MARTIN SCORSESE Bravoquel

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MARTIN SCORSESE Bravoquel DOMENICA 27 NOVEMBRE 2011 LADI REPUBBLICA DOMENICANUMERO 354 CU LT “Gangs of New York All’interno non si avvicina La copertina neppure minimamente La rivincita a quello che vedevo dello zero io sulla Bowery” Perché la scienza La strada, il cinema nasce dal “nulla” Autobiografia RECALCATI E ZELLINI di un grande regista La recensione Torna Geda dai coccodrilli all’epica di un nonno LEONETTA BENTIVOGLIO L’intervista Lila Zanganeh “Le lezioni di felicità fatte da Nabokov” ANTONIO MONDA MARTIN SCORSESE bravoQuel Il teatro ragazzo Franco Branciaroli e il declino L’attualità MARTIN SCORSESE ROBERTO SAVIANO di un attore Catastrofi d’Italia, NEW YORK dietro la ribalta la lunga storia ono nato nel 1942 nel quartiere di Corona, nel Queens. I arlare di Scorsese è come avvicinarsi a un mondo im- RODOLFO DI GIAMMARCO miei genitori si erano trasferiti lì dal Lower East Side. La possibile da ridurre a sintesi. Perché se ha raccontato co- che non insegna loro idea era lasciare il vecchio quartiere per “migliorar- me nessuno l’America degli immigrati italiani — lui, fi- PAOLO RUMIZ si”, come dicevano. Corona mi piaceva. Condividevamo glio di figli di immigrati — è forse uno dei più grandi in- Suna casetta con un’altra famiglia. Sul retro c’era un cortile con un al- Pnamorati di New York, affascinato dalla sua frenesia centrifuga in bero. Si poteva andare al parco: c’era qualcosa da vedere. Ma poi mio grado come nessun’altra cosa di raccontare gli elementi universali Il libro padre si mise in guai seri col padrone di casa e dovemmo ritornare a di una vita. I mafiosi di Scorsese sono raccontati nelle loro vite, più Spettacoli Elizabeth Street, a Manhattan. In un certo senso fu un’umiliazione: che nelle loro gesta. I comportamenti, le amanti, i vestiti e gli sguar- Una certa idea tornare praticamente nelle due stanze e mezzo in cui era nato, per di, gli orologi, i club, i ristoranti. Le stanze che spuntano sempre nei La primavera stare con i miei nonni, finché trovammo un appartamento in fondo retrobottega. Nei film di Scorsese, nei suoi documentari c’è tutto: di mondo: in cui i Beatles all’isolato, al 253. musica, guerra, narrazione criminale, costruzione di comporta- Nel Queens fu meraviglioso. Nick Pileggi e io ci abbiamo scritto so- menti. È un regista che ha battuto talmente tanti sentieri che non può la piccola America scoprirono l’Lsd pra una sceneggiatura, che vorrei girare. Ma non so se sarò mai ca- essere toccato dalla solita accusa rivolta a chi racconta la vita, quel- pace di portarla sullo schermo. la di strada: che con quei film si condizionano i comportamenti. di Elizabeth Strout ANGELO AQUARO E PAUL MCCARTNEY (segue nelle pagine successive) (segue nelle pagine successive) ALESSANDRO BARICCO Repubblica Nazionale DOMENICA 27 NOVEMBRE 2011 LA DOMENICA I 32 La copertina L’infanzia crudele nel Lower East Side degli anni Quaranta, l’asma che lo isola e gli fa scoprire la magia del grande schermo. È così Martin Scorsese che il grande regista italoamericano comincia a girare i suoi primissimi film disegnando storie su foglietti di carta, come oggi racconta in una straordinaria autobiografia “Il mio cinema è la strada” MARTIN SCORSESE re sempre protetto. Per questo divenne importante per me il rito di andare al ci- (segue dalla copertina) nema con mio padre, non importa quale film fosse. uanto alla storia col pa- Frequentavamo il Loew’s Commo- drone di casa, è una fac- dore, all’angolo tra la Sesta Strada e la cenda piuttosto compli- Seconda Avenue. Entravamo sempre a cata. A quei tempi se uno metà film. Anche lì, come in chiesa, c’e- Qnon era istruito e lavorava ra un senso di pace. Era come partire in una certa zona, doveva per un viaggio. Fuori dalla sala i mani- stringere legami di vassallaggio con il festi vendono sogni, si sa. E quando si dato gruppo. C’erano diverse famiglie entra in un cinema, il sogno è reale, o mafiose, e mio padre fiancheggiava quasi. E poi, condividere queste emo- una di queste. Il capo era un suo amico. zioni così forti con un padre con cui Fu lui a trovargli casa nel Queens. Mio non parlavo molto, diventò il principa- padre aveva anche molti problemi con le terreno di comunicazione tra noi. Mi suo fratello, Joe. Da quello che ne so, portò a vedere Il bruto e la bella, il pri- spesso partecipava a riunioni dove cer- mo film che vidi su come si realizza un cava di evitare che altri mafiosi lo am- film. A mio padre piacevano i western. mazzassero. Il padrone di casa era uno Ultimatum alla Terra fu una grande che aveva un camion per il trasporto esperienza: di pomeriggio, all’Aca- della verdura in un garage di fianco a demy of Music, con duemila spettato- casa nostra. Un giorno passò di lì mio ri. O La Cosa da un altro mondodi Nyby fratello. Prese una gallina che aveva lì e e Hawks, si apre la porta e dietro c’è Ja- le tirò il collo di fronte a lui, facendolo mes Arness nella parte del mostro: hai scappare in lacrime. Dopodiché co- mai visto duemila persone balzare sul- minciò a prendersela direttamente la sedia contemporaneamente? con mio padre. Probabilmente il pa- Straordinario. drone di casa deve avere pensato che C’era un grande contrasto tra i film mio padre fosse una specie di gangster. che vedevo e l’ambiente in cui vivevo. I Non era vero, però gli piaceva vestire in miei venivano da un paese siciliano. E un certo modo, mentre l’altro era un in Sicilia, lo sa, non ci si fida di nessuno, po’ uno zotico. E poi penso che mio pa- si cresce pieni di diffidenza. E, mi spia- dre piacesse a sua moglie. Così il risen- ce dirlo, ma questo atteggiamento mi timento cresceva. E a un certo punto ci venne inculcato a forza. I miei genitori fu lo scontro. Tornò dal lavoro e, in cor- erano brava gente, lavoratori; non era- tile, dalle parole passarono ai pugni, finché il padrone di casa prese un’a- scia. Allora la sorella minore di mia ma- dre uscì fuori e lo spinse da parte dicen- dogli: «Piantala e molla quell’arnese. Lascia stare mio cognato». E quello si fermò. Proprio come nell’Uomo tran- quillodi John Ford: sono state le donne a fermare tutto. Solo che quella sera ci fu un altro scontro. Li vidi che se le da- vano al bar. Tornai a casa e dissi a mia madre: «Stanno litigando». Lei stava stirando e mi disse: «Lo so». Subito do- po ce ne dovemmo andare. Il Lower East Side era piuttosto duro. Quello che si vede nei film degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, con i Dead End Kids, non era molto lontano dal vero. I ragazzi stavano in strada, giocavano con quello che trovavano. Il coperchio di un bidone dell’immondi- zia poteva diventare uno scudo, e per fare la spada si staccava un’asse da una cassetta delle arance. C’era un sacco di traffico, un sacco di gente che viveva ammassata. E molta tensione. Pratica- mente vivevo sulla Bowery, e la cosa mi ha molto segnato. Gangs of New York non si avvicina neanche minimamen- te a quello che vedevo sulla Bowery. Nel Queens, la casa aveva stanze più grandi, dove potevi sempre sparire, al- meno per un po’. Qui era impossibile. Avevo addosso gli occhi di tutti e non potevo dire niente, perché ero il più piccolo. Così presi ad andare in chiesa, e rimasi affascinato dai rituali della messa. L’altra cosa era che mio padre, ovviamente, non sapeva che diavolo fare con me. Dopo avere lavorato tutto il giorno nel Garment District, andava BAMBINO dai miei nonni, cosa che a mia madre Dall’alto in senso orario: Scorsese a sette mesi con la madre Catherine, non andava giù. Alle undici di sera tor- la zia e il cugino; nel Queens travestito da indiano; la strada dove viveva, nava a casa con i giornali popolari, il Elizabeth Street a Little Italy; con il fratello Frank. In copertina Martin Daily News e il Daily Mirror. C’era an- in toga e cappello neodiplomato alla junior high school cora tempo per una litigata, e poi tutti a letto. E la mattina dopo usciva per an- no né mafiosi né criminali. Ma c’era giorno, con la mia esperienza. Venivo (DiCaprio, ndr) nel locale. Erano sette re in certe direzioni. Così dico a Jack: dare al lavoro. Così non è che lo vedes- questo atteggiamento verso il mondo. da un mondo dove tutto si riassumeva pagine di sceneggiatura, le avevamo «Jack, domani rifacciamo la stessa sce- si molto. Ma era costretto a portarmi al Se vedete Nuovomondo di Crialese, i in un unico consiglio: “Fa’ quello che girate la sera prima, ed era andato tut- na. Se ti viene in mente qualcosa per cinema; mi portava al cinema in conti- miei nonni erano così. Negli anni Cin- vuoi ma sta’ in campana”. Quando sta- to bene. Ma a un certo punto dico a Leo: rendere nervoso Leonardo...». nuazione. La mia asma in pratica mi quanta era strano cercare di essere vo girando The Departed - Il bene e il «C’è qualcosa, qui, non so esattamen- Il giorno dopo Jack arriva, si siede, isolava da tutti. E nella mia solitudine, americano, di acquisire certi valori male, ho scoperto che alla fine la storia te cosa, che non è ancora uscita fuori aspetta che si sieda Leo, e la prima co- mi mettevano in testa l’idea di non po- americani.
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