La regione storica del Sarcidano (Sardegna centro-meridionale) e la Valle del Duero (España) durante l’età del Bronzo: cenni di confronto e parallelismi

Federico Porcedda1 ([email protected]), Valentina Matta2 ([email protected]), Ilaria Maria Francesca Pitzalis1 (ilariapitzalis@ gmail.com), Marco Cabras1 ([email protected]).

1PhD Candidate, Universidad de Granada 2Laureanda magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte, Università degli Studi di .

Gli autori intendono ringraziare i Proff . Riccardo Cicilloni e Juan Antonio Cámara Serrano e i Dott. Giacomo Paglietti e Liliana Spanedda per i preziosi consigli, importanti ai fi ni della redazione del presente contributo.

RESUMEN La ricerca riguarda un raff ronto tra la regione sarda del Sarcidano e la Va- lle spagnola del Duero con l`obiettivo di elaborare un quadro delle realtà insediative attive nell’Età del Bronzo. La presenza, in ambito sardo, dei nuraghi è la fondamentale diff erenza che si osserva tra Valle del Duero e la Sardegna. Tali strutture, peculiari del paesaggio e della cultura protos- torica sardi, sono numerosi anche negli altopiani basaltici che circondano il Flumendosa. Con il presente lavoro si è cercato di mettere in evidenza la relazione tra i nuraghi e le strutture di varia natura, dislocati nel territorio. L’età del Bronzo è, infatti, caratterizzata da radicali sviluppi di carattere socio-economico dai quali scaturisce una società articolata e in espansione, nell’ambito della quale divengono sempre più manifeste le distinzioni di status. Per meglio comprendere tali meccanismi, si è reputato indispensa- bile eff ettuare un’indagine sulla distinzione delle tipologie di insediamen- to nel Sarcidano in relazione alla Valle del Duero.

ABSTRACT This research talks about a comparison between the region of Sarcidano () and Duero Valley (Valle del Duero-Spain). The work’s aim is to develop a framework about the settlement modalities during the Bron- ze Age. The presence of nuraghi is the main diff erence observed between the Duero Valley and Sardinia. These basalt structures characterize the

485 Actas de las iv jornadas de jóvenes investigadores del valle del Duero 2014 protohistoric sardinian landscape and culture and are located around the highlands in the Flumendosa river. This paper point out the relationship between nuraghi and nuragic structures in the space around. The Bronze Age is carachterized by radical social and economic developments, that lead to new forms of social complexity. To understand all those dynamics is necessary to do a research about the diff erent types ofsettlement in Sar- cidano and the Duero Valley.

Keywords: , Cogotas, Sardinia, Duero Valley, Bronze Age.

1. INTRODUZIONE (M. C.) del tutto preliminare. Questo tipo di parallelo, infatti, non ci risulta l presente poster intende presen- sia stato eff ettuato in precedenza. tare, in parallelo, gli aspetti inse- Le aree in esame sono state ogget- Idiativi e le conseguenti manifesta- to, a partire dal Bronzo Medio, de- zioni architettoniche di due aree ll’espansione della cultura Cogotas dell’Europa centro-meridionale: la e dalla civiltà nuragica. Con ques- regione centrale della penisola ibe- to lavoro si vogliono presentare i rica e la Sardegna. Lungi da voler caratteri principali della civiltà nu- eff ettuare un confronto ed uno stu- ragica e di quella centro-iberica al dio organico delle caratteristiche fi ne di connotarne le peculiarità di comuni e lungi da volerne sottoli- entrambe dal punto di vista del po- neare analogie e ipotizzare forme di polamento durante l’età del Bron- contatto, il lavoro desidera presen- zo. La cultura Cogotas vede infatti tare alcuni semplici input a livello un’articolazione territoriale in villa-

Fig. 1. Datazioni radiocarboniche calibrate dai siti di cultura Cogotas in associazione a ceramiche di cultura piena e avanzata Cogotas I, (da Gonzalez Blanco, 2014) 486 La regione storica del Sarcidano ggi di capanne ubicati presso varie fase, compaiono i nuraghi a tholos tipologie di conformazioni geomor- che nel corso del Bronzo Recente si fologiche così come la civiltà nu- svilupperanno verso le forme più ragica, sviluppatasi in tutta l’isola complesse polilobate con aggiunta di Sardegna e che vede, al fianco di torri periferiche in diverso nume- delle strutture capannicole che ve- ro e forma. Questo forte dinamismo rranno descritte in questo lavoro, costruttivo si riflette nelle svariate quelle forme architettoniche che si manifestazioni architettoniche che manifestano nella caratteristica cos- prevedono anche la costruzione truzione del nuraghe. Il nuraghe si di antemurali in presenza o meno manifesta primariamente nel tipo di villaggi di capanne periferici a a corridoio, durante le prime fasi questi (per un quadro esauriente del Bronzo Medio, in corrisponden- sulla civiltà nuragica: Lilliu, 1988; za di villaggi di capanne o meno, Lilliu, 2005; Aa.Vv., 2009). Suddetto poi, sempre verso la fine di questa dinamismo molto probabilmente è il riflesso di una molteplicità di usi e condizioni dettati dalla viva- cità stessa della civiltà nuragica, impossibile comunque da trattare pienamente ed esaurientemente in questa sede. Il campione territoriale che si va a presentare per la Sardeg- na è quello della regione storica del Sarcidano, interessata negli ultimi decenni da numerose attività di studio e da un’esauriente quadro cronologico fornito da una serie di indagini di scavo archeologico corredate da datazioni al C14 (Ru- binos, Ruiz Gálvez, 2003; Campus, 2008) ricalibrate in quest’occasione mediante l’utilizzo del software OxCal 4.2.4 (Fig.1). Il presente lavo- ro si articola in diverse fasi: la pri- ma un necessario inquadramento geografico e geomorfologico della regione in esame, al fine di descri- Fig. 2. Datazioni radiocarboniche cali- vere i caratteri fisici dell’habitat. In brate dall’area in esame: siti del Sarci- una seconda fase, si è proceduto dano. (Dataset: IntCal13 atmospheric con l’analisi degli aspetti delle stru- curve, Reimer et alii, 2013; Software tture insediative sarde e iberiche a OxCal v. 4.2.4, Bronk Ramsey, 2014) confronto seguito da un approfon- Rubinos, Ruiz-Galvez, 2003; Campus, dimento sui nuraghi del territorio, 2008. (Calibrazioni effettuate da M. C.) vera peculiarità del contesto sardo. 487 Actas de las iv jornadas de jóvenes investigadores del valle del Duero 2014

Il lavoro viene corredato da un con- tanza accidentate. Gli altopiani si fronto delle datazioni di cronologia trovano in posizioni alternate tra assoluta dell’area del Sarcidano e di la valle miocenica. La giara di Se- datazioni di diversi siti di cultura rri è un altipiano basaltico, forma- Cogotas I (Gonzalez Blanco, 2014). tosi nell’Era Terziaria del Pliocene, con un’altezza media di 600 metri 2. LA GEOGRAFIA DEL s.l.m.; il pianoro ha una forma ta- SARCIDANO (F. P) bulare (Campus 2008, p. 16; Fadda 1990, pp. 100 – 102; Arangino et alii Il Sarcidano, regione storica della 1986, p. 14). La giara di Pranu Ollas Sardegna centro meridionale, è ubi- ha un’altezza massima di 708 metri cato nella Provincia di Cagliari, con s.l.m. Il perimetro del tavolato pre- una piccola porzione in Provincia senta come un grosso precipizio. La di Oristano. Per quanto riguarda parte più alta dell’altopiano, meglio l’esame geomorfologico dell’area, nota come Pizzu Mannu, è collegata questa vanta varie forme di paesa- ad una stretta sella; la punta massi- ggio che si trasformano al variare ma non era che un vulcano; la lava delle litologie presenti nel territo- emessa dal vecchio vulcano ha crea- rio, passando dalle giare, ossia alto- to così una vasta piattaforma (Saba piani basaltici, alle valli con profilo 2005, p. 239). Il Monte Guzzini, altro dolce, di fondamentale importanza altopiano basaltico, ha un’altezza per l’agricoltura, alle zone ricche di massima di 734 metri s.l.m., e pre- trachite, che si presentano abbas- senta una pianta sub-tabulare, con

Fig. 3. Diagramma presenza monumenti nuragici nel Sarcidano.

488 La regione storica del Sarcidano scarpate sia a settentrione che a 3. I NURAGHI (F. P) meridione. Sul monte Guzzini era presente una bocca di emissione I nuraghi sono le strutture tipiche di lava che ha formato un restrin- dell’Età del Bronzo sarda; in tutta gimento rivolto a Sud, e che ha l’isola se ne contano circa 7000. Le formato un tacco contemporaneo strutture si presentano con una o come formazione dell’altopiano; il più torri, e sono costruite con pie- tacco, chiamato Taccuara, a forma tre locali, senza l’utilizzo di malte di lingua sottile, ha un’altitudine cementizie. I nuraghi più arcaici media di 560 metri s.l.m. e presenta vengono chiamati protonuraghi una lunghezza di circa 2 km (Cam- (i.e. Santa Vittoria, Serri); questi si pus 2008, pp. 16 – 17; Fadda 1990, p. differenziano dai nuraghi a parti- 108). Infine troviamo l’altopiano di re dalla pianta irregolare e dal fa- Pranu ‘e Muru, che presenta in vari tto di non svilupparsi in altezza. I punti cigli franosi e ad oriente si nuraghi classici, invece, possono affaccia sul Flumendosa; l’altopiano avere da una a più torri e, in mol- presenta delle emergenze che per- ti casi, hanno anche delle camere mettono la visione di tutta la piana, sovrapposte (i.e. Nuraghe Arrubiu, cosa che nelle giare non accade, in- ); molte strutture possiedono fatti in queste ultime non sono stati strutture difensive, con torri raccor- eretti monumenti nel mezzo della date da cortine murarie. Intorno al piana ma solo nei suoi cigli. Tra la nuraghe si poteva sviluppare un giara di Serri, il Monte Trempu, la villaggio. I nuraghi, oltre ad essere piana di Guzzini e Pranu Ollas (Isili) delle fortezze con una grossa orga- abbiamo una valle, con un’altitu- nizzazione e difesa del territorio, dine media che va dai 417 ai circa erano anche centri di produzione, 500 metri s.l.m., con presenza di sia dal punto di vista pastorale che litologie calcaree e arenarie; ques- agricolo. Successivamente al loro te ultime si ritrovano specialmen- abbandono, nei nuraghi o nei pressi te nei punti di risalita, soprattutto di questi, è documentata la nascita intorno al Pranu Ollas e intorno al di culti, ne sono un esempio i pozzi, monte Guzzini. La presenza di are- che fungevano da santuari (i.e. San- naria si ritrova a quote superiori ai tuario nuragico di Santa Vittoria, 550 metri s.l.m., dove vi è una forte Serri; Su Putzu, Orroli). Il sistema presenza di depressioni con rocce dei nuraghi nell’area in esame pre- calcaree affioranti. Da un punto di senta in totale 153 nuraghi, di cui: vista idrografico abbiamo una gran- 6 protonuraghi, 61 nuraghi com- de presenza di risorse idriche. I ba- plessi, 63 nuraghi monotorre e 20 cini principali sono il Flumendosa e nuraghi di cui non è possibile dare tutti i suoi affluenti, il rio San Sebas- una lettura planimetrica e tipologi- tiano, il Rio Mannu ed il Rio Murera. ca. Questa suddivisione può essere ulteriormente fatta in base alle aree geografiche:

489 Actas de las iv jornadas de jóvenes investigadores del valle del Duero 2014

• Giara di Serri: 6 monumenti; dell’area presa in esame, che risulta essere al confine con i comuni di Ges- • Valle tra la giara di Serri e turi e (area al di fuori dell’area Isili: 32 monumenti (queste di studio, ma importante dal punto di strutture sono per la maggior vista insediativo), è importante per la parte nuraghi complessi, e si posizione dei monumenti intorno al trovano in stretto contatto con fiume Mannu, ed in particolar modo i monumenti posti in altura, nel guado del fiume; di conseguenza sia quelli posti sulla piana di il sistema dei monumenti ruota intor- Guzzini, sia quelli posti in di- no al controllo della via di passaggio rezione della giara di Serri, (i.e. Bau Romanu e San Simone, Gestu- ma anche della giara di Pranu ri). Nell’area in esame si denota un Ollas); sistema di controllo dato dai monu- menti posti in pendio e in altura, che • Giara di Pranu Ollas (Isili): 3 controllano i monumenti a valle; nella monumenti; maggior parte dei casi si tratta di nu- raghi complessi (vedasi i monumenti • Piana di Guzzini (): 14 della piana di Isili e Serri) che, pro- monumenti; babilmente, oltre alla mera funzione di controllo, potrebbero essere delle • Pranu ‘e Muru (Nurri - Orroli): fattorie; su questo non possiamo dare 51 monumenti, ubicati negli 8 ulteriori informazioni in quanto non km di estensione della piana abbiamo dati per poterlo accertare. In e che raccoglie numerose lo- tutto questo giocano un ruolo fonda- calità. mentale l’acqua e i fiumi, per l’appro- vvigionamento idrico. La maggior parte dei monumenti di Nurri ed Orroli, non tenendo conto 4. TIPOLOGIA DEI VILLAGGI dei monumenti posti nella piana di NURAGICI (I.M.F.P.) Guzzini, hanno tutti un forte controllo verso il Flumendosa, verso le vie d’ac- Gli insediamenti a carattere abitativo cesso in direzione di Villanovatulo e presi in esame sono 21 e sono ubica- della piana di Nurri; la stessa situa- ti nella regione del Sarcidano, preci- zione si verifica anche nelle giare di samente nei Comuni di Isili, Nurri, Serri, Isili e Nurri. Anche la piana di Orroli, Serri e Villanovatulo. Le stru- e Gergei è controllata nello tture analizzate appartengono a tre stesso modo. Particolari risultano es- differenti tipologie: i villaggi, i villag- sere i monumenti posti nel ciglio della gi- santuario e le strutture singole. giara, a pochissima distanza dal San- tuario di Santa Vittoria; la posizione fa pensare al controllo delle vie d’ac- cesso, questa disposizione dei monu- menti cambia nella parte settentrio- nale del pianoro. La parte occidentale 490 La regione storica del Sarcidano

4.1. I villaggi e i nuraghi territori limitati. Molto difficile risulta stabilire la reale estensione dell’abi- Esaminando i villaggi, si deve tener tato laddove si sono sovrapposte le presente la connessione con i nura- strutture delle fasi di frequentazione ghi, anche se non sempre presenti. più recenti, specie di età romana o I nuclei abitativi, sia con che senza anche successiva, che hanno alterato nuraghe, in letteratura non sono stati l’impianto planimetrico con aggiunte tutti oggetto di indagine scientifica, o muri rettilinei o ortogonali. per questo motivo si può dare solo una lettura parziale dei dati. È neces- 4.2. I villaggi-santuario sario notare che la maggior parte dei villaggi ha come punto di riferimento Sono due i villaggi-santuario pre- un nuraghe mentre alcuni sorgono senti nella regione storica del Sar- indipendentemente. I villaggi non si cidano: Santa Vittoria di Serri e Su dispongono in maniera casuale nel te- Putzu di Orroli. Gli scavi archeo- rritorio ma fanno parte di una mirata logici non hanno ancora restituito strategia insediativa. In tale contesto, dei dati definitivi e la letteratura i nuraghi si distribuiscono a difesa archeologica si limita a fornire delle dell’intero territorio di pertinenza, indicazioni approssimative e delle a controllo delle linee di confine fra stime generiche. In base a questi zone, delle vie naturali, delle risor- pochi dati si può evincere che i con- se idriche, etc., e non a proteggere il testi di Santa Vittoria di Serri il sito singolo villaggio. (Moravetti 1998). di Su Putzu di Orroli, presentano Nei villaggi dotati di nuraghe è in- numerosissime capanne. Non ne- teressante osservare la collocazione cessariamente i villaggi-santuario delle capanne. Si documenta che in sono associati alla presenza di un alcuni di questi le capanne si trovano nuraghe ma possono coesistere di- sia all’interno che all’esterno dell’an- fferenti strutture. L’esame dei con- temurale, solo in pochissimi contesti testi territoriali in cui sono inseriti le capanne si trovano nel cortile (es. gli edifici di culto ha rivelato che, Is Paras-Isili). La maggior parte dei nella maggioranza dei casi, l’asso- villaggi è provvista di strutture abita- ciazione di tali monumenti a com- tive all’esterno dell’antemurale. I siti plessi abitativi e la loro relazione, forniti di nuraghe sono ancora in fase sia funzionale. Dobbiamo, perciò, di studio, per cui non è specificato se distinguere i casi in cui gli edifici gli ambienti di uso domestico siano abitativi mostrano un chiaro utiliz- da porre in relazione con l’antemu- zo legato alle esigenze di culto del rale né, tantomeno, se questo sia pre- santuario da quelli in cui, invece, si sente. Gli abitati sono composti, per documenta un esclusiva funzione la maggior parte, da piccoli aggregati civile. A Santa Vittoria di Serri si che solo in rari casi si sviluppano in documenta una torre nuragica che grandi centri, tuttavia, lo studio è sta- si trova in un livello archeologico to realizzato attraverso dati incomple- inferiore rispetto ad un edificio tan- ti che derivano da scavi compiuti in gente il tempio ipetrale che sarebbe 491 Actas de las iv jornadas de jóvenes investigadores del valle del Duero 2014 indicativa della perdita della fun- insediamenti abitativi sembrerebbe zione centripeta originaria del nu- essersi originata per il capillare sfru- raghe rispetto al nucleo abitativo. ttamento delle le risorse economiche del territorio. L’analisi sulle tecniche 4.3. Tipologia delle capanne nuragiche murarie impiegate nella costruzione delle strutture capannicole mostra un L’esame dei siti a carattere abitativo quadro nettamente dominato dalla della regione Sarcidano ha consen- tecnica a secco. Si documenta l’impie- tito di individuare 4 tipi di edifici go della tecnica a sacco, la quale pre- abitativi: la capanna monocellulare vede il riempimento intermurario in di pianta circolare; quella monocellu- terra e pietrisco di paramenti a vista lare di pianta sub-circolare o ellittica; organizzati su filari più o meno rego- l’isolato abitativo, costituito da vani lari di conci litici. circolari, sub-circolari o ellissoidali, disposti intorno ad una corte centra- 5. STRUTTURE ABITATIVE A le e la capanna a settori. Le capanne a CONFRONTO: LAS CABAÑAS pianta circolare sono quelle maggior- DE COGOTAS I E LE CAPANNE mente attestate nei villaggi e nei vi- NURAGICHE DURANTE IL llaggi-santuario analizzati. Gli isolati BRONZO FINALE (V.M.) capannicoli, le strutture monocellula- ri di pianta sub-circolare o ellittica e le Uno degli aspetti che si è voluto capanne a settori sono documentate approfondire e mettere a confronto è in minor misura. quello riguardante le strutture inse- diative, ed in particolare quelle abi- 4.4 Analisi dei litotipi impiegati per tative, che caratterizzano la cultura la costruzione delle capanne nuragi- Cogotas I, sviluppatasi nell’area cen- che e la tecnica costruttiva tro-settentrionale della Spagna e que- lla nuragica che, invece, caratterizza Dall’analisi effettuata sul materiale da il territorio sardo. La seguente analisi costruzione delle strutture capanni- cercherà di mettere in evidenza even- cole emerge il prevalere degli edifici tuali punti di contatto, o al contrario realizzati mediante l’impiego del ba- gli elementi discordanti, tra i tipi di salto. Appare ugualmente ben docu- strutture, le tecniche costruttive e le mentato anche l’impiego del granito. modalità insediative, utilizzate dalle In minor misura si documenta l’utili- due culture coeve durante il Bronzo zzo di altri litotipi, quali il calcare, il Finale. L’aspetto insediativo, ed in porfido, lo scisto, il tufo e la trachite. particolare l’ambito domestico, è uno Comparando tali dati, con quelli deri- degli elementi che ha caratterizzato, vati dall’analisi geolitologica del Sar- nel corso del tempo, il paesaggio, ri- cidano, si osserva che l’uso dei litotipi flettendo la struttura sociale delle di- nella costruzione delle strutture ca- verse popolazioni che lo occuparono. pannicole, è rapportabile con la diffu- sione degli stessi nel territorio di per- tinenza. La concentrazione di questi 492 La regione storica del Sarcidano

5.1 Strutture insediative della cultu- barro” (BLANCO GONZALEZ A. ra Cogotas I: caratteristiche morfo- 2010). Tralasciando i casi fortuiti come logiche, tecniche costruttive e scelte Teso del Cuerno e Forfoleda (Sala- insediative manca), dove l’indagine archeologica ha permesso di riconoscere la pianta Per quanto riguarda gli insediamen- di una capanna rettangolare absidata ti e le strutture abitative della cultura costruita e sorretta da pali lignei (De- Cogotas I, è necessario, innanzitu- libes De Castro G., Romero Carnicero tto, sottolineare come il fenomeno F. 2011); la maggior parte dei ritrova- dell’urbanizzazione, nella Valle del menti si riducono a fosse di forma cir- Duero, si sia sviluppato in ritardo colare e “hoyos”. L’utilizzo di materiali rispetto ad altre regioni della Spagna, da costruzione deperibili, “l’irregola- dove questo fenomeno, invece, si ris- rità e il polimorfismo” (Blanco Gon- contra già a partire dagli inizi dell’Età zalez A. 2010) delle forme, ha portato dei Metalli. Infatti, in culture come all’ipotesi, sostenuta da molti, che las quella di Los Millares, o di Zambujal, chozas di Cogotas I, fossero apparte- gli insediamenti dotati di muraglie nute a comunità itineranti, la cui atti- difensive e con raggruppamenti di vità di sostentamento principale fosse case, assumono caratteristiche tali da la pastorizia. poterli definire “protourbani”. La costruzione della capanna, Tutti questi elementi si manifes- probabilmente, era interamente a tano nella Valle del Duero, invece, carico della famiglia che l’avrebbe con un millennio di ritardo, intorno abitata, perciò “nella sua erezione al 1000 a.C., nella cultura definita di intervenivano fattori quali: la di- El Soto. mensione del gruppo residente, la La cultura Cogotas I, invece, appa- disponibilità del materiale, la fun- re inizialmente caratterizzata dall’ zionalità, la perizia costruttiva ecc.” “irrilevanza costruttiva dei suoi villa- (Blanco Gonzalez A. 2010), elementi ggi” (Delibes De Castro G., Romero che hanno spiegato, per lungo tem- Carnicero F. 2011). A partire dagli anni po, l’eterogeneità degli insediamen- ‘70, la necessità di dare un profilo più ti e la mancanza di un piano urba- chiaro alla suddetta cultura che, fino nistico vero e proprio nei villaggi. a quel momento, aveva come unico Nello studio della distribuzione elemento distintivo una produzione degli insediamenti di Cogotas I, in- ceramica piuttosto particolare, portò fatti, la presunta disorganizzazione ad una serie di interventi archeologici e “provvisorietà” degli abitati, ha dai quali, però, non emersero struttu- condotto all’ipotesi che “los campos re abitative vere e proprie. de hoyos” non fossero altro che l’evi- Le difficoltà nel riconoscere la denza archeologica di un accampa- pianta delle abitazioni era condizio- mento nomade, facente riferimento nata, in parte, dai lavori agricoli e a gruppi umani che “non contem- dall’utilizzo dell’aratro, in parte “ a plavano una permanenza definiti- causa” dei materiali utilizzati nella va” (Delibes De Castro G., Romero costruzione delle capanne: “cañas y Carnicero F. 2011, pag. 57). 493 Actas de las iv jornadas de jóvenes investigadores del valle del Duero 2014

