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piana di e val di chiana PIANO DI INDIRIZZO TERRITORIALE Comuni di: Arezzo (AR), (AR), Cetona (SI), Chianciano Terme (SI), Chiusi CON VALENZA DI PIANO PAESAGGISTICO (SI), Civitella in Val di Chiana (AR), Cortona (AR), (AR), (AR), (AR), (AR), Montepulciano (SI), San Casciano dei Bagni (SI), Sateano (SI), Sinalunga (SI), (SI)

1. profilo dell’ambito 2. descrizione interpretativa 3. invarianti strutturali 4. interpretazione di sintesi 5. indirizzi per le politiche

6. disciplina d’uso SCHEDA AMBITO DI PAESAGGIO ASSESSORATO URBANISTICA, PIANIFICAZIONE DEL TERRI- CARTOGRAFIA, ATLANTE REGIONALE, VISIBILITÀ E CARATTERI MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E DEL TU- Soprintendente – Dirigente Alessandra Marino TORIO E PAESAGGIO PERCETTIVI RISMO Referenti Gabriele Nannetti Assessore Anna Marson Responsabile scientifico - Fabio Lucchesi (DIDA/UNIFI) in base al Protocollo di intesa 23 gennaio 2007 e relativi Discipli- Gruppo di lavoro - Franco Filippelli, Emanuele Masiello, Gior- Christian Ciampi, Michele De Silva, Michele Ercolini, Emanuela nari di attuazione gio Elio Pappagallo, Lia Pescatori, Luigi Rosania, Hosea Scelza, DIREZIONE GENERALE GOVERNO DEL TERRITORIO Loi, Michela Moretti, Fabio Nardini, Ilaria Scatarzi Sergio Sernissi, Valerio Tesi, Vincenzo Vaccaro, Stefano Veloci, Responsabile Maria Sargentini Elaborazione congiunta del piano sulla base del Disciplinare di at- Fulvia Zeuli SCHEDE D’AMBITO E NORME FIGURATE tuazione del 15 aprile 2011 relativamente alla parte concernente A cura del: Responsabile scientifico - Daniela Poli, (DIDA/UNIFI) lo Statuto del Territorio a cura di: SETTORE TUTELA, RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE Ilaria Agostini, Massimo Carta, Michele Ercolini, Stela Gjyzelaj, SOPRINTENDENZA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVIN- DEL PAESAGGIO Sandra Hernandez, Emanuela Loi, Simone Scortecci, Leonardo CE DI LUCCA E MASSA CARRARA (già SOPRINTENDENZA PER Dirigente del settore e responsabile del procedimento Tondo, Antonella Valentini DIREZIONE GENERALE BELLE ARTI E PAESAGGIO I BENI ARCHITETTONICI, PAESAGGISTICI, STORICI, ARTISTI- Fabio Zita (già DIREZIONE GENERALE PER IL PAESAGGIO, LE BELLE ARTI, CI ED ETNOANTROPOLOGICI PER LE PROVINCE DI LUCCA E INVARIANTE I: i caratteri idro-geo-morfologici dei bacini idrogra- L’ARCHITETTURA E L’ARTE CONTEMPORANEE) MASSA CARRARA) fici e dei sistemi morfogenetici Posizione organizzativa: Revisione del piano paesaggistico qua- Direttore Generale Soprintendente – Dirigente Responsabili scientifici - Carlo Alberto Garzonio (DST/UNIFI), le integrazione al Piano di Indirizzo Territoriale (PIT). Imple- Francesco Scoppola (dal 23 dicembre 2014) Luigi Ficacci (dal 9 marzo 2015) Stefano Carnicelli (DST/UNIFI) mentazione e avvio dell’osservatorio regionale paesaggistico Gregorio Angelini (dal 1° agosto 2014 al 22 dicembre 2014) Giuseppe Stolfi (dal 20 dicembre 2011 al 8 marzo 2015) Bruna Baldi, Leandro Cadrezzati, Nicola Casagli, Filippo Catani, Silvia Roncuzzi Maddalena Ragni (dal 17 febbraio 2012 al 27 dicembre 2013) Agostino Bureca (dal 1° marzo 2010 al 19 dicembre 2011) Sandro Moretti Antonia Pasqua Recchia (fino al 31 dicembre 2011) Referenti - Glauco Borella Gruppo di lavoro INVARIANTE II: i caratteri ecosistemici dei paesaggi SERVIZIO IV – Tutela e qualità del paesaggio Gruppo di lavoro - Stefano Aiello, Francesco Cecati, Teresa Fer- Beatrice Arrigo, Margherita Baroncini, Cecilia Berengo, Sandro Responsabile scientifico - Giacomo Santini (BIO/UNIFI) Direttore - Dirigente raro, Lisa Lambusier, Giovanni Manieri Elia, Claudio Pardini Ciabatti, Concetta Coriglione, Gabriella De Pasquale, Paola Gat- Paolo Agnelli, Cristina Castelli, Laura Ducci, Bruno Foggi, Michele Roberto Banchini (dal 19 giugno 2012; con delega funzioni Diret- Collaboratori - Daniela Capra ti, Maria Jose’ Ingrassia, Anna Rotellini, Simonetta Rovai Giunti, Tommaso Guidi, Leonardo Lombardi, Filippo Frizzi, Luca tore Generale dal 28 dicembre 2013 al 31 luglio 2014) Puglisi, Stefano Vanni Daniela Sandroni (fino al 10 aprile 2012) SETTORE SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE ED AMBIEN- Coordinatore - Marina Gentili SOPRINTENDENZA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVIN- TALE INVARIANTE III: il carattere policentrico e reticolare dei sistemi CE DI PISA E LIVORNO (già SOPRINTENDENZA PER I BENI Dirigente - Maurizio Trevisani insediativi, urbani e infrastrutturali ARCHITETTONICI, PAESAGGISTICI, STORICI, ARTISTICI ED Umberto Sassoli, Andrea Peri Responsabile scientifico - Alberto Magnaghi (DIDA/UNIFI) SEGRETARIATO REGIONALE PER LA TOSCANA (già DIREZIONE ETNOANTROPOLOGICI PER LE PROVINCE DI PISA E LIVORNO) Gilles Callegher, Elisa Cappelletti, Gabriella Granatiero, Emanuela REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA Soprintendente – Dirigente Gruppo di lavoro Morelli, Giovanni Ruffini TOSCANA) Andrea Muzzi (dal 9 marzo 2015) Marco Guiducci, Sabina Parenti, Alessandro Tognetti Segretario Regionale Raffaella David (dal 6 febbraio 2014 al 8 marzo 2015) INVARIANTE IV: i caratteri morfotipologici dei sistemi agro am- Paola Grifoni (dal 9 marzo 2015) Giuseppe Stolfi (dal 1° agosto 2013 al 5 febbraio 2014), Con il contributo di: bientali dei paesaggi rurali Direttore Regionale Giancarlo Borellini (dal 13 marzo 2012 al 30 aprile 2013) DIREZIONE GENERALE GOVERNO DEL TERRITORIO Responsabili scientifici - Paolo Baldeschi (DIDA/UNIFI), Gianluca Vera Valitutto (dal 17 novembre 2014 al 8 marzo 2015) Agostino Bureca (dal 1° marzo 2010 al 12 marzo 2012) Massimo Basso, Claudia Di Passio, Laura Levantesi, Marvi Mag- Brunori (DISAAA-a/UNIPI) Isabella Lapi (dal 6 agosto 2012 al 7 novembre 2014) Referenti - Marta Ciafaloni, Fiorella Ramacogi gio, Elisa Pecchioli, Lorenzo Pieraccini, Pio Positano, Leonardo Laura Fastelli, Maria Rita Gisotti, Stefano Grando, Massimo Rovai Maddalena Ragni (dal 6 agosto 2009 al 5 agosto 2012) Gruppo di lavoro - Fabio Boschi, Gino Cenci, Vincenzo Dell’Era- Balducci Coordinatore Beni Paesaggistici - Marinella Del Buono rio, Riccardo Lorenzi, Nedo Toni PROCESSI STORICI DI TERRITORIALIZZAZIONE Coordinatore Beni Archeologici - Anna Patera, Maria Gatto SETTORE SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE ED AMBIEN- Responsabili scientifici - Franco Cambi (DSSBC/UNISI), Claudio Gruppo di lavoro - Fabrizio Borelli, Cristina Collettini, Ilaria Gi- TALE Greppi (DSSBC/UNISI), Anna Guarducci (DSSBC/UNISI) gliosi, Giuseppe Giorgianni, Maria Cristina Lapenna, Francesca SOPRINTENDENZA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVIN- Massimo Baldi, Antonella Fiaschi, Guido Lavorini, Mauro Mu- Maria Grazia Celuzza, Michele De Silva, Vittorio Fronza, Federico Romana Liserre, Umberto Sansone CE DI SIENA, GROSSETO E AREZZO gnaini, Rossana Ortolani, Annalena Puglisi, Giacomo Tagliaferri Salzotti, Giulio Tarchi, Marco Valenti, Luisa Zito Collaboratori - Stefano Anastasio Soprintendente – Dirigente Anna Di Bene (dal 9 marzo 2015) SETTORE PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO I PAESAGGI RURALI STORICI DELLA TOSCANA (già SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI, PAE- Filomena Caradonna, Massimo Del Bono, Maria Silva Ganapini, Responsabili scientifici - Anna Guarducci (DSSBC/UNISI), Le- SAGGISTICI, STORICI, ARTISTICI ED ETNOANTROPOLOGICI Alessandro Marioni, Lucia Meucci, Luca Radicati, Luca Signorini, onardo Rombai (SAGAS/UNIFI), Claudio Greppi (DSSBC/UNISI) Con il contributo di: PER LA PROVINCIA DI AREZZO) Laura Tovazzi Michele De Silva, Giulio Tarchi Soprintendente – Dirigente Agostino Bureca (dal 4 settembre GIOVANI SI SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA DELLA TOSCANA (già SO- 2009 al 8 marzo 2015) ICONOGRAFIA DEL PAESAGGIO Erika Baldi, Ottavia Cardillo, Riccardo Masoni, Erika Picchi, Fe- PRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA TOSCANA) Referenti - Mauro Abatucci, Donatella Grifo Responsabile scientifico - Massimo Ferretti, (Scuola Normale Su- derica Toni Soprintendente – Dirigente Gruppo di lavoro - Massimo Bucci, Mariella Sancarlo, Rossella periore di Pisa) Andrea Pessina (dal 26 aprile 2012) Sileno AGENZIA PER LE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE DEGLI ORGANI Lucia Simonato, Valeria Emanuela Genovese Maria Rosaria Barbera (dal 30 dicembre 2010 al 15 febbraio 2012) (già SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PAE- DI GOVERNO DELLA REGIONE TOSCANA Referenti - Fabrizio Paolucci, Susanna Sarti SAGGISTICI PER LE PROVINCIE DI SIENA E GROSSETO) CONSORZIO LaMMA PROGETTO DI FRUIZIONE LENTA DEL PAESAGGIO REGIONALE Gruppo di lavoro - Lorella Alderighi, Bianca Maria Aranguren Soprintendente – Dirigente Emanuela Carpani (dal 26 agosto Responsabile scientifico - Alberto Magnaghi (DIDA/UNIFI) Torrini, Andrea Camilli, Giulio Ciampoltrini, Carlotta Giuseppina 2009 al 8 marzo 2015) In collaborazione con: Sara Giacomozzi Cianferoni, Luca Fedeli, Pamela Gambogi, Pierluigi Giroldini, Silvia Referenti - Vanessa Mazzini, Sabrina Pellegrino Goggioli, Mariavittoria Guerrini, Emanuela Paribeni, Paola Peraz- Gruppo di lavoro - Giordano Gasperoni, Liliana Mauriello, Patri- CENTRO INTERUNIVERSITARIO DI SCIENZE DEL TERRITORIO OSSERVATORIO DEL PAESAGGIO zi, Gabriella Poggesi, Paola Rendini, Monica Salvini, Elena Sorge, zia Pisino, Cecilia Sani, Giuseppe Staro (CIST) Responsabile scientifico - Massimo Morisi (DSPS/UNIFI) Maria Angela Turchetti, Silvia Vilucchi Direttore (dal 29/7/2011 al 31/12/2012) Francesco Chezzi, Simone Landi, Maddalena Rossi, Adalgisa Collaboratori - Gianluca Ciccardi, Lucrezia Cuniglio Prof. Giancarlo Paba (DIDA/UNIFI) Rubino,Tommaso Stigler Direttore (dal 01/01/2013) APPROFONDIMENTI GIURISPRUDENZIALI Prof. Stefano Carnicelli (DST/UNIFI) SOPRINTENDENZA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVINCE Responsabili scientifici - Carlo Marzuoli (DSG/UNIFI), Matilde Car- DI FIRENZE, PISTOIA E PRATO (già SOPRINTENDENZA PER I rà (DSG/UNIFI), Gianfranco Cartei (DSG/UNIFI) Responsabile scientifico del progetto BENI ARCHITETTONICI, PAESAGGISTICI, STORICI, ARTISTICI Tecla Orlando, Serena Stacca, Nicoletta Vettori Prof. Paolo Baldeschi (DIDA/UNIFI) ED ETNOANTROPOLOGICI PER LE PROVINCE DI FIRENZE, PI- STOIA E PRATO) piana di arezzo e val di chiana

Civitella in Val di Chiana Arezzo Monte San Savino Lucignano Sinalunga Castiglion Fiorentino Torrita di Siena Cortona Montepulciano Chianciano Terme

Sarteano Lago Trasimeno

San Casciano dei Bagni Manciano della Chiana

Foiano della Chiana Chiusi Lago Montepulciano

Cetona Lago di Chiusi Profilo dell’ambito

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p. 3 piana di arezzo e val di chiana Profilo dell’ambito

p. 4 piana di arezzo e val di chiana

L’ambito, strutturato sulla Val di Chiana e sul territorio della bonifica leopoldina (straordinario sistema di organizzazione idraulica, agricola e insediativa ancora oggi leggibile), è circondato - a ovest, da una compagine collinare con vigneti e oliveti, all’estremo sud, dalla catena Rapolano-Monte Cetona (condivisa con l’ambito della Val d’Orcia), caratterizzata dalla predominanza del manto forestale (querceti di roverella, cerrete, latifoglie, castagneti), a est, dai ripidi rilievi montani dell’Alpe di Poti, con un breve tratto di collina dove prevalgono oliveti con sistemazioni a traverso (spesso terrazzate) di grande importanza paesaggistica e scenica. A nord, la piana d’Arezzo è collegata alla Val di Chiana dal si- stema insediativo e dalla rete idraulica centrata sull’asse del Canale Maestro. Al denso reticolo idrografico della è associata la presenza di numerose aree umide, naturali e artificiali, alcune delle quali di elevato interesse conservazionistico e paesaggistico (Lago di Montepulciano, Lago di Chiusi). Il sistema insediativo è organizzato attorno ad una rete radiocentrica che fa capo ad Arezzo (nodo strategico del sistema di comunicazioni stradali, ferroviarie e fluviali), mentre lungo la Val di Chiana è strutturato su tre direttri- ci in direzione nord-sud: due pedecollinari, “geologicamente” favorevoli agli insediamenti e all’agricoltura (in particolare, alle colture arboree e permanenti) e una di fondovalle, parallela al Canale Maestro. I processi di espansione da una parte, le dinamiche di abbandono dei suoli agricoli (soprattutto nelle aree a maggiore pendenza o terrazzate) dall’altra, tendono a mettere in crisi il rapporto strutturale e di lunga durata fra i centri abitati e il loro intorno rurale. Profilo dell’ambito

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p. 5 piana di arezzo e val di chiana ambito 15 piana di arezzo e val di chiana

Descrizione interpretativa 2 piana di arezzo e val di chiana del paleo - verso nord-ovest e al riempimento del baci- 2.1 Strutturazione geologica e no di Arezzo; la riduzione di portata idrica ed il forte appor- geomorfologica to di sedimenti dai torrenti minori portano alla progressiva estinzione del lago, con la presumibile eccezione della parte più profonda, corrispondente all’attuale Lago Trasimeno. La riorganizzazione dell’idrografia procede con l’instaurarsi del moderno Arno che, per erosione e subsidenza, si abbas- sa rispetto alla Val di Chiana, con l’incisione dei depositi del bacino di Arezzo. L’alto tasso di sedimentazione nella Val di Chiana e la soglia di Chiani mantengono la valle sospe- sa rispetto al Valdarno, mentre la sua relativa subsidenza ostacola lo sviluppo di un reticolo diretto verso il Tevere. Gli elevati deflussi idrici nel bacino della Val di Chiana determi- nano vaste aree paludose, come testimoniate in particolare Il territorio dell’ambito è costituito dal sistema di pianura nella documentazione relativa al’alto Medioevo, e rimane in intermontana di Arezzo e della Val di Chiana, fino a com- questa condizione fino allo sviluppo del metodo di bonifica prendere la dorsale di Rapolano-Monte Cetona. per colmata e alla scelta definitiva di invertire l’idrografia, Durante l’orogenesi dell’Appennino si formano i due alti facendo defluire il grosso delle acque verso l’Arno, alla fine strutturali, corrispondenti ad anticlinali, che delimitano il del XVIII secolo. bacino: la dorsale Alpe di Poti - M. Murlo – Pratomagno, a est, e che continua fino ai rilievi di Cortona (Monte Castel Giudeo e Alta S.Egidio), ed i Monti del Chianti, a ovest, e Di Rapolano-Cetona a sud ovest. Gli elementi strutturali che caratterizzano le due dorsali sono la Falda Toscana e l’U- nità Cervarola - Falterona, entrambe differenziatesi duran- te le fasi mioceniche del corrugamento appenninico dove affiorano in prevalenza di unità torbiditico-arenacee e su- bordinatamente argilloso-marnose. L’elemento strutturale più importante della zona meridionale della Val di Chiana è rappresentato dalla dorsale Rapolano - Monte Cetona, che separa il bacino neoautoctono Siena-Radicofani da quello della Val di Chiana. In questa dorsale allungata in direzione nord – sud, di notevole interesse geologico e morfologico, affiorano le formazioni mesozoiche sormontate dalle- suc cessioni toscana e ligure s.l.. Dopo le fasi compressive, che hanno portato alla messa in posto delle dorsali, si instaura una fase tettonica di tipo rigi- do che induce la frammentazione della catena e da origine a depressioni tettoniche a graben o semi-graben, allineate

