NEPI, DISASTRO AMBIENTALE FIUME TREJA: IDENTIFICATI I RESPONSABILI

I Comuni di Mazzano Romano e hanno emesso ordinanze di divieto di balneazione, di abbeveraggio di animali e di uso dell’acqua per annaffiare gli orti. Misure che danno il senso della gravità della situazione.

Redazione

Nepi (VT) – Le indagini dei guardiaparco del Parco Valle del Treja e degli agenti del Corpo Forestale dello Stato, partite separatamente, sono state unificate. Hanno portato all’individuazione dei responsabili del disastro ambientale che la settimana scorsa ha desertificato l’alveo del fiume Treja. Già dai sopralluoghi svolti dai guardiaparco nell’immediatezza dello sversamento, si era quasi certi che l’origine fosse riconducibile ad un allevamento zootecnico che si trova nel di Nepi, in un leggero pendio poco sopra le cascate di Monte Gelato. Da quanto accertato, una massa di liquami proveniente da una vasca di accumulo che ha ceduto, si è riversata nel fiume. Un disastro simile, con analoghi effetti, già si verificò nella primavera del 2010. I pesci, scomparsi completamente, sono tornati lentamente a ripopolare le acque del fiume, solo da poco. L’inquinamento attuale ha nuovamente sconvolto gli equilibri naturali, incidendo sull’intero ecosistema fluviale, uccidendo ogni forma di vita. Con il ripetersi di questi episodi di fortissimo inquinamento, le capacità di ripresa del fiume diventano sempre più esili, allungando i tempi per un pieno e certo recupero. I Comuni di Mazzano Romano e Calcata hanno emesso ordinanze di divieto di balneazione, di abbeveraggio di animali e di uso dell’acqua per annaffiare gli orti. Misure che danno il senso della gravità della situazione. “Il disastro del Treja rappresenta un gravissimo danno ambientale e anche una ferita sociale, considerando il valore affettivo che ogni abitante ha per quello che considera il ‘suo’ fiume – queste le parole del presidente Gianluca Medici, che continua – il Parco farà l’impossibile affinché, una volta accertate le responsabilità, siano pagati i danni. Ma quello che ci sta più a cuore non è la pena pecuniaria, quanto la sicurezza ambientale che, con le dovute prevenzioni, possa evitare il ripetersi di situazioni di questo tipo.”

TARQUINIA MALTEMPO: LAVORO INTENSO PER LA PROTEZIONE CIVILE

Redazione

Tarquinia (VT) – Gruppo comunale della Protezione Civile impegnato su più fronti per il forte maltempo che ha colpito Tarquinia, tra il 14 e il 16 giugno. Su richiesta della Capitaneria di Porto Civitavecchia, è stata effettuata un'uscita in mare per soccorrere un'imbarcazione di 11 metri in difficoltà, salpata da Porto Ercole in direzione di Civitavecchia. Grande lavoro per garantire la viabilità, ripulendo le principali strade cittadine da detriti e liberando fossi e canali dalla vegetazione, per evitarne l’esondazione. Interventi anche in alcune abitazioni allagate. «Ringrazio i volontari per l'impegno messo in questi giorni. – dichiara il sindaco Mauro Mazzola – Una riprova dell'efficienza della macchina della Protezione Civile comunale. Non è stato facile fronteggiare le avverse condizioni meteo, che hanno causato disagi data la grande quantità di acqua caduta in così poche ore».

NEPI, STAGIONE BORGIANA: GRANDE INAUGURAZIONE CON DARIO FO Redazione

Nepi (VT) – Dario Fo torna a teatro, inaugurando la Stagione Borgiana a Nepi, il 21 giugno, con lo spettacolo tratto dal suo primo romanzo, La figlia del papa (Chiarelettere, 2014), accolto nelle librerie da uno straordinario successo e in corso di traduzione in diverse lingue. Nella trasposizione teatrale sei attori interpretano i nove personaggi della storia. Dario Fo è insieme il Narratore, Alessandro VI ed Ercole d’Este.