Questa lettura che ha condizio- scelte insediative e tecniche costrut- nato a lungo l’interpretazione sulla tive che contrastano fortemente con cultura Cogotas I, oggi viene messa a quelle che, invece, predominano nel confronto con nuove ipotesi, sostenu- resto della Spagna e in altre regioni te dall’utilizzo di metodi di ricerca e nell’ambito del Mediterraneo e che si prospezione, come quello della foto- affermereranno nell Valle del Duero grafia aerea. un millenio più tardi con la cultura di Le immagini dall’alto, infatti, met- El Soto. tono in evidenza quelle che, probabil- mente, furono le reali scelte insediati- 5.2 Insediamenti a confronto ve dei cogotensi. Los campos de hoyos non si mostrano più come un assem- Nell’analisi che segue si cercherà blamento casuale e disordinato di bu- di mettere in evidenza gli eventuali che, ma al contrario come un sistema punti di contatto o le differenze tra i ben architettato di fosse e silos, che si diversi tipi di insediamenti: quelli de- dispongono all’interno e all’esterno lla cultura Cogotas I e gli insediamen- di recinti di forma circolare, i quali ti nuragici durante il Bronzo Finale. Il avevano più zone d’accesso. Dunque processo di urbanizzazione di epoca non insediamenti dettati dalla prov- nuragica comincia a partire dal Bron- visorietà dei gruppi ma, al contrario, zo Medio quando “nascono i sistemi abitati che avevano un limite fisico territoriali gerarchizzati imperniati vero e proprio, i quali nascevano da sui nuraghi a tholos semplici e com- una pianificazione ben organizzata. plessi, si espandono gli abitati di ca- Inoltre l’ingente lavoro e lo sforzo panne con zoccolo murario lapideo” fisico che richiedeva la costruzione di (Lo Schiavo et Alii 2009, pag. 268). queste strutture non può più lasciare Il graduale sviluppo socio-econo- pensare ad accampamenti occasiona- mico e la volontà di mantenere il con- li, ma bensì ad occupazioni per lunghi trollo su aree sempre più estese del periodi di tempo. La stessa posizione territorio sardo, porta ad uno svilu- degli insediamenti, in aree ad uso ppo “espansivo ed estensivo” (ibidem prevalentemente agricolo e nei pressi 2009), durante il Bronzo Medio e Re- di letti fluviali, porta ad abbandona- cente, degli abitati associati a nuraghi re, sempre più, l’ipotesi dell’attività semplici o complessi e, successiva- pastorale come unica fonte di sosten- mente, nel Bronzo Recente e Finale ad tamento, e ad avvicinarsi all’idea che una occupazione degli spazi e dei te- i gruppi di cultura Cogotas I, occu- rritori, sempre più “selettiva e intensi- passero questi siti per attività agrico- va che provoca la concentrazione del le stagionali che richiedevano lunghi popolamento nelle aree e nei siti più periodi di permanenza. favorevoli” (ibidem 2009). Tralascian- In conclusione la cultura Cogotas do quelle che sono le caratteristiche I, ed in particolare i suoi aspetti in- principali degli abitati di epoca nu- sediativi, lasciano ancora oggi diver- ragica, già affrontate nel capitolo “Ti- si punti di domanda sui motivi che pologia dei villaggi nuragici”, e non spinsero questi gruppi a determinate potendo effettuare dei collegamenti 494 La regione storica del Sarcidano dal punto di vista morfologico tra i le loro abitazioni in modo provvisorio diversi tipi di abitazione, verranno o casuale, ma, al contrario, dimostra- poste a confronto le diverse tecniche no come le loro scelte siano dettate costruttive e le scelte insediative delle dalla necessità di sfruttare le diverse due culture. risorse del territorio. Un altro elemen- Per quanto riguarda il primo pun- to in comune è legato alla posizione to, l’utilizzo di materiali deperibili delle strutture abitative nel territorio: quali legno, frasche e grumi di argilla i villaggi nuragici, legati a nuraghi o a sostegno delle strutture capannico- santuari, nei pressi di valichi, a con- le di Cogotas I, contrasta fortemente trollo di accessi naturali o nei pressi con l’utilizzo di grossi blocchi di pie- di risorse idriche; così come las chozas, tra (basaltica per lo più), squadrati probabilmente, facevano riferimento o semplicemente sbozzati, messi in a siti di maggiore entità, in una sorta opera a secco, utilizzati dai nuragici, di gerarchia dei siti, si inseriscono in tipici e comuni a numerose tipologie zone, per lo più, nei pressi di risorse d’insediamento nel Mediterraneo . idriche. Inoltre l’eterogeneità delle strutture In conclusione le scelte ubicazio- della Meseta non può essere messa a nali e abitative di entrambe le culture, confronto con la diversità delle strut- sono lo specchio di società capaci di ture abitative del territorio sardo e del pianificare, con un’attenta strategia, le Sarcidano, che pur nella loro varietà loro attività nel territorio, di utilizzare mantengono dei tratti in comune in un’ingente forza lavoro per edificare tutta l’Isola. Per quanto riguarda le ed elevare abitati di grandi dimen- scelte insediative, invece, emergono sioni, capaci di resistere per lunghi alcuni tratti comuni tra le due culture, periodi di tempo, e di organizzare nell’ubicazione delle strutture abitati- le proprie abitazioni a seconda delle ve. Innanzitutto uno degli elementi da principali attività di sostentamento: evidenziare è l’attenta pianificazione che siano legate all’ambito pastorale o ed organizzazione nella collocazione al mondo agricolo. degli abitati, che, come abbiamo vis- to, accomuna i cogotensi ai nuragici. Entrambi, infatti, non distribuiscono

Tabella1. Confronto tra le capan- ne Cogotas I e le capanne nuragiche.

495 Actas de las iv jornadas de jóvenes investigadores del valle del Duero 2014

BIBLIOGRAFIA ll’Istituto Italiano di Preistoria e Pro- tostoria “La Preistoria e la Protostoria AA.VV., Atti della XLIV Riunione Scien- della Sardegna”, Cagliari, , tifica dell’Istituto Italiano di Preis- Sassari 23-28 novembre 2009, Istituto toria e Protostoria “La Preistoria e la Italiano di Preistoria e Protostoria, vol. Protostoria della Sardegna”, Cagliari, I – Relazioni generali, Firenze, 2009, Barumini, Sassari 23-28 novembre pp. 293- 303. 2009, Istituto Italiano di Preistoria e R. CICILLONI, F. PORCEDDA, M. CA- Protostoria, vol. I – Relazioni generali, BRAS, Il paesaggio archeologico nel Firenze. territorio di Serri (Ca) tra Bronzo Me- A. BLANCO GONZALEZ, ¿Nuevos ho- dio e l’età del Ferro, in Press. gares para los emigrantes? Casas y S. A. GAVIANO F. PORCEDDA, Il San- paisajes en el debate sobre el límite en- tuario Nuragico di Serri e le altre me- tre Cogotas I y el Primer Hierro en el raviglie, Comune di Serri, 2013. Valle del Duero, Zephyrus LXVI, 2010, G. DELIBES DE CASTRO, F. ROMERO pp. 155 - 179. CARNICERO, La plena colonización A. BLANCO GONZALEZ, Sitios en altu- agraria del Valle Medio del Duero, ra y vasijas rotas: reconsiderando la Complutum 22-2, 2011, pp. 49-94. etapa de ‘plenitud’ de Cogotas I (1450- V. LEONELLI, I Sistemi territoriali degli 1150 cal AC) en la Meseta, Trabajos de altopiani di Guzzini e Tacquara e de- Prehistoria, 2014, 71-2: pp. 307-331. lla piana di Isili, in Il paesaggio nu- F. CAMPUS, T. COSSU, V. LEONELLI, F. ragico sull’altopiano di Pran’e Muru, LO SCHIAVO, M. PERRA, M. SAN- Arrubiu 1, Comune di Orroli: 2008, GES, Il paesaggio nuragico sull’al- pp. 109-118. topiano di Pran’e Muru, Arrubiu 1, G. LILLIU, La civiltà dei Sardi dal Paleo- Orroli, 2008. litico all’età dei nuraghi, 1988, Torino. F. CAMPUS, L’analisi territoriale ne- G. LILLIU, I Nuraghi. Torri preistoriche di lla Sardegna dell’età nuragica, in Il Sardegna, 2005, Nuoro. paesaggio nuragico sull’altopiano di F. LO SCHIAVO, M. PERRA, A. USAI, Pran’e Muru, Arrubiu 1, Comune di F. CAMPUS, V. LEONELLI, P. BER- Orroli, 2008, pp. 109-118. NARDINI, SARDEGNA: Le ragioni F. CAMPUS, Linee di geologia e di pedo- dei cambiamenti nella civiltà nuragi- logia del territorio, in Il paesaggio nu- ca, Scienze dell’antichità, Storia Ar- ragico sull’altopiano di Pran’e Muru, cheologia Antropologia 15 (estratto), Arrubiu 1, Comune di Orroli, 2008, Università degli Studi di Roma “La pp. 109-118. Sapienza”, Roma, 2009, pp. 266 - 289. F. CAMPUS, I sistemi territoriali dell’alto- L. NAVARRA, Chiefdoms nella Sardegna piano di Pran ‘e Muru, in Il paesag- Nuragica? Un’applicazione della Cir- gio nuragico sull’altopiano di Pran’e cumscription theory di Robert L. Car- Muru, Arrubiu 1, Comune di Orroli, neiro, XXI, Origini, Preistoria e Protos- 2008, pp. 109-118. toria delle civiltà antiche, Bonsignori F. CAMPUS V. LEONELLI, I nuraghi, in Editore, 1999, pp. 307-353. Il paesaggio nuragico sull’altopiano G. PAGLIETTI, Modalità di aggregazione di Pran’e Muru, Arrubiu 1, Comune delle capanne circolari nel villaggio di Orroli, 2008, pp. 109-118. di Su Nuraxi di Barumini, Atti della R. CICILLONI, L’archeologia del paesag- XLIV Riunione Scientifica dell’Istitu- gio pre-protostorico in Sardegna, Atti to Italiano di Preistoria e Protostoria della XLIV Riunione Scientifica de- “La Preistoria e la Protostoria della

