Piano di Zona Territoriale - Ambiti di e 2015 – 2017

Piano di Zona Territoriale degli Ambiti di Carate Brianza, , Monza, ,

2015 - 2017

a cura del Coordinamento degli Uffici di Piano di Monza e Brianza Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

INDICE

Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Premessa pag. 1

1 Esiti pag. 4

2 Analisi dei bisogni e delle criticità pag. 6 2.1 La non autosufficienza e l’età anziana pag. 6 2.2 La crisi economica e gli interventi sull’area emarginazione e povertà pag. 7 2.3 L’integrazione socio sanitaria e la spesa socio sanitaria pag. 8 2.4 Le modalità di gestione dei servizi e/o interventi e la disomogeneità nella regolazione dei servizi pag. 10

3 Analisi delle risorse e delle unità di offerta pag. 13 3.1 Le unità di offerta socio assistenziali pag. 13 3.2 Le unità di offerta sperimentali pag. 14 3.3 Le unità di offerta socio sanitarie pag. 14 3.4 Le equipe integrate di valutazione socio sanitaria per la lettura delle situazioni multiproblematiche pag. 16 3.5 Le reti integrate a supporto di problematiche trasversali e complesse e le pag. 16 progettazioni sovra ambito

4 Analisi dei soggetti, dei network e dei sistemi di governance presenti sul territorio pag. 18 4.1 Il ripensamento della governance programmatoria dei Piani di Zona pag. 18 4.2 Il livello di governance di inter Ambito pag. 19 4.3 Il livello di governance di Ambito pag. 20 4.4 La governance socio sanitaria integrata pag. 22 4.5 La governance socio sanitaria pag. 26 4.6 Il ruolo dell provincia di Monza e Brianza pag. 30 4.7 Gli altri network attivi sul territorio pag. 31 4.8 I flussi decisionali pag. 35

5 Gli obiettivi, le azioni e le priorità di intervento pag. 36 5.1 Gli obiettivi legati agli input regionali, all’analisi di contesto ed al percorso del patto per il welfare pag. 36 5.2 Gli obiettivi legati alla ridefinizione della governance ed al piano operativo annuale pag. 61

Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza

1 Esiti programmazione precedente pag. 68 1.1 Area Anziani pag. 68 1.2 Area Disabilità pag. 70 1.3 Area Minori e Famiglia pag. 73 1.4 Area Vulnerabilità pag. 78 1.5 Area Integrazione tra Policy pag. 81 1.6 Azioni di Sistema pag. 83 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

2 Analisi dei bisogni e delle risposte pag. 84 2.1 Analisi dei Bisogni pag. 84 2.2 Analisi delle Risposte pag. 86

3 Analisi dei soggetti, dei network e dei sistemi di governance presenti sul territorio pag. 87

4 Gli obiettivi e le priorità di intervento pag. 91 4.1 L’integrazione delle conoscenze pag. 91 4.2 L’integrazione dei servizi pag. 96 4.3 L’integrazione delle risorse pag. 106

Ufficio di Piano Ambito di Desio

1 Esiti La valutazione del Piano di Zona 2012-2014 pag. 115 1.1 Risultati sull’Area Anziani pag. 115 1.2 Risultati sull’Area Disabilità pag. 117 1.3 Risultati sull’Area Minori e Famiglia pag. 119 1.4 Risultati sull’Area Adulti ed Esclusione sociale pag. 121

2 Analisi dei bisogni e delle risposte pag. 123

3 La governance di Ambito pag. 124

4 Obiettivi e priorità di intervento pag. 127 4.1 Obiettivi e priorità di intervento nell’area ad integrazione socio-sanitaria pag. 127 4.2 Obiettivi e priorità di intervento nell’area sociale pag. 132

5 Azioni ed interventi in gestione associata mediante l’Azienda Speciale Consortile “Consorzio Desio-Brianza” pag. 140

6 Il Piano di Valutazione d’Ambito pag. 140

7 Ricomposizione degli obiettivi sul livello InterAmbiti pag. 143

Ufficio di Piano Ambito di Monza

1 Gli esiti della programmazione 2012-2014 pag. 154

2 Gli obiettivi per il triennio 2015-2017 pag. 165 2.1 Gli obiettivi dell’area conoscenza pag. 165 2.2 Gli obiettivi dell’area servizi pag. 166 2.3 Gli obiettivi dell’area risorse pag. 172

3 La Governance pag. 178 3.1 Il coordinamento tra i Comuni dell’Ambito Territoriale pag. 178 3.2 La programmazione partecipata pag. 179

Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Ufficio di Piano Ambito di Seregno

1 Esiti - La valutazione del piano di zona 2012-2014 pag. 181 1.1 I risultati dell Area Anziani pag. 181 1.2 I risultati dell’Area Disabilità pag. 182 1.3 I risultati dell’Area Minori e Famiglia pag. 183 1.4 I risultati dell’Area Vulnerabilità Sociale, Dipendenze ed Immigrazione pag. 184

2 Analisi dei bisogni e delle risposte pag. 186 2.1 La spesa sociale pag. 186 2.2 La composizione della spesa pag. 187 2.3 Il costo dei servizi pag. 195 2.4 Le prospettive sul finanziamento al welfare per i prossimi anni pag. 199

3 Gli obiettivi e le priorità di intervento pag. 200 3.1 Gli obiettivi strategici trasversali pag. 200 3.2 Gli obiettivi dell’Area Anziani pag. 205 3.3 Gli obiettivi dell’Area Disabilità pag. 211 3.4 Gli obiettivi dell’Area Minori e Famiglia pag. 217 3.5 Gli obiettivi delle Aree Vulnerabilità Sociale e Dipendenze pag. 222 3.6 Gli obiettivi dell’Area Migranti pag. 227

4 Analisi dei soggetti, dei network e dei sistemi di governance presenti sul territorio pag. 230

5 Allegati pag. 231

Ufficio di Piano Ambito di Vimercate

Premessa pag. 252

1 Esiti: la valutazione del piano di zona 2012-2014 pag. 253

2 Le criticità, i bisogni e le possibili risposte pag. 260 2.1 Il profilo demografico pag. 260 2.2 Le mappe dei fenomeni sociali pag. 261

3 Gli obiettivi e le priorità di intervento pag. 264 3.1 Gli obiettivi di ricomposizione della conoscenza pag. 264 3.2 Gli obiettivi di ricomposizione delle risorse pag. 266 3.3 Gli obiettivi di ricomposizione dei servizi pag. 269

4 Analisi dei soggetti, dei network e dei sistemi di governance pag. 276

5 La gestione associata pag. 280

6 Allegati pag. 282 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Premessa Cosa vuol dire programmare oggi? Quale significato assume il Piano di Zona nella definizione delle politiche sociali di un territorio? Rispondere a questi interrogativi significa, di fatto, definire il quadro di riferimento generale eil posizionamento degli attori istituzionali deputati alla costruzione del sistema integrato di welfare. Dare risposte e assumere posizioni chiare e nette in un contesto come quello attuale risulta, tuttavia, particolarmente complesso: siamo in presenza, infatti, di contrazione di risorse, frammentarietà degli interventi, evoluzione espansiva dei bisogni.

Si rilevano in tal senso, alcuni segnali concreti rispetto ad alcune storture e derive che si manifestano nel sistema dei servizi: gli assetti di decodifica della domanda e di strutturazione delle risposte sono inadeguati o insufficienti rispetto ai bisogni emergenti, di conseguenza la risposta diventa poco organica e spesso appiattita su tipologie di intervento tradizionali, il progressivo scivolamento sulle situazioni più gravi, compromesse ed emergenziali sembra inevitabile. Il paradigma sopra riportato, per alcuni tratti forse semplicistico e sintetico, tuttavia fa emergere le difficoltà a programmare a fronte della riduzione delle risorse e il contestuale aumento e diversificazione dei bisogni.

Il rischio concreto che in una situazione di difficoltà, maturi una progressiva sfiducia nei processi di integrazione e di collaborazione nelle fasi di programmazione, progettazione ed integrazione, deve essere quindi contenuto e assorbito.

In tale ottica, ridare nuovo slancio ai processi di integrazione propri del Piano di Zona significa, quindi, offrire maggiori opportunità ad un territorio e ai suoi cittadini.

I 55 Comuni della Provincia di Monza e Brianza - raggruppati negli Ambiti Territoriali di Carate Brianza, Desio, Monza, Seregno e Vimercate – in raccordo con l’ASL di Monza e Brianza nonché con la Provincia e gli altri attori sociali del territori, hanno deciso di rispondere in modo coeso agli interrogativi posti di fronte al processo programmatorio per il prossimo triennio attraverso la costruzione di un unico Piano di Zona 2015/2017.

La struttura del documento e dei suoi contenuti è pertanto univoca e contiene in primis gli obiettivi inter Ambiti sia di carattere più strettamente sociali, sia inerenti all’area dell’integrazione socio sanitaria. In secondo luogo all’interno del documento trovano spazio le sezioni specifiche di ciascun Ambito Territoriale, inteso come declinazione peculiare del livello locale. Il bilanciamento è stato quello tra il respiro più ampio dato dalla programmazione sovra territoriale su temi trasversali e la salvaguardia delle specificità del singoloAmbito.

L’idea, già in parte oggetto di condivisione nel triennio precedente, è stata quella di proporre un’evoluzione migliorativa di quanto previsto, tra l’altro, nelle Linee di indirizzo regionali rispetto alla necessità di effettuare l’analisi condivisa dei bisogni a livello sovra Ambiti. Si è dato quindi vita ad un documento unico e coerente, non somma di cinque Piani di Zona, ma bensì entità programmatoria e rappresentazione unitaria degli indirizzi del territorio.

Alla base del percorso di costruzione del Piano di Zona si è posta l’analisi comparata degli elementi emersi dal Sistema di Conoscenza regionale che ha offerto diversi spunti di riflessione e ha fornito una prima fotografia del territorio di riferimento. L’attenzione prioritaria è stata quindi posta alla cura e alla valorizzazione del processo quale momento fondamentale di confronto, condivisione e costruzione di una visione comune sugli obiettivi prioritari del nostro territorio.

1 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Si è posta attenzione, nell’ambito di tutto il percorso di definizione del Piano di Zona, che il filo conduttore non fosse la scrittura del documento in sé, ma il processo sottostante, proprio per evitare che quanto scritto non rischiasse di rimanere, poi, lettera morta.

Nei molteplici livelli di confronto - politico, tecnico e partecipativo - è costantemente emersa la richiesta di curare la determinazione di un nuovo e più efficace modo di lavorare insieme tra Istituzioni, Terzo Settore, sindacati, associazioni, ecc. In tale ottica il momento dell’approvazione del Piano di Zona segna l’inizio sostanziale di un nuovo percorso: ciò si sostanzia, tra l’altro, nella prospettiva della costruzione di un “Patto per il Welfare” quale punto di convergenza delle idee, delle linee strategiche e degli impegni reciproci di ciascun attore del sistema.

I generali concetti – chiave riconosciuti dai diversi portatori di interesse e qualificanti il Piano di Zona dei cinque Ambiti Territoriali di Monza e Brianza sono:

• Sostenibilità del sistema: a fronte dell’impossibilità di sostenere i volumi assoluti di spesa e di interventi a causa della contrazione delle risorse, occorre ridefinire il miglior sistema di risposta possibile attraverso la coniugazione ottimale dei fattori presenti nel nostro contesto.

• Ricomposizione delle competenze e delle conoscenze: la distribuzione delle funzioni nel sistema sociale, socio sanitario e sanitario risulta essere particolarmente frammentata e, in alcuni casi poco chiara; risulta opportuno quindi favorire strumenti funzionali a chiarire i ruoli di ciascuno e a smussare i gap tra sfere di competenza differenti al fine di evitare disservizi, sovrapposizioni e “buchi” nel progetto di assistenza individualizzati.

• Innovazione delle risposte: la spinta innovativa deve essere promossa e sostenuta per poter attivare nuclei di sperimentazione finalizzati a rinnovare il sistema; la capacità di attivare nuove modalità di risposta, seppur più limitata nella realizzazione rispetto ad altri periodi caratterizzati da una maggiore disponibilità di risorse, è un patrimonio irrinunciabile degli attori sociali.

• Integrazione delle risorse, dei servizi e degli interventi: la direttrice individuata da Regione Lombardia sia nelle Linee di indirizzo per la costruzione dei Piani di Zona sia nelle indicazioni contenute in alcune Delibere regionali quali quelle relative al Fondo Non Autosufficienza e al Fondo Nazionale Politiche Sociali, mira a favorire l’integrazione tra i diversi sistemi di intervento. L’impulso verso la gestione associata tra i Comuni e verso la gestione integrata tra ASL e Comuni, che da un lato riprende indicazioni tradizionali sulla programmazione dei Piani di Zona, riveste un nuovo significato rispetto al valore e alla responsabilità sociale delle politiche pubbliche a favore dei cittadini rispetto ai quali conta sostanzialmente l’efficacia della risposta.

• Ottimizzazione dell’utilizzo dei finanziamenti: la graduale ed inesorabile riduzione delle risorse complessive in capo agli enti pubblici caratterizza l’urgenza di attivare processi di ricostruzione dell’assetto economico dei sistemi di welfare e riallocazione efficiente delle risorse. La stratificazione progressiva degli interventi e delle risorse ad essi dedicate, ha limitato le capacità di scelta e di focalizzazione delle priorità a favore di logiche di taglio lineare o di chiusura irreversibile dei servizi. Nel contesto attuale occorre riprendere e svolgere il ruolo di programmatori pubblici sia relativamente alla dimensione delle entrate (rispetto alla quale particolare rilevanza è rivestita dalla tematica di rispetto di quanto previsto dalla normativa dei LEA, spesso disattesa a discapito dei bilanci comunali) sia in relazione alla dimensione uscite (avere minori fondi dovrebbe accrescere la capacità di utilizzarli al meglio,

2 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

il ruolo afferibile alla scelta dovrebbe essere sentito come arricchito).

• Armonizzazione dei sistemi di regolamentazione dell’accesso e dell’erogazione delle prestazioni. Il perseguimento della coerenza e dell’allineamento tra i diversi territori rispetto alle regole di accesso e di determinazione dei benefici a favore dei cittadini, è assunto come elemento portante da Regione Lombardia. La complessità di tale tematica è afferibile alla sostanziale difformità di partenza tra i Comuni e alle ricadute sui bilanci comunali. Tuttavia, riconoscendo la rilevanza di tale indicazione, i Comuni anche alla luce della recente normativa ISEE, hanno avviato percorsi di uniformazione a livello di Ambito, oggetto di confronto a livello inter Ambiti.

In estrema sintesi, ritenuto il contesto di Monza e Brianza particolarmente favorevole alla realizzazione di sistemi integrati di welfare e riconoscendo l’importanza delle basi gettate con la costruzione del Piano di Zona Inter Ambiti in forte correlazione con l’ASL Monza e Brianza (integrazione socio sanitaria) e con i soggetti del territorio (Patto per il Welfare), si auspica di procedere ad un fattivo e produttivo percorso 2015 – 2017.

3

Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

1 Esiti1 Esiti

In allegatoIn allegato sono sono riportati riportati nel dettaglionel dettaglio le azioni le azioni e gli eobiettivi gli obiettivi previsti previsti nello nello scorso scorso Piano Piano di Zona di a livelloZona inter a ambiti. livello inter Nella ambiti. tabella Nella seguente tabella gli seguente stessi sono gli riportatistessi sono in sintesi riportati in sintesi

grado di permanenza bisogno- azioni evidenziate dal piano di zona 2012-2014 grado di rag- permanenza bisogno- azioni evidenziate dal piano di zona 2012-2014 raggiungimento del bisogno giungimento del bisogno sistema Strutturazione Governance socio-sanitaria Strutturazione Governance  si sistema si Favorire l'integrazione socio-sanitaria degli interventisocio-sanitaria a favore degli anziani   si anziani fragili Favorire l’integrazione socio-sanitaria degli inter- anziani Valutazione e presa in carico di persone ad alta fragilità sociale  si si venti a favore degli anziani J ValutazioneCeAD e presa e valutazioni in carico di orientative persone ad verso alta lafragilità rete dei servizi per una maggior si sociale integrazione tra sanitario e sociale fragili  Pacchetti orari dei medici specialisti nei CDD per mantenimento presidi J si no sanitari in età adulta  CeAD e valutazioni orien- Piattaforma on line per Pediatri Libera Scelta, per tativeindividuazione verso la rete precoce dei SA  si Azioni progettuali a sostegno della famiglia con congiuntoservizi per in unacondizioni maggior di si disabili J si fragilità integrazione tra sanitario e  Pacchetti orari dei medici specialisti nei CDD per manteni- Ricognizione delle progettualità in atto sul tema dellasociale disabilità e loro mento presidi sanitari in età adulta si valorizzazione  Piattaforma on line per Pediatri Libera Scelta, per indivi- J no duazione precoceRicerca SA condotta da un gruppo di scuole sulla diffusione del linguaggio ICF  si Azioni progettuali a sostegno della famiglia con congiunto si disabili Implementare le azioni informative verso la popolazione J in condizioni di fragilità  si Verifica livello di attuazione protocollo d'intesa condiviso e formalizzato si Ricognizione delle progettualità in atto sul tema della disa- J si bilità e loro valorizzazione2011-2016   si Ricerca condottaAccordi da e un convenzioni gruppo di scuoleai sensi sulla dell'art diffusione 14 D.Lgs.276/2003  si del linguaggio ICF si ImplementareRicomposizione le azioni informative dei punti verso informativi la popolazione   si Verifica livelloPotenziamento di attuazione Anagra protocollofe Dinamica d’intesa Disabilitàcondiviso tramitee revisione e si  si formalizzatospecia 2011-2016lizzazione del data base esistente  Accordi e convenzioniValorizzazione ai sensi richieste dell’art su 14 LR23/99 D.Lgs.276/2003 ausili tramite follow up dei progetti si Ricomposizione(avviato dei nelpunti 2011) informativi  si PotenziamentoAzione Anagrafe progettuale Dinamica specifica Disabilità fruibilità tramite trasporti revi- per lavoratrici conK congiunto si sione e specializzazionedisabile del data base esistente  si Valorizzazione richieste su LR23/99 ausili tramite follow up si Integrazione socio-sanitaria J dei progetti (avviato nel 2011)  si Azione progettuale specifica fruibilità trasporti per lavoratri- K si ci con congiunto disabile area minori Valutazione e presa in carico di famiglie multiproblematiche,Integrazione si socio-sanitaria degli interventi a favore dei minori e delle famiglieJ e famiglia  si multiproblematiche, promozione Servizi della prima infanzia e aJ favore della si conciliazione, valorizzazione azioni contro la violenza alle donne. Integrazione socio-sani- si area minori e famiglia taria  areaValutazione e presa in carico di famiglie Integrazione socio-sanitaria degli interventi a favore delle persone in vulnerabilitàmultiproblematiche,Integrazione socio-sanitaria degli in- condizione di svantaggio sociale  si socialeterventi a favore dei minori e delle famiglie multiproblema- tiche, promozione Servizi della prima infanzia e a favore J si della conciliazione,Patto territoriale valorizzazione per la saluteazioni contromentale la violenza  si alle donne. area salute Protocollo per la gestione del fondo sociale psichiatria si Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017   mentale

Integrazione socio-sanita- Protocollo per la gestione degli interventi per gli accertamenti e i trattamenti sanitari obbligatori ria degli interventi a favore  si area vulnerabilitàsociale si delle persone in condizio- J Protocollo d'intesa per il passaggio dalla Neuropsichiatria alla Psichiatria  Pagina 6 di 67si ne di svantaggio sociale Protocollo d'intesa per l'inserimento di pazienti psichiatriciPatto territoriale nelle RSA per e la nei sa -  si si area salute CDImentale lute mentale  Protocollo perDefinizione la gestione di un del modello fondo sociale condiviso psichiatria di intervento  si Protocollo per la gestione degli interventi per gli accerta-  si Coordinamento tra Servizi e Progetti di Reinserimento lavorativo rivolto alle menti e i trattamenti sanitari obbligatori 4 si fasce deboli  Protocollo d’intesa per il passaggio dalla Neuropsichiatria K si alla PsichiatriaCoordinamento tra Progetti di Housing Sociale  no Protocollo d’intesaAvvio di per rapporti l’inserimento strutturati di dipazienti collaborazione psichiatrici con agenzie di orientamentoJ e si nelle RSA eformazione, nei CDI con associazioni datoriali.  si Formazione sulle dipendenze rivolta agli operatori dei Servizi/ProgettiL di si si reinserimento lavorativo e di Housing sociale  Individuazione di proposte/soluzioni operative (procedure/protocolli) sul tema della cronicità e multiproblematicità  si Attivazione nel Distretto quale luogo di segnalazione e valutazione si interdisciplinare e interistituzionale di situazioni complesse  area Integrazione con gli assessorati alle politiche giovanili e dipendenze  si all'educazione/politiche scolastiche Integrazione operativa -estensione del protocollo di rete (vedi Ambito si Carate) ad altri UdP  Coordinamento del Comitato rete territoriale prevenzione dipendenze  si Coordinamento progetto europeo;Coordinamento gruppo di lavoro interdipartimentale sui programmi di prevenzione validati:  si LST;LSE;UNPLUGGED, Rete di scuole che promuovono salute. Supervisione/collaborazione e formazione progetti di Prevenzione finanziati da Enti diversi (Clip; Territorio chiama Oratorio). Formazione su New  si Addiction e nuove tecnologie aperta anche ai Comuni e al terzo Settore Estensione delle linee guida minori concordate tra progetto X -Space e consultori adolescenti alla rete dei Comuni  si Accordi con Servizi del penale minorile  si Progetto nazionale "Early Detection of Drugs Use and Early Intervenction in si children” (parziale finanziamento nazionale)  Individuazione di azioni finalizzate all'aggancio, alla tutela della salute e al miglioramento delle condizioni di vita di consumatori italiani e stranieri che si vivono in condizioni di grave marginalità e/o che non riescono a sviluppare  /mantenere contatti con i Servizi Raccordo e coordinamento tra servizi/progetti di prossimità  si Formazione e azioni di supporto sulle tematiche delle dipendenze, rivolta  si agli operatori dei servizi di prossimità degli ambiti individuali. Definizione di un modello condiviso per il reinserimento lavorativo  si Coordinamento tra Servizi e Progetti di Reinserimento lavorativo rivolti alle fasce deboli  si Coordinamento tra progetti di Housing Sociale  si Avvio di rapporti strutturati di collaborazione con agenzie di orientamento e si formazione , con Associazioni datoriali  Formazione sulle dipendenze rivolta agli operatori dei Servizi/Progetti di si Reinserimento Lavorativo e di Housing Sociale 

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Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

1 Esiti

PianoPiano di Zona di Zona Territoriale Territoriale - Ambiti - Ambiti di Monza di Monzae Brianza e Brianza2015 – 2017 2015 – 2017

In allegato sono riportati nel dettaglio le azioni e gli obiettivi previsti nello scorso Piano di Zona a livello inter ambiti. Nella tabella seguente gli stessi sono riportati in sintesi Protocollo d'intesa per il passaggio dalla Neuropsichiatria alla Psichiatria si  area dipendenze Definizione di un modello Protocollo d'intesa per l'inserimento di pazienti psichiatrici nelle RSA e nei grado di permanenza bisogno- azioni evidenziate dal piano di zona 2012-2014 si si CDI condiviso di intervento raggiungimentoK del bisogno sistemaCoordinamento DefinizioneStrutturazione tra Servizi di e unGovernance Progetti modello di condiviso Reinserimento socio-sanitaria di intervento la - K si si vorativo rivoltoCoordinamentoFavorire alle fasce l'integrazione deboli tra Servizi socio e -Progettisanitaria di degli Reinserimento interventi a lavorativofavore degli rivolto anziani alle J no si anzianiCoordinamento fascefragili tra deboliProgetti di Housing Sociale Avvio di rapportiCoordinamentoValutazione strutturati e di presa tracollaborazione Progetti in carico di Housingdi con persone agenzie Sociale ad dialta fragilità sociale si nosi orientamento e formazione, con associazioni datoriali. Formazione sulleAvvioCeAD dipendenze die rapportivalutazioni strutturatirivolta orientative agli di operatori collaborazione verso ladei rete deicon servizi agenzie per di una orientamento maggior e si formazione, con associazioni datoriali. J  si Servizi/Progettiintegrazione di reinserimento tra sanitario lavorativo e sociale e di Housing FormazionePacchetti orari sulle dei dipendenze medici specialisti rivolta neiagli CDD operatori per mantenimento dei Servizi/Progetti presidi di sociale si nosi reinserimentosanitari in età adultalavorativo e di Housing sociale J  Individuazione di proposte/soluzioni operative (procedure/ protocolli) sulIndividuazionePiattaforma tema della cronicitàon diline proposte/soluzioni per e multiproblematicitàPediatri Libera operative Scelta, per(procedure/protocolli) individuazione precoce sul tema SA si si della cronicità e multiproblematicità J  si Attivazione nelAzioni Distretto progettuali quale luogoa sostegno di segnalazione della famiglia e va con- congiunto in condizioni di Attivazione nel Distretto quale luogo di segnalazione e valutazione si lutazione interdisciplinarefragilità e interistituzionale di situazioni K si si interdisciplinare e interistituzionale di situazioni complesse  areacomplesse Ricognizione delle progettualità in atto sul tema della disabilità e loro Integrazione Intecongrazione gli assessorati con gli alle assessorati politiche allegiovanili politiche e giovanili e L si si dipendenze valorizzazione  si all’educazione/politicheall'educazione/politiche scolastiche scolastiche IntegrazioneRicerca condotta operativa da un - estensionegruppo di scuole del protocollo sulla diffusione di rete (vedidel linguaggioJ Ambito ICF si si Integrazione operativa -estensione del protocollo di rete  si (vedi Ambito Carate) ad altri UdP disabili Implementare le azioni informative verso la popolazione J si si CoordinamentoCoordinamento del Comitato delrete Comitato territoriale rete prevenzione territoriale prevenzione dipendenze si Verifica livello di attuazione protocollo d'intesa condiviso e formalizzato  dipendenze si Coordinamento2011-2016 progetto europeo;Coordinamento gruppo di lavoro  Coordinamento progetto europeo;Coordinamento gruppo J si di lavoro interdipartimentaleinterdipartimentaleAccordi e convenzioni sui programmisui aiprogrammi sensi didell'art prevenzione di prevenzione 14 D.Lgs.276/2003 validati:  si validati: LST;LSE;UNPLUGGED,LST;LSE;UNPLUGGED, Rete Retedi scuole di scuole che proche- promuovono salute. muovono salute.Supervisione/collaborazioneRicomposizione dei punti informativi e formazione progetti di PrevenzioneJ finanziati si si Supervisione/collaborazionedaPotenziamento Enti diversi (Clip; Anagrae formazione Territoriofe Dinamica progetti chiama Disabilità diOratorio). Pre- tramite Formazione revisione su e New si  si venzione finanziatiAddictionspecia lizzazioneda eEnti nuove diversi del tecnologie data (Clip; base Territorio a pertaesisten anchechiamate ai Comuni e al terzo Settore si Oratorio). Formazione su New Addiction e nuove tecnolo- EstensioneValorizzazione delle richieste linee guida su LR23/99 minori concordate ausili tramite tra follow proget upto deiX - Spaceprogetti e gie aperta anche ai Comuni e al terzo Settore si si consultori(avviato nel adolescenti 2011) alla rete dei Comuni   si Estensione delleAzione linee progettuale guida minori specifica concordate fruibilità tra trasportiprogetto per lavoratrici con congiunto si X -Space e consultoriAccordidisabile con adolescenti Servizi del alla penale rete dei minorile Comuni  si si Accordi con ServiziProgetto del nazionale penale minorile "Early Detection of Drugs Use and Early IntervenctionJ in Integrazione socio-sanitaria  si Progetto nazionalechildren “Early” (parziale Detection finanziamento of Drugs Use nazionale) and  Early IntervenctionIndividuazione in children” di azioni (parziale finalizzate finanziamento all'aggancio, na- alla tutela dellaJ salute e al si areazionale) minori miglioramentoValutazione e presadelle condizioniin carico di di famiglie vita di consumatori multiproblematiche,Integrazione italiani e stranieri che Individuazionesocio di azioni-sanitaria finalizzate degli interventi all’aggancio, a favore alla deitutela minori e delle famiglie  si e famiglia vivono in condizioni di grave marginalità e/o che non riescono a sviluppare si si della salute e/manteneremultiproblematiche, al miglioramento contatti delle conpromozione condizionii Servizi Servizi di vita della di prima infanzia eJ a favore della  consumatori conciliazione,italiani e stranieri valorizzazione che vivono inazioni condizioni contro dila violenza alle donne. Raccordo e coordinamento tra servizi/progetti di prossimità si grave marginalità e/o che non riescono a sviluppare /man- K si tenere contatti con i Servizi area Formazione e azioni di supporto sulle tematiche delle dipendenze, rivolta Raccordo e coordinamentoIntegrazione socio tra servizi/progetti-sanitaria degli diinterventi prossimità a favore delle persone in si si vulnerabilità agli operatori dei servizi di prossimità degli ambiti individuali. Formazione econdizione azioni di supporto di svantaggio sulle tematichesociale delle di-  si sociale pendenze, rivoltaDefinizione agli operatori di un modello dei servizi condiviso di prossimità per il reinserimento lavorativo si si degli ambiti individuali. CoordinamentoPatto territoriale traper Servizi la salute e Progetti mentale di Reinserimento lavorativo rivolti alle si Definizione di un modello condiviso per il reinserimento  si fasce deboli  si arealavorativo salute Protocollo per la gestione del fondo sociale psichiatria  si mentaleCoordinamento Coordinamento tra Servizi e Progettitra progetti di Reinserimento di Housing Sociale la-  si Protocollo per la gestione degli interventi per gli accertamenti e i trattamenti vorativo rivoltiAvvio alle fascedi rapporti deboli strutturati di collaborazione con agenzie di orientamento e si sanitari obbligatori  si Coordinamentoformazione tra progetti , con di HousingAssociazioni Sociale datoriali  Avvio di rapportiFormazione strutturati sulle di collaborazione dipendenze rivolta con agenzie agli operatori di dei Servizi/Progetti di si Pagina 6 di 67  si orientamento Reinserimento e formazione ,Lavorativo con Associazioni e di Housing datoriali Sociale  Formazione sulle dipendenze rivolta agli operatori dei Servizi/Progetti di Reinserimento Lavorativo e di Housing Sociale Pagina 7 di 67

5 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

2 Analisi dei bisogni e delle criticità

L’analisi comparata dei dati relativi ai bisogni emergenti, al contesto socio-demografico ed alla spesa sociale, cui si rimanda (allegati 1 – 2 e 3), mette a fuoco sia alcuni punti di forza che di debolezza delle attuali linee strategiche delle politiche sociali territoriali.

Tra i punti di forza possiamo ricordare - il forte investimento sulle tematiche sociali di tutti i Comuni della Provincia (la spesa degli Ambiti della Provincia di Monza e Brianza per servizi sociali in tre casi su 5 è nettamente superiore al livello regionale, in altri due si pone in linea) che consente di mantenere un adeguato presidio sulle aree “storiche”di bisogno; - la capacità di sviluppare politiche sociali integrate interambito di cui il presente Piano è una testimonianza significativa; - la tensione allo sviluppo di sinergie col terzo settore, le associazioni sindacali più rappresentative del territorio, altri Enri che a diverso titolo intercettano le tematiche del welfare ed alcuni stakeholder significativi; - l’attivazione di diversi luoghi di interlocuzione intersettoriali e tra diverse policy.

Si possono analizzare, però, anche alcuni punti di debolezza ed alcune criticità rilevabili nell’attuale sistema di welfare locale in particolare dovuti all’emergere di due principali movimenti: - da un lato le risorse pubbliche in diminuzione, - dall’altro l’aumento dei problemi sociali, dovuti alla crisi economica attuale che drammaticamente ha visto aumentare la disoccupazione, la mancanza di soluzioni di sistema per l’abitare, il disagio sociale.

In particolare, dalla lettura comparata dei dati sopra menzionati, emergono quattro punti di attenzione che rappresentano gli assi sui quali gli Ambiti Territoriali della Provincia di Monza e della Brianza si sono orientati per la definizione del nuovo Piano di Zona.

2.1 La non autosufficienza e l’età anziana

La spesa sociale relativa agli investimenti sui servizi e/o interventi nell’area anziani degli Ambiti Territoriali nel periodo 2007/2012 incide mediamente l’8% sulla spesa complessiva e si registra un depotenziamento dell’allocazione di risorse su quest’area negli ultimi anni, a fronte di un dato socio demografico che rivela un’evoluzione della popolazione anziana over 65 dell’ultimo quindicennio, sia nella componente maschile che femminile.

Si registra inoltre, sempre sul fronte degli interventi sociali, un trend decrescente rispetto all’utenza presa in carico sia dal servizio assistenza domiciliare anziani, che comporta quindi dunque un arretramento rispetto al tasso di copertura della popolazione ultrasessantacinquenne, mentre è in crescita in tutta la Provincia la percentuale di compartecipazione al costo dei servizi.

La dinamica demografica in rapporto all’analisi della spesa sociale pone quindi problemi attuali e prospettive di flessibilità e di pianificazione nella gestione delle risorse, sia umane che finanziarie per fare in modo che possano dinamicamente rispondere ai bisogni di questa fascia di popolazione.

In tal senso da un lato, si registrano segnali di difficoltà da parte delle famiglie nel sostenere i costi relativi alla cura delle persone fragili (sia rispetto alla residenzialità che alla domiciliarità) e, dall’altro, frammentazioni degli interventi e attività di Comuni e ASL, nonostante la caparbietà con 6 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

la quale il nostro territorio, tutt’ora, stende protocolli ed attiva processi innovativi di integrazione in ottemperanza ai decreti regionali, primi tra tutti, il Fondo Non Autosufficienza.

Si impone quindi un ripensamento della strutturazione dei servizi per anziani che oggi rivelano la loro stessa “fragilità” che, per i servizi assistenza domiciliare soprattutto, si concretizza nell’esiguità dell’intensità della cura: questi servizi riescono infatti a garantire poche ore di accesso settimanali alla persona non autosufficiente, in contrapposizione agli interventi, formali ed informali, con personale badante ed in affiancamento ai care givers. Poiché le spese per i servizi assistenza domiciliare gravano significativamente sui bilanci comunali, pur confermando l’esiguità della cura, si tratta proprio di ripensare a questi servizi in un perimetro più ampio, dove prendere in considerazione anche ruolo e risorse private e/o dei care givers. Rafforzano la predetta conclusione anche le percentuali delle prese in carico da parte dei servizi domiciliari (che si assestano attorno all’1%) e che spingono ad un ampliamento, se non dell’offerta di servizi, almeno della conoscenza di come la restante popolazione non in carico affronta i propri bisogni di cura e di assistenza.

Gli utenti, in particolare, intervengono in maniera decisiva nel sistema anche attraverso le migliaia di ore di lavoro gratuito di cura profuso in favore dei propri cari in condizione di disagio ed attraverso il finanziamento del mercato privato di cura, acquistando prestazioni formali ed informali, come dimostrano i 9 miliardi spesi dalle famiglie per il solo acquisto di prestazioni di assistenza fornite dalle badanti1 .

2.2 La crisi economica e gli interventi sull’area emarginazione e povertà

Si evidenzia che gli interventi di contrasto all’esclusione sociale coprono mediamente il 3,7% della spesa sociale complessiva ed hanno visto il dimezzarsi del proprio peso nel corso degli anni; su questo fronte anche il valore delle risorse investite procapite è passato da 13,7 a 8,7 euro. Il trend in diminuzione è confermato e particolarmente evidente anche per l’anno 2012, nonostante l’impatto della crisi economico finanziaria. Tale analisi è infatti da correlare a quanto rilevato in tema di lavoro, facendo riferimento ai dati riportati sul sito di Regione Lombardia “Il Quadrante del Lavoro”2.

Rispetto alle dinamiche aziendali registrate nel territorio della Provincia di Monza e della Brianza nel periodo 2011/2014, periodo che si sovrappone in buona parte con quello analizzato per la spesa sociale, è evidente la decrescita degli avviamenti, ovvero dell’instaurazione di un rapporto di lavoro tra un individuo e un datore di lavoro. Nel passaggio dal 2011 al 2012 il numero di avviamenti passa da 88.124 a 82.231, ed è ulteriormente in calo nel 2013 (77.888). Il dato torna a crescere nel 2014 (79.648), ma solo a fronte di un incremento ancora più significativo delle cessazioni dei rapporti di lavoro registrate nello stesso anno (84.454). Tale quadro è confermato sull’andamento dei tassi di disoccupazione e occupazione. Nel nostro territorio, per la categoria “giovani”, il tasso di disoccupazione passa dal 2011 al 2014 dal 10,39% al 21,78%, mentre il tasso di occupazione, è in lieve decrescita (49,73% nel 2011 e 47,62 nel 2014). L’analisi è possibile anche per la categoria “donne”, dove si registra che, invece, il trend del tasso di occupazione femminile è in controtendenza e passa negli stessi anni dal 55,72% al 60,73%, registrando un aumento particolarmente rilevante nella classe 55-64 anni (27,63% del 2011 al 45,59% del 2014). Contemporaneamente però cresce anche il tasso di disoccupazione femminile, che passa dal 6,12 %, del 2011 all’8,91 del 2014 Tale dato può indicare che un numero

1 Pasquinelli e Rusmini, 2008 2 Il Quadrante del Lavoro http://daslombardia.crisp.unimib.it 7 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

crescente di donne ha dovuto muoversi sul mercato del lavoro per cercare un’attività lavorativa, presumibilmente a fronte della perdita dell’impiego o della riduzione del reddito del coniuge, o comunque di un familiare precedentemente occupato.

In questo scenario si impone la riflessione sul nostro sistema di protezione sociale, in un contesto connotato da profondi cambiamenti e dall’esplosione del fenomeno della povertà, aggravato dalla crisi economica degli ultimi anni, che prepotentemente, in primis, ha impattato sulla vita quotidiana delle famiglie e si è imposto ai servizi sociali, “impreparati” all’onda d’urto sia in termini di investimento di risorse che di nuovi assetti per farne fronte.

La carenza di trasferimenti sistematici per il contrasto alle povertà su base nazionale e lo sbilanciamento dell’investimento delle risorse da parte dei Comuni su altre aree, come evidenziato in questo capitolo, lascia i Comuni “con le armi spuntate” di fronte al sempre maggior numero di cittadini in condizioni disagiate che si rivolgono alle amministrazioni locali.

2.3 L’integrazione socio sanitaria e la spesa socio sanitaria

Il maggior investimento in termini di risorse economiche sulla spesa sociale è relativa all’area minori e famiglia e disabilità; quest’ultima area incide mediamente per il 24% sulla spesa complessiva, con un investimento procapite di circa 31 euro. In particolare il trend degli ultimi anni ha visto un generale incremento dell’allocazione della spesa su quest’area, con una media di aumento percentuale del 4,68% e con punte che arrivano all’11,90%.

Analogamente anche l’investimento specifico sui servizi ad integrazione socio-sanitaria nell’area grave disabilità e non autosufficienza registrano un trend in aumento, con una variabilità però significativa tra i vari territori provinciali.

A livello locale i Comuni e gli utenti intervengono nel settore socio-sanitario, rispettivamente attraverso il finanziamento della componente sociale degli interventi socio sanitari e la compartecipazione alla spesa pubblica.

Esaminando nel dettaglio gli interventi socio-sanitari a livello locale, ulteriori elementi di incoerenza (come già meglio ricordato negli scorsi piani di zona) emergono osservando l’incrocio delle competenze e dei conseguenti finanziamenti facenti capo ai diversi attori pubblici. In questo caso, infatti, spesso il criterio guida della ripartizione delle competenze risulta essere la provenienza dei finanziamenti (nazionali o locali) o la natura dell’attività (sanitaria, quindi afferente al SSN e assistenziale, quindi di competenza degli enti locali) e non un disegno strategico e intrinsecamente coerente sugli assetti di governarne del settore. 3

I confini tra settore sociale e socio sanitario sono estremamente laschi e si riconosce quanto sia difficile la delimitazione dei contenuti dei bisogni e la loro distinzione tra bisogni sanitarie assistenziali. Il posizionamento dei due attori (Comuni e ASL) è da individuarsi nella valutazione dei casi, nell’analisi del bisogno e nell’organizzazione dei percorsi di assistenza nella rete pubblico- privata degli attori.

Occorre rilevare che la progressiva stratificazione di spesa, in situazione di maggiore disponibilità di risorse, ha portato i Comuni a sostenere economicamente anche interventi non afferibili alla propria sfera di competenza, sebbene collegati alla funzione di servizio sociale di cui il Comune è titolare. In una situazione di criticità economica, risulta necessario quindi aprire la riflessione su

3 Ornella Larenza “Il welfare italiano sullo sfondo europeo” in “Rilanciare il welfare locale” a cura di Giovanni Fosti 8 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

un’azione di “spending review” volta a ridefinire il perimetro di azione rispetto alla spesa impropria e a focalizzare le priorità di intervento su cui investire le risorse disponibili, contenendo i livelli di spesa e migliorando l’efficacia attraverso l’introduzione di elementi innovativi.

Sulla base di tali considerazioni si ritiene opportuno avviare percorsi di analisi e di approfondimento volti a meglio conoscere il contesto di spesa e di intervento al fine di costruireiniziative sperimentali condivise tra Ambiti territoriali e ASL a sostegno dell’innovazione e del miglioramento del sistema di intervento sociale e socio sanitario.

Al di là di tali sperimentazioni, affinché l’integrazione socio – sanitaria, possa realmente risultare efficace, occorrerebbe poter affrontare alcuni problemi strutturali nodali, che rendono attualmente difficoltoso ed accidentato il percorso di integrazione, tra questi possiamo ricordare:

1. la titolarità comunale, in ultima istanza, sugli interventi sociali continua a determinare una differenziazione locale su sistemi di accesso e compartecipazione agli interventi. Nonostante questo sia a livello di Ambito che Inter Ambiti (con la costituzione del Coordinamento tra Ambiti territoriali) si perseguono vie di confronto e tentativi di armonizzazione;

2. la mancanza dell’individuazione dei livelli essenziali per le prestazioni sociali comporta un’assenza di direttiva della spesa sociale che tende a strutturarsi sui diversi territori in base alle esigenze dei portatori di interesse più capaci ed organizzati o a stratificazioni storiche;

3. le quote sanitarie riconosciute per i servizi socio sanitari e sanitari, afferibili alla sfera inerente all’integrazione socio sanitaria sono percentualmente spesso molto inferiori alle percentuali di copertura previste dai LEA nazionali. Si ricorda che il DPCM del 29.11.2001, ha individuato alcune prestazioni essenziali con caratteristiche sociali (quelle appunto con diversa rilevanza anche sanitaria) definendo quindi, di riflesso, anche per il sociale dei livelli essenziali fissati a livello nazionale (come si ricordava al punto precedente, infatti, ad oggi non si sono ancora individuati dei Livelli Essenziali in materia socio assistenziale e pertanto le parti “sociali” dei LEA sono gli unici livelli sociali ritenuti ad oggi, a livello nazionale, essenziali). In Lombardia vi sono alcuni LEA socio sanitari, però, che nella concreta attuazione delle competenze tra attori sociali (Comuni) e sanitari (ASL e/o AAOO) e nella concreta ripartizione dei costi tra Comuni e/o utenti e fondi sanitari (di competenza regionale) non trovano, dopo 15 anni dall’emanazione dei LEA, reale applicazione. Questa situazione sta diventando particolarmente difficile da affrontare per i Comuni in quanto configura il sostegno di voci di spesa improprie e in alcuni aspetti (rette per strutture residenziali e semiresidenziali) totalmente fuori dal controllo gestionale Comunale. Il problema principale deriva dal fatto che essendo le strutture sociosanitarie diurne e residenziali per disabili ed anziani, scaturenti dagli interventi previsti dai LEA socio - sanitari, è chiaro che la definizione dei loro standard e l’iter per autorizzare le stesse al funzionamento, per accreditarle e per budgettizzarle afferisce alla Regione (titolare delle competenze sanitarie e sociosanitarie). Ciò che è successo in questi anni, però, è che in questa operazione la Regione non ha definito la retta complessiva di dette strutture, con la conseguente ripartizione delle percentuali tra sociale e sanitario, ma ha definito solo la parte massima di quota sanitaria diurna, lasciando le strutture libere di definire la retta finale effettiva, con conseguente aumento progressivo e “fuori controllo” del costo sociale a carico di Comuni e/o utenti. L’analisi della spesa socio-sanitaria, nell’ambito della spesa sociale è la dimostrazione concreta che questo approccio, in particolare nelle strutture per disabili, ha permesso agli enti gestori di continuare a garantire standard di prestazioni “storici” caricando, però, progressivamente i bilanci comunali di quote sempre più difficili da sostenere.

9 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

4. la differente disciplina delle strutture a carattere socio sanitario o a carattere socio assistenziale spesso prescinde dalle caratteristiche dell’utenza da tali strutture servita. Ad esempio i Centri Socio Educativi (CSE) e ancor di più i Centri Socio Educativi per piccoli (CSEP) questi ultimi non ancora normati in modo specifico e senza una equivalente struttura socio sanitaria, sono entrambi considerati strutture socio assistenziali (e quindi a totale spesa sociale) sebbene frequentati da disabili con situazioni diagnostiche complesse e gravi (autismo, disabilità gravi e gravissime).

5. anche per quanto attiene agli inserimenti in strutture residenziali di persone anziane (RSA) è stata definita la quota sanitaria con il sistema SOSIA che stabilisce quote differenziate e fisse di compartecipazione sanitaria. La percentuale di spesa a carico di famiglie/Comuni risulta essere superiore alla percentuale del 50% fissata dai LEA nazionali ed è sulla quota sociale che ricadono gli aumenti delle rette delle strutture causando un costante aumento della spesa sociale.

6. per quanto concerne il sostegno alla domiciliarità, oggetto di recenti indicazioni regionali (DGR 1746/2011) volte a razionalizzare, rafforzare e migliorare il sistema di intervento finalizzato a mantenere le persone fragili al proprio domicilio, si sottolinea la necessità di ridefinire e ricontestualizzare il carattere socio sanitario e socio assistenziale dei diversi interventi attivi in tale ambito. Per esempio i compiti di cura di carattere socio sanitario sono svolti da operatori ASL o di agenzie accreditate oppure da assistenti familiari (badanti). In tale ultimo caso si rileva che i Comuni sostengono la spesa per l’assunzione di assistenti familiari (anche attraverso la definizione di un sistema strutturato di match domanda/offerta, formazione/certificazione, accompagnamento) mediante l’erogazione di buoni sociali anche di entità significativa per la quale si ritiene opportuno aprire una riflessione sull’afferenza socio sanitaria di una parte di tale spesa.

Più in generale si ritiene meritevole di attenzione il fatto che l’ambito di intervento del servizio sociale si sta sempre più spostando verso la gravità in ragione degli elementi afferibili alla strutturazione della spesa socio sanitaria in Lombardia ed al contesto demografico ed epidemiologico, nonché alla de-istituzionalizzazione e de-ospedalizzazione degli utenti e alla restrizione delle risorse disponibili.

Ciò colloca prevalentemente le politiche sociali a presidio di situazioni ove siano presenti persone con gravi disabilità e limitazioni funzionali, a confine con l’ambito sanitario, a scapito della prevenzione e degli interventi a supporto delle famiglie (con particolare riferimento alle difficoltà legate alla crisi economica). In relazione a ciò l’interrogativo aperto è se questo sia il corretto e adeguato posizionamento attuale delle politiche sociali.

2.4 Le modalità di gestione dei servizi e/o interventi e la disomogeneità nella regolazione dei servizi.

Un altro punto di snodo che emerge dall’analisi della spesa sociale riguarda la percentuale di risorse che vengono gestite in modo non congiunto da parte dei Comuni e che arriva mediamente all’87% del totale; all’interno di questa percentuale vi sono numerose differenziazioni rispetto al “come” ed al “quanto” vengono utilizzate tali risorse, ovvero attraverso la gestione diretta, mediante appalti e concessioni oppure accreditamenti per l’erogazione di voucher e/o buoni.

10 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

In questo quadro emerge ancora una volta la stratificazione locale delle risorse, dove gli Enti pubblici determinano in larga parte le caratteristiche del mercato locale degli erogatori, determinando altresì frammentazione o ricomposizione, a seconda della visione che si intende condividere.

Le strutture organizzative comunali dovrebbero quindi evolversi trovando la loro dimensione d’Ambito e, laddove possibile, provinciale: ciò produrrebbe una interfaccia sempre più unitaria nei confronti dei cittadini/utenti appartenenti allo stesso territorio e, sul fronte della committenza, permetterebbe lo sviluppo di una rete tra tutti gli attori pubblici del sistema di welfare al fine di avviare processi di unificazione delle funzioni di programmazioni territoriali, dei meccanismi di accesso, dei percorsi di erogazione dei servizi.

La gestione associata di servizi può quindi portare ad una compressione dei costi senza diminuire la qualità ed offre la possibilità di attivare nuovi servizi, prima non esistenti oppure gestiti in forma non associata.

In tema di governo della spesa ed immediatamente collegato alla gestione associata, risulta essere anche l’analisi dei livelli di omogeneità nella regolazione dei servizi, sia all’interno degli Ambiti che tra Ambiti Territoriali. Il nostro territorio mostra oggi una situazione piuttosto articolata: vi sono tipologie di servizi, quali ad esempio i servizi domiciliari per anziani e disabili e i nidi, dove la regolazione omogenea è prevalente, mentre la regolazione dei livelli di compartecipazione è molto meno frequente e vede i singoli Comuni della provincia ancora legati ai vincoli di bilancio e determinazione delle tariffe/quote di compartecipazione.

Le ragioni della gestione associata dei servizi e, quindi, della regolazione di accesso ed erogazione degli stessi rappresentano anche le loro finalità che si sostanzia nel garantire livelli omogenei di accesso ed erogazione dei servizi in tutto il territorio, sia dell’ambito che provinciale, in relazione alle scelte strategiche di area adottate e condivise, nel dare maggiore efficienza al sistema e nel perseguire anche il fine di ricercare una migliore integrazione con il sistema sanitario.

Possiamo pertanto riassumere i principali nodi critici emergenti dall’analisi congiunta del contesto territoriale come da schema seguente:

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area non vulnerabilità area non autosufficienza area vulnerabilità

deciso incremento area aumento non vulnerabilità e autosufficienza e necessità di necessità di potenziare e innovazione negli ripensare il interventi posti in sistema di essere risposta

necessità di rivedere l’utenza e la spesa per i servizi socio sanitari - necessità di di uniformare i criteri di investire su accesso sociali gestioni associate all’offerta per sociosanitaria - di efficientamento e sperimentare nuovi economie di scala scenari valutazione ed integrazione nella presa in carico

intervento su modalità di gestione del sistema

12 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

3 Analisi delle risorse e delle unità di offerta

Il territorio di Monza e Brianza è particolarmente ricco di unità di offerta sociali e socio sanitarie. Si registra anche la presenza di diverse strutture non inserite nel sistema delle unità di offerta che intercettano spesso bisogni con necessità di offerta più “leggera”.

3.1 Le unità di offerta socio assistenziali In allegato 3 sono riportate le unità di offerta socio assistenziali presenti nei 5 Ambiti di Monza e Brianza L’art. 15 della Legge Regionale 3/2008 dispone che l’esercizio delle strutture relative alle unità d’offerta della rete sociale di cui all’articolo 4, comma 2, sia soggetto alla presentazione di una comunicazione preventiva d’esercizio (CPE) al Comune e alla ASL competente per territorio, che certifichi, da parte del gestore, il possesso dei requisiti previsti dalle disposizioni regionali.

Le funzioni attribuite al Comune, anche in forma associata e delegate ad apposito ufficio, sono quelle di: offrire consulenza in merito alle normative regionali per l’apertura delle unità d’offerta sociale; gestire le procedure di avvio di nuove unità d’offerta sociale, supportando gli enti gestori nella presentazione della documentazione e favorendo la relazione con i servizi di vigilanza dell’Asl; gestire gli atti amministrativi relativi al possesso e mantenimento dei criteri di accreditamento da parte delle unità d’offerta e aggiornare Regione Lombardia tramite periodici flussi informativi relativi alle unità d’offerta sociale presenti sul territorio.

Le funzioni appena declinate, sul territorio della provincia di Monza Brianza, sono in capo all’Ufficio Unico di Desio e all’Ufficio Unico di Offertasociale. Quest’ultimo si occupa della gestione delle pratiche relative alla regolare messa in esercizio delle unità d’offerta sociale dell’Ambito di Vimercate, mentre quello di Desio si occupa della gestione delle pratiche degli Ambiti di Carate Brianza, Desio, Monza4 e Seregno.

Nel triennio 2012-2014 gli Uffici Unici oltre a garantire le attività sopra elencate, hanno collaborato con l’unità operativa di negoziazione, accreditamento e controllo dell’ASL MB per perfezionare l’istruttoria di chiusura del piano programma delle unità d’offerta sociale dei CSE. Le Unità di Offerta Sociali Servizi di Formazione per l’Autonomia hanno avuto infatti la possibilità di convertirsi in Centro Socio Educativo come stabilito dalla dgr VIII/7433 del 13.06.2008.

Oltre a queste attività, gli uffici unici hanno altresì partecipato ai coordinamenti promossi dagli Uffici di Piano dei cinque Ambiti con gli enti gestori dei CSE presenti sul territorio provinciale. I tavoli di lavoro sono serviti ad individuare e definire criteri uniformi di accreditamento. I lavori saranno ultimati nel prossimo anno.

Sempre nel 2014 gli Uffici di Piano in sinergia con gli Uffici Unici hanno avviato un tavolo di confronto con gli enti gestori delle comunità per minori del territorio per costruire modalità condivise di intervento, con particolare riferimento alle situazioni di intervento di tipo socio sanitario (riferimento dgr ex. 856/13 misura 6). Il lavoro relativo a questa tematica sarà ultimato nel prossimo triennio.

Dalle attività fin qui illustrate si può mettere a fuoco chenon è possibile impostare l’accreditamento delle unità d’offerta sociale come semplice questione metodologica o come mera procedura amministrativa, ma è necessario connettere questa attività all’intero scenario programmatorio del Piano di Zona.

4 L’Ambito di Monza ha affidato la funzione relativa all’accreditamento delle proprie unità d’offerta sociali al Comune di Monza con l’istituzione, nel 2009, di un apposito ufficio. 13 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Gli Ambiti devono pertanto riflettere sia sulla copertura della domanda ai bisogni rilevati che sull’accesso ai servizi, andando a definire garanzie minime per la funzione dei servizi e la qualità erogata. E’ un processo che impatta fortemente sul sistema di un territorio e pertanto non può essere condotto senza dare avvio ad un processo negoziale di confronto aperto e trasparente sia tra il livello tecnico che quello politico, ma anche e soprattutto con quello dei soggetti gestori.

Gli Uffici di Piano e i due Uffici Unici, nel prossimo triennio, lavoreranno sempre più in stretta sinergia, in maniera che nella definizione di nuovi sistemi di regolazione delle unità d’offerta sociale siano tenuti in debita considerazione da un lato tutti gli interlocutori coinvolti delle rete e dall’altro le linee di indirizzo del presente Piano di Zona.

Fermo restando che il sistema delle Unità di Offerta sembra essere sufficientemente strutturato rispetto ai bisogni territoriali, dunque, attenzione andrà posta ai processi di ridefinizione delle prestazioni offerte partendo dai bisogni di chi le frequenta e ai processi di accreditamento.

3.2 Le unità di offerta sperimentali

Accanto alle rete delle tradizionali unità d’offerta sociale5 sono presenti delle unità d’offerta sociali sperimentali che, seppur risultano essere in linea ai bisogni del territorio non trovano, d’altro canto, un quadro normativo chiaro entro cui posizionarsi ed essere legittimate, a tutti gli effetti, all’esercizio.

Il tema relativo alla “regolare messa in esercizio delle unità d’offerta sperimentali” sarà approfondito nel prossimo triennio da parte degli Uffici di Piano anche in virtù del fatto che i fenomeni sociali sono così dinamici che è necessario superare le forme cristallizzate di risposta per poter, al contrario, usufruire di forme sempre più efficienti e rispondenti ai bisogni delle famiglie.

Ad oggi, sul territorio provinciale vi sono unità d’offerta sperimentali su tutte le aree di intervento: minori, disabili e soprattutto anziani. La difficoltà che si incontra rispetto a questo tema è che le unità sperimentali possono risultare forme organizzative valide sia in termini di risposta che di qualità del servizio oppure, diversamente, possono esaurire in breve tempo la propria capacità di risposta. Saper differenziare e sostenere le forme meno transitorie non è per nulla semplice, specie se il confronto avviene all’interno di uno stesso territorio provinciale. Rispetto a questo tema, infatti, sarebbe auspicabile un coordinamento regionale in maniera che le esperienze, già sperimentate e consolidate in altri territori provinciali, possano essere tesaurizzate da parte di tutti gli Ambiti.

3.3 Le unità di offerta socio sanitarie

Parallelamente alla rete delle unità d’offerta socio assistenziali, (cfr allegato 4) è presente la rete delle strutture socio sanitarie governata dall’ASL di Monza e Brianza6.

Particolarmente rilevante, nel prossimo triennio, sarà la riqualificazione del presidio Corberi di . Il Presidio di Corberi è una struttura adibita all’assistenza residenziale e semiresidenziale di utenti con grave disabilità multisensoriale. Da una originaria destinazione quale struttura di ricovero e cura di neuropsichiatria infantile, il Presidio Corberi non è stato successivamente interessato dalle numerose trasformazioni istituzionali succedutesi nel tempo, rimanendo così, di fatto, al di fuori

5 Per il dettaglio delle unità d’offerta socio assistenziale si veda http://www.famiglia.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Redazionale_P&childpagen ame=DG_Famiglia%2FDetail&cid=1213486759868&pagename=DG_FAMWrapper 6 Per il dettaglio delle strutture socio sanitarie, si veda http://www.aslmonzabrianza.it/ita/Default.aspx?SEZ=3&PAG=216 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

delle diverse tipologie di offerta del sistema socio-sanitario e, quindi, senza alcun accreditamento formale. A seguito dei processi istituzionali intervenuti in ambito socio-sanitario regionale, dal 2009 la gestione del Presidio è transitata all’ASL di Monza e Brianza, al di là delle attribuzioni tipiche di programmazione, acquisto e controllo, previste dall’assetto normativo.

Nel corso del 2014 sono stati attuati importanti interventi gestionali finalizzati all’ottimizzazione delle risorse e al contenimento dei costi sostenuti, sicuramente non più coerenti e in linea con i parametri gestionali ed organizzativi di efficienza ed efficacia.

All’inizio del 2015 l’Asl di Monza e Brianza ha presentato un progetto di riorganizzazione, formulato sulla scorta delle indicazioni di un apposito Gruppo di Approfondimento Tecnico (GAT) e finalizzato allo sviluppo sostenibile dell’intera struttura, non solo sulla tipologia degli ospiti attualmente presenti (soggetti portatori di disabilità multisensoriale di diverso livello di gravità e di problemi psichici esorditi nell’infanzia assimilabili prevalentemente agli standard assistenziali previsti per le strutture residenziali per disabili – RSD), ma in funzione degli effettivi bisogni del territorio e dell’intera regione. Il progetto prevede la realizzazione di una “Cittadella delle Fragilità”, con una sua specifica configurazione giuridica, composta da una pluralità di Unità d’Offerta, che pur con una serie di attività diversificate, mantiene l’unitarietà della sua mission, per venire incontro a nuovi bisogni e ad altre tipologie di risposta in materia di cronicità e gravi disabilità psichiche. Le ipotesi di riconversione formulate comprendono: • Una RSA per particolari tipologie di anziani, disabili psichici e non autosufficienti, con una marcata caratterizzazione psicogeriatrica; • Una RSD ridimensionata rispetto agli attuali posti letto, con un nucleo residenziale di disabili minori gravissimi; • Una Comunità Psichiatrica ad alta intensità assistenziale, in grado di accogliere sul territorio ospiti attualmente collocate in strutture extra-regionali; • Una Comunità temporanea per adolescenti e giovani adulti con gravi problematiche psichiche.

L’obiettivo dell’ASL è quello di definire la costruzione di un piano complessivo di sviluppo, indispensabile a definire un’effettiva programmazione al passo con le evoluzioni istituzionali, sociali ed etiche in materia di assistenza alle persone fragili. In considerazione dell’importanza del Presidio Corberi per le politiche sociali del nostro territorio, la Conferenza dei Sindaci, nella seduta del 17 marzo 2015, ha ritenuto di inserire il progetto di riqualificazione avviato fra gli obiettivi dell’Accordo di Programma per la realizzazione del Piano di Zona Territoriale del triennio 2015-2017.

Riconoscendo infatti il ruolo strategico della riqualificazione del Presidio Corberi, i Comuni chiedono di partecipare ad un tavolo tecnico –politico finalizzato a:  sostenere gli sviluppi istituzionali del progetto  monitorare la riconversione dell’offerta secondo effettive esigenze e priorità territoriali  promuovere la realizzazione del progetto in un’ottica di Comunità, con il massimo coinvolgimento degli stakeholders e degli attori sociali interessati.

Oltre alla riqualificazione del Presidio Corberi, entro l’anno in corso 2015 saranno concluse le attività del CDR di , nell’ambito del processo di dismissione delle U.d.O. direttamente gestite (DGR 937/2010). Sarà assicurato il passaggio degli utenti attualmente in carico in altre strutture socio-sanitarie, secondo criteri di appropriatezza e competenza territoriale.

15 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Per entrambe le Strutture, ancora a gestione diretta dell’ASL, si porrà particolare attenzione ad evitare impatti non sostenibili sulla programmazione territoriale delle U.d.O. sociosanitarie e sociali per le fragilità, e sui costi a carico dei Comuni.

Nel corso dei momenti partecipati di costruzione dei Piani di Zona è stato inoltre segnalato che, con particolare riferimento alle ultime normative regionali DGR 1765/2014 e 2569/2014, si è registrato un appesantimento degli adempimenti amministrativi richiesti ai servizi socio sanitari ed in particolare ai CDD, con un aggravio dei tempi dedicati a rispondere a tali incombenze con una ricaduta dei tempi di attività con l’utenza e delle ricadute sulle ore formative su tali aspetti a scapito di formazione tecnica. Negli stessi contesti si è rilevata anche l’assenza di una filiera di servizi fruibili dalle persone con disabilità con più di 18 anni di età, che sappiano dare continuità al percorso ricompositivo svolto dalle neuropsichiatrie infantili nella fase di minore età; attualmente sulla tematica sono presenti indicazioni regionali date alle strutture ospedaliere al fine di definire percorsi specifici di presa in carico facilitata per le persone portatrici di disabilità.

3.4 Le equipe integrate di valutazione socio sanitaria per la lettura delle situazioni multiproblematiche

Infine, rispetto alla panoramica delle risposte più significative in atto si evidenzia la collaborazione consolidata da ormai alcuni anni relativa sia alla messa in atto di interventi integrati con i servizi specialistici territoriali e con quelli dell’ASL MB. Sono attualmente presenti diverse esperienze di Equipe di Valutazione Integrata quali Etim, EVM, ETA, l’equipe interistituzionale casi comorbilità psichiatrica/dipendenze. Nel 2014, nell’ambito del Piano Territoriale Autismo, la ASL MB ha costituito il Nucleo di Valutazione Integrata Autismo (NUVIA). Tale nucleo promuove la valutazione multidimensionale del bisogno anche con strumenti specifici per la valutazione della persona con disabilità. Il NUVIA va utilizzato come équipe di “secondo livello” rispetto alla valutazione territoriale: è una équipe “centrale” di valutazione dei casi complessi ad alto impatto sociale (doppia diagnosi/autismo/complessità nella disabilità). E’ noto infatti che l’Autismo rappresenta paradigma delle disabilità complesse, dove non c’è “guarigione”, gli interventi vanno programmati “quoad vitam” ed è necessario avere una rete di Servizi sanitari, sociosanitari e sociali attiva e integrata.

Si ritiene che questo modello, oltre a essere in linea con varie sollecitazioni Regionali, abbia aiutato a risolvere alcuni nodi critici, e si sia rivelato anche propedeutico e funzionale per una reale presa in carico integrata. Sarà importante nel prossimo triennio, pertanto sviluppare e consolidare tale importante modalità di integrazione.

3.5 Le reti integrate a supporto di problematiche trasversali e complesse e le progettazioni sovra ambito

Sul territorio di Monza e Brianza, infine, si sono strutturate alcune reti territoriali in grado di rispondere ad alcuni specifici bisogni che per la specializzazione richiesta nell’affrontarli oper complessità in loro insita, hanno richiesto lo sforzo unitario di più attori. Tali reti sono, a volte il risultato od il presupposto di specifiche progettazioni e richiedono di essere costantemente manutenute, interconnesse al territorio e rinnovate.

16 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Possiamo in questo senso ricordare:

- la rete Artemide a contrasto della violenza di genere - la rete Teseo a favore delle vittime minori di abuso sessuale - la rete Matrioska per l’integrazione dei cittadini con background migratorio - la rete SLO per le politiche giovanili - la costituenda rete per l’orientamento lungo tutto l’arco di vita - la rete per la conciliazione dei tempi di vita

Tali reti sono fondamentali soprattutto quando si voglia sviluppare la possibilità di attivare progettazioni a cinque ambiti, così da poter attrarre risorse per innovare i sistemi territoriali oppure intervenire, attraverso interventi specifici, su quelle “aree grigie” che non trovano adeguate risposte attraverso le offerte tradizionali del territorio.

La partecipazione a bandi, ad oggi, sono state gestiste attraverso uno stretto raccordo dei cinque responsabili degli Uffici di Piano che, sulla base di informazioni già in possesso, definiscono le strategie e gli assi di intervento. Questa modalità rischia però di non individuare efficacemente gli interventi e di produrre impatti poco significativi. Spesso infatti i tempi per la presentazione di una domanda a finanziamenti a bando sono molto stingenti si è quindi reso necessario individuare un luogo volto a costruire, in maniera partecipata, le proposte progettuali con i soggetti delle reti ed in grado di depositare le necessarie competenze tecniche di progettazione e di conoscenza del territorio.

Oltre a questo primo passaggio, in vista di un consolidamento delle prassi progettuali, sarà necessario per gli Uffici di Piano pensare ad un nuovo assetto capace di sostenere il volume delle attività relative sia alla fase di progettazione che alla fase di realizzazione delle proposte progettuali.

Possiamo pertanto riassumere i principali aspetti emergenti dall’analisi delle risposte presenti nel contesto territoriale come da schema seguente:

Unità socio assistenziali: Risposta Unità di offerta socio avvio percorsi di revisione socio sanitarie: ridefinizione dell’offerta in ottica di assistenziale presidio corberi e cdr efficacia e rispondenza al usmate velate Risposte a bisogni bisogno e percorsi di specifici e attivazione accreditamento progetti specifici: necessità di manutenere Consolidamento e sviluppo RispostaRisposta le reti e di creare un equipe integrate sociosocio sanitaria luogo di progettazione servizi sperimentali sanitaria e fuori dalle unità integrato di offerta: in attesa di imput regionali

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4 Analisi dei soggetti, dei network e dei sistemi di governance presenti sul territorio

4.1 Il ripensamento della governance programmatoria dei Piani di Zona

Rispetto alla governance programmatoria, rimasta pressoché inalterata negli scorsi 4 Piani di zona, sia a livello inter Ambiti che a livello di singolo Ambito, vari fattori sono intervenuti per determinare un suo organico ripensamento:

- le linee di indirizzo regionali per la programmazione sociale 2015 – 2017 (dgr X/2941 del 19.12.2014), dopo aver affermato che “oggi la programmazione locale si sviluppa in un contesto frammentato, più complesso, più dinamico, più incerto e più conflittuale” incentivano ad attivare nuovi modelli che rendano più “efficace il processo programmatorio”; - le stesse linee di indirizzo richiamano l’attenzione alla necessità di operare per connettere le conoscenze e gli interventi oggi frantumati su più attori; - ancora con la stessa DGR è stata introdotta, tra gli organismi programmatori previsti, la cabina di Regia da raccordarsi con gli organismi già esistenti quali la conferenza dei Sindaci ed il Consiglio di rappresentanza dei Sindaci; - infine le stesse linee guida indicano come strategico il passare ad una programmazione sociale sovra Ambito, cosa questa che comporta la necessità di revisione degli assetti di governance e di partecipazione territoriali; - inoltre, le recenti disposizioni che hanno trasformato le Provincie in Enti governati da organismi politici espressione dei Comuni e scelti da questi tra i propri rappresentanti, ha posto le premesse per una diversa collocazione istituzionale di tali organismi. Nel caso del territorio di Monza e Brianza, la Provincia, così trasformata, ha espresso una forte volontà di adempiere appieno al proprio ruolo di cura dello sviluppo strategico del territorio e di assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali nei diversi campi di azione. In particolare, nell’area del welfare, ha promosso il processo per addivenire ad un patto territoriale con gli stakeholder significativi del territorio. Un Patto per il Welfare iscritto nei Piani di Zona, sia per ciò che attiene agli obiettivi di contenuto sociale, sia per ciò che attiene al processo ed alla metodologia adottata per arrivarvi. Tutto ciò ha comportato la necessità di un riassetto nella governance dei Piani di Zona, al fine di far intrecciare gli obiettivi programmatori zonali con quelli proposti dalla Provincia stessa; - non ultimo, la proliferazione di tavoli ed organi stratificatisi in questi anni affiancata alla riduzione delle risorse di personale degli Uffici di Piano ed all’aumento delle competenze loro assegnate, porta alla necessità organizzativa di ripensare le articolazioni esistenti.

Ad oggi il disegno di governance che si è venuto ad articolare è quello che andiamo ad illustrare. Si tratta, però, di un percorso ancora fluido che potrebbe necessitare di revisioni nel breve - medio periodo.

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4.2 Il livello di governance di inter Ambito

Il percorso di ripensamento, dovuto agli elementi di cui sopra, ha interessato soprattutto la definizione di un più stabile raccordo inter Ambiti che includesse anche la Provincia di Monza e Brianza. Tale modello è stato definito in occasione della ripresa dei lavori preparatori per la redazione dei Piani di zona e trova la sua fase di sperimentazione proprio nel processo di redazione dei Piani stessi. Possiamo in questo momento declinare la governance di processo che si è venuta a delineare come nello schema seguente ricordando che un obiettivo strategico del Piano di Zona sarà proprio quello di sperimentare e definire nello specifico organismi e flussi decisori da adottarsi stabilmente.

Assemblea dei Sindaci Provinciale assemblea dei sindaci Comune UdP Consiglio Provinciale Comune

assemblea Comune dei sindaci consiglio inter ambiti UdP Livello Comune coordinamento UdP Sistema inter Ambito di deliberativo Partecipazione Consultazione Comune assemblea Coprogettazione dei sindaci UdP Comune

Comune assemblea Tavolo di Sistema dei sindaci Welfare Comune UdP

Comune assemblea dei sindaci Stakeholder UdP significativi Stakeholder organismi terzo significativi Sistema locale di settore Stakeholder tavolo di Partecipazione organismi significativi sistema Consultazione organismi terzo settore Coprogettazione terzo settore organismi Organizzazioni terzo settore tavoli d’area o gruppi di sindacali partecipazione Organizzazioni sindacali

Più analiticamente, a livello inter Ambito, sono stati individuati i seguenti organi:

Il Consiglio Inter-Ambiti (CIA) Il Consiglio Inter-Ambiti (CIA) è l’organo cardine del coordinamento inter Ambiti. E’ coordinato dal Presidente del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci e composto dai 5 Presidenti delle Assemblee dei Sindaci, dai 5 Direttori/Responsabili degli Uffici di Piano dei 5 Ambiti territoriali, di cui uno incaricato di funzioni di segreteria, ed integrato, per ciò che concerne gli argomenti di interesse del Patto per il welfare, dal Presidente della Provincia o da un suo delegato. Il Consiglio coordina l’azione degli Ambiti nel livello sovra-ambito rispetto alle funzioni in capo ai 19 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Comuni ex art. 6 della L. 328/00 ed ex artt. 13 e 18 della legge regionale 3/08 e alle politiche di welfare. Esso rappresenta il tavolo politico di raccordo con gli altri tavoli interistituzionali tra le sue funzioni possiamo ricordare le seguenti: • Elabora linee di indirizzo comuni per gli ambiti; • Formula linee-guida per l’uso di risorse; • È organismo decisionale – qualora non siano previsti altri organismi - in merito a orientamenti da assumersi a riguardo di eventuali accordi tra gli stessi enti; • Formula gli indirizzi politici in merito alla partecipazione a bandi finalizzati al reperimento di risorse integrative alla progettazione territoriale; • Formula linee guida in merito alla governance dei rapporti con gli altri enti e con il Terzo Settore.

Il Tavolo di Sistema Welfare Il Tavolo di Sistema Welfare è l’organo partecipatorio istituito a livello Inter Ambiti. E’ costituito dagli Enti di Secondo livello del Terzo Settore presenti ed operanti sul territorio, dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative, dalla Caritas, dal CSV di Monza, dalla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, dai 5 Direttori/Responsabili degli Uffici di Piano, dall’ASL di Monza e Brianza attraverso la Direzione Sociale, dalla Provincia di Monza e Brianza ed è partecipato dal Presidente del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci e dai Presidenti delle 5 Assemblee dei Sindaci, dal Presidente della Provincia di Monza e Brianza o suo delegato. Il tavolo può essere integrato da stakeholder territoriali particolarmente significativi rispetto alle tematiche affrontate. E’ individuato quale organo partecipativo, consultivo e di co-progettazione di eccellenza per la definizione e condivisione del Patto per il welfare territoriale. Presuppone che ciascuno dei partecipanti sia il referente dei processi decisori degli enti che lo stesso rappresenta in tale sede. A necessità, il tavolo potrà riunirsi in seduta tecnica, per la stesura di progetti, l’elaborazione di proposte, l’analisi di dati o informazioni in base ai mandati ricevuti dalle sessioni plenarie. Riveste,inoltre, il ruolo di Tavolo di Consultazione del Terzo Settore sia a livello comunale sia a livello di ASL così come previsto dalla normativa regionale, Delibera di Consiglio n. 7797 del 30.07.2008 “Rete dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario. Istituzione del Tavolo di Consultazione dei soggetti del Terzo Settore (Art. 11, c comma 1, lettera M L.R. 3/2008)”.

Il Coordinamento dei 5 Uffici di Piano Le funzioni tecniche ed amministrative di supporto al Consiglio Inter Ambiti, sono garantite dal Coordinamento dei 5 Uffici di Piano del territorio di Monza e Brianza, composto dai 5 Direttori/ Responsabili degli Uffici di Piano dei 5 Ambiti Territoriali. Il coordinamento dei 5 uffici di Piano, cura il raggiungimento degli obiettivi del Piano di Zona inter Ambiti ed ha funzione di raccordo tra i territori. In prospettiva è ipotizzabile che alcune funzioni possano essere svolte in modo congiunto dai 5 Uffici di Piano stessi, anche in ottica di maggior integrazione, di razionalizzazione delle risorse e di economicità dei processi.

4.3 Il livello di governance di Ambito

Pur essendoci delle specificità territoriali, rispetto alle quali rimandiamo ad ogni singola sezione specifica, vi sono alcuni elementi condivisi nella governance programmatoria dei singoli Ambiti.

L’Assemblea dei sindaci A livello distrettuale, le Assemblee dei Sindaci rappresentano il luogo di elezione del confronto

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tra gli Enti Locali e tra questi ed il Distretto Sociosanitario. E’ composta dai Sindaci dei Comuni appartenenti all’Ambito territoriale o loro delegati. E’ supportata a livello tecnico amministrativo dall’Ufficio di Piano e vi partecipano senza diritto di voto, il Direttore Sociale dell’ASL, il Direttore del Distretto Socio Sanitario, il Responsabile Sociale del Distretto Socio Sanitario, la Provincia di Monza e Brianza e le Aziende Speciali per i servizi alla persona, laddove presenti, che operano sul territorio dell’Ambito di riferimento e che nelle loro funzioni sono garanti del perseguimento degli obiettivi e della realizzazione delle azioni definite nei documenti di programmazione.

L’Assemblea dei Sindaci presidia le fasi di definizione dei Piani di Zona e ne valuta le fasi di attuazione. E’ il luogo ove si raccordano le politiche sociali dei singoli Comuni al fine di farle confluire in una prospettiva territoriale unitaria.

L’Assemblea dei Sindaci è pertanto l’organo politico che permette di superare il frazionamento comunale, al fine di effettuare una valutazione condivisa rispetto ai bisogni ed alle risorse del territorio e di programmare congiuntamente le risposte da offrire. E’ disciplinata dalla DGR 41788 del 1999 e da specifici regolamenti di Ambito.

L’Assemblea dei Sindaci dà impulso, inoltre, all’attività di specifici Tavoli d’area o di lavoro indicando obiettivi, priorità ed indirizzi, definisce gli indirizzi da osservare nei rapporti con gli enti operanti nell’ambito sanitario e socio-sanitario, disciplina le modalità di erogazione e di funzionamento dei servizi e degli interventi in forma associata.

