La VoceGiornalino distribuito dialla comunità parrocchialeSan di Cardile a titolo gratuitoGiovanni in unica uscita

La voce di Giovanni La difficoltà di educare Battista continua a ri- “oggi” suonare a società attuale vive un disorienta- diffusi indifferenziati. Sono presenti e Sin da quando iniziano i documenti in nostro Lmento generale sia sul piano socia- marcati nel mondo giovanile l’apatia, possesso (XIII secolo) il paese di Cardile ap- le, politico, culturale, sia su quello am- l’aggressività, l’insoddisfazione, l’in- pare legato a S. Giovanni Battista. Al profeta bientale, economico, religioso e anche tolleranza, il bullismo, la sfiducia, il del deserto, precursore del Signore, venne una profonda crisi sul versante educati- qualunquismo, il disprezzo per le per- intestata la parrocchia e dedicata la chiesa. vo. Sono venuti a mancare nel corso de- sone e le cose, l’incomprensione, la de- Al profeta Giovanni il Battista Dio affidò un gli anni dei riferimenti etici e valoriali. pressione, la violenza, il sesso sfrenato, compito: preparare la strada alla venuta di E’ venuto meno il senso della comunità, l’incapacità di amare se stessi e gli altri, Gesù. Non si trattava di un annuncio qual- quale solida base per un sicuro anco- il non vivere. Per rompere il cerchio siasi, perché quel che stava per accadere raggio dei processi formativi, quali: il della negatività e delle evidenti difficol- avrebbe cambiato per sempre la storia del confronto, il dialogo, la solitudine, il tà è importante la “Funzione Educati- mondo: nulla sarebbe stato più come prima, rispetto, la trasparenza, l’autenticità, la va” della famiglia, della scuola e delle ma tutto si sarebbe trasformato. Giovanni serietà. Tutto ciò ha provocato una sem- altre istituzioni sociali e religiose. E’ nel deserto tuonò con la sua “VOCE”. Si pre più massiccia diffusione dell’indif- necessario ed urgente, oggi, riscoprire trattava di un invito pressante a orienta- ferenza, dell’individualismo, del las- il valore e l’arte dell’educare. Educa- re tutta l’esistenza verso questa novità. Si sismo e della deresponsabilizzazione. re, dal latino “educere”, vuol dire tirar scongiurava la gente a togliere tutto ciò che Le coscienze, sempre più disorientate, fuori quello che c’è dentro, quello che poteva ostacolare, impedire o ritardare l’in- frammentate ed eterodirette, sono facil- già c’è. Educare significa far scoprire contro con Gesù. A distanza di 2000 anni la mente conquistate da pseudo-valori, ef- al bambino la sua stessa identità, le sue voce del Battista non si è spenta. Continua a fimeri e ingannevoli, legati all’apparire, emozioni più autentiche, il suo cuore, la risuonare nel nostro paese. Ci provoca a fare ai desideri da appagare immediatamen- sua unicità e irripetibilità. alcune scelte coraggiose. te e soprattutto alla spinta a “consumi” 1. L’apertura alla speranza. segue pag. 3 C’è un allarme che non può essere disatteso. In questo anno 2011 in parrocchia abbiamo registrato 15 morti e nessun battesimo. Si av- verte la sensazione diffusa di un invecchia- mento della comunità. Si ha quasi paura di generare, di portare alla luce un germoglio nuovo per il futuro, è agonizzante la spe- ranza. Non ci sono più utopie di un futuro che diventi diverso dall’oggi. Siamo in pieno naufragio, o come ha predetto il filosofo M. Heidegger, “stiamo camminando su sentieri smarriti”. Stiamo andando verso un suicidio demografico. E’ necessario invertire la ten- denza e lanciare segnali di speranza. 2. Il dovere della partecipazione. Non si esce da una situazione di crisi se non insieme. Le famiglie hanno l’obbligo di aprirsi alla comunità. segue pag. 2 Matrimonio a Cardile negli anni ‘50

