COMUNE DI - Provincia di Napoli -

S.I.A.D.

STRUMENTO D’INTERVENTO PER L’APPARATO DISTRIBUTIVO

Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n. 114 Legge Regionale 07 gennaio 2000 n. 1

RELAZIONE GIUSTIFICATIVA DELLE SCELTE

Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

INDICE

1. NOTA METODOLOGICA ...... 2 2. IL QUADRO NORMATIVO...... 3 3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ...... 5 4. LA POPOLAZIONE ...... 8 5. DENSITA’ ABITATIVA ...... 11 6. ANALISI DEMOGRAFICA...... 14 7. ECONOMIA ...... 18 8. LE INFRASTRUTTURE ...... 23 9. L'ACCESSIBILITA' ...... 26 10. COMMERCIO ...... 27 11. L’OFFERTA COMMERCIALE ...... 29 11.1 ESERCIZI AL DETTAGLIO FISSO ...... 29 11.2 OPERATORI A POSTO FISSO ...... 31 11.3 ESERCIZI PUBBLICI ED ALTRE TIPOLOGIE ...... 31 12. ANALISI DELL’OFFERTA COMMERCIALE ...... 32 13. LOCALIZZAZIONE COMMERCIALE ATTUALE ...... 35 14. VALUTAZIONI SUL DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI VENDITA COMUNALE ...... 45 15. FONDAMENTI PROGRAMMATICI DEL PIANO ...... 46 16. INDIRIZZI E PROPOSTE ...... 47 17. PROGRAMMI PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELLA ZONA CENTRALE DEL PAESE ...... 50 18. LOCALIZZAZIONE DELLE AREE DESTINATE AGLI INSEDIAMENTI DELLE MEDIE STRUTTURE DI VENDITA ...... 55 19. STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE URBANISTICO COMMERCIALE ...... 58

- ALLEGATO A: PLANIMETRIA CON LA LOCALIZZAZIONE DELLE AREE DA DESTINARE ALLE MEDIE SUPERIFICI DI VENDITA - ALLEGATO B: NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE – REGOLAMENTO - ALLEGATO C: NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE (N.T.A. – REGOLAMENTO COMMERCIO SU AREE PUBBICHE) - ALLEGATO D: DETERMINA DI PRESA D’ATTO N° 39 DEL 30/06/2005

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1. NOTA METODOLOGICA

Gli studi e le analisi sul Comune di Casavatore sono stati condotti attraverso dati acquisiti da fonti statistiche di primaria attendibilità quali l’Istat, l’Istituto Tagliacarne, il Ministero delle Attività produttive, il servizio statistica della Regione , gli uffici comunali e l’indagine diretta. Si è proceduto preliminarmente all’inquadramento territoriale della città nell’area omogenea di appartenenza, definita dalla Legge Regionale N.1 del 7 gennaio 2000. Definito l’ambito territoriale di interesse si è definito il microambiente, ovvero il contesto urbano e delle relazioni territoriali di prossimità delle aziende commerciali. Elementi del microambiente sono:

1. Il quadro normativo 2. Le caratteristiche demografiche della popolazione cittadina; 3. Gli indicatori socio economici; 4. La configurazione della rete di vendita;

Le caratteristiche demografiche e gli indicatori socio economici sono elementi chiave per la comprensione delle caratteristiche della domanda interna e, più in generale, del contesto entro il quale il commercio deve cercare le opportunità di sviluppo. La configurazione delle rete di vendita, ovvero il modello di rete esistente si concretizza nella definizione dei poli e degli assi commerciali, entità urbane in grado di esercitare attrazione e quindi di generare flussi rilevanti di visitatori. Si tratterà, in particolare, di considerare il Comune nella sua qualità di polo commerciale, le relazioni tra lo sviluppo delle attività e le polarizzazioni esterne ad esso, funzionali soprattutto allo sviluppo delle medie e grandi strutture di vendita alle quali affidare, nell’ottica della riqualificazione, il ruolo di decongestionamento dell’area, decentrandovi le attività commerciali con maggiore impatto trasportistico.

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2. IL QUADRO NORMATIVO

La riforma del commercio, attesa da anni, si è concretizzata, in Campania, con la pubblicazione della legge regionale n. 1 del 7.1.2000 “Direttive regionali in materia di distribuzione commerciale”.

Con essa, hanno trovato definitiva applicazione le norme e le procedure previste dal Dlgs. 31.3.1998 n. 114 “Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell’art. 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59.

Il riferimento alla cosiddetta “Bassanini uno” (L. 59/97) rivela sinteticamente, ma con eloquenza analoga ad una trattazione specialistica, le ragioni dell’improvvisa accelerazione che ha portato in pochissimi mesi all’approvazione di una riforma per la quale si prevedevano tempi lunghi, prefigurati nello stesso andamento degli atti parlamentari.

L’esigenza di non rinviare ulteriormente l’entrata in vigore delle norme di semplificazione dei procedimenti, da applicare più o meno contemporaneamente in molti campi della Pubblica Amministrazione, ha costituito il “grimaldello” per sottrarre la discussione sulla riforma del commercio ad un annoso confronto tutto interno al settore, e per varare un decreto legislativo (114/98) che contempera necessità specifiche di regolamentazione (centri storici, medie e grandi strutture di vendita, commercio su aree pubbliche) ad esigenze di liberalizzazione ispirate a logiche di normalizzazione a livello europeo, ma che in Italia si sono concretizzate soltanto per gli esercizi di vicinato e per la disciplina degli orari di vendita dei negozi.

Sono rimasti esclusi dalla riforma, purtroppo, i pubblici esercizi (bar, ristoranti ed attività assimilabili) e le rivendite di giornali e riviste, tuttora soggette a norme e procedure incredibilmente appesantite da adempimenti amministrativi.

La legge della Regione Campania n. 1/2000, in attuazione del Dlgs. 114/98, definisce la programmazione e le norme generali per le grandi strutture di vendita, stabilisce le direttive ed i criteri urbanistici ai quali i comuni sono tenuti ad attenersi, ed in particolare, agli artt. 13-14- 15, obbliga i Comuni a dotarsi di un “nuovo piano commerciale”, denominato “Strumento di

3 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE intervento per l’apparato distributivo”, che costituisce piano di strumento integrato del PRG, concernente:

 gli esercizi di vicinato

 le medie strutture di vendita

 il commercio su aree pubbliche

 le localizzazioni delle grandi strutture di vendita,

Nel rispetto delle destinazioni d’uso delle aree e degli immobili stabilite dallo stesso Strumento, da sottoporre, dopo l’approvazione in consiglio comunale, al visto di conformità regionale, da rilasciarsi entro 90 giorni.

Ci sembra opportuno sottolineare, fin dalle premesse, la straordinaria opportunità, implementata dal D.lgs 114 e correttamente interpretata dalla legge regionale, per i comuni, di farsi promotori di iniziative di sviluppo ed innovazione del commercio nei centri storici.

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3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

La Provincia di Napoli occupa una superficie territoriale di 1.171 chilometri quadrati, pari all’ 8,6% della superficie regionale, ma in questo territorio si concentra più del 50% dell’intera popolazione regionale.

Il Comune di Casavatore è un comune autonomo dal 30 luglio 1946, data in cui si distaccò ufficialmente da .

Nel 1946 Casavatore contava circa quattromila abitanti e fino agli anni sessanta la sua popolazione rimase sostanzialmente immutata. Nell’ultimo quarantennio, però, vi è stata una vera esplosione demografica ed oggi la città conta circa 21.000 abitanti: ciò sia per effetto dell’industrializzazione crescente verificatasi sul territorio negli anni 60, sia per il crescente sviluppo edilizio abitativo degli ’70’80.

La superficie territoriale dei comuni della provincia di Napoli è molto variabile, oscilla infatti da 1, 62 Kmq di Casavatore a 117,27 KMq di Napoli. In particolare la superficie totale della provincia di Napoli rappresenta lo 0,4% della superficie nazionale e l’8,6 % di quella regionale.

Nella tabella seguente vengono mostrati sinteticamente il numero dei comuni per classe di superficie; il 60% dei comuni è di piccola dimensione come nel caso del Comune di Casavatore (inferiori o uguali a 10 Kmq), il 36% di medie dimensioni (>10 Kmq <=25 Kmq) , la restante parte (11%) supera il 25 Kmq e, di questa, solo 2 comuni ( e Giugliano) sono compresi tra 50 e 100 Kmq e solo Napoli supera i 100 Kmq ( vedi Tabella.1).

SUPERFICIE N. COMUNI % ( kmq) < = 2 2 2 >2- = 5 28 30 >5-<=10 26 28 >10-< =25 26 28 >25-<=50 7 8 >50-<=100 2 2 >100 1 1 TOTALE 92 100

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Il Comune di forma geometrica pentagonale, confina per tre lati con la città di Napoli (di cui è quasi parte integrante), per un lato con Casoria e per l’altro con Arzano.

Il nucleo abitativo di Casavatore sorge su di un territorio interamente pianeggiante, caratterizzato da favorevoli condizioni morfologiche, da spazi accessibili che hanno stimolato una consistente urbanizzazione, accentuatasi soprattutto negli ultimi decenni.

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Mentre agli inizi della sua storia l’economia della città era di natura essenzialmente agricola e commerciale (settore delle carni), negli anni 60 Casavatore assunse una connotazione prevalentemente industriale e con Arzano e Casoria faceva parte del più famoso triangolo industriale a nord di Napoli, tanto che in quel periodo si scrisse che la città era il Comune più industrializzato d’italia, tenendo conto del rapporto abitanti -estensione del territorio- posti di lavoro nelle industrie.

Successivamente, a causa della crisi del settore industriale, l’economia del territorio ha assunto carattere soprattutto terziario, sviluppatosi prevalentemente nel settore commercio delle carni, dei salumi e degli insaccati, nel rispetto, quindi, della sua più antica tradizione.

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4. LA POPOLAZIONE

Gli aspetti demografici costituiscono la base di qualsiasi analisi territoriale; ciò è particolarmente evidente quando si affronta la definizione delle pressioni antropiche in relazione allo stato dell’ambiente di un territorio.

La popolazione di Casavatore registra nel 2003 circa 21.198 abitanti. Il dato è ancora più importante ove si consideri il contesto territoriale di riferimento della Provincia di Napoli.

Nella Tab. 3 sono mostrati i dati per comune della popolazione residente in provincia di Napoli per gli anni 1951, 1961,1971, 1981, 1991 e 2000, la popolazione del comune di Napoli (1.000.470 abitanti nel 2000) rappresenta il 32,3% del totale di popolazione della provincia.

A livello provinciale, la popolazione è aumentata dal 1950 al 2000 (vedi figura seguente), ma con tassi di crescita decrescenti; infatti se nel decennio 1951-1961 si è avuto un notevole incremento di popolazione, con un tasso di crescita (sul decennio) di 16,4%, nei decenni successivi, l’incremento c’è stato ma con tassi inferiori rispetto al decennio 1951-1961 (1961- 1971 e 1971-1981 rispettivamente di 11,9% e di 9,6%).

Nei decenni successivi (1981-1991 e 1991-2000) la popolazione è ancora aumentata ma con tassi di crescita nettamente inferiori, tendendo di fatto ad una stabilizzazione del dato di popolazione (1981-1991 e 1991-2000 rispettivamente di 1,5% e di 3,6%), anche se nei nove anni tra il 1991 ed il 2000 sembra che si manifesti di nuovo un debole incremento del tasso di crescita.