Sul palcoscenico il premio Nobel per la Letteratura racconta la vita di Lucrezia Borgia – figura crudele e dissoluta per l’immaginario collettivo – facendone emergere, grazie a una meticolosa ricerca storica, i tratti autentici: una donna libera, indipendente, dotata di notevole intelligenza e vittima delle macchinazioni del padre-pontefice, Alessandro VI, e del fratello Cesare, cui Machiavelli dedicherà Il principe.

Ne emerge così la storia di un’eroina cinquecentesca costretta fin dall’infanzia a sottostare ai giochi di potere, a causa dei quali dovrà contrarre ben tre matrimoni politici e si vedrà usata per quasi tutta la sua breve esistenza come strumento per patti e alleanze. Per questa ragione Fo nel suo adattamento rende giustizia in ogni scena alla giovane Borgia, con un apice nell’ultima parte dello spettacolo, quando Lucrezia – divenuta duchessa di Ferrara – dà dimostrazione di possedere grande carisma e capacità di governare. Dario Fo, dopo Lo Santo Jullare Francesco, è alle prese anche qui con un papa, decisamente diverso. “Se nel Santo Jullare Francesco parlo di un papa del ‘200 e uno dei giorni nostri, in La figlia del papa presento la figura di un papa del ‘500, Alessandro VI, Rodrigo Borgia. Questo papa ha avuto una straordinaria intelligenza e creatività ma anche grande spregiudicatezza. E’ un uomo che vive la vita, e quando gli ammazzano il figlio e glielo fanno trovare che galleggia sul Tevere, va in crisi e decide di buttare all’aria tutto l’impianto della Chiesa per tornare agli inizi. In quella fase arriva a sfruttare le parole di un uomo che è stato bruciato vivo a Firenze, il Savonarola. Adopera addirittura le sue parole per cercare di riformare la Chiesa. Ma Savonarola di lì a poco viene immolato e lui si ritrova solo a perseguire questa idea, deve cedere, e di lì a poco muore. Però la figlia continua con una forza incredibile a realizzare quello che è il suo pensiero e la sua idea.

E’ bellissimo poter rappresentare la prima di questo spettacolo in questo luogo storico significativo, che era un dono fatto dal padre a Lucrezia, insieme al titolo di Duchessa di Nepi. E’ qui che lei comincia ad affrontare la sua esperienza di una donna forte e capace di governare con grande intelligenza e umanità. ” Il lavoro teatrale dà voce e corpo a tutti i brani più significativi del romanzo, facendo rivivere il Cinquecento come secolo borgiano, con le vicende amare e grottesche che hanno segnato il rapporto tra Rodrigo (con la maestria scenica di Dario Fo, straordinario interprete del pontefice prima dissoluto e poi pentito) e Lucrezia (impersonata da Sara Bellodi, giovane attrice al suo debutto con la compagnia Fo- Rame). In scena anche Jacopo Zerbo nel ruolo del Valentino, Graziano Sirressi nei panni del secondo marito di Lucrezia, Alfonso d’Aragona, e Maria Chiara di Marco, da molti anni collaboratrice della compagnia Fo-Rame, nel ruolo di Isabella D’Este, cognata-amica di Lucrezia negli anni ferraresi. In occasione della Prima nazionale, la sera del 21, saranno aperti, per cene pre- e dopo-teatro, i locali enogastronomici locali e, in via straordinaria, le taverne delle Contrade di Nepi, con cibi tipici della . Fino alle 18 sono in programma anche visite guidate del Museo archeologico comunale e della città.

