di Montirone Provincia di

VARIANTE AL PGT

Avv. Francesco Lazzaroni – Sindaco, Autorità proponente e procedente Arch. Aldo Copeta, Autorità competente per la VAS Arch. Agostino Baronchelli – Estensore della Variante al PGT

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' ALLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)

RAPPORTO PRELIMINARE

data: marzo 2016

Ing. Silvia ROSSETTI Prof. Ing. David VETTURI, consulente scientifico BRESCIA PROGETTI SOCIETA' DI INGEGNERIA S.R.L. via Cerreto 1, 25079 (BS)

Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS SOMMARIO

1. PREMESSA ...... 4

2. INTRODUZIONE ...... 5

3. IL QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO ...... 6 3.1. Direttiva europea sulla VAS ...... 6 3.2. Direttive europee sulla partecipazione e sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale ...... 6 3.3. Normativa nazionale relativa alla valutazione ambientale di piani e programmi ...... 7 3.4. Legge regionale lombarda n. 12/2005 e valutazione ambientale di piani e programmi ...... 7 3.5. Principali normative settoriali ...... 9 3.6. Il Rapporto preliminare ...... 15

4. STRUTTURA DEL PROCESSO ...... 17

5. LA VARIANTE AL PGT ...... 19 5.1. Variante puntuale al documento di Piano – Modifiche all’ambito di trasformazione 5 ...... 19

6. ANALISI DI COERENZA CON GLI STRUMENTI SOVRAORDINATI ...... 22 6.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) ...... 23 6.2. Il Piano Paesistico Regionale (PPR) ...... 23 6.3. Il Piano Territoriale Regionale d’Area ...... 24 6.4. Il PTCP della Provincia di Brescia ...... 26 6.5. Il Piano provinciale gestione rifiuti ...... 33 6.6. Il Piano del traffico per la viabilità extraurbana ...... 35 6.7. ll Piano di Indirizzo Forestale ...... 37

7. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI: ANALISI DELLO STATO DI FATTO ...... 39 7.1. Inquadramento socio-economico e territoriale ...... 40 7.2. Aria ...... 43 7.2.1. Qualità dell’aria ...... 43 7.2.2. Radioattività ...... 45 7.2.3. Rumore ...... 46 7.2.4. Elettrosmog ...... 49 7.2.5. Inquinamento luminoso ...... 52 7.3. Acqua...... 53 7.3.1. Qualità delle acque ...... 53 7.3.2. Prelievi e consumi ...... 54 7.3.3. Reti tecnologiche ...... 55 7.4. Suolo...... 57 7.4.1. Studio geologico ...... 57 7.4.2. Elementi di criticità del suolo ...... 61 7.4.3. Discariche cessate e siti contaminati da bonificare ...... 61 7.4.4. Cave ...... 61 7.4.5. Rifiuti ...... 65 7.4.6. Rifiuti speciali ...... 66 7.4.7. Studio agronomico ...... 68 7.4.8. Il comparto agricolo comunale ...... 81 7.5. Biodiversità ...... 84 7.5.1. Uso del suolo per scopi agricoli e forestali (DUSAF) ...... 84 7.5.2. 3.5.3 Informazioni naturalistiche ...... 86

2/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.6. Paesaggio e patrimonio culturale ...... 87 7.6.1. Studio sull’ecologia del paesaggio ...... 87 7.6.2. Progetti di rete ecologica ...... 89 7.6.3. Sistema informativo dei beni ambientali (SIBA) ...... 91 7.7. Struttura urbana ...... 92 7.7.1. Monitoraggio del traffico locale ...... 92 7.7.2. Mappatura dei tracciati dei mezzi pubblici ...... 93 7.7.3. Servizio al cittadino delle infrastrutture di trasporto (strade,piste ciclabili) ...... 94 7.8. Energia ...... 96 7.8.1. Consumi ...... 96 7.9. Attività sottoposte a verifica ...... 97 7.9.1. Individuazione di siti industriali a rischio di incidente rilevante (siti RIR) ...... 97 7.9.2. Individuazione di siti IPPC - AIA (autorizzazione ambientale integrata) ...... 97 7.9.3. Individuazione di siti industriali classificati insalubri ...... 98 7.9.4. Individuazione di opere sottoposte a VIA ...... 98 7.10. Salute umana ...... 98 7.10.1. Atlante della mortalità ...... 98 7.11. Sintesi delle criticità ...... 99

8. CARATTERISTICHE DEGLI EFFETTI ATTESI ...... 100

9. CONCLUSIONI ...... 103

3/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 1. PREMESSA

Il comune di Montirone è dotato di Piano di Governo del Territorio (PGT) approvato con deliberazioni di Consiglio Comunale n. 14 del 20 aprile 2009 e n. 15 del 22 aprile 2009 ed efficace in seguito a pubblicazione sul Burl Serie Inserzioni e Concorsi n. 11 del 17 marzo 2010; nel corso della vigenza gli atti costituenti il PGT sono stati sottoposti a tre varianti: la variante 1 approvata con Deliberazione di C.C. 19 del 19/7/2011 e pubblicata sul B.U.R.L. serie Inserzioni e Concorsi n. 40 del 5/10/2011; la variante 2 approvata con Deliberazione di C.C. 2 del 3/4/2014 e pubblicata sul B.U.R.L. serie Inserzioni e Concorsi n. 21 del 21/5/2014; la variante 3 approvata con Deliberazione di C.C. 11 del 6/5/2015 ed in attesa di pubblicazione sul B.U.R.L.

La variante oggetto della presente valutazione fa riferimento all’avvio del procedimento di cui alla delibera di Giunta Comunale n. 159 del 1/11/2012, in quanto in seguito a quell’avviso è stata presentata l’istanza cui l’Amministrazione Comunale di Montirone ha deciso di dare risposta puntuale; è stato pertanto necessario attivare solamente la procedura di valutazione ambientale - nella fattispecie della verifica di assoggettabilità - con delibera G.C. n. 57 del 1/4/2015.

La variante si riferisce all’ambito di trasformazione 5 del Documento di Piano; come meglio descritto nel successivo capitolo; tutte le modifiche da introdurre al PGT sono conformi alle previsioni della Legge Regionale 28 novembre 2014 - n. 31 “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato”; in particolare risulta coerente con il comma 4 dell’art. 5, che definisce le varianti ammesse per gli strumenti urbanistici in fase transitoria: “Fino all’adeguamento di cui al comma 3 ..... i comuni possono approvare unicamente varianti del PGT e piani attuativi in variante al PGT, che non comportino nuovo consumo di suolo, diretti alla riorganizzazione planivolumetrica, morfologica, tipologica o progettuale delle previsioni di trasformazione già vigenti, per la finalità di incentivarne e accelerarne l’attuazione ..... Fino a detto adeguamento sono comunque mantenute le previsioni e i programmi edificatori del documento di piano vigente.”

Il procedimento di verifica di assoggettabilità alla VAS è stato avviato con Deliberazione della Giunta comunale n.57 del 01/04/2015.

Il PGT vigente è stato oggetto di procedura di Valutazione Ambientale Strategica ai sensi della vigente normativa. La procedura di VAS ha portato alla redazione di un documento di Scoping e di un Rapporto Ambientale così come per la variante al piano delle regole la procedura di VAS ha portato ad un nuovo Rapporto Ambientale. Tali documenti costituiscono il punto di partenza per l'impostazione dei contenuti del presente Rapporto Preliminare, redatto a supporto della Verifica di assoggettabilità a VAS della Variante puntuale al PGT.

4/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 2. INTRODUZIONE

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) rappresenta uno strumento per analizzare e stimare gli effetti che determinate azioni producono sul territorio, secondo la chiave della sostenibilità. L’importante concetto di sostenibilità viene introdotto nel 1988 dal Rapporto Brundtland della World Commission on Environment and Development (WCED) che utilizza la seguente definizione: “Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”. Successivamente, nel 1992, la Conferenza Mondiale di Rio su “Ambiente e Sviluppo” fissa i requisiti di uno sviluppo locale e globale sostenibile. Nel 1998, l’Unione Europea propone all’interno del Manuale per la Valutazione Ambientale di Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea i propri criteri di sostenibilità ambientale: 1. ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili; 2. impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione; 3. uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi e/o inquinanti; 4. conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi; 5. conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche; 6. conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali; 7. conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale; 8. protezione dell’atmosfera; 9. sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale; 10. promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.

Attraverso il Quinto programma d’azione per l’ambiente l’Unione Europea si è posta, tra gli altri, i seguenti obiettivi:  la gestione sostenibile delle risorse naturali, tra cui il suolo;  la gestione più efficace della mobilità, in termini di localizzazioni e modalità;  adozione di misure per migliorare la qualità dell’ambiente nelle aree urbane;  miglioramento della salute e della sicurezza pubblica, con attenzione speciale alla valutazione e gestione dei rischi ambientali.

L’affermarsi della sostenibilità come modello, a cui gli Stati devono uniformarsi al fine di salvaguardare l’ecosistema e le risorse naturali, dimostrò negli anni successivi l’inadeguatezza degli strumenti che fino ad allora erano stati utilizzati per indirizzare le politiche e gli interventi ambientali. Fino al momento dell’introduzione della Direttiva 2001/42/CE “Concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”, i progetti attinenti alle opere di rilevante entità venivano sottoposti alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, nell’ambito della direttiva 85/337/CEE, quando le decisioni relative all’ubicazione o alle scelte alternative di un progetto erano già state prese, rendendo di fatto limitate le possibilità di apportare modifiche sensibili al progetto. La nuova Direttiva si propone di colmare questa lacuna estendendo la valutazione ambientale degli effetti di piani e programmi durante la loro elaborazione. La valutazione degli impatti prodotti nell’attuazione di piani, programmi e progetti, ha visto il consolidarsi di norme che la regolano e disciplinano, a cui i diversi soggetti attuatori devono riferirsi per la stima dei rischi derivanti dall’applicazione di determinate azioni. Risulta essere molto importante il concetto di trasparenza nella gestione di pratiche di valutazione dei rischi, per il quale le popolazioni devono essere tempestivamente ed accuratamente informate sulle dinamiche e gli sviluppi di tali procedure in modo da poter consentire alla cittadinanza una partecipazione democratica nelle scelte decisionali. La trasparenza concorre a garantire un processo razionale di formazione delle decisioni e le scelte sono così influenzate e determinate dal contesto socio-politico e culturale in cui maturano.

5/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 3. IL QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO

3.1. Direttiva europea sulla VAS

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) viene introdotta dalla Direttiva europea 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, che configura la VAS quale processo continuo che segue l’intero ciclo di vita del piano, compresa la fase di gestione, allo scopo di “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi […] che possono avere effetti significativi sull’ambiente”. La VAS ha lo scopo di garantire la sostenibilità del piano, integrando la dimensione ambientale con quella economica e sociale. Essa richiede pertanto la definizione di un percorso integrato, comune a quello di pianificazione, pur mantenendo una propria visibilità, che si concretizza nella redazione del Rapporto ambientale. Tale Rapporto deve dare conto delle alternative esaminate, delle modalità di integrazione di azioni sostenibili sotto il profilo ambientale nel piano e delle valutazioni effettuate al fine di pervenire alla decisione finale. Deve inoltre fornire la stima dei possibili effetti significativi sull’ambiente, derivanti dall’attuazione del piano, indicando, fra l’altro, le misure di mitigazione e compensazione e progettando il sistema di monitoraggio e retroazione del piano stesso. Il Rapporto si conclude con una Sintesi non tecnica, che ne illustra i principali temi e contenuti in modo sintetico in un linguaggio non tecnico, per facilitarne la divulgazione. La direttiva 2001/42/CE prevede la partecipazione attiva del pubblico in fase di elaborazione del piano. Richiede altresì che la consultazione delle autorità con specifiche competenze ambientali e dei settori della pubblica amministrazione interessati alla proposta di piano e di Rapporto ambientale avvenga prima dell’adozione del piano stesso.

3.2. Direttive europee sulla partecipazione e sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale Ulteriori direttive europee sono state emanate in materia di partecipazione e di accesso del pubblico all’informazione ambientale, ponendosi pertanto ad integrazione e rafforzamento di alcuni concetti introdotti con la direttiva sulla VAS. La Direttiva 2003/35/CE sulla partecipazione del pubblico nell’elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale richiede in particolare di individuare ed offrire al pubblico opportunità effettive di partecipare alla preparazione, alla modifica o al riesame di piani e programmi. Il pubblico deve, inoltre, essere informato di ogni proposta relativa a strumenti di pianificazione o programmazione in materia di ambiente e deve conoscere le modalità e i soggetti cui potersi riferire per esprimere osservazioni o quesiti, prima dell’adozione degli strumenti stessi, in una fase, dunque, in cui le scelte finali di piano non sono ancora state definite. L’autorità competente ha poi l’obbligo di prendere in considerazione le osservazioni espresse dal pubblico, informando in merito alle decisioni adottate e ai motivi e alle considerazioni su cui le stesse sono basate. La Direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale è invece volta a garantire il diritto di accesso all’informazione ambientale detenuta dalle autorità pubbliche e a definire condizioni e modalità operative per il suo esercizio, nonché a garantire che l’informazione stessa sia messa a disposizione del pubblico e diffusa in modo sistematico e progressivo. La diffusione dell’informazione si ottiene anche attraverso le tecnologie di telecomunicazione informatica e/o le tecnologie elettroniche, che la Direttiva promuove. Le autorità pubbliche sono tenute a rendere disponibili e fruibili le informazioni ambientali in proprio possesso, garantendo la qualità dell’informazione e documentandone le modalità di raccolta, sistematizzazione ed elaborazione. Lo Stato italiano ha recepito la direttiva mediante il Decreto legislativo del 19 agosto 2005, n. 195, Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all'informazione ambientale, volto a “garantire il diritto d’accesso all'informazione ambientale detenuta dalle autorità pubbliche e stabilire i termini, le condizioni fondamentali e le modalità per il suo esercizio” ed a “garantire, ai fini della più ampia trasparenza, che l’informazione ambientale sia sistematicamente e progressivamente messa a disposizione del pubblico e diffusa, anche attraverso i mezzi di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente consultabili, promuovendo a tale fine, in particolare, l'uso delle tecnologie dell'informazione e della

6/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS comunicazione”.

3.3. Normativa nazionale relativa alla valutazione ambientale di piani e programmi La Direttiva 2001/42/CE è stata recepita a livello nazionale solo il 1 agosto 2007, con l’entrata in vigore della Parte II del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale. I contenuti della Parte seconda del Decreto, riguardante le “Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione dell'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione integrata ambientale (IPPC)” sono stati integrati e modificati dal successivo d.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale. Ulteriori modifiche ed integrazioni sono state apportate dal d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, recante norme in materia ambientale, a norma dell’articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69. Nel d.lgs. 4/2008 si chiarisce che nel caso di piani soggetti a percorso di adozione e approvazione, la VAS deve accompagnare l’intero percorso, sia di adozione che di approvazione. Secondo il comma 1 dell’art 7, i piani e programmi la cui approvazione è di competenza regionale o di altri enti locali sono sottoposti al percorso di valutazione ambientale secondo le disposizioni delle leggi regionali (cfr. Paragrafo 3.4). Alle norme regionali è demandata l’indicazione dei criteri con i quali individuare l’Autorità competente, che ha compiti di tutela, protezione e valorizzazione ambientale. Alle norme regionali è altresì demandata la disciplina per l’individuazione degli Enti locali territorialmente interessati e per l’individuazione dei Soggetti competenti in materia ambientale. La VAS, ai sensi del suddetto decreto, deve essere avviata contestualmente al processo di formazione del piano o programma (art. 11, comma 1) e deve comprendere: lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del Rapporto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del Rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni, la decisione, l'informazione sulla decisione e il monitoraggio. Anteriormente all’adozione o all’approvazione del Piano o del Programma, decorsi i termini previsti dalla consultazione (art. 14), l'Autorità competente esprime il proprio parere motivato sulla base della documentazione presentata e delle osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati. Il Decreto prevede, inoltre, che al termine del processo di VAS siano resi pubblici il piano o il programma adottato, la documentazione oggetto dell’istruttoria, il parere motivato espresso dall'Autorità competente ed una Dichiarazione di Sintesi in cui si illustrino le modalità di integrazione delle considerazioni ambientali e degli esiti delle consultazioni nell’elaborazione del Piano o Programma, nonché le ragioni delle scelte effettuate alla luce delle possibili alternative e le misure adottate in merito al monitoraggio.

3.4. Legge regionale lombarda n. 12/2005 e valutazione ambientale di piani e programmi La Legge regionale 11 marzo 2005, n. 12, che disciplina il governo del territorio lombardo, stabilisce, in coerenza con i contenuti della direttiva 2001/42/CE, l’obbligo di valutazione ambientale per determinati piani o programmi, finalizzata alla determinazione della sostenibilità delle azioni indicate dagli strumenti medesimi. La VAS, secondo la legge regionale, deve evidenziare la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione; deve individuare, inoltre, le alternative assunte nella elaborazione del piano, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione o di compensazione che devono essere recepite nel piano stesso. La valutazione ambientale è effettuata “durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio della relativa procedura di approvazione”. Ulteriore punto fondamentale della Legge regionale di governo del territorio è la partecipazione: il governo del territorio, infatti, deve essere caratterizzato da pubblicità e trasparenza delle attività di pianificazione e programmazione, dalla partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni ed anche dalla possibile integrazione dei contenuti della pianificazione da parte dei privati. In attuazione dell’art. 4 della l.r. 12/2005, la Regione ha elaborato gli Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, deliberati dal consiglio regionale con d.c.r. n. 351 del 13 marzo 2007. Tali indirizzi, che costituiscono atto di riferimento per l’attuazione della Direttiva 2001/42/CE, contengono lo schema generale del processo metodologico - procedurale integrato di pianificazione e VAS. Gli indirizzi forniscono l’indicazione riguardo alla stretta integrazione tra i processi di piano e di

7/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS VAS, definendo in particolare: l’ambito di applicazione, le fasi metodologico-procedurali della valutazione ambientale, i soggetti coinvolti, il processo di partecipazione integrato, il raccordo con le altre procedure ovvero le norme in materia di valutazione ambientale, di VIA e di Valutazione di incidenza, il sistema informativo lombardo per la VAS. I soggetti che partecipano alla VAS sono così individuati:

 il proponente, la pubblica amministrazione o il soggetto privato, che elabora il piano od il programma da sottoporre alla valutazione ambientale;  l’autorità procedente, la pubblica amministrazione che attiva le procedure di redazione e di valutazione del piano/programma; nel caso in cui il proponente sia una pubblica amministrazione, l’autorità procedente coincide con il proponente; nel caso in cui il proponente sia un soggetto privato, l’autorità procedente è la pubblica amministrazione che recepisce il piano o il programma, lo adotta e lo approva;  l’autorità competente per la VAS, autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale, individuata dalla pubblica amministrazione, che collabora con l’autorità procedente/proponente nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l’applicazione della direttiva e dei presenti indirizzi;  i soggetti competenti in materia ambientale, le strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale, o con specifiche competenze nei vari settori, che possono essere interessati dagli effetti dovuti all’applicazione del P/P sull’ambiente;  il pubblico, una o più persone fisiche o giuridiche e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi, che soddisfino le condizioni incluse nella Convenzione di Aarhus e delle Direttive 2003/4/CE e 2003/35/CE.

Attraverso la d.g.r. n. 6420 del 27 dicembre 2007, Determinazione della procedura per la valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 3512/2007), Regione Lombardia dispone nuove indicazioni per la conduzione di tale procedura. Attraverso questo documento vengono altresì recepite le indicazioni cogenti dettate da alcuni articoli del d.lgs. del 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale, ad integrazione e modifica di alcuni aspetti riportati nei precedenti Indirizzi generali. La d.g.r. 6420/2007 e le successive d.g.r. n. 7110 del 18 aprile 2008, Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS – Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell’art. 4 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 e degli Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi approvato con deliberazione del consiglio regionale 13 marzo, n. VII/351, e d.g.r. n. 8950 del 11 febbraio 2009, Modalità per la valutazione ambientale dei Piani comprensoriali di tutela del territorio rurale e di riordino irriguo (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007), introducono modelli di riferimento per la realizzazione della valutazione ambientale di piani e programmi specifici. Successivamente, con d.g.r. n. 10971 del 30 dicembre 2009, Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) – recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 modifica, integrazione e inclusione di nuovi modelli, Regione Lombardia recepisce le indicazioni che la normativa nazionale ha prodotto con il d.lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008, Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, modificando ed integrando gli aspetti procedurali e di contenuto esplicitati nei precedenti atti normativi regionali. Inoltre, con d.g.r. n. 761 del 10 novembre 2010, Determinazione della procedura di Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/6420 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971, Regione Lombardia recepisce le indicazioni che la normativa nazionale ha prodotto con il d.lgs. n. 128 del 29 giugno 2010, Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell’articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69. Con essa, vengono riformulati i modelli a cui riferirsi per la realizzazione della valutazione ambientale di determinati piani e programmi. Si ricorda altresì il Decreto dirigenziale, Direzione generale territorio e urbanistica, del 14 dicembre 2010, n. 13071, Approvazione della circolare “L’applicazione della valutazione ambientale di Piani e Programmi – VAS nel contesto comunale”, che definisce le linee guida per i Comuni lombardi nell’espletamento delle procedure VAS.

8/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS Con la l.r. 4/2012, Norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e altre disposizioni in materia urbanistico-edilizia, si stabilisce che “le varianti al piano dei servizi, di cui all’articolo 9 (l.r. 12/2005), e al piano delle regole, di cui all’articolo 10 (l.r. 12/2005), sono soggette a verifica di assoggettabilità a VAS, fatte salve le fattispecie previste per l’applicazione della VAS di cui all’articolo 6, commi 2 e 6, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale)”, ovvero gli interventi di competenza statale. Alla luce del disposto di cui alla citata legge regionale, è stato inoltre predisposto l’apposito modello metodologico-procedurale ed organizzativo contraddistinto dalla sigla 1a – Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) – Documento di Piano del PGT, al fine di meglio definire la verifica di assoggettabilità a VAS secondo il disposto di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; tale schema procedimentale, approvato con d.g.r. 3836/20127, costituisce approfondimento e specificazione di quanto indicato nei summenzionati Indirizzi generali e riporta le fasi operative cui attenersi e secondo cui impostare la valutazione ambientale del documento in esame. Lo schema è riportato nella figura che segue.

Figura 1: Schema procedurale tratto dall’Allegato 1a, Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani i programmi (VAS) – Documento di Piano, alla d.g.r. 25 luglio 2012, n. IX/3836 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007).

3.5. Principali normative settoriali Nel presente capitolo sono riportate le principali normative settoriali con tematica ambientale di livello nazionale e regionale alle quali si è fatto riferimento, intendendole come documenti dai quali ricavare indicazioni, limiti e procedure utili alla definizione concreta degli obiettivi di sostenibilità per il territorio del Comune di Montirone. La corrispondenza tra normativa nazionale e regionale non è sempre biunivoca.

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Tabella 3.1 – Principali normative settoriali ambientali di livello nazionale e regionale fattori normativa nazionale normativa regione Lombardia ambientali

D.lgs. 3 aprile 2006, n.152 “Norme in materia ambientale”

D.Lgs. n. 155 del 13 agosto 2010 “Attuazione D.g.r. n.Vii/35196 del 20 marzo 1998 “Criteri, della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità risorse e procedure per la predisposizione del dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Piano Regionale per la Qualità dell’aria (PRQA)” Europa” D.g.r. n.VII/6501 del 19 ottobre 2001 “Nuova zonizzazione del territorio regionale per il conseguimento di obiettivi di qualità dell’aria ambiente, ottimizzazione e razionalizzazione della rete di monitoraggio, relativamente al controllo dell’inquinamento da PM10, fissazione dei limiti di emissione degli impianti di produzione di energia e piano di azione per il contenimento e la Aria e fattori prevenzione degli episodi acuti di inquinamento climatici atmosferico” e s.m.i.

