Parrocchia di San Zeno in . Inventario dell'archivio storico (1641 - 2008)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di , Soprintendenza per i Beni Culturali in collaborazione con Archivio Diocesano Tridentino

2015

Premessa

L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione della Soprintendenza per i beni storico-artistici, librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino; la redazione dell'inventario è stata curata da Elena Bertagnolli, Cinzia Groff, Ornella Bolognese e Francesca Tecilla socie della cooperativa Koinè e ultimata nell'ottobre 2014.

L'intervento è stato realizzato utilizzando il Sistema informativo degli archivi storici del . Le schede sono state compilate secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006. Relativamente alla descrizione delle singole unità archivistiche sono stati usati i seguenti criteri: - il titolo originale del documento è riportato tra virgolette; - nella trascrizione dei titoli si sono ricondotti all'uso moderno i segni d'interpunzione, i segni diacritici, le lettere maiuscole e minuscole e si sono sciolte le abbreviature; - le ricostruzioni di titoli, di date ed eventuali altre integrazioni sono state indicate tra parentesi quadre; - di ogni unità archivistica si sono indicati gli estremi cronologici, la definizione archivistica e il numero delle carte.

In particolare per i registri:

- in presenza di più titoli originali, si è scelto quello più significativo, specificandone la posizione solo se esso non appare all'esterno; - si è riportata, ove presente, la numerazione originaria per carte o per pagine; se assente si è dato il computo delle carte scritte, facendo seguire al numero l'espressione "non numerate" (n.n.); - la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte viene espressa mediante la locuzione "carte sinistra - destra" (cc. sd); - in presenza di una numerazione non omogenea si è indicato il computo totale delle carte scritte, specificando di seguito, tra parentesi tonde, il tipo di numerazione presente (parziale, varia, imprecisa); - si è indicata tra parentesi la presenza di carte bianche, tranne quelle esistenti in fine registro.

Nelle citazioni, l'unità archivistica è individuata dal nome del , dal nome della serie e dal numero che indica la posizione dell'unità all'interno della serie. Ad ogni unità archivistica è inoltre associata una segnatura, scritta nel margine sinistro in alto e applicata sul pezzo, che indica la collocazione fisica del pezzo all'interno della serie. Questa è costituita da una lettera alfabetica maiuscola diversa per ogni fondo, dal numero corrispondente alla serie, dal numero del pezzo in inventario e, eventualmente, dal numero della busta-contenitore.

Nella descrizione delle unità archivistiche si è fatto ricorso alle seguenti abbreviazioni e sigle: c., cc. carta, carte recto - verso cc. sd carte sinistra - destra, cioè con la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte n., nn. numero, numeri n.n. non numerato/e p., pp. pagina, pagine s.d. senza data tit. dorso titolo dorso tit. int. titolo interno

ADT Archivio Diocesano Tridentino

Alla fine dell'inventario si trovano indici relativi a: persone, toponimi, istituzioni e cose notevoli. Ad ogni lemma dell'indice sono associati i numeri che indicano la posizione del lemma stesso nell'inventario; tali numeri sono collocati tra parentesi graffe, accanto alle introduzioni e alle unità archivistiche, in alto a destra. Le voci dell'indice si riferiscono esclusivamente a quanto riportato nel presente inventario, senza ulteriori ricerche e approfondimenti critici.

2 Sommario

Parrocchia di San Zeno in Pelugo, 1641 - 2008 ...... 6

Curazia di San Zeno ...... 9 Parrocchia di San Zeno ...... 12 Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, 1663 - 2008 (con documenti dal 1608 in copia) ...... 15 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, 1798 - 1819 ...... 16 Registri dei nati e battezzati, 1820 - 1974 ...... 17 Indici dei registri dei nati e battezzati, [1870] ...... 19 Registri dei matrimoni, 1820 - 1969 ...... 20 Indici dei registri dei matrimoni, [1820 - 1929] ...... 22 Registri dei morti, 1820 - 1973 ...... 23 Registri dei cresimati, 1905 - 2008 ...... 25 Indici dei registri dei cresimati, [1905 - 1993] ...... 26 Stati delle anime, sec. XIX - sec. XX ...... 27 Registri degli sponsali, 1908 - 1938 ...... 29 Atti matrimoniali, 1820 - 1964 ...... 30 Registri delle messe legatarie, 1896 - 1990 ...... 32 Registri delle soddisfazioni degli oneri missari, 1947 - 1953 ...... 33 Registri delle pubblicazioni degli avvisi , 1908 - 1961 ...... 34 Registri delle messe celebrate nella chiesa di Caré Alto, 1947 - 1989 ...... 36 Registri di cassa delle Sante Anime, 1847 - 1947 ...... 37 Registri di cassa generale, 1947 - 1964 ...... 38 Registri delle elemosine, 1937 - 1943 ...... 40 Urbari generali, 1912 - 1928 ...... 41 Partitari generali, 1943 - 1990 ...... 42 Direttori delle sacre funzioni, 1906 ...... 43 Protocolli degli esibiti, 1843 - 1938 ...... 44 Carteggio e atti ordinati, 1663 - 1937; 1943 (con documenti dal 1608 in copia) ...... 46 Carteggio e atti, 1744 - 1964 ...... 54

Chiesa di San Zeno ...... 58 Chiesa di San Zeno in Pelugo, 1713 - 1965 ...... 62 Registri delle rese di conto, 1751 - 1860 ...... 63 Registri di cassa, 1862 - 1965 ...... 64 Registri delle riscossioni, 1849 - 1936 ...... 66 Resoconti, 1866 - 1963 ...... 67 Carteggio e atti, 1713 - 1951 ...... 69

Primissaria di Pelugo ...... 70 Primissaria di Pelugo, 1861 - 1965 ...... 73 Urbari, [1863] ...... 74 Registri di cassa, 1923 - 1965 ...... 75 Resoconti, 1861 - 1962 ...... 76 Carteggio e atti, 1931 - 1956 ...... 77

Confraternita dell'Angelo Custode ...... 78 Confraternita dell'Angelo Custode in Pelugo, 1734 - 1797 ...... 80 Carteggio e atti, 1734 - 1797 ...... 81

Confraternita del Santissimo Sacramento ...... 82 Confraternita del Santissimo Sacramento in Pelugo, 1830 - 1964 ...... 84 Registri degli iscritti, [1867] - 1943 ...... 85

3 Registri di amministrazione, 1914 - 1964 ...... 86 Carteggio e atti, 1830 - 1957 ...... 87

Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco ...... 88 Congregazione del Terz'Ordine di Pelugo, 1913 - 1927 ...... 90 Registri degli iscritti, 1913 - 1927 ...... 91 Registri dei verbali delle riunioni, 1914 - 1925 ...... 92

Comitato pro erigendo oratorio di Pelugo ...... 93 Documentazione dell'archivio del Comitato pro erigendo oratorio parrocchiale di Pelugo, 1946 - 1959 ...... 95 Registri di cassa pro oratorio, 1947 - 1959 ...... 96 Carteggio e atti, 1946 - 1958 ...... 97

Azione Cattolica. Sezione di Pelugo ...... 98 Documentazione dell'archivio della Sezione di Pelugo di Azione Cattolica, 1927 - 1955 ...... 100 Registri degli iscritti, 1927 - 1937 ...... 101 Registri dei verbali delle riunioni, 1933 - 1934 ...... 102 Carteggio e atti, 1947 - 1955 ...... 103

Segretariato del popolo (ACLI) di Pelugo ...... 104 Documentazione dell'archivio del Segretariato del popolo di Pelugo (Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani A.C.L.I.), 1947 - 1959 ...... 106 Registri di cassa, 1948 - 1949 ...... 107 Protocolli degli esibiti, 1948 ...... 108 Carteggio e atti, 1947 - 1959 ...... 109

Pergamene della parrocchia di San Zeno in Pelugo, 1641 - 1874 ...... 110

Indici…………………………………………………………………………………………………………………..113

4 Albero dei soggetti produttori

Curazia di San Zeno, Pelugo, 1798 giugno 30 - 1913 ottobre 31 Successori: Parrocchia di San Zeno, Pelugo, 1913 novembre 1 - E' filiale di : Parrocchia di San Vigilio, , sec. XIII -

Parrocchia di San Zeno, Pelugo, 1913 novembre 1 - Predecessori: Curazia di San Zeno, Pelugo, 1798 giugno 30 - 1913 ottobre 31 Assorbe : Chiesa di San Zeno, Pelugo, 1713 - 1987 gennaio 24

Chiesa di San Zeno, Pelugo, 1713 - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Zeno, Pelugo, 1913 novembre 1 -

Primissaria di Pelugo, Pelugo, [1757] - 1987 gennaio 24

Confraternita dell'Angelo Custode, Pelugo, 1734 febbraio 4 - sec. XIX inizio

Confraternita del Santissimo Sacramento, Pelugo, 1830 luglio 30 - [1964]

Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco, Pelugo, 1913 novembre 9 - [1927]

Comitato pro erigendo oratorio di Pelugo, Pelugo, 1946 - [1955]

Azione cattolica. Sezione di Pelugo, Pelugo, [1927 - 1955]

Segretariato del popolo (ACLI) di Pelugo, Pelugo, [1948 - 1959]

5 superfondo Parrocchia di San Zeno in Pelugo, 1641 - 2008 {1}

registri 62, fascicoli 45, pergamene 8; metri lineari 3.5

Storia archivistica L'archivio storico della parrocchia di Pelugo si trovava depositato, prima del presente intervento di riordino, nella canonica del paese. La Commissione Beni Culturali dell'8 giugno 1994 lo aveva dichiarato di interesse storico. I registri, soprattutto quelli riguardanti l'anagrafe, erano nello studio del parroco assieme al carteggio facente parte dell'archivio corrente. Gran parte del carteggio antico era conservato in faldoni con dorso nero sui quali era applicata una fascetta di carta con una descrizione del contenuto. In questi contenitori si trovava documentazione riguardante tutte le amministrazioni della parrocchia, compresi gli atti matrimoniali e i resoconti. Un'analisi più approfondita eseguita in fase di ordinamento ha condotto a individuare nel parroco don Gregorio Fruner (a Pelugo dal 1903 al 1922) l'autore di questa impostazione, ipotesi supportata anche dal fatto che quasi tutti i fascicoli conservati avevano come limite temporale i primi anni Venti del Novecento, periodo in cui don Fruner lasciò la cura di Pelugo. La documentazione è stata integrata sicuramente dal successore, il parroco Luigi Dalleaste (1923-1932). Nell'atto di consegna degli atti di ufficio e degli enti ecclesiastici della parrocchia al suddetto Dalleaste, redatto nel febbraio 1923, vengono elencate, oltre ai registri di anagrafe e di amministrazione, le teche di documenti: esse corrispondono a grandi linee alle teche attualmente presenti in archivio (1). Per mantenere questa traccia di ordinamento, nell'attuale inventario si è ritenuto opportuno conservare questa suddivisione e inserire questa parte di carteggio in una serie specifica ("Carteggio e atti ordinati") nel fondo dell'ufficio parrocchiale. Il carteggio e gli atti prodotti durante e dopo la seconda guerra mondiale erano conservati in fascicoli sciolti, suddivisi sommariamente per argomento. Essi sono stati descritti singolarmente e inseriti nei fondi delle amministrazioni che li hanno prodotti. L'archivio storico verrà depositato nella canonica di Spiazzo dove verrà conservato in locali e arredi idonei.

Contenuto La documentazione conservata in archivio riguarda soprattutto l'attività parrocchiale: si trovano infatti registri e atti relativi alla gestione dell'ufficio di anagrafe (nati, matrimoni, morti, atti attinenti all'anagrafe, atti matrimoniali, ecc.), alle celebrazioni ecclesiastiche (registri di messe, elemosine, ecc.) e all'amministrazione di enti ecclesiastici che si trovano sotto la diretta responsabilità del parroco. L'archivio inoltre è suddiviso in altri fondi che raccolgono la documentazione prodotta dagli amministratori della chiesa di San Zeno, della Primissaria, delle confraternite dell'Angelo Custode e del Santissimo Sacramento e della congregazione del Terz'Ordine. E' presente anche documentazione degli archivi del Comitato pro erigendo oratorio parrocchiale, della Sezione di Azione Cattolica di Pelugo e del Segretariato del popolo di Pelugo. La presenza di questa documentazione è spiegabile con il fatto che il parroco era presente in queste associazioni in varie vesti e che si sia preoccupato di conservare gli atti a lui diretti.

6 Si conservano infine otto pergamene che spaziano dal 1641 al 1874.

Lingua Italiano; latino; tedesco; francese

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Pelugo ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari". Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, ad eccezione di parte del carteggio, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio Diocesano Tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni storico-artistici, librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso L'Archivio provinciale.

7 Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, p. 528

Nota dell’archivista La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888

COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989

GRANDI C. (a cura di), La riconta delle anime (1987-2006): il sacro, il sociale e il profano nelle fonti normative confessionali, Atti del convegno (Trento 3-4 aprile 2008), Roma, 2011

SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari

Codice di diritto canonico (1983)

Decreto arcivescovile 10 febbraio 1993, istituzione dell'Archivio Diocesano Tridentino

Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11)

Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 27 agosto 1993, n. 11704, Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana

Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali

Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati, fasc. 2.1

8 Ente

Curazia di San Zeno {2}

1798 giugno 30 - 1913 ottobre 31

Luoghi Pelugo (TN)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, 01/01/1663 - 31/12/2008

Storia Il paese di Pelugo si trova in Val Rendena, nei pressi dell'imbocco della Valle di Borzago che sale ai ghiacciai del Lares e del Caré Alto. Anticamente, dal punto di vista della cura d'anime, i fedeli di Pelugo dipendevano dal pievano di Spiazzo sotto la cui giurisdizione ecclesiastica si trovavano i paesi del bacino superiore del fiume . Essi si recavano nella sede della matrice per assistere alle funzioni più importanti e per ricevere i sacramenti. Nel territorio del paese sorgevano due chiese, una dedicata a Sant'Antonio abate e l'altra a San Zenone, erette per devozione dei fedeli ed amministrate dalla comunità la quale saltuariamente faceva celebrare delle messe in suffragio dei benefattori. Dall'inizio del Seicento la vicinia concesse ad un sacerdote l'usufrutto delle entrate delle due chiese in cambio della celebrazione in giorni stabiliti di alcune messe e del mantenimento in buono stato dell'edificio (1). Il Seicento fu caratterizzato da una lunga lite tra la comunità di Pelugo e alcuni sacerdoti che ritennero queste entrate come un beneficio e non un fondo destinato alla gestione e alla manutenzione delle chiese (2). La lite si chiuse per intervento dell'Ordinariato che sottolineò la natura non beneficiale delle entrate. All'inizio del Settecento venne intrapresa la costruzione di una nuova chiesa in paese, situata in posizione più favorevole rispetto alle chiese già esistenti (3). Con suo testamento rogato il 16 aprile 1720, don Nicolò Pollini da Pelugo abitante a Borzago lasciò, tra l'altro, un legato pio al fine della celebrazione di alcune messe a Pelugo (4): finalmente il paese poteva contare almeno su un sacerdote che garantiva la celebrazione delle funzioni sacre fisse. Nel 1764 nella nuova chiesa di San Zeno venne concesso il Santissimo Sacramento dell'Eucarestia: questo non solo avrebbe permesso la sua adorazione - uno dei momenti di devozione cristiana molto sentito - ma anche la distribuzione della comunione, sebbene in casi particolari, nella suddetta chiesa senza che i fedeli dovessero recarsi in altri luoghi. I vicini di Pelugo si impegnarono al mantenimento dell'illuminazione stendendo un capitolato che ne regolava i termini senza ledere i diritti della matrice di Spiazzo (5). Si giunse così al 30 giugno 1798, giorno in cui, in seguito ad accorate richieste, il parroco di Spiazzo concesse al sacerdote cappellano e alla popolazione di Pelugo di "tenere il sagro fonte battesimale, di battezzare nell'anzidetta loro chiesa di San Zeno, d'assistere ai matrimoni, seppellire i morti tanto quei di stolla nera, che di stolla bianca, far uffizi,

9 spiegar il Vangelo e la dottrina" (6). Da quella data iniziano quindi le registrazioni dei nati, matrimoni e morti in loco (7). Nel documento di fondazione della cura venne tuttavia sottolineata la dipendenza dalla matrice: il curato infatti avrebbe dovuto procurarsi l'acqua battesimale ogni anno nella chiesa di Spiazzo nel giorno del Sabato Santo, partecipare alle processioni e alle funzioni nei giorni stabiliti e spedire i certificati anagrafici all'ufficio parrocchiale. Il parroco inoltre aveva la precedenza nei funerali dei fedeli di Pelugo e percepiva dalla comunità, in cambio della perdita delle entrate dovute, una somma di risarcimento. Primo curato venne nominato don Giovanni Taffelli, già primissario di Pelugo. Il mantenimento del curato era a carico della comunità: nei capitoli stesi nel 1803, in occasione dell'elezione di don Paolo Amistadi, essa si impegnava alla consegna in buono stato della canonica, a "porre un fornello nella stanza di abitazione, non che il forno in cucina e consegnare inoltre da usufruire quei pochi mobili che s'attrovano nella stessa, e che furono consegnati a suoi antecessori" (8), alla fornitura della legna e della somma di 400 fiorini annui. Il curato poteva inoltre usufruire della questua di San Michele dalla quale riceveva dei cereali, e di quella di Sant'Antonio per le uova e il burro, e degli "incerti" di stola. In cambio doveva celebrare la messa nelle festività con spiegazione del Vangelo, tenere la scuola ai fanciulli, da Ognissanti sino a Pasqua, visitare i malati, benedire il bestiame nella vigilia di Sant'Antonio (17 gennaio), amministrare i sacramenti e celebrare le messe legatarie. Alla fine del secolo, per ottenere l'integrazione della congrua dal governo, il curato don Antonio Faes, nel 1894, ottenne per Pelugo l'attestazione di "stazione di cura d'anime indipendente" rilasciata dal tribunale dell'impero di Vienna: il curato poté così usufruire del contributo da parte del fondo di religione (9). Alcuni anni dopo, nel 1913, si iniziò l'iter per poter elevare la cura in parrocchia.