VITERBO, QUARTIERE DEL CARMINE: TAGLIO DEL NASTRO PER IL PRIMO AMBULATORIO INFERMIERISTICO Redazione

Viterbo – Giovedì 19 giugno alle 10 taglio del nastro per il primo ambulatorio infermieristico di quartiere della città di Viterbo. La struttura, ubicata in via Agnesotti 22 al quartiere Carmine, verrà inaugurato dal sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali Luigi Bobba insieme al sindaco Leonardo Michelini e al commissario straordinario Ausl Luigi Macchitella. Il progetto è nato da un accordo di collaborazione tra Comune, Ausl e Lions Club di Viterbo. Il servizio, rivolto a tutti coloro che si trovano in una condizione di fragilità socio-economica, è accessibile previa prescrizione medica redatta su ricettario regionale. Ad assistere chi si rivolgerà all'ambulatorio ci sarà personale infermieristico qualificato della Ausl e personale medico specializzato messo a disposizione dal Lions Club di Viterbo. L'ambulatorio entrerà in funzione a partire dal prossimo lunedì 23 giugno.

VITERBO MONDIALI 2014: LE PARTITE DELL'ITALIA AL TEATRO CINEMA GENIO

Redazione

Viterbo – Mondiali 2014, la nazionale italiana sullo schermo del teatro cinema Genio di Viterbo. “Le prime tre partite dell'Italia, ovvero quella contro il Costa Rica di venerdì 20 giugno alle 18 e quella di martedì 24 giugno, sempre alle 18, contro l'Uruguay, verranno trasmesse all'interno del Genio”. Lo comunica il consigliere delegato allo Sport Sergio Insogna, che aggiunge: “Si era pensato inizialmente di allestire un maxi schermo in piazza. Le avverse condizioni atmosferiche previste per sabato e gli orari pomeridiani delle due prossime partite, che non consentirebbero una visione ottimale delle immagini riprodotte sullo schermo, ci hanno portato a individuare un'altra soluzione, possibile anche grazie ai fratelli Ferretti, gestori del teatro cinema Genio, che hanno gentilmente concesso lo spazio. Una decisione presa insieme al sindaco Michelini quella di poter vedere queste prime tre partite in un luogo che possa richiamare e accogliere viterbesi, appassionati di calcio e tifosi della nostra nazionale. E proprio noi viterbesi, con il nostro concittadino Leonardo Bonucci in campo, abbiamo un motivo in più per tifare Italia”.

VITERBO E PROVINCIA: TRA MITI, FIABE, LEGGENDE E STORIA – “IL LAGO DI VICO E LA CLAVA DI ERCOLE”

Rubrica settimanale di Emanuel Galea [ Già pubblicata sull'edizione de L'osservatore d'Italia sfogliabile di sabato 14 giugno 2014 – per consultare www.osservatoreitalia.com]

di Emanuel Galea

Provenendo da Viterbo, lasciandosi alle spalle Palanzana e Monte Cimino, ci si trova davanti ad una favolosa apparizione. Al di là della macchia verde di Monte Venere, si traspare sul fondo limpido del lago, come riflesso in uno specchio, il lembo di terra più vicina all’Eden, presieduta dagli dei. Qui la dea greca Gaia, madre della terra, è stata più che prodiga nel donare a questa regione la campagna più bella del mondo, ricca di vigneti, uliveti, querce, grano, noceti, terrapiani, rocce e corsi d’acqua.

Ahimè, pochi di noi sono ancora capaci di stupirsi, di meravigliarsi davanti all’aprirsi della natura. Sovente tutte le bellezze, tutto il fascino, si perdono nella nostra pigra memoria e spesso e volentieri ci lasciamo battere dalle consuetudini. Solo tardi, quando apriamo gli occhi ci accorgiamo che ci sarebbe tanto da scoprire ma, purtroppo, non sono molti coloro che riescono ancora a giovarsi, come si dovrebbe, dell’eredità che sepolta, giace sotto la nostra incuria quando poco ci vorrebbe per farla rinascere. Manca il gusto della scoperta, della ricerca, di nuovi e più vivi motivi poetici.

Il lago di Vico sprigiona questo incanto poetico. Qui la natura è dolce e armoniosa. In tempi remoti, i più bei nomi della poesia e della prosa inglese e non solo, come Byron, Shelley, Forsyth e lo stesso grande della letteratura Charles Dickens, non hanno saputo resistere al suo fascino.

