mi ha accompagnato per metà L capelli, aspettando il momento giusto per po- sa da raccontare ce l’ho. manda semplicemente per il motivo che non era per far conoscere terti spettinare. della mia vita, con la speranza che chi la ri- Tutto inizia all’età delle scuole medie, quand’ero possibile darle risposta. C’è chi si affida a Dio, al Attraverso il mio lavoro ho avuto la fortuna ceverà possa avere le stessa fortuna che ho poco più che una bambina. La mia è stata un’in- destino o semplicemente al caso per dare un senso l’associazione di incontrare un gruppo di persone in grado avuto io. fanzia felice, circondata dall’abbraccio caloroso a tutto questo. Personalmente mi piace pensare di di trasformare ogni incontro in un risveglio di della famiglia e delle amicizie. Sono sempre sta- vivere la vita appieno e senza riserve, per poter Un angelo per pensieri, idee ed emozioni. ta una precisina a scuola, come in tutto il resto. dedicare tutte le cose belle che faccio anche a chi Tra queste c’è Carolina, la ragazza che ha fat- Amavo studiare e divertirmi con i compagni di non le può più vivere. È un mio modo forse un capello che to in modo che il mio desiderio si realizzasse, Il progetto «Un Angelo per Capel- classe e mi accingevo a scoprire gioie e dolori po’ infantile per cercare di dare un senso a quelle accettando di diventare la mia parrucchiera lo» offre sostegno ai pazienti on- dell’adolescenza, quando la mia vita inevitabil- perdite. Sono tutti qui nella mia mente coloro che si occupa dei per un giorno. cologici che non possono sostene- mente cambiò. «Dopo la malattia... ho incontrato nel corso di questo cammino lungo Ma perché raccontare la storia di un taglio re economicamente l’acquisto di All’età di 12 anni cominciai a percepire dei fortis- 10 anni, gli «amici sopra le nuvole». malati di tumore di capelli? una parrucca. Se prima i capelli simi dolori alla gamba destra. Infezioni e malattie Per far conoscere l’associazione Un angelo per tagliati venivano gettati via oggi, di ogni genere avevano preso a colpirmi frequen- Ebbene sì, sono passati ormai 10 anni da quel di- capello (www.unangelopercapello.it) che si grazie alla semplicità di un gesto, temente, lasciando poco spazio alla scuola, agli cembre 2007, quando feci l’ultima chemio ad alte occupa di realizzare parrucche da donare ai come donare una ciocca, si tra- amici o allo sport. Iniziava ad essere più il tem- dosi. Nel frattempo sono successe tante altre cose, malati oncologici. sformano in una forma di aiuto po che passavo chiusa in casa, a letto, che fuori. nuovi valori e vivere fortunatamente. Mi feci strada nel mondo dell’a- Questa esperienza mi ha insegnato che an- concreto che migliora la qualità Ovviamente fin da subito i miei genitori hanno dolescenza, trovando poco a poco il mio posto a che i gesti più semplici, se condivisi con delle di vita del paziente, permettendo- cercato di indagare con i medici per capire cosa scuola e tra i coetanei. Incontrai l’amore, feci i persone speciali, sanno essere ricchi di signi- gli di affrontare con più fiducia la ci fosse che non andava in me. Perché noi lo senti- primi viaggi fuori dall’Europa, mi diplomai. Poi ficato. lotta contro la malattia. vamo che non era tutto a posto. Sono andata più arrivarono l’università e nuove amicizie, l’Era- Ecco allora che un taglio di capelli può di- (www.unangelopercapello.it) volte al pronto soccorso, ma per i dottori io stavo smus, la laurea e infine il lavoro. Insomma, dicia- ventare un momento significativo, le mani bene. Non mi hanno mai fatto una TAC o una la- per dare un senso mo che mi sono presa qualche rivincita. E sono stra alla gamba dove sentivo dolore. Guardavano certa che tutte queste esperienze venute dopo la gli esami del sangue e dicevano che stavo benone malattia, le ho vissute dando loro un nuovo va- e che i miei genitori erano troppo apprensivi. Una lore, proprio perché non potevo più considerarle volta una dottoressa ha detto sottovoce a mia ma- scontate. Ciascuna delle cose che ho fatto in que- dre che soffrivo di disturbi alimentari e che quella sti 10 anni sono state un dono per me. Alice, i suoi fratellini e quel maledetto ospedale era la ragione per cui ero diventata così magra. agli amici persi» B.LIVE è uno di questi doni. Sentirsi parte di un Sei mesi dopo scoprii per puro caso che il motivo della mia magrezza era un altro. Feci una lastra Susanna: avevo 7 anni, non mi facevano entrare a Niguarda. Luca: c’era Skype, per fortuna alla schiena e andai dall’ortopedico per un sem- plice controllo. Il medico, al quale sarò sempre riconoscente, vide qualcosa e mi mandò di corsa MIA SORELLA SUSANNA MIO FRATELLO LUCA al Gaetano Pini per fare tutti gli accertamenti del Abbiamo già sentito il parere di qualche fratello o sorella B.LIVE, ma caso. Dopo una settimana di ricovero e di esami iao, sono Susanna, sorella di Ali- non era mai capitato di far parlare dei bambini che ora sono cresciu- iao, mi presento in velocità, sono clinici, scoprii finalmente che cosa mi stava per- ce, ho 10 anni e sono nata nel ti tanto, anche e purtroppo, grazie a quello che hanno passato negli Luca, il fratello minore di Alice, seguitando da mesi. Era un sarcoma, il sarcoma 2007. ho 13 anni e vado in terza media. di Ewing. Mia sorella si è ammalata quando anni di malattia con me. Mio fratello e mia sorella così sono riusciti Quando Alice si è ammalata ave- Il mondo mi crollò addosso. All’epoca non ero Cne avevo 7 e stavo iniziando la seconda ele- ad esternare le loro emozioni per la prima volta. Ora hanno rispetti- Cvo 10 anni e facevo la quinta elementare. più una bambina ma neanche un’adolescente. mentare. Quando l’ho saputo ho provato Ora, credo che nessuno di noi si aspetti che Ero cosciente di quello che mi stava accadendo, molto dispiacere e dopo un po’ ho capito vamente 10 e 13 anni, ai tempi erano davvero piccolini, ma ora ve lo un ragazzino di 10 anni capisca la gravità ma allo stesso tempo non avevo la più pallida quanto fosse dura essere gravemente ma- racconteranno loro... di una cosa come quella che è capitata ad idea di che cosa si trattasse veramente e che cosa lata. Quando veniva ricoverata la chiama- Alice, infatti all’inizio non ci avevo nem- avrebbe implicato per la mia vita. Ricordo di non vamo spesso al telefono o con Skype e mi A sinistra Alice con i suoi meno dato troppo peso, solo in seguito ho aver fatto molte domande, e di aver avuto un pri- faceva piacere sentirla parlare. fratellini. capito che c’era qualcosa che non andava, mo momento di forte rabbia e disperazione. Poi Noi bambini piccoli non potevamo entrare Sotto due disegni di più precisamente l’ho capito dall’umore ge- però cominciai a fare tutto ciò cha andava fatto in quel reparto, così quando facevamo la Susanna. Nel primo a nerale che c’era in casa. Non so come né per guarire e, nonostante le difficoltà siano state videochiamata, le chiedevo di mostrarmi sinistra scrive: «Ciao Ali, perché, ma riuscivo a capire che i miei geni- tante, ricordo di non essermi più fermata. Avevo com’era fatta la stanza, se aveva la televi- eccoti dei soldi perché tori avevano una specie di «maschera» sotto un obiettivo da raggiungere, e per quanto la rab- sione, ero sempre curiosa di vedere se stava sei molto bisognosa e la quale c’erano parecchie preoccupazioni, bia fosse tanta, non ho dubitato neanche per un come tutti i ragazzi degli istante che non ce l’avrei fatta. Forse nel mio caso bene. ospedali, hanno bisogno di ma ho preferito non chiederne il motivo e Ma la cosa che mi faceva più piacere di difatti non ne ho mai parlato con loro. Dopo essere ancora «piccola» e un po’ inconsapevole, soldi per pagare il governo mi ha aiutata molto ad affrontare la malattia. tutte era andare in bici fino all’ospedale di cioè le tasse!». qualche tempo Alice ha cominciato a torna- Niguarda, entrare solamente nell’atrio a sa- Invece nel disegno a re a casa dall’ospedale sempre con un umo- Ricordo che vivevo alla giornata. Non facevo pro- lutarla e passare un po’ di tempo con lei. destra Alice è disegnata re veramente brutto e sono riuscito a farmi grammi, non se ne potevano fare, e non guarda- A casa preparavo delle cose da portarle in con i capelli colorati spiegare che aveva una malattia più grave vo al futuro. Cercavo solo di godermi le piccole ospedale che le avrebbero fatto passare il proprio come se li era delle solite che le capitavano (in precedenza gioie che il presente mi donava e le condividevo tempo più volentieri, come dei disegni e dei tinti a quei tempi… da aveva avuto la polmonite) e lì, anche se spes- con amici e famiglia. La malattia ti fa totalmente giochini da fare. pappagallo! so non lo davo a vedere, ho cominciato a riconsiderare il concetto del tempo a tua dispo- Uno di questi regalini era la mia pallina preoccuparmi, non in maniera tragica, ma sizione: solo quando i momenti per le cose belle un po’ di apprensione c’era. Un giorno an- della vita ti vengono sottratti drasticamente, ca- cora peggiore del solito, Alice arriva a casa e pisci il loro vero valore. Tutto ciò che prima davi A Niguarda mi sento dire che non devo avvicinarmi per- per scontato, come mangiare un toast davanti alla ché è «radioattiva». Io a quell’età alla parola tv o mettersi lo smalto mentre scherzi con tua salutavo Alice radioattivo collegavo Chernobyl, quindi ho sorella, diventa l’eccezione quando sei malato e pensato che fosse successo qualcosa di grave sembra che il tempo da passare in ospedale non dal vetro all’ospedale. Solo dopo mi hanno spiegato finisca mai. E così cose semplici e banali assumo- che era una normalissima parte di un con- no un’importanza essenziale, ed è grazie a quelle dell’atrio trollo che doveva fare per guarire (la Pet). piccole cose che riesci ad andare avanti. Fatto sta che dopo un po’ di tempo comin- Bastava poco per rendermi felice in quei mesi. Mi bastava stare in compagnia della mia famiglia, de- rante i quali mi dividevo tra due ospedali: l’Istituto saprei neanche descriverle. Posso solo dire che sono Nella foto in alto, un progetto comune, dove si è tutti uguali: pazien- preferita, che si illuminava pure, così poteva ciarono a caderle i capelli e infatti li tagliò primo piano della gli zii, dei nonni e delle cugine che mi venivano a Nazionale dei Tumori e l’Istituto Ortopedico Gae- state estremamente forti e che, tutto sommato, han- ti, ex pazienti, genitori e volontari. Dove ognu- accenderla quando si alzava di notte, come sempre più corti. Un giorno decise di farseli tano Pini. Pian piano imparai a relazionarmi con i no fatto di me quella che sono oggi. bellissima Eleonora no può portare una parte di sé, la più genuina, faccio io con le lucine che tengo vicino al colorati: rosa ai lati con una specie di cresta trovare. Mi bastava aspettare che le amiche venis- Prinelli. Qui sopra, un sero a casa mia nei pomeriggi liberi, mi tenessero tanti medici che incontravo sul mio cammino, cosa La classica domanda «perché?» me la sono posta e condividere tutto, gioie e dolori. Dove si può letto. blu in mezzo e io sono stato stracontento non sempre facile, e iniziai anche a stringere qual- anch’io, eccome. Non tanto durante le cure, quanto singolare abbraccio di scherzare e prendersi in giro perché tanto si è tutti compagnia e facessimo le cretine assieme, come è Eleonora con alcuni Quando restò senza capelli per la prima per lei, perché secondo me se la meritava che amicizia con i vicini di letto in ospedale. Quelli una volta guarita. Quando sei obbligata a tornare sulla stessa barca. Le barriere e i pregiudizi si an- volta, ho provato dispiacere nel vederla così, una piccola gioia qualsiasi, anche una cosa giusto fare a quell’età. amici toscani a Pomaia Sento di essere eternamente grata a tutte le perso- furono rapporti speciali, che mi donarono gioia e alla tua vita di prima, ma tu non sei più quella di durante una gita dei nullano, ci si impegna in progetti che danno nuovi ma quando le sono ricresciuti, sono tornata così all’apparenza banale. Preferisco saltare speranza durante quei momenti difficili e che ricor- prima. Sei cambiata, sei una nuova persona. Senti stimoli ogni giorno. Ho avuto la fortuna di assi- ad essere felice anch’io e pensavo che le sta- tutto il lasso di tempo delle cure perché sfor- ne che nel loro piccolo, e forse senza neanche sa- ragazzi B.LIVE perlo, hanno contribuito in quel periodo a portare derò sempre con affetto. Ho vissuto molte emozioni quindi di non essere in grado, di non avere i mez- stere alla nascita di B.LIVE cinque anni fa e da vano molto bene anche corti corti. tunatamente è stata quasi sempre lontana diverse e contrastanti in quei mesi, tanto che non zi per ricominciare a fare le cose che facevi prima, allora non ha mai smesso di regalarmi emozioni. Dopo un po’ di mesi dalle prime cure, se da casa e quelle poche volte che la vedeva- un po’ di spensieratezza nella mia vita. Non ho mai avuto dubbi che costasse tanta fatica anche All’inizio ero una semplice «beneficiaria» dell’as- li era pure tinti di fucsia e di azzurro, io le mo in ospedale, era per mezz’oretta scarsa e sociazione, poi, mano a mano, mi resi conto che avevo dato un soprannome, «pappagallo», nemmeno ci facevano entrare nella sua ca- a loro essere lì per me in quel momento: non è La mia storia comincia Le cure? Dieci mesi facile per nessuno. Anche per questo non me la ne stavo diventando parte. Capii che, in quanto perché aveva scelto proprio dei colori strani! mera. Quindi passo subito al fatidico giorno ragazza guarita, potevo dare tanto a chi stava an- A Natale era completamente pelata e, do- in cui, una mattina come le altre, eravamo sono mai presa se qualcuno in quei mesi è stato all’età delle scuole interminabili. Ho vissuto «meno presente» di qualcun altro. Una cosa che cora affrontando la malattia e che, allo stesso tem- vendo venire a casa nostra mia zia che è a casa da soli io e lei e arriva una telefonata po, potevo sentirmi meglio anch’io. E così, pian molto vecchia, per non farla preoccupare, dall’ospedale che le dà la notizia più bella mi ha insegnato tutta questa storia è che ognuno medie. A 12 anni, molte emozioni, diverse di noi ha il suo modo di vivere e di affrontare i piano B.LIVE si è trasformata in una famiglia per Alice aveva tenuto il cappello di Babbo Na- del mondo: la mia sorellona era guarita. Fa me. Bizzarra, caotica e super divertente. tale per tutto il giorno. Ancora oggi non sa un salto gigante e mi abbraccia, eravamo fatti drammatici della propria vita o di quella de- la malattia: sarcoma e contrastanti in quel gli altri: non ci sono comportamenti giusti o sba- Ecco, questa è la mia storia. Finora non avevo nulla di quello che ha avuto mia sorella. tutti e due con gli occhi lucidi, pure io, per- mai pensato di metterla nero su bianco, e devo Quando Alice tornava dall’ospedale voleva ché dopo 2 anni di malattia sono riuscito a gliati, frasi corrette o errate. Credo che ognuno di Ewing. Rabbia periodo d’ospedale. di noi debba semplicemente fare ciò che si sente, ammettere che mi è costata un po’ di fatica, ma sempre mangiare cose buone, perché non capire quanto ha dovuto sopportare e quan- tutto sommato credo che fosse giunta l’ora di far- ne poteva più di cose «schifide». to è forte mia sorella. Non glielo dico spesso, quando si sente pronto a farlo. e disperazione. La malattia ti fa Le cure durarono in tutto da marzo 2007 a gen- lo. E quale momento migliore, se non il decimo Volevo farvi vedere qualche mio disegno di ma adesso secondo me è d’obbligo: ti voglio anniversario dalla mia diagnosi? quel periodo… veramente troppo bene Cice… naio 2008. Furono dieci mesi interminabili, du- E si vive alla giornata riconsiderare il tempo 6 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 7 LEB.LIVERS MAMME B.LIVERS B.LIVERS P I PAPÀ LA MAMMA DI ANTONIO IL APÀ DI GIADA 12-1-2006, Signora, si sieda: I mille grazie a un dottore

di Raffaella Vittozzi di Giorgio De Marchi mamma B.LIVE papà B.LIVE

ra il 12 gennaio 2006 nnanzitutto grazie, grazie B.LI- quando in una stanza suo figlio ha un tumore VE, grazie Bill, grazie a tutti per che con un mix di farmaci dell’ospedale pediatrico l’affetto, la disponibilità e l’amo- Buzzi mi dissero: «Si- re che date a questi fantastici ra- gnora si sieda, suo figlio gazzi e ragazze. ha un tumore al cervel- Essere un papà B.LIVE sono letto». Mi sono sentita insieme una grande prova e una morire, in lacrime ho E tu cominci a lottare grande emozione, e io mi ricor- gridato che si sbagliavano, non era possibile. do bene come lo sono diventato. ha salvato la mia Giada Da lì è stato l’inizio di un incubo. Se torno taglio su mio figlio e a informarci su quali Era una fine estate di tre anni fa, Giada ave- saremo attenti. Le emozioni che ho provato Eindietro con il tempo, vedevo che Antonio rischi poteva correre, fra tutti mi ritorna più Iva un tosse insistente, non stava bene. sono state tante, ovvio che da padre avrei ultimamente non era più quello di prima. vivo alla memoria: «potrebbe avere disturbi Andiamo al pronto soccorso, la visitano, le fatto qualsiasi cosa per non vederla su quel Nel settembre 2005, durante un allenamen- respiratori a vita». Il 14 gennaio 2006 Anto- fanno una radiografia: «speriamo che non lettino attaccata ad un macchinario che pia- to di calcio, mi accorsi che si comportava nio fu operato e io inscenai uno show a mo’ sia una polmonite», ci diciamo tra noi io e no piano le stava levando tutte le forze. La stranamente: durante la corsa apriva le di «la vita è bella», poi, distrutti, lo lasciam- mia moglie Marialuisa. mia unica figlia doveva combattere contro braccia, qui, dissi, c’è qualcosa che non va. mo addormentato dall’anestesia e da quel Quando ci danno gli esiti degli esami siamo qualcosa di enorme e io mi sentivo quasi im- Contattai la pediatra, lo visitò: per lei An- momento potemmo rivederlo solo dopo 8 increduli, non capiamo, ci ripetiamo che è potente, e quindi fai tutto il possibile per non tonio era un po’ viziatello. Questo era solo lunghe ore. A metà intervento ci comunica- impossibile. Invece è vero, Giada ha uno permettere mai che il suo sorriso si spenga, il primo dei tanti campanelli d’allarme per rono: «potrebbe non vedere più», io risposi, strano rigonfiamento al petto, forse è qual- provi a distrarla dal dolore, ma poi ti rendi farmi capire che mio figlio era affetto da «ma è vivo?», «sì», mi dissero, «bene, questo cosa di serio. conto che a tirarti su di morale e ad aiutarti medulloblastoma. Antonio mangiava meno è ciò che conta». L’operazione riuscì, aveva- La corsa all’Istituto Tumori, il ricovero, la è lei, ogni volta. o, più precisamente, era diventato selettivo no tolto tutta la massa, ma dopo due giorni diagnosi: Linfoma di Hodgkin. Essere un papà B.LIVE per me è un onore, nella scelta del cibo, era meno energico. La ebbe un mutismo cerebellare, quindi non Tutto succede così velocemente da rimane- soprattutto ogni volta che realizzo quanto risposta della pediatra fu: «Sarà il cambio parlava più e non poteva deglutire. Dopo 20 re storditi, per fortuna lì esiste un presidio sono stato fortunato. Due cose mi porto nel di stagione, diamogli un po’ di vitamine». giorni riuscì a bere col cucchiaino e a man- fantastico, l’ambulatorio pediatrico; lì si cuore da questa esperienza: i volti, le voci, Nulla, non cambiava nulla, anzi subentra- giare omogenizzati. Lo riportai a casa dopo concentrano tante persone che insieme for- gli occhi di tanti bambini che con i loro geni- rono altri fastidi, come quando guardando che riprese la parola con un eloquio scaduto mano un team di angeli che sono dedicati tori hanno sofferto, pianto e sorriso e soprat- la TV alzava gli occhi, e qui ci fu una vi- e mi disse: «mamma, vedi, io prima pote- completamente ad assistere tanti sfortunati tutto scalato la montagna più alta, qualcuno sita dall’oculista che disse: «Tutto a posto». vo anche bere, ora non più». Scoppiammo bambini e ragazzi. Entrare in questo luogo non ce l’ha fatta, ma sicuramente in questo Era novembre, Antonio per salire le scale si a piangere, ci asciugammo le lacrime e lo ti dà la dimensione di come la vita da un momento gode del più bel panorama che teneva e a volte voleva esser preso in brac- confortai: «campione, pian piano riuscirai». momento all’altro possa metterti davanti a tutti noi potremmo mai immaginare: quello cio, quindi lo portammo dall’ortopedico al Antonio non camminava più. Dovette fare Gaetano Pini. Anche qui ce ne tornammo a radio e chemio per un anno, tra ricoveri casa con la stessa risposta: «È viziato; su che all’Istituto Tumori e al Centro Neuro Riabi- sei grande, cammina!». Uscii da lì contenta litativo di Bosisio. La prima volta che si vide ❞ ❞ che mio figlio dovesse solo esser spronato, allo specchio (eravamo in bagno) mi disse: Il ricovero Il dottor ma non ero molto convinta, per me Anto- «aspetta mamma, fermati, guardami, sono nio non stava bene. Non volendo tralasciare pelato, bianco e non cammino... son da but- e la diagnosi: Buonadonna niente mi recai nuovamente dalla pediatra tare». Lo strinsi forte a me. A un certo punto dove pretesi una visita dal neurologo e pochi capii che io dovevo caricarmi e nonostante Linfoma di sarebbe stato giorni dopo ero al Besta; Antonio fu visitato tutto trasmettere forza non solo ad Antonio, per più di un’ora: tra i vari test che gli fe- ma anche a Federica che aveva solo 9 anni, Hodgking un B.Liver cero, videro anche come correva dietro alla e al papà. Tirai fuori una forza grandiosa palla, come apriva le braccia, lo videro in Raffaella Vittozzi con il figlio Antonio che solo mio figlio poteva darmi, perché «sopra le nuvole», come dite voi B.Livers; preda alle urla perché ormai si irritava spes- se lui riusciva ad affrontare ogni giorno la una croce e al destino: i «braccialetti rossi» l’altra, la straordinaria prova di umanità e gennaio e la neuropsichiatra ci tenne in visi- Mi sentii morire perché in quel momento re- cognato e mio fratello Francesco. Ma gli occhi so, ma qui dissero che era colpa mia, che era sua battaglia contro il cancro, io non pote- ora non erano più uno sceneggiato televisi- amore che ho incontrato in un piccolo am- ta per tre ore. Giunse alla conclusione che al alizzai che non dovevo più aspettare nessuno, più interrogativi erano quelli di mia figlia che un bambino disturbato a livello psicologico vo crollare. Antonio sei anni dopo riprese vo, ma la realtà. bulatorio di via Venezian, a Milano. 99 per cento Antonio aveva una regressione che mio figlio non stava bene, mi si aprirono mi vide e mi disse: «mamma come sei diven- e che doveva intraprendere un percorso di a camminare grazie alla sua grande testar- Inizia per Giada un viaggio lungo e doloro- A pensarci bene c’è ancora un ricordo che psichica, ma per quell’1 per cento di dubbio gli occhi e come una furia chiamai il Buzzi e tata vecchia». La sera arrivarono i cari amici psicomotricità. Gli prescrissero un elettro- daggine; si fece iscrivere a calcio che anco- so, circondati da tante anime di tutte le età e porterò con me: una fotografia nel corridoio rimanente ci indirizzò al Buzzi dove quanto dissi: «porto mio figlio in pronto soccorso e Manieri a darci forza, increduli, sconvolti. encefalogramma che non riuscimmo mai a ra non deambulava autonomamente, mesi di tutti i luoghi. Insieme partiamo per que- dell’istituto al piano terra. Ritraeva un me- prima ci avrebbe chiamato la dottoressa Scel- dovete fargli subito una risonanza!». Quando Passai la notte in bianco più brutta della mia fare perché mio figlio fu operato d’urgenza. dopo si staccò dalla porta (il suo ruolo era sto itinerario con la speranza nel cuore, del dico, il dottor Buonadonnna (il composto di sa. Era gennaio. Il primo giorno dopo le va- uscii dalla stanza, stretta a mio marito, mia so- vita, ricordo che conobbi un ragazzo che mi Ero in Duomo, era il 13 dicembre, giorno di portiere) e passo su passo, dopo due anni resto medici, infermieri e tante altre perso- farmaci che ha salvato Giada e migliaia di canze di Natale non portai Antonio a scuola, rella era lì e la vidi diventare vecchia in volto. disse: «signora vedrà che suo figlio guarirà. In di Santa Lucia protettrice degli occhi, e in ricominciò a camminare. Oggi ha quasi 18 ne fantastiche non ci danno la possibilità di altri ragazzi l’ha inventato lui): ogni volta gli chiesi: «cosa vuoi fare?» e lui, «andare in E poi tutti i parenti al capezzale di mio figlio. lei rivedo mia madre agli inizi della mia ma- lacrime, davanti alla Madonna dell’aiuto, anni va a scuola ed è un meraviglioso ra- non averla. La chemio, la radio, tanti esami che incrociavo il suo sguardo lo ringraziavo autobus a mangiare il gelato al “Mc”». Con il Non dimenticherò il lungo abbraccio di mio lattia» e mi sorrise, mi sono rimaste nel cuore pregai tanto e chiesi che mi aprisse gli oc- gazzo ironico, testardo ma tenace; continua e analisi si susseguono per un lunghissimo con tutto il cuore... sarebbe stato un B.Liver freddo e il gelo andammo felici al Mc, Anto- padre, mia madre pallida, mio fratello Anto- le sue parole. Trasferiti l’indomani al Policli- chi, affinché mi facesse capire che cosa ave- le terapie fisiatriche e psicologiche e gioca anno, poi la speranza si concretizza: Giada di sicuro! nio era contento come non mai, col gelato in nio, il piccolo dei miei fratelli che in lacrime nico Beretta, ci aspettava un via vai di medici va mio figlio. Intanto il centro per iniziare ancora a calcio. guarisce, il nemico, seppur terribile è scon- Grazie a tutti. Giorgio. il percorso di psicomotricità ci ricevette il 3 mano gli dissi: «vai Anto, vai che ci sediamo». diceva: «mi vendo la moto per lui»; e poi mio chirurghi tutti a chiederci ogni minimo det- fitto, ma bisognerà stare in guardia, enoi Giorgio De Marchi con la figlia Giada mentre si gustano un gelato nel freddo di Milano LA MAMMA DI DEBORA IL PAPÀ DI ALICE Debora e l’orco che arriva di colpo Guerra contro l’ingiustizia del destino Lo abbiamo sconfitto con folletti e fate L’unico mio impegno: farti felice

