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Escursioni in Val di Zoldo

idea Montagna editoria e alpinismo Sentieri d’autore l Escursioni in Val di Zoldo l Carta generale

V INTRODUZIONE Croda da Lago 011 Rif. Croda da Lago a Questo libro io me lo immagino come una linea ondulata, un filo invisibile che contorna l’oriz- 010 Antelao zonte che collega Conselve, il luogo in cui abito, ai profili del Pelmo e della Civetta, sagome che l

da qui si lasciano lontanamente contemplare nelle rare giornate in cui il freddo rende l’aria parti- Rif. Città di Fiume d colarmente cristallina. Lontananza o vicinanza? Senza alcun dubbio vicinanza, quella che unisce 009 Cròt Rif. Passo Staulanza e i due luoghi in cui sono nato, da una parte in senso fisico, dall’altra in senso escursionistico. Pelmo 003 Pelmetto 013 l PASSO STAULANZA I primi impacciati passi in montagna li ho mossi proprio in quel di Zoldo e guarda caso sempre 004 012 Rif. Venezia V B grazie al mio paese natale, o meglio ai campi estivi organizzati dalla parrocchia e dai Padri Ca- Cima Coldài Rif. Palafavera o 014 i 001 a t e nossiani, quasi come quel filo fosse stato inconsciamente tirato quando avevo solo 13 anni… Rif. Coldai PECÒL Rif. Talamini

002 l beata gioventù! Impossibile dimenticare certi momenti, quegli scorci che da Palafavera si proiet- ZOPPÈ DI CADORE Rif. Dolomites Rif. Tissi Monte Rite

tavano verso il Pelmetto che si presentava talvolta infuocato, al crepuscolo, talvolta quasi vitreo, Civetta 016 FUSINE Rif. Remauro 005 d FORC. CIBIANA illuminato dalla pallida e fredda luce delle stelle e della Luna. La Civetta sembrava invece già più Cima della Busazza 015 C.ra de la Grava lontana, enorme e quasi inaccessibile, ma terribilmente attraente. E poi un sacco di altre cime i Spiz de Pònta Cima delle Sasse minori di cui ignoravo il nome. Rif. Vazzoler Spiz de Zuèl 017 Sassolungo di Cibiana Z S Moiazza Nord f 008 o 006 o r La vita poi mi ha portato in giro per le montagne, fra i crinali, le valli e le cime delle mie amate n Moiazza Sud i l Rif. Bosconero ò d i Dolomiti, ma il cuore è sempre rimasto lì, in quell’angolo dei Monti Pallidi dove ho cominciato o 018 020 a consumare le suole degli scarponi, a sbucciarmi le ginocchia (e non solo!), ad apprendere i Rif. Sora ‘l Sass Rif. San Sebastiano PASSO DURÀN 019 007 San Sebastiano Spiz de Mezzodì rudimenti dell’escursionismo e del sapersela cavare su ogni tipo di terreno. A Zoldo ho imparato Rif. Carestiato Baita Angelini Rif. Tomè 023 Lastia di Framònt Tàmer 024 021 a ringraziare il Creatore e/o la Natura, ognuno la vede un po’ come vuole, per avermi dato gam- Malga Prampèr Castello 022 Cima de la Serra be discretamente buone e una crapa notevolmente dura, un po’ quello che basta per “perdersi di Moschesìn Cima di Prampèr consapevolmente” fra i monti e per innamorarsene in maniera sconsiderata. Zoldo è stata la mia 025 fortuna! Almeno secondo il mio punto di vista… Rif. Pramperét 027 Poi le vicende ti portano a fare e disfare cose diverse, finché il destino (o l’inconscio!) ti offre Cime de Zità delle opportunità e ti porta delle idee “strane” e abbastanza vivaci. Eccomi quindi qui a tentare di Rif. Pian de Fontana restituire a Zoldo (e ai tanti compaesani con cui ho condiviso momenti unici) almeno una parte Talvèna 026 dell’immenso bagaglio emotivo che mi ha gratuitamente elargito allora e negli anni a divenire. Il primo libro non si scorda mai, è vero, ma un’opera dedicata alla “mia valle” è il coronamento di Le escursioni qui proposte coprono tutto il territorio della Val di Zoldo e i suoi gruppi montuosi, un grande sogno, forse davvero troppo grande per le limitate capacità che mi ritrovo. Mi sento sconfinando spesso anche sui versanti rivolti verso l’Ampezzano, il Cadore e l’Agordino. onorato e al contempo impaurito, vorrei tanto che le mie relazioni e le mie foto aiutassero gli Ai percorsi più noti e turistici affacciati su Pelmo e Civetta, si aggiungono itinerari più selvaggi escursionisti a scoprire o “ri”scoprire queste montagne, ma tremo all’idea di aver dimenticato e a volte quasi sconosciuti che si inerpicano sui pendii dei cosiddetti “monti minori” di Zoldo. qualcosa, di essere stato involontariamente impreciso, di ritrovarmi a fare qualche torto a quelle La Val di Zoldo è una vera miniera per gli escursionisti che qui possono trovare percorsi di tutte che io sento “le mie montagne”. Una responsabilità. le lunghezze e difficoltà, nonché spunti per osservazioni geologiche, paleontologiche, naturali- Non mi resta che augurare ai lettori di ritrovare fra queste righe l’anima del “mio Zoldo”, voglio stiche e storiche. illudermi che le pagine trasudino tutta l’emozione che questa valle mi sa sempre regalare. La sua posizione inoltre la rende facilmente accessibile per chi proviene dalla pianura veneta e Buone escursioni, vedrete che la Val di Zoldo vi sorprenderà e vi ruberà il cuore… può così compiere escursioni giornaliere, anche se si consiglia vivamente di pernottare in zona per poter così godere appieno delle possibilità offerte da questo angolo straordinario dei “Monti Denis Perilli Pallidi”.