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Fonte: dati Istat

Per quanto riguarda l’ampiezza demografica dei comuni della provincia di Napoli, in relazione ai dati 2000, si può osservare:

 Il maggior numero di comuni (52 comuni pari al 57% del totale dei comuni della provincia) ricade nella classe di ampiezza > 10.000 <= 50.000 abitanti (media dimensione), con una popolazione di 1.210.160 abitanti pari al 39% della popolazione totale della provincia. In questa classe rientra il Comune di Casavatore con poco più di 21.000 abitanti.

 Il 20% dei comuni ricade nella classe di ampiezza > 5.000 <= 10.000 abitanti (piccola dimensione), con una popolazione di 136.606 abitanti pari al 4% della popolazione totale della provincia;

 I comuni di dimensione inferiore ai 5.000 abitanti rappresentano globalmente il 12%, con una popolazione di 36.354 abitanti pari al 1% della popolazione totale della provincia;

 I comuni di dimensione compresa tra > 50.000 <= 100.000 abitanti rappresentano lo 11%, con una popolazione di 716.298 abitanti pari al 23% della popolazione totale della provincia; in questa classe rientrano comuni come Giugliano con 85.421 abitanti, con 82.152 abitanti e con 92.994 abitanti;

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 Le classi di ampiezza demografica > 100.000 <= 500.000 e > 500.000 - <= 1.000.000 abitanti non sono rappresentate;

 La classe superiore ad 1.000.000 di abitanti comprende il solo comune di Napoli (1%) con 1.000.470 abitanti pari al 32% della popolazione totale della provincia.

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5. DENSITA’ ABITATIVA

La densità di popolazione, data dal rapporto tra gli abitanti residenti e la superficie territoriale, è fondamentale per una stima preliminare della pressione antropica esercitata sul territorio.

La densità demografica della provincia di Napoli supera di sei volte quella della Campania (la regione con la maggiore densità abitativa dell'intera penisola), e di tredici volte quella dell'intero territorio nazionale. L'indicatore è molto variabile, perchè va dai 253 ab/Kmq di , ai 14.708 ab/Kmq di , il Comune con la densità più alta dell'intera provincia.

Nessun Comune campano, da questo punto di vista, può classificarsi come propriamente rurale (densità inferiore ai 250 ab/kmq) ed anche quello con la minore densità abitativa si colloca al di sopra della media nazionale. La maggiore densità si registra, in generale, nei grandi centri urbani e nell'hinterland metropolitano.

DENSITÀ DEMOGRAFICA (AB./KMQ)

Provincia di Napoli 2.656,5

Campania 425,5

Italia 205,8

fonte: Istituto Tagliacarte 2003

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Comune Densità Comune Densità demografica demografica Ab./Kmq Ab./Kmq 1 ROCCARAINOLA 253 47 POZZUOLI 1868 2 389 48 1908 3 436 49 2025 4 450 50 2027 5 470 51 SANT'AGNELLO 2078 6 473 52 2105 7 CARBONARA DI 522 53 2110 8 567 54 ISCHIA 2172 9 596 55 SANT'ANTONIO ABATE 2295 10 649 56 QUARTO 2572 11 649 57 2610 12 689 58 2612 13 690 59 2628 14 701 60 2699 15 774 61 SANTA MARIA LA CARITA' 2794 16 BARANO D'ISCHIA 779 62 3010 17 ACERRA 804 63 3020 18 853 64 TORRE DEL GRECO 3178 19 NOLA 858 65 3261 20 GIUGLIANO IN CAMPAN. 893 66 3407 21 905 67 META 3460 22 974 68 VOLLA 3523 23 1028 69 3622 24 1035 70 3709 25 1045 71 POMIGLIANO D'ARCO 3729 26 1056 72 3764 27 1093 73 3860 28 1160 74 SAN SEBASTIANO AL VESUV. 3876 29 1256 75 4109 30 1293 76 5064 31 SAN GENNARO VESUVI. 1311 77 5142 32 1399 78 5402 33 1403 79 5527 34 1424 80 SANT'ANTIMO 5554 35 1481 81 6467 36 SANT'ANASTASIA 1532 82 6534 37 1600 83 6703 38 1623 84 6841 39 1643 85 CASORIA 6984 40 1728 86 7397 41 1734 87 7995 42 1736 88 ARZANO 8688 43 1755 89 NAPOLI 8919 44 1804 90 CASAVATORE 13085 45 CAPRI 1819 91 14066 46 1826 92 SAN GIORGIO A CREMANO 14708

Fonte: Ns Elaborazione su dati ISTAT 2003

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La densità di popolazione decresce per i comuni di Arzano, Napoli, Portici e San Giorgio a Cremano; in particolare il fenomeno è particolarmente evidente a Portici e Napoli che nel 1981 avevano raggiunto rispettivamente 17.790 e 10.338 ab/kmq. Continua invece a crescere a Frattaminore, Casavatore e, principalmente, a Melito di Napoli.

Fig. 1: Provincia di Napoli: Andamenti temporali delle densità di popolazione per i comuni a maggiori valore

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6. ANALISI DEMOGRAFICA

La maggiore mobilità derivante dall'evoluzione del sistema del lavoro ha consentito, più di recente, la redistribuzione delle residenze. Questo fenomeno è stato in parte canalizzato all'esterno del territorio provinciale (p. es. flussi diretti verso la Provincia di Caserta) ed in parte si è tradotto in una riduzione della pressione demografica in alcuni Comuni del napoletano, fra cui in particolare Torre Annunziata (-1,9% nel periodo 1994/96), Casavatore (-1,3%) e S.Anastasia (-2,2%). Queste trasformazioni demografiche sono in parte da attribuire anche all'accelerazione del processo di diffusione dei servizi di base ed accessori che ha contribuito alla creazione di nuove funzioni nelle aree interne, riducendo così la dipendenza dell'intera provincia dal capoluogo napoletano. L'esistenza e lo sviluppo di fattori localizzativi quali l'alto livello di accessibilità al sistema autostradale interregionale e l'ampliamento di servizi di tipo terziario hanno creato le condizioni di base necessarie per il consolidamento del fenomeno di "periferizzazione" delle attività produttive. In altri termini, non solo la metropoli di Napoli bensì tutto il territorio ad essa circostante rappresenta un'attraente ed ambita meta insediativa.

I processi di delocalizzazione industriale dal capoluogo provinciale, l'evoluzione del settore terziario e, più in generale, lo sviluppo di aree produttive contrassegnate dalla presenza di manodopera qualificata, hanno certamente rappresentato il principale e più significativo fattore di alimentazione del processo di crescita urbana: fattore determinante nell'analisi dell'elevata densità demografica della provincia di Napoli. Le zone interessate da una ripresa della densità demografica si possono dividere in due gruppi distinti: 1. aree ad intensa densità, in cui il processo si è incrementato ulteriormente per fattori naturali (Giugliano, Casavatore, Melito, Crispano e la maggior parte dei Comuni non costieri); 2. aree a densità più bassa rispetto al territorio napoletano, caratterizzate da un certo rilancio produttivo e dal positivo trend delle nascite (essenzialmente i Comuni costieri). L'analisi del numero di abitazioni e residenze occupate può fornire un analisi più dettagliata ed esaustiva circa le dinamiche demografiche non solo da un punto di vista puramente numerico ma anche economico.

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Il numero delle stanze delle abitazioni occupate, è nella provincia di Napoli in linea con la media nazionale (di circa 3.500.000), ed è pari a 3.424.015. I dati disponibili mostrano che il 36,5% di esse è concentrato nel capoluogo di provincia. L'attività edilizia, basata su accorpamenti, sopraelevazioni ed incrementi delle superfici utili, è stata talvolta realizzata in modo abusivo.

Tale fenomeno ha registrato una forte battuta di arresto nel corso degli ultimi anni. L'adozione di politiche di maggiore controllo dell'abusivismo edilizio, intraprese a livello nazionale e locale, ha infatti comportato l'abbattimento di alcune strutture edificate senza il rispetto del dettato normativo. In aggiunta a ciò, la crisi economica del 1992 ha ridotto la redditività delle imprese del settore edilizio e ne ha orientato l'attività verso investimenti a più elevato valore aggiunto, costituiti dalle infrastrutture pianificate sia dai privati che dal comparto pubblico.

Comune Stanze delle abitazioni Comune Stanze delle abitazioni occupate - (N°) occupate - (N°) 1 2.283 47 SAVIANO 16.402 2 LIVERI 2.405 48 PALMA CAMPANIA 16.826 3 COMIZIANO 2.699 49 CERCOLA 17.839 4 CASOLA DI NAPOLI 3.308 50 SANT'ANTONIO ABATE 17.946 5 SERRARA FONTANA 3.832 51 VOLLA 19.252 6 TUFINO 3.936 52 POGGIOMARINO 19.944 7 SAN PAOLO BEL SITO 3.969 53 CARDITO 20.052 8 CASAMARCIANO 4.798 54 CASAVATORE 20.811 9 LACCO AMENO 4.944 55 QUALIANO 20.821 10 VISCIANO 5.263 56 MELITO DI NAPOLI 20.826 11 MASSA DI SOMMA 5.385 57 ISCHIA 21.118 12 PIMONTE 5.610 58 SORRENTO 21.194 13 SCISCIANO 5.885 59 GRUMO NEVANO 21.204 14 LETTERE 5.915 60 VICO EQUENSE 22.414 15 MARIGLIANELLA 6.079 61 VILLARICCA 23.755 16 SAN VITALIANO 6.335 62 OTTAVIANO 26.746 17 ANACAPRI 6.535 63 MUGNANO DI NAPOLI 27.311 18 CAMPOSANO 6.560 64 POMPEI 29.818 19 CASTELLO DI CISTERNA 6.867 65 SANT'ANASTASIA 29.947 20 STRIANO 7.794 66 BACOLI 30.189 21 ROCCARAINOLA 8.956 67 SANT'ANTIMO 30.613 22 CIMITILE 9.037 68 BOSCOREALE 31.348 23 CASAMICCIOLA TERME 9.063 69 SAN GIUSEPPE VESUV. 31.350 24 CAPRI 9.287 70 QUARTO 32.413 25 BARANO D'ISCHIA 9.381 71 GRAGNANO 32.774 26 META 9.698 72 SOMMA VESUVIANA 34.177 27 CRISPANO 9.891 73 MARIGLIANO 35.749 28 9.939 74 CASALNUOVO DI NAP.LI 35.997 29 SANT'AGNELLO 10.521 75 CAIVANO 36.716 30 AGEROLA 10.551 76 FRATTAMAGGIORE 37.498 31 SANTA MARIA LA CARITA' 10.582 77 ARZANO 38.416 32 TRECASE 10.902 78 NOLA 43.165 33 SAN SEBASTIANO AL VESUVIO 10.909 79 ACERRA 44.112 34 CALVIZZANO 10.940 80 POMIGLIANO D'ARCO 50.368 35 CASANDRINO 11.688 81 MARANO DI NAPOLI 53.738 36 FRATTAMINORE 12.161 82 AFRAGOLA 57.286 37 BOSCOTRECASE 12.378 83 TORRE ANNUNZIATA 59.311 38 PROCIDA 12.694 84 ERCOLANO 60.835 39 POLLENA TROCCHIA 13.391 85 GIUGLIANO IN CAMP. 67.648 40 MONTE DI PROCIDA 14.185 86 SAN GIORGIO A CREM. 70.394 41 MASSA LUBRENSE 14.982 87 CASTEL.ARE DI STABIA 78.516 42 BRUSCIANO 15.205 88 PORTICI 81.985 43 PIANO DI SORRENTO 15.419 89 CASORIA 83.383 44 TERZIGNO 15.547 90 POZZUOLI 84.565 45 FORIO 15.809 91 TORRE DEL GRECO 109.462 46 CICCIANO 16.020 92 NAPOLI 1.248.243 Fonte: Dati Ancitel 2000

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Inoltre la provincia di Napoli è dotata di 852.341 abitazioni occupate, il 36,6% delle quali si concentra nel capoluogo regionale. Non considerando quest'ultimo, il Comune con il più elevato numero di abitazioni occupate è Torre del Greco, che peraltro presenta anche il maggior numero di stanze. I dati evidenziano una situazione abitativa soddisfacente in quanto 70 Comuni mostrano un rapporto fra abitazioni occupate e famiglie residenti pari all'unità; i restanti 22 registrano valori poco inferiori all'unità, con un livello minimo registrato dal Comune di Castellammare di Stabia (0,89).

