ai miei figli In copertina: Merico Zuccari, attorniato da suoi uomini e militari tedeschi (archivio fotografico del- l’Istituto)

© 2015 Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia Varallo, via D’Adda, 6

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Vietata la riproduzione anche parziale non autorizzata

2 I “meravigliosi” legionari Storie di fascismo e Resistenza in provincia di

a cura di Piero Ambrosio

3 Nota del curatore

Rispetto alla prima edizione degli articoli, nella rivista “l’impegno”, sono state apportate alcune correzioni nei testi nonché alcune precisazioni e integrazioni negli apparati delle note (ed è stata ag- giunta un’appendice con alcune biografie e altre informazioni utili per più articoli), senza tuttavia am- pliarli rispetto all’insieme delle conoscenze nel frattempo acquisite e della più vasta bibliografia sul- l’occupazione nazifascista della provincia e sulle formazioni militari in essa operanti (in primis la “Ta- gliamento” e altri reparti della Guardia nazionale repubblicana): per questi aspetti rinvio ai miei saggi pubblicati nei volumi Sui muri del Vercellese, Sui muri della Valsesia, Sui muri del Biellese, a cura mia e di Gladys Motta, editi dall’Istituto rispettivamente nel 1985, 1986, 1989, e soprattutto a nume- rosi articoli pubblicati nella rivista “l’impegno” (tra cui, in particolare, il mio La repressione del dis- senso durante la Rsi in provincia di Vercelli nei documenti del Cpc e in altre serie conservate nell’Acs, in “l’impegno”, a. XXXI, n. s., n. 2, dicembre 2011) e nel sito web dell’Istituto, in cui si trova anche una bibliografia essenziale. Per quanto concerne il 63o battaglione “M” e la legione “Ta- gliamento” rinvio anche a una breve bibliografia in appendice. Molte notizie riportate nei documenti pubblicati o citati in questo volume possono inoltre essere confrontate con quelle riportate nei notiziari giornalieri del Comando generale della Guardia nazionale repubblicana per Mussolini e i massimi gerarchi della Rsi editi (per quanto riguarda la provincia di Vercelli) nel volume da me curato I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce, , Isr Vc, 19801 e Varallo, Isrsc Bi-Vc, 20122, e-book. I testi dei documenti sono riprodotti integralmente e con interventi redazionali ridotti al minimo: sono cioè stati corretti errori di dattilografia ma non sono stati effettuati interventi ortografici o sintat- tici, né correzioni di nomi di persona e di località, né di riferimenti temporali con il segno di interpun- zione della notazione decimale anziché sessagesimale. Nel caso di errori e storpiature evidenti sono stati talvolta indicati in corsivo tra parentesi quadre i nomi esatti oppure è stato fatto seguire un sic, tuttavia si è preferito (di norma) evitare di rimarcare errori ricorrenti di toponimi, come ad esempio per i comuni di , , , , Motta de’ Conti, Pray, Tri- no, Valle Mosso, Varallo e per località come Baranca, nonché l’uso del minuscolo per indicare le zone Biellese e Vercellese. Non è stato possibile controllare l’esattezza di tutti i nomi citati. I casi di dubbi o di illeggibilità degli originali sono stati segnalati con punti interrogativi in corsivo tra parentesi o con sic. Abbreviazioni e acronimi sono di norma sciolti a p. 200. Si tenga inoltre presente che alcune località a cui i documenti attribuiscono qualifica di frazione erano state unite nel periodo fascista ad altri comuni e sono tornate nel dopoguerra a essere sedi comunali autonome; in altri casi comuni autonomi sono stati accorpati nel dopoguerra ad altri comuni. Si ricordi inoltre che, all’epoca, i comuni del Canavese (dopo la Liberazione aggregati alla provincia di Torino) facevano parte della provincia di Aosta. La responsabilità della veridicità delle notizie pubblicate è, naturalmente, esclusivamente degli autori dei documenti pubblicati o consultati.

4 Presentazione

“Exegi monumentum aere perennius”: ho eretto un monumento più duraturo del bron- zo. Con queste orgogliose parole il poeta latino Orazio rivendicava per la sua opera la glo- ria immortale che deriva dalla vittoria della poesia sul tempo e sulla materialità, essendo capace nel suo caso di travalicare i secoli e di giungere fino a noi, bene prezioso cui rivol- gersi per il conforto dell’anima o il piacere dello spirito. Più modestamente, ma non sen- za un briciolo d’orgoglio o di compiacimento intellettuale, e sicuramente con la coscien- za di avere svolto un servizio alla memoria e alla storia del nostro territorio e forse anche oltre, proponiamo quanto raccolto, studiato e rielaborato ne “l’impegno” da Piero Ambro- sio, direttore dell’Istituto dal dicembre 1980 all’agosto 2009 e della rivista da quando uscì nel 1981 fino al dicembre 2010, a proposito della storia dei reparti militari fascisti e del- le istituzioni della Repubblica sociale che operarono in provincia di Vercelli nel periodo della guerra di liberazione. Uno dei luoghi comuni cari a chi ama manifestare giudizi riduttivi sulla produzione sto- riografica relativa alla Resistenza concerne il mancato o fazioso studio delle fonti con- trapposte a quanto prodotto in ambienti partigiani: questo è vero, e solo in parte, se ci ri- feriamo alla raccolta di testimonianze orali. I nostri archivi, infatti, sono ricchi di memo- rie in forma di diari, memoriali, audio e videointerviste raccolte da antifascisti e partigia- ni e non hanno granché, per non dire quasi nulla, che derivi da ambienti fascisti o filofasci- sti. Questo anche per la riluttanza a concedere interviste da parte di chi era stato dall’altra parte in tempo di guerra e per la scarsa propensione a confessare pubblicamente le pro- prie esperienze fasciste da parte dei protagonisti: le rare e storicamente preziose ecce- zioni sono quasi tutte conservate nella nostra biblioteca, a disposizione dei lettori senza limitazioni. Per quanto riguarda invece le fonti militari e istituzionali di matrice fascista, la raccolta di saggi pubblicata in questa edizione elettronica non ha bisogno di particolari presentazioni, essendo abbondantemente indicativa dell’attenzione onnicomprensiva con cui l’Istituto ha analizzato tutte le fonti utili per ricostruire il quadro storico del periodo 1943-1945, compresi i documenti prodotti in sede di giustizia nel dopoguerra, senza di- menticare altre risorse che sono state oggetto di pubblicazioni a sé stanti, come i notiziari della Gnr. Che ci siano ancora fonti da esplorare è assodato, in particolare si potrebbero citare quelle giudiziarie come il Tribunale speciale per la difesa dello Stato della Rsi o l’archivio della Questura di Vercelli, ma più per la definizione di dettagli storici su singoli episodi che non per l’interpretazione d’insieme. Così come, caduto il vincolo di consulta- bilità, saranno gli archivi giudiziari della Corte d’assise straordinaria o, forse in misura meno significativa, i documenti delle commissioni per l’epurazione a ragguagliarci ulte- riormente sulle vicende della guerra di liberazione. Sulle prospettive di ulteriore appro- fondimento storiografico l’Istituto si deve limitare a proporre una dichiarazione di intenti

5 la cui credibilità trova alimento nella continuità con l’esperienza dei precedenti quarant’an- ni, di cui dobbiamo essere riconoscenti a Piero Ambrosio, anche per come ha saputo dare alla rivista dell’Istituto una vocazione scientifica scrupolosa e riconosciuta anche in am- bienti accademici, in qualità di direttore ma anche di autore di saggi imprescindibili per qualunque bibliografia sul tema. Il volume, in edizione elettronica, si aggiunge ad una produzione che da qualche tempo abbiamo messo a disposizione del pubblico allo scopo di rendere consultabili testi ormai non più in catalogo o di difficile reperibilità, oppure, ed è una strada che si apre con questa iniziativa, per raccogliere in forma più organica e immediatamente fruibile testi già di- sponibili nella sezione on line della rivista in ordine cronologico di pubblicazione. Abbiamo la convinzione che una più attenta e profonda conoscenza dell’ultima versio- ne storica del fascismo italiano, quella della Repubblica sociale, potrebbe aiutare la co- scienza collettiva a sgravarsi del più dannoso residuo che il nostro Paese, anche inconsa- pevolmente, ha ereditato da quella cultura, cioè la fiducia cieca nell’uomo della provvi- denza cui delegare il proprio destino. Varallo, aprile 2015 Enrico Pagano, direttore dell’Istituto

6 Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i “ribelli”

Le azioni partigiane, gli scioperi, le rappresaglie

La documentazione conservata nel fascicolo “Dicembre 1943: inizio azioni contro i ribelli”, del Gabinetto riservato della Prefettura repubblicana di Vercelli, integrata con al- cuni documenti dei fascicoli “Richiesta di rinforzi e novità al Ministero” e “Rapporti col Comando Tedesco”, della stessa serie1, ci fornisce un quadro assai significativo della si- tuazione degli organismi periferici della Repubblica sociale italiana nella sua fase iniziale e dei primi, feroci e infruttuosi, tentativi di stroncare il “ribellismo”. Il capo della provincia Michele Morsero2, inviato dal governo mussoliniano, era giun- to a Vercelli il 25 ottobre e si era subito impegnato energicamente per ricostituire il “fa- scio” e, man mano che gli giungevano segnalazioni di azioni partigiane, per prendere le necessarie misure contro un fenomeno che lo preoccupava. Sono note le difficoltà in cui si dibatté la Federazione fascista repubblicana vercellese in quegli ultimi mesi del 1943 e il progressivo isolamento in cui si trovò a operare3: i documenti qui pubblicati testimoniano altresì problemi di carattere generale: gli stessi or- ganismi nazionali della Rsi (i ministeri, i comandi dell’esercito, dei carabinieri, della po- lizia, della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, della Guardia nazionale repubbli- cana) non riuscivano a coordinarsi con le autorità tedesche d’occupazione e neppure tra di loro. Il principale problema dei fascisti, quello dell’instaurazione di forme di potere, per de- lega dei tedeschi, nelle zone occupate dalle armate hitleriane, si stava infatti scontrando con una presenza sempre più combattiva dei partigiani e degli operai. Morsero agì subito, come si è detto, con brutale accanimento per “ripristinare l’ordi- ne” nella provincia. Ma le sue richieste di invio di contingenti di militari non trovarono per il momento risposta e l’invio di reparti di camicie nere risultò insufficiente4; intanto i partigiani attaccavano le caserme e disarmavano i carabinieri (che, spesso, non oppone- vano resistenza, suscitando prima sospetti e diffidenza poi l’ira sua e dei gerarchi fasci- sti); gli operai, appoggiati dai partigiani, scioperavano; tra le file fasciste si avevano i pri- mi caduti. Il capo della provincia si rivolse al Comando tedesco, invocando gli “opportuni interventi” poiché “le deprecate azioni dei ribelli aumenta[va]no di giorno in giorno e influi[vano] negativamente su orientamento [della] popolazione” precisando di non disporre di “forza di polizia sufficiente” e aggiungendo che la situazione lo preoccupava “per difesa economia nazionale e per affermare prestigio autorità”. Sul tema del “prestigio” Morsero insistette in un fonogramma al ministro degli Inter- ni, Buffarini Guidi, segnalando che l’“impotenza [della] reazione mentre causa[va] mag- giore attività bande armate lede[va] prestigio autorità”. Le ripetute richieste di “reparti per prevenire reprimere ovvero anche [in] alcuni casi solo [per] dimostrazione [di] forza” alla fine furono accolte: fu inviato a Vercelli il 63o

7 battaglione “M”, della neocostituita Guardia nazionale repubblicana5, agli ordini di Meri- co Zuccari6, un fanatico che, subito dopo l’8 settembre (prima ancora che fosse procla- mata la Repubblica sociale), si era messo al servizio dei tedeschi. Il reparto giunse a Ver- celli il 19 dicembre7. Zuccari ricevette subito da Morsero le direttive per una energica azione contro i partigiani che, tra l’altro, nei “giorni tra quindici et diciassette [...avevano] imposto sciopero [negli] stabilimenti [dei] comuni [di] Crevacuore Pray et Borgosesia” e che “domina[vano] situazione comuni Varallo Borgosesia Crevacuore et Coggiola”. Il primo compito del battaglione fu dunque quello di recarsi in Valsesia, “pacificarla” e spostarsi poi in Valsessera e nel Biellese. Zuccari emanò subito bandi per l’adozione di “misure di rigore” in tutta la zona in cui si erano sviluppati scioperi e in cui più minacciosa era la presenza partigiana. Iniziò la triste stagione delle rappresaglie, delle fucilazioni, delle minacce di incen- diare i paesi i cui abitanti avessero osato sparare contro i militi. Sono noti gli episodi di Borgosesia, di Crevacuore, di Cossato, di Biella, di Tollegno, dove anche inermi cittadini e alcuni giovanissimi (un quattordicenne e due quindicenni) furono fucilati perché bisognava dare un esempio: può essere tuttavia interessante riper- correre la cronaca di quei giorni mediante gli appunti di Morsero, i promemoria del suo segretario particolare, il centurione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale Enzo Lipartiti, i fonogrammi inviati ai vari organismi della Rsi e ai comandi germanici. Da essi traspare un senso di panico, unito alla volontà disperata di reagire, di imporsi, sopra tutto e sopra tutti. Morsero commentò con un “bene” il testo del fonogramma comunicante la notizia del- l’arresto del podestà di Varallo, Giuseppe Osella8, contro il quale vi era l’accusa di “forni[re] armi e vettovaglie ai ribelli”. Guai agli oppositori! E Zuccari, nelle stesso fonogramma, espresse, forse nel modo più appropriato, il pensiero delle “autorità” fasciste: “deve giun- gere il momento della resa dei conti”! La resa dei conti per gli operai che scioperavano, per i partigiani, per la popolazione, per chi in passato aveva ricoperto cariche amministra- tive o in organismi fascisti e non aveva aderito alla Repubblica di Salò. Oltre alle rappresaglie fasciste anche i tedeschi iniziarono le azioni e, non paghi delle fucilazioni effettuate, avanzarono richieste di centinaia di ostaggi per cercare di dominare col terrore. L’intendimento nazifascista era quello di spezzare, con le rappresaglie e la violenza gra- tuita, i legami tra “i vari gruppi di ribelli e la massa operaia”, di creare rancore verso i par- tigiani. L’ondata di terrore rischiò di lasciare un segno pesante: non mancarono momenti di sfiducia e anche di ostilità, soprattutto nelle zone più provate, e gli operai, rimasti senza l’appoggio militare dei partigiani, furono costretti a riprendere il lavoro. Ma, dopo pochi giorni, i “ribelli” ripresero con slancio le loro azioni, gli operai, ai primi di gennaio, sce- sero nuovamente in sciopero: il legame tra i resistenti si rinsaldò.

1 dicembre [Corrispondenza] All’Eccellenza Gambara Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Roma Per pregarti di far esaminare la possibilità di far destinare nella mia provincia (a Ver- celli) un Reparto di reclute ed un contingente di militari di ritorno dalla Germania. Mi faresti cosa molto gradita nonché utilissima sotto vari aspetti. Ti ringrazio anticipatamente. Af- fettuosamente credimi tuo aff.mo M. Morsero9.

8 2 dicembre [Corrispondenza] All’Eccellenza Barracu Sottosegretario alla Presidenza del Consi- glio dei Ministri. Maderno Caro Barracu, ti sarei molto grato se interessassi il Ministero della difesa o altro co- mando competente per fare destinare alla mia provincia e più precisamente a Vercelli un Reparto di reclute ed un contingente di militari di ritorno dalla Germania. Ovvie sono le varie ragioni che mi consigliano a cercare di ottenere quanto sopra. Sicuro del tuo interessamento, ti ringrazio. Molto cordialmente tuo aff. mo Michele Morsero

3 dicembre [Corrispondenza] Al Comando Militare Regionale di Alessandria Reparto Reclute da assegnare alla Provincia di Vercelli Sarei grato a codesto Comando se esaminasse la possibilità e la opportunità di asse- gnare alla mia provincia un Reparto di Reclute ed un contingente di militari in rientro dalla Germania. Ringrazio. Il Capo della Provincia (Michele Morsero) [Appunto]10 Chiesto l’aiuto anche provvisorio all’Eccellenza Zerbino11 ed al Coman- do Legione Carabinieri Torino.

4 dicembre [Appunto]12 Sentito direttamente per invio rinforzi alla Zona Milizia Torino (a mezzo C. te Legione). Conferito e riferito al C[omandante] Ted[esco] (?).

6 dicembre [Appunto]13 Alle ore 17 telefonato Comando Generale Milizia, in mancanza dell’Ecc. Ricci parlato con Capo di Stato Maggiore Generale Chiappe richiedendo rinforzi per ne- cessità locali. Risposto di non essere in grado di darne, eventualmente prendere accordi con Mittica14. [Fonogramma]15 [Alla] Direzione Generale Polizia Ministero Interni. Roma Gab. 2209 Situazione Provincia particolarmente biellese consigliami chiedere urgen- za rinforzo polizia locale punto Prego esaminare possibilità distaccare anche temporanea- mente contingente da Torino punto Morsero Capo Provincia16. [Fonogramma]17 [All’]Eccellenza Mischi Comandante Generale Carabinieri. Brescia Gab. 2210 Situazione locale et particolarmente biellese obbligami pregarti disporre possibilità assegnazione questa Provincia almeno altri cinquanta carabinieri armati punto Grazie Morsero Capo Provincia18.

10 dicembre [Appunti]19 Ore 18,30. Presenti Questore20, Magg. CC. Aquilini, Vice com. (?) Telef[onato] al Col. Scognamiglio chiedendo aiuto per rinforzi. Ore 19,20 Maderno - Gabinetto Interno. Conferito Vice Capo Gabinetto chiedendo in- tervento per avere almeno 50 uomini (Pol[izia]. o CC) anche temporaneamente.

13 dicembre [Appunti]21 Ore 12,25. Ho comunicato all’interprete del Comando Tedesco, sig.ra Bigazzi, che nella scorsa notte i ribelli hanno attaccato Serravalle ed hanno disarmato i

9 Carabinieri. Ho pure fatto presente che sembra che stanotte vogliano ripetere l’attacco. Ho pregato la signora di riferire quanto sopra al Comandante. Ore 12,30. Ho telefonato al Commissario Prefettizio del Comune di Trivero ed in sua assenza ho parlato col Segretario al quale ho chiesto notizie sulla sepoltura del Camerata Ponzecchi Brunello22. Il Segretario Comunale mi ha comunicato che i funerali hanno avuto luogo stamane mentre la Messa nella Cappella del Cimitero sarà celebrata domattina. Ho fatto rilevare al Segretario Comunale di aver mancato non comunicando tempesti- vamente a questa Prefettura l’ora dei funerali perché era vivo desiderio dell’Ecc. inviarvi una rappresentanza. Il Commissario si è scusato dicendo che la comunicazione l’aveva fatta ai Carabinieri e quindi credeva di aver assolto il suo compito. [Fonogramma a mano]23 [Al] Comando Tedesco Piazza di Vercelli e per conoscenza: Comandante Guardia Repubblicana Vercelli, Comando Gruppo Carabinieri Vercelli, Que- store Vercelli Gab. 2307 Ritengo utile informarvi che le deprecate azioni dei ribelli aumentano di giorno in giorno et arrecano danni gravissimi materiali oltre che influire negativamente su orientamento popolazione et quindi su ordine pubblico. Sarebbe necessario reazione im- mediata ad ogni loro azione, ma per le ragioni più volte esposte in ogni circostanza che vi è stata sempre segnalata, non abbiamo forza di polizia sufficiente per provvedervi. Ho ri- chiesto uomini et armi ma ad oggi Comandi superiori non hanno potuto evadere richieste. Situazione preoccupami per difesa economia nazionale e per affermare prestigio autorità. Pregasi rappresentare situazione superiormente per opportuni interventi. Morsero Capo Provincia Vercelli

14 dicembre [Fonogramma a mezzo corriere postale] [All’]Eccellenza Guido Buffarini Ministro Interni - Maderno. Divisione Gab. /R. N. di prot. 16 Urgentissimo Espresso Per doverosa comunicazione con preghiera di disporne la trasmissione (non potendo trasmettere cifrato) at Direttore Generale Polizia - Roma - che su mia richiesta rinforzi richiedeva sua volta precisazioni, informo: Riferimento nostro Gab. 2209 6 corrente et Vostro numero 57712/442 punto Ribelli in questa Provincia et particolarmente zona Biellese et Valsesia da oltre una settimana continuano con crescendo attività terroristica con incendi stabilimenti assassinii ferimenti ruberie con gravi danni economia locale et nazionale punto Tale situazione et sopra tutto impotenza reazione mentre causa virgola ripeto virgola maggiore attività bande bene ar- mate lede prestigio autorità et produce sconforto et panico popolazione civile obbligata assecondare attività criminose non sentendosi protetta punto Carabinieri cui rendimento est molto discutibile24 appena sufficienti ricoprire fabbisogno minimo normale servizi e stazioni punto Guardia Repubblicana forze limitatissime impegnate numerosi servizi fissi punto Agenti pochi disponibili et in massima non idonei particolare servizio emergenza punto Comandi Tedeschi avvertiti et richiesti rinforzi sostengono dovere noi provvedere simili casi riservandosi azione gran stile secondo loro piano prestabilito punto Pure vo- lendo attendere tale intervento per decisiva azione gran polizia militare ed alla quale con- verrebbe partecipare più che urgente et opportuno necessita quanto meno avere disponibi- le reparto manovra di almeno duecento uomini con armi adeguate per prevenire reprimere

10 ovvero anche taluni casi solo dimostrazione forza sia per risultati diretti anche parziali sia per riflessi popolazione et generali punto Richiesti da tempo ripetuti rinforzi Comando Generale Arma et legione Torino et Comando Generale Guardia Repubblicana ma nulla ottenuto punto Ragioni esposte at giustificazione richiesta precisazioni codesta Direzio- ne di cui sopra punto Morsero Capo Provincia Vercelli

15 dicembre [Appunti]25 Ore 12. Questore mi informa che Torino (Questura) dopo aver sentito Roma Direz[ione PS] nel caso est disposta darmi rinforzi. Ore 16,30 circa. Venuto a conoscenza che ribelli a Crevacuore hanno ordinato sciope- ro per 48 ore in vari stabilimenti26. Ore 17 circa. Telefonato all’Ecc. Zerbino prospettando situazione (?) ripetendo richiesta rinforzi. In via di rinforzi esaminerebbe il caso (?) richiesti. Ore 18. Saputo che [i ribelli] minacciano far altrettanto domani 16 in altre località Pray e Coggiola. Avvisati i tedeschi (Segret. e Colamussi27) ore 18,30. [Promemoria per l’Eccellenza]28 Ore 16,35. Ho comunicato al Comando tedesco a mezzo del dott. Hamm la notizia ricevuta dal Comando Milizia circa l’occupazione delle fabbriche di Crevacuore da parte dei ribelli. Ore 16,35. La Stipel mi comunica che non è possibile avere la comunicazione coi Ca- rabinieri e col Podestà perché i telefoni sono guasti. Ho richiesto comunicazione con un privato. Ore 16,40. Ho parlato col posto pubblico di Crevacuore che mi ha riferito che stama- ne alle otto dei ribelli hanno fatto uscire gli operai dagli stabilimenti ed hanno fatto loro un discorso. Mi ha comunicato inoltre che i ribelli hanno tagliato i fili telefonici del comune e dei carabinieri. Richiesto se i Carabinieri avevano subito qualche rappresaglia mi ha risposto che sta- vano tutti bene perché da pochi minuti erano andati a ritirare la posta. Ore 16,45. Il segretario dei sindacati dei Lavoratori dell’Industria comunica su segna- lazione del delegato di zona che tutti gli stabilimenti del comune di Crevacuore sono in sciopero per intimazione dei ribelli a lasciare il lavoro. Pare che la stessa cosa debba accadere domattina agli stabilimenti di Pray. Ore 17,20. Ho comunicato al Comando Tedesco a mezzo della signora Bigazzi che a seguito della comunicazione fatta al dott. Hamm i ribelli avevano imposto agli operai de- gli Stabilimenti di Crevacuore uno sciopero di due giorni. Avevano pure imposto ai pro- prietari di pagare le due giornate. Sembrerebbe inoltre che domani i ribelli si recherebbero a far scioperare gli operai di Pray. Ore 18. La comunicazione di cui sopra l’ho comunicata personalmente al dott. Hamm, presente nel mio ufficio unitamente al Comandante della 28a Legione. Ore 20,15. L’Ecc. il Capo della Provincia ha telefonato al Segretario Particolare del- l’Ecc. il Ministro dell’Interno, dott. Bevilacqua ed ha fatto presente che già aveva parlato al Capo di Gabinetto per avere qualche aiuto di forza contro i ribelli. Finora non ha ottenuto niente. La questione diventa sempre più grave in quanto questa gente non vedendo alcuna reazione alza un po’ troppo la testa ed incita anche la massa ope-

11 raia a fare degli scioperi. Sorgono inoltre tentativi di convivenza tra operai e ribelli. Ne- cessita reagire, ma per questa reazione occorrono almeno 200 uomini bene armati in atte- sa di quella grande azione di polizia che in seguito sarà fatta dai reparti alleati. Occorre parare queste mosse: invece non si può far niente perché non si hanno forze disponibili. Il Capo della Provincia ha infine pregato Bevilacqua di riferire tutto quanto sopra al- l’Ecc. Buffarini pregandolo di ritelefonargli nella mattinata di domani. Gli ha inoltre co- municato che poco prima aveva spedito un fonogramma espresso urgentissimo all’Ecc. Buffarini con preghiera di trasmetterlo all’Ecc. Tamburini, perché nella provincia di Ver- celli non si è autorizzati a trasmettere il cifrato. Alla comunicazione erano presenti il Questore, il Maggiore dei Carabinieri ed il Co- mandante della Guardia Repubblicana29. [Fonogramma] [All’]Eccellenza Zerbino. Prefettura Torino Riferimento conversazione telefonica ore 17 circa di oggi sarebbe necessario che tu disponessi invio mia disposizione per ore sei domattina reparto formazione (CC PS et CCNN) di non meno 200 con mezzi idonei punto Gradirei tue comunicazioni rassicuranti punto Grazie punto Capo Provincia Morsero30. Trasmette: Capit. Enzo Lipartiti. Riceve: Mercadante [Espresso-Urgentissimo] Al Comando Generale Guardia Repubblicana - Posta da Cam- po n. 707 e, per norma All’Ispettorato della Guardia Repubblicana in Torino (corso Fiume, 8) e per doverosa conoscenza e notizia Al Ministero degli Interni - Gabinetto Maderno Divisione Gab./R. N. prot. 21. Oggetto: Ribelli. Richiesta rinforzi. Da qualche tempo l’atteggiamento criminoso dei cosiddetti ribelli alla macchia va estrinsecandosi in delitti vari e verso la popolazione e verso esponenti del Partito e verso gli appartenenti alle CC. NN. ed ai Carabinieri. Tali incresciosi episodi aumentano di giorno in giorno di numero e di intensità perché i detti ribelli constatano la mancata nostra efficace reazione. La situazione è preoccupante e nell’interesse dell’economia nazionale e nell’interes- se di quella locale nonché per i riflessi negativi che tali azioni hanno sul morale della po- polazione che è portata, volente o nolente, a fare buon viso ai ribelli stessi. Tale situazione incide anche sulla riorganizzazione dell’Esercito. Sarebbe stato e sarebbe necessario provvedere a tempestive reazioni talvolta anche fortissime ma purtroppo le forze a mia disposizione sono talmente esigue che appena è possibile fare fronte ai normali servizi di istituto ed a qualche servizio speciale di emer- genza. Per queste considerazioni che non sono sfuggite allo scrivente sino dal primo mo- mento, chiedevo sino dai primi del corrente mese a conferma di altre richieste, dei rinfor- zi all’Arma dei Carabinieri, alla Polizia e, dopo aver interessato in merito anche i Coman- di della Legione locale ed il Comandante dell’Ispettorato della Guardia Repubblicana in Torino, il giorno 6 corrente mese mi rivolgevo a codesto Comando Generale per avere rinforzi. Ma tutte le mie richieste non hanno potuto essere ad oggi evase. Ritengo necessario ed opportuno riprospettare quanto sopra con la preghiera di voler tenere presente la situazione che si va sempre più acuendo, pregando di adottare quei pos- sibili provvedimenti che possano permettere, anche in attesa di quella che è ritenuta la più utile e necessaria azione di gran polizia militare che dovrebbero fare i reparti alleati, una opportuna azione preventiva e più ancora una reazione tempestiva atta a dare la sensazione della autorità, del prestigio, della forza.

12 Ritengo anche utile aggiungere che da alcuni sintomi si ha la sensazione che giornal- mente, forse per l’intervento di emissari nemici e sovversivi, si appalesino sempre più strettamente legati i vari gruppi di ribelli con la massa operaia. Oggi in particolare alcune bande hanno imposto in alcuni stabilimenti lo sciopero ob- bligando i datori di lavoro a corrispondere i salari anche durante detto sciopero. Il Capo della Provincia (Michele Morsero)

17 dicembre [Telegramma]31 [All’]Eccellenza Buffarini Ministro Interni - Maderno Gab. R 25 Situazione prospettata telefono et con miei espressi quattordici et quindici corrente numero sedici et ventuno Gab/R perdura con sintomi et manifestazioni peggio- ramento anche settore lavoro punto Confermo urgenza richiesta nota Morsero Capo Pro- vincia Vercelli.

18 dicembre [Appunti]32 Ore 16,30. Chiesto alla Zona Milizia a Torino rinforzi parlando con Gen. (?). Ore 18. Conferito a mezzo telefono coll’Ecc. Tamburini Capo della Polizia confer- mando precedenti segnalazioni scritte e telegrafiche circa situazione provincia precisan- do necessità assoluta invio rinforzi in provincia di entità molto superiore alle primitive richieste a causa dell’aggravamento della situazione. Annunciato anche promessa avuta da Ecc. Buffarini circa invio immediato rinforzi. Alle ore 19 del 18 dicembre 1943 l’aiutante Maggiore del Comando Zona Milizia di Torino comunicava all’Ecc. il Capo della Provincia di Vercelli che il Gen. Nicchiarelli avrebbe messo a disposizione un Reparto della Divisione (sic) Montebello se avesse avu- to dalla Prefettura di Vercelli 1000 litri di benzina e 1000 litri di nafta. Il Capo della Provincia rispondeva di non avere il carburante richiesto e che comunque non giustificava tale richiesta eccessiva per l’effettiva necessità del trasporto del reparto da Novara a Vercelli. Ore 20,15. Comunicato mezzo telefono Gen. Nicchiarelli a Brescia. Ottenuta autoriz- zazione immediato trasferimento reparto della Montebello da Novara a Vercelli con mez- zi trasporto forniti da Vercelli. Gen. Nicchiarelli farà conoscere direttamente ordine a Comando Zona Milizia di To- rino. Ore 20,20. Telefonato Novara Comando Montebello. Parlato con ufficiale servizio Guidetta annunciando permesso ottenuto da gen. Nicchiarelli per immediato trasferimen- to del reparto a Vercelli33. Da comunicare al Console Millo urgentemente automezzi si troveranno a Novara ore 21,30. [Fonogramma] Trasmesso alla Direzione Generale Polizia - Ministero Interni Roma giorno 18 dicembre 1943-XXII, ore 24,10. Si trascrive fonogramma inviatovi quattordici corrente tramite Interni Maderno Copiare testo telegramma (sic)34. Seguito: oggi aggiungasi che giorni tra quindici et diciassette corrente ribelli hanno imposto sciopero stabilimento comuni Crevacuore Pray et Borgosesia punto Detti domi- nano situazione comuni Varallo-Borgosesia-Crevacuore et Coggiola punto Carabinieri co-

13 stituiscono elemento negativo anzi pericoloso molti fattisi disarmare maggioranza passi- va punto Morsero Capo Provincia Trasmette: Aquilini. Riceve: Amoriello

19 dicembre [Appunto]35 Da Maderno ore 21,40 a mezzo telefono Ecc. Buffarini annuncia invio rinforzi in settimana.

20 dicembre [Appunto]36 Ore 20,50. Il Com.te del Btg. “M” di ritorno da ha riferito: 1. Che i Carabinieri si sono fatti disarmare senza opporre resistenza malgrado avesse- ro avuto ordine di difendersi ad oltranza. Li ha portati a Vercelli. 2. Di aver sequestrato un autocarro ai ribelli, che inseguiti l’avevano abbandonato per- ché colpito da bombe. Targa NO 12596. 3. Di aver condotto a Vercelli 3 giovani del 1925. 4. Di essersi spinto con il reparto fino a Romagnano Sesia [No] perché gli era stato segnalato movimento di ribelli. Nessun incidente sul ritorno. Ha diffidato i Carabinieri di Romagnano a non farsi disarmare.

21 dicembre [Fonogramma] Da Prefettura at Comando 63o Btg. “M’’ Guardia Repubblicana Mezzo lettera riservata per ore otto di oggi 21 prego precisare dettagliata forza effet- tiva presente e disponibile per impiego cotesto reparto già datomi complessivamente et approssimativamente in oltre trecento et arrivo 19 sera più complementi assicurativi in arrivo nella giornata del 20 corrente punto Precisate anche armamento munizioni et auto- mezzi efficienti punto Quanto sopra per avere certa cognizione possibilità impiego repar- to et giudicare se rispondente o non at esigenze presenti et eventuali nonché per poter ri- ferire superiormente punto Capo Provincia Morsero Trasmette: Cent. Lipartiti. Riceve: 1o Csq. Paglianti [Rapporto] Guardia Nazionale Repubblicana 63o Btg. “M” Tagliamento Prot. N. 44/Ris. All’Eccellenza il Prefetto della Provincia di Vercelli. Situazione for- za, armamento, munizionamento e automezzi, 63o Btg. “M” Rif. Fono del 20 corr.37 trasmetto i dati richiesti: Forza effettiva: ufficiali n. 17, sot- tufficiali n. 34, truppa n. 306. Totale n. 357. Forza presente: ufficiali n. 16, sottufficiali n. 34, truppa n. 290. Totale n. 336. Fra i 290 Legionari sono compresi anche i 14 che si tro- vano a Chiari e che rientreranno domani o dopo. Armamento: moschetti mod. 91 n. 425, fucili mitr. Breda n. 26, mitragliatrici tedesche T42 n. 13, mortai Brixia da 45/mm n. 4, mortai da 81 n. 6, cannoni anticarro da 37/mm n. 3. Munizionamento: cartucce per mo- schetto n. 36.500, cartucce per fucile mitragl. n. 62.000, cartucce per mitragliatrice T42 n. 110.000, proiettili per pezzi da 37/mm n. 1.344, bombe a mano n. 4.000 Automezzi efficienti: autocarri Fross Bussing n. 6, autocarri Ford n. 13, autovetture n. 2, motociclette n. 2 Il Comandante del Battaglione (1o Seniore Zuccari Merico) [Corrispondenza] Al Sig. Comandante del 63o Btg. “M” della Guardia Repubblicana - Sede e, per conoscenza Al Comando Provinciale della Guardia Repubblicana (28a Legione M. V. S. N.) - Sede

14 Gab/r. 36. Ore 4. Direttive per azione contro ribelli et ordine pubblico in genere (di- mostrazione di forza ripristino dell’autorità in determinate zone et paesi, neutralizzazione attività terroristica dei ribelli et loro cattura, rastrellamento et fermo favoreggiatori) Situazione generale: quella notavi et illustratavi personalmente con carta 1:250.000 da me e dal Comandante 28a Legione ieri. Situazione particolare: quella già comunicatavi di presenza et più precisamente: i cen- tri ove maggiormente hanno svolta la loro azione delittuosa e terroristica con incendi, ra- pine, furti, assassinii, ferimenti, imposizione di scioperi presso vari stabilimenti, disarmo carabinieri, ecc. sono: Varallo, Scopa, Alagna; Borgosesia, Crevacuore, Coggiola, Praj, Trivero, Serravalle; Mosso S. Maria, Villenuovo (sic), Andorno Micca, Tollegno, Pralungo; Biella, Pollone, Graglia, Sordevolo, Occhieppo, Netro; Piedicavallo; Gattinara, Cossato. Notizie ed avvertimenti I ribelli sono riuniti in diverse bande. La Banda che opera nella zona di Borgosesia è al Comando del comunista Moscatelli38. Non tutti i gruppi sono collegati. Ad oggi, secondo le informazioni più o meno attendibili, i gruppi operanti avevano quasi sempre una forza oscillante tra i 10 ed i 70 uomini. Solo a Crevacuore si è detto essere circa 250. Alcuni gruppi di ribelli si dice avrebbero il Comando e si raccoglierebbero nelle se- guenti località: - Zona Cima Cucco (circa 300) - Zona di Oropa (Monte Mucrone) - Moncerchio (vi dovrebbe essere la banda di Moscatelli di Borgosesia) - Zona Cellio, Breja (dorsale Sesia, Lago d’Orta) - nella cascina Campanile nei pressi di Monte S. Maria (sic) si riunirebbero dei ribelli, così in una villa di un industriale biellese, nei pressi di S. Paolo Cervo vi era o vi è ancora un comando di ribelli. In generale essi si rifugiano nella zona montana del Biellese e della Valsesia, zone che si prestano molto ad imboscate e ad occultamenti. Sono discretamente riforniti di viveri, molto bene di denaro. Sono per lo più bene armati. Qualche reparto pare abbia anche dei cannoni. Le bande sono composte di elementi eterogenei (ex militari, comunisti, prigionieri an- gloamericani tra i quali qualche ufficiale inglese, giovani del 24-25). In questi ultimi giorni hanno spadroneggiato e forse spadroneggiano ancora in alcuni paesi specie in Borgosesia e Varallo, bloccando talvolta anche le strade di accesso. Altri ribelli sono al piano e vivono più o meno occultati nei paesi. Le popolazioni in genere danno aiuto e si manifestano favorevoli a detti elementi. Azione dei Carabinieri: negativa. Bisogna fare molta attenzione ed accogliere le informazioni con molta riserva specie quelle che potrebbero indurre a recarsi in determinate località per sorprendere gruppi di ribelli: ritenuto utile farlo, andarvi con adeguata forza e prendere le misure precauzionali del caso. Mantenere il massimo segreto nella zona obiettivo: velocità, riservatezza, sor- presa sono i fattori di riuscita. Servirsi molto di guide sicure: prendere accordi preventivi e tempestivi col Coman- dante la 28a Legione. Mantenere contatto con Comandi e reparti tedeschi.

15 Concetti di massima per le operazioni a svolgersi Poiché le bande operano improvvisamente ed in paesi molto distanti tra essi e da Ver- celli e sono sempre autocarrate, non è sufficiente fare “le puntate” e rientrare in sede a Vercelli, non sarebbe da escludere il ritorno immediato delle bande!... Occorre portarsi con forte contingente di truppa (bene armata) in una determinata zona, affrontare i ribelli se vi fossero, dare comunque dimostrazione di forza alla popolazione, raccogliere informazioni e rastrellare arrestare anche eventuali favoreggiatori o persone sospette ovvero antinazionali-antifascisti (ove possibile vi saranno forniti anche nomina- tivi); poi lasciare un presidio nel paese più importante e meglio ubicato nella zona di azio- ne per ragioni di viabilità, comunicazioni, ecc. e procedere col grosso delle forze in altro settore più o meno laterale con lo stesso criterio; poi fare lo sbalzo in avanti con uguale metodo e ritirare (o meglio prima ridurre) i presidi prima lasciati nelle località preceden- temente controllate e sorpassate. Nella zona dove gli operai hanno scioperato per intimazione di ribelli, si deve far ri- prendere il lavoro. In questa particolare azione dovete servirvi del Funzionario e degli Agenti di P. S. della località più vicina. A secondo della reazione e dei risultati che potranno essere raggiunti agendo in breve tempo, così come in via di massima indicato in precedenza, con sbalzi - normalmente - giornalieri, si procederà all’esame della nuova situazione creatasi e si giudicherà il da far- si e cioè la possibilità e la opportunità di attaccare ormai definitivamente il grosso dei ribelli o quei determinati gruppi nelle loro sedi con le sole Vostre forze od in collaborazione con i camerati Germanici, ovvero chiedere ed attendere ulteriori rinforzi, ovvero ancora at- tendere la grande azione di polizia militare già prestabilita, come noto, da parte di Truppe Tedesche. Collegamenti Mantenere, sfruttando tutti i mezzi possibili, il maggiore collegamento con lo scriven- te, con la Vostra base e con il Comando della 28a Legione, sia in movimento, sia durante le azioni e nelle soste, anche per mettermi in condizioni di potervi rintracciare, in ogni mo- mento, per qualsiasi emergenza nuova. Novità Trasmettere le novità di mano in mano che si verificano fatti e circostanze degne di nota e tali da poter influire sull’andamento generale della situazione. Comunque, durante il periodo che resterete in azione, prego rimettermi giornalmente, entro le ore 18 relazio- ne giornaliera e succinta dei vari fatti della giornata. Servizi di O. P. a Vercelli Dovete lasciare a Vercelli almeno cinquanta uomini (dei cinquanta disponibili per im- piego esterno) con un ufficiale ed un aiutante, per eventuali servizi di O. P. con relative armi ed automezzi. Prego accusare ricevuta citando solo numero e data. Il Capo della Provincia (Michele Morsero) [Bando] Trasmesso dal Comando Militare della Valsesia 1 - Con effetto immediato vengono adottate le misure di rigore in tutta la zona di Va- rallo - Borgosesia - Crevacuore - Pray - Vallemosso - Mosso S. Maria - Cossato - Masse- rano - e Serravalle39. 2 - Chiunque sia trovato in possesso di armi o di materiale esplosivo senza autorizza- zione sarà fucilato.

16 3 - Chiunque dia aiuto di qualsiasi genere ai ribelli o comunque li protegga, sarà fuci- lato. 4 - L’ingresso nel paese è permesso soltanto ad una persona alla volta. 5 - Il coprifuoco viene anticipato alle ore 17. 6 - I paesi i cui abitanti sparassero contro un milite della Guardia Nazionale Repub- blicana o altro agente della Forza pubblica o ad un militare germanico, saranno incendiati. 7 - L’uccisione di un milite della Guardia Naz. Repubblicana, o di altro agente della forza pubblica o di un militare germanico costerà la vita a dieci individui del luogo. 8 - Il transito delle persone nelle strade tra le ore 17 e le 6 del mattino è consentito solo ai muniti di speciale permesso dallo scrivente. 9 - La chiusura degli esercizi pubblici è fissata un’ora prima del coprifuoco. F.to Il Comandante Militare della Zona Io Seniore Zuccari Trasmette: Sotto Capo Manipolo De Filippis. Riceve: Savoca alle ore 9,20 [Promemoria per l’Eccellenza] Ore 9,30. Il Commissario Prefettizio di Biella40 co- munica che tutti gli operai della città sono in sciopero. Ore 9,35. Il Centurione Lipartiti comunica al Comando Tedesco a mezzo del dott. Hamm che tutti gli operai di Biella hanno iniziato lo sciopero. Comunica inoltre che il 63o Battaglione “M” è partito in mattinata alla volta di Borgo- sesia e pertanto sarebbe opportuno inviare a Biella immediatamente almeno una compa- gnia di rinforzo. Ore 9,45. L’Ecc. Morsero ha richiesto al Capo della Provincia di Aosta l’invio di rin- forzo sul confine della provincia per eventuali rinforzi alle truppe tedesche operanti in Biel- la. Ore 10. L’Ecc. Morsero ha chiesto al Capo della Provincia di Novara l’invio di rinforzi sul confine della provincia per eventuali rinforzi alle truppe Tedesche operanti in Biella. Ore 10,05. Il Comandante Militare Tedesco della Piazza di Vercelli ha comunicato al- l’Ecc. Morsero di aver disposto per l’invio di una compagnia di militari tedeschi a Biella. Ore 10,10. Il Commissario Prefettizio di Biella ha comunicato all’Ecc. Morsero che circa 200 ribelli sono alle porte di Biella. L’Ecc. gli ha risposto che entro le ore 11 una compagnia di tedeschi sarebbe giunta a Biella. Ha raccomandato la calma. Ore 10,35. L’Ecc. Morsero ha parlato con l’Ecc. Uccelli, Capo della Provincia di Mi- lano per sapere se avevano disposto l’invio di rinforzi di Carabinieri della Legione “Pa- strengo” di cui alla lettera diretta al Comandante Generale dell’Arma. Tali rinforzi sono necessari per fronteggiare la situazione creatasi stamani nel Biellese e nella Valsesia. Ore 11,05. Il Capo della Provincia di Aosta ha comunicato all’Ecc. Morsero di aver disposto perché 100 CC. NN. si spostino da Ivrea su Biella. Il reparto si porterà sulla strada tra Zubiena e Mongrando ed il Comandante ne darà comunicazione. L’arrivo è previsto per le ore 15. Ore 11,10. Il Commissario di P. S. di Biella ha comunicato all’Ecc. Morsero l’uccisio- ne di un soldato tedesco a Tollegno. Il Comandante dei Carabinieri ed il Comandante Te- desco di Biella si sono recati sul posto. Il Capo della Provincia ha comunicato l’invio di rinforzo di 10 agenti ed un Commissa- rio oltre alla compagnia dei soldati Tedeschi. Ore 11,30. L’Eccellenza comunica al Commissario Prefettizio di Biella che il reparto CC. NN. (Guardia Nazionale Repubblicana), inviato dal Capo della Provincia di Aosta ver-

17 so Biella, preciserà tempestivamente la località dove si fermerà e precisamente sulla di- rettrice Ivrea-Biella (Mongrando - Zubiena). Ore 11,45. Il Comandante la 28a Legione informa il Capo di Stato Maggiore dell’Ispet- torato Prima Zona di Torino sulla situazione e chiede l’immediato invio di almeno altri due battaglioni, per cercare di fermare e stroncare definitivamente l’azione dei ribelli e ripristinare l’ordine nella Provincia. Detto Comandante informa inoltre il Capo di Stato Maggiore che il Battaglione “M” già arrivato a Vercelli, la sera del 19 corrente ha già ini- ziato le operazioni su Borgosesia41. Fa nel contempo presente che la Forza del Battaglio- ne in questione è di 300 uomini e quindi insufficiente al fabbisogno. Ore 11,50. La Direzione Stipel comunica che la richiesta, fatta da questa Prefettura, per il Ministero degli Interni (Maderno), alle ore 9,30, non è possibile ancora ottenerla perché il detto Ministero ha tutte le linee occupate con urgentissime richieste dalle altre Provincie e che noi seguiremo in ordine di precedenza. Ore 11,55. Il Questore comunica che l’ordine a lui dato dall’Ecc. Morsero, alle ore 10 circa, di rappresentare la situazione e le altre richieste relative di forza all’Ecc. Tamburi- ni, non è stato potuto effettuare ancora. Ore 12,15. L’Eccellenza è chiamato dal Segretario Particolare del Capo Provincia di Milano, che gli riferisce di non essere nella possibilità di poter inviare rinforzi di Carabi- nieri e che il Capo Provincia Uccelli, dopo aver interessato il Comando Generale dell’Ar- ma, è stato da questi informato che la richiesta è stata fatta di nuovo al Comando Legione Carabinieri di Torino. Poiché il predetto Segretario nelle telefonate ha informato il Capo Provincia della pre- senza in Milano dell’Ecc. Buffarini, gli è stato detto dall’Ecc. Morsero di rivolgere pre- ghiera, tramite Uccelli, di volerlo chiamare al telefono, per ragguagliarlo sulla difficile situazione del Biellese, aggravatasi da questa mattina. [Telegramma]42 [Al] Comando Generale Arma Carabinieri. Brescia Gab/R/29 Riferimento vostra 17 corrente43 giunta ieri at tutto oggi necessarissimo rin- forzo richiesto non est ancora giunto punto Situazione odierna ne richiede ancora di più punto Prego informare Ministero Interni punto Morsero Capo Provincia Vercelli [Promemoria] Ore 12,30. Il Centurione Lipartiti, a mezzo dei Carabinieri di Roma- gnano Sesia [No], ha parlato con il Capo Manipolo della Guar. Naz. Rep., inviato dal Capo della Provincia di Novara a disposizione della nostra provincia, il quale ha comunicato le seguenti forze a disposizione e dislocate come appresso: 44 a Romagnano - 30 a Borgo- manero [No] - 40 a Gozzano [No]. Ore 12,40. L’Ecc. Morsero ha parlato con l’Ecc. Buffarini a cui ha segnalato ed illu- strato l’odierna situazione nel Biellese. Gli ha chiesto ancora almeno un Battaglione di rinforzo, perché le forze attuali non bastano. Ha segnalato anche di non poter impiegare le squadre di Polizia Federale44 per- ché sciolte e non attrezzate. L’Ecc. Buffarini ha assicurato che provvederà inviare rinforzi, comprese anche delle squadre di Polizia Federale ben attrezzate. Gli ha offerto anche un rinforzo di Carabinieri, ma l’Ecc. Morsero ha fatto le sue ri- serve, insistendo per l’invio del battaglione. Ha confermato situazione critica che si va diffondendo sempre più. Ha messo in parti- colare evidenza lo sciopero totalitario. Lo ha informato che il Battaglione “M”, avuto dei rinforzi, operava su Borgosesia e che Compagnia Tedesca aveva raggiunto Biella.

18 L’Ecc. Buffarini diceva di rendersi perfettamente conto della situazione che, sebbene più grave, era un po’ uguale a quella delle altre province e che quindi contava sul sangue freddo di Morsero che lui ben conosceva. Ore 12,50. L’Ecc. Morsero ha parlato con Trabucco al quale ha comunicato che i rin- forzi avrebbero già dovuto essere arrivati. Gli ha raccomandato la calma, assicurandolo che noi tutti non li abbandonavamo. Ore 12,55. L’Ecc. Morsero [ha parlato] con il Capo della Polizia, Ecc. Tamburini, se- gnalando le novità sulla situazione Biellese creatasi nella mattinata. Ha richiesto dei rin- forzi perché sia il Battaglione che gli agenti già messi a disposizione erano impegnati nelle operazioni di Polizia. Necessitavano pertanto ancora almeno 500 uomini ben armati45. Circa gli agenti l’Ecc. Morsero ha fatto presente che fra di essi vi era del malumore perché era- no stati qui mandati senza alcun denaro e con una indennità di L. 10 ciascuno. L’Eccellenza ha provveduto a pagare la differenza della mensa ma ciò non bastava. L’Ecc. Tamburini ha allora disposto che venissero retribuiti dei premi nella misura di L. 1.000 per i funzionari, L. 500 per i sottufficiali e di L. 300 per tutti gli agenti. L’Ecc. Morsero ha infine nuovamente insistito per l’invio di altra forza. Ore 15,45. L’Ecc. Morsero ha dato disposizioni al Comandante del 63o Battaglione “M” per lo sbarramento della strada che da Biella va a Borgosesia. A tale scopo il Comandante del Battaglione prenda gli opportuni accordi con il Comando Tedesco di Biella perché il servizio sia fatto in comune accordo. Ore 16,10. L’Ecc. Morsero ha parlato con il Commissario Prefettizio di Biella ed ha pregato di far sapere al Colonnello Tedesco della Piazza di Vercelli, presente nel comune, che desidera siano presi collegamenti con il Primo Seniore Comandante il 63o Battaglio- ne “M” per lo sbarramento sulla strada Biella-Borgosesia e precisamente tra Mosso S. Maria e Crocemosso, questo per evitare infiltrazioni verso Cossato. Ore 17. Il Centurione Lipartiti ha richiesto al Comune di Zubiena se era transitato un reparto di Milizia. Ha avuto risposta negativa. Ore 17 10. Il Centurione Lipartiti ha richiesto al Comune di Mongrando se era transi- tato un reparto di militi. Ha avuto risposta negativa. Ore 18. Il Centurione Lipartiti ha parlato col Capo della Provincia di Aosta per chiede- re notizie sul mancato arrivo del reparto promesso per le ore 15. Il Capo della Provincia di Aosta ha risposto che aveva avuto assicurazione del trasferi- mento del reparto. Tuttavia si sarebbe interessato per conoscere la destinazione. Ore 18,10. L’Ecc. Morsero ha richiamato Borgosesia per precisargli compiti per do- mani46, nella zona industriale di Crevacuore, ecc. e di tenersi molto in collegamento col colonnello Tedesco; ha chiesto inoltre di confermargli la situazione di Biella. Il Coman- dante del 63o Battaglione “M” ha comunicato di aver cercato di far riprendere il lavoro agli operai (regolandosi secondo eventi - resistenza - forza disponibile). Sembra che i ri- belli siano a nord ed a est di Varallo mentre a sud non ce ne sono. Ore 18,45. L’Ecc. Morsero ha conferito con il Colonnello Tedesco di ritorno da Biel- la per nota situazione. Ore 19. Il Capo della Provincia di Aosta ha parlato col Centurione Lipartiti e gli ha co- municato che il reparto, partito da Ivrea per raggiungere Vercelli alle ore 15, era dovuto ritornare per un guasto ad una macchina. Sarebbe ripartito immediatamente. [Telegramma] [Al Ministero dell’]Interno Gabinetto - Maderno. Precedenza assoluta N. 018311 punto Stamane sciopero operai si è esteso quasi tutti stabilimenti biellese

19 per imposizione ribelli che hanno occupato alcuni paesi et minacciano città di Biella pun- to Pure stamani nel comune di Tollegno occupato dai ribelli venivano uccisi due soldati tedeschi et prelevati ufficiale tedesco et capitano comandante compagnia Carabinieri Biella però fuggito et ricoverato ospedale47 punto Nella città di Biella per quanto vienci comuni- cato si lamentano un militare tedesco morto et altro ferito48 punto Guardia repubblicana inviata Borgosesia per fronteggiare ribelli perdeva conflitto con questi due legionari mentre altro rimaneva ferito punto49 Stessa Guardia Repubblicana procedeva arresto 60 persone tra favoreggiatori et ribelli punto Per fronteggiare situazione urgono forti rinforzi guardie repubblicane convenientemente armate punto Situazione ore venti relativamente tranquil- la perché città Biella libera et dominata da truppe tedesche punto Borgosesia et zone limi- trofe dominate da reparti guardia repubblicana punto Azione continuerà domani punto In accordo con autorità militare tedesca emanate ordinanza restrittive per tutte zone interes- sate nella reazione punto Capo Provincia Morsero50 [Fonogramma] Trasmesso dal Comando 63o Btg. “M” Borgosesia alle ore 9,10. Al Capo Provincia Vercelli Nell’abitato di Borgosesia e dintorni pattuglie di CC. NN. si sono scontrate contro nu- clei ribelli aprendo il fuoco da entrambe le parti. Due CC. NN. sono cadute in imboscate da colpi di pistola provenienti da dentro le case. Tre partigiani giacciono sul suolo esanimi51. I feriti non sono per ora controllabili e sono in nostre mani numero sei partigiani della banda Moscatelli che già hanno confessa- to. Sono in mie mani anche sessanta individui sospetti e non estranei ai delitti di ieri e pre- cedenti. Si sta procedendo all’inchiesta per riassodare le varie responsabilità. È risultato in modo indubbio che il Podestà di Varallo, Osella, fornisce armi e vettova- glie ai ribelli. Questo è stato da me questa notte tratto in arresto52. Molte preziose notizie sono in mio possesso. La situazione locale è quasi normale. I partigiani sono allarmati così pure la popolazione della zona. Deve giungere il momento della resa dei conti. Gli operai degli stabilimenti lavorano. Ho emanato un bando53 che è stato già trasmesso per conoscenza a Vostra Eccellenza. Questa mattina verranno giustiziati i maggiori responsabili e continuate le rappresaglie. Appena possibile continuerò azione secondo ordine di Vostra Eccellenza. I miei legionari sono magnifici, pieni di spirito, di sacrificio e di abnegazione. Portate nostro saluto a papà54. Firmato Primo Seniore Zuccari Trasmette: sotto capo Manipolo De Filippis. Riceve: Savoca ore 9,10

22 dicembre [Promemoria] Biella. Ore 9,45. Commissario Landolfi ammalato55. Commissario aggiunto Nicolò è stato chiamato al Comando Tedesco. Parla all’apparecchio il Maresciallo Mele. Novità: in questo momento il Comando tedesco sta affiggendo dei manifesti in cui il coprifuoco viene portato alle ore 17 ed i negozi per oggi rimangono chiusi. Portano pure altre disposizioni riguardanti gli operai56. Nessuno di essi si è presentato stamane al lavo- ro. Le tramvie hanno sospeso il traffico per ordine del Comando Tedesco. Ore 9,50. Novità da Presidio Milizia di Borgosesia. Parla il Centurione Ragonese.

20 Dopo le novità trasmesse con fonogramma delle ore 9,10 nessuna altra novità degna di nota. La popolazione è calma. Oltre la compagnia di manovra sono stati dislocati i reparti intorno al paese e bloccate tutte le strade. Il Primo Seniore Zuccari ha confermato quanto sopra. Ore 10,05. Il Commissario Prefettizio di Biella comunica che sulla Piazza San Cassia- no alle ore 9 il Comando Tedesco della Piazza ha fucilato sette individui di cui non si co- noscono i nominativi57. Altre novità nessuna. Il Comando Tedesco desidera cento ostaggi i cui nominativi devono essere loro dati entro stamattina. Tali nominativi devono essere forniti dal Commissario di P S. in accordo col Commissario Prefettizio. Siccome nella situazione relativa alla parte politica ha notizie maggiori e migliori il Boggio58, interesserà anche lui per avere questi nominativi. Il Boggio è in continuo contatto con i Comandi Tedeschi i quali apprezzano la sua ope- ra. Questo lo dà come notizia perché ha visto ieri come è stato trattato. I ribelli hanno preso come ostaggio l’ex-podestà di Biella, Grand’Uff. Giuseppe Ser- ralunga59 e non si sa quale sorte gli sia toccata60. Ore 10,30. Il Capo della Provincia ha parlato con l’Ecc. Ricci al quale ha riferito sulla situazione del Biellese e della Valsesia. In modo particolare ha riferito sull’opera del 63o Battaglione “M” e sul lavoro da esso compiuto. Ha inoltre comunicato che nella giornata di ieri il 63o Battaglione “M” ha avuto due morti. [Fonogramma] All’Ecc. il Prefetto Giorno 22 ore 11 comunico di aver giustiziato n. 10 fra partigiani e favoreggiatori com- preso il Podestà di Varallo punto61 Proseguiranno operazioni secondo note disposizioni impartite Eccellenza punto Primo Seniore Zuccari Trasmette: Sottocapomanipolo Melloni. Riceve: Savoca [Promemoria] Ore 11,30. Il Commissario di P. S. di Biella ha comunicato al Cav. Aqui- lini che nella notte i ribelli avevano effettuato una incursione su Mongrando rompendo il telefono ed incendiando l’esattoria62. Ore 11,45. Il Centurione Flores del Btg. di Aosta ha comunicato da Biella al Cent. Li- partiti di avere a Mongrando 100 militi a disposizione del Capo della Provincia di Vercel- li. Egli ha raggiunto Mongrando alle ore 2 di questa notte, invece che alle ore 15 di ieri, perché l’autocarro si era guastato ed aveva dovuto rientrare ad Ivrea per le riparazioni. Il Cent. Lipartiti ha confermato al Cent. Flores le disposizioni già date ieri al Podestà di Mongrando, e cioè che al reparto deve essere data tutta l’assistenza necessaria ed una ottima sistemazione. Gli ha inoltre comunicato di presentarsi subito: al Commissario Prefettizio di Biella, al Commissario di P. S. di Biella ed al Comando Militare Tedesco di Biella. Ore 11,45. Il sottocapo del personale del Ministero degli Interni - Direzione Generale P. S. - Roma - ha parlato col Comandante della 28a Legione chiedendo se tutti i funzionari erano arrivati. Il Comandante gli ha risposto che dei 6 inviati uno non era arrivato ed un altro doveva essere in giornata restituito perché elemento inetto. Dal Seniore Colamussi è stato pure fatto presente la necessità di inviare qui a Vercelli

21 in sostituzione dei due, almeno un funzionario ed un ufficiale di Polizia molto in gamba per poter prendere gli agenti alla mano. Il De Ambrosi ha assicurato che avrebbe inviato su un ufficiale di polizia molto in gam- ba. Ore 12,05. Ha telefonato il Commissario Trabucco comunicando che il Capitano dei Carabinieri di Biella ha ripreso servizio, cosa poco gradita. Il Seniore Colamussi ha consigliato il Trabucco di rivolgersi immediatamente al Co- mando Tedesco, di rappresentargli la cosa e nel contempo di provvedere a toglierlo di mezzo. Ore 12,45. Il Comandante della Legione ha parlato con Boggio di Biella il quale gli ha comunicato che il Capitano dei Carabinieri ferito ieri è stato sostituito col parigrado ca- pitano Crimi, elemento notoriamente antifascista il quale ha svolto un’opera deleteria nei confronti delle truppe alleate ed a favore dei nemici. Il Seniore Colamussi ha consigliato Boggio di rappresentare la cosa al Comandante Tedesco e che sarebbe stato opportuno che si fosse dato ordine a detto Capitano di rien- trare immediatamente a Vercelli ad evitare la continuazione della sua opera deleteria. Ore 13. Il Comandante la 28a Legione ha parlato col Centurione Simoni e gli ha tra- smesso le novità di stamane con preghiera di riferirle all’Ecc. Morsero. Ore 18. Il Segretario del Comitato dell’O. N. B. ha comunicato al Centurione Lipartiti che nella mattinata elementi ribelli avevano asportato tutti i mobili dal comitato Comuna- le di Cossato. Ore 18,20. Il Centurione Lipartiti ha comunicato al Centurione Vecchia della 15a Le- gione Guardia Repubblicana di Brescia le novità da trasmettere all’Ecc. Morsero63: “Situazione Biellese stazionaria - Il Comando Tedesco d’accordo con il Commissario Prefettizio ha pubblicato un manifesto invitando la popolazione a riprendere il lavoro do- mani. Gli ostaggi per il momento sono sospesi. Il coprifuoco è stato riportato alle ore 20,3064. Il Battaglione “M” nel pomeriggio si è allontanato da Borgosesia per ignota destina- zione. Nella mattinata i ribelli hanno asportato i mobili dell’O. N. B. di Cossato”65. Ore 19,10. Il Commissario Prefettizio di Biella, in relazione ad accordi intervenuti col Comando Tedesco della Piazza di Vercelli rende noto: “ferme restando le disposizioni emanate dal Comando Tedesco in data di ieri 21-12- 43, sotto i numeri 2-3-4-6 e 10 dell’apposito manifesto e soppresse quelle sotto i numeri 1 e 5, le altre disposizioni vengono modificate come appresso: 7 - A decorrere dal 23 corrente il coprifuoco viene ripristinato alle ore 20,30. Gli eser- cizi pubblici devono ancora restare chiusi; ristoranti, trattorie e locande possono però restare aperti fino alle ore 17,30. 8 - Fra le 20,30 e le 6 del mattino è permesso il transito soltanto a coloro che sono muniti di speciale autorizzazione dal Comando Tedesco; medici, ostetriche possono cir- colare, limitatamente all’esercizio delle loro funzioni, per casi urgenti. 9 - È ripristinata la circolazione delle tramvie, ferrovie elettriche biellesi e di tutti gli altri veicoli fino alle ore 20. I viaggiatori in arrivo a Biella dalle stazioni ferroviarie dopo le ore 20 debbono essere muniti, come lasciapassare, del biglietto ferroviario. I viaggiatori che usufruiscono dei treni in partenza da Biella prima delle ore sei del

22 mattino devono esibire, come lasciapassare, il biglietto ferroviario di cui dovranno mu- nirsi il giorno precedente. Biella 22-12-43. Il Commissario Prefettizio Trabucco66 Ore 19,20. Il Comandante del 63o Battaglione “M”, alle ore 19,20 ha comunicato al Centurione Lipartiti quanto segue: “Stamane dalle 11 alle 12 un gruppo di ribelli a Cossato hanno devastato il Municipio, la Caserma dei Carabinieri, la Gil ed altri uffici pubblici. La popolazione ha preso parte attiva alla dimostrazione sventolando bandiere rosse e salutando col pugno chiuso. Arrivato a Cossato attraverso Crevacuore col battaglione, ove ho fatto fucilare un ebreo favoreggiatore dei ribelli67, ho arrestato buon numero di ribelli trovati in possesso di armi e munizioni. Ho l’intenzione di fucilarne parecchi68. Chi non si presenterà al lavoro sarà passibile alla pena di morte. Ho emanato in propo- sito un bando69. I ribelli mi avevano lanciato la sfida a recarmi a Varallo. Io ho immediatamente manda- to sul posto alcuni militi con un motociclista che hanno scorrazzato in lungo ed in largo senza vedere l’ombra dei ribelli”. [Telegramma] Al Ministero dell’Interno. Gabinetto - Maderno. Precedenza assoluta N. 018311 punto In Provincia situazione invariata punto Ribelli impossessavansi ieri due autocorriere una delle quali est stata oggi rinvenuta abbandonata punto Stamane nel centro città di Biella da parte autorità tedesche sono state fucilate sei persone punto In Borgosesia sempre stamane sono state fucilate da Guardie Repubblicane dieci persone tra cui Podestà punto Situazione ore 20 tranquilla in dette località punto Prose- guono operazioni di polizia punto Capo Provincia Morsero

23 dicembre [Fonogramma] Ai Podestà di: Varallo - Borgosesia, Crevacuore, Pray, Vallemosso, Mosso S. Maria - Cossato - Masserano - Quarona - Serravalle N. 2509 di Pr. I Podestà dei Comuni interessati sono autorizzati a pubblicare un mani- festo che conferma quello emanato dal Comando Militare70 in data 21-12-1943 ad esclu- sione dell’art. 4 che resta soppresso e dell’art. 5 ove le ore 17 devono diventare ore 19. L’art. 8 dove le stesse ore 17 diventeranno 19 deve essere aggiunto in sostituzione delle parole “speciale permesso dello scrivente” le seguenti “speciale permesso dell’Autorità di Pubblica Sicurezza se in loco o del Podestà”. Il nuovo manifesto deve contenere il seguente nuovo articolo: ordino la immediata ripresa del lavoro in tutti gli stabilimenti, officine, ecc.71 Chiunque ostacolasse il pre- sente particolare ordine sarà passato per le armi. Firmato: Morsero Capo della Provincia Entro le ore 17 di oggi dare assicurazione dell’avvenuta pubblicazione e dare le novità. Spedire per corriere espresso due copie del manifesto. Comune di Varallo, riceve Mossotti - Segr. Capo ore 14,40 Comune di Borgosesia, riceve Cesa - Segr. Capo ore 14,15 Comune di Crevacuore, riceve Cesa - Segr. Capo ore 14,15 Comune di Pray, riceve App[licato] Del Buono ore 10,10 del 24-12 Comune di Vallemosso, riceve ... Comune di Mosso S. Maria, riceve Guelpa - Segr. Capo ore 15,10

23 Comune di Cossato, riceve De Giovanni Segr. Capo ore 9,30 del 24-12 Comune di Masserano, riceve... Comune di Quarona, riceve Cesa - Segr. Capo ore 14,15 Comune di Serravalle, riceve Cesa - Segr. Capo ore 14,15 [Promemoria] Ore 10,40. Il Centurione Lipartiti ha chiesto la comunicazione con Bre- scia - Comando Legione - per sapere notizie dell’Ecc. Morsero. Gli è stato risposto che l’Ecc. Morsero è partito alla volta di Vercelli alle ore 8,50. Ore 11,55. Il Centurione Lipartiti ha parlato col Segretario Comunale di Varallo dal quale ha saputo che tutti gli operai indistintamente hanno ripreso il lavoro. Necessita la nomina di un Commissario Prefettizio. Per ora nessun’altra novità degna di nota. Ore 12. Il Centurione Lipartiti ha parlato col Segretario Comunale di Borgosesia il quale gli ha comunicato che tutti gli operai hanno ripreso il lavoro. Nessun’altra novità da se- gnalare. Ore 12,15. Il Centurione Lipartiti ha parlato col Commissario Prefettizio di Biella e lo ha pregato di inviargli alle ore 16 un fonogramma circa le novità del comune di Biella. [Appunto]72 Ore 16,40. L’Ecc. Morsero parla con l’Ufficiale di servizio al Comando Zona Guardia Repubblicana di Torino “Pieroni Gino” per comunicargli che ha assoluto ed urgente bisogno di parlare col Gen. Mittica quindi lo faccia avvertire. [Promemoria] Ore 17,50. Il Capitano Lipartiti ha ricevuto il fonogramma da Quarona che qui di seguito si trascrive: “Manifesti coprifuoco verranno affissi punto Situazione locale normale punto Podestà Santini”. Trasmette Re alle ore 17,50. Ore 18,20. Ricevuta assicurazione dal Comune di Varallo circa l’affissione del bando di cui al fonogramma n. 2509. Ore 18,30. Ricevuta assicurazione dal Comune di Borgosesia circa l’affissione del ban- do di cui al fonogramma n. 250973. Ore 18,45. Il Commissario di P. S. di Biella ha confermato che la situazione a Biella è normalissima. [Fonogramma] Ore 18. Dall’Eccellenza Morsero Vercelli per l’Eccellenza Ricci - Bre- scia Confermoti quanto riferito ieri ore 10,30 et cioè che reparto 63o ha ben operato senza perdite giorno 20 sera su zona Gattinara punto Giorno 21 tutto Battaglione operava zona Borgosesia scontrandosi con ribelli ai quali causava due morti et altre perdite non potute precisare et avendo due legionari colpiti morte ed uno ferito punto Battaglione ha giusti- ziato 10 ribelli et favoreggiatori in zona Borgosesia punto Riferito al Duce quanto sopra elogiando reparto punto Giorno 22 procedeva altra azione territorio di Crevacuore et Cos- sato senza perdite et passando per armi tre ribelli et favoreggiatori punto Battaglione rien- trava ieri sera 22 Vercelli punto Oggi avuto luogo Vercelli solenni funerali legionari senza incidenti punto Domani Battaglione riprenderà azione altra zona Valsesia punto Lo stesso faceva nelle azioni dal 20 al 22 numerosi arresti et sono in corso lavori istruttoria punto Per fronteggiare situazione sono necessari altri rinforzi richiesti anche Ministero Interni punto Richiesta ha carattere massima urgenza punto Morsero Trasmette: Cent. Lipartiti. Riceve: Passeri ore 22,45 (ritardato impossibilità comuni- cazione) [Telegramma] [Al Ministero dell’]Interno. Gabinetto - Maderno 018507 punto Giornata odierna trascorsa senza incidenti rilievo punto Misure energi-

24 che adottate hanno fatto sì che buona parte operai ha ripreso oggi lavoro et si prevede che domani tutti stabilimenti funzioneranno regolarmente punto Oltre esecuzioni comunicate telegramma ieri sono state pure fucilate da guardia repubblicana due individui at Cossato et uno at Crevacuore et dalle autorità germaniche altre quattro persone in Tollegno pun- to74 Oggi hanno avuto luogo in Vercelli solenni onoranze funebri con larga partecipazione autorità et cittadinanza dei due legionari caduti Borgosesia punto Ore venti situazione permane tranquilla punto Necessita sempre rinforzo reparti guardia per marcia manovra fronteggiare possibili e prevedibili azioni di infiltrazione et aggiramento punto Capo Pro- vincia Morsero

24 dicembre [Telegramma] [Al Ministero dell’]Interno. Gabinetto - Maderno. Precedenza assoluta N. 018507 punto Solo oggi si est venuti at conoscenza che ufficiale Massari Ferdinan- do appartenente squadra azione Muti di Milano in servizio speciale informativo mentre trovavasi ieri comune Praj unitamente Brigadiere Milizia Strada Baragiotti di Milano ven- ne conflitto con alcuni ribelli che colpivano mortalmente Brigadiere et ferivano braccio Massari punto75 At cura di questa Prefettura ferito veniva ricoverato ospedale Biella ove oggi mi sono recato visitarlo punto Giornata odierna trascorsa senza incidenti punto Mae- stranze stabilimenti industriali hanno ripreso lavoro sospendendolo pomeriggio come consuetudine natalizia punto Capo Provincia Morsero [Telegramma] [Al] Capo Provincia Vercelli. Prot. N. 600/OP Giunti nota località76 soltanto ore sedici causa incidente automobili- stico fortunatamente senza gravi conseguenze. Nota imboscata non est stata fatta at Mas- serano ma nei pressi di Trivero punto Ho dato at industriale Bozzalla di Coggiola l’ordine di prendere subito contatto con partigiani di intimargli immediata liberazione fascisti di Coggiola et dintorni punto77 Habet accettato l’incarico punto At Cossato lavoro est stato ripreso così pure in quasi tutte le località zona punto Ufficio telegrafico farà servizio tutta la notte punto Prego confermarmi ordini impartitimi iersera tenendo presente l’incarico affidato at Bozzalla punto Zuccari [Fonogramma a mano] Al Comandante 63o Btg. “M” 1o Sen. Zuccari Crocemosso Divisione Gab. N. di prot. 2336. Ore 24. Riferimento telegramma 600 odierno punto Se incarico Bozzalla avrà esito favorevole non avendo completata azione tutta zona conve- nuta est necessaria permanenza reparto zona stessa per svolgimento ulteriori azioni pre- stabilite punto In questo caso et ritenendosi opportuno cambiare località per sede coman- do indicare tutta urgenza appena possibile nuova sede punto Caso esito negativo missione Bozzalla lascio a voi sicuro conoscitore vostro reparto decisione opportunità possibilità conseguente logica azione immediata ovvero procrastinarla tenendo presente le varie par- ticolari et più precise informazioni su terreno armamento forza atteggiamento favoreg- giatori ecc. che voi certamente avrete potuto raccogliere su partigiani in questione punto Comunque anche non ritenendo opportuno immediata possibilità azione legata esito ne- gativo incarico Bozzalla dovete restare zona per continuare piano prestabilito ma tenendo a Coggiola et immediate vicinanze per poter controllare persone detto paese speciale di- staccamento punto Ulteriori decisioni sempre riferimento esito negativo incarico Boz- zalla resterebbero subordinate at vostre comunicazioni in merito precisanti anche nuove situazioni eventualmente determinatesi punto Cercate mantenere maggiore collegamento possibile et mancanza altri mezzi celeri et anche per segretezza usare motociclista punto

25 Gradirò conoscere particolari su segnalatomi incidente automobilistico punto Mattinata domani 25 verrà ufficiale con scorta per portare pacchi dono inviati oggi da Comando Ge- nerale et offerta Dopolavoro locale punto Possibilmente tra ore 9-12 fate guardare strada Cossato-Lessona-Strona-Crocemosso punto Capo Provincia Morsero

25 dicembre [Appunto] Da riferire al Capo della Provincia. Alle ore 19,15 di ieri sera, dal Coman- do Generale della Guardia Nazionale Repubblicana, ha telefonato il Generale Minchiarel- li (sic), chiedendo dell’Eccellenza il Capo della Provincia; l’Ecc. non trovandosi in Uffi- cio il Generale ha lasciato detto: che alle ore 9 di questa mattina 25 andante, il Capo della Provincia, telefonasse al Comando Generale, chiedendo del sopradetto Generale Minchia- relli per comunicazioni urgenti. Beretta [Appunti] Ore 15,45. Chiamato per telefono al numero 1387 di Brescia il Gen. Nic- chiarelli ed avuta risposta che il Generale era assente è stato chiesto al Comando Genera- le della Guardia Repubblicana S.E. Ricci. Avutone il numero del telefono privato, si è cer- cato di averne comunicazione, ma inutilmente. Ore 16,20. Chiamato al telefono il Capo di Stato Maggiore del Comando Generale della Guardia Repubblicana. Ore 16-17 cercato di parlare con Ecc. Ricci - Gen. Nicchiarelli - Capo S.M. ma im- possibile: non si sentiva. (?). La sera lunga conferenza chiarificatrice su impiego et atteg- giamento Zuccari con lui78.

26 dicembre [Telegramma] [Al Ministero dell’]Interno. Gabinetto - Maderno. Precedenza assoluta N. 018507 punto Ieri reparto Guardia Repubblicana in azione nella Vallemosso et re- parto tedesco recatosi improvvisamente stessa zona senza preavviso si scambiavano reci- procamente per ribelli punto Seguì scambio colpi arma da fuoco punto Si lamenta la per- dita di un legionario79 mentre altri tre rimanevano feriti punto Notte scorsa gruppo ribelli penetrati caserma carabinieri comune Mottalciata disarmavano i quattro militari compo- nenti la stazione punto Nessun altro incidente ha oggi turbato ordine pubblico in Provincia punto Capo Provincia Morsero [Telegramma] [Al] Generale Nicchiarelli Brescia telefono n. 1387 Ore 9 Gab/r 36 Giornata 25 corrente verso ore dieci per errore dovuto ad equivoco ritenendosi reciprocamente partigiani verificavasi at distanza scontro at fuoco tra reparti battaglione “M” operanti nella zona di propria competenza della Vallemosso et Valsesia in località Crocemosso-Vallemosso con reparto tedesco di presidio a Biella destinato ope- rare quel settore et improvvisamente et insaputamente portatosi zona Vallemosso punto Nostro reparto aveva tre feriti et un morto dovuto pare specialmente colpo mortaio punto Non ancora avuto notizie perdite tedesche punto Chiarito immediatamente doloroso equi- voco entrambi reparti riunivansi at Crocemosso per esaminare eventuale ulteriore svilup- po azione poi rientravano rispettive sedi punto Fatto ancora presente comandi tedeschi assoluta necessità maggiore contatto et collegamento tra truppe comunque operanti pun- to Rinnovata eguale raccomandazione anche comando nostri reparti punto Non si esclude che incidente sia stato causato ad opera partigiani richiedenti improvviso intervento tede- schi ovvero indicando at questi come banda ribelli nostro reparto punto Morsero

26 1 Conservati nell’Archivio di Stato di Vercelli (ASV), fondo Prefettura repubblicana 1943-1945, Gabinetto, serie I, mazzo 65. 2 Se ne veda la biografia in appendice. 3 Su questi aspetti (e, più in generale, per informazioni sommarie sulla provincia di Vercelli nel periodo della Repubblica sociale italiana) si vedano: ROSALDO ORDANO, La vita politica. Cronache vercel- lesi. 1910-1970, Vercelli, La Sesia, 1972; PIERO AMBROSIO, Un lembo di Rsi: la provincia di Ver- celli, capitolo introduttivo a I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce, Borgosesia, Isr Vc, 19801; Varallo, Isrsc Bi-Vc, 20122, e-book; nonché P. AMBROSIO, L’occupa- zione nazifascista, nella trilogia PIERO A MBROSIO - GLADYS MOTTA (a cura di), Sui muri del Ver- cellese, Sui muri della Valsesia e, soprattutto, Sui muri del Biellese, Borgosesia, Isrsc Vc, 1985, 1986 e 1989. 4 Il primo reparto di camicie nere inviato in una zona della provincia che stava diventando “nevral- gica”, la Valsesia, fu attaccato poco dopo il suo arrivo a Varallo, il 2 dicembre: azione che impressio- nò fortemente i fascisti, che non erano in grado di valutare le forze dei partigiani, a quell’epoca non numerosi, ed erano anzi convinti di avere di fronte un nemico assai più agguerrito di quanto non fosse in realtà. Sull’episodio di Varallo si vedano PIETRO SECCHIA - CINO MOSCATELLI, Il Monte Rosa è sceso a Milano, Torino, Einaudi, 1958, p. 127 e ss. (con errore di data) e, soprattutto, ENZO BAR- BANO, Lo scontro a fuoco di Varallo del 2 dicembre 1943, Borgosesia, Isr Vc, 19821 e Varallo, Isrsc Bi-Vc, 20082. 5 Sul 63o battaglione “M”, sulla legione “Tagliamento”, sul 115o battaglione “Montebello” e altri battaglioni “M” della Guardia nazionale repubblicana operanti in provincia di Vercelli durante la Re- pubblica sociale italiana si veda in appendice. Sul 63o battaglione e sulla legione “Tagliamento” si ve- dano anche altri articoli riediti in questo volume. Sulla Guardia nazionale repubblicana si veda l’intro- duzione di P. AMBROSIO, I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce, cit. 6 Se ne veda la biografia in appendice. 7 Non appena giunto a Vercelli, Zuccari occupò d’autorità i locali della caserma Conte di Torino, forzando anche la porta di un ufficio, chiusa a chiave, e si rifiutò di presentarsi al colonnello Raoul Rivalta, comandante militare provinciale, per le consegne, affermando di non riconoscere alcuna au- torità militare ma solo l’autorità politica. Il giorno seguente fece ordinare al tenente comandante l’au- todrappello e “consegnatario” del materiale e dei locali di sgomberare la caserma entro mezzogiorno. Il colonnello Rivalta segnalò l’accaduto al capo della provincia, pregandolo di “richiamare il Coman- dante del Battaglione ad una maggiore comprensione dei suoi doveri di cameratismo e di responsabi- lità, essendo ingiustificabile la leggerezza” con cui aveva agito. 8 Se ne veda la biografia in appendice. 9 Il generale Gastone Gambara rispose il 24 dicembre: “Non è possibile, per ora, aderire al Tuo desiderio, poiché quanto Tu richiedi non dipende da me”. 10 Del segretario particolare del capo della provincia, Enzo Lipartiti. 11 Paolo Zerbino, nato il 21 giugno 1905 a Carpeneto (Al), squadrista, si era iscritto al fascismo nel marzo 1922 ed era stato segretario federale a Vercelli dal 28 novembre 1935 al al 27 febbraio 1940, quando era stato trasferito ad Alessandria. Nel 1938 fu tra i firmatari del “Manifesto della raz- za”. Nel 1941 fu nominato prefetto della provincia di Spalato. Nel settembre del 1943 aderì al Partito fascista repubblicano. Dopo essere stato commissario della Federazione di Roma, nel mese di otto- bre fu nominato capo della provincia di Torino. Il 7 maggio 1944 fu nominato sottosegretario agli Interni della Rsi; il 21 settembre assunse inoltre l’incarico di commissario straordinario per il Piemonte; infine il 12 febbraio 1945 divenne ministro dell’Interno. Fu fucilato a Dongo (Co) il 28 aprile 1945 assieme ad altri gerarchi fascisti. 12 Manoscritto di Morsero. 13 Di Lipartiti. 14 Postilla manoscritta di Morsero: “Riferito a Mittica direttamente ed a mezzo Com.te Legione. Risposto NN”. Domenico Mittica, squadrista, generale della Milizia, ispettore della I zona della Guardia naziona- le repubblicana, componente il Tribunale speciale straordinario che dall’8 al 10 gennaio 1944 si riunì a Verona per giudicare i membri del Gran consiglio del fascismo che avevano votato l’ordine del gior-

27 no Grandi, morì il 12 gennaio 1944 nei pressi di , in seguito allo scoppio di uno pneumatico e al conseguente ribaltamento dell’auto su cui viaggiava, con il centurione Fabiani (che riportò solo fe- rite, così come l’autista). 15 Cifrato, trasmesso alle ore 18. 16 Il capo della polizia Tamburini rispose il 14 dicembre: “Pregasi fare proposte concrete in merito at rinforzi richiesti e precisare motivi”. Morsero inviò lo stesso giorno le precisazioni richieste (si veda il fonogramma n. 16 di prot.). 17 Trasmesso alle ore 18. 18 Il generale Archimede Mischi rispose il 10 dicembre: “Ho interessato la legione di Torino per- ché provveda a inviare il necessario rinforzo di militari dell’Arma a Vercelli” e il 17: “Non potendo, la legione di Torino, fornire il noto rinforzo per Vercelli, ho interessato la Divisione ‘Pastrengo’ di Milano perché provveda subito in conseguenza, traendo il personale occorrente dalle legioni dipendenti che abbiano disponibilità di militari”. Sui “vari incresciosi incidenti” che si verificarono in quei giorni a Biella si veda la Relazione dei carabinieri sulle attività dei ribelli nella provincia, in ASV, serie citata, mazzo 65, edita in P. AM- BROSIO, “Oltre duecento ribelli armati...”. I rapporti dei carabinieri. 30 novembre 1943 - 28 febbraio 1944, in “l’impegno”, a. IV, n. 1, marzo 1984, qui riedito. In conseguenza di quegli episodi l’8 dicembre Morsero, d’intesa con il Comando militare tedesco della provincia, decretò l’anticipo del coprifuoco alle 20.30, la chiusura degli esercizi pubblici e varie altre misure e invitò la popolazione “a svolgere serenamente le attività singole e collettive e ad astenersi da ogni atto e commento che po[tesse] essere considerato di acquiescenza e solidarietà con gli elementi perturbatori”. Sentito il Comando militare tedesco della città, affidò al commissario prefettizio di Biella, coadiuvato dai locali organi di polizia, “l’incarico di disciplinare il movimento operaio”, cercando di ridurre al minimo i turni che andassero oltre le ore fissate per il coprifuoco. Si veda il manifesto qui riprodotto a p. 33. 19 Di Morsero, manoscritti e siglati. 20 Cesare Rossi, che sarà sostituito alla fine di dicembre dallo squadrista Amedeo Sartoris. 21 Di Lipartiti. 22 Bruno Ponzecchi, segretario del fascio di Ponzone, era stato fucilato l’11 dicembre dal distac- camento “Piave”, dopo un intervento dei partigiani al Lanificio Giletti, di cui era direttore. I fascisti gli intitoleranno nel luglio 1944 la brigata nera della provincia di Vercelli. Si vedano L’azione dei distac- camenti della Brigata d’assalto Garibaldi, in “Il Combattente”, numero speciale, gennaio 1944, edito in “l’impegno”, n. 0, aprile 1981; ANELLO POMA - GIANNI PERONA, La Resistenza nel Bielle- se, Parma, Guanda, 1972 e Biella, Giovannacci, 1978, pp. 86-87; CLAUDIO DELLAVALLE, Operai, industriali e partito comunista nel Biellese. 1940-1945, Milano, Feltrinelli, 1978, p. 80. 23 Redatto personalmente da Morsero (vi è la minuta di suo pugno). 24 Sull’atteggiamento dei carabinieri, che il governo di Salò volle incorporare nella Guardia nazio- nale repubblicana, si veda, per quanto riguarda la provincia di Vercelli, P. AMBROSIO, I notiziari del- la Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce, cit., pp. XXI e 2 (nella 2a edizione alle pp. 22 e 36). 25 Manoscritti di Morsero. 26 Sugli scioperi di dicembre nel Biellese e nella Valsesia si vedano: L’azione dei distaccamenti, cit.; GIANNI ZANDANO, La lotta di liberazione nella provincia di Vercelli. 1943-1945, Vercelli, Sete, 1957, pp. 55-56 (con alcune imprecisioni); P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op. cit., p. 112 e ss. (con imprecisioni); GUIDO QUAZZA, Un diario partigiano, in La Resistenza italiana, Torino, Giap- pichelli, 1966, p. 152 e ss.; A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 89 e ss.; C. DELLAVALLE, op. cit., p. 92 e ss. 27 Seniore Egidio Colamussi, comandante della 28a legione della Milizia volontaria per la sicurez- za nazionale dal 3 dicembre, in sostituzione di Mario Uboldi, sarà a sua volta sostituito nel mese di gennaio 1944 da Attilio Giovannelli. 28 Questo e gli altri promemoria furono redatti da Lipartiti. Accanto alle singole notizie vi è in alcu- ni casi la sigla dell’estensore. 29 In un appunto manoscritto di Morsero si legge: “Ore 20.10 presente Questore telef[onato] a Maderno (Segret. dell’Ecc. Buff[arini] Bevilacqua) ripetendo le solite preoccupazioni”. Inoltre, lo stesso appunto ci informa che: “Ore 20 circa o poco prima telefonato al Comand. Ispett[orato] Guardia Rep.