ELENCO CURATI

1798-1802 Giovanni Taffelli 1803-1833 Paolo Amistadi 1833-1837 Ivano Pattuzzi 1837-1842 Stefano Pontara 1842-1866 Paolo Pollini 1867-1897 Antonio Faes 1897-1903 Luigi Ferrazza 1903-1922 Gregorio Fruner - primo parroco nel 1913

Funzioni, occupazioni e attività Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. Nei territori soggetti alla giurisdizione austriaca venivano riconosciute come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione

10 a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. I sacerdoti che ambivano all'assegnazione del beneficio curaziale dovevano sostenere gli esami di concorso indetti dall'Ordinariato. Il curato era tenuto a celebrare la messa "pro populo" ed era autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte. Nel Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra. Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchia e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984.

Contesto generale Diocesi di Trento Pieve di Rendena

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Libro B ADT, Parrocchie e curazie ADT, Atti visitali Bibliografia MUSSI D., In villa Pellugi... Magnifica Communitas Vallis Randenae, di Pelugo, 1999

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1. (2) Ibidem. (3) Cfr. introduzione al soggetto Chiesa di San Zeno in Pelugo. (4) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati, fasc. 2.1. (5) Ibidem, fasc. 1. (6) Ibidem. (7) Ibidem, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e di morti. (8) Ibidem, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1. (9) Ibidem.

11 Ente

Parrocchia di San Zeno {3}

1913 novembre 1 -

Luoghi Pelugo (TN)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, 01/01/1663 - 31/12/2008

Storia Su impulso di don Gregorio Fruner, eletto curato di Pelugo nel 1903, si intrapresero i dovuti passi al fine di elevare la cura d'anime di Pelugo in parrocchia. Il 16 dicembre 1912 si tenne un'assemblea dei capifamiglia del paese nella quale si decise di rinunciare al diritto di presentazione dei futuri parroci in favore del Vescovo di Trento (1). Il 23 gennaio successivo arrivò anche l'assenso del parroco di Spiazzo, che aveva ottenuto dal comune di Pelugo l'assicurazione del pagamento della sua quota per il completamento della congrua del parroco di Rendena. Il vescovo di Trento Celestino Endrici elevò la cura in parrocchia il primo novembre 1913 ed elesse a primo parroco don Fruner. Il decreto venne approvato il 10 marzo 1914 anche dalla Luogotenenza di Innsbruck. La parrocchia di Pelugo confina con la parrocchia di San Vigilio di Spiazzo e con la parrocchia di San Lorenzo di Vigo- Daré e fa parte del decanato di Rendena. Con decreto ministeriale del 30 dicembre 1986, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987, l'ente parrocchia di San Zeno con sede a Pelugo è stato dichiarato persona giuridica privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 429).

ELENCO PARROCI

1913-1922 Gregorio Fruner - curato dal 1903 1922 Alcide Righi 1923-1932 Luigi Dalleaste 1932-1936 Vigilio Vidi 1936-1937 Edoardo Brentari - vicario parrocchiale - 1937-1939 Angelo Baroni 1939-1943 Mario Corna frate cappuccino - vicario parrocchiale - 1943-1948 Zeffirino Molinari 1949-1959 Giuseppe Bottura 1959-1961 Paolino Bassetti frate francescano - vicario parrocchiale -

12 1961-1965 Iginio Dagostin frate francescano 1965-1975 Pierino Dalponte 1975-1984 Bruno Panizza 1984-2006 Adolfo Orlandi (con Vigo-Daré) 2007-2012 Paolo Ferrari 2012- Federico Andreolli (con , Caderzone, Spiazzo e )

Condizione giuridica Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto

Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia" (2) deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".

Contesto generale Diocesi di Trento

13 Fonti normative Codice di diritto canonico (1983)

Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Parrocchie e curazie Bibliografia MUSSI D., In villa Pellugi... Magnifica Communitas Vallis Randenae, Comune di Pelugo, 1999

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1. (2) Cfr. MAURO T., Parrocchia, in Enciclopedia del diritto, XXXI, Milano, Giuffré, 1981, pp. 868-887.

14 fondo A Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, 1663 - 2008 (con documenti {4} dal 1608 in copia)

registri 39, fascicoli 30, pergamene 3

Soggetti produttori Parrocchia di San Zeno, 1913 novembre 1 -

Curazia di San Zeno, 1798 giugno 30 - 1913 ottobre 31

Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente.

Contenuto La documentazione conservata nel fondo è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Lingua Italiano; latino; tedesco

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione in quanto l'ente parrocchia è ancora attivo.

Esistenza e localizzazione delle copie Presso l'Archivio Diocesano Tridentino si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale. Le registrazioni continuano in parrocchia con il solo valore ecclesiastico.

15 serie A 1 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, 1798 - 1819 {5}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro che riporta le registrazioni dei nati e battezzati, dei morti e dei matrimoni avvenuti nella cura di Pelugo a partire dal 1798, anno dell'erezione a curazia. Le registrazioni sono redatte in forma discorsiva sia in latino sia in italiano.

Per le introduzioni generali alle singole tipologie di registri si vedano le serie specifiche.

A 1.1 {6}

"Libro I. de nati, morti e matrimoni dall'anno 1798 fino all'anno 1820 nella curazia di Pelugo"

1798 luglio 22 - 1819 novembre 9

cc. 1-29: registro dei nati e battezzati, 1798 luglio 22-1819 novembre 9; cc. 30-48: registro dei morti, 1798 ottobre 14-1819 ottobre 23; cc. 49-54 (1): registro dei matrimoni, 1798 luglio 25-1819 giugno 9. Italiano, latino Registro; carta, legatura in carta, cc. 54 sfascicolato Segnature precedenti: Libro I Note (1) Le registrazioni dei matrimoni cominciano a c. 54 a causa di un errore di rilegatura.

16 serie A 2 Registri dei nati e battezzati, 1820 - 1974 {7}

registri 3

Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno), con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile. In base al decreto del 2 luglio 1825 (Raccolta delle leggi provinciali, volume 63, p. 114) nel periodo austriaco il curatore d'anime era tenuto ad inserire nel registro dei nati il nome della levatrice che assisteva al parto. Fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni, il parroco mantenne la funzione di ufficiale di stato civile; da quella data le registrazioni nelle parrocchie continuano ma con solo con valore ecclesiastico.

La serie si compone di tre registri riportanti le registrazioni dei nati e battezzati nella cura di Pelugo a partire dal 1820. Registrazioni precedenti, dal 1798 al 1819, si trovano in Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, reg. 1. I registri di questa serie sono strutturati a tabella prestampata nella quale sono registrati, secondo le disposizioni governative, le generalità del battezzato, "il tempo della nascita" (anno, mese, giorno e ora), il luogo di nascita, il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante e dei padrini, e la condizione sociale di questi ultimi. Per quanto riguarda la rilevazione degli estremi cronologici si specifica che viene sempre segnalata come prima data quella riferita alla nascita e come ultima quella riferita al battesimo.

A 2.1 {8}

"Registro dei nati della curazia di Pelugo dal 1820 al 1870"

17 1820 gennaio 15 - 1870 aprile 6

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 61 Segnature precedenti: II Vedi anche:

A 3.1, "Indice dei nati dall'anno 1820 all'anno 1870".

A 2.2 {9}

"Nati e battezzati 1870 al 1912"

1870 febbraio 12 (1) - 1912 dicembre 19

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 100, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. sfascicolato

Segnature precedenti: n. III Note (1) Le registrazioni dal 12 febbraio al 6 aprile 1870 si trovano anche sul registro precedente.

A 2.3 {10}

"Registro nati e battezzati della parrocchia di Pelugo dal 1913 al 1973"

1913 gennaio 8 - 1974 gennaio 13

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 101, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. IV.

18 serie A 3 Indici dei registri dei nati e battezzati, [1870] {11}

registri 1

Contenuto La serie si compone di un indice compilato da un'unica mano, probabilmente dal curato don Antonio Faes (1867-1897), relativo al registro dei nati e battezzati dal 1820 al 1870, cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Registri dei nati e battezzati, reg. 1.

A 3.1 {12}

"Indice dei nati dall'anno 1820 all'anno 1870"

[1870]

Indice del registro dei nati e battezzati. Italiano Registro a rubrica; carta, legatura in carta, cc. 17 n.n. Vedi anche:

A 2.1, "Registro dei nati della curazia di Pelugo dal 1820 al 1870".

19 serie A 4 Registri dei matrimoni, 1820 - 1969 {13}

registri 3

Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici.

La serie si compone di tre registri che riportano le registrazioni dei matrimoni celebrati nella cura di Pelugo a partire dal 1820. Registrazioni precedenti, dal 1798 al 1819, si trovano in Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, reg. 1. I primi due registri sono strutturati a tabella prestampata e riportano, secondo le disposizioni governative, la data del matrimonio, le generalità degli sposi, del ministro celebrante, dei testimoni e la condizione sociale di questi ultimi. Il terzo registro è compilato secondo le norme concordatarie.

A 4.1 {14}

"Registro dei matrimoni della curazia di Pelugo dal 1820 al 1888"

20 1820 giugno 22 - 1887 settembre 17

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 59 Segnature precedenti: II Vedi anche:

A 5.1, "Indice dei Matrimoni dal 1820 al ***".

A 4.2 {15}

"Matrimoni dal 1888 al ***"

1888 luglio 21 - 1929 febbraio 28

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 94

Segnature precedenti: Libro III. Vedi anche:

A 5.1, "Indice dei Matrimoni dal 1820 al ***".

A 4.3 {16}

"Atti di matrimonio 1929-1969"

1929 settembre 26 - 1969 agosto 31

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 107, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. IV.

21 serie A 5 Indici dei registri dei matrimoni, [1820 - 1929] {17}

registri 1

Contenuto La serie si compone di un registro che riporta gli indici dei matrimoni celebrati a Pelugo dal 1820 al 1929 e registrati nei registri dei matrimoni presenti in parrocchia (cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Registri dei matrimoni, regg. 1-2).

A 5.1 {18}

"Indice dei Matrimoni dal 1820 al ***"

[1820 - 1929]

Indice dei registri dei matrimoni cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Registri dei matrimoni, regg. 1-2. Italiano Registro a rubrica; carta, legatura in carta, cc. 16 n.n. Vedi anche:

A 4.1, "Registro dei matrimoni della curazia di Pelugo dal 1820 al 1888".

A 4.2, "Matrimoni dal 1888 al ***".

22 serie A 6 Registri dei morti, 1820 - 1973 {19}

registri 2

Contenuto I registri dei morti vennero resi obbligatori insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Le registrazioni nelle parrocchie continuano ma con solo valore ecclesiastico.

La serie si compone di due registri che riportano le registrazioni dei decessi avvenuti nella cura di Pelugo a partire dal 1820. Registrazioni precedenti, dal 1798 al 1819, si trovano in Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, reg. 1. Le registrazioni sono redatte in lingua italiana su tabella prestampata e riportano, secondo le disposizioni governative, la data del decesso, le generalità del morto, la religione praticata, l'età e la causa della morte.

A 6.1 {20}

"Registro dei morti della curazia di Pelugo dal 1820 al 1880 inclusive"

1820 gennaio 15 - 1880 ottobre 22

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 115 Segnature precedenti: N. II

A 6.2 {21}

23 "Registro morti della curazia di Pelugo dal 1881 al ***"

1881 marzo 5 - 1973 dicembre 28

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 258, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Segnature precedenti: III

24 serie A 7 Registri dei cresimati, 1905 - 2008 {22}

registri 1

Contenuto I registri dei cresimati vennero resi obbligatori insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX.

A 7.1 {23}

"Cresimati della curazia di Pelugo ab anno 1905"

1905 ottobre 7 - 2008 maggio 11

Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. sd 39 Segnature precedenti: Tomo I. Vedi anche:

A 8.1, "Indice cresimati".

25 serie A 8 Indici dei registri dei cresimati, [1905 - 1993] {24}

registri 1

Contenuto La serie si compone di un registro che riporta i cresimati dal 1905 al 1993 registrati sul registro dei cresimati presente in archivio (cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Registri dei cresimati, reg. 1).

A 8.1 {25}

"Indice cresimati"

[1905 - 1993]

Indice relativo al registro dei cresimati cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Registri dei cresimati, reg. 1. Registro a rubrica; carta, legatura in carta, cc. 18 n.n. Vedi anche:

A 7.1, "Cresimati della curazia di Pelugo ab anno 1905".

26 serie A 9 Stati delle anime, sec. XIX - sec. XX {26}

registri 3

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concili e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati. Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo. Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes". Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, p. 52

Codice di diritto canonico, Roma, 1984, can. 440

Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, VII (1905), p. 239

SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

A 9. 1 {27}

Stato delle anime

sec. XIX prima metà (con annotazioni fino al 1880)

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 42 n.n. sfascicolato

A 9.2 {28}

"Anagrafe della curazia di Pelugo 1880 corretta nell'anno 1905"

27 [1880]; [1905] (con annotazioni fino al 1914 e annotazione del 1939)

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 84

A 9.3 {29}

"Nuova [anagrafe] del[la] curazia (1) di Pelugo"

sec. XX primo quarto (con annotazioni fino al 1968)

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 321 (bianche molte pp.), con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Note (1) Sovrascritto a matita "Parrocchia".

28 serie A 10 Registri degli sponsali, 1908 - 1938 {30}

registri 1

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere" stabilì che dal giorno di Pasqua del 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire problemi o controversie che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco che stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale né a contrarre il matrimonio né a versare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa.

A 10.1 {31}

"Protocollo della promesse di matrimonio dall'anno 1908-***"

1908 aprile 19 - 1938 maggio 5

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 38 n.n.

29 serie A 11 Atti matrimoniali, 1820 - 1964 {32}

fascicoli 4

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico, introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da una paga giornaliera. Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato. In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can. 1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.

Le pratiche matrimoniali relative alla parrocchia di Pelugo sono presenti a partire dall'anno 1820; erano raccolte in mazzetti annuali fermati con una fascetta riportante la data e, per un certo periodo, anche la dicitura "atti matrimoniali". Fino circa all'anno 1897 era conservata, assieme alla documentazione relativa ai matrimoni celebrati in loco, anche quella di matrimoni celebrati fuori parrocchia. Per un certo periodo, ma non in modo continuativo e sistematico si trovano anche negli anni a seguire alcune comunicazioni o parti di pratiche sempre relative a matrimoni non celebrati in loco ma, in questo caso, annotati anche sul registro. Negli anni 1914, 1916 e 1917 non si sono celebrati matrimoni.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 174-175

A 11.1 b. 1 {33}

Atti matrimoniali

1820 - 1889

Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 503 n.n.

A 11.2 b. 2 {34}

Atti matrimoniali

30 1890 - 1920

Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 413 n.n.

A 11.3 b. 3 {35}

Atti matrimoniali

1921 - 1948

Italiano Fascicolo; carta, cc. 603 n.n.

A 11.4 b. 4 {36}

Atti matrimoniali

1949 - 1964

Italiano Fascicolo; carta, cc. 476 n.n.

31 serie A 12 Registri delle messe legatarie, 1896 - 1990 {37}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro che riporta l'indicazione delle messe legatarie fondate presso la cura di Pelugo a carico della chiesa, del beneficio curaziale/parrocchiale, della primissaria, del Comune e da privati e la registrazione delle loro soddisfazioni.