6 7 Sentieri d’autore l Escursioni in Val di Zoldo l Indice

INDICE 14 • Rifugio Venezia 126 CINQUE • San Sebastiano-Tàmer 197 1 • Dolomiti UNESCO 132 23 • Van de Càleda 201 15 • Spiz de Pònta da Costa 133 • Prefazione 5 5 • Spiz de Zuèl 59 1 • Origine della flora dolomitica 208 1 • Il rifabbrico di Costa 138 • Introduzione 6 1 • Il Torrente Maè 63 24 • Giro del San Sebastiano 210 16 • Monte Rite 139 • Carta generale 7 6 • Bivacco Grisetti 66 1 • La Dolomia Principale 215 1 • Le opere militari del Rite 146 • La Val di Zoldo 10 1 • I Vant e le morfologie glaciali 71 25 • Dal Duràn al Pramperét 216 • Guida alla consultazione 22 7 • Rifugio Carestiato 74 1 • Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi: TRE • BOSCONERO 147 • In caso di emergenza: come effettuare 1 • L’innalzamento delle Dolomiti 81 la gestione di un Parco “che funziona” 220 17 • Giro degli Spiz de San Piero 153 una chiamata di soccorso 24 8 • Dalla Moiazza al Rif. Vazzoler 82 Distribuzione altimetrica • Come arrivare 25 1 • Le due leggendarie torri 88 SEI • Canàl 223 della flora dolomitica 158 • Informazioni e numeri utili 25 26 • Val del Grìsol e Valle dei Róss 227 18 • Rifugio Casera Bosconero 162 • Cartografia 26 DUE • PELMO 89 1 • La foresta della Valle del Grìsol 234 1 • Il Lago di Pontesèi 167 • Bibliografia 26 9 • Rifugio Città di Fiume 97 27 • Val Costa dei Nass 235 • Ringraziamenti 26 1 • Erbe velenose 101 1 • Tempi passati 240 QUATTRO • MEZZODì-PRAMPèR 169 • Avvertenze 27 10 • Dal Pelmo alla Croda da Lago 102 19 • Rifugio Sora ‘l Sass 173 Un innovativo sistema di protezione SETTE • ANELLO ZOLDANO 241 1 • Giovanni Angelini 176 UNO • CIVETTA-MOIAZZA 23 capillare e globale: Rete Natura 2000 105 28a • Prima tappa 244 20 • Belvedere di Mezzodì 177 1 • Lago Coldài 38 11 • Sconfinando verso Mondeval 107 28b • Seconda tappa 246 1 • Il Giaròn de la Fòpa 183 1 • Il drago del Lago 43 1 • L’uomo di Mondeval 113 28c • Terza tappa 248 21 • Bivacco Carnielli-De Marchi 184 2 • Rifugio Tissi e Col Reàn 44 12 • Le impronte di dinosauro 114 28d • Quarta tappa 250 1 • Il Bivacco Carnielli-De Marchi 189 1 • Alpinismo sulla Nord Ovest 49 1 • Sognando fra vuoti paurosi, antichi 28e • Quinta tappa 252 22 • Val Prampèr 190 3 • Monte Cròt 50 dinosauri e un pizzico di magia 118 28f • Sesta tappa 254 1 • Il Casel del Pian dei Aunìz 196 1 • Pino mugo e ontano verde 53 13 • Giro del Pelmo 120 4 • Malghe Vescovà e Fontanafredda 54 1 • John Ball e Paul Grohmann 124 1 • L’uomo e i pascoli 58 La maestosa Civetta dal Monte Rite

8 9 Sentieri d’autore l Escursioni in Val di Zoldo Civetta-Moiazza l Lago Coldài

Rif. Tomè (1601 m) It. 07, 08 - Posizionato al Passo Duràn, ai piedi della Moiazza e del San Seba- Lago Coldài stiano. Servizio di ristoro e pernottamento. Tel. 346 4165461. Magici riflessi nel “lago del drago” www.rifugiopassoduran.it, [email protected]

Rif. San Sebastiano (1605 m) It. 07, 08 - Ubicato al Passo Duràn, valico fra Zoldo e l’Agordino. Servizio di ristoro e pernottamento. Tel. 0437 62360. www.passoduran.it, [email protected]

Ristoro Pian del Crep (1765 m) It. 05 - Si trova sul dosso del Pian del Crep. Servizio di ristoro. Tel. 0437 788605. www.ristorobepi.com

Malga Pioda (1816 m) It. 01, 02 - Situata sopra Palafavera, ai piedi della Civetta, sul sentiero che sale verso il Rif. Coldai. Servizio di ristoro.

Malga Fontanafredda (1768 m) It. 04 - Fra la Val di Zoldo e la Val Fiorentina, in Comune di Selva di Cadore, facilmente raggiungibile su strada dal Passo Staulanza. Servizio di ristoro. Tel. 338 3805043. PARTENZA: Palafavera (1550 m) ACQUA: sì (Malga Pioda) Malga Boi-Vescovà (1740 m) It. 04 - Detta anche Monteboi Vescovà è ubicata fra la Val di Zoldo e la Val QUOTA MINIMA: 1550 m PERIODO CONSIGLIATO: giugno-ottobre Fiorentina, in Comune di Selva di Cadore. Facilmente raggiungibile su strada QUOTA MASSIMA: 2191 m FREQUENTAZIONE: alta dal Passo Staulanza. Servizio di ristoro. Tel. 329 0935739. LUNGHEZZA: 12 km FAMIGLIA: >6

Bivacco Grisetti (2100 m) DISLIVELLO: 910 m It. 06 - Ubicato sulla soglia del Vant de la Moiazza. Proprietà del CAI Sezione TEMPO: 4,20 h Il Lago Coldài di Trecenta, 9 posti, acqua presente nelle vicinanze a seconda delle condizioni DIFFICOLTà: E stagionali. PUNTI DI APPOGGIO: Rif. Palafavera, Malga Pioda, Rif. Coldai 001

36 37 Sentieri d’autore l Escursioni in Val di Zoldo Civetta-Moiazza l Lago Coldài

568 ge la Malga Pioda (1816 m Lago Coldài Malga Fontanafredda Monte Cròt 2200 Forc. Coldài Forc. Coldài 568 secondo la cartellonistica Rif. Coldai Rif. Coldai Rif. Passo Staulanza 2100 locale, 1892 m secondo la Malga Boi-Vescovà 2000 Rio Canedo Val Posedera cartografia). La struttura Malga Pioda Malga Pioda Chalet Col dei Baldi 1900 offre, oltre ai prodotti locali, 472 1800 561 servizio di ristoro. Presente 1700 Pian di Pezzè una fontanella d’acqua. 1600 Proseguire sulla mulattie- 564 Col Marino 1500 Malga Pioda ra che, fra i pascoli, punta 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 inizialmente verso la Cima 474 498 Cima Ovest di Coldài Rif. M. Pelmo Coldai per poi dirigersi, con 564 Rif. Palafavera 4 alcune svolte, verso sud Forc. Coldài )( Rif. Coldai (sent. 556). Qui numerose Lago Coldài 556 tracce consentono di ta- Col Negro di Coldài Torrioni delle Ziolère

