SPED. IN ABB. POST. ART. 2 COMMA 20/C LEGGE 662/96 FILIALE DI VERCELLI Con Approvazione Autorizzazione Ecclesiastica. Tribunale Vercelli di n°45del30/01/1953. Mensile acura dell’amministrazione Vescovile delSantuario. Temporelli. Giuliano Direttore Responsabile: al SacroMonte Pasqua ORARIO FUNZIONI Cenni Storici FESTIVO - SS. Messe: ore 9,30 -11,30 - 16 (17 ora legale) Il Sacro Monte di Varallo è l’opera “Nova Jerusalem”, lo fece conoscere Rosario: ore 15,30 (16,30 ora legale) di due grandi uomini di Chiesa e di meglio ai suoi contemporanei. numerosi uomini d’arte capeggiati Tornatovi alla fine d’ottobre del FERIALE da Gaudenzio Ferrari. 1584 per attendere al bene della sua S. Messa: ore 16 (ore 17 ora legale) I due uomini di Chiesa sono: il anima, pensò di valorizzarlo con la Rosario: ore 16,30 (ora legale) beato Bernardino Caìmi, frate fran- costruzione di nuove cappelle che ore 15,30 (ora solare) cescano, e San Carlo Borromeo, ar- illustrassero in modo più completo civescovo di Milano. Fra Bernardino l’opera di Gesù. Caìmi attuò a Varallo l’idea che gli Valorizzò il progetto di riordino - Prima domenica di ogni mese ore 9,30 era maturata nell’animo durante la del Sacro Monte stilato nel 1567 dal- e nel Triduo in preparazione al sua dimora in Terra Santa. Volle fare l’Arch. Galeazzo Alessi e, adattandolo 1° novembre: delle costruzioni che ricordassero i al suo schema, volle che si riprendesse- Santa Messa per la «Compagnia “luoghi santi” della Palestina, cioè i ro i lavori. Si lavorò fino al 1765. della Buona Morte». luoghi che ricordano i momenti ca- In quel secolo e mezzo nuovi arti- - Ogni primo sabato del mese alle ore 16 ratteristici della permanenza di Gesù sti unirono il proprio nome a quello (ore 17 ora legale): sulla terra (Grotta di Betlemme, di Gaudenzio Ferrari: il Morazzone, Santa Messa per i benefattori vivi Casa di Nazareth, Cenacolo, Calva- il Tanzio, i Fiamminghini, i Donadei e defunti. rio, Santo Sepolcro). per la pittura; Giovanni d’Enrico e il - Il 31 dicembre ore 16: Iniziò il suo lavoro nel 1486 e ne Tabacchetti per la statuaria, per cita- curò l’attuazione finché visse (a tutto re solo i più noti. L’idea di San Carlo Santa Messa per ringraziare e il 1499), coadiuvato da Gaudenzio Borromeo e le realizzazioni che ne invocare la pace. Ferrari che ne continuò l’idea, abbel- seguirono fecero del Sacro Monte lendo con affreaschi e con statue al- di Varallo il prototipo di quegli altri Il servizio religioso è svolto dai Padri cune cappelle. San Carlo Borromeo Sacri Monti che sorsero nella zona Oblati della diocesi di Novara che apprezzò il lavoro già fatto dopo la durante il sec. XVII (Sacro Monte risiedono accanto al Santuario - sua visita al Sacro Monte nel 1578 e, d’Oropa, Sacro Monte di Crea, Sa- Tel 0163.51131 denominato felicemente quel luogo cro Monte di Locarno in Svizzera.

N. 1 - Anno 95° Gennaio - Febbraio - Marzo 2019 Sped. in abb. post.

Sommario

Parola del Rettore p. Giuliano Temporelli

Conosciamo il Sacro Monte Casimiro Debiaggi

Ricordi di miniera Umberto Cavagnino

San Gaudenzio don Damiano Pomi

Padre David Maria Turoldo Gabriele Federici

B. come bontà padre Oliviero Ferro

La visita di Mons. Luiz Gabriele Federici

Gli Oblati della diocesi di Novara Andrea Bedina

c.c.p. 11467131 intestato a: INTAEGRA srl Santuario Sacro Monte Nuove Tecnologie Prodotti Integrati 13019 Varallo Sesia (VC) Sede Legale: Via Trieste, 36 con APPROV. ECCLESIALE. 20013 Magenta (MI) Orario continuato: 9:00 - 17:00 Aut. Tribunale di Vercelli N. 45 Cell. +39 328 6238732 Durante ora legale: 9:00 - 18:00 - Sabato e domenica: 9:00 - 19:00 del 30-1-1953 [email protected]

2 Gennaio/Marzo 2019 La parola del Rettore ORARIO FUNZIONI

FESTIVO - SS. Messe: Pasqua al Sacro Monte ore 9,30 -11,30 - 16 (17 ora legale) Rosario: ore 15,30 (16,30 ora legale) A volte alcuni gruppi si prenotano per fare la ‘Via Cru- cis’ al Sacro Monte. A quel punto spieghiamo che il nostro FERIALE santuario con le sue 45 cappelle è un invito a considerare S. Messa: ore 16 (ore 17 ora legale) tutta la vita di Cristo. Però è pur vero che la maggior parte Rosario: ore 16,30 (ora legale) delle cappelle, a partire dalla cappella 20 (ultima Cena) ci ore 15,30 (ora solare) raccontano i momenti della Passione, della Morte e della Resurrezione di Cristo. È questo dunque il periodo più - Prima domenica di ogni mese ore 9,30 significativo per visitare il Sacro Monte. e nel Triduo in preparazione al Il nostro Vescovo, mons. Franco Giulio Brambilla, 1° novembre: spesso parla del nostro santuario come un luogo ‘cri- Santa Messa per la «Compagnia stologico’. I nostri ‘antenati’, a cominciare dal fonda- della Buona Morte». tore fra’ Bernardino Caimi, hanno avuto come loro - Ogni primo sabato del mese alle ore 16 primaria intenzione quella di offrire un luogo dove si (ore 17 ora legale): potesse quasi toccare fisicamente i principali momenti Santa Messa per i benefattori vivi della vita di Cristo. La prima idea, ossia riproporre i e defunti. santuari principali della Terra Santa, non aveva altro - Il 31 dicembre ore 16: scopo che di aiutare il fedele ad accostarsi a Gesù at- Santa Messa per ringraziare e traverso il richiamo forte di quelle situazioni storico- invocare la pace. ambientali vissute dal Maestro. Dopo qualche secolo, emerse soprattutto il proget- Il servizio religioso è svolto dai Padri to dei vescovi di Novara e di san Carlo, l’idea di fondo Oblati della diocesi di Novara che rimase: aiutare i fedeli, attraverso le statue e le pitture FUNZIONI DELLA risiedono accanto al Santuario - proposte al ‘naturale’. I richiami a personaggi dell’epo- SETTIMANA SANTA 2019 Tel 0163.51131 ca, contenuti in diverse cappelle, avevano lo scopo di far percepire gli avvenimenti della vita di Cristo a chi DOMENICA DELLE PALME (14 aprile): si accostava a quelle statue e a quelle pitture come fatti messa inizio alle 9,15 presso la cappella 19 reali e attuali, dove il visitatore era invitato ad essere in (Gesù entra in Gerusalemme); 11,30 (santa messa) qualche modo partecipe. Pomeriggio processione delle 7 Marie: ore 17 Santa Messa L’arte qui al Sacro Monte è davvero un grande aiuto GIOVEDI’ SANTO (18 aprile) per immedesimarsi nella vita di Cristo, seguendo quasi Ore 17 Santa Messa passo a passo la sua vicenda umana e divina. I giorni della settimana santa vengono vissuti nella contempla- zione dei volti di Cristo in tutti i momenti significativi della sua Passion, Morte e Resurrezione. Davvero Ge- rusalemme è qui sotto i nostri occhi e nel nostro cuore. Ma certamente tutte le parrocchie offrono la possibi- lità di accostarci ad opere d’arte che hanno lo scopo di rendere più vivi, più vicini i grandi momenti pasquali. Si tratta di cogliere nell’arte un grande veicolo per una partecipazione attiva, amorosa alla vita di Cristo, soprattutto nei momenti supremi della sua vita. VENERDI’ SANTO (19 aprile) La Chiesa lungo i secoli ha puntato molto sull’arte ore 15,00 SOLENNE VIA CRUCIS (dalla cappella 20) per educare i fedeli. Sono in atto in Italia molte ini- ore 15,30 FUNZIONE LITURGICA ziative per ritornare a quel metodo: la contemplazio- DELLA MORTE DEL SIGNORE ne di un dipinto, di una statua per immedesimarsi nel SABATO SANTO (20 aprile) ‘mistero’. Sarebbe interessante se i parroci spiegassero ore 21,30 BENEDIZIONE DEL FUOCO SULLA PIAZZA ai loro fedeli tutte le figure presenti nella Chiesa par- E SANTA MESSA DI PASQUA rocchiale, a cominciare dalla Via Crucis. Sarebbe per tutti una bella scoperta, un modo anche per dire grazie DOMENICA DI PASQUA (21 aprile) a tutti coloro che hanno contribuito perché noi oggi Ss. MESSE ore 9,30 - 11,30 - 17,00 potessimo ammirare, gustare con l’arte il nostro Credo. LUNEDI’ di Pasqua Ss . (22 aprile) Buona Pasqua a tutti. Messe ore 9,30 - 11,30 - 17,00 Padre Giuliano Temporelli

Gennaio/Marzo 2019 3 Conosciamo il Sacro Monte LA FACCIATA DELLA BASILICA Dopo il Cagnola - I successivi progetti del secondo Ottocento