Riportiamo qui appresso quanto ha voluto annotare nelle sue “Pictures from ”, diario di viaggio scritto da Charles Dickens nel 1846, in elogio di questi parti dell’alto . Non ci sentiamo di sposare la sua tesi sulla nascita del lago di Vico perché la troviamo, anche se molto suggestiva, priva di fantasia e poi perché crediamo, Dickens sia incorso in un errore, confondendo la città scomparsa con Sabazia del lago di Bracciano. Comunque sue annotazioni dell’epoca sono una testimonianza dell’interesse che gli stranieri ebbero in questo lembo di terra ammantato di miti e leggende.

Annota nel suo diario di viaggio succitato, il Dickens: “ sorgeva in tempi remoti una città. Un giorno essa venne inghiottita, e in sua vece quest’acqua sgorgò. Antiche tradizioni, comuni a molte parti del mondo, affermano che talvolta si poteva scorgere sul fondo, quando le acqua erano chiare, la città diruta. Comunque possa questo essere avvenuto, resta il fatto che essa disparve in questo punto dal globo. La terra si sollevò al di sopra di essa e le acque pure, gorgogliando; e qui sono rimaste, simili a fantasmi, al quale l’altro mondo è rimasto di un tratto precluso, senza possibilità di rientrarvi. Tanto da sembrare in attesa del prossimo terremoto (1) che avverrà in questa località nel futuro corso dei secoli, quando esse scompariranno al di sotto della superficie terrestre, al suo primo spalancarsi, per non farsi vedere mai più”.

La leggenda della città fantasma di cui ancora nessuno è riuscito a individuare le tracce, inghiottita misteriosamente da madre natura a cui si riferisce il Dickens, non la sposiamo. Piuttosto siamo più inclini ad accettare l’altra leggenda che attribuisce la nascita del lago di Vico alle gesta del semidio Ercole.

In altri racconti, in questa stessa rubrica, vedi l’uscita de L’Osservatore d’Italia dello scorso 12 aprile “Le Streghe di Montecchio scendono in città”, abbiamo cercato di spiegare che dopo la distruzione di Troia, molti dei suoi abitanti si trasferirono in questi parti dell’alto Lazio. Con loro hanno portato miti, riti e leggende. Con il trascorrere degli anni, i miti e il fascino delle antiche leggende si sono radicati in queste terre.

Una di queste leggende narra che un dì Ercole si trovava sui alla ricerca delle ninfe Melissa e Amaltea.

La gente del luogo lo osservava e affascinata dal suo aspetto fisico, gli chiese di dare una dimostrazione della sua forza. Forse infastidito dalla loro licenziosità, Ercole scagliò la sua clava con tutta la sua forza, conficcandola nel terreno, giù per il declivio. Poi, con altrettanto tono di altezzosità, invitò i presenti a estrarla dal terreno.

Vane i tentativi della gente del luogo. Tutti hanno voluto misurare la loro forza e tutti hanno fallito. Uomini nerbuti, muscolosi, gagliardi e presuntuosi. Tutti fallirono il tentativo. Nessuno di loro era riuscito a smuovere la clava di un’unghia. Venne la sera e le ombre si allungavano nella campagna. Fra poco il buio avrebbe coperto valle e monte. Toccava al semidio fornire la prova della sua forza, richiesta da quella gente.

Ercole decide. Si muove. Intorno a lui si fa il vuoto. A passi lenti ma decisi scende dal declivio e si dirige verso la clava ancora fissata nel terreno. Si ferma, si gira, guarda gli astanti dritto negli occhi. La gente si ammutolisce, osserva il semidio con reverente silenzio. Lui ora si ferma davanti alla clava, la impugna, si rivolge ancora una volta verso gli astanti e poi, con uno strappo fermo e violente, incurante di calibrare il suo impeto, sradica la clava dal terreno.

Un sussurro e poi un urlo. Ercole brandisce la clava in alto e poi, da sopra il monte, la gente esalta, grida, urla, mentre dal foro, dove poco prima era conficcata la clava, ora sgorgano fiumi d’acqua, tanta acqua che scorre per i prati e il foro ora sembra una voragine.

