Tasso-Lettere-Volume-Stampa 05-01

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Tasso-Lettere-Volume-Stampa 05-01 Testi e Studi 2 Testi e Studi La collana presenta edizioni di testi e monografie di impronta saggistica relative ad autori ed opere della tradizione letteraria italiana dal Duecento all’Ottocen- to. Le edizioni critiche e i saggi sono resi disponibili attraverso due diversi canali: l’edizione cartacea, pubblicata da BIT&S, e quella in formato digitale, liberamente consultabile nel sito www.bitesonline.it. Tutti i volumi della collana sono sottoposti a peer review. Comitato Scientifico Giancarlo Alfano, Marco Berisso, Maurizio Campanelli, Andrea Canova, Roberta Cella, Francesca Ferrario, Maurizio Fiorilla, Giorgio Forni, Paola Italia, Giulia Raboni, Raffaele Ruggiero, Emilio Russo, Franco Tomasi, Andrea Torre, Massimiliano Tortora. Torquato Tasso Lettere (1587-1589) Edizione critica e commentata del ms. Estense alfa V 7 7 A cura di Emilio Russo Il volume è frutto delle ricerche condotte all’interno del progetto Prin 2015EYM3PR, Repertorio Epistolare del Cinquecento. Teorie, lingua, pratiche di un genere (Bibbiena, Della Casa, Bernardo e Torquato Tasso, Marino), e in particolare delle ricerche svolte dall’Unità della «Sapienza» Università di Roma. In copertina: Francesco Panini, Veduta della Biblioteca Vaticana edificata da Sisto V con l’Architettura di Domenico Fontana, 1767, particolare. Quest’opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Italia Copyright © 2020 BIT&S via Boselli 10 - 20136 Milano [email protected] www.bitesonline.it ISBN 979-12-80391-02-5 (brossura) ISBN 979-12-80391-03-2 (PDF) Indice 9 Introduzione di Emilio Russo 27 Nota al Testo 43 Torquato Tasso Lettere (1587–1589) 203 Bibliografia 213 Indice dei nomi Introduzione 1. Il progetto La liberazione dalla reclusione ferrarese e il passaggio a Mantova, sotto la pro- tezione del principe Vincenzo Gonzaga, rappresentarono per Tasso un nuovo inizio: nelle lettere della seconda parte del 1586 si registrano infatti un attivi- smo e un’energia insolita, un rilancio che si distribuiva tanto sui nuovi proget- ti di scrittura quanto sulla risistemazione delle opere già portate a termine e uscite in varie antologie negli anni precedenti. E in questo contesto, che pure lasciava prudentemente a margine il delicato dossier del poema epico, man mano si fece spazio anche l’intenzione di pubblicare una raccolta di lettere. Sono numerosi i segnali sparsi nell’edizione Guasti: 1 in G 615 Tasso, da poco giunto a Mantova, ringraziava Angelo Grillo di aver inviato un plico di lettere al Costantini, evidentemente in funzione di una raccolta, aggiungendo «e mi saranno care le risposte»; e poi in G 661, in una lettera celebre, manifestava l’intenzione di recuperare le lettere degli anni precedenti, rivolgendosi ad al- cuni dei suoi corrispondenti: Diedi il Secretario, alcuni giorni sono, al figliuolo di messer Girolamo Co- sta, ed insieme un picciolo discorso ch’io mando a Vostra Signoria; ma il volume non potrà crescere a convenevol grandezza, senza l’aiuto di qual- che altra mia opera. Loderei il congiungerci insieme le mie lettere; ma non le posso raccoglier così facilmente, bench’io n’abbia scritto gran numero. Al- cune poche erano ne la valigia, altre in un mio libro; molte n’ha il Licino, molte lo Scalabrino, e l’uno e l’altro le darebbe agevolmente; e si potreb- bon chiedere al padre don Angelo Grillo, ed al signor Maurizio Cataneo, ed a monsignor Papio, ed al signor patriarca Gonzaga, quelle ch’io ho scritte 1. L’edizione Guasti (Tasso 1852-1855) viene citata qui di seguito, come anche all’in- terno dell’edizione, con la sigla G seguita dal riferimento al numero d’ordine dei singoli testi, e dalla datazione della singola lettera in quella edizione, se presente; si impiega in- vece il rinvio al volume e alle pagine per riferirsi alle note di Guasti. Sono sempre miei i corsivi, a testo e in nota, in assenza di indicazione contraria. 9 emilio russo a ciascun di loro: ma questo negozio non si spedirebbe così tosto: veda Vo- stra Signoria quel che le pare che facciamo. (G 661, 7 ottobre 1586) Nel brano sfilano i nomi degli amici di diverse stagioni, dallo Scalabrino, as- sai vicino alla metà degli anni ’70, a Scipione Gonzaga, il punto di riferimento più costante, fino ad Angelo Grillo, corrispondente assai frequente a partire dall’ultima stagione a Ferrara. Significativo che il progetto venisse citato per rinforzare l’edizione progettata del Secretario, collegando la scrittura episto- lare a quella breve riflessione sulla figura del segretario-letterato che proprio in quei decenni si andava definendo come cruciale. 2 Era solo l’effetto di una congiuntura, perché in realtà, anche a prescindere dal trattatello rapidamente transitato a stampa, una raccolta di lettere prese a occupare in modo costante gli scambi e le iniziative dei mesi mantovani. Così ancora al Costantini, con il Tasso impegnato a celebrare i Gonzaga ma già in qualche misura proiettato su sistemazioni alternative: 3 Vorrei che Vostra Signoria m’aiutasse a mettere insieme tutte le mie let- tere; e però, mentre io procurerò di riaverle da molte bande, e particolar- mente dal signore Ardizio e da altri amici, Vostra Signoria può scrivere a la granduchessa ed al suo secretario, pregandoli che mandino quelle ch’io ho scritte a Sua Altezza: il che deono far tanto più volentieri, che non fece il duca di Parma, quanto più posso sin’ora lodare la liberalità vineziana de la romana. (G 692, 24 novembre 1586) 4 Più avanti, in uno scorcio di una lettera a Scipione Gonzaga emergono tracce di insofferenza rispetto al principe Vincenzo Gonzaga, e insieme la necessità di una distinzione tra lettere pubblicabili e lettere da mantenere riservate, per la delicatezza delle questioni richiamate. 2. Per l’edizione del Secretario si ricordi Tasso 1587b, ma anche il significativo acco- stamento del testo a una ristampa delle Lettere familiari, in un’edizione apparsa a Venezia per Giacomo Vincenti (Tasso 1588-1589): al riguardo, sulla trattatistica sul segretario a fine Cinquecento vd. almeno Le carte messaggiere 1981 e in particolare Quondam 1981; più di recente la sintesi di Panzera 2018. 3. Per questa stagione vd. la ricostruzione accurata in Resta 1957: 15-107. 4. Per altre testimonianze di questa stagione vd. Resta 1957: 42-43, e soprattutto 49, ove Resta così commentava il fatto che Tasso avesse lasciato a Mantova altri gruppi di lettere: «Partendo, il Tasso lasciava, inoltre, nelle mani del Licino e del Costantini le let- tere che era stato possibile raccogliere. Si costituivano così, due copiose raccolte indipen- denti l’una dall’altra, anche se parte del contenuto era comune e derivato dalla medesima fonte». 10 introduzione Io scrivo a Vostra Signoria illustrissima con poca diligenza, come sempre soglio, perchè più m’assicura l’affezione che mi porta, che non mi spaven- ta il suo giudicio: né stimo che le lettere che io le scrivo saranno fra quelle che vogliano stampare, o questa almeno; la quale vorrei che stesse occulta in modo, che mai si risapesse, c’a la benignità del signor prencipe, o a la liberalità, fossero stati necessari sproni o stimoli: de la clemenza non parlo, perchè mi ricordo che mi fu vietato il ragionarne. (G 670, 25 ottobre 1586) 5 Traccia minima ma eloquente della distinzione tra le lettere passibili di un’e- dizione e quelle destinate a restare in un circuito ristretto di comunicazione privata: un discrimine destinato evidentemente a incidere, già al momento della composizione, sui toni e sulla compagine stilistica dei singoli testi, fat- ta salva la possibilità di una loro revisione successiva. In vista di una stampa Tasso, grazie all’aiuto di Antonio Costantini, provvedeva in queste settimane a raccogliere i testi muovendosi per singoli interlocutori. In G 718, indirizzata appunto al Costantini, scriveva: Aspetto un libretto di lettere, che m’ha promesso il padre don Angelo Gril- lo: ed io cerco di raccoglier l’altre similmente. Vostra Signoria, se a quest’o- ra non ha scritto a la serenissima granduchessa, le scriva di grazia; e cer- chi di ricuperar quelle ch’erano nella valigia. Sua Altezza non difficilmente si contenterà di mandarne alcune ch’io le ho scritte; perché avendo usa- ta meco maggior cortesia de l’altre, non le dee spiacere che si leggano. (G 718, 19 dicembre 1586) 6 «Cerco di raccoglier l’altre similmente», è frase che allude ad analoghe ri- chieste inviate in modo diretto e indiretto ad altri corrispondenti, secondo quel progetto esplicitato in G 661. In realtà, in un contesto nel quale le stampe 5. Vale la pena ricordare una lucidissima osservazione lasciata cadere da Tasso all’interno di una lettera inviata ad Angelo Grillo nei mesi successivi: «Aspettava in Man- tova risposta da Vostra Signoria molto reverenda; ma non essendomi mandata a tempo, son venuto a Bergomo, perché il trattenersi in casa de’ principi mentre si cerca altro trat- tenimento è cosa piena di pericolo, o almeno di gran difficoltà» (G 874). 6. Lettera alla quale va collegata G 730, indirizzata direttamente a Grillo, con la ri- presa della medesima richiesta: «Le mie lettere, che ho scritte a Vostra Signoria in vari tempi, son desiderate dal signor Antonio Costantini, al quale io vorrei compiacere; anzi a me stesso, perch’egli non desidera altro che ’l mio compiacimento, e la sodisfazione». Vd. ancora G 763, indirizzata a don Eutichio Giroldi e che si apre significativamente con la frase: «Ringrazio Vostra Paternità del libretto de le mie lettere mandatomi; e s’ella è stata quella che l’ha ricopiato, debbo anche di ciò ringraziarla». 11 emilio russo delle edizioni di Rime et prose tassiane si moltiplicavano, 7 anche le lettere sta- vano diventando oggetto di attenzioni editoriali. Tasso ne scriveva ancora al Grillo («Le mie lettere sono scritte con poco studio, e da molti son dimanda- te», G 750) e allo stesso Grillo manifestava il timore di perdere il controllo an- che di questo versante dei suoi scritti: De le mie lettere dico l’istesso; e quantunque io sia contento che ’l Licino le stampi, egli dovrebbe prima darmele a rivedere, acciochè non fossero stampate come l’altre.
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