496 La regione storica del Sarcidano

Sardegna”, Cagliari, Barumini, Sassari A. RICCI (a cura di): Progetto i Nuraghi, 23-28 novembre 2009, Istituto Italiano ricognizione archeologica in Oglias- di Preistoria e Protostoria, vol. II – Co- tra, Barbagia, Sarcidano. I Reperti, municazioni, Firenze, 2012, pp. 745- Consorzio Archeosystem, Milano, 750. 1990. M. PERRA, I monumenti preistorici e M. RUIZ-GÁLVEZ PRIEGO, Territorio protostorici del territorio di Isili, in M. nurágico y paisaje antiguo la Meseta Sanges (a cura di), L’Eredità del Sarci- de Pranemuru (Cerdeña) en la edad dano e della Barbagia di . Patri- del Bronce - Madrid : Universidad monio di conoscenza e di vita, Muros, Complutense de Madrid, 2005. 2001, pp. 36-38. J. A. RODRIGUEZ MARCOS, Algunas F. PORCEDDA, I valori archeologici del nota acerca del proceso formativo de territorio di Serri. Dagli studi alla frui- la cultura Cogotas I, RODRIGUEZ zione. Tesi di Laurea, Università degli MARCOS J. A., FERNANDEZ MAN- Studi di Cagliari, 2011. ZANO J. (eds): Cogotas I. Una cultura M. G. PUDDU, Documenti Archeologi- de la Edad del Bronce en la Península ci del territorio di Serri in M. Sanges iberica, Servicio de publicaciones e in- (a cura di), L’Eredità del Sarcidano e tercambio, Universidad de Valladolid, della Barbagia di Seulo. Patrimonio di 2012. conoscenza e di vita, Muros, 2001, pp. RUBINOS A., RUIZ-GÁLVEZ M., El pro- 91-93. yecto Pranemuru y la cronología ra- M. G. PUDDU, Documenti archeologici diocarbónica para la Edad del Bronce nel territorio di Escolca, in M. Sanges en Cerdeña, Trabajos de Prehistoria (a cura di), L’Eredità del Sarcidano e 60-2, 2003, pp. 91-115. della Barbagia di Seulo. Patrimonio di M. RUIZ-GÁLVEZ PRIEGO, Territorio conoscenza e di vita, Muros, 2001, pp. nurágico y paisaje antiguo la Meseta 139-141. de Pranemuru (Cerdeña) en la edad M. G PUDDU, Documenti archeologici del Bronce, Universidad Compluten- nel territorio di Gergei, in M. Sanges se de Madrid, 2005. (a cura di), L’Eredità del Sarcidano e A. SABA, La giara del Pranu ‘e ollas di Isi- della Barbagia di Seulo. Patrimonio di li (Nu) dal Neolitico all’età del Bronzo, conoscenza e di vita, Muros, 2001, pp. in AA.VV. (a cura di), Studi in onore di 94-96. Francesco Amadu, Isola Editrice, Sas- P. J. REIMER, E. BARD, A. BAYLISS, J. sari, 2005, pp. 239-250. W. BECK, P. G. BLACKWELL, C. M. SANGESa, Documenti archeologici BRONK RAMSEY, P. M. GROOTES, T. nel territorio di Nurri, in M. Sanges P. GUILDERSON, H. HAFLIDASON, (a cura di), L’Eredità del Sarcidano e I. HAJDAS, C. HATTŽ, T. J. HEATO,, della Barbagia di Seulo. Patrimonio di D. L. HOFFMANN, A. G. HOGG, K. conoscenza e di vita, Muros, 2001, pp. A. HUGHEN, K. F. KAISER, B. KRO- 143-144. MER, S.W. MANNING, M. NIU, R.W. M. SANGESb, Documenti archeologici REIMER, D. A. RICHARDS, E. M. nel territorio di Orroli, in M. Sanges SCOTT, J. R. SOUTHON, R. A. STA- (a cura di), L’Eredità del Sarcidano e FF, C. S. M. TURNEY, & J. VAN DER della Barbagia di Seulo. Patrimonio di PLICHT, IntCal13 and Marine13 Ra- conoscenza e di vita, Muros, 2001, pp. diocarbon Age Calibration Curves 145-146. 0-50,000 Years cal BP, Radiocarbon, 55(4), 2013.

497 Un confronto su alcuni aspetti insediativi tra la regione del Sarcidano (Sardegna, Italia) e la Valle del Duero (Spagna) durante l’Età del Bronzo Medio-Finale.

Marco Cabras (Phd Student, Universidad de Granada) Valentina Matta (Graduate Student,Università di Cagliari) Ilaria Maria Francesca Pitzalis (Graduate Student, Università degli Studi di Cagliari) Federico Porcedda (Graduate Student, Università degli Studi di Cagliari)

Introduzione (M. C.) Il presente poster intende presentare in parallelo gli aspetti insediativi e le conseguenti manifestazioni architettoniche di due aree dell’Europa centro-meridionale: il Tipologia dei villaggi nuragici (I.M.F. P) centro della penisola iberica e la Sardegna. Lungi da voler effettuare un confronto ed uno studio organico delle caratteristiche comuni e lungi da volerne sottolineare analogie Gli insediamenti a carattere abitativo presi in esame sono 21 e sono ubicati nella regione del Sarcidano, precisamente nei Comuni di Isili, Nurri, Orroli, Serri e Villanovatulo. Le strutture analizzate appartengono a tre differenti tipologie: i villaggi,i villaggi- santuario e le strutture singole. I villaggi semplici, quelli cioè che non presentano edifici a carattere cultuale, sono rappresentati con il 67%. Le strutture singole ed isolate sono il 27% del e ipotizzare forme di contatto, il lavoro desidera presentare alcuni semplici input a livello del tutto preliminare. Questo tipo di parallelo, infatti, non ci risulta sia stato totale dei siti analizzati, in netta minoranza appaiono i villaggi-santuario, con il 7% del totale. effettuato in precedenza. Le aree in esame sono state oggetto, a partire dal Bronzo Medio, dell’espansione della cultura de Las Cogotas e dalla civiltà nuragica. Con questo lavoro si vogliono presentare i caratteri principali della civiltà nuragica e di quella centro-iberica al fine di connotarne, in occasione di questo convegno, le peculiarità di I villaggi e i nuraghi Esaminando i villaggi, si deve tener presente la connessione con i nuraghi, non sempre presenti. I nuclei abitativi, sia con che senza nuraghe, in letteratura non sono stati tutti oggetto di indagine scientifica, per questo entrambe dal punto di vista del popolamento durante l’età del Bronzo. La cultura de Las Cogotas vede infatti un’articolazione territoriale in villaggi di capanne ubicati presso motivo si può dare solo una lettura parziale dei dati. È necessario notare che la maggior parte dei villaggi ha come punto di riferimento un nuraghe, il restante 41% sorge indipendentemente. I villaggi non si dispongono in maniera varie tipologie di conformazioni geomorfologiche così come la civiltà nuragica, sviluppatasi in tutta l’isola di Sardegna e che vede, al fianco delle strutture capannicole che casuale nel territorio ma fanno parte di una mirata strategia insediativa. In tale contesto, i nuraghi si distribuiscono a difesa dell’intero territorio di pertinenza, a controllo delle linee di confine fra zone, delle vie naturali, delle verranno descritte in questo lavoro, quelle forme architettoniche che si manifestano nella caratteristica costruzione del nuraghe. Questo si manifesta primariamente nel tipo a risorse idriche, etc., e non a proteggere il singolo villaggio. (Moravetti, 1998). Nei i villaggi dotati di nuraghe è interessante osservare la collocazione delle capanne. Si documenta che in alcuni di questi le capanne si trovano sia all’interno che all’esterno dell’antemurale, solo in pochissimi contesti le capanne si trovano nel cortile (es. Is Paras-Isili). La maggior parte dei villaggi è provvista di strutture abitative all’esterno dell’antemurale. I siti forniti di corridoio, durante le prime fasi del Bronzo Medio, in corrispondenza di villaggi di capanne o meno, poi, sempre verso la fine del periodo, compaiono i nuraghi a tholos che nuraghe sono ancora in fase di studio, per cui non è specificato se gli ambienti di uso domestico siano da porre in relazione con l’antemurale né, tantomeno, se questo sia presente. Altro dato importante è il numero delle capanne nel corso del Bronzo Recente si svilupperanno verso le articolazioni più complesse polilobate con aggiunta di torri periferiche in diverso numero e forma. Questo forte nei villaggi con nuraghe. Purtroppo, a causa delle lacune nella ricerca, non ci è possibile conoscere con certezza quanti ambienti fossero realmente presenti in numerosi insediamenti, infatti, quasi la metà dei siti non è stata dinamismo costruttivo si riflette nelle svariate manifestazioni architettoniche che prevedono anche la costruzione di antemurali in presenza o meno di villaggi di capanne indagata approfonditamente. La situazione non appare molto chiara: gli abitati sono composti, per la maggior parte, da piccoli aggregati che solo in rari casi si sviluppano in grandi centri, tuttavia, lo studio è stato realizzato attraverso dati incompleti che derivano da scavi compiuti in territori limitati. Molto difficile risulta stabilire la reale estensione dell’abitato, inoltre nella maggior parte dei casi, nel villaggio nuragico, si sono sovrapposte le strutture periferici a questi (per un quadro esauriente sulla civiltà nuragica: Lilliu, 1988; Lilliu, 2005; Aa.Vv., 2009), suddetto dinamismo molto probabilmente è il riflesso di una delle fasi di frequentazione più recenti, specie di età romana o anche successiva, che hanno alterato l’impianto planimetrico con aggiunte o muri rettilinei o ortogonali. molteplicità di usi e condizioni dettati dalla vivacità stessa della civiltà nuragica, impossibile comunque da trattare pienamente ed esaurientemente in questa sede. Il campione territoriale che si va a presentare per la Sardegna è quello della regione storica del Sarcidano, interessata negli ultimi decenni da molteplici attività di I villaggi-santuario Sono due i villaggi-santuario presenti nella regione storica del Sarcidano: Santa Vittoria di Serri e Su Putzu di Orroli. Gli scavi archeologici non hanno ancora restituito dei dati definitivi e la letteratura archeologica si limita studio e da un’esauriente quadro cronologico fornito da una serie di indagini di scavo archeologico corredate da numerose datazioni al C14 (Rubinos, Ruiz Gálvez, 2003; a fornire delle indicazioni approssimative e delle stime generiche. In base a questi pochi dati si può evincere che i contesti di Santa Vittoria di Serri il sito di Su Putzu di Orroli, presentano numerosissime capanne, circa 120 Campus, 2008) ricalibrate in quest’occasione mediante il programma OxCal 4.2.4. strutture solo quest’ultimo. I tipi di edificio cultuale presenti nei due villaggi-santuario sono di notevole importanza alcune strutture non confrontabili con nessun altro tipo noto come, per esempio, il tempio ipetrale di Santa Il presente lavoro si articola in diverse fasi: per prima cosa un necessario inquadramento geografico e geomorfologico della regione in esame, al fine di descrivere i Vittoria di Serri. Non necessariamente i villaggi-santuario sono associati alla presenza di un nuraghe ma possono coesistere differenti strutture. Nel complesso di Su Putzu si osserva la presenza del solo tempio a pozzo. L’esame dei contesti territoriali in cui sono inseriti gli edifici di culto ha rivelato che, nella maggioranza dei casi, l’associazione di tali monumenti a complessi abitativi e la loro frequente relazione sia funzionale. Dobbiamo, perciò, distinguere caratteri fisici dell’habitat. In una seconda fase si è proceduto con l’analisi degli aspetti delle strutture insediative sarde e iberiche a confronto seguito da un approfondimento i casi in cui gli edifici abitativi mostrano un chiaro utilizzo legato alle esigenze di culto del santuario da quelli in cui, invece, si documenta un esclusiva funzione civile. A Santa Vittoria di Serri si documenta una torre nuragica che sui nuraghi del territorio, vera peculiarità del contesto sardo. Il lavoro viene corredato da un confronto delle datazioni di cronologia assoluta dell’area del Sarcidano e di si trova in un livello archeologico inferiore rispetto ad un edificio tangente il tempio ipetrale che sarebbe indicativa della perdita della funzione centripeta originaria del nuraghe rispetto al nucleo abitativo. La funzione cultuale datazioni di diversi siti di cultura Cogotas I (Gonzalez Blanco, 2014). dell’intero sito è documentata dalla presenza di edifici capannicoli dotati di planimetrie particolari: la Capanna del Capo e la Capanna del Sacerdote che mostrano la fusione del modulo circolare con quello rettilineo.

Tipologia delle capanne nuragiche L'esame dei siti a carattere abitativo della regione Sarcidano ha consentito di individuare 4 tipi di edifici abitativi: la capanna monocellulare di pianta circolare; quella monocellulare di pianta sub-circolare o ellittica; l'isolato abitativo, costituito da vani circolari, sub-circolari o ellissoidali, disposti intorno ad una corte centrale e la capanna a settori. Le capanne a pianta circolare sono quelle maggiormente attestate nei villaggi e nei villaggi- santuario analizzati, con il 59% dei casi. Nel 15% degli sono, invece, presenti gli isolati capannicoli. Nel 14% dei casi si documenta la presenza di strutture monocellulari di pianta sub-circolare o ellittica, mentre nel 4% dei contesti vi sono capanne a settori. Purtroppo, nell’8% dei casi, non è stato possibile evincere la tipologia di struttura abitativa presente nel sito. Tre tipologie capannicole si trovano nei villaggi di Santa Vittoria di Serri. Presentano, invece, due tipi di strutture i contesti di Axrola Neus I, Fossas, Taccu Majore, Tacchixeddu I, Taccu Perdedinu di Orroli; Adoni di Villanovatulo.

