ANNO LXVI SOCIETÀ N. 3 - 2003 ALPINISTI III TRIMESTRE BOLLETTINO TRIDENTINI SAT

Direttore responsabile: Sommario Marco Benedetti E-mail: [email protected] Solidarietà SAT 2 Redazione: di Franco Giacomoni e Roberto Caliari Claudio Ambrosi Biblioteca della montagna-SAT Ritorno al Carè Alto 3 Trento - Via Manci, 57 di Luigi Faggiani Tel. 0461 980211 Educare alla montagna: l’esperienza della SAT. E-mail: [email protected] Gli strumenti dell’educazione alla montagna 6 di Claudio Bassetti Comitato di redazione: Bruno Angelini Il trekking della Cordillera Huayhuash 13 Giorgio Balducci di Marco Benedetti Franco de Battaglia Franco Gioppi Il taccuino di Ulisse: “Hawaii” 20 Ugo Merlo di Michele Azzali e Mirco Elena Piergiorgio Motter Rilski Manastir: un tesoro fra i monti di Rila 24 Enzo Zambaldi di Franco Gioppi

Direzione Amministrazione: A 35 metri dal tetto del mondo. Intervista a Renzo Benedetti 29 SAT - Trento - Via Manci, 57 di Marco Benedetti Storia e attività della Scuola “Lagorai” 31 Abbonamenti: Annuo Euro 10,50 Il “Monte Stella” nelle Alpi di Ledro 33 Un numero Euro 3,00 di Marco Fiorito

Rivista trimestrale registrata pres- Il GPS in montagna 36 so la Cancelleria del Tribunale di Gian Marco Richiardone Civile di Trento al n. 38 in data 14 maggio 1954. Stampa: Tipolitografia TEMI - Rubriche Trento - Spedizione in A.P. - art. Alpinismo 42 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Trento - Italy - Tassa Dalle Sezioni 48 Riscossa - Taxe perçue Lutti 56 Rifugi 59 In copertina: Il Rifugio Fuchiade Biblioteca della montagna-SAT 61 Foto di Renzo Cappelletti Libri 62

1 Solidarietà SAT

a solidarietà, nella Sat, ha radici an- nella Sat. Va chiarito che l’Organizzazio- L tiche. La lettura dei nostri docu- ne Centrale non ritiene opportuno un menti e, quindi, della nostra storia, ci fa suo diretto intervento economico nelle conoscere quante iniziative in tal senso iniziative; le scelte sarebbero problema- il sodalizio ha avviato nel corso degli tiche e porterebbero inevitabilmente ad anni. Basti pensare che già nel 1882 esclusioni non eque. Esistono tuttavia (inondazione del ) e nel 1884 altri modi per sostenere i progetti: favo- (incendio di Castello di Fiemme) e 1895 rirne la conoscenza tra tutti i soci, pub- (incendio di Tione) la Sat si attivò nella blicizzarne le iniziative sulla stampa so- raccolta e distribuzione di aiuti per mi- ciale, mettere in contatto soggetti diversi gliaia di fiorini. In tempi più vicini a noi che, senza esserne al corrente, operano ricordiamo la costruzione di una scuola per uguali scopi. a Villa Agnedo (alluvione del 1967) non- Quale primo momento del cammino ché l’istituzione dei fondi Guido Lar- che vogliamo iniziare ci sembra utile co- cher per premiare un atto di alpinismo e noscere e far conoscere il dato di fatto solidarietà umana compiuto in monta- attuale, in altre parole quali sono le ini- gna, il Fondo Bolognini a favore delle ziative in essere, quali Sezioni sono inte- guide Alpine, il Fondo Tartarotti in aiu- ressate, gli obiettivi posti, il tipo di aiuto to a soci particolarmente bisognosi, dei che si sta realizzando. Natali Alpini della Sezione di Trento. Vorremmo, in un prossimo Bolletti- Arriviamo indi ai nostri giorni con i nu- no, offrire a tutti i soci “lo stato dell’ar- merosi progetti di aiuto, in particolare te”, raccontare le esperienze, raccoglie- alle popolazioni di montagna nelle di- re le proposte e le richieste di sostegno, verse aree della terra, che Sezioni o sin- pensare ad una “pagina della solidarie- goli soci sostengono giorno per giorno. tà”, dove si possano sviluppare idee e Portare esempi sarebbe riduttivo e in- iniziative, dove i soci interessati siano in giusto verso chi fosse dimenticato. Que- grado di trovare, avendone la volontà, sto positivo e importante fenomeno occasioni per offrire la propria disponi- non riguarda solo noi ma è vivo anche in bilità. tante Sezioni del Cai a livello nazionale. Invitiamo quindi tutte le Sezioni e i Avere presente tale contesto, che ci ono- soci impegnati in qualche progetto a in- ra, è apparso importante e doveroso. Il viare o, meglio ancora, illustrare diretta- Consiglio Centrale ha quindi accettato la mente al v.p. Caliari le proprie esperien- proposta di affidare, al vice Presidente ze con una breve illustrazione del pro- Caliari, il mandato di coordinare e soste- getto, le eventuali richieste e bisogni. nere le attività di solidarietà presenti Franco Giacomoni - Roberto Caliari

2 Ritorno al Carè Alto di Luigi Faggiani

el 1982 effettuai la traversata dal Pas Nso del Tonale alla Val Borzago. Ri- cordo bene l’emozione vissuta, nonostan- te il tempo un po’ imbronciato, al cospet- to del Carè Alto. La vista della gran vetta con la sua pala candida di neve attirava il mio sguardo. Nel 1984 salii sulla cima lun- go la vedretta di Conca ed il canalone Est. Raggiunta la vetta, rimasi parecchio tem- po in contemplazione di quanto avevo in- Il Carè Alto nel 1984... torno a me: vette ovunque, valli profonde ma, soprattutto, ghiacciai risplendenti di dentro di me. Nel 1990 salii dalla Val di neve candida. Genova al Passo di Cavento dove passai Lasciata la cima, scendendo la via nor- una notte solitaria nel piccolo bivacco La- male non riuscivo a distogliere lo sguardo eng, ancora una volta il Carè Alto s’impo- da quanto mi circondava: la bellezza sel- neva, quasi prepotente, sui dintorni. Sotto vaggia di quei luoghi, l’esplosione di luce al Passo di Cavento rimasi impigliato in delle vedrette sotto il sole sono ancora un pezzo di filo spinato, che mi costrinse

... e quello del 2003 (Foto L. Faggiani)

3 I Pozzoni del 1984...... e quelli del 2003 (Foto L. Faggiani) a qualche contorsione di poco conto. La le sue acque. Ai Pozzoni c’è un grande sera pensai agli uomini che avevano steso specchio d’acqua, al posto di numerose quel filo, fu un pensiero veloce, subito pri- pozze azzurre circondate da neve e ghiac- ma dell’arrivo del sonno. cio. Le vedrette sono una distesa macchia- Sono passati tredici anni ed eccomi ta di marrone, sporca di nero, i crepacci ancora in zona. Questa volta, per motivi sono onnipresenti mentre ruscelli d’acqua di lavoro, insieme agli amici Marco e Gior- le incidono formando profondi solchi pie- gio raggiungo il rifugio “Dante Ongari”. ni d’acqua. Cammino sulla vedretta di Làres La mattina presto, aspettando il risveglio con le scarpette basse da trekking senza dei compagni, faccio un giretto ricordan- alcun uso di ramponi, solo il mattino dopo do la vecchia e storica forma a cubo che né avrò bisogno ma, mezz’ora dopo il le- aveva il rifugio fino al 1988, non posso fare varsi del sole, l’acqua ricomincerà a gor- a meno di sentire un pizzico di nostalgia. gogliare come un ruscello nel bosco. Mentre gli altri salgono alla Bocchetta Il versante settentrionale del Carè Alto, del Cannone, io raggiungo i Pozzoni dove rivestito di ghiaccio scuro, è irriconoscibi- attendo l’elicottero che scarica il materia- le. Una striscia di rocce interrompe quella le. Messo in ordine e ripulito una roccia che, pochi anni fa, era la sua candida pala dai ciottoli per montare la tenda, comin- bianca, per non parlare del crepaccio alla cio a gironzolare. Salgo a quasi tremila sua base che ora appare come una gran metri così da avere un buon panorama dei bocca scura che attraversa la montagna in dintorni: il cuore mi si stringe! tutta la sua lunghezza. Sulla cresta Est, dove Già salendo dal rifugio mi ero reso con- avevo vagabondato con piccozza e ram- to dei notevoli cambiamenti avvenuti in poni, sono emerse baracche di guerra! questi pochi anni, ma adesso da quassù il In un attimo mi rendo conto - ho tutto disastro mi appare in tutta la sua enorme questo davanti agli occhi - di quanto è gra- vastità. ve la situazione. Altro che Ponte sullo stret- Il ritiro delle vedrette è spaventoso: il to di Messina. In Italia abbiamo degli ac- Lago di Làres è ormai isolato al centro di quedotti colabrodo (le varie stime parlano una conca rocciosa, mentre solo tredici di perdite dal 40 fino al 70%!), i nostri anni fa la vedretta omonima raggiungeva ghiacciai vanno a “remengo” e si pensa alle

4 cosiddette grandi opere. Queste certamen- te portano voti e soldi agli amici, e l’ac- qua? Penso con raccapriccio alle genera- zioni future le quali dovranno affrontare una terribile emergenza, una crisi capace di portare lutti e guerra. Già la Guerra, guardo a lungo attorno a me: al posto dell’uniforme manto nevo- so ora ci sono rotoli e strisce di filo spina- to ovunque, resti di tavole ormai ingrigite dal tempo, scatolette, schegge di bombe, munizioni. La tristezza comincia ad impadronirsi del mio animo, e mi accorgo di muovermi in punta di piedi, un qualcosa dentro di me è scattato, i miei pensieri ormai sono rivolti alle lontane vicende di guerra che si svolsero in questi luoghi inospitali. Mi fermo improvvisamente: lì, tra i re- sti bellici, ci sono tre ossa! Uno lo ricono- sco come un pezzo di colonna vertebrale. Acque di fusione alla Vedretta di Làres, 2003 (Foto Non tocco nulla, né faccio fotografie, L. Faggiani) tanto meno porto via qualcosa, mi sentirei un profanatore senza rispetto alcuno. Ora, perderanno la vita, non più per Cecco Bep- improvvisamente mi accorgo di essere in pe e il suo impero Austro-Ungarico o per un grande, enorme, cimitero. Quei poveri Re tappo e il suo regno d’Italia, ma sem- resti umani mi fanno pensare alla tremen- pre per la gloria dei generali ed ancora per da sorte di tanti poveri cristi. Chi era l’uo- il potere di pochi, detentori di una ricchez- mo le cui ossa sono sparse chissà dove? za sempre meno disponibile: un rivolo Sicuramente un povero contadino, Austria- d’acqua! co Sud tirolese, oppure Ungherese; ha Scenari da fantascienza? Lo vorrei con importanza? Come tanti suoi fratelli italia- tutto il cuore. Per mia fortuna io non ci ni, sbattuti quassù a combattere, a patire sarò ed il mio egoismo esulta, ma ai figli fame e freddo, sotto l’incubo della morte dei nostri figli, il sangue del nostro san- bianca per la gloria dei generali ed il pote- gue, cosa gli lasciamo in eredità? Ancora e re di re e imperatori. Povere ossa cui un sempre guerre e lutti? tempo il ghiacciaio aveva dato sepoltura e Siamo proprio convinti di avere il dirit- che ora tornano alla luce, in buona parte to di auto proclamarci Homo Sapiens Sa- ancora a causa dell’uomo. piens, o forse è meglio cominciare ad usar- Anche domani ci saranno persone che lo davvero questo nostro cervello?

5 Educare alla montagna: l’esperienza della SAT Gli strumenti dell’educazione alla montagna di Claudio Bassetti ntroduzione “Noi nell’ambiente” è il titolo di una settima- I La SAT ha operato da protagonista na di mostre, conferenze e laboratori didattici nell’ambiente montano, ne ha promosso sull’educazione ambientale promossa dal- la conoscenza ed il primo sviluppo turisti- l’Agenzia provinciale per la protezione dell’am- co, comprendendo fin da subito il valore biente e dalla rete trentina di educazione am- straordinario del territorio alpino “Di que- bientale per lo sviluppo sostenibile nella pri- mavera del 2003. La SAT è stata invitata a pre- sto nostro Trentino sono le montagne il sentare la propria esperienza. Il testo che ri- principale ornamento e la principale ric- portiamo è la prima parte di una relazione chezza…” (Annuario SAT 1874). tenuta da Claudio Bassetti all’incontro di ve- L’Associazione ha anche osservato i nerdì 6 giugno 2003. cambiamenti nei modi e nei tempi della La seconda è la terza parte saranno pubblica- te sui prossimi numeri del bollettino frequentazione della montagna; ha registra- to la crescita esponenziale dei visitatori delle Alpi e la modifica degli usi tradizio- lo della sobrietà, passando sempre attra- nali del territorio; ha criticato le modifi- verso la socialità, ma anche puntando in che e gli stravolgimenti dei paesaggi natu- un certo momento storico sulla prestazio- rali, ha fatto opposizione forte verso pro- ne fisica, sull’esaltazione del gesto atleti- getti devastanti, ha promosso uno stile di co, mantenendo sempre sullo sfondo come frequentazione che rendesse minimo l’im- stile riconoscibile il rispetto per l’ambien- patto. Non è cambiata l’idea di fondo dei te frequentato. Un ambiente, quello alpi- satini, quella che vede nel camminare il no, che ha visto una accelerazione costan- modo migliore per conoscere, per vedere, te nei processi di modifica, alterazione, per tutelare, per conservare. È un lungo degrado. Ed a tale accelerazione è corri- percorso quello della SAT che ha visto ge- sposta una crescita delle attenzioni e della nerazioni succedersi in un continuo pas- denuncia da parte degli ambienti satini. saggio ideale, segnato da aiuti, consigli, Sono ancora oggi ricordati gli interventi confidenze, gesti simbolici che hanno a favore della tutela della flora e della fau- come comune denominatore l’educazione na montana, della protezione dell’orso bru- alla montagna, alla sua frequentazione, al no, a favore dell’istituzione dei parchi na- suo rispetto, alla sua conoscenza. turali, contro la funivia del Brenta (Brenta Educare vuol dire promuovere compor- da salvare), contro la funivia e gli impianti tamenti; possiamo dire che la Sat ha edu- sul Carè Alto e sul Cevedale, per la prote- cato alla montagna decine di migliaia di zione della Gardenaccia e della Val Du- suoi soci e non solo. Una educazione che ron, del gruppo del Sella, del Catinaccio nel tempo ha posto l’accento su aspetti del lago di Tovel e del Roen. Sono mo- diversi, da quello della conoscenza a quel- menti estremamente significativi e decisi-

6 vi, che hanno contribuito a trasmetterci ampiezza, e da sfondo, il problema am- intatti gli stessi scenari per i quali si è pro- bientale diventa soggetto spesso principa- mossa l’azione. Sono gli anni cinquanta e le. In tal modo tutte le componenti del so- sessanta che si chiudono con la mostra dalizio vengono a vario titolo investite e “Montagna da vivere. Montagna da salvare”. forniscono risposte che vanno nel segno Ma è a partire dagli anni settanta e so- di una coscienza sempre più viva dei pro- prattutto ottanta che l’accento è posto in blemi posti dalle modifiche sociali e eco- modo più marcato sulla questione ambien- nomiche ed ambientali della montagna. tale, sull’attenzione e la tutela. Si ripren- L’educazione alla montagna si concretiz- dono e si ampliano le riflessioni critiche za allora non solo in termini di conoscen- sugli effetti generali della frequentazione za, di promozione di comportamenti at- massiccia della montagna, sulla urbanizza- tenti, di analisi e denuncia dei progetti più zione dei versanti e dei fondovalle per sco- devastanti ma anche di azioni mirate tese pi turistici, sulla proliferazione degli im- a ridurre gli impatti generati dalla propria pianti di risalita, sulla progressiva costru- presenza ed a tutelare il territorio. zione delle strade forestali, sulla penetra- La base dell’agire e del non agire satino zione incontrollata all’interno delle aree viene codificata nel “Documento programma- naturali, sull’abbandono delle pratiche tra- tico della SAT per la protezione della natura al- dizionali, sul dissesto dei territori monta- pina” del 1990. In questa prima parte par- ni. Le risposte che vengono date acquisi- leremo di come attualmente la SAT sta pro- scono il carattere della continuità e della movendo la educazione alla montagna sulla base delle esperienze e delle sensibilità che si sono gradatamente affermate. Quello che cercheremo di far emerge- re è l’articolazione che la questione educa- tiva ha nelle varie componenti della SAT, la sua pervasività, la sua costanza e conti- nuità nel tempo, pur nella brevità dello spazio concessomi. Si parte dalla cono- scenza - che è il prodotto di studi e ricer- che approfondite di esperti appassionati - e dalla sua comunicazione per passare alle azioni concrete attraverso le quali la SAT cerca di dare risposta coerente ai quesiti posti. La tutela dell’ambiente è un punto nodale, critico, dove conoscenza e com- petenza devono trovare una sintesi per una corretta analisi dei costi ambientali dei pro- getti, ma anche per la formulazione di giu- dizi e di proposte per la gestione del terri-

7 torio secondo le linee definite nei vari do- tissimo nello studio e nella ricerca rela- cumenti. tiva ai ghiacciai trentini ed alla flora. Il Comitato Glaciologico Trentino (CGT) 1. La conoscenza è nato nel 1990 a seguito dell’istituzio- Conoscenza come strumento fondamen- ne, in seno alla SAT, della Commissio- tale per la comprensione e l’interpretazione ne Scientifica, alla quale fa capo. Scopo dei fenomeni. La SAT si è dotata di: del CGT è quello di approfondire e di- a) una biblioteca, la Biblioteca della monta- vulgare le conoscenze sui ghiacciai del gna, aperta al pubblico e dotata di un Trentino, attraverso un’attività diffusa consistente patrimonio (oltre 28.000 sul territorio. È costituito da più di 60 volumi). Scopo di questa struttura è operatori volontari organizzati in Grup- conservare e mettere a disposizione pi Operativi locali, corrispondenti ai di- degli utenti la maggior quantità possi- versi gruppi montuosi trentini che ospi- bile di informazioni sulla montagna e tano ghiacciai. Il CGT è membro del di promuovere iniziative ed organizza- Comitato Glaciologico Italiano che isti- re esposizioni bibliografiche atte a di- tuzionalmente promuove e coordina le vulgare i libri e la cultura alpina; ricerche nel settore della glaciologia per b) stampa sociale: una intensa attività edito- quanto riguarda le Alpi italiane. Attivi- riale, in cui le sezioni hanno una parte tà principale del CGT è la campagna molto importante, che ha prodotto ol- glaciologica annuale che si svolge da tre quattrocento pubblicazioni edite dal- metà agosto a metà ottobre, durante la la SAT; gli annuari, di cui l’ultimo ha quale vengono condotte misure di oscil- visto la sua comparsa recentemente. A lazione delle fronti glaciali e vengono ciò si aggiunge un bollettino a tiratura scattate fotografie da punti fissi. trimestrale (esce in quindicimila copie): Lavori più approfonditi, fra i quali ri- è un veicolo molto importante, che ha lievi topografici di precisione e misure la funzione di mantenere il collegamen- con l’ausilio di distanziometri laser e to fra gli associati, di far conoscere il G.P.S., vengono svolti su alcuni ghiac- territorio, di comunicare le decisioni ciai - campione diffusi nei diversi gruppi della SAT in merito alle questioni sia montuosi. Vengono inoltre realizzati interne che legate ai problemi ambien- progetti specifici su tematiche relative tali e alle gestioni del territorio; ai ghiacciai e all’ambiente periglaciale. I c) commissioni che hanno prodotto o stan- dati di oltre 10 anni di attività sono rac- no producendo, in collaborazione an- colti in un archivio informatico costan- che con altre istituzioni, quali il Museo temente aggiornato. L’archivio è con- di scienze naturali, archivi molto detta- sultabile su richiesta da parte di chiun- gliati in merito ai ghiacciai, alle cavità que sia interessato ad approfondire le naturali, alle malghe. Nel dettaglio: conoscenze sui ghiacciai del Trentino. - La Commissione scientifica ed il Comitato Le attività di divulgazione del CGT glaciologico hanno un compito importan- comprendono conferenze, giornate di

8 studio, serate informative e visite gui- lari ghiacciai dell’Adamello. date in alta montagna. Dal 2001 è attiva una convenzione con Punto centrale delle attività divulgative il Museo Tridentino di Scienze Natu- è il Centro Studi Adamello “Julius rali, realizzata allo scopo di sviluppare Payer” inaugurato nel 1994 nello splen- ulteriormente le attività di ricerca e di- dido scenario dell’alta Val Genova, a vulgazione sui ghiacciai. La convenzio- 2.430 m di quota. Il centro, realizzato ne ha permesso di creare presso il mu- dalla SAT in collaborazione con il Mu- seo una segreteria scientifica permanen- seo Trentino di Scienze Naturali, è aper- te che fa da punto di riferimento per to dal 20 giugno al 20 settembre e ospi- tutti i soggetti interessati alle attività gla- ta una mostra permanente sui ghiacciai ciologiche in Trentino. e l’ambiente di alta montagna, oltre ad - La Commissione speleologica ha accatastato offrire uno spazio attrezzato per lo svol- attualmente 1700 grotte e collabora an- gimento di soggiorni di studio, corsi e che ad importanti iniziative e ricerche giornate di formazione sull’ambiente scientifiche con: Dipartimento di biolo- glaciale e dell’alta montagna. Presso il gia dell’Università di Varese per una ri- centro transita l’Itinerario Naturalisti- cerca sui chirotteri del Parco Adamel- co “Vigilio Marchetti” che in alcune lo-Brenta; Direzione geologia e ciclo tappe percorre alcuni dei più spettaco- delle acque della Regione Veneto, una

Una delle uscite organizzate durante il “Corso per esperti di tutela dell’ambiente montano” nel 2001