SOMMARIO Tutto nasce da una foto... pag. 4 “Lanciamo il turismo religioso nel Ci- lento”... pag.8 Quando un popolo...pag.6 Notizie storiche su San Rocco e la sua L’Ulivo: una lunga e grande storia. Cappella. pag. 2 E’ iniziato presso la scuola media di pag. 9 il corso di restauro . pag.7 Nasce il nuovo consiglio pastorale: organo di coordinamento parroc- Tra Cardile e Gioi un sentiero natura- chiale. pag. 3 listico da riscoprire. pag.8 in attesa della morte; inoltre, ancora oggi, un legato a favore della cappella da parte Notizie storiche su San gli anziani tramandano il ricordo di come di Lorenzo De Marco della Terra di Gioi Rocco e la sua Cappella anche in località “Quattro Venti” nei pres- per la rendita derivante da una vigna situa- si della Chiesa, gli appestati si adagiavano ta “ubi dicitur” la Ferrara. l seicento nel fu caratterizzato dentro delle fosse, in attesa della morte, Il 9 giugno 1890 il vicario faraneo di Gioi, Ida maggiori oneri a carico dei contadini, portando con sé un po’ di pane e un po’ canonico Giovanni Speranza, delegato costretti a lavorare in condizioni disumane d’acqua. Quanto tramandato è conferma- alla visita da Mons. Maglione, annotò una a servizio dei signori locali e a pagare tas- to anche dalle visite pastorali del periodo reliquia del santo munita di autentica e in- se di ogni genere. In aggiunta, gravava su dalle quali emerge come dopo la peste del castonata in un ostensorio d’argento. di loro anche il tempo inclemente: nume- 1656 i morti non vennero più seppelliti Per il passato, come ancora oggi, San rose furono infatti le carestie determinate nella Chiesa, ma esternamente ad essa; in- Rocco elargisce al popolo invocante le da inverni rigidi ed estati piovose. Alla fatti, nella visita pastorale del vicario De sue grazie. Negli anni quaranta fu porta- carestia si aggiunse poi la peste del 1656. Pace del 1698 non si annotava alcuna se- to in processione e invocato il suo aiuto In una relazione del vescovo Carafa sulla poltura nella Chiesa, ma l’esistenza di un a causa della continua morte dei bambi- situazione della diocesi dopo la peste del cimitero, dal quale si accedeva al giardino ni per il vaiolo, come pure negli anni ‘50 1656, si rilevava come “li territori non del locale barone e da questo al palazzo fu invocato contro una malattia mortifera si coltivino più, le case non si locano, li baronale. che attaccava i denti dei bambini, mentre censuari et rendenti sono morti (…)” tut- La cappella di San Rocco, edificata per la morte di bambini nel periodo natalizio ti gli effetti ecclesiastici erano dismessi. devozione dagli abitanti di Cardile nel del 1894 fece invocare l’aiuto del Santo, il Morirono più della metà degli ecclesiasti- periodo della peste, venne collocata alla quale con il suo intervento fermò la moria ci: “420 morti et ne sono al presente da fine del paese, proprio a simboleggiare la di bimbi, tanto che ancora oggi i cardile- duecentocinquanta, da cui l’impossibilità protezione di San Rocco su Cardile dal si portano in processione la statua di San a celebrare il culto”. Nella relazione del morbo mortifero. La cappella di patronato Rocco il 29 dicembre in ricordo di tale vescovo Carafa sulla situazione della par- dell’università di Cardile, nella visita pa- grazia. rocchia di San Giovanni Battista a Cardi- storale del 1736, risultava da poco restau- Infine, è da ricordare come in passato la le si evidenziava che i preti erano morti rata; nella visita pastorale del 1745 venne statua veniva portata in processione in per peste e il culto veniva esercitato da un ordinato all’università di restaurare il sof- segno di ringraziamento per la raccolta prete forastiero di nome D. Honofrio Del fitto cadente collocando sull’altare un bal- abbondante di castagne. La processione Mastro. Anche la popolazione di Cardile dacchino e interdicendo la cappella dalle si svolgeva la terza domenica di ottobre, venne ulteriormente decimata: Cardile, a celebrazioni delle messe. durante il periodo delle castagne, tanto da differenza di altri centri, ebbe un numero Nella cappella vi era una tela di san Rocco essere ricordato come “Santo Rocco re li di vittime inferiori alla media; infatti, la e l’altare, provvisto di ogni suppellettile, vaddani”. popolazione, che nel 1648 era composta aveva un onere di 12 messe all’anno ce- Carmine Rizzo da 51 fuochi (circa 357 abitanti), dopo il lebrate dal clero. Nella visita pastorale del 1656 passò a 30 fuochi (circa 210 abitan- 1762 veniva registrata una statua lignea e ti), mentre nella vicina Gioi, gli abitanti si ridussero di oltre 2/3. Di qui la forte devo- zione dei Cardilesi a San Rocco, protetto- re degli appestati. Si tramanda dalle per- sone più anziane che, in loc. “Visciglina”, vennero alla luce delle strutture tombali, costruite dagli appestati stessi, i quali, al fine di non restare insepolti, ai primi sinto- mi del male, si adagiavano in tali strutture

E’ sterile egoismo rinchiudersi nel pro- prio recinto familiare. E’ urgente inte- ressarsi del bene . Coinvolgersi nelle iniziative comuni- tarie. Favorire le aggregazioni dei ra- gazzi e dei giovani, a partire dalle at- tività oratoriali fino alla partecipazione alla Messa domenicale comunitaria. Interessarsi della formazione dei figli, partecipando alle iniziative riguardan- ti l’emergenza educativa. Ogni latitan- za costituisce un gravissimo peccato di omissione, che peserà enormemente sul nostro futuro. Non restiamo sordi alla “VOCE”!

