06SPE01A0612 ZALLCALL 14 13:43:01 12/06/96 K

A Firenze due ottimi documentari. A Roma il leader dei Frisco & Due città dove Innamorati è «di scena» il rock in tribunale FILM-TV del genere «comme- dia» sono ormai così rari che in Il festival dei Popoli di Firenze, in svolgimento al cinema Al- I molti abbiamo gioito all’an- nuncio di Ci vediamo in tribunale fieri Atelier, dedica da sempre uno spazio privilegiato alla (Raidue, mercoledì). Un cast in- musica e al cinema che si occupa di musica. Abbiamo vi- teressante, un’ambizione pronu- sto due film su due fondamentali aspetti del rock Usa: The ba di risvolti curiosi (le corti di Life and Times of Red Dog Saloon di Mary Works, sulla giustizia e i suoi abitanti), una raffica di paragoni promozionali psichedelia californiana anni ’60, e Hype! di Doug Pray, che parlavano di grande tradizio- su Seattle e il fenomeno . Il secondo circolerà si- ne satirica, più qualche ingenuità curamente, il primo cerca distribuzione: ecco perché. imbonitoria («gli avvocati... ne combinano di tutti i colori con i loro imprevedibili litigi»: alla ma- DAL NOSTRO INVIATO niera dei sunti in uso un dì nei ALBERTO CRESPI giornali della sera). Purtroppo i FIRENZE. Che cos’è una «sce- sto. In realtà i passaggi illuminanti litigi promessi non erano cosi im- —na»? Sembra una domanda facile, di Hype! sono altri. Sono le intervi- prevedibili quanto improbabili, ma quando si parla di rock non lo è, ste a dei Pearl Jam e Beatles in tv ma gli avvocati protagonisti erano e cercare sul dizionario non vi aiute- a Kim Thayil dei Soundgarden, però «innamorati» come vuole la rebbe molto. Semplificando parec- che dicono parole ficcanti su co- Amendola tradizione del comico-sentimen- chio, potremmo dire che è l’insieme me il movimento è subito divenuto tale: si capiva fin dalla inquadra- dei gruppi rock attivi in una singola industria, e su come sia difficile so- doppia Lennon tura iniziale. Lui infatti risultava città. Ma è quasi ovvio che una «sce- pravvivere al difficile mestiere del- assolutamente «distratto», lei (un na», per essere veramente tale, de- la rockstar (un modo può essere e i fans ridono pozzo di fascino alla Doris Day- v’essere qualcosa di più: una filoso- quello, relativo a Eddie Vedder, MikeMcCready,EddieVeddereJeffAmentdelgruppo«PearlJam».AsinistraJerryGarcia Shirley McLaine) veniva illumina- fia di vita che investa gli stili musicali, raccontato nell’articolo accanto). L’atteso documentario sulla vita dei ta al primo impatto, come voglio- il look, gli atteggiamenti esistenzia- E sono anche le interviste ai fon- Beatles, trasmesso l’altro ieri sera da no i canoni, in controluce. La li, i rapporti fra i musicisti. Per ca- datori della Sub-Pop, etichetta Raidue, e seguito da 1.495.000 musica di scena sottolineava la pirci: tutte le città americane, e tut- principe del grunge, squaletti di telespettatori, è stato apprezzato dai predestinazione della coppia di te le più importanti città inglesi, e provincia che oggi si sentono «su- fans dei Fab Four, ma con molte «Vacanze romane» stile grunge legali amorosi tratti da un passato persino diverse città italiane hanno perfichi» perché hanno fatto le riserve sull’operazione del di tutto rispetto. La novità consi- un gran numero di musicisti rock, scarpe alle majors di Los Angeles. doppiaggio affidata a voci note come steva nel tempo concesso alla ma non tutte sono «scene». Non È il passaggio da fenomeno popo- quella di Fabrizio Frizzi (nel ruolo di A sorpresa suona Eddie Vedder realizzazione dell’amplesso. In basta la parola, tutt’altro. lare a fenomeno industriale, quel- Paul McCartney), Piero Chiambretti un film degli anni ‘50 -’60 (gli an- Al festival dei Popoli di Firenze lo che cattura Hype!, con lucidità (Ringo Starr), Claudio Amendola ni d’oro della commedia) i prota- sono passate nel giro di un pome- pari all’ambiguità: perché sarà (John Lennon) e Claudio Cecchetto (il o quel che volete voi). E però gonisti si sarebbero baciati nel se- riggio le due «scene» più mitiche proprio la Sub-Pop a distribuire la manager Brian Epstein). «Ad essere ALBA SOLARO