martedì 19 novembre 2002 in scena 23

UN FILM SULLE CASE DEL POPOLO CON CARLO MONNI MENDELSSOHN IN VOLO VERSO LUTERO PASSANDO DA CASA BACH & BEETHOVEN Quindici giovani registi italiani, Rubens Tedeschi francesi e inglesi sono al lavoro da oggi al Festival dei Popoli per un Splendida serata scaligera all’Arcimboldi con l’im- ro, il Vecchio e il Nuovo Testamento completarono gione romantica. A differenza, non solo di Beetho- Tanto più lodevole l’inclusione nella stagione scali- seminario voluto dalla Commissione ponente Sinfonia n.2 di Felix Mendelssohn realizza- la diffusione, aprendo nuove strade al pensiero, ven, ma di Liszt e di Berlioz che, seguendo passioni gera dove ha riscosso un meritato successo, rafforza- Europea. Tra i cinque progetti italiani ta dall’orchestra, dal coro e da un’eccellente trio di liberato dall’angusto dogmatismo romano. A ra- amorose, Mendelssohn va alla riscoperta di Bach. È to dall’eccellenza dell’esecuzione. Giustamente la ammessi c’è anche un documentario cantanti, diretti con stile e vigore da Neville Marri- gion veduta, Mendelssohn, per onorare Gutemberg, il sommo Kantor a suggerire le diverse facce della Scala, memore della predilezione britannica per le sulle Case del Popolo toscane, con ner. Intitolata Lobgesang (Canto di Lode), la Sin- unisce voci e strumenti nell’esaltazione di testi lute- «cantata», alternando la pastosità dei cori alle arie opere di Mendelssohn, ha chiamato sul podio un Carlo Monni come protagonista. fonia nasce nel 1840, come momento culminante rani. e al dolcissimo duetto, per finire con la monumenta- direttore inglese. Neville Marriner ha dato un’inter- L'idea è di Cosimo Calamini, delle celebrazioni indette dalla città di Lipsia per il All’orchestra spettano i tre movimenti introduttivi. le fuga in cui la «Lode al Signore» riprende dall’in- pretazione mirabile alla partitura, illuminando del aspirante regista fiorentino, 28 anni, quattrocentesimo anniversario dell’invenzione del- Legati in un arco ininterrotto («come non era mai troduzione orchestrale il maestoso motto degli otto- pari l’afflato romantico e i preziosi richiami alla già autore di vari documentari. L'idea la stampa: svolta decisiva per il progresso della stato sperimentato nel campo sinfonico», rileva Ro- ni. L’ispirazione non è sempre al medesimo livello, struttura bachiana. L’orchestra e il coro l’hanno di Calamini è di documentare civiltà. bert Schumann), aprono la via alla sontuosa canta- ma «sono molte le parti - come scriveva Hans von puntualmente seguito assieme ai solisti: qui si è l'evoluzione delle Case del Popolo Quando il tipografo Johann Gutemberg impiegò i ta «in lode di Colui che ha creato e donato tutte le Bulow - in cui il marchio del genio è rimasto im- imposta la ricca vocalità di Melanie Diener (ben toscane ripercorrendo, insieme a caratteri mobili per imprimere le versioni latine arti». Le annuncia la sentenza di Lutero stampata presso indelebilmente». coadiuvata nel duetto da Lioba Braun) oltre alla Monni, i luoghi del film di Bertolucci della Bibbia, mise il gran libro alla portata dei sul frontespizio della partitura. Altrettanto eviden- Accolta nell’Ottocento con entusiasmo (tanto che il chiarezza e allo stile del tenore Kim Begley. Tutti (e di Roberto Benigni) Berlinguer ti lettori che non potevano procurarsi i rari manoscrit- te il riferimento formale alla Nona di Beethoven, Re di Sassonia ne reclamò addirittura il bis), la festeggiati, come s’è detto, dai prolungati applausi il concerto

cinema voglio bene. ti. Mezzo secolo dopo, tradotto in tedesco da Lute- ma radicalmente rinnovato dalla varietà della sta- Sinfonia appare raramente nei programmi attuali. del pubblico. João Gilberto, onda lunga della saudade Il padre della , eroe di un feeling che non tramonta, ritorna con un disco