L’Ufficio di Piano L’Ufficio di Piano è lo strumento di supporto tecnico all’Assemblea dei Sindaci incaricato di predisporre la proposta dell’Accordo di Programma e del Piano di Zona, di fornire il materiale e le competenze tecniche necessari al processo programmatorio, alla trattazione degli argomenti in sede di consesso e alla progettazione di servizi e progetti a valenza sovra comunale secondo i criteri e le indicazioni definite dall’Assemblea politica. L’Ufficio è deputato alla programmazione locale e, a tal fine, provvede a raccogliere i dati e a rielaborarli statisticamente. Favorisce la connessione delle conoscenze dei diversi attori del territorio ed è l’organo di raccordo tecnico con l’ASL di Monza e Brianza, gli altri enti o organismi distrettuali, provinciali e regionali con cui mantiene e cura i rapporti, anche partecipando ai Tavoli ed agli organismi formalizzati. Promuove, inoltre, l’integrazione tra diversi ambiti di policy. Gestisce e coordina le unità tecnico-operative distrettuali, ripartisce il budget unico distrettuale secondo i criteri stabiliti dall’Assemblea dei Sindaci e assolve al debito informativo legato all’attuazione del Piano di Zona verso l’Azienda Sanitaria Locale e Regione Lombardia.

Il tavolo gestionale tecnico Alcuni Ambiti hanno istituito un tavolo gestionale tecnico è composto dai Dirigenti / Responsabili dei Servizi Sociali dei Comuni dell’Ambito territoriale o da loro delegati, anche su specifica tematica. È presieduto dal Responsabile dell’Ufficio di Piano. Ha compiti di supporto tecnico e organizzativo per la predisposizione delle proposte attinenti il Piano di Zona. Cura, inoltre, la rispondenza della programmazione dell’Ambito con quella dei singoli comuni e viceversa.

Il Tavolo di Sistema Il Tavolo di Sistema è l’organismo tecnico – partecipativo volto favorire l’adeguato funzionamento del sistema della programmazione partecipata e la realizzazione degli obiettivi del Piano di Zona.

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I Tavoli d’area o i gruppi di lavoro Alcuni Ambiti hanno istituito i Tavoli d’area o gruppi di lavoro, in forma istituzionale, sono composti dai Responsabili o dai tecnici dei comuni dell’Ambito e lavorano su specifiche tematiche legate al raccordo tra gli enti, al raggiungimento degli obiettivi del Piano di zona o all’attuazione di specifiche DGR.

I Tavoli d’area o i gruppi di lavoro allargati La consultazione, quale processo volto ad informare e a recepire il parere del III settore e degli stakeholder e la partecipazione, quale coinvolgimento attivo del III settore e degli stakeholder in momenti di analisi congiunta, di elaborazione di proposte di intervento e di raffronto operativo su diverse tematiche, sono elementi essenziali dei processi programmatori ed attuativi dei Piani di Zona. Ogni territorio articolerà questi obiettivi secondo gli organismi più rispondenti alle singole realtà (tavoli di sistema, tavoli d’area allargati, gruppi di lavoro su specifici obiettivi). L’esigenza comune è quella di rendere gli organismi più efficienti e meno ridondanti.

4.4 La governance socio sanitaria integrata

Particolare importanza rispetto ai processi programmatori dei Piani di Zona riveste la governance integrata socio sanitaria ove si sviluppa la connessione tra questi ambiti di policy e si declina il monitoraggio del Piano stesso, e di tutte le misure regionali di finanziamento, previsto dalla Regione. Nello schema seguente riportiamo l’assetto di governance sociale e socio sanitaria come attualmente definita.

In questo settore in particolare, potrebbe essere necessario ripensare la partecipazione ad alcuni tavoli vista la molteplicità degli stessi.

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tavolo cure Comune Conferenza dei tavolo domiciliari Comune programmazione Sindaci programmazion Comune anziani e anziani tavolo dimissioni Integrazione Consiglio di protette Assemblea dei socio sanitaria Rappresentanza Sindaci gruppo ETIM Cabina di tavolo programmazione Governance di Regia tavolo Ufficio di Ambito PdZ famiglia conciliazione Piano Tavolo ASL Ambiti Tavolo Gestionale osservatorio Tecnico disabili Integrazione tavolo gruppo VOLGI Tavoli d’area – Gruppi programmazione Inter Ambiti gruppo legge 104 di lavoro istituzionali Consiglio Inter disabilità Ambiti gruppo sindrome coordinamento autistica Tavoli d’area – Gruppi Governance di lavoro partecipati Uffici di Piano socio sanitaria

gruppo lavoro e territorio Tavolo di Sistema OCSM gruppo doppia gruppo casi disgnosi complessi tavolo di sistema welfare

Organizzazioni Terzo settore gruppo continuità Sindacali NPIA - UOP gruppo OCISMEE residenzialità gruppo alunno Associazioni disabile Stakeholder Consiglio Provinciale comitato tavolo carcere Organismi di Assemblea dei prevenzione Partecipazione Sindaci Provinciale tavolo erogatori

Gli organismi politico – tecnici dell’integrazione socio – sanitaria La Conferenza dei Sindaci è l’organismo attraverso il quale sono esercitate le attribuzioni consultive e di proposta in materia sanitaria e socio sanitaria attribuite ai Comuni dal D.lgs. 502/92 e dalla Legge Regionale 33 del 2009. E’ composta da tutti i Sindaci dei Comuni afferenti al territorio e dal Direttore Generale dell’ ASL di Monza e Brianza e svolge, nello specifico, le seguenti funzioni: a) concorre alla formulazione, nell’ambito della programmazione regionale, delle linee di indirizzo per l’impostazione programmatica dell’attività sociosanitaria e sanitaria; b) esamina il bilancio pluriennale di previsione e il bilancio di esercizio dell’ ASL e trasmette alla Regione le relative osservazioni; c) verifica lo stato di attuazione dei programmi e dei progetti delle ASL trasmettendo le valutazioni ai direttori dell’ASL ed alla Regione.

Per l’esercizio delle sue funzioni, la Conferenza dei Sindaci, si avvale del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci eletto dalla Conferenza stessa. Le funzioni tecnico amministrative della Conferenza dei Sindaci e del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, sono garantite dall’Ufficio di Supporto agli Organismi di Rappresentanza, istituito dall’ ASL di Monza e Brianza con apposito regolamento approvato con deliberazione n. 700 del 21/12/2011.

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La Cabina di Regia, definita con DGR n. 326/2013, è il luogo essenziale di integrazione strategico- operativa, quale strumento intermedio fra il livello politico decisionale (Conferenza dei Sindaci, Consiglio di rappresentanza e Assemblee distrettuali) e il livello tecnico-organizzativo, declinato attraverso la Direzione Sociale e gli Uffici di Piano. E’ composta dal Direttore Sociale dell’ASL, che la presiede, dal Presidente del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, dai Presidenti delle 5 Assemblee di Ambiti, dai Direttori dei Dipartimenti ASSI e Dipendenze, dai Direttori di Distretto e dai 5 Direttori/Responsabili degli Uffici di Piano. L’organismo tecnico di supporto della Cabina di Regia è il Tavolo interistituzionale ASL/Ambiti, partecipato dai rappresentanti dei Dipartimenti ASSI e Dipendenze, dagli Uffici di Staff della Direzione Sociale, dagli Uffici di Piano e dai Direttori di Distretto .

Secondo la DGR 2941 del 2014 ha le seguenti funzioni: • monitorare dello stato di avanzamento degli obiettivi del Piano di Zona dei territori, rispetto alle dimensioni conoscenze – risorse – servizi; • orientare l’attività della Cabina di regia in particolare sul tema delle non autosufficienze, privilegiando progressivamente il livello della programmazione strategica e di sistema, e qualificando maggiormente la dimensione programmatoria e di pianificazione delle azioni e delle risorse rispetto alla dimensione erogativa; • focalizzare la programmazione ripartendo dal tema della conoscenza; • condividere i piani operativi A.S.L. e Ambiti al fine di avere un quadro chiaro delle azioni che vengono intraprese a livello territoriale ponendo attenzione sia alle possibili sovrapposizioni degli interventi sia alle aree della domanda di intervento/servizi, ancora scarsamente presidiate; • investire maggiormente sul monitoraggio e soprattutto sulla valutazione delle politiche adottate; • rafforzare il ruolo di riferimento della Cabina di regia rispetto agli organismi politici (Assemblea distrettuale, Consiglio di Rappresentanza dei sindaci e Conferenza dei sindaci); • adottare un metodo di lavoro e di procedure definite da A.S.L. e Comuni prevedendo modalità di funzionamento flessibili e orientate alla concretezza dei risultati ottenuti; • prevedere l’utilizzo condiviso (A.S.L./Ambiti) di sistemi informativi e di banche dati per la condivisione dei dati e lo scambio informativo sugli utenti in carico.

L’organismo tecnico di supporto della Cabina di Regia è il Tavolo interistituzionale ASL/Ambiti, partecipato dai rappresentanti dei Dipartimenti ASSI e Dipendenze, dagli Uffici di Staff della Direzione Sociale, dagli Uffici di Piano.

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Nella tabella seguente gli stessi organismi sono rappresentati in maniera più sintetica:

Network – gruppi di lavoro – reti esistenti e governance nell’area socio sanitaria integrata con l’area socio assistenziale

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Conferenza dei Sindaci ASL Espressione parere consultivo nel Sindaci della Politico merito delle politiche sanitarie e Provincia di Monza consultivo socio sanitarie territoriali e Brianza – Alle riunioni partecipano, il Direttore Generale e i Direttori Aziendali dell’ASL Consiglio di ASL Formulazione linee di indirizzo per Composto da 5 Indirizzo Rappresentanza dei gli interventi sociali in relazione membri eletti dalla Politico Sindaci alle competenze sociosanitarie e conferenza dei sanitarie; Sindaci Alle riunioni partecipano, il Verifica dello stato di attuazione della Direttore Generale e programmazione socio sanitaria e i Direttori Aziendali sanitaria; dell’ASL, i Presidenti delle Assemblee Esame del bilancio di previsione e di distrettuali e i esercizio dell’ASL Direttori degli Uffici di Piano. Designazione di un componente del Collegio Sindacale ASL Cabina di Regia ASL Monitoraggio dello sviluppo della Composta dal Raccordo programmazione integrata sociale e Direttore Sociale, Politico socio-sanitari e sanitaria Presidente del Tecnico Inter Consiglio di istituzionale Verifica dell’andamento generale Rappresentanza dell’attività dei servizi sociali e dei Sindaci, dai sanitari del territorio 5 Presidenti delle Assemblee dei Indirizzi in merito alla realizzazione Sindaci di Ambito, dai delle rete di unità d’offerta socio- referenti degli Uffici assistenziali, in integrazione con di Piano, dai Direttori quelle socio-sanitaria e sanitaria; dei Dipartimenti ASSI e Dipendenze, dai Direttori dei Distretti sociosanitari.

Tavolo inter ASL Raccordo tecnico tra Ambiti Composto dai Raccordo istituzionale territoriali e Direzione sociale ASL rappresentanti dei Tecnico Inter ASL/Ambiti Dipartimenti ASSI e istituzionale – Dipendenze, dagli Uffici elaborazione di Staff della Direzione progettuale Sociale, dagli Uffici di Piano, Direttori dei Distretti sociosanitari

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4.5 La governance socio sanitaria

Intendiamo qui per governance socio sanitaria, la governance definita dall’ASL per esercitare le proprie funzioni di programmazione, acquisto e controllo nell’area socio sanitaria. Si intendono pertanto gli organismi ed i tavoli attivati dai diversi settori della Direzione Sociale ASL che in buona parte, ad oggi, vedrebbero anche la presenza di rappresentanti Comunali o degli Uffici di Piano (cfr schema a lato o tabella sottostante).

Il gran numero di organismi, tavoli e gruppi di lavoro presenti rappresenta senz’altro una criticità che rende difficile un presidio costante delle tematiche da essi affrontate da parte dei 5 Ambiti. Anche il meccanismo della rappresentanza delegata a uno o due Ambiti non risulta efficace per la difficoltà che gli Ambiti stessi hanno a conoscere, nelle varie materie oggetto di lavoro, le specificità dei diversi territori e per i problemi che un tale meccanismo pone in termini di tempo e strumenti per il corretto passaggio delle informazioni.

Si potrebbero rimodulare i rapporti con tali organismi immaginando un ruolo di impulso rispetto agli obiettivi e di validazione rispetto ai prodotti da esercitarsi per tramite del tavolo interistituzionale ASL Ambiti, limitando la presenza degli uffici di piano a specifici e particolari oggetti di lavoro e verificando, negli altri casi, la percorribilità di altri tipi di rappresentanza comunale. Il tema sarà oggetto di approfondimento nel corso del prossimo Piano di Zona.

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Network – gruppi di lavoro – reti esistenti e governance nell’area socio sanitaria

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Tavolo di programmazione ASL Garantire il raccordo tecnico- Dip. ASSI, Servizio Raccordo e governance dell’area programmatoria della rete d’offerta socio Disabilità, PAC, Rappr. Tecnico Inter disabilità sanitaria dell’area della disabilità AO, Uffici di Piano, istituzionale Enti gestori Accr. Terzo settore, Scuole, Provincia di MB, Associazioni e portatori d’interesse Osservatorio disabilità ASL Raccogliere, elaborare, interpretare Direttore Dip. ASSI, Osservatorio di e diffondere dati statistici sulle Servizio Disabilità area problematiche della disabiltà, Servizio Epidemiologico, Mettere a disposizione dati utili alla Uffici di Piano, programmazione zonale Sensibilizzare il rappresentanti Sindacali, territorio e offrire linee di orientamento Terzo Settore, Portatori Monitorare l’attuazione del Piano Locale di interesse, Aziende di Intervento disabilità (per triennalità Ospedaliere, Scuole, successive) Provincia di Monza e Brianza Gruppo permanente ASL Definizione ed attuazione interventi ex Servizio Disabilità, Gruppo di lavoro sindrome autistica DGR 392/2013 e temi connessi (Piano AA.OO., Gestori terzo ex DGR Territoriale Autismo, Indirizzi quadro settore, Uffici di Piano, regionali ecc.) Associazionismo, Ufficio Scolastico Territoriale (UST) Gruppo legge 104 per ASL Definire ed attuare gli interventi Servizio Disabilità, Gruppo di l’integrazione scolastica istituzionali legati all’integrazione Aziende Ospedaliere, lavoro per il scolastica dell’alunno disabile Uffici di Piano, Provincia, monitoraggio Privato accreditato, della Intesa Scuole, Ufficio scolastico, locale Associazionismo sull’inserimento familiare scolare (2011- 2016) Tavolo di Programmazione ASL Garantire il raccordo tecnico- Referenti consultori Raccordo e di governance dell’area programmatoria della rete d’offerta socio privati accreditati, Tecnico Inter famiglia sanitaria dell’area della minori e famiglie Referenti Distretti per istituzionale consultori pubblici, Uffici di Piano Gruppo ETIM ASL Definizione e monitoraggio modello Dip ASSI, AAOO, Uffici Gruppo di di valutazione integrata sui casi di Piano, coordinatori lavoro e multiproblematici di minori in particolare ETIM, dip dipendenze raccordo tecnico se soggetti a decreto di TM o TO istituzionale Tavolo di programmazione ASL Garantire la governance tecnico- Legali rapp. (o delegati) Raccordo e governance dell’area programmatoria della rete RSA e CDI. RSA-CDI; Dip. PAC, Dip. Tecnico Inter Anziani Favorire la valutazione dei servizi ASSI, U.O. Anziani istituzionale offerti e i processi di comunicazione e trasparenza verso l’utenza

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DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Tavolo di Programmazione ASL Garantire la governance tecnico- Legali rapp. (o delegati) Raccordo e governance cure programmatoria della rete dei servizi Enti Erogatori Cure Dom. Tecnico Inter domiciliari di cure domiciliari e a sostegno della Dip. PAC, Dip. ASSI istituzionale domiciliarità. Favorire la: 1. integrazione tra i servizi pubblici e il privato accreditato per le cure dom. 2. presa in carico dei soggetti fragili, non autosufficienti 3. appropriatezza ed uniformità ed omogeneità sul territorio 4. formazione condivisa 5. qualità dei servizi offerti 6. valutazione multidimensionale del bisogno 7. rivelazione soddisfazione dei cittadini in carico

Tavolo dimissioni protette ASL Garantire la governance tecnica Dip. ASSI, Referenti A.O. Raccordo della rete dei servizi a supporto della Pubbliche ed Accreditate, Tecnico Inter continuità delle cure ospedale- territorio, Distretti, MMG, RSA, istituzionale monitorare il percorso. Uffici di Piano OCISMEE ASL Organismo costituito su mandato regiona- Direttore Sociale Raccordo le - Programmazione e governance dell’a- Direttore Sanitario Tecnico Inter rea salute mentale in età evolutiva Dir. Dip. PAC, ASSI, istituzionale Dipendenze- Dir. Servizio Disabilità Altri Servizi ASL Dir. UONPIA AA.OO Rappr. Uffici di Piano, Privato accr., Terzo Sett, Istituzioni scolastiche Gruppo alunno disabile ASL Definire e monitorare: le linee guida Servizio Disabilità Gruppo di lavoro per la certificazione di alunni in UONPIA AA.OO situazione di handicap, l’attività Collegi Uffici di Piano, di accertamento e il lavoro di rete certificatori accreditati, connesso alla certificazione ai fini della Istituzioni scolastiche, integrazione scolastica. Associazionismo familiare Gruppo residenzialità in ASL Stabilire procedure immissione casi in Comuni AAOO Gestori Gruppo di lavoro NPI strutture a contratto strutture residenziali Gruppo priorità in NPIA ASL Definire priorità presa in carico NPIA ASL UONPIA scuole Gruppo di lavoro (fatto con l’approvazione del protocollo pediatri privato ASL/AAOO): oggetto di lavoro attuale e accreditato del prossimo triennio: monitoraggio del protocollo priorità INTEGRATO PSICHIATRIA ASL Definire e monitorare i protocolli d’intesa NPI UOP Uffici di Piano Gruppo di lavoro E NPIA per la continuità del percorso terapeutico tra NPIA e UOP INTEGRATO PSICHIATRIA ASL Attuare le linee di indirizzo del relativo ASL, AAOO, Comuni, Raccordo E NPIA GAT regionale AREU, 118 Tecnico Inter Gruppo Acuzie istituzionale Psichiatriche in Adolescenza (APA) OCSM ASL Organismo costituito su mandato regionale Direttore Sociale Raccordo - Programmazione e governance dell’area Direttore Sanitario Tecnico Inter salute mentale età adulta Dir. Dip. PAC, ASSI, istituzionale Dipendenze- Dir. Servizio Disabilità Altri Servizi ASL Dipartimenti salute mentale AA.OO. Rappr. Ufficio di Piano, Privato accr., Terzo Sett

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DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Gruppo lavoro e territorio ASL inserimento lavorativo pazienti Comuni, terzo settore asl Gruppo di lavoro psichiatrici UOP associazionismo doppia diagnosi ASL Controllo tecnico sulle strategie di cura Direttore Dipartimento Gruppo di lavoro dei pazienti complessi e con doppia Dipendenze e operatori diagnosi SERD, Direttori DSM AO San Gerardo e Vimercate (o loro delegati), referente Enti Locali e URASAM INTEGRATO PSICHIATRIA ASL Definire e monitorare il protocollo NPIA, UOP, Uffici di Gruppo di lavoro E NPIA d’intesa per la continuità del percorso Piano Gruppo continuità NPIA – terapeutico tra NPIA e UOP UOP INTEGRATO PSICHIATRIA ASL Attuare le linee di indirizzo del relativo ASL, AAOO, Comuni, Raccordo E NPIA GAT regionale AREU, 118 Tecnico Inter Gruppo Acuzie Psichiatriche istituzionale in Adolescenza (APA) Comitato Territoriale Rete ASL Organismo consultivo di confronto e Direttore Dipartimento Raccordo Prevenzione partecipazione in tema di prevenzione Dipendenze, Tecnico Inter delle dipendenze, analisi dei bisogni, Responsabili Uffici istituzionale utilizzo di evidenze di efficacia, dipartimentali, referenti contributo alla definizione Piano biennale dipartimenti ASSI e di Prevenzione e raccordo al Piano Prevenzione, Legali Integrato Locale per la promozione della Rappresentanti (o salute. delegati) degli Enti operanti nel settore, Gioco d’azzardo patologico. rappresentante Provincia, Uffici di Piano e Ufficio Scolastico Provinciale Comitato Permanente ASL Garantire la governance tecnico- Direttore Dipartimento Raccordo erogatori programmatoria della rete d’offerta, Dipendenze, Tecnico Inter consolidare rapporti di collaborazione Responsabili UO SERD, istituzionale interistituzionale, attivare confronto sul Legali rappresentanti (o tema della cura e riabilitazione delle delegati) delle Strutture dipendenze,analisi dei bisogni, proposte accreditate e a contratto programmatorie Tavolo Carcere Raccordo e coordinamento tra i Direttore Dipartimento Dipartimenti aziendali, l’AO San Gerardo Dipendenze, (medicina penitenziaria e DSM) e Responsabile UO Carcere la Direzione dell’Istituto per definire Referenti Dipartimento protocolli di collaborazione anche in Prevenzione e CF DSS ottemperanza delle direttive regionali e Monza, Referente DSM ministeriali e Responsabile Sanità penitenziaria AO San Gerardo, Direttore Casa Circondariale Monza Polo Territoriale dell’ASL ASL Definizione del piano d’intervento Direttore Dipartimento Gruppo di lavoro Monza e Brianza territoriale, valutazione e Monitoraggio Dipendenze, Resp UO derivazione del gruppo di progetti finanziati in attuazione delle Carcere e operatori lavoro interi istituzionale DGR in tema di carcerazione SERD, operatori dip. (GIT) ASSI, Direttore Casa Circondariale, referenti UEPE e CSM, Referenti Uffici di Piano e titolari progetti finanziati Gruppo Volgi ASL Raccordo tra i diversi enti che operano ASL, Uffici di Piano, Raccordo nell’ambito della volontaria giurisdizione Tribunale,Rete Fianco Tecnico Inter a Fianco (Capofila istituzionale Associazione Stefania), Rappresentanti territorio di competenza Tribunale Monza ma extra ASL MB Tavolo conciliazione ASL Definizione e monitoraggio interventi in rappresentanti ed Raccordo tema conciliazione aderenti accordo di rete Tecnico Inter in tema di conciliazione istituzionale

29 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

4.6 Il ruolo della Provincia di Monza e Brianza

La recente modifica legislativa ha, di fatto, trasformato la Provincia in un Ente di secondo livello, espressione dei Comuni del territorio e chiamato a presidiare, in primis, alcune specifiche funzioni fondamentali. In tale mutato contesto, la Provincia di Monza e della Brianza ha avviato il processo di riorganizzazione per presidiare ed esercitare le funzioni proprie che si interfacciano con le politiche sociali quali:

• TERRITORIO E AMBIENTE: pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell’ambiente, per gli aspetti di competenza; • TRASPORTI E VIABILITA’: pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente; • SCUOLA: gestione dell’edilizia scolastica e programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale; • SOCIALE: integrazione e trasporto alunni con disabilità scuole superiori e assistenza alla comunicazione alle persone con disabilità sensoriali – osservatorio sociale; • PARI OPPORTUNITA’: controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale • LAVORO: gestione dei Centri per l’Impiego, del Collocamento mirato persone con disabilità e di parte delle crisi aziendali, (in attesa della riforma nazionale che presumibilmente ne ricollocherà la competenza ad un diverso livello istituzionale).

e le funzioni di raccordo e coordinamento tra Comuni in diversi settori, tra cui quello del welfare (oggetto di specifica delega a un consigliere provinciale) quali:

• COORDINAMENTO: tramite raccolta ed elaborazione di dati e assistenza tecnico- amministrativa agli enti locali;

• cura dello SVILUPPO STRATEGICO del territorio e gestione di servizi in forma associata in base alle specificità del territorio medesimo.

In tal senso (raccordo tra Comuni) anche l’Assemblea dei Sindaci Provinciale può costituire uno snodo cruciale nei processi verso la condivisione di regole comuni e verso la definizione di patti territoriali.

In particolare, negli accordi intercorsi in virtù del rinnovo dei Piano di Zona, si è stabilita la presenza della Provincia: - nel Coordinamento Inter Ambiti - al Tavolo di Sistema Welfare così come si è concordato sul ruolo attivo della Provincia stessa per arrivare alla stipula di un “patto per il welfare territoriale” con gli stakeholder del territorio (in primis terzo settore, associazionismo ed organizzazioni sindacali), e per la definizione di interventi integrati nell’area della vulnerabilità.

30 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

4.7 Gli altri network attivi sul territorio

Il territorio di Monza e Brianza è estremamente ricco di soggetti e reti di lavoro più o meno formalizzate afferenti a diversi tipi di tematiche e di governance.

Nelle tabelle seguenti sono riportati, suddivisi per tematica, alcuni network esistenti (di cui alcuni partecipati anche dagli Ambiti territoriali o da rappresentanze dei Comuni) con l’avvertenza che gli stessi non esauriscono il panorama esistente né i possibili interlocutori futuri della programmazione inter ambiti, ma costituiscono solo una prima mappatura di quanto conosciuto e più affine ai temi del welfare.

Network – gruppi di lavoro – reti esistenti nell’area politiche del lavoro

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Commissione Provinciale Provincia Consultazione e concertazione con le Presidente della Politico- unica per le politiche del parti sociali in ambito delle competenze Provincia, 7 rappresentati istituzionale, lavoro e la formazione Provinciali relative all’integrazione tra i datori di lavoro, 7 consultivo servizi per l’impiego, le politiche attive del rappresentanti sindacali, lavoro e le politiche formative, 2 rappresentanti degli ambiti territoriali, 1 rappresentante settore sociale ASL Sottocomitato Disabili Provincia Costituito in seno alla Commissione Direttore settore Politico- Provinciale per le politiche del lavoro e la Provincia istituzionale, formazione è organo di consultazione e 5 rappresentati consultivo concertazione con le parti sociali in merito datori di lavoro, 5 all’applicazione del diritto al lavoro delle rappresentanti sindacali, persone con disabilità, 4 rappresentanti delle associazioni di persone con disabilità, 1 ispettore medico. Tavolo Tecnico Legge Provincia Direttore settore Tecnico 68/99 e LIFT Provincia consultivo e Tecnici Provincia, partecipativo responsabili CPI; Enti a catalogo LIFT o che gestiscono Azioni di sistema, associazioni di rappresentanza persone con disabilità, rappresentante ASL e 1 rappresentante per ogni Ufficio di Piano

Network – gruppi di lavoro – reti esistenti nell’area disabilità

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Coordinamento CSE e SFA terzo settore Confronto prassi e problematiche cse – Gestori terzo settore Gruppo di lavoro sfa della provincia di Monza e Brianza Coordinamento Monza e terzo settore Collaborare per il raggiungimento di Ledha ANFASS Coordinamento – Brianza per la tutela dei alcuni scopi tra i quali, in particolare, il ASVAP Capirsi Down gruppo di lavoro diritti delle persone con diritto alla salute, all’istruzione, al lavoro, – Associazione Corte disabilità alla sicurezza sociale, alla mobilità, Crivelli – Noi per Loro – all’autonomia possibile, all’inclusione Associazione Stefania – sociale. UILDM – volontari Arcore

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Network – gruppi di lavoro – reti esistenti nell’area minori e famiglia

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Rete “ali per l’infanzia” Istituto Migliorare l’integrazione istituzionale negli 33 istituti scolastici, 22 Raccordo tecnico comprensivo interventi di tutela a favore dei minori Comuni degli Ambiti di inter istituzionale Cadorna di Seregno Desio e Carate Seregno Rete di scuole che Istituto Promuovere la titolarità della scuola Sul territorio di Monza e Raccordo tecnico promuovono salute comprensivo nel promuovere prassi che sviluppino Brianza: ASL, 28 Istituti inter istituzionale le competenze individuali, qualifichino scolastici l’ambiente sociale, migliorino l’ambiente strutturale ed organizzativo, rafforzino la collaborazione comunitaria.

Network – gruppi di lavoro – reti esistenti nell’area anziani

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Coordinamento ANCESCAO Associazione di promozione sociale Centri anziani presenti Raccordo Centri Anziani con finalità di coordinare, promuovere nel territorio provinciale promozione e realizzare attività culturali, ricreative, artistiche, di ginnastica, di turismo, soggiorni, cure termali, coltivazioni orti e altre attività che possono favorire e consolidare la socializzazione degli anziani.

Network – gruppi di lavoro – reti esistenti nell’area immigrazione

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO PUNTO NIRVA (Networking Provincia Raggruppa le realtà pubbliche e private Comuni Province ON- Raccordo Tecnico Italiano per il Rimpatrio che, lavorando a vario titolo a diretto LUS Volontario Assistito) contatto con i migranti, sono in grado informarli sulla possibilità del Rimpatrio Volontario Assistito e favorire l’accesso ai progetti che attuano questa misura. Rete ISLA Provincia Valorizzare la rete pubblico/privata Provincia, comuni, coop Raccordo tecnico presente sul territorio, promuovendo il sociali, caritas di progetto matching domanda offerta e lo sviluppo delle competenze degli assistenti familiari Consiglio territoriale per Prefettura Compiono monitoraggi promuovendo Prefetto, rappresentante Politico Consulti- l’Immigrazione (CTI) iniziative e formulando proposte della Regione, Uffici vo e tecnico inte- attraverso la collaborazione di Piano, camera di ristituzionale interistituzionale commerciocooperative, sindacati, organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori extracomunitari

Network – gruppi di lavoro – reti esistenti nell’area politiche abitative

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Rete progetto Consorzio “Un sistema a rete per comunità l’abitare sociale in Brianza” brianza Rete Emergenza abitativa Prefettura Attivare azioni di contrasto all’emergenza Caritas – Prefettura - Raccordo – abitativa Comuni gruppo progettuale

32 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Network – gruppi di lavoro – reti esistenti area amministrazione della giustizia e carcere

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Rete Fianco a Fianco Associazione Supportare nel territorio di Monza e ACLI - ANTEAS. Coordinamento Stefania Brianza l’ istituto dell’Amministratore di associazione genitori – gruppo proget- Sostegno de “La Nostra Famiglia”. tuale Associazione Genitori Ragazzi Disabili Associazione Stefania AS.V.A.P AUSER casa del volontariato Coordinamento Volontariato di Vimercate NATUR& Brianza Solidale. ARCIMILANO

Altri Network – gruppi di lavoro – reti esistenti

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Forum del III settore Realizzare, direttamente o tramite terzi, AIAS Coordinamento ogni attività tesa a promuovere, sostenere ALCST Legacoop e sviluppare le organizzazioni del Terzo ANTEAS Brianza Settore nonché a rappresentarne le ARCI istanze Associazione CADOM Associazione Casa del Volontariato Associazione Vivere Aiutando a Vivere Auser Filo d’Argento - AVIS. Caritas Consorzio Comunità Brianza - Consorzio CS&L Atipica Diapason la Grande Casa Cooperativa Lambro i Lombarda FAI META Novo Millennio Solaris Cooperativa Sociale Solaris Lavoro e Ambiente Cooperativa Sociale Spazio Giovani Coordinamento Volontario di Zona Vimercate Fondazione Stefania Unione Italiana Ciechi URASAM

33 Network – gruppi di lavoro – reti esistenti area amministrazione della giustizia e carcere

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Rete Fianco a Fianco Associazione Supportare nel territorio di Monza e ACLI - ANTEAS. Coordinamento Stefania Brianza l’ istituto dell’Amministratore di associazione genitori – gruppo proget- Sostegno de “La Nostra Famiglia”. tuale Associazione Genitori Ragazzi Disabili Associazione Stefania AS.V.A.P AUSER casa del volontariato Coordinamento Volontariato di Vimercate NATUR& Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015Brianza – 2017 Solidale. ARCIMILANO

Altri Network – gruppi di lavoro – reti esistenti

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ’ – COMPONENTI TIPOLOGIA TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO Comitato verso il Distretto Associazione Costituzione di un Distretto di Economia Coop. Solaris Lavoro e Coordinamento - di Economia Solidale della culturale Solidale nel territorio della provincia di Ambiente, Gruppo di Lavoro BRIanza Monza e Brianza, ovvero vuole favorire Coop. Solaris Lavoro e la nascita di una Rete di Collaborazione Riabilitazione, Triuggio ed Economia Solidale tra tutte le realtà Consorzio Sociale che costituiscono localmente i Settori Comunità Brianza, Monza interessati all’Economia Solidale. Gaes “F.Marotta”, l’Associazione si propone di realizzare le seguenti attività: Consorzio Sociale CS&L, a)promozione della nascita del DES Monza Brianza, con personalità giuridica propria, Coopwork, Sesto San in ambito politico, economico e culturale; Giovanni b) stesura di un documento fondativo Coop. Meta, Monza condiviso per il DES (Carta dei Criteri); Arci Monza e Brianza c) realizzazione di un censimento dei Ass. Slow Food, Condotta soggetti potenzialmente interessati, Monza e Brianza appartenenti ai settori indicati; Gas “Pane e Rose”, d) promozione e supporto a progetti /Vimercate concreti di collaborazione ed economia Coop. Soc. Meta, Monza solidale, che coinvolgano i soggetti dei Coop. Mag2, Milano Settori già citati e siano improntati: Ass. Amici della Ludoteca e)organizzazione di un fondo di solidarietà Giochipecchi, Cassina de e sviluppo finalizzato a sostenere Pecchi emergenze produttive e a promuovere Retina dei G.A.S della l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali Brianza sociali e solidali; Fitopreparazione Hierba f)gestione delle relazioni con le istituzioni Buena locali atte a favorire processi di economia Gruppo “Co-Housing”, solidale; Arcore g)promozione di iniziative culturali atte a Azienda Agricola favorire processi e progetti di economia Pioppotremulo, Brivio solidale. Solo Natura Bio, Concorezzo Creda Onlus, Monza

34 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

4.8 I flussi decisionali

Sia a livello di Ambito che, a maggior ragione, a livello di Inter Ambiti, occorre ricordare che l’unico Ente titolato a deliberare accordi, convenzioni, protocolli, regolamenti, etc, stante la vigente normativa, è il Comune, o, in casi particolari, quando trattasi di gestione di servizi: il Comune capofila o, in alcuni territori per delega di funzioni, l’Azienda speciale consortile.

Ciò impone che, sebbene gli accordi tra Enti, o l’intesa su progettazioni specifiche, o l’integrazione tra policy possa essere trattata a livello associato, di Ambito, di inter Ambito o Provinciale, sempre deve porsi particolare attenzione ad un attento scambio informativo con la dimensione comunale questo sia quando l’impulso alla stipula di accordi, regole condivise, protocolli, accordi etc, venga promossa da DGR Regionali o organismi di raccordo (processo top down) sia che lo stesso scaturisca da input locali (processo di bottom up) cfr schema seguente.

Le Assemblee dei Sindaci e gli Uffici di Piano svolgono in ogni caso un ruolo importante nel facilitare i processi informativi, decisionali, di indirizzo e di raccordo coi singoli Comuni.

Elaborazione e trasmissione per la validazione =

Tavolo di sistema o Tavolo di Sistema a 5 tavoli d’area/gruppi INPUT ESTERNI di lavoro (es DGR Coordinamento Uffici di Tavolo ASL AMBITI Regionali, leggi Ufficio di di Piano di settore, Piano bandi

Assemblea singolo Consiglio Inter Conferenza dei Sindaci Cabina di Regia Comune Ambiti dei Sindaci

Trasmissione per l’approvazione =

Mandato/ Richiesta elaborazione condivisa di accordi, patti, convenzioni, regolamenti, servizi associati, piani, protocolli, … =

35 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

5 Gli obiettivi, le azioni e le priorità di intervento

5.1 Gli obiettivi legati agli input regionali, all’analisi di contesto ed al percorso del patto per il welfare

Gli obiettivi assunti dal Piano di Zona Inter Ambiti scaturiscono da tre principali fonti di input:

Input Regionali (cfr DGR X/2941 del 2014) che in particolar modo chiedono di trovare obiettivi su ciascuna di queste tre dimensioni: A. Ricomposizione delle conoscenze e delle informazioni che alimentano le decisioni; B. Ricomposizione dei Servizi per facilitare i percorsi degli utenti e per uniformare i criteri di funzionamento e accesso C. Ricomposizione delle risorse per ottenere più efficacia e ridurre gli sprechi

Analisi dei bisogni e delle risorse del territorio: rimandiamo agli specifici capitoli del Piano

Input scaturenti dal percorso del Patto per il welfare che si possono riassumere in tre principali filoni di lavoro che andranno ulteriormente approfonditi e dettagliati nei prossimi mesi: A. Definizione dei reciproci impegni tra Enti Locali, Terzo settore e Organizzazioni Sindacali, in un’ottica di trasparenza, in particolare per ciò che attiene alle forme contrattuali poste in campo (modalità svolgimento appalti, percorsi per accreditamento servizi, tempi di liquidazione, accordi per la definizione dei costi riflessi…); B. Definizione dellemodalità di collaborazione su obiettivi di sistema (formazione degli operatori, regole per le cooprogettazioni, regole di partecipazione…) C. Aree di lavoro condiviso (e di integrazione di risorse) per lo sviluppo del welfare locale in ottica di resilienza e di innovazione (sviluppo di comunità, casa-lavoro – reddito, trasporti sociali…).

Di seguito utilizzeremo le categorie Regionali per declinare gli obiettivi inter Ambiti concordati secondo lo schema proposto dalla Regione stessa. Si tratta in molti casi di obiettivi macro, di cui si delineano le principali azioni, rimandando ad un successivo Piano operativo annuale la puntuale declinazione di tempi, responsabilità, indicatori… etc.

36

Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017 67 di

Pagina 40

- EELL sviluppo settore sindacali sindacali del welfare stakeholder organizzazioni organizzazioni INPUT PATTOINPUT IL WELFAREPER Terzo Terzo Reciproci impegni impegni Reciproci contrattuali contrattuali Obiettivi di sistema Tematiche di Tematiche

per

entamento e

investire su necessità di vulnerabilità gestioni associate effici economie di scala deciso risposta sistema di ripensare il ripensare necessità di potenziare e area vulnerabilità area vulnerabilità e e vulnerabilità incremento area area non non area gestione del sistema intervento su modalità di modalità su intervento

-

di -

all’offerta all’offerta za e

accesso sociali presa in carico integrazione nella nella integrazione sociosanitaria sociosanitaria

sperimentare nuovi

necessità di rivedere

scenari valutazione ed i servizi socio sanitari l’utenza e la spesa per di uniformare i criteri di i criteri di uniformare essere necessità di

aumento non non aumento

autosufficien innovazione negli negli innovazione interventi posti in posti interventi

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socio socio 2017

socio

Risposta sanitaria – OBIETTIVI

cdr cdr risposta

sanitaria e socio

te velate te e: ridefinizione e: usma residio corberi

Unità di offerta di Unità p sanitari equipe integrate equipe Consolidamento e sviluppo

e percorsi di di e percorsi a: in attesa attesa a: in

offerta ’ offerta ottica in di accreditamento di imput imput regionali di e fuori dalle unità unità dalle e fuori di offert di servizi sperimentali servizi sperimentali bisogno

dell Ambiti di Monza e Brianza 2015 Unità socio assistenziali: socio Unità efficacia e rispondenza efficacia e al rispondenza avvio percorsi di revisione revisione di avvio percorsi

-

attivazione

e Risposta socio assistenziale integrato progetti specifici: specifici: progetti Risposte a bisogni a bisogni Risposte le reti e di creare un un creare e di le reti specifici specifici luogo di progettazione luogo di progettazione

necessità di manutenere necessità di manutenere

Piano ZonaPiano di Territoriale

servizi risorse conoscenza

INPUT INPUT REGIONALI Ricomposizione di Ricomposizione di Ricomposizione di

37

Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Ricomposizione di Conoscenza

OBIETTIVO 1 CONOSCENZA - POTENZIARE LE MODALITÀ DI RILEVAZIONE DELLE INFORMAZIONI INERENTI ALLA DOMANDA, AGLI UTENTI E ALLE RISORSE DEL TERRITORIO AL FINE DI MIGLIORARE LA CAPACITÀ DI STRUTTURAZIONE DI ADEGUATE RISPOSTE AI SINGOLI E ALLA CITTADINANZA.

L’attuale fase di riprogrammazione e di ridefinizione del sistema di welfare presuppone la necessità di rafforzare la disponibilità e la capacità di analisi degli elementi conoscitivi relativi alla domanda, all’offerta e alle risorse a disposizione. Identificare le possibili direttrici di innovazione e le leve per il cambiamento, non risulta infatti possibile se non si possiede una sufficiente base conoscitiva capace, attraverso adeguati processi di analisi e di confronto, di orientare adeguatamente i decisori pubblici. In relazione a quanto emerso, tra l’altro, attraverso il percorso regionale sul sistema di conoscenza, si sono evidenziate la frammentarietà e la fragilità dei sistemi informativi ad oggi utilizzati: mentre la rilevazione della spesa sociale risulta essere sufficientemente sistematica, si evidenzia una scarsa organicità rispetto alla raccolta dei dati e la condivisione delle informazioni rispetto all’utenza. Quest’ultimo aspetto risulta particolarmente rilevante sia rispetto alle fasi di programmazione e progettazione del sistema di intervento territoriale, sia rispetto valutazione dei bisogni dei singoli cittadini e alla consequenziale progettazione individuale. La raccolta e la condivisione delle informazioni, in tal senso, non riguardano esclusivamente i soggetti istituzionali deputati alla tutela del benessere e della salute dei cittadini, ma più in generale tutti i soggetti che a diverso titolo intervengono nel sistema di welfare. A fronte di ciò si rileva la presenza diffusa di un patrimonio informativo che deve essere sistematizzato e condiviso attraverso la strutturazione di sistemi e strumenti adeguati. Attraverso il progetto SMART Welfare, finanziato da Regione Lombardia, i quattro Ambiti Territoriali di Seregno, Desio, Monza e Vimercate, hanno costruito la cartella sociale informatizzata che riveste un duplice ruolo: da un lato strumento di lavoro degli operatori sociali per la valutazione, la presa in carico e l’attivazione degli interventi, dall’altro strumento per la raccolta organica dei dati relativi ai cittadini. Il progetto prevedeva inoltre la sistematizzazione delle informazioni relative alle unità di offerta e alle risorse del territorio. Contestualmente l’ASL Monza e Brianza ha attivato la costruzione del Fascicolo Socio Sanitario quale strumento per la ricomposizione delle informazioni di carattere socio sanitario e sanitario e delle prestazioni erogate dal cittadino. Stante la compresenza dei due percorsi di innovazione metodologica e informatizzazione, si è avviato un percorso di confronto finalizzato alla creazione di un’interfaccia tra i due sistemi per l’integrazione delle informazioni e il miglioramento, in ultima istanza, della capacità di presa in carico degli utenti. In relazione a tale ultimo scopo si è rilevata, inoltre, la necessità di rafforzare e semplificare le modalità di interlocuzione e di raccordo con gli altri soggetti del territorio, con particolare riferimento ai punti di accesso al welfare.

38 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Obiettivo Potenziare le modalità di rilevazione delle informazioni inerenti alla domanda, 1 Con agli utenti e alle risorse del territorio al fine di migliorare la capacità di strutturazione di adeguate risposte ai singoli e alla cittadinanza

Tipologia Generale obiettivo

Interventi a. Sistematizzazione utilizzo cartella sociale informatizzata per i 55 Comuni Azioni b. Costruzione modalità di condivisione informazioni tra Comuni (cartella sociale informatizzata) e ASL (Fascicolo Socio Sanitario) c. Valutare e potenzialmente implementare il coinvolgimento di altri soggetti pubblici nella condivisione delle informazioni sociali, quali per esempio le banche dati welfare e lavoro provinciali d. Completamento della compilazione dello strumento per la mappatura condivisa delle risorse del territorio e pubblicazione on line e. Valorizzazione e sistematizzazione raccolta dati dell’Anagrafe Dinamica dell’Handicap f. Definizione modalità di raccordo con i soggetti del territorio per facilitare l’accesso al welfare

Risorse Professionali: - Tecnici Ufficio di Piano - Tecnici ASL (Dipartimenti e Distretti) - Tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - Tecnici di altri soggetti pubblici eventualmente coinvolti Finanziarie: - Finanziamenti dedicati ASL/Ambiti - Bandi ad hoc se individuati

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati

Indicatori di a. Utilizzo cartella sociale informatizzata esito b. Soggetti della rete c. Utilizzo archivio risorse d. Utilizzo Anagrafe Dinamica Handicap

Target di a. Numero dei Comuni che utilizzano la cartella sociale / totale Comuni valutazione b. Numero soggetti pubblici coinvolti / numero soggetti pubblici coinvolgibili (ex ante – ex post) c. Si / No pubblicazione on line dell’archivio risorse d. Si / No sistematizzazione raccolta dati Anagrafe Dinamica Handicap

Strumenti di Monitoraggio semestrale e Report di valutazione valutazione

Tempistica Triennio

39 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Ricomposizione dei Servizi

OBIETTIVO 2 SERVIZI – RAFFORZARE LE CAPACITÀ DI CONDIVISIONE, COLLABORAZIONE, COPROGETTAZIONE TERRITORIALE - REALIZZAZIONE DEL PATTO PER IL WELFARE.

I Piani di zona hanno intercettato e fatto proprio (per quanto di competenza sociale) l’intento provinciale di addivenire ad un Patto territoriale per il welfare, da stipularsi tra Enti locali, terzo settore ed organizzazioni sindacali più rappresentative. Allo scopo si è deciso di utilizzare come tavolo di partecipazione il Tavolo di Sistema Welfare, già partecipato da tutti i soggetti interessati. Lo scopo è quello di individuare i reciproci impegni e gli obiettivi comuni su cui far convergere gli sforzi condivisi del territorio in ottica di innovazione e contrasto ai bisogni sociali più preoccupanti.

Obiettivo 2 Rafforzare le capacità di condivisione, collaborazione, coprogettazione Ser territoriale - Realizzazione del Patto per il Welfare

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi 1. Strutturazione di percorsi di lavoro e approfondimento tecnico e istituzionale Azioni 2. Individuazione di modalità efficaci di processo e di raccordo con le diverse agenzie territoriali: Terzo Settore, Organizzazioni di volontariato, associazioni familiari, organizzazioni sindacali, agenzie educative, Istituzioni territoriali, ecc 3. Definizione di accordi collaborativi di attivazione territoriale su specifiche aree di welfare in ottica di resilienza e di innovazione

Risorse Professionali: - Tecnici Ufficio di Piano - Tecnici organizzazioni del territorio - Stakeholder del territorio

Strumenti Coordinamento Tecnico Uffici di Piano Utilizzati Tecnici della Provincia Monza e Brianza Tavolo di Sistema Inter Ambiti

Indicatori di a. Patto esito b. Enti coinvolti nel Patto per il Welfare

Target di a. Si/No valutazione b. N° enti coinvolti nel Patto per il Welfare

Strumenti di Report di valutazione valutazione

Tempistica Avvio da anno 2015, sviluppo e valutazione del patto nel biennio successivo

40 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 3 SERVIZI – MIGLIORARE LA VALUTAZIONE INTEGRATA MULTIDIMENSIONALE E MULTI PROFESSIONALE E LA CAPACITÀ DI PRESA IN CARICO INTEGRATA ATTRAVERSO LA QUALIFICAZIONE DELLE EQUIPE DI VALUTAZIONE.

Le più recenti normative regionali hanno concretizzato le direttrici innovative in materia di revisione del sistema di welfare delineato dalla DGR 116/2013 che ha previsto la costituzione di un Fondo per la Famiglia finalizzato a: valorizzare la famiglia, tutelare il benessere di tutti i componenti della famiglia, anche in presenza di situazioni di fragilità e di problematiche complesse; tutelare la salute delle persone fragili e non autosufficienti. In particolare con le indicazioni inerenti il sistema di intervento a favore delle persone con gravissime disabilità, gravi disabilità e in condizione di non autosufficienza inserite nella DGR 740/2013 e confermate nelle DGR 2883/2014 e 2855/2014 hanno posto il focus sulla necessità di attivare un sistema di valutazione integrata e presa in carico capace di qualificare la decodifica del bisogno e la progettazione individualizzata. Il paradigma èstato quindi spostato in modo sostanziale: il ruolo centrarle è rivestito dalla valutazione del bisogno che deve essere effettuata in modo integrato tra sistema socio assistenziale e sistema socio sanitario e sanitario.

Gli sforzi profusi nelle annualità precedenti per la costruzione di cornici di riferimento comuni e di modalità operative e strumenti condivisi, hanno reso possibile l’effettiva condivisione della necessità di ulteriormente accompagnare questo percorso.

La riflessione, avviata sul tema della disabilità e della non autosufficienza, si è pertanto estesa anche alle altre esperienze di valutazione integrata già avviate sul territorio di Monza e Brianza. In particolare è ormai pluriennale l’esistenza delle Equipe Territoriale Integrata Minori (ETIM) presenti nei territori dei cinque Ambiti Territoriali quali Equipe pluri professionali (composte da operatori sociali, psicologi, neuropsichiatra e psichiatra) per la valutazione multidimensionale delle situazioni di minori e nuclei multiproblematici. Dall’analisi dell’attività delle cinque ETIM si è potuto rilevare la significatività del momento univoco di valutazione che non determina una somma di valutazioni con affondi differenti, ma bensì una sintesi condivisa di elementi valutativa derivanti da professionalità specifiche. E’ stato sottolineata, invece, la presenza di criticità sugli aspetti inerenti alla presa in carico integrata che risulta ad oggi ancora difficoltosa e che di fatto rischia di depauperare le basi poste da momenti diagnostici e prognostici condivisi.

Altre esperienze, invece, risultano maggiormente definiti quali processi valutativi specialistici, attivati in presenza di situazioni particolarmente complesse. In tal senso risulta opportuno promuovere un percorso di rafforzamento del modello di valutazione integrata e di presa in carico integrata del territorio di Monza e Brianza, capace, da un lato, di recepire e di fungere da “contenitore” delle indicazioni regionali in materia, ma dall’altro funzionale all’attivazione di un sistema di intervento riconoscibile e riconosciuto dai diversi attori del sistema sociale, socio sanitario e sanitario.

41 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Obiettivo 3 Migliorare la valutazione integrata multidimensionale e multi professionale Ser e la capacità di presa in carico integrata attraverso la qualificazione delle equipe di valutazione

Tipologia Specifico obiettivo

Interventi 1. Messa a sistema del modello di valutazione multidimensionale, con parti- Azioni colare riferimento alle equipe attualmente vigenti: • EVM per situazioni di grave disabilità e non autosufficienza delle persone anziane • ETIM – Equipe Territoriale Integrata Minori • ETA – Equipe Territoriale Adolescenti • NUVIA – Nucleo Valutazione Integrata Autismo e disa- bilità complesse • Equipe interistituzionale per la valutazione casi comor- billi (tossicodipendenza/psichiatria)

Risorse Professionali: - Tecnici Ufficio di Piano - Tecnici ASL (Dipartimenti e Distretti) - Tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - Specialisti aziende ospedaliere - Tecnici enti gestori Finanziarie: - Fondo Sanitario - Fondo Nazionale Politiche Sociali - Fondo Non Autosufficienza - Finanziamenti statali/regionali dedicati

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati Schede di valutazione condivise/protocolli operativi Software condivisi

Indicatori di a. N° prese in carico integrate totali esito b. Protocolli operativi

Target di a. ≥ 20% valutazione b. Si/no Protocolli operativi

Strumenti di Monitoraggio semestrale e Report di valutazione valutazione

Tempistica Triennio

42 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 4 SERVIZI - RAZIONALIZZARE LE MODALITÀ DI RACCORDO E DI INDIVIDUAZIONE DELLE COMPETENZE IN RELAZIONE ALLE SITUAZIONI CHE PRESUPPONGONO L’INTERVENTO DI MOLTEPLICI ATTORI TERRITORIALI (SOCIALE, SOCIO SANITARIO, SANITARIO, EDUCATIVO, ECC).

Il contesto attuale del welfare è caratterizzato, più che in altri periodi, da difficoltà strutturali e contingenti. Uno dei rischi più significativi è rivestito dal tendere ad un atteggiamento di difesa da parte di ciascun attore, che può ritenere più opportuno e tutelante ripiegare su sé stesso piuttosto che collaborare con altri soggetti del territorio. Nell’ultimo triennio si è infatti registrata una progressiva contrazione dei processi partecipativi promossi ed avviati con la Legge 328: le ragioni di tale evoluzione sono riconducibili a diversi fattori. Tuttavia per poter rispondere alle complessità e alle esigenze sociali di oggi, si rivela imprescindibile la costruzione di una visione comune degli attori istituzionali, in sinergia con tutti i soggetti del territorio. Il sistema degli interventi sociali, infatti, è caratterizzato, più che altri settori, da una elevata frammentarietà di competenze, conoscenze, risorse e responsabilità: dall’analisi del sistema esistente sul territorio emerge con forza la necessità di individuare la visione e la prospettiva capaci di allineare le diverse azioni proprie di ciascun soggetto. Affrontare le difficoltà delle famiglie, rese più fragili e disorientate a causa del difficile contesto socio economico, richiede uno sforzo di ricomposizione e di riallineamento maggiore ai soggetti che detengono la regia del sistema di welfare in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e superamento di logiche autoreferenziali. L’individuazione di obiettivi e azioni da intraprendere, da parte di ciascun attore, dovrebbe presupporre, in tal senso, il propedeutico approfondimento circa i competitor e gli interlocutori da tenere in considerazione. Il Piano di Zona inter Ambiti, ponendo in luce tali aspetti, intende pertanto proporre e favorire processi di sussidiarietà “circolare” capaci di innescare processi virtuosi e sostenibili nel tempo.

43 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Obiettivo 4 Razionalizzare le modalità di raccordo e di individuazione delle competenze Ser in relazione alle situazioni che presuppongono l’intervento di molteplici attori territoriali (sociale, socio sanitario, sanitario, educativo, ecc)

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi 1. Analisi condivisa del sistema di risposta alle esigenze delle persone con Azioni disabilità in età scolare anche in relazione al percorso di vita (Tavolo Intesa Handicap– ASL MB) 2. Approfondimento degli elementi di criticità relativi alle persone con patologie psichiatriche, comorbilità, dipendenze patologiche e individuazione di possibili strategie di miglioramento della presa in carico 3. Approfondimento degli elementi di criticità relativi ai minori con patologie neuropsichiatriche e individuazione di possibili strategie di miglioramento della presa in carico 4. Ridefinizione di modalità di collaborazione con la Provincia in merito agli interventi a favore degli alunni con disabilità (assistenza educativa ad personam e trasporto scuole secondarie di secondo grado, assistenza alla comunicazione di alunni con disabilità sensoriale) 5. Riformulazione delle modalità di interazione tra i soggetti territoriali (Tribunale, ASL, Comuni, Aziende Ospedaliere, Terzo Settore) sul tema della protezione giuridica 6. Progetto di riqualificazione del Presidio Corberi di Limbiate

Risorse Professionali: - Tecnici Ufficio di Piano - Tecnici ASL (Dipartimenti e Distretti) - Tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni Finanziarie: - Finanziamenti regionali dedicati - Risorse comunali

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati Protocolli operativi

Indicatori di a. Percentuale soggetti coinvolti nei percorsi di qualificazione rispetto al esito totale di quelli interessati b. Adozione intese o protocolli specifici

Target di a. > 70% valutazione b. si/no

Strumenti di Monitoraggio semestrale e Report di valutazione valutazione

Tempistica Triennio

44 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 5 SERVIZI SVILUPPARE AZIONI INTEGRATE ATTRAVERSO LA VALORIZZAZIONE DELLE RETI PROGETTUALI ESISTENTI

Le indicazioni normative (l. 328/00; l.r.3/2008, dd.gg.rr. indicanti le linee guida per la programmazione zonale nei vari anni) e l’esperienza condotta nel corso delle precedenti programmazioni anche a livello inter-Ambiti portano a riconoscere la rilevanza della costruzione di contesti di coinvolgimento attivo nella programmazione zonale da parte di tutti i soggetti che, a vario titolo, concorrono a realizzare il welfare locale. Questa partecipazione avviene normalmente a differenti livelli (sia programmatorio che gestionale-operativo) e con gradi di intensità e ampiezza differenti.

Nel triennio 2012-2014, sono state numerose le progettazioni che hanno coinvolto network istituzionali e non. Network che si vogliono mantenere ed incrementare anche nel prossimo triennio, proprio a partire dalle positive esperienze trascorse, come quelle relative al progetto Teseo, Matrioska e B-twin

45 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Obiettivo 5 Sviluppare azioni integrate attraverso la valorizzazione delle reti Ser progettuali esistenti

Tipologia Generale obiettivo

Interventi a. Sviluppo azioni di contrasto alla violenza di genere (rete Artemide); Azioni b. Implementazione azioni di supporto ai minori vittime di abuso e sfruttamento sessuale (rete Teseo), c. Promozione iniziative volte a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (Rete Territoriale Conciliazione) d. Rafforzamento delle azioni rivolte a persone con background migratorio (Rete Matrioska) e. Sistematizzazione delle azioni rivolte a minori sottoposti a provvedimento penale (Rete Afterhour) e persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale (Rete Share)

Risorse Professionali: - Tecnici Ufficio di Piano - Tecnici ASL (Dipartimenti e Distretti) - Tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - Tecnici partner progettuali Finanziarie: - Eventuali Finanziamenti dedicati

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati

Indicatori di a. Protocolli per continuità rete esito

Target di a. si/no valutazione

Strumenti di Monitoraggio semestrale e Report di valutazione valutazione

Tempistica Triennio

46 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 6 SERVIZI - POTENZIARE LE INIZIATIVE DI PROMOZIONE E PREVENZIONE FINALIZZATE A SUPPORTARE I PERCORSI DI CRESCITA DEGLI ADOLESCENTI AL FINE DI LIMITARE LE SITUAZIONI DI DISAGIO.

La promozione del benessere rappresenta il primo livello per un intervento globale con un’alta valenza preventiva: promuovere benessere non significa promuovere un generico “stare bene” ma fornire adeguati strumenti per essere in grado di affrontare situazioni di difficoltà e di rischio. La prevenzione è strettamente connessa alla promozione, ed è una forma d’intervento volta a ostacolare l’insorgenza di una situazione problematica e a promuovere negli individui e nel loro contesto sociale forme di autotutela, incrementando le risorse personali e sociali. Per sviluppare opportunità di partecipazione che coinvolgano anche i genitori occorre costruire alleanze forti tra ente locale, scuola e associazioni del territorio.

47 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Obiettivo 6 Potenziare le iniziative di promozione e prevenzione finalizzate a supportare Ser i percorsi di crescita degli adolescenti al fine di limitare le situazioni di disagio

Tipologia Specifico area minori e famiglia obiettivo

Interventi a. Condividere un quadro di riferimento a livello territoriale di Linee di Azione Azioni a favore dei giovani e delle loro famiglie volto a promuovere il benessere e a prevenire le situazioni di disagio anche attraverso l’attivazione, a livello locale, di scuole ed altre agenzie educative, superando i residui di autoreferenzialità e frammentarietà presenti nei diversi servizi, ottimizzando le risorse e rendendo più efficaci gli interventi; b. Implementare le Banche dati esistenti; c. Avviare nei cinque Ambiti Territoriali, in modo più coordinato e mirato, interventi di promozione e prevenzione nei vari contesti di vita degli adolescenti con attenzione agli adulti di riferimento; d. Monitorare e valutare gli interventi realizzati.

Risorse Professionali: Tecnici degli Uffici di Piano dei cinque Ambiti Territoriali Tecnici dei servizi sociali area minori e famiglia dei Comuni della provincia Tecnici area minori e famiglia delle due Aziende Speciali (Offerta Sociale e Consorzio Desio Brianza) Tecnici ASLMB Tecnici Istituti Scolastici del territorio (rete scuole che promuovono salute) Tecnici del terzo settore Tecnici delle organizzazioni sindacali Finanziarie Bandi ad hoc, se individuati Proprie dei Bilanci Comunali

Strumenti Tavoli di lavoro Interambiti Utilizzati Gruppi di lavoro Territoriali per la pianificazione degli interventi e del monitoraggio Banche dati esistenti

Indicatori di a. Livello di conoscenza dei bisogni inespressi e dei nuovi fenomeni esito b. Numero Interventi di promozione e prevenzione realizzati

Target di a. Incremento della conoscenza dei bisogni inespressi e dei nuovi valutazione fenomeni b. Sì/No interventi di promozione e prevenzione

Strumenti di Report di valutazione sugli interventi effettuati ed i risultati raggiunti valutazione

Tempistica Triennio

48 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Ricomposizione delle Risorse

OBIETTIVO 7 RISORSE – QUALIFICARE LA SPESA SOCIALE A CARICO DEI COMUNI, PERSEGUENDONE L’APPROPRIATEZZA E LIMITANDO LA DISPERSIONE DI RISORSE.

Dallo scorso Piano di Zona i 5 Ambiti hanno messo in evidenza come la disconnessione delle tariffe sanitarie riconosciute per i servizi socio sanitari e le tariffe dei servizi stessi, producesse un incremento improprio della spesa sociale. In un periodo di ristrettezze di risorse pubbliche si ritiene che occorra proseguire nello sforzo di porre all’attenzione delle istituzioni competenti tale aspetto al fine di individuare dei correttivi.

Obiettivo 7 Qualificare la spesa sociale a carico dei comuni, perseguendone Ris l’appropriatezza e limitando la dispersione di risorse

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi a. Diffusione del documento di analisi L’applicazione dei LEA per le Azioni amministrazioni locali lombarde b. Coinvolgimento di ANCI in merito alla problematica e richiesta di una trattativa a livello regionale

Risorse Professionali: - Tecnici Ufficio di Piano

Strumenti Coordinamento Tecnico Uffici di Piano Utilizzati Organi di rappresentanza politica

Indicatori di a. Apertura di un confronto a livello regionale esito b. Revisione quote a carico del sociale

Target di a. si/no valutazione b. Si/no

Strumenti di Report di valutazione valutazione

Tempistica Avvio da anno 2015, sviluppo e valutazione del patto nel biennio successivo

49 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 8 RISORSE - QUALIFICARE IL SISTEMA DI OFFERTA SOCIO ASSISTENZIALE DEL TERRITORIO

Dall’analisi del sistema di offerta presente sul nostro territorio, rispetto al quale si rimanda alla sezione dedicata del documento, si evidenzia una complessa rete di strutture socio assistenziali distribuite in modo abbastanza omogeneo. Seppur riconducibili alle tipologie di unità di offerta normate da Regione Lombardia e quindi ai requisiti previsti dalla legislazione in materia, le strutture presentano significative differenze in merito a strutture organizzative, tipologie di interventi attivati, modalità operative. All’interno di un processo di rivisitazione e qualificazione del sistema, sia rispetto alle modalità di definizione e attivazione degli interventi sia in termini di offerta concreta di risposte, si è evidenziata la necessità di attivare percorsi di approfondimento e confronto sull’effettiva tipologia di servizi offerti e sulle progettazione individualizzata condivisa. I cinque Ambiti Territoriali, nel corso dell’anno 2014 hanno avviato, in via sperimentale, l’analisi del sistema di offerta di servizi diurni a favore delle persone con disabilità attraverso un percorso congiunto con gli enti gestori dei Centri Socio Educativi del territorio. La finalità è stata quella di approfondire la conoscenza sui servizi, costruire un modello condiviso finalizzato a: omogeneizzare le modalità di valutazione del bisogno, uniformare i processi di definizione dell’intervento, definire profili di bisogno / intervento / determinazione economica delle prestazioni collegati tra loroda paradigmi chiari ed espliciti. Seppur con diverse complessità il percorso ha fatto emergere elementi di attenzione significativi e interessanti prospettive per la qualificazione del sistema e pertanto si è rilevata l’importanza di portare a conclusione il percorso. A fronte di tale esperienza si è ipotizzato di estendere tale modello di processo anche ad altre aree, in particolare le indicazioni regionali relative ai minori inseriti in strutture residenziali hanno suggerito l’avvio di un percorso di costruzione di modelli condivisi tra Ambiti e enti gestori.

Le sollecitazioni sopra riportate hanno fatto porre l’attenzione sull’importanza di promuovere processi di qualificazione del sistema di offerta anche attraverso la condivisione di elementi di carattere gestionale per facilitare sia il rinnovamento delle risposte offerte sul territorio, garantendo la sostenibilità operativa ed economica dell’assetto dei servizi in un contesto di contrazione delle risorse umane e finanziarie a disposizione.

50 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Obiettivo 8 Qualificare il sistema di offerta socio assistenziale del territorio Ris

Tipologia Generale obiettivo

Interventi a) Completamento del percorso di confronto con gli enti gestori dei Centri Azioni Socio Educativi del territorio per condivisione strumento di valutazione del bisogno, definizione del profilo di intervento e definizione del profilo economico. Accreditamento dei Centri Socio Educativi b) Costruzione di modalità condivise di intervento in riferimento alle strutture residenziali per minori, con particolare riferimento alle situazioni con fabbisogno di interventi di tipo socio sanitario c) Attivazione di modalità condivise per la realizzazione degli interventi (accreditamenti, appalti, coprogettazioni) anche attraverso la sperimentazione di forme di flessibilizzazione progettuale e gestionale

Risorse Professionali: - Tecnici Ufficio di Piano - Tecnici ASL (Dipartimenti e Distretti) - Tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - Tecnici degli enti gestori Finanziarie: - Finanziamenti regionali dedicati - Risorse comunali

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati Protocolli operativi

Indicatori di a. Percentuale di strutture coinvolte nei percorsi di qualificazione rispetto al esito totale delle strutture presenti sul territorio b. Percentuale di casi destinatari delle azioni di qualificazione rispetto al totale degli utenti – target

Target di a. > 80% valutazione b. > 80%

Strumenti di Monitoraggio semestrale e Report di valutazione valutazione

Tempistica Triennio

51 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 9 RISORSE - OMOGENEIZZARE LE MODALITÀ DI UTILIZZO DELLE RISORSE ECONOMICHE ASSEGNATE AGLI AMBITI TERRITORIALI IN UN’OTTICA DI QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA DI INTERVENTO TERRITORIALE.

La progressiva delle riduzione delle risorse economiche a favore del sistema di welfare ha reso sempre più urgente la necessità di migliorare le capacità di utilizzo e di rigenerazione dei finanziamenti da parte dei decisori pubblici. Considerato il ruolo di promotore e acceleratore di cambiamenti che viene richiesto al livello di programmazione di Ambito, richiesto tra l’altro in modo sempre più cogente dalle recenti indicazioni regionali, si rileva l’esigenza di definire modalità condivise di destinazione delle risorse. Il ruolo assegnato alle Cabine di Regia quale luogo di indirizzo e ricomposizione degli aspetti di programmazione integrata, ha evidenziato l’opportunità di far convergere a livello territoriale anche la condivisione sulle linee strategiche per l’utilizzo dei fondi che, seppur rimanendo in capo a ciascun Ambito, devono trovare un momento di sintesi coerente ed estesa. In particolare, rispetto al Fondo Sociale Regionale, tradizionalmente dedicato a sostenere il mantenimento dei servizi, si è avviato con l’annualità 2014 un percorso di uniformazione sia rispetto alle modalità e agli strumenti operativi utilizzati, sia rispetto ai criteri di utilizzo dei finanziamenti dedicati. Si ritiene opportuno, infatti, valorizzare tali risorse economiche in un’ottica di qualificazione del sistema e ricomposizione delle frammentarietà. Nella medesima prospettiva, anche in attuazione alle indicazioni regionali sulla programmazione 2015/2017, si ritiene opportuno avviare un percorso di riflessione in merito all’individuazione di modalità di utilizzo condiviso o integrato delle risorse attribuite agli Ambiti Territoriali per la realizzazione del sistema integrato di welfare e per il perseguimento degli obiettivi inter ambiti.

52 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Obiettivo 9 Omogeneizzare le modalità di utilizzo delle risorse economiche assegnate Ris agli Ambiti Territoriali in un’ottica di qualificazione del sistema di intervento territoriale

Tipologia Specifico obiettivo

Interventi a. Definizione di criteri omogenei per in cinque Ambiti Territoriali per Azioni l’accesso e l’assegnazione delle risorse del Fondo Sociale Regionale b. Definizione di criteri omogenei per in cinque Ambiti Territoriali per l’accesso e l’assegnazione delle risorse del Fondo Non Autosufficienza

Risorse Professionali: - Tecnici Ufficio di Piano - Tecnici ASL Finanziarie: - Fondo Sociale Regionale - Fondo Non Autosufficienza

Strumenti Coordinamento Uffici di Piano Utilizzati Consiglio interAmbiti Cabina di regia Tavolo gestione Tecnico / commissioni tecniche dei singoli Ambiti

Indicatori di a) Percentuale di Ambiti allineati su criteri di utilizzo del Fondo Sociale esito Regionale condivisi b) Percentuale di Ambiti allineati su criteri di utilizzo del Fondo Non Autosufficienza condivisi

Target di a) 100% valutazione b) 75%

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione degli interventi e valutazione dei risultati valutazione raggiunti

Tempistica Avvio da anno 2015, mantenimento nel triennio

53 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 10 RISORSE - INCREMENTARE LE MODALITÀ DI GESTIONI ASSOCIATE IN UN OTTICA DI ATTENZIONE ALL’UNIFORMITÀ TERRITORIALE NELLA REGOLAZIONE DEI SERVIZI E DI EFFICIENTAMENTO DEL SISTEMA E DI REALIZZAZIONE DI ECONOMIE DI SCALA.

Tale obiettivo è fortemente voluto da Regione Lombardia, come indicato nelle linee guida relative alla programmazione sociale di zona. Il potenziamento della governance e del coordinamento degli ambiti (previsti nei precedenti obiettivi) è anche connesso ad un obiettivo di sviluppo della gestione associata almeno interno ai singoli Ambiti, ma con una prospettiva ed uno scenario provinciale.

Infatti, i dati relativi: - alle risorse programmate in modo congiunto, - alle quote di quelle che poi vengono anche gestite congiuntamente tra i comuni, - alle risorse trasferite all’ente capofila del piano di zona per la gestione associata, - ai dati dei servizi conferiti mediante appalti, prevalentemente gestiti dai comuni a livello singolo, rendono evidente la necessità di potenziare, nel prossimo triennio, il governo integrato delle risorse per il sociale, non solo nella declinazione degli indirizzi strategici che orientano le scelte allocative ma anche, e soprattutto, nella declinazione comune della loro gestione.

54 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Obiettivo 10 Incrementare le modalità di gestioni associate in un ottica di efficentamento Ris del sistema e di realizzazione di economie di scala

Tipologia Generale obiettivo

Interventi 1. Attivazione di modalità condivise per la realizzazione degli interventi Azioni (accreditamenti, appalti, coprogettazioni) anche attraverso la sperimentazione di forme di flessibilizzazione progettuale e gestionale

Risorse Professionali: - Tecnici Ufficio di Piano - Tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - Tecnici degli enti gestori - Tecnici ASL (se di competenza) Finanziarie: - Finanziamenti regionali dedicati - Risorse comunali

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati

Indicatori di a. Attivazione di accreditamenti o appalti o coprogettazioni inter ambiti esito b. Percentuale di fondi cogestiti

Target di a. Si / No presenza di Accreditamenti o appalti o coprogettazioni inter ambiti valutazione b. 20% nel triennio rispetto alla rilevazione del sistema di conoscenza

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione degli interventi e valutazione dei risultati valutazione raggiunti

Tempistica Triennio

55 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 11 RISORSE – RAZIONALIZZARE LE MODALITÀ DI RACCORDO E DI INDIVIDUAZIONE DELLE COMPETENZE IN RELAZIONE ALLE SITUAZIONI CHE PRESUPPONGONO L’INTERVENTO DI MOLTEPLICI ATTORI TERRITORIALI.

Una volta consolidato il modello di valutazione integrata di cui all’obiettivo 3, si ritiene che il territorio possa essere pronto per attivare sperimentazioni per la presa in carico integrata a risorse condivise.

Obiettivo 11 Razionalizzare le modalità di raccordo e di individuazione delle competenze Ris in relazione alle situazioni che presuppongono l’intervento di molteplici attori territoriali

Tipologia Integrazione tra aree e policy obiettivo

Interventi a) Attivazione interventi sperimentali per la presa in carico integrata in area Azioni socio sanitaria

Risorse Professionali: - Tecnici Ufficio di Piano - Tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - Tecnici degli Enti Gestori - Tecnici ASL Finanziarie: - Finanziamenti regionali dedicati - Risorse comunali - Risorse ASL - Risorse Enti Gestori - Risorse ad hoc acquisite da bandi

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati

Indicatori di a. Attivazione servizi per la presa in carico integrata esito b. n. utenti seguiti c. Percentuale di fondi cogestiti

Target di valu- a. Si / No attivazione servizi per la presa in carico integrata tazione b. Incremento numero utenti con presa in carico integrata sul totale (ex ante – ex post) c. +10%

Strumenti di va- Reportistica relativa alla realizzazione degli interventi e valutazione dei risultati lutazione raggiunti

Tempistica Triennio

56 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 12 RISORSE - ISTITUIRE UN GRUPPO TECNICO DI LAVORO INCARICATO A SVILUPPARE PROGETTI A LIVELLO INTERAMBITI E SVILUPPARE E CONSOLIDARE PROGETTAZIONI INNOVATIVE A LIVELLO SOVRATERRITORIALE MIGLIORANDO L’INCISIVITÀ DELLE AZIONI PROGETTUALI E LA CAPACITÀ DI RAGGIUNGIMENTO DEI RISULTATI ATTESI.

Il lavoro per progetti e l’attrazione di risorse aggiuntive tramite la partecipazione a bandi è, ormai, entrata nella quotidianità del lavoro sociale. Con l’esperienza maturata in questi anni si ritiene necessario strutturare un servizio apposito che possa operare sia acquisendo specifiche competenze nella realizzazione di progettazioni sia conoscendo il territorio e costruendo e manutenendo quelle relazioni di rete necessarie all’efficace utilizzo di tali strumenti.

57 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Obiettivo 12 Istituire un gruppo tecnico di lavoro incaricato a sviluppare progetti a Ris livello interambiti e sviluppare e consolidare progettazioni innovative a livello sovraterritoriale migliorando l’incisività delle azioni progettuali e la capacità di raggiungimento dei risultati attesi

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi a) Individuazione modalità di gestione integrata delle progettazioni condivise Azioni a livello inter Ambiti per ottimizzare l’utilizzo delle risorse aggiuntive derivanti da bandi di finanziamento b) Costituzione di un gruppo di lavoro e attivazione relazioni territoriali necessarie c) Definizione degli obiettivi, modalità e tempistiche di lavoro d) Individuazione dei bandi rispondenti ai bisogni espressi dal territorio e/o agli obiettivi declinati nel piano di zona InterAmbiti e) Presentazione e realizzazione di proposte progettuali

Risorse Professionali Tecnici dell’ufficio di piano Consulenti ad hoc Finanziarie Risorse dedicate nuovo FNPS Bandi ad hoc, se individuati

Strumenti Coordinamento Tecnico Uffici di Piano Utilizzati Tavoli di lavoro

Indicatori di a. Costituzione ufficio di Progettazione esito b. Realizzazione progettazioni integrate

Target di a. Si valutazione b. Almeno 3 progettazioni integrate nel triennio c. Almeno il 30% delle proposte progettuali presentate ha esito positivo

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione degli interventi e valutazione dei risultati valutazione raggiunti

Tempistica Triennio

58 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 13 RISORSE - REALIZZAZIONE DI NUOVI INTERVENTI E SERVIZI PER FRONTEGGIARE LA CRISI ECONOMICA E LA VULNERABILITÀ SOCIALE.

La crisi economica provoca non solo l’aggravamento delle condizioni delle fasce di popolazione tradizionalmente fragili, ma anche l’ampliamento della condizione di fragilità a gruppi sociali nuovi.

A fronte di questa tendenza, i dati mostrano una diminuzione consistente negli ultimi 5 anni della spesa sociale destinata al contrasto della povertà e della vulnerabilità. Il Piano di Zona si propone di riportare l’attenzione su tale problematica, in particolare attraverso il perseguimento di alcuni obiettivi prioritari ed innovativi nelle aree del lavoro, della casa e del l’inclusione sociale, promuovendo sinergie specifiche tra tutti soggetti istituzionali e non.