di Fulvia Boschiroli Alle 17:30 mi chiama la neurologa: «Ho visto ancora e ogni tanto ci fa preoccupare, ma di Massimo Paggi perché mi facevano impressione i cateteri. È arliamo spesso delle mamme, di che mamma B.LIVE la risonanza, Debora ha un tumore, domani le fate hanno fatto un buon lavoro, quindi papà B.LIVE vero, non ci vado molto d’accordo, ma non cosa hanno provato quando ci sia- vogliamo parlare con voi genitori». È finita… riescono a curarlo tranquillamente. Le stre- ho mai avuto paura di stare al suo fianco in mo ammalati, di come sono state a mia storia, la nostra storia, è co- il niente più totale… l’orco, è arrivato l’orco! ghe? Ce ne sono sempre, anche di nuove, padri non sono «duri», semplicemen- ogni momento della sua vita, cercando di capaci di starci vicino, ma non par- minciata come una favola… Questo siamo riusciti a dire a Debora: l’orco ma abbiamo imparato a tenere a bada pure te non esprimono esteriormente le confortarla e consigliarla sempre e comun- Pliamo mai dei papà, forse perché loro sono Dopo tredici anni che Helita ci era una pallina che le si era formata in testa loro. Siamo anche riusciti ad andare in loro emozioni. que, e fare tutto il possibile per farle vivere un po’ più riservati, o perché, essendo uomi- chiedeva una sorellina, nel giro incastrandosi tra i canali della vista (nervi ot- Sardegna - con il traghetto però - insieme La causa, secondo il mio punto di una vita felice e spensierata. ni, devono fare più i «duri». Ldi venti mesi ne sono arrivate due: una re- tici) e la sua dimensione comprimeva alcune a dei fantastici folletti. Non siamo stati nel Ivi- sta, risiede negli stereotipi trasmessi Oggi ha vinto la sua battaglia più grande, Mio papà per esempio non parla spesso, gina e due principesse! Con un tran tran ab- ghiandole. Come in ogni favola che si rispet- castello e abbiamo cercato di rifarci per il per generazioni, che vogliono l’uomo forte ma non la guerra. ha la fobia degli aghi e quando avevo i cvc bastanza normale ci giostriamo tra lavoro, ti, abbiamo avuto la fortuna di avere accanto resto. Adesso abbiamo tre regine, due nipoti e privo di emozioni. La guerra si vince con la perseveranza, e (cateteri venosi centrali), non riusciva nem- casa e tre figlie, delle quali una adolescente. tanti folletti, amici, tante fate madrine, medi- (figli di Helita) e uno splendido genero; non La realtà è ben diversa: gli uomini hanno circondandosi di persone speciali che hanno meno a guardare il tubicino che usciva fuori Siamo nel 2005, Helita è impegnata con le ci e infermieri che, con conoscenze e amore, viviamo in un castello, ma abbiamo la gioia paura delle loro emozioni e quindi, così i nostri stessi obiettivi e speranze. dalla vena. superiori e nel mentre, pensa alla sua vacan- sono intervenuti con tecniche e pozioni. di continuare a vivere la nostra favola, sup- facendo, cercano di non affrontarle. Questo lo si può trovare sicuramente nelle Nonostante tutto è riuscito comunque a za con gli amici: ormai è grande. Debora Che momenti ragazzi! Non li auguro a nessu- portata in primis dalla Magica Cleme, che «Rabbia», è l’unico sostantivo che riassume persone coinvolte nel progetto B.LIVE, che scrivere qualcosa che mi ha fatto emozio- è al suo secondo anno di asilo e Sabrina al no. Non sono mancati sconforto, solitudine, ci regala sempre delle «magie» in posti in- completamente tutti i vari stati d’animo accoglie ragazzi e ragazze che hanno affron- nare veramente tanto, non vi aspettate chis- primo; anche noi stiamo programmando maldicenze e cattiverie, e nemmeno streghe cantevoli come Dynamo Camp, che con la emersi dentro di me in quel periodo. tato e affrontano gravi patologie. sà quante righe, per lui penso sia già stato una bella vacanza con amici. Il nostro pri- e megere. Il giorno dopo l’intervento, abbia- sua medicina ricreativa ha aiutato Debora a Nonostante questo avevo e ho fiducia in Ma non dimentichiamoci di tutti i volonta- difficile scrivere questo, ma ora sentirete il mo viaggio in aereo, dormire in un castello, mo festeggiato i quarant’anni di papà Andrea riacquistare fiducia e autostima; e il grande quella che ritengo una persona speciale, ri, le persone che ci lavorano e coloro che punto di vista del mio Papà B.LIVE! escursioni fantastiche, passeggiate a cavallo con la certezza della diagnosi e non è poco! supporto di B.LIVE, non solo per i ragaz- «la mia bambina» che ha lottato fin dalla sostengono il progetto, senza i quali tutto e, la cosa essenziale, belle nuotate nel mare Ci siamo sentiti un po’ più sollevati, ci hanno zi ma anche per noi genitori, che veden- nascita con enormi problemi di salute, e questo non sarebbe potuto accadere. Alice Paggi, ragazza B.LIVE cristallino della Sardegna. Bene, tutto pre- rassicurato ulteriormente: ero ancora più cer- doli rinascere riusciamo a riprendere vita! quando è cresciuta ha acquisito totalmente Un ultima cosa: se non lo avete già fatto notato, la vacanza è nostra! Iniziano però ta che il manto che aveva attenuato la nostra Quando mi è stato chiesto di scrivere la mia la consapevolezza della sua forza, che le ha andate a leggervi l’articolo a pagina 20 della dei piccoli problemi di vista per Debora: caduta e che ci aveva cullati, continuava ad storia ho pensato tanto a come farlo. Tut- permesso di lottare contro quella che noi rubrica «Pensieri sconnessi» del numero di visite tranquille, esiti quasi normali. Poi effonderci amore e conforto, così come la fede te le splendide persone conosciute durante tutti in famiglia riteniamo sia un’ingiustizia ottobre del Bullone, sicuramente capirete però si aggiungono comportamenti strani, ritrovata. Durante l’anno di chemio ci sono il percorso mi hanno trasmesso la forza e il del destino. bene di cosa sto parlando. approfondiamo con esami più mirati. Il 5 di stati momenti dove tutto sembrava inutile, coraggio, mi hanno aiutato a far risplendere Alice, nei giorni peggiori, quelli delle agosto ci ritroviamo nel sotterraneo del Buz- per poi gioire nella buona riuscita della cura. il mio sorriso: è per questo che anche a voi terapie oncologiche, mi dava del «fifone» zi per fare una risonanza. Erano le 13:45. Fulvia Boschiiroli con la figlia Debora in un’immagine di alcuni anni fa Sono passati diversi anni da allora, l’orco c’è non ho voluto spegnerlo!». Massimo Paggi con Alice ripresi nella loro casa di Bresso 8 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 9 Natale emozioni, ricordi e speranze TRISTEZZA IRONIA «Mi sento sola, sogno «Attesa da paura. Ci aiutano una carezza di mia madre» cortisolo e adrenalina»

di Margherita Luciani che e vedevo sempre una famiglia allegra, in tempo ad abbracciare i propri cari. Per di CarolinaMaria Consonni se, ossia rendere quello che siamo il meglio da accendere o da spegnere. ragazza B.LIVE che rideva e scherzava. La sera non vede- me è diverso perché tutta la mia famiglia è ragazza B.LIVE possibile per una coppia, azione e reazione: Estrogeno, progesterone e testosterone vo l’ora di tornare per osservarli e sognare andata sopra le nuvole. Sogno da otto anni difenderci e scappare. sono fra le chiavi più note, parlano al nostro uoni melodici, colori vivaci, che quel momento arrivasse anche per me. anche solo di riprovare per un attimo a sve- drenalina e cortisolo. Ma dal punto di vista chimico come è possi- corpo per trasformarci in qualcosa di attra- luci scintillanti, voci allegre, Purtroppo invece quel momento non è mai gliarmi un giorno con un sorriso, una ca- Come è possibile che bile che una molecole riesca a causare effet- ente e che sussurri… «amami» al mondo vetrine di negozi piene di arrivato. rezza, e di essere accolta con un abbraccio. bastino due parole, ti così differenti nel nostro corpo? Il segreto che ci circonda. delizie per il palato e per gli A Natale tutte le emozioni si amplificano, Chiudo gli occhi e sogno… sogno che delle due molecole, due or- sta nei recettori. E i nostri eroi della paura, coloro che ci sal- occhi, regali da comprare e se ti manca qualcuno, ti manca ancora di persone mi guardino e mi dicano: «questo moni per descrivere Considerate come se gli ormoni fossero… vano, cortisolo e adrenalina. per le persone care. Que- più. Tutto è teso all’incontro con le persone è il tuo dolore, adesso lo affrontiamo insie- una delle emozioni chiavi! Che, navigando nel flusso sangui- E se invece parliamo di timore, ricordi che sto è quello che pensano la amate… Tutti desiderano tornare a casa me». Mi immagino spesso come sarebbe più forti che possono gno, vanno alla ricerca del motore giusto ci mettono in salvo parlando al nostro cer- maggior parte delle persone bello potermi sentire stretta dall’affetto, po- colpire una persona? vello di esperienze passate difficili? Quella quando pensano al Natale. In tv da otto- termi sedere a una tavola imbandita e lu- È successo qualcosa. O potrebbe succede- sensazione di paralisi che ci blocca a riflet- bre a gennaio vediamo in continuazione minosa. Guardo la gente per strada e vedo re. Oppure qualcosa nel nostro organismo tere quando dobbiamo affrontare una nuo- Simmagini di famiglie intere e felici che tra- i figli con le mamme e i papà, vedo che ten- ha realizzato che tutto non sta andando va situazione… ecco che dal nostro cervello gono per mano quelli piccoli e tengono nel A smettono la classica idea di «pace amore e come dovrebbe. arriva una proteina, la beta-catenina, che gioia infinita». In realtà per alcune persone cuore quelli grandi, vedo genitori che com- Si avvicina un momento importante? ci promette di fare tutto quello che può per Natale può essere il momento più doloroso prano per i loro figli vestiti e regali avvolti Qualcosa irrompe nel nostro mondo? Sia- mettere al posto giusto i mattoncini che ci dell’anno, per chi, ad esempio, ha vissuto la in pacchi lucidi e colorati, amorevolmente mo a rischio? È il momento di pensare alla daranno modo di valutare se possiamo lan- perdita di una persona cara. Io a 23 anni pensati per ciascuno, sento genitori che si nostra sicurezza? Il corpo risponde in un ciarci in una nuova esperienza, o se è me- sono rimasta orfana di entrambi i genitori affannano a preparare per loro delle buone unico modo: paura. glio metterci prudenza. per tumore, e per me il Natale è rivivere torte, li vedo che vanno a prendere i propri Scatta, nel nostro organismo, un solo pen- Un database di carte che ci permettono di ogni volta la perdita dei miei, è sentirmi figli quando arrivano alla stazione. In quel siero: mettiamoci in salvo. dire i sì e i no che la vita ci ha insegnato. ogni anno diversa, è sentire ogni anno che momento di dolore profondo guardo il cie- Queste molecole, adrenalina e cortisolo Può sbagliare? Ovvio! mi manca tutto. Nel periodo di Natale mi lo e le stelle che brillano di più, chiudo gli lanciano un segnale di SOS, veloce, da cer- Ma il bello della vita è anche imparare a sento sempre come la piccola fiammiferaia, occhi… per me il Natale adesso sono quelle vello a cervello attraversandoci e riempien- modificare e a integrare il nostro databa- mi sento spettatrice impotente di una gioia stelle luminose e belle. Accendo un ricordo, doci tutti in pochi istanti e il corpo reagisce se di informazioni, conoscere le sfumature a cui non posso partecipare perché manca- seguo la luce che emanano le stelle e sogno di conseguenza: il cuore batte più in fretta, della piccola sfera di mondo che ci circonda no le persone più importanti della mia vita. le carezze dolci della mia mamma, le mani i polmoni si espandono per fornire più ossi- e con cui interagiamo, modificandola con Ricordo che quando sono arrivata a Mi- calde del mio papà e l’abbraccio stretto di geno, respiri corti e veloci, al flusso sangui- chi siamo, ossia con cosa abbiamo attraver- lano, otto anni fa, e vivevo in una casa di tutti e due, mi vedo nella mia casetta calda gno, le arterie si restringono per aumentare sato in tutta la nostra vita passata, prima di accoglienza per malati, la sera tardi quan- con l’albero con le candeline accese e il pre- la pressione. essere lì. do tornavo dall’ospedale, mi sedevo alla fi- sepe. Piano piano il mio cuoricino gelato A queste azioni ne seguono altre, volte E quindi? Grazie, paura! nestra, spegnevo le luci e guardavo fuori… inizia a scaldarsi... in quel momento all’ottimizzazione delle risorse per meglio c’era un cortile con tante belle case anti- La nostra Margherita con i genitori ora sopra le nuvole non ho più freddo e sono felice. affrontare un pericolo. Ottimizzare le risor- Un disegno voluto da Carolina (Greenme) DESIDERIO PANICO IN VERSI «Questi giorni da vivere Troppe tensioni senza aspettativa Così io all’improvviso Forse qualcosa succederà» mi rifugio nella poesia

di Margherita Ferrazza to la vera gioia non si stabilisce in anticipo: o per sentirsi «anormali» in un contesto che si di Arianna Morelli Le mani ti sudano da ormai 10 minuti, non ragazza B.LIVE è presente ed esiste nell’istante, o diventa un crede sia vissuto con calore e gioia dall’intera ragazza B.LIVE sai se rientrare in classe, per non far capire I VERSI dovere da perseguire. comunità. Proprio a questo punto, però, può che sei ancora in dolce compagnia di quell’a- Un secondo forte legame fra aspettativa e arrivare una svolta capace di portarci ad una mico speciale, o chiedere a Wanda, la bidella, ucine dorate si accendono nella fo- dolore «stratificati» lo si ritrova nel nostro es- nuova consapevolezza. Sapere che è umano n bisonte da macellare, una crea- di accompagnarti in infermeria. Un amico buffone e maleducato schia invernale. Profumo di aghi di sere, per così dire: avere una forte memoria non controllare le emozioni ci rende segreta- tura con affusolate dita, ma unti Così resti poggiata al calorifero, in balia degli pino, lo sfolgorio di carte colorate del passato. L’alone sognante che avvolge i mente uniti. SERENITÀ artigli pronti ad afferrarti, imba- oceani che ti stanno attraversando, fino a che Caffè mi inala con giovani fauci, che figure imbacuccate portano in Natali della nostra infanzia rafforza un’ide- Nessuno è di disturbo alla «normalità» pro- vagliarti e farti soffocare lenta- scorgi, nella piastrella del bagno, un bagliore coppe risuonano nelle mie anse. Lgrandi sacchetti. La costellazione di grigi ale irraggiungibile: il bambino che vive in prio perché questa, così come la felicità pro- Umente, come accade nei film fantasy proget- che ti fa rinsavire. Tintinnii carezzano i miei pendii. condomini che creano lo scheletro della cit- noi non potrà mai riprovare quella felicità grammata, non esiste. Essere diversi non tati da un regista amante del thriller. Indossi i guantoni da boxe personali, nel tuo Onde di sale, acque latine tà, a poco a poco si riveste di abiti caldi e proprio perché passata, conclusa, non più consisterà quindi nell’essere anormali, ma Una settimana di magia bambini, e non solo! Una tortura estremamente beffarda, lenta e caso basta una penna per iniziare a beffarti di nutrono le mie amate. accoglienti: ghirlande incorniciano i portoni esistente. Infine, l’atmosfera festiva, purtrop- nell’infinita gamma di emozioni e sfaccetta- In particolare una cosa mi riempie il cuore di gioia ed è agonizzante, dalla quale non credi vi possa es- quel credulone un po’ goffo che tutto fa ma Due fragili amanti spaesati, gelido vento assetato e nastri rossi scivolano da un negozio all’al- po non ha il potere di vincere solitudine e ture dell’esperienza umana, e nel confronto Luci, l’albero, i sorrisi... come cambia uno dei luoghi che più amo, piazza del Duo- sere via d’uscita, mentre sei in balia, al largo nulla ottiene: lo fai buttando giù qualche po- di fotografie. tro. Passeggio e una vetrina si apre come un malattia. L’aspettativa che il Natale porta con l’altro e col suo dolore. Tutto questo può mo. e non capitàno dei tuoi pensieri e delle tue esia e qualche aforisma in cui lo schernisci. Cuscini rossi, autobiografo. sipario: dolci natalizi riccamente decorati con sé rimane quindi inappagata e si finisce succedere sempre, non solo a Natale. Senza L’albero gigante, le luci proiettate sull’enorme cattedrale e azioni. Quel maledetto ti continua a fregare ma tu Rami secchi guidano la mia mano, fluttuano davanti ai miei occhi. Un groppo preconcetti, aspettative e giudizi. Infine, vor- di Giada De Marchi, ragazza B.LIVE i saldi! Basti pensare ai bambini quando a scuola de- ti ribellerai, perché tu sei marchio «B.LIVE». affannosi e lenti vagano alla gola: la sensazione che tutta questa gioia rei rivalutare invece l’attesa, distinguendola Per me il concetto di felicità è un po’ astratto, ma giuro, vono andare nelle altre classi a domandare le tra sonetti leopardiani. non sia per me, che non la possa condividere, dall’aspettativa. Il Natale può essere vissuto l Natale è semplicemente magia. ogni volta che percepisco questo spirito natalizio, mi spunta schede di matematica, il libro di storia o una Deridono e canzonano, sorridono e che io, di fatto, non sia invitata alla festa. senza aspettativa, ma sapendo aspettare: go- Ogni anno, quando l’inverno si avvicina, il mio umore automaticamente un sorriso enorme sul viso. calcolatrice: hanno paura di bussare, ma con la foglia amica. Alle elementari ci era stato chiesto di descri- dendosi ogni attimo che porta alla giornata cambia drasticamente! Natale per me è la famiglia che si riunisce, tutti insieme a l’assistenza morale del compagno di incarico, I capelli irti creano scivoli, abbracci vere il Natale usando solo tre parole e avevo Credo sia senza la convinzione che si debba vivere solo Amo il caldo delle coperte, la cioccolata bollente, la farci regali. bussano e si sentono Ironman. Quando arriva fra simili dementi. scritto Il sapere aspettare. Vorrei quindi rifarmi quest’ultima con gioia, ma con la consape- Ineve e poter stare sul divano o nel letto a guardarmi un bel Nella mia, come in quella di altri milioni di persone, è tradi- Lui è esattamente questo: una maniglia che Sveglia mi desto. Un labirinto e fuggo. all’ingenua consapevolezza di quell’età per necessario volezza che ogni momento presente è, come film, se in compagnia, ancora meglio. zione preparare il cenone della Vigilia e il pranzo di Natale, improvvisamente si chiude escludendoti dal l’attacco Nasco germoglio, appoggio il nascere al calorifero. portare avanti il discorso non come processo indica la parola stessa, un regalo. In questo Le strade iniziano a riempirsi di luci e colori, le vetrine, di e credetemi, è super impegnativo e faticoso, ma la soddisfa- mondo circostante, marchiandoti di una pena Le tue unghie non graffiano i tramonti, all’attesa, ma come un attacco all’aspettativa. rivalutare l’attesa modo, aspettando insieme e accettando ogni piccoli babbi natale e di decorazioni e tutti sembrano quasi zione è enorme e soprattutto cucinare vari piatti insieme, che ti alleghi. di panico devi non mascheri i miei oceani. L’aspettativa, di per sé, comporta dolore e nostra emozione, l’attesa diventa essa stessa il più felici. talmente tanti da sfamare un esercito, è sempre divertente e Un attimo prima sei in classe e sono le teorie Astuto. quasi lo diventa. In primis perché implica di del Natale, bello e, di contro a come scriveva Leopardi, Purtroppo non è cosi, ma sicuramente qualche sorriso in si imparano ogni anno nuove tecniche. di Parmenide che ti occupano la mente e l’at- solo indossare Non le mie penne, sordo comandante terriero. programmare la felicità e pretendere prepo- non accadrà che «diman tristezza e noia re- più ci scappa, dai. Amo il Natale in ogni sua forma, soprattutto avendo la for- timo seguente sei in bagno, poggiata al muro Conosci solamente me. tentemente che questo sia possibile. Decidere godendosi ogni cheran l’ore», perché il domani non esisterà. Adoro ogni cosa che circonda questo periodo dell’anno, ho tuna di poterlo passare con chi amo, anche con chi purtrop- freddo e smorto che ti rappresenta, a cercare i guantoni Illuso ti allontani abbracciandomi. di essere felici non solo è un controsenso, ma Così, le lucine citate all’inizio saranno sempre sempre amato la figura di Babbo Natale, un uomo gentile po non è più qui, ma con me, nel mio cuore, ci sarà sempre. di placare il tuo mostro, facendo conti con il La mia mano sterile partorisce tramonti uggiosi, urla parole rende la felicità stessa una chimera, in quan- attimo accese per donarci calore. e buono che con la sua magia regala doni ed emozioni ai codice a barre di un pacchetto di fazzoletti. da boxe vane al vento. Le illustrazioni sono di Giasncarlo Caligaris sono di Giasncarlo Le illustrazioni 10 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 11 INFORMAZIONI IN DIRETTA L’incontro con la dottoressa Caterina Uberti del San Raffaele