A 12.1 {38}

"Messe legatarie di Pelugo" (1)

[1896] - 1990 Altre denominazioni: "Nuovo registro delle messe legatarie della curazia di Pelugo compilato sulle basi del vecchio 1791 e corredato di nuovi documenti nell'anno 1896" (tit. int.)

Registro delle messe legatarie a carico della chiesa di Pelugo, della primissaria, del beneficio curaziale, del Comune e di privati con registrazione delle avvenute celebrazioni. All'inizio di ogni parte: elenco delle messe e degli enti preposti alla celebrazione. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 97, 71 (bianche alcune pp.) Note (1) Di altra mano: "Venerabile chiesa, primissaria, comune, beneficio parrocchiale e privati"

32 serie A 13 Registri delle soddisfazioni degli oneri missari, 1947 - 1953 {39}

registri 1

Contenuto La serie si compone di un registro che riporta, per ogni messa celebrata, la data di ricevimento della richiesta, l'intenzione, la quota versata al sacrestano, ai chierichetti, ai cantori, per il contributo alla chiesa e, infine, la data della soddisfazione dell'onere missario.

A 13.1 {40}

"Uffici e sante messe Pelugo 1947-***"

1947 febbraio 20 - 1953 dicembre 1

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 32 n.n.

33 serie A 14 Registri delle pubblicazioni degli avvisi , 1908 - 1961 {41}

registri 8

Contenuto La serie è composta da otto registri sui quali venivano annotati gli avvisi da leggersi ai fedeli a conclusione delle principali celebrazioni liturgiche; essi riguardavano l'orario e la scadenza delle funzioni settimanali, lo smarrimento di oggetti rinvenuti e portati in chiesa, l'orario delle confessioni, le attività di preparazione alle feste religiose e altre comunicazioni. Su alcuni di essi si trovano annotate, per essere successivamente comunicate ai fedeli, anche le date delle tre pubblicazioni necessarie alla celebrazione dei matrimoni stabilite dal Concilio di Trento (Sess. 24) e dal Codice di diritto civile austriaco (§ 71) che recitava "la denuncia deve farsi in tre giorni di domenica o di festa, all'adunanza ordinaria nella chiesa parrocchiale del distretto e se gli sposi abitano in diversi distretti nella chiesa parrocchiale del distretto di ciascun di essi". La serie presenta delle lacune; sul terzo e quarto registro sono presenti anche pubblicazioni matrimoniali.

A 14.1 {42}

Registro delle pubblicazioni degli avvisi

1908 [giugno 21] - 1909 [giugno 17]

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 29 n.n.

A 14.2 {43}

"Pubblicazioni dall'anno 1909 al 18/6/1920"

1909 luglio 11 - 1920 giugno 13

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 185 n.n. sfascicolato

A 14.3 {44}

"Pubblicazioni nella chiesa di San Zenone di Pelugo 1929-***" (tit. int.)

1929 gennaio 6 - 1933 gennaio 1

Capovolgendo il registro: registrazioni di pubblicazioni matrimoniali, 1929 gennaio 27-1932 novembre 27. Italiano Registro; carta, legatura in carta, pp. 196

34 A 14.4 {45}

Registro delle pubblicazioni degli avvisi

1934 settembre 2 - 1936 maggio 21

Capovolgendo il registro: registro delle pubblicazioni matrimoniali, 1934 settembre 16-1936 maggio 24. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 80 n.n. sfascicolato

A 14.5 {46}

"Pubblicazioni da farsi nella chiesa di San Zenone dall'agosto 1937 al ***"

1937 agosto 8 - 1938 agosto 28

Italiano

Registro; carta, legatura in carta, cc. 14 n.n.

A 14.6 {47}

Registro delle pubblicazioni degli avvisi

1938 novembre 13 - 1943 novembre 1

Italiano Registro; carta, senza coperta, cc. 73 n.n.

A 14.7 {48}

Registro delle pubblicazioni degli avvisi

1952 luglio 6 - 1957 marzo 3

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 74 n.n.

A 14.8 {49}

"Pubblicazioni orari chiesa 10.III.1957" (tit. int.)

1957 marzo 10 - 1961 giugno 4

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 54 n.n.

35 serie A 15 Registri delle messe celebrate nella chiesa di Caré Alto, 1947 - 1989 {50}

registri 1

Contenuto La serie si compone di un registro che riporta le annotazioni relative alle celebrazioni, da parte di vari sacerdoti, delle messe nella chiesa-rifugio del Caré Alto (1).

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda GROSSELLI B., GIAMPICCOLI R., Chiesette alpine nel Trentino, Trento, 2006, p. 149

LEONARDI G., Salviamo in Adamello uno dei simboli più genuini della pietà degli uomini, IN: "Campane di Rendena", Spiazzo Rendena (TN), n. 13 (gennaio 1968), pp. 14-16

Note (1) Piccola chiesa, costruita con tronchi di legno sovrapposti dai prigionieri russi nel 1917 durante la prima guerra mondiale. Cfr. MUSSi D., In villa Pellugi... Magnifica Communitas Vallis Randenae, Pelugo, 1999, pp. 300-310.

A 15.1 {51}

Registro delle messe (1)

1947 luglio 27 - 1989 settembre 10

Registro delle messe celebrate nella chiesa del rifugio del Caré Alto, con annotazioni relative alle vicende dell'edificio sacro. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 9 n.n. Note (1) Sulla coperta timbro della parrocchia di San Vigilio di Spiazzo Rendena.

36 serie A 16 Registri di cassa delle Sante Anime, 1847 - 1947 {52}

registri 1

Contenuto La serie si compone di un registro che riporta le entrate e uscite per la celebrazione delle messe in suffragio delle anime del purgatorio. Le entrate derivavano dalle elemosine raccolte nella "cassetta" in chiesa e da offerte in natura e in denaro, le uscite erano impiegate per la celebrazione delle messe e per il pagamento di contributi alla chiesa e al sacrestano. Fino al 1922 l'amministrazione venne tenuta dal cassiere Vittorio Zeni che presentava annualmente al curato e poi parroco di Pelugo i rendiconti del suo operato; alla sua morte subentrò in toto il parroco. Le registrazioni di cassa continuano, assieme alle altre amministrate dal parroco, nei registri conservati in Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Registri di cassa generale.

A 16.1 {53}

"Libro delle Sante Anime Purganti entrate e uscite ad uso del massaro Zeni Vittorio"

1847 ottobre 3 - 1947 febbraio 22 Altre denominazioni: "Libro delle Santissime Anime Purganti la cui entrata annualmente deve essere elargita in celebrazione di tante sante messe in loro suffragio dal curato locale" (tit. int.)

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 63 n.n.

37 serie A 17 Registri di cassa generale, 1947 - 1964 {54}

registri 5

Contenuto La serie si compone di cinque registri in uso al parroco che riportano l'annotazione di entrate e uscite di varie amministrazioni presenti in parrocchia sulle quali il sacerdote esercitava il suo controllo. Registrazioni precedenti di cassa delle Sante Anime, dal 1847 al 1947, si trovano in Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Registri di cassa delle Sante Anime.

A 17.1 {55}

"Libro cassa generale chiesa, primissaria, anime Pelugo 1947-***"

1947 marzo 2 - 1952 marzo 27

Registro di cassa della chiesa, della primissaria e delle Sante Anime. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 50 n.n.

A 17.2 {56}

"Pelugo. Casse diverse 1949-***"

1949 ottobre 26 - 1958

Registro di cassa delle giornate missionarie, pro arcivescovo, per Famiglia cristiana, elemosine della chiesa, pane di Sant'Antonio, Sante Anime, cappella Baltarino. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, con tracce di appigli, cc. 53 n.n.

A 17.3 {57}

"Libro cassa generale (chiesa, primissaria, Sante Anime) Pelugo"

1952 gennaio 2 - 1958 maggio 6

Registro di cassa della chiesa, della primissaria e delle Sante Anime. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 40 n.n.

A 17.4 {58}

Registro di cassa generale

38 1958 gennaio 14 - 1959 febbraio 8

Registro di cassa della chiesa, della primissaria, delle Sante Anime, della cappella di Baltarino, del pane di Sant'Antonio, della confraternita del Santissimo Sacramento, delle opere missionarie. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. sd 14

A 17.5 {59}

"Giornale"

1958 gennaio 30 - 1964 dicembre 30

Registro di cassa delle Sante Anime, della cappella di Baltarino, del pane di Sant'Antonio, della lampada del Santissimo, dell'oratorio. Italiano

Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 131 (bianche molte pp.), con indice delle amministrazioni sulla carta di guardia

39 serie A 18 Registri delle elemosine, 1937 - 1943 {60}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono state annotate le elemosine a favore degli indigenti di Pelugo e relative alla distribuzione dei sussidi.

A 18.1 {61}

"Libro cassa Pane Sant'Antonio"

1937 agosto 30 - 1943 settembre 20

Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 7 n.n.

40 serie A 19 Urbari generali, 1912 - 1928 {62}

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni degli enti ecclesiastici e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie si compone di un registro che riporta le registrazioni dell'amministrazione dei capitali e dei beni stabili di proprietà della chiesa e della primissaria di Pelugo.

A 19.1 {63}

"Urbario dei capitali della chiesa e primissaria di Pelugo "

1912 - 1928

Urbario dei capitali e dei fondi spettanti alla chiesa e alla primissaria. Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. 29 (bianche molte cc.)

41 serie A 20 Partitari generali, 1943 - 1990 {64}

registri 1

Contenuto Il partitario, o libro maestro, è un registro suddiviso in tante partite distinte quante sono le persone con le quali subentra un rapporto di interesse. Una parte delle registrazioni è relativa alla descrizione del credito e un'altra alla registrazione degli acconti e/o saldi a mano a mano che avvengono i versamenti da parte del debitore.

La serie di compone di un partitario relativo alla gestione dei fondi della chiesa, della primissaria e del beneficio parrocchiale di Pelugo.

A 20.1 {65}

"Partitario chiesa, primissaria, beneficio Pelugo"

1943 - 1990

Partitario dei fondi della chiesa, della primissaria e del beneficio parrocchiale. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 43 n.n. (numerazione originale varia), con indice degli affittuari alla fine

42 serie A 21 Direttori delle sacre funzioni, 1906 {66}

registri 1

Contenuto Il "Manuale d'ufficio per il clero curato" consigliava ai curatori d'anime la compilazione di un registro chiamato "Direttorio per le funzioni parrocchiali" sul quale annotare e fissare un ordine, stabilito da prescrizioni o da consuetudini locali, da mantenere nelle funzioni del servizio divino. Con tale registro il sacerdote aveva a disposizione una guida sicura per sé e per i suoi successori delle funzioni quotidiane (in uso nei paesi con i rispettivi orari), settimanali, mensili ed annuali, nonché a quelle straordinarie. Egli era così in grado di avere ben chiaro l'ordine delle funzioni nell'arco dell'anno con l'orario, le prediche che si usavano tenere, le preghiere d'uso, i canti, le processioni, le devozioni della comunità, ecc.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, p. 62

A 21.1 {67}

"Ordo sacrarum functionum in Ecclesia curatiali Sancti Zenonis episcopi ac martiris Peluci ad usum curati"

1906

Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 48

43 serie A 22 Protocolli degli esibiti, 1843 - 1938 {68}

registri 4

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere annotati, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza di una amministrazione con l'indicazione della data e del contenuto. Ai parroci venne raccomandata la compilazione di tali registri per una corretta gestione del loro ufficio sia dall'autorità politica, sia da quella ecclesiastica.

La serie si compone di quattro registri. Si segnalano alcune lacune nelle registrazioni.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 120-121

A 22.1 {69}

Protocollo degli esibiti

1843 - 1848 dicembre 22

Sono registrati documenti rinvenuti a partire dal 1784. All'inizio: nota esplicativa relativa alla formazione del registro, [1843]. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 10 n.n. sfascicolato

A 22.2 {70}

"Protocollo degli esibiti della curazia di Pelugo"

1880 dicembre 18 - 1898 febbraio 3

Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 82 n.n.

A 22.3 {71}

"Protocollo degli esibiti dell'ufficio parrocchiale dal 15 novembre 1903-1921"

1903 novembre 15 - 1921 dicembre 31

Italiano

44 Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 197 n.n.

A 22.4 {72}

"Protocollo degli esibiti ad uso dell'ufficio parrocchiale dall'anno 1922-***"

1922 gennaio 1 - 1938 novembre 2

Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 25 n.n.

45 serie A 23 Carteggio e atti ordinati, 1663 - 1937; 1943 (con documenti dal 1608 in {73} copia)

fascicoli 11 (pergamene 3)

Contenuto La serie si compone di undici fascicoli originali rinvenuti durante il presente intervento di riordino della documentazione dell'archivio storico della parrocchia. Questi fascicoli si presentavano omogenei per contenitore (faldoni grigi con dorso nero), per "titolazione" (la stessa scrittura sull'etichetta incollata sul dorso) e, infine, per limite cronologico della documentazione conservata (gran parte delle carte si ferma ai primi anni Venti del Novecento, con qualche eccezione dovuta sicuramente a integrazioni posteriori). Di questa "serie" di faldoni facevano parte anche due fascicoli di atti matrimoniali e due fascicoli di resoconti (della chiesa e della primissaria). In fase di riordino, per comodità di consultazione, questi fascicoli hanno preso posto nelle serie dedicate (1). Dal confronto della grafia presente sui faldoni e sulle sottounità conservate, si è potuto risalire a don Gregorio Fruner (curatore d'anime di Pelugo dal 1903 al 1922) (2) quale autore di questa suddivisione. Il parroco don Luigi Dalleaste, presente a Pelugo dal 1923 al 1932, successore di don Fruner, ha integrato sicuramente i fascicoli con documentazione prodotta o ricevuta durante il suo ufficio a Pelugo. In questi fascicoli sono conservati documenti relativi ad alcuni enti ecclesiastici di Pelugo (chiesa di Sant'Antonio, chiesa di San Zeno, primissaria, beneficio curaziale/parrocchiale), relativi alla storia della cura d'anime e, infine, alla gestione dell'ufficio di anagrafe.

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Atti matrimoniali; Chiesa di San Zeno in Pelugo, Resoconti e Primissaria di Pelugo, Resoconti. (2) Don Gregorio Fruner nacque a Ballino (Fiavé) il 12 marzo 1873 e fu ordinato sacerdote il 10 luglio 1898. Arrivò a Pelugo come curato l'8 novembre 1903 per diventare poi il primo parroco nel 1913. Lasciò Pelugo alla fine del 1922. Morì l'anno successivo, nel dicembre 1923.

A 23.1 b. 1 {74}

"Indipendenza"

1663 - 1914 (con documenti dal 1608 in copia)

Atti di una causa intercorsa tra i vicini di Pelugo e il beneficiato della chiesa di Sant'Antonio e di San Zeno di Pelugo don Alberto Dossi in merito all'amministrazione dei beni della chiesa (1663-1668, con documenti dal 1608 in copia) (1), transazione in merito alla suddetta causa (1674), inventario dei mobili della sacrestia (sec. XVII), autorizzazione vescovile all'erezione nella chiesa di San Zeno del Santissimo Sacramento (1765), concessioni e facoltà ottenute dalla comunità di Pelugo dalla parrocchiale di Rendena per l'erezione di una cura d'anime (1798), capitoli per il curato (1803, 1867), richiesta della comunità di avere un primissario e maestro

46 elementare (1832), autorizzazione vescovile alla celebrazione di messe particolari (1856), carteggio in merito alla partecipazione alle funzioni nella parrocchiale, carteggio in merito al riconoscimento dell'indipendenza della curazia ai fini di ottenere la congrua statale, atti e documenti relativi all'erezione della curazia in parrocchia (1912-1914). Italiano, latino, tedesco Fascicolo; carta e pergamena, cc. 213 Note (1) Tra le copie si segnalano: consegna dei beni della chiesa (1608 copia), inventari dei beni, investiture del beneficio, ecc. Tre documenti in pergamena che si regestano di seguito.