28 Torino (parla anche il Com.te Colamussi). Ore 20 Questore telefonato al Questore di Torino per in- sistere su richiesta rinforzi per domani 16”. 30 Zerbino rispose alle ore 23 dello stesso giorno: “Non est possibile mandare quanto richiesto per improvvise necessità locali”. 31 Annotazione manoscritta: “Spedito alle ore 11.50”. 32 Il primo appunto è di Morsero, manoscritto, il secondo di Lipartiti; gli altri sono manoscritti, privi di elementi che ne consentano un’attribuzione certa (si suppone però che siano dello stesso Li- partiti). 33 Il battaglione “Montebello” giungerà a Biella, proveniente da Novara, il 26 gennaio 1944. Si vedano la segnalazione della Questura al capo della provincia di Vercelli, 26 gennaio 1944, in ASV, serie citata, mazzo 66, e quella dei carabinieri, riportata nella Relazione dei carabinieri sulle attività dei ribelli nella provincia, cit., edita in P. AMBROSIO, “Oltre duecento ribelli armati...” . I rap- porti dei carabinieri. 30 novembre 1943 - 28 febbraio 1944, cit. 34 Il fonogramma a cui si fa riferimento è qui riportato (si veda sopra). 35 Manoscritto, è redatto su carta intestata “Il segretario federale di Vercelli”; la firma è illeggibile. 36 Manoscritto, probabilmente di Lipartiti. 37 In realtà il fonogramma era del 21 dicembre (si veda sopra). 38 Se ne veda la biografia in appendice. 39 Nella copia del bando reperita (la si veda riprodotta a p. 34), che presenta alcune varianti di forma e l’inversione dei punti 4 e 5, non vi è alcun riferimento a , che è invece presen- te in un bando successivo (riprodotto a p. 37). 40 Baldassarre Trabucco. Aveva assunto l’incarico all’inizio del mese di novembre. Si veda il ma- nifesto del 6 novembre 1943, in P. AMBROSIO - G. MOTTA (a cura di), Sui muri del Biellese, cit., p. 97. 41 In realtà il 63o battaglione, giunto a Vercelli il 19 dicembre, aveva operato il 20 nella zona di Gattinara e Romagnano Sesia (No). Si veda sopra, appunto del 20 dicembre. 42 Annotazione manoscritta: “Spedito alle ore 12,20”. 43 Si veda la nota 18. 44 Istituita nel novembre 1943, inquadrando le squadre d’azione (il neosquadrismo), ebbe vita effimera, sia a causa delle incessanti lotte intestine tra i gerarchi fascisti, sia per effetto della costituzio- ne della Guardia nazionale repubblicana. Appartenevano a questo corpo i trenta militi che formarono il plotone che eseguì la condanna a morte dei gerarchi processati per tradimento dal Tribunale specia- le straordinario di Verona l’11 gennaio 1944. 45 Tamburini il 21 dicembre telegrafò al Comando generale della Gnr: “Poiché situazione provincia di Vercelli tende at diventare sempre più delicata et difficile et ribelli habet occupato alcuni comuni et minacciano città Biella pregasi compiacersi inviare subito at disposizione capo della provincia altro reparto Guardia nazionale repubblicana non inferiore at duecento uomini”. 46 Chi si è finora occupato della ricostruzione degli avvenimenti del dicembre 1943 nel Biellese e in Valsesia si è posto l’interrogativo sui motivi della rinuncia del 63o battaglione a procedere nella sua opera di repressione in val Sessera (si vedano, ad esempio, le considerazioni di C. DELLAVALLE, op. cit., pp. 98-99, dove si ritiene però, erroneamente, che la partenza del reparto da Borgosesia sia avvenuta il 23). Il battaglione, infatti, il 22 dicembre si fermò alcune ore a Crevacuore (si vedano i documenti qui pubblicati e i testi citati nella nota 67) e si spostò quindi verso Cossato. Zuccari aveva avuto in un primo momento, come si è visto, l’ordine di Morsero di recarsi nella zona di Mosso Santa Maria-Croce Mosso, per istituire posti di blocco. Quest’ordine fu probabil- mente modificato, disponendo che il battaglione si recasse a Cossato. In questa località infatti si erano verificati episodi che non potevano non preoccupare il capo della provincia: una azione popolare il 20 dicembre (“Ore 14 una fiumana di persone proveniente dalle vallate limitrofe si riversarono in quel- l’abitato costringendo operai uscire stabilimenti protestando aumento paga e razione viveri. Detti operai usciti da stabilimenti si accodarono ai dimostranti percorrendo vie paese, alcuni cantando bandiera rossa”. Rapporto dei carabinieri di Biella, 21 dicembre 1943, in ASV, serie cit., mazzo Resistenza 1) e attacchi alla caserma dei carabinieri il 20 (“Ore 17 circa, 500 uomini e donne tentavano irruzione caserma”) e il 21 (“Ore 13 circa, cento ribelli armati di mitraglie, moschetti e bombe a mano hanno assaltato caserma”. Rapporto citato).

29 Un’altra azione di partigiani, cui prenderà parte anche la popolazione, avverrà inoltre il mattino del 22 (si veda il promemoria del 22 dicembre ore 19.20). 47 Sullo sciopero a Tollegno e sullo scontro si vedano: “L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre 1943; L’azione dei distaccamenti, cit.; P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op. cit., pp. 115-116 (con alcune inesattezze); A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 98 (dove si ritiene che l’ufficiale dei carabinieri ferito fosse il capitano Francesco Crimi. Questi invece, come risulta dal promemoria del 22 dicem- bre, sostituì a partire da quella data il comandante la compagnia). Il capitano Crimi era stato in prece- denza comandante del Presidio militare di Biella. Si vedano due ordinanze da lui firmate nel settembre 1943 in P. AMBROSIO - G. MOTTA, Sui muri del Biellese, cit., pp. 69 e 72. Secondo la testimonianza di Luigi Moranino “Pic” nello scontro tra la pattuglia del “Bandiera” e i nazifascisti furono uccisi due tedeschi (un ufficiale e un graduato) e fu ferito un graduato. Il capitano dei carabinieri ferito fu lasciato libero. Questa versione coincide con quella de L’azione dei distacca- menti, cit. 48 Secondo L’azione dei distaccamenti, cit., si trattava di un sergente che aveva tentato di attac- care la pattuglia del distaccamento “Fratelli Bandiera” che era scesa a Biella (rione Riva) per preleva- re l’ex podestà Giuseppe Serralunga (si veda più avanti). Secondo A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 98, si sarebbe trattato invece di “un soldato tedesco ucciso e disarmato da uno sconosciuto”. Non è stato trovato riscontro alla notizia del soldato ferito: probabilmente si tratta del militare (o graduato) ferito a Tollegno. 49 I due fascisti caduti erano le camicie nere scelte Gianni Tartaglio, da Genova, ed Enzo Landi, da Firenze. Si veda “La Provincia Lavoratrice”, 23 dicembre 1943. 50 Il manifesto, firmato dal capo della provincia e dal comandante della Piazza di Vercelli, è ripro- dotto a p. 35. 51 Sugli scontri del 21 dicembre tra fascisti del 63o battaglione e partigiani del distaccamento “Gram- sci” si vedano: “L’informatore alpino, n. 11, 30 dicembre 1943 e P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op. cit., p. 133. Negli scontri furono uccisi due partigiani: Renato Guzzon, ventiduenne, e Angelo Berto- ne, ventiseienne. 52 Commento di Morsero a margine: “Bene”. 53 Si riferisce al bando il cui testo è riportato alle pp. 16-17 e che è riprodotto a p. 34. 54 Morsero era stato infatti convocato in udienza da Mussolini (si veda la nota 63). 55 Commento di Morsero a margine: “Pessimo soggetto”. 56 Il manifesto del Comando germanico della provincia di Vercelli (firmato solo dal comandante della Piazza di Vercelli e datato Biella, 21 dicembre 1943) differisce in alcuni punti dal manifesto fir- mato congiuntamente con Morsero. Lo si veda riprodotto qui a p. 36 e in P. AMBROSIO (a cura di), La Resistenza biellese: storia, documenti, immagini, Borgosesia-Biella, Isr Vc - Comitato manife- stazioni per il conferimento della medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza a Biella e al Bielle- se, 1981, p. 18. 57 I fucilati di piazza San Giovanni Bosco (comunemente detta piazza San Cassiano o del Gallo vecchio) furono: i civili Carlo Giardino, commesso cinquantunenne, Norberto Minarolo, agricoltore quarantanovenne, Aurelio Mosca, lattoniere ventitreenne, Pierino Mosca, cardatore cinquantunenne, Francesco Sassone, manovale cinquantacinquenne, e i partigiani Basilio Bianco, diciannovenne, da Grimaldi (Cs), che non rivelò le proprie generalità, e Alfredo Baraldo, meccanico diciottenne, che riuscì fortunatamente a salvarsi. Il giorno precedente era stato ucciso senza motivo, in un bar della città, Angelo Cena, esercente quarantadueenne. Si vedano “L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre 1943; P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op. cit., pp. 117-118; A. POMA - G. PERONA, op. cit., pp. 99-100; C. DELLAVALLE, op. cit., p. 98; TAV O BURAT [GUSTAVO BURATTI], A disdeut agn an piassa dël Gal, estratto da “Ij brandé”, 1980; CESARINA BRACCO, Evaso, in “l’impegno”, a. II, n. 4, dicembre 1982, pp. 42-44. 58 Franco Boggio. Se ne veda la biografia in appendice. 59 Si veda L’azione dei distaccamenti, cit. Azione compiuta dal distaccamento “Fratelli Bandie- ra”. L’ex podestà “fu rilasciato per le informazioni avute sulla sua posizione in contrasto con i fascisti repubblicani”. 60 In calce vi sono appunti manoscritti di Morsero: “Fra ore 9.30-10 Boggio (?) collegamenti con Fed[erazione] è utile. Raccomandato a Com[missario] Pref[ettizio], Comm. PS., Boggio di cercare

30 molto delicatamente di far opera di attenuazione in alcuni casi con Comando Tedesco (pane, fucila- zioni ecc.) però mantenendo tono di grande energia. Far invitare operai a riprendere il lavoro. Inca- ricato Com.te Colamussi di andare a Biella per sentire di persona”. 61 I fucilati di Borgosesia furono: i civili Mario Canova, operaio quindicenne, Giuseppe Fontana, piccolo industriale cinquantanovenne, Angelo Longhi, operaio quarantaquattrenne, Silvio Loss, com- merciante ventinovenne, Giuseppe Osella, industriale trentottenne (se ne veda la biografia in appendi- ce), Renato Topini, studente ventenne, e i partigiani Enrico Borandi, diciassettenne, Adelio Bricco, diciannovenne, Emilio Galliziotti, ventenne, Renato Rinolfi, ventiduenne. Inoltre Virginio Toniol, ope- raio trentaduenne, fu ferito mortalmente, senza motivo, nel pomeriggio del 21 e morì all’ospedale alle 8.15 del giorno seguente. Si vedano “L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre 1943; P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op. cit., p. 132 e ss.; Quando bastava un bicchiere d’acqua. Processo alla le- gione Tagliamento. Requisitoria del dott. Egidio Liberti, Borgosesia, Isr Vc, 1974, pp. 76-78 e 150-155; le parti della sentenza (emessa nell’agosto 1952 dal Tribunale militare territoriale di Milano a conclusione del lungo procedimento penale a carico di Zuccari e di altri appartenenti alla “Taglia- mento”) relative a episodi avvenuti in provincia di Vercelli in P. AMBROSIO, “In nome del popolo italiano”. La sentenza contro Zuccari e altri ufficiali della legione “Tagliamento”, in “l’impe- gno”, a. V, n. 2, giugno 1985, articolo qui riedito. 62 Si veda L’azione dei distaccamenti, cit., dove l’operazione (compiuta dal distaccamento “Bixio”) è erroneamente datata 23 dicembre. 63 Morsero era stato ricevuto in udienza da Mussolini, assieme ai capi delle province di Torino, Cuneo, Bologna, Firenze, Perugia, Como, Forlì e ai commissari federali di Roma, Torino, Bologna. Sarà nuovamente ricevuto, assieme ai capi delle province piemontesi e di Imperia, Parma e Rovigo all’inizio di marzo del 1944. Si veda “La Provincia Lavoratrice”, 30 dicembre 1943 e 9 marzo 1944. 64 Non sono state reperite copie di un altro manifesto del Comando tedesco con disposizioni per la ripresa del lavoro il 23 dicembre. Probabilmente Lipartiti si riferisce al manifesto del commissario prefettizio citato nel promemoria delle 19.30. 65 Il testo del fonogramma trasmesso in alcuni punti è diverso rispetto a quanto indicato nel pro- memoria: si comunica che il Comando tedesco pubblicherà un manifesto; che il coprifuoco è fissato alle ore 20.30 per la città di Biella; che i ribelli avevano asportato i mobili dell’Opera Balilla di Cos- sato la sera precedente: quest’ultimo particolare è errato, come si può rilevare dalle comunicazioni del segretario dell’Onb di Cossato e di Zuccari citate nei promemoria rispettivamente delle ore 18 e 19.20. Lipartiti nel fonogramma precisò inoltre che gli era “stato impossibile comunicare con segrete- ria del Duce et con Maderno, malgrado ripetuti solleciti”. 66 Il testo del manifesto affisso differisce da quello riportato nel promemoria per quanto riguarda l’art. 1 (“Vengono adottate, con effetto immediato, misure di rigore per Biella e tutto il Biellese”) che non è soppresso. 67 Il fucilato fu Remo Fava Frera, scultore, di anni 39. A Crevacuore furono inoltre compiuti nu- merosi arresti e furono devastate e incendiate abitazioni di antifascisti. Si vedano “L’informatore alpi- no”, n. 11, 30 dicembre 1943; A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 99; C. DELLAVALLE, op. cit., p. 98; Quando bastava un bicchiere d’acqua, cit., p. 31 e, specialmente, P. AMBROSIO, “In nome del popolo italiano”, cit. 68 I fucilati furono Ido Boschetto, operaio ventitreenne, e Giovanni Battista Pizzorno, capo filatore quarantaduenne. Si vedano “L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre 1943; A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 99; C. DELLAVALLE, op. cit., p. 99; Quando bastava un bicchiere d’acqua, cit., pp. 76- 77 e P. AMBROSIO, “In nome del popolo italiano”, cit. 69 Lo si veda riprodotto a p. 37. È sostanzialmente identico a quello del 21 dicembre (salvo va- rianti di forma), con l’aggiunta dell’art. 10 rivolto agli operai di Cossato. 70 Si tratta del citato bando qui riportato (si veda sopra) e riprodotto a p. 34. Si tenga conto del- l’inversione dei punti 4 e 5 nella versione a stampa, segnalata alla nota 39. 71 Il corsivo corrisponde a sottolineatura nel testo originale. 72 Manoscritto, probabilmente di Lipartiti. 73 Lo si veda riprodotto a p. 38. 74 Alfonso Strippoli, quindicenne, fucilato alle ore 11.30 del 22 dicembre; Giacomo Ianno, qua- rantaduenne, fucilato alle ore 11.45, Pietro Pastore, quattordicenne, fucilato alle ore 12; Angelo Mar-

31 tinazzo, trentottenne, fucilato alle ore 13. Si vedano A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 100 e C. DELLAVALLE, op. cit., p. 98. 75 Si vedano “L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre 1943; C. DELLAVALLE, op. cit., p. 99; Notiziario della Gnr del 12 gennaio 1944, in P. AMBROSIO, I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce, cit., p. 3 (nella 2a edizione a p. 37). 76 Croce Mosso. Sulla base dei documenti qui pubblicati si possono ricostruire meglio di quanto non fosse stato possibile in precedenza i movimenti del 63o battaglione: il 22 il battaglione mosse da Borgosesia verso Crevacuore dove, alle ore 15, fucilò il Fava Frera, e Cossato, dove fucilò Boschet- to e Pizzorno alle ore 22; la stessa sera rientrò a Vercelli dove, il 23, si svolsero i funerali dei due caduti di Borgosesia; il 24, alle ore 16, il reparto giunse a Croce Mosso. Ne consegue che gli episodi di Valle Mosso dove il 23, tra 1’altro, furono fucilati tre operai, non sono attribuibili a questo reparto. Sulla vicenda non sono stati reperiti documenti nell’archivio della Prefettura. I fucilati furono: Gino Camozza, diciannovenne, Ugo Lanzone, quarantenne, Francesco Panichi, ventisettenne. Si vedano “L’informatore alpino”, n. 11, 30 dicembre 1943; G. ZANDANO, op. cit., p. 56; P. SECCHIA - C. MO- SCATELLI, op. cit., p. 115; A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 100; G. QUAZZA, op. cit., p. 157; C. DELLAVALLE, op. cit., p. 99 (con data errata). Pare accertato, da testimonianze raccolte da Gianni Perona, che la fucilazione (avvenuta alle ore 13) sia stata effettuata dai tedeschi (questa è la tesi soste- nuta anche da Gianni Zandano e da Guido Quazza. Claudio Dellavalle accenna anche a truppe fasci- ste provenienti da Biella). 77 Si trattava di sette fascisti di Coggiola, tra cui il segretario Carlo Gambetti, prelevati il 22 di- cembre dal distaccamento garibaldino “Matteotti”, che furono rilasciati la sera del 26. Si vedano te- legramma del podestà di Coggiola al capo della provincia, in ASV, serie cit., m. 65 e C. DELLAVALLE, op. cit., p. 99 (con data errata). Carlo Gambetti, nato il 5 giugno 1894 a Mosso Santa Maria, capi- tano degli alpini nella prima guerra mondiale, grande invalido di guerra e decorato di medaglia d’ar- gento. Fu podestà di Coggiola e poi commissario prefettizio: ricopriva questo incarico il 13 luglio 1944, quando fu fucilato dai partigiani. 78 Manoscritto di Morsero. Il capo della provincia aveva inviato alle ore 22 un fonogramma a Zuccari: “Prego comandante venire da me subito conferire per relazionarmi attività svolta tra ieri et oggi”. Non sono stati reperiti altri documenti che consentano di comprendere quali “chiarificazioni” siano intercorse tra Morsero e Zuccari né, per ora, documentazione sufficiente a ben comprendere i loro rapporti. È certo però che il capo della provincia rimproverava a Zuccari di non mantenere con lui i necessari contatti. Si veda, ad esempio, una disposizione del 25 gennaio 1944: “Prego [...] voler relazionare sulle operazioni che il Battaglione effettua, onde evitare che si vengano a conoscere fatti e circostanze da altre fonti”. ASV, serie cit., m. 65. 79 Milite scelto Enrico Bonacina.

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I rapporti dei carabinieri. 30 novembre 1943 - 28 febbraio 1944

Riprendiamo la trattazione, avviata con un altro articolo1, sulle azioni dei “ribelli” nei mesi dell’inverno 1943-44, così come sono riportate in serie di documenti della Rsi. Dopo aver presentato documenti inediti della Prefettura repubblicana fascista relativi al dicem- bre 1943, prendiamo ora in esame una serie di rapporti dei carabinieri, pure inediti, sul- l’attività dei “ribelli” in un arco temporale più ampio, che va, grosso modo, dalle prime azioni partigiane di un certo rilievo (fine novembre-inizio dicembre 1943) al primo vasto rastrellamento nazifascista nel Biellese (febbraio 1944). I documenti pubblicati2 non trattano di tutte le azioni compiute dai partigiani in quel periodo ma solo degli episodi in seguito ai quali intervennero i carabinieri, cioè da un lato si tratta di fatti di competenza ordinaria dell’Arma (prelevamenti, uccisioni, ecc.) e dal- l’altro di segnalazioni di presenza di “ribelli” in varie località, di scioperi e manifestazioni partigiane e operaie. Né si può ritenere che tutte le azioni attribuite nei rapporti a “ribelli” siano state compiute da partigiani: in molti casi non è facile, ad esempio, distinguere, a una prima lettura, tra prelevamenti effettuati da partigiani e rapine commesse da veri e propri delinquenti. I rapporti che più interessano sono ovviamente quelli relativi a scioperi e manifesta- zioni, utili per una accurata ricostruzione delle lotte operaie in quel periodo, rapporti che testimoniano, ancora una volta, il legame instaurato a partire proprio dal mese di dicem- bre, tra partigiani e classe operaia, legame che, come è già stato osservato, non si spezzò neanche in seguito alle feroci rappresaglie compiute dai tedeschi e dai militi della “Ta- gliamento”3 ma, nonostante momenti di sfiducia, di sconforto, si rafforzò quando, ai pri- mi di gennaio, gli operai scesero nuovamente in sciopero e trovarono al loro fianco i par- tigiani, il loro “braccio armato”. Questi rapporti, a differenza di quelli pubblicati nell’articolo precedente, non danno un quadro preciso, dettagliato della situazione della provincia di Vercelli: hanno una loro peculiarità e vanno letti sotto una luce e con chiavi di interpretazione diverse. Bisogna innanzi tutto tenere conto che gli autori di questi rapporti erano i carabinieri, che avevano, sì, una buona conoscenza delle situazioni locali, derivante anche da una estesa rete di sta- zioni disseminate nella provincia, ma che “aderivano” assai freddamente alla Repubblica sociale, concedendo una collaborazione “fiacca e parziale”. L’atteggiamento dei militari dell’Arma, incorporati forzatamente assieme alla Milizia volontaria per la sicurezza na- zionale nella neocostituita Guardia nazionale repubblicana, è spesso anzi di adesione al- l’antifascismo: non sono pochi i casi, ad esempio, di caserme disarmate con il consenso dei militari. Non si può affermare che questa fosse una situazione generalizzata, soprat- tutto in zone dove l’influenza politica del movimento antifascista e partigiano tardò a farsi sentire, ma è certo che, complessivamente, il comportamento dei carabinieri suscitò so-

39 spetti, diffidenze fin dall’inizio nei gerarchi fascisti. Abbiamo già avuto modo di segnalare che non solo gli elementi della Gnr provenienti dalla Milizia non si fidavano dei carabi- nieri e non perdevano occasione per sottolineare nei loro rapporti che, durante assalti di “ribelli” a caserme, i carabinieri non reagivano, ma che lo stesso capo della provincia Michele Morsero4, rivolse nel dicembre 1943 ripetute richieste agli organismi centrali della Rsi per ottenere contingenti di militari e di camicie nere, per “pacificare” il Biellese e la Valsesia, precisando che il rendimento dei carabinieri era molto discutibile. Del resto è noto che la fusione tra carabinieri e Milizia, per la costituzione della Gnr, fu ben poco felice e che non durò molto: parecchi carabinieri passarono nelle fila partigiane e quelli che rimasero nei ranghi della Gnr nel mese di agosto del 1944 furono arrestati e deportati in Germania5. La stessa assenza, in questi rapporti, di riferimenti ad alcuni episodi che ebbero come protagonisti tedeschi o fascisti, eccidi e rappresaglie in particolare (o, se trattati, il modo in cui lo sono: brevi, frettolosi accenni), sta inoltre quasi a voler sottolineare la estraneità dei carabinieri rispetto ai metodi feroci usati dai nazifascisti per “ristabilire l’ordine”. L’analisi dei codici linguistici ci fornisce poi alcuni elementi per meglio comprende- re l’atteggiamento dei relatori di fronte alla Resistenza. Intanto non vi è un uso indiscrimi- nato dei termini “ribelli” e “banditi”: ci sembra di poter cogliere un tentativo da parte dei carabinieri di volere, per quanto possibile, operare delle distinzioni tra episodi che ebbe- ro come protagonisti partigiani e altri i cui autori non erano, con certezza, partigiani o erano “ignobili malfattori [che] abusando del glorioso nome dei partigiani si presenta[vano] presso industriali e commercianti e con false dichiarazioni o con minacce a mano armata estorc[evano] denaro, viveri, indumenti e altri generi”6. Non è infrequente nei rapporti, l’uso di termini quali “ignoti”, “sconosciuti”, “individui armati”. I carabinieri ci sembrano cioè più attenti, rispetto agli elementi della ex Milizia, a cogliere queste differenze: nei noti- ziari quotidiani redatti dal Servizio politico del Comando generale della Gnr, sulla base delle informazioni, dei rapporti provenienti dalle varie province, ogni azione viene invece invariabilmente attribuita a “ribelli”, “banditi”, “terroristi”. Con un confronto tra i testi dei rapporti dei carabinieri (anche di alcuni qui pubblicati) e quelli dei notiziari giornalieri del Comando generale della Guardia nazionale repubblicana per Mussolini e i massimi gerar- chi della Rsi7 è possibile rilevare appunto questa manipolazione (accanto ad altre anche ben più importanti e significative)8. I funzionari del Servizio politico del Comando generale della Gnr, per motivi ancora da studiare a fondo, molto spesso intervenivano infatti sui rapporti che giungevano loro dalla periferia, minimizzando o esagerando la portata di un fatto, oppure non inoltrando per periodi anche lunghi talune notizie. Ci sembra importante segnalare alcune omissioni significative: nei notiziari giornalieri della Gnr non compaiono quasi mai le notizie, ri- portate invece nei rapporti dei carabinieri qui pubblicati, su manifestazioni, su comizi di capi partigiani, su interventi di partigiani a favore della popolazione, quali distribuzione di stoffa, cuoio e altri generi prelevati in fabbriche o, in altri casi, ben occultati, in cantine di possidenti. Come interpretare queste omissioni: si può pensare che si tratti di semplice sottovalutazione? Appare improbabile. E, d’altronde, per giungere a conclusioni che non siano semplici ipotesi sarebbe necessario poter confrontare sistematicamente i rapporti trasmessi ogni settimana dalle varie province a Brescia e i testi dei notiziari giornalieri del Comando generale della Gnr e potrebbe essere di qualche utilità almeno un raffronto sistematico relativo alle nostre zone: ciò permetterebbe, se non di verificare complessi-

40 vamente la linea dei responsabili del Servizio politico del Comando generale della Gnr, di avere alcuni interessanti elementi per far luce su un problema di non secondaria importan- za per la ricostruzione della storia della Rsi. Ancora alcune considerazioni. In questi rapporti si nota che frequentemente i relatori gonfiano, spesso a dismisura, il numero dei partecipanti alle azioni: questo criterio, se è comune anche alla maggior parte dei notiziari della Gnr, ci sembra tuttavia qui utilizzato non solo, e forse non tanto, per giustificare impotenza operativa, ma per mascherare in alcuni casi la collaborazione con i partigiani stessi. Non si colgono invece i criteri che informano i notiziari redatti da elementi della Gnr provenienti dalla Milizia: autoesaltazione, iperboli, affermazioni perentorie, omissioni e deformazioni interessate, falsità spudorate. Si tratta, in ogni caso, di documenti di parte, che si devono leggere con le dovute cau- tele; potrebbe inoltre essere proficuo anche in questo caso un approfondito confronto con testimonianze. Comunque, al di là di limiti e di inesattezze, abbiamo ritenuto opportuna la loro pubblicazione perché non ci pare vano continuare a studiare la Resistenza anche ri- correndo a documenti “dell’altra parte”9.

30 novembre 1943 Dalla Tenenza di Varallo si comunica che alle ore 11,30, provenienti da Omegna [No], due autocarri targati NO portanti circa 30 ribelli armati mitragliatrici e trainanti un picco- lo cannone, entravano rapidamente in Borgosesia, sventolando il tricolore e cantando “ban- diera rossa”10. 1 dicembre La Compagnia di Biella comunica che alle ore 20,30 in Andorno Micca sei individui armati di moschetto e pistola si presentavano nella trattoria gestita da Zambelli Pierino portando via liquori, una stilografica, generi alimentari. Dopo aver inutilizzato l’apparec- chio telefonico del locale si allontanavano. 2 dicembre Con fonogramma firmato Magg. Comandante del Gruppo si informa che in Varallo Sesia un gruppo di ribelli inutilizzava il telefono pubblico sparando sulla piazza, lanciando bom- be a mano nell’esercizio Caffè Centrale e contro il Municipio. Ferivano alla coscia sini- stra il Carabiniere Lanati Giuseppe, uccidevano con due colpi di pistola il Csq. della G.N.R. Guida Leandro rifugiatosi in una casa privata. S’impossessavano di un autocarro, che poi abbandonavano a 4 km. circa da Varallo Sesia, e si dirigevano verso Novara. Si ritiene che tra i ribelli vi siano stati dei feriti11. In Vallemosso, circa 30 individui armati asportavano macchina “Augusta” targa 8496. Nello stesso giorno, penetravano nei locali del lanificio di Vallemosso asportando di- verse pezze di stoffa, e incendiando un magazzino dello stabilimento stesso12. 5 dicembre In borgata Piane di Mosso S. Maria circa venti militari ribelli armati, penetravano nei locali della ditta Ferdinando Frascani asportando cuoio e tomaie13. . Alcuni sconosciuti, favoriti dall’oscurità, alle ore 0,30, assalivano a colpi di rivoltella e lancio di bombe a mano una pattuglia di legionari della Guardia Nazionale Repubblicana addetti alla sorveglianza esterna del deposito di munizioni sito in località “Brik delle Vigne” [recte brich, Colle della Vigna]. Due Militi rimanevano feriti legger- mente e venivano trasportati nell’Ospedale Civile di Vercelli14.

41 6 dicembre Alcuni ribelli armati e mascherati, penetravano nello stabilimento tessile Fratelli Fau- della in Pavignano di Biella, distruggendo, mediante bombe incendiarie, un magazzino ed il reparto finissaggio dello stabilimento stesso. Danni ingentissimi15. In Vallemosso, circa 50 elementi ribelli armati di armi automatiche e bombe a mano, facevano una manifestazione sulla piazza della stazione, distribuendo alcuni pezzi di cuoio ad operai che uscivano dalle fabbriche. I predetti, uccidevano l’appuntato della Guardia di Finanza e ferivano la guardia Burocco Giuseppe, mentre uscivano dal caffè della Stazio- ne16. Biella Piazzo: 4 sconosciuti dichiarandosi agenti P.S. asportavano da privativa tabac- chi, denaro liquido e buoni fruttiferi postali. 7 dicembre Tre sconosciuti, presumibilmente ribelli, si presentavano alla abitazione di certo Ros- si Battista e di Santhià Guglielmo di dai quali si facevano vendere rispettivamen- te farina di frumento, farina di granoturco ed un vitello. Alcune ore dopo gli stessi ritorna- vano in Saluggia e si ripresentavano nell’abitazione dei suddetti facendosi consegnare la somma versata per l’acquisto della merce di cui sopra. Successivamente si allontanavano portando seco il Rossi Battista ed il figlio Luigi del Santhià Guglielmo. Biella. Circa 12 individui mascherati, armati, penetravano nei locali della tipografia Sateb (ex-sede del giornale “Il Popolo Biellese” ed ora de “Il lavoro Biellese”) e, dopo aver intimato al custode di ritirarsi e proceduto alla inutilizzazione del telefono e della luce, distruggevano i macchinari della tipografia ed appiccavano il fuoco al locale17. 10 dicembre Bianzè. Cinque sconosciuti, giunti su automobile sprovvista di targa, e qualificandosi per ribelli acquistavano da certo Gusmaroli Ernesto kg. 200 di riso. Effettuato l’acquisto si qualificavano per appartenenti alla polizia Germanica ed invitavano il Gusmaroli a se- guirli. Successivamente si recavano nella trattoria denominata “Tre Merli” sita in detto comune per consumare il pasto indi si allontanavano portando seco anche un certo Carrà Mario ed altra persona non identificata. Crevacuore. Circa 30 ribelli facenti parte di una banda di 200 (?) armati aggredivano la locale caserma dei Carabinieri, disarmato il piantone, asportavano circa 150 pagliericci esistenti in un deposito18. Ponzone Trivero. Una quarantina di ribelli armati, giunti su autocarro, penetravano nei locali del lanificio Giletti asportando ingenti quantitativi di stoffe nonché lire 600 mila in contanti. Parte della stoffa veniva dagli stessi distribuita alla popolazione. Successivamente si prelevavano il segretario di quel Fascio che uccidevano, ed abbandonavano il cadavere in contrada Bugliana (sic) del detto comune19. Otto di essi spostatisi sulla strada Trivero- Mosso S. Maria disarmavano il carabiniere Mora Paolo. Poscia si sono allontanati dire- zione Cascina Campanile situata montagna comune Mosso S. Maria ove sono annidati cir- ca 600 ribelli. 11 dicembre [Tollegno]. Ore 11,30 circa in seguito at intervento Arma et pubblica sicurezza per fare riprendere lavoro operai quello stabilimento filatura una quarantina ribelli armati di armi automatiche appostati su collina sovrastante sparavano contro forza pubblica. Militari Arma et agenti P.S. reagivano sparando. Carabiniere ausiliario Martini Giuseppe riportava ferita al piede destro guaribile giorni 20 s.c., restava anche ferito lievemente sottufficiale P.S.

42 Ore 13 circa eseguita battuta vicina zona collinosa non si sono verificati scontri. Ore 15 intervenuta truppa tedesca a mezzo manifesto sono stati diffidati operai Tolle- gno riprendere lavoro lunedì venturo pena severe rappresaglie20. Un gruppo di ribelli armati, si presentavano presso lo stabilimento Fratelli Fila di Tri- vero di Portula (sic), facendosi consegnare dal proprietario 40 pezze di panno grigio ver- de. Il giorno seguente, una ventina di altri ribelli, sempre a mano armata, irrompevano nei locali del Comune di Praj reclamando la consegna di armi. Avutane risposta negativa per- ché colà non si trovavano armi gli stessi si facevano consegnare una macchina da scrivere già di proprietà di quel Fascio, allontanandosi per ignota destinazione. Successivamente si recavano presso la ditta Tonella Giovanni di Praj facendosi consegnare dallo stesso pro- prietario n. 90 coperte. Nella notte, tra il 10 e l’11 corrente, altri ribelli a mezzo di autocarro asportavano nu- merosi materassi accantonati alla Frazione Giunchio del Comune di Ailoche21. 12 dicembre Serravalle Sesia. Circa 30 ribelli armati di armi automatiche, aggredivano quella ca- serma dei Carabinieri e dopo aver disarmato il personale ivi esistente, asportavano diversi quantitativi di armi e arredamenti militari22. 14 dicembre Circa 30 ribelli, armati, dopo aver circondato il fabbricato, irrompevano nei locali della caserma dei carabinieri di Scopa Sesia, immobilizzando il piantone e rendendo inutilizza- bile il telefono. Successivamente si impossessavano di armi, munizioni, nonché di 71 fu- cili da caccia ivi depositati da privati cittadini e vari materiali di equipaggiamento di alta montagna. Cinque individui, armati, qualificatisi per militari dell’arma si presentavano presso l’abi- tazione del legionario in licenza Rota Olivo abitante in Miagliano di Andorno Micca, fa- cendosi consegnare un moschetto e sei caricatori, in suo possesso. 15 dicembre Verso le ore 16, un gruppo di otto ribelli armati di fucili mitragliatori, moschetti e bom- be a mano, si è recato presso il distaccamento dei vigili del fuoco di Borgosesia, sito in frazione Montrigone in detto comune. Costoro, con minaccia a mano armata, costringe- vano gli undici vigili del fuoco presenti, senza armi, a consegnare un fusto di benzina di 200 litri e due latte di 17 litri ognuna. Ottenuto tale carburante sequestrarono la macchina Fiat 22, adibita a carro attrezzi da incendio, sulla quale caricavano la benzina e con l’auti- sta, vigile Ramella Carlo, del luogo, partirono in direzione di Grignasco (Novara)23. Circa 40 individui ribelli, mascherati ed armati, aggredivano il posto di avvistamento della Milizia Art[iglieria] Contraerea sito in località San Carlo del Comune di Graglia; in- timata la resa ai quattro militi che presidiavano il posto e reso inutilizzabile l’impianto te- lefonico, gli stessi si allontanavano diretti sulle vicine montagne portando seco una tren- tina di coperte, sei moschetti e relative munizioni nonché viveri. Vallemosso. Due sconosciuti presumibilmente ribelli accompagnavano in quella caser- ma dei carabinieri due individui che qualificavano per ladri. Entrati nei locali mentre uno dei due minacciava con le armi in pugno il Comandante la Stazione, imponendogli di trat- tenere in caserma i due fermati ed impedendo al sottufficiale di uscire dall’ufficio. Un’ora dopo sopraggiungeva nella caserma un altro individuo elegantemente vestito il quale ordi- nava ai primi due di portare fuori dalla caserma i fermati, che da accertamenti successiva- mente disposti, sono risultati essere due Capo Squadra della Milizia contraerea di Biella.

43 16 dicembre Circa 20 ribelli armati, si sono recati in Crevacuore ed hanno intimato ad opifici della zona di sospendere il lavoro [e] contemporaneamente distruggevano i cavi telefonici di quel centralino producendo una interruzione del servizio ed intimando all’operaio addetto di astenersi dall’effettuare le necessarie riparazioni24. . Circa 100 ribelli armati giunti su tre autocarri aggredivano quella caserma dei carabinieri e dopo avere disarmato il piantone ed altri due militari che dormivano aspor- tavano un apparecchio telefonico, un apparecchio radio ricevente, armi, munizioni e ma- teriale di equipaggiamento. Coggiola. Circa 50 ribelli, aggredivano quella caserma dei carabinieri disarmando tre militari. Successivamente si recavano in quel Municipio asportando due apparecchi radio, 12 paia di sci, 13 maschere antigas, tre brande, una macchina da scrivere, una cinquantina di coperte ed alcuni gagliardetti di quel Fascio. Nello stesso giorno, circa 200 ribelli armati si recavano nel territorio del Comune di Praj Biellese imponendo agli operai di quegli stabilimenti di abbandonare il lavoro. Alcu- ni di detti ribelli si recavano negli uffici sindacali locali, invitando i dirigenti ad aumenta- re la paga degli operai del 75%25. In S. Eurosia del Comune di Pralungo quattro individui di cui uno mascherato penetra- vano nell’abitazione del M[ilite] V[olontario] Givone Primo della 1a Legione Guardia Re- pubblicana, in permesso, uccidendolo a colpi di arma da fuoco. Borgosesia. Circa una ventina di ribelli armati disarmavano i carabinieri Ferrero Se- condo e Mioco Mario in servizio di pattuglia presso quello stesso scalo ferroviario. Varallo Sesia. Circa 100 ribelli armati invadevano quella caserma dei Carabinieri, di- struggevano l’apparecchio telefonico, disarmavano il Comandante interinale della tenen- za ed otto militari ivi presenti, ed asportavano munizioni, due autovetture di servizio ed altro materiale esistente in caserma. Contemporaneamente altri ribelli, in numero rilevante bloccavano tutte le vie di ac- cesso al paese, ed occupavano la stazione ferroviaria ed il centralino telefonico, disarma- vano due militari di pattuglia e quattro militari di ritorno dalla perlustrazione e saccheg- giavano alcuni magazzini privati asportando benzina ed altri materiali. Indi irrompevano nei locali della Banca di Novara asportando registri e valori in dena- ro liquido ed in buoni. Terminata l’azione un individuo che si presume fosse il Capo dei ribelli, riuniva la popolazione nella piazza principale di Varallo, facendo ivi convenire pure la banda musicale alla quale faceva suonare la “Marcia Reale” e facendo esporre alle case bandiere tricolori26. Sempre nello stesso giorno altri ribelli montati su autocarro, giungevano a Borgose- sia, presentandosi in quegli stabilimenti e invitando le maestranze a radunarsi sulla piazza ove venivano arringati dal noto comunista “Moscatelli Vincenzo”27. 17 dicembre Pralungo. Cinque sconosciuti ad ora imprecisata della notte aggredivano nella propria abitazione un milite che trovavasi colà in licenza uccidendolo28. Un numero imprecisato di ribelli armati, presentatosi presso la direzione di vari stabi- limenti industriali di Coggiola e Portula di Coggiola (sic), imponevano agli operai di ab- bandonare il lavoro. Agli operai stessi riunitisi successivamente sulla piazza, venivano ri- volte parole inneggianti a Badoglio nonché invitanti ad astenersi dal lavoro sino a quando le loro paghe non fossero state aumentate del 65%.

44 19 dicembre Ore 19 gruppo ribelli in perfetto assetto di guerra con armi leggere e pesanti hanno disarmato quattro carabinieri stazione di Gattinara. Ore 20,30 gruppo ribelli penetravano stabilimento Cartiera Italiana di Serravalle Sesia disarmando guardie giurate dello stabili- mento stesso. 20 dicembre Ore 11,55 gruppo ribelli in due autocarri giungevano Masserano disarmando carabi- nieri e tre militari presenti. Ore 13,30 gruppo ribelli invaso caserma Guardia Finanza di disarmando i militari ed asportando armi. Ore 14. Oltre 200 individui provenienti dalle vallate vicine si riversavano in Cossato obbligando aumenti paga e razioni viveri. Molti operai si accodarono ai dimostranti per- correndo le vie del paese al canto di “bandiera rossa”. Alle ore 18 circa 200 operai disar- mati hanno circondato caserma dei Carabinieri Cossato coll’intenzione di invaderla senza riuscirvi. Ore 19 gruppo ribelli disarmava Carabinieri di Andorno Micca inutilizzando il telefo- no. Stabilimenti industriali di Crevacuore - Praj - Coggiola, ancora inattivi. Gli operai di Borgosesia hanno ripreso normale lavoro. Ore 11 gruppo ribelli asportava motocicletta di proprietà del Segretario Comunale di Portula che in precedenza era già stato minacciato. 21 dicembre Sciopero in quasi tutti gli stabilimenti biellesi per imposizione dei ribelli che hanno occupati alcuni paesi e minacciavano città di Biella. Pure stamani nel comune di Tollegno, occupato dai ribelli, venivano uccisi due soldati tedeschi e prelevati ufficiale tedesco e Capitano Comandante compagnia Carabinieri Biella, però fuggito e ricoverato Ospedale29. Nella città di Biella per quanto vienci comunicato si lamentano un militare tedesco morto ed altro ferito. Guardia Repubblicana inviata Borgosesia per fronteggiare ribelli perdeva conflitto con questi, due legionari, mentre altro rimaneva ferito. Stessa Guardia Repubblicana procedeva arresto circa 60 persone fra favoreggiatori et ribelli. Per fron- teggiare situazione urgono forti rinforzi Guardie Repubblicane convenientemente arma- te. Situazione ore 20 relativamente tranquilla perché città Biella libera e dominata da trup- pe tedesche. Borgosesia et zone limitrofe dominate da reparti Guardia Repubblicana. Azio- ne continuerà domani. In accordo con autorità militare tedesca emanata ordinanza restrit- tiva per tutte zone interessate nella reazione30. Partigiani hanno occupato stanotte fabbrica filatura Tollegno. Stamane ore 6,45 parti- giani hanno impedito partenza treno da Sagliano Micca a Biella. 3 gennaio 1944 Verso le ore 13 una quarantina di ribelli armati di fucili mitragliatori, lanciabombe, mo- schetti e pistole automatiche assalivano il magazzino vendita monopolio di stato di Varal- lo Sesia asportando circa 30 kg. di tabacchi, parecchi pacchi di fiammiferi, ecc. Con- temporaneamente alcuni di essi a mano armata si presentavano al dirigente il servizio fer- roviario facendosi consegnare il denaro esistente in cassa ammontante a lire 406. La ful- mineità con la quale venivano perpetrate le due contemporanee aggressioni ed il rapido eclissarsi dei ribelli rendeva vano l’intervento dei militari prontamente accorsi appena informati, nonostante la disparità numerica ed il loro armamento ridotto. Stessa segnala- zione viene fatta dalla Guardia Nazionale Repubblicana Comando 28a Legione.

45 Mongrando. Ore 22,10 quindici ribelli armati di pistole e bombe a mano, presentatisi abitazione fratelli Siletti, industriali, imponevano consegna L. 50.000 et autofurgoncino Fiat targato 13819 per valore L. 20.000. Detti ribelli, prima di allontanarsi, rompevano cavo telefonico del paese. Ore 19,50 in Sala dodici banditi armati pistola, entrati casa Giubasso Giuseppe, d’anni 60, sotto minaccia armi si facevano consegnare quattro maiali et generi alimentari valore L. 12. 000. 4 gennaio Ore 11,50 numero sei ribelli armati presentatisi nello spaccio n. 1 di Serravalle Sesia della locale Cartiera Italiana, asportavano scatole di generi alimentari vari, per il valore di L. 6693 allontanandosi poi rapidamente montati su autovettura dirigendosi verso Borgo- sesia. Il Comando Carabinieri comunica pure che a seguito segnalazione del 3 corrente, i ri- belli nella stessa giornata recatisi alla tipografia Zanfa di Varallo ordinavano 300 manife- sti affiggendoli all’imbrunire sulle mura (sic) della città. Verso le ore 4 una squadra ribelli penetrati nello stabile dell’albergo Italia di Varallo Sesia, dopo aver bloccato la comunicazione telefonica ed immobilizzato il custode sotto la minaccia delle armi asportavano dalla stalla n. 4 bovini del valore complessivo di L. 8.000. Ore 15 ottanta ribelli armati, dopo avere bloccato le vie d’accesso a Crevacuore ed essersi assicurati che la caserma dell’arma era disarmata, penetravano nell’abitazione di Ciceri Pietro commissario fascio repubblicano asportando parte suppellettili. S’impadro- nivano parimenti di un autofurgone Fiat di proprietà della società Garlanda. Verso le ore 16,30 dopo aver interrotto la linea telefonica si allontanavano in direzione di Postua31. Alle ore 9 del 2 corrente quattro sconosciuti a mano armata presentatisi alla portineria della manifattura lane di Borgosesia si facevano accompagnare dal custode Turlo Zefferi- no nella vicina autorimessa dalla quale asportavano un’automobile “Lancia Augusta” di proprietà del dott. Bader di Borgosesia. 10 gennaio Ore 9,30 in Andorno Micca una quindicina di ribelli armati dopo aver bloccato le vie di accesso al Municipio, penetrava nell’Ufficio Polizia Urbana disarmando le due guardie comunali della propria rivoltella. 11 gennaio Ore 10,30 una decina di ribelli armati hanno imposto la totale sospensione dal lavoro negli stabilimenti tessili di Trivero. Gli operai sono stati fatti uscire dalle fabbriche. Nella mattinata, ribelli presentatisi stabilimento Bozzalla e Lesna di Coggiola preten- devano che venissero pagati agli operai le 192 ore. Al rifiuto del direttore hanno fatto uscire le maestranze dallo stabilimento. Dopo circa un quarto d’ora si ripresentavano dal diretto- re che prelevavano come ostaggio, dichiarando che l’avrebbero rilasciato solamente quando sarebbero state pagate le 192 ore suddette. Il direttore risponde al nome di Harrj Luigi. Gli stessi ribelli si portavano quindi dalla ditta Barberis Canonico Giovanni sita in località Pratrivero, obbligando gli operai ad uscire dallo stabilimento. In seguito si portavano dalla ditta Zegna Ermenegildo di Trivero ed alla filatura Piemonte sempre obbligando gli operai ad astenersi dal lavoro32. Alle ore 16 viene telefonato dal Commissariato di P.S. di Biella che il direttore dello stabilimento Bozzalla e Lesna di Coggiola ha inviato a mezzo di ribelle al proprietario dello

46 stabilimento stesso residente in quel Comune, un biglietto nel quale era scritto che se egli non avesse fornito un taglio di abito ad ogni operaio dipendente al prezzo di lire 100, do- mani il lavoro non sarebbe stato ripreso ed il Direttore non sarebbe stato rilasciato. Chie- sto ripetutamente l’intervento del locale Comando Tedesco, sino alle ore 16 nulla è stato disposto. Il proprietario teme fortemente rappresaglie. Un centinaio di ribelli si presentavano presso gli stabilimenti Bozzalla e Lesna ed im- ponevano a quelle maestranze la immediata cessazione dal lavoro. Nel lanificio Cartotto di Chiavazza su 110 operai solo 10 di essi si sono presentati al lavoro. L’Ufficio di P. S. di Biella ha telefonato alle ore 13 comunicando i seguenti dati rela- tivi agli stabilimenti dove gli operai si erano astenuti dal lavoro: Barberis-Zegna, Piemon- te di Trivero, Bozzalla e Lesna di Coggiola. La Stazione di Carabinieri di Crevacuore alle ore 14,30 ha informato che una cinquan- tina di ribelli armati dopo aver interrotto comunicazioni telefoniche e dopo aver bloccato strade, facevano scioperare operai stabilimenti Crevacuore; Filatura Trabaldo, Conte Sterzi, Bozzalla. Allontanavansi ore 9 verso Coggiola. 12 gennaio Ore 19 viene comunicato che in Sagliano Micca un gruppo di ribelli tenta sfondare la porta del magazzino di stoffe di certo Pria. Il magazzino in parola contiene stoffe per un valore di circa due milioni. Comando Tedesco in Biella informato. Il comando Stazione di Serravalle Sesia comunica: ieri sera 11 corrente un gruppo ar- mato di ribelli presentavasi al messo comunale di tale Genziano Anselmo, facen- dosi consegnare le chiavi del palazzo comunale e dell’edificio scolastico accedendo nei locali ed asportando ruoli imposte e tasse del comune per l’anno 1944. Gli invasori si al- lontanavano poco dopo senza recare altri danni alle persone e materiale ivi esistente33. Il Comando Stazione dell’Arma di Crevacuore comunica: stamani ore otto operai noti stabilimenti hanno ripreso lavoro. 13 gennaio Nella notte dal 13 al 14 gennaio, verso le ore una individui armati presentatisi diretto- re succursale Banca Popolare di Novara sita nel comune di Buronzo, tale Torti, impone- vangli con le armi di aprire la cassa dell’istituto e consegnargli il denaro ivi contenuto. I rapinatori gli rilasciavano una ricevuta dopo essersi fatti redigere una dichiarazione dal Torti che l’ammontare dallo stesso consegnato, rispondeva alla somma di lire 100.000. Gli sco- nosciuti si allontanavano affermando di avere urgenza dato che dopo le ore 5 dovevano trovarsi oltre Biella e che l’automezzo di cui disponevano non era troppo in buona effi- cienza. Gli stessi parlando tra di loro, affermarono che sarebbero ritornati in quel comune per recarsi alla Cassa di Risparmio. Ieri Crevacuore alcuni ribelli hanno minacciato i dirigenti della ditta Bozzalla ed han- no prelevato uno dei dirigenti stessi a nome Reganzone. In Praj sono andati dalla ditta Pietro Togna, lanificio ed hanno prelevato uno dei diri- genti a nome Togna Flaminio mentre il fratello Adolfo riusciva a fuggire. 16 gennaio Ore 19,50 in contrada “Ronco” Cossato sette individui vestiti abito civile di cui uno mascherato ed armato pistola, fecero irruzione in casa colonica Maffeo Vittorino anni 59, contadino, qualificandosi per agenti della forza pubblica, perquisirono abitazione aspor- tando lire 365 e due orologi di metallo da uomo.

47 17 gennaio Ore 10 tre ribelli armati si presentarono al segretario comunale di Andorno Micca in- giungendogli di consegnare una macchina da scrivere, ma alle rimostranze del predetto - il quale il giorno prima aveva dovuto consegnare altra macchina - desistevano allontanando- si. Mezz’ora dopo, probabilmente gli stessi ribelli si presentavano al custode dell’ufficio Unione Sindacati Lavoratori Industria di Andorno Micca, obbligandolo sotto la minaccia delle armi a consegnare una macchina da scrivere “Olivetti” portatile, della carta per mac- china, allontanandosi subito verso la frazione Bioglio (sic). Ore 15,30. In Borgosesia un gruppo di ribelli ha collocato due mine verso la metà del ponte in muratura che attraversa il torrente Sesia che congiunge la frazione Aranco alla strada provinciale di Borgosesia-Vercelli. L’esplosione delle mine non ha intaccato la strut- tura del ponte34. Ore 17,30. In Tavigliano circa cento ribelli armati sono penetrati nei depositi vini di proprietà Nelva Delfo, asportandone parte e distribuendo alla popolazione locale circa 15 ettolitri di vino pregiato, vermouth e marsala, causando un danno di L. 35.000 circa. 18 gennaio Gruppo ribelli collocava una mina sulla linea ferroviaria Novara-Varallo all’altezza del sottopassaggio S. Quirico strada provinciale Borgosesia-Novara. L’esplosione provocava lo spostamento e la rottura del tratto di binario per la lunghezza di circa nove metri. Il ponte non riportava avarie salvo lieve incrinatura al parapetto destro. 19 gennaio Ore 15 circa in Sagliano Micca un gruppo di ribelli armati si faceva consegnare dal- l’autista Rossetti Francesco di Anselmo di anni 29, residente a Pralungo, 18 casse conte- nenti 900 bottiglie di vino barolo di proprietà di Coda Giuseppe fu Giacomo, residente a Biella, commerciante, causando danno L. 38.000 circa. Detti ribelli obbligavano il Ros- setti ad accompagnarli col proprio autocarro alla frazione Orio Mosso del comune di Quit- tengo ivi veniva scaricata la merce lasciandolo in libertà verso le ore 20 dello stesso gior- no. Ore 21 in Alice Castello alla cascina Tabia, tre individui di cui uno indossava la divisa militare, penetrati mano armata nell’abitazione di Fiorani Pietro, agricoltore, lo derubava- no di lire 6.000 in biglietti di stato e lire 68.000 in buoni fruttiferi sui quali è stato posto il fermo. 20 gennaio Notte 19 at 20 corrente, ora imprecisata, localit Mulino comune Callabiana ignoti, penetrati salone lavorazione fabbrica tessuti Del Grosso Virginio, asportavano metri 37 stoffa pettinato, metri 180 articoli tecnici cotone greggio, metri 70 stoffa gabardino mi- sta ed una cinghia di cuoio per lavaggi per un valore di lire settantamila. 21 gennaio Ore 20,30 in Candelo tre ribelli appartenenti scaglione Vallemosso penetravano abita- zione Viana Clara anni 40 negoziante tessuti rapinandola della somma di L. 13.000 nonché di un braccialetto in oro. 23 gennaio Ore 20 in Lessona, frazione Baraggia, sei ribelli armati di fucile mitragliatore, pistole e bombe a mano, penetrati nella cabina elettrica S.I.E. Dinamo, dopo aver imposto ai due guardiani di allontanarsi con le rispettive famiglie collocarono quattro ordigni esplosivi (uno dei quali inesploso) nei trasformatori provocandone la distruzione di essi e la rottura

48 dei vetri della cabina, arrecando un danno complessivo di lire ottocentomila alla società predetta. Ore 20 in Brusnengo presso locanda Commercio, Coggiola Anselmo di anni 18, con- tadino, veniva ferito al torace destro da un colpo di rivoltella sparatogli a bruciapelo da sconosciuto eclissatosi col favore dell’oscurità. Il ferito si trascinò nel vicino cortile del Dopolavoro ove veniva rinvenuto poco dopo dal Dr. Marchese e dal Commissario Prefet- tizio del Comune che lo trasportarono all’ospedale di Masserano. È risultato dalle indagi- ni che il Coggiola faceva parte già di una banda di ribelli e che aveva fatto ritorno al paese fino a quando era stato colpito dallo sconosciuto. È stato disposto il suo piantonamento nell’ospedale di Biella ove è stato successivamente ricoverato. 24 gennaio Ore 22,30 in Mongrando venti ribelli sconosciuti armati si presentarono allo stabili- mento di Graziano Severino ed imposero al figlio la consegna dell’autofurgoncino che ri- portarono dopo dieci minuti dileguandosi verso Zubiena. Ore 10. Un gruppo di ribelli armati si sono presentati a Praj, presso lo stabilimento della ditta Trabaldo facendosi consegnare 15 litri di benzina; verso le ore 13 hanno requi- sito un motocarro di proprietà del magazzino Trasporti Gondrand di Praj; verso le ore 16 hanno fucilato davanti alla porta del cimitero di Praj Tisi Arnaldo, perché spacciatosi per capo ribelle si faceva consegnare danaro dalla popolazione. Indi si sono allontanati verso Coggiola. 25 gennaio Ore 4 in Mongrando tre individui sconosciuti armati di fucile mitragliatore si presen- tarono ad Andreo Amilcare da Mongrando, negoziante facendosi consegnare l’autocarro Fiat 508. Gli stessi alle ore 9,30 restituirono l’autocarro. Ore 13. In Crevacuore reparti germanici di battuta per la cattura di ribelli trovato [Vita- le] Vercella Baglione di anni 39 da Coggiola, contadino, in possesso di pistola, l’hanno fucilato. È stata ordinata la rimozione del cadavere ed il seppellimento immediato. Ore 10. In Mosso S. Maria oltre 200 ribelli armati scesi dalle vicine montagne, dopo aver appiccato il fuoco alla porta d’ingresso della tipografia di Grotti Mario si imposses- sarono di una macchina da stampa, relativi caratteri nonché inchiostri e carta arrecandogli un danno di oltre 100.000 lire. I ribelli durante la loro attività criminosa bloccarono le vie di accesso al paese con squadre armate di mitragliatrici35. 26 gennaio Ore 12 gruppo ribelli giunto a Borgosesia su autocarro asportava dal locale consorzio agrario kg. 90 di saponette, q. 35 di riso, q. 2 di pasta, kg. 450 di zucchero, kg. 446 di marmellata, q. 10 di farina granoturco e q. 6 nafta. Dallo stesso gruppo venivano in seguito prelevati il Comm. Pascale Mario, Commis- sario Prefettizio di Borgosesia e l’industriale Magnia [recte Magni] Giovanni, direttore della tessitura lane locale. Il gruppo di ribelli si allontanava poscia in direzione di Varallo Sesia36. Ore 12,30. Gruppo ribelli giunto a Borgosesia su automezzi asportarono in danno del grossista Alfredo Oreste, la seguente merce: 5 casse contenenti 85 mastelli di marmella- ta, 15 scatole contenenti pollo in gelatina, 200 pezzi di sapone per stoviglie, 10 latte di liquorizia, 6 casse di articoli liquorizia per un valore di L. 20.000 circa. In Biella, proveniente da Novara è giunto un reparto del 115o Btg. G.N.R. con 20 uffi- ciali e 350 uomini di truppa al comando del Ten. Col. Languso [recte: Languasco] Aurelio.

49 27 gennaio Ore 21,45 sei individui armati e mascherati in Callabiana si presentarono nell’abita- zione di Gibello Davide in Borgata Casa Rossa N. 150 e sotto la minaccia delle armi si impossessarono di un quantitativo imprecisato di stoffe, camicie, fazzoletti, filati e lana, un tessuto artistico, un orologio d’argento, una lampadina dinamo, una pezza flanella, cin- que pacchetti di sigarette nazionali e due salumi, il tutto valente circa 160 mila lire. Nel pomeriggio, una diecina di ribelli armati, si recavano al Campeggio di Trivero di proprietà del Conte Ermenegildo Zegna, da dove, in danno dello stesso, asportavano ven- tidue materassi di lana, dirigendosi poi con la refurtiva verso il Monte Cerchio (comune di Mosso S. Maria) dove gli stessi sono accampati. 28 gennaio Ribelli armatisi presentarono al direttore dello stabilimento Zegna di Trivero al quale dichiararono che se la ditta avesse ancora consegnato una sola pezza di stoffa alle autorità germaniche, avrebbero fatto saltare con la dinamite tutto lo stabilimento. In Serravalle Sesia, un gruppo armato di ribelli presentatosi nei negozi di generi ali- mentari, dei commercianti Marchese Mario e Saini Cesare entrambi con negozio in corso Umberto I, asportarono lardo, formaggio, burro e generi alimentari vari causando un dan- no di lire 1500 al Marchese e circa L. 400 al Saini37. Ore 15,30. Sulla strada provinciale Mongrando-Occhieppo [Inferiore] due sconosciu- ti apparentemente disarmati vestiti in grigio scuro età anni trenta fermarono Potasso Ric- cardo di Angelo autista ditta Graziano Severino, facendosi consegnare autofurgoncino valore lire 25.000. 29 gennaio Alcuni ribelli zona di Coggiola durante la mattinata recatisi nell’esattoria comunale di Coggiola, hanno asportato il registro delle imposte e pare si siano impossessati di una somma giacente in cassa sulle 100.000 lire. Di poi penetravano nei locali dei tre istituti bancari e si facevano consegnare da ciascuno circa 20.000 lire. Nel pomeriggio alcuni di essi raggiungevano Praj Biellese, ritornando a Coggiola poco dopo. Ore 19,30. In Muzzano quattro ribelli armati di pistola si presentarono nell’abitazione di Dondana Luigi nato a Camburzano, Commissario Prefettizio di Muzzano e lo costrin- sero accompagnarli all’abitazione di Peraldo Pietro, residente a Muzzano, Centurione della Milizia. Quivi giunti invitarono quest’ultimo accedere in strada per conferire. Questi, vi- sto dalla finestra predetto commissario, aderì, seguito da Bertoldi Franco, capo manipolo milizia, residente a Muzzano nella medesima casa. Appena aperta la porta i quattro scono- sciuti sparavano vari colpi di pistola contro Peraldo e Bertoldi, colpendo anche il Donda- na mentre cercava ripararsi nell’interno dell’abitazione. Il Bertoldi, sebbene gravemente ferito, scaricava prontamente la sua pistola contro gli aggressori, colpendone, a quanto egli ritiene, almeno due, che però dileguavansi senza lasciare traccia. Dondana e Peraldo sono deceduti. Bertoldi trovasi ricoverato ospedale Biella grave stato38. 31 gennaio Ore 20,30. Tre persone vestite in borghese, armate di pistola ed alquanto avvinazzate39 irruppero, sfondando la porta d’ingresso nell’abitazione dell’industriale Ciocchetti Gio- vanni di Giuseppe, nato a Biella il 7 ottobre 1896, ivi residente, via Quintino Sella 17, dopo di aver sparato due colpi di pistola alla figlia del suddetto Ciocchetti Sandra, classe 1921, che trovavasi sul balcone. Indi condussero madre e figlia alla loro caserma. Indi i tre sfon- davano la porta della casa. Inviati sul posto i carabinieri Marchesello Francesco, Parero

50 Enzo, Actis Dama Pietro e Garafi Carmelo, trovarono la porta sfondata e da vicini di casa appresero che le due donne erano state condotte altrove, probabilmente da ribelli, i quali avevano lasciato detto che sarebbero ritornati poco tempo dopo. Il Carabiniere Marche- sello, per procedere alla cattura dei tre sconosciuti, qualora fossero ritornati, dispose gli altri militari all’ingresso dello stabile, con ordine di sparare contro chiunque si fosse av- vicinato senza rispondere alla parola d’ordine o farsi riconoscere, e quindi salì nell’abita- zione predetta per mettersi in contatto telefonico con il comando dei carabinieri, senza però riuscirvi subito, perché i fili erano stati rotti ed occorrevano alcuni minuti per ricon- giungerli. Nel frattempo si avvicinarono tre borghesi sconosciuti i quali alle rituali intimazioni dei carabinieri non risposero con la parola d’ordine né si qualificarono, per cui i due mi- litari fecero fuoco contro di loro, che però risposero con colpi di pistola e col lancio di due bombe a mano. Essendo quasi subito dopo giunto sul posto altro contingente di carabinieri e di militi, venne chiarito l’equivoco ed il conflitto ebbe termine senza conseguenza da ambo le parti. A questo punto però i militi adducendo che i due carabinieri avevano fatto fuoco contro di loro sol- 40. Ore 20,30 tre persone vestite in borghese, armate di pistola ed alquanto avvinazzate irruppero, sfondando la porta d’ingresso nell’abitazione dell’industriale Ciocchetti Gio- vanni di Giuseppe, residente in Biella, dopo di aver sparato due colpi di pistola alla figlia del suddetto, Ciocchetti Sandra che trovavasi sul balcone. Indi, puntando le rivoltelle a quest’ultima - rimasta illesa - ed alla di lei madre Colombo Letizia, chiesero del marito, ed avutane risposta ch’egli era assente, i tre si qualificarono militi appartenenti al 115o Battaglione “M”, prelevarono le due donne, le condussero nella loro caserma e le riac- compagnarono a casa circa ore 21,30 dopo di averle sottoposte ad interrogatorio. 2 febbraio Ore 13,30 tre individui armati si impossessavano in Varallo Sesia di un camioncino tar- gato 64717 TO di proprietà della S.A. Fiat di Torino. 4 febbraio Quattro corrente, ore 16 circa, in Cellio due sconosciuti armati si presentavano nel- l’abitazione di certo Della Setta Alfredo di Enrico, facendosi consegnare kg. 50 lardo, ri- cavato dalla macellazione di un suino per uso famiglia. 5 febbraio Ore 19, in Biella tre individui armati di pistola si presentavano in casa di Barbera Lo- dovica vedova Ramella fu Agostino di anni 66 abitante in Biella, rapinandola di tre catene d’oro, tre braccialetti d’oro, cinque anelli oro e un orologio oro, valenti complessivamen- te lire 25.000, nonché lire 25.000 biglietti banca e indi si dileguavano nella vicina campa- gna sparando alcuni colpi di rivoltella. Seguito indagini. 6 febbraio Ore 15,30 carabinieri Marchetto Bruno, Ansalone Alfio, Bernabè Guerrino trovandosi a diporto a Biella, su indicazione avuta dal figlio della rapinata, procedevano fermo tre gio- vinastri ritenuti sospetti autori rapina. Mentre li accompagnavano in caserma uno di essi si dava alla fuga e, sebbene inseguito e fatto segno a tre colpi di pistola da parte del carabi- niere Ansalone Alfio, confusosi tra la folla riusciva a dileguarsi41. 8 febbraio Ore 20,45 in Vigliano Biellese quattro sconosciuti penetrarono mano armata abitazio-

51 ne mugnaio Clerico Mario fu Giuseppe, asportando lire 1500 circa biglietti banca ed as- segni bancari, due tagli stoffa uomo, un abito confezionato, due paia di scarpe e tre salami il tutto valore complessivo lire 5000 circa nonché lire 800 biglietti di banca, un taglio abito, un vestito da uomo, il tutto valente circa lire 3.000, appartenente a Dindo Camillo, garzo- ne del Clerico, allontanandosi per ignota destinazione. 10 febbraio Ore 13,30 in Andorno Micca quattro sconosciuti armati pistola e moschetto, qualifi- catisi partigiani imposero direttore stabilimento Grosso e Valz, sig. Guasco Amilcare fu Maggiorino, consegnare loro autovettura “Lancia Augusta” targata 7162 VC, di proprietà della ditta stessa, promettendo restituzione. 12 febbraio Ore 17 in Borgosesia alcuni individui armati presentatisi portineria locale stabilimen- to “Manifattura Lane” si facevano consegnare dal portinaio Liotti Giovanni di Carlo d’anni 51, numero 21 pezze panno grigio verde. 14 febbraio Ore 7,40 in frazione Cossila [di] Biella il milite fascista in abito civile Bartolin Augu- sto di Pietro, mentre attendeva il tram proveniente da Oropa veniva ucciso con cinque colpi di pistola sparatigli da uno sconosciuto allontanandosi immediatamente per ignota desti- nazione. 15 febbraio Ore 10, sei ribelli in Falcero di Vallemosso presentatisi nello stabilimento tessile Fra- telli Garlanda hanno preso ostaggio industriale Garlanda Ugo fu Albino podestà di Lesso- na allontanandosi ignota destinazione su automobile targa imprecisata. Ore 8,30. Gruppo ribelli armati ha assalito le succursali delle sottoindicate banche im- possessandosi dei valori esistenti ammontanti a circa due milioni: Banca di Novara, Banca Commerciale Italiana, Cassa Risparmio di Biella ed Istituto S. Paolo di Torino. Ore 15. Sei individui armati in Varallo Sesia si presentavano alla manifattura “Rotondi” del luogo, facendosi consegnare 30 litri di benzina destinata manutenzione macchine del- la manifattura stessa, per un valore di lire 200 circa. 17 febbraio Ore 22 in Cossato cinque ribelli armati uccisero a colpi di pistola propria abitazione Carta Enrico anni 45 elettricista. Altri ribelli armati ore tre del 18 andante in Mosso S. Maria hanno fucilato una donna et ore dodici stesso giorno altre quattro donne et sette uomini, tutti non ancora identificati42. 18 febbraio Secondo notizie confidenziali si ha motivo di ritenere che durante la scorsa settimana un aereo nemico avrebbe rifornito di armi, munizioni e generi di conforto qualche banda di ribelli del Biellese. In particolare viene riferito che la nota banda capeggiata dal comu- nista Moscatelli, esistente nella zona di Varallo Sesia precisamente accampata in località , avrebbe ricevuto in tale circostanza circa cinquanta fucili mitragliatori con ab- bondante munizionamento, diverse casse contenenti cioccolato e molti pacchi di sigaret- te di marca inglese. 20 febbraio Ore 15 circa in Quarona tre sconosciuti appartenenti a bande armate presentavansi abi- tazione sig. Fioranzo (sic), della manifattura Lana e si facevano consegnare armata mano la somma di lire 5.000.

52 21 febbraio Tre sconosciuti appartenenti a bande armate presentavansi abitazione sig. Fioranzo, a Quarona, e si facevano consegnare la somma di lire 7.00043. Ore 17. Gruppo individui mano armata presentatisi al Consorzio Agrario di Varallo Se- sia si facevano consegnare q. 5 di riso e q. uno di pasta, allontanandosi poscia per l’alta Va lsesser a ( sic). I suddetti hanno lasciato una ricevuta a firma illeggibile. Danno arrecato aggirasi su lire 1400. 22 febbraio Due ribelli armati fucile “Mitra” dopo aver tentato invano indurre piantone aprire por- te caserma carabinieri Serravalle Sesia, qualificatisi fascisti asserendo voler conferire urgentemente con comandante stazione sparavano numerosi colpi arma contro finestra centrale caserma senza conseguenze. Contemporaneamente altro gruppo armati nell’abi- tato prelevato presso propria abitazione tale Resta Romualdo di Francesco, panettiere, allontanavansi. Il Resta rilasciato subito dopo in libertà veniva ricoverato ospedale Gatti- nara per ferite riportate ad opera ribelli. 23 febbraio Ore 2 ribelli collocavano una mina nel tubo scarico acqua posto altezza primo pilastro ponte ferroviario in muratura comune S. Quirino (sic) linea Varallo-Novara sito confine comuni Borgosesia et Grignasco. Esplosione provocava apertura contro pilastro larga circa un metro del diametro. Nessun danno alle persone. Transito momentaneamente sospeso et viene effettuato con trasbordo. 25 febbraio Ore 11 circa alcuni armati entravano nell’ufficio della Federazione Lavoratori agricoli ed asportavano una macchina da scrivere marca Olivetti, una radio rurale, carte e buste d’ufficio. La rapina è avvenuta in Varallo Sesia. 26 febbraio In frazione Montana Francia [recte montana Affrancia] del comune di Borgosesia alcu- ni individui armati si presentavano nell’abitazione di certa Calzini Maria, ivi residente e prelevavano due militi della G.N.R. appartenenti alla 33a Legione con stanza ad Imperia, che ivi si trovavano in licenza breve di giorni tre più due; detti militi sono Fallauger Paolo e Ferri Alberto. La licenza era scaduta il 24 corrente ed era stata fruita presso la zia mater- na suddetta. 28 febbraio Giorno 28, ore 17,30 una diecina banditi sconosciuti armati fucili mitragliatori et pi- stole abiti civili in Zubiena catturavano et condussero seco località sconosciuta Givone Pietro di Celestino, ivi residente, commerciante. Dopo entrarono ufficio postale et di- strussero apparecchi telegrafico et telefonico tenendo sotto minaccia armi supplente Val- lanzasca Maria fu Pietro ivi residente. Ore 11. Stamane, ore 11, tre individui a mano armata intimarono titolare ricevitoria P. T. di Rosazza la consegna della cassa e vi asportarono lire duemila.

53 1 PIERO AMBROSIO, Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i “ribelli”, in “l’impegno”, a. 3, n. 4, dicembre 1983, p. 10 e ss., qui riedito, a cui si rinvia per confronti tra le due serie di documenti. 2 “Relazione dei carabinieri sulle attività dei ribelli nella provincia”, dattiloscritto di venti pagine, conservato nell’Archivio di Stato di Vercelli (ASV), fondo Prefettura Repubblicana 1943-45, Gabi- netto, serie 1, mazzo 65. 3 Sul 63o battaglione “M”, sulla legione “Tagliamento”, sul 115o battaglione “Montebello” e altri battaglioni “M” della Guardia nazionale repubblicana operanti in provincia di Vercelli durante la Re- pubblica sociale italiana si veda in appendice. Sul 63o battaglione e sulla legione “Tagliamento” si ve- dano anche altri articoli riediti in questo volume. 4 Se ne veda la biografia in appendice. 5 Sulla deportazione dei carabinieri si veda: P. AMBROSIO, I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce, Borgosesia, Isr Vc, 19801, pp. 78-81 e 97 e Varallo, Isrsc Bi- Vc, 20122, e-book, pp. 97-100 e 113. 6 Il Comando di Zona dei Partigiani, Avviso alla popolazione, Zona di Biella, 14 dicembre 1943, copia in ASV, mazzo 65. 7 I notiziari della Gnr sono conservati nell’archivio della Fondazione Micheletti di Brescia. 8 Sui notiziari della Gnr si veda l’introduzione a P. AMBROSIO, I notiziari della Gnr della provin- cia di Vercelli all’attenzione del duce, cit., p. XIX e ss. della prima edizione e p. 19 e ss. della se- conda. 9 Per evitare di appesantire inutilmente le note con continui riferimenti ad altri testi, indichiamo, una volta per tutte, le principali opere che hanno trattato di alcuni degli episodi, qui riportati, relativi ai mesi di dicembre 1943 (soprattutto) e di gennaio e febbraio 1944 (in minor misura): PIETRO SECCHIA - CINO MOSCATELLI, Il Monte Rosa è sceso a Milano, Torino, Einaudi, 1958, pp. 114-115, 124- 130, 133 e ss, 167; ANELLO POMA - GIANNI PERONA, La Resistenza nel Biellese, Parma, Guanda, 19721, Biella, Giovannacci, 19782, pp. 84-87, 95 e ss., 129 e ss.; CLAUDIO DELLAVALLE, Operai, industriali e partito comunista nel Biellese. 1943-45, Milano, Feltrinelli, 1978, pp. 79-80, 94-95 e ss., 101 e ss.; GIANNI ZANDANO, La lotta di liberazione nella provincia di Vercelli, Vercelli, Sete, 1957, p. 49 e ss.; GUIDO QUAZZA, La Resistenza italiana, Torino, Giappichelli, 1966, p. 152 e ss. (diario dell’autore); P. AMBROSIO (a cura), I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce, cit., pp. 111; L’azione dei distaccamenti della Brigata d’assalto Gari- baldi, in “Il combattente”, numero speciale, gennaio 1944, edito in “l’impegno”, n. 0, aprile 1981. Sulle azioni dei distaccamenti garibaldini si veda anche la serie di articoli di A. POMA, Parliamo dei primi distaccamenti garibaldini biellesi, in “l’impegno”: Il “Carlo Pisacane”, a. I, n. 1, dicembre 1981, Il “vecchio Piave”, a. II, n. 2, giugno 1982, Il “Fratelli Bandiera”, a. III, n. 2, giugno 1983, Il “Nino Bixio”, a III, n. 3, settembre 1983. Altre opere in cui si trovano singoli riferimenti a episodi riportati nei rapporti dei carabinieri qui riprodotti saranno citate di volta in volta. Tra questi rapporti dei carabinieri e altri documenti e fonti edite vi sono talvolta discordanze di date e relative al numero di morti e di feriti in scontri a fuoco che non sempre abbiamo ritenuto di segnalare, così pure non abbiamo ritenuto di rettificare dati palesemente inesatti per quanto riguarda il numero dei partigiani partecipanti alle varie azioni, il loro armamento, ecc. Nelle note che seguono si è tentato, per quanto possibile di indicare i distaccamenti autori delle varie azioni, sulla base di ele- menti che ne rendano certa l’attribuzione (altri documenti, testimonianze, fonti edite, ecc.); in caso di dubbi abbiamo preferito invece omettere indicazioni che potrebbero rivelarsi inesatte: ciò soprattutto per le azioni dei mesi di gennaio e di febbraio, sulle quali la documentazione è assai scarsa. 10 Si trattava di garibaldini delle formazioni valsesiane comandate da Cino Moscatelli, che aveva- no occupato Omegna (No), assieme a due distaccamenti di Filippo Beltrami, per un’azione dimostra- tiva. 11 Sull’attacco al Municipio di Varallo, in cui era stato allogato un presidio della Gnr, si veda ENZO BARBANO, Lo scontro a fuoco di Varallo del 2 dicembre 1943, Borgosesia, Isr Vc, 19821 e Varal- lo, Isrsc Bi-Vc, 20082. In P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op. cit., l’indicazione della data è errata (11 dicembre). I partigiani feriti in quest’azione secondo il resoconto pubblicato ne “Il combattente”, cit., furono cinque, secondo una testimonianza di Cino Moscatelli, citata da Barbano, op. cit., p. 76, furono set- te.

54 12 Si trattava di una partita di panno militare destinata ai tedeschi. L’azione fu compiuta da una squadra del distaccamento “Piave”. 13 Azione compiuta dal distaccamento “Piave”. Parte del cuoio fu distribuita il giorno seguente alla popolazione. 14 Nel notiziario del Servizio politico del Comando generale della Gnr del 10 dicembre la notizia viene riportata in questi termini: “Formazioni di ribelli hanno attaccato la polveriera di Alice Castel- lo. Si lamentano due camicie nere ferite. Situazione ristabilita” (il corsivo è mio). 15 Azione compiuta dal distaccamento “Fratelli Bandiera”. Si veda “Diario storico della 2a brigata Garibaldi Ermanno Angiono Pensiero”, con data errata (25 dicembre). 16 Nel notiziario della Gnr del 20 dicembre non si accenna alla manifestazione e alla distribuzione di cuoio agli operai. 17 Azione compiuta dal distaccamento “Bixio”. Si veda TIMO [Primo Corbelletti], Noi della VII! Storia di partigiani garibaldini, Ivrea, Giglio Tos, [1945], p. 10. 18 Azione compiuta dal distaccamento “Pisacane”. 19 Azione compiuta dal distaccamento “Piave”. Anche in questo caso il notiziario della Gnr (30 dicembre) omette la notizia della distribuzione di stoffa alla popolazione. Il segretario del fascio di Ponzone era Bruno Ponzecchi, a cui i fascisti intitoleranno la brigata nera della provincia di Vercelli. Le fonti citate alla nota 9 che riportano l’episodio lo datano 11 dicembre; così pure il citato notiziario della Gnr. 20 Secondo L’azione dei distaccamenti, cit. e A. POMA - G. PERONA, op. cit., l’episodio avven- ne il 10 dicembre. 21 Azione compiuta dal distaccamento “Pisacane”. 22 Azione compiuta dal distaccamento “Gramsci”. Si veda P. AMBROSIO, Rappresaglia kaputt, Borgosesia, Isr Vc, 1979, p. 16 e documento in appendice. 23 Azione del distaccamento “Gramsci”. Secondo un rapporto della Tenenza dei carabinieri di Va- rallo al Ministero dell’Interno (riportato in P. SECCHIA - C. MOSCATELLI, op. cit., p. 167) questo episodio sarebbe invece avvenuto il 16 dicembre. 24 Azione del distaccamento “Pisacane”. 25 Idem. 26 I notiziari della Gnr del 26 e del 30 dicembre riportano l’azione compiuta dal distaccamento “Gramsci” a Varallo nei seguenti termini: “Circa venti ribelli armati hanno occupato la stazione inter- rompendo le comunicazioni telefoniche e telegrafiche e asportando L. 6.366”. Il compilatore dei no- tiziari per le massime autorità della Rsi forse non ritenne credibile l’affermazione secondo cui l’azione sarebbe stata compiuta da ben cento partigiani. Per quanto riguarda il comizio tenuto da Moscatelli: nel primo notiziario non ve n’è traccia; solo nel notiziario del 30 dicembre il relatore informerà il duce e i gerarchi che “i ribelli dopo aver prelevato 300 mila lire e valori vari presso la banca popolare di Novara”, avevano “organizzato un comizio sulla piazza del paese”. 27 Se ne veda la biografia in appendice. 28 Ripetizione (con particolare diverso) della notizia già riportata alla data del 16 dicembre. Se- condo il notiziario della Gnr del 30 dicembre il nome del milite era Onorato e non Primo. 29 Azione del distaccamento “Fratelli Bandiera”. Nel notiziario della Gnr del 30 dicembre la noti- zia dell’uccisione dei due tedeschi è indicata come avvenuta a Vercelli. 30 Copia dei bandi emessi si trova nell’archivio dell’Istituto. Essi furono inoltre pubblicati ne “il Biellese” e nei volumi Sui muri del Vercellese, Sui muri della Valsesia, Sui muri del Biellese, a cura mia e di Gladys Motta, editi dell’Istituto rispettivamente nel 1985, 1986, 1989. 31 Azione compiuta dal distaccamento “Pisacane”. 32 Azione compiuta dai distaccamenti “Pisacane” e “Matteotti”. 33 Azione del distaccamento “Pisacane”. 34 Azione compiuta da una squadra composta da uomini del “Pisacane” e del “Gramsci”. Si veda P. A MBROSIO, Rappresaglia kaputt, cit., p. 12. 35 Azione compiuta dai distaccamenti “Piave” e “Bandiera”. Si veda FRANCO CHIORINO, Per non dimenticare, Candelo, Anpi, [1948], pp. 32-34. Secondo il “Rapporto del mese di gennaio 1944 della Brigata d’Assalto n. 2 Biella” all’azione avrebbero partecipato circa settanta uomini, bloccando il paese dalle 6 alle 18. In questo rapporto è indicata la data del 21 gennaio. La macchina tipografica

55 doveva servire per stampare il “Corriere Biellese” come organo della Federazione comunista biellese (e non “L’informatore alpino”, come si legge in A. POMA - G. PERONA, op. cit., p. 120; si veda a questo proposito A. POMA, Il “vecchio Piave”, cit.). 36 Azione compiuta da partigiani del “Gramsci”. Si veda P. AMBROSIO, Rappresaglia kaputt, cit., p. 34. 37 Idem, documento in appendice. 38 Peraldo era membro della sezione di Novara del Tribunale speciale per la difesa dello Stato. L’azione fu condotta da alcuni partigiani del “Bixio”. Si veda TIMO, op. cit., p. 12. 39 Si trattava di militi del 115o battaglione “M” (si veda più avanti). 40 A questo punto il rapporto è interrotto e a esso fa seguito, come si può notare, un’altra versio- ne, sintetica, dello stesso episodio. 41 Questo rapporto, nella copia consultata, è cancellato da alcuni tratti di penna. 42 Si trattava di spie fucilate dal distaccamento “Piave”. 43 Ripetizione della notizia precedente? Si noti la diversa indicazione dell’ammontare della somma prelevata.

56 “Nella notte sono stati eseguiti due pattuglioni”

I “mattinali” della Questura di Vercelli. Ottobre 1943 - aprile 1945

I “mattinali” delle questure venivano inviati ogni mattina ai capi delle province per in- formarli degli episodi verificatisi la sera precedente e nel corso della notte. Abbiamo preso in considerazione oltre quattrocento documenti della Questura di Ver- celli1, relativi al periodo dall’ottobre 1943 all’aprile 19452, inviati al capo della provincia Michele Morsero3. In essi compaiono notizie di contravvenzioni, fermi e arresti per mo- tivi annonari4, per indagini di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza5, per infrazioni alle leggi sulla protezione antiaerea e sul coprifuoco6, per favoreggiamento a ex prigionieri di guerra angloamericani7 evasi dai campi di concentramento dopo l’8 settembre 1943, a “ri- belli” e “sovversivi”8. Vi sono inoltre notizie sulle incursioni aeree, di fermi per identifi- cazione e di arresti di ebrei e di familiari di renitenti alla leva o di partigiani. Lo schema dei mattinali è fisso: i rapporti sono divisi in due parti: la prima, denomina- ta “novità”, contiene le notizie di cui si è detto e la seconda è relativa agli spettacoli pub- blici in programma a Vercelli la sera precedente9. In ogni mattinale vi è inoltre l’indica- zione dei nomi dei funzionari di servizio in Questura durante la notte10. A partire dal 16 gennaio 1944 i mattinali iniziano con le notizie relative alla situazione generale della provincia, con un’attenzione particolare per gli avvenimenti relativi a Biella e alla situazione negli stabilimenti biellesi (notizie su eventuali astensioni dal lavoro o sulla “normalità” della situazione). Si tratta di documenti di tipo abbastanza particolare, che possono apparire di non gran- dissima importanza se paragonati ad altri documenti storici più “immediati” rispetto al peso e al significato dell’informazione, ma che, al contrario, si rivelano molto utili per un qua- dro più preciso, per una ricostruzione complessiva dell’antifascismo e della Resistenza nelle nostre zone11 che, per quanto riguarda soprattutto il Vercellese (la zona cioè a cui si riferisce la maggior parte delle notizie contenute nei mattinali), deve ancora essere com- piuta12.

30 ottobre 1943 Le sottoindicate persone [tutte abitanti a Vercelli] sono state fermate per indagini di indole politica: Siviero Amerino, antifascista; Palestro Giuseppe, antifascista; Jaffe Sil- vio, ebreo antifascista; Soggia Floriano, antifascista; Arona Aristide, antifascista; Bernar- di Carlo, antifascista; Negro Rinaldo, antifascista; Braghin Carlo; Fiorini Bartolo, antifa- scista; Pisenti Enrico, sovversivo. 31 ottobre 1943 Sono stati eseguiti nella notte due pattuglioni per identificazione e controllo delle per- sone e proceduto a fermi di numerose persone che dopo la identificazione sono state rila- sciate.

57 1 novembre 1943 Nella notte sono stati eseguiti due pattuglioni che procedettero alla identificazione di numerosi individui che circolavano nelle ore notturne. Non sono stati fatti fermi. 9 novembre 1943 Tonon Giovanni, residente a Bolzano: dichiarato in contravvenzione per inosservanza alle norme sulla protezione antiaerea. 15 novembre 1943 Le sottoindicate persone sono state dichiarate in contravvenzione per inosservanza alle norme sulla protezione antiaerea: Borghetto Carlo, Castellaro Edoardo, Pennisi Arman- do, Garella Maria [tutti] da Vercelli; Zangherati Guerrina da V. Capelletto Francesco, residente a Vercelli: tratto in arresto perché in una perquisizio- ne operata nella sua abitazione, a richiesta delle autorità germaniche, sono state rinvenute tre rivoltelle ed un fucile da caccia abusivamente detenute. 21 novembre 1943 Calligaris Giovanni, domiciliato a Mongrando, comunista: tratto in arresto perché or- ganizzatore e favoreggiatore di partigiani nel comune di Donato. 23 novembre 1943 Risè Ettore, qui residente, capo stazione Ffss: fermato per indagini di polizia politica. 1 dicembre 1943 Ruffino Elena in Ghittino, residente a : fermata perché sospetta di favoreggia- mento a prigionieri di guerra inglesi. 2 dicembre 1943 Montobbio Gaspare, qui residente: fermato per indagini di polizia politica. Le sottoindicate persone [qui residenti13] sono state dichiarate in contravvenzione per inosservanza alle norme sulla protezione antiaerea: Fumarco Natale, Casalone Armando. 3 dicembre 1943 Cattin Augusta, qui residente: dichiarata in contravvenzione per inosservanza alle nor- me sulla protezione antiaerea. 4 dicembre 1943 In ossequio alle vigenti disposizioni ministeriali sono stati tratti ieri in arresto i sotto- indicati ebrei [qui residenti]: Ciocchetti Albertina, Ciocchetti Salvatore, Franchetti Olga. 5 dicembre 1943 Ghisio Giuseppina, residente , casalinga: tratta in arresto perché resasi respon- sabile di favoreggiamento nell’occultamento di prigionieri inglesi evasi da campi di con- centramento. 12 dicembre 1943 L. O., qui residente, negoziante in calzature: tratto in arresto e denunciato perché si è rifiutato di vendere un paio di scarpe ad una sfollata, dietro presentazione di buono rila- sciato dalla locale Federazione dei fasci. Il negozio del suddetto è stato chiuso a tempo indeterminato. In ottemperanza alle vigenti disposizioni ministeriali sono stati tratti in arresto i sottonotati ebrei: Weiss Desiderio, Weiss Irma, Weiss Hilda, Weiss Alfredo. 13 dicembre 1943 Ghisio Pietro, qui residente esercente trattoria “Piemonte”: tratto in arresto perché padre di un disertore. Tamisari Agostino, residente Milano: tratto in arresto e qui accom- pagnato da militari tedeschi e militi della Mvsn perché nella locale “locanda Roma” face- va del disfattismo.

