Atlante dei prodotti ortofrutticoli DOP, IGP e tradizionali del

PRODOTTI DOP E IGP ORTOFRUTTICOLI E CEREALI, FRESCHI O TRASFORMATI Atlante dei prodotti ortofrutticoli DOP, IGP e tradizionali del Veneto Atlante dei prodotti ortofrutticoli DOP, IGP e tradizionali del Veneto

PRODOTTI DOP E IGP ORTOFRUTTICOLI E CEREALI, FRESCHI O TRASFORMATI

AGLIO BIANCO POLESANO DOP

Descrizione del prodotto reperibili in pubblicazioni dell’Accademia dei Con- L’Aglio bianco Polesano DOP è una pianta appar- cordi di , risalenti al XVI secolo: “... Le cam- tenente alla specie Allium sativum L., caratterizza- pagne di Rovigo producono soprattutto frumento, ta da bulbi di colore bianco brillante uniforme, di granoturco, barbabietole da zucchero ed uva... No- forma regolare e compatta, leggermente appiattiti tevole importanza per la zona di Selva assumono nel punto di inserimento dell’apparato radicale. Le gli erbai, i prati avvicendati, le patate e l’aglio...”. foglie, lanceolate e strette hanno una colorazione La zona di Selva comprende gli attuali Comuni di verde azzurra. Pontecchio Polesine, e . At- La DOP è ottenuta a partire da ecotipi locali non- torno a tale prodotto si creò un’attività di commer- ché dalla varietà Avorio che è stata selezionata cio tale da far sì che la piazza di Rovigo, nei secoli, partendo dagli stessi ecotipi. fosse punto di riferimento. Già negli anni ’60, l’Aglio bianco Polesano era fa- La storia moso per le ricercate caratteristiche commerciali I primi accenni di tale coltura risalgono ai Romani, e la capacità di fornire valori elevatissimi di produ- presenti nell’area tra il I e V secolo d.C., che ope- zione lorda vendibile, e già allora veniva esportato rando interventi di centuriazione e bonifica hanno nei mercati di Cuba, Stati Uniti, Inghilterra, Ger- fortemente influito sulla conformazione e assetto mania e Francia; questo ortaggio è così diventato idrogeologico del territorio. un elemento di sviluppo economico tale da essere Le prime descrizioni della sua coltivazione sono definito “l’oro bianco del Polesine”.

Territorio di origine La zona di produzione dell’Aglio bianco Polesano DOP comprende 29 dei 50 comuni della provincia di Rovigo.

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Aspetto e sapore seguenti fasi: selezione manuale dei bulbi, detti Etichettatura Il bulbo è di forma rotondeggiante, regolare con un “teste”, dai mazzi di aglio della partita destinata Nella presentazione delle tipologie di lavorazione leggero appiattimento della parte basale, di colore alla semina che deve essere effettuata dal 1° di a treccia, treccione, grappolo e grappolone, i bulbi bianco lucente, ed esente da difetti; è costituto ottobre al 31 di dicembre a mano, con macchine devono essere intrecciati con il loro stesso stelo e da un numero di bulbilli variabile che sono uniti tra agevolatrici o totalmente meccanizzata. L’even- legati con spago, rafia o altro materiale idoneo. Il loro in maniera compatta e con una caratteristica tuale somministrazione di letame deve avvenire prodotto finale va poi inserito in una rete bianca e curvatura della parte esterna. sulle colture precedenti per ridurre la possibilità sigillato con nastro adesivo riportante il logo della Il profilo aromatico risulta meno pungente e più di sviluppo dei marciumi e per non influenzare il DOP; nelle singole confezioni va apposto il logo persistente rispetto ad altre varietà, con note gra- tipico colore bianco lucente caratterizzante l’Aglio della denominazione. devoli di erba appena tagliata e sapore dolce e bianco Polesano DOP. Il prodotto può esser presentato in quattro diversi fruttato. Qualora si effettuino irrigazioni alla coltura, an- modi: dranno sospese entro il 20 giugno per permettere Treccia, con bulbi da 8 e fino a 22 e peso netto Produzione una migliore maturazione del bulbo e non compro- compreso tra 0,5 kg e 1,2 kg. L’Aglio bianco Polesano è una coltura da rinnovo metterne la successiva conservazione. e nell’ambito della rotazione non può ritornare Sulla base del grado di senescenza del fogliame e Treccione, il numero dei bulbi è compreso tra 30 sullo stesso appezzamento prima di tre anni. Il della maturità fisiologica delle piante, il produttore e 40 e il peso netto deve essere compreso tra 2 ciclo di coltivazione è annuale con semina autun- decide il momento ottimale per la raccolta. Essa kg e 4 kg. no/invernale ed è caratterizzato dall’ottenimento può avvenire completamente a mano, con l’ausi- Grappolo, il numero dei bulbi deve essere com- dei bulbilli per la semina, dato che la riproduzione lio di macchine agevolatrici o a macchina. Dopo preso tra 20 e 40 e il peso netto compreso tra 1 avviene per via vegetativa. Ogni azienda, infatti, essere stato estirpato, il bulbo deve subire una es- kg e 4 kg. seleziona manualmente la quantità di prodotto siccazione naturale; essa può avvenire sia in pieno Grappolone, il numero dei bulbi è compreso tra i necessaria per produrre “il seme” attraverso le campo che in azienda. 70 e 120 e il peso netto compreso tra 5 kg e 10 kg.

Stoccaggio e commercializzazione All’atto dell’immissione al consumo l’Aglio bianco Polesano DOP deve presentare bulbi sani, consi- stenti, puliti, privi di odore o sapore estranei. Il prodotto deve avere i requisiti previsti dalle nor- me di qualità per le classi “Extra” con calibro mi- nimo di 45 mm e “Prima” con calibro minimo di 30 mm. L’Aglio bianco Polesano DOP deve essere com- mercializzato tra il 30 luglio e 31 maggio dell’anno successivo, accompagnato da un cartellino ripor- tante la denominazione con la scritta DOP ed il nome del produttore.

In cucina e a tavola L’Aglio bianco Polesano DOP si conserva al meglio se posto in luogo fresco, asciutto e ben areato. Se consumato fresco se ne apprezzano tutte le caratteristiche organolettiche e le innumerevoli proprietà benefiche. In cucina può essere utilizza- to in modi diversi, a crudo, intero o sminuzzato, secco in polvere o spremuto, regalando ad ogni preparazione un sapore unico; è ingrediente ideale per molti piatti, dagli spaghetti aglio, olio e pepe- roncino alle zuppe e negli stufati.

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ASPARAGO BIANCO DI BASSANO DOP

Descrizione del prodotto Vi sono documenti che testimoniano che gli aspa- La Denominazione di Origine Protetta (DOP) ragi erano particolarmente graditi anche dai Padri Asparago bianco di Bassano identifica i turioni conciliari, in viaggio per il Concilio della Controri- (germogli carnosi) di asparago (Asparagus offici- forma di Trento (1545-1563), nel loro passaggio a nalis L.) ottenuti nella zona di produzione, discen- Bassano, essi ebbero modo di gustare il prodotto denti dall’ecotipo locale “Comune - o Chiaro - di locale e ci fu chi, tra loro, lasciò scritto dei suoi Bassano”. pregi dietetici. In un famoso dipinto del pittore veneziano Gio- La storia vambattista Piazzetta (1682-1754) “La Cena di La Serenissima stimava l’asparago cibo nobile e Emmaus” - Claveleur Museum of Art - è ben visi- di ciò si trova traccia nella contabilità di banchetti bile il piatto di asparagi preparato secondo la tra- offerti ad ospiti di gran riguardo già nel primo Cin- dizionale ricetta bassanese: “sparasi e ovi, sale e quecento. Dal Seicento era coltivato diffusamente pevare, oio e aseo” (asparagi e uova, sale e pepe, negli orti della terraferma veneziana. olio e aceto).