9 ricerca sull’idrologia dell’Altopiano di rienze dirette a contatto con la natura da Asiago; Società speleologica italiana per parte dei bambini e dei ragazzi. Se il livel- la realizzazione del Censimento nazio- lo di conoscenza e di consapevolezza può nale sulle Cavità a rischio ambientale e essere più elevato rispetto a qualche deci- Geositi ipogei naturali. Non sono man- na di anni fa, manca però un rapporto di- cate le azione dirette del Catasto volte retto con la natura. Parliamo di rapporto alla tutela del patrimonio carsico del sensoriale, di crescita per esperienza, di Trentino: una dettagliata relazione abilità motorie che erano basi comuni dei scientifica depositata presso l’ufficio di ragazzi di pochi decenni fa. Valutazione impatto ambientale della Da qui si parte per introdurre i ragazzi Provincia autonoma di Trento, all’ambiente montano, prima ancora di sottolineando i rischi del progettato am- spiegare le caratteristiche naturalistiche pliamento della cava in località Patone della montagna e le tecniche di salita. Vi è di Arco e la relativa probabile distru- poi un’opera fondamentale, quella cioè di zione di ben dodici grotte. E poi l’azio- comprendere i limiti delle risorse e la con- ne d’informazione riguardo le antiche seguente modifica negli stili di vita quan- miniere del Monte Calisio, oggetto di do ci si avventura. Rimosse le sovrastrut- un discutibile progetto che le voleva tra- ture mentali e culturali indotte dalla socie- sformare discarica per rifiuti nocivi, pro- tà dei consumi vengono a galla i bisogni e getto poi sconfessato immediatamente le priorità reali; emerge la solidarietà come dallo stesso Comune di Trento. elemento decisivo per superare le difficol- - La Commissione Tutela Ambiente Montano tà, l’aiuto reciproco, lo scambio, il ricono- sta lavorando al catasto delle malghe scimento dell’altro, la conoscenza di se trentine al fine di inventariare questa stessi. Ma nasce il desiderio di capire, di straordinaria ricchezza, analizzandola comprendere il mondo che sta attorno, le da punti di vista molteplici, sia produt- sue leggi, le sue regole. È una crescita che tivi che paesaggistici, come pure am- si accompagna ad una visone che si fa più bientali e ricreativi. chiara e che porta al riconoscimento delle La commissione ha anche realizzato ricchezze anche nascoste, all’apprezzamen- una mostra sulle malghe, ora in carico to dei grandi scenari ma anche delle pic- alla Biblioteca della montagna, che rias- cole forme di vita, alla scoperta di emo- sume in 35 pannelli scopi e risultati della zioni e sensazioni sconosciute. È attraver- ricerca sulle malghe. so questo processo - che deve essere gui- dato - che si arriva alla coscienza del ri- 2. La formazione spetto, alla comprensione dell’importanza Partire dal basso della tutela ed in definitiva alla modifica L’alpinismo giovanile riveste una im- dei propri comportamenti, che diventano portanza fondamentale nell’educare alla attenti e rispettosi. L’attività di educazione ed montagna. Siamo in un periodo storico in insegnamento è espletata dagli Accompagna- cui c’è una marcata deprivazione di espe- tori d’Alpinismo Giovanile. Questi Ac-

10 compagnatori sono soci CAI/SAT formati delle Sezioni CAI, non possono prescin- attraverso corsi d’apprendimento e verifi- dere dall’escursionismo in montagna che ca che hanno l’obiettivo di testarne le co- deve essere l’attività prevalente. Attività che noscenze e le capacità sulle varie temati- comunque deve essere supportata da in- che che interessano la montagna e l’alpi- formazioni ed insegnamento di nozioni nismo: nozioni di botanica, geologia, let- naturalistiche, etnografiche, ludiche e tec- tura dell’ambiente, topografia, tecniche niche coprendo l’intera gamma d’attività d’alpinismo e sicurezza in montagna. che possono essere svolte in montagna Le attività d’Alpinismo Giovanile si (orientamento, trekking, speleologia, sci considerano suddivise in “promozionali” escursionismo, servizio di recupero e co- (all’esterno del sodalizio, nelle scuole, o noscenza ambientale, arrampicate ed con altri gruppi mediante assistenza a gite ascensioni). Tutte queste attività devono scolastiche, proiezioni, conferenze ecc.) e comunque contemplare, come obiettivo “proprie dell’Alpinismo Giovanile” (all’in- essenziale, la sensibilizzazione ad un cor- terno del sodalizio, attuate con i “Gruppi retto rapporto con l’ambiente naturale. Sezionali” mediante serie di escursioni o attività o Corsi che possono essere “di Partire dall’alto base” o “tematici”). L’educazione degli adulti come promo- Le attività proprie, svolte all’interno zione di comportamenti avviene nei mol-

Un momento del “Corso per insegnati” organizzato dalla SAT nel 1999

11 teplici settori della vita sociale. Con lezio- ni durante le scuole di roccia, di scialpini- smo, di escursionismo, con incontri e di- battiti, con la stampa sociale. Sempre più ai temi della tutela si affiancano azioni con- crete, che spesso partono dalle sezioni. Riportiamo un esempio significativo di azione concreta operata dalla sezione di Lavis che nelle feste di apertura e chiusura della stagione ‘invita-obbliga’ i propri soci a portarsi le stoviglie da casa. Un piccolo sacrificio che determina però una riduzione sensibilissima nella produzione di rifiuti. Sul piano istituzionale ricordiamo: 1. I corsi per insegnanti Una iniziativa di rilievo, in collabora- zione con la Commissione scientifica e la commissione alpinismo giovanile, si è rivolta alla scuola trentina. Si è svolto Numero speciale del Bollettino, edito nel 1985, che così un primo corso (1999) in Pasubio intendeva diffondere le posizioni dalla SAT sulla e successivamente in Brenta per studiare protezione dell’ambiente i caratteri naturali e le interazioni del- l’uomo con l’ambiente. Il secondo ap- puntamento, l’anno successivo, ha cen- fetti dello sfruttamento turistico su eco- trato l’attenzione sul tema dell’acqua, il sistemi e paesaggi, e due giornate in ghiacciaio, il torrente. Cinque giornate Vanoi, a percorrere torrenti per com- di intenso lavoro sul campo, in Man- prendere gli aspetti biologici, fisici e i dron, in Val di Genova e sul Brenta, problemi legati allo sfruttamento ed al- alla scoperta delle caratteristiche am- l’inquinamento delle acque correnti. bientali, geologiche, geografiche della 3. Gli incontri con le scuole di scialpinismo risorsa acqua. Altri momenti significativi sul versante 2. I corsi per esperti di tutela dell’ambiente montano delle formazione e della acquisizione Nell’agosto e settembre 2001 si è tenu- delle conoscenze sul sistema alpino to il primo corso per esperti promosso hanno riguardato le lezioni ai corsi di dalla commissione. Le adesioni sono ri- scialpinismo, centrate sui problemi le- sultate superiori alle aspettative. Il cor- gati alla frequentazione invernale della so si è svolto per due giornate in Bren- montagna e le interazioni con la fauna ta, studiando la botanica e la geologia alpina che vive in quel periodo il suo dell’ambiente d’alta montagna, e gli ef- momento più difficile.

12 Il trekking della Cordillera Huayhuash Testi e foto di Marco Benedetti

opo tante Dolomiti e tanti sentieri Non a caso fu scelta - alla fine degli anni Dmacinati sotto gli scarponi è una ’80 - dai ribelli “senderisti” come loro ri- esperienza completamente nuova questa fugio e proprio per questo rimase off li- vissuta nelle Ande del Perù, nella Cordil- mits ai trekkers per alcuni anni. lera Huayuash. Sono due le cordillere pe- C’è una differenza fondamentale tra le ruane più note, la Cordillera Blanca e la due zone dal punto di vista della loro Cordillera di Huayhuash, diverse centina- “esplorazione”: mentre la Cordillera Blan- ia di km a nord dalla capitale Lima. La ca si attraversa in più punti, alla Cordillera Cordillera Blanca (perché bianche sono le Huayhuash si gira intorno, compiendone sue vette sopra i 6000 coperte da nevi e l’intero periplo: sono 10 - 12 giorni di ghiacciai perenni), si distende lungo la valle trekking in completa autosufficienza, pas- del Rio Santa, a nord di Huaràz la “capita- sando da una valle all’altra costantemente le alpinistica” del Perù a circa 400 km dal- a quote fra i 4000 ed i 4500 m (e anche per la capitale vera, Lima. Quella di Huayhuash questo si tratta di un trekking impegnati- si trova un centinaio di km più a sud di vo), ai piedi di montagne bellissime e im- Huaraz, decisamente più isolata e più aspra. ponenti con i loro 6000 m come lo Yeru-

A 4700 m sopra Laguna Solteracocha e alle spalle le cime dello Yerupaja e El Toro

13 Case di pastori fatte di paglia e sassi sotto Pampa Llamac

Due bambini tra Laguna Jahuacocha e Laguna Solteracocha

14 paja, la seconda vetta del Perù, l’Jirishan- ca, il Rondoy, il Siulà e il Sarapo, pareti di ghiaccio e roccia che all’alba e al tramonto assumono colori bellissimi complice la lim- pidezza dell’aria. Nella Cordillera Huayhuash ci si muo- ve sempre in un territorio aspro, seppur ricco di acque, con vegetazione molto rada, dove la presenza dell’uomo è del tutto spo- radica e si limita a pochi contadini o pa- stori che dimorano in caratteristiche case di pietra e tetti di paglia e che in alcuni casi (in piena stagione) possono offrire bevan- de e cibo all’escursionista, ma su cui è bene non far mai conto. Bisogna pertanto cal- colare (e non c’è neppure il problema di tirare tanto sulle quantità e sui pesi dato che se li carica in groppa l’asino) provvi- ste sufficienti fino alla tappa di Huayllapa, il primo vero centro che si incontra dopo otto giorni. Verso Laguna Jahuacocha Ci si accampa per lo più sulle rive delle lagune (laghi) ai piedi dei ghiacciai e delle cime: Jahuacocha, Mitucocha, Charuaco- cha, Viconga, che sono tutte pescosissime e dunque una piccola canna da pesca e qualche esca artificiale è davvero consiglia- ta, e servirà a spezzare la monotonia dei pasti quotidiani a base di prodotti in sca- tola, liofilizzati (ma anche i nostri speck e grana alla fine) e quanto altro. È indispensabile per questo trekking (per l’impegno e per la durata) affittare dei muli (per i carichi) ed eventualmente ca- valli per concedersi qualche momento di riposo e dunque si viaggia in compagnia dell’“arriero” (il proprietario dei muli e dei cavalli) ed eventualmente anche del “co- chinero” (il cuoco) se siete un gruppo nu- meroso da 4 - 5 componenti in su, che al La cima dell’Jirishanca all’alba da Laguna Mitacocha

15 Laguna Viconga, la cascata che fuoriesce dalla Laguna e le cime di Puscanturpa e Cujoc termine di ogni tappa innalzeranno la “Car- pa. Gli ambienti, l’isolamento, il silenzio pa granda” (tenda) dove si consumerà la di questi luoghi rendono il trekking di cena e che si farà apprezzare specialmente Huayhuash del tutto simile all’esperienza in caso di cattivo tempo. Arriero e cochi- di una vera esplorazione. nero si possono contattare a Huaràz dove provvederanno a fare la spesa al coloratis- Le tappe del trekking di Huayhuash simo mercato. In paese si trovano anche molti negozi di articoli da montagna dove 1. Chiquian - Llamac è possibile affittare le principali attrezza- 24 km, 7 ore ture. Il punto di partenza per il trekking Una tappa lunga, seguendo il Rio Pati- della Cordillera Huayhuash è il paese di vilca e Llamac dove non si deve asso- Chiquian a circa 140 km a sud di Huaràz lutamente forzare perché tutto il (collegamenti con piccoli autobus di linea) trekking è ancora da venire, e ad una e la prima tappa fino a Llamac (quasi 28 quota che aiuta l’acclimatamento. km) è un buon banco di prova per saggia- 2. Llamac - Laguna Jahuacocha re la “tenuta”, mentre nella seconda si sale 17 km, 6 ore già sopra i 4000 m. Il punto più alto che si Si inizia subito a salire perché si raggiun- raggiunge sono i 5200 m di Punta Cuyoc ge quota 4300 sulla Pampa Llamac poi si ad un giorno dall’unico paese che si in- scende verso la laguna dove ci si accam- contra sul percorso del trekking, Huaylla- pa e nella quale si riflettono le grandi cime

16 dell’ Jirishanca e del Rondoy. 3. Laguna Jahuacocha - Quebrada Cualtehuian 10 km 5 ore Si costeggia la Laguna fin quasi sotto la crepaccia terminale, poi si inzia a sa- lire fino a 4750 m sotto le pareti del Rondoy per ridiscendere nella Quebra- da Rondoy dove si può giungere diret- tamente da Llamac (14 km - 7 ore) 4. Quebrada Cualtehuian - Laguna Mitucocha 14 km 4 ore Si lascia la valle per salire il passo di Cacanapunta a 4700 m poi si scende dolcemente fino alla Laguna ai piedi del versante opposto (nord) del Ron- doy e dell’Jirishanca.

Una bambina nella Quebrada Guanacpatay sotto il passo Cuyoc

Il villaggio andino di Hauyllapa

17 5. Laguna Mitucocha - Laguna Carhuacocha 12 km 5 ore Si risale fino al passo sotto Punta Carhuac e quindi ci si affaccia sulla Quebrada Carhuacocha prima di arri- vare alle rive della grande Laguna ai piedi del Toro del Siula e dell’Yerupaja 6. Laguna Carhuacocha - Huayhuash 13 km 5 ore Si prosegue nella Quebrada e poi si gira decisamente a destra verso le cime della Cordillera Raura fino a raggiungere la conca dove sorge quella che da noi sa- rebbe una “casera” e che da il nome all’intera Cordilliera. 7. Huayhuash - Laguna Viconga 15 km 5 ore Sulla destra sfilano in questa tappa al- tre spettacolari cime della Cordillera Raura. Si raggiunge la grande laguna e poi si scende nella valle sottostante, ac- campandosi sopra il fiume dove viene La parete dello Yerupaja scaricata con regolarità l’acqua della diga ai piedi in vista delle cime del Pu- riprende a salire nella Quebrada Huan- scanturpa. cho. 8. Laguna Viconga - Quebrada Cuyoc 10. Quebrada Huancho - Laguna Jahuacocha 13 km 6 ore 14 km 6 ore In questa tappa si tocca il punto più Una tappa impegnativa perché si su- alto dell’intero trekking i 5200 m di perano due passi a 4800 m sotto Pun- Passo Cuyoc tra Cima Jurau e il Pu- ta Tapush e Punta Llauche. Da qui ini- scanturpa. Si scende poi nella Quebra- zia la discesa verso Laguna Jahuacocha da Guanacpactay dove ci si accampa. 11. Laguna Jahuacocha - Llamac 9. Quebrada Cuyoc - Quebrada Huancho 17 km 5 ore 16 km 6 ore Nella penultima tappa si ripercorre a Si scende lungo la quebrada fino alla ritroso l’itinerario dalla laguna a Lamac confluenza con la valle che sale alla La- 12. Llamac - Chiquian guna Sarapococha sotto Trapecio, Siula 24 km 6 ore e Sarapo quindi si raggiunge il pueblo L’unico accorgimento è ricordarsi che andino di Huayllapa dove è possibile alla fine il percorso sale di nuovo fino acquistare viveri per le ultime tappe. Si a Chiquian.

18 Sono possibili diverse varianti lungo il percorso come ad esempio la tappa da Lla- mac a Quebrada Rondoy saltando Laguna Jahuacocha (ma che è meglio non saltare). Una volta superato Passo Cuyoc il punto più alto che si tocca nel trekking prima di arrivare al paese di Huayllapa si può de- viare per la Quebrada Sarapococha fino ai piedi del Siula Grande (vi ricordate il pri- mo libro di Joe Simpson “La morte so- spesa?”) e del Sarapo.

Accampati sulle sponde della Laguna Caruacocha, alle spalle lo Yerupaja e la cima El Toro

Il tracciato del percorso sulla carta edita dall’Istituto Geografico Nazionale del Perù (Pativilca, SC 18-9)

19 Il taccuino di Ulisse: “Hawaii” di Michele Azzali e Mirco Elena

uando pensiamo alle montagne più neamento imponente di ottanta edifici Qimponenti del mondo, la prima cosa vulcanici che si estendono, sotto e sopra che ci viene in mente sono le vette della le acque, per settemila chilometri fino quasi catena himalayana e del Karakoram, con all’Alaska. l’Everest e il K2. In realtà le montagne più L’origine di questo arcipelago è ricon- alte del nostro pianeta si trovano nell’Oce- ducibile alla presenza di un “punto caldo” ano Pacifico settentrionale e il loro svilup- al di sotto della crosta terrestre. Da esso si po verticale supera i novemila metri di al- innalza una colonna di magma che produ- tezza! Parliamo di due enormi vulcani, la ce ripetute eruzioni e giunge nel giro di cui base si trova cinque chilometri sott’ac- circa un milione d’anni a formare un im- qua, mentre le loro vette si spingono fino ponente cono vulcanico. Questo continua a 4200 m sul livello del mare. Mauna Kea a crescere finché il lento ma inesorabile e Loa, questi i nomi dei colossi, formano, movimento della crosta oceanica (nel pro- assieme ad altre tre strutture minori, l’os- cesso di “deriva dei continenti”) causa l’in- satura montuosa dell’Isola Grande di terruzione del flusso lavico verso la super- Hawaii, la più giovane ed estesa di un alli- ficie. Da questo momento il vulcano smette

Una felce pioniera cresce sull’elegante superficie di lava pahoehoe. (Foto Piergiorgio Pasquali)

20 di aumentare di dimensioni, divenendo bili, esso rappresenta anche una notevole preda degli agenti erosivi. Nel frattempo, attrazione turistica. Nei momenti in cui poco lontano, i magmi provenienti in con- non v’è attività si può infatti passeggiare tinuazione dal punto caldo troveranno una sul fondo della grande depressione som- nuova via di uscita fino al fondo marino e mitale, o caldera, affacciandosi anche al avrà inizio la costruzione di un altro edifi- bordo dell’Halemaumau, la “casa del fuo- cio vulcanico. In tal modo, con il ripetersi co eterno”, il cratere sul cui fondo c’era, nel tempo di questo processo, si crea una sino a vari decenni fa, un grande lago pe- fila di vulcani, la cui età risulta via via mag- renne di lava fusa. giore quanto più ci si allontana dal punto La presenza di montagne assai elevate caldo. Le moderne misurazioni fisico-ge- ha una notevole influenza sul clima del- ologiche ci mostrano come il punto caldo l’Isola Grande. Sul lato sud-orientale, so- abbia continuato a produrre magmi per pravvento, le piogge sono abbondanti e di almeno 70 milioni d’anni. conseguenza il fertile terreno è ricoperto Guardando su una cartina l’allineamen- da una fitta vegetazione tropicale. Sul lato to Hawaii-Emperor (così è stato battezza- opposto, sottovento, le aree sono aride se to), si vede subito che esso è alquanto pe- non addirittura desertiche. Tali drastiche culiare; si nota infatti che la catena si al- differenze climatiche divengono meno lunga in direzione nord-ovest per quasi pronunciate spostandosi dalle isole geo- 4000 km, per poi virare bruscamente a logicamente giovani a quelle più antiche, nord e proseguire per altre migliaia di km. ove i rilievi sono meno pronunciati e quin- L’unica spiegazione possibile è che circa di hanno meno influenza sulle precipita- quaranta milioni di anni fa la direzione di zioni. spostamento dell’enorme placca pacifica I terreni e le rocce delle Hawaii sono sia variata improvvisamente. Gli antichi vulcanici al 100%. Tutti i materiali che li vulcani registrano in maniera certa questo costituiscono erano un tempo incande- misterioso avvenimento, di cui a tutt’oggi scenti e quindi sterili. Le forme vegetali che non si conoscono le cause. oggi prosperano in questi territori devo- Il meccanismo di formazione di questi no esservi arrivate da lontano, portate dal- vulcani rappresenta una sorta di catena di le onde, o dagli uccelli, o dai venti. Questo montaggio geologica, il cui motore è il è facilmente immaginabile nel caso di spore punto caldo presente nel mantello terre- o di semi alati, o comunque leggeri. Più stre. Ciò permette di spiegare facilmente complicato è pensare a come siano potute perché l’emissione della lava avvenga esclu- giungervi le noci di cocco, le patate dolci, sivamente sulle isole più giovani e cioè la le banane. Ancora più difficile è risalire a Grande di Hawaii e, in misura assai mino- come siano arrivati animali incapaci di vo- re, anche su Maui. La zona di maggiore lare o di nuotare. In vari casi, come i mille produzione di lave è attualmente il vulca- diversi tipi di chiocciole originariamente no chiamato Kilauea. Dato che le sue eru- presenti devono essersi evoluti da pochis- zioni sono piuttosto tranquille e prevedi- simi esemplari fortunosamente giunti sul-

21 l’arcipelago. Gli unici mammiferi presenti menti ecologici ed addirittura l’estinzione su queste isole erano un pipistrello e la foca delle specie più vulnerabili alla competi- monaca. Oltre 10.000 erano i tipi di inset- zione e alla predazione da parte dei nuovi ti. Del tutto assenti invece rettili e anfibi. venuti. Il processo continuò a tasso acce- Moltissime di queste specie viventi, sono lerato una volta che l’arcipelago fu “sco- presenti esclusivamente in questi territori, perto” nel 1778 dal grande navigatore in- sono cioè endemiche. È il caso delle pian- glese James Cook (che qui trovò morte te da seme e degli insetti (il 98% si trovano violenta). Sempre nuove specie faunistiche solo qui). e botaniche vennero introdotte e l’equili- Quando attorno al 600 d.C. arrivarono brio ecologico precedente venne pesante- alle Hawaii i primi esseri umani, questi pro- mente modificato. Un importante fattore venivano dalle isole Marchesi, a 3800 km di cambiamento ambientale è stato, e ri- di distanza. Riuscirono ad attraversare mane anche oggi, la modificazione degli l’oceano senza bussola né altri strumenti, ambienti, a fini agricoli, turistici, ecc. Il ri- in semplici canoe con bilancere, dimo- sultato è che con solo lo 0,2% della super- strando incredibili capacità marinaresche. ficie totale degli Stati Uniti, le Hawaii van- I nuovi venuti portarono con sé varie pian- tano il non invidiabile record di aver avu- te e animali, tra questi gli indesiderati topi. to il 75% di tutte le estinzioni di specie Le specie introdotte causarono cambia- viventi verificatesi nel paese.

Coni avventizi sommitali del vulcano Mauna Kea. Sullo sfondo, 4000 metri più in basso, l’Oceano Paci- fico. (Foto Mauro Ianeselli)

22 Tornando agli aspetti geologici, le Hawaii sono il luogo ideale ove osservare i cosiddetti “tubi lavici”, cioè gli antichi condotti ove scorrevano i caldissimi e fluidi magmi basaltici. Interessanti sono pure le superfici della lava consolidata, assai dif- ferenti a seconda delle condizioni in cui questa si è mossa e poi consolidata; i ter- mini hawaiiani aa e pahoehoe sono entrati a far parte del gergo specialistico degli esper- ti di tutto il mondo per indicare le lave che in italiano si chiamano rispettivamente a crosta di pane e a corde. La natura particolare dell’arcipelago ha anche conseguenze di- rette per gli amanti delle spiagge, che pos- sono scegliere tra quelle bianche, risultan- ti dall’erosione delle barriere coralline, e quelle nere di sabbia vulcanica. Tra i fenomeni particolarmente spetta- Lava incandescente si getta nell’oceano durante colari che offrono le Hawaii vi sono poi le un’eruzione notturna. (Foto Mirco Elena) “fontane di lava”, gigantesche cortine di gocce incandescenti che, in occasione di pletato, i risultati sono spettacolari, come particolari eruzioni, vengono spinte ad al- sempre succede nelle zone tropicali, ove tezze notevoli - financo seicento metri! - la natura conferisce alle piante dimensioni dall’abbondante presenza di gas nei mag- assolutamente fuori dal comune. Ci capita mi. Spettrali e drammatici risultano infine di trovare lì, sotto forma di alberi impo- gli “alberi di lava”, pilastri rocciosi che nenti, le stesse piccole piantine che con sono quel che resta di piante bruciate dal- fatica facciamo sopravvivere in vaso nelle la lava, che si è plasmata attorno ai fusti nostre case trentine. carbonizzati come una corteccia rocciosa. Non sono comunque solo le foreste a Questi tronchi morti ci ricordano che le soffrire per gli effetti delle colate vulcani- forme di vita, specie quelle vegetali, vivo- che. Nel recente passato interi paesi sono no su queste isole esistenze estremamente stati sepolti dalla lava. Quando Pele - la precarie. Ma la vita non si arrende mai. dea hawaiiana dei vulcani - decide di agire, Appena una colata si è raffreddata inizia non v’è forza umana che possa resisterle. infatti il lento processo di colonizzazione Ciò può servirci da sobrio insegnamento da parte delle specie pioniere, che talora che l’umanità, pur con tutta la sua tecno- fanno capolino da un’inospitale distesa di logia, poco o nulla può per controllare i roccia nera. Quando poi il processo di cre- fenomeni geologici che agitano il nostro scita del tappeto naturale verde si è com- pianeta.