TRE PAROLE SOTTO L’ALBERO «Come combattere il tabù Aids Un gioco B.LIVE che vi mette a nudo Parlare nelle scuole e in casa» di Sarah Kamsu, ragazza B.LIVE «Alle scuole elementari, quando i miei compagni e Cinzia Farina, volontaria B.LIVE Il Bullone ha voluto mettere insieme Cinzia Farina, una volontaria, e Sarah chiacchieravano, io invece ascoltavo la maestra». Kamsu, una ragazza B.LIVE, in un confronto sulle tre personali parole che «Il mio imprinting è sempre stato voler ascolta- «ricostruiscono» la vita. Questa pagina è la prima di una lunga serie. Siamo re!». LA PAROLA La prima parola che Sarah vorrebbe trovare sot- Le persone hanno sempre qualcosa da dirci. to l’albero di Natale è « »... convinti che dietro ai termini scelti ci sia la storia quotidiana di persone che, tenacia dopo esperienze e prove, sintetizzano con queste tre parole l’essenza dei loro Osservare e ascoltare ci aiuta a cambiare, a mi- In quelle situazioni lampo, che a volte nella vita gliorarci, a farci crescere e a dare un valore ag- ti si presentano all’improvviso, senza lasciarti ne- desideri e della loro comprensione del senso della vita. Visto il periodo natali- zio abbiamo voluto intitolare questa pagina «Tre parole sotto l’albero». giunto alla nostra vita. anche il tempo di pensare, l’unica armatura che «Ora dico sono Italo-Camerunense!» ti può aiutare è la forza in te stesso. Ogni situazione che vivi, se sai coglierla nella sua Rispetto verità più integrale e impari a «respirarla a pieni fiuto per qualcosa che non aveva respirato perso- Non rifiutando più, ma accettando quella parte polmoni», ti può regalare sempre più forza. nalmente, che non sentiva ancora suo. del nuovo che può arricchirci, si può inglobare è la parola scelta dalla Dott.ssa Caterina Verso i dodici anni, quando è andata in Came- un’essenza in più nella nostra vita. La prima parola che Cinzia vorrebbe trovare sot- Uberti, vicedirettore della Divisione di Ma- «Quando esco da una situazione negativa, cerco to l’albero è Umiltà. l’angolazione giusta per capire cosa posso fare run per la prima volta, le cose sono cominciate Sarah ha anche ascoltato i migranti al COE lattie Infettive dell’ospedale San Raffaele. a cambiare, stava avvenendo la metamorfosi... (Centro Orientamento Educativo) e ha fatto un Cinzia è una donna sorridente, umile, un vulca- Questa parola con un suono così nobile, per migliorarla». no che si porta dietro tutti i segni delle sue me- Tenacia... come lo spirito guerriero di Achille e ecco il dolce bruco che stava diventando una po’ sue quelle paure vissute dalle persone sui bar- l’ha sempre guidata in ogni scelta intra- bellissima farfalla e per la prima volta iniziava a coni. tamorfosi. presa, sia personale che lavorativa, e nel Ulisse, il desiderio di raggiungere sempre nuovi Parla con grande fierezza dei suoi figli e di come traguardi dei campioni dello sport e la resistenza vedere tutto con occhi nuovi. Ecco, saper ascoltare le persone senza giudicare, rapporto con qualsiasi persona incontrata, Posarsi sui fiori e «rapire» il loro profumo. ti dà la capacità di arricchirti. loro, grazie all’unicità che li caratterizza, l’abbia- dalla più autorevole alla più umile. degli eroi classici. no cambiata nel profondo. «Tenacia è il valore più grande di noi super don- Sarah era felice e ha cominciato a sentire che Parlare e non ascoltare non fa progredire, si resta Non ci devono essere discrepanze, il quel «giardino» in Africa era un po’ anche suo. sempre allo stesso punto di partenza. «L’umiltà per me è la base di qualsiasi rapporto rispetto va riservato a tutti, e se in primis ne e super uomini B.Livers». e dialogo, mi piace chi è capace di mettersi in Solo capendo l’importanza della vita, il suo valo- rispettiamo noi stessi e le nostre potenzia- gioco all’infinito, chi non ha risposte pronte, chi lità intellettive, per il nostro «essere», per il re assoluto, si può sviluppare la tenacia. si interroga di continuo, chi non è arrogante e sa Tenacia... continuare nonostante tutto a coltivare ascoltare». la tua ghianda, la tua unicità. «Nel mio cammino come madre e ancor più «Mi ripeto spesso: Sarah, sei tenace come in un come donna, ho imparato molto dai miei figli, combattimento sul ring», anche se in questo pe- ho imparato a saper ascoltare, a supportare, ad riodo della sua vita racconta che la parola batta- accettare pareri differenti, a conviverci. Ecco glia, cerca di vederla più lontana, come svanita perché mi viene da dire: ascoltate i vostri figli un po’ nella nebbia. quando vi parlano e anche quando cercano di Sarah è uscita da quella prima fase, dove pensava comunicare non a parole, ma con un gesto, un di dover combattere contro qualcosa, ora pensa sintomo, un atteggiamento. Rendeteli forti, indi- che sia controproducente, uno spreco di energia. pendenti. Un giorno vi ringrazieranno, saranno Alla fine certe frasi un po’ «belliche» non fanno la vostra gioia più grande, li vedrete simili a voi, altro che farti lottare contro qualcosa che in fon- ma anche molto diversi. Tirate fuori il meglio di do è la tua vita! loro, incoraggiateli, non imponete nulla, seguiteli Sarah parla di un modo più tranquillo per viverla e accompagnateli nel loro cammino. Se saranno e accoglierla nella sua pienezza, senza sprecare come saranno, sarà anche un po’ grazie a voi. Mi energie. ricordo come ero rigida, e adesso sono flessibile «Dopo la lotta iniziale, c’è l’accettazione» e «la come un giunco, che cambiamento! Quasi non vita non è aspettare che passi la tempesta, ma mi riconosco». imparare a ballare sotto la pioggia (Mahatma Essere umili, adattabili, non a caso cito Dante Gandhi)». che nel Purgatorio venne recinto da Virgilio col Non serve lamentarsi o rimuginare sul passato, giunco, simbolo di umiltà. «Innaffio sempre gior- Sarah cerca di canalizzare l’energia nella lettura, no dopo giorno la mia ghianda perché un giorno in nuove esperienze, e soprattutto nell’ascoltare sarà la mia pianta». altre realtà. Mi parla della sua icona sportiva: la Da Cinzia sto imparando molto e devo dire che pazienti sieropositivi, mentre oggi accolgono La dottoressa Caterina Uberti cezione dei giovanissimi ragazzi omosessuali, nostro sapere e sapere fare, sarà più natura- tennista Serena Williams. se è vero che esiste la felicità, me la immagino un di Chiara Malinverno, anche altri malati e l’HIV viene gestito con con in mano il libro La Compagnia popolazione in cui si registra un aumento dei le incamminarci in questa direzione. Di lei ammira questo suo allenarsi, studiare, fare po’ come una cassaforte di cui solo noi conoscia- volontaria B.LIVE serenità a livello ambulatoriale». del Bullone, ripresa dopo l’incontro contagi. Attenzione però, questo panorama «Il rispetto è anche responsabilità». la mamma, senza mai lamentarsi della stanchez- mo la combinazione. aterina Uberti, infet- Questo miglioramento, che la rende orgo- con i ragazzi B.LIVE nella redazione tendenzialmente positivo non ci deve indurre Rispettare l’altro, le cose che ci circondano, za anche dopo otto ore di duro allenamento, ma Ma dov’è questa cassaforte? È un po’ come del giornale. L’infettivologa tivologa a Milano, si gliosa e fiera, può essere, secondo la Uberti, ad abbassare la guardia. il diverso da noi, è un sintomo di educazio- parlando sempre di tutto con energia positiva. quando perdiamo il telefono, sfrughiamo, scom- del San Raffaele ha raccontato come uno dei motivi per cui si pensa all’HIV come Basta un rapporto non protetto o un qualsi- ne e soprattutto è indice di altruismo. Nello sport come nella vita non puoi fare finta: se pigliamo tutto, per poi accorgerci che era pro- occupa di HIV dal bisogna difendersi dall’HIV: informazione a un problema del passato. «Il fatto che oggi asi contatto con sangue infetto, per rischiare Il rispetto è la capacità di capire e di vedere ti alleni con costanza, dal sacrificio nasce la forza prio nelle nostre mani. 1984 all’ospedale San e consapevolezza. sia una malattia più controllabile, non signi- di pregiudicare la propria salute ed è quindi senza lenti oltre la diversità. di volontà, e poi, ecco che fa la sua comparsa la Concordiamo sia lei che io che la felicità è qui Raffaele di Milano. Dall’HIV non si guarisce ma si può curare. fica che la patologia sia da sottovalutare!». sempre necessaria la massima attenzione e Rispettare consiste nel misurarsi con le tenacia. e ora. Alla redazione del Noi medici lo trattiamo, ormai Specifica e sottolinea come per evitare que- in ambulatorio. provvedere ai dovuti controlli se si pensa di idee differenti dell’altra persona, e questo La seconda parola di Sarah è Come seconda parola Cinzia associa la felicità Bullone ci spiega il sta percezione si debba dare un’informazione essere stati esposti ad un rischio di contagio. ci aiuta quindi, a non giudicarla per la sua «entusiasmo». alla parola . motivo per cui scelse Generosità corretta, soprattutto ai più giovani. «Per questo, ogni anno», racconta Caterina scelta od opinione. Non è importante quello che si fa, ma come sei Essere generosi, mai gretti. «Da quando faccio proprio questa specializzazione. La defini- «La giusta divulgazione va fatta nelle scuole, chi è malato sia uno dei metodi più efficaci Uberti, «riunisco i miei figli e do loro tutte le Rispetto anche per chi non capisce, per chi quando lo fai. volontariato mi accorgo che non sono io ad aiu- sce una «scelta personale» dettata dal desi- interpellando medici ed esperti», sostiene, e per sensibilizzare sul tema. informazioni del caso, accompagnate da una non sa, perché magari non conosce. «Una persona può scalare l’Everest ed essere tare i bambini, ma sono loro ad aiutare me. È un Cderio di dedicarsi alle malattie del versante continua portando ad esempio le esperienze Ma questa mancanza di informazione in busta con qualche preservativo, perché certe Cercare di spiegargli quello che sappiamo, triste, l’entusiasmo è qualcosa che ha costruito bellissimo ed intenso scambio». epatologico, essendo sua madre morta pro- di Paesi europei e asiatici in cui «l’informa- che misura incide sulla diffusione dell’HIV? cose vanno dette». Ecco certe cose vanno det- le nostre competenze, le nostre ricerche, i il suo nido dentro di noi e non si nutre di cose Generosità è felicità. prio di epatocarcinoma. zione sulle malattie sessualmente trasmissibi- A sorpresa sembra che soprattutto fra i più te. Ma se si è malati di HIV bisogna dirlo? nostri studi, rispettando però la possibilità materiali». Perché che senso ha avere una bella casa, coltiva- La domanda viene spontanea: perché allora li viene inserita nei programmi scolastici e i giovani, la consapevolezza sia scarsa e ap- La dottoressa ci spiega come, a differenza di non essere capiti da tutti. «Senza entusiasmo non si compie nulla di gran- re il proprio bel giardino e tenere le saracinesche oggi si occupa di HIV? La dottoressa innan- giovani ragazzi vengono portati a conoscere prossimativa, l’incidenza dei casi è pressoché di qualche decennio fa, tutti i suoi pazienti Soprattutto rispetto per ogni scelta che una de», (Robert Schumann). chiuse, mettere recinzioni, fili spinati e tenere zitutto racconta che anche oggi si dedica i pazienti», ritenendo che parlare e conoscere costante se non in lieve diminuzione, ad ec- parlino della loro patologia con serenità ad persona decide di fare. La persona entusiasta esercita sempre una forza tutto per sé? alla cura delle malattie epatiche e continua amici e parenti. «E questo», dice, «li rende Non bisogna giudicare, ma rispettare e magnetica, ha quella capacità di trasportare gli La felicità è vera se condivisa, se non ci si rispar- dicendo che l’interesse verso l’HIV è stato davvero più sereni, togliendo loro un grande spiegare per mezzo del nostro sapere, con altri in tutto quello che fa. mia, se non si tiene la propria ricchezza interiore quasi una casualità. peso». Certo, scegliere di rivelare di essere modi gentili, comprensibili ed educati. L’entusiasmo è la fiducia nella vita, nelle nostre nel cassetto o sotto un materasso. «Negli anni 80», dice, «si creò una sovrap- AIDS è una malattia controllabile, sieropositivi può esporre ad alcuni rischi, in Il rispetto consiste dunque nel miglior capacità, la fiducia di incontrare sempre nuove Se si dà solo per il gusto e il piacere di dare. posizione: nella stessa popolazione affetta primis quello di perdere alcune persone che, sistema di dimostrare a qualcuno che lo ed affascinanti opportunità, la fiducia nell’uomo. Solo così si nutre la propria anima. da epatiti o cirrosi si verificarono i primi casi non significa però che sia da spaventate, scappano. Secondo la dottoressa accettiamo per quello che è e non per ciò Si tratta di quel valore aggiunto, irrinunciabile e «Reagiamo sempre in qualche modo. Pure se ci di HIV, così occuparsi di questa patologia però, questo è un rischio che bisogna correre, che vogliamo o che pretendiamo che sia. riconosciuto dagli altri, solo se è in forma origi- è stato dato poco, cogliamolo, e anche di fronte divenne quasi naturale». sottovalutare. Oggi noi, in ospedale, soprattutto perché è meglio perdere chi non è nale, in questo caso le copie vengono smaschera- a una società pregna di immagini di individuali- Parlare oggi degli anni 80 alimenta il dub- in grado di sopportare una notizia del genere. te dopo pochissimo tempo. smo e di egoismo, reagiamo». bio che l’HIV sia una patologia da riferirsi la curiamo a livello ambulatoriale. D’altra parte perché l’HIV smetta di essere «Prima avevo un entusiasmo altalenante, ora in- Non siamo il riflesso di quello che non vogliamo solo ad allora e che oggi sia da intendersi di Cinzia Farina, volontaria B.LIVE un tabù è necessario che tutti ne parlino, dai vece è diventata una sana abitudine di vita». essere. come una malattia dimenticata. «In quel Invito i sieropositivi a fare outing pazienti a chi li circonda, senza pregiudizi, Solo se si riesce a vivere e a trasportare gli altri «Io ho sempre reagito, tenendo saldi i valori che periodo», racconta la dottoressa, «i reparti ma solo con la voglia di conoscere. con entusiasmo, come fa la brezza leggera del più mi stavano a cuore, e perché no? Evadiamo! di malattie infettive vedevano ricoverati solo mare, la vita sarà più vita. Ci è concesso, io feci così in gioventù, coltivavo il «Arricchire se stessi»: per Sarah mio mondo, leggevo moltissimo, mi immergevo quest’ultima «parola» è la chiave di tutto. giorni e giorni nella natura con mia nonna. Lei, In ogni viaggio, in ogni esperienza, bisogna im- una super donna, mi ha trasmesso tanto e mi ha IL 1° DICEMBRE PER I B.LIVERS parare a sviluppare una certa sensibilità di lettu- resa immune a molte dicerie, cattiverie, imma- ra per riuscire così ad estrapolare «ricchezza» da gini fittizie di felicità. Non stavo in una bolla, a Giornata mondiale contro l’AIDS, indetta dell’organizzazione e gestione della Giornata Mondiale ogni cosa. esploravo e aprivo orizzonti a un mondo diver- ogni anno il 1° dicembre, è dedicata ad alla WAC, un’organizzazione indipendente, che ha Anche le persone incontrate per caso, un dialogo so, il mio. Noi di certo non vogliamo cambiare il accrescere la coscienza della epidemia scelto come tema per l’anno 2010 - Stop AIDS: Keep di pochi minuti, ci possono insegnare qualcosa se mondo, ma il nostro sì. Nel mio viaggio, un po’ Ragazzi, mondiale di AIDS dovuta alla diffusione del the Promise (ovvero «Fermare l’AIDS: manteniamo sappiamo annusare l’essenza che ognuno di noi come Ulisse, incito sempre i miei compagni di ha nascosta dentro, ma per farlo dobbiamo im- Lvirus HIV. la promessa») tema che non è strettamente legato alla avventura a essere dalla parte di chi rispetta la parare a vedere oltre, a trovare la chiave. Dal 1981 l’AIDS ha ucciso oltre 25 milioni di persone, Giornata Mondiale ma che rispecchia l’impegno quoti- vita, donando un sorriso». diventando una delle epidemie più distruttive che diano della WAC. Ci parla della nostra riunione di redazione itine- Sì, perché sorridere è rispettare e apprezzare se la storia ricordi. Per quanto in tempi recenti l’accesso Nonostante questo la Giornata Mondiale contro rante nel carcere di Bollate, di quelle realtà che stessi e la vita. non siate non si conoscevano, di quanto quell’esperienza le È un regalo da fare al prossimo, «dovrebbe esser- alle terapie e ai farmaci antiretrovirali sia migliorato in l’AIDS non deve essere vista come una ricorrenza per abbia regalato. ci una multa per chi non sorride». molte regioni del mondo, l’epidemia di AIDS ha mie- la memoria delle vittime di questa malattia, ma anzi «Le persone sono il tramite verso cose che non Sorriso è la terza parola di Cinzia, un toc- tuto circa 3,1 milioni di vittime nel corso del 2005 (le vuole essere un monito per evitarne in futuro. conosciamo». casana naturale che apre e rompe il ghiaccio in stime si situano tra 2,9 e 3,3 milioni), oltre la metà delle Come abbiamo già detto, le terapie antiretrovirali sono Sarah racconta di come nei suoi primi dieci anni, ogni rapporto. scemi, quali (570.000) erano bambini. L’idea di una Giornata ormai alla portata di tutti nel mondo occidentale e il il suo Paese d’origine, il Camerun, fosse vissuto Cinzia, un segugio sempre a caccia di nuove mondiale contro l’AIDS ha avuto origine al Summit numero delle vittime è molto vicino allo zero. Ciò non solo attraverso la sua fantasia di bambina e con emozioni, un vulcano in grado di regalarle, con mondiale dei ministri della sanità sui programmi per toglie che ogni anno milioni di persone si infettano di le narrazioni dei suoi genitori, cibo, musica, tra- un sesto senso infallibile che nasce dalla sua col- la prevenzione dell’AIDS del 1988 ed è stata in seguito questo maledetto virus e saranno costretti a conviverci dizioni. tivata e profonda sensibilità. Come tutti i ragazzi, quei racconti dei grandi adottata da governi, organizzazioni internazionali ed per sempre. Il malato di HIV avrà anche superato fate il test associazioni di tutto il mondo. Dal 1987 al 2004 la l’incubo della morte, ciònonostante i pregiudizi dietro non la entusiasmavano molto, quasi aveva un ri- Giornata mondiale contro l’AIDS è stata organizzata questa malattia sono ancora molti a causa dell’igno- dall’UNAIDS, ovvero dall’organizzazione delle Nazio- ranza rispetto alle modalità di contagio e alle condi- ni Unite che si occupa della lotta all’AIDS, la quale, zioni di vita dei malati. Il primo dicembre è un giorno dell’Hiv in collaborazione con altre organizzazioni coinvolte, dell’anno in cui tutti sarebbero chiamati a fare il test e ha scelto di volta in volta un «tema» per la Giornata. a saperne di più su questa malattia. Fare il test infatti Dal 2005 l’UNAIDS ha demandato la responsabilità significa salvare se stessi e gli altri. Le illustrazioni sono di Paola Formica sono di Paola Le illustrazioni 12 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 13 I NOSTRI AMICI DIETRO LE SBARRE Il lavoro dei detenuti nel Laboratorio di Lettura e Scrittura Creativa di Opera. Fotografie di Margherita Lazzati, accompagnate dai versi pensati dai reclusi Il calendario pieno di nuvole SINTONIA Io amo nato nel carcere di Opera il vento di Paola Leon, ragazza B.LIVE essere, i propri sentimenti e le sensazioni che provano quando bianche si affacciano alla loro finestra. come l’ali di un angelo, nuvole grigie come un cuore l calendario è uno strumento per segnare, contare e Quando ho visto per la prima volta questo progetto ho avver- pronto a versare le sue lacrime. Dai quaDri Della mia finestra: nuvole Lo ascolto marcare 365 giorni. tito sensazioni già provate in passato, quando abbiamo avuto Mi chiedo spesso se le nuvole possono fare calendario poetico 2018 Ogni giorno può essere lungo o corto, bello o brutto a la possibilità di confrontarci con questi ragazzi durante una a meno del sole, la luna o le stelle seconda del nostro stato d’animo, ma ciò che rende spe- visita. Posso cogliere la loro emozione e difficoltà in maniera Un po’ come quando ci chiediamo se possiamo fare a meno di Cinzia Farina diversa perché, come loro, anch’io mi sono sentita rinchiusa di qualcuno ciale questo calendario sono i suoi protagonisti, un gruppo di a cura di Silvana Ceruti e Alberto Figliolia I prefazione di Gianni Mura persone che con l’aiuto di professionisti svolgono un labora- in una stanza d’ospedale, anziché in una Casa di Reclusione. a cui vogliamo bene... con 16 fotografie di Margherita Lazzati e dovessimo identificarci con un fenomeno atmo- torio di lettura e scrittura creativa dentro le mura della Casa Se fai attenzione troverai parole ripetute in continuazione nel- La risposta mi viene assai naturale e senza pensarci: sferico... di reclusione di Milano-Opera, realizzando dei meravigliosi le poesie, come per esempio «lacrime», e tante altre che, unite, «Certo che possono stare senza il sole, luna e stelle, ma non Il calendario nasce all’interno del Laboratorio di «Vento...quando arrivi tu mi sento un po’ ma- ti fanno capire il pensiero quotidiano di queste persone. vogliono perché tutto ciò rende più bella la loro esistenza» Lettura e Scrittura Creativa del Carcere di Opera, gica!». capolavori. fondato 20 anni da Silvana Ceruti e Alberto Il tema scelto per creare questo calendario sono le nuvole Il mio pensiero torna a Voi con questo piccolo regalo. Io come persona posso stare senza di te nella mia vita. Figliolia con il fine di «fare un pezzo di strada SLa natura del vento è di spostarsi e di trasformarsi... associate ai mesi dell’anno, a belle fotografie fatte in giro per Ho vissuto lo stesso, ma ora che ci sei non voglio lasciarti an- insieme, tra persone “dentro” e persone “fuori”». «trasformarsi ripetutamente». il mondo e alle fantastiche poesie scelte dai diversi interessati Anch’io ho trovato la mia nuvola piena di luce dare... È in vendita su: www.poesia.lavitafelice.it, il In medicina cinese il vento è un fattore Yang, la sua na- che, attraverso immagini e parole, ci fanno capire il proprio Nuvole che si rincorrono nell’immensità del cielo, nuvole Vuoi capirlo che rendi tutto più bello senza accorgertene! ricavato sarà devoluto al laboratorio Nuvole che si rincorrono È uno scatto nato per caso, tura è di aprire e fare scorrere. La natura del vento è il movimento, non resta fermo, ecco che si alza e va verso nell’immensità del cielo, figlio dello stupore per i colori l’esterno. In campagna da bambina, in quella casa isolata in mez- nuvole bianche come ali (volutamente esagerati in po- zo ai boschi dove trascorrevo i lunghi mesi estivi, il vento c’era spesso di un angelo, nuvole grigie stproduzione) ed il confine qua- e così ho imparato ad ascoltarlo. come un cuore pronto si netto tra il sereno e le nuvole Mia nonna mi insegnava ad interpretare ogni suo mes- saggio, il suono che aveva tra gli alberi, tra le fessure di a versare le sue lacrime che avanzavano porte e finestre, sull’erba e anche quando, con il cami- netto acceso, si sentiva arrivare la sua voce dalla canna Paola Leon, ragazza B.LIVE Davide Papagni, ragazzo B.LIVE fumaria. Il vento in quelle estati è stato come un amico fedele delle mie vacanze. Ero felice le mattine in cui mi alzavo e il vento soffiava tutto affannato. Uscivo allora con il mio aquilone im- provvisato con filo e carta colorata. Mi dava una sensazione di grande libertà, intorno tutto assumeva un profumo come di pulito, di più buono e io correvo forte e felice per vedere se riuscivo a non fare cadere il mio aquilone. Quando invece lo sentivo «ululare» di notte, confesso che avevo un po’ paura, mi sembrava che qualcuno bus- sasse insistentemente alla porta. Con il passare del tempo ho imparato a capire il suo linguaggio anche di sera, ora non ho più paura, anzi in quelle notti sulla mia isola, dove il «maestrale» è il vero protagonista, io resto sempre incantata ad ascoltarlo, per me è la più dolce delle musiche. Non mi sento mai sola quando lo sento arrivare, mi tranquillizza e mi regala qualcosa di magico, il suo suo- no lo avverto già a distanza. Lo intravedo, mentre sta «approdando», dalle sfumature dei colori che cambiano, lo sento nel suo sibilo agile e imprendibile, una mano invisibile mi accarezza i capel- li, porta l’odore degli spazi che attraversa, lo assaporo nell’aria... La connessione con la natura risulta più vicina, il vento, percepito da tutti e cinque i sensi, mi riempie di emozio- ni, di elettricità positiva. Sento una certa unione, un’appartenenza quasi ance- strale, Il mio pensiero, Nuvole, bianche. con questo fenomeno atmosferico che è in continua tra- sformazione. leggero come una nuvola, Libere, pensano. E scrivono. Nel suo cammino cerca sempre di «imparare nuovi per- corsi» con semplicità, di fare arrivare la sua musica an- vola nello spazio infinito Alfabeti del Vento, compongono che in posti nascosti, di ridare quel profumo di buono all’aria, a tutte le cose intorno. dell’universo, alla ricerca nel cielo i titoli per la sua prima Mi fa venire anche nostalgia, perché mi riporta a mo- menti particolari a cui sono affezionata, mi porta i pro- continua ed instancabile, pagina. Mentre il mare riflette. fumi dei posti da dove viene, dalla campagna, dal mare, dalle spezie, mi mette in corsa insieme a lui, del punto originale Sereno continua ad emozionarmi ancora. Grazie vento! Marco Bianchi, papà B.LIVE Levallimarine, amica B.LIVE LETTERE DAL CARCERE E LA RISPOSTA DI UNA B.LIVER L’INCONTRO La donazione di Ivan a B.LIVE e l’inno alla vita di Sarah Quante cose s’imparano i ritrovo nuovamente a scrivere al Bul- Ciao amico, ho potuto notare tra le righe delle tue parole. e a trovare gli scarponi più adatti: il volo non vale la pena, di sicuro non sarai più terrestre rendere le isole, le città, i luoghi, inospitali per È arrivata nella redazione del Bullone anche pensando di essere la persona più adatta a spiegarle quell’argomen- Mi chiamo Sarah, sono una B.Liver. Libero il cuore, libera la mente. lo conquisti in un volo. ma un uomo nuovo, un superuomo. qualsiasi specie. Ma con il tempo e la buo- questa lettera di un detenuto. Inviata agli studenti to, ho iniziato a parlarle per quasi mezz’ora della vita difficile di un lone, ma non per rivolgermi ai lettori, Oggi piove, i grattacieli mi separano dal sole Essere, mai essere avuti. È un continuo tentare, riprovare, interrogar- Ricordo una delle svolte epocali della mia na volontà tutto si ripopola, i primi batteri, di una scuola, si sofferma sull’incontro, a Opera, detenuto. Questa ragazza, dopo avermi seguito con molta attenzio- (scusatemi), ma ai B.Livers. Innanzi- e le luci artificiali dalle nuvole, così ho pensa- Cammina sempre a testa alta, fiero, entusia- si, mai desistere, ma perseverare. vita. Cercavo disperatamente una via d’u- i primi uccelli, le prime piante e poi infine le tra i reclusi e i B.Livers ne, alla fine del mio lungo discorso mi ha detto che lei aveva vissuto tutto, come la volta scorsa, vi ringrazio to di risponderti nel grigiore di questa dome- sta, con occhi alla continua ricerca di nuove Ogni volta sei tentato di dire: «Finalmente ho scita, una soluzione, ero sempre dispersa, persone. Così nella vita: qualcosa viene, spaz- diversi anni «prigioniera» in un letto di ospedale, senza potersi nica per ridare colore alla mia mente. sponde a cui approdare, perché è un dio ora trovato la mia strada». assente, con la mente da un’altra parte za via tutto per lasciare spazio a vita nuova, are Signore e Signori, neppure alzare per andare in bagno e purtroppo a breve avrebbe in anticipo se decideste di pubblicare Fiumi di pensieri circondano la mia stanza. che si serve di te per danzare e non per ascol- Ma la strada a mio avviso non c’è, la si crea quando gli altri parlavano. Ma con tutta me a qualcosa di migliore. Io ci credo, ci vuole Mi sarebbe piaciuto moltissimo essere oggi con voi, ma, dovuto sottoporsi nuovamente ad un ciclo di terapia. queste mie poche righe per dare voce a Vorrei ricambiare l’affetto emerso ed espres- tare lo spirito di gravità, quello che vuole e la si costruisce con il tempo, un po’ come la stessa non volevo essere così, mi perdevo tempo, lo si capisce dopo se si sta attenti, le purtroppo, per problematiche burocratiche non mi è stato Non credo di poter descrivere il senso di disagio e le altre imbaraz- chi cerca, con fatica, di riparare le tra- so da te nei nostri confronti. Ti ringrazio per trattenerti a terra, vederti steso sul ring, im- libertà (così alcuni di voi ci hanno insegnato). in un bicchier d’acqua, non mi mettevo in cose accadono, le cose belle soprattutto: il concesso il permesso di partecipare a questo incontro. zanti sensazioni che ho provato e l’unica cosa che mi sono sentito i calendari preparati con tanta cura e dedi- merso nella pece, nell’oscurità e perso nel tuo Tu parli sempre di conversione, sai, io ogni gioco praticamente mai, soffrivo per questa sole, le nuvole e tutti gli eventi atmosferici ci CCosì ho pensato di scrivervi alcune righe per raccontarvi che cosa di fare in quel momento, è stata quella di abbracciare forte quella gedie del passato. Un ulteriore ringra- zione dal vostro laboratorio di scrittura. labirinto di pensieri immobilizzanti. santa volta che cerco di ricreare il mio futuro mia attitudine limitante, vedevo le perso- accompagnano. Un giorno attraversi il mare significhi per me l’attesa, ovvero uno dei tanti momenti nella vita in minuta ragazza, che mi aveva dato una lezione che difficilmente ziamento a voi per aver sposato la causa di Margherita Ho letto qualche poesia e mi sono rivista in So che sei impaziente di volare, di scalare i e fare pace con quello che fu, mi dico: «Le ne in azione, sempre pronte a fare e rifare in tempesta, un giorno sei tu che non riesci a cui si aspetta qualcosa o qualcuno. In questo periodo ad esempio potrò dimenticare. Lazzati e Silvia Ceruti del «Laboratorio di lettura e moltissime frasi. Ricordo quando venimmo a monti più alti, di navigare verso rotte lonta- cose sono andate così! Per il futuro invece e io sempre lì, così mi sono detta: «Forse stare a galla. A volte ci si sente terribilmente sono in attesa (come tutti i cattolici) dell’evento della nascita del Per farmi ancora più del male, ho posto a questa ragazza la doman- rendere visita a Opera. Se penso a quel gior- ne, come tutti noi B.Livers d’altronde, ma un spianerò una strada affinché vadano diver- Sarah se vuoi essere diversa devi cambiare soli, a volte stare da soli è la strada migliore Signore, che è veramente il nostro Salvatore. Il carcere è stata l’espe- da più stupida che potessi farle: «ma come fai ad andare avanti?». Mscrittura creativa» della Casa di Reclusione di Mila- no, quante idee brillanti ci siamo scambiati, po’ come i bambini con il camminare, per samente». Non è tanto quello che fai che ti prospettiva, approccio alla vita, trovare più per ritrovarsi. Siamo contenitori di emozioni, rienza più difficile della mia vita, ma le sofferenze che ho patito in Questa ragazzina, piccola come una bimba delle elementari e con no-Opera, allegando al vostro appassionato giornale Il quante cose sono cambiate in me da allora. imparare a volare dobbiamo prima riuscire a soddisfa, ma come sei quando lo fai. Triste, sicurezza in te stessa». ascoltati, ricordarti sempre che non sei solo. questi anni mi hanno insegnato a dare il giusto valore alla vita, alle un sorriso meraviglioso, mi ha risposto: «Come faccio...?! Faccio Bullone, il nuovo calendario poetico 2018, composto So quanto sia faticoso cercare di riparare le stare in equilibrio sulle nostre stesse gambe, a felice, solo tu in fondo lo sai! Ora hai in mano Ero sempre impantanata, a volte avanzavo Non siamo di certo nati per stare su un albero persone, alle cose, alle emozioni ed anche al tempo. come quella persona che cadendo dal 50esimo piano di un palazzo tragedie del passato. Il passato ci insegna, ci correre e ad arrampicarci, dobbiamo impa- il dono più grande, la conquista interiore più di poco, più che nuotare affogavo, mi bar- come foglie solitarie e fragili in balia del ven- Proprio in carcere ho iniziato a percepire con particolare intensità le diceva: “Fin qui tutto beneee, fin qui tutto benee, fin qui tutto bene- da poesie scritte da detenuti e dalle fotografie di Mar- segna, sembra essere come un buco nero che rare a maneggiare il timone, a issare le vele, importante, la libertà quella vera, quella delle camenavo. Da lì presi distanza, mi misi sul- to. Credo che sia anche un po’ per questo che diverse velocità dello scorrere del tempo in rapporto ai diversi eventi eeee!”» In quel momento è stato come se si fosse accesa una luce ed gherita, realizzate tutte con i-Phone (con l’autorizza- ci inghiotte e intrappola per sempre, ma ar- parole leggiadre, dei pensieri lucidi e lucenti. la riva e incominciai a osservarmi: più mi esistono i B.Livers. Noi ci saremo sempre per attesi. Tantissime volte ho vissuto con impazienza l’attesa infinita di ho iniziato a vedere l’attesa in maniera diversa. zione Apple) e senza nessun tipo di ritocco digitale. riva il tempo in cui liberarsi da quel passato La vita è il viaggio più avvincente che potrai osservavo, più capivo dove stavo sbagliando te. Sii continuamente un punto di riferimento quell’ora di colloquio settimanale con mia moglie e i miei figli, ma Adesso per me l’attesa è un viaggio da vivere con intensità e la fede di sofferenza diventa essenziale, se non vitale. Ivan è un ragazzo mai vivere, è sempre possibile ricominciare, e come. Non accettavo la mia situazione: ospitale per gli altri, coltiva sempre il tuo giar- poi, quando ero con loro, in un attimo giungeva l’agente di custodia nel Signore mi ha permesso di vivere la vita da una prospettiva Grazie di cuore. Sarebbe fantastico se lungo il mio Uscire da un buco nero è possibile, trasfor- darsi una nuova forma. Cambiare, non a invece di ascoltarmi nuotavo totalmente dino e non avere paura di condividerlo con per annunciarmi che quel colloquio era già finito. completamente diversa. percorso di conversazione e riparazione potessi avere marsi in nuova luce è possibile. che ha sbagliato e caso, ma perché sei tu a volerlo. Puoi limarti, scoordinata e controcorrente, cercando qualcuno. È bello pensare che giorno dopo Per anni ho vissuto con ansia anche la semplice attesa di fare la Ora riesco a comprendere anche il significato del meraviglioso l’opportunità di dare il mio contributo alla redazione Spesso la mattina ho la necessità di trovare addobbarti, plasmarti come uno scultore con di raccogliere i pezzi di un puzzle, di una giorno sarà sempre più rigoglioso e verde e telefonata settimanale alla famiglia, di poter parlare con l’avvocato, sorriso che aveva quella ragazzina mentre mi raccontava la sua dentro di me la forza per vivere una giorna- lo sa, lo scrive al il legno fino a darti la forma migliore. me che non sarebbe mai più esistita. Così terra di approdo e di conforto per molti. Non di andare in udienza oppure di potermi fare la doccia. triste vicenda. Dopo questa esperienza vivo con uno spirito di quella del vostro giornale, perché il vostro progetto rappre- ta non come capita, non come l’ho vissuta il Puoi nascere quadrato e morire, chissà? lasciai tutto a terra e con fatica rincomin- perdere mai l’entusiasmo. Sorridi sempre. L’attesa vissuta in questo modo così negativo finiva però per svilire ragazza... senta la speranza di un futuro in cui le nuvole fanno giorno prima, ma con un entusiasmo e una Bullone inviando Rotondo! Nascere segmento e diventare ciai da quel poco, l’essenziale rimasto per Non avere paura. Lasciati andare all’infinita anche gli eventi felici e rendeva ancora più pesante il sopraggiungere Vi saluto ed auguro anche a voi di vivere l’attesa con quel sorriso da cornice alla meravigliosa luce del sole. (I. G.) voglia di imparare rinnovati. Da quando ho un’infinita retta, che non conosce ostacoli e ricostruire una nuova me. E capii che era bellezza della vita. delle occasioni più difficili. che solo la fede nel Signore riesce a donare e che permette di supe- abbandonato la mia battaglia e accettato la un assegno di attraversa qualunque varco. Non rimanere successo come nelle catastrofi naturali, le Sii luce. Poi un giorno ho incontrato in carcere un gruppo di malati onco- rare con grande dignità le difficoltà ed i dolori della vita. mia situazione, io spirito di per sé combat- nell’ombra, diventa luce, costruisci castelli eruzioni vulcaniche, gli tsunami, i terremo- Sarah Kamsu logici ed in particolare una ragazza (anch’essa malata di tumore), Ringrazio il Signore. (M. B.) tivo, ho trovato una pace e una serenità che dieci euro fino ad arrivare al sole. Non ci si scotta, ne ti, dove tutto viene raso al suolo, tanto da ragazza B.LIVE che mi chiedeva che cosa significasse per me la reclusione ed io, Opera il 24 novembre 2017 14 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 15 GRAPHIC NOVEL Con questa illustrazione l’artista Paola Formica ha voluto trasmettere il senso di umiltà che ci deve accompagnare ogni giorno per affrontare la vita con serenità Il posto meraviglioso