Don Angelo Imbriaco

2 ciascuno, diventa decisa presa di respon- Nasce il nuovo consiglio pastorale: organo sabilità e consapevolezza del proprio es- di coordinamento parrocchiale sere cristiani alla luce dell’insegnamento del Vangelo. Ognuno di noi, è chiamato a o scorso 26 e 27 Novembre si sono NO,” chiamati a vivere in modo forte la dare il proprio indispensabile contributo Ltenute nella nostra comunità parroc- fede nella collaborazione e nel servizio al fine di promuovere un accordo di in- chiale le votazioni per la costituzione del all’interno della Parrocchia. Viene riba- tesa per affrontare eventuali problemi di nuovo Consiglio Pastorale, organo ne- dito il carattere consultivo del Consiglio carattere religioso e sociale che, se pur in cessario per il coordinamento della par- Pastorale: anche se il responsabile della misura minore, possono nascere. Ci agu- rocchia in ambito religioso e civile. Esso Parrocchia è il Parroco, il Consiglio Pa- riamo, che quest’organo possa far capire nasce dall’esigenza di costituire lo stru- storale garantisce la partecipazione dei a tutti i parrocchiani che non c’è motivo mento della decisione comune pastorale. laici e permette che ogni scelta di carat- alcuno per il quale avere paura di propor- Il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha il tere pastorale venga valutata insieme. Il re e portare avanti progetti concreti per il compito di PROMUOVERE, COORDI- tema indicato è quello realtivo al BENE benessere dell’intera comunità, affinchè NARE e VERIFICARE le attività pasto- COMUNE che, all’interno di una comu- tutti, piccoli e grandi possano camminare rali parrocchiali di carattere pastorale con nità cristiana, diviene necessariamente insieme incontro al Signore che viene! il fine di evangelizzare tutta la comunità; uno STILE DI VITA, il quale ben’oltre Antonio De Marco è formato da “CRISTIANI IN CAMMI- l’atteggiamento o il comportamento di Delagati al Consiglio Pastorale

I risultati delle elezioni del nuovo Consiglio Pastorale Il bambino impara ciò che vive Se vive nel rimprovero, diverrà più intransigente Se vive nell’ostilità diverrà più aggressivo Se vive nella derisione, diverrà più timido Se vive nel rifiuto, diverrà uno sfiduciato Se vive nella serenità, diverrà più equilibrato Se vive nell’incoraggiamento, diverrà più intraprendente Se vive nell’apprezzamento, diverrà più comprensivo Se vive nella lealtà, diverrà più giusto Se vive nella chiarezza, Educare vuol dire rispettare l’altro per ascolto, di comprensione, di fiducia, di quello che è, significa volere la sua au- dialogo, di tenerezza, di autorevolezza, diverrà più fiducioso tonomia, il dispiegarsi delle sue poten- di sicurezza, di stima, di gioia, di amore Se vive nella stima, zialità. per la vita. diverrà più sicuro di sé L’amore è la forza vitale dell’”arte di Lucia Rizzo Se vive nell’amicizia, educare” ieri, oggi, domani. Amore ca- diverrà veramente amico per il suo mondo. pace di dedizione, di conoscenza, di 3 “ Tutto nasce da una foto...

