6 oggi domenica 10 marzo 2002

È stato il festival L’isola felice (dove si della musica al congiugono l’immediatezza e ‘‘ ribasso. Le cose buone sono il guizzo) non l’ha conquistata ‘‘ state davvero poche solo Ruggieri: ci sono Ora conta chi venderà di più Silvestri, D’Angelo, negli autogrill Archinué e Reitano

Silvia Boschero

SANREMO Tutto secondo copione. Ora tocca ai vincitori: i Matia Bazar, dimo- strare di aver meritato la palma più di Alexia, clamorosa seconda classificata, Tocca ai Matia Bazar e di Gino Paoli ad un onorevole terzo posto. Quarti Fausto Leali e Luisa Cor- na, quinto Ruggeri, sesta Mariella Na- va. Poco per i lirici: Filippa Giordano è settima e Safina tredicesimo. Fanalini di coda due gruppi: uno finto le Lolli- Alexia e Paoli a ruota pop, l’altro vero i Timoria. E poi la giuria di qualità con i premi speciali: miglior pezzo Gino Paoli per Un altro Terna della vigilia confermata. Vince il sapore della tradizione amore, miglior musica a Massimo Mar- colini per Dimmi come, cantata da Alexia e miglior arrangiamento a Davi- (la nuova Pausini?), Simone Patrizi (il de Pinelli per Il passo silenzioso della rasta-melodico), le Lacrime dalla luna neve, cantato da Valentina Giovagnini. di Gianluca Grignani, compresi. Da oggi nelle radio dei quarantot- Storia a parte per chi la musica la to tassisti di Sanremo suonerà almeno capisce, la suona e la frequenta da an- cinque volte al giorno la voce soul di ni, il buon Enrico Ruggeri ad esempio. Alexia, la donna che ha scosso questa Ha portato allegria, certo non originali- narcolettica edizione. Ma non ci sarà tà, e allora chi se ne frega se la sua più lavoro. Giusto quei sei clienti fissi, Primavera a Sarajevo insiste su la bala- quasi tutti anziani che hanno bisogno laika che tutti sanno essere uno stru- di aiuto per portare la spesa. Ma i tassi- A fianco i Matia mento russo, se il ritornello è uguale a sti di Sanremo si arrangiano bene, tutti Bazar, vincitori quello di O sarracino, se occhieggia a professionisti di altri settori: periti tec- con il brano Vinicio Capossela senza averne la pro- nici, insegnanti, idraulici. Sono gli uni- ”Messaggio fondità astratta. L'isola felice del festi- ci che comprendono lucidamente quel- d’amore”, sul val, quella che ha unito magicamente lo che succede nella settimana di pas- palco del teatro l'«utile» (cioè una certa immediatezza, sione: sanno ad esempio che una cor- Ariston ieri sera che però non sempre fa pendant con sa, ovunque tu debba andare in città, A sinistra Alexia, vendibilità), al dilettevole (la sostanza, costa attorno ai dieci euro. E un cd di seconda con il il guizzo intelligente capace di uscire Sanremo? Beh, quello va ancora sulle brano “Dimmi dalla piattezza melodica di Sanremo), 21 (come registrato da Rockol), alla come” però non l'ha conquistata solo Rugge- faccia del patto di ferro tra Superpippo Ansa ri. C'è stato anche Silvestri (a lui per e le case discografiche (non dovevano fortuna il premio della critica stampa, costare meno?), alla faccia del prodot- radio e tv), che ha scelto il ritornello e to di qualità. Quale qualità? Qui non una gran voce (Francesco Renga e il sono addirittura pochi. Ci vuole una sturbo languido per adolescenti: «Dim- il ritmo giusti, i siciliani Archinuè (pre- se ne è certo parlato. suo pezzo dedicato alla mamma), chi politica culturale». Politica culturale? mi ancora che non cresceremo mai, mio della critica per la sezione giova- È stato il festival della musica al la voce ce l'aveva ma l'ha tenuta da Ma in che lingua parlano questi capel- che il tempo si è arreso all'amore e con ni), e Nino D'Angelo, il vincitore mora- ribasso. Non ha importanza chi ha vin- parte (il tenore Safina, su cui c'erano loni con la zampa d'elefante che sem- me resterai se a guarire un fiore tu mi le del festival, il vero rappresentante to, quel che vale è cosa venderà negli tantissime aspettative, tutte un po' de- brano i Giganti, o i Dik Dik? Ah già, insegnerai», canta nella sua Gli angeli. (assieme a Mino Reitano, che però è di autogrill a fianco dei biglietti della lot- luse dalla sua