L. 1 giugno 2002, n.120 “Ratifica ed esecuzione D.g.r. n. VII/580 del 4 agosto 2005 “Misure del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro strutturali per la Qualità dell’Aria 2005-2010” delle nazioni Unite sui cambiamenti climatici”

Delibera CIPE n.57 del 2 agosto 2002 “Strategia L.R. 11 dicembre 2006, n.24 “Norme per la d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in prevenzione e la riduzione delle emissioni in Italia” atmosfera a tutela della salute e dell’ambiente”

Delibera CIPE 19 dicembre 2002, n.123 “Piano nazionale per la riduzione di emissioni di gas responsabili dell’effetto serra”

Acqua R.D. 11 dicembre 1933, n.1775 “Testo unico L.R. 20 ottobre 1998, n.21 “Organizzazione del delle disposizioni di legge sulle acque e impianti servizio idrico integrato e individuazione degli elettrici” ambiti territoriali ottimali in attuazione della legge 5/01/1994 n.36 ”Disposizioni in materia di risorse idriche”

D.C.P.M. 24 maggio 2001 “Piano stralcio per l’Assetto idrogeologico (PAI)”

L.R. 16 giugno 2003, n.7 “Norme in materia di bonifica e irrigazione”

D.lgs. 3 aprile 2006, n.152 T.U. ambientale L.R. 12 dicembre 2003, n.26 “Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di utilizzo del sottosuolo e delle risorse idriche”

D.g.r. 29 marzo 2006, n.2244 “Piano di Tutela e Uso delle Acque (PTUA)”

Deliberazione C.I. n.15 del 31 gennaio 2001 “Progetto di Piano stralcio per il controllo dell’Eutrofizzazione” (PsE)

Deliberazione CIPE n.57 del 2 agosto 2002 “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”

Deliberazione dell’Autorità di bacino del po n.7 del 3 marzo 2004 e relativi allegati A, B, C “Adozione degli obiettivi e priorità di intervento ai sensi dell’art.44 del D.Lgs. 152/99 e s.m.i.”

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L.18 maggio 1989, n.183 “Norme per il riassetto D.g.r. 22 dicembre 2005, n.8/1566 “Criteri ed organizzativo e funzionale della difesa del suolo indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano del C.P.C.M. 20 marzo 2003, n.3274 “Primi elementi Governo del Territorio, in attuazione dell’art.57 in materia di criteri generali per la classificazione della l.r. 11 marzo 2005, n.12” sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per la costruzione in zona sismica”

D.Lgs. 27 gennaio 1992, n.99 “Attuazione della D.g.r. 11 dicembre 2001, n.7365 “Attuazione del direttiva 86/278/CEE concernente la protezione piano stralcio per l’assetto idrogeologico del bacino dell’ambiente, in particolare suolo, del fiume Po (PAI) in campo urbanistico, art.17, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in comma5, legge 18/5/1989, n.183” agricoltura”

L.R. 16 giugno 2003, n.7 “Norme in materia di Suolo bonifica e irrigazione”

L.R. 12 dicembre 2003, n.26 “Disciplina dei servizi di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche”

D.M. 25 ottobre 1999, n.471 “Regolamento D.g.r. n.958 del 17 febbraio 2004 “Piano regionale recante criteri, procedure e modalità per la messa stralcio di bonifica delle aree inquinate” (ai sensi del in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale d.lgs. 22/1997) dei siti inquinati, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22, e s.m.i”

Deliberazione CIPE n.57 del 2 agosto 2002 “Strategie d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”

Flora, fauna e L.r. 30 novembre 1983, n.86 “Piano generale delle biodiversità aree agricole protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle are di particolare rilevanza naturale e ambientale”

L.r. 16 agosto 1993, n.26 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell’equilibrio ambientale e disciplina dell’attività venatoria”

D.g.r. 20 aprile 2001, n. 4345 per la gestione della fauna nelle aree protette – Programma Regionale per gli interventi di Conservazione e Gestione della Fauna”

L.r. 30 luglio 2001, n.12 “Norme per l’incremento e la tutela del patrimonio ittico e l’esercizio della pesca nelle acque della Regione Lombardia”

L.21 novembre 2000, n.353 “Legge quadro in D.g.r. 12 dicembre 2003, n.VII/15534 – Piano materia di incendi boschivi” regionale Antincendio Boschivo

L.6 dicembre 1991, n.394 e s.m.i. “Legge quadro L.r. 28 ottobre 2004, n.27 “Tutela e valorizzazione sulle aree protette” delle superfici, del paesaggio e dell’economia forestale” e s.m.i.

L.11 febbraio 1992, n.157 e s.m.i. “Norme per la D.g.r. n.VII/20557/2005 – elenco dell'ittiofauna protezione della fauna selvatica omeotermica e lombarda per il prelievo venatorio”

L.14 febbraio 1994, n.124 “Ratifica della Giunta regionale DG Agricoltura – Circolare 30 Convenzione sulla diversità biologica di Rio de settembre 2005, n.41 “Prime indicazioni per Janeiro” l’applicazione della L.R. 27/2004” e s.m.i.

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Delibera CIPE del 16 marzo 1994, n.26 “Linee strategiche e programma preliminare per l’attuazione della convenzione della biodiversità in Italia”

D.P.R. 8 settembre 1997, n.357 e s.m.i. “Regolamento recante attuazione alla direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”

D.M. 3 settembre 2002 “Linee guida per la gestione dei siti Rete Natura 2000”

Deliberazione CIPE n.57 del 2 agosto 2002 “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile”

Paesaggio e D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 “Codice dei beni D.c.r. 6 marzo 2001, n.VII/197 Piano Territoriale beni culturali culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art.10 della Paesistico Regionale legge 6 luglio 2002, n.137”

L. 9 gennaio 2006, n.14 – ratifica ed esecuzione L.r. 11 marzo 2005, n.12 “Legge per il governo del della Convenzione europea sul paesaggio territorio”

D.Lgs. 24 marzo 2006, n.157 Disposizioni D.g.r. 15 marzo 2006, n.VIII/2121 “Criteri e correttive e integrative al decreto legislativo 22 procedure per l’esercizio delle funzioni gennaio 2004, n.42, in relazione al paesaggio” amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione della L.regionale 12/05”

Popolazione e D.Lsg. 17 agosto 1999, n.334 “Attuazione della L.r. 23 novembre 2001, n.19 “Norme in materia di salute umana direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli attività a rischio di incidente rilevante” di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”

D.Lgs. 3 marzo 1993, n.123 – recepisce la L.r. 29 settembre 2003 “Norme per il risanamento Direttiva comunitaria 89/397/CEE, relativa al dell’ambiente, bonifica e smaltimento dell’amianto” controllo ufficiale dei prodotti alimentari

D.M. 19 maggio 2000 e s.m.i. – elenco dei massimi di residuo tollerati nei prodotti destinati all’alimentazione

D.P.R. 7 aprile 2006 “ Approvazione del Piano D.c.r. 26 ottobre 2006, n.VIII/257 “Piano Socio sanitario nazionale 2006-2008” Sanitario 2007-2009”

Inquinamento Legge regionale 27 marzo 200, n.17 (così come luminoso modificata dalle L.L.R.R. 5/05/2004 n.12; 21/12/2004 n.38; 20/12/2005 n.19, e 27/02/2007 n.5) “Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso”

D.G.R. 7/2611 del 11 dicembre 2000

D.G.R. n. 7/6162 del 20 settembre 2001 “Criteri per l’applicazione della L.R. 27 marzo 2000, n.17”

Rumore L.26 ottobre 1995, n.447 “Legge quadro L.r. 10 agosto 2001, n.13 “Norme in materia di sull’inquinamento acustico” inquinamento acustico”

Deliberazione CIPE n.57 del 2 agosto 2002 D.g.r. 2 luglio 2002. n.7/9776 “Legge n.447/1995 – “Strategie di azione ambientale per lo sviluppo legge quadro sull’inquinamento acustico e legge sostenibile in Italia” regionale 10 agosto 2001 n.13 – Norme in materia di inquinamento acustico. Approvazione del documento Criteri tecnici di dettaglio per la redazione della classificazione acustica del

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territorio comunale”

D.P.R. 30 marzo 2004, n.142 “Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell’art.11 della legge 26 ottobre 1995, n.447”

D.Lgs. 15 luglio 2005, n.194 recepimento della Direttiva 02/49/CE

Radiazioni L. 22 febbraio 2001, n. 36 “Legge quadro sulla L.r. 27 marzo 2000, n.17 “Misure urgenti in tema di protezione dalle esposizioni a campi elettrici, risparmio energetico ad uso illuminazione esterna magnetici ed elettromagnetici” e di lotta all’inquinamento luminoso”

D.Lgs. n.52 del 6 febbraio 2007 “Attuazione della D.g.r. 11 dicembre 2001, n.VII/7351 “Definizione direttiva 2003/122/CE Euratom sul controllo delle dei criteri per l’individuazione delle aree nelle quali sorgenti radioattive sigillate ad alta attività e delle è consentita l’installazione degli impianti per le sorgenti orfane” telecomunicazioni e la radiotelevisione e per l’installazione dei medesimi, ai sensi dell’art.4 comma 2, della legge regionale 11 maggio 2001, n.11 “Norme sulla protezione ambientale dall’esposizione a campi elettromagnetici indotti da impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione”, a seguito del parere espresso dalle competenti commissioni consiliari”

L.r. 11 maggio 2001, n.11 “Norme sulla protezione ambientale dall’esposizione a campi elettromagnetici indotti da impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione”

D.P.C.M. 8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di D.g.r. 16 febbraio 2005, n.VII/20907 “Piano di esposizione, dei valori di attenzione e degli risanamento per l’adeguamento degli impianti obiettivi di qualità per la protezione della radioelettrici esistenti ai limiti di esposizione, ai popolazione all’esposizione a campi elettrici, valori di attenzione ed agli obiettivi di qualità, magnetici ed elettromagnetici generati da stabiliti secondo le norme della legge 22 febbraio frequenze comprese tra 100kHz e 300Ghz” 2001, n.36”

Rifiuti D.Lgs. 5 febbraio 1997, n.22 “Attuazione delle L.r 12 dicembre 2003, n.26 “Disciplina dei servizi direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui locali di interesse economico generale. Norme in rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui materia di gestione di rifiuti, di energia, utilizzo del rifiuti di imballaggio” (decreto Ronchi) e s.m.i. sottosuolo e di risorse idriche”

D.M. 18 settembre 2001, n.468 “Regolamento D.g.r. 17 maggio 2004, n.7/17519 “Integrazione recante: programma nazionale di bonifica e della D.g.r. n.16983 del 31 marzo 2004 ripristino ambientale” “Programma regionale per la riduzione del rifiuto urbano biodegradabile da collocare in discarica”

Deliberazione CIPE n.57 del 2 agosto 2002 D.g.r. 27 giugno 2005, n.VIII/220 “Piano Regionale “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo di gestione dei rifiuti” sostenibile in Italia”

Energia L. 9 gennaio 1991, n.9 “Norme per l’attuazione L.r. 27 marzo 2000, n.17 e s.m.i. “Misure urgenti in del nuovo Piano energetico nazionale: aspetti tema di risparmio energetico ed uso di istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento idrocarburi e geotermia, autoproduzioni e e luminoso” disposizioni fiscali”

L.9 gennaio 1991, n.10 “Norme per l’attuazione D.g.r. 21 marzo 2003, n.12467 – Programma del Piano energetico nazionale in materia di uso energetico regionale (PER) razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”

D.M. 11 novembre 1999 “Direttive per L.r. 12 dicembre 2003, n.26 “Disciplina dei servizi l’attuazione delle norme in materia di energia locali di interesse economico generale. Norme in elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1,2 e materia di gestione di rifiuti, di energia, di utilizzo 3 dell’art.11 del decreto legislativo 16 marzo del sottosuolo e di risorse idriche” 1999, n.79”

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D.M. 21 dicembre 2001 “Programma di incentivazione dei frigoriferi ad alta efficienza energetica e di attuazione delle analisi energetiche degli edifici”

D.M. 21 dicembre 2001 “Programma di diffusione L.r. 16 febbraio 2004, n.1 “Contenimento dei delle fonti energetiche rinnovabili, efficienza consumi energetici degli edifici attraverso la energetica e mobilità sostenibile nelle aree contabilizzazione del calore” naturali protette”

L.r. 21 dicembre 2004, n.39 “Norme per il risparmio energetico negli edifici e per la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti”

D.Lgs. 29 dicembre 2003, n.387 “Attuazione della D.g.r. 25 gennaio 2006, n.VIII/1790 – standard direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione prestazionali e criteri di manutenzione delle dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche pavimentazioni stradali rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità”

Decreto 20 luglio 2004 “Nuova individuazione D.g.r. 27 settembre 2006, n.VIII/3219 – norme per degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio la progettazione di zone di intersezione e assi energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili” stradali, gli elaborati progettuali e le analisi di traffico

Decreto 20 luglio 2004 “Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali di energia”

L.23 agosto 2004, n.239 “Riordino del settore energetico, nonché delega del Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia”

D.M. 27 luglio 2005 “Norme concernenti il regolamento d’attuazione della legge 9 gennaio 1991, n.10 (art.4, commi 1 e 2), recante “Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”

D.M. 28 luglio 2005 “Criteri per l’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare”

Mobilità e D.P.R. 11 luglio 1980, n.753 “Nuove norme in L.r. 27 gennaio 1997, n.10 “Disciplina dei trasporti trasporti materia di polizia, sicurezza e regolarità pubblici di competenza regionale” dell’esercizio delle ferrovie e di altri servizi di trasporto”

L.15 gennaio 1992, n.21 “Legge quadro per il L.r. 2 aprile 1987, n.14 “Delega alle province di trasporto di persone mediante autoservizi funzioni amministrative relative ai trasporti pubblici pubblici non in linea” di competenza regionale”

D.lgs. 19 novembre 1997, n.442 e s.m.i. L.r. 12 dicembre 1994, n.40 “Promozione della “Conferimento alle regioni ed agli enti locali di diffusione di veicoli elettrici dotati di accumulatori e funzioni e compiti in materia di trasporto pubblico relative infrastrutture, nelle aree urbane” locale, a norma dell’art.4, comma 4, della L.15 marzo 1997, n.59”

D.M. 27 marzo 1998 “Mobilità sostenibile nelle L.r. 25 marzo 1995, n.13 e s.m.i. “Norme per il aree urbane” riordino del trasporto pubblico locale in Lombardia”

D.Lgs. 31 marzo 1998, n.112 “Conferimento di L.r. 29 ottobre 1998, n.22 “Riforma del trasporto funzioni e compiti amministrativi dello stato alle pubblico locale il Lombardia” regioni ed enti locali, in attuazione dei capi I della L.15 marzo 1997, n.59”

14/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

D.M. 20 dicembre 2000 “Incentivazione dei D.c.r. 5 maggio 1999, VI/1245 – Piano del sistema programmi proposti dai mobility managers dell’intermodalità e della logistica in Lombardia aziendali”

D.M. 21 dicembre 2000 “Programmi radicali per D.g.r. 1 marzo 2000 – proposta di indirizzi per il la mobilità sostenibile” Piano regionale della mobilità e dei trasporti

D.P.R. 14 marzo 2001 – Piano Generale dei L.r. 4 maggio 2001, n.9 “Programmazione e Trasporti e della Logistica sviluppo della rete viaria regionale, autostrade regionali, finanza di progetto e sicurezza stradale” L.r. 12 gennaio 2003, n.1 “Interventi per lo sviluppo del trasporto pubblico regionale e locale” D.g.r. 3 dicembre 2004, n.19709 “Approvazione della classificazione funzionale e qualificazione della rete viaria della Regione Lombardia ai sensi dell’art.3 della L.R. 9/2001”

3.6. Il Rapporto preliminare

Il rapporto preliminare contiene le informazioni e i dati necessari alla verifica degli effetti significativi sull’ambiente, sulla salute umana e sul patrimonio culturale, facendo riferimento ai criteri dell’Allegato II della Dir. 2001/42/CE: 1. Caratteristiche del piano o del programma, tenendo conto, in particolare, dei seguenti elementi:  in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse;  in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati;  la pertinenza del piano o del programma per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile;  problemi ambientali pertinenti al piano o al programma;  la rilevanza del piano o del programma per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque).

2. Caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi:  probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti;  carattere cumulativo degli effetti;  natura transfrontaliera degli effetti;  rischi per la salute umana o per l’ambiente (ad es. in caso di incidenti);  entità ed estensione nello spazio degli effetti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate);  valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa:  delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale;  del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite;  dell’utilizzo intensivo del suolo;  effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.

Il quadro di riferimento conoscitivo, nei vari ambiti di applicazione, per la redazione del Rapporto preliminare è il Sistema Informativo Territoriale integrato. Il Rapporto preliminare darà conto, altresì, della verifica di eventuali interferenze con i Siti di Rete Natura 2000 (SIC e ZPS).

Il Rapporto preliminare è redatto in osservanza di tutte le specifiche normative, procedurali e

15/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS metodologiche di riferimento precedentemente citate (Dir. 2001/42/CE, d.lgs. 152/2006, d.lgs. 4/2008, d.lgs. 128/2010, l.r. 12/2005, d.g.r. 1681/2005, d.c.r. 351/2007, d.g.r. 761/2010, d.g.r. 3836/2012).

16/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 4. STRUTTURA DEL PROCESSO

Facendo riferimento al Modello illustrato in Figura 1, è stato definito il percorso metodologico e procedurale relativo alla conduzione della verifica di esclusione da VAS della Variante in esame, che viene così sintetizzato: 1. avviso di avvio del procedimento, individuazione dei soggetti interessati e definizione della modalità di informazione e comunicazione; 2. elaborazione di un Rapporto preliminare comprendente una descrizione della Variante di Piano e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull’ambiente dell’attuazione delle azioni di Piano; 3. messa a disposizione del Rapporto preliminare ed avvio della verifica; 4. decisione in merito alla verifica di assoggettabilità alla VAS ed informazione circa la decisione.

L’Autorità procedente, d’intesa con l’Autorità competente, individua i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati. Il Rapporto preliminare della proposta di Variante di Piano sarà depositato dall’Autorità procedente presso i propri uffici e sarà reso disponibile e consultabile per almeno trenta giorni. L’Autorità procedente, in collaborazione con l’Autorità competente, comunica ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati la messa a disposizione del Rapporto preliminare al fine dell’espressione del parere, che deve essere inviato entro trenta giorni dalla messa a disposizione. L’Autorità competente per la VAS, d’intesa con l’Autorità procedente, esaminato il Rapporto preliminare della proposta di Variante di Piano, valutate le eventuali osservazioni pervenute e i pareri espressi, sulla base degli elementi di verifica di cui all’Allegato II della Direttiva, si pronuncia non oltre quarantacinque giorni dalla messa a disposizione, sulla necessità di sottoporre la proposta di Variante al procedimento di VAS ovvero di escluderla dallo stesso. La pronuncia è effettuata con atto formale reso pubblico. In caso di non assoggettabilità alla VAS, l’Autorità procedente, nella fase di elaborazione della Variante, tiene conto delle eventuali indicazioni e condizioni contenute nel provvedimento di verifica. L’adozione e/o approvazione della Variante dà atto del provvedimento di verifica nonché del recepimento delle eventuali condizioni in esso contenute. Il provvedimento di verifica viene messo a disposizione del pubblico e pubblicato sul sito web SIVAS e l’Autorità procedente ne dà notizia secondo le modalità adottate. Il provvedimento di verifica diventa parte integrante della Variante adottata e/o approvata.

Per il procedimento oggetto del presente documento Autorità procedente e autorità competente sono stati individuati nei seguenti atti deliberativi:

1. deliberazione di giunta comunale n. 57 del 01/04/15: Avvio procedimento Individuazione Autorità proponente e procedente: il Comune di Montirone nella persona del Sindaco Lazzaroni Avv. Francesco Individuazione Autorità Competente: il Responsabile dell’Area Tecnica Arch. Aldo Copeta Individuazione dei soggetti competenti in materia ambientale:  ARPA;  ASL;  Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia. Individuazione degli enti territorialmente interessati:  Regione Lombardia;  Provincia di Brescia;  Comuni Confinanti (, Borgo , , ); Individuazione dei settori del pubblico interessati all’iter decisionale e le associazioni di categoria e di settore: (a titolo esemplificativo)  Società di gestione autostradale (Autostrade Centropadane);  Società di gestione reti e servizi pubblici (SNAM/ENI, RFI, Terna, Enel Distribuzione, Enel Sole, Telecom Italia, Italgas, gestori di telefonia mobile, Brescia Trasporti, Aeroporto “G.

17/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS D’Annunzio” ...... );  Associazioni di categoria e varie (agricoltori, allevatori, cacciatori, cavatori, artigiani, commercianti, ecc.);  Associazioni Ambientaliste;  Consorzi rogge irrigue.

18/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 5. LA VARIANTE AL PGT

5.1. Variante puntuale al documento di Piano – Modifiche all’ambito di trasformazione 5

La proposta di variante oggetto della presente valutazione si riferisce all’ambito di trasformazione 5 del Documento di Piano del PGT del Comune di Montirone vigente. Per una dettagliata descrizione tecnica della variante in oggetto, di cui si riportano di seguito le caratteristiche principali, si rimanda alla consultazione degli elaborati (relazione illustrativa, Norme tecniche di attuazione e Tavola del documento di piano) costituenti la variante. La variante è legata esclusivamente a modifiche interne all’ambito di trasformazione n.5 già presente nella pianificazione in essere. Tali modifiche sono legate alle destinazioni d’uso ed all’impostazione planivolumetrica: non incidono pertanto né sul dimensionamento del PGT né sulle quantità di standard. Tutte le modifiche che si intende introdurre al PGT sono conformi alle previsioni della Legge regionale 28 novembre 2014 - n. 31 “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato”; in particolare risulta coerente con il comma 4 dell’art. 5, che definisce le varianti ammesse per gli strumenti urbanistici in fase transitoria: “Fino all’adeguamento di cui al comma 3 ..... i comuni possono approvare unicamente varianti del PGT e piani attuativi in variante al PGT, che non comportino nuovo consumo di suolo, diretti alla riorganizzazione planivolumetrica, morfologica, tipologica o progettuale delle previsioni di trasformazione già vigenti, per la finalità di incentivarne e accelerarne l’attuazione ..... Fino a detto adeguamento sono comunque mantenute le previsioni e i programmi edificatori del documento di piano vigente.” L’ambito di trasformazione oggetto di variante è stato inserito nel PGT con l’obiettivo di insediare fabbricati a destinazione ricettivo – alberghiera in continuità con la stazione di servizio posta lungo la A21, dalla quale doveva anche essere servito. Per questioni legate ai contratti di concessione autostradale, tale connessione non si è rivelata attuabile. Queste circostanze oggettive hanno reso di fatto non appetibile la destinazione stabilita dallo strumento urbanistico, in quanto l’area – ancorché visibile dall’autostrada – non è facile da raggiungere attraverso la viabilità ordinaria, una volta usciti dal casello di Brescia Sud. Per questa ragione la proprietà ha proposto istanza per ridefinire ed ampliare lo spettro delle destinazioni d’uso. Considerata la contiguità con la zona produttiva esistente, la proposta è quella di aggiungere alle destinazioni d’uso già ammesse quella direzionale e quella produttiva in genere, anche per consentire l’insediamento di un complesso polifunzionale, comunque coerente con il contesto. In relazione alla modesta dimensione dell’area richiede inoltre che l’intervento sia sottoposto ad un permesso di costruire convenzionato, anziché al piano attuativo. Per migliorare l’attuabilità del comparto, l’operatore ha acquisito il sedime del parcheggio esistente ricompreso all’interno del perimetro, messo all’asta dall’Amministrazione Comunale. Le modifiche da introdurre all’ambito di trasformazione – che non riguardano in alcun modo l’edificabilità complessiva che rimane invariata – si traducono nelle seguenti nuove previsioni normative alla scheda allegata alle norme del documento di piano:  inserimento delle destinazioni produttive e direzionali tra quelle ammesse;  ridefinizione del parametro dell’altezza massima, incrementato fino ad un massimo di mt 16,50 (ovvero 4 piani fuori terra) in caso di destinazione ricettiva con tipologia edilizia pluriplano;  introduzione del parametro della superficie coperta, da applicare alle destinazioni produttive, previsto nel 50% della superficie fondiaria, ritenuto congruo per la zona produttiva;  possibilità di deviare il corso della roggia Castrina, che attraversa il lotto edificabile, previa ottenimento delle relative autorizzazioni da parte dell’ente gestore, adeguando al nuovo percorso la perimetrazione degli ambiti di non trasformazione, che corrispondono alle fasce di rispetto del reticolo idrico e che sono rappresentate solo sulle tavole del piano delle regole;

19/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS  conferma delle quantità di parcheggio previste all’interno del comparto, eliminandone la localizzazione obbligata (rappresentata sulle tavole del piano delle regole e del piano dei servizi); e ciò con l’obiettivo di permettere una migliore distribuzione planivolumetrica interna;  conseguente adeguamento dei valori teorici delle opere compensative, in relazione alle diverse destinazioni previste; i conti corretti verranno predisposti in sede di presentazione del piano attuativo.

