Montagne 360. Ottobre 2012, € 3,90. Rivista mensile del Club Alpino Italiano n. 1/2012. Sped. in abb. Post. – 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano a spasso sulla montagna dov'è natomonviso il CAI scrittore, alpinista, fotografo fosco maraini A star del bouldering dam Montagne360 La rivista del Club Alpino I Alpino Club del rivista La O ndra taliano ottobre2012 €3,90 Editoriale all’imbrago orizzonti e orientamenti ggancio Calz i per a ata er orzat gono rinf mica ops co lo n tir ant e a ll-a rou nd co lle ga to a l s is te m a d i Fiocco tricolore in casa CAI a l la c c ia t u r a L’uscita in edicola di una nuova pubblicazione (seppure di lunghissima sto- ria e tradizione) in tempi di crisi può sembrare un’operazione azzardata. Noi del Club alpino la vediamo invece come un segnale, un gesto simbolico di ottimismo, fiducia e speranza proprio in concomitanza con l’avvio delle celebrazioni del 150° di fondazione dell’Associazione. Il Club Alpino Italiano, ove l’aggettivo “alpino” – che spesso ci fa confondere con i colleghi dell’Associazione Nazionale Alpini – sta ad indicare il club di tutti gli italiani che amano la montagna, è dunque un’associazione, cioè un’istituzione intesa a creare e rafforzare vincoli di socializzazione e solida- rietà, italiana, quindi nazionale perché strettamente legata alla storia uni- T a l lo taria del Paese, che ha come matrice comune l’alpe, intesa come montagna n e

co in tutti i suoi aspetti. n c L’ottimismo che sostiene l’iniziativa di proporsi al pubblico con la nostra us ci ne stampa al di fuori dell’Associazione risiede proprio nel valore emblematico tt o am costituito dalla storia della montagna e della sua popolazione, non come m or asettica isola felice ma come esempio di capacità di reazione e ripresa dalle tiz ta. za un nte p crisi e dalle difficoltà che neppure lì sono mancate: guerre, carestie, alluvio- in e in EV zon ni, terremoti. A ng mbi La fiducia sta nella risposta che ci attendiamo dall’investimento che faccia- e cli ystem mo per la montagna e sulla montagna, non solo con questa operazione ma Brake S Suola Vibram Idrogrip con Impact anche con tutte le attività collegate alle celebrazioni del 150° che non a caso avranno inizio in questo mese a Roma, intesa non solo come città capitale FOR YOUR MOUNTAiN ma come centro ideale del nostro territorio soprattutto montano, dagli Ap- pennini alle Alpi. Manifestazioni che si protrarranno per tutto il 2013 per diffondere la cultura della montagna come patrimonio e risorsa nazionale. È un investimento che intraprendiamo guardando in alto e in avanti, perché è solo con nuovi investimenti, che pure richiedono fatica e sacrifici, che si cresce, si migliora. Ed è ciò che noi auspichiamo per il CAI, per la montagna, per il Paese. La speranza è che questo nostro gesto non resti simbolico ma si concretizzi nella felice ricorrenza della nostra fondazione in un rilancio, una rinascita – così come nella nostra storia abbiamo conosciuto un Rinascimento e un Risorgimento – in primis economico ma non disgiunto da quello culturale NEW APPROACH ed etico, per tutta la collettività nazionale ed europea nel segno della “mon- Xplorer, Hyper ed Xplorer Mid sono le nuove proposte La Sportiva per tagna che unisce”. l’avvicinamento tecnico. Calzata ergonomica, tirante all-around con sistema di Forse è presunzione, ma lapalissianamente ricordiamo che la pianura non allacciatura integrato, tallone con inserto shock absorbing: soluzioni innovative per ci sarebbe se non ci fosse la montagna, e quindi intendiamo lanciare questo il massimo della performance. nostro messaggio di ottimismo, fiducia e speranza iniziando dalla monta- gna, invitando tutti soci e non soci a seguirci su queste pagine per questo anno che speriamo veda appunto l’atteso rilancio della nostra società e del vivere civile.

Umberto Martini Presidente generale del Club Alpino Italiano Xplorer Mid GTX Xplorer GTX Hyper GTX. www.lasportiva.com - Become a La Sportiva fan

Ottobre 2012 / Montagne360 / 1

NEWAPP_020_200x270.indd 1 24-02-2012 18:25:25 Sommario ottobre 2012

Montagne360 La rivista del Club Alpino Italiano ottobre 2012 € 3,90

Adam Ondra Segui ogni giorno 01 Editoriale star del bouldering

del Club Alpino Italiano n. 10/2012. Sped. in abb. Post. – 45% 2 art. comma 20/b Post. - in legge 662/96 del Sped. Alpino abb. Filiale Club Italiano 10/2012. di n. Milano fosco maraini una vita per l'asia le notizie CAI su 04 Montagne360, auguri... 3,90. Rivista mensile € 3,90. monviso Tofana di Rozes la vetta su Cui nacque Il cai

Montagne 360. Ottobre 2012, 2012, Ottobre Montagne 360. Foto Mario Vianelli www.loscarpone.cai.it 09 Tra la pianura e la vetta di cosa parliamo quando parliamo di montagna Luca Calzolari 10 News 360 12 Le montagne dallo spazio Mario Vianelli 14 A spasso sul Monviso Fabrizio Ardito 20 Trekking di pace tra Albania, Kosovo e Montenegro Pier Giorgio Oliveti 28 Cicloescursionismo L'Aquila, pedali nel silenzio Sonia Stipa 32 Christoph Hainz nato per scalare

Carlo Caccia AUGURI¬ 38 Adam Ondra A pagina 4 01. Editorial; 04. Congratulations to “Montagne360”; le mani sulle pareti 09. What we talk about, when we talk about mountains; 10. 360 News; 12. Mountains from space; 14. Taking a Carlo Caccia walk on the Monviso; 20. Trekking for peace. Through Albania, Kossovo and Montenegro; 28. Cycling 46 Gargano excursionism: L'Aquila, the pedals of the silent; 32. Christoph Hainz. Born to hiking; 38. Adam Ondra. The capitale della hands on the mountain wall; 46. Gargano. The European Capital of the Speleology; 52. Portfolio; 62. CAI 150. speleologia europea Happy birthday; 66. International news; 68. New ascents; 70. CAI News; 74. Books about mountains; 77. Massimo (Max) Goldoni New products; 78. Small Adds 52 Portfolio Fosco Maraini, una vita per l'Asia 01. Editorial; 04. Glückwunsch, “Montagne360”; 09. Worüber wir reden, wenn wir über Bergereden; 10. 360 Francesco Paolo Campione News; 12. Berge vom Weltraum aus; 14. Ein Spaziergang auf dem Monviso;.20. Wanderung des Friedens. Durch Fotografie di Fosco Maraini (Centro Albanien, Kossovo und Montenegro; 28. Mountainbiken: L'Aquila, die Pedalen der Stille; 32. Christoph Hainz. 38 Documentazione, Museo Nazionale Geboren um zu klettern; 38. Adam Ondra. Die Hände an die Bergwand; 46. Gargano. Europäische Hauptstadt della Montagna, Torino) der Höhlenforschung; 52. Portfolio; 62. CAI 150. Herzlichen Glückwunsch; 66. Außereuropäische News; 68. Neue Besteigungen; 70. CAI News; 74. Bücher über Berge; 77. Neue Produkte; 78. Kleinanzeigen 62 CAI 150 Buon compleanno CAI

01. Editorial; 04. Félicitations à “Montagne360”; 09. Enrico Camanni Ce dont on parle quand on parle de montagne; 10. 360 News; 12. Les montagnes vues de l'espace; 14. Une 66 cronaca extraeuropea promenade sur le Mont Viso; 20. Une marche pour la paix. A travers l'Albanie, le Kosovo et le Montenegro; 68 Nuove ascensioni 28. Cyclo-randonnée: L'Aquila, la pédale du silence; 32. Christoph Hainz. Né pour escalader; 38. Adam 70 Qui CAI Ondra. Les mains sur la paroi; 46. Gargano. La capitale européenne de la spéléologie; 52. Portfolio; 62. CAI 74 Libri di montagna 150. Joyeux anniversaire; 66. Nouvelles internationales; 68. Nouvelles ascensions; 70. CAI News; 74. Livres 77 News dalle aziende sur les montagnes; 77. Nouveaux produits; 78. Petits compléments 52 78 Piccoli annunci

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Montagne 360°_TREK_200X270_11205.indd 1 26/04/12 10.22 Auguri alla rivista oscar del barba GIORGIO DIRITTI Montagne360, auguri Presidente di CIPRA Italia Regista Il fascino della montagna ha innescato Il cuore a spingere in montagna. Sono io l’immaginazione attraverso le relazioni a spingere il mio “cuore” in montagna? O delle ascensioni redatte minuziosamente è il cuore a spingere in montagna, spinge- per la nuova avventura dai primi salitori. La stampa sociale dei re il passo, la cadenza del salire… Il mio club alpini ha consolidato queste sintesi cuore si spinge nel piacere dello sguardo, emozionali diffondendole nella cerchia orizzonti che passo dopo passo cambia- Dagli alpinisti agli storici, dai politici ai registi, degli addetti ai lavori. Affrontando l’av- no, odori che si nascondono all’improvvi- dagli scrittori agli speleologi: ecco gli auguri alla ventura dell’edicola, il CAI vuole sottolineare la consapevolezza so nell’arrivo delle nebbie, volti che incontri, con le loro storie, di di saper trasmettere i valori delle montagne, dei luoghi delle ter- fughe e di tenace attaccamento alla terra. In quei luoghi sento il redazione per la nuova avventura editoriale della re alte, degli uomini che le abitano e le frequentano, utilizzando la senso vero della vita, nell’essenza che spero non sia mai un nostal- carta e la scrittura, strumenti accessibili in ogni contesto senza gico ricordo ma la strada, un segno per la riappropriazione reale rivista del CAI mediazioni tecnologiche. con il rapporto dell’esistenza, con un territorio che è quasi sempre solo emozione! Auguro a tutta la redazione un buon lavoro.

eraldo affinati Battista Gardoncini Pier Giorgio Baldracco Scrittore Caporedattore TGR Montagne Presidente Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Auguro in bocca al lupo a Montagne360, Sparisce quasi subito, sequestrata da Speleologico nella speranza che la sua nuova veste moglie, figlie o amici, la copia di Monta- Apprendo con piacere e profonda soddi- Giovanni Badino grafica con distribuzione mensile in edi- gne360 che mi arriva a casa in quanto so- sfazione che finalmente ,a mio giudizio, Università di Torino, Team La Venta cola possa accrescere, soprattutto fra le cio del CAI. Invece conservo gelosamente la Rivista, così come noi la chiamiamo, generazioni più giovani, la responsabilità quella che arriva in redazione a TGR Mon- fa il grande salto e approda in edicola. Mi Dopo un gran tempo di editoria per i soci, nei confronti dell’ambiente alpino ed ap- tagne. Sfogliarla è un piacere interessato. auguro che questo sia un grande passo e quindi di autori che scrivevano per con- penninico, troppe volte strumentalizzato Ci sono tante notizie, e spesso utili spun- verso Quel Cai che vorremmo, punto di soci, ecco che apriamo queste pagine o tristemente abbandonato a se stesso. ti per le nostre inchieste. Accade, quando si hanno idee simili sul riferimento e guida attenta per tutti quelli ad un mondo che è molto più grande del modo di raccontare le Terre Alte: non solo grandi imprese sportive che vanno in montagna, la amano e la difendono. Auguri. Club Alpino Italiano, ma non ne condivide e spedizioni ai confini del mondo, ma anche il lavoro, le scelte di il linguaggio. Un nuovo orizzonte, come enrico brizzi vita, la cultura. Per questo sono particolarmente contento che la quando il sentiero va portandoci al di là di Scrittore, presidente di giuria Premio Itas del Libro di rivista abbia deciso il grande salto nelle edicole, alla ricerca di un una cresta e acceleriamo appena il passo per la curiosità di vedere Montagna pubblico più vasto. Il suo successo sarà anche nostro. Reinhold Messner il nuovo panorama, chissà come sarà. È un’operazione importante Cosa si fa, per augurare concretamente Alpinista per capire meglio il mondo della montagna e la sua relazione con “buona strada” a una comitiva di amici Finalmente il CAI si apre, con il suo più noi umani, ma sarà soprattutto un’occasione formidabile per get- in partenza? Può sembrarci adatto scor- roberto de martin importante organo di comunicazione, al tare ponti fra questo mondo e chi non lo conosce. tarli per un tratto di sentiero e, ancor più, Presidente Trento Filmfestival più ampio confronto con il mondo della Buona esplorazione! sforzarci di allietare i loro animi, magari ri- Auguro a chi prenderà in mano Monta- montagna. Saluto con vivo consenso la cordando loro quanto può dirsi fortunato, gne360, scorgendola nelle edicole, di ar- distribuzione di Montagne360, la rivi- l’uomo che volta le spalle alle terre basse rivare ad intuire la “...straordinaria felicità sta del CAI in edicola. È un passo avanti per andare incontro alla foresta e alle montagne. È bello sentirsi a che si prova sulle cime e che nessuno sa- per rinnovare l’aria che tira nelle stanze casa nei luoghi che la religione degli antichi considerava speciali, e prà mai descrivere...”. Così la definiva Dino del CAI, come una ventata sulle cime. Alessandro Anderloni dove ancora nel XXI secolo possiamo sentire spirare il senso delle Buzzati in uno dei suoi primi articoli per il Direttore artistico Film Festival della Lessinia cose sacre. Buona strada, Montagne360. «Corriere della Sera», il 17 settembre 1932. Della montagna hanno detto soprattutto Alla vigilia dei 150 anni del CAI, sulla base dei 60 anni del più antico i non montanari. L’alpinismo è invenzione Filmfestival della Montagna del mondo che ha registrato quest’anno Franco Farinelli borghese, lo sci è uno sport cittadino, nei linda cottino un incremento del venti per cento di attenzioni è giusto sentirsi adulti Presidente dell'Associazione dei Geografi Italiani cori di montagna cantano coristi di pia- Alpinista e giornalista per offrire ad una più ampia platea il condensato di ideali e di espe- nura e i montanari non sono mai andati Quello che mi piacerebbe leggere in una rienze che hanno fatto lievitare il nostro alpinismo. Con la speranza Un’uscita è un’uscita, sia in montagna che a camminare con camice a quadri e cal- rivista di montagna e alpinismo è innanzi- che il passaggio di testimone che è avvenuto tra tante generazioni in edicola. Se poi è la montagna che esce zettoni rossi. Vorrei sentire i montanari tutto la storia dell’esplorazione, attraverso dal 1863 riesca a creare le condizioni per una ricetta di vivo interes- in edicola, l’uscita è doppia e altro non può raccontare la fatica di vivere, il bisogno di solitudine, l’incertezza cui approfondire quel che è stato realizzato se anche fra chi non ha ancora aderito al sodalizio. Augurandoci che essere che ’tous azimuths’ come direbbero per il futuro. Vorrei strappare le cartoline con i bei panorami, gli sulle montagne del mondo. Insieme, però, da lettore occasionale possa diventare presto un soggetto disposto i francesi, a 360 gradi. D’altronde uno degli spacci di prodotti atipici e i costumi da esibire ai turisti. Vorrei la con la capacità di cogliere quel che oggi si ad aderire al Club con motivata convinzione. Così come ha fatto, effetti dell’avvento della Rete è la necessità si smettesse di fare neve finta, di costruire seggiovie jet, di - per sta compiendo nei suoi contenuti di inno- argomentandolo su un numero passato della rivista, un fuoriclasse di tornare a guardare la vecchia faccia della mettere agli ubriaconi con gli scarponi e ai piloti di motoslitte di vazione e fantasia. Grandi storie e belle fotografie sono un nutrimen- dell’arrampicata dei nostri giorni – Alexander Huber – convinto di Terra con occhi nuovi, esattamente come alla fine del Quattrocento, inquinare di schiamazzi e di rombi l’inverno. Vorrei che nevicasse to sempre attuale per la mente e per i sogni, una strada che una rivi- contribuire in tal modo a salvaguardare un patrimonio morale, frutto con l’avvento dell’epoca della mappa, si cominciò a fare. Che cuore dieci mesi all’anno, che si chiudessero tutte le strade e che lassù si sta di carta può percorrere con successo anche oggi nell’era digitale. di impegni cumulati nel tempo e nello spazio. e ginocchia siano, anche per la nuova epoca che avanza, all’altezza! arrivasse soltanto a piedi, come viandanti innamorati.

4 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 5 Auguri alla rivista Franco Iseppi Giampietro Marchesi Presidente Touring Club Italiano Presidente della Società Speleologica Italiana PAOLO RUMIZ Sen. Giacomo Santini Giornalista e scrittore Presidente del Gruppo Amici della Montagna del Vedere il mondo a 360° è d’obbligo per Montagne360 la rivista del Club Alpino Quest’estate ho visto i monti bruciare di Parlamento Italiano chi pratica la montagna. Il CAI, i suoi Italiano da questo mese esce anche in edi- siccità e i loro fiumi ridotti a ouadi - nor I 150 anni di fondazione del CAI costitu- Soci, i suoi estimatori, che certamente cola. Da gennaio è stato scelto un modo dafricani. Com’è che questa mutazione iscono un evento per tutti gli italiani, an- conoscono il piacere e la fatica della con- nuovo per presentarsi. A partire dal titolo biblica compare solo di striscio nel dibat- che per coloro che non hanno l’aquilotto quista nonché le sorprese della scoperta Montagne360, che è un chiaro sintomo tito ufficiale dell’alpinismo? Vorrei che sul petto e non hanno mai sfogliato “lo di un universo che va conosciuto e fatto delle intenzioni: parlare della montagna in Montagne360 la rivista del CAI desse la scarpone”. Il CAI è presente nella nostra conoscere, non hanno mai corso il perico- tutti i suoi aspetti. Nuovo il formato e rin- sveglia per una grande assunzione di re- vita quotidiana in maniera discreta, so- lo di guardare il mondo solo dall’alto al basso. Hanno, nel tempo, novata la redazione. Come speleologi, abbiamo notato con piacere sponsabilità. Nostra, prima che degli altri e del Potere. Nostra, in- prattutto se viviamo in zone di monta- lavorato perché le montagne fossero sicure e venissero protette un aumento d’interesse verso il mondo sotterraneo che a pieno ti- tendo di noi che siamo non le sentinelle della Patria, e tantomeno gna nelle quali il suo ruolo e la sua azione si fondono nella vita dei con interventi strutturali contro l’abbandono agricolo, l’urbanizza- tolo fa parte dell’ambiente montano. Premesso tutto ciò, ben venga profeti di solitari eroismi altimetrici, ma prima di tutti i guardiani cittadini. L’impegno dei CAI per la salvaguardia della montagna e zione periferica non governata, il ritorno al bosco in modo generi- quindi questa novità. Una coraggiosa sfida che punta ad allargare i del territorio. Abbiamo la massa critica per farlo e dare l’esempio, dei beni naturalistici e culturali costituisce una linea deontologica co. Le montagne vanno difese con una sistematica manutenzione potenziali lettori, ma anche una scelta che apre nuove strade da per- proteggendo la mercificazione di ciò che resta della natura. che in montagna è scelta di civiltà e programma di vita condivisa del territorio, vanno vissute come il patrimonio di tutti e come un correre. La Società Speleologica Italiana plaude all’iniziativa e augu- nelle comunità più decentrate. Il Gruppo dei Parlamentari (193) forte elemento identitario del nostro paesaggio. Alla rivista Mon- ra agli amici del Club Alpino Italiano un grande successo di pubblico. che si impegnano nel GAM ha nel CAI il più qualificato referente tagne360 non mancheranno certo temi di approfondimento, cro- e beneficia spesso dei suoi consigli e degli indirizzi nelle scelte naca e proposte, sapendo che molte associazioni ambientaliste e legislative che si ispirano alla vita in montagna. culturali (come la nostra) sono disponibili a collaborare a progetti michele serra comuni. Buon lavoro. simone moro Giornalista e scrittore Alpinista Alla bellissima cerimonia funebre per Parole e immagini sono il mix su cui si Walter Bonatti, a Lecco, ormai un anno CARLO GRANDE basano tutte le riviste. Questi due ele- fa, le facce della gente di montagna mi Michele Sivelli Giornalista e scrittore menti servono per raccontare e illustrare sono sembrate, prima di tutto, facce di Responsabile Centro Italiano di Documentazione Benvenuta Montagne360 rivista del CAI storie che, da una testata come Monta- persone libere. Non conformate al gusto Speleologica “F. Anelli” di Bologna in edicola, nel mondo globale e del mer- gne360, mi aspetto sempre più orienta- televisivo, estranee alle mode, libere pri- Un raggio su trecentosessanta... cato. Con l’augurio (anzi, la quasi cer- te verso l’alpinismo sognato e vissuto. ma di tutto dal conformismo: camminare Il Clemence di Camus dichiarava addirit- tezza) che i lettori capiscano quanto la L’attività verticale dovrebbe essere fonte e pensare, molto spesso, sono attività coincidenti. Una rivista di tura “un odio particolare per gli speleolo- montagna sia un simbolo e un valore ne- di ispirazione attraverso le parole dei protagonisti, corredate da montagna che arriva in edicola è, già in sé, uno spicchio di diffe- gi che avevano la faccia tosta di occupare cessario nel mondo urbanizzato e merci- immagini forti, belle, pulite. Il supporto fotografico, in passato, non renza in più, uno spicchio di valore in più. Se poi riuscirete anche a la prima pagina dei giornali” con le loro ficato; che sia ricca di storie e di umanità è sempre stato all’altezza dei contenuti ed è qui che mi attendo farla bene, questa rivista, in tanti saremo felici di leggerla. Leggere imprese. E come dargli torto? Da sempre (senza le quali le Terre Alte perdono gran un cambiamento, anche stimolando direttamente i protagonisti di montagna, sempre, aiuta a respirare meglio, ad alzare lo sguar- i media evocano soprattutto la speleo- parte del loro valore), che sappia parlare ai giovani con creatività e a lavorare in questa direzione. È un augurio più che un appunto. do, a cercare, anche se non si è tra i monti, la compagnia di altre logia dei tragici eventi o dei protratti isolamenti. Sono certo che coraggio. Che sia, insomma, profonda, seducente, piena di energia: Se vogliamo che l’alpinismo non rimanga oggetto di un piccolo e persone abituate ad alzare lo sguardo, e a respirare forte Montagne360 contribuirà a diffondere al grande pubblico anche un appuntamento irrinunciabile, come con una donna che si ama. incompreso manipolo di persone, occorre aprire il nostro mondo: la corretta e completa conoscenza della speleologia, un campo non modificarne i contenuti, i valori e le verità ma sforzarsi di usare scientifico e sportivo estremamente complesso e affascinante. il linguaggio a cui il grande pubblico è abituato. In questo senso Chi ama veramente la montagna la vive, entra in contatto con le On. Erminio Quartiani auguro a Montagne360, finalmente in edicola a disposizione di sue genti, contribuisce a proteggere le sue nevi immacolate. Così Presidente onorario del Gruppo Amici della tutti, di raggiungere questo ambizioso risultato. mirella tenderini gli speleologi entrano nel cuore della montagna portando alla luce Montagna del Parlamento Italiano Storica dell'alpinismo le sue peculiari ricchezze. Montagne360, nella sua nuova veste, Tenuto conto del fatto che le varie riviste che apre a trececentosessanta gradi la in rete soddisfano il bisogno di notizie in visuale sui monti d’Italia e del mondo, Marco Onida tempi brevissimi, penso che una rivista ma che non rompe con la tradizione di Segretario generale della Convenzione delle Alpi cartacea come Montagne360 oggi deb- luigi zanzi quella stampa sociale che mi ha sempre ba concentrarsi soprattutto su ciò che il Docente universitario, storico accompagnato, nei miei quarantuno anni È con vero piacere che saluto l’uscita per pubblico non ha pazienza di leggere sullo Montagne360, la rivista del CAI in edi- di bollino, nella conoscenza di luoghi, per- il grande pubblico di Montagne360 la ri- schermo: i commenti, le riflessioni, i col- cola!: è segno di una scelta intelligente sonaggi, problemi e opportunità correlati alla montagna, chiedo di vista del CAI. Oggi più che mai la diffusio- legamenti con il passato e le evoluzioni per uscire dal tradizionale circuito chiuso continuare a svolgere quel ruolo di sprone a non perdere mai il si- ne su larga scala di notizie e approfondi- in corso. Il tutto legato sì alla cronaca ma visto in una prospettiva della comunicazione e per aprirsi al più gnificato che chi ama la montagna ha bisogno di dare alla sua fre- menti sui temi che toccano direttamente più ampia. La rivista che mi piacerebbe leggere dovrebbe riportare ampio contesto socio-culturale di dia- quentazione. Chiedo di riproporre e rivisitare, senza mai negarlo, lo il mondo della montagna è fondamentale un riassunto stringatissimo degli avvenimenti recenti per poi con- logo per far valere il punto di vista della spirito originario che da 150 anni anima il Sodalizio, interpretando per contribuire a colmare il gap monta- centrarsi su articoli, interviste e inchieste che mi aspetterei rac- montagna e delle sue genti. Ciò consen- gli ideali di chi pensa sia utile all’Italia e all’Europa unire in un ab- gna-pianura, che oggi penalizza chi vive e lavora in montagna e contate in modo nuovo, immediato e conciso come quello a cui ci tirà anche di testimoniare in un orizzonte più ampio i valori e lo braccio comune le genti delle città con quelle delle Terre Alte, il cui porta allo spopolamento delle aree rurali montane. Il sostegno che ha abituati Internet, ma senza le sciatterie in cui purtroppo tutti "stile di vita" proprio della montagna. Credo che tale esperienza destino è indissolubilmente legato per potere salire e raggiungere il CAI assicura alla Convenzione delle Alpi permette di guardare al cascano quando scrivono per la rete. Insomma: contenuti solidi, torni feconda anche per rinnovare il CAI stesso. Auguri di grande insieme le cime della vita. futuro con maggiore ottimismo. idee e buono stile. Con tanti auguri successo.