compostezza), e chi ha sono gli alieni del festival di Sanremo. E mentre abbiamo ancora in men- una generazione un po' passata di mo- teria Italia, delle sigarette al mentolo e detto cose sensate quando non te lo Lei, la trionfatrice invece è al di te le lacrime della Lollipop («cara, per- da), della cultura popolare del Mediter- del «Fattoria». C'è anche chi ha canta- saresti mai aspettato. sopra di ogni sospetto: un pezzo di ché piangi? perché sono un grande arti- raneo. to belle canzoni con l’immobile savoir Vanzina ad esempio, in giuria di soul ruggente cantato a pieni polmoni sta?»), le stesse fanciulle, nonostante la Buon giorno. Da oggi si torna alla faire e l'immobile melodia di sempre qualità: «qui non ci si rende conto che e arrangiato in maniera impeccabile, classifica finale, sono di nuovo sorri- normalità. Questa, secondo Sanremo (Patty Pravo e Gino Paoli), chi si è probabilmente non è a Sanremo che con tanto di spruzzata latina che fa denti. Qualcuno probabilmente ha già è la musica che si fa in Italia, questa, tragicamente immedesimato nella can- dobbiamo chiedere di salvare le sorti tanto Paulina Rubio o Jennifer Lopez. spiegato loro che le stonature non si- secondo le giurie popolari, è la musica zone fino quasi a scomparire (Loreda- della musica italiana». Forse si riferiva Qualcosa che altrove è sempre esistito gnificano niente se qualcuno ha deciso che si compra in Italia. E non importa na Bertè e il suo disperato bisogno alle tante canzoni già sentite, senza un ma che a Sanremo non c'era mai stato, di investire su di te (oggi sull’altare, chi ha vinto, l'importante è chi vende- d'amore che in finale è esplosa in una briciolo di brio. O dai Timoria di lontano anni luce dalla melodia sconta- domani?) e che le ascolteremo a tutte rà in questo paese dove si propongono grandissima performance, oltre che in Omar Pedrini: «Quando sento dire ta, e quasi costruita a tavolino, di perso- le ore su tutte le radio commerciali leggi per equiparare l'Iva del disco a una dichiarazione d'amore per il suo che i dischi costano troppo mi arrab- naggi come i Matia Bazar e Michele (dalla Rai alle private), che già stanno quella di un qualsiasi prodotto cultura- traghettatore Pippo: «Ti amo, ti sposo, bio e rispondo che c'è disco e disco. Zarrillo, uno che il festival lo fa di pro- programmando le stesse musiche: la le. Ma siamo proprio sicuri di meritar- sei troppo bravo»), chi non ha tirato Quelli dei Timoria sono fatti con pas- fessione (manco fosse tra gli organizza- coppia d’ugole d’oro Luisa Corna e cela questa benedetta legge sulla musi- fuori una grande canzone ma almeno sione, fatica, intensità tali che 20 Euro tori) e che di professione crea pezzi da Fausto Leali, Gazosa, Anna Tatangelo ca?

Sul palco è esplosa per energia e simpatia, ma non è nata ieri: ha già venduto due milioni di dischi in mezzo mondo. Un’infanzia felice e un solo cruccio: la statura Così canta il rock Alexia, figlia di Aretha e Otis Redding Silvia Boschero animal house lezioni SANREMO Dici Alexia e trovi l'Italia della prima serata televisiva che scopre il soul PIPPO CE L’HA FATTA Ciononostante, tutto quanto detto sopra non riscatta sua «Fallin’» (l’ha scritta lei, detto per inciso) che, insieme al e il funk. Quasi per caso e per giunta a d’un ette lo spettacolo dalla sua mediocrità perché, e io suo album, «Songs in a minor» le hanno fruttato un vagone Sanremo. È stata la stella incontrastata, il IL FESTIVAL DELLA fortissimamente lo credo, “vuolsi così colà ove si puote ciò Alicia batte tutti di Grammy Awards. Ma lasciamo stare i premi, che magari prozac di un’edizione dove per svegliarsi È che si vuole” (leggi Pippo Baudo in una rai rigorosamen- non dicono un granché. Quelli che a Sanremo strepitano bisognava invocare la performance di RESTAURAZIONE te minuscola) che ci si arrocchi sul giusto medio, quel «tradizione, tradizione, tradizione» forse non hanno l’esatta Mino Reitano o le balalaike di Enrico limbo che si spregiava un tempo siccome a soli ventun’anni percezione del fatto che il punto di forza di Alicia Keys è Ruggeri. Per chi non