Dal confronto tra gli elaborati grafici del PGT vigente che rappresentano l’ambito di trasformazione n. 5 e che sono di seguito riportati – è emersa inoltre una ambigua sovrapposizione di diverse previsioni pianificatorie, che rappresentano incongruenze da rettificare.

Figura 2: Estratto della tavola T05 del documento di Piano del PGT vigente

Figura 3: Estratto della tavola T05 del documento di Piano del PGT vigente

20/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 4: Estratto della tavola T05 del documento di Piano del PGT vigente

Per consentire l’attuazione delle previsioni dell’ambito è indispensabile rendere univoca la classificazione urbanistica, e si è scelto di farlo definendo nella norma la motivata prevalenza delle previsioni del documento di piano rispetto a quelle del piano delle regole e del piano dei servizi.

21/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 6. ANALISI DI COERENZA CON GLI STRUMENTI SOVRAORDINATI

L'insieme dei piani e dei programmi che sovraintendono e governano le azioni territoriali del contesto in esame rappresentano il quadro pianificatore e programmatico con cui si confrontano le azioni individuate nella proposta di Variante del Piano delle Regole. In questo paragrafo si conduce un'analisi finalizzata a stabilire la rilevanza di tali azioni e la loro relazione con gli altri piani o programmi considerati, con particolare attenzione alle tematiche ambientali.

Tabella 1 – Piani di area vasta e Programmi in Regione Lombardia e Provincia di Brescia

Piano Entrata in vigore

Piano Territoriale Regionale (PTR) Approvato con la delibera del consiglio regionale n. 951 del 19 gennaio 2010 e aggiornato con delibera del consiglio regionale n.557 del 9/12/2014

Piano Pesistico Regionale (PPR) Il Piano Territoriale Regionale (PTR), in applicazione dell’art. 19 della l.r. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico. Il PTR (2008) contiene così una serie di elaborati che vanno ad integrare ed aggiornare il Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2001.

Piano regionale delle aree protette L.r. 86 del 30 novembre 1983

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Approvato con Delibera di Consiglio Provinciale n. 31 del Provincia di Brescia 13 giugno 2014.

Nuovo Piano delle attività estrattive della Provincia di Approvato con delibera del consiglio regionale del 25 Brescia - settore sabbia e ghiaia - ai sensi dell’art. 8 della novembre 2004 n. VII/1114 ”. L.R. 14/98 Successive modificazioni e aggiornamenti si hanno con il Bollettino Ufficiale del 25 gennaio 2005 (1° supplemento straordinario al n. 4).

Piano di Indirizzo Forestale (PIF) - approvato con Delibera di Consiglio Provinciale n.26 del 20 aprile 2009; - rettificato con Det. dir. n. 1943 del 10/09/2009; - modificato con d.G.P. n. 462 del 21/09/2009; - modificato con d.G.P. n. 185 del 23/04/2010 “Piano di Indirizzo Forestale (PIF), - modifiche di dettaglio alla perimetrazione del bosco ai sensi dell’Art. 15 delle Norme Tecniche Attuative;

Piano provinciale gestione rifiuti (PPGR) Approvato con deliberazione di giunta regionale n. 9/661 del 20.10.2010 pubblicata sul B.U.R.L. 1° S.S. al n. 45 del 09.11.2010

Piano Territoriale Regionale d’Area Montichiari Approvato con D.C.R. n. 298 del 6/12/2011

Piano del traffico per la viabilità extraurbana Approvato con deliberazione del consiglio provinciale n. 27 del 24/9/2007 e modificato dalle deliberazioni del consiglio provinciale n. 18 del 31/03/2009, n. 43 del 27/09/2010 n. 19 del 30/5/2011, n. 55 del 30/11/2012 e n. 48 del 29/11/2013

22/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 6.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) Il Piano Territoriale Regionale della Lombardia, già approvato con delibera di Consiglio regionale n. 951 del 2010, è stato aggiornato nel 2014 con DCR n. 557 del 9/12/2014, come previsto dall'art. 22 della legge regionale n. 12 del 2005. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) è lo strumento di pianificazione territoriale regionale in Regione Lombardia. Si tratta di uno strumento composito che ha nel Documento di Piano l’elemento cardine di riferimento; ciascuno degli elaborati che lo compongono svolge una precisa funzione e si rivolge a specifici soggetti ovvero è di interesse generale. L’obiettivo principale che il PTR persegue è il continuo miglioramento della qualità della vita dei cittadini nel loro territorio secondo i principi dello sviluppo sostenibile, in sintonia con quanto indicato a riguardo dalla Comunità Europea: coesione sociale ed economica, conservazione delle risorse naturali e del patrimonio culturale, competitività equilibrata dei territori. Il Documento di Piano, elaborato di raccordo tra tutte le altre sezioni del PTR, in forte relazione con il dettato normativo della L.R. 12/2005, definisce gli obiettivi di sviluppo socio-economico della Lombardia individuando tre macro-obiettivi (principi ispiratori dell'azione di Piano con diretto riferimento alle strategie individuate a livello europeo) e ventiquattro obiettivi di Piano. La declinazione degli obiettivi è strutturata secondo due logiche: dal punto di vista tematico e dal punto di vista territoriale. La declinazione territoriale è effettuata sulla base dell'individuazione di sistemi territoriali considerati come chiave di lettura del sistema relazionale a geometria variabile ed integrata, che si attiva e si riconosce spazialmente nel territorio: Sistema Metropolitano, Sistema della Montagna, Sistema Pedemontano, Sistema dei Laghi, Sistema della Pianura Irrigua, Sistema del Fiume Po e Grandi Fiumi di Pianura. Il Documento di Piano definisce le linee orientative dell'assetto del territorio regionale identificando gli elementi di potenziale sviluppo e di fragilità che si ritiene indispensabile governare per il perseguimento degli obiettivi. La definizione degli orientamenti è costruita in riferimento agli obiettivi prioritari di interesse regionale, identificati ai sensi dell'art. 19, comma 2, lett. b, della legge 12/2005: poli di sviluppo regionale, le zone di preservazione e salvaguardia ambientale e infrastrutture prioritarie. Gli obiettivi definiti nel Documento di Piano costituiscono per tutti i soggetti coinvolti a vario livello nel governo del territorio un riferimento centrale e da condividere per la valutazione dei propri strumenti programmatori e operativi. In questa ottica il PTR individua i tre macro - obiettivi territoriali proposti come basi delle politiche territoriali lombarde per il perseguimento dello sviluppo sostenibile: 1. rafforzare la competitività dei territori della Lombardia; 2. riequilibrare il territorio lombardo; 3. proteggere e valorizzare le risorse della Regione.

Il PTR contiene solo alcuni elementi di immediata operatività, in quanto generalmente la sua concreta attuazione risiede nella “traduzione” che ne verrà fatta a livello locale, livello che la l.r.12/2005 ha fortemente responsabilizzato nel governo del territorio. D’altro canto il PTR fornisce agli strumenti di pianificazione locale la “vista d’insieme” e la possibilità di disporre di un quadro di riferimento più ampio, che consente di riconoscere anche alla scala locale le opportunità che emergono aprendosi ad una visione che abbraccia l’intera Regione – e va ben oltre – ovvero gli elementi di attenzione che derivano da rischi diffusi o da fenomeni alla macro-scala.

Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PTR.

6.2. Il Piano Paesistico Regionale (PPR) Il Piano Paesistico Regionale (PPR) tratta delle indicazioni regionali di tutela dei paesaggi della Lombardia che, nel quadro del PTR, consolidano e rafforzano le scelte già operate dal Piano territoriale Paesistico Regionale (PTPR) pre-vigente in merito all’attenzione paesaggistica estesa a tutto il territorio, e all’integrazione delle politiche per il paesaggio negli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, ricercando nuove correlazioni anche con altre pianificazioni di settore, in particolare con quelle di difesa del suolo, ambientali e infrastrutturali. Le misure di indirizzo e prescrizione paesaggistica si sviluppano in stretta e reciproca relazione

23/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS con le priorità del PTR al fine di salvaguardare e valorizzare gli ambiti e i sistemi di maggiore rilevanza regionale: laghi, fiumi, navigli, rete irrigua e di bonifica, montagna, centri e nuclei storici, geositi, siti UNESCO, percorsi e luoghi di valore panoramico e di fruizione del paesaggio. L’approccio integrato e dinamico al paesaggio si coniuga con l’attenta lettura dei processi di trasformazione dello stesso e l’individuazione di strumenti operativi e progettuali per la riqualificazione paesaggistica e il contenimento dei fenomeni di degrado, anche tramite la costruzione della rete verde. Il PTR contiene così una serie di elaborati che vanno ad integrare ed aggiornare il PTPR approvato nel 2001, assumendo gli aggiornamenti apportati allo stesso dalla Giunta Regionale nel corso del 2008 e tenendo conto degli atti con i quali in questi anni la Giunta ha definito compiti e contenuti paesaggistici di piani e progetti. Nella Relazione Generale vengono individuate le seguenti finalità principali: 1. la conservazione dei caratteri che definiscono l’identità e la leggibilità dei paesaggi della Lombardia, attraverso il controllo dei processi di trasformazione, finalizzato alla tutela delle preesistenze e dei relativi contesti; 2. il miglioramento della qualità paesaggistica e architettonica degli interventi di trasformazione del territorio; 3. la diffusione della consapevolezza dei valori del paesaggio e la loro fruizione da parte dei cittadini.

Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PPR.

6.3. Il Piano Territoriale Regionale d’Area Montichiari La Provincia di Brescia, con delega della Regione Lombardia del 12 aprile 2002, ha predisposto lo “schema del PTA dell’aeroporto “G. D’Annunzio” di Montichiari”, poi deliberato dalla Giunta Provinciale in data 28 dicembre 2005 e oggetto di presa d’atto da parte del Consiglio Provinciale con DCP n.22 del 29 giugno 2006. Lo “schema del PTA dell’aeroporto “G. D’Annunzio” di Montichiari è stato redatto nel quadro delle seguenti condizioni:  la Regione Lombardia, all’epoca delle redazione, era priva di un quadro di riferimento quale il Piano Territoriale Regionale, ma la formulazione di un PTA era prevista dagli atti di programmazione regionale;  l’art. 100 delle N.T.A. del P.T.C.P. della Provincia di Brescia ha fissato come obiettivo lo sviluppo dell’aeroporto di Montichiari, prevedendo la messa in atto di un programma rivolto a definire, mediante atti di pianificazione complessa, l’adeguata programmazione degli interventi infrastrutturali, le strategie per lo sviluppo economico sociale, il grado di compatibilità ambientale e territoriale col territorio coinvolto. Viene prescritto un regime di salvaguardia nelle aeree interne al poligono delimitato: a nord dal piede della collina di Castenedolo, ad est dalla S.P. ex S.S. 236 “Goitese”, a sud dalla S.P. 668 “Lenese” ed a ovest dalla linea ferroviaria Brescia-Parma. Tale regime di salvaguardia è stato reiterato dalla Regione Lombardia con la Legge Regionale 27 febbraio 2007 n° 5 articolo 14. La proposta provinciale è stata corredata dalla Valutazione ambientale strategica che è stata oggetto di delibera di Giunta provinciale n. 751 del 28 novembre 2006. Con la nuova legge urbanistica regionale n. 12/2005 e successive modificazioni, art. 20 comma 6, viene riconosciuto il Piano territoriale regionale d’area quale strumento che disciplina il governo di aree, di significativa ampiezza territoriale interessate da opere, interventi o destinazioni funzionali aventi rilevanza regionale o sovra regionale; da qui la necessità di definire una nuova modalità di governo del territorio, in grado di stabilire le modalità di attuazione del piano stesso. La Regione Lombardia a seguito di tali novità ha ritenuto di elaborare una proposta aggiornata di PTRA avviando l’elaborazione della nuova proposta di piano i cui contenuti sono inseriti in questo documento, e in data 27 dicembre 2006 con deliberazione di Giunta regionale n.8/3952 ha avviato il procedimento di approvazione del PTRA. In seguito, con Delibera di giunta regionale 9/1812 del 31 maggio 2011 sono stati adottati il PTRA “Aeroporto Montichiari” e la Dichiarazione di sintesi. Infine, con Delibera di consiglio regionale n. 298 del 6 dicembre 2011, il Consiglio Regionale ha definitivamente approvato il Piano (la Delibera consiliare è stata pubblicata sul BURL Serie Ordinaria

24/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS n. 52 del 28 dicembre 2011). La nuova proposta di PTRAM esclude il territorio comunale di Montirone dal perimetro del piano d’area. Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PTRA Montichiari.

25/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 6.4. Il PTCP della Provincia di Brescia In linea con una visione più integrata del sistema territoriale, che tenga conto delle relazioni tra territorio urbanizzato e territorio libero, la legge 12/2005 attribuisce alla Provincia il compito di definire gli obiettivi generali dell’assetto e della tutela del proprio territorio. La Provincia di Brescia ha approvato il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) con Delibera di Consiglio n. 31 del 13 giugno 2014. Il piano è diventato efficace con la pubblicazione dell’avviso di definitiva approvazione sul BURL Serie Avvisi e concorsi n. 45 del 5 novembre 2014. Ai fini dell’attuazione del PTCP, le norme di piano all'art. 7 organizzano il territorio provinciale in ambiti e sub-ambiti territoriali. Di norma ciascun comune è localizzato in un ambito territoriale in funzione della prevalenza delle sue interazioni rispetto ai temi geografici, economici, culturali e ambientali. Il Comune di Montirone rientra nell'ambito territoriale di Montichiari, di cui fanno parte anche i Comuni di , , , , Ghedi, , Montichiari, e ). Il PTCP è inoltre costituito dalle Tavole Struttura di Piano, Paesistica, Ambiente e Rischi, e Rete ecologica provinciale, delle quali viene di seguito riportato l'estratto relativo al territorio di Montirone. In particolare sono da evidenziare, per il territorio di Montirone, alcuni elementi presenti nelle diverse tavole, come sinteticamente riportato di seguito.

Tavola Struttura di Piano La presenza di alcune aree a prevalente non trasformabilità a scopo edilizio e di tracciati di reti infrastrutturali e corridoi di salvaguardia.

26/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 5: Estratto della Tavola di struttura - PTCP Provincia di Brescia (2014) tav. 1.2 sezione C. Il cerchio rosso individua l’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT.

27/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Tavole del Paesaggio

La tavola dell’unità di paesaggio inserisce l’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT del Comune di Montirone nell’area metropolitana di Brescia e pedecollinare.

Figura 6: Estratto della Tavola dell’Unità di Paesaggio - PTCP Provincia di Brescia (2014) tav. 2.1. Il cerchio rosso individua l’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT

La tavola degli Ambiti, Sistemi ed elementi del paesaggio inserisce l’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT del Comune di Montirone all’interno delle aree produttive impegnate da PGT vigenti.

28/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 7: Estratto della Tavola degli Ambiti, Sistemi ed Elementi del Paesaggio - PTCP Provincia di Brescia (2014) tav. 2.2 sezione C. Il cerchio rosso individua l’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT

La tavola di caratterizzazione paesaggistica degli ambiti agricoli inserisce l’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT del Comune di Montirone all’interno dei sedimi del sistema insediativo (urbanizzato e infrastrutture).

29/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 8: Estratto della Tavola di caratterizzazione paesaggistica degli ambiti agricoli - PTCP Provincia di Brescia (2014) tav. 10 sez. D. Il cerchio rosso individua l’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT

Tavola Ambiente e rischi La Tavola Ambiente e Rischi evidenzia come il territorio di Montirone sia interessato da una vulnerabilità alta o molto alta della falda.

30/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 9: Estratto della Tavola Ambiente e Rischi - PTCP Provincia di Brescia (2014) tav. 3.1 sezione D. Il cerchio rosso individua l’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT

Tavola Rete ecologica La tavola della rete ecologica evidenzia la prossimità dell’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT del Comune di Montirone ad un’arteria della viabilità primaria. Il Comune di Montirone ricade inoltre tra gli ambiti urbani e periurbani preferenziali per la ricostruzione ecologica diffusa.

31/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 10: Estratto della Tavola della Rete ecologica Provinciale - PTCP Provincia di Brescia (2014) tav. 4 sezione D. Il cerchio rosso individua l’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT

Tavola degli Ambiti Agricoli strategici

La tavola degli Ambiti Agricoli Strategici non evidenzia la presenza di ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico o di ambiti di valore paesistico nell’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT del Comune di Montirone ad un’arteria della viabilità primaria.

32/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 11: Estratto della Tavola degli Ambiti Agricoli Strategici - PTCP Provincia di Brescia (2014) tav. 5.2 sezione C. Il cerchio rosso individua l’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntale al PGT

6.5. Il Piano provinciale gestione rifiuti Il Piano Provinciale dei Rifiuti della Provincia di Brescia è stato adottato con delibera di Consiglio Provinciale n. 1 del 20/01/2009. Con l'approvazione della DGR 6581 del 13 febbraio 2008, dalla DGR 10360 del 21 ottobre 2009 “modifiche ed integrazioni alla DGR 6581 del 13 febbraio 2008 relativa ai criteri per la localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti urbani e speciali”, nonché della DGR 10271 del 07 ottobre 2009 “diffida ad adempiere e assegnazione del termine alla Provincia di Brescia per l’adozione e la trasmissione del Piano Provinciale dei Rifiuti ai sensi della l.r. n. 26/2003 e smi e dell’art. 8 della l.r. 12/2007” è stato necessario un suo aggiornamento che si è compiuto con l'approvazione definitiva, da parte di Regione Lombardia con deliberazione di giunta n. 9/661 del 20.10.2010 pubblicata sul B.U.R.L. 1° S.S. al n. 45 del 09.11.2010.

33/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS Il piano analizza i flussi di rifiuti urbani e speciali, individuando gli impianti attivi sul territorio, quelli cessati e i siti da bonificare. Di seguito si può vedere la situazione del Comune di Montirone.

Figura 12: Censimento impianti – stato di fatto (estratto Tavola PPGR -aggiornamento gennaio 2010)

34/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 13: Carta delle discariche cessate e dei siti da bonificare (estratto PPGR SIT Provincia di Brescia )

Molto interessante per la valutazione ambientale è il sistema di obiettivi, di azioni e di indicatori per il monitoraggio che sono presi in considerazione e per la cui analisi si rimanda alla Dichiarazione di sintesi della VAS del piano stesso.

Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PTCP.

6.6. Il Piano del traffico per la viabilità extraurbana Il Nuovo codice della strada, all'art. 36 prevede l'elaborazione, da parte delle Province del Piano del traffico per la viabilità extraurbana. Il comma 4 dell’art. 36 individua per il PTVE i medesimi obiettivi previsti per i “Piani urbani del traffico”, aventi le finalità di «ottenere il miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione degli inquinamenti acustico ed atmosferico ed il risparmio energetico, in accordo con gli strumenti urbanistici vigenti e con i piani di trasporto e nel rispetto dei valori ambientali». Di seguito si riporta l'estratto di una tavola del piano che rappresenta la classificazione delle strade di interesse per il Comune di Montirone.

Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PTVE.

35/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 14: Classificazione tecnico funzionale della rete stradale esistente (estratto tav.2 PTVE)

Figura 15: Linee di programmazione e di indirizzo (estratto tav.4 PTVE)

36/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 6.7. ll Piano di Indirizzo Forestale Il territorio di Montirone ricade nell'ambito di competenza del Piano di indirizzo forestale della Provincia di Brescia. Come si legge nell'articolo 1 delle NTA il PIF è redatto ai sensi dell’art. 8, comma 2, della l.r. n. 27 del 28 ottobre 2004 sostituita dalla l.r. n. 31 del 5 dicembre 2008 e secondo i criteri di cui alla d.G.R. 01/08/2003 n. 7/13899 sostituita dalla d.G.R. 7728 del 24/07/2008, ai fini della valorizzazione delle risorse silvo-pastorali del territorio di competenza della Provincia. Di seguito si presentano alcuni estratti delle tavole di piano che si ritengono più utili ai fini della pianificazione comunale; in particolare queste tavole sono utili ai fini della valutazione di interventi di compensazione ambientale. Si ricorda che nell'art. 18 del PIF si legge che: “ai sensi dell’art. 48, comma 3, della l.r. 31/2008, le delimitazioni delle superfici a bosco e le prescrizioni sulla trasformazione del bosco di cui al presente PIF sono immediatamente esecutive e costituiscono automaticamente variante agli strumenti urbanistici vigenti.” Le azioni proposte dalla Variante in esame non contrastano con gli obiettivi tematici e territoriali individuati dal PIF Figura 16: PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 11 Boschi e sistemi verdi

Figura 17: PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 10 Interventi compensativi

Figura 18: PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 4 Valore multifunzionale

37/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 19: PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 3c Carta della destinazione paesaggistica

Figura 20: PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 6c Carta delle azioni a destinazione paesaggistica

38/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 21: PIF della Provincia di Brescia, estratto della Tavola 6f Carta degli interventi di ricostituzione ambientale

7. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI: ANALISI DELLO STATO DI

39/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS FATTO

La Direttiva europea sulla VAS indica, quali fattori del contesto da analizzare e valutare attraverso la stesura del Rapporto preliminare: la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale ed anche quello architettonico ed archeologico, il paesaggio. Tali indicazioni possono essere integrate da ulteriori fattori ritenuti prioritari per la realtà del comparto territoriale considerato: rumore, vibrazioni, radiazioni, qualità edilizia, energia, rifiuti, mobilità e trasporti. Nel paragrafo 7 viene riportata una analisi dello stato di fatto di ciascuna delle componenti ambientali di cui si è detto; tale analisi è stata effettuata sulla scorta delle informazioni presenti nei database afferenti al Sistema Informativo Territoriale (SIT) e negli strumenti sovraordinati di programmazione e pianificazione (PTR, PPR, PTCP, ecc.), integrate da eventuali dati prodotti da specifiche campagne di rilevamento ed indagine già condotte dall’Amministrazione comunale, nonché da quanto desunto dal Rapporto Ambientale della VAS del PGT di Montirone. Nel paragrafo 8 saranno invece delineati, ove possibile, i principali e potenziali effetti attesi sulle componente ambientali esaminate, producibili dalle azioni delineate dalla proposta di Variante, al fine di verificarne la portata.

7.1. Inquadramento socio-economico e territoriale ll Comune di Montirone si colloca nell’alta Pianura Padana a 15 chilometri dal capoluogo provinciale in direzione sud. Il territorio occupa una superficie di circa 10,26 kmq, con una quota media di 100 m s.l.m. e comprende le frazioni di Belleguardello, Belleguardo, Casenuove, Pradossi Marche, Feniletto e Giardino; l’area urbanizzata si sviluppa intorno al centro storico di Montirone. Confina a nord con il Comune di Borgosatollo, ad ovest con il Comune di Poncarale, a sud-est con il Comune di Ghedi e a sud-ovest con il Comune di Bagnolo Mella. Montirone è situato nell’area meridionale dell’hinterland della città di Brescia ed è interessato dal passaggio delle principali direttrici che permettono i collegamenti di lunga percorrenza tra alcune delle principali città del nord Italia, quali l’autostrada A21 Brescia-Piacenza e la linea ferroviaria Brescia-Parma. La peculiarità del territorio montironese è rappresentata dal sistema infrastrutturale di attraversamento: le principali arterie, infatti, penetrano il territorio comunale attraversandolo completamente, senza tuttavia creare all’interno del Comune di Montirone un polo attrattore. Analizzando in particolare il Piano d’Area dell’Aeroporto di Montichiari si ha conferma del ruolo fondamentale delle infrastrutture sul sistema insediativo del Comune di Montirone, come già definito dal P.T.C.P.. Infatti l’intero ambito territoriale è soggetto a numerose previsioni infrastrutturali essenzialmente funzionali alla vicina area aeroportuale che non serviranno nello specifico il territorio amministrativo del Comune di Montirone, ma che comunque graviteranno su di esso, al fine di garantire un efficiente collegamento con l’aeroporto di Montichiari-Ghedi. Con specifico riferimento al contesto ambientale del Comune di Montirone e data la tipologia e portata territoriale delle trasformazioni proposte dal Documento di Piano, si sono approfondite una serie di tematiche. Al Censimento 2011 il Comune di Montirone contava 5.044 abitanti, esito di una crescita contenuta ma costante che non ha conosciuto arretramenti dagli anni ‘60 ad oggi. Dal 1971 al 2001 Montirone ha registrato infatti un significativo incremento della popolazione attorno al 79%. Nel decennio 1971-1981 l’incremento è attestato sul 16,60%, superiore alla tendenza provinciale che è stata del 8,09 %. Nel decennio 1981-1991 la variazione ha avuto un incremento pari al 13,38 %, mentre quella provinciale nello stesso decennio ha registrato un incremento del 4,03 %. La variazione demografica nel decennio 1991-2001 ha riscontrato un incremento pari al 30,89%, mentre dal 2001 al 2006 l’incremento è stato circa del 25%. Negli ultimi anni il trend di crescita è rallentato anche se resta positivo, attestandosi a circa il 6% nel quinquennio.