Territorio di origine La zona di produzione comprende i territori dei co- muni di Bassano del Grappa, Cartigliano, Cassola, Mussolente, Pove del Grappa, Romano D’Ezze- lino, Rosà, Rossano Veneto, Tezze sul Brenta e Marostica, in provincia di Vicenza. Qui, l’asparago ha trovato uno sviluppo ideale in quanto il suolo attorno al corso del fiume Brenta è sabbioso, sof- fice, ben drenato e poco calcareo, ed il clima è particolarmente mite.

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Aspetto e sapore Il trapianto delle “zampe” di asparago, cioè dei I turioni che possono fregiarsi della DOP Asparago rizomi (radici sotterranee) deve essere eseguito bianco di Bassano devono essere di colore bianco, nei mesi di marzo od aprile, mentre per le piantine con sfumature leggermente rosate, ben formati, deve avvenire entro il mese di giugno. Questo ma- dritti, interi, con apice serrato. Al consumo i turioni teriale di propagazione, sano e resistente alle fito- non devono essere vuoti, né spaccati, né pelati, patie, può essere riprodotto dagli stessi agricoltori né spezzati. La bassa fibrosità, caratteristica qua- utilizzando solo l’ecotipo locale. litativa dell’Asparago bianco di Bassano, può de- Il reimpianto di una asparagiaia sullo stesso terre- terminare al momento del confezionamento, delle no può essere effettuato solo dopo quattro anni. spaccature laterali dei turioni giustificate dalla sua Per la difesa fitosanitaria i produttori devono se- notevole tenerezza; non sono ammessi i turioni guire le indicazioni previste dalla Regione Veneto con principi di lignificazione. Il profilo aromatico relativamente alla lotta integrata per l’asparago è caratterizzato da gradevoli note di erba appena bianco. tagliata e sapore dolce fruttato. Tutte le pratiche agronomiche adottate mirano a creare condizioni sfavorevoli agli organismi dan- Produzione nosi (es. ampie rotazioni, concimazioni equilibra- La preparazione del terreno, accompagnata te, irrigazioni localizzate, adeguate lavorazioni del dall’apporto di letame bovino ed altri fertilizzanti, terreno, ecc.). viene effettuata nell’autunno precedente l’impian- Per ottenere la tipica colorazione bianca dei turio- to, con un’aratura leggera, ad una profondità di ni, si deve evitare la loro esposizione alla luce del circa 30 cm, i solchi devono avere una profondità sole coltivandoli sotto ciglioni di terra ricoperti, nel di 15-20 cm e l’orientamento delle file consigliato periodo di raccolta, con pacciamatura con film pla- è quello da nord a sud, secondo l’andamento dei stico scuro od altro materiale adeguato al conteni- venti dominanti che percorrono la Valsugana per mento delle malerbe e alla protezione dalla luce. garantire un buon arieggiamento della coltura e un Il periodo di raccolta, effettuata a mano, deve es- minor rischio di infezioni fungine. sere compreso tra il primo giorno di marzo ed il 15 giugno. costituiscono e devono essere di lunghezza uni- Le produzioni in coltura forzata o protetta (tunnel) forme. possono essere raccolte anticipatamente dal pri- Ogni imballaggio, di legno, plastica o altro materia- mo di febbraio previa autorizzazione. le idoneo, deve contenere mazzi della medesima Il condizionamento del prodotto ed il suo confe- grandezza, disposti regolarmente e ogni mazzo zionamento devono avvenire all’interno della zona deve essere omogeneo. All’esterno di ogni con- di produzione per assicurare le caratteristiche tipi- tenitore devono essere apposte, con apposita che, la rintracciabilità e il controllo del prodotto. etichetta, tutte le informazioni in grado di rendere identificabile e tracciabile il prodotto. Etichettatura Come da tradizione, dopo aver pareggiato il fon- In cucina e a tavola do dei turioni, ogni mazzo deve essere legato L’Asparago bianco di Bassano DOP è un prodotto saldamente con una “stroppa” (giovane ramo o fresco, facilmente deperibile e per questo va con- “succhione” di salice), segue l’apposizione di un servato in maniera corretta (ad una temperatura contrassegno, fissato alla stroppa con una chiusu- compresa tra 6 e 8 °C) e consumato entro pochi ra non riutilizzabile, riportante il marchio della DOP giorni dalla raccolta. Per la sua tenerezza, tale da Asparago bianco di Bassano. permettere di gustarlo in tutta la sua lunghezza, e il suo profumo particolarmente delicato, è adatto Stoccaggio e commercializzazione a molteplici usi in cucina. Può essere consumato I turioni dell’Asparago bianco di Bassano DOP de- crudo in insalata, oppure cotto al vapore accompa- vono essere venduti nel periodo febbraio - giugno, gnato da uova, sale e pepe, olio e aceto. confezionati in mazzi saldamente legati di peso Gli asparagi si possono saltare al burro, cuocere in compreso tra 0,5 e 4 kg; i turioni che si trovano minestre, zuppe e creme e sono ottimi per risotti, all’esterno del mazzo devono corrispondere, per oppure destinati come condimento saporito e raf- aspetto e dimensioni, alla media di quelli che lo finato per la pasta, frittate e saporiti sfornati.

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ASPARAGO BIANCO DI CIMADOLMO IGP

Descrizione del prodotto serie di ricette ancor oggi validissime: “Quando L’Asparago bianco di Cimadolmo IGP è un ortag- il Padre di Famiglia ha degli asparagi e dei colom- gio primaverile della specie Asparagus officinalis bini, da portare in tavola, si può accontentare e vi- L. ottenuto principalmente dalle cultivar Precoce vere lieto tutta l’estate. L’asparago è di buonissimo d’Argenteuil, Gladio, Larac, Dariana, JM2001 e nutrimento e supera in ciò tutti gli altri erbaggi; […] JM2004. Questo ti serve per insalata, cotto, con sale, olio ed aceto; per minestra, levato l’aceto e aggiunto- La storia vi il pepe e una po’ della sua acqua; e anche per L’asparago era già conosciuto nell’antichità dagli pesce lesso, infarinato e fritto, oppure cotto sulla Egizi, Greci e Romani e il nome attuale deriva dal graticola, posto sopra una carta con dell’olio e del- termine latino asparagus. Gli asparagi delle grave le spezie; per ultimo pasto, anche crudo, con sale del Piave sono celebratissimi e primeggiano da e pepe”. sempre per qualità. Nel Seicento il Canonico Bar- La pregevolezza dell’Asparago bianco di Cimadol- po così li loda tra le cose di cui non si può fare mo IGP emerge anche dalle competizioni fieristi- a meno fornendo, assieme alle motivazioni, una che regionali in voga già dalla fine dell’Ottocento.