Vedder non fa la rockstar: come condo tempo e accoppiati in ed importanti del rock americano. colonna sonora. E comunque c’è buoni - ha commentato il presidente ROMA. Mercoledi sera al Goa, tion, manifesti di vecchie rabbie e per molte altre icone della sua ge- coincidenza con la parola «fine». San Francisco anni ‘60, Seattle fine un passaggio, nel film, che dice del fan club Beatlesiani d’Italia, locale— transe-ambient-progressive, frustrazioni mai digerite. Vedder nerazione, piace perché non è di- Qui (anni Novanta), si baciano anni ‘80-inizio ‘90: in questi casi, sull’industria rock più di mille sag- Rolando Giambelli - si è trattato di in una zona post-industriale della regala anche un inedito, scritto in verso dal suo pubblico, si veste co- dopo quindici minuti di scherma- sì, basta la parola. San Francisco: gi: l’ingresso in un grande magaz- un’interpretazione sanguigna e capitale, di centrali del gas, club e questi giorni girando in macchina me loro, parla come loro, arriva glie, ripicche, andirivieni compor- la psichedelia, la cultura hippy, la zino di Seattle, dove in sottofondo, italica. Ma, parlando con franchezza, cantine dove si suona o si balla fino per Roma, Mini fast car, poi Not for anche a battersi per i loro diritti di tamentali con tanto di «impreve- summeroflovedel ‘67, Berkeley, i a mo‘ di musica d’ambiente, si la versione che Amendola ha dato di alle prime luci del giorno. Ragazzi in you, e altre cover, dei Talking consumatori (i Pearl Jam hanno dibili litigi». Diciamo subito che Jefferson, i Grateful Dead, Seattle: sente Smells Like Teen Spirit rifatta John Lennon ci è parsa molto fila davanti a un ingresso, candele Heads, dei Police prima maniera avviato da tempo una campagna Nancy Brilli è brava come sempre il grunge, il Puget (il golfo, dalla alla Fausto Papetti. casereccia e assai superficiale». accese intorno, e dentro, sul piccolo (Next to you), dei Byrds (So you contro la Ticketmaster, per far ab- più spesso le capita nelle parti pronuncia misteriosa, su cui sorge È paradossale che, tornando in- palco, qualcuno accorda gli stru- wanna be a rock’n’roll star), pas- bassare il prezzo dei biglietti dei brillanti e Solenghi propone il la città dello stato di Washington), dietro di trent’anni, si passi dall’o- menti. Una chitarra, un basso, una sando dall’adrenalina punk alle at- concerti), e non gira in limousine, suo repertorio di cucciolone-coc- i camicioni a quadri, i Nirvana, i stentata ricchezza della provincia famoso: Big Brother and the Hol- batteria: l’archetipo rock. Al Goa mosfere oniriche e spaziali, alla non cammina circondato da guar- colone con scaltrezza in un mare Soundgarden, i Pearl Jam. Su tutto di Seattle a una anni ‘60 ding Company, quando a loro si questa non è una serata come le al- Sonic Youth, di un pezzo strumen- die del corpo, non ha love stories di exitations piene di «ahm, ehm, ciò, due documentari: The Life and hippy e ruspante. Ma è ovvio: die- unì una strana cantante di nome tre, non è un concerto come gli altri: tale, fino al bis con Rockin in the con fotomodelle, anzi, si è sposato uhm». Anche Amanda Sandrelli è Times of Red Dog Saloon di Mary tro Mary Works, 29enne regista di Janis Joplin. Gli altri vennero di- sul palco, verso le undici di sera, sale free world di Neil Young; nei colpi proprio a Roma, in Campidoglio, piacevole e disinvolta. Pur con Works, Hype! di Doug Pray, en- Red Dog Saloon, non c’è nessuna menticati, ma trasmisero la loro Eddie Vedder, il leader dei Pearl vigorosi alla chitarra Vedder si più di due anni fa, con un’amica questi ingredienti, il film si srotola trambi targati Usa, 1996. etichetta discografica. C’è solo energia a future star come i Dead, Jam, insieme a due ragazzi romani, sfracela pure un dito, che dopo dei tempi di scuola, Beth Liebling, verso un finale che ci siamo au- Proviamo ad andare a ritroso un’eredità e una storia familiare i Jefferson, i Quicksilver. Francesco Aliotta al basso, Fausto porta in giro sanguinante come un che adesso fa pure lei la musicista. gurati non fosse quello che la più nel tempo, e partiamo da Hype!, che