Infine, il prezzo medio al mq per un appartamento nuovo nell'ipotesi di localizzazione in zona semi-centrale, si presenta pari, nella provincia di Napoli, a 1.500,00 euro (Il Sole 24 Ore - Giugno 2002). Esso risulta decisamente superiore alla media nazionale che è pari a 1.200,00 euro, ma inferiore al valore riscontrato per le altre principali metropoli del paese (Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna). Quest'ultimo dato e la valorizzazione economica che il territorio napoletano ha acquistato nel corso del tempo sono, in via sintetica, da collegarsi alla crescita industriale che ha interessato alcune aree (distretti industriali) e all'attrattivà turistica della provincia, elemento chiave nel processo di apprezzamento del valore patrimoniale degli immobili presenti in loco. In particolare il Comune di Casavatore registra:

Abitazioni Famig.Censite occupate COMUNE DI CASAVATORE 5.301 5.313 PROVINCIA DI NAPOLI 847.040 851.939 Fonte: N.S Elaborazione dati

Il livello della ricchezza immobiliare può costituire un importante elemento di valutazione del grado di attrattività delle aree, sia per l'aspetto economico-produttivo che per quello residenziale. Nel primo caso, infatti, la valorizzazione patrimoniale degli immobili presenti sul territorio è un indicatore diretto del livello di sviluppo che quest'ultimo ha conseguito nel corso del tempo. Nel secondo rappresenta un'utile chiave di lettura della dinamica sociale che ha interessato la popolazione residente.

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I dati riferiti alla ricchezza immobiliare per abitante nella provincia di Napoli mostrano il valore più basso nel Comune di Casola di Napoli, pari a Euro 5.000,00, e quello più elevato nel Comune di Capri, di Euro. 80.000,00.

Le aree con il minore livello di ricchezza immobiliare coincidono con quelle in cui lo sviluppo dell'imprenditorialità è stato più lento, ovvero è stato successivamente rallentato per la mancanza di competitività rispetto alle altre zone regionali ed extra-regionali.

È questo il caso di alcuni Comuni quali, ad esempio, Casola di Napoli, Pimonte, Massa di Somma, Qualiano, Visciano, Frattaminore, Lettere, Boscoreale, Cardito, Tufino. Tali zone sono caratterizzate anche da un'inefficace strategia di valorizzazione dei patrimoni artistici ed ambientali di cui sono provviste.

La seconda fascia di Comuni con un valore relativamente basso, anche se più elevato rispetto ai precedenti, ha un livello inferiore di accessibilità rispetto al resto del territorio. Il fenomeno denota dipendenza economica e sociale ancora in parte presente verso il capoluogo regionale.

Rientrano in questa classificazione Calvizzano, Brusciano, S.Antimo, Camposano, S. Anastasia, Carbonara di Nola ed, in via generale, altri Comuni ad elevatissima densità abitativa (Torre Annunziata, Casavatore, Arzano, Melito di Napoli, Caivano, Frattamaggiore). Gli immobili con più alto valore economico sono localizzati sia nelle aree a maggiore tasso di industrializzazione che in quelle ad alto contenuto culturale e paesaggistico: il 25% dei Comuni della provincia di Napoli presenta queste caratteristiche.

In particolare, località come Capri, Anacapri, Sorrento, Lacco Ameno, Casamicciola Terme, Ischia e Massa Lubrense si pongono in posizione di leadership anche nelle graduatorie regionali e nazionali stilate per misurare la ricchezza immobiliare disponibile per abitante: la capacità di promozione della bellezza paesaggistica e l'assortimento di un'ampia gamma di servizi, volti a valorizzare le ricchezze naturali e migliorarne il grado di fruizione da parte degli utenti, sono certamente i principali fattori chiave di successo che hanno contribuito all'apprezzamento patrimoniale degli immobili ivi edificati.

17 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

7. ECONOMIA I gruppi socio-economici che compongono la provincia di Napoli e le vocazioni che questa presenta non consentono l’individuazione di sistemi economici in senso proprio, salvo rare eccezioni. Raramente, infatti, le caratteristiche strutturali individuano dei sistemi completi ed autonomi, ad eccezione delle economie turistiche (Ischia, Capri, Sorrento), con i centri che ruotano loro attorno. In queste si ritrovano le condizioni di attrazione naturali (le bellezze fisiche, naturali ed artistiche), il capitale umano necessario per saperle valorizzare, una effervescente imprenditorialità che consente la costruzione di una rete di attività (nella ristorazione, nel settore alberghiero, nelle attività artigianali e commerciali) che fanno del turismo una leva di sviluppo dell’economia.

La contiguità geografica dei gruppi di Comuni con caratteristiche similari ed il livello delle omogeneità che si presenta in molti casi, costituiscono le condizioni che rendono più agevole l’individuazione di alcune linee di azione di sviluppo del territorio provinciale.

Durante la fine degli anni '90 sono cresciute l'economia dell'Italia (+7,64%, variazione 1995/94) e della Campania. In particolare, la regione Campania ha incrementato il proprio livello di valore aggiunto assoluto del 6,21% (variazione 1995/94). La sola provincia di Napoli rappresenta circa il 55% del valore aggiunto complessivo regionale ed oltre il 6% di quello nazionale.

L’economia del Comune di Casavatore è caratterizzata dal settore commercio e servizi.

18 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

La posizione di leadership della provincia di Napoli è stata determinata dai seguenti fattori:

 riduzione del processo di deindustrializzazione e recupero della "quota industriale", pari a circa l'1% rispetto ai primi anni '90;  ripresa dell'agricoltura;  crescita del terziario, quale effetto combinato dei primi due fattori, con una maggiore rilevanza dei servizi di mercato per le imprese e di quelli di tipo non tradizionale;  incremento dei trasporti, grazie alla politica di potenziamento delle infrastrutture di rete sul territorio;  rilancio del settore turistico.

Il valore aggiunto dell'industria in senso stretto mostra un andamento positivo, sia a livello nazionale che regionale. ( vedi tabella seguente) Anche per la Provincia di Napoli, il trend risulta in crescita (+5,46%). Tale ripresa è da imputare ai seguenti fattori positivi di carattere nazionale:

1. incremento della domanda di beni intermedi e di investimento, in particolare per quanto riguarda la produzione degli investimenti fissi lordi in macchinari e nelle attrezzature; 2. aumento della domanda estera, dovuta al deprezzamento della valuta nazionale ed al contenimento del costo unitario del lavoro.

Rimane sostanzialmente stazionaria l'incidenza del valore aggiunto manifatturiero napoletano sia sul totale regionale (sul 55% circa) che su quello nazionale (superiore al 2%).

19 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

-SETTORI CON ANDAMENTO POSITIVO

Risultano in netto sviluppo le filiere agroalimentari (pastario, lattiero-caseario, vini e liquori locali, prodotti da forno, torrefazione del caffè) e l'industria conserviera. Basti pensare che su un livello di esportazione totale della provincia di circa 5.700 miliardi di lire (3,7 miliardi di dollari),il 15,4% viene coperto da questi comparti.

Anche le industrie di trasformazione dell'oro, delle pietre preziose (coralli, realizzazione di cammei) e della lavorazione di materiali pregiati (tartaruga, madreperla, avorio e degli intarsi di Sorrento) sono in fortissima espansione: il valore aggiunto apportato dai segmenti dell'oreficeria e della gioielleria di alta qualità è infatti salito del 10% rispetto al 1994.

Buone performances sono state ottenute dall'industria calzaturiera, grazie all'apertura ai mercati dell'Europa orientale e dei Paesi orientali, dal comparto delle lavorazioni in cuoio e dal "sistema moda": si tratta di filiere che in totale assorbono più di 29.000 imprese;

Modificazioni di tipo qualitativo stanno caratterizzando il comparto chimico, quello meccanico (da sempre considerato trainante), quello elettronico e quello delle materie plastiche. Si sta assistendo, infatti, a cambiamenti nell'organizzazione dei processi aziendali, destinati in futuro a sortire effetti sempre più consistenti in termini del contributo di tali settori al valore aggiunto globale.

Questa previsione risulta inoltre rafforzata dalla competitività di cui gode il settore aeronautico napoletano, attorno al quale gravitano una pluralità di PMI specializzate nelle produzioni elettrotecniche ed elettroniche e ad esso legate da rapporti di sub-fornitura.

- SETTORI CON ANDAMENTO NEGATIVO

Le dinamiche negative che hanno controbilanciato lo sviluppo del valore aggiunto totale dell'industria in senso stretto, hanno interessato in particolare il settore energetico, il quale risulta al secondo posto (300 milioni di Euro, pari all'11% del totale) per le importazioni della provincia di Napoli (pari a 2.500 Milioni di Euro).

Le prospettive future di sviluppo per il settore energetico sono però favorevoli, specialmente per il previsto incremento della domanda di prodotti energetici proveniente dal Nord-Europa.

20 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

Risultati inferiori alle aspettative hanno connotato anche il valore aggiunto del settore automobilistico (-16% rispetto al 1994) ed il settore della trasformazione del legno (-38%): una ragione di tali trend è essenzialmente da ricollegarsi al rallentamento sia della domanda interna che di quella estera. In parte questo fenomeno è da attribuirsi anche a fattori di carattere locale, ovvero alla minore flessibilità gestionale che tende a caratterizzare questi comparti produttivi.

La provincia di Napoli presenta caratteristiche di elevata specializzazione nell'intermediazione commerciale in numerosi settori produttivi. Sono presenti sul territorio: 56.016 esercizi commerciali al dettaglio, 8.242 pubblici esercizi (bar e ristoranti), 224 supermercati, 31 grandi magazzini, 13 cash and carry, 6 centri commerciali e 4 ipermercati.

Significativa è la presenza a Nola del "CIS-La città dell'Ingrosso", una struttura attrezzata per il commercio all'ingrosso, ben collegata al sistema regionale dei trasporti. Sviluppata su una superficie di 1 milione di metri quadri, con 320 esercizi specializzati in tutti i settori merceologici (escluso quello alimentare) e che conta oltre 2500 addetti.