Analisi dei litotipi impiegati per la costruzione delle capanne nuragiche Dall’analisi effettuata sul materiale da costruzione delle strutture capannicole emerge il prevalere degli edifici realizzati mediante l’impiego del basalto, attestato nel 30% dei casi. Appare ugualmente ben documentato anche l’impiego del granito, che si presenta nel 23% dei contesti in analisi. In minor misura si documenta l’utilizzo di altri litotipi, quali il calcare (7% dei casi), il porfido (5%), lo scisto, il tufo e la trachite (2%). Nel 5% dei siti sono state impiegate altre tipologie di roccia. Purtroppo, nel 23% dei casi, in letteratura non compare la menzione del materiale utilizzato per la costruzione degli edifici. Comparando tali dati, con quelli derivati dall’analisi geolitologica del Sarcidano, si osserva che l’uso dei litotipi nella costruzione delle strutture capannicole, è rapportabile con la diffusione degli stessi nel territorio di pertinenza. I basalti sono, infatti, presenti nel Sarcidano, così come le formazioni di calcare. Il porfido, lo scisto, il tufo e la trachite sono attestati in minor misura. Appare chiaro che le popolazioni nuragiche dell’età del Bronzo utilizzarono, per la costruzione delle strutture capannicole, preferibilmente i materiali reperibili nel territorio di diretta pertinenza. La concentrazione di questi insediamenti abitativi sembrerebbe essersi originata per il capillare sfruttamento delle le risorse economiche del territorio.

La tecnica costruttiva L’analisi sulle tecniche murarie impiegate nella costruzione delle strutture capannicole mostra un quadro nettamente dominato dalla tecnica a secco, attestata nel 62% dei casi. Nel 15% dei siti in esame si documenta l’impiego della tecnica a sacco, la quale prevede il riempimento intermurario in terra e pietrisco di paramenti a vista organizzati su filari più o meno regolari di conci litici La geografia del Sarcidano (F. P.) Il Sarcidano, regione storica della Sardegna centro meridionale, è ubicato nella Provincia di Cagliari, con una piccola porzione tra la provincia di Oristano e del Medio Campidano. Per quanto riguarda l’esame geomorfologico dell’area, questa vanta varie forme di paesaggio che si trasformano al variare delle litologie presenti nel territorio, passando dalle giare, ossia altopiani basaltici, alle valli con profilo dolce, di fondamentale importanza per l’agricoltura, alle zone ricche di trachite, che si presentano abbastanza accidentate. Gli altopiani si trovano in posizioni alternate tra la valle miocenica. La giara di Serri è un altipiano basaltico, formatosi nell’Era Terziaria del Pliocene, con un’altezza media di 600 metri s.l.m.; il pianoro ha una forma tabulare (Campus, 2008, p. 16; Fadda, 1990 pp. 100 – 102; Arangino et alii 1986, p. 14). La giara di Pranu Ollas ha un’altezza massima di 708 metri s.l.m. Il perimetro del tavolato presenta come un grosso precipizio. La parte più alta dell’altopiano, meglio nota come Pizzu Mannu, è collegata ad una stretta sella; la punta massima non era che un vulcano; la lava emessa dal vecchio vulcano ha creato così una vasta piattaforma (Saba, 2005 p. 239). Il Monte Guzzini, altro altopiano basaltico, ha un’altezza massima di 734 metri s.l.m., e presenta una pianta sub-tabulare, con scarpate sia a Nord che a Sud. Le scarpate sono conseguenza dell’erosione del basalto. Sul monte Guzzini era presente una bocca di emissione di lava che ha formato un restringimento rivolto a Sud, e che ha formato un tacco contemporaneo come formazione dell’altopiano; il tacco, chiamato Taccuara, a forma di lingua sottile, ha un’altitudine media di 560 metri s.l.m. e presenta una lunghezza di circa 2 km (Campus, 2008 pp. 16, 17; Fadda, 1990 p. 108). Infine troviamo l’altopiano di Pranu ‘e Muru, che presenta in vari punti cigli franosi e ad oriente si affaccia sul Flumendosa; l’altopiano presenta delle emergenze che permettono la visione di tutta la piana, cosa che nelle giare non accade, infatti in queste ultime non sono stati eretti monumenti nel mezzo della piana ma solo nei suoi cigli. Tra la giara di Serri, il Monte Trempu, la piana di Guzzini e Pranu Ollas (Isili) abbiamo una valle, con un’altitudine media che va dai 417 ai circa 500 metri s.l.m., con presenza di litologie calcaree e arenarie; queste ultime si ritrovano specialmente nei punti di risalita, soprattutto intorno al Pranu Ollas e intorno al monte Guzzini. La presenza di arenaria si ritrova a quote superiori ai 550 metri s.l.m., dove vi è una forte presenza di depressioni con rocce calcaree affioranti. Da un punto di vista idrografico abbiamo una grande presenza di risorse idriche. I bacini principali sono il Flumendosa e tutti i suoi affluenti, il rio San Sebastiano, il Rio Mannu ed il Rio Murera.

Tabella di confronto schematico tra le capanne Cogotas I e le capanne nuragiche

In alto a destra isolato capannicolo Su Putzu; al centro a sinistra capanna circolare Su Putzu; al centro a destra grafico litotipi utilizzati per costruzioni; in basso a destra grafico tipologia capanne.

Aspetti di cronologia assoluta (M. C.)

In alto a sinistra grafico che indica le tipologie dei monumenti del Sarcidano, al centro in alto nuraghe Is Paras, in alto a destra la giara di Serri e la valle sottostante. In basso panorama dalla giara di Serri verso la valle e la piana di Guzzini.

I nuraghi (F.P) I nuraghi sono le strutture tipiche dell’Età del Bronzo sarda; in tutta l’isola se ne contano circa 7000. Le strutture si presentano con una o più torri, e sono costruite con pietre locali, senza l’utilizzo di malte cementizie. I nuraghi più arcaici vengono chiamati protonuraghi (i.e. Santa Vittoria, Serri); questi si differenziano dai nuraghi a partire dalla pianta irregolare e dal fatto di non svilupparsi in altezza. I nuraghi classici, invece, possono avere da una a più torri e, in molti casi, hanno anche delle camere sovrapposte (i.e. Nuraghe Arrubiu, Orroli); molte strutture possiedono strutture difensive, con torri raccordate da cortine murarie. Intorno al nuraghe si poteva sviluppare un villaggio. I nuraghi, oltre ad essere delle fortezze con una grossa organizzazione e difesa del territorio, erano anche centri di produzione, sia dal punto di vista pastorale che agricolo.