4 aggressivo, secondo l’influsso Il progetto per una banda musicale del territorio delle bande statunitensi votate alla musica sincopata.Quel tipo na magnifica foto d’epoca, risalen- produce soavissimamente il linguaggio di banda raffigurata nella foto è Ute agli anni venti, in cui è immorta- misterioso del cuore>>. E allora, di segui- quindi un tesoro di sonorità scomparse, un lata la banda musicale di Cardile diretta to, ogni volta, da narratore provetto quale tesoro di cultura popolare tutto italiano, e dal Maestro Eugenio D’Aiuto. Nei nostri era, non perdeva l’occasione di raccontar- rimetterlo in vita sarebbe un grande arric- giorni le fotografie si possono scattare mi come il grande Giuseppe Verdi fosse chimento non solo per Cardile ma per tut- facilmente in ogni momento, perfino con stato scartato all’esame di ammissione del ti coloro che amano la musica. In questo il telefonino, perfino di nascosto, e han- Conservatorio di musica perché, secondo senso sarebbe fondamentale recuperare no il valore che hanno. Ma allora non era i “professoroni” del tempo, sarebbe stato l’organico e i repertori in uso dalla banda così, scattare una foto era un momento “antimusicale”. Guardando quella foto, di Cardile degli anni venti, con i tipici ar- estremamente solenne, quasi una cele- ora, posso comprendere il motivo della rangiamenti di brani classici e d’opera e le brazione: la macchina fotografica aveva vena polemica di mio nonno nei confronti composizioni originali dei maestri cilenta- un meccanismo di funzionamento molto del mondo accademico musicale: in effet- ni del tempo, come Eugenio D’Aiuto. Poi complicato ed era quindi un oggetto d’uso ti lui la musica l’aveva imparata a capire c’è l’aspetto propriamente antropologico. assolutamente non quotidiano che richie- ed amare non nelle aule dei conservatori, La formazione di una banda è una bella deva tutto un suo rituale; la gente si prepa- ma lì in quella banda di paese, dove, da opportunità per i giovani e non solo per rava per tempo, si vestiva bene, lasciava giovane pastore e contadino che era, ave- loro: si tratta infatti di un impegno che ri- le proprie occupazioni, interrompeva lo va sentito le melodie e le armonie vibrare chiede una rigida disciplina di studio e la- scorrere normale del tempo e si metteva fin dentro le ossa e risuonare negli sguardi voro, ma anche di un divertimento, di uno in posa, immobilizzandosi con fierezza, dei propri compagni, producendo “soa- svago “pulito” che arricchisce l’animo e coscienti che quella foto li avrebbe pro- vissimamente il linguaggio misterioso del misura il carattere. Ma, soprattutto, una iettati oltre il tempo, oltre la loro stessa cuore”… altro che “arte di suoni”!! Musi- banda è anche sempre una scuola e una esistenza terrena. Per questo quella foto ca vera, praticata e vissuta concretamente pratica di socializzazione e condivisione: antica in una sola immagine riesce a rac- dentro la banda. Poi, dopo avere posato in nelle bande si sta con gli altri, e con gli contarci un mondo perduto di tanto tem- quella foto, come tanti giovani Cardilesi altri si impara e si fa la musica, coltivando po fa. Quello che colpisce in questa foto di allora e di oggi, mio nonno aveva la- una passione che procura felicità sia nel è, oltre alla compostezza antica di coloro sciato il paese in cerca di un futuro mi- quotidiano delle prove e dello studio, sia che vi sono ritratti, il fatto che un paesi- gliore, e, arruolatosi nell’esercito, aveva nel momento finale del concerto, in cui si no piccolo come Cardile, la cui economia potuto studiare fino a prendersi il diploma concretizza come dono a tutta la comunità. era a quel tempo essenzialmente rurale, in clarinetto al Conservatorio “Giuseppe Non bisogna dimenticare poi che formare potesse far vivere una banda di ben tren- Tartini” di Trieste, per poi diventare Ma- una banda porta l’esigenza di una “scuola tacinque elementi, che richiede non solo estro di Banda, e quindi compositore ri- di musica” che formi e prepari i suonatori, l’acquisto e la manutenzione di strumenti nomato e insegnante di musica, e infine, il che significa o creare appositamente una musicali e divise, ma anche un impegno in vecchiaia, mio personale maestro. Ma scuola di musica ex-novo o appoggiarsi ad quasi quotidiano nello studio e nelle pro- tutto era nato lì in quella banda di paese una scuola di musica già presente sul ter- ve. Si tratta quindi di una foto che, con la raffigurata dalla foto… quella è l’origine, ritorio. E questo significa muovere l’eco- qualità del documento storico, testimonia la radice. E chi le conosce dall’interno, sa nomia. Inoltre, secondo me, se una banda come i Cardilesi del tempo coltivassero che le bande possono far nascere molte è impostata in modo differente dalle altre un amore per la musica decisamente stra- cose. Per questo quando Carmine Rizzo, bande - ossia con una propria specifici- ordinario. Per me personalmente, poi, la quest’estate, mi ha proposto di pensare tà – ed è bene organizzata e gestita, può foto di cui stiamo parlando è una foto che alla possibilità di rimettere in vita la banda diventare anche una risorsa economica ha un valore affettivo particolare, e non a di Cardile raffigurata in quella foto antica, per tutti coloro che ne fanno parte o che caso da molti anni nel mio studio ne tengo ne sono stato subito a dir poco entusiasta. collaborano con essa, una vera e propria attaccata al muro una copia incorniciata: C’era per me l’aspetto affettivo, l’amore impresa che porta “pane”. Il che è una tra gli altri componenti della banda, infat- per Cardile e per la memoria di mio non- grande prospettiva, specie nel Sud Italia ti, vi è raffigurato, giovanissimo e con in no, e c’era anche tutto il necessario per e di questi tempi. Per dare alla banda di mano un clarinetto, Useo Carmelo D’A- stuzzicare la mia formazione di antropo- Cardile questa impronta di specificità, ci iuto, ossia mio nonno, la persona che, logo e musicista. Innanzitutto dal punto di sono molte idee in ballo, non ultima, come quando ero bambino, mi ha insegnato la vista propriamente storico-musicologico abbiamo già detto, quella di assegnarle musica, trasmettendomi l’amore per essa si tratta di un tipo di organico bandistico come compito di ridare vita alle sonorità e permettendomi di diventare musicista. che oggi non si usa più: la banda di paese e al repertorio di un mondo musicale an- Ricordo quando mio nonno mi faceva le- italiana di inizio novecento. Questo tipo di tico tipicamente italiano e finora perduto; zione di Teoria musicale e, contestando banda rispondeva ancora ad una concezio- ma ci sono anche altre idee che possono la scarna e fredda definizione di cosa sia ne popolare antica e tutta italiana della mu- integrare questa, come quella - che io pro- la “Musica” in uso in tutti i manuali dei sica - coloristica, romantica, evocativa - e pongo contestualmente alla mia persona- Conservatori (“La Musica è l’arte dei suo- per questo utilizzava degli strumenti mu- le ricerca musicale ed antropologica - di ni”), con tono enfatico e appassionato mi sicali (eliconi, eufoni, genis, bombardini, associare questa banda ad un lavoro sul- ripeteva - come fosse una formula sacra - flicorni, corni, cornetti e cornette, claroni, la Storia Cantata antica e moderna, ossia la romantica definizione data da Giuseppe clarinetti quartini e sestini) che oggi, nelle sulla figura del cantastorie, impegnando, Verdi: <