Secondo i dati del Censimento Industria su base comunale il Sistema imprenditoriale della Provincia di Napoli può contare su 128.772 Unità Locali per complessivi 651.739 addetti.

La presenza di una discreta vivacità del tessuto locale del Comune di Casavatore si rileva anche dall'indice di imprenditorialità ,che riflette la più ampia componente delle attività del commercio, confermando, dunque, il maggior rilievo di attività di piccola e medio-piccola dimensione cui corrisponde un'autonoma capacità organizzativa e manageriale locale ( vedi tabella seguente).

COMUNE DI CASAVATORE

Imprese 882 Addetti alle Imprese 3241 Dimensione media imprese 3,67 Unità locali 981 Addetti alle UU. L.L. 3957 Dimensione media delle UU.LL. 4,03

21 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

La realtà economica del Comune di Casavatore presenta, quindi, una struttura discretamente sviluppata con notevoli potenzialità d’evoluzione, sia per il miglioramento delle infrastrutture urbane e delle aree destinate ad insediamenti terziari, sia per una forte dinamica del settore commerciale.

Per un’analisi più approfondita circa l’andamento dell’economia del Comune di Casavatore procediamo ad un’analisi dei consumi e dei redditi attraverso una comparazione degli stessi con i dati provinciali.

CONSUMI NON ALIMENTARI

Province Abbigliamento Arredamento Altro Totale Caserta 665.949 562.693 3.935.378 5.164.020 Benevento 233.306 193.927 1.361.111 1.788.344 Napoli 2.698.122 2.135.098 14.526.647 19.359.867 Avellino 366.947 306.493 2.147.963 2.821.403 Salerno 1.030.331 845.697 5.817.382 7.693.409 CAMPANIA 4.994.654.671 4.043.909.166 27.788.479.912 36.827.043.749

Abbigliamento Arredamento Altro Totale CASAVATORE 15.995 12.103 82.118 110.216 Fonte: Ns elaborazione su dati C.C.A.A.2003

CONSUMI NON ALIMENTARI/NON ALIMENTARI

Province Alimentari Non Alimentari Totale

Caserta 1.415.388 5.164.020 6.579.408 Benevento 473.781 1.788.344 2.262.125 Napoli 5.097.973 19.359.867 24.457.840 Avellino 719.230 2.821.403 3.540.633 Salerno 1.892.135 7.693.409 9.585.544 CAMPANIA 9.598.506 36.827.044 46.425.550 ITALIA 105.975.923 548.774.189 654.750.111

Alimentari Non Alimentari Totale

CASAVATORE 34.954 110.216 145.170 Fonte: Ns elaborazione su dati C.C.A.A.2003

22 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

8. LE INFRASTRUTTURE

- L'OFFERTA INFRASTRUTTURALE Studi recenti consentono una valutazione della dotazione e della qualità delle infrastrutture presenti sul territorio italiano e napoletano, contraddistinto da una buona infrastrutturazione economica ma da una insufficiente infrastrutturazione sociale.

Dotazione di infrastrutture Indicatori sintetici di 2000 Dotazione di Dotazione di Dotazione generale dotazione infrastrutture infrastrutture di infrastrutture infrastrutturale a livello economiche sociali provinciale e regionale. Anno 1995 - (Italia=100) Napoli 77 52,2 62,1 Campania 55,4 52,6 53,8 Italia 100 100 100 Fonte: Confindustria.

Se si considerano i tre indicatori di sintesi dello studio Confindustria, quello relativo alle infrastrutture economiche, quello relativo alle infrastrutture sociali e quello generale, rappresentativo della dotazione infrastrutturale complessiva, tra le province della Campania, quella di Napoli presenta gli indici più elevati. Tali valori, che naturalmente sono superiori alla media regionale, riflettono una dotazione particolarmente elevata nel campo delle infrastrutture economiche, dove la distanza nei confronti della media nazionale appare significativamente ridotta.

Indicatori di dotazione infrastrutturale per provincia

Indicatori di dotazione Province Posto in graduatoria infrastrutturale per provincia, 1992 e 1995 - (Italia=100) 1997 2000 Avellino 89 89 Benevento 92 91 Caserta 93 93 Napoli 82 77 Salerno 81 83 Fonte: Confindustria.

23 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

Nella graduatoria finale dei 95 indicatori generali di sintesi, la provincia di Napoli si colloca al 77°posto, evidenziando, dunque, una dotazione infrastrutturale ancora medio-bassa.

Rispetto al dato del 1997, tuttavia, va pure sottolineato che la provincia guadagna cinque posizioni nella graduatoria nazionale, mostrando un progresso che, benché non appaia ancora del tutto equilibrato, fra la dotazione di risorse per il sistema produttivo e quella per la società, si rivela se non altro incoraggiante nel confronto con la maggior parte delle altre provincie meridionali.

La relazione tra infrastrutture e sviluppo evidenzia che la provincia di Napoli costituisce una delle aree di maggiore e più tradizionale sviluppo all'interno della regione e del Mezzogiorno, ed è il sistema con la migliore attrezzatura dal punto di vista delle infrastrutture, soprattutto di tipo economico.

- Le infrastrutture di supporto alle attività economiche

La disponibilità di studi più approfonditi in merito alla distribuzione delle infrastrutture di supporto alle attività economiche (Istituto G. Tagliacarne- Unioncamere, La dotazione delle infrastrutture per lo sviluppo locale delle imprese nelle 103 province, maggio 2000), ha permesso di valutare la posizione della provincia di Napoli nei confronti della disponibilità di nove specifiche tipologie d'infrastrutture produttive: strade e autostrade; rete ferroviaria; metanodotti; impianti elettrici; acquedotti e depuratori; telecomunicazioni; porti; aeroporti; servizi alle imprese.

La finalità è chiaramente quella di individuare il livello di "qualità della vita" per le imprese che caratterizza il territorio, ossia le "economie esterne" in esso disponibili e, dunque, il grado di attrazione nei confronti di processi di localizzazione d'impresa.

24 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

Indicatori di dotazione infrastrutturale Indicatori di dotazione infrastrutturale 2000 Napoli Campania Mezzogiorno (Italia=100) Servizi alle imprese 71,2 56,5 59,8 Aeroporti 52,2 43,8 41,8 Porti 314,1 161,8 104,2 Telecomunicazioni 112,3 97,1 85,5 Per la provincia di Napoli, fatta pari a Acquedotti e 70,7 80,3 88,2 100 la media italiana, l'indice generale di depuratori dotazione di infrastrutture produttive risulta pari a 122,4 - al 13° posto della graduatoria nazionale - delineando, dunque, una situazione apparentemente molto positiva. Impianti elettrici 98,4 85,3 79,9 Metanodotti 110,2 88,8 71 Rete ferroviaria 230,1 166,7 92,5 Strade e autostrade 99,9 95,8 70,5 Fonte: TOTALE 122,4 95,6 77 Istituto G. Tagliacarne-Unioncamere, 2000

Il maggiore contributo alla sovradotazione deriva dagli indici delle infrastrutture "puntuali" quali i porti (314,1), che chiaramente risentono delle caratteristiche e della storia del territorio, e da un valore superiore alla media nazionale per la rete ferroviaria, i metanodotti e le telecomunicazioni, che pure riflette inequivocabilmente la dimensione ed il ruolo dell'area (metropolitana) di Napoli.

All'opposto, la posizione della provincia, sempre superiore al corrispondente indicatore regionale (tranne che per gli acquedotti), è chiaramente deficitaria nel settore dei servizi alle imprese dove, peraltro, la distanza rispetto alla media nazionale si dimostra sensibile e, soprattutto, critica.

25 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

9. L'ACCESSIBILITA'

L'analisi dei tempi di interconnessione del Comune di Casavatore alle principali infrastrutture di trasporto, rappresenta un'utile chiave di lettura dell’ accessibilità dell’area e, conseguentemente, di facilità di localizzazione delle attività economiche e delle residenze abitative. Inoltre è stata rilevata l'offerta infrastrutturale esistente in termini di:

► STAZIONI (reti nazionali, reti locali articolate in Circumflegrea, Circumvesuviana); ► AEROPORTI (Aeroporto di Capodichino); ► PORTI (Napoli, Pozzuoli, Castellammare di Stabia, Ischia, Capri); ► AUTOSTRADE (caselli autostradali).

DISTANZE DALLE PRINCIPALI INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO COMUNE DI CASAVATORE

AEROPORTO STAZIONE PORTO AUTOSTRADE

KM T KM T KM T KM T 3 7 2 5 7 16,3 2 4,7

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10. COMMERCIO

Il commercio nel 2001 ha registrato oltre 3.400.000 occupati, poco meno del 16% dell’intera economia e, negli ultimi quattro anni ha visto crescere la propria occupazione di 182.000 unità.

Soprattutto negli ultimi due anni il settore distributivo ha dato nuovi segnali di una certa dinamicità, dopo che per un lungo periodo aveva registrato un sostanziale ridimensionamento, con la diminuzione di 130.000 esercizi attivi (dati censimenti 1991 e 1996), la perdita di oltre 200.000 posti di lavoro, fino al 1995, che può essere considerato l’anno di minimo di un ciclo iniziato tempo addietro.

Per quanto riguarda l’occupazione, si è interrotta di recente la tendenza dicotomica al ridimensionamento dei lavoratori autonomi ed alla crescita di quelli dipendenti, che comunque era a saldo negativo per il settore nel suo complesso. Come si vedrà, infatti, negli anni recenti si registra una nuova vivacità della piccola e media impresa commerciale, testimoniata da positive dinamiche di natalità, a cui si collega, appunto, la ripresa dell’occupazione indipendente.

La Legge Bersani, ha indubbiamente apportato mutamenti profondi nel sistema distributivo italiano. In parte, i dati ora riportati sono il frutto delle dinamiche avviate da quella legge di riforma.

Tuttavia, la situazione che le imprese commerciali stanno vivendo non è delle migliori, soprattutto per le PMI. La concorrenza delle grandi strutture continua a farsi sentire, mentre i consumi delle famiglie, in un contesto macroeconomico incerto e non sorretto da adeguate politiche economiche, stentano a consolidarsi su livelli soddisfacenti.

Lo spostamento di attività commerciali e, in fondo, del baricentro dello shopping, dalle aree centrali verso le nuove strutture dei centri commerciali che, nonostante vedano coinvolte numerose imprese piccole e medie, stanno lentamente producendo lo svuotamento dei centri storici e, soprattutto nel comparto alimentare, l’assottigliamento della quota di mercato delle PMI.

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Sulla scorta di questo inquadramento di carattere generale, è possibile procedere allo studio ed alla analisi del settore commerciale, sulla base di una strategia articolata su filoni complementari che inquadrano la situazione Comune di Casavatore.

Sarà valutata la consistenza dell’intero settore, sia con riguardo al numero di esercizi, sia alla superficie di vendita, procedendo poi alla suddivisione ed all’ analisi dell’offerta commerciale per categorie merceologiche alimentari e non alimentari.

Particolare rilievo sarà dato alla localizzazione degli esercizi commerciale in modo tale da poter evidenziare lo stato attuale e le prospettive del settore commerciale del Comune di Casavatore alla luce dei risultati emersi dallo studio della struttura commerciale, dell’andamento demografico e di stima dei flussi di consumo e del bacino d’utenza.