Territorio di origine L’Asparago bianco di Cimadolmo IGP viene colti- vato in un territorio che si sviluppa lungo l’asta del fiume Piave e comprende 11 comuni in provincia di Treviso. Il clima temperato-umido con primave- re ad elevata piovosità, tipico di questo territorio, ne favorisce il rapido accrescimento.

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Aspetto e sapore Questa tecnica serve inoltre ad impedire la cresci- I turioni dell’Asparago bianco di Cimadolmo IGP, ta delle malerbe. cioè i giovani germogli di forma allungata, sono to- I turioni vanno raccolti, a mano, nelle ore più fre- talmente bianchi, interi, di aspetto e odore freschi, sche della giornata e con minore intensità di luce. sani, puliti e praticamente esenti da imperfezioni e La raccolta inizia al terzo anno dall’impianto e i pri- ammaccature; di odore e sapore particolarmente mi turioni si raccolgono intorno al 20 marzo; tale delicati, sono teneri e dolciastri, privi di fibrosità. operazione si protrae per 15-20 giorni il terzo anno dopo l’impianto e per un paio di mesi dal quarto Produzione anno in poi. Il periodo di raccolta non deve in ogni L’Asparago bianco di Cimadolmo IGP è coltivato caso protrarsi oltre il 30 maggio. sui terreni sabbioso-limosi di origine alluvionale, La sezione praticata alla base del turione deve es- permeabili e ben drenati, sulla riva sinistra del fiu- sere il più possibile netta e perpendicolare all’asse Sull’etichetta deve essere apposto il sigillo di ga- me Piave in provincia di Treviso, in un territorio che longitudinale. ranzia contenente il logo, ovvero il simbolo distin- veniva spesso ricoperto dalle alluvioni del fiume. Dopo la raccolta gli asparagi devono essere avviati tivo dell’IGP. È vietato l’utilizzo di qualsiasi altra in- All’impianto devono essere impiegate zampe di al centro di lavorazione entro 12 ore, consegnati dicazione e aggettivazione aggiuntiva, diverse da asparago, cioè dei rizomi (radici sotterranee), o pian- in mazzi o alla rinfusa. Per la loro conservazione quelle previste dal disciplinare. tine esenti da malattie; il periodo di trapianto per le è indispensabile rallentare il metabolismo del pro- zampe è tra marzo ed aprile. La densità d’impianto dotto, mediante un rapido raffreddamento tramite Stoccaggio e commercializzazione non deve superare le 16 mila piantine e/o zampe conservazione a temperatura idonea. Devono es- L’Asparago bianco di Cimadolmo IGP è immesso per ettaro, con larghezza tra le file non inferiore a sere privi di umidità esterna eccessiva, cioè suffi- al consumo classificato nelle categorie Extra e Pri- due metri e mezzo. La coltura non deve succedere cientemente asciutti dopo l’eventuale lavaggio o ma. I turioni sono confezionati in mazzi saldamente a se stessa o ad altre liliacee per almeno 24 mesi e refrigerazione con acqua fredda (i turioni possono legati, del peso di 0,5-3 kg, o in imballaggi unitari o nemmeno a bietola, patata, carota e leguminose. essere lavati non immersi). disposti nell’imballaggio a strati ma non in mazzi. È d’obbligo la pacciamatura, cioè la copertura dei Il contenuto di ogni imballaggio o di ogni mazzo in cumuli di terreno con materiali idonei ad impedire Etichettatura uno stesso imballaggio deve essere omogeneo e che la radiazione solare colpisca i turioni evitando L’etichetta deve essere posta a fascia nella zona deve contenere solo turioni della stessa categoria così la fotosintesi clorofilliana, per la produzione centrale del mazzo o al di sopra della confezione e di qualità e dello stesso calibro. di turioni bianchi. In caso di utilizzo di film plastico riportare la dicitura: Asparago bianco di Cimadol- nero lo spessore minimo deve essere di 0,1 mm. mo IGP, in caratteri di uguale dimensioni e colore. In cucina e a tavola L’Asparago bianco di Cimadolmo IGP è facilmente deperibile e per questo va consumato entro pochi giorni dalla raccolta, dopo cottura in acqua bol- lente, come piatto unico, il noto e gustosissimo “asparagi e uova”, con olio o burro, sale e pepe nero. È ottimo come contorno ma anche quale ingrediente nella preparazione di antipasti, primi piatti o in elaborate ricette.

Nell’area è attiva la “Strada dell’Asparago bianco di Cimadolmo IGP” che associa gli enti locali, i produttori, gli operatori del commercio e del tu- rismo per la promozione del territorio interessato alla produzione.

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ASPARAGO DI BADOERE IGP

Descrizione del prodotto affermata nel territorio che si estende a sud del- L’Asparago di Badoere IGP è un ortaggio fresco le Prealpi venete in una fascia pianeggiante che costituito da turioni (germogli carnosi) generati collega idealmente il medio corso del Brenta, del da piante della specie Asparagus officinalis, del- Sile e del Piave, aree connotate da terreni ricchi e la famiglia Liliacee, delle varietà Dariana, Thielim, soffici e da acque mai gelide. Zeno, Avalim, Grolim per la tipologia bianca, delle La coltivazione specializzata della pianta è però varietà Eros, Thielim, Grolim, Dariana, Avalim per piuttosto recente, essendosi sviluppata dopo l’ul- la tipologia verde. timo conflitto mondiale in concomitanza con la tra- sformazione delle mezzadrie e l’abbandono degli La storia allevamenti del baco da seta che ha reso disponi- Nel Veneto la coltura dell’asparago ha una lunga bile, nella stagione primaverile (periodo nel quale, tradizione, l’origine sembra risalire alla conquista precedentemente, l’allevamento del baco richie- da parte dei Romani delle terre venete. Fin dal deva un impegno notevole), una manodopera che medioevo questa coltivazione era conosciuta ed diversamente non avrebbe trovato impiego.

Pant. 155 Pant. 479 Pant. 293 Pant. 410

Territorio di origine La zona di produzione dell’Asparago di Badoere IGP comprende alcuni comuni delle province di Padova, Treviso e Venezia. All’interno di detta area geografica la produzione degli asparagi può avve- nire esclusivamente nei terreni profondi, sciolti e ben drenati che garantiscono loro un rapido svi- luppo, assicurando così turioni rispondenti alle ca- ratteristiche organolettiche della denominazione.