6 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 7 Christoph Hainz p. 32 Christoph Hainz in Groenlandia. Foto archivio Hainz Tra la pianura e la vetta Di cosa parliamo quando parliamo di montagna

di Luca Calzolari, Direttore di Montagne360

er noi le montagne non sono solo il terreno passi soprattutto attraverso la possibilità di viver- di gioco di chi le frequenta, siano essi alpi- ci. E tramite politiche lungimiranti e buone pras- Pnisti, escursionisti, arrampicatori, scialpi- si. Ben lo sapevano i nostri Padri costituenti che nisti, speleologi, mountainbiker, canyonisti, scia- nell'Articolo 44 della Costituzione scrivono: “La tori e turisti d'ogni genere. La montagna non è il legge dispone provvedimenti a favore delle zone luogo del record, della prestazione sportiva tout montane.” Non è assistenzialismo, è appunto, court, della tecnica fine a se stessa. Certamente lungimiranza. Saremo quindi attenti alle propo- non è il luogo della vacanza da cinepanettone ste di modelli di sviluppo montano perchè vivere natalizio, non è una appendice della città. Non in montagna richiede uno sforzo in più: infatti è un mondo immaginario fatto di pascoli erbosi, spesso succede che chi vi nasce la abbandoni per panorami mozzafiato e pittoreschi villaggi in cui necessità. vivere per sempre felici e contenti: niente a che Uno spopolamento dovuto alle poche scuole, alla fare con il mito di Heidi. scarsità dei servizi, alla carenza di infrastrutture, Dunque su queste pagine di cosa parliamo quan- ai maggiori costi di produzione di beni che pena- do parliamo di montagna? Parliamo certamente lizzano le imprese, alla predazione delle risorse e dell’alpinismo e delle sue storie di oggi, di ieri alle speculazioni. E anche alla scarsa conoscenza e di domani, di arrampicata e di bouldering, di di quei territori. Su Montagne360 ci occuperemo escursionismo e cicloescursionismo, della bel- quindi anche delle istanze delle genti che abitano lezza delle pareti e delle vette, delle foreste, degli le montagne (e vogliono rimanerci) e di quelle di animali, dei fiori, delle esplorazioni dei vuoti del- coloro che hanno deciso di abbandonare le cit- le montagne e dei torrenti che incidono la roccia, tà per andare a vivere nelle Terre Alte dove tutto di prevenzione e di sicurezza. Raccontiamo del ruota intorno all’intreccio quotidiano tra am- piacere di scoprire, frequentare e godere di cime, biente e persona. versanti e paesi. Ma questa non è che una parte Chi invece non è nato in montagna, quasi sempre della montagna di cui vogliamo occuparci e che la frequenta per scelta. Molti di essi, compreso vogliamo offrire ai nostri lettori. Tra la pianura e chi scrive, hanno stretto un patto di alleanza con la vetta c’è la terra di mezzo, la montagna abitata. la montagna. In 320.000 lo abbiamo sancito at- Se non è abitata e vissuta dall’uomo la montagna traverso l’adesione al Cub Alpino Italiano. “non esiste”. O meglio non esiste nella sua dimen- Del CAI vi racconteremo il cuore pulsante dell’as- sione culturale, sociale, economica, emozionale, sociazione: dalle attività di formazione a quelle di estetica, epica, in sintesi umana. studio, dalla vita associativa agli eventi culturali, Su Montagne360 quando parliamo di montagna dalle iniziative di difesa alle proposte per la tu- parliamo anche di culture e identità, di mestieri, tela della montagna. Montagne360 è il mensile di letterature, di sapori e saperi, di ambiente e di del Club Alpino Italiano, che da 150 anni è uno economia delle Terre Alte. dei più importanti stakeholder della montagna, Siamo convinti che tutto ciò che accade nelle e proprio per questo motivo sulle nostre pagine Terre Alte ha effetti sulle Terre Basse perchè la troveranno spazio anche le tante altre voci ami- montagna è una risorsa strategica per il futuro di che delle Terre Alte, in un dialogo proficuo sep- tutti – ad esempio al ruolo della montagna per pure dalle tante sfumature e qualche differenza, una economia sostenibile e green – e come tale ma accomunato dall’amore per un bene comune: va tutelata e supportata. Crediamo che la tutela la montagna.

Ottobre 2012 / Montagne360 / 9 News 360 Un volume per Bologna, trekking urbano all’ombra delle due torri conoscere la storia Festival della Magnifica dell'Engadina Percorsi da un minimo di 1 ora e compongono il programma bolo- Terra: a Kurt Diemberger 30’ fino a un massimo di 6 ore. gnese degli oltre trenta percorsi di ‘Notizie sull'Engadina’, di Luigi A Bologna e dintorni sabato cui, novità rilevante, un paio con la premio alla carriera Zanzi e Enrico Rizzi (Edizioni 27 e domenica 28 ottobre per narrazione guidata esclusivamente Fondazione Enrico Monti) l’edizione 2012 di Trekking in inglese e spagnolo. Dalla “Bolo- Al suo secondo appunta- inaugura la collana Studi Alpini Urbano, la manifestazione na- gna esoterica” fino alle strade della mento annuale, il festival della Fondazione Enrico Monti. zionale che anche quest’anno “Bologna noir”, passando per gli della Cultura di Montagna Il volume, dedicato allo storico vede l’adesione del scaloni e i palazzi storici, le “La Magnifica Terra”, svolto- engadinese Ulrich Campell, è Comune di Bologna acque e i rifugi antiaerei si nel territorio comunale di corredato da incisioni, acquarel- con l’organizzazio- e nuovi insediamenti ur- Bormio, Valdisotto, Valfurva li e fotografie a colori e bianco ne curata dal settore banistici. Ma anche trek- e Valdidentro dal 24 al 28 e nero, molte delle quali inedite. Turismo. Novità in- king nell’Appennino. luglio, è stata una sorpresa Particolarmente interessanti triganti e misteriose e www.bolognawelcome.it per tutti. Per il folto pubbli- le lastre fotografiche del 1888 conferme di successo [email protected] co, che non ha mancato una sulla casa engadinese, opera serata, ma anche per gli ad- di Jacob Hunziker, indimenti- detti ai lavori. Basata su una cato studioso della casa rurale formula snella e agile, la ker- nelle Alpi Svizzere, tratte da messe – che ha mostrato un livello di qualità sempre molto alto – un importante fondo inedito Trovata la congiunzione “aerea” tra la grotta di ha coinvolto ospiti, giornalisti, musicisti ed escursionisti. Per una conservato all’Archivio di Stato Castelcivita e la Grotta dell'Ausino settimana, al cospetto delle cime dell’alta Valtellina, si sono suc- Austria. Photo: Damiano Levati Hansjoerg Auer, di Aarau. ceduti concerti, escursioni storico-culturali, trekking, conferenze, tavole rotonde, mostre fotografiche, presentazioni di libri, di film- Rossana D’Arienzo e Berardino Bocchino, oggi. La scoperta è nata per caso. I due spe- documentari o di progetti multimediali. L’evento, diretto da Fi- soci della sezione CAI di Avellino, sono riu- leologi, qualche mese fa, durante un’ uscita lippo Zolezzi, è stato curato dall’omonima associazione culturale. sciti a trovare la congiunzione tra le grotte alla Grotta di Castelcivita (SA), senza nes- Tra gli ospiti premiati, Kurt Diemberger, (per la carriera alpini- di Castelcivita e dell’Ausino. Questo pas- sun programma particolare, hanno perce- stica ed editoriale); Cecylia Kukuczka, moglie di Jerzy Kukuczka saggio, ipotizzato dagli speleologi e dagli pito una strana corrente d’aria, come spes- (per il miglior libro dell’anno); Luca Priuli, Alessandro Gogna e TESTATO DAGLI ATLETI. A PROVA DI SPEDIZIONE. studiosi sin dagli anni ’30, sembrava scon- so può accadere in grotta. Incuriositi, sono Alessandra Raggio (per la collana Campo IV, dell’editore di Priuli IL TOP DI GAMMA DELL’ABBIGLIAMENTO E ATTREZZATURA OUTDOOR. tato ed ovvio, ma non era mai stato trovato. tornati nella grotta e, al di là di una frana e & Verlucca). Un appuntamento che si ripeterà il prossimo anno e Nel 1995 gli speleosub di Foligno, capeggia- dopo un “bicchiere”, hanno trovato il vuoto. che non bisogna assolutamente disertare. La collezione Summit Series™ di The North Face® è composta da attrezzatura e abbigliamento progettati per affrontare le ti da Massimo Bollati, avevano trovato un Complice la bussola e grazie alla loro espe- condizioni più dure del pianeta. Di alta qualità, autentica, tecnica, passaggio sommerso tra le due grotte e da rienza, i due speleologi hanno capito, con innovativa: la collezione Summit Series™ di The North Face® allora ogni speranza di un passaggio non gioia e sorpresa, di trovarsi nel ramo basso si rivolge a chi ha come obiettivo Never Stop Exploring™. sommerso era svanito, insieme al sogno di della grotta dell’Ausino. La congiunzione Skule Eriksen vince il Lo stesso spirito che si rifl ette nei negozi Summit Series™ Specialist. generazioni di speleologi. Almeno fino ad era stata finalmente trovata. Festival della Lessinia 4810 Sport, Via Roma 106 - Courmayeur (AO) 0165 844631 Alby Sport, Via Gran Breda 23 - Novalesa (TO) 0122 653230 Alta Quota, Via Laurentina 10/A - Roma 06 5414724 Si è chiusa al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova la diciotte- Fiorelli Sport, Via Ezio Vanoni 3 - S. Martino Valmasino (SO) 0342 641070 sima edizione del Film Festival della Lessinia, l’unica rassegna Gialdini, Via Triumplina 45 - Brescia 030 2002385 L’arte di salire in alto, Via Nino Bixio 13-17 - Chiavari (GE) 0185 1756399 Upclimbing.com We b & B l o g cinematografica in Italia a privilegiare in maniera esclusiva gli La Montagna, Via Vitruvio 43 angolo Mauro Macchi - Milano 02 29522027 aspetti della vita, storia e tradizioni in montagna. Nel corso della Makalù Sport, Piazza Damiano Chiesa 5 - Rovereto (TN) 0464 480346 Bouldering, falesia, ghiaccio: questo cerimonia di premiazione, che si è svolta a fine agosto, la Giuria Max Sport, Via Pasubio 77 - Schio (VI) 0445 521853 Montagna Dimensione Verticale, Via Fassini 14/A - Rieti 0746 491059 e molto altro su “Upclimbing.com” internazionale del Film Festival (composta da Gilles Chappaz, Nuovi Orizzonti, Via Vignolese 821 - Modena 059 230083 (www.up-climbing.com), un portale Marco Albino Ferrari, Barbara Koren-Tauscher, Edoardo Win- Pennente Outdoor, Via Pompeiana 120 - Fermo (AP) 0734 228029 dedicato all’arrampicata, ricchissimo speare, Grzegorz Zariczny) ha assegnato il Gran Premio Lessinia Ravaschietto Sport, Via Cascina Colombaro 35 - Cuneo 0171 692081 Rrtrek, Via Ardea 3/A - Roma 06 70450873 di informazioni, articoli, interviste, della Comunità Montana della Lessinia – Lessinia d’Oro al film Sport Extrem, Regione Nosere 45/Ter - Domodossola (VB) 0324 248390 news, indicazioni bibliografiche e se- Vinterlys del regista Skule Eriksen. “L’uomo non domina la na- Stile Alpino, Viale Marconi 10 - Cagliari 070 3110706 gnalazioni di eventi. Davvero bella la tura soggiogandola a qualsiasi suo bisogno, ma pare conviverci Vertical Sport, Via Daniele Comboni 19 - Trento (TN) 0461 421000 Villa Alpine Shop, Via Castel Tialto 2/B - Bologna 051 220643 sezione dedicata alle gallerie fotogra- con nordica eleganza – si legge nella motivazione. Attraverso il Zable Sport, Via Zago 56 - Villatora Saonara (PD) 049 8790306 fiche. Altrettanto spettacolare quella linguaggio universale della fotografia, l’autore racconta l’armonia dedicata ai video, tutti in alta qualità, tra cultura e natura, tra civiltà e ambiente circostante. Ci porta che permettono di apprezzare nei tra picchi che spuntano dal mare raccontando la vita di una co- minimi dettagli le imprese su falesia, munità con tenerezza non invadente e sobrio rigore stilistico. E GUARANTEED TO KEEP YOU DRY ghiaccio e, naturalmente, sui massi. mostrandoci una luce inaspettata”.

10 / Montagne360 / Ottobre 2012 thenorthface.com OFFICIAL PARTNER

TNF_F12_SSS_Cai_98x270_IT.indd 1 02/08/12 10:26 Le montagne dallo spazio a cura di Mario Vianelli rimangono attorno al Ngga Pulu ma sono in fortissimo regresso ripresa dalla Stazione Spaziale Internazionale, mostra nel detta- e ne è prevista la scomparsa entro pochi anni. glio la zona riquadrata nella foto precedente. Il paesaggio mon- A pochi chilometri dal si trova la minera Grasberg, tano è dominato dal gigantesco cratere della miniera Grasberg, al primo posto nella classifica mondiale per la produzione d’oro e che interrompe le creste calcaree evidentemente stratificate dei al terzo per quella di rame. Il gigantesco impianto, della multina- monti Sudirman. A est si notano la cima del Punkcak Jaya e i zionale americana Freeport-McMoRan, sfrutta un grande filone piccoli ghiacciai rimasti attorno al Ngga Pulu. A sud le monta- di rocce magmatiche che ha “bucato” i calcari dei monti Sudir- gne precipitano con un dislivello impressionante: la cittadina man raggiungendo la superficie. Alla fine degli anni ’50 le pro- di Tembagapura si trova 2400 metri più in basso della sommità spezioni geologiche rivelarono che l’oro alluvionale rinvenuto nei dello scavo. A nord, invece, si trova una regione d’alta quota dove fiumi circostanti proveniva da questo giacimento ricco anche di le creste rocciose si alternano a conce ricche di pascoli e di la- rame, argento e molibdeno. L’apertura dell’attività estrattiva, in ghetti alpini. una remota zona equatoriale d’alta quota, richiese infrastrutture La foto qui sotto offre invece una visone aerea della miniera. È imponenti: fu costruita una strada di 116 chilometri, affiancata evidente la totale devastazione del severo ambiente carsico d’al- da gigantesche tubature per il trasporto del minerale arricchito, ta quota. Si notano la ripida strada d’arroccamento che risale il che dal porto di Amamapare si arrampica fino a Tembagapura, versante meridionale e il laghetto che occupa il fondo del vecchio una nuova cittadina di 20.000 abitanti, e da lì al bordo dello scavo effettuato in località Ertsberg, in attività fino alla metà de- scavo principale a oltre 4200 metri di quota; e poi un aeropor- gli anni ’80 quando venne sostituito dal più redditizio impianto to, centrali elettriche, giganteschi frantoi per la frantumazione soprastante. del materiale grezzo, una funivia per il trasporto del personale e NASA-Earth Observatory chilometri di gallerie che inseguono i filoni più ricchi all’interno University of Maryland Global Land Cover Facility / Metal- della montagna. Vi sono state, e vi sono, forti resistenze fra le NewsStream / International Space Station Program / Image popolazioni locali, dove è attivo il Free Movement che in Science & Analysis Group, Johnson Space Center diverse occasioni ha condotto azioni armate contro gli impianti e i dipendenti della miniera, accusata di derubare la regione del- le sue ricchezze in cambio di modeste tasse che finiscono nelle mani del governo indonesiano. E non mancano le proteste per i danni ambientali. Alle devastazione degli scavi si aggiungono gli ingenti sedimenti (oltre 230.000 tonnellate al giorno) che dagli impianti di arricchimento vengono scaricati nei fiumi, le gigan- tesche discariche di detriti e l’inquinamento da metalli pesanti e da reagenti acidi che sta contaminando acque e terreni ad un ritmo allarmante. Nonostante la vicinanza con la miniera, dove i visitatori non sono graditi per motivi di sicurezza, l’accesso al Puncak Jaya rimane complicato e la montagna è la meno frequentata delle Sette Cime. I pochi alpinisti che vi si recano devono affrontare un trekking di 5 giorni dall’aeroporto di Timika prima di salire per il versante nord e la lunga cresta rocciosa sommitale. L’ac- cesso al Puncak Jaya è nuovamente consentito dal 2006, dopo un decennio di chiusura completa; le spedizioni, molto costose, possono essere organizzate soltanto da agenzie riconosciute dal governo indonesiano. Puncak Jaya. Con i suoi 4884 metri di altezza il Puncak Jaya portatori dayak reclutati in Borneo; in seguito a questa spedi- L’immagine a sinistra riprende una vasta zona della è la montagna più alta dell’intera Oceania. Situata nella provin- zione nacque il primo nucleo del Parco Nazionale Lorentz, sito Nuova Guinea meridionale. I falsi colori evidenzia- cia indonesiana di Papua, la cima si trova nei Monti Sudirman, dell’Unesco vasto come la Sicilia che si spinge dalle mangrovie no la vastità della copertura arborea e, in rosa, le settore occidentale della catena montuosa che attraversa per più litoranee ai campi di pietra e di ghiaccio delle cime più alte. Una creste denudate dei monti Sudirman; nel riquadro di 1600 chilometri l’intera isola della Nuova Guinea con una spedizione olandese nel 1936 salì le cime circostanti, ma per il si notano la macchia viola della miniera Grasberg e trentina di cime superiori ai 4000 metri. La montagna è anche cattivo tempo non riuscì a scalare la piramide sommitale del i puntini turchese dei ghiacciai residui. A occidente conosciuta come Piramide Carstenz, dal nome del navigatore Carstenz, raggiunta soltanto nel 1962 da una squadra guidata da delle montagne si trova il lago Paniai, in una conca olandese Jan Carstenszoon che nel 1623 l’avvistò dal mare du- Heinrich Harrer, salitore della parete nord dell’Eiger e autore di densamente popolata scoperta soltanto nel 1936 rante una giornata eccezionalmente tersa. La notizia di monta- Sette anni in Tibet. durante una ricognizione aerea. Nella pianura a gne innevate vicino all’equatore non fu creduta e la scoperta fu Le “Sneeuwgebergte” (montagne nevose) descritte dai primi sud della miniera si notano invece, in viola, i sedi- confermata soltanto due secoli dopo; quando l’ prese il esploratori sono soltanto un ricordo. All’inizio del XX secolo ri- menti provenienti dallo scarico dei detriti minerari, controllo della provincia nel 1963 la cima fu rinominata Puncak manevano nella catena centrale papuasiana almeno cinque prin- che hanno invaso il greto del fiume Ajkwa modifi- Jaya (Picco della Vittoria). cipali aree glaciali, ridotte negli ultimi decenni a modesti bran- candone l’ambiente ed il profilo per molte decine I ghiacciai che circondavano la montagna furono raggiunti nel delli disgiunti. Nei monti Sudirman gli unici minuscoli ghiacciai di chilometri. 1909 dall’esploratore olandese Hendrik Albert Lorentz con sei (Carstensz Glacier, West Northwall Firn e East Northwall Firn) In questa pagina l’immagine satellitare in basso,

12 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 13 Un itinerario in cinque tappe per il giro completo intorno A spasso sul Monviso al “Viso’, tra valloni selvaggi e ripiani erbosi, nevai e morene, laghi d’alta quota e panorami indimenticabili la cima su cui nacque il CAI di Fabrizio Ardito

er i piemontesi, non c’è montagna più vera e importante del Monviso. Basta salire, Pin una fredda giornata di tramontana in- vernale, sul terrazzino panoramico della Mole Antonelliana per comprendere questo amore: la cerchia delle vette alpine è ben visibile, e com- prende montagne anche più alte. Ma i 3841 m della sagoma triangolare del Viso sono inconfon- dibili, e dominano le alpi Cozie. Dopo le prime salite compiute da inglesi, nel 1863 la vetta ven- ne raggiunta da Quintino Sella in compagnia di nobili sabaudi e del deputato calabrese Giovanni Barracco, e l’impresa suscitò un grande entusia- smo che avrebbe portato alla fondazione del Club Alpino Italiano. La forma del Viso, che lo rende riconoscibile nel- le belle giornate da tutta la pianura piemontese, venne descritta da Sella a Bartolomeo Gastaldi con queste parole: “Immagina posto vertical- mente uno di quei pugnali triangolari con cui so- levano talvolta sbudellarsi i nostri padri; supponi quindi che si giri una delle costole del medesimo infino a che venga a porsi nello stesso piano verti- cale contenente un’altra costola, ed avrai un’idea della forma del Monviso”. Ma non solo di quota e pietre vive la fama del Viso: i laghi che lo circondano danno vita allo scrosciare delle acque che, oltre l’ampia vallata del Pian del Re, originano il Po. Un po’ abban- donato dall’interesse degli alpinisti, negli ultimi anni in cerca di salite più impegnative e severe, il Viso rimane, con i suoi panorami maestosi e la sua ottima rete di sentieri e rifugi, una meta deci- samente interessante per l’escursionismo. E non da oggi: il primo giro del Viso che la storia ricor- di fu compiuto nel 1839 da James David Forbes, professore dell’Università di Edimburgo, accom- pagnato da una guida locale. Esistono ovviamen- te diversi itinerari possibili che compiono il giro della montagna e delle sue valli, con durate che Al tramonto, il vanno dai tre giorni in su, e uno dei più piacevoli panorama delle è quello che inizia e termina dal rifugio Barbara montagne si riflette sui Lowrie, al culmine della val Pellice. piccoli laghi attorno al Al centro dell’incantevole Valle Carboneri – in re- rifugio Monte Granero altà un po’ affollata durante i fine settimana – il rifugio offre camerate comode e buona cucina, e

14 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 15 si può raggiungere a piedi da Bobbio Pellice (col- montagna, con la salita che porta al rifugio Bat- Sotto: un attimo di legata dai mezzi di linea a Pinerolo e alla ferrovia taglione Alpini Monte Granero dopo aver percor- riposo dopo la salita per Torino) in circa 3 ore di salita su strada. so tutto il fondovalle, aver superato i casolari di fino a Col Seiller dal La prima tappa del giro, lasciato il rifugio a quota Partia d’Amount e il Pian Sineive (2060 m). Sulle rifugio Monte Granero. 1753 m, corre prima attraverso un bel bosco per rive del piccolo e gelido lago Lungo, da dove na- Nella pagina a fianco: poi salire decisamente in direzione del colle Ba- sce il Pellice, il rifugio si trova a quota 2377 m, ai gli ultimi metri di salita racun (o Barant, a quota 2373 m), dove si trova piedi del Col Seilliere dove transita la prosecuzio- prima di raggiungere il un’area protetta e anche il rifugio Barant, attual- ne dell’itinerario del giro del Monviso. I più au- passo Vallanta (in alto) mente chiuso al pubblico. Oltre il colle inizia la daci (in genere tra i camminatori nordeuropei), e il rifugio Willy Jervis, discesa verso la conca del Prà, ultima propaggi- nelle giornate di gran sole azzardano addirittura nell'ampia conca del ne della val Pellice, dove si trova il grande rifu- un bagno nelle acque del lago, mentre ai più fred- Prà dolosi non rimane che la possibilità di un breve i laghi che lo circondano danno vita giro in canoa. Per raggiungere il Col Seilliere e i allo scrosciare delle acque da cui, suoi ampi panorami, dal lago Lungo il dislivello è di circa 500 metri, e la salita su un’antica mo- più a valle, nascerà il Po rena inizia a pochi metri dal rifugio. Dal valico il panorama si apre verso il versante francese dove gio Willy Jervis (1750 m) raggiungibile anche in si intravede in distanza il Refuge du Viso del Club auto. La vallata è ampia e ben esposta, fatto che Alpin Français (2640 m), che si raggiunge dopo giova evidentemente a una piacevole sosta, che di essere scesi nel vallone di Guil e risaliti sul ver- quando in quando può anche essere interrotta da sante opposto. Superato il rifugio si raggiunge lo strani incontri. Negli scorsi anni, infatti, agenzie specchio blu del Lac Lestio, oltre il quale inizia la francesi hanno offerto ai propri clienti la possibi- ripida salita – abbastanza breve però – che porta lità di compiere il Tour du Viso con una carova- al passo di Vallanta (2811 m). na di lama adibiti al trasporto dei bagagli degli Finalmente il Monviso con a fianco il Visolot- escursionisti. Lasciate da parte le suggestioni an- to appaiono in tutta la loro maestà, incornicia- dine, da qui in avanti il giro entra nel vivo della ti dalle pietre nere delle morene e dal bianco di

16 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 17 qualche nevaio: ai piedi del colle il vallone scende punta Malta. A sinistra: il tratto maestoso e selvaggio verso una serie di piccoli la- Il colle seguente è il Gallarino da dove, con buo- più alto del vallone ghi, che richiedono una breve deviazione dall’iti- na visibilità, si gode di uno splendido panorama di Vallanta, una nerario del tour. Oltre i laghi appaiono il vecchio che comprende la sagoma inconfondibile del Cer- volta oltrepassato rifugio Gagliardone e la forma singolare del rifu- vino e il vicino Monte Rosa. La conca dei laghi il passo omonimo, gio Vallanta (2450 m), che ricorda la sagoma del delle Sagnette, spesso nebbiosa, ma con un sen- è dominato dalla Monviso e crea degli spazi interni decisamente tiero ben segnato da vernice e ometti di pietre, sagoma imponente del verticali e curiosi. porta finalmente all’estremità meridionale del Monviso, con a fianco il Il giorno seguente inizia con un buon tratto di lago Grande di Viso e poi in breve al rifugio Sella Visolotto. discesa lungo il vallone di Vallanta verso Ponte- (2640 m), base per la via normale al Viso. In basso: segnaletica al chianale, che termina in corrispondenza di un La discesa dal rifugio Sella verso il Pian del Re rifugio Barbara Lowrie ponte alla Grange Gheit (1912 m), ed è seguita è uno degli itinerari più battuti del massiccio e, su un terreno morenico, è decisamente sassosa. Si Quintino Sella raggiunse la vetta raggiunge però rapidamente un paesaggio pun- nel 1863: quell'impresa portò alla teggiato da laghi (Chiaretto, Superiore e Fioren- za) che conduce con un’ultima discesa fino alla fondazione del Club Alpino Italiano torbiera delle sorgenti del Po e all’albergo di Pian del Re (1753). da una severa salita che si dirige verso il Passo di A questo punto, per chiudere il giro iniziato San Chiaffredo, alla quota di 2764 m. L’ambiente nell’alta val Pellice, non resta che una tappa, che è comunque molto vario, con un tratto di ripiani da Pian del Re sale verso il Col d’Armoine (2762 erbosi e piccoli boschi, cui segue il vallone delle m), con i suoi pascoli ripidissimi, per poi scendere Giargiatte con la sorgente gelida del Gias Fons. tranquillamente in direzione della Grange del Pis Più avanti la pietra inizia a dominare il paesag- e del punto di partenza del nostro tour ai piedi del gio e si oltrepassano i laghi Bertin e Lungo fino al Re di Pietra. colle, tra le elevazioni della punta Trento e della

l’itinerario

1. Da Bobbio Pellice al rifugio Barbara ra Lowrie alla Grange del Pis (tel. 0121 Lowrie (1753 m) circa 3 ore 930077 [email protected], www.rifu- 2. Dal rifugio Barbara Lowrie (1753 m) al giobarbara.it), Willy Jervis alla Conca del rifugio Willy Jervis (1750 m) circa 3,30 ore. Prà (tel. 0121 932755, 0121 932755, info@ 3. Dal rifugio Willy Jervis (1750 m) al ri- jervis.it, www.rifugiojervis.it, aperto tutto fugio Battaglione Alpini Monte Granero l’anno) Monte Granero al Lago Lungo (tel. (2377 m) circa 2,30 ore 0121 91760, [email protected], 4. Dal rifugio Battaglione Alpini Monte www.rifugiogranero.com). Seguono il ‘Re- Granero (2377 m) al rifugio Vallanta (2450 fuge du Viso’ nell’alta valle del Guil in ter- m) circa 4,30 ore ritorio francese (tel. 0033 04 92468181, 5. Dal rifugio Vallanta (2450 m) al rifugio [email protected], assoc.orange.fr/ Sella (2640 m) circa 6 ore. caf.briancon/RefugeViso.htm), il Vallanta 6. Dal rifugio Sella (2640 m) al rifugio Bar- nella valle omonima (tel. 0175 956025, bara Lowrie (1753 m) circa 5,30 ore. [email protected], www.rifugiovallan- ta.it), il Quintino Sella situato tra il Lago Informazioni pratiche Grande di Viso e il Lago di Costagrande Il giro attorno al Monviso può essere effet- (tel. 0175 94943, www.rifugiosella.it) e tuato in diversi modi e seguendo itinera- il rifugio albergo di Pian del Re (tel. 0175 ri più o meno lunghi. L’anello descritto in 94967, [email protected]. Per questo articolo prevede la sosta in una informazioni sulla zona e sulle possibilità serie di rifugi che in genere sono aperti escursionistiche si possono consultare i da giugno a fine settembre o inizio otto- siti: www.monvisopiemonte.it e www.giro- bre. Nell’ordine si tratta dei rifugi Barba- delmonviso.com.