Successivamente al loro abbandono, nei nuraghi o nei pressi di questi, è documentata la nascita di culti, ne sono un esempio i pozzi, che fungevano da santuari (i.e. Il nuraghe Arrùbiu di Orroli. Santuario nuragico di Santa Vittoria, Serri; Su Putzu, Orroli). Il sistema dei nuraghi nell’area in esame[1] presenta in totale 153 nuraghi, di cui: 6 protonuraghi, 61 nuraghi complessi, 63 nuraghi monotorre e 20 nuraghi di cui non è possibile dare una lettura planimetrica e tipologica. Questa suddivisione può essere ulteriormente fatta in base alle aree geografiche: • giara di Serri: 6 monumenti; • valle tra la giara di Serri e Isili: 32 monumenti (queste strutture sono per la maggior parte nuraghi complessi, e si trovano in stretto contatto con i monumenti posti in altura, sia quelli posti sulla piana di Guzzini, sia quelli posti in direzione della giara di Serri, ma anche della giara di Pranu Ollas); • giara di Pranu Ollas (Isili): 3 monumenti; • piana di Guzzini (Nurri): 14 monumenti; • Pranu ‘e Muru (Nurri - Orroli): 51 monumenti, ubicati negli 8 km di estensione della piana e che raccoglie numerose località. Datazioni radiocarboniche calibrate dall’area in esame: siti del Sarcidano. (Dataset: IntCal13 atmospheric curve, Reimer et alii, 2013; Software OxCal v. 4.2.4, Bronk Datazioni radiocarboniche calibrate dai siti di cultura Cogotas in associazione a ceramiche di La maggior parte dei monumenti di Nurri ed Orroli, non tenendo conto dei monumenti posti nella piana di Guzzini, hanno tutti un forte controllo verso il Flumendosa, Ramsey, 2014) Rubinos, Ruiz-Galvez, 2003; Campus, 2008 cultura piena e avanzata Cogotas I, (Gonzalez Blanco, 2014). verso le vie d’accesso in direzione di Villanovatulo e della piana di Nurri; la stessa situazione si verifica anche nelle giare di Serri, Isili e Nurri. Calibrazioni effettuate da M. C. Anche la piana di Escolca e Gergei è controllata nello stesso modo. Particolari risultano essere i monumenti posti nel ciglio della giara, a pochissima distanza dal Santuario di Santa Vittoria; la posizione fa pensare al controllo delle vie d’accesso, questa disposizione dei monumenti cambia nella parte settentrionale del pianoro. La parte occidentale dell’area presa in esame, che risulta essere al confine con i comuni di e Gergei (area al di fuori dell’area di studio, ma importante dal punto di vista insediativo), è importante per la posizione dei monumenti intorno al fiume Mannu, ed in particolar modo nel guado del fiume; di conseguenza il sistema dei monumenti Insediamenti a confronto e conclusioni (V. M) ruota intorno al controllo della via di passaggio (i.e. Bau Romanu e San Simone, Gesturi). Nell'analisi che segue si cercherà di mettere in evidenza gli eventuali punti di contatto o le differenze tra i diversi tipi di insediamenti: quelli della cultura Cogotas I e gli insediamenti nuragici durante il Ricapitolando abbiamo un sistema di controllo dato dai monumenti posti in pendio e in altura, che controllano i monumenti a valle; nella maggior parte dei casi si tratta di Bronzo Finale. Il processo di urbanizzazione di epoca nuragica comincia a partire dal Bronzo Medio, quando “nascono i sistemi territoriali gerarchizzati imperniati sui nuraghi a tholos semplici e complessi, si nuraghi complessi (vedasi i monumenti della piana di Isili e Serri) che, probabilmente, oltre alla mera funzione di controllo, potrebbero essere delle fattorie; su questo non espandono gli abitati di capanne con zoccolo murario lapideo” (Lo Schiavo et alii, 2009 p. 268). Il graduale sviluppo socio-economico e la volontà di mantenere il controllo su aree sempre più estese del possiamo dare ulteriori informazioni in quanto non abbiamo dati per poterlo accertare. In tutto questo giocano un ruolo fondamentale l’acqua e i fiumi. territorio sardo, porta ad uno sviluppo “espansivo ed estensivo” (Lo Schiavo et alii, 2009 p. 268)), durante il Bronzo Medio e Recente, degli abitati associati a nuraghi semplici o complessi e, successivamente, Questo sistema ruota, a partire dal Bronzo Finale, intorno al villaggio e santuario di Santa Vittoria, probabilmente fulcro del commercio e delle attività culturali e religiose nel Bronzo Recente e Finale ad una occupazione degli spazi e dei territori, sempre più “selettiva e intensiva che provoca la concentrazione del popolamento nelle aree e nei siti più favorevoli” (Lo Schiavo et alii, del territorio. 2009 p. 268). Tralasciando quelle che sono le caratteristiche principali degli abitati di epoca nuragica, già affrontate nel capitolo “Tipologia dei villaggi nuragici”, e non potendo effettuare dei collegamenti dal punto di GAVIANO S. A., PORCEDDA F. 2013, Il Santuario Nuragico di Serri e le altre vista morfologico tra i diversi tipi di abitazione, verranno poste a confronto le diverse tecniche costruttive e le scelte insediative delle due culture. Per quanto riguarda il primo punto, l'utilizzo di materiali Bibliografia di base: meraviglie, Comune di Serri. 2013, IntCal13 and Marine13 Radiocarbon Age Calibration AA.VV. 2009, Atti della XLIV Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di deperibili quali legno, frasche e grumi di argilla a sostegno delle strutture capannicole di Cogotas I, contrasta fortemente con l'utilizzo di grossi blocchi di pietra (basaltica per lo più), squadrati o semplicemente LILLIU G. 1988, La civiltà dei Sardi dal Paleolitico all'età dei nuraghi, Torino. Curves 0-50,000 Years cal BP, Radiocarbon, 55(4). Preistoria e Protostoria “La Preistoria e la Protostoria della LILLIU G. 2005, I Nuraghi. Torri preistoriche di Sardegna, Nuoro. RICCI A.1990, Progetto i Nuraghi, ricognizione archeologica in Ogliastra, sbozzati, messi in opera a secco, utilizzati dai nuragici, tipici e comuni a numerose tipologie d'insediamento nel Mediterraneo . Inoltre l'eterogeneità delle strutture della Meseta non può essere messa a confronto Sardegna”, Cagliari, Barumini, Sassari 23-28 novembre 2009, LO SCHIAVO F., PERRA M., USAI A., CAMPUS F., LEONELLI V., Barbagia, Sarcidano. I Reperti, Consorzio Archeosystem, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, vol. I – Relazioni con la diversità delle strutture abitative del territorio sardo e del Sarcidano, che pur nella loro varietà mantengono dei tratti in comune in tutta l'Isola. BERNARDINI P. 2009, SARDEGNA: Le ragioni dei Milano. generali, Firenze. cambiamenti nella civiltà nuragica, Scienze dell’antichità, Storia RODRIGUEZ MARCOS J. A. 2012, Algunas nota acerca del proceso formativo Per quanto riguarda le scelte insediative, invece, emergono alcuni tratti comuni tra le due culture, nell'ubicazione delle strutture abitative. Innanzitutto uno degli elementi da evidenziare è l'attenta BLANCO GONZALEZ A. 2010, ¿Nuevos hogares para los emigrantes? Casas y Archeologia Antropologia 15 (estratto), Università degli Studi di de la cultura Cogotas I, RODRIGUEZ MARCOS J. A., paisajes en el debate sobre el límite entre Cogotas I y el Primer pianificazione ed organizzazione nella collocazione degli abitati, che, come abbiamo visto, accomuna i cogotensi ai nuragici. Entrambi, infatti, non distribuiscono le loro abitazioni in modo provvisorio o casuale, Roma “La Sapienza”, Roma, pp. 266 - 289. FERNANDEZ MANZANO J. (eds): Cogotas I. Una cultura de la Hierro en el Valle del Duero, Zephyrus LXVI, pp. 155 - 179. NAVARRA L. 1999, Chiefdoms nella Sardegna Nuragica? Un’applicazione della Edad del Bronce en la Península iberica, Servicio de ma, al contrario, dimostrano come le loro scelte siano dettate dalla necessità di sfruttare le diverse risorse del territorio. Un altro elemento in comune è legato alla posizione delle strutture abitative nel territorio: i BLANCO GONZALEZ A. 2014, Sitios en altura y vasijas rotas: reconsiderando Circumscription theory di Robert L. Carneiro, XXI, Origini, publicaciones e intercambio, Universidad de Valladolid. la etapa de ‘plenitud’ de Cogotas I (1450-1150 cal AC) en la villaggi nuragici, legati a nuraghi o santuari, nei pressi di valichi, a controllo di accessi naturali o nei pressi di risorse idriche; così come las chozas, probabilmente, facevano riferimento a siti di maggiore entità, Preistoria e Protostoria delle civiltà antiche, Bonsignori Editore, RUBINOS A., RUIZ-GÁLVEZ M. 2003, El proyecto Pranemuru y la cronología Meseta, Trabajos de Prehistoria 71-2: pp. 307-331. pp. 307-353. radiocarbónica para la Edad del Bronce en Cerdeña, Trabajos de in una sorta di gerarchia dei siti, si inseriscono in zone, per lo più, nei pressi di risorse idriche. CAMPUS F., COSSU T., LEONELLI V., LO SCHIAVO F., PERRA M., SANGES PAGLIETTI G. 2012, Modalità di aggregazione delle capanne circolari nel Prehistoria 60-2, pp. 91-115. M., 2008, Il paesaggio nuragico sull'altopiano di Pran'e Muru, In conclusione le scelte ubicazionali e abitative di entrambe le culture, sono lo specchio di società capaci di pianificare, con un'attenta strategia, le loro attività nel territorio, di utilizzare un'ingente forza villaggio di Su Nuraxi di Barumini, Atti della XLIV Riunione RUIZ-GÁLVEZ PRIEGO M. 2005, Territorio nurágico y paisaje antiguo la Arrubiu 1, Orroli. Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria “La Meseta de Pranemuru (Cerdeña) en la edad del Bronce, lavoro per edificare ed elevare abitati di grandi dimensioni, capaci di resistere per lunghi periodi di tempo, e di organizzare le proprie abitazioni a seconda delle principali attività di sostentamento: che siano CICILLONI R.2009, L’archeologia del paesaggio pre-protostorico in Sardegna, Preistoria e la Protostoria della Sardegna”, Cagliari, Barumini, Universidad Complutense de Madrid. Atti della XLIV Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di legate all'ambito pastorale o al mondo agricolo. Sassari 23-28 novembre 2009, Istituto Italiano di Preistoria e SABA A. 2005, La giara del Pranu ‘e ollas di Isili (Nu) dal Neolitico all’età del Preistoria e Protostoria “La Preistoria e la Protostoria della Protostoria, vol. II – Comunicazioni, Firenze, pp. 745-750. Bronzo, Studi in onore di Francesco Amadu, Isola Editrice, pp. Sardegna”, Cagliari, Barumini, Sassari 23-28 novembre 2009, PORCEDDA F. 2011, I valori archeologici del territorio di Serri. Dagli studi alla 239-250. Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, vol. I – Relazioni fruizione. Tesi di Laurea, Università degli Studi di Cagliari. SANGES 2001, L’Eredità del Sarcidano e della Barbagia di Seulo. Patrimonio di generali, Firenze, pp. 293- 303. REIMER, P. J., BARD, E., BAYLISS, A., BECK, J. W., BLACKWELL, P. G., conoscenza e di vita, Muros, CICILLONI R., PORCEDDA F., CABRAS M., in stampa, Il paesaggio BRONK RAMSEY, C., GROOTES, P. M., GUILDERSON, T. P., archeologico nel territorio di Serri (Ca) tra Bronzo Medio e l’età HAFLIDASON, H., HAJDAS, I., HATTŽ, C., HEATON, T. J., del Ferro. Gli autori intendono ringraziare i Proff. Riccardo Cicilloni e Juan HOFFMANN, D. L., HOGG, A. G., HUGHEN, K. A., KAISER, DELIBES DE CASTRO G., ROMERO CARNICERO F. 2011, La plena Antonio Cámara Serrano e il Dott. Giacomo Paglietti per i preziosi K. F., KROMER, B., MANNING, S. W., NIU, M., REIMER, R. colonización agraria del Valle Medio del Duero, Complutum consigli, importanti ai fini della redazione del presente contributo. W., RICHARDS, D. A., SCOTT, E. M., SOUTHON, J. R., Contatti: 22-2, pp. 49-94. STAFF, R. A., TURNEY, C. S. M., & VAN DER PLICHT, J. [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]. Un confronto su alcuni aspetti insediativi tra la regione del Sarcidano (Sardegna, Italia) e la Valle del Duero (Spagna) durante l’Età del Bronzo Medio-Finale.

Marco Cabras (Phd Student, Universidad de Granada) Valentina Matta (Graduate Student,Università di Cagliari) Ilaria Maria Francesca Pitzalis (Graduate Student, Università degli Studi di Cagliari) Federico Porcedda (Graduate Student, Università degli Studi di Cagliari)

Introduzione (M. C.) Il presente poster intende presentare in parallelo gli aspetti insediativi e le conseguenti manifestazioni architettoniche di due aree dell’Europa centro-meridionale: il Tipologia dei villaggi nuragici (I.M.F. P) centro della penisola iberica e la Sardegna. Lungi da voler effettuare un confronto ed uno studio organico delle caratteristiche comuni e lungi da volerne sottolineare analogie Gli insediamenti a carattere abitativo presi in esame sono 21 e sono ubicati nella regione del Sarcidano, precisamente nei Comuni di Isili, Nurri, Orroli, Serri e Villanovatulo. Le strutture analizzate appartengono a tre differenti tipologie: i villaggi,i villaggi- santuario e le strutture singole. I villaggi semplici, quelli cioè che non presentano edifici a carattere cultuale, sono rappresentati con il 67%. Le strutture singole ed isolate sono il 27% del e ipotizzare forme di contatto, il lavoro desidera presentare alcuni semplici input a livello del tutto preliminare. Questo tipo di parallelo, infatti, non ci risulta sia stato totale dei siti analizzati, in netta minoranza appaiono i villaggi-santuario, con il 7% del totale. effettuato in precedenza. Le aree in esame sono state oggetto, a partire dal Bronzo Medio, dell’espansione della cultura de Las Cogotas e dalla civiltà nuragica. Con questo lavoro si vogliono presentare i caratteri principali della civiltà nuragica e di quella centro-iberica al fine di connotarne, in occasione di questo convegno, le peculiarità di I villaggi e i nuraghi Esaminando i villaggi, si deve tener presente la connessione con i nuraghi, non sempre presenti. I nuclei abitativi, sia con che senza nuraghe, in letteratura non sono stati tutti oggetto di indagine scientifica, per questo entrambe dal punto di vista del popolamento durante l’età del Bronzo. La cultura de Las Cogotas vede infatti un’articolazione territoriale in villaggi di capanne ubicati presso motivo si può dare solo una lettura parziale dei dati. È necessario notare che la maggior parte dei villaggi ha come punto di riferimento un nuraghe, il restante 41% sorge indipendentemente. I villaggi non si dispongono in maniera varie tipologie di conformazioni geomorfologiche così come la civiltà nuragica, sviluppatasi in tutta l’isola di Sardegna e che vede, al fianco delle strutture capannicole che casuale nel territorio ma fanno parte di una mirata strategia insediativa. In tale contesto, i nuraghi si distribuiscono a difesa dell’intero territorio di pertinenza, a controllo delle linee di confine fra zone, delle vie naturali, delle verranno descritte in questo lavoro, quelle forme architettoniche che si manifestano nella caratteristica costruzione del nuraghe. Questo si manifesta primariamente nel tipo a risorse idriche, etc., e non a proteggere il singolo villaggio. (Moravetti, 1998). Nei i villaggi dotati di nuraghe è interessante osservare la collocazione delle capanne. Si documenta che in alcuni di questi le capanne si trovano sia all’interno che all’esterno dell’antemurale, solo in pochissimi contesti le capanne si trovano nel cortile (es. Is Paras-Isili). La maggior parte dei villaggi è provvista di strutture abitative all’esterno dell’antemurale. I siti forniti di corridoio, durante le prime fasi del Bronzo Medio, in corrispondenza di villaggi di capanne o meno, poi, sempre verso la fine del periodo, compaiono i nuraghi a tholos che nuraghe sono ancora in fase di studio, per cui non è specificato se gli ambienti di uso domestico siano da porre in relazione con l’antemurale né, tantomeno, se questo sia presente. Altro dato importante è il numero delle capanne nel corso del Bronzo Recente si svilupperanno verso le articolazioni più complesse polilobate con aggiunta di torri periferiche in diverso numero e forma. Questo forte nei villaggi con nuraghe. Purtroppo, a causa delle lacune nella ricerca, non ci è possibile conoscere con certezza quanti ambienti fossero realmente presenti in numerosi insediamenti, infatti, quasi la metà dei siti non è stata dinamismo costruttivo si riflette nelle svariate manifestazioni architettoniche che prevedono anche la costruzione di antemurali in presenza o meno di villaggi di capanne indagata approfonditamente. La situazione non appare molto chiara: gli abitati sono composti, per la maggior parte, da piccoli aggregati che solo in rari casi si sviluppano in grandi centri, tuttavia, lo studio è stato realizzato attraverso dati incompleti che derivano da scavi compiuti in territori limitati. Molto difficile risulta stabilire la reale estensione dell’abitato, inoltre nella maggior parte dei casi, nel villaggio nuragico, si sono sovrapposte le strutture periferici a questi (per un quadro esauriente sulla civiltà nuragica: Lilliu, 1988; Lilliu, 2005; Aa.Vv., 2009), suddetto dinamismo molto probabilmente è il riflesso di una delle fasi di frequentazione più recenti, specie di età romana o anche successiva, che hanno alterato l’impianto planimetrico con aggiunte o muri rettilinei o ortogonali. molteplicità di usi e condizioni dettati dalla vivacità stessa della civiltà nuragica, impossibile comunque da trattare pienamente ed esaurientemente in questa sede. Il campione territoriale che si va a presentare per la Sardegna è quello della regione storica del Sarcidano, interessata negli ultimi decenni da molteplici attività di I villaggi-santuario Sono due i villaggi-santuario presenti nella regione storica del Sarcidano: Santa Vittoria di Serri e Su Putzu di Orroli. Gli scavi archeologici non hanno ancora restituito dei dati definitivi e la letteratura archeologica si limita studio e da un’esauriente quadro cronologico fornito da una serie di indagini di scavo archeologico corredate da numerose datazioni al C14 (Rubinos, Ruiz Gálvez, 2003; a fornire delle indicazioni approssimative e delle stime generiche. In base a questi pochi dati si può evincere che i contesti di Santa Vittoria di Serri il sito di Su Putzu di Orroli, presentano numerosissime capanne, circa 120 Campus, 2008) ricalibrate in quest’occasione mediante il programma OxCal 4.2.4. strutture solo quest’ultimo. I tipi di edificio cultuale presenti nei due villaggi-santuario sono di notevole importanza alcune strutture non confrontabili con nessun altro tipo noto come, per esempio, il tempio ipetrale di Santa Il presente lavoro si articola in diverse fasi: per prima cosa un necessario inquadramento geografico e geomorfologico della regione in esame, al fine di descrivere i Vittoria di Serri. Non necessariamente i villaggi-santuario sono associati alla presenza di un nuraghe ma possono coesistere differenti strutture. Nel complesso di Su Putzu si osserva la presenza del solo tempio a pozzo. L’esame dei contesti territoriali in cui sono inseriti gli edifici di culto ha rivelato che, nella maggioranza dei casi, l’associazione di tali monumenti a complessi abitativi e la loro frequente relazione sia funzionale. Dobbiamo, perciò, distinguere caratteri fisici dell’habitat. In una seconda fase si è proceduto con l’analisi degli aspetti delle strutture insediative sarde e iberiche a confronto seguito da un approfondimento i casi in cui gli edifici abitativi mostrano un chiaro utilizzo legato alle esigenze di culto del santuario da quelli in cui, invece, si documenta un esclusiva funzione civile. A Santa Vittoria di Serri si documenta una torre nuragica che sui nuraghi del territorio, vera peculiarità del contesto sardo. Il lavoro viene corredato da un confronto delle datazioni di cronologia assoluta dell’area del Sarcidano e di si trova in un livello archeologico inferiore rispetto ad un edificio tangente il tempio ipetrale che sarebbe indicativa della perdita della funzione centripeta originaria del nuraghe rispetto al nucleo abitativo. La funzione cultuale datazioni di diversi siti di cultura Cogotas I (Gonzalez Blanco, 2014). dell’intero sito è documentata dalla presenza di edifici capannicoli dotati di planimetrie particolari: la Capanna del Capo e la Capanna del Sacerdote che mostrano la fusione del modulo circolare con quello rettilineo.