58 23 dicembre 1943 Nervi Ernesto, Negrino Giovanni, residenti a Gattinara: tratti in arresto e denunciati al Tribunale speciale per la difesa dello Stato perché responsabili di favoreggiamento a ban- de armate di ribelli. La scorsa notte il fattorino Rosso Vittore verso le 19,30 è stato fatto segno da parte di una pattuglia della Milizia a colpi di moschetto. Il predetto è stato ricoverato nel locale ospedale e giudicato guaribile in giorni 10 s. c. 31 dicembre 1943 I sottoindicati giovani sono stati tratti in arresto perché renitenti alla leva: Nodari An- gelo, residente a S. Germano, classe 1925, Savazzini Dante, res. S. Germano, classe 1924. 2 gennaio 1944 Nella scorsa notte l’ordine pubblico nella provincia non è stato turbato da alcun inci- dente. 3 gennaio 1944 Alle ore 21,15 di ieri sera, su segnalazione del Comando provinciale militare, è stato inviato nel comune di un nucleo di legionari del 63o batt[aglione] “M”14 unitamente ad un sottufficiale di Ps per rintraccio e cattura di un individuo sconosciuto seguito da altri i quali si aggiravano in atteggiamento sospetto in quella località. I predetti non vennero rintracciati perché fuggiti. I legionari operarono una perquisizione che ha portato al rinvenimento di un fucile da caccia e di una pistola automatica. Il detentore è stato tratto in arresto. Gli stessi operanti fermarono altresì un ufficiale sbandato perché non presentatosi al- l’autorità militare come da bando 31 dicembre. La scorsa notte in provincia è trascorsa senza incidenti. 4 gennaio 1944 Rondano Leandro, residente a Trino V. della classe 1925: tratto in arresto perché reni- tente alla leva. Accompagnato al distretto militare e arruolato. I sottoindicati sono stati tratti in arresto a Trino V. e denunciati al Tribunale militare di Torino perché padri di disertori: Mancini Andrea, Cognasso Delfino. Fassone Pietro, qui abitante: tratto in arresto perché tentava di disarmare un legionario della Gnr. In Biella truppe germaniche hanno effettuato nella giornata di ieri alcune perquisizioni ed hanno operato alcuni fermi. Nessun’altra novità degna di rilievo da segnalare. 5 gennaio 1944 Il comm. agg. dr. Nicolò ha comunicato che ieri sera mentre trovavasi a Varallo Sesia in un albergo, unitamente ai quindici agenti colà inviati di servizio, da Biella, gli si presen- tarono sulla porta cinque o sei ribelli armati imponendogli di lasciare immediatamente Va r a ll o. Oltre a ciò i ribelli disarmarono cinque agenti togliendo loro la pistola d’ordinanza. Ad un sesto agente tolsero anche la tessera di riconoscimento personale. Temendo rappresaglie il dr. Nicolò a mezzo di un torpedone ha lasciato Varallo portan- dosi con gli agenti a Biella. 6 gennaio 1944 Ieri sera il treno Varallo-Novara, alla fermata della stazione di Borgosesia veniva assa- lito da un gruppo di ribelli armati i quali individuati sul convoglio stesso due legionari li prelevavano portandoli seco.

59 Alle ore 16,30 di ieri in località Rondò di Serravalle Sesia sono stati prelevati dai ri- belli un capitano e quattro legionari appartenenti al battaglione d’assalto qui di stanza. Due dei quattro legionari sono stati feriti. Il capitano sembra che sia deceduto e degli altri due legionari si ignora la sorte. Poglio Natale, residente a Biella: fermato per indagini di polizia politica. 7 gennaio 1944 La scorsa notte è trascorsa tranquilla in tutta la provincia. 8 gennaio 1944 Stamani in Biella gli operai di due reparti dello stabilimento Rivetti e gli operai dello stabilimento Reda, pur presentatisi allo stabilimento, si sono astenuti dal lavoro. Sul po- sto si sono recati il commissario dr. De Palma ed il comm. agg. cav. Nardocci con agenti di Ps. Fino a questo momento nessuna altra novità di rilievo. Nava Ercole, residente a Vigevano [Pv]: fermato per indagini di polizia politica. 9 gennaio 1944 A Biella nessuna novità. I sottoelencati individui sono stati fermati per indagini di polizia politica: Ciocca Ade- lino, residente a , Negro Pierino, residente a Pralungo. 11 gennaio 1944 Alle ore 8,25 di stamane venne comunicato dall’ufficio Ps di Biella che tutti gli operai di quegli stabilimenti hanno regolarmente ripreso il lavoro15. A Biella stamane si sono verificate le seguenti astensioni dal lavoro: stabilimento Ri- sta 400 operai, stabilimento Magliola 100 operai, stabilimento Pria 400 operai, stabili- mento Badà 100 operai, stabilimenti Rivetti 10 per cento (1.000 operai lavorano), stabili- mento Pagani 80 operai. Negli stabilimenti di Valle Mosso, Tollegno, Cossato e Coggio- la, tutti gli operai hanno ripreso regolarmente il lavoro. 12 gennaio 1944 Stamane si sono astenuti dal lavoro negli stabilimenti del Biellese i seguenti operai: stabilimento Bozzalla di Coggiola circa 1000 operai, stabilimento Zegna di Trivero 880 operai, stabilimento fratelli Fila di Coggiola circa 1000. Nella città di Biella nulla da segnalare. Arbone [recte Arlone] Giovanni, residente Andorno Micca: tratto in arresto per motivi di indole politica. 13 gennaio 1944 Le comunicazioni telefoniche con Biella sono interrotte e si è in attesa di conoscerne il motivo. 14 gennaio 1944 Tutti gli stabilimenti di Biella e del Biellese sono in completa attività di lavoro. Il com- missario di Ps di Biella non viene tenuto informato dalle autorità militari italo-germani- che delle novità sulle operazioni del Biellese. Le sottoindicate [persone] sono state tratte in arresto, perché resesi responsabili di favoreggiamento verso prigionieri di guerra inglesi: Morganti Santa, Morganti Alda, resi- denti a . 15 gennaio 1944 A Biella e comuni limitrofi gli stabilimenti lavorano al completo. Nessun’altra novità da segnalare. Ieri sono stati tratti in arresto e consegnati al locale comando germanico quattro pri-

60 gionieri di guerra inglesi, catturati nel comune di . Per favoreggiamento dei prigionieri stessi sono stati inoltre arrestati i seguenti individui: Barali Giuseppe, residente Santhià, agricoltore, Simone Attilio, residente Casanova Elvo, panettiere, Tamagno Carlo, residente Casanova Elvo, contadino. È stato pure tratto in arresto Orecchia Mario della classe 1924, garzone di campagna, per renitenza alla leva. 16 gennaio 1944 In provincia nessuna novità da segnalare durante la scorsa notte. I sottoindicati individui sono stati tratti in arresto e consegnati al locale comando del Distretto militare, trattandosi di militari sbandati che non hanno risposto alla chiamata alle armi: Simeoni Gino, da Castello Godego [Tv], residente Fontanetto Po, Piazza Gaspare, domiciliato ad Agrigento, Carelli Angelo, domiciliato a Bitonto (Bari). Pollone Andrea, residente Fontanetto Po, agricoltore: dichiarato in contravvenzione perché nel suo domicilio venne trovato un fucile da caccia che pur avendolo denunciato, non aveva consegnato all’autorità competente giusta bando prefettizio. 18 gennaio 1944 Nella scorsa notte nessuna novità da segnalare in provincia. A Biella e comuni limitrofi il lavoro ferve. A seguito di segnalazione telefonica, ieri sera, alle ore 23,45, è stato provveduto al- l’invio di un torpedone con tre agenti a Casanova Elvo per provvedere in unione con l’Ar- ma al trasporto a Vercelli di sei prigionieri di guerra inglesi catturati in quel territorio i quali sono stati direttamente consegnati al Comando tedesco nelle prime ore di stamane. Le sottoindicate [persone] sono state tratte in arresto perché indiziate di favoreggia- mento a prigionieri di guerra inglesi: Marengo Anna, qui residente, dottoressa ostetrica, Rossi Bianca, qui residente, impiegata. 19 gennaio 1944 A Biella nessuna novità. La scorsa notte è trascorsa tranquilla in provincia16. Reda Emilio, residente a Cossila San Grato: tratto in arresto ed accompagnato al loca- le Distretto militare per regolarizzare la sua posizione militare essendo della classe 1924. Molinari Ester Giuseppina, residente a Coggiola: tratta in arresto perché sospetta favo- reggiatrice di ribelli, ed in seguito scarcerata e diffidata a sensi di legge, non essendo emerse responsabilità a suo carico. 20 gennaio 1944 A Biella e comuni limitrofi nulla da segnalare. Tutti gli stabilimenti lavorano17. 21 gennaio 1944 In Biella e paesi limitrofi situazione normale18. 22 gennaio 1944 Pietro, qui residente: fermato per indagini di polizia politica. Garrione don Antonio, Gallardi rag. Pietro, Mandosio avv. Luigi, Martinetti don Cesa- re [tutti] qui resident[i]: i suddetti sono stati fermati stamane, per ordine superiore. 24 gennaio 1944 Corte Paolo Camillo, avvocato: tratto in arresto perché colpito da mandato cattura emesso Tribunale provinciale straordinario. Dolcino Maria Carmen: fermata per indagini polizia politica.

61 25 gennaio 1944 In Biella situazione normale19. Gli stabilimenti di Agostinetti in Coggiola e la Filatura di Tollegno, non lavorano per- ché manca la corrente elettrica. Si prevede che lo stabilimento di Tollegno verso le ore 10 di oggi sarà probabilente riattivato. Collomb Ivonne in Grassi da Varallo, Bosatra Enrica da Varallo: le suddette persone sono state qui accompagnate da un milite del 63o btg. “M” e messe a disposizione di que- sto Ufficio, perché favoreggiatrice (sic) dei ribelli. Regis Giovanni, residente a Borgosesia: fermato per indagini di polizia politica. 26 gennaio 1944 Nei comuni di Valle Mosso, Coggiola, Trivero, Crevacuore, la rete telefonica e della energia elettrica è interrotta, perché ieri sera verso le ore 23, alcuni ribelli hanno lanciato una bomba nella centrale elettrica di Valle Mosso. 27 gennaio 1944 Gli stabilimenti di Biella lavorano tutti, ad eccezione delle fabbriche di Reda, Cerruti e Garlanda, che sono state invitate a sospendere il lavoro dalla direzione della Sip, per mancanza di energia per guasti causati alla centrale elettrica di Ponte S. Martino. Nella zona di Valle Mosso, Coggiola, Trivero e Crevacuore la linea telefonica è tuttora sospesa per noto incidente segnalato ieri. Vola Francesco: arrestato perché colpito mandato cattura Tribunale provinciale straor- dinario di Vercelli. Giustetto Teresio Pasquale: fermato per essere presentato Commis- sione provinciale per confino ed ammonizione. 28 gennaio 1944 Guasco Antonietta da Trino: fermata per ordine superiore. 29 gennaio 1944 Gli stabilimenti nella zona di Coggiola, Valle Mosso, Trivero, Crevacuore, non lavora- no per mancanza di energia elettrica. Drago Anna da Vercelli: arrestata per favoreggiamento a prigionieri di guerra inglesi. Perotti Michele: fermato per ordine superiore. Basano Giuseppe: fermato per indagini polizia politica. Bianca Rossi da Vercelli: arrestata per favoreggiamento a prigionieri di guerra inglesi. 30 gennaio 1944 Il podestà di Occhieppo Superiore è stato tratto in arresto dalla Gnr perché fortemente indiziato di favoreggiamento ai ribelli. Piazzo Aldo da : fermato per ordine superiore. Capitani Oreste da Vercelli: qui accompagnato dal capo squadra Gnr Gadina e messo a disposizione del commissario Nardocci. 1 febbraio 1944 Bottero Enrico da Formigliana: fermato per regolare la propria posizione militare es- sendo della classe 1913. Ferrara Giovanni da Biella: arrestato per aver obbligato il pro- prio figlio Ermanno della classe 1925 a non presentarsi alla chiamata alle armi. Ieri sera verso le ore 22,30, sulla strada Porta Casale-Cappuccini alcuni alpini venuti a diverbio con dei militari si scambiavano alcuni colpi di moschetto, senza conseguenze. 2 febbraio 1944 Centinaia di operai del Cotonificio Poma hanno dovuto sospendere il lavoro per man- canza di materie prime.

62 Ferraris Carlo da Borgo Vercelli: arrestato per propaganda antinazionale e corruzione di ufficiali Esercito repubblicano. 3 febbraio 1944 La rete telefonica Vercelli-Biella è interrotta. 4 febbraio 1944 In Biella circola la voce che truppe germaniche hanno catturato un numero imprecisa- to di ribelli. Tutti gli stabilimenti lavorano. Bertini Adolfo da Vercelli: arrestato per disfattismo e per diffusione di notizie allar- mistiche. 6 febbraio 1944 P. G.: fermato perché proprietario del locale ove quattro alpini del battaglione Aosta avevano portato viveri sottratti al vettovagliamento della caserma. Viveri ricuperati e con- segnati ai militari (cap. Molinari). 10 febbraio 1944 Zaninetti Angelo nato a S. Pietro (Aosta), residente ad Ailoche, Moglia Alfonso nato a Cureggio [No], residente a Crevacuore: i suddetti sono stati arrestati per favoreggiamento ai ribelli della zona di Noveis. Mazzucchetti Angelo, da Pralungo, residente a Biella: fermato dalla Gnr per indagini di polizia politica. 11 febbraio 1944 Gli agenti comandati di pattuglia dalle ore 20 alle 22 in città, hanno diffidato diversi proprietari di stabili, perché tenevano aperto il portone d’accesso del fabbricato dopo le ore 21. 12 febbraio 1944 Anselmino Giacomo da S. Germano V., ex vigile del fuoco: arrestato perché responsa- bile di offesa al Duce. Novaria Fermo da Brusasco Torinese (sic): fermato per misure [di Ps] et indagini di polizia politica. Gli agenti comandati di servizio di pattuglia in città dalle ore 20 alle ore 22, hanno dif- fidato n. 6 proprietari di stabili, perché tenevano aperto il portone d’accesso al fabbricato dopo le ore 21. 14 febbraio 1944 Cabrino Elvezio: fermato per indagini di polizia politica. Rossi Sante da Vercelli: fer- mato dai militi del btg. “M” per indagini di polizia politica, è stato poi rilasciato in libertà. 15 febbraio 1944 Saccagno Rosanna da Vercelli: dichiarata in contravvenzione perché sorpresa a circo- lare durante lo stato di allarme aereo. Hatfreld George, Dodman Edward: prigionieri inglesi catturati dalla polizia tedesca nei pressi del comune di Palazzolo e accompagnati in questo ufficio. Ieri sera verso le ore 19,45 in questa piazza Torino è stata lanciata una bomba a mano ad opera di ignoti. Nessun danno a persone o a cose. 17 febbraio 1944 Montarolo Carlo da Trino Vercellese: fermato per indagini di polizia politica in segui- to a richiesta della Questura di Milano. Il medesimo è stato messo a disposizione del Co- mando compagnia carabinieri per essere tradotto a Milano.

63 Borgo Efisio da Bezzecca [Tn]: fermato per indagini di polizia politica. Re dr. Emilio da Vercelli, proprietario dello stabile sito in questa via F.lli Ponti n. 1: dichiarato in contravvenzione perché alle ore 23 di ieri sera lasciava il portone dello sta- bile aperto. Baucero Alessandro da Vercelli: arrestato perché traghettava sul fiume Sesia militari che si davano alla diserzione. 19 febbraio 1944 Facelli Domenico da Vercelli, comunista schedato: arrestato per arruolamento di ri- belli. Casolaro Enrico Carlo da Vercelli: arrestato perché commissario comunista del cam- po ribelli “Matteotti”. Quaglio Giovanni da Torrazzo: arrestato perché propalatore di notizie allarmistiche (let- tera censurata). Acquadro Felice da Savigliano Micca (sic): fermato per misure perché renitente alla leva (classe 1925). 21 febbraio 1944 Le sottonotate persone sono state fermate dai legionari “M” perché responsabili di favoreggiamento ai ribelli: Sizzano Giorgio da Trivero; Zegna Luciano da Trivero, Prette Quinto da Postua; Caccia Brando Antonio da Guardabusone (sic). Borgnana Natalina da Trivero, Santus Benvenuto da Trivero: fermate e trattenute quali ostaggi perché rispettivamente moglie e padre del noto industriale Santus, comunista fa- voreggiatore delle bande di ribelli. 22 febbraio 1944 Ieri in Mosso S. Maria leg[ionari] del 63o btg. “M” hanno fucilato dei ribelli. Oggi avran- no luogo a Mosso S. Maria i funerali delle 12 persone che furono uccise dai ribelli. Una rappresentanza degli operai degli stabilimenti siti in detto comune parteciperà ai funerali stessi. Scavardone Giuseppe da Vercelli: fermato dai legionari del battaglione “M” perché sprovvisto di documenti di identificazione e indiziato quale appartenente a bande di ribelli dell’Istria. Vallaro Alberto detto “il trinese” da Vercelli: arrestato perché responsabile di offese al Duce. 23 febbraio 1944 In Mosso S. Maria si sono svolti ieri i funerali delle 12 persone trucidate dai ribelli. Nessun incidente. Finocchiaro Orazio da Zaveno [Laveno?, Va]: arrestato dai legionari del btg. “M” per- ché responsabile di propaganda antinazionale. Guelpa Giovanni da Mosso S. Maria, segretario comunale: accompagnato in Questura da un legionario del btg. “M” perché responsabile di favoreggiamento a bande di ribelli. Anino Enrico da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica. Vercella Barbis Pietro da Coggiola, Bruera Rosa in Fasano da Torino: i suddetti sono stati arrestati perché sospetti di favoreggiamento a bande di ribelli. Gubernati Ermanno da Vigliano Biellese: arrestato perché responsabile di propaganda disfattista (lettera censurata). 24 febbraio 1944 Coda Ugo da Vandorno Biella: arrestato perché indiziato omicidio militare tedesco, consumato in Biella il 21-12-1943.

64 Borla Luigi da Trino Vercellese: arrestato da questi agenti di polizia perché assegnato dalla locale Commissione provinciale al confino di polizia. Caramella Marino da , soldato appartenente al corpo aeronautico di Asti: fer- mato perché in licenza, ha ritardato la presentazione al corpo. 25 febbraio 1944 Le sottonotate persone sono state arrestate dai legionari del btg. “M”, perché respon- sabili di favoreggiamento ai ribelli: Macconi Giovanni da Serravalle Sesia; Borgo Andrea da Torino; Busa Ernesto da Trivero; Busa Francesco da Trivero; Iengra [recte Ferrara] Ric- cardo da Serravalle Sesia; Saccardi Ugo da Serravalle Sesia. 26 febbraio 1944 Le sottonotate persone sono state arrestate dai legionari btg. “M”, perché facenti parte di bande di ribelli: Bisio Remo da Valle Mosso; Taglia [recte Tallia] Paride da Strona. 27 febbraio 1944 Malloni Giovanni da Pray Biellese: accompagnato a questo ufficio dai legionari del btg. “M” perché comunista. Bonardi Cesare da Borgosesia: arrestato dai legionari del btg. “M” perché responsabi- le di favoreggiamento ai ribelli. Casolaro Enrico da Vercelli: commissario politico della banda di ribelli di Coggiola, riconsegnato alla Questura dal comando btg. “M”. 28 febbraio 1944 Formaggio Giuseppe, residente frazione Cappuccini, manovale: fermato perché respon- sabile attività antifascista. Petrini Vincenzo, qui abitante, negoziante in automobili: fermato perché responsabile di oltraggio all’indirizzo del Duce. Rosso Carlo, Ciocca Franco, Lavarino Mario, Grassino Giuseppe [tutti residenti a San- thià], Tonello Renzo residente a Torino, sfollato a Saluggia, Donato Carlo residente a Sa- luggia, Lovo Lino nato NoventaVicentina [Vi] residente a Santhià, Casalicchio Aurelio nato a Corboia [Ro], residente a Santhià, Aimaro Dante nato a residente a Bianzè: fermati perché aventi obblighi di leva. Nella stessa giornata sono stati consegnati al locale Distretto militare. 29 febbraio 1944 In Biella nessun incidente si è verificato nella giornata di ieri. Molti stabilimenti han- no sospeso il lavoro per la nota deficienza di energia elettrica. Alcuni lavorano per i tede- schi. Carrero Giacomo da Borgosesia; Massotti [recte Mossotti] Domenica da Borgosesia: i suddetti sono stati qui accompagnati dalla Gnr perché favoreggiatori di ribelli. Bona Pierino da Strona; Salussola Mercurino da Valle Mosso: qui accompagnati dai legionari del 115o btg “M”, perché elementi pericolosi in linea politica. Bruno Guido da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica. 2 marzo 1944 Chas Moore Albert, prigioniero inglese evaso dai campi di concentramento: accompa- gnato in questo ufficio dai legionari del btg. 115 Gnr. Il medesimo è stato preso in conse- gna dalla Gendarmeria tedesca di Novara. 4 marzo 1944 Castoro Severino da Vercelli, sovversivo: fermato per indagini, perché indiziato quale autore diffusione manifestini sovversivi nello stabilimento Chatillon.

65 5 marzo 1944 Bariosco Marco da Vercelli, Miotto Maria da Vercelli: i suddetti sono stati fermati per indagini, perché indiziati autori diffusione manifestini sovversivi nello stabilimento Cha- tillon. Le sottonotate persone sono state arrestate dai legionari del 63o btg. “M” in Borgose- sia, per favoreggiamento ai ribelli: Borgia Ottavio, Allegra Edoardo, Florindo, Bri- gnone Secondo, Lorenzetti [recte Lorenzet] Elio, Coffetti Achille. 6 marzo 1944 Gli stabilimenti di Biella che hanno ultimato il periodo di ferie hanno ripreso questa mattina regolarmente la loro attività. Sono inoperosi solamente gli opifici che hanno ini- ziato con ritardo il periodo delle ferie. A Coggiola lo stabilimento “Bruno Ventre e Bardella”, a seguito della morte del pro- prietario, rimarrà chiuso per la giornata di oggi. Le sottonotate persone sono state arrestate dai legionari del 63o btg. “M”, per favoreg- giamento ai ribelli: Castellana Carlo da Cigliano; Bollea Emiliano da Cigliano. 7 marzo 1944 I sottonotati individui sono stati fermati dai legionari della 63a leg[ione] (sic) “M” per favoreggiamento ai ribelli: Pella Guido da Andorno Micca; Lace Alfredo da Andorno Mic- ca. 9 marzo 1944 Isacco Mario, Cossardo Mario, Corlao Giuseppe, Ferrarotti Alessandro, De Filippi Giuseppe, Enrico, Borla Teresio, Ardissone Bernardo, Ottavis Severino, Gorlero Giovanni, Ferraris Giovanni, Crosio Adriano, Mosso Pierino, Fossarello G. Battista, Man- cini Luigi, Bodiglio Guanzito, Bozzacco Ferruccio, Cattaneo Michele, Traversa Carlo, Aducco Mario, Forlano Mario: i suddetti 21 giovani tutti da Trino Vercellese, sono stati fermati dalla Gnr perché sorpresi a cantare “Bandiera rossa” sulla tramvia intercomunale Trino-Vercelli. Sereno Luigi da Vercelli: arrestato per propaganda disfattista fra i militari. Ricaldone Giovanni da Lenta: arrestato dalla Gnr perché favoreggiatore di ribelli. 10 marzo 1944 Lo stabilimento “Fila” di Cossato rimarrà chiuso per due giorni per mancanza di mate- rie prime. Gorlero Giuseppe da Trino Vercellese, Forlano Mario da Trino Vercellese: i suddetti due giovani sono stati arrestati dalla Gnr perché sorpresi a cantare l’inno sovversivo “Ban- diera rossa”. Don Moreno Felice da Varallo Sesia: fermato per indagini di polizia politica perché sospetto di favoreggiamento a ribelli. 11 marzo 1944 In Biella l’autorità germanica ha disposto la chiusura degli esercizi pubblici e di pub- blico spettacolo per i giorni 11, 12 e 13 corrente mese, ad eccezione dei ristoranti che potranno aprire solo dalle ore 11,30 alle 12,30 e dalle 17,30 alle 19,30 a causa uccisione del militare SS. 13 marzo 1944 Prella Bernardino Giuseppe da Vercelli, giornalista: fermato per indagini di polizia politica. Garrione don Antonio: fermato per indagini di polizia politica.

66 14 marzo 1944 Breaker Jon (sic) nato a Colbourne Council Houses (sic) 8-4-1912, prigioniero ingle- se evaso: arrestato a Valle Mosso dai militi della legione “Tagliamento”. Olivero Aldo da Crescentino: fermato per indagini di polizia politica, perché propala- tore di notizie allarmistiche. 15 marzo 1944 Ieri alle ore 14 due individui armati di pistola, penetrati nella Cassa di risparmio, filia- le di Coggiola, asportavano lire 60.000. Nessun danno a persone. P. E., qui abitante: dichiarato in contravvenzione per trasgressione all’ordinanza capo provincia data 3-11-1944 XXIII, per aver dato alloggio a P. P. e P. A., entrambi della classe 1924, senza notificarli alla Questura. 16 marzo 1944 Muraro Romana da Gaglianico: fermata perché recidiva in propalazione di notizie al- larmanti (lettera censurata). 19 marzo 1944 Bernard Valentino, nato a Victoria (Australia): prigioniero di guerra accompagnato in Questura dalla Gendarmeria tedesca. 20 marzo 1944 Le sottonotate persone sono state fermate dai militi della Gnr, in una operazione di rastrellamento nei pressi di Creola (sic), perché renitenti alla leva: Borra Mario, classe 1926, da Isolella [Borgosesia], Bergamaschi Angelo, classe 1924, da Milano, Parravicini Ettore, classe 1924, da Limbiate [Mi], Borra Giuseppe, classe 1924, da Isolella [Borgo- sesia]. Carmelita Moscatelli n. Usellini, domiciliata a Varallo, madre del Capitano20 Mosca- telli21: qui accompagnata dalla Gnr. Crosta Angelo da Busto Arsizio [Va]: fermato perché sospetto di connivenza con i ri- belli. 21 marzo 1944 Bertagnolio Armando da Cossato: arrestato perché responsabile di propaganda sovver- siva. 22 marzo 1944 Lozzia Pilade da Torino: fermato per indagini di polizia politica per ordine superiore. Ramella Edoardo da Biella: fermato per indagini di polizia politica perché propalatore di notizie false e allarmistiche (lettera censurata). Passera Mario da Varallo: fermato dalla Gnr per connivenza con i ribelli. 23 marzo 1944 La notte scorsa territorio Andorno Micca venivano uccisi da sconosciuti un sergente magg. ed un cap. magg. Gnr più tre sorelle con la mamma che erano in loro compagnia. Un milite ferito trovasi ricoverato ospedale civile Biella. Forza pubblica si è recata sul posto. Ferraris Giuseppe da Vercelli: arrestato perché colpito da mandato di cattura emesso il 21-3-1944 da locale Tribunale provinciale straordinario. Raso Giuseppe da Vercelli: fermato perché padre di un disertore. 24 marzo 1944 In Biella ieri sera alle ore 18 nel salone del Fascio si è celebrata la ricorrenza della fondazione dei Fasci. Presenziavano il commissario prefettizio, il comandante del Presi- dio, il comandante della Gnr ed il capitano dei carabinieri. I fascisti iscritti in numero di

67 220 e le fasciste in numero di 67 hanno prestato giuramento e ritirata la tessera. Nessun incidente. Tutti gli stabilimenti lavorano. In Varallo Sesia sono stati sequestrati n. 113 materassi, n. 27 coperte, 9 cuscini, 7 fe- dere per materassi, a suo tempo consegnati all’Istituto convitto d’Adda di quella città dal- l’ex podestà Osella22 per essere consegnati ai ribelli della zona. 25 marzo 1944 [Biella]. Gli stabilimenti di Faudella e Blotto non lavorano per mancanza di energia elettrica. Oggi alle ore 15 sempre in Biella avranno luogo i funerali dei due legionari trucidati dai ribelli. Le sottonotate persone sono state qui accompagnate dalla Gnr in istato di arresto per- ché ribelli: Guidotti Guerrino, residente a Varallo Sesia; Zaninetti Mario, residente a Bor- gosesia. Boggio Delmo da Vercelli: arrestato perché colpito da mandato di cattura emesso dal Tribunale provinciale straordinario di Vercelli. Bessone Giovanni da : fermato perché padre di un disertore. Martini Luigi da Vercelli: fermato perché padre di un disertore. Camandona Delfino Alessandro da Cascine S. Giacomo: fermato perché padre di un disertore. Di Stefano Domenico da Graglia Biellese: fermato dalla Gnr perché disertore. 27 marzo 1944 [Biella]. Tutti gli stabilimenti lavorano eccetto quelli di: Baselli, Cautti, Breda, Blotto Baldo che hanno dovuto sospendere il lavoro per mancanza di energia elettrica. Moscatelli Marcello da Varallo Sesia: arrestato dalla 63a legione (sic) “Tagliamento” perché fratello del famigerato comunista Moscatelli, capo banda di ribelli. 28 marzo 1944 [Biella]. Lo stabilimento di Poma Felice non lavora per mancanza di materie prime. Le sottonotate persone sono state qui accompagnate dalla Gnr perché genitori di di- sertori: Ogliaro Oddone, Artiglia Primitiva, Lorio Maddalena, [tutti] da Vigliano Biellese, Perazzo Maria, da Biella Vernato; Ceria Giuseppe, Gelone Venere, Pella Giuseppina, Fur- lanetto Maria [tutti] da Vigliano Biellese. Brovarone Aldo della classe 1924 da Vigliano Biellese: arrestato perché disertore. Jaffe Silvio da Casale Monferrato [Al], ebreo: fermato per essere inviato al campo di concentramento. Bidens Antonio da Pollone: qui accompagnato dalla Gnr; arrestato in seguito a richie- sta della Questura di Genova perché sospetto antifascista. 30 marzo 1944 Bracco Mario, della classe 1923: fermato per regolarizzare la sua posizione militare. Bonino Luigi Riccardo da Pralungo, medico chirurgo: arrestato dalla Gnr perché re- sponsabile di attività a favore dei ribelli. 31 marzo 1944 [Biella]. Tutti gli stabilimenti lavorano ad eccezione di quello “Poma” che rimarrà ino- peroso sino a lunedì prossimo, per mancanza di materie prime. Scaglia Giovanni da Coggiola: arrestato perché sospetto favoreggiatore di ribelli. 1 aprile 1944 In Biella lo stabilimento Cerruti non lavora in seguito alla morte del proprietario.

68 In Coggiola gli stabilimenti Bozzalla ed Octir non lavorano per mancanza di energia elettrica. I seguenti nominativi, tutti da , Bodo Giovanni, Treccate [recte Trecate] Eusebio, Bertin Guerrino, Ferranti Giuseppe, Perotti Ernesto, Viazzo Carlo, sono stati fermati dalla legione “Tagliamento” e qui accompagnati, perché, pur abitando nelle imme- diate vicinanze della zona in cui la notte scorsa vennero rimossi alcuni pali di sostegno fili di una linea elettrica, hanno dichiarato di non aver udito rumori sospetti. Falabino Alessandro da Olcenengo: fermato dalla legione Tagliamento perché sospet- to politico. 3 aprile 1944 Gli stabilimenti di: Bossetti, Buratti, Cerruti, Reda, Octir, Rivetti, Filatura di Tollegno, Rista, Rivetti Virgilio, Poma, Scandoni, Garlanda, Boglietti, Boschetti, non lavorano per mancanza di energia elettrica23. De Simone Giacomo da : fermato per indagini di polizia perché renitente alla leva e presunto ribelle. 5 aprile 1944 Alle ore 23 di ieri sera, tre sconosciuti armati di pistola, aggredivano un sergente della Gnr Tonato Giovanni e il milite richiamato Zini Guido che si trovavano di servizio al posto di blocco di Cavaglià. I suddetti trasportati al locale ospedale maggiore venivano ricovera- ti con prognosi riservata. Ciceri Pietro da Crevacuore: fermato per indagini di polizia politica. 6 aprile 1944 [Biella]. Il reparto tessitura dello stabilimento Sapit non lavora per mancanza di ener- gia elettrica. 8 aprile 1944 Gli stabilimenti Borsetti, Parna, Boglietti e F.lli Fila di Coggiola hanno sospeso il la- voro per mancanza di energia elettrica. D. C. da Lesa (Novara) attualmente incorporato nel battaglione alpini di stanza a Ver- celli: fermato per ordine superiore. 9 aprile 1944 Abate Francesco da Pettinengo, attualmente incorporato nel battaglione alpini, di stan- za in Vercelli: è stato fermato per indagini di natura politica. 10 aprile 1944 Gli stabilimenti industriali hanno sospeso il lavoro a causa delle festività pasquali. 11 aprile 1944 I seguenti stabilimenti di Biella hanno sospeso il lavoro per mancanza di energia elet- trica: Borsetti, Cerruti, Octir, Rivetti, Blotto Baldo, Filat. Tollegno, Sapit, Rivetti Virgi- nio. Anche lo stabilimento Bozzalla di Coggiola non lavora per lo stesso motivo. Gli sta- bilimenti Reda e Rista di Biella non lavorano per mancanza di materiale. 12 aprile 1944 Tutti gli stabilimenti lavorano ad eccezione degli opifici Borsetti e Poma Felice che hanno sospeso la lavorazione, il primo per mancanza di energia ed il secondo per mancan- za di materie prime. 14 aprile 1944 G. L. da Roncole di Busseto (Parma) trattenuto a disposizione del comando 1o btg. autonomo fanteria di stanza a Vercelli.

69 Ieri sera verso le ore 18,30 in uno dei reparti del locale ospedale maggiore il sergente Vitolo Michele della legione “Tagliamento” della Gnr, nel maneggiare una bomba a mano ne provocava lo scoppio. Il Vitolo riportava ferite multiple. Poiché la responsabilità del fatto cade esclusivamente sul sottufficiale predetto, lo stesso è piantonato nell’ospedale da legionari della stessa legione, in attesa di procedimento disciplinare. Questa notte, verso le ore 0,30, veniva ricoverato presso l’ospedale maggiore di que- sta città il soldato Venturelli Arturo di anni 20 da Modena, appartenente al 1o reggimento fanteria. Il Venturelli veniva medicato per ferite multiple al viso con sospetta frattura della mandibola e giudicato guaribile in gg. 50. Lo stesso ha dichiarato di essere stato malme- nato da alcuni arditi nei pressi della locale stazione ferroviaria. 15 aprile 1944 [Biella]. Gli stabilimenti: Poma, Boglietti, Octir, Borretti, Buratti, hanno sospeso il lavoro per mancanza di energia elettrica. 16 aprile 1944 Lasagna Giuseppe da Vercelli, arrestato perché colpito ordine cattura Tribunale straor- dinario. 17 aprile 1944 [Biella]. N. 13 stabilimenti hanno sospeso la lavorazione per mancanza di energia. 18 aprile 1944 Servetto dr. Renato da Biella: fermato per ordine superiore in conseguenza di indagini di polizia politica. 19 aprile 1944 Orgiazzi Maria da Valbella []: fermata perché propalatrice di notizie allar- mistiche (lettera censurata). 21 aprile 1944 [Biella]. Tutti gli stabilimenti lavorano ad eccezione dello stabilimento Poma, che ha sospeso il lavoro per mancanza di materie prime. Cometti Agostino da Varallo Sesia: fermato per essere inviato al lavoro in Germania. 23 aprile 1944 Raschio Franco, nato a Pallanza [No, ora Vb] 2-6-1924, residente a Biella, soldato presso il 6o deposito misto provinciale di Vercelli: fermato per accertamenti politici perché so- spettato di propaganda antifascista. 24 aprile 1944 I sottonotati individui sono stati tratti in arresto perché colpiti da ordine di cattura emesso dal pubblico accusatore del locale Tribunale provinciale straordinario: Dorato Lino, Giordano Bruno, Montagnini Giovanni [tutti] da Trino Vercellese. Celotti Maria in Buratti da Biella: fermata per accertamenti in seguito a revisione di corrispondenza. 25 aprile 194424 Novità particolari della notte: nessuna. Cerutti Camillo da Novara: arrestato perché favoreggiatore di elementi ribelli. 26 aprile 1944 Rosso Ermogeno, agente effettivo alla Questura di Torino: arrestato perché colpito da ordine di cattura emesso in data 21-3-44 dal Tribunale militare regionale di guerra di To- rino, siccome imputato di diserzione. 27 aprile 1944 [Biella]. Tutti gli stabilimenti lavorano ad eccezione dell’opificio Felice Poma che ha

70 dovuto sospendere la lavorazione per mancanza di materie prime. Questa notte sono stati trasportati all’ospedale civile di Biella 5 individui feriti da col- pi di arma da fuoco. Gli stessi, tutti da Valdengo, si presume siano stati aggrediti da ele- menti ribelli. In Valdengo è stato inoltre rinvenuto il cadavere di un individuo ucciso nel- l’aggressione di cui sopra. Monella Gabriele da Quarona Sesia: arrestato dai legionari del btg. “M” perché favo- reggiatore di elementi ribelli. 29 aprile 1944 Gli stabilimenti: Poma, Garlanda, Filatura di Tollegno non lavorano per mancanza di materie prime. 30 aprile 1944 Carrera Ugo da Gaglianico: fermato per accertamenti in seguito a lettera revisionata. Sutto Ines da Borgo d’Ale: fermata per accertamenti in seguito a lettera revisionata. 1 maggio 1944 Verso le ore 0,30 di questa notte militari tedeschi, per motivi ignoti, hanno aperto il fuoco contro una pattuglia di agenti di polizia, in servizio in questa città, uccidendo l’agente effettivo Mancini e l’agente ausiliario Sciacca. 2 maggio 1944 Due legionari della Gnr sono stati questa notte ricoverati nell’ospedale di Biella per ferite da arma da fuoco. Si sconoscono per ora i motivi del ferimento. Dalle ore 0,30 alle ore 1,10 questa provincia è stata in allarme aereo non seguito da incursione. Colombo Gaetano da Magnago [recte Magnano], Mirata Carlo da Magnago [recte Ma- gnano], Marauca Gioacchino da Salussola, Rabascio Mario da Cavaglià: fermati perché si astenevano dal lavoro in occasione del 1o maggio. 3 maggio 1944 Galetto Michele da Torino: fermato perché sospetto di attività sovversiva. 4 maggio 1944 La scorsa notte questa provincia è stata in allarme aereo, non seguito da incursione, dalle ore 23,20 alle ore 1. Ieri mattina nel territorio del comune di Pezzana l’ardito Tombolini Vincenzo apparte- nente al 1o btg. arditi di stanza a Vercelli rimaneva ucciso da un colpo di fucile mitraglia- tore partito accidentalmente da un’arma in postazione e brandeggiata da un ardito dello stesso battaglione. 7 maggio 1944 Dellarole Luigi da Asigliano: fermato per accertamenti in seguito a lettera censurata. 8 maggio 1944 Carletta Maria in Dellarole da Asigliano: fermata per accertamenti in seguito a lettera censurata. 9 maggio 1944 Fiore Alfonso da Desana; fermato perché autore dell’affissione di manifestini sovver- sivi in Desana. 11 maggio 1944 Carletti Pasquale residente a Torino e sfollato a : arrestato su richiesta tele- grafica della Questura di Torino e colà tradotto. 12 maggio 1944 Andreane [recte Andreone] Domenico da Rive Vercellese: arrestato perché sospetto

71 autore distribuzione manifestini sovversivi. Furlano Carlo da Rive: arrestato perché so- spetto autore distribuzione manifestini sovversivi e perché fratello di un disertore. Sigando Carlo da Rive Vercellese: arrestato per offese al fascismo e per aver distrutto gli emblemi fascisti nella sede comunale di Rive. Andreone Giovanni da Rive Vercellese: arrestato perché trovato in possesso di un fu- cile a retrocarica a due canne con 96 cartucce e per offese al fascismo e per aver distrutto gli emblemi fascisti nella sede comunale di Rive. 13 maggio 1944 [Biella]. Tutti gli stabilimenti lavorano eccetto l’opificio Pria che ha sospeso la lavo- razione per il normale periodo di ferie. Micotti Dante da Coggiola: fermato per indagini di polizia politica. 22 maggio 1944 Calegarin [recte Callegarin] Silvio da Pratrivero: fermato per misure di polizia politi- ca. Miraglia rag. Piero, residente a Vercelli: dichiarato in contravvenzione per infrazione alle norme oscuramento. 24 maggio 1944 Pastore Ottavio da Vercelli: fermato per misure di Ps per essere presentato alla Com- missione per i provvedimenti di polizia. 25 maggio 1944 Bioni Ercole da Alagna Sesia: fermato per accertamenti in seguito a revisione di cor- rispondenza. 26 maggio 1944 [Biella]. Dalle ore 0,15 alle ore 1,30 la città è stata in allarme aereo non seguito da incursione. Mellini Luigi da Cossato, Rabino Angela in Mellini da Cossato: i suddetti sono stati fermati perché proposti per l’assegnazione al confino di polizia. Cametti G. Battista da Gattinara: fermato perché incitatore di operai all’astensione dal lavoro. 29 maggio 1944 Nessuna novità da segnalare circa l’incursione aerea di ieri oltre quelle già note. 31 maggio 1944 Gallardi Pietro da Vercelli: fermato per essere interrogato circa attività politica. 3 giugno 1944 Iacassi Carluccio da Cerrina Monferrato [Al]: fermato per ordine dell’ecc. il capo del- la Provincia. 6 giugno 1944 Casalino Margherita, Butto Maria, Casalino Ernesta, Businaro Rosina, Pasino Dome- nica, Fantino Giovanna, Bago Marianna, Piovesan Emilio, Corona Maria, Porta Teresa, Pe- razzo Teresa, Baragioli Teresa, Gibin Luciana, Mazzola Rosina, Trinchero Maddalena, Gre- gori Carolina, Zarino Maddalena, Bisetti Luigia, Prassi Alfredo, Sassi Anacleto: le sud- dette 20 persone, tutte residenti a Vercelli, sono state fermate perché astenutesi dal lavo- ro (mondariso). 7 giugno 1944 Volta Parigi Ermenegilda, Comini Ines, Picco Maria Rosa, Bertotti Camillo, Poggi Eleonora, Pozzetti Adelaide ved. Artone, Stacchino Antonio: le suddette 7 persone, tutte residenti in Vercelli, sono state fermate perché si sono astenute dal lavoro (mondariso).

72 Questa notte alle ore 22,30 sono stati rinvenuti nel viale Garibaldi, viale Margherita, viale G. D’Annunzio, via Francesco Donati ed altre vie della città, sempre nei pressi dello scalo ferroviario diversi manifestini tricolori, con scritte: “W l’esercito rosso”, “W Roma liberata”, “W i partigiani”. 10 giugno 1944 Barberis Pierina, Novaria Caterina, Carenzo Caterina, Ferraris Paolina, Burocco Ma- ria, Opezzo Giuseppina, Opezzo Pietro: le suddette 7 persone, tutte da , sono state fermate perché, quali mondariso, si sono astenute dal lavoro. Sono inoltre sospettate di aver fatto propaganda fra le compagne di lavoro. Prato Giuseppe da Stroppiana: fermato perché sospetto istigatore delle mondariso di Stroppiana. 11 giugno 1944 Alle ore 5 di questa mattina scoppiava un incendio nella caserma della Gnr di Biella Piazzo. L’incendio prontamente domato dai vigili del fuoco ha prodotto lievi danni e si ritiene opera di elementi sbandati. 12 giugno 1944 Facchini Antonio da Viancino : arrestato perché autore di scritte sovversive. 13 giugno 1944 Fusco Enzo nato ad Altavilla Irpina [Av] il 7-3-1921, ivi residente, ardito della morte presso il 3o btg. Sedicente. Fermato per indagini perché qualificatosi per il vero Fusco Enzo quale ufficiale decorato eroe dell’A[frica] O[rientale] I[taliana]. 14 giugno 1944 Busi Rosina, Inverardi Teresa, Busi Evelina, Viviani Maria, Scalvini Maria, De Lorenzi Emilia, Scalvini Rubes [tutte] da Rezzato [Bs]: le suddette persone, impiegate in questa provincia in qualità di mondariso, sono state ieri fermate perché si astenevano dal lavoro: vennero in seguito rilasciate. Martigani Leonardo Giuseppe da Bolladella di Cairate [Va]: fermato perché pronun- ciava frasi offensive nei confronti del Duce. Campaci Maria da Vercelli, Guglielmati Terchio da Asigliano, Clirsi Pietro: le suddet- te persone sono state fermate perché sorprese a circolare durante il coprifuoco. 15 giugno 1944 Rastellato Clelia, Borella Pasquale, Rastellato Florindo, Degan Rita, Scolaro Loris, Scolaro Maria, Grapeggia Fernando, Genova Bruno, Tresi Maria, Bertipaglia Rosa [tutti] da Conselve [Pd]: le suddette 10 persone, occupate in qualità di mondariso in questa pro- vincia, sono state fermate perché astenutesi dal lavoro25. 16 giugno 1944 Fasano Pietro da Vercelli: fermato dalla Gendarmeria tedesca. Bacco Ernesto da Cavaglià: fermato per connivenza con ribelli. Di Aspro Carlo, Melen Enrico, Alice Antonio Enrico [tutti] da Cavaglià: fermati per sospetta connivenza con ri- belli. 17 giugno 1944 Zarino Eugenio da Vercelli fraz. Cappuccini: arrestato perché informatore di ribelli. Ronza Giovanni, Grasso Luigi, Savino Carlo [tutti] da Tronzano: fermati perché sospetti favoreggiatori di ribelli. Cannobio Filippo da Vercelli, Magnaghi Carlo residente a S. Margherita Ligure [Ge], Alessio Lorenzo da Santhià, Massa Antonio da Olcenengo: fer- mati perché sospetti favoreggiatori e finanziatori di ribelli.

73 Sacco Vincenzo da Cassino [Fr], Alessio Bruno da Vettignè [Santhià]: fermati perché disertori e sospetti di appartenere a bande armate di ribelli. 18 giugno 1944 Zarino Salvatore, qui residente: dichiarato in contravvenzione per inosservanza alle norme dell’oscuramento. 21 giugno 1944 Bonanno Angelo da Vercelli, Ascè Guglielmo da Santhià, Giangravè Paolo da Salusso- la: i suddetti sono stati fermati a Salussola per sospetta convivenza (sic) con i ribelli. Marullo Vitaliano da Vercelli: fermato per accertamenti di polizia politica. Beccaro Giovanni da Vigevano [Pv], Cerra Angelo da Palestro [Pv]: fermati per favo- reggiamento a ribelli. 22 giugno 1944 P. E., P. L., C. R., B. G., [tutte] da Vercelli: fermate perché “sfaccendate” ed avviate al lavoro dal sindacato dei lavoratori dell’agricoltura per la monda del riso. F. V. da Monselice [Pd], R. B. da Piacenza d’Adige [Pd]: fermati perché “sfaccendati” ed avviati all’Unione lavoratori dell’agricoltura per essere impiegati nei lavori di monda. 26 giugno 1944 Clemente Tullio da : qui accompagnato dal capitano Marconi Alfredo della compagnia S. Marco, perché responsabile di aver favorito la fuga di molti militari. Cardano Mario, Palestro Eusebio da Stroppiana: i suddetti sono stati fermati a Strop- piana perché renitenti alla leva. Tommasino Vittorio da Trino Vercellese: fermato per accertamenti politici. 28 giugno 1944 Rosso Antonio da Vercelli: costituitosi spontaneamente perché colpito da ordine di cat- tura del Tribunale provinciale straordinario di Vercelli. 29 giugno 1944 Sassone Francesco e Abate Carlo da Palestro [Pv]: fermati perché sorpresi a circolare durante le ore del coprifuoco 30 giugno 1944 Coppo Alfredo da Vercelli, Ardizzone Giuseppe da Vercelli: fermati perché sorpresi a circolare durante le ore del coprifuoco. Masoero Giovanni da Desana: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore del coprifuoco e sprovvisto di documenti di identifica- zione. Brusotto Giuseppe da Crescentino, Sitzia Carluccio da Torino, sfollato a Moncri- vello, Cicchelli Giuseppe da Palazzolo, Dell’Aquila Giuseppe da Torino, sfollato a Palaz- zolo, Ferraris Domenico da Moncrivello, Ferraris Secondino da Moncrivello, Slanzi Rino da Palazzolo: fermati perché renitenti alla leva. 1 luglio 1944 Loggia Paolo da Borgo d’Ale: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore del coprifuoco. Gianoglio Carlo da Asti: ucciso da militari della compagnia della morte di guardia al posto di blocco di Porta Torino, perché, autista di una autobotte non si fermava all’intima- zione dell’alt. Ferraris Giovanni da Vercelli: fermato perché appartenente a bande armate di ribelli. 5 luglio 1944 Ferraris Carlo da Borgo Vercelli: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore del coprifuoco.

74 6 luglio 1944 Marcone Mario da Pezzana, Squara Giovanni da Vercelli: fermati perché sorpresi a circolare durante le ore del coprifuoco. 7 luglio 1944 Pozzi Aldo da Busto Arsizio [Va]; fermato dagli arditi al posto di blocco strada Asiglia- no, per regolare la sua posizione militare. 8 luglio 1944 Pitton Linda da Vercelli, Perego Ernestina da Vercelli: fermate perché sorprese a cir- colare in bicicletta durante le ore di divieto. Saccani Carmela da Gottolengo [Bs], Regiani Elvira da Casalmaggiore [Cr], Pettazzini Angiolina da Casalmaggiore: fermate perché sor- prese a circolare in bicicletta durante le ore di divieto. 9 luglio 1944 A causa dell’interruzione della linea telefonica non si hanno notizie da Biella26. 11 luglio 1944 Non si hanno notizie da Biella. Nulla da segnalare per gli altri Comuni della Provincia27. 12 luglio 1944 Bellettato Giulio da Vercelli: fermato alla stazione ferroviaria di Santhià, perché spac- ciatosi quale ufficiale della polizia germanica si intrometteva in una operazione di servi- zio eseguita da organi di polizia cercando di farsi consegnare l’individuo che era stato fer- mato, asserendo di volerlo accompagnare ai competenti comandi germanici. 14 luglio 1944 Moretto Stefano, Bertotto Giannino, Borelli Carlo, Piasio Casdove in Borelli [tutti] da Vercelli: i suddetti sono stati dichiarati in contravvenzione perché circolavano in bici- cletta dopo le ore 21. Pino Agostino, Rigazio Giovanni, Rossi Giuseppe [tutti] da Cigliano: fermati per inda- gini circa la trebbiatura del grano. 15 luglio 1944 Sarasso Giuseppe da Vercelli: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore di coprifuoco senza la prescritta autorizzazione. Caranto Pietro da Cigliano: fermato perché propagandista fra gli agricoltori perché non iniziassero i lavori di trebbiatura del grano. 17 luglio 1944 Barone Salvatore da Tronzano: fermato perché renitente alla leva. Ghigo Paola da Borgo d’Ale: fermata perché madre di capo ribelli. Ghigo Marcello da Borgo d’Ale: fermato perché appartenente a bande di ribelli. Guglielmina Albina da S. Germano Vercellese, Gallo Maria da Vercelli: fermate per- ché sorprese a circolare durante le ore di coprifuoco. 18 luglio 1944 Poy Giovanni da Torino: fermato alle ore 24 perché circolava in ora del coprifuoco senza autorizzazione. 20 luglio 1944 Padini [recte Padino] Felice, Zucca Giuseppe, Costa Felice [tutti] da Santhià: fermati per indagini di polizia politica. Strada Teodoro da Vicolungo [No]: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore di coprifuoco senza la prescritta autorizzazione28.

75 23 luglio 1944 Viola Ezio da Pray Biellese: fermato per favoreggiamento a ribelli. Castini Francesco da Vercelli: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore del coprifuoco e per oltraggio e resistenza alla forza pubblica. 24 luglio 1944 Ieri formazioni aeree nemiche hanno sorvolato il territorio di questa provincia sgan- ciando bombe e mitragliando abitanti di Fontanetto Po e Brusnengo. A Cossato veniva spezzonato un treno. Si lamentano vittime e danni. Balossino Eusebio da Vercelli: arrestato perché disertore. Conti Carlo da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica. Scarparo Antonio da Vercelli: fermato perché divulgatore di manifestini sovversivi. Testa Luigi da S. Giusto Canavese [Ao, ora To], Cattabiani Dante da Castelnovolotto [?]: fermati perché renitenti alla leva. 25 luglio 1944 Questa notte alle ore 1,45 venivano lanciate contro gli stabili contrassegnati con i nu- meri 25 e 27 di questo corso Repubblica 5 bombe a mano che hanno provocato la rottura di saracinesche e vetri. Nessun danno a persone. Casarotti Ariente, Ferrante Luigi, Casalino Armando [tutti] da Vercelli: fermati perché sorpresi a circolare durante le ore del coprifuoco. Barone Lilia da Vercelli: fermata per indagini di polizia politica. Mino Oreste da Borgosesia: fermato per indagini di polizia politica, perché sospetto di aver appartenuto a bande armate di ribelli. 26 luglio 1944 La giornata del 25 luglio è trascorsa senza novità. 27 luglio 1944 Ore 3 circa. Aerei nemici lanciavano sulla città alcuni spezzoni incendiari, uno dei quali cadeva in via Galileo Ferraris, danneggiando il selciato della via. 30 luglio 1944 Macchieraldo [recte Machieraldo] Alfredo da Santhià: arrestato perché resosi respon- sabile di propaganda antinazionale. 31 luglio 1944 Bordone Pierino, Morchino Giorgio da Pezzana: dichiarati in contravvenzione perché circolavano durante l’allarme aereo. Le sottonotate persone sono state fermate dalla Gnr del lavoro, perché al passaggio di un treno di militari lanciavano grida sediziose: Alunni Giovanni, Guassora Celestino, Buffa Serafino, Travostino Felice, Servardone Pietro, Gia- ra Remo, Teglia Pietro [tutti] da Vercelli. 1 agosto 1944 Questa notte verso le ore 1,30 in questa piazza Cavour venivano lanciate da ignoti tre bombe a mano contro la libreria Giovannacci, provocando la rottura delle saracinesche ed un principio di incendio subito domato dall’intervento del vigili del fuoco. Nessun danno a persone. Merlo Carlo da Lenta: fermato per indagini di polizia politica. Cominetti Guido da Varallo: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore del coprifuoco senza la prescritta autorizzazione. 2 agosto 1944 Mondino Giovanni da Mazzè [Ao, ora To], Balocco Stefano da Borgo d’Ale, Morisio

76 Antonio da Mazzè, Ghigo Giovanni da Tronzano: fermati dalla Brigata nera, perché sospetti di appartenere a bande di ribelli. 3 agosto 1944 Ghelfi Mario da Vercelli: fermato perché sorpreso a circolare in bicicletta durante le ore di divieto. 5 agosto 1944 Cerruti Emilio da Comino [recte Camino, Al]: fermato per accertamenti circa la di lui posizione militare. 6 agosto 1944 Moggio Enrico da Torino, Chio Vittorio, Ronco Giuseppe, Artioli Pietro [tutti] da Cre- scentino, Molinaro Pietro da Cavaglià: i suddetti sono stati fermati per indagini di polizia politica. 7 agosto 1944 Verso le ore 19,05 di ieri una formazione [aerea] nemica bombardava e mitragliava questa città. Lievi danni alle linee ferroviarie e nessuna vittima accertata. N. 25 persone sono state dichiarate in contravvenzione perché sorprese a circolare durante lo stato di allarme aereo. 8 agosto 1944 Numero 8 persone sono state ieri dichiarate in contravvenzione perché sorprese a cir- colare durante lo stato di allarme aereo senza la prescritta autorizzazione. 11 agosto 1944 Proveniente da Maderno [Bs] ha pernottato all’albergo “Pesce d’oro” l’ecc. Pierotti, prefetto ispettore dell’alimentazione per il Piemonte. Alle ore 9,30 parte per Torino. 12 agosto 1944 A Salussola questa notte verso le ore 24, ignoti, che si presume ribelli, hanno asporta- to dalla stazione ferroviaria diverse centinaia di biglietti di 3a classe, L. 1.300, l’apparato telegrafico e le chiavi degli scambi dei binari. Verso le ore 3 di questa notte ignoti faceva- no esplodere sulla linea ferroviaria Torino-Milano un ordigno esplosivo causando il dera- gliamento di una locomotiva e di un carro merci. Nessun danno a persone. Casotto Domenica, Fossati Teresa da Vercelli: dichiarate in contravvenzione perché sorprese a circolare in bicicletta durante le ore di divieto. 13 agosto 1944 Protta Elda da Vercelli: arrestata perché trovata in possesso di documenti di identifi- cazione falsificati. Gioia prof. Axel, da S. Damiano d’Asti [At]: dichiarato in contravvenzione perché sor- preso a circolare durante lo stato di allarme aereo, senza la prescritta autorizzazione. Andreone Giovanni da Trino Vercellese, Maritano Pietro da Cigliano, Pegani Vitaliano da Ronsecco, Pregnolato Antonio da Palestro [Pv], Ponsetto Attilio da Caluso [Ao, ora To], Vismara Antonio da Lonate Pozzolo [Va], Andreone Aldo da , Corradino Pietro da Borgo Vercelli, Costanzo Giovanni da Motta dei Conti, Saibeni Costantino da Milano: i suddetti venivano fermati in seguito ad un controllo eseguito sui ciclisti indi identificati e rilasciati. Oltre ai suddetti sono state fermate identificate e rilasciate, per lo stesso mo- tivo, altre 200 persone, tutte da Vercelli. 15 agosto 1944 Dalle pattuglie comandate per il controllo ai ciclisti sono state fermate circa 80 per- sone, identificate e rilasciate.

77 18 agosto 1944 Nelle prime ore di stamane elementi ribelli interrompevano a mezzo di esplosivo i binari della linea Biella-Santhià nei pressi di Salussola. Casanova Giulia in Grasso da Vercelli: fermata per indagini di polizia politica. Gaetani Elsa da Vercelli: fermata per indagini di polizia politica. Ieri sono stati fermati dalle pattuglie comandate per il controllo ai ciclisti circa 50 persone, identificate e rilasciate. 20 agosto 1944 Gibin Norma da Vercelli: dichiarata in contravvenzione perché sorpresa circolare in bicicletta durante le ore di divieto. 23 agosto 1944 Pertusa [recte Pertusi] Carmela da Vercelli, infermiera: fermata per indagini di polizia politica. 24 agosto 1944 Questa notte aerei nemici hanno sorvolato questa città lanciando razzi luminosi e sgan- ciando bombe nei pressi della cascina Ranza, oltre fiume Sesia. Altre bombe sono state sganciate nei pressi di Bianzè, non si lamentano né vittime né danni. 28 agosto 1944 Verso le ore 23 di ieri alcuni individui armati si sono presentati presso il Municipio di Crescentino, facendosi consegnare dal capo guardia alcune armi che erano state rinvenute su un’automobile abbandonata. Si allontanavano quindi per ignota direzione senza altri in- cidenti. 3 settembre 1944 Verso le ore 22,30 di ieri elementi sconosciuti ritenuti ribelli facevano saltare mediante esplosivo un tratto della linea ferroviaria Torino-Milano, fra le stazioni di S. Germano e Olcenengo. Non si lamentano vittime. Linea riattivata. 4 settembre 1944 Questa notte alcuni aerei nemici hanno sorvolato questa città sganciando alcune bom- be sullo stabilimento Chatillon e provocando lievi danni. Altre bombe sono state sgancia- te nei pressi della cascina Ranza oltre fiume Sesia, senza provocare danni. Non si lamen- tano vittime. Altri aerei hanno sganciato alcune bombe nei pressi del posto di blocco di Chiavazza (Biella), colpendo lievemente un padiglione della Sip. Altre bombe sono state sganciate nel comune di Pralungo. Lievi danni a fabbricati. Si lamentano due feriti leggeri. 7 settembre 1944 Ieri sera elementi ribelli hanno prelevato i militari in servizio al posto di blocco di questa via per Olcenengo. 8 settembre 1944 Questa notte cinque sconosciuti armati, ritenuti ribelli, nella stazione ferroviaria di Crescentino hanno ucciso un militare tedesco ferendone un altro. Spettacoli pubblici sospesi per lutto nazionale. 10 settembre 1944 Soggia Floriano, Arona Aristide da Vercelli: i suddetti sono stati fermati per indagini polizia politica.

78 11 settembre 1944 Alle ore 11,30 di ieri aerei nemici spezzonavano e mitragliavano la stazione ferrovia- ria di Rive Vercellese. Si lamentano 1 morto, 3 feriti e due carri ferroviari incendiati ed alcuni danneggiati dal mitragliamento. Pesenti [recte Pisenti] Enrico da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica. 12 settembre 1944 Ieri sera in una osteria di Greggio veniva assassinato da due sconosciuti un militare appartenente alla divisione S. Marco. I due banditi asportavano il mitra, la pistola e le bombe a mano che erano in dotazione al militare. 15 settembre 1944 Questa notte elementi ribelli mediante esplosivo facevano saltare un binario della li- nea ferroviaria Torino-Milano, tra le stazioni di Saluggia e . Il traffico ferroviario si svolge normalmente sul binario intatto. Fassone Pietro da Vercelli: contravvenzione alle norme sull’oscuramento. 16 settembre 1944 Sansalvadore Vincenzo da S. Germano Vercellese: fermato perché disertore. 17 settembre 1944 Verso le ore 19 di ieri alcuni aerei nemici hanno sorvolato la linea ferroviaria Vercelli- Casale sganciando alcune bombe nei pressi della stazione di . La linea è stata in- terrotta e si presume che potrà essere riattivata entro la giornata di oggi. Nessun danno a persone. Quaranta Ettore da Vercelli: fermato per inosservanza alle norme relative al coprifuo- co. Crismancich Giovanna (sic) da Trieste: fermato perché sospetto appartenente a bande di ribelli. 19 settembre 1944 Questa notte elementi ribelli hanno interrotto mediante esplosivo un binario della li- nea ferroviaria Milano-Torino, nei pressi di Livorno Ferraris. Il traffico si svolge regolar- mente sull’altro binario rimasto intatto. 20 settembre 1944 Castoro Severino Giuseppe, Facelli Domenico da Vercelli: dichiarati in contravven- zione perché, quali ammoniti politici, si allontanavano dal proprio domicilio senza la pre- ventiva autorizzazione dell’autorità di Ps. 23 settembre 1944 Nella mattinata di ieri aerei nemici in due ondate hanno sorvolato questa città sgan- ciando bombe sul ponte ferroviario sul fiume Sesia. La stessa opera è stata colpita in due punti. Si lamentano quattro feriti. Si presume che il traffico potrà essere riattivato fra qual- che giorno. 24 settembre 1944 Ieri, a scopo di sabotaggio, elementi ribelli facevano saltare mediante esplosivo en- trambi i binari della linea ferroviaria Milano-Torino sul ponte sul canale Cavour tra le sta- zioni di Santhià e S. Germano. Un binario è stato riattivato ed il traffico si svolge rego- larmente. 26 settembre 1944 Nel pomeriggio di ieri aerei nemici hanno effettuato una azione di mitragliamento su Venaria di provocando un incendio in un cascinale prontamente domato dai vigili del fuoco di Vercelli subito accorsi. Non si lamentano vittime.

79 Alle ore 20,45 ed alle ore 23,30 altri aerei nemici effettuavano azioni di mitragliamento e di spezzonamento nel comune di Borgo Vercelli. Non si lamentano vittime né danni. 27 settembre 1944 Verso le ore una di questa notte nella trattoria “Fontana” di Santhià sconosciuti ritenuti ribelli uccidevano a colpi di arma da fuoco un tenente della G[uardia] r[epubblicana] c[onfinaria]. Rimaneva altresì ferito il proprietario dell’esercizio. 28 settembre 1944 Verso le ore 18 di ieri militi armati qualificatisi appartenenti alla legione “Muti” impe- divano ai militari comandati in servizio sull’autostrada nei pressi del comune di Greggio di assumere il sevizio stesso facendo presente che per evitare una eventuale sparatoria non dovevano più farsi vedere. Lo stesso pare sia avvenuto a Balocco e nelle zone limitrofe. Comando Sicurezza “Buch” informato. In Biella situazione normale. Nulla da segnalare per gli altri Comuni della Provincia. 30 settembre 1944 Raviglione Francesco, segretario comunale di Valle S. Nicolao: tradotto a Vercelli in stato di arresto dalla Gnr di Biella per essere messo a disposizione del capo della provin- cia. 1 ottobre 1944 Verso le ore 17,30 elementi ribelli attaccavano nei pressi di Trino Vercellese militari tedeschi di passaggio. Un’ora dopo mentre automezzi della Brigata nera di Vercelli giun- gevano sul posto per dare man forte, venivano attaccati da altri ribelli; uno squadrista ri- maneva ferito. Alle ore 23,45 mentre gli automezzi della Brigata rientravano a Vercelli, venivano fatti segno a mitragliamento da parte di un aereo nemico. Si lamentano 4 morti e 6 feriti. Alle ore 3,30 un aereo nemico sorvolava la città di Vercelli sganciando alcuni spezzoni incendiari ed effettuando azione di mitragliamento. Si lamenta un morto; nessun danno materiale. 2 ottobre 1944 Verso le ore 21 di ieri un aereo nemico effettuava una azione di mitragliamento su questa città. Non si lamentano vittime né danni. 4 ottobre 1944 Leone Luigi da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica. 6 ottobre 1944 Verso le ore 21,30 di ieri sera alcuni ribelli armati si presentavano presso il municipio di Crescentino ed asportavano un apparecchio radio ricevente. 13 ottobre 1944 Questa notte verso le ore due un numero imprecisato di individui sconosciuti ritenuti ribelli, tentava di attaccare il posto di blocco sito sulla via per Olcenengo. Il tentativo ve- niva frustrato dal pronto intervento dei militari in servizio che con il fuoco delle armi in dotazione fugavano gli attaccanti. Verso le ore 22 di ieri un gruppo di ribelli armati si presentava presso il caseificio di Tortolone Giovanni da impossessandosi di un quintale di burro e di un maiale. 15 ottobre 1944 Al posto di sorveglianza e segnalazione della regione Isola sono state notate dalle ore 2 alle ore 4,30 segnalazioni luminose effettuate da elementi sconosciuti.

80 Alle ore 2,30 i militari dello stesso posto aprivano il fuoco contro una macchina che all’intimazione dell’alt non si fermava. L’automezzo svoltava in una strada laterale e rispon- deva al fuoco allontanandosi quindi per direzione ignota. Verso le ore 20 di ieri sera elementi ribelli entravano nella stazione ferroviaria di S. Germano e dopo aver immobilizzato il personale di servizio danneggiavano l’apparecchio telegrafico, il blocco scambi e scassinavano la cassaforte asportando lire 5.000. Gli appa- rati telegrafici sono stati riparati mentre gli scambi sono ancora inutilizzati. I predetti si allontanavano dirigendosi verso Santhià. 16 ottobre 1944 Verso le ore 0,30 di questa notte i militari del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] di strada Asigliano e porta Milano sparavano alcuni colpi di arma da fuoco per fugare ele- menti sconosciuti che si aggiravano nelle vicinanze dei posti stessi. 17 ottobre 1944 Al posto di sorveglianza e segnalazione strada per Gattinara verso le ore 24 venivano notate segnalazioni luminose e lanci di razzi. I militari di servizio intervenivano con le armi in dotazione fugando i disturbatori. Mischiatti Secondo da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica. 18 ottobre 1944 Verso le ore 20 di ieri cinque sconosciuti armati sulla strada Vercelli-Cappuccini apri- vano il fuoco contro i militari germanici uccidendone uno e ferendone un altro. Sono in corso indagini. Verso le ore 0,30 di questa notte sconosciuti tentavano di interrompere la linea telefo- nica nei pressi del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] di porta Milano. Gli stessi venivano posti in fuga dai militari di servizio che intervenivano facendo uso delle armi. 19 ottobre 1944 Questa notte, nei pressi del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] della strada di Olcenengo elementi disturbatori venivano fugati dal fuoco delle armi in dotazione ai mi- litari del posto stesso. 21 ottobre 1944 Questa notte elementi disturbatori sparavano un colpo di pistola contro i militari in servizio al posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] della strada per Olcenengo e quindi si allontanavano per ignota direzione. Verso le ore 6 di questa mattina elementi ribelli si presentavano presso la sede muni- cipale di Oldenico asportando i registri dei quadrupedi e l’apparecchio telefonico. Zamboni Pietro da Leno [Bs]: fermato in seguito ad azione di rastrellamento da parte della pattuglia di questo ufficio perché sullo stradale salutava alla comunista col pugno chiuso. Tacchi Mario Gaetano da Lonate Pozzolo [Va]: fermato in seguito ad azione di ra- strellamento da parte di una pattuglia di questo ufficio, perché indossante la divisa dei ri- belli e perché trovato in possesso di un coltello a lama fissa. 22 ottobre 1944 Cortellino Giacomo da Trieste: fermato da agenti di questo ufficio perché sospetto appartenere a bande armate di ribelli. 23 ottobre 1944 Verso le ore 22,15 di ieri elementi sconosciuti sparavano alcune raffiche di mitra con- tro i militari del posto s[orveglianza e di] s[egnalazione] di porta Milano. I militari stessi rispondevano al fuoco e fugavano gli sconosciuti.

81 24 ottobre 1944 Verso le ore 20 di ieri sera in questa piazza Cavour quattro individui che si aggiravano attorno ad un autocarro carico di riso diretto ad Udine esplodevano un colpo di pistola contro il tenente Barzilai Attilio di questo C[entro] c[ostituzione] g[randi] u[nità dell’esercito] che si era avvicinato all’automezzo allo scopo di accertarsi delle intenzioni dei suddetti. Il Bar- zilai restava leggermente ferito ad un braccio e gli sconosciuti si dileguavano per ignota direzione. Oppezzo Pietro da Stroppiana, cl. 1926: fermato da pattuglia di questo ufficio perché renitente alla leva. 26 ottobre 1944 Verso le ore 22,30 di ieri elementi ribelli prelevavano e disarmavano i militari di ser- vizio al posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] della regione Isola. I militari stessi ve- nivano restituiti poco dopo. Alle ore 0,30 si verificava un secondo attacco allo stesso posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione]: nel conflitto a fuoco che ne seguiva rimaneva ferito un serg. magg. del- l’esercito. Altri elementi disturbatori tentavano di avvicinarsi al posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] della strada per Gattinara, fugati dal fuoco delle armi in dotazione ai mili- tari di servizio. 28 ottobre 1944 Acquadro Paolo da Vercelli: fermato perché sospetto organizzatore associazione sov- versiva. 30 ottobre 1944 Verso le ore 22,30 di ieri elementi disturbatori sparavano una ventina di colpi di arma da fuoco contro i militari in sevizio al posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] della regione Isola. I militari stessi rispondevano al fuoco e fugavano gli aggressori. Verso le ore 21 di ieri sera due sconosciuti si presentavano presso la latteria di Lariz- zate asportando q. 1,06 di burro. 31 ottobre 1944 Verso le ore 22 di ieri i militari del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] di Biella aprivano il fuoco contro elementi disturbatori che facevano segnalazioni luminose, fugan- doli. 1 novembre 1944 Verso le ore 22,30 di ieri elementi ritenuti ribelli sparavano alcune raffiche di armi automatiche contro i militari del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] della strada per Trino. I militari del posto stesso reagivano con le armi in dotazione fugando gli ag- gressori. 5 novembre 1944 Ieri verso le ore 13,30 apparecchi nemici sganciavano numerose bombe sul ponte fer- roviario sul fiume Sesia interrompendolo in 4 punti. Si lamentano un morto e due feriti. Le linee ferroviarie per Milano e Pavia sono interrotte e si effettua il trasbordo. Salis Giuseppe, Bernotti Giuseppina in Salis da Camino [Al]: fermati perché sospetti favoreggiatori di ribelli. Bausardo Giuseppe da Trino: fermato per misure politiche e sospetti in genere. 8 novembre 1944 Verso le ore 20,45 di ieri veniva rinvenuto affisso ad una colonna dei portici del caffè

82 Marchesi di questa città, un manifestino sovversivo con la dicitura “Italiani, insorgere e combattere non è azione di domani. L’insurrezione nazionale è già iniziata ed è prossima l’ora della battaglia decisiva. Il Comitato di liberazione nazionale per l’Alta Italia”. Si è provveduto a staccare detto manifestino. 9 novembre 1944 Ieri sera a veniva proditoriamente assassinato il m[arescia]llo della X flottiglia Mas Zerbinati Guglielmo29, di anni 27. La salma del predetto è stata trasporta- ta presso questo ospedale maggiore. Sono in corso indagini. 10 novembre 1944 Moscone Cesare, detenuto presso le carceri di Vercelli: verso le ore 20-21 di ieri elu- dendo la vigilanza delle guardie carcerarie, riusciva ad evadere. 11 novembre 1944 Pegoraro Antonio da Vercelli, guardia carceraria, Vincenti Ignazio da Vercelli, guardia carceraria: fermati perché sospetti favoreggiatori della fuga del detenuto. 12 novembre 1944 Verso le ore 6,30 di questa mattina elementi ribelli, attaccavano con sorpresa il posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] sito sulla strada per Gattinara e disarmavano i militari ivi in servizio. Questa notte un aereo nemico sganciava alcune bombe nei pressi del posto di blocco di Sant’Agata sito alla periferia della città di Biella. Nessuna vittima e nessun danno. Briglia Eraldo da Vercelli: dichiarato in contravvenzione perché sorpreso a circolare in bicicletta durante le ore in divieto. 13 novembre 1944 Verso le ore una di questa notte elementi sconosciuti sparavano alcuni colpi di arma da fuoco contro i militari del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] sito sulla strada per Gattinara. I militari rispondevano al fuoco e fugavano gli aggressori. Verso le ore 20,30 sconosciuti lanciavano alcuni sassi contro i militari del posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] sito sulla strada per Olcenengo colpendo un militare che è stato ricoverato al locale ospedale civile. Col fuoco delle armi in dotazione i soldati di servizio fugavano gli sconosciuti. Questa mattina verso le ore 8 elementi ribelli dopo essere penetrati nei locali del municipio di S. Germano asportavano tre macchine da scrivere e danneggiavano l’appa- recchio telefonico. Dopo pochi minuti gli stessi si allontanavano con un carrettino a mano carico di sacchi di grano probabilmente rubato ad agricoltori della zona. Altro gruppo di ribelli rapinavano un camioncino e con esso si diressero alla volta di Carisio. Nel pomeriggio di ieri sulla strada Desana-Lignana è stato rinvenuto il cadavere di un militare ucciso con un colpo di arma da fuoco alla nuca. Bava Mario da Vercelli: arrestato per detenzione di armi. Briglia Eraldo da Vercelli: dichiarato in contravvenzione perché sorpreso a circolare in bicicletta durante le ore di divieto. 16 novembre 1944 Cattin Giovanna, Paganin Piera, da Vercelli: fermate perché chiedevano telefonicamente al posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] strada per Olcenengo notizie di carattere militare. Zarino Walter da Vercelli: dichiarato in contravvenzione perché sorpreso a circolare in bicicletta durante le ore di divieto.

83 20 novembre 1944 Scansetti Angelo da Vercelli: fermato perché sorpreso a circolare durante le ore del coprifuoco senza la prescritta autorizzazione. 24 novembre 1944 Bossola dr. Pierino, Di Chiara Giuseppe, Belcastro Nicola, Marasco Francesco, Bo- schetti Ida, Corbano Rosa, Marasco Maria, Balosso Maria: le suddette persone sono state fermate quali ostaggi per l’uccisione del m.llo Zerbinati della X Mas, avvenuta tempo ad- dietro a Quinto Vercellese. 25 novembre 1944 Verso le ore 4 di questa notte elementi disturbatori si avvicinavano al posto di s[orveglianza e di] s[egnalazione] sulla strada di Asigliano e venivano prontamente fugati dalle armi in dotazione ai militari di servizio. Cecchi Celso già residente a Roma: fermato perché sorpreso a svolgere opera disgre- gatrice e sovversiva fra gli ex sbandati accantonati in una caserma di questa città. 28 novembre 1944 Nel pomeriggio di ieri tre individui armati si sono presentati presso la Riseria Brusa- sco di Livorno Ferraris asportando un quantitativo imprecisato di riso. 29 novembre 1944 Vigone Luigia, Monteleone Franco, Sironi Ferdinando, Dragone Alberto, Negro Do- menico, Scardapane Gaetano [tutti] da Vercelli: dichiarati in contravvenzione perché cir- colavano durante lo stato di allarme aereo senza la prescritta autorizzazione. Maiocchi Roberto, senza fissa dimora: fermato perché circolava durante le ore del coprifuoco senza la prescritta autorizzazione. 1 dicembre 1944 Rosso Andrea Antonio da Vercelli fermato perché contravventore alla libertà vigilata e perché sorpreso circolare durante il coprifuoco sprovvisto di regolare autorizzazione. Palazzolo Rodolfo da Vercelli titolare albergo Repubblica: dichiarato in contravven- zione perché dava alloggio a persona sprovvista di documenti. 2 dicembre 1944 Zanvercelli Pasquale, residente a Crescentino per sfollamento: fermato perché sospetto organizzatore di bande armate di ribelli. 5 dicembre 1944 Questa notte verso le ore 1 elementi ribelli penetravano nei locali della Latteria indu- striale vercellese di Larizzate e dopo aver reso inutilizzabile l’apparecchio telefonico aspor- tavano kg. 88 (sic). 6 dicembre 1944 Verso le ore 23 di ieri sera è stata trasportata al locale ospedale maggiore la salma di un maresciallo della polizia germanica. Il cadavere presenta due ferite d’arma da fuoco al cuore. Si sconoscono i motivi del- l’uccisione. 10 dicembre 1944 Massa Luigi, Pollo Riccardo, da Vercelli: i suddetti sono stati qui accompagnati da militi della Brigata nera “Bruno Ponzecchi”, perché facenti parte di bande armate. 12 dicembre 1944 Vernenti Carlo da Trino Vercellese: fermato perché sospetto di appartenere a bande ribelli.

84 13 dicembre 1944 Gianadda Ciocchetti Camillo da Vercelli: fermato per accertamenti perché trovato in possesso di documenti ritenuti non legali. 14 dicembre 1944 Stamane verso le ore 7 sono stati rinvenuti in questa piazza della stazione alcuni mani- festini di carattere sovversivo. 15 dicembre 1944 Bellardone Antonio, Mazzucchetti Giovanni, da : arrestati perché disertori. 18 dicembre 1944 Corsini Francesco, Pozzo Guido, da Vercelli: dichiarati in contravvenzione per infra- zione alle norme sull’oscuramento. 19 dicembre 1944 Ferragata [recte Ferragatta] Eusebio, cl. 1926, Giulia Renato, cl. 1926, Ghisio Luigi- no, cl. 1926, Vicario Francesco, cl. 1925, [tutti] da Stroppiana: arrestati dalla squadra po- litica della Questura perché disertori. 20 dicembre 1944 Dalle ore 22,45 alle ore 3 della notte decorsa elementi ribelli attaccavano il posto di blocco sulla via per Olcenengo. Gli stessi venivano messi in fuga dalla pronta reazione dei militari di guardia. 21 dicembre 1944 Giuberchio Piero da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica. 29 dicembre 1944 Ieri sera verso le ore 19,30 nei giardini pubblici nei pressi di questa stazione ferrovia- ria è stato rinvenuto da agenti di questo ufficio un moschetto modello ’91, abbandonato da ignoti. Verso le ore 15 di ieri elementi ribelli prelevavano da agricoltori del comune di Collo- biano due capi di bestiame bovino. Ferringhetti Faustino da Vercelli, esercente trattoria Tripoli: fermato per indagini di polizia politica. 30 dicembre 1944 Ieri sera verso le ore 22 un automezzo proveniente da Torino e diretto a Milano avente a bordo elementi Brigata nera “Resega”, elementi della “Folgore” e della “X” [Mas] giunto nei pressi di Greggio e precisamente al km. 63 dell’autostrada Torino-Milano veniva inve- stito da una mina fatta esplodere da parte dei ribelli. Accertati finora sei morti e dieci fe- riti. 31 dicembre 1944 Pedrola don Remo da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica. 4 gennaio 1945 Melotti Egidio da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica. 5 gennaio 1945 Cervini Gottardo da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica. Innocenti Alessandro da Vercelli: fermato dalla Questura di Novara e qui accompagna- to per accertamenti in linea politica. 10 gennaio 1945 Nella giornata di ieri in provincia da parte di aerei nemici sono state effettuate le se- guenti azioni di mitragliamento:

85 ore 11: mitragliamento treno viaggiatori scalo ferroviario Borgo Vercelli. Nessuna vittima. Danneggiata in modo grave la locomotiva. ore 14,30: mitragliamento di un treno merci tra S. Antonino e Saluggia. Un ferito. Locomotiva resa inutilizzabile. ore 15: mitragliamento littorina scalo ferroviario Santhià. Si lamentano 16 morti e 48 feriti di cui 30 gravi. Danni al materiale rotabile non ancora accertati. ore 15: mitragliamento tenuta Ponticelli di Crescentino. Nessun danno a persone od a cose. ore 15: mitragliamento di un autotreno nei pressi di Livorno Ferraris. Nessuna vittima. 15 gennaio Benedetto Francesco da Torino: fermato per accertamenti circa la posizione militare. 19 gennaio 1945 Gottardi Giovanni, Angela Antonio, Bellardi Davide [tutti] da Borgomasino [Ao, ora To], Poliodori [recte Polidori] Quinto da Mazzè [Ao, ora To]: fermati perché sospetti apparte- nere a bande armate di ribelli. Vernetti don Giuseppe da Biella: fermato perché indiziato di propaganda antinazionale. 22 gennaio 1945 Minotti Iginio da Cabiate [Co]: fermato perché ricercato quale assente arbitrario da reparto militare. 25 gennaio 1945 Verso le ore 6 di stamane nella stazione ferroviaria di Santhià uno sconosciuto, ritenu- to ribelle, sparava un colpo di pistola contro un militare tedesco, uccidendolo. Lo stesso, dopo aver sparato ancora alcuni colpi in un ufficio della stazione, senza arrecare danni, si allontanava perdendosi nell’oscurità. 26 gennaio 1945 Alle ore 17 di ieri veniva fucilato in Cigliano tale Fiorillo Orazio, disertore della Gnr, ribelle, autore di numerose aggressioni e rapine a mano armata nel territorio di Bianzè e Cigliano, catturato dal battaglione Rap di Cigliano. Bonardo Annita, Negro Enrica, Rubino Piera, Cena Ester, Caloscio Onorina [tutte] da Vercelli, Del Piano Alessandra da Zumaglia, Landucci Pietro da Vercelli, Sereno Giusep- pe da Vercelli: tutte le suddette persone sono state fermate per indagini di polizia politica. 27 gennaio 1945 Vavassori Rosina da Vercelli: fermata perché sorpresa a circolare durante le ore del coprifuoco senza la prescritta autorizzazione e perché sprovvista di documenti di identifi- cazione. 2 febbraio 1945 Verso le ore 1 della decorsa notte sconosciuti sparavano una raffica di mitra contro gli agenti del posto di blocco di Asigliano, senza conseguenze. 7 febbraio 1945 Rato Giovanni da Vercelli: arrestato perché disertore. 8 febbraio 1945 Cagnoni Ercole, Cavallari Pia, da Borgo Vercelli: fermate per ordine della polizia ger- manica. 11 febbraio 1945 Alle ore 21 di ieri elementi ribelli bloccavano nella stazione di S. Germano il treno merci 8920 proveniente da Vercelli. Dopo aver imposto al personale di servizio di abban-

86 donare il convoglio, perquisivano tutti i vagoni e sparavano contro un carro ove trovavano quattro militari tedeschi e parecchi civili, ferendo gravemente uno di questi ultimi, e pre- levando i quattro militari. Successivamente staccata la locomotiva con due vagoni scudo, la avviavano a tutta for- za verso Santhià. Detta locomotiva, priva di controllo, nella stazione di Tronzano cozzava contro il treno viaggiatori in partenza per Vercelli. Danni al materiale e nessuna vittima. Il civile ferito a S. Germano, tal Perillo Marco, da Torino veniva ricoverato in questo ospe- dale maggiore ove decedeva. Questa notte elementi sabotatori interrompevano la linea telefonica tra e Quinto Vercellese. 12 febbraio 1945 Verso le ore 23 di ieri elementi ribelli sparavano alcune raffiche di mitra contro gli agenti in servizio di posto di blocco porta Casale. Gli stessi ribelli venivano fugati dal fuo- co del personale del posto di blocco. 13 febbraio 1945 Grosso Vittorio da Desana: arrestato perché disertore. 14 febbraio 1945 Tutti i locali di pubblico spettacolo sono chiusi per lutto cittadino30. 17 febbraio 1945 Molinari Bianca da Vercelli: fermata per ordine del comando polizia germanica. 23 febbraio 1945 Alle ore 22,30 di ieri venivano trasportati in questo ospedale maggiore la salma di un militare tedesco ed un milite della compagnia o[rdine] p[ubblico] ferito, provenienti da Trivero. 24 febbraio 1945 Alle ore 18,40 di ieri elementi ribelli danneggiavano gli apparecchi telefonici e tele- grafici della stazione ferroviaria di S. Germano e prelevavano il capo stazione e la di lui moglie. Acquadro Mario da Vercelli: fermato per indagini di polizia politica. 1 marzo 1945 Biella. Non si hanno notizie a causa dell’interruzione della linea telefonica. Livorno Ferraris. Ieri sera elementi ribelli si presentavano presso il Municipio e di- struggevano un apparecchio telefonico. Indi asportavano coperte, scarpe ed altro materia- le di pertinenza dell’Opera Balilla che trovavasi nei locali del Municipio. 2 marzo 1945 Verso le ore 1,30 della decorsa notte, il questore di Vercelli, Sartoris Amedeo mentre si trovava in ispezione al posto di blocco sulla strada per Trino, ove si era verificata una sparatoria con elementi ribelli, veniva colpito da arma da fuoco alla testa rimanendo ucci- so. Si stanno svolgendo attivissime indagini per stabilire le cause che hanno determinato l’uccisione. Alle ore 0,40 al posto di blocco di porta Casale, l’agente di Ps Trinchero Eugenio ri- maneva ferito da un colpo partito accidentalmente dal moschetto dell’agente Rigolone Luigi, ivi di servizio. 6 marzo 1945 Alle ore 0,40 di questa notte è stato fucilato in Cigliano Melano Battista cl. 1921 da Rivalta Torinese (sic), disertore ed appartenente a bande di ribelli31.

87 7 marzo 1945 A causa dell’interruzione telefonica non si hanno notizie da Biella32. 8 marzo 1945 Questa notte verso le ore 2 gli agenti del posto di blocco di porta Torino uditi gli spari, iniziarono anch’essi sparatorie. Inviato sul posto rinforzo, si è potuto stabilire che primi a sparare erano stati due tedeschi che eseguivano esercitazioni notturne. Non si lamentano danni né feriti. 13 marzo 1945 Alle ore 3,30 di questa notte sono state trasportate al locale ospedale maggiore le sal- me di quattro militari germanici, carbonizzate. Si sconoscono le cause del decesso. 19 marzo 1945 Ieri sera verso le ore 22, aerei nemici sganciavano alcune bombe sull’abitato del co- mune di Motta dei Conti, arrecando la morte di 8 persone e ferimento di altre due. Questa notte gli agenti in servizio al posto di porta Torino, hanno sparato molti colpi contro ombre sospette. Inviato sul posto rinforzo. Nessuna conseguenza. 20 marzo 1945 In Biella, nel pomeriggio di ieri, al posto di blocco per Ponderano, in seguito ad attac- co di elementi ribelli, rimanevano uccisi due legionari della Brigata nera e feriti altri tre. 21 marzo 1945 Servizio di vigilanza alle carceri: nessuna novità. Servizio di vigilanza ai posti di bloc- co: nessuna novità33. Stamane verso le ore 8, aerei nemici hanno mitragliato il tramvai di Trino. Non si la- mentano danni, né a persone né a cose. Questa notte alle ore 24 circa, uno sconosciuto telefonava al centralino di questo cor- po di guardia, chiedendo se il commissario Nardocci fosse in Questura. Avutane risposta negativa, informava che il posto di blocco di porta Milano era stato attaccato da ribelli, consigliando di mandare rinforzi. Detta notizia però è risultata falsa, in seguito a telefona- ta al posto di blocco suddetto. 22 marzo 1945 Non sono ancora pervenute notizie da Biella. 23 marzo 1945 In Biella eccezion fatta per gli stabilimenti colpiti da provvedimenti di chiusura e di quelli che lavorano a ritmo ridotto per mancanza di energia elettrica e combustibile la si- tuazione può considerarsi normale. Alle ore 7,15 di stamane quattro aerei nemici nei pressi di Borgo Vercelli mitragliava- no sei autocarri e quattro carri ferroviari incendiandone alcuni. Nessuna vittima. Stamane azione di mitragliamento da parte di aerei nemici veniva pure effettuata a Tron- zano. Un morto ed alcuni feriti. 24 marzo 1945 Cappello Carlo, militare di sanità, Cagliero Mario, militare di sanità, entrambi addetti al deposito comitato centrale Croce rossa italiana di Milano, fermati perché assenti arbi- trari. 26 marzo 1945 In Biella attività lavorativa normale, fatta eccezione per le fonderie Officine riunite cui provvedimento sospensione scade domani. Alcuni stabilimenti minori sono inoperosi per mancanza di energia.

