Giorno della Memoria Una vergogna dell’Amministrazione civica di Il vagone della Shoah abbandonato dal

di Leoncarlo n mezzo alla città di Alessandria c’è La scelta del comune era ben motivata: Settimelli un vagone dimenticato. È un vagone offrire alla cittadinanza un simbolo di I merci, piazzato nel “Parco dei depor- una grande tragedia seguita alle leggi tati ebrei” a cura dell’amministrazione razziali del fascismo, realizzare un punto comunale – quella di centrosinistra che di riferimento che servisse a testimoniare faceva capo alla sindaca Mara Scagni – anche fisicamente la mattanza dei lager. e dall’Istituto Storico per la Resistenza, Quando le leggi “per la difesa della raz- Il centrosinistra l’ISRAL. Un vagone uscito dalle officine za” cominciarono a funzionare, Alessan- e i ferrovieri San Giorgio che si trovava a Cuneo e che dria aveva una comunità ebraica abba- lo avevano piazzato Trenitalia non ebbe difficoltà a donare. stanza numerosa, prospera e inserita pie- in un parco I ferrovieri in pensione di Alessandria ci namente nel tessuto delle istituzioni. Poi a ricordo lavorarono per mesi per renderlo “utiliz- c’erano gli ebrei di Acqui, Casale Mon- della deportazione. zabile”. Lavorarono gratis, trovando ad- ferrato, , , e dei dirittura le vernici originali, poi lo mise- piccoli centri della provincia. Ora tutto ro su un pezzo di rotaia lungo tredici I nomi suonano familiari: Levi, Segre, è stato chiuso metri. È un vagone del 1934, fabbricato Ottolenghi, Sacerdote, Ghiron, Fiz, Ar- dal centrodestra dalle Officine meccaniche San Giorgio. tom, Treves, Vitale, De Benedetti, Ba- Pare abbia trasportato davvero i deporta- chi, Ancona, Passigli, Jona, Salmoni, Co- ti prelevati dal campo di Borgo San Dal- lombo e tanti altri che si ritrovano nella mazzo e via via dalle città piemontesi che storia del Piemonte e dell’Italia, già dal si trovavano sul percorso e diretti ad Risorgimento. Auschwitz, via Fossoli. Ne portarono via a decine. A testimonia-

patria indipendente l 31 gennaio 2009 l 25 Mi ci ha accompagnato don Gian Pietro Armano, un prete che im- pegna tutto il proprio tempo libe- ro di pensionato (insegnava filoso- fia nelle scuole) nelle attività del- l’Istituto Storico della Resistenza di Alessandria e in una serie di ini- ziative promosse dalla Provincia per ricordare la lotta partigiana e la Shoah. Un prete che nel ’68 seguì la cor- rente dei preti operai e che da quella esperienza decise di servire Dio in altro modo. Ma non ab- bandonando mai la propria missio- ne. Tant’è vero che quando si ce- lebra l’eccidio della Benedicta, las- sù sulle montagne che scendono verso Genova, dove furono fucilati dai nazisti e dagli uomini di Salò più di cento partigiani, è lui che celebra la messa. Ed è lui che parla ai ragazzi delle scuole, di lager, na- zifascismo, guerra partigiana, fino ad arrivare al «dagli allo straniero» di oggi. Lo abbiamo fatto anche insieme, andando su e giù per l’A- lessandrino, nelle scuole, come ini- zio di un percorso – organizzato dalla Provincia – che si conclude il Giorno della Memoria. Sì, mi ha accompagnato a vedere il vagone, ma siamo rimasti entram- bi fuori del perimetro, difeso da un reticolato, perché la nuova am- ministrazione comunale, nono- re di una nutrita presenza ebraica lento, rievocatorio insomma, mol- stante la precedente avesse stabili- ad Alessandria, c’è una sinagoga to più, direi, che non rivedere i to giorni e orari di apertura, ha bellissima, situata in via Milano, paesi e i luoghi, Auschwitz stessa. messo via le chiavi e ha abbando- una delle strade del Ghetto (ma Aver viaggiato cinque giorni in un nato il progetto. ufficialmente si chiama “Contrada vagone merci piombato è un’espe- «Un giorno – mi racconta Don degli ebrei”). Ora è in via di rifaci- rienza che non si dimentica». Armano – sono venuti i rappresen- mento, poiché nel 1944, mentre Provincia e Istituto Storico della tanti della Comunità ebraica di gli ebrei venivano deportati ad Resistenza hanno lavorato per fare Torino ma non è stato possibile Auschwitz e Mauthausen, non di questo vagone un luogo visita- farli entrare: in Comune non si mancarono i saccheggiamenti. Ma bile, che apra uno squarcio visivo trovava più la chiave. Nessuno sa- si contano sulle dita di una mano reale, concreto, sull’infamia: infat- peva dove fosse». gli ebrei di Alessandria che se ne ti, all’interno, c’è un “libro sensi- «E non viene aperto mai?» possono servire: ne tornarono - bile”, toccando il quale si aprono «Mai!» chi dai lager (il più giovane depor- finestre sulla Shoah, sulla caccia Si capisce. A Forza Italia e ad Al- tato aveva 14 anni, il più vecchio agli ebrei, sui trasporti dei depor- leanza Nazionale ricordare che co- 85) e gli altri, che erano riusciti a tati, sui campi di concentramento sa fece il fascismo e con quanta so- sfuggire alla razzia, si trasferirono e sterminio. lerzia i repubblichini di Salò dette- altrove e molti in Israele. Un viaggio dentro la grande tra- ro la caccia agli ebrei, consegnan- Dunque, un vagone ferroviario. gedia, ecco la finalità del vagone, doli nelle mani delle SS, è cosa da Perché, come ricordava Primo Le- inaugurato nel 2007 e mèta di cit- non ricordare. vi, «direi che sono proprio i treni tadini e scolaresche. Ma ora non E così il vagone della vergogna e il merci il riflesso scatenante, quello più. Ora che c’è una amministra- cancello che ne permetterebbero che mi fa più impressione, perché zione comunale diversa, retta da l’accesso restano chiusi. In fondo, ancora adesso vedere un vagone un sindaco di Forza Italia, il vago- il vagone funziona anche così: è merci, tanto più entrare in un va- ne resta lì, abbandonato e chiuso. un monumento alla vergogna del gone merci, mi dà un effetto vio- Nessuno può visitarlo. revisionismo neofascista.

26 l patria indipendente l 31 gennaio 2009