frequenta le discote- Ivan Della Mea “socialdemocratico e rassicurante dalla culla alla tom- proprio qualcosa che non possiamo far altro che chiamare che e le programmazioni delle radio ba”, e che aristotelica-mente (?) si sussume oggi estenden- tradizione: quella della musica nera, quella della radicatissi- commerciali Alexia è poco più che la e per restaurazione s’intende mediocrità questo cin- do il concetto di familiare inteso come “fare famiglia” licia del paese delle meraviglie si siede al piano sorri- ma cultura dello spettacolo in Usa, quello della mitologia cantante disco-pop autrice di una man- quantaduesimo Festival della canzone italiana è pro- (predicato verbale) a famiglia (soggetto) intesa come dendo. I suoi occhi luccicano, e prende a suonare musicale americana, che ha fatto da collante (certo, anche ciata di hit tormentone: , Spriamente la miglior vetrina della mediocrità e, dun- microunità monoscopica all’italiana per convenzione e Al’Ave Maria di Schubert. In versione soul-gospel. Sul- grazie ai meccanismi della cultura di massa globalizzata) ad Good Bye, Happy, Ti amo Ti amo.Non que, come promesso da Pippo Baudo, questo è il Festival per letteratura pantofolaia più o meno paciosa, provincia- la carta, una roba pazzesca, ad altissimio rischio. E invece è una delle grandi rivoluzioni musicali della storia. Squarci di ha mai brillato per originalità, i suoi testi della Restaurazione. le sempre, pettegola magari e spesso malignazza: qualità, stato come se si fosse aperto d’improvviso uno squarcio, uno bellezza. Così è stato quando Gigi Proietti ha accennato al non sono mai stati oggetto di grosse ri- Messa così, e d’altronde davvero non saprei come queste, che vanno opportunamente alimentate con allu- squarcio di cielo: seguendo il crescendo la piccola Alicia, tema dell’«Uomo in frac», oppure quando è comparso il flessioni, vista la formula ripetitività-bal- altro metterla, c’è poco da buttare e c’è poco da salvare. sioni-illusioni di seni e di monti di Venere e di quarti e di imprimeva – di secondo in secondo – la matrice «black» (e largo e splendido sorriso di Roberto Murolo, quando l’orche- labilità che li ha sempre contraddistinti. Chiarito con me stesso che è inutile dire alcunché sul duo mezzi e d’interi posteriori femminili per guardoni foss’an- black vuol dire America, Africa, ritmo, anima) su uno Schu- stra della Rai ha eseguito il «medley» delle immortali canzo- Ha una voce che gli altri si scordano ma Arcuri-Belvedere, le vallette di Baudo, che già non abbia che cattolico-osservanti e con prese di genitali tra maschi bert che di rado abbiamo sentito così intenso, così viscerale. ni di Carlo Alberto Rossi. Però a proposito di questi nomi neppure questa volta si è inventata nien- detto con grande lucidità Natalia Aspesi su “la Repubbli- condite con commenti e autocompiacimenti e frizzi e Va bene tutto, va bene dire che non bisogna sparare sulla puoi dire che si evocano altre generazioni, epoche gloriose, te di nuovo, non è Aretha Franklin e ca”, sarebbe perfino stupido da parte mia dire bravi a un lazzi e sghignazzi machisti ed eterodiretti. Debbo rivela- Croce Rossa, che c’è pure una manciata di buone canzoni al storia sedimentata, codificata, già ampiamente celebrata (e neppure Anastacia (forse solo perché Fiorello, a un’Anna Marchesini, a un Gigi Proietti, a un re, ora e qui, che per un’antica amicizia che mi lega a festival, che è tutto un gioco, che non bisogna fare i moralisti, spesso dimenticata). Ingenerosi confronti con gli affaticati, non vive in America), ma nel contesto Teo Teocoli, a un Gene Gnocchi, a una Simona Ventura Léonel Jospin fin dal tempo dei comuni giochi di bocce che tutto il paese canterà i motivi del festival chissà per sovremozionati e spesso impuberi ragazzi e ragazze sbalzati festivaliero ha dato una lezione a tutti. e perfino a un Pippo Baudo e a un Francesco Giorgino: ci alle genovese – si gioca in campo libero con bocce di ferro quanto, che qui all’Ariston interpreti una delle cifre della sul palco dell’Ariston di fronte a fantamilioni di spettatori. Un vero