Pergamena 1 {75}

Mandato

1667 agosto 13, Roma Santa Maria Maggiore

Papa Clemente IX incarica il vescovo di Trento o quello di Bressanone o quello di Feltre o i loro vicari a rappresentarlo nella

causa contro gli amministratori dei beni della chiesa di San Zenone di Pelugo e autorizza ad emettere un'eventuale scomunica. Originale, documento di cancelleria papale (bolla), latino Documento singolo, pergamena, mm 200 x 340 con plica inferiore di mm 45, sul verso note di contenuto, Sigillo pendente plumbeo con corda di canapa inchiostro in parte sbiadito

Pergamena 2 {76}

Mandato

1667 agosto 13, Roma Santa Maria Maggiore

Papa Clemente IX incarica il vescovo di Trento o quello di Bressanone o quello di Feltre o i loro vicari a rappresentarlo nella causa contro gli amministratori dei beni della chiesa di Sant'Antonio di Pelugo e autorizza ad emettere un'eventuale scomunica. Originale, documento di cancelleria papale (bolla), latino Documento singolo, pergamena, mm 200 x 345 con plica inferiore di mm 45, sul verso note di contenuto, Sigillo pendente plumbleo con corda di canapa inchiostro sbiadito, forata nella parte centrale

Pergamena 3 {77}

Mandato

1667 settembre 5, Roma Santa Maria Maggiore

Papa Clemente IX incarica il patriarca di Aquileia o il vescovo di Trento o quello di Bressanone o i loro vicari a rappresentarlo nella causa contro gli amministratori dei beni della chiesa dei Santi Eleuterio e Zenone di Pelugo e autorizza ad emettere un'eventuale scomunica. Originale, documento di cancelleria papale (bolla), latino

47 Documento singolo, pergamena, mm 195 x 320 con plica inferiore di mm 45, sul verso note di contenuto, Sigillo pendente plumbeo con corda di canapa inchiostro sbiadito

A 23.2 b. 1 {78}

"Primissaria e beneficio parrocchiale"

1720 - 1929

Italiano, latino Fascicolo; carta

A 23.2.1 b. 1 {79}

Beneficio parrocchiale

1720 - 1929

Carteggio e atti relativi al legato Pollini (1720-1792, con documenti dal 1702), atti di consegna del beneficio curaziale/parrocchiale (1867, 1897, 1923), elenco della sostanza del beneficio (sec. XIX), registro dello stato patrimoniale ed economico (1929). Italiano, latino Fascicolo, carta, cc. 112

A 23.2.2 b. 1 {80}

"Primissaria"

1823 - 1922

Carteggio e atti relativi a lasciti a favore della primissaria, richieste di riduzioni di oneri missari, elenco dei beni (1844), resa di conto dell'amministratore (1844-1849), nomine di amministratori, documenti di fondazioni missarie, carteggio amministrativo, documento di fondazione con approvazione vescovile (1879), atti di vertenze, ecc. Italiano Fascicolo, carta, cc. 231

A 23.3 b. 2 {81}

"Chiesa, Baltarin, legati missari, varie"

1734 - 1926

Italiano, latino Fascicolo; carta

A 23.3.1 b. 2 {82}

48 Varie

1734 - 1899

Atto di erezione della confraternita dell'Immacolata con elenco di indulgenze (1734) (1), benedizione della nuova chiesa di San Zenone sul Monte (1764), atto di aggregazione della chiesa di San Zeno all'arciconfraternita della Dottrina cristiana di Trento (1789), concessione vescovile della facoltà di altare privilegiato all'altare maggiore della chiesa di Pelugo (1795), approvazione vescovile dell'istituzione in Pelugo della Pia opera di Santa Dorotea (1835) (2), dichiarazione di avvenuta consacrazione di un calice (1899). Italiano, latino Fascicolo, carta, cc. 27 Note (1) Confraternita fondata nella chiesa di Sant'Antonio abate allo scopo di assicurare in seguito alla morte degli iscritti la celebrazione di alcune messe in suffragio delle loro anime. Attiva a Pelugo nel Settecento. (2) Compagnia formata esclusivamente da donne con lo scopo di coltivare il culto cristiano. La sua attività in Pelugo fu breve.

A 23.3.2 b. 2 {83}

Legati missari

1834 - 1926 (con documento del 1761)

Carteggio e atti relativi ai legati missari temporanei e perpetui fondati presso le chiese di Pelugo, tabelle delle messe (1905- 1926), atti di ricognizione. Italiano Fascicolo, carta, cc. 117

A 23.3.3 b. 2 {84}

"Carte spettanti alla costruzione dei banchi, dei confessionali e degli antiporti di questa chiesa di San Zenone"

1887 - 1911

Carteggio e atti relativi alla costruzione dei banchi, dei confessionali e delle antiporte della chiesa (1887-1891), alla riparazione del tetto (1910-1911). Italiano Fascicolo, carta, cc. 95

A 23.3.4 b. 2 {85}

"Baltarin"

1904 - 1923 (con documento del 1781)

Nota delle spese sostenute per la costruzione della cappella (1781); lasciti a favore della cappella, carteggio relativo al voto della popolazione di Pelugo espresso durante la prima guerra mondiale (1915-1921) (1), progetti per la costruzione della chiesa (1919), carteggio con l'Ordinariato in merito alla celebrazione di messe, ecc.

49 Fascicolo, carta, cc. 45 Note (1) Il voto prevedeva la ricostruzione della cappella nel caso il paese fosse stato preservato dall'evacuazione.

A 23.4 b. 2 {86}

"Atti scolastici, atti civili, memorie della guerra"

1815 - 1922

Circolari, decreti e avvisi provenienti da autorità civili (1815-1922); comunicazioni, carteggio e atti con il Consiglio scolastico locale (1915-1922 con documenti del 1841 e del 1842); circolari e comunicazioni emesse da autorità civili durante il periodo del primo conflitto mondiale (1914-1919). Italiano, tedesco Fascicolo; carta, cc. 330

A 23.5 b. 3 {87}

"Esteri nati, morti, matrimoni"

1817 - 1937

Comunicazioni, certificati e attestati di nascite (1850; 1878-1925), di matrimoni (1905-1937) e di morti 1817-1923) avvenute all'estero o fuori parrocchia. Italiano, tedesco, latino, spagnolo Fascicolo; carta, cc. 248

A 23.6 b. 3 {88}

"Atti ecclesiastici"

1818 - 1922

Circolari, comunicazioni e avvisi provenienti da autorità ecclesiastiche. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 758

A 23.7 b. 4 {89}

"Capitolati d'asta, contratti di mutuo, compravendita, locazioni"

1820 - 1924

Contratti di mutuo a favore della chiesa (1820-1890), della primissaria (1846-1910); atti di compravendita della primissaria (1842- 1904), della chiesa (1871-1903, con documento del 1834), della chiesa di Baltarin (1910), del beneficio curaziale/parrocchiale (1875, 1914); capitolati d'asta e contratti di locazione dei fondi di proprietà della chiesa (1852-1919), della primissaria (1856-1921) e del beneficio parrocchiale (1910-1924). Italiano

50 Fascicolo; carta, cc. 316

A 23.8 b. 5 {90}

"Fogli di possesso, inventari, fassioni e libro fondiario"

1822 - 1929

Inventari della chiesa (1822, 1827, 1842, 1846, 1869, 1887, 1895, 1905, 1929), della primissaria (1873, 1895, 1905, 1929); fassioni del beneficio curaziale/parrocchiale (1825-1923), della chiesa (1891-1922), della primissaria (1891-1922); fogli di possesso fondiario della chiesa (1851-1921), della primissaria (1851-1921), del beneficio curaziale (sec. XX inizio). Italiano Fascicolo; carta, cc. 343

A 23.9 b. 6 {91}

"Varie"

1838 - 1919

Italiano Fascicolo; carta

A 23.9.1 b. 6 {92}

"Nuovo campanile e ingrandimento della chiesa curaziale"

1838 - 1840

Carteggio e atti relativi alla costruzione di un nuovo campanile per la chiesa di Pelugo: preventivi, descrizione dei lavori, contratti con le maestranze, ecc. Italiano Fascicolo, carta, cc. 45

A 23.9.2 b. 6 {93}

"Atti ecclesiastici: benedizioni, Viae Crucis, ecc. ecc."

1845 - 1906

Concessione di indulgenza (1839), atto di benedizione della Via Crucis (1844 e 1906), regole per i portantini delle statue nelle processioni (1884), facoltà di benedire una statua (1897), elenco delle offerenti per l'acquisto della statua del Bambin Gesù (1906). Italiano, latino

Fascicolo, carta, cc. 12

A 23.9.3 b. 6 {94}

51 "Documento e carte relative alla causa di questa venerabile chiesa pel bosco in Val Ceresina contro Antonio Pollini Isep di Pelugo nel 1884"

1879 - 1884

Italiano Fascicolo, carta, cc. 39

A 23.9.4 b. 6 {95}

"Fondo Anime, Missioni, Terz'Ordine"

1888; 1900 - 1916

Carteggio e atti relativi al Fondo Sante Anime (1888; 1900-1916), alle missioni (1900-1904 con documenti dal 1798) (1) e al Terz'Ordine (1913-1914). Italiano Fascicolo, carta, cc. 167

Note (1) Contiene documentazione relativa alla famiglia Povinelli fino alla benefattrice Domenica Povinelli fu Antonio, che dispose con suo testamento del 1896 un fondo per un triduo di missioni ogni cinque anni, e documentazione relativa a don Francesco Dapedra, parroco di Agrone, che aveva istituito la suddetta Povinelli sua erede (1864-1899, con documenti dal 1798).

A 23.9.5 b. 6 {96}

"Domanda pel santese"

1900 - 1919

Capitoli per il sacrestano, richieste di aumento del salario. Italiano Fascicolo, carta, cc. 16

A 23.9.6 b. 6 {97}

"Vertenza per il fabbriciere"

1903 - 1910

Carteggio e atti relativi all'amministrazione del fabbriciere della chiesa di San Zeno per gli anni 1903-1904. Italiano Fascicolo, carta, cc. 50

A 23.9.7 b. 6 {98}

Statue di Sant'Antonio

1908 - 1909

52 Carteggio e atti con l'Ordinariato di Trento in merito alla vendita non autorizzata di quattro statue di Sant'Antonio e al loro riacquisto. Italiano Fascicolo, carta, cc. 22

A 23.10 b. 6 {99}

"Sant'Antonio. Campane"

1891 - 1933; 1943 (con documenti dal 1689 al 1800)

Italiano, tedesco, latino Fascicolo; carta

A 23.10.1 b. 6 {100}

Chiesa di Sant'Antonio

1891 - 1933 (con documenti dal 1689)

'Instrumenta' a favore della chiesa di Sant'Antonio (1689-1800), carteggio e atti in relativi alla chiesa di Sant'Antonio in merito all'acquisto di una campana (1895-1900) (1), al rifacimento del tetto, alla manutenzione di fondi e al restauro degli affreschi. Italiano, latino Fascicolo, carta, cc. 132 Note (1) Sono presenti documenti indirizzati e prodotti dal comune di Pelugo.

A 23.10.2 b. 6 {101}

Campane

1915 - 1931; 1943

Carteggio e atti relativi alle campane delle chiese di Pelugo: prestiti di guerra, fusione, statistica, ecc. (1915-1931; 1943). Contiene, n.n.: moduli e circolari a stampa dell'Opera di soccorso per le chiese rovinate dalla guerra, 1921 Italiano Fascicolo, carta, cc. 57

A 23.11 b. 6 {102}

"Prestiti di guerra"

1915 - 1917

Cedole delle sottoscrizioni ai prestiti di guerra austriaci della primissaria, della chiesa, del fondo campane, del fondo Sante Anime e della Congregazione di carità di Pelugo. Italiano, tedesco Fascicolo; carta, cc. 88

53 54 serie A 24 Carteggio e atti, 1744 - 1964 {103}

fascicoli 15

Contenuto La serie conserva 15 fascicoli di carteggio e atti, parte originali e parte ricostruiti in fase di riordino dell'archivio. Questi contengono la documentazione non presente nei fascicoli ordinati da don Gregorio Fruner e quella prodotta in seguito.

A 24.1 b. 1 {104}

Autentiche di reliquie

1744 - 1912

Nn. 7 autentiche di reliquie. Latino Fascicolo; carta, cc. 11

A 24.2 b. 1 {105}

Carteggio e atti attinenti all'anagrafe

1807 - 1962

Dispense da impedimenti matrimoniali per consanguineità (1807; 1814-1819), richieste di certificazioni per celebrazioni di matrimoni all'estero, elenchi di cresimati (1851-1869), comunicazioni provenienti da altre parrocchie in merito a nascite, matrimoni o morti, certificati di cresima (1905-1938), ecc. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 282

A 24.3 b. 1 {106}

"Atti visita pastorale"

1867 - 1954

Carteggio e atti relativi alle visite pastorali del 1867 (carteggio preparatorio, itinerario, osservazioni), del 1877 (itinerario), del 1889 (itinerario, osservazioni), del 1912 (carteggio preparatorio, risposte al questionario, decreto vescovile), del 1926 (risposte al questionario), del 1945 (cerimoniale, appunti, decreto), del 1954 (risposte al questionario, decreto). Italiano

Fascicolo; carta, cc. 81

A 24.4 b. 1 {107}

55 "Pia opera dell'obolo di San Vigilio"

1876 - 1884

Elenchi di soci, quietanze. Italiano Fascicolo; carta, cc. 16

A 24.5 b. 1 {108}

Carteggio e atti

1887 - 1964 (con documenti dal 1800)

Carteggio e atti ricevuti o prodotti dal curatore d'anime di Pelugo relativi alla gestione dell'ufficio curaziale/parrocchiale: circolari, statuti della famiglia cooperativa di Spiazzo Rendena (1895) e della Cassa rurale di (sec. XIX fine), della Società tridentina di igiene (1901), dispensa vescovile dall'obbligo del digiuno, compromessi risolti davanti al curato, matrici di sussidi concessi dalla Congregazione di carità (1906-1907), prospetti delle prediche del quaresimalista (1907-1910), statuti del coro

parrocchiale (1909-1937), corrispondenza con l'Ordinariato, quietanze del "Vaso della fortuna" (1913), repertorio degli atti soggetti a tassa di registro (1924-1933), stato patrimoniale del beneficio parrocchiale (1932), varie richieste dei parrocchiani, elenco degli emigranti a cui spedire il giornale "Vita Trentina" con carteggio, documentazione relativa all'esproprio di terreni per la costruzione di una strada (1950-1955), stato dell'archivio (1952), documentazione relativa alla vendita di legname di proprietà della chiesa (1964), ecc. Contiene: alcuni atti appartenenti a privati (1800-1867). Italiano Fascicolo; carta, cc. 270

A 24.6 b. 1 {109}

Quietanze dell'Ordinariato

1903 - 1922

Quietanze rilasciate dall'Ordinariato di Trento per la consegna di elemosine in favore di opere diocesane e vescovili, per atti amministrativi e per le elemosine per l'applicazione di messe. Italiano Fascicolo; carta, cc. 186

A 24.7 b. 2 {110}

"Corrispondenza Curia"

1931 - 1964

Corrispondenza del parroco con gli uffici dell'Ordinariato vescovile di Trento in merito all'amministrazione degli enti ecclesiastici, ad affari anagrafici, ad assicurazioni, all'acquisto di arredi, ecc. Italiano

56 Fascicolo; carta, cc. 143

A 24.8 b. 2 {111}

Legati missari

1932 - 1964

Carteggio e atti relativi alla celebrazione dei legati missari fondati nella parrocchia di Pelugo a carico della chiesa, del Comune, del beneficio parrocchiale, della primissaria e di privati, autorizzazioni vescovili alla binazione di messe, atto di ricognizione (accertamento dell'esistenza degli atti), prospetto delle messe (copia 1953), richieste di sanatoria, di riduzione e di proroga della celebrazione, ecc. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 63

A 24.9 b. 2 {112}

"Verbale di riconsegna Pelugo"

1932 - 1961

Verbale di riconsegna dei beni degli enti ecclesiastici di Pelugo di don Luigi Dalleaste (1932), di don Vigilio Vidi (1936), di consegna a don Angelo Baroni (1937) e di riconsegna dello stesso (1938), di riconsegna di don Giuseppe Bottura (1959) e di consegna a padre Iginio Dagostin (OFM, vicario economo) Italiano Fascicolo; carta, cc. 64

A 24.10 b. 2 {113}

Congrua

1933 - 1953

Fassioni e prospetti di rettificazione di don Vigilio Vidi e di don Giuseppe Bottura. Italiano Fascicolo; carta, cc. 13

A 24.11 b. 2 {114}

"Cappella Baltarino"

1933 - 1961

Carteggio e atti relativi all'arginazione del torrente vicino alla cappella (1933-1941), estratto del possesso fondiario della cappella (1954), quietanza di lavori, atto di donazione di candelieri (1961). Italiano Fascicolo; carta, cc. 20

57 A 24.12 b. 2 {115}

"Corrispondenza col Comune"

1937 - 1964

Corrispondenza del parroco con il comune di Vigo Rendena (fino al 1946) e con il comune di Pelugo in merito al salario per il sacrestano, ad atti anagrafici, al contributo per la congrua, per le riparazioni alla chiesa e alla canonica, all'ordine pubblico, alla concessione di legna, ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 85

A 24.13 b. 2 {116}

Opere missionarie pontificie e Opera di San Vigilio

1941 - 1957

Elenco di iscritti alle opere missionarie (Propagazione della Fede e Opera do San Pietro apostolo, Santa Infanzia) e all'Opera di San

Vigilio, quietanze di pagamento delle quote di iscrizione. Italiano Fascicolo; carta, cc. 87

A 24.14 b. 2 {117}

Nuova canonica

1954

Corrispondenza con il comune di Pelugo in merito alla costruzione del piano superiore della canonica, con progetto e preventivo. Italiano Fascicolo; carta, cc. 35

A 24.15 b. 2 {118}

Quietanze

1934 - 1963

Quietanze e cartelle di pagamento dei "beni curaziali" di Pelugo. Italiano Fascicolo; carta, cc. 59 n.n.