Paola Formica Sono illustratrice da molti anni, pubblico libri e album illustrati per bambini, illustrazioni per settimanali, per periodici e per il Corriere della Sera. Conduco laboratori creativi per bambini e ragazzi. Ma il lavoro più appassionante è quello che svolgo con i miei studenti del corso di Illustrazione alla Scuola del Fumetto di via Savona, dove insegno da circa otto anni. Chi siamo «noi» per sentirci gli unici, i migliori, i giusti, dalla parte della ragione? Chi siamo «noi» per sentirci da noi? ma non diverso, il dissimile, la stessa cosa l’altro, Penserà 16 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 17 RIVOLUZIONE DEL POSSIBILE Venti numeri del giornale a conferma della voglia di stare insieme IL CUORE D’ORO DI ANDREA E ANTONIO

ate da mangiare agli affamati... Date da bere agli assetati... tanti altri che hanno voglia di raccontare (e leggere) cose belle a un mondo Di solito i bisognosi bussano alle porte per avere cibo e acqua. An- avido di esempi virtuosi. che i B.Livers un giorno hanno bussato alle porte di Andrea Pisano Grazie Andrea e grazie Monza Stampa, ci regalate orgoglio ed emozioni e per per soddisfare la loro fame di conoscenza, di amicizia, di costruire, questo vi saremo grati per sempre. Dtutti insieme, un mondo migliore. Due anni del Bullone Andrea ha aperto le porte di Monza Stampa e, con i suoi fantastici collabora- tori (primo fra tutti Antonio), ha accolto decine di volte noi ragazzi per raccon- Ada, Alessandro M., Alessandro F., Alice N., Alice P., Andrea L., Anna Maria, Antonio, Arianna M., tarci il suo lavoro, per farci vedere le rotative correre e i Bulloni impilarsi come Arianna Z, Carolina, Chiara B., Chiara M, Chiara R., Chiara S., Davide, Davilla, Debora M., Debora Z., soldatini alla fine dei tapis roulant. Abbiamo in Andrea, Antonio e i dipendenti Denise C., Denise R., Dorotea, Eleonora B., Eleonora Pa., Eleonora Pr., Emina, Eugenio, Federica C., Storie, incontri e visite nelle aziende che lavorano di notte fino all’alba, degli amici e «colleghi». Loro ci accolgono Federica M., Fiamma, Francesca D’A., Francesca N., Giacomo, Giada, Giorgia, Giovanni, Giulia C., Giulia sorridendo, da due anni a questa parte, dopo la nostra pizzata di redazione, M., Giulia V., Giuseppe, Irene N., Ivan, Jennifer, Laura, Lorenza, Luca, Margherita F., Margherita L., Ma- a vedere commossi il nostro lavoro stampato nero su bianco, ma anche con ria, Marian, Melissa, Nicolò, Oriana, Paola, Paolo, Riccardo P., Riccardo S., Rita, Sara, Sarah, Sheryn, «Se lo puoi pensare, lo puoi stampare» un’infinità di colori e sfumature. Un lavoro serio e importante per noi e per Simona, Sofia, Tecla, Tobias

di Sofia Segre Reinach volontaria B.LIVE RAGAZZA B.LIVE

l Bullone è uno strumento dove parlano le esperienze di vita, Sfiduciata e avevo paura dove si raccontano pezzi di esistenza, percorsi bui che Ora scrivo e sono orgogliosa diventano luce. È una guida per l’anima». Così scriveva Bill di Ada Baldovin nel primo editoriale, due anni fa. Così è «ancora oggi ilI senso del giornale. Il Bullone è un seme che con il tempo e il giusto nutri- ue anni fa ero una ragazzina impaurita dal impauriti e pieni di cose da dire, ma con nessuno che ci mento ha iniziato a crescere, diventando un mondo che aveva visto e vissuto, non mi fida- ascoltava. piccolo albero, cambiando forma pur man- vo di nessuno, nemmeno di me stessa. Due Più scrivevo e più mi piaceva scrivere. Per la prima tenendo la sua anima generosa e accoglien- anni fa non sapevo scrivere e non conoscevo volta, nella mia vita mi sono sentita accettata per quello te. Le sue radici entrano nella profondità DB.LIVE, ma tra le corsie di un ospedale, durante un che ero, con tutto il mio passato, con tutto ciò di cui mi dei temi che trattiamo e delle avventure normale controllo di routine, mi chiesero: «ti andrebbe ero sempre dovuta vergognare. che, tutti insieme, viviamo. I suoi rami di scrivere su un giornale?» e tutto è iniziato come un Il Bullone mi ha fatto crescere più di ogni altra cosa nel- sussurrano narrazioni di incontri, emo- gioco. Sono entrata in redazione impaurita e confusa. la mia vita. Mi ha fatto riscoprire me stessa e mi ha dato zioni e storie. È un’esperienza in continuo Ma ho scritto il mio primo articolo sul primo numero una fantastica opportunità. Nel momento in cui pensavo movimento che cresce, rallenta, si ferma, del Bullone e la mia vita è cambiata. di non valere niente, B.LIVE mi ha fatto passare da be- riparte. E porta ognuno di noi a pensare, Ricordo con esattezza tutte le facce della prima riunio- neficiaria della fondazione a parte integrante del team. riflettere, rielaborare la propria azione, a ne, non erano molte, e una di queste riuscì a rompere Oggi mi occupo del sito web del Bullone e del suo blog, trasformarsi. In due anni abbiamo pubbli- il muro che mi ero costruita in diciotto anni, con una scrivo articoli e do una mano in redazione. cato venti numeri, siamo passati da dodici sola frase: «Ti piace la musica? Scrivi dei Beatles». Era Insieme abbiamo conosciuto tantissime persone che a trentadue pagine; oltre duecento persone, Giancarlo Perego, capocronista del Corriere della Sera ogni giorno ci fanno dono della loro esperienza, siamo tra ragazzi e volontari hanno scritto; più ora in pensione, una delle molte persone del Bullone partiti da zero e ora stiamo imparando che cosa vuol di venti illustratori ci hanno donato la loro che mai nella vita finirò di ringraziare. dire avere un ruolo in un progetto; abbiamo sentito sto- matita. Abbiamo percorso strade che ci Sono cambiate tante cose in questi due anni: sono rie che ci hanno fatto riflettere e scrivere nero su bianco hanno portato su e giù attraverso la vita: cambiata io ed è cambiato il giornale. Mi piace pensare la sofferenza che abbiamo visto e le gioie che, nonostan- dai tribunali alle carceri a interrogarci che siamo cresciuti insieme; eravamo piccoli, nascosti, te tutto, quest’ultima ci ha portato. sul senso delle cose, sul bene comune, su Per me il Bullone non è solo un giornale: è un mondo di giustizia e libertà; dall’intervista a Filippo cui ci sentiamo parte integrante: siamo cresciuti insieme. Grandi agli incontri con i migranti nei È stato il nostro diario collettivo. centri di accoglienza. Siamo entrati nelle Non è solo il giornale della «belle notizie» perché malattie visibili e invisibili, siamo passati ❞ raccontiamo anche storie che di bello hanno poco, ma attraverso le cicatrici che tutti ci portiamo, Nella prima riunione è sicuramente il «giornale di tutti», di tutti quelli che attraverso i tabù e gli stigmi. Abbiamo ra- sentono di avere qualcosa da urlare, sia che si tratti di gionato insieme, per trovare le parole giuste di redazione ho rotto quanto è bella la vita, sia di quanto questa a volte faccia per raccontarle agli altri, e agli altri tendere schifo. la mano dicendo: «Non aver paura». il muro del silenzio. Ho creduto nel Bullone e nel progetto B.LIVE fin dalla Siamo entrati in alcune tra le più impor- prima riga che ho iniziato a scrivere per quel terribile Ho superato i miei articolo di due anni fa sui Beatles, e non smetterò mai di limiti crederci. ❞Un’esperienza del fare, VOLONTARIA B.LIVE un movimento che cresce, I B.Livers mi hanno stregata rallenta, riparte tanti aziende italiane, abbiamo incontrato Il Bullone ci fa crescere insieme e ospitato uomini e donne illuminati: imprenditori, scienziati, medici, economi- di Chiara Malinverno sti, professori, giornalisti, attori, musicisti, sportivi. Abbiamo parlato di sostenibilità, di giovani, di arte e cultura, di sociale...e di ue anni fa non avrei mai immaginato di fino ad arrivare un pomeriggio in uno spazio in via dei tanto altro. Ma Il Bullone è solo un mezzo. essere qui oggi a scrivere per Il Bullone, ero Pellegrini 1, uno di quei cortili nascosti che Milano re- Chi davvero fa la differenza sono le perso- convinta che il mio rapporto con B.LIVE gala. Oltre a me c’erano una decina di ragazzi, qualche ne che intorno a questo simbolo si unisco- non sarebbe durato più di qualche settimana, adulto e dei volontari, ma soprattutto Filippo Grandi, no, crescono, si mettono in discussione. Dgiusto il tempo per raccogliere informazioni e scrivere l’uomo che di lì a poco sarebbe diventato Alto Commis- Sono i ragazzi di B.LIVE che ogni giorno un buon articolo per il giornale del mio liceo. Nulla sario dell’ONU per i Rifugiati e che qualche settimana affrontano la vita e la guardano dritto negli di più, anzi. Due anni fa tutto questo mi sembrava già fa era tra i favoriti per il premio Nobel per la Pace 2017. occhi; sono tutti i volontari che stanno al troppo. Avevo paura che le storie di quei ragazzi malati Ecco, se dovessi indicare il momento in cui divenni B.Li- loro fianco e con loro cambiano direzione, mi avrebbero sconvolto e per questo mi sembrava già ver, sceglierei quel pomeriggio. Ero davanti a una delle cambiano sguardo e aprono il cuore; sono abbastanza coraggioso incontrarli per poco. Il mio personalità più influenti del mondo e nonostante tutto i loro genitori che ci fanno capire dove rapporto con B.LIVE iniziò dunque più per senso del mi sentivo a mio agio. E questo accadeva non per la stiamo andando; sono le persone che in- dovere che per voglia personale. Con il tempo però, gentilezza e la semplicità di Filippo, che pure mi meravi- contriamo, che capiscono che qui possono questo diventò più simile a una curiosità e quei ragazzi gliarono, ma per lo spirito carismatico dei B.Livers che mostrarsi per davvero; sono le persone che da malati iniziarono a diventare per me solo degli amici. mi circondavano. Le domande che rivolgevano erano portano il Bullone con sé, lo leggono, lo Mi sono chiesta molte volte come sia stato possibile que- autentiche, non corrotte da formalismi o convenzioni. regalano, lo rispettano. Il mio augurio per sto cambiamento e oggi so come rispondere. Ad avermi I B.Livers volevano cogliere dalle parole di Filippo solo oggi è che ciascuno di loro possa trarre un stregato nel novembre 2015 erano stati la forza e l’en- il bello della sua vita e del suo lavoro. Era la prima vivo senso di soddisfazione e orgoglio per tusiasmo di questi ragazzi che avevano deciso di essere, volta che partecipavo a un’intervista così vera e l’idea questo cammino condiviso, seppur non credere e vivere in un mondo migliore. Tutto questo mi che avrei potuto condividere altri incontri simili mi scevro da imperfezioni e mancanze. Il mio affascinava, così iniziai a partecipare a qualche incontro rendeva felice. Mi piaceva pensare di poter far parte di augurio per il domani è che con pazienza un gruppo così positivo e con il quale potevo inseguire e tenacia si possa continuare su questa la mia passione, il giornalismo. Fu così che da ragazza strada, sempre più aperta agli altri, come che doveva scrivere un articolo sui B.Livers, divenni una diceva Adriano Olivetti nel suo Discorso ❞ delle B.Livers che scrive per Il Bullone e ad oggi posso per il Natale del 1955 «rifiutando la tenta- dire che questa è stata una delle opportunità più belle zione di risolvere da soli e nell’immediato Che bello, che mi siano capitate. Ne ho conferma tutte le volte un pensiero, per meditare, invece, sulle cose che parlo di B.LIVE e distribuisco gli ultimi numeri del che operano i cambiamenti, che perfezio- da volontaria sono Bullone: i racconti dei B.Livers rendono le persone felici nano e ingrandiscono la nostra azione, ed entusiaste. Non so bene perché questo accada, ma che portano innanzi dei metodi risolutivi. passata ad essere sicuramente so che fra le cause vi sono la nostra forza e Perché la luce della verità risplende soltanto la nostra bellezza, le stesse che oggi mi fanno dire grazie negli atti, non nelle parole». Insieme, verso amica dei ragazzi a B.LIVE per avermi stregato due anni fa, cambiando il un mondo migliore. L’illustrazione è di Marco Gillo malati mio sguardo sul mondo. Buon Compleanno Bullone! 18 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 19 L’EVENTO Grande successo della festa allo showroom di DePadova-Boffi in via Santa Cecilia. Tutti con il cilindro della solidarietà bianco, rosso e nero

Non solo abbracci, brindisi e allegria, ma Speakers’ 2 3 Corner su informazione, medicina, cultura, ambiente e innovazione