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Aspetto e sapore febbraio e il 30 giugno. In ogni caso la coltura non L’Asparago di Badoere IGP - bianco, si presenta potrà succedere a se stessa o ad altre piante della con turione diritto e apice molto serrato, di consi- stessa famiglia (liliacee) per un minimo di 36 mesi; stenza tenera e privo di fibrosità; il colore è bianco, è fatto, inoltre, divieto di far succedere, per un mi- con possibili sfumature rosate acquisite dopo la nimo di 12 mesi, la coltura dell’asparago a patate, fase di confezionamento; il sapore è dolce, non carote, barbabietole e leguminose. salato, con aroma lieve di legumi freschi e spiga A partire dalla data di impianto e per almeno 18 di grano matura, con venature di amaro appena mesi, cioè nella cosiddetta fase di rafforzamen- percepibili. to, al fine di garantire il sano accrescimento delle L’Asparago di Badoere IGP - verde, presenta turio- piante è vietata la raccolta dei turioni. ne diritto, con possibile leggera deviazione della Per la tipologia “bianco” è obbligatorio effettuare punta, apice molto serrato; di consistenza tenera una baulatura (accumulo di terra lungo la fila) ed e privo di fibrosità; il colore, nella parte apicale è una pacciamatura del terreno con un film plastico verde intenso e brillante, con possibili sfumature nero od altro materiale idoneo ad inibire il normale violacee e in quella basale è verde con variazioni processo di fotosintesi ed evitare che l’asparago violacee fino al bianco; il sapore è dolce e marca- assuma il colore verde del pigmento clorofilliano. to, non salato né amaro, l’aroma fruttato ed erba- La raccolta dell’Asparago di Badoere IGP deve ceo persistente. avvenire, conclusa la fase di rafforzamento, tra il Le due tipologie si caratterizzano per un rapido primo febbraio e il 31 maggio di ogni anno. sviluppo assicurando così turioni che dal punto di vista fisico, presentano scarsa fibrosità, un colore Etichettatura particolarmente brillante e caratteri organolettico Sui mazzi e sulle confezioni deve essere apposta tipici e distintivi. l’etichetta indicante, in caratteri di stampa delle medesime dimensioni, le diciture Asparago di Ba- Produzione doere IGP con specifico riferimento alla tipologia La coltivazione dell’Asparago di Badoere IGP può “verde” o “bianco” confezionata. Sono riportati, avvenire in serra o in pieno campo. La messa a inoltre, tutti gli elementi atti ad individuare il nome dimora delle zampe (radici sotterranee) deve es- o ragione sociale ed indirizzo o sede del produtto- includere soltanto asparagi dello stesso tipo, ca- sere effettuata nel periodo compreso tra il primo re e del confezionatore; la categoria commerciale tegoria e calibro. Extra o Prima e il calibro dei turioni. Il calibro dei turioni di Asparago di Badoere IGP - Tale etichetta potrà riportare altresì altre indicazio- bianco di categoria Extra è compreso tra 12 e 20 ni complementari ed accessorie che non traggano mm e la lunghezza varia tra i 14 e i 22 cm, che di- in inganno il consumatore sulla natura e sulle ca- venta 18 e i 27 cm per la tipologia “verde”. La ca- ratteristiche del prodotto. tegoria I può presentare dimensioni leggermente Su ciascun mazzo o confezione, inoltre, dovrà es- minori, specie nel calibro 10-22 mm per i bianchi e sere apposto il sigillo di garanzia in maniera tale 8-22 mm per i verdi. che la loro apertura comporti la rottura dello stes- so sigillo, contenente il logo della IGP Asparago In cucina e a tavola di Badoere. Si sottolinea come nel logo della IGP I teneri turioni dell’Asparago di Badoere IGP sono Asparago di Badoere è rappresentata la partico- ricchi di vitamine e minerali, hanno proprietà depu- lare costruzione circolare della barchessa, segno rative e diuretiche e sono particolarmente indicati distintivo del paese di Badoere. nelle diete ipocaloriche per il loro elevato contenu- to di acqua e fibra. Per una corretta conservazio- Stoccaggio e commercializzazione ne è consigliabile avvolgerli in un panno umido e Gli asparagi che si fregiano della denominazione deporli in frigorifero nel reparto verdure, in questo Asparago di Badoere IGP devono essere confezio- modo si conservano per qualche giorno. Vanno nati interi e privi di qualunque difetto, all’interno cucinati freschi per assaporarne pienamente l’aro- del territorio di origine, in mazzi saldamente legati ma e il gusto inconfondibili e per conservarne la con rafia o in confezioni idonee ad uso alimentare delicata fragranza. Gustosi accompagnati da uova e privi di qualsiasi corpo estraneo. Il contenuto di sode e conditi con olio, sale e pepe, sono utilizzati ciascun imballaggio deve essere omogeneo ed in numerose ricette tradizionali.

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CILIEGIA DI MAROSTICA IGP

Descrizione del prodotto zie a documenti storici che segnalano la coltivazio- La Ciliegia di Marostica IGP designa i frutti allo sta- ne del ciliegio sui colli di Marostica fin dall’epoca to fresco ottenuti dalla coltivazione delle seguenti romana e nelle epoche successive. varietà della specie Prunus avium L.: le precocissi- La sua fama sembra essere legata alla vicenda me Sandra e Francese; intermedie Roana e il du- storica della “partita a scacchi”, tra due cavalie- rone precoce Romana; le tardive Milanese, Duro- ri per conquistare la mano di una giovane dama, ne Rosso (Ferrovia simile) e Bella Italia; la Sandra figlia di Taddeo Parisio, castellano e governatore Tardiva; le varietà Van, Giorgia, Ferrovia, Durone della “terra e castello nobile di Marostica”, svol- Nero I, Durone Nero II e Mora di Cazzano. Sono tasi nel 1454. Questi decise, per evitare duelli, di inoltre consentite altre varietà presenti nella zona darla in sposa a chi dei due avesse battuto l’altro di produzione. a una partita a scacchi vivente. Così fu disputa- ta la partita e il vincitore ebbe in sposa la figlia, il La storia perdente la sorella del governatore. Il giorno delle La coltivazione della Ciliegia di Marostica IGP ha nozze Taddeo Parisio ordinò che si mettessero a origini antiche; la rinomanza storica del frutto, che dimora in tutto il territorio delle piante di ciliegie a risale al 1400 è pervenuta fino ai giorni nostri gra- ricordo del fausto evento.

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CMYK Verde CMYK Rosso CMYK Grigio Territorio di origine La zona di produzione della Ciliegia di Marostica IGP comprende i comuni di Marostica, Breganze, Salcedo, Fara Vicentino, Mason, Molvena, Pianez- ze e parte del territorio dei comuni di Bassano del Grappa e Schiavon, tutti in provincia di Vicenza: un territorio di alta pianura e collina tra i 90 e i 400 metri di altitudine.

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Per l’economia agricola del territorio, la coltiva- Produzione grado di garantite l’illuminazione e l’arieggiamen- zione della ciliegia ha da sempre svolto un ruolo Tutte le fasi di coltivazione e raccolta della Ciliegia to della chioma delle piante; la difesa dai parassiti importante come testimonia l’esistenza di un mer- di Marostica IGP devono avvenire nel territorio di deve essere attuata nel rispetto dei principi della cato delle ciliegie fin dal 1882. origine, da lungo tempo indicato come vocato alla lotta integrata e biologica. La gestione del suolo coltivazione delle ciliegie. prevede l’inerbimento controllato spontaneo o ar- Aspetto e sapore I terreni sui quali è coltivato il ciliegio, in gran parte tificiale del suolo a partire dal 2° anno di impianto. La Ciliegia di Marostica IGP è cuoriforme, di ca- collinari, di natura basaltica, fertili e ricchi di potas- La raccolta delle ciliegie destinate al commer- libro importante e di un colore intenso che può sio, consentono di ottenere frutti ricchi di zuccheri. cio per il consumo fresco deve essere eseguita variare dal rosso fuoco al rosso scuro in relazione Le varietà di maggior interesse commerciale sono: a mano, mantenendole il peduncolo. La raccolta alla varietà; la polpa è mediamente succosa, dal Sandra, Romana, Francese e i Duroni rossi dal manuale, che già di per sé costituisce una picco- sapore dolce molto gradevole. I frutti da immet- particolare sapore dolce che si caratterizzano per la ma significativa garanzia di qualità, consente di tere in commercio per il consumo fresco devono la brevità dell’intervallo tra l’allegagione e la matu- salvaguardare le caratteristiche organolettiche del avere una pezzatura minima pari a 23 mm, essere razione, che dura solo trenta giorni, e per l’ottima frutto nel breve periodo. Già in ambito aziendale integri, sani, provvisti di peduncolo, puliti e privi di pezzatura dei frutti. La velocità di crescita e matu- deve essere eseguita la cernita per eliminare i residui visibili sulla superficie. razione riduce l’esposizione agli agenti ambientali frutti di scarto e con pezzatura insufficiente. I frutti destinati ad altri usi, come nell’industria dol- ed agli attacchi parassitari, soprattutto della mo- ciaria, possono essere senza peduncolo, parzial- sca delle ciliegie. Etichettatura mente integri e avere una pezzatura inferiore. Le tecniche colturali prevedono sesti d’impianto in All’esterno di ogni imballaggio devono essere ap- poste le seguenti indicazioni: Ciliegia di Marostica IGP; nome, ragione sociale e indirizzo del confe- zionatore; data di confezionamento. Deve essere inserito, inoltre, il logo dell’indicazione geogra- fica, raffigurante una ciliegia di colore rosso con peduncolo e foglia di colore verde, sovrapposta a una torre medioevale che rappresenta un pezzo della scacchiera della partita a scacchi, di colore grigio, su sfondo bianco e con ai margini riporta- ta la scritta “Ciliegia di Marostica IGP”, di colore rosso. L’acronimo IGP può essere sostituito dalla dicitura per esteso “Indicazione Geografica Pro- tetta”. È obbligatorio l’uso del simbolo dell’Unione Europea.