18 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 19 Trekking di pace tra Albania, Kosovo e Montenegro

Per la prima volta un gruppo di escursionisti italiani ha compiuto un percorso di 120 km lungo i confini dei tre Stati. Un segnale di speranza per le aree martoriate in passato dalla guerra civile di Pier Giorgio Oliveti. Foto Tarcisio Deflorian

amminare per sei giorni di fila in monta- E poi, sopra a tutto, c’è l’incontro con le genti gna è sempre e comunque un’esperienza uguali e diverse di montagna, albanesi, monte- C al di fuori dall’ordinario per la stragrande negrine e kosovare, che d’estate popolano ancora maggioranza di noi, cittadini metropolitani con in massa gli alpeggi e le alte valli, come accade- lo zaino sempre pronto ma in deficit permanente va sulle nostre Alpi e negli Appennini sessanta o ed effettivo di tempo e opportunità. Quando poi forse cento anni fa. Quella che gli anglosassoni si vanno a esplorare a piedi montagne sconosciu- chiamerebbero the time machine, la macchina te ai più, in paesi nel cuore dei Balcani che hanno del tempo, qui funziona a pieno. Se nei fondoval- subito in anni recenti tragedie inenarrabili per li, a Peja/Pec in Kosovo, o a Plav in Montenegro una guerra civile “dimenticata” a pochi chilome- o a Scutari in Albania, la “modernizzazione” è or- tri da casa nostra, con ferite in ricomposizione su mai giunta omologando in gran parte il modello sentieri di confine sminati da pochi anni o mesi, socio-economico e culturale, in altura resistono l’esperienza si fa in qualche modo “epica”. Qui i forme antiche di cultura assieme al ricordo del In grande: traversata significati dell’excurrere vanno ben oltre il sem- locale diritto di sangue, il Kanun. dal Montenegro plice gesto del camminare. In queste montagne che definirei “sontuose”, all'Albania, verso il l’itinerario Nonostante una cartografia ancora approssima- ricchissime d’acqua cristallina, boschi sani dalle passo di Pejes. tiva e non aggiornata, è notizia di oggi, la rete di mille essenze, dalle querce eliofile al faggio fino al Nel box: segnaletiche A PIEDI SUI TRE sentieri è già per il 70% segnalata con criterio e pino Loricato, ancora oggi i trasporti sono spes- nella valle di Theth percorribile. Per descrivere i paesaggi tra la val so a forza animale e le forme di modernizzazione (Albania) CONFINI Rugova nel Kosovo nord occidentale, le catene di tecnologica agli albori. I formaggi freschi d’al- (in collaborazione con Tarcisio Deflorian, confine verso Babino Polje in Montenegro e poi peggio – cento chili per volta – scendono a valle Comm. Sentieri SAT) Theth e Valbone in Albania, siamo davvero co- appesi al basto del cavallo o del mulo per tre ore stretti a scomodare aggettivi abusati, come “sug- di sentiero, e poi per i 40 km di jeep su carrarecce gestivo”, “grandioso”, “mozzafiato”: in questo caso e incerte sterrate fino all’asfalto: un vero viaggio avvicinamento però non riescono minimamente a raccontare la di stampo “himalayano” più che alpino…nel cuo- Volo diretto Verona- Pristina. Trasferimento struggente e in qualche caso “violenta” bellezza re dell’Europa. La straordinaria cultura mate- in bus a Peja (70 km da Pristina), Val Rugo- dei luoghi, il “rumore” di una natura poco antro- riale locale (che ha già riscontrato come a Theth va, Drelaj (Squiponja), Reka e Allages, Hokaj pizzata, le cascate fragorose come il silenzio della l’interesse del prof. Andrea Pieroni dell’Universi- (Ariu) Guest-house consigliata a Drelaj/ quota e il parlare dei boschi estivi. tà di Scienze Gastronomiche di Pollenzo di Slow Squiponja.

20 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 21 Food) risente degli influssi turchi e ancora (for- tunatamente) della civiltà pastorale. Oltre ai for- maggi freschi di produzione artigianale e casalin- ga, qui si ritrovano numerose varietà di yogurt, il miele, le zuppe di legumi e verdure e soprattutto la carne arrosto ovina e bovina, accompagnata da uno speciale tipo di pane di granturco cotto nel forno secondo le usanze tradizionali. Per tutti questi motivi e altri ancora, cammina- re nei Balcani, in queste montagne, può offrire un’esperienza davvero fuori dal comune. Il rischio è quello di assistere in pochi anni ad uno sviluppo turistico tumultuoso, miope e sbagliato, peraltro già visto anche in troppi altri ambiti montani del nostro paese, al nord, al centro come al sud. Per questo grazie alla cooperazione italiana, sono stati promossi in queste aree così delicate proget- ti di sviluppo per forme di turismo sostenibile e naturalistico-ambientale. È questo un contesto Nere”), e per le note vicende geopolitiche a se- A fronte: discesa da doppiamente complesso, per l’orografia davvero guito della disgregazione della Federazione Ju- passo Jelenk (2146 m) aspra e a tratti tormentata delle Alpi Albanesi goslava. L’attuale situazione geopolitica ancora verso Babino Polje in movimento, ha visto il distacco nel 2006 dopo (Montenegro). In queste aree la Cooperazione un referendum della Repubblica del Montenegro In alto: moschea nella Italiana ha promosso forme di dalla Serbia, poi il 17 febbraio 2008 il parziale pianura tra Pristina turismo sostenibile riconoscimento di Pristina capitale di un nuovo e Peja/Pec (Kosovo) piccolo stato balcanico, il Kosovo, grande poco settentrionali, soprannominate (a torto) “le Mon- più dell’Umbria, e la nuova e non facile stagione tagne Maledette” (probabile equivoco di tradu- democratica dell’Albania. zione dall’albanese Mali I Zi, ovvero “Montagne Qui il Tavolo Trentino per la Pace con il sostegno

prima tappa impegnativo con condizioni di visibilità non tempo e nello spazio che merita il viaggio. Reka e Allages (Ariu), Bregu i Nike, Quafa favorevoli se non viene migliorata la qualità Numerose le guesthouse utili per la sosta e Gjonit – pr. Pepaj, ristorante Muliri, Guri della segnaletica sia nell’alta valle sopra i (tra cui GH Guesthouse di Pavlin Polia, gui- i Kuq laghi, sia nel lungo traverso di Jelenk. Non da escursionistica, +335 (0) 693016781), km: 18,5 h: 6/7 facile da rintracciare la traccia di sentiero fino alla chiesa su un poggio, con la vicina Dislivello: +980 -850 verso Babino Polje. La valle di Bivoliak che Torre del Kanun. Si parte dal Kosovo, dalla cittadina di Peja. scende a Plav, dove i minareti si mescola- Alla periferia della città, in corrispondenza no ai campanili cristiani, merita una sosta quarta tappa di un monastero ortodosso, ancora oggi di conoscenza e approfondimento. Si può Theth; passeggiate nei dintorni difeso dalle forze internazionali di pace pernottare a Plav in albergo o guest-house km: 5 h: 2 (compreso un contingente italiano), inizia oppure in un accogliente rifugio della Fede- Dislivello: +200; -200 la val Rugova. Subito l’ambiente si fa spet- razione Montenegrina alquanto spartano Giornata di alleggerimento facoltativa. tacolare e sempre più aspro. Mano a mano al Dom Karanfili. Nei dintorni di Theth da vedere la cascata che ci si addentra sono sempre più eviden- presso Vusanje, l’orrido e le sorgenti Oko ti le pareti di calcare sono ambiente ideale terza tappa del Skavkac. D’obbligo la visita guidata alla per arrampicare in palestre di roccia. Ropojana, Runica, Q.Pejes, Theth Torre Canon o del Kanun, al molino, alla km: 19 h: 7/8 chiesa. Difficile il reperimento di informa- seconda tappa Dislivello: +720; -1050 zioni sul Parco nazionale Theth. Guri i Kuq, Liqeni Kuqishtes, Jelenk, Ba- Splendida tappa per ambiente e tipo di bino Polje e trasferta auto per Plav fino a itinerario. Si percorrono i vari gradi altime- quinta tappa Lago a Liqeni Dom Karanfili trici e vegetazionali di una valle di antica Theth, Quafa Valbones, Valbone Kuquistes, lungo il km: 15,5 h: 6/7 comunicazione e un passo che congiunge il km: 19 h: 7/8 sentiero tra Kosovo e Dislivello: +1020; -870 Montenegro con l’Albania. L’arrivo nella lo- Dislivello: +980; - 1000 Montenegro Percorso molto bello che può diventare calità di Theth è di per sé un’esperienza nel Tappa molto lunga e davvero spettacolare

22 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 23 In questa pagina: del Ministero Italiano per lo Sviluppo e la Coo- integrale del tracciato si è potuto testare e, di un’altra famiglia (Kadarè Ismail, grande sorgente perazione, ha attivato progetti di sostegno allo fatto, aprire l’intero itinerario che si sviluppa per Kanun, diritto ancestrale ‘Aprile spezzato’, Longanesi, 2008). di tipo valclusano sviluppo rurale, così come in altre aree regionali, 120 km di montagna con circa 5200 m di disli- nelle montagne d’Albania L’omicidio per vendetta era dun- in Val Ropojana in Serbia e in Bosnia-Herzegovina. Diamo con- que riconosciuto dal Kanun, e anzi (Montenegro). to qui di un “viaggio” a piedi compiuto nei mesi In queste montagne ancora oggi “prevedeva lo stato di turbamento in A fronte: gruppo scorsi da una delegazione di dieci escursionisti le forme di modernizzazione cui l’omicida poteva cadere per il suo familiare in Val Rugova accompagnati da una guida di Rugova Expe- tecnologica sono agli albori Theth c’è la torre di Kulla detta atto” (ibidem, p. 10). Venuti a cono- (Kosovo), località rience, Agim Hagku, detto “Yole”, di cui faceva- Adel “Kanun”, dove fino a pochi scenza dell’assassinio i componenti Drelaj (Squiponja) no parte la Vicepresidente SAT, Rita Gasperi, vello in salita e 5600 in discesa (di seguito la de- decenni fa gli imputati colpevoli si maschi della famiglia del defunto pos- e il Responsabile della Commissione Sentieri scrizione di sintesi delle tappe), e il culmine sulla sottoponevano ad una sorta di arresti sono scegliere se conferire o meno la SAT, Tarcisio Deflorian: grazie al compimento vetta di Trekufinj, 2365 m, il punto dove si incon- domiciliari in attesa di un incontro “besa” alla famiglia rivale, ovvero, nel trano i confini tra il Kosovo, l’Albania e il Mon- con la parte lesa… Come dirimere codice morale albanese, l’impegno tenegro. È da notare che per la prima volta sono fatti di sangue tra famiglie, come am- leale a non attaccare, e il rispetto stati concessi i permessi da parte delle tre diverse ministrare la giustizia a giorni di cam- della parola data. Nel Kanun si ritrova autorità di frontiera per attraversare liberamente mino dal tribunale più vicino, qui tra anche un codice d’onore strettamen- i confini a piedi lungo i passi e per sentiero. È così le montagne d’Albania? La tradizione te legato all’ospitalità: “l’ospite, nella aperta ora una nuova regione escursionistica eu- locale rispose nei secoli concependo vita dell’albanese è la categoria etica ropea di grandissimo valore e interesse, che non una forma originale di giustizia fai da suprema, che prevale persino sui mancherà certo di attirare l’attenzione di tutti gli te, il Kanun, che nel bene e nel male legami di sangue”. L’ospitalità viene escursionisti, delle Sezioni e dei Soci del CAI per ha surrogato lo “stato legale” per prima della vendetta, ossia essa è il future programmazioni. secoli scongiurando faide eterne che “comandamento dei comandamenti”: Le organizzazioni tecnico-turistiche in loco, avrebbero intaccato il fragile tessuto l’ospite, agli occhi dell’albanese è come pure la Federazione Alpinistica Kosovara, sociale e l’economia di sussistenza un semidio […]. Ancora oggi appena accolta nell’ottobre 2011 all’interno dell’UIAA, della montagna. Come racconta lo entri in una casa albanese o kosovara assieme al Tavolo Trentino per la Pace e alla SAT, scrittore albanese Ismail Kadarè nel divieni il centro dell’attenzione dei sono a disposizione per fornire informazioni e suo romanzo “Aprile spezzato”, il padroni di casa che ti offriranno caffè supporto per avventurarsi in queste montagne giovane protagonista Gjorg commette turco, cibo e bevande di ogni genere oggi finalmente “benedette”. un omicidio per “riscattare il sangue (rif. da Emma Riva, Servizio Civile a L'autore è delegato CAI per l’UIAA del fratello”, ucciso dai membri di Prizren, Kosovo).

su sentiero “alpino” ben tracciato; è possi- ve a quasi 1800 m senza energia elettrica, settima tappa: bile accorciarla di almeno 4 km evitando di strade o mezzi a motore, forse il luogo più Dober Dol, Trekufinj,R upa Dobros, Valle di percorrere la strada di fondovalle dal primo suggestivo dell’intero itinerario di trekking. Ducjane ristorante alla testata della strada (“Mirash A Dober Dol si può pernottare in tenda (da km: 23 h: 6/7 Lamthi”, www.burimvalbones.com); da pro- portare al seguito; si consiglia di concorda- Dislivello: +570; - 1550 grammare la visita al Museo/Centro di visi- re preventivamente con i pastori un luogo Molto bello lo scavalcamento aereo del ta di Valbona per saperne di più su questa adatto per l’accampamento possibilmente crinale per la vista che si gode su tutti i bellissima valle. Tra le diverse guest-house, in piano e vicino a una sorgente) oppure versanti, a 360°. Con condizioni di tempo sceglierne una nella parte alta della valle (preferibile) in baita su tavolato per evita- buono, per il forte valore simbolico asso- nei dintorni del Museo anziché scendere re un aggravio di peso e vivere un contatto lutamente da non perdere la salita alla più in basso. più diretto con i pastori locali, che sapran- cima Trekufinj (2365 m), la “cima Coppi” no offrire la migliore ospitalità rustica di dell’intero itinerario. In questa tappa va sesta tappa montagna. In alternativa si può anche per- assolutamente precisato che nonostante Valbone – trasferta in mini van fino a Ce- nottare chiedendo ospitalità in una baita l’impegno prolungato per lo sminamento, rem (15 km) in località Balqina, a quota 1600 ca. (fam. pare sussista ancora un reale pericolo di Cerem, Quafa Vranices, Balqina, Dober Dol Ilysni Baloj). La precarietà della strada fra mine antiuomo in prossimità del costone km: 16 h: 6/7 Valbone e Cerem (che può essere soggetta ovest della cima Trekufinj, come evidenzia- Dislivello: +950; -270 a frequenti frane e interruzioni) suggerisce to dalla guida Agim. Tale pericolo sul luogo Bellissimo itinerario su evidenti sentieri di cercare un passaggio pedonale alterna- non è segnalato: per precauzione si consi- a scavalco di tre confini. Particolarmente tivo, ad esempio lungo il vallone che da Val- glia in questo tratto di rimanere sempre sul interessante il duplice passaggio del cri- La testata della valle bone per Kukaj, Ljugo i Presljopit, aggira da tracciato del sentiero segnalato e battuto. nale fra Albania e Montenegro, le baite di del gruppo Dom Ovest il monte Kollates Kepe (valico Pre- Da Dober Dol, considerati gli zaini pesanti, Balqina e soprattutto la conca di Dober Dol Karanfili (Montenegro) slopi a 2039 m) e scende per il Qafa Borit è preferibile percorrere il sentiero princi- (1780 m), un alpeggio con 12 famiglie atti- (1850 m) fino a Cerem. pale fino al crinale soprastante, evitando

24 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 25 Informazione commerciale GLI SPECIALISTI una zona turistica ecologico-rurale denominata Green state realizzate 31 vie di arrampicata su roccia divise Partecipanti: In Val Rugova sulle orme del Rita Gasperi Path attorno a 4 tipici villaggi di montagna nella zona in tre zone: 2 a Drelaj (Gola di Koshutanit) e a Reka (sat-consiglio centrale) Green Path della Val Rugova: Drelaj, Reka Allages, Malaj e Pepaj. Allages, con chiodi e placche; aree di sosta; 6 ripari Aldo Chemelli (sat) L’offerta turistica riguarda sia la possibilità di svolgere in legno per escursionisti; cestini per raccolta dei Claudio Colpo sport di montagna (trekking, arrampicata, escursioni- rifiuti, tabelloni stradali in legno e lamiera con stampa (sat-commissione ll’interno del Progetto Europeo di cooperazione smo invernale, mountainbike, hiking) sia la possibilità della mappa del Green Path; completato un sentiero sentieri) ASee Net (azione verticale 2C) sono state pro- di conoscere le tradizioni e le genti della Val Rugova naturalistico, “delle cascate”, in zona Reka Allages. Per Tiziana Giampiccolo grammate e in parte già avviate e realizzate dal Tavolo alloggiando presso 4 case di montagna ristrutturate quanto riguarda le prossime azioni, ci si concentrerà (sat) Trentino attività transnazionali per il “Sostegno allo come guesthouse con il contributo della Provincia di nella realizzazione di un progetto di “albergo diffuso”, Michele Zanolli sviluppo del turismo ambientale attraverso la valoriz- Trento e visitando il Museo dei Saperi di Montagna”. su modello di analoghe iniziative sulle Alpi Carniche (sat-commissione zazione delle risorse culturali e naturali” nei territori di Dopo due anni di lavoro sono stati realizzati gli inter- e nel Parco Nazionale d’Abruzzo, corsi di formazione sentieri) Kraljevo (Serbia), Niksic (Montenegro), Nis (Serbia), venti necessari per l'ammodernamento di 2 delle 4 per operatori e amministratori locali, la promozione Marco Oberosler Peja/Pec (Kosovo) e Scutari (Albania). Nella zona di baite/case di montagna. La delegazione di escursio- del turismo ambientale con strumenti cartacei e web. (sat) Peja- Pec e nella Valle di Rugova, nisti CAI-SAT ha potuto visionare Per ulteriori informazioni: www.rugovaexperience.org; Vito Rizzi i partner sono stati il Comune di lo stato delle opere nel villaggio di rugova-experience.blogspot.com; www.viaggiareibal- (sat-commissione Peja/Pec per la parte istituzionale, Drelaj (famiglia Shalaj) e a Reka Al- cani.it; www.viaggiareibalcani.it sentieri-gis) e le società Rugova Experience, lages (famiglia Nikqi) e percorrere Tarcisio Deflorian Marimangat e Pejes, ed Era Group durante la prima tappa dell’itinera- Contatti: (sat-commissione come tecnici, e il contributo tecnico- rio alcuni dei sentieri segnati. Dopo Tavolo Trentino per il Kosovo: Luca Lietti sentieri) scientifico dellaS AT di Trento. Come il sopralluogo di Franco Gioppi 3474422478 | [email protected] Pier Giorgio Oliveti ci spiega il Coordinatore del progetto, Luca Lietti: “le (Commissione Sentieri della SAT-CAI) nel giugno 2011 SAT-Commissione Sentieri: Tarcisio Deflorian (cai - uiaa) attività previste dal Progetto sono 1) interventi per e dopo la finalizzazione dei piani di intervento previsti, 3394629204 | [email protected] Coordinamento l’aumento delle capacità turistiche; 2) la creazione di sono cominciati i lavori sul Green Path, realizzando FBAK-Kosovo Mountaineering and Alpinist Federa- Luca Lietti (tavolo nuove offerte turistiche sostenibili; 3) la realizzazione 5 sentieri (denominati 103, 104, 105, 106, 107) per tion: Arben Lila - Teuta Bicaj trentino per il Kosovo) di percorsi formativi 4) la realizzazione di materiali e escursionismo / trekking con il posizionamento di +37 744257170 | www.fbaku.org Organizzazione di eventi promozionali; 5) la realizzazione di eventi di segnali verticali, orizzontali, pali segnaletici in legno, Montenegro: Lokalna turistica organizacija Plav tecnico/logistica e sensibilizzazione ambientale. In particolare – spiega tabelle informative d’insieme; 3 percorsi di mountain- +382(0)51 252888 | www.montenegrotravel/plav guide: Lietti – la Municipalità di Peja/Pec insieme ai partner bike (rosso, verde e azzurro) per un totale di 60 km, Albania: guida Pavlin Polia, Teth, +335(0)603016781 | Rugova Experience locali ha focalizzato il suo intervento sulla creazione di con segnali direzionali e pali segnaletici in legno; sono [email protected] a 35 anni il Sig. DColetti si occupa di abbigliamento sportivo. Nel 1991 tanta espe- rienza si è concretizzata le tracce per via diretta che seguono l’erta Equipaggiamento: nel marchio Colvet, del pascolo. Tende e sacchi letto medi per ev. pernottamento in garanzia di ottima quali- Dopo una suggestiva attraversata su un pa- quota. Cercare di evitare l’utilizzo delle tende e pre- tà. La linea Colvet pro- scolo in quota, la discesa per la valle verso ferire la sosta concordata in una delle baite/case dei pone abbigliamento sportivo tecnico da mon- Decenj/Decan, è molto lunga e monotona, pastori tagna sia estivo che su pista forestale e strada sterrata; è possi- invernale: fiore all’oc- bile qui richiedere una trasferta in auto già Informazioni e Cartografia chiello è la linea alpinismo, affiancata dalla produzione di capi per dal bivio a monte della centrale idroelettrica La cartografia è in generale datata, poco precisa e trekking, alpinismo, escursionismo: materiali Schoeller, Polartec, a quota 1100 circa. aggiornata. Saranno prodotte a breve nuove tavo- Eschler, tessuti traspiranti, impermeabili, elastici e resistenti per una linea di elevato livello qualitativo ma concorrenziale nei prezzi. I capi le per un’unica carta topografica di qualità in scala Colvet, distribuiti in Italia e all’estero da NOTE 1:50000, per dare forma compiuta e permanente al un’efficiente rete di vendite, seleziona i Il trekking pur essendo del tutto privo di progetto di trekking transfrontaliero. migliori negozi di articoli sportivi per offri- difficoltà tecniche è adatto a persone ben re massima qualità ad ottimi prezzi. allenate. Per il Kosovo ci si può rivolgere a Rugova Experience Spaccio presso la sede. Per informazioni: A Runices verso il Periodo consigliato: da metà giugno a fine www.rugovaexperience.org +381 (0)39432352 / Ta- passo di Pejes (1776 m, settembre. volo Trentino per i Balcani/Luca Lietti 3474422478 S. Lucia di Piave (TV) Via Mareno, 11 Albania). Difficoltà: E/EE. [email protected] ☎ 0438-700321 fax 460553 In alto: targa del La segnaletica è sorprendentemente buo- Per il Montenegro a Lokalna turistica organizacija progetto Green Path/ na quasi ovunque; la parte dell’itinerario Plav +382 (0)51 252888 www.montenegrotravel/ seeNet/Provincia di che si svolge tra Kosovo e Montenegro è al plav e Kartografija Huber doo +381 112430300; Trento presso la momento quella meno servita. Per l’Albania, c’è una pubblicazione cartografica guesthouse di Drelaj Pasti: al sacco; possibilità di approvvigiona- ‘Nordalbanien Thethi und Kelmend’, wanderkarte (Squiponia, Kosovo) mento nei fondovalli; acqua: abbondantis- 1:50.000, della Huber Verlag di Monaco di Baviera [email protected] - www.colvet.it sima ad ogni quota lungo tutto il percorso. www.kartographie.de +49(0)89 143030. G.N.S. s.a.s. di Nenzi Francesca 26 / Montagne360 / Ottobre 2012 tel. 0438-31310 E-mail: [email protected] Mura di cinta del utti noi, amanti di montagna e di luoghi sito archeologico di lontani dal rumore delle città, cerchiamo L'Aquila Peltuinum T nelle escursioni il silenzio. Ma ci sono si- tuazioni in cui il silenzio è cupo, triste e ci parla d’altro. Non riesce a trasmetterci un senso di pace e la voglia di fermarci ancora un po’, di osservare. pedali nel silenzio Il silenzio, certe volte, riesce a farci desiderare in- vece di sentire suoni, persino rumori, in quei mo- menti abbiamo bisogno di sentire respiri di vita. Due itinerari proposti dal Gruppo Ciclo Escursionismo È così che mi sono sentita a L’Aquila, a più di tre Slow Bike del CAI di Ascoli Piceno sui luoghi del sisma anni da quella maledetta notte, quando una splen- dida città d’arte, capoluogo di una magnifica terra, del 2009, per contribuire alla rinascita del turismo ha conosciuto morte e distruzione a causa del ter- remoto che l’ha colpita. Il silenzio mi ha avvolto in di Sonia Stipa una nuvola irreale, che è ciò che resta di una città viva, con i suoi tanti studenti che facevano brulica- re il centro storico, così straordinariamente ricco di tesori d’arte. Pedalavo, in una domenica di settembre, tra le vie presidiate dall’Esercito, giravo attonita nella selva metallica dei puntelli, lambivo la “Zona Rossa”, poi all’improvviso una stretta. Il battito del cuore fa un tonfo sordo, il silenzio, se possibile, diventa ancora più intenso ed un fitta profonda mi fa bru- ciare lo stomaco davanti alle foto dei ragazzi morti sotto il crollo del castello di carta della Casa dello Studente. Quei volti, quei sorrisi pieni di speran- za, rimarranno per sempre dentro di me, scolpiti nella memoria insieme alle tante domande che

28 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 29 ciò che oggi questo rappresenta, anche alla luce del sisma che a maggio ha colpito l’Emilia-Romagna, itinerari il Veneto e la Lombardia con la sua storia di morte, distruzione, dolore. È anche lì la voglia di ripartire. Su due ruote nei Mi è stato chiaro che, oggi più di allora, è necessa- rio non abbandonare queste persone e la loro sof- luoghi del sisma ferenza, riuscire a trasmettergli la nostra amicizia, Proponiamo due itinerari ciclo escursio- il calore e la vicinanza, non farli sentire soli. Credo nistici: il primo con partenza dal centro che anche un’esperienza quasi di “routine” come storico di L’Aquila ed il secondo con par- un’escursione sociale possa trasformarsi in un anel- tenza da S. Pio alle Camere, nella piana di lo di una lunga, lunghissima, catena di solidarietà. Navelli. C’è un momento per l’emergenza e come tanti, an- che il CAI di Ascoli Piceno ha dato una mano in Dal centro storico di L’Aquila ad quei momenti con il progetto “Campoavventura” Amiternum che ha ospitato oltre 20 ragazzi di una frazione Impegno fisico:­ lunghezza 28 km all’Aquila ed alcuni adulti presso il Rifugio Mario Dislivello: 300 m Paci, sito nel territorio comunale di Ascoli Piceno ai Difficoltà tecnica: MC/MC confini tra Marche e Abruzzo, alle porte del Parco Partenza della cicloescursione dalla sede Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Ma CAI di L’Aquila, quota 609 m, per una vi- c’è anche il dopo-emergenza, quando chi è solo si sita presso il centro storico e luoghi dive- sente ancora più solo, quando i riflettori dei media nuti rappresentativi dell’evento sismico Da S. Pio alle Camere a Bominaco In alto: Chiesa si spengono e intorno il silenzio si fa assordante. aquilano (730 m). Si uscirà dal centro Impegno fisico: lunghezza 23 km Parrocchiale di Tussio Decidere di passare qualche giorno in terra aqui- cittadino per attraversare l’adiacente pe- Dislivello: 500 m dedicata a S. Martino lana, o tornarci ogni anno come fa il Gruppo Ciclo riferia (12 km di fondo asfaltato) ed im- Difficoltà tecnica: TC/TC vescovo. Escursionismo Slow Bike del CAI di Ascoli Pice- pegnare il sentiero storico di “Via Antica Da S. Pio alle Camere si attraversa la stra- In basso: centro no è un gesto apparentemente piccolo, ma che Arischia”, a fondo naturale, che toccherà da statale e si percorre la strada bianca in storico di L'Aquila nei contribuisce alla rinascita delle tante attività di luoghi e paesaggi collinari caratteristici. direzione ovest sino ad incontrare il trattu- pressi del Palazzo servizio al turismo presenti sul territorio. E aiuta Di qui si giunge al fontanile di “Fonte degli ro pastorale L’Aquila-Foggia, sede anche Comunale a promuovere la conoscenza delle peculiarità di Archi” (quota 794 m), nei pressi del paese dell’antica Via Claudia Nova. Superato un Si prosegue in direzione di Ansidonia e, su- grande valenza culturale e ambientale di quei luo- di Arischia. Il percorso di media difficoltà nuovo breve strappo in salita si raggiunge perato il piccolo borgo, si segue una stra- ghi. Ricostruire è anche consolidare nelle nostre toccherà il complesso romanico di “Ami- in circa 20 minuti dalla partenza l’inconta- da bianca in direzione sud che sale dolce- coscienze che anche un programma sezionale può ternum” (quota 730 m) ed il paese di S. minato e solitario sito archeologico di Pel- mente al Castello Camponeschi, un borgo diventare un piccolo ma importante tassello di so- Vittorino, su fondo asfaltato. In tutto si tuinum (I sec. a.C.) disposto su di un altura murato compromesso dagli ultimi eventi lidarietà e diventare, insieme a tanti altri program- percorreranno 28 km, con fondo stradale dove è possibile visitare i resti del teatro, sismici. Si continua in falsopiano in direzio- mi, un nodo di un lungo e tenace filo che collega del ritorno più compatto a dislivello nega- del tempio, delle mura di cinta e in prossi- ne est su una mulattiera che taglia il pano- una nazione intera. Un filo fatto di tanti soci che tivo, con quota massima di 860 m. mità la chiesa di S. Paolo in Peltuinum. ramico versante che conduce al caratteri- ogni giorno mettono testa e cuore nelle innumere- stico borgo di Tussio. Dal cimitero si prende voli e diverse attività. Questa storia minima che ho un tratturo che sale ripido in direzione sud. provato a raccontare in queste poche righe è fatta In vista dell’abitato di Bominaco, si gira a Il castello di Bominaco da allora continuo a farmi, anche per questo as- di persone e di luoghi, di “bellezza e inferno”, ma sinistra in leggera salita sino a raggiungere surdo e colpevole immobilismo nella ricostruzio- parla di amicizia, di solidarietà concreta, di pro- i ruderi del castello con stupenda vista del ne dell’Aquila. Non è facile, ma attraverso la mia gettualità, di idee. La rinascita dei tanti siti, pur- sottostante altopiano di Navelli. storia provo a trasmettere le emozioni, fortissime, troppo feriti a morte in questa Italia del terzo mil- Dal castello si scende su ripido sentiero vissute da tutti noi giunti a L’Aquila dalle regioni lennio, passa soprattutto dalla valorizzazione dei (a piedi) sino a Bominaco dove è possibile vicine per abbracciare gli amici aquilani per que- territori, dall’immenso patrimonio rappresentato visitare due piccoli gioielli: le chiese bene- sta intersezionale Ascoli Piceno – L’Aquila. Forse dal paesaggio, dalla storia, dalla cultura. Questa dettine di Santa Maria Assunta e San Pel- dovrei parlare solo dell’itinerario, della pedalata, è una convinzione reale e condivisa, nonché sup- legrino, inserite fra i monumenti protetti ma l’esperienza ha avuto un valore davvero par- portata dai fatti. Anche il CAI deve contribuire a dall’Unesco, miracolosamente non intac- ticolare, che nessuno di noi dimenticherà. Sono dare forza a questo messaggio, mutuandolo in mo- cate dai recenti eventi simici. stati i ragazzi della sezione CAI del capoluogo menti concreti presenti nei rispettivi programmi Si scende verso Caporciano, un tipico bor- abruzzese, ad accompagnarci nei luoghi del loro sezionali. Chiudo con l’augurio che l’eco di queste go arroccato con caratteristiche strette dolore e dei ricordi bui. Mi ha colpito la tanta vo- “Pedalate nel silenzio” giunga a tanti, riuscendo a rue, sino alla strada statale dove si ripren- glia di raccontare, di far conoscere la situazione in toccare le corde più interne del cuore e che possa de la mulattiera agro-pastorale sino alla cui sono immersi, di far udire la propria voce fuori trasformarsi in energia e voglia di ricominciare. chiesa tratturale di S. Maria dei Cinturelli, da L’Aquila e dall’Abruzzo. Vogliono farla arrivare *L’autrice è Socia CAI (Sezione Ascoli Piceno) e da qui al punto di partenza. lontano. È importante non dimenticare L’Aquila, (Accompagnatore di Escursionismo – Specialità Relazioni escursioni in Abruzzo e relativa il suo territorio martoriato ancora da ricostruire, e Ciclo Escursionismo) galleria fotografica su www.slowbikeap.it

30 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 31 In breve siamo al parcheggio lungo la strada e lì, tra non poche auto “anonime”, un furgone persona- Nato nel 1962 a Selva lizzato, con chiare scritte sulle portiere come tutti dei Molini, in Alto i veicoli aziendali che si rispettino, rivela l’identità Adige, Christoph Christoph Hainz del mio compare: Christoph Hainz. Guida e cliente, Hainz vanta un posto dunque? No. Due membri, invece, della giuria del- di primo piano nel la seconda edizione del “Karl Unterkircher Award” panorama alpinistico che dopo la riunione e la cerimonia di premiazione, contemporaneo. nato per scalare ieri, e prima del pranzo “ufficiale”, in programma Autore di notevoli tra poco, hanno approfittato della mattinata “li- prime ascensioni, bera” per una divertente arrampicata. Fortune del solitarie e invernali, mio mestiere: scalare con una guida – e che guida! ha scalato in tutto il – ma senza pagare. Ritrovarmi ad un tratto, come mondo sia su roccia sia per magia, tra il passato (Buhl) e il presente (Hainz) su ghiaccio e grazie al della storia dell’alpinismo, vivendo intensamen- suo eccezionale livello te un’esperienza diretta, in parete, che vale più di tecnico, si è più volte tante parole. Con Christoph, comunque, si parla affermato anche nelle a volontà e scendendo dal Passo Sella in Val Gar- competizioni dena il discorso finisce sulle vincitrici del premio – le ucraine Marina Kopteva e Anna Yasinskaya e la russa Galina Chibitok – e sulla loro incredibile determinazione. Christoph, abituato più o meno a tutto, non na- sconde la sua meraviglia: «Quelle ragazze sono ri- maste trentotto giorni consecutivi in parete, sulla Grande Torre di Trango! Pensa: attaccare la Nordo- vest della Civetta e starsene lassù non dico un mese ma “soltanto” dieci giorni, senza mai scendere. Io non resisterei!». Ricordo che Christoph e Hans Kammerlander, nel 1993, hanno tenuto duro sul pilastro nord dello Shivling: una notevole impresa in stile alpino, bloccata dalla bufera ad appena cin- quanta metri dalla vetta. Ma quanti giorni hanno passato sulla montagna? Rapido calcolo e risposta: «In tutto cinque, non consecutivi. Cinque giorni di scalata e il resto viaggio, attese, spostamenti. È Intervista “sui generis” al fuoriclasse altoatesino, stata la mia prima e unica esperienza himalayana: ho visto come funzionano le spedizioni e ho capito scanzonato protagonista dell’alpinismo moderno che non fanno per me. Troppa lentezza e alla fine si con le sue salite da favola dalle Dolomiti all'Eiger perde un sacco di tempo: intere settimane per una sola salita. Così ho fatto una scelta diversa: mi sono di Carlo Caccia dedicato alla roccia, alle montagne di casa, e sono contento di aver seguito questo percorso. Se mi fos- si recato altre volte in Himalaya, impiegando intere Christoph Hainz n anello metallico, piccolo e arrugginito, compagno che oggi, dimenticate le scarpette da ar- corda». Qualche minuto dopo arriva il mio turno: stagioni, tanti sogni sulle “mie” Dolomiti sarebbero arriva in vetta al sbuca dalla roccia. Lo sfioro con l’indice, rampicata, sta salendo bravamente con quelle da supero lo strapiombino iniziale, risolvo in qualche rimasti tali». Fitz Roy (Patagonia), U come se fosse una reliquia, e mi prende avvicinamento. E io, beato, mi godo la festa: un tiro modo l’ostico tratto successivo – grande Hermann! con il Cerro una strana sensazione. «Un chiodo di Hermann di corda dopo l’altro, tra battute e considerazioni – e su roccia più appigliata completo l’opera. Sto Fantasmi, streghe e apprendisti Torre che sembra Buhl», dico. E in sosta, poco sopra di me: «Di si- più serie, fino alla Cengia dei Camosci. già pensando alla discesa, a piedi, e al pomeriggio stregoni assistere alla scena, curo. Ma pure quelli di Christoph non sono male». L’ultima lunghezza, più o meno sessanta metri in di relax che ci aspetta, quando mi sento dire: «Tor- Un pensiero controcorrente, vista l’attuale tenden- al termine della Rispondo a mia volta: «Ah, sì. Ma dei tuoi, visto un diedro da antologia, dove la tecnica conta più niamo giù in doppia, ok?». Accenno una timida za a cercare l’avventura sempre più lontano, in valli solitaria in 9 ore dove si trovano, non credo che mi capiterà mai di degli avambracci, mi ricorda un altro splendido iti- protesta, senza convinzione, e dopo nove calate (mi e su cime inesplorate, ma assolutamente condivi- della via “Franco- incontrarne». Perché un conto è la via che stiamo nerario e fa scattare la domanda: «Hai salito il Die- pare), di cui un paio piuttosto oblique, ci ritrovia- sibile: come dar torto a Christoph, considerate la Argentina”. percorrendo – la classica, bellissima e comunque dro Manolo sul Dain, in Valle del Sarca?». Risposta mo di nuovo all’attacco: un luogo familiare al mio quantità e la qualità delle sue creazioni? Sulle Tre Foto arch. Hainz non facile Buhl sul Piz de Ciavazes: tanto di cappel- dall’alto: «Quello sopra la pista di motocross? Sì, “socio” arrivato qui camminando, in doppia come Cime di Lavaredo, ad esempio, ne ha combinate di lo all’eroe del Nanga Parbat, che passò quassù nel in solitaria». Così voglio saperne di più e rilancio: un minuto fa e persino – sentite un po’ che non è da tutti i colori e quando gli chiedo della parete nord 1949 – e un conto sono le vie del mio fenomenale «Slegato?». Risposta quasi scontata: «Sì, senza tutti – arrampicando in discesa per la Micheluzzi. della Cima Grande, dove Das Phantom der Zinne

32 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 33 e l’entusiasmo di un ragazzino. Vive a Riscone, Consigli, autografi Nella pagina accanto: in Val Pusteria, e sa raccontare come pochi altri, e il richiamo della montagna dalle Dolomiti alla con quell’accento altoatesino che raddoppia il Il non lungo tragitto finisce alla Baita Pramulin, tra Yosemite Valley per sapore di aneddoti e battute. Idee chiare, tanta Selva e Santa Cristina, dove ci ritroviamo nuova- scalare “Separate simpatia e nessuna retorica: il suo è un alpinismo mente in compagnia e pronti a rimpinzarci di spe- Reality”, una delle festoso, dalle vie più dure al mestiere di guida. Il cialità locali. Ai fratelli Nicolas e Olivier Favresse, fessure più pettacolari furgone corre, ormai siamo a Selva e il discorso tra i nominati per il premio e in cerca di consigli per e famose del mondo. continua: «In montagna mi diverto, sia da solo un’arrampicata in zona, Christoph suggerisce cal- Foto Roger Schäli. sia coi clienti. Mi piace arrampicare, mi piace damente la sua Moulin Rouge sulla Roda di Vael. Qui sotto: l’ambiente e mi piacciono le persone... non tutte, Si ritrova poi a firmare autografi al terzetto in rosa Christoph Hainz però! Ma non disprezzo quelle senza esperienza: dei trentotto giorni sulla Grande Torre di Trango e in Groenlandia, le rispetto perché anch’io, all’inizio, ero così. Ho quando ci sediamo per l’abbuffata, finendo entram- dove si arrampica cominciato a vent’anni – prima andavo alle mal- bi a capotavola, l’uno di fronte all’altro ma decisa- (foto in basso), ghe, con le mucche – e non ho mai fatto corsi: mente lontani, subito mi fa dei gesti come se fossi- ma dove si può ho imparato tutto da solo, andando in monta- mo in parete e poi, ridendo, esclama: «Molla tutto! anche scherzare. gna, una cavolata dietro l’altra. Una volta, con la Vieni pure!». Il pranzo è all’insegna dell’allegria, Foto arch. Hainz nebbia, ho attaccato la Cima Piccola di Lavaredo con tanto di canti e musiche, ed è ormai pomerig- pensando che fosse la Grande: ero con un amico, gio inoltrato quando la compagnia si scioglie. «Che a metà ci ha sorpresi il temporale e avevamo il programma hai per domani?» chiedo a Christoph. discensore. Ma non sapevamo come usarlo! Per «Corso guide: sono istruttore» mi risponde. E io fortuna c’erano due tedeschi in ritirata: abbiamo ancora: «Ma quanti giorni all’anno passi in mon- visto come facevano – non volevamo chiedere tagna?». Ci pensa un secondo e poi: «Una volta cir- aiuto, per non fare la figura dei principianti – e ca trecento. Oggi meno, di sicuro, ma sempre sui copiando, proprio come a scuola, siamo scesi duecento-duecentocinquanta. Insomma: da questo sani e salvi!». Così Christoph, che per Reinhold punto di vista mi ritengo molto fortunato. E non Messner è «nato per scalare», ha potuto andare credo che mollerò facilmente: andrò fino a quan- avanti e mettere a frutto i propri talenti: seguire do potrò. Come quell’alpinista, di cui non ricordo il il proprio cammino («Non ho mai avuto modelli, nome, che ho incontrato qualche giorno fa al Passo non ho mai cercato di imitare nessuno», tiene a Falzarego: aveva settantasei anni e gli brilla- sottolineare) passando dalle Dolomiti all’Eiger, vano gli occhi. Io invecchio ma non cedo! In dalla Patagonia alla Groenlandia. Ricorda: «La arrampicata sportiva ho raggiunto l’8b+ ma classica Heckmair, sulla parete nord dell’Eiger, sono convinto che, se mi mettessi sul serio, (“Il fantasma della cima”) è una delle sue linee più Mutschlechner Gedächtnisweg (“Via in memoria di l’ho salita quattro volte: con un amico bivaccan- ora potrei fare anche l’8c! Però... ecco: non «In montagna mi rinomate, esclama senza timore: «Sono arrivato in Friedl Mutschlechner”, ndr) e fin lì ero salito in li- do, da solo in quattro ore e mezza, con un cliente che disdegni la falesia – la ritengo anzi mol- diverto, da solo e tempo, per fortuna! Perché quella via era nel mirino bera a vista. Ma in quel punto, in apertura, la libera e infine con due clienti, uno dei quali era un frate to importante – ma quando c’è il sole prefe- con i clienti. Non ho di un mio illustre collega, che io e Kurt Astner ab- sembrava impossibile. Così ho martellato un nut in francescano. Poveretto! Gli è arrivato un sasso risco andare in montagna e cercare lì la mia mai avuto modelli biamo preceduto. Niente di cui scandalizzarsi, però: una fessurina, vi ho agganciato un cordino a mo’ di sul casco e qualche tempo dopo, incontrandolo, via, con le mie regole e senza imporre nulla e non credo che sulle Tre Cime è sempre stato così. È la stessa storia staffa ma niente: nessun appiglio decente in vista. mi ha confidato che celebrando la messa sentiva a nessuno». mollerò facilmente: che si ripete, dai tempi di Cassin fino ad oggi: le Drei Improvvisamente, mentre stavo per tornare indie- male al collo». Un’infinità di salite e un’infinità di arrampicherò fino a Zinnen sono straordinarie, uno spettacolo, e tutti tro, il nut ha ceduto e mi sono ritrovato nel vuoto: episodi: Christoph è un libro aperto – bello, tra quando sarò in grado vogliono scalarle! Io le ho sempre molto rispettate, un gran volo, di una quindicina di metri, con due l’altro, il suo Sfide in verticale – e ne avrebbe da di farlo. Ho sempre aprendo diverse linee altrove prima di cimentarmi chiodi “partiti” e un braccio rotto». La terza via da raccontare per giorni. Successi, certamente, ma cercato la mia via con lì, nel 1995, proprio con il Phantom». paura è invece ben nascosta sulla Croda dei Toni, anche l’altra faccia della medaglia. «Come quella le mie regole, senza Una curva e poi un’altra, col Sella imponente a montagna bella e scontrosa che paga la vicinanza volta con Kurt Walde: io ero il giovane, lui quello voler imporre nulla a destra e il Sassolungo più lontano a sinistra: ecco- delle Tre Cime: si chiama Hexenbeißer (“Dente di esperto. Stavamo aprendo una via, su una parete nessuno» ci così al bivio per il Passo Gardena e Corvara. E strega”) e con la sua roccia friabile, difficoltà in li- del Sella, e davanti c’era il sottoscritto. Così salgo il racconto riprende: «Da quelle parti stanno due bera fino al 7a e un bel tetto di A2, attende ancora i e salgo, l’ultimo chiodo si allontana – dieci, quin- delle tre vie che mi hanno fatto tribolare di più. primi ripetitori. Più successo, invece, ha avuto l’altra dici, venti metri – e ad un certo punto, maledizio- Roba del mio periodo “no spit”, quando non te- creazione di quella magica estate del 1991: la monu- ne, non riesco a passare: niente, non ce la faccio mevo il rischio e osavo parecchio: ero scatenato e mentale Kein Rest von Sehnsucht (“Nessun residuo proprio. Guardo in basso, abbastanza preoccupa- dovevo passare, ad ogni costo ma senza bucare la di nostalgia”) sulla storica parete della Civetta, risol- to, e cosa vedo? Un bel prato, verdissimo, con due roccia. Così nel 1990, lungo Zauberlehrling (“L’ap- ta da Christoph soltanto un mese dopo Hexenbeißer donne (credo) dedite all’abbronzatura. Mi dico: prendista stregone”, ndr) sulla Cima Scotoni, ho e poco prima dell’incidente sul Sass dla Crusc. che pazzo che sono, aggrappato qui col rischio arrampicato per dieci metri dall’ultima protezione di farmi davvero male! Giù dovevo essere, non alla sosta: un bel numero, visto che il grado era 7c. Un alpinismo festoso quassù! Ecco: da lì in qualche modo sono sceso, Sul Sass dla Crusc, l’anno dopo, è invece succes- e l’Eiger con l’amico frate abbiamo buttato le doppie e quella via, dopo tanti so il patatrac. Ero sul terzultimo tiro della Friedl Un tipo tosto, Christoph Hainz: ha cinquant’anni anni, aspetta ancora che qualcuno la finisca».

34 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 35 124132_IAZ_LaRevista_del_CAI_TexAIR_m_it_400x270_Layout 1 23.08.12 09:21 Seite 1 124132_IAZ_LaRevista_del_CAI_TexAIR_m_it_400x270_Layout 1 23.08.12 09:21 Seite 2

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Il giovanissimo climber ceco, superstar planetaria del bouldering e dell’arrampicata in falesia, si racconta a Montagne360 di Carlo Caccia

Le mani di Adam Ondra, che finora lo hanno portato in alto a cinque vie di 9b, a circa sessanta tra il 9a e il 9a+ e a undici di 8c+ salite a vista. Foto di Vojtech˘ Vrzba online store dam Ondra: il più straordinario e insie- me normale climber del mondo. Gli rie- asports.it A scono cose ai più proibite ma il ruolo di star non fa per lui. Sguardo dolce e sincero, idem il sorriso, sempre cordiale e disponibile: non si impreste.it monta la testa anche se con le sue realizzazioni sta spostando a grandi passi i limiti dell’arrampica- ta. Da anni si parla di lui e vista l’anagrafe – On- dra è nato a Brno (Repubblica Ceca) il 5 febbra- io 1993 – ne sentiremo delle belle ancora per un pezzo. «Ho visto qualcosa di nuovo, un livello di arrampicata che non conoscevo. Ma, soprattutto, ho percepito la forza interiore di Adam ed è stato esaltante»: così Pietro Dal Pra, che nel 2008 lo ha accompagnato nella prima salita in libera della leggendaria WoGü sulla 7ª Kirchlispitze del Räti- kon. Non soltanto dita d’acciaio, quindi: il segreto di Ondra è una questione di testa e di cuore, di de- terminazione e di passione, di voglia di continue sfide per andare oltre, lungo una strada dove i gra- di di difficoltà – e per ora siamo sul 9b lavorato e sull’8c+ a vista – sono soltanto il condensato finale di storie più grandi che l’ex bambino prodigio vive nel suo stile, unico e inconfondibile, che non gli Le migliori marche fa disdegnare neppure le competizioni. Così, dopo di attrezzature centinaia di chilometri in automobile da casa, ec- colo ad Arco per il Rock Master 2012 e quando lo per l’outdoor incontriamo gli chiediamo subito come si trova in il trekking questo paradiso tra il lago di Garda e le monta- gne, in questo concentrato di falesie dove è stata l’alpinismo scritta la storia dell’arrampicata e dove anche lui, lo scialpinismo trapano alla mano, ha un grandioso progetto in cantiere. e la speleologia «Sono contento di essere qui» esordisce Adam. «Per me, da bambino, il Rock Master è sempre stato un sogno: pensavo spesso a questa struttu- subito ra, su cui desideravo tanto arrampicare. Anche se, quando finalmente ci ho messo le mani, ho sco- perto che non risponde pienamente al mio stile: a casa troppo alta e strapiombante, senza possibilità di riposi». Quest’anno un appoggio perso nella prova la- In alto, da sinistra: Tua vorata ti ha fatto finire al quinto posto, dopo un Adam su “Karma” ottimo secondo in quella a vista. Come ti senti- (8A/8A+) a vi prima della gara? Fontainebleau, su «Quest’estate ho passato diverse settimane in “Gioia” (8C+) a Norvegia, ad arrampicare e a girare riprese per un Varazze e prima di nuovo film, e sono tornato stanco e fuori forma. affrontare “Sideways Rivenditore autorizzato Rivenditore esclusivo Così non ero sicuro delle mie condizioni: qualche Daze” (8B) a Centro ASSISTENZA giorno prima della gara ho avuto delle buone sen- Fontainebleau (foto di sazioni ma su questa struttura, ripeto, è difficile David Rakušan). Nella che mi senta davvero bene». foto grande, Adam in Restiamo ad Arco ma torniamo ai mondiali del azione sulle rocce di 2011, quando hai mancato per poco la vittoria casa (Staré Skály, nel boulder... Moravský Kras). Foto «L’anno scorso è stato abbastanza strano: mi sono di Vojtech˘ Vrzba allenato due mesi per la difficoltà, praticamente Quartier G. Carducci, 141 32010 Chies d’Alpago Belluno - ITALY 40 / Montagne360 / Ottobre 2012 tel. +39 0437.470129 - fax +39 0437.470172 [email protected] - [email protected]

AUTUNNO_pg_DX_52 x 270.indd 1 26/10/11 22.16 16 maggio 2011: Adam sale “Overshadow” (9a+) a Malham Cove, storica falesia dello Yorkshire. Foto Vojtech˘ Vrzba

42 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 43 mai per il boulder, e alla fine il risultato nel boul- invece, ho capito che senza allenamento specifico der è stato migliore di quello nella difficoltà. Sui non sarei riuscito a superare un certo livello. Infor- blocchi, però, oltre all’allenamento conta molto tuni seri non ne ho mai avuti: al massimo cinque anche la fortuna». giorni di stop. E cinque sono anche i giorni alla Allarghiamo l’orizzonte da Arco all’Italia, dove settimana che dedico all’arrampicata, prendendo- ti rechi spesso. Cosa ti piace del nostro paese? mi tre settimane di riposo totale durante il perio- Qual è la tua falesia preferita? do natalizio. In verità vorrei sempre arrampicare «Mi piacciono la natura, le montagne, il sole. E ma i recuperi, purtroppo, sono indispensabili!». poi le possibilità di vie nuove non ancora sfruttate. A cosa ti dedichi quando non arrampichi? In testa alle falesie metto Cornalba, aggiungendo Come passi le tue giornate? che in Italia esiste una grande varietà di strutture «Fino alla primavera scorsa, prima degli esami di dove ognuno può trovare lo stile di arrampicata maturità, c’era lo studio. Poi mi piacciono la corsa, che preferisce. Mi piace l’entusiasmo degli italia- la bicicletta, lo snowboard e lo sci di fondo. Ma ni: sempre numerosi e caldissimi alle serate, come amo anche leggere e dedicarmi alle lingue stranie- in nessun altro paese. Qualche volta, come qui ad re, da autodidatta: l’italiano l’ho imparato così, in Arco o al Melloblocco, non vorrei essere così al un anno e mezzo, frequentando il vostro paese». centro dell’attenzione ma in fondo è il mio lavoro. Torniamo all’arrampicata: che progetti hai? Incredibile ma vero, sono molto più popolare in «Mi piacerebbe chiodare qualche linea molto sti- Italia che in Repubblica Ceca!». molante, da provare e riprovare: fare qualcosa che La val di Mello, dopo Fontainebleau, è la tua possa ispirare le prossime generazioni. Per me c’è area di boulder preferita... molta differenza tra un tiro chiodato da altri e un «Sì. I prati verdissimi e le montagne che la circon- tiro che io stesso ho creato: una via così è come un dano la rendono un posto incredibile. E i blocchi, figlio, a cui ci si affeziona». anche molto alti, hanno linee chiare e davvero bel- Come scegli i tuoi progetti? Mi viene in mente, le. L’unico “problema” è la roccia, assai abrasiva. tra le vie “chiodate da altri”, il tiro più difficile Ma la bellezza di una linea, per me, conta più del che hai salito finora: La planta de Shiva a Vil- tipo di roccia. Per questo Fontainebleau è il massi- lanueva del Rosario. mo: linee splendide e roccia eccezionale, che non «Ero andato in Andalusia per tentare Chilam rovina la pelle. Ci sono stato cinque giorni, nel di- Balam: volevo conoscere quella via “misteriosa” e cembre scorso, e sono tornato a casa con i polpa- tanto discussa. Così, una volta salita Chilam Ba- strelli in condizioni migliori di prima». lam, ho notato a destra La planta de Shiva chio- Con quella trasferta a Fontainebleau hai chiu- data da Manolo del Castillo e José Irigoyen e non so alla grande un autunno dedicato completa- ho potuto resistere. Ciò che preferisco, però, è ar- mente al boulder: perché hai deciso di rinun- rivare in un posto dalle grandi potenzialità e cer- Adam Ondra arrampica ciare per tanto tempo alle vie con la corda? care la mia linea: osservare la roccia e lasciarmi cinque giorni «Innanzitutto per capire che livello potevo rag- ispirare. E così ho fatto quest’estate in Norvegia, alla settimana, giungere sui blocchi e poi perché, dopo aver sca- nella grotta di Flatanger: in un posto del genere prendendosi tre lato moltissimo con la corda in vista dei mondiali, potrei rimanere delle ore soltanto a guardare, a settimane di riposo volevo cambiare un po’: passare dalla continuità scrutare la parete alla ricerca degli appigli ideali totale durante il ai movimenti veramente duri». per creare la linea “perfetta”». periodo natalizio. E tra le altre cose hai ripetuto Gioia (8C+) di E a proposito degli altri progetti, quelli che Foto di Vojtech˘ Vrzba Christian Core a Varazze... vanno oltre l’arrampicata? «L’avevo già provato all’inizio dell’anno ed ero «Ho intenzione di iscrivermi all’università, a eco- rimasto molto impressionato. Molti blocchi, a nomia, e poi si vedrà. So bene che tra dieci anni prima vista, non sembrano così difficili. Gioia, l’arrampicata non potrà essere tutto nella mia vita invece, non inganna: si presenta chiaramente per ma non ho paura: sono una persona che ama le quello che è, tanto duro da non concedere più di sfide, che ha bisogno di stimoli per vivere bene. un tentativo al giorno. Ma alla fine ci sono riuscito È difficile, in questo momento, dire cosa farò: per ed è stata una soddisfazione immensa. Mai avrei ora è troppo presto. L’unica cosa sicura è che sarò immaginato, come climber attratto sopratutto sempre impegnato: se c’è una cosa che non sop- dalle salite con la corda, che avrei provato una porto, si tratta proprio dell’inattività». "Mi piacerebbe cosa simile dopo soltanto pochi movimenti. Per Sei una persona felice, che ha trovato la sua chiodare qualche linea chiudere Gioia non bisogna pensare all’eventuali- strada e la sta seguendo con gioia... molto stimolante, da tà di fallire: occorre essere assolutamente convinti «Sì. E vorrei che tutti fossero felici come me per- provare e riprovare: fare di farcela». ché nel mondo, purtroppo, non c’è abbastanza qualcosa che possa Come ti alleni? Non hai mai avuto infortuni? gioia e le persone contente, felici per ciò che fan- ispirare le prossime «Una volta mi bastava arrampicare. Due anni fa, no, sono un bene prezioso per il mondo». generazioni".

44 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 45 n Puglia, le grotte sono elemento strettamen- dell’Angelo, antri con affreschi bizantini che creano A fronte: grotta te intrecciato con il paesaggio dell’uomo. In ambientazioni “templari” nella terra degli ulivi. Etrusca, Nel Comune Gargano I una terra di frontiera tra Occidente e Oriente, Il Gargano non richiama immediatamente la mon- di Ischitella. le grotte sono state dimora, rifugio, luogo di culto. tagna. Il Gargano è straordinaria costiera, roccia Foto G.Villani. Le grotte si chiamano anche grava, grave, gravina, e mare, la Foresta Umbra, paesaggi da altopiano In questa pagina: Arco a volte danno nome al territorio ove si aprono. Le non elevato. È colori accesi, sole, roccia bianca. Ma di San Michele sulla capitale della cavità naturali, i valloni, le pietraie e le grandi doli- c’è un altro Gargano che è fatto di grotte profon- antica via Foggia-San ne respirano l’aria di un vuoto nascosto, profondo, de, straordinarie per quantità e valore estetico di Marco, Valle di Vituro molto esplorato, molto da esplorare. La Puglia è re- ornamenti e concrezioni. E tutta la Puglia vive in - San Marco in Lamis. gione di eremi e di chiese rupestri, ha conservato il stretta relazione con il mondo sotterraneo. Perché La leggenda vuole speleologia europea culto micaelico, le grotte di San Michele e le Grotte c’è Castellana, con la sua grotta turistica, famosa da che qui un viaggiatore decenni nel mondo. Perché negli anni ’90, accuc- con il suo mulo ciato, rannicchiato nella morte e concrezionato da incontrò il diavolo che millennni è stato trovato l’Uomo di Altamura, una gravava sull'animale tra le più incredibili testimonianze di paleontologia impedendogli di umana nel Mediterraneo. Se in questo numero par- proseguire. L’uomo liamo di speleologia in Gargano e in Puglia, è anche invocò San Michele perché la speleologia italiana, e non solo, dall'1 al 4 che scacciò il diavolo novembre si ritroverà a Borgo Celano (San Marco ed in onore del santo in Lamis-FG) per parlare di esplorazioni in Italia e fece costruire l'arco nel mondo, per confrontarsi su tutela e corretta fre- che sembra risalire ai quentazione, per mostrare reportage, discutere su sec XVI-XVII. come trasmettere la conoscenza e la passione spe- Foto D.S. Antonacci leologica, conoscere il Soccorso Speleologico Euro- Info incontro: peo. Dai primi anni ’80, con rare eccezioni, l’appun- www.spelaion2012.it tamento è annuale. Ma in questa occasione, dove il www.fspuglia.it Parco Nazionale del Gargano è partner nell’evento, c’è qualcosa di particolare, che deve spingere a ri- flettere anche i non speleologi. Le risorse idriche pugliesi sono di origine carsica, ovvero hanno a che vedere con le vie sotterranee delle acque, con il mondo esplorato e documentato dagli speleolo- gi. Oltre alla passione dell’esplorazione, gli speleo- logi di tutto il mondo si occupano di far conoscere Secondo la leggenda, e tutelare l’ambiente che frequentano. In Puglia si nella grotta "Zazzano" percepisce immediatamente come la speleologia venivano gettati i svolga una funzione indispensabile. Gli speleolo- traditori e le donne di gi, attraverso la loro attività, vigilano sulla qualità malaffare

Dall'1 al 4 novembre a Borgo Celano è in programma “SPELAION 2012… la fine del mondo”, il raduno di speleologi provenienti da tutto il mondo Massimo (Max) Goldoni con Vincenzo Martimucci e Michele Radatti

46 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 47 Appunti da un colloquio con Vincenzo Martimucci, Presidente Federazione Speleologica Pugliese

La Federazione Speleologica Pugliese (FSP) e la conoscenza del mondo sotterraneo “Gli speleologi in Puglia esplorano e documentano condotte naturali, gravi, cavità marine e grotte che a volte raggiungono livelli vicini alla falda profon- da, contenente le grandi riserve idriche di acqua potabile presenti. Infor- mazioni sistematiche su queste esplorazioni e documentazioni vengono raccolte al Catasto Regionale delle grotte e delle cavità artificiali, che è già in parte utilizzato dagli Enti Pubblici ed è oggetto di continua revisione e ar- ricchimento di informazioni (si passa dalle 354 grotte del 2006 alle attuali 2100 grotte e 1000 cavità artificiali). Al progetto di censimento e informa- tizzazione partecipano 22 gruppi con oltre 600 speleologi”.

Acque sotterranee e inquinamento “Sono ben noti e facilmente intuibili i meccanismi di trasporto degli inqui- nanti in acquiferi carsici. È tipico nei paesaggi carsici e quindi in oltre il 70% del territorio pugliese, vedere comparire, durante le pioggie, corsi d’acqua anche vigorosi, ma effi- meri, che in poche ore svaniscono nel sottosuolo. In alcuni casi provocano anche danni da allagamento e inondazione. Tutto quello che viene abbandonato sul territorio, batterie in disuso, rifiuti di ogni genere, olii esausti, ecc, potrebbe essere facilmente trasportato da questi corsi d’acqua nelle profondità della piattaforma carbonatica, an- dando ad inquinare l’enorme e preziosa riserva di acqua dolce che viene conservata dalla natura sotto l’Alta Murgia, sotto la Penisola Salentina e sotto il Gargano. della vita stessa in Regione. Molti inghiottitoi natu- Da sottolineare che dal 2011, in Puglia esiste un piano di tutela delle acque”. rali, putroppo, sono usati come discariche di rifiuti anche pericolosi. Quando lo studioso e speleologo Il racconto di alcuni ritrovamenti eclatanti Franco Anelli si calò nelle Grotte di Castellana per “La Puglia è stata baciata dalla fortuna per quanto riguarda l’eccellenza di la prima volta alla fine degli anni ’30, “atterrò” su un scoperte e rinvenimenti che hanno fatto e fanno parlare tutto il mondo del- cumulo di rifiuti. la nostra regione. Ricordo l’Uomo di Altamura, la cava dei dinosauri sempre Le immagini e gli appunti degli speleologi pugliesi ad Altamura (30.000 impronte perfettamente visibili e concentrate nel rendono perfettamente il senso della loro azione e piano di calpestio di una cava non in attività), la Grotta dei Cervi a Porto l’umore dell’incontro di novembre. Esce un quadro Badisco. Poi, naturalmente, le Grotte di Castellana. Grazie alla guida sa- esatto di una speleologia che si relaziona con la real- piente e al coordinamento di persone del calibro del prof. Franco Anelli, che tà sociale, capace di utilizzare sistemi avanzatissimi cominciò a esplorarla e documentarla, sono un sito turistico conosciuto di ricerca e restituzione di dati, sempre in grado di e noto in tutto il mondo, con ricadute economiche importanti sul territo- integrarsi con altre capacità e competenze. Senza rio del Comune. Naturalmente, si cercano spesso rapporti con la Gestione assolutamente smarrire il piacere, l’emozione della delle grotte turistiche, per offrire competenze proprie del mondo speleolo- scoperta e dell’esplorazione. gico, favorire approcci compatibili, creare laboratori didattici o anche orga- nizzare particolari visite senza illuminazione, ma con il casco”. San Marco in Lamis e Borgo Celano, sede dell’incontro di speleologia L’uomo di Altamura, scoperto nel 1993 Spelaion 2012 circa una sessantina di famiglie sorse circa 90 anni In grande: la grotta “Anche in questo caso si tratta di una grotta, la Grotta di Lamalunga, Riccardo Bacchelli nella sua novella “Il brigante di fa, per offrire un luogo di sosta e di riparo ai pelle- Montenero, San Marco un’“astronave” progettata da madre natura che ha viaggiato nel tempo tacca del lupo” descrive così la cittadina garganica grini del Santuario di San Matteo e per questo ebbe in Lamis. Drappeggio e trasportato, per almeno 40.000 anni senza distruggere o danneggiare, “Come uno spaccato verde tra aridi colli, s’apriva, il nome di Villaggio San Matteo. A Borgo Celano, di concrezioni. l’intero scheletro dell’Uomo di Altamura. Lo ha così reso visibile e fruibile, fresco d’alba, il vallone dove si stipa San Marco in c’è un luogo dove immergersi nel passato attraverso Foto D.S. Antonacci con molta cura e attenzione, anche a noi. Non credo esista ad oggi una In alto: l'Uomo di Grotta di Lamalunga Lamis, paese singolare per la distribuzione regolare strutture e tecnologie attuali del Parco Nazionale In piccolo: una barca tecnologia in grado di garantire la conservazione di un oggetto per un lasso Altamura. È stato (1993). delle strade ai lati della via maestra, onde le ros- del Gargano; un percorso interattivo interno al mu- gettata in una cavità di tempo tanto lungo. Il centro visite aperto nel 2004 presso la masseria ritrovato accucciato, Foto V. Martimucci. se, vivide file di tetti a due spioventi uguali, uguali seo, per tuffarsi in un tempo e in uno spazio lontani naturale. Speleologi al Ragone distante 1 km dall’ingresso della grotta, riceve 10.000 visitatori rannicchiato nella morte In basso: l’interno del anch’esse le case d'altezza e dimensione, si alline- milioni di anni. Alla luce degli eccezionali ritrova- lavoro per smantellarla l’anno, la maggior parte alunni. Possiamo affermare che gli speleologi, con e concrezionato da “Museo dei Dinosauri” a ano e si spartiscono come un ammattonato a spi- menti di orme di dinosauri rinvenute nel territorio e rimuoverla. la loro curiosità, con la passione, e anche con il loro rigore, contribuiscono a millenni. Teschio e ossa Borgo Celano. na...” La frazione di Borgo Celano, comprendente di San Marco in Lamis, il museo propone pannelli Foto V. Martimucci conferire valore alla Puglia e al suo territorio”. concrezionate nella Foto G. Villani

48 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 49 Da 35 anni gli sportivi crescono con noi.

Le grotte del Gargano, leggende e metodiche esplorazioni Nel territorio garganico sono circa 900 le grotte naturali fino ad oggi esplorate. Le prime esplora- zioni risalgono agli anni ’50. Il prof. Parenzan con la sua squadra, composta anche da personaggi locali, raggiunse il fondo della grava di Zazzano, un’ampia voragine situata a 10 Km verso Nord-Est dal centro di San Marco in Lamis. “Zazzano”, nelle credenze popolari, ha rappresentato un luogo di punizione, poichè “traditori" e donne di male affa- re vi venivano gettate”... Zazzano ancor oggi incute timore. Negli anni successivi, numerose spedizioni di gruppi provenienti dal nord Italia cominciarono a disegnare e a raccontare il sottosuolo Garganico. Negli anni ’60, Franco Orofino inizia campagne di esplorazioni speleologiche che gli consentono di censire numerose cavità. Intorno agli anni ’70 Orofino viene affiancato da due appassionati locali, Dal 25 ottobre si festeggia! In grande: discesa illustrativi, filmati, diorami (rappresentazioni 3D Salvatore Del Giudice di Foggia e Michele D’Apo- nell’ingresso naturale della realtà) e ricostruzioni di luoghi basati su studi lito di San Giovanni Rotondo. La Grava di Cam- delle Grotte di scientifici, al fine di preparare il visitatore al per- polato, sita nel comune di S. Giovanni Rotondo Castellana, sceso corso esterno, affascinante ricostruzione di epoche è attualmente la grotta più profonda della Puglia per la prima volta da remote. Connesso al museo paleontologico trovia- con i suoi 303 m di profondità. Qui si concentrano Franco Anelli nel 1938. mo il Museo del carsismo, un centro visite del Parco molte esplorazioni dei gruppi garganici e non solo. Best in the Alps! Foto V.Martimucci. Nazionale del Gargano, nel quale viene illustrato il Ringraziamo il Gruppo Speleologico Montenero In piccolo: grotta di fenomeno delle grotte e della loro formazione, nei che organizza l’incontro e Domenico Sergio Anto- www.sportler.com Pian della Macina. Foto suoi aspetti generali e nelle peculiarità del territorio nacci per informazioni e immagini G.Villani circostante.

50 / Montagne360 / Ottobre 2012 Portfolio Fosco Maraini

Fosco Maraini una vita per l’Asia

Fotografia, etnologia, alpinismo, scrittura: un viaggio per immagini attraverso le indomabili passioni del grande esploratore. Quella lettera per gli amici distribuita il giorno del suo funerale... di Francesco Paolo Campione Fotografie diF osco Maraini (Centro Documentazione, Museo Nazionale della Montagna, Torino)

1 osco Maraini nasce a Firenze il 15 no- in premio la fotocamera Leica IIIa che adope- 1. Karakorum, 1958 vembre 1912 da Antonio Maraini, noto rerà sino agli anni Sessanta; nello stesso anno 2. Hokkaido¯, villaggio F scultore di antica famiglia ticinese, e da realizza il suo primo cortometraggio. A partire di Kotan, 1954 Edith (Yoi) Crosse, scrittrice, di padre inglese e dalla metà degli anni Trenta, i suoi interessi fo- di madre polacca. Maraini trascorre l’infanzia e tografici s’indirizzano all’esplorazione delle cul- la fanciullezza compiendo coi genitori frequenti ture e al mondo della montagna che costituirà, viaggi in Italia e in Europa. L’educazione priva- per tutta la vita, la sua terza, grande e indoma- ta ricevuta sino al Ginnasio è arricchita da una bile passione. quotidiana pratica col mondo rurale del podere Nel 1935 Maraini svolge il servizio militare ad annesso alla sua casa, che gli permette di spe- Aosta, come tenente degli alpini, e sposa Topa- rimentare il valore dei gesti semplici e di irro- zia Alliata di Salaparuta. Dal loro matrimonio bustire il suo linguaggio con la ricca fraseologia nasceranno le tre figlie Dacia, Yuki e Toni. Nel della parlata toscana. Nel 1930 consegue la ma- 1937 parte al seguito dell’orientalista Giuseppe Tucci, per una lunga spedizione in Tibet, duran- Nel 1935 sposa Topazia Alliata di te la quale realizza migliaia di fotografie. L’espe- rienza himalayana convince definitivamente Salaparuta. Dal loro matrimonio Maraini a dedicarsi alla ricerca etnologica e nasceranno le tre figlie. allo studio delle culture orientali. Ottenuta la laurea, accetta la borsa di studio di un’agenzia turità classica e si iscrive alla Facoltà di Scienze del Governo giapponese. Si trasferisce così con Naturali dell’Università di Firenze. Per otto anni la famiglia a Sapporo, nell’isola di Hokkaido¯, alternerà gli studi con la passione per le culture, dove si dedica allo studio dell’arte e della cultu- per la fotografia e per la montagna. ra degli Ainu, il «popolo bianco» del Giappone. Nel maggio 1934, Maraini è imbarcato come Una parte dei risultati delle sue ricerche saran- insegnante d’inglese dei cadetti dell’«Amerigo no pubblicati a Tokyo, nel 1942, nel volume in- Vespucci», la nave scuola della Marina Milita- titolato Gli Iku-bashui degli Ainu, fra le prime re Italiana. La crociera gli dà modo di visitare monografie in assoluto dedicate all’antropologia l’Egitto, il Libano, la Siria e la Turchia. Nel 1936 dell’arte. vince il Concorso Nazionale Ferrania, ricevendo Tra il 1942 e il 1943, lasciata Sapporo, ricopre

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3. Kurama, 1895 4. Hokkaido¯, Utoro, penisola di Shiretoko, 1976

54 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 55 l’incarico di lettore di lingua italiana all’Uni- dall’editore Diego De Donato, di realizzare un versità di Kyoto. All’indomani dell’8 settembre, volume illustrato che avrebbe dovuto intitolarsi rifiutandosi di aderire alla Repubblica di Salò, Nostro Sud. Per due anni Maraini attraversa in Maraini, insieme alla sua famiglia, è internato lungo e in largo l’Italia meridionale, scattando in un campo di concentramento a Nagoya dove migliaia di fotografie che costituiscono un docu- resterà sino al 15 agosto 1945. Dopo la fine della mento storico e sociale di primaria importanza, guerra rimane a Tokyo, lavorando come inter- ancora in parte da scoprire. prete dell’Ottava Armata d’occupazione. Grazie Nel 1953, dopo un tour di sei mesi nei musei agli americani, Maraini riuscirà a imbarcare sul- d’arte orientale degli Stati Uniti, è ingaggiato la nave che lo riporta in Italia la sua biblioteca dalla casa cinematografica Filmeco, per rea- e la collezione di circa cinquecento opere ainu, lizzare una serie di documentari sul Giappo- che costituiscono oggi il Fondo Maraini del Mu- ne. Maraini riparte così nuovamente alla volta seo Nazionale di Antropologia ed Etnologia di dell’Oriente. Contestualmente alla ricerca visi- Firenze. Gli anni della prima lunga permanenza va, Maraini raccoglie i materiali che adopererà in Giappone, sono quelli in cui Maraini elabora per la pubblicazione di tre volumi: Ore giappo- la sua «epistemologia del Citluvit», il «Cittadi- nesi del 1956, vero e proprio best-seller tradotto no della Luna in Visita d’Istruzione sulla Terra», in cinque lingue, L’isola delle pescatrici del 1960 che guarda gli eventi del nostro pianeta con pas- (tradotto in sei lingue) e, infine, Japan. Patterns of Continuity (1971), monografia illustrata sul Per due anni attraversa in lungo Giappone, che conosce dodici edizioni ed è tra- e in largo l’Italia meridionale, dotta negli anni anche in russo, olandese e italia- no. Nel 1958, Maraini, da sempre appassionato scattando migliaia di fotografie alpinista, è invitato dal Club Alpino Italiano alla spedizione nazionale al Gasherbrum IV (7980 sione e divertito interesse, fino a innamorarsi m) nel Karakorum, in veste di fotografo e inter- dell’oggetto del suo studio, ma sempre evitando prete. L’anno successivo è a capo della spedizio- il rischio dell’identificazione e del giudizio etno- ne italiana al Picco Saraghrar nell’Hindukush. centrico. Al contempo egli prende progressiva- Il resoconto alpinistico ed etnografico di queste mente le distanze dalla tradizionale prosa scien- fortunate spedizioni costituisce l’argomento dei tifica, per sperimentare un’elegante narrazione due volumi – G4-Karakorum, del 1959, e Pa- etnologica e la formula d’interazione fra testo e ropàmiso, del 1960 – che sono tradotti in più documento visivo che caratterizzerà le sue opere lingue e, divenuti ormai dei «classici» dell’ar- degli anni Cinquanta. gomento, sono oggi regolarmente ripubblicati. Nell’estate del 1946, dopo il rimpatrio, Maraini Fra il 1960 e il 1964, su invito di Richard Storry, si trasferisce con la famiglia in Sicilia. Nel 1948, lavora come ricercatore all’Università di Oxford. parte per un secondo viaggio in Tibet con Tuc- Nel 1962 compie via terra un viaggio di sei mesi dalla Turchia al Giappone, con l’obiettivo di re- ci. Da questa esperienza nascerà, dopo qualche 5 anno di gestazione, Segreto Tibet, volume che alizzare un volume intitolato Lettere dall’Asia, è stato tradotto a oggi in quattordici lingue e che non vedrà però mai la luce. Nel 1966 si tra- che porterà il lavoro di Maraini all’attenzione sferisce a Tokyo, dove lavora come redattore del 5. Hindukush, 1959 del pubblico internazionale. Di ritorno dal Ti- “Reader’s Digest” e prosegue i suoi studi sulla bet realizza un reportage fotografico sulla gente civiltà e la cultura giapponese. Fra il 1968 e il di Sicilia, da cui nascerà l’idea, sponsorizzata 1969 trascorre sette mesi a Gerusalemme dove

La mostra AINU. ANTENATI, SPIRITI E ORSI. organizzano un’esposizione temporanea rose opere d’arte e oggetti di cultura mate- FOTOGRAFIE DI FOSCO MARAINI. sugli Ainu dell’isola giapponese di Hokkai- riale, che donò al Museo di Antropologia ed HOKKAIDo 1938-1954 do¯. In mostra 61 fotografie scattate da Ma- Etnologia di Firenze. Una parte delle opere Una mostra a cura di Günther Giovannoni raini negli anni 1938-39 e nel 1954. Si tratta di questa splendida collezione arricchirà il di immagini di grande bellezza – appartenti percorso espositivo. In occasione delle celebrazioni nazionali al Museomontagna – che mostrano la vita L’esposizione si terrà al Museo Nazione per il centenario dalla nascita di Fosco Ma- e il mondo del misterioso «popolo bianco». della Montagna di Torino, dal 14 Dicembre raini, il Museo Nazionale della Montagna di Durante i suoi soggiorni in Ainu Moshiri, la 2012 al 3 Marzo 2013; a Villa Ciani a Luga- Torino e il Museo delle Culture di Lugano terra Ainu, Maraini raccolse inoltre nume- no, dal 21 Marzo al 19 Maggio 2013.

56 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 57 Maraini: tre lustri di Museomontagna di Aldo Audisio

Nei miei quasi 35 anni trascorsi alla guida del Museo Nazionale della Montagna, considero la col- laborazione con Fosco Maraini una delle esperienze più intensamente vissute sia sul piano professionale 12 13 che su quello umano. Da quello sperimentatore che era per sua natura, non gli sembrò vero di rimettersi in gioco. Così il raccoglie materiale per la pubblicazione del vo- «metasemantico», ricordiamo: Gnosi delle Fàn- 6. Sebu-la, 1937 6 7 suo entusiasmo è stato il filo con- lume Jerusalem, Rock of Ages. L’opera sarà pub- fole (1994) che riprende Le Fànfole del 1966, e 7. Altipiano tra Dochen duttore del progetto culminato nel blicata a New York col testo di Maraini e con le Il Nuvolario (1995), che riprende i Principi di e Kalashar, 1937 1988 nella mostra ‘Fosco Maraini, foto di Alfred Bernheim, uno dei più celebrati Nubignosia del 1956. 8. Sikkim, 1948 una vita per l’Asia’ che conobbe fotografi del tempo. Nel 1970 sposa in seconde Fra il 1996 e il 1999 si dedica a stendere in forma 9. Gyantse, 1937 più allestimenti e permise al Mu- romanzata, la sua autobiografia, intitolata Case, 10. Karakorum, 1958 seo di acquisire una straordinaria Il giorno del suo funerale fu amori, universi, finalista nel 2000 del Premio 11. Gyantse, 1937 raccolta di stampe fotografiche di Strega. Nel 1999 – dopo la prima rilevante espo- 12. Kyoto, 1963 Maraini. distribuita una sua lettera sizione itinerante Una vita per l’Asia, del 1988 13. Hokkaido¯, Kotan, Nuova occasione di collabora- destinata agli amici – un’altra grande mostra itinerante, intitolata Il 1954 zione fu l’acquisto, da parte del Miramondo ne celebra i sessant’anni di attività 14. Fosco Maraini al Museo, di un fondo che compren- nozze Mieko Namiki. Nel 1972 Maraini ritorna a fotografica. Museo Nazionale deva le straordinarie immagini del Firenze dove gli è affidato l’incarico di Lingua e Fosco Maraini muore a Firenze l’8 giugno 2004. della Montagna fotografo inglese Walter Weston Letteratura Giapponese alla Facoltà di Magiste- Agli amici lascia una lettera, distribuita in occa- il 26 febbraio (1861-1940), un pastore anglicano ro. Lascerà l’insegnamento nel 1983, al raggiun- sione della cerimonia funebre, e il ricordo di un 1988, in occasione considerato il padre dell’alpinismo gimento dei previsti limiti di età. Sempre nel sorriso capace di tenere il mondo alla distanza dell’inaugurazione giapponese moderno. Nacque così 1972 fonda l’Associazione Italiana per gli Studi giusta per essere guardato e capito un po’ più di della sua mostra “Una la mostra ‘L’incanto del Giappone’, Giapponesi di cui è stato presidente onorario prima. vita per l’Asia” da lui stesso curata, che vide la sino alla morte. luce nel 1995. Anche questa espo- Gli anni Settanta sono caratterizzati dall’elabo- 8 9 sizione, dopo alcune sedi italiane razione delle categorie interpretative della sua venne trasferita in Giappone. visione antropologica e, in particolare, della te- Poco dopo, nel 1998, eccolo nuo- oria dell’esocosmo e dell’endocosmo, e dalla de- vamente lanciato con il Museo finitiva composizione del sistema d’interazione verso una nuova avventura esposi- del suo mosaico d’interessi artistici, scientifici e tiva ‘Alpi Giapponesi, fotografie di letterari. Fra i volumi di quel periodo ricordia- montagne lontane‘. Anche questa mo: Incontro con l’Asia (1973), Tokyo (pubblica- mostra dopo l’Italia toccò varie to in cinque lingue) e Giappone e Corea, uscito sedi sul suolo nipponico. nel 1978 in italiano e in francese. Nel 1980 pub- Ultima occasione di collaborazio- blica con Giuseppe Giarrizzo il volume Civiltà ne, poco prima della sua scom- contadina, in cui appaiono per la prima volta parsa, una rassegna di foto di Ta- una parte delle fotografie realizzate nel Dopo- keshi Mizukoshi: ‘Himalaya bianco guerra in Italia meridionale. e nero‘, anch’essa presentata nel Negli ultimi anni della sua vita Maraini con- nostro Paese, in Giappone e in Ca- tinua ad approfondire i suoi studi giapponesi nada. (L’agape celeste, 1995; Gli ultimi pagani, 1997) In quest’ultima circostanza Marai- e ristampa per il grande pubblico anche alcu- ni lasciò un ennesimo sigillo della ni volumi di squisito contenuto letterario che sua conoscenza e della sua sensi- aveva realizzato, in edizione numerata, a par- 10 11 bilità per l’Asia. Una vita per l’Asia. tire dalla metà degli anni Cinquanta. Fra i di- 14 vertissement, scritti in un chimerico linguaggio

58 / Montagne360 / Settembre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 59 Per Fosco Maraini la montagna era sempre una compagna assidua, «Ci s’allenava anche noi, Maraini: Che privilegio ai miei tempi» raccontava. «Certo, non c’era il culto della falesia, come oggi. La via breve ci in- teressava come gioco, come esercizio, ma non come cosa in sé. L’interesse per la vetta era pre- essere socio CAI dominante. Come era predominante l’interesse per la via di salita complessa, per l’avventura».

Orientalista, etnologo e scrittore, oltre che alpinista Poi c’era la fotografia, e per Maraini la monta- gna non era un soggetto qualunque. «È stato e sciatore, con un obiettivo: raccontare la montagna così fin dai miei primi passi sui pendii innevati. attraverso le parole e le foto Poi arrivò l’esperienza del Tibet che, dal punto di vista fotografico, si rivelò una formidabile auto- di Roberto Mantovani scuola. Là non incontrai mai grosse difficoltà a fotografare, né riscontrai ostilità. Anche perché poi facevo vedere alla gente i risultati dei miei lasse 1912, fiorentino di nascita ma cit- scatti. A quel tempo utilizzavo delle carte che si tadino del mondo, Fosco Maraini è stato chiamavano Solar, e che oggi non esistono più. su una specie di piattino metallico dotato di una A fronte: cartolina Cun grande nome della cultura. Orientali- Bastava avere un telaietto in cui si piazzava il ne- molla. Quando la molla scattava, produceva una dall’Abetone, gennaio sta, studioso del Tibet e del Giappone e dei paesi gativo: mettevi il tutto alla luce diretta del sole scintilla che incendiava il magnesio. E i risultati 1952. In questa pagina: orientali. Ma anche etnologo e brillante scrittore, e dopo due minuti avevi una bella stampa. Por- furono sempre sorprendenti. l'Abetone nel 1959. oltre che poeta, raffinato scrittore e, non ultimo, tai con me una Voitglander 6 x 9 e una Leica 35 Regolavo l’otturatore su un secondo, scattavo, e Fosco Maraini era un alpinista e sciatore. Rigoroso dal punto di vista mm, con tre obiettivi. Per le foto negli interni? in quel secondo, a metà, facevo partire la fiam- assiduo frequentatore metodologico e attento alle sfumature, il pro- Avevo con me dei barattoli di polvere di magne- mata del magnesio. E devo dire che, nonostan- della località turistica fessore non mostrava affatto la severa allure del sio, che tenevo sempre ben chiusi, perché erano te il sistema artigianale, certe foto riuscirono cattedratico. E lo stesso atteggiamento lo mani- molto sensibili all’umidità. Versavo il magnesio perfettamente». festava nei confronti della montagna, un mondo che aveva sempre continuato a stupirlo e a farlo sognare. Fosco considerava la sua appartenenza al Club Alpino come un privilegio, e sono assai numerosi i suoi scritti – tutti da rileggere: alcuni sono autentici capolavori letterari – sulla “Rivi- sta”, a partire dalla metà degli anni ’30. Gli argo- Indossa le tue EMOZIONI menti? Gli Appennini, le Dolomiti, l’Himalaya, il Giappone. Era anche socio del CAAI: «Ci entrai al ritorno dal Gasherbrum IV» raccontava col suo abituale understatement, «ma soprattutto Acquista per meriti culturali». E nemmeno nei suoi ultimi anni di vita si fece pregare, per studiare a fondo la un binocolo Z-CAI vicenda relativa alla “conquista” italiana del K2. scorta. fine a Fino avrai in OMAGGIO Più che il ghiaccio, Maraini amava la roccia dolo- REGALO mitica. In gioventù aveva arrampicato con Emilio Comici, con Tita Piaz e Sandro Del Torso. Se il la t-shirt tecnica del ghiaccio gli diceva poco, Fosco era invece affasci- nato dalla neve. Sempre che potesse infilare gli C. A. I. sci ai piedi. Al punto che arrivò a portarsi i “pat- Club Alpino Italiano tini da neve” persino in Sikkim (cfr. Rivista 1938, n.6, pp. 301 ss). Era il 1937, l’anno del suo primo .it viaggio in Tibet, al seguito del professor Giusep- el Presso i rivenditori che aderiscono all’iniziativa. aderiscono che rivenditori i Presso .zi pe Tucci. «Gli sci li avevo lasciati a Gangtok, ma www li ripresi in ottobre, quando andai nel nord del metri, ma ero così giovane… Quello comunque fu Sikkim, al termine del viaggio tibetano» raccon- uno scialpinismo impegnativo. Nel ’37 si sciava tò qualche anno fa a chi scrive. «Volevo fare un già a Cristiania… Credo che in Sikkim quella sia po’ di montagna, ma non sapevo fino a che punto stata la prima campagna sciistica in assoluto. In Per informazioni: [email protected] - tel. 0421.244432 la cosa sarebbe stata possibile. Alla fine riuscii a Himalaya ci aveva già provato qualcuno: i pionie- sciare ad alta quota: non toccai neanche i 6000 ri inglesi, ovviamente». Binocolo approvato 60 / Montagne360 / Ottobre 2012 Club Alpino Italiano CAI 150 1863, la nascita Buon compleanno CAI un secolo e mezzo con lo zaino in spalla Prima puntata del viaggio attraverso i 150 anni del Club Alpino Italiano e della storia d’Italia: il 23 ottobre 1863 a Torino nasceva ufficialmente il Sodalizio. Tutto inizia con la scalata del Monviso, in un periodo in cui politica e montagna si incrociano e si completano di Enrico Camanni. Fotografie e documenti del Centro Documentazione del Museo Nazionale della Montagna e della Biblioteca Nazionale CAI

li anni ’60 dell’Ottocento si aprono con l’Unità d’Italia e, per gli alpinisti, pro- G seguono con la fondazione del Club Al- pino. Non sono affatto due nascite separate, al contrario. Mai come allora politica e montagna, affari di stato e passioni di vetta si sfiorano, s’in- crociano, si completano. Nel 1861, dopo decenni di guerre, utopie, alleanze, fallimenti e ripartenze, arriva l’Unità d’Italia. Per- ché l’Italia? Che c’entra la Liguria con la Calabria? E la Romagna con la Puglia? Il legame italiano è fisi- camente incarnato dalla spina dorsale appenninica, uno scheletro geologico capace di tenere insieme la testa e i piedi dello stivale, circa 1300 chilometri di montagne che uniscono da sempre il nord, il cen- tro e il sud della penisola. Per le Alpi occidentali, al contrario, l’Unità d’Italia significa frattura e divisio- ne, perché nel 1860 Cavour cede Nizza e la Savoia ai francesi in cambio di aiuto diplomatico e milita- re. Tutti abbiamo studiato la formuletta sui libri di scuola, giocando a Risiko con le mappe post risorgi- mentali: a loro le terre che stavano di là delle Alpi, a noi quelle che sono di qua. Ci è sembrato “naturale” che lo spartiacque alpino separasse finalmente i due versanti per destinare a ogni stato i ghiacciai, i pascoli, le valli, i fiumi e le città che gli spettavano. Salita al Monviso, Sbagliavamo: la natura non c’entrava affatto. L’idea lettera di Quintino dello spartiacque alpino era forse “naturale” per i Sella (1863)

62 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 63 In questa pagina: politici e i generali che l’avevano inventata per de- direzioni e sino alle più alte cime queste meraviglio- Quintino Sella, ritratto limitare e difendere gli stati nazionali, se Alpi, che ogni popolo ci invidia». fotografico di C. certo non per i pastori e i viaggia- Inizia la storia del Club Alpino Ita- Capitano (1880) tori che attraversavano i vali- liano, fondato al castello del chi, e neppure per le città Valentino di Torino il 23 di Torino e Chambéry ottobre 1863. Una qua- che da secoli si scam- rantina di soci riuniti biavano gli onori e in assemblea appro- gli oneri della ca- va lo statuto e vota pitale del Regno. il primo consiglio Le Alpi Graie di direzione. Tra i erano al centro fondatori ci sono del Regno di alcuni deputati Sardegna e le del Regno e un alte cime del «piccolo mondo Monte Bianco, cittadino di per- delle Levanne, sonaggi autore- della Ciamarella voli, gentiluomini, e del Rocciamelo- studiosi, profes- ne non costituiva- sionisti, benestanti, no linea di frontiera. che – osserva Massi- Le creste separavano i mo Mila nella sua sto- due versanti, non le cul- ria dell’alpinismo italiano ture e le appartenenze delle – evadevano dalle costrizioni persone. Anche la storia dell’alpi- della vita di città percorrendo le nismo si è spesso confusa: per esempio Alpi, per lo più col pretesto di compiere il Monte Bianco non l’hanno scalato i francesi, ma studi geologici… ». Il Monviso è solo l’anticamera due sudditi del Regno Sardo: Paccard e Balmat. Il della vera sfida con i britannici: il Cervino, la cima dottor Paccard si era laureato all’Università di To- più ambita. Il 14 luglio 1865, festa della Bastiglia, in rino ed era tornato a Chamonix senza attraversare una camera dell’albergo Giomein galleggiante sui nessuna dogana. Allo stesso modo non espatria- pascoli in fiore del Breuil l’ingegner Felice Giordano Gran Becca non erano le sagome della guida Jean- In alto: Il Monviso da vano i viandanti e i pellegrini che scavalcavano il scrive a Sella: «Caro Quintino, oggi alle 2 pom. con Antoine Carrel e compagni, saliti dalla Cresta del Nord in una incisione Moncenisio, i commercianti che superavano il Pic- Leone per onorare la Valle d’Aosta e l’Italia, ma le del 1862. colo San Bernardo, i pastori che inseguivano l’erba Le cime diventano simbolo di silhouette di tre guide straniere e di quattro alpi- A fianco: JeanA ntoine buona oltre il crinale o il giovane che si recava a nisti guidati da Whymper. Il povero Carrel aveva Carrel in un ritratto cercar moglie e fortuna dietro la montagna di casa. patria e Quintino Sella si adopera dovuto arrendersi poco oltre il Pic Tyndall. A un fotografico (1880 ca) Tutto cambia nel 1860-1861, quando i piemon- per scalare il Monviso nel 1863 passo dalla cima, come in ogni gara che si rispetti. tesi cominciano a pensare che dietro le Alpi abiti La trama del romanzo prevede un finale dramma- lo straniero. Le cime diventano simbolo di patria un buon cannocchiale vidi Carrel e soci sull’estre- tico e ammonitore: Whymper, il giovane d’oltre e Quintino Sella, più volte ministro del Regno ma vetta del Cervino; con me li videro molti altri; Manica che arrampica per orgoglio e piacere, va d’Italia, si adopera per scalare il Monviso nel 1863 dunque il successo pare certo, e ciò, malgrado vi sia in qualche modo punito. La punizione supera ogni e strappare il Cervino agli inglesi nel 1865, senza stato ier l’altro un giorno di pessimo tempo che co- misura, con la morte di quattro compagni sulla via successo. Le montagne non sono più semplici pez- prì il monte di neve. Parti dunque subito, se puoi». del ritorno: Hudson, Hadow, Douglas e Croz. I tre zi di roccia che toccano il cielo, ma sentinelle della La calligrafia disordinata e lo stile passionale tra- britannici e la guida di Chamonix precipitano negli nazione. Conquistare una cresta equivale in qual- discono il rigore scientifico del Giordano. Non è il Dopo il Monviso, i che modo a “rifare” l’Italia, o quantomeno a sigil- freddo esecutore di una missione politica l’uomo La storia del Club Alpino Italiano fondatori del CAI larne i confini. che affida alle lunghe gambe dell’abbé Gorret il di- inizia al castello del Valentino di avrebbero voluto «Gli abitanti del Nord riconoscono nella razza la- spaccio per il fondatore del Club Alpino Italiano: è raggiungere per primi tina molto gusto per le arti, ma le rimproverano di il capo di una congiura, l’istigatore di un drappel- Torino il 23 ottobre 1863 la vetta del Cervino, averne pochissimo per la natura – scrive Quintino lo ribelle. Togliere la Becca allo straniero Edward ma furono battuti Sella a Bartolomeo Gastaldi dopo la salita del Mon- Whymper equivale alla scacciata degli austriaci! abissi della parete nord e Whymper è accusato di sul tempo da Edward viso, a fine estate 1863 –. Però da alcuni anni v’ha 15 luglio, il giorno dopo, allo stesso tavolo dell’al- avere tagliato la corda… Intanto Carrel ritorna sul Whymper, nel 1865. grande progresso… Ei mi pare che non ci debba vo- bergo Giomein: «Caro Quintino, ieri fu una catti- Cervino due giorni dopo e il 17 luglio 1865 raggiun- Durante la discesa ler molto per indurre i nostri giovani, che seppero va giornata e Whymper finì per spuntarla contro ge finalmente la cima dal versante italiano. È come morirono quattro d’un tratto passare dalle mollezze del lusso alla vita l’infelice Carrel». Come mai è bastata una notte per una vittoria, o quasi. membri della del soldato, a dar piglio al bastone ferrato, ed a pro- scivolare dall’ebbrezza alla depressione? È successo I veri vincitori? Saranno gli albergatori di Zermatt spedizione inglese curarsi la maschia soddisfazione di solcare in varie che i puntini stagliati sulla cresta sommitale della e della futura Cervinia. (1/continua)

64 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 65 Cronaca extraeuropea a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica [email protected]

VENEZUELA è stata in apertura sul tiro chiave. Queste 600 m a destra della via Amurita (John e Acopan Tepui 2112 m le difficoltà proposte: 5b, 6a+, 6c, 6c, 7a+, Anne Arran, 2008). È la prima via tutta venezuelana quel- 7b, 7a+. la aperta da Oliver Sevcik, Freddy Espi- Amuri Tepui anche per i belgi Nicolas Fa- noza, Jorge Ferreira e Santiago Fauquie Durante la loro permanenza all’Acopan Te- vresse, Sean Villanueva, Stephane Hans- all’Acopan Tepui (Macizo de Chimantá). pui, i due sloveni hanno ripetuto anche le sens e Jean-Louis Wertz, che sulla stessa La via “Los sobrevivientes del ego”, 300 seguenti vie: parete hanno aperto due nuove linee tra i m, 5.12d/5.13a, E5, A2+, è stata ultimata a • 16/12/2011 Hasta luego taurepan (6c+, mesi di febbraio e marzo. metà marzo 2012 come frutto di un proget- 300 m) La prima linea realizzata in 9 giorni si chia- to iniziato nel marzo 2011 sulla parete est • 18/12/2011 Gardineros de la grandes ma Mariarosa, 7b, 500 m, aperta senza da Ferreira e Sevcik con i compagni Kevin paredes (7b, 300 m) spit, chiodi e soste. «Abbiamo deciso di Oronoz e Siul Jeremias. • 20/12/2011: Tentativo italiano 2004 provare sul lato sinistro di questa bigwall La nuova cordata è ritornata affrontando la (6c, 300 m) davvero strapiombante e subito ci siamo via con il medesimo stile classico, liberan- • 30/12/2011: El Placer de la Abstinencia accorti che presentava un’arrampicata do tutti i tiri. Facendo tesoro dell’esperien- El, (7b+, 260 m) alla quale non eravamo abituati, con prese za passata, i quattro hanno realizzato una • 3-4/01/2012: Purgatory, (7b, 700 m, 20 soprattutto orizzontali, dove progredire di linea più diretta, evitando le prime lunghez- tiri) 2a salita (2 giorni di arrampicata, 2 traverso è stata spesso la soluzione miglio- ze di traversi e artificiale. «Così da liberarci notti in parete) re per poter avanzare», ha raccontato Fa- subito dell’attrezzatura inutile, utilizzare il • 6/01/2012: Takamajaka, (7a+, 310 m) vresse. «Dopo quattro giorni, a 400 metri minor numero possibile di chiodi a espan- 2a salita da terra, siamo arrivati alla base di grandi sione e minimizzare le statiche evitando di tetti con una fessura incredibile di 10 metri, trasformare la parete in un accampamen- Amuri Tepui che però non siamo riusciti a liberare. Dopo La cordata di Nicolas to», spiega Ferreira. L’undicesimo tiro di La cordata composta da George Ullrich due giorni di divertimento, ci siamo quindi Favresse impegnata A2+ sale per tetti e diedri con fessure esi- (UK), Sam Farnsworth (UK), Siebe Vanhee divisi in due cordate. Una ha aggirato il sull’Amuri Tepui, gue, roccia dura e compatta. (Belgio) e Mason Earle (USA) ha aper- tetto con variante di tre lunghi tiri che tra- Venezuela. Foto to il febbraio scorso sull’Amuri Tepui una versando sulla sinistra giungono in cima. Archivio Nicolas Si chiama “MadinaWei” la linea aperta bella linea su quarzo stupendo e molto L’altra ha completato la linea originale con Favresse dagli spagnoli Adolfo Madinabeitia e José strapiombante, battezzandola “Kids with alcuni passaggi in artificiale di C1». Discesa Carlos (Wei) Delgado sull’Acopan Tepui. 11 Guns”. Dodici giorni in parete, per 21 tiri con sul lato sinistro, lungo la via venezuelana tiri, 400 m, 7c, A2+ obblig., proprio nel cen- difficoltà 5.13a, A3,E 6, 6c. Due spit sui tiri e “Wacupero Amuri”. tezioni difficili, blocchi instabili, molte se- AI3, IV. «Abbiamo scalato fino alla cima del tro della parete. «Una via incredibile, dura, quattro per le soste. Per tutto il resto della La seconda linea “Apichavai”, 8a+, 500 m, zioni da studiare, lavorare, ripulire, liberare. pilastro, registrando una quota di 5179 m», un vero dono di naturalezza che farà par- progressione la cordata ha utilizzato nut e sale lungo: «Un oceano veramente stra- È stata la prima volta che una via ci ha im- spiega la Pfaff. «Non abbiamo raggiunto lare di sè. Quando liberata sarà la migliore friend. Le sezioni chiave sono sui tetti, con piombante di quarzite. Dei 15 tiri totali, solo pegnato così senza respiro fino in cima», la cima del Ritacuba Blanco per via di un dell’Acopan», racconta Madinabeitia. arrampicata impegnativa. Tutti i tiri a detta i primi due sono stati i più semplici. E solo 4 spiega Favresse. Diverse le cadute, anche seracco instabile sospeso sopra il traver- Le sezioni di artificiale si concentrano in un degli apritori sono liberabili. La via si trova li abbiamo realizzati a vista. Per il resto pro- con bruciatura alle mani per Wertz mentre so obbligatorio che dalla cima del pilastro tetto che secondo gli apritori potrà essere assicurava Sean Villanueva in redpoint sul conduce alla vetta del Ritacuba». Salita in liberato con difficoltà 8b+ / 8c. Le lunghez- secondo tiro. «Temevamo di dovercene tor- stile alpino. Campo base alla Laguna del La cordata di Nicolas ze: L1, 7a+ 40 m; L2, 7b+ 45 m; L3, 6c+/7a nare a casa, ma poi la situazione alle mani Avellanal, 4200 m. I due alpinisti partiti Favresse impegnata 38 m; L4, 6c+ 30 m; L5, 7b+ 45 m; L6, 7c 50 di Jean Louis è migliorata ed è rimasto con alle prime ore della mattina, da un campo sull’Amuri Tepui, m; L7, A2+ 40 m; L8, V 30 m; L9, 6b 35 m; noi senza scalare». La parte più strapiom- avanzato alla base della parete sud, hanno Venezuela. Foto L10, III 25 m; L11, V+ 20 m. bante della parete è stata affrontata ai tiri raggiunto la cima del pilastro a mezzo- Archivio Nicolas 4, 6 e 7: «Che sono state le lunghezze più giorno. Il Ritacuba Blanco è la montagna Favresse “Miss Acopan” è la via di 250 m, 7b, aper- difficili da salire in libera, con difficoltà fino più alta della Sierra Nevada del Cocuy e di ta dagli sloveni Luka Krajnc e Matic Obid all’8a+», spiega ancora Favresse. Cinque in tutta la Colombia. Accanto a questa prima sull’Acopan Tepui. La linea rimane a sinistra tutto gli spit utilizzati, tre lungo la linea e linea sulla Sud, la parete est presenta al- di “Hasta luego taurepan”. «Roccia incredi- due per rinforzare le soste. cune vie tecniche, tra queste quella aperta bile e arrampicata stupenda. In parete ab- dall’altoatesino Helmut Gargitter e com- biamo lasciato 5 chiodi e 3 dadi per le ca- COLOMBIA pagni nel 2010, “Tierra de condores” (800 late, per il resto abbiamo scalato con nut e Ritacuba Blanco 5350 m – Pilastro sud m, 14 tiri in libera, diff max 7a+). friend», hanno raccontato i due climber. I Si chiama “Lopez-Pfaff Direct”, la nuova In alto: il Ritacuba Blanco 5350 m, primi quattro tiri sono stati aperti il 24 di- linea aperta il 21 febbraio scorso sull’invio- Per le relazioni e la personale collaborazio- Colombia. cembre 2011. Le ultime tre lunghezzez due lato pilastro sud del Ritacuba Blanco (Sier- ne ringraziamo: Foto archivio H.Gargitter giorni dopo. La via è stata liberata dai due ra Nevada del Cocuy) da Anna Pfaff (Usa) Luka Krajnc, Nicolas Favresse, Helmut In basso: l’Acopan Tepui 2112 m, scalatori in giornata senza cadute. L’unica e Camilo Lopez (Colombia), 600 m, 5.10d, Gargitter Venezuela. Foto Mario Manica