Descrizione interpretativa geologica e geomorfologica Strutturazione secondo la direttrice appenninica. La subsidenza differen- ziale che ne consegue porta all’ingressione marina, e nel Pliocene la valle è occupata da un grande golfo con isole sparse, contornato dai rilievi che attualmente sono disposti ai bordi della pianura. Nel tardo Pliocene l’ambiente diviene salmastro, a causa dell’ingresso delle acque del paleo - Arno casentinese. In questa fase la val di Chiana costituiva un unico bacino con la conca di Arezzo e, probabilmente, anche con il Casentino. Nel Quaternario inferiore, sollevamenti a blocchi e bascu- lamenti verso est provocano la regressione marina che trasforma la Val di Chiana in un grande lago, con la parte più profonda verso est. I movimenti differenziali esumano, Schema strutturale d’ambito p. 8 quindi, la soglia di Chiani e contribuiscono alla deviazione piana di arezzo e val di chiana Per tutto il Neolitico e l’Età dei Metalli l’area del Belvedere e 2.2 Processi storici di le sue numerose cavità sono utilizzati per usi rituali e fune- territorializzazione rari, poiché l’altura assume probabilmente una valenza sim- bolica codificata. Le attestazioni umane relative al Neolitico sono distribuite nel settore meridionale del territorio e in particolare si concentrano attorno al Monte Cetona; dobbia- mo però considerare che gran parte delle tracce antropiche neolitiche e post-neolitiche potrebbero essere state oblite- rate dalle azioni di bonifica che hanno interessato queste zone. Rimangono comunque importanti attestazioni a ca- rattere funerario presso la Grotta dell’Orso e attestazioni a carattere rituale a grotta Lattaia e Antro della Noce, mentre criteri metodologici (LINK) le evidenze più importanti di carattere insediativo all’aperto sono state individuate presso Chiarentana. Attestazioni ne- Periodo preistorico-protostorico olitiche ed eneolitiche sono presenti anche a Cortona e nel L’interesse dell’uomo per i territori di questo comprensorio è territorio circostante. Durante questo periodo i corsi d’ac- noto fin dal Paleolitico. In Val di Chiana le prime evidenze di qua costituiscono importantissime vie di comunicazione e frequentazione del territorio sono databili al Paleolitico su- pongono il comprensorio al centro di un crocevia di traffici periore e attribuibili allo sfruttamento dell’ambiente lacustre rivolti verso sud (Valtiberina) e verso nord (Valdarno). ricco di risorse animali; si tratta di frammenti di industrie Questo panorama e questa fisionomia non termina col Ne- litiche con bifacciali auchelliani, rinvenuti nell’area setten- olitico ma prosegue per tutta l’Età del Rame, insieme con trionale della Chiana, nei versanti settentrionali della valle la predilezione nella scelta di ripari in grotta (Antro del Pog- dell’Ambra e nella valle dell’Ombrone. Alcuni manufatti sono getto, Grotta Lattaia, Grotta di San Francesco) sia ad uso stati rinvenuti anche sul Monte Cetona e nei pressi di Mon- abitativo che funerario. tepulciano, ma le testimonianze più numerose e affidabili Durante l’Età del Bronzo si registra la massima occupazio- sono relative al territorio aretino, dove sono state rinvenute ne del comprensorio e in particolare nella zona del Monte concentrazioni di manufatti ben conservati. Cetona, dove gli stanziamenti in grotta e in piccoli anfrat- Una frequentazione più diffusa del territorio è attribuibile ti divengono sistematici: anche le aree immediatamente al Paleolitico medio, e soprattutto al Musteriano; anche per esterne alle grotte risultano frequentate a scopo abitativo questo periodo le zone a più alta concentrazione di manu- (Riparo del Capriolo, Buca del Leccio). Al momento manca- fatti sono quelle palustri. Contesti abitativi musteriani sono no, in Val di Chiana, attestazioni riguardanti insediamenti su stati individuati sia a Belvedere nella Grotta Lattaia e nella pianoro, anche difeso, relative al Bronzo medio: ciò costitu- Grotta di San Francesco che nella Grotta di Gosto. Il fondo- isce una netta differenza rispetto alle strategie insediative valle viene presumibilmente sfruttato per le ricche risorse adottate sia in area grossetana che laziale dove sono noti animali e vegetali offerte dall’ambiente umido, mentre le siti naturalmente protetti rimasti in uso fino alla fine dell’Età grotte presenti sul Monte Cetona e del Belvedere vengono del Bronzo. Per il Bronzo Finale la modalità insediativa si utilizzate come riparo e ad uso abitativo. L’area del “Bian- articola in maniera differente rispetto al passato e gli stan- chetto” (formazione in travertino che si staglia sul versante ziamenti pastorali si diffondono anche su altre pendici del del Monte Cetona) costituisce un importantissimo riferimen- Monte Cetona con un’organizzazione dell’insediamento che to visivo che plausibilmente ha un ruolo di “marcatore del spesso prevede anche un muro di cinta. Contemporanea- Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione paesaggio” durante le fasi preistoriche. L’area del Cetona mente l’occupazione si concentra anche più a valle, nell’area ha quindi un ruolo di primaria importanza durante tutto il di Chiusi, probabilmente in conseguenza all’avvicinamento periodo preistorico e, con tutte le sue caratteristiche, rap- ai corsi d’acqua. presenta non solo un punto fondamentale del popolamento di questo periodo, ma anche un nodo attrattore per le co- Periodo etrusco 2.2 munità umane del Paleolitico e dell’Età dei Metalli. In età etrusca la Val di Chiana costituisce la via di comuni- Non particolarmente documentata risulta, ad oggi, la fre- cazione preferenziale tra le aree dell’ centrale interna quentazione umana durante il Mesolitico, di cui restano po- e quelle dell’Etruria settentrionale, sia per gli spostamenti che tracce che testimoniano comunque della predilezione di terrestri che per quelli fluviali, che avvengono attraverso le stanziamenti presso i corsi d’acqua e, parallelamente, della acque del fiume Clanis. scelta di zone in quota per i bivacchi funzionali alle battute Il periodo villanoviano ha lasciato labili e sparse tracce, Rappresentazione della rete insediativa di periodo preistorico e protostorico sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici costituite da corredi funerari provenienti dall’area limitrofa di transito e comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria) e ricostruzione del di caccia. bacino della Chiana (campitura azzurra). Scala 1: 290.000. p. 9 piana di arezzo e val di chiana all’odierna Arezzo (Colle di Castelsecco e Colcitrone) e da Le snodo strategico per i commerci verso l’area romana, verso Caselle; più numerosi sono i reperti riferibili alla fase orien- quella marittima, con collegamenti in direzione di Roselle, talizzante: numerosi bronzetti e fibule di fattura volterrana e verso il Valdarno a nord) che fluviale (lungo il Clanis, che provenienti da Poggio del Sole fanno ipotizzare non solo garantisce l’accesso alla Valtiberina). che i contatti tra queste due zone fossero frequenti ma che Nel V-IV secolo a.C. continuano a maturare e a diversificarsi tra VII e VI secolo a.C., dovevano esser insediati in Arezzo le basi economiche, e quindi socio-politiche, di Arezzo e del o nei suoi immediati dintorni gruppi economicamente forti, suo territorio; in particolare, il distribuirsi nella Val di Chiana con proprie dimensioni identitarie, culturali e cultuali. Pur- settentrionale di piccole e ricche necropoli gentilizie eviden- troppo l’attuale conoscenza archeologica di Arezzo e della zia come alla rendita di posizione assicurata dal controllo piana aretina non ci consente di ipotizzare dove e in quali di importanti flussi commerciali, si affianchino le possibilità forme fosse collocato l’insediamento urbano, ma l’eviden- offerte dalla progressiva messa a coltura della valle: questo za offerta dai bronzetti renderebbe più plausibile la notizia, comprensorio può infatti essere definito uno dei maggiori riportata da Dionigi di Alicarnasso, della presenza di uno granai dell’Italia subappenninica. A tali risorse economiche schieramento aretino postosi a fianco dei Latini contro Tar- si devono aggiungere, probabilmente ben prima della fine quinio Prisco, nel 606 a.C. Durante il VII secolo a.C. la Val del III secolo a.C., quelle assicurate dall’estrazione di affio- di Chiana è densamente popolata, con insediamenti disposti ramenti minerari e dal successivo trattamento del metallo. prevalentemente lungo due direttrici nord-sud: una sul lato All’età Etrusca, inoltre, va ricondotta l’attenzione volta allo orientale (sostanzialmente corrispondente all’allineamento sfruttamento delle sorgenti di natura termale, tuttora attive. Chiusi-Trasimeno-Arezzo) e una sul lato occidentale (che L’attitudine degli etruschi verso le acque termali e sorgive, è unisce Chiusi al Valdarno). Lungo le sponde del Clanis, in connotata in senso prevalentemente religioso: le proprietà località Brolio (Castiglion Fiorentino), è stato rinvenuto un terapeutiche e benefiche delle acque sono infatti attribuite importante deposito votivo, costituito da numerosi bronzetti all’influsso di una potenza divina che risiede nel sito. La va- a figura umana e animale. lenza sacra riconosciuta alle acque termali è accresciuta dai Sui due colli della futura Arezzo non sembra percepibile una caratteri ambientali e topografici della vallata: la presenza presenza umana organizzata in termini urbani fino alla metà di boschi, monti o panorami capaci di suscitare forti emo- del VI secolo a.C.: i reperti sono modesti, ma sono distri- zioni accentua il senso religioso del luogo; anche per questo buiti a segnare l’area che sarà propria della città etrusco- forse, tali culti sono solitamente caratterizzati dall’assenza romana. Insediamenti strutturati attorno a precisi nuclei di di strutture costruite, quasi a voler preservare la sacralità potere sono già presenti lungo la direttrice Val di Chiana dell’ambiente naturale, ma la loro frequentazione è testimo- - Casentino: dapprima e più consistenti a sud, con i tumuli niata dal ritrovamento di ex-voto di varia natura. del Sodo, di Camucia, di Farneta, del Melone (Castiglion Fiorentino) e con il ricco apparato di sculture funerarie di Periodo romano Marciano. Con la colonizzazione Romana, documentata fin dal II seco- Possiamo supporre che Arezzo e i centri della piana nascano lo a.C., la Valdichiana beneficia di importanti infrastrutture come conseguenza di quella evoluzione politico-economica stradali, in primis la via consolare Cassia, e di infrastrutture che in Etruria sancisce il definitivo trapasso tra la società fluviali per favorire la navigazione del fiume Clanis, organiz- orientalizzante e quella arcaica, epoca quest’ultima in cui zato con un funzionale sistema portuale. Vengono altresì emergono nuovi ceti sociali, legati al commercio, a nuove effettuate opere di trattenuta delle acque che favoriscono il forme di sfruttamento del territorio, all’artigianato, legati commercio dei prodotti chianini, convogliati fino al porto di Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione cioè alla produzione di reddito più che ai ruoli e alle ricchez- Pagliano, presso la confluenza del fiume Tevere, dal quale ze acquisite dai diritti di sangue o di appartenenza. poteva facilmente raggiungere Roma. Molto importante per tutto il periodo etrusco è Cortona, Anche le numerose sorgenti di acque minero-termali, al pari sede di una lucumonia e compresa nella Dodecapoli etrusca; delle altre risorse naturali, iniziano ad essere intensivamen- questo centro deve molta della sua fortuna alla posizione te sfruttate dai Romani. A partire già dalla metà del II seco- strategica, ben difendibile e a controllo, anche e soprattutto lo a.C. due sorgenti del territorio di Chianciano cominciano commerciale, della piana antistante. Particolarmente signi- ad essere utilizzate sia come luoghi di culto sia come centri ficativa è la cinta muraria, costruita alla fine del V secolo e termali veri e propri: si tratta della grande struttura situata ancora oggi parzialmente visibile, che cinge la città per un in località Mezzomiglio e del celebre santuario dei Fucoli. perimetro di circa 3 km. Altra città-stato compresa nella Do- Dai dintorni di quest’ultimo sono emersi numerosi frammen- decapoli è Chiusi, il cui controllo si estende su un vasto ter- ti di statue che componevano la decorazione di un tempio Rappresentazione della rete insediativa di periodo etrusco sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comu- ritorio e la cui importanza è strettamente legata alla fertilità e che raffiguravano soggetti marini come putti su delfini e nicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria) e ricostruzione del bacino della Chiana dell’area e alla viabilità, sia terrestre (in particolare come nereidi su mostri marini. Il geografo greco Strabone, vis- p. 10 (campitura azzurra). Scala 1: 290.000. piana di arezzo e val di chiana suto a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. descrive nalizzazioni allestite in epoca romana per favorire il deflusso i laghi dell’Etruria interna, citando espressamente quello di delle acque. Ad aggravare ulteriormente la situazione è la Clusium, definendoli espressamente come navigabili, ricchi guerra greco-gotica, che si sviluppa anche in area chianina di pesce e di uccelli acquatici, sulle cui sponde vengono e che coinvolge in particolare Chiusi, all’epoca postazione coltivati tifa, papiro e giunchi destinati al commercio per via difensiva gota (537-538, poi rioccupata da Totila nel 545), fluviale, soprattutto in direzione di Roma. strategicamente importante per la sua posizione all’inter- Arezzo assume grande importanza in periodo repubblica- sezione fra le vie Cassia e Amerina. L’invasione longobarda no come centro strategico nel sistema militare e difensivo sfrutta molto la viabilità romana e tocca quindi presto la dell’impero: il passaggio della strada consolare Cassia (o Valdichiana (attraverso la Cassia), dove si sviluppa già dagli meglio, la Cassia Vetus, che sarà successivamente affianca- anni Settanta del VI secolo (presidio longobardo a Chiusi) e ta dalla Cassia Nova, o Adrianea, che escluderà la città dalla fino al primo decennio del VII secolo, quando Arezzo viene linea di collegamento fra Roma e Florentia) rende infatti definitivamente conquistata. In questo periodo, l’ambito è Arretium un passaggio pressoché obbligato per raggiungere interessato dai continui scontri fra Bizantini e Longobardi la capitale attraverso la regione appenninica. lungo una linea di confine continuamente ridisegnata fra Nel I secolo a.C. questo comprensorio territoriale subisce questo comprensorio e quello valtiberino. Tale conflitto in- una profonda trasformazione del paesaggio agrario, carat- fluisce pesantemente sul popolamento e accentua ulterior- terizzato fino alle guerre sillane (82-80 a.C.) dalle piccole mente i fenomeni di impaludamento già in atto e quelli di fattorie. La romanizzazione del territorio comporta la scom- contrazione dello spazio coltivabile. L’estendersi delle zone parsa di queste unità produttive e la contestuale afferma- paludose e l’instabilità militare determinano inoltre un pro- zione delle ville schiavistiche, con ambienti utilizzati come gressivo decadimento della principale prerogativa di quella abitazione, altri come ambiente lavorativo e con annessi che si era caratterizzata come un’”area di strada”. La resi- per la conservazione dei prodotti agricoli. Le ville finora in- stenza dei Bizantini lungo l’Appennino rende infatti poco si- dividuate sorgono in zone molto fertili, nelle vicinanze dei cura la Cassia, favorendo invece la strada che da Lucca, an- principali tracciati stradali e in alcuni casi derivano dal ria- ziché passare a Firenze, Arezzo e Chiusi, segue la Val d’Elsa, dattamento di fattorie preesistenti; questi centri producono la Val d’Arbia e la Val d’Orcia, per giungere infine nei pressi olio, vino e cereali, tra i quali il celebre far clusinum (farro dell’abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata, dalla quale di Chiusi; il farro era utilizzato non per la preparazione del si riavvicina al percorso della Cassia nel suo tratto laziale pane ma della puls, una sorta di farinata piuttosto liquida, e passando per la Val di Paglia. Tale tracciato, di fatto quello delle mola salsa, una specie di farina di grano tostato e sa- che verrà ribattezzato come Francigena, è alla base della lato impiegata durante alcune cerimonie religose) e la siligo, crescita di Siena a discapito di Chiusi e Arezzo, decretando molto apprezzata per la produzione di pane. la progressiva marginalizzazione della Val di Chiana. Nella Alla fine del I secolo a.C. e durante tutta l’età imperiale, il fase longobarda è quindi Chiusi (dove la presenza longo- territorio diviene sede di lussuosi edifici termali, che - fini barda è precoce, anche se è attestato come ducato solo dal scono per connotare fortemente il territorio, dando forma 728) il centro più importante di un comprensorio in progres- a quelli che il poeta Orazio chiama, in una sua epistola, i siva crisi: la città costituisce infatti una testa di ponte verso i fontes clusini: stando a quanto riportato nel testo, queste ducati di Spoleto e Benevento e rappresenta un importante sorgenti fredde vengono utilizzate per curare disturbi e ma- baluardo al confine dell’area bizantina e della Pentapoli; la lattie dello stomaco e della testa. Fra i più importanti centri sua competenza si estende sul comprensorio amiatino e, ad dell’epoca possiamo citare Chianciano, Acquasanta, Sartea- occidente, fino alla costa, confinando a nord con i territori no, San Casciano Bagni, Bagno Santa Maria e Mezzomiglio. di Arezzo e Siena. Il fatto di diventare ducato permette una Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione L’intenso sfruttamento agricolo e la densità di popolamento lenta ripresa della città e della regione chianina ma, dopo del comprensorio sono attestati per l’intera età in età impe- appena un cinquantennio, la conquista franca ridimensiona riale e tardoantica, tanto che ancora nel 410 Rutilio Nama- nuovamente l’importanza strategica e politica della zona. ziano esaltava la fertilità dell’area chianina. Dal punto di vista insediativo, molto importante risulta la strutturazione del territorio in diocesi (quella di Arezzo e 2.2 Periodo medioevale successivamente quella di Chiusi) che promuovono l’aggre- Nel passaggio fra tarda antichità e altomedioevo il com- gazione delle comunità in villaggi sorti attorno alle pievi, prensorio comincia a impaludarsi, principalmente a causa particolarmente attestate dai documenti relativi alla lunga della diminuzione della pendenza del bacino idrografico controversia tra i vescovi di Siena e Arezzo per la disputa verso sud, provocata dagli alluvionamenti degli affluenti e delle chiese al confine tra le due diocesi, alcune delle quali Rappresentazione della rete insediativa di periodo romano sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comu- dalla mancata manutenzione (dovuta a sua volta alla crisi situate appunto in Val di Chiana. In epoca carolingia si dif- nicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria) e ricostruzione del bacino della Chiana economica e demografica di V-VI secolo) del sistema di ca- fonde il paesaggio delle aziende agrarie di tipo curtense. (campitura azzurra). Scala 1: 290.000. p. 11 piana di arezzo e val di chiana A partire dal nuovo millennio sembra verificarsi una ripresa muni la cui autonomia è però un processo faticoso e talvolta demografica che continuerà di fatto fino alla prima metà parziale, presto vanificato dalle mire espansionistiche dei del XIV secolo; in contemporanea si avvia un progressivo grandi Comuni cittadini. A lungo, infatti, si contendono la allagamento del fondovalle (a cui si correla l’emersione della Val di Chiana Arezzo, Siena, Orvieto, Perugia e, per ultima, malaria, richiamata anche da Dante nella ”Divina Comme- Firenze che si afferma progressivamente, dapprima sotto- dia”) che rende difficile o impossibile la diffusione di nuovi mettendo Arezzo e infine sconfiggendo Siena (battaglia di abitati in pianura, causandone l’inevitabile spopolamento e Scannagallo, 1554), conquistando così il controllo dell’intera impedendone lo sfruttamento per scopi agricoli. Di contro, area. si assiste all’inevitabile occupazione delle aree collinari dei due versanti della vallata, dove i centri già esistenti si tra- Periodo moderno sformano spesso in castelli, che almeno inizialmente non si Arezzo è rimasta nell’età moderna all’interno della cerchia distinguono molto sul piano dimensionale quanto per l’es- muraria medievale a causa della crisi economica della metà sere dotati di strutture difensive e per la presenza di uno o del XIV secolo e della conquista fiorentina (1384) che la più edifici signorili, espressione del ceto dirigente. I castel- ridusse a centro periferico, tra l’altro sollevato dall’ammi- li di prima generazione sono di fatto poli giurisdizionali e nistrazione dell’antico contado (riorganizzato in province amministrativi del territorio e, al tempo stesso, centri della dipendenti dal governo di Firenze). Fino all’Unità d’Italia, grande proprietà fondiaria, derivando del resto da un’ope- Arezzo mantenne immutata la sua conformazione urbani- razione di fortificazione delle curtes preesistenti: è il caso, stica (salvo la restrizione del perimetro murario a sud, la ad esempio, di Foiano e di Marciano, documentati ancora riduzione a quattro delle dieci porte trecentesche, la costru- nell’XI secolo come curtes fortificate. zione dei baluardi e talune demolizioni quale la cittadella ec- Il paesaggio chianino in questi secoli è quindi quello di un clesiastica del Colle di Pionta), pur con le nuove realizzazioni grande lago stagnante, da cui spuntano le emergenze col- edilizie pubbliche e private dei tempi di sotto Cosimo I dei linari, come documenterà più tardi (inizio XVI secolo) Leo- Medici e dei suoi figli (nuovo palazzo con logge costruito in nardo da Vinci. La grande palude rappresenta comunque Piazza Grande in sostituzione del palazzo del Popolo, nuova uno stimolo per la promozione di un’economia fondata pro- fortezza in luogo dell’antica). prio sullo sfruttamento delle nuove risorse (pesca e raccolta I processi di territorializzazione più incisivi dell’età moderna della vegetazione palustre). Vengono ridefiniti i collegamen- riguardarono la bonifica e colonizzazione della Val di Chiana. ti terrestri (modifica della precedente viabilità con transito Ancora nella prima metà del XVI secolo – come evidenzia la lungo i versanti sopraelevati e guadi delle acque su ponti cartografia di Leonardo da Vinci (1502-03) – la pianura, per mobili provvisori o fissi situati nelle strettoie della valle) e la sua scarsa pendenza a nord verso l’Arno e a sud verso il nascono veri e propri porti, come quelli attestati a Cignano Tevere, era quasi tutta ricoperta dall’acquitrino. La bonifica e Farneta (nel cortonese), a Bettolle e a Cesa. La presenza prese avvio alla metà del secolo ad opera di Cosimo I, che del vasto acquitrino è ancora oggi testimoniata da una ricca nel 1555-57 acquisì lo Stato di Siena, unificando l’intera Val e specifica toponomastica (nel solo di Castiglion di Chiana toscana sotto il suo dominio. Tra 1525 e 1598, le Fiorentino: Rivaio, Spiaggina, Nave e Melmone). comunità furono obbligate a cedere ai Medici i vasti beni La crescita demografica continua nei secoli bassomedievali, collettivi del fondovalle e dei ripiani fluvio-lacustri e marini, quando si assiste anche ad un graduale inurbamento da ove le popolazioni esercitavano diritti vitali per la loro esi- parte delle aristocrazie che si sono progressivamente eleva- stenza: pascolo, legnatico, caccia, pesca, piccola navigazio- te all’interno dei castelli. È ovviamente Arezzo a esercitare ne in acquitrini e corsi d’acqua. Fece eccezione la striscia di Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione la maggior capacità attrattiva, seguita tuttavia da altri centri terre ai lati del Canale Maestro, le Comunanze della Chiana in grande espansione come Cortona (che ottiene il titolo di (quasi 550 ha), rimaste di proprietà collettiva fino agli anni città ad inizio Trecento) o come i maggiori castelli (Mon- ’70-’80 del XVIII secolo, ad uso dei bestiami. tepulciano, Castiglion Fiorentino, Monte San Savino, Sina- Cosimo I non trascurò interventi di riqualificazione delle lunga, Foiano, Lucignano e Marciano) che tra il XII e il XIV principali terre murate, soprattutto Cortona, Montepulciano, secolo conoscono una forte crescita urbana e per questo si Monte San Savino, Castiglion Fiorentino, con costruzione di dotano col tempo di rocche, casseri e nuovi circuiti murari, strutture pubbliche, commerciali e religiose; e lavori a vie e allo scopo di includere entro la cerchia difensiva i borghi piazze e soprattutto fortificazioni (Foiano, Cortona, Monte- formatisi attorno al nucleo più antico. Alla base del loro svi- pulciano, Lucignano). luppo sono la fertilità dei terreni collinari e la posizione stra- Contemporaneamente, Cosimo I istituì la contea di Monte tegica a controllo dei territori e delle vie di comunicazione, San Savino (1550-1749) e il marchesato di Cetona (ai Vitelli Rappresentazione della rete insediativa di periodo medievale sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e nonché dei ponti e porti sull’area lacustre. La crescita dei fra 1558 e 1598); la Contea di Cesa del vescovo di Arezzo comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria) e ricostruzione del bacino della castelli più ricchi e popolati sfocia nella nascita di liberi co- rimase in vita fino al 1777. p. 12 Chiana (campitura azzurra). Scala 1: 290.000. piana di arezzo e val di chiana I lavori idraulici coinvolsero gli acquitrini del cortonese 1803 ettari fra coltivi, prati e “terre padulose”, e pochi edifici Bettolle, Foiano e Montecchio – furono cedute all’Ordine dei decisiva, soprattutto nel periodo pietroleopoldino (1765- (1549-1557), e poi tutta la Val di Chiana settentrionale e di mezzadri. Cavalieri di S. Stefano; lo Scrittoio delle Regie Possessioni 90). Dal 1763, gli scienziati fecero della valle un laboratorio centrale: già nel 1568 i beni medicei consistevano in oltre Il Canale Maestro rese possibile la colonizzazione agricola: mantenne Frassineto, Paglieti/Acquaviva, Bastardo e Chia- di analisi teorica e di applicazione pratica; dopo gli studi di 1728 ettari di terre lavorative e prative strappate all’acqui- in pochi decenni vennero costituiti numerosi poderi organiz- nacce. Nel 1704, l’intero patrimonio granducale e di Santo Tommaso Perelli, Leonardo Ximenes, Pietro Ferroni e Pio trino con colmate e fossi di scolo; negli anni ‘80 sono docu- zati in sei fattorie: nel 1609 esistevano Paglieti, Montecchio, Stefano misurava 12.420 ettari. L’Ordine continuò gli appo- Fantoni, prese avvio una bonifica organica, comprenden- mentati i primi poderi a Montepulciano e Torrita. Frassineto, Bastardo, Torrita e Fonte a Ronco, e si aggiun- deramenti sulle sponde del Canale e le sue fattorie passaro- te gli aspetti territoriali collegati, come la realizzazione di Nel 1592, fu approvato il progetto di rendere navigabile il sero presto Foiano e Chianacce. no dai 2485 ettari del 1704 ai 3330 del 1717. una moderna rete di comunicazioni (via Romana da Arezzo Canale Maestro e, tra Cinque e Seicento, il collettore delle Nel corso del Seicento la bonifica procedette con un gra- Nella parte meridionale della valle la bonifica non aveva pro- a Chiusi, via Lauretana per Siena e Perugia e via Arezzo- acque venne scavato da Pieve al Toppo al confine Pontifi- duale sistema di colmate per regolare la pendenza della dotto risultati significativi. Siena). cio. valle; fu reso navigabile il Canale Maestro per l’esportazione Tra i manufatti idraulici è da ricordare il Callone di Valiano Nel 1780 fu costruito al confine pontificio l’Argine di Separa- Nel 1595 (mappa di Gherardo Mechini) erano già esistenti a Firenze dei grani e furono fatti lavori in vari settori della (1723), un sistema di sbarramenti con cateratte, per alimen- zione di Chiusi-Città della Pieve, ancora oggi spartiacque tra i nuclei di quattro fattorie: Bastardo, Castiglion Fiorentino zona umida per estendere lo spazio agrario. tare molini, regolare le acque del Canale e la navigazione. Val di Chiana toscana e umbra; nel 1788, fu istituita una So- (poi Montecchio), Torrita e Paglieti (poi Dolciano), per circa Tra 1651 e 1685, quattro fattorie – Fonte a Ronco, Torrita/ Sotto i Lorena (1737-1859), la bonifica registrò una svolta printendenza per coordinare le operazioni di bonifica: figura determinante fu lo scienziato aretino Vittorio Fossombroni che sovrintese alle operazioni fino al 1828 e portò avanti la colmata generale finalizzata a ridisegnare completamente il piano di campagna. Il fondovalle chianino, organizzato dalle grandi fattorie gran- ducali e stefaniane, era basato su un’agricoltura fortemente produttiva: allevamento bovino di razza, sericoltura e tabac- chicoltura, con colture cerealicole, viticole e olivicole. Tra Sette e Ottocento, si aggiunsero ai possedimenti del- la Religione altre quattro fattorie, con poderi scorporati da quelle esistenti: Creti, Tegoleto, Pozzo e Abbadia; durante la dominazione napoleonica l’Ordine fu soppresso e le sue fattorie passarono allo Stato. Alla fine del Settecento i pos- sedimenti granducali avevano aggiunto Acquaviva. Il sistema di fattoria rese indispensabile la costruzione – nei secoli XVII-XVIII – dei centri aziendali con residenze degli agenti, stalle, granai, tinaie e cantine. Per il commer- cio dei prodotti esisteva una rete di depositi nelle principali piazze, come il magazzino da grano di Ponte alla Nave. Le case coloniche erano state edificate dalla metà del XVI se- colo in poi ma ai tempi di Pietro Leopoldo si rivelavano in grandissima parte inadeguate e in cattivo stato, tanto da sollecitare l’intervento granducale che fece della valle uno dei principali ambiti di sperimentazione dell’aggiornamento tipologico dell’edilizia colonica. Si diffuse da allora un tipo di casa colonica a blocco isolata, con tetto a padiglione, torretta colombaia, portico e loggia, rustico al piano terreno Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione e abitazione al primo piano. Insieme al tipo monofamiliare, i tecnici granducali realizzarono pure il tipo di casa bifamiliare o trifamiliare. Molte furono le strade rese rotabili: Regia Cassia per Val di Chiana e Stato Pontificio, da Firenze per Ponte a Chiani, 2.2 Bettolle e Chiusi (1778-81); Lauretana da Siena-Asciano per Torrita, Valiano, Camucia e le Marche (1775-1787); Arezzo- Chiusi o longitudinale della Valdichiana, insieme con il colle- gamento con Siena tramite l’Olmo e Monte San Savino (dal 1815).

Valdichiana e territorio aretino nella mappa di Leonardo Da Vinci, 1502-1503 p. 13 piana di arezzo e val di chiana Periodo contemporaneo Evidenti furono i riflessi della bonifica e colonizzazione sul Arezzo nel primo Ottocento ebbe poche realizzazioni urba- territorio chianino. nistiche-architettoniche, a parte il riallineamento di via de’ La Val di Chiana maturò – tra primo Ottocento e primo No- Bacci (1826) con costruzione del Teatro Petrarca. Per l’avvio vecento – i caratteri di regione di bonifica ben riuscita, ter- di una significativa trasformazione urbanistica occorre- at ritorio fertile in cereali, bestiame, vino e seta, con un’orga- tendere la ferrovia per Firenze (1864), con proseguimento nizzazione territoriale incentrata su coltivazioni promiscue, per Perugia e Roma (1866): la costruzione della stazione e allevamento bovino, poderi e fattorie a mezzadria. della sua piazza (1866), in area extramoenia tra porta Santo Si aggiunga la costruzione di una fitta rete di strade rotabili Spirito e il bastione del Poggio, rese necessario un piano che collegavano la valle ad Arezzo, a Firenze, Siena e Peru- urbanistico (1867), incentrato sull’apertura del viale di col- gia: Regia Postale Romana (Firenze-Arezzo-confine pontifi- legamento con la città murata, con lacerazione della cerchia cio per Castiglion Fiorentino e Terontola); Longitudinale del- muraria, allargamento di piazza San Francesco, realizzazio- la Val di Chiana o Cassia (Ponti di Arezzo-Biffa di Chiusi per ne di strade funzionali ai progetti di saturazione edilizia su Marciano, Monte San Savino, Lucignano, Foiano, Sinalunga, maglia ortogonale. Il nuovo assetto urbano ebbe fulcro in Montepulciano); Arezzo-Siena (Firenze-Arezzo con prosegui- piazza Guido Monaco, cerniera fra città antica e moderna. mento per Ponti di Arezzo, Monte San Savino, Palazzuolo); Vennero attuati il completamento di via de’ Bacci e la nuova Siena-Cortona o delle Vallesi (Siena-Rapolano, Ponti di Cor- barriera daziaria in fondo a Borgo Maestro/Corso Vittorio tona sul Canale, Camucia); Arezzo-Levane (Arezzo-Chiani, Emanuele. Il nuovo piano regolatore (1893) provvide ad Bastardo, Ponticino); Traversa Sinalunga-Castiglion Fioren- ultimare via Petrarca e a realizzare strade secondo un siste- tino (Sinalunga per Lucignano, Foiano, ponti di Cortona sul ma a scacchiera. Una fase di più accentuata espansione si Canale, Brolio); Traversa Chiusi-Città della Pieve (Chiusi per verificò nel Ventennio, con proseguo delle operazioni in via le Torri del Beccati); Lauretana (Ponte di Taverne d’Arbia o Guido Monaco e adattamento di Piazza Grande. Via Arezzo-Siena per Sinalunga, Torrita, ponte di Valiano sul Il successivo piano regolatore (1935) comportò la trasfor- Canale, Camucia). mazione radicale della struttura urbana, con apertura di via Importanti motori di sviluppo furono le ferrovie: la prima della Minerva (da piazza Sant’Agostino a Porta Colcitrone) e Firenze-Arezzo-Roma (anni ’60 del XIX secolo); il breve trat- dei viali Littorio/Matteotti e Re/Buozzi nella parte orientale, to da Terontola Stazione a Chiusi-Orte (1875); Siena-Chiusi sistemazione del rettifilo vie Petrarca-Roma-Crispi, abbatti- collegata alla Firenze-Arezzo-Roma (1859-62); Arezzo-Sina- mento delle mura tra la barriera Vittorio Emanuele e i ba- lunga (1930). luardi di San Bernardo e San Giusto, espansione della città La crescita della valle è dimostrata dall’incremento demo- in pianura e urbanizzazione della collina di Poggio del Sole. grafico e dalle opere di riqualificazione urbana della seconda Arezzo aveva mantenuto fino ad allora i caratteri di città pre- metà del XIX secolo (ospedali, asili, scuole), nonché dalle industriale, anche se ai primi del secolo si era localizzato a nuove case coloniche e civili sorte sui ripiani fluvio-lacustri sud lo stabilimento di costruzioni ferroviarie Fabbricone. e in pianura, soprattutto in corrispondenza di stazioni ferro- Riguardo ai processi territorial, dal 1816, operò, alle dipen- viarie e strade importanti. denze di Fossombroni, Alessandro Manetti, che dal 1838 Se si esclude Arezzo, il maggiore sviluppo urbanistico-eco- divenne il nuovo Soprintendente. Si rinunciò a dare alla nomico del primo Novecento riguarda i Bagni di Chianciano valle la pendenza programmata da Fossombroni, e per far oggi Chianciano Terme, piccolo centro cresciuto in età lore- defluire le acque furono costruiti due canali paralleli, Allac- nese intorno alle sue terme, che dal 1919 in poi si ingrandì cianti di Destra e di Sinistra, e venne sbassata la Chiusa per iniziative pubbliche e private, diventando una delle più Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione dei Monaci. I lavori furono ultimati in età unitaria dal Genio frequentate stazioni idrominerali italiane. Tra le due guerre Civile ma già negli ultimi decenni del Granducato la bonifica era costituita da una trentina di alberghi e pensioni presso era ad uno stadio avanzato. Tra Otto e Novecento, oltre al gli stabilimenti di acque solfato-calciche, salutari per la cal- proseguimento delle colmate, venne completato l’Allaccian- colosi epatica e biliare (Acqua Santa e di Sillene). Nei primi te di Sinistra (ove confluiva quello di Destra) con sfociatura anni ’70, Chianciano Terme contava 231 alberghi e pensioni a Porto a Cesa; fu costruito il ponte-canale dello Strozzo; fu e 219 affittacamere con un complesso di 14.000 letti, con scavato il canale Vingone per le acque dei Rii Castiglionesi; attività terziarie e servizi vari, adeguati a una cittadina di venne allargata la sezione del Canale da Porto a Cesa alla quasi 5500 persone che quadruplicava la propria popolazio- Chiusa dei Monaci; la Foenna fu portata a sboccare più a ne nella stagione termale. nord nell’Allacciante di Sinistra. Tra le due guerre, venne L’altra stazione termale, San Casciano dei Bagni, non ha deciso di rinunciare alla colmata dei laghi di Montepulciano avuto la stessa crescita demografica e urbanistica. In età e Chiusi e ad ogni cambiamento dei corsi d’acqua tributari contemporanea, nonostante abbondanza e qualità delle ac- o emissari. que, non riuscì a decollare: mancavano alberghi, strutture Il territorio nella carta dell’Inghirami (1830). Scala 1:1.000.000 p. 14 piana di arezzo e val di chiana per ospitalità e servizi che connotavano i principali centri nel 1931 e 141.058 nel 1951 (culmine). La disgregazione e abbandoni di molti fabbricati colonici e di qualche fattoria termali. Le terme vennero migliorate prima della grande della mezzadria ridusse, nel 1971, gli abitanti a 117.642, per (specialmente nelle aree meno interessanti per valori pa- guerra, intorno al 1930 e dopo l’ultimo conflitto, con il pe- migrazioni ad Arezzo, Siena e nei centri esterni. Contempo- esistici, come le pianeggianti), molti dei quali in stato di sante rifacimento del Portico Grande. Il piccolo centro man- raneamente, Arezzo è accresciuta dai 66.511 del 1951 agli avanzato degrado. tenne caratteri di semplicità, con un paio di stabilimenti che 87.330 abitanti del 1971. funzionavano grazie al termalismo assistito. Una svolta radi- Fino alla metà del XX secolo la valle espresse caratteri ru- cale si è avuta a fine Novecento, con il completo rifacimento rali, con mancanza quasi assoluta di industrie. Gli storici dello stabilimento principale – già in parte rinnovato negli centri d’altura, anche quelli con caratteri sociali prettamente anni ’80 – e la creazione del Centro Termale Fonteverde, urbani, non erano stati in grado di trasformarsi in poli di inaugurato nel 2001: una struttura turistico-termale di pre- industrializzazione, e nel fondovalle non si erano registrate stigio anche internazionale, con gestione pubblico-privata. gemmazioni urbane, al di là dei borghi cresciuti intorno alle Ad Arezzo, le dinamiche urbanistiche della seconda metà stazioni (Camucia, Chiusi Scalo, Terontola Stazione e Mon- del XX secolo, dopo gli anni del recupero della parte pros- tepulciano Stazione), con crescite moderate di Sinalunga, sima alla ferrovia e al Fabbricone (piano di ricostruzione Torrita, Chiusi e soprattutto Chianciano, ove negli anni della del 1948), devastata durante l’ultima guerra, ripresero negli crisi demografica (1951-71) la stazione termale passò da anni ’50. L’espansione si orientò a sud-est nella piana, verso 4548 a 6788 abitanti. Da allora, i capoluoghi sono stati inte- la Val di Chiana, con un’edilizia residenziale densa di tipo ressati da espansioni edilizie, dallo sviluppo di attività indu- popolare. Con il forte esodo dalle campagne (anni ’60-’70) striali e terziarie e del turismo d’arte, di cultura, antiquariato la città crebbe a macchia d’olio (salvo ad est-nordest), lungo e enogastronomico, con nuovi centri commerciali di massa. gli assi viari storici, con fagocitazione dei piccoli aggregati. L’elemento territoriale che forse più colpisce è il carattere di Il processo di industrializzazione approfittò della costruzione regione policentrica: tante città storiche, con architetture, nei primi anni ’60 dell’Autosole e della realizzazione del rac- opere d’arte, memorie ed identità culturali. In crescita an- cordo-tangenziale, dove si localizzarono attività industriali che il turismo rurale e l’agriturismo – con larga presenza di e commerciali. Il piano urbanistico del 1965-69 non riuscì stranieri – nei centri storici e nelle aziende agricole. a controllare la crescita edilizia, tanto che il tessuto urbano Dagli anni ’70, la popolazione evidenzia un moderato accre- è frammentario e costruito per parti separate. Pure il piano scimento (da 120.762 nel 1981 a 132.028 nel 2010), che del 1987 ha tentato inutilmente di ricucire tale tessuto con interessa Civitella, Castiglion Fiorentino, Foiano, Marciano, la saturazione delle aree vuote o dismesse all’interno della Monte San Savino, Sinalunga e Torrita, mentre gli altri co- città. Se alla fine degli anni ‘50 Arezzo si configurava ormai muni sono stazionari. Arezzo è rimasta statica tra i primi in due parti distinte – la città antica nella collina e la parte anni ’80 e 2000 ed è tornata ad accrescersi nell’ultimo de- recente nella pianura oltre la ferrovia –, con la tangenziale cennio: da 91.589 del 2001 a 100.212 nel 2010. la città appare suddivisa in tre parti: quella storica e di- Recentemente, si sono sviluppati i settori secondario e ter- rezionale dilatata in senso est-ovest; quella racchiusa tra ziario. La valle ha maturato – sia pure con difficoltà – carat- la ferrovia e il cosiddetto ‘manubrio’ tangenziale; quella in teri di industrializzazione, grazie anche alla rete stradale e direzione sud. I vari quartieri – in particolare i più recenti – ferroviaria (Autostrada del Sole, superstrade Siena-Bettolle risultano scarsamente integrati tra loro e con la città storica, per Arezzo e Bettolle-Perugia, ferrovia dorsale italiana Bolo- oltre talvolta a mancare di servizi, verde, viabilità e trasporti gna-Firenze-Arezzo-Roma ad Alta Velocità, ferrovie secon- pubblici. La frammentazione del tessuto urbano è aggravata darie Siena-Chiusi Stazione con diramazione da Sinalunga dalla mancanza di un baricentro, con il trasferimento delle per Arezzo e Terontola Stazione-Perugia-Orte) e anche per funzioni terziarie e direzionali via via alle zone esterne. effetto del decentramento produttivo del sistema industriale Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione Nell’area chianina, negli anni ’50-‘70 era in atto un processo di Arezzo, a partire dalle industrie orafa, dell’abbigliamento di riorganizzazione dell’agricoltura, con imprese capitalisti- e della moda. che e aziende a conduzione diretta che si sostituivano ai Con la riconversione è nata un’agricoltura industrializzata poderi mezzadrili. Nel 1951 la popolazione delle case isolate basata su colture specializzate, anche irrigue (grazie alla ammontava a circa il 55% e gli attivi del settore primario a costruzione di invasi lacustri) – cereali e foraggi per alleva- 2.2 circa il 70%. L’incremento demografico era stato continuo da mento di suini e bovini di razza chianina (dal 1984 tutelata metà del XVIII fino ai primi anni ’50 del XX secolo: se esclu- da marchio di qualità 5R), tabacco e barbabietola da zuc- diamo Arezzo (pure in forte crescita: da 17.750 del 1745 a chero, vivai e frutteti – oltre che su viticoltura e olivicoltura 30.029 del 1833, a 47.504 del 1911 e a 56.976 del 1931), di qualità. La crescita viticola ha investito il territorio di Mon- la popolazione passò dai 58.333 abitanti del 1745 a 93.628 tepulciano, con presenza di cantine private e cooperative. Al abitanti nel 1833, a 99.779 nel 1851, a 121.299 nel 1911. cambiamento del paesaggio agrario tradizionale (scompar- Tra Otto e Novecento, la crescita rallentò: 128.801 unità sa della coltivazione promiscua) si abbinano trasformazioni p. 15 piana di arezzo e val di chiana