Tipo di dato: Andamento demografico, censimento agricoltura e imprese Fonte, anno: ISTAT, 2000, 2001 e 2005 – Annuario Statistico Regionale – Lombardia 2015

40/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS Scala: comunale

Figura 22: Andamento della popolazione residente - FONTE: Annuario Statistico Regionale (Lombardia)

Anno Residenti Anno Residenti 1861 820 2001 4019 1871 848 2002 4168 1881 876 2003 4247 1901 1092 2004 4393 1911 1230 2005 4517 1921 1462 2006 4628 1931 1401 2007 4689 1936 1469 2008 4885 1951 1909 2009 5000 1961 1916 2010 5047 1971 2244 2011 5055 1981 2617 2012 5071 1991 3072 2013 5178

Andamento della popolazione residente (censimento ISTAT 1861-1991 - ASR 2001-2103)

Dalla lettura del censimento ISTAT 2001 dell’industria e dei servizi si evince che le unità industriali registrano il numero più significativo di addetti rispetto alle altre attività presenti sul territorio. Per quanto concerne l’allevamento, dalla lettura dei dati del censimento ISTAT 2000, emerge una presenza significativa di allevamenti bovini, suini e avicoli che caratterizza il territorio.

41/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Industria Commercio Altri Servizi Istituzioni Unità Addetti Unità Addetti Unità Addetti Unità Addetti 102 962 80 193 168 547 16 57 Tabella 2: Ripartizione per settore di attività degli addetti; Fonte: 8° censimento industria e dei servizi ISTAT 2001

Superficie Unità Addetti 776,99 ha 39 146 Allevamenti (caprini, equini) Allevamenti (bovini, bufalini, suini) Allevamenti avicoli Unità Capi Unità Capi Unità Capi - - 21 9194 3 106500 Tabella 3: superficie, unità e addetti attività agricole locali. Fonte: 5°censimento agricoltura, ISTAT 2000

42/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

7.2. Aria

7.2.1. Qualità dell’aria Come definito all'art.2 del DPR 203/88, per inquinamento atmosferico si intende ogni modificazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica, dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria, da costituire pericolo diretto o indiretto per la salute dell’uomo, da compromettere le attività ricreative e gli altri usi legittimi dell’ambiente, alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi ed i beni materiali pubblici e privati. Nel quantificare il “grado di inquinamento” atmosferico è importante distinguere le emissioni dalle concentrazioni di sostanze inquinanti.

Per emissione si intende la quantità di sostanza inquinante introdotta in atmosfera, da una certa fonte inquinante e in un determinato arco di tempo; generalmente essa viene espressa in tonnellate/anno-1. Per concentrazione si intende invece la quantità di sostanza inquinante presente in atmosfera per unità di volume; generalmente essa viene espressa in gr/mc-1 e viene utilizzata per esprimere valori di qualità dell’aria. Nel microsistema locale il superamento di determinate soglie di concentrazione ha delle ripercussioni dirette sulla salute umana; nel macrosistema globale le concentrazioni di alcuni di essi sono responsabili della manifestazione di fenomeni quali piogge acide, effetto serra, smog fotochimico, ecc..

L’analisi dei dati dell’Inventario regionale emissioni aria (Inemar) evidenzia per il Comune di Montirone che la principale fonte di emissione di sostanze inquinanti sono i processi produttivi e le combustioni nell’industria. Nel dettaglio infatti questi due settori concorrono principalmente alle emissioni di SO2, NOx,, CO e precursori di ozono troposferico; inoltre dalle combustioni industriali derivano le maggiori emissioni di CO2, e CO2 eq., mentre dai processi produttivi costituiscono in primis la fonte delle polveri sottili: PM2,5, PM10 e PTS. Un ulteriore apporto alle emissioni di CO2 e CO2 eq. deriva dalle combustioni non industriali e dal trasporto su strada; quest’ultimo riveste inoltre un ruolo significativo in merito a PM2,5 e PM10. Infine risulta necessario sottolineare che anche l’agricoltura rappresenta un settore impattante per la qualità dell’aria in quanto costituisce la principale fonte di emissione per quanto concerne CH4, N2O e NH3.

Tipo di dato: Emissioni in atmosfera

Fonte, anno: ARPA Lombardia – INEMAR (Inventario regionale emissioni aria), Emissioni in Lombardia nel 2005 - dati finali settembre 2007

Scala: - Comunale

43/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Tabella 4: inventario delle emissioni INEMAR per il Comune di Montirone.

Figura 23: distribuzione percentuale delle emissioni dall’inventario INEMAR per il Comune di Montirone

44/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.2.2. Radioattività Il radon (Rn) è un elemento chimicamente inerte (in quanto gas nobile), naturalmente radioattivo. A temperatura e pressione standard il radon è inodore e incolore. Nonostante sia un gas nobile alcuni esperimenti indicano che il fluoro può reagire col Radon e formare il fluoruro di radon. Il radon è solubile in acqua e poiché la sua concentrazione in atmosfera è in genere estremamente bassa, l'acqua naturale di superficie a contatto con l'atmosfera (sorgenti, fiumi, laghi, ecc.) lo rilascia in continuazione per volatilizzazione anche se generalmente in quantità molto limitate. D'altra parte, l'acqua profonda delle falde, presenta una elevata concentrazione di 222Rn rispetto alle acque superficiali. In Italia l'ente preposto alla misura del Radon nelle abitazioni e nei luoghi chiusi sono le ARPA, a cui si può fare riferimento per adottare provvedimenti di bonifica nei casi di superamento dei limiti di legge. Il Radon è un gas molto pesante e viene considerato estremamente pericoloso per la salute umana se inalato. Uno dei principali fattori di rischio del radon è dato dal fatto che accumulandosi all'interno di abitazioni diventa una delle principali cause di tumore al polmone. In Italia ancora non c'è una chiara normativa per quanto riguarda le abitazioni. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla Comunità Europea di 200 Bq/m3 per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3 per quelle già esistenti. Una normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro (Decreto legislativo n° 241, del 26/05/2000) che fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m3. Per le scuole non vi sono indicazioni ma si ritiene per il momento di poter assimilare una scuola ad un ambiente di lavoro. La Regione Lombardia con decreto n. 12678, del 21.12.2011 ha adottato le Linee Guida per la prevenzione delle esposizioni al gas in ambienti chiusi (luoghi di lavoro, abitazioni, ecc.). L’indagine nazionale sulla radioattività naturale svoltasi fra il 1989 e il 1997 ha mostrato concentrazioni di radon significative in alcune zone della regione Lombardia, prevalentemente montane. A questa campagna nazionale hanno seguito due diverse campagne di indagine regionali la prima fra il 2003 e il 2005, mentre la seconda, che si è svolta fra il 2009 e il 2010, ha avuto come obbiettivo quello di monitorare approfondire le conoscenze andando a monitorare attraverso misure dirette il livello di esposizione nelle aree individuate come maggiormente esposte, nel territorio lombardo. In provincia di Brescia tali indagini hanno portato alla collocazione di 181 dosimetri in diverse abitazioni. Gli approfondimenti delle campagne regionali hanno riconfermato che le concentrazioni di radon in ambienti di vita e di lavoro rappresentano una criticità per il territorio lombardo. Il radon, gas radioattivo alfa emettitore, è una delle più rilevanti componenti della radioattività naturale. Con gli atti respiratori il gas radon viene rapidamente espirato, ma i suoi prodotti di decadimento solidi permangono all'interno dell'apparato bronchiale, emettendo particelle radioattive alfa, che danneggiano le cellule bronco polmonari e creano condizioni favorenti una modifica in senso tumorale dei tessuti. L'OMS ha classificato il Radon nel gruppo 1, cancerogeno per l'uomo. Esso rappresenta la seconda causa d'insorgenza del cancro al polmone, dopo il fumo, e non esiste un valore di concentrazione "soglia" al di sotto del quale si possa ritenere che non vi sia rischio di contrarre il tumore polmonare. Particolarmente esposti risultano i soggetti che soggiornano più a lungo in ambienti interrati o seminterrati utilizzati impropriamente, quali vani di abitazione (taverne, stanza giochi ecc.), o di lavoro, o per attività didattiche, con ridotti ricambi d'aria che comportano alte concentrazioni di Radon. La durata della esposizione a concentrazioni elevate di radon in ambienti di vita e di lavoro è direttamente proporzionale alla incidenza della neoplasia polmonare. Tra gli esposti, i bambini rappresentano il gruppo più a rischio sia perché la fase di sviluppo fisico ed immunitario non è ancora completa, sia per la durata della esposizione che negli anni viene a determinarsi partendo dalla tenera età. La messa in atto di interventi correttivi di bonifica, non particolarmente onerosi ma di sicura efficacia, per gli edifici esistenti contaminati da radon, e la realizzazione dei nuovi edifici con tecniche idonee alla prevenzione della contaminazione, sono i temi sviluppati nelle Linee Guida per la prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti indoor, adottate dalla Regione Lombardia, e che si inseriscono tra le azioni finalizzate alla tutela della salute del cittadino e perseguono l'obiettivo di ridurre l'incidenza del tumore polmonare. I limiti individuati dalla normativa sono relativi alle Raccomandazione UE 90/143/Euratom che fissa in 400 Bq/m3 il livello per cui si devono attivare misure per ricondurre i livelli di esposizione al di sotto del limite di 200 Bq/m3.

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Dal documento rilasciato al Comune di Montirone dall’ARPA il 25 Gennaio 2006 (prot. N° 0011260), risulta che a livello regionale la concentrazione media annuale rilevata, relativa ai 3650 rilevatori distribuiti negli edifici di 541 comuni, è pari a 124 Bq/m3. Nello specifico, il territorio comunale interessato il valore medio è risultato di 232 Bq/m3 con un picco massimo di 580 Bq/m3.

Tipo di dato: radioattività da Radon “indoor”

Fonte, anno: ARPA - ASL dipartimento di Brescia, novembre 2003- novembre 2004

Scala: - Comunale

Figura 24: confronto tra i limiti fissati dalla Comunità Europea e livelli di Radon misurati in Regione e nel Comune di Montirone

7.2.3. Rumore Il Comune di Montirone, in ottemperanza alla vigente normativa, ha provveduto alla redazione della Classificazione Acustica, strumento urbanistico di settore che assegna a porzioni omogenee del territorio una delle sei classi acustiche previste dal DPCM 14/11/97. Nel dettaglio è la Legge quadro sull’inquinamento acustico n. 447/95 a esprimere la necessità che i Comuni si dotino di un Piano di classificazione acustica, indicazione ripresa ed esplicitata anche nella normativa regionale nella L.R n. 13/2001 “Norme in materia di inquinamento acustico”. La zonizzazione acustica è redatta per passaggi successivi analizzando in primis la destinazione urbanistica prevista dal PRG e individuando di seguito sul territorio le attività rilevanti dal punto di vista acustico (sorgenti di rumore, ricettori, attrattori), nonché la struttura del sistema stradale e ferroviario; si ricorre infine a misure strumentali mirate per raccogliere dati acustici relativi al territorio. In funzione della zonizzazione acustica il territorio comunale appare così classificato:

CLASSE I - AREE PARTICOLARMENTE PROTETTE

46/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS Aree ospedaliere e scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. Nella classe I possono essere inserite le aree che si vogliono tutelare quali ospedali, cliniche, case di riposo, scuole, aree cimiteriali, parchi, aree protette, aree a particolare valenza paesistico ambientale. Non è possibile che rientrino in tale classe aree con presenza di attività industriali o artigianali. Il verde sportivo non è da considerarsi come zona da tutelare poiché la quiete non è condizione strettamente indispensabile per la sua fruizione. Non si ritiene che tutte le aree destinate a "verde di quartiere" possano essere protette sia per le dimensioni solitamente limitate, sia perché strettamente integrate nella realtà residenziale a cui appartengono e spesso utilizzate per attività ricreative. A tali aree pertanto viene attribuita la stessa classe della zona in cui sono inserite. Fanno inoltre eccezione le strutture scolastiche o sanitarie inserite in edifici adibiti principalmente ad abitazione o con altra destinazione d'uso. Non possono difatti essere comprese in classe I le aree che si trovino all’interno delle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali e ferroviarie. Nessuna area è stata individuata come inseribile in classe I, valutata la situazione del territorio attuale e prevista. L’area corrispondente alle scuole elementari e medie compresa tra via Scuole e via Borgosatollo è stata inserita in classe II.

CLASSE II - AREE DESTINATE AD USO PREVALENTEMENTE RESIDENZIALE

Aree con traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività artigianali e industriali. Per “bassa densità di popolazione” si intende generalmente un valore inferiore a 100 abitanti per ettaro. Comprende zone residenziali, di completamento o di nuova realizzazione con assenza o limitata presenza di attività commerciali o servizi e le aree a verde privato. Possono, a meno che a causa del contesto non debbano essere inserite in classi più elevate, rientrare in questa classe anche le strutture alberghiere. Non possono essere comprese in tale classe aree con presenza di attività industriali o artigianali. Per “strade locali” si intendono quelle interne di quartiere, interessate pressoché esclusivamente al traffico veicolare locale. Tale classe è stata attribuita alla quasi totalità delle zone a destinazione d’uso residenziale come descritte precedentemente ad eccezione delle aree poste in adiacenza delle “fasce filari” delle infrastrutture stradali quando appartenenti a classi diverse. È inserito in classe II tutto il territorio non individuato nelle classi precedenti, coincidente con le aree a destinazione d’uso prevalentemente residenziale, come individuate dal P.R.G. (zone B, C, parte delle zone A), oltre che le scuole, come detto, i cimiteri e le aree “cuscinetto” in situazioni di accostamento critico tra zone inserite in Ia e IIIa classe.

CLASSE III - AREE DI TIPO MISTO

Aree con traffico veicolare locale o di attraversamento, con densità di popolazione media, con presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. Per “media densità” di popolazione si intende generalmente un valore compreso tra 100 e 200 abitanti per ettaro; Con “traffico veicolare di attraversamento” si intende quello che interessa le strade di scorrimento tra quartieri o frazioni ovvero presenti solo in specifici settori dell'area urbana utilizzate per servire il tessuto urbano; Rientrano in questa classe le aree residenziali con presenza di attività commerciali, servizi, ecc., le aree in cui si svolgono attività sportive che non sono fonti di rumore (campi da calcio, campi da tennis, ecc.). Tra le aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici sono da comprendere gli insediamenti zootecnici rilevanti e di trasformazione del prodotto, sempre che non siano considerati insediamenti produttivi (in tal caso andrebbero inserite nelle classi IV, V o VI). Si è assegnata tale classe a:

47/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 1. tutto il territorio comunale posto al di fuori del perimetro del centro abitato, coincidente con zone di tipo E, agricole; 2. agli impianti sportivi principali (campo da calcio – bocciodromo); 3. alle attività estrattive esaurite e recuperate per la pesca sportiva. Si è inoltre attribuita questa classe ad aree “cuscinetto” di ampiezza variabile in situazioni di possibile accostamento critico tra zone inserite in IIa ed in IVa classe.

CLASSE IV - AREE DI INTENSA ATTIVITÀ UMANA

Aree con intenso traffico veicolare, alta densità di popolazione, elevata presenza di attività commerciali ed uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie. Per “alta densità” di popolazione si intende generalmente un valore maggiore di 200 abitanti per ettaro. Non possono essere comprese in classe inferiore alla IV le aree che si trovino all’interno delle zone di rispetto B dell’intorno aeroportuale e, per le distanze inferiori a 100 metri, le aree che si trovino all’interno delle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali e ferroviarie di grande comunicazione. Le “strade di grande comunicazione” sono identificate come tronchi terminali o passanti di autostrade, le tangenziali esterne o interne, le strade di penetrazione o di attraversamento, le strade di distribuzione del traffico fra territorio urbano ed extraurbano. Nel caso di infrastrutture interne alla zona urbanizzata si è assunto ove possibile il criterio di attribuire la stessa classe il corpo di fabbrica della prima fila di edifici prospicienti la strada stessa, eventualmente comprendendo le aree di pertinenza. Si è attribuita tale classe ad aree “cuscinetto” di ampiezza variabile in situazioni di possibile accostamento critico tra zone inserite in IIIa ed in Va classe, considerando anche l’azzonamento dei comuni limitrofi per quanto riguarda le zone di confine. Sono inoltre inserite in questa classe alcune aree riservate ad attività estrattive esistenti o previste.

CLASSE V - AREE PREVALENTEMENTE INDUSTRIALI

Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. Alla classe V appartengono le aree artigianali e industriali, ed eventualmente le aree limitrofe, con limitata presenza di abitazioni. È ammissibile la presenza non preponderante di attività artigianali, commerciali ed uffici. È stata attribuita tale classe esclusivamente alle aree con insediamenti di tipo industriale – artigianale, che corrisponde alla zone D, ed agli edifici produttivi attivi in area agricola, come individuati dal P.R.G.

CLASSE VI - AREE ESCLUSIVAMENTE INDUSTRIALI

Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. Generalmente risulta piuttosto difficile, salvo particolari eccezioni, trovare aree industriali prive di insediamenti abitativi, almeno per quanto concerne il significato comune dell’espressione "insediamento abitativo". Questo può comportare o la reale inesistenza della classe VI, oppure, nel caso in cui si ammetta l'esistenza di insediamenti abitativi, l'impossibilità di tutelare il disturbo di chi abita e lavora in tale classe, giacché per essa non si applica il criterio differenziale. È ammissibile una limitata presenza di attività artigianali. Nel Comune di Montirone non si sono individuate aree esclusivamente industriali con caratteristiche tali da essere inserite in classe VI.

Tipo di dato: Zonizzazione acustica del territorio comunale

48/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Fonte, anno: RISORSE E AMBIENTE s.r.l.; 2010 Scala: comunale

Figura 25: classificazione acustica territorio comunale

7.2.4. Elettrosmog

49/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Di seguito vengono individuati sulla carta del Comune di Montirone i siti dove sono posizionate le antenne SRB (stazione radio base) per la telefonia cellulare. Essi utilizzano frequenza comprese tra i 900 MHz e i 1800 MHz (alte frequenze). Al suolo, i livelli di intensità di campo elettrico (volt/metro) che si dovrebbero riscontrare entro un raggio di 100-200 m da una SRB sono compresi tra gli 0,1 e i 2 V/m. Il DPCM 8 Luglio 2003 fissa a 20 V/m il limite di esposizione e nel caso di prossimità di edifici a prolungata permanenza viene considerata la misura di cautela di 6 V/m. Sempre per ragioni di sicurezza, è opportuno che nella zona immediatamente circostante l’impianto non vi siano edifici elevati per un raggio di 30-40 metri. La normativa regionale (Legge n°11/2001) prevede la fissazione dei criteri di attivazione degli impianti da parte della Regione lasciando ai comuni l’individuazione delle aree più idonee all’installazione di impianti di telecomunicazione. I campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF) interagiscono con la materia vivente cedendo energia ai tessuti sotto forma di riscaldamento. Fino ad ora le uniche conseguenze derivate dall’esposizione a simili campi elettromagnetici risultano essere effetti biologici di tipo acuto ma la prevenzione è alla base dei limiti d’esposizione attualmente in vigore.

Tipo antenna localizzazione gestore anno GSM 890-960MHz Via Borgosatollo Vodafone 2006 GSM 800-900 MHz Via Borgosatollo Telecom 2002 -1800 MHz Via Borgosatollo Omnitel-Wind 2000 GSM 900MHz e UMTS Via Borgosatollo Telecom 2005 Tabella 5: elenco delle installazioni SRB presenti nel Comune di Montirone

Sul territorio del comune sono presenti due linee dell’elettrodotto, una ubicata lungo il confine nord-ovest del comune, e l’altra attraversa da nord a sud il territorio lambendo a est l’abitato.

50/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Figura 26: Individuazione degli elettrodotti (in tratteggio viola) e delle SRB (punto rosso) nel Comune di Montirone

51/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.2.5. Inquinamento luminoso

Il Comune di Montirone rientra parzialmente nella fascia di rispetto, pari a 10 km di raggio, dell’osservatorio astronomico di Brescia e risulta soggetto alle disposizioni specifiche previste dall’art. 9 (Disposizione per le zone tutelate) della L.R. 17/2001. In termini di inquinamento luminoso si sottolinea comunque la necessità che il comune adempia a quanto disposto dalla vigente normativa in materia di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso, LR n. 17/2000 e s.m.i, con particolare riferimento all’art. 4 che prevede fra l’altro che i comuni si dotino del Piano di illuminazione, e all’art. 6 recante la “Regolamentazione delle sorgenti di luce e degli usi di energia elettrica da illuminazione esterna”.

Tipo di dato: Fasce di rispetto osservatori astronomici

Fonte, anno: Regione Lombardia, 2001; Comune: PRIC approvato con delibera C.C. 18/3/2008

Scala: sovracomunale

Figura 27: Osservatorio astronomico di Brescia

52/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.3. Acqua

7.3.1. Qualità delle acque

Acque profonde Per l’acqua destinata al consumo umano sono effettuate rilevazioni mensili dall’Azienda Sanitaria Locale sull’acqua proveniente dai pozzi, distribuita dall’acquedotto e prelevata presso diverse fontanelle pubbliche localizzate sul territorio comunale Lo studio geologico a corredo del PGT, al quale si rimanda per un maggior dettaglio, riporta la valutazione del grado di vulnerabilità delle acque sotterranee all’inquinamento (valutazione effettuata con modello DRASTIC). Nel territorio comunale sono stati rilevati ambiti che si differenziano per la soggiacenza della falda, tra i 2 e i 5 m di profondità, e che corrispondono ad una classe di vulnerabilità alta. Il resto del territorio presenta una soggiacenza della falda tra i 5-10 m ma conferma l’alta vulnerabilità. Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza di cave attive o dismesse nelle quali le acque di falda affiorano e risultano essere così più vulnerabili (vulnerabilità molto alta) perché non protette dal suolo. La presenza di allevamenti ittici risulta essere un elemento di rischio per quanto concerne la qualità delle acque profonde proprio per la caratteristica locale relativa ad una soggiacienza di falda tra i 2 e i 10 m.

Acque superficiali Il territorio di Montirone è attraversato da un corso d’acqua principale: il Naviglio Inferiore. Il Naviglio di Brescia è una via d'acqua, frutto di una derivazione delle acque del fiume Chiese, che scorre prevalentemente nella Provincia di Brescia. Nasce a , attraversa la bassa Valle Sabbia, bagna Brescia e taglia trasversalmente la pianura Padana orientale per immettersi nel fiume Oglio nei pressi di Canneto sull'Oglio. È stato essenzialmente costruito per vari scopi: irrigui, di navigazione, di trasporto merci ed energetici. Attualmente la sua unica funzione è quella di consentire l'irrigazione dei territori che attraversa. Il canale del Naviglio cambia notevolmente la sua morfologia, lungo il suo percorso, per la presenza di derivazioni secondarie che riducono, o aumentano, la portata. Le diverse denominazioni che il canale possiede lungo il suo cammino segnalano questi cambiamenti morfologici. Lungo il percorso, che affianca la strada provinciale Brescia - Parma, il canale riceve le acque dalle rogge alimentate dalle risorgive della alta Pianura Padana e nello stesso tempo alimenta numerosi vasi che irrigano le campagne di Montirone, Bagnolo Mella, Leno e Ghedi. Ha ampiezza media di poco superiore ai 4 metri, la profondità è attorno ai 30 cm. All'altezza di Ghedi, il Naviglio riceve le acque anche dalle rogge che aveva originato come Naviglio Grande. Dopo Ghedi riassume le proporzioni del primo tratto: ampiezza superiore agli 8 metri e profondità di 50 cm. Il canale affianca la Brescia - Parma e attraversa il Comune di Isorella (da cui il nome). La gestione delle acque è affidata al Consorzio di Bonifica “Chiese”. Il Canale Naviglio fa parte del Reticolo Idrico Minore, approvato con delibera C.C. 37 del 29/9/2006, ma di competenza del Consorzio di Bonifica ex Medio Chiese ora Chiese. Nel Comune di Montirone, ai sensi di un accordo di programma sottoscritto in data 14/4/2006, la manutenzione è affidata al medesimo consorzio. Per quanto riguarda la qualità delle acque, esistono numerosi sistemi di classificazione dello stato di un corso d’acqua. Il PTUA della Regione Lombardia, in base a quanto previsto dal D.lgs 152/99 (ora sostituito dal D.lgs 152/2006), considera i seguenti:

1. L.I.M (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori): è ricavato dalla somma dei punteggi relativi a 7 macrodescrittori (% di saturazione in O2, BOD5, COD, NH4, NO3, Ptot, Escherichia coli) calcolati considerando il 75° percentile dei risultati ottenuti nella fase di monitoraggio per ciascun parametro; 2. I.B.E. (Indice Biologico Esteso): è un indicatore dell’effetto della qualità chimica e chimico- fisica delle acque mediante l'analisi delle popolazioni di fauna macrobentonica che vivono nell’alveo dei fiumi; 3. S.E.C.A. (Stato Ecologico del Corso d’Acqua): è definito dal peggiore degli indici tra il L.I.M.

53/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS e l’I.B.E.; 4. S.A.C.A. (Stato Ambientale del Corso d’Acqua): è ottenuto integrando il valore di S.A.C.A. con il risultato del monitoraggio di alcuni inquinanti chimici. I valori per il Naviglio sono stati rilevati nella stazione ARPA di Canneto sull’Oglio.

Tipo di dato: rilevazione indicatori biologici Naviglio di Isorella

Fonte, anno: Regione Lombardia, 2000-2003

Rilevanza Punti di Anno corpo idrico tipo monitoraggio LIM IBE SECA SACA classe classe Canneto 2000 Carico Artificiale sull’Oglio 3 3

2003 Tabella 6: Classificazione biologica del Naviglio di Isorella nella stazione di Canneto sull’Oglio

Figura 28: Tracciato Naviglio

7.3.2. Prelievi e consumi

Consumi Il Comune di Montirone è dotato di un acquedotto che serve ad oggi gran parte della popolazione. L’indice delle perdite è pari a circa il 50% con un volume perso in distribuzione di circa 428.335 m3: un valore elevato, rispetto ad una media per l’ATO del 32% e nazionale del 39%. La gestione del servizio acquedottistico del Comune di Montirone è affidata a A2A, che assicura

54/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS l’acqua potabile all’utenza attraverso lo sfruttamento dei pozzi presenti sul territorio amministrativo.

Tipo di dato: consumi idrici a uso potabile Fonte, anno: Comune di Montirone, 2006

Scala: comunale

Popolazione servita % 100 Popolazione servita residente ab 4545 Popolazione non servita residente ab - Popolazione servita fluttuante ab - Approvvigionamento n. pozzi 2 Lunghezza totale condotte km 24.03 Consumo acqua potabile totale mc 412001 Consumo acqua potabile pro capite mc 91.05.00 Consumo acqua potabile pro capite lt/giorno 256.01 Tabella 7: caratterizzazione consumi idrici ad uso potabile (anno2006)

Prelievi Complessivamente i prelievi d’acqua per usi vari all’interno del Comune di Montirone, come dai dati del CUI (Catasto Utenze Idriche) della Regione Lombardia, evidenziano significavo impiego in ambito irriguo. Nel territorio comunale non sono presenti derivazioni di acque superficiali per la produzione di energia idroelettrica.

Tipo di dato: prelievi da acque superficiali e sotterranee

Fonte, anno: Catasto Utenze Idriche (CUI) della Regione Lombardia, ottobre 2004 Scala: comunale

Derivazioni superficiali n 10 Pozzi n 57

Sorgenti n

Altro Uso l/s

Antincendio l/s

Igienico l/s

Industriale l/s 22,5

Irriguo l/s 687

Piscicolo l/s 35

Potabile l/s 29

Idroelettrico kW

Zootecnico l/s 6,3

Irriguo a bocca non tassata Ha Tabella 8: caratterizzazione prelievi acqua per usi vari

7.3.3. Reti tecnologiche

55/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

La rete acquedottistica è estesa per circa 24,3 km. La rete fognaria, si estende per 15,831 km e copre quasi tutto il territorio comunale. Oltre ad accogliere i reflui civili Montirone deve considerare anche il carico del produttivo presente sul territorio. Il servizio idrico e la rete fognaria sono gestiti da a2a.

Tipo di dato: tracciato delle reti dei sottoservizi

Fonte, anno:, PGT, Piano dei Servizi, 2008

Scala: comunale

Figura 29: tracciati rete fognaria del Comune di Montirone

Montirone è dotato di un depuratore comunale, ubicato in via Palazzo della potenzialità di 6000 AE che scarica gli effluenti depurati nel Naviglio. È in progetto una revisione del sistema di depurazione, che prevede la conversione dell’attuale depuratore in un impianto di grigliatura, accumulo e sollevamento nonché la posa di una condotta fino al depuratore di Ghedi soggetto ad ampliamento. La previsione è del 2002, ad oggi sono terminate le opere di potenziamento del depuratore di Ghedi e non sono ancora iniziate le opere di collettamento

Tipo di dato: carichi inquinanti depuratore

Fonte, anno: a2a spa, 2007

Scala: comunale

6.000 AE Potenzialità di progetto dell’impianto 8.600 AE In funzione della portata trattata

11.550 AE In funzione del carico trattato BOD5 Tabella 9: carichi inquinanti depuratore.

56/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.4. Suolo

7.4.1. Studio geologico

Lo Studio Geologico, redatto dai Dott. Geol. Laura Ziliani e Gianantonio Quassoli nell’agosto del 2008, è parte integrante e fondamentale del quadro conoscitivo del PGT. In questa sede ne vengono esclusivamente richiamati – per mantenere l’omogeneità descrittiva – gli elementi essenziali, sia in merito alle caratteristiche del territorio, sia per quanto riguarda la classificazione del rischio.

Geormorfologia

INQUADRAMENTO GEOLOGICO ll territorio del Comune di Montirone presenta caratteristiche morfologiche tipiche del settore medio alto della pianura bresciana. I caratteri più significativi sono rappresentati dalle incisioni entro le quali scorrono i fiumi principali e dalle modificazioni determinate dalle attività antropiche. Il settore settentrionale del territorio comunale presenta una superficie topografica diradante verso sud ovest; le pendenze non presentano variazioni di rilievo e sono generalmente comprese tra il 4 e il 6 per mille. Tale debole variazione nell’andamento della superficie topografica é legata al fatto che la porzione settentrionale del territorio comunale rappresenta la propaggine sud occidentale dell’ampia conoide prodotta dai residui fluvioglaciali del sistema morenico gardesano. Il settore settentrionale e centrale del territorio comunale si distingue anche per le marcate tracce lasciate dall’attività antropica sui lineamenti morfologici originari. A partire dal settore a nord di località Belleguardello, infatti, si rilevano numerose depressioni legate ad attività pregresse o tuttora attive, di escavazione della ghiaia. I profili originari della superficie topografica sono stati completamente alterati a seguito dell’intensa e peculiare attività estrattiva del Comune, attività che si riconosce anche dalle riconversioni ambientali delle strutture di cava trasformate in laghetti per la pesca sportiva o in vasche destinate all’allevamento ittico. Queste depressioni sono spesso separate da sottili setti naturali, che intercettano la superficie piezometrica e raggiungono basse profondità (12–14 m). Nella parte meridionale del Comune l’attività di escavazione é pressoché ridotta e molti sono stati gli interventi di recupero già attuati.

UNITÀ GEOMORFOLOGICHE Il territorio comunale presenta una morfologia pianeggiante, digradante da nord-est verso sud- ovest; altimetricamente è compreso tra una quota massima di 112 m s.l.m. e una minima di 89,5 m s.l.m. Il territorio di Montirone é ubicato in corrispondenza della zona di transizione dall’alta alla media pianura bresciana. L’alta e la media pianura corrispondono a due unità litologico-morfologiche con caratteristiche molto particolari.

Alta Pianura fluvioglaciale: depositi fluvioglaciali prevalentemente ghiaioso sabbiosi con livelli ciottolosi e orizzonti più o meno cementati Buona parte del territorio comunale appartiene a questa unità, costituita da ghiaie prevalenti, talora con ciottoli, con locali intercalazioni sabbiose o limoso-argillose, ricoperte da suoli generalmente sottili. Questa porzione costituisce la propaggine sud-occidentale dell’ampia piana fluvioglaciale prodotta dagli scaricatori fluvioglaciali nord occidentali dell’anfiteatro morenico gardesano. La morfologia che contraddistingue quest’area è legata all’ambiente deposizionale che, nel corso del tempo, ha disegnato un ripiano debolmente immergente. In questa porzione di territorio sono stati rilevati materiali prevalentemente argilloso-limoso-sabbiosi a bassa permeabilità. Tale situazione è legata alla presenza di una dorsale sepolta che attraversa la pianura bresciana con direzione NE-SW, determinando l’emergenza dei rilievi di Ciliverghe, Castenedolo, Monte Netto e Pievedizio.

Media pianura fluvioglaciale e fluviale: depositi fluvioglaciali e fluviali prevalentemente sabbioso- ghiaiosi con intercalazioni sabbioso-limose o limoso-argillose A sud dell’abitato di Montirone prende forma il passaggio dai depositi fluvioglaciali

57/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS prevalentemente grossolani, tipici dell’alta pianura, alle alluvioni fluvioglaciali e fluviali sabbioso– ghiaiose. Il passaggio da un’unità all’altra non é netto per via della presenza di lenti e depositi grossolani e dei fontanili, in quanto in questa porzione di territorio si é verificato l’avvicinamento della superficie della falda freatica al piano di campagna. La morfologia della media pianura risulta debolmente ondulata dall’azione erosiva svolta in passato dalle acque delle risorgive. Ad ovest del territorio di Montirone, tra San Zeno, Poncarale e Bagnolo Mella, é presente una depressione che corrisponde ad un antico percorso del Torrente Garza e presumibilmente, in tempi più antichi, del Fiume Mella.

Idrogeologia L’appartenenza ad unità litologico-morfologiche caratterizzate da unità ghiaioso-sabbiose rappresenta un elemento distintivo per la parte settentrionale del territorio di Montirone contraddistinto da alta permeabilità e che contiene una falda libera che presenta buone caratteristiche di produttività. Tale falda viene alimentata dall’infiltrazione diretta delle acque meteoriche e di quelle di alveo e di subalveo dei corsi d’acqua principali. La parte meridionale del Comune é caratterizzata da un sedime ghiaioso-sabbioso con intercalazioni sabbiso-limose e limoso-argillose; si tratta di sedimenti caratterizzati da maggiore variabilità granulometrica, costituiti prevalentemente da ghiaia e sabbia con intercalazioni anche ingenti di limi e argille. Nei sedimenti più superficiali è presente una falda libera, mentre in profondità i livelli a minore permeabilità separano gli orizzonti acquiferi dando origine a falde semiconfinate. La permeabilità é globalmente media; generalmente i pozzi captano sia dalla falda superficiale che dai livelli acquiferi semiconfinati.

RETICOLO IDROGRAFICO Il reticolo idrografico che si sviluppa sul territorio comunale é caratterizzato dalla presenza del Naviglio Inferiore e di una serie di seriole che derivano le proprie acque dallo stesso Naviglio, oltre che da alcuni pozzi irrigui e da qualche fontanile presente in territorio di San Zeno. Un complesso reticolo di fossi completa la rete di distribuzione delle acque di irrigazione. Il naviglio Inferiore presenta un corso rettilineo che taglia da Nord-Ovest a Sud-Est il territorio comunale di Montirone. L’alveo e le sponde sono completamente artificializzate lungo tutto il tratto che attraversa il centro abitato. Poco oltre la cascina Fenilazzo il Naviglio riceve le acque provenienti dal depuratore comunale. Degna di particolare attenzione é la presenza dei fontanili nell’immediato esterno del Comune di Montirone, manifestazione caratteristica dell’emergenza in superficie delle acque di falda. La diminuzione della permeabilità dell’acquifero superficiale induce l’avvicinamento al piano di campagna del livello freatico che viene intersecato in corrispondenza di depressioni o cavità artificiali, determinando l’affioramento delle acque dal sottosuolo. In territorio di Montirone le uniche testimonianze di questo fenomeno naturale sono rappresentate da un fontanile attivo ubicato nell’estremo settore settentrionale, all’interno di un canale posto in prossimità di cascina Preselli, che attualmente ospita un allevamento ittico.

OSSERVAZIONI IN MERITO ALLA VULNERABILITÀ DELLA FALDA La vulnerabilità di un acquifero, intesa come la facilità di penetrazione e di diffusione di un inquinante nelle acque sotterranee, dipende dalle caratteristiche dei terreni e dalle condizioni idrogeologiche del sottosuolo. È quindi legata oltre che alle condizioni ambientali e al tipo di inquinante, anche ad una serie di parametri complessi, tra i quali:

1. presenza di falda freatica; 2. sfavorevole litologia dell’acquifero; 3. morfologia sub pianeggiante; 4. elevata conducibilità idraulica; 5. soggiacenza della superficie freatica localmente bassa; 6. forte antropizzazione del territorio con la presenza di numerosi insediamenti industriali, di attività agricola e di allevamenti.

Fattibilità geologica ed azioni di piano L’indagine geologica evidenzia, nel territorio di Montirone, la presenza di aree a differente sensibilità nei confronti delle problematiche geologiche, idrogeologiche e morfologiche. Tali aree,

58/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS sulla base delle limitazioni individuate, sono state riconosciute in quattro classi di fattibilità degli interventi e sono state riportate in apposita cartografia.

CLASSE 4 - FATTIBILITÀ CON GRAVI LIMITAZIONI La classe 4 comprende la porzione del territorio nella quale si identificano pesanti limitazioni per la modifica d’uso del territorio; in questa classe si fa riferimento alla tutela assoluta dei pozzi comunali (D.P.R. 236/88) che deve circoscrivere la captazione con un’estensione non inferiore all’areale definito da un raggio di 10 metri, e la fascia di rispetto dei principali corsi d’acqua (Naviglio Inferiore e Seriole Gheda, Molinara e Cominetta) pari a 10 metri dall’orlo superiore della sponda, ad eccezione dei tratti che attraversano l’urbanizzato. La fascia di rispetto dei corsi d’acqua ha la funzione sia di tutelare un ambito di pertinenza all’interno del quale si possano verificare fenomeni erosivi e di esondazione, sia di salvaguardare i corsi d’acqua intesi come elementi strutturanti del paesaggio, come le sponde dei corsi d’acqua che sono spesso interessate da una vegetazione arborea e arbustiva di notevole interesse ecologico. All’interno di queste aree é vietata la realizzazione di nuovi edifici; sono consentiti interventi di difesa spondale e sistemazione idraulica, l’apertura di nuove strade e la realizzazione di ponti, la ricostruzione e la ristrutturazione di nuovi edifici senza ampliamenti in planimetria.

CLASSE 3 - FATTIBILITÀ CON CONSISTENTI LIMITAZIONI In questa classe ricadono le zone di rispetto dei pozzi comunali, definite in normativa quali aree di superficie non inferiore al raggio di 200 metri intorno alla captazione. Al loro interno il D.P.R. 236/88 prevede limitazioni e divieti per l’inserimento di nuove attività, e un maggiore controllo per le attività insediate in termini presenza di agenti inquinanti. Vengono identificate in classe 3 anche le aree degradate, oggetto di pregresse attività di escavazione coincidenti due aree utilizzate come discariche di rifiuti inerti o speciali.

CLASSE 2 - FATTIBILITÀ CON MODESTE LIMITAZIONI La classe 2 comprende quelle aree per le quali lo studio ha evidenziato modeste limitazioni in termini di modificazione della destinazione d’uso dei terreni. Si tratta di zone all’interno delle quali l’attività edificatoria deve sottostare ad accorgimenti utili ad assicurare un corretto inserimento degli interventi nel rispetto delle condizioni geologiche, geomorfologiche e paesaggistiche preesistenti. Rientrano in questa classe le aree caratterizzate da vulnerabilità molto alta delle acque sotterranee, per le quali è prescritta la non insediabilità delle attività potenzialmente idroinquinanti, e l’area a spiccata vocazione agricola con valenza ecologico-paesaggistica. Quest’ultima è situata nella porzione meridionale del Comune ed è caratterizzata da elementi paesaggistici di ingente pregio quali filari e siepi di gelso e particolari micro-ecosistemi agronomici. Inoltre rientrano in questa classe di fattibilità le aree occupate da allevamenti ittici creati nelle depressioni ricavate entro la falda superficiale, per far sì che venga predisposta una particolare regolamentazione degli stessi allevamenti e una disciplina nell’utilizzo di appositi mangimi e prodotti. In ultimo si riconosce la fascia di rispetto del fontanile di Ponte di Montirone, anche se asciutto, e della Fontana Stazione, utilizzata saltuariamente per scopi irrigui e asciutta per gran parte dell’anno. Nonostante la secca, gli alvei e il sedime di questi elementi risulta ineccepibile nell’idea di valorizzazione del paesaggio nella sua integrità.

CLASSE 1 - FATTIBILITÀ SENZA PARTICOLARI LIMITAZIONI Si tratta di aree pianeggianti, con caratteristiche geotecniche dei terreni complessivamente buone. La falda idrica è localizzata a profondità superiori a 4 metri rispetto al livello di campagna, anche se la vulnerabilità delle acque di prima falda è comunque alta. Anche in questi casi è bene ricordare che tutti gli interventi di P.R.G. dovranno essere corredati da apposite indagini geologiche di dettaglio come previsto in normativa.

Tipo di dato: carta della fattibilità geologica

Fonte, anno: Studio Geologico, Dott. Geol. Laura Ziliani e Gianantonio Quassoli; 2008 Scala: comunale

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60/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.4.2. Elementi di criticità del suolo

Impianti di trattamento dei rifiuti in attività

DISCARICHE Non sono presenti sul territorio comunale discariche in attività e all’interno del Piano provinciale di gestione dei rifiuti non emerge alcuna nuova istanza per discariche.

IMPIANTI DI STOCCAGGIO A nord dell’abitato di Montirone, lungo il tracciato della linea ferroviaria Brescia-Parma, è presente un impianto di stoccaggio presso la Stefana Spa, con autorizzazione al trattamento di rifiuti pericolosi.

ISOLA ECOLOGICA L’isola ecologica autorizzata al Comune di Montirone è ubicata a nord del sito della Stefana S.p.a.

IMPIANTI DI TRATTAMENTO PER RECUPERO E SMALTIMENTO AUTORIZZATI AI SENSI DEGLI ARTT. 27 E 28 DEL D.LGS 22/97 Lungo il tracciato della linea ferroviaria è presente un impianto presso la Raffineria Metalli Capra S.p.a., con autorizzazione al trattamento di rifiuti pericolosi.

ALTRE TIPOLOGIE DI IMPIANTI DI TRATTAMENTO RIFIUTI Sono assenti sul territorio comunale impianti di compostaggio, impianti per lo smaltimento fanghi in agricoltura, autodemolitori, impianti di trattamento e recupero in attività e autorizzati in procedura semplificata (artt. 31-33 D.Lgs 22/97).

7.4.3. Discariche cessate e siti contaminati da bonificare È presente una discarica cessata di rifiuti inerti appartenente alla Stefana S.p.a., ubicata in località Belleguardo. Sul territorio comunale sono in fase di verifica due siti: ex Cava Bonomelli e ex CB Griglie; si sottolinea inoltre la presenza nel limitrofo Comune di Bagnolo Mella, proprio sul confine con Montirone, di due punti vendita carburanti della Tamoil Petroli S.p.a., ubicati lungo il tracciato dell’autostrada A21, individuati come deposito carburanti da sottoporre a bonifica, in fase di caratterizzazione.

7.4.4. Cave Il territorio comunale è interessato da due Ambiti Territoriali Estrattivi (ATE) previsti dal Piano cave della Provincia di Brescia – Settori sabbie e ghiaie, approvato con D.C.R. n. VII/1114 del 25 novembre 2004. Nel dettaglio l’ATEg35 è interessato dalla cava Bettoni S.p.a. e si colloca a nord dell’abitato di Montirone in un’area delimitata a ovest dall’autostrada A 21 Brescia-Piacenza e a sud dalle SS.PP. n. 24 e 23. Per le caratteristiche tecniche si rimanda alle seguenti tabelle; si sottolinea però che al termine delle attività di escavazione la destinazione d’uso prevista per le aree è quella naturalistica e/o ricreativa e a verde pubblico attrezzato. Nell’ambito della gestione produttiva il Piano prevede inoltre attività per la mitigazione paesaggistica dell’impianto e a beneficio degli aspetti naturalistici, quali per esempio il completamento della fascia vegetazionale (siepe) in fregio all’autostrada A 21 e la creazione/potenziamento delle alberature di ripa lungo la Roggia Pedrona. L’ATEg36 si colloca invece nella porzione centro orientale del comune, in località C.na Betulla, e confina per un lato con il tracciato della linea ferroviaria Parma-Brescia. Anche in questo caso la destinazione finale prevista per le aree è quella a uso naturalistico e/o ricreativo e a verde pubblico attrezzato e il Piano fornisce indicazioni gestionali finalizzate a ridurre l’impatto dell’impianto rispetto

61/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS al contesto in cui è inserito; si citano per esempio la localizzazione degli impianti sottoquota rispetto all’attuale quota del p.c., al fine di mitigare l’impatto percettivo dell’attività di escavazione e lavorazione dell’inerte; la formazione di barriere vegetali (siepi) sui lati est e sud con funzione di schermatura e di abbattimento dell’impatto acustico. L’ATEg36 al contrario del precedente non era previsto nel Piano Provinciale delle Cave del 1990 e presenta dunque alcune specifiche prescrizioni legate alla posticipazione dell’attività estrattiva dopo tre anni dall’entrata in vigore del Piano del 2004, purchè sia stato approvato un progetto di gestione produttiva degli ATE n. 20 e 23 che preveda la dismissione dell’attività estrattiva ivi esistente, nonché la definizione del quantitativo medio di escavazione di 50.000 mc/anno consentiti nel primo biennio di attività.

Tipo di dato: caratteristiche delle attività estrattive autorizzate

Fonte, anno: Piano cave della Provincia di Brescia – Settori sabbie e ghiaie – D.C.R. 25 novembre 2004 – n. VII/1114, 2004

Scala: provinciale

ATE G35 Tipologia ATE Sabbie e ghiaie Cave interessate Bettoni S.r.l. Superficie 542.037 m2 Profondità della falda dal p.c. 4 m Contesto ed infrastrutture “Area della bassa pianura fra i fiumi Oglio e Chiese”: area posta a nord del centro abitato di Montirone e delimitata a ovest dall’autostrada A 21 Brescia-Piacenza e a sud dalle SS.PP. n. 24 e 23 Vincoli esistenti / Tipo di coltivazione in atto A fossa in acqua Profondità massima escavabile dal p.c. 22 m Destinazione finale prevista Uso naturalistico e/o ricreativo e a verde pubblico attrezzato Prescrizioni Il progetto di gestione produttiva dell’ATE dovrà prevedere: - il completamento della fascia vegetazionale (siepe) in fregio all’autostrada A 21 e al realizzando raccordo con la S.P. n 19; - il mantenimento di una fascia di rispetto di almeno 50 m dalla S.P. n. 23 in lato sud-est; - in caso di mantenimento della Roggia Pedrona la creazione e/o il potenziamento delle alberature di ripa della stessa; - la realizzazione, in sostituzione dell’esistente, di un nuovo accesso alla S.P. n. 23 da concordarsi con la Provincia di Brescia. Tabella 10: caratteristiche delle attività estrattive presenti nel territorio comunale, ATEg35.

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ATE G36 Tipologia ATE Sabbie e ghiaie Cave interessate /

Superficie 554.934 m2

Profondità della falda dal p.c. 7-10 m

Contesto ed infrastrutture “Area dell’alata pianura centro-orientale della linea delle risorgive”: zona agricola in località C.na Betulla. Vincoli esistenti /

Tipo di coltivazione in atto A fossa in acqua

Profondità massima 24 m escavabile dal p.c. Destinazione finale prevista Uso naturalistico e/o ricreativo e a verde pubblico attrezzato

Prescrizioni Il progetto di gestione produttiva dell’ATE dovrà prevedere: - la localizzazione degli impianti sottoquota rispetto all’attuale quota del p.c., al fine di mitigare l’impatto percettivo dell’attività di escavazione e lavorazione dell’inerte precepibili dalla S.P n. 24 e dalla fettovia Brescia- Parma; - la formazione di barriere vegetali (siepi) sui lati est e sud con funzione di schermatura e di abbattimento dell’impatto acustico; - la realizzazione di un’adeguata connessione della viabilità di servizio all’attività estrattiva con le principali infrastrutture di collegamento, evitando l’attraversamento dei centri abitati di Montirone e Ghedi; in relazione alla S.P. n. 24 dovrà essere concordata con la provincia di Brescia la realizzazione di una adeguata connessione con la circolazione rotatoria; - il manteminento di una fascia di rispetto di almeno 20 m. dalla Seriosa Gheda; - il mantenimento, in ogni caso e fatta salva l’applicazione delle norme di polizia mineraria, di una fascia di rispetto di 30 m. misurata dal piede del rilevato della linea ferroviaria Brescia-Parma con funzione di mitigazione dell’impatto visivo della cava, da conseguirsi con idonei impianti arborei. L’attività estrattiva in falda, fino alla profondità massima prevista dal piano, potrà essere condotta esclusivamente all’interno dell’area estrattiva individuata con apposito segno grafico nella carta dell’ATE alla scala 1:10.000. L’attività estrattiva potrà avere inizio a decorrere dal terzo anno dall’entrata in vigore del presente P.P.C., purchè sia stato approvato un progetto di gestione produttiva degli ATE n. 20 e 23 che preveda la dismissione dell’attività estrattiva ivi esistente. Nel primo biennio di attività è consentita l’escavazione di un quantitativo medio di 50.000 mc/anno. Tabella 11: caratteristiche delle attività estrattive presenti nel territorio comunale, ATEg36. Tipo di dato: volumi autorizzati per attività estrattive Fonte, anno: Piano cave della Provincia di Brescia – Settori sabbie e ghiaie – D.C.R. 25 novembre 2004 – n. VII/1114, 2004 Scala: provinciale

ATEg35 Durata 10 anni

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Produzione totale 2.300.000 m3

Riserve residue stimate 1.000.000 m3 ATEg36 Durata 10 anni

Produzione totale 1.500.000 m3

Riserve residue stimate 9.500.000 m3 Tabella 12: volumi autorizzati per le attività estrattive

Figura 30: impianti di trattamento rifiuti, discariche cessate, siti inquinati e cave nel Comune di Montirone.

64/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.4.5. Rifiuti Dall’analisi dei dati della serie storica 1996-2006 emerge che la produzione di rifiuti è aumentata nel tempo attestandosi nel 2004 a un valore di 1,70 Kg per persona al giorno, in linea e leggermente al di sopra della media provinciale che per lo stesso anno è di 1,65 kg/abitante*giorno. Nella serie storica considerata si è registrato un significativo aumento dell’entità della raccolta differenziata sul totale dei rifiuti, la cui incidenza è infatti aumentata di oltre il 35% in meno di dieci anni. Nonostante a livello comunale la raccolta indifferenziata prevale ancora su quella differenziata, arrivata infatti nel 2006 al 42,3%, la situazione di Montirone si colloca al di sopra della media registrata a livello provinciale e fa auspicare il perseguimento degli obiettivi fissati dalla normativa vigente; in particolare il comma 1, art. 205 del D.lgs 152/2006 prevede i seguenti obiettivi di raccolta differenziata da raggiungere:  − 35% entro 31.12.2006,  − 45% entro 31.12.2008,  − 65% entro 31.12.2012.

Per la gestione dei rifiuti il Comune di Montirone si è dotato di una piattaforma ecologica con sistema informatizzato per il riconoscimento dei cittadini mediante l’utilizzo di tessera cartacea che consente la pesatura dei materiali conferiti e la memorizzazione dei dati relativi a tali operazioni in termini di data, ora, utente, pesi e tipologie di ciascun materiale. Nel Regolamento comunale per la disciplina del servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati è stato introdotto il riconoscimento di incentivi a favore degli utenti domestici che conferiscono il rifiuto in maniera differenziata, tenendo conto prevalentemente della rilevanza economica del recupero, dei minori costi per il mancato conferimento in Discarica e dei costi di gestione e della politica incentivante per il riutilizzo dei RAS (Rifiuti Solidi Assimilati agli Urbani). Il valore del bonus complessivo a disposizione è definito annualmente della Giunta Comunale, in funzione dell’andamento della raccolta rifiuti sul territorio nell’anno precedente e tenendo conto della disponibilità di bilancio; la quantificazione avviene sulla base di un sistema di punteggi relativo alle tipologie e quantità di rifiuti conferiti. Per favorire inoltre la riduzione della produzione di rifiuti il Regolamento comunale ha introdotto un meccanismo di premialità anche per chi pratica il compostaggio domestico previo accertamento, da parte dell’Ufficio Lavori Pubblici, di un corretto utilizzo. In particolare il regolamento del Comune di Montirone prevede che, nel meccanismo di premialità, il punteggio equivarrà ai Kg dei materiali effettivamente conferiti presso l’isola ecologica che vengono pesati e che sono riportati in apposita tabella e ogni anno, sulla base della disponibilità economica, ad ogni Kg (superiore ai 50 di base) verrà attribuito un valore economico. Sarà comunque attribuito un punteggio base pari a 50 punti a chi pratica il compostaggio domestico previo accertamento, da parte dell’Ufficio Ambiente e Ecologia, di un corretto utilizzo. Il bonus da attribuire sarà fissato annualmente con apposita delibera della Giunta Comunale; non verrà più erogato tramite sconto sulla tassa dei rifiuti ma si deciderà successivamente se tramite riscossione diretta o sotto forma di premio materiale. Al primo classificato verrà consegnata in premio anche una targa del “RICICLONE DI MONTIRONE”.

Tipo di dato: produzione di rifiuti Fonte, anno: Provincia di Brescia – Settore Rifiuti ed Energia , 1996-2006 Scala: comunale, provinciale

1996 1998 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Prov 2006 Tot rifiuti (t) t 1456,0 1597,1 1709,4 1728,2 1898,9 2054,3 2371,8 2481,8 2605,9 Produzione pro (kg/ab)/gg 1,17 1,23 1,29 1,30 1,34 1,40 1,56 1,59 1,61 1,69 capite Raccolta diff. (kg/ab)/gg 0,08 0,11 0,14 0,19 0,22 0,37 0,59 0,64 0,65 0,56 Raccolta indiff. (kg/ab)/gg 1,10 1,12 1,15 1,11 1,11 1,03 0,97 0,95 0,96 1,13 Raccolta diff. % 6,7% 9,1% 10,9% 14,3% 16,8% 26,3% 38,0% 40,2% 40,5% 33,2% Tabella 13: produzione di rifiuti pro capite comunale e media provinciale

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Figura 31: andamento della produzione rifiuti pro-capite

7.4.6. Rifiuti speciali

La produzione di rifiuti speciali a Montirone è desunta dalla Scheda Rifiuti del Modello Unico di Dichiarazione (MUD), archivio delle dichiarazioni ambientali rese annualmente da tutti i soggetti che effettuano a titolo professionale gestione di rifiuti presso la Camera di Commercio. L’analisi dei dati consente di fare interessanti considerazioni sulla quantità di rifiuti prodotti, sulla loro ripartizione in categorie, nonché sulla quantità dei medesimi consegnata a terzi per le operazioni di recupero e smaltimento. Emerge in primo luogo che la produzione di rifiuti speciali del comune si attesta a livelli molto più alti rispetto sia alla media italiana, sia a quella provinciale, già di per sé alta a causa della forte vocazione industriale del territorio bresciano. Il Piano provinciale di gestione dei rifiuti classifica infatti Montirone fra i diciotto comuni la cui produzione comunale di rifiuti speciali è superiore all’1% della produzione complessiva provinciale; nel dettaglio questi diciotto comuni, pur rappresentando il 29% della popolazione totale della provincia (dati 2004), concorrono per il 70% alla produzione provinciale di rifiuti speciali.

Tipo di dato: produzione di rifiuti speciali Fonte, anno: Piano provinciale gestione dei rifiuti, 2004 Scala: comunale, provinciale

Montirone Provincia di Brescia Produzione pro capite rifiuti speciali kg abitante/giorno 34.5 10.55 Tabella 14: produzione comunale e provinciale di rifiuti speciali

Dai MUD è possibile inoltre valutare la produzione totale di rifiuti speciali, divisi in base alla famiglia di codici CER a cui appartengono. Per Montirone è evidente il grande contributo dato dai rifiuti derivanti da processi termici, che concorrono per l’88% del totale; situazione analoga a quella che complessivamente si delinea per la provincia di Brescia, ove infatti i processi termici sono la principale fonte di produzione di rifiuti speciali, seppur con minore incidenza sul totale.

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Tipo di dato: produzione delle diverse tipologie di rifiuti speciali Fonte, anno: Piano provinciale gestione dei rifiuti, 2004 Scala: comunale, provinciale

Tipologia rifiuti speciali (famiglie di codici CER) Produzione rifiuti speciali Ripartizione rifiuti speciali Montirone Provincia di Montirone Provincia Brescia di Brescia 1 Rifiuti derivanti da prospezione, estrazione il 0 99,522 / 2% trattamento e l'ulteriore lavorazione dei minerali e materiali di cava 2 Rifiuti provenienti da produzione, trattamento e 59 25,342 0% 1% preparazione di alimenti in agricoltura, orticoltura, caccia, pesca ed acquicoltura 3 Rifiuti della lavorazione del legno e della 0 65,239 / 1% produzione di carta, polpa, cartone, pannelli e mobili 4 Rifiuti della lavorazione conciaria e tessile 4 7,200 0% 0% 5 Rifiuti della raffinazione del petrolio, purificazione 0 126 / 0% del gas naturale e trattamento pirolitico del carbone 6 Rifiuti dei processi chimici inorganici 36 23,106 0% 1% 7 Rifiuti dei processi chimici organici 0 34,716 / 1% 8 Rifiuti della produzione, formulazione, 18 13,111 0% 0% fornitura ed uso di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti e inchiostri per stampa 9 Rifiuti dell'industria fotografica 0 1,050 0% 0% 10 Rifiuti provenienti da processi termici 49,038 2,132,730 0% 47% 11 Rifiuti inorganici contenenti metalli provenienti dal 22 39,978 0% 1% trattamento e ricopertura di metalli; idrometallurgia non ferrosa 12 Rifiuti di lavorazione e di trattamento superficiale di 568 411,702 1% 9% metalli e plastica 13 Oli esauriti (tranne gli oli combustibili 050000 e 17 33,637 0% 1% 120000) 14 Rifiuti di sostanze organiche utilizzate come 1 927 0% 0% solvente (tranne 070000 e 080000) 15 Imballaggi, assorbenti; stracci, materiali filtranti e 736 122,192 1% 3% indumenti protettivi (non specificati altrimenti) 16 Rifiuti non specificati altrimenti nel catalogo 227 58,839 0% 1% 17 Rifiuti di costruzioni e demolizioni (compresa la 4,472 265,824 8% 6% costruzione di strade) 18 Rifiuti di ricerca medica e veterinaria (tranne i rifiuti 32 2,865 0% 0% di cucina e di ristorazione che non derivino direttamente dai luoghi di cura) 19 Rifiuti da impianti di trattamento rifiuti, 499 1,113,383 1% 25% impianti di trattamento acque reflue fuori sito e industrie dell'acqua 20 Rifiuti solidi urbani ed assimilabili da 23 59,055 0% 1% commercio, industria ed istituzioni

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inclusi i rifiuti della raccolta differenziata TOTALE 55,752 4,510,544 100% 100% Tabella 15: produzione di rifiuti speciali suddivisi per tipologia nel Comune di Montirone a confronto con la provincia di Brescia.

Un'ulteriore considerazione può essere condotta in riferimento alla quantità di rifiuti speciali consegnati a imprese per le operazioni di recupero e di smaltimento. Dall’analisi dei dati emerge infatti che nel Comune di Montirone la quasi totalità dei rifiuti speciali (92%) è destinata alle operazioni di recupero e smaltimento.

7.4.7. Studio agronomico

Inquadramento pedologico PAESAGGIO PEDOLOGICO Il suolo contribuisce a determinare la variabilità degli ambienti che ci circondano insieme ad altri fattori, quali la morfologia, la vegetazione, le acque. Tutti questi elementi hanno inoltre intensi rapporti di influenze reciproche: in paesaggi diversi si sviluppano suoli diversi, in quanto i fattori agenti con maggiore intensità sono differenti, ma anche un suolo è un indicatore del paesaggio in cui ricade. Lo studio del pedologo, pertanto, avviene in modo ragionato, analizzando le relazioni che il suolo ha avuto “col” e “nel” paesaggio, individuando delle “unità” nelle quali si suppone i suoli abbiano avuto una storia evolutiva simile. Le “Unità di Paesaggio”, elemento fondamentale del pedopaesaggio, sono zone ecologiche in cui i suoli si sono sviluppati sotto l’azione di fattori simili. La classificazione utilizzata (ERSAL, 1996) raggruppa le singole Unità di Paesaggio in sottosistemi e questi in sistemi, livelli gerarchicamente superiori costituiti da vasti ambiti geomorfologici, definiti prevalentemente in base alla genesi delle superfici. La classificazione del pedopaesaggio della pianura lombarda si avvale di 5 sistemi, individuati da una lettera:

1. SISTEMA P: rilievi montuosi delle Alpi e Prealpi lombarde, caratterizzati da substrato roccioso e, sovente, da affioramenti litoidi; 2. SISTEMA M: anfiteatri morenici dell’alta pianura; 3. SISTEMA R: terrazzi subpianeggianti, rilevati rispetto al livello fondamentale della pianura, costituenti antiche superfici risparmiate dall’erosone e comprendenti la maggior parte dei rilievi isolati della pianura; 4. SISTEMA L: piana fluvioglaciale e fluviale costituente il livello fondamentale della pianura (L.F.d.P.), formatasi per colmamento alluvionale durante l'ultima glaciazione ("würmiana"); 5. SISTEMA V: valli alluvionali corrispondenti ai piani di divagazione dei corsi d’acqua attivi o fossili, rappresentanti il reticolato idrografico olocenico.

Il territorio di Montirone presenta una forte omogeneità in termini di pedopaesaggio; è infatti presente un solo sistema di paesaggio, quello della pianura fluvioglaciale e fluviale (L), rappresentato peraltro da una sola tipologia sia di sottosistema, sia di unità di paesaggio, come espresso nella seguente tabella.

Tipo di dato: unità di paesaggio pedologico Fonte, anno: Sistema Informativo Pedologico, ERSAF, 2003 Scala: comunale

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SISTEMA SOTTOSISTEMA UNITA’ DI PAESAGGIO L - Piana fluvioglaciale e fluviale LG - Ampie conoidi ghiaiose a LG 1 - Superficie rappresentativa - costituente il livello fondamentale morfologia subpianeggiante o modale - dell'"alta pianura ghiaiosa", della pianura (L.F.d.P.), formatasi leggermente convessa, costituite da a morfologia subpianeggiante e con per colmamento alluvionale durante materiali fluvioglaciali grossolani evidenti tracce di paleoidrografia a l'ultima glaciazione ("würmiana"). non alterati, comprese fra le superfici canali intrecciati (braided). rilevate (rilievi montuosi, apparati In prossimità dei principali solchi morenici e terrazzi antichi) ed il limite vallivi la morfologia è caratterizzata superiore della fascia delle risorgive da ampie ondulazioni. ("alta pianura ghiaiosa"). Tabella 16: definizione delle unità di paesaggio

Unità di paesaggio Area (ettari) Area (%) No suolo 172,2 16,3% LG1 884,9 83,7% TOTALE 1057,107 100,0% Tabella 17: ripartizione del territorio in unità di paesaggio

Figura 32: suddivisione in percentuale del territorio in unità di paesaggio

Come anticipato nel Comune di Montirone è unicamente presente il sistema della pianura fluvioglaciale e fluviale costituente il livello fondamentale della pianura e formatasi per colmamento alluvionale durante l’ultima glaciazione würmiana; esso è nel dettaglio rappresentato dall’unità di paesaggio dall’alta pianura ghiaiosa , costituita da materiali fluvioglaciali grossolani non alterati. Si sottolinea infine che oltre il 16% della superficie non è caratterizzato in riferimento al parametro suolo in quanto interessato da attività antropiche. Nel dettaglio dalla carta è evidente come la maggior parte del suolo perso per causa dell’uomo sia concentrato in corrispondenza del centro abitato di Montirone; concorrono inoltre a questa percentuale le aree industriali poste lungo la viabilità principale che attraversa il territorio comunale e le aree di cava presenti nella porzione nord- occidentale del comune, lungo il tracciato dell’autostrada A 21 Brescia-Piacenza.

CAPACITÀ D’USO DEL SUOLO (LCC) Per “capacità d’uso” si intende il potenziale di un suolo per utilizzazioni agricole, forestali e naturalistiche secondo specifiche modalità e pratiche di gestione. Questo potenziale è valutato in funzione di tre fattori: la capacità di produrre biomassa, la possibilità di utilizzo per un ampio spettro di colture ed il rischio di degradazione del suolo. Una terra con elevata capacità d’uso produrrà molta biomassa vegetale, in modo potenzialmente diversificato e con rischio quasi nullo di erosione o

69/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS degradazione della risorsa suolo. La valutazione della capacità d’uso di un suolo permette una gestione ottimale della risorsa sia dal punto di vista conservativo che da quello reddituale: è evidente l’opportunità di non urbanizzare i suoli aventi le migliori potenzialità agricole, così come di evitare l’applicazione di pratiche agronomiche intensive a suoli che ne sarebbero in breve tempo degradati. Diversi metodi sono stati sviluppati per valutare la capacità d’uso del suolo, ma il metodo più utilizzato è quello elaborato da Klingebiel e Montgomery (1961) presso il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), conosciuto come “Land Capability Classification” (LCC). Il principio di base della LCC è la valutazione dei limiti di un suolo per un utilizzo agricolo generico, non solo dal punto di vista strettamente pedologico (caratteristiche chimico-fisiche), ma anche più ampiamente del contesto ambientale (morfologia, clima). Nello specifico la LCC analizza alcuni fattori, quali la profondità utile del suolo per le radici, la tessitura, la presenza di scheletro (ghiaia, ciottoli e pietre), la pietrosità e rocciosità superficiale, la fertilità chimica (pH, CSC, TSB, CaCO3), il drenaggio, l’inondabilità, le limitazioni climatiche, la pendenza, la suscettività all’erosione, il contenuto d’acqua utile (AWC). Le terre vengono attribuite a 8 classi di capacità, indicate con un numero romano secondo limitazioni crescenti. Le classi dalla I alla IV indicano suoli adatti all’agricoltura, dalla V alla VII suoli adatti ad utilizzazioni agro-silvo-pastorali ed infine la classe VIII è attribuita a suoli inadatti a qualsiasi uso agro-silvo-pastorale, ma utilizzabili esclusivamente a fini ricreativi, estetici e naturalistici. Al suolo è attribuita infine una sottoclasse che indica il tipo di limitazione presente: c = limitazioni legate alle sfavorevoli condizioni climatiche; e = limitazioni legate al rischio di erosione; s = limitazioni legate a caratteristiche negative del suolo; w = limitazioni legate all'abbondante presenza di acqua entro il profilo.

Tutto il territorio comunale è caratterizzato da suoli adatti all’agricoltura che si collocano nella classe II, cioè suoli con moderate limitazioni che richiedono una opportuna scelta delle colture e/o moderate pratiche conservative. Nello specifico le limitazioni d’uso presenti sono connesse a caratteristiche negative del suolo.

Tipo di dato: classi di capacità di uso del suolo Fonte, anno: Sistema Informativo Pedologico, ERSAF, 2003 Scala: comunale

Capacità d'uso del suolo Area (ettari) Area (%) (LCC) No suolo 172,2 16,3% IIs 884,9 83,7% TOTALE 1057,11 100,0% Tabella 18: suddivisione del territorio comunale in classi di capacità d’uso del suolo

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Figura 33: suddivisione in percentuale del territorio comunale in classi di capacità d’uso del suolo

CAPACITÀ PROTETTIVA NEI CONFRONTI DELLE ACQUE Nei confronti delle acque un suolo è in grado di esercitare una duplice funzione protettiva: nei confronti delle acque superficiali e delle acque sotterranee. La “capacità protettiva” di un suolo verso le acque sotterranee è la sua capacità di fungere da barriera verso la falda per le potenziali sostanze inquinanti. Una capacità protettiva elevata di un suolo indica che la sue caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche sono adatte ad evitare il rischio di contaminazione della prima falda da parte di inquinanti idrosolubili. L’attribuzione di una classe di capacità ad un suolo è effettuata secondo la valutazione dei seguenti parametri: permeabilità, limite superiore di oscillazione della falda, granulometria, pH e capacità di scambio cationico .La “capacità protettiva” di un suolo verso le acque superficiali è connessa sia alla tematica del rischio idrogeologico, sia a quella dell’inquinamento delle acque. Essa è esplicitata sulla base di: ruscellamento superficiale, in funzione della pendenza e della permeabilità del suolo; inondabilità, che evidenzia il rischio di inquinamento delle acque superficiali per sommersione; gruppo idrologico, che sintetizza il comportamento idrologico del suolo con particolare riferimento alla tendenza potenziale ad ostacolare la penetrazione delle acque nel suolo e originare scorrimenti superficiali. Il territorio di Montirone presenta un comportamento omogeneo anche in riferimento a questi parametri. In funzione della capacità protettiva nei confronti delle acque sotterranee, infatti, tutta la piana fluviale del comune è caratterizzata da suoli con capacità media; mentre per quanto concerne la capacità protettiva nei confronti delle acque superficiali, a livello comunale sono presenti suoli con capacità protettiva elevata e in minima parte capacità elevata/media.

Tipo di dato: classi protettiva nei confronti delle acque sotterranee Fonte, anno: Sistema Informativo Pedologico, ERSAF, 2003 Scala: comunale

Capacità protettiva nei confronti Area (ettari) Area (%) delle acque sotterranee No suolo 172,2 16,3% Media 884,9 83,7% TOTALE 1057,1 100,0% Tabella 19: capacità protettiva del suolo nei confronti delle acque sotterranee

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Figura 34: suddivisione in percentuale del territorio comunale in funzione della capacitàprotettiva nei confronti delle acque sotterranee

Tipo di dato: classi protettiva nei confronti delle acque superficiali Fonte, anno: Sistema Informativo Pedologico, ERSAF, 2003 Scala: comunale

Capacità protettiva nei confronti Area (ettari) Area (%) delle acque superficiali No suolo 172,2 16,3% Medio-elevata 0,2 0,02% Elevata 884,7 83,7% TOTALE 1057,1 100,0% Tabella 20: capacità protettiva del suolo nei confronti delle acque superficiali

Figura 35: suddivisione in percentuale del territorio comunale in funzione della capacitàprotettiva nei confronti delle acque superficiali

ATTITUDINE ALLO SPANDIMENTO AGRONOMICO DEI LIQUAMI L’attitudine dei suoli allo spandimento liquami (PUA) di origine zootecnica è un indicatore strettamente connesso alla tematica dell’inquinamento delle acque e riveste notevole importanza soprattutto in quei contesti territoriali come il Comune di Montirone caratterizzati dalla presenza di un’agricoltura intensiva e incentrata sull’allevamento zootecnico. Dall’analisi delle caratteristiche dei suoli si possono infatti derivare interessanti considerazioni sulle pratiche agricole da intraprendere al fine di evitare la lisciviazione dei nitrati verso le falde sotterranee e/o il ruscellamento verso la rete idrica superficiale, e di mettere in generale le colture nella condizione ottimale per assicurare un’alta efficienza nell’asportazione dell’azoto apportato al

72/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS suolo. L’attitudine viene valutata in funzione di sei parametri: inondabilità, che costituisce un pericolo di inquinamento diretto dei corsi d’acqua; pendenza media connessa al ruscellamento; profondità della falda; gruppo idrologico in riferimento alla potenzialità di ostacolare la penetrazione dell’acqua nel suolo; granulometria. La codifica utilizzata è espressa in quattro classi: S1 suoli adatti senza limitazioni, S2 suoli adatti con lievi limitazioni, S3 suoli adatti con moderate limitazioni, N suoli non adatti. I suoli che presentano limitazioni (classi S2 e S3) richiedono specifiche attenzioni in quanto il livello di attitudine può dipendere dalle caratteristiche del suolo e dei reflui utilizzati; ciò comporta la necessità di effettuare opportuni approfondimenti. In tal senso per le classi di attitudine S può essere espressa anche una sottoclasse che richiama con suffisso alcune indicazioni gestionali, sulla base dei seguenti caratteri: pietrosità superficiale (p) di dimensioni medie e grandi, tessitura (t) dell’orizzonte superficiale e drenaggio (d). Con d.g.r. 11 ottobre 2006 n.8/3297 il territorio di Montirone è stato individuato quale area vulnerabile da nitrati di origine zootecnica.

ATTITUDINE ALLO SPANDIMENTO DEI FANGHI DI DEPURAZIONE URBANA Questo indicatore, come il precedente, viene valutato in riferimento alla problematica dell’inquinamento delle acque ed esprime la classe di attitudine potenziale dei suoli ad accettare fanghi di depurazione urbana. Esso costituisce un elemento significativo di valutazione in quelle situazioni in cui i suoli sono sottoposti a condizioni di stress derivanti anche dallo spandimento agronomico dei liquami, con possibili ripercussioni sulla qualità sia delle acque superficiali, sia di quelle sotterranee. I parametri che concorrono alla sua definizione sono: pH in acqua, che influenza la mobilità dei metalli pesanti nel suolo; capacità di scambio cationico, connessa alla capacità del suolo di assorbire composti inquinanti; granulometria; profondità della falda e drenaggio, collegati alle problematiche delle acque sotterranee; inondabilità e pendenza, connessi invece direttamente con la rete idrica superficiale. La codifica utilizzata per esprimere l’attitudine allo spandimento è la seguente: S1 suoli adatti senza limitazioni, S2 Suoli adatti con lievi limitazioni, S3 suoli adatti con moderate limitazioni, N suoli non adatti. Sul territorio comunale si registra la presenza di suoli adatti con lievi limitazioni (S2) e di suoli adatti con moderate limitazioni (S3), per entrambe i quali risulta necessario prestare specifiche attenzioni a causa della possibile presenza di ostacoli nella gestione dei fanghi di depurazione. Sono assenti sia i suoli non adatti allo spandimento, sia i suoli adatti senza alcuna limitazione.

Tipo di dato: attitudine allo spandimento dei fanghi di depurazione urbana Fonte, anno: Sistema Informativo Pedologico, ERSAF, 2003 Scala: comunale

Attitudine allo spandimento dei fanghi Area (ettari) Area (%) di depurazione urbana (FANGHI) No suolo 172,6 16,3% S1/S2 0,1 0,01% S2 503,8 47,7% S3 376,7 35,6% TOTALE 1057,1 100,0% Tabella 21: suddivisione del territorio comunale in classi di attitudine allo spandimento dei fanghi di depurazione urbana

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Figura 36: suddivisione in percentuale del territorio comunale in classi di attitudine allo spandimento dei fanghi di depurazione urbana

VALORE NATURALISTICO È possibile valutare i suoli anche dal punto di vista del loro valore naturalistico, valutando la loro rilevanza come oggetti naturali di pregio integrando conoscenze geomorfologiche, naturalistiche, floristiche, paesaggistiche e geografiche. Esistono perciò suoli più “preziosi” di altri, o in quanto legati a particolari situazioni ambientali attuali degne di tutela, o perché testimoni di paleoambienti o perché generati da particolari processi pedogenetici (ad esempio gli Spodosols). È importante sottolineare come le valutazioni riguardanti la capacità d’uso ed il valore naturalistico considerino fattori completamente diversi e portino a risultati diversi e spesso antitetici: la decisione su quali suoli conservare richiede pertanto una analisi complessa ed integrata di aspetti diversi. In funzione di questo indicatore tutto il territorio comunale è caratterizzato da suoli con valore naturalistico basso.

Tipo di dato: attitudine allo spandimento dei fanghi di depurazione urbana Fonte, anno: Sistema Informativo Pedologico, ERSAF, 2003 Scala: comunale

Valore naturalistico Area (ettari) Area (%) No suolo 172,2 16,3% Basso 884,9 83,7% TOTALE 1057,1 100,0% Tabella 22: suddivisione del territorio comunale secondo il valore naturalistico dei suoli

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Figura 37: cartografia della suddivisione nel territorio in capacità d’uso del suolo

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Figura 38: cartografia della suddivisione nel territorio in capacità d’uso del suolo

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Figura 39: cartografia della capacità protettiva dei suoli del Comune di Montirone verso leacque sotterranee

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Figura 40: cartografia della capacità protettiva dei suoli del Comune di Montirone verso leacque superficiali

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Figura 41: cartografia dell’attitudine dei suoli di Montirone allo spandimento agronomico deiliquami

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Figura 42: cartografia dell’attitudine dei suoli allo spandimento agronomico dei fanghi di depurazione urbana

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Figura 43: cartografia del valore naturalistico dei suoli del territorio comunale di Montirone

7.4.8. Il comparto agricolo comunale La realtà agricola di Montirone è descritta sulla base dei dati ISTAT dell’ultimo Censimento Generale dell’Agricoltura risalente al 2000. L’attività agricola è svolta da 39 aziende, con una superficie totale utilizzata di 776,99 ettari. La struttura aziendale è caratterizzata, nella maggior parte dei casi, dalla conduzione diretta del coltivatore e con la sola manodopera familiare. Si tratta di aziende a principale indirizzo cerealicolo, con dimensioni sia piccole, sia medio-grandi; infatti sul totale di 39 aziende, circa un terzo (14) hanno

81/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS una superficie agraria totale tra i 10 e 20 ettari, e altre 7 superano i 20 ettari. Una percentuale rilevante di terreni è di proprietà (38,5%), parte è in forma mista tra la proprietà e l’affitto (48,7%), e solo una piccola porzione delle aziende utilizza terreni totalmente in affitto. Della superficie agricola utilizzata (circa 700 ettari) il 96% è coltivato a seminativi e il 4% è destinato a prati permanenti e pascoli. Le legnose agrarie, principalmente la vite, occupano una superficie trascurabile, con impianti utilizzati per il solo autoconsumo. Le aziende agricole con allevamenti ammontano a 24, così composte: 20 allevamenti di bovini, con ben 4.686 capi, 1 allevamento suinicolo e 3 allevamenti avicoli con 106.000 capi. L’evoluzione del comparto agricolo nel corso degli anni è significativa; confrontando i dati attuali con quelli del censimento precedente (1990) si nota la tendenza comune al resto della regione, vale a dire la perdita di superficie destinata all’agricoltura. In un decennio la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) è passata infatti dai 740,77 ettari del 1990 ai 699,76 del 2000, con una perdita pari al 5% circa. Nelle considerazioni sull’evoluzione del comparto risulta evidente anche la riduzione del numero di aziende agricole, passato da 56 a 39, con una contrazione del 30% circa. Il dato si spiega con il riassetto in atto nel settore, che vede la sparizione delle aziende meno competitive e non in grado di competere sui mercati.

Aziende agricole con allevamenti Constatata l’elevata consistenza delle aziende agricole con allevamenti sul territorio risulta opportuno introdurre alcune considerazioni sulla conseguente attività di utilizzazione agronomica dei liquami. In primo luogo, come anticipato, sotto il profilo dell’attitudine dei suoli allo spandimento dei liquami il Comune di Montirone presenta una situazione che non pone problematiche in quanto tutto il territorio comunale, a esclusione della porzione urbanizzata, è caratterizzato da suoli adatti alla pratica dello spandimento con lievi limitazioni (S2). Montirone è però individuato nella lista dei comuni interamente compresi nell’area vulnerabile per inquinamento da nitrati dalla DGR dell’11 ottobre 2006 n. 8/3297 recante “Nuove aree vulnerabili ai sensi del D.lgs. 152/2006”. In funzione di questa classificazione deriva la necessità di rispettare i limiti di spandimento reflui stabiliti dalla DGR del 7 novembre 2006 n. 8/34391, che nello specifico definisce che “… la quantità di azoto totale apportato non deve superare le esigenze delle colture […]. In ogni caso la quantità di azoto al campo apportato da effluenti di allevamento nella SAU ricadente in zona vulnerabile non deve superare il valore di 170 kg per ettaro e per anno, inteso come quantitativo medio aziendale”. Dai dati dell’Osservatorio Servizi di Pubblica Utilità della Regione Lombardia relativi a carichi agrozootecnici diffusi da agricoltura, si evince che la concimazione annua con concimi organici azotati sulla SAU del territorio comunale è di circa 203 kg/ha, quindi al di sopra dei limiti posti dalla vigente normativa. A questo valore si somma poi l’apporto della concimazione annua con concimi chimici azotati che ammonta a circa 266 kg/ha di SAU.

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Figura 44: ubicazione degli allevamenti con relative fasce di rispetto sul territorio comunale

83/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.5. Biodiversità

7.5.1. Uso del suolo per scopi agricoli e forestali (DUSAF)

Il Comune di Montirone presenta una matrice fortemente agricola, con forme intensive di uso del suolo che hanno conseguente determinato una notevole semplificazione sotto il profilo della varietà del paesaggio. Oltre l’70% della superficie comunale è infatti occupata da seminativi semplici regolarmente irrigati o con caratteristiche dell’assetto morfologico e di rete irrigua tali da consentirne l’irrigazione. In relazione a questi dati si evidenzia la presenza sul territorio di circa 40 unità agricole caratterizzate però da un numero medio di addetti che non raggiunge le 4 unità. Nel dettaglio a livello comunale si riscontra la presenza di allevamenti della categoria bovini-suini-bufalini di medio-grandi dimensioni (circa 300 capi per allevamento); sono inoltre presenti 3 allevamenti avicoli che complessivamente superano i 105.000 capi. Nel dettaglio la superficie agraria è occupata per la maggior parte da coltivazioni di cereali, monocoltura di mais o avvicendamenti stretti con il mais in coltura estiva, orzo e frumento fra i cereali autunno-primaverili, con inserimento di colture intercalari. L’affermarsi di forme agricole intensive ha comportato una notevole trasformazione del paesaggio rurale; nel tempo è infatti siè molto ridotto il sistema dei filari e delle siepi. In particolar modo la coltura del mais, che oggi si attesta a circa il 70% della superficie agricola utilizzabile, richiede molta acqua che le seriole e le rogge riescono a fornire solo in parte; ciò ha comportato il ricorso a sistemi di pompaggio delle falde e all’introduzione di sistemi di irrigazione meccanizzati talvolta semoventi che trovano ostacolo nella presenza di fossi e sistemi verdi, che sono dunque eliminati. Una permanenza del paesaggio agricolo tradizionale sono le cascine che, soprattutto allontanandosi dalle aree centrali, ritrovano a tutti gli effetti il loro valore di elemento rurale, testimoniando la presenza di un’attività ancora in pieno svolgimento. Notevole è la superficie urbanizzata (18%), mentre gli spazi più naturaliformi hanno un carattere residuale e permangono solo in corrispondenza del Naviglio Inferiore e di alcune rogge minori quali seriola Gheda e Fontana Cominette. La rimanente porzione di territorio è occupata da aree sterili, ossia le aree si escavazione, e dai bacini d’acqua derivanti dall’attività estrattiva praticata nel tempo.

Tipo di dato: uso del suolo agricolo e forestale Fonte, anno: DUSAF, Regione Lombardia – ERSAF i, 2003 Scala: comunale

Figura 45: ripartizione percentuale del territorio comunale secondo le classi d’uso del suolo DUSAF

84/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS

Classe Uso del suolo (DUSAF) Area Area Area per classe (ettari) (%) (%) Aree idriche Laghi, bacini, specchi d'acqua 28,70 2,71% 2,71% Aree sterili Discariche 4,01 0,38% 2,53% Aree estrattive 22,68 2,15% Seminativi Seminativo arborato 1,43 0,14% 72.21% Seminativo semplice 761,87 72,07% Prati Prati permanenti di pianura 4,80 0,45% 0,45% Legnose agrarie Frutteti e frutti minori 0,90 0,08% 0,08% Boschi Boschi di latifoglie 21,04 1,99% 1,99% Vegetazione Vegetazione arbustiva e 19,34 1,83% 1.83% naturale cespuglieti TOTALE 1057,11 100.00% 100.00%

Tabella 23: territorio comunale ripartito secondo le classi d’uso del suolo DUSAF

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Figura 46: cartografia uso del suolo (DUSAF) del territorio comunale di Montirone

Individuazione aree protette

l Comune di Montirone non è interessato da aree protette appartenenti alla rete Natura 2000, nazionali e regionali, ne da Parchi Locali di Interesse Sovracomunale.

7.5.2. 3.5.3 Informazioni naturalistiche1 Le forme di vegetazione naturale hanno un carattere molto limitato nel comune: esse sopravvivono solo in piccole fasce riparali e boscate presenti lungo i principali corsi d’acqua. Lungo i filari è di interesse la presenza ancora notevole di gelsi usati in passato per la bachicoltura; mentre nelle zone marginali, di cava e più in generale nelle zone degradate, prevale la proliferazione di specie rustiche e resistenti, quali robinia e pioppi. Nel territorio di Montirone non sono presenti alberi monumentali.

1 Fonte: “Studio territoriale – agronomico”, Studio A&U S.r.l., Maggio 2007. “Piano paesistico comunale”, Studio A&U S.r.l., Luglio 2008

86/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.6. Paesaggio e patrimonio culturale

7.6.1. Studio sull’ecologia del paesaggio

Componenti del paesaggio fisico-naturale Gli aspetti naturali sul territorio sono molto limitati e permangono principalmente in piccole fasce ripariali e boscate. Tutti gli spazi naturali si caratterizzano per la presenza di acqua – corrente o stagnante – che si configura come fondamentale elemento nel paesaggio montironese. Altri elementi naturali più residuali o comunque interessati dall’attività antropica sono costituiti da appezzamenti a prato, incolto o fasce a cespuglieto. La geomorfologia del territorio non ha sostanziali caratterizzazioni rispetto a quella di bassa pianura di origine fluvioglaciale, salvo il minimo rilievo su cui insiste oggi la torre degli Emili, divenuta villa Ventura - ex Orio.

Componenti del paesaggio agrario Il paesaggio montironese presenta infatti le caratteristiche tipiche del paesaggio rurale della bassa pianura bresciana. Attualmente le coltivazioni di mais occupano circa il 70% della superficie agraria utile, determinando una forte omogeneità del paesaggio, causata anche dall’impiego di sistemi di irrigazione meccanizzati talvolta semoventi che trovano ostacolo nella presenza di fossati e siepi, che sono dunque eliminati. Fra gli elementi peculiari del sistema agricolo permangono i filari alberati e specifici sistemi di canalizzazione delle acque, che contribuiscano a rendere il territorio in cui sono inseriti meritevole di una classe di tutela superiore soprattutto nei casi in cui le zone coltivate ricoprono una notevole estensione e non sono frammentate da nuclei di tessuto edificato. Un altro segno caratteristico del paesaggio agricolo è costituito dalle cascine che, soprattutto nei contesti più distanti dall’urbanizzato, conservano la tutti gli effetti la loro funzione rurale e testimoniano un’attività ancora in pieno svolgimento. La zona che maggiormente conserva le proprie caratteristiche rurali è l’ambito sud occidentale del comune: questa zona, nonostante abbia parzialmente subito i processi di trasformazione intercorsi nel tempo, si distingue ancora per l’unitarietà dell’ambito e la rappresentatività dell’identità locale, soprattutto grazie al contatto che si è mantenuto fra nucleo antico e campi coltivati, rafforzato nel caso specifico dalla presenza del Palazzo Lechi con relativo brolo.

Componenti del paesaggio storico culturale Sul territorio comunale si annovera la presenza di:  Bellezze individue - art. 136, comma 1 lettere a) e b), D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della L.6 luglio 2002 n.137” (Provincia di Brescia - Elenco dei Vincoli Vigenti): − Località Piazza Manzoni: parco della Villa Orio  Beni culturali vincolati - artt. 10, 11 e 12, D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della L. 6 luglio 2002 n.137” (Provincia di Brescia - Elenco dei Vincoli Vigenti): − Palazzo e parco Lechi; − Parco e Villa Orio; − Chiesa Parrocchiale S. Lorenzo; − Ex Palazzo Municipale (bene ora svincolato con decreto della Soprintendenza).  Beni culturali segnalati dalla Provincia di Brescia (Provincia di Brescia – Elenchi del PTCP): − Chiesa S. Antonio da Padova; − Chiesa Sacro Cuore; − Chiesa S. Gaetano; − Cimitero.

Componenti del paesaggio urbano Per quanto concerne l’urbanizzazione sono di seguito sintetizzati i principali aspetti che influiscono sull’assetto comunale:

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 lo sviluppo dal dopoguerra in poi di Montirone ha subito principalmente l’influsso delle infrastrutture viabilistiche su gomma;  la presenza dell’A21 non costituisce un elemento fondante per la struttura viabilistica del paese, ma ha determinato la realizzazione nei suoi dintorni di aree industriali ed estrattive;  la presenza di una direttrice secondaria verso Borgosatollo ha determinato una parziale dispersione dell’urbanizzato in direzione nordest - dove si segnalano due elementi industriali di forte impatto degradante - nell’ambito fra Belleguardo, la stazione e Feniletto. Tuttavia il fenomeno non ha raggiunto dimensioni eccessive, e soprattutto nel margine sud del centro abitato l’urbanizzazione può dirsi compatta, a vantaggio dell’integrità di alcuni comparti agricoli;  il centro è circondato da una fascia di recente urbanizzazione residenziale;  i fenomeni di frammistione di funzioni sono dimensionalmente relativamente piccoli; in alcuni casi si sviluppano situazioni di degrado dove queste funzioni entrano in conflitto (residenza/produttivo), o negli spazi residuali delle infrastrutture, o ancora nel caso di urbanizzato disperso in aree agricole.

Classi di sensibilità paesistica Le classi di sensibilità paesistica vanno da 1 (sensibilità molto bassa) a 5 (sensibilità molto alta).

CLASSE 1: ambiti del territorio urbanizzato che non presentano particolari emergenze storiche o ambientali, zone di degrado o a destinazione produttiva, piccoli lotti agricoli interstiziali al continuum edificato, aree gravate dalla presenza di aree estrattive. La classe comprende la maggior parte dell’urbanizzato residenziale e produttivo in quanto ambito urbano consolidato senza elementi di nota.

CLASSE 2: include aree che non possono essere definite come un ambito dalle caratteristiche paesistiche precise, cioè che non sono colti come dotati di una propria identità; si tratta di aree libere – agricole o verdi – che sono circondate o che subiscono intrusioni visive da parte di elementi estranei, ad esempio le zone agricole circondate dalle aree produttive o con intromissione di edificato non coerente col contesto. Altra discriminante è la decontestualizzazione, qual è il caso di aree libere – specialmente agricole – residuali o frammentate. Sono incluse anche aree edificate con bassa densità edilizia o di buona qualità contestuale.

CLASSE 3: assegnata alle aree di valore paesistico, storico e ambientale diffuso, come riconoscimento di un valore e di una necessità di tutela di tali ambiti in quanto portatori di un’identità riconoscibile dal fruitore del paesaggio; si tratta dei nuclei di antica formazione, di grandi aree agricole che si evidenziano per qualità ed omogeneità (in particolare se adiacenti ai nuclei antichi proprio al fine della riconoscibilità del territorio). Sono qui comprese anche aree di elevata percezione poste al limite del continuum urbanizzato.

CLASSE 4: sono le zone in cui i parametri della classe precedente sono più forti, con correlazione di elementi di pregio sia a livello visivo, che di fruizione, che di relazione intrinseca fra le componenti: è il caso degli ambiti che mantengono forte la loro integrità, la valenza paesistica e la biodiversità che un paesaggio diversificato riesce a conservare. In questa classificazione rientrano anche alcuni ambiti di valore storico culturale e i beni vincolati.

CLASSE 5: componenti emergenti di valore eccezionale rispetto all’intorno locale e sovralocale, che acquistano un valore preponderante all’interno dell’ambito territoriale di riferimento in virtù di un elevato valore naturalistico o architettonico o per via di una posizione dominante molto evidente. Tale classificazione non è presente nel territorio comunale.

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Figura 47: Piano paesistico comunale di Montirone – carta di sintesi delle valutazioni di sensibilità paesistica.

7.6.2. Progetti di rete ecologica In riferimento al progetto definitivo della rete ecologica della provincia di Brescia sul territorio comunale sono presenti due diverse tipologie di ambiti. La porzione nord-ovest del comune fa parte delle “aree della ricostruzione ecosistemica polivalente in ambito planiziale e collinare”. In questo ambito risulta necessario: il recupero del territorio attraverso la conservazione, la ricostruzione e valorizzazione dei beni e dei differenti contesti territoriali; il mantenimento di un equilibrato rapporto fra aree edificate e infrastrutture e territorio libero; il ripristino dei degradi naturali e artificiali; l’arricchimento delle componenti che possono assumere un ruolo attivo nella ricostruzione del paesaggio. Tutta la rimanente porzione del territorio, a esclusione dell’urbanizzato è individuato come “aree della ricostituzione polivalente dell’agroecosistema”. Questo ambito è quello delle aree agricole con maggiori criticità ambientali, in particolare connesse alla rilevante presenza di allevamenti zootecnici. Fra gli elementi della rete ecologica a livello comunale si sottolinea la presenza del Naviglio Inferiore, riconosciuto come corridoio fluviale secondario. I principali elementi di criticità alla continuità della rete ecologica sono attualmente rappresentati dal tracciato della ferrovia Brescia- Parma e da quello dell’A21; quest’ultimo lambisce marginalmente il comune della porzione nord- occidentale.

89/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS Sul territorio comunale di Montirone grava inoltre il progetto del tracciato della linea ferroviaria dell’alta velocità/capacità, a cui è previsto si affianchi anche la prosecuzione della SP19; la realizzazione di queste infrastrutture determinerebbe il crearsi di una vera e propria barriera nella rete ecologica provinciale.

Figura 48: estratto della rete ecologica provinciale con ubicazione del territorio comunale. Fonte: PTCP Provincia di Brescia (2014) tav. 4 sezione D.

90/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.6.3. Sistema informativo dei beni ambientali (SIBA) Dal Sistema Informativo dei Beni Ambientali (S.I.B.A.) risulta che nel territorio di Montirone il Naviglio inferiore di Isorella è classificato come corso d’acqua vincolato, con la relativa fascia di rispetto di 150 m. Con Decreto Ministeriale del 15/11/1958 è stato inoltre attribuito il vincolo di bellezza individua al parco della Villa già dei Conti Emili, e all’atto dell’emanazione del Decreto di proprietà dei Sig.ri Orio, ubicata nel centro abitato di Montirone e confinante con la Roggia Molinara, con la strada comunale per Borgosatollo, con la Piazza della Chiesa e con il Canale Naviglio, in quanto “…ha notevole interesse pubblico perché costituisce, con la ricchezza delle sue varie e pregiate essenze, forma una nota di verde di non comune bellezza”.

Tipo di dato: beni ambientali sottoposti a vincolo nel territorio comunale Fonte, anno: Sistema Informativo Beni Ambientali, Regione Lombardia, 2004 Scala: sovracomunale

Figura 49: carta dei beni ambientali vincolati e delle aree protette

91/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.7. Struttura urbana

7.7.1. Monitoraggio del traffico locale

Il sistema di monitoraggio del traffico della Provincia di Brescia è costituito da più di sessanta sezioni stradali poste lungo la rete provinciale e statale del territorio provinciale, attrezzate permanentemente con spire ad induzione magnetica collegabili a strumenti di misura per il rilievo dei flussi di traffico (quantità e lunghezza dei veicoli) e delle velocità veicolari, per periodi continuativi di dieci giorni, quattro volte l'anno. I dati relativi ai flussi di traffico costituiscono informazioni essenziali nella valutazione degli interventi manutentivi, di adeguamento o sviluppo della rete infrastrutturale, oltre che nella valutazione dell’opportunità di iniziative di carattere amministrativo. La Provincia di Brescia utilizza per il rilievo dei flussi veicolari strumenti Marksman 600 di Famas System (Ora, Bolzano), apparecchiature alimentate a batteria e gestibili da PC, collegabili a spire ad induzione elettromagnetica inserite nella pavimentazione stradale. La spira induttiva è ottenuta con tre giri di filo disposti secondo una forma quadrata (con lato di 2 m) ed è alloggiata all’interno di solchi (con profondità di 7 cm) praticati nella pavimentazione stradale per mezzo di una fresa. Una singola spira installata su una corsia stradale consente la misura della portata veicolare sulla base del seguente principio di funzionamento. La corrente elettrica fornita da un generatore a batteria (di cui è dotato l’apparecchio di misura) attraversa il filo costituente la spira, generando un campo magnetico. Quando la massa metallica di un autoveicolo transita sulla spira si verifica una variazione di questo campo magnetico riducendo l’intensità della corrente circolante nella spira. Questa variazione produce un segnale elettrico (che dura per tutto il tempo di permanenza del veicolo nella zona di rilevazione) consentendo così la segnalazione della presenza del veicolo e quindi il conteggio. L’apparecchio registratore è dotato di un timer interno per cui il conteggio può essere tradotto in portate veicolari su prefissati intervalli di tempo. La Provincia di Brescia ha stabilito quest'ultimo parametro in modo che lo strumento registri i dati di flusso ad intervalli orari. È opportuno precisare che il tempo di occupazione da parte di un veicolo della zona di rilevazione dipende dalla lunghezza del veicolo stesso, nonché dal suo tempo di passaggio. Se con una sola spira si misurano la portata veicolare, il tasso di occupazione e la densità, con due spire induttive disposte su una stessa corsia è possibile risalire alla velocità istantanea dei veicoli in transito. In ciascuna sezione il rilievo dovrebbe essere ripetuto quattro volte nel corso dell'anno (uno per stagione). La durata dell'indagine è di dieci giorni continuativi, comprensivi di un solo fine settimana. Tra due successivi rilievi intercorre un periodo di almeno un mese. La Provincia di Brescia ha cura nell'evitare periodi caratterizzati da condizioni di traffico "atipiche", quali festività, variazioni negli orari scolastici, eventi speciali e occasionali (fiere, manifestazioni sportive, ecc.), verificando l'assenza di fattori di perturbazione (cantieri stradali, incidenti stradali, ecc.). In ciascuna sezione, per ciascun senso di marcia e per ogni corsia veicolare i veicoli transitanti sono distinti sulla base della lunghezza in classi. Ai fini dell'omogeneizzazione delle diverse componenti di traffico in funzione dell’ingombro dinamico, i coefficienti utilizzati dall'ANAS per la correlazione delle diverse tipologie di veicolo ad una unità equivalente (a cui è assegnato un coefficiente unitario) sono classificati secondo specifici parametri. Per tenere conto del maggior impatto dei mezzi pesanti in ambito urbano, per i coefficienti di omogeneizzazione si possono adottare valori leggermente superiori a quelli normalmente utilizzati negli studi sul traffico in ambito extraurbano. Possono inoltre distinguersi i ciclomotori dalle motociclette, adottando per queste ultime un coefficiente di equivalenza pari a 0,8. I dati di seguito riportati si riferiscono al rilievo effettuato dal 05/10/2004 al 12/10/2004, dalla Provincia di Brescia che intendeva ripetere periodicamente per poter monitorare i flussi di traffico. Il punto di rilevamento più significativo è la postazione di Ghedi: SP 24 (Km 7050, tutte le direzioni). I dati sotto riportati registrano il numero medio giornaliero di veicoli, distinguendo quelli pesanti, transitati sull’asse viari e mettono in evidenza la rilevanza di impatto ambientale dell’infrastruttura stradale.

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Tipo di dato: flussi medi giornalieri, velocità medie veicoli Fonte, anno: Provincia di Brescia, 2004 Scala:-sovracomunale

Leggeri Pesanti Tutti Diurno 8211 1020 9230 Notturno 2585 139 2724 Totale 10796 1159 11954 Tabella 24: Flussi medi giornalieri : SP 24 (Km 7050, tutte le direzioni)

Figura 50: tracciato locale SP24

7.7.2. Mappatura dei tracciati dei mezzi pubblici Il territorio comunale di Montirone è discretamente servito da mezzi pubblici sia per via stradale che ferroviaria che collegano il paese alle località circostanti e alle città di Brescia, Cremona e Parma. La società di autobus Trasporti Brescia serve il territorio con le linee Asola-Isorella-Brescia sud e Ghedi Brescia che offrono corse in tutto l’arco della giornata. La linea ferroviaria Brescia - S. Zeno – Cremona – Piadena La maglia infrastrutturale ferroviaria a cui appartiene Montirone è quella a servizio della BassaBresciana costituita da due linee a semplice binario che collegano la stazione di Brescia a Cremona e Piadena (Parma). La configurazione delle linee è di tipo classico, con stazioni di incrocio poste ad un passo di circa 5,5 Km e dotate di un binario di incrocio e precedenza. Alcune stazioni (S. Zeno, Ghedi, Asola e ) sono dotate anche di binari per la movimentazione di convogli merci. Mentre la linea S. Zeno – Cremona è elettrificata (3kV cc) con Dirigente Centrale Operativo, la

93/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS S. Zeno – Piadena è a trazione diesel con Dirigenza Locale. Di seguito si riporta lo schema grafico di organizzazione delle linee e la Tabella che rappresenta le circolazioni feriali in giorno feriale.

Tipo di dato: tracciati ferroviari Fonte, anno: ferrovie dello stato, 2007 Scala:-sovracomunale

Figura 51: tracciati ferroviari

7.7.3. Servizio al cittadino delle infrastrutture di trasporto (strade,piste ciclabili) Le infrastrutture stradali principali, la SP24 e la SP23, costituiscono la rete sovracomunale che collegano Montirone con i paesi circostanti e, attraverso l’innesto sulla SS45bis, alla città di Brescia. La via Palazzo risulta essere l’asse viario più critico in quanto serve anche la zona artigianale e commerciale comunale. I percorsi ciclabili esistenti, di tipo secondario, coincidono prevalentemente con le vie del centro abitato dove la velocità di percorrenza dei veicoli motorizzati risulta contenuta e garantisce una conseguente sicurezza. Sono altresì presenti, sul territorio comunale, alcuni percorsi in sede propria, anche bidirezionali, che non sono ancora parte di una rete più vasta ma che consentono il collegamento in sicurezza di alcuni servizi comunali.

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Figura 52: percorsi cilopedonali esistenti

95/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 7.8. Energia

7.8.1. Consumi

I consumi energetici rappresentano un ottimo indicatore sia per le politiche ambientali (legate alla promozione e incentivo del risparmio energetico) che per gli aspetti ambientali puramente locali legati alle emissioni di contaminanti atmosferici. La combustione del gas naturale per riscaldamento (sia civile che industriale) è infatti fonte di emissioni inquinanti.

Gas I consumi complessivi per riscaldamento al 31.12.2006 sono stati di 2.835.728mc con 1.966.427mc distribuiti ad utenze civili e 869.301mc distribuiti ad altre utenze.

Tipo di dato: consumo di gas metano Fonte, anno: comunale, 2006 Scala: comunale

Utenze n 1.582 di cui civili n 1.513 Consumo mc 2.835.728 di cui ad uso civile mc 1.966.427 Consumo totale pro capite mc/ab 611,54 di cui civile mc/ab 424,07 Tabella 25: consumi di gas naturale per riscaldamento

Energia elettrica Non sono disponibili informazioni relative al consumo di energia elettrica comunale, anche se si sottolinea l’opportunità di risalire a tale dato, particolarmente significativo per le attività produttive più energivore. Viene riportato il dato relativo ai consumi a carico dell’amministrazione comunale ma non è possibile rapportare ad alcun dato più complessivo.

Servizi per istruzione varia kWh 113.164 Assistenza sanitaria servizio (servizio di) kWh 9.192 Pubblica Amministrazione kWh 283.999 Cimiteri kWh 719 Altro kWh TOTALE kWh 407.074 Tabella 26: ripartizione dei consumi di energia elettrica dell’amministrazione a carico dell’amministrazione comunale

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Figura 53: rete di distribuzione del gas metano

7.9. Attività sottoposte a verifica

7.9.1. Individuazione di siti industriali a rischio di incidente rilevante (siti RIR) Sul territorio comunale non sono presenti stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti (RIR) ai sensi dell’art. 15, comma 4 del D.lgs. 17 agosto 1999, n. 334. e s.m.i. Estendendo la ricerca ai comuni limitrofi, si evidenzia la presenza di un sito RIR nel Comune di Catsenedolo, come evidenziato nella tabella che segue.

Tipo di dato: individuazione dei siti RIR Fonte, anno: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, maggio 2015

Comune Art. (D.Lgs n. Codice Ragione sociale Attività 334/99) ministero Castenedolo 6 ND332 Bossini Spa Galvanotecnica Tabella 27: individuazione dei siti RIR nel Comune di Montirone e nei comuni limitrofi

7.9.2. Individuazione di siti IPPC - AIA (autorizzazione ambientale integrata) Nel comune sono presenti due attività che hanno ottenuto la procedura introdotta dalla Direttiva europea 96/61/CE, nota come “Direttiva IPPC” (Integrated Pollution Prevention e Control) al fine di ottenere l’Autorizzazione Integrata Ambientale; si tratta della Stefana Spa e della Raffineria Metalli Capra.

Nella successiva Tabella si riportano le attività che hanno ottenuto l’AIA e presenti nel Comune

97/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS di Montirone o nei comuni limitrofi.

Tipo di dato: Impianti IPCC Fonte, anno: ARPA Lombardia

Comune Ragione sociale Codice 2.2 - Impianti di produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria Stefana Spa o secondaria), compresa la relativa colata continua di capacità superiore a 2,5 tonnellate all'ora 5.1 - Impianti per l'eliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi, Montirone della lista di cui all'art. 1, paragrafo 4, della direttiva n. 91/689/CEE quali definiti negli allegati II A e II B (operazioni R 1, R 5, R 6, R 8 e Raffineria metalli R 9) della direttiva n. 75/442/CEE e nella direttiva n. 75/439/CEE Capra del Consiglio, del 16 giugno 1975, concernente l'eliminazione degli oli usati (2), con capacità di oltre 10 tonnellate al giorno. 2.2 - Impianti di produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria Italfond o secondaria), compresa la relativa colata continua di capacità superiore a 2,5 tonnellate all'ora Bagnolo Mella 2.5a – Impianti destinati a ricavare metalli grezzi non ferrosi da minerali, nonché concentrati o materie prime secondarie Italghisa attraverso procedimenti metallurgici, chimici o elettrolitici 2.3a -Impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi Laminazione Ghedi mediante laminazione a caldo con una capacità superiore a acciai speciali 20 tonnellate di acciaio grezzo all'ora Tabella 28: individuazione impianti con procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale a Montirone e nei comuni limitrofi

L’Azienda Ferrari Fausto ha rinnovato l’AIA con la Provincia di Brescia con atto n. 6273/2013 mentre l’azienda agricola Corbello è stata autorizzata con atto n. 4367 del 2014 della Provincia di Brescia.

7.9.3. Individuazione di siti industriali classificati insalubri A livello comunale non sono all’oggi disponibili informazioni della presenza sul territorio di attività industriali classificate come insalubri.

7.9.4. Individuazione di opere sottoposte a VIA A livello comunale non sono all’oggi presenti pratica di VIA.

7.10. Salute umana

7.10.1. Atlante della mortalità L’“Atlante della mortalità in Lombardia 1989-1994” contiene informazioni inerenti lo stato di salute della popolazione ed è il risultato di una analisi geografica della mortalità in Lombardia effettuata sulla base del “Atlante Italiano di Mortalità 1981-1994” a cura dell’Osservatorio Epidemiologico regionale.

98/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS Oltre alle principali cause di mortalità espresse a livello comunale per la popolazione maschile e femminile l’Atlante riporta un elenco dei comuni che oltrepassano il livello medio di mortalità atteso, con una probabilità del 99% che l’eccesso osservato non sia casuale. La segnalazione di questa tipologia di “allarme” riguarda solo i comuni in cui si registra un numero di almeno 5 casi osservati. Per il Comune di Montirone non emerge la presenza di alcun allarme per nessuna delle cause di morte considerate.

7.11. Sintesi delle criticità

Dall'analisi delle criticità presenti sul territorio comunale di Montirone emerge in primo luogo che una parte del territorio comunale è ricompresa nell’areale A1 del Piano territoriale d’area per l’aeroporto Gabriele D’Annunzio di Montichiari. Il piano d’area, che si configura come aggiornamento locale del PTCP, è stato accompagnato da un’apposita procedura di VAS, e identifica le aree di Montirone comprese nel suo perimetro come “ambiti di concertazione delle vocazioni urbanistiche comunali”. Il piano d’area interessa direttamente la qualità ambientale del territorio di Montirone, in particolar modo per quanto riguarda la qualità della matrice aria e l’inquinamento acustico, oltre che per le grandi arterie di trasporto (AC-AV e Sp 19) connesse con l’infrastruttura aereoportuale. Per quanto riguarda l’inquinamento acustico, una delle tematiche più dibattute nelle fasi di concertazione descritte dalla VAS, è previsto l’obbligo di perimetrazione delle aree contraddistinte da un rumore aereoportuale superiore ai 60 dB. In ogni caso merita osservare che il terrritorio di Montirone è interessato più direttamente dall’impianto militare di Ghedi, le cui attività non sono ovviamente vincolate dai procedimenti di verifica ambientale. Sempre in merito alla installazione militare pare opportuno segnalare nella mappa delle criticità la presenza – mai confermata del tutto ufficialmente – della presenza di 40-50 testate nucleari tattiche del tipo B61, per la quale il 6 agosto 2005 anche la municipalità di Montirone (insieme a Ghedi; ; Borgosatollo e Castenedolo) ha firmato una richiesta di adeguata informazione per garantire la sicurezza dei propri cittadini. Si può notare (fonte: Air Force Blue Ribbon Review of Nuclear Weapons Policies and Procedures, 8 Febbraio 2008) che l’USAF ha concluso un’indagine interna dichiarando che gran parte delle sue installazioni europee “non possiedono i requisiti di sicurezza richiesti dal Dipartimento della Difesa americano”. Altri elementi sovracomunali di criticità sono i tracciati delle citate arterie di trasporto (AC-AV e Sp 19), che attraversano a nord il territorio comunale, come fonti di inquinamento acustico e in quanto opere sottoposte a VIA. Le altre criticità sono quelle interne al territorio comunale e connesse con le aree di trasformazione. Vale in primo luogo segnalare la tematica del depuratore, sottodimensionato rispetto alle necessità attuali e le tematiche dell’area industriale nord, con il sito RIR, il trattamento rifiuti e le attività sottoposte a AIA.

99/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 8. CARATTERISTICHE DEGLI EFFETTI ATTESI

Il complesso delle azioni che l'Amministrazione comunale intende porre in essere sono riconducibili ad interventi che consentano di migliorare l’attuabilità del comparto, introducendo modifiche alle previsioni normative della scheda allegata alle norme del documento di piano. Tali modifiche, finalizzate anche alla rettifica di alcune incongruenze tra gli elaborati grafici che rappresentano l’ambito di trasformazione n. 5, non riguardano l’edificabilità complessiva dell’ambito, che rimane invariata. Per la dettagliata esplicitazione della modifica puntuale riferita all’ambito di trasformazione 5 del documento di Piano, oggetto di variante, si faccia riferimento ai documenti allegati alla proposta di variante. Si richiamano di seguito i contenuti della Variante:

 inserimento delle destinazioni produttive e direzionali tra quelle ammesse;  ridefinizione del parametro dell’altezza massima, incrementato fino ad un massimo di mt 16,50 (ovvero 4 piani fuori terra) in caso di destinazione ricettiva con tipologia edilizia pluriplano;  introduzione del parametro della superficie coperta, da applicare alle destinazioni produttive, previsto nel 50% della superficie fondiaria, ritenuto congruo per la zona produttiva;  possibilità di deviare il corso della roggia Castrina, che attraversa il lotto edificabile, previa ottenimento delle relative autorizzazioni da parte dell’ente gestore, adeguando al nuovo percorso la perimetrazione degli ambiti di non trasformazione, che corrispondono alle fasce di rispetto del reticolo idrico e che sono rappresentate solo sulle tavole del piano delle regole;  conferma delle quantità di parcheggio previste all’interno del comparto, eliminandone la localizzazione obbligata (rappresentata sulle tavole del piano delle regole e del piano dei servizi); e ciò con l’obiettivo di permettere una migliore distribuzione planivolumetrica interna;  conseguente adeguamento dei valori teorici delle opere compensative, in relazione alle diverse destinazioni previste; i conti corretti verranno predisposti in sede di presentazione del piano attuativo.

Biodiversità, flora e fauna Le azioni individuate nella Variante in esame non insistono su un area di particolare valenza naturalistico-ambientale, pertanto la proposta di piano non comporta impatti su questa componente ambientale.

Rischio Nell'ambito territoriale di Montirone si riscontra uno stabilimento a rischio di incidente rilevante. Non si evidenziano comunque relazioni a priori tra i contenuti della Variante e le aree potenzialmente suscettibili di essere interessate da effetti producibili da eventuali incidenti industriali dell'attività RIR presente sul territorio di Montirone. L’area su cui insiste la variante risulta infatti già essere un ambito di trasformazione previsto dal documento di piano vigente, e pertanto la sua localizzazione è già stata valutata nell’ambito del processo di Valutazione Ambientale Strategica del PGT vigente.

Rumore e vibrazioni Sotto il profilo acustico, i contenuti della Variante non comportano a priori modifiche al quadro di riferimento illustrato nel capitolo precedente. L’area in cui ricade l’ambito di trasformazione oggetto

100/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS di variante puntuale rientra infatti in classe acustica 4 “Aree ad intense attività umane” ed è contigua ad ambiti in classe acustica 5 “Aree prevalentemente industriali”, come illustrato dalla figura seguente.

Figura 54: Estratto della tavola di classificazione acustica comunale di Montirone. Il cerchio nero evidenzia l’area su cui insiste l’ambito di trasformazione oggetto di variante puntuale.

Radiazioni Le considerazioni riferite agli impatti relativi alla componente in oggetto sono di due tipi: l’una funzionale alla localizzazione di edifici rispetto ai tracciati degli elettrodotti esistenti l’altra rispetto alle radiazioni eventualmente prodotte da strumentazioni collocate negli edifici. Per la mappatura degli elettrodotti presenti sul territorio del Comune di Montirone è possibile fare riferimento al paragrafo 7.2.4. Di seguito si riporta un estratto con la localizzazione dell’area su cui insiste l’ambito oggetto di variante.

Figura 55: Estratto della mappatura degli elettrodotti (tratteggio viola) presenti sul territorio Comunale e localizzazione dell’ambito oggetto di variante puntuale.

Al fine di evitare effetti passivi prodotti dagli elettrodotti esistenti, si ricorda la necessità di rispettare le indicazioni dettate dalla normativa specifica relativa a distanziamento ed occupazione di nuovi edifici (DPCM 8 luglio 2003.). Inoltre, poiché l’installazione di stazioni radio è soggetta ad iter autorizzativo comunale ed al parere tecnico di ARPA per la verifica dei limiti di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, si presume che per gli effetti prodotti da sistemi afferenti alle costruzioni l’ininfluenza sulla popolazione verrà affrontata di volta in volta, per ogni caso specifico.

101/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS Pertanto si stima che gli eventuali effetti prodotti dall’attuazione del progetto di Variante di Piano sulla componente in oggetto possono essere ritenuti trascurabili.

Aria Sotto il profilo dell’inquinamento atmosferico e anche stante le modeste dimensioni dell’ambito oggetto di variante, i contenuti della Variante non comportano a priori modifiche al quadro di riferimento illustrato nel capitolo precedente. L’attuazione, nell’ambito di trasformazione oggetto di variante, di un comparto a destinazione produttiva/direzionale dovrà comunque rispettare le normative previste in materia ambientale per quanto riguarda le eventuali emissioni in atmosfera.

Acqua e suolo Anche con riferimento al tema di acqua e suolo, come già evidenziato per la componente aria, si presuppone che contenuti della Variante non comportano a priori modifiche al quadro di riferimento illustrato nel capitolo precedente. L’attuazione, nell’ambito di trasformazione oggetto di variante, di un comparto a destinazione produttiva/direzionale dovrà comunque avvenire nel rispetto delle normative previste in materia ambientale. Infine, la variante in oggetto non ha ricadute sul consumo di suolo, in quanto è legata esclusivamente a modifiche interne ad un ambito di trasformazione già previsto dalla pianificazione in essere.

Ambiente antropico Le azioni individuate nella variante potrebbero avere impatti positivi sull’ambiente antropico per quanto riguarda l’assetto sociale ed economico, andando ad incrementare il numero di addetti.

Beni ambientali, patrimonio culturale, architettonico ed archeologico e paesaggio Le azioni individuate nella Variante in esame non insistono su un area di particolare valenza dal ambientale, architettonica o paesaggistica, pertanto la proposta di piano non comporta impatti su questa componente ambientale.

Energia Sotto il profilo del consumo di energia, stante anche le modeste dimensioni dell’area oggetto di variante, i contenuti della Variante non comportano a priori modifiche al quadro di riferimento illustrato nel capitolo precedente. Quando verrà attuato il comparto a destinazione produttiva/direzionale nell’ambito di trasformazione oggetto di variante, si consiglia di adottare soluzioni impiantistiche che, a parità di servizio reso, siano rivolte al risparmio energetico, nonché all’uso razionale delle risorse energetiche ed idriche ed al contenimento delle emissioni di CO2 ed altri inquinanti atmosferici.

Rifiuti L’analisi dello stato di fatto non ha evidenziato particolari criticità in relazione alla componente in oggetto, al contrario si rileva una buona capacità di differenziazione dei rifiuti. Pertanto, si presume che non vi siano potenziali effetti negativi riconducibili all’attuazione degli interventi previsti dalla proposta di Variante.

102/103 Comune di Montirone Verifica di assoggettabilità alla VAS 9. CONCLUSIONI

L’analisi della sostenibilità delle scelte della Variante di Piano si fonda sulla valutazione delle azioni da essa espresse rispetto alle criticità/potenzialità individuate dall’analisi dello stato di fatto e della stima degli effetti producibili sul territorio, descritti nelle parti precedenti del presente documento. Innanzitutto, si evidenzia come le azioni individuate nella Variante in esame risultano coerenti esternamente con la pianificazione sovraordinata e non contrastino con obiettivi di sostenibilità ambientale di carattere generale, locali e sovralocali. Strategie, obiettivi ed azioni individuati dalla Variante risultano tra loro coerenti e convergono al raggiungimento delle finalità enunciate nei documenti analizzati. In particolare, stante anche la modesta dimensione dell’area oggetto di variante, si esplicita come dalla variante in esame non si attendano impatti significativamente negativi sull’ambiente e sul territorio circostante, La sostenibilità delle azioni previste dalla variante è quindi garantita dalla contestualizzazione delle trasformazioni rispetto allo stato di fatto e attraverso l’ottimizzazione delle scelte progettuali in funzione del contesto territoriale presente.

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