23 Ðèëñêè Ìàíàñòèð - Rilski Manastir: un tesoro fra i monti di Rila Testi e foto di Franco Gioppi

nche se appartenente alla schiera dei cirillico. Rarissima è anche la cartografia Anon credenti, il “turista fai da te” del con doppia indicazione, a meno che non mondo occidentale non può esimersi dal- si tratti di mappe tematiche appositamen- lo scongiurare l’assistenza dei Santi Cirillo te edite per particolari località e circostan- e Metodio se desidera raggiungere, senza ze oppure, all’incontrario, di pubblicazio- incorrere in eccessivi contrattempi, il “Ri- ni realizzate in una scala inadeguata per gli lski Manastir”, il maggior centro religio- scopi prefissati. so-culturale della Bulgaria ubicato nella Se invece, presi dall’impazienza di tro- parte meridionale del paese, proprio nel vare la “diritta via”, si è tentati di carpire cuore del massiccio di Rila, fra torrenti un’informazione scritta ai residenti attra- pescosi e superbe foreste popolate da quei verso il linguaggio dei segni, disegnini im- grandi predatori europei purtroppo scom- provvisati o idiomi sconosciuti, … occhio parsi in altri contesti geografici. alla penna! Con buona probabilità, l’occa- Già lasciare la caotica città di Sofia sionale interlocutore trascriverà le indica- (Ñ ÎÔÈß per i bulgari) ed imboccare la zioni con lettere minuscole, magari corsi- giusta via per Salonicco, infatti, è davvero ve, provocando così un involontario, enor- complicato, soprattutto perché alla scarsa me pasticcio dal quale sarà difficile uscire segnaletica internazionale esistente si ag- indenni. Prima di avventurarsi fra i monti, giunge, per noi, la difficoltà di decifrare gli quindi, un consiglio prezioso può essere sconosciuti segni dell’alfabeto bulgaro, quello di compilare una tabella di marcia a organizzato su una trentina di incompren- caratteri latini e di chiederne la corrispon- sibili lettere che si rifanno a quei caratteri dente trascrizione secondo l’alfabeto ma- greci tanto indigesti del periodo scolasti- iuscolo locale, così da poter confrontare co. Una scrittura dalle origini addirittura le tappe del nostro itinerario con le indi- soprannaturali secondo la tradizione agio- cazioni stradali che via via si presenteran- grafica, che sarebbe stata donata diretta- no lungo il percorso. Un sistema di traslit- mente dal Padreterno al monaco Cirillo di terazione empirico, ma sempre efficace. Tessalonica ancora nel nono secolo dopo Superata questa prima, “divina”, diffi- Cristo. coltà, eccoci finalmente lontani dalla ru- Siamo quindi di fronte ad un inconve- morosa capitale, tra campi seminati a ta- niente oggettivo non certo trascurabile, so- bacco orientale, vigneti ben curati e rare prattutto se si considera che le carte turi- chiazze a lavanda. A lato della via, fiaccati stiche normalmente vendute in occidente dalla canicola di questo sudaticcio mese di sono stampate usando i caratteri latini, giugno, numerosi contadini impegnati nei mentre quelle di produzione bulgara pre- lavori dei campi cercano frescura sotto le sentano le loro scritte secondo l’alfabeto chiome dei gelsi che, verdissimi, orlano le

24 coltivazioni e le strade minori. Sono pro- verdi. Tutt’attorno, si elevano le vette del prio loro, i “morari” della nostra giovinez- massiccio di Rila, possente elemento dei za, piante quasi sconosciute ai ragazzi d’og- monti Rodopi che con la loro granitica gi che ci riportano all’indietro nel tempo, barriera separano, a Sud, la Bulgaria dalla allorquando anche in Trentino abbondava Grecia. Dolcemente, seguendo a ritroso il questa specie originaria del lontano Giap- corso della Rilska reka, la strada raggiunge pone. I più attempati ne ricordano i frutti i 1.147 metri di quota, dove, su uno dei sugosi che maturano proprio in questa sta- pochi terrazzi pianeggianti, si erge, inaspet- gione: bianchi, neri e vinati, quelli che in tatamente, il grandioso e millenario mo- dialetto erano chiamati le “more ‘mbriaghe”. nastero ortodosso. Dopo cento chilometri di strada “magi- Si tratta di un vero e proprio monumen- strala” mediamente sconnessa che corre to della cultura spirituale e dell’arte bulga- sempre in direzione Sud, ecco, a sinistra - ra, centro letterario e religioso, meta di ovvero Vljavo, Âëÿâî - la deviazione per pellegrinaggi provenienti dalla Serbia, dal- la vallata di Rila (ÐÈËÀ), la meta del no- la Macedonia, dalla Dalmazia e persino stro viaggio. Oltrepassato l’omonimo dall’Europa centrale, oppure punto di so- abitato, i terreni agrari lasciano il posto alle sta per fedeli in transito dalla Valacchia foreste di aceri e di faggi secolari che, più verso il Monte Athos. Tutto il fascino dei in alto, si mescolano alle conifere sempre- misteriosi popoli slavi e della loro altret-

Preparazione del carbone all’interno della foresta

25 Monastero ortodosso di Rila: particolari affreschi tanto impenetrabile chiesa orientale è rac- terrottamente lasciando spazio anche a chiuso fra le mura di questo luogo straor- fondali pittorici della vita terrena dai con- dinario, ove la magnificenza, la varietà co- tenuti simbolici ed allusivi. reografica ed il simbolismo delle migliaia Nel 1980, sollecitata da oltre un milio- di immagini e di scene biblico-evengeliche ne di credenti e di religiosi, di artisti o di dipinte traspare come in nessun altro luo- semplici turisti che annualmente visitano go visitato. La bizantina cattedrale dedica- il romitaggio di Rila e le sue ricchissime ta alla Natività della Vergine, ma anche le collezioni, l’organizzazione internaziona- cappelle minori, i porticati, le gallerie e le le dei giornalisti denominata “FIJET” volle lunette finanche le porte d’accesso alla roc- attribuire a questo sito “La pomme d’or”, uno caforte religiosa, conservano ricercate dei più prestigiosi riconoscimenti possibi- quanto minuziose opere pittoriche di pre- li per un centro culturale ed educativo. Tre giata fattura, con icone dai ricchi sfondi anni dopo, nel 1983, lo stesso compendio caldi o dorati che esercitano una profonda fu innalzato al rango di “Monumento storico e magnetica suggestione sia per la loro di importanza mondiale” ed iscritto, su man- espressione solenne sia per la marcata de- dato della Conferenza Generale dell’UNE- vozione che le pervade. Oro su oro, por- SCO, nell’elenco del “Patrimonio dell’Uma- pora su porpora, incenso su incenso richia- nità”, quale ennesimo, prezioso gioiello che mano i fedeli al raccoglimento, alla pre- si aggiunge ai seicento tesori naturali e ghiera ed alla venerazione. Santi beatifica- culturali già posti sotto la tutela di quella ti dal popolo o dall’autorità religiosa ed prestigiosa Istituzione. Un sito che “… ha immagini della Vergine si susseguono inin- rappresentato nel corso dei secoli l’identità del po-

26 polo bulgaro di fronte a ogni tentativo di domina- ci permette di portarsi fino alla scuola di zione, fungendo da grande centro di creazione e di alpinismo della Maljovitsa (1720), richie- diffusione della cultura slava”. de poco meno di metà tempo. Un’altra tra Ma se l’opera iniziata nel decimo seco- le numerose opportunità offerte è l’escur- lo dall’anacoreta Ivan Rilski - Giovanni da sione ai seducenti Sedemte Ezera Rila secondo la dizione latina - può, oggi- (ѪäªÌÒª ªZªÐÀ - in italiano ai Sette dì, definirsi davvero spettacolare, altrettan- laghi m 2050), bacini lacustri d’alta quota to si può affermare per l’ambiente natura- posti su uno dei catini del versante nord le in cui il complesso è inserito e che, al occidentale del monte Hajduta, poco ol- pari, merita di essere conosciuto e visitato. tre la dorsale principale ed a valle del già Questa catena montuosa dirimpettaia dei citato Vazov Vrah (circa 6.30 dal mona- Balcani centrali, infatti, offre innumerevoli stero - tracciato segnato con color ocra). possibilità per esercitare attività sia di tipo Come nei nostri dolcissimi Lagorai, turistico sia di carattere alpinistico o escur- anche questa catena montuosa è attraver- sionistico, tutte all’interno di quadri pae- sata da un sentiero europeo a lunga per- saggistici dall’alto valore scenico poco correnza. Si tratta del percorso contraddi- umanizzati. Tra Rila e Borovec, centro sci- stinto dalla sigla E4 che, proveniente dai istico internazionale per appassionati che provengono dalla Grecia, dalla Turchia, ma anche dalla più lontana Russia, si erge (est) la cima della Musala m. 2925, la maggior elevazione di tutta la penisola balcanica, normalmente avvicinabile attraverso la fu- nivia che conduce alla località di Jastrebec punto di partenza per le escursioni verso la vetta. A settentrione del santuario, inve- ce, si elevano, a guisa di corona, i monti Baucer (2152), Dodov Brah (2661), Mra- morec (2730), Orleto (2730), Eleni Vrah (2654), Iglata (2575), Orlovec (2686), Ka- milata (2621) e Goljan Kupen (2695). In seconda fila, ecco le vette del Varia (2593) e del Vazov Vrah (2670), la cima del mon- te Usite (2547) nonché la più celebre e gettonata Maljovitsa (2725). Per salirla, partendo dal “sancta sanctorum”, occor- rono ben 7 ore di cammino lungo un sen- tiero contrassegnato dal colore azzurro mentre l’accesso dal versante opposto, quello che attraverso Samokov-Govedar- Il monastero ortodosso di Rila

27 Balcani, conduce in Grecia, all’Olimpo e, “assaggiare” questi selvaggi monti dell’Est ancora più a sud, fino alle Meteore ed al europeo, territori di grande fascino ed al- monte Parnaso. La via è addirittura mar- trettanta suggestione. Lungo il cammino, cata “EURO-WEG E-4 PYRENÄEN - altri escursionisti percorrono il nostro stes- ALPEN - RILA - PELOPONNES” e so itinerario: un solitario pope, un asciut- dovrebbe quindi congiungere la francese to veterano dell’Alpenverein austriaco, una Bourg Madame sita nei pressi del Princi- comitiva di gioiosi ragazzi in gita scolasti- pato di Andorra con Delfi nella Grecia ca di fine anno. Tra pascoli immensi, fore- centro-occidentale; in quello stesso luogo ste di “bor” abitate dai “metschka” (fore- dove, secondo la leggenda, si incrociaro- ste di pini abitate dagli orsi) e vette ancora no le due aquile liberate da Zeus agli anti- innevate, ognuno raccoglie ed esterna in- podi del mondo. Il tratto bulgaro di que- finite emozioni in un groviglio di idiomi. sto itinerario, dello sviluppo di circa 250 Tutti, però, sono attratti dalla medesima chilometri, attraversa tutte le catene della forza magnetica che questi luoghi sanno Vithosha, di Rila e del Pirin per terminare emanare e da quell’unica grande passione poco prima della frontiera greca. Si dice per la montagna che accomuna le genti di sia fattibile con 12 trasferimenti della du- tutto il pianeta. rata media di 6-7 ore ciascuno, di cui due interessano i Monti di Rila. La quarta tap- pa, infatti, comprende il segmento che dal Rilski Ezera raggiunge in otto ore il rifu- gio Maljiovitsa attraverso Yazov Vrh e la Maljiovitsa stessa, mentre la quinta fase del lungo percorso porta - tramite lo Strash- no Ezero e il Kobilino Branishte - al Rib- no Ezero in sette ore circa. Solitamente i tracciati sono segnalati con i colori rosso, giallo-ocra, azzurro, e verde su fondo bianco. Non mancano poi cartelli di tipo verticale, pannelli illustrati- vi ed i classici ometti in pietra, silenziosi compagni d’escursione e preziosi indica- tori presenti ad ogni latitudine. La catena è servita da sufficienti strutture montane ubicate in quota e, nelle località turistiche di maggior interesse, da un fiorire di ini- ziative private sorte dopo che anche que- sto paese è uscito dal lungo torpore del regime socialista. Purtroppo, chi scrive ha potuto solo Segnaletica escursionistica

28 A 35 metri dal tetto del mondo Intervista a Renzo Benedetti di Marco Benedetti

“ on la considero una sconfitta, ho Navuto solo molta sfortuna lassù, quella mattina quando mi sono fermato a 8815 m, a soli 35 m dalla vetta dell’Eve- rest, perché con la testa mi sentivo già in cima”. Renzo Benedetti ci mostra l’altime- tro che conserva ancora registrata nella memoria elettronica la quota raggiunta e poi aggiunge. “Può essere paradossale, ma oggi l’Everest è una montagna per non - alpinisti, è diventata una montagna total- mente addomesticata. La gente paga gli sherpa, paga le bombole e se è fortunata a indovinare la finestra giusta di bel tempo si mette in tasca la vetta. Tutti i tratti diffi- cili sono attrezzati con le corde, hai lo sher- pa o anche due o tre che ti assistono. Se invece vuoi dare senso alla tua salita, vuoi renderla il meno artificiale possibile, non Renzo Benedetti al Colle sud dopo lo sfortunato vuoi fare uso dell’ossigeno, allora le cose tentativo alla vetta cambiano, noi ci abbiamo provato e non ce l’abbiamo fatta, un grande alpinista bene quella membrana non c’era, non so come Patrick Gabarrou ci ha provato e non se si è rotta o se è andata persa o se man- ce l’ha fatta neppure lui”. cava proprio! Io e Sergio quel giorno sia- Renzo si è ristabilito perfettamente, il mo partiti alle 21.30 dal colle sud insieme recupero era stato completo già in Nepal, ad uno dei nostri due sherpa. Era molto ma quelle due ore sulla cresta dell’Everest, freddo, credo facesse - 30 e c’era sempre il in quasi completa cecità, non le dimenti- vento. Sergio fino a quel momento non cherà facilmente. aveva mai utilizzato l’ossigeno, a 8100 m Cosa è successo quella mattina al- ha deciso di ritornare indietro. Io ho pro- l’Hillary Step? seguito con lo sherpa, a 8200 m ho messo “Il mio problema è stato causato da la maschera, quando sono stato a 8500 m un difetto o da una rottura nella maschera sull’anticima mi sono fermato per massag- per l’ossigeno. C’è una membrana con un giare un po’ i piedi e ho detto allo sherpa. foro che funge da valvola: si sposta quan- ‘Secondo me questa maschera non funzio- do espelli l’aria, si ritrae quando inspiri. Eb- na bene’, e ce le siamo scambiate… Poi

29 abbiamo proseguito, siamo arrivati a 8700 altro sherpa che stava salendo, l’ho chia- m e ho iniziato ad avvertire un primo pro- mato mi ha fatto respirare l’ossigeno per blema all’occhio sinistro, ma ho pensato è 15 minuti, e poco dopo è arrivato il mio colpa del vento perché mi arrivava diretta- sherpa che probabilmente in vetta è arri- mente con la sua forza brutale da quella vato. A quel punto dopo due ore totalmen- parte. Abbiamo raggiunto l’Hillary Step, te da solo e impossibilitato a vedere siamo erano passate le 4 della mattina, mi sono scesi insieme fino al Colle sud in altre tre piegato per raccogliere alcuni sassi da por- ore. Qui ho respirato ossigeno da un’altra tare via come ricordo, ho preparato il tele- bombola che era rimasta, quindi siamo fonino e a quel punto ho avvertito un an- scesi con Sergio al campo 4 a 7000 m, alle nebbiamento anche nell’altro occhio, mol- 17 eravamo al campo 2”. to forte, praticamente vedevo solo ombre L’Everest una montagna per non al- indefinite lontano. Mi sono preoccupato pinisti, non è una contraddizione? e ho chiamato lo sherpa, ma lui non mi ha “Non è necessario essere degli alpinisti sentito, pochi minuti dopo non ci vedevo per salire, abbiamo incontrato gente come più. In quel momento è stata solo l’espe- Bruno Rodi, il primo calabrese (ma è un rienza che mi ha salvato, esperienza che ti italo americano), a salire l’Everest pagan- aiuta in queste situazioni a non perdere la do 100 milioni e avendo accanto quattro testa e a ragionare. Mi sono girato, mi sono sherpa dal primo all’ultimo minuto. messo in ginocchio e ho incominciato a Ha inoltre respirato l’ossigeno in ogni ripercorrere a ritroso la cresta, metro dopo momento, giorno e notte, dal campo 2 fino metro fino all’anticima sud. in cima. Quest’anno se non ci fossero sta- Ho intravisto l’ombra di un alpinista che te le corde fisse dal campo due al campo stava salendo, credo fosse americano, gli quattro non credo che sarebbero saliti in ho chiesto aiuto, mi ha passato via come molti su quella lastra di ghiaccio blu. An- se non ci fossi. Più sotto ho incrociato che questo toglie valore alla salita. L’Ice quattro alpinisti nepalesi, ho chiesto loro Fall è un discorso a parte perché lì viene di infilarmi la piccozza nello zaino per ave- attrezzato dagli sherpa per la sicurezza di re le mani libere, quella piccozza non l’ho tutti. Ed è impressionante come fra matti- mai più vista. Un’altro si è avvicinato e mi na e sera vengano spostati i ponti e le sca- ha detto ‘Per te è finita qui amico’. Qual- lette a causa del movimento del ghiaccia- che giorno dopo uno di loro, è finito in io. E per assurdo solo l’Everest è così, gli un crepaccio, è morto… altri ottomila sono una cosa per alpinisti Sono rimasto di nuovo solo e ho do- esperti”. vuto scendere da solo un salto verticale di Il rammarico maggiore? 40 m in doppia, su una corda da 6 mm. “Di non aver visto la parte alta della Poi sotto c’erano dei pendii di neve mi montagna, però insieme la consapevolez- sono lasciato scivolare, sono anche finito za che è alla mia portata, ci tornerò sicura- in un piccolo crepaccio, per fortuna erano mente, in fondo l’ho mancato per un sof- solo 2 metri. Più sotto ho incontrato un fio!”

30 Storia e attività della Scuola intersezionale di alpini- smo e scialpinismo “Lagorai”

a Scuola intersezionale di alpinismo e lato sui tre corsi previsti dalla Commissio- Lscialpinismo “Lagorai” è nata nel 1994 ne Nazionale Scuole del CAI per quanto a Pergine Valsugana, per volontà di alcuni riguarda lo scialpinismo, SA1, SA2, SA3 istruttori che avevano maturato esperien- (quest’ultimo ogni 2-3 anni per la forma- ze precedenti in attività sezionali e con al- zione degli aiuto-istruttori) e sulla realiz- tre Scuole, soprattutto nel vicino Veneto. zazione di corsi roccia e ghiaccio livello Nella zona non esistevano iniziative si- AR1 e AG1 per l’alpinismo. mili, l’obiettivo è stato quello di realizzare La qualifica iniziale degli istruttori ha una “scuola di montagna” a carattere per- consentito alla Scuola di iniziare l’attività manente, con attività in tutti i settori, aperta con i corsi di scialpinismo, finora sono stati a tutti gli appassionati ed in grado di con- realizzati 11 corsi SA1, 7 corsi SA2 e 3 corsi tribuire tecnicamente e culturalmente al- SA3; dal 1998 sono stati organizzati 4 cor- l’attività delle varie sezioni SAT della zona, si roccia di livello AR1. Negli ultimi anni è partendo dal Pinetano per arrivare fino al diventata parte integrante dell’attività la Tesino. collaborazione con la sezione SAT di Per- Il piano didattico della Scuola è artico- gine per l’accompagnamento e la forma-

Uscita scialpinistica alla Cima Lagorai nell’inverno 2001 (Foto Paolo Marconi)

31 zione dei soci in ambiente di alta monta- ste e a un continuo confronto con l’espe- gna. La Scuola collabora con alcune scuo- rienza di coloro che da anni svolgono con le elementari e medie, con attività di mon- passione l’attività, lasciando spazio ai mo- tagna estive per ragazzi, con le sezioni SAT menti di aggregazione e divertimento sen- per l’alpinismo giovanile e nella realizza- za dimenticare l’ essenziale natura didatti- zione e cura delle escursioni più impegna- ca e formativa dei corsi. tive. L’organico attuale è composto da 11 istruttori, di cui 4 nazionali, 7 regionali, 1 Organico della Scuola “Lagorai” guida alpina e 25 aiuto istruttori alcuni dei quali partecipano ai corsi esame per istrut- Paoli Giuliano INSA direttore Marconi Paolo INSA vicedirettore tore. Paoli Alessandra aiuto istr. - segretaria Viene data molta importanza al carat- Paoli Lorenza aiuto istr. - segretaria tere di intersezionalità della Scuola al fine Acler Paola INSA di raggruppare idealmente diverse sezioni Ferrari Silvano INSA tra loro vicine, nell’intento che esse rico- Ferrari Stefano ISA Fratton Ruggero ISA noscano alla Scuola il ruolo tecnico e cul- Fontanari Elvio ISA turale a cui è preposta e che può offrire. Magnago Mario IA Nell’ambito di un mondo alpinistico Oss Emer Clemente ISA sempre più evoluto, in relazione alla quali- Sartori Andrea ISA - IA tà dei materiali e alle esigenze degli iscritti, Toldo Flavio GA Balducci Giorgio aiuto istruttore si punta ad un’efficace miglioramento del- Boneccher Ivan aiuto istruttore l’insegnamento e a un processo continuo Broseghini Romano aiuto istruttore di confronto e aggiornamento fra gli istrut- Chistè Michele aiuto istruttore tori. Fondamentale l’attenzione alla sicu- Curzel Giovanni aiuto istruttore rezza legata sia all’attrezzatura che al com- De Martin Roberto aiuto istruttore Fedrizzi Bruno aiuto istruttore portamento del singolo e del gruppo. Ferrari Paolo aiuto istruttore Il gruppo è percepito come valore, Fruet Carlo aiuto istruttore come garanzia che relazioni schiette e pia- Girardon Ivan aiuto istruttore cevoli fra i componenti assicurano la cre- Giupponi Gianmarco aiuto istruttore scita di tutti. Tra gli obiettivi si cerca di va- Grisenti Armando aiuto istruttore Lasta Maurizio aiuto istruttore lorizzare la figura dell’istruttore, che deve Leonelli Lucia aiuto istruttore porsi sempre più come riferimento non Menotti Gianfranco aiuto istruttore solo di affidabilità tecnica, ma anche di Mittempergher Aldo aiuto istruttore “cultura di montagna”; il rapporto istrut- Moser Andrea aiuto istruttore tore allievo si riconosce più nel dialogo, Pallaoro Ezechiele aiuto istruttore Piva Fulvio aiuto istruttore nel confronto delle opinioni, nella ricerca Rossi Giorgio aiuto istruttore delle motivazioni che nel tecnicismo. Vie- Santuari Federico aiuto istruttore ne attribuita grande importanza ai giovani Volpe Marcello aiuto istruttore esponenti della Scuola, alle nuove propo- Zeni Carlo aiuto istruttore