Francesco Màndica manca totalmente la leziosità del vibrato, si sono clamorosamente innamorati (ma i ma- ligni raccontano che più che di lui Stan utunno 1955, sanatorio di Salvador, Getz si fosse preso una cotta per la prima stato di Bahia, Brasile. Un ragazzo moglie Astrud Gilberto, voce da pecorella A guarda alla finestra e con un filo di smarrita, intonazione casual). È così, emi- voce commenta il vento che depila gentil- grando negli Stati Uniti, rimanendoci per mente gli alberi, replica un dottore: «ma gli più di venti anni, che João è diventato il alberi non hanno peli». Risponde l’uomo: bardo del pan di zucchero, il maestro zen di «alcuni uomini non hanno neanche la poe- copacabana, vivendo di malinconie private, sia». fobie da studio di registrazione e adorando Questo ragazzo rinchiuso in un sanatorio i gatti (lo ricordano in una gita a Roma era ed è João Gilberto, bardo silenzioso fermarsi per un’ora e mezza per parlare ad della Bossa Nova, genio recluso nel suo un micio romano, razza soriana, anzi sor- mutismo, quello divino di Arpocrate, laco- niona). La sua musica è grande perché è nica divinità dell’Olimpo greco. Il dio del grave e sontuoso il cerimoniale con cui la silenzio avrebbe approvato la vita di João accoglie nel suo cuore, perchè è eclatante il Gilberto che del tacere ha fatto arte profon- silenzioso programma poetico, che nulla ha da ed inquieta, mascherata dal sorriso del di artefatto: le canzoni di Gilberto, sono , nascosta dall’incedere lento di una solo sue, perché è sinapsi unica, quella del bossa nova, quello stile chitarra/voce che gesto sulla chitarra, quello del mantra della lui insieme a maestri come Antonio Carlos voce, continua, immobile, a cui è sconosciu- Jobim e Luiz Bonfà ha inventato agli inizi ta la minima flessione: è la metastasi della degli anni Cinquanta. Bossa nova, Nouvel- modernità, è lo sgretolarsi delle barriere fra le vague, Neorealismo, sono tre sinonimi: musiche e musiche, è l’anti genere, l’incubo un’onda nuova, un’onda anomala, (sia di chi insegue le mode. Per Gilberto non «bossa» che «vague» stanno a significare vale alcuno degli aggettivi che oggi si coniu- letteralmente questo) la musica brasiliana gano per i superstiti della buona, vecchia come il cinema europeo militante torna al musica: glamour, vintage, fané. João non è succo principale: è musica costruita con un rudere, è un reperto, non un superstite, semplicità, chitarra e voce. La bossa nova ma un miracolato, benedetto dal suo folle non inventa nulla, prende e addormenta il amore per la musica: la cantante Maria samba indiavolato, lo culla e lo stordisce, il Bethania, altra perla del collier musicale bra- repertorio è simile, cambia l’intensità. Bos- siliano, lo ricorda come uomo incredibil- sa nova, è un istinto, è una pulsione per la mente difficile, perché è difficile parlare con pulsazione lenta, gli accordi sono rarefatti, una persona che continuamente pensa alla il ritmo lento, l’incedere triste e sontuoso, sua musica, e che ti fa interrompere un la voce malinconica, i temi sentimental-so- discorso perché il suono di chissà quale elet- Joao Gilberto. In basso, Luca Barbareschi in una scena de «Il trasformista» ciali. trodomestico lo ha bloccato, ammaliato, Introverso, taciturno, timido, apatico, anti- stordito, ispirato. patico Gilberto ha pensato nella sua vita Provocazione: molti musicologi, con ottimi solo alla musica: quella delle sue canzoni imperdibile risultati e splendide intuizioni hanno dimo- ma anche quella debole che gracchia da un strato che la Bossa Nova, ovvero la tavoloz- transistor, quella nascosta nel ragliare di un za da dove tutto il repertorio di Gilberto tram aggrappato alle colline di Rio de Janei- dischi più belli prodotti negli ultimi anni, no, avete letto diventata ancora più bella, ha perso quella suadenza efebica, desume i colori, è una sorta di samba atro- ro, tutto è musica per lui e come diceva bene e il recensore assicura di non essere stato vittima della si è tolta la giacca e la cravatta, ha trovato un arrochimento fizzata, suonata al rallenty, innervata di poli- Miles Davis «avrebbe potuto leggere il gior- Dal vivo a Umbria sindrome di Vincenzo Mollica. perfetto e nobile, è invecchiata bene, come il vino verde. Si ritmie africane, privata del suo sculettare e nale o qualsiasi altra cosa, sarebbe divenu- I brani sono scelti dal repertorio minore dell’artista che beve fresco il vino verde, va giù che è una bellezza. Voce più farcita di un valium di tenerezza e di malin- to musica». Nato nel torrido giugno del si schiarisce la voce canticchiando una filastrocca che attacca scura, intonazione perfetta, non una pecca, non un cambio conia, la proverbiale saudade. Tutte queste 1931 a Jauzeiro nel Nordeste, lo stato brasi- il cd più bello dell’anno «Isto Aqui O Que». È ovvero una struggente dichiarazione di registro, e sono solo gli applausi a ricordare che si tratta di caratteristiche