Daniele Mutino

n località Teano di S. Salvatore, nel co- Imune di Gioi Cilento (SA), territorio afferente alla frazione di Cardile, è pre- sente un rudere, a pianta quadrangolare parzialmente conservato nell’altezza. Il luogo presenta una particolare posizione geografica: è lungo il versante meridiona- Rudere Cappella San Salvatore le del monte Laura, in una zona abbastan- inferiore e per pochi decimetri. L’unico sprovvista di ogni cosa destinata alla cele- za scoscesa che offre un’amena veduta di elemento ancora in piedi della zona me- brazione delle messe, per cui tutte le sup- tutta la vallata sottostante, che spazia dal ridionale è l’angolo sud-est. Questo è in- pellettili dell’altare venivano trasportate mare delle coste cilentane a sud, al Sa- globato all’interno dei rami di una pianta dalla Chiesa di San Giovanni Battista . cro monte della Madonna ad est (monte di edera, che ne mantiene ancora insieme La struttura della cappella ricorda molto Gelbison), e alla valle del fiume la muratura. All’interno della costruzione quella originale della cappella della Ma- ad ovest. La zona immediatamente cir- è presente buona parte del crollo della co- donna del Carmelo, a poche centinaia di costante è sistemata su ampi terrazzi con pertura e dell’alzato. Sono presenti, inol- metri a nord-est, lungo la strada provin- poderosa mura di contenimento in massi tre, dei setti murari alti circa un metro che ciale 47. I recenti lavori di restauro hanno informi. Su uno di questi si posiziona il creano dei piccoli ambienti quadrangolari messo in evidenza che la cappella rice- rudere, lungo il margine nord di una vec- adibiti ad alloggiamenti per animali. Non vette una risistemazione: si è individuata, chia strada comunale tutt’oggi riportata è riscontrabile la pavimentazione, oblite- già parzialmente visibile nella struttura dalle mappe dell’IGM. rata dai crolli. moderna, una più antica costruzione qua- La tecnica costruttiva della struttura con- La struttura è riconducibile ad una cappel- drangolare con l’ingresso ad est, non più servata è in blocchetti di pietra locale la. La tradizione pone in questo luogo la presente, e una nicchia ad arco ribassato pseudo-sqadrati legati da malta. Il perime- cappella del SS. Salvatore. L’area circo- nel muro ovest per l’alloggiamento di un tro quadrato conserva ancora, riconoscibi- stante, inoltre, è considerata quale luogo quadro dell’immagine sacra, e non, come le, il varco della porta d’ingresso orientata in cui era presente un più antico nucleo attualmente, di una statua. Allo stesso ad ovest. Il muro settentrionale è il più abitativo, Teano, che successivamente modo si presenta la cappella di S. Salva- conservato in altezza, essendo stato inte- all’invasione degli uomini formica (mol- tore, con orientamento opposto, cioè, con grato in una struttura colonica moderna. Il to verosimilmente pirati saraceni) ha dato ingresso ad ovest. lato est è conservato per la metà nord-sud. origine al più recente centro di Cardile. La ricerca storica pone in molti luoghi del In questo lembo di muro, è riconoscibile La cappella venne costruita per devozione Cilento la presenza dei monaci Basiliani una nicchia che, verosimilmente, custodi- degli abitanti di Cardile nel “Casale diruti di origine orientale e greca in particola- va un quadro. È ancora visibile l’incasso Tiani”. L’altare non aveva redditi, né one- re. I costoni rocciosi non facilmente rag- nel muro e i conci delle reni di sinistra ri specifici, ma solo l’onere di una messa giungibili, erano luoghi ideali per l’edifi- dell’arco ribassato. Il muro meridionale è cantata nei giorni di festa per devozione a cazione di eremi che ispirassero di più la quasi del tutto assente, se non nella parte San Salvatore (6 agosto). La cappella era meditazione e ricordassero maggiormente

6 i paesaggi greci e medio orientali. A sup- mente ampiamente diffuso in oriente, in sull’utilizzo della cappella è la visita pa- porto della documentazione storica sulla libano in particolare. La devozione stessa, storale del 1736 che indica il suo utilizzo presenza di questi eremi, sono i toponimi festeggiata il giorno 6 agosto, momento cultuale dagli abitanti di Cardile. ancora presenti nel Cilento, quali Laura della trasfigurazione di Cristo sul monte Per una maggiore conoscenza del com- (appunto il nome della montagna). Tabor, indica la chiara origine orientale e plesso, della cronologia e dell’origine, A questi monaci la bibliografia storica fa non mancano indicazioni sulla devozione sono necessarie migliori indagini che risalire la maggior parte delle strutture basiliana al SS. Salvatore. Nel 1683 ven- spazzino dalla ricerca d’archivio a quella monastiche ed ecclesiastiche della valle ne fondato a Sidone nel Libano l’Ordine bibliografica, dalla ricerca topografica per del Cilento. Lo stesso santuario del monte Basiliano del Santissimo Salvatore dei una migliore conoscenza del territorio im- Gelbison, come pure i ruderi del monaste- Melchiti (in latino Ordo Basilianus San- mediatamente circostante a quella arche- ro nel territorio di Pattano, sono attribuiti ctissimi Salvatoris Melkitarum). ologica. all’azione religiosa dei monaci. Alla stes- I resti ancora in piedi, alla lettura sola- Carmelo Rizzo sa tradizione sono ampiamente ascrivibili mente delle murature, non permettono una le tradizioni sulle sette sorelle. In questa posizione cronologica precisa. La struttu- ampia traccia di memoria monastica, po- ra suggerisce la probabile coerenza cro- trebbe inserirsi la cappella in oggetto del nologica con le cappelle delle 7 sorelle. SS. Salvatore. Il culto stesso è storica- Unico documento al momento rintracciato