1 4 Una sera da B.Liver, e arrivano in 400

Alcune immagini della serata di Davide Papagni e Marco Bianchi 1. I ragazzi di B.LIVE si presentano e introducono la serata 2. Il direttore del Bullone Giancarlo Perego con sua moglie Mariangela 3. Il direttore di Monza Stampa Andrea Pisano con Sofia Segre Reinach 4. Le Fornelle al completo 5. Bill Niada e Roberto Gavazzi 6. Marinella Levi con 13 14 Giuditta Ravalli e Valerio Fausti del +Lab con i B.Livers Carolina, 5 Denise e Giuseppe 7. Riccardo Schiavi, Denise Corbetta, Giovanni Panzeri, Eleonora Bianchi, Alice Paggi e Sarah Kamsu 8. Da sinistra Nicola Saldutti, 8 Roberto Pesenti, Francesco Battistini e GianGiacomo Schiavi 9. Milena Albertoni 10. Marco Gillo, Cinzia Farina e Sarah Kamsu 11. Carlotta Fontana, Bill Niada, Pietro Greppi e Saverio 12 15 16 Amman 12. Il giornalista Roberto Pesenti con i B.Livers DENTRO LA FESTA 13. La dottoressa Alexia Bertuzzi 14. Il dottor Momcilo Jankovic con Giulia 6 9 10 Venosta 11 15. Il dottor Ettore Corradi Io e i B.Livers, che emozione 16. Il dottor Andrea Gori l 26 novembre abbiamo festeggiato il Na- stati al catering, al guardaroba, all’ingresso e zoli, il Gruppo Fontana, la Rivista della Na- di Marta Marini, amica B.LIVE che fuori faccia freddo. giornalisti o i grandi medici - persone che fanno della loro serietà un tale insieme a più di 400 persone, in una al tavolo dei nostri prodotti. tura e Vibram, che durante la serata hanno È la mia prima volta con i ragazzi del Bullone, conoscevo già la loro biglietto da visita - si mettono un cilindro rosso in testa, con gioia per- serata piena di emozioni e divertimento Vivere da B.Liver vuol dire collaborare con raccontato e mostrato con affetto i progetti na domenica sera di quelle che vuoi rimanere a casa storia, e l’entusiasmo nei loro confronti mi aveva fatto capire che ave- ché glielo hanno chiesto questi ragazzi, non pensando minimamente intitolata: «Vivi una serata da B.Liver». aziende e persone che ci fanno crescere ed che portiamo avanti insieme. aspettando l’incombente lunedì mattina che non hai vano quel qualcosa in più che bisogna conoscere. Beh, non si capisce di sembrare ridicoli. IVivere da B.Liver vuol dire incontrare persone emozionare ogni giorno, come il +Lab, Fraiz- Vivere da B.Liver vuol dire condividere il cam- voglia di affrontare. Inizia il freddo di fine novembre che quanto fino a che non ci sei in mezzo. E capisci fin da subito che non c’entra niente lo spirito del Natale. meravigliose che uniscono cuore e pensiero. mino con medici illuminati come Alexia ti fa pensare ancor di più che a casa si sta bene e poi Ni- E quella sera sono stata in mezzo a loro e sono stata colpita da un Vado in giro per la sala e guardo: i ragazzi sono i protagonisti, hanno Come Roberto Gavazzi e le sue collaboratrici Bertuzzi, Ettore Corradi, Andrea Gori, Ucola e il Bullone… e la sua insistenza sull’andare alla loro serata… aspetto, soprattutto, che per me è devastante: è la voglia di vivere, fame e non solo di cibo (che per altro è buonissimo), ma hanno voglia che ci hanno accolto con entusiasmo e pa- Momcilo Jankovic e con giornalisti impor- (Nicola non insiste mai per uscire, soprattutto la domenica sera). la gioia di vivere. È quella cosa che ha contagiato tutti quelli che di conoscere, travolgono di domande gli ospiti col cilindro rosso e zienza nel bellissimo showroom di De Pado- tanti, come Francesco Battistini, Rober- Allora si va, ci si imbacucca per bene e si esce. mi sono attorno, sono le lacrime della professoressa del politecnico ascoltano. va; Le Fornelle, gruppo di cuoche eccezionali to Pesenti, Nicola Saldutti, Giangiacomo L’evento si svolge presso il nuovo showroom di De Padova: questa è quando guarda i ragazzi da lontano; è la normalità con cui i grandi Mi sposto dai ragazzi del politecnico che descrivono il loro lavoro, che si sono prese cura del catering e ci hanno Schiavi e il nostro direttore, Giancarlo Pe- una garanzia che andremo in un posto bello. Seguiamo waze che ci ascolto le loro storie e mi sento piccola, ma per una sera voglio essere sfamato; Borgoluce che come sempre ci ha rego, che, sorridenti, hanno condotto con indica la strada, perché pur essendo a Milano da tanti anni, nessuno egoista e rubare quella voglia di vivere, tenermela stretta e portarme- offerto salami, mozzarelle e prosecco; Poretti Vivere da B.Liver vuol dire curiosità e sapienza i salotti tematici. sa dove si trovi via Santa Cecilia, che poi è proprio dietro a San Questi ragazzi che hanno la a casa. con la sua immancabile birra e Peck con ge- Vivere da B.Liver vuol dire provare, tutti insie- Babila. Entriamo e subito siamo catapultati in un luogo bellissimo, e Rientro leggera e felice di essere uscita in quella fredda domenica lato e panettoni. provare, tutti insieme, me, a costruire un mondo migliore. questa è la premessa di quella che sarà la serata. voglia di conoscere, sera. Grazie ragazzi. Come Milena, Flavia, Manni, Jessy e Cinzia, A tutte le persone che ci aiutano e ci sosten- Saliamo le scale e ci si apre alla vista una sala piena di gente P.S. Pochi giorni fa è uscita una nuova canzone di Lorenzo Jovanotti che da anni sono al nostro fianco in ogni peri- a costruire un mondo gono, un immenso «GRAZIE». sorridente e felice, perché infatti questa è la prima cosa che si nota: ti travolgono di domande che si chiama Oh Vita: il ritornello mi fa venire in mente i ragazzi del pezia, che hanno impacchettato e organizza- l’allegria, la gioia di essere lì, la voglia di stare insieme. Bullone… «come posso io non celebrarti Vita» e mi viene spontaneo, 7 to la serata; come i giovani volontari che sono migliore. Un grazie a tutti I B.Livers La sensazione è che a loro non pesi il fatto che sia domenica sera e e sono capaci di ascoltare pensando a loro, di scrivere Vita con la V maiuscola. 20 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 21 L’INCONTRO L’autore radiofonico Matteo Caccia nella redazione del Bullone L’INTERVISTA IMPOSSIBILE «Raccontando storie in radio «Io, oggi, che cosa canterei... si scopre l’umanità di un Paese» La canzone del precario o una specie di Divina Commedia»

non è sufficiente, non basta». dimenticare o accantonare quello che mi è accaduto, tutt’al- Ho avuto il piacere e il privilegio tro, è parte del mio vissuto. Ma non volevo che la vicenda di intervistare Francesco Cevasco, diventasse oggetto di strumentalizzazione». illustre firma del Corriere della Sera. Il Hai sempre usato la canzone non solo tema è stato Fabrizio De André. Perché per emozionare ma anche per far riflet- il famoso giornalista l’ha conosciuto, è Come l’hai vissuta? tere il pubblico su temi importanti e «Il rapimento è stato un episodio che mi ha segnato profon- un suo profondo ammiratore e conserva delicati, sempre al fianco di coloro che il ricordo indelebile dell’incontro avuto damente, ma ho cercato di uscirne mettendomi nella mente con il grande cantautore. «non hanno voce». Oltre alla musica, dei rapitori, nella loro umana condizione, provando a capire Ora però azzardo un’intervista quali sono le tue passioni? la reale motivazione che li ha spinti a farlo e li ho, nel senso impossibile e, come per gioco, voi lettori «Amo soggiornare per lunghi periodi in Sardegna - un cristiano del termine, perdonati». Tre immagini di Matteo Caccia mentre parla ai B.Livers nella redazione del Bullone (Foto: Davide Papagni) del Bullone immaginate Francesco mondo di pace - a contatto con la natura, dove sogno di Cevasco come se fosse De André, acquietare le fatiche di vivere, lontano dalla febbrile vita Dori Ghezzi come ha influito sulla tua di Luca Malaspina, ragazzo B.LIVE nel suo totale rispetto. urbana. Ed è stato proprio nella mia amata Sardegna che Quale potrebbe essere una radio del ho vissuto l’episodio del rapimento». produzione? LE TRE PAROLE «Dori è fondamentale, rappresenta per me anche un ele- ontinuando il percorso futuro, nell’era dei social media? mento di equilibrio. È difficile vivermi accanto, sono pieno verso un mondo mi- «Attualmente la radio si salva grazie agli Fabrizio De André Come vi siete conosciuti Cevasco-De Ne hai mai parlato? di difetti. Sono perennemente tormentato da un’enorme gliore, io e tutta la re- Noi di B.LIVE abbiamo 3 parole che ci rappresentano: «Essere, Cre- scere, nella parte più ancestrale del nostro cervello, quel gusto, quelle ascolti in automobile, che superano il 75% (genova, 18 febbraio dazione del Bullone ci dere e Vivere». Abbiamo chiesto a Matteo Caccia quali sono le sue. emozioni, quell’odore nascosto che forse avevamo coperto troppo di ascolti medi. Uno sviluppo radio interes- 1940-Milano, 11 André? «Non ne ho mai parlato volentieri. Non perché voglio insoddisfazione personale che deriva dall’incazzatura nei gennaio 1999) è «La prima volta che ci siamo incontrati è stato in un bar e confronti di un sistema che proprio non sopporto. Ho sem- siamo chiesti che cosa con altri profumi. Riscoprirlo e riviverne il gusto! sante che in Italia sta prendendo piede è il considerato da gran ci siamo messi a chiacchierare, poi la nostra amicizia, an- pre avuto rapporti conflittuali con chi mi sta vicino, anche significhi davvero rac- Racconto: Matteo è molto soddisfatto del suo programma Selvatico: è la terza parola di Matteo Caccia. Ci fa l’esem- podcast, che nel nostro Paese è ancora cono- parte della critica uno che con Dori (Ghezzi), si è approfondita tramite Nazareno con i miei amici. Con Dori è un legame profondo, che si è contare ed esprimere radiofonico, raccontando le storie delle persone sa di tenere compa- pio del suo cane definito da lui «da divano». «Quando lo porto in sciuto come la registrazione del programma dei più grandi cantautori Stella, amico comune e agente di Dori». cementato anche grazie e nonostante il sequestro, un evento una storia. Abbiamo gnia, di far sorridere, sognare o riflettere chi viaggia da solo o con campagna noto qualcosa di stupefacente: scopro una sua parte che radiofonico, che l’ascoltatore può risentire italiani, è conosciuto che avrebbe potuto separarci invece, soprattutto per merito trovato risposta nell’incontro con Matteo qualcuno. Ognuno di noi ha degli episodi che ci hanno segnato la non conoscevo prima, quella selvatica che ha a che fare con il lupo». in qualunque ora della giornata. Nel mon- anche con l’appellativo Caccia, attore e conduttore radiofonico che vita, decidere di raccontarli può aiutare gli altri a capire, può dare Matteo si domanda spesso se ognuno di noi ha dentro o no una parte do, soprattutto negli Stati Uniti, il podcast Prova a fare un tuo autoritratto… suo, siamo stati capaci di superare quella terribile esperien- di Faber. za». Cinizia la sua carriera autorale a RAI Radio loro quel consiglio che forse stavano aspettando proprio in quel di selvatico o selvaggio. Se quella reminiscenza è stata «addomestica- è un file audio, che può essere prodotto da In quarant’anni di «Anche se provengo da una famiglia alto-borghese 2 con «Amnesia» diario di un uomo che in- momento. Viene fuori una parte personale più integrale, che fa bene ta» o tenuta in gabbia, per poter vivere in questa società. Lui si sente chiunque, in qualsiasi luogo e che viene attività artistica De di Genova (mio padre era stato top manager del- contra e scopre il mondo per la prima volta anche a noi stessi: imparare ad ascoltare quello che diciamo! «Sono un po’ selvatico, questo temine ha a che fare con la solitudine, con messo direttamente online, senza passare da André ha inciso tredici la Eridania e mio fratello un avvocato) mi sono E oggi, Cevasco-De André cosa vorresti dopo aver perso la memoria, passando per sempre stato attratto dalle storie personali, strada facendo ho capito l’individualità. Imparare a stare un po’ da soli, a «frequentare» noi un’emittente. Questo è già un concetto futu- album in studio, sempre interessato agli ultimi, ai diseredati, comporre e cantare? «Vendo Tutto», un programma di auto-nar- tante cose sull’essere umano». Sottolinea che a livello emotivo quan- stessi e a starci bene. Vivere in mezzo a tante persone, dover inte- ribile di radiofonia in cui il contenuto audio più alcune canzoni perché ho voluto guardare fuori dalla “culla pubblicate come singoli. «La figura del precario è uno dei temi che mi stanno a cuo- razione su Radio 24, in cui ogni giorno si do va in onda, cerca di raccontare la storia in modo chiaro, pulito, ragire con tutti, ma ogni tanto cercare di riscoprire un po’ la nostra è più importante del momento in cui viene dorata” in cui sono nato. Ho sempre seguito re. Sostanzialmente il panorama che denunciavo quando narra la storia di un oggetto della sua vita senza far trapelare le proprie emozioni, che «scarta» poi a casa nei genuina solitudine, quel senso di simbiosi con la natura che alcuni trasmesso». una vena anarchica, però dolce, non violenta, ho cominciato è rimasto invariato. Anni fa mi sono messo a che alla fine della puntata viene messo in momenti di sana solitudine. oggi hanno smarrito. che mi ha portato a schierarmi dalla parte di chi lavorare a una vera e propria opera, una specie di “Divina vendita su E-Bay. Oggi conduce «Pascal», Gusto: capire davvero che cosa ci piace, che cos’è quel pezzo di Ti sei mai fatto una «mappa menta- non ha avuto la mia fortuna». Commedia” musicale, non come argomento, ma come po- su Radio 2, raccogliendo e raccontando sto- nostro mondo così complicato che ci sentiamo più vicino. Ricono- di Cinzia Farina, volontaria B.LIVE le» di tutte queste storie? tenza d’impianto. Una serie di canzoni che affrontano tanti rie di vita. «Mi ero dato come obiettivo di mappare Le tue canzoni sono delle vere e temi che poi si incrociano e si sviluppano all’interno di uno chi siamo e dove andiamo. Non ci sono ri- tre malinconiche...tante storie di grandi pas- grande, le persone si fermano. Noi non sia- pazienza. La cosa importante, per cui ci vuo- proprie «opere» messe in musica, stesso “contenitore”». Da dove è nata l’idea di raccontare uscito... Però mi sono reso conto che siamo storie? sioni, come la montagna, il mare etc. La ra- mo abituati a immaginare la nostra vita come le tempo, è anche capire cosa ti piace fare e tenuti insieme tutti dalle stesse cose, nono- con grande attenzione verso i poveri Un’ultima domanda: noi conclu- «Mi sono ispirato guardando un documen- dio è un mezzo caldo, trasmette emozioni. Ha un insieme di storie, siamo abituati a viverla come ti piace farlo». stante siamo tutti diversi. Ed è il motivo per una temperatura emotiva data dalla voce che giorno dopo giorno, e spesso non ci rendiamo e gli emarginati e di aperta denun- diamo sempre le nostre interviste tario, Unknown white male di Rupert Murray, cui funziona raccontare delle storie, perché cia verso un sistema che non funziona. che racconta la storia di un signore ingle- racconta, con le sue sfumature e vibrazioni. conto che ci sono episodi, separati nel tempo Cosa sognavi da piccolo? anche se è una storia straordinaria che non con tre parole personali (come Il mio obiettivo è quello di accompagnare il e nello spazio, che messi insieme danno un Però, Cevasco-De André, che cosa temi se che perde la memoria e descrive tutti gli «Di sicuro non di far radio di narrazione, abbiamo mai vissuto, la riconosciamo e in gruppo B.LIVE, le nostre sono es- accadimenti della sua vita a un amico che radioascoltatore e accompagnarlo dall’inizio senso alla nostra vita». perché nella mia famiglia si ascoltava solo qualche modo riverbera in ognuno di noi». davvero della società? sere, credere, vivere). Quali sono lo aiuta a ricordare. Grazie a questo film, è alla fine, io faccio radio di intrattenimento». la cosiddetta radio commerciale... conosco a «Direi che temo la mia personale inadeguatezza a cambia- nata l’idea di Amensia, e poi di fare un pro- Come sei entrato in Radio? memoria tutte le canzoni degli anni ’80! Ho Un consiglio per un’eventuale chia- Alice Nebbia, re le cose. Credo di aver capito che cosa non funziona nella per Cevasco-De André? Quali caratteristiche deve avere una «Non per caso. Prima facevo l’attore, ho stu- scoperto che esisteva una radio diversa solo «Direi… ultimo, perché una delle mie urgenze gramma con le storie delle persone. Non è mata in radio o TV? nata a Casale società, quali sono i mali e le storture cui si va incontro e, storia? diato all’Accademia dei Filodrammatici. Poi a 25 anni. Durante il liceo, mi ero iscritto a è sempre stata poter dar voce a chi non ne ha; stato facile all’inizio, convincere l’editore ad «Bisogna fidarsi tantissimo della persona Monferrato il 14 agosto nel contempo, dove si deve intervenire per cambiarle. Così «Beh, per prima cosa deve avere un inizio, per un anno ho fatto servizio civile in una co- un corso di teatro, per due motivi: perché mi 1989. ostinato; contrario, perché mi considero dall’altra aprirsi e raccogliere episodi interessanti. Se che hai davanti. Purtroppo, ammetto che la mi sono sentito in dovere, attraverso la canzone e la poesia, uno sviluppo e una fine. In mezzo, c’è un av- operativa di lavoro con ragazzi disabili, c’era ispirava e perché c’era una ragazza che mi Laureata in Lingue e parte dell’establishment, la versione non politiciz- vuoi ricevere storie, devi esporti, raccon- televisione strumentalizza e spettacolarizza di dar voce a tutto questo, ma a livello personale sento che tare un pezzo della tua. Questo avvicina e venimento che stravolge. Un autore america- sempre la radio accesa. Lì mi sono accorto piaceva, lo seguii principalmente per diver- tantissimo, e quindi potrebbe falsare un po’ Letterature straniere, zata dell’anarchico». lavora come insegnante stimola i racconti, in un circolo virtuoso. Il no ha detto che tutte le storie si basano sulla che mi piaceva la radio parlata. Andai da un tirmi. Poi la mia insegnante mi ha aiutato a il significato delle vostre storie. A differenza in una scuola media. primo mese ne abbiamo raccolte 100, alla struttura del mito greco: un viaggio compiuto amico che lavorava a Radio Popolare, e lì ho superare il provino dell’Accademia dei Filo- della TV, la radio permette il racconto delle Alice è una B.Liver. prima riunione di redazione ero disperato. da un eroe, il protagonista, che parte da un iniziato a fare le prime dirette come inviato drammatici. Avevo 19 anni, ero molto giova- vostre storie perché trasmette emozioni e le Nel settembre 2002 le Solo 5 erano buone. Le altre non erano sto- punto A e arriva a un punto B; passando da esterno, per poi passare a Caterpillar. Però ne rispetto agli altri, facevo anche l’università difende, cioè non modifica assolutamente è stato diagnosticato un rie, erano riflessioni sulla vita, commenti sul un mondo che non conosce, dove tutto acca- fu nel 2008, quando vidi quel documentario, e portare avanti entrambi era difficile. Sospesi niente riguardo il contenuto o anche il pic- Linfoma di Burkitt. mondo. Interessanti, sì, ma per quello che de. Alla fine del viaggio è una persona cam- che capii che volevo diventare un autore, e le lezioni per due anni e iniziai a lavorare con colo particolare. Bisogna farsi garantire un Dopo il suo percorso di biata. Non aver paura di mostrare la propria fare quello che più mi piace: lavorare sui con- un giovane gruppo teatrale. Nel tempo però, cura è guarita volevamo fare non andavano bene. Però, intervento, anche di 5 minuti, per descrivere come dice il mio maestro Sergio Fiorentini, vulnerabilità, questo immediatamente avvi- tenuti. Come in tutti i lavori creativi, ti devi ho capito che non era il mio lavoro ideale la situazione e poi iniziare a raccontare la “il tuo ascoltatore lo formi in base a come cina le persone. Un esempio significativo è mettere il cuore in pace per i primi due/tre perché mi rendevo conto che gli altri erano vostra storia. Perciò, dovete provare e anda- tu parli “. Le storie hanno iniziato così ad la storia di una persona che scopre di avere anni, ti rendi conto che sei un principiante più bravi di me e che io ero interessato più re a raccontare la vostra storia in TV o in arrivare e si sono autoalimentate. Sono tutte una malattia, questo cambia completamen- e che devi imparare. Bisogna avere passione all’aspetto della comunicazione che a quello Radio!» molto diverse tra loro, alcune divertenti, al- te la sua vita. Quando succede una cosa così e dedizione per quello che fai e, soprattutto, dell’interpretazione e dell’arte».

RIMINI ARCORE

Francesco Cevasco genovese di nascita e milanese d’adozione. Temo la mia Ha cominciato a fare il ❞ giornalista al Secolo per inadeguatezza poi passare al Corriere d’Informazione a Milano. a cambiare le cose. Ritornato a Genova come vice direttore Credo di aver capito de Il Lavoro per alcuni mesi, per riprendere la che cosa non funziona via di Milano ad Amica come vice direttore. Poi all’Europeo come nella società, quali condirettore e infine al Corriere della Sera dove sono i mali cui per anni Cevasco è stato caporedattore della Fabrizio De Andrè si va incontro e, Cultura. interpretato da Meeting di Incitement, scambi no profit Amicizia e malattia: così nasce il Bullone a teatro Max Ramezzana. nel contempo, dove In alto il logo della Le due B.Livers Ada Baldovin e Denise Corbetta nel corner della Fondazione Near all’interno dello spazio esposi- I B.Livers sul palcoscenico del teatro di Arcore raccontano le loro storie di malattia, amicizia e lavoro. Più di rubrica disegnato da si deve intervenire tivo Ecoarea di Rimini durante il meeting di Incitement, un movimento di imprenditoria sociale che ha l’obbiettivo duecentocinquanta gli spettatori che hanno assistito alla singolare rappresentazione teatrale della nascita del loro Emanuele Lamedica di supportare nuovi progetti d’impresa per diffondere l’innovazione sociale, e formare una nuova generazione di giornale. La serata è stata organizzata da: Comune di Arcore, Lo Sciame Onlus, Rotaract Brianza Nord, Biblioteca per cambiarli imprenditori sociali. Due giorni di dibattiti, confronti e scambi di opinioni. Scuola Stoppani, Grumig (Gruppo Missionario Giovani), gli Alpini di Acore e Matteo Colombo. 22 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 23 OPINIONI E COMMENTI DENTRO LA COSTITUZIONE Il viaggio del Bullone dentro la Carta più importante del nostro Paese PENSIERI SCONNESSI PRIMA I BAMBINI

numeri. Votare è un dovere civico ALLA RICERCA Al Forum erano presenti tanti ragazzi, tra IL CUORE DI UN PAESE cui gli studenti di una scuola di Barcellona Pozzo di Gotto (in Sicilia), che ha vinto un concorso presentando in Senato un progetto DELLA PARTE CHIEDIAMO PIÙ TUTELE per sensibilizzare le istituzioni alla tutela dei ARTICOLO Sì, perché solo cosi minori. Vengono selezionate famiglie con i requisiti adatti per dare ospitalità, al fine di MIGLIORE DI NOI ridurre il più possibile il tempo trascorso nei PER I MINORI MIGRANTI centri di accoglienza. È basilare che le fami- glie ospitanti siano informate sugli specifici sei un cittadino, una persona usi e costumi, a seconda della nazionalità. di Bill Niada di Emanuela Niada a canali regolari e bisognerebbe facilitare la Per esempio, i musulmani pregano 5 volte volontaria B.LIVE riunificazione con i famigliari già stabilitisi in al giorno, osservano il digiuno in determi- di Daniela Monti, volontaria B.LIVE una di quelle cose che fa diventare uomini e gnuno di noi è fatto da una parte buona e una «catti- altri Paesi. nati periodi e hanno abitudini alimentari 48 donne. Tutti gli altri «riti di passaggio» sono va», competitiva, aggressiva. Palazzo Marino, a Milano la Ong Bisogna partire dalla loro voce per capire le differenti dalle nostre. «Ci vuole tempo per l voto è personale stati spazzati via – la naja, che ora è facol- La nostra società, con il lavoro che facciamo, il deside- «Save the Children» ha organizza- vere necessità. Proteggere i bambini è più accettarsi», afferma un ragazzo di 17 anni ed eguale, libero Sono elettori tutti i citta- fine è istituita una- cir tativa; la patente, che ai giovani sembra non rio di emergere, i desideri da esaudire, il denaro mai to un forum di due giorni sui mi- importante che proteggere i confini. È neces- del Gambia. e segreto. Il suo interessare neanche più – ma il voto resta. E Obastante, le relazioni spesso competitive, ci porta a sviluppare la granti, riguardante in particolare i sario investire nella formazione di insegnanti, Nel confronto tra gli studenti è emerso che esercizio è dove- dini, uomini e donne, che coscrizione Estero per il voto non è un gioco, né una faccenda per parte peggiore. Aminori non accompagnati. Alcuni europarla- psicologi, infermieri. Il magistrato Caterina i giovani si fidano dei coetanei e, quando re civico», si legge bambini, ma è l’arma più potente in mano Sembra che si debba a tutti i costi lottare continuamente, aggredire mentari intervenuti - esperti in materia - han- Chinnici, Presidente alle Politiche Parlamen- vengono messi da parte i pregiudizi, può av- nell’articolo 48 hanno raggiunto la mag- l’elezione delle Camere, ai cittadini, quella che consente di far senti- per non essere aggrediti, «vincere» per non essere sopraffatti. no ammesso che gli Stati membri finora han- tari Europee, spiega che al Parlamento Euro- venire il dialogo per una vera integrazione. della Costituzione re il peso delle proprie decisioni. Una vita d’inferno che ci porta allo sfinimento e spesso alla malat- no fatto sforzi molto scarsi, mentre c’è una peo ha creato un intergruppo per inserire i L’europarlamentare Lionello Gabrici ha italiana. giore età [cfr. artt. 56 , 58 alla quale sono assegna- Forse allora possiamo dire così: votare, ol- tia nervosa o fisica. grande sfida da cogliere, a livello legislativo, diritti dei minori in tutti gli ambiti. illustrato le tante contraddizioni che si ve- Dovere civico: che strane parole. Che cos’è tre ad essere un dovere civico, è anche un Ma c’è anche un altro modo di vivere e di fare. a cui tutti i governi devono aderire per la tu- Conferma che in Italia sia le autorità locali rificano. I giovani non comprendono quale un dovere civico? Qualcosa che si deve fare , 71 c. 2 , 75 cc. 1, 3 , 138 c. ti seggi nel numero sta- dovere utile. Per il Paese in cui viviamo, ma Si può fare la conoscenza della parte migliore dell’essere umano tela dei diritti più elementari dei giovanissimi che famiglie di cittadini, stanno facendo uno sia il loro interesse a lungo termine e sono «perché si viveI in una comunità e in quella anche per chi lo fa, perché lo impegna a quando non gli si chiede nulla, quando non lo si mette in difficoltà che fuggono dai loro Paesi in numero sempre sforzo enorme per l’accoglienza, a fronte pronti a farsi sfruttare pur di mandare a comunità si studia, si lavora, si cresce. Do- 2 , XIII c.1]. bilito da norma costitu- costruirsi un’opinione sulle cose. Chi ci ri- o ci si aspettano da lui performances o denaro, quando ci presen- crescente. Secondo l’UNHCR nel 2017 sono di un deficit di solidarietà e responsabilità casa più soldi possibile nel minor tempo. Per vere di ciascun cittadino è rispettare le leg- nuncia, chi lo butta via, è un irresponsabile tiamo con umiltà e semplicità e gli chiediamo solo di stare bene sbarcati in Italia (dati aggiornati al 30 giugno) dell’Europa. Una legge recentissima fornisce tutelarli, per esempio, è importante identifi- ge, per esempio. Chi non lo fa viene punito, Il voto è personale ed zionale e secondo criteri (che nessuno punirà, certo, ma che alla fine (ma anche di lavorare) insieme. oltre 83000 profughi (nello stesso periodo in un approccio organico e uniforme: una coo- carli con le impronte digitali. perché ogni dovere comporta una punizio- si punirà da solo, perché si condanna alla Allora si rilassa, abbandona le armi, scende dal ring, si toglie l’ar- Grecia e in Spagna sono stati rispettivamen- perazione tra istituzioni, forze di polizia ed Ma non vogliono farsi registrare per non ne per chi se ne sottrae. Però non esiste pu- eguale, libero e segreto. determinati dalla legge. superficialità, al restare ai margini delle de- matura e se noi sorridiamo, anche lui inizia a sorridere. te 9000 e 4000), di cui il 17% sono minori. I enti sanitari. Ultimamente una comunicazio- restare in Italia: vorrebbero proseguire in nizione (o meglio, non esiste più dal 1993) cisioni). Inizia a dare spontaneamente, a mettersi a disposizione, a far bambini che emigrano da soli vengono man- ne della Commissione Europea ha preso atto altri Paesi del Nord, dove spesso hanno fa- per chi non vota. Niente multa, neppure Il suo esercizio è dovere Il diritto di voto non può Quando penso al voto mi viene in mente risuonare il suo essere con il nostro. dati da famiglie volonterose a cercare un futu- che sono necessarie corsie preferenziali per la migliari. A volte aspettano anni. Mentre è una tirata d’orecchi. Niente. E allora che un’espressione che amo molto e che si sen- E insieme si costruisce qualcosa di realmente utile e disinteressato ro migliore lontano da guerra e miserie. richiesta di asilo dei minori. importante che possano accedere all’istru- dovere è il dovere civico del voto, se chi si civico. essere limitato se non te citare spesso in questo periodo di fake a favore di tutti. ono molto coraggiosi, si espongono ad al- L’Italia si distingue per umanità nel tratta- zione, imparando la lingua del Paese ospi- sottrae resta impunito? news: la cultura della verifica. Che significa Infatti spesso le cose migliori o più belle non nascono tanto da tissimi rischi e spesso rimangono vittime di mento riservato ai migranti, soprattutto ai tante e rimanendo in una rete di relazione. E poi: se metto a casaccio una croce sulla La legge stabilisce re- per incapacità civile o guardare oltre il proprio naso e le proprie obblighi progettuali o schemi lavorativi precostituiti, ma da comu- sfruttamento e abusi da parte di bande cri- bambini. Milano ha fatto molto per i rifugia- È quindi auspicabile un sistema protettivo scheda, così, tirando a indovinare, perché convinzioni, mettersi davvero in dialogo con nioni d’intenti, sentimenti, emozioni, empatie che ci «svuotano» minali. Molti Stati mettono in atto una forma ti. Nel 2016 erano 26000 i minori soli e nel di visti umanitari, di asilo e migrazione, di la politica non mi interessa e non ho voglia quisiti e modalità per per effetto di sentenza gli altri (e non restare soltanto nella nostra del nostro ego, del controllo, dell’antagonismo, dei desideri che di repressione tenendoli in prigionia nei cam- 2017 sono già 30000. È una sfida enorme e le solidarietà tra tutti gli Stati membri, con di perderci tempo, adempio formalmente comfort zone, dove ci sentiamo bravi, buoni ci ingabbiano e ci irrigidiscono in processi privi di creatività e di pi profughi, spesso in condizioni subumane, soluzioni non sono semplici. Bisogna investire frontiere comuni, con una politica estera al mio «dover civico», ma ho davvero fatto l’esercizio del diritto di penale irrevocabile o nei e giusti perché tutti la pensano come noi). sintonia relazionale. deportati e detenuti anche se già provati da risorse economiche per formare i tutori vo- europea credibile e ben concertata, con il il mio dovere civico? Peggio: se metto una Significa guardare i fatti e non farci avve- Noi siamo esseri socievoli e cerchiamo la socialità. viaggi ed esperienze terribili. lontari, che devono creare una rete europea coinvolgimento di tutti. croce sul candidato o il partito che la spara voto dei cittadini resi- casi di indegnità morale lenare dalle opinioni (degli altri) per farcela Cerchiamo i posti dove si sta bene e dove ci sono il sole e l’armo- Oltre alla separazione dalle famiglie, subisco- per attivare i diritti nei Paesi dove i piccoli Certamente per essere gestito bene, il nu- più grossa senza azionare il cervello, ma in- noi un’opinione, di prima mano. nia. no grossi traumi e si prevede che intere gene- decidono di recarsi, formando le persone che mero dei richiedenti deve essere limitato, formandomi solo con le chiacchiere da bar, denti all’estero e ne as- indicati dalla legge [cfr. La cultura della verifica ha molto a che ve- Se saremo in grado di trovarli questi posti, avremo con noi tanti razioni avranno gravi ripercussioni dal punto parlano con loro negli «hot spot». mentre attualmente è impossibile applicare ho svolto il mio dovere civico? dere con il dovere civico del voto: entrambe cuori che non vedono l’ora di battere forte per un bene comune. di vista psicologico. La Riforma di Dublino ha vietato assoluta- gli standard corretti, dato che i centri sono Insomma: votare male – nel senso di vota- sicura l’effettività. A tale artt. XII c. 2 , XIII c. 1]. costringono la testa a mettersi in moto. E Qualcosa che non sia competizione o possesso, ma solo concordia Prima di essere migranti sono innanzitutto mente la detenzione dei minori. Il percorso sovraffollati e in condizioni miserevoli. È un re con la testa dentro un sacco, vada come costringono anche a farci un’idea persona- e unione. bambini, con il diritto a esprimersi e ad acce- di inserimento nel Paese di accoglienza non problema di domanda e offerta. In Belgio vada, non me ne importa niente, tanto ru- le della vita, della società in cui viviamo, di E proprio da ciò nasceranno le opere migliori e le migliori storie dere ai servizi pubblici, sanitari, scolastici, ol- va mai interrotto. Purtroppo alcuni Stati eu- arrivano dall’aeroporto con il visto turistico. bano tutti - è aver fatto il proprio dovere quello che sarebbe giusto fare e delle strade, d’amore e d’amicizia. Per costruire un mondo migliore dove si tre a quello di avere un alloggio. Dovrebbero ropei hanno ribadito muri fisici e psicologici. Chi arriva illegalmente va rispedito indietro. civico? invece, da abbandonare. possa star bene e avere a che fare con la parte migliore di noi. essere messi in custodia protettiva, accedere Si tratta di esseri umani, non di statistiche e Il Marocco, per accelerare il proprio svi- Credo proprio di no. Il voto, in fondo, è Personale, lo stesso aggettivo usato dalla luppo socio-economico, ha avanzato un Costituzione. Perché l’esercizio del voto, in IL PUNTO DI VISTA di Doriano Solinas pacchetto di richieste come l’accordo sulla fondo, è questo che fa diventare: persone. Bill, uno che non è sui social, pesca, l’esportazione di pomodori e l’«open non ha la televisione, non sky agreement» (cielo unico per le compa- legge i giornali, ma che si sente ancora in mezzo agli uomini e al mondo. gnie aeree) per poter regolamentare il flusso dei migranti. In questo modo ha chiesto di poter essere trattato da partner economico alla pari: «More for more». L’INTERVENTO Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri, ha dovuto gestire una situazione difficile, ma l’ha gio- cata bene. Deve convincere gli Stati membri con dei pacchetti di proposte commerciali, Il regalo della Polizia facendo un’analisi esatta Paese per Paese per capirne le necessità. L’Europa deve im- parare a trattare al suo stesso livello quegli garantire un Natale Stati che per ora esportano solo povertà e migranti, ma che cercano nuove opportu- sicuro ai cittadini nità di sviluppo. Bisogna creare partnership per essere credibili e uniti e per poter porre fine a questi esodi disorganizzati che metto- di Maria Josè Falcicchia, no in crisi equilibri divenuti fragili. Dirigente dell’Ufficio Prevenzione Questura Milano l Natale accende di luci le città INCONTRO CON I MIGRANTI e illumina i cuori di rinnovata speranza. In questo clima la ricerca dei doni è il modo che tutti ci siamo morirà nel viaggio. Sa che sta abbando- Idati per manifestare l’amore per i nostri nando la sua casa e che non la rivedrà cari: bambini, nonni, adulti, animali. Guerre, violenze, soprusi mai più. Noi donne e uomini della Polizia, a Eppure partono. modo nostro, da settimane lavoriamo per Partono perché non esistono alternative. Cavatorta è di Stefania L’illustrazione fare anche noi i nostri regali ai cittadini Eppure partono, ecco perché... Per sperare in un futuro migliore. Per di Milano e dell’Italia intera. Sono regali sopravvivere. Maria Josè Falcicchia, speciali, non in vendita, senza prezzo e E noi pensiamo di risolvere il problema Dirigente dell’Ufficio destinati a tutti, per questo più preziosi e di Riccardo Schiavi Come se potessimo far finta che il problema fermando le barche e lasciando le perso- Prevenzione Questura di indispensabili perché Natale sia solo un non esistesse, e che, se le navi non fossero Milano volontario B.LIVE ne nei campi in Libia? giorno di festa e nient’altro. partite, non ci sarebbero state vittime. Già, forse più che citare Ridley Scott L’inno alla libertà (di votare) di un ragazzo B.LIVE Il nostro regalo è un lavoro che inizia Come se non vedere le piccole salme in fila o ne ho viste cose che voi umani si potrebbe citare Primo Levi, quando all’alba e non termina mai, che permette a tutti di girare sicuri per al telegiornale, potesse farci star meglio. non potreste immaginarvi…». ci chiede: «considerate se questo è un le strade, le piazze, le metropolitane, le stazioni, gli aeroporti, ogni Se non vediamo ci sentiamo meno colpevoli. «Ragazzi forza, poi non possiamo lamentarci se le cose vanno male. L’astensione non aiuta» Forse una delle frasi più famose uomo». luogo dove si affollano persone e su cui noi vigiliamo in silenzio. Anzi, ci sentiamo meglio: è grazie allo stop della storia del cinema, pronun- Perché forse la situazione che si avvicina È il 113 dove anche la notte di Natale e quella di Capodanno, dei barconi che non ci sono naufragi. È gra- ciata da Roy Batty (Rutger Hauer), il capo di più alla vita di queste persone è quella di Emanuele Bignardi ni sentivo di essere parte di qualcosa di più sentirsi parte di una comunità, la lotta per il le amministrative a Ostia. Sembra che l’af- come ogni giorno, troverete qualcuno che vi accoglie, che ha la- «I zie a noi che non moriranno più bambini. dei replicanti in Blade Runner, il film di dei Lager nazisti. ragazzo B.LIVE grande, di poter incidere concretamente sul bene comune. Mi rifiuto di pensare che la mia fluenza sia ulteriormente calata rispetto al sciato a casa i propri affetti e sarà li per voi, per rispondere ad una Balle. Noi abbiamo paura di prendere un Ho visto Ridley Scott del 1982. Bloccati in Libia dalle operazioni europee destino del mio Paese. Questi sentimenti sono generazione (i così detti millennials) sia a tal primo turno, dove era già molto bassa. Un richiesta di aiuto ma anche solo di consolazione per un vuoto nel aereo, perché potrebbe precipitare. Già, noi non possiamo immaginare le «navi di contenimento, come se voltare lo ono elettori tutti i cittadini, sempre stati presenti ogni volta che sono en- punto individualista e delusa da disinteressar- caso simile è successo in Sicilia, per le re- cuore, il bisogno di un conforto, qualche minuto di compagnia. Chi parte da Senegal, Sierra Leone, Nigeria, l’affluenza da combattimento in fiamme al largo dei sguardo potesse essere la soluzione. uomini e donne, che hanno trato nella cabina elettorale, anche se qualco- si completamente al voto. gionali. Sono gli uomini delle Unità antiterrorismo che aspetteranno la fine Siria, sa i rischi a cui va incontro. Sa che se bastioni di Orione», nè «i raggi B balenare Se nella seconda guerra mondiale alcuni raggiunto la maggiore età [cfr. sa non andava, anche se quel politico o par- Non è possibile, inoltre, nascondersi soltanto Uno scenario a mio avviso piuttosto inquie- delle cerimonie religiose, delle feste nelle piazze per accompagnar- è una donna verrà violentata. Sa che se è un alle ultime nel buio vicino alle porte di Tannhäuser». si sono difesi dicendo «non sapevo quello artt. 56 , 58 , 71 c. 2 , 75 cc. tito non mi convinceva del tutto. Penso che dietro alla delusione e alla difficoltà di comu- tante: le persone decidono di rinunciare a vi discreti sin dentro le vostre case. uomo verrà torturato. Sa che probabilmente Ma possiamo benissimo vedere qual è la che succedeva a Mauthausen», «non «1, 3 , 138S c. 2 , XIII c.1]. Il voto è personale l’articolo 48 della nostra Costituzione sia un nicazione tra partiti e giovani, che sono co- un loro diritto. Non condivido chi dice che È la Polmetro che vi segue quando uscite la mattina e tornate elezioni e ho situazione al di là del Mediterraneo. sapevo dove avrebbero portato gli ebrei», ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio inno alla libertà: «sono elettori tutti i cittadini munque uno scoglio importante al voto. In- l’astensione è un modo di votare, di far capi- a casa stanchi la sera perché il vostro viaggio in metropolitana Quel mare che ci separa dalle coste della oggi non funziona più. Tutti sappiamo o è dovere civico. La legge stabilisce requisiti […] che abbiano compiuto la maggiore età» fatti, se guardiamo i dati Istat (rapporto BES re le proprie intenzioni: per questo esiste la sia privo di pericoli. Sono le unità cinofile e quelle a cavallo che pensato: perché Libia, dai clandestini, dagli immigrati. dovremmo sapere com’è di là dal mare. e modalità per l’esercizio del diritto di voto e ancora «il voto è personale ed eguale, libero 2015), la sfiducia nelle istituzioni è molto ele- «scheda bianca». incontrerete nei parchi ma non saranno lì per passeggiare ma per Già, quella parte del mondo che se fosse Tutti sappiamo E se non lo sappiamo è perché non vo- dei cittadini residenti all’estero e ne assicura e segreto. Il suo esercizio è dovere civico». vata, soprattutto nelle fasce più giovani della Non votare significa limitare le proprie pos- esservi vicini. Sono quel ragazzo e quella ragazza in divisa, che lasciare che le stata al posto di Rick Deckard (Harrison gliamo saperlo, per non dover scendere a l’effettività. A tale fine è istituita una circo- Purtroppo, quando ho visto l’affluenza delle popolazione: già a partire dai 14 anni, i livelli sibilità di espressione e lasciare che altri de- nei mercatini di Natale non guarderanno le meravigliose strenne Ford) avrebbe risposto: «Tutto qui? Di cosa o dovremmo patti con la nostra coscienza. scrizione Estero per l’elezione delle Camere, ultime elezioni ho pensato: perché lasciare di fiducia nei partiti e nel Parlamento sono cidano al posto nostro, mettere la testa sotto natalizie ma voi, che siete per loro il bene più prezioso. parole della dovrei aver paura? Sai da dove vengo io? Sai Se avremo il coraggio di vedere la situa- alla quale sono assegnati seggi nel numero che le parole della Costituzione restino solo estremamente bassi. la sabbia per poi urlare allo scandalo se vie- Sono i motociclisti delle Nibbio che sfideranno il freddo e il gelo cosa succede a casa mia? Sai che se rimarrò sapere che cosa zione coi nostri occhi, non con i filtri del stabilito da norma costituzionale e secon- sulla carta? Perché la gente, i giovani, non Tornando all’articolo 48, vorrei che i giova- ne eletto il solito politico, magari immischia- per essere nelle aree pedonali, dove voi camminerete sicuri guar- Costituzione anche un giorno in più qui, potrebbe essere populismo codardo, di chi promuove lotte do criteri determinati dalla legge. Il diritto vanno più a votare? La risposta immediata e ni della mia generazione si chiedessero come to in affari poco chiari. dando le vetrine. l’ultimo della mia vita?». c’è di là del tra poveri, di chi specula sulla sofferenza, di voto non può essere limitato se non per forse più «comoda» può essere quella di dare mai i padri costituenti hanno sentito la neces- Forse il motivo dell’astensionismo così ele- Sono gli artificieri, i tiratori scelti, quelli che dai punti più alti della restino solo sulla Al telegiornale si sentono politici parlare allora forse l’Italia sarà un Paese di cui incapacità civile o per effetto di sentenza la colpa alla classe dirigente italiana, soste- sità di imprimere nero su bianco il diritto di vato è da cercare nella sfiducia che si ha città ci osserveranno per proteggerci e tutelarci. dell’immigrazione come se il problema fosse mare. E se non essere orgogliosi e l’Europa un valore in penale irrevocabile o nei casi di indegnità nendo che non è adeguata ad affrontare le voto. La mia opinione è che lo hanno ritenuto verso il voto stesso: si pensa che un solo Sono le pattuglie che illumineranno il buio con le luci blu delle carta? Perché economico, non etico. Come se la vita delle cui credere. morale indicati dalla legge [cfr. artt. XII c. sfide del mondo attuale, che le persone sono un aspetto fondamentale e inalienabile, che voto non possa fare la differenza. Io non volanti per ricordarci sempre che ognuno di noi ha un suo angelo persone avesse un valore solo quando è pos- lo sappiamo I ragazzi dei centri di accoglienza ci man- 2 , XIII c. 1]». sempre le solite; in una parola, che la politica garantiva e garantisce la partecipazione del credo. Anche se il nostro voto può sembra- custode, che si fermeranno a bere un caffè con chi dorme per stra- i giovani non sibile specularci sopra. dano un appello: venite a sentire le nostre Ricordo la prima volta che andai a vota- è una cosa «sporca». popolo alla vita del nostro Paese. re una goccia nell’oceano, ricordiamoci che da e ci sosterranno se avremo bisogno di aiuto, che cercheranno il Come se non fossimo nel 2017. Come se è perché non storie. Venite a conoscerci. Non vogliamo re, ricordo quel voto per corrispondenza Invece, penso che le motivazioni siano più Non possiamo lamentarci della classe politi- quest’ultimo è fatto di tante piccole gocce! nostro sguardo per dirci anche senza bisogno di parole: vanno più a tutte le battaglie per i diritti dell’uomo non rubarvi il futuro. Vogliamo il diritto ad in Olanda; il primo referendum, le prime profonde e vadano cercate nel modo di ve- ca se poi non andiamo a votare. Proprio nei Buon Natale sicuro. valessero per i poveri tra i poveri. vogliamo vederlo averne uno anche noi. elezioni politiche… in tutte queste occasio- dere e sentire lo Stato: si è un po’ perso il votare? giorni in cui scrivo ci sono i ballottaggi per 24 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 25 COLLOQUIO I ragazzi B.LIVE incontrano al Manzoni lo showman che sogna uno spettacolo a San Siro

NARRAZIONI DI GUERRIERI LATINO AMERICANI Pintus dalla TV al teatro Abbracci e speranze: sì, il cancro si cura «Comici si nasce,

di Giuseppe Masera Approfittiamo di questo giorno per alla presentazione in punta di piedi grande storia da raccontare… Ci trasformare il negativo in positivo, esprimervi quanto vi vogliamo bene e di ogni singolo «curado», al piacere uniscono l’amore per i nostri cari e i dare valore a ciò che è veramente già a scuola facevo ridere» resentiamo altre tre narrazioni, quanto significate per noi». della condivisione di un gustosissimo sogni da realizzare… Diamo valore importante», (dottoressa Olga Pcome le precedenti provenienti E la giornata è stata un’esplosione e sano pranzo. ad ogni giornata, anche ai piccoli Arguedas, direttrice dell’ospedale). dalla Costa Rica, scritte da ragazzi di emozioni di ogni tipo: dall’ansia E insieme all’intensità emotiva dettagli e ci lanciamo verso il futuro «Ho scelto di essere pediatra perché di Denise Corbetta, ragazza B.LIVE che gli fanno tornare il buonumore. Non si trattati con successo per un tumore iniziale degli organizzatori e dalla che ha colorato ogni momento con speranza, pace e un sorriso sul i bambini sono impressionanti, sa mai cosa può capitare. «Alcune volte esco maligno. timidezza dei giovani «curados» (una della giornata, parole profonde di nostro volto davanti a ciò che la vita sono flessibili, hanno un potenziale ono molto emozionata di di casa incazzato e ci ritorno ridendo, altre, Sono espressioni molto significative, quarantina), all’affetto dei medici speranza, forza e positività. ci vuole dare… Siamo una grande incredibile per superare le difficoltà», poter scrivere questo arti- beh, esco ridendo e torno assolutamente molto esplicite, che contribuiscono e delle infermiere, all’allegria e alla «Vogliamo che si ascolti la nostra famiglia», (ALCCI). (dott. Barrantes, primario di colo, perché la persona che incazzato! Però poi la mia rabbia la libero a comporre, come tessere di un mo- comicità dei balli e della musica voce perché non ci sia tanta paura «Siete persone speciali… In questa oncologia pediatrica). mi sono trovata davanti è il sul palco. A volte sono veramente triste per saico, il quadro dei guariti dopo il tradizionale (protagonisti la dott. quando una nuova famiglia comincia vita si ottengono cose meravigliose… «Ho capito che nel reparto più che grande Angelo Pintus! Lui l’umanità, ma dopo essermi sfogato torno a cancro. Colpisce lo spirito positivo, Jessika Gamboa ed il dott. Jimenez questo cammino… Andiamo avanti Tutto passa se noi lo lasciamo essere io a stare lì per voi, siete voi non lo sa, ma ha fatto par- casa sereno. Sopra il palco trovo la mia tran- l’accettazione serena delle difficoltà ex responsabile della ricerca, in e raccontiamo a tutti che il cancro passare, tutto fluisce… Essere felici che state lì per me», (infermiera). te delle mie serate durante quillità». Pintus dalla televisione è passato al affrontate e dei cambiamenti nei pro- pensione), alla dolcezza ed intensità si cura… Siamo persone migliori, di significa saper affrontare le esperienze «I problemi non finiscono mai, la malattia e grazie a lui ri- teatro, ora è sempre in giro per i suoi tour e grammi di vita. di un noto cantante costaricense, questo siamo sicuri… Abbiamo una dure della vita, avere la capacità di ma neppure le soluzioni… Le devo ogni secondo. Allora chi è Pintus? Su ci dice di aver trovato qui la sua dimensione Questa rubrica proseguirà nei prossi- avversità risvegliano qualità che non Wikipedia si leggono molti «titoli»: comico, perché questo era un suo grande sogno e si mi numeri ospitando le testimonianze avremmo conosciuto nel riposo… La imitatore, personaggio televisivo e showman sente ancora meglio che in televisione. In di giovani di altri Paesi dell’America metamorfosi del dolore, la resilienza, S teatro c’è il contatto diretto con le persone. italiano. La sua risposta è stata: «No, calma. Latina. l’autostima, la creatività, il senso dello Di showman in Italia ne abbiamo uno e non Dopo questo desiderio realizzato, qual è il humor, la perseveranza, lo sforzo, non sono io, ma il grande Fiorello. Io sono solo prossimo sogno nel cassetto di Pintus? Uno irrigidirsi, sciogliersi… Un giorno un comico o un imitatore, al massimo un spettacolo a San Siro! E noi saremo lì a ve- ho deciso di smettere di opporre di Franca Masera intrattenitore». derlo quando accadrà. Il bello di Angelo è resistenza, perché ciò che deve dolere Ciò che lo ha fatto conoscere è stata la tra- che non scrive sempre le battute, anzi quasi dolga; ciò che deve nascere cresca l giorno 30 novembre smissione Colorado, ma non da subito. In- mai. Di solito ha un filone da seguire, ma e ciò che deve essere sia… Vivere a San Josè in Costarica fatti ci spiega che il momento in cui è di- è quando sale sul palco che gli vengono, è è camminare, rischiare, adattarsi al ha avuto luogo il ventato famoso è stato quando ha iniziato guardando in faccia anche chi ha davanti cambiamento… Vivere il presente primo incontro dei a fare pezzi sulla scuola, non sa nemmeno che prende spunti, è ripensando ad alcu- e non evitare le emozioni che sono guariti dal cancro lui come mai, ma a quanto pare ha tocca- ni episodi che riesce a buttare fuori la sua vita», (dottoressa Gamboa «da lei si infantile, organizzato in to l’argomento giusto. Diciamo che su certe energia e a trasformarla in risate per noi. Le diffonde amore e affetto»). collaborazione da ALCCI cose che accadono a scuola è meglio riderci più belle battute sono quelle che vengono (Asociaciòn Lucha Contra E tutto si è concluso con un grande naturalmente. «È che poi sono pigro, quindi el Cancer Infantìl) e dall’Ospedale cerchio, mano nella mano, respirando non mi va di scriverle. Se hai un problema Nazionale dei Bambini. insieme l’energia e la forza del Solo in mezzo chiedi a un pigro di risolvertelo: troverà il HoI avuto l’opportunità di potervi gruppo che aiuta a camminare modo più facile per farlo. La pigrizia non partecipare rappresentando mio anche da soli. E nell’aria volano le alla gente, è un difetto, è che stai pensando ad altro o fratello, il prof. Giuseppe Masera, e ultime parole con cui ci salutiamo, faresti altro. Perché tutti siamo pigri in quel- portandovi il suo saluto e la sua voce grati alla meraviglia della vita: in strada quando lo che non ci piace fare, ma se una cosa ci affettuosa. Ecco le stupende parole amicizia e affetto sincero, gioia e interessa invece, siamo molto attivi». Que- dell’invito: «È un piacere per noi pace, gratitudine, speranza, fede, mi sto, in breve, è Angelo Pintus: una persona offrirvi questo omaggio che vi siete sento bene con voi, forza, guerrieri, cammino, trovo umile, sensibile, molto simpatica e gentile. guadagnati per la vostra grande forza. lottatori, energia. Durante lo spettacolo abbiamo riso per due Grazie Costarica! gli spunti della ore intere senza smettere un secondo. Per- ciò, grazie per il lavoro che fai che rende le mia comicità. nostre giornate più divertenti! Per conclude- re gli chiediamo quali sono le 3 parole che lo Io non ci avevo mai pensato ma lo segnalo qui, perché di questo come uno la vuole vivere. La paura di non rappresentano. «Essere, la vostra parola, mi sono sicura: è dalle esperienze più forti che affrontiamo nella vita Oggi studio ingegneria industriale e continuo a lottare per i miei far divertire piace, è importante, Vivere anche. Alcuni Le mie cicatrici che traiamo i maggiori insegnamenti e le migliori opportunità per sogni, perché ho ben chiaro che da sole le cose non si superano né confondono l’esistenza con la vita, ma sono Angeli Pintus con i nostri ragazzi B.LIVE al Teatro Manzoni prima dello spettacolo del comico italiano crescere. si ottengono. Bisogna lottare anche se non è facile. su che piangere. Una domanda forse strana, due cose ben diverse! Però se devo sceglier- ne delle altre, scelgo sicuramente Ridere, di Monica Oviedo Quello che costa di più è quello che vale di più. ma non scontata che gli abbiamo fatto è: o facevo e quindi probabilmente già allora fa- perché ridere è fondamentale; Arrabbiarsi, «Un comico fa ridere un sacco di persone, cevo il comico senza saperlo. Nasci così, poi o 25 anni e a 2 anni e mezzo mi scoprirono un cancro perché fa bene secondo me, sfoghi la rabbia. ma cosa fa ridere un comico?», Pintus ci ha lo capisci col tempo». La grande paura di un al rene destro della dimensione di un’arancia. Subii un Sopravvissuto risposto che lui ride molto: «Alcuni comici, Io non mi fido di chi tiene tutto dentro. Io La Nazionale Italiana Comici comico? Che la sua battuta non faccia ride- intervento chirurgico per rimuovere il tumore e cicli di sclero 5 minuti poi sono a posto, è energia Nuove passioni miei amici, mi fanno ridere. Oddio, è più re, e come ci dice Pintus: «Io ci convivo con chemioterapia. di Andres Montero che deve uscire fuori. Poi la rabbia riesco a la parte della giornata in cui “sclero” e mi Angelo Pintus fa parte della Nazionale Italiana Comici, un’associazione non-profit questa paura, ma c’è sempre la battuta dopo. Ricordo la sensazione di perdere i capelli, la nausea per l’odore trasformarla. E l’ultima parola è Ragiona. H ono un sopravvissuto al cancro. di Bryan Reinhard incazzo. Però il segreto è ridere prima di nata da un’idea di Salvatore Ferrara e Stefano Chiodaroli che aggrega artisti e comici Vado avanti. L’importante è averne almeno dell’ospedale e la stanchezza. Ricordo anche la vergogna per non Il ragionamento è una cosa fondamentale, Prima di cominciare a raccontare la mia storia, voglio dire andare a dormire, è la cosa più importante, a sostegno di enti senza scopo di lucro. NIC partecipa ad eventi sportivi tutti dedicati al una decina, così se ne va male una, c’è l’altra avere più i miei capelli e dover coprire la testa. Ma quello che più vevo 13 anni quando tutto incominciò. Giocavo a fo- ormai non ragiona più nessuno». Un comi- a chi mi sta leggendo che questa esperienza vale molto, perché poi ti addormenti e sei più sereno. mondo del volontariato con un unico scopo, quello di dare la possibilità di raccogliere o l’altra ancora, se vanno tutte male, allora ricordo erano i miei genitori che mi ripetevano quanto fossi corag- otball, la mia passione! co, una persona straordinaria, un mito per non si può dimenticare e nei momenti più duri bisogna E poi riesco a trasformare la mia incazza- fondi per favorire la realizzazione di progetti ben specifici e condivisi con le varie asso- meglio non fare il comico». giosa e forte, e tutto l’affetto che mi circondava. In seguito ad un normale incidente in partita, sentii un molti giovani. Sono questi i modelli positivi sempre tenerla presente. tura e a far ridere le persone grazie ai miei ciazioni con cui collabora. A volte noi non ci rendiamo conto che essere Dopo questa esperienza, ho subito un secondo intervento chirur- S dolore terribile al ginocchio che i farmaci non riusciva- a cui ispirarsi, al contrario di quelli che si Tutto è cominciato quando ero un bambino di 10 anni, la mia vita “scleri”. È positivo». Come si diventa co- Il 22 novembre ha preso il via «Diversamente Comico», una rassegna che offre la famosi significa anche dover uscire ogni gior- gico a 5 anni per un soffio al cuore e questo mi ha lasciato una no a calmare. Insorsero altri sintomi e, dopo 2 mesi, mi diagnosti- vedono ultimamente in tv, come ad esempio era normale, giocavo allegro come tutti gli altri. A mici? Angelo ci racconta che comici si na- possibilità a ragazzi diversamente abili e con gravi patologie di realizzare il sogno di no ed essere riconosciuti e non sempre è faci- cicatrice molto grande sul petto. Fino a 17 anni mi sono sottoposta carono un sarcoma di Ewing. le persone chiuse in quella casa… Improvvisamente iniziai ad ammalarmi: febbre alta che spariva e sce. Ognuno nasce per fare quella cosa lì: salire sul palco e di esibirsi con i Comici di Zelig e Colorado, e che si ripete ogni due le, ma Pintus, se è una giornata no non esce, a controlli in ospedale 2 volte all’anno, ma non ho avuto né com- Quindici sessioni di chemioterapia e trenta di radioterapia mi bru- Ridere fa bene alla salute. E comunque ri- poi tornava. si nasce medico, si nasce giornalista, si na- settimane fino all’11 Aprile 2018, alla Cascina Grande di Rozzano (MI). Per info: @ oppure a volte esce proprio se è una brutta plicazioni né conseguenze dalla chemioterapia e dagli interventi ciarono la tibia e produssero un effetto secondario che probabil- cordatevi sempre che l’origano all’inizio è Dopo vari consulti da medici diversi che non riuscivano a capire sce comico. «Mi ricordo che già a scuola i diversamentecomico giornata perché il sorriso di una persona o chirurgici. I miei capelli, le ciglia e le sopracciglia sono ricresciuti e mente sopporterò per tutta la vita: non potrò più giocare a calcio. liscio… è dopo che lo-rigano! che cosa avessi, finalmente mi diagnosticarono un cancro. miei compagni ridevano di cose che dicevo le parole di un’altra potrebbero essere quelle A dirvi la verità non capii quello che mi stava succedendo perché ero un bambino. Iniziai con la prima parte della chemioterapia: un processo duro, soprattutto quando incominciarono a cadermi i capelli e non ne capivo il motivo. L’INTERVISTA La cronista B.LIVE ha intervistato l’insegnante al quale deve l’inserimento a scuola Però successe qualcosa di ironico! Non mi ero mai sentito tanto vi- tale come durante questo processo, perché acquisivo coscienza di ciò a cui prima non davo valore e soprattutto del valore della vita. Ciò che sosterrò sempre è che nel cammino verso la guarigione una parte la fa la medicina, ma un’altra la fa la persona. Il desiderio di vivere fa arrivare dove nessuno si immagina. Il prof: il nostro liceo è preparato all’inclusione Poi arrivò la radioterapia e io cantavo al punto da perdere la voce. Ho continuato e ho superato il cancro. di Emina Ćorić, ragazza B.LIVE to di dover ogni anno cambiare la didattica come alquanto astratta». a tutte le nostre dinamiche. C’è da farle un nale ATA alla nostra dirigente scolastico - Terminate le cure, mi sono reso conto di questo: le cose «catti- per adattarla alle nuove generazioni, è stimo- Secondo Lei cosa distingue l’Obici ri- plauso, visto che è con noi da 4 anni, ed è si è affezionato al nostro stile. Sicuramente ve» succedono sempre per qualche motivo. Anche se è difficile da ’Istituto Statale di Istruzione Su- lante». spetto alle altre scuole? sempre molto presente. Magari per spiegare abbiamo tanto da migliorare, sicuramente comprendere, c’è sempre una lezione che possiamo imparare dal «L’Obici da qualche anno si sta trasformando cosa distingue l’Obici dalle altre scuole, po- abbiamo le nostre difficoltà, ma nonostante «male». Questo mi ha fatto maturare. periore Amedeo Voltejo Obici di le mie cicatrici mi sono sempre piaciute, perché da piccola la gente Oggi ho 17 anni e il mio modo di vedere la vita è cambiato. Come mai ha deciso di abbandonare cercando di andare incontro alle nuove gene- trei fare un esempio: chiunque sia venuto da tutto siamo una grande famiglia». Ho ripreso la mia vita e ho incominciato a fare surf. Ho parteci- Oderzo è speciale. Lo affermo mi diceva che erano belle. Penso che uno dei miei punti forti è che Ci sono attività che svolgevo normalmente e ora mi risultano diffi- l’insegnamento al liceo scientifico per razioni. Grazie alla DS che è sempre attenta noi - dagli insegnanti agli alunni, dal perso- pato ai campionati e ho vinto. Ho conosciuto persone incredibili. da studentessa. Quello che lo di- continuo ad essere coraggiosa, perché, anche se ci sono sempre cili, per questo apprezzo comunque la vita, che possa giocare o no. venire all’Obici? Per Lei che cosa vuol dire avere ragaz- E oggi sono felice. Lstingue è che qui ci si sente parte di una cose, situazioni o persone nella vita che mi spaventano, ho fiducia Ringrazio la mia vita, posso continuare a disegnare e da un anno «All’inizio è stata una questione di comodità: zi disabili in classe e qual è l’approc- Non voglio mentire: continuo a fare errori e ad attraversare mo- grande famiglia, dove lo studente non è con- in me, nella mia famiglia e nell’Universo (Dio, un potere superiore ho sostituito il calcio con la pratica del pianoforte. lavorare nello stesso paese in cui si vive non cio che dovrebbe avere un professore? menti duri, però ho imparato che la vita è faticosa e dipende da siderato un nome sul registro, ma un essere o qualsiasi altro valore) e so che posso farcela. So che non è facile perdere qualcosa come il divertimento di gio- umano. ha prezzo. Poi però le cose sono cambiate: «Fondamentalmente tutto l’Obici è prepa- Non mi sento limitata dalle esperienze che ho vissuto, al contrario, care con i miei amici, però sono riconoscente di avere altre abilità Ogni volta che sento parlare della mia scuo- l’Obici è la scuola che non ti aspetti, ti avvolge rato all’inclusione. Abbiamo un alto nume- mi sento forte, sopravvissuta e le mie cicatrici sono simbolo di or- e di poter passeggiare e visitare i famigliari e i conoscenti. la provo un grande orgoglio perché dentro e ti fa stare a tuo agio. L’aria rilassata e serena ro di ragazzi con diverse problematiche, ma goglio, mai di vergogna. Ho continuato a lottare per lo studio, giorni massacranti, però ne ci lavorano persone che mi hanno permesso che si respira tra gli insegnanti viene sicura- siamo tutti in grado di farli sentire a loro Anche se so che non posso controllare ciò che gli altri pensano di è valsa la pena, non ho perso neanche un anno. Oggi sto termi- di voltare pagina, di crescere e di ripartire. mente percepita anche dagli studenti che ne agio. Penso che per poter insegnare bisogna me, mai mi sono permessa di raccontare la mia storia in modo nando il sesto anno di elettronica, acquisendo esperienze per un Ho intervistato il professor Massimo Latino traggono benefici». avere alcune caratteristiche importanti: le che suscitasse compassione. Non mi sento vittima di quello che ho futuro lavoro. che fa parte di questo «grande» staff. conoscenze, le abilità per trasmettere il sa- vissuto. Il resto della mia infanzia e della mia adolescenza le ho Ogni giorno, notte, settimana, sessione e trattamento, sono stati Qual è la differenza tra le due esperien- pere, ma soprattutto una grande sensibilità. vissute essendo me stessa, con gli alti e bassi propri di ogni tappa momenti difficili, ma ho imparato che se ci si adatta alle prove Qual è la motivazione che l’ha portata ze? Vista l’eterogeneità degli esseri umani, pen- della vita. che la vita pone, cambiando i propri comportamenti, si riesce a a fare il professore? «Beh, insegnare matematica e fisica al liceo so che sia difficile avere un’alta concentra- Attualmente, frequento il quarto anno di psicologia all’università superare le situazioni difficili e ad uscirne vittoriosi. «Mi è sempre piaciuto fare questo lavoro. scientifico è il top. Spiegare a dei ragazzi che zione di persone con tali caratteristiche in della Costa Rica. Il mio nome completo è Bryan Mora Reinhardt e 4 anni fa ero Il fatto di poter trasferire le mie conoscenze sono appassionati di scienze in generale, è uno stesso luogo. Ecco, questo siamo noi». Una volta un professore mi disse che queste esperienze di vita mi un paziente dell’ospedale per un sarcoma, sono un ex giocatore di ai ragazzi, è meraviglioso. La cosa bella del meraviglioso. È molto stimolante e ti porta a avrebbero resa un’eccellente terapeuta nel mio campo, perché football, oggi disegnatore e pianista principiante, continuerò con nostro lavoro è che non ti annoi mai, visto raggiungere traguardi sempre più alti. Men- Dopo i Suoi 16 anni di esperienza sul avrei potuto esprimere più empatia con la sofferenza delle altre la mia preparazione… sono felice di questo. che abbiamo a che fare con delle “materie tre all’Obici, soprattutto nell’indirizzo dove campo, che cosa è cambiato nel mon- persone. prime” che, per nostra fortuna, sono anima- insegno, liceo artistico, in cui il numero di do dell’insegnamento? te, fatte di carne e ossa». ore settimanali è molto inferiore rispetto allo «Come ho detto prima, quello che cambia- scientifico, si deve cercare di attuare una di- no sono le nostre “materie prime”, per cui Per Lei cosa rappresenta il fatto di dattica che sia proiettata a chi ha altre pro- dobbiamo essere sempre pronti ad effettua- aver a che fare continuamente con i pensioni. Per cui ogni anno si deve cercare di re una didattica che si spera sia quella giusta ragazzi? tarare la spiegazione in modo da far appassio- per aver il minor numero possibile di falli- nare i ragazzi, altrimenti vedono la materia menti in classe». «Mi fa sentire perennemente giovane. Il fat- Il professor Massimo Latino alla lavagna nella scuola frequantata da Emina Ćović L’illustrazione è di Alberto Ruggieri è di Alberto L’illustrazione 26 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 27 LA VISITA 1 Una giornata a Maranello per i ragazzi del Bullone. Il fascino del museo dedicato a Enzo Ferrari LA VISITA 2 I B.Livers a Trivolzio, nel Pavese, dove è rinata la due ruote che fa sognare Morini, una moto al giorno «Tanta roba, tutta italiana»

di Tino Fiammetta paziente quasi spacciato e lentamente gli re- lizza il suo mentore: un look vintage, pan- volontario B.LIVE stituiscono, prima la fiducia, e poi la vita. ciotto e un filo di baffi che ricordano quei Lo rianimano per affidarlo ai colleghi che la- tipi del cinema americano in bianco e nero. vorano lontano dalla trincea della prima li- Uno che avrebbe fatto la sua figura a cavallo ’azienda è quasi un’of- nea. Che è poi il fronte caldo della crisi. di quei miti a due ruote degli anni settanta: ficina di famiglia. A «Il tessuto produttivo emiliano delle piccole il Corsaro, il Tre e mezzo, il Corsarino. Trivolzio, nel Pavese. È imprese, dove era nata la Moto Morini, è an- Fiori all’occhiello del catalogo Morini. Ri- qui che è rinata la Moto dato perduto. La crisi economica ha cancel- cordi sbiaditi. Le foto del pluriiridato Ago- Morini, storico marchio lato aziende d’eccellenza, ma noi vogliamo stini su una vincente bialbero Settebello, sono delle due ruote. Ed è qui RuggeroMassimo credere nella ripresa, in una seconda oppor- ingiallite (era il ‘61). che siamo andati a cu- tunità. La Moto Morini lo merita». Entusiasmarsi per un Corsarino è come par- riosare. Jannuzzelli strategic manager di Moto Chi non ha almeno 50 anni non può capire. lare di Lucio Battisti a un liceale di oggi. Ma In sella, per far- la ripartire, abbiamo Morini. Con il suo lavoro Ma chi ne ha venti deve per forza sbattere il basta guardarsi indietro. trovato Ruggeromassimo Jannuzzelli, stra- è riuscito a rilanciare muso contro questa novità stuzzicante: la Mo- Nessun torcicollo emotivo che sollecita no- Ltegic manager. Jannuzzelli parla come quei l’azienda rini riparte con un burn out roboante. stalgie e rimpianti: «Abbiamo rimesso in medici abituati a prendere per i capelli un Dai fumi della mescola consumata si materia- piedi un’azienda prestigiosa, un marchio forte... bullone dopo bullone, con passione e competenza, rimettendo insieme pezzi per- duti per sempre. Adesso la Moto Morini è una realtà». Jannuzzelli non è un dottore specializzato in malattie incurabili o quasi, ma semplice- mente un imprenditore ottimista. Si è tuffato in un’impresa ardua lontano dalle acque basse dell’assistenzialismo stata- le e ha rischiato soldi e reputazione pren- dendosi cura della Morini, ormai decotta, dimostrando un senso di responsabilità im- prenditoriale che sconfina nell’apostolato. Fallita due volte, sparita dal mercato e poi riapparsa boccheggiante, da un paio d’anni è riemersa come un fiume carsico. Un capannone con 21 dipendenti dove ogni giorno un sogno diventa realtà: alle 8 si tira su la saracinesca dell’officina e alla sera una fiammanteGranpasso 1200 è pronta per esse- re montata e piegarsi sui tornanti della Val Trebbia. Ogni giorno una moto. 200 l’anno. Una produzione da pasticcere di provincia: artigianale. Appunto «tutta roba italiana, di qualità», sottolinea con puntiglio il boss, «senza snobbare gli stranieri, quando sanno Viaggio dentro la Ferrari essere bravi e più di noi, come i russi da cui compriamo i cerchi o i tedeschi per l’Abs», ma esibendo quell’orgoglio di appartenere a di Denise Corbetta, ragazza B.LIVE una comunità (l’Italia) troppo spesso bistrat- tata proprio dai suoi stessi abitanti (gli italia- e lo puoi so- ni), che non solo hanno perso il senso dello gnare, lo puoi Stato, ma che questo Stato gli fa senso... «e fare», (Enzo Qui nasce l’auto invece bisogna esserne fieri, tutto il mondo Ferrari). Que- ci guarda e ci invidia… la moda, il desi- sta è una del- gn, l’arte», incalza il manager, «per questo le frasi scritte la nostra nuova moto, la terza più cliccata sulle pareti del all’Eicma, si chiama Milano, capitale di tutto Museo della quello per cui dobbiamo andare orgogliosi». Ferrari di Maranello. Diceva così infatti il Alla fine come quei capitani d’industria che grande Enzo, perché sognava un’auto che piu bella del mondo emanano energia assertiva e disinvolto entu- «fosse l’eccellenzaS italiana e ben presto la re- siasmo, scandisce il suo credo: «vedere posi- alizzò. È questa l’aria che si respira per le tivo, vedere il bicchiere sempre mezzo pieno strade di Maranello, dove si vedono Ferrari per non affaticare i lavoratori; all’interno e rimboccarsi le maniche. E quello che fai, Un’immagine dei B.Livers davanti a un modello Moto Morini nella storica fabbrica di Trivolzio nel Pavese. Al centro con il gilet RuggeroMassimo Jannuzzelli. Sopra Bill Niada con Eleonora Bianchi che girano ad ogni angolo, si trovano «ca- delle varie zone le temperature sono otti- prima o poi, ha il suo ritorno». vallini» e colore rosso ovunque, si percepisce mali e non mancano le aree verdi. Inoltre l’aria di successo e di altissima qualità. Do- sono istituiti dei premi per i dipendenti al vete sapere che a Maranello non sono tutti raggiungimento di determinati obiettivi. Il ricchi da andare in giro con questi «gioielli», signor Lai ci ha poi spiegato che un altro ma le auto che vengono prodotte all’interno pilastro veramente fondamentale di Ferrari della fabbrica devono essere testate su stra- è la sua storia. Io ragazza B.Liver all’Eicma tra i motori del futuro da per almeno 50 km, così nella zona si pos- Bisogna sempre guardare avanti rivolti al sono ammirare e sentire ogni giorno. futuro, ma senza dimenticare come è nata Alla scoperta delle moto ad alta innovazione, ma anche delle scarpe giuste per viaggiare Appena messo piede dentro al Museo, vivi un’azienda così grande e florida. L’innova- gli anni di storia che ci sono alle spalle di zione e le nuove tecnologie devono sempre quella macchina che noi tutti oggi ricono- essere l’obiettivo, senza dimenticarsi da dove di Eleonora Bianchi risuolatura adattata agli stivali da motoci- sciamo in ogni Gran Premio. Ti senti vera- si è partiti. Altra caratteristica fondamentale ragazza B.LIVE clista. Sono state progettare suole ad hoc mente parte di quel mondo così magico che dell’azienda è non mollare mai e cercare di a seconda del tipo di guida e quindi anche della moto adoperata: un tipo di suola è più è nato nel 1947 e che sino ad oggi rimane migliorarsi sempre. Secondo Lai infatti, nel- e moto sono sempre state una adatta per chi fa off road, mentre un altro l’eccellenza italiana. Qui si possono vedere le sconfitte sai di aver sbagliato e di doverti grande passione per me. Anche per chi viaggia su strade comuni. diversi modelli di automobili e motori, si as- migliorare, ma è soprattutto quando vinci se sono una ragazza e non sono Lo stand era allestito con un grande car- sapora la storia dietro a ogni dettaglio e ci si che non devi mollare e devi cercare di dare particolarmente esperta di moto- ro armato sul quale erano annesse parti in sente dei piloti. sempre di più. Dalle parole del Responsabi- ri, essere sulle due ruote, avere l’aria in viso L materiale Vibram, come le rifiniture di una Prima di entrare nel Museo abbiamo avuto le della Comunicazione si capisce benissimo e poter osservare l’ambiente intorno a me, moto che, grazie a un simulatore di guida l’onore di parlare con il responsabile della che ciò che Enzo Ferrari in primis voleva è la miglior sensazione che abbia mai pro- e grazie a Giordano, ho potuto provare. Comunicazione, Stefano Lai e abbiamo trasmettere con la sua auto, era l’emozione. vato. Quando ne ho guidata una, malgra- Collegata a uno schermo su cui vi era una scoperto alcune caratteristiche incredibili Salire su una Ferrari infatti non è solo salire do la mia poca bravura, il senso di libertà è pista da percorrere e una moto da cross alla della fabbrica. Purtroppo non è possibile vi- a bordo di una bella auto che va veloce, no, stato ancora più intenso. E così questo stra- quale stavo in sella, ho avuto la possibilità sitarla all’interno, perché ci sarebbe piaciuto è soprattutto vivere un’emozione, è far parte no interesse mi è rimasto impresso come il di testare una tipologia di stivali con suola poter vedere da vicino il processo produtti- di una storia, è lasciare il segno. D’altron- rumore del motore quando si inseriscono le speciale. È stato divertente e anche davvero vo. Ad ogni modo Lai è stato abilissimo a de quale altra auto può regalare sensazioni marce e l’odore delle ruote sull’asfalto. interessante, un’esperienza unica. farci vivere attraverso le sue parole quello come la Ferrari? Nessun rombo (e questo Quest’anno con B.LIVE e grazie a Vibram, Ho fatto un po’ da reporter e ho scattato che accade dietro alle alte mura. Ci ha par- è inconfondibile) provocherà mai lo stesso nota azienda con cui noi B.Livers abbiamo mille foto a moto fantastiche come le mie lato di una vera e propria città, con le vie «sfarfallio nella pancia». Già il solo sentirla collaborato per diversi progetti, ho avuto la preferite, le Triumph. intitolate ai grandi campioni di Formula 1 sfrecciare per strada produce questo effetto, possibilità di partecipare ad EICMA 2017, EICMA è una fiera davvero ben organizzata (solo coloro che hanno vinto un Gran Pre- figuriamoci poterla guidare! Non avevamo la manifestazione mondiale di moto che si cosa che, data la sua grandezza, non sempre mio con Ferrari, ovviamente) e c’è perfino idea poi che le Ferrari di Formula 1 fossero svolge ogni anno a Rho Fiera. è scontata. In questo caso però si può dire una piazza dedicata a Michael Schumacher, tenute dentro alla fabbrica. Stefano Lai ci Non avrei potuto avere opportunità miglio- che, se anche qualche pecca ci sarà stata, che, come i grandi appassionati sapranno ha spiegato che le auto dei Gran Premi ven- re per soddisfare ancora di più il mio inte- tra gli stand proposti e le esibizioni fatte da bene, ne ha vinti addirittura 5 di Gran Pre- gono tenute per un paio d’anni all’interno resse per le due ruote e, ospite al padiglione motociclisti esperti, EICMA si è dimostrata mi. Le parole di Stefano Lai sono bastate a dell’azienda perché le tecnologie innovati- 15 dove Vibram aveva il suo track, ho tra- sicuramente un evento ben riuscito. farci immaginare che cosa si cela dietro al ve utilizzate non vengano copiate da altri. scorso una giornata davvero emozionante. Grazie Vibram e grazie B.LIVE per avermi rombo del motore Ferrari e cosa è riuscito Dopo due anni vengono ormai considera- Da Vibram, con l’aiuto e la disponibilità di regalato questa splendida giornata! a tramandare Enzo Ferrari con la sua pas- te obsolete e le auto possono quindi essere Corrado e Giulia, ho scoperto l’arte della sione. Innanzitutto ci vuole tanto lavoro di vendute a privati. Chi le acquista può deci- squadra. Alla base del pensiero del fonda- dere di portarsi via la vettura, oppure può tore, racconta Lai, c’è sempre stato il benes- lasciarla lì e guidarla in pista quando vuole. Il senso di I camper della sere delle persone che lavorano dentro alla Prossimo obiettivo B.LIVE: far sfrecciare il fabbrica. Infatti l’azienda è costruita con la nostro Calessino Chupito sulla pista di Ma- libertà mentre Vibram per Formula Uomo, ossia ogni macchinario e ranello! Un’esperienza unica entrare per ogni macchina sono posti all’altezza giusta una giornata in quel mondo di perfezione, osservi le moto a le suole di chi per potervi accedere comodamente. I gran- qualità ed eccellenza. Ferrari, la passione di di pesi vengono spostati con l’aiuto di robot Stefano Lai, responsabile della comunicazione della Ferrari introduce i B.Livers alla visita del museo a Maranello un uomo, il sogno di molti. alta tecnologia Quattro immagini dei B.Livers all’Eicma in fiera a Milano (Foto: Davide Papagni) va in moto 28 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 29 CINEAGORÀ Dibattito tra i ragazzi del Bullone dopo aver visto il film di Francesca Archibugi MAKER FAIRE A Roma alla Maker Faire per proporre «cose belle ma anche utili usando la stampante 3D» «Innovazione e umanità mischiando +LAB & B.LIVE»