Stoccaggio e commercializzazione La Ciliegia di Marostica IGP destinata al commer- cio per il consumo fresco deve essere confeziona- ta in contenitori appositi di taglia varia (compresi tra 250 g e 10 kg), con pareti rigide e in materiali atossici, nuovi e puliti. Il contenuto di ogni imbal- laggio deve essere omogeneo e comprendere esclusivamente ciliegie di uguale varietà e qualità.

In cucina e a tavola La Ciliegia di Marostica IGP viene consumata allo stato fresco ma può essere impiegata nella prepa- razione di dolci e marmellate. Viene conservata, per un consumo fuori stagione, sotto Grappa, al- col buongusto o in vino rosso. Durante il periodo della raccolta è possibile gustare piatti a base di ciliegie, proposti nei locali più tipici della zona.

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FAGIOLO DI LAMON DELLA VALLATA BELLUNESE IGP Descrizione del prodotto egli specifica come …”questo legume, da molto La denominazione Fagiolo di Lamon della Vallata tempo incognito ai nostri paesi, ha incominciato Bellunese IGP si riferisce al seme allo stato fresco a rendere abbondanti molti orti di copioso frutto o secco della specie Phaseolus vulgaris L., nella nel quale si nascondono grani che rappresentano varietà Borlotto e negli ecotipi Spagnolit, Spagno- la figura dei rognoni degli animali. Hanno il colore lo (o Ballotton), Calonega e Canalino. del loto, altri son rossi, altri son neri e altri varianti di nero e bianco”. La storia La pianta si diffuse abbastanza rapidamente La diffusione del Fagiolo di Lamon della Vallata nell’intera valle e nel Feltrino, trovando nelle zone Territorio di origine Bellunese IGP nella zona montana veneta è dovu- di Lamon e Sovramonte l’ambiente ideale per ren- Il disciplinare del Fagiolo di Lamon della Vallata ta alla sensibilità dell’umanista Giovan Pietro dalle dere il prodotto di massima eccellenza tanto da Bellunese IGP prevede che le sementi siano pro- Fosse, più noto col nome accademico di Pierio farlo identificare, successivamente, in una varietà dotte nella zona compresa fra l’altopiano di Lamon Valeriano, il quale, emigrato a Roma e impiegato Borlotta col nome del paese: Lamon. e Sovramonte, mentre la zona di produzione, dove presso la corte papale, proprio da Papa Clemente Su quell’altopiano la coltura del fagiolo soppiantò i fagioli possono venire seminati e coltivati, è più VII, nel 1532, ebbe in dono le preziose sementi ben presto quella preesistente del pisello, ugual- ampia e interessa 21 comuni delle Comunità Mon- con l’incarico di diffonderle nella terra natale. La mente famoso per la medesima fondamentale tane Feltrina, Bellunese e Valbelluna, in provincia qual cosa il Valeriano, attento alle cose rustiche qualità di avere la buccia sottilissima, cosa eviden- di Belluno. oltre che a quelle letterarie, fece con entusiasmo. temente favorita dalle condizioni pedologiche e In tutta la zona di coltivazione sono frequenti Nel descriverceli nel suo Hieroglyphica (libro L), climatiche. escursioni termiche abbastanza elevate tra il gior- no e la notte con un continuo ricambio d’aria che evita elevati tassi di umidità. A questi due aspetti climatici, nonché ai terreni calcareo dolomitici e ai terrazzamenti fluvio-glaciali tipici della zona pedo- montana dell’area delimitata, si devono ricondurre le caratteristiche organolettiche peculiari riscon- trate nel fagiolo di Lamon.