Tipologia delle capanne nuragiche L'esame dei siti a carattere abitativo della regione Sarcidano ha consentito di individuare 4 tipi di edifici abitativi: la capanna monocellulare di pianta circolare; quella monocellulare di pianta sub-circolare o ellittica; l'isolato abitativo, costituito da vani circolari, sub-circolari o ellissoidali, disposti intorno ad una corte centrale e la capanna a settori. Le capanne a pianta circolare sono quelle maggiormente attestate nei villaggi e nei villaggi- santuario analizzati, con il 59% dei casi. Nel 15% degli sono, invece, presenti gli isolati capannicoli. Nel 14% dei casi si documenta la presenza di strutture monocellulari di pianta sub-circolare o ellittica, mentre nel 4% dei contesti vi sono capanne a settori. Purtroppo, nell’8% dei casi, non è stato possibile evincere la tipologia di struttura abitativa presente nel sito. Tre tipologie capannicole si trovano nei villaggi di Santa Vittoria di Serri. Presentano, invece, due tipi di strutture i contesti di Axrola Neus I, Fossas, Taccu Majore, Tacchixeddu I, Taccu Perdedinu di Orroli; Adoni di Villanovatulo.

Analisi dei litotipi impiegati per la costruzione delle capanne nuragiche Dall’analisi effettuata sul materiale da costruzione delle strutture capannicole emerge il prevalere degli edifici realizzati mediante l’impiego del basalto, attestato nel 30% dei casi. Appare ugualmente ben documentato anche l’impiego del granito, che si presenta nel 23% dei contesti in analisi. In minor misura si documenta l’utilizzo di altri litotipi, quali il calcare (7% dei casi), il porfido (5%), lo scisto, il tufo e la trachite (2%). Nel 5% dei siti sono state impiegate altre tipologie di roccia. Purtroppo, nel 23% dei casi, in letteratura non compare la menzione del materiale utilizzato per la costruzione degli edifici. Comparando tali dati, con quelli derivati dall’analisi geolitologica del Sarcidano, si osserva che l’uso dei litotipi nella costruzione delle strutture capannicole, è rapportabile con la diffusione degli stessi nel territorio di pertinenza. I basalti sono, infatti, presenti nel Sarcidano, così come le formazioni di calcare. Il porfido, lo scisto, il tufo e la trachite sono attestati in minor misura. Appare chiaro che le popolazioni nuragiche dell’età del Bronzo utilizzarono, per la costruzione delle strutture capannicole, preferibilmente i materiali reperibili nel territorio di diretta pertinenza. La concentrazione di questi insediamenti abitativi sembrerebbe essersi originata per il capillare sfruttamento delle le risorse economiche del territorio.

La tecnica costruttiva L’analisi sulle tecniche murarie impiegate nella costruzione delle strutture capannicole mostra un quadro nettamente dominato dalla tecnica a secco, attestata nel 62% dei casi. Nel 15% dei siti in esame si documenta l’impiego della tecnica a sacco, la quale prevede il riempimento intermurario in terra e pietrisco di paramenti a vista organizzati su filari più o meno regolari di conci litici La geografia del Sarcidano (F. P.) Il Sarcidano, regione storica della Sardegna centro meridionale, è ubicato nella Provincia di Cagliari, con una piccola porzione tra la provincia di Oristano e del Medio Campidano. Per quanto riguarda l’esame geomorfologico dell’area, questa vanta varie forme di paesaggio che si trasformano al variare delle litologie presenti nel territorio, passando dalle giare, ossia altopiani basaltici, alle valli con profilo dolce, di fondamentale importanza per l’agricoltura, alle zone ricche di trachite, che si presentano abbastanza accidentate. Gli altopiani si trovano in posizioni alternate tra la valle miocenica. La giara di Serri è un altipiano basaltico, formatosi nell’Era Terziaria del Pliocene, con un’altezza media di 600 metri s.l.m.; il pianoro ha una forma tabulare (Campus, 2008, p. 16; Fadda, 1990 pp. 100 – 102; Arangino et alii 1986, p. 14). La giara di Pranu Ollas ha un’altezza massima di 708 metri s.l.m. Il perimetro del tavolato presenta come un grosso precipizio. La parte più alta dell’altopiano, meglio nota come Pizzu Mannu, è collegata ad una stretta sella; la punta massima non era che un vulcano; la lava emessa dal vecchio vulcano ha creato così una vasta piattaforma (Saba, 2005 p. 239). Il Monte Guzzini, altro altopiano basaltico, ha un’altezza massima di 734 metri s.l.m., e presenta una pianta sub-tabulare, con scarpate sia a Nord che a Sud. Le scarpate sono conseguenza dell’erosione del basalto. Sul monte Guzzini era presente una bocca di emissione di lava che ha formato un restringimento rivolto a Sud, e che ha formato un tacco contemporaneo come formazione dell’altopiano; il tacco, chiamato Taccuara, a forma di lingua sottile, ha un’altitudine media di 560 metri s.l.m. e presenta una lunghezza di circa 2 km (Campus, 2008 pp. 16, 17; Fadda, 1990 p. 108). Infine troviamo l’altopiano di Pranu ‘e Muru, che presenta in vari punti cigli franosi e ad oriente si affaccia sul Flumendosa; l’altopiano presenta delle emergenze che permettono la visione di tutta la piana, cosa che nelle giare non accade, infatti in queste ultime non sono stati eretti monumenti nel mezzo della piana ma solo nei suoi cigli. Tra la giara di Serri, il Monte Trempu, la piana di Guzzini e Pranu Ollas (Isili) abbiamo una valle, con un’altitudine media che va dai 417 ai circa 500 metri s.l.m., con presenza di litologie calcaree e arenarie; queste ultime si ritrovano specialmente nei punti di risalita, soprattutto intorno al Pranu Ollas e intorno al monte Guzzini. La presenza di arenaria si ritrova a quote superiori ai 550 metri s.l.m., dove vi è una forte presenza di depressioni con rocce calcaree affioranti. Da un punto di vista idrografico abbiamo una grande presenza di risorse idriche. I bacini principali sono il Flumendosa e tutti i suoi affluenti, il rio San Sebastiano, il Rio Mannu ed il Rio Murera.

Tabella di confronto schematico tra le capanne Cogotas I e le capanne nuragiche

In alto a destra isolato capannicolo Su Putzu; al centro a sinistra capanna circolare Su Putzu; al centro a destra grafico litotipi utilizzati per costruzioni; in basso a destra grafico tipologia capanne.

Aspetti di cronologia assoluta (M. C.)

In alto a sinistra grafico che indica le tipologie dei monumenti del Sarcidano, al centro in alto nuraghe Is Paras, in alto a destra la giara di Serri e la valle sottostante. In basso panorama dalla giara di Serri verso la valle e la piana di Guzzini.

I nuraghi (F.P) I nuraghi sono le strutture tipiche dell’Età del Bronzo sarda; in tutta l’isola se ne contano circa 7000. Le strutture si presentano con una o più torri, e sono costruite con pietre locali, senza l’utilizzo di malte cementizie. I nuraghi più arcaici vengono chiamati protonuraghi (i.e. Santa Vittoria, Serri); questi si differenziano dai nuraghi a partire dalla pianta irregolare e dal fatto di non svilupparsi in altezza. I nuraghi classici, invece, possono avere da una a più torri e, in molti casi, hanno anche delle camere sovrapposte (i.e. Nuraghe Arrubiu, Orroli); molte strutture possiedono strutture difensive, con torri raccordate da cortine murarie. Intorno al nuraghe si poteva sviluppare un villaggio. I nuraghi, oltre ad essere delle fortezze con una grossa organizzazione e difesa del territorio, erano anche centri di produzione, sia dal punto di vista pastorale che agricolo.