le si ritrovano solo in un mu- liano più imparentato con le suggestioni d’amore per una morena boa, bella mora che lo fa penare, e una registrazione dal vivo. Non mancano i grandi classici da sicista: all’anagrafe João Gilberto do Prado della musica tradizionale africana, Gilberto come non dargli retta. E poi inizia il bello, anche due canzo- a Garota di Ipanema a ,ma de Oliveira, che sia lui e solo lui ad aver ha attraversato correnti e stili, con le mani Luglio 1996, Perugia. I cronisti dell’epoca narrano di un ni italiane: Malaga di Fred Bongusto diventa un salmo tropi- quella è scuola, suonano via lisce, sono il capo d’abbiglia- inventato il samba triste è altamente impro- in tasca e la chitarra sulla spalla. Una gio- meraviglioso concerto di Gilberto al teatro Morlacchi, ma cale, dove la parola «patio» diventa «paciu» e le «dulceze» mento che, signoria mia, non va mai fuori moda. La chitar- babile, ma l’immagine di un uomo dentro ventù bruciata dagli spinelli, la marjiuana, ancor prima di entrare nel vivo della performance parlano vengono «suzurate», ma è con Estate di Bruno Martino che ra, unico strumento ammesso nell’estetica gilbertiana, rallen- ad una vasca che fa la rivoluzione armato di unica concessione alla sua arte monacale, della solita, immancabile antipatia del musicista brasiliano: capisci la vena più intima del manifesto di Gilberto. Estate ta, ammansisce, placa quasi la voglia di Gilberto di incantare spinello e chitarra fa gola a tutti. O almeno chiusa, blindata, cementatagli tra le mani, pare abbia fatto i capricci, abbia preteso limousine e altre diventa una bossa nova a tutti i costi, senza pietà, viene le liriche delle canzoni, di interiorizzarle come ha sempre a tutti gli adepti al culto di questo imponen- un cemento a presa lentissima, un patto di indispensabili amenità (si arrivano a chiedere cotton fioc piegata, come il bastone di un rabdomante, che cerchi l’ac- fatto legandosele strette al petto, facendole sue per sempre, te monumento in carne e (b)ossa.

d’argento e lenzuola di peltro). Più che della musica si qua, la sorgente, e questa sorgente di tristezza viene fuori implodono nella sua faringe le canzoni, con la forza del continua a parlare dell’uomo Gilberto, del priore dispotico, pian piano: Gilberto stressa, dilata, affoga le parole della silenzio, con il gusto perverso di farle aspettare, freddandole Spinelli e poche parole della vecchia volpe da palcoscenico. Quello che non potero- canzone, le trattiene, creando lunghe pause di corde, ti come si fa con una torta di manioca lasciata alla finestra. Un giorno a Roma si ‘‘ ‘‘ no i giornali oggi può farlo un disco, un disco, sublime, che soffermi a sentire la violenza romantica di questa canzone, Tenetelo anche voi nello stereo a stagionare, non ve ne chitarra, voce e tempi documenta la serata di quel luglio. Qui lo si dirà subito: João spogliata completamente della sua aura da Bussola Domani, pentirete. fermò a parlare per più di lunghi: gli è sempre Gilberto live at Umbria Jazz (Egea) è un capolavoro, uno dei reinventata e riplasmata. La voce di Gilberto con gli anni è f.m. un’ora con un gatto interessata solo una cosa soriano. È un poeta come la musica. Attraversando sangue con la melodia, un patto col diavo- degli amici, dorme di giorno perché la not- gruppo radiofonico del periodo, i Garrotos nata possa arrivare al pantheon sonoro del- pochi, del tutto fuori dal lo con la malinconia. te gira per i club della città, ma rifiuta quasi da Lua, i ragazzi venuti dalla luna, mentre le nostre orecchie questo è un mistero: è correnti e stili Il sanatorio arrivò proprio per quello, gli tutte le serate: non sopporta che la gente lui, invece, veniva magari da una notte pas- merito (almeno per una volta) dell’Ameri- glamour amici, tanti, sparsi fra Salvador de Bahia, parli durante i suoi concerti, non sopporta sata seduto sul bidè a cantare Bim Bom e ca, merito di due jazzisti come Stan Getz e Porto Alegre e Rio non ne potevano più. dover stare ad orari ed appuntamenti, per fumare erba. Charlie Byrd che di quest’uomo con la vo- Gilberto nomade che dorme nelle vasche questo venne estromesso dal più famoso Ma come una persona così schiva e alluci- ce ferma come quella con cui prega, a cui