E' iniziato presso la scuola media di Gioi il corso di restauro

iovedì 1 Dicembre è iniziato il corso più ricercati. L'amministrazione inoltre ci paese si contendeva tra i migliori Artigiani Gdi Restauro di Opere d'Arte, organiz- tiene in modo particolare anche in ricordo falegnami del Cilento. zato per i ragazzi della scuola media “E. di quelle che furono le botteghe scuola di Caterina Cammarano Enrico” di Gioi Cilento. Il corso coofinan- falegnameria di Gioi, grazie alle quali il ziato all'80% dalla Banca del Cilento di e per la restante parte dalle parrocchie di Gioi e Cardile insieme alla confraternita del Rosario di Cardile. Il corso sarà coordinato ed impartito dalla Restauratrice di Opere d'arte Dott.ssa Ca- terina Cammarano di Ascea (Sa). Durante il corso che va dal 1 Dicembre 2011 al 10 Gennaio 2013 i ragazzi della scuola media collaboreranno con la Dott.ssa Caterina Cammarano praticamente al restauro di due Statue lignee policrome appartenenti rispettivamente la statua della Madonna del Rosario alla Chiesa di S. Giovanni Battista di Cardile ed la statua di S. Gio- vanni Battista appartenente alla Chiesa di Sant'Eustachio di Gioi Cilento. L'obbiet- tivo è di sensibilizzare i ragazzi alle Ope- re d'Arte ed all'importanza di esse e della loro storia per la nostra Nazione e per i nostri territori, far capire i meccanismi dei lavori artigianali professionali che sono sempre più rari, ma nel contempo sempre Prima lezione di restauro

7 Tra Cardile e Gioi un sentiero naturalistico da riscoprire

dai castagneti ai dolci pascoli estivi. Esso può essere percorso a piedi, a cavallo o in mountain bike e molte aree sono rese fruibili ai diversamente abili. L’area è an- che raggiungibile in auto o con piccole navette. Il panorama che si può osservare dalla cima della montagna è incantevole e spazia dal monte Gelbison al Monte Stella passando per la costa di e la valle del Calore. Lungo i sentieri, nei posti più strategici, sono stati costruiti punti di os- servazione dai quali è possibile scattare foto oppure contemplare la natura e il pa- norama attraverso il cannocchiale. Inoltre, è stata ristrutturata una fontana in località “Piano del Carpino” e sono stati installa- ti dei gazebi e dei barbecues da utilizzare per i pic-nic in occasione di scampagnate in comitiva. Nella parte bassa della mon- tagna nei pressi di Gioi è presente una vasta pineta e un laghetto di origine na- turale e inoltre vi è un’area destinata al Giardino Botanico, nel quale vengono coltivate molte specie di piante. Lungo il sentiero è presente il rudere della cap- pella dedicata a San Pietro dove, molto tempo fa, i giovani di Gioi e Cardile vi si Uno dei sentieri in località Piano del Carpino riunivano in occasione della festa di San Pietro per giocare e stare insieme; ora la l Comune di Gioi Cilento, beneficiando montagna Serra per circa 15 km e rag- cappella non è visibile e non vi si può ac- Idi un contributo europeo del Program- giungono un’ altitudine di oltre 1000 m. cedere perché il vasto prato intorno al suo ma di Sviluppo Rurale ha ripreso una rete Il sentiero, che collega Gioi e Cardile, at- rudere è dedicato al pascolo. di sentieri, quasi del tutto abbandonati, traversa differenti tipologie di habitat; dai che percorrono tutto il perimetro della boschi di ontano napoletano, ai querceti; Virgilio D'Elia

l vescovo della Diocesi, Mons. Ciro Lanciamo il turismo religioso nel Cilento... AMiniero, la Parrocchia di San Gio- vanni Battista di Cardile, considerata la Croce in Gerusalemme, S. Sebastia- particolare devozione del popolo cilenta- no). Sulle "sette chiese sorelle" inti- no nei confronti della Vergine Maria alla tolate alla Madonna che si affacciano quale sono state dedicate tante edicole, sulla vallata dell'Alento, ogni luogo chiese e cappelle nelle varie contrade ci- conserva una sua tradizione orale e lentane, tanto da individuare la Madonna ogni autore ha il suo punto di vista. quale protettrice del Cilento, ha proposto Infatti, secondo Ebner, le sette chiese un progetto turistico per promuovere delle più che mostrare immagini pressoché visite guidate a sette chiesette che rientra- identiche della Vergine tenderebbero no nella tradizione orale cardilese delle ad evidenziare un qualche cosa nella cosidette "sette chiese sorelle": Madonna singolarità della loro ubicazione. del Carmine di Cardile, Madonna della Il "sette" nella Bibbia è il numero del- Civitella di Pellare, Madonna del Monte la pienezza, poiché si dice che Maria di Novi Velia, Madonna della Stella di di Magdala era posseduta da sette Omignano, Madonna del Carmine di Ca- spiriti e il Signore l'aveva liberata (Lc tona, Madonna del Principio di Mandia, 8,2) da una vita completamente deva- Madonna di Costantinopoli di Terradura. stata, caotica e instabile. Potremmo Sull'origine della tradizione di quest'ulti- dunque pensare che anche la denomi- me è stato possibile ipotizzare un legame nazione delle "sette sorelle" vada in- con la consuetudine di considerare in oc- terpretata come simbolo di pienezza. casione del Giubileo le sette basiliche pa- In effetti, il visitatore che si inerpica triarcali di Roma ( S. Pietro in Vaticano, S. coraggiosamente tra le colline cilen- Paolo fuori le mura, S. Giovanni in Latera- tane, troverà un numero variegato di no, S. Maria Maggiore, S. Lorenzo, Santa cappelle, posti in luoghi incantevoli e 8 dedicate alla Madonna. al Parco del Cilento, ma anche e soprattut- tà territoriali al fine di una conoscenza di Il progetto consiste nel proporre un pac- to i cilentani che molto spesso conoscono culture, tradizioni e storie di altri paesi, chetto turistico con sette itinerari relativi posti lontani e non la bellezza naturalistica favorendo, invece, campanilismi tra co- alla visita guidata delle sette chiesette at- e paesaggistica del nostro territorio. muni vicini o tra comuni e frazioni, che traverso la guida specializzata di un canta- Il progetto intende ravvicinare persone e oggi con le moderne tecnologie dei mass storie che per ogni itinerario racconterà la luoghi, considerato che nel passato l'isola- media stanno per essere superati con gran- storia e le leggende riguardanti ogni cap- mento dei paesi del Cilento, a causa della de difficoltà. pella. Il pacchetto potrà interessare non mancanza di strade di comunicazione non Dionigi D'Elia solo turisti provenienti da paesi limitrofi ha permesso un incontro tra le varie real-

e l'olio tornò ad essere un elemento raro, tuali e letterarie ad esso collegate costi- L’Ulivo: una lunga e prezioso e riservato esclusivamente ad usi tuiscono un fenomeno impressionante e grande storia religiosi o a pochi privilegiati. antico. L'olio di oliva ha alimentato i lumi Dal Medio Evo, attraverso i secoli, si sono nei templi egizi del Dio Ra, nel Tempio di consolidate le tradizioni delle grandi aree Salomone a Gerusalemme, nelle chiese e “I popoli del mediterraneo cominciarono a olivicole di oggi e l'albero di ulivo è tor- nelle moschee. E' stato considerato sacro uscire dalla barbarie quando impararono a nato ad essere uno degli elementi più im- agli dei fenici, ittiti, greci prima ancora coltivare l’olivo e la vite”. Non è una mia portanti del paesaggio mediterraneo. L'o- che nelle grandi religioni monoteistiche. affermazione bensì di Tucidide (V° sec. livo si potrebbe quasi definire una pianta Le sue fronde simboleggiano da millen- a.c.). La pianta dell'olivo, uno degli ele- immortale grazie alla sua capacità di ri- ni la pace, l'onore e la vittoria; il suo olio menti più caratteristici dell'ambiente me- generarsi dalla ceppaia. Le caratteristiche consacra Re, Sacerdoti e Vescovi, unge i diterraneo, anticamente veniva considera- botaniche, l'aspetto, le varietà diffuse nel credenti, infonde loro forza, speranza e ta come un simbolo di pace, di trionfo, di Mediterraneo, il portamento, il ciclo ve- salvezza, scandendo la nascita, la morte vittoria, d'onore, ed il suo frutto era prin- getativo annuale, l'impianto e le pratiche ed i momenti più importanti della loro cipalmente utilizzato per riti e cerimonie colturali di un oliveto ci permettono di ap- vita. di purificazione; l'oliva veniva usata come prezzare le peculiarità per molti versi ec- Ora quale rapporto è esistito ed esiste prezioso e utile alimento; l'olio estratto cezionali di questo albero che rappresenta tra l’ulivo e il nostro territorio? Questa è dalle olive poteva essere impiegato come il simbolo mediterraneo per eccellenza. un’altra storia. alimento e anche come unguento e come Le suggestioni religiose, artistiche, spiri- Angelo Rizzo olio per lampade; in medicina gli unguenti venivano applicati sul corpo oppure anche assunti come dei veri e propri medicinali. Appare evidente che la pianta di uli- vo è stata la prima ad essere selezionata dall'uomo: la sua storia e quella delle ci- viltà mediterranee si intrecciano da oltre settemila anni. La coltivazione di queste piante ebbe inizio nei paesi del Mediterraneo orientale. Cin- quemila anni fa, in questa zona, la produ- zione ed il commercio dell'olio divennero una fra le principali risorse economiche. Grazie all'opera dei Micenei, dei Fenici, dei Greci e dei Romani l'olivo giunge ad essere una delle principali colture agricole del Mediterraneo e l'olio fu usato per mol- ti usi quotidiani. L'ulivo venne travolto dalla crisi politica, economica e militare dettata dalla caduta dell'Impero Romano