Ulteriori considerazioni saranno sviluppate in ordine alla compatibilità con lo strumento urbanistico, per quanto attiene alle potenzialità di sviluppo del comparto commerciale ed alla distribuzione territoriale degli esercizi esistenti, al fine di evidenziare l’efficienza della rete distributiva locale nella sua attività di esercizio.

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11. L’OFFERTA COMMERCIALE

La struttura della rete distributiva del Comune di Casavatore, censita sulla base dei dati forniti dall’Ufficio commercio dell’Ente e aggiornati a dicembre 2003, è costituita come segue:

TIPOLOGIA N. Esercizi commerciali al dettaglio fisso (di vicinato) 466 Esercizi commerciali al dettaglio fisso (medie strutture) 10 Operatori ambulanti 49 Punti vendita di giornali e riviste 7 Ristorazione 20 Somministrazione 41 Circoli privati 17 Fonte: Ns elaborazioni su dati comunali

Il Comune di Casavatore presenta una struttura distributiva molto sviluppata sotto il profilo quantitativo con un bacino d’utenza proporzionato ai consumatori residenti. Infatti il rapporto tra il numero dei residenti e gli esercizi al dettaglio in sede fissa è pari a 44,53.

11.1 ESERCIZI AL DETTAGLIO FISSO

Gli esercizi di vicinato al dettaglio fisso presenti nel Comune di Casavatore sono distribuiti per settore merceologico come segue:

SETTORE MERCEOLOGICO N. PUNTI VENDITA

ALIMENTARE 132 NON ALIMENTARE 329 MISTI 5 TOTALE 466 Fonte: Ns elaborazione dati comunali

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La superficie di vendita occupata dagli esercizi al dettaglio fisso risulta pari a mq 24.426 di cui circa il 20% per le superfici alimentari e circa il 80 % per le superfici extra alimentari. (vedi tabella seguente).

SETTORE MERCEOLOGICO SUP. DI VENDITA

ALIMENTARE 5.318,4 NON ALIMENTARE 20.504,8 TOTALE 25.823,23

Fonte: Ns elaborazione dati comunali

Comune di Casavatore superfici per settore merceologico

20.504

20.000 15.000 5.318 10.000 5.000 0 ALIMENTARE NON ALIMENTARE

Fonte: Ns elaborazione dati comunali

A tale quadro occorre aggiungere anche le medie strutture ivi presenti:

NUMERO MEDIE STRUTTURE 10 SUPERFICE ALIMENTARE 3.815 MQ SUPERFICE NON ALIMENTARE 2.941 MQ TOTALE SUPERFICE VENDITA 6.756 MQ Fonte: Ns elaborazioni su dati comunali

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11.2 OPERATORI A POSTO FISSO

L’esercizio del commercio su aree pubbliche nell’ambito del mercato scoperto della città, si svolge settimanalmente nella giornata del giovedì, appuntamento oramai consolidato nella tradizione e nelle abitudini dei consumatori del comune di Casavatore.

Il mercato si svolge nell’area denominata: Via Luca Iavarone – Piazzale Sallustro e prolungamento di Via Sottotenente G. Esposito. Tale zona è in grado di ospitare 98 posteggi.

MERCATO SETTIMANALE ESERCIZI

SETTORE ALIMENTARE 8

SETTORE NON ALIMENTARE 90

TOTALE 98 Fonte: Ns elaborazioni su dati comunali

11.3 ESERCIZI PUBBLICI ED ALTRE TIPOLOGIE

Gli esercizi pubblici presenti nel Comune di Casavatore sono complessivamente n. 61 tra esercizi di ristorazione annessi agli alberghi, pensioni, locande ed altri complessi ricettivi, a cui si sommano i circoli ricreativi.

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ESERCIZI PUBBLICI

RISTORANTI 20 BAR 41 CIRCOLI RICREATIVI 20 TOTALE 81 Fonte: Ns elaborazioni su dati comunali

Mentre gli esercizi esistenti non disciplinati dal D.Lgs. n.114/98 e dalla L.R. Campania n.1/2000:

TIPOLOGIA N. ESERCIZI Farmacie 3 Rivendita di generi di monopolio 6 Vendite di carburanti 2 Somministrazione di bevande 41 Edicole 9 TOTALE 61 Fonte: Ns elaborazioni su dati comunali

12. ANALISI DELL’OFFERTA COMMERCIALE

Punti chiave di un efficace e credibile programma di riqualificazione della rete di vendita sono la regolazione delle merceologie, della densità degli esercizi e del rapporto con l'organismo edilizio "ospite", sia per ciò che concerne i nuovi esercizi che la trasformazione di quelli esistenti.

Si tratterà quindi di definire parametri di sviluppo qualitativi e quantitativi che possano favorire l'integrazione delle varie strategie di riqualificazione di settore nel suo complesso. Attraverso la definizione di “merceologie compatibili” si punterà ad elevare il livello di servizio dell'intera zona, in particolare per l’area di livello primario si tenderà a definire una più accentuata caratterizzazione merceologica della rete verso forme di vendita più avanzate, migliorandone gli standard di efficienza e di immagine.

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L'obiettivo è, conservando il livello di servizio di prossimità esistente, di accentuare il carattere di specializzazione merceologica di alcuni assi commerciali, per aumentarne l’attrattività e contribuire al decongestionamento ed allo stesso tempo indirizzando lo sviluppo del commercio di prossimità nelle aree adiacenti dove, anche per questo livello di servizio, si riscontrano carenze.

Si procederà, nel dettaglio, ad una disaggregazione incrociata dell’offerta per categorie merceologiche e per classi dimensionali di superficie. Per quanto riguarda la classificazione dimensionale si fa riferimento alla suddivisione prevista dalla normativa sul commercio attualmente in vigore.

Inoltre, sulla base delle risultanze documentali e delle rilevanze dirette in loco, è possibile definire con elevato grado di precisione lo stato attuale dell’offerta commerciale nel Comune di Casavatore.

Dall’analisi emerge che la consistenza commerciale dell’intero comune è la seguente:

► 466 Esercizi Commerciali di vicinato per una superficie di mq 25.823

Disaggregando i dati per categorie merceologiche principali emerge quanto segue:

► 132 Esercizi Alimentari per una superficie di 5.318 ► 329 Esercizi non Alimentari per una superficie di mq 20.504

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Composizione della struttura di Vendita

132

329

Esercizi Commerciali alimentari Esercizi Commerciali non alimentari

Fonte: Ns elaborazioni su dati comunali

Per quanto riguarda la suddivisione degli esercizi in medie e grandi strutture di vendita, l’offerta commerciale risulta così articolata:

► 10 Medie Strutture per un tot. di Mq 6.756 di cui Mq Alim. 3.815 e Mq Non alim.2.941.

Delle 10 Medie superfici, una è strutturata in forma di Centro Commerciale, con una estensione totale pari a Mq 2.451, di cui Mq alimentari 985 e Mq non alimentari 1.466.

Da una prima sommaria valutazione risulta una consistente dotazione commerciale per ciò che attiene gli esercizi di vicinato, a dimostrazione di come la struttura commerciale locale si poggi essenzialmente su tali tipologie.

Da questa osservazione ne deriverebbe la necessità di potenziare le Medie Strutture di vendita in modo da offrire la possibilità di ampliare l’offerta sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.

Infatti la presenza di Medie Strutture di Vendita si presenta assai ridotta in relazione al quadro socio economico complessivo del territorio.

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Gli stessi consumatori in un contesto più articolato di medie strutture potrebbero trovare una migliore rispondenza dell’offerta commerciale locale alle necessità del proprio consumo.

13. LOCALIZZAZIONE COMMERCIALE ATTUALE

L’analisi della localizzazione commerciale ci permette di evidenziare, nel dettaglio, le differenze di consistenza commerciale nelle diverse aree del Comune di Casavatore ed individuare le aree a maggiore o minore vocazione commerciale dal punto di vista delle strutture o dal punto di vista dell’ampiezza delle merceologie offerte al consumatore.

Nel Comune di Casavatore non possiamo parlare di una vera e propria distinzione tra centro abitato e zona periferica: la notevole urbanizzazione degli ultimi anni ha contribuito ad una forte espansione del Comune dividendolo in due zone:  Zona A-Centro;  Zona B-Parco Acacia.

Nella tabella seguente è riportato il quadro completo degli esercizi di vicinato e la loro localizzazione all’interno del Comune di Casavatore.

35 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

N. N. ESERC. TOT. ESERC. MQ LOCALIZZAZIONE ESERC. M.Q. M.Q. MISTI NON ALIM. ALIM/NON ALIM TOTALI ALIM CORSO EUROPA 17 623,05 23 912,12 40 1535,17 CORSO ITALIA 2 73 16 1028,57 18 1101,57 PIAZZA DI NOCERA 2 167,09 2 167,09 PIAZZA MUNICIPIO 4 150,81 4 150,81 PIAZZA XXX LUGLIO 3 138,4 1 23 4 161,4 VIA A. FALCONE 2 99 6 359,59 8 458,59 VIA A. LOCATELLI 3 103 14 1068,56 17 1171,56 VIA BRACCO 2 45,35 8 342,91 10 388,26 VIA CADORNA 2 98,4 2 98,4 VIA CAMPANARIELLO 1 28 6 346 7 374 VIA CIRCUM. ESTERNA 2 234,47 21 1979,82 23 1 2214,29 VIA CONCEZIONE 2 68 2 68 VIA D. MORELLI 1 48 2 100 3 148 VIA DEL CASSANO 7 281,96 12 1026,07 19 1308,03 VIA DELLA LIBERTA' 4 204,2 4 204,2 VIA DELLA MADONNINA 2 67,15 2 67,15 VIA E. DE NICOLA 1 180 1 180 VIA ELENA 1 48 1 48 VIA EX TRANVIA 1 31,5 1 31,5 VIA F. PALIZZI 4 164,07 3 405 7 569,07 VIA F. RUSSO 1 100 1 100 VIA G.B. VICO 4 163 2 107,65 6 270,65 VIA G. GARIBALDI 1 110 1 110 VIA G. GIGANTE 6 167,9 6 212,29 12 380,19 VIA G. MARCONI 20 879,82 56 3539,63 76 1 4419,45 VIA G. MAZZINI 2 194,2 2 194,2 VIA R. BOVIO 1 140 1 140 VIA R. GALDIERI 2 140 2 140 VIA S. DI GIACOMO 2 96,73 1 116 3 212,73 VIA S. GENNARO 1 42,75 1 36 2 78,75 VIA S. GIOVANNI 2 43,82 2 90,6 4 134,42 VIA S. PIETRO 3 73,05 8 450,36 11 523,41 VIA S. ROSA 8 272,84 14 1255,83 22 1528,67 VIA SOTTOT. ESPOSITO 1 25 1 25 VIA TAVERNA ROSSA 7 196,11 13 1200,47 20 1396,58 VIA V. GEMITO 1 50 1 35 2 1 85 PIAZZA A. VOLTA 3 76,36 2 68,11 5 144,47 VIA A. MEUCCI 2 105 2 105 VIA E. FERMI 4 155,43 13 714,5 17 1 869,93 VIA E. SEGRE' 1 40,64 4 77,98 5 118,62 VIA F. CARACCIOLO 4 589,47 4 589,47 VIA F. GIORDANI 3 105,7 10 387 13 1 492,7 VIA G. FERRARIS 1 19 1 19 VIA G. GALILEI 4 128,9 10 418,07 14 546,97 VIA L. GALVANI 3 333,8 4 132,48 7 466,28 VIA PACINOTTI 2 94,95 5 175,14 7 270,09 VIA TORRICELLI 6 225,15 29 1017,12 35 1242,27 VIALE DELLE INDUSTRIE 1 30 1 30 VIALE MICHELANGELO 3 125,29 6 619 9 744,29 TOTALE 132 5.318,4 329 20.504,8 461 5 25.823,23