Caratteri del paesaggio Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

scala originale 1:50.000

p. 16 piana di arezzo e val di chiana legenda Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

2.3

p. 17 piana di arezzo e val di chiana Il potere persino visionario che il paesaggio toscano e le nari. A ogni nuova svolta della strada, lo spettacolo cambia: portico e colombaia, che sintetizzano al meglio l’eleganza 2.4 Iconografia del paesaggio sue città giocano sull’immaginario straniero si deduce bene ecco la città, […] ecco soprattutto l’orizzonte che si dispiega toscana: un’eleganza sempre funzionale allo scopo per cui da un passo dei taccuini giovanili di Albert Camus, che ci nello splendore del tramonto. I campi striati da mille pic- l’oggetto è stato costruito. interessa per il punto di partenza e il mezzo di locomozione coli canali, da file di olmi simmetrici, fanno di questa ricca Un altro punto d’osservazione perfetto doveva essere Arez- prescelto: “Ma alla fine dei miei giorni vorrei rifare a piedi, Valdichiana un’immensa scacchiera le cui linee si avvicina- zo, che ritroviamo tanto asciutta e turrita entro le mura sacco in spalla, la strada da Monte San Savino a Siena, no fino a confondersi in lontananza e dove alcune fattorie quanto cinta da coltivatissimi campi nell’affresco di Benoz- costeggiare quella campagna d’olive e d’uve, di cui risento sembrano dei cubi grigi”. In effetti molti tra gli stranieri di zo Gozzoli ben visibile a Montefalco: l’articolazione degli l’odore, vedere allora sorgere Siena nel tramonto coi suoi passaggio per la valle ne annotavano la fertilità, tanto più se Appennini alla spalle con la vasta piana che si allarga ai minareti, come una Costantinopoli di perfezione, arrivarci a conoscenza della magistrale opera di bonifica granducale piedi della città di pietra è un marchio da difendere, anche di notte, senza denaro e solo, dormire vicino a una fontana “[i toscani] sono riusciti a contenere l’Arno, a prosciugare la quando lo sguardo ipermisurato di Francesco Fontani li- ed essere il primo sulla piazza del Campo in forma di palma, Valdichiana e a fare della valle del Serchio un florido giardi- vellerà i monti a colli, esaltando la fertilità di una campagna come una mano che offre ciò che l’uomo, dopo la Grecia, ha no”, scriveva ammirato Maurice Hewlett nel 1904). Ancora ‘da passeggio’. E un altro ancora, Montepulciano: “Nel corso fatto di più grande”. Se prima di entrare nel senese giriamo oggi puntellano la valle le case ‘leopoldine’, munite di loggia, dell’ascesa, a intervalli, l’occhio è affascinato dalle vedute i tacchi verso Arezzo, da Monte San Savino ci s’inoltra nella Val di Chiana, una vasta pianura alluvionale che di olio e vino si vanta tutt’ora, e che si possiede con lo sguardo da alcuni panoramici e celebri forti. Se la veduta del Trasime- no con sfora le odierne amministrative divisioni, è pur difficile resistere a questa insolita visione che il Beato Angelico concepì lì dove la visse, a Cortona, e dove resta oggi la pala stupenda in cui la pose. René Schneider, in visita a Cortona nel 1905, così descrive la sua salita sulla rocca, a un centinaio d’anni da un’assonante ve- duta di John Smith: “Ci sono tre quarti d’ora di ascensione lenta, piena di curve, fra campi coltivati, muri di fattorie, Beato Angelico, Visitazione, dalla predella dell’Annunciazione, Francesco Fontani, Veduta della Val di Chiana, da Viaggio pittorico della To- Francesco Fontani, Veduta della città di Arezzo, da Viaggio pittorico della 1430.ca, Cortona, Museo Diocesano ville custodite da un picchetto di cipressi, dritti come legio- scana [Disegni di J. e A. Terreni], Tofani e Compagno, Firenze, 1801-1803 Toscana [Disegni di J. e A. Terreni], Tofani e Compagno, Firenze, 1801-1803 Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

p. 18 Beato Angelico, Visitazione, dalla predella dell’Annunciazione, 1430.ca, Cortona, Museo Diocesano, particolare Benozzo Gozzoli, San Francesco scaccia i demoni da Arezzo, 1452, Montefalco, Chiesa di San Francesco, Cappella del Coro piana di arezzo e val di chiana di nord est sulla Valdichiana, verso Cortona, il Trasimeno, Chiusi; del sud e dell’ovest sul monte Cetona, Radicofani, il monte Amiata, la valle dell’Ombrone e il contado senese. […] ci trovammo a duemila piedi sul mare. Si tratta della ve- duta più bella di quelle di cui ho goduto, Toscana compresa, ricca di viste panoramiche che danno su tratti di terra intes- suti della storia del mondo”. Per John Addington Symonds, che nel 1874 saliva euforico a Montepulciano, l’incantesimo della vista superba che gli si apriva davanti era composto da vari fattori: per primo, “l’immenso spazio che ci circonda, [..] uno spazio che include catene di monti lontani, simili a nuvole, e i cristalli degli Appennini azzurri come il cielo; John Smith, Cortona, da Italian scenery. To the Queen’s most excellent majesty this collection of select views in , London 1817 che circoscrive paesaggi di raffinata amabilità dei dettagli, sempre vari, sempre contrassegnati da elementi di speci- fico interesse dove possono indugiare l’occhio e la memo- ria”; per secondo, i vari elementi naturali: laghi colline città dai nomi antichi nel nome di un’unica armonia. Scrive: “Là infatti s’estende il Trasimeno ornato d’isole e di cittadelle nella caligine mattutina che ancora sogna dello scontro fra Romani e Cartaginesi. Là c’è anche il lago di Chiusi, posto come un gioiello sotto boscose colline che nascondono la polvere di una nazione toscana defunta. I flutti dell’Arno provengono da molto, molto lontano, da dove Arezzo giace fra le pieghe di nude montagne. Laggiù ai nostri piedi scorre il più copioso affluente del Tevere, la Chiana. E laggiù c’è il Pittore toscano, Veduta di Montepulciano, inizio Seicento, Montepulciano, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio canale che unisce le loro sorgenti nella palude che Leonar- Mario Vellani Marchi, Colli di Montepulciano, 1937 do avrebbe voluto prosciugare. Monte Cetona è quell’altura che leva l’ispida sagoma dai dintorni di Chiusi. E là si leva interesse è inoltre la ricerca del profilo inconfondibile della Radicofani, nido rapace di una congrega di briganti. Più in là città nella sistemazione della massa costruita in controluce il monte Amiata distende le lunghe linee dell’antico vulcano; rispetto al fondo. Un dato di stile, questo, che ci riporta ai i fianchi rigonfi della montagna che degradano dolcemente modellini lignei della città che i santi patroni offrivano per la dalla vetta incappucciata di nubi hanno il colore rugginoso benedizione alla Vergine o al Cristo, che resiste nella resa dei boschi autunnali di querce e castagni”. Con gli occhi del- simbolica della città turrita in molti quattrocentisti toscani e lo scrittore, ripercorriamo l’orizzonte soffermandoci sulle vie che rinasce, dando forza a uno stereotipo tanto più potente di fuga, sulle relazioni con altri paesaggi vicini, sulla scan- quanto più reale, nelle cartoline a cavallo del secolo scor- sione degli elementi che ci porta a immaginare cosa c’è al di so. Al punto che, a differenza di Joseph Pennell, Arthur là della valle, del monte, del colle. In Colli di Montepulciano Bowen Davies può intitolare la sua veduta toscana Una (1937), Mario Vellani Marchi ferma uno scorcio qualsiasi città italiana su una collina senza nemmeno premurarsi di Arthur Bowen Davies, Una città italiana su una collina, 1925.ca, tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana, senza emergenze rico- offrirne le coordinate: ciò che conta è il sistema perfetto tra New York, The Metropolitan Museum of Art noscibili come potrebbero essere i borghi turriti sui poggi o cittadella, campi coltivati e lontananze azzurre a rompere la Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia il profilo maestoso dell’Amiata. Tarata sul modello dei colli monotonia. addomesticati fiorentini, questa veduta quasi ci restituisce la voce di Adington Symonds, fondata com’è sul dato reale della lontananza progressiva delle colline, in primo piano trattenute dagli ulivi e dai pagliai e poi in fuga, come un 2.4 mare ondulato, senza mai trovar pace, tra calanchi e torren- ti, biancane e verdissimi campi, boschi di lecci e castagni e pianure. Nella seicentesca Veduta di Montepulciano, invece, il paesaggio è ‘araldico’: perfettamente leggibile il sistema complesso e variato del contado fuori le mura, articolato in poderi, monasteri e ville padronali, e reso percorribile dalla Joseph Pennell, Veduta di Torrita, Firenze, Uffizi, rete viaria che conduce alle porte della città. Di particolare Gabinetto Disegni e Stampe p. 19 piana di arezzo e val di chiana

p. 20 ambito 15 piana di arezzo e val di chiana

Invarianti strutturali 3 piana di arezzo e val di chiana Descrizione strutturale 3.1 I caratteri idro-geo-morfologici La Val di Chiana La Val di Chiana e il bacino di Arezzo sono due segmenti dei bacini idrografici e dei intermedi di un lungo allineamento di depressioni tettoniche sistemi morfogenetici ad andamento appenninico, che comprende il Mugello, il Valdarno di Sopra, il Casentino e la Val di Paglia – Tevere. I confini naturali sono rappresentati a ovest dall’estremi- tà meridionale del Chianti e dall’antica catena Rapolano – Monte Cetona, e ad est dal massiccio dell’Alpe di Poti. La struttura della Val di Chiana è il risultato di una lunga sto- ria di accumulo di sedimenti; la fase marina pliocenica è te- stimoniata dalle aree di Collina dei bacini neo-quaternari: ad argille dominanti, nella zona centrale di Farneta e a valle di Torrita, a litologie alternate nella zona di Torrita ed alla base del fianco occidentale e a sabbie dominanti lungo lo stesso fianco e, dove la valle si restringe, nella zona di Chiusi. La fase continentale pleistocenica si riflette nelle estese aree di Margine, in gran parte Margine inferiore, e di Alta pianura. La fase storica, che ha visto l’instaurarsi di un complesso di specchi d’acqua e paludi, è testimoniata dai sedimenti alluvionali, in parte determinati dall’azione dell’uomo, della Pianura bonificata per diversione e colmata, sistema di cui le parti basse della Val di Chiana rappresentano l’archetipo. I sistemi insediativi e rurali di questa parte dell’ambito re- La Collina dei bacini neo-quaternari ad argille dominanti nei pressi di Cignano (Foto Pablo S. 61 - Licenza CC BY-SA) gistrano la parte più recente di questa storia. Lo sviluppo La colmata di Brolio in Val di Chiana (Foto R. Rossi - Licenza CC BY-ND) della palude, legato a deformazioni tettoniche che hanno disintegrato l’antico drenaggio orientato al Tevere ed alle volta separato dal Valdarno di Sopra dalla soglia di Pieve a I rilievi indecisioni delle varie entità politiche, spinse le popolazioni Maiano, prosecuzione di quella di Chianni. In seguito all’in- La complessità della storia geologica dell’area, specchio del- a reinsediarsi sui rilievi della Collina dei bacini e del Margine. staurarsi dell’Arno moderno, in rapido abbassamento in la complessità dell’Appennino e della Toscana, è ben esem- Qui si sono sviluppati ricchi paesaggi, differenziati secondo questa parte, il bacino di Arezzo ha assunto la posizione di plificata dall’estrema asimmetria tra i rilievi che ne costitui- le classiche tendenze che vedono, dai sistemi a suoli più una piana sospesa, solcata da strette incisioni; se l’Arno ha scono i limiti naturali. argillosi verso quelli a suoli più permeabili: l’aumento della creato un modesto Fondovalle, il Canale Maestro di Chia- A est, l’Alpe di Poti costituisce un imponente e compatto complessità della maglia agraria, che diviene più fitta, e la na e i corsi minori scorrono in incisioni nette, esumando i sistema di Montagna silicoclastica, fortemente dominante crescente frequenza dell’olivo, qui in condizioni climatiche sedimenti lacustri. L’età molto recente della transizione da sui bacini depressi. Due caratteri di questo sono evidenti: ideali per la produzione. Gli insediamenti aumentano di fre- riempimento ad erosione è peraltro visibile nella struttura il primo è la perfezione del carattere angolare del reticolo quenza e importanza, fino ai grandi insediamenti storici di della piana. La superficie principale, che ha natura di Margi- idrografico, costruito da giunzioni ad angolo retto; il secon- Montepulciano, Chianciano, Foiano e Chiusi, posti su som- ne inferiore, è interrotta da numerosi affioramenti di Unità do è la transizione tra Montagna e Pianura. Questa vede il I paesaggi della Collina dei bacini neo-quaternari a litologie alternate presso il Lago di San Casciano (Foto G. Ghilardi - Licenza CC BY-ND) mità della Collina dei bacini neo-quaternari a sabbie domi- Toscane che formano piccoli nuclei di Collina a versanti dol- passaggio brusco dalla Montagna alla Collina a versanti dolci Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri nanti. ci, tra cui quello ove sorge il nucleo storico di Arezzo. Verso sulle Unità Toscane, senza mediazione di Collina a versanti Il paesaggio della pianura si sviluppa attorno al sistema di la base dei rilievi, i depositi pleistocenici sono invece coperti ripidi. La Collina a versanti dolci, sui cui si originano Cortona bonifica, che testimonia l’opera, maestosa, di inversione da depositi recenti dei torrenti minori, che formano un’este- e Castiglion Fiorentino, si prolunga poi in una serie di fram- dell’idrografia nel suo rapporto contrastante con il reticolo sa fascia di Alta pianura. Entrambe queste caratteristiche menti isolati, “annegati” nell’imponente sistema sedimen- naturale; quest’ultimo, infatti, è visibilmente ancora gerar- indicano un processo di riempimento progressivo, ancora tario del bacino di Arezzo e del bordo orientale della Val di chizzato secondo la direzione sud, per cui la rete antropica attivo alla base dei rilievi. All’estremità nord-occidentale, Chiana. Queste evidenze indicano un forte sollevamento re- è costruita in modo da raccoglierne tutte le acque e avviarle si affermano i caratteri che saranno tipici del Valdarno di cente del nucleo montano, i cui effetti il reticolo idrografico verso nord. Sopra, con importanti superfici di Margine al di sotto delle non ha ancora iniziato a smussare, che ha separato il nucleo quali i sedimenti del ciclo del Valdarno sono erosi a formare stesso da una serie di blocchi ribassati, in parte sommersi Il bacino di Arezzo un sistema di Collina dei bacini neo-quaternari a litologie dalla forte produzione di sedimenti, provocata dal solleva- La soglia di Chianni, parte del sistema della Collina a ver- alternate. mento stesso e ancora attiva. Il risultato è un paesaggio santi dolci sulle Unità Toscane, separa la Val di Chiana dal- fortemente strutturato su piani ben differenziati. Panorama delle colline attorno a Chiusi la Piana di Arezzo (tecnicamente, bacino di Arezzo), a sua p. 22 (Foto Prof. Quatermass - Licenza BY-SA) Ad ovest, la natura delle forme è completamente diversa. piana di arezzo e val di chiana La catena Rapolano – Monte Cetona mostra infatti, caso non molto comune in Toscana, i caratteri di una catena “an- ziana”. Nonostante la sua importanza strutturale, infatti, la catena ha natura quasi interamente di Collina, con la sola eccezione della Montagna calcarea del Monte Cetona. Que- sta è costituita da formazioni che si trovano alla base della Serie Toscana, cioè più antiche di quelle che, dirimpettaie, svettano sull’Alpe di Poti. Le stesse formazioni si ritrovano nella Collina calcarea che corona il Monte Cetona e spunta in frammenti sparsi lungo la catena. La parte più meridionale, più evidente, è completata da affioramenti di Collina sulle Unità Liguri, sia a versanti dolci che a versanti ripidi. Questo La Piana di Arezzo e i rilievi circostanti, visti da Croce di Lignano nucleo roccioso è però stretto d’assedio, e nella parte set- (Foto MaSoft - Licenza CC BY-NC-ND) tentrionale in gran misura coperto, dai depositi pliocenici e quaternari. In questa posizione di orlo del bacino, i depositi si organizzano principalmente nei sistemi della Collina dei bacini neo-quaternari a sabbie dominanti e della Collina su depositi neo-quaternari a livelli resistenti, dove la presenza di travertini crea il grande terrazzo di Sarteano. Solo verso nord, la catena diviene più compatta, e si articola in un mosaico dei classici tipi collinari sulle Unità Toscane, la cui variante a versanti dolci ospita Lucignano e Sinalunga. Entrambi i centri sorgono su situazioni particolari; il primo utilizza un frammento di Unità Liguri affiorante all’estremità di un crinale di Unità Toscane, prima che questo scompaia La collina calcarea di Montefollonico Ponte a Buriano e l’Alpe di Catenaia: fondovalle, alta pianura e paesaggi collinari e montani nei pressi di Arezzo (photo © Andrea Barghi/VARDA) sotto i depositi di Margine; la seconda sorge su un sottile (Foto Edisonblus - Licenza CC BY-SA) velo di sabbie plioceniche steso sulle Unità Toscane. En- trambi i centri rappresentano dunque veri e propri luoghi di confine della struttura profonda del territorio. Un tratto significativo di Collina a versanti ripidi sulle Unità Liguri, at- traversato da un passo ove sorge Civitella in Val di Chiana, completa la parte collinare dell’ambito.