88 27 marzo 1945 Questa notte elementi ribelli hanno attaccato il posto di blocco al ponte sul fiume Po in territorio di Trino Vercellese e poscia a cannonate danneggiavano il ponte stesso. I mi- liti della Brigata nera sono stati costretti a ripiegare su Trino. 1 aprile 1945 Questa notte, elementi ribelli nella stazione di S. Germano Vercellese aprivano il fuo- co con armi automatiche e bombe a mano contro il treno viaggiatori n. 1215 proveniente da Torino. Alcuni militari che viaggiavano su detto treno rispondevano al fuoco, fugando gli aggressori. Si lamentano due feriti, serg. Masole Giuseppe, residente a Novara e Ro- mani Racchio da Vercelli (civile), che sono stati ricoverati presso l’ospedale maggiore di Ve r ce ll i. Gonella Giovanni da Vercelli, Bianchi Zaverino da Trino Vercellese: i suddetti sono stati fermati perché sospetti favoreggiatori di ribelli. 2 aprile 1945 Non si hanno notizie da Biella. Verso le ore 17 di ieri aerei nemici hanno mitragliato due autocarri civili sullo stradale Borgo d’Ale-Cigliano. Si lamenta un morto, certo Giva Giuseppe residente a Torino. Verso le ore 18 aerei nemici hanno mitragliato alcuni automezzi nei pressi della fra- zione Cappuccini distruggendoli. Si lamentano due morti: un militare tedesco ed un civile italiano certo Musso Camillo di Vercelli. Nulla da segnalare per altri Comuni della Provincia. Controllo posti blocco: nessuna novità. Controllo servizio carceri: nessuna novità. 4 aprile 1945 Da notizie non ancora accertate sembrerebbe che questa notte, elementi ribelli entrati in Santhià abbiano attaccato quel presidio del btg. Alpini. Si lamenterebbe la morte di un alpino. Verso le ore 23,30 di ieri, elementi ribelli, in Trino Vercellese attaccavano una pattu- glia di quel presidio della Brigata nera. Alla pronta reazione gli aggressori si dileguavano. Nessuna vittima. Ronchi Maria, da Novara: arrestata perché profferiva frasi avverse al fascismo. 5 aprile 1945 A causa dell’interruzione della linea telefonica non si hanno notizie da Biella. Nulla da segnalare per gli altri Comuni della Provincia. Controllo servizio posti blocco: nessuna novità. Controllo servizio vigilanza carceri: nessuna novità.

89 01 I documenti sono conservati nell’Archivio di Stato di Vercelli (serie Prefettura, Gabinetto, maz- zo 67). Sono intestati “Questura di Vercelli. Mattinale” (dal 27 aprile 1944 l’intestazione è “Prefettura Repubblicana”), sono firmati dal questore (fino al 31 dicembre 1943 da Cesare Rossi, dal 1 gennaio 1944 al 1 marzo 1945 da Amedeo Sartoris, dal 2 al 27 marzo dal reggente Geremia Nardocci, e successivamente da Giovanni Amato), nella maggior parte dei casi sono protocollati (a partire dal 19 gennaio 1944) e talvolta sono vistati o siglati dal capo della provincia Michele Morsero. Normalmen- te la data del protocollo è quella del giorno successivo, in alcuni casi tuttavia vi sono mattinali proto- collati con ritardi da tre a cinque giorni. A partire dal settembre 1944 è vistata o siglata la maggior parte dei mattinali; inoltre in alcuni casi i documenti recano sottolineature o appunti di Morsero (ad esempio: “alla stampa”, ecc.). 02 Ovviamente sono conservati anche mattinali precedenti: ad esempio, del settembre 1943 esi- stono quelli dal 1 al 10, del 25 e del 28 (sono stati esclusi dalla pubblicazione in quanto trattano solo argomenti di carattere annonario, così come ne sono stati omessi alcuni di ottobre). Del periodo considerato mancano quelli dei giorni: 1-22, 24, 27, 29 ottobre 1943; 4, 5, 24 no- vembre; 8, 28 dicembre; 10, 31 gennaio 1944; 9, 13, 18, 20 febbraio; 6, 19, 20 maggio; 27 giugno; 19, 28 luglio; 9, 10, 14, 21, 22, 25-27, 30 agosto; 2, 5 settembre; 5, 12 ottobre; 27 dicembre; 7, 11, 28, 30 gennaio 1945; 6, 18, 22, 26-29 febbraio; 4, 11, 12, 14, 28-31 marzo; 3 aprile e dal 6 aprile in poi. 03 Se ne veda la biografia in appendice. 04 Soprattutto per infrazioni alle leggi per la repressione del “mercato nero”: queste notizie (nume- rose) sono state omesse. 05 Non sono ovviamente state pubblicate le notizie relative a episodi per nulla connessi alle vicen- de antifasciste e resistenziali (fermi e arresti per furti, truffe, violenze, prostituzione, ecc.). Così pure, in alcuni casi sono stati omessi nomi di persone, nell’incertezza che le vicende trattate avessero moti- vazioni politiche. 06 Queste notizie sono particolarmente numerose nei mesi di febbraio e, soprattutto, luglio-agosto 1944. 07 Queste notizie sono particolarmente numerose nel periodo dicembre 1943 - giugno 1944. 08 Particolarmente a partire dal gennaio 1944. 09 La pubblicazione della seconda parte dei documenti è ovviamente stata omessa. 10 Funzionari citati: commissari aggiunti: Geremia Nardocci (già in servizio prima del 25 luglio 1943, citato fino al 1 febbraio 1944), Varricchio (idem, citato fino al 23 marzo 1944), Giulio Panvini Rosati (idem, citato fino al 16 luglio 1944), Bertini (citato il 23 dicembre 1943), Nicolò Farias (citato dal 17 gennaio al 29 maggio 1944), Achille Sayeva (citato dal 16 febbraio 1945 al 26 marzo 1945); vice commissari: Uberto Molinari (citato dal 31 dicembre 1943 al 9 aprile 1944), Vittorio Santangelo (dal 1 gennaio al 5 aprile 1945); vice commissari aggiunti: Petriccione (già in servizio prima del 25 luglio 1943, citato fino al 5 gennaio 1944), Francesco Frangipane (citato dal 19 dicembre 1944 al 1 aprile 1945); vice commissari ausiliari: Mario De Nozza (citato dal 10 aprile 1944 al 16 gennaio 1945), Pietro Spanò (dal 12 aprile 1944 al 4 aprile 1945), tenenti: Silvio Torti (citato dal 6 ottobre 1944 al 23 gennaio 1945); sottotenenti: De Rosa (citato dal 30 settembre al 30 ottobre 1944), Sismondi (dal 1 al 3 ottobre 1944), Ormezzano (dal 2 al 14 ottobre 1944), Filippo Bilardo (dal 4 ottobre 1944 al 5 aprile 1945), Policrate Luciani (dal 17 al 25 marzo 1945); marescialli: Giuseppe De Vecchi (citato dal 4 maggio 1944 al 20 febbraio 1945), Paolo Mele (citato il 5 maggio 1944), Sante Verga (citato dal 10 maggio 1944 al 1 aprile 1945), Bartolomeo Belsuini (dal 31 maggio 1944 all’8 febbraio 1945), Domenico Ballo (dal 2 giugno al 16 settembre 1944), Eligio Zenone (dal 27 settembre al 30 ottobre 1944), Benvenuto Perini (dal 24 dicembre 1944 al 10 marzo 1945), Valenzano (citato il 27 marzo 1945). Nelle ultime settimane di guerra, e precisamente a partire dal 13 marzo 1945, vi è inoltre l’in- dicazione dei funzionari addetti alla sorveglianza dei posti di blocco, delle carceri e delle pattuglie. 11 Non pochi degli antifascisti qui citati sono stati biografati in PIERO A MBROSIO, La repressione del dissenso durante la Rsi in provincia di Vercelli nei documenti del Cpc e in altre serie conser- vate nell’Acs, in “l’impegno”, a. XXXI, n. s., n. 2, dicembre 2011: si tratta di Enrico Anino, Giacomo Anselmino, Giovanni Arlone, Pietro Artioli, Emiliano Bollea, Annita Bonardo, Luigi Riccardo Bonino, Natalina Borgnana, Efisio Borgo, Luigi Borla, Silvio Callegarin, Celso Cecchi, Paolo Camillo Corte, Felice Costa, Antonio Facchini, Pietro Gallardi, Luigi Grasso, Alessandro Innocenti, Pilade Lozzia,

90 Luigi Mandosio, Luigi Mellini, Carlo Merlo, Pietro Molinaro, Felice Padino, Ottavio Pastore, Car- mela Pertusi, Enrico Pisenti, Angela Rabino, Benvenuto Santus, Antonio Scarparo, Floriano Soggia, Carmelita Usellini, Angelo Zaninetti, Pasquale Zanvercelli. Altri, già deferiti al Tribunale speciale per la difesa dello Stato o condannati al confino politico, o sottoposti ad altri provvedimenti di polizia durante il ventennio, sono stati biografati in P. AMBROSIO, Vercellesi, biellesi e valsesiani deferiti al Tribu- nale speciale fascista, in “l’impegno”, sette puntate apparse a partire dal n. 1 del 1987 al n. 3 del 1990; ID, Vercellesi, biellesi e valsesiani al confino politico (1926-1943), in “l’impegno”, quattro puntate apparse a partire dal n. 1 del 1992 al n. 2 del 1993; ID, Vercellesi, biellesi e valsesiani in- ternati durante la seconda guerra mondiale (1940-43), in “l’impegno”, n. 2, agosto 1996; ID, Ver- cellesi, biellesi e valsesiani ammoniti durante il regime fascista, in “l’impegno”, a. XXXI, n. s., n. 1, giugno 2011: si tratta di Alfredo Machieraldo e Marcello Moscatelli (deferiti al Tribunale speciale); Aristide Arona, Giovanni Calligaris, Domenico Facelli, Giovanni Negrino, Ernesto Nervi (condannati al confino); Silvio Jaffe (internato); Pierino Bona, Ottavio Borgia, Severino Castoro (ammoniti). 12 Alcuni dati ci sono stati utili, ad esempio, per la ricerca sull’antifascismo in provincia di Vercelli: i documenti conservati nell’Archivio centrale dello Stato per il periodo della Rsi non sono, per quanto concerne le serie e le buste da noi finora consultate, sufficienti per una ricostruzione organica: molti “fascicoli personali” di antifascisti compresi nel Casellario politico centrale contengono infatti solo pochi documenti, spesso privi di alcuni dati essenziali (data, località e motivo dell’arresto) che invece com- paiono nei “mattinali”. 13 Si intende ovviamente Vercelli. 14 Sul 63o battaglione “M” della Guardia nazionale repubblicana, sulla legione “Tagliamento” e gli altri battaglioni “M” operanti in provincia di Vercelli durante la Repubblica sociale italiana, nonché sui battaglioni “M” della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, sull’ordinamento e i gradi della Milizia e della Gnr si veda in appendice. 15 Aggiunta manoscritta: “Sono gli stabilimenti in sciopero il 10-1”. 16 Identica comunicazione fu data con i mattinali del 21-24, 28, 29 gennaio; 18, 10, 14-17, 24, 25, 27, 28 febbraio; 15, 8-10, 12-14, 16, 19-21, 29-31 marzo; 1-3, 13, 14, 16, 18-20, 22-26, 28, 29, 30 aprile; 3, 5, 7, 8, 10-18, 21-24, 27, 28, 30 maggio; in tutti i mattinali di giugno eccetto quelli dell’11 e del 16; in quelli dall’1 all’8 e del 21 luglio. 17 Identica comunicazione fu data con i mattinali del 21-26 e 28 gennaio; 1, 4-8, 10-12, 14-17, 19, 21-28 febbraio; 15-18, 20-23, 26, 29, 30 marzo; 2, 7, 13, 14, 20, 22-26, 28, 30 aprile; 1-5, 8- 12, 15-18, 21-27, 30, 31 maggio; 1-3, 5-10, 12-17, 19-24, 26, 28, 30 giugno; 1, 3-8, 21, 22, 24- 26, 31 luglio; 2-5, 7, 8, 11, 12, 17, 23 agosto. 18 Identica comunicazione fu data con i mattinali del 22, 23, 24, 28 gennaio. 19 Identica comunicazione fu data con i mattinali del 26, 29, 30 gennaio; del 1, 2, 5-8, 10-12, 14- 17, 19, 21-28 febbraio; in quelli di marzo eccetto quelli del 6, 7, 11, 24; in tutti quelli di aprile eccetto quelli del 1 e del 5; in tutti quelli di maggio eccetto quello del 29; in tutti quelli di giugno eccetto quello dell’11; del 18, 21-27, 29, 31 luglio; del 1-8, 11-13, 15-20, 23, 24, 28, 29, 31 agosto; in tutti quelli di settembre eccetto quello del 4; in tutti quelli di ottobre eccetto quello del 18; in tutti quelli di novem- bre eccetto quello del 12; in tutti quelli di dicembre, gennaio, febbraio; del 3, 5, 6, 16-18, 24, 25, 27 marzo; 1, 4 aprile. 20 Corretto a mano in “noto”. 21 Se ne veda la biografia in appendice. 22 Se ne veda la biografia in appendice. 23 La notizia è ripetuta nel mattinale del 4 aprile. 24 Vi sono due mattinali datati 25 aprile: mentre nel primo si comunica che non vi sono state par- ticolari novità, il secondo contiene la notizia pubblicata. 25 Aggiunta manoscritta: “Rilasciate in giornata”. 26 Identica comunicazione fu data con i mattinali dei giorni seguenti fino al 20 luglio. 27 Identica comunicazione fu data con i mattinali del 12, 13, 15-18, 20, 22-26, 29-31 luglio; 1-4, 6-8, 11-13, 15-20, 23, 28, 29, 31 agosto; in tutti quelli di settembre eccetto quello del 4; in tutti quelli di ottobre eccetto quello del 18; in tutti quelli di novembre eccetto quello del 13; in tutti quelli di di- cembre e di gennaio; in tutti quelli di febbraio eccetto quelli dell’11 e del 23; in tutti quelli di marzo eccetto quelli del 2 e del 23; e in quelli del 1, 4, 5 aprile.

91 28 Fu nuovamente arrestato la notte successiva. 29 Figlio di Pio Zerbinati, redattore responsabile de “La Provincia Lavoratrice”, organo della Fe- derazione vercellese del Pfr, fu ucciso nella propria abitazione. Si veda anche la relazione del 5 di- cembre 1944 dell’ispettore generale di zona al capo della polizia (nell’articolo “È continuata un’ac- centuata attività sovversiva”. Le relazioni al capo della polizia nel 1944-45, in “l’impegno”, a. XXVII, nuova serie, n. 1, giugno 2007, qui riedito; la notizia è a p. 152), in cui è citato come appar- tenente al Btg. S. Marco di Vercelli. 30 Il lutto era stato decretato per le vittime di un bombardamento avvenuto domenica 11. 31 In una successiva comunicazione, in pari data, la Questura precisò che era stato fucilato dal 3o battaglione Rap alle 6.30. 32 Identica comunicazione fu data con i mattinali dell’8, 9, 10, 13, 15 marzo. 33 Identica comunicazione (con variazioni di forma, il termine “vigilanza” è sostituito da “ispezio- ne”, “sorveglianza” e successivamente da “controllo” che dal 26 marzo è definitivo) fu data con i mattinali del 22-27 marzo e 1, 4, 5 aprile.

92 "È palese la sfiducia ed il collasso spirituale"

Le relazioni della Questura di Vercelli al capo della polizia nel 1944

Proseguendo una prassi instaurata in anni precedenti1, anche nel 1944 le varie questu- re d’Italia inoltrarono al capo della polizia relazioni sulla situazione politica ed economi- ca delle rispettive province2. Le relazioni seguono uno schema fisso, riportando dapprima notizie sull’attività dei “ribelli” e sulle azioni di rastrellamento, sulla situazione industriale e su quella alimenta- re, valutazioni dello “spirito pubblico”, a cui si aggiungono, talvolta, notizie di visite di alti ufficiali, di cerimonie di giuramento di truppe3, di partenza di scaglioni di queste per la Germania, di sentenze del Tribunale straordinario provinciale, di manifestazioni varie pro- mosse dalla Prefettura. È da rilevare che, per quanto riguarda le bande partigiane, le notizie sulla loro disloca- zione e la loro consistenza sono assai imprecise, così come le notizie fornite al capo del- la polizia sulle operazioni di rastrellamento sembrano sottostare più alle regole della pro- paganda che a quelle di un’informazione obiettiva a un superiore. Tuttavia, da queste relazioni, per molti versi burocratiche, emergono talvolta, accanto a espressioni trionfalistiche sull’“altissimo morale” e sull’“entusiasmo” delle truppe, ammissioni significative: oltre alle difficoltà della vita quotidiana, soprattutto per le mas- se lavoratrici (del resto già documentate in relazioni degli anni precedenti4), non si na- scondono la “viva apprensione” dei lavoratori che temono di essere inviati in Germania, l’apatia, il disorientamento, la sfiducia e, addirittura, il “senso di panico”.

Relazione del 20 febbraio 19445 Anche nella corrente settimana sono continuate le attività dei ribelli con sporadici as- sassini e ritorsioni (sic) di denaro ad Istituti bancari ed a industriali del Biellese. Da parte del Capo della Provincia [Michele Morsero6] è stata superiormente prospet- tata l’assoluta necessità di mantenere presidi nei punti più nevralgici della Valsesia e del Biellese, nonché per intraprendere una decisiva azione contro i ribelli stessi in quanto è stato possibile notare una sintomatica disgregazione fra gli appartenenti alle varie bande. Tutte le aziende industriali e commerciali continuano nella loro immutata attività. La situazione alimentare della provincia è invariata. Continua implacabile l’azione de- gli organi di polizia per stroncare la borsa nera. Il 18 corrente è partito da questa città alla volta della Germania, un forte contingente di truppe che è stato accompagnato tra il più vivo entusiasmo della folla plaudente. Nello stesso giorno il Capo della Provincia ha visitato due importanti stabilimenti di Biella prendendo contatto con circa 4.000 operai ai quali ha esaurientemente illustrata la portata delle recenti decisioni emanate dal Governo circa la socializzazione delle indu- strie. Ha inoltre tenuto rapporto a tutti gli industriali della zona ai quali ha dato le oppor-

93 tune direttive affinché i suddetti provvedimenti voluti dal Duce per il popolo, trovino la più completa ed immediata applicazione. Il giorno 15 corrente è qui improvvisamente giunto l’Ecc. il Maresciallo Graziani che, accompagnato da ufficiali germanici e dalle Autorità cittadine, ha visitato una caserma della città dove sono alloggiati numerosi soldati italiani rimpatriati recentemente dalla Germa- nia. Il Maresciallo tra il vivo entusiasmo dei presenti ha parlato alle truppe sui principali doveri dell’ora.

Relazione del 28 febbraio 1944 Nella settimana decorsa è continuata l’attività dei ribelli la quale, come in passato, ha degenerato in massacri di inermi cittadini e nelle estorsioni di denari e cose a danno prin- cipalmente di Istituti Bancari e industriali. Sono continuate le azioni di rastrellamento da parte di reparti del 63o Battaglione “M” Tagliamento7 di stanza in questa città, operazioni che hanno portato alla cattura di una trentina di banditi fra i quali alcuni prigionieri inglesi. Sette di costoro catturati con le armi in pugno sono stati passati per le armi in una piaz- za del comune di Mosso Santa Maria e precisamente nello stesso posto in cui il giorno precedente i ribelli avevano trucidato 12 inermi cittadini della zona. Tutti gli stabilimenti industriali della provincia continuano nella loro immutata attività. Qualche apprensione sul pericolo di una eventuale sospensione di lavoro si va però deter- minando a causa della minor distribuzione di energia per uso industriale da parte della Soc. Elettrica Piemontese, riduzione originata dalle condizioni atmosferiche sfavorevoli e dalla scarsità delle riserve idriche per cui il Capo della Provincia si è molto interessato onde ridurre al minimo tali conseguenze. La situazione alimentare è invariata, continua implacabile l’azione degli organi di poli- zia per stroncare la borsa nera. Il 26 corrente si è riunito per la prima volta in questa città il Tribunale Provinciale Straordinario che ha emesso due sentenze di condanne a carico di due note persone della città rivelatesi a mezzo della stampa di spiccato sentimento antifascista dopo gli avveni- menti del 25 luglio scorso. Alla seduta che si è svolta regolarmente e legalmente, ha assistito un discreto numero di persone. Nessun incidente. Il 24 andante è qui improvvisamente giunto l’Ecc. Renato Ricci Comandante Generale della Gnr che ha preso contatto con le maggiori autorità militari e politiche della Provin- cia nonché con i comandanti gli organi di Polizia. Ha poi visitato reparti di un battaglione “M” qui di stanza rivolgendo ai giovani parole di saluto e di incitamento.

Relazione del 5 marzo 1944 Anche nella corrente settimana è continuata l’attività dei ribelli nelle note zone della provincia. Sono continuate le azioni di rastrellamento da parte dei reparti di questo 63o Battaglione “M”, azioni che hanno portato all’arresto di numerose persone responsabili in particolare di favoreggiamento ai ribelli stessi. Persiste tuttora la necessità della costituzione di presidi armati nonché di avere una maggiore forza a disposizione allo scopo di poter agire sempre con maggiore decisione, almeno nel particolare e più nevralgico settore della Valsesia.

94 Tutti gli stabilimenti della provincia hanno continuato la loro attività, che è stata però sensibilmente ridotta a causa delle note deficienze di energia elettrica. Il 3 corrente mese in un reparto di questo stabilimento fibre tessili “Chatillon” sono stati rinvenuti alcuni manifestini incitanti gli operai allo sciopero. Sono stati al riguardo operati alcuni fermi. Nessun incidente ha però turbato la normale attività dello stabilimento stesso. La situazione alimentare permane invariata. Continua a lamentarsi la mancanza dei grassi e dei prodotti ortofrutticoli. Anche nella corrente settimana è continuato l’entusiastico affluire in questa città di numerosissime reclute. Sono pure continuate le partenze per la Germania di forti nuclei di truppe dell’Esercito Repubblicano con altissimo morale da parte dei partenti e tra il sempre crescente entusiasmo da parte della popolazione.

Relazione del 12 marzo 1944 Anche nella decorsa settimana è continuata l’attività dei ribelli nelle note zone della provincia, specialmente nella Valsesia dove in questi ultimi tempi l’attività dei suddetti ha assunto una particolare gravità. A Varallo Sesia, essi circolano armati per le vie cittadine, non solo a piccoli gruppi ma talvolta a squadre. Di notte effettuano posti di blocco nel centro e nella periferia della città, sottoponendo a controllo persone e automezzi. Sono armati di fucili mitragliatori, alcuni dei quali di tipo modernissimo ed hanno abbondante munizionamento che si ritiene sia stato loro fornito a mezzo di aerei nemici. A seguito delle brillanti operazioni di rastrellamento condotte recentemente da reparti di questa Legione Gnr “Tagliamento”, nuclei superstiti di ribelli, che agivano nei territori dell’alto Biellese e della Valsessera, si sono ritirati riunendosi alle bande armate capeg- giate dal noto Moscatelli8 ed accampate come è noto nella zona montana sita tra i territori dei comuni di Cravagliana e Rimella. Al riguardo, è stato riferito da fonte fiduciaria, che in dette località gli stessi avrebbe- ro costruito numerose postazioni di mitragliatrici. Recentemente alcuni aerei dell’eser- cito germanico hanno lanciato bombe sull’abitato del comune di Rimella, sede del loro quartier generale colpendo e danneggiando gravemente alcune case di abitazione. Non si sono lamentate vittime tra la popolazione. Il 9 corrente alcuni dei suddetti ribelli facevano brillare due mine sotto un ponte sito nelle immediate vicinanze di Borgosesia distruggendo un’arcata ed interrompendo la li- nea ferroviaria Novara-Varallo. Nel pomeriggio di venerdì 10 corrente a Biella tre ciclisti rimasti sconosciuti uccide- vano a colpi di arma da fuoco un ufficiale italiano incorporato nelle SS germaniche. La restante attività dei ribelli ha continuato ad essere caratterizzata da rapine, estorsio- ni ed assassini di inermi cittadini. È in corso da alcuni giorni e continua tuttora, una decisa azione da parte di formazioni italo-germaniche contro i ribelli della Valsesia. Il lavoro negli stabilimenti della provincia è continuato regolare sebbene su scala ri- dotta a causa delle ferie anticipate concesse alle maestranze, giusta ordini superiori, in conseguenza della limitata disponibilità dell’energia elettrica dovuta alla siccità. In pro- vincia non si sono verificati movimenti o comunque segni di solidarietà con gli sciope- ranti delle altre città.

95 La situazione alimentare permane invariata. La distribuzione dei generi di prima ne- cessità avviene in modo abbastanza regolare. Continua però a lamentarsi la mancanza di grassi e dei prodotti ortofrutticoli. Continua inflessibile l’azione degli organi di polizia annonaria per la repressione del mercato nero. Lo spirito pubblico è caratterizzato da una viva apprensione che serpeggia nelle masse operaie per il reclutamento di operai di ambo i sessi per la Germania. Contribuisce ad aumentare il malcontento la insufficienza delle razioni dei viveri e la esiguità delle rimu- nerazioni che alcune categorie, specie i piccoli impiegati, percepiscono in confronto del- l’alto costo della vita. Sono continuate le partenze per la Germania di altri reparti dell’Esercito Repubblica- no con altissimo morale dei partenti e tra l’entusiasmo della popolazione. Il 10 corrente si è riunito per la seconda volta il Tribunale Provinciale Straordinario per discutere la causa di due responsabili di attività antifascista. È stata pronunciata una sentenza di condanna ad anni 6 di reclusione. Nello stesso giorno nella locale Casa dell’Agricoltore l’Ecc. il Capo della Provincia ha tenuto rapporto a numerosi agricoltori della provincia ai quali ha illustrato l’attuale si- tuazione dell’agricoltura Nazionale ed ha loro impartito le direttive per l’avvenire.

Relazione del 20 marzo 1944 Anche nella decorsa settimana è continuata l’attività dei ribelli nelle note zone della Provincia e specialmente nella Valsesia. Si ha notizia che nella zona di Rimella le bande armate al comando del famigerato Mo- scatelli si sono in questi giorni ulteriormente rafforzate essendosi ad esse uniti altri sban- dati provenienti da alcune località dell’alto Biellese. Le stesse ammonterebbero ad un forte numero di uomini e sarebbero dotate di armi automatiche e di abbondante munizionamen- to. Sono in corso vaste azioni di rastrellamento in quella zona, azioni che hanno portato finora al probabile annientamento di circa 200 banditi e alla cattura di altri. Nelle alture circostanti il Comune di Andorno Micca il 16 corrente reparti germanici e del 115o Battaglione “M” sono riusciti a circondare una forte aliquota di ribelli. Nel combattimento immediatamente seguito questi ultimi lasciavano sul terreno 60 cadaveri ed un numero ancora imprecisato di feriti. Sono stati catturati forti quantitativi di armi e di materiale bellico. La restante attività dei ribelli ha continuato a degenerare in rapine, estorsioni ed assas- sini di inermi cittadini. Il lavoro negli stabilimenti industriali della provincia è continuato regolare. La situazione alimentare permane invariata. Continua a lamentarsi la insufficienza del- le razioni, la mancanza dei grassi e dei prodotti ortofrutticoli. Continua l’energica azione dei competenti organi di polizia per stroncare la borsa nera. Lo spirito pubblico continua ad essere caratterizzato da una viva apprensione fra le masse degli operai per il loro reclutamento per la Germania. Il disorientamento della maggior parte della popolazione circa l’indirizzo politico da seguire è manifesto. È palese la sfiducia ed il collasso spirituale. Cionondimeno sono però evidenti, in alcuni settori cittadini, la buona volontà nonché la concreta opera tendente alla ricostruzione della Nazione.

96 Relazione del 27 marzo 1944 Anche nella decorsa settimana l’attività dei ribelli è continuata con qualche sintomo di accentuazione nelle zone dell’alto Biellese e della Valsesia caratterizzata come per il pas- sato da azioni di brigantaggio e da assassini di inermi cittadini. La sera del 22 corrente in Andorno Micca elementi ribelli prelevavano un Vice Capo- squadra ed un Legionario del 115o Btg. “M” di stanza a Biella e tre donne che uccidevano successivamente nei pressi di quel cimitero. Continuano le azioni di rastrellamento da parte di reparti della Gnr. Il lavoro negli stabilimenti è continuato regolare. Il preannunciato sciopero dei tessili, a cui avrebbero dovuto aderire anche i ferro-tran- vieri, non si è verificato. La situazione alimentare permane invariata. La popolazione si lamenta della insuffi- cienza delle razioni e della mancanza dei grassi. È continuata la implacabile ed energica azione degli organi di polizia contro la “borsa nera”. Il costo della vita è sempre in aumen- to arrecando serie difficoltà fra gli operai e specie fra gli impiegati. Lo spirito pubblico continua a manifestare una apatia ed un disorientamento circa l’in- dirizzo politico da seguire. È palese la sfiducia ed il collasso spirituale. Ciò non di meno sono però evidenti in alcuni settori cittadini la buona volontà nonché la concreta opera tendente alla ricostruzione della Patria. Nell’elemento operaio continua il malumore per la questione dei minimi di paga e dei cottimi. In questo caso sarebbe augurabile che le preannunciate previdenze fossero al più presto ed in modo definitivo attuate, per tranquillizzare e ridare la fiducia agli interessati. Continua una viva apprensione fra le maestranze per il reclutamento per la Germania. Il 23 corrente, in questo Capoluogo e nei principali centri della Provincia è stato cele- brato con una particolare solennità, improntata alla severità del momento, l’anniversario della fondazione dei Fasci. Nella manifestazione tenutasi in questa città, e alla quale ha preso parte larga rappre- sentanza della popolazione, si è celebrato la cerimonia del giuramento degli iscritti al Pfr, dei Podestà e Commissari Prefettizi, dei Capi delle Pubbliche Amministrazioni e dei di- pendenti statali. Il Capo della Provincia con facile e persuasiva parola ha illustrato a tutti i presenti il significato e la portata dell’avvenimento e li ha invitati a voler dare tutta la loro attività e se necessario la loro vita per la rinascita della grande Madre Patria. Ha inoltre illustrato agli intervenuti l’analogia del 23 Marzo 1919 al 23 Marzo 1944, mettendo in rilievo come nelle due circostanze, la situazione dell’Italia fosse particolarmente grave, e identiche le forze occulte che tentavano di minacciare la struttura nazionale e che come allora dette forze saranno vinte e stroncate. Ha incitato i giovani ad accorrere sempre più numerosi alle armi perché solamente nel combattimento e con il sangue l’Italia Repubbli- cana potrà riscattare l’onta del disonore e potrà ridiventare grande rispettata e temuta. L’au- stera manifestazione si è chiusa inneggiando al Duce ed al Führer.

Relazione del 2 aprile 1944 Nella settimana scorsa i ribelli hanno compiuto le solite azioni di brigantaggio con l’uc- cisione di alcuni inermi cittadini. Le azioni di rastrellamento, compiute da parte di reparti della Gnr, hanno condotto alla cattura di alcuni banditi che sono stati immediatamente giustiziati perché trovati in pos- sesso di armi.

97 Il lavoro negli stabilimenti si è svolto regolare sebbene l’attività in alcuni sia stata al- quanto ridotta a causa della mancanza di energia elettrica. La situazione alimentare permane invariata. Si lamenta la scarsità delle razioni e la man- canza dei grassi. Il costo della vita tende sempre ad aumentare arrecando serio disagio tra gli operai e specie fra gli impiegati. Continua inflessibile l’azione degli organi di Polizia per stroncare il fenomeno della “borsa nera”. L’opinione pubblica si dimostra apatica circa l’indirizzo politico da seguire. Sempre nella scorsa settimana, da questo Capoluogo sono partiti per le zone di adde- stramento, un battaglione di Arditi ed il battaglione “San Marco” tra il vivo entusiasmo dei partenti e della larga rappresentanza della popolazione che faceva ala al loro passaggio. Presente il Capo della Provincia e le principali Autorità militari e civili, si è pure svol- ta la cerimonia della consegna del gagliardetto da parte delle donne fasciste della città, ad un battaglione arditi. Alla manifestazione che è stata improntata dalla severità del momento, hanno preso parte larghe rappresentanze di tutte le categorie sociali della cittadinanza. Con lo stesso entusiasmo si è svolta ieri, nella locale caserma “Tagliamento” la ceri- monia della consegna delle “M” alle reclute che si sono mostrate meritevoli.

Relazione del 10 aprile 1944 Anche nella scorsa settimana è continuata l’attività dei ribelli caratterizzata come per il passato, in azioni di brigantaggio e assassini di inermi cittadini. Nella mattinata del 6 corrente, in località S. Maria di Quarona Sesia, 20 militi della Gnr venivano fatti segno di una imboscata da parte di alcuni ribelli armati, cadendo vittime del dovere. Le salme im- mediatamente trasportate a Varallo sono state nella giornata stessa visitate dal Capo della Provincia subito recatosi sul posto. Sono in corso operazioni di rastrellamento contro i ribelli, che dopo compiuto il de- litto si sono allontanati verso la montagna. In tutta la Provincia, in segno di lutto cittadino, sono stati sospesi gli spettacoli pubbli- ci. L’accaduto ha prodotto nella popolazione la più viva costernazione. Tutti invocano una decisa azione che valga una buona volta a stroncare la nefanda attività di questi fuori legge assoldati dall’oro nemico. Molti stabilimenti della Provincia hanno sospeso il lavoro a causa della nota mancanza della energia elettrica. La situazione alimentare permane invariata. Continua a lamentarsi la mancanza dei grassi e la scarsità delle razioni alimentari. Continua implacabile l’azione degli Organi di Polizia contro la “borsa nera”. L’opinione pubblica continua a dimostrare una evidente apatia circa l’indirizzo politi- co da seguire. A ciò contribuisce in parte il disagio cui le categorie operaie ed impiegati- zie sono costrette a subire a causa del continuo aumento del costo della vita, nonché l’in- fluenza della propaganda avversaria. Il 7 c. m. è stata qui celebrata la cerimonia del giuramento di altri 3.680 appartenenti all’Esercito Repubblicano e la consegna del labaro al locale Reggimento S. Marco. La manifestazione, alla quale ha presenziato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e larghe

98 rappresentanze del popolo, è riuscita austera ed imponente e si è svolta in clima pieno di patriottismo e di ardente desiderio di combattere. Alla sfilata delle truppe ha preso parte la Compagnia locale degli Agenti ausiliari in abito borghese che ha destato vivissima ammirazione da parte del Generale Mischi, per l’alto grado di istruzione, per la impeccabilità dello sfilamento, nonché per la saldissima disci- plina dimostrata. Il Capo di Stato Maggiore ha espresso il suo altissimo e vivo elogio, ed ha elargito alla compagnia lire 2.000 di premio.

Relazione del 16 aprile 1944 È continuata anche nella decorsa settimana la consueta attività dei ribelli, nelle zone della Valsesia e dell’alto Biellese. Secondo notizie attendibili le bande armate capeggiate dal noto Moscatelli, sarebbero attualmente qualche migliaio di elementi, e oltre alle zone di Rimella e Cravagliana agi- rebbero ora anche nelle zone dei comuni di e . Si ha pure notizia della costituzione di un’altra banda formata da elementi sfuggiti alle operazioni di rastrellamento condotte dalla Gnr e che si sarebbe acquartierata nel comune di Rassa. Questa banda si servirebbe di automezzi asportati a privati e sarebbe dotata di armi au- tomatiche modernissime fornite da aerei nemici. Stamane si sono svolti in questa città solenni onoranze funebri alle salme dei valorosi 20 legionari vittime della nota imboscata cui si è riferito nella relazione precedente. Oltre al Comandante Generale della Gnr, vi hanno partecipato le principali Autorità po- litiche e militari di Vercelli e province limitrofe, rappresentanti delle Forze Armate tede- sche, tutte le organizzazioni locali dipendenti dal Partito e numerosa folla, che ha reso un commovente e riverente saluto alle valorose vittime dell’odio antifascista e assoldati al- l’oro nemico. Il lavoro negli stabilimenti della Provincia è continuato regolare sebbene alcuni di essi siano stati costretti a rallentare la loro produzione a causa della nota deficienza di energia elettrica. L’attività commerciale è alquanto ridotta a causa delle restrizioni imposte dall’attività bellica e dal diminuito potere di acquisto da parte delle classi meno abbiette (sic!). La situazione alimentare permane invariata. In questi ultimi giorni è stata effettuata una distribuzione di zucchero per due mesi. Il mercato degli ortaggi è soddisfacente. La popolazione continua a lamentare la insufficienza delle razioni ed in special modo della mancanza dei grassi. Favorevole impressione e commenti ha prodotto la notizia che a datare dal 20 corrente le razioni del pane e dei generi da minestra saranno sensibilmente aumentate. Nel valutare nella giusta portata il provvedimento stesso la cittadinanza formula voti affinché al più presto anche gli altri generi, e specialmente i grassi, siano aumentati. Lo spirito pubblico continua ad essere caratterizzato dal noto smarrimento verso l’in- dirizzo politico da seguire. A ciò contribuisce come altre volte è stato segnalato il conti- nuo crescente costo della vita e la propaganda nemica. Continua inflessibile l’azione degli organi competenti contro il fenomeno della borsa nera.

99 Relazione dell’8 maggio 1944 È continuata nella decorsa settimana l’attività dei ribelli caratterizzata come per il pas- sato da azioni di brigantaggio e di assassini. Secondo quanto è stato fiduciariamente riferito il noto bandito Moscatelli Vincenzo sarebbe stato completamente esautorato dai componenti la sua banda. Lo stesso si aggire- rebbe nella zona del Biellese con il proposito di abbandonare la zona. Il suo posto in seno alla banda sarebbe stato assunto da tale Zaquini9 di Varallo il cui compito principale sarebbe la riorganizzazione delle bande operanti in Valsesia. È stato pure riferito che in una località non ancora precisata della Valsesia si è stabilito il Comando di una nuova banda formata finora da una decina di elementi agli ordini di cer- to Rondi Cesare ex sergente della Scuola di Alpinismo di Aosta. Si ha la certezza che i ribelli vengano armati di armi automatiche e riforniti da aerei nemici. Pure la zona di Trivero risulta essere nuovamente battuta da elementi ribelli vuolsi di- slocati sul versante tra la Valsesia e la Valsessera. Alcuni gruppi degli stessi, che dichiara- no essere alle dipendenze della banda Moscatelli, si sono fatti notare in questi ultimi gior- ni nelle frazioni del Comune di Trivero. Sono armati di mitra, di pistole mitragliatrici rus- se, di qualche mitragliatrice e di bombe a mano. Gli stessi, sempre secondo le notizie fi- duciarie, farebbero spesso uso di muli per trasporto di viveri e materiali, sulla mulattiera Piancone versante Valsessera e Valsesia. Il lavoro negli stabilimenti della Provincia è continuato regolare. La giornata del 1o Maggio è trascorsa nella massima calma e nessuno degli operai di questa Provincia ha aderito all’invito del Comitato di Liberazione Nazionale di abbandonare il posto di lavoro. La situazione alimentare permane invariata. È continuata l’azione degli Organi di Poli- zia contro la “Borsa nera”. Lo spirito pubblico permane invariato. Domenica scorsa con l’intervento di tutte le autorità cittadine e con il concorso di lar- go pubblico nella Basilica di S. Andrea di questa città si è svolta una funzione propiziatrice per la vittoria delle armi dell’Italia Repubblicana. Nel pomeriggio del 6 corrente il Cappellano Militare Antonio Ledda in una piazza cit- tadina presenti numerose rappresentanze di ogni classe sociale della popolazione, ha ce- lebrato la giornata del sacrificio e della fede. La manifestazione si è svolta in un ardente clima di patriottismo. Nella notte del 1 corrente una pattuglia della Polizia Repubblicana a causa di un fatale incidente è stata fatta segno di colpi di arma da fuoco da parte di una pattuglia germanica. Due guardie di Ps riportavano gravi ferite in conseguenza delle quali poco dopo decedeva- no. Alle solenni onoranze funebri svoltesi in questa città hanno partecipato le massime autorità locali con una vasta rappresentanza delle forze armate Italo Tedesche, nonché molto pubblico. Il giorno 5 corrente si è riunito il Tribunale Provinciale Straordinario che ha pronun- ciato una sentenza di condanna ad anni 1 e mesi sei di reclusione. Sabato è improvvisamente qui deceduto l’Ecc. Monsignore Montanelli, Arcivescovo di Vercelli.

Relazione del 15 maggio 1944 L’attività dei ribelli nelle note zone della Provincia è diminuita d’intensità. Le opera- zioni di rastrellamento che continuano a svolgersi hanno condotto all’annientamento di

100 nuclei ed alla cattura di banditi, alcuni dei quali, presi con le armi in pugno, sono stati fu- cilati immediatamente. A seguito dell’atto di clemenza del Duce a favore degli sbandati risultano essersi pre- sentati agli appositi luoghi di concentramento 318 giovani già rifugiatisi nelle montagne del Biellese. Il lavoro negli stabilimenti è continuato regolare ad eccezione di alcuni che in conse- guenza del consumo dell’energia elettrica rimangono chiusi per qualche giorno della set- timana. Le maestranze si mantengono calme e nel complesso disciplinate. L’andamento del commercio continua ad essere caratterizzato da una sempre maggio- re rarefazione dei prodotti ed in special modo dei manufatti, dovuta soprattutto alla diffi- coltà dei mezzi di trasporto che a sua volta incide non indifferentemente sulla deficienza di approvvigionamento delle materie prime. Nei settori tessili e dell’abbigliamento permane tuttora il blocco ordinato dalle Auto- rità Tedesche. È fortemente sentita la necessità di un sollecito sblocco presso la produ- zione od i grossisti di una parte della merce depositata, onde poter fronteggiare le richie- ste dei consumatori e porre in condizioni le aziende di sopperire alle ingenti spese gene- rali. La situazione alimentare è invariata. Continua a lamentarsi la mancanza dei grassi e la popolazione auspica che questo importante problema venga al più presto risolto. Il merca- to degli ortaggi è soddisfacente. È continuata l’energica azione degli organi dipendenti contro la “borsa nera”. Lo spirito pubblico permane invariato sebbene in molti strati si tenda a manifestarsi un sempre più forte senso di fiducia e di equilibrio. La giornata dell’Esercito celebratasi il 9 Maggio è trascorsa in una atmosfera di arden- te patriottismo. Al locale Teatro Civico presenti autorità politiche e militari, rappresen- tanze delle forze armate Italo Tedesche e numerose truppe e popolo il Capo della Provin- cia ed il Comandante questo Centro Costituzioni Grandi Unità hanno parlato alle truppe ed al popolo esaltando l’impresa Africana voluta dal Duce e compiuta mercé l’eroismo del soldato Italiano contro la coalizione demoplutocratica e massonica. Un particolare ap- pello è stato rivolto ai giovani perché accorrano sempre più numerosi nelle file dell’Eser- cito Repubblicano che dovrà riscattare l’onta del tradimento e dare alla Patria ed al popolo italiano grandezza e pace con giustizia. È seguito in Municipio un ricevimento in onore agli Ufficiali di stanza in Vercelli. Nel pomeriggio sono state effettuate visite ai soldati degenti negli ospedali ai quali sono stati offerti doni. Nella mattinata dello stesso giorno si sono svolti i funerali dell’Ecc. l’Arcivescovo di Vercelli, alla presenza del Cardinale Arcivescovo di Torino e di diversi Vescovi delle Dio- cesi vicine e con l’intervento delle maggiori autorità politiche e militari e numeroso pub- blico.

Relazione del 22 maggio 1944 Nulla di notevole da segnalare circa l’attività dei ribelli in Provincia la cui azione per quanto diminuita di intensità continua ad essere caratterizzata da sporadiche rapine e qual- che assassinio. Tali crimini si possono imputare a nuclei di veri e propri briganti che già riunitisi a bande di ribelli, oggi, agiscono di propria iniziativa.

101 Questi elementi hanno a loro carico delitti di gravi entità, e, forse già evasi dalle case di pena, vivono ancora da fuori legge per ragioni ovvie. Continua la presentazione degli sbandati ai centri di raccolta. Il lavoro negli stabilimenti prosegue regolare. Pure invariata è la situazione alimentare. È continuata la rigorosa azione contro la borsa nera. Pure invariato permane lo spirito pubblico sebbene, come è già riferito in precedenti relazioni, tende a manifestarsi in un sempre più forte senso di fiducia e di comprensione. Il 19 corrente si è nuovamente svolta una riunione del Tribunale Provinciale Straordi- nario che ha pronunciato una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto a carico di certo Lemmi da Biella.

Relazione del 28 maggio 1944 Nella corrente settimana l’attività dei ribelli è stata particolarmente caratterizzata da atti di sabotaggio contro le ferrovie interessanti questa Provincia. Infatti il 24 corrente sono stati collocati due tubi di gelatina sul ponte ferroviario sul fiume Dora della linea Torino-Milano che scoppiavano al passaggio di un treno merci pro- vocando il deragliamento della locomotiva e di numerosi vagoni, nonché la rottura delle lastre metalliche di copertura del ponte. Pure nel pomeriggio dello stesso giorno un altro ordigno esplosivo scoppiava al pas- saggio di un treno sulla stessa linea nel tratto S. Germano-Santhià, causando la rottura di una trentina di metri di binario. Il 25 corrente un altro ordigno esplodeva sulla linea ferroviaria Biella-Novara nei pressi della stazione Masserano, causando danni alla macchina. Sono stati immediatamente iniziati i lavori per il pronto riattamento dei danni prodotti. Nel pomeriggio del 26 nei pressi della fermata del tram di Occhieppo Inferiore, sco- nosciuti che si ritiene appartenenti a bande di ribelli uccidevano a colpi di arma da fuoco il maresciallo comandante il Distaccamento Gnr di Biella Piazzo ed un borghese che si trovava in sua compagnia. Nulla da segnalare circa l’attività degli stabilimenti della Provincia il cui lavoro prose- gue regolare. La situazione alimentare è invariata. Si lamenta la mancata distribuzione di alcuni ge- neri contingentati quali: formaggio, salumi e marmellata e la insufficienza della razione dei grassi. La distribuzione degli altri generi è regolare. Lo spirito pubblico permane invariato, sebbene buona parte della popolazione pur con- tinuando a mantenere un senso di disagio per la presente situazione non abbia mancato di mostrare una certa fiducia al ritorno della normalità, specie a seguito del bando del Duce sulla franchigia concessa agli sbandati. Il numero degli sbandati presentati ai centri di raccolta, noto a tutto il 26 corrente è di 1.463. Questa cifra è però suscettibile di sensibile aumento non appena saranno pervenuti i dati da parte del Distretto Militare. All’alba dello stesso giorno sono iniziate le azioni di repressione contro i superstiti ribelli ancora alla macchia. Il 23 corrente è partito da questa città tra l’altissimo spirito dei partenti e l’entusiasmo della popolazione uno scaglione di 700 elementi dell’Esercito Repubblicano. Il 26 corrente il Tribunale Provinciale Straordinario ha pronunciato una sentenza di condanna ad anni 5 di reclusione ed una di assoluzione per insufficienza di prove con con- seguente rinvio degli atti al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato.

102 Relazione del 5 giugno 1944 Nulla di notevole da segnalare circa l’attività dei ribelli nella Provincia, la cui azione continua ad essere caratterizzata da atti di vero brigantaggio e di sabotaggio. L’attività lavorativa negli stabilimenti è continuata regolare. La massa operaia si man- tiene calma. Vivo interesse ha destato in essa la notizia delle recenti disposizioni emanate per un sempre maggiore incremento delle mense e degli spacci aziendali. Continua l’afflusso nelle zone interessate delle mondine che nel complesso si man- tengono disciplinate ed attaccate al lavoro. Lo spirito pubblico è invariato. La popolazione segue con evidente interesse e com- prensione l’eroica lotta dei soldati germanici per la difesa di Roma. Pure immutata è la situazione alimentare della Provincia. Continua sempre più impla- cabile l’azione degli organi competenti per stroncare il fenomeno della “borsa nera”. Nella mattinata del 28 maggio u. s. alcuni aerei nemici hanno sganciato molte bombe dirompenti sulla periferia nord della città, colpendo alcuni stabilimenti, magazzini, case civili ed operaie ed una scuola. Veniva pure interrotta la linea ferroviaria Vercelli-Santhià. Le perdite tra la popolazione civile ammontano a 19 morti e 97 feriti. Il capo della Provin- cia accompagnato dal sottoscritto e da altre Autorità si è immediatamente recato sui luo- ghi colpiti impartendo le disposizioni per l’immediata opera di soccorso. Sono subito sta- ti iniziati i lavori di riattamento della linea ferroviaria colpita. Il contegno della popolazione è stato esemplare. I funerali delle vittime si sono svolti con la totale partecipazione di tutta la cittadinanza e con l’intervento di tutte le Autorità politiche e militari. È in corso una sottoscrizione per raccogliere somme a favore dei sinistrati con la spon- tanea ed unanime adesione di tutti.

Relazione del 10 giugno 1944 Nulla di particolare da segnalare nei riguardi dell’attività dei ribelli della Provincia che continua ad essere caratterizzata come per il passato da assassinii, rapine e da qualche atto di sabotaggio. Il 3 corr., mediante esplosivo veniva danneggiata una arcata del ponte ferroviario sul torrente Elvo della linea ferroviaria Santhià-Arona interrompendo il traffico. Il 9 corrente il ponte ferroviario sul torrente è stato parzialmente distrutto con mine ed il traffico interrotto. In entrambi i casi sono stati immediatamente iniziati i lavori per il riat- tamento delle linee. Il lavoro negli stabilimenti procede regolare. Anche nell’agricoltura si lavora alacremente. Continua la monda e il trapianto del riso. In questi ultimi giorni alcuni sparuti gruppetti di mondine hanno tentato di sospendere il lavoro avanzando pretesti di miglioramenti salariali e dell’alimentazione. Il tempestivo intervento della forza pubblica ed il fermo di alcune delle interessate ha avuto salutare effetto di modo che il lavoro è stato subito ripreso. Nessuna novità nel campo dell’ali- mentazione: la distribuzione dei generi di prima necessità avviene abbastanza regolarmen- te. Continua però a lamentarsi la mancanza dei grassi, specie in questi ultimi tempi in cui la distribuzione della carne non avviene più settimanalmente ma ogni 15 giorni. Regolare si mantiene il mercato ortofrutticolo. In questo campo la maggior parte della popolazione, specie la classe impiegatizia, lamenta l’esosità dei prezzi che sono saliti a prezzi impossibili.

103 Lo spirito pubblico nella maggioranza della popolazione continua a manifestare un senso di apatia e di smarrimento verso i gravi problemi dell’ora. A ciò ha inciso profondamente il fatto dell’andamento delle operazioni militari sui vari fronti di guerra. La notizia della caduta di Roma, specie nella parte più sana della popolazione, è stata appresa con coster- nazione e con virile comprensione. Si manifesta sempre più palese un senso di fiducia verso una imminente ripresa del combattimento delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana che al fianco dei va- lorosi camerati germanici sapranno assestare un colpo mortale alI’odiato nemico e con ciò ridare all’Italia ed al mondo la Città Eterna e quella giusta pace da tutti attesa. Durante la scorsa settimana, presenti il Comandante Generale della Gnr Ricci ed il Generale Germanico Tensfeld è partita per la zona d’impiego la prima legione d’assalto “Tagliamento” qui di stanza, tra il vivo entusiasmo dei partenti e salutata calorosamente dalla cittadinanza che faceva ala al suo passaggio. Le donne fasciste per l’occasione hanno offerto doni ai valorosi.

Relazione del 10 giugno [?] 194410 Nella decorsa settimana il fenomeno ribellistico in provincia è continuato a manife- starsi con azioni violente ai danni di persone o cose. Continuano le operazioni di rastrellamento condotte su vasta scala da elementi italiani e tedeschi. Il lavoro negli stabilimenti, eccezion fatta per quelli ausiliari o protetti, subisce un ral- lentamento nel ritmo produttivo dovuto unicamente alle difficoltà nel rifornimento delle materie prime. La massa operaia si mantiene apparentemente calma e per il momento non dà segni di insofferenza. La situazione alimentare permane invariata. Continua a manifestarsi nella popolazione un senso di pessimismo circa le operazioni militari in corso sui vari scacchieri della guer- ra.

Relazione del 5 luglio 1944 La situazione dei ribelli in Provincia tende a migliorare per le azioni di rastrellamento in atto da parte di forze italo-germaniche. L’attività lavorativa negli stabilimenti e opifici della Provincia come pure della campa- gna procede abbastanza regolare, la classe operaia si mantiene apparentemente calma; non si esclude però che essa possa risentire della situazione che attualmente si verifica nelle province limitrofe, ove come è noto quelle maestranze sarebbero in sciopero da alcuni giorni. In questi giorni circa il 30% degli operai dello stabilimento Piaggio di Biella han- no abbandonato il lavoro; di questi il 20% tutti oriundi toscani si sono allontanati arbitra- riamente per raggiungere le loro famiglie per cercare di portarle in salvo; la rimanenza tutti operai locali si sono allontanati per motivi più o meno plausibili ma sempre dipen- denti della situazione del momento. Nulla da segnalare nel campo alimentare la cui situa- zione permane stazionaria e la cui mancata distribuzione di alcuni dei generi tesserati, vedi grassi, formaggi, marmellata, ecc., va determinando un disagio ed un senso di sempre maggior tensione nella massa lavoratrice e impiegatizia. Lo spirito pubblico continua ad essere alquanto depresso. Nella maggior parte della popolazione propende a manifestarsi un senso di panico sia per la piega presa dalla situa-

104 zione bellica in generale sia per le voci più o meno fondate che continuamente vengono diffuse circa l’invio in massa di italiani in Germania. In questi ultimi giorni, nei pressi della città sono stati passati per le armi due fuori leg- ge catturati armati durante operazione di rastrellamento. L’avvenimento ha prodotto nella popolazione notevole impressione.

1 Si veda, ad esempio: PIERO A MBROSIO, La crisi del “fronte interno”. Le relazioni del que- store di Vercelli al capo della polizia nel 1942, in “l’impegno”, a. XII, n. 2, agosto 1992. Si trattava allora di relazioni trimestrali. 2 Le relazioni (in questo caso settimanali) sono state reperite all’Archivio centrale dello Stato, nella serie Ministero dell’Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, 1944-1945, categoria C 2, b. 8. 3 Vercelli era sede del Centro costituzione grandi unità dell’esercito. 4 Si vedano, ad esempio, le citate relazioni del 1942. 5 Per brevità omettiamo alcuni dati che si ripetono identici o quasi in tutte le relazioni, ricordando, una volta per tutte, che esse sono sempre intestate “Questura di Vercelli”, indirizzate “All’Ecc. il Capo della Polizia (le prime due alla “Sede di campagna”, le successive a Valdagno), recano quale indica- zione dell’oggetto “Situazione politica ed economica della Provincia” (talvolta con lievi variazioni di forma) e sono sempre firmate dal questore Amedeo Sartoris. Le relazioni risultano spedite prevalentemente di lunedì o di domenica (fanno eccezione solo le ultime quattro). Il numero di protocollo è “1.740 Div. Gab.”, a eccezione delle relazioni del 20 e 27 marzo (per le quali il numero è 5.149). L’intestazione “Questura di Vercelli” fu inizialmente apposta con un timbro in alto a sinistra; la relazione del 2 aprile fu redatta su carta intestata della “Regia Questura di Vercelli”, su cui il riferimen- to alla monarchia e il simbolo di Casa Savoia furono cancellati e sostituiti dall’indicazione “Repubbli- cana”; a partire dall’8 maggio su carta intestata a stampa “Questura Repubblicana di Vercelli” con il simbolo fascista a sinistra (di questo periodo fanno eccezione le relazioni del 28 maggio e del 10 giu- gno, redatte su carta intestata a mezzo di timbro). Da rilevare che alcuni passi delle relazioni (solitamente quelli relativi alla situazione dei “ribelli”, ai rastrellamenti, alla situazione alimentare e allo spirito pubblico) furono oggetto di stralci effettivamente inviati, dalla segreteria, al capo della polizia, come risulta da numerosi appunti vergati sulle relazioni. 6 Se ne veda la biografia in appendice. 7 Sui battaglioni “M” della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, sull’ordinamento e i gradi della Milizia e della Guardia nazionale repubblicana, sul 63o battaglione “M”, la legione “Tagliamento” e altri battaglioni “M” operanti in provincia di Vercelli durante la Repubblica sociale italiana si veda in appendice. 8 Se ne veda la biografia in appendice. 9 Mario Zaquini, nato il 30 gennaio 1905 a Varallo, avvocato, socialista. Fu tra i promotori della Resistenza valsesiana. Dopo la guerra fu consigliere comunale di Varallo, dove morì il 25 settembre 1969. 10 Sulla relazione, protocollata in arrivo l’11 agosto, il destinatario appose due punti interrogativi accanto alla data del 10 giugno: che questa sia errata sembra indubitabile, ma le informazioni contenu- te nella relazione non consentono tuttavia una più precisa datazione.

105 “L’entusiasmo dei legionari è indescrivibile”

Il diario del 63o battaglione “M” della “Tagliamento”. 1 marzo - 6 giugno 1944

Il “diario storico-militare” del 63o battaglione “M”1 dal 1 marzo all’11 agosto 1944, manoscritto su un apposito registro2 e firmato dal comandante Giuseppe Ragonese, con- sta di centoventun pagine3, di cui sono qui pubblicate le prime settantotto, fino al 6 giu- gno, giorno della partenza del reparto da Vercelli per le Marche4. Secondo le istruzioni per la compilazione, contenute nello stesso registro, il diario riporta “data e giorno della settimana, dislocazione dei reparti al mattino, ordini ricevuti e dati, operazioni eseguite e truppe che vi parteciparono, stato atmosferico”. Il diario documenta le azioni del battaglione in Valsesia e Valsessera e in zone limitro- fe, queste ultime nell’ambito di operazioni coordinate con altri reparti, in alcuni casi an- che alle dipendenze delle forze armate tedesche. Facendo un riscontro con le notizie tra- smesse dai comandi delle compagnie contenute in una serie di fonogrammi inviati al co- mando di battaglione nel mese di aprile5, si nota tuttavia che non tutte quelle di rilievo sono trascritte nel diario e che, talvolta, vi sono discordanze o inesattezze. Il 63o battaglione “M” della Guardia nazionale repubblicana (uno dei due costituenti, dal 1 marzo 1944, la legione “Tagliamento”6) era articolato in tre compagnie, dislocate prevalentemente a Pray, Fobello e Rimasco7, la cui forza variava dal centinaio di uomini della 1a e della 2a agli ottanta-novanta della 3a. Esse avevano a disposizione, secondo quanto risulta dai citati fonogrammi, due o tre auto, una motocicletta e un autocarro ciascuna, mentre la 1a disponeva anche di un carro armato. I comandanti delle tre compagnie erano i tenenti Carlo De Mattei, Antonio Fabbri, Guido Alimonda, promossi capitani a metà del mese di maggio8. Dati caratteristici del diario sono l’ostentazione di sicurezza e la retorica, che gronda, si può dire, quasi da ogni pagina: significativa è la descrizione della morte di un milite a Mottalciata, il cui “ultimo grido” sarebbe stato quello di “Viva l’Italia, viva il Duce”. E quando non si tratta di retorica si è comunque di fronte all’uso di un linguaggio standardizzato e, spesso, iperbolico: l’attività delle pattuglie del battaglione è sempre “intensa”, le infor- mazioni raccolte sono sempre “ottime”, così come “ottimi” vengono quasi sempre defini- ti i risultati delle azioni; la reazione di fronte agli attacchi partigiani è sempre “immediata e potente” e immancabilmente causa la “precipitosa fuga” degli avversari, le cui azioni sono, perlopiù, classificate come imboscate, naturalmente definite “vilissime”: mentre non si considera, evidentemente, tale un’azione di rastrellamento in abiti civili, come quella com- piuta ai primi di maggio nella zona di Curino. Se non è il caso di dilungarci su questi aspetti, su cui abbiamo già avuto modo di sof- fermarci altrove9, vale forse la pena di sottolineare ancora una volta l’incapacità dei co- mandanti del reparto in questione e, più in generale, dei vertici della Rsi, di comprendere il fenomeno partigiano e la sua tattica: incapacità che traspare spesso dalle pagine del dia-

106 rio, sia, semplicemente, laddove si annota che l’azione contro i “banditi” è rimasta “senza esiti” perché questi si erano nel frattempo dileguati, sia in annotazioni come quelle rela- tive al rastrellamento compiuto in Valsesia nel mese di aprile, quando i fascisti credettero di aver completamente sgominato i reparti partigiani, mentre questi, rimasti sostanzial- mente indenni, furono ben presto in grado di riprendere la loro attività10.

Marzo 1944 1 mercoledì Dislocazione del 63o Btg.ne in Pray Biellese. La 2a Compagnia invia un plotone alla cartiera di Serravalle Sesia per reprimere un eventuale sciopero degli operai dello stabili- mento. Il progetto dello sciopero era stato segnalato ieri. Il Plotone provvede a costituire dei blocchi volanti sulla strada Gattinara-Borgosesia. Vengono bloccati tutti i telefoni. Tutto è stato calmo ed il Plotone rientra in serata a Pray. Per i reparti rimasti a Pray è continuato l’addestramento. Tempo buono. Cielo scoperto.

2 giovedì Il Battaglione è dislocato a Pray Biellese. Nessun reparto è in movimento. Tutto il Battaglione continua l’istruzione formale e l’addestramento sulle armi. Tempo buono. Cielo leggermente coperto.

3 venerdì Il Battaglione è dislocato a Pray Biellese. Un Plotone della 2a compagnia al comando del S.C.M. Poggi Angelo viene inviato a Ciliano per compiervi un’operazione di polizia resasi necessaria in seguito ad informa- zioni ricevute sul movimento dei banditi. I reparti rimasti in Pray continuano l’addestra- mento. A sera il plotone partito stamani non è ancora rientrato. Tempo buono. Asciutto. Cielo scoperto.

4 sabato Il Battaglione è dislocato a Pray meno un Plotone della 2a Cp. inviato ieri a Ciliano per compiervi un’operazione di polizia. I reparti dipendenti sono in addestramento. Nella serata il Cent. Menegozzo del Comando Legione viene fatto segno al suo pas- saggio a Serravalle Sesia a colpi di moschetto ed a lancio di bombe a mano. Fortunatamen- te la vile aggressione è rimasta senza esito. Pure nella serata rientra da Ciliano il Plotone della 2a Compagnia. Il S.C.M. Poggi ri- ferisce che non vi è nulla di rilevante da segnalare nell’operazione da lui svolta. Tempo buono. Asciutto. Cielo scoperto.

5 domenica Dislocazione del Battaglione a Pray Biellese. Al mattino tutti i reparti intervengono alla Messa al campo celebrata dal nostro Cap- pellano. Non vi sono novità rilevanti. Tempo buono. Cielo sereno.

107 6 lunedì Dislocazione del Reparto a Pray. Nelle prime ore un reparto si è recato a Crevacuore dove ha incendiato tre case di pro- prietà di banditi che si trovano attualmente alla macchia. Nel pomeriggio viene effettuata una puntata nella zona Crevacuore-Borgosesia-Postua, con lo scopo di rintracciare ele- menti sospetti segnalati da nostri informatori. Continua la fruttuosa raccolta di notizie circa i movimenti dei banditi nella zona della Valsesia. Tempo buono. Cielo scoperto.

7 martedì Il Battaglione è dislocato a Pray Biellese. Alle prime ore del giorno un reparto al comando del S.C.M. Poggi e S.C.M. Mazzanti- ni è partito per Varallo, dove, bloccando le strade, ha proceduto all’arresto di un bandito armato, nonché al fermo di alcune persone sospette che vengono accompagnate sotto scorta a Vercelli. Nella mattinata una pattuglia procede ad una puntata su Postua, dove sono discesi ban- diti durante la notte. Vengono raccolti elementi utili per le successive operazioni di poli- zia. In serata rientra il reparto [partito] nella notte per Varallo. Durante il ritorno viene fat- to oggetto a due imboscate; in seguito alla prima rimane ferito il legionario Rocchi Giu- seppe al terzo medio inferiore gamba destra. Tempo buono - asciutto - cielo scoperto.

8 mercoledì Dislocazione del Battaglione a Pray. Un reparto comandato dal S.C.M. Mazzantini continua il blocco a Borgosesia. Un re- parto al comando del Cent. Ponton presenzia a Postua i funerali dei due Caduti Fascisti. Una pattuglia inviata in esplorazione sulle colline a Nord di Postua scorge tre individui che si nascondono e che, inseguiti, riescono a dileguarsi. Un’altra pattuglia ispeziona la strada fino a Serravalle Sesia. A sera tutti i reparti rientrano a Pray. Tempo buono - cielo scoperto.

9 giovedì Dislocazione del Battaglione a Pray. Continua il blocco a Borgosesia. Nulla di notevole da segnalare. I reparti di Pray con- tinuano l’istruzione formale e l’addestramento al combattimento. Continua la raccolta frut- tuosa di notizie sul movimento e dislocazione dei banditi. Tempo buono. Cielo scoperto.

10 venerdì Dislocazione del Battaglione a Pray. Durante la notte allarme a Borgosesia ed a Pray per avvistati movimenti di banditi con- fermati da lanci di razzi. Niente di notevole però accade. Il mattino vengono fermati a Borgosesia quattro indi- vidui sospetti ed un bandito che trovavasi colà in licenza. Una pattuglia inviata al Rondò ha fermato il proprietario di quell’Osteria perché indiziato di connivenza con i banditi.

108 Vengono minuziosamente perlustrate le strade di Crevacuore-Borgosesia e Gattinara. A Borgosesia viene svolta un’azione di fuoco contro un gruppo di banditi presso il cimite- ro, che fuggono raggiungendo i monti della Val Sesia. Tempo buono. Cielo scoperto.

11 sabato Battaglione in movimento. Alle ore 3 il Battaglione parte da Pray Biellese autotrasportato per raggiungere Bor- gosesia, dove sarà alle dipendenze del 15o Reggimento Polizia Germanico per le opera- zioni che vi dovranno essere svolte. Alle 4 viene effettuato lo stabilito appuntamento con il Comando Tedesco. Alle ore 5 il Battaglione sempre autotrasportato parte e punta su Varallo. Alle ore 6 giunge a Roccapietra dove rimane a Presidio. Una pattuglia inviata in perlu- strazione fuori dell’abitato di Roccapietra ha uno scontro in seguito al quale un bandito rimane ucciso. Vengono catturati due renitenti alla leva. Tempo buono - cielo scoperto.

12 domenica Battaglione in movimento. Alle ore 7 il Battaglione autotrasportato raggiunge Varallo come disposto dal Coman- do 15o Rg.to S.S. Polizia germanico, viene però fatto tornare a Roccapietra con i seguenti compiti: a) rastrellare la zona di . b) rastrellare la zona verso Foresto. Ambedue i compiti vengono espletati senza aver incontrati banditi. Nel pomeriggio il Comando del 15o Rg.to Polizia Tedesca, che è rimasto in Varallo senza presidio, richiede una compagnia a protezione. La compagnia parte alle ore 20 al comando del S.C.M. Poggi. L’azione lungo la Valsesia viene compiuta dal reparto Germa- nico, dal reparto della milizia di Milano a cui si è aggiunta la squadra cannoni del nostro Battaglione col cannone da 37. Alle ore 19,30 vengono sparate da quota 981 (est di Roccapietra) alcune raffiche sulla corriera della S.A.F.T. requisita per trasporto truppa. Danni lievissimi. Viene risposto al fuoco con raffiche di T.42. Vengono requisite autovetture il cui sequestro non è stato de- nunciato. Tempo buono. Cielo scoperto.

13 lunedì Dislocazione del Battaglione a Roccapietra con una compagnia distaccata a Varallo. Nella mattinata un reparto viene inviato a Cavaglia per perlustrare la zona. Una pattu- glia inviata in perlustrazione sulle pendici di Quota 981, da dove ieri i banditi spararono con armi automatiche. Durante l’esplorazione il S.C.M. Ghirelli Edolo cade da 10 metri frantumandosi la base cranica. Ricoverato all’Ospedale civile di Varallo, dove viene co- mandata una squadra di 4 legionari, versa tuttora in gravi condizioni. Una pattuglia effettua un appostamento sulla mulattiera Roccapietra-Cavaglia, dalle ore 19 alle ore 21, rimasto senza esito. Il S.C.M. Mazzantini parte con una pattuglia alle ore 19 diretto alla frazione di Cilimo

109 (est di Roccapietra) per operare degli arresti. Rientra alle ore 23 senza aver effettuato alcun arresto. Nella serata rientra il reparto della 2a Cp. di formazione al comando del S.C.M. Poggi, inviato ieri a Presidio di Varallo. Tempo buono - cielo leggermente coperto.

14 martedì Dislocazione del Btg.ne: Roccapietra. La 2a Compagnia al comando del S.C.M. Poggi Angelo effettua una puntata a Cervarolo e Camasco. Una pattuglia comandata dal S.C.M. Prezioso effettua appostamenti sui monti circo- stanti Roccapietra. Nel tardo pomeriggio vengono arrestati in un casello ferroviario nei pressi di Roccapietra due giovani, uno della classe 1924 ed uno della classe 1926, già fa- centi parte della banda Moscatelli11. Il S.C.M. Ghirelli è sempre all’ospedale di Varallo e le sue condizioni permangono sempre gravi benché si possa notare un lievissimo miglioramento. Tempo costantemente buono - cielo scoperto.

15 mercoledì Dislocazione del Battaglione: Roccapietra. Puntate di numerose pattuglie sui monti circostanti Roccapietra. Niente di notevole da segnalare. I reparti in Roccapietra continuano l’istruzione. Continua la raccolta d’informazioni sul movimento e dislocazione dei banditi. Tempo buono - freddo asciutto - cielo scoperto.

16 giovedì Battaglione in movimento. Il Battaglione parte alle ore 7 da Varallo risalendo il corso della Sesia fino a Valmaggia di dove prosegue fino a Rimasco seguendo la strada carrozzabile. Da Rimasco una compa- gnia prosegue sino a , ed un’altra compagnia fino a Rima S. Giuseppe. Nonostante l’accurato perlustramento fatto durante la marcia a paesi, frazioni e casci- ne, non si trova traccia né di banditi né di renitenti alla leva. Notizie ottenute a Carcoforo segnalano che il passo Baranca, unico passaggio per andare a Rimella, è coperto da più di 3 metri di neve e si può valicare solo usando gli sci. Corre voce che un fratello del fami- gerato Moscatelli si trovi in Val Sermenza, ma quest’oggi è stato impossibile trovare trac- cia. Durante le operazioni di oggi sono state requisite due macchine sprovviste di denun- cia. Tempo buono. Temperatura fredda e secca. Cielo scoperto.

17 venerdì Battaglione in movimento. Il Comando di Battaglione e la 2a Compagnia giungono alle ore 6,30 a Varallo dove si sistema il Presidio. La 1a Compagnia al comando del C.M. Fabbri per un’azione da compiersi unitamente alle truppe tedesche su Piedicavallo: si prevede che resterà in azione per 3 giorni.

110 Durante la mattinata un plotone della 2a Compagnia ed un plotone del 1o Battaglione compiono un’azione verso Crevola dove sono segnalati dei banditi. A conclusione dell’azione vengono catturati 4 renitenti alla leva provenienti da Lambrate (Milano), che si avviavano per raggiungere la banda Moscatelli. Tempo buono. Temperatura media. Cielo scoperto.

18 sabato Dislocazione del Battaglione a Varallo meno la 1a Compagnia che si trova ancora in operazione. Nella mattinata viene effettuata una puntata a carattere esplorativo in direzione del Ponte della Gula. A tarda sera rientra la compagnia di formazione al comando del C.M. Fabbri Anto- nio che ha operato durante gli ultimi due giorni con le truppe tedesche verso Piedica- vallo. Tempo costantemente buono - cielo leggermente coperto.

19 domenica Dislocazione del Battaglione a Varallo. Alle ore 7 un autocarro con a bordo una squadra di fucilieri comandata dal C.sq. Coc- cetta viene fatta oggetto di una vile imboscata nei pressi di Quarona. I legionari reagisco- no immediatamente con il fuoco delle armi individuali ed automatiche. Nello scontro cade sul campo dell’onore la CN “M” Carotti Silvano. Ordinata l’azione di rappresaglia vengo- no incendiate alcune case di partigiani che sono tuttora alla macchia, nell’abitato di Varal- lo-Borgosesia-Quarona. Tempo leggermente umido. Cielo leggermente coperto.

20 lunedì Battaglione in movimento. Nella mattinata il Battaglione parte autotrasportato da Varallo e rientra a Vercelli, dove si riunisce tutta la legione per un ben meritato e brevissimo periodo di riposo. Tempo buono. Cielo scoperto.

21 martedì Battaglione tutto riunito a Vercelli. Giornata di riposo durante la quale i legionari si assestano nella caserma e provvedono a eseguire quei piccoli lavori indispensabili per l’acquartieramento della truppa. Una ali- quota di legionari comincia i bagni, le uniformi e gli oggetti di corredo vengono steriliz- zati. Presso il Comando di Btg.ne continua la raccolta di notizie sul movimento e la dislo- cazione dei banditi. Pratiche, interrogatori ecc., vengono esaminate e portati a termine. Tempo buono. Cielo leggermente coperto.

22 mercoledì Battaglione riunito in Vercelli alla caserma Tagliamento. I reparti riprendono l’istruzione formale e la pratica d’armi. Continua il bagno per la truppa e la sterilizzazione dei corredi.

111 I legionari cominciano a fluire per Vercelli portando ovunque una nota d’allegria e di fierezza che sollevano l’animo ed il morale di tutti. Anche gli altri soldati di stanza a Ver- celli guardano, non senza invidia, i nostri giovani legionari la cui baldanza si impone ovun- que. Nelle vie risuonano le nostre belle canzoni mentre ovunque si parla già delle nuove gesta compiute dalla Tagliamento. Tempo buono. Cielo leggermente coperto.

23 giovedì Battaglione riunito a Vercelli - Caserma Tagliamento. Continuano sempre l’istruzione formale e l’addestramento al combattimento. Vengono ultimati il bagno truppa e la sterilizzazione dei corredi. Tempo discreto. Umidità. Cielo leggermente coperto.

24 venerdì Battaglione riunito a Vercelli - Caserma Tagliamento. Continua l’addestramento al combattimento. I reparti provvedono alla riparazione delle armi. I legionari intervengono ad uno spettacolo rappresentato al Dopolavoro dai Battaglio- ni S. Marco. Tempo discreto. Leggera umidità. Cielo leggermente coperto.

25 sabato Battaglione riunito a Vercelli. Caserma Tagliamento. Non ha sosta l’addestramento dei legionari. La pratica d’armi viene curata meticolosa- mente ed i giovani soldati seguono con passione questa istruzione, della quale compren- dono l’enorme importanza. In tutti c’è la convinzione che la legione Tagliamento dovrà prima o poi raggiungere il fronte Sud, quindi ci si prepara non tanto per i combattimenti di oggi ma per quelli di domani. A Vercelli da quando è rientrata la Tagliamento sembra rinata la vita; l’entusiasmo re- gna in quelle vie più pregne di tanto mortifero nauseante disfattismo. Tempo buono. Cielo quasi completamente scoperto.

26 domenica Battaglione a Vercelli. Caserma Tagliamento. Alle ore 9 tutta la Legione presenzia alla Messa al campo che Padre Antonio consacra sul suo altarino militare. Alla fine della S. Messa la preghiera del Legionario prima della battaglia si alza dal cortile della caserma e, spandendosi per l’aria, dice a tutti quali siano il nostro sentimento, la nostra fede. Dopo il primo rancio i legionari godono della libera uscita fino alle 15. Tempo buono. Cielo leggermente coperto.

27 lunedì Battaglione a Vercelli. Caserma Tagliamento. I reparti continuano l’istruzione formale e l’addestramento al combattimento, alla quale i legionari partecipano con passione ed entusiasmo.

112 Tutti i servizi procedono regolarmente. Tempo buono. Cielo scoperto.

28 martedì Battaglione a Vercelli. Caserma Tagliamento. Durante tutto il mattino i reparti continuano l’addestramento. Nel pomeriggio i legio- nari nuovi arrivati compiono esercitazioni di tiro con 6 caricatori e 2 bombe a mano. Nel pomeriggio il Comando di Battaglione riceve un ordine di operazione relativo ad un’azione da effettuare nelle prime ore di domani nella zona di Sordevolo. Parteciperanno all’azione la 1a e 2a Cp. del 63o Btg., la 5a Cp. del 1o Btg.ne12, rinforzate da due squadre mortai da 81, una squadra mortai da 45 ed una squadra di pezzi da 37/mm. Lo scopo del- l’azione è quello di attaccare e distruggere le bande ribelli sistemate nella zona compresa fra Sordevolo-Monte Mucrone-Colma di Mombarone-Monte Muanda. L’operazione sarà comandata personalmente dal Comandante la Legione. La partenza è fissata per le ore 1 di domani. Tempo buono. Cielo scoperto.

29 mercoledì 1a e 2a Cp. in movimento - 3a Comp. a Vercelli. I reparti sono pronti per la partenza fissata per le ore 1. Alle ore 12,35 allarme aereo; i preparativi per la partenza non vengono però sospesi. Alle ore 1 precise i reparti lasciano la Caserma Tagliamento autocarrati, e raggiungo- no Muzzano alle ore 3,20, dove vengono lasciati gli automezzi concentrati nella piazza della chiesa; a loro protezione viene lasciata la squadra pezzi da 37/mm. Alle ore 4 la 1a/63o lascia Muzzano e passando per Sordevolo-Cascina Pizza-Piano Colombaro-punto trigonometrico di q[uota] 1.446 (Monte Muanda)-[cascina] Muanda-q. 1.410-Cascina Sette Fontane-Rio asciutto-Stizza-Bosoni raggiunge Verney alle ore 10,45 con lo scopo di attaccare e distruggere le bande ribelli ivi segnalate. A Verney vengono rilevate tracce di passaggio, ed in qualche baita anche la permanenza dei banditi che, a quanto risulta dal ridicolo cartello affisso alla baita, appartengono alla 2a Brigata d’assalto Gari- baldi. Niente di notevole però da segnalare da parte della 1a/63o. Alle ore 5 parte da Muzzano la 2a/63o che forma la 1a colonna, e attraversando il Cana- le dei Saraceni, Castagneto, Bagneri e [illeggibile], raggiunge [illeggibile]. Suo scopo è di annientare i banditi annidiati a [illeggibile], ma la nostra colonna al suo arrivo non trova che baite abbandonate che portano però le tracce della permanenza dei banditi. Pure alle ore 5 parte da Muzzano la 2a colonna costituita dalla 5a/1o Btg. e da 2 squadre mortai da 81, la quale attraverso Sordevolo-Pianette-Seneer, raggiunge la Trappa, dove annidati nell’omonimo Convento della Trappa avrebbero dovuto trovarsi dei banditi, men- tre nei sotterranei dello stesso avrebbero dovuto esserci magazzini di viveri dei ribelli. Ma, malgrado l’accurata visita fatta al Convento personalmente dal Comandante del 63o Btg., non è stato possibile trovare né banditi né magazzini. Verso le 12 le 3 colonne si riuniscono alla Trappa di dove iniziano, unite, la marcia di ritorno a Sordevolo. A Sordevolo intanto si sono radunati gli autocarri lasciati la notte a Muzzano. Alle ore 16 i reparti autotrasportati partono da Sordevolo ed attraversando Biella, rien- trano a Vercelli.

113 La 3a Cp. ha ripetuto nel pomeriggio i tiri con il moschetto e con bombe a mano. Tempo buono - cielo coperto. Temperatura media.

30 giovedì Battaglione a Vercelli. Caserma Tagliamento. I legionari, incuranti delle fatiche del giorno precedente, riprendono alacremente l’ad- destramento. Anche l’istruzione formale viene molto curata, anche perché il giorno 6 del mese prossimo avrà luogo la cerimonia del giuramento, e la consegna degli “M” ai legio- nari che se lo sono meritato. Si sente già a distanza, come una cosa che rende irrequieti, quell’entusiasmo tipico che caratterizza tutte le feste militari. La giornata trascorre senza fatti di particolare importanza. Tempo buono. Cielo scoperto.

31 venerdì Battaglione a Vercelli - Caserma Tagliamento. Al mattino bagno truppa. Continua l’istruzione formale. Nel pomeriggio addestramen- to al combattimento. Nemmeno un minuto della giornata dedicata all’istruzione, viene perduto. Tutto ha carattere di urgenza per questi legionari che saranno presto chiamati ad assumere la responsabilità di rappresentare l’Italia davanti alla Storia. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura media.

Aprile 1944 1 sabato Battaglione riunito a Vercelli. Caserma Tagliamento. Alla sveglia i legionari anziché indossare l’uniforme di marcia mettono la “divisa bel- la”. È giorno di festa oggi: c’è il giuramento e la consegna della rossa “M” Mussoliniana ai giovani legionari che se la sono guadagnata nei recenti combattimenti. Alle ore 8 ha inizio l’ammassamento della Legione che alle 9 viene presentata dal Co- mandante, alla presenza delle autorità civili e militari, al Capo della Provincia. Dopo aver rivolto alcune parole con le quali consacra l’eroismo e l’adamantina fedeltà della Legio- ne, che l’8 settembre non ha esitato a seguire la via dell’onore, il 1o Sen. Comandante leg- ge la formula del giuramento. Il “lo giuro”, sicuro, potente dei legionari risuona nell’am- pio cortile della Caserma, va oltre, entra nel cuore di tutti coloro che italianamente sento- no e credono. Anche la consegna degli “M”, punteggiata da applausi di gentili fanciulle, per ogni le- gionario che si avvicina al palco per avere il suo ambito e ben guadagnato premio, si svol- ge in modo rapido ed austero. La commozione e l’entusiasmo sono grandi ma si taglia corto perché alla Tagliamento non c’è tempo da perdere; ci si deve preparare per fare la guerra. Nel pomeriggio viene concessa la libera uscita come per i giorni di festa, ed i legiona- ri escono impettiti, ingranditi dal solenne giuramento che stamani hanno prestato. Presso il Comando di Btg.ne si lavora sodo, c’è una grossa operazione in vista ed il lavoro di preparazione non manca. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura primaverile.

2 domenica Battaglione riunito in Vercelli. Caserma Tagliamento. Al mattino ore 9 S. Messa nel

114 cortile della Caserma. Addestramento formale ed al combattimento per reparti dipenden- ti, durante tutta la mattinata e nelle ore pomeridiane passate per l’istruzione. I legionari nostri sono meravigliosi e riescono cari per quel loro inesauribile entusiasmo del quale hanno ormai fatto una ragione di vita. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura mite.

3 lunedì Battaglione in Vercelli. Caserma Tagliamento. Mentre i reparti dipendenti continuano il loro addestramento, il Comando Battaglione comincia il duro lavoro di preparazione per il movimento di tutto il Battaglione che sarà impegnato da domani in un’operazione di grande polizia a grande raggio. A sera mentre i reparti rientrano dalle varie istruzioni arriva l’ordine di movimento. Tutta la serata durano i preparativi per la partenza, prima della mezzanotte tutto è pron- to. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura mite.

4 martedì Battaglione in movimento. Alle ore 6 il Battaglione muove da Vercelli con le seguenti direttive di marcia. La 1a Cp. deve raggiungere il paese di in Val Sermenza; la 2a e la 3a Cp. con il Comando di Btg.ne debbono raggiungere Bannio Anzino [No] immediatamente alle spalle dei passi della Dorchetta e di Baranca. Il movimento procede regolare e nel tardo pomeriggio sono raggiunti da tutti i reparti gli obbiettivi assegnati. Domani all’alba cominceranno le operazioni quindi rancio ed a riposare subito dopo aver disposto le guardie molto cautamente. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura che si irrigidisce mano a mano che si sale.

5 mercoledì Battaglione in operazione. La 1a Cp. che muove da Boccioleto alle ore 7 passa per Piana-Casopra-Oro Negro-Or- lino, punta molto decisamente su Roy dove riesce a catturare buona parte del materiale sanitario esistente nell’infermeria dei banditi, i quali sono fuggiti precedentemente sotto il fuoco di una pattuglia della 4a Cp. comandata dal S. Tenente Colombo. Quindi si ferma a Fobello in attesa della 2a/63. La 2/63 e la 3/63 muovono alle ore 6 da Bannio Anzino per puntare la prima sul Passo Baranca la seconda al Passo della Dorchetta. Entrambi i passi sono raggiunti a mezzogior- no circa con immani difficoltà per via della neve altissima che in qualche tratto sprofonda in qualche altro diventa ghiacciaio. Mentre la 3/63 passa attraverso la Dorchetta senza essere ostacolata e raggiunge pri- ma di sera Rimella dove si trova pure il Comando Legione, la 2/63 ed il Com./63 trovano al passo Baranca una certa resistenza da parte dei banditi che hanno piazzata un’arma auto- matica pesante su un punto obbligato. Benché i legionari siano quasi immobilizzati dalla neve, pure il loro fuoco di reazione è tanto sollecito e preciso che ben presto i banditi si danno alla fuga abbandonando le armi ed un ferito il quale, essendo intrasportabile, viene finito. La villa Lancia, l’albergo Baranca ed un’altra casa che servivano di ricovero ai ban-

115 diti vengono date alle fiamme. La villa Lancia, che conteneva esplosivo di tipo inglese, salta per aria. Durante il breve ma violento combattimento resta ferito ad una gamba il S. Tenente Mazzantini Giorgio, il quale, dato la quasi impraticabilità del Passo viene rimandato indie- tro insieme all’Ufficiale Medico S. Ten. Scolari, ad una scorta di 4 uomini comandata dal S. Ten. Bischi Giulio, ed alla squadra mortai da 81 comandata dal S. Ten. Siboli Tullio. A tarda notte, verso le ore 24, la 2/63 ed il Com./63 raggiungono Fobello dove incon- trano la 1/63. Quivi il Comando Btg.ne e la 2a compagnia sostano accantonandosi in attesa di or- dini. L’operazione è stata dura ma è riuscita. I bandi[ti] hanno dovuto abbandonare i loro nidi di aquile dove non credevano certamente che noi saremo arrivati, ed ora si aggirano in pic- coli gruppi sbandati e disarmati che cadranno molto presto nelle nostre mani. Tutta la zona è tornata sotto il controllo nostro e la stragrande potenza di Moscatelli appare ora come una beffa alle popolazioni del luogo. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura fredda ai passi. Mite a Fobello.

6 giovedì Comando, 2/63, 1/63, a Fobello, 3/63 a Rimella. In Fobello al mattino vengono compiute azioni di polizia nel paese e nei dintorni sino a Roy. Molte case vengono perquisite, in alcune delle quali esistono ancora indubbie trac- ce della permanenza dei banditi. In una villa dei Lancia di Fobello viene trovata una auto- vettura Lancia, fuori serie sprovvista di permesso di circolazione e che le indagini fatte fanno supporre sia stata qui portata per uso dei banditi; pertanto viene requisita per conto del Comando Btg.ne. Nel pomeriggio viene preso collegamento con il Comando di Legione in Rimella dal quale si apprende che anche per il 1o Btg.ne le operazioni sono andate bene. Nel ritorno da Rimella il Com.te del Btg.ne riceve la triste notizia che 20 Legionari del 1o Btg.ne sono caduti durante la notte, in un’imboscata tesa loro nei pressi di Quarona, e brutalmente trucidati. Vi sono pure feriti 1 Ufficiale e 2 Legionari. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura mite.