Fonte: Ns elaborazioni su dati comunali

36 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

Tra le strade che hanno un maggior numero di negozi, possiamo indicare le tre strade principali quali: Via G. Marconi, Corso Europa e Via Torricelli. ( Vedi Tabella seguente):

N. N. TOT. ESERC. ESERC. MQ LOCALIZZAZIONE ESERC. M.Q. M.Q. ALIM/NON MISTI NON TOTALI ALIM ALIM ALIM. CORSO EUROPA 17 623,05 23 912,12 40 1535,17 CORSO ITALIA 2 73 16 1028,57 18 1101,57 VIA A. LOCATELLI 3 103 14 1068,56 17 1171,56 VIA BRACCO 2 45,35 8 342,91 10 388,26 VIA CIRCUM. ESTERNA 2 234,47 21 1979,82 23 1 2214,29 VIA DEL CASSANO 7 281,96 12 1026,07 19 1308,03 VIA G. MARCONI 20 879,82 56 3539,63 76 1 4419,45 VIA S. ROSA 8 272,84 14 1255,83 22 1528,67 VIA E. FERMI 4 155,43 13 714,5 17 1 869,93 VIA F. GIORDANI 3 105,7 10 387 13 1 492,7 VIA G. GALILEI 4 128,9 10 418,07 14 546,97 VIA TAVERNA ROSSA 7 196,11 13 1200,47 20 1396,58

VIA TORRICELLI 6 225,15 29 1017,12 35 1242,27

Fonte: Ns elaborazioni

Dalla precedente tabella si evincono alcuni dati di notevole importanza quali: Il rapporto tra esercizi alimentari ed extra alimentari è indicatore del ruolo gerarchico della strada nell’organizzazione della rete vendita. Infatti si nota che nelle tre strade principali vale a dire Via G. Marconi, Corso Europa e Via Torricelli abbiamo una prevalenza di esercizi non alimentari in rapporto agli esercizi alimentari .

Strade con maggiore densità demografica

CORSO EUROPA 80 CORSO ITALIA 70 VIA A. LOCATELLI VIA BRACCO 60 VIA CIRCUM. ESTERNA 50 VIA DEL CASSANO VIA G. MARCONI 40 VIA S. ROSA 30 VIA E. FERMI VIA F. GIORDANI 20 VIA G. GALILEI 10 VIA TAVERNA ROSSA VIA TORRICELLI 0

Fonte: Ns elaborazioni

37 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

Punti chiave di un efficace e credibile programma di riqualificazione della rete di vendita sono la regolazione delle merceologie e della densità degli esercizi .

Si tratterà quindi di definire parametri di sviluppo qualitativi e quantitativi che possano favorire l'integrazione delle varie strategie di riqualificazione, di settore e del Comune nel suo complesso.

L'obiettivo è, conservando il livello di servizio di prossimità esistente, di accentuare il carattere di specializzazione merceologica di alcuni assi commerciali, per aumentarne l’attrattività e contribuire al decongestionamento ed allo stesso tempo indirizzando lo sviluppo del commercio di prossimità nelle aree adiacenti dove, anche per questo livello di servizio, si riscontrano carenze.

La definizione di parametri di valutazione di impatto sulla rete di vendita quindi avrà l’obiettivo di dimensionare il servizio di prossimità nella zona per le reali esigenze locali, facendo attenzione a non limitare le possibilità di esercizio della libera concorrenza, liberando risorse per l'apertura di esercizi con offerta di merci di livello superiore ed intermedio, congruenti con il carattere dell'area.

La valutazione d’impatto sulla rete sarà quindi definita in base a zone di addensamento, espressione della concentrazione di esercizi con una data offerta merceologica, lungo i principali assi commerciali del centro primario. In prima approssimazione si considererà il rapporto tra esercizi alimentari, non alimentari e misti e il totale degli esercizi.

In sede di approfondimento, come già accennato, procediamo ad una proposta di frazionamento del Comune in N. 2 macro aree ciascuna caratterizzata in modo omogeneo da una specifica vocazione commerciale e produttiva. ( Zona A, Zona B,)

38 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

Nella tabella seguente suddividiamo l’area comunale in due macro zone ad alta densità commerciale:

- ZONA A-Centro (delimitata dalla Circumvallazione esterna - Asse mediano- Via Colatoio di Arzano – Via De Filippo – Via Bracco); - ZONA B-Parco Acacia (delimitata da Via Taverna Rossa e Via Contrada Cassano)

Nelle cartine seguenti si è provveduto ad evidenziare in : - Giallo le strade afferenti la zona A-Centro; - Arancio le strade della zona B-Parco Acacia.

39 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

40 Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE

DESCRIZIONE ZONA A-Centro

Come evidenziato nella tabella seguente, la Zona A-Centro ospita in totale 327 esercizi commerciali di vicinato, suddivisi in: - N. 96 esercizi alimentari; - N. 228 esercizi non alimentari.

Tale numerosità è giustificata dalla maggiore estensione territoriale dell’area.

ZONA A ESERCIZI N. ESERC. NON UBICAZIONE MISTI TOTALI ALIM. ALIM. CORSO EUROPA 17 23 40 CORSO ITALIA 2 16 18 PIAZZA DI NOCERA 2 2 PIAZZA MUNICIPIO 4 4 PIAZZA XXX LUGLIO 3 1 4 VIA A. FALCONE 2 6 8 VIA A. LOCATELLI 3 14 17 VIA BRACCO 2 8 10 VIA CADORNA 2 2 VIA CAMPANARIELLO 1 6 7 VIA CIRCUM. ESTERNA 2 21 1 24 VIA CONCEZIONE 2 2 VIA D. MORELLI 1 2 3 VIA DEL CASSANO 7 12 19 VIA DELLA LIBERTA' 4 4 VIA DELLA MADONNINA 2 2 VIA E. DE NICOLA 1 1 VIA ELENA 1 1 VIA EX TRANVIA 1 1 VIA F. PALIZZI 4 3 7 VIA F. RUSSO 1 1 VIA G.B. VICO 4 2 6 VIA G. GARIBALDI 1 1 VIA G. GIGANTE 6 6 12 VIA G. MARCONI 20 56 1 77 VIA G. MAZZINI 2 2 VIA R. BOVIO 1 1 VIA R. GALDIERI 2 2 VIA S. DI GIACOMO 2 1 3 VIA S. GENNARO 1 1 2 VIA TAVERNA ROSSA 1 2 3 VIA S. GIOVANNI 2 2 4 VIA S. PIETRO 3 8 11 VIA S. ROSA 8 14 22 VIA SOTTOT. ESPOSITO 1 1 VIA V. GEMITO 1 1 1 3 TOT. COMPLESSIVO 96 228 3 327

Fonte: Ns elaborazioni su dati comunali

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Maggiore è anche la presenza delle medie superfici di vendita, con prevalenza della tipologia mista (alimentare e non alimentare).

MEDIE STRUTTURE ZONA A UBICAZIONE ALIMENTARE NON ALIMENTARE MISTO Via Cavour 1 Via Circum.ne Esterna 1 V.le Marconi 2 P.zza Municipio 1 TOTALI 1 4

Fonte: Ns elaborazioni su dati comunali

DESCRIZIONE ZONA B-Parco Acacia

In tale area abbiamo rivelato complessivamente 140 esercizi commerciali di vicinato suddivisi in: - N.37 esercizi alimentari; - N.101 esercizi non alimentare

ZONA B ESERCIZI N. ESERC. NON UBICAZIONE MISTI TOTALI ALIM. ALIM. PIAZZA A. VOLTA 3 2 5 VIA A. MEUCCI 2 2 VIA E. FERMI 4 13 1 18 VIA E. SEGRE' 1 4 5 VIA F. CARACCIOLO 4 4 VIA F. GIORDANI 3 10 1 14 VIA G. FERRARIS 1 1 VIA G. GALILEI 4 10 14 VIA L. GALVANI 3 4 7 VIA TAVERSA ROSSA 7 11 18 VIA PACINOTTI 2 5 7 VIA TORRICELLI 6 29 35 VIALE DELLE INDUSTRIE 1 1 VIALE MICHELANGELO 3 6 9 TOTALE 37 101 2 140

Fonte: Ns elaborazioni su dati comunali

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Le medie superfici di vendita, invece, sono ubicate in Via Segrè, Via T. Rossa e Viale delle Industrie così come riportato nella tabella seguente:

MEDIE STRUTTURE ZONA B UBICAZIONE ALIMENTARE NON ALIMENTARE MISTO Via Taverna Rossa 1 1 Via Segrè 1 V. le delle Industrie 1 1 TOTALI 2 3

Fonte: Ns elaborazioni su dati comunali

Nella cartina seguente è possibile visualizzare, in un’ottica d’insieme, le medie superfici ubicate sia nell’area A che in quella B:

Legenda: media superficie mista (tot. N.7); media superficie alimentare (tot. N.1); media superficie non alimentare (tot. N.2).

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14. VALUTAZIONI SUL DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI VENDITA COMUNALE

Dal complesso delle analisi sin qui condotte, emerge una situazione del settore distributivo del Comune di Casavatore non perfettamente adeguata al contesto territoriale.

Dal punto di vista della dotazione strutturale, la rete distributiva risulta ancorata essenzialmente ad un sistema di distribuzione rappresentato dagli esercizi di piccole dimensioni (tipologia di vicinato). Tale aspetto, letto in relazione alla favorevole dinamica della struttura demografica ed ai cambiamenti commerciali attuati dalla Riforma del commercio, rappresenta un elemento di debolezza per il Comune. Infatti per generare maggiore “traffico” di clientela nell’area, è opportuno spingere verso forme distributive moderne. Tale indirizzo è avvalorato dalla favorevole localizzazione del Comune rispetto ad importanti assi viari e dalla sua posizione nodale nell’intero comprensorio di riferimento.

Dallo studio e dalle osservazioni condotte nel territorio del comune di Casavatore e dei comuni confinanti o gravitanti su di esso, emerge l’inopportunità di localizzarvi grandi strutture di vendita.

Tale scelta è conseguente alle considerazioni di carattere urbanistico e commerciale che di seguito si riassumono:

L’agglomerato urbano di Casavatore, è collocato in posizione unilaterale rispetto ai principali collegamenti viari: l’ubicazione di una grande struttura di vendita nel proprio territorio costituirebbe una rilevante introversione dei propri sistemi urbani, appesantendo notevolmente i flussi veicolari interni e la congestione urbana.

La mobilità urbana non è sufficientemente infastrutturata e non è provvista di adeguati assi di scorrimento e di carreggiate ampie per cui l’allocazione di una grande struttura di vendita risulterebbe incompatibile con gli strumenti urbanistici sovraordinati.