32 Il “Monte Stella” nelle Alpi di Ledro di Marco Fiorito (Sezione del CAI Garbagnate)

Sono da poco passate le otto, quando io e Cristina raggiungiamo il Passo d’Am- pola dopo aver percorso tutta la Valle di Ledro. Arriviamo infatti dalla Valle di Non, ormai nostra terra di adozione, e luogo dove ci rifugiamo ogni volta che possia- mo, e ogni volta che, anche non potendo, riusciamo a trovare una scusa per far tace- re la coscienza e ad andarci anche se i tempi ristretti, i costi e il traffico lo sconsiglie- rebbero. L’altro ieri, usciti dai rispettivi uffici, sia- mo così partiti da Milano e, superato il con- sueto muro di automobili che come ogni venerdì satura i primi 50 Km della Milano Venezia, siamo giunti in Trentino. Gli altri, allievi e accompagnatori del Corso di Escursionismo che abbiamo sen- za troppi complimenti abbandonato al loro destino, ci stanno raggiungendo dal Lago d’Idro, e, se non si sono persi dovrebbero essere qui a momenti. Un momento dell’incontro: al centro Claudio Bas- Prima di loro ci raggiunge il nostro re- setti, a destra Cristian Ferrari (Foto P. Motter) ferente per questa uscita, l’amico Piergior- gio Motter, presidente della SAT Carè Alto di Vigo Rendena, al quale, ahilui, ci rivol- sugli annuari di sezioni che con tali pro- giamo ogni qualvolta ci venga in mente di blemi si scontrano quotidianamente. Pro- fare qualcosa di particolare da queste parti prio per ciò riteniamo che l’argomento sia e che ancora una volta si è messo a nostra di estrema importanza, in quanto sarebbe completa disposizione per aiutarci. Insie- ora che le sezioni di pianura la smettesse- me a lui, un’altra nostra vecchia conoscen- ro di far finta di credere che il CAI sia solo za: l’amico Giovanni Mattioli. andare in gita la domenica, e cominciasse- Il tema principale della giornata sarà la ro a rimboccarsi le maniche e a dare una Tutela dell’Ambiente Montano; problema- mano in quelle attività che del CAI, di tut- tica che una piccola sezione della provin- ti i CAI, dovrebbero essere elemento por- cia di Milano, come è la nostra, conosce tante. solo per aver letto qualcosa sulle riviste o Pochi minuti ancora e arrivano anche i

33 nostri; io e Cristina eravamo convinti, co- Noi, piccola minoranza di una sezione noscendoli, che si sarebbero persi in chis- di pianura, avevamo fino ad oggi visto le sà quale laterale delle , ma que- cose così come le si può vedere da lonta- sta volta, invece, ci hanno trovato subito no; opponendoci quando ci sembrava giu- e, meraviglia delle meraviglie, sono stati sto, ma anche accondiscendendo quando (quasi) puntuali! certi argomenti ci sembravano sensati, Il tempo di riunirci con Annamaria San- quando sentivamo parlare di sviluppo eco- tolini, Presidente della SAT ledrense, con nomico della valle, di benessere o addirit- Claudio Bassetti e Christian Ferrari, presi- tura di sopravvivenza. dente il primo e fondamentale esponente Ci scontriamo quindi con una realtà della TAM il secondo, si parte alla volta ben diversa, dove certi argomenti ven- del Monte Tremalzo. gono spesso creati ad arte, per inganna- Camminiamo per il versante sud occi- re i più, e dietro i quali nascondere ben dentale del Tremalzo, chiacchierando del altri interessi. più e del meno, osservando insieme la flo- Ci rendiamo anche conto di come noi ra locale, ricca di endemismi o comunque di città, anche se a dire il vero cittadino di specie da noi poco diffuse. E così, tra non mi sento affatto, rappresentiamo spes- un fiore che con molta pazienza Annama- so la prima giustificazione sulla quale ba- ria ci fa notare e un’occhiata all’orizzonte sare interventi di grande distruzione, vol- per riconoscere le vette circostanti, non ci ti, dicono, ad accontentare le nostre esi- accorgiamo che Emanuela ha preso il co- genze turistico-pistarole. mando delle operazioni e, in barba alla le- E così si progettano impianti sempre zione di orientamento di qualche settima- più comodi, più capienti e più veloci, ma- na prima, si sta trascinando tutto il grup- gari con la TV satellitare, e magari che par- po in mezzo ai baranci. tano direttamente dalla biemmevù par- Ritrovata faticosamente la giusta via, ri- cheggiata, passino dal bar per il cappuccio prendiamo allegramente la salita e fra uno e la brioches calda, e arrivino direttamen- sfottò e l’altro all’indirizzo di Emanuela, te alla partenza della pista. Si studiano col- giungiamo in vetta. Qui ci guardiamo un legamenti sempre più lunghi e più arditi, po’ intorno, dopodichè sediamo per terra di modo che il turista possa cominciare a e cominciamo a parlare. sciare a Cervinia e scendere a Madonna di Claudio, Christian e Piergiorgio, che fa Campiglio, magari direttamente nella va- parte anch’egli della TAM, ci raccontano sca idromassaggio dell’hotel; poco impor- dei progetti che qualche tempo fa avevano ta se per fare tutto ciò bisogna “spalmare” interessato queste valli, di come questi fos- chilometri di prati e abetaie. sero stati presentati quali interventi di poca Basta lasciarsi trasportare dall’immagi- entità che poco avrebbero alterato l’am- nazione, ed ecco che la vallata verde in cui biente naturale, e di come invece, in segui- ci troviamo si trasforma. Gli alberi giac- to ad attente analisi, si fossero rivelati estre- ciono al suolo. Le loro radici, che per se- mamente distruttivi e oltretutto anche scar- coli hanno solcato il sottosuolo, ora sec- samente vantaggiosi dal punto di vista eco- cano al sole. nomico. Enormi massi e grandi quantità di de-

34 triti restano abbandonati qua e la, in luo- terne toccare con mano gli effetti, se non ghi dove non diano fastidio ai candidi ta- da semplici utenti. voli da biliardo dove il turista deve sciare. Arriva così il momento di salutarci, i Residui di materiali abbandonati sotto i nostri interlocutori hanno altri impegni; muri di contenimento di strade che non peccato. portano a nulla, e nei greti di torrenti il cui Noi continuiamo la nostra gita con An- flusso è ormai deviato agli impianti di in- namaria e Giovanni, i quali ci accompa- nevamento artificiale. gnano in un lungo giro del Tremalzo che, Preziose tracce antropiche come anti- oltre a portarci su Cima Caset, ci fa sco- che mulattiere, vecchi villaggi ormai ab- prire nuovi angoli poco frequentati e, for- bandonati e appartati luoghi di culto, di- se proprio per questo ricchi di fiori che in strutti e inghiottiti dal passaggio dell’im- molti casi scopriamo per la prima volta. menso nuovo pistone da sci, insieme alla Come tutte le volte però arriva il triste storia di questi luoghi, delle sue genti e delle momento di dover salutare, salire sulle sue tradizioni. nostre scatoline di latta e prendere la via Al posto delle baite e delle malghe, ora del ritorno. ci sono case di pregio, costruzioni, auto- Stanchi e cotti dal sole ci ritufferemo mobili, radio a tutto volume e puzza di nella Milano Venezia dove resteremo im- patatine fritte. bottigliati come sempre; ripenseremo Non siamo più sul Monte Tremalzo; ci alla splendida giornata che abbiamo tra- siamo trasferiti sul Monte Stella di Milano, scorso su queste montagne e immagine- nei giorni della festa dell’Unità. remo la prossima volta in cui torneremo Ad opporsi a tutto ciò, piccoli nuclei di e le ritroveremo, speriamo, ancora là ad uomini che dedicano il loro tempo ad im- aspettarci, intatte e selvagge come le ab- pedire che tutto ciò avvenga, la TAM è uno biamo lasciate. di questi, e non ponendo veto per partito Questa volta però sappiamo che se così preso a qualsiasi tipo di iniziativa, ma ana- sarà, il merito è anche di un piccolo grup- lizzando e facendo ricerche in ambiente po di uomini che anzichè star lì, come fac- caso per caso, al fine di dimostrare, che gli ciamo tutti, a guardare lasciarsi portar via interventi, o parte di essi, su questi luoghi, anche quei pochi luoghi incantati che la oltre che procurare un danno ambientale, nostra società devastatrice non ha ancora spesso non porterebbero a nessun tipo di raggiunto; anzichè giustificare scempi ver- vantaggio, ma solo a distruzione e magari gognosi, dietro false motivazioni che il più alla lunga, come spesso accade, anche a delle volte servono solo a far tacere le co- degrado. scienze dei benpensanti, si battono perchè Prima di scendere parliamo anche di tutto ciò che può essere ancora salvato non Rifugi, di sentieri, delle Mountain Bike del venga irrimediabilmente distrutto. Piatto Alpinistico, della nostra sezione e Ed è ora che quella parte di “cittadini” di tutto quello che ci passa per la mente, che ama la montagna, che so essere molto anche se spesso si tratta di argomenti, an- più considerevole di quanto si è spesso cora una volta, lontani dalla nostra realtà e portati a pensare, cominci a far sentire la che possiamo comprendere senza però po- propria voce!

35 Il GPS in montagna di Gian Marco Richiardone (A.E. Sezione Universitaria SAT)

ntroduzione realizzare un sistema di navigazione satellitare. Le IL’elettronica e in particolare i nuovi sistemi di forze armate sovietiche hanno impostato un siste- comunicazione hanno invaso anche il mondo ma analogo chiamato GL.O.NA.S.S. (GLobal Or- escursionistico e alpinistico. Pensiamo a quanti biting NAvigation Satellite System) e l’E.S.A. (Eu- sono gli strumenti elettronici che ci portiamo in ropean Spatial Agency – Agenzia Spaziale Euro- montagna, e che oramai hanno trovato posto nel- pea) ha impostato l’attivazione del sistema lo zaino: radio ricetrasmittenti VHF, telefoni cel- G.N.S.S. 2 (Global Navigation Satellite System) lulari, orologi digitali con incorporato altimetro/ Galileo. Il sistema GLO.NA.S.S. è attivo dal 1996 barometro e termometro, altimetri elettronici, ecc. ed è costituito da 24 satelliti disposti su 3 orbite, Oltre a questi strumenti anche l’informatica sta as- molto similare per molte caratteristiche al sistema sumendo delle connotazioni sempre maggiori nel statunitense. Il sistema europeo Galileo è basato mondo dell’alpinismo: le Sezioni del CAI stanno sulla completa interoperabilità con i sistemi realizzando siti internet, sempre in internet si pos- NAV.S.T.A.R.G.P.S. e GL.O.NA.S.S., però si diffe- sono trovare gruppi di discussione sui temi legati renzia da questi per il totale controllo di tipo “civi- alla montagna, bollettini con previsioni meteoro- le”. Il primo satellite sperimentale sarà lanciato nel logiche e situazione nivologiche, allegati alle guide 2004 mentre entro il 2008 è previsto il completa- alpinistiche si trovano spesso CD-ROM contenenti mento del sistema, costituito da 30 satelliti (27 cartografie e relazioni, e così via. In questo reper- operativi e 3 in riserva). torio di tecnologia “alpinistica” iniziano a trovare Vista la maggiore diffusione, sul mercato civile una certa diffusione i ricevitori GPS Anche la stam- commerciale, di apparecchi di ricezione per il si- pa nazionale del CAI ha dedicato dello spazio al- stema statunitense NAV.S.T.A.R.G.P.S. (d’ora in poi l’utilizzo di questi strumenti e la Commissione indicato semplicemente come GPS), di seguito mi Centrale per l’Escursionismo ha incaricato uno soffermerò sull’analisi solo di questo. specifico Gruppo di Lavoro di approfondire le Certamente l’elemento di maggiore importan- problematiche legate all’utilizzo di queste apparec- za del sistema è rappresentato dai satelliti. Il pro- chiature. Non da ultimo, la stessa SAT ha recente- gramma è stato avviato nel 1960 dall’U.S. Air For- mente acquisito un ricevitore GPS Leica GS50 per ce e solo nel 1974 le altre forze armate statunitensi il rilevamento della rete sentieristica e altri impie- hanno contribuito allo sviluppo del sistema GPS, ghi similari (ghiacciai, teleferiche per i rifugi, ecc.). permettendo la messa in orbita dei primi 10 satel- liti (Block I, tra il 1978 e il 1985, attualmente tutti Un po’ di storia dismessi), seguiti da 9 satelliti Block II (in sostitu- L’acronimo GPS è stato coniato dagli esperti zione dei precedenti, tra il 1989 e il 1990, di cui di sistemi di comunicazione militari statunitensi alla solo 3 ancora in servizio), a cui hanno fatto segui- fine degli anni ‘60, per indicare un sistema di navi- to ulteriori 19 satelliti Block IIA (tra il 1990 e il gazione: la sigla completa è NAV.S.T.A.R.G.P.S., 1997, di cui 2 fuori uso) e quindi recentemente 8 cioè NAVigation Satellite Timing And Ranging satelliti Block IIR (tra il 1998 e il 2003). Quindi su Global Positioning System, o più semplicemente 46 satelliti portati in orbita (ulteriori due lanci non sistema satellitare globale di posizionamento. Il sono riusciti) solo 28 sono in funzione e di questi GPS è un sistema di navigazione passivo, basato 4 sono tenuti di riserva. sulla ricezione a terra di segnali radio emessi da Contando anche i satelliti sovietici abbiamo già satelliti artificiali, gestito dal Dipartimento della Di- a disposizione circa 55 satelliti per la navigazione: fesa degli Stati Uniti. purtroppo sono pochi i ricevitori che riescono a Gli Stati Uniti non sono stati gli unici però a sfruttare ambedue i sistemi, anche se i futuri rice-

36 vitori che utilizzeranno il sistema Galileo avranno la capacità di impiegare tutte le costellazioni esi- stenti, a beneficio dell’utente.

I segmenti del sistema GPS Entrando nel dettaglio del sistema GPS si pos- sono individuare tre distinti segmenti: segmento spaziale (satelliti), segmento di controllo (stazioni a terra) e segmento di utilizzo (ricevitori). Come già accennato prima il segmento spa- ziale è costituito da 24 satelliti artificiali più 4 sa- telliti di scorta distribuiti su 6 piani orbitali, ad un’al- tezza di 20.183 km, egualmente spaziati in longitu- dine e con orbita circolare con un periodo di rivo- luzione di 12 ore siderali. A causa della differenza tra tempo siderale e tempo solare, ogni satellite sorge sopra un certo punto della terra circa 4 mi- nuti prima ogni giorno. I satelliti hanno le seguenti funzioni: trasmettere informazioni agli utilizzatori tramite diversi segnali; ricevere e memorizzare in- formazioni trasmesse dal segmento di controllo; mantenere un segnale di tempo molto accurato utilizzando degli oscillatori atomici montati a bor- do di ogni satellite; eseguire manovre di correzio- ne dell’orbita. Le orbite sono state studiate in modo tale da assicurare che almeno 4 satelliti siano con- temporaneamente visibili da ogni punto del glo- bo, con un orizzonte minimo di 15°, ottenendo un posizionamento tridimensionale continuo in mento tridimensionale in tempo reale. Ad ogni tempo reale. utente viene trasmesso dai satelliti in vista, un mes- Il segmento di controllo è costituito da 5 sta- saggio contenente informazioni sullo stato della zioni a terra (Hawaii [Oceano Pacifico], Colorado costellazione dei satelliti. Springs [U.S.A.], Ascension Island [Oceano Atlan- tico], Diego Garcia [Oceano Indiano] e Kwajalein Come funziona il sistema GPS [Polinesia], tutte lungo la linea equatoriale) con la Il sistema GPS funziona 24 ore al giorno, in funzione di: analizzare e verificare i segnali emessi qualsiasi parte del globo terrestre, con qualsiasi con- dai satelliti e predire la loro orbita; compensare gli dizione meteorologica e anche al buio (i ricevitori errori degli orologi atomici e controllare gli spo- hanno un sistema di illuminazione dello schermo), stamenti dall’orbita nominale; inviare messaggi ai inoltre il sistema è completamente gratuito: non satelliti con i parametri di correzione degli orologi esistono costi di accesso. e delle effemeridi (posizionamento su di una sfera Sappiamo che per ottenere le coordinate car- di riferimento [costellazione] dei satelliti) per ogni tesiane (X e Y oppure longitudine e latitudine) di istante. un punto P basta misurare le coordinate polari (di- Il segmento di utilizzo comprende tutti gli stanza e angolo azimutale) di questo punto rispet- utenti civili e militari. Ogni utente è dotato di un to a tre punti di coordinate note. Questo è il siste- equipaggiamento più o meno sofisticato costituito ma che inconsciamente utilizziamo anche nella da un’antenna e un ricevitore capace di ricevere i normale pratica escursionistica, quando dobbiamo segnali emessi dai satelliti e ottenere il posiziona- determinare la nostra posizione: rileviamo l’azimuth

37 su almeno tre punti noti e mediante l’intersezione menti 3 satelliti sono sufficienti per avere il posi- dei controazimuth riportati sulla carta topografica zionamento bidimensionale (latitudine e longitu- otteniamo la nostra posizione. dine). Il ricevitore GPS fa la stessa cosa, utilizzando Ricevuto il segnale dai satelliti, il nostro ricevi- però un segnale proveniente dai satelliti in vista. Nel tore, tramite il programma precaricato, determina metodo GPS la distanza tra ricevitore e satellite è la posizione dei satelliti in vista, la distanza inter- derivata dalla misura dell’intervallo di tempo che corrente tra satellite e ricevitore, lo sfasamento degli impiega un segnale emesso dal satellite a raggiun- orologi e determina la propria posizione per inter- gere il ricevitore a terra. Ogni satellite invia un se- sezione di un numero di sfere corrispondenti al gnale particolarmente complesso, emesso contem- numero di satelliti in vista, ciascuna sfera centrata poraneamente su due diverse frequenze (i normali su un satellite e di raggio uguale alla distanza satel- ricevitori GPS palmari ne ricevono solo una) mo- lite - ricevitore. dulate con il codice di identificazione del satellite, il dato di precisione del segnale (peraltro identifi- Gli errori del sistema GPS cabile e utilizzabile solo da ricevitori militari) e un Come per qualsiasi altro sistema di navigazio- messaggio contenente informazioni sullo stato di ne è importante conoscere quali sono gli errori salute e della posizione dei satelliti, i parametri di che affliggono il sistema, per sapere come utilizza- correzione degli orologi del satellite e altre infor- re e apprezzare i risultati del sistema stesso. Gli mazioni necessarie per il posizionamento in tem- errori derivano principalmente da: po reale. Il codice è così complicato per i seguenti - errori dei satelliti: errori derivanti dalle effe- motivi: meridi inviate, cioè il satellite non si trova esat- - il metodo GPS è un sistema multiutente e quin- tamente nella posizione fornitaci nel messag- di non è possibile utilizzare un metodo anda- gio ed errori di sincronizzazione degli orologi, ta-ritorno, basato sulla trasmissione di un se- che possono produrre errori nelle distanze fino gnale e ricezione del segnale riflesso, anche alla decina di metri; perché questo determinerebbe la “scoperta” - errori dei ricevitori: derivano essenzialmente del ricevitore (ricordiamo che è un sistema di dalla sincronizzazione degli orologi a causa della navigazione nato per scopi militari); minor stabilità degli oscillatori e si traducono - è necessario poter osservare diversi satelliti in errori di distanza compresi tra i 10 e i 100 m; (almeno 4) e saperli identificare; - errori di osservazione: sono dovuti agli effet- - la richiesta di precisione suggerisce l’utilizzo di ti dell’atmosfera, in quanto un segnale che at- un codice specifico; traversa l’atmosfera non solo viene deviato ma - la necessità di applicare le correzioni derivanti varia la sua velocità di propagazione. In parti- dall’attraversamento, da parte del segnale, della colare l’errore dovuto alla troposfera (entro i ionosfera suggerisce l’utilizzo di due diverse fre- 15 km di altezza) è di difficile correzione mate- quenze; matica, mentre l’errore dovuto alla ionosfera - l’utilizzo del segnale sia da parte di civili che di (da 80 a 500 km di altezza) può essere corretto militari, suggerisce l’utilizzo di due codici: uno utilizzando due portanti a diverse frequenze. pubblico e uno solo per scopi militari. Un metodo per ridurre l’errore nell’utilizzo dei Come evidenziato prima, il sistema GPS deri- GPS è quello di utilizzare più ricevitori per effet- va la misura della distanza da un intervallo di tem- tuare le osservazioni, ma tale metodologia di cor- po che si basa sulla sincronizzazione degli orologi rezione non è sicuramente applicabile per chi ef- dei satelliti e dei ricevitori. Siccome questa sincro- fettua escursionismo, in quanto necessita di appa- nizzazione è praticamente impossibile (esiste uno recchiature specifiche. Peraltro alcuni degli errori scarto di alcuni millisecondi) si deve considerare derivanti dalla posizione dei satelliti sono stati in un’incognita aggiuntiva di tempo: per questo mo- parte risolti con la messa in orbita dei satelliti del tivo sono necessari 4 satelliti per ottenere il posi- blocco IIR, in grado di effettuare triangolazioni zionamento tridimensionale in tempo reale. Altri- tra di loro per verificare i dati di posizione.

38 mamente più preciso. Il sistema si basa su una rete di satelliti geostazionari (con posizione fissa rispetto alla superficie terrestre) e una rete di stazioni ter- restri di elaborazione dei ritardi del segnale emes- so dai satelliti GPS a causa della ionizzazione della troposfera. In sostanza i dati di correzione elabo- rati dalle stazioni terrestri sono trasmessi ai satelli- ti geostazionari E.G.N.O.S. e ritrasmessi a terra, utilizzando la frequenza GPS, ai ricevitori. Questi applicano le correzioni ai dati ricevuti in quel mo- mento dai satelliti GPS e li utilizzano per il calcolo della posizione a maggiore precisione.

