RASSEGNA STAMPA CINEMATOGRAFICA HUGO CABRET Editore S.A.S. Via Goisis, 96/b - 24124 BERGAMO HUGO Tel. 035/320.828 - Fax 035/320.843 - Email: [email protected] 2 Regia: Interpreti: Asa Butterfield (Hugo Cabret), Ben Kingsley (Papa Georges/Georges Méliès), Sacha Baron Cohen (Capostazione), Chloe Moretz (Isabelle), Ray Winstone (Zio Claude), Emily Mortimer (Lisette), Jude Law (Padre di Hugo), (Sig. Rouleau), Michael Pitt (Proiezio- nista), Christopher Lee (Sig. Labisse), Michael Stuhlbarg (Rene Tabard), Helen McCrory (Mamma Jeanne) Genere: Avventura/Fantasy - Origine: Stati Uniti d'America - Anno: 2011 - Soggetto: tratto dal libro per ragazzi 'La straordinaria invenzione di Hugo Cabret' di Brian Selznick (ed. Mondadori) - Sceneggiatura: John Logan - Fotografia: Robert Richardson - Musica: Howard Shore - Mon- taggio: Thelma Schoonmaker - Durata: 125' - Produzione: Graham King, Tim Headington, Martin Scorsese, Johnny Depp per Gkfilms/Infinitum Nihil - Distribuzione: RAI Cinema/01 Distribution (2012)

AIla fine della storia (e della proiezio- nel mondo. Posto che né lui né nonno proiezione del treno che arriva nella ne) non hai dubbi: cinema e vita non Georges sembrano invece capaci di stazione di La Ciotat (scena, non a ca- possono che andare a braccetto, perché trovare. so, citata due volte: repetita iuvant...). uno senza l'altra non hanno ragione di A questo punto, lo spettatore appena un In fondo il cinema, di ieri o di oggi, è esistere. La vita senza sogni (e il cine- po' abituato a masticare cinema, ha già solo una questione di meccanismi capa- ma è la forma che prendono i sogni, nel capito che i due temi forti di Scorsese - ci di funzionare a dovere, dove ogni film lo dicono più di una volta) rischia la sfida del singolo per trovare un posto cosa trova il suo posto e la sua funzio- di essere una triste e frustrante espe- tra gli uomini e l'amore per il cinema ne. Solo così l'emozione e l'ammirazio- rienza, schiacciata dal grigiore quoti- come lente di ingrandimento per capire ne potranno tornare a gratificare lo diano. Ma il cinema senza la vita (e la la realtà - ci sono entrambi in questo spettatore. Questo 'insegnamento' Scor- gioia) di chi l'ha fatto e di chi lo guarda, "Hugo Cabret" e può divertirsi a trova- sese l'ha trovato nel romanzo illustrato finisce per essere un reperto da museo, re citazioni e allusioni in ogni inquadra- 'La straordinaria invenzione di Hugo una scatola chiusa conservata dentro un tura o quasi. A facilitare il compito en- Cabret' (in italiano da Mondadori) di cassetto. Un 'messaggio' che però ha tra in scena anche una 'nipote adottiva' Brian Selznick, pronipote del tycoon bisogno almeno di un'altra condizione di nonno Georges, Isabelle (Chloé Gra- hollywoodiano, e gioiello di invenzione per realizzarsi, quella di mettere in rap- ce Moretz), grande divoratrice di libri e passione cinematografica. Alla storia porto generazioni diverse, vecchie e ma totalmente digiuna di cinema: lei (sceneggiata da John Logan), il regista giovani. Come nonno Georges e l'ado- cita Heathcliff e Sydney Carton, David ha aggiunto l'utilizzo di un 3D final- lescente Hugo. Georges è Méliès (Ben Copperfield e Jean Valjean, lui la porta mente creativo (era dai tempi di "Ava- Kingsley), il padre del cinema insieme a vedere Harold Lloyd, le parla di Dou- tar" e "Coraline" che non succedeva ai Lumière, che nel film incontriamo glas Fairbanks, del potere dei film di più), capace per una volta di far entrare nel 1931, deluso e dimenticato, proprie- far dimenticare i dolori e insieme riu- lo spettatore nei 'meccanismi' del mon- tario nella Gare Montparnasse di Parigi sciranno anche a scoprire il mistero del- do, oltre che della gare Montparnasse. di un negozietto di giocattoli meccanici l'automa. Ma la forza e la bellezza di Ma soprattutto ha saputo iniettargli che lui stesso costruisce. Il giovane è questo film (e la sua capacità di com- quell'idea di cinema come passione e Hugo Cabret (Asa Butterfield, straordi- muovere, anche) non stanno nel piacere come vita che solo un regista eterna- nariamente ben scelto) che vive solo di ritrovare le tantissime citazioni che il mente 'bambino' come lui sa trovare. E nei meandri della stazione occupandosi cinefilo Scorsese lascia cadere nel film. che anche gli spettatori possono ricon- dei suoi tanti orologi ferroviari, prima Il vero messaggio che sembra volerci quistare: basta che gli affidino con fi- come aiutante di uno zio ubriacone e mandare è quello di una 'innocenza del- ducia i propri cuori. poi, quando l'uomo sparisce, attento a la visione' che va riconquistata e ritro- Il Corriere della Sera - 31/01/12 non farsi prendere da un baffuto e in- vata ogni volta, magari seguendo pro- Paolo Mereghetti flessibile ispettore (Sacha Baron Co- prio il percorso che fanno Hugo e lsa- hen) che spedisce tutti i bambini soli in belle, leggendo libri, guardando foto- I film più osannati quest'anno, nonché i orfanotrofio. Perché anche il padre grafie e ascoltando ricordi (cioè recupe- più premiati con le nomination agli O- (Joude Law) è morto in un incendio, rando il passato e la sua storia). scar, "The Artist" e "Hugo Cabret", ri- ma dopo avergli trasmesso la passione Per riuscire davvero a 'guardare' il ci- spettivamente di Michel Hazanavicius e per i meccanismi da aggiustare, soprat- nema bisogna essere capaci di liberarsi di Martiri Scorsese, sono reverenti o- tutto quelli che dovrebbero far muovere dai propri pregiudizi (come non sembra maggi all'arte del cinema e alla sua na- un meraviglioso, complicatissimo e mi- più capace di fare nonno Georges) e scita. Due opere toccanti, di straziante steriosissimo automa. Oltre all'idea che, tornare spettatori innocenti (come inve- amore per le magie del grande schermo. come in ogni congegno, tutte le persone ce riesce ai due adolescenti), come E' un caso? O non piuttosto il sintomo devono avere un posto e una funzione quelli che si alzano impauriti alla di un rimpianto malinconico, o del mal

della lontananza chiamato semplice- Hugo rimane orfano e si ritrova a porta- favolistici, dove l'incredibile è un punto mente nostalgia? Sono film sul cinema, re avanti un lavoro interrotto dal giova- di vista impossibile. Basta pensare al decisamente autoreferenziali. Il senti- ne padre: il tentativo di rimettere in microscopio che osserva la vita reale mento che li accomuna ha, per forza di funzione un automa-giocattolo di me- degli esseri invisibili a occhio nudo. E' cose, un fondo dolente, quando non tallo, un piccolo robot capace di ani- una vita reale, ma vista dalla lente dello proprio luttuoso. La tecnologia, alla ba- marsi e anche di scrivere. La storia ha strumento appare come una favola che se stessa del linguaggio cinematografi- come ambiente una grande stazione di si svolge in un altro mondo. co, è vissuta in entrambi i casi con spi- Parigi negli anni Trenta, dove il ragaz- Un film come "Hugo Cabret" va quindi rito contraddittorio: è amata e nello zino abita clandestinamente muovendo- goduto con l'ingenuità di chi è ancora stesso tempo temuta. In "The Artist" si tra gli ingranaggi del gigantesco oro- capace di cogliere, nel cinema, il suo l'avvento del sonoro chiude un'era, così logio che si affaccia sulla metropoli. aspetto 'miracoloso' le sue originarie come in "Hugo Cabret" il 3D, con ro- Trova subito il suo antagonista in un meraviglie. Di qui la nostalgia di Scor- camboleschi artifizi elettronici, tenta di anziano signore, un commovente Ben sese. Che è, più in generale, nostalgia restituire al cinema l'incanto circense Kingsley nel ruolo di Georges Méliès, del candore e dell'innocenza. Sulla car- che possedeva al momento della nasci- padre fondatore del cinema insieme ai ta non è un film per bambini, perché i ta. E' innegabile che negli ultimi decen- fratelli Lumière, illusionista e inventore bambini, per loro fortuna, ancora non ni il grande schermo ha perso la sua degli 'effetti speciali', il quale, dimenti- conoscono il sentimento della nostalgia centralità nell'universo dell'audiovisivo, cato dal mondo (anzi, creduto morto e il cinema lo stanno scoprendo adesso. aggredito dall'inarrestabile concorrenza durante la prima guerra mondiale), in Un film per chi deve al cinema gran del piccolo schermo, dalla televisione quella stazione ha un banco vendita di parte del suo immaginario. ai dvd, ai computer: mezzi linguistici giocattoli. Tra i due si scatena una mi- Il Sole 24Ore - 05/02/12 dalla feroce e inarrestabile concorrenza steriosa battaglia di ripicche e dispetti. Vincenzo Cerami del piccolo schermo, dalla televisione La verità è che quel vecchio venditore ai dvd, ai computer; mezzi linguistici di piccoli sogni è lui stesso un meccani- dall'espressività molto diversa da quella smo scassato, da aggiustare. E' una sor- del gigantesco lenzuolo bianco In una ta di automa, svuotato da ogni interesse sala buia e popolata di spettatori. A far- e torturato da un segreto, da una rimo- ne le spese sono soprattutto il piacere zione che lo ammala. Sarà proprio il d'essere immersi in panorami sconfinati piccolo artigiano a restituire vitalità a e la mancata condivisione delle emo- un uomo dalla vita inceppata. Vanno di zioni con un pubblico sconosciuto. Nel pari passo la rimessa in moto dell'au- piccolo schermo, oltre alla perdita del toma e il risveglio di Méliès. E tutto fascino paesaggistico, le azioni si all'insegna della fantasia e dell'illusio- svolgono in uno spazio racchiuso e nismo, dei miracoli che solo i sogni quasi mai circondato dal buio. Le ma- possono compiere. Non ci meraviglie- gie dei film d'un tempo tendono a remmo se in quella stazione ferroviaria, scomparire. Forse ne stanno nascendo tra i passeggeri, si vedesse passare la altre. La settima arte è stata 'inventata' bella Olympia, la bambina meccanica non da artisti ma da ingegneri. Il suo dei Contes d'Hoffmann. destino è sempre rimasto nelle loro ma- La macchina da presa di Scorsese, mae- ni. Le sue potenzialità evocative si sono stro indiscusso della visionarietà cine- sempre rinnovate tramite la tecnologia, matografica, non coincide sempre con dal muto al sonoro, dal bianco e nero al l'angolazione dello sguardo umano. Lo colore, al cinemascope, al 70 millime- spettatore ha spesso l'impressione di tri, agli effetti speciali, al 3D. Non dob- volare da un ambiente all'altro senza biamo sorprenderci se un grande regista soluzione di continuità, in un vero e e amante del cinema come Martin Scor- proprio 'miracolo' tecnologico, dove sese, oggi, in 3D, ci racconta com'era talvolta il computer si sostituisce all'o- bello il cinema prima del 3D. biettivo. L'inquadratura iniziale del film "Hugo Cabret" è un'operina deliziosa, è una carrellata 'impossibile' da realiz- un divertissement sul tema della tecno- zare con i mezzi tradizionali. Un qual- logia del sogno. Protagonista è Hugo, che marchingegno, come la chiave a un ragazzino che eredita dal padre oro- molla di un giocattolo, crea visuali in- logiaio il mestiere e il dono di riparare naturali, fantomatiche. Non è un caso meccanismi scassati. All'inizio del film che il 3D è soprattutto sfruttato nei film