7 venerdì Battaglione dislocato come il giorno precedente. Continuano durante tutta la giornata le operazioni di polizia e di rappresaglia nel paese e dintorni. Anche nella valle di Roy è intensa l’attività delle nostre pattuglie. Molti reni- tenti alla leva si presentano tra i quali anche un partigiano. Vengono operati molti fermi. Si effettuano con alacrità gli interrogatori dei fermati molti dei quali vengono tratti in arre- sto. Nella mattinata il milite Bottan della 2a Cp. viene ferito dallo scoppio di esplosivo contenuto in una casa. Nel pomeriggio viene effettuato il collegamento telefonico con Rimella.

8 sabato Battaglione in movimento verso Varallo. Nella mattinata continuano gli interrogatori ed i fermi. Verso le 12 arriva l’ordine di partenza con la seguente direttiva di marcia:

116 Fobello-Ponte bivio per Rimella (qui ci si incontra con il Comando Legione e con la 3/63) - Varallo. Il movimento avviene senza che avvenimenti degni di nota abbiano ad impedirlo. Varal- lo è raggiunta all’imbrunire. Tutti i muri sono tappezzati dalle scritte portanti i nomi dei nostri gloriosi Caduti, e la promessa solenne di vendicarli. Gli uomini vengono accantonati nelle scuole. Il Comando viene posto all’Albergo Moderno insieme con il Comando Legione. Tempo variabile. Pioviggina durante tutto il pomeriggio. Temperatura mite.

9 domenica Battaglione riunito a Varallo nelle Scuole. Alle ore 10 la truppa assiste alla S. Messa nella chiesa centrale di Varallo, quindi viene lasciata a riposo per tutta la giornata. Presso il Comando di Btg.ne ferve il lavoro di asse- stamento del carteggio trascurato nei giorni passati. Anche gli interrogatori si susseguono senza sosta con risultati eccellenti. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura mite.

10 lunedì Il Comando di Btg.ne la 1a e la 3a Compagnia a Varallo - La 2a Cp. parte alle ore 6 per raggiungere Fobello dove si sistema a presidio con il compito di effettuare continui pattu- gliamenti nelle zone limitrofe alla suaccennata località. Anche le Alpi di Baranca vengono presidiate da una squadra. A Varallo continuano gli interrogatori dei prigionieri e vengono eseguite piccole ope- razioni di polizia locali. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura mite.

11 martedì Dislocazione del Battaglione: Com.do Btg.ne - 1a Cp. - 3a Cp. a Varallo - 2a Cp. a Fo- bello. Alle ore 4 in seguito ad ordine di operazione ricevuto dal Comando Legione, la 1a e la 3a Compagnia guidate dall’Australiano fatto prigioniero partono per controllare la zona delle montagne sovrastanti Roccapietra dove, a detta del prigioniero, dovrebbe essere na- scosto Moscatelli ed esservi seppelliti due mortai da 81. Il Comando di Btg.ne marcia con la 1a Cp. Malgrado le ricerche siano fatte minuzio- samente l’operazione ha esito negativo. I reparti impiegati rientrano a Varallo nel pome- riggio verso le ore 15. La 2a Cp. segnala di essersi normalmente stabilita in Fobello senza aver trovate novità degne di nota. Tempo buono. Cielo coperto - temperatura mite.

12 mercoledì Com.do Btg.ne - 1a Cp. - 3a Cp. a Varallo - 2a Cp. a Fobello. Procedono a Varallo le operazioni di polizia locali. Vengono bruciate le case di Zac- quini13 (sic) noto sovversivo comunista del luogo del quale è ben conosciuta l’attività par- tigiana. In dette case al contatto con il fuoco scoppia gran numero di munizioni. 2 Plotoni della 1a Cp. prestano servizio ed isolano l’incendio affinché non si propaghi ad altri abita- ti.

117 Anche la 2a Cp. da Fobello segnala normale attività di polizia locale. Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

13 giovedì Com.do Btg.ne 1a Cp. - 3a Cp. a Varallo. 2a Cp. a Fobello. Si susseguono senza sosta gli interrogatori dei prigionieri con buoni risultati. Normale attività di polizia da parte dei reparti dipendenti. Niente di notevole viene segnalato dalla 2a Cp. Tempo discreto - Cielo coperto - Temperatura mite.

14 venerdì Com.do Btg.ne - 1a Cp. - 3a Cp. a Varallo. 2a Cp. a Fobello. I reparti dipendenti procedono al loro assestamento. Molte barbe e molti capelli cado- no. Dopo questo lungo periodo di fatiche finalmente i baldi Legionari del “Tagliamento” hanno avuto una giornata per farsi “belli” ed a sera tutto il reparto ha un altro aspetto. Meravigliosi questi nostri giovani e vecchi legionari! Dopo tante fatiche è bastata loro una giornata per tornare belli e freschi come se aves- sero sempre riposato; ognuno di loro ha sentita vicina la morte, ma che importa!, la loro fede è grande, immensa. Essi combattono per la loro Italia, per il loro Duce e niente li può fermare, nessuno li può abbattere. Tempo buono - cielo scoperto - temperatura mite.

15 sabato Com.do Btg.ne 1a Cp. - 3a Cp. a Varallo. 2a Cp. a Fobello. Nella mattinata il Comando di Btg.ne riceve l’ordine di rientrare a Vercelli con i repar- ti dipendenti rimasti in Varallo. La 2a Cp. rimarrà a Fobello. Il movimento avrà inizio alle ore 14 e la truppa sarà autocarrata. Alle ore 12 vengono fucilati nove dei prigionieri catturati perché confessi partigiani o favoreggiatori. Alle ore 13,30 viene inviato un plotone della 1a Cp. sulla mulattiera Roccapietra-Qua- rona con il compito della protezione della strada dove passerà l’autocolonna. Questo Plo- tone raggiunge a piedi Quarona dove tutto il Btg.ne si è fermato per aspettarlo. Fanno parte della colonna anche i 5 autocarri portanti le salme dei 20 gloriosi Caduti di Quarona. Arrivo a Vercelli verso le ore 18. Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

16 domenica Comando Btg.ne -1a Cp. - 3a Cp. a Vercelli. 2a Cp. a Fobello. Alle ore 8 hanno inizio i funerali solenni dei 20 gloriosi Caduti di Quarona. Il Comandante Generale Ricci è presente tra i Legionari della Tagliamento e vive il loro dolore. Molte sono le rappresentanze delle forze armate italiane e germaniche ed innu- merevoli le corone. Anche la popolazione di Vercelli partecipa al nostro lutto. Alla Cattedrale le Salme ricevono l’assoluzione da Padre Antonio nostro Cappellano. Parla un Cappellano del Comando Generale e la sua parola alata commuove ed esalta. Da- vanti alle salme dei nostri Eroi il Gen. Ricci consegna la Fiamma di combattimento al Col. Zuccari14 il quale giura che la Tagliamento la porterà di vittoria in vittoria. Quindi il cor-

118 teo si muove ed i nostri Ragazzi vengono accompagnati alla loro ultima dimora. Essi sono con noi! Noi li sentiamo vicini nei momenti difficili come un incitamento. Il Loro ricor- do è un monito che non bisogna dimenticare e che noi non dimenticheremo. Saremo sem- pre pronti a tutto dare senza esitazione come Essi hanno dato. Quello che conta oggi è la salvezza dell’Italia: questa è la meta, ed Essi ce la indicano e la illuminano con il loro eroi- smo. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

17 lunedì Com.do Btg.ne - 1a Cp. - 3a Cp. a Vercelli - 2a Cp. a Fobello. La 1a Cp. si sposta nella mattinata per recarsi a Pray dove si stabilisce a Presidio. La 2a Cp. continua le operazioni di polizia nel territorio di Fobello e segnala che non vi è nessuna novità degna di nota. Tempo cattivo - Piove - Temperatura fredda.

18 martedì Comando di Btg.ne e 3a Cp. a Vercelli - 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello. La 1a Compagnia segnala numerosi movimenti di piccoli nuclei di banditi che compio- no azioni di disturbo e di rapina contro pacifici borghesi. Viene inoltre segnalata la pre- senza di un posto di blocco dei banditi in località Ponzone. Niente di nuovo da parte della 2a Cp. Tempo discreto - Piove a tratti - Temperatura media.

19 mercoledì Comando Btg.ne e 3a Cp. a Vercelli - 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello. La 3a Cp. parte alle ore 14 per raggiungere Rimasco dove si stabilisce a Presidio. Nella zona di Rimasco sono segnalati movimenti di banditi. L’azione alle Alpi Portile che doveva essere effettuata dalla 3a Cp. viene sospesa. Nella notte la 3a Cp. effettua l’azione di sbarramento in concomitanza con l’azione che svolge la 4a Cp. nella zona di Varallo. La 2a Compagnia effettua numerose azioni di pattuglia senza risultato. Tempo discreto - Piove nel pomeriggio - Temperatura fredda.

20 giovedì Comando di Btg.ne a Vercelli. 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. La 1a Cp. continua con le azioni d’appostamento e di perlustrazione nella zona del San- tuario del Cavallero. Nella notte vengono inviati in questa zona 2 plotoni al comando ri- spettivamente del S. Ten. Mazzoni e dell’Aiut. Fiorineschi. L’azione ha esito negativo. Anche la 3a e la 2a Cp. intensificano le loro operazioni di polizia continuando la rac- colta di informazioni sul movimento e la dislocazione dei banditi. Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

21 venerdì Comando di Btg.ne a Vercelli. 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco.

119 La 1a Cp. continua la sua attività di pattuglie che rimangono tutte senza esito. Vengono comandate pattuglie anche in abito [borghese] che raccolgono preziose informazioni. La 2a Cp. manda due plotoni rispettivamente al comando del S. Ten. Guidicini Giuliano e del S. Ten. De Filippis nella zona di Boccioleto per un’azione di perlustrazione.

22 sabato Comando di Btg.ne a Vercelli. 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. La 1a Compagnia in concomitanza con la 5a Cp. compie un’azione su Ponzone dove erano stati segnalati una 50na di Banditi. A Ponzone però non veniva riscontrato nulla d’anorma- le. La 2a Cp. a Fobello continua le azioni di polizia ma si ha l’impressione che la zona sia ormai pacifica. Anche la 3a Cp. continua le sue operazioni di polizia che si svolgono con buoni risulta- ti. Tempo buono - Cielo coperto - Temperatura mite.

23 domenica Comando Btg.ne a Vercelli. 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. La 1a Cp. segnala il rientro a Pray delle pattuglie comandate da Csq. Berneschi che era uscita il giorno 20 c.m. Durante un appostamento questa pattuglia ha catturato 5 partigiani con tutto il loro armamento. Tra questi vi è un ex-prigioniero sloveno che ha date ottime informazioni. Vengono effettuati altri appostamenti ma senza nessun risultato. Da parte della 2a normali attività di pattuglia. La 3a Compagnia effettua numerose azioni di pattuglia. In un’azione all’Alpe Portile vengono catturati 3 prigionieri mentre altri 4 vengono uccisi in combattimento. Nello scontro rimane ferito leggermente al capo il SCM. Pesciarelli Ugo. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

24 lunedì Comando Btg.ne a Vercelli - 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. Il CM. De Mattei prende il comando titolare della 1a Cp. Diversi appostamenti sono rimasti senza risultato. Un plotone al comando del SCM. Mazzoni diretto al Monte S. Bernardo. Il plotone non è rientrato in giornata. Azioni di pattuglia nella zona di Fobello e di Rimasco da parte della 2a e 3a Cp. Nel pomeriggio il comando di Btg.ne si sposta a Pray dove si stabilisce il Comando tattico. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

25 martedì Comando di Btg.ne a Rimasco - 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. Tutte le compagnie dipendenti svolgono azioni di perlustramento. Questo continuo movimento di pattuglie dà degli ottimi risultati. I banditi non si sentono più sicuri in nes- sun luogo ed hanno così la vita impossibile. La zona è già più calma benché vengano anco-

120 ra segnalati movimenti di piccoli nuclei che compiono atti di rapina sempre a danno dei civili. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

26 mercoledì Comando Btg.ne e 3a Cp. a Rimasco - 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello. La 1a Cp. compie una visita all’Ospedale Civile di Borgosesia in cerca di eventuali ban- diti feriti ed ivi ricoverati. Non ne ha trovato nessuno. Continuano le azioni di pattuglie isolate svolte dai reparti dipendenti. La 2a Cp. cattura a Cervatto alcuni renitenti alla leva e presunti partigiani che dopo essere stati interrogati vengono avviati al Comando Legione. Anche a Rimasco vengono arrestati dalla 3a Cp. alcuni disertori e renitenti alla leva. Nel pomeriggio il Comando Tattico di Btg.ne si sposta a Pray. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

27 giovedì Comando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. La 1a Cp. compie due azioni rispettivamente con un plotone nella zona dell’Alpe Sel- letto e Alpe Albarei e sui sentieri che portano al monte Camparient. Il plotone comandato dall’aiutante Fiorineschi agisce in concomitanza con la 3a Compagnia che rastrella il Monte Camparient. Questo plotone riesce a catturare 7 prigionieri, 4 presi all’Alpe Boscosa e 3 all’Alpe di Campo. La 2a Cp. segnala l’attività di pattuglie in perlustrazione. Il Comandante di Battaglione si reca nella mattinata a Novara per prendere ordini da quel Comando Provinciale per un’azione da compiersi contro i banditi che sono segnalati nella zona a Nord del Lago Maggiore. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

28 venerdì Comando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. La 2a e 3a Compagnia continuano le loro azioni di pattuglia che rimangono senza risul- tato. Continua presso questi reparti la raccolta di notizie sui movimenti e la dislocazione dei banditi. Il Comando di Btg.ne e la 1a Cp. si spostano alle ore 22,30 autocarrati per raggiungere Fondotoce [No]. Il Cent. Ragonese prende il Comando di un Btg.ne di formazione forma- to dalla 1a e dalla 4a Cp. che deve compiere una operazione di polizia nella zona a N. del Lago Maggiore, in collaborazione con i reparti della G.N.R. di Novara. Tempo discreto - Cielo coperto - Temperatura mite.

29 sabato Comando di Btg.ne - 1a Cp. in movimento nella zona N. del Lago Maggiore. 2a Cp. a Fobello. 3a Cp. a Rimasco. Il Comando di Btg.ne e la 1a Cp. giungo[no] alle ore 3,30 a Fondotoce dove ricevono ulteriori ordini di operazioni. L’azione che si svolge anche con l’ausilio dell’aviazione tedesca dà però scarsi risultati. I reparti del Btg.ne impiegati rientrano autocarrati alle ri- spettive sedi nel tardo pomeriggio.

121 La 2a Cp. continua le sue azioni di pattuglia nelle zone limitrofe a Fobello. Vengono catturati 3 renitenti alla leva. Anche la 3a Cp. continua le operazioni di polizia nella zona di Rimasco. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

30 domenica Comando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. Presso tutti i reparti dipendenti continua la raccolta di notizie relative ai movimenti e dislocazione dei banditi. Anche l’attività delle pattuglie in perlustrazione è sempre intensa. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

Maggio 1944 1 lunedì Comando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. Dalla pattuglia comandata dall’Aiutante Fiorineschi vengono catturati a M[onte] Tovo 2 renitenti alla leva. In una cascina vengono rinvenuti vecchi fucili da caccia rivelanti il passaggio di banditi. Al Comando della 2a Cp. in Fobello si presentano spontaneamente alcuni renitenti e disertori che vengono inviati a Vercelli al Comando Legione. In questa zona la popolazio- ne è contenta di non vedere più “patrioti” e di poter godere di un ordine tutelato da leggi giuste. A Rimasco, sede della 3a Cp. continua l’attività delle pattuglie in perlustrazione. Nes- suna novità degna di rilievo. La giornata del 1o Maggio che doveva essere una giornata di sciopero generale è stata invece una giornata calmissima, ed il lavoro è continuato regolarmente in tutte le fabbri- che. Questa è la più bella dimostrazione dell’ordine assicurato dalla Legione “Tagliamen- to” in questa zona delicata per la sua vasta attrezzatura industriale. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

2 martedì Comando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. Mentre continuano le azioni delle pattuglie presso il Comando della 1a Compagnia fervono gli interrogatori dei prigionieri ultimamente catturati. Vengono raccolte ottime informazioni che consentono lo sviluppo di ulteriori azioni. La 2a Compagnia effettua numerose azioni di pattuglia nella zona di Val di Roy, Rimel- la e Ponte della Gula. La 3a Compagnia perlustra le zone limitrofe a Rimasco senza rilevare niente di inte- ressante da segnalare. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

3 mercoledì Comando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. A Pray vengono compiuti i preparativi per un’azione combinata di pattuglie da svolger- si nel triangolo Crevacuore-Brusnengo- dalla 1a Compagnia. La 2a Compagnia effettua una ricognizione ad Alpe Baranca per rinvenire un’arma pe-

122 sante che era stata segnalata abbandonata dai banditi in fuga il giorno del passaggio da Pas- so Baranca della 2a Cp. La ricognizione ostacolata dall’alto strato di neve e da alcune vaste frane di roccia, ha avuto esito negativo. Nella zona non vengono segnalati movimenti di banditi. La 3a Cp. continua le perlustrazioni nella zona di Rimasco. Tempo buono - Cielo coperto - Temperatura mite.

4 giovedì Comando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. Intense azioni di pattuglie effettuate dalla 1a Cp. Una pattuglia comandata dal SCM. Mazzoni procede al fermo ed all’arresto di numerosi ricercati, tra i quali il nominato No- bile Egidio che viene ucciso dal SCM. Mazzoni nel tentativo di fuggire sulla strada Casa del Bosco-Lozzolo. Alle ore 23 partono due squadre al comando dell’Aiutante Fiorine- schi con il compito di sorprendere e distruggere la banda di Gemisto15 segnalata all’Alpe Panin. Niente di notevole segnala la 2a Cp. da Fobello. Questa zona sembra essere ormai molto tranquilla. Un plotone della 3a Cp. al Comando del SCM. Bischi parte in autocarro da Rimasco e raggiunge Boccioleto da dove prosegue a piedi per perlustrare la zona a N. di Rossa. Ven- gono rilevate tracce del passaggio di banditi che risalgono ad una quindicina di giorni ad- dietro. Tutta la zona di Rimasco è tranquilla. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

5 venerdì Com.do Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. Le due squadre della 1a Cp., comandate dall’Aiut. Fiorineschi sono rientrate, l’azione ha avuto esito negativo perché i banditi non erano più nella zona segnalata. Parte una pattuglia comandata dal SCM. Mazzoni che ha il compito di ricercare prigio- nieri inglesi segnalati e che vengono avvistati in località Biancone. Nello scontro avvenu- to tutti i 6 ex-prigionieri vengono uccisi. La zona di Fobello continua a rimanere tranquilla e le azioni di pattuglia della 2a Cp. rimangono tutte senza esito. Un plotone della 3a Cp. al comando del SCM. Pompili compie una perlustrazione ad Alagna. La zona da una quindicina di giorni è tranquilla. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

6 sabato Comando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco - 1o Plotone 3a ad Alagna. Una pattuglia al comando del CM. De Mattei travestita da partigiani si reca nella loca- lità di Flecchia onde sorprendere alcuni favoreggiatori dei banditi. L’azione non ha dato esito. Niente di notevole da segnalare da parte della 2a Cp. che continua le azioni di pattuglie in perlustrazione. Il plotone della 3a Cp. distaccato ad Alagna al comando del SCM. Pompili ha perlustra-

123 ta la zona Alagna-Bocchetta delle Pisse. Vengono catturati 5 renitenti alla leva ed avviati a Varallo al Comando del 1o Btg.ne. Nella zona di Rimasco nulla da segnalare. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

7 domenica Comando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 2 Plot. 3a Cp. a Rimasco - 1 Plot. 3a Cp. ad Alagna. Parte una pattuglia della 1a Cp. al comando del SCM. Schianchi Sergio, tutti vestiti in abito civile, per rastrellare la zona di Curino. Una pattuglia al comando del SCM. Mazzoni si porta in autocarro fino a Borgosesia di dove raggiunge a piedi il ponte di Isolella per compiervi un appostamento che non dà esito alcuno. Niente di notevole da segnalare da parte della 2a Cp. nella zona di Fobello. Il Plotone della 3a Cp. distaccato ad Alagna perlustra per l’intera giornata le zone limi- trofe senza rilevare cose degne di nota. Anche nella zona di Rimasco la situazione è più che mai tranquilla. Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

8 lunedì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray. 2a Cp. a Fobello. 3a Cp.: 2 plotoni a Rimasco - 1 plot. ad Alagna. Due staffette inviate da SCM. Schianchi comandante della pattuglia della 1a Cp. uscita ieri, avvertono il comando presidio di Pray, che l’ufficiale suindicato ha preso contatto con una banda di ribelli insieme alla quale, secondo l’accordo, doveva attaccare la notte Pray. Il CM. De Mattei invia immediatamente un plotone al comando del SCM Mazzoni il quale prende contatto con il SCM. Schianchi ed insieme decidono di tendere un’imbosca- ta ai banditi con i quali era fissato il convegno. Questa imboscata non è possibile in quanto i banditi, per ragioni ignote, non arrivano sul posto del convegno. Il SCM Mazzoni decide di perlustrare la località di S. Maria di Curino sempre molto frequentata dai banditi. Bloc- cate tutte le entrate del paese, il SCM. Schianchi, che già conosce la località, si porta al- l’altezza dell’osteria sulla porta della quale vigila un bandito contro il quale l’ufficiale apre il fuoco uccidendolo. Nasce una violenta sparatoria tra i legionari ed un gruppo di 13 ban- diti comandati dal Gemisto che si trovano nell’osteria. Al rumore della sparatoria anche il SCM. Mazzoni si porta sotto con i suoi uomini. Dopo mezz’ora di ostinata e violentissima lotta la resistenza viene domata ed i banditi lasciano sul terreno 11 morti, un altro viene fatto prigioniero, mentre Gemisto benché ferito riesce a fuggire. Viene pure tratto in ar- resto il magazziniere del Consorzio locale, favoreggiatore dei ribelli e detentore abusivo d’armi. Da parte nostra si contano le seguenti perdite: 1 morto: serg. Baraldi Renzo. SCM. Schianchi ferito. Sono inoltre feriti i seguenti legionari: CNs. Munari - CN. Poggio - CNs. Dilseni - CNs. Gennari - CN. Archetti - CNs. Lauro - CNs. Ferrato. All’arrivo del CM. De Mattei viene passato per le armi il magazziniere. Stoico e fiero il comportamento di tutti i feriti. Meraviglioso lo slancio con il quale tutti i legionari hanno combattuto.

124 Alle ore 22 partono i due plotoni della 2a Cp. diretti a Campello Monti [No] ed a Forno [No], come da ordini ricevuti con ordine di operazioni no 15 del superiore Comando Le- gione. Niente da segnalare nelle zone di Rimasco e di Alagna. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

9 martedì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. 2 plot. a Rimasco - 1 plot. ad Alagna. Due squadre della 1a Cp. al comando dell’Aiut. Fiorineschi partono per compiere un appostamento sul ponte immediatamente precedente il bivio -Borgosesia, dopo passato Crevacuore. L’appostamento ha esito negativo. I due plotoni della 2a Cp. al comando del CM. Fabbri, partiti ieri sera da Fobello, arri- vano dopo una marcia resa estremamente faticosa dalla pioggia e dal fango nonché dalla nebbia, a Campello Monti dove non viene rilevata presenza di banditi. Notizie raccolte sul posto c’informano dell’esistenza di un’infermeria di banditi situata a Forno. Il CM Fabbri decide immediatamente di partire per Forno e con una marcia rapidissima si porta con i due plotoni in tale località. Individuata la casa adibita ad infermeria viene intimata la resa ai banditi i quali rispondono col fuoco delle loro armi. Dopo un’ostinata lotta durata circa mezz’ora veniva ucciso un bandito e catturati 8. Venivano pure catturate 2 donne, una delle quali moglie di un bandito, ed un renitente alla leva. Gli 8 banditi catturati vengono passati per le armi, mentre le due donne ed il renitente vengono avviati al Comando Legione. I due plotoni raggiungono Chesio [No] a piedi, dove si uniscono al Com. Btg.ne, e con gli altri reparti del 1o Btg.ne che hanno partecipato all’azione di Valle Strona [No], e di qui autocarrati rientrano a Fobello che raggiungono verso le ore 21. Niente da segnalare nella zona di Rimasco. Il plotone della 3a Cp. distaccato ad Alagna procede al fermo e all’arresto di numerosi renitenti alla leva che vengono inviati al Comando Legione a Vercelli. Vengono inoltre sequestrate numerose automobili non denunciate molte delle quali erano spesso usate dai banditi. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

10 mercoledì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. Fobello - 3a Cp. 2 plotoni a Rimasco - 1 Plot. ad Alagna. Partenza di due squadre della 1a Cp. al comando del SCM. Mazzoni, per compiere un appostamento al ponte precedente il bivio Guardabosone-Borgosesia, dopo passato Cre- vacuore. L’appostamento ha esito negativo. Nulla di notevole da segnalare da parte della 2a Cp. Il plotone della 3a Cp. distaccato ad Alagna rientra a Rimasco. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

11 giovedì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Rimasco. Presso la 1a Cp. a Pray alla presenza del Comandante della Legione, si svolgono le onoranze funebri del Caduto Leg. Baraldi Renzo, caduto sul campo dell’onore a S. Maria

125 di Curino il giorno 8. Durante la commovente ed austera cerimonia si può leggere sul volto dei Legionari la volontà ferrea di continuare la lotta fino all’estremo sacrificio, e quando il Comandante della Legione rievoca la bella ed eroica figura del Caduto, i loro occhi tra- discono l’orgoglio di sentirsi legionari forti e pieni di fede risoluti a conseguire ad ogni costo quella vittoria che farà di nuovo grande l’Italia. Normale attività di pattuglie della 2a Cp. in perlustrazione. Nulla di rilevante da segna- lare. La 3a Cp. si sposta autocarrata, da Rimasco a Curino dove si stabilisce a presidio. Tempo discreto - Piove un po’ nel pomeriggio - Temperatura mite.

12 venerdì Comando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino. Escono alcune pattuglie della 1a Cp. per perlustrare alcune località della zona di Coggio- la. Le perlustrazioni danno esito negativo. A Fobello la situazione continua a mantenersi calmissima. Vengono perlustrate dalla 2a Cp. alcune località in Val di Roy. Niente di rilevante da segnalare. La 3a Cp. spostatasi ieri a Curino inizia un utile lavoro di raccolta informazioni sulla situazione della zona. Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

13 sabato Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino. Nulla di notevole da segnalare da parte della 1a Cp. in Pray. A Fobello vengono catturati da una squadra della 2a Cp., due renitenti alla leva che ven- gono avviati al Comando Legione a Vercelli. Due plotoni della 3a Cp. al comando del SCM Pompili e dell’Aiut. Manca si sono por- tati rispettivamente su Mezzana e su Strona per attaccare le squadre dei banditi Ilvo e Giu- seppe che giusta informazioni si dovrebbero trovare in queste località. Nulla si è trovato a Strona mentre a Mezzana e precisamente nella frazione di Muli- nengo (sic) il SCM. Pompili cattura un bandito armato di nome Moro, non meglio qualifi- cato, appartenente alla banda di Ilvo che sembra essersi spostata ora nella zona di Ivrea. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

14 domenica Comando di Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino. La 1a Cp. procede alla fucilazione alla schiena in località Crevacuore del bandito e tra- ditore Mallana Francesco. In un incidente dovuto alla rottura di una sponda di un autocarro, rimangono feriti sulla strada Pray-Trivero due militi della 1a Cp. Vengono effettuate pattuglie volanti per appostamenti nei dintorni delle varie posta- zioni. Esito negativo. La 2a Cp. distacca un plotone a Campello Monti [No] con il compito di perlustrare tut- ta la zona di Forno, Piana del Pozzo, Massone, Alpe Loccia, allo scopo di attaccare e di- struggere i gruppi sbandati della banda Rutto. Niente da segnalare da parte della 3a Cp. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

126 15 lunedì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino - 1o Plot. 2a Cp. a Campello Monti [No]. La 1a Cp. effettua puntate di pattuglie volanti che hanno il compito di sorprendere even- tuali banditi che tentassero di attaccare le postazioni. Continuano le azioni di pattuglie in perlustrazione nei pressi di Fobello ed in Val di Roy. Il plotone staccato a Campello Monti svolge intensa attività perlustrativa. Nessuna novità. Un plotone della 3a Cp. perlustra la zona circostante il bivio della strada Gattinara-Biel- la-Buronzo dove è stata attaccata nella mattinata una macchina Germanica. Vengono trova- te le tracce dei banditi che dopo il colpo si sono dati alla fuga. Viene perlustrata pure la zona di Masserano. Nessuna novità. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

16 martedì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 1 Plot. 2a Cp. a Campello Monti - 3a Cp. a Curino. Due pattuglie della 1a Cp. rispettivamente al comando del SCM. Mazzoni e dell’Aiut. Fiorineschi compiono un’azione in località del Santuario di S. Emiliana dove erano stati segnalati una trentina di banditi. L’azione non ha dato però esito e nemmeno si possono trovare traccie tali da indicare la permanenza di banditi in questa località. Continua l’azione del Plotone della 2a Cp. distaccato a Campello Monti. I Vice Brig. Luccotti e Bertelli, della 3a Cp. inviati in abito civile nella zona di Mottal- ciata, raccolgono utili informazioni sulla dislocazione e la forza di una banda che opera nella zona. Tempo buono - Temperatura mite - Cielo leggermente coperto.

17 mercoledì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2 Plot. 2a Cp. a Fobello - 1 Plot. 2a Cp. a Campello Monti - 3a Cp. a Curino. La 1a Cp. effettua alcune azioni di pattuglie al comando del Ten. Mazzoni e del Brig. Binda, per la ricerca di alcuni renitenti alla leva e disertori nonché di alcuni elementi so- spetti. Niente di notevole da segnalare da parte della 2a Cp. in Fobello. Dal plotone distaccato a Campello Monti vengono date alle fiamme alcune baite che risultavano abitate dai banditi fino a qualche giorno fa. Alle ore 4,30 la 3a Cp. attacca in località Mottalciata le cascine Mondova [recte Mon- dovà] e Caprera [Cossato] nelle quali risultavano asserragliati elementi ribelli. Mentre nella prima cascina i banditi vengono catturati senza resistenza, i fuori legge rinchiusi nella ca- scina Caprera aprono il fuoco contro i Legionari. Nello scontro cade colpito al cuore il Mil. Siani Clemente. Il suo ultimo grido è quello di “W. l’Italia, W. il Duce”: il grido glo- rioso di tutti i nostri Caduti che ci precedono nel cielo purissimo degli Eroi. Anche 3 ban- diti cadono colpiti a morte dal fuoco preciso delle armi legionarie. Risultato dell’operazione: 3 banditi uccisi in combattimento - 17 fucilati dopo poche ore dalla cattura, cattura di un grande bottino di armi e munizioni. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

127 18 giovedì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray. 2a Cp. 2 Plotoni a Fobello - 1 Plotone a Campello Monti [No] - 3a Cp. a Curino. Azioni di pattuglie effettuate dalla 1a Cp. rimangono senza esito. Rientra il plotone della 2a Cp. da Campello Monti a Fobello. La zona continua ad esse- re tranquilla. Niente di notevole da segnalare da parte della 3a Cp. Tempo discreto - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

19 venerdì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray. 2a Cp. a Fobello. 3a Cp. a Curino. La 1a Cp. effettua degli appostamenti diurni e notturni nei pressi delle postazioni di Pray e di Pray Alto. Alle ore 10 si presenta al comando della 1a Cp. un renitente alla leva. Durante il mattino parte da Fobello diretto ad Ornavasso [No], dove prenderà parte ad un’azione combinata con altri nostri reparti, un plotone della 2a Cp. al comando del Ten. De Filippis. Il plotone sosta durante la notte a Campello Monti [No]. Niente da segnalare da parte della 3a Compagnia. Tempo discreto - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

20 sabato Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. 2 Plot. a Fobello ed 1 plotone in marcia verso Ornavasso [No] - 3a Cp. a Curino. Nulla di rilevante durante tutta la giornata. Alle ore 20 il Comando Btg.ne e la 1a Cp. partono autocarrati da Pray diretti a Cambia- sca [No] (Nord di Intra). Alle ore 19 parte la 3a Cp. da Curino autocarrata alla volta di Ro- vegro. Il plotone della 2a Cp. prosegue la sua marcia da Campello Monti ed arriva alle ore 22 ad Ornavasso senza aver incontrato ostacoli degni di nota. Per le ore 24 tutti i reparti si trovano approntati sulle loro posizioni di partenza. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

21 domenica Battaglione in movimento [Alto Novarese]. 1 Plotone della 1a Cp. marcia su Caprezzo al comando del Ten. Bischi. Gli altri due plotoni al comando rispettivamente del Ten. Mazzoni e del S. Ten. Fiorineschi marciano sull’Alpe della Pala e circondano il paese di Miazzina. Non avendo trovato qui nulla di ri- levante, continuano la marcia su l’Alpe Cavallotti. I plotoni della 3a Cp. al comando rispettivamente del Ten. Pesciarelli, S. Ten. Pompili ed Aiut. Manca puntano sulla località di Cresta, Rifugio e Cascina Borella, senza trovare nulla di rilevante; 2 plotoni proseguono la marcia sull’Alpe Cavallotti che viene attaccata in concomitanza con i due plotoni della 1a Cp. I banditi asserragliati nell’albergo, dopo aver sparato alcune raffiche di mitra sui legio- nari, si danno alla fuga. Nell’albergo, che viene dato alle fiamme, viene catturato un di- screto bottino di armi, viveri e munizioni. Tracce di sangue denunciano la presenza di fe- riti tra i fuori legge. Dopo l’azione i plotoni della 3a Cp. rientrano a Runchio e di qui con il resto della compagnia a Rovegro. I plotoni della 1a Cp. rientrano a Cambiasca. Il plotone

128 che aveva operato nella zona di Caprezzo rientra a Cambiasca dopo aver catturato un reni- tente alla leva. Il plotone della 2a Cp. parte nella mattinata da Ornavasso per compiere un’azione nella zona di S. Maria del Baden. Dopo un breve ma intenso fuoco i banditi, protetti dalla fitta nebbia, si danno alla fuga. Il plotone rientra nel pomeriggio ad Ornavasso. Alle ore 16 tutti i reparti si concentrano ad Ornavasso, di dove partono autocarrati di- retti alle rispettive sedi che raggiungono nella serata. Tempo discreto. Pioviggina nel pomeriggio - Temperatura mite.

22 lunedì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino. Una pattuglia autocarrata al comando del Brig. Ferro, si reca a Coggiola nella mattina- ta, dove era stata segnalata la presenza di tre banditi che compivano furti nello spaccio aziendale della ditta Bozzalla. L’operazione ha esito negativo. Azioni di pattuglia della 2a Cp. nella zona di Fobello ed in Val di Roy, che danno esito negativo. Nessuna novità degna di nota da parte della 3a Cp. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

23 martedì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino. Partono due squadre della 1a Cp. al Comando del Ten. Mazzoni, per perlustrare l’abita- to di Roncole (Postua), dove è stata segnalata la presenza di Gemisto, precedentemente ferito nell’azione di S. Maria di Curino. Non avendo trovato nulla a Roncole la pattuglia si spinge fino all’Alpe di Gavala. Qui, due militi che escono da una casa perquisita, scorgono 4 banditi che alla vista dei legionari si danno a precipitosa fuga. Durante l’azione di fuoco che ne segue un bandito rimane ferito, mentre gli altri tre riescono a dileguarsi nel bosco. Viene catturato un moschetto e una borsa piena di bombe a mano. Le due squadre rientra- no alle ore 19 senza nessun’altra novità degna di nota. Alle ore 20 escono due squadre al comando del Ten. Mazzoni per effettuare un appo- stamento a Masseranga (Coggiola) nei locali della Privativa Italia dove sono segnalati so- vente dei banditi. Durante il mattino si presentano al comando della 1a Cp. 5 disertori. Nessuna novità degna di nota nella zona della 2a Cp., che continua a rimanere comple- tamente calma. Nulla da segnalare da Curino, dove la 3a Cp. effettua numerosi appostamenti che non danno esito. Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

24 mercoledì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino. Una squadra della 1a Cp. al comando del Brig. Binda Silvio effettua un appostamento alla Cooperativa di Coggiola, la squadra rientra nel pomeriggio. L’appostamento ha dato esito negativo. L’appostamento effettuato dal Ten. Mazzoni a Masseranga (Coggiola) con- tinua per tutta la giornata. Nella mattinata si presentano spontaneamente al comando della 1a Cp. in Pray 7 disertori.

129 Nulla da segnalare di notevole da parte della 2a e della 3a Cp. che effettuano azioni di pattuglie che rimangono senza esito. Tempo discreto - Cielo coperto - Temperatura mite.

25 giovedì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino. Alle ore 1,15 rientrano le 2 squadre comandate dal Ten. Mazzoni che erano partite il giorno 23 u. s. per Masseranga. L’appostamento non ha dato risultato alcuno. Alle ore 2 partono 2 squadre della 1a Cp. al comando dell’infaticabile Ten. Mazzoni, e si portano a Novara dove agiscono agli ordini del Federale. Viene attaccata una cascina ad 1 Km. circa da Novara dove erano stati segnalati dei banditi. Questi ultimi, evidentemente avvertiti in precedenza, si danno alla fuga, e la casci- na viene così trovata completamente vuota. Le 2 squadre rientrano a Pray alle ore 12. Alle ore 6,30 del mattino la postazione della 1a Cp. situata a Pray Alto viene attaccata da un gruppo di banditi. Il mil. Medici Albino viene colpito a morte ed il mil. Fogli Claudio vie- ne ferito gravemente in più parti del corpo. Il pronto intervento del M.S. Menegazzo e di alcuni Legionari fuga i banditi ed evita che il milite Fogli venga finito e le armi catturate. Nella mattinata si presentano al comando della 1a Cp. 3 sbandati di cui 2 disertori e 1 re- nitente. La 2a Cp. effettua numerose puntate in Val di Roy, che rimangono però tutte infruttuo- se essendo la zona ormai completamente pulita dai banditi. Nulla da segnalare da parte della 3a Cp. in Curino. Tempo buono - Cielo leggermente coperto - Temperatura mite.

26 venerdì Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino. Alle ore 15 partono due plotoni della 1a Cp. rispettivamente al comando del Ten. Maz- zoni e del S. Ten. Bischi; il primo si reca ad Ailoche, perlustra le località di Venarolo e Piasca dove incendia le case di alcuni noti banditi, in ottemperanza a quanto ordinato dal Superiore Comando Legione in base allo scadere del Bando del Duce. Il secondo si porta a Fervazzo e Pianceri Alto dove vengono date alle fiamme le case di alcuni noti banditi non presentatisi. La squadra del Brig. Binda Silvio si scontra con un gruppo di 4 banditi dei quali uno rimane morto e l’altro ferito. I due plotoni rientrano a Pray alle ore 20. La 2a Cp. effettua appostamenti a Cervatto ed al Ponte della Gula, i quali rimangono però senza esito. In seguito ad informazioni raccolte, un plotone della 3a Cp. al comando del S. Ten. Pom- pili esegue una puntata ad Occhieppo per sorprendervi alcuni banditi, ma questi, evidente- mente avvertiti in precedenza, si eclissano per cui l’azione ha esito negativo. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

27 sabato Comando Btg.ne e 1a Cp. a Pray - 2a Cp. a Fobello - 3a Cp. a Curino. Alle ore 9 in Pray hanno luogo le onoranze funebri del Caduto Mil. Medici Albino, alla presenza del Comandante il 1o Btg.ne. Alle ore 22 un plotone della 1a Cp. al comando del Ten. Mazzoni parte per compiere un’azione all’Alpe di Noveis.

130 Nulla di notevole da segnalare da parte della 2a e 3a Cp. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura buona.

28 domenica Battaglione in movimento alle prime ore del mattino, prendendo le seguenti disloca- zioni: 1a Cp. rimane a Pray con il compito di presidiare la zona. 2a Cp. è con un plotone a Fobello - 1 plotone a Barranca - 1 plotone ad Alagna. Il Comando di Compagnia rimane a Fobello. 3a Cp. assume la dislocazione nelle se- guenti località site sulla strada Biella-Mongrando-Ivrea: Biella-Mongrando (con squadre staccate in abitati siti sino a Bollengo) Bollengo-Ivrea [Canavese]. Il Comando di Btg.ne, funge da Comando del Gruppo di Battaglia formato dai reparti della Legione “Tagliamento” che si stendono fino a Rivara Canavese. Durante il movimento, le macchine trasportanti il Comando di Btg.ne, il Maggiore Ra- gonese ed il suo Aiutante Maggiore in 2a Tenente Sardo Enrico, vengono fatte segno ad una vilissima imboscata. Numerose raffiche d’armi automatiche, colpi di moschetto ed un nutrito lancio di bombe a mano, causano la morte del motociclista, Mil. [il nome non è indicato], il ferimento del Mil. Belelli Antenore, del Mil. Bonafede e dell’Ufficiale ger- manico di collegamento Hans. L’immediata e potente reazione di fuoco volge in precipi- tosa fuga i banditi. A sera tutti i reparti si trovano nelle località fissate dall’ordine di movimento e il Co- mando di Battaglione che ha presa sede in un albergo della città di Ivrea. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

29 lunedì Comando di Btg.ne a Ivrea [Ao, ora To]. 1a Cp. a Pray. 2a Cp 1 Plot. a Fobello - 1 Plot. a Barranca - 1 Plot. ad Alagna. 3a Cp. 1 Plot. a Biella - 1 Plot. a Mongrando - 1 Plot. a Bollengo [Ao, ora To]. Durante il mattino vengono presi i primi contatti con il Colonnello germanico che comanda le operazioni. I reparti prendono posizione per sbarrare da postazioni poste sulla strada, eventuali infiltrazioni che i banditi tentassero per sfuggire alla ricerca dei reparti Italo-germanici in manovra. La giornata trascorre calma senza nessuna novità degna di nota. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura mite.

30 martedì Comando Btg.ne a Ivrea. 1a Cp. a Pray. 2a Cp. 1 Plot. Fobello - 1 Plot. Barranca - 1 Plot. Alagna. 3a Cp. Com.e 1 Plot. Mongrando - 1 Plot. Biella - 1 Plot. Bollengo. Affluiscono al Comando di Ivrea numerosi giovani renitenti alla leva e disertori fattivi pervenire dai reparti schierati da Biella a Rivara. Durante le prime ore del mattino alcune nostre postazioni poste sulla strada Ivrea-Rivara vengono fatte segno a colpi d’arma da fuoco. A sera i giovani fermati vengono avviati al Comando Tedesco. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura leggermente calda.

31 mercoledì Comando Btg.ne a Ivrea. 1a Cp. a Pray. 2a Cp. 1 Plot. Fobello - 1 Plot. Barranca - 1 Plot. Alagna. 3a Cp. 1 Plot. Mongrando - 1 Plot. Biella - 1 Plot. Bollengo.

131 Continua l’afflusso dei giovani renitenti al Comando a Ivrea il quale li avvia regolar- mente al Comando germanico. Il Mag. Ragonese esegue un’ispezione ai reparti che si trovano dislocati sulla strada Biella-Ivrea-Rivara. Da parte della 1a e 2a Compagnia vengono compiute azioni di pattuglie in perlustrazio- ne. Nessun esito. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura leggermente calda.

Giugno 1944 1 giovedì Comando Btg.ne Ivrea. 1a Cp. a Pray. 2a Cp. 1 Plot. Fobello - 1 Plot. Barranca - 1 Plot. Alagna. 3a Cp. 1 Plot. Biella - 1 Plot. Mongrando - 1 Plot. Bollengo. Nulla di notevole da segnalare da parte dei reparti dipendenti. Il Btg.ne viene preavvisato che domani riceverà il cambio dal Btg. Pontida per rientrare a Vercelli. Con immensa gioia dei Legionari viene comunicato che la Legione partirà nei prossi- mi giorni per il Fronte Meridionale. L’entusiasmo è immenso. Finalmente la nostra “Ta- gliamento” avrà il suo posto davanti all’odiato nemico e salverà ancora una volta col san- gue l’onore d’Italia. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura leggermente calda.

2 venerdì Comando Btg.ne a Ivrea. 1a Cp. a Pray. 2a Cp. 1 Plot. a Fobello - 1 Plot. a Barranca - 1 Plot. Alagna. 3a Cp. 1 Plot. Biella - 1 Plot. Mongrando - 1 Plot. Bollengo. Durante il mattino e tutto il pomeriggio si lavora alacremente per il trasferimento del- le Compagnie con i rispettivi materiali dalle loro attuali dislocazioni a Vercelli. Il 1o Btg.ne “Pontida” dà il cambio sul posto. Per le ore 23 tutto il Battaglione si trova di nuovo riunito in Vercelli. L’entusiasmo dei legionari è indescrivibile. In tutti è un’ansia di far presto e di far bene che sorprende, sem- bra che i nostri petti si siano gonfiati sotto la spinta di quell’emozione e di quella fierezza che sembra togliere il respiro. Anche la tromba che suona il silenzio sembra perdersi in quest’entusiasmo che non vuol conoscere riposo. Solo a notte tarda la caserma si addor- menta e sembra quasi vegliare con tenerezza su quei giovani dallo spirito splendido che non lancia che un segno, una meta: rifare a tutti i costi l’Italia. Tempo buono - Cielo scoperto - Temperatura leggermente calda.

3 sabato Battaglione riunito a Vercelli - Caserma Tagliamento. Continua intensissima l’istruzione formale. Il lavoro per i preparativi per la partenza, che è ormai fissata per lunedì prossimo, è immenso. Presso il comando di Btg.ne ed i Com. di Compagnia, è tutto un far presto; si distribuiscono materiali, se ne versano altri, si preparano elenchi, ecc., e tutto questo vie- ne fatto con allegria, eppure con la massima scrupolosità. L’entusiasmo ci dà sempre nuo- va energia; non esistono intralci; ogni difficoltà viene sormontata con l’aiuto di una splen- dida collaborazione. Nel pomeriggio arrivano cinquecento complementi che vengono subito ripartiti fra le

132 varie compagnie. Anche in questi nuovi arrivati l’entusiasmo è immenso e la gioia di esse- re venuti a far parte della Tagliamento è visibile nei loro giovani volti. La sera il Capo della Provincia offre un rancio d’onore a tutti gli Ufficiali durante il quale porge il suo saluto ed il suo ringraziamento alla nostra bella Legione che sta per scendere in campo contro l’odiato nemico. Viene distribuita ad ogni Ufficiale una catenina con una medaglietta ricordo offerta dalla donne Fasciste di Vercelli. Domani una simile catenina con medaglietta verrà distribuita ad ogni Legionario. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura discretamente calda.

4 domenica Battaglione riunito a Vercelli alla caserma “Tagliamento”. Continua alacremente l’istruzione formale da parte delle compagnie dipendenti che si preparano per la sfilata di domani. Anche l’addestramento al combattimento viene scrupolosamente curato con lo spirito di chi sa che domani avrà davanti a sé l’odiatissimo nemico. A sera quando viene concessa la libera uscita, i legionari sciamano per le vie della cit- tà, di questa città che sta vivendo con noi giornate piene di entusiasmo. Davanti al caffè Marchesi un gruppo folto di militi canta per tutta la serata le canzoni della Patria che oggi è in armi per difendere l’onore del Santo nome d’Italia. Tempo buono. Cielo scoperto. Temperatura calda.

5 lunedì Battaglione riunito a Vercelli. Caserma “Tagliamento”. Giorno di grande festa questo, per la nostra gloriosa Legione. Il Gen. Ricci ed il Gen. Tensfeld16. Alle 9 la Legione, ammassata in cortile della Caserma viene passata in rassegna dal Colonnello Comandante. Alle 9,15 la legione sfila per il corso con la compagnia a blocco di nove e si ammassa in piazza Garibaldi. Il Comandante precede la legione a cavallo seguito dal suo Aiutante Maggiore. Alle ore 10 arrivano il Comandante Generale Ricci e il Gen. germanico Tensfeld i qua- li passano in rivista l’ammassamento. Quindi la Legione sfila con le compagnie a blocco di nove per il viale della stazione, in un punto del quale si trova il palco sul quale prendono posto il Gen. Ricci ed il Gen. Tensfeld. La Legione sfila meravigliosamente, e gli occhi dei legionari che con lo scatto fulmi- neo dell’“Attenti a sinistra”, si puntano sul palco, promettono tanta dedizione e tanto entu- siasmo. Il Colonnello che guarda i suoi ragazzi dall’alto del suo cavallo sorride commos- so. Domani egli li porterà al fuoco ancora una volta. Ancora una volta la Tagliamento darà alla storia una pagina di gloria da aggiungere al grande libro che tutti gli eroismi dei nostri Caduti, di tutte le Armi e di tutti i corpi, hanno scritto per la loro Italia. La gente che ci vede passare ci saluta commossa ed i loro visi si stampano nei nostri animi come un’impressione dolorosa, una delle tante che ci ricordano la nostra terra tra- dita. Ma il nostro entusiasmo sorpassa tutto e tutti e si spande per tutta la città che, tutta fremiti, non sa gridare che un nome: “Italia”! A Mezzogiorno c’è rancio speciale per i Legionari della “Tagliamento”.

133 Alla mensa degli Ufficiali onorata dalla presenza del Comandante Generale Ricci e dal Gen. germanico Tensfeld, siedono numerosi ospiti di ambo i sessi. Anche qui l’entusia- smo è grande, ed i discorsi tenuti dal Gen. Ricci e dal Gen. Tensfeld vengono accolti con grandi applausi e grida di W il Duce e W l’Italia. Una sola cosa rattrista i Legionari. Le M rosse che tanto amano dovranno essere tolte. Ma anche questa nube è passeggera. Nel cortile della caserma, ritto su di una automobile, il Gen. Ricci annuncia che la Tagliamento partirà per il fronte e dimostrerà come gli “M” di Mussolini sanno combattere e vincere. La gioia dei Legionari a questo annuncio è inde- scrivibile, e la caserma tutta risuona di un nome gridato, scandito a gran voce da tutti i pre- senti: Duce, Duce!! Roma o morte! A Roma! Il Colonnello, i Comandanti di Btg.ne, ed i comandanti di Compagnia vengono poscia accompagnati dal Gen. Ricci al Quartier Generale e presentati al Duce, il quale consegna loro la Bandiera di Combattimento. Intanto in caserma continuano alacremente i prepara- tivi della partenza che avverrà nella prossima notte. Tempo buono. Cielo leggermente coperto. Temperatura calda.

6 martedì Battaglione in movimento da Vercelli a Bologna. Alle ore 2 il Battaglione parte a mezzo ferrovia, unitamente al 1o Btg.ne, alla volta di Bologna. I materiali seguono autocarrati assieme con la compagnia AA.CC. [autocarri]. Il viaggio viene compiuto senza che si debbano rilevare novità degne di nota. L’entusia- smo dei legionari è sempre grandissimo. Vengono incontrati treni carichi di profughi pro- venienti da Roma. L’entusiasmo dei nostri giovani ha su di loro un effetto galvanizzante. Con voce tremante chiedono “Dove andate?”. “A Roma” rispondono i Legionari; e dagli occhi di quelle madri che tutto hanno lasciato laggiù, in mano al barbaro nemico, sgorgano copiose lacrime che sono di commozione e di orgoglio. Alle ore 20 il convoglio giunge allo scalo ferroviario di S. Ruffillo a Bologna, dove è ad aspettare il Sig. Colonnello Comandante. La truppa viene accampata nel parco di una villa sita di fronte alla Stazione. L’entusiasmo è sempre immenso ed i nostri legionari ac- cettano con spensierata allegria le prime fatiche ed i primi disagi della guerra. Anche le buche delle bombe che hanno sconvolto il terreno del parco sono oggetto d’allegre con- statazioni da parte di questi giovani soldati che lavorano intensamente a rizzare le tende. Tempo buono. Cielo leggermente coperto. Temperatura calda.

1 Sui battaglioni “M” della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, sull’ordinamento e i gradi della Milizia e della Guardia nazionale repubblicana, sul 63o battaglione “M”, la legione “Tagliamento” e altri battaglioni “M” operanti in provincia di Vercelli durante la Repubblica sociale italiana si veda in appendice. 2 Il diario risulta materialmente scritto da persone diverse. Le pagine qui pubblicate sono state trascritte integralmente e fedelmente, seguendo anche l’uso della punteggiatura e delle maiuscole e

134 riportando gli eventuali errori ortografici e quelli relativi all’indicazione delle località. Si è cercato inol- tre di controllare l’esattezza dei nomi delle persone citate, apportando, in alcuni casi, le necessarie correzioni. Per quanto possibile i nomi degli appartenenti al battaglione citati nel diario solo con il cognome sono stati aggiunti nell’indice dei nomi di persona. 3 Per il periodo seguente probabilmente il diario fu manoscritto su altri registri. Fotocopia di questo volume del diario è conservata nell’archivio dell’Istituto. Alcuni passi furono citati nella requisitoria pronunciata dal vice procuratore militare Egidio Liberti nel corso del processo contro il comandante della legione, Merico Zuccari, e altri ufficiali della stessa, celebrato nel 1952 di fronte al Tribunale militare territoriale di Milano, pubblicata con il titolo Quando bastava un bicchie- re d’acqua, Borgosesia, Isr Vc, 1974. Alcuni passi furono anche pubblicati, non sempre fedelmente, in: PIETRO SECCHIA - CINO MOSCATELLI, Il Monte Rosa è sceso a Milano. La Resistenza nel Biel- lese nella Valsesia e nella Valdossola, Torino, Einaudi, 1958; GIORGIO PISANÒ, Gli ultimi in gri- gioverde. Storia delle forze armate della Repubblica sociale italiana, Milano, Fpe, 1967, pp. 1.887-1.908; e, ripresi da queste opere, in BRUNO POZZATO, Sui sentieri della 50a brigata Gari- baldi, Biella, Giovannacci, 1979. Alcune notizie riportate nel diario compaiono anche nei notiziari giornalieri del comando generale della Guardia nazionale repubblicana per Mussolini e i massimi gerarchi della Rsi. Si veda PIERO AMBROSIO, I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce, Borgosesia, Isr Vc, 19801, Varallo, Isrsc Bi-Vc, 20122, e-book. 4 Per il periodo seguente si veda RAFFAELLA FRANZOSI (a cura di), Il 63o battaglione “M” nelle Marche e in Lombardia, in “l’impegno”, a. XXVII, n. s., n. 2, dicembre 2007. 5 Fotocopia dei fonogrammi è conservata nell’archivio dell’Istituto ed è stata edita in P. AMBRO- SIO (a cura di), Legionari in Valsesia e nel Biellese. Un mese di vita del 63o battaglione della “Tagliamento”, in “l’impegno”, a. XXVIII, n. s., n. 1, giugno 2008, articolo riedito in questo volu- me. 6 La legione era stata costituita con la fusione del 63o battaglione “M”, giunto a Vercelli il 19 di- cembre 1943, e del battaglione giovanile “Camilluccia” (giunto a Vercelli il 22 gennaio 1944) di cui il comandante generale della Gnr Renato Ricci il 29 febbraio aveva disposto la revoca dello sciogli- mento. Nel diario i reparti e i gradi sono solitamente scritti in forma abbreviata. Sono usati indifferente- mente sia i gradi della ex Milizia volontaria per la sicurezza nazionale sia quelli della Guardia nazionale repubblicana (che, in parte, erano identici a quelli dell’esercito). 7 Questa dislocazione fu assunta a partire dal 18-20 aprile e mantenuta fino alla fine di maggio per la 1a e 2a compagnia, mentre la terza si trasferirà a Curino il 12 maggio e successivamente sarà impe- gnata in un’azione sulla Serra. 8 Sono citati con questo grado nei fonogrammi a partire dal 17 di quel mese. In quel periodo fu- rono probabilmente disposte altre promozioni: infatti l’aiutante Giuseppe Fiorineschi il 21 maggio è citato nel diario come sottotenente. 9 Si veda, ad esempio, l’introduzione ai citati notiziari della Gnr. Se l’autoesaltazione è forse ine- vitabile nei diari militari, vi è da notare tuttavia che il diario in questione è privo di almeno una delle caratteristiche di altri documenti analoghi, quale, ad esempio, la contabilità precisa degli avversari cat- turati o dei renitenti presentatisi: non infrequentemente si ricorre infatti a formulazioni generiche. 10 Oltre all’introduzione ai citati notiziari della Gnr, per quanto riguarda questi aspetti in generale, si veda, a proposito particolarmente delle vicende citate, P. AMBROSIO, Scacco matto alla “Taglia- mento”, in Scriviamo un libro insieme, Vercelli, Cassa di risparmio di Vercelli, 1984, pp. 46-54. 11 Su Cino Moscatelli si veda la breve biografia in appendice. 12 Si riferisce al battaglione “Camilluccia”. 13 Mario Zaquini era in realtà socialista. Nato il 30 gennaio 1905 a Varallo, avvocato, fu tra i pro- motori della Resistenza valsesiana. Dopo la guerra fu consigliere comunale di Varallo, dove morì il 25 settembre 1969. 14 Se ne veda la biografia in appendice. 15 Francesco Moranino. Se ne veda la biografia in appendice. 16 La frase è incompleta nell’originale. Willy Tensfeld era il comandante delle SS nell’Italia nord- occidentale.

135 Legionari in Valsesia e nel Biellese

Un mese di vita del 63o battaglione della “Tagliamento”

La documentazione relativa ai reparti della Repubblica sociale italiana operanti in pro- vincia di Vercelli è assai scarsa: tra le non molte carte reperite figura un registro dei fono- grammi inviati dal 25 aprile al 30 maggio 1944 dalle tre compagnie del 63o battaglione “M” della Guardia nazionale repubblicana (uno dei due costituenti la legione “Tagliamen- to”)1 al comando del battaglione. Questi tre reparti erano dislocati rispettivamente a Pray, Fobello e Rimasco. La loro forza variava dagli ottanta-novanta uomini della 3a compagnia, al centinaio della 1a e della 2a; avevano a disposizione due o tre auto, una motocicletta e un autocarro ciascuna; la 1a disponeva anche di un carro armato. Le tre compagnie erano comandate rispettivamente da Carlo De Mattei, Antonio Fab- bri e Guido Alimonda, capimanipolo, che saranno promossi centurioni il 17 maggio2. Il 63o battaglione, comandato dal seniore Merico Zuccari3, era giunto a Vercelli il 19 dicembre 1943: il capo della provincia, Michele Morsero4, l’aveva subito inviato in Val- sesia e in Valsessera con l’ordine di stroncare il nascente movimento partigiano. Fuci- lazioni, rappresaglie, incendi di baite si erano susseguiti a ritmo incalzante durante tutto l’inverno. Il 5 aprile 1944 (nel frattempo, con la fusione, avvenuta il 1 marzo, con il battaglione giovanile “Camilluccia”, era stata costituita la legione5) aveva iniziato un ra- strellamento in grande stile contro le formazioni garibaldine operanti in Valsesia, che erano riuscite però a sganciarsi e a filtrare attraverso le maglie dell’accerchiamento, con perdite limitate. Dieci giorni dopo, non trovando più traccia di partigiani, Zuccari si era convinto di aver praticamente sgominato “la banda del famigerato Moscatelli6”. Nei suoi rapporti al comando generale della Guardia nazionale repubblicana affermò, con ottimismo davvero eccessivo, che la banda non esisteva più e, addirittura, che “Mo- scatelli, dopo aver perduto i contatti con i suoi uomini, era riparato in Svizzera”. I fonogrammi inviati dalle tre compagnie al comando superiore sono relativi proprio ai giorni seguenti il rastrellamento. Ecco le informazioni che se ne ricavano. Il 25 aprile il comando della 2a compagnia, distaccata a Fobello, comunica al co- mando di battaglione che, durante la notte precedente, alcuni apparecchi si erano aggi- rati ininterrottamente nella zona e che erano state effettuate segnalazioni, con lo scopo di ottenere lanci destinati ai partigiani, ma con esito negativo. Chiede poi l’autorizzazione a distaccare un reparto a Cervatto, “per ragioni di sicu- rezza e di maggiore controllo della zona”, e richiede una motocicletta, indispensabile per il servizio di staffetta e collegamento, “considerato che Fobello è unita a Cervatto da una strada non percorribile con automezzi”. Sempre il 25 aprile, la 3a compagnia comunica invece che un plotone si è recato a Carcoforo per perlustrare la zona a ovest del torrente Egua, dove era stato segnalato il passaggio di banditi, senza tuttavia “rinvenire alcuna traccia”.

136 Il giorno seguente la 2a compagnia segnala che una pattuglia ha rinvenuto in località Baraccone cento litri di benzina, che erano evidentemente stati occultati da qualche squadra partigiana. La 3a compagnia comunica l’avvenuta fucilazione di due partigiani, catturati duran- te un’azione all’alpe Portile, Teresio Mandelli e Giusto Calligana, e che si sono presentati sette renitenti alla leva. Il 28 il comando della 3a compagnia relaziona su un’azione compiuta da un plotone nella zona del monte Barone: “Partito alle ore 22.30 da Rimasco per in auto- carro, ha iniziato la marcia da Scopello per Valfinale alle ore 22.30, seguendo la mulat- tiera che da Scopello porta alla Bocchetta della Boscarola e da questa a Valfinale. Da Valfinale ha proseguito lungo il sentiero Alpe Lavazzola, perlustrando la zona fino a rag- giungere Monte Barone. Notato il passaggio di banditi, già avvistati ieri, che nella fuga si sono diretti verso l’Alpe Campo dove sono stati trovati nella stessa giornata di ieri da reparti della 1a compagnia”. Il giorno seguente è la 2a a segnalare un’azione di perlustrazione, compiuta nei due giorni precedenti nella zona di Sabbia, dove ha anche effettuato un appostamento, “senza incontrare nulla di anormale”. Ancora la 3a informa che un plotone ha perlustrato la zona tra Boccioleto, Rossa, Cer- va e che “da informazioni prese sul posto nella zona non si è notato alcun passaggio di partigiani da più di una settimana”. Il 1 maggio il comando della 2a compagnia comunica che il giorno precedente era giunto a Fobello un reparto di truppe germaniche per il recupero di quattro salme di militari uccisi un mese prima dai partigiani, rinvenute nei pressi della chiesa della Ma- donna del Rumore (Rimella). Sul trasporto delle salme, relaziona il giorno seguente: “Sono state scortate da due squadre, una di mitraglieri e una di fucilieri. Si fa rilevare che al ponte della Gula, ove si è recato il nostro reparto, non vi erano i due carabinieri che avrebbero dovuto effettua- re il riconoscimento della salma del loro capitano” (si trattava di Francesco Magliola). Il 3 maggio la compagnia dislocata a Rimasco segnala un’azione di perlustrazione: “Come da ordini ricevuti, stamane alle ore 5.30 una pattuglia al comando del sottoca- pomanipolo Pompili Giuliano è partita in autocarro alla volta di . Giunta a Campertogno alle ore 6.30 la pattuglia ha iniziato a perlustrare la zona lungo il sentiero Rusa, Boracche, I Ronchi, Canvaccia, Alpe Campo. Dalle informazioni assunte sul posto si è accertato che i banditi sono stati sull’Alpe Campo circa un mese fa. Nelle baite si notano infatti tracce remote del pernottamento dei banditi. Al momento la zona è tran- quilla”. Il giorno seguente lo stesso comando informa che un plotone è partito all’alba in autocarro per perlustrare la zona a nord di Rossa, dove era stato segnalato “un gruppo di banditi feriti o ammalati” e precisa che sono state notate “tracce del passaggio dei banditi” risalenti a una quindicina di giorni prima e che “tutta la zona rimane tranquilla”. Sempre il comando della 3a compagnia, il 6, comunica che un plotone, distaccato il giorno precedente ad Alagna, ha perlustrato la zona della Bocchetta delle Pisse e arrestato cinque renitenti alla leva. Il giorno seguente informa che lo stesso plotone ha perlustrato la zona da Pede- monte all’alpe Fun Flua. Due giorni dopo è il comando della 2a compagnia ad avere novità da segnalare: due pattuglie al comando dei capisquadra Paolatto e Bonazzoli avevano in-

137 fatti perlustrato le zone di Rimella e valle del Roy, dove era stato rinvenuto materiale esplo- sivo dei ribelli. La 3a compagnia l’11 maggio viene trasferita a Curino e quella dislocata a Fobello resta quindi l’unico reparto fascista operante in zona. Il 14 un suo plotone viene distac- cato a Campello Monti [No], in valle Strona, dove rimarrà fino al 18. Una nuova azione è segnalata il 20 maggio: un reparto di trenta uomini viene inviato a Ornavasso [No], nella bassa valle d’Ossola; e infine un’altra, in cui sono impegnati tre uf- ficiali, due sottufficiali e una cinquantina di legionari, è segnalata il 28.

I fonogrammi non forniscono solo notizie delle azioni militari: in essi si trova spesso traccia anche delle difficoltà di carattere organizzativo dei reparti. Ad esempio il 25 aprile il comando della 2a compagnia segnala che “non è ancora arrivato il sapone e il pacco posta che doveva pervenire il 19 aprile” e prega di continuare le indagini. Fa poi presen- te che l’olio per le armi inviato non è sufficiente e ne richiede “al più presto possibile almeno due litri per avere quel tanto di scorta indispensabile” e infine ripete una richie- sta “per razzi di segnalazione che dovranno essere in parte per pistola e in parte a mano”. Il giorno seguente prega il comando del battaglione di mandare “il medico almeno una volta alla settimana”. Il 12 maggio il comandante della compagnia segnala ai superiori che “giungono gior- nalmente a questo comando domande da parte degli abitanti che chiedono l’autorizzazione di andare ad abitare alpi per portare le bestie al pascolo” e chiede istruzioni in merito. Comunicazione, questa, assai significativa e in grado di rendere l’idea di quella che doveva essere, in quel periodo, la situazione nei paesi occupati dalle milizie fasciste. Qualche giorno dopo il comando della compagnia segnala che il milite scelto Efren Travagli, “che figurava nell’elenco dei legionari provenienti da Vercelli non è rientrato” e prega di fare accertamenti. Il 16 maggio chiede che si provveda con urgenza all’invio di sapone per barba e legacci per scarpe “anche a pagamento” e il 27 che i famosi razzi, richiesti un mese prima, sono “arrivati troppo tardi”.

Il comando della 1a compagnia, dislocata a Pray, il 25 aprile 1944 comunica che alcune pattuglie hanno compiuto “perlustrazioni per rastrellare feriti partigiani” senza tuttavia trovare “nessuna traccia di questi”, bensì “numerose e ottime informazioni” e che una delle squadre ha accertato la morte di un partigiano, avvenuta durante un ra- strellamento. Comunica inoltre che durante la notte “si sono aggirati per oltre mezz’ora sul presidio apparecchi di sconosciuta nazionalità straniera: come da ordine ricevuto sono stati ac- cesi i falò. Non sono avvenuti lanci nella zona, anche perché da parecchi punti si vede- vano segnalazioni, cosa che ha certo disorientato i piloti. Da informazioni avute pare i lanci siano avvenuti nella zona di Flecchia”. Il giorno seguente dapprima comunica “che tutte le bombe gettate dagli aerei nemi- ci e distribuite alla 1a, alla 2a ed alla 3a compagnia sono da ritirarsi perché prive di cap- sule detonanti”, mentre più tardi precisa che “è possibile innesto detonanti, nostro pos- sesso, alle bombe a mano distribuite 2a e 3a compagnia. Dotazione delle bombe 1a com- pagnia già caricate. Se possibile provvederemo noi per ritiro bombe 2a e 3a compagnia e invio quelle nostro possesso attive”.

138 Il 27 informa che l’azione di un plotone ha avuto esito favorevole, essendo stati cattu- rati sette partigiani. Il 1 maggio, alle 17, comunica che in tutta la zona gli operai si sono presentati regolar- mente al lavoro e che “nessun incidente ha turbato l’ordine pubblico”. Tre giorni dopo segnala l’uccisione, a Casa del Bosco, del ricercato Egidio Nobile, che sarebbe stato “fatto segno di alcuni colpi di arma da fuoco mentre cercava di fuggire”, e il fermo, a Lozzolo, “di certo Castelletta Astor, noto sovversivo e propagandista”. Il giorno seguente comunica che, secondo informazioni assunte dal reparto dell’aiu- tante Fiorineschi, una non meglio precisata “località infestata da banditi” era stata “ab- bandonata da essi il giorno 30 aprile” e che prosegue l’azione di un reparto agli ordini del sottocapomanipolo Mazzoni, i cui portaordini hanno comunicato il fermo di due prigionieri inglesi. Più tardi informa che sei ex prigionieri australiani sono stati uccisi in uno scontro in località Piancone. Il 7 maggio segnala un’azione di rastrellamento nella zona di Curino. Cinque giorni dopo comunica che è stato ucciso un partigiano, “non identificato perché privo docu- menti”, e il giorno seguente che è stato “fucilato a Crevacuore il bandito Mallana Fran- cesco”.

La sera del 17 maggio il comando della 3a compagnia, di stanza a Curino dall’11, rela- ziona sullo svolgimento di un’azione iniziata nel cuor della notte: “Oggi alle ore 2 la com- pagnia è partita in automezzi per raggiungere la zona di Mottalciata ed effettuare l’azione contro la banda ivi dislocata, giusto ordini del superiore comando di legione. I banditi tro- vavansi nelle cascine Mandova [recte Mondovà] e Caprera: nella prima erano in numero di undici, nella seconda in nove. Mentre i primi furono catturati di sorpresa, ciò non è potuto avvenire per i secondi i quali aprirono il fuoco sugli uomini di punta della compagnia. Tre dei banditi rimasero uccisi nello scontro, mentre gli altri sei vennero catturati. Come da autorizzazione del superiore comando di legione, i diciassette superstiti furono passati per le armi a Mottalciata. I banditi facevano parte del pattuglione volante Edis della forza di ventiquattro uomini di cui il capo, certo Mitra B. V.7, era assente perché a rapporto e gli altri tre erano in licenza, due a Vercelli e uno a Novara”. Segue l’elenco del materiale re- cuperato: alcuni moschetti e pistole, centocinquanta bombe a mano e un centinaio di cari- catori per moschetti. Nel fonogramma si precisa che “parecchie armi e munizioni non fu- rono potute recuperare perché distrutte dall’incendio scoppiato nella cascina Caprera a seguito di lancio delle bombe a mano da parte nostra. Perdite nostre: caduto in combatti- mento la camicia nera Siani Clemente di Gaetano classe 1926”. Il 18 il comando della 1a compagnia segnala due arresti: quello dello sbandato Ercole Minacci di Carlo, classe 1922, residente a Pratrivero, avvenuto la sera precedente, e quello di certo Franco Magliocco di Pietro, classe 1922. Il 20 comunica che il giorno precedente è stato rinvenuto nei pressi di Postua un cadavere, “identificato per quello del bandito Conton [recte Canton, Enrico] di Portula” e aggiunge che “si suppone che sia uno dei banditi della banda del Gemisto8 ucciso nell’azione dell’alpe Gavala”. Tre giorni dopo comunica che si sono presentati spontaneamente cinque disertori delle classi 1922-24; il giorno seguente che se ne sono presentati altri sette, delle classi 1914-17 e 1922; il 25 che si sono presentati tre sbandati, di cui due disertori e un reniten- te, appartenenti alle classi 1922 e 1925.

139 Il 24 anche il comando della 3a compagnia comunica di aver “avviato al comando le- gione quattro renitenti alla leva”. Due giorni dopo lo stesso comando informa di aver in- viato a Occhieppo, in seguito a informazioni ricevute, il caposquadra Bertelli in borghese “per assumere maggiori dettagli circa la permanenza dei banditi in paese. Venuti a cono- scenza che i banditi di solito la sera si adunavano nella osteria Poma circa alle ore 20 il plotone, al comando del sottotenente Pompili, provvide a circondare la casa. I banditi, forse venuti a conoscenza dell’arrivo dei legionari, non si presentarono. Perlustrata la zona e fatti diversi appostamenti il plotone è rientrato”.

Per quanto riguarda gli aspetti più generali della vita dei reparti, in diversi fonogram- mi si trovano notizie di difficoltà di carattere organizzativo e relative a episodi vari. Il 28 aprile il comando della 1a compagnia richiede “viveri: lardo, vino e sigarette”. Il giorno seguente precisa che “a tutt’oggi abbiamo somministrato viveri a prigionieri per giornate cinquantatré. Urge invio viveri comprese sigarette, verdura e sale di cui siamo completamente sprovvisti”. Il 30 che “i viveri prelevati da questo comando di compagnia erano sufficienti per giornate sei per cento uomini, più due per cento a sec- co, cioè fino al giorno 2 maggio. A tutto oggi sono invece state consumate 637 razioni, in quanto alla forza della nostra compagnia in media abbiamo avuti tredici uomini in sussistenza ed una media di venticinque-trenta prigionieri, ai quali abbiamo sommini- strato pane e minestra. Per quanto riguarda invece i viveri a secco è stata consumata una giornata. Nel provvedere al rifornimento dei viveri si prega codesto comando a voler tener conto, pur essendo a conoscenza delle difficoltà, la necessità di adeguare la quantità dei grassi ed in particolar modo dell’olio. Si raccomanda vivamente l’invio del sale e delle sigarette, di cui siamo completamente sprovvisti. La richiesta ha carattere d’urgenza in quanto non sarebbe possibile preparare il secondo rancio di domani”. L’indomani segnala che anche la benzina è stata esaurita e che la nafta è ridotta a cinque litri. Il 3 informa che tutto il carburante è stato consumato, il 4 ripete: “Siamo com- pletamente sprovvisti di carburante, occorre a mezzo camion viveri, che dovrà immanca- bilmente giungere a questa compagnia nella giornata di domani, inviare carburante”. Stessa comunicazione viene inviata il 13 e, ancora, il 27 (“tutti gli automezzi sono impossibilitati a muoversi perché sprovvisti completamente carburante”) e il 28 (“urge invio carburante”). Nel mese di maggio si registrano anche alcuni incidenti, tra cui due curiosi: il 12 un motociclista della 1a compagnia, mentre si reca al ponte della Gula per ritirare docu- menti della 2a, giunto a Varallo, per evitare un carretto che gli attraversa la strada, va a sbattere contro un muro. Il 14 si rompe la sponda di un camion e alcuni legionari, che rientrano da Trivero, “ove si erano recati per fare il bagno”, cadono: due di questi re- stano feriti e vengono ricoverati all’ospedale di Varallo.

Il registro dei fonogrammi copre, come si è detto, solo un breve arco di tempo, concludendosi il 30 maggio. Nei giorni seguenti il battaglione fu riunito a Vercelli. Infatti il comando generale della Guardia nazionale repubblicana, convinto dalle assicurazioni di Zuccari che i ribelli della Valsesia erano stati messi in condizione di non potersi riorganizzare e anche (o forse so- prattutto) in considerazione della ripresa dell’offensiva alleata, in ossequio alle disposi- zioni tedesche di sguarnire tutte le zone di non rilevante interesse strategico per concen-

140 trare invece gli sforzi contro gli angloamericani avanzanti, aveva deciso di destinare la “Tagliamento” alla zona del fronte.

1 Sui battaglioni “M” della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, sull’ordinamento e i gradi della Milizia e della Guardia nazionale repubblicana, sul 63o battaglione “M”, la legione “Tagliamento” e altri battaglioni “M” operanti in provincia di Vercelli durante la Repubblica sociale italiana si veda in appendice. 2 Nei fonogrammi sono usati indifferentemente sia i gradi della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale sia quelli della Guardia nazionale repubblicana. 3 Se ne veda la biografia in appendice. 4 Se ne veda la biografia in appendice. 5 Il giorno precedente il comandante generale della Gnr Renato Ricci aveva disposto la revoca dello scioglimento del battaglione “Camilluccia” (giunto a Vercelli il 22 gennaio 1944). 6 Se ne veda la biografia in appendice. 7 Vincenzo Biscotti, nato il 27 gennaio 1921 a Peschici (Fg), residente a Pralungo, attaccafili. Nel maggio del 1937 fu arrestato per propaganda sovversiva. Interrogato, coinvolse il compaesano Giu- seppe Negro, attaccafili trentacinquenne, che fu condannato a due anni di confino. Avendo ammesso gli addebiti, fu inviato in riformatorio. Prestò servizio militare come paracadutista nella “Folgore”. Nel settembre 1943 aderì al movimento partigiano nel Biellese, con il nome di battaglia di “Mitra I”, di- ventando, nella primavera del 1944, vicecomandante della 2a brigata “Garibaldi”. Nel gennaio 1945 lasciò la formazione per costituire una brigata “Matteotti”. Cadde il 3 febbraio 1945 nei pressi di Pol- lone, assieme al fratello Antonio (“Mitra II”, nato il 12 gennaio 1925 a Tavigliano). Fu decorato di medaglia d’argento al valor militare alla memoria. 8 Francesco Moranino. Se ne veda la biografia in appendice.

141 “È continuata un’accentuata attività sovversiva”

Le relazioni al capo della polizia nel 1944-45

Nel 1944 e nei primi mesi del 1945 furono inviate al capo della polizia della Repubblica sociale relazioni periodiche sulla situazione politica ed economica delle rispettive pro- vince non solo dalle varie questure1 ma anche da ispettori generali di polizia di zona. L’ispet- tore competente per il Vercellese, il Biellese e la Valsesia aveva sede a Novara2. Le relazioni dal 19 aprile al 2 luglio erano quindicinali3, a partire da questa data diven- nero mensili4. Non esiste copia della relazione dell’aprile 1945. Anche per il periodo qui preso in considerazione esistono relazioni della Questura (men- sili al capo della polizia e quindicinali al capo della Provincia)5. Alcune notizie sono riportate in entrambe le relazioni, spesso con lo stesso testo. Rispetto alle relazioni della Questura, quelle dell’ispettore di Ps hanno spesso notizie più complete e dettagliate e inoltre in alcuni casi i rilievi negativi sembrano, in queste, più rimarcati. Anche queste relazioni, così come quelle della Questura, seguono uno schema fis- so. Nella prima parte, dedicata alla situazione politica, sono riportate notizie sull’attività dei “ribelli” e su atti di sabotaggio, su episodi di propaganda antifascista, nonché su atti di repressione del movimento antifascista, a cui seguono valutazioni dello “spirito pub- blico” e a cui si aggiungono, talvolta, notizie di incursioni aeree nemiche. Nella seconda parte, dedicata alla situazione economica, vengono fornite informa- zioni sulla situazione industriale, agricola e, talvolta, su quella commerciale, e infine am- pi cenni a quella alimentare e, talvolta, a scioperi. È da rilevare che anche in queste relazioni (così come in quelle della Questura) le notizie riguardanti le bande partigiane sono imprecise (e talvolta assai fantasiose). Tuttavia, anche da queste relazioni, per molti versi burocratiche, emergono ammis- sioni significative: oltre alle difficoltà della vita quotidiana, soprattutto per le masse la- voratrici, non si nasconde che lo spirito pubblico “è depresso in dipendenza del disagio economico ed alimentare”, della durata della guerra, “nonché dell’adozione di provve- dimenti di rigore da parte delle Forze di Polizia e di sicurezza germaniche e italiane”, così come non mancano riferimenti ai timori di deportazioni in Germania. Da segnalare infine che alcuni passi delle relazioni (solitamente quelli relativi alla si- tuazione dei “ribelli”, ai rastrellamenti, alla situazione alimentare e allo spirito pubblico) furono oggetto di stralci effettivamente inviati, dalla segreteria, al capo della polizia, come risulta da numerosi appunti vergati sulle relazioni stesse.

Relazione del 2 agosto 19446 La situazione politica della Provincia di Vercelli, nel mese di luglio 1944 XXII è rima- sta stazionaria: nella zona bassa, ad eccezione di qualche Comune, come Olcenengo, Quinto,

142 Carisio, Casanova, l’ordine si è mantenuto normale, mentre nella zona alta, cioè nel biel- lese e nella valsesia, vi è stata sempre palese attività sovversiva. Si sono deplorate diffusioni di foglietti sovversivi a Vercelli, a firma “Il fronte della gioventù dell’indipendenza nazionale e per la libertà” incitanti i giovani alla diserzione ed il popolo alla rivolta, a Borgo Vercelli, a firma “N.O.L.I.”, a Biella, a firma “Il partito co- munista italiano” e “Il comitato di liberazione nazionale”, a Pralungo e Cossila, a firma “Il comitato di difesa della donna”. Ad Andorno Micca, nei cui pressi si troverebbe una banda di partigiani con a capo certo Biscotti Vincenzino, è stato affisso un manifestino intitolato: “Bando di franchigia” ed altri manifestini a sfondo comunista, incitanti la popolazione ad uccidere fascisti e te- deschi, sono stati affissi sui muri delle principali vie di Cigliano ad opera di ribelli. Risulta anche diffuso nel biellese il giornale “L’Unità”. A Vercelli è stato arrestato il 23 luglio scorso certo Scarparo Antonio, di anni 63, siccome trovato in possesso di tre manifestini sovversivi a firma “Il comitato comuni- sta Vercellese”. L’apatia di gran parte della popolazione verso l’indirizzo politico da seguire si è an- cora più diffusa, tramutandosi in alcuni centri in una accentuata avversione al Fasci- smo Repubblicano. In genere si è rivelato un senso di pessimismo e di disorientamento, in dipendenza delle operazioni militari sui vari fronti. Ma in alcuni ambienti non è mancata la fiducia nella ripresa della Germania anche per l’impiego delle armi segrete. Viva impressione ha prodotta la notizia dell’attentato al Führer. Le popolazioni si sono mantenute calme. Gli operai negli stabilimenti hanno atteso regolarmente al lavoro pur non nascon- dendo una certa inquietudine a causa delle precettazioni per il lavoro in Germania. Lo spirito pubblico è apparso sempre depresso, e su ciò ha influito fortemente la propaganda nemica. In questi ultimi giorni, poi, si è intensificato il timore di bombarda- menti aerei nemici. Già il 7 luglio, verso le ore 2,30, apparecchi nemici lanciarono sulla città di Vercelli uno spezzone incendiario, che causò lievi danni al selciato di via Galileo Ferrari, spararono, senza conseguenze, alcuni colpi di mitraglia in direzione dell’ospe- dale territoriale “La Bertagnetta”, e successivamente, il 23 detto mese, dodici quadri- motori bombardarono lo scalo ferroviario di Fontaneto Po, colpendo il fabbricato viag- giatori, alcuni vagoni di un treno merci carico di cemento e tre case adiacenti. In quest’ul- tima incursione si lamentarono un morto e due feriti. Il ribellismo, sempre annidato nelle montagne del biellese e della valsesia, ha conti- nuato la sua solita attività, caratterizzata da assassinii, rapine, sabotaggio. Oltre a vari ferimenti, si registrano le uccisioni dell’industriale Bertotto Giuseppe, podestà di Vagli Mosso (sic), del segretario municipale dello stesso comune e di un milite della “Muti”, per essersi opposti ad un prelevamento di tabacchi da parte di un gruppo di ribelli, di tre militi del battaglione “Pontida”7 in uno scontro presso il posto di blocco di Cossato, di certa Gazzena Maria per schegge di bomba lanciata nella casa del di lei suo- cero Rossi Giov. Battista, rimasto gravemente ferito, di due militi della Gnr, assaliti al posto di blocco di Pralungo, dell’ex segretario del Fascio di Piatto, Squillario Renzo, prelevato dalla propria abitazione, di due allievi militi del battaglione “Pontida”, attaccati di sorpre- sa alla postazione di blocco della Gnr di Andorno Micca, di Pintor Arturo, capo stazione di Mongrando, e moglie, siccome genitori di tre figli iscritti al Fascio Repubblicano, del milite

143 della Gnr Zanetta Luigi, in Gaglianico, di Maggia Adelchi, di Boggio Sala Pietro e figlio Giuseppe, e di certo Cerruti, prelevati il 12 luglio dalle rispettive abitazioni in Mezzana Mortigliengo, siccome ritenuti filo-fascisti. Secondo segnalazioni, i cadaveri di queste ultime quattro persone, sarebbero stati utilizzati dai banditi per la fabbricazione di sapone da bucato. Di alcuni altri cittadini e militi italiani e tedeschi prelevati o catturati dai ribelli si igno- rano le sorti. Numerose sono le rapine di danaro, di automezzi, di generi alimentari, di tabacchi, consumate nel mese di luglio dai banditi, come numerosi sono gli atti di sabotaggio com- messi in danno delle ferrovie, di linee telegrafiche e telefoniche e di stabilimenti industriali, anche con uso di esplosivi. Sono tuttora in corso vaste azioni di polizia e di repressione contro i ribelli condotte da reparti italiani e germanici. Situazione economica La situazione economica non ha subito sostanziali cambiamenti. L’andamento del lavoro nei vari stabilimenti è stato piuttosto regolare, ma l’attività industriale si è mantenuta sempre ridotta per la deficienza di materie prime. In grave disagio versa il commercio, sia per la sempre maggiore rarefazione delle merci sia per le aumentate difficoltà di scambio e di trasporto. Nell’agricoltura sono continuati i lavori stagionali; nella zona bassa della provincia la trebbiatura si è svolta in modo abbastanza regolare, pur non essendo mancate da parte dei ribelli gravi minacce a proprietari di trebbiatrici e ad agricoltori di non trebbia- re e di non consegnare il grano agli ammassi. Nel settore alimentare la situazione è rimasta invariata. Si sono rilevate lagnanze per la mancata o ritardata distribuzione di alcuni generi, particolarmente della carne, la cui razione è stata anche ridotta, e sono continuate sem- pre in modo accentuato le deplorazioni da parte delle popolazioni per la insufficienza dei grassi (gr. 150 al mese per persona) e per l’alto costo della vita. Gli organi competenti hanno svolto intensa opera per combattere il mercato nero, ma questo è sempre esteso, specie per i grassi e per la carne.

Relazione del 2 settembre 1944 La situazione politica della Provincia di Vercelli, durante il mese di agosto 1944-XXII, nel suo complesso, non ha subito sostanziali cambiamenti rispetto al mese precedente. Sempre palese è stata l’attività sovversiva, particolarmente nel Biellese con diffu- sione di libelli e con scritte contro il Duce e il Fascismo e inneggianti alla “Russia” ed a “Stalin”. Sono stati rinvenuti a Vercelli, in piazza Cavour, alcuni manifestini del “Fronte della gioventù”, ed a Borgovercelli diverse copie del giornale antifascista “Italia combatten- te”. Apatia ed avversione al Partito Fascista Repubblicano è continuata a rilevarsi in gran parte della popolazione, e, per le vicende militari sui vari fronti, si è diffuso un forte nervosismo in quasi tutti i ceti sociali. Soprattutto sono state oggetto di commenti le operazioni nella Francia Settentrionale e Meridionale, venendo giudicate assai sfavorevoli alla Germania. Lo spirito pubblico è apparso ancora disorientato e depresso anche in dipendenza della

144 propaganda nemica attraverso la radio, che è sempre molto ascoltata, del movimento ri- bellistico, vieppiù accentratosi, e dell’adozione di provvedimenti di rigore da parte delle Forze di Polizia e di sicurezza germaniche e italiane, che hanno continuato ad operare ra- strellamenti su vasta scala in quelle località ove maggiormente è stata segnalata l’attività dei partigiani. Aggravata è stata la preoccupazione ancora dalle frequenti incursioni aeree nemi- che, a volte seguite da lancio di bombe e da mitragliamenti, come si è verificato a Ver- celli, dove sono state colpite la linea ferroviaria ed adiacenze e la Montecatini, nei pressi di Caresana, di Salasca (sic), di Crova e in località Baraggia del Comune di Carisio. Fortunatamente per tali incursioni non si sono deplorate vittime. Si sono avuti pochi danni solo alla linea ferroviaria e alla Montecatini in Vercelli. Il ribellismo, sempre anni- dato nelle montagne del Biellese e della Valsesia e reso più audace, tanto da spostarsi anche in località del basso Vercellese, dall’andamento delle operazioni militari nella Francia Settentrionale e Meridionale, e dai rifornimenti, a mezzo di aerei nemici, di armi ed altri generi, ha continuato la sua solita attività criminosa: assassinii, saccheggi, rapine, sa- botaggio, attacchi a posti di blocco. Oltre a vari ferimenti di militari italiani e tedeschi, in imboscate o in conflitti, si re- gistrano le uccisioni della operaia fascista Del Piano Colombina, prelevata dalla propria abitazione in Vigliano Biellese, del Milite della Gnr Mazza Ernesto, di anni 17, fatto se- gno a colpi di arma da fuoco sullo stradale Varallo-Quarona da parte di ribelli nascosti dietro una scarpata, del guardiano notturno della Ditta Sapit, in località Ponte Cervo di Chiavazza, di Zanotti Adolfo, controllore dell’Ufficio Provinciale accertamenti agricoli, in Salussola, del Vice Brigadiere del Btg. “Pontida” Brignamini Cristoforo, in conflitto in una zona boschiva fra Pralungo e Andorno Micca, ove eseguiva una ispezione con una esigua pattuglia di Legionari, del Milite ventenne Franco Fanetti, colpito da mitra- glia sullo stradale di Strona, mentre viaggiava con altri camerati in una autovettura del Btg. “Pontida”. L’autore dell’assassinio della Del Piano Colombina, identificato per Freguglia Guido, detto Aldo, della classe 1921, veniva il 17 agosto arrestato a Ponderano e quindi impic- cato in Vigliano Biellese, nei pressi della casa della Del Piano. Si ricercano i correi del Freguglia: tali Elio, Stalin, Saffa, Muta, Gavetta, tutti appartenenti a bande di comuni- sti. Si deplora, inoltre, la uccisione di due sottufficiali tedeschi, ad opera dei banditi, in un’imboscata nei pressi del Comune di Roasio. In dipendenza di ciò, il giorno 9 Agosto, verso le ore 11, in Roasio, un reparto delle SS Germaniche di stanza in Biella, fucilava n. 11 persone del luogo, prelevate dalle rispettive abitazioni. Successivamente, per l’identico motivo, impiccava 5 ostaggi, portati sul posto da altra località, di cui non è stata possibile l’identificazione, e nello stesso giorno e dallo stesso reparto di SS, nei pressi del ponte sul torrente Rovasenda, sito sulla provinciale Gattinara-Biella, venivano impiccati altri sei ostaggi, di cui due identificati. Si lamenta- no, infine, i prelevamenti di alcuni civili e militari italiani e germanici, di cui si ignorano le sorti. Numerose sono le rapine di danaro, di automezzi, di stoffe, di generi alimentari e di tabacchi, per un ingente valore, consumate nel mese di agosto dai banditi. Dalla sola succursale di Borgo d’Ale della Banca Popolare di Novara, ribelli aspor- tavano L. 450.000, rilasciando una ricevuta intestata “50a Brigata Garibaldi”.