Obiettivo 13 Promuovere interventi integrati e innovativi volti a sostenere le persone e Ris i nuclei in condizione di vulnerabilità sociale

Tipologia specifico obiettivo

Interventi a. Differenziazione delle risposte a seconda dei bisogni espressi da parte Azioni degli utenti/cittadini b. Ricomposizione organica e a più livelli dei possibili percorsi in risposta ai bisogni, in una filiera che va dagli interventi più emergenziali a quelli di tipo preventivo c. Definizione dei percorsi di inclusione sociale, alloggiativa e lavorativa attraverso la ricomposizione delle competenze e dei ruoli dei diversi attori capace di integrare e valorizzare differenti aree di policy (in particolare quelle del welfare, del lavoro, delle pari opportunità e della conciliazione) d. Individuazione dei criteri di accesso ai diversi percorsi in risposta ai bisogni e. Potenziamento della rete di offerta alloggiativa (ad es. stipula di contratti a canone concordato nel libero mercato; convenzioni per residenzialità temporanee, co-housing….) e delle possibili risposte occupazionali e di sostegno al reddito f. Elaborazione e realizzazione di percorsi sperimentali

Risorse Professionali Tecnici dell’ufficio di piano, Tecnici dei servizi sociali dei Comuni dell’Ambito Tecnici dei servizi inserimento lavorativo Tecnici dei servizi socio sanitari Tecnici del terzo settore Tecnici delle Organizzazioni Sindacali Tecnici dei centri per l’impiego Tecnici della camera di commercio Referenti del Tavolo di Sistema InterAmbiti Finanziarie Bandi ad hoc, se individuati

59 OBIETTIVO 13 RISORSE - REALIZZAZIONE DI NUOVI INTERVENTI E SERVIZI PER FRONTEGGIARE LA CRISI ECONOMICA E LA VULNERABILITÀ SOCIALE.

La crisi economica provoca non solo l’aggravamento delle condizioni delle fasce di popolazione tradizionalmente fragili, ma anche l’ampliamento della condizione di fragilità a gruppi sociali nuovi.

A fronte di questa tendenza, i dati mostrano una diminuzione consistente negli ultimi 5 anni della spesa sociale destinata al contrasto della povertà e della vulnerabilità. Il Piano di Zona si propone di riportare l’attenzione su tale problematica, in particolare attraverso il perseguimento di alcuniPiano obiettividi Zona Territoriale prioritari - Ambiti ed innovatividi Monza e Brianza nelle 2015 aree – 2017 del lavoro, della casa e del l’inclusione sociale, promuovendo sinergie specifiche tra tutti soggetti istituzionali e non.

Obiettivo 13 Promuovere interventi integrati e innovativi volti a sostenere le persone e Ris i nuclei in condizione di vulnerabilità sociale

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati Regolamenti Contratti / Convenzioni Elaborazione di linee guida che delineano la differenziazione dei percorsi e i requisiti per la segnalazione ai differenti percorsi, le competenze e responsabilità degli attori coinvolti Strumenti per la raccolta delle informazioni utili alla definizione di un modello Definizione di un modello territoriale integrato

Indicatori di a. Percorsi innovativi sperimentati esito b. Contratti nel libero mercato / contratti a canone concordato c. Elaborazione linee guida d. Definizione di un nuovo modello innovativo di welfare capace di integrare differenti aree di policy per accrescere e favorire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone o contrastare l’emarginazione

Target di a. Si / no sperimentazione percorsi innovativi valutazione b. Incremento del numero di contratti nel libero mercato (ex ante – ex post) c. Incremento del numero di contratti a canone concordato (ex ante – ex post) d. Incremento del numero delle persone che beneficiano di interventi / servizi per rispondere ai bisogni legati a condizione di vulnerabilità sociale

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione degli interventi e valutazione dei risultati valutazione raggiunti

Tempistica Triennio

60 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

5.2 Gli obiettivi legati alla ridefinizione della governance ed al piano operativo annuale

Oltre a quelli ricordati sopra vi sono obiettivi che attengono il riassetto della governance in ottica di efficacia e sostenibilità e l’attivazione del Piano operativo.

OBIETTIVO 14 SISTEMA - SISTEMATIZZARE IL RACCORDO TRA I CINQUE AMBITI TERRITORIALI.

A fronte delle indicazioni contenute nelle Linee Guida Regionali sulla costruzione dei Piani di Zona 2015/2017, i cinque Ambiti Territoriali di Monza e Brianza hanno sostanzialmente confermato il percorso avviato negli anni scorsi e rafforzato in modo rilevante nel corso del 2014 in merito alla definizione di linee di indirizzo e di azione sovra territoriale. La strutturazione della programmazione a livello sovra territoriale inter ambiti, tuttavia, accresce la complessità su molteplici fronti.

In prima battuta sul tema della governance. Attivare sistemi sovra territoriali di programmazione, coordinamento, progettazione, partecipazione significa dotarsi di un sistema di governance capace di reggere l’onda d’urto derivante dal moltiplicarsi dei luoghi e dei soggetti. La coerenza del sistema rispetto a ruoli dei diversi organismi e le relazioni tra essi diventa il primo obiettivo da perseguire (e qui si veda la sezione dedicata alla governance del presente documento) anche attraverso l’adozione di specifici documenti di regolamentazione e di protocolli operativi volti. Ulteriore obiettivo riguarda la razionalizzazione e la riduzione della numerosità degli organismi di confronto.

In seconda battuta, consequenziale al primo tema, si rileva la definizione di una efficace modalità di interlocuzione e di collaborazione fattiva tra tutti i soggetti del territorio. E’ stato avviato un percorso di costruzione del Patto per il Welfare. A partire da alcune sollecitazioni e riflessioni condotte da organizzazioni sindacali e Terzo Settore, è stato promosso dai Sindaci e dalle Assemblee dei Sindaci un percorso per la costruzione di un’intesa, di un’alleanza tra tutti i soggetti che a diverso titolo contribuiscono alla realizzazione delle politiche sociali del territori.

In terza battuta sul tema del processo. Presidiare il sistema integrato di welfare sui piani politico e tecnico garantendo l’adesione formale, ma soprattutto, sostanziale dei 55 Comuni che compongono il nostro territorio significa strutturare un attento sistema di regole di funzionamento atte a contemperare il livello di autonomia delle singole amministrazioni e il livello associato. Un nodo, infatti, attualmente ancora non risolto riguarda il carattere ibrido degli organismi propri della programmazione sociale (Assemblea dei Sindaci e Conferenze Tecniche), che seppur previsti dalla normativa in materia, risultano non inseriti in modo chiaro nell’ordinamento degli enti locali.

Si tratta quindi di individuare modalità di formalizzazione e di recepimento di quanto deciso a livello di sistema integrato all’interno degli organismi di rappresentanza politica e delle organizzazioni propri di ciascun Comune. Tale elemento diventa conditio sine qua non rispetto al perseguimento degli obiettivi, soprattutto se si riprendono alcuni aspetti sottolineati dalle Linee di indirizzo: - il riconoscimento della programmazione sociale locale e degli Uffici di Piano quale nodo strategico per qualificare e rafforzare l’integrazione tra i diversi soggetti del welfare locale; - la volontà di passare da un orientamento alla programmazione basato sul mero adempimento giuridico/amministrativo verso un approccio maggiormente attento all’efficacia del processo; - la necessità di estendere la quota di risorse e di servizi gestita in modo associato a livello territoriale e sovra territoriale 61 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

In relazione al tema delle risorse si evidenzia, tra le altre, la priorità riguardante il miglioramento della capacità di attrarre finanziamenti integrativi e, quindi, della qualificazione delle competenze di progettazione e conduzione di iniziative sperimentali.

Obiettivo 14 Sistematizzare il raccordo tra i cinque Ambiti Territoriali Sis

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi a) Definizione Protocollo Operativo Governance tra i cinque Ambiti Territo- Azioni riali relativo a: Consiglio Inter Ambiti, Coordinamento Tecnico degli Uffici di Piano, Tavolo di Sistema Welfare

Risorse Professionali: - tecnici Ufficio di Piano

Strumenti Coordinamento Tecnico Uffici di Piano Utilizzati

Indicatori di a) Approvazione e sottoscrizione documento operativo esito

Target di a) Si/No valutazione

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione degli interventi e valutazione dei risultati valutazione raggiunti

Tempistica Avvio da anno 2015, mantenimento nel triennio

62 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 15 SISTEMA- RAZIONALIZZARE IL SISTEMA DI GOVERNANCE E PARTECIPAZIONE.

Come visto nella sezione dedicata alle reti, ai network ed ai sistemi di governance, il sistema di programmazione e partecipazione si è stratificato nel tempo portando a una proliferazione di luoghi di confronto. Il tentativo di riassetto del sistema previsto quale obiettivo, mira a mantenere luoghi di programmazione, confronto e partecipazione ma rendendoli sostenibili e commisurati ai risultati attesi.

Obiettivo 15 Razionalizzare il sistema di governance e partecipazione Sis

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi 1. Semplificazione del sistema di governance attraverso il riassetto degli Azioni organismi di confronto e mediante la strutturazione dei flussi informativi e connettivi

Risorse Professionali: - Tecnici Ufficio di Piano - Tecnici ASL - Tecnici terzo settore e stakeholder interessati

Strumenti Coordinamento Tecnico Uffici di Piano Utilizzati Tavolo ASL/Ambiti Tavolo di Sistema interambiti

Indicatori di a) Diminuzione n. incontri annui esito

Target di a) Riduzione > 20% gruppi e tavoli di lavoro valutazione

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione degli interventi e valutazione dei risultati valutazione raggiunti

Tempistica Avvio da anno 2015, mantenimento nel triennio

63 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

OBIETTIVO 16 SISTEMA – MIGLIORARE LA CAPACITÀ INCISIVA E REALIZZATIVA DI QUANTO PREVISTO IN SEDE DI PROGRAMMAZIONE TRIENNALE INDIVIDUANDO STRUMENTI DI GESTIONE, MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI ZONA.

Valutare un Piano sociale di zona significa analizzare criticamente gli esiti di quello che, dopo la legge 328/2000, è lo strumento principe della programmazione delle politiche sociali territoriali. Lo scopo della valutazione è dare conto dei risultati dell’azione dell’ente locale e degli altri soggetti coinvolti in un’ottica di miglioramento continuo sia delle azioni realizzate sia della capacità di progettarle. É ormai tendenzialmente superato l’approccio razional-sinottico, che propone la sequenza progettazione-implementazione-valutazione, e che appare inadeguato a cogliere i rapidi mutamenti dei bisogni e, di conseguenza, delle azioni necessarie per dar loro risposte efficaci. L’approccio vincente, invece, pare quello di alternare frequentemente progettazione e valutazione, rendendo possibili correzioni in itinere sia delle azioni sia degli obiettivi prefissati in un’ottica di apprendimento continuo. La valutazione che proponiamo è dunque un processo dinamico, finalizzato a ”costruire correggendo”, che permette di:

− rimodulare il sistema programmatorio delle politiche sociali − valutare l’effettiva implementazione delle politiche che ci si propone di realizzare − incidere nell’effettiva realizzazione di servizi e interventi. Occorre in questa sede puntualizzare la differenza fra valutazione e controllo (o verifica): la prima ha il significato etimologico di “dare valore” e quindi è un atto di costruzione di significato, mentre i secondi prevedono di accertare se un determinato risultato atteso è stato raggiunto. Valutazione e controllo non vanno considerati come fra loro alternativi: il controllo può essere funzionale alla valutazione, pur non esaurendola. La valutazione, infatti, ha un’accezione più ampia del solo controllo: è un processo che identifica il senso e interpreta il risultato raggiunto. Proprio perché finalizzata alla costruzione di senso, è utile che la valutazione, specie in campo sociale, non pretenda di offrire strumenti universali per misurare i risultati di una determinata politica, ma si avvalga di una “cassetta degli attrezzi” fatta di metodologie miste e costruite ad hoc. Ecco allora che a fianco di metodi quantitativi, come l’analisi di dati o di questionari, si aggiungono i metodi qualitativi, come interviste in profondità o focus group, che possono aiutare a comprendere il senso delle evidenze empiriche o mettere a fuoco questioni che i dati, da soli, non farebbero emergere. Se si condividono i tratti generali per la valutazione delle politiche e degli interventi sociali, brevemente richiamati, il problema che ci si pone a questo punto è: come valutare i Piani di zona, come quali obiettivi e quali strumenti in concreto? Nel rispondere a questa domanda ci occuperemo in particolare della valutazione che svolge l’ambito zonale.7 Formato dai Comuni associati, l’ambito zonale è, secondo la legge 328/2000, il soggetto centrale nel processo di programmazione integrata dei servizi ed ha necessità di valutazione particolarmente articolate, anche perché la titolarità o responsabilità ultima della programmazione sociale è sua. Le priorità valutative per un ambito sono riassumibili in:

− monitoraggio e valutazione in itinere ed ex post dei diversi servizi consolidati e interventi innovativi previsti dal Piano di zona, per aree di intervento; − valutazione della qualità, di iniziative sperimentali e di progetti ritenuti strategici; − analisi delle spese sostenute in relazione a quelle previste e ai risultati ottenuti. La valutazione è finalizzata quindi a fornire ai singoli interventi o progetti feedback per migliorarsi e alla zona suggerimenti per i programmi attuativi dei Piani e le future edizioni dei Piani stessi. Il percorso di valutazione del Piano sociale di zona si articola in 3 fasi:

7 La valutazione del Piano di zona interessa, in realtà, tutti i livelli di governo così come tutti gli stakeholder. Ogni soggetto chiamato a diver- so titolo a collaborare alla stesura del Piano di zona può avere interesse a valutare i Piani: Regioni, Province/Città metropolitane, Comuni, Aziende sanitarie, associazioni di utenti, sindacati, associazionismo, imprese sociali. Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

1. definizione dell’ “oggetto di studio” o “unità di analisi”. In altre parole, si tratta di capire su quali indirizzi o obiettivi di politica sociale locale realizzare la valutazione. Naturalmente, la valutazione si dovrebbe concentrare su quelli che sono gli obiettivi strategici dichiarati per la triennalità del Piano di zona.

2. identificazione di indicatori utili a conoscere il livello di realizzazione delle linee di politica sociale del proprio territorio e a garantire la possibilità di confronti e comparazioni e costruzione dello strumento che consente di raccogliere le informazioni per calcolare gli indicatori. Lo strumento di rilevazione può essere costituito, ad esempio, da due schede:

− una scheda di monitoraggio finalizzata a raccogliere dati numerici quali il numero di interventi attivati, la spesa sostenuta rispetto a quella prevista, il numero di beneficiari, ecc.; − una scheda di valutazione finalizzata a raccogliere informazioni, opinioni e giudizi sui processi in corso e sui risultati fino a quel momento ottenuti. Le 3 dimensioni su cui potranno focalizzarsi le schede sono:

1. risorse (quali risorse, economiche, umane, immateriali, sono messe in campo) 2. processo (come vengono gestite le risorse) 3. prodotto (che cosa viene prodotto in termini di azioni e interventi) È evidente che le due schede dovranno fra loro integrarsi per costruire riflessioni di valutazione sulle azioni svolte e offrire possibilità di apprendimento per il futuro. Si noti che tra le dimensioni citate su cui concentrare il monitoraggio e la valutazione non vi è quella dell’impatto o risultato. Questo è dovuto al fatto che l’impatto di una certa azione su un determinato obiettivo sociale (es. l’impatto dei contributi economici a integrazione del reddito sull’incidenza di povertà in un determinato territorio) non è stimabile se non con l’applicazione di metodologie che si basano sulla logica controfattuale, che esulano tuttavia dagli obiettivi della valutazione proposta.

3. Implementazione dello strumento di rilevazione delle informazioni, stesura del documento finale, comunicazione dei risultati. Questa fase permette di mettere in luce i risultati raggiunti, costruire una memoria del lavoro svolto e interpretare e fare sintesi dei risultati della valutazione, offrendo un supporto ai decisori nei tavoli negoziali nei quali si costruiranno le politiche per il Piano di zona successivo.

65 Piano di Zona Territoriale - Ambiti di Monza e Brianza 2015 – 2017

Obiettivo 16 Migliorare la capacità incisiva e realizzativa di quanto previsto in sede di Sis programmazione triennale, individuando strumenti di gestione, monitoraggio e valutazione del Piano di Zona

Tipologia Sistema obiettivo

Interventi a. Definire il Piano Operativo annuale Azioni b. Definire i relativi strumenti di monitoraggio e valutazione c. Declinare gli indicatori di esito degli obiettivi d. Redigere i report annuali e triennali

Risorse Professionali: Tecnici degli Uffici di Piano dei cinque Ambiti Territoriali Dirigenti/responsabili dei servizi sociali dei Comuni della provincia Dirigenti/responsabili delle due Aziende Speciali (Offerta Sociale e Consorzio Desio Brianza) Dirigenti/responsabili ASLMB Componenti Consiglio Interambiti Componenti Tavolo di Sistema InterAmbiti

Strumenti Tavoli di lavoro Interambiti Utilizzati Gruppi di lavoro Territoriali per la pianificazione del monitoraggio Piano Operativo annuale Schede di Monitoraggio Schede di Valutazione

Indicatori di Da definire relativa ad ogni obiettivo esito

Target di In relazione agli obiettivi declinati valutazione

Strumenti di Schede di Monitoraggio valutazione Schede di Valutazione Report complessivi di valutazione dei risultati raggiunti

Tempistica Annuale rispetto al Piano Operativo annuale Triennio rispetto al piano zonale

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Se vogliamo declinare le azioni contenute negli obiettivi di cui sopra per le aree proposte dalla Regione e con riguardo ai principali soggetti interessati possiamo ottenere lo schema seguente:

Ricomposizione

Delle Risorse

Delle conoscenze Dei servizi e di governance

14 definizione governance inter Ambiti 7 rendere appropriata spesa sociale 1 Attivazione e utilizzo cartella di anche in ottica di sostenibilità (promuovere revisione finanziamento segretariato sociale e presa in carico LEA)

16 declinazione Piano operativo annuale e 1 Sito condiviso di informazione e relativi strumenti di monitoraggio e 10 individuazione modalità gestione orientamento servizi valutazione integrata progettazioni condivise

12 Costituzione servizio inter ambiti di Inter Ambiti progettazione

15 ridefinire governance in ottica di sostenibilità

1 Integrazione castella sociale e 11 sperimentazione forme integrate di Fascicolo Socio Sanitario 3 migliorare e qualificare valutazione presa in carico socio sanitaria multidisciplinare integrata

9 definizione criteri omogenei utilizzo 1 Sviluppo Anagrafe Dinamica Disabilità 4 Revisione modalità integrazione FSR – FNA persona disabile in età scolare e portatori di bisogni educativi speciali

4 individuazione elementi criticità area psichiatria e miglioramento presa in carico integrata

4 individuazione elementi criticità area NPI e miglioramento presa in carico integrata

4 ridefinizione modalità interazione rete territoriale sul tema della protezione giuridica Integrazione Socio Sanitaria condivisione quadro di riferimento azioni promozione benessere e prevenzione disagio area minori

2 percorsi di lavoro funzionali a stipula 8 accreditamento strutture territoriali 1 sviluppo facilitazione accesso al welfare Patto per il Welfare territoriale (CSE…) con stakeholder territoriali

15 revisione e semplificazione sistema di governance nei sistemi di partecipazione 8 accordo territoriale comunità minori

5 Sistematizzazione e mantenimento reti territoriali - di contrasto alla violenza di 13 attivazione risposte coordinate area genere – a sostegno delle vittime di abusi sessuali – per l’integrazione degli lavoro casa reddito stranieri… Integrazione policy e 4 ridefinizione collaborazione con Partecipazione Provincia su presa in carico disabili c/o scuole superiori e disabili sensoriali

67 Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Piano di Zona 2015 - 2017 Sezione Ambito di Carate Brianza Documento di programmazione locale

Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

1 Esiti programmazione precedente

La programmazione per il triennio 2015-2017 deve partire, anche in ottemperanza alle linee guida regionali, dalla verifica dello stato di avanzamento e realizzazione degli obiettivi/proposte contenuti nel Piano di Zona 2012-2014 anche in connessione con l’analisi della permanenza o meno del bisogno cui le azioni volevano rispondere.

Va precisato che nello scorso Piano di Zona, per ciascuna area, erano state elencate e dettagliate proposte di intervento a partire dai bisogni rilevati in modo da avere un quadro completo delle azioni percorribili, utile sia per orientare le scelte degli Amministratori, sia in caso di partecipazione a bandi di finanziamento o progettazioni varie. Tra queste proposte, l’Assemblea dei Sindaci aveva individuato le azioni da perseguire prioritariamente dando loro status di obiettivo per il triennio, altre sono rimaste in sospeso, altre ancora sono state comunque presidiate e perseguite nel loro sviluppo.

Nella tabella seguente, tutte le proposte di intervento vengono riportate con l’evidenziazione delle eventuali azioni attivate nonché della permanenza o meno del bisogno allora registrato.

1.1 Area Anziani

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Promuovere la messa in rete dei centri diurni anziani presenti sul _ L si territorio coi Comuni

Primi contatti con Servizio trasporti sociale: l’Associazione Creazione e sperimentazione Volontari di che di un servizio distrettuale di si di Ambito ha avviato il progetto K coordinamento delle risorse CarPooling2014 e con presenti Auser

Attivato sportello di prossimità – in Area della domiciliarietà Sostenere la prosecuzione del attivazione ufficio di si progetto “Fianco a Fianco” ambito a supporto J delle amministrazioni di sostegno

Sono stati mantenuti gli attuali Proseguire l’offerta di sportelli sportelli territoriali badanti o iniziative finalizzate promuovendo la si all’incontro tra domanda e messa in rete degli J offerta stessi e l’erogazione delle doti badanti provinciali.

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Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Si è provveduto, oltre agli incontri istituzionali previsti Promuovere il costante dal protocollo stesso, monitoraggio del protocollo a realizzare momenti J si dimissioni protette di confronto periodici, tra i rappresentanti dei comuni dei diversi ambiti.

Sono state consolidate e migliorate le procedure operative individuate con particolare riferimento Messa in regime del Ce.a.d. agli interventi previsti (Centro per l’Assistenza dalla DGR n°2655 del Domiciliare) per una gestione 14/11/2014 (misura J si Area dell’integrazione integrata dell’anziano al B1) per persone con socio sanitaria domicilio disabilità gravissime, per persone affette da gravi disabilità o anziani non autosufficienti (misura B2)

E’ stata promossa tale iniziativa garantendo la disponibilità di posti Messa in regime dei ricoveri di di sollievo in strutture si sollievo dedicate anche ubicate J sul territorio di questo distretto quali l’Rsa “Anni verdi” di

Promuovere una maggior trasparenza delle rette - L si dell’R.S.A.

69 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

1.2 Area Disabilità

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Costruzione di una rete di presa in carico al momento Alcuni incontri di della diagnosi eventuale conoscenza delle realtà K si formalizzazione in un protocollo esistenti sul territorio territoriale

Formazione – Ridefinire il ruolo dei servizi supervisione degli sociali comunali come servizi assistenti sociali che orientano e accompagnano comunali operanti durante tutto l’arco di vita si all’interno dei servizi K definendo metodologie ed per disabili al fine di obiettivi condivisi tra i diversi definire una comune comuni ed attori territoriali metodologia territoriale

Sviluppo utilizzo della ICF come linguaggio comune a tutti gli Nessuna azione no operatori della rete almeno in un L protocollo

Attivazione sistema gestionale informatico unico tra i 13 Ingegnerizzata la Comuni disciplinante (per cartella sociale – si inter Garantire la continuità il primo anno) la scheda di poste le basi per la ambiti e di di risposta lungo tutto K segretariato sociale e la scheda comunicazione cartella ambito l’arco della vita per la definizione del PAI sociale fasas integrato Comune/ASL

Attivati i punti unitari di accesso- adottata unica Sviluppo punti unitari di accesso scala di valutazione si inter in particolare a supporto dei e criteri di accesso ambiti e di CeAD e della sperimentazione J al FNA omogenei - ambito ADI (Sper.ADI) prevedibili sviluppi ulteriori

In atto revisione del regolamento dei servizi Uniformare e rivedere i diversi sociali con costruzione si regolamenti comunali J di una proposta di regolamento di Ambito

Attivazione sportello di prossimità in relazione con Attivato sportello gli sportelli Fianco a Fianco di prossimità – in e le azioni promosse da ASL attivazione ufficio di si per gli albi dei soggetti e delle ambito a supporto J associazioni disponibili a delle amministrazioni di candidarsi quali amministrazioni sostegno di sostegno

70 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Attivazione azioni di supporto Garantire la continuità psicologico e gruppi di sostegno di risposta lungo tutto sia per genitori che per fratelli - L si l’arco della vita e sorelle delle persone con disabilità (“gruppi siblings”)

Sperimentazione micro- Azione per coordinamento azioni di coordinamento trasporti straordinari territoriale – adesione si di ambito sostegno micro-azioni per K a 2 bandi car pooling trasporti ordinari territoriale

- Migliorare percorsi e interventi per soggetti con doppia diagnosi (disabilità – patologia psichiatrica) L si e definizioni soggetti deputati al pagamento retta (attualmente totalmente a carico dei Comuni)

Attivato gruppo di lavoro con i Cse territoriali – definita si inter Accreditamento servizi socio scheda per analisi del ambiti e di assistenziali bisogno assistenziale K – in elaborazione ambito criteri economici per Sostegno alle persone accreditamento con disabilità nel loro progetto di vita Elaborazione documento di Definito il documento confronto interistituzionale – in corso di si inter Proposta di ridefinizione LEA individuazione canali di K ambiti e di e loro ripartizione su sociale e interlocuzione regionale ambito sanitario

Transitato servizio Sil Definizione di tale obiettivo c/o gestione di CoDeBri in particolare verificando la – sviluppo in ordine a J si possibilità della gestione del Sil maggior uniformità tra tramite AFOL diversi Sil territoriali

Rilancio convenzionamento Mappatura dell’utilizzo con cooperative B con singoli K si comuni

Adesione ad azione Supportare presso aziende ‘Un posto sul 14’ in private i servizi offerti dalle attivazione elenco coop K si cooperative B B con criteri condivisi su azione Archimedes

71 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Individuazione tipologie si inter sostegno diverse per le diverse - L ambiti e di gravità ambito

Attivazione gruppi di confronto rispetto Definizione equipe pedagogisti attuali modalità si di Ambito K adottate dai singoli comuni Accreditamento cooperative Attivato accreditamento disabili sensoriali si di ambito J

Attivare un servizio di Attivate esperienze Sostegno alle persone orientamento post scolastico di singoli soggetti si con disabilità nel loro specifico per persone disabili K finanziate da bandi progetto di vita che finiscano l’obbligo scolastico

Supportare attività di tempo Inserito “tempo libero libero ed integrative per disabili senza barriere” nelle si anche per disabili gravi e K attività di fund raising comportamentali

Promozione – pubblicizzazione associazioni - gruppi AMA – - si sperimentazione sostegno per L siblings Inserito Attivare percorsi specifici per sperimentazione Iride utenti anziani frequentanti i si OVER nelle attività di K centri territoriali fund raising

ASL continua Sensibilizzazione apertura a monitorare si percorsi DAMA sensibilizzare gli K ospedali al tema

Definire collaborazioni tra consultori e servizi diurni / Lasciata disponibilità a residenziali socio sanitari da visite specifiche presso per visite ginecologiche (e K verificare Percorsi sanitari fruibili consultori e accessibili per percorsi di educazione sessuale)

Attivazione di un protocollo tra Medici di Medicina Generale e Centri per Disabili per l’attivazione e la gestione Attivato protocollo J no dell’Assistenza Domiciliare Programmata per pazienti in regime semiresidenziale

72 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Incontri periodici con Mantenimento tavolo disabilità maggiori difficoltà tentando di migliorarne sempre da valutare di sostenibilità nel K più la rappresentatività secondo anno del PdZ

Migliorare integrazione NPI Definizione specifici protocolli si inter presa in carico integrata (chi si - L ambiti e di prende in carico – in che modo ambito Sviluppare una rete – con che rapporto tra enti…) integrata territoriale Partecipazione Tavolo Salute Mantenuto un tavolo di Mentale Distrettuale confronto psichiatria – si di OCSM servizi sociali a titolarità K ambito Definizione gruppo lavoro UdP operatori sociali territorio e CPS

Continuazione collaborazione su si di Continuata progetto ETA e Ho cura con te J ambito

1.3 Area Minori e Famiglia

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno si di Introduzione un software Ingegnerizzazione Ambito gestionale in tutti i 13 Comuni della cartella sociale K e Inter Ambiti Favorire la mobilità sul territorio Primi contati con attraverso l’attivazione di un l’Associazione unico centro di coordinamento Volontari di Sovico che si di tra associazioni, volontari, enti ha avviato il progetto K Ambito che si occupano di trasporti CarPooling2014 e con “occasionali” per finalità sociali Auser Accesso, accoglienza e sostegno economico Avvio progetto di Attrazione risorse tramite la Fund Raising e partecipazione a bandi di partecipazione a si finanziamento per supportare J bandi di finanziamento azioni di welfare locale (Fondazione Cariplo)

Studio di casi di best practice in altri contesti Italiani o In altre aree si internazionali per valutarne la L replicabilità nel nostro contesto

73 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Non realizzato per difficoltà di gestione Accudimento del minore in del personale del caso di malattia e conseguente nido; proposta in si impedimento a frequentare il alternativa una sorta di L nido o altra struttura assicurazione ma con costi non sostenibili dalle famiglie

I pediatri sono Individuare dei momenti di stati coinvolti a raccordo tra servizi sociali e livello formativo ed pediatri di libera scelta per informativo tramite si lo scambio di informazioni J specifici progetti (es. e per definire delle prassi di Teseo, Artemide, collaborazione autismo…)

Realizzare un aggiornamento semestrale delle informazioni fornite al progetto “Sostenere Servizio terminato per le madri” per mantenere il sito no fine finanziamento L Fascia 0-3 anni internet e il n° verde fruibili in tempo reale dalle madri e dai padri

Coinvolgere altri soggetti nel Alcune attività servizio fornire informazioni a famiglia ho cura di te in base a si nuovo nato pubblicizzando le K finanziamento Cariplo risorse esistenti

Sostenere le neo-famiglie in situazione di difficoltà economica facilitando la rete tra soggetti - L si che erogano generi di prima necessità

Utilizzo contributo Fondo Intesa Stato- Regioni per la Famiglia Sostenere le famiglie nelle per sostenere la retta di no spese per la frequenza del nido J frequenza sia dei nidi pubblici che di quelli privati

Offrire attività educative, Fascia materne, di aggregazione e di - elementari e medie socializzazione durante tutto L SI l’anno

74 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Realizzati due nuovi Offrire attività educative- centri estivi (Besana, ricreative nel periodo estivo si ) e laboratori J (, Triuggio).

Fascia materne, Utilizzo del Fondo elementari e medie Intesa Stato-Regioni Favorire le famiglie nell’accesso per la famiglia per ai servizi integrativi facilitare le famiglie si (socializzazione, aggregazione, J soprattutto con minori tempo libero..) disabili per servizi Adh, Crest.

Realizzazione del progetto con i Consultori (fondi DGR Supporto alle funzioni educative 3239); Formazione Asl si inter e genitoriali di insegnanti e su Life Skills Program; Ambiti genitori delle scuole di vario mantenimento del J ordine e grado progetto “Camelot” Servizi preventivi in alcuni Comuni (, Verano, Besana…)

Finanziamento Mantenimento servizio CIC mantenuto, ad tramite ricerca fondi e supporto si eccezione dell’a.s. J alle scuole 2014-2015

L’Ambito ha finanziato il servizio (solo il Integrazione scolastica minori coordinatore) fino stranieri tramite la prosecuzione a giugno 2014 ed si del servizio “Riconoscere le K ha partecipato alla differenze” progettazione twin – Minori stranieri teen to win

Supporto ed integrazione minori Nessuna azione, stranieri che si ricongiungono ad eccezione di con la propria famiglia di origine primo contatto con L si in Italia attraverso un tutoring Uonpia su progetto di per il minore neo-arrivato etnopsichiatria

Appalto unico servizio di assistenza domiciliare minori Nessuna azione L si (ADM) Costituzione equipe Supporto e Prosecuzione, messa a sistema unica territoriale sostituzione del nucleo si e potenziamento dell’Etim Permangono difficoltà J famigliare/ violenza e con UONPIA maltrattamenti Valutazione e confronto degli Attivazione sistema impatti degli interventi di tutela monitoraggio sovra si attraverso la diffusione e utilizzo J ambiti check-list Etim

75 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Avvio di un primo Definizione appropriatezza ed confronto in occasione efficienza collocazione minore in dell’assegnazione di si comunità tramite contrattazione risorse LEA da parte L con comunità alloggio minori della Regione (35€/ die).

Ampliato il coordinamento, inserito Potenziamento del servizio affidi un operatore di rete e Tepee tramite azioni migliorative potenziati gruppo di J no ed aggiuntive sostegno delle famiglie affidatarie

Servizio pedagogico di Ambito Avviato confronto e a supporto dei servizi sociali supervisione rispetto K si comunali all’area disabilità Progettazione specifica Supporto e Sportello supporto famiglie inserita in Good si sostituzione del nucleo adottive in difficoltà J famigliare/ violenza e Morning Brianza maltrattamenti Implementare il progetto Volano Sperimentazione con interventi di riparazione di alcuni incontri a no tramite metodologia del Family K Biassono Group Conferences

Adozione protocollo emergenze; formazione specifica degli operatori Rafforzamento e nuovi sviluppi a Lissone; incontri di si rete Artemide J monitoraggio con la rete; realizzazione del progetto Diade

Costituzione di apposito albo c/o Accordo tra enti del terzo settore Asl per interventi no che erogano psico-terapie J di psicoterapia a condizioni concordate

Realizzazione di apposito studio a cura del Comune di Lissone Studio per la definizione di una e Coop. Spazio Giovani Adolescenti e giovani programmazione territoriale delle sulle iniziative e i J si politiche giovanili network dei 13 Comuni In verifica possibile progettazione su bando comunale

76 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Interventi a livello di scuole o reti di scuole. In corso adesione a Mantenere interventi di progetto provinciale orientamento scolastico dopo la si per il coordinamento K terza media delle agenzie ed iniziative di Dispersione scolastica orientamento

Mantenere progetti di “Scuola bottega” L’azione è stata per permettere di sperimentare inserita all’interno di si tirocini e borse lavoro ai SLO (bando giovani J ragazzi/e che frequentano corsi con Monza capofila) di formazione professionale

Adesione a quattro progettazioni sperimentali Asl di Prevenzione uso e abuso di cui tre con Comunità sostanze in collaborazione Nuova quale partner si con Asl tramite partecipazione J cui è stato donato il Comitato prevenzione Camper Subway per Prevenzione garantire alcune azioni dipendenze sul territorio di Carate

Azioni non perseguita. Prevenzione primaria – Continuano le iniziative sì di universale in collaborazione con di prevenzione K Ambito Asl tramite educatori comunali primaria della Asl nelle scuole

Costruzione di un patto Sviluppare una rete educativo di comunità per integrata di soggetti e la responsabilizzazione del Nessuna azione si servizi: patto educativo L territorio e la creazione di reti e di comunità condivisione degli interventi

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1.4 Area Vulnerabilità

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Monitorare l’andamento della si di domanda posta ai servizi Ingegnerizzazione della Ambito sociali e le capacità di risposta cartella sociale K e Inter tramite Introduzione gestionale Ambiti informatico in tutti i 13 Comuni

Attivazione vari Favorire legami sociali in grado interventi di promozione di sostenere maggiormente chi di comunità e azioni di si trovi in difficoltà si gruppo su diversi tipi J Riarticolare le risposte dal solo di servizi – interventi e singolo al gruppo progetti Informazione, orientamento, presa in Formare gli operatori territoriali In progettazione una carico, costruzioni di ad azioni sulla comunità o sul giornata/convegno di K si reti gruppo riflessione sul tema

Partecipazione a bando Cariplo di finanziamento Attrazione risorse per welfare per supportare azioni si territoriale di welfare locale J a contrasto delle vulnerabilità sociali

Studio di casi di best practice Ricondotto i casi in altri contesti Italiani o di studio replicabili si internazionali per valutarne la alla progettazione J replicabilità nel nostro contesto Archimedes

Integrazione politiche attive Transitato servizio Sil di competenza AFOL con c/o gestione di CoDeBri interventi supportati dai Comuni – sviluppo in ordine a J si Definizione passaggio Sil in maggior uniformità tra AFOL diversi Sil territoriali

Rilancio convenzionamento Mappatura dell’utilizzo con cooperative B con singoli K si comuni Supporto integrazione Aderito ad azione lavorativa ‘un posto sul 14’ in Supportare presso aziende attivazione elenco coop private i servizi offerti dalle B con criteri condivisi K si cooperative B su azione Archimedes

Mutuazione del progetto “Servizio di collocamento fasce _ si deboli” della Provincia di Lecco L anche sul nostro territorio

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Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Aumentare lo stock abitativo destinato all’affitto calmierato - Verifica patrimonio sfitto Inserimento dell’azione comunale ed attuazione azioni nel progetto J si di incentivazione per la sua Archimedes re-immissione nel mercato abitativo

Sperimentazione azioni di Inserimento dell’azione intermediazione abitativa sociale nel progetto si tramite attivazione fondo di J Archimedes garanzia

Attivazione Supporto abitativo Evitare sfratti esecutivi per progettazioni per morosità da alloggi ERP e per abbattere situazioni si risanare le situazioni debitorie L debitorie abitazioni nei confronti dei Comun ERP

Attivare percorsi temporanei di sostegno abitativo connessi ad Partecipazione bando si azioni a supporto dell’autonomia housing sociale J dei singoli destinatari

Collaborare al fine di Collaborazione con armonizzare gli aspetti di politica singoli Comuni per si urbana con quelli di politica definizione o revisione L sociale PGT

Trovare strumenti innovativi e complementari di sostegno al bilancio familiare Inserimento dell’azione Moltiplicare iniziative di baratto nel progetto si Incentivare percorsi di acquisto J Archimedes “economici” Aumentare le reti sociali dei Azioni sostegno al soggetti fragili reddito contrasto all’emarginazione Attivare progettazioni integrate a Progetto emergenza sostegno di singoli situazioni tra abitativa con Prefettura J si Enti caritativi e Comuni – progetto Archimedes

Attivare interlocuzione con _ no carovana delle famiglie per L vaglio loro proposta

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Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Favorire l’integrazione nel Corsi di italiano contesto di inserimento tramite Agevolazione modalità Corsi di italiano rilascio permesso Agevolazione modalità rilascio si soggiorno J permesso soggiorno Mantenimento Mantenimento mediazione mediazione culturale culturale

Presentazione di progetti Non specifiche di housing sociale anche ma connesse a si attraverso la partecipazione a bandi generali sulla J bandi vulnerabilità sociale

Potenziamento dei servizi di Area immigrazione: informazione e orientamento in Mantenimento servizio Sviluppare la rete generale e nello specifico legato si Cesis K integrata dei servizi al lavoro di cura Qualificazione professionale

Favorire un confronto in materia di rilascio della certificazione di _ L si idoneità alloggiativa

Partecipazione alle riunioni Partecipazione agli previste dal Consiglio territoriale organi del consiglio dell’immigrazione istituito e partecipazione alle si presso la Prefettura per il J progettazioni da esso raccordo territoriale tra soggetti scaturenti interessati al tema

Stesura di linee guida per Impostazione di un facilitare l’accesso ai servizi documento informativo K si sanitari e sociali e di orientamento

80 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

1.5 Area Integrazione tra Policy

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Attivazione rete di prevenzione e di sostegno famiglie a rischio Mantenimento servizio si durante la gestazione e nel Ho cura di te J primo anno di vita del bambino

Partecipazione reciproca a corsi di formazione attivati Facilitato scambio da Comuni o ASL e che informativo sulle si possano avere interesse per J iniziative in essere. la formazione professionale di dipendenti di entrambi gli Enti

Definire collaborazioni tra consultori e servizi diurni per Lasciata disponibilità a disabili / residenziali socio da visite specifiche presso sanitari per visite ginecologiche K verificare consultori (e per percorsi di educazione sessuale)

Attivazione di un protocollo di scambio informativo tra Medici di Medicina Generale e Centri Collaborazione con per Disabili per l’attivazione Attivato protocollo no Consultorio e distretto e la gestione dell’Assistenza J per azioni di sostegno Domiciliare Programmata alla famiglia per pazienti in regime semiresidenziale

Strutturare rapporti tra servizi di mediazione familiare e servizio Svolto qualche si di supporto alla genitorialità di incontro conoscitivo K Ambito

Promozione stili di vita sani nel Attivati gruppi di territorio Mantenimento gruppi cammino in quasi tutti i J si di anziani in cammino comuni del territorio

Utilizzo reciproco dei siti istituzionali (Sostenere le madri – Anagrater – Sito di Ambito) - L si per fornire informazioni sulle risorse esistenti

Strutturare rapporti coi pediatri I pediatri sono libera scelta per scambio di stati coinvolti a informazioni su servizi (al fine livello formativo ed J si di orientare correttamente informativo tramite l’utenza) specifici progetti

81 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

1.5 Area Integrazione tra Policy

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Presa in carico congiunta situazioni adolescenziali Progetto ETA J si multiproblematiche

Attivazione sul Migliorare integrazione Comuni territorio di un tavolo di si Psichiatria scambio tra operatori K CPS e servizi sociali

Attivazione gruppo Riverificare protocolli La collaborazione operativo territoriale sperimentali psichiatria alla con l’area della salute tra servizi sociali e luce dei tagli del Fondo sociale si mentale comparto sociale CPS K psichiatria e per migliorare la – revisione in bozza collaborazione distrettuale dei protocolli

Migliorare integrazione NPI Servizi sanitari accreditati Definizione specifici protocolli Definizione accordo si presa in carico integrata (chi si ETIM - Teseo K prende in carico – in che modo – con che rapporto tra enti…)

Mantenimento progetto Mantenimento rete per CIC tranne anno La collaborazione con promozione agio e contrasto scolastico 2014 - 2015 si l’area della dipendenze disagio nelle scuole superiori K Adesione azioni life del territorio skills

Maggiore e coordinato raccordo tra servizi sociali e pubbliche istruzioni anche in vista di _ si trattative concertate con le L scuole o per patto educativo territoriale

Maggior e coordinato raccordo Azioni di integrazione con tutte le scuole del territorio si obiettivo con altre policy in materia di integrazione - L di Inter scolastica (disabili – immigrati – Ambito disagio sociale…)

Collaborazione Potenziare attirando risorse redazione specifiche l’offerta di azioni a si Piano politiche K supporto delle politiche giovanili giovanili

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1.6 Azioni di Sistema

Grado di Permanenza Bisogno obiettivo evidenziato dal piano di zona Azioni attivate raggiungimento del bisogno

Definito secondo Coordinare ed integrare Sviluppare Piano di Zona sovra Piano di Zona sovra si le politiche pubbliche ambiti Ambiti e rafforzati i J processi sottostanti

Definizione convenzione per la Mantenimento gestione di gestione associata di si servizi associati servizi – attualmente J non sufficiente a far evolvere il processo

Attivato regolamento Sad e per l’utilizzo delle strutture diurne Definizione di regolamenti per disabili Integrazione di servizi: si unitari In corso di definizione J Operare in modo bozza di regolamento integrato e condiviso dei servizi sociali di Ambito

Inseriti nel Piano di Definizione di livelli sociali di Zona e mantenuti nel si Ambito J triennio

si di Attivazione gestionale unitario Ingegnerizzazione Ambito dei servizi sociali di Ambito della cartella sociale K e Inter Ambiti

Recepimento del Patto per il Inserito nel piano ma si Inter welfare territoriale non monitorato K Ambiti

L’adesione alle “linee guida linee guida per la semplificazione amministrativa Sviluppare le e la valorizzazione degli enti Sperimentati alcuni si Inter alleanze tra Pubblica del terzo settore nell’ambito appalti dall’UdP K Ambiti Amministrazione e III dei servizi alla persona e alla settore comunità “- (DGR 1353 del 25.2.2011)

Avviati tavoli di Accreditamento delle strutture si Inter confronto con CSE socio assistenziali K Ambiti territoriali

Il patto per un welfare Attivato progetto Good Attivazione del fund raising si sostenibile Morning Brianza J

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2 Analisi dei bisogni e delle risposte

2.1 Analisi dei Bisogni

Sintetizziamo per punti i bisogni specifici dell’Ambito di Carate Brianza derivanti dalla condivisione di bisogni già declinati a livello inter-Ambiti e dall’analisi dello specifico contesto territoriale (analisi demografica – della spesa sociale – delle risorse e dei servizi esistenti – delle istanze portate dagli stakeholders locali).

I bisogni rilevati nel Piano di Zona Inter ambiti, che presentano una significatività particolare anche sullo specifico territorio del Caratese sono:

A. Aumento della vulnerabilità a causa della crisi economica che colpisce le famiglie su casa, lavoro e situazione economica. In particolare aumentano le fasce di reddito più basse e si amplia la forbice tra redditi alti e redditi bassi. Ciò implica la necessità di sostenere i nuclei familiari prima che si inneschi un caduta a spirale e che arrivino a chiedere aiuto ai servizi in una situazione ormai complessa;

• Sul nostro territorio, come ben emerso dall’analisi del tavolo adulti, la pressione del bisogno e della domanda portata è in continuo aumento, viceversa le risorse afferenti all’area hanno subito (negli anni oggetto di analisi) una notevole contrazione. Ciò ha portato alla nascita di diverse piccole iniziative a titolarità pubblica o privata spesso disconnesse tra loro e con capacità di risposta parziale ai problemi affrontati (orti solidali, fondo anticrisi, banchi alimentari, distribuzione pasti, iniziative di fund raising pubblico - privato…). Emerge pertanto la necessità di immaginare risposte di più ampio respiro, anche in coordinamento con quanto emergerà in sede di inter- Ambiti, e di interconnettere le diverse iniziative esistenti a livello di buone prassi o di allargamento dei sistemi di risposta.

B. Aumento della componente anziana della popolazione, in particolare dei cosiddetti “grandi vecchi” con necessità di prestazioni funzionali molto diversificate. Ciò implica la necessità di ripensare a servizi per questa fascia di età e per le famiglie che se ne prendono cura, maggiormente efficaci, flessibili ed integrati;

• Anche per il nostro territorio, come ben analizzato dal tavolo anziani, ciò implica la necessità di potenziare la collaborazione tra servizi territoriali sociali/sanitari mantenendo il Ce.a.d. quale luogo privilegiato per una valutazione congiunta delle persone anziane affette da problemi socio-sanitari e socio assistenziali complessi provvedendo alla stesura di un P.A.I. (Piano di Assistenza Individualizzato) quale strumento operativo ormai consolidato da utilizzarsi per la gestione integrata degli interventi socio-sanitari da erogarsi al domicilio dell’anziano, mantenendo altresì la collaborazione con i servizi ospedalieri / residenziali al fine di favorire la presa in carico integrata delle persone in un progetto di continuità assistenziale (utile allo scopo il mantenimento e monitoraggio del protocollo per le dimissioni protette).

Alcuni bisogni, invece, sono più specificatamente stati messi in luce nell’analisi territoriale:

C. Aumento della parcellizzazione familiare e della frammentazione dei legami familiari: aumenta il numero delle famiglie frantumate e ricomposte e di famiglie che hanno un numero sempre

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minore di componenti. Ciò implica bisogno di supporto e di implementazione delle reti soprattutto nelle fasi di cura, per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro soprattutto delle donne, di supporto alle funzioni genitoriali essendo il contesto familiare sempre più ridotto (meno solidarietà intergenerazionale), di supporto anche economico a padri e madri separati. • In particolare il tavolo minori ha evidenziato la necessità di individuare luoghi aggregativi per le neomamme al fine di facilitare le funzioni di sostegno delle reti sociali, di sviluppare con la metodologia di gruppo azioni di supporto e di sviluppo di comunità.

D. Aumento numero immigrati presenti sul territorio portatori di bisogni anche diversificati (es disabilità…) e di fenomeni di difficoltà di integrazione in particolar modo nel settore giovanile e per ciò che attiene alcune comunità nazionali. Ciò implica pensare i servizi in ottica di etno- culturalità ed immaginare azioni positive per la riduzione del conflitto e l’inclusione.

E. Aumento complessivo popolazione e riduzione della spesa complessiva a disposizione dei comuni: ciò implica la necessità di cominciare a ripensare i servizi e non solo a mantenerli in un’ottica di resilienza.

• In particolare, tale bisogno (interconnesso a quello di cui al punto B) è stato declinato all’interno dell’analisi condotta dal tavolo anziani ove si è evidenziato l’aumento del bisogno di cura e di prestazioni assistenziali e per gli anziani non autosufficienti che vogliono rimanere nel loro contesto domiciliare e, parimenti, l’aumento in termini di tempo di assistenza e gravosità della stessa del carico sulle famiglie. Ciò implica la necessità di ripensare e strutturare il servizio di assistenza domiciliare erogato dai Comuni con risposte più efficaci e flessibili rispetto al bisogno evidenziato; • L’aumento della scelta dell’assistente familiare (badante) per la gestione dell’anziano non autosufficiente a domicilio pone la necessità di mantenere gli sportelli badanti quali servizi che offrano uno sportello di orientamento, consulenza e supporto alle famiglie evidenziando nel contempo la necessità di mantenere un monitoraggio periodico sull’andamento del rapporto di lavoro con le famiglie e pone altresì la necessità, di sostenere anche economicamente le famiglie che fronteggiano tali oneri per mantenere l’anziano presso il proprio domicilio sia mediante l’erogazione di buoni finalizzati alla contribuzione delle spese sostenute per la badante o i costi per l’assistenza sia mediante l’erogazione di voucher per l’acquisto di interventi complementari e/o integrativi o per potenziare gli interventi di assistenza domiciliare già in atto.

F. Necessità di ridefinire l’appropriatezza delle risposte e la loro rispondenza al reale bisogno, in particolare in quei settori ove la spesa sembra non essere controllata dai comuni che non ne detengono le leve e specie laddove le stesse spese risultano in forte espansione sottraendo risorse ad altre aree. • Il tavolo disabilità ha valutato queste necessità evidenziando in particolare la opportunità di rivedere le modalità di risposta per i disabili in età scolare (da quelle offerte ai portatori di bisogni educativi speciali a quelle destinati agli interventi per i disabili molto gravi) e di presidiare il momento di passaggio dalla scuola alle strutture socio sanitarie, sviluppando progettazioni specifiche.

G. Tutti i tavoli d’area, rispetto al trasporto sociale, hanno evidenziato, da più anni, come il territorio del Caratese presenta necessità specifiche per ciò che attiene la possibilità di usufruire di mezzi di trasporto pubblici, in particolare per le fasce più fragili della popolazione (disabili, anziani, minori…) e difficoltà particolari poste a chi debba raggiungere strutture sociali, socio sanitarie o sanitarie poste in altri Comuni della Provincia.

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H. Necessità di meglio strutturare i rapporti tra servizi o rivedere le modalità esistenti di collaborazione in alcune aree nevralgiche quali ad esempio i rapporti con la neuropsichiatria e la psichiatria territoriali.

I. Attivazione o mantenimento progettualità su specifiche aree di intervento che pur avendo una bassa percentuale di utenza sul singolo Comune, richiedono competenze specialistiche per essere affrontate e reti in grado di individuare ed orientare correttamente la domanda (es. violenza di genere, gioco d’azzardo patologico, amministrazione di sostegno, …).

J. Decremento spesa per personale servizi sociali ed aumento compiti istituzionali ed utenza.

K. Difficoltà all’implementazione dei servizi associati per le difficoltà gestionali e dicarico di lavoro dagli stessi poste. Attualmente la gran parte dei servizi di Ambito è a gestione dell’Ufficio di Piano (per le difficoltà manifestate dai singoli Comuni ad assumere il ruolo di capofila per nuove progettazioni), impattando notevolmente sulle possibilità di mantenere i precipui compiti programmatori e, comunque, avendo saturato le possibilità di espansione.

2.2 Analisi delle Risposte

Per ciò che attiene le unità di offerta sociali, le unità di offerta socio sanitarie, le unità di offerta sperimentali e le altre risposte presenti sul territorio si rimanda alla più completa analisi condotta a livello inter-Ambiti.

Si vuole in questa sede, invece, ricordare la criticità relativamente alle unità di offerta sanitarie venutasi a creare, già da alcuni anni, con la chiusura degli ambulatori del CPS di Lissone. Attualmente l’unico CPS dell’Ambito è posizionato a ed è rimasta attivo a Lissone solo un ambulatorio infermieristico aperto alcune ore alla settimana. Le difficoltà di spostamento tramite mezzi pubblici, all’interno dei Comuni dell’Ambito, dei soggetti non automuniti, rendono difficile a molti pazienti l’accesso alle cure ed al CPS. I Comuni dell’Ambito ritengono necessario riproporre a tema tale criticità e rinnovare gli sforzi presso l’Azienda Ospedaliera e la ASL al fine di trovare una positiva soluzione a questa difficile situazione.

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3 Analisi dei soggetti, dei network e dei sistemi di governance presenti sul territorio

Nell’Ambito di Carate Brianza, è attivo un sistema di governance programmatoria, già rodato da anni che può essere così rappresentato:

Assemblea dei sindaci Direzione sociale ASL

Distretto socio UDP sanitario Tavolo consultazione

Tavolo sistema

Tavolo adulti Tavolo adulti istituzionale allargato

Tavolo disabili Tavolo disabili

tecnico istituzionale allargato

Tavolo minori Tavolo minori istituzionale allargato

gestionale Tavolo anziani Tavolo anziani istituzionale allargato TAVOLI ISTITUZIONALI DEI COMUNI Tavolo Tavolo Assemblea delprivato sociale

TAVOLI PARTECIPATI COMUNI – UDP – DISTRETTO SOCIO SANITARIO – TERZO AMBITO CARATE SETTORE

Più nel dettaglio possiamo ricordare i seguenti organi principali

L’ASSEMBLEA DEI SINDACI è composta dai Sindaci dei 13 Comuni appartenenti all’Ambito territoriale di Carate Brianza o da assessori comunali muniti di delega. E’ supportata a livello tecnico dall’Ufficio di Piano e vi partecipano senza diritto di voto, il Direttore Sociale dell’ASL, il Direttore del Distretto Socio Sanitario e il Responsabile Sociale del Distretto Socio Sanitario. È l’organo di direzione e controllo politico del processo programmatorio ed è deputato all’approvazione e attuazione del Piano di Zona e dell’Accordo di Programma. L’Assemblea riveste funzioni programmatorie imprimendo le linee guida delle politiche sociali, promuovendo la realizzazione e lo sviluppo di un sistema integrato di servizi, individuando priorità ed obiettivi e definendo i criteri di riparto delle risorse economiche di Ambito. Dà impulso all’attività di Tavoli d’area indicando priorità ed indirizzi. E’ regolata da apposito regolamento in corso di revisione.

L’UFFICIO DI PIANO è lo strumento di supporto tecnico all’Assemblea dei Sindaci incaricato di predisporre la proposta dell’Accordo di Programma e del Piano di Zona, di fornire il materiale e le competenze tecniche necessari al processo programmatorio, alla trattazione degli argomenti in sede di consesso e alla progettazione di servizi e progetti a valenza sovra comunale secondo i criteri e le indicazioni definite dall’Assemblea politica.

87 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

L’Ufficio è deputato alla programmazione locale e, a tal fine, provvede a raccogliere idatiea rielaborarli statisticamente. Favorisce la connessione delle conoscenze dei diversi attori del territorio ed è l’organo di raccordo tecnico con l’ASL di Monza e Brianza, gli altri enti o organismi distrettuali, provinciali e regionali con cui mantiene e cura i rapporti, anche partecipando al Tavolo Interdistrettuale, ai Tavoli tecnici costituiti in ambito Asl o provinciali. Promuove, inoltre, l’integrazione tra diversi Ambiti di Policy. Gestisce e coordina le unità tecnico-operative distrettuali (Tavolo gestionale tecnico, Tavolo di sistema, Tavolo d’area adulti/vulnerabilità – minori e famiglia – disabili – anziani sia istituzionali che allargati) ripartisce il budget unico distrettuale secondo i criteri stabiliti dall’Assemblea dei Sindaci e assolve al debito informativo legato all’attuazione del Piano di Zona verso l’Azienda Sanitaria Locale e Regione Lombardia.

IL TAVOLO GESTIONALE TECNICO è composto dai Dirigenti / Responsabili dei Servizi Sociali dei 13 Comuni dell’Ambito territoriale e dai Tecnici dei servizi Sociali da questi individuati, anche su specifica tematica. È presieduto dal Responsabile dell’Ufficio di Piano. Ha compiti di supporto tecnico e organizzativo per la predisposizione delle proposte e l’attuazione degli obiettivi attinenti il Piano di Zona. Cura, inoltre, la rispondenza della programmazione distrettuale con quella dei singoli Comuni e viceversa, operando per il coordinamento tra i diversi servizi e interventi territoriali. Nella sua componente tecnica svolge funzioni di coordinamento tra gli operatori sociali di tutto l’Ambito e di raccordo tra i tavoli d’area istituzionali.

I TAVOLI D’AREA sono composti, nella loro forma istituzionale, dagli assistenti sociali o dai tecnici delegati dei tredici comuni dell’Ambito di Carate Brianza coordinati dall’Ufficio di Piano. Ne sono previsti quattro su aree di bisogno tradizionali, “Minori e famiglia, “Disabilità”, “Anziani”, “Adulti - Vulnerabilità”. Ai Tavoli d’area in forma istituzionale è attribuita la funzione di predisporre proposte di progetti, regolamenti, servizi ed interventi distrettuali relativi all’area di competenza. Nella loro forma allargata i Tavoli d’area sono composti dai membri dei Tavoli d’area istituzionali integrati, dall’ASL Monza e Brianza, e, su specifica richiesta dai referenti del privato sociale e dagli stakeholder territoriali afferenti a quel settore. Sono organismi operativi coordinati da membri dell’Ufficio di Piano. Hanno il compito di individuare i bisogni, di valutare le risorse presenti, di proporre progetti di interventi distrettuali, di esprimere pareri circa atti e progetti su richiesta dell’Assemblea dei Sindaci.

IL TAVOLO DI SISTEMA è un organismo tecnico operativo composto dall’Ufficio di Piano, dai 7 soggetti del terzo settore eletti quali rappresentanti del Terzo Settore, dal Direttore del Distretto Sanitario e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Il Tavolo di sistema è presieduto di norma dal Responsabile dell’Ufficio di Piano che ne cura le convocazioni. Al Tavolo di sistema sono attribuite le seguenti competenze: - garantire l’uniformità delle modalità di lavoro dei gruppi d’area al fine di uniformare le modalità di lavoro degli stessi; - esprimere pareri e proposte, relativamente agli atti di programmazione e organizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali del distretto; - trattazione di tematiche trasversali ai vari gruppi d’area (accesso ai servizi, partecipazione del privato sociale, ricognizione e considerazioni su flussi economici). - rappresentanza verso l’Assemblea dei Sindaci dei Piani di Zona delle istanze provenienti dal privato sociale nell’ambito del distretto di Carate Brianza.

88 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Nell’ultimo triennio è stato complesso permettere con regolarità lo svolgimento dei lavori in particolar modo del Tavolo di Sistema e di tutti i Tavoli d’area anche per le competenze progettuali e gestionali attribuite all’Ufficio di Piano.

In tal senso potrebbe essere attuata, come in altri territori, una revisione della governance che veda l’attivazione dei diversi tavoli solo su specifici obiettivi secondo le priorità definite dall’Assemblea dei Sindaci

Oltre alla governance programmatoria ed ai network già ricordati a livello inter-Ambiti possiamo ricordare, come presenti sul nostro territorio, le seguenti reti territoriali:

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ – TIPOLOGIA e area di COMPONENTI TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO intervento Associazione senza fine di lucro di utilità e solidarietà per evitare l’emarginazione degli anziani e in particolare: ALCUNI *coordinare, collegare e stimolare le CENTRI DIURNI ASSOCIAZIONE iniziative degli organi aderenti, DELL’AMBITO ANCESCAO NAZIONALE (Albiate, Besana, Associazione CENTRI *fornire tutte le iniziative tendenti Briosco, Carate, senza finalità area anziani SOCIALI,COMITATI a realizzare attività ricreative , Renate, di lucro. ANZIANI E ORTI artistiche, soggiorni coltivazioni, orti Sovico, Triuggio e e altre attività che possano favorire Veduggio) e consolidare la socializzazione degli anziani.

Sono realtà promosse dalle Parrocchie ove le persone in difficoltà possono incontrare dei volontari preparati per ascoltarle e accompagnarle nella ricerca di soluzioni ai propri problemi. Centri di Ascolto dei Valutata la situazione gli operatori Decanati di Carate cercano di definire con la persona Brianza (Albiate, CENTRI DI ascoltata un progetto di aiuto Besana, Carate, ASCOLTO CARITAS specifico, sostenibile e rispettoso Renate, Triuggio, Ente AMBROSIANA delle potenzialità e della dignità Veduggio, Verano) ecclesiastico area vulnerabilità di ciascuno. Nell’ambito di questo e del Decanato di progetto, quando necessario e Lissone (Biassono, compatibilmente con le risorse della Lissone, Macherio, comunità, vengono offerti degli Sovico, Vedano) aiuti materiali. In ogni caso viene garantita un’azione di orientamento e accompagnamento ai servizi e alle risorse del territorio.

Promuovere e diffondere la cultura Ufficio di Piano, 13 della prevenzione dei fenomeni di Amministrazioni dipendenze, della prevenzione del Comunali, Distretto disagio ed della promozione dell’agio socio-sanitario di CIC nella popolazione adolescenziale Carate, I.I.S Europa Rete UFFICIO DI PIANO frequentante gli istituti secondari Unita-Federigo territoriale area minori superiori statali e paritari e gli Enriques, I.I.S. istituti di formazione professionale Gandhi, I.T.I Da dell’ambito di Carate. Vinci, Ecfop Carate

89 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Nell’ultimo triennio è stato complesso permettere con regolarità lo svolgimento dei lavori in particolar modo del Tavolo di Sistema e di tutti i Tavoli d’area anche per le competenze progettuali e gestionali attribuite all’Ufficio di Piano.

In tal senso potrebbe essere attuata, come in altri territori, una revisione della governance che veda l’attivazione dei diversi tavoli solo su specifici obiettivi secondo le priorità definite dall’Assemblea dei Sindaci

Oltre alla governanceUfficio programmatoria di Piano Ambito di edCarate ai networkBrianza - Piano già di ricordati Zona 2015 a – livello2017 inter-Ambiti possiamo ricordare, come presenti sul nostro territorio, le seguenti reti territoriali:

DENOMINAZIONE ENTE FINALITÀ – TIPOLOGIA e area di COMPONENTI TITOLARE OGGETTO DI LAVORO ORGANISMO intervento

Realizzare, attraverso la formazione, il sostegno reciproco e l’azione comune, la qualificazione di tutto il personale scolastico in materia I.C. Albiate e di prevenzione dell’abuso e del Triuggio, I.C. maltrattamento a danno dei minori. Giovanni XXIII Fornire alle scuole aderenti un Besana, I.C. ALI PER servizio di consulenza legale Romagnosi Carate, L’INFANZIA SCUOLA CADORNA e di supporto nella gestione di I.C. De Amicis Rete sovra- DI SEREGNO problematiche legate all’abuso ed al Lissone, I.C. Sassi territoriale area minori maltrattamento ai minori. Renate e Veduggio, Sviluppare l’integrazione del servizio I.C. Nazario scolastico con gli altri servizi in Sauro Verano (ed ambito sociale svolti sul territorio altre scuole della da enti pubblici e privati allo scopo provincia) di migliorare la collaborazione inter- istituzionale.

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4 Gli obiettivi e le priorità di intervento

Gli obiettivi di Ambito scaturiscono dai seguenti principali input:

A. Gli input regionali che chiedono di individuare almeno un obiettivo che consenta di ricomporre ed implementare le conoscenze del territorio, un obiettivo che consenta di ricomporre la filiera dei servizi e uniformare le modalità di erogazione degli stessi ed, infine, un obiettivo che consenta di aumentare le risorse cogestite.

B. Gli input scaturenti dall’analisi del contesto dell’Ambito (fenomeni socio demografici, analisi della spesa sociale, analisi delle risposte presenti ed analisi del sistema di governance);

C. Gli input scaturenti dalla partecipazione agli obiettivi inter-Ambito .

Utilizzeremo le richieste regionali quale chiave per definire la dimensione prevalente degli obiettivi zonali.

Attraverso un piano operativo annuale, gli obiettivi saranno definiti più nel dettaglio, saranno stabilite le priorità annuali, i sistemi di valutazione degli stessi e sarà possibile per gli Amministratori rivedere la programmazione definendo nuovi obiettivi anche sulla base di nuove risorse economiche disponibili o di input esterni (ad es. indicazioni regionali), comunque all’interno della cornice delineata dal presente documento.

4.1 L’integrazione delle conoscenze

POTENZIARE LE MODALITÀ DI RILEVAZIONE DELLA DOMANDA, DELLE INFORMAZIONI INERENTI AGLI UTENTI E ALLE RISORSE DEL TERRITORIO AL FINE DI MIGLIORARE LA CAPACITÀ DI STRUTTURAZIONE DI ADEGUATE RISPOSTE AI SINGOLI E ALLA CITTADINANZA

L’Assemblea dei Sindaci ritiene prioritario aderire all’obiettivo inter-Ambiti di realizzazione di un sistema informatico unico di registrazione delle richieste portate dai cittadini ai tredici Comuni dell’Ambito (servizi sociali, uffici relazione con il pubblico, pubbliche istruzioni…) al fine di definire uno strumento certo e condiviso di raccolta degli accessi degli utenti con relativa problematica/ richiesta riportata. In tal modo sarebbe possibile monitorare l’orientamento della domanda e dove questa si sposta nel tempo così da poter elaborare politiche e strategie ad hoc e non solo costruite sui dati di presa in carico (gli unici ad oggi disponibili), sulle percezioni degli operatori o su dati incompleti. Inoltre, la cartella sociale informatizzata rappresenta uno strumento di lavoro degli operatori sociali per la valutazione, la presa in carico e l’attivazione degli interventi. Affinché lo strumento sia efficace ed i dati siano attendibili è, però, necessario che sia utilizzato da tutti gli operatori, in tutti i Comuni, per ciascun utente. Va definita, dunque, una modalità di incentivo all’utilizzo sistematico della cartella sociale informatizzata e parallelamente un sistema di verifica/valutazione. Tale strumento dovrà essere interfacciabile con il Casellario dell’assistenza istituito presso l’INPS con la Legge 328/2000 art. 21 e di cui sono in fase di pubblicazione in questi mesi i decreti attuativi.

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Parimenti si ritiene importante fornire ai cittadini uno strumento unico per la ricerca delle unità di offerta e le risorse del territorio con la specifica di ciò che possono offrire, con che modalità di acceso, con che costi, etc.

a) SISTEMATIZZAZIONE UTILIZZO CARTELLA SOCIALE INFORMATIZZATA PER I 13 COMUNI

Azione Sistematizzazione utilizzo cartella sociale informatizzata per i 13 Comuni 1 Conoscenza

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi / - Installazione in ciascun Comune della cartella sociale informatizzata in Azioni eventuale collegamento con i dati dell’anagrafe. - Formazione sull’utilizzo della cartella - Definizione delle modalità di assunzione dell’utilizzo della cartella come obiettivo del PEG di ciascun Comune

Risorse Professionali (Ufficio di Piano, operatori dei servizi sociali comunali, servizi informatici comunali) Finanziarie (€ 13.500 annue a carico del budget di Ambito)

Strumenti Specifici incontri utilizzati Manuali di istruzione Supporto della software house Assemblea dei Sindaci Peg di ciascun Comune

Indicatori di a. N° comuni che utilizzano la cartella sociale esito b. % utilizzo cartella sociale informatizzata rispetto a tutti i nuovi utenti in carico

Target di a. 13 entro dicembre 2015 valutazione b. 50% entro il 2016; >80% entro il 2017

Strumenti di Incontri di verifica con gli operatori valutazione Monitoraggio semestrale

Tempistica Triennio

92 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

b) COMPLETAMENTO DELLA COMPILAZIONE DELLO STRUMENTO PER LA MAPPATURA CONDIVISA DELLE RISORSE DEL TERRITORIO E PUBBLICAZIONE ON LINE

Azione Completamento della compilazione dello strumento per la mappatura 2 Conoscenza condivisa delle risorse del territorio e pubblicazione on line

Tipologia Generale obiettivo

Interventi / - Pre-compilazione da parte dell’UdP delle schede di ciascun servizio Azioni - Invio delle schede a ciascun Comune per la verifica della correttezza delle informazioni inserite - Inserimento dei dati nel software

Risorse Professionali (Ufficio di Piano e operatori dei servizi sociali comunali)

Strumenti Posta elettronica - telefono utilizzati Specifici incontri

Indicatori di a. % servizi di Ambito e comunali mappati nel risorsario esito

Target di a. >80% valutazione

Strumenti di Monitoraggio semestrale valutazione

Tempistica Triennio

FAVORIRE L’INNOVAZIONE NELLE METODOLOGIE, NEI PROCESSI, NEGLI INTERVENTI E NEI SERVIZI SOCIALI

Dall’analisi qualitativa condotta dai Tavoli d’area è emerso che molte progettazioni ad oggi attive utilizzano la metodologia del gruppo. Si ritiene che questa modalità sia più efficace come forma di attivazione dell’utente rispetto ad una presa in carico individuale e che permetta anche di razionalizzare le risorse economiche da investire. La dimensione del gruppo richiama il presupposto per cui le risorse che la persona già possiede vengono valorizzate e sollecitate in modo che la stessa sia protagonista. Inoltre le dinamiche di gruppo si connettono al tema della coesione sociale, al tema della condivisione e dello “stare insieme” con ricadute culturali interessanti. Regione Lombardia stessa, nelle Linee di Indirizzo per i Piani di Zona 2015-2017, mette in evidenza che “per creare valore per le persone e per le famiglie è necessario che i soggetti del welfare assumano

93 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

una postura più promozionale che riparativa, promuovendo l’attivazione di tutte le risorse disponibili nelle persone, nelle famiglie…”.

Il campo di applicazione è vasto, dai minori agli adulti: a titolo di esempio si possono citare i gruppi dei progetti finanziati con Legge 23, i gruppo di parola dei figli di genitori in separazione, di Adm, delle famiglie affidatarie, degli adolescenti immigrati, del progetto Ancora Genitori e Volano, delle persone disoccupate, delle life skills…

Si ritiene utile approfondire questa metodologia sotto l’aspetto teorico affinché gli operatori sociali abbiano riferimenti precisi e condivisi. In particolare si ipotizza la realizzazione di una giornata formativa o di un convegno durante il quale venga dato un quadro metodologico e ci si confronti sulle esperienze ad oggi attive, sulle potenzialità della metodica, sulle possibilità di “contaminazione” e di rilancio.

a) APPROFONDIMENTO METODOLOGIA DI GRUPPO QUALE SUPPORTO ALLA RIATTIVAZIONE PERSONALE E COMUNITARIA E SPERIMENTAZIONE IN DIVERSI CONTESTI DI INTERVENTO

Azione Approfondimento metodologia di gruppo quale supporto alla 3 Conoscenza riattivazione personale e comunitaria e sperimentazione in diversi contesti di intervento

Tipologia Generale obiettivo

Interventi / Realizzazione di una giornata formativa rivolta agli operatori sociali: Azioni - Individuazione dei formatori - Stesura del programma - Coinvolgimento di alcune esperienze attive - Richiesta dei crediti formativi per le assistenti sociali - Pubblicizzazione

Applicazione della metodologia a sistema in nuove progettazioni in cui è ritenuto opportuno

Risorse Professionali (operatori sociale dei servizi sociali, del Terzo Settore e dell’Asl) Finanziarie

Strumenti Incontri di preparazione utilizzati Ricerca di documentazione

Indicatori di a. Realizzazione del convegno esito b. Numero nuove progettazioni/interventi realizzati dall’ente pubblico o dal Terzo Settore o dall’Asl che impieghino la metodologia del gruppo

94 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza una postura più promozionale che riparativa, promuovendo l’attivazione di tutte le risorse disponibili nelle persone, nelle famiglie…”.

Il campo di applicazione è vasto, dai minori agli adulti: a titolo di esempio si possono citare i gruppi dei progetti finanziati con Legge 23, i gruppo di parola dei figli di genitori in separazione, di Adm, delle famiglie affidatarie, degli adolescenti immigrati, del progetto Ancora Genitori e Volano, delle persone disoccupate, delle life skills…

Si ritiene utile approfondire questa metodologia sotto l’aspetto teorico affinché gli operatori sociali abbiano riferimenti precisi e condivisi. In particolare si ipotizza la realizzazione di una giornata formativa o di un convegno durante il quale venga dato un quadro metodologico e ci si confronti sulle esperienze ad oggi attive, sulle potenzialità della metodica, sulle possibilità di “contaminazione” e di rilancio.

a) APPROFONDIMENTO METODOLOGIA DI GRUPPO QUALE SUPPORTO ALLA RIATTIVAZIONEUfficio di Piano Ambito PERSONALE di Carate Brianza E -COMUNITARIA Piano di Zona 2015 – 2017 E SPERIMENTAZIONE IN DIVERSI CONTESTI DI INTERVENTO

Azione Approfondimento metodologia di gruppo quale supporto alla 3 Conoscenza riattivazione personale e comunitaria e sperimentazione in diversi contesti di intervento Target di a. SI/NO valutazione b. Almeno 2

Strumenti di Incontri di verifica con gli operatori valutazione

Tempistica Realizzazione del convegno entro giugno 2016 Applicazione degli esiti nel triennio

CONTRIBUIRE ALLA QUALIFICAZIONE DEGLI OPERATORI TERRITORIALI, ALLO SVILUPPO DELLE COMPETENZE CON UNA PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA CREAZIONE DI SAPERI COMUNI E METODOLOGIE CONDIVISE TRA OPERATORI DEGLI ENTI LOCALI E TRA QUESTI E LE REALTÀ DEL TERZO SETTORE E DELL’ASSOCIAZIONISMO

L’attuale contesto di lavoro degli operatori sociali è caratterizzato da un continuo mutamento della domanda e della normativa di riferimento, di contrazione delle risorse e di aumento e diversificazione dei bisogni. Ciò richiede al personale un continuo adattamento e un rafforzamento delle competenze che va supportato con formazione specifica nonché supervisione.

La continua spinta al lavoro integrato tra settori, tra istituzioni differenti e tra aree di policy anche a livelli territoriali che vanno oltre i confini del singolo comune richiede un confronto continuo (aiutato e facilitato da formatori ed esperti) in primis tra gli operatori comunali stessi in modo tale che costruiscano saperi comuni e metodologie condivise. In secondo luogo tra operatori e stakeholders, in modo che ci sia riallineamento di metodologie ed aspettative circa i servizi.

L’Ufficio di Piano si è già accreditato come ente formativo presso l’Ordine delle assistenti sociali così da ottenere la possibilità di rilasciare crediti formativi.

a) DEFINIZIONE DEL PIANO FORMATIVO DI AMBITO

Azione Definizione del Piano Formativo di Ambito 4 Conoscenza

Tipologia Generale obiettivo

Interventi / - Raccolta dei bisogni formativi degli operatori sociali Azioni - Identificazione dei formatori/supervisori - Richiesta del riconoscimento dei crediti all’Ordine delle assistenti sociali - Definizione del calendario e delle sedi - Definizione di un questionario di gradimento

95 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Azione Definizione del Piano Formativo di Ambito 4 Conoscenza Risorse Professionali (Ufficio di Piano, operatori dei servizi sociali comunali) Finanziarie (€ 10.000 per il 2015)

Strumenti Tavolo Gestionale Tecnico utilizzati Strumenti di pubblicizzazione

Indicatori di a. Redazione Piano formativo esito b. N° corsi di formazione realizzati c. Partecipazione degli operatori dei Comuni d. Grado di soddisfazione dei corsisti rispetto alle tematiche

Target di a. SI/NO valutazione b. Almeno 2 all’anno c. Almeno 9 Comuni su 13 d. Punteggio 3 in scala da 1 a 5

Strumenti di Piano formativo/Programma dei corsi valutazione Monitoraggio annuale Questionario di soddisfazione

Tempistica Triennio

4.2 L’integrazione dei servizi

ATTIVARE AZIONI CHE FAVORISCANO LA RIDUZIONE DELLE DIFFERENZE TERRITORIALI NELLE REGOLE DI FUNZIONAMENTO, DI ACCESSO E DI PARTECIPAZIONE AL COSTO DEI SERVIZI E FACILITINO LA COLLABORAZIONE TRA SERVIZI

Il territorio caratese è composto da 13 Comuni ciascuno con le proprie peculiarità rispetto ai servizi ma si rilevano anche molti aspetti in comune dovuti sia ad un confronto permanente tra operatori e tra Amministratori sia al fatto che la domanda e le caratteristiche socio-economico-demografiche della popolazione residente sono molto simili.

Si ritiene opportuno definire regole di accesso ed erogazione dei servizi in maniera omogenea per cittadini residenti in territori limitrofi per quanto compatibile con le scelte politico-strategiche-fiscali di ciascuna Giunta, con le attuali differenze di spesa sociale pro-capite di ciascun Comune, con le competenze deliberative di ciascun Consiglio Comunale.

L’ambito ha avviato da diversi mesi un lavoro di confronto sia tecnico che politico per arrivare alla stesura di una bozza di regolamento unico. Input di questo lavoro è stata la pubblicazione della nuova normativa sull’Isee che ha incentivato ciascun Comune a rivedere i propri regolamenti, ormai inadeguati, incompleti e desueti.