Il grande sogno del marchese-architetto Luigi Cagnola, Il progetto Frigiolini accantonato e rimpianto per l’impossibilità finanziaria Ma forse, proprio attorno agli anni Settanta, final- di poterlo realizzare, invece di risolvere il più che seco- mente qualcosa si muove grazie al nuovo Consiglio lare problema della facciata monumentale del Tempio d’Amministrazione, insediato in seguito al Regolamen- Maggiore, lo ha solo procrastinato. to per l’esecuzione dello Statuto Organico, riguardante Continuano a spiccare sulla vasta scalea antistante appunto l’amministrazione del Santuario, emanato a alla chiesa, quasi come una nota dolente, un rimpian- Firenze con Regio Decreto di Vittorio Emanuele II il to, o un invito inascoltato, le quattro vistose basi delle 4 maggio 1866. colonne maggiori a richiamare l’attenzione, ma soprat- tutto a sottolineare l’esigenza di prendere di petto e di risolvere finalmente la situazione. Sembra invece che si cerchi quasi di sfuggire al compito gravoso, di non avere il coraggio di affrontarlo e di eluderlo pensando e provvedendo ad altre imprese meno impegnative: all’ingrandimento di casa Valgrana, all’erezione dei due sontuosi pulpiti della stessa Chiesa Maggiore, al prolungamento della Casa Parella, ecc., grazie al mece- natismo della signora Vigliardi Paravia. Un vuoto da colmare Cosi, per quasi mezzo secolo si crea un vuoto che nessuno tra gli amministratori del Santuario e tra gli architetti valsesiani, pensa a colmare. Aleggia sempre l’ombra del progetto Cagnola. Non ci pensa il Gegna- ni, che muore già nel 1849, né Giuseppe Marchini, autore della ben nota planimetria del Sacro Monte del 1816, ancora attivo nel ‘45, né i due fratelli architetti Luigi e Costantino Vigitello, molto attivi e stimati a Torino (il primo deceduto già nel ‘38, il secondo nel ‘56), né tanto meno il più celebre di tutti, Angelo Mar- chini, figlio di Giuseppe, autore di importanti edifici pubblici a Torino e docente d’ingegneria in quell’uni- versità (morto nel 1870). Progetto Frigiolini

Che ciò abbia determinato una svolta decisiva lo si GRAZIE può dedurre dal fatto che improvvisamente, verso il 1870, dopo più di mezzo secolo, compare un progetto A TUTTI di facciata per la Chiesa Maggiore, tracciato dal pittore GLI Carlo Frigiolini di Varallo, ben insegnante della Scuola varallese di Disegno e maestro di numerosi fu- ABBONATI turi artisti di fama, deceduto dieci anni dopo. FEDELISSIMI Finalmente si apre un nuovo capitolo. Che si tratti Grazie a tutti gli abbona- di un incarico affidato dal nuovo Consiglio d’Ammini- ti fedelissimi che hanno strazione, o di una spontanea proposta del pittore, per provveduto e che provve- ora non si sa. deranno a pagare la quota Quasi sicuramente l’autografo doveva essere quello annua di € 13,00. Grazie davvero per il sostegno che elencato dal Durio nel 1930 e cosi intitolato: Proget- rende possibile il nostro grande sforzo nel conti- to o Proposta di una nuova facciata per la Chiesa del nuare la pubblicazione di questo bollettino storico. Sacro Monte di Varallo, conservato presso la Scuola di Disegno di Varallo, e di cui il Durio cita una repli-

4 Gennaio/Marzo 2019 ca eseguita da Serafino Romerio e conservata presso il Lo contraddistinguono i due corpi laterali reggenti Museo di Varallo. Se non che lo stesso Durio, nell’ag- balaustre, ma soprattutto l’emergere di un grandioso giornamento al suo testo, del 1943, deve constatare pronao tetrastilo, architravato, l’elemento di maggior che nel frattempo purtroppo, l’originale è andato spicco, di maggior impatto, recante nel fregio la dedi- perduto. ca MARIAE SIDERIBUS RECEPTAE, come già nel Fortunatamente però lo possiamo conoscere attra- progetto del Cagnola, conchiuso non da un tetto, ma verso ben due repliche, morto ormai l’autore, fatte nel da un’ampia terrazza, delimitata da una balaustra di 1884 dal giovane Serafino Romerio, nato a Varallo nel particolare effetto decorativo. 1865, fratello del più noto canonico don Giulio - Ne risulta una facciata architettonicamente elegante, rio, ed allora allievo diciottenne della Scuola di Dise- originale, dotata di un equilibrato gioco di luci ed om- gno, quasi sicuramente come esercitazione o prova di bre, di gusto aggiornato, tipico dell’eclettismo caratte- esame. ristico dell’epoca, lontano ormai dalla freddezza e dalla rigidità neoclassica. Lascia un po’ perplessi, forse a causa dell’impo- stazione diagonale del disegno, l’eccessivo sviluppo dell’ordine inferiore col monumentale atrio di altez- za quasi doppia rispetto all’ordine superiore, che pare penalizzato e immiserito. Lo schema generale sembra richiamarsi come spunto e per il terrazzo, alla chiesa di S. Maria della Misericordia al cimitero del Verano a Roma, di Virginio Vespignani, da poco terminata e certo resa nota attraverso riproduzioni fotografiche ed articoli di giornali e riviste. Progetto Tosetti Appena posteriore al progetto del Frigiolini, se è, come si tramanda, del 1870 circa, deve essere quello di Giovanni Antonio Tosetti, comunemente ritenuto del 1871. Se il pittore Frigiolini è stimato insegnante di dise- gno, prospettiva, ornato e di stili architettonici nell’ap- prezzata Scuola di Disegno di Varallo, e quindi com- petente come progettista, il Tosetti invece, nato ad Progetto Tosetti Ara nel 1852, è solo un promettente giovane dicianno- venne, allievo, prima, dell’ istituto varallese, e poi dell’ La prima copia, non finita, in parte acquerellata, in Accademia Albertina di Torino. Se il suo progetto è parte solo disegnata, reca in basso la scritta Progetto di veramente del 1871, come si tramanda, stupisce per- facciata della Chiesa del Sacro Monte del Prof. C. Fri- ché in realtà lo si direbbe di una personalità più ma- giolini, riproduzione non ultimata di Serafino Rome- tura. Come scrisse il Manni “favorito dal suo ingegno rio, ed è conservata presso il Museo del Sacro Monte. sveglio e versatile si era poi dedicato specialmente alla La seconda, pure in deposito presso lo stesso Mu- pittura decorativa”, morendo a Novara già nel 1892. seo, finita in bella copia, all’acquarello, reca tre scritte: Il progetto, troppo criticato dal Manni, segna però il al centro l’intestazione Progetto di decorazione per ravvivarsi dell’interesse per il problema e risulta per il la chiesa del Santuario di Varallo, a sinistra, su di una giovane artista una proposta ardita e coraggiosa. Par- targhetta applicata in seguito Prospettiva scenografica tendo dallo schema delineato dal Frigiolini, reso con e disegno geometrico industriale (pittura all’acquarel- più evidente sobrietà, eliminando le lesene, vari orna- lo)/ I° Premio con lode / Romerio Serafino di Varal- menti, le balaustre laterali e con un rapporto più pro- lo; a destra a penna Romerio Serafino fece nel 1884 / porzionato tra ordine inferiore e superiore, è il primo dall’originale del Prof. Carlo Frigiolini. progetto a presentare una loggia, dotata di tre arcate, Il progetto del Frigiolini, singolarmente non colto di di cui quella centrale più ampia ed a sesto ribassato, fronte, come di norma, ma impostato di sbieco, da si- sovrastante il pronao architravato, creando cosi un’im- nistra verso destra, e privo di planimetria, propone una postazione nuova, più autonoma ed originale, ed anche struttura articolata e mossa, scandita da un doppio or- strutturalmente più complessa. Così questo progetto, dine di lesene corinzie, ora singole, ora accoppiate, con- a prima vista senza pretese, avrebbe potuto risultare il chiusa dal consueto timpano centrale, dotato di statue. più adatto per inserirsi in modo discreto nel conte-

Gennaio/Marzo 2019 5 Conosciamo il Sacro Monte LA FACCIATA DELLA BASILICA Dopo il Cagnola - I successivi progetti del secondo Ottocento sto della Piazza Maggiore grazie al motivo delle arcate nella sottostante planimetria è delineato nella metà di più in armonia con quasi tutto il preesistente edificio sinistra il piano terreno e nella destra quello superiore, che la delimitano, dai portici di Casa Parella all’ariosa dotato di parapetto con balaustra per la loggia. loggia del Palazzo di Pilato, all’articolato portichetto Un velo di mistero, per ora, avvolge questo progetto, del Santo Sepolcro, al loggiato attorno al gruppo delle ma anche il precedente per la mancanza di una docu- cappelle del Calvario. Il disegno, già in Pinacoteca, ora mentazione sicura. Sono stati composti per incarico al Museo del Sacro Monte, reso noto per la prima volta di qualcuno: della nuova Amministrazione del Sacro dal Durio nel 1943, reca, sempre secondo il Durio, l’in- Monte, o per devozione e mecenatismo di qualche pri- testazione Disegno e Pianta della Facciata della Chiesa vato? Oppure sono stati ideati come semplice eserci- del Sacro Monte di Varallo, scritta che però non com- tazione, come una proposta teorica ed un’umana sod- pare nel disegno e che molto probabilmente è apposta disfazione degli autori stessi? A quando esattamente sul retro. risalgono? La successione cronologica tradizionale è Esso risulta scompartito verticalmente in due zone, sicura? Molto resta dunque ancora da chiarire. con a sinistra la metà del progetto, e sull’altra la metà della facciata, così come si presentava allora, mentre Casimiro Debiaggi

OFFERTE - BOLLETTINO, RESTAURI, MANUTENZIONE Guglielmetti Aurora € 300; Parrocchia regina della pace Novara € 30; Conti Domenico € 20; Manna Gianni € 39; Delladonna Vanna € 13; Guglielmino Luciano € 13; Regaldi Maria € 20; Raiteri Giuseppina € 50; Velatta Luigina € 20; Temporelli Giuseppe € 13; Frigiolini Carlo € 13; De Matteo Marilena € 50; Remogna Mario € 50; Calvino Prina € 30; Lotti Miro € 30; Curta Silvano € 50; Regaldi Gianfranco € 15; Antoniazzi Franco € 15; Cerri Ennio e Flavio € 20; Orgiazzi Anita € 15; Notaro Anna Teresa € 10; Andreotti Enzo € 60 per restauri in memoria della suocera Pugno Badino; Galliano Augusto € 50; Galante Giovanni € 50; Parrocchia S. Lorenzo berzo Demo (Bs) € 100; Malgaroli Claudia € 20; Brustio Francesca € 20; Iseni Abele € 20; Serrafero Laura € 13; Corrente Anna ; Lotti Miro € 30; Regaldi Gianfranco € 13; fam. Aichino Polesel € 50; Antonio Franca € 20; Speroni Dora € 15; D’Alberto Alfonso € 300; Rietti Sergio € 20; Cusa Gemma € 15; Finali Gianmario € 70; Furlan Piergiorgio € 60; Cerutti Franco € 30; Massarenti Giovannina € 15; Bargellini Mauro € 10; Gagliardini Enea € 15; Bonzano Rita € 50; Benecchia Mario € 20; De Berti Mariuccia € 13; Ruggerone Giannunzio € 50; Frigiolini Carlo € 13; Farinoni Lidia € 20; Mottaran Anselma € 20; Colli Vignarelli € 20; Salina Giorgio € 50; Quazzola Federica € 20; Cerri Ennio € 20; Raiteri Giuseppina € 50; Tomasini Giacomo € 25; Ratti Ercolina € 10; Bresciani Ivana € 30; Ottina Mirella € 20; Gioria Renata € 20; Ghilardi Andrea € 15; Minisio Ga- briella €15; Ferrato Anna €15;Festa Francesco € 15; Cavallini Marisa € 30; Vasini Giuseppe € 30; Scotti Ferruccio € 20; Patamia Francesco € 40; Cantone M. Clelia; sorelle Dameno € 25; Marchini Camosso € 20; Marchini Camosso € 20; Tosi M. Grazia Romano 20 ; Calvino Mirella € 40; Basano Marco € 20; Laveroni Luigi € 25; De Consoli Giuseppe € 23; Marcioni Anna Lucia € 100; Zanet Ircano € 20; Parrocchia san Lorenzo Berzo (Bs) € 100; Galante Giovanni € 50; n.n. € 50; Marchini Carlo € 20; fam. Remiggio € 15; Fontana Giampiero € 15; S.Samuela € 180; Remogna Mario € 50; Suore Della Carità Borgosesia € 30; Calderini Giovanni € 20; Frigiolini Manuela € 30; Fortunato Rolando € 23; Dalmasso Ausilia Maria Norma € 50; Mammone Antonio € 15; Bertolotto Davide € 13; Parrocchia Serravalle € 25; Durio Adriana € 15; Moscotto Alfredo € 13; Ferrero Giuliana € 13; Cavagnino Umberto € 15; Boatto Franco € 20; Marsetti Luciana € 30; Perrone Anna Maria € 20; Mazzia Federico € 50; Termignone Gaudenzio € 13; Galletti Salomone € 13; Marocchi- no Vittorio € 20 ; Zordan don Giorgio € 30; Delladonna Vanna € 13; Antoniazzi Franco € 13 ; Micheletti Piera € 25; Canuto Rosangela € 30; Gardella Sante € 25; Bricchi Roberto € 13; Moranzoni Giuseppina € 18; Patamia Francesco € 50; Negri Gabriele € 15; Perrone Athos € 13; Pescina Angela € 13; Caula Graziella € 20; Garlanda Paolo € 20; Maiandi Aldo € 20; Fuselli Fernanda € 13; Don Giacomo Bagnati € 20; Manna Gianni € 40; Pavanetto Pia € 20 (2019); Guglielmetti Aurora € 400; Marletti Carla € 40; Gugliermino Anna € 40; Scotti Ferruccio € 20; Taglioretti Giuseppina € 15; Cantoni Pierluigi € 13; Campi Olga € 15; Guglielmino Luciano € 13; fam. Franzese € 100; Bassi Luciano € 20; Varvelli Antonella € 30; Dalberto Giancarlo € 60; Ratti M.Mercede € 33; Ferro Laura € 20; Parrocchia Regina Pacis Novara € 30; Cavallini Adele € 25; Percino Salsa € 15; Garoni Giulia € 13; Polesinani Carla € 25; Mazzarelli Adriana € 13; Rietti Sergio €20; Brustio Maria Rosa € 25; Capelli Luigi € 20; Scaiola Gianni € 30; Patamia Francesco € 20; Serrafero Laura € 15.

6 Gennaio/Marzo 2019 GLI EVENTI DEL SACRO MONTE DI VARALLO Sito ufficiale: www.sacromontedivarallo.org. - Amministrazione Vescovile diocesi NOVARA

PASQUA DI GRAZIA CHE BELLA GIOVENTÙ C’è un tempo che abbiamo vissuto, ringraziamo. Un tempo che abbia- mo perso, pentiamoci. Un tempo che ci attende, riempiamolo di speranza. Giunga a tutti voi che Un gruppo di giovani, del Movimento Comunione e Li- leggete l’augurio di berazione di Milano, ha voluto celebrare l’inizio della una Pasqua di Novena di Natale al nostro Sacro Monte, con visita medi- Grazia, di Luce e di tata e celebrazione eucaristica. Altri amici provenienti da Gioia. Augurio che , Monza, Biella, Savona e Canton Ticino si sono stendiamo via Face- ritrovati per visitare le cappelle e sono ripartiti soddisfat- book a tutti i nostri ti. Avevano frequentato un corso di aggiornamento e si 10332 amici che ci son dati appuntamento qui al Santuario di Maria per rin- seguono in rete. novare l’amicizia.

L’ALTARE DI S. PIETRO D’ALCANTARA PENSIERINO DELLA SERA

Si era in un primo tempo pensato di dedicare l’altare alla Beata Panacea di Quarona nell’intento di dare rap- presentatività alla valle nella nuova chiesa. La rea lizza- zione, ricorda invece la travagliata presenza Francescana sul Sacro Monte con l’Osservante Caimi, fino al 1765. La tela, attribuita a Federico Bianchi, raffigura la gloria esta- tica del Santo francescano attorniato dagli angeli. In alto il Beato Caimi presenta il Sacro Monte a Dio Padre. L’al- tare venne donato dalla città di Varallo in seguito al voto fatto nel 1835 in occasione dell’epidemia di colera che lasciò un terribile segno in Piemonte. La comunità di Morondo, Roccapietra e Civiasco, allora unite, nel 1838 Basta una luce, se si conosce il cammino, per non per- concessero l’asportazione di 6 pezzi di marmo di Cilimo dersi nella notte. per la costruzione. Vi ha trovato collocazione la statua Ci affidiamo a Te Maria, guidaci nelle nostre giornate, originale del quattrocentesco Cristo RISORTO, già posta a volte buie e convulse. sulla sommità della Fontana nella piazza della BASILICA, Aiutaci a tenere lo sguardo del cuore fisso sulla mèta opera affascinante nella sua arcaicità, alle origini della per non perderci d’animo. Amen scultura valsesiana.

Gennaio/Marzo 2019 7 GLI EVENTI DEL SACRO MONTE DI VARALLO Sito ufficiale: www.sacromontedivarallo.org. - Amministrazione Vescovile diocesi NOVARA

A NATALE NON POTEVA IL SECONDO PRESEPE CERTO MANCARE LA NEVE Un secondo presepe, realizzato totalmente in polisti- rene estruso, da Pietro Lazzarini di Casorate Sempione ( Varese), l’abbiamo posizionato nel secondo altare di sinistra. Presenta la Natività in un casale lombardo- piemontese del primo novecento. Il primo, tradiziona- le, postato ieri (vedi box 25 dic), è stato realizzato da Alberto Stoppa di Magenta (Milano ), è ambientato ai piedi del monte Rosa ed ha un gioco di luci: dall’alba al tramonto, alla notte. Tutti i pastori convergono verso la capanna. Il secondo è ricco di particolari: la cascina, gli animali e i contadini rappresentati nella loro quoti- Passeggiata silenziosa tra le cappelle... una pausa disten- diana fatica. siva per tutti gli amici. Una preghiera per chi non ha casa... sfrattati, terremotati, immigrati.

IL LIBRO DEL CUSA Abbiamo ristampato in copie limitate e numerate una delle guide più pre- stigiose, ormai presenti solo nelle biblioteche: Guida storica, religiosa ed artistica di Michele Cusa (1857). In una ele- gante cartelletta si sono stampati a parte tutti i suoi disegni grafici. La FESTA DEI SANTI INNOCENTI trovate nel negozio sou- venir del Santuario e a Varallo presso la libreria Centro Libri.

BUON NATALE

Signore tu avevi promesso la sazietà agli affamati e la ricchezza ai poveri, ma la fame nel mondo non cessa di crescere perché non sappiamo condividere. Avevi promesso la gioia e la solidarietà a chi soffre ma la di- sperazione è ancora presente e noi siamo indifferenti. Oggi, noi cristiani, abbiamo regalato la festa di Natale a Signore avevi promesso la liberazione dei piccoli e de- tutto il mondo, DIO si è fatto BAMBINO per dirci che il gli oppressi ma il potere continua a schiacciare la vita di CIELO è già qui. Per amore ha scelto di abitare con noi. tanti innocenti e gli Erodi si sono moltiplicati. Perdonaci Signore e apri i nostri cuori. Nella foto Cappella 11.

8 Gennaio/Marzo 2019 La miniera della Valsesia RICORDI DI MINIERA

Il nome “miniera” ha sempre evocato un mondo drate ma, probabilmente, anche prima; nel XV secolo misterioso, pieno di fascino, positivo e negativo nello c’erano gli Sforza, quindi gli Scarognini, poi i d’Adda, stesso tempo, dove lavorano uomini con l’elmetto e la i Duchi di Savoia per ritornare ancora alla famiglia lampada ed il viso e le mani annerite dalla polvere. Ed d’Adda. L’attività mineraria è in seguito stata ripresa ed in effetti è così e, chi in miniera c’è stato e vi ha lavo- abbandonata più volte, con diversi imprenditori fino rato, porta dentro di sé molti ricordi di quel mondo, ad arrivare al 1961 quando il permesso di ricerca poi ricordi che ho il piacere di condividere con chi vuole divenuto concessione mineraria denominata Miniera leggere questo scritto. Torrente Otro è stata assegnata alla Società Miniera La miniera a cui faccio riferimento è quella ubicata di Fragné – Chialamberto, divenuta successivamente all’ingresso di Alagna, lungo la strada provinciale, pri- Veneta Mineraria s. p. a. che l’ha coltivata (con tale ter- ma di superare il ponte sul torrente Otro: essa ha co- mine si indicano le lavorazioni rivolte all’estrazione del stituito l’ultima e la più importante attività mineraria minerale utile, chiamato tout venant) fino al pressoché in Valsesia; vi rimangono i ruderi, purtroppo ancora totale esaurimento del giacimento; le ultime attività ben visibili, di quelli che sono stati uffici, alloggi per estrattive risalgono al dicembre 1981. i minatori, impianti per l’arricchimento del minerale Sono trascorsi ormai alcuni decenni da quel periodo che, a quei tempi, erano all’avanguardia. Vi si estraeva e spesso ripenso a quell’ambiente buio, umido, pol- la calcopirite, che è il minerale costituito da rame, zolfo veroso, con rumori del tutto particolari: quello delle e ferro da cui si ricava, per l’appunto, il rame; associata mine per lo scavo delle gallerie e di quelle per la colti- alla calcopirite si recuperava anche la pirite, che con- vazione del minerale, delle pale ad aria compressa per il tiene zolfo e ferro. La calcopirite era venduta all’este- carico ed il trasporto della roccia abbattuta, dei martelli ro, non essendoci in Italia impianti che, dal minerale, perforatori di vario tipo; ricordo ancora lo sferragliare ricavassero il rame metallico: la pirite invece veniva del locomotore e del trenino coi vagoni, il rotolare del utilizzata per lo più in Italia materiale dentro ai fornelli per la preparazione dell’aci- di getto, il sibilare assordan- do solforico ed anche come te della sonda per la ricerca composto nelle mole per delle mineralizzazioni; nelle smerigliare. gallerie abbandonate si pote- La miniera, anticamen- vano invece sentire le gocce te denominata Fabbriche d’acqua che cadevano dalla e, con l’ultima gestione, volta oppure ascoltare il si- Miniera Torrente Otro ha lenzio più completo. una storia molto lunga e di Mi rimangono impressi cui riporterò solo qualche anche degli odori: quello cenno: era già nota intorno dolciastro dell’esplosivo, del al 1200 con i conti di Bian- legname per l’armatura

Gennaio/Marzo 2019 9 La miniera della Valsesia RICORDI DI MINIERA delle gallerie, dell’olio nebulizzato dal- uomini ciascuna; la prima volta aveva- le macchine perforatrici e, al ritorno no alloggio presso l’albergo Bioni, da all’esterno dal sotterraneo, il profumo loro interamente occupato; la seconda caldo e accogliente della vita, del sole, volta, completi del loro cuoco, abita- dei fiori ed al quale ci siamo talmente vano nelle due case di Pietre Gemelle, abituati da non percepirlo più. a Riva Valdobbia. Sono sempre stati Ricordo ancora la meraviglia dei apprezzati per la loro professionalità fronti delle galleria quando, dopo lo ed i rapporti con le altre maestranze e sparo della volata, veniva lavato dalla la popolazione locale: in paese si ricor- polvere e rivelava tutto lo splendore da ancora che, alla domenica mattina, del giallo oro della calcopirite, del ver- erano in gran parte presenti alla Messa de della roccia col bianco del quarzo, a Riva Valdobbia, dove contribuivano implicati in pieghe ed alternanze in- alla liturgia con i loro canti solenni ed il credibili. suono dell’organo. Ma, soprattutto ricordo con affetto Ricordo le celebrazioni per la festa le persone che in miniera ho incon- di santa Barbara, patrona dei minatori trato e con le quali, almeno in parte, ho condiviso il ed a cui tutti, credenti o non, erano devoti: il giorno lavoro; alcune, al cessare dell’attività mineraria, sono 4 dicembre, alle ore 11 si partecipava alla santa Messa, rimaste in Valsesia dove hanno costruito la loro fami- celebrata in alternanza a Riva ed Alagna: era una Mes- glia; ma ricordo anche che qualcuno, in galleria, ci ha sa solenne, con ben tre sacerdoti: ricordiamo così don lasciato la vita. Carlo, don Dario, don Pier Cesare, per anni insieme Molte erano le regioni da cui i minatori provenivano alla Messa di santa Barbara. Seguiva un grande pranzo, e quindi si intrecciavano le cadenze delle varie parlate, interrotto dai discorsi dei dirigenti e la consegna dei i dialetti, i modi di esprimersi: gente della Valsesia e del premi a chi aveva raggiunto i 25 anni di miniera ed era basso Piemonte, bresciani, bergamaschi, veneti, sardi, quindi promosso Fedele della Miniera, titolo che veni- toscani, siciliani, polacchi; tutta questa eterogeneità va certificato con un particolare timbro sul libretto di trovava dei termini comuni nelle espressioni tipiche lavoro; nascevano spontanei i canti, italiani e polacchi, del gergo minerario (ad esempio volata, discenderia, di persone che erano felici di essere insieme in festa, le- rimonta, livello, ribasso, fornello, pozzo, ecc. ecc.). In gati dal lavoro duro e faticoso del sotterraneo. totale lavoravano, nella miniera di Alagna e nei periodi è indubbio che la Miniera ha avuto, nel periodo tra di piena attività, un centinaio di persone: i minatori del gli anni 60 e 80, una forte influenza sui due paesi prin- sotterraneo, gli addetti agli impianti di trattamento del cipalmente interessati, Alagna e Riva: da un lato l’atti- minerale, i meccanici ed elettricisti, gli impiegati tecni- vità estrattiva ha portato pesanti problematiche legate ci ed amministrativi. al paesaggio, alla possibilità di inquinamento di acque, Mentre il personale italiano era impegnato nei lavo- polveri, rumori. Per contro vi è stato, in quegli anni, un ri di coltivazione del giacimento, i minatori polacchi forte incremento di persone residenti nei paesi dell’alta sono stati chiamati per il tracciamento valle: infatti in moltissimi casi i lavo- di gallerie di ricerca, di preparazione ratori della miniera avevano con sé la della miniera per le future coltivazioni famiglia con i loro bambini che hanno e lo scavo di un pozzo verticale di 200 portato vitalità e lavoro alla gente del metri; una discenderia di ricerca si è luogo in un periodo in cui l’industria anche spinta fino al livello – 250, che turistica non era così sviluppata come è stata la quota più profonda raggiunta è ora. dai lavori. Quei bambini che affollavano l’asilo I polacchi erano orgogliosi di essere e le aule della scuola sono ora diventati minatori e precisavano che in Polonia uomini e donne: non hanno dimenti- questo lavoro era molto considerato, cato Alagna e Riva e, da qualche anno, rispettato, oltre che meglio retribu- qui si ritrovano nel periodo delle ferie. ito rispetto ad altri. Sono venuti ad Segno evidente che qualche cosa di Alagna in due momenti successivi, buono è rimasto! il primo nel 1968 ed il secondo nel 1975, in squadre di una trentina di Umberto Cavagnino

10 Gennaio/Marzo 2019 GLI EVENTI DEL SACRO MONTE DI VARALLO Sito ufficiale: www.sacromontedivarallo.org. - Amministrazione Vescovile diocesi NOVARA

ULTIMO DELL’ANNO 2018 SALIRE AL SANTUARIO

SALIRE al santuario del Sacro Monte, REGALARSI quiete Auguri a tutti voi amici che ci seguite, che amate il San- e bellezza, PASSEGGIARE con calma, potendolo, e saper tuario, che con fedeltà salite a pregare, che sapete sosta- contemplare. AMMIRARE prospettive sempre nuove per- re in quest’oasi di pace e di bellezza. ché cambiano le stagioni, e con esse, la luce e i colori. Un Vi raggiunga, ad uno ad uno, la nostra amicizia che si ricordo nella preghiera per tutti. fa preghiera per i desideri del vostro cuore, le necessità della vostra vita. Che il 2019 sia un anno di Speranza, di capacità di alzare il capo, di allargare la mente e lo Spirito PORTALI DELLA BASILICA secondo il cuore del Padre. Affidiamoci a Maria, l’anno incominci e continui accompagnati da Lei. Le massicce porte in bronzo furono ideate dall’architetto Ceruti a fine 800. La realizza- PAVIMENTO DELLO SCUROLO zione venne affidata a Leone Antonini, direttore del labo- Terminato il restauro del pavimento dello Scurolo ratorio di scultura Barolo di (€.3733, 20), è iniziato quello delle cappelle laterali in Ba- Varallo, la fusione a Giovan- silica. Da ultimo, si spera entro la domenica delle Palme, si provvederà al pavimento della Basilica intera. La spe- ni Lomazzi in Milano. Nella sa complessiva è di circa €19.000 più IVA per i 510 metri porta centrale, 9 quintali di quadrati. Confidiamo comunque sempre nell’aiuto di of- peso, sono rappresentate in ferte anche piccole. Grazie in anticipo amici. bassorilievo 8 scene bibliche il cui soggetto anticipa profe- ticamente la figura di MARIA. A sinistra il peccato di Adamo ed Eva, Mosè e il Roveto Ar- dente, la scala di Giacobbe, i figli di Rizfa; a destra l’arca di Noè, il vello di Gedeone, Elia che riceve l’annuncio della pioggia, l’Arca dell’Alleanza introdotta a Gerusalemme. Le porte laterali, di peso ciascuna di 4,50 quintali, ripor- tano a sinistra nei pannelli centrali la scena di Daniele nella fossa dei leoni e dei tre fanciulli illesi nella forna- ce; a destra Giuditta che mostra la testa di Oloferne e il giudizio di Salomone. I soggetti offrono una ulteriore oc- casione di catechesi biblica, di accostamento all’Antico Testamento anche per mezzo della scoperta di episodi poco conosciuti. Vi suggeriamo, se siete interessati di ap- profondire il dramma biblico di Rizfa, madre coraggiosa nella difesa dei suoi figli. Così Maria con noi. (2 Samuele 21,10)

Gennaio/Marzo 201911 Figure Sacerdotali Novaresi SULLE ORME DI SAN GAUDENZIO Agabio secondo vescovo di Novara

Si è concluso lo scorso legati ai tradizionali ri- 29 gennaio, con la chiu- tuali pagani. La Vita non sura dello scurolo dove indica l’anno della morte, riposano le spoglie di San mentre ne riporta il gior- Gaudenzio, nell’omoni- no 10 settembre, ancora ma basilica di Novara, oggi memoria liturgia del l’anno giubilare indetto santo. Il suo corpo non in occasione del mille venne inumato nella Basi- seicentesimo anniversa- lica dedicata agli Apostoli rio della morte del pri- – più tardi al patrono – in mo vescovo e patrono cui venne deposto quello della città e della vasta di Gaudenzio e che, stan- diocesi. Dopo aver com- do alla tradizione, Agabio piuto, lo scorso anno, un stesso avrebbe terminato percorso alla scoperta ed di costruire, ma presso la all’approfondimento della sua vita, da lui stesso designato a guida della necropoli che si estendeva, oltre le vogliamo ora conoscere altre figu- diocesi e diede onorevole sepoltura mura, lungo la via per Milano, esat- re di vescovi che, in questi sedici al suo maestro nella basilica extra- tamente dalla parte opposta della secoli, hanno occupato la cattedra muraria, ancora esistente fino alla città. Sul luogo venne poi edificata gaudenziana e l’hanno illumina- metà del XVI secolo. La tradizio- una chiesa che dipendeva, come ta con la loro santità. Ognuno dei ne, mutuata dalla vita medievale, giurisdizione, direttamente dal ve- centoventicinque successori di San presenta la figura di Agabio come scovo e che solo successivamente Gaudenzio costituisce un anello quella del pastore sapiente che, de- divenne parrocchia, con la presenza importante della ininterrotta cate- dicandosi alla preghiera e al digiu- di un sacerdote stabile, documenta- na di testimonianza cristiana che la no, con una particolare attenzione ta almeno dal 1206, ma presumibil- nostra diocesi può vantare, ma tra per il mistero eucaristico, riesce ad mente già attiva in precedenza. loro emergono alcune figure che essere coraggiosa guida del gregge Come avvenuto per la basilica sono venerate come modelli ed in- lui affidato. Come già segnalato gaudenziana e, come si dirà, per tercessori del popolo che da loro riguardo alla redazione della vita quella di San Lorenzo, anche la ha ricevuto i frutti di un generoso del proto-vescovo, anche nel caso chiesa di Sant’Agabio, con il sob- servizio pastorale. di Agabio la stesura di questo te- borgo che nel tempo era sorto at- La diocesi di Novara è la sola, fra sto attinge a modelli letterari ed torno ad essa, oggi purtroppo non tutte quelle della nostra regione agiografici ricorrenti, sfruttando- esiste più. Le case e le altre struttu- conciliare e che comprende quasi ne alcune sfumature al fine di una re vennero demolite nel 1552, per tutto il Piemonte – ad eccezione formazione ecclesiale su particolari la costruzione dei bastioni difensivi di Tortona – e la Valle d’Aosta, a temi che interessavano la chiesa tra della città, piazzaforte spagnola ai possedere interamente l’elenco dei XII e XIII secolo. confini occidentali del Ducato di suoi vescovi; dai primi, riportati Dal punto di vista strettamente Milano, mentre l’edificio di culto come già ricordato sui due dittici storico di Agabio conosciamo sol- sopravvisse fino al 1727, quando fu eburnei della Cattedrale e della Ba- tanto il nome, mentre si può sup- raso al suolo. È importante ricorda- silica di San Gaudenzio, fino ai no- porre che durante gli anni del suo re che questa chiesa non era situata stri giorni. Queste antiche ed auto- episcopato, l’annuncio missionario nella zona dell’attuale quartiere di revoli fonti concordano nell’indi- dell’evangelizzazione – che la tra- Sant’Agabio, ma molto più vicino care Agabio quale secondo vescovo dizione fa avviare con l’operato di alle mura cittadine oltre la porta del nostro territorio, successore del Gaudenzio – iniziò a tradursi in detta di Milano, come si può vede- primo vescovo Gaudenzio, nella evidenze materiali, come luoghi di re nelle antiche planimetrie della prima metà del IV secolo. culto e battisteri, la cui edificazione città, poco sotto all’attuale Istituto Secondo la tradizione, che venne potrebbe essere stata pianificata dal Immacolata delle Figlie di Maria fissata in un racconto agiografico secondo vescovo, per organizzare Ausiliatrice. del XII – XIII secolo, Agabio, fede- la non facile implantatio ecclesiae A differenza delle chiese di San le discepolo di Gaudenzio, venne in ambiti rurali ancora fortemente Gaudenzio e di San Lorenzo, quella

12 Gennaio/Marzo 2019 Figure Sacerdotali Novaresi

di Sant’Agabio al momento della canti commissionò a Francesco Ba- sua demolizione non conservava gliotti la redazione di una storia del più le reliquie del titolare già da protettore: La vita di Sant’Agabio molti secoli; intorno, infatti, all’an- nobile patrizio e vescovo di Novara, no 890, il vescovo Cadulto le tra- edita a Novara nel 1687. sferì nella Cattedrale. Non è chiaro Nell’anno 2000, il corpo di Aga- il motivo di questa traslazione che, bio è stato oggetto di una ricogni- tuttavia, contribuì a fare di Agabio zione scientifica che, oltre a rior- il santo di pertinenza del capitolo di dinare i resti che erano stati som- Santa Maria, da sempre in contra- mariamente composti in forma di sto con quello di San Gaudenzio. Il figura umana, ha potuto stabilirne presule depose i resti del suo prede- l’appartenenza ad un individuo di cessore in una cappella sul lato set- sesso maschile, deceduto in età an- tentrionale dell’edificio, nell’area ziana forse attorno ai settant’anni. che verrà poi occupata, nella fase torio Emmanuele Duca di Aosta e Nella stessa occasione è stata anche della ricostruzione romanica dello Maria Teresa d’, celebrato esaminata la reliquia del braccio e stesso, dalla torre campanaria. nello stesso duomo pochi giorni della mano del santo, conservati in Il sacello, che si presentava an- prima. L’urna che servì per il tra- un prezioso reliquiario nell’attua- gusto, come più volte riportato nei sporto del santo nella processione le chiesa lui dedicata nel quartiere verbali delle visite pastorali, venne per le vie cittadine venne acquista- omonimo e che sono risultati co- ristrutturato nel corso del XVII se- ta da Michele Tesseri, un rimellese erenti con le reliquie venerate in colo quando, nel 1637, Agabio fu emigrato a Novara, che la donò alla duomo. Il reliquario, a forma di scelto come compatrono ufficiale parrocchia del suo paese di origine braccio, era già conservato nell’an- della città e della potente corpora- per conservare il corpo santo di tica chiesa e fu trasferito in Catte- zione dei mercanti. Bisognerà però Gioconda, fatto pervenire dalle ca- drale nel 1553; venne restituito alla attendere la metà del settecento tacombe romane. parrocchia dal vescovo Giuseppe per una completa sistemazione del- L’iconografia di Sant’Agabio, per Castelli nel 1927, a conclusione dei lo spazio di venerazione del santo, altro non molto diffusa fuori dalla lavori di rifacimento dell’edificio, nel contesto di una non celata con- città, è genericamente riconduci- sorto sulla più antica chiesa di San correnzialità con San Gaudenzio bile alla tipologia dei santi vesco- Martino della Moglia, che è oggi la che, nel 1711, aveva trovato defini- vi, anche se possiede un elemento parrocchia del quartiere più mul- tiva sistemazione nello scurolo. Nel distintivo nella presenza dell’ostia tietnico della città di Novara. 1765 vennero estratte le ossa del e del calice. Oltre alla statua che Per approfondire la figura del santo dall’antico altare ed esposte ancora campeggia sull’altare lui de- santo, specialmente per quanto alla venerazione dei fedeli, con la dicato, ve n’è un’altra in una delle riguarda il suo culto si veda M. raccolta di offerte per la realizzazio- quattro nicchie agli angoli dello Dell’Omo, La Cattedrale di No- ne di un nuovo e più degno spazio scurolo del patrono, mentre un vara, Torino, EDA 1993, pp. 97 di venerazione. La statua raffigu- antico affresco, risalente al XV se- - 105; per le vicende della chiesa rante Agabio in abiti vescovili, con colo, lo rappresenta nella cappella lui dedicata: G. Barlassina, A. Pic- un libro aperto in mano su cui si di San Gerolamo all’interno della coni, Le Chiese di Novara, Nova- scorge la scritta EGO SUM PANIS Cascina Avogadro alle porte di ra, Tipografia S. Gaudenzio 1933, VITAE – con chiaro riferimento Novara. I mercanti, nel 1723, com- pp.185 – 190; per chi volesse avere alla devozione eucaristica lui attri- missionarono un quadro del santo un quadro più generale sulla cri- buita dalla vita medievale – e con al pittore Giuseppe Toso, per la stianizzazione del nostro territo- un angelo accanto che reca il pasto- sala del Consiglio e da esporsi nella rio, all’epoca dei primi vescovi, si rale, venne realizzata dagli scultori cappella della cattedrale in occasio- rimanda a Il cristianesimo a Novara Filippo ed Ignazio Collino, entro il ne della festa. Non furono invece e sul territorio: le origini. Atti del 1772. La solenne collocazione delle realizzati i quadri con episodi della Convegno (Novara, 10 ottobre reliquie all’interno del nuovo alta- vita, su modello di quelli eseguiti 1998), Novara, Interlinea 1999. re avvenne il 29 aprile del 1789, nel per lo scurolo di San Carlo a Mi- contesto del matrimonio tra Vit- lano. La stessa Università dei Mer- Don Damiano Pomi

Gennaio/Marzo 201913 GLI EVENTI DEL SACRO MONTE DI VARALLO Sito ufficiale: www.sacromontedivarallo.org. - Amministrazione Vescovile diocesi NOVARA

L’ALTARE SAN GIUSEPPE PREGHIERA A MARIA Già Cappella di San Silve- O Maria aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce stro, presenta due figure del Signore. Il grido dei poveri non ci lasci mai indifferen- allegoriche di buon dise- ti, le sofferenze dei malati e di chi è nel bisogno non ci gno: la fedeltà e la purez- trovi mai distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità za. dei bambini sempre ci commuovano. Fa’ che non smar- La statua di San Giusep- riamo il significato del nostro cammino terreno, la forza pe, uscita dal Laboratorio consolante della speranza orienti i nostri cuori,il calore Barolo, è del tardo otto- contagioso dell’ amore animi la nostra vita. cento, come le decora- Sia questa Divina Bellezza a salvare noi, la nostra città, il zioni del Varallese Andrea mondo intero... (8/12/2013. Papa Francesco) Bonini. I coniugi Delucca, commercianti torinesi, che trascorrevano l’estate in casa Parella finanziaro- no la sostituzione dell’al- tare in legno con l’attuale in marmo nel 1879. La cappella mutò allora anche la dedicazione e il quadro di San Silvestro fu ospitato nella cappella di San Carlo. Le due scene della vita di San Giuseppe: il lavoro nella bot- tega con la Madonna e Gesù e la morte del Santo, sono popolari nell’immaginario devoto e rese con intensità pa- tetica nell’esecuzione realistica di Pier Celestino Gilardi di Campertogno (1881).

DOVE TU SEI L’ALTARE DI S.PIETRO Dove Tu sei, torna la vita La tela dell’altare Dove Tu passi, fiorisce il deserto venne donata nel Dove Tu guardi, si rischiara il cielo secondo 700 dai e in fondo al cuore torna il sereno. Valsesiani di Roma, Dove Tu sei torna la vita. è attribuita al roma- (GenRosso) no Biagio Puccini e rappresenta la “do- nazione delle chia- vi”. L’altare del Mo- rondi fu terminato nel 1770. La cappel- la intende essere un segno in onore del papato, sia at- traverso la figura di San Pietro sia per i simboli rappresen- tati: le chiavi, il triregno e l’ancora della fede. Cari amici, ecco un tassello in più per conoscere la bellez- za del Santuario.

14 Gennaio/Marzo 2019 La figura della madre - Padre David Maria Turoldo LA VERGINE MARIA E LA FIGURA DELLA MADRE NELL’OPERA DI PADRE DAVID MARIA TUROLDO Alla memoria della mia cara all’altare a Lei dedicato. e dalle offese arrecate dagli uomini, mamma, Carla Gamarino La devozione mariana, devozione ed evocare l’azione di palingenesi (Crosa di Varallo 25/11/1945 – regina della pietà cattolica del primo dell’umanità operata dalla Vergine 21/3/2018), che ha speso tutta la Novecento, si fondava sulla valenza Santissima. Si configura quindi una vita per me psicologica del legame di Maria con lode dall’andamento liturgico, che la madre che fu senz’altro anche di invoca e insieme inserisce Maria La presenza della Vergine Maria, la padre Turoldo, ma i suoi scritti ci nella speranza di rinnovamento e di sua centralità nella vocazione di Da- permettono di rintracciare motivi e cambiamento che sempre contraddi- vid Maria Turoldo, non è elemento stilemi che travalicano la dimensio- stingue l’esistenza di questo religioso, sorprendente, essendo la Madonna ne meramente devozionale, sia pur facendone un paladino di tutte le libe- figura di riferimento dell’Ordine essa molto importante, disegnando razioni dalla negatività e dalle ingiu- dei Serviti, congregazione cui ap- un ruolo eminentemente teologico stizie, che siano esse personali, sociali, parteneva il religioso. Non stupisce della Vergine. politiche o ecologiche. dunque che la vasta produzione dell’ Nei carmi disseminati nelle diver- Ma Maria, nell’ottica turoldiana, autore multiforme e poliedrico, in se sillogi poetiche che veniva alle- diventa figura del credente che lotta poesia e prosa, abbia sovente come stendo nel corso degli anni, nei com- con il silenzio di Dio per conservare protagonista la Madre di Gesù, evo- menti evangelici e neo – testamen- la sua Fede. Nell’assillante ricerca di cata su ispirazione delle diverse im- tari di “Non hanno più vino “e nelle Dio che segnò la sua vicenda e i suoi magini presenti nella Bibbia, dalla raccolte “Laudario della Vergine”, versi, anche Maria sembra talvolta Genesi all’Apocalisse, dal Cantico “Via pulchritudinis” e “Ave Maria”, trascinata nella notte del dubbio, dei Cantici ai Vangeli, narrata non padre David delinea un’immagine come nella poesia “Sotto il legno in nell’ambito di una riflessione lineare di Maria “madre della salvezza” e silenzio”. o di un ragionamento con movenze “madre della bellezza” che, nella lo- Accanto al tema ricorrente di argomentative, ma procedendo per gica dell’Incarnazione, si offre come Maria come simbolo di tutte le ma- suggestioni, per immagini dalla forte “forza viva e operante nella storia e dri vittime con i figli del tremendo connotazione emozionale. anello di congiunzione tra il cielo e dolore inflitto da poteri ingiusti, si È, quella di Maria, una presenza la terra”. staglia, in tutta la sua potenza nega- che Turoldo ha coniugato con un Avendo presente la linea teologica tiva il drammatico motivo del silen- intenso sguardo rivolto all’universo che vedeva nella bellezza un accesso zio del Signore. Ma alla fine vince la femminile. Si può rintracciare nel privilegiato alla Rivelazione divina, il risposta coraggiosa della Fede, l’u- poeta una vera “mistica della ma- poeta servita celebra in Maria l’amo- nica sorgente di vera vita nel nostro ternità”, che investe tutte le madri re di Dio per le creature e il “riflesso pellegrinaggio terreno: di fronte alla del mondo, soprattutto le madri di della bellezza divina”, riconoscendo notte della Fede “che tutti avvolge”, persone sofferenti, come i poveri o in Lei la congiunzione tra visibile e il silenzio di Maria appare la “sola ri- gli uccisi perché resistenti all’ingiu- invisibile, “la mediazione tra le due sposta al mistero del mondo”. Quel- stizia, o caduti per mano di qualche polarità del Cielo e della terra: “Ver- lo di Maria, infatti, non è un silenzio sopraffazione. gine, cattedrale del silenzio/ anello vuoto, ma un silenzio affidato, a quel Se ogni madre sofferente diventa, d’oro/ del tempo e dell’eterno/ tu silenzio l’umanità può rivolgersi con nell’orizzonte poetico turoldiano, porti la nostra carne in paradiso/ e fiducia totale, esplicitata con la sca- figura suggestiva di Maria, e analo- Dio nella carne. / Vieni e vai negli bra eloquenza della lirica successiva: gamente Maria figura di ogni ma- spazi/ a noi invalicabili.” “Ma tu credevi per tutti da sola”. dre, è in primo luogo la sua che in- Maria non è dunque solo oggetto Nella notte del Calvario, dove le carna, in forma privilegiata, questa di devozione, ma anche forza ope- forze del male sembrano apparente- corrispondenza. Così nella serenità rante nella storia, grande, e sottoli- mente annientare il Bene, simbolo del Santo Natale, Turoldo canta neo la più grande, manifestazione della grande notte che oscura le no- la propria madre come “parente dell’azione di Dio, attraverso la stre esistenze, Maria tiene accesa la della Vergine”; e, ancor più, nella quale è operata la nostra Redenzio- luce della Fede e a Lei può volgersi, memoria dell’origine della propria ne. Per questo, in una delle sue laudi ascoltato, il grido raro di quanti con- vocazione, si rivede fanciullo, in mariane più intense, dal significativo fessano: “che il vero figlio di Dio era visita al Santuario della Madonna titolo “Senza Maria anche Dio sarà lui/ e che ogni vittima è sempre tuo delle Grazie di Udine, confondere i triste “, Turoldo può cantare il ge- figlio”. volti della madre e dell’Addolorata mito della natura, devastata dal male Gabriele Federici Gennaio/Marzo 201915 Racconti Missionari B. COME BONTÀ

Leggendo la pagina di Vangelo di Matteo 11,25-30 (la bontà è nascosta spesso nelle persone semplici), mi è venuta in mente questa storia.

C’era una volta una donna vedova, di nome NABA. Viveva in un piccolo villaggio, insieme all’unica fi- glia e a una capra. La vita scorreva serena. Un leb- villaggio allora si ricordò di tutte le belle cose che lei broso, suo vicino di capanna, era geloso di lei. Andò aveva fatto e decise di aiutarla. MAMBA, il serpente dal Re e gli disse: “La vecchia Naba, mia vicina di nero, andò da Naba e le disse: “Tu lo sai che io ho casa, è una donna pericolosa. E’ una strega. Molte mangiato la tua unica capra. Ora però sono pentito. persone, che sono morte in questi ultimi anni, sono Andrò a rapire la figlia del Re, quando lei andrà a state uccise da lei. Deve essere eliminata per il bene fare il bagno al fiume. Tu allora dirai al Re, che se la del villaggio”. Il Re gli rispose: “Perché bisogna uc- vuole libera, dovrà darmi il fegato del lebbroso”. Il ciderla? Si è sempre comportata bene e mi ha sempre Re fu subito d’accordo e il lebbroso morì. Ognuno obbedito”. Allora il lebbroso gli disse di nuovo: “Da’ vide dove stava la verità. “Dio infatti non ama le questo ordine a Naba: raccogli tutti i frutti della persone gelose, con il cuore sporco e la lingua avvel- pianta di mango. Se non lo farà, dovrà morire”. La enata. Ma aiuta il povero che fa il bene”. Quante povera Naba ricevette l’ordine del Re e cominciò ad volte, ascoltando o raccontando, in Africa, ho avuto avere paura. La vecchia KIMA stava passando per la il tempo di pensare e di riflettere su tante cose. E un strada e, vedendola, le disse: “Tu mi hai sempre ac- po’ quello che faceva Gesù con le parabole. Chi ave- colto, soprattutto quando avevo fame. Mi hai dato va il cuore aperto, capiva quello che Lui voleva dire. da mangiare le banane del tuo campo. Non ti pre- Altri invece pensavano che fosse solo un raccontino occupare. Ti aiuterò io. Il giorno dopo, il lebbroso per far passare il tempo. Ma, parlando di Bontà, ci ritornò dal Re e gli disse di nuovo: “Obbliga Naba a sarebbero tante storie da raccontare, tanti momenti demolire la più grande capanna del villaggio. Se non di vita vissuti insieme a tante persone. Ho capito che lo farà, dovrà morire”. MCHWA (vuol dire: colui è buono chi ha il cuore buono, chi pensa positivo, che si riposa), che aveva sentito l’ordine del Re, andò chi cerca di costruire, chi ha pazienza, chi ascolta, da Naba e le disse: “Tu hai sempre trovato il tempo chi si mette al servizio degli altri senza aspettarsi il per ascoltarmi. Non ti preoccupare. Insieme ai miei grazie. E’ qualcosa che ho imparato dai miei genitori amici, farò quello che il Re ti ha chiesto”. Il lebbroso e poi, piano piano, ho cercato di viverlo in ogni luo- ormai stava perdendo la pazienza e si comportava go dove ho vissuto. Non sempre è stato facile, anche veramente male davanti a Naba. Ogni animale del perché qualcuno confondeva la | Continua a pag. 19

Racconti Missionari LA VISITA DI MONS. LUIZ Mons. Luis Ricci, giovane vescovo brasiliano, ha conosciuto il nostro sacro monte da quando stu- diava a Roma.

Con molta gioia quindi l’abbiamo accolto alla metà di gennaio per alcune celebrazioni nella parroc- chia di Camasco – Morondo. In quest’ultima ha celebrato proprio una statua della Madonna colloca- Luiz ha conquistato subito la nostra nella festa del patrono San Antonio. ta all’esterno della chiesa e donata gente che è stata con lui anche per Successivamente ha celebrato an- dalla famiglia Ratti Silvano. Dal il pranzo al Tapone. Una giornata che a Camasco, benedicendo anche carattere molto espansivo, Mons. molta bella per la nostra comunità. 16 Gennaio/Marzo 2019 GLI EVENTI DEL SACRO MONTE DI VARALLO Sito ufficiale: www.sacromontedivarallo.org. - Amministrazione Vescovile diocesi NOVARA

L’ALTARE DI S.ANNA SALIRE AL MONTE È il primo a destra entrando in Basilica, sistemato nella for- ma attuale dal 1905, in epoca Liberty ma realizzato in stile neoclassico. Autore è l’architetto torinese G. A. Reycend, il bassorilievo (S. Anna che aiuta Maria bambina a legge- re e le addita il Cielo) è di Cesare Reduzzi, pure torinese, le due opere furono commissionate da Giovannina Pistoia di Novara, in sostituzione dell’altare in legno. Alla destra di sant’Anna, un grande educatore, San Giovanni Bosco con San Domenico Savio e alla sinistra Santa Gianna Be- retta Molla, medico pediatra e madre, protettrice della vita nascente e della famiglia. Che cosa hanno in questi Santi? La “cura”, “l’accompagnamento amoroso”, “la dedizione “.

Salire al Monte, cercare la Madre, chiedere a Lei tutto quanto si ha nel cuore... e lasciare una supplica: “Maria ti affido la mia vita e quella dei miei cari. Aiutami o Ma- ria a ritrovare quel me stesso che ho ucciso volontaria- mente. Aiutami a ritrovare la pace e la gioia interiore”. Preghiera semplice e forte. Tutto si può chiedere a una Mamma.

GIOVANNI TESTORI CONOSCIAMO LA BASILICA Un testo intenso quello di Gio- vanni Testori, ci fa gustare la bel- lezza dell’arte, i colori e il calore di Gaudenzio e del Tanzio; un testo per vivere il pellegrinag- gio al Sacro Monte. “Mai visi furono più colmi di luce. Mai lab- bra più straripanti di tenerezza e di amore”.

Dietro l’altare Maggiore si trova un prezioso lavoro di artigianato valsesiano della fine del 700. Il Coro, antico luogo di preghiera, privilegiato per la comunità dei frati, è un’opera di grande valore e di delizioso effetto visivo. Gli stalli sono intarsiati di notevole fattura, arricchiti da pietre dure brillanti.

Gennaio/Marzo 201917 Verso i 200 anni di presenza al Sacro Monte (2019) A DUECENTO ANNI DALL’ARRIVO DEGLI OBLATI L’INIZIO 1819

Dopo un quadro storico della Val- era pensato di far nascere un nuo- sesia della fine settecento e dopo vo insediamento oblatizio presso la la descrizione degli impegni degli cosiddetta Cappelletta, prossima al Oblati a Novara si passa ora al mo- Sacro Monte. mento nel quale gli Oblati iniziano “Il sig.r Cardinale…” forse non il loro lavoro al Sacro Monte con del tutto edotto sui difficili tra- non poche difficoltà. scorsi locali della Congregazione Il del Prato, già parroco di Mon- “…volle trovarsi colà personalmen- tecrestese, venne nominato diret- te” insieme agli oblati, racconta tore delle conferenze di morale, amareggiato e tuttavia certo non mentre al Roccio venne attribuita sorpreso il Roccio, ma i Varallesi si la direzione dell’accademia di sacra irrigidirono di nuovo e dimostra- eloquenza nonché la predicazione rono subito, persino di fronte ad della ‘buona morte’. All’oblato e un esterrefatto presule - e rifacen- canonico Canna si diede l’incarico dosi senza alcun dubbio alle rimo- di direttore spirituale del collegio, stranze dei più antichi loro concit- “maestro di rubrica” e infine ret- Cardinale Marozzo tadini - “…il loro malcontento, il tore del convitto e, dopo la morte quale fu sempre sorgente di disgu- di padre Fassina, avvenuta nel no- Si trattò però, come non manca sti e di guai alla Congregazione” i vembre del 1818, preposito vica- di rilevare il Roccio, di una ceri- cui membri “dovettero sempre lot- rio generale della Congregazione. monia non priva di tensioni. Non tare” per ivi mantenersi con decoro Nel corso di quell’anno poi, dopo era infatti del tutto scomparsa, nei e stabilmente. estenuanti trattative si gettarono varallesi, l’insofferenza che, nei Una lotta che non caratterizzò le basi per l’apertura di una nuova confronti della Congregazione, si solo quell’anno ma si trascinò pe- casa oblatizia, quella presso il Sacro era talvolta anche violentemente nosamente e con accuse reciproche Monte di Varallo, inaugurata il 3 manifestata nel corso dei primi anche “nei successivi 1821 e 1822”, agosto del successivo 1819. decenni del Settecento quando si anni durante i quali i Padri “do- vettero continuamente vivere in timore che si chiudesse il Collegio 8 VOLUMI “CAMPANILI DELLA VALSESIA” per mancanza di sussidi”. Solo nel Per gli amanti della Valse- 1823, grazie all’espresso interes- sia, per chi ne vuol sapere samento del demanio regio – che di più...sono di nuovo com- provvide allora a vendere alcuni pleti gli 8 volumi dei “Campanili della Valsesia” beni acquisiti e fin allora invenduti scritti con efficacia e ar- – si giunse ad avere una più solida guzia dall’indimenticabile base economica e “in tal guisa ven- Oblato Padre Eugenio Man- ne assicurata alla Congregazione la ni. Abbiamo ristampato sussistenza e l’esistenza” in ambito anche l’introvabile n° VI. locale, fino a quel momento in pe- Potete acquistarli al Centro ricolo. E fu proprio in quell’anno Libri di Varallo e nel nego- che il cardinal Morozzo, per motivi zio del Santuario. ad oggi non chiari, che nemmeno il 1° Valsesia, Sacro Monte. Roccio riesce a individuare, prese 2° Crevola, Parone, Doccio, Locarno, Roccapietra, la decisione di togliere agli oblati Civiasco, Morondo, Camasco, Cervarolo. la direzione dei Seminari vescovi- 3° La Valmastallone. li posti “extra urbem”. Tale bru- 4° La Valsermenza. sca determinazione interrompeva 5° La Valgrande fino a Scopa. un’ormai pressoché secolare con- 6° La Valgrande da Scopello a Mollia. suetudine sancita a suo tempo dal 7° La Valgrande Riva Vald. Alagna e Monte Rosa. cardinale Gilberto Borromeo poco 8° Quarona, Breia, Cellio e dintorni. dopo la rifondazione della Congre-

18 Gennaio/Marzo 2019 gazione nel 1738. se pure sorsero, avrebbero inteso concesso sì il prestigioso incarico Il Borromeo aveva infatti ottenu- metterlo in guardia su quello che prepositurale al del Prato ma solo to dalla S. Sede un breve apostoli- si sarebbe percepito come un even- in funzione dell’antico detto “pro- co che lo avrebbe autorizzato “ad tuale eccesso di presenza oblatizia moveatur ut removeatur”. affidare agli Oblati la direzione di alla guida dei seminari diocesani: Un vero colpo per l’immagine tutti li Seminarij della diocesi di troppo potere, insomma, concen- postuma di padre del Prato, do- Novara” unitamente ai Seminari trato nelle mani di pochi membri vuta a opinioni che certo, secon- dell’Isola S. Giulio e di Gozzano. di un’unica Congregazione. do il Roccio – di cui ci si chiede se Qualche problema sarebbe sorto Alla morte del preposito generale realmente fosse costernato - non invece riguardo all’ambito urbano Fassina, avvenuta come si è detto tennero nel debito conto le buo- dove – sostiene il Roccio attiran- nell’autunno del 1818, seguirono ne prove offerte dal suo amato dosi come sempre le irate critiche poco più di due anni di vacanza Confratello, prove che davano dell’anonimo commentatore della nel governo della Congregazione. invece di lui “memorie tanto sua Cronaca agguerriti “Canonici Nel 1821 venne invece eletto pa- onorifiche”. Semplici voci, mere della Cattedrale, nemici ostinati dre Serafino del Prato, compagno e anonime opinioni dunque, che dei poveri Oblati” non cedettero di professione del Roccio, cui era però l’oblato, l’amico, lo storico, alle imposizioni episcopali e non legato da “vincoli di bella ed onesta il cronista Roccio non disdegnò tolsero “…le loro zanne” da quel amicizia” e dal quale era assai ap- di riportare. Seminario. prezzato. Tuttavia, la tendenza del Perché dar credito o, almeno, Inutile ogni azzardata risposta nostro cronista ad accogliere voci, dare spazio a voci senza fondamen- all’interrogativo di fondo: perché, un dato di fatto che lui stesso non to alcuno, gettando così un’ombra cioè, il vescovo si sia improvvi- nega, e a dar credito – forse troppo sulla figura di del Prato? Non si samente irrigidito e abbia preso e troppo spesso – a taluni mordaci sa di preciso. È tuttavia singolare quella drastica decisione; è però pettegolezzi, fa sì che anche sull’ap- constatare che l’illustre successo- possibile e lecito, tutt’al più, e sulla prezzato prepositurato di del Prato re di padre Serafino del Prato alla base delle travagliate vicissitudini si scorgano delle zone d’ombra. guida della secolare Congregazione della Congregazione fino a quel Padre Giacomo infatti insinua- novarese fu proprio il Roccio. Un momento, proporre qualche ipote- va che la promozione dell’amico successore, come subito si affan- si. Il presule potrebbe, ad esempio, e Confratello fosse nata da una na a sottolineare padre Giacomo, aver accolto le sotterranee, severe rimozione abilmente ‘pilotata’ che era stato regolarmente eletto e critiche di chi – tra i laici ed ancor dal cardinale Morozzo più che senza ombre di sorta riguardo alla più tra i sacerdoti della diocesi – da una reale promozione per me- validità della sua promozione, for- sospettava che “molti” oblati aves- riti voluta e sancita dal presule. temente e personalmente voluta, sero ancora (o avessero avuto in un L’“imparzialità” del suo mestiere di pare, da Monsignore illustrissimo. troppo recente passato) idee gian- storico e cronista imponeva si rife- Un Roccio tra l’altro che proprio seniste o almeno filogianseniste. rissero comunque, afferma il Roc- allora, nel 1824 , al momento della Critiche anche malevole certo, cio, alcune “opinioni” che, sia pure sua elezione al prepositurato obla- ma gli eventuali sospetti sarebbero a torto, dovevano allora circolare tizio era “Direttore generale del Se- stati fondatissimi: sappiamo infat- liberamente tra Collegio e Curia minario urbano” nonostante le de- ti che non pochi appartenenti alla episcopale. Opinioni, continua se- scritte, presunte contrarietà con i Congregazione erano stati ben più rio il Roccio, secondo le quali Sua Canonici della cattedrale riguardo che semplici simpatizzanti verso Eminenza pensando al bene ed all’espletamento di tale incarico. le idee neogianseniste di matrice ai progressi futuri della Congre- (continua nel prossimo numero) transalpina. O forse Monsigno- gazione, forse dietro imprecisati re diede credito a quelle voci che, e malevoli suggerimenti, avrebbe Andrea Bedina

Racconti Missionari - Continua da pagina 16 B. COME BONTÀ bontà con il farsi mettere i piedi in testa, con l’essere padre: vai a dormire alla sera con la coscienza a posto poco furbo, con il farsi prendere in giro e sfruttare da (questo deve essere il tuo cuscino). Certo bisogna chi cercava i suoi interessi. Eppure, testardamente, non solo essere buoni, ma anche aiutare gli altri a ca- ho ricominciato ogni volta, sopra tutto, dopo le de- pire che anche loro lo possono essere. lusioni. Sono arrivato alla conclusione (parziale an- cora), che ne vale ancora la pena. Come diceva mio Padre Oliviero Ferro, saveriano, valsesiano Gennaio/Marzo 201919 COMUNICAZIONI STRADALI E FERROVIARIE

La Valsesia e il Sacro Monte sono collegati con le autostrade d’Italia come segue:

AUTOSTRADA MILANO-TORINO (A4) Da Milano: subito dopo Biandrate innesto A26 direzione Gravellona uscita Romagnano; Da Torino: dopo Greggio innesto A26 direzione Gravellona uscita Romagnano;

AUTOSTRADA VOLTRI-SEMPIONE (A26) Uscita al casello di “Romagnano-Ghemme”.

STRADA STATALE n. 229 per ALAGNA

FUNIVIA Orario continuato: 9 - 17 (Durante ora legale: 9 - 18 - Sabato e Domenica: 9 - 19)

CITTÀ DI VARALLO - SACRO MONTE Strada asfaltata per gli automezzi (2 Km). Il Sacro Monte è raggiungibile a piedi, lungo l’antico percorso gradinato e acciottolato che parte dalla Chiesa di S. Maria delle Grazie in piazza G. Ferrari.

SEMPIONE CARCOFORO RIMELLA FOBELLO RIMA OMEGNA ALAGNA GRAVELLONA RIMASCO LAGO MAGGIORE LAGO D’ORTA BALMUCCIA ORTA VARALLO CIVIASCO GOZZANO SESTO CALENDE SCOPELLO VALDUGGIA ARONA

BORGOSESIA GALLARATE BORGOMANERO

A26

MALPENSA SESIA MILANO GATTINARA ROMAGNANO

TICINO TORINO GREGGIO AGOGNATE MILANO Cappella 43 - Cristo è risorto A4 BIANDRATE NOVARA

VERCELLI

GENOVA ALESSANDRIA AUTOSTRADE

PER INFORMAZIONI E ACCOGLIENZA Telefono 0163/51131 Per saperne di più sono disponibili: GUIDA - VIDEOCASSETTE - CD-ROM - DVD RINNOVATE IL VOSTRO ABBONAMENTO INTESTATO A: Santuario Sacro Monte 13019 Varallo Sesia (VC) C.C.P. 11467131 Internet: www.sacromontedivarallo.org 20 Gennaio/Marzo 2019 E-mail: [email protected] Cappella 43 - Il Sepolcro di Cristo