145 Molti sono gli atti di sabotaggio commessi in danno delle ferrovie, con uso di esplosivi e con altri mezzi sulle linee Milano-Torino-Biella-Vercelli; Biella-Torino; Biella-Santhià, nonché in danno di linee telegrafiche e telefoniche. Già hanno avuto luogo vaste operazioni contro i fuori legge annidati nella Valsesia condotte da truppe italiane e germaniche ed altre ne sono in corso in Provincia. Il 25 agosto, nella zona (sic) di Tronzano, Pray e Pianceri, reparti tedeschi in azioni di rastrellamento hanno operato il fermo di oltre 150 persone, avviate tutte nello stesso gior- no, a mezzo ferrovia a Torino. Il clero ed organizzazioni dipendenti e la stampa cattolica non hanno dato luogo a rilievi specifici col loro comportamento, pur mantenendo larvatamente celata la loro avversione al Fascismo. Situazione economica La situazione economica è rimasta stazionaria. Nelle industrie l’attività lavorativa si è svolta regolarmente, sebbene alquanto dimi- nuita a causa della deficienza della energia elettrica. Nel campo commerciale si è sempre deplorata la insufficienza dei generi dovuta spe- cialmente alle difficoltà dei trasporti. La trebbiatura del grano nella zona del basso Vercellese è stata quasi ultimata, pro- segue nella zona collinosa e montana, ma le operazioni sono in parte ostacolate da dif- ficoltà di carattere ambientale e dalla deficienza di carburante. Fino agli ultimi del mese di agosto sono stati conferiti agli ammassi circa 127.000 quintali di frumento e tutti dalla zona del basso Vercellese in quanto nelle altre zone i conferimenti sono stati resi impossibili dalle imposizioni dei ribelli, i quali in molti Co- muni hanno intimato agli agricoltori la distribuzione diretta del grano senza formalità di sorta. Per la imminente campagna di raccolta del riso si prevedono difficoltà non indiffe- renti per la deficienza di mano d’opera, il cui reclutamento è reso difficile dal fatto che i lavoratori non intendono riconoscere l’attività degli uffici di collocamento onde mantenere la propria libertà di azione e imporre salari e condizioni di lavoro a loro pia- cimento. Infatti, i salari richiesti si aggirano sulla base di L. 200 giornaliere, pari a quat- tro volte quelli della campagna scorsa. Pure difficili si prevedono le operazioni di treb- biatura ed essiccazione del risone, nonché della preparazione dei terreni alla prossima semina del grano per la mancanza di carburante e di carbone. Nel settore alimentare è continuata a verificarsi la mancanza di alcuni dei principali generi. La distribuzione della carne è stata effettuata quindicinalmente e in quantità al- quanto scarsa; quale assegnazione grassi sono stati distribuiti solo 150 grammi di bur- ro per persona. Ciò è stato motivo di vivissime lamentele da parte delle popolazioni. Il costo della vita è alto e tende sempre ad aumentare con grave disagio e sacrificio spe- cie delle classi meno abbienti. Attiva opera è stata svolta dagli organi competenti per la lotta contro il mercato nero, ma questo si è manifestato sempre su larga scala in dipendenza della maggiore rarefa- zione di alcuni generi di prima necessità.

Relazione del 3 ottobre 1944 La situazione politica della Provincia di Vercelli, durante il mese di settembre 1944- XXII, si è mantenuta pressoché invariata rispetto al mese precedente.

146 È continuata un’accentuata attività sovversiva e antifascista, specialmente nel Biellese e nella Valsesia, zone queste infestate dai ribelli. Sono stati rinvenuti a Vercelli diversi manifestini antifascisti dattilografati a firma “Il comitato di liberazione nazionale della Provincia di Vercelli”, a Collombiano (sic) alcune copie di un volantino intitolato “Italia combattente” e a Biella, in alcuni reparti dello sta- bilimento tessile della Ditta Rivetti, foglietti di propaganda del Partito di azione. Si è sempre manifestata una larga apatia o avversione al Pfr e, per le vicende militari non favorevoli e la propaganda del nemico si è vieppiù ingenerata nella quasi maggio- ranza delle popolazioni la sfiducia nell’esito vittorioso del conflitto. Non sono, però, mancati in alcuni ambienti la volontà di lottare ad oltranza e la fiducia della ripresa della Germania, della quale si ammira la tenace difesa e dalla quale si attende un prossimo im- piego delle armi segrete. Lo spirito pubblico è apparso sempre depresso in dipendenza del disagio economi- co ed alimentare, della durata della guerra e dell’accresciuta attività ribellistica, nonché dell’adozione di provvedimenti di rigore da parte delle Forze di Polizia e di sicurezza germaniche e italiane. E la preoccupazione è stata resa più grave dalle frequentissime incursioni aeree ne- miche, parecchie delle quali sono state seguite da lancio di bombe, o di spezzoni e da mitragliamento, come si è verificato a Vercelli dove, in giorni diversi, sono stati colpiti il Corso Novara, un impianto elettrico di trasformazione dello Stabilimento “Chatillon” e il raccordo ferroviario, sul fiume Sesia, su cui, per i gravi danni subiti, è interrotto il traffico, a Chiavazza, dove è stato colpito un padiglione della Sip, a Biella, a Pralungo, più volte a Trino Vercellese, dove sono stati colpiti un convento di suore francescane e una colonna di automezzi germanici, in testa alla quale si trovavano due autovetture della Brigata Nera in servizio di staffetta, nei pressi della stazione di Rive, dove un treno veniva fatto segno a mitragliamento, in località Venaria di Lignana, dove fra un gruppo di cascine, un padiglione rimaneva incendiato, sulla ferrovia Vercelli-Casale nel tratto fra le stazioni di Asigliano e Pertengo. Per tali attacchi nemici si sono lamentati a Vercelli un morto e quattro feriti, a Biella due feriti, a Pralungo due feriti, a Trino Vercellese otto morti, di cui quattro militi, e ventisei feriti, di cui otto militi, a Rive un morto. L’ordine pubblico si è mantenuto calmo. Il ribellismo ha intensificato la sua attività di violenza contro persone e cose. Si registrano parecchi ferimenti ed uccisioni, ad opera di fuori legge, di militi italiani e tedeschi in imboscate o in conflitti e in attacchi a posti di blocco, nonché la uccisione a Pavignano di certo Guglielmini Edilio, ivi residente, per aver fornito al Comando della Gnr di Biella indizi circa gli autori del prelevamento di un milite. Altri militari italiani e tedeschi, nonché un ferroviere, certo Michelone Eraldo, sono stati prelevati e di essi si ignorano le sorti. In conseguenza da parte delle Autorità tedesche si è proceduto a fucilazioni di o- staggi ed a rastrellamenti nonché ad incendio di alcune case. Sempre ad opera di banditi armati sono state consumate numerose rapine di danaro in danno di privati e di enti, di automezzi, di benzina agricola, di bovini, di cavalli, di tessuti di qualità diverse, di generi alimentari (riso, frumento, burro, formaggi, zucche- ro) e di tabacchi. Molti sono gli atti di sabotaggio commessi in danno delle Ferrovie: si sono provocati

147 deragliamenti di convogli vuotati dei viaggiatori e del personale di servizio, interruzioni di binari, danneggiamenti di ponti, mediante uso di esplosivi, in diversi tratti della linea Milano-Torino, sulle linee Biella-Valle Mosso, Biella-Novara, a Carpignano Sesia [No]; e la sera del 10 settembre, nella stazione di Tronzano, due banditi armati, dopo aver immo- bilizzato il Capostazione e il manovale di servizio, tagliavano i fili telefonici in direzione di Santhià e Brianzé (sic). Si sono, poi, verificati conflitti tra ribelli e militi di scorta ai treni nelle stazioni di Carpignano Sesia [No], ove ad opera di fuori legge perdevano la vita due civili, fra cui una suora, ed altre cinque persone rimanevano ferite, e di Salussola, ove si lamentavano quat- tro feriti militari, di cui due tedeschi, oltre a due feriti borghesi. Continuano attivamente le operazioni di polizia contro i ribelli: di essi già parecchi ultimamente sono stati uccisi, fra cui un famigerato capo banda “Capitan Tempesta” ed alcuni altri feriti o catturati. Nulla di rilievo da segnalare circa l’attività del clero, della stampa e delle associazioni cattoliche. Situazione economica La situazione economica della Provincia di Vercelli non ha subito cambiamenti. L’attività industriale si è mantenuta contratta per la deficienza delle materie prime, ed altrettanto dicasi di quella commerciale per il ristagno degli affari dovuto alla rarefa- zione dei prodotti, al razionamento e contingentamento dei generi ed alla difficoltà dei mezzi di trasporto. Negli stabilimenti industriali il lavoro è proceduto abbastanza regolare e nelle mae- stranze è perdurata un’apparente calma. Solo nello stabilimento della S. A. Piaggio si è verificata un’arbitraria astensione dal lavoro della quasi totalità degli operai, essendosi fra essi determinato il timore di essere inviati in Germania per il fatto che le Autorità tedesche avrebbero prelevato materiali di precisione dallo stabilimento stesso. Nell’agricoltura le operazioni di trebbia del grano sono state portate a termine. Al 30 settembre sono stati conferiti all’ammasso: ql. 198.033 dei 220.000 preventi- vati. È in corso da parte delle Autorità competenti l’identificazione degli agricoltori ina- dempienti, a carico dei quali saranno adottati provvedimenti di rigore. Pure al 30 settembre sono stati conferiti agli ammassi: qli. 17.343 di granoturco, qli. 2.303 di segale, qli. 11.812 di avena, qli. 238 di orzo, qli. 498 di ravizzone, qli. 4.975 di patate. I dati relativi al granoturco e alle patate devono ritenersi provvisori, essendo tuttora in corso la raccolta. Le operazioni di raccolta del riso risentono della carenza di mano d’opera, special- mente di quella immigrata, nonché delle elevate maggiorazioni salariali da parte dei la- voratori, i quali si rifiutano di accogliere il contratto di lavoro recentemente approvato dalle autorità sindacali, che fissa una paga giornaliera di L. 120 per gli uomini e di L. 100 per le donne. Inoltre, non pochi sono i lavoratori che pretendono la corresponsio- ne totale o parziale del salario in natura e comunque in quantità superiore a quella deter- minata dalle disposizioni vigenti. Anche la limitata disponibilità di carburante inciderà di non poco sulla sollecita treb- biatura del risone e sgranatura del granoturco, nonché sui lavori della prossima campa- gna di semina del grano. Nel campo alimentare la situazione è diventata più precaria sia per la sempre maggiore

148 rarefazione dei prodotti che per le peggiorate condizioni dei trasporti, le quali incidono notevolmente sul costo. A Vercelli la distribuzione dei generi tesserati di prima necessità è stata piuttosto re- golare, ma non altrettanto può dirsi per gli altri centri. La deficienza dei grassi è stata sempre motivo di vive lamentele da parte delle popola- zioni. Gli organi di polizia hanno attivamente ed energicamente continuato la loro opera per combattere il mercato nero, per la prevenzione e repressione di qualsiasi altro reato e per il mantenimento dell’ordine.

Relazione del 3 novembre 1944 La situazione politica della Provincia di Vercelli nel mese di ottobre 1944 non ha su- bito sostanziali cambiamenti rispetto al mese precedente. Il partito comunista e gli altri sovversivi hanno sempre svolto attiva propaganda. Essi tendono a spingere la popolazione alla rivolta contro le forze fasciste e tedesche. A Vercelli sono stati rinvenuti manifestini sovversivi a firma “Il comitato di libera- zione nazionale per la Provincia di Vercelli”, incitanti i giovani a sottrarsi al rastrella- mento da parte degli organi di polizia; a firma “comitato provinciale per l’indipendenza e la libertà” alcuni in lingua italiana incitanti i contadini a non consegnare i prodotti ai fascisti e ai tedeschi ed altri in lingua tedesca incitanti i militari della Wehrmacht a de- sistere dalla guerra; a firma “comitato provinciale di agitazione”, incitanti i lavoratori agricoli a pretendere salari superiori a quelli stabiliti dalle organizzazioni sindacali; a fir- ma “il fronte della gioventù per l’indipendenza nazionale e la libertà”, incitanti la popo- lazione alla rivolta, ed altri foglietti dal titolo “comitato giovanile per l’onore d’Italia” a firma “per il comitato Rigi Lagiuscola, un ragazzo qualunque”. Manifestini sovversivi e antifascisti sono stati pure diffusi a Biella a firma “comitato biellese del fronte della gioventù”, incitanti i fascisti a disertare le file, ed a firma “comi- tato di liberazione nazionale”, incitanti la popolazione ad armarsi ed a tenersi pronta per l’insurrezione generale. La sera del 15 ottobre, poi, un aereo nemico ha lanciato su Vercelli numerose copie di manifestino antifascista intitolato “Italia combatte” con data 10 detto mese. In gran parte della popolazione si è ancora rilevata indifferenza nei confronti del Pfr ed è perdurata la sfiducia nell’esito vittorioso del conflitto. Lo spirito pubblico si è palesato sempre depresso per le difficoltà alimentari e l’alto costo della vita, per le vicende non favorevoli della guerra, per l’attività ribellistica, che è spesso causa di gravi provvedimenti restrittivi da parte delle Autorità, e per la intensa propaganda nemica. Comunque, l’ordine si è mantenuto tranquillo. A Vercelli, nel Teatro civico, è stato celebrato l’anniversario della Marcia su Roma alla presenza delle Autorità politiche, civili e militari Italo-Germaniche della Provincia e con l’intervento di larghe rappresentanze delle organizzazioni politiche, d’arma e ope- raie e numerosa folla. Ha commemorato con alta parola la storica data il Capo della Provincia, e la cerimonia si è svolta con austera solennità intonata al momento, venen- do chiusa al grido di “Duce, Italia, Führer”. Nel ribellismo pare si notino sintomi di disgregazione. Esso ha continuato la solita attività di violenza contro persone e cose.

149 Si registrano, in imboscate o scontri in diverse località, le uccisioni di 4 militi della Gnr, fra cui il S. Tenente Bonazzi Alfredo del Btg. “Pontida”, e di tre militari tedeschi ed i ferimenti di 12 militi della Gnr e di 6 militari tedeschi. In Miagliano di Andorno Micca è rimasta ferita anche una donna, che trovavasi a transitare nel momento in cui una pattuglia di militi della Gnr in servizio di perlustrazione veniva fatta segno a colpi d’arma da fuoco ad opera di fuori legge appostati. Sono stati, poi, prelevati il Tenente Colonnello Orsenego, Comandante del Distretto Militare di Vercelli, mentre trovavasi nella Cascina Brusciana, e il Sottobrigadiere della G. Repubblicana di Finanza Trevisan Rodolfo, che stava a Villata presso i famigliari in licenza di convalescenza. Di essi si ignorano le sorti. Si aggiunge che il 4 ottobre, alle ore 20, in Saluggia, un sottufficiale e 14 uomini della Compagnia Op [Ordine pubblico] di Vercelli, componenti il posto fisso sul ponte fer- roviario del Fiume Dora si rendevano irreperibili con l’armamento in dotazione e si ritie- ne che i medesimi siano stati catturati dai ribelli. Sono state consumate numerose rapine od estorsioni di danaro in danno di privati e di enti, di automezzi, di bovini, di suini, di tessuti vari, di generi alimentari (riso, fru- mento, burro, formaggio ecc.), nonché di due apparecchi telegrafici, dei quali uno in danno dell’ufficio telegrafico di Salussola e l’altro in danno della Stazione Ferroviaria dello stesso Comune. Sono state, inoltre, asportate cinque pistole alle guardie municipali di Pessana (sic) e di Ronsecco, altre tre allo stabilimento della Società Anonima Fila di Cossato ed una, assieme ad altri oggetti, ad un agricoltore di Livorno Ferraris. Alcuni atti di sabotaggio sono stati commessi contro la Stipel, abbattendo diversi pali telegrafici nella località fra Partengo (sic) e Rive e nei territori dei Comuni di Miglia- no [recte Vigliano Biellese], di Ghislarengo e di Candelo, ed altri contro le ferrovie, con- sistenti nell’asportazione dalla stazione di Salussola di 3 spine di contatto del commuta- tore telegrafico e nella rottura del tasto trasmittente, per cui rimanevano interrotte le co- municazioni, subito riparate, nel danneggiamento degli impianti telefonici e telegrafici e del blocco di scambio dei binari della stazione di S. Germano Vercellese, dove per altro veniva scassinata la cassaforte e sottratto il danaro contenuto in L. 5.040,90, nel danneg- giamento, mediante esplosivo, dello scambio lato Biella della stazione di Salussola e di 1.500 metri di rotaia in altri tre punti della linea Biella-Santhià, per cui veniva interrotto il traffico, riattivato entro 24 ore, nella interruzione di un tratto di binario della linea ferro- viaria Biella-Santhià nei pressi del ponte sul naviglio S. Damiano, pure subito riparato. Infine, si deplora l’atto di sabotaggio contro lo stabilimento della S. A. Piaggio, dove, oltre alla distruzione col fuoco di un trasformatore elettrico, venivano danneggiati 7 mozzi per motori di aeroplani e macchine di precisione. Continuano attivamente da parte delle Forze italo-germaniche larghe azioni di ra- strellamento, che hanno già portato all’annientamento ed alla cattura di numerosi ban- diti ed al sequestro di quantitativi di armi e di equipaggiamento. Il clero, la stampa e le organizzazioni cattoliche hanno continuato a non dar luogo a specifici rilievi con il loro comportamento, pur mantenendo immutata la loro larvata opposizione al Regime. Situazione economica La situazione economica della Provincia di Vercelli è rimasta pressoché invariata. Negli stabilimenti le maestranze hanno lavorato in modo regolare, ma tuttora contratta è stata

150 l’attività industriale, per la deficienza di materie prime e per la limitata disponibilità del- l’energia elettrica. Ridotto si è sempre mantenuto il commercio per la rarefazione dei prodotti e per il razionamento ed il contingentamento dei generi. Nell’agricoltura i lavori di raccolta del riso, della semina del grano si sono svolti normal- mente, per quanto intralciati dal maltempo. La situazione alimentare è venuta a trovarsi in sempre maggior disagio per la crisi dei trasporti. La distribuzione dei generi tesserati sia a Vercelli che negli altri Comuni della Provin- cia si è effettuata in modo irregolare. Non sono stati distribuiti legumi, pasta, uova, formaggio duro, marmellata. Sulla razione dei grassi, già insufficiente, sono stati distribuiti grammi 100 di burro per per- sona, ma non in tutti i Comuni. Ciò ha provocato vive lagnanze da parte delle popolazioni. Serie apprensioni sono poi sorte per la deficienza della legna da ardere e del carbo- ne, e si invoca da tutti un pronto intervento delle competenti Autorità per la risoluzione del grave problema. Il costo della vita, già alto, tende ad aumentare. È continuata con energia l’azione degli organi di polizia contro il mercato nero, ma questo, nonostante le gravi misure repressive sempre adottate, è andato aumentando di intensità a causa della crescente rarefazione dei prodotti.

Relazione del 5 dicembre 1944 La situazione politica della Provincia di Vercelli nel mese di novembre 1944-XXIII è rimasta pressoché invariata. Da parte dei sovversivi è stata sempre svolta attiva propaganda, specie nella zona alta, cioè nel Biellese e nella Valsesia. Il partito comunista in particolare ha spiegato un’in- tensa attività diretta ad incitare gli operai dell’industria a pretendere rivendicazioni di carattere salariale e alimentare, invitandoli a scioperare qualora le richieste venissero negate, e ciò allo scopo di provocare disordini e approfittarne per i suoi piani criminosi. Propriamente, si domanda la concessione entro il prossimo Natale del 30% sugli stipendi e salari fissati dalla legge sulla Socializzazione, un anticipo di L. 5.000 per i capi famiglia e di L. 4.000 per gli altri, il 75% della indennità di guerra da corrispondersi a coloro che per ragioni indipendenti dalla propria volontà sono assenti dal lavoro, non- ché una maggiore distribuzione di generi alimentari, di vestiario e di combustibili. A Vercelli, in alcune vie, si sono rinvenuti diversi manifestini inneggianti a Stalin e alla data del 7 novembre, ed altri foglietti sovversivi sono stati trovati negli stabilimenti “Caffè Rossa” e “Chatillon”. Nella stessa città, poi, sotto i portici del corso Repubblica è stato trovato affisso ad una colonna uno stampato a firma “Il comitato di liberazione nazionale per l’Alta Italia” del seguente tenore: “Italiani insorgete, combattere non è azione di domani. L’insurrezione nazionale è già iniziata ed è prossima l’ora della battaglia de- cisiva”. Frequenti sono stati i rinvenimenti di manifestini sovversivi vari a Biella, dove, per altro, risultano diffuse parecchie pubblicazioni di carattere comunista a firme: “Il co- mitato di liberazione nazionale di Biella”, “Il comitato di liberazione nazionale per l’Alta Italia”, “I gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della libertà”.

151 Nella maggioranza della popolazione si è sempre notato un senso di disorientamento e di avversione al Pfr, ed è persistita in molti la sfiducia nell’esito vittorioso del conflitto. Lo spirito pubblico è apparso sempre depresso a causa delle difficoltà alimentari e di approvvigionamento del combustibile, dell’alto costo della vita, delle vicende non favore- voli della guerra, dell’attività ribellistica e della continua propaganda nemica. Va aggiunto, poi, il timore per le incursioni aeree nemiche, seguite da mitragliamento di alcuni automezzi sulla provinciale di Trino Vercellese, e da lancio di bombe e di spezzo- ni su Vercelli, dove venivano colpiti il ponte sul fiume Sesia, rimasto gravemente danneg- giato, ed una casa colonica, rimasta distrutta, mentre si lamentavano un morto e sei feriti; sull’abitato di Cossato, dove venivano colpiti il fabbricato del Presidio della Gnr, il Muni- cipio e le scuole, lamentandosi danni ed un ferito leggero; sul territorio di Motta dei Con- ti, dove subiva gravi danni una casa agricola, e su Biella nei pressi della Centrale elettrica, senza danni né vittime. L’ordine si è mantenuto calmo. Negli stabilimenti industriali di Valle Mosso e di Andorno Micca si sono verificate sporadiche manifestazioni di protesta contro i datori di lavoro, che, in obbedienza degli ordini ricevuti, non avevano accolto alcune pretese degli operai, risolvendosi in uno sciopero bianco della durata di due ore, senza che si lamentassero incidenti di sorta. Il ribellismo, che infesta specialmente le zone del Biellese e della Valsesia, ha conti- nuato la sua solita attività. In aggressioni od imboscate, ad opera dei fuorilegge, sono stati uccisi con colpi di arma da fuoco un militare tedesco e 4 militari italiani, fra cui il maresciallo Zerbinati Guglielmo8 del Btg. S. Marco di Vercelli, e feriti 5 militari tedeschi, fra cui il Comandan- te delle SS Germaniche di Biella in modo leggero, un militare italiano e l’agente di Ps Be- doni Walter, sullo stradale fra Rondissone [To] e Chivasso [To], mentre conduceva una mac- china del Ministero dell’Interno per trasporto di corrispondenza, macchina che veniva asportata dai partigiani. Si deplorano anche i ferimenti di tre civili, cioè di tal Graziano Giuseppe, nella pro- pria abitazione in Crescentino, e di due donne che si trovavano in un treno fatto segno a colpi di mitra nei pressi della stazione di Masserano. Sono stati, poi, prelevati un milite della Gnr e l’agente di Ps Dondé Giuseppe, addet- to al Commissariato di Polizia di Biella. Sono state consumate numerose rapine di denaro in danno di privati e di Enti, di automezzi, di tessuti vari, di bovini, di cavalli, di apparecchi telefonici, di macchine da scrivere, di generi alimentari (riso, frumento, burro, formaggio, salumi) di tabacchi, di sale, nonché di ingenti quantitativi di materiale per costruzione baraccamenti, elettrico e meccanico di pertinenza delle Officine di riserva della Fiat di Lenta e di Rovasenda. Sempre ad opera di partigiani parecchi atti di sabotaggio sono stati commessi ai danni delle linee telefoniche in diverse località, mediante abbattimento di pali o taglio ed a- sportazione di fili, in danno della linea elettrica ad alta tensione attraversante il fiume Cervo, con uso di esplosivo, e contro le ferrovie, danneggiando gli impianti telefonici e telegrafici della stazione di Vergnasco e della stazione di S. Germano Vercellese, da dove, per altro, venivano asportate L. 2.815, e interrompendo la linea ferroviaria Biella-Nova- ra, mediante brillamento di alcune mine, una prima volta sul ponte del torrente dell’Os- sola e la seconda su di un tratto di binario fra le stazioni di Cassato (sic) e Masseranao (sic). Infine, si deplora l’atto di sabotaggio contro l’Officina di Pavignano della ditta Piag-

152 gio, dove si producono mozzi di elica per aeroplani, provocando un incendio nel locale destinato a cabina elettrica, danneggiando macchine e strumenti vari e trafugando tutti i calibri di controllo. Sono tuttora in corso azioni di rastrellamento contro i ribelli che già hanno portato alla cattura di numerosi elementi, tra i quali alcuni capi di bande, e fruttato un ingente bot- tino di armi, munizioni, materiale vario e viveri. Per l’amnistia concessa dalla magnanimità del Duce ed a seguito di attiva propagan- da svolta dal Capo della Provincia e dal Commissario Federale di Vercelli tra le masse rurali della zona bassa si sono presentati alle Autorità circa mille giovani sbandati di ogni ceto sociale, traviati dalla subdola propaganda nemica e finora rimasti sordi al richiamo della Patria. Costoro sono stati accantonati in una caserma, in attesa di destinazione, e in ognu- no appare evidente la soddisfazione del ravvedimento. Situazione economica La situazione economica della Provincia di Vercelli è rimasta stazionaria. Negli stabilimenti industriali l’attività è continuata a svolgersi molto stentatamente per la deficienza delle materie prime e del carbone. Contratto si è mantenuto il commercio per la crescente scomparsa dei prodotti e per la penuria dei mezzi di trasporto. Nell’agricoltura, in conseguenza delle avversità atmosferiche del mese di ottobre e della deficienza della mano d’opera e di mezzi strumentali, le operazioni di raccolta del riso si sono protratte anche nel mese di novembre. Il quantitativo di risone raccolto, però, è stato di gran lunga inferiore alle previsioni. Anche le semine del frumento sono state inferiori ai piani preventivati (circa il 50%), a causa del cattivo tempo e della deficienza di carburante e di bestiame da lavoro. La situazione alimentare è stata sempre in grande disagio. In molti Comuni, fra cui l’importante centro industriale di Biella, non è stata effet- tuata la distribuzione di riso, burro, formaggio, carne, zucchero, marmellata ecc., ciò sarebbe dovuto soprattutto alle difficoltà dei mezzi di trasporto. Le popolazioni hanno sempre lamentato in modo accentuato la deficienza dei grassi e il rialzo dei prezzi dei generi. Gli organi di polizia hanno continuato a svolgere energica ed attiva opera per la re- pressione del mercato illegale, che per la rarefazione dei prodotti diviene sempre più esoso.

Relazione del 4 gennaio 1945 Nel mese di dicembre 1944, la situazione politica della Provincia di Vercelli, nel suo complesso, è piuttosto migliorata rispetto al mese precedente. Al centro dell’attenzione pubblica è stato il memorabile discorso del Duce a Milano, venendo favorevolmente commentato in tutti gli strati sociali. Le feste di Natale sono trascorse senza incidenti di rilievo. In quasi tutti gli stabili- menti e aziende, per particolare interessamento del Capo della Provincia, sono stati di- stribuiti pacchi natalizi che, unitamente alla distribuzione degli altri generi razionati, hanno permesso alle famiglie anche più modeste di trascorrere lietamente la ricorrenza, dimo- strando così quanto sia vivo l’interessamento del Fascismo verso i lavoratori. A cura del Dopolavoro provinciale è stata, inoltre, allestita nel Capoluogo una gran- de festa a premio per tutti gli appartenenti alle Forze Armate, comprese quelle Germani-

153 che. Ma, da parte dei sovversivi è stata sempre svolta attiva propaganda, specialmente nei centri industriali della Zona del Nord, tendente a sobillare le masse operaie. A Vercelli in una piazza, nei pressi della stazione ferroviaria, sono stati rinvenuti al- cuni manifestini sovversivi, incitanti i giovani a non lavorare per i tedeschi e ad arruolarsi fra le formazioni partigiane, e su qualche muro cittadino si è rilevata la scritta “Abbasso il Duce e il suo padrone”. Altri volantini sovversivi e antinazionali sono stati diffusi a Biella, alcuni dei quali incitanti allo sciopero generale insurrezionale. L’antifascismo è ancora diffuso e molti sono rimasti sempre nell’indifferenza e nel- l’attesa. Il 30 dicembre è stato arrestato tale Boggio Franco9 fu Ottavio, alias Pitarello (sic, ma Filarello), residente a Biella, il quale, come annunciatore di “Radio Baita” installata nella villa Schneider di detta città dal Comando SS Germaniche allo scopo di far propaganda fra le formazioni partigiane e indurle al ravvedimento, aveva abusato del suo incarico, dandosi ad una campagna di critica contraria al Fascismo e denigrando membri del Governo e au- torità della Provincia. Il clero, la stampa cattolica e le associazioni dipendenti hanno continuato a non dar luogo a rilievi, pur mantenendo inalterata la loro avversione al Fascismo e alla Repub- blica Sociale Italiana. In questi ultimi tempi si sono lamentati alcuni casi sporadici di attività antifascista da parte di sacerdoti, nei confronti dei quali sono stati adottati op- portuni provvedimenti. Lo spirito pubblico, per quanto impressionato dalle parole del Duce nel discorso di Milano e dalla vittoriosa offensiva tedesca sul fronte occidentale, è da considerarsi tut- tora depresso in dipendenza delle gravi difficoltà alimentari, del costo della vita, che è sempre alto e tende ad aumentare, del prolungarsi della guerra e della attività ribellisti- ca, che spesso provoca rigorose reazioni da parte delle Forze di sicurezza italo-germa- niche. Sfavorevole impressione ha, inoltre, prodotta la notizia radiofonica, pubblicata an- che dai giornali, della imminente abolizione della indennità di guerra fin qui corrisposta ad alcune categorie di lavoratori. L’ordine si è mantenuto normale. È perdurata in modo sensibile l’attività dei partigiani contro persone e cose nella zona Nord della Provincia. Nella zona Sud, invece, per effetto delle azioni di rastrella- mento compiute nel mese di Novembre, vi è stata tranquillità. In aggressioni o scontri, ad opera dei fuori legge, sono rimasti uccisi con colpi di arma da fuoco due militari tedeschi e due militari italiani, e feriti quattro militari tede- schi e cinque militari italiani, nonché la moglie del Dr. Andreone, medico condotto di S. Germano, aggredita nella propria abitazione. Va rilevato il grave episodio avvenuto sull’autostrada Torino-Milano nei pressi del Comune di Greggio, dove lo scoppio di una mina elettrica al passaggio di un automez- zo, con a bordo elementi della Brigata Nera “Resega”, della Divisione Folgore e della X Flottiglia Mas, causava la morte di sei persone ed il ferimento di altri dieci. Risultano, poi, prelevati in località diverse, sette militi della Gnr, e di essi si sconoscono finora le sorti. Sono state consumate numerose rapine di denaro in danno di privati e di enti, di auto- mezzi, di benzolo, di nafta, di tessuti vari, di bovini, di cavalli, di generi alimentari (farina,

154 riso, frumento, salumi, ecc.) di tabacchi e di sale, nonché di ingenti quantitativi di materia- le per costruzione ed altri vari oggetti di proprietà delle officine di riserva Fiat di Roasio e di Lenta. Sempre ad opera di partigiani sono stati commessi molti atti di sabotaggio contro le linee telefoniche di diverse località, mediante abbattimento di pali, danneggiamento ed asportazione di pali ed apparati, oltre quelli contro le linee elettriche ad alta tensione in Comune di S. Germano, sparando colpi di arma da fuoco dentro una cabina, in Gaglia- nico, asportando circa 120 mt. di filo di rame, e in Lenta, mediante uso di esplosivo. È stato, poi, mitragliato un treno nei pressi della stazione ferroviaria di Carpignano Sesia [No], per cui rimaneva leggermente ferito un viaggiatore. Sono sempre in corso operazioni di polizia contro i ribelli, che hanno già fatto con- seguire la cattura di diversi elementi, qualcuno dei quali ucciso per aver fatto uso di armi o perché trovato in possesso di armi. Situazione economica La situazione economica della Provincia di Vercelli è da considerarsi sempre disagia- ta. Negli stabilimenti industriali il lavoro è proceduto con ritmo sempre più rilento per la crescente mancanza di materie prime, di carbone e di mezzi di trasporto. Sempre ridotta è stata l’attività commerciale per la rarefazione dei prodotti. L’attività produttiva agricola è entrata nella forzata sosta invernale. Per la mancanza di mano d’opera, gli agricoltori attualmente si trovano in difficoltà per provvedere al taglio della legna sia per soddisfare i bisogni aziendali sia per ottem- perare agli obblighi del conferimento agli ammassi. Sfavorevolmente è stato commentato il nuovo provvedimento di requisizione dei ca- valli, che viene a colpire duramente le aziende agricole, già deficitarie di mezzi di lavoro e di bestiame da lavoro. Il conferimento agli ammassi, nonostante le difficoltà del momento, è proceduto abbastanza regolare, tanto che per i principali cereali, frumento e granoturco, le previ- sioni sono state raggiunte e superate. Per il risone la campagna 1944 ha segnato una produzione deficiente sia quantitati- vamente che qualitativamente. Nel settore alimentare la situazione si è mantenuta grave. La irregolare distribuzione dei generi tesserati e la rarefazione dei prodotti hanno inciso fortemente sulle masse operaie e impiegatizie. Le popolazioni hanno sempre vi- vamente lamentato la deficienza dei grassi e del combustibile. Gli organi di polizia han- no proseguito con intensa attività la lotta contro il mercato nero che, purtroppo, si è sviluppato sempre più esosamente.

Relazione del 6 febbraio 1945 Nel mese di gennaio 1945-XXIII, la situazione politica della Provincia di Vercelli è andata in declino rispetto al mese precedente, divenendo piuttosto difficile. Specie nella zona Nord, è stata svolta attiva propaganda da parte dei sovversivi ten- dente a sobillare le masse operaie. Diversi manifestini sovversivi sono stati rinvenuti a Biella a firma “I garibaldini del Biellese” e “I gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della libertà”, nell’abitato del Comune di Salasco, a firma “Il comitato di liberazione nazionale”, a S. Ger-

155 mano Vercellese, incitanti i giovani precettati dal Distretto Militare a non rispondere alla chiamata. A Vercelli alcuni foglietti antifascisti sono stati affissi in via Duomo, ed altri manifestini sovversivi sono stati trovati nei pressi dello stabilimento Setvis, a firma “Il co- mitato di agitazione di fabbrica”, incitanti gli operai a protestare contro l’eventuale licen- ziamento di mano d’opera ed a pretendere rivendicazioni salariali ed alimentari. In gran parte della popolazione si è tuttora notato un contegno passivo ed indiffe- rente nei riguardi del Pfr, e, per l’andamento sfavorevole delle operazioni belliche sui vari fronti tenuti dall’esercito tedesco, si è in molti accentuata la sfiducia nell’esito vit- torioso del conflitto. L’atteggiamento del clero, della stampa e delle associazioni cattoliche verso la Rsi è continuato ad apparire riservato. Lo spirito pubblico è apparso profondamente depresso, a causa delle gravi difficol- tà alimentari, dell’alto costo della vita, del prolungarsi della guerra e delle continue azio- ni di molestia dei ribelli. Vi ha anche influito la intensificata attività aerea nemica, mediante mitragliamenti e spezzonamenti lungo le linee ferroviarie, sulle stazioni ferroviarie di Olcenengo, Salus- sola, S. Antonino di Saluggia, Livorno Ferraris, Borgovercelli, Santhià, e su strade di comunicazioni, comprese quelle campestri, contro gli abitati di Pratrivero e Borgover- celli e contro alcune aziende agricole, per cui si deplorano vittime e danni. In particolare va rilevata la incursione del 9 gennaio sulla stazione ferroviaria di San- thià, dove quattro aerei mitragliavano una littorina in sosta, provocando la morte di 24 persone e il ferimento di altre 50. L’ordine si è mantenuto calmo. Il ribellismo, che infesta specialmente le zone del Biellese e della Valsesia, ha conti- nuato la sua solita attività contro persone e cose. Si registrano le uccisioni, ad opera dei fuori legge, di tal Castagneri Aldo, di anni 20, da Pollone, ritenuto traditore, di certa Salino Elisabetta in Unia, cui già era stato asportato un automezzo, di Luccani Ida, residente a Muzzano, insegnante elementare, iscritta al Fascio Repubblicano di Biella, di Bellini Maria Laura, di anni 16, figlia dello squadrista della Brigata Nera di Biella Bellini Angelo, mentre in imboscate o scontri sono stati uc- cisi un milite della Gnr, un soldato alpino e sette militari tedeschi, fra i quali il Capitano Holbert della Gendarmeria Zug, di stanza a Biella. Ha perduto anche la vita in una ag- gressione, nella stazione di Santhià, un ferroviere tedesco. Risultano, poi, prelevati l’insegnante elementare del comune di Occhieppo Inferio- re, Tiraudi Anna in Ottavi, il V[ice] Brigadiere di polizia ausiliaria Frera Luigi, che trovava- si a Chiavazza in licenza concessagli dalla Scuola di perfezionamento di Corzano [Bs], l’agente di polizia ausiliaria Monteferrario Renzo del Reparto di Vercelli, che stava in breve licenza a Vogliano (sic), gli agenti del Nucleo provinciale di polizia economica Gavarese Alessandro, Giribaldi Francesco e Ferramosca Giuseppe, mentre trovavansi a Serravalle Sesia in servizio per la requisizione degli alberghi, 20 militari di servizio al posto di bloc- co Cigliano, nonché un militare della Gendarmeria germanica. Inoltre, nei pressi del comune di Cerrione, il 15 gennaio furono catturati alcuni mi- litari italo-germanici, che viaggiavano in una autocorriera, venendo liberati dopo qual- che giorno, dietro consegna da parte del Comando Militare germanico di altrettanti ri- belli rastrellati. Sono state consumate numerose rapine di danaro, di automezzi, di benzolo, di gasolio,

156 di tessuti vari, di bovini ed altro bestiame, di generi alimentari (farina, riso, frumento, gra- noturco, lardo, burro, salumi ecc.), di zucchero, di tabacchi e di sale. Vari atti di sabotaggio sono stati commessi contro le linee telefoniche e telegrafiche di diverse località, mediante danneggiamento, abbattimento ed asportazione di pali, non- ché contro le linee ferroviarie con uso di esplosivi e con altri mezzi. Proseguono le operazioni di polizia contro i ribelli, di cui parecchi sono rimasti uc- cisi ed altri catturati in attacchi sferrati da due plotoni della Gnr e della Brigata Nera in collaborazione col 15o Btg. Polizei nei territori di Castelletto Cervo e di Zimone. Situazione economica La situazione economica della Provincia di Vercelli, in linea generale, è continuata a mantenersi in disagio. Sempre contratta è stata l’attività industriale e commerciale, per la deficienza delle materie prime, del carbone e dei mezzi di trasporto, e per la rarefazione dei prodotti. L’agricoltura ha tuttora risentito della mancanza di mano d’opera. Nel settore alimentare la situazione non ha subito modificazioni nel Capoluogo, do- ve sono stati distribuiti quasi tutti i generi di prima necessità. Nell’importante centro di Biella, invece, si è deplorato un peggioramento. Durante il mese di gennaio, per la deficienza dei trasporti, non è stata effettuata alcuna distribu- zione di generi tesserati in detto Comune, che peraltro manca di produzione locale. I provvedimenti emanati dal Comitato Interministeriale dei prezzi in materia econo- mica ed alimentare, favorevolmente accolti dalla popolazione, hanno in seguito provo- cato disparati commenti, in quanto è venuta a mancare quella tempestività di esercizio per ovvie avversità di depositi, di disponibilità di mezzi e particolarmente per mancanza di trasporti. Fra i commercianti non ammessi poi a continuare la loro attività è sorto un vero malcontento, perché alcuni hanno visto cessare la fonte dei loro ingenti guadagni, ed altri, invece, in ispecie i più modesti, hanno avuto precluso l’unico cespite della loro sussistenza. Da parte delle popolazioni è stato sempre manifestato vivo malcontento per la defi- cienza dei grassi, del combustibile e del sale, deficienza che ha alimentato la borsa nera. Gli organi di polizia hanno proseguito con la massima energia la loro attività per com- battere il mercato illegale, per la prevenzione e repressione di qualsiasi altro reato e per il mantenimento dell’ordine.

Relazione del 7 marzo 1945 La situazione politica della provincia di Vercelli, nel mese di febbraio 1945-XXIII, è da considerarsi ancora piuttosto difficile. Essa ha risentito sempre della propaganda sovversiva e disfattista attivamente svol- ta, specie tra le classi operaie. A Vercelli, in corso Fiume, sono stati rinvenuti diversi manifestini a firma “Comitato provinciale del fronte per la gioventù”, incitanti alla rivolta, ed altri volantini, a firma “la federazione comunista Biellese”, sono stati trovati a Biella, incitanti i lavoratori allo scio- pero generale insurrezionale e ad unirsi alle bande partigiane per combattere i tedeschi e i fascisti. Sono state, poi, rilevate numerose scritte sovversive sui muri dell’abitato di Stroppia- na, inneggianti ai ribelli ed agli anglo-americani, ed alcune altre sul muro di una casa di

157 Caresana, sita di fronte al palazzo Comunale, contro il Duce e Hitler ed inneggianti alle armate di Stalin. La maggioranza della popolazione si è tuttora mantenuta indifferente od avversa al Pfr, ed in molti, per gli insuccessi dell’Esercito Tedesco, si è accresciuta la sfiducia nel- l’esito vittorioso del conflitto. Il clero, la stampa e le associazioni cattoliche hanno continuato a non dar luogo a rilievi, pur coltivando sentimenti di ostilità verso la Rsi. Lo spirito pubblico si è palesato maggiormente stanco per le gravi difficoltà econo- miche, per il prolungarsi della guerra e per l’attività ribellistica, che talune volte ha pro- vocato rigorose reazioni da parte delle Forze Italo-Germaniche. Va aggiunto, poi, il terrorismo aereo nemico, che si è svolto con azioni di mitraglia- mento e lancio di bombe su Vercelli, dove, colpito un rifugio antistante alla stazione ferroviaria, si sono lamentati sei morti e tre feriti, sulla linea ferroviaria Milano-Torino, tra S. Germano Vercellese ed Olcenengo, rimasta temporaneamente interrotta, sulla sta- zione ferroviaria di Salussola, dove è stata danneggiata una vettura in sosta, e su San- thià, nei pressi della stazione ferroviaria, senza che si verificassero danni, all’infuori della rottura di numerosi vetri di alcune case. L’ordine si è mantenuto calmo. Solo si rileva che, a Biella, la sera del 25 febbraio scorso, in seguito alla notizia della uccisione di due legionari, ad opera di fuori legge, nel vicino Comune di Savigliano [recte Vigliano Biellese], i militi della Compagnia Op [Ordine pubblico] di Bergamo, alla quale appartenevano i disgraziati, usciti dalla caserma con alla testa il loro Comandante, iniziarono una sparatoria per le vie principali della città, provocando il panico della popolazione, fra cui, nella confusione, rimasero ferite da arma da fuoco una ventina di persone, in modo più o meno grave, e molte altre per percosse. Non si deplorarono maggiori conseguenze per il pronto intervento del Comandante del Battaglione Pontida, il quale diede ordine ai suoi uomini di uscire e ristabilire a qua- lunque costo l’ordine pubblico. La vita cittadina, rimasta paralizzata, poté normalizzarsi solo il giorno appresso mercé l’opera di persuasione delle autorità locali, ma il fatto diede lo spunto ad elementi sov- versivi per fare opera sobillatrice fra le classi operaie, divulgando notizie allarmistiche, tanto che al lunedì le maestranze provenienti dai paesi vicini non si presentarono al la- voro ed alcuni opifici dovettero sospendere o ridurre la loro attività produttiva. Al mar- tedì la situazione si chiarì e gli operai ritornarono regolarmente al lavoro. Il Capo della Provincia ha chiesto severi provvedimenti nei confronti dei responsabili. Il ribellismo ha intensificato la sua attività delittuosa. In aggressioni, imboscate, attacchi a posti di blocco e scontri sono stati uccisi, ad opera dei fuori legge, tredici militi italiani e sei militari tedeschi, e feriti 26 militari italiani e 12 militari tedeschi. Sono stati anche assassinati una guardia comunale ed un commerciante di Salasco poco dopo prelevati dalle rispettive abitazioni, Allais Clementina nella sua rivendita di tabacchi in Ronsecco, ritenuta traditrice, Berrone Firmino, da Vercelli, impiegato pres- so l’Opera Balilla di Como, prelevato in una osteria di Villata, l’agricoltore Sarasso An- tonio ed una sua figlia a Santhià, Salussoglia Giovanni, titolare di un negozio di privati- va in Santhià, certo Bonardi Antonio, che sarebbe stato informatore dei partigiani e con costoro forse venuto poi in disaccordo. Altri due civili sono stati feriti. Risultano, poi, catturati tredici militi del Distaccamento Gnr di Saluggia, attaccati mentre

158 transitavano nell’abitato di Bianzè, 14 militi della Brigata Nera, catturati ai posti di blocco sul ponte Po fra Trino Vercellese e Camino, tre militi della Brigata Nera, in Costanzana, a seguito di un conflitto, un ufficiale ed un soldato italiani e 4 militari tedeschi, di cui due ferrovieri, nella stazione ferroviaria di Olcenengo, otto militari del battaglione Pontida al posto di blocco sito sulla via Impero di Biella, quattro militari e due civili in una osteria di Costanzana, l’agente di Ps Canadese della Compagnia autonoma di Valdagno [Vi], mentre si trovava a Candelo per visita ai famigliari, col fratello ed un altro giovane diciassettenne, nove militi della Gnr ferroviaria nella stazione di , quattro agenti di Ps del posto di blocco di Trino Vercellese, oltre al Maresciallo Belsuini della Squadra po- litica, di transito da colà, ed un altro agente di Ps e un sergente dell’Esercito Repubblica- no del posto di blocco di porta Torino. Altri militari sono stati catturati al posto di avvistamento n. 12, sito in Comune di Livorno Ferraris, dopo una breve sparatoria, e nelle Officine Piaggio di Savigliano [recte Pavignano] alcuni guardiani e l’intero nucleo della Gnr, compreso un sottufficiale germa- nico, addetti al servizio di vigilanza. Infine, sono stati prelevati il capo stazione di S. Ger- mano Vercellese e la di lui moglie, i quali consta che siano stati uccisi. Sempre ad opera dei fuori legge, sono state consumate numerose rapine di generi ali- mentari (riso, farina, lardo, burro, formaggio, ecc.) di bovini, di tessuti e filati, di tabac- chi, di automezzi, di danaro, di petrolio agricolo e nafta, in danno di privati, nonché di uten- sili, di materiale elettrico, di materiale per costruzioni ed altro in danno delle Officine di riserva Fiat di Lenta. Molti sono gli atti di sabotaggio commessi in danno delle linee telegrafiche, in danno delle linee telefoniche, in diverse località, mediante abbattimento di pali ed asportazione di fili ed apparati, e contro le ferrovie, distruggendo o danneggiando mezzi rotabili ed impianti, mediante uso di esplosivo, sulla linea Biella-Novara ed in diverse altre della Provincia. In dipendenza del danneggiamento del binario corrispondente alla strada Vigliano- Candelo, effettuato la notte del 27 febbraio, il Comando Polizia Germanica ha provve- duto al fermo di una ventina di persone della zona, come ostaggi, già in parte rilasciate, ed inflitto al Comune la multa di un milione di lire. Sono state eseguite operazioni di polizia da parte delle Forze italo-germaniche, che hanno portato alla uccisione di alcuni ribelli, fra cui i fratelli Biscotti Vincenzo ed Anto- nio di Pralungo, noti come capi-bande, ed alla cattura di diversi altri elementi. Nel capoluogo di Vercelli, poi, il 20 febbraio è stato eseguito un rastrellamento ad opera di reparti della Gnr e della Polizia Germanica allo scopo di effettuare un controllo delle persone residenti in città. Sono state fermate circa 500 persone, le quali dopo gli accertamenti del caso sono state rilasciate nella giornata stessa ad eccezione di una qua- rantina più o meno sospette, trattenute dai detti reparti. Situazione economica Molto disagiata è stata tuttora la situazione economica della provincia di Vercelli. L’attività industriale si è ancora più ridotta per le deficienze di materie prime e di combustibile. Il commercio si è mantenuto in grandi difficoltà per la rarefazione dei prodotti e per la crisi dei trasporti, crisi che le Autorità competenti si adoperano a superare in qualche modo. Nell’agricoltura si è riscontrata sempre la mancanza di mano d’opera.

159 La situazione alimentare è rimasta stazionaria. È stata effettuata la distribuzione dei generi tesserati in quasi tutti i Comuni della Provincia; è stata anche distribuita, dopo una lunga pausa, una razione di grammi 50 di sale per persona. Il mercato ortofrutticolo è stato discretamente rifornito di frutta; è scarseggiata, inve- ce, la verdura per essere stati praticati prezzi sensibilmente inferiori a quelli delle provin- ce limitrofe. Ha determinata una certa preoccupazione la deficienza di grano. A fronteggiare le esigenze, dal 21 febbraio il pane è stato confezionato con una percentuale dell’80% di farina di riso e del 10% di farina di segale. Le popolazioni hanno sempre lamentato la deficienza dei grassi e del sale, generi questi che il mercato clandestino offre a prezzi sommamente esosi. Attiva è stata l’opera degli organi di Polizia per la repressione dei reati annonari.

1 Si veda PIERO A MBROSIO (a cura di), “È palese la sfiducia ed il collasso spirituale”. Le re- lazioni della Questura al capo della polizia nel 1944, in “l’impegno”, a. XIV, n. 1, aprile 1994, qui riedito. 2 Le relazioni sono state reperite nell’Archivio centrale dello Stato, nella serie Ministero dell’In- terno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, 1944-1945, categoria C 2, b. 8. 3 Le relazioni di questo periodo sono datate rispettivamente: 19 aprile, 2 maggio, 16 maggio, 1 giugno, 17 giugno, 2 luglio. 4 Pubblichiamo qui solo quelle mensili, a partire da quella del 2 agosto, poiché per il periodo pre- cedente sono state edite le relazioni della Questura (nell’articolo citato alla nota 1). Le relazioni quindicinali sono edite invece nel sito web dell’Istituto, nelle pagine dedicate all’occu- pazione nazifascista della provincia di Vercelli, dove si possono trovare anche le relazioni della Que- stura dall’ottobre 1944 all’aprile 1945 (si veda la nota seguente). 5 Nel fascicolo sono conservate quelle del 3 ottobre, 3 novembre, 2 gennaio, 1 febbraio, 1 marzo, 1 aprile al capo della polizia e del 3 novembre al capo della Provincia (il testo di questa è praticamen- te identico a quella mensile al capo della polizia). Alcune furono edite in DOMENICO ROCCIA, Il giel- lismo vercellese, Vercelli, La Sesia, 1949, pp. 73 e ss. (tutte quelle qui citate, salvo quelle di febbraio e di marzo). Nel volume sono pubblicate anche le relazioni del 29 agosto, del 14 settembre e del 14 dicembre, inesistenti nel fascicolo. 6 Per brevità omettiamo alcuni dati che si ripetono identici o quasi in tutte le relazioni, ricordando, una volta per tutte, che esse sono sempre intestate “Ispettore generale di polizia di zona”, indirizzate al Ministero dell’Interno, Direzione generale di Polizia, Maderno, recano quale indicazione dell’og- getto “Provincia di Vercelli. Situazione politico-economica. Relazione mensile” (talvolta con lievi va- riazioni di forma) e l’avvertenza “Riservatissima”. La firma, sempre identica, è illeggibile. Altre indicazioni sono: “Prot. n. 03, risposta al foglio del 6-4-1944 XXII n. 18/0183/441” (per le relazioni fino al 2 agosto) e “Prot. n. 10, risposta al foglio del 9-8-1944 XXII n. 103-19-441-0183” (per le relazioni seguenti). A partire dal 2 maggio le relazioni furono redatte su carta con intestazione a stampa. 7 Sul battaglione “Pontida”, sui battaglioni “M” della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (poi della Guardia nazionale repubblicana), sull’ordinamento e i gradi della Milizia e della Gnr, e su altri battaglioni “M” operanti in provincia di Vercelli durante la Repubblica sociale italiana si veda in appendice. 8 Si veda anche il mattinale della Questura del 9 novembre (qui edito a p. 83), dove è citato come maresciallo della X flottiglia Mas. 9 Se ne veda la biografia in appendice.

160 “In nome del popolo italiano”

La sentenza contro Zuccari e altri appartenenti alla legione “Tagliamento”

Il 19 dicembre 1943, in seguito alle ripetute richieste di rinforzi avanzate dal capo della provincia, Michele Morsero1, ai vertici della Repubblica sociale, giunse a Vercelli, prove- niente da Chiari (Brescia), il 63o battaglione “Tagliamento”2. Questo reparto, che aveva fatto parte della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, sciolta dopo il 25 luglio, era comandato da Merico Zuccari3. Dopo l’8 settembre, questi, prima ancora della costitu- zione della Rsi, si era messo, con i suoi uomini, a disposizione dei tedeschi. Quando, nel mese di dicembre, era stata costituita la Guardia nazionale repubblicana (che inquadrò i reparti della ex Milizia e i carabinieri), il battaglione era stato incorporato in essa. Il capo della provincia inviò subito il battaglione in Valsesia e in Valsessera con l’ordi- ne di stroncare il nascente “ribellismo”. Il 1 marzo 1944, con la fusione del 63o battaglio- ne e del battaglione giovanile “Camilluccia”, fu costituita la legione “Tagliamento”, arti- colata in due battaglioni, rispettivamente agli ordini del maggiore Giuseppe Ragonese e del maggiore Oreste Menegozzo. La “Tagliamento” operò prevalentemente a Vercelli, in Valsesia e Valsessera; compì tuttavia operazioni anche in Valstrona (Novara) e nella valle di Gressoney (Aosta). In quasi tutte queste zone compì una serie raccapricciante di delitti e di atrocità. Il 6 giugno 1944, dopo esser sfilata il giorno prima a Vercelli davanti al generale Ricci, comandante della Gnr, la legione partì per le retrovie del fronte adriatico, nelle Marche. In seguito operò in Emilia, nel Veneto e in Lombardia, dove, ancora, si distinse per ogni ge- nere di efferatezze. Il reparto si arrese il 3 maggio 1945, in provincia di Trento, dopo che il suo comandante era partito, inosservato, verso il confine svizzero. Dopo la liberazione delle varie zone in cui la legione aveva operato, in seguito alla pre- sentazione di “numerose denunce relative ai fatti di sangue, ai saccheggi, alle violenze di ogni genere perpetrate dai legionari” e ai rapporti inviati agli uffici giudiziari dalle stazio- ni dei carabinieri e dalle questure, iniziarono procedimenti penali nei confronti di alcuni suoi appartenenti. Il primo procedimento fu avviato nella provincia di Pesaro, liberata nell’inverno del 1944, mentre, dopo la liberazione di Bologna, fu iniziata un’azione penale contro il co- mandante della legione, Zuccari, e sessantacinque suoi dipendenti, al Tribunale militare territoriale di quella città. Altri procedimenti furono aperti nelle sezioni speciali delle corti di assise di Vercelli, Bergamo, Vicenza e Brescia. Tutti i procedimenti (ad eccezione di quello relativo ai fatti commessi in provincia di Pesaro, per i quali procedeva ad istrutto- ria formale il giudice istruttore del Tribunale militare di Bologna) furono unificati dinanzi al pubblico ministero della sezione speciale della Corte di assise di Brescia, poiché gli ultimi atti di cui erano accusati Zuccari e i suoi erano appunto stati compiuti nel territorio di quella provincia.

161 Il Tribunale di Brescia, essendo emerse nel corso dell’istruttoria “questioni di caratte- re militare influenti nel giudizio”, l’8 novembre 1947 dichiarò la propria incompetenza per materia e ordinò la trasmissione degli atti al Tribunale militare territoriale di Milano. Il 9 dicembre il giudice istruttore del Tribunale militare di Bologna dichiarò la propria incompetenza per territorio, rimettendo gli atti alla Procura militare del Tribunale milita- re di Milano. Il procedimento nei confronti di Zuccari e degli altri imputati fu pertanto radicato in questo Tribunale. Il giudice istruttore proseguì e completò la complessa istruttoria, pronunciando nu- merose sentenze di proscioglimento per amnistia e rinviando a giudizio, mediante stral- cio degli atti, alcuni imputati, che furono giudicati nel 1949. Con sentenza del 30 maggio 1952 dichiarò quindi chiusa la formale istruttoria e rinviò a giudizio gli imputati, revocan- do inoltre il beneficio della libertà provvisoria nei confronti di alcuni di essi. Alla prima udienza, il 25 giugno 1952, comparve in stato di detenzione solo l’imputato Guido Ali- monda. Il Tribunale ordinò di procedere in legittima contumacia degli imputati latitanti, uno dei quali, Oreste Menegozzo, si costituì nel corso del dibattimento, il 7 agosto. Il 26 luglio, essendo emersi nuovi gravi fatti a carico di Giuseppe Ragonese, il Tribunale ordinò lo stralcio degli atti e la separazione del procedimento nei confronti di questo imputato. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale furono uditi trecentodiciassette testimoni. Il 28 agosto 1952, dopo che la corte si era ritirata in camera di consiglio per la deci- sione, fu pronunciata la sentenza4. Ne pubblichiamo i passi (della parte relativa al giudizio di fatto) relativi agli episodi avvenuti in provincia di Vercelli5.

«Il Tribunale militare territoriale di Milano, composto dai signori: gen. brig. Ferrari Gino, presidente, dr. Olivi Beniamino, giudice relatore, col. ftr. Nuzzi Savino, giudice, t. col. Cannata Vincenzo, giudice, t. col. Bruna G. Battista, giudice, ha pronunciato la seguente sentenza nella causa contro6: 1 - Zuccari Merico, nato a Sau Vetra [recte Saavedra] (Argentina) il 4-11-1906, ultimo domicilio in Montefasano [recte Montefano] (Macerata), 1o seniore comandante la legio- ne Gnr “Tagliamento”, latitante; 2 - Ravaglia Silvio, nato a Cesena (Forli) il 20-1-1906 e residente in Genova, impiega- to bancario, s. ten. di fanteria di complemento ed ex seniore della legione Gnr “Taglia- mento”, latitante; 3 - Menegozzo Oreste, nato il 20-1-1910 a Pordenone (Udine) e residente ad Azzano Decimo (Udine), seniore comandante di battaglione della legione “Tagliamento”, detenu- to dal 7 agosto 1952; 4 - Ragonese Giuseppe, nato a Tusa [Me] il 7-3-1909 e residente a Genova, tenente art. compl. ex seniore comandante il 63o btg. della legione Gnr “Tagliamento”, latitante; 5 - Rastelli Nello, nato il 30-10-1914 a Roma ed ivi residente, già centurione coman- dante di comp. della Gnr “Tagliamento”, latitante; 6 - Alimonda Guido, nato a Cagliari il 23-4-1911 ed ivi residente già centurione co- mandante di compagnia della legione Gnr “Tagliamento”, detenuto dal 5-1-1952; 7 - Fabbri Antonio nato a Trieste il 28-7-1915 ed ivi domiciliato, già centurione co- mandante di compagnia della legione Gnr “Tagliamento”, latitante; 8 - Silvestri Enrico, nato a Bevagna (Perugia) il 10-8-1918, residente in Torre di Ba- rattano (Perugia), tenente fanteria complemento ex c. manipolo comandante int[erinale] di compagnia della legione Gnr “Tagliamento”, latitante;

162 9 - De Mattei Carlo, nato a Tortona [Al] il 16-10-1906 ed ivi domiciliato, capo mani- polo della legione Gnr “Tagliamento”, latitante; 10 - Sardo Enrico, nato a Ferrara il 30-1-1919 ed ivi residente, sottotenente di com- plemento ed ex c. manipolo della legione Gnr “Tagliamento”, libero; 11 - Cavaterra Ennio, nato a Nemi [Roma] il 5-6-1916 ed ivi residente, ex c. manipolo della legione Gnr “Tagliamento”, latitante; 12 - Muzzi Pietro, nato il 26-6-1914 a Siena ed ivi residente, ex capo manipolo della legione Gnr “Tagliamento”, latitante; 13 - De Filippis Alfonso, nato il 7-2-1921 a Roma ed ivi residente, ex capo manipolo della legione Gnr “Tagliamento”, latitante; 14 - Agostini Dante, nato a Roma il 18-11-1923 ed ivi residente, ex capo manipolo della legione Gnr “Tagliamento”, latitante; 15 - Boidi Federico, nato a Torino il 26-6-1902 e residente a Padova, ex capo manipo- lo capo dell’Ufficio politico della legione Gnr “Tagliamento”, latitante; 16 - Cavallazzi Arrigo, nato il 4-8-1903 a Bologna già domiciliato a Ferrara, ex ser- gente addetto all’Ufficio politico della legione Gnr “Tagliamento”, latitante; 17 - Leo Goffredo, nato il 22-11-1924 a Roma ed ivi domiciliato, ex sergente addetto all’Ufficio politico della legione Gnr “Tagliamento”, latitante. Imputati: Zuccari Merico: aiuto al nemico (art. 5 d[ecreto] l[egislativo] l[uogotenenziale] 27-7-1944 n. 159 in rel[azione agli] artt. 51 c[odice] p[enale] m[ilitare di] g[uerra] e 110 c[odice] p[enale] per avere: tra il settembre 1943 ed il maggio 1945, in territorio dello Stato italiano, quale comandante di un reparto della Gnr delle forze armate della pseudo repubblica sociale ita- liana (prima 63o battaglione “M” e poi legione “Tagliamento”) con azione diretta, o con ordini ed istruzioni a propri dipendenti, e col consentire l’azione di questi in tal senso, commesso fatti intesi a favorire le operazioni militari ed i disegni politici del tedesco nemico invasore, a nuocere alle operazioni delle forze armate del legittimo Stato italiano, ed a menomare la fedeltà dei cittadini dello Stato stesso: partecipando alla lotta contro i partigiani per la guerra di liberazione; attuando e facendo attuare, anche contro le popola- zioni civili, rastrellamenti, sevizie, uccisioni, saccheggi, incendi e distruzioni, sequestri di persona ed arbitrarie perquisizioni [...]7. Tutti gli altri: di aiuto al nemico (art. 5 d.l.l. 27-7-1944 n. 159 in rel. agli artt. 51 c.p.m.g., 110 c.p.) per avere, fra il settembre 1943 ed il maggio 1945, in territorio dello Stato italiano, quali componenti il 63o btg. “M” Tagliamento e la legione d’assalto della Gnr “Tagliamento”, compiuto atti diretti a favorire le operazioni militari ed i disegni politici del tedesco ne- mico invasore, a nuocere alle operazioni delle forze armate del legittimo Stato italiano ed a menomare la fedeltà dei cittadini dello Stato stesso. [...]8. In pubblica udienza sentito il p.m. e gli imputati che col loro difensore hanno avuto per ultimi la parola [...]9. L’8 settembre 1943 l’imputato Zuccari Merico trovavasi in servizio alle armi quale se- niore della Mvsn: comandava il 63o btg. Camicie nere, incorporato nella divisione “Cen- tauro” che, al comando del generale Calvi di Bergolo, era attestata nelle immediate vici- nanze di Roma, schierata a difesa della capitale. Come è noto la divisione Centauro non fu impegnata in combattimenti di qualche enti-

163 tà contro le truppe tedesche dirette all’occupazione di Roma; ed una delle cause dell’ina- zione di questo importante raggruppamento di forze militari risultò poi essere, come emerse dalle inchieste e dai procedimenti penali cui dette luogo la mancata difesa di Roma, l’atteggiamento dei reparti della Milizia volontaria sicurezza nazionale in essa divisione incorporati. Invero dopo il colpo di Stato del 25-7-1943 la Milizia aveva cessato pratica- mente di esistere come corpo armato autonomo ed era stata incorporata nei reparti del Regio Esercito, assumendo pure gli esteriori distintivi comuni alle altre armi. Tali prov- vedimenti presi nei confronti di un organismo militare che per anni aveva fruito di parti- colari privilegi e dell’autonomia, non mancò di suscitare negli elementi più fanatici e meno adusati alla comune disciplina dell’Esercito, un particolare risentimento, che il breve de- corso di tempo ed i tumultuosi avvenimenti susseguitisi contribuirono ad aumentare. Merico Zuccari non tardò, immediatamente dopo l’8 settembre 1943, a prendere posizio- ne con gran parte del suo reparto contro il legittimo governo. Infatti già il 12 settembre 1943 egli era in contatto con i comandi tedeschi, onde otte- nere l’incorporazione del suo reparto nelle forze armate tedesche, ancor prima della fon- dazione della Repubblica sociale italiana, che ponendosi come organismo antitetico e an- tagonista rispetto al Regno d’Italia, volle esigere riconoscimento e servizio dai militari italiani. Il seniore Zuccari non attese pertanto il ripristino nel territorio occupato dalle truppe tedesche di una parvenza di governo retto da italiani ed immediatamente si pose ai loro servizi. Il 63o battaglione non cessò mai pertanto di esistere, e riorganizzato con l’immissione di nuovi effettivi fu presto in condizioni di servire agli scopi militari del tedesco invasore. L’inchiesta giudiziaria e la successiva istruttoria condotta da numerosi giudici stabilì come primo episodio di collaborazionismo militare quello che alla rubrica di Zuccari Merico porta il numero uno e cioè l’uccisione di Fava Frera Remo avvenuta il 22 dicem- bre 1943 in Crevacuore: ma l’inizio dell’attività bellica a sostegno dei tedeschi da parte del 63o btg. risale a parecchie settimane prima. Non a caso il battaglione era stato trasferito dalle vicinanze di Roma a Vercelli. Il Pie- monte era stata la prima regione d’Italia in cui l’appello alla resistenza contro gli invasori tedeschi, lanciato dal governo legittimo del re, era stato accolto, ed in conseguenza erano immediatamente sorte organizzazioni a carattere militare, alcune delle quali comandate e dirette da ufficiali del Regio Esercito, non arresisi ai tedeschi. In tutta la regione la resi- stenza all’occupazione tedesca era vivissima in tutti gli strati della popolazione; in alcune zone del Piemonte la stessa occupazione tedesca non poteva considerarsi realmente avve- nuta ed il controllo delle autorità germaniche realmente efficace. Non a caso pertanto il reparto comandato dallo Zuccari fu inviato a Vercelli, essendosi rivelato pronto e fedele servitore dell’invasore. [...]10 Primo episodio figurante nel capo di imputazione di Merico Zuccari, quale ipotesi di causa ostativa all’applicazione dell’amnistia a carico dello stesso, è dunque la già ricorda- ta uccisione di Fava Frera Remo11. Il fatto fu denunziato dai Carabinieri di Crevacuore alla Procura del Regno presso la Corte di assise speciale di Vercelli in data 23 aprile 1946. Nel corso dell’istruttoria e del dibattimento furono uditi alcuni testimoni oculari, tra cui Bussi Gabriele, Bussi Pier Carlo e Piazzale Teresa. Dagli atti di causa si rileva che il Fava Frera Remo era un pacifico commerciante di

164 Torino, sfollato in Crevacuore a causa dei bombardamenti. Nulla è risultato che potesse giustificare l’accusa con la quale fu portato a morte, secondo cui egli dovesse essere co- munista ed ebreo. Un reparto del 63o btg. giunse verso le ore 15 del 22 dicembre 1943 in Crevacuore al comando dello Zuccari. Egli immediatamente si insediò nello stabile del Municipio, dove lo raggiunse, perché chiamato, l’avv. Gabriele Bussi, allora in funzione di delegato del podestà del paese. Intanto un gruppo di militi, ai quali erasi aggiunto un tal [Pietro] Ciceri12, che risultò essere spia del luogo e che successivamente venne giustiziato dai partigiani, si presentò all’abitazione del Fava Frera ed ivi, dopo aver devastato il magazzino di antiquariato che il commerciante teneva presso l’abitazione e prelevato valori e libretti di banca, trascinaro- no il disgraziato per le vie del paese: la teste Piazzale Teresa vide passare il triste corteo dalla finestra della sua abitazione. Il Fava veniva spinto avanti a scudisciate e calci e condotto nel cortile del Municipio. Ivi lo Zuccari aveva dato ordine al Bussi Gabriele di radunare gli industriali del paese; quando arrivarono i militi con il Fava Frera, lo Zuccari si presentò all’ingresso del Municipio che dava sul cortile, e lanciò l’ordine ai suoi uomini di fucilare il Fava, ordine che i militi immediatamente posero in esecuzione. I testi Bussi Pier Carlo e Bussi Gabriele dichiara- rono all’udienza di aver personalmente udito e visto lo Zuccari dare l’ordine di morte e presentata a loro dal presidente una fotografia dell’imputato latitante Zuccari esistente agli atti del processo immediatamente lo riconobbero. Ma l’incursione tragica di Crevacuore doveva ancora avvenire quando già a Borgosesia i cadaveri di dieci fucilati giacevano sul selciato della piazza13 ed un altro giovane era spi- rato in seguito a ferite e sevizie all’ospedale. La città di Borgosesia14 è un centro operoso della provincia di Vercelli che domina gli ingressi alle vallate che si dirigono verso l’alto corso del fiume Sesia. In questa zona impervia ed abitata da una rude popolazione di mon- tanari era da mesi in corso l’organizzazione di un forte nucleo di partigiani, i quali si avva- levano del generale appoggio della popolazione, onde resistere ai tentativi più volte effet- tuati in precedenza dalle truppe tedesche e dai fascisti di stabilire un efficiente controllo sulla regione. In Borgosesia era il centro di rifornimento di tale nucleo di partigiani, comandato da Cino Moscatelli15. La spedizione di Borgosesia era stata concertata appunto allo scopo di stroncare, nel cuore della regione valsesiana, il movimento armato dei partigiani di Moscatelli. Invero il 63o btg. giunse improvviso e inaspettato a Borgosesia nella mattinata del 21 dicembre 1943: immediatamente furono instaurati posti di blocco alle uscite della città, venne occupato il Municipio, venne effettuato un rastrellamento in grande stile nel centro e nelle frazioni, e tutti gli uomini trovati sul posto, e particolarmente le persone più cospicue della città nonché gli individui particolarmente indiziati, vennero trascinati in Municipio dove lo Zuccari immediatamente insediò il suo quartier generale, iniziando gli interrogatori dei fermati in una ininterrotta successione. Nel frattempo i partigiani di Moscatelli si erano fatti vivi e, come lo stesso teste Moscatelli ebbe a dichiarare in udienza, ebbero luogo due scontri nei dintorni di Borgosesia. Nella frazione Agnona i contendenti lasciarono sul terreno un morto ciascuno e ad Aranco, altra frazione di Borgosesia, i militi ebbero uno dei loro ucciso nello scontro. Queste perdite valsero a maggiormente irritare lo Zuccari il quale fece intensifi- care gli arresti ed iniziò le investigazioni. I fermati venivano radunati nel salone centrale

165 del Municipio, scortati dai militi, e tra di loro venivano a volta a volta chiamati coloro che dovevano essere interrogati. I maggiori indiziati venivano rinchiusi nell’ufficio del segre- tario comunale, dove verso le ore 15 del giorno 21 dicembre venne portato un partigiano (sic) ferito al ventre, certo Toniol Virginio, che pur ferito sanguinante venne lasciato in detta stanza per diverse ore, quindi interrogato e percosso durante l’interrogatorio, ed in- fine portato all’ospedale dove poco dopo venne a morte. Tra i fermati nel pomeriggio del 21 dicembre vi fu il podestà di Varallo Sesia Osella Giuseppe16. Era costui un cospicuo industriale del luogo, che i fascisti accusavano di essere sovvenzionatore dei partigiani, come infatti era. Egli venne prelevato nella sua abitazione, interrogato dallo Zuccari, quindi lasciato libero, ed ancora arrestato durante la notte tra il 21 e il 22 e fucilato con altri 9 la mattina del 22 dicembre. Quanto successe nel Municipio di Borgosesia il 21 dicembre nel pomeriggio ed il 22 mattina, nonché la tragica notte tra i due giorni citati, è stato narrato diffusamente al Tri- bunale da numerosissimi testi oculari. Merico Zuccari ed i suoi uomini erano decisi a stron- care il movimento di resistenza della città e a tal fine usarono tutti i mezzi. L’Osella, quan- do fu nuovamente arrestato fu percosso e schernito dai militi in presenza di tutti i fermati, affinché costoro potessero rendersi conto di quanto era riservato agli avversari dei fasci- sti, anche ai più rispettabili e cospicui. Gli fu messo in testa un casco coloniale e additato ai presenti con le parole: “Ecco il vostro podestà”. L’Osella mantenne, nonostante le per- cosse subite durante la notte e le minacce, un contegno di dignità e di fierezza. Tutti i testi presenti e non presenti ai fatti dal Moscatelli al Franceschini Gilberto, a Godio Riccardo, a Buratti Giuseppe, confermarono dinanzi al Tribunale questo contegno dell’Osella ed i maltrattamenti che egli ebbe a subire. La notte trascorse nel Municipio di Borgosesia in mezzo alla tragica apprensione dei fermati, al continuo andirivieni di ufficiali e di militi: molti dei fermati affermano che du- rante gli interrogatori furono udite grida strazianti provenire dalla stanza in cui venivano effettuati gli interrogatori. Ad essi presiedeva lo Zuccari, circondato da suoi ufficiali, e pare anche da alcuni tede- schi. Verso l’alba, nella stanza del segretario rimanevano una diecina di persone partico- larmente indiziate: tra cui l’Osella ed il teste Franceschini Gilberto17. Quest’ultimo venne liberato all’ultimo momento, poco prima della fucilazione del- l’Osella e di nove altri. La fucilazione avvenne verso le ore 11 del 22 dicembre 1943: ai morituri venne negata l’assistenza religiosa, come ebbe a dichiarare il parroco di Borgo- sesia all’udienza, monsignor Mario Longo Dorni. La fucilazione avvenne per ordine e sotto la direzione di Zuccari, come tutti i testi ebbero a confermare. Il plotone di esecuzione fu formato da militi del btg., ed il comando del plotone fu affidato ad un ufficiale inferiore del battaglione sul cui nome vi furono con- trastanti deposizioni, sulle quali il Collegio intende in seguito soffermarsi. Intanto gli al- tri fermati vennero, dopo l’ammonizione dello Zuccari, posti in libertà. Il teste Moscatelli che ebbe a conoscere bene i fucilati afferma che l’Osella aveva fa- vorito effettivamente con varie contribuzioni il movimento partigiano da lui capeggiato; e il [Mario] Canova era una staffetta dell’intendenza partigiana, il [Renato] Topini era un gio- vane partigiano combattente, mentre il [Giuseppe] Fontana era stato catturato in sostitu- zione del figlio che non era stato trovato in casa. Comunque sembra che quasi tutti i fuci- lati fossero in contatto con il movimento di resistenza più o meno attivamente partecipan- dovi. È convincimento del Collegio che la fucilazione di Borgosesia sia avvenuta non tan-

166 to allo scopo di effettuare una rappresaglia per l’uccisione dei militi avvenuta il giorno prima in combattimento, ma allo scopo di stroncare, con l’uccisione di coloro che le de- lazioni avevano indicato come attivi resistenti o comunque favoreggiatori, le forze parti- giane della zona, intimidendo i sopravvissuti. La presenza del delatore Ciceri, detto “maschera di ferro” perché portava un passamon- tagna per non farsi riconoscere è prova di quanto sopra. Quanto all’uccisione del Toniol, 11a vittima di Borgosesia, che non figura tra coloro che sono indicati al numero due delle ipotesi ostative all’amnistia nel capo di imputazione di Zuccari Merico, e cioè i dieci so- prannominati, è chiaramente stabilito che essa pure avvenne ad opera dei militi della “Ta- gliamento”. Al proposito è da osservare che, su richiesta del pubblico ministero è stata ordinata la legazione agli atti della cartella clinica al nome di Toniol Virginio, esistente all’ospedale dei Poveri Infermi di Borgosesia. Dicesi nella parte dedicata all’anamnesi che nel pomeriggio del giorno 21 dicembre 1943 alle ore 18 venne trasportato in quell’ospe- dale il Toniol Virginio da militi della Tagliamento. Le condizioni del Toniol apparivano gra- vissime: a stento il ferito ha potuto riferire quanto segue: “Ritornavo dal mio lavoro e cioè dalla Cartiera italiana di Serravalle verso le ore 15.30; giunto nei pressi di Aranco venni fermato da due militi che mi chiesero la carta di identità. Mentre mi accingevo ad estrarre il portafoglio dalla tasca dei pantaloni uno dei militi mi sparò un colpo al basso ventre e subito dopo venni portato alla sede del comando nel Municipio di Borgosesia, ove venni interrogato da un ufficiale che credo sia stato il comandante. Volevano sapere da me il nome del partigiano che aveva ucciso un fascista, ma io non sapevo nulla. Allora venni percosso a pugni e a calci in un modo violento tanto che svenni e non ricordo più nulla fin dopo il mio ingresso all’ospedale”. All’esame obbiettivo, dicesi nella cartella clinica: “Omissis. Esaminando l’addome si vede una ferita d’arma da fuoco situata sulla linea mediana poco sopra al pube. Tutta la pelle dell’addome è tumefatta e arrossata. Anche la faccia è gonfia e la regione orbitale destra presenta una tumefazione con ecchimosi verosimilmente causata da percosse. Si è pure notata perdita di sangue dal naso. Omissis”. In effetti il Toniol fu trattenuto ferito e sanguinante, in condizioni gravissime, nel Mu- nicipio di Borgosesia per molte ore, ed interrogato e percosso. Ciò è confermato dal te- ste Franceschini Gilberto che fu rinchiuso nella stessa stanza con il Toniol che a detta del teste, venne costretto a camminare colle mani legate nonostante egli chiedesse di essere slegato per comprimersi il ventre. Solo per l’intervento di un tedesco egli venne portato all’ospedale. Questo episodio, di particolare gravità e ferocia, il Collegio ha ritenuto di rilevare poiché, pur non essendo previsto, come qui sopra accennato, nella contestazione riferen- tesi all’episodio di Borgosesia, ben può rientrare nell’ipotesi più ampia e meno determi- nata che figura al capo di imputazione relativamente alle sevizie particolarmente efferate che lo Zuccari avrebbe inferto agli arrestati, genericamente indicati, tra i quali il capo di imputazione prevede solo alcuni nominativi. La generalità e l’indeterminatezza della con- testazione relativa alle sevizie particolarmente efferate permette pertanto al Collegio di non violare le precise norme di legge che impediscono la condanna per fatti non contesta- ti includendo il Toniol Virginio, come nelle richieste del pubblico ministero, tra le vitti- me di sevizie particolarmente efferate ad opera dell’imputato Zuccari. Invero il Toniol, dopo il ferimento e l’arresto, fu percosso con calci e pugni, fu tenuto legato e fu portato all’ospedale solo dopo molte ore, sì da comprometterne definitivamente l’esistenza. Se i

167 calci e i pugni non possono evidentemente costituire sevizie particolarmente efferate quando il soggetto offeso è in normali condizioni fisiche, ben possono essere considerati tali quando comminati ad un soggetto già minorato da grave ferita, secondo l’interpreta- zione più accreditata del Supremo collegio (cass. pen. II, 17-9-46 n. 1.431). Di tali sevizie particolarmente efferate è responsabile primo lo Zuccari, e a lui vanno addebitate come causa ostativa per l’applicazione dell’amnistia. Infatti egli dirigeva gli in- terrogatori, egli interrogò il Toniol, egli fu quindi a conoscenza delle sue condizioni e la stessa omissione nell’ordinarne l’immediato ricovero, lasciandolo legato e senza assisten- za, costituisce di per sé sevizia. La difesa dello Zuccari ha cercato di dimostrare, a parziale discarico dell’imputato, che l’ospedale di Borgosesia era in una zona infestata dai partigiani, e che quindi i militi non avrebbero potuto accedervi senza grave pericolo. La circostanza è inesatta, in quanto l’edi- ficio dell’ospedale trovavasi nella zona chiusa dai posti di blocco dei militi, come ebbe a dichiarare il direttore dell’ospedale. Ma basta a dimostrare l’inesattezza dell’asserto la considerazione relativa al fatto che il Toniol venne trasportato finalmente all’ospedale verso le ore 18.30 dai militi, ora in cui d’inverno sono già calate le tenebre. Ben poteva quindi essere trasportato prima all’ospedale il Toniol, che venne ferito e catturato verso le ore 15.30, ora in cui la luce diurna avrebbe permesso ai militi una miglior difesa, se veramen- te la zona fosse stata minacciata dai loro avversari. L’episodio di Borgosesia, come sopra si è detto, figura al numero due dell’ipotesi osta- tive dell’amnistia a carico di Merico Zuccari, Muzzi Pietro e Ravaglia Silvio. Per quanto attiene alla responsabilità dello Zuccari, essa è chiaramente provata da quanto già esposto, come responsabilità preminente nel concerto criminoso, direttiva e determinante. Con lo Zuccari erano a Borgosesia parecchi ufficiali del battaglione, tra i quali il Ravaglia, il Muzzi, l’Alimonda ed altri degli attuali imputati. Al Ravaglia si fa carico di aver contribuito effi- cacemente in complotto con lo Zuccari alla fucilazione dei dieci arrestati: invero il Rava- glia era aiutante maggiore di battaglione, e per la natura delle sue funzioni è molto proba- bile che egli abbia avuto parte attiva negli interrogatori ed in quanto successe a Borgose- sia in quei giorni. Ma in questo come in altri episodi l’attività dello Zuccari, se questi pre- sente, risulta determinante ed assorbente. D’altro canto nessuna prova è emersa a carico del Ravaglia circa un suo effettivo e determinante concorso nell’uccisione dei dieci mar- tiri di Borgosesia, anche se è poco probabile quanto da lui dichiarato in sede di interroga- torio istruttorio, che cioè egli si sia allontanato dal Municipio perché non gli reggeva l’ani- mo di assistere a quanto stava succedendo. Per quanto riguarda il Muzzi egli venne indicato come comandante del plotone di ese- cuzione che fucilò i dieci soprannominati dal suo ex commilitone tenente Socco Pietro, nel corso di un interrogatorio che questi ebbe a subire in data 10 marzo 1946, nel corso di una seduta nel palazzo comunale di Borgosesia, dal Comitato di liberazione di Borgose- sia. Questo interrogatorio, il cui originale verbale figura agli atti, venne confermato come avvenuto veramente e senza intimidazioni dai membri del Comitato anzidetto, sentiti al- l’udienza quali testi. Nessun valore peraltro di prova può essere dato a questo verbale e quindi alle dichiarazioni del Socco, il quale può aver dichiarato quanto in esso contenuto perché spinto da personale desiderio di discarico, visto che nei suoi confronti era penden- te pure procedimento penale per collaborazionismo. Altro indizio, e questo seriamente rilevabile, è quello contenuto nelle dichiarazioni rese in udienza dal fratello di Giuseppe Osella, teste Osella Augusto. Questi disse che aveva

168 sentito in paese, da voci ivi circolanti, che il comandante del plotone di esecuzione era stato l’imputato Muzzi. Per quanto grave possa essere considerato questo indizio, prove- niente da dichiarazioni di un teste ineccepibile, il Collegio non ritiene che esso solo pos- sa costituire prova concreta circa la responsabilità del Muzzi. Vero è che in quel tragico giorno fu difficile che gli abitanti di Borgosesia si preoccupassero di venire a conoscenza del nominativo del comandante del plotone di esecuzione, mentre ancor c’erano i cadave- ri distesi sulla piazza. Né al Muzzi né al Ravaglia può essere riconosciuta responsabilità di concorso con lo Zuccari per l’uccisione di Borgosesia. Quanto alle sevizie particolarmente efferate che sarebbero state inferte ai fucilandi nella stanza del segretario comunale ed in quella del podestà di Borgosesia, così come risulta nella stessa ipotesi ostativa alla amnistia per i tre imputati sopra nominati, il Collegio ri- tiene che forti indizi siano emersi a carico degli imputati ed in particolare dell’imputato Zuccari Merico, che indicherebbero che tali sevizie sono state effettivamente inferte ad alcuni degli arrestati poi fucilati. Parecchi testi hanno narrato che nel corso della notte furono uditi gemiti ed urla di dolore provenienti dalla stanza degli interrogatori; tracce di sangue e di capelli strappati furono rinvenute dal segretario comunale quando la tempesta fu cessata ed il reparto si allontanò dalla città; il cavalier Osella fu percosso, a detta so- prattutto del teste Franceschini Gilberto, con un pendolo d’orologio, e secondo altri testi torturato con acuminati coltelli ma gli stessi familiari dell’Osella hanno riferito all’udienza di non aver riscontrato alcuna traccia di sevizie sul corpo del loro congiunto quando ven- nero a prelevarlo dopo la fucilazione. Pertanto il Collegio ritiene che non sia stata rag- giunta prova sufficiente circa le sevizie particolarmente efferate, come la dizione della legge e l’interpretazione costante della Suprema corte ritengono debbano verificarsi, pur nel convincimento, convalidato da quanto emerso e provato nel caso Toniol, che la crudel- tà dello Zuccari e dei suoi uomini non sia stata inferiore in questa occasione a quella che in altri episodi essi dimostreranno, come nel corso della presente narrativa sarà dimostra- to. La giornata del 22 dicembre 1943 non vide solamente la morte ad opera del 63o btg. del Fava Frera a Crevacuore e dei dieci martiri di Borgosesia, ma portò la morte anche nel paese di Cossato, centro della provincia di Vercelli a poca distanza da Borgosesia. Quivi furono uccisi, su ordine dello Zuccari, nella piazza di Cossato, Boschetti Ivo [recte Ido] e Pizzorno Giovan Battista18. L’episodio figura al numero 4 della rubrica19 a carico di Zuc- cari, nonché figurava a carico del Ragonese Giuseppe, la cui posizione venne stralciata dal presente procedimento con ordinanza di questo Tribunale. La sera del 22 dicembre il 63o btg. arrivò in forze a Cossato, al comando dello Zuccari, e mentre i militi trovavansi schierati per le vie del paese, il comandante Zuccari, insieme con il Ragonese si insediò nel Muni- cipio. Quivi convocarono il podestà Gallo Giovanni, che svillaneggiarono, mentre pattu- glie di militi irrompevano in alcune case del paese, arrestando il Boschetti ed il Pizzorno che, a dire del Ragonese, erano stati trovati in possesso di armi, circostanza questa che il padre del Pizzorno, udito quale teste all’udienza, fermamente esclude. Comunque i due vennero trucidati sul posto, nella piazza di Cossato, per ordine dello Zuccari, da un ploto- ne di esecuzione formato di militi, al comando, pare, del tenente [Cesare] Melloni, poscia deceduto. La responsabilità di tale grave fatto di sangue risale allo Zuccari, indicato da tutti i testi come colui che comandava il reparto e che ordinò la fucilazione, ed a lui tale fatto va im- putato come causa ostativa all’applicazione dell’amnistia.