Le coordinate GPS Il ricevitore GPS recentemente acquistato dalla Il metodo GPS permette di ottenere il posi- SAT per la rilevazione dei sentieri, ghiacciai, ecc. zionamento di punti in un sistema di riferimento tridimensionale geocentrico e fisso rispetto alla Terra. In particolare il sistema di riferimento è il L’errore derivante dai casi visti sopra è valuta- World Geodetic System W.G.S. 84 o Sistema Con- bile in ±7-10 m, però a questo bisogna sommare venzionale Terrestre 1984, che ha origine nel cen- la cosiddetta diluizione geometrica di precisione (D.O.P. tro di massa terrestre. - Diluition Of Precision), dovuta alla disposizione Un insieme di coordinate cartesiane tridimen- dei satelliti in vista: più i satelliti sono vicini o posi- sionali può essere poi convertito in latitudine, lon- zionati solo in una determinata porzione di cielo o gitudine e altezza mediante trasformazione di co- lungo una certa direttrice, minore sarà la precisio- ordinate, o tramite trasformazione tra sistemi di ne, spesso indicata dallo stesso ricevitore in quan- riferimento. to facilmente determinabile, secondo regole ma- Sino a poco tempo fa in Italia si utilizzava il tematiche che riescono a stimare l’errore. sistema di riferimento European Datum 1950 Ho tralasciato sino adesso l’errore introdotto (E.D.50): le vecchie tavolette I.G.M. in scala dal Dipartimento della Difesa statunitense, chia- 1:25.000 sono realizzate secondo questo map da- mato Selective Availability e consistente in un pro- tum. La futura cartografia ufficiale (a partire dalla gramma di degradazione della precisione di tipo tavolette I.G.M. sino alle Carte Tecniche Regionali casuale, utilizzato per dilatare l’errore di posizio- in scala 1:10.000) sarà realizzata utilizzando il namento anche fino a 200-300 m. Tale errore in- W.G.S.84, uniformandosi quindi allo standard in- dotto è stato ridotto a zero, in continuo, il 2 mag- ternazionale. gio 2000, e pertanto può essere considerato nullo: Normalmente ogni ricevitore GPS permette potrebbe essere riattivato in qualsiasi momento, di settare il sistema di riferimento e la rappresenta- soprattutto per scopi bellici, per deteriorare il se- zione delle coordinate corrispondente alla carta gnale per quei ricevitori che non sono abilitati ad topografica in nostro possesso, mediante selezio- utilizzare la seconda frequenza e il codice militare. ne tra un lungo elenco di sistemi corrispondenti a Dall’aprile 2003 è stato attivato il sistema quelli normalmente utilizzati nelle varie nazioni del E.G.N.O.S. (European Geographic Navigation mondo e che ci permettono di utilizzare il nostro Overlay System), negli Stati Uniti denominato ricevitore con qualsiasi carta e in qualsiasi parte W.A.A.S. e in Estremo Oriente M.S.A.S., che ga- della superficie terrestre. rantisce agli strumenti compatibili una precisione Si deve però evidenziare che poiché le coordi- attorno ai due metri, consentendo contempora- nate rilevate da un ricevitore GPS sono sempre neamente l’affidabilità del dato GPS ricevuto dai riferite all’ellissoide (cioè alla rappresentazione ge- satelliti e consentendo un calcolo della quota estre- ometrica e matematica della superficie terrestre) il

39 valore della quota non è sempre preciso, in quanto mento è alimentato da batterie: queste, oltre a esau- le quote riportate sulle carte e che normalmente rirsi nei momenti di maggiore bisogno, hanno il determiniamo sul terreno sono invece riferite al difetto di risentire della temperatura, con possibili geoide (superficie individuata dal livello medio del problemi in caso di freddo intenso. mare). Questo giustifica le differenze, in più o in L’errore che si può riscontrare nell’utilizzo del meno, che si possono rilevare alle volte tramite i GPS, come visto prima, è compreso tra i 7 m (con ricevitori GPS buona disposizione dei satelliti) e i 50 m (ridotto numero e scadente posizione dei satelliti). Pren- L’utilizzo del GPS a scopi escursionistici dendo il valore massimo di 50 m, riportato su una Vediamo ora come si può affiancare il ricevi- carta topografica in scala 1:10.000 si può indivi- tore GPS all’equipaggiamento topografico di ogni duare una circonferenza d’errore del diametro di 1 escursionista. Sottolineo il fatto di affiancare lo stru- cm, mentre in scala 1:25.000 si riduce a 0,4 cm e in mento a bussola, altimetro e carta, in quanto non scala 1:50.000 a 0,2 cm. Questo permette di capire è mai bene affidarsi esclusivamente ad uno stru- che genere di errore è possibile compiere ripor- mento, per giunta elettronico. tando delle coordinate ricavate con il GPS sulle L’impiego base del GPS prevede il movimen- diverse carte topografiche a disposizione dell’escur- to sul territorio dell’operatore con il ricevitore, che sionista. lo informa, in continuo, sulla posizione e memo- Nell’attività escursionistica il GPS può essere rizza le coordinate dei punti nella memoria inter- utilizzato quindi a tre scopi principali. na, per permetterne l’eventuale successivo riporto 1. Navigazione: il GPS si affianca a bussola e in carta. Ad ogni dato (waypoint) è possibile asso- altimetro (senza però sostituirli completamen- ciare una breve indicazione alfanumerica per il ri- te) per il movimento sul territorio, impostan- conoscimento. Similare a questo utilizzo è l’impie- do a tavolino i dati dei punti da raggiungere, go del GPS per trovare un punto: si effettua il pre- soprattutto muovendosi in zone in cui manca- caricamento delle coordinate del punto da raggiun- no i sentieri oppure in cui i tracciati non sono gere rilevandole dalla carta e quindi, utilizzando le segnati. Questo utilizzo prevede la memoriz- indicazioni di distanza e azimut fornite dal ricevi- zazione della longitudine e latitudine dei punti tore in base alla posizione attuale, si raggiunge il (il sistema di riferimento può variare a piacere punto individuato. Infatti il ricevitore GPS permet- e in base al tipo di carta) che noi riteniamo utili te di determinare, per semplice differenza di coor- allo scopo e alle caratteristiche morfologiche dinate, la direzione di marcia, nonché la velocità e del terreno. la distanza percorsa. 2. Ricerca della posizione: l’utilizzo principale Una limitazione nell’utilizzo del GPS è rappre- in questo caso si ha per avverse condizioni me- sentata dalle caratteristiche del terreno in cui ci si teorologiche (nebbia, nuvole basse, notte buia, muove: foreste molto fitte, rocce, edifici, confor- mancanza di punti di riferimento) in aree sco- mazione del territorio, possono ostacolare il se- nosciute o con pochi elementi di riferimento, gnale del satellite. Questo è uno dei motivi per cui oppure per segnalare la propria posizione in il GPS non può sostituirsi completamente all’at- caso di necessità. trezzatura tradizionale (bussola e altimetro), in 3. Rilievo dei sentieri: questo è il caso in cui en- quanto in queste condizioni è necessario utilizzare tra in gioco la possibilità di memorizzare e quin- i metodi tradizionali di navigazione. Una verifica di scaricare su PC i dati rilevati sul campo, per sulle possibilità di utilizzo del GPS, si può effet- tracciare nuovi percorsi o rilevare tracciati esi- tuare ancora a casa prima di iniziare l’escursione: stenti da riportare o da correggere sulla carto- leggendo attentamente la carta topografica è pos- grafia, o solo per tenere traccia delle proprie sibile valutare, analizzando contemporaneamente escursioni. l’almanacco delle effemeridi dei satelliti inviate au- tomaticamente ai ricevitori, se nella zona è possi- I ricevitori GPS bile utilizzare il ricevitore. Ricordo poi che lo stru- I ricevitori GPS di dimensioni ridotte e facil-

40 mente trasportabili sono apparsi sul mercato agli inizi degli anni ‘90, affiancandosi a quelli già intro- dotti sul mercato nautico e aeronautico. Un ricevi- tore deve avere tre funzioni basilari: determinare la posizione, poter inserire una posizione rilevata da una mappa e poter indicare la rotta per andare o ritornare ad un punto memorizzato. Nell’acquisto di un ricevitore GPS è importante considerare i seguenti elementi: - precisione: deve essere compresa tra i 15 e i 100 m, comunque inferiore a tale valore, quin- di deve essere in grado di ricevere i segnali di minimo 8 satelliti contemporaneamente; - peso: deve essere contenuto per un facile e poco ingombrante trasporto, quindi anche le dimensioni devono essere contenute; - sistema di coordinate: deve poter rappresenta- re le coordinate in vari sistemi, tra cui si consi- glia che siano presenti almeno latitudine e lon- gitudine e U.T.M.; visualizzare tracciati e posizione dei satelliti; - sistema di riferimento: essenziale per poter uti- - possibilità di visualizzazione degli almanacchi lizzare i dati su una mappa, pertanto deve esse- ed effemeridi dei satelliti; re possibile selezionare il sistema in uso al mo- - possibilità di collegare il ricevitore con un PC mento (per noi normalmente è E.D.50); per poter caricare e scaricare dati; - waypoints: deve essere possibile memorizzare - possibilità di alimentare esternamente il rice- le coordinate di più punti (minimo 100) e vi- vitore. sualizzarli graficamente; Bene o male i ricevitori in commercio hanno - routes: deve essere possibile organizzare i tutti queste caratteristiche: ciò che li differenzia waypoints in gruppi uniformi che descrivano sono il costo e i valori di ogni caratteristica. Ci un percorso, una rotta o una zona, e così per- possono essere ricevitori in grado di memorizzare mettere di manipolare questa informazione; 1000 waypoints e 1 routes o 250 waypoints e 20 - funzione GOTO: cioè “vai a”, che permette di routes, oppure in grado di tracciare 8 o 12 satelliti dirigersi verso un determinato punto da noi contemporaneamente, con antenna interna o ester- scelto e già memorizzato; na, con tutte i sistemi di riferimento o solo i prin- - dati di navigazione: in questa parte si deve po- cipali, ecc. In commercio si trovano anche ricevi- ter avere l’indicazione sulla rotta seguita, la ve- tori che supportano la cartografia digitale: per un locità, la distanza percorsa e quella da percor- uso escursionistico tali modelli non hanno nessu- rere, il tempo, ecc.; na utilità, in quanto si andrebbe ad utilizzarli come - formato delle visualizzazioni: poiché i ricevi- semplici ricevitori GPS poiché la cartografia digi- tori sono quasi tutti di produzione americana, tale disponibile è pensata esclusivamente per usi deve essere possibile scegliere il formato dei nautici e stradali ed in più è realizzata secondo for- dati visualizzati (m e km) e la lingua (possibil- mati proprietari e quindi non aggiornabile auto- mente italiano); nomamente. - il corpo del ricevitore deve essere impermea- bile e avere lo schermo illuminabile. Conclusioni Inoltre può essere utile avere delle funzioni ac- Personalmente utilizzo, per vari scopi, ricevi- cessorie: tori GPS di vario tipo da oltre 10 anni. Con il pas- - visualizzazione dei dati in formato grafico, per sare del tempo la tecnologia ha permesso di mi-

41 niaturizzare sempre più gli strumenti migliorandone ai sistemi di navigazione (LORAN, GPS, ecc.); le caratteristiche tecniche e ampliandone le possi- - http://www.igmi.org/ bilità di utilizzo. sito dell’Istituto Geografico Militare Italiano; Ritengo che il GPS sia un ottimo strumento di - http://www.ngs.noaa.gov/ navigazione da affiancare a bussola, altimetro e sito del National Geodetics Survey (Servizio ge- carta topografica per impiego escursionistico, ma odetico nazionale) degli Stati Uniti: si possono come tutti gli strumenti deve essere utilizzato in trovare informazioni varie sulla cartografia e sui modo adeguato e studiato attentamente per poter sistemi di rappresentazione cartografica; dare i risultati ricercati. Magari prima di affrontare - http://www.nima.mil/ l’acquisto di uno strumento di questo tipo è consi- sito della National Imagery and Mapping Agency gliabile approfondire lo studio della navigazione degli Stati Uniti, dedicato ai sistemi di acquisizione terrestre e della lettura delle carte, partendo da al- immagine satellitari e alle carte topografiche; cuni degli spunti che si sono trovati nella lettura di - http://www.gpscomefare.com/ questa breve panoramica sul mondo della naviga- sito in italiano dedicato all’impiego dei GPS, zione satellitare. Quindi se qualcuno si appassiona con ottimo tutorial in italiano. all’argomento troverà di sicuro nel ricevitore GPS un buon strumento e alle volte anche un bel “gio- Quasi tutti i siti internet contenenti informazioni generali cattolino”. di geografia, cartografia e navigazione sono in lingua ingle- Anche se ho cercato di mantenere il testo il se. Sono stati riportati solo alcuni dei siti che vengono rite- meno tecnico possibile e di semplificare alcuni nuti interessanti per integrare le informazioni contenute in concetti purtroppo qualche tecnicismo è rimasto. Se queste note. Purtroppo la disponibilità di materiale in lin- volete qualche ulteriore informazione consultate i gua italiana, anche presso siti universitari, è assai scarso e testi o i siti internet riportati di seguito oppure scri- quasi del tutto insufficiente. vetemi a [email protected]

Bibliografia - Codevintec & Trimble Navigation, GPS Global Positioning System. Milano: Maggioli Editore, 1994 - Caporali A. e Gallo M., Cartografia e GPS per l’escursionista. Padova: Centro del libro, 2001 - Di Donna V., Elementi di cartografia Rappresenta- zioni della Terra e dei suoi fenomeni. Napoli: Liguo- ri Editore, 2000 - Letham L., GPS Made easy - Using Global Positio- ning Systems in the outdoors. Calgary AB (Cana- da), 1995, rist. 1996 - Lorenzani R. e Venturi P., GPS Global Positio- ning System. Milano: Hoepli, 1997 - U.S. Army, Field Manual 21-26 “Map reading and land navigation” . Washington DC (USA): De- partment of the Army, 1987

Siti internet di interesse - http://tycho.usno.navy.mil/gpsinfo.html/ sito della Marina degli Stati Uniti dedicato al sistema NAVSTAR GPS; - http://www.navcen.uscg.mil/ sito della Guardia Costiera degli Stati Uniti dedicata Particolare del ricevitore GPS acquistato dalla SAT

42 Alpinismo

Inseguendo antiche tracce sulle creste “El se destriga ‘l sol su per le greste dei monti dell’Alto garda con fagoti de ragi sfazzenderi ! Così recitano i versi, tra i più belli, del poeta Gia- La Pichea fra ‘n moment sarà na fiama, como Floriani, profondo conoscitore dei monti i so pichi ‘n gratiom de candeleri” dell’Alto Garda, un tempo sue muse ispiratrici. In ricordo del poeta della montagna, di Riva Oggi come allora, quelle guglie e quelle creste han- del Garda, Giacomo Floriani no mantenuto inalterato il loro aspetto silente e un po’ trasognato che da sempre le caratterizza. Dal torrente Magnone (Lago di Tenno) al Rivo sta, su un’anticima rocciosa o sull’uscio di una Secco nella Valle degli Inferni, le Alpi di Ledro malga, ci sembra ancora di scorgere la figura del orientali conservano gli angoli più intatti e selvag- poeta della montagna, Giacomo Floriani, assorta gi dell’intero gruppo. Troviamo boschi, gole, gu- a formulare liriche: “no se vede che monti, monti glie e pareti rocciose, ma anche antiche zone di e greste, / en de ‘n sfondo de rosa e de celeste” pascolo, come Tenèra che da qualche anno si ria- Cima Tofino m 2151 - Cresta verde di Vender nima ancora di greggi. Suggestivo e tra i più im- (Lago di Tenno-Tofino) pervi delle Alpi, è il percorso di transumanza delle Dislivello: m. 1600 complessivi. pecore che dal Monte Vender salgono a Malga Difficoltà: EE. Percorso lungo in ambiente im- Tenèra e poi a Malga Nardis, attraverso insellatu- pervio. Tracce di sentiero, pendii, creste erbose re, pendii scoscesi, canaloni improvvisi, burroni… aeree e brevi passaggi su roccia di primo grado. È tutta un’area di grande interesse naturalistico per Segnaletica assente. la fauna e la flora che si manifesta con eccezionali Tempo: 7-8 ore, rientro compreso. fioriture. Anche a noi è parso di entrare in un re- Attrezzatura: la Cresta Verde non è una ferrata, gno arcano, e di rompere solo per un momento pur facile, valgono sempre le regole per la sicurez- un incantesimo là dove ad ogni passo si dovevano za in montagna. Si consiglia quindi un equipaggia- decifrare antiche tracce di passaggio. mento adeguato. La salita al Tofino dalla cresta di Vender è racchiu- Itinerario: sa in un’idea, quella di salire dal Lago di Tenno Lago di Tenno m 601 - Monte Vender m 1504; ore 2 fino alla vetta più alta affacciata alla Piana dell’Alto Dal vicino piazzale di accesso al Lago di Tenno, si Garda seguendo la linea più diretta possibile. La parte dall’indicazione SAT per “Prai de Vender”. soddisfazione non risiede nell’aver superato chis- Si seguono i pochi ma sufficienti segnavia che con- sà quali difficoltà, ma nell’aver vinto come ai pri- ducono a Carcion e poi ai prati. Poco prima di mordi dell’alpinismo, quell’inerzia psicologica o giungervi, si prende a sinistra una traccia nel bo- quel “tossec dei penseri” (Floriani) che avrebbero sco che porta all’inizio del crinale est del Monte bloccato alle pendici. Vender che va seguito fino in cima (m 1504). Completamente diversa ci appare invece la cresta Monte Vender m 1504 - Cima “Piramide” m 2026; ore Sud del Monte Misone che presenta un profilo 1.40 inconfondibile visibile da ogni punto della valle. Ci si abbassa un po’ e si risale il susseguente pen- Eppure la cresta Sud conserva ancora alcuni se- dio. Pochi metri prima dell’intaglio di cresta, si se- greti che abbiamo cercato di svelare in quanto il gue a sinistra una traccia che sale tra i mughi. Dopo percorso, nel tratto iniziale, è di difficile individua- aver superato una stretta cengia di 25 metri, si esce zione: “le piccole difficoltà a volte fermano l’uo- sulla cresta che si percorre su gradini rocciosi fin mo al pari delle grandi!” sotto i mughi per altri 25 metri. Ma in ogni luogo delle Alpi di Ledro, su una cre- Si attraversa verso sinistra su tracce erbose un po’

43 est e sbarra la via. Si abbandona la cresta giunti in prossimità del salto e ci si porta al centro del pen- dio verso il passaggio più evidente, con mugo. Si superano quindi alcuni gradini rocciosi, 5 metri di primo grado e si piega a destra, brevemente, in cima al gendarme di cresta. Si segue così la cresta est, ora meno ripida, fino in vetta alla “Piramide”. Da questo punto c’è la possibilità di rientro scen- dendo dalla cresta Nord di Tenèra. Cima “Piramide” m 2026 - Cima Tofino m 2151; ore 0.20 Appare finalmente l’ultima parte della nostra ca- valcata: il “Leit Motiv” è sempre la cresta Est. Si scende dalla Cima “Piramide” sul colletto e con saliscendi si segue la cresta aerea fin sotto lo spi- golo est del Tofino. Pochi metri a sinistra si risale un provvidenziale caminetto di circa 15 metri con qualche gradino intagliato risalente alla Prima Guer- ra, primo grado. Tracce di sentiero conducono sulla sommità erbosa e senza via obbligata si raggiunge la Cima del Tofino a quota m 2151. Discesa: dalla Cima del Tofino si può tornare alla Cima Piramide scendendo dallo stesso percorso fatto in salita. Dalla Piramide si cala verso nord lungo la cresta di Tenèra fino ad incrociare la trac- cia che sale da malga Tenèra. Bisogna prestare at- La “Piramide” (2026 m) dalla Cresta di Vender (Foto tenzione ad individuare questo punto, soprattutto M. Ischia) in caso di nebbia. Si segue il sentiero verso destra valicando la cresta esposte. Si entra tra i mughi per brevissimo tratto e subito dopo si scende per un breve tratto attrez- e si esce nuovamente fino ad un piccolo valico. zato. Si procede su un versante roccioso ripido, si Sulla sinistra una digressione di alcuni metri con- cala poi lungo una cresta che si abbandona verso duce ad un ottimo punto panoramico, 1700 metri destra fino a quando più speditamente si scende al circa. Si prosegue oltre, mantenendo la quota fino Monte Lione. a quando ci si affaccia ad una conca. Si scende qual- Da una capanna si procede a destra ad una baita e che metro e ci si dirige sotto un pendio affiancato poi lungamente fino a Resina m 706 e al Lago di a destra da una parete rocciosa. Tenno m 601. Per Resina si consiglia di utilizzare Lo si risale. la vecchia mulattiera che inizia sotto l’incrocio con Dopo aver superato l’unica roccetta si abbandona la strada forestale, riconoscibile per il fondo stra- il sentiero principale che salirebbe ad una sella di dale migliore e meno ripido. cresta, quando si scorge e si segue una traccia ver- Ci sono naturalmente altre discese possibili dal To- so sinistra che scompare poco dopo. fino: verso sud, sul sentiero della Pace, Garda-Bren- Si attraversa ancora verso sinistra sotto una ta al Rifugio Nino Pernici e Capanna Grassi (Cam- rocciosa e al suo termine ci appare un vasto pen- pi); oppure verso nord, fino a quando ci si trova dio erboso delimitato dal filo di cresta. Si è ormai sui ripidi prati di Malga Tenèra che vanno discesi sulla “Piramide”. Da questo punto si risale la cre- in diagonale a lungo verso sinistra e poi in basso sta di sinistra. In alto corre una bassa fascia roc- verso destra, dopo aver oltrepassato le pareti roc- ciosa che termina a destra sulla cresta principale ciose del Tofino.

44 Anticima Sud m 1751 - Monte Misone m 1803 ve, ma non difficile consiste nel compiere una nuo- Cresta Sud va diagonale ancora verso destra di circa 30 metri, Dislivello: m 900 passando per una caratteristica pietra coricata che Difficoltà: EE. Assenza di indicazioni e segnavia. presenta dei gradini naturali. Si esce poi in alto a Si sconsiglia la salita in caso di nebbia. destra sulla cresta Sud. A questo punto si segue la Tempo: 5-6 ore rientro compreso. cresta su tracce di passaggio fin sotto l’anticima Attrezzatura: la Cresta Sud non è una ferrata, val- Sud. Si entra così in un piccolo avvallamento tra gono però sempre le regole per la sicurezza in rocce e sassi di frana. Si deve evitare di uscire a montagna. Equipaggiamento idoneo. sinistra su tracce di sentiero; infatti, la cuspide roc- Itinerario: Da Ville del Monte si raggiunge la Sella ciosa si raggiunge facilmente salendo verso destra di Calino m 966 (Parcheggio). Si seguono le indi- fino in vetta all’anticima Sud. Panorama su tutto cazioni per Monte Misone (sentiero 412), fino alla l’Alto Garda. Si prosegue brevemente verso nord Sella di Castiol m 1382. Qui, sulla destra, ha inizio e si scende con facilità all’insellatura. Si passa sotto un sentiero non segnalato che percorre lungamente cresta sul versante Ovest fino a quando il sentiero il crinale Sud-Ovest della montagna, passa per un sale sulla sommità erbosa. Poi ancora verso Nord piccolo fienile e prosegue più ripido fino a quando si raggiunge la cima del Monte Misone m 1803. giunge all’ultimo bosco. Arrivati a 20/30 metri sotto Discesa: si consiglia di scendere dalla cresta Nord- l’albero più alto, si abbandona decisamente la trac- Ovest molto vicina al sentiero 412, compiendo così cia, oltrepassando verso destra per circa 30 metri la traversata completa del Monte Misone fino alla la rada vegetazione. Ci si affaccia così ad un vasto malga di Tenno, ma è altrettanto ottimo il sentiero pendio erboso. Ognuno può scegliere una propria stesso 412. Tornati per comodo sentiero (412) alla avventurosa diagonale verso destra. Si attraversa Sella di Castiol, merita la breve digressione che tutto il prato, non eccessivamente ripido, per circa conduce al Monte Castiol m 1383, in 10/15 minu- 150 metri fino ad incontrare la cresta che lo deli- ti su tracce di sentiero, per ammirare un panorama mita. Si salgono pochi metri fino ai primi sassi bian- bellissimo sul Lago di Tenno. chi incastonati. A questo punto, il passaggio chia- Mauro Ischia e Maria Celestina Mottesi

In blu i percorsi tracciati sulla carta escursionistica Euroedit su tipi Kompass, nr. 690, “Alto Garda e Ledro”.

45 “Via Morpheus” in Val Moena (Lago- “Via da le doi touse” sulla Pala Patech rai): Sass Ross, Parete Ovest (2000 slm) (Gruppo del Larsech) Via sportiva aperta dal basso da Petra Haas e Car- 3 agosto 2002 - 3 agosto 2003: stesso giorno, stessi lo Degiampietro. Prima ripetizione Sandro Depa- compagni di cordata, stesso entusiasmo nello sca- oli e Carlo Degiampietro. lare insieme e nell’aprire una via nuova. L’anno Difficoltà: 6b+ & AO - 215 m. - 13 rinvii scorso Gino Battisti, Tiziana Gabrielli e Giovanna Accesso: in , presso Cavalese, dalla Inzigneri hanno aperto, sul Parei Neigher delle località Cascata prendere la strada forestale per la Cresta di Davoi (gruppo del Catinaccio), la Via del Val Moena. Dopo circa 40 min. presso la Malga Centenario. Quest’anno la via nuova è altrettanto “Caore” lasciare la macchina. bella, ma più aerea… è una pala inaspettatamente Avvicinamento: Dalla macchina proseguire fino vergine nel gruppo dei dirupi di Larsech, posta tra alle malghe (10 min.) e dietro queste prendere una il Campanile Gardeccia e la Guglia del Rifugio. Si stradina che in breve porta ad una mangiatoia (10 sale sullo spigolo di sinistra, in equilibrio tra la cre- min.), da qui seguire in leggera discesa un sentieri- pa e il cielo, su una roccia eccezionalmente buona, no (3 + 3 bolli fucsia) che porta alla base della dominando per tutta l’arrampicata la splendida parete (15 min.). conca di Gardeccia. Discesa: salire nel bosco, prendere a destra per Difficoltà: D- un sentiero che riporta alla mangiatoia e quindi al Dislivello: 160 m parcheggio (30 min.). Avvicinamento: all’attacco in 40 minuti dal rifu- gio Gardeccia (1949 m): si percorre per pochi mi- nuti il sentiero delle Scalette e, all’altezza di un cono di ghiaia sulla sinistra, innalzarsi in un passaggio tra i mughi (ometti) e risalire per tracce lungo il ghiaione fino a insinuarsi tra la Guglia del Rifugio e la Pala Patech. Salita in 1 ora e 45 minuti. Ritorno al rifugio Gardeccia in 1 ora. Materiale: la via è sufficientemente attrezzata; eventualmente qualche dado e friend per proteg- gere qualche passaggio (non indispensabile). I tiro (45 m): si parte dove c’è una clessidra piut- tosto grande (da cui si può assicurare il primo di cordata) e si sale spostandosi leggermente sulla si- nistra. 2 m sopra alla clessidra c’è uno spit, da cui si comincia a seguire la cresta tra facili boccette ed erba. Sosta su due chiodi (III grado). II tiro (20 m): partenza verticalmente sopra alla sosta e si sale per circa 1 m lungo un camino, poi ci si sposta sulla destra e si segue sempre la cresta fino a raggiungere, tra sassi ed erba, un terrazzino attrezzato con un chiodo e uno spit (III grado). III tiro (35 m): si parte salendo dritti sopra alla sosta e si punta leggermente a sinistra verso lo spi- golo. Si sale per il breve diedro (uno spit) e si esce nuovamente sulla sinistra fino a raggiungere un comodo terrazzino con un piccolo cirmo. Sosta su spit (IV grado). IV tiro (30 m): si aggira sulla destra la nicchia si- Il tracciato della “Via Morpheus” tuata esattamente sopra alla sosta per poi dirigersi

46 sulla sinistra, verso lo spigolo; si supera in spaccata Via aperta il 15 agosto il diedro (uno spit) e si esce riportandosi nuova- 2003 da Antonio (Toni) mente sulla sinistra (uno spit). Si segue lo spigolo Zanetti e Giorgio Bon- fino alla sosta attrezzata con un chiodo e uno spit vecchio (IV grado). Difficoltà: V+ Vi max; V tiro (25 m): si parte attraversando sulla destra lasciati i chiodi usati; fino a raggiungere due spit distanziati di circa 2 m materiale occorrente l’uno dall’altro. Si sale dunque verticalmente seguen- NEA do ora la parte terminale dello spigolo destro della Sviluppo: 505 m; ore 5 pala, fino alla cima (IV grado). Discesa: attrezzata con Discesa: si scende in corda doppia (circa 20 m) corde doppie su “ver- fino a giungere sotto al masso incastrato tra la Pala sante opposto” Patech e il Campanile Gardeccia (sosta attrezzata per le doppie). Con altre due corde doppie (25+25 m circa) si raggiunge praticamente il ghiaione che si insinua tra la Pala Patech e la Guglia del Rifugio, e da lì si torna all’attacco per facili roccette. Giovanna Inzigneri

Sci estremo nel Gruppo dell’Ortles Lo scorso 31 maggio, Roberto e Michele Fait (Gruppo di Sat di Besenello) hanno sceso con gli sci la via “Pirovano” sulla parete est-nord-est del Gran cono di Ghiaccio 3530 m. (Grosser Eisko- gel), nel gruppo dell’Ortles. La parete ha un disli- vello di 300 metri con inclinazione fino a 60°. Non dovrebbe essere mai stata scesa e quindi si tratta di una “prima discesa”. La discesa è stata dedicata a Raffin Stefano, morto la settimana precedente (il 25 maggio) mentre ci accompagnava nella salita durante l’avvicinamento alla parete . Roberto e Michele Fait

“Via Cornelio Morelli” sulla Cima del- la Finestra (Gruppo dei Lastei), spigo- lo Sud-est Gli amici Toni e Giorgio vogliono ricordare l’ami- co Cornelio Morelli, dedicandogli una via salita sulla cima dei Lastei nel Gruppo delle Pale di S. Marti- no e precisamente sulla Cima della Finestra, spi- golo Sud-est. Cornelio appassionato di montagna e di sci alpini- smo terminava la sua giovane età, scendendo con gli sci dalla Cima Brenta il giorno 22 giugno 2002. Il tracciato della via dedicata a Cornelio Morelli

47 Al friulano Graziano Romanin, la 32ª natori di sangue ad ‘inventore’ dello sci-alpinismo Targa d’Argento - Premio Internaziona- e delle esercitazioni internazionali coi componenti il Soccorso Alpino delle nazioni limitrofe. Tra i di- le della Solidarietà Alpina di Pinzolo versi ambiti che l’han visto operare spiccano però La scelta del Comitato organizzatore del Premio due a noi carissime sigle: il CAI e Il Corpo Nazio- è caduta quest’anno su Graziano Romanin, “umile nale di Soccorso Alpino e Speleologico. Nel 1983 e generoso interprete dello spirito di solidarietà che fonda la Sezione CAI di Forni Avoltri che raggiunge anima la gente di montagna”. Scelta meditata, pre- in breve i 300 iscritti in un comune di 800 persone! mio ad un uomo di poche pretese, ma dal cuore Da vita all’Alpe Adria Alpina - che ogni anno uni- grande così, ed insieme ad una terra, la Carnia, di sce per 4 giorni 150 ragazzi d’Italia, Austria e Slo- antiche e radicate tradizioni montanare. venia in un’esperienza fantastica. Il fiore all’occhiel- Angiolino Binelli, ideatore del Premio e presiden- lo arriva dal Soccorso Alpino, dalla Stazione di For- te del Comitato organizzatore, in questa circostanza ni Avoltri che con le squadre di Forni, Paluzza, Pa- ha voluto arricchirlo di significati nuovi, estender- luaro, Prato Carnico e Tolmezzo e la forza di 70 ne gli orizzonti verso gli spazi più nascosti, ma per tecnici, presidia gran parte del territorio della Car- questo non meno validi e meritevoli, del volonta- nia. Per sei anni coordina tutta l’attività e per nove riato e del sociale, rivolgendosi alla gente comune, fa il capostazione, eletto sempre all’unanimità. semplice e di poche pretese, oscura, ma contenta Come per il CAI, anche qui nel novembre del 2001 quando ha potuto dare una mano al compagno di si dice non rieleggibile, dopo aver preparato quel- cordata in difficoltà - la vita è per tutti una scalata lo che lui definisce un giusto e stimolante cambio verso l’alto, verso il cielo - o bisognoso di aiuto e di timoniere, rimanendo però disponibile ad ogni di soccorso, contenta quando ha potuto rendersi collaborazione ed intervento. Sono state 181 le utile alla comunità. “Non mi riesce ancora capire operazioni di soccorso a cui ha partecipato negli come abbiate pescato me, piccolo capitello di ultimi anni, interventi che hanno recuperato 203 montagna, dopo le cattedrali che m’hanno prece- persone illese, 93 ferite e 20 decedute.” Il Premio duto…” ha scritto Romanin appena avuta la noti- gode anche quest’anno dell’Alto Patronato del Pre- zia: “la soddisfazione è grande, soprattutto perché sidente della Repubblica e della Benedizione spe- va condivisa con i magnifici volontari carnici che ciale del Santo Padre. con me han sempre operato con massima celerità ed impegno”. Il suo nome era stato segnalato al Comitato del Premio da Loris Brunasso, sindaco di Forni Avol- tri, e caldeggiato da Cirillo Floreanini, splendida figura di alpinista e di soccorritore scomparso lo scorso giugno, al quale il Comitato su indicazione di Armando Poli, presidente del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, assegna una delle due medaglie alla memoria. L’altra, sempre su segnalazione di Poli, viene concessa ad Alessan- dro Occhi, esemplare protagonista di tanti soccorsi e grande alpinista camuno, tragicamente morto in montagna nel gennaio scorso, travolto da una va- langa in Val Granda. “Graziano Romanin - fa sapere il suo sindaco - è nato a Forni Avoltri il 12 ottobre 1948, dove risie- de. È perito edile, sposato con due figli. Ha occu- pato la carica di presidente e fac-totum in tutti i sodalizi, che spesso ha anche fondato. Da giudice Fisi a giudice conciliatore, da trascinatore dei do- Graziano Romanin

48 Dalle Sezioni

BRESIMO parato dalle socie di Bresimo, si sono notati Soci Inaugurato il rinnovato Bivacco Pozze rappresentanti le Sezioni SAT di Trento, Arco, Riva, Domenica 7 settembre è stato presentato ai Soci Villazzano, Rabbi e Rumo. Presenti anche il Con- ed alla comunità di Bresimo, il ristrutturato Bivac- sigliere centrale CAI Ettore Zanella, il Presidente co Pozze che si affaccia sulla Valle di Bresimo, a la Commissione Rapporti Sezioni Nino Pontalti, il quota 1989 m, ai piedi delle creste di Cima Lainert. progettista geom Livio Noldin, l’ex consigliere SAT La ristrutturazione ha interessato il tetto (coiben- Cesarino Mutti ed il Direttore generale SAT Bru- tazione, nuova copertura, rivestimento soppalco), no Angelini. la recinzione esterna e soprattutto la costruzione del nuovo acquedotto. Realizzato, con maestria, dalla Ditta Othmar We- SOSAT ger di Lauregno su progetto della SAT centrale Al rifugio Carè Alto un corso per il (geom. Livio Noldin) è stato finanziato dalla PAT Gruppo Zoveni sulla Legge 8. Si è svolto nel mese di giugno, presso il rifugio L’acquedotto, lungo 1300 metri, ha portato nuova Dante Ongari al Carè Alto un corso di alta monta- vita al Bivacco e maggiore opportunità di comu- gna organizzato dalla Sezione Operaia della SAT nione tra i satini e gli abitanti di Bresimo, come ha rivolto ai componenti del Gruppo Zoveni. ricordato il parroco don Pio Dallavo nella sua Al corso hanno partecipato una decina di ragazzi omelia della S. Messa. Il Presidente della Sezione, accompagnati tra gli altri dal presidente della SO- Giuseppe (Bepi) Marchetti, ha ringraziato tutti i SAT Sergio Speranza. La due giorni ha avuto una suoi collaboratori per l’impegno profuso, l’impre- parte teorica ed una parte pratica ed è stata tenuta sa costruttrice, la SAT ed il geom. Livio Noldin; dalle guide alpine Sergio Rosi, che del Carè Alto è rivolgendosi al Sindaco di Bresimo, ha ringraziato il gestore, e da Flavio Toldo. l’Amministrazione Comunale per il costante ap- Nella parte teorica gli istruttori hanno insegnato poggio ricevuto. Ha quindi proceduto alla premia- soprattutto le tecniche dei nodi ed il loro utilizzo zione di nove Soci venticinquennali. nel legarsi in cordata e nel procedere in sicurezza Tra gli oltre centocinquanta presenti, che successi- su ghiaccio e su roccia. vamente hanno consumato un ottimo pasto pre- I ragazzi del Gruppo Zoveni hanno sperimentato tutti i tipi di nodi ed hanno poi nell’uscita successi- va che ha avuto come meta la vetta del Carè Alto, messo in pratica le tecniche apprese nella parte teorica. Per la verità il bagaglio teorico dei giovani sosatini era già assai consistente poiché durante l’in- verno avevano partecipato ad alcuni incontri, te- nuti proprio da Sergio Rosi, nel corso dei quali si erano trattati molti argomenti oltre ai nodi anche: attrezzatura, l’uso dei chiodi, da roccia e da ghiac- cio, l’uso della piccozza e dei ramponi, l’uso delle carte topografiche, la meteorologia, l’alimentazio- ne. Insomma una occasione che ha permesso a questi giovani appassionati di montagna di miglio- rare il loro bagaglio di conoscenza e grazie all’aiu- Un momento della S. Messa al Bivacco Pozze to della Direzione della SOSAT di passare una due

49 giorni su una delle montagna più belle del Parco Adamello Brenta, facendo ed imparando l’alpini- smo.

Il ricordo dei caduti della montagna con il Coro della Sosat Oltre 1000 alpinisti ed escursionisti sono saliti il 27 di luglio scorso al rifugio Fratelli Garbari ai XII Apostoli per quello che da 51 anni è il pellegrinag- gio del popolo della montagne, in ricordo dei ca- duti. Lassù ai 2500 metri nella chiesetta scavata nella dolomia alla base della Cima XII Apostoli si radu- nano l’ultima domenica di luglio centinaia di alpi- nisti per un momento di preghiera e di riflessione Il concerto del Coro della SOSAT in memoria di coloro che hanno lasciato la loro vita sulle montagne. lebrante Don Grigio Dall’Oglio ed al Coro della La chiesetta è una grotta con la grande abside a Sosat con i suoi splendidi cantori ed il maestro forma di croce che domina la Valle di Nardis. Poco Paolo Tasin che li dirige anche il gestore del rifu- meno di 250 persone con il celebrante, da un ven- gio l’alpinista Ermanno Slavaterra, famoso anche tennio il sacerdote mantovano don Grigio Dal- come cineasta. La famiglia Salvaterra gestisce il ri- l’Oglio, che presiede il rito eucaristico spalla a spalla fugio, di proprietà della Società degli Alpinisti Tri- con i fedeli ed al suo fianco il Coro della Sosat, che dentini, da ben 55 anni. Salirono per la prima volta accompagna con alcune melodie la liturgia. Sono nel 1948 nonna Maria (la nonna del Brenta) con stati momenti di forte emozione quando il Coro Adolfo per la stagione al rifugio, allora erano dei ha intonato, sul finire della messa “Signore delle pionieri e gli alpinisti che passavano pochi. I Salva- Cime”. Poi Don Dall’Oglio ha benedetto le nuove terra sono con immutato stile ancora qui ad acco- lapidi a ricordo di: Efrem Tomasi, Elio Zanon, gliere ed offrire ai pellegrini un the caldo. Marco Cavagnetto, Claudio Lisi, Franco Vescovi, Tra i partecipanti al pellegrinaggio del 27 luglio il Giuseppe Malinverno, Giancarlo Lunelli ed il fi- nostro presidente Franco Giacomoni, l’assessore nanziere Stefano Gottardi vittima nel 2002 di una provinciale Mauro Levighi, sempre presente quas- valanga mentre stava cercando un disperso. Un ri- sù per portare la sua testimonianza personale e cordo è stato dedicato anche a Fabio Conci scom- quella del governo provinciale, il presidente della parso nel febbraio scorso e che fu tra i promotori Federazione dei Cori Sergio Franceschinelli. È sa- del comitato che nel 1950 realizzò la chiesa su idea lito al XII Apostoli anche l’ex presidente ora vice di Don Bruno Nicolini. Don Bruno ha inviato un presidente del Filmfestival Elio Caola ed il presi- commovente saluto. Terminata la celebrazione dente del tribunale di Trento Tito Palestra. eucaristica gli alpinisti hanno potuto assistere al concerto che il Coro della Sosat diretto dal mae- stro Paolo Tasin ha eseguito al cospetto delle im- Il campeggio dei giovani della Sosat e ponenti pareti della Cima Tosa, d’Ambiez, della della Sezione di Trento Cima XII Apostoli nell’anfiteatro naturale dell’Al- È ormai una tradizione consolidata che le due più ta Valle di Nardis accanto al rifugio Fratelli Garba- grandi sezioni della città di Trento svolgano l’atti- ri. È stato questo assieme alla celebrazione eucari- vità giovanile assieme. Unire le forze consente di stica uno dei momenti più emozionanti della ceri- meglio operare in un settore dove non è sempre monia. Una giornata intensa e con i ricordi strug- facile avere sia giovani sia accompagnatori. La so- genti dei parenti e degli amici degli alpinisti caduti, cietà nella quale viviamo ha subito forti cambia- anche se sono passati gli anni. menti e l’alpinismo giovanile è un settore che ri- Tra i protagonisti di questa giornata accanto al ce- chiede particolare dedizione oltre ad una prepara-

50 zione psicopedagogia. Ma è anche importante che vanile della Sat Claudio Colpo. Colpo ha elogiato venga dato spazio alla spontaneità ed in alcuni casi sia i ragazzini partecipanti, sia gli organizzatori per anche il “vecchio” e tanto criticato rigore nell’edu- la capacità di dar vita ad una settimana cha porta i care necessario quando si affronta la montagna con giovani a vivere nel modo migliore la montagna. È le sue bellezze straordinarie, ma anche con qual- in questo modo che i giovani iniziano ad avvici- che pericolo. Così Sezione operaia e Sezione di narsi all’alpinismo e soprattutto imparano sul cam- Trento stanno operando con buoni risultati. Uno po l’amore per la montagna e con esso il rispetto dei momenti più importanti e significativi dell’an- per un ambiente con il quale l’uomo deve trovare nata è senza dubbio quello del campeggio. Il sog- la massima sintonia. giorno di una settimana quest’anno si è svolto dal Il soggiorno al Tedon si concluso con una grande 28 di giugno al 5 di luglio nella struttura del comu- festa nel corso della quale l’ex “giovane” Paolo ne di Scurelle al Tedon in Val Campelle. Ben 25 i Bortolamendi cuoco del campeggio, ha dato il ragazzi partecipanti con 18 maschi e 7 femmine. meglio di se preparando un menù speciale per i Gli accompagnatori che hanno guidato il nutrito ragazzini della Sosat e della Sat di Trento. gruppo di giovani alpinisti erano 6 coordinati dal- I ragazzi e gli accompagnatori si sono già dati ap- l’infaticabile Alcide Detassis, una vera e propria puntamento per le prossime gite di fine estate e memoria storica che da anni in Sosat segue i gio- dell’autunno e naturalmente hanno già prenotato vanissimi con successo. per il campeggio del 2004. Nel corso della settimana, favorita dal tempo sem- Ugo Merlo pre bello, numerose le attività svolte. I ragazzi e gli accompagnatori sono stati impegnati tutti i giorni in escursioni di varia difficoltà e nel tempo libero SARDAGNA si è dato sfogo alle attività di gruppo con giochi Anche per quanto riguarda il 2003 si è iniziato un vari. Spesso questi giochi avevano legami con la anno in maniera positiva grazie, soprattutto, alla montagna come quelli effettuati con le corde dove collaborazione dei nostri soci. i partecipanti hanno potuto apprendere giocando Uno degli obiettivi principali della Sezione rimane i nodi, la cartografia e l’orientamento. Il momento sempre quello di avvicinare i giovani alla monta- di maggiore interesse si è avuto quando i ragazzi si gna con particolare attenzione a sviluppare in loro sono cimentati con il ponte tibetano. Un classico il rispetto nei confronti della stessa e della natura. questo gioco dove si passa su di un ponte costrui- A questo proposito nel periodo invernale, preci- to con della corde da un albero ad un altro. samente in febbraio, è stata organizzata alla piana Numerose le visite ricevute nel corso del soggior- delle Viote, per i ragazzi del paese ed anche per no dai ragazzi e tra essi i dirigenti delle due sezioni quanti ne fossero interessati, un’esercitazione con ed il presidente della commissione alpinismo gio- il Gruppo Cinofili del Soccorso Alpino, dove sono state illustrate le varie tecniche di ricerca di perso- ne travolte da valanga, con il cane e con le varie attrezzature oggi a disposizione; la dimostrazione ha riscosso molto successo destando nel contem- po l’interesse e la curiosità ed a volte anche il di- vertimenti dei ragazzi presenti. In primavera inoltrata è stata offerta, come ormai di consuetudine, la gita ai bambini frequentanti la locale scuola elementare. In questa occasione è stato visitato il sentiero “etnografico” Rio Caino in Val del Chiese, dove, lungo il percorso durato alcune ore, sono state illustrate le varie attività della vita quotidiana ed i vari lavori artigianali di inizio seco- Foto di gruppo dei partecipanti al campeggio lo (quali l’attività del fabbro, del mugnaio, ecc.).

51 to che delimita il perimetro della fontanella. La stessa è stata quindi posizionata sulla sella fra il Doss d’Abramo ed il Cornet. Si ringrazia ancora per la collaborazione la stazio- ne forestale di Trento nella figura di Ezio Berteot- ti e tutti i soci che in maniera sempre positiva han- no collaborato.