Dinamiche di trasformazione La storia della Val di Chiana subisce un netto cambiamento con la bonifica; tra gli altri effetti, questa ha restituito la valle ad una funzione primaria nei sistemi di comunicazione, facendola divenire la grande arteria nord-sud dell’Italia Cen- I versanti orientali del Monte Cetona trale. Questa nuova funzione ha profondamente mutato il (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena) paesaggio dell’ambito, con processi che perdurano e che si Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri sono ripercossi anche nell’ambito Valdarno di Sopra. Le in- fluenze dominanti sono la creazione di un nuovo paesaggio agrario, “moderno” nel sistema specializzato di seminativi e nell’infrastruttura tecnologica della bonifica, e la completa riorganizzazione del sistema insediativo, ancora pienamente in corso e accompagnata da grandi interventi infrastruttu- rali. Il cambiamento in corso dei sistemi di comunicazione .1 ha causato importanti dinamiche di dispersione urbanistica, 3 particolarmente evidenti nel bacino di Arezzo, e un generale elevato livello di consumo di suolo. Una modifica recente dei paesaggi collinari è l’introduzione Castello di Montecchio in Valdichiana tra margine inferiore, collina toscana morbida e montagna silicoclastica della coltura viticola, legata a progressi tecnologici della col- Il borgo di Sarteano sulla Collina su depositi neo-quaternari (photo © Andrea Barghi/VARDA a livelli resistenti (Foto A. Michael - Licenza CC BY-SA) p. 23 piana di arezzo e val di chiana

PIANURE e Sistemi morfogenetici FONDOVALLE Alta pianura (ALP)

Fondovalle (FON)

Forme: Conoidi attive, terrazzi fluviali bassi Litologia: Alluvioni recenti; travertini olocenici Suoli: Suoli a tessiture Forme: Piane di fondovalle sabbiose, o ricchi di scheletro, Litologia: Depositi alluvionali calcarei vari Suoli: Suoli poco evoluti, ge- neralmente calcarei, profondi, spesso con limitato drenaggio

MARGINE Pianura bonificata per diversione e colmate (PBC)

Margine Inferiore (MARi) Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Forme: Pianura da avulsione artificiale e colmata, basso terrazzo antropogenico Litologia: Depositi alluvionali fini Suoli: Suoli poco evoluti, mal Forme: Conoidi e terrazzi flu- drenati in profondità, tessitura viali intermedi, dune antiche fine, spesso limosa Litologia: Depositi tardo- pleistocenici terrazzati Suoli: Suoli evoluti, tessiture varie

scala originale 1:50.000

p. 24 piana di arezzo e val di chiana

Collina dei bacini neo- COLLINA MONTAGNA quaternari, litologie Collina a versanti dolci Collina a versanti dolci Margine (MAR) alternate (CBAt) sulle Unità Liguri (CLVd) sulle Unità Toscane (CTVd)

Collina sui depositi neo- quaternari con livelli resistenti (CBLr) Montagna silicoclastica (MOS)

Forme: Conoidi e terrazzi Forme: Modellamento erosivo Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; fluviali alti, con scarpate intenso, rari ripiani sommitali intenso, rari ripiani sommitali versanti complessi, fortemente rilevanti residuali, versanti ripidi con residuali, versanti ripidi con antropizzati Litologia: Depositi movimenti di massa (balze e movimenti di massa (balze e Litologia: Unità della Falda pleistocenici terrazzati, da calanchi) Forme: Ripiani sommitali, calanchi) Toscana, miste o a dominante medi a grossolani Litologia: Alternanze di depo- versanti con tratti ripidi Litologia: Alternanze di depo- silicoclastica Forme: Versanti rettilinei, Suoli: Suoli molto evoluti, siti neo-quaternari diversi e andamenti complessi siti neo-quaternari diversi Suoli: Suoli da sottili a ripidi, aggradati; aree in DGPV granulometria da media a Suoli: Suoli dei sistemi a sab- controllati dalla litologia Suoli: Suoli dei sistemi a sab- mediamente profondi, con versanti meno ripidi, grossolana, acidi bie e argille dominanti Litologia: Depositi neo- bie e argille dominanti tendenzialmente acidi a complessi quaternari con presenza di tessiture sabbioso-fini Litologia: Flysch arenacei litologie resistenti (calcareniti, delle Unità Toscane e, conglomerati, calcari subordinatamente, delle Unità continentali, piroclastiti) Liguri; Pseudo-macigno del Suoli: Suoli profondi, ben basamento paleozoico drenati, con tessiture e Suoli: Presenza di regolite composizione controllati dalla profondo e grossolano, litologia, spesso molto evoluti anche su versanti ripidi; suoli sui ripiani sommitali profondi, sabbiosi, acidi

COLLINA DEI BACINI Collina dei bacini neo- Collina calcarea (Cca) NEO-QUATERNARI quaternari, sabbie Collina a versanti ripidi Collina a versanti ripidi dominanti (CBSa) sulle Unità Liguri (CLVr) sulle Unità Toscane (CTVr) Montagna calcarea (MOC)

Collina dei bacini neo- quaternari, argille dominanti (CBAg)

Forme: Versanti convessi e Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri forme carsiche, comprendenti Forme: Rari ripiani sommi- ampie conche Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; Forme: Versanti ripidi; forme tali, versanti brevi, ripidi, valli Litologia: Calcari delle Unità intenso, rari ripiani sommitali versanti ripidi, lineari e carsiche, anche ipogee minori a fondo piatto Toscane, e delle Unità Liguri residuali, versanti ripidi con aggradati Litologia: Calcari metamorfici Litologia: Sabbie neo-quater- quando dominanti; inclusioni di movimenti di massa (balze e Litologia: Formazioni del basamento paleozoico; narie dominanti diaspri e radiolariti della Falda calanchi) arenacee della Falda Toscana, calcari e calcareniti delle Unità Forme: Modellamento erosivo Suoli: Suoli a tessiture Toscana Litologia: Alternanze di depo- dominanti Toscane; calcari delle Unità intenso; movimenti di massa, sabbioso-fini; ben drenati, Suoli: Suoli argillosi, ben siti neo-quaternari diversi Suoli: Presenza di regolite Liguri, quando dominanti calanchi e biancane spesso calcarei drenati; profondi e acidi sulle Suoli: Suoli dei sistemi a sab- profondo e grossolano, Suoli: Copertura pedologica Litologia: Argille neo- grandi forme carsiche, sottili e bie e argille dominanti anche su versanti ripidi; suoli discontinua, in genere sottile quaternarie dominanti pietrosi sui versanti, profondi e profondi, sabbiosi, acidi Suoli: Suoli argillosi poco ricchi di scheletro alla base dei .1 evoluti e Vertisuoli versanti 3

Depressioni Affioramenti tettono- di rocce carsiche Ofiolitiche

p. 25 piana di arezzo e val di chiana tura e della vinificazione che hanno reso possibile la filiera più aperti della Toscana, con visuali fortemente influenzate in condizioni storicamente svantaggiate dal punto di vista dalle asimmetrie dei rilievi e posizioni di grande dominanza climatico e sospinta dalla dinamiche di mercato. percettiva lungo il margine orientale, tra le quali il nodo rappresentato da Cortona. Valori L’area comprende al suo interno numerosi geositi, aree pro- L’ambito potrebbe essere descritto come un paesaggio d’ac- tette delle riserve provinciali e siti di importanza regionale. qua. Oltre alla bonifica che, per magnitudine, carattere in- Nelle aree preappenniniche i siti di interesse sono quelli del novativo e importanza storica è una delle grandi bonifiche Monte Dogana, delle Brughiere delle Alpi di Poti, del Bosco del mondo, esiste un altro piano idraulico, meno visibile ma di Sargiano (interessante formazione forestale di rovere) e altrettanto importante. Le modeste aree calcaree dei rilievi del Monte di Ginezzo. Gli ambienti di brughiera sono di gran- occidentali rappresentano infatti solo la punta di un iceberg, de importanza per l’avifauna. Un’area montana di interesse rappresentato dalle grandi masse dei calcari toscani che, in regionale è quella del Monte Cetona dove faggete calcicole, Panorama della Val di Chiana dalle colline di Chianciano Terme (Foto AndreaAngeli80 - Licenza CC BY-SA) questo ambito, si trovano poco sotto la superficie. Coperte boschi di tiglio e aceri sono ben conservati, alternandosi da sedimenti in buona parte permeabili, queste masse co- con pascoli abbandonati ricchi di orchidee. La pianura ospita stituiscono un acquifero di grande estensione, ancora poco due aree di grande interesse naturalistico centrate sui laghi conosciuto e utilizzato ma sicuramente fondamentale per il di Montepulciano e di Chiusi. futuro. Le acque di percolazione attraverso le coperture per- I geositi sono di interesse pedologico, nel caso dei paleo- meabili sono sfruttate fin dall’epoca classica attraverso si- suoli del Pleistocene, geologico-stratigrafico nei sedimenti stemi di gallerie filtranti, pozzi, cisterne e acquedotti sotter- del Lago di Montepulciano, negli affioramenti di Macigno ranei di cui abbiamo testimonianze presso Chiusi (“Labirinto a Castellina e Montione, geomorfologico nella scarpata di di Porsenna” nel sottosuolo del centro storico) e Sinalunga travertino di Belverde, nella Grotta Lattaia e nei pianalti di (acquedotto sotterraneo di Sinalunga). Case al Cincio e Pieve a Maiano, idrogeologico nella sor- Dal punto di vista visivo, l’ambito offre una notevole e strut- gente minerale di Lodola e in quella dell’acqua acidula di turata associazione di paesaggi di pianura, collinari e mon- Montione. Le sorgenti geotermali sono molto diffuse sui ri- tani, che si articola lungo l’intero asse delle depressioni e I cunicoli di Chiusi: il Labirinto di Porsenna scavato al piani travertinosi e calcarei nell’area sud-ovest dell’ambito: La scarpata di travertino di Belverde contatto tra le sabbie e arenarie gialle e i conglomerati (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena nei loro rapporti con i rilievi. Si tratta di uno dei paesaggi (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena) da citare le sorgenti di Acqua Santa e di Sillene a Chianciano Terme, la sorgente delle Canalette a Sarteano e quelle nu- merose nei dintorni di S. Casciano dei Bagni. La Collina e la Montagna calcarea sono interessate da intensi fenomeni di carsismo, sia epigeo che ipogeo. Le aree di maggior in- teresse sono quelle di Monte Follonico, dei Poggiardelli e di Poggio Bacherina, con le sue doline e grotte, ma quella che manifesta fenomeni più evidenti è quella del Monte Cetona con le sue 51 grotte, 40 doline e depressioni a trincea chi- lometriche.

Criticità La risorsa idrica dell’ambito è tanto notevole quanto vulne- La grotta Lattaia (Foto Archivio Geositi Provincia di Siena) rabile. La scarsa profondità dei corpi principali, le coperture Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri permeabili, l’espansione degli insediamenti, ed in parte l’a- gricoltura intensiva se non condotta secondo buone prati- che agronomico-colturali, rappresentano rischi concreti di impoverimento e, soprattutto, di inquinamento. Il sistema delle acque superficiali è altrettanto critico, poiché le aree di valore rappresentate dai laghi di Montepulciano e Chiusi si trovano al “fondo” di un sistema di drenaggio artificiale che serve aree di agricoltura intensiva e di forte dinamica insediativa. Ne risultano rischi presenti di interrimento, in- quinamento ed eutrofizzazione delle acque, che possono compromettere la stabilità di questi valori. Varie aree pre- sentano un concreto rischio idraulico, dovuto alla naturale Grotte della Ghianda nell’area carsica del M. Cetona (Foto Archivio Geositi La nuova Gora di raccolta delle acque termali di Sarteano (Foto Archivio Galleria dell’acquedotto sotterraneo di Sinalunga (Foto Archivio Geositi marginalità del drenaggio, alla presenza di aree di Collina p. 26 Provincia di Siena) Geositi Provincia di Siena) Provincia di Siena) piana di arezzo e val di chiana dei bacini con forti produzioni di deflussi e carico solido, alle dinamiche specifiche del margine montano orientale. Qui, i bassi tempi di corrivazione e la tendenza aggradante dei corsi d’acqua all’uscita dai sistemi montuosi, pure se per- meabili, creano rischi idraulici concreti per l’area urbana di Arezzo e altre aree minori. La tendenza ad un forte grado di occupazione ed impermeabilizzazione del suolo aggrava tut- ti questi rischi, così come la densità delle opere infrastrut- turali, con i loro effetti idrologici. Nei sistemi di Collina dei bacini neo-quaternari, queste dinamiche trovano l’inevitabi- le controparte nel rischio di erosione del suolo, accentuato dall’intensità dell’agricoltura. I paesaggi più decisamente collinari e montani hanno visto invece importanti dinamiche di abbandono, accentuate dalla riorganizzazione del sistema insediativo. Le zone montane presentano condizioni favore- voli per i castagneti, oggi in stato di abbandono. L’estrazio- ne di inerti nella piana di Arezzo, e anche in Val di Chiana ha inciso molto sul paesaggio; sono presenti cave attive a sud di Castiglion Fiorentino e presso Chianciano terme e Chiusi. Nel territorio comunale di Chiusi è in atto una tendenza alla riapertura di cave di pietrisco, soprattutto nelle aree arche- ologiche etrusche di Poggio Gaiella e della Pania, con un conseguente impatto paesaggistico. Gli eventi franosi si ma- nifestano sulle colline che circondano Arezzo, in alcune aree delle montagne preappenniniche e sulle colline del bacino intorno Montepulciano. Rilievi soggetti a fenomeni di DGPV sono localizzati in prossimità di Montepulciano. Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

3.1

p. 27 piana di arezzo e val di chiana Carta di sintesi dei valori idro-geo-morfologici Carta di sintesi delle criticità idro-geo-morfologiche

Supporto di paesaggi naturali, agrari e insediativi di Consumo di suolo con rischio di impoverimento e Ricarica di acquiferi critici Alta produzione di deflussi, instabilità dei versanti valore inquinamento degli acquiferi Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Supporto di paesaggi naturali di valore e Alta produzione di deflussi, rischio di erosione del Rischio di impoverimento e/o contaminazione di Alta produttività agricola assorbimento di deflussi superficiali suolo e presenza di calanchi obliterati acquiferi sensibili

Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, Rischio di deflussi inquinati verso le aree umide, Rischio di impoverimento e contaminazione di Alta produttività agricola e ricarica di acquiferi critici assorbimento di deflussi superficiali aggravato dal consumo di suolo acquiferi sensibili a causa dell’attività estrattiva

Rischio strutturale di esondazione; consumo di suolo Supporto di paesaggi naturali di valore; ricarica di Rischio di impoverimento e/o contaminazione di Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore con rischio di impoverimento e inquinamento degli acquiferi critici acquiferi sensibili e rischio di erosione del suolo acquiferi

p. 28 piana di arezzo e val di chiana Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

3.1

p. 29 piana di arezzo e val di chiana Descrizione strutturale da caccia, a corpi d’acqua per usi irrigui o a ex siti estratti- no del T. Paglia (colture cerealicole). 3.2 I caratteri ecosistemici Il territorio dell’ambito si sviluppa attorno al vasto sistema vi/industriali. Tra questi ultimi emerge la zona umida dello Pur nel contesto di forti elementi di criticità (legati in parti- del paesaggio di pianura alluvionale della Val di Chiana, a sviluppo nord- Zuccherificio di Castiglione Fiorentino, di elevato interesse colare all’inquinamento delle acque, alla pressione venato- sud, con bassi rilievi collinari pliocenici in esso frammentati. naturalistico e legata al processo industriale dell’impianto, ria e agricola), gli importanti Laghi di Chiusi e Montepulcia- Tale sistema si caratterizza per una estesa matrice agrico- a rischio di scomparsa con la dismissione dell’impianto e il no sono stati interessati da dinamiche di conservazione e la intensiva con monocoltura cerealicola prevalente, per il successivo abbandono della gestione idraulica. di valorizzazione naturalistica, legate alla istituzione di Aree denso reticolo idrografico e per gli intensi processi- diur I processi di artificializzazione della pianura e lo sviluppo di protette e Siti Natura 2000 di rilevanza regionale (che han- banizzazione e di infrastrutturazione nella sua porzione più attività agricole e zootecniche intensive hanno in parte con- no interessato anche il Lago di Penna). settentrionale. dizionato la qualità degli ecosistemi fluviali e delle acque, Dopo un abbandono diffuso dei boschi verificatosi nel do- I limiti estremi di tale sistema sono delimitati dal Lago di con l’individuazione della Val di Chiana come la più estesa poguerra, nell’ultimo ventennio le utilizzazioni forestali sono Penna a nord e dai Laghi di Chiusi e Montepulciano a sud, a zona vulnerabile da nitrati della Toscana. riprese con maggiore intensità, soprattutto nelle proprietà costituire rilevanti eccellenze naturalistiche e paesaggistiche Il paesaggio agricolo collinare è stato sostanzialmente in- private, per effetto concomitante della maggior richiesta (interne ad Aree Protette e a Siti Natura 2000). teressato da dinamiche conservative, con la presenza della sul mercato di biomassa a scopo energetico, della maggior La media e alta Val di Chiana é circondata dai rilievi arena- tipica fascia pedecollinare olivata e terrazzata (soprattutto quantità di legname presente e, infine, della disponibilità di cei dei Monti di Civitella Val di Chiana, dall’Alpe di Poti e dai nella zona di Cortona, Castiglion Fiorentino e Civitella Val di manodopera a basso costo. A fronte di utilizzazioni periodi- Monti Dogana e Ginezzo, caratterizzati da agroecosistemi Chiana) e con estesi paesaggi agropastorali tradizionali nel che nelle proprietà private, si contrappone una gestione più terrazzati pedecollinari, con predominante coltura dell’olivo, settore dell’ambito interno alla Val d’Orcia. conservativa nell’ambito del patrimonio agricolo-forestale da matrici forestali di sclerofille e latifoglie termofile e da Dinamiche opposte hanno comunque interessato anche il regionale e nel sistema delle Riserve Naturali (anche con estesi mosaici di praterie e arbusteti di elevato interesse paesaggio collinare, con processi di abbandono delle attività la istituzione dell’importante Riserva provinciale di Pietra- naturalistico. pascolive o delle tradizionali attività di gestione della lande porciana). Tra le altre dinamiche in atto nell’ambito sono da Più a sud, gli estesi sistemi collinari e alto collinari pliocenici (ericeti, ginestreti e calluneti), all’Alpe di Poti, nei Monti Gi- segnalare i tagli periodici della vegetazione ripariale a fini di Montepulciano e Chianciano Terme ospitano mosaici di nezzo e Dogana, sul Monte Cetona o nei rilievi di Civitella idraulici, l’elevata diffusione dei robinieti (soprattutto negli ambienti agricoli e aree forestali collinari, da cui emergono V.di Chiana. ambienti ripariali), la diffusione di degli incendi in alcuni set- i rilievi calcarei del Monte Cetona e di Pietraporciana, con Processi di intensificazione delle attività agricole hanno in- tori (rilievi di Cortona e Castiglion Fiorentino), l’abbandono Matrice forestale nel versante settentrionale del Monte Cetona (cerrete, importanti ambienti forestali mesofili e relittuali habitat pra- vece interessato le colline di Montepulciano, di Gracciano o dei relittuali castagneti da frutto e l’isolamento dei residuali boschi mesofili e faggete), nell’ambito del Sito Natura 2000 (foto M. Giunti, archivio NEMO) tivi e rupestri. di Petraia (vigneti specializzati) e le colline situate nel baci- nuclei boscati negli ambienti collinari (ad es. il Bosco di ro- La porzione di ambito interna alla confinante Val d’Orcia (bacino del Torrente Paglia) è altresì dominata da un va- sto paesaggio agropastorale tradizionale, attraversato da importanti ecosistemi fluviali, in cui emergono le caratte- ristiche emergenze geomorfologiche e naturalistiche delle biancane e delle crete.

Dinamiche di trasformazione Per l’ambito le dinamiche di trasformazione più significative sono legate ai processi di artificializzazione e di urbanizza- zione della pianura di Arezzo e dell’alta Val di Chiana, e alla presenza di una agricoltura intensiva e di colture cerealicole Relittuali castagneti nei versanti settentrionali dei rilievi presso Civitella Val di Chiana (foto L. Lombardi, archivio NEMO) nella pianura alluvionale della Val di Chiana. Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri La parte settentrionale della Val di Chiana e la pianura cir- costante Arezzo ha infatti visto un notevole sviluppo resi- denziale e delle zone industriali/commerciali, con dinamiche spesso legate alla presenza di assi stradali in uscita radiale dal Capoluogo e con un complementare sviluppo di attività estrattive di materiale alluvionale (Piana di Quarata), in par- te poi abbandonate. La forte vocazione agricola e zootecnica della pianura allu- vionale ha visto l’affermarsi delle colture cerealicole e dei frutteti specializzati (soprattutto nella zona di Tegoleto), de- gli allevamenti suinicoli e avicoli, in un territorio di pianura caratterizzato anche dalla elevata densità del reticolo idro- Colline di Sarteano, con caratteristici mosaici di aree forestali, seminativi e Boschi di sclerofille e latifoglie termofile nei versanti meridionali del Monte Lignano (matrice forestale ad elevata connettività), con fascia pedecollinare grafico minore e delle piccole aree umide legate a laghetti p. 30 prati pascolo, nodo degli agroecosistemi (foto M. Giunti, archivio NEMO) caratterizzata da oliveti terrazzati; nodo degli agroecosistemi (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) piana di arezzo e val di chiana vere del Convento di Sargiano) e nelle zone di pianura.

Valori Ecosistemi forestali Gli ecosistemi forestali costituiscono la componente carat- teristica dei rilievi che fanno da corona alla vasta pianura alluvionale della Val di Chiana, con la netta prevalenza dei boschi di latifoglie termofile (cerrete e querceti di roverel- la), ma anche con importanti presenze di boschi mesofili montani o planiziali. In particolare i boschi si estendono sui rilievi a sud-est di Arezzo al confine con l’Umbria (versanti dell’Alpe di Poti e dei Monti Dogana e Ginezzo), o a interes- sare la lunga catena di bassi rilievi situati tra Civitella Val di Chiana e il Monte Cetona, quale spartiacque con l’adiacente Valdorcia. In tale contesto le formazioni forestali più mature e mesofile risultano interne ai nodi primari della rete ecologica, con particolare riferimento all’Alpe di Poti e al sistema montuoso Dogana-Ginezzo, ove sono presenti castagneti, boschi misti mesofili e impianti di conifere. Relittuali, ma importanti bo- schi mesofili di faggio, sono presenti in un piccolo nucleo nel versante settentrionale del Monte Cetona, ma soprattutto nel versante settentrionale del Poggio di Pietraporciana, ove si localizza un interessante e ben conservato bosco vetu- Faggeta relitta di Pietraporciana, già Riserva Naturale e Patrimonio agrico- sto di faggio (matura fustaia su suolo calcareo), classificato lo e forestale regionale (La Foce-Cetona), quale nodo forestale seconda- Pianura agricola presso Vitiano, con seminativi e alberi camporili (Matrice agroecosistemica di pianura della rete ecologica) rio della Rete ecologica (foto M. Giunti, archivio NEMO) come nodo forestale secondario della rete ecologica, e in- (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) terno alla Riserva Naturale Provinciale “Pietraporciana” e al patrimonio agricolo-forestale “La Foce – Cetona”. na e Cetona, spesso caratterizzati da ontanete ripariali. Tali formazioni risultano in gran parte attribuibili al target Boschi ripariali e palustri (quest’ultimi presenti anche nelle regionale delle Foreste di latifoglie mesofile e abetine, as- anse del Lago di San Casciano) dell’ambito sono in gran sieme ai piccoli nuclei di castagno presenti nei rilievi di Civi- parte attribuibili agli ulteriori due target forestali della Stra- tella Val di Chiana, presso Palazzuolo e Trequanda. tegia regionale della biodiversità. Gran parte delle superfici forestali dell’ambito sono attribu- I relittuali boschi planiziali sono in gran parte attribuiti agli ite alla componente di matrice forestale ad elevata connet- elementi forestali isolati della rete ecologica, significativa- tività della rete ecologica, con prevalenza di cerrete, quer- mente ancora presenti, anche se spesso misti con rimbo- ceti di roverella e secondariamente di boschi di sclerofille e schimenti, nella pianura agricola tra Tegoleto e il torrente rimboschimenti, in gran parte attribuibili al target regionale Esse, o tra Castiglion Fiorentino e Brolio. Pianura interna di Badia al Pino con agroecosistemi tradizionali ad elevata delle Foreste e macchie alte a dominanza di sclerofille sem- Relittuali ambienti pascolivi di pianura e pedecollinari in loc. La Pievuccia, presenza di siepi, filari alberati, boschetti e alberi camporili (grandi quer- preverdi e latifoglie termofile. ce), quale nodo della rete ecologica (foto L. Lombardi, archivio NEMO) Ecosistemi agropastorali nella Valle del Bigurro (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) Oltre ai boschi dei nodi primari emergono i boschi di tiglio Il paesaggio agricolo della Val di Chiana si caratterizza per la Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri e aceri del Monte Cetona, già fitocenosi “Acereti del Monte presenza di vaste pianure alluvionali interessate da coltiva- Cetona”, i boschi planiziali a farnia dei versanti settentrionali zioni intensive di seminativi e colture arboree (in particolare della Riserva Naturale “Ponte a Buriano e Penna”, il bosco frutteti specializzati), da versanti collinari a dominanza di di rovere di Sargiano, presso Arezzo, già ANPIL, Sito Natura seminativi e vigneti e da una tipica fascia collinare e pede- 2000 e fitocenosi del Bosco di rovere del Convento di Sar- montana con oliveti terrazzati. giano, i boschi palustri dei laghi di Chiusi e Montepulciano, Questa ultima componente, assieme ai mosaici di semina- e le caratteristiche formazioni ripariali arboree, con partico- tivi e prati pascolo della porzione meridionale dell’ambito, .2 lare riferimento al corso del Fiume Arno, al primo tratto del interna alla Valdorcia, costituiscono i nodi degli ecosistemi 3 Canale Maestro della Chiana e del torrente Castro (a ovest agropastorali di maggiore valore naturalistico. di Arezzo), e ai numerosi torrenti quali Cerfone, Nestore, Al vasto nodo della Valdorcia, caratterizzato anche dalla ele- Arbusteti e lande post incendio (habitat di interesse comunitario) nei ver- Niccone, Astrone, Rigo, Paglia, alto corso dell’Orcia e ai nu- vata densità di biancane e crete (tra San Casciano dei Bagni Poggio del Sarto, presso Civitella Val di Chiana, con arbusteti (ericeti, cal- santi dei Poggi dominanti sul Santuario della Madonna del Bagno, presso merosi torrenti e rii minori dei rilievi tra Civitella Val di Chia- luneti, ginepreti) di ricolonizzazione su ex pascoli e prati secondari, mosaici Castiglion Fiorentino (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) e il torrente Rigo), si uniscono in particolare i nodi costituiti con habitat di interesse comunitario (foto L. Lombardi, archivio NEMO) p. 31 piana di arezzo e val di chiana Densità delle specie di interesse Densità degli habitat di interesse Aree protette e Sistema Natura 2000 conservazionistico conservazionistico