In considerazione del fatto che i servizi di Ambito nati nell’ultimo decennio non possono che avere

96 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

regole uguali per tutti i Comuni e che diversi servizi sono già stati nel passato oggetto di discussione e di individuazione di linee comuni di intervento (vedi ad es. il SAD), si ritiene di arrivare a definire una bozza unitaria di regolamento per i servizi sociali comunali e di Ambito, prefigurando un regolamento che, nelle tematiche con criteri ancora non unitari, lasci gli spazi di manovra opportuni a ciascun Comune (attraverso il rimando a decisioni di ciascuna singola Giunta/Consiglio comunale).

a) ELABORAZIONE DI UNA BOZZA UNITARIA DI REGOLAMENTO PER I SERVIZI SOCIALI COMUNALI E DI AMBITO

Azione Elaborazione di una Bozza unitaria di Regolamento per i Servizi Sociali 1 Servizi Comunali e di Ambito

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi / - prosecuzione degli incontri tecnici e politici per la stesura della bozza Azioni unica del regolamento dei servizi sociali a partire da proposta ANCI - revisione finale del documento con professionista esperto - approvazione in Assemblea dei Sindaci con la definizione di ciò che sarà definito a livello di singolo Comune - passaggio deliberativo in ciascun Consiglio Comunale - definizione delle tariffe per cui non si è trovato accordo di Ambito in ciascuna Giunta

Risorse Professionali (UdP e tecnici dei servizi sociali) Finanziarie (incarico ad esperto)

Strumenti - Incontri tra operatori utilizzati - Assemblea dei Sindaci - Incarico a professionista

Indicatori di a. Adozione del regolamento nei tredici Comuni esito

Target di a. Sì (13) valutazione

Strumenti di Invio all’UdP delle delibere di ciascun Consiglio Comunale valutazione

Tempistica Adozione da parte di ciascun Consiglio Comunale entro dicembre 2015

97 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

MIGLIORARE LA VALUTAZIONE INTEGRATA MULTIDIMENSIONALE E MULTI-PROFESSIONALE E LA CAPACITÀ DI PRESA IN CARICO INTEGRATA ATTRAVERSO LA QUALIFICAZIONE DELLE EQUIPE DI VALUTAZIONE

All’interno del più ampio obiettivo sovra Ambiti “Migliorare la valutazione integrata multidimensionale e multi professionale e la capacità di presa in carico integrata attraverso la qualificazione delle equipe di valutazione”, a livello di Ambito si concorda con la necessità di darsi degli indicatori univoci per la valutazione, che deve essere “neutra” cioè svincolata dai servizi e dalle risposte esistenti, ma centrata sui reali bisogni dell’utente. Si intendono, quindi, presidiare gli organismi di valutazione ad oggi esistenti valorizzando le esperienze specifiche e sostenendo gli assetti e le esigenze specifiche del caratese a livello provinciale.

In particolare:

1) Per ciò che attiene all’EVM si recepiranno sul territorio le modalità di funzionamento concordate a livello inter ambiti.

2) Nel 2010 è stata istituita tramite un progetto innovativo sperimentale dell’area della psichiatria adulta, l’equipe trasversale adolescenti (ETA). Il presupposto da cui nasce la progettazione è il seguente: intervenire sugli esordi dei fenomeni psichiatrici può portare ad presa in carico del paziente per tempo e più efficace. L’equipe è composta dal Distretto Socio Sanitario di Carate (che si occupa del coordinamento), dai Comuni e dagli enti del Terzo Settore che intercettano gli adolescenti in situazioni critiche e che ritengono necessario un invio per una valutazione collettiva/multidimensionale, con una specifica chiave psichiatrica. Tale progetto mette a disposizione la presa in carico di uno psicologo (e uno psichiatra per i casi più problematici). E’ ubicata presso il Consultorio di Carate affinché non abbia una specifica connotazione. Sino ad oggi si registrano numeri di accesso importanti anche perché i casi particolarmente problematici in età 15-18 anni tendenzialmente non sono seguiti dalla neuropsichiatria infantile. Si tratta di una realtà specifica del caratese che può essere, però, studiata, riprodotta o adattata e messa a sistema su tutto il territorio provinciale in aggancio con quanto previsto da Regione Lombardia con DGR n. 3206 del 26/02/2015 “Programmazione dei percorsi di inclusione sociale a favore di famiglia con adolescenti in difficoltà nonché di giovani e persone con problemi di abuso a grave rischio di marginalità”: l’ETA può essere il luogo di valutazione multidimensionale di cui parla la Delibera per definire l’intensità del bisogno e quindi il servizio/intervento che è necessario erogare.

3) Per quanto riguarda, invece, l’Equipe Territoriale Integrata Minori (ETIM) team pluri- professionale (composto da operatori sociali, psicologi, neuropsichiatra e psichiatra) per la valutazione multidimensionale delle situazioni di minori e nuclei multiproblematici, si ritiene che, accanto ai punti di forza (sintesi condivisa di elementi valutativi derivanti da professionalità specifiche), permangano delle criticità sia sugli aspetti della presenza e della collaborazione della neuropsichiatria infantile, sia sulla suddivisione della modalità di lavoro tra i comuni dell’area nord e quelli dell’area sud, sia sugli aspetti inerenti alla presa in carico integrata che risulta ad oggi ancora difficoltosa e che di fatto rischia di depauperare le basi poste da momenti diagnostici e prognostici condivisi.

98 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

a) MIGLIORARE LA VALUTAZIONE INTEGRATA MULTIDIMENSIONALE E MULTI-PROFESSIONALE E LA CAPACITÀ DI PRESA IN CARICO INTEGRATA ATTRAVERSO LA QUALIFICAZIONE DELLE EQUIPE DI VALUTAZIONE

Azione Migliorare la valutazione integrata multidimensionale e multi- 2 Servizi professionale e la capacità di presa in carico integrata attraverso la qualificazione delle equipe di valutazione

Tipologia Generale obiettivo

Interventi / - Messa a sistema dell’ETA Azioni - Omogeneizzazione e miglioramento ETIM - Recepimento modalità funzionamento EVM - NUVIA

Risorse Professionali (UdP, tecnici dei servizi sociali, operatori Distretto socio-sanitario, operatori Etim)

Strumenti - Incontri tra operatori utilizzati - Assemblea dei Sindaci

Indicatori di Da definire su specifico servizio esito

Strumenti di Monitoraggio semestrale valutazione

Tempistica Triennio

QUALIFICARE IL SISTEMA DI OFFERTA SOCIO ASSISTENZIALE DEL TERRITORIO:

Dall’analisi condotta sui CSE della Provincia è emerso che, pur trattandosi di servizi con uguali standard di funzionamento regionale e con utenza differenziata ma variamente distribuita, non vi fosse, nella gran parte dei casi, correlazione diretta tra tipologia di utenza (gravita della disabilità e/o carico e gravosità assistenziale), diversificazione delle attività previste, elementi qualificanti dell’offerta e rette applicate. Si è pertanto attivato un gruppo di lavoro con i gestori delle strutture che permetta di legare le rette applicate alla gravosità assistenziale o a particolari obiettivi definiti in base al progetto di vita dell’utente ed alla qualità delle prestazioni erogate. Tale percorso, una volta sperimentato, potrebbe rappresentare la base per la definizione di diversi costi di accreditamento.

Pur essendo un obiettivo inter ambiti, l’applicazione della sperimentazione esige un attento monitoraggio anche di Ambito ed il coinvolgimento stretto dei Comuni.

99 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

a) ACCREDITAMENTO DEI CENTRI SOCIO EDUCATIVI (CSE)

Obiettivo Accreditamento dei Centri Socio Educativi (CSE) 3 Servizi

Tipologia Specifico di area obiettivo

Interventi / - Definizione scheda per la rilevazione della gravità /gravosità Azioni Assistenziale e sua sperimentazione - Definizione tariffe differenziate e loro sperimentazione - Definizione elementi qualificanti l’offerta - Accreditamento servizi

Risorse Professionali (operatori UdP, servizi sociali, CSE, altri Udp, ASL, Ufficio unico)

Strumenti - Incontri gruppi di lavoro utilizzati - Tavolo Gestionale Tecnico - Assemblea dei Sindaci - Schede

Indicatori di a. Attivazione accreditamento esito b. n° strutture accreditate

Target di a. si/no valutazione b. > 80%

Strumenti di - Atti di accreditamento valutazione

Tempistica Triennio

Costruzione modalità condivise di intervento in riferimento alle strutture residenziali per minori, con particolare riferimento alle situazioni con fabbisogno di interventi di tipo socio sanitario

b) COSTRUZIONE MODALITÀ CONDIVISE DI INTERVENTO IN RIFERIMENTO ALLE STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI

All’interno del più ampio obiettivo sovra-Ambiti “Qualificare il sistema di offerta socio-assistenziale del territorio”, si ritiene opportuno far precedere gli incontri con gli Enti gestori delle comunità per minori da un confronto con le equipe tutela del caratese in modo da definire le esigenze specifiche dei tredici Comuni in merito alle modalità di interfaccia con le strutture residenziali in particolare rispetto alle reciproche aspettative, alla definizione dei progetti individualizzati e del Progetto Quadro

100 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

e rispetto alla gestione degli interventi socio-sanitari (per cui la Regione riconosce dall’agosto 2012 un contributo pari a 35€/die).

L’Assemblea dei Sindaci di Carate aveva stabilito di trattenere una quota (10€) di quel contributo a livello associato per realizzare un servizio di presa in carico e trattamento del minore e della sua famiglia di origine seguiti dai servizi tutela, a seguito della valutazione della situazione in Etim e a seguito di Decreto definitivo del Tribunale.

Si è ora in attesa di capire quali siano le intenzioni di Regione Lombardia rispetto alla finalizzazione del contributo giornaliero di cui sopra, ma si ipotizza che andrà nella direzione di aprire un accreditamento diretto delle comunità minori (o di posti) di tipo socio-sanitario, per cui con alta probabilità il contributo sarà erogato direttamente alle strutture e non passerà più per il tramite dei Comuni, rendendo più difficoltosa l’attivazione di interventi socio sanitari a titolarità non delle strutture. In tal caso, sarà necessario interrogarsi su chi ha la titolarità di tutto il percorso del minore e su come integrare gli interventi territoriali con quelli proposti dalle comunità. L’obiettivo presente si inserisce in tale scenario.

Azione Costruzione modalità condivise di intervento in riferimento alle strutture 4 Servizi residenziali per minori

Tipologia Specifico di area obiettivo

Interventi / Incontri per definire: Azioni - reciproche aspettative nei rapporti con le comunità - la condivisione della bozza di Progetto Quadro e Progetto educativo - modellizzazione dei flussi decisionali rispetto al Progetto Quadro - inserimento di quanto elaborato nei percorsi di accreditamento

Risorse Professionali (operatori UdP, servizi sociali, servizi tutela, ETIM, servizi di Ambito insistenti sulla tutela, Comunità, altri Udp, ASL, Ufficio unico)

Strumenti Tavoli di lavoro utilizzati Progetto Quadro

Indicatori di a. Modellizzazione esito

Target di a. SI/NO valutazione

Strumenti di Documento di modellizzazione valutazione

Tempistica Triennio

101 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

RAZIONALIZZARE LE MODALITÀ DI RACCORDO E DI INDIVIDUAZIONE DELLE COMPETENZE IN RELAZIONE ALLE SITUAZIONI CHE PRESUPPONGONO L’INTERVENTO DI MOLTEPLICI ATTORI TERRITORIALI (SOCIALE, SOCIO SANITARIO, SANITARIO, EDUCATIVO, ECC): Diversi sono i sistemi di servizi ed interventi che possono essere migliorati, specie nelle specifiche interazioni. Tra tutti, tre ambiti di intervento sono risultati prioritari.

c) ANALISI CONDIVISA DEL SISTEMA DI RISPOSTA ALLE ESIGENZE DELLE PERSONE CON DISABILITA’ E CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI IN ETA’ SCOLARE ANCHE IN RELAZIONE ALLA DEFINIZIONE DI RISPOSTE INTEGRATE, CONDIVISE ED EFFICACI

Come illustrato nel paragrafo 2, vi sono una serie di elementi di criticità nell’attuale modello di risposta ai diversi problemi di supporto ai minori negli apprendimenti scolastici e agli interventi volti a favorire l’inserimento dei disabili nella scuola. Infatti, si registra un continuo aumento del numero di certificazioni in particolare relative ai disturbi misti o ai disturbi evolutivi generalizzati quasi fossero individuate come l’unica possibilità di risposta ai problemi di apprendimento degli alunni. Questo aumento, oltre a rappresentare una modalità di patologizzazione del singolo bambino, influisce anche sulla contrazione di ore sostegno/minore certificato, lasciando maggiormente scoperti i minori disabili ed impattando sull’aumento delle richieste di aiuti educativi rivolte ai Comuni.

Spesso anche i bisogni educativi speciali o i minori con difficoltà comportamentali sembrano trovare nel sostegno educativo individualizzato l’unica possibilità di risposta immaginata della scuola.

Peraltro, anche i minori con disabilità molto gravi possono usufruire solo di interventi individuali all’interno delle sole normali attività didattiche.

Per definire interventi più differenziati e maggiormente appropriati, qualificare la spesa e sperimentare nuove modalità di intervento, si ritiene necessario coinvolgere in un apposito percorso gli attori del territorio: Comuni, enti certificatori, scuole, associazione di famigliari di alunni disabili.

Come specificato nel Piano di Zona inter-Ambiti, è opportuno utilizzare sia Tavoli di confronto già esistenti a livello inter-Ambiti, anche cogliendo l’occasione della revisione dell’Intesa esistente, tavoli che convocano già gli enti di cui sopra per rappresentanza, ma risulta anche necessario definire specifichi percorsi territoriali così da coinvolgere tutte le scuole del territorio che, come i Comuni, hanno ampie potestà decisionali.

La modalità di coinvolgimento del territorio andrà definita a secondo dei diversi specifici contesti.

102 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Azione Analisi condivisa del sistema di risposta alle esigenze delle persone 5 Servizi con disabilità e con bisogni educativi speciali in età scolare anche in relazione alla definizione di risposte integrate, condivise ed efficaci

Tipologia Specifico di area obiettivo

Interventi / - Condivisione della necessità di rivedere l’attuale sistema di assistenza Azioni educativa scolastica tra i 13 Comuni e definizione di nuove modalità di risposta possibili - Incontri con le singole scuole - Sigla di “patti educativi” tra Comune e scuola

Risorse Professionali (UdP, operatori dei servizi sociali o delle pubbliche istruzioni, scuole, altri UdP, certificatori, ASL) Rappresentanti dei genitori

Strumenti Tavoli di lavoro di Ambito o a livello di singolo Comune utilizzati Accordi/protocolli

Indicatori di a. Definizione bozza patto educativo esito b. Sigla del “patto educativo”

Target di a. si/no valutazione b. almeno in 8 Comuni

Strumenti di Incontri di verifica con gli operatori valutazione Documenti siglati

Tempistica Triennio

d) APPROFONDIMENTO DEGLI ELEMENTI DI CRITICITA’ RELATIVI ALLA POPOLAZIONE CON PATOLOGIE PSICHIATRICHE ED INDIVIDUAZIONE POSSIBILI STRATEGIE DI MIGLIORAMENTO DELLA PRESA IN CARICO A LIVELLO LOCALE

A seguito della chiusura del Tavolo Distrettuale psichiatria convocato dall’Asl, sul nostro territorio si è sentita l’esigenza di proseguire il confronto operativo tra Comuni e Centro Psico Sociale centrato sulla definizione della modalità di gestione operativa degli interventi.

In particolare, si è avviato nel “tavolino psichiatria” un lavoro di confronto: - sulla revisione protocolli già esistenti sull’amministrazione di sostegno - sulla tutela giuridica con la definizione di una bozza di accordo operativo su come organizzare la tutela giuridica suddividendo i compiti tra volontari, Comune e CPS; - sui tirocini terapeutici e l’utilizzo del fondo sociale psichiatria;

103 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

- sulla necessità di transitare alcuni utenti dalle strutture sanitarie alle strutture socio sanitarie. Il luogo di confronto attivato potrebbe anche definire gli elementi territoriali da far confluire nell’obiettivo inter-Ambiti sul tema. I percorsi avviati andrebbero conclusi e revisionati, le documentazioni elaborate andrebbero riviste, adottate ed utilizzate.

Azione Approfondimento degli elementi di criticità relativi alla presa in carico 6 Servizi integrata delle persone con patologie psichiatriche ed individuazione possibili strategie di miglioramento della presa in carico a livello locale

Tipologia Specifico di area obiettivo

Interventi / - Mantenimento del “tavolino psichiatria” per il confronto / monitoraggio Azioni delle azioni intraprese - Verifica, revisione ed eventuale rinnovo dei protocolli operativi (ad oggi scaduti) - Applicazione strumenti elaborati

Risorse Professionali (UdP, operatori dei servizi sociali, operatori del CPS, stakeholder territoriali, ASL) Finanziarie (fondo sociale psichiatria)

Strumenti Tavoli di lavoro utilizzati Protocolli

Indicatori di a. Incontri del Tavolino psichiatria esito b. Sigla dei protocolli c. adozione degli strumenti d. monitoraggio del loro utilizzo

Target di a. Almeno 4 all’anno valutazione b. Sì/no c. almeno 20% casi dei comuni primo anno

Strumenti di Verifica a fine anno valutazione

Tempistica Triennio

104 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

e) APPROFONDIMENTO DEGLI ELEMENTI DI CRITICITA’ RELATIVI MINORI CON PROBLEMATICHE NEUROPSICHIATRICHE ED INDIVIDUAZIONE POSSIBILI STRATEGIE DI MIGLIORAMENTO DELLA PRESA IN CARICO A LIVELLO LOCALE

Anche nei rapporti con la Neuropsichiatria territoriale si sono individuate una serie di criticità che meriterebbero approfondimento e rispetto alle quali si vorrebbero proporre dei protocolli di collaborazione al fine di migliorare le risposte rese all’utenza e la reciproca collaborazione.

Azione Approfondimento degli elementi di criticità relativi alla presa in carico 7 Servizi integrata delle persone con patologie psichiatriche ed individuazione possibili strategie di miglioramento della presa in carico a livello locale

Tipologia Specifico di area obiettivo

Interventi / - Definizione principali criticità nei reciproci rapporti e nelle filiera di presa Azioni in carico - definizione percorsi di confronto territoriale - Proposta protocolli collaborazione

Risorse Professionali (UdP, operatori dei servizi sociali, operatori del UONPIA, stakeholder territoriali, ASL)

Strumenti Tavoli di lavoro utilizzati Protocolli

Indicatori di a. attivazione percorsi di confronto esito b. definizione protocolli di collaborazione c. Sigla dei protocolli

Target di a. si/no valutazione b. Sì/no c. si/no

Strumenti di Verifica a fine anno valutazione

Tempistica Triennio

105 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

4.3 L’integrazione delle risorse

INCREMENTARE L’UTILIZZO ASSOCIATO DI RISORSE PER FAVORIRE UNA RISPOSTA PIÙ EFFICACE AD ALCUNE PROBLEMATICHE SPECIFICHE E PER FAVORIRE ECONOMIE DI SCALA ANCHE INDIVIDUANDO NUOVE MODALITÀ GESTIONALI

Un obiettivo cardine della Regione Lombardia è quello di incrementare la quota di gestioni associate da parte dei Comuni. Si prefigura che alcuni riparti economici futuri possano tenere conto anche di questo indicatore.

Attualmente i tredici Comuni dell’Ambito investono sulle gestioni associate una quota limitata di risorse comunali (7,9% - media regionale 20,50%), inoltre, si registra una frammentazione degli appalti e delle concessioni per diversi servizi erogati in modo molto simile dai tredici enti locali, con conseguente basso margine di contrattazione con le ditte e grosso impiego di ore personale comunale sugli aspetti amministrativi e normativi.

Anche la costituzione di nuovi servizi associati impatta in maniera massiccia con le organizzazioni e le risorse di personale presenti nei singoli comuni e sembra arrivata a saturazione la possibilità di aumentarne il numero.

Per rispondere agli obiettivi Regionali ed aiutare l’Ufficio di Piano ed i Comuni nelle loro difficoltà gestionali si sono prefigurati le seguenti azioni/obiettivi.

a) ATTIVAZIONE PROGETTAZIONE DI AMBITO A CONTRASTO DELLA VULNERABILITÀ SOCIALE

L’Ambito di Carate Brianza ha ottenuto un finanziamento dalla Fondazione Cariplo per l’attuazione del progetto biennale “Archimedes – leve per il cambiamento sostenibile”. La progettazione vuole incidere sulla produzione di nuovi strumenti, nonché sull’attuale organizzazione e modalità di erogazione degli interventi e dei servizi rispetto alle aree: casa, reddito, lavoro, cioè le dimensioni che costituiscono oggi gli elementi di vulnerabilità sociale dei nuclei famigliari. In particolare, si vogliono ripensare le priorità pubbliche di welfare, aggiornandole alle nuove e rilevanti caratteristiche sociali, affiancando risposte promozionali e di sostegno alle responsabilità soggettive e collettive, a risposte emergenziali. Si intende, quindi, riequilibrare il rapporto tra destinatari tradizionali degli interventi comunali, sempre più rappresentati da soggetti con vulnerabilità grave e cronica, e destinatari potenziali, intercettando la domanda inespressa di coloro che sono portatori di nuovi rischi e bisogni. La progettazione si svolgerà in connessione anche con i lavori del Tavolo Welfare a livello Inter- Ambiti.

106 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Azione Attivazione progettazione di ambito a contrasto della vulnerabilità sociale 1 Risorse

Tipologia Specifico obiettivo

Interventi / - Chiusura del Piano Operativo del progetto Archimedes con la Azioni definizione di ciascun azione e relativi tempi di realizzazione - Realizzazione delle attività come da progetto e Piano Operativo - Verifica degli esiti e dell’impatto - Rendicontazione

Risorse Professionali (UdP, operatori dei servizi sociali e degli uffici tecnici dei comuni, operatori dei soggetti partner) Finanziarie (finanziamento Fondazione Cariplo, FNPS, fondi comunali, fondi Caritas, co-finanziamento soggetti partner)

Strumenti Accordi specifici utilizzati Cabina di regia del progetto Tavoli di lavoro Tavolo Gestionale Tecnico Assemblea dei Sindaci

Indicatori di Realizzazione del progetto esito

Target di SI/NO valutazione

Strumenti di Monitoraggi semestrali valutazione Rendicontazione del progetto a Fondazione Cariplo Report finale

Tempistica Biennio 2015-2016

b) MANTENIMENTO LIVELLO DI SERVIZI GESTITI IN MANIERA ASSOCIATA

A partire dalle sperimentazioni delle Leggi di Settore, l’Ambito di Carate ha studiato e realizzato diverse progettazione che sono poi state mantenute nel tempo trasformandosi in servizi a gestione associata dei tredici Comuni, soprattutto sull’area minori e famiglia.

Si intende dare prosecuzione a tali progettazioni per il prossimo triennio, ed in particolare ai seguenti servizi: Tepee (ufficio affidi), Nuovo Giardino (spazio neutro), Cesis (servizio informazione e orientamento stranieri, sportello badanti), servizio trattamento post valutazione, Etim, Ancora Genitori (sostegno alla genitorialità in separazione conflittuale), Ho cura di te (sostegno alle neo mamme a rischio), fondo sociale psichiatria (borse lavoro per tirocini terapeutici), strumenti informatici

107 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

di Ambito, Volanorienta (servizio penale minorile), CIC (servizio sportello psicoeducativo scuole superiori e rete per prevenzione fenomeni dipendenza e disagio e promozione agio), Artemide (rete contro la violenza sulle donne).

Azione Mantenimento livello di servizi gestiti in maniera associata 2 Risorse

Tipologia Generale obiettivo

Interventi / - Mantenimento dei servizi di Ambito nel preventivo triennale Azioni - Valutazione annuale dei servizi in Tavolo Gestionale Tecnico e Assemblea dei Sindaci

Risorse Professionali (UdP, operatori dei servizi sociali, professionisti che seguono i servizi di Ambito) Finanziarie (FNPS, quota capitaria dei Comuni)

Strumenti PEG utilizzati Convenzione per la gestione associata di servizi Gruppi tecnici dei servizi Tavoli di Lavoro Tavolo gestionale Tecnico Assemblea dei Sindaci

Indicatori di Mantenimento dei 12 servizi di Ambito sul triennio esito

Target di 100% valutazione

Strumenti di Report annuali valutazione

Tempistica Triennio

c) ATTIVAZIONE SERVIZIO DI SUPPORTO NELLA GESTIONE DELLA PROTEZIONE GIURIDICA DELL’ADULTO

In riferimento al punto precedente, obiettivo dell’Ambito è anche quello di attivare e mettere a regime un nuovo servizio a gestione associata che si occupi di supportare i Comuni nella gestione delle amministrazioni di sostegno ove il Tribunale nomini il Sindaco. Infatti, il Tribunale di Monza, in assenza dell’indicazione o della presenza di parenti della persona disabile o non autosufficiente in grado di assumere il compito, nomina esclusivamente i Comuni (non prende in considerazione anche altri Enti pubblici che per normativa potrebbero, invece, fare

108 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

da amministratori di sostegno) e questo ha prodotto una alta concentrazione di tutelati a carico delle assistenti sociali comunali non tanto per quanto riguarda gli aspetti di presa in carico sociale, ma soprattutto per le incombenze di gestione della vita quotidiana (amministrazione del patrimonio, dell’abitazione…).

Il servizio prevede l’istituzione di una equipe con competenze diversificate (amministrative, educative, etc) che intervenga in particolar modo nei casi più complessi, come ad esempio in presenza di grandi patrimoni. Il Comune di Lissone è già stato individuato quale capofila. Sarà oggetto di valutazione la modalità di gestione e saranno oggetto di confronto le caratteristiche specifiche del servizio (costi, modalità di accesso, prestazioni garantite…).

Azione Attivazione servizio di supporto nella gestione della protezione giuridica 3 Risorse dell’adulto

Tipologia Specifico di Area obiettivo

Interventi / - definizione bisogni territoriali Azioni - definizione modalità gestione del servizio - attivazione servizio - valutazione periodica

Risorse Professionali (operatori dei servizi sociali, UdP, eventuali enti terzi) Finanziarie (FNPS, quota capitaria dei Comuni)

Strumenti Convenzione per la gestione associata di servizi utilizzati Gruppi tecnici dei servizi Tavoli di Lavoro Tavolo gestionale Tecnico Assemblea dei Sindaci

Indicatori di a) Definizione e attivazione del servizio esito b) Utilizzo del servizio

Target di a) SI/NO valutazione b) almeno 9 Comuni dell’Ambito

Strumenti di Report annuali valutazione

Tempistica Triennio

109 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

d) INDIVIDUAZIONE DIVERSE MODALITÀ PER LA GESTIONE ASSOCIATA DI SERVIZI, ACCREDITAMENTI ED APPALTI

Fatto salvo quanto illustrato nei due obiettivi precedenti, si riscontra ad oggi grande difficoltà di gestione dei servizi associati sia a causa delle sempre minori risorse di personale dei servizi sociali sia a causa dell’impatto delle attuali norme di gestione del bilancio comunale e del patto di stabilità. Ad oggi, infatti, per la gestione associata dei servizi di Ambito ci si appoggia di volta in volta ad un Comune capoprogetto. L’attuale assetto vede l’Ufficio di Piano gestire 10 dei 12 servizi o interventi associati, 4 accreditamenti di servizi (AES – ADH – Disabili sensoriali e SAD) ed uno dei due servizi previsti in nuova attivazione nel triennio. Ciò impatta nel contrarre il tempo a disposizione per la funzione di programmazione.

Inoltre, in considerazione del fatto che tutti i Comuni attualmente e con cadenza fissa appaltano gli stessi servizi con dispersione di risorse, è opportuno immaginare di unificare le procedure di gara anche al fine di operare economie di scala.

Si ritiene utile, quindi avviare uno studio di fattibilità circa l’individuazione di modalità diverse per la gestione dei servizi e per la realizzazione di gare (appalti, co-progettazioni) o accreditamenti, anche valutando la disponibilità delle due aziende già presenti sul territorio (Codebri e Offerta sociale).

Azione Individuazione diverse modalità per la gestione associata di servizi, 4 Risorse accreditamenti ed appalti

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi / - Definizione bisogni dei diversi servizi sociali Azioni - Individuazione possibile diverso gestore territoriale - Definizione modalità di transito delle gestioni attualmente in essere

Risorse Professionali (operatori dei servizi sociali, UdP, eventuali enti terzi)

Strumenti Convenzione per la gestione associata di servizi utilizzati Gruppi tecnici dei servizi Tavoli di Lavoro Tavolo gestionale Tecnico Assemblea dei Sindaci

Indicatori di Definizione diversa modalità di gestione servizi di Ambito esito Definizione appalti associati

Target di Da specificare valutazione

Tempistica Triennio

110 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

e) SVILUPPO DEL SERVIZIO ED ATTIVITÀ DI FUND RAISING TERRITORIALE

Dall’anno 2013 è attivo sul territorio il progetto Good Morning Brianza, che consiste in un fondo senza scadenza a supporto dei progetti sociali dell’Ambito di Carate Brianza, che si rinnovano triennalmente e in un servizio per la raccolta professionale di risorse economiche.

Tale progetto nasce a fronte della contrazione dei fondi a disposizione delle amministrazioni pubbliche nel settore sociale, della chiusura di progetti di Ambito, della necessità di ri-coinvolgimento della società civile in tematiche sociali e delle indicazioni regionali a percorrere vie alternative nel sostegno di progetti sociali. Coinvolge, attualmente, oltre alle tredici Amministrazioni comunali e all’Ufficio di piano anche 7 Cooperative ed 1 Associazione del territorio.

Il progetto Archimedes, che prevede l’obbligatorietà di un servizio simile di fund raising, si appoggia a tale progetto.

Azione Sviluppo del servizio ed attività di fund raising territoriale 5 Risorse

Tipologia Generale obiettivo

Interventi / Come da piano operativo 2015: Azioni - Miglioramento della visibilità del progetto sul territorio e aumento dei contatti di piccoli donatori tramite eventi e strumenti di comunicazione online e offline - Mantenimento attività legate ai piccoli donatori con la creazione di eventi in rete con le realtà territoriali dedicati a Good Morning Brianza - Sviluppo del legame con i grandi donatori e acquisizione di nuove partnership - Attivazione di volontari a supporto della raccolta fondi e delle singole progettazioni - Attivazione di stage a supporto della progettazione - Integrazione con il progetto Archimedes

- Verifica prosecuzione - Redazione Piano operativo 2016

Risorse Professionali (UdP, fundraiser, operatori dei comuni, operatori dei soggetti partner, volontari) Finanziarie (donazioni, quote partner, …)

Strumenti Piano di lavoro 2015 utilizzati Tabella dei range Mailing Face to face Vendita prodotti Organizzazione eventi (marcia, spettacolo teatrale,..) Concorso fotografico

Indicatori di a) Raccolta di fondi come da piano dei range; esito b) Ampliamento della visibilità sociale del progetto

111 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Azione Sviluppo del servizio ed attività di fund raising territoriale 5 Risorse

Target di a) Almeno 80%; valutazione b) Da definire rispetto agli strumenti (nuovi contatti sui social, partecipazione ad eventi, comunicati stampa, diffusione logo…)

Strumenti di Report di fine anno valutazione Rendiconto della Fondazione Monza Brianza

Tempistica Triennale

f) DEFINIZIONE MODALITÀ INTEGRATA PER LA GESTIONE DEI TRASPORTI SOCIALI

Tale obiettivo scaturisce dalla consapevolezza che, come già indicato nei precedenti Piani di Zona e nuovamente evidenziato dal tavolo anziani allargato, il problema della mobilità degli anziani e, più in generale, dei soggetti fragili del territorio, che necessitano di trasporti occasionali per sottoporsi a visite mediche o terapie curative/ riabilitative è un bisogno sempre più rilevante che ormai da anni, le amministrazioni comunali, per carenza di mezzi, personale e risorse economiche, non riescono più completamente a soddisfare. Chiaramente tale problematica assume purtroppo maggiore rilevanza nei contesti in cui l’anziano è solo, in assenza o carenza di una rete famigliare adeguata o laddove, anche in presenza di quest’ultima, lo stesso deve sottoporsi a terapie/cure frequenti, ripetute e prolungate nel tempo. Negli ultimi anni, le risposte a tale bisogno, per lo più diversificate e frammentate, sono state fornite quasi esclusivamente dalle associazioni di volontariato quali, ad esempio (solo a titolo esemplificativo e non esaustivo), l’Auser Brianza, la Croce Bianca, la Croce Verde, la Banca del tempo, associazioni a valenza parrocchiale o comunale etc..; per altro, quest’ultime associazioni, essendo già impegnate mediante convenzioni, a garantire per le varie Amministrazioni Comunali i trasporti continuativi per i disabili ai sensi della legge 104/92, faticano a loro volta, per indisponibilità di mezzi, risorse e volontari, a fornire una risposta adeguata alle varie istanze che pervengono alle rispettive centrali telefoniche in tal senso. D’altro canto si rileva quanto tali trasporti realizzati dai vari enti e associazioni spesso si sovrappongano registrando continue duplicazioni in termini di destinazioni, percorsi e orari; conseguentemente risulta più che mai necessario ottimizzare tali risorse mediante la messa in rete delle associazioni e degli enti del territorio al fine di addivenire, anche in un’ottica di tutela ambientale, alla creazione di un servizio distrettuale di coordinamento e condivisione delle risorse del Terzo Settore formali e informali impegnate nell’erogazione di tali servizi così di seguito sintetizzato:

Azione Migliorare la mobilità sociale a favore degli anziani promuovendo 6 Risorse la mobilità sostenibile, la tutela e la promozione dell’ambiente e del territorio.

Tipologia Generale obiettivo

112 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

Azione Migliorare la mobilità sociale a favore degli anziani promuovendo 6 Risorse la mobilità sostenibile, la tutela e la promozione dell’ambiente e del territorio. Tipologia Generale obiettivo

Interventi / 1) Creazione di una rete coordinata tra le associazione impegnate nel campo dei Azioni trasporti sociali e i Comuni mediante: - Rilevazione delle associazioni/ gruppi formali e informali di volontari che nei vari territori comunali dell’ambito si occupano di trasporti socio-assistenziali, - Messa in rete di tali associazioni creando occasioni di incontro, confronto e sinergia strutturata su attività di comune interesse accrescendo l’efficacia dei propri interventi creando occasioni di incontro, confronto e sinergia; 2) Formalizzazione della rete mediante l’adozione di atti “ad hoc”: - Stesura di protocolli d’intesa tra le varie associazioni interessate al fine di ottimizzare e valorizzare le risorse umane, strumentali nonché strategie comuni di ricerca di volontari e loro formazione; - Stesura di convenzioni tra le associazioni e le A.C. coinvolte per l’ottimizzazione e valorizzare delle risorse umane, strumentali nonché per accedere congiuntamente a bandi / finanziamenti a supporto dell’attività prevista; 3) Avvio del progetto/servizio vero e proprio e implementazione di un sito internet ad esso dedicato accessibile ai cittadini

Risorse Professionali (Associazioni di volontariato, assistenti sociali dei Comuni gruppi di volontari informali) Finanziarie (per l’implementazione del servizio in rete)

Strumenti Tavolo anziani allargato utilizzati Assemblea dei sindaci

Strumenti: Protocolli d’intesa tra le varie Amministrazioni comunali e associazioni

Indicatori di a) Adesione associazioni del territorio esito b) definizione convenzione quadro c) adesione dei Comuni e delle associazioni alla convenzione d) attivazione servizi condivisi e) Maggiore offerta di servizi ai cittadini

Target di a) almeno 50% valutazione b) si/no c) almeno 9 comuni e 50% associazioni d) da definire e) da definire

Strumenti di Report annuale - convenzione valutazione

Tempistica Triennio 113 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Carate Brianza - Piano di Zona 2015 – 2017

g) POTENZIAMENTO DEL SERVIZIO DI SEGRETARIATO SOCIALE E SEGRETARIATO SOCIALE PROFESSIONALE DI AMBITO

Si riscontra difficoltà da parte dei Comuni nel sostituire gli operatori del servizio sociale sia in modo permanente, sia per brevi periodi. In particolare, vista l’impossibilità di assumere personale e la necessità di ricorrere alla mobilità che ha dei tempi piuttosto lunghi, in alcuni casi il servizio sociale (ove è presente ad esempio una sola assistente sociale) resta scoperto per un certo tempo, oppure non è possibile effettuare “passaggi di consegne” tra l’operatore uscente e quello entrante. Inoltre gli operatori che accompagnano le sostituzioni, non sempre conoscono le peculiarità dell’Ambito. Si propone, quindi, di individuare una o due assistenti sociali da formare rispetto alle specificità del territorio (servizi esistenti, attori e reti, regolamenti…) e che siano a disposizione dei Comuni che ne abbisognano (con costi a carico dell’Ente) oppure a disposizione dei servizi di Ambito (con costi a carico dell’Ufficio di Piano).

Azione Potenziamento del servizio di segretariato sociale e segretariato sociale 7 Risorse professionale di Ambito

Tipologia Generale obiettivo

Interventi / - Studio di fattibilità rispetto allo strumento giuridico migliore per l’incarico Azioni da parte dell’Ufficio di Piano ad un’assistente sociale - Selezionare la figura idonea e definire disciplinare d’incarico (compiti e funzioni) - Formare l’operatrice selezionata - Allestire postazione di lavoro - Definire un regolamento circa l’utilizzo dell’operatrice da parte dei singoli Comuni

Risorse Professionali (Ufficio di Piano) Finanziarie

Strumenti Appalto utilizzati Convenzione Tavoli di lavoro Assemblea dei Sindaci

Indicatori di Da definire esito

Target di Da definire valutazione

Strumenti di Da definire valutazione

Tempistica Triennio

114 Piano di Zona Ambito di Carate Brianza Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Piano di Zona 2015 - 2017 Sezione Ambito di Desio Documento di programmazione locale

Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

1. Esiti - La valutazione del Piano di Zona 2012-2014

Secondo le indicazioni fornite da Regione Lombardia, si dà seguito alla declinazione del grado di attuazione del precedente piano, richiamando gli obiettivi posti nella passata triennalità e mettendo in luce le opportunità di mantenimento e/o sviluppo. L’analisi è condotta seguendo il tracciato delle Aree Tematiche e, laddove possibile, riporta specifici elementi a supporto di quanto relazionato. In termini generali si rileva che l’Ambito Territoriale, fin dal 2009, si è dotato di un Regolamento di disciplina per la concessione di contributi e sussidi economici a persone fisiche che ha determinato livelli di accesso ed erogazione comuni su alcuni specifici interventi, quali l’assistenza economica e l’erogazione di contributi ad integrazione rette per anziani e/o disabili, trasversali alle diverse aree. Nel processo di valutazione del precedente piano vi è tuttavia da sottolineare che quest’ultima trien- nalità ha visto una consistente riduzione delle risorse trasferite dal livello nazionale al piano di zona, che ha ingessato ulteriormente il percorso verso un welfare associato e la realizzazione di alcuni degli obiettivi programmatori qui declinati.

1.1 Risultati sull’Area Anziani

A fronte della profonda trasformazione della durata media della vita, evidenziata sia nel precedente piano che nell’analisi dati relativi al contesto socio-demografico, e dell’impatto della multi-morbosità e progressione della disabilità nella popolazione anziana che ha determinato una maggiore “pres- sione” sul sistema socio-sanitario nel suo complesso, il Piano di Zona 2012-2014 individuava obiet- tivi orientati alla ricomposizione del sistema, con focalizzazione sulla spesa socio sanitaria e sui servizi specifici dedicati a questa fascia di popolazione. In primo luogo la precedente programmazione si proponeva di consolidare alcune esperienze spe- rimentali avviate nel triennio precedente sui temi dei servizi ed interventi a sostegno della domici- liarità, quali ad esempio lo Sportello di Assistenza Familiare d’Ambito in qualità di punto d’accesso specifico unico d’Ambito, l’implementazione del CEAD e l’avvio della sperimentazione del voucher sociale. In termini specifici è stato garantito con risorse d’ambito lo Sportello Assistenti Familiari- SAF per il periodo 2012-2014 con due aperture settimanali in due Comuni dell’Ambito; lo stesso, nel corso del 2014, ha registrato un esito positivo pari al 28% dei contatti promossi dallo Sportello, dato in linea con quello registrato nel 2013 ed in calo rispetto al 2012 (44%), imputabile alle difficoltà economiche reali delle famiglie in questi ultimi anni; tra le motivazioni dei mancati abbinamenti, infatti, è stato re- gistrato il cambiamento di decisioni da parte delle famiglie e l’individuazione di personale attraverso reti informali. Rispetto all’introduzione del voucher nel servizio Assistenza Domiciliare si è garantita la prosecu- zione in tutto il triennio del sistema per i sette Comuni dell’Ambito, registrando inoltre il passaggio all’Ambito di Seregno del Comune di in data 28 febbraio 2013. Ad oggi, quindi, l’Ambito Territoriale di Desio ha attivo un Albo Territoriale costituito da sette cooperative accredi- tate, cui i comuni fanno riferimento per l’erogazione del servizio assistenza domiciliare, mediante l’impegno di risorse proprie. A novembre 2014, inoltre, tutti i Comuni dell’Ambito hanno optato per il passaggio al voucher per erogare il servizio. La modalità accreditamento/voucher è stata estesa anche agli interventi domiciliari per minori, di cui si dirà in seguito, ma non per il Trasporto Sociale. Sul fronte del CEAD l’esperienza è stata sperimentata nel Comune di Limbiate; inoltre si rileva, so- prattutto nell’ultimo anno della scorsa programmazione, su impulso di specifiche DGR, una spinta alla sperimentazione di una regia unica a livello territoriale finalizzata a formulare progettualità inte- grate di sostegno alla domiciliarità, attraverso la valutazione multidimensionale e la redazione del Progetto Assistenziale Individuale. Alcuni obiettivi di regolazione e gestione comune dei servizi a livello d’Ambito hanno trovato difficile

115 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

applicazione. Tra questi, non ha trovato spazio l’incremento fra tutte le Amministrazioni Comunali dell’Ambito di uniformità del Servizio Assistenza Domiciliare in ordine ai criteri di accesso sul fronte della tariffazione, mentre rispetto a standard minimi di prestazione e di intensità assistenziale si se- gnala l’adozione da parte dei Comuni dell’Ambito di un unico ente erogatore, a fronte di un’unicità di appalto. Anche l’analisi ed approfondimento della questione relativa alle rette delle quattro R.S.A. del territorio, con evidenza delle “buone prassi” ed un affondo sulla compartecipazione ai costi non ha visto decollare il processo di confronto, tuttavia tale tematica è riproposta con maggior spessore e più ampia condivisione nella nuova programmazione. Infine l’estensione del sistema di voucherizzazione ai trasporti sociali con una visione d’Ambito si è scontrata con il radicamento locale delle diverse realtà, spesso associazioni del terzo settore no profit, che abitualmente gestiscono il servizio a livello comunale, ed ha visto la sua reale implemen- tazione solo in alcuni territori.

Obiettivi PdZ 2012 - 2014 Grado di raggiungimento Note/eccellenze da mantenere

Il trasferimento della titolarità è avvenuto Trasferimento della titolarità grazie alla disponibilità dell’Azienda Centro Diurno Integrato all’ ASP Raggiunto (100%) Speciale Consortile “Consorzio Desio Gavazzi di Desio J Brianza”

Incrementare tra tutte le Amministrazioni comunali, l’uniformità del servizio di Assistenza Domiciliare in ordine ai criteri di accesso e Percorso da mantenere anche in relazione alla determinazione di standard Parzialmente raggiunto alla stesura del nuovo regolamento minimi di prestazione e di intensità d’ambito che recepisce il DPCM assistenziale K n.159/2013 Iniziare ad affrontare la questione relativa alla tariffazione del servizio, riduzioni comprese

Accreditamento Servizio Raggiunto(100%) Criteri di accreditamento omogenei a Assistenza Domiciliare J livello d’ambito da mantenere Conferma dello sportello di Raggiunto (100%) Si conferma il mantenimento a livello Assistenza Familiare d’Ambito d’ambito SAF J

La modalità di valutazione multidimensionale attraverso la Sperimentazione Cead/PUA Parzialmente raggiunto qualificazione delle equipe integrate è comunali K individuato quale obiettivo di integrazione sociosanitaria interambiti nella nuova programmazione zonale

Sperimentazione su specifiche Presenza di una regia unica a Raggiunto su specifiche DGR DGR, soprattutto nell’ultimo anno di livello territoriale dell’intero sistema (100%) programmazione. sanitario e socio-assistenziale J Le modalità saranno implementate nella nuova programmazione

116 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivi PdZ 2012 - 2014 Grado di raggiungimento Note/eccellenze da mantenere

Sperimentare il voucher sociale e quindi, l’ accreditamento tramite un La ricomposizione del sistema di Albo territoriale d’ Ambito, anche Parzialmente raggiunto conoscenza relativa al Trasporto sociale per gli interventi di Trasporto So- K viene individuato quale intervento/azione ciale della prossima programmazione

Esaminare ed approfondire la que- L’analisi della spesa socio sanitaria viene stione relativa alle rette, partendo Non raggiunto (0%) individuato quale obiettivo strategico della dalle 4 RSA del territorio L programmazione interambiti del prossimo triennio

1.2 Risultati sull’area Disabilità

Rispetto all’area disabilità, la precedente programmazione aveva individuato tre macro obiettivi ed una serie di interventi di consolidamento di servizi e/o interventi già presenti nella programmazione precedente, legati senz’altro al tema del reperimento risorse per garantirne la sostenibilità. Il primo obiettivo riguardava l’accreditamento e la gestione dell’Albo Territoriale d’Ambito degli ope- ratori accreditati per l’erogazione dei servizi educativi domiciliari ai Disabili (ADH) in forma vouche- rizzata; lo stesso è stato completamente raggiunto ed i Comuni dell’Ambito usufruiscono oggi di un albo cui sono inserite n. otto cooperative accreditate. Tale formula è utilizzata dai Comuni in forma integrativa rispetto alla forma prevalente di erogazione, effettuata mediante contratto di servizio con l’Azienda Speciale Consortile “Consorzio Desio-Brianza”. Una riflessione, a tal proposito, va posta in relazione all’allocazione delle risorse che vede, da un lato, i Comuni dell’Ambito legati ai propri bilanci e, dall’altro all’erogazione di risorse, incerta e discontinua, a livello centrale. Il triennio appena trascorso ha visto raggiunti gli obiettivi che sostenevano la presenza sul territorio di Sportelli d’Ambito legati a specifiche tematiche:

- lo Sportello Centri Servizi Volontariato - CSV ha proseguito l’attività ed ha visto, nell’ultimo anno, una sua rivisitazione nella formula organizzativa, finalizzata a migliorare sui territori la ricaduta in termini di efficacia. In questo senso si è andati nella direzione di un efficientamen- to delle risorse a disposizione che ha permesso la promozione del valore dell’esperienza del volontariato e l’educazione alla cittadinanza attiva, anche attraverso concrete azioni di sup- porto alle realtà locali che hanno permesso l’adesione a bandi specifici. - lo Sportello Volontaria Giurisdizione - Volgi, realizzato mediante l’Accordo con la rete Fianco a Fianco, progetto di carattere provinciale, ha visto garantito il suo funzionamento, attraverso il finanziamento con risorse d’ambito, raggiungendo un buon grado di integrazione con i Ser- vizi e con il territorio. Gli accessi totali, distribuiti nei due giorni di apertura settimanale, hanno sfiorato nei tre anni precedenti i 300, in prevalenza sull’area anziani e disabili. Il tema delle protezioni giuridiche assume, rispetto alla lettura dei bisogni del territorio un’importanza strategica per l’Ambito Territoriale di Desio e trova uno spazio di investimento nella declinazione de- gli obiettivi di ambito nella prossima programmazione. A tal proposito, anche l’obiettivo conoscitivo relativo allo studio di fattibilità per la realizzazione di uno Sportello Protezione Giuridica d’Ambito è stato raggiunto e ciò ha permesso, a fine anno 2014, la messa a punto del piano operativo che ne vedrà la realizzazione nel prossimo triennio. Nella triennalità precedente si sono realizzati specifici progetti ai sensi della legge di settore 162/98, fino al suo completo traghettamento, avvenuto nel 2014, al nuovo approccio integrato definito nell’ambito del Fondo Non Autosufficienza.

117 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Al consolidamento di modelli di gestione dei servizi guardava l’obiettivo relativo alla messa a siste- ma della gestione d’Ambito degli interventi a favore dei disabili sensoriali di competenza provinciale, attraverso l’Azienda Speciale Consorzio Desio-Brianza che ha raggiunto buoni risultati, nonostante la contrazione delle risorse a livello centrale intervenuta nel corso degli anni. La programmazione precedente investiva, infine, su una regolamentazione uniforme per l’accesso delle persone con disabilità in carico ai Comuni nelle strutture CSE e relativa tariffazione, con avvio del processo di accreditamento: tale percorso è stato avviato a livello d’ambito e, successivamente, fatto proprio dagli altri ambiti territoriali. Ciò ha permesso la promozione di un tavolo di confronto con gli enti gestori e la messa a punto di strumenti di lettura ed analisi delle strutture presenti sul territorio provinciale; l’allargamento a livello interambiti ha reso necessaria una revisione del crono programma originario e, data la strategicità condivisa a livello di interambiti, sarà oggetto della pros- sima programmazione zonale interambiti.

Obiettivi PdZ 2012 - 2014 Grado di raggiungimento Note/eccellenze da mantenere

Bando Accreditamento Servizi Raggiunto (100%) Criteri di accreditamento omogenei a Disabili Domiciliari ADH J livello d’ambito da mantenere Consolidamento Sportello Volgi sul Raggiunto (100%) Investimento del tema della protezioni territorio J giuridiche con specifico obiettivo d’Ambito

La nuova determinazione del Fondo non Realizzazione progettualità Raggiunto(100%) Autosufficienza a livello generale ha individuali L.162 modificato approccio ed impianto generale J del sistema di valutazione, progettazione ed erogazione delle risorse

Studio di fattibilità Ufficio di Raggiunto (100%) Investimento del tema della protezioni Protezione Giuridica d’Ambito J giuridiche con specifico obiettivo d’Ambito Regolamentazione uniforme per l’accesso alle strutture CSE e Parzialmente raggiunto Investimento sul tema a livello interambiti relative tariffazioni K

Sportello CiesSeVi Raggiunto (100%) Mantenimento dell’intervento nella J prossima programmazione Servizi per l’integrazione delle Servizio da valutare, in ordine al quadro persone disabili DS e AES in Raggiunto (100%) di definizione delle future competenze collaborazione con l’Azienda provinciali ed al relativo obiettivo Consortile J interambiti

118 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

1.3 Risultati sull’area Minori e Famiglia

Il precedente piano individuava diversi obiettivi su quest’area, in parte classificabili come obiettivi innovativi, finalizzati alla prevenzione del disagio ed al supporto delle famiglie multiproblematiche, soprattutto sul fronte della protezione del minore, in parte riconducibili a dare continuità e consoli- dare interventi già in atto. Alcuni obiettivi richiamavano priorità assunte anche a livello interambito, soprattutto nella direzione dell’integrazione socio-sanitaria tra servizi.

Un primo obiettivo assunto sul fronte del consolidamento riguardava la gestione dei titoli sociali a favore di minori e famiglie, attraverso modalità condivise a livello d’ambito; tale azione è stata perse- guita attraverso una serie di azioni, tra le quali si citano quelle di sostegno della frequenza delle fa- miglie agli asili nidi privati e l’integrazione del reddito di famiglie in difficoltà. Analogamente anche la gestione dei Fondi Intese e Piano Nidi hanno perseguito le medesime finalità, registrando, tuttavia, in corso d’opera, l’introduzione di numerosi correttivi ai sistemi messi a punto, che hanno registrato una difficoltà di decollo, tutt’ora da affrontare. In questo ambito risulta assolutamente collegato il processo di accreditamento delle unità Prima Infanzia pubbliche/private che ha visto la sua prima edizione a fine 2014, registrando una prima adesione di 22 u.o. del territorio.

La protezione del minore e della sua famiglia ha registrato nel triennio precedente un lavoro in dire- zione della condivisione di protocolli e linee guida sui processi ai fine di uniformarne modalità e con- tenuti; in questo ambito l’opportunità di ampliamento di uno specifico progetto di housing sociale, denominato “Bridge”, e dedicato alle donne sole con figli è stato colto nella prima edizione, mentre l’azione si è nell’ultimo anno concentrata sulla ricerca di soluzioni abitative destinate ad altre tipolo- gie di bisogno emergenti. In particolare, l’anno 2014 ha visto il convenzionamento con strutture del territorio per fronteggiare l’emergenza abitativa: tale tipologia di intervento viene riconfermata nella nuova programmazione.

Rispetto all’obiettivo legato alla realizzazione degli interventi previsti nel progetto “La famiglia e la rete”, sulla scia del Bando “Fare rete e dare tutela e sostegno alla maternità”, ai sensi della L.23/99, si registra il raggiungimento dello stesso attraverso il finanziamento ed il coordinamento delle azioni a livello d’ambito.

Più contradditori sono stati, per ragioni diverse, obiettivi dedicati ad azioni di sistema, raggiunti solo in modo parziale: è il caso, in primo luogo, dell’obiettivo relativo al consolidamento della rete degli attori nell’ambito del tavolo politiche scolastiche, partito con successo e poi non sviluppato sia per mancanza di risorse specifiche sia all’interno dell’ufficio di piano. Anche l’impulso promosso dall’Ambito Territoriale teso alla sistematizzazione in modo chiaro e definito di competenze e re- sponsabilità dei diversi soggetti che si rivolgono alle famiglie, al fine di garantirne un’operatività inte- grata sempre più efficace ha visto, nel corso del tempo, la costituzione di un tavoload hoc a più voci che, purtroppo non ha registrato continuità negli incontri ed ha ripreso recentemente i lavori, tanto che questo è un intervento che lascia la sua eredità anche nella nuova programmazione triennale a livello d’ambito.

119 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivi PdZ 2012 - 2014 Grado di raggiungimento Note/eccellenze da mantenere

Consolidamento titoli sociali minori Raggiunto (100%) Criteri di accreditamento omogenei a (accreditamento ADM) J livello d’ambito da mantenere

Prosecuzione degli interventi con risorse Bando Intese e Bando Piano Nidi Raggiunto (100%) residue nel primo anno della nuova J programmazione

Reperimenti di altri appartamenti e/o spazi, destinandoli anche ai Parzialmente raggiunto Investimento del tema housing sociale con papà separati o ad altre tipologie specifico intervento d’Ambito nella nuova di nuclei familiari in difficoltà K programmazione

Proporre stretta collaborazione tra i Servizi sociali comunali e i Investimento in tale direzione con Consultori Familiari, includendo Parzialmente raggiunto specifico intervento d’Ambito nella nuova anche il Consultorio privato K programmazione presente nel territorio dell’Ambito

Investimento sulla fragilità della famiglia Progetto “La Famiglia e la rete” Raggiunto (100%) con specifico intervento d’Ambito nella J nuova programmazione

Accreditamento U.O. Prima Raggiunto (100%) Processo di accreditamento avviato e da Infanzia pubblico/ privato J mantenere

Consolidare la rete degli attori presenti al Tavolo Locale delle Parzialmente raggiunto Politiche Scolastiche d’ Ambito K

120 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

1.4 Risultati sull’Area Adulti ed Esclusione sociale

Nel contesto, già analizzato nella parte relativa all’analisi dei bisogni, dove è stato confermato un dato provinciale di minor investimento delle risorse in questa specifica area, il Piano 2012-2014 prevedeva per questa area alcuni obiettivi orientati ad azioni di sistema, altri di conferma del siste- ma di regolazione dell’accesso ai servizi in modo uniforme ed altri di implementazione di specifici interventi sul fronte immigrazione e salute mentale.

L’Area vede una preponderanza di obiettivi raggiunti: è il caso delle azioni di housing sociale di cui si è detto nel paragrafo precedente, qui declinato, tuttavia, anche in forma specifica sull’area salute mentale, con ampliamento del progetto residenzialità leggera. In particolare si registra la messa in esercizio dell’appartamento di proprietà del Comune di Desio confiscato alla mafia e l’approvazione a livello d’ambito del protocollo per la sua gestione, in sinergia con ASVAP e l’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate; l’unità abitativa messa a disposizione ha accolto utenti in carico ai Centri Psi- co Sociali del territorio. Su questo fronte, tale azione trova la sua naturale formalizzazione, nel trien- nio precedente, nell’ambito del progetto Autonoma-mente. Rispetto all’area salute mentale risulta realizzato anche il protocollo salute mentale e la destinazione di specifiche risorse d’ambito per la realizzazione dei cosiddetti tirocini risocializzanti di utenti psichiatrici, pur registrando una flessione negativa di investimento economico, anche a fronte della riduzione dei trasferimenti a livello statale. In particolare gli utenti che hanno usufruito di tale tipologia di servizio hanno trovato collocazione in cooperative sociali ed enti ospitanti del territorio che ne hanno permesso l’integrazione sociale, po- tenziando il carattere riabilitativo-socializzante messo in campo dal servizio specialistico in sinergia con il settore sociale. Tale tipologia di intervento rappresenta, nella maggioranza dei casi, anche un supporto economico concreto per gli stessi beneficiari.

La realizzazione di Sportelli d’Ambito in materia di immigrazione hanno visto nel corso del triennio precedente la promozione di specifico contratto d’appalto che ha garantito continuità del servizio sul territorio, registrando grandi numeri in relazione all’accesso ed estendendo, a partire dal 2014, l’apertura in tutti i Comuni dell’Ambito. Ciò ha permesso di accogliere richieste (circa 15.000) sia di cittadini stranieri che italiani, di promuovere l’aggiornamento in materia di immigrazione a favore degli operatori sociali dei comuni dell’Ambito, oltre che aderire a reti provinciali, quali ad esempio il progetto Matrioska, che hanno permesso la condivisione di buone prassi a livello territoriale.

Per quanto riguarda infine l’obiettivo di sistema che tendeva ad addivenire ad una progettualità d’Ambito in materia di Politiche Attive del Lavoro, attraverso la promozione del confronto tra AFOL Monza e Brianza e l’Azienda Speciale “Consortile Consorzio Desio-Brianza”, si registra la difficoltà al suo raggiungimento a livello d’Ambito (ogni Comune ha proceduto in autonomia), molto proba- bilmente attribuita al fatto che il territorio, oltre che gli Enti/istituzioni coinvolte, non erano mature a sufficienza per un tale passaggio. Si sottolinea che tale direzione è stata ripresa nella nuova pro- grammazione

121 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivi PdZ 2012 - 2014 Grado di raggiungimento Note/eccellenze da mantenere

L’Ambito dovrà rivedere e rivisitare anche in relazione alle ultime e recenti disposizioni normative Percorso da mantenere ed ampliare regionali, il Regolamento d’Ambito Raggiunto (100%) (regolamento accesso servizi) anche per l’erogazioni di contributi a in relazione alla stesura del nuovo persone fisiche al fine di definire J regolamento d’ambito che recepisce il meglio un sistema teso a favorire DPCM n.159/2013 l’autonomia della persona.

Re-investimento in tale direzione con Studio di fattibilità su Progettualità specifico intervento d’Ambito nella nuova per la messa in rete dei servizi al Non raggiunto (0%) programmazione, tenendo conto del lavoro con AFOL-Provincia MB e mutato contesto socio economico e delle Consorzio Desio-Brianza L risorse presenti e realizzabili nel nostro territorio

Eccellenza da mantenere, con la messa in sinergia dei servizi dedicati all’area Sportelli Immigrazione territoriali Raggiunto(100%) immigrazione, con specifico intervento J d’ambito nella nuova programmazione

Parzialmente raggiunto Investimento in tale direzione con Housing sociale d’ Ambito K specifico intervento d’Ambito nella nuova programmazione

Protocollo Salute Mentale Investimento ed implementazione su tale e mantenimento tirocini Raggiunto(100%) tematica con specifico intervento d’Ambito risocializzanti J nella nuova programmazione

Residenzialità leggera Raggiunto(100%) Eccellenza da mantenere – residenzialità J leggera “Pio La Torre”

122 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

2. Analisi dei bisogni e delle risposte

L’analisi comparata dei dati relativi al contesto socio-demografico ed alla spesa sociale, cui si ri- manda per una visione del posizionamento dell’Ambito Territoriale di Desio a livello provinciale allo specifico paragrafo del Piano di Zona Unitario, evidenzia alcune lacune e debolezze del welfare sociale e socio-sanitario, che dovrebbe recuperare nella prossima programmazione una maggior visione sistemica. A livello locale, l’analisi dei dati della spesa sociale effettuata sugli anni 2007/2010/2012, si rivela in linea con la visione provinciale e pertanto, anche per il nostro territorio, ciò rappresenta un’opportu- nità, da un lato di riflettere sui fattori che hanno generato nei nostri territori miriadi di attori coinvolti con significativa diffusione della responsabilità e della messa in campo di misure, interventi e servizi frammentati e parziali e, dall’altro, di proporre una diversa visione che possa influire sul sistema di programmazione del welfare locale. Su questa linea è stata quindi definita la programmazione locale dell’Ambito che vede la sua com- pleta ricomposizione con il livello provinciale nella tabella riepilogativa finale, a margine di questo documento. L’analisi si inserisce in un quadro di contesto che vede due principali movimenti: da un lato, le ero- gazioni di risorse pubbliche in diminuzione e, dall’altro, l’aumento dei problemi sociali, dovuti alla crisi economica attuale che drammaticamente ha visto aumentare la disoccupazione, la mancanza di soluzioni di sistema per l’abitare ed il disagio sociale. Di seguito si sintetizzano i punti di attenzione, emersi da tale lettura, che hanno guidato il percorso di definizione degli obiettivi specifici a livello locale. In primis l’esplorazione degli interventi sull’area emarginazione e povertà alla luce dell’attuale crisi socio-economica evidenzia che, anche a livello d’Ambito, gli interventi di contrasto all’esclusione sociale, fino all’anno 2012, coprono mediamente il 7,63% (contro il 3,7% a livello provinciale) della spesa sociale complessiva ed hanno visto il dimezzarsi del proprio peso nel corso degli anni (dal 9,5% del 2007 al 4,3% del 2012), a favore di uno spostamento sulle aree disabili (mediamente 18,9%), area servizi socio sanitari per anziani e disabili (mediamente 16,4%) ed area minori e fa- miglie (mediamente 37,8%). In questo scenario si impone la riflessione anche per il nostro Ambito sul sistema di protezione so- ciale, che vede i Comuni “impreparati” all’onda d’urto sia in termini di investimento di risorse che di nuovi assetti per far fronte all’esplosione del fenomeno della povertà. Quelli dell’abitare e delle politiche attive del lavoro rappresentano campi in cui la crisi economica colpisce in maniera più pesante e diffusa e su cui, al tempo stesso, insistono diverse iniziative, pubbliche e private, in corso o in fase di avvio sul territorio locale, tuttavia non sempre conosciute e generalmente poco integrate tra loro. L’obiettivo della nuova programmazione sarà sviluppare sul territorio una visione di sistema sul sostegno abitativo e sulle politiche attive del lavoro che sappia potenziare l’efficacia delle diverse azioni che insistono su questi fronti. Nelle pieghe della crisi socio economica l’Ambito Territoriale ha scelto inoltre di riservare una par- ticolare attenzione al tema della prevenzione e dei servizi di prossimità alle famiglie, con l’obiettivo di marginalizzare la fragilità delle famiglie con azioni a supporto non solo dei bisogni primari di casa e lavoro. La spesa sociale relativa agli investimenti sui servizi e/o interventi nell’area anziani dell’Ambito Ter- ritoriale nel periodo 2007/2012 incide sulla spesa complessiva mediamente il 7,5%, in linea con la media provinciale (l’8%) e si registra un depotenziamento dell’allocazione di risorse su quest’area negli ultimi anni, a fronte di un dato socio demografico che rivela un’evoluzione della popolazione anziana over 65 dell’ultimo quindicennio, sia nella componente maschile che femminile. Un significativo investimento, come anticipato, è registrato sull’area disabili che incide mediamente il 18,9%, cui deve essere sicuramente sommata una parte degli investimenti (16,4%) per le spese sui servizi socio sanitari relativi agli inserimenti nei Centri Diurni e strutture residenziali per disabili.

123 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

I confini tra settore sociale e socio sanitario sono estremamente labili, soprattutto quando si tratta di disabilità grave, dove il posizionamento tra socio e sanitario dovrebbe individuarsi nella valutazione dei casi, nell’analisi del bisogno e nell’organizzazione dei percorsi di assistenza nella rete pubblico- privata degli attori. Al contrario, su questo fronte, si è registrato un movimento dei Comuni che li ha portati a sostenere economicamente anche interventi non afferibili alla propria sfera di competenza, sebbene collegati alla funzione di servizio sociale di cui i Comuni stessi sono titolari. Sulla base di tali considerazioni si ritiene opportuno, anche a livello locale, avviare percorsi di analisi e di approfondimento volti a meglio conoscere il contesto di spesa e di intervento al fine di costruire iniziative sperimentali condivise tra Ambito e ASL, a sostegno dell’innovazione e del miglioramento del sistema di intervento sociale e socio sanitario. Un altro punto di attenzione che emerge dall’analisi della spesa sociale riguarda la stratificazione locale delle risorse, dove gli Enti pubblici determinano in larga parte le caratteristiche del mercato locale degli erogatori, determinando altresì frammentazione o ricomposizione, a seconda della vi- sione che si intende condividere. In questo contesto la gestione associata di servizi può portare ad una compressione dei costi senza diminuire la qualità ed offre la possibilità di attivare nuovi servizi, prima non esistenti oppure gestiti in forma non associata. Tale approccio viene quindi assunto, a diversi livelle e su diverse tematiche, nella programmazione zonale, come evidenziato nella declinazione seguente degli obiettivi, soprat- tutto sul fronte sociale.

3. La governance di Ambito

I livelli di governance a livello InterAmbiti, partecipativi ed istituzionali, e ad integrazione socio- sanitaria sono dettagliatamente descritti nella sezione 4 del Piano Unitario. In questa sezione si dettaglia la governance specifica dell’Ambito Territoriale di Desio.

L’Assemblea dei Sindaci

L’ Assemblea dei Sindaci rappresenta il luogo di elezione del confronto tra i sette Comuni dell’Am- bito e tra questi ed il Distretto Sociosanitario, relativamente alla programmazione, al monitoraggio e alla valutazione degli obiettivi sociali, sociosanitari e sanitari definiti nel Documento di Programma- zione Socio-Sanitaria e nella Sezione di Ambito del Piano Unitario di Zona. All’Assemblea dei Sindaci partecipano inoltre il Direttore di Distretto, su delega del Direttore Gene- rale dell’ASL di Monza e Brianza, il Direttore dell’Ufficio di Piano e l’ Azienda Speciale Consortile “Consorzio Desio-Brianza”, che operano sul territorio dell’Ambito e che nelle sue funzioni è garante del perseguimento degli obiettivi e della realizzazione delle azioni definite nel documento di pro- grammazione. L’Assemblea dei Sindaci presidia le fasi di definizione del Piani di Zona e ne valuta le fasi di attua- zione. E’ il luogo ove si raccordano le politiche sociali dei singoli Comuni al fine di farle confluire in una prospettiva territoriale unitaria. L’Assemblea dei Sindaci è pertanto l’organo politico che permette di superare il frazionamento co- munale, al fine di effettuare una valutazione condivisa rispetto ai bisogni ed alle risorse del territorio e di programmare congiuntamente le risposte da offrire. E’ disciplinata dalla DGR 41788 del 1999. L’Assemblea dei Sindaci dà impulso, inoltre, all’attività di specifici Tavoli d’area o di lavoro indican- do obiettivi, priorità ed indirizzi, definisce gli indirizzi da osservare nei rapporti con gli enti operanti nell’ambito sanitario e socio-sanitario, disciplina le modalità di erogazione e di funzionamento dei servizi e degli interventi in forma associata.

124 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

L’Ufficio di Piano

L’Ufficio di Piano è lo strumento di supporto tecnico all’Assemblea dei Sindaci incaricato di predi- sporre la proposta dell’Accordo di Programma e del Piano di Zona, di fornire il materiale e le com- petenze tecniche necessarie al processo programmatorio, alla trattazione degli argomenti in sede di consesso e alla progettazione di servizi e progetti a valenza sovra comunale secondo i criteri e le indicazioni definite dall’Assemblea politica. L’Ufficio è deputato alla programmazione locale e, a tal fine, provvede a raccogliere i dati e a riela- borarli statisticamente. Favorisce la connessione delle conoscenze dei diversi attori del territorio ed è l’organo di raccordo tecnico con l’ASL di Monza e Brianza, gli altri enti o organismi distrettuali, provinciali e regionali con cui mantiene e cura i rapporti, anche partecipando ai Tavoli ed agli organismi formalizzati. Promuove, inoltre, l’integrazione tra diversi ambiti di policy. Gestisce e coordina le unità tecnico-operative distrettuali, ripartisce il budget unico distrettuale se- condo i criteri stabiliti dall’Assemblea dei Sindaci e assolve al debito informativo legato all’attuazione del Piano di Zona verso l’Azienda Sanitaria Locale e Regione Lombardia.

La Conferenza Tecnica

La Conferenza Tecnica è un tavolo gestionale tecnico composto dai Dirigenti / Responsabili dei Servizi Sociali dei Comuni dell’Ambito Territoriale o da loro delegati, anche su specifica tematica. È presieduto dal Responsabile dell’Ufficio di Piano. Ha il compito di supporto tecnico e organizzativo per la predisposizione delle proposte attinenti il Piano di Zona. Cura, inoltre, la rispondenza della programmazione dell’Ambito con quella dei singoli comuni e viceversa.

Il Tavolo di Sistema d’Ambito

Il Tavolo di Sistema d’Ambito è l’organismo politico-tecnico di tipo partecipativo volto a favorire l’ade- guato funzionamento del sistema della programmazione partecipata e la realizzazione degli obiettivi inerenti la Sezione Locale di Ambito del Piano di Zona Unitario.

I Tavoli d’area tecnici o i gruppi di lavoro

Nell’Ambito Territoriale di Desio si sono istituiti Tavoli d’Area tecnici specifici relativi alle aree Anziani e Disabili ed un gruppo di lavoro intercomunale sul tema “casa”, soprattutto quale luogo di confronto sulle procedure di assegnazione alloggi popolari e declinazione di tutte le deliberazioni regionali connesse; il gruppo di lavoro persegue l’obiettivo di omogeneizzare e condividere modalità di ero- gazione uniformi delle risorse messe a disposizione a livello regionale. Rispetto alle tematiche legate alla tutela minori è presente un tavolo di coordinamento gestito dall’A- zienda Speciale Consortile “Consorzio Desio-Brianza”, composto dagli operatori dei servizi tutela minori dei Comuni dell’Ambito. Il tavolo promuove confronto, oltre che sulle tematiche di competen- za, anche su progetti attivi sul territorio, percorsi formativi e supervisione clinica. Nella loro forma istituzionale, tali tavoli e/o gruppi di lavoro sono composti dai Responsabili o dai tecnici dei comuni dell’Ambito.

I Tavoli di partecipazione tematici e i gruppi di lavoro allargati

La consultazione, quale processo volto ad informare e a recepire il parere del III settore e degli stakeholder e la partecipazione, quale coinvolgimento attivo del III settore e degli stakeholder in

125 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

momenti di analisi congiunta, di elaborazione di proposte di intervento e di raffronto operativo su diverse tematiche, sono elementi essenziali dei processi programmatori ed attuativi degli obiettivi individuati nella Sezione locale del Piano di Zona. La prima fase di analisi del bisogno, propedeutica alla focalizzazione delle aree sulle quali lavorare e successiva declinazione degli obiettivi, è stata condotta mantenendo il profilo tradizionale dei ta- voli legati alle aree tematiche Anziani, Disabili, Minori e Famiglia, Emarginazione Sociale e Povertà. Tale ricognizione ha però evidenziato la necessità di una completa revisione, alla luce di un mutato contesto di welfare sociale. Il percorso intrapreso con la nuova triennalità porterà il nostro territorio ad articolare tavoli di partecipazione tematici e gruppi di lavoro allargati più rispondenti alle esigenze via via sviluppatesi, in relazione alla programmazione zonale. L’intervento di ricomposizione del quadro conoscitivo del terzo settore e dell’individuazione dei mec- canismi partecipativi e relativi meccanismi di relazione, con attenzione a rendere gli organismi più efficienti e meno ridondanti, sarà avviato dall’Ambito Territoriale di Desio tra le proprie iniziali attività. Sul fronte dei gruppi operativi, composti da tecnici comunali e referenti del terzo settore, si registra, ad inizio 2015, la costituzione di gruppo di lavoro ad hoc di natura partecipata e scaturito dall’esi- genza del tavolo Minori e Famiglia, che sta attualmente lavorando sul tema delle politiche giovanili.

126 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

4. Obiettivi e priorità di intervento

4.1 Obiettivi e priorità di intervento nell’area ad integrazione socio-sanitaria

La programmazione degli obiettivi di Ambito sul fronte dell’integrazione socio-sanitaria riconosce in primis la necessità di consolidare gli elementi di conoscenza relativi all’offerta e alle risorse a dispo- sizione, in ordine al potenziamento delle modalità di rilevazione della domanda da parte dei cittadini/ utenti ed al conseguente miglioramento di strutturazione delle risposte. Inoltre, il contesto attuale del welfare, caratterizzato oggi da difficoltà strutturali e frammentazioni, necessita di una sua ridefinizione e ciò viene perseguito nell’Ambito Territoriale mettendo al centro della propria programmazione locale la famiglia, resa ancor più fragile a causa dell’attuale diffici- le contesto socio-economico. Gli obiettivi di ricomposizione dei servizi individuati, infatti, a livello d’ambito rispecchiano nello specifico il disegno tracciato a livello interambiti, e tendono ad un rialli- neamento dei soggetti che detengono la regia del sistema di welfare, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e di recupero della valorizzazione dei processi partecipativi che, nell’ultimo triennio, hanno registrato una progressiva contrazione. Tali direttrici di lavoro trovano le loro radici non solo in percorsi già avviati nella precedente programmazione ma anche in relazione alla lettura del biso- gno, sviluppata attraverso l’interlocuzione con gli stakeholders locali e per la quale si rimanda alla sezione 2 – Analisi dei bisogni e delle criticità- del Piano di Zona Unitario. (seguono schede Obiettivi)

Obiettivo 1 Conoscere e definire protocolli operativi tra servizi pubblici/pubblici Ricomposizione e pubblici/privati. Conoscenza Socio-sanitario

Tipologia obiettivo Trasversale su diverse Aree

Interventi Sperimentare protocolli operativi tra servizi pubblici/pubblici e pubblici/privati con servizi specialistici Azioni territoriali e scuole, in materia di salute mentale, dipendenze, fragilità, disabilità, minori e di prevenzione in ambito scolastico. Intervento da realizzare a livello associato.

Risorse Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei servizi pubblici - tecnici servizi privati - tecnici servizi specialistici - tecnici scuole

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati

Indicatori di esito N. protocolli operativi sottoscritti nelle relative materie di competenza

Target di Sì/No valutazione

Strumenti di Report dei tavoli di lavoro valutazione

Tempistica Triennio con declinazione di Piani di lavoro annuali 127 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo 2 Per quanto di competenza dell’Ambito, in linea con la Ricomposizione riformulazione delle modalità di interazione tra i soggetti Servizi territoriali sul tema della protezione giuridica, costruire percorsi di Socio-sanitario prossimità per le famiglie.

Tipologia obiettivo Specifico Aree Anziani, Disabili e Salute Mentale

Interventi - Avviare l’attuazione del Servizio Protezione Giuridica d’Ambito. Azioni - Presidiare l’attuazione del Servizio Protezione Giuridica d’Ambito. Intervento da realizzare a livello associato.

Risorse Professionali:tecnico/amministrativo Ufficio di Piano - tecnici/amministrativi dei Servizi Sociali dei Comuni - referenti ed operatori Ente gestore del Servizio Protezione Giuridica d’Ambito - tecnici Ufficio Protezione Giuridica ASL - referenti rete territoriale Fianco a Fianco e terzo settore - tecnici Servizi Specialistici territoriali - referenti Tribunali e Tavolo VOLGI

Finanziarie: - risorse afferenti al Bilancio del Piano di Zona. - risorse afferente ai Bilanci comunali.