ciclone di vitalità e di determina- tengo agli articoli indeterminativi , a quell’ “un” e a – in quel di Villerupt nella Lorena ai confini col Lussem- modernità, che è tutto già stato scritto, che il vero genio qui è Ma è un argomento che non vale per Alicia Keys: come molti zione, una piccola emiliana con una ga- quell’ “una”, perché sono segni di una unicità e di una burgo, io settimanalmente mi sento telefonicamente col Pippo Baudo (grande artista – verissimo - della comunica- di loro è una ragazzina, è figlia della cultura di massa. Non vetta pazzesca alle spalle (ha trentaquat- specificità precisamente determinate e dunque definibili: primo ministro francese per uno scambio socio-culturale zione popolare). Va bene anche dire che era la serata dei basta dire che è baciata dal talento assoluto e dalla bellezza: tro anni dei quali quasi trenta trascorsi a l’essere ognuno dei summenzionati professionista certo sull’andazzo dei nostri due paesi. Gli ho dunque chiesto giovani, di per sé più esposti in quanto a evaporazione ha lavorato duro da quando vagiva nella culla, ed un fiore cantare), una forza straordinaria (prova- nel proprio ruolo e nel proprio fare inteso come rappresen- se sa del Festival di Sanremo… “mais oui, bièn sûr” e che dell’attenzione. Ma Alicia Keys, ragazzetta newyorkese di che cresce su una cultura (popolare, certo, nel senso più alto te voi a cantare per anni nelle sagre di tazione di sé nel proprio ruolo e nel proprio fare… e sia cosa ne pensasse: “honny soit qui mal y pense” mi ha anni ventuno, venerdì sera ha sbaragliato tutti: dopo l’Ave del termine) che è a sua volta l’incontro di culture. Ovvero paese e nelle sale da ballo), e più di due ben chiaro che se m piglia l’estro son pur’io capace di risposto. “Ogni sera qui è mal di pancia” ho tradotto, ma Maria ha cantato (e certo non in playback), accompagnata ricchezza, profondità, storia. milioni di dischi venduti in tutto il mon- metterla giù dura: o deh. non giurerei sull’affidabilità della mia traduzione. da sola al pianoforte e con solo le sue coriste in appoggio, la r.bru. do. Proprio tutto, dal Giappone al Suda- merica (Brasile, Argentina, Messico), fi- no alla Finlandia, dove è accolta come parato dai miei miti: la musica nera della nostro paese? Si intitola Alexia ed è il mio primo non mi riesce perché l'unico che ho vissu- Credo nel potere della musica ed è girano quanti di Nino D’Angelo. una star, dove vende più dischi di Ma- Motown, quindi Aretha Franklin, Otis Pino Daniele, perché è nero anche interamente in italiano. Un disco soul, to veramente è quello della bassa statura. giusto parlare anche di problematiche im- Da una parte mi metto nei panni dei donna. Redding, Diana Ross, i Temptation, poi lui. Tra i giovani mi piacerebbe fare un blues e funky dove far venire fuori il ca- Tutti mi sfottevano ma alla fine l'ho supe- portanti ma sono convinta che per farlo giovani che hanno fame di musica, dall'al- Prima volta a Sanremo e prima andando avanti anche Chaka Khan, blues con Alex Britti. Io alla voce e lui rattere e la grinta parlando del tema a cui rato. sia necessario averle dentro lo stomaco, e tra penso all'artista che viene danneggia- volta che canti in italiano. Un bel Whitney Houston e Zucchero, che viene alla chitarra. È tostissimo, mi fa venire i sono più legata, l'amore. Già, ma anche la musica nera a io non ce l'ho. Potrei risultare falsa. to. Bisognerebbe trovare il giusto com- colpo questa «Dimmi come» dall’Emilia Romagna come me e come brividi. Esulare dall'amore non si può? cui ti ispiri si è legata ad un movi- A proposito di falsi, in questo San- promesso tra le due cose, perché oggi per Volevo una sola cosa: che uscisse fuo- me ama la musica nera. Un disco nuovo energetico quan- È difficile, in fin dei conti ho avuto mento, si è fatta voce di un proble- remo si è parlato tanto di pirate- un ragazzo è quasi impossibile acquistare ri l'anima. Che uscisse quello che ho im- Altri punti di riferimento, ma nel to il singolo? un’ infanzia felice. Scrivere del disagio ma sociale... ria, e di dischi falsi di Alexia ne un cd.