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Aspetto e sapore poco coltivato a causa della buccia piuttosto consi- data di confezionamento; data di scadenza; luogo Il Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese IGP può stente e del baccello particolarmente coriaceo che di provenienza (Fagiolo di Lamon della Vallata Bel- essere prodotto con i seguenti ecotipi: il tipo Spa- ne rende difficile la sgranatura. lunese); quantità; ecotipo (Spagnolo, Spagnolit, gnolit presenta forma piuttosto rotondeggiante La dimensione del baccello varia, a seconda della Calonega e Canalino); marchi di denominazione di ed a botte, con striatura rosso brillante su fondo varietà, da un minimo di 11 cm ad un massimo di origine; nome del produttore; eventuale dichiara- crema; di ridotte dimensioni e modesta resa è il 15.5 cm così come il seme, che può avere una lun- zione di prodotto biologico, ai sensi delle vigenti più ricercato per la delicatezza del gusto e per la ghezza da 14,8 mm a 17 mm e un peso compreso leggi in materia. buccia molto tenera. È indicato per le insalate e tra 0,65 e 1,3 g. “pendolón” (piatto tipico pastorale locale). Il tipo Stoccaggio e commercializzazione Spagnolo, detto Ballotton, non è molto comune e Produzione Il Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese IGP si presenta con le tipiche striature rosso vinose, La buona riuscita della coltura è strettamente può essere commercializzato fresco o secco nelle è di forma ovoidale e possiede una buccia abba- legata ad una accurata preparazione del terreno varietà: Spagnolit, Spagnolo, Calonega e Canali- stanza fine. Il tipo Calonega è una varietà molto prima della semina. L’aratura deve essere effet- no. Per i fagioli freschi, nel periodo della raccolta, coltivata, perché alla resa buona si accompagnano tuata entro l’autunno per favorire i processi di de- sono consentite confezioni in cassetta da 5 a 10 ottime qualità culinarie; è particolarmente indicato composizione della sostanza organica interrata e kg; i fagioli secchi sono commercializzati in confe- per minestre. Ha forma schiacciata con striature sfruttare l’azione dei geli invernali sulla struttura zioni da 0,5 kg, 1 kg e 5 kg. È vietata la vendita di rosso vivo su fondo crema. Il tipo Canalino, di buon del terreno. prodotto sfuso. peso e ottima resa, si presenta con striature rosso Il seme non deve essere di più di tre anni e deve Al fine di evitare l’infestazione di tonchio (picco- cupo, talora nero; ha gusto molto gradevole ed è essere prodotto nella zona di Lamon; è obbligato- lo insetto che allo stadio di larva scava gallerie), particolarmente resistente alle malattie, è tuttavia ria la coltivazione di un solo ecotipo per ogni singo- il fagiolo si deve conservare a scelta in uno dei lo appezzamento. La semina è fatta “a postarella” seguenti modi: a temperatura compresa tra 0 e con 4-5 semi per posta; la distanza tra le poste 15 °C; sotto 0 °C; sotto vuoto, avendo l’accortezza deve mantenersi tra i 40-50 cm, con una densità di conservarlo dopo l’apertura a una temperatura di semina di 10-15 semi per m2. È opportuno at- tra 0 e 15 °C. tuare due sarchiature: la prima alcuni giorni dopo la semina, effettuata tradizionalmente nella prima In cucina e a tavola settimana di maggio, un’altra 20-30 giorni dopo la Il Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese IGP fre- prima. Il tutoraggio si effettua fin dai primi stadi sco può essere conservato in frigorifero per alcuni di sviluppo con pali o canne bloccati all’estremità giorni; il fagiolo secco invece, deve essere reidra- superiore a dei fili di ferro o di plastica, sostenuti tato per circa 12 ore prima della cottura. È consi- da robusti pali in legno o di cemento, disposti all’e- gliata la sgranatura del baccello solo al momento stremità dei filari. dell’impiego per evitare che il contatto con l’aria Va ricordato che il fagiolo, come tutte le legumi- possa indurire la buccia dei semi, comprometten- nose, è in grado di sfruttare la fertilità naturale del done la cottura. suolo attraverso una naturale simbiosi con batteri Questo legume, che per secoli è stato l’alimento azoto fissatori presenti nel terreno. principale delle classi povere in alternativa alla car- La raccolta si effettua a mano perché la maturazio- ne, è stato riscoperto come ingrediente di piatti ne è scalare. Inizia indicativamente, per la granella importanti nel segno della tradizione e tipicità lo- fresca, una ventina di giorni dopo l’impollinazione cale. Viene impiegato nella preparazione di mine- (verso metà agosto) e si può protrarre per circa stroni, pasta e fagioli, risotti ed è gustoso anche un mese. Per quanto riguarda la granella secca come contorno in una dieta sana ed equilibrata. comincia a inizio settembre e termina alla fine di ottobre, da quando almeno i 3/4 dei baccelli sono ormai diventati secchi e di colore chiaro.

Etichettatura Il Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese IGP, è commercializzato in apposite confezioni, nelle quali è posto il marchio ed il timbro del Consorzio di Tutela. Su ogni confezione è apposta la certifi- cazione che deve indicare: anno di produzione e

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INSALATA DI LUSIA IGP

Descrizione del prodotto La prima documentazione statistica risale agli anni L’Insalata di Lusia IGP è un ortaggio a foglia lar- ‘50 e nei dati statistici del 1956, le “insalate” ri- ga allo stato fresco appartenete alla famiglia della sultano essere il secondo prodotto, per quantità, Asteracee, genere Lactuca, specie sativa, nelle transitato per il mercato locale, dopo la patata. due varietà: Capitata (denominata Cappuccia) e Negli anni ‘60 alcuni commercianti della zona, Crispa (detta Gentile). grazie agli scambi commerciali con il mercato or- tofrutticolo di Verona, notarono la lattuga Gentile. La storia Questa insalata fu presto introdotta nelle aziende Alla fine del 1800 i terreni di Lusia e dei comuni locali che, grazie alle favorevoli condizioni pedocli- limitrofi furono ricoperti da uno spesso strato di matiche e alla selezione genetica varietale, hanno sabbia riversato dall’alluvione del fiume Adige. La raggiunto ottime produzioni qualitative e quantita- formazione di un nuovo suolo molto permeabile tive. costrinse gli abitanti ad abbandonare le colture tra- dizionali (grano e mais). Ma già dai primi anni del Aspetto e sapore 1900 fecero la loro comparsa le colture orticole L’Insalata di Lusia IGP ha fusto corto, molto car- che, grazie alle caratteristiche del nuovo terreno noso, sul quale si inseriscono le foglie di numero, e all’abbondante disponibilità di acqua derivata forma, dimensione e colore variabile in base all’an- dall’Adige, consentivano delle produzioni di quali- damento climatico; le foglie sono morbide per tà. Negli anni ‘30 su alcuni quaderni manoscritti da l’assenza di fibrosità, accompagnata dalla turgidità Territorio di origine produttori della zona compariva il termine di insa- che permane anche dopo 10 -12 ore dalla raccolta. La zona di produzione dell’Insalata di Lusia IGP lata che si utilizzava per indicare in modo generico Al gusto è fresca, croccante e sapida, tanto da non comprende parte del territorio delle province di sia le lattughe sia le indivie e, nel 1933, la dicitura richiedere sale da cucina nel condimento, partico- Rovigo e Padova ed è circoscritta ai comuni di “latuga” o “salata” che identificava la lattuga Cap- larità riconducibile alla ricchezza di sali minerali nei Lusia, , , Costa di Rovi- puccia. terreni di coltivazione. go, , Rovigo e Villanova del Gheb- bo, in provincia di Rovigo, Barbona, Vescovana e Sant’Urbano in provincia di Padova.

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La varietà Cappuccia presenta foglia compatta e ondulata con il margine intero di un colore verde brillante. Il peso del cespo varia da 200 a 500 g; la varietà Gentile ha foglia bollosa con margine fra- stagliato, di colore verde chiaro brillante, ha peso leggermente inferiore che va da 150 a 450 g.