Paesaggio agricolo collinare a dominanza di oliveti terrazzati e non, resso Ciggiano, nodo degli agroecosistemi (foto L. Lombardi, archivio NEMO)

dalla fasce pedecollinari olivate e terrazzate tra Arezzo, Ca- Ecosistemi fluviali e aree umide boschetti igrofili, una elevata presenza di habitat dulcacqui- zuccherificio di Castiglione Fiorentino (zona umida derivante stiglione Fiorentino e Cortona, e di Civitella Val di Chiana, La rete ecologica regionale individua il reticolo idrografico, gli coli di interesse comunitario, numerose specie vegetali igro- da ex invasi artificiali associati a stabilimenti industriali per oltre a nuclei diffusi nelle matrici agricole nei rilievi tra Mon- ecosistemi fluviali, la vegetazione ripariale, come elementi file rare in toscana (ad esempio l’unica stazione in toscana la lavorazione della barbabietola da zucchero). Quest’ultima te San Savino e Cetona e a nord di Arezzo. di una complessiva rete ecologica di elevato valore natura- di Hippuris vulgaris al Lago di Chiusi, oltre a Utricularia vul- area è interessata dalla presenza di specchi d’acqua e for- I nodi degli agroecosistemi, assieme agli agroecosistemi listico e funzionale. A tale sistema è associato il target degli garis, Hottonia palustris, Vallisneria spiralis, Trapa natans, mazioni palustri erbacee e arboree quale importante sito di frammentati attivi o in abbandono e agli altri elementi non ecosistemi fluviali presente nell’ambito con importanti valori Nymphoides peltata) e una importante fauna ittica. sosta per l’avifauna acquatica, ospitando numerose specie agricoli mosaicati con essi (biancane e piccoli nuclei boscati) naturalistici, spesso legati al reticolo idrografico minore. I due laghi costituiscono un complesso unitario quale im- nidificanti, anche di interesse comunitario, e rappresentan- costituiscono complessivamente le Aree agricole di alto va- Il corso del Fiume Arno, nella parte settentrionale dell’ambi- portante area di sosta, nidificazione e svernamento per do l’unico sito di nidificazione del Cavaliere d’Italia in Pro- lore naturale (High Nature Value Farmland HNVF) quale im- to, ma soprattutto il Canale Maestro della Chiana e il denso numerose specie ornitiche legate agli specchi d’acqua e vincia di Arezzo. portante target della Strategia regionale per la biodiversità. reticolo di canali di pianura caratterizza fortemente il pae- agli ambienti palustri. Tra queste sono da segnalare, ad Nell’ambito della rete ecologica gli altri elementi del pae- saggio fluviale di fondovalle, anche se con ecosistemi fluviali esempio, la moretta tabaccata (Aythya nyroca) nidificante Ecosistemi arbustivi e macchie saggio agricolo sono riconducibili alla matrice agroecosiste- spesso alterati, con la riduzione delle fasce ripariali e la non a Montepulciano, oltre all’importante presenza di garzaie in Relativamente al ruolo funzionale degli arbusteti e delle mica collinare, alla matrice agroecosistemica di pianura e di ottimale qualità delle acque. entrambe le aree. macchie, queste tipologie sono state inserite nell’ambito pianura urbanizzata, quest’ultima concentrata in particolare Ecosistemi fluviali di interesse naturalistico sono presenti Tra le principali aree umide dell’ambito emerge anche la della rete degli ecosistemi forestali (in particolare le mac- nella pianura di Arezzo e tra questa e Badia al Pino. nel tratto di Fiume Arno interno alla Riserva Naturale e Sito vasta area palustre di Ponte a Buriano, situata alla con- chie quali stadi di degradazione forestale) e degli ecosiste- Gli elementi agricoli a maggiore artificializzazione e minore Natura 2000 “Ponte a Buriano e Penna” e nel suo tratto a fluenza tra il fiume Arno e il Canale Maestro della Chiana, mi agropastorali (in particolare gli arbusteti quali stadi di permeabilità ecologica sono rappresentati dagli agroecosi- monte, e nel tratto di Canale Maestro della Chiana tra la con vasti canneti, magnocariceti e boschi igrofili che, assie- ricolonizzazione di ex coltivi e pascoli). Ciò consente una stemi intensivi, particolarmente presenti nell’ambito con i confluenza nell’Arno e l’abitato di Chiani. me allo specchio d’acqua, costituiscono un’area di elevato migliore lettura dei processi dinamici in atto nel paesaggio frutteti (soprattutto nella pianura di Civitella Val di Chiana) Importanti ecosistemi fluviali sono presenti lungo i torrenti interesse naturalistico e area di sosta per numerose specie forestale e agropastorale, pur mantenendo la lettura del va- e i vigneti specializzati. Cerfone e Nestore, tra l’Alpe di Poti e il Monte Dogana, negli di avifauna acquatica. Per il suo complessivo valore conser- lore naturalistico legato a tali formazioni, spesso presenti in Gli Ambienti aperti montani e alto-collinari con praterie pri- alti corsi dei torrenti Lota, Leprone ed Esse (nei versan- vazionistico l’area è stata interessata dalla istituzione della mosaici con le aree aperte o quelle forestali. Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri marie e secondarie (target della strategia regionale per la ti di Civitella Val di Chiana), nei torrenti Foenna, Astrone Riserva Naturale provinciale Ponte a Buriano e Penna e di Tale ecosistema è inserito nel target regionale delle Mac- biodiversità) sono presenti in modo relittuale nell’ambito, e Fossalto e nei corsi d’acqua della Val d’Orcia quali l’alto un Sito Natura 2000. chie basse, stadi di degradazione arbustiva, garighe e prati con particolare riferimento alle ridotte superfici prative in corso del torrente Tresa, Rigo, Elvella, Paglia e l’alto corso La pianura alluvionale della Val di Chiana presenta inoltre xerici e temporanei. Si tratta in gran parte di formazioni mosaico con le lande e brughiere dei rilievi situati a nord- dell’Orcia. numerosissime e piccole aree umide artificiali, quali laghetti secondarie di degradazione della vegetazione forestale di est della Val di Chiana (Alpe di Poti, Monte Ginezzo e Monte Al denso reticolo idrografico della Valdichiana è associata la da caccia, ex siti estrattivi di materiale alluvionale o ex aree latifoglie o di ricolonizzazione di ex coltivi e pascoli, ampia- Dogana) e alle praterie arbustate dei rilievi di Civitella Val presenza di numerose aree umide, naturali e artificiali, alcu- industriali, censite nell’ambito del Progetto “Carta della Na- mente presenti nei settori collinari e montani dell’ambito (in di Chiana e della zona del Monte Cetona, anche con pre- ne delle quali di elevato interesse conservazionistico. tura” della Provincia di Arezzo. particolare nel settore nord orientale). senza di habitat prativi di interesse comunitario. Tra queste Tra queste emergono in particolare i Laghi di Montepulciano Tra queste sono da evidenziare la Colmata di Brolio (pianu- Tra gli elementi di maggiore interesse naturalistico legati a sono in particolare interesse le formazioni prative su suoli (Riserva Naturale Provinciale e Sito Natura 2000) e di Chiusi ra di bonifica con vegetazione palustre nel denso reticolo tali ecosistemi emergono le formazioni arbustive (lande e calcarei, come sul Monte Cetona, per le quali sono state (ANPIL e Sito Natura 2000), al limite meridionale dell’ambito, idrografico, con laghetti di caccia di interesse avifaunistico), brughiere) presenti su diversi poggi e versanti silicei dell’Al- individuate le Fitocenosi rupestri calcicole del versante Sud che costituiscono alcune delle principali eccellenze regionali le zone umide situate tra il Lago di Chiusi e quello di Mon- pe di Poti, del Monte Dogana e del Monte Ginezzo. Si trat- del Monte Cetona. per gli ecosistemi lacustri e palustri. Entrambi ospitano vasti tepulciano (colmata Il Granocchiaio e adiacente canale), le ta di estesi arbusteti a dominanza di scopa Erica scoparia, p. 32 specchi d’acqua, con estesi canneti, cariceti, prati umidi e ex cave allagate della pianura di Arezzo e le vasche dell’ ex ginestra dei carbonai Cytisus scoparius e calluna Calluna piana di arezzo e val di chiana vulgaris, a costituire un habitat di interesse comunitario, in mosaico con praterie aride, di elevato interesse avifaunisti- co ove si localizzano numerose specie rare e minacciate (in particolare la magnanina Sylvia undata). Per l’elevato interesse naturalistico di tali formazioni arbu- stive e dei popolamenti avifaunistici a esse legate, il sistema di rilievi in oggetto è inserito nell’ambito di tre Siti Natura 2000. Arbusteti di ricolonizzazione di ex pascoli si localizzano an- che nei rilievi di Civitella Val di Chiana o del Monte Cetona e nelle colline plioceniche tra San Casciano dei Bagni e Celle sul Rigo, a costituire mosaici di elevato interesse naturalisti- co insieme alle biancane, ai calanchi e al sistema di pascoli e seminativi.

Ecosistemi rupestri e calanchivi Gli ecosistemi rupestri costituiscono una presenza assai sporadica nell’ambito; risultano presenti solo in alcuni setto- ri montani e in mosaico con le formazioni prative aride o gli arbusteti, come ad esempio sul Monte Cetona (formazioni rupestri calcicole con praterie aride). Molto più rilevante è la presenza degli ambienti calanchivi, delle crete e biancane, assenti dalla Val di Chiana ma am-

Ex laghetto collinare ad uso agricolo rinaturalizzato e trasformato in un piamente presenti nel settore dell’ambito interno alla Val biotopo palustre con interessanti popolamenti anfibi e di flora igrofila, nei d’Orcia, a sud del Monte Cetona e tra San Casciano dei versanti collinari dell’alto bacino del Torrente Esse, Loc. Vaiano Zona umida delle ex vasche dello zuccherificio di Castiglion Fiorentino, importante area di interesse avifaunistico (foto L. Lombardi, archivio NEMO) Bagni e il torrente Rigo. (foto A. Chiti-Batelli, archivio) L’ambito presenta anche importanti risorse e habitat geo- termali (ad esempio a Chiancianto Terme e a San Casciano dei Bagni) e importanti ambienti carsici epigei ed ipogei (in particolare nella zona del Monte Cetona).

Aree di valore conservazionistico Gli ecosistemi lacustri e palustri, le lande e brughiere, i re- littuali habitat forestali mesofili costituiscono le principali emergenze naturalistiche della Val di Chiana, a cui si asso- ciano gli agroecosistemi tradizionali e le emergenze delle

Piccola zona umida nella pianura della Val di Chiana, presso Ponte a Cesa. La crete e biancane per il settore della Valdorcia meridionale. presenza di numerosi piccoli laghetti e zone umide (laghetti da caccia, corpi In particolare emergono la complessiva zona dei laghi di d’acqua a uso irriguo o ex cave), e il denso reticolo idrografico aumenta il valore Chiusi e Montepulciano (Aree protette e Siti Natura 2000), naturalistico della matrice agricola di pianura (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) i rilievi nord-orientali dell’ambito con le importanti lande e Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri brughiere dell’Alpe di Poti e dei Monti Ginezzo e Dogana (già Siti Natura 2000), la Riserva Naturale Provinciale e Sito Na- tura 2000 “Ponte a Buriano e Penna”, con l’importante zona palustre e, più a sud, i rilievi calcarei di Pietraporciana (con l’importante bosco di faggio interno alla Riserva Naturale Provinciale Pietraporciana) e del Monte Cetona (boschi me- sofili, praterie calcaree e complessi carsici epigei ed ipogei .2 interni al Sito Natura 2000) e i vasti paesaggi agropastorali 3 tradizionali della bassa Val d’Orcia, mosaicati con le emer- genze geomorfologiche delle biancane e crete. Riserva Naturale Provinciale Lago di Montepulciano, già Sito Natura 2000, Per l’elevata concentrazione di specie di interesse conserva- una delle principali eccellenze naturalistiche del territorio della Val di zionistico emerge anche la pianura tra Montagnano e Foia- Mosaici di praterie secondarie e ginestreti (habitat di interesse comunitario di valore avifaunistico) sul Monte Ginezzo, già Sito Natura 2000, elemento Chiana (foto L. Lombardi, archivio NEMO) degli agroecosistemi frammentati in abbandono (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) p. 33 piana di arezzo e val di chiana no della Chiana, con elevata densità del reticolo idrografico collegamento tra Arezzo, Castiglion Fiorentino e Cortona e aree agricole circostanti, con forte trasporto solido verso gli e piccoli specchi d’acqua (Colmate di Brolio). nei paesaggi collinari circostanti i centri abitati più estesi ecosistemi lacustri e loro veloce interrimento. (Montepulciano, Chianciano terme e Sarteano). Tali criticità incidono anche sulle numerose e piccole aree Criticità Nell’ambito della pianura, ma anche in alcuni settori collina- umide della Val di Chiana, sui relittuali habitat igrofili pre- Le maggiori criticità dell’ambito sono legate ai processi di ri, la presenza di forme di agricoltura intensiva contribuisce senti nel reticolo idrografico e sugli ecosistemi fluviali prin- artificializzazione delle pianure alluvionali, con fenomeni di al grado di artificializzazione del paesaggio, a cui localmente cipali (con una non ottimale qualità delle acque anche per urbanizzazione e di consumo di suolo, in ambiti caratterizza- si associa anche lo sviluppo del settore fotovoltaico. inquinamento di origine civile e industriale), a cui si asso- ti anche dalla presenza di monocolture agricole con scarsa Pur costituendo un elemento caratteristico del paesaggio ciano criticità legate alla presenza di attività venatorie e alla presenza di dotazioni ecologiche. locale, le colture cerealicole e l’agricoltura intensiva risul- non ottimale gestione dei livelli idrici,. Quest’ultima criticità Nella pianura e nei suoi primi elementi collinari, tali dina- tano critiche rispetto alle componenti naturalistiche, con la risulta particolarmente rilevante per le vasche dell’ex zuc- miche comportano la perdita di ambienti agricoli, l’elevata riduzione dell’eterogeneità dell’ecomosaico agricolo, l’elimi- cherificio di Castiglion Fiorentino dopo la chiusura dello sta- frammentazione degli ecosistemi forestali relittuali, e una Ecosistema fluviale del torrente Lota, in Comune di Civitella Val di Chiana, nazione di siepi, filari alberati e boschetti, e una forte pres- bilimento, ma anche per gli ecosistemi lacustri e palustri con habitat e specie vegetali igrofile e fauna ittica e anfibia forte pressione e alterazione sul reticolo idrografico, sulla (foto L. Lombardi, archivio NEMO) sione sulle risorse idriche superficiali e profonde, in una della Riserva Naturale di Ponte a Buriano e Penna (situati a qualità delle acque e sulle importanti aree umide. zona classificata come vulnerabile da nitrati a causa dell’in- monte della diga della Penna). I processi di urbanizzazione e consumo di suolo agricolo quinamento da composti azotati derivanti da fonti agricole Per gli ambienti umidi altre criticità sono legate alla eleva- costituiscono un elemento di criticità soprattutto nella pia- e zootecniche. ta presenza di specie vegetali e animali aliene e invasive, nura di Arezzo e nell’alta Val di Chiana, con uno sviluppo Nella porzione di ambito interna alla Valdorcia la conser- con alterazione della ittiofauna e degli habitat igrofili, e alla dell’edificato residenziale e industriale/commerciale spesso vazione delle caratteristiche emergenze geomorfologiche e pressione venatoria nel Lago di Chiusi. associato al denso reticolo di infrastrutture stradali. naturalistiche delle crete e delle biancane presenta elementi Per le formazioni forestali le criticità sono legate alla presen- Particolarmente intenso risulta il tasso di urbanizzazione di criticità negli opposti fenomeni di evoluzione della vege- za di un patrimonio boschivo, in parte povero dal punto di nella pianura tra Arezzo e il Canale Maestro della Chiana tazione e di ampliamento delle colture cerealicole. vista qualitativo, che nelle proprietà private risulta sovente (con prevalenza di zone industriali), associato alla elevata La presenza di agricoltura intensiva nelle aree circostanti e non condotto secondo i criteri della gestione forestale so- densità delle infrastrutture lineari (raccordo autostradale, l’inquinamento delle acque costituiscono alcune delle prin- stenibile. Tale criticità risulta particolarmente significativa se SR 69, SP 21 e linee ferroviarie), con forte riduzione del cipali criticità per le importanti Aree protette e Siti Natura interessa relittuali ambienti forestali mesofili di pregio, come caratteristico paesaggio agricolo di pianura e alterazione del 2000 del Lago di Montepulciano e del Lago di Chiusi, a cui nel caso delle faggete relittuali e le cerrete mesofile del M.te Monocoltura cerealicola nei rilievi collinari tra Montecchio e Cignano, matrice reticolo idrografico, con tendenza alla saldatura dell’urba- agricola collinare (foto A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) si associano anche i fenomeni di erosione del suolo nelle Cetona. A tali criticità si associano anche i tagli periodici del- nizzato in direzione di Battifolle (lungo il raccordo autostra- dale e la SP21) e in direzione dell’Indicatore (con nuove zone industriali in corso di realizzazione). A nord di Arezzo i processi di urbanizzazione seguono lo svi- luppo dei principali assi stradali, con particolare riferimento alla SP1, alla SR 71 e alla SP44, in una pianura caratteriz- zata anche dall’edificato residenziale sparso e dalla elevata densità dei siti estrattivi attivi o abbandonati (Pianura di Quarata). Nella parte settentrionale della Val di Chiana, intensi pro- cessi di urbanizzazione del paesaggio agricolo sono in atto nel triangolo Badia al Pino – Tegoleto – Pieve al Toppo, con elevata densità delle infrastrutture stradali, presenza di Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri zone industriali, e con la tendenza alla saldatura delle aree urbanizzate in direzione di San Zeno e del Canale Maestro della Chiana, area di pianura già interessata dalla realizza- zione di zone industriali lungo gli assi stradali E78 e SS73. Tra le altre aree critiche per i processi di urbanizzazione di della pianura, con consumo di suolo agricolo ed effetto di barriera ecologica, sono da citare la zona tra Sinalunga, Bettolle e Torrite di Siena (con sviluppo lungo gli assi SS326 e SP37) e la zona di Chiusi Scalo. Processi di consumo di suolo agricolo, di frammentazione e di accentuazione dell’effetto barriera tra gli ecosistemi planiziali e quelli collinari, si realizzano lungo gli assi stra- Canale Maestro della Chiana in loc. ponte della SS 73 (Pieve al Toppo) con Agricoltura intensiva con monocoltura oleaginosa nella pianura della Val di Chiana sponde interessate da vegetazione antropofila di degradazione a rovi e robi- dali pedecollinari, con particolare riferimento alla SR 71, di (foto L. Lombardi, archivio NEMO) p. 34 nia e con isolate specie arboree igrofile (foto L. Lombardi, archivio NEMO) piana di arezzo e val di chiana la vegetazione ripariale a fini idraulici effettuati senza un’op- portuna programmazione, l’elevata diffusione dei robinieti (negli ambienti ripariali), il rischio di incendi (rilievi di Corto- na e Castiglion Fiorentino) e l’isolamento dei relittuali nuclei boscati negli ambienti collinari (ad es. il Bosco di rovere del Convento di Sargiano) e nelle zone di pianura. In ambito montano o alto collinare negativi risultano i pro- cessi di abbandono delle attività pascolive e delle tradizio- nali attività di gestione della lande (ericeti, ginestreti e cal- luneti), con particolare riferimento all’Alpe di Poti e ai Monti Ginezzo e Dogana (anche con diffusione spontanea di coni- fere), con conseguente sviluppo della vegetazione arbustiva e/o arborea soprattutto nelle importanti praterie calcicole del Monte Cetona e la di perdita degli ambienti pascolivi nelle colline della Val d’Orcia. Tra le aree critiche per la funzionalità della rete ecologica sono state individuate le seguenti: • pianura tra Arezzo e Badia al Pino: con intensi processi di urbanizzazione e consumo di suolo agricolo, elevata azione di barriera ecologica e alterazione degli ecosistemi lacustri e fluviali; • pianura circostante i laghi di Montepulciano e Chiusi: con processi di intensificazione delle attività agricole ed inqui- namento delle acque. Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

3.2

p. 35 piana di arezzo e val di chiana legenda Rete degli ecosistemi Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

scala originale 1:50.000

p. 36 piana di arezzo e val di chiana Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

3.2

p. 37 piana di arezzo e val di chiana Estratto della carta dei morfotipi insediativi 3.3 Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali

Arezzo e l’Alpe di Poti (photo © Andrea Barghi/VARDA)

Castiglion Fiorentino (Foto di Fabrizio Farsetti – www.panoramio.com) Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

scala originale 1:250.000

p. 38 Valdichiana (photo © Andrea Barghi/VARDA) piana di arezzo e val di chiana 1. MORFOTIPO INSEDIATIVO URBANO Descrizione strutturale POLICENTRICO DELLE GRANDI PIANE La struttura insediativa è caratterizzata prevalentemente dal ALLUVIONALI morfotipo n.1. “Morfotipo insediativo urbano policentrico delle grandi piane alluvionali (Articolazione territoriale 1-5 Sistema insediativo di tipo plani- Arezzo e Val di Chiana). ziale caratterizzato da un’elevata densità edilizia e infrastrutturale Si tratta di un sistema planiziale di valle che connette i due e dalla dominanza della cultura bacini idrografici dell’Arno e del Tevere, tramite il Canale urbana su quella rurale che ha storicamente rivestito un ruolo di Maestro della Val di Chiana, che dal sec. XVIII drena la valle integrazione dell’economia urba- seguendo il percorso dell’antico fiume Clanis, ma in senso na. La posizione strategica me- diana rispetto ai principali assi di inverso per esigenze di bonifica: da sud a nord, procedendo collegamento regionale ed extra- quasi rettilineo dai laghi di Chiusi e Montepulciano fino alla regionale colloca il sistema in- sediativo al centro di una rete di Chiusa dei Monaci nei pressi di Arezzo, da dove assume un relazioni complesse in cui la sca- corso meno artificializzato, immettendosi nell’Arno al Ponte la locale e quella sovra-locale si a Buriano. sovrappongono. Il centro storico di Arezzo, di matrice etrusca, racchiuso en- ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 1.5 tro le mura medicee, si colloca in posizione sopraelevata e decentrata, su una piccola collina ai piedi della catena appenninica dell’Alpe di Poti, a dominio della piana agricola in cui confluiscono i bacini idrografici dell’Arno e del Canale Maestro. Si tratta di un crocevia di grandi collegamenti stra- # Corridoio infrastrutturale dali di origine romana e medievale (nonché ferroviari e flu- della val di Chiana # Sistema reticolare di pianura della val di Chiana viali,) che lo collegano alle vallate circostanti del Valdarno, Casentino, Valtiberina, Val di Chiana, lungo i quali si sono attestati gli insediamenti principali e le piccole frazioni (La Radiale di Arezzo). Lungo la Val di Chiana il sistema insediativo si struttura ai lati della piana umida che nel medioevo era coperta da un lago paludoso: a est si sviluppa lungo l’asse storico pede- collinare che costeggia l’arco orientale della Val di Chiana da Chiusi ad Arezzo - antica via Cassia, oggi SR 71 Umbro- Casentinese-Romagnola. Su di esso si collocano gli insedia- menti storici principali di Castiglion Fiorentino e Cortona, collocati in posizione sopraelevata su avamposti naturali a dominio della piana e delle vallecole secondarie. La viabili- tà storica è affiancata dalla linea ferroviaria lungo la quale sono sorti gli scali dei centri pedecollinari (Il Pettine delle testate di valle sulla via Cassia). A ovest gli insediamenti si sviluppano lungo la direttrice # Sistema a pettine delle testate di valle sulla via longitudinale che costeggia il versante collinare occiden- Cassia tale della Val di Chiana da Arezzo a Chiusi con numerose Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani 1.5 Arezzo e Val di Chiana | figure componenti rocche, castelli e centri murati, che si collocano in posizio- ne sopraelevata sulla piana bonificata (Monte San Savino, Marciano, Lucignano, Foiano, Sinalunga, Bettolle, Torrita di Siena, Montefollonico). Il fascio infrastrutturale pedecolli- nare di strade storiche e ferrovia è costeggiato sulle colline a occidente dalla viabilità storica di crinale, che intercetta i centri fortificati di mezzacosta e di sommità (Montepulciano, .3 Chianciano), affacciati sulla piana e collegati ad essa tramite 3 un sistema di strade a pettine, e si chiude a sud con i cen- tri di Chiusi, Sarteano, Cetona (Il Corridoio infrastrutturale #Sistema radio centrico della della Val di Chiana). piana di Arezzo La piana è attraversata da numerosi assi trasversali di col- p. 39 piana di arezzo e val di chiana legamento tra i centri principali dei versanti opposti, tra cui La pianura presenta, rispetto alle parti collinari, una mag- il tratto dell’antica via Lauretana che collegava Cortona al giore suscettività alla diffusione insediativa, per l’adiacenza Tirreno e a Siena attraverso Montepulciano e la Valdorcia, o prossimità alle reti infrastrutturali, nonostante la presenza con gli insediamenti strutturati in un sistema costituito dalla di rischio idraulico su vasti ambiti e alla semplificazione col- maglia di vie e strade rurali cha collegano i borghi e le fatto- turale. Sono presenti in forme localizzate, ma anche disper- rie granducali pedecollinari affacciate sul fondovalle del ca- se nel territorio rurale, insediamenti a carattere commer- nale maestro ai numerosi poderi che punteggiano i terrazzi ciale e produttivo, alcuni dei quali in fase di riconversione, alluvionali (Maglia poderale della Val di Chiana). e a carattere residenziale e misto. Si rileva la tendenza al riutilizzo, anche tramite trasformazioni edilizio-urbanistiche Dinamiche di trasformazione (sostituzione edilizia e ristrutturazione urbanistica), degli Con la costruzione delle ferrovie nella seconda metà del annessi agricoli dismessi di grandi dimensioni per usi ricet- secolo XIX, Arezzo – come già nell’antichità - si viene a tivi o residenziali.