TESINO CamminaSAT Lagorai 2003: incontro al Rifugio Cima d’Asta Si è svolto la prima domenica di luglio il Cammi- naSAT di quest’anno. Dopo il rifugio Sette Selle, rifugio Tonini, Malga d’Ezze è toccato quest’anno alla Sezione del Tesino organizzare l’incontro al rifugio Cima d’Asta: sono le sezioni di Pergine, Levico, Centa, Caldonazzo, Pinè, Borgo, Tesino e che si sono date appuntamento sul La- gorai, ma all’incontro erano presenti anche altre La posa della fontana sezioni SAT: Civezzano, Besenello, Mezzolombar- do, Vezzano, oltre alle sezioni del CAI di Bolzano, Tanto lavoro è stato dedicato dai soci alla “sentie- Appiano, Montebelluna. Nonostante quest’anno ristica”, controllando e ripulendo periodicamente il tragitto fosse più lungo, la partecipazione è stata i “nostri” sentieri, che salendo da Sardagna si iner- notevole, anche per il richiamo di escursioni nel picano sulle pendici del Monte Bondone. Partico- gruppo, quali la Ferrata Gabrielli, Il Cimone di Cima lare interesse viene sempre dato alla ferrata “Pero d’Asta, il ritorno per Campagnassa. Nel primo po- Degasperi” del Palon. Il sentiero attrezzato è stato meriggio, don Claudio Ferrari, parroco del Tesino, costruito da un gruppo di soci della Sezione ed è ha celebrato la S. Messa, facendo meditare sul fat- stato inaugurato il 18 luglio 1977. Si calcola che to che la montagna ci fa uscire dal nostro tran tran, tale ferrata viene percorsa ogni anno da una media ci fa usare del nostro fiato per salire, ci impone un di mille alpinisti. passo cadenzato. La preghiera dell’alpinista ed il Quest’anno poi, vista la “voglia di fare e la partico- canto Signore delle Cime hanno completato il lare euforia che circolava tra i soci” è stato messo momento. Il presidente Livio Gecele ha poi dato in cantiere e realizzato il progetto “Fontana del Cornet”. In sostanza, in collaborazione con la stazione fo- restale di Trento, in particolare con il sig. Ezio Berteotti, è stata costruita da un gruppo di soci la nuova “fontanella del Cornet” in sostituzione di quella già esistente che purtroppo si stava sgreto- lando. Ci sono volute varie giornate di lavoro: in- nanzitutto per costruire la fontanella nell’ex ma- gazzino dei Vigili del Fuoco Volontari di Sarda- gna, poi per ripristinare la sorgente che purtroppo si stava perdendo, per effettuare lo scavo per la messa in posa del nuovo tubo che avrebbe poi tra- Domenica 6 luglio: in partecipanti in una foto di sportato l’acqua, ed infine per costruire lo stecca- gruppo davanti al Rifugio Brentari

52 il saluto come SAT-Tesino, mentre il Vicepresi- futuro, non solo di satini ma anche di cittadini. dente della SAT Centrale, Paolo Scoz, si è compia- Ecco dunque da queste pagine, un pressante in- ciuto per questo incontro satino, ed il consigliere vito a tutti i Soci e agli Amici delle altre Associa- centrale del CAI, Ettore Zanella, si è felicitato per zioni di impegnarsi per aiutarci e insieme diver- la riuscita del raduno, che aveva da tempo solleci- tirsi con noi. tato. Al ritorno i partecipanti si sono ritrovati al - La seconda sezione prevede un programma di Camping Val Malene, ove la SAT del Tesino ha escursioni dedicate ai bambini con le famiglie, offerto un variegato assaggio di pizze, innaffiate con questi obiettivi: dare una risposta alle fami- da un buon sorso di vino. L’appuntamento è per il glie che ricercano momenti organizzati di attivi- prossimo anno al Rifugio Casarota. tà comune all’interno delle proprie radici cultu- ti.bi. rali; far toccar con mano ai bambini come “l’an- dar per monti” si riveli un’esperienza personale e comunitaria serena e gratificante, educativa, in quanto insegna a vedere lo sforzo e la fatica in RIVA DEL GARDA un contesto di valori, di relazioni, di sentimenti La sezione di Riva del Garda porta i capaci di produrre benessere; far divertire, attra- suoi bimbi a conoscere la montagna verso giochi ed attività di relazione organizzate Il Consiglio direttivo della Sezione di Riva del Gar- dai nostri volontari. da, rinnovato nello scorso febbraio, ha scelto di Dopo alcuni incontri con Claudio Colpo e Gian- indirizzare le proprie forze, oltre che al prosegui- carlo Emanueli (precursori ed animatori dell’ al- mento delle attività istituzionali e ormai “classiche”, pinismo giovanile in SAT), che ci hanno dato un all’avvio di un progetto centrato sui giovani, fina- sacco di utili consigli e che ringraziamo vivamen- lizzato al raggiungere il riappropriarsi delle pro- te, questa sezione del progetto è stata attivata in prie radici attraverso la conoscenza dei segni la- aprile, e con luglio termina la sua prima parte sciati dall’uomo e dalla natura sul nostro territorio, sperimentale. Conta all’attivo sei escursioni: consentendo ai bimbi e ai ragazzi di uscire dalle 1. Tenno - Rifugio S. Pietro (06.04.2003) spire del mondo virtuale, toccando con mano quel- 2. Campione - Pieve di Tremosine - Vallone del lo materiale. Lò (25.04.2003) Il progetto è suddiviso in due sezioni. 3. Prai de Nago - Rif. Campei (11.05.2003) - La prima, in cui si ricerca la reciproca collabora- 4. S. Barbara - S. Maria Maddalena (25.05.2003) zione col mondo della scuola e con quello delle 5. Monte Altissimo di Nago (13.07.2003) Associazioni presenti in città: perseguendo ed 6. Giro Sass de Putia (26/27.07.2003) integrandoci con gli obiettivi didattici ed educa- Le gite, organizzate per i bambini dell’età della tivi della scuola, ciò che viene sollecitato dalla scuola elementare e le loro famiglie, hanno ri- nostra attività è la capacità di rapportarsi con gli scosso un indubbio successo di partecipazione altri e di conoscere se stessi. Vogliamo proporre che si può riscontrare in questi numeri: per sette un modo intelligente di conoscere il territorio, giornate/uscita abbiamo avuto 174 presenze di riscoprendo e valorizzando tutto quello che si bambini e 197 di adulti, per un totale di 371 pre- incontra lungo il cammino: l’uomo, la sua cultu- senze. ra, la sua storia e il modo di vivere. Ma al di là di questi dati, l’aspetto più significativo Con l’inizio del nuovo anno scolastico propo- da rimarcare è senz’altro quello della qualità della niamo quindi dei passaggi nelle scuole per trat- partecipazione: bambini bravissimi che procedo- tare dei temi consoni all’ambiente alpino. In pa- no anche quando la stanchezza si fa sentire, dispo- rallelo a questi momenti di teoria vi saranno del- nibili alle sollecitazioni, sia quando si spiega qual- la uscite per la verifica sul terreno. che aspetto della natura che si incontra, sia quan- Per la riuscita di questo progetto, molto dipen- do si organizzano i giochi; genitori e nonni che derà dalle forze che la Sezione riuscirà a mobili- approfittano per assaporare questa nuova esperien- tare: questa scelta è una scommessa sul nostro za e intanto stringono o riannodano vecchie ami-

53 Mostra Fotografica “Excelsior” Al fine di incentivare l’interesse e la partecipazione dei genitori al Progetto Giovani - Sezione gite di bambini e famiglie, la Sezione SAT di Riva del Gar- da promuove una mostra fotografica, che avrà luo- go secondo il seguente Regolamento: - Denominazione: la mostra fotografica è de- nominata “Excelsior”. - Tema della mostra: “I bambini in gita nell’am- biente alpino”. - Periodo: le gite per bambini e familiari effet- “Si fa il cerchio”, ci si presenta e si ricevono le tuate con la Sezione SAT - Riva del Garda istruzioni per la giornata fino a tutto ottobre 2003. - Partecipanti: sono ammessi tutti i familiari par- tecipanti almeno ad una delle gite succitate. cizie; satini disponibili a garantire per ogni gita un - Termine presentazione fotografie: 10 novem- adeguato numero di accompagnatori: fra questi bre 2003 voglio citare almeno la bravissima Alessandra Ri- - Quantità: ogni partecipante potrà presentare ghi, diventata per tutti i bambini un riferimento massimo n° 2 fotografie certo: quando si parte, e si “fa il cerchio” dove ci si - Presentazione: il materiale fotografico dovrà presenta e si danno le istruzioni base della giorna- essere indirizzato in duplice copia presso: Se- ta, quando nei Rifugi si fa il timbro e si scrive sul zione Sat Riva del Garda - Porta S. Marco - diario di montagna l’impressione più viva rimasta 38066 Riva del Garda. Le copie resteranno di negli occhi, quando si disegna, quando bambine ci proprietà dell’archivio della Sezione. recitano filastrocche appena composte, quando - Tipologia: le fotografie potranno essere a co- manda a nascondersi i papà per le fratte e i prati lori o in bianco e nero, opache o lucide e do- sotto il Sass de Putia, organizzando una caccia al vranno essere formato cartolina. tesoro con sei squadre di folletti scatenati. - Gruppo di valutazione: il materiale verrà esa- La valutazione positiva di questa prima fase, ha minato dal Gruppo di valutazione composto indotto il Consiglio direttivo a rafforzare l’impe- da 3 membri, nominati dal Consiglio Diretti- gno della Sezione in questo settore e così è stata vo sezionale; entro il 20/11/2003 saranno lanciata e approvata la proposta di una mostra fo- scelte le migliori 20 fotografie. Di queste ulti- tografica imperniata proprio su queste esperienze. me, a cura della Sezione, verranno fatti gli in- (vedi riquadro). grandimenti da esporre in Sede. Inoltre si è deciso di passare dal passa parola col - Votazione: in apposita riunione in data pre- quale si sono organizzate le escursioni e la pro- natalizia da destinarsi, tutti i partecipanti alle grammazione - passandosi la voce l’uno all’altro gite succitate, grandi e piccini, potranno vo- durante la gita per organizzare quella successiva - tare le fotografie esposte. Massimo 3 voti su all’informazione pubblica, dapprima attraverso la ogni scheda. bacheca sociale e l’avviso stampa, per arrivare a Premi: 1° premio: macchina fotografica digita- dei calendari tali da poter essere pubblicati sul li- le; 2° premio: libro “Le montagne incantate” bretto delle gite sociali. più un anno iscrizione SAT per 1 “giovane”; 3° Il vedere i nostri pargoli passare tra crozi, boschi e premio : un anno iscrizione SAT per 1 “fami- prati come piccoli, magici elfi, a noi che abbiamo gliare”; dal 4° al 10°: un anno iscrizione SAT partecipato, ha toccato tante piccole corde del cuo- per 1 “giovane”; dal 10° al 20° : un omaggio. re nascoste dal nostro vivere quotidiano: provate Si prevede di portare la mostra nelle scuole nei per credere. mesi successivi Marco Matteotti

54 CLES è realizzata in getto di calcestruzzo, mentre la co- Il nuovo bivacco al Rifugio Peller struzione fuori terra è totalmente in legno con Il rifugio Peller, situato sul Monte omonimo a quota copertura a tetto. La tipologia costruttiva bene si 2022, nel Comune di Cles, affidato alla Sezione SAT integra nell’ambiente circostante, dove arrivano gli di Cles, era stato interessato da lavori di adegua- ultimi larici della vegetazione. mento già nel corso del 96/97. Il locale invernale, durante il periodo di apertura Tuttavia si doveva ancora dotare il rifugio di un del rifugio, è a disposizione del gestore, che lo uti- adeguato locale invernale come previsto dalle spe- lizza come normale stanza del rifugio. A rifugio cifiche leggi provinciali. chiuso invece il locale risulta sempre aperto a di- Si è quindi ritenuto di edificare una nuova mode- sposizione degli escursionisti che utilizzano il Pel- sta costruzione vicina al rifugio, nella quale sono ler come punto d’appoggio per le varie traversate. stati ricavati anche il locale generatore, deposito Unitamente ai lavori di costruzione del nuovo lo- batterie e magazzino. cale, si è anche provveduto al completo rifacimen- Il nuovo locale invernale è diviso in due zone, al to dell’acquedotto, con la posa di una nuova tuba- piano terra “zona giorno” con tavolo, panca, sedie zione interrata di circa 1500 ml con la quale si pom- e vetrinetta al primo piano, accessibile con scaletta pa l’acqua fino ai depositi del rifugio. Le opere sono in legno, “zona dormitorio” con sette posti letto. state rese possibili grazie al finanziamento Provin- La parte interrata, dove trovano posto i generatori ciale e grazie anche alla disponibilità economica della SAT di Cles. Su specifica richiesta della sezione, la Sede Centra- le della SAT ha autorizzato la dedica del nuovo bivacco allo scomparso Avv. Giorgio Juffmann, quale promotore della costruzione del primo rifu- gio Peller, nonché benefattore per l’attività della locale Sezione SAT. Il nuovo locale è stato presen- tato ufficialmente alla comunità il 6 luglio 2003. La speranza di tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della struttura è soprattutto che il bivacco venga utilizzato ma soprattutto mante- nuto bene. La conservazione della struttura è affi- data al rispetto ed al comportamento civile dei fre- quentatori invitati a porre particolare attenzione alla pulizia e alla perfetta chiusura della struttura. Il bivacco con a lato il Rifugio Peller Commissione rifugi

Dalla Redazione un ringraziamento a Tullio Buffa La Commissione Bollettino SAT vuole ringraziare dalle pagine di questo Bollettino Tullio Buffa che è stato componente di questa Commissione nel corso del precedente mandato. Anche in questo impegno, come per tutti (e sono molti) quelli che ha assunto nel suo lungo rapporto con la SAT - all’interno della SAT (presidente di sezione, consigliere) e anche nel CAI (consigliere centrale) - Tullio Buffa non ha mancato di portare il suo contributo, segnalando e portando a conoscenza notizie ed iniziative che hanno potuto trovare la giusta visibilità sulle pagine del Bollettino, contribuendo anche con la critica e la osservazione costruttiva a migliorare questo prodotto realizzato… a 14 mani. Da tutta la Commissione un sentito ringraziamento a Tullio.

55 Lutti

Erminio Malfatti stigioso incarico. Nel corso della sua lunga ed ap- Si è spento nei primi prezzata presidenza Silvio Detassis seppe caratte- giorni di luglio, Ermi- rizzarsi per le sue doti umane prima e per la capa- nio Malfatti, socio cità di organizzatore e di grande mediatore, quan- fondatore della sezio- do il dibattito lo richiedeva. Fu quello un periodo ne SAT di Spormag- di grande vivacità e fermento all’interno della So- giore; insieme ad un sat. A metà degli anni ’50 era nato il “Gruppo zo- gruppo di 11 perso- veni” e la sede di via Malpaga brulicava di giovani ne ha fondato la no- alpinisti desiderosi, oltre che di scalare le monta- stra sezione e per cin- gne, di fare gruppo ed essere punto di riferimento que anni ha svolto sociale in una città che come il resto del paese era l’incarico di segreta- in grande crescita. Negli anni sessanta sotto la pre- rio. Sempre presente sidenza di Silvio Detassis nacque in Sosat lo sci ed attivo in ogni atti- club ed anche quello diede un forte impulso all’at- vità del gruppo è stato un esempio per i giovani tività sosatina. Nacquero iniziative quali la Calisia- che successivamente sono entrati nel direttivo. Im- na ed il Trofeo Marchiodi. Nel 1969, grazie ad un portante e puntuale il contributo dato da Erminio concerto del Coro della Sosat nella cittadina bava- ai lavori per la costruzione della nostra Baita pres- rese di Friedberg fu Silvio Detassis assieme al suo so la Malga Spora; proprio “la Spora” è stata per collega e poi amico fraterno tedesco Beppo Poller diversi anni la sua meta preferita per trascorrere a dare vita ad un gemellaggio che dura ancora oggi con la famiglia alcuni momenti di relax e di riposo ed è vanto ed orgoglio dei due sodalizi alpinistici. circondato dai suoi monti e dalle sue cime. Negli Silvio fu sempre presente nei numerosi incontri ultimi anni la malattia non ha più permesso ad Er- tra le due sezioni ed anche nei recenti festeggia- minio di poter arrivare alla “sua Malga” ma noi menti dei 50 anni della DAV di Friedberg egli fu siamo sicuri che con la mente ma soprattutto con tra i protagonisti. Assieme alla Sosat lo ricorda la il cuore Erminio era sempre vicino a noi; persona Sat intera e la sezione della Deutsche Alpenverein semplice e umile, con un forte e sincero attacca- di Friedberg con i numerosi amici che aveva sapu- mento alla famiglia per questo siamo anche certi to conquistarsi in terra tedesca. che adesso, raggiunta la cima più alta, veglierà sem- Silvio Detassis frequentò sino a pochi giorni pri- pre le sue montagne e in particolar modo la sua ma della sua scomparsa la sede Sosat. Cordiale e “Spora”. Ciao Erminio gentile, era piacevole fermarsi a chiacchierare con lui. Dialoghi, mai banali, sempre caratterizzati da La Sezione SAT di Spormaggiore un elevato contenuto culturale. Silvio Detassis era un autodidatta ed un grande studioso della storia Silvio Detassis della città di Trento, sulla quale aveva scritto molte Se ne è andato nel marzo scorso, Silvio Detassis pagine. La sua figura ed il suo carisma facevano si presidente onorario della Sosat e proboviro della che qualora nella vita della sezione operaia servis- nostra associazione. Silvio Detassis ha lasciato nella se un consiglio od un parere Silvio Detassis era Sezione operaia e nell’ambiente satino un grande sempre disponibile a fornirlo ed confrontarsi. vuoto. Silvio fu un uomo che in Sosat segnò in Silvio ci ha lasciato, con il suo stile di vita, un esem- positivo la storia della Sezione. Fu nel 1959 che pio di grande statura morale una eredità che nel Silvio Detassis venne eletto alla presidenza della mondo di oggi è quanto mai preziosa e va seguita. Sosat e per ben 21 anni ricoprì l’importante e pre- Ugo Merlo

56 Carmelo Forti Quinto Scalet “Non solo monta- Il brigadiere capo della Guardia di Finanza Quinto gna” ma tutto quan- Scalet di settant’anni è mancato il luglio scorso, nella to di bello e armonio- sua casa di San Martino di Castrozza, il solito male so esiste nel creato lo incurabile… Come Buzzati nel 72, come mio pa- affascinava ed era og- dre nel 38. Purtroppo è così per molti. E ci trovia- getto del suo interes- mo di fronte al mistero dell’al di là. Era un estro- se e desiderio di co- verso, gioviale, aperto, sempre allegro. Quando lo noscenza e cultura. incontravo lo chiamavo “Quinto Sesto con passaggi L’alpinismo, riscoper- in A” e lui rideva. Forse orgoglioso perché gli ri- to e praticato dopo cordavo le sue scalate. Faceva parte del Soccorso aver superato la tren- Alpino della Guardia di Finanza, nominato Cava- tina, fu certo una del- liere della Repubblica per le sue doti organizzative le molteplici attività e pratiche, aveva assunto dai militari quel piglio de- che maggiormente lo coinvolse e lo entusiasmò; cisivo e cameratesco. S’era maturato ed immesso l’arrampicata estrema l’aveva già ammirata nel 34 nell’atmosfera del Corpo. Era benvoluto dai com- quando tredicenne vide la storica salita di Gino militoni e dai superiori, tanto che fu incaricato con Pisoni agli strapiombi della Torre Carina nella pa- una pattuglia di rilevare i cippi di confine dello Sta- lestra di Romagnano. to nell’arco orientale delle Alpi. Un lavoro di mesi Giunto casualmente sotto le Torri del Vaiolet, gli in alta quota. All’inizio fu accolto nel Corpo dei fi- venne spontaneo salire la Winkler da solo e così si nanzieri quale campione di sci nordico. Ha iscritto affacciò al mondo dell’alpinismo da cui non si stac- il proprio nome nella storia alpinistica delle Pale cò più, nemmeno nelle sue ultime parole. aprendo undici vie nuove e sei prime invernali del- Ma se solitaria fu la sua prima salita, a socievolezza le più note vie. I suoi compagni di cordata e gli ap- e disponibilità fu improntata tutta la sua vita: nel passionati certo lo ricordano rileggendo le sue im- Gruppo Rocciatori della SAT di cui fu socio fon- prese. Nel 1953 aprì un’ardita via sulla ovest del datore, nelle scuole e corsi di alpinismo, nella co- Camp. Travignolo. Nel 1954 aprì la via “4 novem- ralità trentina, nel lavoro e in famiglia. bre” sulla ovest di Cima Silvano. Nel 1955, salì in I Per molti di noi fu un papà alpinista, ci portò in asc. la ovest del Pizzo Nicolaucic. Nel 1956 salì la montagna insegnandoci ad arrampicare con le mani “Fessura Falqui” sempre sulla Cima Silvano. Nello e col cuore, prodigo nei consigli, inflessibile con stesso anno salì da solo lo spig. N della Cima Silva- chi sbagliava, gioviale con tutti. Rimane un miste- no. Nel 1957 attraversò i Campanili di Val Strutt e ro come Carmelo, giunto al rifugio ed estratto il fece la prima ascensione del Camp. dei Camosci. Nel doppione del suo vino dallo zaino per gli amici, 1958 salì l’elegante spig. S.S.O. del Nuvolo. Nel 1961 riuscisse nel giro di pochi minuti a formare un coro conquista la parete S.O. della Punta Chiggiato e poi e far cantare anche gli stonati trasmettendo entu- fu impegnato a vincere la strapiombante S.O. della siasmo ed allegria a tutti gli ospiti. Cima dei Bureloni. Nel 1963 salì il Mulàz della Rosetta. La casa di Romagnano, dove abitava con la gentile Prime invernali: nel 1956 sale la C. Rosetta, via Bet- signora Paola, compagna di cordata e nella vita, è tega. Nel 1962 sale la C. Bureloni, canalone S.E. stata per anni un punto di riferimento per tanti Nel 1964 sale il camino degli angeli sulla Pala di San alpinisti trentini, la succursale della Scuola prima- Bartolomeo. Nel 1964 salì il Gran Pilastro della Pala di verile di roccia, una sosta pressoché obbligatoria San Martino. Nel 1964 ripete la via Castiglioni del Camp. quanto gradita per chi arrampicava sulla sovrastante Pradidali. Nel 1966 ripete la via Leuchs del Cimon della palestra, ma soprattutto un luogo in cui respirare Pala. Proprio l’affettuoso nomignolo di “Quinto alpinismo, amicizia, entusiasmo e dove anche gli Sesto con passaggi di A”, che gli azzeccavo era rea- astemi bevevano un bicchiere di vino per la com- listico. Comprendeva la nostra amicizia anche se pagnia! non ho mai arrampicato con lui. gli amici del Gruppo Rocciatori della SAT Gabriele Franceschini

57 Rifugi

Rendere e lasciare la montagna pulita propri impianti di depurazioni nei rifugi satini. Sono La Sat ha da sempre fatto della difesa dell’ambien- dotati di grigliatura: il Carè Alto, il Tonini, il Pe- te un suo compito istituzionale, pur con alle volte drotti alla Rosetta, il Pernici, il Pedrotti alla Tosa, il delle situazioni contraddittorie. A questo riguardo Roda di Vael, il Denza, il Dorigoni, il Mandron, il ci soffermeremo su due aspetti: l’inquinamento Segantini e si stanno ultimando il Tuckett ed il Lar- provocato da persone e da strutture in quota e poi cher. Nel 2004 saranno completate le grigliature sull’uso di energie alternative. Piccole nicchie, pic- dell’Antermoia, del Brentari e del Sette Selle. coli modelli che debbono aiutarci a riflettere nei Tutti gli impianti di grigliatura hanno in ingresso comportamenti quotidiani. un disoleatore. Le griglie separano poi la parte solida superiore ai Inquinamento tre millimetri di diametro, da quella liquida, che va Gia da qualche anno il governo provinciale (Piano a dispersione. Il solido è poi raccolto in appositi stralcio del 1996) ha stabilito le modalità per il trat- contenitori ed avviato nelle discariche. Tre rifugi tamento dei reflui in ogni singolo rifugio. I sistemi sono dotati di veri e propri impianti di depurazio- sono: fossa biologica, fossa imhoff, grigliatura, trat- ne biologica. Il Vincenzo Lancia all’Alpe Pozza ha tamento biologico e messa in rete (fognature). Oggi un impianto biologico con un buon funzionamen- siamo quasi al termine di quel programma di lavo- to. La zona è inoltre assai delicata perché l’acqua di ri che ha previsto grigliature ed in alcuni casi veri e Rovereto viene da quell’area.