560 gliare il tracciato principale Torre Coldài 557 Torrente Maè Pècol Vecchio Pècol Nuovo e di evitare le numerose Torre d’Alleghe curve dello stesso. Ci si porta quindi su un tratto Il Coldài rappresenta da sempre una delle strada bianca verso destra con le chiare indi- estremamente panoramico, mete escursionistiche classiche dello Zoldano. cazioni per il Coldài (sent. 564, Alta Via delle con ampia veduta su tutte le Basta giungere alla forcella sopra il rifugio e Dolomiti n. 1). La sterrata, chiusa al traffico, sale vette zoldane, nonché verso lanciare lo sguardo appena al di là per capire senza troppi strappi e con pendenza costante i Monfalconi-Spalti di Toro il motivo di tale successo, con il meraviglioso nel bosco misto, con suggestiva vista verso il vi- (Dolomiti Friulane), Sorapìs specchio d’acqua che fa da morbido poggio cino Pelmetto, che si mostra via via sempre più e Dolomiti Ampezzane. Il alla verticalità della grande Civetta. Luogo leg- imponente man mano che si guadagna quota. Il sentiero piega ora verso gendario, in cui il contrasto fra le verdi pendici percorso risulta “obbligato”, tranne in un breve destra e costeggia un’ampia di Cima Coldài e la gigantesca e ruvida “parete tratto dove una scorciatoia su erba (pista da sci), muraglia verticale, propag- delle pareti” fanno sentire veramente piccoli e permette di evitare un ampio tornante. Il pano- gine orientale delle Crepe rispettosi nei confronti della montagna. rama comincia ad allargarsi verso Pècol, l’alta sòra Pioda. Osservando Val di Zoldo, le vette del Bosconero e i profili con attenzione fra queste ACCESSO appuntiti degli Spiz de Mezzodì. La strada sale rocce, con un po’ di fortu- Il punto di partenza classico per la salita al Col- quindi con un rettilineo sotto il Col de la Traver- na si possono scorgere le dài è Palafavera, località posta fra Pècol di Zoldo sa, con ampio panorama verso il Pian del Crep rare e meravigliose fioritu- Alto e il Passo Staulanza. Ampio parcheggio e e soprattutto il maestoso versante orientale del- re del raponzolo di roccia. punto ristoro all’omonimo rifugio-hotel. la Civetta, proteso verso sud a incontrare i con- Nel dirupo sottostante non trafforti della Moiazza. Un ultimo curvone verso itinerario sinistra, seguito da uno verso destra dove arriva Sopra: i Torrioni delle Ziolère dal Rif. Coldai (foto Andrea Greci) Dal parcheggio di Palafavera incamminarsi ver- una teleferica e un ulteriore breve rettilineo ed Sotto: il Lago Coldài so valle e, alla fine del largo spiazzo, seguire la ecco che, dopo 1 h dalla partenza, si raggiun- dall’omonima forcella

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è raro scorgere (e sentire) esemplari di mar- di Forc. Coldài. La vista è semplicemente sen- della Torre Coldài. Assolutamente consigliato b) Ritorno per Malga Boi-Vescovà. Proposta, motta che popolano le magre e ripide praterie sazionale, in basso scintilla la perla azzurra del compiere il giro del lago, percorso con modesti con tratto su asfalto, per chi vuole allungare il che calano verso i boschi di Pècol. Non resta Lago Coldài (2143 m), oltre si materializzano dislivelli che richiede circa 20 min. percorso di ritorno. Dal rifugio scendere fino a ora che risalire i tornanti di un ripido, ma breve, ben riconoscibili le forme della Marmolada e Il ritorno avviene per il percorso seguito all’an- Malga Pioda e seguire quindi le indicazioni e valloncello sassoso che adduce all’arrivo della del Sella. A destra troneggia vicinissima la spalla data in circa 2 h, oppure, per chi avesse voglia di la sterrata per il Col dei Baldi (sent. 561, Alta teleferica del rifugio. Aggirare un costone che erbosa della bipartita vetta della Cima Coldài, allungare il tragitto, per la “variante b” di seguito Via delle Dolomiti n. 1). In vista della stazione domina la Val delle Ziolère e raggiungere il Rif. mentre a sinistra lo scorcio verso la grande mu- descritta. degli impianti di risalita tenere a destra, seguen- Sonino al Coldài (2132 m, 2 h dalla partenza). raglia della Nord Ovest della Civetta lascia senza do sempre il sentiero e scendendo alla Malga Da qui la vista verso il corpo principale della fiato. La vista della “parete delle pareti” (così varianti Boi-Vescovà (1740 m, anche Casera Vescovà o Civetta è in parte preclusa, dal lato nord della è universalmente nota in ambito alpinistico) è a) Per chi sa muoversi su terreno ripido e facili Bela Mont in cartografia). Da qui per comoda Torre Coldài e dai sottostanti e modesti Torrio- ancora più “mostruosa” se si scende al lago o roccette è imperdibile la salita alla Cima Coldài stradina (vedi it. 04) scendere fino al tornante ni delle Ziolère. Risalire ora l’evidente e unico ancor più se si risalgono i modesti contrafforti Est (2403 m), pulpito panoramico strepitoso posto sotto Forc. Staulanza e seguire la SP251 sentiero che punta verso ovest, attraversando che contengono il bacino stesso nel versante che regala una vista verso la Civetta davvero (brevi scorciatoie) fino a Palafavera (2,40 h). verdi praterie particolarmente ricche di fioriture opposto. Non resta ora che scendere (5 min, unica. Dal rifugio seguire verso il lago e dopo nel periodo estivo. Tralasciare le indicazioni per numerose tracce) e fermarsi a contemplare pochi minuti seguire le indicazioni a destra. La Cima Coldài (a destra) e Sent. Tivan-Ferrata de- questo piccolo angolo di paradiso dolomitico. traccia su erba è inizialmente flebile e a tratti gli Alleghesi (a sinistra) e proseguire, risalendo Lo specchio d’acqua, largo circa 120 e lungo ripida, divenendo ben presto chiara, su bellissi- il breve impluvio sassoso (traccia sia a destra 250 m, è stato “scavato” dall’azione di un’an- ma prateria alpina a est della vetta. Ci si avvicina che a sinistra) che, in 15 min, porta ai 2191 m tica lingua di ghiaccio che scendeva dalla base infine a una paretina, si risale un breve sentie- ro a brevi e stretti tornanti e si conquistano le ultime roccette in facile arrampicata (fare co- munque attenzione). La vetta, raggiungibile in 40 min, è occupata da una grande croce, non molto lontana svetta anche la “gemella” cima ovest (2396 m). La discesa può avvenire per la stessa via oppure in 30 min direttamente verso il lago, scendendo per l’evidente ripida traccia (attenzione). Alla fine del canalino seguire una delle varie e non sempre chiare tracce che scen- Pagina precedente: salendo verso Cima Coldài Est Sopra: le ultime roccette sommitali dono. Presenti preziose fioriture di stella alpina Pagina successiva: spettacolare visione di Coldài e e cinquefoglia delle Dolomiti. Civetta dalla Cima Coldài Est

Il drago del lago Una leggenda locale narra che le sponde del Lago Coldai fossero la tana di un mostruoso drago dagli occhi rossi come il fuoco, dotato di una lingua nera e potenti ali. Il suo volo, raro e sovente diretto verso la Marmolada, non era di buon auspicio, premonitore di catastrofi, calamità e tempi tristi. Si narra di un suo spostamento anche prima della notte dell’undici gennaio 1771, data in cui la frana del Monte Piz sbarrò il corso del Cordevole generando il Lago d’Alleghe.

40 41 Sentieri d’autore l Escursioni in Val di Zoldo Bosconero l Giro degli Spiz de San Piero Punti d’appoggio Giro degli Spiz de San Piero Rif. Casera Bosconero (1457 m) Solitari pendii sopra Forcella Cibiana It. 17 - Situato su una splendida radura alla testata della Val de Bosconero, ai piedi della Rocchetta Alta. Proprietà del CAI Sezione di Val di Zoldo. 24 posti letto, 10 posti di emergenza su tavolato, 4 posti ricovero di fortuna. Tel. 0437 787346 - 338 3713870. [email protected]

Agriturismo Pian del Levìna (1212 m) It. 18 - Sorge in loc. Pian de Levìna, 16 Cornigian, lungo la strada che da Forno di Zoldo sale alla Forc. Cibiana. Servizio di ristoro. Tel. 340 1589118.

Baita darè Copàda (1856 m) It. 18 - Posizionata sul versante meridionale degli Spiz de San Piero. Ricovero ben tenuto ma spartano, senza posti letto.

Baita Deona (1857 m) It. 10 - Si trova presso Forcella Cibiana. Offre servizio di ristorante e pernotta- mento. Tel. 0435 540169, 347 1678538. www.baitadeona.it, [email protected]

Rif. Remauro (1536 m) It. 18 - Vedi cap. 2. PARTENZA: Pian de Levìna (1200 m) ACQUA: no QUOTA MINIMA: 1200 m PERIODO CONSIGLIATO: giugno-ottobre QUOTA MASSIMA: 1895 m FREQUENTAZIONE: bassa LUNGHEZZA: 12 km FAMIGLIA: no DISLIVELLO: 869 m TEMPO: 4,45 h Spiz de San Piero e Pala Anziàna dal Rif. Bosconero DIFFICOLTà: E PUNTI DI APPOGGIO: Agriturismo Pian del Levina, Baita darè Copàda, Baita Deona, Rif. Remauro

Sasso di Toanella e Rocchetta Alta dal Monte Rite 017

152 153 Sentieri d’autore l Escursioni in Val di Zoldo Bosconero l Giro degli Spiz de San Piero

479 494 Rif. Remauro Quatre Tabià Forc. Cibiana Baita Deona

Torrente Cervegana Viza de Tamarìl Cornigiàn Casera Copàda Bassa Casera Copàda Alta Agriturismo Pian del Levina Viza de San Lorenzo

483

Spiz de Copàda 481

482-485 485 Pian d’Angiàs485 483 Casera Castelìn 485 Spiz de San Piero Cime de la Torre Canpestrin Pala Anziana )( I Usèlóin Forc. de le Sforniòi Nord Baita darè Copàda Ciavažole Castelìn Sforniòi di Mezzo Colde la Roa 482

485

Le modeste alture degli Spiz de San Piero, de- metri lungo la strada in direzione Zoldo fino che oramai da molti anni è un rifugio gestito). filate a occidente rispetto il corpo centrale del al cartello che sulla sinistra indica “sent. 485, In 3 min si raggiungono i cartelli di legno della Gruppo del Bosconero, rappresentano un soli- Casera Castelìn, Baita darè Copàda e Rif. Bo- loc. Val del Mulàt (1493 m) che segnalano la tario ballatoio panoramico sul cui lato meridio- sconero”. Salire i primi metri su traccia incerta direzione da seguire per il sent. 485, nonché nale si delinea un sentiero sospeso pressoché (zona di pascolo recintata, ricordarsi di chiudere altre indicazioni da tralasciare. Qui, come in altri orizzontale nonché spettacolare. Per raggiun- i ganci delle recinzioni), fino a raggiungere una punti del percorso, si rinvengono le segnalazio- gerlo vi sono varie possibilità, l’ipotesi anulare sterrata che sale ripida verso destra (sent. 485). ni del CAI Sezione Val di Zoldo che sconsiglia- qui descritta è quella che permette di godere La stradina ben presto si restringe e diviene un no la discesa per la non più sicura Forc. de le di tutte le bellezze dei luoghi, ma contempla, sentiero poco battuto che prosegue in costa in Ciavažole (anno 2016). Poco più avanti, sulla come dazio da pagare, un tratto di discesa su un bosco piuttosto umido, fino a raggiungere sinistra, si trova una piccola pozza d’acqua, utile strada asfaltata. una strada bianca che sale dalla SS347, dal trat- “strumento” per conoscere la fauna della zona, to fra Cornigiàn e Forc. Cibiana. Delle indicazio- luogo in cui gli animali che vanno ad abbeve- ACCESSO ni (sempre sent. 485) salgono dritte, conviene rarsi lasciano le proprie impronte impresse nel Da Forno di Zoldo seguire le indicazioni per For- ripiegare sulla destra e incamminarsi sulla co- fango delle rive. cella Cibiana e superare l’abitato di Fornesighe. moda forestale che si inoltra in uno spettacolare La vegetazione ben presto cambia, con domi- Subito prima di Cornigiàn, su un ampio curvo- bosco dominato dai faggi. In circa 1 h dalla par- nanza di abeti rossi di considerevoli dimensioni ne, si trova a destra l’Agriturismo Pian del Levi- tenza si raggiunge la Casera Castelìn (1504 m). e numerosi tronchi completamente sradicati. na, parcheggiare sul lato opposto della strada. Passare dietro la malga e i ruderi di una vecchia Pure la pendenza varia, con una serie di ser- stalla e proseguire in lieve discesa sul sent. 485 pentine che, fra larici, sorbi degli uccellatori e Sopra: le turrite punte degli Spiz de San Piero itinerario (vecchio cartello giallo, indicazioni per Forc. de pini mughi portano verso un tratto che offre emergono da una coltre di mughi Dal parcheggio scendere per un centinaio di le Ciavažole e Biv. Casera Bosconero, struttura estesi panorami su tutta la Val di Zoldo, con Sotto: Baita darè Copàda

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Le Calades opera di volontari della Val più settentrionali del Gruppo del Bosconero. 1900 Baita darè Copàda Pian d’Angias di Zoldo e una targhetta in- Riprendere il sentiero, fra faggi, abeti bianchi e 1800 Casera Copàda alta terna indica novembre 1990 aceri montani, e scendere fino a incrociare una 1700 Casera Castelìn Baita Deona come termine dei lavori. forestale (30 min dalla casera, indicazioni per 1600 Forc. Cibiana Proseguire sempre in fal- Cas de la Ronces). Proseguire in comoda disce- 1500 sopiano sul panoramico sa, a un bivio svoltare a destra e, in 10 min, rag- 1400 Cornigiàn sentiero in direzione nord giungere l’accogliente Baita Deona (1528 m) e 1300 est, puntando verso la verde sbucare a Forc. Cibiana (1530 m, poco a destra, 1200 sommità delle Cime de la dall’altra parte della strada si trova anche il Rif. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Pala Anziàna (2023 m), fino Remauro). Non resta ora che scendere, facen- alla loc. Le Calades (1858 do attenzione, per 4 km ai margini della strada m, 20 min dalla baita). Qui si asfaltata e tornare al punto di partenza (45 min). stacca un sentiero che scen- de al Rif. Casera Bosconero. varianti Avanzare sempre sul sent. Per chi volesse evitare il tratto di strada asfalta- 485 e in 10 min giungere al ta si può suggerire di percorrere, da Baita darè Pian d’Angias (1870 m). Sa- Copàda, il sentiero di salita a ritroso. Tale ipote- lire leggermente e a un bivio si fa però perdere la possibilità di camminare tenere la destra (segnavia in un tratto di bosco davvero interessante e di

bianchi e rossi), a sinistra si mancare lo splendido panorama che si gode Sopra: il Sassolungo di Cibiana Impronte di volpe nei pressi della stacca una traccia ingannevole che porta a un dalla Casera Copàda alta. Sotto: Casera Copàda alta pozza d’acqua nel bosco punto panoramico. Da qui appare bellissimo il la singolare visione del Lago di Pontesèi che Piz de Copàda (1999 m), con la sua slanciata si materializza 800 m più in basso. Fare mol- forma triangolare e le compatte rocce rossastre. ta attenzione, il sentiero è agevole, nonostante Scendere ora su sentiero moderatamente ripido, le radici dei mughi, ma il salto verso destra ri- superare dei resti in muratura e in 10 min giun- chiede di evitare distrazioni. Sì è ormai giunti gere al bivio per Forc. de le Ciavažole e Forc. sotto le rocce sommitali e dirupate degli Spiz Bela. Proseguire su sent 483 (anche Alta Via n. de San Piero (2084 m) e la traccia si dispiega 3), con ontani verdi che testimoniano l’umidità pianeggiante sull’ampio ballatoio meridionale del versante e larici secolari che in autunno si degli Spiz stessi. Il panorama è sbalorditivo, con tingono di inverosimili tinte dorate. una visuale incredibile verso le principali cime In 20 min si giunge nei pressi della Casera del Bosconero che si elevano, a protezione Copàda alta (1692 m). Consigliata una breve dell’apparentemente lontano Rif. Casera Bosco- deviazione per scendere alla struttura di recen- nero. Solo all’ultimo istante appare la sagoma te ristrutturata e accompagnata da un’enorme della Baita darè Copàda (1856 m, 2,10 h dalla stalla. Meravigliosa la vista verso il Sassolungo di partenza). La modesta struttura, che può fun- Cibiana (2413 m), le Crode Sora Ru Storto (2199 gere da spartano bivacco (non ci sono letti), è m) e la Croda de Cuz (2202 m), ossia i rilievi

156 157 Sentieri d’autore l Escursioni in Val di Zoldo Bosconero l Giro degli Spiz de San Piero

Distribuzione altimetrica della flora dolomitica vegetano dove si instaurano condizioni microstazionali favorevoli (es. suolo più profondo, Per descrivere la flora delle zone montane usualmente si fa riferimento ai piani altitudinali scioglimento della neve anticipato). Nel piano subalpino quindi gli alberi crescono raggrup- cioè delle fasce di altitudine caratterizzate da vegetazione omogenea e a ecologia simi- pati, motivo per cui la foresta subalpina risulta costituita da piccoli boschetti autonomi, le o reciprocamente compatibile. Le quote che delimitano un piano altitudinale vengono sia dal punto di vista strutturale che funzionale, separati da praterie. Mentre nel piano chiamate orizzonti. montano gli alberi sono in competizione fra loro, nel piano subalpino devono collaborare Le fasce di vegetazione possono variare anche notevolmente e trovarsi a quote differenti per superare le condizioni più difficili. Questo mutuo aiuto avviene sia a livello radicale che a seconda della collocazione geografica. Questa concisa interpretazione della distribuzione di chioma, con le radici che si intrecciano a formare collegamenti (anastomosi) e le parti naturale della vegetazione non tiene conto dell’intervento umano che spesso ha introdotto alte che unite creano protezione ai forti venti. Le condizioni più difficili del piano subalpino nuove specie, piantato alberi a quote diverse da quelle ottimali ed eliminato altre per far si ripercuotono anche sulla velocità di crescita: un abete rosso ad esempio per raggiungere spazio ai pascoli. i 2 m di altezza impiega 5-10 anni a 1200 m, mentre oltre i 2000 m impiega anche 25- Per quanto concerne Zoldo e le Dolomiti in generale, i piani altitudinali da considerare sono: 30 anni. • Piano collinare. Si sviluppa da 200 a 600 m. Dominano le latifoglie: carpino nero (Ostrya • Piano alpino. Si sviluppa da 2200 a 2800 m. Caratterizzato da clima freddo, ospita carpinifolia), roverella (Quercus pubescens), sorbo montano (Sorbus aria). È marginalmente arbusteti contorti in basso e praterie alpine sommitali. Nella parte inferiore (appena sopra rappresentato nella bassa Val di Zoldo, nel Canàl. o entro il limite superiore del bosco) le specie dominanti in ambiente calcareo sono il pino • Piano submontano. Si estende dai 600 ai 900 m. L’albero dominante è il faggio (Fagus mugo (Pinus mugo), l’erica carnicina (Erica carnea) e il rododendro irsuto (Rhododendron sylvatica), talvolta associato all’abete bianco (Abies alba) o al pino silvestre (Pinus sylve- hirsutum). Lungo i versanti umidi (anche su terreni silicei) prolifera l’ontano verde (Alnus stris). Il faggio è una splendida latifoglia che raggiunge i 40 m di altezza e ha la corteccia viridis). La prateria alpina rappresenta l’unica associazione vegetazionale montana para- liscia con macchie grigie. Le prime foglie primaverili sono di un caratteristico colore verde gonabile alla tundra artica. I periodi vegetazionali a queste altitudini superano raramente acido. Ampie faggete si trovano nella media Val di Zoldo. i tre mesi, per questa ragione le piante sono spesso sempreverdi per non sprecare tempo L’abete bianco può raggiungere i 50 m di altezza e superare gli 80 anni d’età. Le sue foglie prezioso in primavera per la formazione di foglie. A causa dei forti venti molte piante cre- sono persistenti e costituite da aghi appiattiti inseriti singolarmente sui rametti come i scono appiattite al terreno e non raggiungono un’altezza superiore ai 20 cm, formando dei denti di un doppio pettine. Gli stessi sono lunghi circa 1,5-3 cm con la punta arrotondata, cuscinetti (es. sassifraghe). A queste quote (solo su terreni calcarei e dolomitici) troviamo non pungente e i margini lisci. La pagina superiore è di colore verde scuro, mentre quella uno dei simboli delle Dolomiti, la stella alpina (Leontopodium alpinum). Questo piano, sia inferiore presenta due caratteristiche linee parallele biancastre. Altre specie rappresentati- nella parte inferiore che in quella superiore ospita una gran varietà di fiori colorati. ve sono l’orniello (Fraxinus ornus), l’acero di monte (Acer pseudoplatanus) e l’ontano grigio • Piano nivale. Si sviluppa oltre i 2800 m. Visto il clima estremamente rigido, ma soggetto (Alnus incana). nei mesi estivi a insolazione diretta che porta sbalzi termici enormi, gli unici vegetali in • Piano montano. Si sviluppa da 900 a 1600 m, anche se le condizioni locali spesso lo grado di sopravvivere sono alcuni muschi e licheni che incrostano le rocce. traslano più in alto. La specie arborea dominante è l’abete rosso o peccio (Picea abies), un albero slanciato, dalla forma conica regolare e dalla corteccia liscia e marrone che si fessura con l’età. È facilmente riconoscibile per i suoi aghi verde chiaro e pungenti, inseriti a spirale attorno i rami. I coni (pigne) sono lunghi, pendenti, provvisti di squame arrotondate e matu- rano in autunno. I fiori maschili sono gialli, quelli femminili rossi ed eretti. I boschi di abete rosso puri sono meno luminosi di quelli misti, per questo il sottobosco è più povero di specie: il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) è la più comune. Il piano montano è il settore altitudi- nale perfetto per la crescita della foresta, con stagione vegetativa sufficientemente lunga e condizioni di suolo e temperatura favorevoli. Le foreste montane hanno quindi una co- Giglio di San Giovanni Acetosella (Oxalis acetosella), Sorbo degli uccellatori pertura della volta pressoché continua, assenza di radure naturali e un’elevata biodiversità. (Lilium bulbiferum) tipica del sottobosco submontano (Sorbus aucuparia) • Piano subalpino. Si estende dai 1600 ai 2200 m. È il regno del larice (Larix decidua) e nelle fasce inferiori è ancora presente il peccio. Il larice è un albero dalla crescita molto ra- pida e vita piuttosto breve, cresce anche su terreni poveri e ha bisogno di molta luce. I suoi aghi sono di colore verde chiaro e di consistenza tenera, si presentano in ciuffi sui germogli corti, solitari invece sui germogli lunghi. In autunno gli aghi si colorano d’arancione creando magiche atmosfere e poi cadono. A queste quote le condizioni divengono più difficili, con temperature più basse, suoli su- perficiali e corta stagione vegetativa. Come conseguenza il numero di specie diminuisce e Genziana di Koch Pigna di larice I licheni riescono a sopravvivere la copertura degli alberi è discontinua, con aree boscate alternate a radure. Qui gli alberi (Gentiana acaulis) (Larix decidua) anche alle quote più elevate

158 159 Sentieri d’autore l Escursioni in Val di Zoldo Mezzodì-Prampèr l Belvedere di Mezzodì

strepitoso da cui si può ammirare tutta la Val di Zoldo e lo sguardo può raggiungere le Dolomiti Belvedere di Mezzodì cadorine e ampezzane, nonché le lontane Odle. Un incredibile pulpito da cui ammirare l’intera valle Il sentiero da seguire è il 532 e al bivio va tenuta la sinistra, seguendo il ripido sentiero che sale in vetta (1 h). Il Belvedere può essere raggiunto anche con un sentiero attrezzato (valutare bene in base alla propria preparazione e abitudine ai sentieri esposti). In questo caso al bivio tenere la destra (vedi it. successivo). b) Per escursionisti esperti c’è la possibilità di salire al rifugio per la via ferrata (vedi it. suc- cessivo) e scendere quindi per l’itinerario qui descritto, compiendo un’escursione davvero remunerativa.

Cima de la Gardesàna Cresta Sud Tàmer Piccolo di San Sebastiano La Sfinge

Petorgnòn Vant de le Forzèle

Sopra: mazza di tamburo (Macrolepiota procera), uno dei prelibati regali del bosco A sinistra: dal Piccolo Belvedere verso l’altro versante della Val Prampèr PARTENZA: Castelàz (996 m) PERIODO CONSIGLIATO: giugno-ottobre Giovanni Angelini QUOTA MINIMA: 990 m FREQUENTAZIONE: media Camminando per Zoldo ci si può imbattere nel ricordo della figura di Giovanni Angelini, a QUOTA MASSIMA: 1964 m FAMIGLIA: no cui sono stati dedicati il sentiero ai piedi della Moiazza, la cengia che scende dalla Cima Moiazza Est verso la Forcella delle Nevère, il ricovero sotto il San Sebastiano e il Rif. Sora LUNGHEZZA: 8 km ‘l Sass sugli Spiz de Mezzodì. Angelini nacque a Udine nel 1905, figlio di madre zoldana DISLIVELLO: 1213 m Civetta, Spiz de Zuèl, Val di Zoldo, Spiz de Pònta e e padre friulano divenne medico di successo, ma il suo nome è ricordato per la passione Pelmo dal Belvedere di Mezzodì esplorativa che trovò sfogo specie fra i monti di Zoldo. Egli fu alpinista ed escursionista, TEMPO: 5 h (foto Andrea Greci) andava spesso in compagnia di altri “grandi” dell’epoca, fra cui Silvio Sperti e Antonio Berti, con il quale collaborò alla stesura del volume “Dolomiti Orientali”, edito nel 1928 DIFFICOLTà: E per la collana “Guida dei Monti d’Italia”. Molto estesa risulta la sua produzione editoriale a PUNTI DI APPOGGIO: EEA (EE per variante promozione del territorio e della cultura zoldana. Fu inoltre Accademico del C.A.I., uno dei non attrezzata) fondatori del sodalizio locale e socio storico della S.A.T. Il suo nome è ricordato anche grazie alla Fondazione Angelini, ente che oltre a raccogliere ACQUA: no lo storico archivio di Angelini stesso, si prodiga per la promozione e la conoscenza dell’am- biente e della cultura del mondo alpino. 020

176 177 Sentieri d’autore l Escursioni in Val di Zoldo Mezzodì-Prampèr l Belvedere di Mezzodì

Casera di Mezzodì ACCESSO nel periodo estivo conducono a Malga Prampèr 534 Da Forno di Zoldo (vicino alla chiesa) seguire le e parcheggio per chi giunge fin qui in auto. Castelàz 525 Torrente Prampèr numerose indicazioni per la Val Prampèr. Risalir- Attraversare il ponte sul Torrente Prampèr e la per qualche km, dapprima su asfalto e poi su seguire le indicazioni per il sent. 525 che risale

sterrato, fino allo slargo della località Castelàz, con buona pendenza, ma ben tracciato la parte 534 Valòn Grand dove si notano ampi spazi per parcheggiare e le iniziale del Giaron de la Fòpa, che sale sulla indicazioni per il Rif. Sora ‘l Sass. destra. Man mano che si sale, la vista sulla sot- tostante Val Prampèr si amplia, con scorci de-

Rif. Sora ‘l Sass 532 Belvedere itinerario liziosi verso il Castello di Moschesìn e la Cima Sentiero attrezzato 532 Dal parcheggio di Castelàz, proseguire lungo de la Gardesana. Scostata si defila la gigantesca la sterrata della Val Prampèr che diviene ben Civetta, mentre il Pelmo sparisce alla vista dopo Sentiero attrezzato Sora ‘l Sass de MezzodìSpiz di Belvedere Spiz NE presto asfaltata e risale lasciandosi sulla destra i primi passi. Un ultimo faticoso strappo vicino )( Spiz NO Forc. Belvedere uno squadrato invaso artificiale utilizzato per la alle pareti di destra porta al bivio verso il Biv.

533 532 Val Prampèr produzione di energia idroelettrica. Dopo circa Carnielli-De Marchi (loc. Giaròn de la Pala dei

534 2 km si raggiunge il Pian de la Fòpa (1210 m, Làres, 1400 m, 30 min). Giaròn de la Pian de la Fòpa Pala dei Làres 30 min), punto di partenza per le navette che Tenere la sinistra (sent. 534), dapprima su trac- Spiz Nord )( La Porta

Il Rifugio Sora ‘l Sass può essere raggiunto anche per un percorso decisamente più ardi- to e selvaggio che risale lo zoccolo roccioso sottostante la struttura stessa. L’itinerario è attrezzato nei punti più esposti e rappresenta una divertente opportunità per chi è avvezzo a sentieri alpinistici e vie ferrate (kit da ferrata consigliato, ma non necessario per i più esper- ti). Assolutamente da evitare per chi non si sa muovere su terreno esposto e instabile. Logico completamento a questa straordinaria avven- tura è il percorso attrezzato che sale dal rifugio al Belvedere di Mezzodì, isolato cocuzzolo pa- noramico che merita sicuramente tale nome. Una comoda variante, che segue l’itinerario precedente fino al rifugio, permette anche ai meno esperti di godere ugualmente dello stra- ordinario panorama di vetta.