trovare nuovamente sul principale itinerario nord-sud del Mentre le ville/fattorie granducali hanno mantenuto spesso Cortona in Val di Chiana (photo © Andrea Barghi/VARDA) paese. I collegamenti stradali importanti nell’area sono in- il ruolo di centro aziendale, le case coloniche “leopoldine”, fatti tutti nella direzione nord-sud: SS 71, Arezzo-Chiusi, SS specialmente quelle di grandi dimensioni, versano spesso in 73 Siena-Arezzo, SS. 327 Arezzo-Foiano, oltre naturalmente condizioni di grave degrado conseguente al loro abbandono l’Autostrada del Sole, inaugurata, per il tratto Firenze-Roma, 1830 e alla difficoltà di una loro rifunzionalizzazione compatibile nel 1964. La costruzione dell’autostrada nelle valli viene se- con i caratteri storico- architettonici che le caratterizzano, guita dopo pochi anni dalla realizzazione della “direttissima così come le loro pertinenze e il contesto rurale in cui si ferroviaria” Roma-Firenze, cioè della quadruplicazione della trovano inserite. ferrovia realizzata nel XIX secolo. La nuova ferrovia, inau- gurata nel 1992, è compresa nella rete della ”alta velocità” Valori ferroviaria. • “Il sistema radiocentrico di Arezzo”, costituito dall’antico Arezzo continua dunque a svolgere un ruolo centrale nell’a- centro principale della città di Arezzo, nodo importante rea, non solo per la presenza del terziario e delle attività del sistema di comunicazioni stradali, ferroviarie e fluviali, industriali, che sono peraltro presenti in tutti i Comuni del caratterizzato da un profilo urbano di grande rilevanza fondovalle, ma anche in relazione allo sviluppo residenziale paesistica, e dalla corona di centri e frazioni circostan- Montepulciano dei comuni limitrofi, che propongono alternative di qualità ti (Tregozzano, Chiassa, Ponte alla Chiassa, Campoluci, alle residenze della città. Queste sinergie portano in pri- Quarata, Ponte Buriano, Indicatore, Pieve a Maiano, Pog- mo piano le questioni legate alla mobilità ed al sistema del giola, Battifolle) connessi tramite il sistema a ventaglio trasporto pubblico, complicate dallo sviluppo di processi in- di viabilità storica principale (SR 69 di Valdarno, SP 1 dei sediativi lungo la viabilità di rango nazionale, regionale e Setteponti, SR 71 Umbro-Casentinese-Romagnola verso di collegamento fra i sistemi locali (in particolare la S.R. nord e verso sud, SP 21 Pescaiola, SS 73 Senese-Are- 71 Umbro-Casentinese, alla E78, alla circonvallazione di 1954 tina) che , in uscita dal centro urbano, ne ha orientato Arezzo). La diffusione insediativa, che contraddistingue le le espansioni moderne, con l’appendice a oriente del si- aree pianeggianti con prevalenza di strutture lineari lungo stema vallivo di Palazzo del Pero nella valle del Ceffone, le infrastrutture viarie principali ed in prossimità dei centri percorsa dalla SS 73 verso la Valtiberina, e con lo sfondo urbani maggiori, determina inoltre caratteri di forte conflit- scenografico dei nuclei minori pedemontani e di mezza- tualità e deficit qualitativi sia dal punto di vista morfologico costa che risalgono a est verso l’Alpe di Poti lungo l’antica Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani che ecologico e visivo. Le espansioni residenziali e/o pro- viabilità di crinale. duttive possono compromettere l’equilibrato rapporto fra • “Il corridoio infrastrutturale della Val di Chiana”, costituito insediamenti e contesto paesaggistico sia di collina che di dai centri pedecollinari allineati secondo la direttrice stra- fondovalle. Il sistema infrastrutturale delle principali diret- dale e ferroviaria di fondovalle. Sui versanti delle colline tici di fondovalle è interessato da interventi di modifica di che si innalzano verso il Chianti e le Crete Senesi, lungo la tracciato spesso determinati dai processi di urbanizzazione direttrice longitudinale (ripresa in tempi moderni dall’Au- lineare lungo i tracciati originari. tostrada del Sole) che collega Badia al Pino/Civitella Val La struttura del paesaggio rurale, caratterizzata da edifici di Chiana con Monte San Savino, Lucignano, Sinalunga, sparsi, è interrotta dalle grandi strutture commerciali che Torrita, Montepulciano (il fascio SS 73/SS 680, ferrovia si inseriscono in particolare nel fondovalle dove si riscontra Arezzo-Sinalunga, SP 135), Chianciano Terme (SP 146), anche la presenza impattante delle grandi infrastrutture per Sarteano (SP 19), Cetona, prolungandosi poi con la SP la mobilità, realizzate in viadotto e rilevato, che costituisco- 2011 321 del Polacco, che passando da San Casciano dei Bagni no fattori di frammentazione del paesaggio agrario. scavalca le colline fino ad innestarsi nella SR 2 Cassia al Castello di Gargonza - Monte San Savino p. 40 Evoluzione dell’edificato piana di arezzo e val di chiana limite sud dell’ambito. dal medio versante o dalle maggiori alture: dall’eccellen- Romagnola, fra i centri di Olmo, Rigutino, Castiglion • “Il sistema a pettine delle testate di valle sulla via Cas- za storico-architettonica e paesistica del Castello di Mon- Fiorentino, Montecchio, Cortona-Camucia, da cui la sia”. Lungo la pedemontana SR 71 Umbro-Casentinese- tecchio, del Castello di Gargonza a Monte San Savino o piattaforma produttiva del Vallone si protende verso Romagnola, con i centri di Olmo, Rigutino, Castiglion della Fortezza Medicea a Lucignano (opera del Sangallo) Ossaia-Riccio-Terontola, con diramazioni a pettine lun- Fiorentino, Cortona, Terontola (e i relativi Scali lungo la ai borghi collinari di Montefollonico o Badia al Pino, ai go le principali direttrici trasversali (lungo la SP Infer- ferrovia Arezzo-Chiusi), testate di vallecole secondarie o numerosi monasteri, eremi, abbazie e santuari; naccio fra Rigutino e Frassineto; da Castiglion Fioren- capisaldi delle antiche vie di comunicazione, vallive o di • i sistemi di grandi necropoli etrusche con tombe monu- tino lungo le SP 25 e SP 27 verso la piana e lungo la crinale, disposte a pettine a est verso la valle del Teve- mentali: a Chiusi la Necropoli di Poggio Renzo, Poggio SP Polvano-Valle del Noce nella valle secondaria, da re (SP Palazzo del Pero, SP Polvano-Valle del Noce, SP della Pellegrina-Montevenere-San Paolo e le aree di Pog- Cortona-Camucia lungo la Lauretana e la SP 31 verso Umbro-Cortonese, SP Val di Pierte, SS del Trasimeno). gio La Tomba e Poggio Montollo; a Sarteano la necropoli la piana e lungo la SP Val di Pierte verso l’interno, da delle Pianacce-Cristianello e di Solaia; l’area santuariale Terontola lungo la SR 71 verso il casello dell’Autostrada Nello specifico, rappresentano un valore i sistemi di beni, a Castelsecco; e lungo la SS Trasimeno verso il lago); quali: • le attrezzature termali con il relativo intorno territoria- Arezzo – espansione lungo le radiali in uscita ◦◦ (ii) lungo la SS 327 il sistema lineare si fa più sottile • il ricco e antico sistema di manufatti legati alla naviga- le nelle località di Chianciano Terme, Montepulciano, (Foto di Yvr101 – licenza CC-BY_ND ) ma a tratti quasi ininterrotto, in particolare fra Selluz- zione fluviale, alle bonifiche e alla regimazione idraulica, Sant’Albino, l’area delle Terme di Fonteverde a San Ca- za- Alberoro-Borgetto-Montagnano, fra Cesa e Foiano quali dighe, ponti, canali, approdi, argini rialzati, baci- sciano dei Bagni; della Chiana con le varie frazioni intermedie, fino a ni artificiali, mulini, pescaie, gore, caselli e chiuse: lun- • la rete della viabilità storica principale e minore: dalla Bettolle con lo snodo autostradale e l’area industriale go l’Arno al limite nord dell’ambito (il Ponte a Buriano specificità paesistica costituita dal Sentiero della Bonifica, di Farniole; da Bettolle le espansioni lineari continuano campeggia nel paesaggio sullo sfondo della Gioconda di la strada di origine granducale per la manutenzione di ar- lungo la SS 327 fino a Torrita di Siena e lungo la SP Leonardo), e in particolare nella Val di Chiana, lungo il gini e chiuse che corre nella piana per oltre 60 km. lungo 63 verso Guazzino – Sinalunga, con presenza anche Canale Maestro e gli altri principali canali, come ad es.: i tutto il Canale Maestro della Chiana, al fascio di percorsi di importanti attività estrattive; da Torrita lungo la SS resti del settecentesco Argine di Separazione fra i bacini antichissimi longitudinali alla valle che costituiscono le tre 326 i centri di Abbadia e Gracciano tendono a fon- del Tevere e dell’Arno nei pressi di Chiusi Scalo, il Callone direttrici strutturanti l’insediamento, ai percorsi trasversali dersi con Montepulciano Stazione, più a sud lungo la di Valiano a regimare le acque del Canale Maestro per est-ovest storici verso la valle del Tevere o le colline del se- Statale si susseguono i nuclei lineari in sequenza di assicurarne la navigabilità, la Botte allo Strozzo ove l’al- nese (come i tracciati delle vie storiche Laurentana, Cas- Acquaviva-Casenuove-Salcheto-Tre Berte; sulla stessa lacciante delle Chianacce passa sopra il Canale Maestro, sia e Cassia Nova, del Passo della Cerventosa e del passo direttrice anche l’espansione di Chiusi-Chiusi Scalo si è Urbanizzazione delle colline intorno ad Arezzo la Fattoria con la Colmata di Brolio, l’Allacciante dei Rii della Foce in Val di Chio), alla viabilità minore che segna (Margo10 – www.panoramio.com ) sviluppata linearmente, con un rilevante insediamen- Castiglionesi, La Chiusa dei Monaci, i numerosi ponti in il paesaggio delle bonifiche, con il sistema degli argini uti- to produttivo nel fondovalle lungo il fascio ferrovia-SP ferro ottocenteschi di tipo zorès, i caselli idraulici, i ma- lizzati come percorso elevato, la viabilità connessa con i 308-SP 321; nufatti di immissione; principali approdi storici e le strade vicinali di collegamen- ◦◦ (iii) da Battifolle lungo la direttrice Raccordo Autostra- • il sistema delle strutture difensive, delle pievi e dei porti to villa-podere-mulino, fino alla viabilità storica collinare dale- SP 21 si susseguono quasi senza soluzione di della piana (le torri di Beccati Questo e Beccati Quello di crinale o mezzacosta, con i manufatti che ne costitui- continuità le frazioni di Viciomaggio-Tuori-Le Poggiole- che si fronteggiano sull’antico confine fra Toscana e Stato scono annessi ed elementi di arredo, quali muri a retta e Badia al Pino-Pieve al Toppo, con le espansioni allun- Pontificio, il castello di Valiano, il Ponte e Porto alla Nave, di cinta, ponti, cippi miliari, edicole votive, filari alberati. gate lungo la viabilità principale, secondo uno schema il Podere Il Porto in loc. Chiesina con l’antica via del porto Nell’area inoltre esiste un’articolata rete ferroviaria, che si ripete più a sud nella conurbazione ad anello fra che la collega con Torrita di Siena, ecc.) per l’attraversa- dall’attuale linea TAV alle prime ferrovie risalenti alla se- Monte San Savino-Bugiana-Ponte Esse-San Timoteo- mento o lo sfruttamento degli antichi laghi; conda metà del secolo XIX, con valenza locale, regionale, Le Vertighe-Ponte Esse S. Antonio-Rialto; simili espan- • la collocazione paesisticamente scenografica delle ville- nazionale, internazionale. sioni lineari con tendenza alla saldatura si riscontrano fattoria di pianura o pedecollina, delle ville e delle pievi di anche fra Marciano e Pozzo della Chiana lungo le SP 17 crinale, che organizzavano il sistema insediativo di nuclei Criticità e SP 25, che originano sistemi lineari rispettivamente a Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani rurali, poderi e case coloniche; restano i segni della tra- • formazione di grandi conurbazioni lineari continue tra i sud verso Foiano e a ovest verso Lucignano; dizione mezzadrile, in particolare riveste valore storico- centri di fondovalle: il fenomeno interessa fondamen- • degrado dei sistemi periurbani: urbanizzazioni perife- culturale e paesistico il sistema insediativo delle ville, del- talmente lo sviluppo quasi continuo dei centri lungo le riche residenziali e produttive e infrastrutture stradali e le fattorie e delle case coloniche leopoldine e dei sistemi principali direttrici di collegamento viario, a partire dalla ferroviarie fortemente impattanti, intorno ad Arezzo e ai di poderi, quale per esempio il sistema Fila, nei Comu- piana di Arezzo, con la città che si espande lungo viabilità maggiori centri della Val di Chiana (Castiglion Fiorentino, ni di Montepulciano e Torrita di Siena; presenti anche storica a inglobare i centri e le frazioni circostanti (lungo Chiusi Scalo, Bettolle-Sinalunga, Battifolle); le parti più importanti parchi e giardini storici, come ad es. il Parco la direttrice Raccordo Autostradale-SP 21 fino a Battifolle; densamente urbanizzate presentano aspetti problematici .3 Bologna Buonsignori in località Le Pietrose nel comune lungo la SS 69 fino a Pratantico-Indicatore; lungo la SP connessi al carico di traffico in relazione al sistema- in 3 di Montepulciano, il Parco Terrosi Vagnoli nel comune di Setteponti fino a Quarata-Ponte a Buriano; a nord lungo frastrutturale inadeguato, che necessita di adeguamenti Cetona e il Parco e villa Tosoni nel comune di Chiusi; la SR 71 fino a Giovi-Ponte alla Chiassa e lungo la SP della della viabilità esistente e di completamento della rete di • il sistema di centri fortificati, castelli, complessi religiosi Catona fino a Chiassa-Tregozzano), e poi in Val di Chiana: livello locale; e piccoli borghi elevati sui versanti , a dominare la valle ◦◦ (i) lungo la pedemontana SR 71 Umbro-Casentinese- Olmo – urbanizzazione Val diChiana • addensamento lungo i fasci infrastrutturali e in corrispon- (Foto di Paolo Morci– www.panoramio.com ) p. 41 piana di arezzo e val di chiana denza delle uscite autostradali di piattaforme produtti- follonico, San Casciano, dei Bagni, Celle sul Rigo, ecc.); ve e commerciali con disordine urbanistico e visivo, in • mancata integrazione paesaggistica dei siti di escava- particolare: nel settore sud-occidentale dell’area urbana zione (sia di quelli in attività che di quelli dismessi od di Arezzo, lungo la direttrice del Raccordo Autostrada- esauriti), delle zone per i servizi e la sosta di grandi auto- le Arezzo-Battifolle; all’imbocco della Val di Chiana fra la mezzi e di movimentazione e stoccaggi delle merci . Nel Autostrada A1 e la SGC Grosseto-Fano/E78; nei pressi territorio comunale di Chiusi è in atto una precisa tenden- del raccordo A1-SS 326 a Bettolle e Sinalunga; al casello za al ripristino o alla riapertura di cave di pietrisco, con autostradale A1 di Montepulciano Stazione; compresa nel conseguente notevole impatto sul paesaggio e sulle aree fascio ferrovia-SP 308-SP 321 a Chiusi Scalo; archeologiche in esso incluse e che anzi ne costituiscono • effetto barriera di forte impatto territoriale, ecologico e parte organica, in particolare nelle aree delle necropoli paesaggistico causato dal fascio viario-infrastrutturale e etrusche di Poggio Gaiella e della Pania. dalle opere, impianti e piattaforme di servizio connessi, con conseguente frammentazione dei sistemi insediativi locali. L’autostrada e la ferrovia hanno favorito lo svilup- po orizzontale degli insediamenti e lo spostamento dei baricentri territoriali, in particolare con l’attrazione eser- citata sugli insediamenti industriali realizzati nelle fasce circostanti. Presenza del tracciato ferroviario della Di- rettissima, del tracciato autostradale (A1), della S.G.C. E78, della SS.73. Il tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità (TAV) attraversa la Val di Chiana su un viadotto che segna una forte cesura visiva e nella struttura del pa- esaggio. L’affiancamento del tracciato ferroviario ad alta velocità al tracciato ordinario non ha comportato nessuna opera di integrazione paesaggistica e ha rafforzato l’effet- to barriera svolto dall’infrastruttura; • le ville/fattorie granducali hanno mantenuto spesso il ruolo di centro aziendale, sebbene si rilevi la tendenza al riutilizzo, anche tramite trasformazioni edilizio-urbanisti- che (sostituzione edilizia e ristrutturazione urbanistica), degli annessi agricoli dismessi di grandi dimensioni per usi ricettivi o residenziali. Le case coloniche “leopoldine”, specialmente quelle di grandi dimensioni, versano spesso in condizioni di grave degrado conseguente al loro ab- bandono e alla difficoltà di una loro rifunzionalizzazione compatibile con i caratteri storico- architettonici che le caratterizzano, così come le loro pertinenze e il contesto rurale in cui si trovano inserite; • compromissione dei caratteri paesistici dei centri collina- Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani ri: negli insediamenti collinari le espansioni che si svilup- pano intorno ai centri maggiori e alle frazioni hanno spes- so dimensioni che prevalgono rispetto ai nuclei storici, con fenomeni di dispersione urbana che frammentano il sistema ambientale e rendono i centri privi di riconosci- bilità nonché di identità e di qualità urbana e paesistica. Chianciano ad es., importante luogo termale, è diventato uno dei maggiori centri della Val di Chiana. La nuova ur- banizzazione si è diffusa lungo la naturale linea di crinale creando un consistente aggregato che si contrappone al nucleo antico, secondo uno schema che si ripete a Mon- tepulciano, Sarteano, Cetona e in numerosi centri minori ad elevato valore e fragilità paesistici (Lucignano, Monte- p. 42 piana di arezzo e val di chiana Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

3.3

p. 43 piana di arezzo e val di chiana

Territorio Urbanizzato Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

scala originale 1:50.000

p. 44 piana di arezzo e val di chiana legenda estratto della carta dei Sistemi insediativi in scala 1:50.000

Classificazione dei morfotipi urbani: i tessuti della città contemporanea

TESSUTI URBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.1. Tessuto ad isolati chiusi o semichiusi T.R.2. Tessuto ad isolati aperti e lotti residenziali isolati T.R.3. Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali T.R.4 Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali di edilizia pianificata T.R.5. Tessuto puntiforme T.R.6. Tessuto a tipologie miste T.R.7. Tessuto sfrangiato di margine

TESSUTI URBANI o EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA - Frangie periurbane e città diffusa T.R.8 Tessuto lineare (a pettine o ramificato) aggregazioni T.R.9 Tessuto reticolare o diffuso

TESSUTI EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.10 Campagna abitata T.R.11. Campagna urbanizzata T.R.12 Piccoli agglomerati extraurbani

TESSUTI DELLA CITTA’ PRODUTTIVA E SPECIALISTICA T.P.S.1. Tessuto a proliferazione produttiva lineare T.P.S.2 Tessuto a piattaforme produttive – commerciali – direzionali T.P.S.3. Insule specializzate T.P.S.4 Tessuto a piattaforme residenziale e turistico-ricettiva

La Carta del Territorio Urbanizzato rappresenta una ipotesi di Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani perimetrazione delle aree urbanizzate utilizzando un modello geo- statistico per la illustrazione del quale si rimanda al capitolo relativo alla metodologia generale della 3a Invariante a livello regionale. Allo stesso capitolo si rinvia per le specificazioni normative relative alla applicazione del metodo per la perimetrazione del territorio urbanizzato a livello comunale.

3.3

p. 45 piana di arezzo e val di chiana Descrizione strutturale 3.4 I caratteri morfotipologici L’ambito comprende un territorio dai caratteri fisiografici e dei sistemi agro ambientali paesaggistici estremamente differenziati. Si articola in una parte montana, coincidente con i rilievi dell’Alpe di Poti che dei paesaggi rurali lo delimitano sul confine nord-orientale; in una estesa por- zione collinare costituita dai Monti di Civitella e dalla Dorsale Rapolano-Monte Cetona che chiudono la valle della Chiana sui lati occidentale e meridionale, e dalle formazioni che raccordano il fondovalle con altri sistemi morfogenetici e paesaggistici; in un’area pianeggiante strutturata attorno al Canale Maestro della Chiana. Il paesaggio montano è caratterizzato dalla predominanza del bosco, costituito soprattutto da querceti di roverella e cerrete (in misura subordinata da latifoglie e castagneti), interrotto da pascoli di media montagna (morfotipo 2) e da mosaici colturali e particellari complessi di assetto tradizio- nale, a prevalenza di oliveti terrazzati, concentrati attorno a piccoli nuclei rurali compatti (morfotipo 21). In alcune situa- zioni, come nella fascia di contatto con la collina, le colture si specializzano in oliveti terrazzati d’impianto tradizionale (morfotipo 12). Nella Valle del Cerfone, in corrispondenza di Palazzo del Pero, il paesaggio appare più diversificato anche in ragione di un insediamento più consistente a sua vol- ta legato alla presenza di un fondovalle più ampio rispetto alle strette incisioni tipiche della montagna create dai corsi Il mosaico agrario di pianura vede una prevalenza di seminativi mentre in collina coltura dominante è l’oliveto tradizionale d’acqua. Seminativi a maglia fitta (morfotipo 7) occupano (photo © Andrea Barghi/VARDA) le aree pianeggianti, la fascia pedemontana è coltivata a seminativi alternati a oliveti (morfotipo 16) o a mosaici d’im- pianura avviene tramite alcune formazioni di Margine poste la Chiana e alla fitta rete di reglie, allaccianti, fossi e altri pronta tradizionale (morfotipo 21), mentre qualche pascolo ai piedi dei rilievi e occupate prevalentemente da mosaici manufatti idraulici derivanti dalla bonifica leopoldina. Oggi dirada il bosco più in alto (morfotipo 2). colturali complessi a maglia fitta (morfotipo 20) e da espan- densamente insediata specialmente nella parte centro-set- Le colline definiscono spesso paesaggi di grande valore sioni insediative recenti di centri come Arezzo, Castiglion tentrionale, comprende tessuti a seminativo di dimensione estetico-percettivo, storico-testimoniale e, in alcuni casi, Fiorentino, Indicatore, Tegoleto. In misura minore vi si tro- più o meno ampia in cui è ancora leggibile la maglia agraria ecologico. Tre le principali strutture paesistiche riconoscibili vano anche seminativi a maglia fitta di pianura (morfotipo e insediativa impressa dalla bonifica (morfotipi 7 e 8), e tes- nella compagine collinare: la prima è rappresentata dai rilie- 7) o vigneti di nuovo impianto associati a seminativi (morfo- suti in questo senso fortemente semplificati (morfotipo 6). vi a prevalenza di oliveto terrazzato tradizionale (morfotipo tipo 15). La seconda struttura paesistica presente nell’arco 12) – talvolta intersecato a piccoli vigneti o a lembi di coltu- collinare è quella dei rilievi di Montepulciano e, in parte, di Dinamiche di trasformazione ra promiscua (morfotipo 18) -, che si estendono dal confi- quelli prospicienti, compresi tra Canale Maestro della Chiana In montagna le principali trasformazioni sono riferibili ai ne settentrionale dell’ambito fino grossomodo a Sinalunga. e Torrente Mucchia. Si tratta di paesaggi esito di trasfor- processi di scarsa manutenzione di terreni agricoli e pascoli Tessuti della bonifica in Val di Chiana e, sullo sfondo, le colline attorno a Cortona (photo © Andrea Barghi/VARDA) Da un lato lambiscono il massiccio dell’Alpe di Poti, dall’al- mazioni recenti, in particolare della riconversione di colture presenti all’interno della copertura boschiva (morfotipi 21, Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri to coprono i versanti dei Monti di Civitella e della Dorsale tradizionali in vigneti specializzati a maglia ampia in mo- 2, 3, 16). L’intensità di tali fenomeni è direttamente propor- Rapolano-Monte Cetona, lasciando posto solo alle quote più nocoltura (morfotipo 11), alternati a seminativi (morfotipo zionale allo spopolamento dei territori montani e alla scarsa elevate ad altri tipi di uso del suolo agricolo, come i mosai- 15) e talvolta a oliveti (morfotipo 18). Lembi di paesaggio redditività dei suoli in questione dovuta alla loro perifericità ci colturali e particellari complessi d’impronta tradizionale agrario tradizionale permangono attorno a Montepulciano e marginalità, alla difficile accessibilità, alla limitata possibi- (morfotipo 21). Questi tessuti colturali sono strettamente (morfotipo 18). Il terzo tipo di paesaggio collinare chiara- lità di meccanizzazione delle attività agricole. relazionati a un sistema insediativo storico strutturato da mente riconoscibile caratterizza la porzione più meridionale La collina a prevalenza di colture legnose è caratterizzata alcuni nuclei più o meno importanti che ne costituiscono i dell’ambito, al confine con la Val d’Orcia e vede l’alternanza da un buon grado di permanenza della struttura paesistica nodi principali (Cortona, Civitella Val di Chiana, Monte San di seminativi nudi (morfotipo 5) talvolta percorsi da bianca- e dei tessuti colturali d’impronta tradizionale, qui coincidenti Savino, Lucignano, Sinalunga), improntato dall’organizza- ne e calanchi, aree pascolive (morfotipi 2), prati-pascolo e quasi esclusivamente con oliveti terrazzati di grande valo- zione mezzadrile della campagna e pertanto gerarchizzato e seminativi a campi chiusi (morfotipo 10), tessuti che asso- re paesaggistico, testimoniale ed ecologico (morfotipo 12). articolato in manufatti di ruolo funzionale e culturale diverso ciano appezzamenti a oliveto e a seminativo (morfotipo 16), Sulle colline di Montepulciano e sui rilievi compresi tra il (ville-fattoria, case coloniche, edifici di servizio per le attività di solito posti in prossimità degli insediamenti. Canale Maestro della Chiana e il Torrente Mucchia la dina- appezzamenti a seminativo separati da filari e siepi arboree nei pressi di agricole). La transizione tra questo paesaggio collinare e la p. 46 Ponte a Buriano (photo © Andrea Barghi/VARDA) La pianura è strutturata attorno al Canale Maestro del- mica più evidente è la trasformazione di coltivi tradizionali in piana di arezzo e val di chiana vigneti specializzati (morfotipi 11, 15 e, in parte, 18). Le col- In pianura sono riconoscibili ambiti di permanenza della line del settore meridionale dell’ambito poste al confine con struttura paesaggistica impressa dalla bonifica leopoldina, la Val d’Orcia vedono da un lato la diffusione delle monocol- leggibile nella scansione della maglia agraria e insediativa ture cerealicole (morfotipi 4 e 5) che comportano semplifi- che può essere più o meno ampia (morfotipi 7 e 8), nella cazione e banalizzazione del paesaggio (con eliminazione di permanenza di piantate e altri elementi vegetazionali d’im- fenomeni erosivi significativi e tipici di questi suoli), dall’al- pronta tradizionale posti a corredo di fossi e strade, nella tro l’intensificarsi di processi di abbandono che interessano presenza di una complessa rete di manufatti idraulici fina- soprattutto aree pascolive (morfotipo 2) e tessuti a campi lizzati alla regimazione delle acque e di edifici di grande chiusi (morfotipo 9). Meglio conservate le associazioni tra valore storico-architettonico e testimoniale, come le fattorie seminativi e oliveti poste in prossimità degli insediamenti granducali e le case “leopoldine”. (morfotipo 16). Le aree di fondovalle sono interessate da una dinamica di Criticità complessiva artificializzazione del paesaggio determinata Le criticità maggiori riguardano i territori di pianura e fon- dalla presenza di pesi insediativi e infrastrutturali molto con- dovalle, in particolare la piana di Arezzo e la porzione set- sistenti. La maglia agraria subisce gli effetti della omoge- tentrionale della Val di Chiana, interessate da fenomeni di neizzazione indotta dall’intensificazione delle monocolture espansione urbana a carattere sia residenziale che produt- cerealicole con semplificazione e allargamento del disegno tivo concentrati lungo le strade principali. Tra le aree mag- dei campi, dilatazione degli appezzamenti, rimozione di for- giormente interessate da questa dinamica la strada statale me di coltura promiscua e del corredo vegetazionale non 71, che corre alla base dei rilievi su cui sorgono Castiglion colturale (morfotipo 6). Fiorentino e Cortona e che presenta un’edificazione quasi ininterrotta ai suoi lati. In certe situazioni, grandi struttu- Valori re commerciali e produttive si inseriscono bruscamente nel LIn montagna, in particolare sull’Alpe di Poti, l’aspetto mag- tessuto dei coltivi della piana. La presenza di grandi fasci giormente qualificante il paesaggio è la presenza, all’interno infrastrutturali, realizzati in viadotto e rilevato, costituisce del manto forestale, di isole di coltivi d’impronta tradizionale fattore di frammentazione del paesaggio agrario, interes- Piccole tessere di colture arboree si inframmettono tra i seminativi nella pianura bonificata (photo © Andrea Barghi/VARDA) disposte attorno a piccoli nuclei storici (morfotipo 21). Il va- sato peraltro da fenomeni di semplificazione della maglia lore di questi tessuti è di tipo morfologico, estetico-percet- e della rete idraulica della bonifica leopoldina, dovuta alla tivo, storico-testimoniale e, in alcuni casi, ecologico come realizzazione di grandi monocolture per lo più cerealicole elementi di discontinuità all’interno del manto boschivo. (morfotipo 6). Nel territorio di Chiusi la riapertura di cave di Le colline dell’oliveto terrazzato (morfotipo 12), estese sia pietrisco e inerti produce un notevole impatto sugli equilibri sul versante dei Monti di Civitella e di Rapolano-Monte Ceto- paesistici. na che sull’arco che va da Arezzo a Cortona, rappresentano Principali criticità, potenziali o in atto, per il territorio monta- un paesaggio di grande pregio per l’intensità delle colture no sono rappresentate dall’abbandono di coltivi e pascoli e tradizionali e la complessità dell’infrastruttura rurale, data dalla conseguente ricolonizzazione della vegetazione spon- dalla rete della viabilità poderale e interpoderale e dai siste- tanea e del bosco. Tra i rischi maggiori derivanti da questa mi di contenimento dei versanti. Peculiare, per questa parte situazione, il dissesto idrogeologico e i fenomeni erosivi, di territorio, è la relazione tra tessuto agricolo e sistema legati alla cattiva manutenzione o al degrado delle siste- insediativo, organizzato attorno ai nodi principali di Corto- mazioni idraulicoagrarie presenti nelle isole di coltivi tradi- na, Monte San Savino, Lucignano, Sinalunga, Civitella Val zionali (morfotipi 16 e 21). La collina a prevalenza di oli- di Chiana e comprendente emergenze fortificate (come il veti terrazzati (morfotipo 12) si presenta generalmente ben Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri Castello di Montecchio-Vesponi) e insediamenti tipici dell’or- manutenuta. Anche in questi contesti la criticità maggiore ganizzazione mezzadrile (ville-fattoria tra le quali spiccano può derivare da eventuali situazioni di degrado di muretti a quelle di epoca granducale, case coloniche, edifici di -ser secco e terrazzamenti posti a sostegno dei versanti collinari. vizio). Nel paesaggio della viticoltura specializzata assume Attorno a Montepulciano e sui rilievi che lo fronteggiano, particolare valore il mosaico agrario attorno a Montepulcia- la realizzazione di grandi impianti di colture specializzate no (morfotipo 18), che conserva caratteri di complessità (morfotipi 11, 15 e, in parte, 18) può comportare omoge- paesaggistica ed ecologica. Il paesaggio a prevalenza di se- neizzazione e semplificazione del paesaggio, per la rimo- .4 minativi e prati-pascolo del settore meridionale dell’ambito zione di elementi e parti della viabilità minore, del corredo 3 presenta elementi di valore nei seminativi nudi tipici delle vegetazionale non colturale e della rete scolante. Di fonda- “Crete” (morfotipo 5), negli oliveti che corredano alcuni nu- mentale importanza la considerazione del rischio erosivo, clei insediativi storici (morfotipo 16), nei tessuti a campi particolarmente accentuato sugli appezzamenti disposti a chiusi (morfotipo 10) e nelle aree pascolive (morfotipo 2). rittochino e più lunghi. Problemi analoghi riguardano le for- Cortona immersa nel tessuto coltivato dell’oliveto terrazzato (photo © Andrea Barghi/VARDA) p. 47 piana di arezzo e val di chiana

04. morfotipo dei morfotipi delle colture seminativi semplificati in Morfotipi rurali erbacee aree a bassa pressione insediativa

02. morfotipo delle praterie e dei pascoli di media montagna

Il morfotipo è contraddistinto dalla prevalenza di seminativi a maglia semplificata in contesti montani e collinari periferici rispetto alle grandi Si tratta di ambienti di trasformazioni insediative montagna coperti da praterie e paesaggistiche. Nella storicamente adibite al pascolo, maggioranza dei casi, siamo uso talvolta ancora oggi in presenza di un’agricoltura praticato, e in genere posti a ancora vitale tipica di certi contatto con piccoli insediamenti contesti collinari in cui la accentrati. Contribuiscono relativamente contenuta in modo determinante alla semplificazione paesaggistica diversificazione paesaggistica non si è associata, se non ed ecologica dell’ambiente occasionalmente, a ingenti montano costituendo superfici fenomeni di diffusione di rilevante discontinuità rispetto insediativa ed erosione dello alla copertura boschiva. spazio rurale.