169 I numeri cinque, sei della rubrica Zuccari riguardano due episodi di devastazioni e sac- cheggi compiuti ai danni, il primo di Ballarati Aldo, il secondo di Scaramiglia Luigi20. A proposito osserva il Collegio che per quel che riguarda la devastazione del caffè ristoran- te della stazione di Quarona avvenuta l’11 aprile 1944 ai danni di Ballarati Aldo, si tratta di un episodio avvenuto ad opera di militi comandati dal sottotenente Pucci e dal capitano [D’]Agostini, come deducesi dalla deposizione di Ballarati Aldo. Costui era stato indicato ai militi come favoreggiatore di partigiani e perciò, secondo gli ordini e le direttive gene- rali e costanti dello Zuccari, soffrì sui suoi beni la vendetta dei militi. Quanto all’episodio n. 6, e cioè il saccheggio di danaro, titoli oggetti d’oro ed abbigliamento per un valore totale dichiarato di L. 180.000, avvenuto in Roccapietra di Varallo Sesia in danno di Scaramiglia Luigi fu Rocco in data 17-1-1943, esiste agli atti la sola denuncia del danneggiato, denun- cia da lui inviata al capo della provincia di Vercelli in data 3-11-1944. La denuncia accusa genericamente i militari del 63o btg. M. Tagliamento, e di tale denuncia non vi è conferma giurata da parte del danneggiato, il quale è deceduto. In data 1o marzo 1944 un importante avvenimento ebbe luogo a Vercelli: il 63o btg. M. Tagliamento si unì al 1o btg. Camilluccia, comandato dal capitano Aldo D’Agostini, e da questa unione nacque la prima legione d’assalto “M. Tagliamento”. Il btg. Camilluccia, che d’ora in poi seguirà la sorte e le vicende del 63o btg., era stato formato dall’entusiastica iniziativa del D’Agostini con giovani pressoché adolescenti nativi per lo più del Lazio, tanto che, prima della fusione chiamavasi battaglione giovanile Camilluccia. D’Agostini, che risulta peraltro essere stato prosciolto per amnistia dall’accusa di collaborazionismo, era un ufficiale permeato di fanatico idealismo, ma non pertanto portato ai limiti ossessivi che si riscontrano nello Zuccari. Prova ne è quanto già rilevato dal p.m. nella sua requisitoria21, e si desume principal- mente dagli atti esistenti in proposito, riflettenti l’insanabile dissidio di metodo esistente tra lo Zuccari e D’Agostini che finì in seguito per essere privato del comando del btg., ormai plasmato ai sistemi di ferocia e di terrore dal comandante Zuccari. Comunque co- desta fusione portò lo Zuccari al comando di una forza militare considerevole, che gli permise di moltiplicare i presidi nella Valsesia e di iniziare azioni a vasto raggio tendenti al rastrellamento radicale della Valsesia, fin nelle più riposte vallate montane. Tutto ciò agevolmente può rilevarsi dall’esame degli atti del presente procedimento, e tutto ciò è chiaramente emerso nel corso delle udienze di escussione dei testimoni uditi in dibatti- mento relativamente agli episodi dal numero sette al numero diciannove compreso della rubrica di Merico Zuccari. In questo vasto complesso di azioni militari, condotte dalla legione Tagliamento così formatasi, si riscontra, ad avviso del Collegio una unitarietà di metodi, nella condotta del- le azioni militari e nel comportamento dei comandanti dei presidi, che deve attribuirsi alle direttive dello Zuccari ed all’entusiasta collaborazione dei subalterni, tra i quali sono de- gni di memoria, per l’importanza del loro concorso nelle più importanti azioni di sangue, gli imputati Rastelli Nello, Fabbri Antonio ed Alimonda Guido. Il Rastelli Nello apparte- neva al btg. Camilluccia sin dal settembre 1943 e nel marzo 1944 assumeva il comando della 1a compagnia dello stesso battaglione, contemporaneamente assumendo il comando del Presidio di Varallo Sesia. Quivi ebbe luogo, il giorno 3 aprile 1944, l’uccisione dei due giovani Crespi Carlo Alberto e Berardelli Pier Celestino22. Di tale fatto di sangue esiste agli atti denuncia sottoscritta dal padre del Crespi, Angelo Crespi, inviata al Comando ca- rabinieri di Varallo Sesia in data 13 maggio 1946. L’Angelo Crespi venne udito quale teste

170 al dibattimento in data 1o luglio 1952 e nel corso della sua deposizione presentò al Tribu- nale l’originale di una missiva arrecante tutti gli esteriori requisiti dell’autenticità, nella quale il comandante del Presidio di Varallo Sesia comunicava all’ufficiale dello stato civi- le di Varallo il decesso dei due giovani con le seguenti parole: “Oggi alle ore 19 è stata eseguita la fucilazione alla schiena di Berardelli Pier Celestino di Michele e di Gilardi Elena nato a Torino il 27-5-1919, celibe, residente in Torino, via Cristoforo Colombo n. 3, capo banda e organizzatore di ribelli (trovato in possesso di armi ed esplosivi) e di Cre- spi Carlo Alberto nato a Vigevano, via Guglielmo Oberdan n. 15, disertore, ribelle, rapina- tore (trovato in possesso di armi). Firmato: il comandante del distaccamento tenente Ra- stelli Nello”. Il teste Angelo Crespi narrava quindi al Tribunale interessanti particolari circa l’ucci- sione del figlio. Il 4 aprile 1944 egli era stato avvertito che il figlio era stato ucciso a Va- rallo e ivi, da Vigevano, s’era immediatamente recato. Alla fine della Messa al campo che si stava celebrando nella piazza per i militari egli s’era rivolto al Rastelli per conoscere i motivi dell’uccisione del figlio. Questi gli rispose che i due giovani erano stati fucilati dal plotone di esecuzione comandato dal tenente Colombo, presente al colloquio, chiosando la narrazione del fatto con la frase: “Cosa volete, oggi a me domani a te”, frase che pare sia stata pronunciata anche dal Colombo. Il Rastelli gli mostrò inoltre la somma di L. 160.000 che egli aveva trovato addosso al Crespi Carlo Alberto e che non restituì più alla famiglia e con la quale sembra che si sia acquistato una motocicletta. In effetti il Crespi Carlo Al- berto, come il padre ebbe a precisare, era stato inviato dalla famiglia presso la villa del- l’amico Berardelli per sottrarsi alle chiamate fasciste. Quivi i due amici erano rimasti, aiutando i partigiani di Moscatelli: il Crespi, figlio di un industriale, era con tutta evidenza in possesso di ingenti somme ed è convincimento del Collegio che questa circostanza sia stata non ultimo motivo della sua morte. Comunque dalle risultanze di causa, il Collegio si è formato il convincimento che la morte dei due poveri giovani sia stata determinata dal concorso del Rastelli con il Colom- bo, pure essendo responsabile in concorso l’imputato Zuccari, che senza dubbio da Ver- celli diede ordine di fucilazione. Il Crespi ed il Berardelli vennero fucilati a ridosso del muro del cimitero di Varallo Sesia: in quello stesso punto fu fucilato il giovane Cereda Alberto23. Costui venne ucciso in data 25 aprile 1944, ed il teste Crespi Angelo lo seppe dai guardiani del cimitero, che gli riferirono che il Cereda era stato arrestato alla stazione di Varallo mentre scendeva dal treno con l’accusa di essersi arbitrariamente allontanato dal reparto. Il teste si incaricò di avvertire la famiglia e di provvedere alla tumulazione del cadavere. Anche di questa ucci- sione deve essere ritenuta la responsabilità in concorso dello Zuccari e del Rastelli. Il teste Michele Berardelli ha affermato all’udienza che il 3 aprile 1944 il Rastelli fece pubblicare ed affiggere sui muri della città un manifesto così concepito: “Legione Taglia- mento Distaccamento di Varallo comunicato: quest’oggi sono stati fucilati i banditi Be- rardelli Piero di Torino, Crespi Carlo di Vigevano, organizzatori di bande ribelli, rapinato- ri a mano armata trovati in possesso di armi e di esplosivi. Traditori della Patria. Varallo 3 aprile 1944. Il Comandante del Distaccamento Nello Rastelli”. Lo sdegno dei familiari per tali inaudite frasi nei confronti dei loro poveri congiunti ben è compreso dal Collegio, che non può non rilevare che in questa come in altre occasioni, il cinismo e la menzogna, a copertura delle proprie malefatte, costituirono l’esecrabile metodo in particolare degli imputati Zuccari e Rastelli.

171 L’uccisione del giovane partigiano Foglia Attilio, nato a Scopa Sesia il 21-1-1921, di cui al n. 9 della rubrica Zuccari24 è stata denunciata alla Questura di Vercelli dal coman- dante la Tenenza di Varallo Sesia in data 20 gennaio 1947. Nessuno dei testi citati relativa- mente a questo episodio si è presentato all’udienza, salvo il firmatario della denuncia ca- pitano Arturo Bellini, il quale non ha potuto se non confermare il rapporto stesso senza aggiungere ulteriori particolari. Pare che l’uccisione del Foglia sia avvenuta nel corso del grande rastrellamento compiuto dalla Tagliamento nella settimana di Pasqua 1944 nella Valsesia e di cui sarà parola qui appresso. Comunque, non esistendo altra prova sull’episo- dio, la denuncia di per sé deve essere considerata prova insufficiente e pertanto l’episodio non può essere considerato quale causa ostativa all’applicazione dell’amnistia per Merico Zuccari. Il n. 10 della rubrica Zuccari, addebitato quale causa ostativa all’applicazione della am- nistia anche al nominato Rastelli, riflette le conseguenze tragiche e disastrose dei rastrel- lamenti che la legione Tagliamento ebbe a compiere nell’alta Valsesia tra il dicembre 1943 ed il giugno 194425. In particolare la più gran parte di distruzioni, saccheggi e ruberie ef- fettuati dalla Tagliamento in quella zona ebbero a verificarsi nel grande rastrellamento di cui è già stata fatta memoria, e che ebbe luogo nella settimana precedente alla Pasqua 1944. Di questa vasta azione militare, che lo Zuccari impostò per ordine diretto dei tedeschi e sotto il loro controllo, sono rimaste larghe tracce agli atti di causa e particolarmente nel diario storico del 63o btg26. Partendo dalle basi operative di Varallo Sesia, di Boccioleto e di Bannio Anzino [No], il 63o btg. articolato in 3 compagnie iniziava il 5 aprile 1944 il rastrellamento. Una colonna raggiungeva il passo di Baranca, un’altra si dirigeva attraver- so la Valstrona a Fobello e la terza da Varallo, lungo la strada per Pray, si dirigeva verso Quarona. Le valli della Valsesia non erano ancora del tutto sgombre dalla neve recente: il 5 apri- le la villa Lancia, l’albergo Baranca erano saccheggiati e dati alle fiamme. Diecine e die- cine di abitazioni in alta montagna, le cosiddette “casere”, che il più delle volte conteneva- no la quasi totalità dei beni che l’arida terra montana fornisce ai suoi abitatori, venivano date alle fiamme. Dinanzi al Tribunale sono sfilati per oltre tre udienze, e precisamente nelle udienze del 1-2-3 luglio 1952, circa cinquanta testi, i quali hanno narrato, con i sinceri accenti dei mon- tanari, le terribili vicende che essi ebbero a soffrire, nei beni e nelle persone, da parte dei militi della legione Tagliamento. Non vi è dubbio che i sistemi usati nel corso dei rastrel- lamenti sono stati fra i più feroci e inumani che mai le forze tedesche e fasciste abbiano usato nei confronti dell’inerme popolazione: il teste Strambo Giuseppe ha riferito che egli ebbe incendiata la casera in montagna completamente arredata e provvista di legna da ar- dere e di foraggi; in paese gli fu saccheggiata la sua casa di abitazione, gli fu requisita una manza, che i militi macellarono e mangiarono, ed egli stesso fu tratto in arresto con tutta la famiglia perché suo figlio non si era presentato alle armi. Dallo stesso Zuccari egli fu interrogato, nel Municipio di Rimella, dove era insediato il quartier generale della Taglia- mento la sera del 5 aprile. Dago Attilio ebbe anche lui la casera incendiata e fu arrestato come ostaggio. Fu inter- rogato dallo Zuccari e frustato dallo Zuccari in persona: prima dell’arresto poté assistere all’incendio sistematico di tutte le case lungo il percorso da Campello Monti a Rimella. Calzino Bernardo ebbe incendiate tre baite ed i militi gli rapinarono una capra. Giacobino Orsola ebbe incendiata una casa di otto locali, tutti arredati, ed egual danno ebbe a soffrire

172 la sorella. Bigliotti Delfina ebbe la casa incendiata in frazione Piana S. Maria di Fobello, perché suo figlio Paolo che militava fra le file partigiane non si era presentato. Le fu im- pedito da Zuccari e dall’imputato Fabbri di salvare qualche suppellettile della casa, ed anzi fu tratta in arresto, e rinchiusa nell’Albergo della Posta di Fobello ed ivi selvaggiamente percossa. Pure la casa bruciata ebbe Sfardini Enrico, perché il figlio Ubaldo non si era presentato. Lo Sfardini venne arrestato e successivamente rilasciato perché il figlio Ubal- do era stato catturato e fucilato, sempre dai militi della Tagliamento. Falcione Piero fu arrestato con tre figlie e con loro portato a Varallo Sesia. La casa gli fu bruciata e niente poté salvare. Bigliotti Giuseppina ha narrato al Tribunale il caratteristico metodo usato dai militi della Tagliamento per incendiare le case. Il giorno 8 aprile, e cioè il sabato santo, i militi entrarono in casa sua, cacciarono gli abitanti e posero una bomba incendiaria all’in- terno. Niente fu potuto salvare, salvo quattro mucche. Sua figlia e la domestica furono arrestate e condotte a Varallo. Giacobini Giustina ebbe bruciata la casa, catturati i due figli che furono deportati in Germania. E così, oltre ai testi citati, decine di altri hanno deposto dinanzi al Tribunale circa le terribili malefatte della Tagliamento in quel periodo. L’azione di incendi e sac- cheggi era stata chiaramente preordinata e prevista in tutti i punti di appoggio che il Mo- scatelli ed i suoi partigiani potevano avere in Valsesia; si trattava di intimidire una volta per tutte le popolazioni del luogo, sviluppando peraltro una situazione di permanente al- larme sociale, che potesse determinare una assoluta sottomissione alle autorità fasciste di tutti i cittadini della regione. Allo scopo di ottenere questo risultato i metodi usati dallo Zuccari e dai suoi uomini non differivano alcunché, e forse li superavano per l’intensità e per la molteplicità degli episodi, da quelli usati dalle truppe tedesche in situazioni analo- ghe, ma in territorio straniero27. La tipicità del comportamento dello Zuccari e dei suoi uomini in queste occasioni deriva dal fatto obiettivamente rilevabile che si trattava di azioni svolte contro cittadini italiani e contro beni di cittadini italiani, nei confronti dei quali lo Zuccari usava gli atroci sistemi dei comandanti di truppe coloniali contro gli indigeni in rivolta. La responsabilità dei fatti di cui al numero dieci della rubrica Zuccari va addebitata an- zitutto ad esso Zuccari, come colui che personalmente diresse ed ordinò tutte le imprese di cui a quel numero del capo di imputazione. Le stesse imprese figurano al capo “c” della rubrica Rastelli: l’imputato Rastelli Nello è stato rinviato a giudizio dal giudice istruttore per rispondere anche di queste azioni criminose, come fatti ostativi, evidentemente per- ché, nella sua qualità di comandante del Presidio di Varallo, che come si è detto fu una delle basi di operazioni per il grande rastrellamento di aprile, era il presunto efficace col- laboratore alle azioni stesse in concorso con il suo comandante. Di tutti i testi uditi sul- l’argomento uno solo, certo Zanoletti Giacomo, ha fatto specificamente il nome di Ra- stelli, mentre diciannove hanno con insistenza ripetuto il nome del Fabbri come di colui che, insieme allo Zuccari è additato dal pubblico riconoscimento come presente a Fobel- lo, presente ed emanante ordini precisi sul luogo degli incendi e degli arresti. Di tutto ciò il Collegio terrà conto quando, in sede di valutazione della figura del collaborazionista Fab- bri Antonio dovrà esprimere il suo giudizio. Per ora non può che escludere qualsiasi ob- biettiva imputabilità per questi fatti a carico dell’imputato Rastelli Nello. [...]28 Il dodicesimo episodio della rubrica Zuccari riguarda il ferimento seguito da morte di Rasario Giuseppe, avvenuto il 13 aprile 1944 in . Di questo episodio esiste de-

173 nuncia a pag. 55 del volume A esami testimoniali, a firma del padre Rasario Leone fu Car- lo. Il povero Rasario Giuseppe era un operaio della ditta F.lli Conti di Valduggia. Il giorno 13 aprile 1944 verso le ore 1.30 si trovava all’ingresso dello stabilimento in procinto di iniziare il suo turno di lavoro. Ad un tratto scorse arrivare un camion di militi della Taglia- mento che, fermatisi, circondarono la fabbrica al solito scopo di effettuare le loro arbi- trarie ed illegittime perquisizioni ed arresti. Come quasi tutti i suoi colleghi, il Rasario fuggì preso dal terrore: i militi entrarono nello stabilimento sparando all’impazzata, ed uno di essi, scorto il Rasario che fuggiva in cortile, gli sparò addosso ferendolo gravemente. Poco dopo, raccolto in casa dai proprietari della fabbrica, il Rasario decedeva. Del fatto è stata data testimonianza all’udienza dal padre Rasario Leone, da Buratti Vincenzo e da Crevola Giovanni: nessuno dei testi ha potuto dare notizia circa l’identità dello sparatore, che comunque era un milite che nel momento in cui sparava a Rasario Giuseppe eseguiva fedelmente gli ordini e le direttive di Merico Zuccari, che considerava tutti coloro che non appoggiavano l’invasore come suoi personali nemici. La denuncia relativa al tredicesimo episodio trovasi al foglio 45 rapporti e denuncie, a firma del maresciallo comandante la stazione di Varallo Sesia in data 8 luglio 1949 diretta all’ufficio istruzione militare di Milano. In essa si denunciava l’uccisione effettuata in data 15 aprile 1944 alle ore 12.30 presso il cimitero di Varallo Sesia, da parte di un reparto della Tagliamento di Scotti Giovanni, Gagliardi Natale, Moretti Mario, Gallizia Carlo, Fer- raris Fedele, Pellegatti Nicola, e dei prigionieri inglesi evasi Miller Fred, Brown William, Mac Kraken [recte James Mc Crachen] di Camphel [recte Campbell]. L’uccisione di questi infelici è addebitata quale causa ostativa all’applicazione della amnistia a carico di Zucca- ri e di Rastelli. Quest’ultimo in quel periodo, come già si è visto, fu comandante del Pre- sidio di Varallo, ed ivi compì queste ed altre imprese. Dell’episodio hanno parlato dinanzi al Tribunale i testi Falcione Delfina, Ferraris Giuseppe, Gallizia Teresa, i genitori di tre vittime. La teste Falcione Delfina, madre di Moretti Mario, ha narrato che il figlio si era sbandato all’8 settembre e non aveva collaborato né con i partigiani né con i fascisti. In- sieme ad un altro figlio egli fu arrestato dai militi della Tagliamento e fucilato a Varallo insieme con gli altri otto. Il teste Ferraris Giuseppe, padre di Ferraris Fedele ha dichiarato che il figlio fu preso dai militi a Cravagliana mentre si trovava a passeggio con la fidanzata. Fu portato a Varallo nell’edificio scolastico requisito dal Rastelli e ivi interrogato e trat- tenuto una quindicina di giorni. Il teste e sua figlia si interessarono presso lo Zuccari per ottenere la liberazione del Fedele; la figlia arrivò anche ad offrire allo Zuccari la somma di 120.000 lire per ottenere la liberazione del fratello. Lo Zuccari rifiutò la somma, ag- giungendo che il Ferraris Fedele era un “pessimo delinquente”. La teste Gallizia Teresa, sorella di Gallizia Carlo, ha dichiarato al Tribunale che l’8 aprile 1944 i militi vennero a casa sua ad arrestare il fratello, in Fobello. Il fratello non era partigiano. Di lui non ebbe più notizie. Le deposizioni di questi tre testimoni, ad avviso del Collegio, sono sufficienti per chia- rire l’episodio dei nove fucilati. Invero la fucilazione avvenuta il 15 aprile 1944 presso il cimitero di Varallo Sesia rappresentava una delle dirette conseguenze del rastrellamento in grande stile effettuato nei giorni precedenti dalla legione Tagliamento. Anche la pre- senza dei tre ex prigionieri inglesi è con tutta evidenza dovuta alla “ripulitura della Valse- sia”. La diretta partecipazione è stata chiaramente provata dalle dichiarazioni del teste Fer- raris Giuseppe, il quale si è rivolto ad impetrare per il figlio al Rastelli e allo Zuccari, ri-

174 cevendone la risposta già citata. È agevole dedurre pertanto che se lo Zuccari e il Rastelli erano a conoscenza e avevano già deciso in merito alla sorte del povero Fedele Ferraris, così pure delle altre otto vittime essi sono responsabili, ed esse vanno ad aggiungersi al loro già pesante fardello. Il 6 maggio 1944, alle ore 14.30, vennero fucilati nel cimitero di Varallo Sesia altri due partigiani: Varalli Silvio e Strepponi Giovanni Battista29. La denuncia di tale fatto è contenuta nel rapporto già citato dei carabinieri di Varallo Sesia in data 8 luglio 1949. Di essi hanno parlato diffusamente all’udienza i testi don Giuseppe Del Signore, Cravaroli Gaudenzio. Don Giuseppe Del Signore, parroco di un piccolo paese vicino a Varallo, Lo- carno Sesia, ricevette ai primi di maggio 1944 la visita di un partigiano nella casa parroc- chiale, il quale gli chiese se poteva ospitare un altro partigiano gravemente ferito. Non essendo sicura la casa parrocchiale lo fece ospitare nella sua casa paterna. Dopo due o tre giorni si presentarono alla parrocchia il tenente Pucci della Tagliamento con alcuni militi, i quali perquisirono la canonica e la chiesa e il campanile alla ricerca dei due partigiani. Viste vane le ricerche, i militi si sparsero per il paese compiendo violenze sino a che il Del Signore, visto che minacciavano di bruciare l’intero paese, si decise a rivelare il na- scondiglio. Il tenente Pucci lo colpì con pugni e schiaffi e quindi lo fece salire sul camion assieme al ferito che era il nominato Varalli Silvio e al compagno che l’assisteva, Streppo- ni Giovanni Battista. Li portarono a Varallo e qui, mentre egli veniva interrogato, il Varalli e lo Strepponi vennero fucilati. Il teste dovette soffrire ancora per molto tempo delle an- gherie ad opera della Tagliamento. Nel corso di interrogatori fu percosso dall’imputato Rastelli e minacciato. Quindi fu sottoposto a procedimento penale da parte del Tribunale speciale per la difesa dello Stato di Torino e prosciolto. Il teste Cravaroli Gaudenzio vide arrivare il camion con i due partigiani e il prete, men- tre trovavasi detenuto all’albergo Italia. Il teste Cesare Moscone, giudice del Tribunale di Biella, trovavasi detenuto all’albergo Italia, in quei giorni, ed aveva già assaggiato la bruta- lità del Rastelli e dei suoi uomini. Egli era in una stanza del predetto albergo, legato mani e piedi, quando furono introdotti nella stanza il Del Signore e i due partigiani. Dopo una mezz’ora circa, e dopo che don Del Signore ebbe subito le invettive del suo indegno con- fratello padre Intreccialagli, cappellano della Tagliamento, i partigiani vennero fatti scen- dere e portati al cimitero dove furono fucilati. Aggiungeva il teste di non sapere chi ordinò il fuoco alla fucilazione dei due: sicuramente poteva dire però che in quel giorno a Varallo c’erano solo due ufficiali: il Rastelli, comandante, ed il sottotenente Colombo. Questo episodio in cui venne fucilato un povero partigiano ferito ed un altro suo com- pagno dimostra, se ve ne fosse ancor bisogno, i metodi spicci e crudeli del nominato Ra- stelli, del quale va riconosciuta la responsabilità di questo ulteriore fatto di sangue unita- mente al suo comandante Zuccari Merico. Gli episodi 15o e 16o della rubrica Zuccari concernono i fatti di sangue intervenuti in S. Maria di Curino l’8 e 9 maggio 194430, per i quali non esiste denuncia agli atti, fatti che sono emersi nel corso degli interrogatori istruttori e convalidati dalla diffusa narrazione che in essi è contenuta nel citato diario storico del 63o btg. L’azione di S. Maria di Curino venne condotta dalla prima compagnia del 63o btg., di cui, dal 24 aprile 1944, aveva assunto il comando l’allora capo manipolo Carlo De Mattei. L’8 maggio 1944, dopo una serie di perlustrazioni di pattuglie in abito civile nella zona intorno a Pray, sede del Comando di compagnia, che nei giorni precedenti il De Mattei aveva disposto tentando di mettersi in contatto con i partigiani del luogo per condurli in

175 una imboscata, un plotone al comando del tenente [Giuseppe] Mazzoni, come testualmen- te dice il diario storico “decide di perlustrare la località di S. Maria di Curino sempre molto frequentata dai banditi. Bloccate tutte le entrate del paese, il sottocapo manipolo [Sergio] Schianchi che già conosceva la località si porta all’altezza dell’osteria sulla quale vigila un bandito contro il quale l’ufficiale apre il fuoco uccidendolo. Nasce una violenta sparatoria fra i legionari ed il gruppo di tredici banditi comandati dal Gemisto31 che si trovano nel- l’osteria. Al rumore della sparatoria anche il sottocapo manipolo Mazzoni si porta sotto con i suoi uomini. Dopo mezz’ora di ostinata violentissima lotta la resistenza viene doma- ta ed i banditi lasciano sul terreno 11 morti, un altro viene fatto prigioniero, mentre il Ge- misto benché ferito riesce a fuggire. Viene pure tratto in arresto il magazziniere del Con- sorzio locale, favoreggiatore dei ribelli e detentore abusivo di armi. Da parte nostra si contano le seguenti perdite: un morto: serg. Baraldi Renzo. [...] All’arrivo del capo mani- polo De Mattei viene passato per le armi il magazziniere”32. Il teste Foglia Noè fu fermato la sera dell’8 maggio 1944 a circa un chilometro da S. Maria di Curino dai militi della Tagliamento. Questi gli chiesero se aveva visto dei parti- giani e alla sua risposta negativa lo lasciarono andare. Mentre stava giungendo a casa, dopo circa un quarto d’ora, udì una sparatoria. Il mattino dopo, verso le sei, vide il cadavere di Pagliazzo Giovanni, steso sulla piazza. Gli dissero che il Pagliazzo era stato ucciso da un ufficiale venuto di fuori dopo il conflitto. Il teste Locca Silvio riferiva che la sera dell’8 maggio 1944 arrivò nel suo esercizio un gruppetto di partigiani che sedutosi ad un tavolo ordinò tre aranciate. Il teste si avviò as- sieme ad un partigiano, che pare fosse il Gemisto alias Moranino, verso la cantina, mentre uno dei partigiani si alzò dal tavolo per montare la guardia davanti alla porta dell’esercizio. Appena fu sulla soglia, il partigiano venne colpito da una raffica di mitra e ucciso. Da ogni parte, dalla porta e dalle finestre furono sparati colpi di mitra contro i partigiani che ben presto, pur reagendo al fuoco, furono sopraffatti. Nel conflitto furono uccisi 9 partigiani e 2 vennero feriti, mentre tra i militi ci furono 1 morto e 7 feriti circa, tra cui il tenente Schianchi, il quale per tal motivo cedette il comando al tenente Mazzoni. Tutti i feriti ven- nero portati alla casa del parroco. Il tenente Mazzoni scrisse un biglietto, che mandò al Comando di compagnia di Pray: in seguito giunsero due camion sopra uno dei quali furo- no posti i militi feriti, mentre sopra l’altro vennero fatti montare il teste Locca, un parti- giano prigioniero e certo Pagliazzo Giovanni. Questi era il locale magazziniere del Con- sorzio agrario, che era stato catturato dai militi, sembra, perché sospetto favoreggiatore dei partigiani. Verso l’alba giunse, proveniente dalla strada di Pray, una macchina da cui scese un uf- ficiale che i militi dissero chiamarsi De Mattei, il quale chiese ai militi chi fossero i pri- gionieri, e perché vi fosse un prigioniero di più e cioè il Pagliazzo Giovanni. Il De Mattei era accompagnato da un civile, il quale, evidentemente al corrente di quanto era avvenuto a S. Maria di Curino, lo informò che si trattava del magazziniere. Al che il De Mattei si rivolse al Pagliazzo, dicendo: “Ah, vigliacco, sei tu il magazziniere?” e contemporanea- mente estrasse la pistola sparando tre colpi contro il Pagliazzo, uccidendolo. Il teste Loc- ca Silvio si trovava in quel momento accanto al Pagliazzo; egli aggiungeva che non aveva conosciuto il De Mattei fino a quel momento, ma che in seguito aveva potuto identificare con assoluta certezza l’ufficiale che aveva sparato al Pagliazzo nella persona del De Mat- tei, in quanto era stato prigioniero nelle scuole di Pray, in mano ai militi della Tagliamento comandati dal De Mattei, per parecchi giorni ed ivi aveva più volte visto il De Mattei, udi-

176 to i militi chiamarlo con tal nome, aggiungendo che al momento dell’uccisione del Pa- gliazzo il De Mattei zoppicava. Il teste Settia don Antonio, parroco di S. Maria di Curino, dichiarava all’udienza che la sera dell’8 maggio 1944, dopo una sparatoria proveniente dal retro della casa parrocchia- le, gli furono portati in casa dai militi parecchi feriti e tra questi un ufficiale che sentì chiamare “Schiano”. Nella canonica trascorse la notte anche il prigioniero Pagliazzo, ma non era presente nel momento in cui il Pagliazzo venne portato fuori dalla canonica. Egli però, verso l’alba, udì una scarica che non sapeva precisare se fosse provenuta “da arma automatica oppure da pistola”. Poco dopo vide il Pagliazzo cadavere che presentava sul capo i segni di vari colpi di arma da fuoco. In paese sentì dire che l’ufficiale che aveva ucciso il Pagliazzo rispondeva al nome di De Mattei. A domanda del difensore dell’imputato De Mattei rispondeva di non aver sentito in paese discussioni sul nome dell’ufficiale che aveva ucciso il Pagliazzo. Sempre a richiesta della difesa del De Mattei, rispondeva che dopo l’uccisione del Pagliazzo aveva presentato la moglie e la figlia di questi ad un ufficiale con un braccio anchilosato, al quale disse di sbrigarsela con i parenti della vittima, aggiungendo: “Avete ucciso uno dei vostri”, inten- dendo dire che il Pagliazzo era un simpatizzante fascista, al che il tenente rispose: “Fate che sia un eroe, lo iscriveremo nell’albo d’oro”. Ciò avvenne qualche ora dopo l’uccisione. Durante la notte nella canonica egli aveva visto due ufficiali, ma non quello con cui parlò in quell’occasione. Aggiungeva, sempre a richiesta, di non sapere se il Pagliazzo era stato ucciso sopra il camion oppure a terra; il cadavere l’aveva visto a terra. Aveva notato che i colpi sulla testa del Pagliazzo erano più di tre, ma non sapeva se si trattasse di fori d’entrata o d’uscita. L’uccisione del Pagliazzo Giovanni figura al n. 16 del capo di imputazione di Zuccari Merico, nonché quale unico fatto costituente ipotesi di causa ostativa per l’applicazione dell’amnistia a carico dell’imputato Carlo De Mattei. Il difensore del De Mattei ha propo- sto una vigorosa difesa tendente a dimostrare la non responsabilità del suo difeso in ordi- ne alla uccisione di cui è parola per i seguenti motivi, e per le seguenti circostanze emer- genti: 1 - il teste Locca non sarebbe testimone degno di fede, sia per il decorso del tempo sia per le contraddizioni in cui è caduto riscontrabili nel raffronto della deposizione resa da lui in istruttoria con quella resa all’udienza; 2 - l’identificazione dell’ufficiale che sparò al Pagliazzo nella persona del De Mattei è stata, da parte del Locca, arbitraria ed incerta; 3 - esiste la prova che il De Mattei a quel tempo non zoppicava, ed è falso che il De Mattei avesse l’accento “centrale” e non piemontese come asserisce il Locca, risultando il De Mattei nativo e dimorante nella città piemontese di Tortona. Il Collegio in verità si è riproposto tutti questi quesiti in omaggio alla ricerca della verità, che è suo dovere, ed anche alla appassionata difesa che il latitante De Mattei ha ricevuto ad opera della sorella, che più volte ha deposto all’udienza, nonché ad opera di altri testi non conferenti alla materia di causa, che la difesa ha fatto udire in udienza. Innanzitutto il Collegio ritiene che il teste Locca sia testimone assolutamente attendi- bile, sia per le circostanze che lo videro presente ed in condizioni di poter perfettamente udire e vedere, sia per il nesso logico e la continuità complessiva e sostanziale delle testi- monianze da lui rese anche a distanza di anni, sia infine perché non è emerso in causa alcun motivo previsto dalla legge che giustifichi un’invalidazione della sua testimonianza. Né

177 peraltro le contraddizioni in cui egli sarebbe caduto all’udienza, rispetto alla deposizione istruttoria sono tali, se pur esistono, da poter comunque porre in dubbio l’accusa che il teste formula, in modo preciso e incontrovertibile, nei confronti dell’imputato De Mat- tei, come l’uccisore del Pagliazzo. Si tratterebbe anzitutto, a detta della difesa, della circostanza secondo la quale il Pa- gliazzo sarebbe stato ucciso mentre era a terra, così ha dichiarato il Locca all’udienza, e non sul camion, come il Locca avrebbe dichiarato dinanzi al giudice istruttore in data 29 settembre 1948. Il Collegio ha voluto a questo proposito eseguire un diligente raffronto dei due verbali di interrogatorio del Locca, dal quale ha rilevato che non è affatto vero che il Locca abbia dichiarato dinanzi al giudice istruttore che il Pagliazzo è stato ucciso men- tre era sopra il camion anziché a terra; in verità il Locca in istruttoria non ha detto nulla a questo proposito, e la mancata precisazione della circostanza non può indurre il Collegio a ritenere che il teste intendesse dire ciò che in effetti non ha detto. D’altra parte le ragio- ni con le quali il Locca ha spiegato al Tribunale la identificazione dell’ufficiale da lui ef- fettuata sono quanto mai attendibili, dato che non è controversia in causa circa la deten- zione sofferta dal Locca a Pray e altrettanto è certo, perché risulta dal diario storico, che il Comando della prima compagnia del 63o btg. era in quei giorni a Pray, e che il coman- dante della compagnia era l’imputato De Mattei. Per quanto attiene all’asserzione del teste circa il fatto che il De Mattei era zoppicante risulta in causa, perché l’ha dichiarato l’imputato presente Alimonda, che il De Mattei ri- mase ferito in combattimento nei primi di dicembre 1943 e, secondo 1’Alimonda, avreb- be zoppicato per un paio di mesi. La difesa dell’imputato De Mattei ha richiesto la citazione quale teste del medico che ebbe a curare il De Mattei per la ferita riportata, il quale, udito all’udienza, dichiarava che pur trattandosi di ferita comminuta era impossibile che alla distanza di sei mesi il De Mattei zoppicasse ancora. Senonché, ad avviso del Collegio, è quantomeno sorprendente che nella prima compagnia del 63o btg. ci fosse un solo ufficiale che zoppicasse, e che quello venga indicato essere il De Mattei di cui risulta la ferita recente. Comunque è convincimento del Collegio che questa circostanza non possa ritenersi valida come prova di una erronea identificazione da parte del teste Locca, come pure non sia da tener in alcun conto l’evi- dente errore del Locca che ha asserito che l’accento dell’ufficiale che sparò al Pagliazzo era un accento “centrale” e non piemontese, in quanto non si può pretendere da un oste di un paese di montagna che riesca di primo acchito a distinguere i vari accenti regionali e che di un fenomeno auditivo labile ed incerto possa ritenere memoria per un lungo decor- so di anni. In verità, oltre la deposizione del Locca, sono emerse a carico del De Mattei altre pro- ve ed indizi collaterali che confortano il convincimento del Collegio circa la responsabi- lità del De Mattei relativamente alla uccisione del Pagliazzo. Tra questi la frase già ripor- tata più sopra del diario storico: “All’arrivo del capo manipolo De Mattei viene passato per le armi il magazziniere”, circa la quale è da osservare che esiste indubbiamente un nesso logico tra la morte del magazziniere e l’arrivo del De Mattei a S. Maria di Curino, tale che il compilatore del diario ha accomunato le due circostanze in un unico rilievo; e cioè che non può essere avvenuto se non in conseguenza di un avvenimento che colpisce la memo- ria e le facoltà riproduttive del compilatore stesso con immediato vigore. Inoltre, e vera- mente “ad abundantiam” il teste don Settia non ha esitato ad affermare all’udienza che in paese si faceva il nome del De Mattei quale autore del crimine e che nel paese stesso non

178 era mai sorta discussione alcuna circa l’identità dello sparatore. Quanto poi al rilievo del- la difesa circa il numero dei colpi riscontrati dal Settia sulla faccia del Pagliazzo, è di comune conoscenza che tre colpi di pistola sparati a bruciapelo sulla faccia di un uomo non possono lasciare tracce ben definite e circoscritte. La testa, si sa, non è una massa muscolare dove le pallottole possono delineare i fori precisi, ma è un complesso di ossa, cartilagini e materia molle in cui le pallottole producono certamente molto scompiglio. Per quanto precede il Collegio esprime il proprio pieno convincimento che esista prova completa e tranquillante della responsabilità del De Mattei in ordine al fatto a lui conte- stato come causa ostativa alla applicazione dell’amnistia nei suoi confronti. Il 17o episodio che figura alla rubrica di Zuccari, concerne l’uccisione dei partigiani dott. Casaburro [recte Casaburo Sossio] Vito, Castoldi Mario [recte Gastaldi Giovanni “Marco”], Maneghini [recte Meneghini] Bruno, Maneghini Gino [recte Meneghini Luigi], De Micheli Piero [recte Pietro], De Micheli Lino, Corà Adriano, Comoli Luigino e Godi Amelio [recte Aurelio], avvenuta il 9 maggio 1944 a Forno di Valstrona, episodio che è pure contestato, come causa ostativa all’applicazione dell’amnistia, agli imputati latitanti Fabbri Antonio e De Filippis Alfonso. Il grave fatto di sangue venne denunciato in data 20- 6-1946 dalla Questura di Novara al pubblico ministero presso la Corte di assise speciale di Novara, a firma del questore dott. Di Guglielmo. Nella primavera del 1944, come risul- ta dalla denuncia, le formazioni partigiane della zona avevano organizzato in Forno di Valstrona un ospedaletto in cui venivano ricoverati i partigiani feriti e ammalati che non potevano più oltre sopportare la dura vita d’alta montagna. L’infermeria era situata in una casa nel centro del paese ed ivi prestava servizio in qualità di medico il dott. Vito Casabur- ro, mentre il Godi fungeva da infermiere. All’alba del 9 maggio 1943, racconta il teste don Giulio Zolla parroco del paese, i militi, sopraggiunti in paese, iniziarono una sparatoria contro l’infermeria. Si trattava di un reparto della 4a compagnia del 63o btg., comandato dal Fabbri e dal De Filippis, i quali, fruendo della sorpresa, fecero immediatamente pri- gionieri i partigiani che si trovavano nell’infermeria, dopo averne ucciso uno all’atto del- l’irruzione. Il buon parroco si affrettò ad andare sul luogo e quivi ebbe un colloquio con il Fabbri ed il De Filippis, impetrando per la salvezza dei superstiti. Rassicurato dal Fabbri, egli andò a celebrare la messa ed aveva appena finito che si sentì chiamare in piazza dove il sottotenente De Filippis lo aspettava. Nella piazza erano gli otto giovani colle mani legate dietro la schiena e addossati ad una palizzata: il De Filippis ordinò a don Zolla di confessarli e questi procedette alla con- fessione, ancora tre volte impetrando per la salvezza dei fucilandi, due volte recandosi dal De Filippis perché il Casaburro l’aveva pregato di far presente la sua qualità di medico estra- neo alle parti contendenti, ed una volta per i fratelli Meneghini che chiedevano che di loro fosse risparmiato almeno uno, affinché potesse ritornare dalla mamma sola e bisognosa. Il don Zolla ricevette per tutta risposta l’ordine di De Filippis di far presto e di non sec- carlo e poco dopo vide l’esecuzione degli otto giovani, comandata dallo stesso De Filip- pis, il quale finì con un colpo di grazia alla nuca uno dei giovani che si contorceva. Il teste seppe poi che il tenente Fabbri aveva telefonato ad un suo superiore dal telefono presso l’albergo Leone, e che allo sconosciuto interlocutore egli aveva detto che non aveva il coraggio di eseguire l’ordine di fucilazione e che gli stato risposto di eseguirlo. Dopo l’ese- cuzione il teste parlò con il Fabbri, il quale non gli volle fornire alcuna spiegazione del- l’accaduto e chiesto dal sacerdote se poteva fare i funerali rispose che dei cadaveri non gli importava niente.

179 La teste Artemisia Meneghini, madre dei due fratelli Meneghini Bruno e Gino uccisi in quell’occasione, dichiarava all’udienza che da quanto aveva sentito in paese dopo l’uc- cisione era voce che i partigiani non si fossero difesi, circostanza questa affermata anche dal teste Calletti Albino, che era il capo partigiano che aveva provveduto all’organizzazio- ne dell’infermeria e che vi era stato ricoverato sino all’8 maggio 1944. Questi affermava che il Godi fu ucciso subito perché si era affacciato alla finestra al rumore dei primi spari. Precisava quindi che uno dei due fratelli De Micheli era ferito, che il Corà era ammalato di pleurite e il Comoli affetto da un male simile. Degli altri, i due Meneghini si erano re- cati all’infermeria per salutare il Casaburro ed ivi avevano pernottato e l’altro De Micheli si trovava colà per assistere il fratello, mentre il Godi fungeva da infermiere. Altrettanto dichiarava il teste Coppo Giuseppe, anch’egli capo partigiano della zona, il quale aggiun- geva che all’infermeria di Forno c’erano un paio di mitra tenuti inattivi presso l’ingresso in conformità agli ordini che egli aveva impartito affinché l’infermeria stessa venisse ri- spettata dagli avversari. Osservava il Collegio che in verità i partigiani della zona dimostrarono in questa occa- sione troppa confidenza nella cavalleria e nel sentimento d’onore militare e nell’umanità dei loro avversari. L’episodio di Forno di Valstrona è uno dei più feroci e dei più inutil- mente spietati di quelli che figurano nel capo di accusa degli attuali imputati. La fucilazio- ne di medici e feriti costituisce, ad avviso del Collegio, un delitto di tali enormi propor- zioni, che il fermarsi a ulteriormente considerarlo significherebbe prolungare vieppiù un commento che scaturisce dalla natura stessa del fatto. All’imputato Zuccari Merico, che con le sue direttive e i suoi ordini rese possibile un tale fatto, e agli imputati Fabbri Anto- nio e De Filippis Alfonso che con tanta criminosa solerzia adempirono a tali ordini, il fat- to di cui è parola deve attribuirsi in responsabilità concorsuale e deve essere ritenuto qua- le causa ostativa all’applicazione dell’amnistia nei loro confronti. Al numero 18 della rubrica Zuccari figura un episodio di requisizione arbitraria me- diante minaccia a mano armata di metri 2.407 di tessuto ai danni di Ballarani Tarcisio, av- venuto il 19 maggio 1944 in di Scopello. Figura agli atti una domanda del danneggiato diretta all’ill.mo sig. procuratore della Re- pubblica in Vercelli in data 4-3-1948, denuncia che il Ballarani ha confermato in udienza, significando che il tessuto di cui è parola si trovava in un magazzino sito nella casa parroc- chiale di Piode di Valsesia. Quivi il 10 maggio 1944 giunsero i militi della Tagliamento, comandati da un ufficiale sconosciuto, requisirono la stoffa e bastonarono il parroco. La stoffa fu portata a Varallo e quindi usata in pagamento di manifattura di divise. Dette circo- stanze vennero confermate dai testi Guidotti e Monte Corradino. Osserva che questo episodio non può essere ritenuto come costituente uno dei fatti previsti dall’art. 3 del d.l. 22-6-1946 come ostativi all’amnistia in esso decreto regolata. Comunque esso è uno dei tanti episodi che valgono a confortare l’opinione di questo Col- legio circa i metodi usati dagli ufficiali e dai militi della Tagliamento nei confronti dei beni dei cittadini italiani e rientra comunque nel quadro d’assieme delle attività illegali da questo reparto compiute nel corso dell’occupazione nazifascista del territorio italiano a sostegno del nemico tedesco invasore. Con rapporto in data 10-12-1947 il comando della Stazione dei carabinieri di Mottal- ciata denunciava al giudice istruttore militare presso il Tribunale militare di Bologna l’ec- cidio di 20 partigiani fucilati in quel comune il 17 maggio 1944, ad opera di un reparto della legione Tagliamento. Tre di costoro erano stati uccisi in combattimento presso la

180 cascina Caprera e la cascina Mondovà, mentre i rimanenti diciassette erano stati fucilati ad opera dello stesso reparto presso il cimitero di Mottalciata. Questo episodio figura al n. 19 del capo di imputazione di Zuccari Merico ed altresì come unica causa ostativa per l’applicazione dell’amnistia nei confronti dell’imputato Guido Alimonda33. Questi, presente in stato di detenzione fin dall’inizio del dibattimento, dichiarava in sede di interrogatorio che nella notte tra il 16 e il 17 maggio 1944 egli aveva ricevuto l’ordine direttamente dal comando di legione di recarsi con la sua compagnia, la terza del 63o btg., nella zona di Mottalciata, e precisamente nei pressi delle cascine Ca- prera e Mondovà, dove si trovavano delle formazioni partigiane. Così infatti era avvenuto, ed egli, col suo reparto, aveva assalito di sorpresa i partigiani rinchiusi nelle cascine, i quali dopo breve resistenza, e dopo aver avuto la perdita di tre uomini, si erano arresi ed erano stati fatti prigionieri. Il suo reparto ebbe una sola perdita. Ufficiali subalterni in quell’azione erano stati il tenente [Angelo] Poggi e il sottotenente [Giuliano] Pompili. Da Mottalciata, all’alba del 17, 1’Alimonda telefonò all’imputato Zuccari, il quale gli ordinò di disporre per la fucilazione in Mottalciata di tutti i catturati. Egli eseguì l’ordine, ed incaricò del comando del plotone di esecuzione uno dei due subalterni, quale dei due egli ben non ricordava. Verso le 12.30 i 17 sopravvissuti venivano fucilati presso il cimitero di Mottalciata, alla presenza dell’Alimonda e del maggiore Giu- seppe Ragonese, comandante del 63o btg. nonché dell’aiutante maggiore di btg. tenente Sardo. Il teste don Giovanni Rizzollo, parroco di Mottalciata, dichiarava all’udienza di aver assistito spiritualmente i morituri prima dell’esecuzione e di aver assistito alla esecuzio- ne stessa; altrettanto dichiarava il teste don Flavio Bobbola, parroco di Cossato, il quale affermava altresì, che trovandosi con don Rizzollo nel Municipio di Mottalciata, aveva par- lato con un capitano della Tagliamento, che non riconosceva nell’imputato presente Ali- monda, scongiurando di salvare la vita ai partigiani, magari facendoli deportare in Germa- nia. Nuovamente interrogato il capitano Alimonda dichiarava che era stato lui stesso a convocare il parroco in Municipio per l’assistenza ai prigionieri, ma che non ricordava se il sacerdote gli avesse chiesto di mandare i giovani in Germania anziché fucilarli; che co- munque egli avrebbe risposto in ogni caso che la decisione non dipendeva da lui ma dal comandante della legione. Oltre a questi testi è sfilata dinanzi al Tribunale nelle udienze dedicate all’istruttoria di tale episodio la dolorosa teoria dei parenti delle vittime, i quali peraltro nulla potevano aggiungere alle risultanze dei fatti, essendo per la maggior parte assenti da Mottalciata ed avendo rinvenuto i propri parenti fucilati ammucchiati presso il cimitero, a cui mancavano per la maggior parte le scarpe e i portafogli, mentre l’imputato Alimonda, interrogato, escludeva che ai cadaveri dei fucilati fossero state tolte le scarpe, mentre i portafogli, secondo le istruzioni da lui avute in proposito dal Comando della Legione erano stati re- quisiti ed inviati al predetto Comando. L’aperta confessione dell’imputato Guido Alimonda, circa la sua attiva e diretta parte- cipazione all’eccidio di Mottalciata, in cui trovarono la morte 17 giovani di cui alla rubri- ca, ha di molto facilitato al Collegio il convincimento relativamente alle modalità ed alle circostanze dell’episodio. Peraltro il difensore dell’imputato Alimonda ha prospettato al Collegio una diversa versione dei fatti dalla quale scaturirebbero differenti conseguenze in ordine alla responsabilità dell’Alimonda. È stato detto che il maggiore Ragonese era stato inviato sul posto dal comandante Zuccari onde riuscire a vincere, con il proprio in-

181 tervento di superiore gerarchico, la presunta riluttanza dell’Alimonda a porre in esecuzio- ne l’ordine sanguinario. Come già si è detto, il Tribunale si è spogliato dell’azione penale nei confronti del Ragonese Giuseppe, rimettendo gli atti relativi al p.m. ai sensi dell’art. 477 c.p.p. In questa sede pertanto il Collegio esamina la posizione del Ragonese nei fatti di Mottalciata unicamente per i riflessi che da essa possono sorgere nei riguardi dell’im- putato Alimonda. Questi, nota il Collegio, non ha mai sostenuto una simile versione negli interrogatori cui è stato sottoposto ed il Collegio opina che, con la franchezza che gli si deve riconoscere, egli l’avrebbe apertamente dichiarato, qualora ne fosse stato a conoscen- za. È francamente impensabile che l’imputato, a suo parziale discarico, non abbia prospet- tato al Tribunale le circostanze relative alle sue manifestazioni di riluttanza, qualora que- ste ci fossero state. La verità è che l’Alimonda nulla fece per sottrarsi all’ordine a lui impartito ed anzi lo assolse con la rigidità che gli è caratteristica. Il maggiore Ragonese, secondo il convincimento del Collegio, non giunse a Mottalciata il mattino del 17 maggio 1944 per presiedere alla fucilazione dei 17 partigiani, ma per commemorare dinanzi ai militi della compagnia la morte del commilitone caduto nei combattimenti svoltisi la not- te precedente, e comunque il suo intervento sarebbe stato superfluo. Invero nel registro fonogrammi del 63o btg.34, del cui originale il Collegio è venuto in possesso a mezzo del consigliere di Stato Lionello Levi, si legge alla pag. 27 nel fonogramma diretto da Curino alle ore 20.30 del 17-5-1944 dal Comando 3a compagnia al Comando di legione: “come da autorizzazione del superiore Comando di legione i 17 superstiti furono passati per le armi a Mottalciata”. Il valore dell’espressione “autorizzazione” contenuta nel fonogramma non deriva dal- l’attribuzione ad esso di un significato attinente alla definizione giuridico-amministrativa della parola stessa, ma da quell’interpretazione più comune e meno tecnica che ad essa possono dare individui che non l’usano per comunicazioni di giuridico rilievo. E cioè il Collegio opina che tale parola sia stata usata dall’Alimonda in considerazione della prassi dei reparti dipendenti dalla Tagliamento in simili occasioni: catturati dei prigionieri parti- giani o sospetti tali la fucilazione di essi derivava come legittima conseguenza, secondo le direttive, dal fatto obbiettivo della loro cattura. Comunicata la notizia al comandante di legione, l’assenso di questi costituiva un avvenimento sicuro e previsto, così che, nelle comunicazioni di servizio, era naturale che ad esso corrispondesse un termine significan- te l’adesione del comandante la legione ad un fatto normale, come era quello della fucila- zione dei partigiani catturati. Niente pertanto è emerso in causa che giustifichi delle conclusioni di attenuazione della responsabilità dell’Alimonda in ordine al fatto contestato. Il suo concorso, con il suo co- mandante di legione, nell’uccisione dei 17 partigiani risulta pertanto decisivo e determi- nante e pertanto il Collegio opina che tale fatto costituisca una causa ostativa alla applica- zione dell’amnistia nei di lui confronti, come nei confronti del coimputato Zuccari Meri- co. [...] Il Collegio ha ritenuto di dover trattare unitariamente i fatti ascritti alla rubrica degli imputati Boidi Federico, Cavallazzi Arrigo e Leo Goffredo35, in quanto costoro facevano parte di quell’Ufficio politico investigativo che, nell’ambito della legione Tagliamento, aveva un’organizzazione a sé stante, un’attività peculiare per metodi e finalità. Queste ca- ratteristiche dell’organismo di cui è parola si riscontrano con tutta evidenza dai documen- ti esistenti agli atti, e di cui è indubbia l’autenticità, di cui è stata data lettura nel corso del dibattimento, in ispecie dal pubblico ministero nella sua requisitoria, nonché dalle depo-

182 sizioni dei numerosi testi che ebbero ad esperimentare i metodi dei componenti del pre- detto ufficio. La legione Tagliamento si considerava anzitutto un organismo di polizia a carattere militare e, dipendendo gerarchicamente dalle S.S. tedesche, aveva finito per imi- tare in parecchi particolari quell’efficiente organizzazione germanica. Invero l’ufficio po- litico investigativo è una novità per dei reparti italiani, anche di polizia: in effetti le S.S. tedesche avevano sempre dato molta importanza ad uffici di informazione che potessero fornire adeguati aggiornamenti sulle attività dei ribelli nei paesi occupati, e che potessero indirizzare e guidare le formazioni militari nei rastrellamenti. Nel fascicolo “Documenti presentati dal Cons[igliere] di Stato Lionello Levi” alla pag. 31 e segg. figura l’originale di una circolare a firma dello Zuccari con cui, in data 7 luglio 1944, questi disponeva il riordinamento degli uffici del Comando di legione. Sotto la voce “Ufficio politico investigativo” la circolare diceva: “è alle dirette ed esclusive dipendenze del comandante la legione che ne è il capo. Onde dirimere dubbi e chiarire false interpre- tazioni è opportuno far presente che la funzione ed i compiti dell’Upi sono esclusivamen- te e squisitamente politici. Suoi campi d’azione sono quindi le organizzazioni antifasciste o comunque antinazionali, le associazioni sovversive, la propaganda disfattista o comuni- sta, l’attività nemica (spionaggio, sabotaggi, propaganda ecc.) e tutti i reati in genere a sfon- do politico. A nessun altro organo o reparto in seno alla legione è concessa la prerogativa dello svolgimento della predetta attività - quanto mai delicata e speciale - e pertanto ogni emergenza, ogni avvenimento, ogni segnalazione o sospetto del genere dovranno essere urgentemente comunicati al competente Upi legionale per il di più a praticarsi”. Questa circolare, di cui è stata data lettura dal pubblico ministero nel corso della re- quisitoria, delinea assai chiaramente le caratteristiche di questo importante organo della legione Tagliamento, che lo Zuccari considerava con tutta evidenza il più importante e pre- diletto. Ma già prima della data della circolare l’Ufficio politico era efficiente e funzio- nante. A Vercelli esso aveva sede al Comando della legione, era diretto dal s. ten. Federico Boidi il quale, nonostante la giovanissima età, disimpegnava con serietà e con zelo il suo compito. Ai predetti membri dell’Ufficio politico della Tagliamento sono invero addebitate, in concorso con lo Zuccari, le sevizie particolarmente efferate a cui sarebbero stati sotto- posti i dieci fucilati di Borgosesia, tra cui l’Osella Giuseppe, già considerate non sussi- stenti o comunque non sufficientemente provate dal Collegio in sede di trattazione del- l’episodio relativo. Primo episodio, quindi, prima serie di episodi, che il Collegio ritiene di dover prendere in considerazione, è quello relativo alle sevizie particolarmente effera- te a cui furono sottoposti Mossotti Pietro, Bellotti Francesco36, prof. Ermenegildo Ber- tola37 e certo Barbero fra il dicembre 1943 ed il febbraio 1944. Tali sevizie sono addebi- tate allo Zuccari in concorso con il Boidi, il Cavallazzi ed il Leo. Di questi fatti esiste agli atti una denuncia a firma di Mossotti Pietro, presentata dallo stesso alla Stazione dei cara- binieri di Varallo Sesia in data 13-4-1946, inoltrata alla Corte di assise straordinaria di Vercelli. In detta denuncia il Mossotti diffusamente raccontava quanto da lui sofferto nel- le carceri della Tagliamento in Vercelli, dove rimase dal dicembre 1943 al 19 gennaio 1944: il teste non ebbe a subire particolari torture, mentre queste a dir suo, subirono certi Fran- cesco Bellotti, prof. Ermenegildo Bertola e Barbero. Nella denuncia significava come autori delle sevizie il Boidi ed alcuni militi. La denuncia veniva confermata dal Mossotti all’udienza del 27 giugno mentre all’udienza del 10 giugno deponeva il teste Barbero Giacomo Oreste, che sarebbe “certo Barbero”

183 del capo di imputazione. Egli dichiarava che era stato arrestato il gennaio 1944 mentre si trovava in negozio a Vercelli e portato alla caserma della Tagliamento, nella stessa Vercel- li, dove fu interrogato per una prima volta da certo capitano [Gino] Pignotti, dal tenente Boidi e dai militi [Aleramo] Spada e Nardo: i militi lo percossero con cinghie, calci di rivoltella e pugni, mentre il Boidi e il Pignotti lo ingiuriavano. Quindi fu trasportato in cortile dove fu legato ad una panca con una catena e così legato fu trasportato alla cascina Uccel- lone, vicino al paese di Caresana, dove furono trovati dieci inglesi colà nascosti. La sera stessa fu riportato in caserma dove subì un nuovo interrogatorio, questa volta presieduto dal solo Boidi, nella stessa stanza e con gli stessi sistemi e percosse del pri- mo. Riportato in cella, verso l’una e trenta del giorno sei, nel cuore della notte fu ricon- dotto nella stanza dell’ufficio politico, insieme al condetenuto Bellotti. Quivi furono legati ognuno su di una sedia in due stanze intercomunicanti, a torso nudo. Cominciarono gli interrogatori diretti da Boidi e le continue fortissime percosse inferte dai militi con nerbi di bue, cinghie di giberne e calci di pistole finché il teste fu ridotto coperto di sangue: perdeva sangue dalla bocca, dagli occhi e dalle orecchie, tanto che te- meva di essere leso internamente. Questo durò fino alle 4.30 ed il teste era ridotto in tale stato pietoso che per rianimarlo gli buttarono addosso un secchio di acqua. Consimile trat- tamento subiva alternativamente il Bellotti, che il teste poteva vedere dal posto in cui era. Ad un certo momento il Bellotti, che era meno robusto del Barbero e già da 25 giorni subiva un simile trattamento cadde svenuto con la sedia cui era legato ed un milite di cui il teste non conosceva il nome gli calpestò con calci la bocca. Gli ruppe i denti provocando- gli perdita di sangue mentre il Bellotti permaneva svenuto. Successivamente, verso le ore 6 del mattino, fu messo a confronto, in presenza dello Zuccari, con i dieci prigionieri in- glesi ed il giorno 7, dalle 11 di sera alle 4.30 del giorno 8 subì insieme col Bellotti un altro interrogatorio con le medesime sevizie e torture. Il teste era sicurissimo che tali sedute fossero presiedute dal Boidi. Invero dopo la li- berazione, egli si era informato sul Boidi e sulla sua famiglia e sua moglie si era recata a Torino dal padre del Boidi, perché voleva intentare causa civile contro il Boidi per rifusio- ne di danni patrimoniali subiti nella vicenda. Infatti la moglie del Barbero, Zucco Ester in Barbero, citata a comparire quale teste, dichiarava all’udienza del 26 luglio 1952 che ave- va conosciuto l’imputato Boidi perché fu lui stesso a dirle, nella caserma della Tagliamen- to in Vercelli, che suo marito sarebbe stato fucilato. Affermava che aveva potuto ben constatare che si trattava del Boidi, come di quello che arrestò e trattenne suo marito nella caserma in Vercelli, perché sentì bene quando questi declinò le sue generalità nell’udienza del 30-3-1944 al Tribunale militare di Torino duran- te il processo che fu celebrato a carico di suo marito accusato di aver nascosto i prigio- nieri inglesi. Ricordava di aver parlato con il Boidi fuori dal Tribunale e di averlo chiamato col suo nome. A Vercelli aveva visto suo marito dopo che era stato arrestato e dopo il primo inter- rogatorio: era in condizioni pietose per le percosse ricevute, nero in faccia tanto che al momento non lo riconosceva. Confermava di essere stata a Torino, dopo la liberazione, a parlare con l’avvocato Boidi, padre di Federico Boidi, ivi residente in corso Vinzaglio 5 bis, per poter conoscere il nome del denunciante che aveva fatto arrestare dal Boidi suo marito. L’avv. Boidi gli aveva risposto che non sapeva più dove si trovava il figlio. Il teste on.le Bertola Ermenegildo dichiarava che era stato arrestato nel gennaio 1944 dai militi della Tagliamento, in seguito alla confessione, resa sotto tortura, di uno dei com-

184 ponenti la formazione di salvataggio dei prigionieri inglesi dal teste capeggiata. Fu cattu- rato di notte e portato alla caserma della Tagliamento. Fu sottoposto a sevizie per costrin- gerlo a rivelare i particolari dell’organizzazione. Le sevizie consistevano in violente fusti- gazioni con nerbo di bue sulla schiena, in percosse con calcio della pistola alla faccia e alla testa ed in escavazione del palmo della mano con un coltello acuminato. Gli interro- gatori e le relative torture venivano eseguiti in una stanza denominata “Ufficio politico”, il teste non conosceva il nome del capo. Ricordava, tra coloro che furono ristretti in quel carcere e sui quali constatò i segni delle torture: Bellotti Francesco, successivamente fucilato, un certo Ivan di nazionalità bulgara ed un suo concittadino di nome Barbero. Poté constatare sulle parti visibili del corpo dei suoi compagni i segni evidenti delle bruciature provocate da sigarette accese: i connotati facciali del Bellotti e dell’Ivan erano deformati per le percosse ricevute. Anche colui che ebbe a rivelare il suo nome sotto tortura, certo Mastrovitti, presentava segni evidenti di torture subite. La storia del povero Bellotti è stata raccontata anche da altri testi, e particolarmente dal teste Moscatelli, che ebbe a narrare, all’udienza, come il giovane Bellotti fosse stato liberato dal carcere in seguito ad uno scambio di prigionieri intercorso tra il Moscatelli ed il Comando tedesco, che si era fatto consegnare i prigionieri partigiani in mano della Tagliamento con la forza, e li aveva ricondotti a casa con garanzia di vita salva. Invece il Bellotti era stato ucciso nel suo domicilio da elementi della Tagliamento, in spregio alla promessa fatta dal Comando tedesco. Il Collegio osserva che le testimonianze sopra riportate meritano piena fede: che il Boidi presiedesse agli interrogatori e alle relative torture è circostanza assolutamente certa; invero, oltre alla testimonianza del Barbero e di sua moglie, il Collegio ha potuto prende- re visione non verbalizzata del fascicolo processuale relativo al processo svoltosi a Tori- no il 30 marzo 1944 dinanzi al Tribunale militare del tempo, in cui furono sottoposti a giudizio il Barbero, il Mastrovitti e il Bertola. Il Boidi fu il teste principale di quel pro- cesso. Piena fede merita la testimonianza del teste Barbero, per quel che riguarda le sevizie da lui sofferte e quelle sofferte dal giovane Bellotti. Che si tratti di sevizie particolarmen- te efferate, e come tali debbano costituire causa ostativa all’applicazione dell’amnistia, appare chiaramente sulla scorta della giurisprudenza della Suprema corte di cassazione. Il percuotere l’arrestato con un nerbo di bue, con violenza tale fino a farlo svenire, nonché nel caso del Bellotti, il calcio finale sui denti, costituiscono, ad avviso del Collegio sevi- zie particolarmente efferate. Così pure, nel caso del Barbero, costituiscono sevizie particolarmente efferate le per- cosse con nerbo di bue e calcio di pistola alla faccia sino a provocare fuoriuscita del san- gue dalla bocca, dagli occhi e dalle orecchie. Tanto più se si tenga conto che tali sevizie vennero inferte a più riprese, chiaramente indicando negli autori un animo meditatamente malvagio. Si pensi che il Bellotti fu sottoposto a quel trattamento per 25 giorni, che il Barbero vi fu sottoposto una notte dopo l’altra, e così pure il Bertola. Quanto all’aspetto subbiettivo non vi è dubbio che il Boidi ed i suoi aiutanti dettero prova di crudeltà, insensibilità, mancanza di ogni sentimento di umanità, con l’effetto di scemare grandemente la resistenza delle vittime. La presenza del Boidi agli interrogatori non può ovviamente essere considerata come una semplice assistenza senza partecipazione attiva. Risulta agli atti che egli era il capo

185 dell’Ufficio politico, dicono i testi che egli presiedeva gli interrogatori, egli menò vanto della felice riuscita dell’operazione di polizia che condusse all’arresto dei componenti l’or- ganizzazione di assistenza ai prigionieri; perciò tali sevizie devono considerarsi da lui volute e determinate, in concorso con il suo comandante di legione, colonnello Zuccari, della cui corresponsabilità non vi può essere dubbio, dal momento che lo stesso teste Barbero ha riferito che dopo le torture venne interrogato dallo Zuccari, che peraltro era superiore diretto del Boidi, e che quindi non può che esserne stato a conoscenza, e aveva approvato e istigato alla commissione dei gravi delitti che nell’ufficio politico si commettevano. [...] In data 6 giugno 1944 la legione Tagliamento lasciava la zona del Vercellese, nella qua- le aveva stazionato sin dal settembre (sic) 1943, per essere inviata nelle Marche, e preci- samente nella provincia di Pesaro e Urbino, nelle lontane retrovie del fronte, che allora trovavasi in movimento nella zona di Ancona. In verità i militi della Tagliamento, e con essi i loro ufficiali, ritenevano di essere inviati direttamente al fronte, onde poter combattere contro gli Alleati: ma il comando tedesco, da cui la legione Tagliamento sempre dipese per l’impiego, riteneva evidentemente che questo reparto fosse ben più utile nell’esecu- zione di compiti di polizia militare, in attività di presidio e di sorveglianza di zone partico- larmente delicate, come già aveva dimostrato nei lunghi mesi trascorsi nel Vercellese dove la sua azione, se pur aveva dato frutti precari, aveva lasciato larghe tracce e solchi profon- di».

Dopo l’esposizione degli episodi, il giudice relatore passò (nella parte della sentenza relativa al giudizio di diritto) a esaminare e motivare la competenza, per materia e territo- rio, del Tribunale militare di Milano a giudicare gli imputati: ritenne opportuno innanzi tutto considerare la natura militare dei reati contestati (tutti gli imputati, tranne il Caval- lazzi, alla data dell’8 settembre 1943 prestavano servizio militare nei ranghi delle Forze armate italiane) e citò la giurisprudenza in proposito. Proseguì con l’illustrazione delle valutazioni del Collegio sulla “natura giuridica della Repubblica sociale sia riguardo al diritto internazionale, sia riguardo al diritto positivo italiano”, contestando e rigettando teorie esposte da difensori degli imputati: i giudici si soffermarono ampiamente sugli aspetti che avevano fatto della Rsi un “ente” alle dipen- denze dell’occupante tedesco (“un peculiare modo di esercitare l’occupazione del terri- torio italiano da parte dello Stato germanico”) e, dal punto di vista dell’ordinamento ita- liano, “un organismo con nessuna veste giuridica”, concludendo che alla Rsi non poteva “essere riconosciuta legittimità alcuna, né ai suoi atti, né agli ordini dell’autorità da essa costituita”. Il Collegio ritenne poi di esporre alcune considerazioni relative ai partigiani, dimo- strandone la qualità di legittimi belligeranti, sia per quanto riguarda l’ordinamento inter- nazionale sia nell’ambito dell’ordinamento italiano. I giudici affrontarono quindi alcune questioni sollevate dalla difesa (errata composi- zione del Consiglio, improcedibilità dell’azione penale nei confronti di alcuni imputati, rifiuto di citazione di testi) motivando il rigetto delle richieste. Passando all’esame delle singole responsabilità degli imputati “il Collegio, fornendo il giudizio logico su ciascuno di essi, ricono[bbe] la sussistenza di cause ostative all’ap- plicazione dell’amnistia” nei confronti di Zuccari “per la sua responsabilità diretta o in concorso con i suoi dipendenti” in trentadue episodi, dieci dei quali avvenuti in provincia di Vercelli e uno in provincia di Novara. Provata “la responsabilità dello Zuccari in tutti gli

186 omicidi perpetrati su suo diretto ordine” e affermato il concorso “con i suoi subalterni in tutti i casi in cui costoro applicavano alla lettera gli ordini riferentisi al trattamento dei partigiani catturati, o di coloro ritenuti tali” (fucilazione immediata) con il ricorso a nu- merosi documenti provenienti dall’archivio della legione, nella sentenza fu evidenziato, in risposta all’arringa della difesa (secondo cui Zuccari sarebbe stato portato a commette- re i reati ascrittigli “perché determinato dal fine di conseguire la vittoria e difendere l’onore della Patria”) che nessuna circostanza poteva attenuare le responsabilità dell’imputato essendo stata “ampiamente dimostrata la particolare intensità del tradimento operato dal- lo Zuccari ai danni del legittimo governo”. Esaminando la posizione di Silvio Ravaglia, il Collegio ritenne che non fosse stata rag- giunta “prova sufficiente del suo concorso”, ma di non poterlo prosciogliere “con formu- la assolutoria, ritenendo che le sue funzioni non erano [state] di lieve importanza”. La responsabilità, in concorso con Zuccari, fu invece riconosciuta nei confronti di Nello Rastelli (“comune delinquente il quale ha trovato nella legione Tagliamento e nel periodo eccezionale in cui ebbe a servire in essa la propizia occasione per mettere in pratica e sfo- gare le proprie negative attitudini”) e le richieste della difesa di concessione di attenuanti furono respinte. Complessa fu la trattazione delle responsabilità di Guido Alimonda: la difesa aveva in- fatti proposto, gradatamente, un gran numero di cause obiettive che avrebbero escluso la punibilità dell’imputato (per aver agito nell’adempimento di un ordine superiore, per aver ritenuto di obbedire a un ordine legittimo, per aver agito in stato di necessità). Il Collegio provò invece la piena corresponsabilità dell’imputato, concedendo tuttavia alcune attenuanti e diminuenti (“in considerazione delle particolari sollecitazioni psicologiche che l’[aveva- no] indotto alla collaborazione” e “in omaggio a [due] decorazioni” al valor militare otte- nute nel lungo periodo di servizio militare prima dell’8 settembre 1943), rifiutandone al- tre (“l’incessante attività guerresca contro i partigiani non può essere considerata di lieve entità”) e sentenziando inoltre la fruibilità degli indulti previsti da alcuni decreti presiden- ziali (l’imputato non fu ritenuto latitante nel periodo che precedette il suo arresto, avve- nuto a Cagliari il 5 gennaio 1952, perché l’ordine di cattura della Corte di assise straordi- naria di Brescia non era stato diramato alla polizia e ai carabinieri dell’isola). Per quanto riguarda Antonio Fabbri, provata la sua corresponsabilità, il Collegio riten- ne di non dover concedere attenuanti né diminuenti, anche in considerazione del perdu- rante stato di latitanza. Lunga fu pure la trattazione delle responsabilità di Carlo De Mattei: provata la respon- sabilità del reato ascrittogli, il Collegio si soffermò a considerare le controdeduzioni pro- spettate dalla difesa (non punibilità per aver agito non con coscienza e volontà, per aver agito in obbedienza a ordini ricevuti o ritenuti tali per errore di fatto e, subordinatamente, per aver agito in stato di necessità) rigettandole tutte; considerando tuttavia che per quan- to ne sussistesse il fondato sospetto, non risultava che avesse “partecipato in concorso di altre uccisioni”, il Collegio ritenne di concedere le attenuanti generiche. Per quanto riguarda Pietro Muzzi, non essendo emerse prove sufficienti dell’imputa- zione contestatagli, fu decisa l’applicazione dell’amnistia e la revoca del mandato di cat- tura nei suoi confronti. Il Collegio stabilì poi di dover concedere attenuanti all’imputato Alfonso De Filippis, pur esistendo prova della sua responsabilità, in considerazione “della giovanissima età al momento dei fatti” (ventitré anni).

187 Passando infine alla trattazione della posizione di Federico Boidi, accertata la respon- sabilità dell’imputato e rigettate le istanze della difesa (non punibilità per aver agito in stato di necessità) e la richiesta di diminuzione della pena, il Collegio ritenne di concedere le attenuanti “in considerazione della giovane età” (ventidue anni)38. Il Tribunale dichiarò quindi Zuccari, Menegozzo, Rastelli, Alimonda, Fabbri, De Mat- tei, Sardo, Cavaterra, De Filippis, Agostini, Boidi e Cavallazzi colpevoli del reato ascritto e condannò Zuccari, Rastelli, Fabbri, Cavallazzi all’ergastolo, Cavaterra, Boidi, De Filip- pis alla pena di ventiquattro anni di reclusione, Agostini a ventidue anni di reclusione, De Mattei a venti anni, Alimonda a diciotto, di cui tredici condonati, Menegozzo e Sardo a sedici, di cui undici e otto mesi condonati. Tutti furono inoltre condannati alla degradazione, all’interdizione perpetua dai pubbli- ci uffici e alle altre conseguenze di legge e al pagamento, in solido, delle spese proces- suali. Il Tribunale dichiarò invece di non doversi procedere nei confronti di Ravaglia, Sil- vestri, Muzzi e Leo, essendo i reati loro ascritti estinti per intervenuta amnistia e ordinò la revoca dei mandati di cattura emessi nei loro confronti. Immediatamente i due imputati detenuti, Menegozzo e Alimonda, e i difensori degli imputati latitanti presentarono ricorsi al Tribunale supremo militare per annullamento della sentenza39. Il difensore di Ragonese presentò ricorso per annullamento delle ordinanze emesse nel corso del dibattimento (stralcio degli atti e procedimento separato). Il 26 aprile 1954 il Tribunale supremo militare sentenziò sui ricorsi prodotti: dichiarò inammissibili i ricorsi di Ragonese, Silvestri e Cavallazzi, accolse quelli di Alimonda, Sardo e Menegozzo, dichiarando il reato estinto per amnistia, rigettò quelli di Zuccari, Rastelli, De Mattei, Cavaterra, De Filippis, Boidi e Agostini. In applicazione del dpr 19 dicembre 1953, n. 922, ridusse la pena a Zuccari, Rastelli e Cavallazzi (dieci anni di reclusione) a Cavaterra, De Filippis, Boidi e Agostini (due anni) e condonò totalmente la pena inflitta a De Mattei; ordinò inoltre la scarcerazione di Alimonda e Menegozzo, se non detenuti per altra causa, e la revoca dei mandati di cattura nei confronti di De Mattei e Sardo. Avverso questa sentenza l’imputato Fabbri (ricoverato in stato di detenzione all’ospe- dale militare di Verona) interpose un nuovo ricorso al Tribunale supremo il giorno stesso in cui gli fu notificata (4 gennaio 1955). Il Tribunale, il 3 febbraio 1956, annullò la senten- za “per mancata costituzione del rapporto processuale e rinv[iò] al Tribunale militare di Milano per nuovo esame”. Questo Tribunale il 29 marzo dello stesso anno dichiarò di non doversi procedere a carico del Fabbri per il reato di aiuto al nemico per intervenuta amnistia e che, per quanto riguardava gli altri reati di cui era accusato, doveva essere assolto rispettivamente perché erano stati commessi in stato di necessità, per adempiere a un dovere, perché non costi- tuenti reato e per non aver commesso i fatti40, e ne ordinò pertanto la scarcerazione, se non detenuto per altra causa. Il Tribunale dichiarò inoltre di non doversi procedere a carico di Ragonese per il reato di aiuto al nemico per intervenuta amnistia e che, per quanto riguardava gli altri reati, do- veva essere assolto per non aver commesso i fatti, per averli compiuti in adempimento di un dovere, perché non costituenti reato41. Con successive ordinanze, nel 1959 e nel 1962, il Tribunale militare di Milano dichia- rò estinti per amnistia i reati di aiuto al nemico nei confronti di De Filippis42, Agostini e Boidi43, Zuccari44 e Cavallazzi45, revocando gli ordini di carcerazione e disponendo per tutti la cessazione dell’esecuzione della condanna.

188 Dei dodici condannati (su diciassette giudicati) dal Tribunale militare di Milano nel 1952 solo tre quindi (Menegozzo, Alimonda e Fabbri) scontarono alcuni mesi di carcere; gli altri erano emigrati verso gli accoglienti lidi dell’America latina, da cui molti tornaro- no dopo la promulgazione dell’amnistia, senza aver scontato un giorno di carcere. Come ebbe a sostenere Georges Clemenceau, primo ministro francese all’inizio del Novecento, “la giustizia militare sta alla giustizia come la musica militare sta alla musi- ca”.

1 Se ne veda la biografia in appendice. 2 Per alcune notizie sul 63o battaglione “M” e sulla legione “Tagliamento” e per una bibliografia essenziale si veda in appendice. 3 Se ne veda la biografia in appendice. 4 All’epoca della redazione di questo articolo l’originale della sentenza (di cui era stata acquisita fotocopia dall’Istituto nel 1974) era conservato nell’archivio del Tribunale militare territoriale di Tori- no (l’autorizzazione alla pubblicazione fu concessa dal presidente del Tribunale il 24 ottobre 1984); successivamente gli atti processuali furono trasferiti all’Archivio di Stato di Milano, dove, nel corso di una ricognizione effettuata da ricercatori dell’Istituto alcuni anni fa, non risultò presente. 5 Pubblichiamo inoltre i passi relativi a un eccidio perpetrato dalla “Tagliamento” a Forno di Valstrona (in provincia di Novara, al confine con la Valsesia) perché facente parte della vasta azione antiparti- giana sviluppata dalla legione contro le formazioni partigiane valsesiane. Un’altra parte della sentenza fu pubblicata con il titolo Guerra civile o guerra di liberazione?, in “l’impegno”, n. 3, dicembre 1989 ed è riedita nel sito web dell’Istituto. 6 Nell’elenco che segue non sono stati riportati i dati relativi a paternità e maternità, stato civile, indirizzo, nonché lo status di “alfabeta, incensurato” (che riguarda tutti gli imputati). 7 Seguono sessantatré capi di accusa, di cui diciassette relativi a episodi avvenuti in provincia di Vercelli e uno in provincia di Novara. Omettiamo l’elenco poiché gli episodi sono ampiamente de- scritti più avanti; tuttavia dove necessario i capi d’imputazione sono riportati in nota. 8 Segue l’elenco degli altri imputati e dei reati specifici a essi singolarmente ascritti. 9 Omettiamo la premessa sulle vicende processuali. 10 Omettiamo il riferimento a un episodio avvenuto in un’altra provincia. 11 Su questo episodio si veda anche PIERO A MBROSIO, Dicembre 1943: iniziano le azioni con- tro i “ribelli”. Le azioni partigiane, gli scioperi, le rappresaglie nei documenti inediti della Pre- fettura repubblicana fascista, in “l’impegno”, a. III, n. 4, dicembre 1983, qui riedito. 12 Pietro Giuseppe Ciceri, nato il 9 giugno 1896 a Suno (No), dopo aver risieduto a Quarona, nel settembre 1939 si trasferì a Crevacuore, dove gestì un laboratorio ciclistico. Squadrista, sciarpa litto- rio. Durante l’occupazione nazifascista partecipò a rastrellamenti, distinguendosi per ferocia. Dopo la

189 Liberazione fu processato, in stato di latitanza, dalla Sezione speciale della Corte d’assise di Vercelli che, l’8 novembre 1946, lo condannò a trent’anni di reclusione. Quando furono svolte ricerche per l’esecuzione della sentenza si scoprì che era deceduto il 6 maggio 1945 in Valtellina, a Val Masino (So). 13 Il capo d’imputazione al numero 2 della rubrica di Zuccari è: “uccisione, dopo sevizie partico- larmente efferate, di Giuseppe Osella, Renato Rinolfi, Giuseppe Fontana, Mario Canova, Silvio Loss, Angelo Longhi, Enrico Borandi, Adelio Bricco, Emilio Galliziotti, Renato Topini il 22 dicembre 1943 a Borgosesia”. Su questo episodio si veda anche P. AMBROSIO, Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i “ribelli”, cit. 14 Durante la Resistenza (e all’epoca del processo a cui si riferisce questa sentenza) Borgosesia non aveva ancora acquisito lo status di città (che sarà concesso con decreto del 13 dicembre 1957). 15 Se ne veda la biografia in appendice. 16 Se ne veda la biografia in appendice. 17 Si veda la sua testimonianza nel video Episodi della Resistenza valsesiana, b/n e col., 40', da me realizzato nel 1987 per l’Istituto. 18 Su questo episodio si veda anche P. AMBROSIO, Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i “ribelli”, cit. 19 L’episodio di cui al n. 3 della rubrica Zuccari fu trattato più avanti, essendo ascritto anche alle rubriche di Boidi, Cavallazzi e Leo. 20 I capi d’imputazione sono così formulati nella rubrica Zuccari: “5o devastazione del caffè risto- rante della stazione di Quarona (Vercelli), ai danni di Aldo Ballarati, per un valore dichiarato di L. 400.000, l’11 aprile 1944; 6o saccheggio di denaro, titoli, oggetti d’oro e d’abbigliamento, ai danni di Luigi Scaramiglia, per un valore dichiarato di L. 180.000, il 17 gennaio 1944 a Roccapietra di Varal- lo Sesia”. 21 La requisitoria del vice procuratore militare Egidio Liberti fu pubblicata dall’Istituto nel 1974, con il titolo Quando bastava un bicchiere d’acqua. 22 L’episodio figura al numero 7 dei capi di imputazione contro Zuccari. 23 L’episodio figura al numero 8 dei capi di imputazione contro Zuccari. 24 La rubrica riporta come località dell’uccisione di Attilio Foglia, il 7 aprile 1944, “Forno di Fo- bello (Vercelli)”: in realtà avvenne nei pressi del Baranca, nel territorio del comune di Fobello. 25 Al numero 10 della rubrica delle imputazioni a carico di Zuccari risulta: “incendio e saccheggio della Villa Lancia, dell’Albergo Baranca di proprietà di Alessandro e Giacinto Marchialli, di case a Varallo di proprietà di Ezio Zaquini, Leo Colombo, Pietro Rastelli e di altre a Castagneia di Breia nonché di ottantatré cascinali a Fobello, Rimella e dintorni, dal dicembre 1943 al giugno 1944”. 26 Il diario per il periodo dal 1 marzo al 6 giugno 1944 è stato edito nell’articolo Il diario del 63o battaglione “M”, in “l’impegno”, a. XI, n. 2, agosto 1991, qui riedito. 27 Sulla repressione attuata all’inizio di aprile del 1944 in val Mastallone si veda ALBERTO LOVAT- TO, “Volontari per forza”: lavoratori civili in Germania. Il caso di Fobello, in “l’impegno”, a. VI, n. 3, settembre 1986. 28 L’undicesimo capo d’accusa della rubrica Zuccari riguarda un episodio avvenuto il 6 aprile 1944 in provincia di Brescia, non commesso dalla “Tagliamento” e che “non si sa per quale ragione finì per figurare nel capo di imputazione di Zuccari”. 29 L’episodio figura al numero 14 dei capi di imputazione contro Zuccari. 30 Il capo d’imputazione al numero 15 della rubrica Zuccari è: “uccisione dei partigiani Luigi Dalle Tezze, Sante Favaro, Erio Botti, Enrico Maucci, Benvenuto Zoppis, Pierino Vercellina, Adriano Boe- ro, Elio Fontanella, Dino Giacopuzzi l’8 maggio 1944 in conflitto a Santa Maria di Curino. Al numero 16 figura l’uccisione “del civile Giovanni Pagliazzo il 9 maggio 1944 ad opera del capo manipolo De Mattei”. 31 Francesco Moranino: se ne veda la biografia in appendice. 32 Il brano del diario è riportato con alcune inesattezze formali. Il testo esatto e completo può essere letto a p. 124. 33 Il capo d’imputazione è: “uccisione di venti partigiani, tra cui Vettorello Bruno, Morecchio Bru- no [recte Luigi], Sereno Livio [recte Elivio Carlo] in attacco di sorpresa alle cascine Mondovà e Ca- prera, e Cangemi Mario, Ginardi [recte Finardi] Guido, Grosso Riccardo, Buratto Francesco, Ber-

190 totti Rombaldo [recte Rambaldo], Costa Ugo, Bianchetto Renato, Bianchetto Eraldo, Ferrari Ber- nardo [recte Bernardino], Montaruli Luigi [recte Nicola], Aglietti Aldo, Colletta [recte Coletta] Ma- rio, Belli Luciano, Mozzon [recte Mizzon] Giuseppe, Melo Vildo, Colli Silvio, Merlin Ernesto me- diante fucilazione il 17 maggio 1944 in Mottalciata”. I primi tre citati furono uccisi alla cascina Capre- ra, nella frazione Castellengo di Cossato, mentre i partigiani sorpresi alla cascina Mondovà furono tutti catturati e fucilati al cimitero di Mottalciata. 34 Sui fonogrammi del 63o battaglione per il periodo dal 25 aprile al 30 giugno 1944 si veda l’ar- ticolo Legionari in Valsesia e nel Biellese. Un mese di vita del 63o battaglione della “Taglia- mento”, in “l’impegno”, a. XXVIII, nuova serie, n. 1, giugno 2008, qui riedito. 35 Corrispondenti al numero 3 della rubrica Zuccari: “sevizie particolarmente efferate commesse tra il dicembre 1943 e il febbraio 1944 in provincia di Vercelli ai danni di Pietro Mossotti, Francesco Bellotti, Ermenegildo Bertola, Giacomo Oreste Barbero ad opera dei componenti l’Ufficio politico comandato dal tenente Boidi e agli ordini diretti del comandante Zuccari”. 36 Francesco Bellotti, nato l’11 ottobre 1901 a Borgosesia, operaio linotipista a Milano, comuni- sta. Ritornato in Valsesia, nel settembre 1943 aderì al movimento partigiano, svolgendo compiti di informatore. Catturato il 30 dicembre a Varallo a causa di una delazione, fu tradotto nelle carceri di Vercelli, dove subì pesanti interrogatori e torture. Fu liberato il 9 febbraio 1944 nel primo scambio di prigionieri effettuato in Valsesia tra tedeschi e partigiani. Il 18 marzo fu nuovamente arrestato a Varallo da una pattuglia della “Tagliamento” e ucciso a pochi passi dalla sua abitazione. Sulla sua liberazione si veda PIERO AMBROSIO, Rappresaglia kaputt. Serravalle Sesia, febbraio 1944, Borgosesia, Isr Vc, 1979. 37 Ermenegildo Bertola, nato il 12 luglio 1909 a Vercelli. Insegnante di filosofia (fu poi preside di liceo e libero docente di Storia della filosofia medievale all’Università Cattolica di Milano). Nel no- vembre del 1943 costituì una commissione per l’espatrio clandestino degli ex prigionieri di guerra al- leati. In seguito contribuì a organizzare (in rappresentanza della Democrazia cristiana) il Comitato di liberazione nazionale di Vercelli, di cui divenne presidente. Per la sua attività clandestina (svolta con il nome di copertura “Dottor Terzi”) fu arrestato nel gennaio 1944 e nel gennaio 1945. Rilasciato e nuovamente ricercato, si dovette rifugiare nel Monferrato. Partecipò alla liberazione di Torino. Tra il 1945 e il 1946 fu segretario della Federazione vercellese della Dc e fu consigliere comunale di Ver- celli fino al 1952. Dopo essere stato eletto alla Costituente e alla Camera dei deputati nel 1948, fu eletto senatore nel 1968 (nel secondo governo Leone, fu sottosegretario per il Tesoro) e nel 1972. Dal 1974 al 1980 fu consigliere scientifico dell’Istituto per la storia della Resistenza in provincia di Vercelli. Morì il 25 giugno 2000 a Vercelli. Su di lui si veda MARCO NEIRETTI, Ermenegildo Bertola, in ENRICO PAGANO (a cura di), “Tra i costruttori dello stato democratico”. Vercellesi, biellesi e valsesiani all’Assemblea costituente, Varallo, Isrsc Bi-Vc, 2010. 38 Non ci occupiamo della trattazione delle responsabilità di Menegozzo, Silvestri, Sardo, Cava- terra, Agostini, Leo poiché i reati a essi ascritti ritenuti dal Collegio cause ostative all’applicazione dell’amnistia non furono commessi in provincia di Vercelli. 39 Il primo ricorso registrato dal cancelliere militare fu quello presentato dal difensore di Agostini il 28 agosto (lo stesso giorno in cui era stata emessa la sentenza), l’ultimo fu quello presentato dai difensori di Silvestri il 1 settembre. 40 Nel primo caso il riferimento è alla fucilazione di Forno di Valstrona, negli altri casi a esecuzioni avvenute in altre province. 41 In questa sentenza si fa riferimento a cinque episodi (indicati con lettere alfabetiche) di cui non si forniscono gli estremi, mentre nella rubrica delle imputazioni della sentenza del 28 agosto 1952 si faceva riferimento solo all’episodio di Mottalciata. Gli altri episodi sono evidentemente quelli emersi nel corso dell’istruttoria per i quali era stato richiesto lo stralcio e il rinvio a giudizio separato. In base ai documenti consultati non è stato possibile stabilire la correlazione tra i capi di accusa e le singole motivazioni di assoluzione. 42 Ordinanza del 5 agosto 1959. 43 Ordinanza del 27 ottobre 1959. 44 Ordinanza del 1 dicembre 1959. 45 Ordinanza dell’8 novembre 1962.

191 Appendice

Ordinamento della Mvsn e della Gnr La Milizia volontaria per la sicurezza nazionale fu istituita con decreto legge nel gen- naio 1923, col compito di difendere la “rivoluzione fascista” e garantire l’ordine pubbli- co: rispondeva alla necessità del governo fascista di crearsi una propria forza armata (era infatti posta alle dirette dipendenze di Mussolini e costituita perlopiù da ex squadristi). Nel suo ordinamento una zona corrispondeva a una divisione del regio esercito, una legio- ne a un reggimento, una coorte a un battaglione, una centuria a una compagnia, un manipo- lo a un plotone. Il Piemonte costituiva la I zona. Gradi della Milizia (tra parentesi i corrispondenti gradi dell’esercito): primo caporale d’onore (maresciallo dell’Impero), caporale d’onore (generale di gruppo d’armate o mare- sciallo d’Italia), primo comandante generale (generale comandante di corpo d’armata in guerra), comandante generale (generale di corpo d’armata), luogotenente generale (generale di divisione), console generale (generale di brigata), console (colonnello), 1o seniore (te- nente colonnello), seniore (maggiore), centurione (capitano), capo manipolo (tenente), sottocapomanipolo (sottotenente), primo aiutante, aiutante capo (maresciallo maggiore), aiutante (maresciallo), primo capo squadra (sergente maggiore), caposquadra (sergente o vice brigadiere dei carabinieri), vice caposquadra (caporal maggiore), camicia nera scelta (caporale), camicia nera (soldato o allievo carabiniere)1. Il 26 luglio 1943 il governo Badoglio ordinò che la Milizia fosse sciolta e che i suoi appartenenti entrassero a far parte dell’esercito, agli ordini del generale di Corpo d’arma- ta Quirino Armellini. La Repubblica sociale italiana costituì nel dicembre 1943 la Guardia nazionale repub- blicana con la fusione dei reparti dell’ex Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, dell’Arma dei carabinieri e del Corpo di polizia dell’Africa italiana. Gradi della Gnr (tra parentesi i corrispondenti gradi dell’esercito della Rsi, se diver- si): generale (generale di corpo d’armata), tenente generale (generale di divisione), mag- gior generale (generale di brigata), colonnello, tenente colonnello, maggiore, capitano, tenente, sottotenente, primo aiutante (maresciallo maggiore), aiutante capo (maresciallo maggiore), aiutante (maresciallo), brigadiere (sergente maggiore), vice brigadiere (ser- gente), milite scelto (caporal maggiore), milite (caporale), allievo milite (soldato)2.

I battaglioni “M” in provincia di Vercelli I battaglioni “M” (dall’iniziale del cognome del duce) furono unità scelte della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, costituite durante la seconda guerra mondiale, po- tenziando battaglioni d’assalto distintisi in combattimento, addestrati con corsi speciali. Tra questi il 63o battaglione d’assalto “M” della legione “Tagliamento”, di Udine, il batta-

192 glione d’assalto “M” Pontida, il 29o battaglione d’assalto “M”, il 115o battaglione d’assal- to “M” Montebello che, durante la Repubblica sociale, inquadrati nella Guardia nazionale repubblicana, operarono anche in provincia di Vercelli. Il 63o battaglione “M”, agli ordini del seniore Merico Zuccari, subito dopo l’8 settem- bre 1943 si aggregò, assieme ad altri reparti, alla II divisione paracadutisti tedesca e i suoi componenti pronunciarono il giuramento militare tedesco. Dapprima impiegato sulle montagne appenniniche in operazioni di rastrellamento degli ex prigionieri angloameri- cani fuggiti dai campi di concentramento, alla fine di novembre fu inviato a Chiari (Bs). Il reparto giunse a Vercelli il 19 dicembre e nei giorni seguenti fu inviato in Valsesia e nel Biellese, dove si distinse per una raccapricciante serie di delitti e di atrocità. All’arrivo a Vercelli la forza del 63o battaglione era di diciassette ufficiali, trentaquat- tro sottufficiali, trecentosei uomini di truppa: in totale trecentocinquantasette elementi, di cui trecentoventidue effettivamente presenti. L’armamento era costituito da quattrocen- toventicinque moschetti, ventisei fucili mitragliatori, tredici mitragliatrici tedesche, quattro mortai da 45 mm, sei mortai da 81 mm, tre cannoni anticarro da 37 mm, quattromila bom- be a mano e una dotazione di circa duecentomila cartucce e circa milletrecento proiettili per i cannoni. Aveva a disposizione diciannove autocarri, due automobili e due motociclette. Era composto in buona parte da uomini provenienti dall’Italia centrale e dalle regioni del Nord-Est: risulta, ad esempio, da un elenco di centosessantun iscritti al Partito fasci- sta repubblicano che cinquantadue (pari al 32,30%) erano romani, altri diciannove (11,80%) provenivano da regioni del Centro, quarantaquattro (27,33%) dal Nord-Est, trentaquattro (21,12%) dal Nord-Ovest, sei (3,73%) dalle regioni insulari, uno (0,62%) dal Sud, men- tre di cinque (3,10%) non è individuabile la regione di provenienza. Dai dati disponibili la seconda regione per numero di appartenenti al battaglione risulta il Friuli (ventotto). Il 1 marzo 1944, con la fusione del 63o battaglione e del battaglione giovanile “Camil- luccia” (giunto a Vercelli il 22 gennaio 1944, di cui il comandante generale della Gnr Re- nato Ricci il 29 febbraio aveva disposto la revoca dello scioglimento), fu costituita, al comando di Zuccari, la legione “Tagliamento”. I due battaglioni furono posti agli ordini rispettivamente del maggiore Giuseppe Rago- nese e del maggiore Oreste Menegozzo. La “Tagliamento” operò prevalentemente a Ver- celli, in Valsesia e in Valsessera; compì tuttavia operazioni anche in valle Strona (Novara) e nella valle di Gressoney (Aosta). Il 6 giugno, dopo essere sfilata il giorno prima a Ver- celli davanti al generale Renato Ricci, comandante generale della Guardia nazionale re- pubblicana, la legione partì per le Marche3. Il battaglione “Pontida”, comandato dal maggiore Carlo Zanotti, articolato su quattro compagnie, fu inviato in provincia di Vercelli per sostituire la legione “Tagliamento”: fis- sò inizialmente la propria sede a Vercelli (dal 1 al 28 giugno 1944) e successivamente a Biella (dal 29 giugno 1944 all’aprile 1945). Nell’agosto 1944 entrò a far parte della divi- sione “Etna”, assumendo la denominazione di 3o battaglione d’assalto “Pontida”. Il reparto operò, oltre che in provincia di Vercelli, anche in val d’Ossola e nel Canavese. Il 115o battaglione “Montebello” (che pure entrò a far parte della divisione “Etna”), articolato su quattro compagnie, operò nel Biellese dal 26 gennaio 1944 fino al 28 aprile 1945. Al suo comando si avvicendarono il tenente colonnello Aurelio Languasco, il maggio- re Alessandro Manfredi, il capitano Fernando Travaglini e il maggiore Eugenio Sanchini. Il reparto compì cicli operativi anche in val d’Aosta, in val d’Ossola, nel Cuneese e nel Co- masco.

193 Il 29o battaglione “M” (comandato dal maggiore Paolo Arbizzoni, articolato su tre com- pagnie) operò in Valsesia dal febbraio all’ottobre 1944. Anch’esso nell’agosto 1944 fu incorporato nella divisione “Etna”.

Franco Boggio Nato il 26 marzo 1899 a Mosso Santa Maria, residente a Biella. Cugino del podestà di Varallo, Giuseppe Osella. Partecipò alla prima guerra mondiale con il grado di capitano di cavalleria di comple- mento; si iscrisse al fascio biellese nel 1921, senza ricoprire incarichi. Rappresentante di zona dell’Agip. Nel settembre 1943 partecipò alla costituzione del fascio repubblicano. Il 27 dicembre fu nominato giudice del Tribunale provinciale straordinario di Novara. Accusato di “attività antinazionale nella sua qualità di annunciatore della stazione emit- tente clandestina denominata Radio Baita in Biella” (installata nel mese di novembre nella sede della polizia tedesca, che cercava “di favorire un accordo diretto tra tedeschi e parti- giani prendendo un tono antifascista che divenne [...] aspramente polemico”), fu arrestato il 30 dicembre 1944 per “denigrazione del Duce e oltraggio alle autorità Repubblicane”, schedato nel Cpc come antifascista, espulso dal Pfr e denunciato alla Commissione pro- vinciale per i provvedimenti di polizia, che il 27 gennaio 1945 lo condannò a cinque anni di confino. Fu tuttavia solo segregato in una camera dell’ex caserma della polizia di Biel- la, dove ricevette un trattamento di favore. Il 18 aprile fu trasferito a Milano. Dopo la Liberazione la Questura di Vercelli emanò un ordine di arresto nei suoi con- fronti, per il reato di collaborazionismo, ma le ricerche furono infruttuose, essendosi nel frattempo reso latitante. Nel giugno 1946 la Corte straordinaria d’assise pronunciò sen- tenza di non luogo a procedere, essendo il reato estinto per amnistia. Proseguì l’attività di rappresentante commerciale. Nel 1959 si trasferì a Courmayeur (Ao). Morì il 22 maggio 1973 a Milano.

Francesco Moranino (Gemisto) Nato il 6 febbraio 1920 a Tollegno, ivi residente, impiegato della Gioventù italiana del littorio. Il 18 gennaio 1941 fu arrestato in seguito alla scoperta del gruppo antifascista “Go- mirc” (Gruppo operai movimento italiano rivoluzionario comunista) che aveva costituito. Deferito al Tribunale speciale per la difesa dello Stato, l’8 aprile fu condannato a dodici anni di reclusione, a sei mesi di arresto, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e alla libertà vigilata. Fu detenuto a Civitavecchia (Rm) e a Castelfranco Emilia (Mo). Scarcerato il 26 agosto 1943, dopo l’8 settembre fu uno dei primi organizzatori del movimento di liberazione nel Biellese. Comandante del distaccamento “Pisacane”, poi della 50a brigata d’assalto Garibaldi “Nedo” e successivamente commissario politico della XII divisione, fu una delle figure più note della Resistenza. Dopo la Liberazione ricoprì incarichi nel Partito comunista. Eletto deputato all’As- semblea Costituente, fece parte del terzo governo De Gasperi (1947) come sottosegreta- rio alla Difesa. Rieletto alla Camera dei deputanti nel 1948, nel 1951 fu nominato segre- tario della Federazione mondiale della gioventù democratica. Nello stesso anno, ingiusta- mente accusato di aver fatto uccidere cinque sospette spie e le mogli di due di loro, fu costretto a riparare in Cecoslovacchia. Nel 1953 fu nuovamente eletto deputato e ritornò in Italia, ma due anni dopo (essendo stata approvata una nuova autorizzazione a procedere

194 per la stessa imputazione) fu ancora costretto a espatriare. Processato in contumacia, il 22 aprile 1956 fu condannato all’ergastolo. La sentenza fu confermata anche dalla Corte d’assise d’appello. Nel 1958, in seguito a rilievi sollevati sullo svolgimento delle indagini e del processo, il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi commutò la pena in dieci anni di reclusione. Il 27 aprile 1965, in occasione del ventennale della Resistenza, fu graziato dal presi- dente della Repubblica Giuseppe Saragat, ma rifiutò il provvedimento e tornò in Italia solo l’anno seguente, quando fu riconosciuto che l’episodio per cui era stato condannato era un atto di guerra e fu amnistiato. Nel 1968 fu eletto senatore nel collegio di Vercelli. Morì il 18 giugno 1971 a Grugliasco (To)4.

Michele Morsero Nato il 9 ottobre 1895 a Torino, diplomato in ragioneria, interventista, combattente nella prima guerra mondiale con il grado di sottotenente in un reparto di fanteria, fu ferito e decorato di medaglia d’argento. Poi una vita dedicata al fascismo: squadrista dal 1921, partecipò alla marcia su Roma; ufficiale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale dalla fondazione, comandante di reparti di Roma e, successivamente, delle legioni di Cre- mona e di Torino, partecipò come volontario alla campagna d’Etiopia (dove comandò un battaglione e fu nuovamente decorato di medaglia d’argento) e alla guerra di Spagna (sem- pre al comando di un battaglione di camicie nere, ottenendo la promozione a console). Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio nell’esercito in Africa settentrionale e sul fronte greco-albanese, col grado di tenente colonnello. Il 1 novembre 1942 fu nomi- nato segretario federale del Partito a Lucca, dove, pochi mesi dopo, lo colse il crollo del regime. Il 21 ottobre 1943 fu nominato capo della provincia di Vercelli, dove giunse il 25 e dove assunse anche le funzioni di federale, fino al 23 marzo 1944, quando l’incarico fu assegnato a Gaspare Bertozzi. Si impegnò energicamente per la riorganizzazione della Fe- derazione fascista, per la ricostruzione delle forze armate e per la repressione del movi- mento partigiano. Nel pomeriggio del 26 aprile 1945, mentre ormai i partigiani stavano entrando in Ver- celli, abbandonò la città, con una colonna di oltre duemila uomini, in un inutile tentativo di fuga. Fermato a Castellazzo Novarese da una brigata garibaldina valsesiana, fu dapprima processato il 1 maggio dal Tribunale militare di Novara, che lo rinviò, per competenza ter- ritoriale, al Tribunale militare di Vercelli, dove fu giudicato per direttissima il giorno se- guente, condannato a morte in base a decreto del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia e giustiziato il pomeriggio stesso.

Vincenzo Moscatelli (Cino) Nato il 3 febbraio 1908 a Novara, tornitore meccanico. Giovane attivista comunista, nel settembre del 1927 espatriò clandestinamente in Sviz- zera per frequentare una scuola di partito; successivamente frequentò un corso a Berlino e la scuola internazionale di Mosca. Nel gennaio del 1930 fu inviato a Parigi, al “centro estero” del partito e, nel mese di agosto, in Italia per organizzare la lotta clandestina con- tro il fascismo. L’8 novembre fu arrestato dalla polizia a Bologna e denunciato al Tribuna- le speciale per la difesa dello Stato come “fiduciario interregionale del partito comunista

195 per l’Emilia e Romagna e per avere svolta intensa attività e propaganda a favore della orga- nizzazione del disciolto partito comunista”. Rinviato a giudizio il 24 marzo 1931, con altri, per ricostituzione del Partito comuni- sta, appartenenza allo stesso, propaganda sovversiva, uso di documenti falsi ed espatrio clan- destino, un mese più tardi fu condannato a sedici anni e sei mesi di reclusione, a 20.000 lire di multa, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e a tre anni di libertà vigilata. La pena gli fu ridotta a sette anni in seguito al decreto di amnistia e indulto emesso in occa- sione del decennale della marcia su Roma. Successivamente gli furono condonati altri due anni. Fu detenuto nelle carceri di Volterra (Pi), Civitavecchia (Rm) e Alessandria, da cui fu scarcerato il 7 novembre 1935 e tradotto a Varallo, dove si era nel frattempo trasferita la famiglia. Nel gennaio del 1936 si trasferì a Borgosesia e si occupò alla Cartiera italiana di Ser- ravalle Sesia. L’8 marzo 1937 fu fermato dai carabinieri, presentato alla Questura e incar- cerato “perché sospettato di aver scritto frasi sovversive sui muri della ritirata della car- tiera”. Fu segnalato al giudice di sorveglianza che lo assegnò a una casa di lavoro “per la durata minima di un anno”. Successivamente il Ministero dell’Interno ne dispose l’asse- gnazione al confino. Tuttavia la Commissione provinciale per i provvedimenti di polizia, nella seduta dell’8 luglio decise di soprassedere, “non essendo risultati confermati i so- spetti”, proponendo invece una diffida, in considerazione del fatto che aveva “presentato una dichiarazione scritta con cui manifestò il suo fermo intendimento di ripudiare i prin- cipi comunisti”. Il 13 settembre 1938 fu inserito nell’“elenco delle persone pericolose da arrestare in determinate contingenze” e per le quali si proponeva l’invio al confino in caso di guerra e continuò a essere vigilato “non avendo dato prove concrete di ravvedimento”. Dopo l’8 settembre 1943 fu tra i promotori e organizzatori della Resistenza in Valse- sia e nel Verbano-Cusio-Ossola, diventando commissario politico del Raggruppamento del- le divisioni “Garibaldi” operanti in queste zone e commissario di guerra del Comando mi- litare zona Valsesia del Corpo volontari della libertà. Dopo la Liberazione fu sindaco di Novara su designazione del Comitato di liberazione nazionale, membro della Consulta nazionale, deputato alla Costituente. Durante il terzo governo De Gasperi (1947) fu sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Senatore di diritto nel 1948, successivamente fu deputato per due legislature. Nell’ambito del Pci fu dirigente delle federazioni di Novara, Verbania, Torino, Aosta e Cuneo, nonché membro del comitato centrale. Fu anche consigliere comunale a Novara e successivamente a Borgosesia. Nel 1974 fu tra i fondatori dell’Istituto per la storia della Resistenza in provincia di Vercelli, di cui fu il primo presidente. Morì il 31 ottobre 1981 a Borgosesia5.

Giuseppe Osella Nato il 14 febbraio 1905 a Grignasco (No), da una famiglia di industriali. Aderì al fa- scismo nell’agosto 1922. Segretario politico della sezione Partito nazionale fascista del paese natale dal 1927 al 1929. Consigliere delegato della Samit di Borgosesia. Dopo es- sere stato rettore supplente dell’Amministrazione provinciale di Vercelli nel 1939, nel 1942 fu nominato podestà di Varallo. Nonostante l’adesione al fascismo fu sostanzialmente di estrazione, formazione e tendenze liberali e monarchiche e non disdegnò contatti con ele- menti antifascisti, come Cino Moscatelli.

196 Dopo l’8 settembre 1943 partecipò alle riunioni del costituendo Cln e in seguito man- tenne contatti con i partigiani. Fu fucilato il 22 dicembre 1943 a Borgosesia, con altri nove patrioti valsesiani. Alla sua memoria il 4 novembre 1978 fu conferita la croce al valor militare.

Merìco Zuccàri Nato il 4 novembre 1906 a Saavedra (Argentina), da genitori originari di Montefano (Mc), che rimpatriarono l’anno seguente. Frequentò scuole di agraria a Macerata, Genova e Todi (Pg), diplomandosi perito nel 1925. Iscrittosi al fascio il 6 luglio 1922, partecipò alla marcia su Roma. Nel periodo in cui visse al paese d’origine partecipò attivamente a contrasti in seno al fascismo locale. In una informativa dei carabinieri del luglio 1929 si legge che era “attaccabrighe ed incline alla violenza” e che già nel 1924 era stato condannato per lesioni. Chiamato alle armi nell’aprile del 1926, fu sottoposto a ferma abbreviata fino al mese di ottobre in una compagnia di sussistenza. Ammesso alla scuola ufficiali di fanteria di Spo- leto (Pg), il 28 luglio 1930 fu nominato sottotenente. Dal gennaio 1933 al novembre 1934 prestò servizio in Libia. Nel febbraio 1935 fu richiamato, destinato a un battaglione di camicie nere coloniali con il grado di capomanipolo e prese parte ad azioni militari in Africa orientale, dove fu decorato di croce di guerra. Rimpatriato, nel 1937 fu trasferito alla 68a legione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Promosso centurione, dal gen- naio al novembre 1938 fu nuovamente in Libia. Durante la seconda guerra mondiale combatté sul fronte greco-albanese, dove, il 4 di- cembre 1940, rimase ferito, con menomazione del braccio destro. Il 3 agosto 1942 fu de- corato di medaglia di bronzo al valor militare. Nel novembre dello stesso anno fu inqua- drato nella 6a legione universitaria della Milizia. Nel maggio 1943 fu trasferito, con il grado di seniore, al 41o battaglione, che alla fine del mese di giugno confluì nel Gruppo batta- glioni “Tagliamento” della divisione legionaria corazzata “Centauro”. Caduto il fascismo, il 16 agosto fu collocato in congedo assoluto ma, dopo l’annuncio dell’armistizio con gli angloamericani, il 9 settembre si presentò al 63o battaglione della Milizia6. Il 28 novembre fu promosso al grado di 1o seniore. Dal 19 dicembre 1943 al 5 giugno 1944 operò in provincia di Vercelli7. Il 24 maggio fu promosso colonnello. Arresosi con il suo reparto il 3 maggio 1945 in provincia di Trento, dopo essere svenuto due volte durante le trattative, fuggì in Svizzera e in seguito riparò in Argentina. Il 28 agosto 1952 il Tribunale militare territoriale di Milano lo condannò all’ergastolo e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il 26 aprile 1954 il Tribunale supremo mili- tare gli ridusse la pena a dieci anni di reclusione. In seguito alla condanna fu dapprima nuovamente collocato in congedo assoluto, con degradazione, e infine, il 29 luglio 1955, espulso dall’esercito. Ritornato in Italia dopo l’amnistia dell’11 luglio 1959, morì il 5 dicembre dello stesso anno a Montefano8.

197 1 I gradi della Mvsn furono stabiliti con regio decreto 15 marzo 1923, n. 967, convertito in legge il 7 aprile 1925. Il regio decreto 4 agosto 1924, n. 1.292, previde anche il grado di “proconsole”, che tuttavia non fu mai attribuito. I gradi di primo seniore, sottocapomanipolo, primo aiutante, aiutante capo, aiutante, primo caposquadra, vice caposquadra e camicia nera scelta furono istituiti il 6 febbra- io 1936, con regio decreto n. 320, per i reparti mobilitati ed estesi il 9 luglio dello stesso anno, con regio decreto n. 1.524 anche agli appartenenti ai reparti ordinari. Questi decreti istituirono anche la qualifica (non grado) di primo centurione, analogamente a quella di primo capitano dell’esercito, in- trodotta con regio decreto 28 marzo 1915, n. 339, in cui era stabilito che per ottenerla erano neces- sari dodici anni di servizio con il grado di capitano. Hitler e Mussolini erano caporali d’onore. Il grado di primo comandante generale fu istituito il 15 marzo 1923 e attribuito al quadrumviro Emilio De Bono. 2 Con decreto legislativo dell’8 dicembre 1943 e decreto legislativo del duce del 18 dicembre 1943, n. 921, Ordinamento e funzionamento della Guardia nazionale repubblicana. 3 Sul 63o battaglione e sulla legione “Tagliamento” si vedano: GIORGIO PISANÒ, Gli ultimi in gri- gioverde. Storia delle forze armate della Repubblica Sociale Italiana, Milano, Fpe, 1967; Quan- do bastava un bicchiere d’acqua, Borgosesia, Isr Vc, 1974 (requisitoria del vice procuratore mili- tare Egidio Liberti al processo celebrato di fronte al Tribunale militare territoriale di Milano nel 1952); PIERO A MBROSIO, Rappresaglia kaputt. Serravalle Sesia, febbraio 1944, Borgosesia, Isr Vc, 1979; P. A MBROSIO (a cura di), I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all’attenzione del duce, Borgosesia, Isr Vc, 19801 e Varallo, Isrsc Bi-Vc, 20122, e-book; P. AMBROSIO, Scacco matto alla “Tagliamento”, in Scriviamo un libro insieme, Vercelli, Cassa di risparmio di Vercelli, 1984; PIE- RO A MBROSIO - GLADYS MOTTA (a cura di), Sui muri del Vercellese. Settembre 1943-aprile 1945, Borgosesia, Isr Vc, 1985; P. AMBROSIO - G. MOTTA (a cura di), Sui muri della Valsesia. Settembre 1943-aprile 1945, Borgosesia, Isr Vc, 1986; CARLO MAZZANTINI, A cercar la bella morte, Mon- dadori, 1986, Marsilio, 1995; P. AMBROSIO - G. MOTTA (a cura di), Sui muri del Biellese. Settem- bre 1943-aprile 1945, Borgosesia, Isr Vc, 1989; P. AMBROSIO (a cura di), Guerra civile o guerra di liberazione?, in “l’impegno”, a. IX, n. 3, dicembre 1989 (dalla sentenza contro Merico Zuccari e altri appartenenti alla legione “Tagliamento”); ALESSANDRO ORSI, Un paese in guerra. La comunità di Crevacuore tra fascismo, Resistenza, dopoguerra, Borgosesia, Isr Vc,19941, Varallo, Isrsc Bi- Vc, 20012; RAFFAELLA FRANZOSI (a cura di), Il 63o battaglione “M” nelle Marche e in Lombar- dia, in “l’impegno”, a. XXVII, n. s., n. 2, dicembre 2007; SONIA RESIDORI, Il massacro del Grap- pa. Vittime e carnefici del rastrellamento del settembre 1944, Verona, Cierre Edizioni, 2007; S. RESIDORI, Una legione in armi. La Tagliamento tra onore, fedeltà e sangue, Verona, Cierre Edi- zioni, 2013; e, ovviamente, gli articoli già pubblicati ne “l’impegno” qui riediti. 4 Per approfondimenti si veda: FEDERICO CANEPARO, Vittorio Flecchia, Francesco Moranino, Pietro Secchia, in ENRICO PAGANO (a cura di), “Tra i costruttori dello stato democratico”. Ver- cellesi, biellesi e valsesiani all’Assemblea costituente, Varallo, Isrsc Bi-Vc, 2010. 5 Per approfondimenti si vedano: [PIERO AMBROSIO, a cura di] Ricordo di Cino Moscatelli, Bor- gosesia, Isr Vc, 19821, Varallo, Isrsc Bi-Vc, 2011, e-book, nel sito web dell’Istituto; P. AMBROSIO (a cura di), Il comunista e la regina. Leggende, miti, errori e falsità. Scritti su Cino Moscatelli, Varallo, Isrsc Bi-Vc, 2014. 6 Prima ancora che fosse costituita la Repubblica sociale italiana, il 63o battaglione (composto perlopiù da uomini provenienti dall’Italia centrale e dalle regioni del Nord-Est), assieme ad altri re- parti, entrò a far parte della II divisione paracadutisti tedesca e i suoi componenti pronunciarono il giuramento militare tedesco. Impiegato dapprima sulle montagne appenniniche in operazioni di rastrel- lamento degli ex prigionieri angloamericani fuggiti dai campi di concentramento, alla fine di novembre fu inviato in provincia di Brescia e nel mese di dicembre in provincia di Vercelli. 7 Il 63o battaglione entrò a far parte della neocostituita Guardia nazionale repubblicana. Il 1 marzo 1944 si fuse con il battaglione giovanile “Camilluccia”, dando vita alla legione “Tagliamento”, che in seguito operò nelle Marche, nel Veneto e in Lombardia, dove si distinse ancora per ogni genere di efferatezze. 8 Per approfondimenti si veda: FRANCESCO DOMIZI, Merico Zuccari. Cenni biografici sul co- mandante della legione Gnr “Tagliamento”, in “l’impegno”, a. XXIX, n. s., n. 2, dicembre 2009.

198 Referenze bibliografiche

Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i “ribelli”. Le azioni partigiane, gli scioperi, le rappresaglie nei documenti inediti della Prefettura repubblicana fascista, in “l’im- pegno”, a. III, n. 4, dicembre 1983.

“Oltre duecento ribelli armati...” . I rapporti dei carabinieri. 30 novembre 1943 - 28 febbraio 1944, in “l’impegno”, a. IV, n. 1, marzo 1984.

I “mattinali” della Questura di Vercelli. Ottobre 1943-aprile 1945, in “l’impegno”, a. VI, n. 3, settembre 1986.

“È palese la sfiducia ed il collasso spirituale”. Le relazioni della Questura al capo della polizia nel 1944, in “l’impegno”, a. XIV, n. 1, aprile 1994.

Il diario del 63o battaglione “M”, in “l’impegno”, a. XI, n. 2, agosto 1991.

Legionari in Valsesia e nel Biellese. Un mese di vita del 63o battaglione della “Taglia- mento”, in “l’impegno”, a. XXVIII, nuova serie, n. 1, giugno 2008.

“È continuata un’accentuata attività sovversiva”. Le relazioni al capo della polizia nel 1944-45, in “l’impegno”, a. XXVII, nuova serie, n. 1, giugno 2007.

“In nome del popolo italiano”. La sentenza contro Zuccari e altri ufficiali della legio- ne “Tagliamento”, in “l’impegno”, a. V, n. 2, giugno 1985.

199 Abbreviazioni, acronimi* mag.: maggiore Mas: motoscafo armato silurante o moto- aiut.: aiutante scafo anti sommergibile art.: artiglieria mil.: milite brig.: brigadiere, brigata m.s.: milite scelto btg., btg.ne: battaglione Mvsn: Milizia volontaria per la sicurezza c., corr.: corrente nazionale Cass.: Cassazione Onb: Opera nazionale balilla CC: carabinieri OP: ordine pubblico CCNN: camicie nere pen.; penale cent: centurione Pfr: Partito fascista repubblicano cl.: classe plot.: plotone c.m.: capo manipolo pm: pubblico ministero c.m.: corrente mese pr.: protocollo c.n.: camicia nera PS: Pubblica sicurezza cns.: camicia nera scelta PT: Poste e telegrafi col.: colonnello r., ris.: riservata com., com.te, c.te: comandante rg.to: reggimento comp.: compagnia SA: società per azioni compl.: complemento sc: salvo complicazioni cp.: compagnia s.c.m.: sottocapomanipolo c.p.: codice penale SE: Sua Eccellenza cpp: codice di procedura penale seg., segr: segretario csq.: caposquadra serg.: sergente div.: divisione Sie Dinamo: Società idroelettrica Dinamo dl: decreto legge Sip: Società idroelettrica Piemonte dll: decreto legislativo luogotenenziale SS: Schutz-staffeln (squadre di protezione) dpr: decreto presidente della Repubblica s.ten.: sottotenente Ecc.: Eccellenza Stipel: Società telefonica interregionale FFSS: Ferrovie dello Stato Piemonte e Lombardia ftr: fanteria t.col.: tenente colonnello gab.: gabinetto ten.: tenente gen.: generale uff.: ufficiale Gil: Gioventù italiana del littorio Upi: Ufficio politico investigativo Gnr: Guardia nazionale repubblicana u.s.: ultimo scorso leg.: legionario

* varianti: maiuscolo/minuscolo, puntato o non puntato

200 Indice delle persone

Abate, Carlo 74 Ballarati, Aldo 170, 190 Abate, Francesco 69 Ballo, Domenico 90 Acquadro, Felice 64 Balocco, Enrico 66 Acquadro, Mario 87 Balocco, Stefano 76 Acquadro, Paolo 82 Balossino, Eusebio 76 Actis Dama, Pietro 51 Balosso, Maria 84 Aducco, Mario 66 Baragioli, Teresa 72 Aglietti, Aldo 191 Baragiotti, brigadiere della Mvsn 25 Agostini, Dante 163, 188, 191 Baraldi, Renzo 124, 125, 176 Aimaro, Dante 65 Baraldo, Alfredo 30 Alessio, Bruno 74 Barali, Giuseppe 61 Alessio, Lorenzo 73 Barbano, Enzo 27, 54 Alfredo, Oreste 49 Barbera, Lodovica 51 Alice, Antonio Enrico 73 Barberis, Pierina 73 Alimonda, Guido 106, 136, 162, 168, 170, 178, Barbero, Giacomo Oreste 183-186, 191 181, 182, 187-189 Bariosco, Marco 66 Allais, Clementina 158 Barone, Lilia 76 Allegra, Edoardo 66 Barone, Salvatore 75 Alunni, Giovanni 76 Barracu, Francesco Maria 9 Amato, Giovanni 90 Bartolin, Augusto 52 Ambrosio, Piero 27-32, 54-56, 90, 91, 105, Barzilai, Attilio 82 135, 160, 189-191, 198 Basano, Giuseppe 62 Amoriello, del Ministero degli Interni 14 Baucero, Alessandro 64 Andreo, Amilcare 49 Bausardo, Giuseppe 82 Andreone, Aldo 77 Bava, Mario 83 Andreone, Domenico 71 Beccaro, Giovanni 74 Andreone, Giovanni 72, 77 Bedoni, Walter 152 Andreone, medico 154 Belcastro, Nicola 84 Angela, Antonio 86 Belelli, Antenore 131 Anino, Enrico 64, 90 Bellardi, Davide 86 Ansalone, Alfio 51 Bellardone, Antonio 85 Anselmino, Giacomo 63, 90 Bellettato, Giulio 75 Aquilini, della Prefettura di Vercelli 14, 21 Belli, Luciano 191 Aquilini, maggiore dei carabinieri 9 Bellini, Angelo 156 Arbizzoni, Paolo 194 Bellini, Arturo 172 Archetti, camicia nera 124 Bellini, Maria Laura 156 Ardissone, Bernardo 66 Bellotti, Francesco 183-185, 191 Ardizzone, Giuseppe 74 Belsuini, Bartolomeo 90, 159 Arlone, Giovanni 60, 90 Beltrami, Filippo Maria 54 Armellini, Quirino 192 Benedetto, Francesco 86 Arona, Aristide 57, 78, 91 Berardelli, Michele 171 Artiglia, Primitiva 68 Berardelli, Pier Celestino 170, 171 Artioli, Pietro 77, 90 Beretta, della Prefettura di Vercelli 26 Ascè, Guglielmo 74 Bergamaschi, Angelo 67 Bernabè, Guerrino 51 Bacco, Ernesto 73 Bernard, Valentino 67 Bader, Giovanni 46 Bernardi, Carlo 57 Badoglio, Pietro 44, 192 Berneschi, Domenico 120 Bago, Marianna 72 Bernotti, Giuseppina 82 Ballarani, Tarcisio 180 Berrone, Firmino 158

201 Bertagnolio, Armando 67 Borella, Pasquale 73 Bertelli, Aldo 127, 140 Borelli, Carlo 75 Bertin, Guerrino 69 Borghetto, Carlo 58 Bertini, Adolfo 63 Borgia, Ottavio 66, 91 Bertini, commissario aggiunto di Ps 90 Borgnana, Natalina 64, 90 Bertipaglia, Rosa 73 Borgo, Andrea 65 Bertola, Ermenegildo 183-185, 191 Borgo, Efisio 64, 90 Bertoldi, Franco 50, 56 Borla, Luigi 65, 90 Bertone, Angelo 30 Borla, Teresio 66 Bertotti, Camillo 72 Borra, Giuseppe 67 Bertotti, Rambaldo 191 Borra, Mario 67 Bertotto, Giannino 75 Bosatra, Enrica 62 Bertotto, Giuseppe 143 Boschetti, Ida 84 Bertozzi, Gaspare 195 Boschetto, Ido 31, 32, 169 Bessone, Giovanni 68 Bossola, Pierino 84 Bevilacqua, segret. di Buffarini Guidi 11, 12, 28 Bottan, milite della “Tagliamento” 116 Bianchetto, Eraldo 191 Bottero, Enrico 62 Bianchetto, Renato 191 Botti, Erio 190 Bianchi, Zaverino 89 Bozzacco, Ferruccio 66 Bianco, Basilio 30 Bozzalla, industriale di Coggiola 25 Bidens, Antonio 68 Bracco, Cesarina 30 Bigazzi, interprete 9, 11 Bracco, Mario 68 Bigliotti, Delfina 173 Braghin, Carlo 57 Bigliotti, Giuseppina 173 Breaker, John 67 Bilardo, Filippo 90 Bricco, Adelio 31, 190 Binda, Silvio 127, 129, 130 Briglia, Eraldo 83 Bioni, Ercole 72 Brignamini, Cristoforo 145 Bischi, Giulio 116, 123, 128, 130 Brignone, Secondo 66 Biscotti, Antonio 141, 159 Brovarone, Aldo 68 Biscotti, Vincenzo (Mitra I) 139, 141, 143, 159 Brown, William 174 Bisetti, Luigia 72 Bruera, Rosa 64 Bisio, Remo 65 Bruna, G. Battista 162 Bobbola, Flavio 181 Bruno, Guido 65 Bodiglio, Guanzito 66 Buffa, Serafino 76 Bodo, Giovanni 69 Buffarini Guidi, Guido 7, 10, 12-14, 18, 19, 28 Boero, Adriano 190 Burat, Tavo v. Buratti, Gustavo Boggio, Delmo 68 Buratti, Giuseppe 166 Boggio, Franco 21, 22, 30, 154, 194 Buratti, Gustavo 30 Boggio Sala, Pietro 144 Buratti, Vincenzo 174 Boidi, Aldo 183-186, 188, 190, 191 Buratto, Francesco 191 Boidi, Federico 163, 182-184, 188 Burocco, Giuseppe 42 Bollea, Emiliano 66, 90 Burocco, Maria 73 Bona, Pierino 65, 91 Busa, Ernesto 65 Bonacina, Enrico 32 Busa, Francesco 65 Bonafede, Franco 131 Busi, Evelina 73 Bonanno, Angelo 74 Busi, Rosina 73 Bonardi, Antonio 158 Businaro, Rosina 72 Bonardi, Cesare 65 Bussi, Gabriele 164, 165 Bonardo, Annita 86, 90 Bussi, Pier Carlo 164, 165 Bonazzi, Alfredo 150 Butto, Maria 72 Bonazzoli, Giano 137 Bonino, Luigi Riccardo 68, 90 Cabrino, Elvezio 63 Borandi, Enrico 31, 190 Caccia, Brando Antonio 64 Bordone, Pierino 76 Cagliero, Mario 88

202 Cagnoni, Ercole 86 Cattin, Augusta 58 Callegarin, Silvio 72, 90 Cattin, Giovanna 83 Calletti, Albino 180 Cavallari, Pia 86 Calligana, Giusto 137 Cavallazzi, Arrigo 163, 182, 183, 186, 188, 190 Calligaris, Giovanni 58, 91 Cavaterra, Ennio 163, 188, 191 Caloscio, Onorina 86 Cecchi, Celso 84, 90 Calvi di Bergolo, Giorgio Carlo 163 Cena, Angelo 30 Calzini, Maria 53 Cena, Ester 86 Calzino, Bernardo 172 Cereda, Alberto 171 Camandona, Delfino Alessandro 68 Ceria, Giuseppe 68 Cametti, G. Battista 72 Cerra, Angelo 74 Camozza, Gino 32 Cerruti, Emilio 77 Campaci, Maria 73 Cerruti, filofascista 144 Canadese, agente di Ps 159 Cerutti, Camillo 70 Caneparo, Federico 198 Cervini, Gottardo 85 Cangemi, Mario 191 Cesa, Cesare 23, 24 Cannata, Vincenzo 162 Chas Moore, Albert 65 Canova, Mario 31, 166, 190 Chiappe, Umberto 9 Canton, Enrico 139 Chio, Vittorio 77 Capelletto, Francesco 58 Chiorino, Franco 55 Capitan Tempesta, partigiano 148 Cicchelli, Giuseppe 74 Capitani, Oreste 62 Ciceri, Pietro Giuseppe 46, 69, 165, 167, 189 Cappello, Carlo 88 Ciocca, Adelino 60 Caramella, Marino 65 Ciocca, Franco 65 Caranto, Pietro 75 Ciocchetti, Albertina 58 Cardano, Mario 74 Ciocchetti, Giovanni 50, 51 Carelli, Angelo 61 Ciocchetti, Salvatore 58 Carenzo, Caterina 73 Ciocchetti, Sandra 50, 51 Carisio, Florindo 66 Clemenceau, Georges 189 Carletta, Maria 71 Clemente, Tullio 74 Carletti, Pasquale 71 Clerico, Mario 52 Carotti, Silvano 111 Clirsi, Pietro 73 Carrà, Mario 42 Coccetta, Mario 111 Carrera, Ugo 71 Coda, Giuseppe 48 Carrero, Giacomo 65 Coda, Ugo 64 Carta, Enrico 52 Coffetti, Achille 66 Casaburo Sossio, Vito 179, 180 Coggiola, Anselmo 49 Casalicchio, Aurelio 65 Cognasso, Delfino 59 Casalino, Armando 76 Colamussi, Egidio 11, 21, 22, 28, 29, 31 Casalino, Ernesta 72 Coletta, Mario 191 Casalino, Margherita 72 Colli, Silvio 191 Casalone, Armando 58 Collomb, Ivonne 62 Casanova, Giulia 78 Colombo, Gaetano 71 Casarotti, Ariente 76 Colombo, Leo 190 Casolaro, Enrico 65 Colombo, Letizia 51 Casotto, Domenica 77 Colombo, sottotenente della “Tagliamento” 115, Castagneri, Aldo 156 171, 175 Castellana, Carlo 66 Cometti, Agostino 70 Castellaro, Edoardo 58 Cominetti, Guido 76 Castelletta, Astor 139 Comini, Ines 72 Castini, Francesco 76 Comoli, Luigino 179, 180 Castoro, Severino 65, 79, 91 Coppo, Alfredo 74 Cattabiani, Dante 76 Coppo, Giuseppe (Pippo) 180 Cattaneo, Michele 66 Corà, Adriano 179, 189

203 Corbano, Rosa 84 Dindo, Camillo 52 Corbelletti, Primo (Timo) 55, 56 Dodman, Edward 63 Corlao, Giuseppe 66 Dolcino, Maria Carmen 61 Corona, Maria 72 Domizi, Francesco 198 Corradino, Pietro 77 Donato, Carlo 65 Corsini, Francesco 85 Dondana, Luigi 50 Corte, Paolo Camillo 61, 90 Dondé, Giuseppe 152 Cortellino, Giacomo 81 Dorato, Lino 70 Cossardo, Mario 66 Dottor Terzi v. Bertola, Ermenegildo Costa, Felice 75, 90 Drago, Anna 62 Costa, Ugo 191 Dragone, Alberto 84 Costanzo, Giovanni 77 Cravaroli, Gaudenzio 175 Elio, partigiano 145 Crespi, Angelo 170, 171 Crespi, Carlo Alberto 170, 171 Fabbri, Antonio 106, 110, 111, 125, 136, 162, Crevola, Giovanni 174 170, 173, 179, 180, 187, 188, 189 Crimi, Francesco 22, 30 Fabiani, centurione della Mvsn 28 Crosio, Adriano 66 Facchini, Antonio 73, 90 Crosta, Angelo 67 Facelli, Domenico 64, 79, 91 Falabino, Alessandro 69 Dago, Attilio 172 Falcione, Delfina 174 D’Agostini, Aldo 170 Falcione, Piero 173 Dalle Tezze, Luigi 190 Fallauger, Paolo 53 De Ambrosi, della Direzione della Ps 22 Fanetti, Franco 145 De Bono, Emilio 198 Fantino, Giovanna 72 De Filippi, Giuseppe 66 Farias, Nicolò 59, 90 De Filippis, Alfonso 17, 20, 120, 128, 163, 179, Fasano, Pietro 73 180, 187, 188 Fassone, Pietro 59 Degan, Rita 73 Fava Frera, Remo 31, 32, 164, 165, 169 De Giovanni, segretario comunale 24 Favaro, Sante 190 Del Buono, impiegato comunale 23 Ferragatta, Eusebio 85 Del Grosso, Virginio 48 Ferramosca, Giuseppe 156 De Lorenzi, Emilia 73 Ferrante, Luigi 76 Del Piano, Alessandra 86 Ferranti, Giuseppe 69 Del Piano, Colombina 145 Ferrara, Ermanno 62 Della Setta, Alfredo 51 Ferrara, Riccardo 65 Dell’Aquila, Giuseppe 74 Ferrari, Bernardino 191 Dellarole, Luigi 71 Ferrari, Gino 162 Dellavalle, Claudio 28-32, 54 Ferraris, Carlo 63, 74 Del Signore, Giuseppe 175 Ferraris, Domenico 74 De Mattei, Carlo 106, 120, 123, 124, 136, Ferraris, Fedele 174, 1755 163, 175, 176-179, 187, 188, 190 Ferraris, Giovanni 66, 74 De Micheli, Lino 179, 180 Ferraris, Giuseppe 67, 174 De Micheli, Pietro 179, 180 Ferraris, Paolina 73 De Nozza, Mario 90 Ferraris, Secondino 74 De Palma, commissario di Ps 60 Ferrarotti, Alessandro 66 De Rosa, sottotenente di Ps 90 Ferrato, Spartaco 124 De Simone, Giacomo 69 Ferrero, Secondo 44 De Vecchi, Giuseppe 90 Ferri, Alberto 53 Di Aspro, Carlo 73 Ferringhetti, Faustino 85 Di Chiara, Giuseppe 84 Ferro, Mario 129 Di Guglielmo, questore 179 Finardi, Guido 191 Di Stefano, Domenico 68 Finocchiaro, Orazio 64 Dilseni, Bruno 124 Fiorani, Pietro 48

204 Fioranzo (?), quaronese 52, 53 Ghigo, Marcello 75 Fiore, Alfonso 71 Ghigo, Paola 75 Fiorillo, Orazio 86 Ghirelli, Edolo 109, 110 Fiorineschi, Giuseppe 119, 121-123, 125, 127, Ghisio, Giuseppina 58 128, 135, 139 Ghisio, Luigino 85 Fiorini, Bartolo 57 Ghisio, Pietro 58 Flores, centurione della Mvsn 21 Giacobini, Giustina 173 Fogli, Claudio 130 Giacobino, Orsola 172 Foglia, Attilio 172, 190 Giacopuzzi, Dino 190 Foglia, Noè 176 Gianadda Ciocchetti, Camillo 85 Fontana, Giuseppe 31, 166, 190 Giangravè, Paolo 74 Fontanella, Elio 190 Gianoglio, Carlo 74 Forlano, Mario 66 Giara, Remo 76 Formaggio, Giuseppe 65 Giardino, Carlo 30 Fossarello, G. Battista 66 Gibello, Davide 50 Fossati, Teresa 77 Gibin, Luciana 72 Franceschini, Gilberto 166, 167, 169 Gibin, Norma 78 Franchetti, Olga 58 Gioia, Axel 77 Frangipane, Francesco 90 Giordano, Bruno 70 Franzosi, Raffaella 135 Giovannelli, Attilio 28 Frascani, Ferdinando 41 Giribaldi, Francesco 156 Freguglia, Guido (Aldo) 145 Giubasso, Giuseppe 46 Frera, Luigi 156 Giuberchio, Piero 85 Fumarco, Natale 58 Giulia, Renato 85 Furlanetto, Maria 68 Giuseppe, partigiano 126 Fusco, Enzo 73 Giva, Giuseppe 89 Givone, Pietro 53 Gadina, caposquadra della Gnr 62 Givone, Primo (o Onorato) 44, 55 Gaetani, Elsa 78 Godi, Aurelio 179, 180 Gagliardi, Natale 174 Godio, Riccardo 166 Galetto, Michele 71 Gonella, Giovanni 89 Gallardi, Pietro 61, 72, 90 Gorlero, Giovanni 66 Gallizia, Carlo 174 Gorlero, Giuseppe 66 Gallizia, Teresa 174 Gottardi, Giovanni 86 Galliziotti, Emilio 31, 190 Grandi, Dino 28 Gallo, Giovanni 169 Grapeggia, Fernando 73 Gallo, Maria 75 Grassino, Giuseppe 65 Gambara, Gastone 8, 27 Grasso, Luigi 73, 90 Gambetti, Carlo 32 Graziani, Rodolfo 94 Garafi, Carmelo 51 Graziano, Giuseppe 152 Garella, Maria 58 Graziano, Severino 49 Garlanda, Ugo 52 Gregori, Carolina 72 Garrione, don Antonio 61 Gronchi, Giovanni 195 Gastaldi, Giovanni (Marco) 179 Grosso, Riccardo 191 Gavarese, Alessandro 156 Grosso, Vittorio 87 Gavetta, partigiano 145 Grotti, Mario 49 Gazzena, Maria 143 Guasco, Amilcare 52 Gelone,Venere 68 Guasco, Antonietta 62 Gemisto v. Moranino, Francesco Guassora, Celestino 76 Gennari, Paolo 124 Gubernati, Ermanno 64 Genova, Bruno 73 Guelpa, Giovanni 23, 64 Genziano, Anselmo 47 Guglielmati, Terchio 73 Ghelfi, Mario 77 Guglielmina, Albina 75 Ghigo, Giovanni 77 Guglielmini, Edilio 147

205 Guida, Leandro 41 Lozzia, Pilade 67, 90 Guidetta, ufficiale del btg. “Montebello” 13 Luccani, Ida 156 Guidicini, Giuliano 120 Luccotti, vice brigadiere della “Tagliamento” 127 Guidotti, valsesiano 180 Luciani, Policrate 90 Guidotti, Guerrino 68 Gusmaroli, Ernesto 42 Macconi, Giovanni 65 Guzzon, Renato 30 Machieraldo, Alfredo 76, 91 Maffeo, Vittorino 47 Hamm, del comando tedesco 11, 17 Maggia, Adelchi 144 Hans, ufficiale tedesco 131 Magliocco, Franco 139 Hary, Luigi 46 Magliola, Francesco 137 Hatfreld, George 63 Magnaghi, Carlo 73 Hitler, Adolf 143, 198 Magni, Giovanni 49 Holbert, capitano tedesco 156 Maiocchi, Roberto 84 Mallana, Francesco 126, 139 Iacassi, Carluccio 72 Malloni, Giovanni 65 Ianno, Giacomo 31 Manca, Giuseppe 126, 128 Ilvo, partigiano 126 Mancini, agente di Ps 71 Innocenti, Alessandro 85, 90 Mancini, Andrea 59 Intreccialagli, Antonio 112, 118, 175 Mancini, Luigi 66 Inverardi, Teresa 73 Mandelli, Teresio 137 Isacco, Mario 66 Mandosio, Luigi 61, 91 Ivan, bulgaro 185 Manfredi, Alessandro 193 Marasco, Francesco 84 Jaffe, Silvio 57, 68, 91 Marasco, Maria 84 Marauca, Gioacchino 71 Lace, Alfredo 66 Marchese, Mario 50 Lanati, Giuseppe 41 Marchese, medico 49 Landi, Enzo 30 Marchesello, Francesco 50, 51 Landolfi, commissario di Ps 20 Marchetto, Bruno 51 Landucci, Pietro 86 Marchialli, Alessandro 190 Languasco, Aurelio 49, 193 Marchialli, Giacinto 190 Lanzone, Ugo 32 Marcone, Mario 75 Lasagna, Giuseppe 70 Marconi, Alfredo 74 Lauro, camicia nera scelta 124 Marengo, Anna 61 Lavarino, Mario 65 Maritano, Pietro 77 Ledda, Antonio 100 Martigani, Leonardo Giuseppe 73 Lemmi, biellese 102 Martinazzo, Angelo 31 Leo, Goffredo 163, 182, 183, 188, 190, 191 Martinetti, don Cesare 61 Leone, Luigi 80 Martini, Giuseppe 42 Levi, Lionello 182, 183 Martini, Luigi 68 Liberti, Egidio 31, 135, 190, 198 Marullo, Vitaliano 74 Liotti, Giovanni 52 Masole, Giuseppe 89 Lipartiti, Enzo 8, 12, 14, 17-19, 21-24, 27-29, Massa, Antonio 73 31 Massa, Luigi 84 Locca, Silvio 176-178 Massari, Ferdinando 25 Loggia, Paolo 74 Mastrovitti, vercellese 185 Longhi, Angelo 31, 190 Maucci, Enrico 190 Longo Dorni, Mario 166 Mazza, Ernesto 145 Lorenzet, Elio 66 Mazzantini, Carlo 198 Lorio, Maddalena 68 Mazzantini, Giorgio 108, 109, 116 Loss, Silvio 31, 190 Mazzola, Rosina 72 Lovatto, Alberto 190 Mazzoni, Giuseppe 119, 120, 123-125, 127- Lovo, Lino 65 130, 139, 176

206 Mazzucchetti, Angelo 63 Moranino, Francesco (Gemisto) 123, 124, Mazzucchetti, Giovanni 85 129, 135, 139, 141, 176 Mc Crachen, James 174 Moranino, Luigi (Pic) 30 Medici, Albino 130 Morchino, Giorgio 76 Melano, Battista 87 Morecchio, Luigi 190 Mele, Paolo 20, 90 Moreno, don Felice 66 Melen, Enrico 73 Moretti, Mario 174 Mellini, Luigi 72, 91 Moretto, Stefano 75 Melloni, Cesare 169 Morganti, Alda 60 Melo, Vildo 191 Morganti, Santa 60 Melotti, Egidio 85 Morisio, Antonio 76 Menegazzo, milite scelto 130 Moro, partigiano 126 Meneghini, Artemisia 180 Morsero, Michele 7-14, 16-20, 22-32, 40, 57, Meneghini, Bruno 179, 180 90, 93, 136, 161, 195 Meneghini, Luigi 179, 180 Mosca, Aurelio 30 Menegozzo, Oreste 107, 161, 162, 188, 189, Mosca, Pierino 30 191, 193 Moscatelli, Marcello 68, 91 Mercadante, della Prefettura di Torino 12 Moscatelli, Vincenzo (Cino) 15, 20, 27, 28, 30- Merlin, Ernesto 191 32, 44, 52, 54, 55, 67, 68, 95, 96, 99, 100, Merlo, Carlo 76, 91 110, 111, 116, 117, 135, 136, 165, 166, 171, Michelone, Eraldo 147 173, 185, 195, 196 Micotti, Dante 72 Moscone, Cesare 83, 175 Miller, Fred 174 Mosso, Pierino 66 Millo, console della Mvsn 13 Mossotti, Domenica 65 Minacci, Ercole 139 Mossotti, Pietro 23, 183, 191 Minarolo, Norberto 30 Motta, Gladys 27, 29, 30, 55, 198 Mino, Oreste 76 Munari, camicia nera scelta 124 Minotti, Iginio 86 Muraro, Romana 67 Mioco, Mario 44 Musso, Camillo 89 Miotto, Maria 66 Mussolini, Benito 30, 31, 40, 192, 198 Miraglia, Piero 72 Muta, partigiano 145 Mirata, Carlo 71 Muzzi, Pietro 163, 168, 169, 187, 188 Mischi, Archimede 9, 28, 99 Mischiatti, Secondo 81 Nardo, milite 184 Mitra I v. Biscotti, Vincenzo Nardocci, Geremia 60, 62, 88, 90 Mittica, Domenico 9, 24, 27 Nava, Ercole 60 Mizzon, Giuseppe 191 Negrino, Giovanni 59, 91 Moggio, Enrico 77 Negro, Domenico 84 Moglia, Alfonso 63 Negro, Enrica 86 Molinari, Bianca 87 Negro, Giuseppe 141 Molinari, capitano degli alpini 63 Negro, Pierino 60 Molinari, Uberto 90 Negro, Rinaldo 57 Molinaro, Pietro 77, 91 Neiretti, Marco 191 Mondino, Giovanni 76 Nelva, Delfo 48 Monella, Gabriele 71 Nervi, Ernesto 59, 91 Montagnini, Giovanni 70 Nicchiarelli, Niccolò 13, 26 Montanelli, Giacomo 100 Nicolò, commissario aggiunto di Ps 20 Montarolo, Carlo 63 Nobile, Egidio 123, 139 Montaruli, Nicola 191 Nodari, Angelo 59 Monte, Corradino 180 Novaria, Caterina 73 Monteferrario, Renzo 156 Novaria, Fermo 63 Monteleone, Franco 84 Nuzzi, Savino 162 Montobbio, Gaspare 58 Mora, Paolo 42 Ogliaro, Oddone 68

207 Olivero, Aldo 67 Petrini, Vincenzo 65 Olivi, Beniamino 162 Pettazzini, Angiolina 75 Opezzo, Giuseppina 73 Pezzana, Pietro 61 Opezzo, Pietro 73, 82 Piasio, Casdove 75 Ordano, Rosaldo 27 Piazza, Gaspare, 61 Orecchia, Mario 61 Piazzale, Teresa 164, 165 Orgiazzi, Maria 70 Piazzo, Aldo 62 Ormezzano, sottotenente di Ps 90 Picco, Maria Rosa 72 Orsenego, ufficiale dell’Esercito 150 Pierotti, prefetto ispettore 77 Orsi, Alessandro 198 Pignotti, Gino 184 Osella, Augusto 168 Pino, Agostino 75 Osella, Giuseppe 8, 20, 31, 68, 166, 168, 169, Pintor, Arturo 143 183, 190, 194, 196 Piovesan, Emilio 72 Ottavis, Severino 66 Pisanò, Giorgio 135, 198 Pisenti, Enrico 57, 79, 91 Padino, Felice 75, 91 Pitton, Linda 75 Paganin, Piera 83 Pizzorno, Giovanni Battista 31, 32, 169 Pagano, Enrico 191, 198 Poggi, Angelo 107-110, 181 Paglianti, Libero 14 Poggi, Eleonora 72 Pagliazzo, Giovanni 176-179, 190 Poggio, camicia nera 124 Palazzolo, Rodolfo 84 Poglio, Natale 60 Palestro, Eusebio 74 Polidori, Quinto 86 Palestro, Giuseppe 57 Pollo, Riccardo 84 Panichi, Francesco 32 Pollone, Andrea 61 Panvini Rosati, Giulio 90 Poma, Anello 28, 30-32, 54-56 Paolatto, Ferdinando 137 Pompili, Giuliano 123, 126, 128, 130, 137, 140, Paolo, fobellese 173 181 Parero, Enzo 50 Ponsetto, Attilio 77 Parravicini, Ettore 67 Ponton, Manlio 108 Pascale, Mario 49 Ponzecchi, Bruno 10, 28, 55 Pasino, Domenica 72 Porta, Teresa 72 Passera, Mario 67 Potasso, Riccardo 50 Passeri, del Ministero dell’Interno 24 Poy, Giovanni 75 Pastore, Ottavio 72, 91 Pozzato, Bruno 135 Pastore, Pietro 31 Pozzetti, Adelaide 72 Pedrola, don Remo 85 Pozzi, Aldo 75 Pegani, Vitaliano 77 Pozzo, Guido 85 Pegoraro, Antonio 83 Prassi, Alfredo 72 Pella, Giuseppina 68 Pregnolato, Antonio 77 Pella, Guido 66 Prella, Bernardino Giuseppe 66 Pellegatti, Nicola 174 Prette, Quinto 64 Pennisi, Armando 58 Prezioso, Piero 110 Peraldo, Pietro 50 Pria, industriale 47 Perazzo, Maria 68 Protta, Elda 77 Perazzo, Teresa 72 Pucci, Giorgio 170, 175 Perego, Ernestina 75 Perillo, Marco 87 Quaglio, Giovanni 64 Perini, Benvenuto 90 Quaranta, Ettore 79 Perona, Gianni 28, 30-32, 54-56 Quazza, Guido 28, 32, 54 Perotti, Ernesto 69 Perotti, Michele 62 Rabascio, Mario 71 Pertusi, Carmela 78, 91 Rabino, Angela 72, 91 Pesciarelli, Ugo 120, 128 Ragonese, Giuseppe 20, 106, 121, 131, 132, Petriccione, vice commissario aggiunto di Ps 90 161, 162, 169, 181, 182, 188, 193

208 Ramella, Carlo 43 Saccagno, Rosanna 63 Ramella, Edoardo 67 Saccardi, Ugo 65 Rasario, Giuseppe 173, 174 Sacco, Vincenzo 74 Rasario, Leone 174 Saffa, partigiano 145 Raschio, Franco 70 Saibeni, Costantino 77 Raso, Giuseppe 67 Saini, Cesare 50 Rastellato, Clelia 73 Sala, Giuseppe 144 Rastellato, Florindo 73 Salino, Elisabetta 156 Rastelli, Nello 162, 170-175, 187, 188 Salis, Giuseppe 82 Rastelli, Pietro 190 Salussoglia, Giovanni 158 Rato, Giovanni 86 Sanchini, Eugenio 193 Ravaglia, Silvio 162, 168, 169, 187, 188 Santangelo, Vittorio 90 Raviglione, Francesco 80 Santhià, Guglielmo 42 Re, Emilio 64 Santhià, Luigi 42 Re, impiegato comunale 24 Santini, podestà di Quarona 24 Reda, Emilio 61 Santus, Benvenuto (figlio) 64 Reganzone, dirigente d’azienda 47 Santus, Benvenuto (padre) 64, 91 Regiani, Elvira 75 Saragat, Giuseppe 195 Regis, Giovanni 62 Sarasso, Antonio 158 Residori, Sonia 198 Sarasso, Giuseppe 75 Resta, Romualdo 53 Sardo, Enrico 131, 163, 181, 188, 191 Ricaldone, Giovanni 66 Sartoris, Amedeo 28, 87, 90, 105 Ricci, Renato 9, 21, 24, 26, 94, 104, 118, 133, Sassi, Anacleto 72 134, 135, 141, 161, 193 Sassone, Francesco (palestrese) 74 Rigazio, Giovanni 75 Sassone, Francesco (biellese) 30 Rigolone, Luigi 87 Savazzini, Dante 59 Rinolfi, Renato 31, 190 Savino, Carlo 73 Risè, Ettore 58 Savoca, della Prefettura di Vercelli 17, 20, 21 Rivalta, Raoul 27 Sayeva, Achille 90 Rizzollo, Giovanni 181 Scaglia, Giovanni 68 Rocchi, Giuseppe 108 Scalvini, Maria 73 Roccia, Domenico 160 Scalvini, Rubes 73 Romani, Racchio 89 Scansetti, Angelo 84 Ronchi, Maria 89 Scaramiglia, Luigi 170, 190 Ronco, Giuseppe 77 Scardapane, Gaetano 84 Rondano, Leandro 59 Scarparo, Antonio 76, 91, 143 Rondi, Cesare 100 Scavardone, Giuseppe 64 Ronza, Giovanni 73 Schianchi, Sergio 124, 176 Rossetti, Francesco 48 Schiano, ufficiale della “Tagliamento” 177 Rossi, Battista 42 Sciacca, agente ausiliario di Ps 71 Rossi, Bianca 61, 62 Scognamiglio, colonnello 9 Rossi, Cesare 28, 90 Scolari, sottotenente medico 116 Rossi, Giovanni Battista 143 Scolaro, Loris 73 Rossi, Giuseppe 75 Scolaro, Maria 73 Rossi, Sante 63 Scotti, Giovanni 174 Rosso, Andrea Antonio 84 Secchia, Pietro 27, 28, 30-32, 54, 55, 135 Rosso, Antonio 74 Sereno, Elivio Carlo 190 Rosso, Carlo 65 Sereno, Giuseppe 86 Rosso, Ermogeno 70 Sereno, Luigi 66 Rosso, Vittore 59 Serralunga, Giuseppe 21, 30 Rota, Olivo 43 Servardone, Pietro 76 Rubino, Piera 86 Servetto, Renato 70 Ruffino, Elena 58 Settia, don Antonio 177-179 Rutto, Bruno 126 Sfardini, Enrico 173

209 Sfardini, Ubaldo 173 Travostino, Felice 76 Siani, Clemente 127, 139 Trecate, Eusebio 69 Siboli, Tullio 116 Tresi, Maria 73 Sigando, Carlo 72 Trevisan, Rodolfo 150 Siletti, fratelli 46 Trinchero, Eugenio 87 Silvestri, Enrico 162, 188, 191 Trinchero, Maddalena 72 Simeoni, Gino 61 Turlo, Zefferino 46 Simone, Attilio 61 Simoni, centurione 22 Uboldi, Mario 28 Sironi, Ferdinando 84 Uccelli, Oscar 17, 18 Sismondi, sottotenente di Ps 90 Usellini, Carmelita 67, 91 Sitzia, Carluccio 74 Siviero, Amerino 57 Valenzano, maresciallo di Ps 90 Sizzano, Giorgio 64 Vallanzasca, Maria 53 Slanzi, Rino 74 Vallaro, Alberto 64 Socco, Pietro 168 Varalli, Silvio 175 Soggia, Floriano 57, 78, 91 Varricchio, commissario aggiunto di Ps 90 Spada, Aleramo 184 Vavassori, Rosina 86 Spanò, Pietro 90 Vecchia, centurione della Gnr 22 Squara, Giovanni 75 Venturelli, Arturo 70 Squillario, Renzo 143 Vercella Baglione, Vitale 49 Stacchino, Antonio 72 Vercella Barbis, Pietro 64 Stalin, partigiano 145 Vercellina, Pierino 190 Strada, Teodoro 75 Verga, Sante 90 Strambo, Giuseppe 172 Vernenti, Carlo 84 Strepponi, Giovanni Battista 175 Vernetti, don Giuseppe 86 Strippoli, Alfonso 31 Vettorello, Bruno 190 Viana, Clara 48 Tallia, Paride 65 Viazzo, Carlo 69 Tamagno, Carlo 61 Vicario, Francesco 85 Tamburini, Tullio 12, 13, 18, 19, 28, 29 Vigone, Luigia 84 Tartaglio, Gianni 30 Vincenti, Ignazio 83 Teglia, Pietro 76 Viola, Ezio 76 Tensfeld, Willy 104, 133-135 Vismara, Antonio 77 Testa, Luigi 76 Vitolo, Michele 70 Timo v. Corbelletti, Primo Viviani, Maria 73 Tiraudi, Anna 156 Vola, Francesco 62 Tisi, Arnaldo 49 Volta Parigi, Ermenegilda 72 Togna, Adolfo 47 Togna, Flaminio 47 Weiss, Alfredo 58 Tombolini, Vincenzo 71 Weiss, Desiderio 58 Tommasino, Vittorio 74 Weiss, Hilda 58 Tonato, Giovanni 69 Weiss, Irma 58 Tonello, Renzo 65 Toniol, Virginio 31, 166-169 Zambelli, Pierino 41 Tonon, Giovanni 58 Zamboni, Pietro 81 Topini, Renato 31, 166, 190 Zandano, Gianni 28, 32, 54 Torti, direttore di banca 47 Zanetta, Luigi 144 Torti, Silvio 90 Zangherati, Guerrina 58 Tortolone, Giovanni 80 Zaninetti, Angelo 63, 91 Trabucco, Baldassarre 19, 22, 23, 29 Zaninetti, Mario 68 Travagli, Efren 138 Zanoletti, Giacomo 173 Travaglini, Fernando 193 Zanotti, Adolfo 145 Traversa, Carlo 66 Zanotti, Carlo 193

210 Zanvercelli, Pasquale 84, 91 Zerbinati, Pio 92 Zaquini, Ezio 190 Zerbino, Paolo 9, 11, 12, 27, 29 Zaquini, Mario 100, 105, 117, 135 Zini, Guido 69 Zarino, Eugenio 73 Zolla, Giulio 179 Zarino, Maddalena 72 Zoppis, Benvenuto 190 Zarino, Salvatore 74 Zucca, Giuseppe 75 Zarino, Walter 83 Zuccari, Merico 8, 14, 17, 20, 21, 25-27, 29, Zegna, Ermenegildo 50 31, 32, 118, 135, 136, 140, 161-175, 177, Zegna, Luciano 64 179-184, 186-191, 193, 197, 198 Zenone, Eligio 90 Zucco, Ester 184 Zerbinati, Guglielmo 83, 84, 152

211 Indice dei luoghi*

Affrancia (Borgosesia) 53 Bollengo (Ao, ora To) 131, 132 Africa orientale 197 Bologna 31, 134, 161-163, 180, 195 Africa settentrionale 195 Bolzano 58 Agnona (Borgosesia) 165 Borgo d’Ale 71, 74-76, 89, 1450 Agrigento 61 Borgo Vercelli 63, 74, 77, 80, 86, 88, 143, 144, Ailoche 43, 63, 130 156 Alagna Valsesia 15, 72, 123-125, 131, 132, 137 Borgomanero (No) 18 Albano Vercellese 59 Borgomasino (Ao, ora To) 86 Alessandria 9, 27, 196 Borgosesia 8, 13, 15-20, 22-25, 29, 31, 32, 41, Alice Castello 41, 48, 55 43-46, 48, 49, 52, 53, 59, 62, 65, 66, 68, 76, Altavilla Irpina (Av) 73 95, 107-109, 111, 121, 124, 125, 165-169, America latina 189 183, 190, 191, 196, 197 Ancona 186 Breia 15 Andorno Micca 15, 41, 43, 45, 46, 48, 52, 60, Brescia 9, 13, 18, 22, 24, 26, 40, 54, 161, 162, 66, 67, 96, 97, 143, 145, 150, 152 187, 190 Aosta 17, 19, 21, 100, 193, 196 Brescia, provincia 198 Aosta, valle 193 Brusasco Cavagnolo (To) 63 Aranco (Borgosesia) 48, 165, 167 Brusnengo 49, 76, 122 Argentina 197 Bulliana (Trivero) 42 71, 73, 75, 84, 86, 147 Buronzo 44, 47, 127 Asti 74 Busseto (Pr) 69 Azzano Decimo (Ud) 162 Busto Arsizio (Va) 67, 75

Bagneri (Muzzano) 113 Cabiate (Co) 86 Balocco 80 Cagliari 162, 187 Bannio Anzino (No) 115, 172 Cairate (Va) 73 Baraggia (Carisio) 145 Callabiana 48, 50 Baraggia (Lessona) 48 Caluso (Ao, oraTo) 77 Barattano (Gualdo Cattaneo, Pg) 162 Camasco (Varallo) 110 Bergamo 158, 161 Cambiasca (No) 128, 129 Berlino 195 Camburzano 50 Bevagna (Pg) 162 Camino (Al) 77, 82, 159 Bezzecca (Tn) 64 Campbell (Australia) 174 Bianzè 42, 65, 78, 86, 148, 159 Campello Monti (Valstrona, No) 125-128, 138, Biella 8, 15, 17-26, 28-31, 41, 42, 43, 45-52, 172 54, 57, 59-73, 75, 80, 83, 86-89, 93, 95, 97, Campertogno 137 102, 104, 113, 127, 131, 132, 143, 145-149, Canavese 131, 193 151-159, 175, 193, 194 Candelo 48, 150, 159 Biellese 8-10, 15, 17-19, 21, 22, 28, 29, 31, Cappuccini (Vercelli) 62, 65, 73, 81, 89 39, 40, 52, 60, 64, 93, 95-97, 99-101, 141- Caprezzo (No) 128, 129 145, 147, 151, 152, 156, 193, 194 Carcoforo 110, 136 Bioglio 48 Caresana 145, 158, 184 Bitonto (Ba) 61 Caresanablot 87 Boccioleto 115, 120, 123, 137, 172 Carisio 83, 143, 145 Bolladella (Cairate, Va) 730 Carpeneto (Al) 27

* Di ogni frazione è indicato, tra parentesi, il comune capoluogo; per i comuni al di fuori della provincia di Vercelli sono indicate le province di appartenenza all’epoca (solo per i comuni del Canavese è in- dicato anche il cambio di provincia nell’immediato dopoguerra).

212 Carpignano Sesia (No) 148, 155 Croce Mosso (Valle Mosso) 19, 25, 26, 29, 32 Casa del Bosco 123, 139 Crova 73, 145 Casale Monferrato (Al) 68 Cuneese 193 Casalmaggiore (Cr) 75 Cuneo 31, 196 Casanova Elvo 61, 143 Cureggio (No) 63 Cascine San Giacomo ora San Giacomo Vercel- Curino 106, 124, 126-30, 135, 138, 139, 182 lese (v.) Cusio 196 Cassino (Fr) 74 Castagneia (Breia) 190 Desana 71, 74, 83, 87 Castelfranco Emilia (Mo) 194 Donato 58 Castellazzo Novarese (No) 195 Dongo (Co) 27 Castellengo (Cossato) 191 Castelletto Cervo 157 Emilia-Romagna 161, 196 Castello Godego (Tv) 61 Etiopia 195 Cavaglià 69, 71, 73, 77 Cavaglia (Varallo) 109 Falcero (Valle Mosso) 52 Cecoslovacchia 194 Ferrara 163 Cellio 15, 51 Fervazzo (Coggiola) 130 Cerrina Monferrato (Al) 72 Firenze 30, 31 Cerrione 156 Flecchia (Pray) 123, 138 Cerva (Rossa) 137 Fobello 99, 106, 115-132, 136-138, 172-174, Cervarolo (Varallo) 110 190 Cervatto 99, 121, 130, 136 Fondotoce (Verbania, No) 121 Cesena (Fo) 162 Fontanetto Po 61, 76, 143 Chesio (Valstrona, No) 125 Foresto (Borgosesia) 109 Chiari (Bs) 14, 161, 193 Forlì 31 Chiavazza (Biella) 47, 78, 145, 147, 156 Formigliana 60, 62 Chivasso (To) 152 Forno (Valstrona, No) 125, 126, 179, 180, Cigliano 66, 75, 77, 86, 87, 89, 107, 143, 156 189, 191 Cilimo (Varallo) 109 Francia 144, 145 Civiasco 109 Friuli 193 Civitavecchia (Rm) 194, 196 Coggiola 8, 11, 13, 15, 25, 32, 44-47, 49, 50, Gaglianico 67, 71, 144, 155 60-62, 64-69, 72, 126, 129 Gattinara 14, 15, 24, 29, 45, 53, 59, 72, 82, 83, Colbourne (Port Colbourne?, Canada) 67 107, 109, 127, 145 Collobiano 69, 85, 147 Genova 30, 162, 197 Comasco 193 Germania 8, 9, 40, 93-97, 105, 142-144, 147, Como 31, 158 148, 173, 181 Conselve (Pd) 73 Ghislarengo 45, 150 Corboia (Ro) 65 Giunchio (Ailoche) 43 Corzano (Bs) 156 Gottolengo (Bs) 75 Cossato 8, 15, 16, 19, 22-26, 29, 31, 32, 45, Gozzano (No) 18 47, 52, 60, 66, 67, 72, 76, 143, 150, 152, Graglia 15, 43, 68 169, 181 Greggio 28, 79, 80, 85, 154 Cossila (Biella) 52, 61, 143 Gressoney (Ao), valle 161, 193 Costanzana 77, 159 Grignasco (No) 43, 53, 196 Courmayeur (Ao) 194 Grimaldi (Cs) 30 Cravagliana 95, 99 Grugliasco (To) 195 Cremona 195 Guardabosone 64, 125 Crescentino 62, 67, 74, 77, 78, 80, 84, 86, 152 Crevacuore 8, 11, 13, 15, 16, 19, 23-25, 29, Imperia 31, 53 31, 32, 42, 44-47, 49, 62, 63, 69, 108, 109, Intra (Verbania, No) 128 122, 125, 126, 139, 164, 165, 169, 189 Isolella (Borgosesia) 67, 124 Crevola (Varallo) 67, 111 Istria 64

213 Ivrea (Ao, ora To) 17, 18, 19, 21, 126, 131, 132 Netro 15 Novara 13, 17, 18, 29, 41, 49, 56, 65, 69, 70, Lambrate (Milano) 111 85, 89, 121, 130, 139, 142, 179, 193, 194, Lamporo 71 195, 196 Larizzate (Vercelli) 82, 84 Novara, provincia 186, 189 Laveno (Va) 64 Novarese 128 Lazio 170 Noventa Vicentina (Vi) 65 Leno (Bs) 81 Lenta 66, 76, 152, 155, 159 Occhieppo (imprecisato) 15, 130, 140 Lessona 26, 48, 52 Occhieppo Inferiore 50, 102, 156 Libia 197 Occhieppo Superiore 62 Lignana 79, 83, 147 Olcenengo 68, 69, 73, 78, 81, 83, 85, 142, 156, Limbiate (Mi) 67 158, 159 Livorno Ferraris 79, 84, 86, 87, 150, 156, 159 Oldenico 80, 81 Locarno (Varallo) 175 Omegna (No) 41, 54 Lombardia 161, 198 Oriomosso (Quittengo) 48 Lonate Pozzolo (Va) 77, 81 Ornavasso (No) 128, 129, 138 Lozzolo 122, 123, 139 Oropa (Biella) 15, 52 Lucca 195 Ossola, valle 138, 193, 196

Macerata 197 Padova 163 Maderno (Bs) 9, 10, 12-14, 18, 19, 23-26, 28, 63, 74 31, 77, 160 Palestro (Pv) 74, 77 Magnano 71 Pallanza (Verbania, No) 70 Marche 106, 161, 186, 193, 198 Parigi 195 Masseranga (Portula) 129, 130 Parma 31 Masserano 16, 23-25, 45, 49, 102, 127, 152 Pavignano (Biella) 42, 147, 152, 159 Mazzè (Ao, ora To) 76, 77, 86 Pedemonte (Alagna Valsesia) 137 Mezzana Mortigliengo 126, 144 Pertengo 79, 147, 150 Miagliano 43, 150 Perugia 31 Miazzina (No) 128 Pesaro-Urbino, provincia 161, 186 Milano 17, 18, 25, 28, 31, 58, 63, 67, 77, 85, Peschici (Fg) 141 88, 109, 111, 153, 154, 162, 174, 186, 188, Pettinengo 69 189, 191, 194, 197 Pezzana 71, 75, 76, 150 Modena 70 Piacenza d’Adige (Pd) 74 Moncerchio 15 Piana di Santa Maria (Fobello) 173 Moncrivello 65, 74 Pianceri (Pray) 130, 146 Monferrato 191 Piancone (Trivero) 139 Mongrando 17-19, 21, 46, 49, 50, 58, 131, Piane (Mosso Santa Maria) 41 132, 143 Piasca (Ailoche) 130 Monselice (Pd) 74 Piatto 143 Montefano (Mc) 162, 197 Piazzo (Biella) 102 Montrigone (Borgosesia) 43 Piedicavallo 15, 110, 111 Mosca 195 Piemonte 27, 164, 192 Mosso, valle 26 Piode 180 Mosso Santa Maria (ora Mosso) 15, 16, 19, 23, Pollone 15, 68, 141, 156 29, 32, 41, 42, 49, 50, 52, 64, 94, 194 Ponderano 88, 145 Motta de’ Conti 77, 88, 152 Ponzone (Trivero) 28, 42, 55, 119, 120 Mottalciata 26, 106, 127, 139, 180, 181, 182, Pordenone 162 191 Portula 43, 44, 45, 139 Molinengo (Soprana) 126 Postua 46, 47, 64, 108, 129, 139 Muzzano 50, 113, 156 Pralungo 15, 44, 48, 60, 63, 68, 78, 141, 143, 145, 147, 159 Nemi (Rm) 163 Prarolo 65

214 Pratrivero (Trivero) 46, 72, 139, 156 San Paolo Cervo 15 Pray 8, 11, 13, 15, 16, 23, 25, 43-45, 47, 49, San Pietro (ora Saint-Pierre, Ao) 63 50, 65, 76, 106-109, 119-132, 136, 138, 146, Santa Margherita Ligure (Ge) 73 172, 175, 176, 178 Santa Maria (Curino) 124, 125, 129, 175-178 Sant’Antonino (Saluggia) 86, 156 Quarona 16, 23, 24, 52, 53, 71, 98, 111, 116, Sant’Eurosia (Pralungo) 44 118, 145, 170, 172, 190 Santhià 61, 65, 73-76, 79-81, 86, 87, 89, 102, Quinto Vercellese 83, 84, 142 103, 146, 148, 156, 158 Quittengo 48 Scopa 15, 43, 172 Scopello 137, 180 Rassa 99 Sermenza, valle 110, 115 Rezzato (Bs) 73 Serravalle Sesia 9, 15, 16, 23, 24, 29, 43, 45- Rima 110 47, 50, 53, 60, 65, 107, 108, 156, 167, 196 Rimasco 106, 110, 119-26, 136, 137 Siena 163 Rimella 52, 95, 96, 99, 110, 115-117, 122, 137, Sordevolo 15, 113 138, 172, 190 Spagna 195 Rivalta di Torino (To) 87 Spalato (ora Split, Croazia) 27 Rivara (To) 131, 132 Spoleto (Pg) 197 Rive 71, 72, 79, 147, 150 Strona 26, 65, 126, 145 Roasio 69, 145, 155 Strona (No), valle 125, 138, 193 Roccapietra (Varallo) 109, 110, 117, 118, 170, Stroppiana 73, 74, 82, 85, 157 190 Suno (No) 189 Roma 8-11, 13, 21, 27, 31, 84, 103, 104, 134, Svizzera 136, 195, 197 162-164, 195-197 Romagnano Sesia (No) 14, 18, 29 Tavigliano 48, 141 Ronco (Cossato) 47 Todi (Pg) 197 Roncole (Busseto, Pr) 69 Tollegno 8, 15, 17, 20, 25, 30, 42, 43, 45, 60, Roncole (Postua) 129 71, 194 Rondissone (To) 152 Torino 9, 11-13, 18, 24, 27, 29, 31, 59, 64, 65, Rondò (Serravalle Sesia) 60, 108 67, 70, 71, 74, 75, 77, 85-87, 89, 146, 163, Ronsecco 60, 77, 150, 158 165, 171, 175, 184, 185, 189, 191, 195, 196 Rosazza 53 Torrazzo 64 Rossa 123, 137 Tortona (Al) 163, 177 Rovasenda 152 Trento 197 Rovegro (San Bernardino Verbano, No) 128 Trento, provincia 161 Rovigo 31 Tricerro 58 Rusa (Campertogno) 137 Trieste 81, 162 Trino 58, 59, 62, 63, 65, 66, 70, 74, 77, 80, 82, Saavedra (Argentina) 162, 197 84, 87-89, 147, 152, 159 Sabbia 137 Trivero 10, 15, 25, 42, 43, 46, 47, 50, 60, 62, Sagliano Micca 45, 47, 48, 64 64, 65, 87, 100, 126, 140 Sala Biellese 46 Tronzano Vercellese 73, 75, 77, 87, 88, 146, Salasco 58, 145, 155, 158 148, 159 Sali Vercellese 74 Tusa (Me) 162 Saluggia 42, 65, 79, 86, 150, 156, 158 Salussola 65, 71, 74, 77, 78, 145, 148, 150, Udine 192 156, 158 San Carlo (Graglia) 43 Val Masino (So) 190 San Damiano d’Asti (At) 77 Valbella (Cravagliana) 70 59, 63, 75, 78, 79, 81, Valdagno (Vi) 105, 159 83, 86, 87, 89, 102, 150, 152, 154, 155, 158, Valdengo 71 159 Valduggia 173, 174 68 Valle Mosso 16, 23, 26, 32, 41, 42, 43, 48, 52, San Giusto Canavese (Ao, ora To) 76 60, 62, 65, 67, 148, 152

215 Valle San Nicolao 80 99-101, 103, 105, 106, 108, 111-115, 118- Valmaggia (Varallo) 110 120, 122, 125, 126, 132, 134-136, 138-141, Valsesia 8, 10, 15-17, 21, 24, 26-29, 40, 93- 143-145, 147, 149, 150-154, 156-159, 161, 97, 99, 100, 106-109, 136, 140, 142, 143, 164, 165, 169-172, 180, 186, 187, 189-191, 145-147, 151, 152, 156, 161, 170, 172-174, 193-196 180, 189, 193, 194, 196 Vercelli, provincia 9, 27-29, 31, 39, 54, 91, 105, Valsessera 8, 29, 53, 95, 100, 106, 136, 161, 134, 136, 141, 142, 144, 146-151, 153, 155, 193 157, 160, 162, 189, 191-193, 197, 198 Valstrona (No) 161, 172 Vergnasco (Cerrione) 152 Valtellina 190 Verona 27, 188 Vandorno (Biella) 64 Vettignè (Santhià) 74 Varallo 8, 13, 15, 16, 19, 20, 21, 23, 24, 27, Viancino (Crova) 73 41, 44, 45, 46, 49, 51-55, 59, 62, 66-68, 70, Vicenza 161 76, 95, 98, 100, 105, 108-111, 116-119, 124, Vicolungo (No) 75 135, 140, 145, 166, 170-175, 180, 183, 190, Victoria (Australia) 67 191, 194, 196 Vigevano (Pv) 60, 74, 171 Veglio Mosso 143 Vigliano Biellese 51, 64, 68, 145, 150, 156, 158, Venaria (Lignana) 79, 147 159 Venarolo (Ailoche) 130 Villanova Biellese 15 Veneto 161, 198 Villata 85, 150, 158 Verbania 196 Volterra (Pi) 196 Verbano 196 Vercellese 57, 79, 87, 142, 145, 146, 186 Zimone 157 Vercelli 7-14, 16-19, 21, 22, 24, 25, 27-30, 32, Zubiena 17, 18, 19, 49, 53 41, 48, 55, 57, 58, 61, 62, 63, 64-89, 91, 92, Zumaglia 86

216 Indice

Nota del curatore p. 4

Presentazione ” 5

Dicembre 1943: iniziano le azioni contro i “ribelli” ” 7

“Oltre duecento ribelli armati...” ” 39

“Nella notte sono stati eseguiti due pattuglioni” ” 57

“È palese la sfiducia ed il collasso spirituale” ” 93

“L’entusiasmo dei legionari è indescrivibile” ” 106

Legionari in Valsesia e nel Biellese ” 136

“È continuata un’accentuata attività sovversiva” ” 142

“In nome del popolo italiano” ” 161

Appendice ” 192

Referenze bibliografiche ” 199

Abbreviazioni, acronimi ” 200

Indice delle persone ” 201

Indice dei luoghi ” 212

Piero Ambrosio Nato a Vercelli nel 1951, residente in Valsesia dall’inizio degli anni settanta. Direttore dell’Istituto dal 1980 al 2009; vice presidente (dal 2002) poi presidente dell’Archivio fotografico Luciano Giachetti - Fotocronisti Baita, di Vercelli, dal 2004 al 2014. Ha pubblicato volumi di storia della Resistenza, del fascismo e dell’antifascismo e numerosi articoli nella rivista “l’impegno”, di cui è stato promotore e direttore fino al 2010. Ha inoltre realizzato alcuni video per l’Istituto e curato mostre e cataloghi per l’Istituto e per l’Archivio.

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