Il ripido canale antecedente il primo tratto attrezzato L’attacco del tratto attrezzato Ultime roccette prima di entrare nel bosco

178 179 Sentieri d’autore l Escursioni in Val di Zoldo Mezzodì-Prampèr l Belvedere di Mezzodì

1900 Belvedere apprezza e cerca ancora lo le. Seguire una cengia orizzontale ed entrare nel Porta. Salire (scorcio verso gli Spiz sempre più Giaròn dantre i Spiz spirito d’avventura. piacevole bosco di faggi, sorbi e qualche abete sorprendente) e seguire a sinistra una nuova 1800 Rif. Sora ‘l Sass Rif. Sora ‘l Sass Risalire il primo tratto at- rosso. Il sentiero prosegue in falsopiano fino a cengia attrezzata che aggira un pulpito roccioso, 1600 Giaròn de la Casera di Mezzodì trezzato, piuttosto ripido ma sbucare nei pressi del Rif. Sora ‘l Sass (1588 m, portando al tratto attrezzato più impegnativo, Pala dei Làres ricco di appoggi e appigli, e 2 h dalla partenza, fare attenzione a un ultimo con una salita di circa 6-7 m, un canale da at- 1400 Pian de la Fòpa uscire su una stretta traccia canalino friabile da superare). traversare e una nuova cengia solo inizialmente 1200 piuttosto esposta (fare at- Seguire ora le indicazioni per il Belvedere (sent. attrezzata. In breve si conquista così la cuspide

1000 tenzione al ghiaino mobile 532), proseguendo in lieve salita nel bosco arrotondata del Belvedere di Mezzodì (1 h dal di alcuni tratti). Superare un fino al bivio fra il sentiero attrezzato e quello rifugio), luogo semplicemente magico da cui si 0 1 2 3 4 5 6 7 8 cordino di un paio di metri, normale. Tenere la destra (sentiero attrezzato), può ammirare la Val di Zoldo in ogni suo det- cia che si avvicina alle pareti (cartellino azzurro avanzare su cengetta e risalire l’ultimo tratto at- rimanendo per poco nel bosco e iniziando suc- taglio, contornata dalle più lontane Dolomiti che indica “Sora ‘l Sass) e poi salendo legger- trezzato nuovamente esposto ma ben fornito di cessivamente a salire un canalone ripido ma Cadorine e Ampezzane, con lo sguardo che si mente fino alla base del ripido canalone che appigli. In totale ci sono circa 100 m di corde fis- ben segnato che si inerpica sotto le pareti dello può spingere addirittura fino al Sella e alle Odle. rimane nascosto fino all’ultimo. Rimontare il ca- se da risalire, quasi sempre tese e in ottime con- Spiz di Belvedere. Proseguire quindi verso sini- Per la discesa seguire le indicazioni “variante”, nalone per una cinquantina di metri, seguendo dizioni (anno 2016). Una panchina posta sotto stra (breve cengia, fare attenzione) e salire fino con traccia che cala ripidissima verso est, in vista le tracce e gli ometti fra grossi massi, finché si un tetto consente una sosta per contemplare a sbucare al Giaròn dantre i Spiz (1800 m, 30 della frana che dal Col Pelòs scarica verso la Val giunge alle indicazioni a sinistra e ai primi cavi l’impressionante ambiente roccioso, con la co- min dal rifugio), anfiteatro di ghiaie circondato de Dóa. In questo tratto fare attenzione, il terre- metallici. L’ambiente è angusto, racchiuso da lorata parete che delimita il canalone dalla parte da vette che tolgono letteralmente il fiato. no può essere scivoloso in alcuni punti, specie alte pareti, ricco del fascino che solo i luoghi opposta e le ardite punte degli Spiz che sbalor- Continuare a seguire le indicazioni per il Bel- con terreno bagnato. più appartati delle Dolomiti sanno elargire a chi discono per il loro notevole slancio ascensiona- vedere, evitando la deviazione per Forcella la La traccia rientra nel bosco e raggiunge rapida-

Crépa Nord Piccolo Corno del Doge Crépa di Mezzo Spiz Mary Spiz de La Porta

Giaròn dantre i Spiz

Il primo strappo per salire verso il Belvedere Il magnifico ambiente del Giaròn dantre i Spiz

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Il Giaròn de la Fòpa Sugli Spiz de Mezzodì-Prampèr è ubicato il ghiaione “più lungo” delle Dolomiti, un profondo solco riempito di ghiaie che si sviluppa per oltre 1000 m di dislivello, scendendo dalla Forc. Sagrona o del Coro (2118 m), incisa fra la Cima del Venier (2237 m) e la Cima del Coro (2324 m). Come le altre colate detritiche, anche il Giaròn de la Fòpa, è il risultato della naturale disgregazione delle rocce e dell’accumulo gravitazionale alla base delle pareti. Queste strutture sono piuttosto instabili e nel caso di forti temporali può succedere che le ghiaie scivolino a valle, talvolta con risultati anche disastrosi. Proprio questi sassi, nel 1966, hanno alimentato il trasporto solido del Torrente Prampèr, devastando l’abitato di Forno di Zoldo. I ghiaioni sembrano ambienti ostili, eppure ospitano molte forme di vita, piante e animali in grado di adattarsi a un ambiente così mutevole ed estremo. Fra gli anima- li non è difficile osservare il fringuello alpino (Montifringilla nivalis), il sordone (Prunella collaris), il codirosso spazza- Sopra a sinistra: passaggio su cengetta camino (Phoenicurus ochruros) e il cul- dopo il Giaròn dantre i Spiz bianco (Oenanthe oenanthe). Ben più Sopra a destra: in vetta al Belvedere rara è l’osservazione della pernice bian- Sotto: il canalino da salire prima del Belvedere ca (Lagopus muta) e della salamandra mente il bivio e quindi il rifugio (40 min). Per la nera (Salamandra atra). Anche a livello botanico non mancano le sorprese, ma discesa seguire il sent. 354 (via diretta più sem- un fiore piuttosto comune da osservare plice al Rif. Sora ‘l Sass, vedi it. precedente) e in in questi ambienti è il papavero retico 1,20 h fare ritorno a Castelàz. (Papaver rhaeticum).

varianti Il Belvedere di Mezzodì può essere raggiunto anche in maniera più semplice, evitando com- pletamente i tratti attrezzati. Raggiungere il Rif. Sora ‘l Sass per sent. 354 (vedi it. precedente, 1,30 h). Da qui risalire al Belvedere per la ri- pida “variante” (descritta sopra per la discesa, 50 min) che al bivio sopra il rifugio porta verso sinistra. Discesa fino al rifugio 40 min, fino a Castelàz 2 h. In questo caso tempo totale circa 3,30 h.

Sopra: papavero retico (Papaver alpinum) Sotto: pernice bianca (Lagopus muta, foto Dario Bacchin)

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