Successivamente al loro abbandono, nei nuraghi o nei pressi di questi, è documentata la nascita di culti, ne sono un esempio i pozzi, che fungevano da santuari (i.e. Il nuraghe Arrùbiu di Orroli. Santuario nuragico di Santa Vittoria, Serri; Su Putzu, Orroli). Il sistema dei nuraghi nell’area in esame[1] presenta in totale 153 nuraghi, di cui: 6 protonuraghi, 61 nuraghi complessi, 63 nuraghi monotorre e 20 nuraghi di cui non è possibile dare una lettura planimetrica e tipologica. Questa suddivisione può essere ulteriormente fatta in base alle aree geografiche: • giara di Serri: 6 monumenti; • valle tra la giara di Serri e Isili: 32 monumenti (queste strutture sono per la maggior parte nuraghi complessi, e si trovano in stretto contatto con i monumenti posti in altura, sia quelli posti sulla piana di Guzzini, sia quelli posti in direzione della giara di Serri, ma anche della giara di Pranu Ollas); • giara di Pranu Ollas (Isili): 3 monumenti; • piana di Guzzini (Nurri): 14 monumenti; • Pranu ‘e Muru (Nurri - Orroli): 51 monumenti, ubicati negli 8 km di estensione della piana e che raccoglie numerose località. Datazioni radiocarboniche calibrate dall’area in esame: siti del Sarcidano. (Dataset: IntCal13 atmospheric curve, Reimer et alii, 2013; Software OxCal v. 4.2.4, Bronk Datazioni radiocarboniche calibrate dai siti di cultura Cogotas in associazione a ceramiche di La maggior parte dei monumenti di Nurri ed Orroli, non tenendo conto dei monumenti posti nella piana di Guzzini, hanno tutti un forte controllo verso il Flumendosa, Ramsey, 2014) Rubinos, Ruiz-Galvez, 2003; Campus, 2008 cultura piena e avanzata Cogotas I, (Gonzalez Blanco, 2014). verso le vie d’accesso in direzione di Villanovatulo e della piana di Nurri; la stessa situazione si verifica anche nelle giare di Serri, Isili e Nurri. Calibrazioni effettuate da M. C. Anche la piana di Escolca e Gergei è controllata nello stesso modo. Particolari risultano essere i monumenti posti nel ciglio della giara, a pochissima distanza dal Santuario di Santa Vittoria; la posizione fa pensare al controllo delle vie d’accesso, questa disposizione dei monumenti cambia nella parte settentrionale del pianoro. La parte occidentale dell’area presa in esame, che risulta essere al confine con i comuni di Gesturi e Gergei (area al di fuori dell’area di studio, ma importante dal punto di vista insediativo), è importante per la posizione dei monumenti intorno al fiume Mannu, ed in particolar modo nel guado del fiume; di conseguenza il sistema dei monumenti Insediamenti a confronto e conclusioni (V. M) ruota intorno al controllo della via di passaggio (i.e. Bau Romanu e San Simone, Gesturi). Nell'analisi che segue si cercherà di mettere in evidenza gli eventuali punti di contatto o le differenze tra i diversi tipi di insediamenti: quelli della cultura Cogotas I e gli insediamenti nuragici durante il Ricapitolando abbiamo un sistema di controllo dato dai monumenti posti in pendio e in altura, che controllano i monumenti a valle; nella maggior parte dei casi si tratta di Bronzo Finale. Il processo di urbanizzazione di epoca nuragica comincia a partire dal Bronzo Medio, quando “nascono i sistemi territoriali gerarchizzati imperniati sui nuraghi a tholos semplici e complessi, si nuraghi complessi (vedasi i monumenti della piana di Isili e Serri) che, probabilmente, oltre alla mera funzione di controllo, potrebbero essere delle fattorie; su questo non espandono gli abitati di capanne con zoccolo murario lapideo” (Lo Schiavo et alii, 2009 p. 268). Il graduale sviluppo socio-economico e la volontà di mantenere il controllo su aree sempre più estese del possiamo dare ulteriori informazioni in quanto non abbiamo dati per poterlo accertare. In tutto questo giocano un ruolo fondamentale l’acqua e i fiumi. territorio sardo, porta ad uno sviluppo “espansivo ed estensivo” (Lo Schiavo et alii, 2009 p. 268)), durante il Bronzo Medio e Recente, degli abitati associati a nuraghi semplici o complessi e, successivamente, Questo sistema ruota, a partire dal Bronzo Finale, intorno al villaggio e santuario di Santa Vittoria, probabilmente fulcro del commercio e delle attività culturali e religiose nel Bronzo Recente e Finale ad una occupazione degli spazi e dei territori, sempre più “selettiva e intensiva che provoca la concentrazione del popolamento nelle aree e nei siti più favorevoli” (Lo Schiavo et alii, del territorio. 2009 p. 268). Tralasciando quelle che sono le caratteristiche principali degli abitati di epoca nuragica, già affrontate nel capitolo “Tipologia dei villaggi nuragici”, e non potendo effettuare dei collegamenti dal punto di GAVIANO S. A., PORCEDDA F. 2013, Il Santuario Nuragico di Serri e le altre vista morfologico tra i diversi tipi di abitazione, verranno poste a confronto le diverse tecniche costruttive e le scelte insediative delle due culture. Per quanto riguarda il primo punto, l'utilizzo di materiali Bibliografia di base: meraviglie, Comune di Serri. 2013, IntCal13 and Marine13 Radiocarbon Age Calibration AA.VV. 2009, Atti della XLIV Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di deperibili quali legno, frasche e grumi di argilla a sostegno delle strutture capannicole di Cogotas I, contrasta fortemente con l'utilizzo di grossi blocchi di pietra (basaltica per lo più), squadrati o semplicemente LILLIU G. 1988, La civiltà dei Sardi dal Paleolitico all'età dei nuraghi, Torino. Curves 0-50,000 Years cal BP, Radiocarbon, 55(4). Preistoria e Protostoria “La Preistoria e la Protostoria della LILLIU G. 2005, I Nuraghi. Torri preistoriche di Sardegna, Nuoro. RICCI A.1990, Progetto i Nuraghi, ricognizione archeologica in Ogliastra, sbozzati, messi in opera a secco, utilizzati dai nuragici, tipici e comuni a numerose tipologie d'insediamento nel Mediterraneo . Inoltre l'eterogeneità delle strutture della Meseta non può essere messa a confronto Sardegna”, Cagliari, Barumini, Sassari 23-28 novembre 2009, LO SCHIAVO F., PERRA M., USAI A., CAMPUS F., LEONELLI V., Barbagia, Sarcidano. I Reperti, Consorzio Archeosystem, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, vol. I – Relazioni con la diversità delle strutture abitative del territorio sardo e del Sarcidano, che pur nella loro varietà mantengono dei tratti in comune in tutta l'Isola. BERNARDINI P. 2009, SARDEGNA: Le ragioni dei Milano. generali, Firenze. cambiamenti nella civiltà nuragica, Scienze dell’antichità, Storia RODRIGUEZ MARCOS J. A. 2012, Algunas nota acerca del proceso formativo Per quanto riguarda le scelte insediative, invece, emergono alcuni tratti comuni tra le due culture, nell'ubicazione delle strutture abitative. Innanzitutto uno degli elementi da evidenziare è l'attenta BLANCO GONZALEZ A. 2010, ¿Nuevos hogares para los emigrantes? Casas y Archeologia Antropologia 15 (estratto), Università degli Studi di de la cultura Cogotas I, RODRIGUEZ MARCOS J. A., paisajes en el debate sobre el límite entre Cogotas I y el Primer pianificazione ed organizzazione nella collocazione degli abitati, che, come abbiamo visto, accomuna i cogotensi ai nuragici. Entrambi, infatti, non distribuiscono le loro abitazioni in modo provvisorio o casuale, Roma “La Sapienza”, Roma, pp. 266 - 289. FERNANDEZ MANZANO J. (eds): Cogotas I. Una cultura de la Hierro en el Valle del Duero, Zephyrus LXVI, pp. 155 - 179. NAVARRA L. 1999, Chiefdoms nella Sardegna Nuragica? Un’applicazione della Edad del Bronce en la Península iberica, Servicio de ma, al contrario, dimostrano come le loro scelte siano dettate dalla necessità di sfruttare le diverse risorse del territorio. Un altro elemento in comune è legato alla posizione delle strutture abitative nel territorio: i BLANCO GONZALEZ A. 2014, Sitios en altura y vasijas rotas: reconsiderando Circumscription theory di Robert L. Carneiro, XXI, Origini, publicaciones e intercambio, Universidad de Valladolid. la etapa de ‘plenitud’ de Cogotas I (1450-1150 cal AC) en la villaggi nuragici, legati a nuraghi o santuari, nei pressi di valichi, a controllo di accessi naturali o nei pressi di risorse idriche; così come las chozas, probabilmente, facevano riferimento a siti di maggiore entità, Preistoria e Protostoria delle civiltà antiche, Bonsignori Editore, RUBINOS A., RUIZ-GÁLVEZ M. 2003, El proyecto Pranemuru y la cronología Meseta, Trabajos de Prehistoria 71-2: pp. 307-331. pp. 307-353. radiocarbónica para la Edad del Bronce en Cerdeña, Trabajos de in una sorta di gerarchia dei siti, si inseriscono in zone, per lo più, nei pressi di risorse idriche. CAMPUS F., COSSU T., LEONELLI V., LO SCHIAVO F., PERRA M., SANGES PAGLIETTI G. 2012, Modalità di aggregazione delle capanne circolari nel Prehistoria 60-2, pp. 91-115. M., 2008, Il paesaggio nuragico sull'altopiano di Pran'e Muru, In conclusione le scelte ubicazionali e abitative di entrambe le culture, sono lo specchio di società capaci di pianificare, con un'attenta strategia, le loro attività nel territorio, di utilizzare un'ingente forza villaggio di Su Nuraxi di Barumini, Atti della XLIV Riunione RUIZ-GÁLVEZ PRIEGO M. 2005, Territorio nurágico y paisaje antiguo la Arrubiu 1, Orroli. Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria “La Meseta de Pranemuru (Cerdeña) en la edad del Bronce, lavoro per edificare ed elevare abitati di grandi dimensioni, capaci di resistere per lunghi periodi di tempo, e di organizzare le proprie abitazioni a seconda delle principali attività di sostentamento: che siano CICILLONI R.2009, L’archeologia del paesaggio pre-protostorico in Sardegna, Preistoria e la Protostoria della Sardegna”, Cagliari, Barumini, Universidad Complutense de Madrid. Atti della XLIV Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di legate all'ambito pastorale o al mondo agricolo. Sassari 23-28 novembre 2009, Istituto Italiano di Preistoria e SABA A. 2005, La giara del Pranu ‘e ollas di Isili (Nu) dal Neolitico all’età del Preistoria e Protostoria “La Preistoria e la Protostoria della Protostoria, vol. II – Comunicazioni, Firenze, pp. 745-750. Bronzo, Studi in onore di Francesco Amadu, Isola Editrice, pp. Sardegna”, Cagliari, Barumini, Sassari 23-28 novembre 2009, PORCEDDA F. 2011, I valori archeologici del territorio di Serri. Dagli studi alla 239-250. Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, vol. I – Relazioni fruizione. Tesi di Laurea, Università degli Studi di Cagliari. SANGES 2001, L’Eredità del Sarcidano e della Barbagia di Seulo. Patrimonio di generali, Firenze, pp. 293- 303. REIMER, P. J., BARD, E., BAYLISS, A., BECK, J. W., BLACKWELL, P. G., conoscenza e di vita, Muros, CICILLONI R., PORCEDDA F., CABRAS M., in stampa, Il paesaggio BRONK RAMSEY, C., GROOTES, P. M., GUILDERSON, T. P., archeologico nel territorio di Serri (Ca) tra Bronzo Medio e l’età HAFLIDASON, H., HAJDAS, I., HATTŽ, C., HEATON, T. J., del Ferro. Gli autori intendono ringraziare i Proff. Riccardo Cicilloni e Juan HOFFMANN, D. L., HOGG, A. G., HUGHEN, K. A., KAISER, DELIBES DE CASTRO G., ROMERO CARNICERO F. 2011, La plena Antonio Cámara Serrano e il Dott. Giacomo Paglietti per i preziosi K. F., KROMER, B., MANNING, S. W., NIU, M., REIMER, R. colonización agraria del Valle Medio del Duero, Complutum consigli, importanti ai fini della redazione del presente contributo. W., RICHARDS, D. A., SCOTT, E. M., SOUTHON, J. R., 22-2, pp. 49-94. Contatti: STAFF, R. A., TURNEY, C. S. M., & VAN DER PLICHT, J. [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected].