MENSILE DI INFORMAZIONE DEI MISSIONARI COMBONIANI 3 – 2021 ANNO XL (nuova serie) N. 3 Marzo 2021 – 37129 Verona - Vicolo Pozzo, 1 – Poste Italiane Spa Sped. in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB Verona

ANNO DI SAN GIUSEPPE Padre obbediente Il 19 marzo celebriamo la festa di san Giuseppe, sposo della beata Vergine Maria. Con la lettera apostolica “Patris corde – Con cuore di Padre”, papa Francesco ricorda il 150°anniversario della dichiarazione di san Giuseppe, padre putativo

di Gesù, quale Patrono della Chiesa universale Gesù nella bottega di San Giuseppe indicendo fino all’8 dicembre 2021 uno speciale “Anno di San Giuseppe”

adre amato, padre nella tenerez- sia”. In lui, “Gesù ha visto la tenerezza e ci rende consapevoli che “Dio può za, nell’obbedienza e nell’acco- di Dio”, quella che “ci fa accogliere far germogliare fiori tra le rocce”. Non P glienza; padre dal coraggio cre- la nostra debolezza”, perché “è attra- solo: Giuseppe “non cerca scorcia- ativo, lavoratore, sempre nell’ombra: verso e nonostante la nostra debolez- toie”, ma affronta la realtà “ad occhi con queste parole Papa Francesco za” che si realizza la maggior parte aperti, assumendone in prima perso- descrive, in modo tenero e toccante, dei disegni divini…ed è incontrando na la responsabilità”. Per questo, la San Giuseppe. Lo fa nella Lettera apo- la misericordia di Dio soprattutto nel sua accoglienza “ci invita ad acco- stolica Patris corde, pubblicata l’8 di- Sacramento della Riconciliazione che gliere gli altri, senza esclusione, così cembre scorso in occasione del 150° possiamo fare “un’esperienza di ve- come sono”, con “una predilezione anniversario della dichiarazione dello rità e tenerezza”, perché “Dio non ci per i deboli”. Sposo di Maria quale Patrono della condanna, ma ci accoglie, ci abbrac- Chiesa cattolica. Fu il beato Pio IX a cia, ci sostiene e ci perdona”. PADRE CORAGGIOSO E volere questo titolo per san Giuseppe. CREATIVO, ESEMPIO DI AMORE Sullo sfondo della lettera apostolica, PADRE ACCOGLIENTE PER CHIESA E POVERI c’è la pandemia da Covid-19 che – DELLA VOLONTÀ DI DIO Patris corde evidenzia “il coraggio scrive Francesco – ci ha fatto com- E DEL PROSSIMO creativo” di San Giuseppe, quello prendere l’importanza delle persone Al tempo stesso, Giuseppe è “padre che emerge soprattutto nelle difficol- comuni, quelle che, lontane dalla ri- nell’accoglienza”, perché “accoglie tà e che fa nascere nell’uomo risorse balta, esercitano ogni giorno pazien- Maria senza condizioni preventive”, inaspettate. “Il carpentiere di Nazaret za e infondono speranza, seminando un gesto importante ancora oggi – af- corresponsabilità. Proprio come san ferma Francesco – “in questo mondo – spiega il Papa – sa trasformare un Giuseppe, “l’uomo che passa inos- nel quale la violenza psicologica, ver- problema in un’opportunità antepo- servato, l’uomo della presenza quoti- bale e fisica sulla donna è evidente”. nendo sempre la fiducia nella Provvi- diana, discreta e nascosta”. Eppure, Ma lo Sposo di Maria è pure colui che, denza”. Egli affronta “i problemi con- il suo è “un protagonismo senza pari fiducioso nel Signore, accoglie nella creti” della sua Famiglia, esattamente nella storia della salvezza”. sua vita anche gli avvenimenti che come fanno tutte le altre famiglie del non comprende, lasciando da parte i mondo, in particolare quelle dei mi- PADRE AMATO, TENERO ragionamenti e riconciliandosi con la granti. In questo senso, San Giusep- E OBBEDIENTE propria storia. pe è “davvero uno speciale patrono” San Giuseppe ha espresso concre- In pratica, attraverso San Giuseppe, di coloro che, “costretti dalle sventure tamente la sua paternità “nell’aver è come se Dio ci ripetesse: “Non ab- e dalla fame”, devono lasciare la pa- fatto della sua vita un’oblazione di sé biate paura!”, perché “la fede dà si- tria a causa di “guerre, odio, persecu- nell’amore posto a servizio del Mes- gnificato ad ogni evento lieto o triste” zione, miseria”. Attualità

SEQUESTRI DI CRISTIANI IN NIGERIA di denaro facile, tengono le persone in ostaggio e chiedono riscatti di milioni di naira (la moneta locale); altri sono Non si pagano riscatti legati al fondamentalismo religioso che mira a espandersi con lo scopo di dominare coloro che considerano “in- fedeli” (e i cristiani sono il numero uno sulla loro lista), ma attaccano e ucci- dono anche i musulmani che non approvano il loro modus operandi. I criminali, o banditi che dir si voglia, sono coscienti che l’attacco a un pre- te o a una suora cattolica fa notizia e pensano così di spingere il governo a prenderli sul serio. È una strategia ti- picamente terroristica attaccare dove le ripercussioni sono più forti». In merito al delicato problema dei ri- scatti richiesti, il vescovo spiega la posizione della Chiesa affermando che i vescovi cattolici nigeriani han- no concordato all’unanimità di non pagarli. Nel malaugurato caso di un nuovo sequestro il sacerdote chiarirà che la sua diocesi non paga riscat- ti. Lo scopo è evitare di alimentare questo macabro mercato di poten- ziali rapiti. «C’è urgente bisogno che il governo nigeriano affronti la situazione adde- Monsignor Chikwe uno dei sequestrati liberati strando gli agenti di sicurezza ad agi- re in modo più efficace. Ci si aspette- rebbe che, con tutto il denaro gestito he cosa sta succedendo in Ni- capitale della Nigeria, definisce que- dai politici – conclude mons. Kaigama geria? Quel che è certo è che sta situazione «un morbo che si sta –, il governo investisse di più nell’ac- una serie di rapimenti e atti di diffondendo senza che venga fatto C quisto di strumenti validi a persegui- violenza ai danni dei cristiani mani- alcuno sforzo significativo per argi- re i criminali. Gli agenti guadagnano festa un grave peggioramento della narlo». Il vescovo chiarisce che non molto poco e devono affrontare mal- situazione di per sé già gravissima solo i leader religiosi ma molti altri ni- viventi che hanno armi più sofisticate per la comunità cristiana. Il 15 gen- geriani, «vittime silenziose», stanno e spesso sono loro le prime vittime». naio scorso don John Gbakaan, sa- subendo la medesima drammatica cerdote della Diocesi di Minna (centro sorte. della Nigeria), è stato rapito e ucciso Parlando poi degli autori dei crimini il giorno dopo. Per la prima volta nella spiega che i termini “terroristi”, “ban- storia della Chiesa cattolica in Nigeria diti”, “uomini armati” sono stati usati un vescovo, mons. Moses Chikwe, indiscriminatamente per definire gli pastore dell’arcidiocesi di Owerri, nel autori dei rapimenti, ma la loro identità sudest del paese, a fine 2020 è stato non è così certa. Rammaricandosi per rapito da uomini armati e trattenuto le migliaia di persone uccise in diver- per alcuni giorni. Il 15 dicembre erano se parti del paese senza alcuna rea- stati rapiti padre Valentine Ezeagu, zione significativa, mons. Kaigama sacerdote della Congregazione dei ritiene sconcertante che le forze di Figli di Maria Madre della Misericordia polizia non siano in grado di iden- (rilasciato 36 ore dopo) e a novembre tificare questi uomini armati, il che don Matthew Dajo, dell’arcidiocesi avvalora l’opinione che non sono molti di Abuja (liberato dopo dieci giorni di gli sforzi compiuti finora per garantire prigionia). la pubblica sicurezza. Parlando con la Fondazione pontificia L’arcivescovo ritiene che ci siano di- Abbonamento Euro 35,00 Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), verse motivazioni alla base dei rapi- [email protected] mons. Ignatius Ayau Kaigama, dal 9 menti: «Alcuni sono a scopo economi- oppure chiama 045 8092290 novembre 2019 arcivescovo di Abuja, co, perpetrati da criminali alla ricerca

2 Vita comboniana

TROIA Con cuore di Padre Nella nostra chiesa dedicata alla Madonna Mediatrice di tutte le grazie, qui a Troia, sono custoditi due quadri. Entrando, a sinistra, c’è il quadro del Sacro Cuore di Gesù. A destra, quello di San Giuseppe

guance del bam- bino Gesù e le sue si sfiorano in un atteggiamento di Suor Giuseppina Bellucci grande tenerezza. Noi missionari nelle nostre famiglie: permesso, scu- comboniani qui a sa, grazie. Troia, guardando Scopriremo infine la bellezza della questa immagine vocazione missionaria come l’ha chiediamo nel- scoperta Giuseppina Bellucci, una la preghiera che ragazza di Troia che a 18 anni, ne- ogni nostra ami- gli anni ’50 del secolo scorso, de- cizia, ogni perso- cide di diventare suora missionaria na, a cominciare comboniana. Ma Giuseppina non ri- da tu che ci stai uscirà a raggiungere l’Africa: un anno leggendo, possa dopo, a 19 anni, una grave malattia crescere nella te- la porterà alla morte. Prima di morire nerezza. consacrerà la sua vita alla missione Giuseppe ha visto facendo la professione religiosa con i crescere Gesù in voti di povertà, castità e obbedienza. sapienza, età e Di lei il santo missionario comboniano, grazia davanti a padre Pietro Villani, ha scritto: «Sono Dio e agli uomini. contento e ringrazio il Signore di aver Gesù ha visto la conosciuto Giuseppina, una giovane tenerezza di Dio in che ha saputo amare». Giuseppe. Con la figura di suor Giuseppina, È quanto augu- nell’anno di san Giuseppe e nell’anno riamo anche a te: della famiglia, iniziamo a presentare che tu veda il bello i missionari e le missionarie com- in ogni persona, in boniani nati a Troia. Continueremo Troia. Il San Giuseppe nella chiesa della Mediatrice ogni membro della nei prossimi mesi, sempre a pagina tua famiglia. E che 3 del giornalino che avete tra le mani. apa Francesco ha dedicato le persone e i tuoi familiari vedano in padre Ottavio Raimondo quest’anno 2021 a san Giusep- te la tenerezza di Dio. P pe che ha amato Gesù con cuo- E allora non ci dan- re di padre, Maria la sua sposa con neggeranno né la lon- cuore fedele, il lavoro con la passione tananza geografica né Preghiera a san Giuseppe dell’artigiano. le situazioni delicate Salve, custode del Redentore, È bello celebrare l’anno di san Giu- come il Covid. e sposo della Vergine Maria. seppe assieme all’anno della fami- Sentiremo la bellezza A te Dio affidò il suo Figlio; glia che avrà inizio proprio il 19 marzo di vivere avvicinando festa di san Giuseppe e si concluderà alla nostra guancia, in te Maria ripose la sua fiducia; il 26 giugno 2022 in occasione del X° al nostro cuore, alla con te Cristo diventò uomo. incontro mondiale delle famiglie. Due nostra vita, ogni per- O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi, eventi, l’anno di san Giuseppe e quel- sona e ogni popolo. Ci e guidaci nel cammino della vita. lo della famiglia, per vivere la gioia incontreremo con tutti Ottienici grazia, misericordia e coraggio, dell’amore. con le tre parole che e difendici da ogni male. Amen. San Giuseppe nel quadro della nostra papa Francesco chie- (Papa Francesco) chiesa ci viene presentato mentre le de che siano presenti

3 Attualità

SUD SUDAN “Solo l’amore e la generosità costruiscono la Chiesa”

quanto dice padre Christopher stopher –. Ogni È Hartley Sartorius, missionario classe si riunisce in Sud Sudan. Il sacerdote, origi- in una capan- nario della diocesi di Toledo, e at- na di paglia e i tualmente impegnato nella diocesi bambini siedono di Tombura-Yambio Naandi afferma su tronchi che che «la missione della Chiesa è con- fanno da sedie tinua, il completamento di un’opera e banchi. Stiamo è l’inizio della seguente». Racconta pensando anche che, terminata la costruzione della a trasformare la scuola elementare Santa Teresa e nostra piccola Cattedrale di Tombura-Yambio quella secondaria San Pedro y San chiesa in una Pablo della parrocchia di Naandi vera e propria chiesa parrocchiale, chiede la stessa cosa: una chiesa, oltre (alla frontiera del Sud Sudan con la capace di accogliere l’intera comu- a una scuola per aiutare i meravigliosi Repubblica democratica del Congo nità che si riunisce per celebrare la bambini che popolano queste terre». e l’), si è subito avviato un fede e crescere nella santità». Padre Christopher non dimentica che progetto nella comunità di Djabio Il missionario aggiunge che spesso la Chiesa non è costruita da cemento per la costruzione di una scuola di noi crediamo di sapere di cosa hanno o mattoni, ma dall’annuncio del Van- otto classi, la chiesa parrocchiale e bisogno i poveri: «Crediamo di dover gelo, dalla celebrazione dei sacra- una piccola casa canonica che pos- essere noi a decidere di cosa hanno menti, dalle opere di carità e di amo- sa ospitare un sacerdote. bisogno ma non è così – dice –. Sono re: «Siamo noi che, uniti gli uni agli «Attualmente a Djabio sono circa 350 loro i protagonisti della propria storia altri, non dal cemento ma dall’amore, i ragazzi e le ragazze, distribuiti tra di salvezza. Dio vive in loro, tra di loro: costruiamo la Chiesa di Gesù Cristo, gli otto corsi, a frequentare la scuola sono persone di fede, che confidano di cui questo edificio è metafora e luo- parrocchiale – racconta padre Chri- in Dio. Ogni comunità che ho visitato, go di incontro e di lode».

SUD SUDAN diventato viceparroco e poi parroco della parrocchia di Ma- salma, a Omdurman/Khartoum, fino al 2008. Veniva quindi P. Matthew inviato a Roma per ulteriori studi presso la Pontificia univer- Remijo ordinato sità gregoriana, dove, nel 2010, ha conseguito un master in teologia spirituale. Tornato in Sudan, è stato nominato vescovo di Wau direttore delle vocazioni dell’arcidiocesi di Khartoum fino al 2012 e direttore spirituale del seminario maggiore di san omenica 24 gennaio, il Paolo fino al 2013. Fino al 2017 è stato anche vicario gene- Dcomboniano sudsuda- rale dell’arcidiocesi di Khartoum. Successivamente, è stato nese, padre Matthew Remijo mandato a Nairobi, in Kenya, come vicerettore ed economo Gbitiku, è stato ordinato vescovo di Wau, nella spia- dello scolasticato internazionale comboniano. nata di Santa Maria Ausiliatrice, la cattedrale, tra una folla di fedeli cattolici accorsi per celebrare e acclamare il loro nuovo pastore. La nomina del vescovo di Wau arriva dopo oltre 3 anni dalla scomparsa del defunto vescovo, mons. Rudolf Deng Majack, nel marzo 2017. All’ordinazione hanno preso parte più di 100 sacerdoti, tutti i vescovi del Sud e del Nord Sudan e circa 10.000 persone. Il vescovo Matthew Remijo, 48 anni, è nato a Wau, ha fatto parte delle elementari a Mboro e il resto alla Wau Day Se- condary School. I suoi genitori sono il compianto Remijo Adam Gbitiku e Asunta Juyee Longo. È stato battezzato il 20 giugno 1972 e cresimato nel 1984 a Bussere, Wau. Divenuto comboniano è stato mandato a studiare la teo- logia a Lima (Perù), dove diventava diacono il 18 novem- bre 2003. Rientrato in Sud Sudan, veniva ordinato prete a Sud Sudan. Mons. Matthew Remijo Adam Gbitiku in mezzo ai Wau, dal defunto vescovo Rudolf Deng, il 3 ottobre 2004. È confratelli comboniani

4 BURKINA FASO Ucciso don Rodrigue Sanon

embra che don Rodrigue, parroco di Soubaganye- S dougou (diocesi di Banfora), sia stato vittima di un gruppo jihadista. Il sacerdote, bloccato lungo la strada Soubaganyedougou-Banfora, nei pressi di Toumousséni, sarebbe stato ucciso dai suoi rapitori una volta scopertisi braccati dalle forze dell’ordine. La scomparsa del prete cattolico ha suscitato forte emozione tra i fedeli. La violen- za jihadista nel Sahel sta provocando milioni di persone Mons. Medhin ha più volte fatto ap- sfollate. Si parla di due milioni solo in Burkina Faso che di abitanti ne conta pello a un aiuto immediato per rispon- 20 milioni. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati dere alla disastrosa situazione uma- (UNHCR), il numero di persone in fuga dalla violenza nella regione del Sahel nitaria: «La popolazione, compresi i in Africa occidentale è quadruplicato negli ultimi due anni. I militanti legati rifugiati eritrei – scrive l’Abune Medhin ad al-Qaida e allo Stato islamico hanno ampliato il loro raggio d’azione nella in un suo appello inviato all’Agenzia regione semiarida ai margini del Sahara, alimentando conflitti etnici in Burkina Fides – ha esaurito generi alimenta- Faso, Mali e Niger e costringendo intere comunità a fuggire dalle proprie case. ri, farmaci salvavita, acqua, ecc. Non hanno accesso a servizi essenziali come elettricità, banche... Le notizie ETIOPIA/ TIGRAY provenienti dalla regione sono spesso frammentarie e incomplete, gli ope- “Situazione umanitaria allarmante” ratori mediatici non possono avervi accesso, mentre i collegamenti tele- bre quando le truppe etiopiche han- fonici e informatici sono bloccati. A no lanciato l’offensiva contro le forze gennaio – continua Abune Medhin del Fronte di Liberazione del Tigray –, dopo che gli operatori umanitari (Tplf). La delegazione che ha visita- hanno ottenuto un accesso limitato a questo mese, è stato stimato che to la regione dal 12 al 14 gennaio, ha 4,5 milioni dei 6 milioni di abitanti del potuto incontrare i funzionari compe- Tigray hanno bisogno di aiuti alimen- tenti del governo regionale ad interim tari di emergenza, con centinaia di per discutere il corridoio umanitario migliaia di persone alla fame. Preoc- e gli interventi. Nella sola Adigrat, cupa inoltre la situazione dei rifugiati dove la delegazione ha incontrato il eritrei accolti nei campi, Shimelba e vescovo locale dell’eparchia, mons. Hitsats, che sono stati dati alle fiam- Tesfaselassie Medhin, gli oltre 50mila me. Si moltiplicano infine i rapporti sfollati hanno urgentemente bisogno non confermati di massacri, torture, di «cibo, beni di prima necessità non stupri, rapimenti e saccheggi o distru- alimentari, medicine, acqua, tende e zioni di manoscritti e manufatti seco- sostegno psicosociale». lari in tutta la regione».

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ANNO 95 - N. 1091 - €

POSTALE DECRETO LEGGE 353/2003, POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO (CONVERTITO IN LEGGE IL 27/02/2004 N. 46) Vuoi far felice ARTICOLO 1,numero COMMA 1, DCB VERONA 2 febbraio 2021 una/un nipote? Regala l’abbonamento al PM con Mondiario quanto afferma la delegazione Abbonamento al Piacere! della Chiesa cattolica che ha vi- Sono Fabiola È Gianotti sitato a gennaio la regione del Tigray, PM-Il piccolo missionario nel nord dell’Etiopia: «Il numero di € 25,00 persone che necessitano di cibo, Fumetto con MARIA Mondiario acqua e medicine sta aumentando MONTESSORI € 30,00 di tre volte rispetto alla pianificazione iniziale del progetto di assistenza», [email protected] oppure chiama 045 8092290 affermano i delegati. Era il 4 novem-

5 Attualità

I MISSIONARI UCCISI NELL’ANNO 2020 ferocia, oppure sono stati oggetto di sequestro, o ancora si sono trovati coinvolti in sparatorie o atti di violenza Ricordando i “testimoni” nei contesti in cui operavano, contrad- distinti da povertà economica e cul- Il 24 marzo (anniversario dell’uccisione di Óscar turale, degrado morale e ambientale, dove la violenza e la sopraffazione Arnulfo Romero, vescovo santo di san Salvador) sono regole di comportamento, nel- celebriamo una giornata di digiuno e preghiera in la totale mancanza di rispetto per la ricordo dei missionari uccisi l’anno scorso vita e per ogni diritto umano. Nessuno di loro ha compiuto imprese o azioni i tratta di 20 persone: 8 sacerdoti, (Evangelii gaudium, 120). Quindi non eclatanti, ma ha semplicemente con- 1 religioso, 3 religiose, 2 seminari- solo i missionari ad gentes in senso diviso la stessa vita quotidiana della S sti, 6 laici. Il numero più elevato di stretto, ma tutti i battezzati impegnati maggior parte della popolazione, por- vittime si è registrato in America, dove nella vita della Chiesa morti in modo tando la sua testimonianza evangelica sono stati uccisi 5 sacerdoti e 3 laici (8). violento, non espressamente “in odio come segno di speranza cristiana. Viene poi l’Africa, dove sono stati uccisi alla fede”. Ecco perché si preferisce Silvia Ferrante 1 sacerdote, 3 religiose, 1 seminarista, non utilizzare il termine 2 laici (7). In Asia sono stati uccisi 1 “martiri”, se non nel suo sacerdote, 1 seminarista e 1 laico. In significato etimologico di “I martiri degli ultimi Europa 1 sacerdote e 1 religioso. Negli “testimoni”, anche perché ultimi 20 anni, dal 2000 al 2020, sono siamo chiamati a rispetta- giorni supereranno tutti i stati 535 gli operatori pastorali uccisi re il giudizio che la Chie- martiri”, scrive san Cirillo nel mondo. Tra questi 5 erano vescovi. sa potrà eventualmente Ringraziamo l’agenzia Fides che se- dare su alcuni di questi di Gerusalemme gue scrupolosamente questo stilli- “testimoni” proponendoli, l termine di ogni anno, l’Agenzia Fides ricorda i cidio di vittime. E che ci ha abituati a dopo un attento esame, Anomi e le vite di tutti i missionari e gli agenti pa- usare il termine “missionario” per tutti per la beatificazione o la storali cattolici uccisi nei dodici mesi precedenti, an- i battezzati, coscienti che “in virtù del canonizzazione, come sta che in Europa: nel 2016 c’era il nome di padre Jac- Battesimo ricevuto, ogni membro del accadendo di frequente. ques Hamel, sgozzato nella sua chiesa a Rouen Popolo di Dio è diventato discepolo Anche nel 2020 molti (Francia), vicino all’altare dell’Eucaristia; nel 2019 missionario. Ciascun battezzato, qua- operatori pastorali sono si raccontava anche di suor Ines Nieves Sancho, lunque sia la sua funzione nella Chiesa stati uccisi durante ten- religiosa spagnola assassinata mentre a 77 anni e il grado di istruzione della sua fede, è tativi di rapina o di fur- continuava in Centrafrica la sua opera di insegnare un soggetto attivo di evangelizzazione” to, compiuti anche con alle ragazze il mestiere di sarta. Per il 2020 ritroviamo an- che la storia di don Ro- berto Malgesini, il prete comasco accoltellato a morte da una delle innu- merevoli persone da lui soccorse, nel suo sacer- dozio speso a servire le persone più fragili e in dif- ficoltà. I resoconti annuali di Fides consentono di co- gliere dettagli interessanti dal punto di vista storico e statistico. Ad esempio, colpisce il fatto che negli ultimi dieci anni il numero più elevato di missionari e operatori pastorali ucci- si si è registrato in Paesi americani a maggioranza cattolica. S . F.

Missionari uccisi nell’anno 2020

6 Vita comboniana 2020 Natale speciale Un Natale diverso quello del 2020? Non in Congo

utti a prevedere un Natale 2020 mezzanotte è sta- tanto diverso dal solito. ta anticipata alle T Il nord del mondo “bulimico”, 18.00, il che non affamato di tutto, pasciuto e inebria- ha impedito una to da anni di sfarzo e di consumismo corale partecipa- sfrenato, si è trovato improvvisamen- zione e un gran- te, a causa della pandemia, “anores- de entusiasmo sico”… E così ecco che – attraverso la espresso con povertà, la semplicità, il confinamen- calore nella gioia to, il riscoprirsi e ritrovarsi a rivivere di canti, suoni e quel contatto e quell’affetto umano danze da far ri- dimenticato –, il Natale si riappropria suonare i cuori. Il dei suoi valori, direi meglio, dei veri 25 mattino ho pre- doni che ci fa con la venuta di Dio tra so parte all’Euca- noi, nella dolce bellezza del Bambi- ristia che ha visto no Gesù! Non tutti l’avranno eviden- la celebrazione temente vissuto così, e non saranno del battesimo di mancati coloro che avranno cercato una trentina di Fratel Duilio al lavoro (e ci saranno anche riusciti) di “elu- bambini e il ritor- dere e sconfinare da questo dono” e no ai sacramenti rivivere un natale, con la lettera minu- di persone che per vari motivi vi si serviti per comprare un po’ di riso e scola, che speriamo ormai morto. erano allontanate. qualche pesciolino secco per dare Noi qui, in questo sperduto angolo Nelle famiglie è cambiato ben poco, gusto al “mpondu” (foglie di manio- del grande Congo, abbiamo vissuto e il pranzo natalizio non ha niente o ca preparate alla moda del pesto alla Natale con l’abituale grande e forte quasi di diverso da quello degli altri genovese…). partecipazione, con bella e intensa giorni. C’è anche chi non ha mangia- L’ho saputo ieri per caso: si era ver- semplicità. E, per fortuna nostra, sen- to proprio, come la famiglia di mam- gognata di venire a cercare qualcosa za quei tanti, troppi condizionamenti ma Mbolihinie che aveva perso per per la famiglia. Ho rimediato in ritardo imposti dalle autorità. La Messa di strada i pochi soldi che gli sarebbero dandole ciò di cui aveva bisogno, ag- giungendo qualcosa che certamente non avrebbe mai acquistato. Alcune mamme sono più coraggiose e ven- marzo gono a chiedere aiuto, altre portano in pegno i loro vestiti per avere un po’ di denaro sia per il cibo che per pagare la tassa di scolarizzazione per i figli. È difficile rendersi conto di quanta gente non ha avuto nemmeno il cibo necessario per vivere degnamente questi giorni. Non posso che ripetermi: “Noi sia- mo troppo fortunati!”. E questo ci rende responsabili verso tutti coloro che soffrono e vivono nella povertà, perché chiamati, da fratelli, a condi- videre quanto generosamente e gra- Intenzione di preghiera tuitamente abbiamo ricevuto, come il Maestro di Nazaret ci ha insegnato. Perché il ministero della Famiglia Comboniana rafforzi la “giustizia di genere”, in particolare la difesa di donne e ragazze. Preghiamo. 27.12.2020 fratel Duilio Plazzotta

7 Biografia Ambrosoli

re, mamme, infer- miere, studentesse. Il suo rapporto con loro è sempre libe- ro e positivo: nien- te distanze sterili, ma una vicinanza abitata dal suo appartenere a un Altro, dal suo es- sere consacrato. Con il trascorrere degli anni mostra di aver acquisito una grande liber- tà interiore che si traduce in un rapporto sereno e coinvolgente con le donne al servi- zio della missione. Padre Giuseppe, a destra, con un gruppo di infermiere-ostetriche appena diplomate Bella la testimo- nianza del dottor Giuliano Rizzardini e della moglie, di Dalla parte delle donne, religione protestante: «Padre Giusep- pe aveva, secondo quello che dice il sempre Vangelo, la trasparenza e la purezza del bambino». Riprendiamo la pubblicazione a puntate della biografia di padre Giuseppe Ambrosoli, che sarà TUTTI SUOI FRATELLI «Arrivando a pranzo stanco dopo ore beatificato, salvo ulteriori imprevisti, la festa di di sala operatoria, e dopo la preghie- Cristo Re, il 21 novembre prossimo ra, prima di sedersi a tavola – raccon- ta il dottor Belloni – padre Giuseppe ella sua opera di chirurgo, pa- vivere. Quando le visita, lo fa nell’as- si guardava attorno per sincerarsi che dre Giuseppe presta un’atten- soluto rispetto della loro intimità. nulla mancasse ai presenti. Spesso N zione particolare alle donne in Naturalmente anche nell’operato del il cuoco dimenticava una posata, un quanto madri e, quindi, portatrici della “grande dottore degli acioli” si regi- bicchiere, un tovagliolo… Lui pren- vita. Sa che quelle mamme sono ca- strano fallimenti. Ma lui è il primo a deva dalla credenza l’occorrente, lo paci di ogni eroismo pur di assicurare “registrarli” e a soffrirne, con un solo portava con un sorriso a chi mancava al loro bambino il diritto di nascere e di intento: evitare che si ripetano. Sa che e poi si sedeva. Era il primo a cedere la vita è sempre il suo posto, se ne mancava uno. E un dono, il mira- con gli ospiti era particolarmente at- colo di un soffio: tento, perché “sacri”. Non solo pren- un istante di distra- deva lui la valigia, ma quando gli altri zione, una compli- si defilavano – il che succedeva spes- cazione e ne puoi so – si intratteneva con loro, anche causare la perdita. dopo faticose ore di sala operatoria. Gli risultava sem- Raccoglieva i pezzi di pane rimasti e pre tanto doloroso sparecchiava». vedere una mam- Proprio perché attento alle persone, a FONDAZIONE NIGRIZIA ONLUS ma morire dopo gli diventa normale essere delicato, mettendo il nostro codice fiscale sulla tua dichiarazione dei redditi aver dato alla luce umano e cordiale. Sono proprio questi un figlio. suoi gesti spontanei di attenzione alla Nel suo servizio persona che fanno breccia nel cuo- medico, in parti- re degli africani e non, che arrivano a 93216840236 colare chirurgico- : «Egli considerava tutti come ginecologico, ha a suoi fratelli e sorelle», testimonia un che fare con suo- catechista.

8 I Missionari Comboniani in Italia

BARI LECCE ROMA (Eur) Via Giulio Petroni, 101 Via per Maglie, km. 5 Via Luigi Lilio, 80 70124 Bari 73020 Cavallino (LE) 00142 Roma tel. 080 5010499 tel. 0832 612561 tel. 06 519451 [email protected] [email protected] [email protected] ccp. 245704 ccp. 13692736 ccp. 568014

ROMA (San Pancrazio) LIMONE BOLOGNA Via San Pancrazio, 17/B Via Campaldo, 18 Via dello Scalo, 10/5 00152 Roma 40131 Bologna 25010 Limone sul Garda (BS) tel. 06 8992730 tel. 051 432013 tel. 0365 954091 [email protected] [email protected] [email protected] ccp. 11893005 ccp. 23973407 ccp. 1030493413 TRENTO LUCCA BRESCIA Via delle Missioni Africane, 13 Via del Fosso, 184 38121 Trento Viale Venezia, 112 55100 Lucca tel. 0461 980130 25123 Brescia tel. 0583 492619 [email protected] tel. 030 3760245 [email protected] ccp. 12974382 [email protected] ccp. 11856556 ccp. 14485254 TROIA MILANO Corso Regina Margherita, 9 CASAVATORE Centro “P. Giuseppe Ambrosoli” 71029 Troia (FG) Via A. Locatelli, 8 Largo Missionari Comboniani, 1-3 tel. 0881 970057 80020 Casavatore (NA) 20161 Milano [email protected] tel. 081 7312873 tel. 02 6456486 ccp. 12031712 [email protected] [email protected] ccp. 308809 ccp. 12962205 VENEGONO Via della Missione, 12 21040 Venegono Superiore (VA) CASTEL D’AZZANO PADOVA tel. 0331 865010 Centro ammalati e anziani Via S. Giovanni di Verdara, 139 [email protected] 35137 Padova “Fr. Alfredo Fiorini” ccp. 550210 Via Oppi, 29 tel. 049 8751506 37060 Castel d’Azzano (VR) [email protected] tel. 045 8521511 [email protected] VERONA Casa Madre [email protected] ccp. 149351 Vicolo Pozzo, 1 37129 Verona tel. 045 8092100 CASTEL VOLTURNO PALERMO [email protected] Via Matilde Serao, 8 Parrocchia Santa Lucia ccp. 16433377 Via Enrico Albanese, 2 81030 Castel Volturno (CE) 90139 Palermo tel. 0823 851390 tel. 091 303042 VERONA C.C.M. [email protected] [email protected] Vicolo Pozzo, 1 ccp. 19884808 37129 Verona ccp. 1000764975 tel. 045 8092290 [email protected] CORDENONS PESARO ccp. 10486371 Vial di Romans, 135 Via Angelo Custode, 18 33084 Cordenons (PN) 61122 Pesaro Fondazione Nigrizia onlus tel. 0434 932111 tel. 0721 50895 [email protected] Vicolo Pozzo, 1 [email protected] 37129 Verona ccp. 11728599 ccp. 12309613 tel. 045 8092290 [email protected] FIRENZE REBBIO Via Giovanni Aldini, 2 Via Salvadonica, 3 VERONA San Tomìo 50131 Firenze 22100 Rebbio (CO) Via Mazzini, 6/A tel. 055 577960 tel. 031 524155 37121 Verona [email protected] [email protected] tel. 045 8006138 ccp. 16123507 ccp. 19081223 [email protected]

9 In Pace Christi

PADRE ITALO PIFFER CEMBRA (TN) 16-8-1929 CASTEL D’AZZANO (VR) 19-1-2021 Il missionario degli ultimi Una lunga vita: quasi 60 anni in Uganda, spendendosi per i più poveri e dimenticati

adre Italo è il 20° della lunga e to con fede ricordando le parole del (ne diceva il nome). Vado in paradiso triste lista dei confratelli della Maestro: “Chi mangia la mia carne e come missionario comboniano”. P comunità per missionari anzia- beve il mio sangue, ha la vita eterna La sua gioia ci riporta al pensiero di ni e malati di Castel d’Azzano dece- e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Paolo: “Siate sempre lieti, pregate duti a causa del Covid-19 negli ultimi ininterrottamente, in ogni cosa ren- Per la sua omelia, padre Teresino è mesi. Il funerale, il 22 gennaio, presie- dete grazie: questa infatti è la volontà partito da un “ricordo simpatico”: in duto dal veronese padre Luciano Pe- di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 occasione del funerale del vicentino rina, reduce da una lunga lotta contro Tessalonicesi 5,16-18). fratel Giovanni Soster, a Castel d’Az- il virus, ha visto la presenza di padre Arrivato il momento, padre Italo con zano (ottobre 2016), era presente an- Teresino Serra, superiore della comu- gioia e serenità aveva chiesto di pas- che padre Italo. Sulla via del ritorno nità comboniana di casa-madre, che sare da casa madre a Castel D’Azza- a casa madre, padre Italo, con quel ha tenuto l’omelia. no: “Le gambe sono vecchie e non suo simpatico sorriso che lo caratte- All’inizio del funerale, padre Renzo voglio essere di peso a nessuno. Là rizzava, gli disse: «Eh, capo, spero Piazza, superiore della comunità di sarò servito e riverito. Là aspetterò che al mio funerale non raccontino Castel d’Azzano, ha ricordato che il il giorno di Dio”, mi aveva detto». balle, come hai fatto tu oggi. Prega- comboniano trentino padre Italo Pif- te e basta!». Padre Teresino ha continuato ricor- fer aveva trascorso i suoi 65 anni di Padre Teresino ha continuato condi- dando l’amore di padre Italo per la sacerdozio in gran parte in Uganda, videndo ciò che aveva visto in padre sua vocazione missionaria, “orgo- ad eccezione dei primi 5 in cui ave- Italo: «Era un uomo semplice: non si glioso di essere missionario combo- va fatto il promotore vocazionale niano”, fermamente identificato con poteva non volergli bene! La bontà (“reclutatore”, si diceva allora) pro- l’istituto. Così come l’amore per la sua del suo cuore appariva con la sem- prio in terra veneta. famiglia di origine, il suo paese, il suo plicità degli umili. La Bibbia lo de- Trentino “con le sue belle valli”. «Quando nel novembre 2020 in que- scriverebbe con queste parole: “Era «Aveva un vizio – ha ancora detto pa- sta casa è arrivato il Covid-19 – ha gradito agli occhi di Dio”. E Dio lo ha dre Teresino – ma che per lui non era continuato padre Renzo – anche pa- benedetto con molti anni. La Bibbia vizio, ma salute: la sigaretta. Ogni tan- dre Italo è stato aggredito dal virus, direbbe come di Abramo: “Poi Abra- to i suoi parenti gli facevano avere un in un momento in cui la sua fragilità mo spirò e morì in felice canizie, an- pacco postale. Mi chiamava: “Vieni, è era cresciuta e la carrozzina era di- ziano e sazio di giorni e di benedizio- arrivata la provvidenza” Si prendeva ventata il suo scomodo luogo ordina- ni” (Gen 25,8). le sigarette e il resto lo lasciava alla rio di residenza. La sua situazione si Padre Italo era un uomo ancorato a comunità». era talmente deteriorata che i medici Dio. Il suo rapporto con Dio era spon- non pensavano che arrivasse fino a taneo, la sua preghiera semplice ma In conclusione, padre Teresino ha Natale. Ha condiviso gli ultimi giorni in sentita. Non gli piacevano le teorie: dedicato a padre Italo una preghiera stanza con fratel Antonio Marchi, che “L’unica vera teologia è il vangelo – dell’ottavo secolo, intitolata Custodi- sembrava stare meglio di lui e rice- diceva –. Tutte le altre teologie sono scimi Signore: veva l’eucaristia ogni giorno, mentre come foglie, che cadono al primo au- “Signore, padre Italo guardava con gli occhi fis- tunno”. resta con me in questo giorno e si, non parlava e non rispondeva agli Era un uomo gioioso che conquista- anima le mie azioni, le mie parole e i stimoli per giorni e giorni. Una sera ho va col suo sorriso sincero e sponta- miei pensieri. notato che ricominciava a muovere gli neo. Era contento di vivere e anche Custodisci i miei piedi perché non occhi. L’ho salutato e mi ha risposto felice di incontrarsi con Domineddio. passeggino oziosi, ma mi portino con un filo di voce. Gli ho chiesto se “Certo che esistono il purgatorio e l’in- incontro alle necessità degli altri. desiderava la comunione e con un ferno – diceva –. L’inferno l’ho vissu- Custodisci le mie mani perché non cenno mi ha risposto di sì. Gli ho dato to in tempo di guerra in Uganda… si allunghino per fare il male ma un frammento del Corpo di Cristo e ho visto anche il diavolo della catti- sempre per abbracciare e aiutare. lo ha ricevuto con una gioia visibile. veria. Il purgatorio l’ho fatto durante Custodisci la mia bocca perché non È stato il suo ultimo viatico, ricevu- il noviziato col mio padre maestro dica cose false o vane e non parli

10 male del prossimo; ma sempre sia no. Dopo pochi minuti quelli escono Partiva per l’Uganda la prima volta pronta a incoraggiare tutti e benedire con in mano i candelieri e un calice di nel 1961 per rientrare in patria defi- te, Signore della vita. poco valore. Allora il missionario li fer- nitivamente nel 2016. Nei decenni Custodisci il mio udito perché non ma e con calma dice loro: “Ma cosa trascorsi in Uganda ha annunciato perda tempo ad ascoltare parole se ne fanno i vostri capi dei candelieri il vangelo, visitato le comunità cri- vuote e falsità ma sia sempre pronto o del calice? Aspettate un momento!”. stiane, costruendo scuole e cappel- ad accogliere il tuo misterioso Da tempo padre Italo tiene ben nasco- le. Era attento ai più sfortunati, alle messaggio per compiere, anche sta una bottiglia di whisky e dei pac- persone disabili, ai lebbrosi, agli oggi, la tua volontà”. chetti di caramelle. Conservava il tutto ammalati di Aids a quelli che lui di- Padre Teresino aveva scritto di pa- per la festa di Natale per i catechisti e ceva non essere in grado di… zap- dre Italo in Natale con i ladruncoli le loro famiglie. “Ecco – dice – i vostri pare. Senza guardare al loro credo (Il Piccolo missionario, dicembre capi saranno contenti. Oh, le caramel- religioso o alla loro appartenenza 2018): «Siamo nel nord Uganda, me- le sono per voi… buon Natale!”. etnica. Ed era orgoglioso di contare ravigliosa terra africana, là dove la “Poveri bambini obbligati a fare i amici musulmani che lo aiutavano. guerra e la guerriglia hanno lasciato soldati”, commenta con tristezza pa- La zona era molto malarica e lui dice- ferite profonde nel cuore di tutti. La dre Italo». missione di padre Italo è stata assal- va che combatteva le zanzare con la tata per l’ennesima volta alcuni giorni Padre Italo è stato missionario in sua immancabile sigaretta sempre in prima di Natale. Eppure, questo an- Uganda per quasi 60 anni, prima ad bocca. Ma ciò che più colpiva era la ziano missionario rimane lì, tra la sua Arua nel West Nile ugandese e poi sua fede granitica e la sua vocazione gente, con amore e coraggio. È lui per molti anni ad Anaka una trentina per gli ultimi con i quali condivideva stesso a raccontarci i fatti dell’ultimo di chilometri da , una delle zone tutto quello che aveva. assalto e del suo Natale, con sereni- più pericolose nel nord del paese Era solito ripetere che quando arrive- tà e senso di umorismo: “Erano una dove si è speso in aiuto dei più pove- rà, al termine della sua vita, davanti al decina i bambini-soldato, mandati ri e i malati di Aids. Ha praticamente dal loro capo, per assaltare e rubare. attraversato la storia d’Uganda dall’in- Signore, questi non gli chiederà «che Cercavano forse qualcosa per la loro dipendenza fino a oggi, godendo e cosa hai fatto, quali opere hai costru- festa di Natale! Il più grande avrà avu- piangendo con la gente esposta a mi- ito…», ma gli farà l’esame sulle opere to sì e no 18 anni. Erano proprio bam- nacce, furti e rapine, sostenendone la di misericordia: «Italo, hai aiutato i po- bini, ma con il fucile in mano!”. Con fede e sempre attento ad aiutare i più veri?». E si rispondeva: «Beh, Signo- sguardo più da bambini spaventati poveri, gli ultimi della terra. re, qualcuno l’ho proprio aiutato!». che da soldati violenti minacciano il missionario. Padre Italo, con l’autorità dell’anziano, risponde energicamen- te: “Non si minaccia un anziano! Se- Il ricordo dei “reclutati” condo gli usi dei vostri padri e dei ono tanti i ragazzi “reclutati” dal promotore vocazionale padre Italo che lo padri dei vostri padri, se minaccia- ricordano ancora oggi con nostalgia. Giuseppe ha scritto: “Hai illuminato te o fate del male a un anziano, gli S la mia fanciullezza, la mia adolescenza e giovinezza, la mia maturità. Ora spiriti dei vostri antenati persegui- illumina dal cielo l’ultima parte del mio cammino con la tua splendida fede… teranno voi e i vostri genitori per l’e- ciao p. Italo!”. ternità!”. Ammutoliti, lo guardano, e Non pochi di quei ragazzi sono diventati comboniani e ricordano un padre poi rispondono: “Lasciaci almeno ru- Italo che scorrazzava per il Veneto in cerca di ragazzi per farne dei missionari bare qualcosa, altrimenti i nostri capi – molto presente nelle loro famiglie fino a diventare amico dei genitori – per si arrabbiano e ci castigano”. Padre facilitarne la loro entrata in seminario. Padre Elio, per esempio, ricorda ancora Italo li fa entrare e li attende all’ester- il giorno in cui padre Italo si presentò nella sua classe di 4a elementare a Fumane di Valpolicella. Il piccolo Elio ne rimase affascinato e decise di diventare come padre Italo che veniva addirittura a incontrarlo nel campo dove, dopo la scuola, lavo- rava con i suoi fratelli. Da chi padre Italo avesse saputo che quel bambino era…perspicace abbastanza per l’Africa, rimane un mistero. Forse dal maestro Gino Biola? Forse dal suo parro- co, don Giuseppe Menegatti, che però voleva Elio in seminario diocesano e…gratis. E il piccolo intestardito a ripetere: “O con padre Italo o niente!” Oggi sappiamo com’è andata. Riposa in pace, padre Italo! padre Elio

Trento 1959. Un giovane padre Italo con un piccolo “reclutato”

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FRATEL ANTONIO MARCHI SANTA MARIA DI SALA (VE) 14-8-1928 CASTEL D’AZZANO (VR) 16-1-2021 “Un gran patriarca che ha voluto bene a tutti” Così lo ha definito un amico sacerdote. Fratel Antonio se n’è andato dopo una vita missionaria spesa tra gli indios dell’Amazzonia brasiliana….

l funerale di fratel Antonio è stato c’è scritto: “Quando parlo degli indios, Marchi, fratello missionario combo- celebrato nella cappella della casa ripeto sempre una frase che tu, fr. An- niano, che si è spento nella struttura I con la partecipazione della comu- tonio, mi avevi detto: – Gli antropologi che lo ospitava da tre anni a Castel nità comboniana di Castel d’Azzano, vengono da noi, si appoggiano sulle D’Azzano. Era nato nel 1928, in pro- dove è deceduto, uscita finalmente nostre strutture, ma non capiscono vincia di Venezia. “Ma da bambino dall’isolamento. È stato il primo funera- questo popolo, manca loro una visione tutta la nostra famiglia è arrivata qui le dei confratelli deceduti di covid che spirituale, e allora prendono solo il folk- nel Mantovano, ad Asola, dove mio zio si è potuto organizzare in casa. Una lore, ma non l’essenza e non riescono è cresciuto”. A ricordare la storia e la operatrice ha commentato che una fi- a vedere che gli indios sono le creatu- persona dello zio è il nipote, che porta gura di fratello comboniano come An- re ancora calde nelle mani di Dio. lo stesso nome, Antonio: “Sono nato il tonio Marchi meritava bene di essere L’Amazzonia per fratel Antonio è 17 gennaio, ma il mio nome è legato messa in luce. L’Eucaristia trasmessa stata come l’Africa per san Daniele anche al fatto che quando sono ve- in diretta streaming su Youtube ha avu- Comboni, la sposa indivisibile ed nuto al mondo ricorreva la partenza to più di trecento collegamenti. eterna, amata di amore esagerato, per la prima missione dello zio”. L’omelia è stata tenuta da padre Ren- sovrabbondante, fino alla morte. Fratel Antonio aveva preso i voti nel zo Piazza, superiore della comunità, (…) Sovrabbondante era il suo amore 1953 e aveva trovato nei comboniani che ha presieduto la celebrazione: per la natura, per il creato: “La mia vita la sua strada e la comunità che rap- «Sovrabbondante è stato il suo nella foresta Amazzonica mi ha inse- presentava la sua scelta di fede. “Era amore per la missione, per il Brasile gnato molte cose: l’ascolto, il silenzio, persona speciale – racconta il nipote e in particolare per la querida Amaz- il servizio. Come Francesco povero – molto conosciuta in paese. Se mi è zonia. Ne parlava con tutti, in ogni cir- che sa vedere la creatura, il creato e concessa una battuta d’affetto, lo zio costanza e in ogni luogo…Pur in Italia il Creatore e Signore di tutto e di tutti”. incarnava, in modo positivo, quello da più anni, si sentiva ancora del Bra- Così scriveva sei mesi fa, il 19 luglio. che ognuno di noi pensa di un fra- sile e chiunque veniva di là ritrovava in Si fermava a osservare con meraviglia tello. Tutta la sua vita l’ha passata in lui un compagno di missione ancora e rispetto il grande ulivo al centro della missione, e l’ultima volta che è andato totalmente coinvolto. Ha vissuto con nostra casa, i fili d’erba e gli uccelli in Brasile era ormai ultraottantenne”. grandissima intensità la preparazione, che nidificavano: “Se sai fermarti a La sua avventura in Brasile inizia nel lo svolgimento e la conclusione del Si- guardarlo, lì trovi tutto”, mi aveva detto 1968 e termina nel 2012, quando nodo speciale per l’Amazzonia. Face- un giorno. Felice che Papa Francesco ormai 84enne si recò in Brasile per va parte di quel gruppo di missionari avesse deciso di scrivere una lettera l’ultima volta per un saluto. “Le con- che erano “giunti là con il Vangelo, enciclica sul rispetto della casa comu- dizioni di vita della comunità in cui lasciando i propri paesi e accettan- ne, la Laudato si’. operava fratel Antonio – si legge in do una vita austera e impegnativa In tanti ricorderemo con nostalgia un reportage a lui dedicato sul sito vicino ai più indifesi”. Con la sua pre- il sorriso di fratel Antonio, il suo della fondazione Senza Frontiere on- senza, “mantenendosi fedele al Van- sguardo buono, la sua barba fluen- lus – erano veramente precarie a gelo, ha contribuito a proteggere la te, le sue mani callose e generose, causa dell’isolamento socio-culturale dignità degli indigeni contro i soprusi la sua voce…». di questo gruppo indios che comincia ai loro popoli e territori”. La Gazzetta di Mantova, il quotidiano solo ora, con la presenza dei due mis- Durante lo svolgimento del Sinodo per della città lombarda, così ha ricordato sionari comboniani, a conoscere al- l’Amazzonia eravamo andati in ospe- il 18 gennaio fratel Antonio, titolando: cune regole igienico-sanitarie basilari dale per una visita di routine. Al me- «È morto il missionario Marchi, era per evitare malattie, nuove abitudini dico che lo interrogava sulla sua resi- stato tra gli indios brasiliani. Il suo ulti- alimentari, elementari tecniche di cre- denza, aveva risposto: “A Roma con mo viaggio nello Stato sudamericano scita dei piccoli, nonché a sentire la quelli del Sinodo per l’Amazzonia”. In quando ormai aveva 84 anni». necessità di imparare un linguaggio una recente lettera di una sua amica, E continuava: «Asola piange Antonio universalmente riconosciuto”».

12 PADRE CLAUDIO ALTIERI Consonni, presente nella comunità di Rebbio (Como) e come padre Clau- BOLZANO 22-7-1940 dio attivo in Como senza frontiere: CASTEL D’AZZANO (VR) 14-11-2020 «La morte di padre Claudio mi ha col- to di sorpresa. È balzato vivo il ricordo del tempo della sua presenza nella Affettuoso con tutti comunità comboniana di Rebbio. Ri- cordo il suo forte e determinato impe- Missionario per oltre 40 anni in Etiopia ed Eritrea, gno a favore dei migranti, pur con gli evidenti limiti di salute. È proprio di chi padre Claudio, dopo alcuni anni nella comunità ha dedicato con tutto il cuore e le forze comboniana di Rebbio (Como), era passato a Castel la propria vita alla missione in Africa e d’Azzano per essere meglio assistito. Lascia un vuoto nella circostanza in cui l’ho conosciu- to. Lascia un vuoto nel cuore la per- anche tra i parrocchiani rodigini della chiesa della dita di una persona cara con la quale Commenda. Pubblichiamo volentieri come gli amici si è condiviso la vita giornaliera e un aspetto del cammino pastorale, ma re- di Como senza frontiere lo ricordano sta il bel ricordo della condivisione di momenti molto positivi e la cer- adre Claudio non c’è più. alla battuta, affettuoso e interessato tezza che, come dice la liturgia, per Non è vero. È e resta nella a tutte e tutti noi ormai lontani. la fede, la vita non è tolta ma trasfor- «P nostra esperienza, e – si do- In realtà, a ripensarci adesso, per la mata dal mistero della “potenza di vrebbe dire – nella nostra storia. maggior parte di noi, padre Claudio una vita irriducibile” (Eb 7,16) propria Da quando ci siamo trovati intorno resta in buona parte sconosciuto. Non di chi dona la vita nell’amore al pros- all’esperienza di Como senza fron- c’è stato tempo di farsi raccontare la simo insegnato e praticato da Gesù in tiere, padre Claudio c’è. Intorno a sua vita, le sue vicende che – come per vista della testimonianza dell’avvento quei tavoli, davanti a quella stazione, tutti i missionari – immaginiamo nume- della sovranità di Dio nel contesto e in quelle discussioni, siamo diversi e rose e persino avventurose. L’abbiamo nella circostanza giornaliera, quale anche un po’ squinternati, e il grup- incontrato quasi solo nel presente (nel anticipazione e speranza dell’immer- petto di comboniani (di Rebbio/Como “nostro” presente). Ed è tardi per doler- sione nel mistero di Dio – solo amore – e di Venegono) è piuttosto consi- sene. Non è tardi, però, per continuare nella gioia senza fine… il luogo, l’ambi- stente, quattro anche cinque, strani sulla strada comune, su cui l’abbiamo to e il destino di ogni uomo e donna di quasi come noi, ma forti della loro incontrato. Non è difficile immaginare buona volontà che dona la vita, il suo esperienza, del loro impegno, della che, in modo assai più suadente, sa- tempo e le sue forze per il bene del loro disponibilità. Padre Claudio c’è rebbe questo il suo invito». prossimo e di una nuova umanità nella sempre (o quasi) fino all’ultimo, fino a Ed ecco quanto ha scritto di padre giustizia e nel diritto, senza discrimina- quando – dopo aver dovuto scende- Claudio il suo confratello padre Luigi zioni di ogni genere». re a patti con i problemi di salute – si trasferisce a Verona/Castel d’Azzano. Qualcuno lo ricorda, ai giardini della stazione, offrire un dialogo in lingua “originale” (lui che era stato a lungo in Etiopia e in Eritrea) ai giovani profughi presenti, concreta opportunità di farli sentire un po’ meno “stranieri” e un po’ più parte della comunità. Tutti lo ricordiamo nei suoi interventi, tutt’al- tro che di routine, capaci di estrarre dall’esperienza sua personale e della sua congregazione (per quasi tutti noi i Comboniani sono stati uno dei punti di riferimento, e da tempi “non sospet- ti”) indicazioni e suggerimenti fonda- mentali, capaci di “raccontare” anche quello che ancora non c’è e che si dovrebbe costruire. Chi è andato a trovarlo a Verona, nei mesi appena passati, l’ha trovato sofferente ma mai indifferente, anzi appassionato come sempre, pronto al sorriso e Padre Claudio a Como senza frontiere

13 In Pace Christi

PADRE CELESTINO PREVEDELLO VENEGONO INFERIORE (VA) 17-10-1950 ROMA 11-12-2020 Un amico sempre sorridente Si è spento a Roma, vittima del Coronavirus. Era da un paio di anni il superiore della comunità della Curia generalizia. Una vita missionaria che si è svolta quasi tutta in Sudan, dove ha lavorato per più di 30 anni. Un’altra grave perdita per l’Istituto, duramente colpito dalla pandemia, specialmente nella seconda ondata

a perdita umana di un confratel- Padre Torquato, vice-superiore della la mia esperienza come missio- lo è sempre un momento triste. comunità, ha condiviso “una lettera nario in Uganda e come prete qui a L Ancor più al tempo del corona- personale”, così l’ha chiamata, rivolta Roma, il sentirmi compreso nelle mie virus, quando anche l’estremo saluto a padre Celestino a nome dell’intera difficoltà, la tua capacità di accoglie- si riduce a una forma semplicissima comunità. Eccola: re e ascoltare, il tuo scusare sempre e breve. Il 17 dicembre i comboniani tutti, sono state preziose lezioni di «Caro Celestino, della comunità della Curia generalizia vita, indimenticabili. Come posso mi è stato chiesto di scrivere due ri- a Roma hanno celebrato la Messa di dimenticare i tuoi occhi sempre sor- ghe su di te. Lo faccio scrivendoti addio per padre Celestino, deceduto ridenti, quella porta della tua stanza questa lettera. Voglio dirti che sei sta- l’11 dicembre all’ospedale Sant’Euge- sempre aperta e accogliente, quelle to uno stupendo dono di Dio, un se- nio di Roma, dove era stato ricoverato ultime mattine quando, presto alle gno del suo amore per me e per tanti. per più di un mese. cinque, mi chiedevi di portarti il “mo- Parlo della mia esperienza, certo che caccino” che ti piaceva tanto o mi A presiedere l’Eucaristia è stato padre molti di noi la pensano come me. Con mostravi le foto delle tue desiderate Tesfaye Tadesse, Superiore generale, me hai esercitato il tuo essere missio- Dolomiti e i sogni di belle camminate con la partecipazione dei confratelli nario. Il tuo sorriso (sempre, anche tra i monti? Queste esperienze rimar- della Curia e della comunità di San quando eri ammalato o avevi grossi ranno indimenticabili. Pancrazio, della superiora genera- problemi), la tua pazienza con me, In questo ultimo mese ho sofferto le delle Comboniane, Madre Luigia la tua amicizia, le belle chiacchie- molto pensandoti solo, in ospedale, Coccia, accompagnata da alcune rate fatte insieme, i tempi belli della senza nessuno che potesse dirti una comboniane, dei dipendenti della co- missione, sono ora tra i ricordi belli parola o darti un conforto, il tuo “cal- munità, della Dott.ssa Anna Rosa Tri- della mia vita. Sono un segno che vario”, lo chiamavi tu. Gli ultimi gior- chilo, medico che lo seguiva, e da Dio è stato con noi attraverso di te. ni della tua vita sono stati di certo di alcuni amici stretti di padre Celestino. Sei passato veloce nel mio cielo come grande dolore e grande purificazione. Quattro confratelli hanno dato la loro una stella cadente, che illumina e se Lui ti ha preparato all’incontro. Sono testimonianza – padre Torquato Pa- ne va. Realizzi la sua luce quando è certo che san Daniele Comboni e olucci e tre fratelli: Alberto Parise, già scomparsa. Sarà molto difficile santa Giuseppina Bakhita ti sono Castro Jayson Torregosa e Marco dimenticarti, ci hai dato tanta gioia venuti incontro per accoglierti. Binaghi – così come Madre Luigia. anche quando, scherzosamente, mi Sei stato molto presente nella pre- Tutti hanno detto dell’amicizia di pa- prendevi in giro. ghiera mia e dei confratelli della co- dre Celestino, della sua attenzione Devo aggiungere che sei stato un munità, che ti hanno tanto amato e ai verso tutti, della sua serenità e, so- meraviglioso esempio di vita. Il tuo quali ora manchi molto. Ti chiedo: dal prattutto, della sua gioia e del suo amore per la missione e per la no- cielo, ogni tanto, rivolgi il tuo sguardo costante sorriso anche nelle ore più stra famiglia comboniana, il tuo a noi e dacci una mano. L’appunta- difficili della malattia. ascolto quando potevo confidarti mento è in Paradiso.

14 Tutti noi qui della comunità di Via Li- lio con cui hai condiviso i due ultimi anni della tua vita su questa terra, Il mantello di san Martino vogliamo dirti grazie di cuore. Tu che tante volte parlavi della “missione non scalda più l’Europa del cuore” riferendoti al Sudan e con nostalgia ci parlavi di quei bei tempi aceva davvero freddo, ad Amiens, nell’inverno del 335. Martino era un soldato della guardia imperiale (regnava ancora Costantino), e aveva il trascorsi nella terra dove Comboni si F compito di ispezionare i posti di guardia. Un giorno, durante una ronda a era spento per la missione, fa’ cresce- cavallo, gli venne incontro un mendicante: povero e seminudo, tremava sotto re in noi la passione per la missione e la nevicata. Martino non ebbe un’esitazione: estrasse la spada, tagliò in due intercedi per noi dal cielo, insieme a il suo grande mantello di cavaliere e con una metà avvolse chi era nudo. Comboni e a tanti confratelli e sorelle Quella notte, mentre dormiva, gli apparve Gesù, che spiegò ai suoi angeli: comboniani. «ecco Martino, il soldato non battezzato che mi ha vestito». Nato in Ungheria, Grazie per quello che sei stato per il cresciuto a Pavia, fermatosi in Gallia dove divenne vescovo di Tours, Martino Sudan, per l’Africa e per tutti noi. Con- divenne uno dei santi più amati e venerati nella Chiesa universale: dall’Africa tinua a proteggerci» alla Svezia. Uno dei più rappresentati, in ogni epoca, non solo dall’iconografia Sono in tanti ad aver espresso stima cattolica, ma anche da quella ortodossa, da quella copta. per padre Celestino e solidarietà a noi Qua lo vediamo ritratto da Pere e Jaume Serra, due grandissimi pittori del go- comboniani. Ne citiamo uno per tutti, tico catalano. Ho scelto proprio questa grande tavola (è larga quasi un metro e Mastellaro Severino comboninsieme: mezzo), tra le migliaia possibili, per come rappresenta il mantello. Un mantello “Noi amici e frequentatori dell’Istituto enorme, lunghissimo. Una specie di coperta, tutta foderata di caldissimo vaio comboniano di Padova eravamo con- (il pelo argentato di uno scoiattolo pregiatissimo): è soffice, calda, conforte- sapevoli che le condizioni di salute vole. Inseguendo il gusto cortese delle cose preziose, questa immagine non di padre Celestino, già provato dalla dà solo l’idea del lusso: ma anche del calore, condizione indispensabile per grave malattia, erano molto precarie. difendere la vita in giorni come questi. Un’immagine in fortissimo contrasto col Ma, come sempre, non si è mai pre- ritratto del pellegrino: letteralmente in mutande, tremante dal freddo. Brutto, parati alla salita al cielo di un amico. trasandato, irsuto almeno quanto Martino è curato, sbarbato, elegante. Vogliamo ricordarlo con la nostra pre- La spada di Martino è come il fulcro di una bilancia: che tirando su il mendico ghiera riconoscenti del suo servizio dalla povertà e dal freddo, tira Martino stesso giù dal suo cavallo, per le strade missionario sempre accogliente e di- povere e polverose del mondo. Facendolo uomo, e facendolo santo. Se ho sponibile con tutti”. pensato a Martino, è per le immagini che in questi giorni arrivano dalla Bosnia. Nel campo di Lipa, da settimane, due- mila migranti provenienti da paesi come il Bangladesh, l’Afghanistan, il Pakistan, sono ridotti come il povero di questo quadro. Uomini, donne, bambini: che tremano, senza vestiti. Mentre, di notte, la temperatura scende anche a venti gradi sotto lo zero. Sono lì, alle porte d’Europa: ma l’Europa non li fa entrare. Non è un periodo facile per nessuno, ma il mantello dell’Europa è lungo e cal- do. Solo che non c’è nessuno disposto a tagliarne un piccolo pezzo. La vita di Martino si snodò in un’Europa, in fondo, piccola e unita. Per secoli la sua imma- gine e il suo culto hanno continuato a cucirlo, questo nostro continente. Ma oggi Martino non abita più in Europa: e quella bilancia non si muove. Tomaso Montanari (da Il Venerdì di Repubblica, 29.1.2021)

Jaume e Pere Serra, “San Martino e il povero”. Tempera su tavola, 1375-85. Mercato antiquario

15 Attualità

Esondazione del fiume Niger nella capitale Niamey

Ostaggi prescelti e dunque cu- rati, oggetti di studio, di indagini e di innumerevoli misure perché assicurino una manodopera de- localizzata, da sfruttare a ogni Antichi e crisi del sistema. Non ci fosse- ro bisognerebbe inventarli ed è proprio questo che fanno le sta- nuovi ostaggi tistiche aggiornate degli ultimi censimenti finanziati dalla Ban- nel Sahel ca mondiale. Sono anch’esse ostaggio del- le più becere forme di potere, A rimanere l’unica libera li. Messe in vendita con l’esternaliz- le donne, che nell’intenzione di chi zazione per il controllo dei migranti, sovrintende le redini delle società, di inventare, agire, sono da tempo in balia dei rapporti esistono per riprodurre, mantenere insegnare e credere di forza che reggono le geopolitiche e assicurare la continuità del mondo del momento. Oggetto di compraven- così com’è da loro concepito. Ogget- è ancora e solo lei, la dita per traffici di ogni tipo, contrab- ti di uso, consumo, scambio, pubblici- sabbia della quale, nel bandieri, banditi, jihadisti, affaristi, tà, mercato, conforto o semplicemen- commercianti di armi e di chi, grazie te passatempo o prestigio. Ostaggi di Sahel, siamo tutti ostaggi a loro, si arricchisce. Ad esempio EU- mode, visioni, promesse, tradimenti e CAP-SAHEL, specializzato per forma- trappole nelle quali poi, loro stesse, a più siamo ostaggi del destino. Pro- re gli agenti che gestiscono le frontie- volte, cadono per ingenuità o interes- prio come Johnson che la guerra ci- re. Esse si rivelano mortali in mare, nel se. Le politiche le ingannano, le raggi- vile in Liberia ha scacciato da bam- I deserto, nella testa e nelle politiche rano e ne fanno uno strumento di quo- bino nel Ghana con la sua famiglia in di chi detiene il potere di decidere te per le amministrazioni delle banche un campo di rifugiati. Sua madre e suo tra insabbiati, sommersi, crocifissi e o dei ministeri della difesa. Eppure figlio si trovano oggi negli Stai Uniti salvati. Frontiere di sabbia, cemento, dove lui stesso era approdato qualche lavorano la terra, sostengono la vita, pietra, filo spinato, elettriche, virtuali portano sulle spalle il peso dei giorni anno fa come “indesiderato”. Dopo la o di carta straccia e attendono, for- prima guerra civile nel suo paese era coi figli che crescono con loro, nella se, il nuovo passaporto sanitario. Le paziente attesa di un domani migliore. emigrato in Senegal e dopo qualche frontiere assicurano la protezione del- tempo, via aerea, era approdato nella Saranno le uniche a poter cambiare le disuguaglianze di cui parla l’ultimo il mondo a modo loro, quando, un Jamaica di Bob Marley del movimento rapporto di OXFAM, pubblicato all’oc- giorno qualunque, eserciteranno al- rasta. Da lì era sbarcato in Messico. casione del Forum “virtuale” di Davos, trimenti un potere che non sia quello Come migliaia di altri migranti, anche per il Grande Reset mondiale. di dominare ed escludere. lui aveva scavalcato il muro che sepa- Gli ostaggi principali restano co- Poi ci sono i giovani, ostaggi di men- ra i due paesi e trascorso almeno sei munque i poveri. Sotto ogni regi- talità defunte e del futuro che a loro mesi a Washington. Giusto il tempo me, latitudine o stagione sono loro sfugge perché rubato o tradito dai di dargli un “passaporto mondiale” che permangono i…“vendibili” di grandi. Sono gli elettori disputati e (Wolrd Passport) per rispedirlo al accordi, politiche, piani di ristrut- mittente e cioè in Senegal. turazione o grandi trasformazioni contesi dei secondi turni delle presi- Passa in Guinea e, con l’idea di ap- dell’economia. denziali, ostaggi di soldi e alleanze prodare in Europa, cerca invano di Insostituibili per le agenzie umanita- a cui nessuno crede. Ostaggio è poi raggiungere la Libia. Non è mai riu- rie, i predicatori ambulanti di violenza la società civile che rincorre donato- scito ad attraversare la frontiera. Da armata e di religioni come surrogato ri, partner, finanziamenti e benevoli oltre 6 anni il Niger è diventata la sua organizzato di illusioni, sono altresì umanisti. Ostaggi sono i contadini patria. Passa qualche mese ospite fondamentali per i politici in cerca di nelle zone occupate dai gruppi armati nella prigione di Niamey, la capitale, mandati elettivi. Sono i poveri ostaggi e i fedeli che non possono professa- e, appena fuori, chiede a sua madre, a garantirne la sopravvivenza e so- re la fede che li anima. Ostaggi pri- ormai anziana, di mandargli i soldi prattutto il loro perpetuarsi. Si presen- vilegiati sono gli intellettuali, al soldo delle valigie per il viaggio. Nell’attesa tano come inevitabili per le ideologie, dei potenti e della paura di pensare. ripara sedie per il giorno che verrà del gli eserciti di riserva, le manifestazioni Ostaggio sono soprattutto le parole ritorno a una casa che non c’è. di piazza, le mense popolari, le ado- sedotte e asservite alla menzogna. Anche le nostre frontiere sono ostag- zioni a distanza, i corridoi umanitari e (Niamey, 31 gennaio 2021) gio dell’Occidente e di complici loca- i fondi di urgenza per le inondazioni. Mauro Armanino

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