voleva essere raccontata. E Mary, una bella ragazza con Casana alla batteria, per regalare a trofeo, però sembra felicissimo di La sera prima il suo gruppo, gli vieta tradizione del melenso cine- questa sorta di monumento al c’è, soprattutto, un passaggio stori- una cascata di capelli rossi, è la fi- un nugolo di fan romani - niente vip, essere qui, lontano anni luce dagli Hovercraft, era in concerto in un matografico prevedeva fino a una grunge che cattura una tendenza co e geografico poco noto: la «sce- glia dei signori Works che si co- niente discografici - un concerto a obblighi dello star system. altro club romano, e pure lì Ved- trentina d’anni fa: il risvolto oste- nel momento in cui, forse, è già na» di San Francisco ‘67 nacque, nobbero lassù, nel Nevada: è nata sorpresa, non pubblicizzato se non L’atmosfera intorno a lui è elet- der ne ha approfittato per suonare trico. E invece eccotelotiè: l’avvo- scomparsa. È persino probabile in realtà, due anni prima in una nel ‘67 e oggi ha voluto raccontare con il solito passaparola, messo su trica perché Roma non è Londra o con loro a sorpresa. Lui e la mo- cato Giulia, in un primo piano az- che il grunge fosse morto già pri- cittadina del Nevada, Virginia City. una generazione - un’America - in un paio di giorni, provando i pezzi Los Angeles, non capita tutti i gior- glie sono a Roma da quasi dieci zardato e romantico, scodella se ma che Kurt Cobain, leader dei Lassù, fra le vestigia di una cultura che credeva ancora nell’utopia. A in un casale sulla Giustiniana. ni di ritrovarsi una rockstar sul pal- giorni, di notte scappano al Colos- non un figlio, almeno l’annuncia- Nirvana, decidesse di spararsi nel- mineraria e i nuovi stimoli delle fi- Firenze, stava nell’atrio del cine- Vedder arriva da solo, chitarra co di un piccolo club. E Vedder è seo, si godono le loro «vacanze ro- zione dello stesso. la sua villa. La veglia in memoria losofie hippy, si aprì nel ‘65 il Red ma, a dare a tutti le cartoline psi- elettrica tra le braccia, suona un pez- una vera rockstar: qualche settima- mane» da generazione grunge. di Cobain è uno dei momenti toc- Dog Saloon, un locale dove gruppi chedelichedelfilmeasperaredi zo lento, canta con quella sua voce na fa il tour dei Pearl Jam ha fatto «Una città romantica» dice Vedder, canti del film, ma - limitandoci ai a cavallo fra vecchio country e trovare una distribuzione. Glielo impastata di confusione, paura, di- il tutto esaurito nei palasport di e aggiunge una speranza: di poter- OLO UN ATTIMO di incer- Nirvana-èpersinopiùemozio- nuova psichedelia si esibirono per auguriamo di cuore. Anche se og- sagio, poi lo raggiungono i due com- Roma e Milano, e poi, dopo la fine ci restare abbastanza da vedere il tezza per favorire l’intreccio nante rivedere la primissima ese- tre estati di fila, per poi portare la gi le utopie, senza un discografico pagni d’avventura romani, e attacca- dei Nirvana, la band di Seattle è ri- prossimo derby calcistico, dal mo- S spregiudicato il giusto («Sa- cuzione dal vivo di Smells Like loro «filosofia» a San Francisco. So- alle spalle, fanno molta più fatica no un medley di omaggio agli Who, masta sola ad impugnare lo scet- mento che si professa tifoso acca- rà mio, non sarà mio?», si domanda Teen Spirit, il loro brano-manife- lo un gruppo del Red Dog divenne di un tempo. da Kids are allright a My Genera- tro del grunge (o del post-grunge, nito della Roma. lui memore di certe irrequietezze della collega), con un abbraccio, l’amore trionfa o comunque pro- mette di farlo. Anche l’altra coppia LIRICA. Pavarotti e Kabaivanska per un allestimento di puro divismo (Sandrelli-Blas Roca) che fungeva da pendant si ricompattava e al quel punto il consumatore di com- medie rosa non sapeva cosa desi- «Tosca» a Napoli, e cantan le stelle derare di più. Per il resto c’era tutto: dispetti, piccole vendette, scorret- tezze da codice penale (prove fal- Tosca di Puccini al San Carlo, ovvero lo star-system: ob- rismo musicale che Puccini fa in massimo grado nel personaggio di se, occultamento di documenti, Tosca, dopo lo sfumato