Produzione La coltivazione dell’Insalata di Lusia IGP si effet- tua sia in pieno campo, sia in coltura protetta, in terreni sciolti e permeabili, opportunamente pre- parati, ed irrigui. Per evitare il depauperamento della sostanza organica, è obbligatorio apportarne sotto forma di letame bovino maturo o altri com- posti organici. Nella fase di trapianto si utilizzano piantine con minimo 3 foglie vere, dotate di pane di terra, e si mettono a dimora con distanza tra le file di 30-40 cm e sulla fila di 30-35 cm. Da questo momento e fino al superamento della crisi di trapianto, in as- senza di piogge, si dovrà intervenire irrigando, con volumi d’acqua ridotti e costanti, una o due volte al giorno. Successivamente gli apporti idrici saranno limitati in quanto la falda freatica alta, tipica della zona, consente alla coltura di sopperire alle norma- operazioni si eseguono in campo allo scopo di evi- li esigenze idriche. tare ulteriori manipolazioni che comporterebbero La raccolta inizia quando la varietà Gentile ha rag- un deterioramento qualitativo del prodotto. La lat- giunto un peso non inferiore a 150 g e la varietà tuga viene poi trasportata nel centro aziendale del Cappuccia non inferiore a 200 g; segue la toelet- produttore dove verrà effettuato il lavaggio, senza tatura, cioè la pulizia del cespo di lattuga con l’eli- toglierla dall’imballaggio, e si completerà l’opera- riportati gli elementi atti ad individuare: nome o minazione delle foglie basali, che viene collocato zione di confezionamento mediante l’apposizione ragione sociale ed indirizzo o sede del produttore nei contenitori utilizzati per la vendita. Entrambe le sulla parte superiore del contenitore stesso di una o del confezionatore; la categoria. Il contenuto di pellicola trasparente. ciascun imballaggio deve essere omogeneo e in- cludere solo insalata della stessa varietà, origine, Etichettatura tipo, categoria e calibro. Sui contenitori deve essere visibile il logo della IGP Le condizioni pedo-climatiche dell’area di produ- Insalata di Lusia con dimensioni non inferiori ad zione consentono la sua coltivazione anche nei pe- altre diciture eventualmente presenti sullo stesso riodi estivi, garantendone la presenza sul mercato imballaggio. Il logo IGP Insalata di Lusia, già appo- per 10-11 mesi all’anno. sto sui contenitori, non potrà essere riutilizzato. In cucina e a tavola Stoccaggio e commercializzazione L’Insalata di Lusia IGP è apprezzata dal consuma- La lattuga che si fregia dell’IGP Insalata di Lusia tore per la leggerezza del cespo, per la sua buona deve essere commercializzata confezionata in conservazione, per l’assenza di fibrosità (la pianta contenitori di plastica, legno, cartone, polistirolo e è composta in larga parte d’acqua), per la croccan- altri materiali per alimenti. La parte superiore do- tezza delle foglie giovani, fresche e turgide e per vrà essere protetta con l’apposizione di una barrie- il suo gusto, dovuto ad una naturale sapidità. Si ra trasparente in materiale per alimenti riportante accompagna a secondi piatti a base di carne o pe- esclusivamente il logo dell’IGP Insalata di Lusia, sce, ma può essere un gustoso piatto unico abbi- tale da permetterne sia la visibilità sia la naturale nata ad altra verdura cruda, legumi, cereali, tonno, traspirazione. Sui contenitori devono essere altresì formaggi e quant’altro secondo i gusti personali.

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MARRONE DI COMBAI IGP

Descrizione del prodotto ne. Tra le varie testimonianze storiche una, del 18 Il Marrone di Combai IGP identifica il frutto di ca- settembre 1665, pone in risalto anche gli aspetti stagno allo stato fresco, della famiglia Fagaceae, sociali e di partecipazione connessi alla raccolta genere Castanea, specie Castanea sativa Miller, delle castagne: tutta la popolazione, donne e bam- sottospecie domestica macrocarpa. bini compresi, partecipava alla raccolta dei frutti, regolamentata attraverso l’assegnazione di quote La storia in funzione della composizione dei nuclei familiari. La presenza e le particolari caratteristiche qua- La presenza di numerosi toponimi nell’area di na- litative del castagno nella zona del Marrone di turale vocazione che è quella della pedemontana Combai IGP, sono confermate da numerose te- trevigiana in sinistra Piave rappresenta una ulte- stimonianze storiche che risalgono al XII secolo; riore certificazione storica. In epoca più recente la esse dimostrano come nella caratterizzazione di rinomanza e la fama del Marrone di Combai IGP si questo prodotto, risultano importanti sia i fattori è diffusa dal Veneto ai consumatori di tutta Italia di tipo ambientale sia i fattori umani, poiché il ca- anche grazie alle feste e alle sagre paesane, che stagno ha da sempre avuto un ruolo fondamentale dal 1945 costituiscono avvenimenti di rilevanza lo- per il sostentamento degli abitanti di queste colli- cale e nazionale.

Territorio di origine L’area geografica di produzione del Marrone di Combai IGP, comprende il territorio dei comuni di Cison di Valmarino, Cordignano, Follina, Fregona, Miane, Revine Lago, Sarmede, Segusino, Tarzo, Valdobbiadene e Vittorio Veneto, tutti ricadenti nella provincia di Treviso.

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Aspetto e sapore avvenire a mano o con macchine raccoglitrici che o, in alternativa, posti su graticci e movimentati Il Marrone di Combai IGP ha forma ellissoidale, aspirano i frutti, una volta caduti naturalmente al giornalmente fino alla completa asciugatura; pos- buccia di colore marrone variabile dal chiaro allo suolo; deve essere tempestiva per evitare attac- sono essere anche sottoposti a frigoconservazio- scuro, con striature evidenti, che si separa facil- chi fungini soprattutto quando si è in presenza ne, conservati in celle frigo a temperatura variabile mente dalla polpa. Il seme, di norma uno per frut- di temperature miti. Già in tale fase il produttore da 1 a 5 °C per un periodo massimo di un mese. to, si presenta a corpo unico con solcature super- opera una prima cernita del prodotto, al fine di evi- Il prodotto deve essere stoccato in locali freschi ficiali. La polpa, dalla pasta farinosa, è di colore tare la presenza di frutti infetti o comunque non ed aerati, steso in strati e movimentato periodi- biancastro e con la cottura diventa croccante e idonei. La facile deperibilità del prodotto richiede camente. saporita. cure particolari e specifiche tecniche di conserva- zione sia nelle fasi immediatamente successive Etichettatura Produzione alla caduta, sia in quelle che precedono l’utilizzo Il prodotto viene identificato attraverso l’apposi- Le operazioni di coltivazione e produzione del Mar- del frutto. La “ricciaia” consiste nell’ammassare zione di una etichetta recante il logo con la dici- rone di Combai IGP devono avvenire nell’ambito il prodotto, ancora chiuso nei ricci, in mucchi che tura Marrone di Combai IGP che deve avere di- della zona di origine e svolgersi nel rispetto di non superino i centoventi centimetri di altezza, mensioni significativamente superiori ad ogni al- precise tecniche e operazioni colturali. Nella rico- coperti con foglie, ricci e terra ben compressi. Il tra dicitura. In etichetta o sui contenitori potranno stituzione di vecchi castagneti, tramite innesto o condizionamento, che consiste nelle azioni di “cu- essere riportate altre informazioni: nome e mar- realizzazione di nuovi impianti, dovrà essere utiliz- ratura” o novena alla quale i marroni devono es- chio del produttore o della ditta confezionatrice; zato esclusivamente l’ecotipo Marrone di Combai. sere sottoposti, può essere fatto anche fuori dalla peso netto all’origine e la categoria; informazioni Nella scelta e conservazione delle marze vanno zona di origine ma entro le 24 ore dalla raccolta, di carattere nutrizionale e dietetico; anno di pro- utilizzate porzioni di ramo di un anno ben lignifica- al fine di non provocare alterazioni alla qualità del duzione; indicazioni per la corretta conservazione te o al massimo di due anni. I portinnesti potranno prodotto; tale fase consiste nell’immergere i frutti ed uso del prodotto. Il logo “IGP Marrone di Com- derivare sia dalla semina di frutti selezionati che in acqua a temperatura ambiente per un periodo bai” già apposto sui contenitori, non potrà essere dal trapianto di semenzali. In ogni caso il materiale che va dai cinque ai sette giorni, oppure in acqua a riutilizzato. vivaistico utilizzato dovrà essere munito di certifi- 45-48 °C per un periodo di 45 minuti dopo il qua- cazione. Nei nuovi impianti sono da preferire i ter- le vengono rapidamente immersi in acqua fredda Stoccaggio e commercializzazione reni con le esposizioni sud e sud-ovest. fino al completo raffreddamento. Il Marrone di Combai IGP è commercializzato, non La raccolta dei marroni si effettua dal 15 settem- I frutti vengono poi asciugati con un’apposita mac- prima del 15 settembre di ogni anno, in due diver- bre al 15 novembre, a piena maturazione, e può china asciugatrice ad aria calda e con ventilatori se pezzature nelle categorie: extra, caratterizzata da dimensione elevata del frutto con 50-80 mar- roni per kg; prima, con 81-105 frutti per kg; viene confezionato in sacchi di juta o retine di materiale plastico di diverso peso (da 1 a 25 kg) o in cestini e cassette in legno da un peso minimo di 1 kg a un massimo di 5 kg. La chiusura delle confezioni avverrà con graffe metalliche, cucitura con filo di nylon oppure lega- tura con spago piombato. La sigillatura verrà ese- guita in modo tale da fissare sulla confezione l’eti- chetta con il logo. I cestini e le cassette verranno confezionati con cellophane e sigillati con spago piombato e logo ben visibile.