Strumenti Capitolato Speciale d’appalto/contratto Utilizzati Tavoli di lavoro

Indicatori di esito N. pratiche gestite dal servizio Protezione Giuridica d’Ambito a valere nel triennio di riferimento Livello di soddisfazione dei beneficiari su una scala da 1 a 10 Livello di soddisfazione di Amministratori e Responsabili Servizi Comunali su una scala da 1 a 10

Target di valutazione Sì/No

Strumenti di Rendiconti specifici sulle azioni realizzate valutazione Grado di soddisfazione degli utenti diretti (beneficiari protezioni giuridiche - valore da 1 a 10, calcolato tramite questionario con domande ad hoc) Grado di soddisfazione di Amministratori e responsabili comunali (valore da 1 a 10, calcolato tramite questionario con domande ad hoc)

Tempistica Triennio con declinazione di Piani di Lavoro Annuali

128 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo 3 Per quanto di competenza dell’Ambito, nel quadro della costruzione di Ricomposizione modalità condivise di intervento in riferimento alle strutture residenziali Servizi per minori, sostenere progettualità nuove e/o già attive. Socio-sanitario

Tipologia obiettivo Specifico Area Minori e Famiglie

Interventi Chiudere le procedure di convenzionamento di Ambito con le Comunità Minori. Azioni Interventi da realizzare a livello associato

Risorse Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dell’Ufficio Unico Certificazione Preventiva di Esercizio e diAccreditamento (C.P.E.) dell’Azienda Speciale Consortile Consorzio Desio Brianza - responsabili e tecnici delle Unità di Offerta residenziali educative per minori (comunità educative)

Strumenti Report incontri fra gli interlocutori coinvolti nel rapporto di convenzionamento Utilizzati Focus group con responsabili e tecnici Format di convenzione condiviso

Indicatori di esito N. convenzioni siglate con le comunità educative in rapporto al N. di Unità di Offerta che collaborano con i Comuni dell’Ambito

Target di valutazione Rapporto maggiore o uguale a 0,40

Strumenti di valuta- Check-list calibrate sul sistema di offerta di servizi per minori zione Report annuale di processo delle convenzioni stipulate

Tempistica Triennio con declinazione di piani di lavoro annuali

129 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo 4 Per quanto di competenza dell’ambito, nel contesto del potenziamento di Ricomposizione iniziative di promozione e prevenzione finalizzate a supportare i percorsi Servizi di crescita dei minori, al fine di limitare le situazioni di disagio,sostenere Socio- sanitario le responsabilità genitoriali.

Tipologia obiettivo Specifico Area Minori e Famiglie

Interventi - Mappare i percorsi esistenti per genitori e minori Azioni - Mappare le buone prassi esistenti per genitori e minori - Progettare percorsi preventivi innovativi per minori Interventi da realizzare a livello associato

Risorse Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - tecnici Azienda Speciale Consortile Consorzio Desio Brianza - tecnici servizi ASL - tavolo promozione salute - referenti Scuole - referenti servizi privati e terzo settore Finanziarie: - risorse afferenti al Bilancio del Piano di Zona. - risorse afferente ai Bilanci comunali.

Strumenti Banche dati , Tavoli di lavoro, Questionari di soddisfazione Utilizzati

Indicatori di esito a. N° percorsi preventivi organizzati in rapporto a n° adolescenti coinvolti

b. N° percorsi preventivi organizzati in rapporto a n° genitori coinvolti

Target di valutazione Sì/No a. Rapporto maggiore o uguale 0,20 b. Rapporto maggiore o uguale 0,20

Strumenti di Rendiconti specifici sulle mappature effettuate valutazione Rendiconti specifici sulle azioni realizzate Grado di soddisfazione partecipanti ai percorsi(valore da 1 a 10, calcolato tramite questionario con domande ad hoc)

Tempistica Triennio con declinazione di Piani di Lavoro Annuali

130 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo 5 Sostenere progettualità nuove e/o già attive, anche attraverso la Ricomposizione ricomposizione di buone prassi di percorsi integrati e l’individuazione Servizi correttivi. Socio-sanitario e Sociale

Tipologia obiettivo Trasversale al livello socio-sanitario e sociale ed ad alcune Aree

Interventi - Sviluppare progettualità d’Ambito, sfruttando canali di finanziamento e valorizzando le esperienze Azioni territoriali in materia di Politiche Giovanili - Sviluppare progettualità d’Ambito, sfruttando canali di finanziamento e valorizzando le esperienze territoriali in materia di fragilità familiari - Sviluppare progettualità d’Ambito, sfruttando canali di finanziamento e valorizzando le esperienze territoriali in materia di disabilità - Conoscere e scambiare buone prassi con gli uffici dei Comuni dell’Ambito in materia di trasporto sociale - Ridefinire le azioni in atto in materia di immigrazione, inserendo correttivi operativi Interventi da realizzare a livello associato.

Risorse Professionali: - tecnico/amministrativo Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - tecnici servizi ASL - referenti servizi pubblici /privati individuati in base alla rete di appartenenza ed alla competenza Finanziarie: - risorse afferenti al Bilancio del Piano di Zona - risorse derivanti da canali di finanziamento dedicati - risorse afferenti ai Bilanci comunali.

Strumenti Utilizzati Tavoli di lavoro, Format Protocolli

Indicatori di esito a. Numero di progetti realizzati sulle aree politiche giovanili/fragilità familiari/disabilità b. Adozione protocolli specifici

Target di valutazione a. Almeno un progetto per area b. Sì/No

Strumenti di valuta- Report specifici sulle azioni realizzate zione Monitoraggio semestrale

Tempistica Triennio con declinazione di Piani di Lavoro Annuali

131 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

4.2 Obiettivi e priorità di intervento nell’area sociale

Il focus principale che muove l’individuazione degli obiettivi d’Ambito sul fronte sociale parte, da un lato dalla lettura del bisogno nell’attuale contesto socio-economico e, dall’altro dall’analisi della spesa sociale, per il cui dettaglio si rimanda alla sezione 2 del Piano di Zona Unitario. Elementi di attenzione sono stati quindi l’aumento dei problemi sociali, dovuti alla crisi economica attuale che drammaticamente ha visto aumentare la disoccupazione, la mancanza di soluzioni di sistema per l’abitare ed il disagio sociale, a fronte di erogazioni di risorse pubbliche in diminuzione o congelate su altre tipologie di intervento. Ricomposizione, valorizzazione dell’esistente e supporto a processi di innovazione, in un quadro di integrazione di policy pubbliche/private, rappresentano quindi le di- rettrici sulle quali è stata tracciata la programmazione locale, in primis con uno sguardo alla messa a punto di sistemi di protezione sociale che sappiano far fronte al disagio ed alle fragilità delle famiglie. La presenza sul territorio di una pluralità di operatori e attori con diverse competenze, spesso non esclusive sulle medesime tematiche, ha necessariamente posto l’accento sull’opportunità di svilup- pare interventi coordinati ed integrati che possano mantenere le reti collaborative, coordinate ed in equilibrio, chiarendo i processi di governance dei network coinvolti. (seguono schede Obiettivi)

Obiettivo 6 Ricomporre il quadro di conoscenza relativo alle risorse presenti e Ricomposizione praticabili conoscenza sociale

Tipologia obiettivo Generale

Interventi Valorizzare esperienze attive per micro specificità realizzate a livello comunale a favore dell’Ambito, uti- Azioni lizzando in modo allargato spazi, tempi, funzioni comunali, anche attraverso la formazione del personale.

Risorse Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni d’Ambito - tecnici servizi pubblici/privati via via coinvolti (ASL -Dipartimenti e Distretti/Azienda Ospedaliera/ Scuole/Privato sociale/Associazionismo/ecc..)

Strumenti Piccoli gruppi di referenti in qualità di “antenne sociali” Utilizzati Mappe d’Ambito di servizi da “valorizzare” Questionari di soddisfazione utenza ed operatori rispetto ai cambiamenti adottati

Indicatori di esito a. N. di servizi utilizzati in modo allargato b. Livello soddisfazione degli utenti rispetto ai cambiamenti adottati su una scala da 1 a 10

Target di valutazione a. Almeno un servizio specifico per comune valorizzato a favore dell’Ambito b. Almeno 7

Strumenti di Report di valutazione sugli interventi effettuati ed i risultati raggiunti valutazione Rendiconti specifici sui servizi/risorse utilizzati in modo allargato

Tempistica Triennio con declinazione di Piani di lavoro annuali

132 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo 7 Conoscere gli effetti prodotti dal Piano di Zona attraverso l’elaborazione Ricomposizione di un piano di valutazione dello stesso Conoscenza Sociale

Tipologia obiettivo Generale

Interventi Monitorare le azioni, raccogliere il dato e mettere in evidenza gli esiti annualmente Azioni

Risorse Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - tecnici servizi pubblici/privati via via coinvolti (ASL -Dipartimenti e Distretti/Azienda Ospedaliera/ Scuole/ecc..)

Strumenti Database con dati aggiornati Utilizzati Estrazioni di flussi con microdati Tabelle riassuntive aggregate a livello di Ambito Prospetti riepilogativi delle risorse impiegate, dai Comuni e Ufficio di Piano Prospetti riepilogativi delle risorse impiegate per la parte di integrazione sociosanitaria dalla ASL Strumenti di comunicazione: incontri, riunioni allargate ai soggetti coinvolti nella realizzazione delle azioni del PdZ Piattaforme informatiche e siti ufficiali dei comuni, utilizzo di newsletter, ecc..

Indicatori di esito a. Dati di conoscenza ricomposti annualmente b. Serie di indicatori quali/quantitativi sugli obiettivi considerati prioritari calibrati sull’efficacia

Target di valutazione a. Almeno 70% ricomposti annualmente b. Si/No livello efficacia delle azioni realizzate

Strumenti di Raccolta e trattamento dei dati valutazione Report annuale sullo stato di avanzamento degli obiettivi e di realizzazione delle azioni

Tempistica Triennio con declinazione di Piani di lavoro annuali

133 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo 8 Ridefinizione dei confini dei luoghi istituzionali (luoghi decisionali e Ricomposizione di rappresentanza: Assemblea dei sindaci, conferenza tecnica, tavoli Servizi tematici, Azienda Speciale); Sociale Chiarificazione dei meccanismi operativi di interazione fra gli stessi

Tipologia obiettivo Generale

Interventi Scrittura dei meccanismi operativi e di funzionamento, di relazione e dei processi decisionali dei singoli Azioni luoghi istituzionali decisionali, ovvero di: Assemblea dei Sindaci, Conferenza Tecnica Scrittura dei processi partecipativi, di rappresentanza territoriale e dei relativi meccanismi di relazione con il livello istituzionale, dei tavoli tematici e dell’associazionismo con il livello istituzionale, Conferenza Tecnica/ Ufficio di Piano/Comuni Definizione e declinazione operativa della funzione strategica dell’Ufficio Unico Certificazione Preventiva e di Esercizio e di Accreditamento a vantaggio della programmazione territoriale presidiata dall’Ufficio di Piano Precisazione e scrittura dei meccanismi operativi e di relazione nel rapporto di committenza fra Azienda Speciale Consortile Consorzio Desio Brianza e Assemblea dei Sindaci/Conferenza Tecnica/Ufficio di Pia- no/Comuni Interventi da realizzare a livello associato

Risorse Professionali: - Amministratori dei Comuni dell’Ambito - tecnici Ufficio di Piano - tecnici della Conferenza Tecnica dell’Ambito - tecnici dell’Azienda Speciale Consortile Consorzio Desio Brianza - rappresentanti dell’Associazionismo territoriale

Strumenti Tavoli di lavoro congiunti Utilizzati

Indicatori di esito Documenti validati e siglati dai soggetti coinvolti

Target di valutazione Si/No

Strumenti di Report dei tavoli di lavoro valutazione

Tempistica Triennio con declinazione di Piani di lavoro annuali

134 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo 9 Per quanto di competenza dell’Ambito, nel contesto della qualificazione Ricomposizione del sistema di offerta socio assistenziale, valorizzare le sperimentazioni Servizi verso nuove unità d’offerta. Sociale

Tipologia obiettivo Specifico Area Disabili

Interventi - Accreditare i Centri Socio Educativi Azioni - Convenzionare i Centri Socio Educativi Interventi da realizzare a livello associato - Accompagnare i tavoli di partecipazione dei soggetti attivi sul territorio per sviluppare progettualità condivise Interventi da realizzare a livello associato o locale

Risorse Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - tecnici enti gestori - tecnici ASL (Dipartimenti e Distretti) - tecnici privato sociale Finanziarie: - risorse derivati da canali di finanziamento regionali dedicati - risorse afferenti ai Bilanci comunali.

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati

Indicatori di esito a. Percentuale strutture coinvolte nel processo di accreditamento/strutture presenti sul territorio b. Percentuale strutture coinvolte nel processo di convenzionamento/strutture accreditate c. Percentuale di casi destinatari delle azioni di qualificazione (accreditamento e convenzionamen- to) rispetto al totale degli utenti inseriti d. N. progettualità condivise promosse

Target di valutazione a. ≥ 70% b. ≥ 70% c. ≥ 70% d. Almeno due

Strumenti di Monitoraggio semestrale e Report di valutazione valutazione

Tempistica Triennio con declinazione di Piani di Lavoro annuali

135 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo 10 Per quanto di competenza del territorio d’Ambito, nel contesto del Ricomposizione rafforzamento del sistema di risposta alle situazioni di vulnerabilità Servizi e fragilità, intercettare i bisogni emergenti non codificati delle Sociale famiglie.

Tipologia obiettivo Trasversale su diverse Aree

Interventi - Costruire raccordi fra servizi e uffici Distretto Asl/Comuni in materia di fragilità delle famiglie Azioni (es. Consultori) - Mappare le azioni/interventi presenti sul territorio in materia di fragilità delle famiglie - Attivare azioni di orientamento delle risorse presenti sul territorio a favore di nuovi servizi sperimentali Interventi da realizzare a livello associato

Risorse Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - tecnici ASL -Dipartimenti e Distretti - referenti terzo settore Finanziarie: - risorse derivanti da canali di finanziamento ad hoc

Strumenti Banche dati Utilizzati Tavoli di lavoro

Indicatori di esito Raccordi realizzati Documenti relativi a Mappature realizzate Servizi sperimentali avviati

Target di valutazione Sì/No

Strumenti di Rendiconti specifici sulle azioni realizzate valutazione

Tempistica Triennio con declinazione di Piani Operativi Annuali

136 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo 11 Costruire percorsi di prossimità per le famiglie Ricomposizione Servizi Sociale

Tipologia obiettivo Specifico Area Minori e Famiglie

Interventi - Mettere a sistema le azioni di conciliazione dei tempi lavoro e famiglia Azioni - Realizzare interventi in rete di mutuo aiuto e supporto ai care giver, per famiglie con anziani

Risorse Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - operatori dei soggetti coinvolti nella rete conciliazione - tecnici servizi ASL -Dipartimenti e Distretti - referenti terzo settore

Finanziarie: fondi DRG 1081/2013 e canali di finanziamento dedicate

Strumenti Tavoli di rete Utilizzati Tavoli di sistema

Indicatori di esito Messa a sistema dei servizi conciliazione

Interventi mutuo aiuto realizzati

Target di valutazione Si/No

Strumenti di Report di valutazione degli esiti delle azioni di conciliazione valutazione Report interventi mutuo aiuto Questionari di soddisfazione dei fruitori delle azioni/intervento

Tempistica Triennio con declinazione di Piani di lavoro annuali

137 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo 12 Per quanto di competenza del territorio d’ambito, nel contesto del Ricomposizione rafforzamento del sistema di risposta alle situazioni di vulnerabilità Servizi e fragilità, costruire piani di lavoro sinergici fra interlocutori in Sociale materia di lavoro e casa.

Tipologia obiettivo Specifico Area Emarginazione e Povertà

Interventi - Ricomposizione a livello d’ambito di tutte le risorse in tema di politiche attive del lavoro ( es. Azioni Sportelli Lavoro) e di incrocio domanda/offerta pubblico/privato - Creazione di un tavolo di confronto con le realtà produttive del territorio - Realizzazione di prassi e/o modalità concrete e fruibili sia dall’utenza che dagli operatori dei ser- vizi in materia di lavoro e casa (= definizione di Linee Guida per un Modello Territoriale d’Ambito integrato) - Realizzazione di un Servizio per la Casa a livello d’Ambito che gestisca l’incontro domanda/ offerta, l’accesso a canali di finanziamento, la regolamentazione del canone concordato,ecc., (es. modello Agenzia per la Casa) - Individuazione e decodifica di buone prassi operative inerenti sia alle DGR regionali, sia su pro- gettualità “ad hoc” in materia di casa - Ricomposizione e Potenziamento azioni di housing sociale e di progettualità esistenti in materia di casa (convenzionamenti per Pronto Intervento Abitativo, mini alloggi e/o alloggi condivisi per anziani, emergenza famiglia). Interventi da realizzare a livello associato

Risorse Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - tecnici ei Servizi Sociali dei Comuni - referenti servizi lavoro/formazione provinciali - referenti servizi lavoro/formazione Azienda Speciale Consortile Consorzio Desio Brianza - referenti associazioni di categoria realtà produttive del territorio

Finanziarie: - risorse derivanti da canali di finanziamento ad hoc - risorse afferenti al Bilancio del Piano di Zona - risorse afferenti ai Bilanci comunali

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati Contratti/Convenzioni

Indicatori di esito a. Tavoli di confronto con realtà produttive b. Elaborazione Linee Guida per Modello Territoriale d’Ambito integrato c. N. progetti innovativi realizzati nell’Ambito

Target di valutazione a. Sì/No b. Sì/No d. almeno due (Servizio d’Ambito per la Casa e Ricomposizione Sportelli Lavoro)

Strumenti di Report relativo agli interventi effettuati valutazione

Tempistica Triennio con declinazione di Piani di Lavoro Annuali

138 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo 13 Comporre modalità organiche di relazione tra i diversi livelli del sistema Ricomposizione (linee di ingaggio definite, con i diversi soggetti sociali e sociosanitari Risorse interlocutori) Sociale

Tipologia obiettivo Generale

Interventi Produrre dispositivi d’Ambito (regolamenti, criteri di accreditamenti, ecc..) in materia di erogazione servizi Azioni

Risorse Professionali: - Amministratori Comuni - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - referenti Azienda Speciale - tecnici dell’Ufficio Unico Certificazione Preventiva di Esercizio e diAccreditamento - tecnici servizi ASL -Dipartimenti e Distretti-Azienda Ospedaliera

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati

Indicatori di esito Dispositivi prodotti

Target di valutazione Si/No

Strumenti di Report tavoli di lavoro valutazione

Tempistica Triennio con declinazione di Piani di lavoro annuali

139 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

5. Azioni ed interventi in gestione associata mediante l’Azienda Speciale Consortile “Consorzio Desio-Brianza”

L’Azienda Speciale Consortile “Consorzio Desio-Brianza” riveste particolare valore strategico, finalizzato da un lato alla ricomposizione del processo di realizzazione degli obiettivi previsti nel Piano di Zona 2015-2017 e, dall’altro, al possibile potenziamento della gestione associata dei servizi di Ambito. Attualmente essa già gestisce nell’intero Ambito territoriale di Desio, servizi sociali e sociosanitari, formazione professionale, orientamento e servizi al lavoro a favore dei sei Comuni associati e del Comune di Limbiate e ad essa fa capo l’Ufficio Unico per la messa in esercizio e l’accreditamento delle unità di offerta sociale. Con riferimento alle Linee di Indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2015-2017 di Regione Lombardia (punto 6.2 - Le gestioni associate, pag. 16) si conferma anche per il prossimo nuovo triennio che la programmazione locale, per assicurare una idonea integrazione gestionale nel territorio, faccia ricorso all’ente strumentale dei Comuni dell’Ambito, ossia l’Azienda Speciale Consortile “Consorzio Desio-Brianza”. Tale presenza sul nostro territorio è caratterizzante rispetto alla realizzazione delle azioni ed interventi in forma associata nelle aree previste statutariamente, garantendone un uniforme livello qualitativo. In particolare l’esperienza sul campo nel corso degli anni è giunta ad un grado di maturazione e di sviluppo che evidenzia l’esigenza di precisare le linee di ingaggio ed i meccanismi di relazione (vedi obiettivo “Ridefinizione dei confini dei luoghi istituzionali (luoghi decisionali e di rappresentanza: Assemblea dei sindaci, conferenza tecnica, tavoli tematici, Azienda Speciale). Chiarificazione dei meccanismi operativi di interazione fra gli stessi”) .

6. Il Piano di Valutazione d’Ambito

Il presente piano di valutazione si inserisce nel sistema di monitoraggio e di valutazione del Piano di Zona Unitario della Provincia di Monza Brianza attingendo alla medesima visione metodologica. Lo sforzo messo in campo è quello di assumere i processi e gli strumenti valutativi come occasione per la costruzione della cultura del dato di conoscenza, sulla quale fondare le scelte di governo territoriale. Il trattamento dei dati e delle informazioni, che verranno raccolti e analizzati, aiuteranno a capire l’efficacia delle scelte programmatorie territoriali, nell’intento di promuoverne il continuo miglioramento. Tale scelta metodologica favorisce anche il potenziamento della capacità di lettura degli aspetti disfunzionali e di individuazione di “bisogni emergenti” latenti, assunti da una mente aperta alla conoscenza di nuovi fenomeni sociali dal contesto locale.

Il Piano suggerisce gli indicatori e gli strumenti di valutazione degli obiettivi e delle conseguenti azioni da mettere in campo per il triennio 2015-2017 del Piano di Zona che saranno ulteriormente distribuiti in piani di lavoro annuali, al fine di favorire un maggior presidio degli esiti di risultato. Infatti, un sistema di monitoraggio e valutazione fondato sui principi della ricerca sociale, contempla

140 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

l’utilizzo di tecniche e di strumenti quali/quantitativi che, nel corso del triennio di validità del Piano, consentano di misurare e valutare opportunamente le dimensioni del bisogno, della domanda, dell’offerta, dei risultati, della spesa e della qualità delle azioni intraprese.

Nel percorso di costruzione condiviso con il livello politico, tecnico e con l’Azienda Speciale Consortile che svolge un’azione di gestione associata dei servizi a livello d’Ambito, si è scelto di prediligere il criterio dell’efficacia di risultato, per un giudizio di valore sulle scelte effettuate in riferimento agli effetti e/o impatti ottenuti sul territorio, con un’attenzione al processo adottato. Vale a dire che gli elementi di valutazione che verranno raccolti dovranno contribuire alla formulazione in via prioritaria di un giudizio sul “che cosa” (prodotto) si fa e poi sul “come” (processo) si fanno. Questa caratteristica discende dalla volontà dell’Ambito di valorizzare il più possibile le risorse umane, relazionali, economiche, strumentali ed esperienziali che costruiscono il tessuto culturale territoriale, in funzione di una efficace e positiva ricaduta sul governo del territorio, vale a dire della sua capacità effettiva e migliorativa di rispondere ai bisogni. Il piano di valutazione prevede, all’interno delle schede/obiettivo, una prima serie di indicatori che verranno completati ed integrati in itinere, a livello di significato e di modalità attuative, tra i diversi soggetti e portatori di interesse, ricercando coerenza e nel contempo economicità nella raccolta e trattamento dei dati.

In questa fase si è considerato pertinente individuare il livello di posizionamento degli indicatori, convenendo sul fatto di prediligere una tipologia di indicatore capace di superare la lettura per target di utenza o linea di servizio, a favore di una lettura delle questioni problematiche, ma ancor più della qualità dei processi attivati (comprese le relazioni professionali ed istituzionali) per favorire una maggiore integrazione delle policy e delle gestioni dei servizi.

Per ciò, il Piano di valutazione avanza suggerimenti in merito ai possibili indicatori quantitativi e agli strumenti di valutazione qualitativi che possono essere impiegati per valutare gli obiettivi del Piano di Zona. L’elenco non ha valenza esaustiva. Il tentativo è quello di fornire una “cassetta degli attrezzi” per la valutazione, utili alla “costruzione di senso” tipica dell’attività di valutazione. Ecco allora che a fianco di metodi quantitativi, come l’analisi di dati o i questionari, si aggiungono i metodi qualitativi, come i focus group, che possono aiutare a comprendere il senso delle evidenze empiriche o mettere a fuoco questioni che i dati, da soli, non farebbero emergere.

Gli indicatori e strumenti suggeriti intendono dunque essere un punto di partenza per la successiva redazione di piani di valutazione specifici inerenti i piani di lavoro per ciascuna annualità, che definiscano più puntualmente il che cosa si intende raggiungere in un preciso periodo (un anno) e come si intende misurare quanto fatto, tenuto conto che un buon piano di valutazione non può prescindere da obiettivi chiari e misurabili e strumenti per misurarli, pur non esaurendosi nel puro rigore metodologico.

141 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017

Infine, è da considerare l’importanza della comunicazione degli elementi di valutazione che verranno di anno in anno, raccolti e sistematizzati, al fine di favorire una più ampia socializzazione dei dati di conoscenza che via via vengono aggregati. Tale livello di costruzione della conoscenza, ordinata in base al criterio di efficacia individuato di comune accordo, costituisce il livello di governance sul quale interpretare gli stati di avanzamento degli obiettivi e delle azioni previste, accompagnando in tal modo il processo di realizzazione del piano di zona e facendone realmente lo strumento di governo territoriale.

Il Sistema di monitoraggio e valutazione sarà pertanto chiamato a coinvolgere tutti i soggetti attivi a diverso titolo dal piano stesso, producendo per tempo gli elementi di conoscenza utili a ciascuno per una comprensione complessiva del lavoro svolto annualmente e complessivamente. È da prevedere quindi l’utilizzo dei portali dei rispettivi comuni, dell’azienda speciale a favore di una diffusione ampia degli esiti che verranno raccolti, prevedendo anche delle Newsletters con un inserto appositamente pensato per la cittadinanza.

142 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017 AZIONI/INTERVENTI Sperimentare protocolli protocolli Sperimentare servizi pubblici/ tra operativi con pubblici e pubblici/privati territoriali servizi specialistici di e scuole, in materia dipendenze, mentale, salute minori disabilità, fragilità, in ambito e di prevenzione scolastico. Obiettivi Ambito di Desio (in blu) Ambito Obiettivi OBIETTIVO AMBITO OBIETTIVO Conoscere e definire e definire Conoscere operativi tra protocolli servizi pubblici/pubblici e pubblici/privati. AZIONI/INTERVENTI Costruzione modalità di modalità Costruzione informazioni condivisione sociale Comuni (cartella tra e ASL informatizzata) Socio Sanitario). (Fascicolo Valorizzazione e Valorizzazione della sistematizzazione dell’Anagrafe dati raccolta anche dell’handicap Dinamica di un supporto dotandola più adeguato informatico 7. Ricomposizione degli obiettivi sul livello InterAmbiti e relativi nero) (in Interambiti Principali Obiettivi socio-sanitario ambiti a rilievo inter- Obiettivi/azioni OBIETTIVO INTERAMBITO OBIETTIVO Potenziare le modalità di le modalità Potenziare della domanda rilevazione inerenti e delle informazioni e alle risorse del agli utenti al fine di migliorare territorio di di strutturazione la capacità ai singoli e risposte adeguate alla cittadinanza: OBIETTIVO TIPOLOGIA TIPOLOGIA Ricomposizione Ricomposizione conoscenza

143 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017 AZIONI/INTERVENTI OBIETTIVO AMBITO OBIETTIVO AZIONI/INTERVENTI Semplificazione del sistema del sistema Semplificazione attraverso di governance degli organismi il riassetto e mediante di confronto dei flussi la strutturazione connettivi. e informativi del Messa a sistema modello di valutazione Multidimensionale (con riferimento particolare alle equipe attualmente EVM per situazioni vigenti: e non disabilità di grave ETIM – autosufficienza, Integrata Territoriale Equipe - Equipe Minori, ETA Adolescenti, Territoriale NUVIA – Nucleo Valutazione disabilità Autismo, Integrata comorbilità. casi complesse, OBIETTIVO INTERAMBITO OBIETTIVO Razionalizzare il sistema di il sistema Razionalizzare e partecipazione: governance Migliorare la valutazione multidimensionale integrata e la e multi-professionale di presa in carico capacità attraverso la integrata delle equipe di qualificazione valutazione: OBIETTIVO TIPOLOGIA TIPOLOGIA Ricomposizione Ricomposizione servizi

144 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017 AZIONI/INTERVENTI Avviare e presidiare l’attuazione l’attuazione presidiare e Avviare Giuridica il Servizio Protezione d’Ambito. di le procedure Perfezionare di Ambito convenzionamento Minori. le Comunità con

costruire costruire . OBIETTIVO AMBITO OBIETTIVO Per Per quanto di competenza dell’Ambito, percorsi di prossimità per le famiglie. Per quanto di dell’Ambito, competenza della nel costruzione condivise quadro modalità di riferimento intervento in alle per minori, residenziali strutture sostenere progettualità nuove già attive e/o AZIONI/INTERVENTI Analisi condivisa del sistema del sistema Analisi condivisa delle alle esigenze di risposta in età disabilità con persone di bisogni o portatori scolare speciali anche in educativi di vita al percorso relazione Handicap). Intesa (Tavolo degli Approfondimento relativi di criticità elementi patologie alla popolazione con e individuazione psichiatriche di di possibili strategie in della presa miglioramento carico. degli Approfondimento relativi di criticità elementi con alla popolazione minore neuropsichiatriche patologie e individuazione di possibili di miglioramento strategie in carico. della presa delle modalità Riformulazione i soggetti tra di interazione ASL, (Tribunale, territoriali Comuni, Aziende Ospedaliere, tema della sul Settore) Terzo giuridica. protezione del Presidio Riqualificazione Corberi di Limbiate condivise modalità Costruzione in riferimento di intervento residenziali alle strutture particolare per minori, con alle situazioni con riferimento di tipo di interventi fabbisogno socio sanitario. OBIETTIVO INTERAMBITO OBIETTIVO Razionalizzare le modalità di le modalità Razionalizzare e di individuazione raccordo in delle competenze relazione alle situazioni che presuppongono l’intervento territoriali attori di molteplici (sociale, socio sanitario, ecc): educativo, sanitario, le (segue)Razionalizzare e di raccordo modalità di individuazione delle in relazione alle competenze situazioni che presuppongono attori di molteplici l’intervento (sociale, socio territoriali educativo, sanitario, sanitario, ecc): di il sistema Qualificare del socio assistenziale offerta territorio: OBIETTIVO TIPOLOGIA TIPOLOGIA

145 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017 AZIONI/INTERVENTI Mappare i percorsi esistenti esistenti i percorsi Mappare e per genitori e buone prassi minori. preventivi percorsi Progettare per minori. innovativi progettualità Sviluppare canali di sfruttando d’Ambito, le valorizzando e finanziamento in materia territoriali esperienze di fragilità Giovanili, di Politiche e disabilità. familiari buone e scambiare Conoscere sociale, con sul trasporto prassi gli uffici dei Comuni dell’Ambito. atto le azioni in Ridefinire di immigrazione in materia operativi. correttivi inserendo sostenere le sostenere . OBIETTIVO AMBITO OBIETTIVO Per quanto di competenza di competenza quanto Per nel contesto dell’ambito, di del potenziamento iniziative di promozione finalizzate e prevenzione di i percorsi a supportare dei minori, al fine crescita le situazioni di limitare di disagio, genitoriali. responsabilità progettualità Sostenere già attive, e/o nuove anche attraverso la di buone ricomposizione integrati prassidi percorsi e l’individuazione di correttivi AZIONI/INTERVENTI Definizione criteri omogenei omogenei criteri Definizione per Territoriali per i 5 Ambiti e l’assegnazione l’accesso del Fondo delle risorse Sociale Regionale omogenei criteri Definizione per Territoriali per i 5 Ambiti e l’assegnazione l’accesso Non del Fondo delle risorse Autosufficienza Condivisione di un quadro a livello di riferimento di linee territoriale dei giovani azione a favore volto famiglie e delle loro il benessere a promuovere le situazioni e a prevenire di disagio anche attraverso locale a livello l’attivazione delle scuole e altre educative agenzie di forme Sperimentazione di di erogazione integrate servizi. ecc) OBIETTIVO INTERAMBITO OBIETTIVO Omogeneizzare le modalità le modalità Omogeneizzare delle risorse di utilizzo agli assegnate economiche in un’ottica Territoriali Ambiti di del sistema di qualificazione territoriale: intervento le iniziative di Potenziare e prevenzione promozione i a supportare finalizzate degli di crescita percorsi le al fine di limitare adolescenti situazioni di disagio: di le modalità Razionalizzare e di individuazione delle raccordo alle in relazione competenze situazioni che presuppongono attori di molteplici l’intervento (sociale, socio territoriali educativo, sanitario, sanitario, OBIETTIVO TIPOLOGIA TIPOLOGIA

146 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017 AZIONI/INTERVENTI Valorizzare micro specificità a specificità micro Valorizzare del a favore comunale livello utilizzando d’Ambito, territorio spazi, tempi, in modo allargato anche funzioni comunali, formazione del la attraverso personale le azioni, Monitorare in e mettere il dato raccogliere gli esiti annualmente evidenza OBIETTIVO AMBITO OBIETTIVO Ricomporre il quadro di Ricomporre alle relativo conoscenza e praticabili risorse presenti gli effetti Conoscere Zona prodotti dal Piano di attraverso l’elaborazione di un piano valutazione dello stesso AZIONI/INTERVENTI Sistematizzazione Sistematizzazione sociale cartella utilizzo per i 55 informatizzata Comuni. della Completamento dello compilazione per la mappatura strumento del delle risorse condivisa on e pubblicazione territorio line. di modalità Definizione i soggetti con raccordo per facilitare del territorio al welfare. l’accesso del Piano Definizione relativi annuale e Operativo e di monitoraggio strumenti valutazione. OBIETTIVO INTERAMBITO OBIETTIVO Potenziare le modalità di le modalità Potenziare della domanda, rilevazione inerenti delle informazioni e alle risorse del agli utenti al fine di migliorare territorio di di strutturazione la capacità ai singoli e risposte adeguate alla cittadinanza: Migliorare la capacità di incisiva e realizzativa in sede di previsto quanto programmazione triennale di individuando strumenti e monitoraggio gestione, del PdZ: valutazione OBIETTIVO TIPOLOGIA TIPOLOGIA conoscenza Ricomposizione Ricomposizione Obiettivi/azioni inter-ambiti di rilievo sociale di rilievo inter-ambiti Obiettivi/azioni

147 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017 AZIONI/INTERVENTI OBIETTIVO AMBITO OBIETTIVO AZIONI/INTERVENTI Definizione Protocollo Protocollo Definizione tra Governance Operativo Territoriali i cinque Ambiti al Consiglio Inter relativo Ambiti, Coordinamento degli Uffici di Piano, Tecnico Inter di Sistema Tavolo Ambiti. Condivisione documento della spesa e sull’analisi della compartecipazione alla spesa socio sanitaria ANCI, con LEA) (applicazione Territoriali. altri Ambiti Regione con Interlocuzione Lombardia. OBIETTIVO INTERAMBITO OBIETTIVO Sistematizzare il raccordo tra i il raccordo Sistematizzare Territoriali cinque Ambiti la spesa Qualificare dei sociale a carico Comuni perseguendone la e limitando l’appropriatezza dispersione di risorse OBIETTIVO TIPOLOGIA TIPOLOGIA Ricomposizione Ricomposizione servizi

148 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017 AZIONI/INTERVENTI Scrittura dei meccanismi dei meccanismi Scrittura e di funzionamento, operativi e dei processi di relazione luoghi decisionali dei singoli decisionali, ovvero istituzionali di: Assemblea dei Sindaci, Tecnica. Conferenza dei processi Scrittura di partecipativi, territoriale rappresentanza meccanismi e dei relativi il livello con di relazione tavoli dei istituzionale, dell’associazionismo e tematici istituzionale, il livello con di Tecnica/Ufficio Conferenza Piano/Comuni. e declinazione Definizione della funzione operativa dell’Ufficio strategica della a vantaggio Unico territoriale programmazione dall’Ufficio di Piano. presidiata dei e scrittura Precisazione e di operativi meccanismi di nel rapporto relazione Azienda fra committenza Speciale e Assemblea dei Tecnica/ Sindaci/Conferenza Ufficio di Piano/Comuni. Ridefinizione Ridefinizione OBIETTIVO AMBITO OBIETTIVO Ridefinizione dei confini dei Ridefinizione dei luoghi istituzionali (luoghi decisionali e di rappresentanza: Assemblea dei sindaci, tecnica, conferenza azienda tematici, tavoli speciale). Chiarificazione operativi di dei meccanismi fra gli stessi. interazione (segue) dei luoghi dei confini (luoghi istituzionali decisionali e di Assemblea rappresentanza: dei sindaci, conferenza tematici, tavoli tecnica, azienda speciale). dei Chiarificazione operativi di meccanismi fra gli stessi. interazione AZIONI/INTERVENTI Strutturazione percorsi di percorsi Strutturazione e tecnico approfondimento istituzionale. Individuazione di modalità con raccordo di strutturate Terzo territoriali: le agenzie Organizzazioni Settore, associazioni volontariato, organizzazioni familiari, educative, agenzie sindacali, ecc. territoriali, Istituzioni OBIETTIVO INTERAMBITO OBIETTIVO Rafforzare le capacità di capacità le Rafforzare collaborazione, condivisione, e attivazione co-progettazione alla finalizzata territoriale per il del Patto realizzazione Welfare: OBIETTIVO TIPOLOGIA TIPOLOGIA

149 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017 AZIONI/INTERVENTI Accreditare e Convenzionare i e Convenzionare Accreditare Socio Educativi. Centri di i tavoli Accompagnare dei soggetti partecipazione per territorio sul attivi progettualità sviluppare condivise. valorizzare valorizzare OBIETTIVO AMBITO OBIETTIVO Per quanto di competenza di competenza quanto Per nel contesto dell’Ambito, del della qualificazione socio di offerta sistema assistenziale, verso le sperimentazioni d’offerta. unità nuove AZIONI/INTERVENTI Completamento del Completamento di confronto percorso dei gestori gli enti con del Socio Educativi Centri per condivisione territorio di valutazione strumento profilo definizione bisogno, e definizione intervento economico. profilo dei Centri Accreditamento Socio Educativi. OBIETTIVO INTERAMBITO OBIETTIVO Qualificare il sistema di il sistema Qualificare del socio assistenziale offerta territorio OBIETTIVO TIPOLOGIA TIPOLOGIA

150 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017 AZIONI/INTERVENTI Costruire interventi a carattere carattere a interventi Costruire preventivo. servizi e fra raccordi Costruire Asl/Comuni. uffici Distretto azioni di Attivare delle risorse orientamento a territorio sul presenti e di di esperienze favore di nuovi sperimentazioni organizzativi. assetti le azioni di a sistema - Mettere lavoro dei tempi conciliazione e famiglia. rete in interventi Realizzare ai e supporto di mutuo aiuto con per famiglie giver, care anziani a livello Ricomposizione e le risorse di tutte d’Ambito dei servizidi politiche in tema e di incrocio lavoro del attive pubblico/ domanda/offerta privato. . intercettare intercettare OBIETTIVO AMBITO OBIETTIVO Per quanto di competenza di competenza quanto Per nel d’Ambito, del territorio del rafforzamento contesto alle di risposta del sistema situazioni di vulnerabilità e fragilità, non i bisogni emergenti famiglie. delle codificati di percorsi Costruire per le famiglie prossimità Sintesi AZIONI/INTERVENTI Sintesi Attivazione di risposte di risposte Attivazione casa/ su 3 assi strutturate anche lavoro/reddito l’interlocuzione attraverso gli altri soggetti con istituzionali territoriali temi. tali su competenti OBIETTIVO INTERAMBITO OBIETTIVO Realizzazione di nuovi di nuovi Realizzazione e servizi per interventi la crisi economica fronteggiare sociale: e la vulnerabilità OBIETTIVO TIPOLOGIA TIPOLOGIA

151 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017 AZIONI/INTERVENTI - Creazione di un tavolo di un tavolo - Creazione le realtà con di confronto territorio. del produttive e/o di prassi Realizzazione e fruibili sia concrete modalità che dagli operatori dall’utenza dei servizi. di un Realizzazione Servizio d’Ambito a livello l’incontro che gestisca l’accesso domanda/offerta, la di finanziamento, a canali del canone regolamentazione concordato,ecc. di Individuazione e decodifica operative buone prassi regionali, sia sia alle DGR inerenti “ad hoc”. su progettualità e ricomposizione Potenziamento azioni di housing sociale e materia in esistenti progettualità per (convenzionamenti di casa mini Abitativo, Intervento Pronto alloggi per alloggi condivisi e/o famiglia). anziani, emergenza regionali, sia sia alle DGR inerenti “ad hoc”. su progettualità e ricomposizione Potenziamento azioni di housing sociale e materia in esistenti progettualità per (convenzionamenti di casa mini Abitativo, Intervento Pronto alloggi per alloggi condivisi e/o famiglia). anziani, emergenza

costruire piani costruire OBIETTIVO AMBITO OBIETTIVO Per quanto di competenza di competenza quanto Per nel d’ambito, del territorio del rafforzamento contesto alle di risposta del sistema situazioni di vulnerabilità e fragilità, sinergici fra di lavoro di in materia interlocutori e casa. lavoro ad e trasporto scuole e trasporto Sintesi AZIONI/INTERVENTI Sintesi Ridefinire le modalità le modalità Ridefinire la con di collaborazione agli in merito Provincia degli favore a interventi disabilità alunni con educativa (assistenza personam alla superiori, assistenza alunni con comunicazione sensoriale). disabilità OBIETTIVO INTERAMBITO OBIETTIVO Razionalizzare le modalità di le modalità Razionalizzare e di individuazione raccordo in delle competenze relazione alle situazioni che presuppongono l’intervento territoriali attori di molteplici (sociale, socio sanitario, ecc): educativo, sanitario, OBIETTIVO TIPOLOGIA TIPOLOGIA

152 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Desio - Piano di Zona 2015 – 2017 AZIONI/INTERVENTI Produrre dispositivi d’Ambito dispositivi d’Ambito Produrre di criteri (regolamenti, ecc) in accreditamenti, servizi. di erogazione materia OBIETTIVO AMBITO OBIETTIVO Comporre modalità Comporre modalità organiche di relazione tra i diversi livelli del sistema (linee di ingaggio definite, i diversi soggetti con sociali e sociosanitari interlocutori). AZIONI/INTERVENTI Attivazione di modalità di modalità Attivazione per la condivise degli interventi realizzazione appalti, (accreditamenti, anche co-progettazioni), sperimentazioni la attraverso di flessibilizzazione di forme gestionale. e progettuale Individuazione modalità delle integrata di gestione condivise progettazioni Ambiti per inter a livello delle l’utilizzo ottimizzare derivanti aggiuntive risorse da bandi di finanziamento. e mantenimento Sviluppo su attivati dei network specifici bisogni a livello cui i progetti tra inter-ambiti, Teseo, Matrioska, Artemide, … OBIETTIVO INTERAMBITO OBIETTIVO Qualificare il sistema di il sistema Qualificare del socio assistenziale offerta territorio. e consolidare Sviluppare innovative progettazioni a livello sovra-territoriale delle migliorando l’incisività capacità e la azioni progettuali dei risultati di raggiungimento attesi: OBIETTIVO TIPOLOGIA TIPOLOGIA Ricomposizione Ricomposizione risorse

153 Piano di Zona Ambito di Desio Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

Piano di Zona 2015 - 2017 Sezione Ambito di Monza Documento di programmazione locale

Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

1. Gli esiti della programmazione 2012 – 2014

Il Piano di Zona 2012 -2014 aveva, quale obiettivo generale, il miglioramento della capacità di attivare e di valorizzare le risorse territoriali favorendo forme di collaborazione e di interazione tra i diversi attori presenti nel contesto. L’impostazione adottata era stata pertanto quella di individuare rispetto ad ogni obiettivo quali risorse e quali soggetti sarebbe stato necessario ed opportuno coinvolgere per ottimizzare gli impegni di ciascuno. In tal senso si era pertanto proceduto alla definizione di progetti capaci di facilitare il raggiungimento degli obiettivi individuati per ciascuna area di intervento. In sede di verifica e di valutazione dei risultati ottenuti a conclusione del triennio precedente è stata pertanto effettuato un percorso di condivisione, oltre che a livello di raccordo tra i tre Comuni dell’Ambito, anche con il Tavolo di Sistema per meglio condividere quanto era stato raggiunto e quanto si ritiene necessario debba essere riproposto per il prossimo triennio. Di seguito una breve sintesi di quanto realizzato nel corso del triennio 2012 -2014, in allegato tabella riassuntiva degli obiettivi e dei risultati raggiunti.

Area Famiglia: si sottolineano i percorsi sperimentali attivati sul tema della conciliazione dei tempi di cura e di lavoro (all’interno del Piano Territoriale di Monza e Brianza), il consolidamento delle iniziative di promozione quali il Festival delle Famiglie e l’avvio dell’analisi relativamente alle nuove esigenze delle famiglie, con particolare riferimento alle situazioni di vulnerabilità.

Area Prima Infanzia: i tre Comuni hanno consolidato le modalità di raccordo sui servizi della prima infanzia di titolarità pubblica, nonché il raccordo condiviso con il sistema di offerta privato attraverso i percorsi di qualificazione quali l’accreditamento e la rilevazione della qualità. Si sono inoltre implementati i servizi integrativi a favore delle famiglie.

Area Minori: rispetto alla sistematizzazione delle modalità di intervento a favore dei minori in tutela, i tre Comuni hanno promosso un percorso di modellizzazione condiviso, con un affondo particolare rispetto ai minori vittime di abuso e sfruttamento sessuale (Progetto Teseo). Si è inoltre completato il percorso di accreditamento delle strutture residenziali per minori e si è avviato il confronto sugli aspetti metodologici di realizzazione degli interventi. Si è data continuità agli interventi a favore dei casi del penale minorile, consolidando il modello di intervento territoriale. Si sono avviate sperimentazioni sul tema dell’orientamento al lavoro, anche in raccordo con le scuole del territorio.

Area persone con disabilità: in riferimento alla qualificazione del sistema di offerta, è stata avviata l’analisi sulle strutture diurne finalizzata all’accreditamento di tale tipologia di unità di offerta. Al fine di favorire i percorsi di confronto con i familiari delle persone con disabilità, è stata promossa la sperimentazione del percorso “Famiglie e Disabilità” che ha creato occasioni di riflessione e condivisione.

Area anziani: Gli obiettivi dell’area anziani erano concentrati, al rafforzamento degli interventi a favore della domiciliarità ed, in modo particolare, alla qualificazione del sistema privato di cura. In tal senso si è proceduto al consolidamento dei servizi di prossimità e si è data continuità all’erogazione dei buoni sociali per il contributo delle spese derivanti dall’assunzione di assistenti familiari. In riferimento, invece, alla residenzialità è stato avviato un percorso di confronto tra enti gestori, ASL e Comuni anche in relazione alle misure integrative (RSA aperta) promosse da Regione Lombardia.

Area adulti: l’area adulti ha visto, nel corso del triennio, un incremento significativo delle situazioni di difficoltà sia rispetto alle situazioni di vulnerabilità sia relativamente alle forme di disagio più rilevanti. In tal senso si è proceduto, per quanto attiene alle problematiche dell’emergenza abitativa,

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al rafforzamento del raccordo tra Uffici Casa e Servizi Sociali nonché tra i Comuni e ALER/Tribunale. Rispetto alle situazioni di grave disagio è stato aperto, dal Comune di Monza, lo Spazio Anna quale punto di riferimento per l’inclusione sociale delle persone senza dimora.

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– Piano ZonaPiano di Ambitodi Monza

- Terzo Settore e imprese profit Terzo - (enti gestori strutture prima infanzia) - ASL - Provincia Africa 70 e siggetti pubblici privati del 1) territorio 2) Nidi comunali Monza 3) Nido comunale Villasanta

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– Piano ZonaPiano di Ambitodi Monza

- Terzo Settore (enti gestori Terzo - strutture per minori) - ASL Settore - Terzo - Oratori - Scuole - Associazioni - ASL - Azienda Ospedaliera - Settore educazione - Scuole - ASL Settore - Terzo

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-Enti privati -Enti

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– Piano ZonaPiano di Ambitodi Monza

-Parrocchie -Centri sociali anziani -Provincia settore -Terzo -Provincia, -ASL -Provincia, settore -Terzo

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– – Piano ZonaPiano di Ambitodi Monza ZonaPiano di Ambitodi Monza

-Parrocchie di volontariato - Organizzazioni -Enti gestori residenziali strutture per anziani -ASL -Medici di medicina generale

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– Piano ZonaPiano di Ambitodi Monza

-Provincia Monza e Brianza -Provincia -Organizzazioni datoriali casa, tributi-Settori comunali -Tribunale -Associazioni -Provincia -Organizzazioni sindacali -Cooperative -AFOL -Organizzazioni datoriali per la accreditati -Enti formazione accreditati -Sportello di lavoro -Casa circondariale di Monza-Casa circondariale -UEPE -ASL sociali -Cooperative -Organizzazioni datoriali -Azienda ospedaliera sociali -Cooperative -Associazioni -Organizzazioni volontariato sociali -Cooperative -Associazioni

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2. Gli obiettivi per il triennio 2015/2017

2.1 Gli obiettivi dell’area conoscenza

L’ANALISI DEL BISOGNO

Nel corso dei momenti di confronto degli organismi della programmazione partecipata è stato rilevato in modo sistematico l’elemento di difficoltà riguardante la diffusione delle informazioni e la loro fruibilità da parte dei cittadini e delle famiglie. In un sistema in cui la frammentazione delle competenze, delle risorse e dei servizi risulta essere ancora molto accentuata il rischio è che la ricomposizione, anche degli elementi conoscitivi, sia demandata al cittadino. Ciò, per i cittadini meno capaci a muoversi nel sistema, potrebbe quindi determinare la difficoltà ad accedere al sistema e ai servizi. Al contempo, inoltre, potrebbe implicare che il cittadino si rivolga a più punti di accesso contemporaneamente, rendendo necessario pertanto, un passaggio di orientamento e ricompositivo ulteriore da parte degli operatori dei servizi. Si è rilevata pertanto l’importanza di migliorare la capillarità delle informazioni sia rispetto ai cittadini, sia rispetto agli operatori di front office, chiamati, sempre più frequentemente ad orientare e a dare consulenze su molteplici iniziative ed interventi. A supporto di tale esigenza si rileva l’opportunità di rafforzare gli strumenti informativi informatizzati già esistenti e già attivati.

Migliorare le modalità di accesso al sistema delle informazioni e ai servizi Obiettivo per facilitare i percorsi dei cittadini

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi Orientamento all’informazione sui servizi fruibili e rafforzamento dei supporti Azioni informativi alle famiglie

Professionali: Risorse - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni

Conferenza Tecnica Strumenti Strumenti informativi e informatici (mappature risorse, siti web) Utilizzati Campagne di pubblicizzazione/diffusione

Indicatori di Qualità percepita dai cittadini su diffusione informazioni esito

Target di ≥ 50% valutazioni positive valutazione

Strumenti di Questionario rilevazione qualità percepita valutazione

Tempistica Triennio

165 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

2.2. Gli obiettivi dell’area servizi

L’ANALISI DEL BISOGNO

Alla luce di quanto emerso dall’analisi dei dati relativi alla disoccupazione, agli sfratti, alle richieste di aiuto economico pervenute ai servizi si è individuato l’area della vulnerabilità e della fragilità delle famiglie quale area prioritaria di intervento. Le crescenti richieste registrate dal Segretariato Sociale comunale direttamente ricollegabili a problematiche inerenti casa e lavoro, hanno determinato l’urgenza di rispondere in modo più strutturato a tale tipologia di bisogno. Considerato che si tratta di un’evoluzione dei bisogni imposto da un contesto sociale in mutamento, si rileva la contestuale necessità di ripensare il sistema di welfare in senso ampio individuando modalità di risposta più flessibili e mirate. Accanto alle problematiche inerenti alla grave marginalità e disagio (rispetto alle quali le risposte tradizionali risultano essere ancora valide pur necessitando di una più forte interconnessione tra loro), occorre sviluppare iniziative per la fascia di vulnerabilità già individuata in sede di programmazione interambiti. L’Ambito Territoriale di Monza, in coerenza con quanto delineato a livello sovra territoriale, intende pertanto attivare nuclei sperimentali locali sui temi casa/lavoro/reddito anche attraverso la partecipazione a bandi di finanziamento.

166 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

Sviluppare strategie e percorsi integrati di intervento sulle problematiche Sviluppare strategie e percorsi integrati di intervento sulle problematiche Obiettivo relative alla vulnerabilità e alle nuove povertà Obiettivo relative alla vulnerabilità e alle nuove povertà Tipologia Specifico Tipologia Specifico obiettivo obiettivo Interventi 1. Costruzione partecipata di azioni rivolte alle situazioni di povertà e 1. Costruzione partecipata di azioni rivolte alle situazioni di povertà e Azioni vulnerabilità, nonché al supporto di situazioni di fragilità familiare vulnerabilità, nonché al supporto di situazioni di fragilità familiare attraverso lo sviluppo di interventi sulle assi casa/lavoro/reddito attraverso lo sviluppo di interventi sulle assi casa/lavoro/reddito 2. Consolidamento del raccordo tra le iniziative presenti sul territorio in Interventi 2. Consolidamento del raccordo tra le iniziative presenti sul territorio in relazione al soddisfacimento dei bisogni primari Azioni relazione al soddisfacimento dei bisogni primari 3. Promozione di forme di welfare generativo 3. Promozione di forme di welfare generativo 4. Consolidamento di politiche attive del lavoro a favore delle categorie 4. Consolidamento di politiche attive del lavoro a favore delle categorie più più fragili fragili Professionali: Risorse Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - tecnici del Terzo Settore/Organizzazioni sindacali Risorse - tecnici del Terzo Settore/Organizzazioni sindacali - tecnici organizzazioni datoriali, Provincia, AFOL - tecnici organizzazioni datoriali, Provincia, AFOL Finanziarie: Finanziarie: - Bandi di finanziamento - Bandi di finanziamento - Fondo Nazionale Politiche Sociali - Fondo Nazionale Politiche Sociali Tavoli di lavoro Strumenti Tavoli di lavoro Strumenti Software condivisi Utilizzati Software condivisi Utilizzati Customer satisfaction Customer satisfaction Indicatori Incremento n° nuclei famigliari destinatari di interventi volti a contrastare la Indicatori di Incremento n° nuclei famigliari destinatari di interventi volti a contrastare la di esito vulnerabilità esito vulnerabilità Target di Anno 2015: 20 nuclei valutazione Anno 2016: 40 nuclei Anno 2015: 20 nuclei Target di Anno 2017: 60 nuclei Anno 2016: 40 nuclei valutazione Strumenti Monitoraggio semestrale e Report di valutazione Anno 2017: 60 nuclei di Strumenti di valutazione Monitoraggio semestrale e Report di valutazione valutazione Tempistica Triennio Tempistica Triennio

167 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

L’ANALISI DEL BISOGNO

L’analisi del contesto socio – demografico fa emergere in modo chiaro elementi di attenzione legati alla fragilità delle famiglie e al contestuale rischio di indebolimento dei rapporti familiari, di vicinato, di comunità. Le difficoltà derivanti dalla crisi economica sia per i nuclei famigliari, sia per il contesto produttivo, sia per le risorse dei sistemi pubblici rendono necessario, in realtà, il rafforzamento delle modalità e gli strumenti volti a favorire la coesione sociale. In caso contrario potrebbe invece farsi avanti la tendenza all’isolamento e al ripiegamento su sé stessi. Occorre porre pertanto l’attenzione a tutti i fattori di complessificazione dei rapporti tra la società civile per poterli accompagnare, valorizzare, affrontare in modo condiviso. Si rileva, nello specifico, la significativa presenza di stranieri nel nostro territorio, in lineacon le percentuali regionali, e la conseguente necessità di favorire l’integrazione delle seconde generazioni, delle persone con background migratorio e della multiculturalità (aspetti messi in luce in modo puntuale dal Progetto Matrioska finalizzato a rafforzare e a sistematizzare l’accoglienza e l’orientamento delle persone con background migratorio). Ulteriore elemento di complessità, determinatosi negli ultimi anni, è costituito dagli interventi finalizzati ad affrontare l’emergenza profughi rispetto ai quali si è costituita una rete territoriale di intervento (progetto Emergenza profughi e Progetto SPRAR Monza e Brianza) e che hanno determinato l’esigenza di strutturare modalità di risposta ad hoc.

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Obiettivo Consolidare e implementare la coesione sociale territoriale

Tipologia Generale obiettivo

1. Promozione di azioni volte a favorire l’integrazione sociale Interventi 2. Rafforzamento della condivisione territoriale sull’accoglienza profughi e Azioni richiedenti asilo

Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni Risorse - tecnici del Terzo Settore/Organizzazioni sindacali - tecnici organizzazioni datoriali, Provincia, AFOL Finanziarie: - Bandi di finanziamento

Tavoli di lavoro Strumenti Protocolli operativi Utilizzati Software e applicativi dedicati

Indicatori di N° iniziative organizzate per favorire l’integrazione sociale esito N° soggetti inseriti nella rete territoriale sull’accoglienza profughi

Target di ≥ 1 all’anno valutazione ≥ + 10%

Strumenti di Monitoraggio semestrale e Report di valutazione valutazione

Tempistica Triennio

169 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

L’ANALISI DEL BISOGNO

Nel corso dell’anno 2014 è stato condotto, su mandato dell’Assemblea dei Sindaci, l’analisi approfondita dei servizi gestiti in forma associata da parte dei tre Comuni dell’Ambito Territoriale al fine di rilevare aspetti di criticità, elementi di attenzione e conseguentemente individuare possibili correttivi e rimodulazioni. L’analisi ha riguardato: le finalità e i compiti, il personale dedicato, le attività svolte, i casi in carico, i progetti specifici di competenza, i costi, gli elementi di criticità rilevati rispetto a: organizzazione e personale, procedure, gestione attività/casistica e il riparto dei costi della gestione associata. All’atto della rilevazione, i servizi gestiti in forma associata risultano essere: il Servizio Tutele, il Servizio Intercomunale affidi, il Servizio inserimenti lavorativi, l’Equipe Territoriale Integrata Minori, il coordinamento relativo al Centro Socio Educativi per piccoli di Villasanta, l’ufficio Accreditamento e Qualità, l’Ufficio di Piano. In considerazione della riduzione delle risorse economiche e professionali a disposizione e della necessità pertanto di ottimizzarne l’utilizzo e l’efficacia, si sono individuate alcune linee di miglioramento e di rimodulazione che, nel corso del 2015 si intendono portare a compimento. Inoltre a fronte della sistematizzazione delle modalità di gestione integrata tra i tre Comuni è possibile ipotizzare, sulla scorta delle indicazioni regionali, la valutazione e lo studio di fattibilità rispetto all’ulteriore implementazione dei servizi associati.

170 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

Ottimizzare il sistema di offerta attraverso lo sviluppo delle forme di Obiettivo gestione integrata e associata a livello di Ambito

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi Riorganizzazione e valutazione eventuale ampliamento dei servizi gestiti in Azioni forma associata e integrata

Professionali: - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni Risorse Finanziarie: - Risorse comunali - Fondo Nazionale Politiche Sociali

Strumenti Conferenza Tecnica Utilizzati

Indicatori di Nuovi servizi/interventi gestiti in forma integrata/associata esito

Target di ≥ + 10% valutazione

Strumenti di Monitoraggio semestrale e Report di valutazione valutazione

Tempistica Triennio

171 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

2.3. Gli obiettivi dell’area risorse

L’ANALISI DEL BISOGNO

I Comuni di Monza, e Villasanta hanno propri regolamenti per la disciplina dei criteri di accesso alle prestazioni e per la determinazioni dei benefici, con particolare riferimento ai titoli sociali (buoni sociali e voucher) e contributi economici. Nel corso degli anni si è proceduto ad individuare elementi di uniformazione e di allineamento tra quanto previsto dalle singole Amministrazioni comunali, riscontrando tuttavia impostazioni, sistemi e modalità operative spesso sostanzialmente differenti. Da gennaio 2015 è in vigore la nuova normativa ISEE, approvata con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 159/2013 “Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (I.S.E.E.) e il Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 7.11.2014 “Approvazione del modello tipo della dichiarazione sostitutiva unica ai fini I.S.E.E., dell’attestazione, nonché delle relative istruzioni per la compilazione ai sensi dell’art. 10 comma 3 del D.P.C.M. 5/12/2013 n. 159”. Accanto a ciò si è rilevata anche una spinta della Regione Lombardia verso una regolamentazione a livello di Ambito rispetto alle modalità di accesso agli interventi previsti da alcune misure regionali quali il Fondo Non Autosufficienza 2014. Indirizzo confermato all’interno delle indicazioni normative previste dalle Linee di indirizzo regionali per la costruzione dei Piani di Zona 2015/2017. E’ stato pertanto necessario attivare un percorso di revisione complessiva dei regolamenti rispetto ai requisiti per l’accesso ai servizi e agli interventi in campo sociale e socio sanitario e alle modalità di erogazione delle prestazioni con la previsione di nuove soglie di accesso e compartecipazione al costo dei servizi e di nuovi criteri economici di erogazione dei benefici. Al fine di garantire l’uniformità dei criteri e l’equità di trattamento a favore dei cittadini residenti nei Comuni dell’Ambito., pertanto, si è condivisa l’opportunità di costruire un regolamento condiviso .

172 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo Armonizzare i criteri di accesso ai servizi

Tipologia Strategico obiettivo

Interventi 1. Definizione di procedure e regole generali condivise di accesso ai servizi Azioni anche in relazione alla nuova normativa ISEE

Professionali: Risorse - tecnici Ufficio di Piano - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni

Strumenti Conferenza Tecnica Utilizzati

Indicatori di N° prestazioni oggetto di regolamentazione condivisa/n° prestazioni previste esito regolamentate

Target di ≥ 50% valutazione

Strumenti di Report di valutazione valutazione

Tempistica Triennio

173 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

L’ANALISI DEL BISOGNO

Nel territorio di Monza e Brianza si rileva una presenza particolarmente ricca e variegata di soggetti del privato sociale, delle organizzazioni di volontariato, dell’associazionismo, del privato profit, che, a diverso titolo, contribuiscono a realizzare il sistema di welfare formale ed informale. In un contesto caratterizzato da una contrazione delle risorse economiche disponibili, risulta essere ancor più rilevante sviluppare strategie e modalità finalizzate a valorizzare, mettere in rete e ottimizzare le risorse in campo. Non solo delle risorse finanziarie, ma anche delle competenze e del capitale sociale insiti in ciascuna organizzazione. Nell’ottica espansiva di coinvolgere la società civile nel processo di autodeterminazione del sistema di welfare possibile e sostenibile sul territorio, si ritiene necessario promuovere forme di volontariato e di cittadinanza attiva. Nell’ottica della sostenibilità del sistema si sono inoltre registrati due elementi fondamentali. Da un lato la necessità di aumentare la capacità di attrazione di nuovi fondi sul territorio, evitando sovrapposizioni e dispersioni rispetto alla compresenza competitor sullo stesso territorio. Dall’altro l’esigenza di ottimizzare le risorse disponibili per garantire la migliore qualità realizzabile e per evitare l’implosione del sistema di risposta ai cittadini. In tal senso si rileva, tra l’altro, anche l’indirizzo specifico di Regione Lombardia rispetto alla promozione e facilitazione delle modalità di integrazione tra policy differenti, con particolare riferimento al raccordo con il mondo dell’educazione.

174 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

Valorizzare le risorse e le competenze del territorio al fine di sviluppare Obiettivo forme di attivazione sociale estesa in un’ottica di welfare di comunità

Tipologia Generale obiettivo

1. Attivazione e implementazione di sinergie con il mondo della scuola e con le altre agenzie educative in un’ottica di promozione dei giovani e delle loro famiglie e di prevenzione del disagio Interventi 2. Sperimentazione di forme di co-progettazione anche in relazione Azioni all’accesso a bandi di finanziamento locali, regionali, nazionali ed europei 3. Promozione di processi di costruzione di cittadinanza attiva sollecitando il volontariato giovanile e costruendo reti familiari sempre più integrate

Professionali: - tecnici Ufficio di Piano Risorse - tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni - tecnici del Terzo Settore/Organizzazioni sindacali

Strumenti Conferenza Tecnica Utilizzati Bandi di finanziamento

Indicatori di Incremento progettualità condivise esito

Target di ≥ 1 progettualità condivisa all’anno valutazione

Strumenti di Report di valutazione valutazione

Tempistica Triennio

175 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

L’ANALISI DEL BISOGNO

Le linee di indirizzo regionali sui Piani di Zona e gli elementi emersi dal Sistema di Conoscenza regionale hanno sottolineato in modo specifico la necessità di promuovere e facilitare i percorsi e le occasioni di integrazione tra policy differenti. Da un lato, infatti, si rileva che rispetto a molti ambiti di intervento e ad alcuni target di utenza, i confini tra settori e politiche differenti sono molto labili e i punti di tangenza sono molteplici. Inoltre occorre evidenziare che la necessità di rispondere in un modo nuovo a bisogni e a contesti socio – economici diversificati, richiede la capacità di aprire lo sguardo ed il perimetro di azione verso policy differenti. Il ruolo del Piano di Zona e del sistema della programmazione sociale integrata, pertanto, diventa anche quello di propulsore e facilitatore di processi ricompositivi, evolutivi e di convergenza tra attori differenti e tra competenze differenti. Ciò risulta ancor più significativo se si pone l’attenzione sul rischio di graduale chiusura degli interventi sociali verso la gravità e l’emergenza, sia rispetto al rischio di incoerenza e di allontanamento tra sistemi di protezione sociale e sistemi di promozione sociale.

Obiettivo Promuovere e sviluppare azioni di integrazione tra policy differenti

Tipologia Generale obiettivo

Rafforzamento di modalità di raccordo intersettoriale ed interistituzionale Interventi su temi quali pari opportunità, conciliazione dei tempi di cura e di lavoro, Azioni educazione, accessibilità ai servizi.

Professionali: - tecnici Ufficio di Piano Risorse - tecnici dei Settori dei 3 Comuni interessati - tecnici del Terzo Settore/Organizzazioni sindacali

Strumenti Conferenza Tecnica Utilizzati

Indicatori di Livello di integrazione intersettoriale esito

Target di ≥ 50% su scala valutazione livello di integrazione valutazione

Strumenti di Questionario grado di integrazione intersettoriale valutazione

Tempistica Triennio

176 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

L’ANALISI DEL BISOGNO

Nel corso dello scorso triennio di programmazione si è valutata e verificata l’attività degli organismi della programmazione partecipata soprattutto in relazione alla capacità attrattiva del sistema rispetto ai soggetti territoriali, l’incisività delle azioni rispetto al carico di impegni profuso da ciascun soggetto. La rivisitazione del modello della programmazione partecipata ha pertanto portato alla definizione di un nuovo impianto, avviato nel corso del 2014 e che deve essere portato a regime con il nuovo triennio. In particolare si rende necessario attivare i Tavoli Tematici Trasversali quali luogo di lavoro e di confronto principale rispetto al raggiungimento di alcuni obbiettivi relativamente ai quali è opportuno effettuare una forte condivisione tra i diversi soggetti del territorio. Inoltre si ritiene opportuno individuare strategie, linguaggi, modalità più idonee ad interloquire con le realtà più piccole e meno strutturate rispetto alle quali non risultano efficaci le tradizionali metodologie della programmazione partecipata e rispetto alle quali è concreto il rischio di “perdita” di contatto con il sistema dei Piani di Zona. Un ulteriore elemento di attenzione è quello riferibile alla connessione tra il sistema sovra territoriale (Inter Ambiti), territoriale (Ambito) e locale (Comune) al fine di tenere saldo il collegamento tra i diversi livelli di attività e confronto, mantenendo e valorizzando le iniziative e le autonomie specifiche di ciascun soggetto.

Obiettivo Rafforzare le modalità di collaborazione con i soggetti del territorio

Tipologia Generale obiettivo

Interventi Consolidamento modalità di funzionamento del sistema della programmazione Azioni partecipata e attivazione dei Tavoli Tematici trasversali

Professionali: Risorse - tecnici Ufficio di Piano - tecnici del Terzo Settore/Organizzazioni sindacali

Strumenti Conferenza Tecnica Utilizzati Organismi della programmazione partecipata

Indicatori di N° dei Tavoli Tematici attivati esito

Target di ≥ 2 tavoli all’anno valutazione

Strumenti di Report di valutazione valutazione

Tempistica Triennio

177 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

3. La governance

La governance dell’Ambito Territoriale di Monza è disciplinata da un apposito Regolamento di organizzazione e funzionamento.

3.1 Il coordinamento tra i Comuni dell’Ambito Territoriale

Il raccordo e il coordinamento tra i tre Comuni dell’Ambito è svolto: - a livello politico tramite l’Assemblea dei Sindaci - a livello tecnico tramite la Conferenza Tecnica - a livello tecnico operativo tramite l’Ufficio di Piano L’Assemblea dei Sindaci è composta dai Sindaci dei Comuni di Monza, Brugherio e Villasanta. I sindaci possono delegare gli assessori competenti per materia. L’Assemblea dei Sindaci è l’organo di indirizzo politico – strategico dell’Ambito Territoriale. La Conferenza Tecnica è composta dai responsabili dei Settori Servizi Sociali dei Comuni dell’Ambito e dal responsabile dell’Ufficio di Piano. Possono essere invitati a partecipare anche i referenti tecnici dei tre Comuni rispetto alle tematiche di competenza. Agli incontri della Conferenza Tecnica partecipano i referenti del Distretto socio sanitario di Monza dell’ASL Monza e Brianza. La Conferenza Tecnica svolge i suoi compiti nei seguenti ambiti di attività: - realizzazione degli obiettivi previsti dal Piano di Zona; - programmazione finanziaria delle risorse del budget unico di Ambito; - supporto tecnico all’Assemblea dei Sindaci; - presidio, monitoraggio, verifica e valutazione degli interventi e servizi sociali e dei progetti di Ambito. L’Ufficio di Piano, ai sensi della normativa nazionale e regionale, è la struttura tecnico – amministrativa che assicura il coordinamento degli interventi e l’istruttoria degli atti di esecuzione del Piano.

178 Piano di Zona Ambito di Monza Ufficio di Piano Ambito di Monza - Piano di Zona 2015 – 2017

3.2 La programmazione partecipata

Nel corso dell’anno 2013, il sistema della programmazione partecipata dell’Ambito di Monza, è stato complessivamente rimodulato. Nel Piano di Zona 2012 -2014, infatti, alla luce delle criticità rilevati sul sistema di partecipazione previgente, si erano individuati alcuni elementi di attenzione da tenere in considerazione in un processo di rivisitazione del modello. Di seguito si riportano i punti contenuti nel precedente Piano:

- Introduzione di elementi di flessibilità di funzionamento del sistema e dei diversi organismi per adattare i processi partecipati alle diverse esigenze progettuali, di confronto, programmatorie o di analisi al fine di non irrigidire il sistema e di renderlo più efficace; - Rafforzamento dei flussi informativi tra i diversi livelli e ambiti della programmazione partecipata al fine di garantire la tenuta complessiva del sistema - Declinazione di ruoli, mandati e compiti dei diversi organismi - Previsione di linee di connessione tra i livelli locali di partecipazione e quelli interdistrettuali, anche rispetto a gruppi afferenti ad Asl, Provincia, Prefettura, ecc per evitare duplicazioni e sovrapposizioni - Promozione e sensibilizzazione rivolte agli attori territoriali ad aderire agli organismi della programmazione partecipata

E’ stato pertanto promosso, nel corso dell’anno 2013, un processo partecipato di revisione del modello attraverso il coinvolgimento del Tavolo di Sistema, a conclusione del quale si è definito un impianto finalizzato a tutelare e a favorire la partecipazione di tutte le tipologie di soggetti presenti sul territorio. Il modello attualmente prevede i seguenti organismi: Aree, Tavoli tematici trasversali, Tavolo di Sistema.

Le Aree costituiscono il livello di partecipazione di base ai processi di realizzazione del sistema integrato dei servizi e degli interventi sociali. Le aree costituite sono: anziani, disabili, infanzia- minori-giovani, adulti. I soggetti interessati ad aderire al sistema della programmazione partecipata dell’Ambito Territoriale di Monza presentano richiesta di iscrizione, facendo riferimento alle aree sopra richiamate. Possono iscriversi i soggetti che hanno sede legale e/o operativa nel territorio dei tre Comuni nonché i soggetti che svolgono una comprovata attività nel territorio dell’Ambito di Monza.

Il Tavolo di Sistema è l’organismo tecnico – partecipativo volto a favorire l’adeguato funzionamento del sistema della programmazione partecipata e la realizzazione degli obiettivi del Piano di Zona. Al Tavolo di Sistema sono attribuite le seguenti competenze: Esprimere pareri e proposte relativamente agli atti di programmazione e organizzazione del sistema distrettuale di interventi e servizi sociali; Trattare le tematiche trasversali di sistema di politica sociale e di costruzione della rete degli interventi e dei servizi Favorire il raccordo e l’integrazione tra i diversi soggetti del sistema di welfare Favorire lo svolgimento delle attività dagli altri organismi della programmazione partecipata e

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recepire e discutere le proposte avanzate dagli stessi

Il Tavolo di Sistema è composto da: i componenti della Conferenza Tecnica in quanto referenti tecnici dei Comuni; n° 5 rappresentanti del Terzo Settore eletti dal Tavolo di Consultazione nella componente del Terzo Settore; n° 2 rappresentanti di organizzazioni attive sul territorio individuati dall’Assemblea dei Sindaci; n° 3 rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative; n° 1 rappresentante delegato dai soggetti profit del territorio; il Direttore e il Responsabile ASSI del Distretto socio sanitario dell’ASL Monza e Brianza; n° 1 referente della Provincia di Monza e Brianza; n° 1 referente della Fondazione Monza e Brianza; n° 1 referente del Forum del Terzo Settore di Monza e Brianza; n° 1 referente del CSV (Centro Servizi per il Volontariato) di Monza e Brianza.

I Tavoli tematici trasversali costituiscono gli organismi partecipativi di approfondimento e lavoro. Per la realizzazione degli obiettivi inseriti nel Piano di Zona sulla base della declinazione annuale, l’Assemblea dei Sindaci, sentito il Tavolo di Sistema, definisce i tavoli tematici trasversali. I tavoli tematici trasversali sono composti da operatori dei Comuni, da rappresentanti del Terzo Settore, individuati dalle Aree coinvolte, da rappresentanti degli enti profit, delle organizzazioni

sindacali, dell’ASL Monza e Brianza, delle Aziende Ospedaliere, delle altre agenzie del Territorio.

I tavoli tematici trasversali sono coordinati da operatori dei Comuni. Ai tavoli tematici trasversali

vengono assegnati Ufficio obiettivi di Piano eAmbito compiti di Monza da perseguire - Piano di Zona con 2015 modalità – 2017 operative e tempi definiti.

Coordinamento locale diffuso Coordinamento politico e tecnico Livello Informativo locale Livello programmatorio e operativo locale

Assemblea dei Sindaci • Adesione da parte dei soggetti del territorio

Flussi informativi • Flussi informativi “a target”

Area Conferenza Tavolo Area Area Area infanzia tecnica di anziani disabili adulti minori Ufficio Sistema giovani di Piano

Coordinamento Gruppi di lavoro indipendenti pubblico Individuazione componenti Tavoli

Tavoli Gruppi di lavoro attivati Consultazione/ confronto allargato da tavoli Tematici trasversali

Partecipazione Partecipazione

“strutturata” “base”

Il funzionamento di tali organismi è disciplinato da un regolamento.

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Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Piano di Zona 2015 - 2017 Sezione Ambito di Seregno Documento di programmazione locale

Elaborazione coordinata dall’Ufficio di Piano e curata da Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

1. Esiti - La valutazione del piano di zona 2012-2014

La programmazione del nuovo triennio, nel rispetto delle indicazioni fornite dalla Regione, deve necessariamente raccogliere le eredità dell’attuazione del precedente piano, verificando il raggiungimento degli obiettivi posti e valutandone il mantenimento o gli spazi di sviluppo possibili. Pertanto, qui di seguito si riportano i principali elementi valutativi riferiti alla precedente programmazione. L’analisi è svolta per singola area di riferimento, richiamando gli obiettivi posti nel 2012, rendicontandone il grado raggiungimento e, dove possibile, indicando dati puntuali di riferimento.

1.1 I risultati dell’area anziani A fronte della consistente frammentazione che caratterizza il sistema d’offerta territoriale, evidenziata anche dai dati di contesto in riferimento ai differenti livelli di copertura dell’utenza potenziale – si veda il SAD - e del costo pro-capite per utente – SAD, CDI ed RSA -, il Piano di Zona 2012-14 poneva obiettivi orientati alla ricomposizione del sistema.

In primo luogo, ricomposizione dei servizi attraverso l’attuazione delle Linee Guida di Ambito per l’accesso ai servizi per le persone non autosufficienti, approvate a conclusione del triennio precedente, nel novembre del 2011. In secondo luogo, ricomposizione delle risorse e dei servizi, a partire dalla messa in rete dei diversi enti attivi nel campo del trasporto degli anziani, proponendo una gestione d’Ambito del servizio.

La precedente programmazione si proponeva, inoltre, di consolidare alcune esperienze sperimentali avviate nel triennio precedente attraverso l’estensione all’insieme dei Comuni dell’Ambito dell’esperienza di Custodia Sociale del Comune di Seregno e dello sportello Badanti riferito al progetto “Prossimi alla cura”, entrambi giudicati positivamente e da estendere sull’intero territorio.

Gli anni di attuazione del precedente piano, tuttavia, hanno coinciso con una fase molto difficile del welfare associato. Le risorse trasferite ai piani di zona dal livello nazionale hanno subito consistenti riduzioni: il fondo non autosufficienza in particolare ha vissuto per un intero biennio un completo azzeramento delle risorse, e decurtazioni consistenti hanno riguardato anche il fondo nazionale sulle politiche sociali. Tale flessione, e il clima di particolare incertezza ad esso correlato, ha avuto un impatto considerevole sulla realizzazione degli obiettivi programmatori qui nominati.