Il trasformista: come il titolo di un album scisti col doppiopetto ed ex- democristiani di Lou Reed (The Transformer), come la col doppiomento. Il futuro è all’insegna dei grande arte di Arturo Brachetti, come chi, cambiamenti e delle trasformazioni che av- davanti a uno specchio, si applica cazzuole Io trasformista, tu «Trasformista», egli... vengono in maniera sempre più veloce: na- di cipria e a occhi sbarrati esagera col rim- scono nuovi movimenti guidati da registi e mel. Per Santa Ombretta protettrice del trionfano dagli scranni ex soubrette televisi- make-up, ma è anche il titolo di un film! E Vladimir Luxuria ve, cambiano i nomi dei partiti, simboli, cosa c’entra Luca Barbareschi con tutto leader... questo? Assisto alla proiezione nei panni di lusconi le cui tre «i» diventano le tre «l»: vincerlo a sostenere la sua legge ambientali- gna di cambiare partito e idee: d’altronde Anche nella natura alcune specie ani- critico cinematografico: un tubino verde legalità, lavoro e libertà. Le allusioni agli sta, ma quest’ultimo sembra essere più pre- se l’intelligenza è la capacità di adattarsi mali cambiano il colore o addirittura il smeraldo. Ah, si parla di politica: Luca eventi politici sono talmente chiare che occupato a sostenere Katya. Chi è Katya? all’ambiente, lui ci riuscirà così bene da sesso per motivi di sopravvivenza, perché Barbareschi (che firma anche la regia e il quando tra i titoli di coda è apparso «ogni Ma lei è il personaggio «cool» del momen- diventare Ministro dell’Ambiente. Barbare- allora urlare allo scandalo se qualche onore- soggetto e sceneggiatura con Gianfranco riferimento a cose o persone è puramente to: l’aspirante letterina, interpretata da schi qualcosa deve saperne a proposito, vi- vole cambia partito per sopravvivere ai gio- Manfredi) è Augusto Viganò, un ambienta- casuale» mi sono rimescolata tutta dal ride- Bianca Guaccero (magari ne trovassimo di sto che prima di passare alla destra anche chi equilibristi della politica? Piero Angela lista «in erba» che decide di entrare nella re. Il Palazzo del Potere ci riporta alle atmo- letterine con il suo talento e la sua voce!). lui aveva la sua tessera di socialista. dovrebbe dedicare un ciclo intero di Quark politica con un sogno: riuscire a far appro- sfere dei castelli di Shakespeare: ci sono Katya crede negli angeli custodi e così ne Montecitorio senza trasformisti sareb- a tale fauna parlamentare. vare una legge per costruire degli argini intrighi, congiure, alleanze mutevoli; Viga- alleva uno personale, lo stesso Battani, vitti- be un po’ come un’auto senza reclinabili: L’unico augurio è che i cambiamenti contro le alluvioni, dopo che nel suo paesi- nò è l’eroe innocente che combatte per la ma del suo fascino nel vero senso della ex-socialisti alla ricerca di un posto al sole avvengano in meglio: che le acque di Fiuggi no piemontese, Venaria, l’esondazione del realizzazione del suo impegno, il suo corti- parola: ci rimetterà la pellaccia durante un (che non sia ad Hammamet) che è meglio abbiano effetti non solo diuretici, che una Po ha scoperto una fossa pericolosa con giano è Orlando Lanzetta (Rocco Papaleo) amplesso con lei nella sua villa lussuosa a di stare al fresco; una Pivetti che passa dal giacca elegante non serva solo a nascondere bidoni di scorie tossiche. Grazie a un’abile che gli fa da cicerone tra riunioni di partito Sabaudia. look castigato di leghista al look sado-an- una camicia e un’anima nera o che un strategia televisiva, oratoria e un buon ma soprattutto a cene e funzioni religiose Man mano anche il giovane Viganò drogino di Udeur, leghisti che da antimeri- fazzoletto verde al taschino non serva a «porta a porta» che ricorda il Totò di «Vo- dove si prendono le più importanti decisio- diventa come gli altri: tradirà la moglie e dionalisti trovano il nuovo nemico nei gay nascondere un cuore di odio. Il film è nato ta Antonio La Trippa» il Viganò riesce ad ni politiche. comincerà a tramare un ribaltone alleando- e negli extracomu- nitari, militanti balleri- con l’intenzione di essere una denuncia al accedere a Montecitorio. Il suo partito è Viganò insegue l’influente onorevole si con la sinistra. Il «trasformista» in politi- ni che della sinistra hanno un concetto alla sistema politico cangiante: un buon film ci «Forza Italia»: scorrono le immagini di Ber- Battani (Luigi Maria Burruano) per con- ca è uno che per i suoi obiettivi non disde- Tiziano Ferro, cioè «Rosso Relativo», ex-fa- sarebbe riuscito.