58 Ente

Chiesa di San Zeno {119}

1713 - 1987 gennaio 24

Luoghi Pelugo (TN)

Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Zeno in Pelugo, 01/01/1713 - 31/12/1965

Storia Pelugo è uno dei pochi paesi della valle Rendena che dispone di più di un edificio sacro consacrato. Risale probabilmente al X secolo la chiesa dedicata a Sant'Antonio abate, allora piccola cappella con precisa funzione di chiesa cimiteriale (1); anticamente esisteva anche una chiesa dedicata a San Zeno (2) al Monte, demolita nei primi anni del Settecento quando in paese si costruì una nuova e più spaziosa chiesa, anch'essa dedicata a San Zeno, la chiesa sul Monte venne ricostruita nel 1743 (3). Presso il Sarca si trova la chiesa santuario della Madonna di Baltarino, costruita nel 1781 dai vicini della comunità di Pelugo e, infine, la chiesa del Caré Alto costruita sull'Adamello dai prigionieri russi durante la prima guerra mondiale. L'attuale chiesa parrocchiale di Pelugo, dunque, venne costruita in seguito al lento abbandono della chiesa di San Zenone sul Monte, nei primi anni del Settecento. L'edificio fu benedetto il 30 settembre 1713 (4) dal vice pievano di Rendena don Salvatore Salvadori. Nella visita pastorale del 1727 la chiesa risultava in possesso di tre altari: solo il maggiore, dedicato al titolare, era consacrato (5). Nel 1757, i vicini di Pelugo ottennero dall'Ordinariato di Trento il permesso di conservare nella chiesa di San Zeno il Santissimo Sacramento e nel 1765 si impegnarono formalmente alla costituzione di un reddito per il mantenimento dell'illuminazione (6). La chiesa, nel corso del tempo diventata troppo angusta per l'aumento della popolazione, fu riedificata negli anni 1855- 1858 sul luogo dove sorgeva l'antico edificio. Tutti gli abitanti di Pelugo contribuirono ai lavori che vennero finanziati anche in parte dall'amministrazione comunale. Venne consacrata il 14 agosto 1869 dal vescovo di Trento Benedetto Riccabona. Patrona della chiesa era la comunità. Il patrimonio della chiesa veniva amministrato da un "massaro", o sindaco, eletto ogni tre anni dalla comunità, il quale rendeva conto del suo operato inizialmente al pievano di Rendena in presenza del curato di Pelugo e dei rappresentati della vicinia, in seguito all'elevazione della cura i resoconti venivano presentati al curato e ai vicini (7). Anticamente all'amministrazione della chiesa di San Zeno era unita anche quella della chiesa di Sant'Antonio. Nel 1822 la chiesa possedeva censi, capitali, fondi, livelli, aveva in dotazione sacri arredi, paramenti e biancheria per un patrimonio pari a 2631 fiorini (8). Nel 1870 gli appezzamenti di terreno in sua dotazione erano 19; le spese fisse consistevano nella celebrazione di messe legatarie, nei salari per il fabbriciere e per il sacrestano e nel pagamento delle

59 imposte (9). I resoconti dal 1866 vennero presentati all'Ordinariato dal curato, affiancato dai fabbricieri, con la supervisione del Comune (10). In seguito al Concordato l'amministrazione divenne di responsabilità del parroco. Nel 1929 la chiesa possedeva quattro capitali investiti presso fondi pubblici e privati e 23 appezzamenti di terreno; era a suo carico la celebrazione di 47 messe con l'onere dei contributi al sacrestano, ai chierichetti, all'organista, il pagamento delle imposte e delle spese di manutenzione (11).

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa parrocchiale di San Zeno con l'annessa chiesa filiale di Sant'Antonio e la cappella della Madonna di Balterino è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di San Zeno con sede a Pelugo.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amministrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione". I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato

60 soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti normative Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici nonché delle fondazioni ecclesiastiche nella diocesi di Trento, 1865

Codice di diritto canonico (1983)

Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Libro B Bibliografia ADAMOLI A., La chiesa di Sant'Antonio abate, cappella della Pieve di Rendena, Comune di Pelugo (TN), 2014

CASTELLANI I., LOPRETE L., ORLANDI A., La chiesa di Sant'Antonio abate in Pelugo, Pelugo (TN), Parrocchia di San Zeno, 1994

GIUSTINA T., Pelugo e le sue chiese, Tione (TN), 1997

MUSSI D., In villa Pellugi... Magnifica Communitas Vallis Randenae, Comune di Pelugo, 1999

Note (1) Le forme attuali dell'edificio sono da attribuire alla ricostruzione quattrocentesca, quando fu interamente dipinta a fresco da Dionisio Baschenis e collaboratori. La chiesa fu danneggiata da un incendio nel 1668, restaurata nel 1683 e nel 1975.

61 (2) Il santo titolare è variamente indicato come Zeno e come Zenone. Si tratta del vescovo martire di Verona del IV secolo. (3) La chiesa, nominata nella visita pastorale del 1537, fu riedificata nel 1743 e benedetta nel 1764. Vi si sale per una ripida mulattiera accompagnata dai 14 tabernacoli della Via Crucis. Fu restaurata nel 1933 e nel 1981. (4) Cfr. Chiesa di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti, fasc. 1. (5) Cfr. ADT, Atti visitali, n. 39, c. 106. (6) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1. (7) Cfr. Chiesa di San Zeno in Pelugo, Registri delle rese di conto, reg. 1. (8) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati, fasc. 8. (9) Ibidem. (10) Cfr. Chiesa di San Zeno in Pelugo, Resoconti. (11) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati, fasc. 8.

62 fondo B Chiesa di San Zeno in Pelugo, 1713 - 1965 {120}

registri 8, fascicoli 5

Soggetti produttori Chiesa di San Zeno, 1713 - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano

63 serie B 1 Registri delle rese di conto, 1751 - 1860 {121}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale gli amministratori delle chiese di Sant'Antonio e di San Zeno di Pelugo, eletti ogni tre anni dalla comunità, annotavano le entrate e le uscite relative al patrimonio degli enti e le rese di conto annuali. In un primo momento il saldo veniva presentato e sottoscritto dal parroco di Rendena in presenza dei vicini; in seguito all'erezione di Pelugo in curazia i conti venivano approvati dal curato locale. In occasione della resa di conto, avveniva il passaggio di consegne al nuovo amministratore.

B 1.1 {122}

Registro delle rese di conto

[1751] - 1860

Dopo la resa di conto del 1823: capitolato d'asta per l'affitto dei fondi della chiesa, 1824 settembre 27; dopo la resa di conto del 1859: capitolato d'asta per l'affitto dei fondi della chiesa, 1842; alla fine delle rese di conto: capitolati d'asta per l'affitto dei fondi della chiesa, 1837; alla fine: capitoli per i sacrestani della chiesa, 1816 giugno 5; modifiche all'elezione dell'amministratore della chiesa, 1779 maggio 27 e 1782 maggio 24; locazione dei beni della chiesa, 1765 settembre 3; note relative a capitali della chiesa, 1774 -1792. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 132 n.n.

64 serie B 2 Registri di cassa, 1862 - 1965 {123}

registri 5

Contenuto La serie è formata da cinque registri sui quali è riportata la situazione di cassa della chiesa parrocchiale come luogo di culto (arredi sacri, cera, organista, messe, ecc.) e le entrate e le uscite relative all'amministrazione del suo patrimonio.

B 2.1 {124}

Registro di cassa

1862 - 1896

Registro di cassa dell'amministratore delle chiese di San Zeno e Sant'Antonio. Alla fine: nota dei "morti" con registrazione del pagamento del funerale, 1875-1896; registrazioni delle riscossioni di interessi sui capitali investiti, 1862-1873. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 77 n.n. sfascicolato

B 2.2 {125}

"Libro cassa della chiesa ad uso del fabbricere"

1923 gennaio 17 - 1937 maggio 14

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 26 n.n.

B 2.3 {126}

"Libro cassa della chiesa"

1923 marzo 27 - 1937 settembre 9

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 30 n.n.

B 2.4 {127}

"Libro cassa chiesa"

1937 maggio 25 - 1947 febbraio 27

65 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 19 n.n.

B 2.5 {128}

"Cassa chiesa"

1958 gennaio 14 - 1965 febbraio 12

Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 19 n.n.

66 serie B 3 Registri delle riscossioni, 1849 - 1936 {129}

registri 2

Contenuto La serie si compone di due registri che riportano le registrazioni delle riscossioni degli interessi sui capitali e degli affitti dei fondi della chiesa.

B 3.1 {130}

"Capitali"

1849 - 1883

Registro delle riscossioni degli interessi sui capitali e degli affitti. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 49 n.n. (numerazione originale varia)

B 3.2 {131}

"Protocollo degli stabili di questa venerabile chiesa di Pelugo ad uso del fabbriciere Povinelli Luigi 11/12/1903"

1903 dicembre 11 -1936 dicembre 19

Registro delle riscossioni degli affitti dei fondi della chiesa. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 48 n.n.

67 serie B 4 Resoconti, 1866 - 1963 {132}

fascicoli 4

Contenuto La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

B 4.1 b. 1 {133}

Resoconti

1866 - 1893

Nn. 1-28 Resoconti e documentazione di corredo. Italiano Fascicolo; carta, cc. 984 n.n.

B 4.2 b. 2 {134}

Resoconti

1894 - 1912

Nn. 29-44 Resoconti e documentazione di corredo Italiano Fascicolo; carta, cc. 887 n.n.

B 4.3 b. 3 {135}

Resoconti

1913 - 1934

68 Nn. 45-65 Resoconti e documentazione di corredo Italiano Fascicolo; carta, cc. 1074 n.n.

B 4.4 b. 4 {136}

Resoconti

1935 - 1963

Nn. 66-84 Resoconti e documentazione di corredo Italiano Fascicolo; carta, cc. 1357 n.n.

69 serie B 5 Carteggio e atti, 1713 - 1951 {137}

fascicoli 1

B 5.1 b. 1 {138}

Carteggio e atti

1713 - 1951

Richiesta dei vicini di Pelugo e concessione vescovile alla benedizione della nuova chiesa di San Zeno (1713), censo a favore della chiesa (1751), richiesta e autorizzazione allo spostamento della celebrazione delle messe del legato Pollini dalla chiesa di Sant'Antonio a quella di San Zeno (1782), autorizzazione alla benedizione della nuova campana (1876), carteggio in merito a legati lasciati alla chiesa, alla costruzione dell'organo (1905, 1909, 1919), alla riparazione del pavimento della chiesa (1912-1913), all'assicurazione contro gli incendi (1915), all'acquisto della statua del Sacro Cuore (1925-1926), della statua dell'Immacolata (1925- 1926), del presepio (1927-1928), al pagamento delle imposte sulle rendite, atti d'asta e contratti di affitto dei fondi (1930-1951), ecc. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 209

70 Ente

Primissaria di Pelugo {139}

[1757] - 1987 gennaio 24

Luoghi Pelugo (TN)

Archivi prodotti Fondo Primissaria di Pelugo, 01/01/1861 - 31/12/1965

Storia Come altre simili istituzioni sorte nel territorio trentino, anche la primissaria di Pelugo trae origine verso la metà del sec. XVIII per iniziativa dei vicini del paese i quali cominciarono a costituire un patrimonio da utilizzare per la celebrazione della prima messa festiva in tempo primaverile ed estivo. Non esiste un documento che attesti la fondazione di un fondo primissariale vero e proprio, ma si fa partire l'istituzione con il testamento di Domenico fu Vigilio Ongari di Pelugo, redatto il 16 giugno 1757, che lasciava alla comunità un prato con l'obbligo di impiegare le sue rendite per la celebrazione delle prime messe festive (1). A questo lascito durante il Settecento se ne aggiunsero altri di alcuni benefattori. Nel 1826 Caterina Ongari di Pelugo, detta Romana, lasciò al Comune cinque fondi con l'onere della celebrazione di trenta messe da maggio a ottobre "di buon mattino" a patto che la comunità aggiungesse l'eventuale somma mancante alla celebrazione e che, in assenza di un primissario, fosse il curato locale ad eseguire le disposizioni (2). La fondazione venne approvata dal governo per il Tirolo e Vorarlberg il 4 luglio 1829. Questa istituzione diede impulso a staccare l'amministrazione della primissaria da quella della comunale per renderla autonoma; inoltre si intrapresero le pratiche per avere un primissario che risiedesse stabilmente in paese. E' infatti del 1832 la richiesta alla curia vescovile e al decano da parte dei rappresentanti di Pelugo di poter avere un primissario- maestro in paese da affiancare al curato (3). Tra il 1857 e il 1859, a dare la definitiva compiutezza alla primissaria, giunse la donazione fatta da Giovanni Battista Pollini "Tirola", già benefattore della nuova chiesa curaziale di San Zeno. Egli lasciò la considerevole somma di 3000 fiorini per il "compimento del fondo primissariale e per la introduzione di uno stabile primissario" (4) e una porzione di casa per dare alloggio al sacerdote. Dal 1861, l'amministrazione della fondazione era tenuta da un laico, nominato a questo scopo, che presentava i resoconti al curato e ai fabbricieri della chiesa e ai rappresentanti del Comune (5). Dal 1889 le rese di conto vennero presentate all'Ordinariato di Trento, sottoscritte dal curato quale amministratore, dai fabbricieri e dal patrono comunale. Nel 1879 ci fu un tentativo, da parte del parroco di Rendena Giovanni Paisoli, di far approvare il documento di fondazione della primissaria, ma il tentativo si arenò in pratiche burocratiche (6). Nel 1894 la fabbriceria della chiesa curaziale e i rappresentanti comunali si accordarono per il mantenimento di un primissario, secondo le disposizioni di Giovanni Battista Pollini, stabilendo che il suo salario dovesse essere eventualmente integrato dalle casse comunali (7). Fu nominato don Ernesto Pellizzari che in seguito intentò una causa

71 al fine di ottenere l'integrazione del salario non versato dal Comune. La causa si protrasse fino al 1908 quando il Comune versò gli arretrati sottolineando però che "il fondo primissariale non molesterà più il Comune su tale salario perché avvi sufficiente entrata per pareggiare coi frutti propri la sua spesa del primissario (8). Nel 1914 l'Ordinariato stabilì finalmente che "in conformità alle vigenti norme per l'amministrazione dei beni ecclesiastici la primissaria dovrà d'ora in innanzi amministrarsi da codesta fabbriceria. Il comune non può aver altra ingerenza all'infuori di quella che gli spetta quale patrono" (9). Nell'inventario dei beni redatto in seguito al Concordato del 1929, risulta che la primissaria era dotata di capitali investiti presso fondi pubblici e privati e possedeva otto appezzamenti di terreno; le spese fisse annue consistevano nella celebrazione delle 33 messe legatarie, nel pagamento dell'onorario al sagrestano, delle imposte e alla chiesa "come d'uso" (10). Le messe a carico della primissaria vennero regolarmente celebrate; nelle visite pastorali del 1926 e del 1954 esse risultano essere ancora 33, ma con il passare del tempo esse vennero ridotte, fino al 1964 quando la Curia di Trento se ne assunse l'onere. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio primissariale di Pelugo ha perso la personalità giuridica civile.

Contesto generale Diocesi di Trento Cura d'anime di Pelugo

Fonti normative Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Parrocchie e curazie ADT, Libro B

Note (1) Cfr. Primissaria in Pelugo, Urbari, reg. 1. (2) Ibidem.

72 (3) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati, fasc. 2.2. (4) Cfr. Primissaria in Pelugo, Urbari, reg. 1. (5) Ibidem, Resoconti. (6) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati, fasc. 2.2. (7) Cfr. MUSSI D., In Villa Pellugi... Magnifica Communitas Vallis Randenae, Pelugo, 1999, p. 368 (ripreso da da documenti dell'archivio comunale di Pelugo). (8) Ibidem. (9) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati, fasc. 2.2. (10) Ibidem, fasc. 8.