Dal punto di vista del consolidamento e ampliamento delle sperimentazioni, si è riusciti a dare garanzia di continuità al lavoro dello Sportello Badanti, mentre l’espansione del progetto di custodia sociale si è rivelato impraticabile a fronte delle risorse economiche in essere. Anche alcuni obiettivi di regolazione e gestione comune dei servizi a livello d’Ambito hanno trovato difficile applicazione. La messa in rete dei servizi di trasporto si è scontrata conil radicamento locale delle realtà che abitualmente gestiscono il servizio a livello comunale - spesso associazioni di volontariato di piccole dimensioni - faticando a trovare spazi di interesse e disponibilità per una possibile aggregazione sovracomunale.

La prosecuzione del percorso di armonizzazione dei regolamenti comunali attraverso l’attuazione delle Linee guida si è scontrata invece con la difficoltà di investimento in questa direzione in un momento di sotto-finanziamento del welfare. In aggiunta a ciò, il carico del lavoro ordinario, in crescita soprattutto per il peso della crisi socio-economica, ha fatto mancare gli spazi e le energie necessari alla messa in rete del sistema dei servizi.

181 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Gli obiettivi di ricomposizione si sono rivelati in conclusione molto difficili da perseguire e non sono stati raggiunti.

Obiettivi PdZ 2012 - 2014 Grado di raggiungimento Attuazione delle Linee Guida di Ambito per l’accesso ai servizi per le Non raggiunto persone non autosufficienti Consolidamento Sportello Prossimi alla Cura Raggiunto Estensione servizio di Custodia Sociale Non raggiunto Messa in rete dei servizi di trasporto Non raggiunto

1.2. I risultati dell’area disabilità Sul fronte della disabilità, la precedente programmazione aveva individuato cinque obiettivi. I primi due riconducibili al mantenimento di alcuni servizi di primo accesso già in essere - lo Sportello per il tempo libero senza barriere e lo Sportello giuridico - e alla conseguente necessità di reperire risorse per garantirne la sostenibilità. Allo Sportello giuridico era anche connesso un obiettivo di potenziamento, attraverso l’incremento del personale volontario a disposizione.

Allo sviluppo di nuovi modelli di gestione dei servizi guardavano invece altri due obiettivi. Il primo poneva la necessità di consolidare il servizio di integrazione lavorativa (SIL) e valutare il passaggio dalla gestione affidata ad un solo soggetto - Consorzio Desio-Brianza – all’introduzione di un sistema di accreditamento ed erogazione degli interventi mediante voucher. Il secondo proponeva la messa a sistema della gestione d’Ambito degli interventi a favore dei disabili sensoriali.

Chiudeva la programmazione d’area il tema della ricomposizione della conoscenza tra sociale e sociosanitario mediante lo sviluppo e il miglioramento dell’anagrafe disabili dell’ASL: ANAGRADIS.

Il triennio appena trascorso ha visto raggiunti gli obiettivi di mantenimento dei servizi di sportello. Lo Sportello per il tempo libero, progetto di carattere provinciale, ha visto garantito il suo funzionamento, ha tuttavia registrato qualche difficoltà, imputabile anche alla già richiamata situazione critica sul versante del finanziamento, nel coordinamento con i servizi. Lo Sportello giuridico ha proseguito l’attività raggiungendo invece un alto grado di integrazione con i Servizi e con il territorio e rivelandosi una risorsa fondamentale per il territorio, su cui anche il nuovo Piano dunque intende investire.

Tema di revisione gestionale, il percorso riferito alla voucherizzazione del SIL ha preso avviato in chiusura di triennio e resta oggi da portare a compimento, mentre buoni risultati sono stati raggiunti in riferimento alla messa a sistema degli interventi di sostegno ai disabili sensoriali.

Infine in tema di ricomposizione della conoscenza, nonostante l’anagrafe disabili della ASL sia ampiamente riconosciuto come un prezioso strumento per la programmazione e la gestione delle politiche territoriali sulla disabilità, l’obiettivo di un suo miglioramento e di una sua maggior dinamizzazione (es. maggior intelleggibilità dei dati, restituzione a livello disaggregato…) è risultato scarsamente perseguibile a livello di singolo Ambito. Il triennio si è dunque chiuso con l’indicazione di portare questo obiettivo a livello inter-Ambiti per costruire in quel luogo un’interlocuzione con l’ASL per porre le giuste condizioni per il suo raggiungimento.

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Obiettivi PdZ 2012 - 2014 Grado di raggiungimento

Mantenimento Sportello Tempo Libero Raggiunto Mantenimento Sportello Giuridico Raggiunto Consolidamento Sportello Lavoro e trasformazione modalità gestionali Parzialmente raggiunto Messa a sistema interventi per disabili sensoriali Raggiunto Sviluppo e miglioramento anagrafe disabili Non raggiunto

1.3 I risultati dell’area minori e famiglia Il precedente piano individuava diversi importanti obiettivi su quest’area. Si tratta in parte di obiettivi innovativi, finalizzati all’evoluzione degli strumenti e delle prassi di lavoro e di integrazione tra servizi, volti a sostenere una politica e una gestione d’Ambito, integrata e coordinata tra i 9 comuni. Molti degli obiettivi richiamano priorità assunte anche a livello inter-Ambito, soprattutto nell’intenzione di costruire spazi di integrazione operativa con il comparto sociosanitario.

Un primo obiettivo assunto era il passaggio a gestione associata del servizio tutela minori mediante appalto unico, che garantisse la gestione di tutti gli interventi di tutela (Consulenza legale, Equipe penale, Equipe per la regolamentazione dei rapporti e la gestione dei conflitti, Spazio Neutro, Servizio Affidi, Servizio psicologico professionale, Servizio sociale professionale). A questo si aggiungeva il mantenimento dell’appalto unico per i servizi educativi, con l’obiettivo specifico di ampliare il numero dei Comuni aderenti. ll terzo guardava al mantenimento dell’innovazione apportata dall’introduzione, a livello inter-Ambiti, dell’ETIM – équipe territoriale integrata minori – quale ottimo esempio di integrazione operativa e concreta tra enti (ASL, Comuni e Azienda Ospedaliera) nonché capace di mettere al centro la famiglie, con le sue risorse e le sue problematicità. A questo si univa, sempre con valenza sovra-Ambito, l’elaborazione di un protocollo tra Ambito e distretto socio-santario finalizzato a sistematizzare in modo chiaro le competenze dei diversi soggetti e servizi che si rivolgono alle famiglie ed ai minori per garantire un’operatività sempre più efficace, nonché rispondere in modo appropriato alle molteplici e diversificate esigenze delle famiglie.

Si aggiungeva poi l’obiettivo di prosecuzione della gestione associata del cosiddetto Piano nidi connesso, in termini di sviluppo, ad un’analisi del fabbisogno di servizi del territorio per valutare le modalità di mantenimento del convenzionamento con gli asili nidi privati per l’acquisto di posti nonché la valutazione di forme innovative di gestione e di coordinamento degli asili nido pubblici.

Altri obiettivi erano orientati principalmente al mantenimento e potenziamento dei servizi esistenti, a livello sovra-Ambito: è il caso dello Sportello di mediazione familiare, del progetto Artemide sulla violenza contro le donne e delle misure di sostegno alle famiglie numerose.

Per quanto riguarda il consolidamento e ampliamento delle gestioni associate, il triennio appena trascorso ha raggiunto i risultati attesi: l’appalto unico per la gestione associata dei servizi per la tutela è stato realizzato, includendo anche lo sportello di mediazione famigliare, prima gestito in collaborazione con l’ASL, e anche l’insieme dei servizi educativi ha proseguito con successo il suo lavoro, dando risultati soddisfacenti.

Anche l’obiettivo di consolidamento dell’Equipe di valutazione diagnostica integrata (ETIM) è stato raggiunto (si vedano su questo tema le valutazioni della sezione inter-Ambiti).

Più contradditori sono stati, per ragioni diverse, gli impatti del progetto Artemide e delle misure di

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sostegno alle famiglie numerose. Nel caso del primo, i suoi benefici per il territorio sono stati limitati dalla difficoltà di partecipazione dell’Ambito ai tavoli di coordinamento e condivisione che si sono svolti a livello provinciale (si veda in proposito il punto riferito all’assetto organizzativo del piano di zona e all’ufficio di piano). Nel caso delle seconde il numero di famiglie raggiunte è stato limitato.

Obiettivi PdZ 2012 - 2014 Grado di raggiungimento

Passaggio a gestione associata del servizio tutela minori mediante appalto Raggiunto unico Mantenimento dell’appalto unico per i servizi educativi Raggiunto Mantenimento ETIM Raggiunto Mantenimento Sportello Mediazione Famigliare (a livello sovra-Ambito) Raggiunto Mantenimento Progetto Artemide (a livello sovra-Ambito) Parzialmente raggiunto Mantenimento misure in favore delle famiglie numerose Parzialmente raggiunto

1.4 I risultati delle aree vulnerabilità sociale, dipendenze ed immigrazione Nel contesto, già richiamato dai dati sulla spesa dell’Ambito, di diminuzione e incertezza delle risorse, il Piano 2012-2014 prevedeva per queste aree alcuni obiettivi orientati al consolidamento di progettualità pre-esistenti, all’armonizzazione della regolazione degli interventi a livello sovra comunale e all’integrazione socio-sanitaria.

I primi due obiettivi erano riferiti al mantenimento del Progetto Attivazione - rivolto a persone adulte svantaggiate ed a rischio di emarginazione e volto a promuoverne l’emancipazione attraverso un avvicinamento al mondo del lavoro e dei servizi - e del progetto contro la Vulnerabilità Sociale –voucherizzazione di interventi finalizzati all’integrazione delle fasce deboli -, entrambi progetti giudicati utili ed efficaci rispetto al bisogno.

Gli altri due obiettivi si riferivano invece all’applicazione delle Linee Guida elaborate nel triennio precedente per uniformare i criteri d’accesso ai servizi e ai contributi economici per la popolazione adulta e la stipula di un protocollo con la ASL per il reinserimento dei detenuti. Nel settore delle politiche di integrazione della popolazione straniera, si individuava un solo obiettivo, relativo alla qualificazione degli operatori attraverso la formazione sulla normativa in materia migratoria.

Rispetto agli obiettivi di mantenimento dei servizi si registra un risultato positivo, con la conferma dei progetti in corso e una valutazione positiva della loro efficacia. Rispetto all’obiettivo dell’armonizzazione dei regolamenti di accesso ai servizi, si è registrata l’analoga difficoltà nominata per l’area anziani: il contesto di drastico calo delle risorse trasferite, qui aggravato dalla flessione negativa anche delle risorse proprie dei comuni, e il sovraccarico dei servizi sociali, non ha favorito l’identificazione di spazi adeguati per la costruzione di una condivisione.

La formazione agli operatori sulla normativa è stata svolta.

Sono invece proseguite, in autonomia dalla programmazione d’Ambito, alcune specifiche iniziative relative all’insegnamento dell’italiano e alla consulenza legale per i migranti presenti sul territorio. È infine continuata l’attività dello Sportello multietnico, attivo nell’assistenza legale dei migranti e nella consulenza e formazione verso i Servizi.

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Obiettivi PdZ 2012 – 2014 Grado di raggiungimento

Mantenimento Progetto Attivazione Raggiunto Mantenimento Progetto contro la vulnerabilità sociale Raggiunto Applicazione delle Linee Guida per uniformare i criteri d’accesso ai servizi e Non raggiunto ai contributi economici per la popolazione adulta Formazione degli operatori normativa in materia migratoria Raggiunto

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2. Analisi dei bisogni e delle risposte La sezione inter-ambiti ha già mostrato alcuni dati di posizionamento dell’Ambito di Seregno in riferimento al resto della provincia e in comparazione al dato medio regionale, dove presente.

Qui di seguito si presenta la fotografia riferita alla situazione interna e al posizionamento dei diversi Comuni sui differenti comparti di spesa.

2.1 La spesa sociale La spesa pro-capite complessiva dell’Ambito è di poco superiore ai 104 euro, in linea con il dato medio regionale. La forbice però è ampia: dai quasi 150 euro di Seregno ai 40 di .

Tale spesa ha subito una flessione negativa nel corso degli anni (-14,5% 2007-2012), cheha riguardato indistintamente tutti i Comuni dell’Ambito, anche se per alcuni la differenza in negativo è nettamente più marcata, arrivando ad un dimezzamento della spesa ().

Tale flessione negativa, nel 2012, è in linea con una progressiva diminuzione del peso della spesa per il comparto sociale sulla spesa corrente comunale, arrivata a pesare circa il 19% del totale, perdendo 2 punti percentuali rispetto al 2010.

Ambito di Seregno 2007 2010 2012 spesa sociale/spesa corrente 20,72% 21,70% 18,81% spesa sociale pro-capite € 122,3 € 111,8 € 104,6 Fonte Trend spesa Ambiti

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2007 2010 2012 ∆ 07-12 ∆ 10-12 € 120,6 € 104,5 € 97,5 -19,2% -6,7% € - € 61,5 € 60,1 -2,4% € 121,5 € 116,5 € 114,3 -5,9% -1,9% Lazzate € - € 45,2 € 39,7 -12,1% Lentate € 127,1 € 117,7 € 115,6 -9,0% -1,8% Meda € 87,6 € 129,3 € 106,9 22,0% -17,3% Misinto € - € 88,3 € 49,0 -44,5% Seregno € 158,2 € 156,0 € 149,5 -5,5% -4,1% € 88,4 € 80,0 € 79,6 -9,9% -0,5% Ambito € 122,3 € 111,8 € 104,6 -14,5% -6,4%

2.2 La composizione della spesa Come illustrato nella sezione inter-ambiti, anche per l’Ambito di Seregno oltre la metà della spesa è assorbita dalle aree Minori e famiglia e Disabilità, quest’ultima progressivamente cresciuta nel tempo sino ad equiparare la prima. Seguono per dimensione, l’integrazione a servizi sociosanitari, prevalentemente rivolti ad anziani e disabili, e l’area dei servizi sociali di base e segretariato sociale. Pesano meno del 10% invece gli interventi rivolti alla popolazione anziana, all’emarginazione e povertà e agli altri interventi quali dipendenze, salute mentale ed immigrazione, tutte aree in flessione negativa rispetto al 2007. Si riporta in allegato la distribuzione percentuale delle diverse aree per singolo comune (All. 1.)

Ambito di Seregno Spesa 2007* Spesa 2010 Spesa 2012 Aree di intervento Totale % Totale % Totale % Minori e famiglia 5.881.652 36,5 5.442.040 29,8 4.976.432 28,6 Disabili (interventi sociali) 2.656.580 16,5 4.882.221 26,7 4.928.212 28,4 Servizi sociosanitari integrati 2.560.643 15,9 2.995.408 16,4 2.814.787 16,2 (anziani, disabili) Servizi sociali e segretariato sociale 1.428.147 8,9 2.188.488 12,0 2.525.949 14,5 Anziani (interventi sociali) 2.158.893 13,4 1.832.873 10,0 1.515.967 8,7 Emarginazione/povertà 1.208.584 7,5 769.384 4,2 491.639 2,8 Altro (dipendenze, immigrazione, 240.834 1,5 155.247 0,8 125.802 0,7 salute mentale) Totale 16.135.333 100,0 18.265.661 100,0 17.378.788 100,0 *2007 esclusi Cogliate, Lazzate, Misinto

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Area minori e famiglia

La spesa media pro-capite dell’Ambito di Seregno si attesta intorno ai 26 euro (2012), con un andamento negativo nel corso del tempo per la maggior parte dei Comuni, ad eccezione di Cogliate, Lentate e Seveso, che dal 2010 al 2012 hanno visto un potenziamento della spesa dedicata agli interventi di quest’area.

La spesa pro-capite vede una variabilità interna all’Ambito piuttosto ampia: dai 5,5 euro di Lazzate agli oltre 45 di Seregno. E’ da segnalare inoltre come per alcuni comuni sia evidente la difficile programmazione delle risorse dedicate a quest’area e la dipendenza della spesa da interventi obbligati e non previsti, come ad esempio i collocamenti disposti dal Tribunale presso strutture residenziali, che portano per alcuni Comuni, soprattutto di piccole dimensioni, a variabilità notevoli nel corso degli anni (si veda ad esempio Misinto).

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2007 2010 2012 ∆ 07-12 ∆ 10-12 Barlassina € 36,7 € 29,5 € 25,8 -29,6% -12,6% Cogliate € - € 26,4 € 26,6 0,7% Giussano € 43,3 € 38,2 € 37,7 -13,0% -1,3% Lazzate € - € 14,8 € 5,5 -62,7% Lentate € 39,4 € 33,1 € 35,5 -9,9% 7,2% Meda € 27,3 € 21,7 € 15,7 -42,3% -27,4% Misinto € - € 59,9 € 15,5 -74,1% Seregno € 64,9 € 50,2 € 45,3 -30,3% -9,8% Seveso € 31,4 € 21,0 € 25,0 -20,3% 19,2% media € 40,5 € 32,8 € 25,9 -36,2% -21,1%

Area disabilità

Anche per l’area disabilità la spesa media dell’Ambito si attesta sui 26 euro pro-capite (2012), con una variabilità leggermente inferiore: la forbice va dai 40 euro di Barlassina ai 10 circa di Cogliate e quasi la metà dei Comuni si colloca su una spesa superiore ai 30 euro. A differenza dell’area minori, per la maggior parte dei Comuni le risorse dedicate a quest’area sono cresciute nel tempo e, ad eccezione di Meda, laddove tra il 2010 e il 2012 sono calate, la flessione è stata abbastanza contenuta.

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2007 2010 2012 ∆ 07-12 ∆ 10-12 Barlassina € 24,5 € 40,8 € 40,4 65,0% -1,0% Cogliate € - € 7,8 € 9,6 23,2% Giussano € 23,7 € 27,5 € 33,9 43,3% 23,2% Lazzate € - € 4,3 € 10,0 131,4% Lentate € 22,2 € 26,7 € 25,6 15,4% -4,2% Meda € 26,1 € 62,0 € 38,1 46,2% -38,6% Misinto € - € 8,8 € 11,9 35,7% Seregno € 17,6 € 32,7 € 39,9 126,7% 21,9% Seveso € 11,8 € 22,8 € 22,6 91,0% -0,7% media € 21,0 € 25,9 € 25,8 22,9% -0,6%

Area Anziani

Gli interventi rivolti alla popolazione anziana vedono un investimento medio d’Ambito di circa 9 euro pro-capite (2012), investimento dimezzato rispetto al 2007, nonostante l’invecchiamento crescente della popolazione. Tuttavia, come illustrato nella sezione inter-Ambiti, tale andamento è comune alle altre realtà della provincia. La maggior parte dei Comuni (6 su 9) si posizionano al di sotto di tale media e l’investimento più alto arriva a circa 19 euro (Lentate).

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2007 2010 2012 ∆ 07-12 ∆ 10-12 Barlassina € 28,5 € 10,2 € 8,2 -71,1% -19,3% Cogliate € - € 7,4 € 8,0 9,0% Giussano € 14,2 € 8,0 € 7,7 -45,7% -3,3% Lazzate € - € 12,8 € 10,9 -15,4% Lentate € 28,2 € 23,0 € 18,8 -33,2% -18,0% Meda € 9,1 € 7,3 € 6,7 -26,2% -7,6% Misinto € - € 5,7 € 6,2 10,1% Seregno € 18,0 € 18,0 € 12,5 -30,6% -30,4% Seveso € 11,3 € 3,3 € 3,3 -70,4% 0,9% media € 18,2 € 10,6 € 9,2 -49,7% -13,7%

Area emarginazione/povertà e altro (dipendenze, immigrazione e salute mentale)

La spesa pro-capite dell’Ambito sulla povertà si attesta a 2,5 euro (2012), registrando una flessione negativa di oltre il 60% rispetto al 2007 e mostrando un progressivo allineamento verso il basso della spesa su quest’area anche per comuni che in passato dedicavano quote di risorse decisamente superiori (ad esempio Seregno) . Come già evidenziato a livello inter-Ambiti, i dati mostrano un investimento evidentemente inadeguato a fronteggiare la crisi economica e il crescere della vulnerabilità della popolazione, mostrando una allocazione della spesa poco coerente con l’evoluzione sociale del contesto di riferimento.

Le risorse dedicate alla sezione denominata “altro” e comprendente interventi rivolti alle dipendenze, salute mentale e immigrazione sono ancora inferiori, mediamente meno di 1 euro pro-capite. Tuttavia la situazione di quest’area mostra un andamento, seppur decrescente, più omogeneo nel tempo, soprattutto tra il 2010 e 2012, con la sola eccezione di Giussano e Barlassina.

191 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

2007 2010 2012 ∆ 07-12 ∆ 10-12 Barlassina € 0,0 € 9,4 € 0,8 2048% -91,1% Cogliate € - € 2,2 € 0,2 -89,7% Giussano € 5,8 € 7,1 € 5,1 -11,5% -27,3% Lazzate € - € 3,2 € 1,5 -53,8% Lentate € 8,4 € 6,8 € 6,9 -18,2% 1,2% Meda € 3,2 € 3,9 € 3,7 15,9% -5,4% Misinto € - € 0,5 € - -100% Seregno € 18,0 € 5,3 € 2,4 -86,7% -54,9% Seveso € 5,6 € 2,6 € 1,9 -65,7% -27,2% media € 6,8 € 4,6 € 2,5 -63,3% -45,0%

2007 2010 2012 ∆ 07-12 ∆ 10-12 Barlassina € 2,1 € 0,9 € 2,4 17,7% 176,0% Cogliate € - € 0,3 € 0,6 86,1% Giussano € 4,5 € 1,5 € 0,5 -87,9% -64,4% Lazzate € - € 0,3 € 0,4 31,5% Lentate € 1,3 € 0,5 € 0,3 -76,4% -38,5% Meda € 0,7 € 1,2 € 0,9 25,2% -27,5% Misinto € - € 0,3 € 0,3 0,9% Seregno € 1,5 € 1,3 € 1,2 -22,1% -9,8% Seveso € 1,0 € 0,5 € 0,3 -67,9% -39,8% media € 1,8 € 0,8 € 0,8 -57,9% 1,3%

192 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Area segretariato sociale, servizi sociali e integrazione sociosanitaria

Completa il quadro dell’allocazione della spesa, l’investimento dedicato ai servizi sociali/segretariato sociale e l’integrazione ai servizi di tipo sociosanitario, prevalentemente rivolto ad anziani e disabili, aree che presentano una spesa media pro-capite simile, intorno ai 13 euro (12 euro servizi sociali e 14 integrazione servizi sociosanitari)

La prima è una delle poche aree che ha visto un progressivo incremento nel tempo, seppur abbastanza contenuto: mediamente cresciuta di 1 euro pro-capite in 5 anni e con un posizionamento tra i comuni abbastanza omogeneo introno al valore medio, ad eccezione di Seregno che invece ha visto crescere l’investimento su quest’area, in particolare tra il 2007 e il 2010.

L’area dedicata all’integrazione sociosanitaria invece presenta un andamento opposto, in flessione negativa nel corso del quinquennio analizzato (-4 euro pro-capite dal 2007 al 2012). In quest’area di intervento tuttavia la variabilità dei posizionamenti dei diversi Comuni è piuttosto ampia: dai 31 euro di Meda a meno di 2 euro di Lazzate.

2007 2010 2012 ∆ 07-12 ∆ 10-12 Barlassina € 9,0 € 5,4 € 5,5 -39,6% 1,4% Cogliate € - € 10,2 € 9,7 -4,9% Giussano € 14,5 € 14,1 € 15,2 5,1% 7,9% Lazzate € - € 7,2 € 10,0 39,2% Lentate € 8,5 € 8,9 € 8,4 -0,4% -5,5% Meda € 9,3 € 9,5 € 11,0 17,5% 15,7% Misinto € - € 5,7 € 8,9 57,3% Seregno € 8,9 € 22,3 € 27,8 212,3% 24,7% Seveso € 14,5 € 13,9 € 12,1 -16,2% -13,0% media € 10,8 € 10,8 € 12,1 12,0% 11,8%

193 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

2007 2010 2012 ∆ 07-12 ∆ 10-12 Barlassina € 19,8 € 8,3 € 14,3 -27,7% 73,0% Cogliate € - € 7,3 € 5,3 -26,5% Giussano € 15,6 € 20,2 € 14,1 -9,5% -30,1% Lazzate € - € 2,5 € 1,4 -42,1% Lentate € 19,1 € 18,7 € 20,1 5,0% 7,3% Meda € 12,0 € 23,7 € 30,9 157,2% 30,1% Misinto € - € 7,4 € 6,1 -18,1% Seregno € 29,2 € 26,1 € 20,4 -30,0% -21,6% Seveso € 12,8 € 15,8 € 14,3 11,6% -9,8% media € 18,1 € 14,4 € 14,1 -22,0% -2,3%

194 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

2.3 Il costo dei servizi

L’analisi della spesa si conclude con l’osservazione del posizionamento dei Comuni dell’Ambito in riferimento al costo per utente dei principali servizi. E’ bene precisare che le fonti di queste analisi sono differenti: per i servizi domiciliari i dati fanno riferimento alla rendicontazione del Fondo sociale regionale per l’anno 2013, mentre per gli altri servizi si è fatto riferimento a quanto dichiarato dai Comuni nel Sistema di conoscenza regionale, già utilizzato nella sezione inter-Ambiti, con riferimento all’anno 2012.

I servizi domiciliari

Sono oltre 700 (750 nel 2013) le persone prese in carico dai servizi domiciliari a livello d’Ambito. L’utenza SAD vede nel biennio 2012-13 un lieve calo (-9%), mentre più importante è la flessione negativa degli utenti con disabilità SADH (-44%). In controtendenza il dato dell’assistenza domiciliare minori – ADM – che vede un incremento di oltre il 46%.

Utenza 2012 servizi Utenza 2013 servizi Delta Utenza 2012-13 domiciliari domiciliari ADM SAD SADH ADM SAD SADH ADM SAD SADH Barlassina 7 23 0 11 19 3 4 -4 3 Ceriano L. - - - 5 0 0 5 0 0 Cogliate 1 13 0 1 12 0 0 -1 0 Giussano 42 81 22 65 95 17 23 14 -5 Lazzate 0 26 0 2 23 0 2 -3 0 Lentate 15 37 6 24 34 3 9 -3 -3 Meda 22 27 12 20 24 13 -2 -3 1 Misinto 1 7 0 3 8 0 2 1 0 Seregno 62 249 44 76 203 43 14 -46 -1 Seveso 3 20 71 17 21 8 14 1 -63 Totale 153 483 155 224 439 87 71 -44 -68

Fonte: 2012 Sistema Conoscenza CERGAS, 2013 Riparto FSR 2014

Il costo per utente dei servizi domiciliari è molto variabile, sia in riferimento alla tipologia di utenza - mediamente l’assistenza ai disabili costa il doppio dei servizi domiciliari in favore di minori e anziani – che tra Comuni.

Il SAD ha un costo medio a livello d’Ambito di circa 2.300 euro ad utente, ma variabilità tra Comuni di circa 3.000 euro: dai 1.179 euro di Giussano ai 4.000 di Lentate.

Analoga la situazione sulla domiciliarità minori – ADM, il cui costo è mediamente di 2.000 euro all’interno di una forbice che va da meno di 1.000 euro di Misinto e Lentate ai quasi 4.000 di Seveso.

La stessa diversificazione la vede anche l’assistenza domiciliare a persone con disabilità - SADH, che ha un costo medio per utente di 4.000 euro ma all’interno di una forbice ancora più ampia: poco

195 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

più di 1.400 euro a Seregno contro gli oltre 6.500 di Meda.

costo medio annuo utente Barlassina € 2.818,3 Cogliate € 3.604,1 Giussano € 1.169,9 Lazzate € 1.398,0 Lentate € 4.052,2 Meda € 1.347,9 Misinto € 3.647,7 Seregno € 1.185,4 Seveso € 1.670,1 media € 2.321,5

costo medio annuo utente Barlassina € 5.450,0 Cogliate € - Giussano € 2.999,21 Lazzate € - Lentate € 3.333,3 Meda € 6.571,0 Misinto € - Seregno € 1.453,4 Seveso € 4.330,0 media € 4.022,8

costo medio annuo utente Barlassina € 1.794,2 Ceriano L. € 1.098,6 Cogliate € 1.252,1 Giussano € 1.583,5 Lazzate € 3.815,7 Lentate € 906,5 Meda € 2.521,0 Misinto € 878,4 Seregno € 2.323,9 Seveso € 3.933,4 media € 2.010,7

196 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

I servizi diurni/semiresidenziali

I dati disponibili per i servizi a ciclo diurno o semiresidenziale fanno riferimento all’anno 2012 e sono disponibili solo in riferimento alla spesa comunale, senza considerare l’eventuale compartecipazione a carico dell’utenza. L’ampia variabilità della spesa viene confermata anche in riferimento al valore per utente, sia in riferimento ai servizi per la disabilità (CDD e CSE) che ai servizi prima infanzia. n. utenti Spesa comunale annui media annua utente Barlassina 2 € 18.806,0 Cogliate 6 € 6.705,0 Giussano 0 € - Lazzate 1 € 10.846,0 Lentate sul S. 7 € 19.000,0 Meda 11 € 20.000,0 Misinto 1 € 13.438,7 Seregno 22 € 7.619,6 Seveso 11 € 15.856,1 media 61 € 14.033,9

n. utenti Spesa comunale annui media annua utente Barlassina 8 € 4.877,0 Cogliate 3 € 6.955,4 Giussano 15 € 8.134,6 Lazzate 0 € - Lentate sul S. 14 € 1.950,0 Meda 0 € - Misinto 1 € 7.500,0 Seregno 38 € 6.828,8 Seveso 6 € 11.477,5 media 85 € 6.817,6

n. utenti Spesa comunale annui media annua utente Barlassina 7 € 870,6 Cogliate 19 € 5.027,0 Giussano 40 € 7.698,9 Lazzate 0 € - Lentate sul S. 46 € 4.724,6 Meda 27 € 1.000,0 Misinto 0 € - Seregno 105 € 4.517,3 Seveso 70 € 2.106,6 media 314 € 3.563,6

197 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

I servizi residenziali

Anche per i servizi residenziali si conferma l’ampia variabilità.

Per le comunità educative, la spesa media per utente nell’anno 2012 è pari a circa 17.000 euro, all’interno di una forbice molto ampia: meno di 6.000 euro per Cogliate e poco più di 35.000 per Misinto (riferita però ad un solo utente collocato in struttura).

Per le RSA, il cui dato non comprende la compartecipazione dell’utente, la spesa comunale media per utente supera di poco i 13 mila euro, la spesa massima è quella di Lentate (quasi 19,5 mila) e quella minima è del comune di Seregno (poco sopra gli 8mila euro).

n. utenti Spesa comunale annui media annua utente Barlassina 3 € 13 694,2 Cogliate 3 € 5.745,0 Giussano 8 € 18.507,0 Lazzate 0 € - Lentate sul S. 10 € 21.675,4 Meda 7 € 14.250,0 Misinto 1 € 35.288,2 Seregno 35 € 16.941,9 Seveso 14 € 10.228,5 media 81 € 17.041,3

n. utenti Spesa comunale annui media annua utente Barlassina 3 € 8.473,0 Cogliate 0 € - Giussano 0 € - Lazzate 0 € - Lentate sul S. 7 € 19.465,7 Meda 9 € 15.604,6 Misinto 0 € - Seregno 26 € 8.173,7 Seveso 11 € 13.485,6 media 56 € 13.040,5

198 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

2.4 Le prospettive sul finanziamento al welfare per i prossimi anni

Prima di passare all’approfondimento della valutazione del precedente piano e alla formulazione degli obiettivi per il prossimo triennio, in tema di analisi della spesa è utile soffermarsi brevemente sulle prospettive di finanziamento futuro. E’ utile per poter collocare le pagine che seguono all’interno di un quadro di riferimento che, seppur parziale, mostra lo scenario che attende il welfare lombardo, e dunque anche quello dell’Ambito di Seregno, nel prossimo futuro.

In riferimento alla spesa comunale, anche associata, si rimanda ai dati e alle analisi presentate a livello inter-Ambito.

Per quanto riguarda invece i principali trasferimenti su cui poggia l’azione del welfare a livello zonale, ad oggi sono confermati anche per il 2015 il Fondo Nazionale Politiche Sociali e il Fondo per la Non autosufficienza (fondi di competenza 2015 ma che arriveranno nelle casse comunali a cavallo con il 2016).

Il primo leggermente sottodimensionato rispetto al 2014, ma la cui decurtazione è pienamente compensata dall’incremento che subirà invece il FNA.

A quelli appena nominati, la legge di stabilità prevede un nuovo stanziamento sul fondo Intesa famiglia, destinato con tutta probabilità ai servizi prima infanzia, che potrebbe dunque dare prosecuzione agli investimenti fatti nel passato con il piano triennale per la prima infanzia.

L’incertezza vissuta ad avvio del precedente piano dunque non dovrebbe ripetersi e, sebbene lontani dai valori del 2008, quantomeno la nuova programmazione zonale dovrebbe poter godere di una stabilità nei finanziamenti provenienti dai fondi indistinti.

A questi si aggiungono le risorse regionali del Fondo sociale regionale che invece ad oggi prevedono per il prossimo triennio una dotazione inferiore a quella garantita negli ultimi anni. E’ da ricordare tuttavia che anche in anni passati, pur ponendo a bilancio preventivo risorse inferiori, la Regione è poi intervenuta in sede di assestamenti riportando il Fondo ai valori dell’anno precedente. Tuttavia questo è un dato da tenere sotto osservazione.

Quota lombarda Fondi nazionali sul sociale (milioni di 2014 2015 2016 2017 euro) e FSR

Fondo nazionale non autosufficienza 51,7 59

Fondo nazionale per le politiche sociali 37,1 35

Fondo Intesa Famiglia 9,9 13,3

Fondo Sociale Regionale 58* 51 52 52

Fonte: www.lombardiasociale.it - http://www.lombardiasociale.it/2015/03/03/le-risorse-per-il-welfare-sociale-lombardo-nel- 2015/?c=punti-di-vista *dotazione poi compensate con fondi nazionali e arrivato a 70 milioni come gli anni precedenti.

199 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

3. Gli obiettivi e le priorità di intervento

3.1. Gli obiettivi strategici trasversali

1.Qualificazione dell’assetto organizzativo della programmazione zonale e dell’ufficio di piano (SVILUPPO)

La programmazione zonale trova un suo cardine portante nel lavoro dello staff tecnico-amministrativo garantito dall’ufficio di piano. Snodo cruciale per la traduzione operativa degli indirizzi strategici declinati a livello politico dall’Assemblea dei sindaci, in raccordo stretto con l’Unità operativa tecnica (UOT)1.

In questi anni si è assistito ad un progressivo riconoscimento del ruolo degli Uffici di Piano da parte della stessa Regione, anche a livello territoriale di singola ASL, più attenta rispetto al passato al tema della programmazione associata (si vedano linee guida 2012-2014 e il percorso regionale condotto negli ultimi anni con il coinvolgimento degli Uffici di piano di tutta la regione ed esitati nel sistema di conoscenza) ed interessata ad avere rapporti con gli organismi, che a vario livello, più adeguatamente rappresentano gli ambiti territoriali.

La dotazione e la competenza tecnico-amministrativa di questi organismi diventa dunque cruciale per garantire un buon funzionamento del piano e piena attuazione degli obiettivi programmatori. E’ da sottolineare però come nel corso di questo ultimo triennio, nel quale si sono avuti importanti flessioni negative sui trasferimenti nazionali del Fondo per le Politiche Sociali (che generalmente finanzia questi uffici), diverse realtà territoriali hanno avuto difficoltà a mantenere dotazioni adeguate di questi uffici. Anche l’Ambito di Seregno ha riscontrato in questo ultimo triennio qualche criticità nel funzionamento dell’Ufficio di piano, di cui qui sinteticamente si richiamano i nodi principali:

- depotenziamento delle figure professionali che lo compongono - spostamento dell’impegno dell’ufficio nella gestione di aspetti burocratico-amministrativi che ha visto sacrificato l’investimento sulla programmazione (si legga questa criticità anche in connessione con la difficoltà al mantenimento della partecipazione del territorio) - scarso livello di autonomia da parte dell’ufficio In fase di elaborazione della nuova programmazione sono poi sorte specifiche difficoltà nel mantenimento delle forme di incarico adottate sino ad ora per il livello di coordinamento dell’ufficio, che, indipendentemente dalla figura che ricoprirà questo ruolo in futuro, rinforzano la necessità di ridefinire l’assetto organizzativo dell’ufficio per garantire continuità e solidità all’assolvimento dei compiti e delle funzioni a cui è deputato.

Dati questi aspetti di criticità, l’Unità operativa tecnica dell’Ambito e il Tavolo politico, assumono come obiettivo strategico cardine della prossima programmazione la ri-definizione dell’assetto organizzativo in cui si colloca l’ufficio di piano. E’ in corso da qualche mese un confronto all’interno dell’Assemblea dei sindaci sulla ridefinizione della disciplina per la composizione e il funzionamento degli organismi del piano di zona, che ha portato anche a formulare scenari differenti quali ad esempio il cambio del Comune capofila dell’accordo di programma. Si ritiene che questo tipo di riflessione debba essere approfondita e convogliare in uno studio di fattibilità che possa mettere in luce l’assetto migliore per il governo della programmazione zonale per l’Ambito di Seregno, in considerazione dei vincoli e delle risorse specifiche che le diverse amministrazioni presentano.

1 Per una descrizione dettagliata dell’attuale assetto di governance, con declinazione puntuale di ruoli e funzioni dei differenti organismi previsti, si rimanda all’all.3 del presente documento di piano 200 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo di avvio del prossimo piano di zona sarà pertanto la realizzazione di tale studio di fattibilità che, entro l’anno 2015, porti alla declinazione di un nuovo assetto organizzativo interno dell’Ufficio di Piano e delle sue relazioni con altri soggetti - Assemblea dei Sindaci, il Comune Capofila (ed in particolare, con l’Assessore ed il Dirigente ai Servizi Sociali, l’Ufficio Segreteria, l’Ufficio Ragioneria, l’Ufficio Contratti, l’Ufficio Personale), i Comuni dell’Ambito, gli altri Ambiti provinciali, Regione, ASL, i Tavoli di partecipazione, il Terzo Settore ed esiti in un nuovo accordo tra le Amministrazioni comunali dell’Ambito.

Tale modello organizzativo verrà formalizzato tramite specifica Convenzione tra tutti i Comuni dell’Ambito territoriale.

2. Potenziamento della gestione associata

Il potenziamento dell’assetto organizzativo del piano di zona di Seregno è connesso ad un obiettivo di sviluppo della gestione associata tra i comuni dell’ambito.

Oggi, sebbene le risorse programmate in modo congiunto siano quasi il 43% del totale, la quota di quelle che poi vengono anche gestite congiuntamente tra i comuni sono solo il 3,5%. Di queste le risorse trasferite all’ente capofila del piano di zona sono il 28% di quelle gestite complessivamente a livello associato. Anche il conferimento mediante appalti è prevalentemente gestito dai comuni a livello singolo, gli appalti comuni sono solo l’8% del totale.

Questi dati rendono evidente la necessità di potenziare, nel prossimo triennio, il governo integrato delle risorse per il sociale, non solo nella declinazione degli indirizzi strategici che orientano le scelte allocative ma anche, e soprattutto, nella declinazione comune della loro gestione.

Totale risorse programmate sul territorio € 17.389.029,49 Programmazione Totale risorse programmate in modo congiunto € 7.457.879,50 % totale risorse programmate congiuntamente totale 42,9% Totale risorse gestite in modo congiunto € 608.937,28 Gestione % totale risorse programmate congiuntamente totale 3,5% Totale costi per appalti € 4.527.912,06 Appalti di cui congiunti € 336.647,00 % di appalti congiunti 28%

3. Coinvolgimento e partecipazione del territorio al piano di zona (CONSOLIDAMENTO)

Le indicazioni normative (l. 328/00; l.r.3/2008, dd.gg.rr. indicanti le linee guida per la programmazione zonale nei vari anni) e l’esperienza condotta nel corso delle precedenti programmazioni portano a riconoscere la rilevanza della costruzione di contesti di coinvolgimento attivo nella programmazione zonale da parte di tutti i soggetti che, a vario titolo, concorrono a realizzare il welfare locale.

Questa partecipazione avviene normalmente sul territorio dell’Ambito di Seregno a differenti livelli (sia programmatorio che gestionale-operativo) e con gradi di intensità e ampiezza differenti. L’impegno nel triennio 2012-2014 è andato prevalentemente verso la declinazione operativa del governo di questa partecipazione, declinando nel dettaglio il funzionamento dei tavoli tematici

201 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

d’area, i meccanismi di partecipazione e di raccordo con gli altri snodi della programmazione (Unità operativa tecnica e tavolo politico e tavolo di sistema a livello provinciale). Nel corso dell’ultimo anno il lavoro dei tavoli tematici ha prodotto letture sul bisogno e l’evoluzione sociale del territorio e sulle aree di investimento prioritario, che sono state il punto di partenza della riflessione programmatoria del presente piano.

Il lavoro di questi anni ha però mostrato alcuni nodi critici rispetto al coinvolgimento e alla partecipazione alla programmazione. Nodi che sono stati posti all’attenzione del nuovo piano, assumendo quindi questo aspetto come uno degli obiettivi strategici trasversali per il prossimo futuro. Qui di seguito si sintetizzano le criticità a cui si fa riferimento:

- scarsa rappresentatività delle organizzazioni del territorio di Seregno presso il tavolo di sistema provinciale e mancanza di connessione tra i due livelli - il lavoro realizzato di declinazione e regolamentazione della partecipazione, ha riguardato prevalentemente aspetti formali (declinazione dei luoghi – i tavoli tematici, la regolazione delle candidature e della partecipazione…) - difficoltà da parte del territorio ad identificare il senso - la buona ragione - della partecipazione di ciascuno e, connesso a questo, l’identificazione di un mandato chiaro ed un oggetto definito di lavoro dei tavoli - difficoltà a sostenere un lavoro di confronto continuativo e regolare (i tavoli tematici hanno avuto convocazioni molto dilatate nel tempo) - difficoltà nel garantire il coordinamento dei tavoli

A fronte di questi limiti, obiettivo fondamentale del prossimo triennio sarà quello di ridefinire basi solide alla partecipazione del territorio nella definizione della programmazione zonale - sia intesa come lettura del contesto di riferimento che come progettazione operativa di interventi possibili o ricomposizione tra interventi già esistenti- e nel suo monitoraggio costante. La strada identificata si configura necessariamente come un percorso, che prenderà avvio dal primo anno del nuovo piano e si porrà come obiettivo innanzitutto quello di condividere con i rappresentanti del territorio: il mandato dei tavoli stessi (a cosa devono servire? perché è utile partecipare?...) e la declinazione operativa del proprio oggetto di lavoro (di cosa è utile che si occupino e come?).

Solo coinvolgendo direttamente i diversi attori si ritiene possibile rilanciare una partecipazione del territorio effettivamente reale e che nel medio periodo possa dare qualche garanzia di ricomposizione, come auspicato dal livello regionale. Tale percorso avrà come risultato anche una più precisa conformazione dei tavoli stessi, che da generici tavoli d’area potranno assumere declinazioni più puntuali.

Unitamente a quanto appena nominato, sarà fondamentale che anche in seno alle amministrazioni comunali che compongono l’Ambito territoriale, si apra un giusto confronto su come garantire adeguato sostegno e coordinamento a questa partecipazione. Un obiettivo parallelo a quelli appena definiti, è dunque quello di giungere ad una declinazione puntuale del ruolo dei conduttori dei tavoli arrivando all’attribuzione delle specifiche responsabilità di coordinamento, validate da specifico mandato politico, anche verificando spazi di co-conduzione con soggetti del territorio, nella logica di condivisione di responsabilità.

202 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

4. Aggiornamento e diffusione dell’offerta dei servizi (CONSOLIDAMENTO)

Ultimo obiettivo strategico, a valenza trasversale, è il consolidamento della diffusione della conoscenza sui servizi offerti dal territorio, al fine di favorire la corretta informazione, l’orientamento all’interno della rete e l’accesso al sistema dei servizi. Tale obiettivo è perseguito mediante differenti strumenti: l’aggiornamento dello strumento principe di informazione che l’Ambito possiede e su cui ha investito in questi anni ovvero il portale Servizi in rete la diffusione nei diversi luoghi di accesso all’informazione – Medici di medicina generale, Ospedali… - nelle diverse forme (portale- brochure sui singoli servizi…)

Tabelle riepilogative AREA TRASVERSALE Tipologia obiettivo RICOMPOSIZIONE DI CONOSCENZA, SERVIZI E RISORSE / SVILUPPO QUALIFICAZIONE DELL’ASSETTO ORGANIZZATIVO DELLA Obiettivo PROGRAMMAZIONE ZONALE E DELL’UFFICIO DI PIANO • RIDEFINIZIONE DELL’ASSETTO ORGANIZZATIVO IN CUI SI COLLOCA Risultato atteso L’UFFICIO DI PIANO • REALIZZAZIONE DI UNO STUDIO DI FATTIBILITA’ CHE DELINEI IL NUOVO Interventi / Azioni/ ASSETTO ORGANIZZATIVO Strumenti • STIPULA DI UN NUOVO ACCORDO TRA LE AMMINISTRAZIONI Indicatori di • STUDIO DI FATTIBILITA’ sì-no esito e target di • SOTTOSCRIZIONE ACCORDO sì-no valutazione Target di SI valutazione Strumenti di VERIFICA DELLA PRESENZA DEI DOCUMENTI RELATIVI valutazione Tempistica ENTRO 2015

AREA TRASVERSALE Tipologia obiettivo RICOMPOSIZIONE RISORSE / SVILUPPO Obiettivo POTENZIAMENTO DELLA GESTIONE ASSOCIATA • AMPLIAMENTO DEL VOLUME DI RISORSE GESTITE A LIVELLO Risultato atteso ASSOCIATO • LE MODALITA’ OPERATIVE DI PERSEGUIMENTO DELL’OBIETTIVO Interventi / Azioni/ SARANNO DEFINITE A SEGUITO DELLO STUDIO DI FATTIBILITA’ Strumenti RIFERITO ALL’OBIETTIVO PRECEDENTE Indicatori di esito e target di • (SI VEDA SOPRA) valutazione Target di IL VALORE TARGET SARA’ DEFINITO A SEGUITO DELLO STUDIO DI FATTIBILITA’ valutazione RIFERITO ALL’OBIETTIVO PRECEDENTE Strumenti di ANALISI RENDICONTAZIONI (DEBITI INFORMATIVI) PIANI DI ZONA valutazione Tempistica TRIENNIO

203 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

AREA TRASVERSALE Tipologia obiettivo RICOMPOSIZIONE CONOSCENZA E SERVIZI/ CONSOLIDAMENTO QUALIFICAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE DEL TERRITORIO ALLA Obiettivo PROGRAMMAZIONE ZONALE • RIDEFINIZIONE DELLA PARTECIPAZIONE DEL TERRITORIO NELLA Risultato atteso PROGRAMMAZIONE ZONALE Interventi / Azioni/ • PERCORSO DI RIDEFINIZIONE DEL RUOLO DEI TAVOLI TEMATICO Strumenti • DECLINAZIONE DEGLI OGGETTI DI LAVORO DEI TAVOLI Indicatori di • ATTIVAZIONE DEL PERCORSO sì-no esito e target di • IDENTIFICAZIONE OGGETTI DI LAVORO sì-no valutazione Target di SI valutazione Strumenti di ANALISI DEL PERCORSO REALIZZATO valutazione Tempistica ENTRO PRIMA ANNUALITA’

AREA TRASVERSALE Tipologia obiettivo RICOMPOSIZIONE CONOSCENZA/CONSOLIDAMENTO Obiettivo AGGIORNAMENTO E DIFFUSIONE DELL’OFFERTA DEI SERVIZI

• CONSOLIDAMENTO DELLA DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA SUI Risultato atteso SERVIZI OFFERTI DAL TERRITORIO

• Interventi / Azioni/ L’AGGIORNAMENTO DEL PORTALE SERVIZI IN RETE Strumenti • LA DIFFUSIONE NEI DIVERSI LUOGHI DI ACCESSO ALL’INFORMAZIONE Indicatori di • AGGIORNAMENTO PORTALE sì-no esito e target di • NUMERO DI NUOVI LUOGHI DI INFORMAZIONE RAGGIUNTI n. MMG, n. valutazione sportelli… Target di ND valutazione Strumenti di • N. SCHEDE AGGIORNATE (BACK-OFFICE PORTALE) valutazione • ANALISI DEL PERCORSO REALIZZATO PER PROMUOVERLO Tempistica TRIENNIO

204 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

3.2 Gli obiettivi dell’area anziani Alla luce della valutazione degli esiti della programmazione precedente il nuovo Piano individua tre obiettivi prioritari. Si tratta di obiettivi che in parte riprendono quanto indicato nel triennio scorso, ma che vengono ora declinati con strumenti nuovi, sempre orientati ai principi della ricomposizione e, come da premessa, del realismo.

1. Riqualificazione dello Sportello Badanti (SVILUPPO)

Obiettivo orientato a promuovere una ricomposizione nel sistema di servizi e delle risorse che si occupano di sostegno al domicilio e di prossimità verso la popolazione anziana fragile. I dati presentati sul servizio SAD mostrano chiaramente come la capacità di copertura del bisogno potenziale dei comuni dell’ambito sia piuttosto limitata, in costante flessione negativa e dunque, a fronte del progressivo invecchiamento e dell’incremento della popolazione anziana (soprattutto grandi-anziani), si pone la necessità di potenziare il sostegno della persona anziana al proprio domicilio anche attraverso la promozione di migliori connessioni con le diverse realtà che sul territorio operano sulla cura informale.

L’intenzione primaria è di intervenire su un servizio che è già un punto di riferimento, sia per le famiglie alla ricerca di un supporto nello svolgimento nell’attività di cura, che per operatori/trici alla ricerca di lavoro, come spazio di promozione di occupazione qualificata. L’obiettivo di sviluppo dello Sportello Prossimi alla Cura è molteplice, si propone di realizzare: • maggior connessione del servizio con tutti quei nodi della rete territoriale già esistenti, magari anche di tipo informale, e già attivi nel favorire l’incontro tra domanda-offerta di supporto al domicilio (Sportelli Lavoro dei Comuni, Parrocchie, Centri Caritas e Centri di Ascolto, gruppi informali) • maggiore specializzazione del servizio offerto dallo sportello, soprattutto nel campo della qualificazione degli operatori, attraverso l’offerta di percorsi formativi • sviluppo del servizio, attraverso l’inclusione delle funzioni sino ad ora gestite dagli Sportelli Lavoro dei comuni, potenziando quindi le competenze di gestione dell’incontro domanda- offerta

Gli strumenti e le azioni necessarie a questo scopo sono molteplici, sin da ora è possibile identificare le seguenti: - Ri-declinazione del progetto Prossimi alla cura e avvio di un percorso di co-progettazione con il Terzo Settore del territorio - Mappatura degli snodi formali, e non, esistenti sul territorio che svolgono funzione di emersione della domanda e di matching domanda-offerta - Costruzione di connessioni tra Sportello e questi snodi territoriali mediante specifici accordi e protocolli - Diffusione della conoscenza dello sportello e delle sue attività - Specializzazione dell’offerta dello sportello, soprattutto sul fronte formativo - Potenziamento delle funzioni di orientamento e supporto alla ricerca di lavoro

Durata: Triennio

205 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

2. Sperimentazione di una rete di protezione sociale (SVILUPPO)

Connesso al precedente obiettivo ve n’è un secondo, legato alla sperimentazione di una rete di protezione sociale allargata. Il territorio è infatti ricco di soggetti e di esperienze che si occupano di prossimità, con progettualità specifiche, talvolta anche a costi nettamente inferiori rispetto al servizio domiciliare tradizionale, ma che ad oggi sono poco o per nulla coinvolti nella rete dei servizi.

In un contesto di risorse incerte, l’approccio della ricomposizione è particolarmente adeguato e necessario e sembra l’unico che possa effettivamente permettere di raggiungere i tre risultati individuati:

• l’aumento della platea dei cittadini intercettati e sostenuti • la definizione di una collaborazione con gli Enti del Terzo e Quarto Settore attivi sul territorio nell’offrire sostegno e prossimità alle persone anziane (Auser, Croce Rossa…) • l’individuazione di forme e strumenti di intervento più flessibili di quelli attualmente codificati attraverso il voucher, ampliando ed articolando il sostegno offerto

In questa prospettiva vengono identificati alcune azioni e strumenti utili a promuovere e radicare questo nuovo approccio:

- Mappatura degli enti del Terzo e Quarto settore attivi sul territorio nel campo della protezione sociale degli anziani - Formazione degli operatori a livello d’ambito sul tema delle forme leggere di prossimità attraverso la ricognizione di esperienze e sperimentazioni in corso in altri contesti - Integrazione del lavoro dei Servizi Sociali con le progettualità degli Enti del territorio - Progressivo ri-orientamento del lavoro di ASA e custodi sociali

Durata: Biennio

3. Regolazione omogenea sui servizi per la non-autosufficienza (SVILUPPO) Nell’ottica della ricomposizione dei servizi, diventa fondamentale nel triennio evolvere verso un’attuazione concreta di quanto già indicato nelle linee guida elaborate a livello d’ambito in anni passati, e che consenta un governo e una regolazione omogenea tra comuni del sistema dei servizi per la non autosufficienza, sia sul fronte delle regole d’accesso e della compartecipazione che della presa in carico. Un primo tema è dunque l’evoluzione verso soglie di accesso e range di tariffe omogenee a livello d’ambito per SAD, CDI. Come indicato dalla valutazione del triennio passato, si tratta di un obiettivo già presente e che ha mostrato grande criticità nel suo perseguimento ma che tuttavia si ritiene cruciale mantenere e riproporre. Una scelta questa che risulta in prospettiva facilitata dall’introduzione del nuovo ISEE2 e dall’implementazione delle misure del Fondo nazionale per la non autosufficienza, garantite anche per l’anno prossimo. La prima pone l’obbligo per tutti i Comuni di ridefinire i criteri di accesso alle prestazioni sociali, e dunque nella presenza del vincolo, la ricerca di una omogeneità sovra-comunale può essere facilitata. La seconda garantisce per il prossimo futuro alcune risorse certe da governare a livello d’ambito, per cui un’ulteriore spinta alla regolazione comune. Sul fronte ISEE si è già attivato un gruppo di lavoro che sta operando per l’organizzazione di un percorso formativo ad hoc rivolto agli operatori dei comuni. 2 Mentre il Piano viene steso, l’applicazione del nuovo ISEE subisce un rallentamento dato il pronunciamento del TAR Lazio, ma in riferimento al dibattito in corso si considera una partita che verrà ri-avviata a breve Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Per raggiungere tale obiettivo si individuano tre azioni fondamentali: - Elaborazione di un regolamento ISEE d’ambito su tutti i servizi per anziani, che stabilisca soglie di accesso e tariffe omogenee. - Elaborazione di un regolamento comune interambiti su misure finanziabili con fondi FNA, quale palestra fondamentale per definire comportamenti e indirizzi omogenei tra i Comuni dell’Ambito - Assunzione della scala IADL ADL come scala di valutazione omogenea a livello interambiti per la valutazione del bisogno della persona

Durata: Biennio

207 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Tabelle riepilogative

AREA ANZIANI Tipologia RICOMPOSIZIONE DI SERVIZI E RISORSE / SVILUPPO obiettivo

Obiettivo RIQUALIFICAZIONE SPORTELLO BADANTI

• MAGGIORE CONNESSIONE CON LE ALTRE RISORSE TERRITORIALI • MAGGIORE SPECIALIZZAZIONE NELLA QUALIFICAZIONE DEGLI Risultato atteso OPERATORI (FORMAZIONE…) • AMPLIAMENTO DELLE FUNZIONI ED EVOLUZIONE VERSO SPORTELLI-LAVORO

• RIDECLINAZIONE INCARICO E AVVIO CO-PROGETTAZIONE • MAPPATURA SNODI FORMALI E INFORMALI DI EMERSIONE DELLA DOMANDA E DI MATCHING DOMANDA-OFFERTA • ACCORDI E PROTOCOLLI DI COLLABORAZIONE TRA Interventi / SPORTELLO E SNODI Azioni/Strumenti • DIFFUSIONE CONOSCENZA SPORTELLO • SPECIALIZZAZIONE DELL’OFFERTA DELLO SPORTELLO • POTENZIAMENTO DELLE FUNZIONI DI ORIENTAMENTO E SUPPORTO ALLA RICERCA DI LAVORO • RIDEFINIZIONE INCARICO sì-no • STIPULA ACCORDI CON ALTRI SNODI sì-no Indicatori di • REALIZZAZIONE CO-PROGETTAZIONI sì-no esito e target di • FOCALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ DELLO SPORTELLO VERSO valutazione ATTIVITA’ DI QUALIFICAZIONE sì-no • NUMERO DI BADANTI CHE SI RIVOLGONO-USUFRUISCONO DELLO SPORTELLO n. badanti Target di IL VALORE TARGET DELL’ULTIMO INDIVATORE ANDRA’ INDIVIDUATO valutazione NELLA FASE DI RIDEFINIZIONE DELLO SPORTELLO ANALISI ATTIVITA’ SPORTELLO (ATTRAVERSO STRUMENTI DI Strumenti di MONITORAGGIO E RELAZIONE, DA ELABORARE AL MOMENTO DELLA valutazione RIDEFINIZIONE) Tempistica TRIENNIO

208 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

AREA ANZIANI

Tipologia RICOMPOSIZIONE DI SERVIZI E RISORSE / SVILUPPO obiettivo

Obiettivo SPERIMENTAZIONE RETE DI PROTEZIONE SOCIALE

• AUMENTO DEGLI ANZIANI ASSISTITI A DOMICILIO • DEFINIZIONE COLLABORAZIONE CON TERZO E QUARTO Risultato atteso SETTORE • INDIVIDUAZIONE DI STRUMENTI DI INTERVENTO PIU’ FLESSIBILI DEGLI ATTUALI

• MAPPATURA ENTI TERZO E QUARTO SETTORE ATTIVI SUL TERRITORIO NEL CAMPO DELLA PROTEZIONE SOCIALE DEGLI ANZIANI E DELLA PROSSIMITA’ • RICOGNIZIONE DELLE ESPERIENZE E DELLE SPERIMENTAZIONI IN CORSO IN ALTRI CONTESTI Interventi / • FORMAZIONE D’AMBITO AGLI OPERATORI SUI TEMI DELLA Azioni/Strumenti FORME LEGGERE DI PRESE IN CARICO E MONITORAGGIO • INTEGRAZIONE DEL LAVORO DEI SERVIZI SOCIALI E DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE • PROGRESSIVO RIORIENTAMENTO E INCLUSIONE NELLA SPERIMENTAZIONE DEL LAVORO DI ASA E CUSTODI SOCIALI

• NUMERO DEGLI ANZIANI ASSISTITI A DOMICILIO n. persone anziane Indicatori di • ACCORDI FORMALIZZATI CON ENTI DEL TERZO-QUARTO esito SETTORE sì-no • MODALITÀ DI INTERVENTO DEI SERVIZI analisi lavoro servizi sociali

• SI Target di • I TARGET QUANTITATIVI SARANNO DETERMINATI AL TERMINE valutazione DELLA FASE DI MAPPATURA

• DATI DEI SERVIZI SU ANZIANI IN CARICO Strumenti di • ACCORDI CON ENTI DEL TERZO-QUARTO SETTORE E valutazione RAFFRONTO LA SITUAZIONE IN ESSERE ALL’AVVIO DEL PIANO • ANALISI MODALITÀ DI INTERVENTO DEI SERVIZI

Tempistica PRIMI DUE ANNI

209 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

AREA ANZIANI

Tipologia RICOMPOSIZIONE DI SERVIZI E RISORSE / SVILUPPO obiettivo

REGOLAZIONE OMOGENEA SUI SERVIZI PER LA NON- Obiettivo AUTOSUFFICIENZA

EVOLUZIONE VERSO SOGLIE DI ACCESSO E RANGE DI TARIFFE Risultato atteso OMOGENEE PER TUTTA L’AREA NON-AUTOSUFFICIENZA

• ELABORAZIONE REGOLAMENTO ISEE D’AMBITO Interventi / • ELABORAZIONE DI UN REGOLAMENTO INTERMABUITI SULLE Azioni/Strumenti MISURE FINANZIABILI CON IL FNA • ADOZIONE ADL-IADL COME SCALE DI VALUTAZIONE

Indicatori di ELABORAZIONE E ADOZIONE DEGLI STRUMENTI INDIVIDUATI esito si-no

Target di SI valutazione

Strumenti di ANALISI DEL SISTEMA DI TARIFFE E RAFFRONTO CON LA SITUAZIONE valutazione IN ESSERE ALL’AVVIO DEL PIANO

Tempistica PRIMI DUE ANNI

210 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

3.3. Gli obiettivi dell’Area Disabilità

1. Riallineamento tra bisogni e offerta di servizi per la disabilità (SVILUPPO)

L’obiettivo si propone di perseguire una ricomposizione sui differenti fronti delle conoscenze possedute, delle risorse erogate e dei servizi offerti dal territorio alle persone con disabilità. Il punto di partenza è che questo rappresenta il settore di spesa sociale che ha vissuto - come illustrato dai dati - l’incremento maggiore nel corso degli ultimi anni, ma un incremento che non è derivato da una puntuale ricognizione dei bisogni del territorio né da una verifica dell’appropriatezza dei servizi e delle proposte esistenti rispetto ai bisogni reali delle persone con disabilità e delle loro famiglie, e dunque a rischio di non essere determinato da scelte programmatorie puntuali e consapevoli. Il confronto tra Comuni e l’interlocuzione con le associazioni e le organizzazioni che gestiscono servizi hanno mostrato spesso in questi anni segni di una parziale connessione tra domanda e offerta ed è dunque su questo riallineamento che il piano si propone di lavorare nel prossimo triennio. L’obiettivo è duplice:

• Ricomposizione della conoscenza sui bisogni espressi dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie e, al contempo, ricognizione delle risorse oggi presenti sul territorio, istituzionali e non. • L’ampliamento e/o riqualificazione dell’offerta presente sul territorio al fine di rispondere in modo più adeguato ed appropriato alle esigenze espresse

A tal fine si propone di procedere seguendo queste tre operazioni:

- avvio di operazioni di mappatura sui bisogni espressi e sulle risorse presenti - analisi della situazione delle liste d’attesa sulle diverse tipologie di servizi e degli accessi a servizi fuori ambito - avvio di tavoli di lavoro congiunti con l’associazionismo e il Terzo Settore del territorio per la condivisione dei dati e delle informazioni su bisogni e risorse presenti - attivazione di un percorso di co-progettazione per la rimodulazione del sistema d’offerta dell’ambito, in modo che sia maggiormente rispondente ai bisogni espressi.

Sembra inoltre opportuno connettere questo lavoro con quello di ricomposizione delle risorse economiche in corso a livello inter-Ambito sulla determinazione di costi standard omogenei a livello provinciale per il CSE.

Durata: triennio

2. Rafforzamento del servizio di Amministratore di Sostegno (CONSOLIDAMENTO)

Nel tempo sono aumentati i casi di richieste di protezione giuridica rendendo necessario l’ampliamento dei soggetti disponibili ad assumere funzioni di amministrazione. Poiché la collaborazione sin qui concretizzata tra il servizio di Amministrazione di Sostegno e Servizi Sociali si è dimostrata preziosa ed efficace, la nuova programmazione assume l’obiettivo del consolidamento del servizio, potenziando la dotazione di volontari, mantenendo lo sportello Fianco a Fianco e rafforzandone la conoscenza sul territorio. Il Piano si propone inoltre di Incrementare i legami tra servizi sociali territoriali e amministratori di sostegno nella conduzione del percorso di protezione e tutela delle persone e di integrare il lavoro territoriale con i percorsi di protezione giuridica di competenza di ASL e A.O. a livello inter-Ambito.

211 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Il piano si propone di raggiungere tali miglioramenti attraverso:

- l’adozione di un protocollo di lavoro con l’Ordine degli avvocati per concordare le modalità del lavoro comune - la diffusione della conoscenza del servizio sul territorio da parte degli avvocati attraverso la collaborazione con l’Ordine degli Avvocati - la diffusione della conoscenza del servizio sul territorio da parte dei cittadini disabili e delle loro famiglie attraverso la collaborazione con le associazioni locali che lavorano sul tema - il coinvolgimento di A.O. e ASL in un percorso interambito per l’elaborazione di un protocollo di collaborazione

Durata: Triennio

3. Messa a sistema dei servizi di integrazione lavorativa delle persone con disabilità e fasce deboli (CONSOLIDAMENTO)

Oggi il servizio è gestito mediante convenzione con Il Consorzio Desio-Brianza. Come indicato nella valutazione del precedente piano, è stato avviato in chiusura di triennio un percorso di revisione delle modalità gestionali del SIL orientato al perseguimento di differenti obiettivi: la diversificazione dell’offerta, l’aumento dell’efficacia del servizio e la stessa razionalizzazione delle risorse impiegate. Lo strumento individuato a tal fine è l’introduzione di procedure di accreditamento istituzionale dei soggetti gestori e la voucherizzazione degli interventi, la cui realizzazione è già in corso.

Le operazioni necessarie al suo completamento, che saranno oggetto di lavoro dei primi mesi del presente triennio, sono:

- emissione del bando di accreditamento - definizione di un Albo dei fornitori - voucherizzazione degli interventi di inserimento lavorativo Durata: entro dicembre 2015

4. Omogeneizzazione dei servizi di sostegno scolastico (SVILUPPO) ll quarto obiettivo di quest’area riguarda le modalità di intervento nel sostegno scolastico ai minori con disabilità e consiste nell’omogeneizzazione degli strumenti e dei meccanismi di definizione dei PEI. Si registra infatti in questo campo la coesistenza di prassi diverse e, in alcuni contesti, una parziale integrazione con servizio sociale di riferimento, in particolare nel momento dell’elaborazione dei PEI. Aspetto che risulta particolarmente critico, non solo in riferimento alla responsabilità della presa in carico in capo ai Comuni, ma anche in termini di governo della spesa, con il rischio che tale elaborazione avvenga a prescindere dalle risorse effettivamente a disposizione dei Comuni.

A tal fine si propone di pervenire ad una declinazione omogenea delle modalità di gestione del servizio di sostegno scolastico, con particolare riferimento all’elaborazione del progetto educativo e all’integrazione tra servizi. Gli strumenti operativi che verranno attuati sono:

- la costituzione di un gruppo di lavoro d’Ambito - la condivisione tra i diversi Comuni delle esperienze e degli strumenti di successo nell’elaborazione dei PEI

212 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

- la definizione di un Protocollo d’ambito con le scuole per regolamentare la definizione del PEI secondo il principio della condivisione delle responsabilità tra tutti gli attori coinvolti. Accanto a questi quattro obiettivi focalizzati sulla scala d’ambito, l’analisi dei dati e dell’esperienza del passato triennio indica due ulteriori obiettivi per l’area disabili, il cui perseguimento va però collocato a livello del coordinamento interambito.

5. Dinamizzazione dell’Anagrafe Disabili dell’ASL – Anagradis (SVILUPPO)

A fronte delle difficoltà richiamate in sede di valutazione, vengono individuati tre risultati da perseguire nel corso del triennio:

• lo snellimento delle procedure per la raccolta e l’immissione dei dati da parte dei Servizi • il miglioramento della collaborazione tra i Servizi Sociali e i medici di medicina generale nella fase di raccolta dei dati • la possibilità di accesso per i Servizi Sociali delle elaborazioni ASL operate a partire da quegli stessi dati. • Si individuano di conseguenza le seguenti azioni:

- creazione a livello inter-Ambito di un Tavolo di lavoro con ASL per rivisitare il modello di raccolta e accesso ai dati - costruzione e attuazione di un protocollo di collaborazione con i medici di medicina generale (per il secondo risultato) Durata: Triennio

6. Mantenimento dei servizi per i disabili sensoriali (MANTENIMENTO)

Si identifica il livello inter-Ambiti come responsabile anche del mantenimento delle attuali risorse e modalità di determinazione dei servizi destinati all’assistenza dei disabili sensoriali, su cui grava in questo momento l’incertezza relativa al futuro delle competenze provinciali.

213 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Tabelle riepilogative

AREA DISABILI

Tipologia obiettivo RICOMPOSIZIONE CONOSCENZA, RISORSE, SERVIZI / SVILUPPO

RIALLINEAMENTO TRA BISOGNI E OFFERTA DI SERVIZI PER LA Obiettivo DISABILITÀ

• RICOMPOSIZIONE DELLA CONOSCENZA SUI BISOGNI ESPRESSI DALLE PERSONE CON DISABILITÀ E LE LORO FAMIGLIE E SULLE RISORSE OGGI PRESENTI SUL TERRITORIO. Risultato atteso • AMPLIAMENTO E/O RIQUALIFICAZIONE DELL’OFFERTA DEI SERVIZI PER LE PERSONE CON DISABILITÀ PRESENTI SUL TERRITORIO AL FINE DI RISPONDERE ADEGUATAMENTE AI BISOGNI ESPRESSI.

• MAPPATURA DEI BISOGNI E DELLE RISORSE • ANALISI DELLA SITUAZIONE DELLE LISTE D’ATTESA SULLE DIVERSE TIPOLOGIE DI SERVIZI E DEGLI ACCESSI A SERVIZI FUORI AMBITO Interventi / Azioni/ • AVVIO DI TAVOLI DI LAVORO CONGIUNTI CON TERZO SETTORE Strumenti E ASSOCIAZIONISMO PER LA CONDIVISIONE DEI DATI E DELLE INFORMAZIONI SU BISOGNI E RISORSE DEL TERRITORIO • ATTIVAZIONE DI UN PERCORSO DI CO-PROGETTAZIONE PER LA DEFINIZIONE DI TIPOLOGIE DI OFFERTA MAGGIORMENTE RISPONDENTE AI BISOGNI ESPRESSI

• SVILUPPO DI PERCORSI DI CO-PROGETTAZIONE sì-no • DIMINUZIONE LISTE D’ATTESA sì-no Indicatori di esito • DIMINUZIONE DEGLI ACCESSI A SERVIZI FUORI AMBITO sì-no - n. accessi

• SI Target di • I TARGET QUANTITATIVI VERRANNO STABILITI AL TERMINE valutazione DELL’ANALISI DELLA SITUAZIONE IN ESSERE ALL’AVVIO DEL PIANO Strumenti di DATI DEI SERVIZI E DELLE STRUTTURE DEL TERZO SETTORE SUGLI valutazione UTENTI E LE STRUTTURE

Tempistica TRIENNALE

214 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

AREA DISABILI

Tipologia obiettivo RICOMPOSIZIONE SERVIZI / CONSOLIDAMENTO

Obiettivo RAFFORZAMENTO DEL SERVIZIO DI AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO

• AUMENTO DEI LEGAMI TRA I SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI E GLI ADS NELLA CONDUZIONE DEL PERCORSO DI TUTELA DELLE PERSONE • AUMENTO DEL NUMERO DI AVVOCATI DEL TERRITORIO COINVOLTI Risultato atteso NELLE FUNZIONI DI ADS • AUMENTO DELLA CONOSCENZA DELLO SPORTELLO DA PARTE DEI CITTADINI • INTEGRAZIONE A LIVELLO INTERAMBITO DEI PERCORSI DI TUTELA (CON ASL E A.O)

• DEFINIZIONE PROTOCOLLO DI LAVORO CON ORDINE AVVOCATI. • DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA DEL SERVIZIO SUL TERRITORIO DA PARTE DEGLI AVVOCATI (ATTRAVERSO LA COLLABORAZIONE CON L’ORDINE DEGLI AVVOCATI) Interventi / Azioni/ Strumenti • DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA DEL SERVIZIO SUL TERRITORIO DA PARTE DEI CITTADINI DISABILI E DELLE LORO FAMIGLIE (ATTRAVERSO LE ASSOCIAZIONI LOCALI CHE LAVORANO SUL TEMA) • COINVOLGIMENTO ASL IN UN PERCORSO INTERAMBITO AD HOC PER ARRIVARE A UN PROTOCOLLO DI COLLABOZIONE

• MIGLIORAMENTO COLLABORAZIONE TRA SERVIZI E AVVOCATI grado di soddisfazione Indicatori di esito • AUMENTO DEGLI AVVOCATI COINVOLTI sì-no • AUMENTO DEI CASI PRESI IN CARICO n. casi presi in carico • PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE CON ASL E A.O sì-no

• SÌ Target di • TARGET QUANTITATIVI SARANNO DETERMINATI ALLA FINE DEL valutazione PRIMO ANNO Strumenti di • DATI DI SERVIZI SOCIALI valutazione

Tempistica TRIENNALE

215 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

AREA DISABILI

Tipologia obiettivo RICOMPOSIZIONE SERVIZI / CONSOLIDAMENTO

MESSA A SISTEMA DEI SERVIZI DI INTEGRAZIONE LAVORATIVA Obiettivo DELLE PERSONE CON DISABILITÀ E FASCE DEBOLI

• DIVERSIFICAZIONE DELL’OFFERTA Risultato atteso • AUMENTO DELL’EFFICACIA • RAZIONALIZZAZIONE DELLE RISORSE IMPIEGATE

• EMISSIONE BANDO DI ACCREDITAMENTO Interventi / Azioni/ • DEFINIZIONE DI UN ALBO DEI FORNITORI Strumenti • VOUCHERIZZAZIONE DEL SERVIZIO

• AVVIO VOUCHERIZZAZIONE sì-no • AUMENTO EFFICACIA sì-no, soddisfazione operatori e utenti Indicatori di esito • DIVERSIFICAZIONE DEI SERVIZI A DISPOSIZIONE sì-no • RAZIONALIZZAZIONE SPESA sì-no

• SÌ Target di • INDICATORI DI EFFICACIA E OBIETTIVI DI RAZIONALIZZAZIONE valutazione ANDRANNO DEFINITI ALL’AVVIO DEL PROCESSO E MONITORATI

Strumenti di MONITORAGGIO IN ITINERE DELLE MODALITÀ PRESA IN CARICO E valutazione COSTI Tempistica PRIMO ANNO

AREA DISABILI

Tipologia obiettivo RICOMPOSIZIONE CONOSCENZA E SERVIZI / SVILUPPO

Obiettivo OMOGENEIZZAZIONE DEI SERVIZI DI SOSTEGNO DIDATTICO

• DECLINAZIONE OMOGENEA DELLE MODALITÀ DI GESTIONE DEL SERVIZIO DI SOSTEGNO DIDATTICO Risultato atteso • PARTECIPAZIONE ALL’ELABORAZIONE DEL PEI DI TUTTI GLI ATTORI COINVOLTI

• COSTITUZIONE GRUPPO DI LAVORO D’AMBITO • CONDIVISIONE TRA I DIVERSI COMUNI DELLE ESPERIENZE E DEGLI Interventi / Azioni/ STRUMENTI DI SUCCESSO NELL’ELABORAZIONE DEI PEI Strumenti • DEFINIZIONE DI UN PROTOCOLLO D’AMBITO CON LE SCUOLE PER REGOLAMENTARE LA DEFINIZIONE DEL PEI

• DEFINIZIONE DI UN PROTOCOLLO D’AMBITO sì-no Indicatori di esito • COINVOLGIMENTO PUNTUALE DEI SERVIZI SOCIALI NELL’ELABORAZIONE DEI PEI sì-no

Target di SÌ valutazione Strumenti di ANALISI MODALITÀ E STRUMENTI DI DEFINIZIONE PEI valutazione Tempistica TRIENNALE

216 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

3.4 Gli obiettivi dell’area minori e famiglia

1. Gestione associata dei servizi di tutela attraverso la co-progettazione (CONSOLIDAMENTO)

Lo scorso triennio ha visto il passaggio a gestione associata di tutti i servizi riferiti alla tutela minori, come indicato nella sezione valutativa del precedente piano. Una gestione realizzata mediante procedura di appalto a terzi, che andrà scadenza poco dopo l’approvazione del nuovo piano di zona. L’obiettivo del prossimo triennio è il mantenimento di tutti i servizi sino ad ora garantiti dall’appalto, ma la declinazione di forme innovative nella sua gestione, attraverso l’impiego della co-progettazione. L’auspicio è che questa modalità permetta ai diversi attori di ragionare e progettare i servizi all’interno di un arco di tempo medio-lungo (3-5 anni), favorendo la certezza e la continuità degli interventi, aspetti decisivi per il successo dei servizi erogati. Per la realizzazione di questo obiettivo si individuano tre azioni:

- censimento e conoscenza di esperienze simili sviluppate in altri territori lombardi; - attivazione delle procedure per la co-progettazione; - costituzione di un Tavolo di co-progettazione con i soggetti del Terzo Settore selezionati.

Durata: si prevede l’avvio delle procedure per il passaggio dall’appalto alla co-progettazione nel corso del primo anno e la realizzazione delle prime sperimentazioni entro la fine del triennio.

2. Aumento della capacità di governo e utilizzo delle progettualità e delle risorse pubbliche e private gestite a livello sovra-Ambito (CONSOLIDAMENTO)

L’obiettivo è connesso al tema della ricomposizione della conoscenza, delle risorse e dei servizi e indica la proposizione, per il prossimo triennio, di vedere potenziata le capacità dell’ambito di partecipare e utilizzare al meglio le diverse progettualità oggi attive a livello sovra-Ambito, in quest’area.