In cucina e a tavola Il Marrone di Combai IGP va conservato in luogo fresco e asciutto. Viene tradizionalmente consu- mato arrostito, ma anche lessato; largamente impiegato in pasticceria per la preparazione di confetture e dolci come il tiramisù alla crema di marroni e il Montebianco. Il frutto è anche eccel- lente ingrediente in svariate ricette di primi piatti, salse e zuppe.

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MARRONE DI S. ZENO DOP

Descrizione del prodotto emblema della festa di ringraziamento per l’anna- La Denominazione di Origine Protetta (DOP) Mar- ta agricola, dedicata a San Martino. Come in altre rone di San Zeno è attribuita ai frutti prodotti da parti del Veneto anche in questi territori, la festa castagni corrispondenti ad una serie di ecotipi, era legata alla prima questua annuale e al rito dei appartenenti alla specie Castanea sativa Mill, sele- morti, in occasione del quale si confezionavano an- zionatisi sotto l’influenza dell’ambiente prossimo che particolari biscotti con la farina di castagne. al lago di Garda e riconducibili alla varietà locale Testimonianze scritte della coltivazione del Marro- “Marrone”, che è stata propagata nel tempo per ne di San Zeno risalgono al XIII secolo e successi- via vegetativa (es. talea). vi; esse individuano le zone tipiche di produzione, anche attraverso gli estimi catastali, e descrivo- Territorio di origine La storia no il prosperoso sviluppo dei castagni, nonché i La zona di produzione e trasformazione del Mar- Nelle zone di montagna i marroni hanno rappre- metodi di raccolta. La commercializzazione dei rone di San Zeno DOP comprende parte del terri- sentato per secoli uno dei principali alimenti: oltre marroni avveniva già dalla fine del secolo XIX per torio, situato fra il lago di Garda ed il fiume Adige, che consumati come frutti, con la farina si prepa- via diretta, tramite negozianti, oppure sul merca- dei comuni di Brentino Belluno, Brenzone, Caprino ravano anche pane, pasta, dolci e polenta. I frutti to settimanale di Caprino Veronese, o su quello Veronese, Costermano, Ferrara di Monte Baldo, freschi erano arrostiti nella particolare padella fo- di Verona; questa tradizione ha ripreso vigore nel San Zeno di Montagna, tutti compresi nella zona rata e, accompagnati al vino nuovo, diventavano secondo dopoguerra. omogenea della Comunità Montana del Baldo, in provincia di Verona. Si tratta di un’area influenzata dall’ambiente bena- cense (dal nome latino lacus Benacus, del lago di Garda), caratterizzata da clima temperato-umido, con terreni acidi, tendenzialmente sciolti, non su- perficiali sui quali il prodotto, ottenuto spesso da castagneti formati da piante molto grandi tra cui non è raro trovare alcuni interessanti esemplari se- colari, esprime le sue caratteristiche.

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Aspetto e sapore La raccolta, segue la naturale deiscenza (l’apertura I frutti che utilizzano la DOP Marrone di San Zeno del riccio) del frutto, si effettua nei mesi autunnali provengono esclusivamente dalla varietà locale a mano o con mezzi meccanici idonei, tali da salva- “Marrone”, che si distinguono per la forma più guardare l’integrità sia della pianta che dei frutti. ovale e più grande; per la qualità della polpa pa- I frutti raccolti vanno sottoposti ad operazioni di stosa, più dolce e gustosa; per il colore chiaro con cernita e calibratura volte a verificarne la rispon- striature brune e per la buccia sottile che si stacca denza ai caratteri di tipicità; i trattamenti di cura, con facilità alla pelatura. Il seme è di colore chiaro prima dell’immissione dei frutti al consumo, van- tendente al giallo paglierino, lievemente corrugato, no effettuati con le tradizionali tecniche fisiche, pastoso e di gusto dolce. La pezzatura è variabile, quali la “novena” e la “rissara”. La “novena” con- con un numero di frutti (acheni) per chilogrammo siste nel prolungare la “cura dell’acqua”, tenendo tra i 50 e i 120. in immersione i frutti per nove giorni, avendo at- tenzione di cambiare parte o tutta l’acqua ogni due Produzione giorni, senza aggiunta di nessun additivo. La “ris- I castagneti devono essere localizzati nella tradi- sara” consiste nell’accumulare all’aperto i frutti e zionale fascia vegetazionale del Castanetum, ciò i ricci per 8 -15 giorni. Tutte le suddette operazioni tra 250 e 900 m s.l.m. Le forme di allevamento compresa quella di confezionamento, vanno effet- e il numero di piante in produzione per ettaro, nel tuate nel territorio di origine. Al momento dell’im- rispettare il tradizionale inserimento del castagno missione al consumo i frutti, oltre a presentare le nel pregevole paesaggio del sistema lago di Garda caratteristiche sopra specificate, devono essere: Etichettatura - monte Baldo, devono essere legati a sesti di im- interi, sani, puliti e asciutti. Ogni confezione deve essere provvista di un’eti- pianto e a sistemi di potatura adeguati a non mo- chetta con il logo, sull’etichetta sono inoltre indi- dificare le caratteristiche di tipicità del Marrone di cati: peso, annata di produzione e luogo di confe- San Zeno DOP. zionamento. Alla DOP Marrone di San Zeno è vietata l’aggiun- ta di qualificazioni diverse da quelle previste dal disciplinare di produzione, ivi compresa qualsiasi altra indicazione che potrebbe trarre in inganno il consumatore.

Stoccaggio e commercializzazione Il Marrone di San Zeno DOP va commercializzato nel periodo autunnale, allo stato fresco, in sac- chetti di materiale per alimenti, in confezioni da diverse pezzature, dai 3 etti ai 10 kg; le confezio- ni di dimensioni più ampie, da 25 e 50 kg, sono condizionate in sacchi di juta o altro materiale ido- neo. Tutte le confezioni vanno sigillate in modo da impedire l’estrazione dei frutti senza la rottura del sigillo.

In cucina e a tavola Il Marrone di San Zeno DOP deve essere conser- vato in luogo fresco e asciutto. Può essere consu- mato fresco, arrostito nelle caratteristiche padelle bucate, oppure lessato nell’acqua. Viene utilizzato per la preparazione di dolci molto gustosi come il castagnaccio e il tronchetto o per ottenere pane, pasta e polenta. Il primo piatto caratteristico è il minestrone di marroni, una variante della classica zuppa di fagioli.

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