L’impianto eolico durante la fase d’installazione presso il Rifugio Marchetti allo Stivo

58 Vi è poi il rifugio al Boè dove il servizio della Pro- vincia di Trento ha realizzato un vero e proprio impianto di depurazione che dopo lunghe speri- mentazioni è funzionante con buoni risultati Infine vi è il rifugio Mantova al Vioz, il nido d’Aqui- la della Sat che si erge alla quota di 3535 metri nel Parco naturale dello Stelvio dove si è realizzato contemporaneamente alla ristrutturazione del ri- fugio una altro impianto di depurazione. I costi d’esercizio di questo impianto sono però da valu- tare così come le rese effettive. Un depuratore a quelle quote è difficile da far fun- zionare bene. Una sperimentazione sulla quale alla fine si dovrà fare una seria valutazione di costi e benefici e magari abbandonare questa scelta che fa in ogni modo parte delle necessarie sperimenta- zioni. Il rifugio Carè Alto sul cui tetto è ben visibile l’im- pianto fotovoltaico Energia Per quanto riguarda la produzione d’energia uno pensare che quella del Taramelli, è iniziata nel 1996, degli obiettivi è di utilizzare il più possibile, com- con la richiesta di concessione dell’acqua. patibilmente con i costi, fonti rinnovabili. Le strut- Altra fonte di energia alternativa sono i pannelli ture dei rifugi per funzionare hanno bisogno di fotovoltaici, ma qui i costi sono più elevati e la resa una quantità d’energia elettrica valutabile tra i 3 ed in termini di produzione è piuttosto limitata. Tale i 35 Kw/H secondo le dimensioni della struttura. impianto costituisce una buona integrazione e per- Anche su questo fronte la ricerca è continua ed i mette la riduzione dell’uso del gruppo elettroge- progressi della scienza e della tecnica una costan- no. Una ventina di rifugi della Sat hanno questo te, ma i costi delle sperimentazioni sono assai ele- sistema integrativo di produzione di energia rin- vati e non sempre gli investimenti hanno portato novabile. Il rifugio Carè Alto ha da una diecina di ad un soddisfacente rapporto costi benefici. anni un impianto fotovoltaico realizzato dal- La miglior soluzione in montagna è quella, dove l’ENEL, con circa 64 pannelli che produce una c’è acqua a sufficienza, di realizzare delle centrali- quantità di energia di quattro Kw/h. ne idroelettriche. Ottima resa, un costo iniziale per Anche il vento è una fonte d’energia rinnovabile e la realizzazione dell’impianto si aggira sui 40.000 la Sat nel 1999 ha realizzato un impianto speri- euro (valore medio) e costi di manutenzione con- mentale al rifugio Prospero Marchetti allo Stivo, tenuti. Ridotto impatto ambientale. che sta dando buoni risultati, ma non è ancora sta- L’ultimo impianto realizzato è quello del rifugio ta fatta una valutazione in termini di quantità di Taramelli da poco in funzione, che ha una produ- energia prodotta. La potenza di quel generatore è zione d’energia elettrica di circa 4Kw/h. di tre Kw, in presenza di vento. Al Marchetti vi è Sono dotati di centralina idroelettrica da anni: il stata una forte riduzione dell’uso del gruppo elet- Francesco Denza, il Segantini il Silvio Dorigoni, il trogeno. Questo tipo di impianto ha evidenziato Brentari il val di Fumo ed ultimo in ordine crono- alcune criticità ed i costi della manutenzione sono logico il già citato Taramelli. La commissione rifu- piuttosto elevati. Il futuro forse sta anche nell’idro- gi sta studiando delle ipotesi per realizzare centra- geno. L’Alpenverein in Alto Adige ha già realizza- line idroelettriche al Città di Trento al Mandron ed to quest’anno un impianto di questo tipo. La com- al rifugio Larcher al Cevedale. Le pratiche per l’ot- missione rifugi effettuerà quanto prima un sopral- tenimento delle autorizzazioni per l’uso dell’acqua luogo per assumere le necessarie conoscenze. sono però assai difficoltose e molto lunghe, basti Ugo Merlo e Commissione rifugi SAT

59 Biblioteca della montagna-SAT

Elizabeth Tuckett e Amelia Edwards: anche fuori del vecchio continente. Le loro espe- viaggiatrici vittoriane alla scoperta del- rienze appaiono però diverse per quanto attiene le Dolomiti alle motivazioni di base, al carattere, al gusto per- sonale e allo stile espressivo. È questo il titolo di una tesi discussa alla Facoltà di Elizabeth Tuckett e Amelia Edwards, oltre alle dif- Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di ferenze menzionate con la loro scelta di vita e con Trento. L’autrice, la neo dottoressa Giovanna Bal- i resoconti di viaggio, evidenziano innegabili meri- zani, ha voluto esaminare due resoconti di viaggio ti non solo di tipo letterario ed artistico, ma anche scritti negli anni settanta dell’Ottocento, in piena di natura sociale in quanto, con la loro esperienza, epoca vittoriana. Le opere sono quelle di Eliza- hanno contribuito alla storia dell’escursionismo e beth Tuckett con Zigzagando tra le Dolomiti (Zigzag- dell’alpinismo nella regione dolomitica, ma anche ging amongst Dolomites) e di Amelia Edwards Cime a quella più generale del costume e dell’emancipa- inviolate e valli sconosciute. Vagabondaggi di mezza estate zione femminile. A tale questione la Edwards, del nelle Dolomiti. (Untrodden Peaks and Unfrequented Val- resto, dedica attenzione ed impegno anche fuori leys, A Midsummer Ramble in the Dolomites) dell’esperienza di viaggio. Con loro, e con le altre Giovanna Balzani nel sintetizzare i punti nodali del viaggiatrici e alpiniste della seconda metà dell’Ot- suo lavoro ricorda come la sensibilità romantica tocento, è avvenuta una vera e propria svolta che del XIX secolo, fondata sul culto della natura nelle ha inserito autorevolmente la donna in un mondo, sue manifestazioni più forti ed emozionanti, de- termina nella letteratura di viaggio una nuova scel- ta di campo che privilegia nettamente l’ambiente montano, precedentemente trascurato. In tale con- testo, accanto ai tradizionali viaggiatori, si inseri- scono le prime viaggiatrici inglesi che vengono at- tratte dalla spettacolarità del paesaggio montano, dalle romantiche valli sconosciute e dalla natura selvaggia e maestosa che fa sopportare fatiche e disagi materiali. La vena letteraria ed artistica, di cui erano dotate, consentì loro di produrre reso- conti di viaggio, attraverso i quali non solo fecero conoscere i “monti pallidi” in tutta Europa, ma fecero scoprire quelle montagne agli stessi abitanti che fino ad allora non ne avevano colto lo straor- dinario potenziale sotto il profilo economico. Nella letteratura di viaggio le due autrici rappresentano due delle figure più rilevanti sotto vari punti di vi- sta e ciò spiega la notorietà che hanno conservato fino ai nostri tempi. La collocazione temporale le fa appartenere alla stessa generazione (soltanto sei anni separano la loro nascita) e la posizione socia- le non presenta sostanziali differenze in quanto sono inserite in famiglie agiate che permettono ad entrambe di disporre di larghi mezzi finanziari per La copertina dell’edizione originale inglese del vo- i loro viaggi in Europa e, nel caso della Edwards, lume di Amelia Edwards

60 come quello delle escursioni e delle scalate alpini- Ed è proprio all’interno di questi fondi archivistici stiche, fino ad allora dominato pressoché esclusi- che sono stati reperiti atti amministrativi relativi vamente dalla figura maschile. Sotto questo punto alla storia della SAT, negli anni compresi tra il 1879 di vista la montagna, con la sua sfida alle difficoltà e il 1917. Nel concreto sono stati controllati la materiali e ai pregiudizi sociali, ha rappresentato Sezione di Luogotenenza, il Capitanato Distret- una metafora più generale della vita dando il senso tuale di Trento e quelli di Borgo, Cavalese, Cles, di un’evoluzione storica e culturale di grande si- Mezzolombardo, Primiero, Tione, Riva e Rovere- gnificato e ricca di fascino. to, per un totale di quasi 4.000 buste e circa 130 La tesi di laurea come anche le opere della Tuckett fascicoli relativi alla SAT ritrovati nei faldoni. In e della Edwards - in lingua originale o tradotte - più sono stati passati al vaglio anche alcuni fondi sono liberamente consultabili presso la biblioteca. privati, composti per lo più di corrispondenza, tra i quali particolare rilievo ha assunto soprattutto Documenti per la storia della SAT quello del conte Giovanni De Firmian, membro Con il convegno internazionale dal titolo “In vetta! della SAT durante gli anni della sua costituzione. L’alpinismo come proiezione di modelli culturali e sociali Ricche e interessanti le informazioni che si posso- borghesi tra Otto e Novecento” si è concluso a maggio no trarre da questa documentazione, spesso testi- di quest’anno un progetto di ricerca che ha visto monianza dello stretto controllo a cui era assog- coinvolti una ventina di studiosi provenienti da tutta gettata la Società da parte dei Capitanati i quali Europa sulle tematiche legate alla storia sociale sovrintendono a tutte le iniziative della SAT: gite, dell’alpinismo. All’interno del progetto di ricerca escursioni, adunanze, tesseramento delle guide di era stata promossa anche una borsa di studio, affi- montagna, ecc. A questo si aggiunge il controllo data ad Arianna Tamburini, per una ricerca archi- delle gendarmerie, anche attraverso rapporti di vistica utile ad individuare fonti e materiale inedito osservatori appositamente incaricati. relativo alla storia della SAT: l’indagine si è con- Il materiale più abbondante rimane comunque centrata sull’Archivio di Stato di Trento. Nella re- quello relativo alle guide e ai portatori alpini: sono lazione che accompagna la documentazione, Arian- documentati le nomine delle guide, i libretti e le na Tamburini, ricorda che particolare attenzione tariffe, comparati a quelle della Deutscher und si è rivolta verso fondi precisi, ovvero i Capitanati Österreichischer Alpenverein. Infine alcuni fasci- Distrettuali, che raccolgono gli atti amministrativi coli interessanti sono quelli relativi all’inaugurazio- dell’Impero austroungarico. Nel 1868 l’Imperato- ne dei rifugi - vedi ad esempio il rifugio Sella - re Francesco Giuseppe istituì a Trento una Sezio- oppure alla loro costruzione, come nel caso dei ne di Luogotenenza a cui spettava il compito di rifugio Bocca di Brenta, Tosa e Casinei. sovrintendere agli affari luogotenenziali, sotto il Tutta la documentazione, in fotocopie, su gentile controllo di un Consigliere Aulico, anche se l’or- concessione dell’Archivio di Stato di Trento, è con- gano supremo di tutta la Provincia del Tirolo ri- sultabile presso l’Archivio storico SAT conservato mase la Luogotenenza di Innsbruck, con compe- dalla biblioteca. tenze politico-amministrative. La Luogotenenza di Trento avrebbe dovuto lavorare a fianco del Capi- tanato Distrettuale di Trento, che coordinava gli La Biblioteca della monta- otto Capitanati in cui era stata suddivisa la Provin- gna-SAT ha sede nella Casa cia, ovvero Borgo, Cavalese, Cles, Primiero, Riva, della SAT, in via Manci, 57 Rovereto, Tione, Mezzolombardo. Nel 1896 ven- a Trento. È aperta al pub- ne soppressa la Sezione di Luogotenenza di Tren- blico dal lunedì al venerdì to e le sue competenze furono trasferite alla Luo- con orario 10 - 12 e 15 - 19. gotenenza di Innsbruck. Rimasero però in funzio- Per informazioni potete te- ne i Capitanati Distrettuali con competenze su lefonare allo 0461 980211 o scrivere all’in- culto, istruzione, difesa dello Stato, pubblica sicu- dirizzo e-mail: [email protected] rezza, agricoltura, viabilità delle strade, acque, ecc.

61 Libri

Annuario 2003 della Sezione SAT di tà, dell’Annuario della Sat di Riva è quello di non Riva del Garda concentrarsi esclusivamente sulle attività dei soci e Il cambio generazio- sull’orizzonte delle montagne. Non è mai manca- nale che ha compor- to infatti l’approfondimento, la ricerca, il richiamo tato un significativo alle radici e al territorio, alle storie nel proprio spa- rinnovamento nella zio urbano, le vicende storiche rivane, quelle che direzione della SAT accadono nell’orizzonte della “Busa”, ed insieme i di Riva del Garda, ricordi ed i ritratti di tanti personaggi che non sono come ricorda nel suo celebrità ma sono persone uniche nel loro vissuto, saluto il neo presi- all’interno della propria comunità, della Sat stessa, dente Marco Matte- di ieri ma anche di oggi. otti, non ha avuto ri- percussioni sull’usci- ta del tradizionale L’opera omnia di Nepomuceno Bolo- Annuario della se- gnini nelle edizioni Rendena zione, un volume a tutti gli effetti (368 pagine), da Sino ad alcuni anni fa chi voleva leggere gli scritti conservare nella propria biblioteca, da rileggere e di Nepomuceno Bolognini (Pinzolo 1824-Milano sfogliare di tanto in tanto perché di spunti, oltre- 1900) doveva attingere alla collezione degli Annua- ché di contributi e immagini ( sono quasi ottanta ri SAT, celebre periodico nato nel 1874 e cessato gli autori) davvero interessanti, è davvero ricco. An- nel 1931. che questo Annuario 2003 si apre con le storie di Sul finire degli anni settanta del secolo scorso la famiglia, ovvero una serie di articoli sulla vita della casa editrice Forni con sede a Bologna, specializ- Sat, l’attività più recente della Sezione di Riva in zata in ristampe anastatiche di opere antiche e rare, primo luogo con il saluto del presidente uscente pubblicò alcune raccolte di scritti del Bolognini Cesarino Mutti, poi l’Assemblea dei Delegati, i 130 pubblicati sugli Annuari SAT: Le leggende del Trenti- anni della Sat celebrati nel settembre del 2002, il no, Maitinade, fiabe e leggende della Rendena e Usi e co- volume sulla storia di questi 130 anni presentato a stumi del Trentino. Mancava però uno studio della gennaio di quest’anno, l’omaggio a Rodolfo Cor- sua opera, benché il raini dal 1965 gestore con la signora Clara del Ri- Bolognini vantasse fugio Nino Pernici. La storia delle montagne ci una voce nel Diziona- rimanda naturalmente all’Everest nel cinquantena- rio biografico degli italia- rio della prima salita, ma anche alle prime guide ni edito dall’ Istituto del Brenta e ad alcuni gestori di oggi dei nostri dell’ enciclopedia ita- rifugi, al Cevedale al Brenta. La storia delle monta- liana, correva il ri- gne, di quelle lontane o di quelle di casa, la scrivo- schio di essere dimen- no anche i nostri soci, nel corso delle loro escur- ticato. Il risveglio del- sioni e ascensioni e il capitolo “Storie di montagna l’interesse per l’opera ne propone diverse”. L’orizzonte dei monti infine del celebre rendene- si dilata nuovamente nel penultimo capitolo del- se si avverte nel 1997 l’Annuario per cogliere paesi e montagne oltre oce- con la pubblicazione ano, dal Nepal, all’Ecuador, al Perù. Uno dei pre- della bibliografia gi, ed è qualcosa di molto importante e aderente completa delle sue allo spirito satino di essere memoria nelle comuni- opere compilata da

62 Danilo Mussi (Judicaria, Pan e Pera n.34/1997) e due anni Ugo Manera dopo con l’approfon- Pagine 312 dito studio di Mauro Cda & Vivalda (TO), Nequirito Dar nome a 2003 - “I Licheni” un volgo: l’identità cultu- Euro 19,00 rale del Trentino nella let- “Pan e Pera” è il so- teratura delle tradizioni prannome di uno dei popolari (1796-1939). La più forti alpinisti acca- definitiva riscoperta demici italiani, Ugo degli scritti avviene Manera torinese, una grazie alla casa editrice vita in fabbrica e sulle Rendena di Tione che rocce delle montagne inizia la pubblicazione che lo vedono prota- dell’opera omnia di gonista di numerose e storiche salite raccontate in Bolognini nella collana Excelsior, (Premio SAT nel questo libro, dal Gran Paradiso e dal Monte Bian- 1998) appropriato titolo che rimanda alle origini co al Changabang. della nostra associazione. Fautore della riscoperta è lo stesso editore coadiuvato da Tranquillo Giu- Corde ribelli stina, autore delle note introduttive e di saggi bio- Arantza Lòpez Marugàn grafici tracciati con stile personale che ben si adat- Pagine 160 ta ai testi del Bolognini. Finalmente questi impor- Cda&Vivalda (TO), tanti scritti sono alla portata di tutti e le ricerche 2003 - “Le Tracce” del Giustina contribuiscono a dipanare l’affasci- Euro15,00 nante figura di questo garibaldino che cento- Nove racconti, ognu- trent’anni fa, assieme ad alcuni amici, pensò di fon- no dedicato ad un epi- dare la SAT. sodio saliente della vita R.D. di altrettante donne accomunate da una Cometa sull’Anna- passione, la montagna, purna luogo e strumento del Simone Moro loro sogno di indipen- Pagine 170 denza: Henriette d’Angeville, Gertrude Bell, An- Corbaccio (MI), 2003 nie Peck, Miriam O’Brien, Loulou Boulaz, Elvira Euro 16,50 Sataeva, Wanda Rutkiewicz, Miriam Garcia Pascual, Nel suo primo libro, Allison Hargreaves l’alpinista Simone Mo- ro racconta la sua spe- Silvio Pozzini. L’immagine del paesaggio dal dizione all’Annapurna Garda alle Dolomiti nell’inverno del 1997 Mauro Grazioli (a cura di) quando sopravvisse Pagine 397 miracolosamente alla Il Sommolago et al. valanga che uccise i suoi due compagni, fra cui il (Riva del Garda), 2003 fortissimo alpinista kazako Anatolij Bukreev (l’al- Euro 45.00 tro compagno era Dimitri Sobolev), dopo essere Negli anni tra le due precipitato per 800 m. Un occasione per raccon- guerre il fotografo ri- tarci la sua infanzia e per spiegare come mai ha vano Silvio Pozzini finito per fare della montagna il suo mestiere. documenta con splen-

63 dide fotografie il paesaggio trentino, dalle rive del Lago di Garda passando per le più note vallate del Il Cannone Skoda in Val Nardis Trentino fino ad arrivare alle suggestive immagini delle Dolomiti con fotografie di escursioni e scala- Il ritrovamento in Val Nardis di un canno- te in montagna. ne Skoda, reperto importante delle vicen- de belliche che durante la Prima Guerra C’era una volta il ve- Mondiale hanno interessato la zona Ada- tro… nelle Giudica- mello - Presanella, ha aperto un ampio di- rie dell’800 battito di cui la stampa ha dato grande ri- Francesca e Manuela Bon- scontro. fioli - Ennio Lappi La SAT, da sempre attenta alla storia del Pagine 251 Trentino, ha proposto, d’intesa con le Se- Fondazione “Maria zioni SAT della Valle, l’Amministrazione Pernici” Antica Vetre- Comunale di Giustino ed il Parco Adamel- ria (Carisolo), 2003 lo - Brenta, la ricollocazione del reperto sui Storia delle vetrerie luoghi del ritrovamento mettendo a dispo- che operarono nelle sizione il Bivacco Roberti quale struttura Giudicarie dell’800 e adatta ad illustrare le vicende della Grande che portarono, in un Guerra. economia basata sullo sfruttamento dei beni agro- Di seguito pubblichiamo il comunicato sot- silvo-pastorali, un’inusitato sviluppo industriale. toscritto congiuntamente. Una approfondita ricerca che narra, con molte il- lustrazioni e documenti inediti, la storia di una re- Il Comune di Giustino, i Presidenti delle Sezio- altà fino ad ora quasi del tutto inesplorata. ni SAT della Val Rendena e Tione, i rappre- sentanti della SAT Centrale ed il Presidente del L’ombra del tempo - Parco Naturale Adamello Brenta, in occasione Gli esploratori delle della riunione tenutasi su invito del Sindaco di caverne Giustino, tenuto conto dell’imminente operazione Andrea Gobetti di recupero, sul ghiacciaio della Presanella - Val Pagine 240 Nardis, del cannone Skoda e sulla scorta dei prov- Cda& Vivalda (TO), vedimenti assunti in data odierna dalla Giunta 2003 - “Le Tracce” Provinciale, condividono fra loro la volontà e ne- Euro 18,00 cessità di valorizzare il detto reperto bellico at- Una storia di uomini traverso una sua ricollocazione nei luoghi di ri- diversi quella che rac- trovamento. conta Andrea Gobetti A tal fine si impegnano fin d’ora a collaborare che torna a parlarci di nell’individuazione dell’esatto punto di ricolloca- quel mondo ipogeo e zione ed a studiare itinerari ed iniziative storico- dei suoi personaggi che lo vide esordire come au- culturali volti a valorizzare, oltre al reperto, l’in- tore (Una frontiera da immaginare). Uomni diver- tera zona di ritrovamento dello stesso, già com- si e dai diversi destini riuniti dal caso e dalla passio- presa nell’area del Parco. ne alle soglie di un mondo sotterraneo profondo La SAT si impegna inoltre a mettere a disposi- e misterioso (quello di Piaggia Bella), che proven- zione il Bivacco Roberti per dar vita ad inizia- gono da esperienze, ambienti sociali, luoghi geo- tive che illustrino le vicende della Grande Guer- grafici, lontani fra loro, ma che quando si lanciano ra che hanno interessato la zona, analogamente in una esplorazione o in un salvataggio diventano a quanto già realizzato presso il Rifugio Pajer al una squadra inarrestabile fino al raggiungimento Mandrone. dell’obiettivo.

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