Tale aumento dovrebbe sostanziarsi in due risultati essenziali: una maggiore conoscenza delle risorse pubbliche e private gestite a livello sovra-Ambito e un conseguente maggiore utilizzo all’interno dell’ambito di Seregno.

Per raggiungere questi risultati si individuano due azioni fondamentali:

- il potenziamento del ruolo progettuale dell’Ufficio di Piano come attore di raccordo tra il livello locale e quello inter-Ambiti. In questa veste l’Ufficio di piano sarà il garante della partecipazione dell’ambito ai tavoli di coordinamento delle diverse progettualità, in cui tali risorse vengono gestite e governate. Questa impostazione richiama e rafforza l’indirizzo più generale della nuova programmazione verso il rilancio del ruolo, delle risorse e delle competenze dell’Ufficio di Piano. - la regolare e costruttiva partecipazione ai diversi Tavoli di coordinamento, sia diretta da parte dei componenti dell’ufficio di piano, che - se ritenuto utile - indiretta mediante la formalizzazione di incarichi ai membri della UOT.

3. Sviluppo di una maggior articolazione e adeguatezza dell’offerta verso le famiglie (SVILUPPO)

Questo obiettivo, in linea con quanto indicato per l’area disabilità, si concentra sulla ricomposizione dei servizi e si propone di rivedere l’attuale assetto degli interventi promossi a livello d’ambito, per

217 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

minori e famiglie, per promuovere un sistema un progressivo incremento dell’efficacia ed efficienza dei servizi che una razionalizzazione della spesa.

Il primo ambito in cui sembra possibile sperimentare tale revisione è quello degli interventi domiciliari, su cui i dati evidenziano un incremento dell’utenza nel corso degli anni. L’attuale assetto ha rivelato nel tempo diversi elementi di rigidità, che talvolta obbligano i servizi all’utilizzo di strumenti non adeguati alla condizione delle famiglie in carico. Rispetto a tale criticità, in questi anni i Servizi Sociali hanno sperimentato, sia dentro che fuori l’ambito, forme di flessibilità varie che si sono rivelate maggiormente efficaci nel gestire i bisogni delle famiglie in carico, come ad esempio l’utilizzo del servizio ADM per percorsi di gruppo, in alternativa a quelli individuali. La prossima programmazione si propone dunque di:

a) condurre approfondimenti sugli spazi di innovazione e flessibilizzazione dei servizi ai minori e alle famiglie b) costituire specifici Tavoli impegnati nell’analisi di tali proposte e loro declinazione attraverso percorsi di co-progettazione; c) portare ad una ridefinizione dei contratti con gli enti gestori nella direzione di una diversificazione dei servizi, orientata a massimizzare l’efficacia degli interventi proposti. Durata: triennale

4. Mantenimento in sicurezza dei servizi per la prima infanzia (MANTENIMENTO)

Si tratta di tutelare e mantenere i risultati del percorso avviato dal Piano triennale per la prima infanzia, che ha portato alla definizione di requisiti di accreditamento e alla selezione di gestori, con cui sono state successivamente siglate convenzioni specifiche per l’acquisto di posti pubblici nel privato. L’accreditamento e l’applicazione del Piano nidi sono stati un’importante occasione per conoscere il sistema dei servizi e definire soglie comuni di qualità da garantire. Alla luce di questo percorso, gli obiettivi per il prossimo triennio sono di mantenere tale sistema, garantire il livello di qualità raggiunto ed ampliare la platea dei beneficiari.

Le azioni concrete necessarie a tale scopo sono:

- il completamento del percorso di accreditamento di tali servizi mantenendo i requisiti minimi di qualità superiori a quelli obbligatori per l’esercizio e rivedendo le soglie di accesso meno restrittive del passato - il monitoraggio in itinere dei requisiti, attraverso i controlli dell’ufficio unico per l’accreditamento, gestito dal Consorzio Desio-Brianza, che da Giugno 2015 avvierà la verifica del rispetto dei requisiti autocertificati per l’accreditamento dei servizi prima infanzia.

218 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Tabelle riepilogative

AREA MINORI E FAMIGLIE Tipologia RICOMPOSIZIONE DELLA CONOSCENZA E DEI SERVIZI / obiettivo CONSOLIDAMENTO GESTIONE ASSOCIATA DEI SERVIZI DI TUTELA ATTRAVERSO Obiettivo LA CO-PROGETTAZIONE • MANTENIMENTO SERVIZI IN ESSERE • MAGGIORE EFFICACIA DEI SERVIZI E DEGLI INTERVENTI Risultato atteso • PASSAGGIO DALL’APPALTO ALLA CO-PROGETTAZIONE • PROGRAMMAZIONE SU MEDIO-LUNGO PERIODO

• CENSIMENTO E CONOSCENZA DI ESPERIENZE SIMILI SVILUPPATE IN ALTRI TERRITORI Interventi / • ATTIVAZIONE DELLE PROCEDURE PER LA CO- Azioni/Strumenti PROGETTAZIONE • COSTITUZIONE DI UN TAVOLO DI CO-PROGETTAZIONE CON IL TERZO SETTORE.

• AVVIO PROCEDURE E SPERIMENTAZIONI DI CO- PROGETTAZIONE sì-no Indicatori di • SVILUPPO DI PROGRAMMAZIONI SUL MEDIO LUNGO esito PERIODO sì-no • AUMENTO EFFICACIA SERVIZI sì-no, soddisfazione operatori e utenti

• SI Target di • INDICATORI DI EFFICACIA DA DEFINIRE IN FASE DI CO- valutazione PROGETTAZIONE

• ANALISI PARTNERSHIP TRA SERVIZI E TERZO SETTORE Strumenti di • STRUMENTI DI VALUTAZIONE EFFICACIA DA DEFINIRE IN valutazione FASE DI CO-PROGETTAZIONE • PRIMO ANNO PER L’AVVIO PROCEDURE PER IL Tempistica PASSAGGIO ALLA CO-PROGETTAZIONE • TRIENNIO PER IL SUO SVILUPPO

219 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

AREA MINORI E FAMIGLIE

RICOMPOSIZIONE CONOSCENZA, RISORSE, SERVIZI / Tipologia obiettivo CONSOLIDAMENTO

AUMENTO DELLA CAPACITÀ DI GOVERNO E UTILIZZO DELLE Obiettivo PROGETTUALITÀ E DELLE RISORSE PUBBLICHE E PRIVATE GESTITE A LIVELLO SOVRAMBITO

Risultato atteso MAGGIOR CONOSCENZA E UTILIZZO DELLE RISORSE SOVRAMBITO • POTENZIAMENTO DEL RUOLO PROGETTUALE DELL’UFFICIO DI PIANO COME ATTORE DI RACCORDO TRA IL LIVELLO LOCALE E Interventi / Azioni/ QUELLO SOVRAMBITO Strumenti • PARTECIPAZIONE REGOLARE E COSTRUTTIVA AI TAVOLI SOVRAMBITO (DIRETTAMENTE DA PARTE DELL’UDP O DA PARTE DI MEMBRI DELEGATI DELLA UOT E DEI TAVOLI)

• REGOLARE PARTECIPAZIONE AI TAVOLI sì-no Indicatori di esito • AUMENTO DELL’UTILIZZO DELLE RISORSE SOVRAMBITO sì-no Target di SÌ valutazione Strumenti di • ANALISI DATI SERVIZI SOCIALI SUL LAVORO DI RETE valutazione • ANALISI LAVORO UDP • PRIMO ANNO PER IL POTENZIAMENTO DEL RUOLO DELL’UDP Tempistica • TRIENNIO PER IL CONSOLIDAMENTO DELL’ACCESSO ALLE RISORSE

AREA MINORI E FAMIGLIE Tipologia obiettivo RICOMPOSIZIONE DEI SERVIZI / SVILUPPO

MAGGIORE ARTICOLAZIONE E ADEGUATEZZA DELL’OFFERTA Obiettivo VERSO LE FAMIGLIE • MAGGIORE FLESSIBILITÀ E DIVERSIFICAZIONE DEI SERVIZI IN Risultato atteso FUNZIONE DEI BISOGNI DELL’UTENZA (DOMICILIARITÀ) • APPROFONDIMENTO BUONE PRATICHE • Interventi / Azioni/ AVVIO PROCEDURE CO-PROGETTAZIONE Strumenti • AVVIO TAVOLI DI CO-PROGETTAZIONE • REVISIONE ATTUALI CONTRATTI CON ENTI GESTORI • FORMALIZZAZIONE E SPERIMENTAZIONE CO-PROGETTAZIONE sì-no Indicatori di esito • DIVERSIFICAZIONE DEI SERVIZI E DEGLI INTERVENTI sì-no • GRADO SODDISFAZIONE DELLE FAMIGLIE • SÌ Target di • INDICATORI QUALITATIVI DA DEFINIRE IN FASE DI CO- valutazione PROGETTAZIONE • ANALISI DATI FUNZIONAMENTO SERVIZI Strumenti di • ANALISI CONTRATTI CON ENTI GESTORI valutazione • INTERVISTE/QUESTIONARI Tempistica TRIENNALE

220 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

AREA MINORI E FAMIGLIE Tipologia obiettivo RICOMPOSIZIONE DEI SERVIZI/MANTENIMENTO

MANTENIMENTO IN SICUREZZA DEI SERVIZI PER LA PRIMA Obiettivo INFANZIA

• MANTENIMENTO STANDARD QUALITATIVI DEI SERVIZI DI PRIMA Risultato atteso INFANZIA • AMPLIAMENTO PLATEA BENEFICIARI

• EMISSIONE BANDO DI ACCREDITAMENTO DEI SERVIZI Interventi / Azioni/ • CREAZIONE ALBO DEGLI ACCREDITATI Strumenti • MONITORAGGIO IN ITINERE DEI REQUISITI DELL’ACCREDITAMENTO

• REALIZZAZIONE ACCREDITAMENTO sì-no Indicatori di esito • MANTENIMENTO STANDARD QUALITATIVI DEI SERVIZI sì-no Target di SÌ valutazione Strumenti di CONTROLLI DA PARTE DELL’UFFICIO UNICO valutazione Tempistica PRIMI SEI MESI DEL PROGETTO

221 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

3.5 Gli obiettivi delle aree vulnerabilità sociale e dipendenze La crisi economica provoca l’aggravamento delle condizioni delle fasce di popolazione tradizionalmente fragili ma anche l’ampliamento della condizione di fragilità a gruppi sociali nuovi. A fronte di questa tendenza, i dati mostrano una diminuzione consistente negli ultimi 5 anni della spesa sociale destinata al contrasto della povertà e della vulnerabilità. Il Piano si propone di riportare l’attenzione su tale problematica, in particolare attraverso il perseguimento di alcuni obiettivi prioritari.

1. Armonizzazione dei regolamenti di accesso alle diverse forme di contribuzione economica (CONSOLIDAMENTO)

Come evidenziato per l’area anziani, l’introduzione a livello nazionale del nuovo ISEE, crea un contesto favorevole al completamento di questo processo, il cui sbocco dovrà essere l’applicazione delle Linee Guida già elaborate nel triennio precedente. L’obiettivo del percorso è l’armonizzazione dei comportamenti comunali, oggi estremamente differenziati nonché la revisione della spesa e delle modalità stesse di gestione del sostegno al reddito. A tal fine si indicano due azioni necessarie:

- la creazione di un Tavolo di lavoro tra tutti i Comuni dell’ambito per l’applicazione del nuovo ISEE - un percorso di formazione ad hoc che faciliti letture e strategie comuni rispetto alla revisione dei criteri di accesso alle contribuzioni economiche Durata: primo anno

2. Integrazione delle diverse misure per il contrasto della povertà (SVILUPPO)

Si tratta di un obiettivo che richiama la ricomposizione tanto della conoscenza quanto delle risorse e dei servizi. Vale qui quanto già richiamato per l’area anziani, ovvero la necessità di costruire nuovi spazi di connessione tra i diversi soggetti che nell’ambito, in vario modo, si stanno già occupando di contrastare gli effetti dell’impoverimento. Alcune connessioni esistono già attraverso collaborazioni ad esempio tra alcuni servizi comunali e centri di ascolto Caritas, ma si tratta di connessioni micro locali e spesso di carattere informale. L’obiettivo per il nuovo triennio è valorizzare le esperienze già esistenti, facendole diventare modello da mettere a sistema, al fine di integrare le risorse gestite ed erogate da diversi attori, pubblici e privati massimizzando così l’efficacia degli interventi realizzati, garantendo buona integrazione e superando aree di inefficace duplicazione/sovrapposizione.

I principali strumenti individuati per questo percorso sono:

- la costituzione di un gruppo di lavoro tematico - la ricognizione di tutte le iniziative in essere da parte del privato sociale - l’avvio di un percorso di coordinamento tra tali iniziative

Durata: Triennio

3. Aumentare l’efficacia dei diversi progetti sul tema del bisogno abitativo (SVILUPPO)

Quello dell’abitare è uno dei campi in cui la crisi economica colpisce in maniera più pesante e diffusa e su cui, al tempo stesso, insistono diverse iniziative, pubbliche e private, in corso o in fase di avvio sul territorio sia zonale che provinciale. Le esperienze in campo tuttavia non sempre sono conosciute e generalmente sono poco integrate tra loro.

222 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

L’obiettivo del nuovo piano è sviluppare sul territorio una visione di sistema sul sostegno abitativo che sappia potenziare l’efficacia delle diverse azioni che insistono su questo fronte attraverso:

a) il miglioramento della conoscenza delle risorse a disposizione del territorio b) la messa in rete delle diverse esperienze in atto (Fondo Sostegno Affitto, Bando Regionale sulla morosità incolpevole, progetti e bandi per l’housing sociale) c) il consolidamento del coordinamento stabilito dal Protocollo firmato da Prefettura, Comuni e Caritas d) (come esito dei risultati precedenti) l’aumento del numero di persone e nuclei in emergenza abitativa che trovano soluzioni adeguate

Gli strumenti identificati come necessari per la realizzazione di questo obiettivo sono i seguenti:

- il mantenimento e il consolidamento dal gruppo di lavoro tematico composto dai Comuni a più alta densità abitativa - la partecipazione dell’ambito al Tavolo sugli sfratti di Prefettura e Caritas - la valutazione e la messa a regime del protocollo tra Prefettura, Comuni e Caritas - il monitoraggio delle esperienze progettuali appena iniziate, come quella relativa al reinserimento nel mercato, a canone concordato, del patrimonio abitativo privato sfitto

Durata: Triennio

4. Elaborazione di una strategia per il contrasto del gioco d’azzardo (SVILUPPO)

In tema di dipendenze, il gioco d’azzardo patologico è certamente un fenomeno che ha destato attenzione negli ultimi anni, data anche la sua particolare incidenza nel territorio lombardo. In proposito la Regione Lombardia è stata una delle prime realtà ad emanare una legge dedicata alla sua prevenzione e contrasto (L.R. 8/2013) e avviato alcune sperimentazioni specifiche (dgr 856 e seguenti). Anche le amministrazioni comunali sono direttamente impegnate su questo fronte attraverso, ad esempio, la regolazione territoriale della distribuzione delle slot machine. L’obiettivo per il prossimo triennio è pervenire alla definizione di Linee Guida a livello sovra comunale che declinino orientamenti omogenei nell’ambito dei 9 comuni. Operativamente l’obiettivo sarà perseguito attraverso - la costituzione di un gruppo di lavoro, in rappresentanza dei Comuni dell’ambito - la definizione delle linee guida - la loro applicazione a livello comunale

223 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Tabelle riepilogative AREA VULNERABILITA’

Tipologia RICOMPOSIZIONE DEI SERVIZI /CONSOLIDAMENTO obiettivo ARMONIZZAZIONE DEI REGOLAMENTI DI ACCESSO ALLE Obiettivo DIVERSE FORME DI CONTRIBUZIONE ECONOMICA ADOZIONE DI SOGLIE COMUNI PER L’ACCESSO A SERVIZI E Risultato atteso CONTRIBUTI • CREAZIONE DI UN TAVOLO DI LAVORO TRA TUTTI I COMUNI DELL’AMBITO PER L’APPLICAZIONE DEL NUOVO ISEE Interventi / • REALIZZAZIONE DI UN PERCORSO DI FORMAZIONE AD HOC Azioni/Strumenti CHE FACILITI LETTURE E STRATEGIE COMUNI RISPETTO ALLA REVISIONE DEI CRITERI DI ACCESSO • APPLICAZIONE LINEE GUIDA AD HOC GIÀ APPROVATE Indicatori di APPROVAZIONE NUOVO REGOLAMENTO sì-no esito Target di SÌ valutazione Strumenti di ANALISI SOGLIE NEI DIVERSI COMUNI DELL’AMBITO valutazione Tempistica PRIMO ANNO

224 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

AREA VULNERABILITA’ Tipologia RICOMPOSIZIONE DELLA CONOSCENZA, DELLE RISORSE / obiettivo SVILUPPO INTEGRAZIONE DELLE DIVERSE MISURE, PUBBLICHE E Obiettivo PRIVATE, PER IL CONTRASTO DELLA POVERTÀ • VALORIZZAZIONE ESPERIENZE LOCALI DI CONNESSIONE CARITAS-COMUNI Risultato atteso • MESSA A SISTEMA DELLE MISURE DI CONTRASTO ALLA VULNERABILITÀ • MAGGIORE EFFICACIA DELLE MISURE • CREAZIONE TAVOLO DI LAVORO SULLA POVERTÀ Interventi / • RICOGNIZIONE SOGGETTI ED ESPERIENZE ATTIVE Azioni/Strumenti • COORDINAMENTO DI TUTTE LE INIZIATIVE IN ESSERE DA PARTE DEL PRIVATO SOCIALE • AUMENTO DELLA COLLABORAZIONE TRA ENTI (CONDIVISIONE Indicatori di DATI E STRATEGIE, PROGETTAZIONE, ALTRO) sì-no esito • AUMENTO EFFICACIA MISURE sì-no, soddisfazione operatori e utenti • SÌ Target di • TARGET DI VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA SARANNO valutazione ELABORATI DAL TAVOLO DI LAVORO • ANALISI RETE TRA SERVIZI SOCIALI E TERZO SETTORE Strumenti di • ANALISI QUANTITÀ NUCLEI E INDIVIDUI IN CARICO valutazione • ANALISI QUALITÀ ED EFFICACIA DEI PERCORSI ATTIVATI DALLA RETE Tempistica TRIENNIO

225 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

AREA DIPENDENZE Tipologia RICOMPOSIZIONE DELLA CONOSCENZA, DELLE RISORSE / obiettivo SVILUPPO ELABORAZIONE LINEE GUIDA D’AMBITO PER IL CONTRASTO Obiettivo AL GIOCO D’AZZARDO. • DEFINIZIONE E APPLICAZIONE DI UNA STRATEGIA COMUNE Risultato atteso SUL CONTRASTO AL GIOCO D’AZZARDO • COSTITUZIONE DI UN GRUPPO DI LAVORO AD HOC Interventi / • DEFINIZIONE DI LINEE GUIDA D’AMBITO Azioni/Strumenti • APPLICAZIONE LINEE GUIDA A LIVELLO COMUNALE Indicatori di • COSTITUZIONE GRUPPO DI LAVORO sì-no esito • DEFINIZIONE E APPLICAZIONE LINEE GUIDA sì-no Target di SÌ valutazione Strumenti di ANALISI MISURE IN ATTO CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO valutazione Tempistica TRIENNIO

226 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

3.6. Gli obiettivi dell’area migranti Sul tema inclusione delle persone migranti, per il prossimo triennio si individuano due obiettivi prioritari.

1. Stabilizzazione dello Sportello multietnico di assistenza e formazione in campo legale (MANTENIMENTO)

Lo sportello multietnico è giudicato da parte di tutti i Comuni un servizio utile, che ha saputo raggiungere in questi anni positivi risultati. Attualmente la sua sostenibilità è garantita dall’impiego di parte dei fondi trasferiti dal livello centrale (Fondo nazionale politiche sociali). La necessità di includere stabilmente lo sportello nel sistema dei servizi territoriali, impone di ricercare nuove forme di sostegno che offrano garanzia di sostenibilità pluriennale. L’obiettivo del piano sarà pertanto quello di verificare la possibilità di effettuare il passaggio del finanziamento dal FNPS alle risorse comunali, avviando parallelamente lo sviluppo di forme di co-progettazione degli interventi.

2. Potenziamento degli interventi rivolti alle donne migranti (SVILUPPO)

Anche su questo tema, l’obiettivo principale è quello di ricomporre le diverse e molteplici esperienze esistenti, sia per parte pubblica che privata, favorendone il coordinamento e l’efficace integrazione. Su questo tema l’esigenza riscontrata è dunque - migliorare la conoscenza dei bisogni e delle risorse già attive su questo fronte, soprattutto nel campo dell’insegnamento della lingua italiana. - mettere a sistema degli spazi e dei soggetti già attivi - verificare la possibilità di progettare di nuovi spazi e servizi Si propone dunque il censimento di tutti i soggetti attivi sul tema e l’istituzione di un Tavolo tematico per il coordinamento lo scambio di esperienze e la co-progettazione. Durata:Triennio

227 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

AREA MIGRANTI Tipologia RICOMPOSIZIONE DELLE RISORSE E DEI SERVIZI / obiettivo MANTENIMENTO CONSOLIDAMENTO SPORTELLO MULTIETNICO DI ASSISTENZA Obiettivo E FORMAZIONE IN CAMPO LEGALE • MANTENIMENTO E STABILIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DELLO Risultato atteso SPORTELLO MULTIETNICO DI CONSULENZA LEGALE • VERIFICA FATTIBILITÀ PASSAGGIO AL FINANZIAMENTO Interventi / ASSOCIATO Azioni/Strumenti • PASSAGGIO DA ACCORDO ANNUALE A TRIENNALE (O CO- PROGETTAZIONE) Indicatori di • STABILIZZAZIONE DELLO SPORTELLO sì-no esito • COLLABORAZIONE SERVIZI- SPORTELLO sì-no • SÌ Target di • EVENTUALI TARGET QUANTITATIVI SARANNO FISSATI DAL valutazione TAVOLO STESSO Strumenti di • ANALISI FORME DI FINANZIAMENTO SPORTELLO valutazione • ANALISI COLLABORAZIONI SERVIZIO-SPORTELLO Tempistica TRIENNALE

228 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

AREA MIGRANTI Tipologia POTENZIAMENTO SERVIZI ESISTENTI / SVILUPPO obiettivo Obiettivo POTENZIAMENTO INTERVENTI PER DONNE STRANIERE • MIGLIORAMENTO CONOSCENZA DEI BISOGNI DELLE DONNE STRANIERE • MIGLIORAMENTO CONOSCENZA DELLE RISORSE GIÀ ATTIVE Risultato atteso SUL TERRITORIO • MESSA A SISTEMA DEGLI SPAZI E DEI SOGGETTI GIÀ ATTIVI • EVENTUALE PROGETTAZIONE DI NUOVI SPAZI E SERVIZI Interventi / • CENSIMENTO DI TUTTI I SOGGETTI ATTIVI SUL TEMA Azioni/Strumenti • ISTITUZIONE DI UN TAVOLO TEMATICO • AMPLIAMENTO RETE SUL TEMA sì-no, n. partner coinvolti Indicatori di • AUMENTO CONOSCENZA CONDIZIONE DONNE sì-no esito • AUMENTO COLLABORAZIONI NELLA RETE sì-no • SVILUPPO NUOVE PROGETTUALITÀ sì-no, n. progettualità • SÌ Target di • EVENTUALI INDICATORI SPECIFICI SARANNO IDENTIFICATI DAL valutazione TAVOLO DI LAVORO • ANALISI SERVIZI ATTIVI NEL CAMPO DELL’INTEGRAZIONE Strumenti di DELLE DONNE STRANIERE valutazione Tempistica TRIENNIO

229 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

4. Analisi dei soggetti, dei network e dei sistemi di governance presenti sul territorio

In merito a questo capitolo, si rimanda al capitolo dedicato alla governance del documento inter- ambiti. Si puntualizza che l’Ambito territoriale di Seregno si è dato come obiettivo prioritario di assetto la rivisitazione dell’organizzazione dell’Ufficio di Piano e delle sue relazioni con il contesto territoriale di riferimento, che si concluderà con la definizione ed approvazione di una specifica Convenzione tra i dieci Comuni del territorio. Il punto di partenza di tale lavoro è rappresentato dall’attuale “Disciplina per la composizione ed il funzionamento degli organismi del Piano di Zona” (Allegato 3), che viene approvata contestualmente al Documento Piano di Zona 2015-17 ed al relativo Accordo di Programma.

230 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

5. Allegati

Allegati - 1 Analisi trend peso % aree su totale spesa sociale per Comuni 2007-2010-2012 Fonte Trend spesa Ambiti

231 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

232 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

233 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

234 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

235 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017 TEMPI Entro 2015 settembre Triennio Aggiornamento dello strumento dello strumento Aggiornamento (portale) luoghi di Diffusione nei diversi (MMG, AO…) riferimento degli strumenti Valorizzazione web ) (es. portale esistenti - - - STRUMENTI/AZIONI STRUMENTI/AZIONI della Disciplina Rivisitazione degli e del funzionamento composizione del Piano di Zona organismi Protocollo/Accordo di specifico Approvazione e partecipazione chiaro politico Mandato del significativi ad alcuni momenti politica la (quali l’avvio, partecipativo processo e la conclusione) valutazione partecipativo del processo definizione Chiara (ciclo a di realizzazione e dei suoi tempi spirale) interno dell’Ufficio di Piano interno processi di partecipazione del Terzo del Terzo di partecipazione processi sia nelle fasi di valutazione del bisogno e delle di valutazione sia nelle fasi RISULTATO ATTESO NEL TRIENNIO ATTESO RISULTATO organizzativo assetto Nuovo l’Assemblea quali altri soggetti, con e delle sue relazioni con dei Sindaci, il Comune Capofila (ed in particolare, ai Servizi Sociali, l’Ufficio ed il Dirigente l’Assessore Contratti, l’Ufficio Ragioneria, Segreteria, gli altri Ambiti i Comuni dell’Ambito, Personale), l’Ufficio il di partecipazione, ASL, i Tavoli Regione, provinciali, Settore,… Terzo di Attivazione Settore che in quelle di individuazione presenti, risorse interventi/servizi. di progettazione e di obiettivi della popolazione da parte Maggior conoscenza facilitazione e territoriale a livello dei servizi offerti all’accesso SVI CON Matrici degli obiettivi del Piano di Zona 2015-2017 OBIETTIVO OBIETTIVO Riqualificazione del contesto in cui organizzativo l’Ufficio di si colloca Piano la Riqualificare attiva partecipazione Settore del Terzo e Aggiornamento diffusione sull’offerta di servizi

DIMENSIONE OBIETTIVO CONOSCENZA SERVIZI RISORSE CONOSCENZA SERVIZI RISORSE CONOSCENZA Allegati - 2 GESTIONE-PARTECIPAZIONE AREA

236 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017 TEMPI Triennio Biennio Biennio Rideclinazione incarico e avvio percorso di co- percorso e avvio Rideclinazione incarico progettazione e non di degli snodi formali Mappatura della domanda emersione e non di degli snodi formali Mappatura domanda offerta matching sportello tra di connessioni Costruzione e accordi e snodi mediante alla cura prossimi protocolli dello sportello conoscenza Diffusione della dello sportello dell’offerta Specializzazione delle sul tema d’ambito a livello Formazione in – presa di monitoraggio leggere forme carico in e sperimentazioni esperienze Ricognizioni in altri contesti corso … Integrazione e di ASA del lavoro riorientamento Progressivo sociali custodi ISEE su tutti i servizi per anziani Regolamento (soglie accesso e tariffe) di scala Assunzione IADL ADL come interambiti a livello omogenea valutazione su misure interambiti comune Regolamento fondi FNA con finanziabili ------STRUMENTI/AZIONI STRUMENTI/AZIONI

rispetto a rispetto verso una verso Prossimi alla Cura soglie di accesso e range di tariffe di tariffe soglie di accesso e range sistema di valutazione omogeneo di valutazione sistema a livello d’ambito per tutta l’area della non- l’area per tutta d’ambito a livello RISULTATO ATTESO NEL TRIENNIO ATTESO RISULTATO dello Sportello Revisione e esistente territoriale la rete maggior con connessione specializzazione. dei resto al è che il servizio connetta si L’obiettivo matching anelli di costituiscono nodi che attualmente comuni, parrocchie, lavoro (sportelli domanda offerta si differenzi e al contempo di ascolto…), centri caritas, di qualificazione percorsi – specializzi (offrire professionale?) anche che faccia (=di Ambito) unico lavoro Sportello per le badanti attività di anziani seguiti al domicilio della platea Ampliamento attraverso elevati) costi ha e dell’1% meno per incide (sad settore, e quarto terzo del soggetti con la connessione croce sociale in uscita/ telefonia AUSER (es. già attivi sociale) servizio custodia rossa/revisione intervento forme più flessibili di Identificare voucher il attraverso quelle codificate/codificabili verso Evoluzione omogenee revisione con la lavoro il / Coordinare autosufficienza (++) leva ISEE e usarla come FNA delle risorse omogeneo Utilizzo di un Utilizzo SVI SVI SVI OBIETTIVO OBIETTIVO 1.Riqualificazione badanti sportello 2.Sperimentazione protezione rete sociale 3.Omogeneizzazione dei servizi per anziani DIMENSIONE RICOMPOSIZIONE SERVIZI AREA ANZIANI AREA

237 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017 Triennio TEMPI Triennale dicembre Entro 2015 raccordo con l’ordine degli avvocati l’ordine con raccordo che si territorio con associazioni del contatti occupano del tema In raccordo con sportello, diffusione della sportello, con In raccordo di della funzione di amministrazione conoscenza adesioni: di nuove e raccolta sostegno - - STRUMENTI/AZIONI STRUMENTI/AZIONI sulle d’attesa Analisi della situazione delle liste tipologie di servizi e degli accessi a diverse servizi fuori ambito terzo con congiunti di lavoro di tavoli Avvio condivisione dei e associazionismo per la settore su bisogni e risorse, e delle informazioni dati co-progettazione di di un percorso Attivazione offerta di tipologie per la definizione ai bisogni espressi rispondenti maggiormente Connessione con inter-ambito: A livello sui servizi CSE e sulla l’approfondimento a omogenei standard, declinazione di costi provinciale. livello Bando di accreditamento Albo fornitori del servizio Voucherizzazione UDP – provincia Relazioni mappa completa dei bisogni mappa completa (servizi strutturati semiresidenziali e semiresidenziali (servizi strutturati RISULTATO ATTESO NEL TRIENNIO ATTESO RISULTATO di una Costruzione e le disabilità con dalle persone espressi sul oggi presenti e delle risorse famiglie loro territorio e non) residenziali dei offerta riqualificazione e/o Ampliamento sul presenti disabilità con servizi per le persone ai adeguatamente al fine di rispondere territorio bisogni espressi servizi sociali territoriali tra dei legami Incremento del nella conduzione di sostegno e amministratori delle persone e tutela di protezione percorso coinvolti locali degli avvocati del numero Aumento di sostegno nelle funzioni di amministrazione a – fianco d’ambito sportello Consolidamento fianco all’informazione dell’accesso Miglioramento (sportello) percorsi sui diversi integrazione interambiti A livello psichiatria) (a.o. asl – area giuridica di protezione del servizio SIL e servizio fasce Accreditamento deboli dei percorsi efficacia maggiore Promuovere delle risorse e una razionalizzazione finanziamenti. Mantenimento a sul cui destino provinciale (È una competenza c’è chiarezza) non da settembre partire - attuale della modalità Mantenimento del sulla valutazione D’AMBITO COMMISSIONE bisogno SVI CONS CONS OBIETTIVO OBIETTIVO tra Riallineamento bisogni e offerta di servizi per la disabilità Rafforzamento del servizio di di amministrazione sostegno del Messa a sistema servizi di integrazione delle lavorativa on disabilità persone deboli e fasce Mantenimento servizi per disabili sensoriali assistenza e scolastica DIMENSIONE OBIETTIVO CONOSCENZA SERVIZI RISORSE SERVIZI SERVIZI SERVIZI AREA DISABILITA’ AREA

238 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017 TEMPI di confronto tra diversi Comuni per la diversi tra di confronto di lavoro modalità delle attuali conoscenza le scuole per la definizione di confronto per e di merito degli indirizzi di metodo dei PEI l’elaborazione - - STRUMENTI/AZIONI STRUMENTI/AZIONI collaborazione di di un protocollo Sottoscrizione dei dati MMG per la raccolta di tavolo di un costituzione interambito: A livello del per la rivisitazione ASL modalità con lavoro e accesso ai dati modello di raccolta con collaborazione di di un protocollo Definizione raccolti del SS ai dati da parte per l’accesso l’ASL d’ambito gruppo di lavoro Costituzione RISULTATO ATTESO NEL TRIENNIO ATTESO RISULTATO mappata conoscenza di del sistema Articolazione oggi inclusione di informazioni con da Anagradis in possesso dei MMG) (es. dati assenti strumenti e degli delle modalità Semplificazione capo a i servizi in dati per la raccolta territoriale a livello restituzione dei dati: Ritorno sistema dal raccolti e non) (aggregati dei dati Anagradis e Comuni delle esperienze i diversi Condivisione tra dei PEI di successo nell’elaborazione strumenti con le scuole d’ambito di un Protocollo Definizione del PEI (tenendo la definizione per regolamentare e dei limiti di tutti i soggetti delle risorse conto coinvolti) OBIETTIVO OBIETTIVO Sviluppo disabili dell’anagrafe quale strumento di utile e utilizzato programmazione delle politiche locali sul e progettazione caso Omogeneizzazione e strumenti di meccanismi dei PEI definizione nella scuola (ASH) DIMENSIONE OBIETTIVO CONOSCENZA CONOSCENZA SERVIZI

239 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017 TEMPI STRUMENTI/AZIONI STRUMENTI/AZIONI territoriali esperienze Analisi di altre co- procedure Attivazione progettazione co di tavolo di un Costituzione Settore Terzo con progettazione ai tavoli regolare Partecipazione progettuali del ruolo Potenziamento la attraverso dell’UDP progettuale e il ruolo dei tavoli frequentazione e le le esigenze con di raccordo del territorio risorse dei ruoli Maggior formalizzazione di e presidio di responsabilità sovrambito progettualità in sperimentazioni tra Confronto già esistenti e buone prassi corso gruppi di bambini/ con (lavoro altro) ragazzi, dei di definizione operativi Tavoli (anche innovativi) servizi educativi co- forme di di Attivazione dei gestione per la progettazione (anche innovativi) servizi educativi con gli contratti dei Ridefinizione di una nella direzione gestori enti e diversificazione efficacia maggiore dei servizi dei servizi Bando di Accreditamento Albo degli accreditati dell’accreditamento Monitoraggio RISULTATO ATTESO NEL TRIENNIO ATTESO RISULTATO forme mediante dei servizi esistenti Mantenimento appalto) logica (superare innovative sul medio dei servizi e degli interventi Programmazione periodo delle e dell’utilizzo della conoscenza Sviluppo da risorse finanziate sovra-ambito progettualità di e violenza (conciliazione pubbliche di altri enti genere) progettualità UDP su queste presidio Rafforzamento dei servizi in e diversificazione flessibilità Maggiore (domiciliarità) funzione dei bisogni dell’utenza le scuole con Buone prassi che parte tema tutela sul quadro progetto (sovrambito: e omogenea modulistica e PEI, con da residenzialità da di senso à teseo/avviato in carico di presa procedure parte dei da è utilizzo l’ambito per – obiettivo sett-2014) della sua e presidio procedure di queste servizi tutela applicazione minima qualità i servizi e garantire in sicurezza Mantenere dell’accreditamento monitoraggio Mantenere buono/vincoli (logica sulla prima infanzia di risorse Gestione fnps) della sostegno mediante dei beneficiari al platea Ampliare di isee non restrittivo) domanda (scelta CONS CONS SVIL MAN OBIETTIVO OBIETTIVO Consolidamento dei servizi di a gestiti tutela associato livello co- mediante progettazione governo Migliore delle e utilizzo e progettualità sovra- risorse Ambito Articolazione e dell’offerta maggior sviluppare ai adeguatezza bisogni Miglioramento ed dell’efficienza nell’uso efficacia delle risorse Razionalizzazione della spesa Accreditamento prima sevizi infanzia DIMENSIONE OBIETTIVO SERVIZI RISORSE SERVIZI SERVIZI AREA MINORI E FAMIGLIE AREA

240 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017 TEMPI di Fase avvio Triennio Triennio STRUMENTI/AZIONI STRUMENTI/AZIONI Isee sul nuovo Formazione tutti i Comuni tra di lavoro Tavolo della in occasione dell’ambito di accesso delle regole revisione ISEE sulla base del nuovo e per la promozione Risorse da di rete del lavoro facilitazione dell’UDP parte tematico Gruppo di lavoro sugli sfratti Tavolo Partecipazione (e Caritas) della Prefettura e consolidamento Mantenimento tematico del gruppo di lavoro con comuni da tutti i composto abitativa maggior densità di un gruppo lavoro, Costituzione dei Comuni in rappresentanza dell’ambito delle linee guida Definizione comunale a livello Applicazione RISULTATO ATTESO NEL TRIENNIO ATTESO RISULTATO nel triennio Linee Guida elaborate Applicazione passato di connessione locali esperienze Valorizzazione Caritas-comuni alla di contrasto delle misure messa a sistema Verso vulnerabilità e diverse con e coordinamento Ricognizione sociale del privato iniziative Caritas del protocollo e messa a regime Valutazione a disposizione delle risorse conoscenza Maggiore del territorio esperienze monitorate e Tenere Sviluppare appena partite sperimentali progettuali privato del patrimonio sul mercato (reintroduzione concordato) canone – rilancio sfitto per rispondere delle esperienze Messa in rete affitto, sostegno (fondo abitativa all’emergenza housing incolpevole, morosità bando regionale sociale,) Comuni- protocollo coordinamento Consolidamento Caritas-Prefettura e nuclei in emergenza persone numero Aumento soluzioni che trovano abitativa nella i comuni tra indirizzi omogenei Sviluppare d’azzardo al gioco e contrasto prevenzione patologico CONS SVI SVI SVI OBIETTIVO OBIETTIVO Armonizzazione dei regolamenti di accesso alle forme diverse di contribuzione economica dai erogate comuni Integrazione misure diverse alla di contrasto povertà Aumentare dei efficacia in essere progetti e facilitare l’integrazione di quelli che potrebbero sul svilupparsi del bisogno tema abitativo Linee guida gioco d’azzardo DIMENSIONE OBIETTIVO SERVIZI CONOSCENZA RISORSE SERVIZI CONOSCENZA SERVIZI RISORSE AREA VULNERABILITA’ sociale e DIPENDENZE VULNERABILITA’ AREA

241 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017 TEMPI Triennio Modalità associata (oggi fnps, associata Modalità comunali?) risorse domani con - STRUMENTI/AZIONI STRUMENTI/AZIONI tutti i con e incontro Censimento tema attivi sul soggetti coordinamento, per il tematico Tavolo e la co- di esperienze lo scambio progettazione dei finanziamenti Consolidamento annuale a da accordo Passaggio triennale o Co-progettazione per amministrativa forma Studiare stabilità garantire RISULTATO ATTESO NEL TRIENNIO ATTESO RISULTATO bisogni specifici e risorse conoscenza Aumento esistenti. già degli spazi dedicati Messa a sistema presenti spazi-servizi di nuovi progettazione Eventuale dello sportello e stabilizzazione Mantenimento e azione di legale consulenza di multietnico (giudizio positivo, agli operatori formazione passaggio da nel finanziamento, fatiche a servizioconsolidato) progetto MAN SVIL OBIETTIVO OBIETTIVO Potenziamento degli interventi di promozione sociale delle donne migranti Consolidamento dei servizi esistenti DIMENSIONE OBIETTIVO CONOSCENZA SERVIZIO AREA MIGRANTI AREA

242 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017 TEMPI Entro 2015 settembre Triennio Aggiornamento dello strumento dello strumento Aggiornamento (portale) luoghi di Diffusione nei diversi (MMG, AO…) riferimento degli strumenti Valorizzazione web ) (es. portale esistenti - - - STRUMENTI/AZIONI STRUMENTI/AZIONI della Disciplina Rivisitazione degli e del funzionamento composizione del Piano di Zona organismi Protocollo/Accordo di specifico Approvazione e partecipazione chiaro politico Mandato del significativi ad alcuni momenti politica la (quali l’avvio, partecipativo processo e la conclusione) valutazione partecipativo del processo definizione Chiara (ciclo a di realizzazione e dei suoi tempi spirale) interno dell’Ufficio di Piano interno processi di partecipazione del Terzo del Terzo di partecipazione processi sia nelle fasi di valutazione del bisogno e delle di valutazione sia nelle fasi RISULTATO ATTESO NEL TRIENNIO ATTESO RISULTATO organizzativo assetto Nuovo l’Assemblea quali altri soggetti, con e delle sue relazioni con dei Sindaci, il Comune Capofila (ed in particolare, ai Servizi Sociali, l’Ufficio ed il Dirigente l’Assessore Contratti, l’Ufficio Ragioneria, Segreteria, gli altri Ambiti i Comuni dell’Ambito, Personale), l’Ufficio il di partecipazione, ASL, i Tavoli Regione, provinciali, Settore,… Terzo di Attivazione Settore che in quelle di individuazione presenti, risorse interventi/servizi. di progettazione e di obiettivi della popolazione da parte Maggior conoscenza facilitazione e territoriale a livello dei servizi offerti all’accesso SVI CON OBIETTIVO OBIETTIVO Riqualificazione del contesto in cui organizzativo l’Ufficio di si colloca Piano la Riqualificare attiva partecipazione Settore del Terzo e Aggiornamento diffusione sull’offerta di servizi DIMENSIONE OBIETTIVO CONOSCENZA SERVIZI RISORSE CONOSCENZA SERVIZI RISORSE CONOSCENZA AREA GESTIONE-PARTECIPAZIONE AREA

243 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Allegati - 3 La disciplina per la composizione ed il funzionamento degli organismi del Piano di Zona

DISCIPLINA PER LA COMPOSIZIONE E IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANISMI DEL PIANO DI ZONA

CAPO I IL PIANO DI ZONA

Art. 1 – Finalità e principi di gestione

I Comuni dell’Ambito di Seregno (Barlassina, Ceriano Laghetto, Cogliate, Giussano, Lazzate, , Meda, Misinto, Seregno e Seveso) individuano nel Piano di Zona lo strumento della programmazione e della pianificazione sociale a livello locale, ai sensi dell’art. 19 della Legge n. 328 dell’8 novembre 2000 e dell’art. 18 della legge regionale n. 3 del 12 marzo 2008. Nello specifico, il Piano di Zona rappresenta lo strumento di: • programmazione in ambito locale della rete d’offerta sociale nel quale prevedere le modalità di accesso alla rete, indicare gli obiettivi e le priorità di intervento, definire gli strumenti e le risorse necessarie alla loro realizzazione; • integrazione tra la programmazione della rete locale di offerta sociale e la rete d’offerta sociosanitaria in ambito distrettuale, anche in rapporto al sistema della sanità, dell’istruzione e della formazione e alle politiche del lavoro e della casa;

Per progettare e realizzare il Piano di Zona, strumento privilegiato per conseguire forme di integrazione tra le varie politiche mediante l’analisi dei bisogni, la definizione delle priorità, la gestione innovativa, flessibile e partecipata del sistema di offerta, i Comuni aderenti all’Ambito si avvalgono:  dell’Assemblea dei Sindaci di Ambito (AdS)  dell’Ufficio di Piano (UdP) a sua volta organizzato in  Unità di Direzione e di Coordinamento Tecnico-amministrativo (UD)  Unità Operativa Tecnica (UOT),  dei Tavoli Tematici d’Area (TTA)

L’Ufficio di Piano oltre a coordinare le attività dei Comuni aderenti finalizzata alla programmazione ed alla pianificazione congiunta a livello sociale, può coordinare anche la gestione associata di servizi ed interventi sociali di interesse sovra comunale, anche attraverso la predisposizione e la gestione di bandi di accreditamento o di procedure di affidamento di stessi a soggetti esterni.

I Comuni dell’Ambito possono aggregarsi per gestire insieme alcune particolari attività e servizi al di fuori dell’ambito.

Per realizzare quanto previsto nel Piano di zona, i Comuni aderenti si avvalgono di norma delle specifiche risorse economiche loro trasferite da Stato, Regione e Provincia o di risorse reperite partecipando a progetti pubblici o privati.

Per le medesime finalità i Comuni aderenti possono prevedere l’utilizzo di risorse proprie (sia di personale che economico-finanziarie) al momento dell’adozione dei documenti di programmazione triennale o annuale.

Gli oneri della gestione delle attività previste dal Piano di Zona sono ripartiti fra tutti, tenendo altresì conto delle maggiori capacità organizzative ed economiche dei Comuni di maggiore dimensione.

CAPO II ASSEMBLEA DEI SINDACI DI AMBITO

Art. 2 – Funzioni

L’Assemblea dei Sindaci di Ambito è l’organismo politico del Piano di Zona. Ha compiti di programmazione strategica, di governo politico del processo di definizione ed attuazione del Piano e di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati.

244 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Art. 3 - Composizione

L’Assemblea di Ambito è composta, ai sensi dell’art. 11 della L.r. 33/99 e della DGR VI/41788 del 5 marzo 1999 dai Sindaci e/o Assessori delegati dei Comuni associati. In casi specifici, il Sindaco può altresì delegare un Consigliere Comunale. L’Assemblea è integrata dalla presenza del Direttore del Distretto ASL MB e da un rappresentante della Provincia di Monza e Brianza, i quali intervengono senza diritto di voto. All’assemblea partecipa, con funzioni di supporto tecnico, l’Unità di Direzione dell’Ufficio di Piano.

Art. 4 - Competenze

L’Assemblea dei Sindaci adotta i seguenti atti: - il Piano di Zona triennale ed i suoi eventuali aggiornamenti; - il Piano operativo annuale, individuando le priorità e gli obiettivi dell’anno di riferimento, coerentemente con la programmazione triennale e le risorse disponibili e con gli indirizzi strategici; - il Bilancio preventivo annuale di Ambito e le sue eventuali variazioni in corso d’anno, definendo l’allocazione delle risorse economico-finanziarie sulle base delle priorità e degli obiettivi individuati nonché le modalità di compartecipazione a carico di ogni singolo Comune; - i piani economico-finanziari relativi a specifiche progettualità; - la verifica annuale dello stato di raggiungimento degli obiettivi del Piano; - il consuntivo annuale; - le rendicontazioni e i dati relativi richiesti dalla Regione per la trasmissione all’ASL, ai fini dell’assolvimento dei debiti informativi; - la dotazione di risorse umane e strumentali da destinare all’Ufficio di Piano, sentito il parere del Dirigente dell’Ufficio stesso, e le modalità di valorizzazione del personale interno diversamente impegnato nella realizzazione del Piano di Zona. - le eventuali ulteriori attività in rapporto al sistema della sanità, dell’istruzione e della formazione, della casa e del lavoro che ritengono necessario programmare o gestire con le stesse modalità.

Gli atti adottati dall’Assemblea dei sindaci che hanno rilevanza esterna e/ giuridica e/o economica sono recepiti in provvedimenti formali dai competenti organi del Comune Capofila e/o dei Comuni aderenti, quando necessario.

Art. 5 - Funzionamento e modalità decisionali

L’Assemblea dei Sindaci è Presieduta dal Sindaco o Assessore delegato del Comune capofila. L’Assemblea elegge al proprio interno un Vice-presidente, per i casi di assenza o impedimento del Presidente. L’Assemblea è convocata dal Presidente, d’ufficio o su richiesta di un numero di componenti dell’Assemblea pari almeno ad un terzo.

L’avviso di convocazione contenente la data, l’ora, la sede della seduta e l’ordine del giorno è recapitato (almeno tre giorni lavorativi prima della data di incontro) attraverso e-mail all’indirizzo di posta elettronica dei componenti.

La seduta è valida in presenza della metà più uno dei componenti.

Le decisioni dell’Assemblea dei Sindaci sono adottate a scrutinio palese. Ogni Componente rappresenta un voto.

Le decisioni di competenza dell’Assemblea sono assunte all’unanimità dei voti dei presenti, in prima votazione. In mancanza di unanimità, si prosegue il dibattito e, posto l’argomento in seconda votazione, le decisioni sono assunte a maggioranza assoluta dei presenti. Le decisioni che riguardano solo alcuni Comuni dell’Ambito sono assunte, con le medesime modalità, dal solo gruppo dei Comuni interessati.

Di ogni seduta viene redatto apposito verbale, a cura del Coordinatore Tecnico dell’Ufficio di Piano. Il verbale, corredato dai relativi allegati, viene trasmesso via mail ai Comuni dell’Ambito. Il verbale è da intendersi approvato entro 7 giorni dall’invio, qualora non sopraggiungano osservazioni e proposte di

245 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

modifica. In caso di eventuali modifiche, il verbale è da intendersi approvato dopo 3 giorni lavorativi dalla sua trasmissione nella versione definitiva.

I verbali approvati ai sensi del comma precedente e i relativi allegati in versione definitiva sono sottoscritti dal Presidente e conservati agli atti presso l’ufficio di piano, dove è costituito un apposito registro.

I verbali definitivi sono inseriti, in formato pdf, nell’apposita sezione del sito di Ambito www. servizisocialinrete.it.

CAPO III UFFICIO DI PIANO

Art. 6 – Funzioni dell’Ufficio di Piano

L’Ufficio di Piano è l’organo tecnico del Piano di Zona, in staff all’Assemblea dei Sindaci, previsto e costituito presso l’Ente Capofila con proprio specifico provvedimento.

Nel rispetto del principio di separazione tra attività di indirizzo politico e attività gestionale, all’UdP spetta il complessivo coordinamento tecnico dei processi di programmazione zonale e di conseguente progettazione e realizzazione degli interventi, in attuazione degli indirizzi e degli obiettivi individuati dall’Assemblea dei Sindaci.

All’Ufficio di Piano spettano in particolare: - la programmazione, la progettazione, l’attivazione e la valutazione degli interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi strategici individuati nel Piano di Zona; - la gestione diretta degli interventi associati esplicitamente rimessi alla sua competenza dall’Assemblea di Ambito; - l’amministrazione delle risorse complessivamente assegnate all’Ambito (Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondo Sociale Regionale, Fondo per le non autosufficienze, quote dei Comuni, quote della Provincia e di altri eventuali soggetti co-finanziatori); - il coordinamento della partecipazione dei soggetti sottoscrittore ed aderenti all’accordo di programma e dei soggetti del Terzo settore nei rispettivi ambiti di intervento; - il coordinamento di tutte le iniziative finalizzate alla raccolta di risorse aggiuntive, quali la partecipazione a bandi provinciali, regionali, nazionali ed europei ed il fund raising.

L’Ufficio di Piano è costituito da due unità organizzative: l’Unità di Direzione e di coordinamento tecnico-amministrativo (= UD) e l’Unità Operativa Tecnica (= UOT), di seguito meglio descritte.

Art. 7 – Organizzazione dell’Unità di Direzione e di Coordinamento Tecnico-Amministrativo dell’Ufficio di Piano

Oltre che da 1 dirigente impegnato a tempo parziale o pieno, sulla base delle necessità richieste per la realizzazione del Piano di Zona, l’UD è composta da personale tecnico specificamente dedicato, secondo il seguente organigramma minimo: - 1 coordinatore tecnico - 1 esperto di servizi alla persona - 1 esperto di servizi amministrativi - 1 impiegato amministrativo

Tale struttura può essere oggetto di verifica e revisione, per adeguarsi ad eventuali nuove esigenze organizzative o per rispondere alla realizzazione di ulteriori obiettivi previsti dalla normativa di riferimento o assegnati dall’Assemblea di Ambito.

Oltre che da personale dell’Ente Capofila verrà privilegiato – ove possibile - l’utilizzo di risorse interne all’Ambito tramite l’istituto della convenzione per il suo utilizzo totale o parziale.

In caso di vincoli esistenti o sopravvenuti che costituiscono impedimento nell’adeguare tempestivamente la struttura dell’UdP con personale comunale aggiuntivo si procederà individuando di

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volta in volta le modalità organizzative più opportune per reperire competenze professionali idonee allo svolgimento delle nuove e ulteriori attività.

Qualora, nel corso di vigenza del nuovo Piano di Zona occorra sostituire, per qualsiasi motivo, il personale in servizio presso l’Unità di Direzione, come pure implementarne le risorse umane impiegate per il suo funzionamento, si provvederà nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di reclutamento del personale nelle Pubbliche Amministrazioni comunque privilegiando – ove possibile – l’utilizzo di risorse interne all’Ambito.

L’inserimento nell’UD, di norma corrispondente al periodo di vigenza del Piano di Zona, continua fino all’individuazione di nuovo personale o al venir meno delle esigenze di funzionamento dell’UD stesso.

Art. 8 – Competenze generali dell’Unità di Direzione e di Coordinamento Tecnico-amministrativo dell’Ufficio di Piano

L’UD ha le seguenti competenze generali: - organizza e coordina le fasi del processo programmatorio e i processi di progettazione partecipata; - coordina la UOT; - coordina i Tavoli Tematici, le Cabine di regia ed i gruppi di lavoro; - supporta l’Assemblea di Ambito nella redazione del Documento di Programmazione annuale; - predispone, in condivisione con la UOT ed in coerenza con quanto previsto nel Piano Operativo Annuale, la proposta di bilancio preventivo annuale e gli schemi dei piani economico-finanziari relativi a progettualità complesse; - elabora il Piano operativo annuale, in condivisione con la UOT, declinandone obiettivi, modalità, tempistiche e risorse; - provvede all’istruttoria ed alla elaborazione degli atti amministrativi di competenza; - elabora il bilancio consuntivo; - svolge tutte le funzioni di carattere amministrativo/contabile relative alla gestione del budget di Ambito; - cura le attività di segreteria, mediante la redazione dei verbali dell’Assemblea di Ambito e della UOT e la gestione dell’archivio degli atti relativi al Piano di Zona; - coordina e supervisiona la compilazione del debito informativo regionale e la sua trasmissione, secondo le tempistiche regionali; - cura il raccordo sul piano tecnico con gli altri Enti, in particolare Regione, ASL MB e Provincia; - cura la regolarità e la tempestività dei flussi informativi tra tutti i soggetti, istituzionali e non; - cura le attività/iniziative di comunicazione e di informazione rivolte alla cittadinanza. - acquisisce dai competenti uffici dell’Ente Capofila le valutazioni preventive sulle proposte da presentare all’Assemblea dell’Ambito per le decisioni che necessitino di successivi provvedimenti di organi dell’Ente Capofila stessi; - propone agli organi dell’Ente Capofila l’adozione dei provvedimenti applicativi delle decisioni dell’Assemblea con le modalità proprie dello stesso Ente Capofila

Art. 9 – Competenze del Dirigente dell’Unità di Direzione

Di norma, in assenza di diversa indicazione dell’Assemblea, il Dirigente dell’Ufficio di Piano è il Dirigente dell’Ente Capofila preposto nell’organizzazione di quest’ultimo alla gestione di tale servizio.

Il Dirigente responsabile è individuato nell’Accordo di Programma per la realizzazione del Piano di Zona, quale ordinario soggetto titolare dell’adozione dei provvedimenti di gestione conseguenti e nei rapporti dell’Ambito verso soggetti terzi non diversamente attribuibili.

Il Dirigente responsabile può essere in ogni momento revocato dall’incarico, con provvedimento dell’Assemblea dei Sindaci, a maggioranza qualificata degli aventi diritto, per motivate e gravi ragioni, per inottemperanza alle direttive dell’Assemblea stessa in caso di grave pregiudizio alla funzionalità ed efficienza dell’Ufficio di Piano.

Per la predisposizione di tale provvedimento e nell’attesa della sostituzione, le funzioni all’interno e all’esterno dell’Ufficio di Direzione sono assunte dal Coordinatore tecnico, ad eccezione degli atti di esclusiva competenza dirigenziale, gestiti temporaneamente con le modalità di surroga proprie dell’Ente Capofila.

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Il Dirigente responsabile, in particolare, sulla base delle direttive dell’assemblea dei sindaci: - svolge le funzioni di direzione della UD e di coordinamento complessivo dell’Ufficio di Piano; - sugli atti dell’Assemblea di Ambito, con la collaborazione degli altri componenti dell’UD, esprime le proprie valutazioni preventive e acquisisce quelle delle UOT e dei responsabili degli uffici comunali dell’Ente Capofila che dovranno partecipare all’adozione dei successivi eventuali provvedimenti amministrativi di recepimento delle decisioni dell’Assemblea; - sugli atti di Giunta e di Consiglio dell’Ente Capofila esprime il parere tecnico di cui all’art. 49 del d.lgs. n. 267/2000; - individua ed incarica il coordinatore tecnico e attribuisce la posizione organizzativa dimensionata secondo le indicazioni dell’Unità operativa tecnica, nel rispetto dei principi generali che regolano tale istituto preso il Comune Capofila. - assume gli atti gestionali necessari per l’attuazione del Piano di Zona, ai sensi dell’art. 117 del d.lgs. n. 267/2000.

Art. 10 – Competenze del Coordinatore Tecnico dell’Unità di Direzione

Il Coordinatore Tecnico è individuato ed incaricato dal Dirigente dell’Ufficio di Piano, secondo le modalità proprie dell’Ente Capofila fra il personale proprio o dell’Ambito disponibile, tenuto conto della specificità costituita dalla sovra territorialità delle competenze e degli interessi programmati e/o gestiti.

Al Coordinatore Tecnico è attribuita la Posizione Organizzativa, che viene definita e gestita, applicando per analogia le modalità proprie dell’Ente Capofila in materia di attribuzione e valutazione dell’indennità di posizione e quella di risultato, tenuto conto che, qualora la procedura preveda un organismo tecnico di pesatura, per procedere al dimensionamento della posizione questa sia definita dall’unità operativa tecnica composta dai responsabili tecnici dei diversi comuni che se ne assumono pro- quota l’onere.

La durata dell’incarico è di norma corrispondente al periodo di vigenza del Piano di Zona, salvo diversa indicazione dell’Assemblea dei Sindaci

Il Coordinatore Tecnico supporta l’attività del Dirigente responsabile ed in particolare: - ha la rappresentanza tecnica dell’Ambito nei rapporti con i soggetti terzi e tiene i rapporti con l’ASL, la Provincia e gli altri soggetti istituzionali non assumendo decisioni vincolanti per l’Ambito se non per espresso mandato del Dirigente responsabile del procedimento; - partecipa ai Coordinamenti tecnici con gli altri Uffici di Piano sia a livello provinciale che regionale; - programma il calendario delle attività dell’Ufficio di Piano e attribuisce compiti ed obiettivi al personale dell’UD; - annualmente elabora e trasmette all’Assemblea di Ambito, congiuntamente al consuntivo di esercizio, una complessiva relazione di verifica e valutazione sullo stato di attuazione degli obiettivi del Piano di Zona; - provvede alla convocazione e al coordinamento dei lavori della Unità Operativa Tecnica; - cura la verbalizzazione delle riunioni dell’Assemblea di Ambito e della UOT; - è responsabile dei coordinatori dei Tavoli Tematici d’Area, delle Cabine di Regia e dei gruppi di lavoro sui progetti d’area, di cui monitora i lavori ed il raggiungimento degli obiettivi; - assume le funzione del responsabile del procedimento in tutti gli atti rilevanti per l’attività amministrativa dell’Ente Capofila quando questa è distinta da quella del Dirigente.

Art. 11 – Competenze del Personale dell’Unità di Direzione

Il personale dell’Unità di Direzione è individuato ed inserito nell’Ufficio di Piano dal Dirigente responsabile, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di reclutamento del personale nelle Pubbliche Amministrazioni, secondo le modalità proprie dell’Ente Capofila. La durata dell’incarico è di norma corrispondente al periodo di vigenza del Piano di Zona.

Il supporto all’Ufficio di Piano viene garantito • dal personale esperto in servizi alla persona, mediante lo svolgimento di tutte le diverse attività a carattere socio-educativo necessarie per l’attuazione del Piano • dal personale amministrativo, mediante lo svolgimento di tutte le diverse attività a carattere amministrativo e contabile necessarie per l’attuazione del Piano.

248 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

Art. 12 – Composizione e competenze dell’Unità Operativa Tecnica L’Unità Operativa Tecnica ha la seguente composizione: - 1 referente tecnico per ciascun Comune dell’Ambito. I predetti referenti tecnici sono formalmente designati dai rispettivi Comuni di appartenenza tra il personale direttivo operante nell’ambito del servizio sociale comunale. La designazione è comunicata al Comune capofila e si intende relativa a tutto il periodo di vigenza del Piano di Zona, salvo nuova formale designazione. - 1 referente ASL, individuato nel Coordinatore Sociale del Distretto di Seregno.

Ogni Comune si impegna ad organizzare la propria struttura interna in modo da sostenere il regolare funzionamento della UOT e di assicurare il mantenimento dei necessari collegamenti e flussi informativi tra UOT e servizi sociali locali.

L’Unità Operativa Tecnica ha, insieme all’UD, le seguenti competenze generali: - supporta l’Assemblea dei Sindaci in tutte le fasi del processo programmatorio; - cura la redazione dei documenti di programmazione ed economici-finanziari generali e le eventuali successive proposte di modifica/integrazione (Documento di programmazione annuale, Bilancio preventivo, Piano operativo annuale); - cura la progettazione e programmazione operativa generale, elabora e rende esecutivi gli obiettivi, i progetti e gli interventi programmati; - provvede al controllo e alla verifica tecnica dell’andamento dei progetti/interventi; - cura il raccordo con i singoli servizi sociali comunali. - trasmette e acquisisce dagli altri servizi del proprio comune (es ragioneria, gestione risorse umane,…) ogni informazione e notizia necessaria al buon funzionamento dei rispettivi enti.

Art. 13 - Modalità di funzionamento

Le due unità dell’Ufficio di Piano si incontrano a cadenza periodica, di norma quindicinale. L’avviso di convocazione viene trasmesso con almeno due giorni di anticipo, congiuntamente all’ordine del giorno, tramite e-mail da parte dell’Unità di direzione

Per agevolare la regolare e costante partecipazione di tutti componenti, le riunioni si tengono di norma in un giorno settimanale fisso, preventivamente concordato dal gruppo.

Delle riunioni di UOT è redatto, a cura del coordinatore, un sintetico verbale con finalità di memorandum. Il verbale viene trasmesso via e-mail a tutti i componenti dell’Ufficio di Piano e pubblicato nell’area riservata del sito di Ambito www.servizisocialinrete.it.

Art. 14 – Comune Capofila

L’Ufficio di Piano ha sede presso l’Ente Capofila.

Il Comune capofila mette a disposizione dell’Ufficio di Piano i locali, le attrezzature e i supporti logistici necessari per il suo regolare funzionamento.

Il Comune capofila, affinché possa essere garantita la corretta operatività e funzionalità dell’Ufficio di Piano, assicura la fattiva collaborazione preventiva e successiva dei propri uffici, sia dell’area socio- assistenziale che di staff come segreteria, ragioneria, gare e contratti, personale, ecc. per la predisposizione e la gestione degli atti e dei provvedimenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi generali comuni agli enti locali che fanno parte dell’Ambito.

Per tali attività esclusive viene riconosciuto dall’Ambito al comune Capofila un rimborso forfetario, definito in sede di consuntivo, qualora le iniziative svolte eccedano la normale attività da gestire con valenza annuale.

Art. 15 – Comuni dell’Ambito

Ogni Comune dell’Ambito compartecipa con risorse proprie (umane, strumentali e finanziarie) al buon funzionamento di tutti i processi connessi al Piano di Zona ed agli organismi che lo presiedono sia a livello politico che tecnico e descritti nel presente documento. Ai Comuni che non partecipano in modo attivo ed efficace, oltre che equo e solidale ai predetti processi

249 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

ed organismi possono essere riconosciute maggiori compartecipazioni di natura finanziaria o minori trasferimenti delle quote associate, a seguito di specifica approvazione da parte dell’Assemblea dei Sindaci.

Art. 16 – I tavoli tematici d’area

Rappresentano l’unità elementare di garanzia del raccordo con il Terzo settore per la costituzione della rete integrata del sistema di welfare locale per ciascuno degli ambiti di intervento individuati.

I tavoli tematici attualmente previsti nell’Ambito territoriale di Seregno sono i seguenti: • Anziani • Disabili • Immigrazione • Minori e famiglia • Vulnerabilità sociale

L’Assemblea di Ambito ha facoltà di individuarne ulteriori e disciplina il loro funzionamento con apposito atto.

I coordinatori dei tavoli vengono nominati dall’Assemblea di Ambito su proposta dell’Ufficio di Piano. Essi, per lo svolgimento delle funzioni proprie, dipendono dal coordinatore tecnico dell’Ufficio di Piano e possono collaborare, per le aree di competenza, alle attività dell’UOT.

CAPO IV RISORSE E ATTI DI PROGRAMMAZIONE

Art. 17 - Risorse economiche

Alla realizzazione degli interventi previsti dal Piano di zona sono destinate le seguenti risorse economiche: - risorse proprie dei Comuni, allocate nei rispettivi bilanci o trasferite all’Ente capofila, secondo quanto previsto nei Bilanci preventivi annuali; - risorse del Fondo Nazionale Politiche Sociali; - risorse del Fondo Sociale Regionale; - risorse derivanti dalla partnership con la Provincia di Monza-Brianza; - eventuali risorse aggiuntive derivanti da terzi,

L’utilizzo di tali risorse avviene nel rispetto del principio generale di solidarietà e secondo i criteri individuati dall’Assemblea di Ambito.

Art. 18 – Piano Operativo Annuale e Bilancio preventivo

Il Piano Operativo Annuale individua le priorità e gli obiettivi dell’anno di riferimento, coerentemente con la programmazione triennale e le risorse disponibili.

L’Ufficio di Piano supporta l’Assemblea di Ambito nella redazione del Piano, provvedendo alla stesura della relativa proposta e dello schema di Bilancio preventivo.

L’Assemblea dei Sindaci approva il Documento di programmazione e il Bilancio preventivo definendo: - le priorità e gli obiettivi dell’anno di riferimento, coerentemente con la programmazione triennale e le risorse disponibili; - l’allocazione delle risorse economico-finanziarie, sulle base delle priorità ed obiettivi individuati; - le modalità di contribuzione a carico di ogni singolo Comune, sia rispetto alle spese di funzionamento dell’UdP, sia rispetto al finanziamento delle diverse attività previste dal Piano di Zona. Il Bilancio è corredato dai Piani economici finanziari relativi a specifiche progettualità complesse.

Nel Piano Operativo annuale, nel rispetto del Bilancio di previsione, sono declinati: • obiettivi di sistema e di area, • azioni previste,

250 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Seregno - Piano di Zona 2015 – 2017

• risorse, umane e finanziarie, dedicate a ciascun obiettivo, • tempistiche.

I singoli Comuni si impegnano a proporre, nelle rispettive sedi istituzionali, la destinazione in bilancio delle somme necessarie alla realizzazione degli interventi e delle attività previste dal Documento di programmazione annuale.

I Comuni che non ritengano di aderire a determinati progetti/interventi previsti nel Documento di programmazione annuale non sono tenuti al versamento delle eventuali quote di co-finanziamento. E’ comunque esclusa la possibilità di ripartire e liquidare, in capo ai Comuni non aderenti, quote di finanziamento unitariamente attribuite all’Ambito. Il Piano Operativo ed il Bilancio annuale, se necessario, vengono modificati/aggiornati in corso d’anno.

Art. 19 - Consuntivo di gestione

Al termine di ogni anno di gestione, l’Ufficio di Piano predispone il consuntivo di gestione. Il consuntivo viene corredato da una complessiva relazione di verifica e valutazione sullo stato di attuazione degli obiettivi del Piano di Zona, predisposta dal Dirigente dell’UdP. L’Assemblea dei Sindaci approva a maggioranza il consuntivo, decidendo la destinazione di eventuali residui.

251 Piano di Zona Ambito di Seregno Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Piano di Zona 2015 - 2017 Sezione Ambito di Vimercate Documento di programmazione locale

Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Premessa

Il presente documento di programmazione evidenzia le priorità di intervento per il triennio 2015- 2017, in linea sia con i più ampi indirizzi regionali che con gli orientamenti degli Amministratori del territorio del vimercatese, rispetto ai quali l’Ufficio di Piano è chiamato a far convergere risorse e conoscenze di tutti i portatori di interesse territoriali al Piano di Zona, in sinergia con le articolazioni organizzative dell’Azienda Speciale Offertasociale, ente capofila del Piano di Zona. Le progettazione esecutiva della programmazione sarà trattata al Tavolo di Sistema e posta all’attenzione dell’Assemblea di Distretto, in maniera che vi sia una condivisione circa la pianificazione annuale delle attività. Il nuovo Piano di Zona dunque, rappresenta anzitutto uno strumento di programmazione che definisce il quadro organico degli interventi, gli obiettivi e il sistema di governance da cui deriva la ridefinizione delle attività, da declinare e dettagliare operativamente attraverso strumenti più puntuali di pianificazione, gestione e controllo. Indirizzi, priorità di intervento e obiettivi strategici in molti casi fanno riferimento ad attività già in essere fin dal precedente triennio, per le quali è sufficiente continuare quanto già avviato; in altri casi si tratta di attività che presentano ancora margini di miglioramento e che richiedono un ulteriore impegno; in alcuni casi, infine, sono previste attività nuove sulla base dei bisogni emergenti. Tutti gli obiettivi della presente programmazione si connotano per una forte interrelazione tra processi da coordinare, risorse da impiegare, modalità di attuazione generali e risultati attesi da verificare. La prima parte del documento delinea gli esiti della precedente programmazione e la diagnosi dello “stato di salute/benessere sociale” del territorio; mentre, nella seconda parte si tratteggiano gli orientamenti futuri e il sistema di governance.

252 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

1. Esiti: la valutazione del piano di zona 2012 – 2014

Una programmazione matura ed efficace non può prescindere dalla valutazione di quanto realizzato, non solo in termini di obiettivi e risultati raggiunti, ma anche rispetto al metodo e ai processi di lavoro adottati. Nell’ultima annualità del terzo ciclo zonale, abbiamo pertanto proposto ai Tavoli tematici del Piano di zona un percorso di autovalutazione sia relativo al raggiungimento degli obiettivi specifici indicati e perseguiti nell’ultimo triennio, sia relativo alla funzione e al ruolo svolto da ciascun Tavolo. L’esame dei punti di forza e delle criticità relativi all’andamento dei singoli interventi e del Piano nella sua organicità, ha visto protagonisti i tecnici dell’Ufficio di Piano e i numerosi componenti dei Tavoli tematici. Membri attivi, a tutti gli effetti del sistema partecipativo locale. Gli strumenti utilizzati per tracciare la riflessione da parte deiTavoli sono stati:  una tabella sinottica in cui sono stati sintetizzati gli obiettivi individuati nel precedente Piano di zona, che ha permesso di seguire, attraverso una traccia unitaria, il lavoro in progress (pluriennale) sui diversi tavoli, focalizzando l’attenzione sulle modalità operative e le azioni da realizzare;  una matrice SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) per analizzare da un lato i punti di forza e le criticità incontrate, dall’altro per soppesare le opportunità e le minacce relative alla definizione delle strategie per la pianificazione degli obiettivi futuri.

Nei termini dei risultati conseguiti, la valutazione di specifici interventi e servizi promossi dai tavoli (utenti raggiunti, efficacia delle prestazioni, rapporto costi benefici, ecc.) è stata oggetto di relazioni ad hoc, di specifiche riunioni dei tavoli e regolarmente riportata nei verbali di seduta. Inoltre, poiché parte della gestione operativa è stata affidata a Offertasociale, più elaborate valutazioni di efficacia ed efficienza di servizi e interventi correlati, sono state annualmente riportate nel Bilancio sociale dell’Azienda. Con i componenti dei diversi tavoli si è pertanto condivisa, tramite gli strumenti sopra elencati, una ricognizione del grado conseguito degli obiettivi di programmazione e delle prospettive future. In proposito, si rivelano le riflessioni sugli obiettivi la cui valutazione non ha espresso un esito positivo, che rappresentano ancora una mappa di bisogni e criticità del nostro territorio come è riportato nelle tabelle di sintesi sotto riportate.