lirismo di Cavaradossi, ma che evidentemen- connivenze tangentizie, furti con bedisce a criteri puramente stellari (nel senso del cast) Bohème si realizza senza sbilan- te non fa parte delle risorse espres- scasso: mancavano la pedofilia e la scelta di Luciano Pavarotti e Raina Kabaivanska, nei ciamenti e cadute, al punto che sive del celeberrimo tenore. l’abigeato e poi si faceva bingo) in ruoli di Cavaradossi e di Tosca, per inaugurare la stagio- l’uccisione di Scarpia in scena Nelle vesti di Scarpia, il baritono una salsa di dialogo brillante che ci ne del teatro napoletano. Buona comunque la direzione s’ammanta d’un che di solenne, Juan Pons si è distinto per un’in- ricordava la meglio età (cfr. “La come di un sacrosanto atto di giu- terpretazione vigorosa e pur, senza cassaforte” di Murolo). Nancy Brilli di Daniel Oren e sempre belle, per carità, le voci dei due stizia. scadere nel traculento, ha del suo ha contribuito a salvare la serata in- divi (meglio lei che lui, a dir la verità, in questa occasio- Le peculiarità della partitura personaggio, per così dire, più lo saporendo il suo personaggio (on- ne). Grande successo, come previsto. hanno trovato soprattutto nel diret- spessore fisico che l’intellettualisti- 06SPE01AF03 divago tra la svagetezza, la furbizia tore Daniel Oren l’interprete più co cinismo. Gustosamente caratte- femminile pret-a-porter e un po‘ di consapevole ed efficace. Un Oren rizzato il «Sagrestano» di Alfredo mignottismo di fondo che voleva ri- assai più attento che nel passato a Mariotti. Facevano inoltre parte del sultare moderno come lo immagi- SANDRO ROSSI temperare certe sue esuberanze a cast Walter Omaggio, Angelo Nar- nano i vecchi) con una recitazione NAPOLI. La scelta di Tosca per articolata, pur riconoscendone le vantaggio d’un controllo più arti- dinocchi, Nicola Troisi, Roberto senza sovrastrutture accademiche, la— serata inaugurale della stagione difficoltà e i rischi. colato e sensibile delle voci del- Maniscalco. La regia di Filippo Cri- naturale. Proprio brava. Del resto, si operistica al San Carlo e la presen- Tosca è tra le opere più emble- l’orchestra. Tra i due protagonisti, velli si è mossa nella scia di solu- è detto. La trama era confezionata za di contanti come Raina Kabai- matiche del melodramma. Lo è le nostre preferenze vanno a Raina zioni largamente sperimentate, con criteri risaputi e movimentata vanska e Luciano Pavarotti, prota- con i suoi pregi ed i suoi limiti: un Kabaivanska che aderisce al per- realizzate con prevedibile puntua- anche ignorando i limiti della credi- gonisti dell’opera, la dicono lunga perfetto congegno teatrale costrui- sonaggio rilevando una maturazio- lità. L’allestimento scenico era di bilità: un avvocato che da poco ha sulla politica culturale del teatro to in modo da conferire alla vicen- ne drammatica ed una emotività Nicola Bebois, emblema d’uno affrontato una convivenza amoro- (il discorso non si limita al San da le connotazioni drammatica- non scalfite dalla routine. Da Lu- spettacolo in tutto e per tutto ligio sa non si tira in casa un cliente affol- Carlo) orientata, presumibilmente mente più esplicite e d’immediato ciano Pavarottti, a parte la sua pre- alla tradizione. lando il proprio appartamento solo per forza di cose, ad ottenere il impatto, secondo una ricetta in- stazione vocale nel complesso an- Hanno dato infine il loro positi- per scopi comicaroli (esigenze die- massimo consenso presso il gros- ventata da Sardou e che Puccini cora valida ed in buona parte con- vo contributo, al grande successo tetiche dell’ospite, il bagno è occu- so pubblico deludendo, per con- applica con pari abilità ripropo- vincente, ci saremmo aspettato un della serata, i costumi di Giusi Giu- pato). Un’ultima spiaggia per far ri- seguenza, le attese di chi da anni nendone in musica il perfetto do- canto più sensualmente insinuan- stino e Andrea Giorgi, impeccabile dere. Chi? auspica una programmazione più saggio. L’aperta concessione al ve- te, una passionalità presente al direttore del coro. LucianoPavarottieRainaKabaivanskain«Tosca» Romano [Enrico Vaime]