La gente che non assisteva alla prodezza di Ercole, la mattina dopo, passando di là, al posto della macchia verde, dove Ercole scaglio la clava, ora c’è, e ci sta tutt’ora il lacus ciminus, cioè come lo conosciamo oggi8, il lago di Vico.

.Quanto a questa leggenda, ci ha raccontato il lato poetico di questo “Eden”. Purtroppo la prosa ci fa scendere dall’olimpo per poggiare i piedi per terra, per svegliarci dai bei sogni . La prosa ci riporta alle reali origini geologiche di questo lago, alle cariche di esplosioni formando la cavità vulcanica che, pioggia, corsi d’acqua e fiumi carsici hanno completato l’opera.

Di questo lago si riconosce il primato del lago con il livello più alto sopra la superficie del mare, di fatti il suo livello segno 507 metri sul mare, record assoluto tra tutti i laghi d’Europa , immerso nella campagna più bella del mondo.

(1) Nel 1350 ci fu un forte terremoto nel viterbese

VITORCHIANO: CONSIGLIERI DI MINORANZA DIFFIDANO IL SINDACO E MINACCIANO ESPOSTO ALL'AVCP

"Non capiamo per quale motivo Olivieri non voglia confrontare più aziende compatibili con l’impianto già in essere per evitare che il comune sostenga un costo per un totale di 730 mila euro per produrre solo 24 l/s"

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Massimiliano Baglioni Raffaele D’Orazi consiglieri di minoranza

Vitorchiano (VT) – E’ da un anno che chiediamo ad Olivieri di espletare il cottimo fiduciario così da spuntare il miglior prezzo per l’ampliamento del dearsenificatore. Lavoro che si è reso necessario in quanto quello già esistente, usato come spot elettorale da” Insieme per Vitorchiano” alle ultime amministrative, non riesce a fornire la quantità di acqua necessaria per il fabbisogno idrico del paese. Dopo la somma urgenza firmata ad agosto 2013 corredata da un progetto della Saro progettazioni, il Sindaco ha ordinato da pochi giorni alla responsabile dell’utc di dare il via al cantiere. Consultando il relativo quadro economico, ci siamo accorti che mentre per la piattaforma è stata seguita la procedura corretta per aggiudicare i lavori che ci ha fatto risparmiare ben 12 mila euro pari al 26% di ribasso sui 50 previsti, per l’impianto di dearsenificazione, inserito come lavoro a fattura, non è stato invitato nessuno a produrre un preventivo a confronto. In parole povere la Zilio spa ci fornirà un macchinario da 10 l/s per 195 mila euro privo di qualsiasi brevetto esclusivo. Non capiamo per quale motivo Olivieri non voglia confrontare più aziende compatibili con l’impianto già in essere per evitare che il comune sostenga un costo per un totale di 730 mila euro per produrre solo 24 l/s, quantità di nuovo sottostimata, ripetendo l’errore già commesso in passato. Siamo costretti a questo punto, per gli interessi dei cittadini, a diffidare il Sindaco e la responsabile dell’utc a firmare il contratto con la Zilio spa tenendo conto che altrimenti saremo costretti a presentare un esposto presso l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici essendo palese la non osservanza delle norme ai sensi del dlgs 163/2006.