66 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 67 Nuove Ascensioni a cura di Roberto Mazzilis defilata pareteR oberto Mazzilis e Fabio Le- narduzzi hanno aperto altre 2 vie: il 16 luglio Punta Frappes (top. prop.) VIII-. Usati una trentina di chiodi (alcuni la- su placche verticali scarsamente appigliate del 2010 la “Via della Clessidra“, denomi- Dolomiti Occidentali – Gruppo del Puez sciati) una ventina tra friend e nut, una doz- e chiodatura precaria. Sviluppo complessi- nazione dovuta all’enorme ponte di roccia Su questa ardita e slanciata guglia che si zina di cordini su clessidra. Avvicinamento vo, dal canalone di attacco alla cresta som- dal quale si attacca) alto una quindicina di trova nel Vallone di Longiarù, il 3 luglio del dal Passo Staulanza per il sentiero che mitale, circa 900 metri. Difficoltà di II, III, VI , m sopra la faglia del canalone. Arrampica- 2011 Marino Babudri e Ariella Sain in ore porta al rifugio Venezia fino alla località Le V, VI, VI+ discontinuo, un tratto di VII e VII+. ta su placche, fessure e diedri per 400 m 4.30, lungo la parete nord –nord-ovest (ca- Mandre. Da qui per mughi, poi per fiumana Roccia da buona a ottima. Usati una quindi- con difficoltà di I V, V, VI. Usati 5 friend, 3 ratterizzata da 2 diedri molto evidenti) han- detritica fino alla base del Pilastro. Aggirar- cina di ancoraggi intermedi tra nut, friend e cordini e 3 vecchi fittoni di assicurazione no aperto una via giudicata interessante, su ne verso destra lo zoccolo grigio, poi salire chiodi. La seconda è la “Via dei Camosci“: intermedia oltre al materiale per le soste. 5 roccia discreta, a tratti buona e in ambiente una cinquantina di metri fino all’attacco, aperta il 21 giugno da Roberto Mazzilis e ore per la sola parete. Il 24 luglio del 2010 i solitario. La via si sviluppa nella prima metà sulla verticale di un grande tetto giallo che Fabio Lenarduzzi quando il canalone di at- stessi (con meteo pessimo) aprono la “Via sulla sinistra del diedro centrale, all’inizio si nota 150 m più in alto (2 h). Dall’uscita tacco risultava intasato da seracchi. Per un Fantastica” lungo le solite placche e diedri. su rocce grigie, poi lungo colate nere sulla della via per scendere seguire la Cengia di camino tra roccia e ghiaccio la via raggiun- Avvicinamento laborioso con tratti friabili destra di strapiombi gialli. Infine su rocce Grohmann verso ovest in direzione della ge un visibile antro, esce dal canalone verso di III, IV e V e neve ad inizi stagione. Svi- grigie ed un camino aperto fin sulla cima. “Fessura”, passando sotto la gialla parete sinistra (friabile) immettendosi sul pilastro luppo 300 m con difficoltà di IV, V, VI, VI+. L’attacco è posto sulla perpendicolare data sud – ovest. Poi per salti di roccia scendere ovest del Coglians. Con divertente arrampi- Usati una decina di ancoraggi intermedi tra dal diedro giallo grigio centrale, alla base di nel canalone che sfocia verso destra sullo cata su placche articolate si raggiungono i chiodi, friend, cordini ed 1 vecchio fittone. un triangolo di roccia grigia e sulla destra zoccolo finale e poi alla base della parete. vasti terrazzi spioventi che caratterizzano Tempo impiegato per la sola parete: 4 ore. 1 di una facile rampa erbosa che si incunea la cupola sommitale. Quindi per un logico Attacco un centinaio di metri sopra la gran- in alto tra strapiombi. Sviluppo 180 m. Punta dei Carnici, 2490 m (top. sistema di rampe e diedri verso destra si de clessidra, dal fondo del camino/canale Difficoltà V, V+, VI, VII+. Dalla cima prima Prop.) raggiunge la cresta sud, per la quale in vet- di destra dei 2 incisi sul fondo della parte doppia su un mugo fino a 2 larici. Quindi Dolomiti D'Oltre Piave – Gruppo Spalti di ta. Sviluppo circa 900 metri con difficoltà alta del canalone di avvicinamento da im- per gradoni erbosi (assicurarsi) in leggero Toro e Monfalconi fino al VI, passaggi di VI+. Ore 7. Ultima in boccarsi dal sentiero attrezzato per “Lo obliquo a sinistra fino a 2 chiodi per la se- Il 5 agosto del 2009 Sergio Liessi e Adriano ordine temporale la via “Maria-Lisa-Sole“, Stivale”. Entrambe le vie sbucano sul ciglio conda doppia che porta ad un canalone. Sbrizzai hanno tracciato una nuova via sul- aperta il 2 agosto da Roberto Mazzilis e Fa- della parete in corrispondenza del sentiero Discenderlo (altre 2 brevi calate) fino alla la parete Nord del Monfalcon di Montanaia bio Lenarduzzi. Scalata varia e molto inte- della via normale alla Creta di Collina, a cir- base della parete. sbucando sull’alta dorsale nord-est dove ressante. I primi tiri di corda sono in comu- ca mezz’ora dalla cima. spicca la Punta già salita in prima ascen- ne con l’itinerario precedente. Dal pilastro Pelmo – Spalla Sud, 3061 m sione assoluta da Liessi. Sviluppo della via ovest si prosegue con tracciato autonomo Torrione Riccardo Rinaldi (top. Dolomiti Orientali – Gruppo del Pelmo m 500 per 10 tiri di corda. Difficoltà dal III più sulla sinistra lungo un sistema di plac- prop.) Sul Pilastro Sud-Ovest di questa grandiosa al V- con 1 passaggio di VI. In parete sono che, diedri e fessure di roccia da buona a Alpi Carniche – Gruppo del Monte Sernio e suggestiva montagna dolomitica il 10 e 11 rimasti 7 chiodi e 6 cordini. Roccia buona, a ottima, fino al grande terrazzo spiovente, Il 27 maggio del 2012 in ore 3.30 Daniele luglio del 2011, in ore 13 di arrampicata ef- tratti ottima. L’attacco si raggiunge in 2 ore sovrastato da una impressionante parete Picilli, Anita Sebastianutto e Sara Fantin fettiva, gli Accademici del CAI Marino Babu- dal rifugio Padova e si individua sulla estre- gialla e strapiombante, solcata da una fes- hanno realizzato la prima ascensione asso- dri e Ariella Sain hanno realizzato”Andrea“ ma destra del colatoio tra la Cima D’Arade sura obliqua verso sinistra e ben visibile dal luta lungo la parete Est. Sviluppo m 260 con una nuova via di notevole impegno e inte- e il Monfalcon di Montanaia (bollini rossi). fondovalle. Questa fenditura, in alcuni punti difficoltà di VI e V. Ascensione divertente e resse, dedicata alla memoria del loro amico Discesa in doppie lungo la via di salita. friabilissima e pericolosa, porta ad infilarsi consigliata per la bontà della roccia. Utili e appassionato alpinista Andrea Labinaz. nel mezzo degli strapiombi, dove inaspetta- friend di varie misure. Il torrione si trova ac- 2 La via si sviluppa su roccia buona, a tratti Coglians (Hohe Warte), 2780 m tamente, esiste un passaggio abbastanza corpato sul versante settentrionale del Ser- ottima (alcuni tratti friabili nella parte alta) Alpi Carniche – Gruppo Monte Coglians facile per infilarsi nei canali di uscita. Svi- nio, dietro le Torri Ivano e Nuviernulis. a destra della verticale del grandioso Pila- Sul versante ovest, nel corso del 2011 sono luppo 1000 m circa con difficoltà di III, VI , stro Sud-Ovest, tra la classica De Marchi state aperte 3 vie nuove: il 25 maggio Ro- V, VI, VII-. Tutti i 10 chiodi e anelli di corda Torrione Bertrando (top. prop.) -Masucci-Sperandio e sul limite sinistro del berto Mazzilis e l’aspirante guida alpina usati sono rimasti in parete. Utili friend vari. Alpi Giulie – Gruppo dello Jof Fuart – Gran- maestoso e impressionante anfiteatro gial- Marco Milanese hanno realizzato la “Via Ore 7. 30. de Nabois lo che caratterizza la Spalla Sud. All’inizio Ma-Mi”. Itinerario che incrocia la via Cane- Il 6 luglio del 2011 Daniele Picilli, Daniela l’arrampicata si sviluppa su rocce grigie, va-Candido (1933) nel punto esatto in cui, Creta di Collina, 2689 m Piussi, Cristian Pellegrin e Pietro Jogna Prat, poi porta ad infilarsi tra gli strapiombi gial- protetto da uno strapiombo giallo, è ancora Alpi Carniche – Gruppo del Coglians – in 6 ore hanno realizzato la prima ascensio- li sfruttando colate nere e passando sotto visibile un grande disegno al minio qua- Cjanevate ne assoluta lungo la parete Nord. Sviluppo 4 un grande tetto visibile dal basso. Poi sem- le prova della scalata. Da qui la “Ma-Mi” si La parete sud-ovest è costituita dall’alto m 400 con difficoltà dal III al VI con un tratto pre per rocce grigio-nere fino alla cengia sposta sulla sinistra, poi sale direttamente gradone calcareo che sovrasta il canalone di V su roccia calcarea molto buona. È il tor- 1. Il Pilastro sud-ovest del Pelmo Zoldana. Da qui, negli ultimi 200 m, dove una placca verticale, quindi scavalca verso tra la Creta di Collina e la Creta della Cja- rione più occidentale di quelli che si notano con la via Babudri-Sain. / 2. La sono concentrate le maggiori difficoltà, la destra alcuni spigoli e canali fino alla base nevate, dalla quale è immeritatamente smi- allineati sulla cresta ovest del Nabois. L’avvi- parete nord-ovest della Punta via prosegue per diedri e pareti gialle, sul- di un pilastro grigio bellissimo, simile ad nuita malgrado sia anch’essa costituita da cinamento richiede circa 2 ore dalla Val Sai- Frappes con la via Babudri-Sain. la verticale del Pilastro fino alla Cengia di una gigantesca canna d’organo (a sinistra placconate di notevole compattezza sulle sera. Discesa lunga e complicata da calate a 3. La parete Ovest del Coglians. Grohmann. Sviluppo m 700 suddivisi in 17 di “ Fantastica Caterina”). Su questo pila- quali sono state tracciate vie molto belle e corda doppia: ore 4 al rif. Pellarini. 4. La Torre Bertrando al Grande 3 tiri di corda. Difficoltà di V, V+, VI, VI+, VII+, stro sono concentrati i passaggi più difficili, consigliabili. Sul settore più alto di questa Nabois

68 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 69 Qui CAI Lecco Pordenone IN GROTTA CON l’8B QUELLI DEL MONTANAIA Come annunciano soddisfatti i Ragni di lecco, Luca Passini dove la roccia sembra meno bella e invitante, c’era ancora una “È passato mezzo secolo dalla fondazione della Scuola è riuscito a salire un suo progetto chiodato qualche anno fa via da salire: l’avevo chiodata senza troppa convinzione in una di alpinismo e sci alpinismo Val Montanaia, una delle nella Grotta di Mandello (Lecco), la sua falesia di casa. “Make grigia giornata primaverile nell'ormai lontano 2006. Un diedro più illustri e frequentate del Veneto, che prende il nome a wish” lo ha impegnato per parecchio tempo e alla fine ne è strapiombante e obliquo, appigli maldisposti, a volte troppi dal celebre campanile di pietra. Abbiamo deciso di ri- uscito uno dei tiri più duri della falesia, completamente natu- svasi, a volte troppo dolorosi. Ce n’è voluto di tempo solo per cordare questa ricorrenza lontano da echi celebrativi rale, che forse rappresentava l'ultima linea a disposizione. Ulti- venire a capo di quelle insolite sequenze. Ora finalmente il cer- con un semplice e festoso incontro al Rifugio Pordeno- ma? Luca dice: “In grotta c'è sempre qualcosa da fare, e nella chio si è chiuso”. Il problema, alla fine, concludeP assini, è stato ne” - spiega Giancarlo Del Zotto di Pordenone una delle parte destra della falesia, dove la grotta volge al suo termine, scendere con venti metri scarsi di corda! “grandi firme” delle scuole di alpinismo del CAI, la cui commissione centrale ha guidato a lungo - “Un’occa- sione di ricordi e di progetti, una testimonianza di un Abruzzo lungo e operoso percorso che ho avuto la fortuna di GEMELLAGGIO NEI PARCHI DELL'APPENNINO seguire dall’inizio ad oggi, ma già bisogna guardare al futuro. Con questo orientamento abbiamo inserito sa- Dopo l'incontro del 2011 nella Laguna di Venezia, il gemel- e storia dell'uomo e delle sue tradizionali attività. Un’inten- bato pomeriggio 13 ottobre una conversazione aperta laggio tra le Sezioni di Chioggia e di Castelli ha portato sa e mirata proposta itinerante, svolta insieme con il Centro sulle mutazioni, sulle tendenze e sulle problematiche l’estate scorsa all’organizzazione di cinque giorni di escur- di Educazione Ambientale “gli aquilotti” del CAI Abruzzo. dell’alpinismo d’oggi. Avrò il supporto de Le Alpi Venete sioni tra paesi e monti d'Abruzzo, dedicati alla scoperta del Sono state attraversate le zone montane del Parco nazio- e la partecipazione di varie rappresentanze anche a li- particolare Sistema dei Parchi dell'Appennino. Un’esperien- nale del Gran Sasso e Monti della Laga e del Parco naziona- vello internazionale”. Nel corso delle due giornate sono za di escursionismo familiare, tra cultura, natura, paesaggi le d’Abruzzo, Lazio e Molise. previsti un momento celebrativo, arrampicate con ex allievi e istruttori e una cena sobria ma saporita. Infor- mazioni e programma: www.scuolavalmontanaia.it Valle Antigorio Val Masino LA SCOMPARSA DI DINO FIORELLI Giochi verticali

Con la scomparsa di Dino Fiorelli se n’è andato un stessa, ma con vera passione seppe anche praticare pezzo di storia dell’alpinismo di Val Masino. Figlio della dell’alpinismo a livello dilettantistico cogliendo impor- ei bellissimi boschi della Valle Antigorio (Alpi grande guida Virgilio Fiorelli, Dino, classe 1927, era l’ul- tanti successi. Con Giulio Fiorelli, guida anch’egli, dal NLepontine) un voluminoso monolito di gneiss timo testimone di un’epoca, il ventennio successivo la 14 al 15 marzo 1956 compì la prima salita invernale alla attrezzato per l’arrampicata ha attirato l’estate fine dellaS econda Guerra mondiale, che vide il rifiorire via Molteni-Valsecchi al Badile e il 18 marzo dell’anno scorsa molte scolaresche in vacanza. Merito della dell’alpinismo su questi monti granitici con le imprese successivo, quella della via Bonacossa al Cengalo. I due guida alpina Paolo Stoppini e di Graziano Biancossi di Buhl, Bonatti, Mauri e dei Pell e Oss monzesi. Dopo furono poi protagonisti di un bellissimo filmato in 16 di Viceno, innamorato delle sue montagne, che ha Vera Cenini, Giorgio Bertarelli, Giuseppe “Chiscio” mm, girato sulle due vie e intitolato “Arrampicate in Val creato un’incantevole area per giovanissimi libe- Caneva e Felice Bottani è venuto a mancare con Dino Masino”. Assunta la gestione del rifugio Omio nel 1973, rando dall’abbraccio della foresta il masso errante Fiorelli l’ultimo anello di una catena ideale che legava coadiuvato dalla moglie Virginia, Dino era diventato per e dotandolo di attrezzature per le soste e le calate. vecchi e giovani alpinisti. Scalatore di prima qualità, tutti, scalatori e non, un punto di riferimento di genti- Un caso di recupero da segnalare, perfettamente Dino non si limitò all’attività di guida alpina fine a se lezza, cordialità e amicizia. compatibile con l’ambiente, certamente “esporta- bile” in altre aree. Ora il Sass Giana, dedicato a Gianna Giacomelli, Bergamo una ragazza milanese scomparsa in montagna, TREKKING TEATRALE appartenente alla famiglia Pronzati molto cono- sciuta in zona, è una realtà. E potrebbe diventare Di giorno trekker, la sera attori: così l’estate scorsa Mattia storia di un amicizia”, spiegano Mattia e Jacopo, “e della una formidabile e utilissima attrazione se solo go- Fabris e Jacopo Bicocchi hanno portato in tournée di rifugio corda che, durante quella terribile impresa, lega questi due desse con maggiore convinzione del sostegno delle in rifugio il trekking teatrale “(S)legati” dedicato all’inglese giovani ragazzi. Joe durante una banale manovra si rompe istituzioni. “Alla nostra iniziativa”, spiega Stoppini, Joe Simpson e al suo celeberrimo libro “La morte sospesa” una gamba. “hanno per ora aderito alcune scolaresche dell’An- dalle cui pagine è tratto il loro apprezzato spettacolo. Da quel momento in poi, tutto cambia. L’impresa diventa tigorio. Altri comuni dell’Ossola sostengono però Come noto, nel best seller “La morte sospesa”, Simpson riuscire a tornare vivi: a 5800 metri, i due ragazzi ne sono di non avere i mezzi per mettere a disposizione gli racconta come durante la scalata al Siula Grande, nelle consapevoli, ma nonostante le condizioni disperate tentano indispensabili pulmini e mandarci qui i ragazzi, a Ande, si rompe la gamba in un incidente che assume subi- il tutto per tutto. Fino a compiere quel gesto che nessun 1200 metri di quota, in un contesto ambientale ide- to dimensioni drammatiche per l’isolamento in cui si trova alpinista vorrebbe mai trovarsi obbligato a fare: Simon è co- ale per l’educazione motoria. Peccato, soprattutto con Simon Yates, suo compagno di avventura. “Il libro è la stretto a tagliare la corda che lo lega al compagno”. per i ragazzi…”.

70 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 71 Qui CAI Parigi ADDIO MAGNONE, MITO DEL FITZ ROY

È morto a 92 anni Guido Magnone, l’uomo del Il 1952, fu l’annus mirabilis. Magnone viene Fitz Roy. Nacque a Torino il 22 febbraio 1917 e reclutato da René Ferlet per la spedizione tre anni dopo i suoi genitori Mario Magnone e all’inviolato Fitz-Roy, considerato allora la Eugenia Lisa emigrarono in Francia, a Parigi, montagna più difficile del mondo, resa cele- dove il giovane Guido si dedicò intensamente bre dalle fotografie di Padre De Agostini. “Per al nuoto mettendosi in luce come buon atle- pagarsi il viaggio non esita a impegnare il suo ta nella pallanuoto. Nel 1937, per corteggiare unico bene, una vecchia automobile. Ma la un’amica e migliorare la propria formazione sua partecipazione si rivelerà decisiva per- culturale, si iscrisse all’Accademia di Belle ché la vetta sarà raggiunta il 2 febbraio 1952 Arti dove frequentò per nove anni i corsi di dalla cordata Magnone-Terray, al termine di scultura, una passione che riprenderà a col- una rischiosa scalata di due giorni lungo lo tivare negli anni della vecchiaia. Sperone sud, che si stacca dalla Brecha de Nell’estate del 1942 iniziò la sua carriera di los Italianos, raggiunta da Ettore Castiglioni e alpinista con un’ascensione al Monte Bianco. compagni nel tentativo del 1937”, come ricor- Nell’estate 1949 Magnone supera in cinque da Pietro Crivellaro in un articolo pubblicato ore la temuta via Allain sulla parete nord del sullo Scarpone nel 2007, quando Magnone fu Piccolo Dru, tallonando la cordata dell’au- insignito quale socio onorario del Club Alpino striaco Hermann Buhl. Nell’estate 1950 ripe- accademico Italiano. te in giornata la via Cassin sulla nord-est del Nella foto: Magnone nel 2007 a Bard con la Pizzo Badile in compagnia di Francis Aubert. tessera di socio CAAI.

Alpe Veglia Carrara (MS) Una webcam sulle lepontine SCAMBIO DI GAGLIARDETTI Una forte cordata è nata, con scambio di gagliardetti, tra amici ze della comune passione per l’alpinismo e la montagna”, spie- del CAI di Carrara e del CAI di Bergamo al termine di due giorni ga Valoti, “come un’insuperabile scuola di amicizia e di vita, e Uno anche merito dei “samaritani del web” se la meravi- alpeveglia.it sono stati installati da questi amici, tutti soci d’incontri, in luglio, nella città dei marmi che ai monumenti del come luogo dove vivono i grandi valori di libertà, responsabilità scorcio Ègliosa Alpe Veglia nelle Alpi Lepontine si sente un po’ del CAI, che si definiscono, appunto, “samaritani del web”. capoluogo orobico ha fornito non poca, pregiatissima “ma- e gratuità che da soci CAI appassionati, attivi e concreti voglia- dell'Alpe Veglia meno isolata e si apre con maggior vigore al turismo alpi- “Questi luoghi”, osservano Francesco, Maurizio e Simone, teria prima”. Della delegazione bergamasca facevano parte il mo trasmettere a tutti”. Ma l’incontro è stato anche una pre- no. Tutto cominciò nel 2000, quando un gruppo di amici “sono gioielli naturali di straordinaria bellezza e meritano past presidente Paolo Valoti, attuale consigliere nazionale del ziosa occasione per mettere a fuoco il progetto di solidarietà ospiti ogni estate della Casa del Padri Rosminiani con i di essere conosciuti e condivisi da tutti. Il sito, in continua CAI, Mario Curnis, Ginetto Bergamelli e Mario Locatelli. Gli internazionale “Alpinismo e Altruismo per un Cuore un Mondo gruppi giovanili della parrocchia Santo Spirito di via Bas- evoluzione, è aperto a chiunque voglia diffondere le bel- amici di Carrara erano guidati dal presidente Pier Luigi Riboli- nel Nepal” che raccoglierà fondi per finanziare interventi di sini a Milano, stabilì un rapporto speciale con la conca al- lezze di questi luoghi”. ni. La motivazione? “Prima di tutto la condivisione di esperien- cardiochirurgia pediatrica nell’ospedale di Katmandu. pina ai piedi del Monte Leone compresa nel territorio dei Chiunque desidera offrire un contributo può contattare comuni di Varzo e di Trasquera e situata alla testata della gli organizzatori via email [email protected]. Ringrazia- Val Cairasca, braccio laterale della Val Divedro, in un'am- menti vengono rivolti a Gregorio, Osvaldo, Emanuele, al Alpi Feltrine pia conca di origine glaciale a circa 1750 m di quota. Ora gentile amico che ha prestato il trapano, Valter, Albergo PASTO SOLIDALE IN un sito e una nuova web cam disponibile al sito webcam. Lepontino, Tiziano, Rita, Maria Elisa, Brett. RIFUGIO

Al rifugio Dal Piaz nelle Alpi Feltrine, è stato offerto Calabria durante l’estate un “pasto solidale” a chi ne aveva ve- SENTIERI: FIRMATA LA CONVENZIONE PER LA MANUTENZIONE ramente bisogno. Effetti della crisi che purtroppo ci accompagna anche nel tempo libero, ma soprattutto La Sezione Aspromonte di Reggio Calabria stici è denominata “Adotta un sentiero” ed è del buon cuore di Anna Mainardi, esemplare gestore e l'Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, finalizzata a svolgere azioni di prevenzione e da quattro anni di questo rifugio situato all’interno del dopo le esperienze degli scorsi anni con il monitoraggio delle condizioni del tracciato, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Lassù, a un passo “catasto sentieri” e con diverse ricerche e interventi di manutenzione leggera intesa dagli ex circhi ghiacciali delle Vette Grandi e del Monte pubblicazioni sull'area protetta più meridio- come mantenimento in ottimo stato della Pavione, Anna è riuscita a dare un’impronta particolare nale della Penisola, hanno rinnovato il loro segnaletica orizzontale, attività di informa- al rifugio, organizzando appuntamenti culturali con bo- rapporto di collaborazione. La convenzione, zione ed educazione alla corretta fruizione tanici, astronomi, alpinisti (sono passati di qui e hanno firmata da Tommaso Tedesco, direttore del dei sentieri, segnalazione ed assistenza per tenuto conferenze anche Cesare Lasen e Fausto De parco, e Antonino Falcomatà, presidente del l’esecuzione di interventi di natura ordinaria Stefani), escursioni, mostre, gite, concorsi fotografici CAI di Reggio Calabria, riguarda la sentieristi- e straordinaria per la messa in sicurezza dei e di disegno, concerti e iniziative di solidarietà volte a ca. L’iniziativa a favore dei percorsi naturali- tracciati ed altro. raccogliere fondi per i bambini di paesi disagiati.

72 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 73 Libri di montagna a cura di Roberto Serafin distanza le ascensioni compiu- settori è cresciuto enormemen- da lui descritti in saggi e guide naggio parrocchiale), ma pure, te dal Duca degli Abruzzi, dal te. Pregevoli e interessanti sono escursionistiche. Crosa Lenz è ad un giovane ricercatore, quel • Lorenza Russo • Dusan Jelincic squilibrata in questo senso, risonanza”, per la fabbricazione bisnonno Joseph e dal nonno pure le interviste opportuna- direttore de «Il Rosa», giornale loro mondo interiore pareva Camminare nei boschi. Assassinio sul k2 mentre, a parere di chi scrive di strumenti musicali. E certa- Lorent. Sono racconti, i suoi, mente inserite di alcuni dei clim- di Macugnaga e della Valle ‘grande’. La raccolta è continua- Il bosco italiano: Nella maledizione del queste note, dovrebbe essere mente anche il lettore non uso, narrati con grande naturalezza, bers più noti. A questo volume Anzasca, redattore capo della ri- ta per tre decenni, scrivendo folclore, natura, male inserita in un contesto sia per sua sfortuna, a frequentare simpatia e umorismo e raccolti altri della casa editrice milanese vista «Le Rive», accademico del la memoria di uomini e donne tradizioni e itinerari Vivalda Editori, Torino, 2012 ambientale che “operativo” più boschi e montagne, chiuden- dall’autrice al termine di diverse si sono susseguiti nel corso GISM (Gruppo Italiano Scrittori incontrati in peregrinazioni Hoepli, Milano, 2012. 166 Collana I Licheni. 160 pp, robusto per risultare credibile. do le pagine del libro avrà il escursioni. Il libro mette in mo- dell’estate, come “Arrampicare di Montagna). Atto d’amore ver- per boschi ed valli, chiedendo pp, 21x16 cm. € 19,90 12,5 x 20 cm. € 17 Ancora una volta infatti si pone desiderio di percorrere almeno stra il lato umano e scanzonato in Svizzera, vie e falesie scelte” so una terra di alte montagne, conferme a dicerie di paese o la difficoltà di innestare un qualcuno degli itinerari boschivi di un “maestro di montagna” di Matteo Della Bordella (504 il libro presenta duecento leg- storie di alpeggi, di boschi e di genere letterario come quello descritti, scelti dall’autrice in che ha anche saputo rinunciare pp, 35 euro) una pubblicazione gende e fiabe popolari.N iente in animali, mettendo talvolta da del thriller, in quello alquanto base al particolare tipo di vege- ad arrivare in vetta per salvare certamente attesa da tanti ap- questa raccolta è inventato. È la parte, come un bene prezioso, specialistico della letteratura tazione, dal Cuneese alla Sicilia, altri alpinisti. passionati. Le doti naturali e la cultura tradizionale degli uomini un vecchio articolo di giornale, di montagna e in particolare e di continuare a immergersi storia alpinistica dell’autore, che delle Alpi che parla con la voce una fotocopia di rivista o una della récit d’ascension, in que- nella fantastica magia delle • Andrea Pavan ha ripetuto molti degli itinerari dei narratori. “Dal libro emerge nota bibliografica”. sto caso di spedizione. foreste leggendo, o rileggendo, i Melloboulder qui descritti, costituiscono la più la cultura ideale del contadino Particolare importante. Oggi Probabilmente Jelincic, forte libri suggeriti nell’appendice. Versante Sud, Milano, valida garanzia. Va infine segna- di montagna”, spiega Crosa i giovani non parlano più il alpinista himalayano triestino M.N. 2012, 576 pp 12,5x20 cm. lato “Calcare di Marca, falesie Lenz. “Esprime una visione del dialetto ossolano o walser, la della comunità slovena già € 35 e vie moderne nelle Marche e mondo e un sistema di valori lingua patria (‘patres’ padri) con Questo romanzo, che si può autore di libri ispirati alle sue Esperta di cultura alpina, Loren- • Ada Brunazzi dintorni” di Marco Nardi (264 che si sono formati nei secoli la quale queste fiabe e leggende inquadrare nella categoria del notevoli imprese, nel tentativo za Russo ci conduce con questo Racconti in quota con pagine, 28,50 euro): dimostra- attraverso un duro e costante sono state create e sono vis- thriller noir, pare, sia nei suoi di uscire dai limiti del libro suo ultimo libro benissimo scrit- Giuseppe Petigax. zione lampante che il territorio confronto con un ambiente na- sute. Se un’anziana contadina presupposti, dalla storia perso- di montagna ha ecceduto to e ricco di belle fotografie alla Quattro generazioni di delle Marche e dintorni non turale ostile e povero di risorse. raccontasse ai nostri giovani nale dell’autore alla prefazione spingendo sull’acceleratore scoperta del bosco, all’interno guide alpine è secondo a nessun altro per Sono valori che stabiliscono queste “storie” nella lingua d’ori- di Paolo Rumiz alla trama del “giallo”, perdendo di vista di un mondo affascinante, oscu- Neos Edizioni Rivoli, 2012, l’abbondanza di fantastiche fa- confini netti tra il bene e il male, gine, essi non le comprendereb- stessa della vicenda, con- il contesto, che di conseguen- ro e pauroso ma anche allegro e 168 pp 12x20 cm. € 16. lesie e vie moderne. Dalle prime prevedono regole inclusive per bero. Per questo la resa in lingua traddire il pay off del logotipo za dà l’impressione di non colorato, e soprattutto pieno di Per informazioni: ada. storiche pareti dell’Ascolano, cui anche il diverso ha una sua italiana realizzata dall’autore delle celebrazioni del 150° del essere di prima mano, che è storie, e quindi di umanità. E ci [email protected] attraverso le grandi gole di Fra- dignità, comprendono norme risulta indispensabile. Sodalizio che recita “La monta- invece l’ambito di competenza guida con passi leggeri lungo le sassi e del Furlo, dalla splendida non scritte che hanno permesso gna unisce”. Certo la vicenda, a dell’autore, ma di vivere più di radure e i sentieri ad ascoltarne Va qui registrato e doverosa- Cingoli fino alle recenti falesie a povere comunità contadine di • Piergiorgio Vidi parte qualche scivolone logico “citazioni” da analoghe opere le voci e i silenzi, partendo da mente sottolineato con ammira- del Corno, per i top climber non sopravvivere e perpetuarsi nei Alpinismo peraltro accettabile in una fic- sia cinematografiche che lontano, dal tempo in cui gli al- zione l’impegno dell’editore c’è che l’imbarazzo della scelta. secoli”. Dopo avere esplorato in Hoepli, Milano, 2012, 239 tion ambientata nell’ambiente letterarie, come “Assassinio beri e le foreste erano popolate milanese Versante Sud nel va- Renato Frigerio un esauriente saggio il “senso pp, 1 x21 cm. € 24,90 competitivo e sostenuto dalle sull’Eiger”, “Cliffhanger”, o “La da ninfe e fauni, e arrivando fino lorizzare le potenzialità, i valori del meraviglioso”, l’autore esigenze commerciali delle morte sospesa”. Forse ciò è ad oggi, quando ancora il bosco e le attrattive dell’arrampicata • Paolo Crosa Lenz analizza sulla base delle testi- spedizioni himalayane, potreb- anche dovuto alla difficoltà di rappresenta il mondo della sportiva. Con spirito missio- Leggende delle Alpi monianze da lui direttamente be anche essere realistica nella traduzione dallo sloveno nella magia e della natura selvaggia, nario vengono prese a cuore Grossi, Domodossola, raccolte le figure nani, tergi rappresentazione del male quale vanno perdute alcune anche se, come rileva l’autri- le proposte dei climber che aprile 2012, 399 pp 17x24 e cucitt, dell’uomo selvatico, che si insinua e permea tutte specificità terminologiche che ce, non esiste più in Italia una I Petigax in Valle d’Aosta sono descrivono con coscienziosa cm. € 32 della vaina. E poi ori, tesori, le azioni degli uomini che si si rilevano nella lingua italiana. natura che non abbia subito una dinastia di guide molto accuratezza i risultati delle loro draghi, mostri, folletti, il diavolo, incontrano sulla montagna se Molto ci sarebbe da aggiungere una trasformazione da parte conosciute e amate sin dai esperienze e delle loro scoperte streghe, stregoni e stregonerie, non si limitasse alla forma del- anche nell’interpretazione del dell’uomo. L’analisi di tutte le primi del 1900, quando il quasi in ogni angolo d’Italia e di storie di uomini, di peccati e la reiterata trasgressione del concetto di male che produce componenti del bosco, dalla capostipite Joseph accompa- altri paesi confinanti, ovunque peccatori, leggende storiche e sesto comandamento come inevitabilmente altro male at- vegetazione alla fauna all’acqua, gnò il Duca degli Abruzzi in una si elevi una parete rocciosa o leggende religiose. Utilissimo unica espressione della nega- tribuito all’etica musulmana dei viene proposta con pari legge- spedizione himalayana. Giu- dove si posizioni un masso di è l’indice delle leggende per Figlio di Pietro Vidi, guida alpina tività dell’uomo. La sequenza portatori hunza, ma ovviamente rezza e profondità, mettendo seppe Petigax, rinomata guida adeguate dimensioni. Nel caso luoghi, che denota l’accuratezza che con Cesare Maestri ha degli omicidi infatti, innescata non rientra negli scopi e nei limi- sempre in evidenza la relazione alpina di Courmayeur, racconta di “Mellobolulder” quasi 600 della ricerca realizzata utilizzan- aperto la via “del compressore” da una calunnia perpetrata ai ti di una recensione una critica uomo-ambiente e citando date alcune delle sue esperienze pagine sono state necessarie do la metodologia della storia al Cerro Torre, Piergiorgio ha danni di una cordata pakistana letteraria o una disquisizione e leggi ad hoc, e con dettagliate nelle montagne del mondo con ad Andrea Pavan per presen- orale. “Tutti gli informatori non cominciato ad arrampicare a ad opera di inglesi sulla Nord religiosa sui contenuti, soprat- informazioni scientifiche. Di clienti e amici dalle ascensioni tare le centinaia di passaggi Un catalogo del mondo fanta- ci sono più”, precisa Crosa Lenz, dieci anni sulla falesia di casa e dell’Eiger, risulta quasi cari- tutto trattandosi di un romanzo, particolare interesse la storia sul massiccio del Monte Bianco che si possono effettuare sugli stico ossolano, un’opera a lungo “ma il loro contributo (fissato nonostante i divieti dei genitori caturale nella pervicacia con in cui come sostiene giusta- della relazione uomini-boschi, alla vetta dell’Everest senza invitanti blocchi in Valtellina, attesa dagli studiosi di folklore è su nastro magnetico e trascritto è diventato a sua volta alpinista cui vengono realizzati ai danni mente Rumiz nella sua puntuale una storia lunga millenni, che ossigeno, dalla semplice gita ai Valchiavenna, Val Masino, Val di quest’ultima fatica dell’attivissi- dal dialetto) rimane nel tempo. e guida alpina. Nel manuale dello scopo primario delle spe- prefazione “ciò che accade nel viene raccontata con molta drammatici salvataggi in quota. Mello e Val Malenco. Il boom di mo Paolo Crosa Lenz, scrittore e Erano tutti gente di montagna, espone con molta chiarezza e dizioni coinvolte che sarebbe libro è perfettamente plausibile, accuratezza in tutti i suoi aspet- Racconta di avere scalato inte- questa attività è palese. In quat- alpinista di Ornavasso (VB), che che non aveva visto il ‘grande semplicità le regole adottate quello di scalare il K2. Il fatto è e questo basta e avanza”. ti, compreso l’uso del legno ressanti e difficili vie alpinistiche tro anni si scopre che il numero da trent’anni studia e percorre i mondo’ (al massimo Roma per il nello svolgimento della sua che la narrazione è fortemente A.G. dell’Abete rosso, detto perciò “di ripercorrendo a cento anni di dei nuovi passaggi e dei nuovi monti del Verbano Cusio Ossola Giubileo del 1950 con il pellegri- professione. I nove capitoli

74 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 75 News dalle aziende sono dedicati ad ambiente, do colle mani lungo la corda i disegni di Tarcisio Deflorian storico, ambientale e paesag- a cura di Susanna Gazzola preparazione, attrezzatura, di cordata fissa: aiutato dai e Giuseppe Tomasi autore gistico. orientamento, sicurezza, compagni che tirano la corda anche del progetto grafico e L’area interessata comprende * Trail Vest Light CAMP * GARMIN FENIX, manovre di corda, progressio- sussidiaria, tornerà alla super- dell’impaginazione e con il i Monti Lessini, il Gruppo del Per lunghe competizioni di trail running La nuova frontiera ne su roccia, progressione su ficie con poco sforzo suo e dei coordinamento redazionale Carega, il Gruppo del Pasu- dell’alpinismo a portata di neve e ghiaccio. compagni stessi”. Il manuale di di Deflorian, Claudio Colpo e bio, Monte Finonchio-Monte polso Alla fine alcune proposte di Vidi rappresenta per conclude- Giuseppe Tomassi, il volume è Maggio, Altipiani di Lavarone Trail Vest Light è l’innovativo e sor- schienale e spallacci in morbida rete classiche ascensioni fanno re una preziosa occasione per il primo di sei che nel volgere e Vezzena, la catena di Cima prendente zaino della linea CAMPACK traspirante per il massimo comfort; venire l’acquolina in bocca agli i più esperti per perfezionare di circa cinque anni andranno Dodici-Ortigara, concepito per i trail runner 2 tasche porta borraccia e 4 Garmin appassionati, dalla Cresta est le proprie conoscenze e, forse, a formare l’opera omnia “Per i massicci della Vigolana e alla ricerca di comfort tasche porta accessori; presenta del Monviso allo spigolo nord rivedere in meglio le abitudini sentieri e luoghi sui Monti della Marzola. Alla realizzazio- ed efficacia. Un cinghia sternale con Fēnix, il primo del Badile, dalla Cengia degli consolidate. del Trentino”. Fin dalle prime ne, come precisa la Commis- design che segue fischietto d'emer- GPS da polso dei dello Jof Fuart alla Via delle pagine, risulta evidente che sione sentieri presieduta da perfettamente la genza, elasticizzata interamente guide al Crozzon di Brenta. … per sentieri e luoghi i sentieri sono qui strumenti Deflorian, hanno collaborato schiena, realizzato per non ostacolare la dedicato alla Tutto semplice, tutto facile? sui monti del trentino per delineare un ambiente da numerosi componenti della in tessuto leggero e respirazione. Indos- montagna e Niente affatto. Un esempio? La Prealpi Trentine Orientali visitare e conoscere con occhi stessa commissione e, per resistente con nume- sando il Trail Vest all’alpinismo, caduta in un crepaccio, evento Società degli Alpinisti attenti e curiosi. le schede di inquadramento rose astute soluzioni. Light l'atleta può che riunisce tutt’altro che improbabile an- Tridentini, 2012; 332 pp Oltre alla descrizione del generale dell’area descritta, Queste le caratteristi- accedere a tutto in un unico che per gli esperti in un’ascen- 14x22 cm. € 20 patrimonio fisico, storico e cul- alcuni componenti incaricati che più significative l'equipaggiamento strumento sione su ghiaccio, richiede turale dei sentieri, si trovano delle commissioni SAT Tutela della zaino di punta essenziale senza tre funzioni procedure complesse per il informazioni sui rifugi e punti Ambiente Montano, Scientifica per il trail running mai fermarsi. Anche cardine dell’alpinismo. Frutto di uno recupero come la costruzione di appoggio, cui si associa e del Comitato storico. in distribuzione nel il porta bastoncini è sviluppo internazionale che ha visto del paranco, le cui procedure una ricca documentazione Diversi soci di sezioni coinvolte 2013: nuove fibbie EZ accessibili senza togliere lo impegnati guide alpine e professio- minuziosamente elenca Vidi. E fotografica, con una selezione territorialmente hanno verifi- OP ad apertura facilitata; vano prin- zaino. Disponibile in 3 taglie per una nisti dell’alta quota, garantisce affi- comunque non sono rose e fio- di 15 escursioni consigliate e cato dati e schede descrittive cipale da 10 litri con inserti elastici vestibilità ottimale. Peso: 320 g (M). dabilità e alte prestazioni stabilendo ri come volevano farci credere una parte cartografica in scala dei sentieri di competenza.Di per evitare movimenti del carico; Per informazioni www.camp.it nuovi standard per quanto riguarda i nostri padri in un vademecum 1:40.000 curata dalla Casa rilievo anche la collaborazione i GPS da polso dedicati all’outdoor. degli universitari alpinisti del editrice Euroedit. della Commissione veneta Fēnix è dotato di altimetro, barometro 1919. Chi sprofondava veniva Il tutto è impreziosito da un sentieri per la verifica dei e bussola, ed è quindi in grado di dare all’epoca sbrigativamente Ideato e progettato dalla almanacco di 140 luoghi scelti testi dei percorsi del versante * Tenda Capsule Zoom II SALEWA all’utente informazioni quanto più invitato a risalire “rimontan- Commissione sentieri SAT, con e proposti per il loro interesse veneto. Modularietà in alta quota precise in tempo reale. 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76 / Montagne360 / Ottobre 2012 Ottobre 2012 / Montagne360 / 77 ALTO ADIGE | Val di Funes - Val Pusteria TRENTINO | Val Campelle ALTO ADIGE | Val Pusteria VENETO | Falzarego SVIZZERA | Val Sursette (Canton Grigioni)

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G.N.S. s.a.s. di Nenzi Francesca tel. 0438-31310 E-mail: [email protected] G.N.S. s.a.s. di Nenzi Francesca tel. 0438-31310 E-mail: [email protected] Montagne360. La rivista del Club Alpino Italiano Direttore Responsabile: Luca Calzolari Direttore Editoriale: Alessandro Giorgetta SuL PROSSIMO NUMERO Redazione: Stefano Aurighi, Stefano Mandelli, Massimo Frera Segreteria di redazione: Carla Falato Tel. 051/8490100 - e-mail: [email protected] La traversata del Carso. Dai margini della Hanno collaborato in questo numero: città di Trieste, la val Rosandra è la via miglio- Massimo Goldoni, Roberto Mantovani, Mario Vianelli, Roberto Serafin re per entrare nel mondo del Carso. I borghi Grafica e impaginazione: Francesca Massai, dell’altopiano si susseguono in un ambiente Silla Guerrini dove doline e profondi abissi parlano del- Service editoriale: Cervelli In Azione srl- Bologna la storia della speleologia. Un tratto lungo - tel. 051-8490100 - fax. 051-8490103 CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, il crinale affacciato sul mare e poi di nuovo Monte dei Cappuccini. Sede Legale- 20124 nell’interno, verso i luoghi degli scontri più Milano, Via E. Petrella, 19 - Cas. post. 10001- 20110 Milano -Tel. violenti della Grande Guerra. 02/205723.1. (ric. Aut.) - Fax 02/205723.201 www.cai.it Milo Manara. Fumettista famoso per “Viag- Telegr. centralcai Milano c/c post. 15200207 intestato a CAI Club Alpino Italiano, Servizio gio a Tulum” e per l'erotismo elegante de “Il Tesoreria Via E. Petrella, 19- 20124 Milano. gioco” e per la serie "Il profumo dell'invisibi- Abbonamenti a Montagne 360. La rivista del le", racconta la sua passione per le monta- Club Alpino Italiano: 12 fascicoli del mensile: abb. Soci familiari: € 10; abb. Soci giovani: € gne. 5; abb. sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10; abb. non Soci: € 24,00 + 2,10 (spedizione postale); La montagna e il suo brutto. Un primo foto supplemento spese per recapito all’estero: UE € 28,46 / Resto d'Europa e Mediterraneo reportage dei nostri lettori che documenta € 23,52 / Resto del mondo € 29,28. Fascicoli gli interventi dell'uomo che rovinano il pae- sciolti, comprese spese postali: Soci € 2,00, saggio montano con un impatto visivo parti- non Soci € 3,90. Per fascicoli arretrati dal 1882 al 1978: Studio Bibliografico San Mamolo di colarmente negativo. Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, Via XX Settembre, 42- 40050 Dozza (BO)- tel. e fax 0542/679083. Segnalazioni di mancato ricevimento vanno indirizzate alla propria Sezione. Indirizzare tutta la corrispondenza e il materiale a: Club Alpino Piccoli annunci Italiano Ufficio Redazione- via E. Petrella, 19- Annunci a pagamento 20124 Milano. Originali e illustrazioni pervenuti di regola non si restituiscono. Le diapositive Accompagnatori, guide turistiche Nepal verranno restituite, se richieste. e T.O. Nuova Zelanda È vietata la riproduzione anche parziale di testi, Burkina Faso fotografie, schizzi, figure, disegni senza esplicita autorizzazione dell’Editore. › www.naturaviaggi.org Tel 0586444407 [email protected] Diffusione esclusiva per l’Italia: Pieroni Patagonia, Nepal, Islanda Distribuzione s.r.l. 25 anni di gran Tour naturalistici senza eguali Guide alpine Viale Vittorio Veneto, 28 – 20124 Milano direttamente dal Produttore/Guida Tel. 02.632461 - fax 02.63246232 Servizio Pubblicità: G.N.P. s.r.l. [email protected] - 3475413197 › www.claudioschranz.it Sede: Via Udine, 21/a - 31015 Conegliano, TV Nov Buthan Tel: 0438-31310 / fax: 0438-428707 / e-mail: [email protected] › www.naturadavivere.it [email protected] Responsabile Pubblicità istituzionale: dal 1985 tour di gruppo con guida Gen Etiopia-Ras Dashen Susanna Gazzola. Tel: 0141-935258 / 335- Autunno - inverno 2012: Trekking someggiati 5666370 / e-mail: [email protected] Responsabile Amministrativo: Patagonia 3333019017 Francesca Nenzi. Tel: 0438-31310 / fax: 0438-428707 / e-mail: [email protected] * NOTE TECNICHE PER I PICCOLI ANNUNCI Fotolito e stampa: Arti Grafiche Amilcare Pizzi spa, via Amilcare Pizzi 14, Cinisello Balsamo (MI) Testo. Il testo (max 500 battute) deve essere composto in carattere minuscolo e inviato Carta: carta gr. 75/mq. patinata lucida per posta elettronica a [email protected], almeno 65 giorni prima della data di Sped. in abbon. post- 45% art. 2 comma 20/b uscita (il primo giorno del mese indicato in copertina). legge 662/96- Filiale di Milano Registrazione del Tribunale di Milano n. 184 del Tariffa. La tariffa è di 0,60 euro a battuta, spazi non conteggiati, IVA inclusa. Il pagamento 2.7.1948- Iscrizione al Registro Nazionale della deve avvenire in forma anticipata, la pubblicazione sarà effettuata ad incasso avvenuto. Stampa con il n. 01188, vol. 12, foglio 697 in data Guide alpine. Gli interessati ad apparire sotto questa voce devono dichiarare, sotto 10.5.1984. Tiratura: 239.282 copie propria responsabilità, il Collegio di appartenenza personale, o della scuola o dell’associa- Numero chiuso in redazione il 04.09.2012 zione di riferimento. Responsabilità. L’Editore e la Concessionaria non possono ritenersi responsabili per eventuali errori nel testo inviato o per i contenuti degli annunci. Si prega perciò di verifica- re i testi prima dell’invio. Per informazioni. tel. 335 5666370 - 0141 935258

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