9 Eventi La Parrocchia San Giovanni Battista e il Comitato “Pro-restauro” della Cappella San Rocco di Cardile sono lieti di invitare tutta la cittadinanza il giorno Giovedì 29 Dicembre 2011 RIAPERTURA AL CULTO DELLA CAPPELLA DI SAN ROCCO Programma: ore 11,30 - S. Messa nella Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista ore 15,00 - Processione ore 16,00 - Riapertura al culto della Cappella di San Rocco ore 19,00 - Nella cappella di San Rocco lettura di poesie religiose Interverranno don Angelo Imbriaco - parroco di Cardile Si ringraziano gli Enti e la po- Andrea Salati - sindaco di Gioi polazione di Cardile per il con- Pino Maiese - docente tributo economico e le persone Ferdinando Palombo - poeta per il lavoro offerto che hanno Giovanni Rizzo - poeta permesso la riapertura al cul- to della Cappella di San Rocco. mons. Guglielmo Manna - vicario generale

II CONCORSO DI PRESEPI 2011 L’Oratorio “San Giovanni Bosco” di Cardile organizza il concorso dal titolo “il Presepe a Cardile”. Lo spirito di tale iniziativa non è competitivo, ma è quello di condividere la propria creatività con quella degli altri e partecipare con la propria opera alla creazione di uno spazio dove regni la comunione. Regolamento 1. Possono partecipare tutti, parrocchiani e non, che abbino intenzione di fare un presepio con passione. L’invito è rivolto sia a singoli individui che a gruppi di persone (famiglie, amici, gruppi di catechismo, scuole, etc...); 2. le selezioni a cui si può partecipare sono: A) Presepe dei piccoli; B) Presepe amatoriale; 3. la modalità di espressione è lasciata del tutto libera, la scelta dei materiali da usare, la struttura compositiva (quantità e tipologia dei personaggi, forme architettoniche); 4. è possibile realizzare impianto elettrico max 12 W; 5. ogni partecipante potrà gareggiare con un solo presepe; 6. le iscrizioni al concorso inizieranno a partire dal giorno 1 dicembre 2011 e termineranno il 23 dicembre 2011; 7. i vincitori del concorso saranno designati sulla base di una votazione effettuata da un’apposita commissione composta dal parroco, da un’artista, da un docente e dal presidente dell’oratorio; 8. le opere saranno giudicate in base ai seguenti parametri: - aderenza espressiva al mistero della natività; - armonia dell’insieme e delle proporzioni; - creatività ed originalità di materiali e forme; - scenografie ed effetti speciali; 9. la Commissione valuterà i presepi il giorno 5 gennaio 2012 presso le abitazioni dei concorrenti dalle ore 15.00 in poi; 10. la cerimonia di premiazione avrà luogo il 6 gennaio 2012 alle ore 16.00 presso la sede dell’oratorio; 11. la partecipazione al concorso è gratuita; 12. verranno premiati i primi 3 classificati per ogni sezione con premi ispirati alla tipica arte presepiale italiana; 13 l’iscrizione al concorso presuppone la conoscenza e l’accettazione di quanto sopra esposto; 14. per iscrizioni rivolgersi a Rizzo Carmine. E’ Natale E’ nato un bambinello in una misera capanna fra il bue e un asinello con il papà e con la mamma E’ giorno di pace e di amore profondo È nata la luce che illumina il mondo Guida il cammino di chi sta lontano come un bambino tu dagli la mano Mi hai fatto dono di cose assai belle il mare e il sole la luna e le stelle Io non so che donarti ho soltanto il mio cuore la promessa di amarti con tutto il mio amore Tu sei tanto piccino La redazione più piccino di me Redattore: don Angelo Imbriaco caro Gesù bambino Vice-redattore: Giovanna Anzisi AVVISO resterò con Te Coloro che intendono collabo- Hanno collaborato in questo numero: rare alla realizzazione del gior- Giovanni Rizzo nalino si possono rivolgere ai Angelo Rizzo responsabili di redazione entro il Antonio De Marco 30 gennaio 2012. L’invito è rivolto Carmelo Rizzo in modo particolare a tutti gli stu- Carmine Rizzo denti dalle elementari alle scuole Caterina Cammarano superiori. Daniele Mutino Progetto grafico ed elaborazione: Dionigi D’Elia Pasqualino Rizzo Giovanni Rizzo Lucia Rizzo Virgilio D’Elia

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