73 fondo C Primissaria di Pelugo, 1861 - 1965 {140}

registri 3, fascicoli 3

Soggetti produttori Primissaria di Pelugo, [1757] - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano

74 serie C 1 Urbari, [1863] {141}

registri 1

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni degli enti ecclesiastici e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie si compone di un urbario sul quale sono registrati i beni della primissaria. L'autore di questo urbario è stato identificato da Danilo Mussi nella figura di Giuseppe Rabensteiner "che ebbe modo di visitare alla fine dell'Ottocento e primi Novecento numerosi archivi delle Giudicarie e di molti ebbe modo di riordinare la carte e raccogliere in volume le memorie più preziose" (1). Altre registrazioni di beni della primissaria relative ai primi anni del Novecento si trovano in Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Urbari generali, reg. 1.

Note (1) Cfr. MUSSI D., In Villa Pellugi... Magnifica Communitas Vallis Randenae, Pelugo, 1999, p. 355.

C 1.1 {142}

"Urbario della primissaria di Pelugo"

[1863] (con annotazioni fino al 17 ottobre 1870)

pp. 1-50: descrizione delle fondazioni e dei legati lasciati alla primissaria; pp. 59-68: descrizione del patrimonio della primissaria (fondi e capitali); pp. 69-76: elenco delle entrate e uscite annuali; pp. 83-103, 123-149, 164-173: urbario dei fondi e dei capitali; pp. 11-113: mappa dei fondi donati alla primissaria da Caterina Ongari Romana. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, con appiglio, pp. 173 (bianche alcune pp.), con indice alfabetico alla fine n.n.

75 serie C 2 Registri di cassa, 1923 - 1965 {143}

registri 2

Contenuto La serie si compone di due registri che riportano le entrate e le uscite dell'amministrazione della primissaria di Pelugo.

C 2.1 {144}

"Libro cassa della primissaria"

1923 marzo 30 - 1946 settembre 21

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 13 n.n.

C 2.2 {145}

"Cassa primissaria Pelugo 1958-***" (1)

1958 marzo 10 - 1965 febbraio 12

Registro di cassa della primissaria. Segue: registrazioni di cassa del beneficio parrocchiale, 1959-1965. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 6 n.n. Note (1) Segue, di altra mano: "e Beneficio".

76 serie C 3 Resoconti, 1861 - 1962 {146}

fascicoli 2

Contenuto La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

C 3.1 b. 1 {147}

Resoconti

1861 - 1928

Nn. 1-59 Resoconti e documentazione di corredo Italiano Fascicolo; carta, cc. 1029 n.n.

C 3.2 b. 2 {148}

Resoconti

1929 - 1962

Nn. 60-84 Resoconti e documentazione di corredo Italiano Fascicolo; carta, cc. 245 n.n.

77 serie C 4 Carteggio e atti, 1931 - 1956 {149}

fascicoli 1

Contenuto La serie si compone di un fascicolo che contiene documentazione relativa alla primissaria non rientrante nei fascicoli ordinati (1) e rinvenuta sparsa in archivio in occasione del riordino.

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati.

C 4.1 b. 1 {150}

Carteggio e atti

1931 - 1956

Denuncia delle rendite per la tassa di manomorta (1931-1935 copia), carteggio con l'Ordinariato in merito all'assegnazione delle rendite della primissaria al parroco per integrazione di congrua, libretti di risparmio postali, contratti di affitto dei fondi (1939-1951), estratto del foglio di possesso fondiario (1954), prospetto delle messe legatarie gravanti sulla primissaria, ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 61

78 Ente

Confraternita dell'Angelo Custode {151}

1734 febbraio 4 - sec. XIX inizio

Luoghi Pelugo (TN)

Archivi prodotti Fondo Confraternita dell'Angelo Custode in Pelugo, 01/01/1692 - 31/12/1693 Fondo Confraternita dell'Angelo Custode in Pelugo, 01/01/1734 - 31/12/1797

Storia La confraternita dell'Angelo Custode fu la prima confraternita eretta nella chiesa di San Zeno di Pelugo. Alla fine del dicembre 1733 i fedeli del paese, desiderosi di "erigere nella loro chiesa di San Zenone la confraternita dell'Angelo custode all'altare del medesimo dedicato" (1), inviarono richiesta alla curia vescovile di Trento allo scopo di ottenerne l'autorizzazione. Il 4 febbraio 1734 il vicario generale di Trento Francesco de Martini diede facoltà di costituire la confraternita e ne approvò i capitoli (2). A erigere il sodalizio venne deputato il parroco di Rendena, mentre in seguito la responsabilità degli iscritti sarebbe spettata al curatore d'anime di Pelugo. Nei capitoli approvati, inoltre, si stabiliva che gli iscritti avrebbero dovuto assistere all'orazione pubblica all'altare della confraternita tutte le domeniche e far celebrare la messa per i confratelli defunti tutte le ultime domeniche del mese. La prima domenica di settembre si celebrava la principale solennità della confraternita con processione; in quello stesso giorno si procedeva all'elezione delle cariche e gli amministratori rendevano conto del loro operato. La confraternita si sosteneva attraverso le quote annuali di iscrizione degli affiliati e attraverso le elemosine raccolte durante le funzioni. E' documentato che, durante il Settecento, gli amministratori della confraternita concessero dei prestiti e acquistarono dei terreni (3). La confraternita venne nominata ancora nell'elenco delle confraternite presenti in Valle Rendena nella visita vescovile del 1808 (4); dopo questa data tuttavia non si hanno più notizie. Molto probabilmente essa seguì il destino di tutte le associazioni soppresse durante il periodo napoleonico; forse i vecchi adepti confluirono nella nuova confraternita del Santissimo Sacramento eretta a Pelugo nella prima metà dell'Ottocento (5).

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il

79 curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie. In seguito al Concordato le confraternite che avevano scopo esclusivo o prevalente di culto dovevano passare alla dipendenza dell'autorità ecclesiastica per quanto riguardava il funzionamento e l'amministrazione.

Contesto generale Diocesi di Trento Cura d'anime di Pelugo

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Miscellanea ADT, Atti visitali Bibliografia MUSSI D., In villa Pellugi... Magnifica Communitas Vallis Randenae, Comune di Pelugo, 1999

Note (1) Cfr. ADT, Miscellanea, IV, n. 5. (2) Cfr. Confraternita dell'Angelo custode in Pelugo, Carteggio e atti, fasc. 1. (3) Ibidem. (4) Cfr. MUSSI D., In Villa Pellugi... Magnifica Communitas Vallis Randenae, Pelugo, 1999, p. 345. (5) Cfr. Introduzione al soggetto Confraternita del Santissimo Sacramento in Pelugo.

80 fondo D Confraternita dell'Angelo Custode in Pelugo, 1734 - 1797 {152}

fascicoli 1

Soggetti produttori Confraternita dell'Angelo Custode, 1734 febbraio 4 - sec. XIX inizio

Lingua Italiano; latino

81 serie D 1 Carteggio e atti, 1734 - 1797 {153}

fascicoli 1

D 1.1 b. 1 {154}

Carteggio e atti

1734 - 1797

Documento di erezione della confraternita e della sua pubblicazione (1734), censi e compravendite a favore della confraternita (1751- 1797). Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 35

82 Ente

Confraternita del Santissimo Sacramento {155}

1830 luglio 30 - [1964]

Luoghi Pelugo (TN)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Pelugo, 01/01/1830 - 31/12/1964

Storia La confraternita del Santissimo Sacramento venne eretta nella cura di Pelugo il 30 luglio 1830 e i suoi capitoli approvati il 30 agosto successivo dall'Ordinariato vescovile di Trento (1). Lo scopo principale dell'associazione era accompagnare in processione il Santissimo Sacramento e assistere ai funerali degli iscritti partecipando con la divisa (cappa e cordone rosso e candela) alle processioni. I confratelli e le consorelle inoltre dovevano "promuovere il buon costume" (2) ed essere esempi cristianità. La confraternita, non avendo reddito proprio, si sosteneva con le quote annuali di iscrizione; in cambio, in caso di morte, gli iscritti avevano diritto alla celebrazione di quattro uffici funebri nella chiesa di Sant'Antonio. L'organizzazione del sodalizio prevedeva un presidente (carica rivestita sempre dal curatore d'anime locale), un priore e una priora (che tenevano un registro delle entrate) e i rispettivi vice. Nell'assemblea annuale che si teneva nella festa della Santissima Trinità, venivano revisionati i conti, nominate le cariche e assegnati gli incarichi per il servizio di assistenza alle funzioni e alle processioni (crocifero, torcieri, bastonieri). Nel 1926 risultavano iscritti alla confraternita 162 donne e 58 uomini (3). Il parroco dichiarava che "si fa funzione speciale dei confratelli del Santissimo ogni terza domenica del mese, e la festa della Santissima Trinità si fa l'adunanza generale" (4). Nel secondo dopoguerra, durante la visita pastorale del 1954, il parroco annotava nel questionario che la confraternita era "abbastanza efficiente alla terza del mese, ai funerali degli iscritti, alla festa della confraternita. Ogni anno si tiene l'adunanza e il rendiconto generale. Come contributo alla vita parrocchiale la confraternita, a parte quello del servizio al Santissimo, non ne dà alcuno" (5). L'attività della confraternita è documentata in archivio fino al 1964 (6).

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse

83 un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbricieri delle chiese parrocchiali e sussidiarie. In seguito al Concordato le confraternite che avevano scopo esclusivo o prevalente di culto dovevano passare alla dipendenza dell'autorità ecclesiastica per quanto riguardava il funzionamento e l'amministrazione.

Contesto generale Diocesi di Trento Cura d'anime di Pelugo

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Libro B

Note (1) Cfr. Confraternita del Santissimo Sacramento in Pelugo, Carteggio e atti, fasc. 1. (2) Ibidem. (3) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti, fasc. 3. (4) Ibidem. (5) Ibidem. (6) Cfr. Confraternita del Santissimo Sacramento in Pelugo, Registri di amministrazione, reg. 1.

84 fondo E Confraternita del Santissimo Sacramento in Pelugo, 1830 - 1964 {156}

registri 3, fascicoli 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1830 luglio 30 - [1964]

Lingua Italiano

85 serie E 1 Registri degli iscritti, [1867] - 1943 {157}

registri 2

E 1.1 {158}

"Registro confratelli Pelugo"

[1867] - 1943

Registro degli iscritti. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 32 n.n.

E 1.2 {159}

"Registro consorelle Pelugo"

[1867] - 1943

Registro delle iscritte con indicazione del pagamento della quota annuale di iscrizione. Italiano Registro a rubrica; carta, legatura in mezza pelle, con appiglio, cc. 62 n.n.

86 serie E 2 Registri di amministrazione, 1914 - 1964 {160}

registri 1

E 2.1 {161}

"Decisioni e conti della compagnia del Santissimo Sacramento dal 14 giugno 1914-***"

1914 giugno 14 - 1964 dicembre 14

Registro dei verbali delle riunioni con rese di conto annuali. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 52 n.n. sfascicolato

87 serie E 3 Carteggio e atti, 1830 - 1957 {162}

fascicoli 1

E 3.1 b. 1 {163}

Carteggio e atti

1830 - 1957

Erezione vescovile della confraternita con approvazione dei capitoli (1830), quietanze, elenchi di cariche per le processioni, carteggio in merito all'acquisto di un baldacchino (1909-1914), relazione sullo stato di cassa del 1929 e del 1955-1957, ecc. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 104

88 Ente

Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco {164}

1913 novembre 9 - [1927]

Luoghi Pelugo (TN)

Archivi prodotti Fondo Congregazione del Terz'Ordine di Pelugo, 01/01/1913 - 31/12/1927

Storia Il 9 novembre 1913 il padre cappuccino Costantino da Rumo, avendo avuto autorizzazione dal padre provinciale dei cappuccini e dall'Ordinariato vescovile di Trento, con l'assistenza del curato don Gregorio Fruner, eresse nella cura di Pelugo la Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco "ponendola sotto il patrocinio del glorioso patriarca San Giuseppe" (1). Il giorno prima si erano nominati i responsabili del sodalizio: sia per gli uomini che per le donne un "ministro", dei "consiglieri" e degli "zelatori" (2). Gli aggregati alla Congregazione avevano, tra i vari compiti, quello di tenere mensilmente una pubblica conferenza in cui parlare della propagazione della fede, e quello di tenere altre durante l'anno per i solo iscritti. Nel questionario preparato in occasione della visita pastorale del 1926, il parroco don Luigi Dalleaste dichiarava che, in quel momento, erano iscritti in parrocchia "15 terziari e 62 terziarie" (3) e che "ai terziari si tiene una conferenza e si impartisce loro l'assoluzione generale ogni IV domenica del mese" (4). L'attività della congregazione è documentata in archivio fino agli anni Trenta. E' molto probabile che l'associazione abbia terminato la sua attività prima del secondo conflitto mondiale: infatti nel questionario per la visita pastorale del 1954 non di fa cenno della sua presenza in parrocchia (5).

Funzioni, occupazioni e attività La data esatta di origine della congregazione non è conosciuta: gli studiosi la pongono tra il 1215 e il 1221, periodo questo risalente alla prima Regola di "poenitentes de Assisio". Come istituzione organizzata, avente il nome di "Terz'Ordine" risale al 18 agosto 1289 (Bolla "Supra montem" di papa Nicolò IV). "L'Ordine francescano secolare (Terz'Ordine) si configura come unione di tutte le fraternità sparse nel mondo e aperte a ogni ceto di persone cattoliche, nelle quali i fratelli e le sorelle, spinti dallo Spirito a raggiungere la perfezione nella carità nel proprio stato secolare, con la professione si impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di S. Francesco d'Assisi, attraverso l'osservanza della Regola autenticata dalla Chiesa" (dalla Regola, capo I, n.2). Il Terz'Ordine secolare seguì la Regola di Nicolò IV, con alcuni commenti o ritocchi di vari papi, fino a Leone XIII il quale vide nell'associazione un mezzo efficace per la rinascita cristiana e per questo, fra i molti documenti in merito, emanò la bolla "Misericors Dei Filius" (30 maggio 1883) con cui aggiornava l'antica Regola. La Santa Sede può concedere il privilegio di aggregazione al Terz'Ordine; concesso il privilegio i superiori (generale dei Francescani, i provinciali, i superiori locali) possono erigere la

89 congregazione in una chiesa o oratorio pubblico o in qualche altare con il consenso del vescovo, la presenza di almeno tre professi, il decreto scritto e il registro. Per l'ammissione si esigono: la fede cattolica, almeno 14 anni d'età, l'assenza di voti pubblici. I Terziari godono dei privilegi concessi al relativo Ordine, che in genere comprendono indulgenze, assoluzioni e benedizioni papali, privilegi per la messa e il divino ufficio, diritto di intervento alle funzioni sacre con la precedenza sulle confraternite e pie unioni, diritto di avere e amministrare beni, di eleggere ufficiali interni, di tenere adunanze e di darsi statuti. Il Terz'Ordine dipende dal vescovo per l'erezione dei sodalizi, per la nomina o revoca del direttore o cappellano, per il controllo annuale dell'amministrazione e la raccolta delle elemosine e per la visita canonica. Dipende invece dall'Ordine per la facoltà di erezione, per la proposta o nomina del direttore e concessione delle facoltà e per la visita e la vita disciplinare interna del sodalizio (presiede adunanze, ascrizione, dimissione, ecc.). Infine il direttore ha i doveri e i diritti necessari all'ufficio (ammissione, conferenze, assoluzioni, ecc.); non ha il diritto di nominare gli ufficiali, di riservarsi l'amministrazione dei beni, di esigere i versamenti (6). Nel Trentino il Terz'Ordine sorse ufficialmente (terziari ne esistevano ab immemorabili) a il 26 dicembre 1870 nel convento di S. Caterina (7).

Contesto generale Diocesi di Trento Parrocchia di Pelugo

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti ordinati, fasc. 9.4. (2) Ibidem. (3) Ibidem, Carteggio e atti, fasc. 3. (4) Ibidem. (5) Ibidem. (6) Cfr. Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1954, vol. XI, sub voce 'Terz'Ordine'. (7) Cfr. COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, 1986, p. 753.

90 fondo F Congregazione del Terz'Ordine di Pelugo, 1913 - 1927 {165}

registri 2

Soggetti produttori Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco, 1913 novembre 9 - [1927]

Lingua Italiano

91 serie F 1 Registri degli iscritti, 1913 - 1927 {166}

registri 1

Contenuto La serie si compone di registro, prestampato, con finche relative a nome e professione, luogo di nascita e di residenza, vestizione, professione di fede, data della morte.

F 1.1 {167}

"Matricola dei terziari e terziarie dal 9.11.1913-***"

1913 novembre 9 - 1927 ottobre 16

Registro degli iscritti e delle iscritte. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 12 n.n.

92 serie F 2 Registri dei verbali delle riunioni, 1914 - 1925 {168}

registri 1

F 2.1 {169}

"Libro per le sessioni dei terziari dall'anno 1914-***"

1914 dicembre 20 - 1925 gennaio 18

Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 17 n.n.

93 Ente

Comitato pro erigendo oratorio di Pelugo {170}

1946 - [1955]

Luoghi Pelugo (TN)

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio del Comitato pro erigendo oratorio parrocchiale di Pelugo, 01/01/1946 - 31/12/1959

Storia L'idea della costruzione di un teatro-oratorio per la gioventù di Pelugo era stata sostenuta dal parroco don Zeffirino Molinari già dal 1943, in pieno conflitto mondiale (1). Fu però il suo successore, don Giuseppe Bottura, che diede vita al progetto. Allo scopo di affiancare il parroco nella raccolta dei fondi necessari alla costruzione dell'opera, alla fine del 1946 si costituì un comitato "pro oratorio parrocchiale", composto da 13 persone e presieduto dal curatore d'anime. Il progetto fu presentato nel 1947 da Primo Bonenti perito industriale di Bondo e approvato dalla Curia di Trento nel marzo 1947. Nel 1948 si cominciò a costruire l'edificio ad opera dell'impresa edile di Mario Ongari; la prima pietra fu benedetta dall'arciprete di Spiazzo la prima domenica di luglio del 1948. I lavori, che continuarono a più riprese fino al 1950, si limitarono alla costruzione del piano terra, adibito a teatro con locali per servizi igienici, biglietteria, entrata al palcoscenico e ripostiglio (2). Del primo piano c'erano solo le mura maestre. Il comitato si era attivato nella raccolta di fondi attraverso offerte individuali e due "vasi della fortuna", inoltre aveva ottenuto dal Comune il legname per la costruzione, al quale se ne aggiunse altro proveniente da un bosco di proprietà della chiesa, si era prodigato nella vendita di quattro appezzamenti della chiesa e aveva procurato delle giornate di lavoro gratuite per la costruzione. Nel 1955 i lavori erano interrotti per mancanza di finanziamenti, ed è verosimile che il comitato si sia sciolto in quell'anno. L'oratorio venne terminato solo molti anni dopo: venne inaugurato il 13 novembre 1980 ed ospita attualmente anche la canonica.

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia MUSSI D., In villa Pellugi... Magnifica Communitas Vallis Randenae, Comune di Pelugo, 1999

PANIZZA B., Cronistoria della costruzione dell'oratorio di Pelugo IN: "Campane di Rendena", Spiazzo Rendena (TN), n. 56 (1978), pp. 17-18

Note

94 (1) PANIZZA B., Cronistoria della costruzione dell'oratorio di Pelugo IN: "Campane di Rendena", Spiazzo Rendena (TN), n. 56 (1978), pp. 17-18. (2) Cfr. relazione all'Ordinariato del parroco Bottura del 6 agosto 1955 sullo stato dei lavori in Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti, fasc. 7.

95 fondo G Documentazione dell'archivio del Comitato pro erigendo oratorio {171} parrocchiale di Pelugo, 1946 - 1959

registri 2, fascicoli 1

Soggetti produttori Comitato pro erigendo oratorio di Pelugo, 1946 - [1955]

Lingua Italiano

96 serie G 1 Registri di cassa pro oratorio, 1947 - 1959 {172}

registri 2

Contenuto La serie si compone di due registri che riportano le registrazioni di cassa effettuate per la raccolta dei fondi necessari alla costruzione dell'oratorio. Il secondo registro è in particolare relativo alle rappresentazioni della filodrammatica eseguite per la raccolta di fondi.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda PANIZZA B., Cronistoria della costruzione dell'oratorio di Pelugo IN: "Campane di Rendena", Spiazzo Rendena (TN), n. 56 (1978), pp. 17-18

G 1.1 {173}

"Cassa Oratorio" (tit. int.)

1947 marzo 31 - 1959 gennaio 16

Registro di cassa. Capovolgendo il registro: registro dei verbali delle riunioni del comitato pro oratorio parrocchiale, 1947 marzo 16-1948 agosto 12. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 6 n.n.

G 1.2 {174}

"Filodrammatica" (tit. int.)

1948 dicembre 8 - 1952 settembre 22

Registro di cassa per la raccolta delle sovvenzioni pro oratorio. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 2 n.n. coperta staccata

97 serie G 2 Carteggio e atti, 1946 - 1958 {175}

fascicoli 1

G 2.1 b. 1 {176}

Carteggio e atti

1946 - 1958

Carteggio e atti prodotti dal parroco di Pelugo in qualità di presidente del comitato in merito alla costruzione dell'edificio, corrispondenza con l'Ordinariato, con le ditte, quietanze, ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 169

98 Ente

Azione Cattolica. Sezione di Pelugo {177}

[1927 - 1955]

Luoghi Pelugo (TN)

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio della Sezione di Pelugo di Azione Cattolica, 01/01/1927 - 31/12/1955

Storia Un nucleo di gruppi affiliati all'Azione Cattolica si trova a Pelugo verso la fine degli anni Venti del Novecento: la Gioventù cattolica femminile, con iscritte a partire dal 1927 (1), il Gruppo donne cattoliche, a partire dal 1929, il Gruppo uomini cattolici e la Gioventù cattolica maschile "San Zenone", entrambi a partire dal 1930. Ogni sezione aveva un presidente, un vice presidente e dei consiglieri. Il parroco sovrintendeva in qualità di assistente ecclesiastico. Nel 1930-1931 si era costituito anche un consiglio parrocchiale di Azione cattolica, composto dal parroco, dai rappresentati dei gruppi e da un segretario. Nel secondo dopoguerra in parrocchia si trovano attivi solo i gruppi donne e gioventù femminile. Nel questionario steso in occasione alla visita pastorale del 1954, il parroco don Giuseppe Bottura scrive che "purtroppo non esistono tutte le associazione di A.C. ma solo l'Unione Donne Gioventù Femminile (effettive 4, beniamine 10, aspiranti 14, piccolissime 7, fanciulli 8). Le donne iscritte sono 29." (2)

Funzioni, occupazioni e attività L'Azione cattolica è un'associazione di laici che si "impegnano liberamente in forma comunitaria e organica e in diretta collaborazione con la Gerarchia, per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa" ossia "l'evangelizzazione, la santificazione delle persone e la formazione cristiana delle coscienze" (artt. 1 e 2 dello Statuto). Essa ha come primo impegno la presenza e il servizio della Chiesa locale in costante solidarietà con le sue esigenze pastorali. L'Azione cattolica si articola secondo la struttura istituzionale della Chiesa, quindi a livello parrocchiale, decanale, diocesano, nazionale e internazionale. Nella diocesi tridentina i primi movimenti di Azione Cattolica presero avvio nel 1871 e il 30 aprile di quell'anno sorse a Trento la "primaria" denominata "Società cattolica della gioventù di S. Vigilio". Ancora nel 1871 si costituirono delle filiali a , Rovereto, , , Primiero, Ala e . Successivamente il movimento si estese a molte altre parrocchie. I primi anni di attività si concretizzarono nella formazione culturale e negli ambiti politici, economici ed organizzativi. Il 18 settembre 1898 venne costituito a Trento il "Comitato diocesano trentino per l'Azione cattolica" che divenne il centro propulsore e coordinatore di tutta l'attività dei cattolici trentini. Nel 1912 il Comitato organizzò il secondo congresso generale dei cattolici trentini con lo scopo di "ritemprare gli animi alla dottrina di Gesù Cristo, di ravvivare le provvide organizzazioni per l'educazione e la salvezza della gioventù, di riaffermare l'indirizzo cristiano alle istituzioni destinate a sollievo del popolo, di provvedere ai

99 bisogni della emigrazione per prevenirne i pericoli e di procurare lo sviluppo della buona stampa" (3). Il movimento subì una brusca frenata durante gli anni della prima guerra mondiale ma, concluso il conflitto, riprese le attività con slancio rinnovatore. Nel gennaio 1920 il vescovo di Trento Celestino Endrici approvò lo statuto dell'Unione femminile cattolica italiana divisa in due sezioni: Unione Donne e Gioventù femminile. Il 15 maggio 1924 l'assemblea generale sancì la trasformazione del Comitato diocesano nella Giunta diocesana di Azione cattolica. Durante la seconda guerra mondiale l'associazione fu attiva nel mantenere i contatti con i propri soci al fronte, nel promuovere l'"Opera delle minestre" per i bisognosi e nel curare l'assistenza ai sinistrati e agli sfollati.Nel 1946 venne applicato anche nel Trentino il nuovo statuto che coordinava più chiaramente l'associazione nel suo interno e nelle opere collaterali dipendenti e associate. Nel 1969 lo statuto venne ancora una volta rinnovato per rispondere alle esigenze nate con i nuovi orientamenti teologici-pastorali del Vaticano II e dal naturale evolversi delle situazioni e dei problemi.

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia I fondi Comitato Diocesano per l'Azione Cattolica (1898-1924) e Azione Cattolica Italiana-Sezione Diocesana di Trento (1924-1969) dell'Archivio Diocesano di Trento, Inventario a cura di GIUSEPPE CHIRONI, Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici, Trento, 2010

COSTA A., La Chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986

Note (1) Cfr. Documentazione dell'archivio della Sezione di Pelugo di Azione Cattolica, Registri degli iscritti, reg. 1. (2) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Zeno in Pelugo, Carteggio e atti, fasc. 3. (3) Cfr. COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986, pp. 735-739.

100 fondo H Documentazione dell'archivio della Sezione di Pelugo di Azione {178} Cattolica, 1927 - 1955

registri 3, fascicoli 1

Soggetti produttori Azione Cattolica. Sezione di Pelugo, [1927 - 1955]

Lingua Italiano

101 serie H 1 Registri degli iscritti, 1927 - 1937 {179}

registri 2

Contenuto La serie si compone di due registri redatti dal parroco di Pelugo.

H 1.1 {180}

"Quadro dell'Azione Cattolica di Pelugo"

1927 - 1933

Registro degli iscritti del gruppo uomini, del circolo maschile "San Zenone", degli aspiranti, del gruppo donne, della gioventù femminile, delle aspiranti e del consiglio parrocchiale di Azione Cattolica. Alla fine: elenco delle cariche della commissione missionaria di Pelugo, 1930-1931. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 9 n.n.

H 1.2 {181}

"Soci Azione Cattolica pro archivio parrocchiale 1934-1938"

1934 - 1937

Registro delle iscritte al gruppo donne di Azione Cattolica. All'intero della coperta anteriore: promemoria delle quote di iscrizione; dopo le iscritte: elenco delle regole e delle festività da osservare. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 5 n.n.

102 serie H 2 Registri dei verbali delle riunioni, 1933 - 1934 {182}

registri 1

H 2.1 {183}

"Associazione aspiranti in Pelugo 1934. Segretario e cassiere Angelo Chiodega"

1933 dicembre 27 - 1934 marzo 12

Registro dei verbali delle riunioni del gruppo aspiranti. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 4 n.n.

103 serie H 3 Carteggio e atti, 1947 - 1955 {184}

fascicoli 1

H 3.1 b. 1 {185}

"Azione Cattolica Uomini, Donne, Femminile, Aspiranti. Circolari"

1947 - 1955

Elenco degli iscritti, circolari, bollettini e comunicazioni spedite al parroco in qualità di assistente ecclesiastico dei gruppi di Azione Cattolica di Pelugo. Italiano Fascicolo; carta, cc. 99

104 Ente

Segretariato del popolo (ACLI) di Pelugo {186}

[1948 - 1959]

Luoghi Pelugo (TN)

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio del Segretariato del popolo di Pelugo (Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani A.C.L.I.), 01/01/1947 - 31/12/1959

Storia Sin dalla nascita, i promotori hanno rappresentato il cardine dell’iniziativa sociale del Patronato A.C.L.I., espressa attraverso l’istituto dei "Segretariati del Popolo". Nella prima circolare del 1945, i Segretariati del popolo sono definiti "punto di partenza e fulcro principale dell’azione sociale" del Patronato. Mutuato dall'esperienza cattolico-sociale del periodo prefascista, il Segretariato del popolo quasi si identifica, nella storia del Patronato A.C.L.I. con la figura dell’addetto sociale: "responsabile e animatore del Segretariato del Popolo è l’addetto sociale… che nel comune, nella parrocchia, nella fabbrica, nel sanatorio o altrove dà sostanza di opere e concretezza di azione ai programmi e alle finalità del Patronato. E sarà proprio dalla sua capacità e dalla sua dedizione che i lavoratori giudicheranno il Patronato A.C.L.I. come le stesse A.C.L.I. e la loro azione a favore dei lavoratori". Come si legge nel Manuale dell’addetto sociale, "l’addetto sociale si trova in continuo e diretto contatto con il lavoratore… E’ un rapporto umano che si sviluppa attorno ad una pratica. Non è solo un rapporto tecnico o burocratico, giacché il lavoratore, qualunque sia la decisione che l’addetto sociale deve comunicargli, sempre deve sentire il calore umano che viene da chi l'ha accolto con spirito di cristiana solidarietà e di piena comprensione. E’ questo un segno caratteristico che, se deve contraddistinguere ogni opera di previdenza e assistenza rivolta ai lavoratori, vale ancora di più per quella del Patronato A.C.L.I. per lo spirito che lo anima e per la sua così piena e concreta partecipazione al grande movimento dei lavoratori cristiani".

Il cambio di denominazione da "Addetto Sociale" in "Promotore Sociale" è intervenuto in concomitanza con le modifiche statutarie nel mese di luglio 2002, per significare le trasformazioni che hanno investito questa specialissima figura di volontari e le nuove responsabilità che la caratterizzano. Nelle dinamiche del nuovo Welfare, infatti, i volontari del Patronato A.C.L.I. sono oggi chiamati a diventare promotori delle opportunità attraverso l’informazione, l’assistenza, e sempre di più la consulenza e l’orientamento sociale in coerenza con i nuovi compiti previsti dalla legge di riforma dei patronati (L.152/2001) e da quella di riforma dei servizi sociali (L.328/2000).

Funzioni, occupazioni e attività

105 Nell'agosto del 1944, a Roma, prendono vita le Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani (A.C.L.I.). Lo scopo è quello di salvaguardare l'identità dei lavoratori cattolici, affermando i principi cristiani della vita negli ordinamenti e nella legislazione, integrando e affiancando l'opera dei sindacati unitari di categoria in tutto quanto esula dai compiti specifici dei sindacati stessi. Nate in ambito cattolico, le A.C.L.I. godono da subito dell'appoggio della gerarchia ecclesiastica che in esse vide uno strumento per rinnovare in senso cristiano la società. L'11 marzo 1945 la Santa Sede le riconosce ufficialmente. Alla fine del 1945 la loro struttura organizzativa appare già costituita sia dal punto di vista della presenza sul territorio (circoli, comitati provinciali, organi centrali, ecc.), sia dell'inserimento nella realtà sociale. Il Circolo è fin dall'inizio il centro su cui convergono i lavoratori e le relative organizzazioni. La nascita dei circoli è stata favorita dalla loro caratterizzazione ricreativa, oltre che dall'essere luoghi di formazione politica e sindacale. Giuridicamente le A.C.L.I. si presentano come una associazione di promozione sociale, che promuove il lavoro e i lavoratori, educa e incoraggia alla cittadinanza attiva, tutela i diritti sociali. L'impegno e il servizio delle A.C.L.I. è oggi diffuso anche fuori dai confini nazionali: l'Associazione è infatti presente in una quarantina di paesi nel mondo.

106 fondo I Documentazione dell'archivio del Segretariato del popolo di Pelugo {187} (Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani A.C.L.I.), 1947 - 1959

registri 2, fascicoli 3

Soggetti produttori Segretariato del popolo (ACLI) di Pelugo, [1948 - 1959]

Contenuto Il fondo raccoglie due registri e tre fascicoli riconducibili alla sezione ACLI di Pelugo e rinvenuti nelle carte dell'archivio parrocchiale. La loro presenza in archivio è giustificata dal fatto che il parroco, don Giuseppe Bottura (1), era il referente responsabile del Segretariato e quindi, con ogni probabilità, ha tenuto presso di sé il materiale prodotto.

Lingua Italiano; francese

Note (1) Giuseppe Bottura nacque a Innsbruck il 13 luglio 1915. Fu cappellano a Salorno, e Tesero. Dal settembre 1944 fino al marzo 1947 fu curato a Favrio e Ballino, dal marzo 1947 al 1959 fu vicario economo e poi parroco di Pelugo. Morì l'8 settembre 1979.

107 serie I 1 Registri di cassa, 1948 - 1949 {188}

registri 1

I 1.1 {189}

"Addetto sociale Pelugo. Registro della contabilità"

1948 febbraio 1 - 1949 giugno 10

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 2 n.n.

108 serie I 2 Protocolli degli esibiti, 1948 {190}

registri 1

I 2.1 {191}

"Addetto sociale. Protocollo esibiti dal 1/2/1948 al ***"

1948 febbraio 16 - 1948 novembre 12

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 3 n.n.

109 serie I 3 Carteggio e atti, 1947 - 1959 {192}

fascicoli 3

I 3.1 b. 1 {193}

"A.C.L.I."

1947 - 1959

Circolari, comunicazioni e avvisi destinati al Segretariato del popolo e provenienti dagli uffici centrali dell'ACLI. Italiano Fascicolo; carta, cc. 292 n.n.

I 3.2 b. 1 {194}

Atti protocollati

1948

Nn. 2-16 di atti protocollati (1). Italiano Fascicolo; carta, cc. 40 n.n. Note (1) Cfr. Documentazione dell'archivio del Segretariato del popolo di Pelugo, Protocolli degli esibiti, reg. 1.

I 3.3 b. 1 {195}

"Addetto sociale A.C.L.I. Corrispondenze-pratiche"

1948 - 1958

Corrispondenza, carteggio e atti pervenuti al parroco di Pelugo in qualità di rappresentante del Segretariato del popolo. Italiano, francese Fascicolo; carta, cc. 55

110 fondo J Pergamene della parrocchia di San Zeno in Pelugo, 1641 - 1874 {196}

pergamene 5

Contenuto Il fondo si compone di cinque pergamene conservate nell'archivio storico della parrocchia di Pelugo. L'arco temporale degli atti va dal 1641 al 1874; si tratta esclusivamente di concessioni di indulgenze assegnate alle chiese o alle associazioni di Pelugo.

Lingua Latino

Criteri di ordinamento e inventariazione Per la descrizione dei singoli pezzi ci si è attenuti a quanto stabilito dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3 - parte prima, che integrano quanto già predisposto dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966. Le pergamene sono descritte e inserite in ordine cronologico, non avendo in fase di inventariazione rilevato altro criterio preesistente di ordinamento. In questa sede si sono adottati i seguenti criteri di descrizione: - ogni unità è identificata con un numero progressivo in cifre arabe che corrisponde a un ordine prettamente cronologico; - a questo numero segue l'intitolazione che esprime la natura giuridica del documento; - si sono riportate la data cronica completa e quella topica, quest'ultima espressa ove sia possibile con toponimo moderno. A queste informazioni segue un breve regesto nel quale vengono segnalati: - la natura dell'atto giuridico; - l'oggetto dell'atto stesso. Gli elementi dedotti da fonti esterne e non dal testo sono forniti fra parentesi quadre. Si forniscono inoltre indicazioni in merito alle dimensioni del supporto scrittorio, espresse in millimetri con la segnalazione dell'altezza e della base (per forme irregolari, la misura maggiore è seguita, tra parentesi rotonde, da quella minore); alla presenza di sigilli; alla presenza di note di contenuto e archivistiche sul verso o sul recto; a eventuali antiche segnature o danni riscontrati.

Sigle adottate nella descrizione delle pergamene:

SN Signum notarii Segno del notaio

111 J 1 b. 1 {197}

Concessione di indulgenza

1641 settembre 25, Roma Santa Maria Maggiore

Papa Urbano VIII concede per un settennio indulgenza plenaria a tutti i fedeli che visiteranno la chiesa di Sant'Antonio Abate in Pelugo nel giorno in cui ricorre la festività del suddetto santo. Originale, documento di cancelleria papale; latino Documento singolo; pergamena, mm 150 x 430, sul recto visto del vicario di Trento Francesco Alberti Poia, sul verso nota di contenuto, Sigillo impresso perduto

J 2 b. 1 {198}

Concessione di indulgenza

1750 aprile 10, Roma Santa Maria Maggiore

Papa Clemente XIV concede indulgenza plenaria perpetua ai confratelli e consorelle della confraternita della Concezione della Beata

Maria Vergine eretta nella chiesa di San Zenone in Pelugo che visiteranno detta chiesa nel giorno della festività della Natività della Beata Vergine Immacolata. Originale, documento di cancelleria papale; latino Documento singolo; pergamena, mm 200 x 440, sul verso nota di contenuto, Sigillo impresso perduto

J 3 b. 1 {199}

Concessione di indulgenza

1757 maggio 10, Roma Santa Maria Maggiore

Papa Benedetto XIV concede per un settennio indulgenza plenaria a tutti i fedeli di entrambi i sessi che visiteranno penitenti in ogni giorno dell'anno la chiesa di San Zenone in Pelugo e si accosteranno al sacramento della comunione. Originale, documento di cancelleria papale; latino Documento singolo; pergamena, mm 60 x 340, Sul recto visto del vicario generale di Trento Giovanni Battista Leopoldo Thun, sul verso nota di contenuto., Sigillo impresso perduto

J 4 b. 1 {200}

Concessione di indulgenza

1771 luglio 31, Roma Santa Maria Maggiore

Papa Clemente XIV concede per un settennio indulgenza plenaria a tutti i fedeli che visiteranno devoti e penitenti la chiesa di San Zenone in Pelugo la prima domenica di settembre. Originale, documento di cancelleria papale; latino Documento singolo; pergamena, mm 135 x 425, sul recto visto del provicario generale Francesco Antonio Redolfi, sul verso nota di contenuto, Sigillo impresso

112 J 5 b. 1 {201}

Concessione di indulgenza

1874 novembre 27, Roma San Pietro

Papa Pio IX concede indulgenza a tutti i defunti per i quali qualsiasi sacerdote celebrerà la messa in suffragio delle loro anime, per liberarle dalle pene del Purgatorio, all'altare maggiore della chiesa di San Zenone in Pelugo. Originale, documento di cancelleria papale; latino Documento singolo; pergamena, mm 180 x 415, sul recto annotazione di consenso del vescovo coadiutore Giovanni [Haller] del 10 gennaio 1875, sul verso annotazioni relative alle spese per l'atto., Sigillo impresso

113

INDICE ANALITICO DELLE COSE NOTEVOLI Affreschi 100

Altari 82, 119, 151, 201

Arredi sacri 114

Atti di consegna 79, 112

Baldacchino 163

Banchi della chiesa 84

Benedizioni 82, 93, 138

Campane 99, 100, 101, 102, 138

Campanile 92

Canonica 2, 115, 117

Concilio di Trento 4, 7, 13, 151, 155

Coro parrocchiale 108

Emigranti 108

Fonte battesimale 2

Indulgenze 82, 93, 197, 198, 199, 200, 201

Inventari 74, 90

Lampada del Santissimo di Pelugo 59

Lavori chiesa 84, 92, 100, 115, 138

Oratorio 59, 173

Organo 138

Processioni 2, 93, 151, 155

Reliquie 104

Restauri 100

Sacrestano 96, 115, 119, 122

Sacrestia 74

Scomunica 75, 76, 77

Statue 93, 98, 138

Via Crucis 93, 119

114 Visite pastorali 106, 119, 151, 164

115

INDICE ANALITICO DELLE ISTITUZIONI Archivio diocesano tridentino di Trento 1, 4

Archivio provinciale di Trento 1

Arciconfraternita della Dottrina Cristiana di Trento 82

Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (A.C.L.I.) di Pelugo 187

Azione cattolica di Pelugo 1, 177, 178, 180, 185

Beneficio curaziale di Pelugo 37, 38, 73, 90

Beneficio parrocchiale di Pelugo 37, 38, 64, 65, 73, 78, 79, 89, 90, 108, 111, 145

Cancelleria aulica di Vienna 32

Cassa rurale di Vigo Rendena 108

Chiesa del Caré Alto 50, 51, 119

Chiesa della Madonna di Baltarino (Pelugo) 56, 58, 59, 85, 89, 114, 119

Chiesa di San Vigilio di Spiazzo 2

Chiesa di San Zeno di Pelugo 1, 2, 37, 38, 44, 46, 55, 57, 58, 62, 63, 64, 65, 67, 73, 84, 89, 90, 97, 102, 111, 119, 120, 121, 122, 124, 129, 131, 138, 139, 151, 198, 199, 200, 201

Chiesa di San Zeno in Monte di Pelugo 2, 74, 75, 77, 82, 119

Chiesa di San Zenone di Pelugo Vedi Chiesa di San Zeno di Pelugo

Chiesa di Sant'Antonio abate di Pelugo 2, 73, 74, 76, 82, 100, 119, 121, 124, 138, 155, 197

Comitato diocesano trentino per l'Azione cattolica di Trento 177

Comitato pro erigendo oratorio parrocchiale di Pelugo 1, 170, 171, 173, 176

Commissione aulica centrale d'organizzazione, Vienna 7, 13, 19

Comune di Pelugo 37, 38, 100, 111, 115, 117, 139, 170

Comune di Vigo Rendena 115

Comunità di Pelugo 2, 74, 119, 138

Confraternita del Santissimo Sacramento di Pelugo 1, 58, 151, 155, 156, 161, 163

Confraternita dell'Angelo Custode di Pelugo 1, 151, 152

Confraternita dell'Immacolata di Pelugo 82, 198

Congregazione del Terz'Ordine di Pelugo 1, 95, 164, 165

116 Congregazione di carità di Pelugo 102, 108

Consiglio parrocchiale di Azione Cattolica di Pelugo 177

Consiglio scolastico locale di Pelugo 86

Convento di Santa Caterina di Rovereto 164

Curazia di San Zeno di Pelugo 2, 6, 8, 14, 20, 21, 23, 28, 29, 70

Curia arcivescovile di Trento 139, 151, 170

Decanato di Rendena 3

Diocesi di Trento 2, 7, 13, 19, 22, 26, 151, 164, 177

Famiglia cooperativa di Spiazzo-Rendena 108

Fondo missioni di Pelugo 95

Fondo Sante anime di Pelugo 52, 53, 55, 56, 57, 58, 59, 95, 102

Gioventù cattolica femminile di Azione Cattolica di Pelugo 177

Gioventù cattolica maschile "San Zenone" di Azione Cattolica di 177 Pelugo

Giunta diocesana di Azione Cattolica di Trento 177

Governo per il Tirolo e Vorarlberg 139

Gruppo donne di Azione Cattolica di Pelugo 177

Gruppo uomini di Azione Cattolica di Pelugo 177

Legato Nicolò Pollini di Pelugo 2, 79, 138

Luogotenenza per il Tirolo e Vorarlberg, Innsbruck 3

Ministero dell'Interno 196

Ministero dell'Interno, Direzione generale degli archivi di Stato 1

Ministero per il culto e l'istruzione, Fondo di religione 2

Opera di San Vigilio 107, 116

Opera di soccorso per le chiese rovinate dalla guerra, Venezia 101

Ordinariato vescovile di Trento 1, 2, 85, 98, 108, 109, 110, 119, 139, 150, 155, 164, 176

Pane di Sant'Antonio di Pelugo 56, 58, 59, 61

Parrocchia di San Lorenzo di Vigo Rendena 3

Parrocchia di San Vigilio di Spiazzo 2, 3, 51, 74

Parrocchia di San Zeno di Pelugo 1, 3, 10, 32, 111, 119, 164, 196

117 Pia opera di Santa Dorotea di Pelugo 82

Pontificie Opere Missionarie 58, 116

Primissaria di Pelugo 1, 37, 38, 55, 57, 58, 62, 63, 64, 65, 73, 78, 80, 89, 90, 102, 111, 139, 140, 141, 142, 143, 144, 145, 149, 150

Provincia autonoma di Trento, Commissione beni culturali 1

Provincia autonoma di Trento, Giunta provinciale 1, 196

Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza ai beni storico- 1 artistici, librari e archivistici

Segretariato del popolo di Pelugo 1, 186, 187, 193, 195

Società cattolica della gioventù di San Vigilio di Trento 177

Società tridentina di igiene 108

Ufficio amministrativo diocesano di Trento 132, 146

Unione femminile cattolica italiana 177

118

INDICE ANALITICO DEI NOMI DI PERSONA Alberti Poia Francesco, vescovo di Trento 197

Amistasi Paolo, curato di Pelugo 2

Andreolli Federico, parroco di Pelugo 3

Asburgo (d') Giuseppe II, imperatore 151, 155

Baroni Angelo, parroco di Pelugo 3, 112

Baschenis Dionisio, pittore 119

Benedetto XIV, papa 199

Bonenti Primo da Bondo, perito industriale 170

Bottura Giuseppe, parroco di Pelugo 3, 112, 113, 170, 177, 187

Chiodega Angelo, cassiere dell'Azione cattolica di Pelugo 183

Clemente IX, papa 75, 76, 77

Clemente VIII, papa 151, 155

Clemente XIV, papa 198, 200

Costantino da Rumo, padre cappuccino 164

Dagostin Iginio, OFM e vicario economo di Pelugo 112

Dalleaste Luigi, parroco di Pelugo 1, 3, 73, 112, 164

Dalponte Pierino, parroco di Pelugo 3

Dapedra Francesco, parroco di Agrone 95

Dossi Alberto, sacerdote 74

Endrici Celestino, vescovo di Trento 3, 26, 177

Faes Antonio, curato di Pelugo 2, 11

Ferrari Paolo, parroco di Pelugo 3

Ferrazza Luigi, curato di Pelugo 2

Francesco d'Assisi, santo 164

Fruner Gregorio, parroco di Pelugo 1, 2, 3, 73, 103, 164

Haller Giovanni, coadiutore del vescovo di Trento 201

Leone XIII, papa 164

Martini (de) Francesco, vicario generale di Trento 151

119 Molinari Zeffirino, parroco di Pelugo 3, 170

Mussi Danilo 141

Nicolò IV, papa 164

Ongari Caterina Romana, benefattrice di Pelugo 139, 142

Ongari Domenico fu Vigilio da Pelugo, fondatore di un legato a 139 Pelugo

Ongari Mario, impresario edile 170

Orlandi Adolfo, parroco di Pelugo 3

Paisoli Giovanni, parroco di Rendena 139

Panizza Bruno, parroco di Pelugo 3

Paolo V, papa 7, 13, 19, 22, 26

Pattuzzi Ivano, curato di Pelugo 2

Pellizzari Ernesto, primissario di Pelugo 139

Pio IX, papa 201

Pio X, papa 30

Pollini Antonio Isep di Pelugo 94

Pollini Giovanni Battista 'Tirola', benefattore di Pelugo 139

Pollini Nicolò da Pelugo abitante a Borzago, sacerdote e fondatore 2 del legato Pollini

Pollini Paolo, curato di Pelugo 2

Pontara Stefano, curato di Pelugo 2

Povinelli Domenica fu Antonio di Pelugo, benefattrice di Pelugo 95

Povinelli, famiglia di Pelugo 95

Povinelli Luigi, fabbriciere della chiesa di Pelugo 131

Rabensteiner Giuseppe, sacerdote 141

Redolfi Francesco Antonio, provicario generale del vescovo di 200 Trento

Riccabona Benedetto, vescovo di Trento 119

Righi Alcide, parroco di Pelugo 3

Salvadori Salvatore da Riva, parroco di Spiazzo 119

Taffelli Giovanni, curato di Pelugo 2

Thun Giovanni Battista Leopoldo, vicario generale del vescovo di 199

120 Trento

Urbano VIII, papa 197

Vidi Vigilio, parroco di Pelugo 3, 112, 113

Zeni Vittorio, amministratore del fondo Sante anime di Pelugo 52, 53

121

INDICE ANALITICO DEI TOPONOMI Adamello 119

Ala 177

Ballino, frazione di Fiavé 73, 187

Bocenago 3

Borgo Valsugana 177

Borzago, frazione di Spiazzo Rendena 2

Brentonico 187

Caderzone 3

Cles 177

Favrio, frazione di 187

Gruppo del Caré alto 2

Innsbruck (A) 187

Lares, ghiacciai 2

Monclassico 177

Pelugo 1, 2, 40, 56, 73, 82, 119, 187

Primiero-San Martino di Castrozza 177

Rovereto 177

Salorno/Salurn (BZ) 187

Sarca, fiume 2, 119

Spiazzo Rendena 3

Strembo 3

Tesero 177, 187

Tirolo (Bolzano) 32

Trentino 164

Val Ceresina, località di Pelugo 94

Val Rendena 2, 119, 151

Valli Giudicarie 141

Vigo Rendena 3

122

123