I RAGAZZI DEL POLIMI L’ncontro con Arianna, 5 anni che vuol fare la scienziata

di Oriana Gullone ragazza B.LIVE

uali sono stati gli incontri durante la fiera che hanno lasciato il segno? Un’immagine del film Gli sdraiati della regista Francesca Archibugi. I ragazzi con l’immancabile telefonino Risponde il +Lab. Q«Giro l’ambiente maker da tre anni, l’innovazione dà assuefazione e sempre più manca di ispirazione. Voi invece vi mettete a fianco di chi sa come, ma non cosa fare. Questo genera una marea di ispirazione e porta noi progettisti a dare un vero senso alle nostre competenze. Visione tecnica. Umanamente siete tra le persone migliori Sdraiati? Non solo noi giovani che abbia conosciuto. Ogni volta che penso al più bell’incontro in fiera, in testa ho le vostre facce: te, Sofia, Carolina, Mezza- Mela, Ivan, Martina e Fiamma». Davide L’accusa dei B.Livers: anche voi genitori sul divano, ma non vi accorgete Pecchini «Non c’è una persona che mi abbia colpito. di Fiamma C. Invernizzi addosso». La persona che mi ha colpito è una sola en- L’EDITORIALE volontaria B.LIVE «È vero, dai», conferma Rita, B.Liver ener- di Oriana Gullone, ragazza B.LIVE suo debutto. Per la prima volta ci si trova in- tità fisica, ma formata da più anime, e quel- gica, «i genitori stanno proprio addosso. Lo sieme in un evento che necessita della parte- le anime eravamo noi. È stato bello vedere abbiamo visto in una delle prime scene del Alla Maker Faire è come ci siamo mossi insieme, come fossimo ilano nasconde, cipazione attiva di tutti. Timidi, esuberanti, film, no? Usciti da scuola tutti i ragazzi rice- rianna, 5 anni, oc- una persona sola, superando l’incompletez- mostra, spa- silenziosi, chiacchieroni, ironici, seriosi. Tutti vono contemporaneamente le telefonate di chioni verdi giganti e stato presentato per la za dell’individualità. Una persona compo- venta, soggio- sono messi alla prova, e trovano lo spazio e il Padri-figli madri e padri, sempre in ansia, sempre con una felpa gialla bel- sta da tante, e così, finalmente, completa». ga, ammalia, momento di mettersi al centro della scena per questa mania di controllo. Per forza ci passa lissima. Con un paio prima volta il progetto Valerio Fausti abbraccia e si raccontare il progetto dal proprio punto di vi- la voglia di rispondere, di parlare, di condi- di altri nani stiamo «Ho incontrato il signor Gianni: il corpo racconta come sta, durante conferenza e workshop, o a tu per Nuovo scontro videre e di fare qualsiasi cosa». cercando di scoprire B.EAUTYlities: dal simbolo è quello di un 70enne, vuole costruire un’elegante si- tu con i singoli visitatori. Così la parola chiave Così da un lato si alimenta l’apprensione, a cosa servono que- un’enorme sfera cava con le pareti interne gnora che, sul del Talk diventa «figata», piccoli ingegneri ri- dall’altra la voglia di ribellione, in una par- gli strani aggeggi sul all’oggetto utile attraverso perfettamente riflettenti a scopo filoso- generazionale grande schermo, si lascia descrivere in bianco empiono di domande grandi ingegneri, papà tita a ping pong di grugniti adolescenziali e tavolo. Mentre parliamo delle statue che fico-artistico. I suoi occhi luminosi sono e nero da Luchino Visconti, con ironia da Ga- trascinati alla fiera dai figli si scoprono pro- sproloqui genitoriali senza fine. stanno sull’altro tavolo, Arianna afferma: l’uso della stampante 3D. curiosi, potrebbero essere i miei: è questo briele Salvatores e con spietata raffinatezza mettenti makers, «litofania» diventa una pa- di Edoardo Grandi M «È una lotta di stereotipi», aggiunge Debo- «Secondo me le statue che hanno qualcosa che mi ha stupito di lui». Gianluca Serra da Francesca Archibugi. A rola familiare a tutti quelli che regalano una ra, spontanea e sorridente B.Liver, «i giova- di rotto sono più belle perché si vede che è «”Questa è la Venere di Milo!”. Gioia e volontario B.LIVE Dagli alti quartieri di design alle strade po- moneta per averne una in cambio. L’incon- ni da un lato, svogliati e sdraiati, gli adulti passato il tempo». Ammutolisco, le chiedo tro vero è quello tra i 30 cuori che battono al stupore negli occhi di un bimbo che am- polari delle periferie, Milano partecipa alle un sacco di cose, le presento la prof Levi, mira la grande Venere sul tavolo. Stupore overo Giorgio Selva. E povero an- dall’altro, bacchettoni e apprensivi, in una ritmo dello stesso entusiasmo. E che faranno contraddizioni di chi la abita e di chi la ama, che la abbraccia, e le regalo una delle mie spontaneo e sapiente che ritrovo spesso nei che suo figlio, il diciassettenne Tito. lotta che non finisce mai. Forse basterebbe (già stanno facendo) qualcosa di grande. di chi la percorre in tram e chi in bicicletta, di spillette del PiùLab stampate in 3D. Arianna più piccoli». Andrea Mantelli Già, perché sembra proprio che i solamente abbassare la guardia, aumentare chi la vive e di chi la guarda vivere. da grande vuole fare la «scienziata pazza» e Qui a destra, la «Allo stand si avvicina una signora incurio- due non riescano a comunicare in la sincerità, assottigliare i confini, per poter- Come in un futuro quasi medievale, in cui «i invierà al PiùLab «tutte le cose che si inven- professoressa del +Lab sita: mi dice che sta lottando per la seconda alcun modo. Il film di Francesca Archibugi, si avvicinare gli uni agli altri. Noi siamo un P giovani, in minoranza, vengono cacciati ai ta». A 5 anni, è più grande di me, e di tanti del Politecnico, Marinella volta contro il cancro. Quando scopre po’ diversi, ad esempio. Perché noi abbia- liberamente tratto dall’omonimo libro di margini della società, da un’orda di vecchi Levi protagonista con il mo qualcuno che ci sa ascoltare e abbiamo «grandi» che credono di poterle insegnare l’argomento della mia tesi, ovvero aiutare Michele Serra, porta sullo schermo uno assetati di potere e di privilegi», gli Sdraiati, suo lavoro dello stand imparato a farci sentire. Ma non è sempre qualcosa. Chi sono i makers? Il sito ufficiale nel quotidiano le persone sottoposte a scontro intergenerazionale che fa perno sul divorano silenziosamente la vita. alla Maker Faire a Roma. così, anzi». della Maker Faire risponde: «Artigiani 2.0 terapie infusive, mi ringrazia di cuore. Non duo Giorgio (Claudio Bisio) e Tito (Gaddo Giovani adolescenti radunati in branco si Le statuette del David Questione di parole sulla bilancia. che stupiscono con la forza delle proprie di Michelangelo e della mi dimenticherò mai il suo sguardo e il suo Bacchini), arricchito da molti personaggi scontrano con la realtà degli adulti, dei vec- Questione di gesti che pesano e di pensieri idee e creano prodotti per avvicinare la so- Venere di Milo rientrano grazie». Alessia Romani che sono assenti dal testo cui è ispirato. chi, dei genitori a suon di risposte monosilla- che opprimono. cietà a un futuro più semplice e divertente. nel progetto: «Cicatrici». «In mezzo a un gruppo di liceali rumoroso Uno dei pregi principali che lo caratteriz- biche, disorganizzazione e scarpe da ginnasti- Questione di non detti e di brutte espressio- Il loro motto è “fai da te”, ma soprattutto Un lavoro costruito con e poco composto, uno di loro mi chiede zano è quello di non essere minimamente ca consumate. ni, di abissi di incomprensioni, conditi con “facciamo insieme”. Sono una comunità i ragazzi B.LIVE. (Foto: di raccontargli qualcosa sulla pinza di un film a tesi: la regista non parteggia «Essere uno sdraiato è una condizione», Oriana Gullone) grandi e invisibili slanci d’amore. presente in oltre 100 Paesi, condividono Raffaele. Spesso i ragazzi alle fiere hanno per l’uno o per l’altro, ma ci mostra, con esclama Sara, appassionata B.Liver, al termi- Sopra la foto di gruppo Questione di città contemporanee e tradi- informazioni e conoscenze sia sul web che una soglia d’attenzione bassa e difficile da profondità e allo stesso tempo leggerezza, ne della proiezione, «una condizione momen- davanti allo stand +Lab zioni secolari, di disordini emotivi e inter- in veri luoghi fisici, i Fab Lab. Usano frese catturare. Ma il modo in cui fa rimbalzare i le difficoltà che i protagonisti (ciascuno a tanea ma quasi esistenziale. È l’accusa che gli B.LIVE minabili attese. e stampanti 3D, ma anche software e har- suoi occhi da un pezzo all’altro è un chiaro suo modo) incontrano nei loro rapporti adulti fanno sempre ai giovani, di starsene lì, Questione di genitori separati, di doppie dware scaricabili gratuitamente dal web. I segnale di sensibilità, di interesse a capire quotidiani. senza voglia di fare nulla, senza obiettivi e case, doppie regole, doppia fatica e doppio makers oggi sono un movimento culturale ciò che sta guardando. È l’unico del suo Il padre, noto giornalista televisivo, senza scopo». dolore. dalle enormi potenzialità di sviluppo socia- gruppo che ascolta le storie dietro ai pro- separato dalla moglie, ha in condivisione Niente di più vero, l’indice genitoriale è pe- re il cesso, raccogliere le mutande da terra... o Edoardo Grandi con i B.Livers poco prima di entrare al «Succede in quei momenti, di volere una le ed economico, grazie alla loro capacità getti. Poi si guarda intorno e nota che sono la custodia del ragazzo, loro unico figlio, rennemente puntato verso la generazione di chiudere i cassetti e spegnere la luce». cinema Colosseo per assistere al film Gli sdraiati casa sola», conferma Oriana, sensibile e di esplorare nuove strade o semplicemente in vendita degli orecchini; mi guarda spe- rappresentante di quella generazione che successiva. «Non ti chiedo molto», si lamenta La risposta? Una porta che sbatte e la sen- saggia B.Liver, «ma, come dice Tito nel di percorrere in modo “nuovo” quelle esi- ranzoso: “Ma secondo te con 7 euro riesco oggi viene chiamata dei millenials, nati il protagonista Giorgio Selva - un tormentato sazione di Tito Selva - un rivoltoso Gaddo film, si sa che non si può scegliere uno dei stenti». B.LIVE e PiùLab, il laboratorio di a prenderne un paio per la mia mamma?” cioè nel 2000. La convivenza tra Giorgio e Claudio Bisio -, padre tanto famoso quanto Bacchini - di avere incessantemente il fiato sul due genitori perché l’altro impazzirebbe. E stampa 3D del Politecnico di Milano gui- Dopo averglieli consegnati in un pacchet- Tito è a dir poco problematica: il primo è apprensivo, con il figlio adolescente, «ti pre- collo, di sentirsi continuamente rimprovera- allora si cerca di diventare grandi in fretta, dato dalla professoressa Marinella Levi, af- tino improvvisato, mi ringrazia sincero. La assillante, pare non riesca a fare altro che re, correggere, rincorrere e, in gergo, «stare gherei solamente di rispettare un orario, puli- frontano insieme quello che per i primi è un sua curiosità, il suo entusiasmo, la dolcezza propinare raccomandazioni, sgridate, criti- per capire, per non soffrire, o per provare a battesimo, per i secondi una tradizione che per la sua mamma, sono rare e difficili da che, che però apparentemente scivolano sul sopravvivere. Poi bisogna imparare a cucire, si rinnova ogni volta dalla prima Maker Fai- trovare». Giuditta Gilli Ravalli secondo, che reagisce scocciato in maniera a rispettare, ad accogliere, a coltivare. E, so- re di cinque anni fa. La squadra si compone «Ho girato per la fiera un’ora in tutto e insofferente e a volte al limite dell’insulto. prattutto, imparare a perdonare». UN SEDICENNE di circa 30 elementi. Il progetto si chiama ho parlato con persone randomiche allo Il ragazzo vivacchia svogliato tra scuola, È tale l’anarchia di un corpo che, sdraiato, B.EAUTYlities, e unisce l’aspetto simbolico stand per non più di dieci minuti a testa. giri in bici per Milano, feste ad alto tasso avrebbe le forze per conquistare il mondo a quello utile. La bellezza delle cose utili e Ero troppo preso dallo stare tra noi. Se alcolico, ore passate stravaccato sul divano intero ma non lo fa, e per ribellione gozzovi- l’utilità delle cose belle. consideri che NOI eravamo quasi 30, direi in compagnia dei suoi amici: gli sdraiati, glia su un divano e bighellona tra licei clas- Ho capito, dobbiamo darci una mossa... Sul tavolo le prime stampe 3D di Cicatrici che ho riempito bene il tempo. Le persone appunto. Fatto curioso, Gli sdraiati ha un sici e feste private inondate di alcolici. Un (progetto che traspone le cicatrici di B.Li- con cui sono più felice di aver condiviso il cast tecnico con importanti ruoli affidati, corpo sdraiato, schiacciato, oppresso, che di Giuseppe Schiavi Ma gli adulti ci ascoltano o vogliono che siamo diversi? Gli adulti vers e PiùLabbers sulle eterne bellezze della mio tempo in fiera siamo noi, PiùLabbers e da Francesca Archibugi, a donne, mentre la tace per mancanza di ossigeno e contempo- volontario B.LIVE possono capirci? Venere di Milo e del David di Michelangelo) B.Livers». Francesco Basciu storia è raccontata quasi esclusivamente al raneamente scala i tetti per inneggiare alla Questo film ci dà la prova che le persone con più anni di noi non e degli Oggetti Utili nati da Noi Non Ci Fermia- «”Ciao come ti chiami?”, “Arianna”. maschile. Fanno eccezione l’innamoramen- libertà. li sdraiati» è la definizione realistica dell’Italia al solo possono capirci, ma possono anche mettersi nei nostri panni. mo, co-creati da pazienti con patologie reu- «“Quanti anni hai?”, “Cinque”. “Cosa to di Tito per la coetanea Alice, l’apparizio- Ma se per un attimo soltanto, per un secon- tempo dei giovani. (Tutti gli adulti sono stati bambini, solo a volte non se lo ricordano) matiche (progetto in replica con B.LIVE, vuoi fare da grande?”, “La scienziata ne di un’ex amante di Giorgio e una nuova do, per un baleno accadesse il contrario? Se Ma siamo davvero come i ragazzi di questo film? E dobbiamo anche noi sforzarci un poco: loro non erano come noi, che inizia in queste settimane la realizzazio- pazza”, “WOW! Super! Ma tu lo sai cosa possibile relazione amorosa. fossero i giovani ad avere la responsabilità di Oppure la pellicola ha mancato la nostra vera non avevano i nostri stessi pensieri. ne concreta delle nuove idee). Girando per faccio io?”, “Sì! La scienziata pazza”. “E Proprio questi ultimi aspetti costituisco- tenere i piedi per terra e la testa alta, dritta «rappresentazione?G Non possiamo dire con certezza che tutti noi Infine, si può amare un figlio non tuo? verso il cielo? Se per una volta fossero gli la fiera da visitatori si può usare una vera da cosa l’hai capito?”, “Dai capelli”». no forse la parte meno riuscita del film: i siamo fatti in un modo o in un altro, ognuno di noi è diverso, ma Il film affronta anche questo argomento, facendoci capire che se sei spada laser, bere da borracce a forma di li- Marinella Levi personaggi (non proprio secondari) sono adulti a sdraiarsi, fermarsi, accomodarsi, di- mentiremmo a noi stessi se dicessimo che nessuno di noi si sia mai disposto a crescere un figlio come se fosse tuo e poi scopri che così bro, assistere al concerto di una robot-band. «Un ragazzo osserva gli Oggetti Utili, tratteggiati in maniera scarna e si dilegua- stendersi e abbandonarsi a pancia all’aria? sentito almeno una volta come uno dei ragazzi del film. Ad esempio, non è, questo non cambia l’amore dato e ricevuto. Da makers il tempo è scandito soprattutto chiede se può toccare. Nessun problema. no un po’ troppo, fino a sparire nell’econo- Basterebbe un solo istante, forse, per capire la sensazione di smarrimento o di non appartenere a qualcosa, posso Allora che cosa ci insegna «Gli sdraiati»? La pellicola ci dà qualche dagli incontri, quelli stabiliti dal program- Se non fosse che inizia ad accarezzare una mia della narrazione. che niente è poi tanto difficile, niente tanto dire di averla provata, e ammettiamolo che a tutti noi è successo. lezione su quello che può succedere nella nostra vita, ci insegna ad ma: i Talk, micro-conferenze di presentazio- foto e la sua cornice. Entrambe piatte. E Resta comunque un’opera coraggiosa, non lontano, niente tanto diverso. D’altronde, Possiamo anche riconoscerci come i ragazzi che, per non perdere il affrontare problemi di ogni tipo, che siano le dipendenze, le droghe, i ne, e i Workshop, laboratori dove i visitatori non ho cuore di smentire la sua convin- facile ma ben raccontata e fotografata, che stare sdraiati è il modo migliore per guar- proprio orgoglio, decidono di non ricevere o accettare aiuto da parte cellulari, senza però perdere il nostro animo. diventano makers, e i tanti che avvengono zione di aver toccato con mano la stampa si segue con interesse e divertimento. dare le stelle. dei propri genitori, anche quando sarebbe indispensabile. In conclusione, non dobbiamo essere «sdraiati», ma svegli. allo stand. La Squadra B.EAUTYlities è al 3D». Riccardo Ciapponi 30 Il Bullone Novembre - Dicembre 2017 Novembre - Dicembre 2017 Il Bullone 31 LA MUSICA DEI B.LIVERS LE NOSTRE RECENSIONI UNA CANZONE DEDICATA A UNA RAGAZZA B.LIVE SOPRA LE NUVOLE Qui accanto Le feste con Quell’esplosione sulla luna... la canzone scritta da un Cindy Lauper I misteri di Philip K. Dick Eleonora c’è amico elbano ... e ricordatevi: ogni Ubik della nostra l Natale è quel magico periodo dell’anno in Stand By Me Ma la particolarità di Ubik non sta nella bra- Loki Dio dell’inganno da Harry Potter Vengo anch’io?/ E sono al di qua perché in questi momen- di Capoliveri, cui ti senti quasi costretto ad essere felice, fornitura è stato utilizzato seguendo vura scrittoria dell’autore, quanto piuttosto nel all’immortale/ Per voi sono lassù ma io sono qui, vi par- ti abbiamo tutti la stessa età/ anche quando magari fa un freddo cane Ben E. King scrupolosamente le istruzioni». suo stile puramente psichedelico ed entropico: Alberto Baldetti, e tu hai il raffreddore e l’unica cosa che In un 1992 fittizio, i migliori telepati tecnologie bizzarre (che poteva partorire solo quanto sei geniale quanta compagnia in lo vi grido vi ascolto vi amo son qui./ Per voi sono lassù ma io sono qui vi parlo vuoi fare la sera non è uscire con gli amici, ma della Terra sembrano essere scomparsi nel nulla, una mente degli anni 60), poteri psichici, I recherche pour moi ospedale./ E sono al di qua perché in questi mo- vi grido vi ascolto vi amo son qui/ dedicata alla «e il responsabile di tale complotto pare essere sbalzi temporali, morti-non-veramente-morti stare sul divano con la copertina e il latte caldo a déjà de loremus. Mais guardare qualche serie tv. Perché Natale ci spin- Moonlight Shadow proprio Ray Hollis. Glen Runciter, uomo d’af- (già, nel futuro non si muore per davvero!), Lì trovo tutto realtà e fantasia che grati- menti abbiamo tutti la stessa età./ E sono al di qua perché in que- heureusement, ils fari e capo di un’azienda che gestisce individui nostra Eleonora, ge ad essere felici? Colpa delle decorazioni per Mike Oldfield ft. Maggie Reilly un mondo che pare regredire a un’epoca fica l’anima mia./ B.Livers amate... B.Livers ridete... sti momenti abbiamo tutti la strada? O delle canzoni! O forse è solo perché ci dotati di speciali abilità psichiche, riesce a co- oramai passata una ragazza hanno abituati, da quando eravamo piccoli, ad municare con la moglie (semi)defunta grazie alla e strani messag- Ma il mio sogno sapete qual era diven- B.Livers scherzate... Io sono tra stessa età/ sofisticata tecnologia del moratorium svizzero essere buoni per l’arrivo di Babbo Natale. gi disseminati tare una pasticcera./ voi/ B.Livers amate... B.Livers B.Liver, che ci Personalmente negli ultimi anni, da quando noi Diletti Fratelli. Joe Chip, uno dei migliori tecnici per i quartieri cugini siamo diventati grandi, non è più come di attività psichica in circolazione, fa la cono- americani. Tutto Per voi sono lassù/ma io sono qui vi Per voi sono lassù ma io sono qui ridete... B.Livers scerzate... Io scenza della giovane e sensuale Pat Conley, una guarda da lassù, prima: i cenoni, i regali tutti insieme, gli struffoli questo è Ubik, parlo vi grido vi ascolto vi amo. Sono vi parlo vi grido vi ascolto vi amo sono tra voi/ e tutta la famiglia napoletana riunita. Però ragazza che sembra avere l’insolito anti-talento quello che si po- sopra le nuvole. mi piace ricordare quei momenti, di quando di modellare a proprio piacimento gli eventi pas- trebbe tranquilla- qui./ son qui/ Alzate gli occhi al ero piccola e Natale era magico, quando mi sati. Un’improvvisa esplosione sulla Luna mette mente definire un sembrava che tutto potesse accadere. Quando in pericolo la vita di undici individui e la Terra «trip letterario» E sono al di qua perché in questi mo- cielo vi vedo vi sento la famiglia era riunita e tutti si volevano bene, dateurs sont à la sontstessa che, da quel momento in poi, sembra senza precedenti, menti abbiamo tutti la stessa età./ sono qua sono qua quando i problemi di un anno intero sparivano e d'une autre classedegenerare. Ubik è considerato uno dei migliori un’esperienza lasciavano il posto all’insalata di polpo della zia. renovare. Donc je romanzine sais di Philip Dick, vale a dire uno degli paranormale La malattia non cambia nessuno ero e Quando le risate gravi degli uomini e quelle acu- Dog Days Are Over pas. scrittori americani più influenti e noti nel campo ambientata in sono sempre io./ te delle donne del parentado si incontravano per Florence + The Machine della letteratura fantascientifica, autore anche di un tempo non formare quella perfetta armonia di gioia, mentre opere di maggiore successo come Ma gli androi- troppo diverso Sono gli atteggiamenti degli altri che i bambini giocavano. Il Natale non dovrebbe di sognano pecore elettriche?, da cui sono stati dal nostro, un’e- cambiano/ essere so