03. morfotipo dei 05. morfotipo dei seminativi tendenti alla seminativi semplici a rinaturalizzazione in maglia medio-ampia di contesti marginali impronta tradizionale

Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri Il morfotipo è contraddistinto Questo tipo di paesaggio è ca- dalla prevalenza di seminativi ratterizzato dalla predominan- interessati da processi di rina- za del seminativo semplice e turalizzazione e posti in contesti del prato da foraggio, da una marginali, per lo più montani e maglia agraria ampia di tipo collinari. Il paesaggio mostra i tradizionale e dalla presen- segni sia dell’allargamento o za di un sistema insediativo della cancellazione della maglia a maglia rada. Ha un grande agraria preesistente sia quel- valore estetico-percettivo dato li di un abbandono colturale dall’associazione tra morfologie avanzato, riconoscibile nella addolcite, orizzonti molto estesi presenza di alberi sparsi, ve- coltivati a seminativo, valori lu- getazione arbustiva e boscaglia ministici prodotti dal particolare che ricolonizzano i terreni. cromatismo dei suoli, episodi edilizi isolati.

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10. morfotipo dei campi 20. morfotipo del mosaico 06. morfotipo dei 08. morfotipo dei chiusi a seminativo e a 16. Morfotipo del 18. morfotipo del mosaico colturale complesso a seminativi semplificati di seminativi delle aree di prato di pianura e delle 12 morfotipo seminativo e oliveto collinare a oliveto e maglia fitta di pianura e pianura o fondovalle bonifica prime pendici collinari dell’olivicoltura prevalenti di collina vigneto prevalenti delle prime pendici collinari

Il morfotipo è caratterizzato da Il paesaggio è organizzato dalla Il morfotipo è caratterizzato da Il morfotipo copre generalmente Il morfotipo è tipico delle aree Il morfotipo è presente per Il morfotipo è caratterizzato una maglia agraria di dimensione maglia agraria e insediativa una maglia agraria ben leggibile, versanti e sommità delle colline collinari ed è caratterizzato lo più in ambiti collinari ed è dall’associazione di colture medio-ampia o ampia esito di impressa dalle grandi opere scandita dalla presenza di siepi mentre, nei contesti montani, è dall’alternanza di oliveti e caratterizzato dall’alternanza legnose ed erbacee in operazioni di ristrutturazione di bonifica idraulica. Tratti che si dispongono, nell’assetto presente solo sulle pendici delle seminativi. Talvolta vigneti tra vigneti e oliveti, variamente appezzamenti di piccola agricola. Rispetto alla maglia strutturanti il morfotipo originario, lungo i confini dei dorsali secondarie. A seconda di dimensione variabile si inframmezzati da superfici o media dimensione che tradizionale, presenta caratteri sono l’ordine geometrico dei campi. Questa particolare del tipo di impianto, i paesaggi inframmettono tra le colture boscate. Si distinguono configurano situazioni di di semplificazione sia ecologica campi, la scansione regolare configurazione può essere sia dell’olivicoltura si distinguono prevalenti. La maglia agraria infatti situazioni in cui la mosaico agricolo. Conservano che paesaggistica. Il livello di dell’appoderamento ritmata espressione di una modalità in olivicoltura tradizionale è medio-fitta e articolata, con maglia agraria è fitta, con un’impronta tradizionale nella infrastrutturazione ecologica è da case coloniche e fattorie, di sfruttamento agricolo terrazzata, olivicoltura campi di dimensione contenuta appezzamenti di dimensione densità della maglia che è fitta generalmente basso. È spesso la presenza di un sistema del territorio storicamente tradizionale non terrazzata e confini tra gli appezzamenti contenuta, e situazioni in cui la o medio-fitta, mentre i coltivi associato a insediamenti articolato e gerarchizzato di consolidata, sia esito di in genere caratterizzata piuttosto morbidi. Il bosco, maglia è media o anche ampia. storici possono essere stati di recente realizzazione, regimazione e scolo delle acque fenomeni di rinaturalizzazione da condizioni che rendono sia in forma di macchie che di I confini tra gli appezzamenti sostituiti da colture moderne localizzati in maniera incongrua superficiali, la predominanza derivanti dall’espansione di siepi possibile la meccanizzazione, e formazioni lineari, diversifica sono in genere articolati e (piccoli vigneti, frutteti, colture rispetto alle regole storiche del quasi assoluta dei seminativi, ed elementi vegetazionali su olivicoltura moderna intensiva. significativamente il tessuto dei morbidi e seguono le sinuosità orticole). I tessuti interessati da paesaggio. per lo più irrigui. terreni in stato di abbandono. coltivi. del terreno. Possono essere questo morfotipo sono tra le presenti sia appezzamenti tipologie di paesaggio agrario condotti in maniera tradizionale che caratterizzano gli ambiti che sistemi colturali moderni. periurbani.

morfotipi complessi 09. morfotipo dei campi 17. morfotipo complesso 21. morfotipo del mosaico 07. morfotipo dei chiusi a seminativo e morfotipi specializzati delle associazioni del seminativo, oliveto e colturale e particellare seminativi a maglia fitta di a prato di collina e di delle colture arboree vigneto di pianura e delle 19. morfotipo del mosaico complesso di assetto pianura o fondovalle montagna colturali prime pendici collinari colturale e boscato tradizionale di collina e di montagna

15. morfotipo 11. morfotipo della dell’associazione tra viticoltura seminativo e vigneto

Il morfotipo è caratterizzato Il morfotipo è dato dalla combi- Il morfotipo si trova in aree di Il morfotipo è caratterizzato da Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri dalla presenza quasi esclusiva nazione tra aree a seminativo e pianura o sulle prime pendi- una maglia paesaggistica fitta e Il morfotipo è costituito da isole di colture erbacee e da una a prato-pascolo in cui è leggibi- ci collinari ed è caratterizzato frammentata nella quale il bo- di coltivi tradizionali disposte at- maglia agraria regolare e fitta, le l’organizzazione della maglia dall’associazione tra oliveti, sco, in forma di lingue, macchie torno ai nuclei abitati e immerse con appezzamenti di superficie a “campi chiusi” con filari, siepi, seminativi e vigneti. La maglia e isole, si insinua capillarmen- nel bosco in contesti montani o contenuta di forma allungata boschi poderali e alberi isolati. Si tratta di zone specializzate a Il morfotipo è presente su agraria è medio-ampia o ampia, te e diffusamente nel tessuto alto-collinari. L’aspetto caratte- e stretta e spesso orientati se- Può essere sia espressione di vigneto, nella quasi totalità dei morfologie collinari addolcite o con appezzamenti di dimensioni dei coltivi. Le colture presenti rizzante è la stretta connessio- condo le giaciture storiche che una modalità di utilizzazione casi esito di recenti operazioni su superfici pianeggianti ed è consistenti di forma regolare e possono essere mosaici agrari ne tra nucleo storico insediato e consentivano un efficace smalti- agricola del territorio conso- di ristrutturazione fondiaria e caratterizzato dall’associazione geometrica. I confini tra i campi complessi arborei ed erbacei intorno coltivato che appaiono mento delle acque. Può trovarsi lidata, sia esito di fenomeni agricola. La maglia degli ap- tra colture a seminativo e a vi- appaiono piuttosto nettamente dati dall’intersezione di olive- reciprocamente dimensionati associato ad assetti insediativi di rinaturalizzazione derivanti pezzamenti è ampia e, in certi gneto, esito di processi recenti definiti. Le colture specializzate ti, vigneti e seminativi, oppure e interrompono la continuità poco trasformati o all’interno di dall’espansione di siepi ed ele- casi, equipaggiata da un cor- di ristrutturazione agricola e a oliveto e vigneto sono per lo prevalentemente seminativi del manto boschivo. La ma- contesti caratterizzati da note- menti vegetazionali su terreni redo vegetale. Nei casi in cui paesaggistica. Le tessere colti- più di impianto recente, mentre semplici. glia agraria è fitta e articolata 3.4 vole diffusione insediativa. in stato di abbandono. l’infrastrutturazione ecologica è vate si alternano in una maglia quelle di impronta tradizionale e spesso equipaggiata di siste- assente sono presenti notevoli di dimensione medio-ampia o sono fortemente residuali. mazioni idraulico-agrarie. criticità dal punto di vista della ampia nella quale i vigneti sono biodiversità e della connettività sempre di impianto recente e ecologica, oltre che degli aspet- hanno rimpiazzato le colture ti morfologici e idrogeologici. tradizionali. p. 49 piana di arezzo e val di chiana mazioni di Margine interessate da questa dinamica di tra- sformazione (morfotipo 15 verso Meliciano-Ponte a Buriano e Spoiano di Sotto). Sempre su questo tipo di supporto ge- omorfologico si osservano consistenti espansioni insediative e alterazione dei rapporti con il tessuto dei coltivi. I rilievi più meridionali dell’ambito, posti al confine con la Valdorcia, possono essere oggetto da un lato di processi di abbandono relativi soprattutto ai tessuti a prevalenza di seminativo e prato-pascolo a campi chiusi e ai pascoli nudi (morfotipi 9 e 2 ), dall’altro di dinamiche di intensificazione colturale cui si deve la rimozione di calanchi e biancane e di parti della rete di infrastrutturazione paesistica ed ecologica (morfotipo 5). Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri

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Colture permanenti Seminativo nudo uso del suolo 1960 uso del suolo 2006

Variazioni dell’uso del suolo fra 1960 e 2006

Pascolo e incolto Bosco

Variazioni dell'uso del suolo fra 1960 e 2006

Uso del suolo < -75% 5% - 15% Colture permanenti (vigneto, oliveto, frutteto, seminativo arborato, orto, castagneto da frutto) -75% - -60% 15% - 30% Seminativo nudo -60% - -45% 30% - 45%

Incolto produttivo e prato Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri -45% - -30% 45% - 60% Bosco -30% - -15% 60% - 75% -15% - -5% >75% Altri usi

-5% - 5% Confine di ambito Variazioni dell'uso del suolo Territori extra Dati mancanti Uso del suolo al 2006 (puntinato) regione o mare Uso del suolo al 1960 (sfondo) differenza di percentuale sulla superficie di ciascuna sezio- Nell'ambito delle macroclassi adottate, le aree a campitura 3.4 ne catastale, per classi di coltura fra la copertura dell’uso piena indicano continuità negli usi del suolo mentre il del suolo fra i dati del Catasto Generale della Toscana e puntinato indica trasformazione. quelli della carta CNR/TCI

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p. 52 ambito 15 piana di arezzo e val di chiana

Interpretazione di sintesi 4 piana di arezzo e val di chiana da importanti ecosistemi fluviali, in cui emergono le carat- sotterraneo di Sinalunga). In generale via via che i suoli si A segnare il passaggio tra fascia collinare e pianura, lungo 4.1 Patrimonio territoriale teristiche emergenze geomorfologiche e naturalistiche delle fanno, da argillosi, più permeabili la maglia agraria diviene l’arco collinare si riscontrano formazioni di Margine occupa- e paesaggistico biancane e delle crete. più fitta, cresce la presenza dell’olivo - qui in condizioni cli- te prevalentemente da mosaici colturali complessi a maglia matiche ideali per la produzione – e gli insediamenti aumen- fitta e, in misura minore, da seminativi a maglia fitta o vi- Il territorio montano dell’Alpe di Poti, è contraddistinto dalla tano di frequenza e importanza, fino ai grandi insediamenti gneti di nuovo impianto (anche associati a seminativi). predominanza del manto forestale, al cui interno spiccano storici di Montepulciano, Chianciano, Foiano e Chiusi, posti Il contesto di pianura si caratterizza per una complessa alcuni nodi primari della rete ecologica. La matrice foresta- sulla sommità delle colline. La media e alta Val di Chiana struttura paesaggistica, densamente insediata e infrastrut- le, composta principalmente da querceti di roverella, cer- è circondata da rilievi che recano, nella loro strutturazione turata specialmente nella parte centro-settentrionale e se- rete e, in misura subordinata, da latifoglie e castagneti, è paesistica, una chiara impronta mezzadrile. Il tessuto col- gnata dalla bonifica leopoldina, ancora oggi leggibile nella interrotto sporadicamente da pascoli di media montagna e turale è caratterizzato dalla prevalenza di oliveti terrazzati scansione della maglia agraria e insediativa, nella perma- da mosaici colturali e particellari complessi di assetto tradi- d’impronta tradizionale (talvolta aggregati a piccole aree a nenza di piantate e altri elementi vegetazionali d’impronta zionale a prevalenza di oliveti terrazzati, concentrati attorno vigneto o a porzioni di coltura promiscua) che lambiscono tradizionale (posti a corredo di fossi e strade), nella pre- a piccoli nuclei rurali compatti. Nella fascia di transizione da un lato il massiccio dell’Alpe di Poti, dall’alto coprono i senza di un’articolata rete di manufatti idraulici per la regi- con la collina, le colture si specializzano in oliveti terrazzati versanti collinari della Dorsale Rapolano-Monte Cetona. Si mazione delle acque e di un impianto insediativo e viario di d’impianto tradizionale dall’elevato valore estetico-percet- tratta di un paesaggio di grande pregio per l’intensità delle valore storico-architettonico e testimoniale (di cui le fattorie Il patrimonio territoriale e paesaggistico è dato dall’insieme tivo, storico-testimoniale e, in alcuni casi, ecologico come colture tradizionali, la complessità dell’infrastruttura rurale granducali e le case “leopoldine” costituiscono un esempio). delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevoluzione elementi di discontinuità all’interno del manto boschivo. riconducibile alla fitta rete della viabilità poderale e interpo- Strutturano l’impianto insediativo di pianura e pedecolle i fra ambiente naturale e insediamenti umani. L’individuazio- Notevoli gli aspetti di pregio legati alle componenti ecosi- derale e ai sistemi di contenimento dei versanti, e per il va- seguenti sistemi: la conurbazione radiocentrica di Arezzo ne dei caratteri patrimoniali scaturisce dall’esame della con- stemiche e idro-geomorfologiche nell’ambiente montano. lore ecologico (notevole la presenza di nodi della rete degli con la raggiera di strade storiche che da essa si dipartono sistenza e dei rapporti strutturali e paesaggistici intercor- Intensi fenomeni di carsismo, sia epigeo che ipogeo sono agroecosistemi). Peculiare la relazione tra paesaggio agrario verso le vallate circostanti di Valdarno, Casentino, Valtiberi- renti fra le quattro invarianti: il sistema insediativo storico, il presenti in corrispondenza del Monte Follonico, di Poggiar- e sistema insediativo - organizzato attorno ai poli principali na e Valle della Chiana; la corona di centri e frazioni minori supporto idrogeomorfologico, quello ecologico e il territorio delli e di Poggio Bacherina. Sul Monte Cetona considerevole di Cortona, Monte San Savino, Lucignano, Sinalunga, Civi- originatisi da ville e aggregati rurali nella parte occidentale agroforestale. Esito di questo processo è la “rappresentazio- è la presenza di grotte, doline e depressioni a trincea chilo- tella Val di Chiana -, alla rete di castelli e complessi religiosi della piana d’Arezzo (Tregozzano, Chiassa, Ponte alla Chias- ne valoriale” dell’ambito da cui emergono elementi e strut- metriche. Elementi di eccellenza e unicità sono riferibili ai di eccellenza storico-architettonica e paesistica (Castello di sa, Campoluci, Quarata, Ponte Buriano, Indicatore, Pieve a ture complesse di particolare pregio, che svolgono un ruolo numerosi geositi, alle aree protette e ai siti di importanza Montecchio, Castello di Gargonza, Fortezza Medicea di Lu- Maiano, Poggiola, Battifolle); la rete di strutture difensive, determinante per il mantenimento e la riproduzione dei ca- regionale. Nelle aree preappenniniche, tra i siti di maggior cignano, monasteri, eremi, abbazie e santuari), e agli inse- pievi, ville-fattoria e porti della piana (per l’attraversamento ratteri fondativi del territorio. La descrizione del patrimonio interesse si segnalano quelli del Monte Dogana, delle Bru- diamenti tipici dell’organizzazione mezzadrile (ville-fattoria o lo sfruttamento degli antichi laghi); il sistema di manufatti territoriale e paesaggistico dell’ambito mette a sistema gli ghiere dell’Alpe di Poti, del Bosco di Sargiano e del Monte di e case coloniche). legati alla navigazione fluviale, alle bonifiche e alla regima- elementi strutturali e valoriali delle quattro invarianti. Ginezzo. Importanti ecosistemi fluviali si trovano lungo gli zione idraulica (dighe, ponti, canali, approdi, argini rialza- alti corsi dei torrenti Cerfone e Nestore (tra l’Alpe di Poti e Spostandosi più a sud, verso i rilievi di Montepulciano e su ti, bacini artificiali, mulini, pescaie, gore, caselli e chiuse). il Monte Dogana), negli alti corsi dei torrenti Lota, Leprone quelli prospicienti compresi tra il Canale Maestro della Chia- Di particolare interesse la rete viaria d’impianto storico, in Il territorio dell’ambito presenta caratteri fisiografici e pae- ed Esse, nell’alto corso del torrente Tresa, Rigo, Elvella, Pa- na e il torrente Mucchia, si osserva un paesaggio originato parte correlata al sistema della bonifica: la struttura a ven- saggistici estremamente differenziati e si sviluppa attorno glia e lungo l’alto corso dell’Orcia. Relittuali ma importanti da recenti dinamiche di riconversione di colture tradizionali taglio della viabilità storica (SR n. 69 di Valdarno, SP n. 1 al vasto sistema di pianura alluvionale della Val di Chiana boschi mesofili di faggio sono presenti in un piccolo nucleo in vigneti specializzati a maglia ampia in monocoltura, al- dei Setteponti, SR n. 71 Umbro-Casentinese-Romagnola, SP orientato in direzione nord-sud e delimitato dal Lago di nel versante settentrionale del Monte Cetona e, soprattutto, ternati spesso a seminativi e talvolta a oliveti. Entro questo n. 21 Pescaiola, SS n. 73 Senese-Aretina); la direttrice SS Penna a nord e dai Laghi di Chiusi e Montepulciano a sud. lungo il versante settentrionale del Poggio di Pietraporciana, contesto, assume particolare valore il mosaico agrario tra- n. 327 di Foiano-SS n. 326 Senese che, muovendosi paral- Questo sistema territoriale, oggi intensamente urbanizzato ove si localizza un ben conservato bosco vetusto di faggio dizionale attorno a Montepulciano, che conserva caratteri di lelamente al Canale Maestro della Chiana, collega i centri e infrastrutturato e storicamente improntato dai processi (interno alla Riserva Naturale Provinciale “Pietraporciana” e complessità paesaggistica e assetti colturali tradizionali. di Pieve al Toppo, Montagnano, Cesa, Foiano della Chiana, di bonifica storica, ospita una matrice agricola intensiva a al patrimonio agricolo-forestale “La Foce – Cetona”). Scendendo verso la parte più meridionale dell’ambito, al Bettolle, Torrita di Siena, Abbadia, Acquaviva, Montallese, interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio prevalenza di colture cerealicole e appare caratterizzato da confine con la Val d’Orcia, il paesaggio collinare - ècarat Chiusi; i percorsi trasversali storici in direzione est-ovest numerosi fattori di criticità. I principali lineamenti che chiu- Una vasta compagine collinare - costituita dai Monti di Civi- terizzato da un’alternanza di seminativi nudi (talvolta con verso la valle del Tevere o le Colline del senese (Lauren- dono la valle sono da un lato i rilievi dell’Alpe di Poti, che tella, dalla Dorsale Rapolano-Monte Cetona e dalle forma- la presenza di biancane e calanchi), aree pascolive, campi tana, Cassia, Passo della Cerventosa); le strade vicinali di delimitano l’ambito sul confine nord-orientale e presenta- zioni di Margine che fungono da raccordo con il fondovalle chiusi a prato-pascolo e seminativo, e tessuti che associano collegamento villa-podere-mulino; l’articolata rete ferrovia- no alcuni dei tratti tipici del paesaggio montano; dall’altro i – cinge la pianura per gran parte della sua estensione e mo- appezzamenti a oliveto e a seminativo (di solito posti in ria, in parte risalente alla seconda metà del secolo XIX; il Monti di Civitella Val di Chiana e la Dorsale Rapolano-Monte stra una notevole articolazione interna. I rilievi occidentali prossimità degli insediamenti storici). Nei pressi di San Ca- “Sentiero della bonifica” (strada di origine granducale) fun- Cetona, che comprendono paesaggi di grande valore este- serbano, in corrispondenza delle aree calcaree, un acquifero sciano dei Bagni questo mosaico agropastorale costituisce zionale alla manutenzione di argini e chiuse, che corre lun- tico-percettivo, storico-testimoniale e naturalistico nei quali di grande estensione, ancora poco noto e utilizzato ma sicu- un nodo della rete degli agroecosistemi. Lungo i versanti go tutto il Canale Maestro della Chiana. Dal punto di vista il sistema insediativo storico appare denso e ramificato e ramente di valore strategico. Le acque di percolazione sono collinari dell’area sud-ovest dell’ambito, si riscontra la pre- delle componenti naturali e idrogeomorfologiche, si segnala forme di agricoltura tradizionale si alternano a vigneti di sfruttate fin dall’epoca classica attraverso sistemi di gallerie senza diffusa di sorgenti geotermali: Acqua Santa e Sillene la presenza di numerose aree umide (naturali e artificiali), impianto recente e a mosaici di praterie e arbusteti. Nella filtranti, pozzi, cisterne e acquedotti sotterranei di cuire- a Chianciano Terme, Canalette a Sarteano, nei dintorni di S. alcune delle quali di elevato interesse conservazionistico: i parte terminale dell’ambito confinante con la Valdorcia, pre- stano testimonianze presso Chiusi (“Labirinto di Porsenna” Casciano dei Bagni. Laghi di Montepulciano (Riserva Naturale Provinciale e Sito vale un paesaggio agropastorale tradizionale, attraversato nel sottosuolo del centro storico) e Sinalunga (acquedotto Natura 2000) e di Chiusi (ANPIL e Sito Natura 2000), siste- p. 54 piana di arezzo e val di chiana ma di eccellenze naturalistiche per gli ecosistemi lacustri e palustri comprensive di estesi canneti, cariceti, prati umidi e boschetti igrofili; la zona palustre di Ponte a Buriano, si- tuata alla confluenza tra il fiume Arno e il Canale Maestro della Chiana, con canneti, magnocariceti e boschi di elevato interesse naturalistico (Riserva Naturale provinciale Ponte a Buriano e Penna e di un Sito Natura 2000); la Colmata di Brolio; le zone umide situate tra il Lago di Chiusi e quello di Montepulciano (colmata “Il Granocchiaio”); le ex-cave alla- gate della pianura di Arezzo; le vasche dell’ex-zuccherificio di Castiglione Fiorentino (zona umida derivante da ex-invasi artificiali associati a stabilimenti industriali per la lavorazio- ne della barbabietola da zucchero). interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

4.1

p. 55 piana di arezzo e val di chiana

Patrimonio territoriale e paesaggistico interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

p. 56 piana di arezzo e val di chiana interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

4.1

p. 57 piana di arezzo e val di chiana incongrue rispetto ai caratteri tipologici e al rapporto con le 4.2 Criticità aree di pertinenza. Alla progressiva alterazione del patrimonio territoriale e pa- esaggistico dell’ambito hanno contribuito, anche se in misu- ra minore rispetto alla piana, alcune trasformazioni avvenu- te lungo le fasce collinari, caratterizzate da agroecosistemi terrazzati con predominante coltura dell’olivo. Nelle prime pendici, le espansioni insediative hanno interessato, in par- ticolare, i principali nuclei, dove i nuovi agglomerati urbani presentano dimensioni che prevalgono rispetto ai borghi storici, con fenomeni di dispersione urbana. L’abbandono delle attività pascolive e agricole costituisce una ulteriore criticità, soprattutto quando interessa muretti a secco e ter- razzamenti posti a sostegno dei versanti collinari. In dire- Le criticità descrivono gli effetti di pressione che rischiano zione opposta, alcuni processi di ristrutturazione dei vigneti di alterare le qualità e le relazioni del patrimonio territoria- su grandi estensioni che, pur evitando la perdita di aree le pregiudicandone la riproducibilità. Individuate mediante coltivate, determinano la riduzione degli agroecosistemi l’esame dei rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro tradizionali e dei valori naturalistici e paesaggistici a questi invarianti, coerentemente con la definizione di patrimonio associati. territoriale, le criticità sono state in questa sede formulate in Nel paesaggio montano, i processi di abbandono delle prati- forma di sintesi ponderata rispetto all’insieme dell’ambito. che agricole e pascolive e delle tradizionali attività di gestio- ne delle lande (ericeti, ginestreti e calluneti sono all’origine Le maggiori criticità dell’ambito si concentrano nelle zone di del degrado delle sistemazioni idraulico-agrarie, configuran- pianura, in particolare, nel tratto compreso tra Arezzo e il do situazioni di elevato rischio idrogeologico Canale Maestro della Chiana e nell’area circostante la città di Arezzo. Nel corso degli anni, vasti processi di artificializ- zazione e urbanizzazione - edilizia residenziale diffusa, piat- taforme industriali, commerciali e artigianali, infrastrutture di trasporto - hanno alterato il patrimonio territoriale e pa- esaggistico, frammentando il paesaggio agricolo di pianura e aumentando le pressioni sul reticolo idrografico e sulle aree umide. Allo sviluppo di urbanizzazioni lungo le principali infrastrut- ture viarie della piana si aggiunge un significativo effetto barriera causato dal denso fascio infrastrutturale che attra- versa la Val di Chiana e dalle opere, impianti e piattaforme di servizio connessi. Processi di consumo e frammentazio- ne del territorio rurale si evidenziano anche lungo gli assi stradali pedecollinari di collegamento tra Arezzo, Castiglion interpretazione di sintesi Criticità Fiorentino e Cortona. Un’importante dinamica di trasformazione riguarda l’inten- sificazione delle attività agricole, sia nella piana che in al- cuni settori collinari; il fondovalle, dominato dalle colture cerealicole, da vasti frutteti, da colture industriali e dalla presenza di allevamenti zootecnici intensivi, è interessato da fenomeni di semplificazione della maglia agraria e della rete idraulica della bonifica leopoldina. Pressioni antropiche hanno in alcuni casi condizionato negativamente la qualità dei numerosi ecosistemi acquatici. L’importante patrimonio delle ville/fattorie granducali e del- le case coloniche “leopoldine” presenta criticità legate in al- cuni casi all’abbandono e degrado, in altri a trasformazioni p. 58 piana di arezzo e val di chiana interpretazione di sintesi Criticità

4.2

p. 59 piana di arezzo e val di chiana

Criticità interpretazione di sintesi Criticità

p. 60 Lucchesia - Criticità piana di arezzo e val di chiana

Criticità potenziali

Alta produzione di de ussi, rischio di Conurbazione lineare con Abbandono dei coltivi con fenomeni di erosione del suolo chiusura dei varchi residui colonizzazione arbustiva e arborea