253 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

RISORSE OBIETTIVI 2012 - 2014 INTERVENTI PREVISTI AZIONI REALIZZATE RISULTATI IMPIEGATE Individuazione Valutazione dell’efficacia Commissione indicatori di esito; attraverso la relazione Tecnica minori (CT) e raccolta informazioni dei risultati effettivamente Obiettivo raggiunto sottogruppi di lavoro e valutazione tramite ottenuti con procedure, nel triennio ad hoc elaborazione di un report SPAZIO NEUTRO processi, mezzi e strumenti annuale Consolidamento: Verificare l’efficacia del migliorare alcuni servizio e la qualità degli Confronto e monitoraggio aspetti rilevati tramite interventi erogati da degli interventi erogati Supervisione e verifica dal servizio tramite uno la valutazione. Per il parte della cooperativa Coordinatrice CT degli interventi erogati da strumento di rilevazione dettaglio si rimanda appaltatrice minori e referenti del parte della cooperativa per la valutazione degli alla scheda tutela servizio spazio neutro appaltatrice interventi portando alla minori luce punti di forza e criticità Verificare l’efficacia e CT minori Elaborazione report l’efficienza del servizio annuale Definizione del Obiettivo regolamento parzialmente CT minori

AREA MINORI AREA sovracomunale sugli raggiunto Utilizzare procedure e affidi; strumenti per la gestione AFFIDI MOWGLI uniforme del servizio Assemblea dei Approvazione Consolidamento: Uniformare il servizio sul Sindaci regolamento è necessario territorio di competenza sovracomunale coinvolgere al di Offertasociale monitoraggio tutti i Confronto e monitoraggio Comuni che hanno Coordinatrice CT tra UdP, referenti minori in affido Monitorare l’andamento degli Minori, referente e servizio e referenti dei interventi erogati operatori dell’Ufficio Comuni dell’Ambito Affidi sull’andamento e l’esito degli interventi erogati

Aggiornare e analizzare gli CT minori e Tavolo Obiettivo raggiunto. Definire in maniera Declinazione dei bisogni interventi esistenti a favore Area minori del Piano Sviluppo: più puntuale il bisogno territoriali emergenti dei minori in tutela: attori, di Zona avviare un attraverso la messa a ancora senza risposta servizi e unità d’offerta osservatorio sul regime dei dati necessari (UdO sociale / interventi) sociale fenomeno minorile

254 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

RISORSE OBIETTIVI 2012 - 2014 INTERVENTI PREVISTI AZIONI REALIZZATE RISULTATI IMPIEGATE Confronto tecnico tra Favorire la conoscenza CT anziani e referenti operatori della rete del protocollo tra referenti Azienda Ospedaliera interessati, mettendo territoriali e dell’Azienda di Vimercate in luce buone prassi e Ospedaliera di Vimercate criticità

Coordinatrice CT Aggiornamento della Semplificare gli strumenti Anziani e referenti modulistica per definire DIMISSIONI PROTETTE utilizzati per attivare la degli Uffici di Piano Obiettivo raggiunto. le informazioni socio- Migliorare e semplificare procedura di dimissione MB, delle Aziende Consolidamento: sanitarie necessarie la procedura protetta Ospedaliere, dell’ASL portare a regime le all’atto della dimissione MB procedure adottate

Funzione di raccordo tra Azienda Ospedaliera Monitoraggio attività e Coordinatrice CT e Comuni dell’Ambito; valutazione anziani rendicontazione e valutazione

Costruzione del percorso per il convenzionamento; Accreditare gli enti gestori Ufficio Unico per la Individuazione dei attraverso requisiti uniformi messa in esercizio e requisiti e procedure ed essenziali l’accreditamento di erogazione servizio omogenei Servizio Assistenza Obiettivo raggiunto. Domiciliare (SAD) Definizione del Consolidamento: regolamento territoriale a gestione CT anziani e gruppi di ampliare l’utilizzo del sovracomunale sul AREA ANZIANI AREA associata lavoro ad hoc servizio a gestione servizio di assistenza Utilizzare procedure e associata da parte domiciliare territoriale a Definire un regolamento strumenti per la gestione di tutti i comuni gestione associata unico per rendere uniforme del servizio dell’Ambito e portare omogenei gli interventi Assemblea dei a regime l’utilizzo. Approvazione del servizio di assistenza Sindaci Sviluppo: domiciliare comunale a regolamento Uniformare i costi livello territoriale sovracomunale del servizio a carico Incontri di definizione dell’utente. (ISEE) Avviare e monitorare le CT anziani e incontri delle caratteristiche del procedure informatizzate ad hoc tra UdP, software gestionale in di raccolta e gestione del Ufficio Gestionale OS uso alle as del territorio; SAD territoriale in gestione ed Enti Accreditati monitoraggio e verifica associata sull’utilizzo del SAD

Coordinatrice CT Programmazione CDI Attivare CDI con nucleo Anziani, operatori Alzheimer ASL MB Avvio attività CDI Ornago Sostegno alla Ufficio di Piano Realizzazione di domiciliarità delle e progetti, enti III progetti individualizzati persone affette da settore del territorio Obiettivo raggiunto finalizzati a sostenere la demenza Potenziare gli interventi attraverso bandi ad hoc Bando Cariplo: domiciliarità di persone costo di progetto affette da Alzheimer complessivo pari a 96.058,00

255 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

RISORSE OBIETTIVI 2012 - 2014 INTERVENTI PREVISTI AZIONI REALIZZATE RISULTATI IMPIEGATE Tavolo SCUOLA E Potenziare il ruolo del Diffusione Protocollo Obiettivo raggiunto psicopedagogisti TERRITORIO servizio psicopedagogico Servizio Psicopedagogico Tavolo intesa OS migliorare l’integrazione attraverso la messa a Attuazione Protocollo Consolidamento Commissione tecnica tra scuola e i servizi regime degli interventi Monitoraggio e verifica monitorare l’utilizzo del h specialistici previsti dal protocollo Protocollo Protocollo Tavolo intesa/ASL

Presa visione delle linee CASE MANAGER Individuare il gruppo di di indirizzo introdotte Definire il ruolo e lavoro per la realizzazione dal Piano di Azione Obiettivo non raggiunto le funzioni del case dell’obiettivo; Regionale; Delineazione Tavolo Tematico H del per l’assenza delle manager a partire dalle Elaborare delle linee guida del ruolo e delle funzioni Piano di Zona linee di indirizzo indicazioni introdotte territoriali che definiscano in base ai bisogni delle regionali da cui partire dal Piano di Azione ruolo, funzioni del case famiglie;

AREA DISABILI AREA Regionale manager Integrazione degli aspetti emersi dalle due fonti

Obiettivo parzialmente SCUOLA E LAVORO Individuare il gruppo di raggiunto Individuazione Bandi di Sperimentare nuovi lavoro finanziamento; percorsi di integrazione Pianificare gli incontri e Non sono stati ottenuti Tavolo Tematico H del Sperimentazione del formazione (scuola) gli obiettivi/contenuti da finanziamenti ad Piano di Zona modello; e lavoro attraverso la attuare per il raggiungimento hoc, ma sono state Modifica e validazione del definizione di progetti dell’obiettivo comunque realizzati documento individualizzati alcuni interventi “ponte scuola – lavoro”

RISORSE OBIETTIVI 2012 - 2014 INTERVENTI PREVISTI AZIONI REALIZZATE RISULTATI IMPIEGATE

Aggiornamento e HOUSING SOCIALE definizione del protocollo, Obiettivo raggiunto Affrontare il tema CT Adulti Innovare il protocollo ASCA migliorando l’integrazione Sviluppo: dell’emergenza Tavolo d’Area Adulti – Agenzia Sociale per la tra servizio sociale e III ripensare al sistema abitativa attraverso del Piano di Zona Casa – sulla base dei nuovi settore casa per differenziare la qualificazione Asca – Agenzia bisogni emergenti Diffusione, attuazione, le risposte a seconda dei processi di sociale per la Casa monitoraggio e dei bisogni espressi accompagnamento valutazione attività

Individuazione e TERRITORIO E rilevazione delle RISORSE Mappare e valorizzare le Tavolo d’Area Adulti associazioni Conoscere e diffondere associazioni del territorio del Piano di Zona Diffusione della le buone prassi delle con finalità d’aiuto analoghe Centro di Ascolto mappatura agli Obiettivo raggiunto AREA ADULTI E NUOVE POVERTA ADULTI AREA associazioni presenti sul ai centri di ascolto Caritas stakeholder territorio Monitoraggio e valutazione attività

256 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

RISORSE OBIETTIVI 2012 - 2014 INTERVENTI PREVISTI AZIONI REALIZZATE RISULTATI IMPIEGATE Formalizzazione Obiettivo parzialmente Tavolo d’Area Salute protocollo raggiunto: Mentale del Piano di INTESA CPS Regolamentare le prassi Zona Consolidamento: Migliorare il lavoro di di segnalazione e gestione Aggiornare il protocollo rete tra CPE e territorio della casistica sociale con e diffonderlo ai nuovi per realizzare interventi problemi psichiatrici Gruppo di lavoro ad Valutazione prassi operatori dei servizi integrati hoc sperimentate territoriali (turn over) e ai Medici di Assistenza Primaria (MAP)

Prosecuzione attività Servizio Inserimento Rafforzare gli inserimenti Servizio Inserimento Lavorativo Psico lavorativi Lavorativo (SIL) Sociale INTEGRAZIONE SOCIO Psicosociale -LAVORATIVA Potenziare il sistema Centro Psico Sociale Obiettivo raggiunto degli inserimenti CPS Interventi promossi Rafforzare gli interventi lavorativi Tavolo d’Area Salute tramite il raccordo dei risocializzanti, attraverso Mentale del Piano di soggetti che operano buoni sociali Zona nell’ambito di intervento AREA SALUTE MENTALE AREA FNA 2011

Apertura di un punto di socializzazione sul territorio Valutare l’efficacia degli Tavolo d’Area Salute Creare e sviluppare Creazione di attività per interventi promossi dalla Mentale del Piano di reti sociali terapeutiche il tempo libero destinate progettazione. Zona in contesti non a persone con problemi Obiettivo raggiunto Individuare punti critici e di CPS istituzionalizzati di salute mentale e alla forza del servizio Cooperativa Le Vele cittadinanza in genere. Realizzazione di eventi culturali sul territorio

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Valutare gli interventi secondo una prospettiva lineare (obiettivo → azioni → risultato) significa adottare una visione strettamente performativa delle azioni, correndo il rischio pertanto di focalizzare l’attenzione sull’efficacia delle singole azioni e di far coincidere il bisogno con ladomanda effettivamente espressa all’interno dell’ambito in cui avviene la valutazione (servizio, progetto, intervento). Al di là della visione performativa è necessario porre anche l’attenzione sul sistema, ovvero introducendo una prospettiva capace di tenere insieme le diverse dimensioni e, al tempo stesso, di far emergere il valore aggiunto nei termini di miglioramento della qualità della vita sociale dei cittadini di un territorio. Il Tavolo di Sistema assume anche questa funzione; infatti i componenti del Tavolo - oltre a recepire e discutere le proposte avanzate nei diversi livelli di programmazione partecipata, occuparsi di esprimere pareri e proposte sui servizi - hanno il compito di favorire lo svolgimento delle attività sia sostenendo il raccordo e l’integrazione tra i diversi soggetti che mantenendo una visione d’insieme dello sviluppo del welfare locale. Analizzando i dati riportati nella tabella sottostante si ha una fotografia relativa ai cambiamenti intercorsi negli anni relativa alla funzionalità e al livello di partecipazione da parte dei componenti del Tavolo di Sistema e dei Tavoli tematici del piano di zona.

Tavoli Tematici Numero Incontri Media Partecipanti 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Anziani 7 6 7 7 5 5 11 8 9 11 10 10 Disabilità 7 6 8 7 4 5 9 12 11,7 9 9 9 Famiglia e minori 8 10 11 10 6 5 13 10 7 10 9 9 Adulti nuove povertà 5 3 6 4 4 3 11 9 10 10 10 10 Salute mentale 7 5 6 5 5 3 10 10 11 9 9 9 Integrazione 3 3 4 4 11 10 10 10 scolastica Abilitare la città 1 0 0 0 6 -- -- 0

Tavolo sistema 3 2 1 1 1 1 11 9 10 8 7 7

Tabella 1 – Numero incontri e media dei partecipanti ai Tavoli del Piano di Zona di Vimercate al 31/12/2014 – Fonte: Ufficio di Piano Ambito di Vimercate

Dai dati si può evincere anzitutto che, nel tempo alcuni Tavoli (Integrazione e Abilitare la città), i cui temi trattati sono molto specifici, sono stati ricongiunti nei Tavoli tematici (area disabilità) favorendo così la valorizzazione delle risorse e la semplificazione dei luoghi di incontro. Inoltre, la tabella mette in luce come, nonostante negli ultimi due anni vi sia stata una diminuzione degli incontri dei Tavoli tematici, il livello di partecipazione si è mantenuto uguale nel tempo. Questo aspetto suggerisce il grado di motivazione da parte dei componenti dei tavoli a proseguire i lavori in maniera partecipata, seppur sia stringente il bisogno di ridefinire la governance del territorio.

La situazione locale e nazionale dell’ultimo triennio, caratterizzata dallo crisi finanziaria e dallo stallo produttivo, ha presentato una riduzione sia delle opportunità che delle risorse economiche utili alla programmazione degli interventi sociali. Una prima risposta fisiologica da parte dei Tavoli tematici è stata quella di individuare e partecipare a bandi di finanziamento su proposte progettuali che, se da un lato hanno permesso la realizzazione di alcuni interventi, dall’altro hanno alimentato pratiche frammentate volte a dare risposte emergenziali impotenti nel produrre cambiamenti strutturali. La frammentarietà degli interventi è stata anche alimentata dall’assenza di incontri regolari da parte dei componenti del Tavolo di Sistema depotenziando di fatto il lavoro dei Tavoli tematici e determinando modalità informative circolari incapaci di avanzare proposte ai livelli apicali.

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E’ importante sottolineare però che i componenti del Tavolo di Sistema non hanno abdicato al proprio ruolo delegando le funzioni ad altro organismo della governance, ma sono stati interpreti della “crisi” del modello organizzativo e di un necessario ripensamento dei ruoli e delle funzioni giocati da alcuni organismi del sistema. E’ stato sempre più evidente un ampliamento della forbice tra i bisogni delle persone e le possibilità di intervento da parte degli attori territoriali, alimentando pertanto fragili equilibri nel sistema e l’invito ad un ripensamento delle modalità e dei processi di lavoro. Inoltre, la complessità di alcuni bisogni (casa, lavoro ecc...) hanno evidenziato la debolezza dei Tavoli così come sono costituiti e rappresentati, ovvero si è evidenziata l’assenza ai Tavoli, per esempio, degli attori in possesso delle leve e della titolarità per affrontare i bisogni rilevati. Modificandosi radicalmente lo scenario finanziario e sociale in cui il Piano di zona agisce, necessariamente, anche l’organizzazione e le modalità operative devono essere riviste e ripensate.

259 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

2. Le criticità, i bisogni e le possibili risposte

Nella prima sezione (2.1) viene rappresentato brevemente il terrritorio del vimercatese attraverso un’analisi dettagliata degli indicatori demografici più significativi. Le informazioni riportate servono per per approfondire la conoscenza circa le dinamiche demografiche, sviluppatesi negli anni 2011 – 2014, relative alla popolazione residente nei comuni dell’Ambito. Per un approfondimento dei dati riportati, si rimanda all’allegato 1.

Nella parte successiva (2.2) vengono riportati in veste grafica le criticità, i bisogni e le possibili risposte. I contenuti sono il risultato dei lavori svolti dai referenti che prendono parte ai tavoli tematici del piano di zona e dalle assistenti sociali delle commissioni tenciche di Offertasociale. I gruppi di lavoro sono stati avviati parallelamente nel mese di ottobre e sono stati portati a termine a dicembre 2014. Gli incontri sono stati organizzati con la medesima finalità, ovvero quella di leggere i fenomeni sociali e proporre possibili soluzioni in maniera da integrare sia il punto di vista dei soggetti presenti nel territorio che quello dei Comuni. I gruppi di lavoro sono stati costituiti mentenendo le tradizionali aree tematiche1 e per questo motivo la lettura dei fenomeni e delle soluzioni proposte ha una specifica rappresentazione per target. Rispetto alla lettura delle “mappe” sotto riportate, si fa presente che le parti trascritte in nero sono quelle evidenziate sia dai referenti dei tavoli temaici che dalle assistenti sociali, mentre le parti trascritte in blu sono aspetti emersi durante il lavoro della assistenti sociali nell’ambito delle commissioni tecniche congiunte.

2.1 Il profilo demografico

Al 1 gennaio 2014 gli abitanti dell’Ambito territoriale di Vimercate sono 180.765. Costituiscono circa il 21% (20,95%) della popolazione provinciale, con una densità abitativa media significativamente più bassa degli altri Ambiti territoriali costituenti la provincia di Monza Brianza. La popolazione del territorio, negli ultimi quattro anni, ha dimostrato un trend lievemente crescente ed i residenti sono aumentati complessivamente di 5.855 unità.

Con riferimento alla struttura della popolazione per età, negli ultimi quattro anni, appare evidente la costante tendenza all’invecchiamento della popolazione: aumentano i residenti che hanno più di 65 anni, con un indice di vecchiaia pari a 133,55% (133 ultra 65enni ogni 100 ragazzi fino a 14 anni) contro una media provinciale di 142,11%.

I giovani (0-19 anni) sono il 19,43% (35.138) sul totale dei residenti; i giovani stranieri (0-19 anni) sono il 2,23% (4.045) dei residenti pertanto la presenza dei giovani italiani è significativamente superiore a quella degli stranieri. L’indice di dipendenza giovanile è pari al 22,90%, ovvero su 100 persone in età lavorativa (15-64 anni) circa 23 persone sono giovani da 0 a 14 anni.

Il carico sociale ed economico teorico sulla popolazione (indice di dipendenza strutturale) nel 2014 è pari al 53,50%, ovvero la popolazione non attiva (fino ai 14 anni e da 65 anni e oltre) è più della metà del totale. Questo valore è aumentato rispetto al 2011 che era pari al 49,71%. Questi dati non tengono però conto della reale situazione occupazionale delle persone in età lavorativa (15-64 anni) perché comprendono anche studenti, disoccupati e casalinghe pertanto l’indice di dipendenza strutturale è sicuramente maggiore di quello calcolato.

1 Adulti e nuove povertà, anziani, disabili, minori e famiglia, salute mentale. Nelle CT quest’ultima area tematica, a differenza dei Tavoli del Piano di Zona, è ricompresa nell’area disabili. 260 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Gli stranieri, negli ultimi quattro anni, aumentano lievemente passando dal 7,74% (13.711) nel 2011 all’8,55% (15.456) nel 2014 e di questi il 26,17% (4.045) sono giovani (0-19 anni).

Con riferimento alla struttura della popolazione straniera per età, tenendo in debita considerazione il valore dell’indice di vecchia, si evince che gli anziani stranieri sono significativamente inferiori ai giovani stranieri in fascia 0 – 14 anni. Si contano infatti 11 anziani ogni 100 giovani 0 – 14 anni.

Gli indici di dipendenza giovanile e di dipendenza strutturale mettono in evidenza che il rapporto tra le generazioni in età lavorativa e quelle in età non lavorativa è in equilibrio, diversamente da quanto verificato sul totale dei residenti. Poiché la percentuale degli stranieri incide in maniera marginale rispetto al totale della popolazione residente (8,552%), i valori riferiti alla popolazione giovanile straniera mitigano lievemente la tendenza all’invecchiamento della popolazione residente nel territorio.

2.2 Le mappe dei fenomeni sociali

2 Per il dettaglio, si veda l’allegato 1 261 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

262 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

263 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

3. Gli obiettivi e le priorità di intervento

A seguito del lavoro da parte dei componenti delle commissioni tecniche e dei Tavoli del Piano di Zona, a partire dall’analisi delle criticità, dei bisogni e delle possibili risposte, sono stati individuati gli obiettivi per il prossimo triennio. Gli orientamenti per il prossimo piano di zona 2015 – 2017 sono stati successivamente individuati in sede di una plenaria alla presenza dei tecnici dell’Ufficio di Piano e degli Amministratori. Nella consapevolezza della criticità riferita all’attuale situazione socio economica, che inevitabilmente, comporta la riduzione delle risorse disponibili, gli Amministratori hanno richiesto la focalizzazione sui seguenti aspetti:

 Valorizzare le risorse attraverso l’integrazione delle risposte ed evitando duplicazioni; estendere la gestione associata ai servizi in essere; potenziare la capacità di individuare e utilizzare bandi ad hoc;  Qualificare i sistemi di offerta mirando sempre più alla flessibilità dei servizi offerti;  Elaborare regolamenti d’ambito che definiscano prassi uniformi volte a migliorare l’appropriatezza e la sostenibilità nel rispondere ai bisogni specifici della persona e della sua famiglia.

Di seguito verranno presentati gli obiettivi e le specifiche declinazioni secondo il format predisposto e richiesto da Regione Lombardia. Come si può leggere, per ciascun obiettivo vengono illustrate le azioni, le risorse e gli strumenti utilizzati nonché le informazioni utili per comprendere se il risultato atteso è stato raggiunto. Nella sezione “gli obiettivi e le priorità” di intervento vengono evidenziate le tipologie di obiettivi così classificate: un obiettivo è generale, se è trasversale a più target; specifico, se riguarda un determinato target; strategico, se è un obiettivo che soddisfa gli orientamenti delineati dagli Amministratori. È inoltre importante ricordare che gli obiettivi sono classificati seguendo le indicazioni regionali, pertanto non troveranno più una declinazione per area di intervento (adulti, anziani, disabili, minori e salute mentale) ma secondo le seguenti tre dimensioni: area della conoscenza, area delle risorse ed area dei servizi. L’area della conoscenza raggruppa i bisogni su cui si ritiene prioritario sviluppare degli approfondimenti, delle condivisioni di informazioni e conoscenze nel triennio; l’area delle risorse esplicita in quali ambiti si ritiene opportuno integrare delle risorse e infine l’area dei servizi include gli obiettivi che prevedono l’uniformità delle procedure o gli interventi da sviluppare in collaborazione a più soggetti della rete.

3.1 Gli obiettivi di ricomposizione della conoscenza

L’efficace ed efficiente programmazione degli interventi sociali e socio sanitari è strettamente connessa al fatto che i servizi e i progetti attivati si sviluppino seguendo con attenzione l’evolversi dei bisogni della popolazione. La congruenza tra domanda ed offerta è un criterio importante per valutare anche la qualità della rete dei servizi e dei progetti sviluppati nel territorio. Il rischio che si corre, qualora l’offerta rimanga invariata negli anni, senza cogliere l’evoluzione della domanda, è quello di piegare le esigenze dell’utente, e più ancora del cittadino in senso lato, a delle risposte che disattendono le reali richieste e che vedono l’erronea allocazione delle risorse. Oltre a questo primo aspetto, le linee regionali di indirizzo alla programmazione zonale 2015 – 2017 invitano a porre attenzione circa la frammentazione conoscitiva, alimentata dalla divisione delle titolarità e delle risorse, che rende molto difficile per i singoli attori riconoscere l’insieme delle azioni e degli interventi che convergono su specifiche aree di bisogni. Nessuno degli attori riesce infatti ad

264 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

avere una visione d’insieme della domanda e dei bisogni di cui si sta occupando, né delle risorse, delle competenze e delle possibilità di risposta che vengono complessivamente attivate nel territorio rispetto ad ogni area di intervento3. L’obiettivo ultimo è pertanto quello di assicurare una maggiore conoscenza dei fenomeni riferiti alla dimensione locale, al fine di ridurre i margini di incertezza insiti in ogni processo decisionale e orientare gli interventi/servizi a rispondere in maniera più congrua alle situazioni di bisogno rilevate.

Obiettivo Innalzare il livello di conoscenza delle caratteristiche dell’utenza e dei bisogni

Tipologia Generale obiettivo Strategico

Costruzione di un osservatorio per approfondire la conoscenza del fenomeno minorile; Potenziamento delle modalità di rilevazione delle informazioni inerenti i bisogni delle famiglie con anziani non autosufficienti del territorio favorendo l’emersione di Interventi bisogni inespressi presso il segretariato sociale dei Comuni; Azioni Introduzione della cartella sociale informatizzata di primo livello per la registrazione dei dati dello sportello Informadisabili e del centriantiviolenza; Mantenimento della rilevazione dei bisogni inerenti i flussi migratori da parte degli sportelli Stars e monitoraggio nell’utilizzo del protocollo Matrioska da parte degli enti aderenti;

Professionali: tecnici dell’ufficio di piano tecnici dei servizi sociali dei Comuni dell’Ambito tecnici degli sportelli Stars di Offertasociale Risorse tecnico dello sportello Informadisabili di Offertasociale tecnici del terzo settore tecnici delle organizzazioni sindacali Finanziarie Bandi ad hoc, se individuati

Tavoli di lavoro Strumenti Banche dati per la raccolta delle informazioni strutturate nella logica di integrarle Utilizzati alla cartella sociale informatizzata dei Comuni Protocollo Matrioska

Indicatori Livello di conoscenza dei bisogni inespressi e dei nuovi fenomeni di esito Numero delle persone che esprimono i bisogni individuati (ex ante, ex post)

Target di Incremento della conoscenza dei bisogni e delle caratteristiche degli utenti valutazione Incremento delle persone che esprimono nuovi bisogni

Strumenti di Report di valutazione sugli interventi effettuati e i risultati raggiunti valutazione

Tempistica Triennio

3 Regione Lombardia, dgr 2941/14 – linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2015-2017 265 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

3.2 Gli obiettivi di ricomposizione delle risorse L’innalzamento del livello conoscitivo dei bisogni e delle caratteristiche dei fenomeni sociali è la premessa per generare nuovi interventi di programmazione sociale, attraverso anche la ricomposizione e l’ottimizzazione delle risorse che entrano in gioco. L’attuale condizione sociale ed economica impone infatti anche un ripensamento delle logiche di programmazione e progettazione delle risposte perché è necessario tenere in debita considerazione due distinti livelli di difficoltà: da un lato la costante riduzione delle risorse destinate al welfare e dall’altro il prefigurarsi di scenari sempre più complessi. Le prospettive future orientano verso la realizzazione di interventi capaci di ottimizzare le risorse attraverso: l’innovazione e l’integrazione delle risposte; il pooling tra risorse pubbliche e private, includendo anche i contributi economici da parte delle famiglie e la valorizzare delle reti formali ed informali del territorio. In altri termini, per risorse non si debbono intendere solamente quelle economiche-finanziarie, ma anche le reti, le conoscenze, le competenze formali ed informali. In ultima analisi, infatti, è necessario creare reti efficaci, capaci di connettere gli individui e i nuclei familiari tra loro, consolidando i legami di cittadinanza e promuovendo la coesione sociale quale valore aggiunto ai sistemi locali.

Ottimizzare l’utilizzo delle risorse comunali e provinciali destinate all’Assistenza Obiettivo Educativa Scolastica (AES) attraverso interventi innovativi laddove possibile e garantendo la qualità delle prestazioni

Tipologia Specifico area minori disabili obiettivo Strategico

Aggiornamento del protocollo AES territoriale Interventi Sperimentazione e valutazione degli interventi innovativi individuati (es. AES di Azioni gruppo)

Professionali tecnici dell’ufficio di piano, tecnici degli Istituti Scolastici del territorio tecnici dei servizi all’istruzione dei Comuni dell’Ambito Risorse tecnici dei servizi sociali dei Comuni dell’Ambito tecnici del tavolo degli psicopedagogisti tecnici degli enti del terzo settore che si occupano di AES rappresentanti delle associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati Piano Educativo Integrato (PEI)

Indicatori di Protocollo aggiornato esito Minori disabili coinvolti nella sperimentazione

Target di SI / No Protocollo aggiornato valutazione Numero dei minori disabili sul totale AES

Reportistica relativa agli interventi effettuati elaborata in maniera congiunta tra i Strumenti di tecnici dell’ufficio di piano, della scuola, dei servizi sociali, degli psicopedagogisti valutazione e del terzo settore

Tempistica Triennio

266 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Ottimizzare le risorse, definendo criteri uniformi di accreditamento relativi al servizio Obiettivo di trasporto sociale promosso dalla associazioni di volontariato, per potenziare la risposta di accompagnamento (livello intercomunale)

Tipologia Generale obiettivo Strategico

Verifica preventiva circa la fattibilità tecnica sulla base degli studi condotti nel Interventi trezzese Azioni Elaborazione di una proposta di fattibilità sostenibile Eventuale sperimentazione di sistemi intercomunali per il trasporto

Professionali tecnici dell’ufficio di piano, tecnici dei servizi sociali dei Comuni dell’Ambito Risorse tecnici del terzo settore volontari delle associazioni di trasporto del territorio tecnici delle Organizzazioni Sindacali consulente ad hoc

Tavoli di lavoro Strumenti Report relativo allo studio di fattibilità del trezzese Utilizzati Banca dati delle associazioni che si occupano del trasporto nel territorio Elaborazione di uno studio di fattibilità

Aggiornamento report relativo allo studio di fattibilità Indicatori di Una sperimentazione con alcuni Comuni dell’Ambito esito Raccolta del consenso

Si / No aggiornamento report relativo dello studio di fattibilità Target di Si / No sperimentazione valutazione Numero Comuni dell’Ambito che adottano il sistema

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione e alla valutazione degli interventi valutazione

Tempistica Triennio

267 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Valorizzare e integrare le competenze formali ed informali degli attori della rete Obiettivo territoriale per realizzare la sperimentazione di progetti intergenerazionali volti a sostenere l’invecchiamento attivo delle persone anziane

Tipologia Trasversale area anziani e giovani adulti obiettivo

Interventi Azioni sperimentali di incontro e scambio di competenze intergenerazionale Azioni

Professionali tecnici dell’ufficio di piano, tecnici dei servizi sociali dei Comuni dell’Ambito tecnici del terzo settore Risorse volontari/giovani delle associazioni del territorio tecnici delle Organizzazioni Sindacali Finanziarie Bandi ad hoc, se individuati

Tavoli di lavoro Strumenti Banca dati delle associazioni di volontariato del territorio Utilizzati Customers’ satisfaction

Numero progetti sperimentati Indicatori di Numero delle associazioni coinvolte esito Livello di gradimento delle persone coinvolte Integrazione tra attori, servizi e aree di policy

Almeno un progetto sperimentato Almeno il 20% delle associazioni di volontariato presenti sul territorio coinvolte Target di nella sperimentazione valutazione Il 70% delle persone anziane coinvolte esprime un livello di gradimento positivo Si / No integrazione tra ambiti di policy

Strumenti di Reportistica relativa ai progetti sperimentati e alla valutazione degli interventi valutazione realizzati

Tempistica Triennio

268 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

3.3 Gli obiettivi di ricomposizione dei servizi

Strettamente correlato alla ricomposizione delle conoscenze e delle risorse è l’orientamento regionale alla costruzione di un welfare locale che offra interventi e i servizi in relazione ai bisogni della persona e della famiglia. Si passa pertanto da un’offerta centrata sull’erogazione di prestazioni parcellizzate a una rete di servizi capace di rispondere ai bisogni specifici delle persone e delle famiglie. In altri termini, ridare centralità alla persona significa delineare un welfare capace di integrare differenti aree di policy e di offrire risposte non standardizzate. Si richiede pertanto che i servizi stessi siano flessibili, pronti a innovarsi di volta in volta secondo l’evolversi dei bisogni del territorio. Il sistema di offerta che si viene a delineare dovrà inoltre garantire equità attraverso la predisposizione di regolamenti che disciplinano criteri e modalità di accesso uniformi. In sintesi, la programmazione del prossimo triennio è orientata a realizzare interventi integrati, ricomponendo le risorse, e pronta a ripensare e rendere flessibile la rete dei servizi a partire da un’articolata lettura dei fenomeni attraverso il potenziamento degli strumenti di rilevazione delle informazioni.

269 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Realizzare interventi per promuovere percorsi personalizzati verso l’autonomia Obiettivo (VAI) a favore di persone disabili

Tipologia Specifico area disabili obiettivo

Promuovere la personalizzazione degli interventi in favore delle persone con disabilità finalizzati alla vita indipendente (VAI) anche abitativa e all’inclusione Interventi sociale e lavorativa Azioni Sperimentazione di “percorsi ponte” tra scuola, servizi e territori Sostegno alla creazione di nuove unità d’offerta diurne rivolte a persone con disabilità medio-lieve (es. CSE, SFA …)

Professionali tecnici dell’ufficio di piano, tecnici dei servizi sociali dei Comuni dell’Ambito tecnici degli Istituti Scolastici del territorio tecnici ASL MB tecnici degli enti gestori che operano nei servizi residenziali e semi-residenziali disabili Risorse tecnici del terzo settore volontari delle associazioni interessate al tema VAI presenti sul territorio tecnici CTVAI presenti sul territorio regionale destinatari e familiari Finanziarie Quota FNPS 2014 Risorse FNA - voucher VAI Quota delibera regionale 2885 del 12/12/2014

Tavoli di lavoro Strumenti Scale di valutazione Utilizzati Progetto individualizzato

Indicatori di Progetti realizzati esito Livello di gradimento dei beneficiari

Si / No progetti Target di Il 70% delle valutazioni da parte dei beneficiari esprime un livello di gradimento valutazione positivo

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione e valutazione degli interventi valutazione

Tempistica Triennio

270 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Dare continuità e potenziare gli interventi volti a sostenere adulti e nuclei fragili Obiettivo attraverso percorsi di empowerment e/o accompagnamento alla gestione del budget familiare, contrastando il rischio all’esclusione sociale

Tipologia Generale obiettivo Strategico

Percorsi propedeutici all’inserimento lavorativo Percorsi di formazione sulla gestione del bilancio familiare Interventi Percorsi di empowerment Azioni Potenziare progetti o interventi di coesione sociale Monitoraggio e valutazione degli interventi realizzati

Professionali tecnici dell’ufficio di piano tecnici dei servizi sociali dei Comuni dell’Ambito tecnici dei servizi specialistici territoriali Risorse tecnici del terzo settore tecnici delle Organizzazioni Sindacali Finanziarie Quota FNPS 2014 Bandi ad hoc, se individuati

Regolamenti d’Ambito per definire le procedure Gruppi di lavoro per la pianificazione degli interventi e del monitoraggio Strumenti Gruppi di auto mutuo aiuto Utilizzati Sportelli di ascolto Sistemi di scambio locale Customer’s satisfaction

Indicatori di Progetti realizzati esito Numero di percorsi conclusi positivamente sul totale

Target di Si / No progetti valutazione Il 70% dei beneficiari conclude positivamente gli interventi

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione e valutazione degli interventi valutazione

Tempistica Triennio

271 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Innovare gli interventi nell’ambito delle politiche giovanili al fine di sostenere Obiettivo l’occupabilità e il benessere dei giovani

Tipologia Specifico area giovani obiettivo

Sperimentazione degli spazi intesi come luoghi di apprendimento di competenze Interventi chiave anche spendibili sul mercato del lavoro, insieme ad azioni di promozione Azioni giovanile e organizzazione di eventi culturali ed artistici. Monitoraggio e valutazione degli interventi

Professionali tecnici dell’ufficio di piano tecnici degli Istituti Scolastici del territorio tecnici del terzo settore volontari delle associazioni del territorio Risorse tecnici delle organizzazioni sindacali tecnici AFOL/Provincia Finanziarie Quota FNPS 2014 Risorse dei Comuni degli Ambiti di Trezzo sull’Adda e Vimercate

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati

Indicatori di Progetti realizzati esito Numero di percorsi conclusi positivamente sul totale

Target di Si / No progetti valutazione Il 70% dei beneficiari conclude positivamente gli interventi

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione e valutazione degli interventi valutazione

Tempistica Triennio

272 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Definire procedure e strumenti per uniformare il funzionamento dei servizi comunali Obiettivo rivolti alla tutela dei minori

Tipologia Specifico area minori obiettivo Strategico

Raccolta e confronto circa le procedure e gli strumenti utilizzati dai singoli servizi sociali Interventi Definizione di linee guida operative uniformi Azioni Approvazione delle linee guida in Assemblea dei Sindaci Sperimentazione e valutazione delle nuove procedure

Professionali tecnici dell’ufficio di piano Risorse tecnici dei servizi sociale dei Comuni dell’Ambito tecnici del terzo settore

Tavoli di lavoro Strumenti Banche dati per la raccolta delle informazioni da analizzare Utilizzati Elaborazione di linee guida operative

Indicatori di Linee guida operative esito

Target di Si / No linee guida operative valutazione

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione e alla valutazione degli interventi valutazione

Tempistica Triennio

273 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Ridefinire le strategie operative dei servizi di inserimento lavorativo al finedi qualificare la capacità di risposta anche a nuove categorie di utenza (es. persone Obiettivo ex detenute o in misura alternativa) e attraverso l’integrazione con altre agenzie del territorio che si occupano di politiche del lavoro

Tipologia Generale obiettivo Strategico

Analisi dell’operatività in essere Interventi Elaborazione di uno studio sulle possibili innovazioni Azioni Eventuale sperimentazione

Professionali: tecnici dell’ufficio di piano tecnici dei servizi sociali dei Comuni dell’Ambito Risorse tecnici dei servizi sociali di inserimento lavorativo di Offertasociale tecnici dei servizi territoriali tecnici Afol / Provincia tecnici delle Organizzazioni Sindacali

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati Elaborazione di uno studio sulle possibili innovazioni

Indicatori di Studio sulle possibili innovazioni esito Sperimentazione

Target di Si / No studio sulle possibili innovazioni valutazione Si / No sperimentazione

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione e alla valutazione degli interventi valutazione

Tempistica Triennio

274 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Obiettivo Migliorare la presa in carico integrata a favore di persone in disagio psichico

Tipologia Specifico area salute mentale obiettivo

Rivisitazione e sottoscrizione Protocollo Interventi Informazione e diffusione sulle prassi definite Azioni Sperimentazione Monitoraggio e valutazione

Professionali: tecnici dell’ufficio di piano tecnici dei servizi sociali dei Comuni dell’Ambito Risorse tecnici dei servizi sociali di inserimento lavorativo di Offertasociale tecnici dei servizi specialistici territoriali tecnici del terzo settore

Strumenti Tavoli di lavoro Utilizzati

Indicatori di Protocollo sottoscritto esito Sperimentazione

Target di Si / No Protocollo sottoscritto valutazione Si / No sperimentazione

Strumenti di Reportistica relativa alla realizzazione e alla valutazione degli interventi valutazione

Tempistica Triennio

275 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

4. Analisi dei soggetti, dei network e del sistema di governance

Le indicazioni normative (legge 328/2000 e legge regionale 3/2008) sulla “centralità” del Comune nel sistema della governance socioassistenziale, trovano attuazione nel sistema di governo territoriale. I comuni associati - attraverso l’azienda Offertasociale - sono coinvolti intensamente nel sistema della governance, e partecipano a tutti i livelli formali: quello istituzionale (Assemblea degli amministratori), preposto alle decisioni; quello di responsabilità (Conferenza dei responsabili dei Servizi), che ha la finalità di garantire il legame più efficace tra l’apparato gestionale dei comuni e l’organizzazione aziendale; quello di estensione della partecipazione alle parti sociali del territorio (Tavoli del Piano di Zona); quello di sintesi e di progetto (Ufficio di piano) per il raccordo programmatico con i Servizi sociali comunali e gli altri soggetti territoriali del welfare; quello operativo di contatto e interfaccia con i problemi (Commissioni tecniche delle assistenti sociali) con la funzione di “sensore qualificato” del bisogno e luogo specifico della competenza professionale da applicare. Nel percorso dei Piani di zona sin qui attuati, il processo della governance territoriale è progredito su un buon livello organizzativo che si è consolidato - nel corso degli anni - grazie a un costante intervento di “manutenzione”. Questa la struttura funzionale che lo descrive. Un sistema di snodi progressivi orientato al “che fare”, alimentato dai presupposti partecipativi di un consenso allargato.

Grafico 1: Rappresentazione dei processi relativi alle scelte e alle decisioni, due flussi incrociati – Fonte: Ufficio di Piano

La struttura dello schema piramidale della governance locale, ricalca il modello ormai tradizionale - e fortemente caratterizzato dalla vicenda Offertasociale - dei “flussi incrociati” delle scelte e delle decisioni. Un processo dove l’autorità delle decisioni vuole essere la semplice conseguenza delle buone scelte individuate dalla base. Di questo impianto, nei trienni precedenti, due tasselli fondamentali della governance sono stati i Tavoli del Piano di Zona (TP) e le Commissioni Tecniche (CT). Quest’ultimo organismo, che caratterizza e qualifica fortemente il sistema gestionale combinato tra risorse dei singoli comuni e risorse associate dei servizi territoriali, si può così schematizzare:

276 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Grafico 2: rappresentazione del sistema relativo alle CommissioniTecniche all’interno dell’Ufficio di Piano e a OS

Le assistenti sociali dei Comuni scelgono liberamente la CT cui partecipare attivamente, avendo cura di rispettare un’auto-distribuzione equilibrata nei diversi ambiti di lavoro. La CRS completa i presupposti di una governance a banda larga: essa è costituita dai responsabili dei servizi sociali e alla persona di tutti i comuni associati. Pur tenendo conto della diversa funzione dei due gruppi di lavoro (CT e CRS), così come della loro differente declinazione organizzativa, si evidenzia che il flusso comunicativo tra i due gruppi di lavoro rimane una criticità da superare. Ciò che dovrebbe prospettarsi è l’attuazione su scala territoriale (sovra comunale) dei medesimi flussi di scambio che avvengono tra operatore e responsabile di Settore di ciascuna Amministrazione. Nel senso che nella prospettiva del “servizio sociale territoriale”, ogni nucleo operativo locale deve adottare come procedura usuale il farsi carico del problema specifico (l’utente del Servizio), ma anche del problema sistemico (il bisogno del territorio). Nel triennio precedente si è scelto di mantenere le tradizionali tematiche quale unità operativa sia dei Tavoli del Piano di Zona (TP) che delle Commissioni tecniche (CT). Queste due unità operative sono i luoghi in cui si ricompone il più vitale e fitto intreccio della rete con l’operatività dei servizi territoriali, gli attori dei progetti in corso, i servizi sociali locali e, in generale, con tutte le opportunità che favoriscono la percezione tattile dello spessore del welfare territoriale in atto. Mentre però le CT hanno offerto elementi progressivi di sistematicità ed efficacia della propria funzione territoriale, autodeterminando la prosecuzione operativa sui medesimi parametri, per quanto riguarda il confronto e lo scambio periodico che si svolge ai tavoli di Piano, si rende necessario - alla luce delle evidenze riportate negli esiti della valutazione - una revisione del sistema che li ha sin qui governati. Una diversa riflessione viene suggerita dal riesame della storia sin qui sedimentata dal lavoro dei Tavoli, si tratta infatti di un assetto che ha esaurito l’intensità della propria capacità propulsiva, determinando una stasi che va affrontata alla luce dell’incidenza “paralizzante” dei nuovi contesti di riferimento, ma anche stimolata con un’accurata revisione dei meccanismi del proprio apparato attraverso le nuove linee di indirizzo per la programmazione 2015-2017 (Dgr X/2941 del 19/12/2014). Il documento definisce tre assi di lavoro, quello della conoscenza, delle risorse e dei servizie introduce strumenti operativi volti alla declinazione puntuale degli obiettivi della programmazione triennale. Questa prima riformulazione, unita alla necessità di designare nuovi confini operativi dei Tavoli del Piano di Zona, orienta all’individuazione di gruppi tecnici pronti a lavorare per obiettivi e

277 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

in tempistiche ben definite su temi che potranno essere: specifici se individuano oggetti di lavoro di determinati target di popolazione generici se individuano oggetti di lavoro trasversali a più target. Ciascun gruppo di lavoro sarà definitoGruppo Obiettivo (GO) evidenziando la precipua caratteristica di operare per il raggiungimento di una meta ben definita. I Gruppi Obiettivo si costituiranno di tecnici di differenti professionalità e rappresentanze (Comuni, Istituti Scolastici, servizi di Offertasociale, servizi specialistici territoriali, terzo settore, organizzazioni sindacali…) garantendo come sempre la costituzione di gruppi multidisciplinari e, nel caso in cui fosse trattato un oggetto di lavoro generale, anche la contemporanea presenza di molteplici punti prospettici. Le rappresentanze all’interno dei singoli Gruppo Obiettivo saranno definite tramite la convocazione di alcuni incontri alla presenza di tutti i portatori di interesse del Piano di Zona (plenaria). Le plenarie saranno punti di raccordo di movimenti di andata - avvio dei Gruppi Obiettivo - e ritorno - restituzione del lavoro svolto da parte del gruppo ai portatori di interesse – definendo oscillazioni temporali di senso. In particolare, oltre ai referenti delle organizzazioni sindacali, ai Gruppi Obiettivo sarà coinvolto il Terzo Settore, e i suoi soggetti di rappresentanza, per ridefinire le modalità di partecipazione e la scelta dei rappresentanti che prenderanno parte al Tavolo di Sistema e ai lavori del Piano di Zona. Il terzo settore infatti, da sempre, si fa carico di contribuire all’innovazione, di promuovere l’efficienza, di cercare alternative alla riduzione delle risorse, di dare visibilità ai nuovi bisogni, senza mai assumere posizioni prettamente ideologiche, ma favorendo in ogni occasione uno sviluppo comune e condiviso Queste, in estrema sintesi, le possibili prospettive che dovranno essere definite meglio non appena il prossimo Piano di Zona sarà approvato e l’accordo di programma sarà stato sottoscritto. Questo nuovo assetto dovrà infatti essere perfezionato e ulteriormente condiviso con i soggetti interessati del territorio, quale condizione sine qua non per poter dare avvio ai lavori del Piano di Zona. In tale prospettiva il Tavolo di Sistema (TS) gioca, senz’ombra di dubbio, un ruolo fondamentale e strategico, quale luogo volto a favorire l’adeguato funzionamento dei percorsi della programmazione partecipata per la realizzazione degli obiettivi del Piano di Zona, indicando eventuali e significativi scostamenti dagli obiettivi dichiarati. Il TS infatti assicura una visione di insieme, integra diversi scenari, orienta le scelte verso interventi coerenti, equi ed uniformi nelle modalità di gestione. Nell’organigramma che traccia i flussi delle scelte e delle decisioni, infatti, è proprio questo il Tavolo di passaggio che precede le strategie risolutive, prima che vengano proposte all’Assemblea Distrettuale (grafico 1). Il tavolo di Sistema è composto dai tecnici dell’Ufficio di Piano, da alcuni (3) soggetti del terzo settore eletti quali rappresentanti del Terzo Settore, dal Direttore del Distretto Sanitario, da un rappresentante della Provincia, dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dal Presidente dell’Assemblea dei Sindaci e dal Presidente del Consiglio di Amministrazione e dal direttore di Offertasociale. Il Tavolo di sistema è presieduto di norma dal Responsabile dell’Ufficio di Piano che ne cura le convocazioni. La delineazioni di nuovi scenari tracciati dagli assetti degli organismi di nuova istituzione (Tavolo di Sistema Welfare, Cabina di Regia Asl/Ambiti) e la riattivazione del Consiglio InterAmbiti mettono in luce come il TS debba anche assumere la funzione di raccordo tra il livello d’Ambito e quello InterAmbiti. Alcuni referenti che prendono parte al Tavolo di Sistema d’Ambito, infatti, parteciperanno anche agli incontri del Tavolo di Sistema Welfare. L’applicazione di questo particolare sistema di governance - esteso e multipartecipato - comporta necessariamente modi di attenzione e tempi di rispetto per tutte le sue parti, il suo contrappasso dinamico è l’Ufficio di Piano e progetti. L’Ufficio di Piano è formato da un responsabile, dalle coordinatrici delle commissioni tecniche e dalla referente dell’Ufficio Unico per la messa in esercizio e l’accreditamento delle unità d’offerta sociali. L’Ufficio di Piano coordina le commissioni tecniche e i tavoli di partecipazione, promuove l’interlocuzione con gli attori istituzionali pubblici e del privato sociale del territorio garantendo la diffusione tempestiva delle informazioni circa gli atti e i materiali

278 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

prodotti, in maniera da raggiungere tutti gli attori del Piano (Assessori politiche sociali, assistenti sociali, enti del terzo settore e le organizzazioni sindacali) mantiene il raccordo tecnico con l’ASL di Monza e Brianza e gli altri enti o organismi InterAmbiti, provinciali e regionali e ha infine la funzione di offrire supporto tecnico nell’ambito dell’Assemblea dei Sindaci. In linea con le nuove linee di indirizzo regionali, l’Ufficio di Piano assume anche una funzione di ricomposizione delle conoscenze, delle risorse e dei servizi in risposta ai bisogni del territorio. In questo senso, la programmazione non è intesa come attività di allocazione delle risorse di welfare, peraltro sempre più residuale rispetto ai trienni precedenti, quanto come luogo in cui sviluppare conoscenze diffuse e in grado di sostenere gli attori al confronto per giungere a soluzioni nuove ed inedite. In tale prospettiva, l’ufficio di piano assume in maniera strategica il compito di innovare le risposte sapendo integrare e valorizzare le risorse in campo, accanto alla costante individuazione e utilizzo di finanziamenti attraverso bandi ad hoc che, da sempre, il nostro ufficio di piano mette in campo.

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5. La gestione associata

Il territorio del vimercatese si caratterizza, già a partire dagli anni ’90, per la sua vocazione solidaristica, che orienta i Comuni a sviluppare servizi in gestione associata a valenza sovracomunale, prima attraverso deleghe di mandato all’ASL, successivamente tramite la Convenzione intercomunale (2000-2003) e infine con la costituzione di un’Azienda speciale (2013), considerata lo strumento più idoneo a tale funzione.

Il conferimento dei servizi a Offertasociale asc si sviluppa fin dal suo nascere secondo due sistemi di finanziamento: servizi compartecipati “in quota solidale” e servizi “a domanda libera”. La politica della partecipazione in solido, basata sui principi della solidarietà (equa suddivisione delle quote di spesa) e della sussidiarietà (supporto per i piccoli comuni), per cui le piccole amministrazioni possono usufruire di servizi “specializzati e costosi” grazie al sostegno compensativo di quelli più grandi, tuttavia rischia oggi di essere messa in discussione, pressata dalle esigenze di contenimento dei costi. La crisi economica, con l’acuirsi di nuovi bisogni e in parallelo la restrizione delle risorse economiche destinate al sociale, rappresenta attualmente una sfida alla sostenibilità di questo modello, in particolare per quanto riguarda i servizi a basso turn-over, dove la cronicità della frequenza non consente una fruizione omogenea e diffusa da parte delle amministrazioni (es. CDD) e per quelli su cui intervengono variabili esogene che spingono a nuovi (repentini) orientamenti organizzativi (ad esempio, i diversi orientamenti del tribunale dei minori che impattano sulle comunità residenziali per minori).

Per contro, qualità, efficienza ed efficacia nell’erogazione dei servizi, nonché trasparenza nelle scelte e nella gestione delle risorse, rappresentano ancor oggi gli elementi su cui le amministrazioni basano la richiesta di sviluppo/potenziamento di servizi a domanda libera, orientati a strutturare risposte adeguate a fronte di nuovi bisogni emergenti (es. amministrazioni di sostegno) oppure a fronteggiare esigenze di tipo organizzativo (servizio tutela minori, servizio psicopedagogico, servizio sociale). In questo senso, il ruolo dell’Azienda è stato e continua ad essere quello di sollecitare momenti di confronto tra i servizi sociali, per ragionare attorno alla necessità di nuove soluzioni organizzative o per definire e validare modelli operativi e servizi da estendere a tutti i Comuni.

L’esperienza della gestione associata ha permesso di costruire un sistema partecipato di scelte e programmi che ha stimolato una cultura sociale del territorio, spostando la valutazione dal piano della “convenienza locale” a quello del vantaggio solidale. In particolare l’elaborazione di protocolli operativi e di regolamenti uniformi hanno permesso di sviluppare un livello di fruizione dei servizi uniforme e omogeneo su tutto il territorio, che supera le differenze di opportunità dettate dall’appartenenza geografica e di una cultura del welfare pensata e adottata oltre i confini comunali.

La gestione associata dei servizi permette altresì di ottenere economie di scala attraverso: l’ottimizzazione delle risorse amministrative, che permette di evitare la duplicazione delle procedure di affidamento dei servizi; la gestione di percorsi di accreditamento di soggetti privati in una logica di governance territoriale condivisa; l’acquisizione di una maggiore forza contrattuale nei confronti dei fornitori di servizi; la possibilità di esercitare il controllo sui livelli delle prestazioni erogate in maniera meno dispersiva; la promozione di competenze e professionalità attraverso percorsi di formazione rivolti al personale dei servizi sociali.

Non ultimo, l’adesione all’Azienda consente al comune di avere accesso a finanziamenti aggiuntivi, che permettono di attivare politiche innovative difficilmente fruibili nell’ambito della singola (piccola)

280 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Amministrazione. Ne sono esempio i finanziamenti su fondi statali (FNPS e fondi ministeriali di settore) /regionali / provinciali e sul fondo sociale europeo, che vengono da anni finalizzati allo sviluppo e al potenziamento di interventi quali l’orientamento e l’accompagnamento al lavoro di persone a rischio di emarginazione sociale o la promozione dell’integrazione culturale rivolta alla popolazione straniera. La vocazione all’innovatività che ha caratterizzato l’operato dell’azienda speciale nel decennio precedente si rivela tanto più utile in un momento in cui la risposta al bisogno risulta inadeguata alle mutate esigenze e la struttura organizzativa comunale appare in qualche modo insufficiente a farvi fronte.

In questa prospettiva l’azienda può giocare la sua funzione di soggetto promotore di nuovi scenari, quali ad esempio la sperimentazione di percorsi di co-progettazione che, a partire dalla condivisione degli obiettivi e delle soluzioni organizzative, rafforzi la collaborazione tra pubblico e privato in una nuova visione del welfare.

Diversi i casi e le esperienze che possono essere richiamati a riguardo, tra cui: la riprogettazione delle politiche giovanili, intese non più come “sostegno a persone potenzialmente a rischio “in quanto giovani”, bensì come promozione delle potenzialità già presenti ovvero rafforzamento delle competenze/abilità nella popolazione di riferimento, con l’obiettivo di accompagnare i giovani di oggi ad essere gli adulti responsabili di domani (investimento sul loro/ nostro futuro); la sperimentazione di interventi di sostegno a bisogni molteplici e variegati non sempre riconducibili ai servizi standard predefiniti (sad, adm…); la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi per un sostegno ai minori (e alle loro famiglie) nel periodo estivo, pensati nell’ottica delle politiche di conciliazione e dell’integrazione tra settore scolastico-educativo e settore sociale.

281 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

6. Allegati

Allegato 1 – Quadro socio demografico del territorio del vimercatese

La popolazione residente nell’Ambito territoriale di Vimercate al 1 gennaio 2014 è di 180.765 abitanti con una densità abitativa dì 1.282 abitanti per Km2. Dalla comparazione dei dati in Tabella1 il vimercatese, caratterizzato da densità abitativa inferiore rispetto agli altri Ambiti territoriali, risulta essere il territorio meno urbanizzato di tutta la Provincia di Monza Brianza. La densità di popolazione sul territorio dell’Ambito territoriale di Vimercate è comunque significativamente superiore al dato regionale e nazionale.

Ambito Residenti Superficie Km2 Abitanti per Km2 N° Comuni Carate Brianza 151.967 76 2.000 13 Monza 171.092 48 3.564 3 Desio 191.935 67 2.865 8 Seregno 166.925 73 2.287 9 Vimercate 180.765 141 1.282 22 Provincia MB 862.684 405 2.130 55

Tabella l. Superficie e densità abitativa della popolazione residente nel cinque ambiti territoriali della Provincia di Monza B.za – Fonte: ISTAT

Grafico 1: Densità di popolazione dell’Ambito di Vimercate in rapporto ai dati provinciali, regionali e nazionali al 1 gennaio 2014 – Fonte: ISTAT

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Grafico 2: Popolazione residente nell’Ambito territoriale di Vimercate dal 2006 al 2014 – Fonte: ISTAT

Dal 2006 al 2009 la popolazione residente nei comuni del vimercatese è aumentata del 3,75% passando ad un totale di 147.966. Un ulteriore incremento significativo pari al 18,21% è avvenuto nel 2010 quando sono stati annessi all’ambito territoriale di nostro interesse i comuni di , , Cornate d’Adda e che, con la costituzione della Provincia di Monza Brianza, erano afferenti all’ambito territoriale di Trezzo sull’Adda (Mi). Dal 2010 al 2014 la popolazione residente nel territorio d’ambito è aumentata del 3,24% pari a 5.855 abitanti.

Grafico 3: Popolazione residente nell’Ambito territoriale di Vimercate per fasce d’età e genere al 1 gennaio 2013 – Fonte: ISTAT

Nell’ambito territoriale di Vimercate la percentuale tra maschi e femmine è molto simile, al 1 gennaio 2014 i residenti di genere maschile sono 88.828 (49,14%) mentre le persone di genere femminile sono 91.937 (50,86%). Il grafico 3 rappresenta la distribuzione della popolazione dell’Ambito per genere e fasce d’età. Le fasce d’età più consistenti sono quelle comprese tra i 20 e i 64 anni.

283 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Il grafico evidenzia che il genere maschile è numericamente prevalente fino alla fascia d’età 44 anni, mentre la componente femminile è significatamene più numerosa a partire dalla fascia d’età 65 anni e oltre. La fascia d’età 45-64 anni è simile tra i due generi: 25.613 le donne, 25.622 gli uomini.

Popolazione giovanile Maschi Femmine Totale % 0 882 753 1.635 4,65 1- 4 3.855 3.769 7.624 21,70 5-14 9.068 8.650 17.718 50,42 15-19 4.204 3.957 8.161 23,23 Totale 18.009 17.129 35.138 100,00

Tabella 2: Popolazione giovanile suddivisa per fascia d’età e genere residente nell’Ambito territoriale di Vimercate al 1 gennaio 2014 – Fonte: ISTAT

Al 1 gennaio 2011, la popolazione giovanile compresa tra 0 a 19 anni è pari a 34.192, ovvero il 19,30% sulla popolazione complessiva; mentre al 1 gennaio 2014 è complessivamente di 35.138 ovvero il 19,44%, con un aumento di soli 946 giovani in 3 anni. La popolazione giovanile è così distribuita: la fascia d’età 5-14 anni è quella maggiormente rappresentata con il 50,42%, seguono le fasce 0-4 pari a 9.259, ovvero 26,35% e infine quella 15- 19 con il 23,23%.

Totale popolazione 2014 Fascia 0-14 % nel 2014 % nel 2011 VIMERCATESE 180.765 26.977 14,92 14,87 15.377 2.415 15,71 15,43 2.064 276 13,37 14,01 Arcore 17.800 2.368 13,30 13,58 7.380 1.108 15,01 14,63 10.846 1.648 15,19 15,48 Burago Molgora 4.317 598 13,85 13,04 Busnago 6.631 1.106 16,68 16,26 2.034 338 16,62 17,20 Caponago 5.280 873 16,53 16,98 7.422 978 13,18 13,11 Cavenago 7.141 1.118 15,66 16,12 Concorezzo 15.547 2.318 14,91 15,26 Cornate d’Adda 10.666 1.607 15,07 15,12 2.852 487 17,08 16,65 8.396 1.321 15,73 15,15 4.301 740 17,21 16,60 Ornago 4.903 763 15,56 15,57 Roncello 4.263 772 18,11 17,02 Ronco B. 3.399 491 14,45 16,60 4.191 629 15,01 14,44 Usmate Velate 10.194 1.657 16,25 16,09 Vimercate 25.761 3.366 13,07 12,85

Tabella 3. Popolazione minorile residente nei singoli Comuni dell’Ambito territoriale di Vimercate presente al 1 gennaio 2014 – Fonte: ISTAT

284 Piano di Zona Ambito di Vimercate Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

Un’analisi più dettagliata, evidenzia che nell’Ambito la popolazione minorile 0-14 anni (26.977) corrisponde al 14,92% della popolazione complessiva. Le percentuali, intorno alla media dell’Ambito, oscillano dal valore minimo del Comune di Vimercate (13,07) al valore massimo del Comune di Roncello (18,11%). Questa fotografia risulta pressoché simile a quella del 2011, non si riscontrano infatti variazioni significative.

Popolazione Nati vivi Tasso di natalità ‰ Ambito Vimercate 180.765 1.635 9,04 Provincia MB 862.684 7.653 8,87 Lombardia 9.973.397 87.581 8,78 Italia 60.782.668 509.053 8,37

Tabella 4: Tasso di natalità di Ambito, provinciale, regionale e nazionale - Fonte: ISTAT

Il tasso di natalità4 registrato nell’Ambito al 1 gennaio 2014 è maggiore di poco più di 1/2 punto rispetto al valore nazionale, mentre è leggermente superiore al valore della Provincia di Monza e Brianza e della Lombardia.

Al 1 gennaio 2011 la popolazione anziana era di 32.495, pari al 18,35% sulla popolazione complessiva residente; mentre al 1 gennaio 2014 la popolazione anziana è di 36.027, pari a circa il 20% sulla popolazione complessiva, con un aumento di 3.532 unità in tre anni.

Popolazione anziana Maschi Femmine Totale % 65-74 9.200 10.067 19.267 53,48 75-84 5.243 7.353 12.596 34,96 85 e + 1.118 3.046 4.164 11,56 Totale 15.561 20.466 36.027 100,00

Tabella 5: Popolazione anziana suddivisa per fascia d’età e genere residente nell’Ambito territoriale di Vimercate al 1 gennaio 2014 – Fonte: ISTAT

Dalla lettura della tabella 5 si osserva che la prima fascia è quella maggiormente rappresentata con il 53,48% mentre le restanti sono pari al 46,52%. Per tutte le fasce d’età è prevalente la componente femminile su quella maschile con un allargamento della forbice sempre crescente con l’aumentare dell’età.

Popolazione Over 64 Fascia 0-14 Indice di vecchiaia % Ambito Vimercate 180.765 36.027 26.977 133,55 Provincia MB 862.684 178.011 125.260 142,11 Lombardia 9.973.397 2.131.579 1.425.881 149,49 Italia 60.782.668 13.014.942 8.448.133 154,06

Tabella 6: Indice di vecchiaia di Ambito, provinciale, regionale e nazionale al 1 gennaio 2014 – Fonte: ISTAT

L’indice di vecchiaia5 mette in evidenza il livello di invecchiamento della popolazione residente nell’Ambito, in particolare attraverso la lettura dei dati della tabella sappiamo che al 1 gennaio 2014 si contano 133 anziani ogni 100 giovani (da 0 a 14 anni). Nonostante il valore, il grado di invecchiamento è meno marcato rispetto a quello regionale e nazionale.

4 L’indicatore stima il rapporto tra il numero dei nati vivi e la popolazione residente in uno stesso periodo (per 1000). 5 L’indice di vecchiaia è il rapporto tra la popolazione anziana (oltre i 64 anni) e i giovanissimi (0-14 anni). E’ un indicatore che stima il grado di invecchiamento di una popolazione: valori superiori a 100 indicano una presenza maggiore degli anziani rispetto ai giovani. Ufficio di Piano Ambito di Vimercate - Piano di Zona 2015 – 2017

L’indice di dipendenza strutturale esprime il rapporto fra la popolazione in età non lavorativa (0-14 e 65+) e la popolazione in età lavorativa (15-64 anni), moltiplicato per 100. L’indice di dipendenza esprime quindi il carico sociale ed economico teorico sulla popolazione in età attiva: valori superiori al 50% indicano una situazione di squilibrio generazionale. L’indice di dipendenza dell’Ambito di Vimercate è pari al 53,50% cioè la popolazione non attiva è più della metà di quella non attiva e, considerato che tra la popolazione attiva non tutti sono in stato di occupazione lavorativa per differenti motivi (studenti, disoccupati, casalinghe…) significa che questa percentuale è da considerarsi ancora più elevata.

L’indice di dipendenza giovanile è il rapporto tra i giovani in età non lavorativa (0-14 anni), e la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) per 100 persone. L’indice di dipendenza giovanile è pari al 22,90%.

Grafico 4: Popolazione straniera residente nell’Ambito territoriale di Vimercate in rapporto al totale dei residenti al 1 gennaio 2014 – Fonte: ISTAT

I cittadini stranieri residenti al 1 gennaio 2014 sono 15.456, pari all’8,55% della popolazione complessiva. L’anno precedente gli stranieri erano il 7,98% sul totale e nel 2011 erano il 7,74% sul totale, pertanto si evidenzia un leggero e costante incremento della popolazione straniera. Totale Fasce Italiani Stranieri Totale d’età 0-14 23.642 3.335 26.977 15-19 7.451 710 8.161 20-44 50.241 8.124 58.365 45-64 48.328 2.907 51.235 65-74 19.012 255 19.267 75-84 12.489 107 12.596 85 e + 4.146 18 4.164 TOTALE 165.309 15.456 180.765

Tabella 7: Italiani e stranieri residente per fascia d’età al Grafico 5: Italiani e stranieri residente per fascia d’età al 1 gennaio 2014 nel territorio del vimercatese – Fonte: ISTAT 1 gennaio 2014 nel territorio del vimercatese – Fonte: ISTAT

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L’indice di vecchiaia dei cittadini stranieri è pari all’11,39% ovvero si contano 11 anziani stranieri ogni 100 giovani stranieri. In numeri assoluti, infatti, vi sono 380 stranieri over 64 anni e 3.335 giovani di fascia (0 – 14 anni).

L’indice di dipendenza strutturale dei cittadini stranieri è pari al 31,64% valore che esprime un equilibrio generazionale in termini sociali ed economici. Infatti, le persone in età lavorativa (15 – 64 anni) sono significativamente superiori, pari a 11.74, a quelle in età non lavorativa (0- 14 anni + over 64 anni) che sono pari a 3.715.

L’indice di dipendenza giovanile è pari al 28,40% ovvero si contano 28 giovani stranieri (0 – 14 anni) ogni 100 persone stranieri in età lavorativa.

Residenti 0 – 19 anni Residenti stranieri 0 – 19 anni Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale % VIMERCATESE 18.009 17.129 35.138 2.064 1.981 4.045 11,51 Agrate Brianza 1.569 1.512 3.081 188 193 381 12,37 Aicurzio 194 180 374 28 26 54 14,44 Arcore 1.634 1.548 3.182 197 166 363 11,41 Bellusco 691 712 1.403 83 75 158 11,26 Bernareggio 1.119 1.032 2.151 142 130 272 12,65 Burago Molgora 385 389 774 38 48 86 11,11 Busnago 732 660 1.392 48 57 105 7,54 Camparada 232 211 443 5 5 10 2,26 Caponago 590 527 1.117 37 33 70 6,27 Carnate 713 621 1.334 132 132 264 19,79 Cavenago B.za 767 711 1.478 74 89 163 11,03 Concorezzo 1.541 1.531 3.072 180 174 354 11,52 Cornate d’Adda 1.054 1.063 2.117 159 161 320 15,12 Correzzana 306 305 611 14 14 28 4,58 Lesmo 860 824 1.684 74 68 142 8,43 Mezzago 474 454 928 61 55 116 12,50 Ornago 492 470 962 27 28 55 5,72 Roncello 498 444 942 39 36 75 7,96 Ronco B. 355 318 673 28 26 54 8,02 Sulbiate 408 398 806 50 46 96 11,91 Usmate Velate 1.094 1.023 2.117 135 117 252 11,90 Vimercate 2.301 2.196 4.497 325 302 627 13,94

Tabella 8. Popolazione minorile residente (totale e stranieri) nei singoli Comuni dell’Ambito territoriale di Vimercate presente al 1 gennaio 2014 – Fonte: ISTAT

La popolazione straniera 0 – 19 anni conta 4.045 giovani, ovvero il 26,17% sul totale degli stranieri in un intervallo da un minimo di 2,26% del Comune di Camparada ad un massimo di 19,79 % del Comune di Carnate. I giovani stranieri (4.045) corrispondono al 2,23% del totale dei giovani residenti.

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Allegato 2 – Psiche e Società - Urasam Lombardia

Ambito salute mentale Integrazione tra sociale e sanitario: criticità e possibili soluzioni

Destinatari Persone di scompenso (TSO) - Persone parzialmente autonome o con situazioni che tendono a cronicizzarsi - Persone difficilmente agganciabili dai servizi - Persone non ancora in carico ai servizi - Casi complessi - Persone dai 50-65 anni e Anziani sopra 60 anni - Minori-Giovani: figli di persone con disturbi mentali, minori della dispersione scolastica … - Persone con comorbidità : disturbo psichico, ritardo mentale, dipendenze - Persone ritornate da OPG e dal Carcere, persone in misura di sicurezza alternative a Rems, persone in libertà vigilata - Persone che hanno terminato il periodo nelle Residenze/CRA - Immigrati con disturbo mentale. Famiglie con congiunti con disturbo mentale.

Chiavi di lettura del bisogno La globalizzazione, il continuo evolversi delle tecnologie, le migrazioni, il prolungamento delle aspettative di vita se da una parte hanno prodotto un cambiamento dei stili di vita e un miglioramento di vita per taluni, nello stesso tempo hanno aperto faglie per le persone più fragili, più svantaggiate, meno equipaggiate a reggere il ritmo dei tempi e la competizione. A tali cambiamenti non ha corrisposto come contrappeso un equivalente rafforzamento del legame sociale. Al contrario assistiamo a un indebolimento delle relazioni umane che porta a valorizzare le competenze individuali e a dare risposte prestazionali alle sfide sociali, creando uno sfaldamento delle reti sociali e una frammentazione delle risposte. La contingenza della crisi economica va a indebolire ancora di più il quadro sopra descritto e a creare aree di povertà che amplificano i bisogni. Le politiche di welfare dovrebbero essere improntate a una visione di crescita delle persone come investimento sociale nel futuro, puntando a garantire in tempi di crisi come l’attuale non risorse economiche bensì maggiori servizi e reti d’aiuto: il supporto alla responsabilità educativa, il sostegno ai processi di autonomia dei giovani, nonché politiche di formazione alle professioni, politiche attive al lavoro, alla casa, sostegno e accompagnamento. A fronte di una situazione così complessa è necessario perseguire un percorso culturale per consolidare e rafforzare i livelli di integrazione tra gli enti locali, risorse umane e materiali, tra i servizi operanti nell’area sociale e nelle aziende sanitarie, tra soggetti pubblici e privati, tra intervento pubblico e risposta autonoma organizzata dalle famiglie e dalle associazioni con la presenza ai Tavoli di lavoro dei Piani di Zona di tutte le componenti e risorse sanitarie e sociali, pubbliche e private e del terzo settore e rappresentanze sindacali coinvolte.

La DGR 2941/14 supera la classificazione dei bisogni per aree specifiche come quella degli anziani, disabili, giovani … degli anni precedenti e propone una format di elaborazione del piano di zona in tre nuove aree: della Conoscenza (esplicitare i bisogni da approfondire nel triennio, la condivisione di informazioni tra servizi, definire priorità …), delleRisorse ( esplicitare gli ambiti di integrazione delle risorse disponibili tra i Comuni, ASL, le famiglie …) dei Servizi ( da esplicitare i servizi che debbono essere oggetto di regole, presa in carico, interventi svolti in modo congiunto, target di utenti, per quali obiettivi qualitativi, quantitativi …). Si tratta di tre vettori su cui confluiscono trasversalmente azioni, obiettivi trasversali o specifici da perseguire, strumenti di lavoro da utilizzare, le risorse professionali implicate, indicatori di esito …. che possono essere specifici o trasversali alle vecchie aree. Per esempio il bisogno di lavoro, di casa, di trasporto sono trasversali a giovani, disabili, anziani, adulti, ecc. La specificità delle problematiche e i complessi bisogni delle persone con disturbo mentale male si combina con questa nuova trasversale e più generale classificazione. Per recuperare tale specificità

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è necessario che vengano mantenuti o istituiti a nuovo il Tavolo di lavoro Salute Mentale del PdZ che in funzione dell’obiettivo/azione veda la partecipazione dei CPS, il DSM, le UOMPIA, all’occorrenza il Dipartimento delle dipendenze, i Comuni, il Terzo Settore, Le Associazioni dei familiari, la Scuola, I Consultori familiari.

Un altro elemento da estrarre è la necessità di far crescere la cultura del fund raising, dalla raccolta di fondi, associata alla raccolta di risorse umane e di interlocutori funzionali all’obbiettivo da perseguire (persone, enti pubblici, aziende, associazioni, banche, fondazioni, terzo settore …), sviluppando strategie, strumenti e attività per entrare in relazione con possibili partner e/o sostenitori per la progettazione di nuove azioni.

Un altro punto fondamentale in ambito salute mentale riguarda lo stigma che connota le persone con un disturbo mentale e i loro familiari che come una nube imperversa e fa costantemente le sue precipitazioni, con dei momenti di deflagrazione quando succedono fatti di cronaca eclatanti. La lotta allo stigma è tanto più efficace quanto più sviluppa servizi funzionanti e appropriati, capaci di dare risposte ai bisogni di accoglienza, di accompagnamento, di sostegno e di inclusione sociale: salute, casa, lavoro, relazione. I servizi sociali, sanitari e assistenziali (AAOO, ASL, Comuni, Terzo Settore, Associazioni …) sono chiamati in questo senso a svolgere azioni anche in collaborazione con le associazioni dei familiari per un miglioramento costante della qualità dell’accompagnamento e dell’integrazione sociale.

In questa ottica di seguito sono indicati delle aree di bisogni specifici dell’ambito salute mentale.

Lavoro Contrastare la povertà ed esclusione sociale - Persone con disturbo mentale - Mancanza o perdita lavoro - Bassa conoscenza del mercato del lavoro, carenza di posti di lavoro, bassa autonomia nella ricerca attiva del lavoro. Difficoltà delle persone con disturbo psichico di accede al mercato del lavoro, in particolare nelle aziende private che preferiscono pagare le multe all’assunzione. Assunzione nominativa invece che numerica come per le altre disabilità della legge 68/99.

Possibili Risposte 1- Predisporre risorse specifiche per Borse Lavoro per persone con disturbo mentale che vivono in uno stato di disagio socio-economico a causa della mancanza o perdita di lavoro e non beneficiano di alcun ammortizzatore sociale; per altri trasformare la Borsa Lavoro Sociale in un vero e proprio rapporto di lavoro; 2- Attivazione dei Tirocini di orientamento, formazione e inserimento/reinserimento finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia e riabilitazione delle persone in carico al servizio sociale professionale e/o al servizio sanitario. (Accordo stato regioni art. 4 decreto 28/8 1997, n. 281 , atti 7/CSR 2271/2015). Ove necessaria la corresponsione degli oneri INAIL si ritiene che debba essere l’Ambito a garantirla; 3- Accesso al sistema dotale dei fondi provinciali L. 68/99; 4- Attivare convenzioni da parte dei SIL con le Coop tipo B in accordo con le rappresentanze imprenditoriali e con la pubblica amministrazione a cui va dato indicazione di applicare quanto previsto dall’art. 5 della Legge 381/1991 per l’impiego di persone con disturbi mentale; 5- Attivare convenzioni ex art. 14 d.l. 276/03, Legge Biagi [stipula di convenzioni territoriali (che devono essere validate dalle Regioni) tra i servizi provinciali per l’inserimento dei disabili, associazioni datoriali e sindacali di categoria e associazioni cooperative aventi ad oggetto il conferimento di commesse di lavoro alle cooperative sociali da parte delle imprese aderenti o associate alle associazioni datoriali firmatarie].

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6 - Avviare start up, progetti innovativi, creare un fondo di microcredito … 7- Percorsi di sostegno al reddito - Attivare gruppi di auto mutuo aiuto/AMALAV In tutti casi per favorire l’accesso al lavoro delle persone con disturbo mentale è utile aggirare la chiamata nominativa contemplata dalla legge 68/99.

Abitare: Casa - Residenzialità Leggera - Housing sociale Carenza di abitazioni di appartamenti protetti, di strutture semiresidenziali e di sostegno alla domiciliarità. Presenza di rette a carico della persona elevate.

Possibili Risposte - Integrazione di interventi casa/lavoro- Mettere a disposizione alloggi a bassa soglia e per la Residenzialità Leggera a canone moderato. Potenziamento dei CD psichiatrici. Aumentare gli appartamenti protetti per il dopo di noi. Facilitare occasioni possibili di coabitazione tra persone con disturbo mentale. Raccordo con Aler per la realizzazione di tali opportunità. - Creare un sistema strutturato per la gestione degli appartamenti, sfratti e interventi di accompagnamento all’autonomia/semiautonomia. - Accordi con i Comuni / Gestori privati accreditati per definizione di rette compatibili con il reddito della persona.

Amministratore di Sostegno Vigilare sulle nomine improprie da parte dei giudici tutelari di Amministratori di Sostegno (AdS) -Ruolo servizio sociale e nomina AdS.

Possibili Risposte Potenziare l’Ufficio Tutele

Anziano psichiatrico -/=/> 60 anni Bassa integrazione servizi sociali e sociosanitari. Poche strutture RSA con posti disponibili per psichiatrici. Carenza CD per anziani psichiatrici. Problemi nelle famiglia con anziano con disturbo mentale e demenza/ritardo mentale (comorbidità). Carenza di assistenza per persone nella fascia di età 50-65 anni che vivono in una propria abitazione senza una rete familiare di sostegno (persone generalmente compensate ma con problematiche fisiche importanti)

Possibili Risposte - Monitorare e migliorare il processo delle dimissioni protette. - Potenziare le strutture semiresidenziali per anziani psichiatrici - Attivare il SAD - Attivare progetti integrati tra DSM, ASL e Comuni (Sanitario, socio sanitario e sociale) che vadano oltre l’assistenza domiciliare per mantenere nella propria abitazione persone compensate che però necessitano oltre ad u’adeguata assistenza anche accompagnamento e relazione per favorire il recupero delle capacità sociali con il territorio d’appartenenza.

Minori - Giovani con disturbi/fragilità mentali - Crisi familiari, depressione, disistima, carenza di riconoscimento comportamenti illegali, aggressività intra e extra familiare, dipendenze. - Accoglienza e primo soccorso. Ruolo dei pediatri (assenza). Difficoltà a lavorare in rete con i diversi soggetti della rete. Carenza di SFA, Servizi di Formazione all’Autonomia.

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Possibili risposte -Stesura di protocolli operativi per l’integrazione della rete. Coinvolgimento dei pediatri nel sistema. Per esempio sviluppare protocolli d’intesa CPS, Consultorio, ASL, Servizio Tutela Minori dei Comuni per presa in carico di famiglie multiproblematiche, …) -Integrare le politiche tra scuola, sanità, consultori, lavoro, casa. Collegamento con i SERD - Risposte individualizzate.

Trasporti Difficoltà di rispondere alle molteplici richieste dii trasporto effettuata da categorie dellanon autosufficienza.

Possibili Risposte Ricognizione dell’organizzazione dei Comuni e definizione di un modello di gestione sovra comunale, distinguendo quello istituzionale da quello sociale e occasionale del volontariato.

Risorse - Integrazione delle risorse tra Comuni, ASL e famiglie. Come da indicazioni DGR 2941/14. - Le risorse impiegate dalle persone e dalle famiglie con disturbo mentale sono fonte di impoverimento e di esaurimento. Occorre che il Piano di Zona tenga conto di questa situazione al momento in cui a livello di Ambito si definiscono l’accesso ai servizi e le quote di compartecipazione tramite ISEE. - La gestione delle risorse sia effettuata dal Piano di Zona a livello associato e alla presenza di criteri di accesso omogenei e di compartecipazione al costo da parte dell’utenza.

Tavolo di Sistema per una programmazione coordinata - Orientare gli interventi sul territorio in una logica di programmazione e no a ricorso a bandi per risolvere le emergenze. - Miglioramento nella collaborazione tra servizi sociali e sociosanitari per valutazione e presa in carico multidisciplinare integrata. - Formazione degli operatori per trasferire competenze del lavoro di rete, di inclusione sociale e per le attività SAD, Servizio Assistenza Domiciliare, per psichiatrici da parte dei comuni. - Carta dei servizi e punti di accesso della domanda (segretariato sociale …)

- Sia Istituito o confermato dove esistente il Tavolo di Area Salute Mentale all’interno del

-

- Piano di Zona distrettuale/Ambito; e all’interno siano costituiti sottogruppi di gruppi di lavoro su temi specifici (es. protocolli d’intesa CPS, Consultorio, ASL, Servizio Tutela Minori dei Comuni, presa in carico di famiglie multiproblematiche, …). - Operare una conversione del sistema dei servizi da un modello prevalentemente assistenziale e di abilitazione ad un modello che pur garantendo l’assistenza e l’abilitazione sia orientato alla promozione dell’inclusione sociale, alla massima autonomia possibile contemplata da un progetto individuale. Vedi Legge 328/2000 Art. 14 di seguito:

1. Per realizzare la piena integrazione delle persone disabili di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nell’ambito della vita familiare e sociale, nonché nei percorsi dell’istruzione scolastica o professionale e del lavoro, i comuni, d’intesa con le aziende unitàà sanitarie locali, predispongono, su richiesta dell’interessato, un progetto individuale, secondo quanto stabilito al comma 2. 2. Nell’ambito delle risorse disponibili in base ai piani di cui agli articoli 18 e 19, il progetto individuale comprende, oltre alla valutazione diagnostico-funzionale, le prestazioni di cura e di riabilitazione a carico del Servizio sanitario nazionale, i servizi alla persona a cui provvede il comune in forma diretta o accreditata, con particolare riferimento al recupero e all’integrazione sociale, nonché le misure economiche necessarie per il superamento di condizioni di povertàà, emarginazione ed esclusione sociale. Nel progetto individuale sono definiti le potenzialitàà e gli eventuali sostegni per il nucleo familiare. 291 Piano di Zona Ambito di Vimercate