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Inoltre, ai confini di Casavatore, nel territorio di Casoria e Mugnano, sono presenti ed operanti da anni due grandi strutture di vendita, Carrefour e Auchan, per cui il consumatore locale già dispone, per i propri acquisti, di tale tipo di struttura distributiva.

Tali considerazioni hanno ispirato gli indirizzi e le proposte del presente piano.

15. FONDAMENTI PROGRAMMATICI DEL PIANO

Il resoconto delle operazioni compiute ed illustrate nel presente documento, volte a descrivere le caratteristiche e gli elementi strutturali della rete commerciale esistente, forniscono –di per sé - i fondamenti e gli indirizzi per una proposta di strumento d’intervento commerciale compatibile, da un lato, con la maglia dei tessuti edilizi già formati o in formazione e, dall’altra, con gli andamenti socio-economici attuali e futuri.

In sintonia con i principi ispiratori del D. Lgs. Nr. 114/98 e della L.R. Campania n.1/2000 ed in alternativa ad un processo pianificatorio basato sul modello vincolistico – attuativo “tipico” si è pensato di definire una proposta di piano di adeguamento che garantisca la concreta attuabilità delle scelte, attraverso un processo di pianificazione delle opportunità e di indicazione programmatica, demandando a tutti i protagonisti del procedimento ( pubblici e privati proprietari dei suoli ed utilizzatori) la definizione concreta degli interventi da realizzare.

Tale impostazione diventa tanto più necessaria ed opportuna e ben si adatta, soprattutto, in un ambito territoriale qual è il comune di Casavatore, caratterizzato da una realtà commerciale che, allo stato di fatto, è vincolata ad una tipologia prevalente di vicinato.

La impostazione dell’adeguamento nasce anche dalla necessità di evitare penalizzazioni al settore, derivanti da una individuazione puntuale, prescrittiva e vincolante delle aree per la localizzazione delle strutture di vendita.

L’effettivo uso delle aree, invece, dipende essenzialmente dall’azione degli attori del

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Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE procedimento, proprietari dei suoli, utilizzatori, etc., che rimane condizionata e sottoposta solo alla concomitanza dei fattori “tempo” e “fattibilità”, dettati entrambi dagli stessi imprenditori.

Visto che gli strumenti urbanistici vigenti nel comune di Casavatore risultano essere compatibili con lo sviluppo della funzione commerciale, così come programmata nella presente relazione, non si rende necessaria alcuna variante urbanistica.

16. INDIRIZZI E PROPOSTE

Nell’attuale situazione, l’Amministrazione Comunale – com’è agevolmente comprensibile- considera prioritario lo sviluppo del tessuto commerciale, nel quadro più generale del progresso economico del territorio di Casavatore, attraverso un mix equilibrato tra medie strutture di vendita ed esercizi di vicinato.

La rete di vendita esistente, infatti, pur garantendo discreti livelli di soddisfazione della domanda interna e del bacino di consumi gravitanti sul comune, non evita che vi sia una significativa quota di evasione dei consumi commerciali verso altre aree, soprattutto con una marcata propensione per la media e grande distribuzione e non sembra in grado di sostenere il continuo incremento demografico delineato.

In particolare, si ritiene utile sostenere un processo di riqualificazione della rete di vendita esistente, indirizzando ulteriori sforzi alla modernizzazione della rete di vendita locale. Infatti, nella programmazione dell’insediamento delle attività commerciali è necessario favorire la realizzazione di una rete distributiva che assicuri la migliore produttività del sistema e la qualità dei servizi da rendere al consumatore, inoltre, è necessario assicurare il rispetto del principio della libera concorrenza, favorendo l’equilibrato sviluppo delle diverse tipologie distributive, anche in considerazione del ruolo della funzione del commercio al fine della riqualificazione urbana.

Le analisi e considerazioni esposte portano a concentrare l’attenzione sulle medie strutture di vendita, oggi sotto dimensionate numericamente sul territorio.

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Infatti, con riguardo alle medie strutture di vendita presenti sul territorio, si sottolinea la necessità, segnalata da molti operatori del settore, di prevederne la localizzazione soprattutto nelle aree di espansione, recentemente urbanizzate, fermo restando il rispetto dei parametri di legge relativi ai servizi ed ai parcheggi.

Le medie strutture, in tali aree godrebbero di una localizzazione particolare, in grado di raggiungere la massa critica sufficiente a garantire una buona redditività ed a rendere compatibili i costi più elevati rispetto alle piccole imprese e la minore capacità di finanziamento delle grandi imprese.

Ulteriore valutazione interessa gli esercenti che puntano a stabilire tra loro un collegamento economico: nella realtà analizzata, sono inesistenti gli associati ad un gruppo di acquisto o ad una unione volontaria. Questa scarsa propensione all’associazionismo rappresenta un forte limite allo sviluppo perché, al contrario, potrebbe costituire una strategia efficace per fruire dei vantaggi tipici della distribuzione allargata, senza ampliare la propria dimensione e rinunciare all’indipendenza giuridica ed economica.

Ciò premesso, preso atto dei criteri di settore introdotti dall’Ente regionale (legge regionale nr. 1/200, v.Cap.I) avente quale obiettivo primario la creazione di condizioni più favorevoli per i consumatori e la valorizzazione in maggior misura del ruolo di polo di attrazione per consumi anche esterni al territorio comunale, si definiscono alcuni indirizzi specifici per la riqualificazione e lo sviluppo della rete di vendita in sede fissa, che l’Amministrazione Comunale perseguirà attraverso l’adozione di specifiche iniziative:

a. Incentivare processi di qualificazione d’area per favorire lo sviluppo ed il radicamento (di quelle esistenti) delle imprese commerciali, con particolare riferimento al centro paese;

b. Escludere le possibilità insediative per medie strutture di vendita in aree poco vocate dal punto di vista della accessibilità e della sosta e, comunque, in quelle non in grado di rispettare gli standards di settore;

c. Potenziare le infrastrutture per gli esercizi già esistenti attraverso una politica che incentivi la specializzazione e la formazione degli addetti, anche in relazione alle recenti norme volte ad incentivare le assunzioni;

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d. Favorire, lungo gli assi principali, la presenza commerciale anche il controllo della destinazione d’uso;

e. Incentivare l’associazionismo ad un gruppo di acquisto;

f. Incentivare, attraverso politiche diversificate, la specializzazione dell’offerta merceologica;

g. Adeguare gli standard relativi al settore commerciale alle disposizioni previste dalla legge regionale n° 1/2000.

Alla concretizzazione di tali indirizzi il Comune provvederà attraverso il costante adeguamento ai sensi D. Lgs 114/98 e della L.R. 1/2000 e successivi provvedimenti attuativi del proprio strumento urbanistico, nonché la definizione di uno specifico regolamento per l’autorizzazione alla nuova apertura, trasferimento di sede e ampliamento delle medie strutture di vendita.

Le proposte che il Comune di Casavatore può avanzare (c.2, art. 13 legge1/2000), sulla base di tali indirizzi, in sede di acquisizione del parere non vincolante delle Associazioni dei Consumatori e delle imprese del commercio, sono le seguenti:

A) La possibilità di insediamento sul territorio comunale di strutture di vendita di medie dimensioni.

B) L’adozione di criteri che consentano la selezione delle aree utilizzabili per medie strutture di vendita, oltre che sulla base di standards urbanistici previsti su requisiti di accessibilità che rispondano ai seguenti obiettivi:

1. idoneità della localizzazione rispetto alla gerarchia della rete viaria; 2. efficacia della collocazione rispetto ai nodi di interscambio fra mobilità individuale e collettiva; 3. efficienza dell’innesto tra viabilità pubblica e privata.

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17. PROGRAMMI PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELLA ZONA CENTRALE DEL PAESE

Ai fini della tutela e valorizzazione dell’area più centrale del Comune, rientrante nella zona A, si determina che:

1) nei perimetri industriali della zona in argomento è dichiarato incompatibile l’esercizio di vendita di articoli : - articoli sexy ed erotici, usualmente venduti negli esercizi denominati “sexy shop”; - imbarcazioni; - macchine e attrezzature per l’agricoltura; - impianti di gas liquido.

2) è fatto salvo il diritto di acquisto dagli esercizi che già svolgono le attività di cui al comma 1 alla data di entrata in vigore del presente regolamento;

3) sono, quindi, vietati, nuovi insediamenti, anche per trasferimento o ampliamento della superficie di vendita o di esercizio, nonché estensioni merceologiche rispetto alla gamma prima commercializzata per tali generi;

4) l’inosservanza dei divieti in questione integra la fattispecie dell’attività abusiva, soggetta quindi alle sanzioni di cui all’art. 22, comma 1 del Decreto Legislativo n. 114/98, con conseguente provvedimento di diffida e divieto della sua prosecuzione e, nel caso di ottemperanza, di chiusura dell’esercizio;

5) per riqualificare e rivitalizzare gli esercizi in tale zona, l’Amministrazione Comunale potrà prevedere, per iniziative promosse da giovani, forme di contributi e di incentivi di natura fiscale; potrà sostenere economicamente, con patrocinio comunale, le iniziative di commercianti che in forma associata anche temporanea, finalizzata ad uno specifico progetto, promuovano iniziative di rilancio del settore, dei prodotti tipici locali, manifestazioni culturali etc. sia all’interno che all’esterno del territorio comunale. Il patrocinio sarà comunque concesso alle sole organizzazioni costituite da commercianti che esercitino sul territorio e che rappresentino almeno il 5% della

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intera popolazione commerciale del territorio. Incentivare e sostenere l’insediamento di esercizi commerciali che promuovano un commercio equo e solidale, iscritti al RIOCES (Registro Italiano delle Organizzazioni di Commercio Equo e Solidale ) o che si ispirino e attuino i principi dell’Economia di Comunione, mediante l’esonero per due anni da tutte le tassazioni comunali, e per i successivi anni la riduzione del 50% di tutte le tasse comunali ricadenti sull’attività commerciale;

6) la possibilità di adottare le misure agevolative di cui al precedente punto è determinata annualmente da apposita Deliberazione di Giunta Comunale tenendo conto dell’equilibrio di bilancio dell’Ente.

All’ interno della ZONA A-Centro è individuata una sottozona A1-Centro Storico, rappresentata dalla strada C.so Europa e dalla Piazza Trenta Luglio che rappresentano l’asse del paese con maggiore evidenza storica, questo con il fine di valorizzare e ridare dignità ad una strada ed ad una piazza che hanno rappresentato le aree a maggiore valenza storica del paese, a dispetto del tessuto urbano circostante. Per cui così come evidenziato dal comma primo dell’art.16 della L.R. Campania 1/2000 che recita : “ per la salvaguardia e la valorizzazione del centro storico, lo strumento comunale d’intervento può delimitare tale area anche oltre l’individuazione puramente urbanistica e suddividerla in ulteriori fasce d’intervento differenziato”, si identifica la citata sottozona, all’interno della quale sono applicate norme di carattere specifico. Il comma terzo del già citato art. 16 della Legge regionale 1/2000 individua una serie di strumenti che possono essere utilizzati dai Comuni al fine di conseguire gli obiettivi fissati dalla legge stessa per i centri storici, obiettivi consistenti nel “preservare, rilanciare, e potenziare la funzione tipica del commercio nel centro storico ed il suo ruolo di polo primario e di aggregazione della vita sociale attraverso la crescita e la diversificazione delle attività commerciali” (art.. 16 comma 2). In particolare si determina l’applicazione delle norme relative ai punti “f” e “g” del 3° Co. dell’art. 16 L.R. 1/2000 che prevedono rispettivamente: - la possibilità di stabilire le caratteristiche morfologiche delle insegne, delle vetrine e degli arredi esterni, nonché del sistema di illuminazione esterna;

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- la possibilità di prevedere modalità di incentivazione per l’apertura di nuovi esercizi di vicinato, in particolari zone dello stesso centro storico, per quegli esercizi di tipologia analoga a quella dei preesistenti esercizi storici, con specifico rispetto di standard di arredo urbano. Si precisa che le previsioni regolamentari appena accennate, sono applicabili alle sole nuove aperture o in caso di modifica degli elementi o delle categorie di esercizi già esistenti, in quanto la normativa sul commercio, al pari di quanto già avvenuto nei casi di precedenti modifiche, fa salve tutte le situazioni già in essere al momento della entrata in vigore delle nuove regolamentazioni. Relativamente agli aspetti esteriori (lett. f) che di fatto saranno parte dell’arredo urbano della zona A1-Centro Storico, si individuano di seguito alcune prescrizioni generali per garantire la compatibilità ambientale degli inserimenti, al fine di tutelare il patrimonio edilizio esistente e promuovere la riqualificazione ambientale del Centro Storico. In particolare, l’aspetto esteriore dei locali adibiti ad esercizio commerciale in fabbricati di edilizia storica (anteriore al 1955) deve essere tale da valorizzare, ovvero non compromettere, la riconoscibilità dei caratteri architettonici degli edifici ove l’esercizio è ubicato. Pertanto si elencano di seguito i criteri di progettazione e realizzazione ai quali attenersi nella progettazione: 1. Vani di accesso I vani di accesso devono essere conservati o ripristinati nelle dimensioni e forme originarie. Il paramento murario attiguo al vano di accesso dell’esercizio non potrà essere trattato con rivestimenti o colori estranei all’edificio e al contesto urbano. Le cornici in pietra dei vani di accesso non dovranno essere colorate. 2. Vetrine Le vetrine interne dovranno essere arretrate almeno 10 cm dal filo murario del vano e in ragione della dimensione di eventuali cornici in pietra preesistenti, in modo da non interferire con esse o con la presenza di intonaco a forte spessore. Le vetrine esterne, per strade di ampiezza inferiore ai metri 3, potranno essere realizzate soltanto di tipo mobile, su portelloni o comunque su supporto proprio in modo da non intaccare i paramenti murari. Le vetrine e gli infissi, devono essere realizzati in legno e/o ferro e vetro.

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3. Espositori Gli espositori che contengono merci, disposti esternamente all’esercizio commerciale e comunque in vista dalla struttura viaria pubblica, devono essere realizzati in materiali compatibili ed adeguati al contesto in cui vanno a collocarsi ovvero in legno o in ferro battuto. 4. Fioriere Le fioriere eventualmente installate all’esterno degli esercizi dovranno essere realizzate con vasi di ceramica o terracotta con protezioni in ferro battuto. 5. Insegne Le insegne dovranno di norma essere interne al vano di accesso; sono ammesse insegne esterne fissate ai pieni murari, in assenza di decorazioni o elementi architettonici quali cornici, fasce, ecc. immediatamente sopra le forature, con larghezza ad essa uguale. L’illuminazione delle insegne dovrà essere di tipo indiretto. Non sono consentite insegne a plafone luminoso; sono consentite insegne a filamento di neon. Sono consentite insegne a caratteri singoli, retroilluminati, di modeste dimensioni, fissate ai pieni murari. Le insegne a bandiera sono consentite solo per le farmacie e tabaccherie. Non sono ammesse insegne frontali sui balconi. 6. Tende Le tende ed i bracci di sostegno dovranno essere contenute entro i vani. I colori delle tende dovranno essere tali da armonizzarsi con quelli del fabbricato. 7. Pensiline Non sono consentite pensiline e cornici, di nuova realizzazione sporgenti da paramento murario. Sono consentiti sporti minimi sulle insegne esterne a supporto di apparecchi di illuminazione indiretta. 8. Condizionatori I terminali degli impianti di condizionamento dovranno essere contenuti come da regolamento urbanistico comunale. 9. Chiusure Sono consentiti sistemi di chiusura ad ante, serrande verticali, cancelli retrattili orizzontali in legno e/o ferro verniciati in tinte scure, preferibilmente nei colori grigio, blu, verde, bruno. Sono esclusi sistemi di chiusura in plastica ed alluminio.

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Relativamente agli incentivi (lett. g) finalizzati al recupero, la riqualificazione e il rispetto delle norme sopra citate delle attività commerciali esistenti nella zona A1-Centro Storico, ogni anno la Giunta Comunale, predisporrà un Avviso Pubblico per l’assegnazione di contributi a fondo perduto da attingere da apposito capitolo di bilancio. Le modalità di accesso e di utilizzo del fondo sopra citato saranno stabilite da un regolamento appositamente redatto.

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18. LOCALIZZAZIONE DELLE AREE DESTINATE AGLI INSEDIAMENTI DELLE MEDIE STRUTTURE DI VENDITA

L’Amministrazione comunale di Casavatore intende localizzare, conformemente con quanto previsto negli strumenti urbanistici vigenti, le medie strutture di vendita al dettaglio nelle ZONA D dove permane la destinazione urbanistica di insediamento industriale ed individuate, per completezza visiva, nella Planimetria della localizzazione delle previsioni commerciali con retino di colore azzurro. Infatti, poiché si prevede la compatibilità delle diverse tipologie di medie strutture nelle Zone D dove permane la destinazione urbanistica di insediamento industriale, non è necessaria un’apposita individuazione planimetrica.

Per l’allocazione di più medie strutture commerciali al proprio interno, viene a qualificarsi una scelta che persegue le finalità delle legge senza appesantire il patrimonio urbanistico e riducendo al massimo i costi ambientali.

Ai sensi del comma 1 dell’art. 15 delle Legge Regionale nr. 1/2000, sono determinati, di seguito, il numero e la tipologia delle medie strutture di vendita al dettaglio di nuova realizzazione:

- M1 A/M nr. 1 (medie strutture inferiori per prodotti alimentari o misti aventi superficie netta di vendita compresa tra i 250 e 1.500 mq nei comuni di classe 3)

- M2 A/M nr. 1 (medie strutture superiori per prodotti alimentari o misti aventi superficie netta di vendita compresa tra i 1.500 e 2.500 mq nei comuni di classe 3)

- M1 E nr. 6 (medie strutture inferiori per prodotti extra alimentari aventi superficie netta di vendita compresa tra i 250 e 1.500 mq nei comuni di classe 3)

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Nel dettaglio, le medie superficie saranno localizzate: - nella ZONA D dove permane la destinazione urbanistica di insediamento industriale – Zona A-Centro :  nr. 1 M2 A/M  nr. 3 M1 E

- nella ZONA D dove permane la destinazione urbanistica di insediamento industriale – Zona B-Parco delle Acacie  nr. 1 M1 A/M,  nr. 3 M1 E

La scelta delle tipologie di medie strutture è avvenuta per garantire il dimensionamento equilibrato, nel pieno rispetto del pluralismo distributivo sancito dalla riforma.

Nella programmazione dell’insediamento delle attività commerciali è necessario favorire la realizzazione di una rete distributiva che assicuri la migliore produttività del sistema e la qualità dei servizi da rendere al consumatore; inoltre è necessario assicurare il rispetto della libera concorrenza, favorendo l’equilibrato sviluppo delle diverse tipologie distributive, anche in considerazione del ruolo della funzione del commercio al fine della riqualificazione urbana.

Nella determinazione del numero delle medie strutture si è tenuto conto altresì dei fenomeni di gravitazione che Casavatore esercita su alcuni dei comuni che compongono la stessa area.

Ai sensi del comma 8 dell’art. 15 della legge Regionale nr. 1/2000, è possibile determinare le condizioni di apertura di più medie strutture di vendita ubicate in uno stesso immobile che utilizzino separatamente accessi, ingressi ed aree di parcheggio.

Il rilascio dell’autorizzazione per le medie strutture di vendita è subordinato all’osservanza delle disposizioni in materia urbanistica stabilite dalla Regione Campania e dall’Amministrazione comunale di Casavatore. In particolare, così come riportato nelle Norme tecniche di attuazione, ai fini della loro apertura, del trasferimento della sede e dell’ampliamento della superficie di vendita è condizione essenziale che l’esercizio della media struttura di vendita al dettaglio rispetti i

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Comune di Casavatore Strumento d’Intervento per l’Apparato distributivo RELAZIONE seguenti requisiti:

1. l’ubicazione deve avvenire esclusivamente in aree omogenee che possono ospitare in modo concentrato, le quattro tipologie rispettivamente indicate nella zona D dove permane la destinazione urbanistica di insediamento industriale del Centro e del Parco delle Acacie; 2. la distanza aerea massima dalla Circumvallazione Esterna deve risultare non superiore ai 400 metri1; 3. la localizzazione delle medie strutture di vendita deve essere compatibile con l’assetto della viabilità e con i flussi di traffico; 4. le strutture devono essere dotate degli spazi destinati a parcheggio stabiliti dalla legge regionale n.1/2000_allegato E; 5. l’ubicazione deve avvenire ad almeno 100 metri di distanza aerea dalle medie strutture già esistenti2; 6. Per le strutture che si insediano a ridosso o nelle immediate vicinanze di quartieri residenziali ad alta intensità abitativa, le aree a verde alberate non dovranno essere inferiori al 20% della superficie totale del lotto o dei lotti impegnati per l’insediamento delle strutture medesime . Il 50% della superficie (superfici a verde determinate con il citato 20%) di cui sopra, dovrà essere impegnata per soddisfare le esigenze degli standard dell’insediamento commerciale, l’altro 50% sarà utilizzato per compensare il deficit di standard pubblici. L’area destinata alla compensazione degli standard pubblici sarà ceduta in uso gratuito al Comune e sarà regolata da apposita convenzione.

1 Le misurazioni sono da intendersi calcolando la distanza aerea tra i punti del lotto in considerazione più vicino alla più immediata rampa di entrata/uscita della Circumvallazione esterna di Napoli.

2 Le misurazioni sono da intendersi calcolando la distanza aerea tra i punti più vicini dei lotti delle medie superfici prese in considerazione.

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19. STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE URBANISTICO COMMERCIALE

A partire dalla data di esecutività del presente Strumento d’Intervento per l’apparato distributivo e per la durata dello stesso fissata in quattro anni, le medie strutture commerciali in sede fissa e commercio su aree pubbliche vanno ubicate esclusivamente nelle rispettive aree di compatibilità individuate nelle Zone D dove permane la destinazione urbanistica di insediamento industriale.

Tutto quanto in materia di distribuzione commerciale non espressamente disposto dal presente SIAD e dalle relative Norme tecniche è disciplinato dal D.Lgs n.114/1998 e dalla Legge Regionale Campania n°1/2000, nonché dagli appositi regolamenti comunali, nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti e delle norme igienico - sanitarie e di sicurezza, di quelle per l’eliminazione delle barriere architettoniche, in coordinamento tra loro.

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