Rischio di de ussi inquinanti verso le aree Tendenza alla conurbazione e alla umide Abbandono dei pascoli con fenomeni saldatura di varchi inedicati di colonizzazione arbustiva e arborea Rischio strutturale di esondazione, e di impoverimento e inquinamento Processi di urbanizzazione e dispersione insediativa in degli acquiferi Scarsa manutenzione, potenziale o in ambito agricolo atto, dei tessuti agricoli tradizionali Strutture e elementi di contesto Rischio di impoverimento e afici e dei sistemi morfogenetici inquinamento degli acquiferi Barriera e frammentazione Corsi d'acqua territoriale ed Processi di intensicazione delle ecologica causata dal corridoio attività agricole Aree boscate Rischio di impoverimento e infrastrutturale di grande contaminazione di acquiferi sensibili a comunicazione Aree agricole causa dell’attività estrattiva ali r Espansione e specializzazione Aree rupestri Barriera causata da infrastrutture dell’agricoltura intensiva del seminativo Alterazione degli ecosistemi uviali con di grande comunicazione interruzioni del continuum ecologico Viabilità storica di grande comunicazione Sottoutilizzazione della linea Siti di discarica pubblica, industriale ferroviaria con ridotta capacità di Infrastruttura stradale di grande Alterazione degli ecosistemi lacustri e di miniere comunicazione e palustri e isolamento e frammentazione fruizione territoriale delle zone umide Ferrovia atteri idrog r idro-geo-morfologici dei bacini Linea ferroviaria dismessa con

Bacini estrattivi e cave interpretazione di sintesi Criticità Invarianti struttu I ca r Strade principali Direttrici di connettività ecologica perdita di potenzialità di interrotte o critiche fruizione territoriale Strade locali

Ridotta qualità ecologica delle formazioni Impianti foltovoltaici a terra Espansione urbana no agli Piattaforme produttive forestali anni ‘50

Elettrodotti ad alta tensione Centri urbani storici Consumo di suolo relativo Insediamenti produttivi all’urbanizzazione successiva Nuclei e borghi storici agli anni ‘50 con margini Termo valorizzatori .2 prevalentemente di bassa qualità 4 p. 102 p. 61 piana di arezzo e val di chiana ambito 15 piana di arezzo e val di chiana

Indirizzi per le politiche 5 piana di arezzo e val di chiana zootecniche. Nelle aree riferibili ai sistemi della Pianura e fondovalle ◦◦ incentivare progetti di recupero e riuso delle strutture 5 indirizzi per le politiche 4. al fine di preservare il sistema insediativo storico colli- (vedi la cartografia dei sistemi morfogenetici) industriali dismesse. nare e la leggibilità della sua relazione con il paesaggio 8. al fine di riqualificare il territorio di pianura e fondovalle 11. al fine di preservare i valori naturalistici del territorio di agrario, è opportuno: è necessario indirizzare i processi di urbanizzazione e pianura e fondovalle è opportuno favorire la tutela e va- ◦◦ tutelare l’integrità morfologica di centri, nuclei, ag- infrastrutturazione verso il contenimento e la riduzione lorizzazione delle relittuali aree di interesse naturalistico, gregati storici ed emergenze di valore architettonico- del già elevato grado di impermeabilizzazione e consumo con particolare riferimento: testimoniale, dei loro intorni agricoli e delle visuali di suolo. Tale indirizzo risulta prioritario: ◦◦ alle aree umide dell’ex zuccherificio di Castiglion Fio- panoramiche da e verso tali insediamenti, anche con- ◦◦ per le residuali aree non edificate tra la pianura di rentino; tenendo ulteriori espansioni e l’urbanizzazione diffusa Quarata-Pratantico e quella di Battifolle (Direttrice di ◦◦ alle Colmate di Brolio, quest’ultime già inserite come lungo i crinali (con particolare riferimento a Cortona, connettività da ricostituire nella carta della rete eco- proposta di nuova ANPIL nell’ultimo programma re- Monte San Savino, Lucignano, Sinalunga, Civitella Val logica); gionale per le Aree protette. di Chiana, Chianciano, Montepulciano, Montefollonico, ◦◦ per le aree agricole situate nella pianura di Arezzo 12. per i Laghi di Montepulciano e Chiusi perseguire azioni Sartiano, Cetona, Castiglion Fiorentino); circostante il Canale Maestro della Chiana e il torrente volte: ◦◦ promuovere la valorizzazione e, ove necessario, la ri- Castro, per le aree di pertinenza fluviale del Fiume ◦◦ al miglioramento dei livelli di permeabilità ecologica Nelle aree riferibili ai sistemi della Montagna, Collina, Col- qualificazione della struttura insediativa storica carat- Arno e tra Pieve al Toppo e San Zeno (Direttrice di delle aree agricole circostanti e dei livelli qualitativi e lina dei bacini neo-quaternari e del Margine (vedi la carto- teristica del sistema della villa-fattoria, e le relazioni connettività da riqualificare nella carta della rete eco- quantitativi delle acque; grafia dei sistemi morfogenetici) funzionali e paesaggistiche fra sistemi produttivi agra- logica); ◦◦ alla riduzione dei carichi inquinanti provenienti dalle 1. garantire azioni volte alla prevenzione del deflusso su- ri ed edilizia rurale, privilegiandone il riuso in funzione ◦◦ per le residuali aree agricole non ancora frammentate aree contigue (soprattutto di origine agricola) e dei perficiale e dell’erosione del suolo (con particolare rife- di attività connesse all’agricoltura. nell’area compresa tra Sinalunga, Bettolle e Torrite di processi di interrimento degli ecosistemi lacustri e pa- rimento ai suoli argillosi), evitando rimodellamenti dei 5. al fine di preservare gli elevati valori identitari, ambien- Siena, lungo il torrente Foenna, a cui si associa l’effet- lustri; versanti che comportino instabilità idrogeologica e pre- tali e paesistici del territorio rurale favorire, anche attra- to barriera delle SS326 e SP37 (Direttrice di connetti- ◦◦ alla riduzione degli impatti legati alla presenza di spe- vedendo: verso forme di sostegno economico: vità da ricostituire); cie aliene invasive. ◦◦ la riduzione dell’estensione delle unità colturali nel ◦◦ il mantenimento dei tessuti a oliveto e degli altri col- ◦◦ per le aree agricole nella zona di Chiusi Scalo, (Diret- 13. al fine di preservare la riconoscibilità delle relazioni strut- senso del versante; tivi d’impronta tradizionale che costituiscono un’unità trice di connettività extraregionale da mantenere) e turanti tra sistema insediativo storico e territorio rurale ◦◦ la massima copertura del suolo; morfologica e percettiva con gli elementi del sistema nella pianura del torrente Esse. della piana di Arezzo, favorire iniziative volte a salva- ◦◦ la predisposizione di sistemazioni idraulico-agrarie in insediativo storico rurale; tale indirizzo è perseguibile: guardare: grado di gestire i deflussi e compatibili con i valori ◦◦ la funzionalità del sistema di regimazione idraulico- ◦◦ evitando saldature tra le aree urbanizzate e lungo gli ◦◦ l’integrità del profilo urbano di Arezzo, caratterizzato paesaggistici; agraria e di contenimento dei versanti, mediante la assi infrastrutturali, mantenendo i varchi inedificati dalla supremazia di torri, campanili e cupole di edifici ◦◦ una gestione dei sistemi forestali e a mosaico fina- conservazione e manutenzione delle opere esistenti o esistenti e promuovendone la riqualificazione, anche civili e religiosi; lizzata al miglioramento e potenziamento delle loro la realizzazione di nuove sistemazioni di pari efficienza attraverso progetti di ricostituzione degli stessi e il ◦◦ i sistemi insediativi pedecollinari e di medio versan- funzioni di difesa idrogeologica. idraulica, coerenti con il contesto paesaggistico. recupero delle relazioni paesaggistiche con i contesti te che costituiscono con la città di Arezzo un’unità 2. al fine di preservare gli importanti valori ambientali e pa- 6. nei tessuti interessati da riconversioni in colture specia- rurali contermini; morfologico-percettiva storicamente caratterizzata e esistici rappresentati dalle emergenze geomorfologiche lizzate di grande estensione con ridisegno integrale della ◦◦ arrestando l’ulteriore dispersione insediativa in terri- riconoscibile, anche evitando ulteriori processi di di- e naturalistiche dei calanchi, delle crete e delle biancane, maglia agraria, è indicato: torio rurale, promuovendo la salvaguardia e valorizza- spersione insediativa sulle pendici collinari. garantire azioni e programmi volti a evitare le attività ◦◦ interrompere le pendenze più lunghe al fine di conte- zione degli spazi agricoli. 14. al fine di tutelare il paesaggio della bonifica della valle di rimodellamento morfologico e messa a coltura, o di nere i fenomeni erosivi; 9. al fine di migliorare i livelli di permeabilità ecologica del della Chiana promuovere azioni e programmi volti a: trasformazione in altra destinazione; ◦◦ equipaggiare la maglia agraria di una rete di infra- territorio di pianura e fondovalle, promuovere azioni e ◦◦ limitare il più possibile effetti di frammentazione delle 3. al fine di preservare gli elevati valori identitari del pae- strutturazione paesaggistica articolata e continua, programmi volti ad assicurare: superfici agricole causati da grandi fasci infrastruttu- saggio montano e alto-collinare (con particolare riferi- data dal sistema della viabilità di servizio e dal corre- ◦◦ l’aumento della sostenibilità ambientale delle attività rali; indirizzi per le politiche mento all’Alpe di Poti e alle porzioni più elevate dei Monti do vegetazionale, e da siepi e zone tampone rispetto agricole intensive (anche con riferimento alla classi- ◦◦ preservare, ove possibile, gli elementi strutturanti la di Civitella e della Dorsale Rapolano-Monte Cetona) e gli al reticolo idrografico. Tale indirizzo risulta prioritario ficazione dell’area come zona vulnerabile da nitrati); maglia agraria ascrivibili alla bonifica leopoldina (si- elementi di diversificazione paesistica ed ecologica esi- negli agroecosistemi aventi funzioni residuali di con- ◦◦ il miglioramento delle dotazioni ecologiche, anche at- stemazioni idraulico-agrarie di piano, viabilità minore stenti, garantire azioni e programmi volti a: nettività ecologica tra nuclei e matrici forestali, indivi- traverso la realizzazione di siepi e di zone tampone e vegetazione di corredo); ◦◦ favorire la conservazione delle colture d’impronta tra- duati nella carta della rete ecologica come “Direttrici rispetto al reticolo idrografico; ◦◦ tutelare la leggibilità del sistema insediativo storico dizionale (morfotipo 21 nella carta dei morfotipi rurali) di connettività da riqualificare”. ◦◦ l’impianto di nuclei boscati di latifoglie autoctone di anche promuovendo interventi di recupero e valoriz- che circondano i nuclei storici; 7. prevedere interventi rivolti ad assicurare una densità collegamento tra nuclei forestali relittuali. zazione delle ville granducali e dell’antico sistema di ◦◦ favorire il mantenimento dei pascoli che interrompono faunistica sostenibile, con particolare riferimento agli 10. nella programmazione di nuovi interventi è necessario: manufatti ed edifici legati alla regimazione idraulica il manto boschivo; ungulati, al fine di prevenire i danni alle colture arbo- ◦◦ orientare le nuove localizzazioni verso superfici meno (quali dighe, ponti, canali, approdi, argini rialzati, ba- ◦◦ contrastare i processi di abbandono colturale e le ree in fase di impianto, ai boschi in rinnovazione, alle permeabili, garantendo sistemi efficienti di trattamen- cini artificiali, mulini, pescaie, gore, caselli e chiuse); conseguenti successioni secondarie, anche median- produzioni agrarie, ed a mantenere la biodiversità negli to e deflusso delle acque superficiali, anche al fine di ◦◦ salvaguardare, riqualificare e valorizzare i corsi d’ac- te politiche di riattivazione delle pratiche agricole e ambienti forestali. evitare fenomeni di sovraccarico del sistema di boni- qua come corridoi ecologici multifunzionali, promuo- fica; vendo forme di fruizione sostenibile della via d’ac- p. 64 silvopastorali e di sostegno alle imprese agricole e piana di arezzo e val di chiana qua e delle sue riviere (individuazione dei tratti che miglioramento del continuum ecologico degli ecosistemi presentano potenziale di navigabilità, realizzazione fluviali, anche: di itinerari di mobilità dolce, punti di sosta, accessi e ◦◦ attuando interventi di riqualificazione e di ricostituzio- quant’altro). ne della vegetazione ripariale là dove interrotta; 15. per la pianura di Quarata favorire la razionalizzazione ◦◦ migliorando la gestione della vegetazione ripariale a delle attività estrattive, promuovendo il miglioramento fini idraulici. dei livelli di sostenibilità di quelle attive e la riqualifica- 21. per il patrimonio forestale promuovere la gestione selvi- zione di quelle abbandonate. colturale sostenibile finalizzata: ◦◦ a migliorare il valore ecologico delle matrici forestali; Nelle aree riferibili a sistemi o elementi distribuiti in tutto il ◦◦ alla tutela dagli incendi estivi (con particolare riferi- territorio dell’ambito mento ai rilievi sovrastanti Cortona e Castiglion Fio- 16. garantire azioni volte al mantenimento di un equilibrio rentino); idrogeologico sostenibile, in termini di: conservazione ◦◦ alla conservazione dei relittuali boschi mesofili di ele- della qualità e quantità della risorsa idrica, stabilità del vato valore naturalistico, con particolare riferimento a reticolo idrografico, delle zone umide e dei sistemi di bo- quelli di Pietraporciana e del Monte Cetona (faggete); nifica. ◦◦ alla tutela e ampliamento dei boschi isolati planiziali o 17. perseguire azioni volte a tutelare gli acquiferi non solo collinari (con particolare riferimento al Bosco di rovere nelle aree della Montagna e Collina calcarea e del Mar- di Sargiano). gine, ma anche nelle aree limitrofe di Collina sui depositi 22. promuovere la valorizzazione e tutela dell’importante si- neo-quaternari e di Collina dei bacini neo-quaternari a stema di Aree protette e siti Natura 2000 dei Laghi di sabbie dominanti: Chiusi e Montepulciano, degli ambienti lacustri della Ri- ◦◦ mantenendo lo stato dei rilievi calcarei; serva Naturale di Ponte a Buriano e Penna e degli impor- ◦◦ favorendo nei sistemi ad essi limitrofi, l’adozione di tanti habitat forestali della Riserva Naturale del Pigelleto pratiche che riducano l’utilizzazione di sostanze chi- e del Sito Natura 2000 del Monte Cetona. miche in agricoltura; 23. promuovere azioni e programmi volti a valorizzare le ◦◦ garantendo la compatibilità delle attività estrattive. risorse culturali e gli itinerari tematici dell’ambito, con 18. nella programmazione di nuovi interventi, evitare: particolare riferimento a: ◦◦ l’inserimento di infrastrutture, volumi e attrezzature ◦◦ i castelli e le fortificazioni (Castello di Montecchio- fuori scala rispetto alla maglia territoriale e al sistema Vesponi, Valiano, Castello di Gargonza a Monte San insediativo; Savino o della Fortezza Medicea a Lucignano), ◦◦ ulteriori frammentazioni del territorio agricolo da essi ◦◦ i borghi storici collinari (Montefollonico, Badia al Pino); derivanti. Nel caso di integrazioni ai grandi corridoi ◦◦ i parchi e giardini storici (Parco Bologna Buonsignori infrastrutturali già esistenti, garantire che i nuovi in- in località Le Pietrose nel comune di Montepulciano, il terventi non ne accentuino l’effetto barriera sia dal Parco Terrosi Vagnoli nel comune di Cetona e il Parco punto di vista visuale che ecologico, assicurando la e villa Tosoni nel comune di Chiusi); permeabilità nei confronti del territorio circostante ◦◦ il sistema delle ville-fattoria; (con particolare riferimento alle autostrade A1 e A11, ◦◦ la rete delle pievi di crinale. ai raccordi Arezzo-Battifolle, Siena-Bettolle e Perugia- A1, e alla strada di grande comunicazione Grosseto- Fano); indirizzi per le politiche ◦◦ ulteriori saldature lungo la strada pedecollinare SR 71 di collegamento tra Arezzo, Castiglion Fiorentino e Cortona, e nuovi consumi di suolo nelle aree agricole circostanti i centri abitati più estesi (Montepulciano, Chianciano Terme e Sarteano). 19. valorizzare e recuperare le strutture termali di origine storica poste nelle località di Chianciano Terme, Monte- pulciano, Sant’Albino, San Casciano dei Bagni e garantire azioni volte alla stabilità delle risorse geotermali; 20. per gli ecosistemi fluviali (con particolare riferimento ai 5 torrenti Rigo, Paglia e Elvella) garantire una gestione delle fasce ripariali e dei terrazzi ghiaiosi finalizzata al p. 65 piana di arezzo e val di chiana ambito 15 piana di arezzo e val di chiana

Disciplina d’uso 6 piana di arezzo e val di chiana della bonifica; 1.3 - evitare ulteriori processi di dispersione insediativa Obiettivo 2 6.1 Obiettivi di qualità • favorire nelle nuove riorganizzazioni della maglia in territorio rurale anche attraverso la definizione e Salvaguardare i caratteri geomorfologici, e direttive agraria principi di coerenza morfologica con il dise- riqualificazione dei margini urbani, la salvaguardia degli ecosistemici, culturali e identitari del gno generale e con le linee direttrici della pianura spazi agricoli periurbani e la ricostituzione delle relazioni paesaggio alto collinare e montano bonificata; territoriali con i contesti contermini; interessato da diffusi fenomeni di • favorire la predisposizione di elementi di infrastrut- abbandono e dalla intensificazione delle turazione ecologica e paesaggistica nei processi di 1.4 - assicurare che eventuali nuove espansioni e nuovi attività agricole intensificazione delle attività agricole all’interno della carichi insediativi siano coerenti per tipi edilizi, materiali, pianure alluvionali dominate dalla monocoltura ce- colori ed altezze, e opportunamente inseriti nel contesto Direttive correlate realicola, da vasti frutteti specializzati (zona di Te- paesaggistico senza alterarne la qualità morfologica e Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della goleto), da colture industriali (tabacco, barbabietola percettiva; pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani da zucchero) e dalla presenza di vasti allevamenti di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai zootecnici intensivi (suinicoli e avicoli). 1.5 - tutelare gli edifici e i manufatti di valore storico e sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a: architettonico e salvaguardare la riconoscibilità e l’integrità Obiettivo 1 1.2 - evitare l’ulteriore impermeabilizzazione, la visuale del profilo urbano storico di Arezzo, caratterizzato 2.1 - tutelare i caratteri strutturanti il paesaggio rurale Salvaguardare le pianure di Arezzo e della frammentazione e il consumo di suolo agricolo delle vaste dalla supremazia di torri, campanili e cupole di edifici civili montano e alto-collinare mediante una gestione forestale Val di Chiana, qualificate dalla presenza pianure alluvionali e delle aree pedecollinari connessi alla e religiosi; che migliori il valore ecologico dei boschi e contrasti dei paesaggi agrari della bonifica storica espansione insediativa e allo sviluppo infrastrutturale, l’espansione delle successioni secondarie sui terreni in stato e da aree umide di interesse naturalistico, mantenere i varchi esistenti e riqualificare le “Direttrici 1.6 - nella pianura di Quarata, razionalizzare le attività di abbandono (in particolare sull’Alpe di Poti, sui Monti e tutelare le relazioni funzionali ed di connettività” (individuate nella carta della “Rete degli estrattive, migliorando i livelli di sostenibilità di quelle attive Ginezzo e Dogana, sul Monte Cetona o sui rilievi di Civitella ecosistemiche tra il territorio pianeggiante Ecosistemi”) e riqualificando quelle abbandonate; Val di Chiana); e le aree collinari e montane, nonché Orientamenti: ricostituire le relazioni tra il sistema Mantenere i varchi esistenti e riqualificare le “Direttrici di 1.7 - tutelare, riqualificare e valorizzare il corso del Fiume 2.2 - valorizzare i paesaggi agricoli tradizionali (zone agricole insediativo e le aree agricole circostanti connettività” con particolare riferimento a: Arno, il denso reticolo idrografico della Val di Chiana, con ricche di elementi vegetali lineari, aree di pascolo, oliveti • la pianura a nord di Arezzo e quella tra Arezzo e il particolare riferimento alle aree individuate come “corridoio e oliveti terrazzati) favorendo lo sviluppo di un’agricoltura Direttive correlate Canale Maestro della Chiana interessate da intense ecologico fluviale da riqualificare” della Carta della Rete innovativa che coniughi competitività economica con Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della urbanizzazioni (prevalentemente zone industriali) Ecologica. ambiente e paesaggio; pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani associate alla elevata densità delle infrastrutture li- Orientamenti: di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai neari, con tendenza alla saldatura dell’edificato in • tutelare i corsi d’acqua del Rigo e del Paglia, a cui è 2.3 - negli interventi di rimodellamento, soggetti ad sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a: direzione di Battifolle; associata la presenza di significativi ecosistemi flu- autorizzazione idrogeologica ed incidenti sull’assetto • la parte settentrionale della Val di Chiana caratte- viali e di numerose aree umide (naturali e artificiali) idrogeomorfologico, garantire, nel caso di modifiche 1.1 - Valorizzare i caratteri identitari del paesaggio agrario rizzata da intensi processi di urbanizzazione, nel alcune delle quali di elevato interesse conservazioni- sostanziali della maglia agraria, che le soluzioni funzionali della bonifica leopoldina che si estende attorno al Canale triangolo Badia al Pino – Tegoleto – Pieve al Toppo stico (Ponte a Buriano e Penna, Laghi di Montepul- individuate siano coerenti (per forma e dimensione) con il Maestro della Chiana, favorendo il mantenimento di (con tendenza alla saldatura delle aree urbanizzate ciano e di Chiusi, aree umide dell’ex zuccherificio di contesto paesaggistico; negli interventi di rimodellamento un’agricoltura innovativa che coniughi competitività in direzione di San Zeno e del Canale Maestro della Castiglion Fiorentino) attraverso il miglioramento del prevedere la realizzazione di adeguate reti ecologiche in economica con ambiente e paesaggio Chiana); grado di continuità ecologica e della gestione della grado di migliorarne i livelli di permeabilità; Orientamenti: • le residuali aree agricole comprese tra Sinalunga, vegetazione ripariale, nonché attraverso la promo- • salvaguardare, recuperare e valorizzare l’antico si- Bettolle e Torrita di Siena e lungo il torrente Foenna, zione di forme di fruizione delle vie d’acqua. 2.4 - negli interventi di nuova edificazione assicurare la stema di manufatti e gli edifici di grande valore sto- individuate nella carta della “Rete degli Ecosistemi” coerenza con il contesto paesaggistico per forma dimensione disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive rico - architettonico e testimoniale legati alla regima- come “Direttrice di connettività da ricostituire”; e localizzazione; zione idraulica quali: dighe, ponti, canali, approdi, • a pianura del torrente Esse con nuove espansioni argini rialzati, bacini artificiali, mulini, pescaie, gore, commerciali/ industriali in loc. Farniole e Pieve Vec- 2.5 - nella porzione di territorio ricompresa nella Val d’Orcia caselli e chiuse; in particolare i resti del settecente- chia (“Direttrice di connettività da riqualificare” -in a sud del Monte Cetona e tra San Casciano dei Bagni e sco Argine di Separazione fra i bacini del Tevere e dividuata nella carta della “Rete degli Ecosistemi”); il torrente Rigo, preservare i paesaggi agro-pastorali, dell’Arno nei pressi di Chiusi Scalo, il Callone di Va- • la zona di Chiusi Scalo, interessata dallo sviluppo di le biancane, i calanchi, le balze e le altre emergenze liano, la Botte allo Strozzo, la Fattoria con la Colmata zone industriali/artigianali di pianura in corso di sal- geomorfologiche per il significativo valore identitario, di Brolio, l’Allacciante dei Rii Castiglionesi, la Chiusa datura con adiacenti aree urbanizzate extraregionali; paesistico e naturalistico dei Monaci, i numerosi ponti in ferro ottocenteschi • le aree pedecollinari lungo la strada di collegamento Orientamenti: di tipo zorès, i caselli idraulici, i manufatti di immis- tra Arezzo, Castiglion Fiorentino e Cortona con pro- • contenere le attività di rimodellamento morfologico sione; cessi di urbanizzazione che creano un effetto barrie- o di trasformazione delle emergenze geomorfologi- • favorire il mantenimento della struttura della viabi- ra tra la pianura e gli ambienti collinari e montani; che di significativo valore identitario; lità poderale e la leggibilità del sistema insediativo p. 68 piana di arezzo e val di chiana 2.6 - tutelare e valorizzare la rete dei percorsi e delle 3.3 - tutelare l’integrità estetico-percettiva, storico- infrastrutture storiche per la fruizione del territorio e favorire culturale e la valenza identitaria delle importanti emergenze il riutilizzo del patrimonio abitativo e l’accessibilità alle zone d’interesse archeologico (la Necropoli di Poggio Renzo, rurali Poggio della Pellegrina-Montevenere-San Paolo e le aree Orientamenti: di Poggio La Tomba e Poggio Montollo, la necropoli delle • in particolare, tutelare e valorizzare i tracciati delle Pianacce-Cristianello e di Solaia, l’area santuariale a vie storiche Laurentana, Cassia e Cassia Nova, del Castelsecco); Passo della Cerventosa e del passo della Foce in Val di Chio e la rete delle principali strade storiche colli- 3.4 - mantenere la relazione tra il sistema insediativo storico nari di crinale o mezzacosta. e il tessuto dei coltivi mediante la conservazione delle aree rurali poste attorno ai nuclei storici Orientamenti: Obiettivo 3 • nella zona di Cortona, Castiglion Fiorentino e Civitel- Salvaguardare la riconoscibilità del sistema la Val di Chiana conservare, nell’intorno territoriale insediativo storico collinare e montano, del nucleo storico, i coltivi e l’olivicoltura terrazzata e valorizzare gli ambienti agro-pastorali ove presente. tradizionali e i paesaggi forestali 3.5 - attuare la gestione forestale sostenibile finalizzandola Direttive correlate al miglioramento della qualità ecologica dei boschi, alla Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della tutela dagli incendi estivi (con particolare riferimento ai pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani rilievi sovrastanti Cortona e Castiglion Fiorentino), alla di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai conservazione dei relittuali boschi mesofili di elevato sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a: valore naturalistico, con particolare riferimento a quelli di Pietraporciana e del Monte Cetona (faggete) e, ove 3.1 - tutelare l’integrità percettiva dell’abitato di possibile, alla tutela e ampliamento dei boschi isolati Montepulciano, costituito da una ricca stratificazione planiziali o collinari (con particolare riferimento al Bosco di insediativa di matrice storica, e le relazioni funzionali tra rovere di Sargiano. l’insediamento e il contesto territoriale di appartenenza, caratterizzato da un sistema di appoderamento diffuso e dalla presenza di importanti complessi religiosi (complesso architettonico della Madonna di San Biagio), conservandone i caratteri storici- identitari tradizionali e contrastando lo sviluppo edilizio sui versanti collinari;

3.2 - tutelare l’integrità morfologica, i caratteri storici identitari, le visuali percepite dal sistema insediativo di antica formazione Orientamenti: In particolare tutelare: • i castelli e le fortificazioni (Castello di Montecchio- disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive Vesponi, Valiano, Castello di Gargonza a Monte San Savino o della Fortezza Medicea a Lucignano), • i borghi storici collinari (Montefollonico, Civitella Val di Chiana); • i parchi e giardini storici, (Parco Bologna Buonsignori in località Le Pietrose nel comune di Montepulciano, il Parco Terrosi Vagnoli nel comune di Cetona e il Parco e villa Tosoni nel comune di Chiusi); • il sistema delle ville-fattoria; • la rete delle pievi di crinale; 6.1

p. 69 piana di arezzo e val di chiana disciplina d’uso (esemplificazioni con valore indicativo) Norme figurate

p. 70 piana di arezzo e val di chiana legenda

Beni paesaggistici disciplina d’uso Beni paesaggistici

6.3

p. 71