CASTIGLIONE IN TEVERINA: AUTO PIRATA INVESTE PENSIONATA E FUGGE

Redazione – I carabinieri della Stazione di Castiglione in Teverina, coordinati dal comandante maresciallo capo Fabio Ceccarelli, hanno denunciato a piede libero alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo un soggetto del luogo responsabile dei reati di omissione di soccorso e di fuga da incidente stradale con feriti. La notte di domenica due anziane signore, pensionate, dopo essere uscite dal centro sociale di Castiglione in Teverina si sono incamminate per rientrare a casa; mentre una delle donne attendeva l’altra che attraversava la strada, dal lato opposto è sopraggiunta una macchina ad alta velocità che ha investito la malcapitata spostandola in avanti di alcuni metri e dandosi alla fuga. Giungevano per soccorrere la signora i sanitari del 118 di Civitella d’Agliano e i militari della locale stazione carabinieri che avviavano l’indagine. La vittima ricoverata presso l’ospedale “Belcolle” di Viterbo in codice rosso riportava la frattura di alcune vertebre e della clavicola nonché punti di sutura su tutto il corpo con una prognosi di trenta giorni. Le testimonianze raccolte dai militari consentivano di rintracciare l’autovettura in uso ad un commerciante del posto con evidenti ammaccature sulla parte anteriore. L’uomo confessava quanto accaduto ricostruendo per intero la dinamica; il mezzo è stato sequestrato sia penalmente sia poiché sprovvisto della copertura assicurativa. All’indagato è stata ritirata la patente di guida.

MONTEFIASCONE (VT) ARRIVATO IL CICLISTA DANILO BONI PER CONSEGNARE LA “NOMINATION” A UNA DITTA LOCALE.

Redazione (VT) – È arrivato ieri pomeriggio, lunedì 9 giugno 2014, alle ore 18.30 circa, in piazzale Roma a Montefiascone (VT), il ciclista Danilo Boni protagonista del “Giro d’Italia delle buone pratiche a Rifiuti Zero”, per consegnare la “nomination” al premio a un’impresa della nostra provincia che si è distinta per l’impegno nel promuovere processi di “produzione pulita”.

Ad accoglierlo gli ambientalisti di Zero Waste Viterbo e un gruppo di amministratori comunali e di cittadini. Il sindaco di Montefiascone Luciano Cimarello, con il suo vice Fernando Fumagalli e i consiglieri comunali Renato Trapé, Marco Balestri e Massimo Ciucci, hanno partecipato alla manifestazione complimentandosi con gli organizzatori.

In sella alla bicicletta elettrica Frisbee, fornita da TC Mobility sponsor ufficiale del progetto, Danilo Boni ha fatto il suo ingresso a Montefiascone visibilmente provato dalla fatica e dalla temperatura torrida. “L’impegno è stato duro – ha detto – oggi il caldo si è fatto sentire. Sono pronto a consegnare la nomination a un’azienda agricola”. La consegna avverrà oggi, martedì 10 giugno 2014, e solo allora sarà reso noto il nome dell’azienda agricola viterbese che si è particolarmente distinta per il rispetto dell’ambiente e il recupero dei rifiuti.

Il “Giro d’Italia delle buone pratiche a Rifiuti Zero”promosso da Zero Waste Italy e dal comune di Capannori (Lucca) in collaborazione con varie realtà locali, tra le quali Zero Waste Lazio e Zero Waste Viterbo, si concluderà a Capannori con una tre giorni di iniziative e workshop e la premiazione finale che avverrà sabato 21 giugno 2014.

VITORCHIANO: AVVIATO L'ITER PER UNA SECONDA FARMACIA

Redazione Vitorchiano (VT) – Si inoltra una nota dell'Amministrazione Comunale di Vitorchiano: "Sono ormai dieci anni che a Vitorchiano si parla di migliorare e potenziare i servizi, inclusa la possibilità di un’ulteriore farmacia nel nostro territorio. A tal scopo era necessario adeguarsi alla normativa esistente attraverso due passaggi formali. Il primo è stato eseguito dalla giunta comunale, che ha riclassificato l’attuale farmacia da "rurale" a "urbana", così come previsto dalla legge quando il numero degli abitanti del Comune supera le 5.000 unità. Il secondo è stato eseguito dal sindaco Nicola Olivieri che ha attivato l’iter per ottenere una seconda farmacia, come previsto dal DL sulle Liberalizzazioni (DL 1/2012), chiedendo il parere preventivo e obbligatorio della Ausl e dell’Ordine dei Farmacisti. Solo dopo aver ottenuto tale parere, il consiglio comunale, necessario e obbligatorio per legge, si pronuncerà sull’argomento e tutti i consiglieri potranno esprimere la propria opinione. A quel punto, in caso di valutazione positiva da parte del consiglio, l’iter della richiesta proseguirà presso i competenti uffici regionali che sono deputati alla procedura di assegnazione della nuova farmacia. Ricordiamo a tutti che, per espressa previsione di legge, la nuova farmacia non potrà essere una farmacia comunale, ma comunque reputiamo che dare un servizio in più al nostro territorio, fornendo nello stesso tempo opportunità lavorative importanti, sia una prerogativa da cui nessuna amministrazione può esimersi.”

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Redazione

Vetralla (VT) – Riappropriarsi delle antiche tradizioni e di quel senso di comunità che col passare del tempo si è andato smarrendo: con questo obiettivo nacque, nell’ormai lontano 1994, la festa “Fiori alla finestra e cene in cantina”, che torna a Vetralla nei fine settimana del 6-8 giugno e del 13-15 giugno. Oggi, a venti anni di distanza, la manifestazione è diventata una delle più note di tutta la Tuscia grazie anche a un ricco programma basato su eventi culturali, intrattenimento e ovviamente buona cucina. Poter assaporare in compagnia i piatti genuini di una volta, all’interno del caratteristico centro storico del paese abbellito da composizioni floreali, è un’opportunità unica che di anno in anno migliaia di visitatori non si lasciano sfuggire.

Nelle suggestive cantine seicentesche del paese e nelle fraschette (aperte a cena dal venerdì alla domenica e la domenica anche a pranzo) verranno proposti piatti dal gusto unico, presentati rigorosamente in dialetto vetrallese, che hanno come ingredienti immancabili i prodotti tipici della Tuscia, come l’olio extra vergine d’oliva e i “tozzetti” realizzati con la nocciola dei monti Cimini. A fare da sfondo alla manifestazione, e ad abbellire il centro storico del paese, gli allestimenti realizzati con cura e dedizione dagli abitanti del luogo e , in via Vecchia torneranno quelli realizzati con materiale di riciclo dai ragazzi di “Musicalcentro” che trasformeranno Vetralla in un vero tripudio di colori e profumi in omaggio alla bella stagione. L’animazione musicale itinerante farà da allegro sottofondo nelle cantine e lungo le vie del centro storico, dove i visitatori potranno curiosare fra bancarelle di artigianato, antiquariato, collezionismo, vintage, prodotti tipici gastronomici. Ogni sera si alterneranno concerti dal vivo e spettacoli di danza, mentre le giornate saranno scandite da appuntamenti imperdibili come “La Tuscia enogastronomica si racconta”, un percorso sensoriale basato sui cibi e i vini del territorio, o le passeggiate “Andar per orti e giardini”, “Tra mistero e magia” e “Andar per lucciole”; e ancora la seconda edizione della rassegna teatrale dedicata a Vittorio Smera,l’esposizione di macchine d’epoca, le sfilate dei cani meticci e di razza e lo spettacolare Corteo Storico Agreste, previsto nel pomeriggio del 15 giugno, che sarà aperto dai partecipanti al concorso “Carriole in Fiore” e che vedrà sfilare nel centro di Vetralla dame, popolani, cavalieri e rappresentanti degli antichi mestieri con i costumi tipici dell’Ottocento. Un programma ricco, insomma, per due settimane all’insegna del divertimento e del cibo di qualità, per riscoprire le semplici cose alla base della civiltà contadina, prima fra tutte una cucina genuina fatta con ricette del tempo che fu. E al contempo un’occasione propizia per scoprire Vetralla e lo splendido territorio che lo circonda che si sviluppa lungo la via Cassia, ad ovest del lago di Vico. Nel centro del paese meritano una visita il Duomo settecentesco dedicato a Sant’Andrea Apostolo, il Palazzo Comunale , la Chiesa di San Francesco con cripta del 1100 , il museo della Città e del Territorio e la grotta dell’ultimo”pignattaio”checco lallo”.

A poca distanza da Vetralla si possono visitare: l’interessante zona archeologica di Norchia , Grotta Porcina e, in località bosco della Folgore,il sito dedicato al culto della dea Demetra.